Love heals the broken

di Ramosa12
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prolugue ***
Capitolo 2: *** Chapter I ***
Capitolo 3: *** Chapter II ***
Capitolo 4: *** Chapter III ***
Capitolo 5: *** Chapter IV ***
Capitolo 6: *** Chapter VI ***
Capitolo 7: *** Chapter V ***
Capitolo 8: *** Chapter VII ***
Capitolo 9: *** Chapter VIII ***
Capitolo 10: *** Chapter IX ***
Capitolo 11: *** Chapter X ***
Capitolo 12: *** Chapter XI ***
Capitolo 15: *** Chapter XII ***
Capitolo 16: *** Chapter XIII ***
Capitolo 17: *** Chapter XIV ***
Capitolo 18: *** Chapter XV ***
Capitolo 18: *** Chapter XVI ***



Capitolo 1
*** Prolugue ***


Percy Jackson fu svegliato dal rumore assordante della sveglia,che da tale spavento,cadde a terra con un tonfo.
I capelli corvini erano sparsi per tutto il viso e gli occhi verde mare guardarono male quell'oggetto elettronico che lo svegliava così ogni giorno.
Con un sospiro, il ragazzo si alzò dal parquet freddo e un grosso sbadiglio lo accompagnò per tutto il percorso verso la cucina.
Sally Jackson in Bolfis era impegnata a preparare la colazione per il suo unico figlio mentre canticchiava allegramente.
-Buongiorno mamma!-mugolò con voce assonnata Percy che si accomodò su uno sgabello del tavolo a penisola.
-Caduto dal letto?-domandò Sally osservando suo figlio con un sorriso divertito sul volto.
-Andiamo lo so che stai ridendo sotto i baffi!Lo sai che cado sempre!-esclamò Percy osservando la mamma.
Sally era,ad occhi suoi,la mamma più bella e dolce del mondo.
Aveva lunghi capelli marroni e occhi del medesimo colore.
Odorava sempre di caramelle gommose e forse quell'odore la rendeva ancora più buona di quanto non lo fosse già.
-io?Ridere di te?Non lo farei mai,tesoro!-rise con la sua voce cristallina Sally per
poi avvicinarsi al figlio e baciandoli la fronte.
-Ah mamme!-sospirò il ragazzo ma questa volta sorridendo.
Amava sua madre,era una donna stupenda e loro avevano un bellissimo rapporto.
-Oh!e io che dovrei dire!-disse la donna guardando divertita suo figlio che si ingozzava di biscotti blu.
Era un loro gioco,fin da quando Percy era piccolo,Sally cucinava sempre blu che era
tra l'altro il colore preferito del ragazzo.
-Dovresti dire che sono un figlio esemplare!-masticò il ragazzo a bocca piena.
-Percy!per piacere mangia a bocca chiusa!-lo rimproverò Sally senza però usare un tono duro e onestamente non sembrava nemmeno un rimprovero.
-Paul dove è?-chiese Percy ingoiando il boccone.
Paul era il nuovo marito della madre,insegnante di lettere e il marito perfetto per sua madre. 
-È andato a lavoro presto.-sorrise la donna -E ora che ci penso dovresti muoverti Percy se non vuoi fare tardi.-
-Agli ordini capitano!-disse Percy facendo il saluto militare.
Sally rise -Ahahah!Vatti a lavare prima che ti ammutini!-
-E come? mi sequestri il computer?-domandò con tono di sfida il ragazzo.
-Mmh...non ti preparo più i biscotti e il cibo blu!-rispose Sally battendo il cucchiaio di legno sul palmo della mano.
-Nooo!Mi vado a lavare!Arrivederci!-e detto questo Percy corse per le scale inciampando nei suoi stessi piedi per la fretta e lì Sally scoppiò in una grossa risata.



Annabeth Chase sospirò guardando il piatto ricco di frittelle che era posto davanti ai suoi occhi grigi tempestosi.
Con la forchetta giocò con esso ma non aveva nessuna voglia di ingerirlo.
-Che fai Annabeth non lo mangi?-domandò suo padre mentre chiudeva la valigetta da lavoro baciando poi la fronte della figlia.
Annabeth annuì e ingoiò un pezzettino che le bastò a disgustarla.
-Senti torno stasera tardi,se vuoi puoi ordinati una pizza o se preferisci puoi cucinarti qualcosa.Ora scappo,buona scuola.-salutò suo padre correndo verso la porta e sbattendola dietro di lui.
Federick Chase era tutt'altro che un genitore premuroso.
Era così disattento da non accorgersi dei problemi della figlia, che a volte si chiedeva se quell'uomo fosse veramente suo padre o era un completo estraneo.
Annabeth guardò per l'ultima volta il piatto prima di correre in bagno.
Si accasciò sul water vomitando il cibo che aveva appena ingerito.
Un sapore acre e forte gli attraversò tutta la gola facendole provare un dolore pazzesco in quella zona.
Annabeth era anoressica.
Ogni volta provava a ingerire qualcosa di nutriente finiva sempre in un bagno chiusa a vomitare.
Tutto era iniziato un anno e mezzo fa quando un ragazzo dell'ultimo anno,Luke Castellan,le mise in testa di essere grassa offendendola davanti a tutta la scuola.
Così incominciò ad evitare il cibo provando un senso odio verso esso.
Strinse più forte la tavoletta e quando terminò quella tortura si alzò in piedi osservando allo specchio il suo riflesso.
I capelli biondi le incorniciavano il viso pallido e gli occhi grigi erano stanchi e rossi per lo sforzo.
Era magra così tanto da notarsi sotto il sottile strato di pelle le ossa.
Eppure lei non si vedeva magra come una ragazza normale ma tutto il contrario:obesa.
Senza offesa per gli obesi per carità!
Ma lei si sentiva così,grassa e pesante.
Morsicandosi il labbro inferiore si sciacquò con le dita sottili il viso e poi si spazzolò i denti con uno spazzolino elettrico.
Indossò poi un grosso pullover nero che le arrivava a metà coscia,per coprire il suo fisico,e un jeans skinny grigio.
Poi infilò gli anfibi neri nei piedi ossoluti e buttò le frittelle nella spazzatura,mettendoci tutta se stessa a non annusare il mangiare.
Aveva un olfatto molto sensibile e quindi annusare il cibo le faceva venire la nausea.
Dopo aver posato il piatto sporco nel lavabo afferrò a volo la giacca a vento grigia e la sua borsa di pelle nera e,uscendo di casa,si avviò verso la Goode High School.


Angolo autrice:
Salve a tutti gente!
Allora vorrei dirvi che questo è un prologo,giusto per presentarvi i personaggi e un po' della loro storia e perciò è piccolo.
Chiamiamolo un intro và!
Spero vividamente che vi piaccia!
Avevo questa storia da mesi ormai in testa da mesi ormai e finalmente ho avuto il coraggio di metterlo su tastiera!
A presto 
Bacii Ramosa12

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Capitolo 2
*** Chapter I ***


Annabeth oltrepassò il cancello blu della scuola.
Erano solo le otto del mattino ma la scuola era già piena  di ragazzi che facevano scherzi o che ridevano con i propri amici.

Amici.
Annabeth ne aveva sempre avuti pochi di quelli.
Una volta aveva due migliori amiche,poi anche quelle erano sparite.
Thalia Grace si era trasferita a New Orland per stare vicino al padre,qualche anno fa.
Le mancava così tanto,amava stare con lei,eppure tutte le cose belle sono destinate a finire e questo dispiaceva troppo alla ragazza.
L'altra era Piper MacLean,capo delle cheerleader della scuola.
Non erano per niente litigate,solo che avevano intrapreso strade diverse.
Piper si era data alla sua passione per la danza,che un tempo era anche quella di Annabeth,mentre lei aveva deciso di studiare per diventare qualcuno nella vita.
Ed infatti le sue aspettative non erano state deluse,anzi.
Era diventata la migliore della scuola in fatto di studio e aveva organizzato,insieme a dei ragazzi,un gruppo studio per ragazzi in difficoltà.
Aveva vinto coppe per i tornei di scioglilingua,di matematica e per il miglior disegno architettonico dell'anno.
 Perché era quello che voleva fare da grande:diventare un architetto.
Scosse delicatamente la testa quasi per scacciare via tutti quei pensieri e si avviò verso il suo armadietto.
Inserì la combinazione e vi ripose ordinatamente i libri che trovava inutile portarsi in giro,afferrò solo il raccoglitore rosso e il libro di William Shakespeare,Romeo e Giulietta.
Sospirò richiudendo l'armadietto e avviandosi verso il cortile.
Mancava più di un'ora e mezza all'inizio delle lezioni così decise di farsi una breve ripetizione sulla materia che aveva alla prima ora.
Si sedette sul bordo di pietra della fontana dell'istituto e incominciò a leggere il libro di Inglese.
Lesse più volte il monologo di Giulietta e Romeo sulla scena del balcone.
Annabeth non era mai stata una ragazza romantica eppure sognava sempre una storia d'amore come quella,solo con il lieto fine al posto di una disgrazia.
Lei sarebbe mai morta per un ragazzo?
Non era sicura della risposta,non aveva mai amato qualcuno come aveva fatto Giulietta.
Non aveva mai provato sentimenti come l'amore eppure le sarebbe piaciuto  provare quel sentimento.
Sentì improvvisamente che  tutte le matricole della scuola scoppiare in un silenzio mortale.
Era strano da parte loro,facevano sempre una confusione pazzesca da stonare i timpani alle persone.
Alzò controvoglia gli occhi dal suo libro per capire quale fosse la causa del loro silenzio.
Dal cancello della scuola,un ragazzo dai capelli corvini disordinati e gli occhi verde mare fece il suo ingresso.
Indossava una maglietta azzurra che gli fasciava perfettamente il torace muscoloso e un jeans attillato chiaro.
Annabeth lo conosceva.
Aveva sentito varie voci su di lui,ma sapeva che era il ragazzo più bello e desiderato della scuola.
Peccato però che tutte quelle ragazze non riuscivano ad apparire niente agli occhi verde mare del ragazzo.
Si chiamava Percy Jackson ed era il figlioccio dell'insegnante di Letteratura inglese.
Non che ad Annabeth interessasse più di tanto,lo trovava solo un esibizionista e con poco cervello.
Roteò gli occhi grigi per stupidaggine di quelle ragazzine in preda alla loro prima cotta d'amore.
Quel ragazzo non avrebbe mai adocchiato delle ragazze così piccole,allora perché sperarci tanto?
Eppure per un attimo gli occhi di Percy Jackson incontrarono i suoi.
Sentì come se nel suo stomaco ci fossero mille nodi e la sua bocca diventare improvvisamente secca.
Era strano,non aveva mai provato quella sensazione al solo contatto della vista proprio per questo fu la prima a togliersi fuori dalla sua visuale.
Raccolse la sua roba e corse verso la classe di Inglese.




All'ora di pranzo,Percy Jackson,sedette al tavolo dei popolari vicino a Piper McLean e Nico Di Angelo.
Iniziò a mangiare distrattamente il piatto che aveva davanti a se è osservò il tavolo che era posto di fronte a lui.
Seduta lì,insieme a quello che sembrava un suo amico ma che non faceva per niente parte della scuola,c'era una ragazza  con la testa sulle ginocchia che aveva stretto al petto.
Aveva dei capelli biondi intrecciati in una treccia e notò quanto fosse magra.
Se non fosse stato per il grosso pullover che la copriva sarebbe quasi riuscito a vedere le sue ossa.
Il ragazzo che le faceva compagnia era abbastanza alto,capelli ricci marroni, occhi verdi e cercava di spingere verso di lei il vassoio con dentro il cibo.
Ma la bionda con la mano magra spingeva più lontano possibile da lei  il piatto.
Il ragazzo le accarezzò sulla testa sussurrandole parole dolci ma lei rimase in quella posizione senza considerarlo troppo.
Eppure Percy ebbe una gran voglia di correre da lei e farla mangiare,peccato che non sapeva nemmeno il suo nome.
-Pips chi è quella bionda?-domandò senza smettere di fissare la ragazza.
Piper guardò il suo stesso punto prima di risponderli -Annabeth Chase,era una delle mie migliori amiche-
-E perché non lo siete più?-chiese con curiosità il ragazzo osservando ancora Annabeth.
La bionda alzò piano la testa dalle ginocchia e guardò negli occhi l'amico che sembrava un fotomodello.
Scosse poi la testa e Percy notò che i suoi occhi erano grigi e gonfi,come se avesse appena pianto.
-Si lo siamo ma abbiamo preso strade diverse e la nostra amicizia non è andata avanti-rispose Piper ma la sua voce sembrava carica di amarezza e tristezza.
-Ti dispiace vero?-
-Un pò,eravamo molto amiche fin dai tempi dell'asilo.-
Annabeth prese la forchetta e con estrema lentezza ingoiò un pò di pasta.
Subito dopo si alzò di scatto e corse fuori dalla stanza.
Percy  era confuso,quella ragazza aveva qualche problema,ne era sicuro.
-Ha qualche malattia?-domandò  a Piper.
-no,che io sappia sta in piena salute.Ma un ragazzo l'anno scorso l'ha presa in giro sul suo fisico,quando era messa bene di corpo-disse lei.
-ah capisco.-sospirò Percy.
Osservò di nuovo quel tavolo e notò che l'amico di Annabeth non c'era più e aveva cestinato tutto il cibo che prima era sul tavolo.
-Chi era quello che prima sedeva vicino ad Annabeth?-domandò ancora Percy.
-Oh era un nostro amico di danza,si chiama Davide e sono molto amici lui e Annabeth,viene ogni giorno qui per lei anche se non so perché.-rispose la ragazza sorridendoli.
-Annabeth faceva danza con te?-chiese ancora confuso il ragazzo.
-Si,poi ha smesso e si è dedicata allo studio.È stato un peccato,era veramente molto brava in classico e hip hop- sospirò Piper come se avesse nostalgia dei vecchi tempi -come mai tutta questa curiosità su di lei?-chiese poi.
-Ma così,oggi mi ha fissato non come le altre ragazze,tipo come se io fossi nemmeno bello-
-Perché lei non è come le altre,Perce,è buona e intelligente.Forse è l'unica ragazza che non si attaccherebbe a te come una cozza-sorrise Piper guardando Percy negli occhi.
Piper era bella,mora e occhi a caleidoscopio e quel giorno indossava la divisa delle cheerleader rosso sgargiante che metteva in evidenza tutte le sue curve.
-Capisco...senti ora vado ho delle cose importanti da fare.-salutò Percy alzandosi dal tavolo e andando poi a cestinare il cibo.
Camminò per la mensa con calma e le mani in tasca avviandosi verso il cortile della scuola.
La Goode High School aveva un giardino pieno di verde,curato dalla giardiniera Demetra,e con una fontana in pietra che spruzzava acqua ovunque.
Si sedette su una panchina in legno e si accese una sigaretta.
Fumava per sfizio,solo quando era stressato o aveva troppi pensieri per la testa.
Portò la sigaretta alle labbra e respirò la nicotina che gli entrò nei polmoni.
Eppure quel giorno la sigaretta non riuscì a tranquillizzarlo,aveva troppi pensieri per la testa ancora.
Vedeva quella ragazza,Annabeth,davanti ai suoi occhi che sorrideva allegramente.
Vedeva gli occhi grigi di lei rossi e gonfi per il pianto guardarlo con indifferenza.
Era la prima ragazza che lo guardava così,oltre Piper che era fidanzata.
Sentiva un istinto strano dentro di lui,come se la dovesse salvare da qualcosa.
'Idiota,non la conosci nemmeno' pensò spegnendo la sigaretta pestandola a terra.
Camminò per i corridoi della scuola  senza una meta e notò Annabeth uscire dal bagno pallida e con gli occhi arrossati.
-Stai bene?-domandò Percy senza pensarci troppo.
Lei si voltò e lo squadrò con indifferenza.
-Si grazie.-rispose lei voltandosi e camminando dalla parte opposta alla sua.
-Sono Percy!-gli urlò dietro e lei si voltò guardandolo negli occhi.
Sul suo volto si aprì un piccolo sorriso - Annabeth- e detto questo ritornò suoi suoi passi.
Percy notò un'altra volta quanto fosse magra in confronto ad una ragazza normale.
Neanche Piper era così.
Sospirò e decise di avviarsi verso il suo armadietto.
Almeno aveva fatto il primo passo per conoscerla.



Angolo autrice:
Salve e buona domenica a tutti!
Oggi,nella mia noia domenicana,ho deciso di aggiornare presentando a voi il primo vero capitolo di questa storia.
Vi dirò la verità ho molte idee per questa fan fiction e non vedo l'ora di metterle su tastiera.
Davide è ispirato a quello di Braccialetti Rossi,ragazzi non ho mai pianto così tanto per qualcosa!
Spero che il capitolo vi piaccia e ringrazio Poseiodon97 per aver recensito la storia.
Vi salutò semidei!
Bacii  Ramosa12

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Capitolo 3
*** Chapter II ***


Il sabato sera quella settimana arrivò più in fretta di quanto si potesse pensare.
Annabeth sedeva sul divano in pelle che era posto di fronte ad una balconata che mostrava il meraviglioso paesaggio Newyorkese.
Aveva le gambe strette al petto e osservava la luna davanti ai suoi occhi come incantata.
Suo padre non era ancora tornato e la casa era fin troppo silenziosa.
Sospirò e si legò i capelli biondi in una coda alta disordinata.
Odiava la casa silenziosa,si sentiva più sola che mai,ma ormai all'idea della solitudine ci aveva preso l'abitudine.
Decise di sprecare il suo tempo libero disegnando qualche edificio che era nella sua mente,così corse in camera sua a prendere un foglio di carta e una matita dalla mina dura.
Si sedette sulla scrivania in legno e iniziò a buttare giù qualche progetto,ma niente,non riusciva nemmeno a tirare una linea diritta.
Si accorse di quanto la matita pesasse di più delle altre volte e suppose che forse era la mancanza di energia.
Non mangiava ormai da due giorni un piatto sano che non la facesse vomitare.
'È solo stanchezza,non è niente,domani ti sveglierai e non ti peserà niente' disse una voce nella sua testa.
La Voce.
Era quella che le diceva di non mangiare ma soprattutto la voce che l'aveva condotta sulla cattiva strada.
Era lei la fonte dei suoi problemi.
Non era stata solo colpa di quel ragazzo dell'ultimo anno,lui fece solo iniziare la sua malattia.
La sera dopo quell'offesa aveva sognato una donna che era la perfezione.
Magra,bionda e occhi azzurri.
Era così bella che per una volta nella sua vita,Annabeth sentì la gelosia bruciarle dentro.
Voleva essere magra come lei,desiderava il suo fisico.
Così iniziò a non mangiare più regolarmente e saltando a volte i pasti più importanti.
Morse il labbro inferiore scacciando via quei pensieri e si andò a vedere allo specchio che era nella sua stanza.
Per quanto fosse magra Annabeth vedeva sulla sua pancia grasso in eccesso che le riempiva tutta la T-shirt che indossava.
Voleva piangere.
Perché non riusciva ad essere una ragazza dal fisico normale?
-Annabeth!Sono tornato!-la voce di suo padre la fece ritornare alla realtà. 
Si asciugò una lacrima solitaria che era scesa lungo la sua guancia e andò a salutare il suo unico genitore.
-Ehi Dad!-Salutò sedendosi sul tavolo a penisola che divideva il salone e la cucina.
-Come sta la mia bambina?-domandò Fredrick Chase baciando la fronte della figlia.
-Sto bene-sospirò la ragazza sorridendo falsamente.
'Perché non si accorge che non sto per niente bene?'si chiese la bionda resistendo contro l'impulso di non piangere.
-Hai cenato?-domandò l'uomo controllando delle carte che aveva appena cacciato dalla valigetta da lavoro.
Ecco un altro senso di nausea a cui Annabeth doveva resistere.
-Oh si mi sono ordinata una piazza-mentì la bionda e l'uomo annuì.
-Io ora vado....sono molto stanca-confessò la ragazza rompendo il silenzio che si era creato tra loro e scendendo dal tavolo.
-Annabeth aspetta dobbiamo parlare.-La fermò il padre e la bionda si voltò.
Si era per caso accorto del suo disturbo alimentare?
-È una cosa brutta?-domandò Annabeth mordendosi il labbro inferiore.
Frederick si passò la mano nei capelli biondo cenere.
-No anzi è una cosa bellissima-sorrise l'uomo e fece sedere Annabeth sul divano -In questo ultimo periodo ho conosciuto una donna e stasera le offerto di sposarmi e lei ha accettato.Presto avrai una nuova mamma,non sei felice?!-
Il sorriso di Annabeth si spense e osservò con gli occhi lucidi il padre.
-Mi stai dicendo che ti sposi con una donna a me sconosciuta così?-disse la ragazza con voce spezzata.
-Si lo so è dura accettare questa cosa,ma pensa a quante cose belle potranno succedere,la nostra vita cambierà!- sorrise ancora il padre guardando la figlia con i suoi occhi marroni.
Annabeth scattò in piedi -TU hai dimenticato la mamma non è vero?!-urlò.
Lacrime calde fecero strada fra le sue gote,non poteva sopportare un'altra delusione.
-No tesoro!Non dimenticherei mai tua madre!-
-Non è vero!Sei un bugiardo!Ti ODIO!-esclamò la bionda correndo verso la porta d'ingresso e sbattendola dietro di lei.
Corse via da quella casa con indosso solo una maglietta a mezze maniche,dei jeans e delle scarpe da ginnastica.
Era pieno inverno e lei si stava aggirando per le strade innevate di New York con poco o niente che la copriva dal freddo pungente.
Si maledì per la sua stupidaggine.
Improvvisamente inciampò in una mattonella del marciapiede fuori posto e andò addosso ad una persona che insieme caddero a terra.
-Che imbranata che sono!-disse lei sul corpo del ragazzo che aveva investito.
-Oh tranquilla!Dai ti aiuto ad alzarti!-ribatté la voce di Percy Jackson che mise una mano sulla coscia di Annabeth,una dietro la sua schiena e con uno slancio si alzò dal pavimento con la bionda tra le braccia.
-Grazie-sussurrò la ragazza contro il petto caldo del ragazzo.
-Posso offrirti un caffè?-chiese Percy lasciando andare la ragazza.
Annabeth strinse le labbra.
Doveva accettare?
Bere un caffè non le costava molto,quella era l'unica cosa che riusciva a bere senza rischiare di vomitare.
Annabeth rise asciugandosi le lacrime con la mano ossoluta.
-si,mi puoi offrire il caffè.-sorrise lei e insieme si avviarono verso un bar lì vicino.





Percy osservò la ragazza che gli era letteralmente caduta tra le braccia.
Annabeth,sorseggiava lentamente la tazza di caffè caldo che aveva tra le mani.
Eppure non poteva dimenticare il suo peso leggero sul suo petto e quando le aveva afferrato la coscia giurò di aver sentito il suo femore come anche le ossa della sua schiena.
Aveva abbracciato varie ragazze nella sua vita ma nessuna di loro era riuscito a sentire le loro ossa così bene come aveva percepito quelle di Annabeth.
-Allora che ci facevi per strada piangendo?-chiese Percy sorseggiando il suo caffè amaro.
-Niente,mio padre si sta risposando e...-
-E tu non lo sapevi?Giusto?Succede,non bisogna prendersela troppo.Forse tuo padre non vede l'ora di rifarsi una vita.-la interruppe il ragazzo con un sorriso e Annabeth annuì.
-Si ma si sta dimenticando della mamma.-disse in un sussurro lei.
-Ehi guarda che lei sarà sempre con te anche se non te ne accorgi.Ti protegge.-la incoraggiò Percy accarezzandole il braccio scoperto.
Eccole di nuovo,sentiva di nuovo le sua ossa.
-Non ti facevo così poetico sai?-rise Annabeth.
-Me lo dicono in molti ma certe cose le ho vissute anche io quindi so che significa un genitore che si risposa-rispose Percy poggiando sul tavolo la tazza.
-Capisco.-sussurrò Annabeth riprendendo a sorseggiare il caffè.
-Dovresti sentirti fortunata lo sai vero?Stai bevendo un caffè con il grande Percy Jackson,il ragazzo più desiderato della scuola.-Si vantò il ragazzo cercando di tirarla su di morale.
Annabeth rise.
La sua risata era così cristallina che fece perdere un battito al cuore del ragazzo.
-Io fortunata?Ahahah bella questa!Piuttosto mi impicco che vantarmi con altre ragazze che mi hai offerto un caffè!-
-Perché tu che pensi di me?-domandò curioso il ragazzo.
Annabeth lo guardò negli occhi.
Per la prima volta,Percy osservò i suoi occhi e si accorse quanto fossero belli e incantatrici.
Non erano di un grigio normale ma di un grigio più tempestoso,più pauroso in poche parole.
-Che sei un montato che si crede bello ma molto in fondo sei simpatico-rispose Annabeth.
-Oh io trovo che tu invece sei bellissima.-confessò sorridendo Percy.
-Che ruffiano che sei!-esclamò la ragazza dandoli dei leggeri pugni sul braccio.
Controllò poi il suo cellulare portandosi una ciocca di capelli biondi dietro l'orecchio.
-Dovrei tornare,mio padre sarà in pensiero per me.-sospirò la bionda.
-Si va bene ti accompagno-lasciò sul tavolo dei soldi sia per i caffè che per la mancia e si avviò con Annabeth fuori dal bar.
-Grazie per il caffè-disse la ragazza una volta fuori.
Percy si accorse quanto fosse vestita leggera e così si slacciò la felpa nera che indossava e la passò ad Annabeth.
-Tieni fa freddo stasera-sorrise il ragazzo aiutandola ad indossare l'indumento.
-E tu?Non avrai freddo?-domandò Annabeth preoccupata incrociando le braccia magre intorno al busto.
Era così buffa,notò Percy,con la sua felpa più grande di lei addosso e con sotto una di quelle magliette stile hip hop.
Eppure la trovava bellissima.
-Nah tranquilla abito qui vicino-
-Va bene,lunedì te la riporto-disse la ragazza indicando la felpa.
-Puoi tenerla,non era nemmeno la mia preferita.Ora che ci penso la scelse Nico per me ma non amo molto il nero-sorrise il ragazzo baciandole la guancia.-Ci vediamo Annabeth-
-Si,ci si vede!-salutò Annabeth allontanerai da lui.
Percy non si sarebbe dimenticato tanto facilmente la serata che aveva appena trascorso.






Angolo autrice:
Grazie mille le persone che hanno recensito il capitolo precedente!
Ho aggiornato in prima possibile!
Allora il padre di Annabeth si risposa eh?
Mamma mia!
E Che dolci che sono quei due!
Grazie ancora!
Bacii Ramosa12

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Capitolo 4
*** Chapter III ***




Percy sedette sul bordo della fontana della scuola con ancora il viso di Annabeth impresso nella sua mente,aveva pensato a lei tutto il weekend.
Era bella,sorridente e la sua risata gli era ancora in testa.
Era così dolce quel suono che il cuore al solo udito perdeva i battiti per l'emozione.
Però non doveva correre.
Doveva fare le cose con calma e tranquillità e poi era certo che dovesse ancora conoscere una parte di lei.
Un parte oscura che neanche le sue amiche potessero conoscere.
Un oscurità che forse la stava divorando dentro e nessuno era la luce che la potesse aiutare.
Si accese una sigaretta e distrattamente iniziò a fumare.
Aveva così tanti pensieri per la testa i quei giorni.
La gara di nuoto che sarebbe avvenuta domenica prossima,il compito di matematica e Annabeth.
Quella ragazza era sempre nei suoi pensieri da quel giorno alla mensa.
Non si era mai accorto della sua presenza eppure era bastato un solo sguardo per incuriosirlo alla sua storia.
Aveva capito che non era una ragazza pettegola da come si era comportata riguardo al loro appuntamento,che a volte sembrava essere mai esistito.
Era stata così tranquilla e riservata come se quel sabato sera non le era importato più di tanto.
Sorrise tristemente,voleva che se lo ricordasse almeno un po' di lui.
-Non dovresti fumare, ti fa male-disse una voce dietro di lui.
Con ancora la sigaretta sulle labbra Percy si girò e notò un sorriso timido sulle labbra carnose di Annabeth mentre si sedeva accanto a lui.
-Lo so-rispose semplicemente lui osservando la sua figura di profilo. 
Il naso aveva una curva leggera e morbida e notò quanto la sua pelle fosse pallida quel giorno. 
-E allora perché lo fai?-domandò la ragazza senza però incontrare il suo contatto visivo.
-Per stress, aiuta a rilassarsi-sorrise lui smagliante.
-E ti sta aiutando con lo stress?-
-No-ribatté Percy spegnendo la sigaretta contro la fontana e posandola nel pacchetto bianco,era uno spreco buttarla.
-E tu non dovresti essere a mensa a pranzare,magari?-chiese il ragazzo.
Annabeth alla parola 'pranzare' sussultò leggermente e Percy la vide morsicare l'interno della guancia.
-Ehm no oggi non ho tanta fame.-rispose lei passandosi la mano tra i capelli biondi.
-Capisco...e con tuo padre come va?-
-Praticamente abbiamo costruito un muro in casa,non ci scambiamo una parola se non per litigare-disse amaramente la bionda.
-Non prendertela troppo vuole solo rifarsi una vita forse crede di alleviare il dolore per la perdita di tua madre,non credi?-chiese Percy sorridendole e posando una mano sulla sua spalla.
Sentì sotto il suo tatto la sua clavicola e la scapola.
'Certo che è magra questa ragazza,è solo ossa'pensò Percy accigliato.
-Mi hai detto una cosa simile sabato sera sai?-sorrise Annabeth guardando le aiuole di tulipani davanti a lei.
-Allora ti ricordi che siamo usciti insieme!-esclamò felice il ragazzo.
-Certo che me lo ricordo, non mi sono mai divertita così tanto nella mia vita-confessò la bionda sorridendo di più.
-E allora perché non lo hai raccontato a tutti?Cioè molte ragazze lo avrebbero fatto-
-Io non sono come le altre ragazze.Non amo vantarmi di una serata passata così a caso,che non era nemmeno programmata.-strinse lei le labbra.
-Già non sei come le altre ragazze,non sei il tipo tutto trucco e niente cervello,forse il contrario-disse Percy osservandola.
Annabeth lo guardò negli occhi accigliata.
-Mi stai dando della brutta e grassa?-
-No!Anzi sei molto magra!E bella!Non mi fraintendere!-si corresse velocemente il ragazzo alzando le mani cercando di difendersi.
-Mmh va bene...-
-Senti che ne dici se domani usciamo io e te?non so a mangiarci una pizza... -propose Percy.
-Non lo so ci conosciamo appena,non mi sembra il caso di correre così tanto.-rispose lei insicura.
-fa niente sarà per la prossima volta.-sorrise il ragazzo.
-Senti ora devo andare....ci vediamo-salutò Annabeth correndo verso il bagno delle ragazze.
'Secondo me ha qualche problema intestinale,va solo in bagno' pensò Percy sarcasticamente
Ma quanto si sbagliava.



Annabeth chiuse la porta del bagno della scuola alle sue spalle.
Morse il labbro e sedette sul pavimento a scacchi del bagno.
Aveva bisogno di stare un po' per conto suo,forse per pensare.
'Un anno,come vola il tempo' pensò tristemente.
Era un anno dal giorno il cui quel ragazzo dell'ultimo anno l'aveva offesa sul suo fisico.
Un offesa che certe volte risentiva nella sua testa e a distanza di tempo non poté far almeno che rabbrividire al ricordo.
Una lacrima solitaria fece strada sulla guancia di Annabeth che posò la testa sulle ginocchia.
Era debole,sola e aveva paura perciò non riuscì far almeno di non piangere.
I singhiozzi rimbombarono tra le mura grigie e scritte del bagno ma nessuno parve accorgersi da fuori che qualcuno stava male.
Dopo quello che parvero ore Annabeth si alzò.
Rinfrescò il volto magro con acqua freddo e poi si guardò allo specchio.
Non era cambiato niente,certo,ma nel suo riflesso vide gli occhi grigi che ma navigavano tra soffrenti e spaventanti chiedendosi quale sarebbe stato il loro futuro.
Perché Annabeth non aveva un futuro.
Se nessuno l'avrebbe aiutata a guarire dal suo disturbo lei sarebbe certamente morta per poca nutrizione nel suo corpo.
Scacciò via un' altra lacrima.
Non aveva mai avuto paura della morte,ma sapere che si stava uccidendo con le sue mani era orribile.
Anche Davide lo diceva sempre.
Si stava uccidendo da sola e l'unica che potesse cambiare quella strada era solo lei.
Nessun altro,solo lei e con la sua forza di volontà sarebbe potuta guarire.
Ma certe volte aveva bisogno di qualcuno che l'aiutasse,che la facesse sentire bene e non malata per un minuto.
E questo Davide non l'aiutava mai.
Davide,ora lui non c'era più,inutile criticarlo.
Era partito per un importante borsa di studio alla Royal Ballet School e lei non gli poteva certo bloccare le ali.
Ma si sentiva più sola che mai,a volte era l'unico con cui potesse sfogarsi.
Strinse forte il bordo di marmo del lavandino cercando di scacciare via tutti quei pensieri, e con un'ultima occhiata allo specchio uscì dal bagno con un sorriso spento sul volto.



Angolo autrice:
Buongiorno semidei e buona domenica.
Lo so il capitolo è un po' piccolino ma ehi la Percabeth sta facendo passi da gigante!
Spero che il capitolo vi piaccia e ringrazio le persone che recensiscono e seguono questa storia!
GRAZIE MILLE!
bacii Ramosa!!

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Capitolo 5
*** Chapter IV ***





Annabeth si rigirò tra le coperte bianche del suo letto matrimoniale,sbadigliando per il poco sonno.
Anche quella notte,come tutte del resto,aveva avuto un altro incubo sulla Voce,quella donna non sembrava volerla lasciare in pace.
Si alzò delicatamente sui gomiti e notò sul bordo della trapunta una felpa nera,troppo grande per lei.
Si mise a sedere e allungò la mano per prenderla e poi la strinse al petto.
Un improvviso odore di salsedine le invase le narici e per una volta il senso di nausea non si impossessò di lei.
Sorrise leggermente ricordandosi di quel sabato sera ormai lontano.
Non era mai stata così felice in vita sua eppure si diede della stupida di essersi ricordata di quell'indumento solo dopo tre giorni.
Era stato per giorni in casa sua e aveva praticamente dimenticato di riportarlo a Percy.
"Oggi gliela riporto,non mi piace approfittare della gente."pensò la ragazza alzandosi e lasciando la felpa sul letto.
Prese dei vestiti dall'armadio e si recò in bagno.
Ovviamente,come sempre,non aveva intenzione di fare colazione quindi,trovava inutile scendere in cucina.
Regolò l'acqua della doccia e,sbarazzandosi del pigiama,si infilò nell'acqua calda.
Insaponò delicatamente i capelli biondi con del sapone al limone,massaggiandoli come per rilassarsi.
Si insaponò il corpo e,dopo essersi sciacquata,uscì dalla doccia.
Mise un asciugamano attorno al suo magro corpo e finì di prepararsi indossando i vestiti scelti in precedenza.
Pettinò i capelli biondi asciugandoseli con il phone ed infine ripulì il macello che aveva combinato.
-Papà sei in casa?-domandò una volta che fu uscita dal bagno.
-In cucina tesoro-rispose il signor Chase urlando un po'.
-Buongiorno Dad- salutò la ragazza appena entrò nella stanza.
-Senti stasera io e Susan* usciamo quindi non aspettarmi a cena-riferì l'uomo posando le carte nella borsa.
-Ah perfetto,Crudelia Demon all'attacco.-mormorò la bionda roteando gli occhi grigi.
-Come l'hai chiamata?-esclamò il padre in tono arrabbiato.
-Crudelia Demon!Contento ora che te l'ho detto?-parlò più forte lei stringendo forte i pugni.
-Non chiamarla così Annabeth!-la rimproverò il signor Chase.
-Io la chiamò come cavolo mi pare!È per colpa sua che tu ti risposi e hai dimenticato la mamma!-strillò la bionda con tutta se stessa.
-Io non ho dimenticato la mamma!-
-Si che l'hai fatto!Come da copione no?muore la moglie,si giura di amarla lo stesso anche se non c'è più,poi si incontra qualcun'altra e bam vi sposate dopo qualche mese mentre io lo vengo a scoprire un mese prima!-gli sputò in faccia Annabeth con cattiveria.
Frederick non ci vide più dalla rabbia e con un colpo forte diede uno schiaffo a sulla guancia della figlia.
Annabeth si portò la mano opposta alla guancia dolorante e guardò male il suo unico genitore.
-Non dire le cose come non stanno-disse l'uomo prima di prendere la sua valigetta e uscire dell'appartamento chiudendosi la porta alle spalle con violenza.
Annabeth spostò la mano alla bocca nel vano tentativo di bloccare un singhiozzo mentre le lacrime iniziarono a bagnarle il volto.
"Perché non riesce a capirmi?Perché non vede i miei problemi ma pensa solo ai suoi!?"pensò la ragazza e con le lacrime ancora gli occhi,afferrò la borsa con i libri e la giacca uscendo di fretta dalla casa.
Ora,in quel posto,c'erano troppi ricordi.



-Seriamente Perce,Dare oggi ti stava mangiando con gli occhi.-ribattè Nico Di Angelo mentre Percy entrava in aula.
-Oh ma ti prego,quella mi mangia sempre con gli occhi non è solo oggi.-roteò gli occhi verde mare Percy mentre si accomodava ad un banco.
-Ma che vuol dire,oggi di più.-disse Nico disordinandosi i capelli neri come la pece e sedendosi nel banco dietro l'amico.
-Si certo,vogliamo parlare di Drew?Non ti toglie gli occhi di dosso.-rise Percy mentre appoggiava la schiena al muro che gli era affianco.
-Si,certo,ora non cambiare discorso.Che ne dici di uscire con lei e poi romperli il cuore?-propose Nico,scrutandolo con gli occhi neri.
-Non amo 'spezzare' il cuore alle ragazze,pensa a loro poverine.-sorrise il ragazzo salutando con la mano Jason Grace che entrò nella stanza accomodandosi vicino Nico.
-Fino a un mese fa non ragionavi così,ti piaceva avere qualcuno sotto il braccio.-gli rinfacciò Nico con un sorriso sghembo dipinto sul volto.
-Certamente non posso mettermi con Piper,ti pare?-ribatté Percy lanciando un'occhiataccia all'amico.
-Aspettate mettere con Piper chi?Non ci provare Jackson!-si intromise Jason puntando il dito verso il ragazzo.
-Io e Piper?Hahahah bella questa Jazz,e poi è la tua fidanzata,non te la ruberei mai.-si difese Percy.
Jason ringhiò -Ti tengo d'occhio Jackson.-
-Oh guarda chi arriva: la secchiona!-rise forte la voce di Drew verso una ragazza appena entrata.
Percy si girò per vedere chi era quella a chi si riferiva Drew.
Vide dei capelli biondi e occhi grigi guardavano con interesse il pavimento mentre proseguiva verso un banco poco distante da lui.
"Annabeth"pensò Percy mentre continuava ad osservarla.
Indossava un maglione largo bianco,un jeans skinny e delle vans bordeaux.
La notò passarsi la mano nei capelli biondi mentre si sedeva.
-Terra chiama Percy!-esclamò Nico scuotendo l'amico incantato.
-Si,dimmi.-
-Che hai è entrata la secchiona e...-Nico fu interrotto da Percy che lo guardò furente.
-Non chiamarla così Nico,non la conosci nemmeno.-
-Quando prima la chiamavo così ti facevi una risata.-ribatté il ragazzo.
Il cuore di Percy perse un battito,non aveva mai riflettuto su quello.
Quando Annabeth entrava in una classe che entrambi avevano in comune,se Drew o qualche suo amico la prendeva in giro lui rideva sempre.
Sentì il senso di angoscia prenderlo.
Come poteva essere stato così cattivo con lei senza nemmeno accorgersene?
E perché lei non glielo aveva rinfacciato quando si erano incontrati?
Si passò la mano nei capelli corvini e decise che dopo si sarebbe fermato a parlare con lei,facendosi perdonare delle sue azioni.
Non ascoltò per niente la lezione di storia pensando solo al discorso da fare alla bionda.
"Quando suona questa cosa?"pensò nervoso e come se la fosse chiamata,la campanella suonò la fine dell'ora.
Si avviò di istinto verso la ragazza che era seduta a testa bassa nel suo banco,come per nascondere qualcosa.
-Ehi Annabeth puoi venire un attimo fuori?-domandò dolcemente e lei annuì alzandosi dalla sua postazione.
Percy la condusse in un corridoio abbandonato e Annabeth aveva ancora il volto coperto dai capelli.
-Come stai?-chiese Percy accarezzandole i capelli biondi.
Erano così morbidi sotto al suo tatto che Percy non poté far almeno di rilassarsi.
-Bene.-sussurrò la ragazza a voce spezzata.
-Annabeth guardami,ti prego.-scongiurò il ragazzo alzandole delicatamente il mento.
Notò le lacrime che le irrigavano il viso pallido ma,un livido violaceo,faceva bella mostra appena sotto l'occhio destro.
Sentì lo stomaco contorcersi e il cuore batterli forte.
Chi poteva averle fatto questo?
-Annabeth chi ti ha ridotta così?-domandò il ragazzo preoccupato e accarezzandole il livido,facendo attenzione a non provocarle dolore.
-Sono solo caduta.-mentì lei concentrando la sguardo al pavimento.
-Non è vero,dimmi la verità.-
-Come mai tutti questo interesse per me ora?Prima non mi calcolavi nemmeno ora perché mi tratti come se ci conoscessimo da una vita?!Non ti piaceva ridere con i tuoi amici mentre mi prendevano in giro?!Lasciami in pace,fa finta che per te non sia mai esistita!-urlò lei tra le lacrime e,guardandolo con gli occhi carichi di rabbia,lo spinse leggermente contro il muro,scappando via da lì.
Percy scagliò un pungo contro il muro.
-Stupido!Stupido!-sussurrò poggiando la testa contro la parete fredda.


Susan*=è il nome della compagna del signor Chase,non sapendo come chiamarla...


Angolo autrice:
Semidei miei <3
Come va?
Allora ringrazio le persone che stanno seguendo e recensendo questa storia.
Davvero grazie mille!
Passando al capitolo.
Il padre di Annabeth vi può apparire uno str*...una persona cattiva. 
Ragazzi pensate questo,ha perso la moglie e sentire certe parole dalla figlia non ne è che lo fa sentire meglio.
Può sembrarvi strano il fatto di Annabeth che prima fa l'amica di Percy quando gli amici di lui la prendono in giro.
I suoi amici,non Percy,perciò non c'è l'ha tanto con lui,perché non gli ha fatto niente di male ma lo stesso Percy si sente in colpa.
Presto conosceremo questa Susan e Sally riapparirà.
Lo so,i capitoli sono un pò piccoli,ma scrivo con cellulari e IPad e quindi non so regolarmi con la lunghezze testo.
Come dico sempre se volete non so coppie specifiche o momenti che desiderate di qualsiasi genere,io proverò ad aggiungerle alla storia cercando di rimanere più attenuante alla trama.
Chiedere si può.
Ora vi saluto
Bacii Ramosa.

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Capitolo 6
*** Chapter VI ***







Annabeth alzò delicatamente la testa dal petto muscoloso di Percy.
-scusami io non volevo...-singhiozzò la ragazza ancora piangendo silenziosamente.
-Ti scusi perché stai piangendo?-disse il Percy accigliato.
-Forse.-sussurrò la bionda.
Il ragazzo sorrise dolcemente accarezzandole i capelli biondi -Ora mi dici perché piangi?È brutto vederti in questo stato sai?-
-Perché ti interessa?Un modo in più per prendermi in giro!?-scattò in piedi Annabeth.
-Perché fai così?Ogni volta mi sembra di parlare con due Annabeth diverse!
Una quella dolce e simpatica del bar e un'altra,arrogante e che cerca sempre di proteggersi.Ma proteggersi da che?Nessuno vuole farti del male!-eslcamò Percy.
"La voce si,lei mi vuole far del male"pensò Annabeth mordendosi il labbro in inferiore.
-Ma cosa vuoi da me!?Prima mi tratti male e ora mi parli!Cosa vuoi dimmelo,anzi spiegamelo perché non mi è chiaro questo punto.-
-Voglio fare amicizia con te.Ho sbagliato ma perché non ti avevo mai conosciuta prima,ma ora,dopo quella sera al caffè non so mi hai incantato con il tuo carattere.-spiegò Percy accarezzandole il volto.
-Io ti odio.Non voglio essere tua amica!-Esclamò la ragazza mettendo la distanza tra loro e iniziando a prendere a pugni il petto di Percy.
Il ragazzo non provò dolore fisicamente,lei non era poi così tanto forte,bensì provò un dolore dentro.
Erano state quelle poche parole a farlo sentire così?
Perché lei lo odiava?
Non le poteva dare torto,però,si era comportato così male nei suoi confronti.
-Perdonami ti prego.Mi sono comportato male con te.Non volevo ferirti,ma so che ridendo alle battute dei miei amici ti ho solo fatto del male.-si scusò Percy guardandola negli occhi.
Annabeth ricambiò lo sguardo e poi quattro parole si incisero dolorosamente nel cuore di lui:-Non riesco a perdonarti.- disse prima di correre lontano da lui.
Il ragazzo la guardò sparire dentro il bagno.
Sentì il cuore spezzarsi,non voleva perderla.
Teneva forse troppo a lei e il pensiero di perderla lo fece sentire male.


Percy uscì dalla classe di Fisica affiancato da Piper che cercava di chiacchierare con lui anche se non era molto ascoltata.
-Perce mi stai ascoltando?-domandò la ragazza fermandosi improvvisamente.
-Pips perché hai smesso di essere amica di Annabeth?Quando si parla di lei la guardi sempre con nostalgia.-chiese a sua volta Percy osservando la fontana che avevano appena raggiunto,per poi sedersi entrambi su di essa.
-Abbiamo preso strade diverse,mi sembra di avertelo detto già,da quando la sorella di Jason,Thalia Grace,era andata a vivere dal padre.
La cosa era diventata graduale,iniziavamo entrambe a rompere il rapporto. 
Io passavo più tempo con le mie amiche delle cheerleader abbandonando sempre di più Annabeth e poi abbiamo iniziato ad ignorarci completamente.
Solo quando un anno fa è stata presa in giro mi è venuta voglia di stare con lei,mi ero accorta che l'avevo lasciata sola completamente. 
Una sorta di nostalgia.
Ma sai era troppo tardi,non sapevo come riagganciare il rapporto con lei,in fondo è passato il tempo e tutte e due siamo cresciute.
Anche se non ho mai accettato che la prendessero in giro,infatti mi ha sempre dato un po' fastidio.
Annabeth è una ragazza stupenda e non merita di essere trattata così.- spiegò la ragazza sospirando.
-Ah capisco...-disse Percy -Perché oggi non la hai riconosciuta?È cambiata così tanto?-
-Non sai quanto Perce.La vedo così magra rispetto all'anno scorso.Ha perso forse quindici chili sicuri-mormorò Piper prendendo il suo cellulare e cliccando su 'immagini'.
-Ecco come era tre anni fa-continuò dopo passando il telefono nelle mani del ragazzo.
C'erano tre ragazze:una mora,una dai capelli corvini e un'altra bionda.
La prima l'associò a Piper.
Stessi capelli e stessi occhi caleidoscopio e un fisico unpò più robusto di ora.
La ragazza dai capelli corvini aveva due occhi blu elettrico e,anche se era solo una fotografia,il ragazzo provò un gran timore verso lei.
La terza era Annabeth sicuro.
Stessi capelli biondi e stessi occhi grigi tenebrosi,solo il fisico lo ingannava.
Era molto più robusta,rispetto a quello che era oggi,formosa e un sorriso perfetto le dipingeva il volto.
Era così bella rispetto a quello che era ora.
Più se stessa,più naturale.
-Wow!È dimagrita tantissimo!Pips ma non è solo magra ma anche strana.-disse Percy dopo un po' passando il cellulare a Piper.
-Strana in che senso?-domandò la ragazza accigliata e sottolineando la parola strana.
-Non so una volta è dolce,simpatica e un'altra volta è scorbutica e nervosa-spiegò meglio il ragazzo.
-Mmh sembra come se avesse una doppia personalità,da come ne parli,ma non lo so- rifletté lei pensando a cosa potessero significare le parole di Percy.
Il ragazzo ragionò un po' anche lui.
Di solito le persone dalla doppia personalità avevano a volte anche una malattia da cui ne derivava.
-Piper mi sono ricordato di avere tante cose da fare,ci vediamo domani-salutò poi correndo verso casa sua.
Quando vi entrò fece cadere il giubbotto a terra percorrendo velocemente le scale e il corridoio che lo portava nella sua stanza.
Accese il computer e si sedette alla scrivania mentre si slacciava le scarpe.
Aprì,poi,la pagina di google e digitò malattia della doppia personalità e poi cliccò su un forum di psicologici.
Notò tante malattie eppure solo una attirò la sua attenzione.
'Anoressia Nervosa'
"Annabeth non è anoressica,sarà solo un po' nervosa in questo periodo,forse per gli esami che si avvicinano"pensò il ragazzo ma aprì comunque pagina di wikipedia su quella malattia. 


'L'anoressia nervosa (AN) è, insieme alla bulimia, uno dei più importanti disturbi del comportamento alimentare, detti anche Disturbi Alimentari Psicogeni (DAP). Ciò che contraddistingue l'anoressia nervosa è il rifiuto del cibo da parte della persona e la paura ossessiva di ingrassare. Nelle forme più gravi possono svilupparsi malnutrizione, inedia, amenorrea ed emaciazione.[1] Le sue origini nosografiche sono molto antiche. Coinvolge nella sua evoluzione funzioni psicologiche, neuroendocrine, ormonali e metaboliche.[2] I trattamenti possibili sono ancora in fase di studio, le cure farmacologiche attuali possono dare solo un modesto beneficio alla persona.[3] L'anoressia nervosa è una malattia, e non deve essere confusa con il sintomo chiamato anoressia, la cui presenza invece è indice di un differente stato patologico dell'individuo.'


Lesse distrattamente l'introduzione non capendo perché lo stesse facendo.
"Ora sono certo che Annabeth non soffre di anoressia"si disse chiudendo la finestra "tanta preoccupazione per nulla"
Ma sentiva qualcosa dentro di lui che non andava,quasi sicuro che il suo ragionamento non era giusto.
Non sapendo cosa fare Percy pensò che una lettura su quella malattia non gli avrebbe potuto far male.
Rilesse più volte la pagina precedente:i sintomi,le cause e anche la storia.
Una sensazione di tristezza lo pervase.
Non era possibile che Annabeth era malata,era impossibile.
"Da domani la tengo sott'occhio,che lei voglia o no"pensò stendendosi sul letto chiudendo gli occhi per la stanchezza.


Il giorno dopo all'ora di pranzo,Percy osservò Annabeth come si comportava con il cibo.
Notò come lo tagliava e come lo trattava male.
Lo guardava così tanto odio che fece passare la voglia di mangiare a Percy.
-Nico devo chiarire una cosa,vengo subito-avvertì Percy prendendo il vassoio e andando verso il tavolo dove sedeva Annabeth.
-Ehi non lo mangi?-domandò il ragazzo prendendo posto di fronte a lei.
-Non ho molta fame-disse lei allontanando il piatto.
-E come mai?Perché lo tratti in quel modo?-
-Non voglio ingrassare ancora di più di quanto ne sia ora , e solo il pensiero di ingerire cibo mi fa passare la fame-spiegò lei portandosi delle ciocche di capelli dietro le orecchie.
-Ti assicuro che tu sei tutto ma non grassa-sorrise Percy mangiando delle patatine fritte che erano sul suo vassoio.
-Vieni qui.-disse Annabeth afferrando il suo piatto,Percy sorrise al pensiero che lei stesse per iniziare a mangiare,invece sistemò ordinatamente le patatine -Ora puoi continuare-
Percy la guardò accigliato.
-Il cibo va ordinato,non mangiato-rispose con voce strana lei.
-che stai dicendo Annabeth ti senti bene?-chiese preoccupato lui.
-Il cibo non va mangiato-ripeté lei guardando incantata un punto dietro Percy.
-Annabeth ti senti bene?-ridomandò il ragazzo.
Sentiva il cuore battere forte e non sapeva cosa fare.
-Il cibo non va mangiato,esso è cattivo.- 
-Annabeth!Che stai dicendo!?-esclamò Percy.
Annabeth ripeté ancora quella frase prima di scuotere leggermente la testa.
-La Voce,tu non la hai sentita?Mi ha detto che non dovevo mangiare e io ho obbedito,perché io non voglio mangiare.Non voglio diventare obesa già di quanto non lo sia.- mormorò la bionda con voce spaventata e guardandosi in torno.
-La voce?Ma di che stai dicendo?Mi stai facendo seriamente preoccupare-chiese confuso il ragazzo.
-Ora devo andare in bagno ci vediamo-salutò Annabeth prima di scattare in piedi per poi uscire dalla mensa.
Eppure lei non aveva toccato cibo.


Angolo autrice:
Sono un po' in ritardo ma meglio tardi che mai,e sono stata anche impegnata con una storia con una mia amica (due mesi solo per convincerla a fare con me,non potevo perdere l'occasione!)
Susan non si fa ancora vedere ma presto ritornerà in gioco.
Percy inizia a scoprire un po' di più sulla malattia di Annabeth e ha le idee chiare perché ha indovinato!
Annabeth è praticamente presa dalla voce,che non esiste.
È solo frutto dalla sua fantasia.
Ho fatto quella parte di Piper perché molti erano confusi sul suo comportamento,spero di essere stata un po' più chiara.
Quel pezzo l'ho preso veramente da wikipedia!
Vi piace il banner?
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e ci vediamo presto!
Bacii

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Capitolo 7
*** Chapter V ***


Annabeth si abbassò il cappuccio del giubbotto coprendosi il viso.
Il viso ormai segnato dalla furia di suo padre,che però aveva provocato lei.
Posò delicatamente le dita sul livido,ormai violaceo,che le provocò un po' di dolore. 
Strinse i denti cercando di mostrarsi forte e di non piangere.
"Non piangere Annabeth,sii forte.Non merita le tue lacrime quell'uomo.Non piangere"si impose mentalmente stringendo ancora di più le ginocchia al petto poggiandoci poi il mento.
Era ora di mensa e lei sedeva in uno dei prati innevati della Goode.
Scrutò con aria malinconica il sole pallido che risplendeva sopra di lei.
La giornata era terribilmente fredda,eppure non riusciva a muoversi da lì,si sentiva bene tra la neve.
Come a casa.
Un ricordo,dolce e pieno di felicità,le riaffiorò nella mente.

Mamma!Perché nevica?-domandò una bambina sui quattro anni mentre guardava la candida e bianca neve che scendeva fuori dalla balconata.
Aveva tutta la maglietta sporca di pennarello e le mani,anche esse sporche,si poggiarono con il vetro della finestra,osservando con gli occhi grigi carichi di meraviglia,il cielo invernale.
Atena le sorrise -Perché...-disse avvicinandosi alla figlia -quando fa freddo freddo,la pioggia si congela e così nascono dei cristalli di ghiaccio e attorno a questi si unisco delle goccioline d'acqua che vanno a formare un fiocco di neve.-
La donna prese in braccio la sua adorata figlia e si sedette sul divano.
-Annabeth mi prometti una cosa?-chiese la donna accarezzando i capelli biondi della
bambina che annuì vigorosamente.
-Qualunque cosa succeda,bella o brutta che essa sia,tu starai vicino a tuo padre.
Me lo prometti Annabeth?-
-Te lo prometto mamma.-sorrise Annabeth abbracciando forte la donna.


Una lacrima scese lungo la guancia di Annabeth.
Atena Greys era morta diversi anni dopo,lottando prima contro un tumore alla tibia,poi al polmone ed infine al fegato.
Era morta per un intervento andato male quando Annabeth aveva dodici anni.
Atena aveva combattuto duramente contro il cancro,ma niente non c'è la aveva fatta,esso era stato più forte di lei.
Altre lacrime scesero lungo le gote della giovane.
Nascose la testa tra le ginocchia singhiozzando.
Le mancava sua madre.
Le mancavano i suoi occhi grigi che la scrutavano mentre le faceva il solletico,il suo sorriso luminoso che si apriva ogni volta che lei le portava a casa un bel voto...
Era per questo che aveva deciso di impegnarsi tanto a scuola,dare a sua madre,anche se non c'era più,la soddisfazione di avere una figlia così.
Strinse forte le gambe portandole ancora più vicine al suo ventre.
Con il palmo della mano scacciò via le lacrime,non voleva farsi vedere piangere a scuola,non voleva essere di nuovo umiliata.
Chiuse gli occhi sentendosi improvvisamente piccola. 
Ma,in verità, Annabeth era una bambina.
Da quando soffriva di anoressia nervosa non cresceva.
Non aveva il ciclo mestruale da ormai nove mesi e le ghiandole ormonali non producevano più ormoni utili alla sua crescita.
Osservò con gli occhi grigi il cielo nuvoloso e un 'altra lacrima scese dalla sua guancia.
Si stava distruggendo da sola,e questo la fece sentire male.


Percy osservò,poggiato ad un pilastro,la figura di Annabeth che sedeva sul prato con il cappuccio della felpa basso.
Il ragazzo aveva saltato il pranzo e,mentre stava andando a fumarsi una sigaretta,aveva visto la ragazza seduta tra i prati innevati.
Era così piccola.
Aveva le gambe strette al petto mentre nascondeva il viso tra le ginocchia.
Sembrava che stesse piangendo e gli venne gran voglia di correre da lei e abbracciarla.
Ma non poteva.
Non poteva perché lei lo odiava.
Sentì un vuoto in petto e la vista annebbiarsi.
Voleva solo farle da amico e invece aveva combinato il pasticcio.
Sospirò e notò Piper che usciva dalla mensa.
-Piper!-la chiamò Percy e la ragazza si avvicinò a lui.
-Ehi Perce!-esclamò lei ma il ragazzo le fece segno di abbassare la voce.
-Che ci fai qui nascosto?-domandò Piper abbassando i toni.
-Guardo Annbaeth- rispose semplicemente lui guardando davanti a lui.
-Aspetta quella è Annabeth?!-chiese sorpresa la ragazza accigliata.
-Si,perché?-
-Dei immortali,come è dimagrita!-disse meravigliata Piper.
-Cosa?Prima non era così?-domandò Percy e la ragazza scosse la testa.
-Ha sempre avuto un bel fisico,atletico e formoso ma adesso...non so cosa le è successo.Una volta giuro di averla sentita piangere nel bagno delle ragazze.Qualche matricola dice che a volte vomita.Mi preoccupa così tanto,spero solo che non faccia uso di droghe.-spiegò Piper guardando con malinconia la sua vecchia migliore amica.
-Vomita?Sarà stata intollerante a qualcosa forse.-suppose Percy escludendo la droga.
Annabeth non si sarebbe mai ridotta a tanto. 
-Non credo...l'hanno beccata varie volte a farlo,quasi tutti i giorni,non credo che sia un'intolleranza.-sospirò la ragazza.
-E cosa pensi che sia?-chiese preoccupato Percy.
-Non lo so,non sono un medico Perce,ma non credo che stia molto bene in salute...una curiosità:perché trovi tutto questo interesse per lei,così all'improvviso?-
-Te l'ho detto mi ha guardato in modo diverso dalle altre ragazze...e poi sabato mi è letteralmente caduta tra le braccia e le ho offerto un caffè.Abbiamo parlato per più di un'ora,mi ha detto che suo padre si sta per risposare e lei era allo scuro di tutto.-rispose il ragazzo.
-E così il signor Chase si risposa?Mmh non credo che Annabeth l'abbia presa bene ci teneva a sua madre,la conosco bene,ci deve stare malissimo.-
-Ma cosa è successo?Intendo alla mamma?-
-È morta di cancro quando Annabeth aveva dodici anni,lo ricordo ancora quel giorno...non smetteva di piangere-sorrise tristemente al ricordo della sua infanzia Piper.
-Ah mi dispiace per lei...Piper ma Annabeth è fidanzata?Suo padre è un tipo che usa le mani?-domandò Percy ricordandosi del livido che sfregiava il volto della bionda.
-Che io sappia è single ma il padre si innervosisce facilmente...Perce ora devo andare Jason mi aspetta!Ci vediamo dopo!-disse Piper prima di baciargli la guancia e sparire dietro un corridoio.
Percy sentì il cuore battere forte.
Non poteva essere stata picchiata dal padre,oppure si?
Le si avvicinò a passò lento,quasi insicuro di disturbarla.
-Annabeth?-chiamò sedendosi accanto alla ragazza.
La bionda alzò delicatamente la testa dalle ginocchia e guardò negli occhi Percy.
Aveva gli occhi grigi rossi e gonfi per il pianto,le gote ancora bagnate e il ragazzo,vedendola in quello stato,si sentì morire dentro.
Annabeth senza pensarci troppo,abbracciò Percy e ricominciò a piangere sulla sua spalla.
-Ehi Annie ci sono io,nessuno ti farà del male.-sussurrò lui stringendola forte a se,sentiva le costole di lei sotto le sue mani,faceva quasi impressione.
Lei ricambiò il gesto,stringendo le sue braccia esili intorno al corpo muscoloso di lui.
Per una volta ,dopo tanto tempo,Annabeth si sentì amata.


Angolo autrice:
Semidei grazie mille per tutte le recensioni!
Siete davvero dolcissimi!*.*
Stop dolcezza è troppo anche per me!
Dovevo pubblicarlo ieri ma tra danza e studio ma anche il compito di inglese e matematica tra altro ieri e ieri non ho avuto il tempo.
Così ho deciso di pubblicarlo oggi che è un giorno importante.
Il mio onomastico!
Passiamo al capitolo.
Avevo promesso di far comparire la famosa Susan ma avevo voglia di romanticismo e quindi...evviva la Percabeth!
Percy si fa sempre più curioso e a Piper manca la sua migliore amica.
Annabeth ricorda un po' della sua mamma e vi dico la verità mi è piaciuto troppo scrivere quella parte.
Credo,se voi volete,scrivere ogni tanto un ricordo di Atena.
Eh nel prossimo capitolo se ne vedranno delle belle.
Alla prossima puntata!
Bacii Ramosa! 

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Capitolo 8
*** Chapter VII ***





Annabeth si guardò allo specchio di casa sua e si accorse che la sua figura non era cambiata affatto,era la solita grassa che però cercava di mangiare poco per dimagrire.
Eppure c'era stato un momento all'ora di pranzo,quando Percy era stato con lei,che si era sentita strana,quasi smarrita.
La Voce aveva preso il controllo pienamente su di lei e,come se avesse avuto una lingua ammaliatrice,le aveva fatto dire frasi strane e scollegate.
Frasi che non avrebbe mai detto davanti a qualcuno come Percy.
Si era spaventata così tanto in quel momento che probabilmente il suo cuore aveva smesso di emettere battiti per qualche secondo.
All'improvviso il suo cellulare squillò,riportandola alla realtà,e si avviò verso il piumone prendendo l'aggeggio elettronico tra le mani.
'Davide' c'era scritto sullo schermo e prima di rispondere fece un bel respiro.
-Pronto?Davide?-domandò lei.
-Annabeth!Come va?-la voce calda e melodiosa di Davide le giunse forte nelle orecchie.
-Tutto bene e a te?Londra,com'è?ti trovi bene?-chiese sedendosi sul letto.
-Oh sicuro,va tutto alla grande!Dovresti vederla!È una favola,anche la scuola e i compagni,sono dei ballerini nati.-rispose il ragazzo.
-Immagino.-sospirò lei sentendosi improvvisamente a disagio,come se le parole dell'amico fossero state dette proprio per farla sentire in colpa.
-Tu?Stai mangiando vero?Vuoi che torni per un po' ?-la domanda che le aveva posto Davide sapeva più come "Stai mangiando vero!?Spero di si perché nessuna voglia di tornare lì ad imboccarti"
-Oh sicuro Davide!Ho messo su un etto,papà mi ha mandato in una di quelle cliniche per mettere su peso e ora sto una favola,davvero benissimo!Come nuova!-mentì Annabeth usando un tono allegro.
Sapeva mentire benissimo,lo faceva ogni giorno e ormai le bugie le uscivano naturali.
Davide non doveva tornare per lei,lui doveva diventare ballerino proprio come dicevano le stelle.
-Che bello Annabeth!Sono felicissimo per te!Dei non vedo l'ora di tornare e vederti finalmente bene,anche se,sinceramente qui ci dovresti essere tu,non io ne tutti questi figli di papà,eri una ballerina grandiosa,potevi brillare.-
Lo stomaco della ragazza andò in subbuglio.
Lei sapeva di essere stata una grande ballerina,ma aveva smesso:per sua madre,concentrandosi un po' di più sullo studio.
-Ma ho lasciato,ormai è una storia chiusa,sigillata nel passato.-
-Annie ma stai bene?Ti sento male.-
-Sto alla grande Davide,è solo che stavo studiando e quindi ho ancora i numeri in testa...scusa ora ti devo lasciare,domani compito.Ci sentiamo.- ri-mentì Annabeth.
-Ci sentiamo Annie.-
Annabeth riattaccò,si stese sul letto e si sentì come sporca.
Aveva mentito al suo migliore amico,che persona era?
Guardò il soffitto bianco e poi sentì la porta di casa che veniva chiusa.
Balzò in piedi a quel rumore.
"oh ecco è tornato colui che si passa per mio padre"pensò la ragazza sbuffando sonoramente.
-Annabeth!Vieni un attimo qua!-la chiamò il signor Chase.
Annabeth roteò gli occhi e scese velocemente le scale di casa che portavano al salone.
Una donna,dai capelli neri e gli occhi azzurri,sedeva sul divino mentre incrociava le gambe e aveva un'aria da padrona.
-Ah Annabeth ti presento Susan!-esclamò suo padre non appena mise piede nella stanza.
La donna si alzò dal divano e sorrise fredda alla ragazza.
-oh,che piacere incontrati di persona,Frederick non fa altro che parlarmi di te.-cinguettò falsa la donna accarezzando il braccio della bionda.
-Oh che peccato abbia scoperto da poco di avere una matrigna in famiglia.-disse imitando la stessa voce di Susan Annabeth.
-Si,tuo padre ha voluto fare tutto in segreto,è un romanticone.-sospirò la donna riaccomodandosi sul divano in pelle.
-Immagino.-borbottò sottovoce la ragazza.
-Frederick,tesoro,perché non vai a prendere qualcosa da mangiare?-chiese Susan e l'uomo ubbidì.
-Senti,mettiamo in chiaro le cose già da ora,non combinare pasticci prima del mio matrimonio o giuro che non te la farò passare liscia.-minacciò Susan scoccando un occhiataccia malefica alla ragazza.
-Oh tranquilla tesoro mio,probabilmente non verrò nemmeno al vostro 'matrimonio'.-ribatté a tono Annabeth.
-Meglio così.-fece spallucce la donna e la ragazza iniziò a salire le scale a passo svelto.
-Annabeth non mangi lo spuntino?-chiese suo padre.
-Non ho fame,grazie.-rispose prima di chiudersi nella stanza e sentire lo stomaco brontolare.
Amava quella sensazione di vuoto nel suo stomaco.


Percy era a casa sua in compagnia dei suoi amici,Nico e Jason.
-Perce ma ti vedo sempre dietro a quella Chase...devo pensare qualcosa?-domandò Jason scoccando le dita.
-Percy e la sfigata?Ti sei ridotto così Perce?Hai la scuola dietro di te e tu cosa fai?Vai dietro alla più nerd del mondo.-continuò Nico guardando accigliato Percy.
-Siamo solo amici,ci siamo solo fermati a prendere un caffè in un bar e sinceramente non è proprio nerd,ha molti problemi e io le voglio dare una mano.-rispose Percy un po' infastidito dalle parole di Nico,Annabeth non era sfigata era solo...una tipa studiosa,ecco.
-Si infatti,Piper mi ha parlato un po' di lei,odia che venga chiamata così-concordò Jason sorridendo complice.
-Mah,secondo me il tuo tempo è perso,potevi avere tutte le ragazze che volevi e invece ti stai sprecando.-sospirò Nico.
-Si ma io la vedo strana,non lo so,oggi ad esempio non ha per niente mangiato o ci sono ragazze che dicono che vomiti nel bagno...-disse Percy.
-Le anoressiche fanno così,mangiano e vomitano...è anche magra...-suppose Jason.
-E tu che ne sai?-domandò curioso Nico.
-Mia cugina era anoressica poi la hanno mandata in uno di quelle cliniche per le persone dai disturbi alimentari e ora è più o meno guarita.-rispose lui.
-Tu mi stai dicendo che probabilmente Annabeth è anoressica?-domandò accigliato il corvino.
-Non sto dicendo questo ma potrebbe.-chiarì il biondo e poi continuò -Ora ti faccio un quiz e tu mi devi rispondere sulle informazioni che sai di lei.Okay?-e Percy annuì.
-Allora...taglia il cibo come se stesse uccidendo qualcuno?-
-Si-
-Si vede grassa quando non lo è?-
-Si-
-Va a vomitare?-
-Probabile.-
-Senti le sue ossa come un manichino del corpo umano?-
-Ehm si-
-Va spesso in bagno?-
-Si-
-È probabilmente anoressica al 90%,erano gli stessi sintomi di mia cugina.-terminò Jason guardando preoccupato l'amico.
-Cosa?!Ne sei certo?!- esclamò il ragazzo balzando in piedi.
-Si se da come dici si comporta così,credo che lo sia.-
Percy era scioccato,Annabeth non poteva essere Anoressica?!
Cioè una volta lo aveva supposto anche lui ma non credeva che fosse vero veramente.
-La conosco da poco può darsi che mi sbaglio!-ribatté Percy cercando di pensare positivo.
-Proprio perché la conosci da poco hai capito i suoi disturbi,una persona presente non se ne accorge subito,forse a volte ci mette meno tempo una persona esterna a capire una malattia che una persona presente.Parlaci, può darsi che la aiuterai a guarire.-sorrise Jason e detto questo si alzò dal letto e accompagnato da Nico uscì dalla stanza.
-Ci vediamo domani.-salutarono prima di andarsene.
Percy tamburellò agitato le dita sul tavolo.
Poteva essere che Annabeth avesse quella malattia,nulla era escluso.
Sentì l'amaro prenderli in bocca.
Perché si era ridotta in quella situazione!?
Perché voleva rischiare la vita?
Ma soprattutto chi gli poteva avergli fatto questo?
"Domani le parlo,o la vada o la spacca"pensò il ragazzo.


Il giorno dopo Percy camminava nel corridoio della Goode High School passando proprio davanti al bagno delle ragazze.
Sentì al suo interno dei forti singhiozzi e un rumore simile ad una che stesse vomitando.
"Forse è Annabeth"pensò con il cuore a mille.
Entrò nel bagno fregandosi che fosse contro le regole e si avviò verso un bagno da dove provenivano tutti quei rumori.
Poggiò la mano tremante sulla maniglia e girò la manopola che stranamente trovò aperta.
All'suo interno una ragazza dai capelli biondi ricci era piegata in due sul water.
-Annabeth!-
Corse verso di lei chiudendosi la porta alle spalle e sedendosi vicino accanto a lei.
La ragazza aveva gli occhi chiusi e stringeva con forza la tavoletta del gabinetto come se ne dipendesse la vita.
All'improvviso,però,una mano di Annabeth lasciò la tavoletta e si appoggiò sopra a quella del ragazzo che strinse forte.
Per lui quel gesto significava 'Resta forte,io sono qui e non ti lascio'.
Percy le accarezzò la schiena -più che altro la colonna vertebrale- e iniziò a sussurrarle parole dolci.
Annabeth,invece,non smetteva di vomitare e,ad esso,si mischiarono anche le lacrime salate che bagnavano le sue guance.
Dopo diversi minuti,la ragazza smise di rimettere e Percy le pulì la bocca con un fazzoletto che aveva in tasca.
Annabeth si sedette sulle gambe del ragazzo e gli strinse forte il collo e piangendo ancora sulla sua spalla e Percy ricambiò la stretta,cullandola tra le sue braccia.
Era così debole,così fragile e così vuota.
-Come fai?-domandò dopo un po' con voce rauca.
-A fare che?-chiese lei senza smetterlo di stringerlo.
-A non mangiare.-


Angolo autrice:
Gente bella!
Come va?
A me una favola perché per una volta dopo secoli passerò una settimana senza compiti in classe!
Mamma mia non c'è la facevo più.
Passiamo al capitolo.
Ta-ta-tan si scopre chi è questa famigerata Susan(non so se in Percy Jackson descriva il suo aspetto e quindi ho deciso di usare un po' di fantasia)
Percy scopre tutto.
Secondo me la parte finale è troppo dolce *.* 
poi non so per vuoi.
Grazie mille per le recensioni che mi lasciate ogni volta,meritate il meglio davvero!
Lo so,probabilmente vi starete chiedendo 'Waa nemmeno la conosce Percy e già ha scoperto che è anoressica?!'
Eh ma ragazzi ricordatevi le parole di Jason sonoilpiùsaggio Grace.
Poi dal prossimo inizierà veramente la Percabeth in quanto Percy sarà una parte di Annabeth a tutti gli effetti.
Ora però devo andare domani c'è scuola :(
Bacii Ramosa12

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Capitolo 9
*** Chapter VIII ***







"-Perché non mangi.-"

-Perché ogni volta che lo faccio so che metterò su dei chili.-rispose Annabeth sedendosi a terra di fronte a lui e incrociando le gambe.
-Mettere su dei chili ti farebbe bene.-ribatté Percy guardandola negli occhi grigi.
-Che intendi dire?-domandò accigliata lei.
Era così carina quando faceva quell'espressione.
Le sopracciglia sottili biondo scuro assumevano un espressione perplessa e gli occhi grigi nuotavano nella confusione più totale.
-Annabeth davvero fai?Ti sei mai guardata allo specchio?-
-Nello specchio vedo solo una ragazza grassa e poco bella.-disse lei con un po' di imbarazzo.
Imbarazzo perché si metteva vergogna di dire la sua situazione.
Dire quello che vedeva ai suoi occhi che non era per niente vero.
Percy notò che aveva la testa bassa e guardava con attenzione il pavimento grigiastro del bagno.
-Annie tu non sei per niente grassa,anzi,tutto il contrario,sei magrissima.-sorrise dolcemente lui e accarezzandole i capelli.
-Lo dici solo perché sei mio amico.-mormorò la ragazza ma quella frase non mancò all'orecchio di Percy.
"Ha detto che sono suo amico,poi potrei diventare il suo migliore amico ed infine il suo...stop Percy una cosa alla volta,non correre."pensò il ragazzo mentre il suo sorriso si aprì di più sul suo volto,splendendo quasi come il sole in un cielo primaverile.
-Dico semplicemente la verità,Annie tu sei magra perché non lo capisci?-chiese Percy prendendola per la mano ossoluta e stringendola tra le sue dite che ne erano il doppio.
Al nomignolo che lui le aveva dato,Annabeth sussultò leggermente.
-Cosa è successo?-domandò il ragazzo visibilmente perplesso non capendo la sua reazione.
-Mia...mia madre mi chiamava Annie.-spiegò sussurrando leggermente la ragazza evitando però il contatto visivo.
Sapeva se avrebbe visto quegli occhi verde mare sarebbe scoppiata in lacrime. 
Era troppo,troppo doloroso parlare di questo argomento davanti a lui.
-Mi dispiace.-disse Percy sentendosi colpevole di averle fatto riemergere quei ricordi così dolorosi.
Più dolorosi di una lama conficcata in un polso,più dolorosi di una ferita di guerra.
Perché Annabeth era fragile.
Fragile come una foglia autunnale che aspetta anche essa di cadere e farsi trasportare dal vento.
Fragile come un vaso di vetro che era in procinto di cadere.
-Non lo hai fatto apposta,tu non lo sapevi e non devi scusarti per cose che non hai fatto.-mormorò lei con voce sottile.
Parlava così a bassa voce,quasi come non volesse far sentire a nessuno le sue emozioni.
In fondo era sempre stata brava a mascherare tutto.
Mascherare la tristezza dietro un sorriso per suo padre mentre raccontava l'ennesima balla per non mangiare.
Brava nel mascherare le sue paure dietro una maschera da brava ragazza e che non aveva paura di niente.
Brava nel nascondere la sua malattia.
-Ma mi dispiace comunque,non volevo dirlo e farti soffrire.
Ho sempre pensato che tu fossi una secchiona,con la puzza sotto il naso e il volto avvolto in un velo di perfezione.
Ma tu,io,non siamo perfetti.Abbiamo in nostri difetti,i nostri pregi e tante quelle cose che nessuno interessano,a loro importa solo giudicare e basta senza rendersi conto che in verità ci stiamo male.
Soffriamo ma nessuno se ne accorge,quasi come se tutta quella gente fosse cieca.
Ma sappi che se tu hai bisogno di una mano io te la darò,anche un braccio se vuoi,ti starò accanto ora e per sempre,lo giuro sullo Stige.-
Percy parlò con voce carica di convinzione sulle sue parole e quell'affermazione fece sorridere leggermente la ragazza che gli sedeva di fronte.
-Anche io all'inizio pensavo a te in un modo diverso a quello che sei in realtà.
Ogni volta che mi dicevano o sentivo 'Percy Jackson' mi veniva in mente un ragazzo montato,popolare e che se la faceva con tutte.
Che faceva soffrire tutte le ragazze della scuola;il ragazzo che ogni ragazza cadeva ai suoi piedi e che era sempre con i suoi amici
Il ragazzo figlioccio del professore di lettere.
Non ho mai associato Percy Jackson ad una persona dolce e che riusciva a comprendere gli altri.
Sei l'unico che ha letto il mio libro ormai impolverato,l'unico a capire,anche se io non lo accetto,che sono malata.
Complimenti sei il primo a scoprirlo.-Annabeth però disse con un pizzico di acidità le ultime parole.
Perché lei non accettava la sua malattia e non l'avrebbe mai accettata.
-E quel Davide non l'aveva capita?Non sa che sei malata?-domandò Percy con una punta di curiosità nella voce.
-Glielo ho detto io che non mangiavo più regolarmente e poi lui ha intuito tutto.-rispose lei ricordandosi quel giorno lontano dove Davide scoprì tutto.
Percy annuì non sapendo cosa dire.
-Percy tu mi stai aiutando perché ti faccio pena?-chiese dopo diversi minuti Annabeth spezzando il silenzio che si era creato fra i due.
-No,non ti sto aiutando perché mi fai pena,non lo so in verità nemmeno io perché ti stia aiutando.
Sento qualcosa dentro che mi dice che ti devo proteggere con la vita.
E io voglio seguire questo istinto.-rispose lui e Annabeth annuì.
Poi successe una cosa inaspettata:Percy strinse forte lei tra le sue braccia.
C'era solo una medicina che poteva aiutare Annabeth.
Non era il cibo,si anche esso ma non in quel caso e nemmeno le maniere forti per farla mangiare.
L'unica cosa che Annabeth aveva bisogno era l'affetto,quello che nessuno gli era mai riuscito a darle.



Percy non appena tornò a casa si recò in cucina,dove sua madre era intenta a preparare la cena.
-Ciao mamma più bella del mondo!-salutò stendendosi sullo sgabello di fronte a lei.
Sally a quell'affermazione sorrise leggermente e gli occhi cioccolato guardarono con felicità suo figlio.
-Ciao figlio più inaffidabile del mondo!-rise leggermente la donna.
-Ehi!Mi hai offeso sai?-esclamò lui e Sally ridacchiò leggermente tornando a cucinare.
-Che hai Perce?Sei strano oggi?-domandò dopo un po' la donna accorgendosi dell'espressione un po' giù del figlio.
-Ho conosciuto una ragazza.-rispose lui.
-E non è una bella cosa?-chiese sorridendo Sally ormai troppo curiosa del discorso che stava facendo il ragazzo.
-Si è bellissimo,anzi lei è bellissima e intelligentissima.-chiarì subito Percy guardando negli occhi la madre.
-Ma?-
-Ma lei è malata,soffre di anoressia nervosa.
Oh mamma avresti dovuta vederla mentre oggi vomitava o quando fa i capricci per non mangiare,ti si spezza il cuore.-disse il ragazzo mentre il suo volto iniziava ad assumere un espressione più triste,più sofferta.
-Tesoro mio,hai scoperto che nessuno è normale o sano come lo sei tu.
Oggi hai conosciuto qualcosa che forse prima ti era completamente sconosciuto.
Hai imparato che una malattia non è solo fisica,ma può essere anche psicologica come l'anoressia.
Ad occhi nudi una cosa del genere non si nota,ma quando conosci meglio una persona ti accorgi veramente i suoi disturbi.
Cerca di aiutarla tesoro mio,certo non guarirà ma può darsi che migliorerà no?-spiegò la donna e accarezzò i capelli corvini del ragazzo.
-Grazie mamma,ora vado domani ho un compito di fisica.-sorrise lui e iniziò a salire svelto le scale.
-Percy!-lo chiamò a metà percorso sua madre.
-Si?-
-Poi voglio conoscerla,può darsi che mangiando da me cambia idea sul cibo!-disse Sally e Percy rise.
Certo che sua madre era veramente unica.


Angolo autrice:
Ho aggiornato!
No davvero questa settimana è stata infernale,sono distrutta come non mai.
Non riuscivo a scrivere due righe senza chiudere gli occhi e addormentarmi.
Avevo un tremendo blocco dello scrittore,perciò perdonatemi se questo capitolo è pessimo, e quindi a maggior ragione non riuscivo a scrivere.
Vado un po' di fretta perché devo andare a fare cappuccetto rosso (si vado a trovare la mia dolcissima e tenerissima nonnina Ahahaha *.*)
Allora passiamo al capitolo.
Mi sono sempre immaginata Percy che fa un po' il poeta quando si tratta di consolare gli amici.
E poi ci sta Annabeth,piccina quanto soffre :(
Sally torna!
Amo troppo scrivere su di lei e Percy,trovo che il loro rapporto sia perfetto.
Ringrazio a tutte le persone che hanno recensito o stanno seguendo questa storia!Grazie mille *.*
Bacii Ramosa.
Ps stavo pensando di scrivere una Thaluke,che ne pensate?

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Capitolo 10
*** Chapter IX ***







Annabeth osservò attentamente il soffitto bianco della sua stanza.
Aveva scoperto tutto.
Aveva scoperto che lei era anoressica:Percy aveva capito.
Quel ragazzo dagli occhi verdi era riuscito ad intuire tutto conoscendola da così poco.
Sentiva lo stomaco brontolare ma non se ne importò.
Rimase lì,ferma,a contemplare le tegole del tetto stesa sul piumone bianco.
Bianco come un lenzuolo di un morto.
Poteva morire,stava giocando con il fuoco e ne era consapevole.
Si stava auto distruggendo proprio come una bomba letale alla vita.
Le lacrime iniziarono a bagnarle le guance pallide e magre,un velo di tristezza sembrava avvolgerla.
Strinse forte gli occhi,quasi per interrompere il pianto,troppo stanca per portarsi le mani alle gote.
Troppo senza energia,troppo per tutto.
Singhiozzò fortemente e un dolce ricordo le invase la mente.
Un ricordo triste,prima di una morte.
Prima che un'altra foglia dell'albero della vita cadesse.


-Perché devi morire?!Chi ti dice che non puoi vivere?!Che non puoi salvarti?-esclamò una ragazzina sui dodici anni.
-L'operazione potrebbe andare male,e probabilmente questa sarà l'ultima volta che posso parlarti.-disse quasi in un sussurro Atena guardando la figlia con le lacrime agli occhi.
Non era più la bella Atena,alta e bionda con gli occhi grigi severi ma anche dolci come qualsiasi mamma,ora era senza sopracciglia,ciglia e capelli.
Gli occhi grigi erano pieni di tristezza,pieni di paura.
Non tanto per la morte,paura di abbandonare sua figlia.
Sua figlia ancora piccola,ancora immatura e non ancora pronta ad affrontare un mondo pericoloso e pieno di insidie.
Ancora troppo piccola per capire che la vita continuava e che non si doveva pensare a cosa dicevano gli altri.
Troppo piccola ma cresciuta troppo in fretta,per lei.
-Ma che dici!Andrà tutto bene!-urlò Annabeth scacciando via le lacrime con il dorso della mano -Non puoi abbandonarmi!-
-Annabeth...piccina mia,vieni qui.-mormorò Atena e la ragazzina si stese accanto a lei nel piccolo letto di ospedale e abbracciò forte la madre.
La madre che stava per perdere,la madre che probabilmente non avrebbe mai più rivisto.
La madre che per dodici fottuti anni non aveva fatto altro che urlarle contro che non era un ottimo genitore.
La madre che ora voleva solo che fosse accanto a lei.
-Mi dispiace.-sussurrò Annabeth stringendo forte il genitore e poggiando la testa sul suo ventre,proprio come una bambina.
-Per cosa tesoro?Tu non hai fatto niente di male.-domandò la donna, abbandonandosi anche lei a quel gesto dolce e pieno d'amore.
-Per averti urlato contro,per averti detto che non eri una brava madre,per averti fatto arrabbiare...Perdonami mamma.-rispose lei terminando con un forte singhiozzo.
-Perdonami tu piccina...per aver reso questi due anni un inferno.-si scusò la donna accarezzando i lunghi capelli biondi della figlia.
-Ti voglio bene mamma!-esclamò Annabeth.
-Anche io tesoro mio.-
E rimasero abbracciate fin prima che Atena entrasse in sala operatoria per non uscirci mai più.



Annabeth urlò.
Urlò per frustrazione,per tristezza mentre altre lacrime le irrigavano il volto.
E strillò mentre i ricordi della notizia e del funerale le riaffiorarono nella mente.
Ogni scena che vedeva,come in un film nella sua mente,urlava parole sconnesse.
Vide suo padre che le poggiava sulla spalla la mano fredda,Thalia che partiva via, Piper ridere con altre ragazze che non erano lei e poi vide due occhi verde mare che la guardavano intensamente.
Verdi come la speranza.
Verdi mare come le profondità di un oceano.
Aprì lentamente gli occhi mostrando le iridi grigie colme di tristezza e lacrime.
Strinse la trapunta in un pungo e osservò il soffitto mentre sulla sua pelle sentiva ancora il respiro caldo di Percy che l'abbracciava,il suo odore di tabacco che le invadeva le narici e le braccia forti che le stringevano le ossa.
Aveva bisogno di lui mentre la malinconia e tutto la stavano sopraffanno.
Aveva bisogno di lui ora e si ricordò che aveva il suo indirizzo,lasciò un biglietto per suo padre e corse via da quella casa.


Percy osservò la pioggia scendere dal cielo scuro di New York.
Sua madre era andata insieme a Paul a trovare sua zia e sarebbero rientrati verso sera tardi.
I vetri della finestra del salotto in legno erano ricoperti di goccioline d'acqua piovana.
Pensò alla vita che stava vivendo Annabeth.
Era come quelle goccioline sul vetro,prima o poi cadono e così era la vita sua,se non si curava poteva cadere nel vuoto.
Improvvisamente sentì la porta bussare e con uno sbuffo andò ad aprire.
-Ma chi è...?-borbottò mentre apriva la porta.
Subito due braccia esili gli si allacciarono al collo e capì dall'odore a limone chi era.
Strinse la schiena magra della ragazza e la portò di peso nella casa chiudendo poi con un calcio l'uscio dell'ingresso.
L'abbracciò con tutto l'amore che le poteva dare,quasi con l'anima stessa.
E quando si staccò da lei osservò i suoi occhi grigi colmi di lacrime.
-Che è successo?-domandò subito allarmato mentre la faceva sedere sul divano.
-I tuoi sono in casa?-disse Annabeth leggermente allarmata mentre si abbassava il cappuccio dall'impermeabile.
-No,sono a casa di una mia zia,tornano stasera tardi.-rispose Percy sedendosi accanto a lei e Annabeth poggiò la testa sulla sua spalla.
-Posso restare qui a dormire?Non mi va di stare sola,tanto domani è sabato,non c'è la faccio a stare sola,ti prego.-chiese con occhi preganti lei.
-Certo che puoi restare.-
-Grazie.-
Passarono i seguenti momenti nel silenzio più assoluto.
-È volato l'angelo del silenzio?-scherzò Percy e Annabeth rise sulla sua spalla.
Quando lui era con lei si sentiva più leggera,quasi senza la malattia.
La faceva sentire viva,come nessuno sapeva fare.
Il ragazzo,invece,al suono della sua risata un brivido percorse per tutta la sua colonna vertebrale.
-Mi dici perché piangevi?-domandò poi stringendo la ragazza infreddolita a sé che si aggrappò alla felpa rossa di lui.
-troppi ricordi,troppi ricordi brutti.-rispose lei con la voce che leggermente tremava.
-Me ne vuoi parlare?-mormorò nel suo orecchio Percy cullandola nelle sue braccia.
"Mi posso fidare di lui?"pensò Annabeth timorosa "Lui vuole aiutarmi,perché allora ho paura?Di cosa ho paura?Lui vuole essere gentile con me."
-Ricordavo il giorno in cui mia mamma è morta.-confessò lei mentre una lacrima solitaria faceva largo tra la sua gote destra.
Parole troppo dolorose,troppo sofferenti.
Parole vissute perché c'era troppa chiarezza in quei ricordi,niente cosa vissuta a metà.
Ma alcune volte Annabeth voleva che quei ricordi sparissero dalla sua mente,portati via come il vento freddo invernale fa con le foglie ormai ingiallite.
-Anche mio padre è morto sai?-disse Percy con un velo di malinconia -quando io ero troppo piccolo,non so nemmeno come.Mamma non me ne vuole parlare.-
La ragazza alzò lo sguardo di lui per poi annegarvi.
-Un giorno di questo mi porti al mare?-propose improvvisamente Annabeth sorridendo leggermente a lui.
-Certo che ti ci porto!Anzi ci andiamo domani stesso.Ora che ne dici di andare in camera mia a vederci un bel film horror?-chiese lui e la bionda annuì.
Quando Sally tornò a casa e aprì la porta della camera del figlio, trovò la televisione ancora accesa e due ragazzi che dormivano abbracciati,rigorosamente vestiti.


Angolo Autrice:
Buon pomeriggio a tutti,come va?
A me una favola e la scuola è finita!Cioè fino a martedì ma è comunque finita no!?
Ahaha
Vi giuro non so come mi uscito questo capitolo un po' malinconico,forse perché ho ascoltato una canzone mentre scrivevo davvero triste.
Se la volte ascoltare è Hurt di Christina Aguilera.
Beh non so l'ho scritto venerdì ma con le correzioni ci ho messo di più e quel giorno era una giornata decisamente no,come del resto in questo periodo ne sono molte.
Nel capitolo si vede inizialmente un Annabeth persa nei suoi ricordi e poi un Percy dolcissimo *.*
Le ultime parole le ho scritte per non farvi fare troppi film mentali ahaha!
Infatti sono state aggiunte veramente prima di pubblicare.
Grazie mille per le vostre recensioni,siete davvero dolcissimi e grazie davvero.
Bacii Ramosa

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Capitolo 11
*** Chapter X ***







Percy aprì gli occhi per l'improvvisa luce solare che era giunta nella stanza.
"Devo ricordarmi di chiudere la tenda la sera."pensò sbadigliando.
Sentì qualcosa muoversi al suo fianco e involontariamente il suo sguardo finì lì.
Annabeth dormiva rannicchiata al suo petto mentre indossava la felpa che gli aveva prestato per dormire.
Era così bella anche mentre era nel mondo dei sogni.
I capelli biondi sparsi per tutto il cuscino,gli occhi chiusi e il respiro leggero che le faceva muovere delicatamente il petto.
Era così piccola rispetto a lui,quasi una bambina.
Si ricordava ben poco della sera precedente.
Annabeth era andata da lui per rimanere a dormire,la ragazza aveva indossa una sua felpa,avevano visto un horror e lei si era rifugiata tra le sue braccia per poi addormentarsi dalla stanchezza.
Erano stati bene insieme,avevano per una volta dimenticato le loro storie.
Tenere Annabeth tra le sue braccia era stato così bello che Percy la voleva di nuovo abbracciare ma per paura di svegliarla non lo fece.
Poi,come se si fosse risvegliata dal sogno più bello di tutti, Annabeth aprì delicatamente le palpebre,rigirandosi tra le coperte azzurre scure del ragazzo.
-Buongiorno.-disse il ragazzo sottovoce.
-'Giorno.-rispose con un sorriso Annabeth.
Erano così vicini,bastava poco che i loro nasi si toccassero.
-Dormito bene?-domandò Percy giocando con i riccioli biondi di lei.
-Si,senza incubi.-
-Credo che mia madre sia andata a lavoro,sai sono le nove,mentre il mio patrigno oggi aveva un importate riunione a scuola quindi siamo soli.-informò lui baciandole dolcemente la fronte -Dai vieni andiamo a fare colazione.-
-Non ho fame.-mormorò Annabeth ma il suo stomaco la tradì brontolando fortemente.
-Non dire sciocchezze e andiamo.-la incoraggiò Percy alzandosi per primo dal letto e afferrando le braccia di Annabeth tirandola su.
-Non voglio che tu mi veda vomitare.-sussurrò lei mentre si avviavano entrambi verso la cucina.
-Ricordi?Ti ho già vista vomitare,e poi fa niente.-disse Percy aprendo il frigo e cercando qualcosa di commestibile.
-Latte o Tè?-
-Emh Tè o caffè.-rispose Annabeth sedendosi su uno sgabello del tavolo a penisola.
Percy andò verso la macchina del caffè accendendola e notò,sopra i fornelli,un vassoio pieno di biscotti blu con un post-it con scritto "È lei la famosa ragazza?Spero che i biscotti le facciano tornare la fame.Torno stasera alle sette,ti voglio bene mamma".
Percy rise divertito,sua madre si che lo conosceva bene.
Prese il vassoio tra le sue mani e lo portò verso la ragazza che intanto lo osservava attentamente.
Riempì due tazzine in ceramica di caffè caldo e si sedette difronte a lei.
-Mangia,gli ha fatti mia madre.-la incoraggiò Percy alludendo i biscotti.
Annabeth lo guardò con occhi imploranti.
-Non c'è la faccio ti prego.-scongiurò lei quasi come se fosse sul puto di piangere.
-Almeno cinque e il caffè,non ci pensare...-disse lui afferrandole la mano -non sono male,anzi sono buonissimi mia madre è una bravissima cuoca.-
-Ti prego Percy non c'è la faccio,solo l'odore mi fa venire voglia di vomitare.-
-Se mangi tutto ti porto al mare.-
Sembravano padre e figlia.
Il padre cercava di convincere a mangiare alla figlia promettendole di comprare nuovi giochi o vestiti.
Beh era la stessa cosa,solo che Percy non era il padre e Annabeth non era la figlia.
Annabeth sospirò e iniziò a mangiare i biscotti controvoglia,e si vedeva dallo sguardo furioso che brillava nei suoi occhi grigi carichi e nella postura.
Gomito poggiato sul tavolo con testa nel palmo della mano.
Sembrava andare tutto bene,aveva già mangiato quattro biscotti,e Percy iniziò a sperare in bene fin quando Annabeth non si alzò dal tavolo correndo verso il bagno al piano di sopra.
"Ma cosa ha fatto per ricevere questa tortura?Cosa ha fatto di male?"pensò il ragazzo correndole dietro.
La trovò accasciata al gabinetto intenta a vomitare.
A quella scena sentì il cuore stringerli in petto.
Le afferrò i capelli e le accarezzò la spalla,doveva sapere che lui c'era e che non l'avrebbe mai abbandonata in una simile situazione.
C'era per lei e ci sarebbe stato per sempre.
-Annabeth stai bene?Vuoi qualcosa?-domandò non appena la ragazza finì e le ripulì la bocca con un po' di carta igienica.
-No,voglio andare a casa a cambiarmi,puoi accompagnarmi?-rispose lei con voce stanca e lui annuì.
-Niente mare oggi quindi?-chiese scoraggiato Percy,sperava a che fosse l'occasione giusta per stare con lei.
-Certo Testa d'Alghe,certo che andiamo al mare ma prima vorrei andare a casa mia a cambiarmi che ne pensi?-sorrise forzata Annabeth e Percy la strinse forte a sé.
-Annabeth?-
-Si Percy?-
-Tuo padre sa che non mangi?-domandò dopo un po' prendendo il coraggio per quella domanda.
-No e non deve saperlo,non voglio andare in una clinica.-disse lei -Non dirgli niente ti prego!Crudelia Demon mi ucciderebbe se no!-
Percy rise: -Crudelia Demon?È così che hai soprannominato la tua matrigna?-
-È anche peggio,ha detto che se l'avessi rovinato il matrimonio mi avrebbe praticamente ucciso...è orribile giuro!-spiegò lei e il ragazzo le baciò la fronte.
-Annabeth?-
-Che c'è Percy?-sospirò la ragazza alzando lo sguardo.
-Ti voglio bene.-
-Anche io Testa d'Alghe,anche io-



Verso mezzogiorno Percy e Annabeth partirono finalmente per arrivare a Mountauk.
Percy guidava la sua ducati e lei si stringeva forte alla sua schiena forte,quasi come se ne dipendesse la vita.
Eppure Annabeth non riusciva a togliersi dalla mente di aver dormito con Percy Jackson.
Il ragazzo che fino ad un'anno fa avrebbe definito un montato e il classico stronzo della situazione.
Non aveva mai pensato di poter anche solo scambiare anche solo una parola.
Invece?Aveva parlato con lui anche più di una volta,il ragazzo aveva capito la sua malattia,avevano dormito insieme e ora stavano andando a mare insieme viaggiando sulla sua moto mentre lei si aggrappava alla sua schiena.
Insomma cose che in vita non avrebbe neanche solo immaginato.
Non aveva mai immaginato Percy come una persona dolce,simpatica e con un cuore grande come una casa.
Si stava affezionando a lui e alla sua gentilezza.
Il solo fatto che le facesse compagnia quando lei vomitava era già tanto.
Nemmeno Davide gliela faceva.
Sospirò mentre i capelli biondi volavano al vento.
"Grazie di tutto Perce,ma io non posso mangiare...non mi vedo quello che vedi tu."
-Stai bene?-domandò alzando la voce osservandola dallo specchietto retrovisore.
-Si sto bene-urlò di rimando lei sorridendoli.
-Siamo arrivati,altri due minuti e andiamo alla spiaggia.-informò Percy parcheggiando in un area per i motorini.
Scesero dal mezzo e mano per la mano si incamminarono verso il mare.
Subito un odore di salsedine invase le narici dei due ragazzi.
Il mare era calmo sotto i caldo raggi del sole e sul volto della ragazza si aprì un sorriso.
-È così bello qui.-sospirò poi -Così tranquillo,così pacifico...-
-Già-concordò Percy stringendole la mano.
-Il mare non ha problemi,non ha bisogno di parole per capire come si sente perché basta capire la sua reazione.
Noi umani siamo così complessi,per capirci bisogna leggere il nostro libro interamente.-le parole di Annabeth sorpresero il ragazzo che si girò per vedere i suoi occhi.
Erano di un grigio più debole del solito,quasi senza vita quasi come se stessero morendo.
-Annabeth io non voglio che tu muoia.-mormorò lui con gli occhi spenti.
Preoccupati,come lo era interamente,ma sinceri perché quelle parole erano così vere che Annabeth non sapeva cosa dire.
Ormai lei era una parte di lui,occupava un piccolo frammento del suo cuore che non poteva perdere.
Se lei moriva quel frammento moriva con lei.
-Che stai dicendo Percy?Io non posso morire.-chiese visibilmente perplessa lei.
-Annabeth non giriamoci attorno tu se non mangi rischi la vita lo sai vero?Ne sei consapevole della grossa cazzata che stai facendo non mangiando?!Sei bellissima,intelligente nulla da invidiare alle altre ragazze.
Perché non lo capisci?-esclamò lui diventando improvvisamente arrabbiato.
-Lei non vuole,lei dice che se io mangio sarò obesa...lei non mi fa mangiare.-spiegò con le lacrime agli occhi.
Perché era sul procinto di scoppiare a piangere.
-Lei chi Annabeth?!-urlò infuriato lui afferrandole il mento per vedere il suo sguardo.
Lo sguardo vuoto,senza vita.
La vita che stava perdendo solo per piacere agli altri.
La vita che giorno dopo giorno si stava spegnendo.
-La Voce,dice che io sono grassa e brutta che nessuno mi ama.-
Ora stava urlando anche lei tra le lacrime,ma stava urlando.
Urlando perché non c'è la faceva più a sopportare la sua vita sola e senza un aiuto.
-Tu non sei grassa!Sei pelle e ossa lo capisci?ti arriva il messaggio in testa!?
Io non voglio perderti...ti prego non abbandonarmi!-
-Non posso...scusa.-
Quelle parole,probabilmente,furono più taglienti di una lama nel petto.



Angolo autrice:
Come promesso ecco qui un nuovo capitolo!
Allora ringrazio le persone che stanno leggendo questa storia.
Davvero grazie mille!
A te che stai leggendo,a te che hai inserito la storia nelle ricordate/preferite/seguite a te che recensisci.
Grazie con tutto il cuore!
Passiamo alla storia.
Dolci quei due.
Secondo vuoi Percy dirà tutto al padre di Annabeth o farà di testa sua?
Questa si che è una bella domanda.
Spero che abbiate passato una buona Pasqua.
Bacii ramosa
Ps oggi sono di poche parole ahahha!

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Capitolo 12
*** Chapter XI ***







Percy raggiunse Nico e Jason vicino ai loro armadieti.
Appena lo vide,Nico gli sorrise amichevolmente e lo salutò sventolando la mano.
-Allora come va con la tua bionda?-domandò curiosamente Jason mentre tirava fuori dall'armadietto i libri di Chimica.
-Oh benissimo a parte che non ne vuole sapere di toccare cibo che venerdì ha dormito a casa mia e non ha fatto altro che vomitare a colazione,ma per il resto va tutto benissimo.-rispose arrabbiato Percy e Nico fischiò quando disse 'a casa mia' e guardando poi l'amico maliziosamente.
-Ma non abbiamo fatto niente di male!Stavamo solo vedendo un film e poi ci siamo addormentati come due persone normali!-aggiunse il ragazzo velocemente.
Eppure quella giornata era stato uno schifo dopo che Annabeth aveva detto quelle parole.
Era scappata via da lui e Percy era rimasto sulla spiaggia a scrutare il mare e piangendo silenziosamente.
Non aveva pianto perché era un immaturo o piagnucolone ma per la frustrazione di non poter riuscire ad aiutare lei e questo lo faceva sentire sempre male.
Debole,senza coraggio e forza di riuscirla a salvarla dalla sua stessa malattia.
-Cosa vuoi fare ora?-chiese Jason poggiandosi al muro e guardando Piper mentre discuteva,poco distante da loro,con delle sue amiche di squadra.
-Non lo so,mi ha chiesto di non dire niente al padre se no la manda in una di quelle cliniche e lei non ci vuole andare.-disse il ragazzo scoraggiato e indeciso sulla sua scelta.
-Perce non puoi tenerti questo peso dentro,non puoi e se non riesci a non guarirla cosa fai?Ti rendi conto che la stai esponendo ad un pericolo molto grave?-esclamò il biondo usando un tono di voce duro,spaventando quasi Percy.
-Che devo fare?!Me l'ha chiesto con le lacrime agli occhi!Provaci tu con Piper che piange ci riusciresti a non farle un favore?!-disse prendendo a pugni l'armadietto.
-Non lo so,ma non puoi rimanere in disparte e farla soffrire di più,dillo a suo padre togliendoti questo peso che hai addosso,-insistette Jason però il ragazzo scosse la testa.
-Non posso,non voglio abbandonarla così,mi odierebbe per una vita intera.
Non voglio che lei mi odi,Jason non farmi questo.-mormorò con occhi imploranti.
-Facciamo un patto:se non riuscirai a farla mangiare un po' di più dei suoi standard allora parlerai con il padre e gli racconterai tutto.Hai un mese ti può bastare no?-propose con voce tagliente il biondo e l'amico sorrise leggermente.
-Farò il mio meglio,e anche se non ci riuscirò voglio che sia il mese più bello della sua vita.-disse sicuro di se Percy.
Voleva vederla ridere fino alle lacrime,sorridere,renderle meglio la tortura e così sarebbe stato.
-Non vorrei intromettermi ma dovremmo andare in classe e Percy:Annabeth a ore sei.-avvertì Nico e fece segno col capo a Jason che era il momento di andare.
Percy si girò leggermente col busto mentre sorridendole radioso e Annabeth ricambiò salutando con la mano.
Si fissarono per quelle che parvero ore,guardando l'uno negli occhi dell'altra,e poi Percy si avvicinò a lei lentamente.
Tutte le ragazze al suo passaggio lo guardarono incantate -manco fosse Narciso- ma lui non se ne curò.
Si avvicinò a lei e le schioccò un bacio sulla guancia abbracciandola forte.
-Ehi sapientona.-salutò Percy seppellendo la testa nei suoi capelli biondi e aspirando l'odore di limone.
-Testa d'Alghe.-ricambiò Annabeth contro il suo petto e sorridendo felice.
-Allora bionda mia bella che hai alla prima ora?-domandò il ragazzo una volta che si furono staccati e prendendole la mano accompagnandola al suo armadietto.
-Emh...mio moro simpatico se non mi sbaglio latino e greco con Brunner.-rispose mentre inseriva la combinazione e per pochi minuti si staccò dalla presa di lui.
-Ah capisco...io matematica con Doods,credo che non abbiamo lo stesso orario.Che ne dici di vederci qui dopo le lezioni?-propose il ragazzo lei annuì felice.
-Va bene Testa d'Alghe,ci vediamo a pranzo.-salutò lei baciandoli la guancia e allontanandosi.
Tutte le ragazze della scuola guardavano male Annabeth e Percy ridacchiò leggermente.
Sarebbe stato il mese più bello della sua vita,anzi,della loro vita.


Per una volta nella sua vita Annabeth non seguì le lezioni che si svolsero durante la giornata per i troppi pensieri nella testa.
Percy,quel giorno,nonostante la litigata che avevano avuto sabato era stato affettuoso e dolce con lei.
Sorrise pensando ai suoi occhi verdi mentre controllava ogni tanto le ore,i minuti e i secondi che la dividessero dal loro incontro.
Con lui accanto non si sentiva sola o triste,era semplicemente Annabeth.
L'Annabeth che stava provando a cambiare perché nessuno accettava quella vera.
L'Annabeth che avevano preso in giro per il suo fisico.
Eppure,con Percy, era bastato uno scambio di sguardi durante un corridoio dopo aver vomitato per farsi amico un ragazzo così dolce come lui.
Poi il resto era venuto dopo ma si accorse solo pensando al suo sguardo quanto fosse vero come amico e non solo.
Si stava innamorando per la prima volta nella sua vita,e non si trattava di una semplice cotta adolescenziale.
Ma di vero amore,quello con le farfalle nello stomaco quando lui era con te e i battiti del cuore che aumentavano quando lui ti baciava o abbracciava.
Sentiva le scosse elettriche che le percorrevano lungo la schiena quando lui si occupava di lei.
Probabilmente era quello l'amore ma tutto sommato aveva paura di rovinare tutto.
Come sempre in fondo.
Non appena la campanella suonò saltò in piedi dirigendosi a passo veloce verso il suo armadietto e si accorse che Percy era già lì ad aspettarla.
Il suo cuore iniziò a perdere qualche battito e sentì la gola diventare improvvisamente sempre più secca.
-Come fai a essere qui prima di me?-domandò incredula mentre posava i libri nell'armadietto.
Percy le sorrise e,appoggiato all'armadietto vicino al suo,si passò una mano nei capelli.
-Il professore di Biologia mancava,ora che ne dici di andare a pranzo insieme?-propose lui afferrando la sua mano e conducendola verso la mensa.
-Percy...non ho fame ti prego.-scongiurò lei ma lui scosse la testa e le baciò dolcemente la fronte.
-Rilassati,mangeremo poco e bene tranquilla.-sorrise mentre apriva la porta facendo entrare prima la ragazza.
-Mangeremo?-chiese accigliata lei guardandolo negli occhi.
-Eh certo,ho intenzione di mettermi a dieta anche io.E poi mamma lo dice sempre che lo dovrei fare.-disse mentre si avviarono verso il banco e presero un po' di cibo,cioé Percy prese il cibo e Annabeth lo guardava sorpresa.
Stava cercando di cambiare per lei.
Stava cercando di aiutarla ma per farlo stava cambiando lui,forse provando a mettersi nei suoi panni.
Era così dolce quel gesto che sul volto magro di lei si aprì un sorriso.
-Andiamo al tavolo dei miei amici.-la voce di Percy la fece tornare alla realtà e,afferrando la sua mano si avviarono al tavolo dei popolari.
C'erano tantissime persone sedute intorno a quel tavolo circolare: cheerleader,giocatori di football o basket, la squadra di nuoto e le persone più carine della scuola.
Insomma i più rispettati e temuti ma anche desiderati dagli studenti della Goode.
Non appena Percy mise piede vicino al tavolo tutti lo salutarono amichevolmente e notarono subito che stringeva la mano della bionda che rispetto al ragazzo era in pieno disagio.
Piper,fece spazio ad Annabeth per farla sedere accanto a lei,facendole l'occhiolino.
Forse era arrivato il momento dei chiarimenti che avevano lasciato per troppo tempo in sospeso.
Forse le due amiche avevano bisogno di ristare di nuovo insieme.
La ragazza lanciò un'occhiata a Percy che stava salutando Nico Di Angelo e Jason Grace ma fece segno con la testa di potersi andare a sedere vicino a Piper.
Entrambe le ragazze sorridevano timidamente,entrambe non appena Annabeth si sedette accanto a lei non sapevano cosa dire.
-Ehi.-cominciò rompendo il ghiaccio Piper.
-Ehi...-
-Annabeth senti mi dispiace,non sono stata una buona amica,ti ho abbandonato e so che non avrei mai dovuto farlo ma ti prego,anche se si che non puoi farlo,Perdonami!Davvero mi manchi tantissimo e in questi anni che non ci sei stata mi sono sentita incompleta.-buttò fuori la mora troppo stanca di tenersi quel peso dentro.
La bionda la guardò negli occhi scioccata da quelle parole improvvise.
-Certo che ti perdono Piper!Sei mancata anche a me,davvero.- e dette quelle parole le due amiche perse si abbracciarono.
Ora erano di nuovo insieme e probabilmente non si sarebbero mai più separate.
Quel poco di felicità fece mangiare,anche se pochissimo,Annabeth e quel giorno la parola vomitare fu come cancellata dal suo dizionario.


Angolo Autrice:
Allora eccomi qui.
Ero in progetto di aggiornare ieri ma mi sono ammalata e quindi non sono riuscita a scrivere.
Come sempre ringrazio le persone che hanno recensito il capitolo scorso,grazie mille davvero.
Ringrazio anche i lettori,che siete in tanti.
Allora inizialmente si vede un contrasto tra Jason e Percy.
Come vi avevo accentato nel capitolo scorso il nostro adorato dolce blu (si mi sto riferendo a testa d'Alghe)deve compire una scelta.
Ma ci riuscirà a salvare Annabeth o lei alla fine andrà in clinica lo stesso?
Eh bella domanda.
Piper e Annabeth si ritrovano!
Scusate se il capitolo fa un po' pena ma ho aggiornato per principio ma sto ancora poco bene.
Bacii Ramosa

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Capitolo 15
*** Chapter XII ***







Annabeth si sedette con le spalle al muro del bagno respirando profondamente.
Strinse la tavoletta del water vicino a lei e quando ebbe un altro attacco di vomito si sporse per sputarlo dentro.
Stava male.
Non era mai stata in condizioni del genere e non aveva mai vomitato così tanto in vita sua.
Con il dorso della mano si scostò le lacrime che stavano bagnando il suo viso mentre dentro di lei il cuore le batteva forte. 
Il respiro si fece pesante e strinse più forte la tavoletta.
Tremava e tremava per paura.
E se stava per morire?Era questo che si provava quando uno cessava di vivere.
Sarebbe morta così?Stesa per terra per colpa della sua malattia?
Non poteva essere così e sapeva benissimo che ora aveva bisogno di lui.
Afferrò il cellulare che era accanto a lei e con ancora le lacrime agli occhi compose il numero che le serviva.
-Pronto?-la voce Percy le giunse forte nelle orecchie.
-P-Percy-singhiozzò Annabeth e le fu difficile far uscire quelle parole dalla sua gola.
-Annabeth cosa è successo?-domandò preoccupato lui sentendo i singhiozzi della ragazza.
-Ti ho disturbato?-chiese lei ancora a voce tremante.
-No!Anzi non sapevo che fare,che succede?-si affrettò a rispondere a rispondere il ragazzo e la ragazza sorrise leggermente tra le lacrime.
-Ho vomitato,più del solito,ho paura Perce.-spiegò Annabeth.
-Vengo da te va bene?-propose Percy e lei accettò.
Quando riattaccò si alzò piano dal pavimento e,con delle forti fitte allo stomaco,si stese sul divano tremante.
Aveva freddo poi caldo,non lo sapeva neanche lei.
si morse il labbro inferiore quasi a sangue e nascose la testa nel cuscino.
Sentiva che dal bagno il suo telefono squillava ma non se ne curò,non aveva nemmeno la forza di alzarsi.
Dopo che era tornata a casa aveva cominciato a vomitare nonostante che dopo pranzo non lo avesse fatto.
Eppure non riusciva a spiegarsi perché le era successo diverse ore dopo.
Di solito avveniva subito ma forse a scuola non aveva i sensi di colpa come ne aveva avuto quando era tornata a casa.
Pianse sul cuscino del divano nero in pelle mentre la semioscurità l'avvolgeva.
Non aveva nessuna voglia di vedere la luce solare o quella artificiale,il buio aiutava a pensare o a non farsi vedere.
Perché quando c'era il buio nessuno ti vedeva e tu eri al protetto,lontano da commenti indesiderati.
Il cuore le martellava in petto come se volesse uscire da lì e i suoi organi sembravano appena morti dentro di lei.
Lo stomaco brontolava fortemente reclamando il cibo ma lei lo lasciò perdere:non voleva continuare a vomitare.
Ma perché per forza a lei?Perché doveva sopportare tutto quel dolore?
Cosa aveva fatto di male per meritarsi una malattia come quella?
Ma in fondo non poteva dare la colpa a nessuno.
Si era rovinata da sola facendo troppo peso su un commento stupido di un ragazzo che stava scherzando.
Si ricordava bene quel giorno e quando era tornata a casa non aveva fatto altro che guardarsi allo specchio in intimo.
La sua malattia era diventata così un problema che si vergognava addirittura di andare a fare shopping o almeno comportarsi da ragazza della sua età.
Era stanca,stanca di sopportare quella tortura quel dolore.
Ne aveva già provato abbastanza con la morte di sua madre,era stanca di provarne altro.
Ma tanto,anche se moriva,nessuno avrebbe mai pianto veramente per lei.
Non sarebbe mancata a nessuno.
Improvvisamente il citofono suonò e con quel poco di briciolo di forze che le rimaneva si alzò e camminò arrancando verso il citofono aprendo sia il portone e socchiudendo la porta d'ingresso,poi ritornò a sedersi sul divano stringendosi le ginocchia al petto.
Quando Percy entrò di corsa in casa non pensò di trovare Annabeth in quella simile situazione.
Era seduta sul divano in pelle mentre si stringeva le gambe ossolute al petto nella semioscurità.
Il volto era più pallido del solito mentre gli occhi grigi erano rossi e gonfi sia per lo sforzo che per il pianto.
Il ragazzo corse verso di lei stringendola al petto ansimando ancora per la corsa che aveva fatto.
La strinse a se come se ne dipendesse la vita.
L'odore dei suoi capelli gli invase le narici e si sedette accanto a lei abbracciandola ancora.
Purtroppo solo quello poteva fare,non sapeva come poterla aiutare.
-Come stai?-domandò e Annabeth afferrò la sua felpa seppellendoci il viso dentro.
-Male,lo stomaco mi fa male e ho sempre voglia di vomitare.-rispose lei singhiozzando.
Percy giocò con i suoi riccioli biondi cercando di incoraggiarla con parole dolci e tenere.
-Capisco,tuo padre?E perché sei al buio?-chiese lui stringendola ancora a lui,per lei lui era la sua ancora.
Se lui mollava la nave affondava.
-Papà è a lavoro e non aprire le veneziane,non voglio vedere la luce del sole.-disse lei e Percy annuì dolcemente.
-Ci vogliamo vedere un film allora?Io e te?divano e magari qualcosa da mangiare?-propose e Annabeth lo guardò un attimo accigliata. 
-Ti ho detto che sto vomitando e tu vuoi mangiare?-ribatté Annabeth cercando di controllare lo stimolo del vomito ma esso fu più forte.
Corse in bagno a vomitare quasi la sua anima stessa.
-Merda.-imprecò Percy seguendola e incoraggiarla.
-Ci sono io,basta,non sei sola.-sussurrò dolcemente lui e quando lei finì le pulì la bocca con la carta igienica.
-Ci vediamo solo il film e magari sotto una coperta?-si corresse Percy e lei questa volta annuì avviandosi verso la stanza della ragazza.
Inserirono un 'polpettone rosa' nel lettore DVD e si misero nel suo letto sotto la trapunta bianca stringendosi in un abbraccio caldo.
Annabeth poggiava la testa sul petto di lui e Percy la stringeva cullandola dolcemente.
Sembravano una dolce coppia di innamorati,solo con un il minimo e dolce particolare:non si erano ancora fidanzati.
Quasi a metà film la ragazza si addormentò tra le braccia forti di lui e Percy sospirò di sollievo.
Se dormiva non avrebbe poi sofferto tantissimo.
Era così bella che trovò quasi ingiusto che una ragazza così dolce dovesse soffrire così tanto.
Era la seconda volta che la vedeva dormire tra le sue braccia eppure ogni volta sembrava vedere un angelo sceso dal cielo.
Lei era la sua Beatrice,e lui era il suo Dante.
L'amava,l'amava troppo anche se la conosceva da un mese scarso.
Forse non era amore vero,amore allo stato grezzo.
Come un diamante.
Ma si appartenevano e sapeva,nel profondo del suo cuore,che anche lei l'amava.
E con un dolce bacio sulla guancia crollò anche lui nel mondo dei sogni.


Angolo autrice:
Scusate il ritardo,ma ho avuto problemi in famiglia e non avevo per niente la voglia di scrivere.
Il capitolo infatti fa pena perdonatemi per questo.
Ringrazio le persone che hanno recensito il capitolo precedente!
Grazie mille ^.^
Si vede già che Annabeth vuole guarire ma come ho accennato nel capitolo precedente ci saranno alti e bassi.
Ora però devo andare.
Bacii e perdonatemi.

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Capitolo 16
*** Chapter XIII ***







-No aspetta non è così!-rise Annabeth mentre Percy la faceva ballare anche se lui era il primo a non saperlo.
La trascinava sentendosi uno di quei ballerini fighi di salsa o valzer o addirittura tango,anche se non azzeccava un solo passo.
-E allora come dovrei ballare sapientona?-sbuffò lui cercando di fare il finto offeso ma gli era quasi impossibile,era così bello sentirla ridere.
Dopo che si erano svegliati,Percy aveva iniziato a far ballare Annabeth e lei rideva come una pazza perché il ragazzo aveva seri problemi con la danza.
-Sapientona?Ne riparliamo dopo và.-lo guardò interrogativa lei poi prese un braccio di Percy e lo poggiò sul suo fondoschiena e l'altro lo tenne alto.
-Tieni la schiena dritta Perce.-lo rimproverò la ragazza e lui obbedì.
Strinse forte il fondoschiena della ragazza e Annabeth,essendo più bassa di lui,poggiò la testa sul petto del ragazzo sentendo i battiti del suo cuore.
Veloci,proprio come i suoi in quel momento.
Iniziarono a girare e Annabeth cercò gli occhi verde mare e pian piano iniziarono a ballare una danza lenta e dolce.
Cuore di lei batteva forte e nel suo stomaco era appena iniziato una festa.
-Ho il viso sporco di cioccolato?-domandò Percy guardandola perplesso visto che non finiva di fissarlo.
-No no,non sei sporco scemo.-rispose sorridendo lei -Mi ero incantata.-
-Ah,almeno non ho fatto la figura dello stupido.-commentò baciando la fronte della ragazza.
Amava baciarla,fronte o guancia,e in quel momento stava lottando contro stimolo di sfiorarle quelle labbra carnose e morbide.
Avvicinò lentamente il capo della ragazza sfiorandole il naso freddo.
Un brivido percorse per la schiena della ragazza facendola sussultare leggermente.
-Hai freddo?-sussurrò la voce calda di Percy a pochi centimetri dal suo viso.
-N-no-mormorò lei timidamente e lui le accarezzò dolcemente la schiena cercando di riscaldarla.
Il respiro di Annabeth si fece più pesante e il ragazzo si allontanò leggermente.
-Stai bene?-chiese e lei si riprese e annuì -Si,sto bene.-
Continuarono a ballare mentre una musica lenta risuonava dolce per la stanza riscaldata dai termosifoni tinteggiati di bianchi.
-Ma perché è tutto bianco qui?-disse Percy guardandosi intorno e notando il colore neutro che spiccava ovunque -Tutte le ragazza amano il rosa,l'azzurro...ma perché qui è così neutro ecco?-
-Prima avevo le pareti tinte di grigio ma poi ho deciso il bianco come colore predominante.-rispose Annabeth guardandolo con gli occhi grigi.
-Dovrei intuire che il bianco è il tuo colore preferito?!-sorrise divertito lui.
-No il grigio Sherlock-rise lei baciandoli la guancia dolcemente -il tuo?-
-il blu,mi ricorda il mare.-disse mentre lei annuì convinta:-lo avrei intuito.-
Percy alzò Annabeth,cercando di fare una di quelle prese fantastiche stile ballo del ceppo,e lei rise ancora più forte.
-Jackson sei un pessimo ballerino.-ribatté poggiando le braccia dietro il collo di lui.
-Perché hai smesso?-domandò Percy stringendole il fondoschiena e dando inizio ad una danza diversa,più facile e di conseguenza meno difficile da fare.
-Eh?-
-Di ballare,Piper mi ha detto che eri bravissima.-specificò lui.
-Dopo la morte di mia mamma ho deciso di focalizzarmi di più sullo studio e smetterla con stupide passioni,così ho smesso.-rispose lei passandosi la lingua tra le labbra rosee.
-Così di punto in bianco?-e lei annuì abbassando leggermente la testa.
-Wow che coraggio.-continuò sorridendole e lei ricambiò.
-P-Percy.-mormorò dopo un po' timidamente Annabeth e Percy le portò una ciocca bionda dietro l'orecchio.
-Si?-chiese lui dolcemente.
-H-ho fame-sussurrò la ragazza come se fosse una cosa da vergognarsi.
-E allora ti porto a mangiare la crêpes migliore della tua vita,che ne dici?-propose Percy luminoso.
"Ha fame!Dei che notizia."pensò al settimo cielo.
-D'accordo anche perché non ho mai mangiato una crêpes in vita mia.-confessò timidamente lei.
-Non hai mai mangiato una crêpes?!-chiese meravigliato e la ragazza annuì vigorosamente.
-Dobbiamo rimediare.-sorrise cingendole la vita con un braccio e con l'altro giocò con i suoi capelli biondi.
-Va bene.-concordò Annabeth lasciandosi in balia di quel profumo di mare e stringendo forte il corpo di Percy al suo.


-Non ci credo sei tutto sporco!-rise Annabeth mentre si accomodavano su un prato di una collina mentre New York brillava sotto di loro.
-Non c'è niente da ridere!-esclamò Percy addentando un pezzo di crêpes sporcandosi ancora di più il volto.
-Sei incorreggibile.-commentò lei mangiando lentamente.
Percy sorrise e si pulì il volto dopo aver finito.
Annabeth sbuffò piena -Aspirapolvere umana mangi tu?sono piena.-
-Eddai Sapientona sono altri tre morsi c'è la puoi fare.-la invogliò Percy baciandole la fronte e lei con una smorfia continuò a mangiare finendo il dolce francese mentre sopra di loro le stelle brillavano.
-Percy?-chiamò dopo qualche silenzio che seguì.
-Dimmi.-rispose lui curiosamente e scrutando le costellazioni sopra di loro.
-Cosa sono per te?-domandò Annabeth giocando con l'erba del prato incrociando le gambe.
Oltre a loro due non c'era nessuno,sembrava che nessuna altra persona conoscesse quel posto così magico.
Così loro.
Il cuore di lei cominciò a battere forte ansiosa di scoprire la risposta del giovane.
"La persona di cui mi sono innamorato."pensò lui ma invece rispose:-La persona più importante per me in questo momento.-
-In che senso in questo momento?-
-Che non mi importa altro che te.Sei diventata importante per me più di qualsiasi altra persona su questa terra.-specificò guardandola incantato.
Come faceva ad essere così maledettamente bella?
-È per la mia malattia vero?Ti faccio pena.-sussurrò lei a voce spezzata.
-Non mi fai pena!-ribatté Percy afferrandole il mento cercando gli occhi di lei -Non mi fai pena perché...-
-Perché cosa Percy?Non ho niente di speciale quindi non c'è un perché!-esclamò lei trattenendo le lacrime.
"Perché cazzo non capisci che mi sono innamorato di te?!"pensò lui tra la rabbia distogliendo lo sguardo.
Odiava vederla piangere.
-Tu sei speciale in tutto quello che fai Annabeth Chase!-urlò lui alzandosi in piedi seguito a ronda da lei.
-Sei speciale quando parli,sei speciale quando sorridi,sei speciale quando ridi.Ma tu questo non lo capisci perché sei troppo impegnata a guardare il tuo stramalettissimo fisico non capendo che non hai bisogno di essere perfetta,perché tu già sei perfetta!-sputò acido Percy lasciando Annabeth a bocca aperta.
-C-che intendi dire?-chiese meravigliata lei.
-Che per una volta nella mia vita mi sono affezionato ad una persona che non si accorge di quanto io le voglia bene e che se ne freghi solo per pensare al suo bel fisico!-rispose lui urlando.
-Che vuoi da me Perce?Cosa vuoi?Ho dei problemi okay?Sono malata lo ammetto.Ma cosa posso farci?Se mi vedo grassa o magari vomito non mangiando niente durante la giornata?Cosa posso farci?Se non vuoi la mia compagnia vattene nessuno ti obbliga a stare con me.-disse Annabeth tra le lacrime voltandosi e andandosene.
Percy,ormai arrabbiato da quelle parole,l'afferrò per un polso girandola e avvicinandola a se.
Portò lentamente il capo verso di lei mentre, i cuoridi entrambi,battevano forte.
Sapevano cosa sarebbe successo eppure nessuno dei due fermò l'altro.
Poi,come se Annabeth fosse il gioiello più pregiato,Percy poggiò le sue labbra su quelle morbide e fredde di lei.
Goffamente entrambi i ragazzi si iniziarono a baciare.
Annabeth rimase sorpresa dal gesto ma chiuse gli occhi ricambiando.
Da quello che era un bacio timido,quasi da ragazzini,divenne più dolce e intenso.
Più puro come il loro amore.
"Quanto ti amo Annabeth?"pensò lui mentre il cuore gli martellava in petto.
L'amava e solo sfiorare quelle labbra sembra quasi una delle cose più belle di tutti.
E rimasero così,per minuti,assaporando l'uno dell'altra.
Quando si staccarono per riprendere fiato lei lo guardò negli occhi con le iridi lucide.
-Che vuol dire questo?-domandò lei.
-Che mi sono innamorato di te,Annabeth Chase.-confessò Percy e Annabeth abbassò lo sguardo.
E poi ci fu silenzio,a parte i rumori della strada sotto di loro e qualche uccello che cinguettava in quell'umida serata di dicembre.
Eppure per un momento anche essi sembravano essere scomparsi lasciando i due ragazzi in un silenzio imbarazzante.
"Che cazzata che ho fatto,non dovevo confessarmi.Lei non mi ama,mi sono semplicemente illuso che anche lei ricambiasse."si disse stringendo i pugni.
-Percy?-chiamò poi lei a bassa voce.
-Si?-rispose subito mentre le mani gli tremavano leggermente.
-Credo di essermi innamorata anche io di te.-mormorò lei lentamente alzando il capo e sorridendoli raggiante e lui ricambiò.
E poi si baciarono e in quel momento intorno a loro il mondo parve scomparire per momento,mentre un manto di stelle brillava sopra di loro.


Frase finale modificata sotto consiglio di Dandelion to dream,grazie mille per il consiglio Soni ;)


Angolo autrice:
Buon salve unicorni rosa(?)
Allora come va gente?
Ho deciso di aggiornare anche se inizialmente ero un po' non so dubbiosa su questo capitolo.
Ma ho deciso di far baciare la Percabeth.
Ragazzi avevo deciso il quattordicesimo capitolo?E così è stato.
Inizialmente avevo paura di correre un po'.
Non so,non sono una che ama subito leggere il bacio perciò ho sempre cercato di rimandare ma ora non c'è lo fatta.
Volevo che si baciassero e basta,l'ho fatto :)
Mi dispiace per quelli che credo che io stia correndo leggermente.
Ringrazio le persone che hanno recensito il capitolo precedente. 
Siete state dolcissime *.*
Beh spero che il capitolo vi sia piaciuto,anche perché ripeto è venuto su una schifezza lool
Bacii ramosa :*

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Capitolo 17
*** Chapter XIV ***


Percy strinse Annabeth mentre osservavano le costellazioni stesi sul prato.
Ogni tanto si scambiavano qualche sguardo e bacio per poi continuare a scrutare le stelle.
-Perce...-mormorò la ragazza guardandolo con gli occhi grigi -Tra un oretta circa dovrei tornare a casa.-
-Mmh...-bofonchiò Percy e poggiò un braccio attorno la vita di Annabeth attirandola a sé -Cinque minuti di sonno dai...ho guidato fine e qua merito una pausa.-
-Va bene...-sospirò lei rigirandosi sotto la sua presa e poggiando la testa sul suo petto.
Chiuse gli occhi e provò a sognare qualcosa di bello,ma le fu impossibile.
Non aveva sonno e la presa di Percy le faceva battere forte il cuore.
Osservò le sue labbra leggermente socchiuse da dove usciva una leggera bava sul lato destro della bocca,per fortuna opposto al suo.
Storse il naso come infastidita ma poi un sorriso diverto le si aprì sul volto:quel ragazzo era pieno di sorprese.
Contemplò ancora le labbra carnose e rosee di lui,aveva così voglia di baciarlo di nuovo...sentire le sue labbra sulle sue ,sentire l'amore che gli dava anche con un semplice bacio.
Ma cosa sarebbe successo una volta che sarebbero tornati a scuola?
Percy avrebbe detto a tutti che era fidanzata con lei o avrebbe detto che per lui non era stato altro che un semplice bacio?
Le aveva detto che si era innamorato di lei quindi l'avrebbe detto a tutti oppure no?
Avrebbe tenuto così tanto alla sua popolarità abbandonandola?
Sospirò e riguardò il viso angelico del ragazzo mentre il cuore le batteva a mille.
"Ti prego Perce non mi abbandonare anche tu prima mia mamma,poi mio padre...non posso perdere anche te"pensò mordendosi il labbro ma le lacrime scesero dai suoi occhi grigi.
Provò ad asciugarle ma provocò così tanto rumore che Percy si svegliò di soprassalto.
-Che succede?-domandò con la voce ancora impastata dal sonno.
Niente,continua a dormire.-rispose Annabeth voltandosi e e cercando di non incontrare i suoi occhi.
Non voleva farsi vedere piangere.
-Annabeth cosa è successo?-chiese ancora stordito prendendole la mano.
Annabeth sussultò a quel contatto così improvviso.
-Niente davvero...-disse lei ma la voce tremante la tradì.
-Annabeth guardami...-sussurrò lui afferrandole il mento e girandola nella sua direzione -Ti ripeto la domanda cosa è successo?-
La voce di Percy non apparve né dura né arrabbiata bensì dolce e calma.
-Percy tu mi abbandonerai vero?-mormorò tra le lacrime lei guardando l'erba sotto di lei.
-Perché dovrei farlo?-la guardò perplesso il ragazzo baciandole dolcemente una lacrima che stava percorrendo la sua guancia.
-Quando torneremo a scuola...intendo.-sussurrò lei tenendo lo sguardo ancora basso.
-No perché dovrei?-domandò lui accarezzandole i riccioli.
Amava i riccioli di Annabeth,poterci giocare e accarezzarli.
Era bello sentirli sotto il suo tatto.
-Oh non fare l'idiota Testa d'Alghe,hai i tuoi amici.Sei popolare e tutto,cosa direbbero che se ti fossi baciato con la più sfigata di tutti?-rispose lei torturandosi le mani.
-Annabeth perché dovrei abbandonarti?Io ti amo abbastanza per non importarmi di loro.Forse il ti amo è troppo troppo presto ora.
Lo trovo troppo impegnativo,ma sono innamorato di te,e non mi era capitato con nessuna ragazza ancora.
E ti giuro,ne ho avute tante ma nessuno mi ha fatto provare quello che provò per te.-Annabeth alzò gli occhi grigi gonfi osservando quelli di Percy e un piccolo sorriso le si dipinse sul volto.
-Aspetta un attimo come mi hai chiamato prima?Testa D'Alghe?-cercò di farla ridere Percy e lei lo fece cingendoli il collo e Percy le strinse la vita stendendosi sull'erba con Annabeth sopra di lui.
Era come una piuma,nemmeno sentiva la pressione sul suo corpo,solo le ossa del bacino che premevano contro il suo.
Le baciò il naso rosso e le accarezzò i fianchi dandole calore per tutto il corpo.
-Perché hai la testa intasata di alghe.-sussurrò Annabeth nel suo orecchio e Percy la strinse a sé.
-Tu sapientona sai sempre troppo.-ricambiò il sussurro lui.
-Almeno tra noi c'è uno intelligente.-ribatté lei e Percy la guardò offeso ribaltando le posizioni.
-Che intendi dire Chase?-chiese divertito lui guardandola negli occhi tempestosi.
 Così belli e incantevoli da osservare,così ipnotizzanti.
-Che hai poco sale in zucca Jackson.-rise lei sotto il ragazzo.
-La metti così Chase?-minacciò Percy poggiando le mani sui fianchi e iniziando a muoverle cercando di farla ridere di più.
Sentire quella voce così melodiosa che gli entravano nei timpani.
Sentire lei felice anziché triste.
-Pietà ti prego basta!-strillò lei tra una risata e l'altra e Percy si fermò per farla riprendere fiato.
In fondo Annabeth era fragile,non poteva sforzarla troppo.
E le baciò dolcemente le labbra gustandosi di quel sapore ancora cioccolatoso che era tra le sue labbra.



Quando Annabeth rientrò a casa corse verso camera sua chiudendosi la porta dietro.
Si stese sul letto con un sorriso sulle labbra mentre osservava il soffitto bianco illuminato dalla luce fioca della luce lunare che proveniva dalla finestra aperta.
Suo padre non era ancora tornato, sicuramente era con Crudelia Demon chissà dove. Ormai quella donna aveva più attenzioni di lei.
Perché per suo padre era abbastanza grande per crescere da sola senza ricevere nessun affetto.
Quando invece era la prima ad averne bisogno.
Era diventata la seconda scelta della vita del padre.
Quella che veniva dopo ad una donna che conosceva da meno di tre mesi forse?
Una donna che da suo padre non voleva altro che soldi.
Soldi, solo questo voleva da lui e magari diventare la nuova signora Chase: moglie dell'ex militare e ora professore di storia in un'importante università di New York.
Quella donna era così falsa,vile e senza cervello che Annabeth quasi scoppiò a ridere per la scelta del padre di aver deciso di sposare una donna del genere.
Susan era niente in confronto a Atena Greys.
Lei era la tipica mamma perfetta della famiglia perfetta.
La famiglia dove il padre tornava la sera tardi e la madre aiutava la figlia con i compiti il pomeriggio e che l'accompagnava alla scuola di danza e magari spiare ella da dietro la porta della sala.
La famiglia che cenava intorno ad un tavolo e rideva se uno dei componenti si sporcava o si raccontava quello che era successo durante la loro giornata.
Una tipica famiglia normale distrutta per colpa di un cancro.
Quella stupida malattia era stato come un uragano che distrugge le case: aveva demolito una casa dove prima felicità e amore regnavano.
Il sorriso di Annabeth,da prima felice incominciò a diventare più triste e sofferto mentre lei cadeva nel burrone dei ricordi dolorosi.
I ricordi che avrebbe voluto anche solo perdere.
Poi come un miraggio il sorriso di Percy le apparve davanti i suoi occhi facendole perdere qualche battito cardiaco.
Era così bello, luminoso e perfetto esso che non poteva far almeno di emozionarla.
Quel ragazzo era riuscita a farla sorridere come una povera innamorata alle prese con le prime cotte.
Ma forse era così, si era veramente di Percy Jackson.
Dei suoi occhi verdi mare, del suo bianco sorriso, dei capelli corvini sempre disordinati, dei suoi baci.
Erano così dolci,pieni di amore che era impossibile resistergli.
Quella sera le aveva rubato così tanti baci che l'aveva fatta sentire amata ma soprattutto normale. Non malata.
Poggiò una mano sul suo stomaco e lo sentì reclamare cibo ad alta voce ma lei non lo ascoltò.
Aveva già mangiato troppo quel distratta quel giorno, distratta da Percy, meritava soffrire anche solo per dieci minuti.
Si sentì in colpa per tutto quello che aveva fatto, si stava sempre di più allontanando da quello che era il suo obbiettivo: la perfezione, il fisico perfetto.
Improvvisamente un attacco di vomito bruciandole l'esofago e fu costretta a correre in bagno e accasciarsi sul water a vomitare tutto quello che aveva in corpo.
Grasso e sostanze di cui ne aveva bisogno, tutte fuori dal quel corpo una volta perfetto e ora rovinato.
Un corpo fatto di ossa e niente che fosse utile alla sua vita.
E quella notte Annabeth, persa nei sensi di colpa, sognò a distanza di tanto tempo la Voce.




Angolo Autrice:
E io aggiorno oggi!
LO so sono assente da almeno due settimane(?) ma ho avuto tantissimii impegni e soprattutto la fine della scuola e infatti ora mi sarà più facile scrivere e mi è arrivato anche il computer nuovo quindi siamo tutti felici(!!!) e poi sono dovuta andare una vista al cuore e quindi niente il capitolo fa un po' pena
No vabby finiamo lo sclero ho davvero due notizie importanti da fare,anzi tre:
1.oggi mi è arrivato un messaggio sul quale mi avvertiva che mancavano dei capitoli e voglio chiarire a tutti questi dubbi:ho scritto per ora solo 15 capitoli di Love heals the broken.NON ho cancellato nessun capitolo,non so perché EFP ve ne dia 16 e due cancellati.
Che poi anche se gli avessi cancellati avrei cancellato la storia stessa senza due capitoli mancanti.

2.La mia altra storia 'Nascosta dietro una maschera' credo che non l'aggiornerò per un po' per mancanza di ispirazione e quindi ai lettori di quell'altra storia vi tocca aspettare.

3.We aren't perfect che era momentaniamente sospesa la riprenderò a scrivere a metà giugno o luglio.Devo trovare il momento giusto anche perché ho perso tutti i capitoli che avevo iniziato a scrivere.


Dopo questi noiosi avertimenti vi lascio con due gif *.*
Bacii Ramosa
ps ho deciso di non mettere più il banner e mettere solo gif,amo più quelle *.*


Annabeth è questa immagine non centra niente col capitolo ma Alex qui è la dolcezza :3



Percy sono il più figo di tutti

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Capitolo 18
*** Chapter XV ***




Percy Jackson, per una volta nella sua vita, era felice.
Uno strano sentimento che partiva dal cuore per poi scorrere in tutto il corpo come linfa che si diffonde in un albero.
E tutto per colpa di una ragazza che si era fatta amare da lui.
L'unica che gli avesse fatto capire quanto bello fosse innamorarsi di una persona e pensare a lei costantemente, peggio di un maniaco- no che lui lo fosse per carità.
Annabeth l'aveva cambiato, cambiato dallo stronzo che non capiva niente dell'amore, e che si metteva con una solo per aumentare la sua popolarità, al ragazzo che pochi conoscevano.
Annabeth era speciale.
Non la solita ragazza che pensava solo al trucco o al fisico...ehm no l'ultima parte è da rivedere.
Ma scacciò il pensiero, aveva un mese per renderla felice e ci avrebbe messo veramente se stesso.
Nessuno mai avrebbe dovuto rovinare i suoi progetti e la sua felicità. Nessuno.
Camminò felice nei corridoi con il cuore che batteva a mille e la voglia di vedere la sua Sapientona che aumentava.
Non riusciva a togliersi dalla mente le sue labbra sulle sue, il sapore che pregustava ogni volta che la baciava, il suo odore penetrante alla vaniglia.
Tutte cose capaci di fargli perdere la testa, Annabeth era capace anche di questo.
Era fragile, dolce, bella -soprattutto bella- e sua.
Si perché ormai lei era una parte di lui.
Si incamminò nella scuola in cerca di una massa riccia, che lui segretamente adorava,  e bionda e quando la vide, intenta a sistemare i libri nel suo armadietto, Percy sorrise.
Sorrise di vederla un altro giorno viva e vegeta, e sperò che almeno quella mattina non avesse vomitato.
Non voleva che lei stesse male, non lo voleva.
Perché lei non se lo meritava.
Le si avvicinò piano e quando le fu abbastanza vicino le afferrò, da dietro, i fiachi attirandola più vicino a lui.
Subito un improvviso odore di vaniglia invase le sue narici come droga fresca.
Annabeth era la sua droga preferita.
Altro che cocaina, se i tossicodipendenti conoscessero l'amore smetterebbero di usare quella che usano.
Perché l'amore è peggio della marijuana o altro.
Era capace di renderti felice prima e poi triste l'attimo dopo.
Sospirò tra i suoi capelli stringendola ancora più a lui.
-Buongiorno luce dei miei occhi- le sussurrò dolcemente nell' orecchio.
-Mh, come mai tutta questa dolcezza?-domandò invece lei continuando a sistemare le cose nel suo armadietto e tenendo poco conto alla presa di lui.
-Annie tutto bene?-chiese preoccupato lui sentendo il suo tono duro e freddo, tagliente come una lama.
-Si si tutto benissimo- rispose lei sorridendogli  dolcemente e abbracciando con le braccia magre, coperte da un grosso pullover blu avio, il collo di Percy.
-Okay -affermò poco convinto perdendosi in quel sorriso perfettamente bianco e gli occhi grigi tempestosi.
Un grigio che gli faceva perdere la testa e, mentre  le portava una ciocca bionda dietro l'orecchio, ricambiò il sorriso e le baciò la punta del naso.
Annabeth sorrise divertita arricciando il naso: -Quindi che facciamo? Lo diciamo o rimane un segreto?-domandò ma negli occhi luccicava di una luce strana.
Una luce che chiedeva di non lasciarla andare come avevano fatto tante altre persone.
Percy le sorrise divertito per un istante prima di salire su una panchina attirando l'attenzione di mezza scuola.
-Devo fare un annuncio- esclamò poi e Annabeth spalancò gli occhi sorpresa.
-Mi sono innamorato di una ragazza che è qui tra voi. Il suo nome è Annabeth Chase ed è la persona più bella e favolosa di questo mondo- continuò poi e alcune matricole scoppiarono a piangere per la disperazione.
Annabeth gli regalò un sorriso unico, splendido, luminoso come il sole.
Le brillavano gli occhi dalla felicità.
Come se in quelle iridi ci fossero le stelline luccicanti.
Era così bella che nemmeno lei lo sapeva, si ritrovò a pensare Percy non smettendo di osservare tutta quella perfezione.
-E questo è tutto, alla prossima con radio confessioni divine- terminò scendendo dal suo 'palcoscenico' e avvicinandosi alla sua ragazza.
-Ecco fatto, ora lo sa tutta la scuola. Felice amore mio?-domandò divertito abbracciandola.
-Tu sei pazzo-rise lei baciandogli dolcemente le labbra carnose.
-Dovresti baciarmi più spesso sai?-chiese stringendola e poi afferrandole la mano -Che hai alla prima ora?-
-Latino, Brunner- rispose lei pronta -tu?-
-Fortunata, comunque matematica, Dodds- sospirò pesantemente.
Odiava quella professoressa, era un'arpia fatta in persona.
Odiava il suo sorriso malefico, la sua voce stridula quando chiamava gli alunni 'dolcezza' ma in verità ti stavi solo per beccare una punizione.
-Ti accompagno- disse Percy accarezzandole la guancia e perdendosi in quei occhi così così...belli.
Tempestosi, come lo era lei.
Una tempesta in pieno che ti travolgeva con lei, Annabeth aveva trascinato anche lui in quel tornado di emozioni.
Avvicinò il suo volto al suo poggiando delicatamente le labbra sulle sue.
Le spinse dolcemente e afferrò Annabeth per la vita baciandola più appassionatamente di prima, pregustando quel dolce sapore che era tra le sue rosee labbra.
Chiese dolcemente il permesso guardandola e lei annuì leggermente socchiudendo, poi, la bocca.
Le loro lingue giocarono in una lotta forte, di cui nessuno era vincitore poi però la ragazza si tirò indietro distogliendo lo sguardo.
-Bacio male?-chiese innocentemente Percy guardandola allarmato.
-No no, Testa d'alghe...detto tra noi baci benissimo ma...non so davanti a tutti...-spiegò timidamente Annbeth torturandosi le mani.
-Annabeth guardami. Degli altri non ci importa niente okay? L'importante siamo io e te- disse lui afferrandole il mento e Annabeth annuì.
-Ora vai in classe, che se la Dodds ti becca in ritardo ti uccido- minacciò con un sorriso lei non appena la campanella suonò annunciando l'inizio delle lezioni.



 
***
 

All'ora di pranzo, Annabeth Chase corse verso la palestra.
Chiuse la porta alle sue spalle appoggiando sul pavimento freddo la borsa nera.
Si tolse delicatamente le sue amate vans rosse e a il jeans aderente e  abbandonandolo poi, su una panchina che era nei dintorni.
Sospirò mentre il pullover blu avio che indossava quel giorno copriva la culottes nera.
Annabeth Chase non aveva mai smesso di ballare, diceva alle persone di si ma in verità quando era triste o sola la danza era la sua dose di felicità.
Prese il suo Ipod inserendo il cavo per lo studio monitor e selezionò la canzone 'Word' di Skyler  Grey.
Iniziò piano, quasi timorosa di sbagliare qualcosa.
Erano solo lei, i passi e la musica.
Niente problemi, niente Voce a farla sentire male.
Si, perché quel sogno l'aveva distrutta completamente e per una volta Annabeth non riusciva a togliersi di dosso lo sguardo di miss mondo che la scrutava dalla testa ai piedi con disgusto.
Lei si odiava con tutta se stessa, ogni cosa del suo corpo odiava, anche un piccolo neo.
I suoi passi riecheggiarono nella palestra vuota come amplificatore e delle calde e saltate lacrime però, iniziarono a bagnarle il giovane volto.
Perché lei? Perché proprio lei doveva soffrire così?
Che aveva fatto di male nella sua vita?
Eppure neanche in quel momento la sua malattia poteva rovinare la sua danza.
Si sentiva a casa finalmente, dopo tanto tempo si sentiva come a casa sua.
Sorrise tra le lacrime luminosa come il sole e con il dorso della mano scacciò via le gocce d'acqua che aveva perso tra i suoi occhi.
Sentiva ancora la presenza di Atena quando ballava, sentiva il suo sguardo calcolatore ma materno addosso proprio quando era piccola e lei ballava nella stanza mentre lei la spiava da dietro la porta.
Non meritava quella fine, e lei non meritava la sua malattia.
Nessuna delle due meritava un destino del genere.
Bastava poco che l'albero vitale di Annabeth bruciasse, cosa che avrebbe distrutto un sacco di persone.
Come Percy.
Ma come sarebbe stato il ragazzo senza di lei? Avrebbe continuato la sua vita? Conosciuto un'altra dimenticandola?
Non ci volle nemmeno pensare.
Anche solo pensare che lui potesse mai smettere di stare male la faceva sentire male, debole.
Ancora più debole.
Poi un grosso applauso la riportò alla realtà e Annabeth si voltò istintivamente sperando che non fosse un professore.
E invece si trovò due occhi verdi mare che la guardavano come un bambino guardava le sue caramelle.
-Brava!-esclamò Percy senza smettere di applaudirla e avvicinandosi a lei.
La ragazza abbassò lo sguardo e arrossì violentemente.
-Ma che dici...-bofonchiò non appena lui le fu vicino.
-Quel salto era stupendo e...e meno male che tu non ballavi più eh?-disse lui gesticolando e Annabeth rise perdendosi in quel mare salato dei suoi occhi.
-Ah Annie sei veramente sexy così, lo sai vero?-le sorrise malizioso indicando con lo sguardo la culotte nera e poi afferrandole la vita e attirandola a sé.
Quel commento, però, non fece che peggiorare il rossore di Annabeth tra le sue guancia.
-Idiota- mormorò lei dandogli un leggero pugno sulla spalla.
Percy l'osservò.
Osservò le gambe lunghe e magre, terribilmente magre, il volto sciupato e gli occhi grigi leggermente arrossati.
Eppure lei era fin troppo bella, un angelo di perfezione sceso per mano degli Dei.
Le accarezzò il volto incantato in tutta quella bellezza e l'alzò e Annabeth estivamente avvolse le gambe alla sua vita.
-Ti amo-le sussurrò Percy nell'orecchio e Annabeth lo guardò accigliata.
-Non era troppo presto per il 'ti amo'?-chiese e lui le regalò un sorriso luminoso.
Il loro volti erano terribilmente vicini.
-Mi sono accorto che darei la vita in cambio della tua felicità- confessò Percy e lei quasi non scoppiò a piangere dalla felicità.
Baciò quelle labbra così perfette travolgendosi entrambi in un bacio passionale e pieno di amore.
Percy strinse ancora di più Annabeth tra le sue braccia approfondendo il bacio.
Si amavano.
Era come se le loro vite fossero essere destinate a stare insieme e il loro amore era già stato deciso per mano delle stelle.
Nessuno mai avrebbe potuto rovinare quel pezzo di felicità che avevano creato.
Nessuno avrebbe potuto rovinare le loro vite ora felici.
Non appena si staccarono per riprendere fiato Annabeth lo guardò con gli occhi pieni di felicità.
Quel ragazzo era capace di regalarli la felicità anche sbattendo le palpebre.
-Ti amo anche io Perce- disse lei mentre la musica cambiava in 'Happy' di Pharrell Williams .
-Odio quella canzone- rise storcendo il naso poi la ragazza e Percy la fece scendere.
-OH andiamo non è male- e detto questo Percy incominciò a ballare.
Se si poteva chiamare ballare.
Moveva le braccia a caso e canticchiando il ritornello.
-Because I’m happy
Clap along if you feel like a room without a roof
Because I’m happy
Clap along if you feel like happiness is the truth
- urlò lui movendo la testa a ritmo -Forza Annie bella canta con mee- esclamò poi sopra le parole.
-E tu questo lo chiami ballare?-rise forte Annabeth -Ma in discoteca che fai? Il ballo della gallina?-
-Spiritosa- commentò lui facendo un espressione da ragazzo offeso -Allora fammi vedere come si balla grande ballerina-
-Okay- concordò lei si avvicinò la borsa e indossò le punte che portava sempre con sé.
L'affiancò ed eseguì un  Fouettés en tournant  e poi sorrise divertita.
Appena cominciò il ritornello lasciò perdere il classico e andò con l'hip hop anche se con un po' di difficoltà visto che si era dimenticata di togliersi le punte.
-Ecco io lo sapevo che mi battevi- sbuffò però sorridendo Percy e con lei iniziò a ballare proprio come l'ultima sera che si videro.
-Sei unica- le mormorò nell'orecchio.
-Tu lo sei- ribatté lei guardandolo negli occhi.
-Perché io sono felice solo con te- disse non appena il ritornello disse 'Bicause I'm Happy'.
-Ti amo- confessò Annabeth abbracciandolo e Percy la strinse a sé.
-Non sai io principessa- continuò poi -Ora che ne dici di andare a mangiare grande ballerina sexy?-


Angolo autrice:

Salve semidei...lo so sono in un ritardo mostruoso, per carità avevo il capitolo pronto da settimane ma non avevo nessuna voglia di aggiornare.
Non perché voglia interrompere la storia ma perché voglio godermi un po' le vacanze.
Beh se ne vedono delle belle eh nel capitolo?
Percy urla ai quattro venti che è innamorato di Annabeth (Le matricole piangono povere ahahah) e lei poi va a ballare perché era diciamo 'scoinvolta' dal suo sogno.
Eh si perché ormai è deciso che la Percabeth è secciata e non può avere pace.
Infatti l'altro giorno ho letto una fanfiction,non ricordo su quale sito di fanfiction, su Percy Jackson e che succedeva? Percy moriva.
Ci sono rimasta malissimo ahaha.
Tra i tanti ragazzi chi doveva morire?
Togliendo questa parentisi del tutto inutile voglio ringraziare a voi lettori che aumentate sempre.
Aumentano le aggiunte alle preferite,alle seguite e alle ricordate (grazie mille), aumentano le visite (Grazie mille)  e aumentano le recensioni (GRAZIE MILLE *-*)
Davvero se non fosse per voi avrei già cancellato le mie storie e aver passato dalla selezione 'autore' a quella del 'lettore'.
Vi adoro e non smetterò mai di ringraziarvi.
A fine capitolo però voglio lasciare un po' di materiale dai ;).
Se avete voglia di vedere il balletto di Annabeth è più o meno, più o meno davvero, così.(un mix tra questi due ahah,perché non sapevo quale scegliere)
http://www.youtube.com/watch?v=hqmQODSnKEY
http://www.youtube.com/watch?v=rg2b5wJnH0s
E poi giù vi lascio qualche gif *-*
Bacii Ramosa
ps grazie ancora!



 

Questo è il
Fouettés en tournant *-*



lady and gentlemen sono felice di presentarvi il più bel, dolce e amorevole ragazzo di tutto il mondo:
Percy Jackson!



E poi ecco a voi la bellissima
Annabeth   nonbionda  Chase
(ammiriamo il suo sorriso *-*)


 
 


 

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Capitolo 18
*** Chapter XVI ***


 Love heals the broken

chapter XVI

 

 

Ogni mia singola cosa è dedicata a te.
A te che ci sei sempre, a te che mi incoraggi 
ancora dopo tanto.
A te che si sei sempre stata:
Fin dall'inizio di tutto.
A che ormai sei diventata una parte fondamentale di me.
A te che a ogni tua recensione sei capace di farmi sorridere.
A te, Yoo,  e al bene che ti voglio.
Grazie di esserci ancora, e spero per sempre.

 

 


Dicono che la coerenza si trovi in poche persone, e forse è vero.
Poche persone sanno essere veramente coerenti nella propria vita, ma alla fine fa sempre quello che fanno tutti.
Neppure Annabeth era mai stata coerente con se stessa, tutto quello che aveva detto quando era una bambina, adesso, le sembravano quasi bugie.
Il 'starò per sempre con te Piper' o il 'Ti voglio bene' detto a qualcuno alla fine non sono altro che parole.
Parole dette al vento che poi mai nessuno ascolta o pensa veramente.
La sua amicizia con Piper era sempre stato dal primo momento speciale.
Condividevano entrambe le stesse passioni,avevano entrambe gli  stessi sogni ma erano due bambine, stupide ed ingenue, che ancora non capivano che cos'era la vita vera.
Eppure Annabeth non riusciva a spiegarsi, ancora a distanza di anni, perché tra loro non avesse funzionato.
Si era sempre data della brava amica, quella che l'aiutava sempre nei momenti di difficoltà,quella che ci stava male se litigavano...ma col tempo aveva notato che per Piper non era cosi.
Passarono da 'migliori amiche' ad 'amiche' e, forse anche 'estranee', in poco tempo.
Era stato tutto così veloce che non c'era nemmeno stato il tempo di riaggiustare le cose.
Ma si sa, l'amicizia non è un vaso che quando si rompe si pensa di riaggiustarlo con colla o scotch.
Almeno per l'amicizia vera.
Tra loro c'era come un muro freddo e nessuna delle due si fidava dell'altra
Con Thalia invece era diverso: Annabeth con Thalia si sentiva diversa.
Era come se la sua vita quando c'era lei cambiasse, e forse la sua assenza l'aveva resa così depressa da autodistruggersi da sola.
Altro che granata, lei era una bomba ad orologeria pronta a saltare in aria.
Si alzò dal letto posando sul comodino il libro che stava leggendo -'Colpa delle stelle'- e camminò verso il suo armadio aprendo le ante e guardandosi allo specchio.
Il pantalone azzurro chiaro scendeva a zampa d' elefante largo, la maglia bianca a manica lunga era sicuramente di tre taglie più grande di lei e i capelli erano legati in una coda disordinata.
Infossati nel viso pallido e sciupato, degli occhi tempestosi cercavano di capire, quasi spaventati, chi fosse la tizia nello specchio.
Lei non poteva essere così deformemente grassa e mordendosi le unghie ormai già corte, distolse lo sguardo quasi disgustata.
Come sempre del resto.
Era una vergogna che una come lei avesse il coraggio di uscire fuori casa ed infatti si accorse perché  fosse l'unica diciassettenne che restasse il sabato sera chiusa in casa, nascosta sotto le coperte a leggere libri.
Sospirò ma l'improvviso squillo del suo telefono la fece ritornare alla realtà.
-Pronto?-chiamò lei con voce stanca.
-Annabeth?Scusa stavi dormendo?-domandò la voce di Davide.
Ecco parlando di amicizie.
Quella sua e di Davide era unica, si volevano così bene che ormai Annabeth lo considerava il fratello mai avuto.
Era l'unico che c'era sempre stato, l'unico dove andava se c'era bisogno di sfogarsi con qualcuno.
La loro era un' amicizia che andava ben oltre alla solita 'amicizia da migliori amici'; erano come fratelli, così uniti che quando Davide andava da lei, per passare la notte insieme,erano capaci di dormire anche nello stesso letto, dopo magari aver passato il pomeriggio in camera di lei e aver ballato per tanto tempo,ripetendo le ultime cose che avevano montato a danza.
-Dav!no tranquillo, non stavo dormendo.Come va a Londra?-chiese felice sentendo dopo giorni la voce allegra dell'amico.
-Benissimo!Penso che ritornerò a New York per la settimana prossima.Sai voglio passare il Natale con la mia famiglia. Che si dice laggiù?-rispose Davide e Annabeth, conoscendolo, stava sorridendo con un velo di malinconia.
Cavolo, tra una settimana sarebbe stato Natale, e lei ancora non aveva preparato niente.
Quando era piccola, quando c'era ancora la sua mamma, il Natale era la festa d'obbligo festeggiare, guai non farlo: Athena era capace di uccidere tutti se non si vedevano decorazioni in giro per casa.
La casa, infatti, splendeva sempre di un'armonia magica: l'albero era pieno di decorazioni scarlatte e bianche, c'era sempre un' odore di pan di zenzero e sotto all'albero c'erano sempre tantissimi regali.
Ma da quando Athena era volata via da loro, lei e il padre persero l'abitudine di festeggiare quella festa così magica.
Quasi un velo di nostalgia partì dal cuore di Annabeth.
Le mancavano terribilmente quei tempi.
-Mh certo,  secondo me ritorni solo perché ti manco e perché non sopporti più i ritmi della Royal.-lo derise Annabeth scappandole dalle labbra una risata.
-Ah ah divertente An, davvero.-ribatté Davide fintamente offeso.
-Dai non te la prendere, senti Dav, devo fare una cosa. Che ne dici se ci sentiamo un altro giorno?-chiese frettolosa.
Aveva avuto un idea geniale, e non avrebbe preso tempo con una telefonata, si speciale, ma comunque non importante come con quello che voleva fare in quel momento.
-Si okay.Ci sentiamo bella bionda.-salutò lui,  e prima che potesse ricambiare il saluto,Davide aveva già riattaccato.
Poi, come se ci fosse un allarme di qualche terremoto e qualcuno avesse la preoccupazione per la sua famiglia, Annabeth inviò un messaggio a Percy.
Non ragionò nemmeno sulle parole da scrivergli.
Le mani si muovevano veloci sulla tastiera touch del suo cellulare componendo poche e semplici parole: 'Ho bisogno di te'.

 
***

-Se avessi saputo che avevi bisogno di me solo per tirare fuori vecchi scatoloni dalla tua soffitta me ne sarei stato a casa a guardare la partita, giuro- rise Percy scendendo le scale della soffitta tenendo in mano degli scatoloni.
-Poche parole Jackson, e più lavoro- disse Annabeth anche lei con uno di quelle scatole polverose in mano.
-Ecco perché mi dicevano di non fidanzarmi mai, le ragazze sono sempre dittatrici in un modo o nell'altro- sbuffò lui per poi scoppiando a ridere.
-Ah è questo che pensi di me?- chiese lei posando le cose che aveva in mano sul paquette scuro e incrociando le braccia fingendosi offesa.
-Ma dai sapientona, lo sai che ti amo.- si avvicinò a lei baciandole dolcemente le labbra.
-Lo sai che non è molto offensivo sapientona?E' come se mi facessi un complimento- domandò  Annabeth, mettendogli le mani al petto come per distanziarlo e guardandolo negli occhi.
-Ma infatti è impossibile offenderti- sorrise lui ricambiando lo sguardo.
-Scemo!-disse imbarazzata lei.
-Ehi!Ho capito che io non possa offenderti ma tu devi fare altrettanto.-rise lui baciandole la fronte -dimmi che erano le ultime scatole per piacere!- implorò poi.
-Si, erano le ultime- sospirò anche  Annabeth sfinita - ora ci tocca decorare.-
E poi sorrise, sorrise così luminosa che a Percy sembrò una bimba piccola.
-Te lo dico, io sono una frana a decorare alberi.-l'avvertì il ragazzo osservando tutte quelle scatole che la sua pazza fidanzata gli aveva fatto tirare fuori.
-Fa niente, facciamo così:  io sono la mente e tu il braccio, vuoi?- propose cercando il suo sguardo.
-Mi sembra un' idea perfetta- concordò lui sorridendole e mostrando una piccola fossetta sulla guancia sinistra.
-Allora a lavoro!-esclamò felice battendo le mani.
-A volte mi chiedo chi sia quello più maturo tra noi due, giuro.-la derise Percy, ricevendo, in cambio, uno scappellotto sulla testa.
-Mio dio Annabeth, mi ha ucciso- piagnucolò lui fintamente mettendo il broncio.
-Idiota, fai il serio o giuro su quel che vuoi che non ti troverai più quella cosa che ne vai tanto fiero!- disse scoppiando a ridere.
Percy rabbrividì al solo pensiero, non era certo bello sentirsi dire quelle cose.
 -Non scherzare su quelle cose Annie, non è bello sentirselo dire- continuò poi -Da dove iniziamo?-
-Iniziamo a montare l'albero, anzi meglio ancora: tu monti  e io inizio ad aprire le scatole e pulire i contenuti- ordinò Annabeth facendo schioccare le dita e andando a prendere un coltellino in cucina.
-E quale sarebbe la scatola dell'albero?-chiese lui guardandosi intorno, sarebbe stata una giornata davvero lunga.
"Manaccia  a me, me ne sarei restato a casa a guardare la partita!" pensò, ma dopo poco realizzò che anche se avesse saputo il motivo di perché Annabeth volesse il suo aiuto, sarebbe corso da lei.
Corso da lei per renderla felice per essere con lei.
Infondo era quello il suo obbiettivo.
-C'è scritto di lato, ogni scatola ha il nome del proprio contenuto- rispose prontamente lei indicando una di esse con una scritta a caratteri cubitali con scritto 'ALBERO DI NATALE'.
Prese il coltello di mano ad Annabeth e l'apri tagliando il cartone.
-Annabeth, lo so che mi prenderai per uno stupido, ma come si monta?- domandò vedendo l'albero che era diviso in mille pezzi.
A casa sua era sua madre che si occupava di queste cose, lui portava insieme a Poul, la roba giù dalla soffitta.
-Quest'albero viene dall'Italia penso, comunque vedi su ogni ramo c'è un bollino?Bene sulla costruzione dell'albero ci sono li stessi bollini che hanno gli stessi colori di quelli su i rami.Non devi far altro che agganciare il ramo alla base seguendo i colori. Semplice no?- spiegò lei sorridendo.
-Mh si, dove lo vuoi  sto albero?- 
-Lì, vicino al balcone- indicò Annbeth il punto esatto dove lo metteva sempre sua madre.
-Si capo!- scherzò Percy facendo il segno militare per poi mettersi a lavoro seguito a ronda da Annabeth che si mise a pulire tutte le decorazioni.
Eh si, quella sarebbe stata la giornata più dura ma indimenticabile di tutti i tempi.


***

 
Qualche ora dopo, Percy e Annabeth ebbero finito.
La casa sembrava essere ritornata come quella di qualche anno fa.
Un grosso albero faceva bella vista vicino alla finestra e decorato di luci e palline rosse e bianche.
Un tappeto rosso,sostituito al solito nero, era ai piedi del divano,mentre sul caminetto c'erano appese calze e appoggiate sul mobile sottostante candele di ogni tipo che illuminavano quella zona.
Tutto era perfetto, come prima.
Perfetto così tanto che quasi Annabeth si commosse.
-Vieni qui- disse Percy notando subito le lacrime che erano pronte a fuoriuscire dagli occhi della ragazza.
Annabeth corse tra le braccia rifugiandosi in un mondo che solo loro avevano creato e ne avevano le chiavi.
-Ti amo, grazie di esserci sempre- sussurrò lei contro la felpa di lui.
-Ma figurati, se no che ci starei a fare io?- sorrise lui baciandole la testa -Vuoi mangiare qualcosa?Stiamo da oggi lavorando e abbiamo bisogno di energie-
-Un caffè andrà benissimo- affermò lei.
Eh no, il caffè Percy non glielo avrebbe fatto bere.
Era stanco di vedere che si nutriva solo di quello e così scartò categoricamente esso.
-Niente caffè, che ne dici di un bel thé con i biscotti?- chiese invece stringendo la mano di 
Annabeth e conducendola in cucina.
-Nono, un caffè va benissimo- ripeté lei avviandosi verso la macchina.
-An, troppo caffè non fa bene!Lo capisci o no?-esclamò Percy afferrandole il polso per fermarla.
-Lo capisco Percy!Lo capisco che mi sto auto-distruggendo e faresti meglio a lasciarmi sola prima che coinvolga pure te! Non voglio che tu ci finisca secco in questa battaglia- urlò guadandolo negli occhi.
-Non ti lascerei mai, lo sai benissimo.Voglio solo che tu stia bene- 
-Non voglio la tua compassione e sei libero di andartene se è questo che vuoi.Non sei costretto a stare con  me, lo sai vero?-disse lei con cattiveria.
E a quel punto Percy non c'è la fece più.
La baciò dolcemente le labbra stringendola a sé  e facendole capire quanto l'amasse.
Le loro lingue giocarono senza fine e Percy l' afferrò facendola sedere sopra alla penisola della e cucina, intrufolandosi tra le sue gambe.
-voglio restare okay? Non voglio più sentirti dire che io me ne debba andare lasciandoti da sola.Perché non lo farò, ne ora ne mai- le mormorò nel suo orecchio.
Annabeth annuì sorridendo e si ricominciarono a baciare con foga.
Affamati l'uno dell'altra.
-Ma che succede qui?-esclamò la voce del signor Chase dietro di loro.
'Mio dio no!' pensò Percy mordendosi il labbro e arrossendo come un pazzo. 


 

Angolo autrice:

Buonsalve gente!
Mi dispiace tanto per il ritardo e per questo capitolo che è così...così scemo ecco.
Non mi piace moolto ( e quando mai ahah) e mi si spezza apparire dopo tanto con capitolo così povero.
Ma anche con questa storia ho avuto qualche blocco e quindi è stata veramente dura farlo partorire  dalla mia mente.
Beh prima di tutto vediamo un Annabeth che cerca di capire quali siano i suoi amici (?)
E un Percy taanto dolce.
Penso che questa storia verso il 22° capitolo finirà, se non meno.
Da quella che era nata una mini fic per tappare il vuoto di We aren't Perfect alla fine si è trasformata in una vera e propria storia con la trama scema ahah.
E appena la finirò piano piano mi rimetterò e l'aggiusterò.
Aggiusterò un po' il testo e la grafica penosa.
Approposito di We aren't perfect: ho deciso che la continuerò ( E adesso direte 'è da sei mesi che lo dice e ancora non leggo un capitol0') ma prima devo finire questa e arrivare almeno a metà di Nascosta dietro una maschera.
La storia interattiva per ora è Kaput, cioé che non ho proprio la testa per continuarla, mi dispiace di aver fallito anche con questa storia.
Ma ho capito che non fa per me.
Non sono portata a gestire troppi personaggi e penso che o la cancellerò o la metterò a tempo indeterminato.
Beh dopo tutte queste ciance, spero che il capitolo vi sia piaciuto!
Ringrazio a tutte quelle persone che non mi hanno mai abbandonato nella mia assenza, e la parola grazie sarebbe anche troppo poca per tutti voi.
Quindi GRAZIE!
e dopo questo,
Baci vostra Ramosa <3



 

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