Lui è il tuo primo amore. Io voglio essere l'ultimo.

di Lunatica_92
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Primo atto ***
Capitolo 3: *** Secondo atto ***
Capitolo 4: *** Epilogo ***
Capitolo 5: *** Capitolo extra ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Lui è il tuo primo amore. Io voglio essere l’ultimo
Posso svelarti un segreto, amica mia?

Se non riguarda la tua vita sessuale, sì. So perfettamente quanto il tuo ragazzo sia abile tra le lenzuola, sul divano e nella doccia. Ha un vero talento, credimi!

Eri soggiogata, e non ricordarmi quel periodo della tua vita. Potrei ucciderti.

Avverto un po’ di gelosia nella tua voce, forse anche ansia. E ti ricordo che la trasformazione ha ripristinato i miei ricordi, quindi so. Inutile fingere che non sia così.

Non sono gelosa, affatto! Temo che tu possa tentare nuovamente di ucciderlo, e mi dispiacerebbe infinitamente, perché lo preferisco decisamente integro. Senza viso graffiato da unghie smaltate di rosso, possibilmente.

Ormai ho dimenticato quel periodo, e siamo quasi amici, quindi non hai nulla da temere.

Bene, perché eri davvero odiosa in quel periodo. Eri una ragazzina sciocca, petulante, viziata e frivola. La perfetta reginetta del liceo. Un’oca bionda, senza un neurone capace di fare la sinapsi.

Ero un po’ patetica, lo so. Avevo una piccola infatuazione per Matt, un rapporto disastroso con mia madre e pensavo che nessuno potesse eguagliare la mia bellezza. Credevo di essere la migliore, ma neanche tu eri meno odiosa di me, credimi.

Avevi una piccola infatuazione per il mio ex-ragazzo! Ed eri estremamente perfida, o hai dimenticato la povera Milena? Quella ragazzina voleva che i suoi capelli fossero biondi come i tuoi, invece si è ritrovata con una tonalità di biondo tendente all’arancio. Mi chiedo chi abbia modificato la sua tinta, carina.

E io mi domando chi abbia ridacchiato con me, quando lei ha capito quanto fosse pessimo il colore dei suoi capelli. In quella circostanza sei stata una vera canaglia, stronzetta! Ed eri una ragazzina amorevole, comprensiva, caritatevole e terribilmente buonista. Così detestabile!

Lo so, sì. Pensavo che Stefan fosse il ragazzo della mia vita, colui che non avrei esitato a sposare e a seguire in giro per il mondo. Dopo la mia prima volta disastrosa con Matt, credevo che il sesso con Stefan fosse il migliore del mondo. Quanto sbagliavo.

Sbagliavi, sì! Ancora non avevi incontrato Damon Salvatore, stronzetta! E io pensavo che il sesso con Matt fosse il più umiliante del mondo, ma ancora non sapevo quanto quello con il tuo ragazzo potesse superarlo. Che bruttissimi ricordi!

Matt non era così impacciato tra le lenzuola. Magari non aveva molta esperienza, in fondo era un ragazzino, però sapeva dove toccare. Qualche volta ho raggiunto anch’io l’orgasmo.

Io non sono mai riuscita a raggiungere l’orgasmo con lui, invece. Era proprio negato, ma penso che ora sia migliorato. Altrimenti non capisco come quella bionda ossigenata possa tenere tanto alla sua presenza, cercarlo e desiderarlo sempre nella sua stanza. Non comprendo.

La nostra originale è innamorata di Matt, e suppongo che gli abbia insegnato come portare una donna all’orgasmo. Lo spero per lei, al di là di tutto.

Lo spero anch’io per lei, sì. Non raggiungere l’orgasmo è troppo frustante, stronzetta. E comunque ritorniamo al sesso con Stefan Salvatore, che pensavi fosse il migliore del mondo!

Pensavo che Stefan fosse il ragazzo migliore del mondo, perché di lui mi affascinava tutto. Era intelligente, comprensivo e terribilmente bello. Desideravo ardentemente costruire una famiglia con lui, prima che incontrassi Damon Salvatore e le mie certezze crollassero. Damon è riuscito a rivoluzionare la mia vita, senza che io potessi impedirglielo. Sono diventata una donna vera con lui, ho dimenticato la mia prima volta con Matt e qualsiasi volta con suo fratello. Ho capito che il sesso è meraviglioso, quando vi è un amore sincero tra i due amanti. E alla fine sono riuscita anche a confessarlo a Damon.

L’hai fatto penare come un cane, mia cara. E se Damon non ti avesse amato terribilmente, o non fosse stato troppo occupato con le varie minacce soprannaturali, non avrebbe esitato a spezzarti l’osso del collo. O a tagliarti la gola in due.

Damon non avrebbe mai potuto arrecarmi alcun danno, neanche se non avessi ricambiato i suoi sentimenti. Perché il suo era un amore sincero, al di là di cosa io pensassi o meno di lui. E ti ricordo che il mio ragazzo non è un licantropo, e quindi ora ritorniamo alle tue esperienze amorose. Tolta la tua prima volta con Matt, le varie volte con Damon, concentriamoci sulle quasi infinite volte con Tyler.

Chi ti dice che Matt sia stato il mio primo ragazzo? Non mi sembra di aver mai ammesso una cosa del genere, anzi! Sai quanto adorassi flirtare con i nostri compagni di liceo, sfarfallare le ciglia e vedere quanti uomini cadessero ai miei piedi. Anche quelli sposati.

So benissimo quanto sembrassi una ragazza facile, carina. Illudevi i tuoi corteggiatori con una notte di sesso selvaggio, e quando loro osavano sfiorarti, scuotevi le spalle e scappavi via. La promettevi a tutti, ma non la davi a nessuno. Quasi a nessuno. So che per la prima volta l’hai data a Matt, non negarlo.

Come potrei negarlo, stronzetta? Mi conosci così bene. La mia prima volta è stata con Matt, lo ammetto. E la seconda volta con Damon Salvatore, ammetto anche questo.

A me interessa la terza volta, cara mia. Mi interessano le varie volte con Tyler, con colui che è stato il tuo primo e vero amore. Sono tutta orecchie, forza.

Con Tyler il sesso era magnifico, perché quel ragazzo aveva un vero e proprio talento. E penso che tale talento lo abbia ancora, nonostante siano mesi che io e lui non scopiamo. Non che abbia intenzione di scopare nuovamente con lui, non potrei mai, però mi piacerebbe sapere se il suo talento è restato immutato. Proverò a chiedere a qualcuna delle sue amichette, magari potrei fare un sondaggio, cosa ne pensi?

Sarebbe un’idea squisitamente originale, degna della reginetta del ballo. Sicuramente io appoggerei totalmente la tua brillantissima iniziativa, sì. Se il sesso con Tyler era tanto magnifico, e tu lo amavi, perché è finita?

Potrei farti la stessa domanda, mia cara. Se pensavi che il sesso con Stefan fosse il migliore del mondo, e lo amavi infinitamente, perché hai lasciato che Damon Salvatore minasse tutte le tue certezze? Per quale motivo non gli hai impedito di far germogliare in te il seme del dubbio?

Damon era libero come il vento, e rappresentava un qualcosa che non avevo, perché desideravo terribilmente essere libera come lui. Volevo non sentire più dolore per la morte dei miei genitori, non dover più preoccuparmi per mio fratello e non continuare a intristire mia zia. Desideravo una valvola di sfogo, che mi permettesse di dimenticare le mie preoccupazioni e mi rendesse una ragazza normalissima. Quella valvola di sfogo è stata Damon, che è entrato come un uragano nella mia vita e l’ha completamente rivoluzionata. Non credere che non mi sia dispiaciuto lasciare Stefan, o che sia stato semplice cessare di amarlo, ma non potevo fare altrimenti. E grazie alla consapevolezza di non poter fare altrimenti, sono riuscita a perdonare Damon per i suoi errori.

Tyler non rappresentava più nulla per me, nonostante continuassi ad amarlo. Può sembrare strano, però non so spiegartelo in altro modo. Continuava ad essere il mio primo amore, ma avvertivo quanto il nostro rapporto non mi soddisfacesse più. E logicamente non soddisfaceva più neanche lui, perché io non ero capace di dargli il massimo. Con lui non ero più al cento per cento, e nonostante provassi ad esserlo, capivo quanto non potessi ritornare ad esserlo. Era diventata una sterile farsa la nostra relazione. E non nego che la colpa non sia stata anche di qualcun altro, perché un certo originale di nostra conoscenza ha contribuito egregiamente, però…

Sei stata tua a permettergli di contribuire, cara amica mia. Ormai sapevi quanto il tuo rapporto con Tyler fosse giunto al termine, e forse sarebbe durato ancora qualche tempo, se il certo originale di nostra conoscenza non avesse contribuito. Diciamo che ha accelerato i tempi, come a suo tempo Damon accelerò i tempi nella rottura tra me e Stefan.

Diciamo che non è possibile fare proprio un paragone, perché tu sei stata indecisa tra i due, mentre io non lo sono stata. La mia relazione con Tyler è terminata, e non potrei avere mai una relazione con Klaus, perché sarebbe troppo complicato. Vi sarebbero mille complicazioni.

A suo tempo vi sono state mille complicazioni tra me e Damon, eppure noi siamo qui. Abbiamo resistito, lottato e imparato a comprenderci vicendevolmente. A volte litighiamo per una sciocchezza, alcune volte minaccio di lasciarlo, altre teme che io possa ritornare da Stefan, ma mai una volta dubitiamo veramente di noi. Abbiamo la certezza di essere le due metà della stessa mela, e nonostante mi dispiaccia per Stefan, non posso non gioirne. Con Damon è bellissimo. Tutto è bellissimo.

Per questo motivo ho perdonato Damon, e ho accettato la sua amicizia, perché ho visto quanto lui sia capace di renderti una donna felice. Tu meriti di esserlo, perché sei la mia migliore amica e in quanto tale meriti solo il meglio. E per quanto mi dispiaccia dirlo, Damon Salvatore è il tuo meglio. Con Klaus la situazione è diversa. E’ un originale, che ha ucciso milioni di persone e decimato eserciti interi. Non immagino quante persone abbia ucciso in più di mille anni di vita, e come se non fosse stato sufficiente, ha egregiamente rovinato le nostre vite. Non occorre ricordarti quante morti abbia causato a Mystic Falls, quanto sia stato malevole con te e come abbia tentato più di una volta di ucciderti. Non potrei mai amare una persona del genere, Elena.

Non nego che sia un autentico bastardo, però tutte le sue azioni hanno delle valide spiegazioni. Non che io voglia giustificarlo, ma non vedo il motivo per cui non possa tentare di comprenderlo, quindi analizziamo un po’ le cose. Ha cercato varie volte di uccidermi, ma solo per tentare di spezzare la sua maledizione, e se non fosse stato attaccato, dubito che avrebbe attentato alla vita dei cittadini di Mystic Falls. Ha commesso azioni riprovevoli, ha ucciso tantissimi nostri conoscenti, ma non sempre volontariamente e direttamente. Molte persone a noi care sono morte come effetto collaterale, e nonostante avesse la possibilità di eliminarci, non l’hai mai fatto. E certamente il suo modo di interagire con i fratelli è disastroso, ma considerando il come sia stato educato, possiamo realmente giudicarlo? Direi di no, io! E infine vogliamo parlare di come abbia cercato di aiutarci, di quanto non abbia esitato a salvare la tua vita o quella di Damon? Ho un debito enorme verso i suoi confronti, Caroline!

Non sapevo che fossi una sua fan, Dio! Vi è qualcosa che vorresti dirmi? Non mi scandalizzerei eccessivamente, se confessassi di amarlo. In fondo sei così identica a Tatia, alla prima donna che abbia realmente amato, che potrebbe anche corrispondere i tuoi sentimenti. Non vi sarebbe nulla di strano, se facesse di te la sua compagna. Tra qualche secolo potrei anche accettarlo, e presenziare a uno dei vostri matrimoni, magari.

Chi è ora quella gelosa, carina? Lungi da me essere una fan di Klaus, come lungi da te essere una fan di Damon, ma sappiamo tutti quale sia la realtà. Che poi delle persone vogliono vedere solo il lato negativo – come fa Bonnie, per semplice partito preso! - , è un altro discorso e sarebbe anche abbastanza ipocrita, non trovi? Klaus ha commesso i suoi errori, come li abbiamo commessi tutti noi, e avendo vissuto qualche secolo più di noi, ne ha commessi maggiormente, però cosa cambia? Secondo me, non cambia nulla. Tutti noi vampiri abbiamo ucciso, torturato e goduto delle disgrazie altrui. Sarebbe ipocrita, negarlo.

Da quanto sei tanto realisticamente sincera, stronzetta? Un tempo pensavi che spettasse al principe salvare la principessa, che il mondo fosse un luogo fatato e che non vi fosse miglior cosa della rettitudine. Ora mi fai un discorso del genere, mi rendi estremamente fiera di te e io cosa dovrei risponderti? Mi lasciai senza parole.

Adoro zittirti, carina. E comunque ricordi il motivo per cui abbiamo iniziato questo discorso?

Certo che lo ricordo, stronzetta! Volevi svelarmi un segreto. E mi sembra che tu non me lo abbia ancora svelato!

Provvedo subito, cara amica mia. Supponevo che Matt fosse il ragazzo della mia vita, poi ho pensato che lo fosse Stefan e infine ho realizzato quanto Damon fosse la mia metà. Sono diventata una donna, ho compreso quanto il mondo sia un luogo orrendo e capito come il principe azzurro non sia sempre il buono della situazione.
Cosa vuoi dire, Elena? Non riesco più a seguirti.

Al di là del fatto che Matt sia un nostro amico, dobbiamo riconoscere che è stato un po’ bastardo con noi. Le nostre prime volte le abbiamo avute con lui, che non è stato molto delicato o generoso. Il sesso con lui è sempre stato disastroso, e quasi mai siamo riuscite a raggiungere l’orgasmo. Con me non è stato un fidanzato modello, perché segretamente gongolava delle tue attenzioni e un po’ le alimentava. Eppure apparentemente sembrava un ragazzo perfetto. Pensavamo che Stefan e Tyler fossero i nostri grandi amori, abbiamo sacrificato tanto per loro, eppure cosa abbiamo ottenuto? Nulla, perché le nostre relazioni con loro sono terminate. Certo siamo state noi a lasciarli, però anche loro hanno contribuito, perché sono stati incapaci di riconquistarci e di darci quello che desideravamo. Sembravano due ragazzi perfetti, ma non lo erano minimamente. Stefan non è un santo, ha un passato discutibile e per un certo periodo ha spento le sue emozioni. Anche lui ha ucciso delle persone per cibarsi, perché è un vampiro ed è nella sua natura. Questa è una legge naturale. E vogliamo forse parlare di Tyler, che non mi risulta non abbia fatto errori, asservimento o meno. Poi vi sono Damon e Klaus, che sembrano i ragazzi più malvagi di questo mondo, eppure non lo sono. Damon non lo è, come Klaus non lo è.

Okay, Elena. E quindi cosa vuoi dirmi realmente? Perché continuo a non seguirti, credimi.

Voglio dirti che la vita è una sola, e nonostante siamo immortali, non è detto che possiamo vivere fine alla fine del mondo. Qualche nemico potrebbe sempre ucciderci, potremmo lasciare questo mondo e capire di non avere vissuto realmente. Finché vivo, voglio farlo secondo le mie regole e prendere autonomamente le mie decisioni. Pretendo di non negarmi nulla, solo perché qualcuno potrebbe criticarmi o non capire il motivo di una mia decisione. E seguendo tale ragionamento, comprendo quanto non sia corretto lasciarsi influenzare e condizionare. Sulla carta il ragazzo migliore per me sarebbe stato Stefan, forse Bonnie continua a pensarlo, ma per me il ragazzo migliore è Damon. E’ con lui che voglio vivere la mia eternità, dormire, mangiare, viaggiare e fare sesso. E’ la metà del mio cuore, colui che mi conosce e sa di cosa necessito o meno. E’ il mio principe azzurro, nonostante apparentemente non abbia nulla del convenzionale eroe fiabesco. Eppure sappiamo quanto sia un eroe, so quanto sia un eroe. So come sia il mio eroe, io!

Seguendo questo tuo ragionamento contorto, cosa dovrei dedurre? Cosa dovrei ammettere? Che anch’io pensavo che Tyler fosse il mio principe azzurro, eppure non lo è stato, perché con lui ho capito di non essere me stessa? Perché a me piace la mia natura, mi piace essere una vampira e non vorrei mai più ritornare umana? Perché odio profondamente il mio periodo umano, siccome ero una sciocca e sembrava che ogni persona potesse approfittarsi della mia umanità? Perché la sola idea che un altro Damon possa asservirmi a sé mi disgusta così tanto, che non esiterei a uccidermi, se accidentalmente dovessi ritornare umana? Che l’unica persona capace di comprendere questo sia quella che ho maggiormente odiato, che ha reso le nostre vite un disastro e più di una volta mi ha dimostrato quanto tenesse realmente a me? Che sarebbe disposto a tutto, pur di rendermi felice? Che a questo mondo non vi sia una persona migliore di Klaus per me? Dovrei dedurre questo, Elena?

Non avrei saputo dirlo in un modo migliore, Caroline. Precisamente queste cose dovresti dedurre, anzi devi dedurre, perché sai benissimo quanto siano vere. Non pensare che qualcuno di noi potrebbe criticarti per una tua qualsiasi decisione, perché tu sei nostra amica e non potremmo mai ostacolarti. Dimostra cosa significa essere una vampira, e soprattutto dimostra cosa significa essere Caroline Forbes. Vai e colpisci, cara amica mia.

Perché questo discorso, amica mia? Perché proprio ora, Elena?

Siamo sedute davanti al camino di casa Salvatore, i due fratelli non vi sono, e quindi quale luogo migliore per un discorso tra amiche? Era il momento che qualcuno ti parlasse con franchezza, siccome avevi troppa paura per fare un’autocritica. Meriti di essere felice, come e forse più di me. Perché io non sono l’unica ad aver sofferto nella vita, checché gli altri ne dicano. So benissimo quanto anche tu abbia sofferto, Caroline. Meriti il tuo principe azzurro, e volendo essere sinceri, non pensi che sia conveniente avere un alleato come Klaus? Dubito che riusciresti ad allontanarlo da te, se sfarfallassi un po’ le ciglia e gli dicessi di amarlo. Probabilmente ti infilerebbe un solitario all’anulare sinistro, ti porterebbe nella prima chiesa sconsacrata e poi ti farebbe sua contro la prima superficie. Sicuramente, conoscendo il tipo.

Questo è il discorso più sconclusionato che abbia mai udito, però ammetto che è totalmente vero e soprattutto sincero. So benissimo quanto tu tenga a me, quindi ti ringrazio e prometto di pensarvi. Forse è davvero giunto il momento per me di essere felice, in fondo sono mesi che non faccio sesso e non mi dispiacerebbe capire se le colonne di casa Klaus siano davvero così solide.

Oh, finalmente! E’così che si parla, carina! Voglio essere la testimone.

Ovviamente, stronzetta. Perché dubito che Bonnie accetterebbe mai di presenziare a una simile cerimonia.
Verrebbe solo per maledire lo sposo, probabilmente. E comunque la prima a sposarsi debbo essere io, cara la mia reginetta di Mystic Falls.

E per quale ragione dovresti essere tu la prima a sposarti, cara faccia angelica?

Perché sono stata io la prima a fare sesso con Matt, e forse questa storia non sarebbe neanche iniziata, se non avessi avuto la mia prima volta con lui.

Pensi che il destino sia stato tanto machiavellico?

Assolutamente, sì. Non dimentichiamo che qui il destino si chiama Klaus, carina.

Come dimenticarlo, stronzetta. Mi serve solo un pretesto per andare da Klaus, dunque.

Non devi aspettare tanto, perché questa sera potresti avere un ottimo pretesto per andare da lui.

Inizio nuovamente a non seguirti, Elena.

Sembra che questa sera Rebekah abbia intenzione di organizzare un ennesimo ricevimento in casa di Klaus, perché si annoia terribilmente e poi vuole cercare nuovamente di conquistare Matt. Vorrebbe che il nostro amico la invitasse a ballare, magari davanti ai suoi fratelli, così che anche loro capissero quanto lo ami.

Da quando sembra che quella bionda ossigenata voglia organizzare un ricevimento? E’ ovvio che l’abbia organizzato, che abbia già provveduto a invitarci e che tu abbia anche confermato l’invito. Correggimi, se sbaglio.

Non sbagli minimamente, Caroline. Diciamo che hai quasi due ore per decidere quale vestito indossare, come acconciare i capelli e per far capire a Mystic Falls quanto non vi sia nessuno che possa competere con te.

Effettivamente non vi è nessuno che possa competere con me, neanche tu, stronzetta.

Ho accettato da tempo la cosa, carina. E prima che questo discorso possa diventare ancora più sconclusionato, o che una di noi possa iniziare a piangere, direi di interromperlo qui. Concordi?

Assolutamente, sì. Mi permetterai di acconciarti i capelli, ovviamente.

Certo, Caroline. Ma che non sia una pettinatura troppo complicata, o che richieda un numero esagerato di forcine, okay?

Tema del ballo, Elena?

Fine ottocento, Caroline.

Allora temo proprio che tu debba rassegnarti a un numero sproporzionato di forcine, perché non ho intenzione di farti uscire da questa casa pettinata come una popolana, d’accordo?

Ovvio che non sono d’accordo, ma serve a qualcosa non esserlo?

No, direi di no. Andiamo nella tua stanza, Elena.

Subito, Caroline.

 

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Capitolo 2
*** Primo atto ***


E’ una verità universalmente riconosciuta, che la sfiga colpisce sempre lo sfigato. Perché il Karma è sadico, o semplicemente terribilmente paziente.

Caroline era lì, al cento del salone e avvertiva un certo timore. Era un po’ irrequieta, temeva che potesse accadere qualcosa di spiacevole, e soprattutto non comprendeva dove fosse andata la sua migliore amica. Elena sembrava scomparsa nel nulla, e se non fosse stata per la tranquillità di Damon Salvatore, sarebbe sgattaiolata a cercarla. Damon era poggiato con la schiena contro una delle colonne dell’abitazione, teneva una coppa di champagne nella mano destra e parlottava con Bonnie. Ignorava quali argomenti di conversazione i due potessero avere in comune, perché sapeva quanto la sua amica non apprezzasse il vampiro, o quanto lui amasse beffarsi di lei, quindi non capiva il motivo per cui continuassero a parlottare. Che fossero impegnati a tramare qualcosa, magari alle sue spalle? Poco lontano dai due vi era Stefan Salvatore, che ascoltava attentamente Jeremy e annuiva lentamente. Cosa i due dicessero, era un altro mistero per lei, perché sembrava che quella sera fosse incapace di ascoltare le conversazioni altrui. Semplicemente le sue orecchie si rifiutavano di ascoltare parole futili, perché attendevano di captare i passi della persona per cui aveva accettato di partecipare a quel ricevimento, che sembrava essere terribilmente in ritardo. Strano, perché di solito lui era puntualissimo.

In un angolo del salone vi erano quattro musicisti, che impugnavano quattro archetti e attendevano di poter iniziare la loro esibizione. Oltre a loro, vi erano un altro paio di musicisti, che sembravano un po’ più reticenti. Forse era la prima volta che suonavano a un ballo in maschera, magari erano un po’ insicuri e temevano di poter deludere gli invitati. Non che la maggior parte degli invitati conoscesse la musica classica, o ne comprendesse il significato, quindi sicuramente i musicisti non avrebbero rischiato di deludere nessuno. Al massimo avrebbero addormentato una buona percentuale di invitati, che sembravano preferire una coppa di champagne a qualsiasi cosa di vagamente artistico. Alquanto superficiali, pensò Caroline.

 In un altro angolo ancora della sala vi era un tavolo enorme, pieno di deliziosi piatti e bottiglie di champagne. Vi erano anche dei calici pieni di un liquido rosso, leggermente denso e dall’odore ferroso. Caroline represse un sospiro di sorpresa, quando notò quanti calici di sangue vi fossero, che sarebbero stati sufficienti per un esercito di vampiri. Lentamente la giovane iniziò ad udire nuovamente il chiacchiericcio degli invitati, il battito del cuore dei suoi amici, e quando notò la sua migliore amica nella folla, lasciò che le sue labbra si inclinassero in un sorrisino e non esitò a raggiungerla. Cercò di raggiungerla, perché improvvisamente qualcosa decise di intrattenerla al centro della sala e di impedirle di dirigersi da Elena.

Caroline indispettita si voltò, e notando chi fosse il suo intrattenitore, incarnò un sopracciglio e attese che il ragazzo dicesse qualcosa. Tyler era bellissimo, aveva i capelli nerissimi un po’ lunghetti e le iridi sembravano divorarla. Indossava un abito elegantissimo, aveva le labbra inclinate in un sorrisino machiavellico e la giovane non riuscì a impedire alle sue gote di screziarsi di rosso. Tyler riusciva sempre ad agitarla un po’, nonostante di cose tra loro fossero accadute. Per un attimo Caroline comprese il motivo per cui la sua migliore amica fosse stata indecisa tra i due fratelli Salvatore, perché pensasse che fosse quasi impossibile decidere tra i due e quanto dovesse esserle costata la sua scelta. Per un attimo solo Caroline capì la sua amica, poi scosse il viso e ricordò esattamente il motivo per cui avesse lasciato il ragazzo. La relazione con Tyler non riusciva più a soddisfarla, quasi le impediva di respirare ed essere se stessa. Non che fosse stato semplice lasciare il giovane, però lei non rimpiangeva minimamente la sua decisione. Non riusciva a rimpiangerla, quando attendeva con impazienza che il padrone di casa li raggiungesse. La raggiungesse.

Lei non aveva scelto tra due uomini, ma aveva solo compreso cosa fosse capace di renderla felice e cosa non lo fosse. Sapeva quanto Tyler non avrebbe più potuto renderla felice, quando l’aveva lasciato mesi prima,  quindi aveva scelto di ritornare ad essere felice e di ricostruirsi una vita. Si può dire che avesse fatto la miglior scelta, scegliendo se stessa e la propria felicità. Ora Tyler era lì, al centro del salone barocco della casa del vampiro più misterioso del mondo e lei non sapeva cosa dirgli. Incredibile che non sapesse cosa dirgli, quando avevano condiviso davvero tanto insieme, e quindi esordì con una domanda propria sciocca, forse con la più sciocca e pericolosa che potesse fargli.

-Cosa fai qui, Tyler? Pensavo che fossi in giro per il mondo, a caccia di problemi.-

-Felice di sapere quanto la mia presenza ti dispiaccia, Caroline. E non ero a caccia di problemi, casomai ero a caccia di soluzioni.-

-Non mi dispiace la tua presenza, anzi mi fa piacere rivederti e sapere che stai bene. Sono felice per te, Tyler.-

-Davvero pensi che stia bene, Caroline? Pensi che in questi mesi non ti abbia mai sognato, desiderato o che non sia mai stato tentato di cercarti? Ho accettato che tu ponessi termine alla nostra relazione, ma non ho mai cessato di sognarti. E non penso che cesserò mai.-

-Dovrai solo incontrare un’altra ragazza, che sia capace di amarti e rispettarti. Incontrerai sicuramente un’altra persona, perché sei un ragazzo bellissimo e intelligentissimo. E poi meriti di essere felice.-

-A me non interessa incontrare un’altra ragazza, perché a me interessi tu. E solo vicino a te potrei essere felice, siccome sei l’unica donna che desidero. Continuo ad amarti, Caroline.-

-Non pensare che sia stato facile lasciarti, Tyler. E’ stato difficile porre fine alla nostra relazione, e nonostante ciò, non mi pento minimamente. Non avrebbe avuto senso continuare a fingere di amarci, illuderci che nulla fosse cambiato tra noi, quando tutto era cambiato.

-Per te forse era cambiato tutto, ma non per me. Io ero felice vicino a te. Ma evidentemente tu non lo eri, perché desideravi un altro uomo accanto a te e ora mi chiedo dove sia il tuo nuovo ragazzo. Perché non sia qui a ringhiarmi contro. Forse ti ha già sostituito con un’altra? Non mi risulta che gli originali abbiano anche un cuore, oltre a una buona percentuale di crimini sulla coscienza. Sono solo delle bestie.-

-E si dà il caso che tu sia in casa di uno degli originali, che abbia accettato l’invito di una delle bestie, e quindi mi chiedo perché tu sia qui, se detesti tanto i proprietari di questa casa. Trovo che sia un comportamento abbastanza ipocrita, Tyler. E per quanto riguarda le tue farneticazioni, non comprendo di cosa parli. Non ho alcun ragazzo, amante, compagno o promesso sposo. Non ti ho lasciato per un altro, ma perché ho capito quanto la nostra relazione non mi soddisfacesse più. Io non riuscivo a dare il cento per cento, perché non desideravo più darlo a te, e così facendo, ti rendevo profondamente infelice. E odiavo ferirti, perché continuavo a volerti profondamente bene. –

-Ovvio quanto non desiderassi più dare il cento per cento a me, il tuo corpo a me e il tuo cuore a me. Desideravi dare queste cose a un altro, a colui che è riuscito a distruggere la mia vita e a privarmi di qualsiasi cosa. Al più spietato dei mostri, alla bestia per eccellenza. A Klaus, Caroline.-

-Se anche fosse, non ti riguarderebbe minimamente. Quelle cose desideravo darle principalmente a me stessa, perché sono io la padrona del mio destino, solo io posso decidere cosa sia giusto e cosa non lo sia. E poi cosa faccio o cosa non faccio, non ti riguarda. Sei stato il mio primo amore, Tyler. Non rovinare il bellissimo ricordo che ho di te, non farlo.-

-Provo ad indovinare chi sarà il tuo prossimo amore, Caroline? Sei molto generosa con le persone, bella principessina.-

-Cosa intendi dire, Tyler?-

-Che ognuno dei tuoi uomini è stato qualcosa per te, Caroline. Matt è stato il primo a cui l’hai data, io sono stato il primo a cui hai dato il tuo cuore, e togliendo Damon a cui non capisco cosa tu abbia dato, non comprendo cosa ancora tu possa dare al tuo prossimo amore. Cosa darai a Klaus, se non hai più verginità e cuore da dispensare?-

-Cosa stai dicendo, Tyler? Di cosa precisamente pensi di potermi accusare? Non è un crimine avere altre relazioni, perché non penso che tu non abbia avuto altre ragazze, quindi qual è la tua accusa? Non ti è mai interessato delle mie precedenti relazioni, quindi cosa vuoi ora?-

-Voglio solo capire, Caroline. Voglio capire cosa hai dato agli altri uomini che hai avuto, perché non penso che tu abbia avuto solo noi tre, in fondo eri troppo brava tra le lenzuola, e poi voglio sapere cosa darai a Klaus? Perché il signore dei mostri pretenderà qualcosa da te, e non avendo più nulla, non capisco cosa potrai offrirgli. Le teste dei tuoi amici potrebbero essere sufficienti, immagino.-

-Sei un mostro, Tyler. Come puoi solo insinuare che io possa vendere i miei amici, barattare le loro vite con qualsiasi altra cosa? Pensi che io sia un mostro? Mi dispiace deluderti, ma l’unico mostro sei tu. E ti ricordo che loro sono anche  tuoi amici, che noi siamo tuoi amici, Tyler. E come osi accusarmi di qualcosa? Quali altri uomini avrei avuto? E se pure li avessi avuti, a te cosa interesserebbe? Non ti permetto di offendermi, non l’ho mai permesso a nessuno e certamente non ho intenzione di iniziare a permetterlo a te.

-A Damon l’hai permesso, però. Per mesi ha abusato di te, ha bevuto il tuo sangue e ti ha reso sua schiava. Eri una schiava pronta a soddisfare i suoi capricci, una marionetta nella sue mani, non dimenticarlo.-

-Ero consenziente, quando facevamo sesso o beveva il mio sangue. Che fosse costretto a soggiogarmi, affinché non raccontassi dell’esistenza dei vampiri, o che mi usasse come marionetta, è un altro discorso. E’ un discorso tra me e Damon, che ho chiarito con lui. A te non interessa, Tyler.-

-Come l’hai chiarito? Andandoci nuovamente a letto? Elena sa di questo? Penso che potrebbe darle un po’ fastidio.-

-Prendendolo a calci nel sedere, quando la trasformazione ha ripristinato i miei ricordi.  Gli ho graffiato anche il viso, non per aver fatto sesso con me, ma per avermi soggiogata. Perché non mi è dispiaciuto affatto fare sesso con lui, si può dire che sia stato quasi il miglior sesso della mia vita, Tyler. E cosa Elena sappia o non sappia puoi domandarlo a lei, ammesso che tu abbia le palle. Perché lei o Damon potrebbero anche non essere diplomatici come me, Tyler.-

-Sai benissimo se ho o meno le palle, visto che ti è piaciuto toccarle. Insieme abbiamo fatto del sesso magnifico, e potremmo tranquillamente ritornare a farlo, se volessi. Potrei averti come amante, visto che ti rifiuti di ritornare ad essere la mia ragazza.-

-Preferirei morire, più tosto che ritornare ad avere qualsiasi cosa con te. Questa volta mi hai proprio delusa, Tyler.-

Lentamente gli orchestranti avevano iniziato a suonare, una dolce melodia accompagnava la conversazione degli ospiti e quasi nessuno prestava attenzione alla conversazione dei due giovani. Caroline avrebbe voluto gridare, schiaffeggiare il viso del suo interlocutore, ma temendo di attirare su di sé lo sguardo dei suoi amici, evitava di fare una qualsiasi delle due cose. Avrebbe irrimediabilmente rovinato il ricevimento alla padrona di casa, che probabilmente avrebbe promesso a se stessa di odiarla per sempre, se avesse dato scandolo e spettacolo di sé. Non poteva correre tale rischio, non ora che aveva capito quanto il padrone di casa fosse importante per lei.

Fieramente Caroline sosteneva lo sguardo ironico di Tyler, replicava alle sue insinuazioni malevoli, e non notava quanto una persona sembrasse particolarmente interessata alla conversazione. In un ennesimo angolino del salone vi era un giovane affascinante, vestito in modo impeccabile, impegnato a gustare un calice di sangue e ad origliare la conversazione dei due giovani. Ascoltava divertito le repliche di Caroline, indispettito le insinuazioni di Tyler e attendeva impaziente che il proprietario della magnifica residenza li raggiungesse. Probabilmente Tyler non sarebbe sopravvissuto a quella serata, se Klaus avesse ascoltato un decimo di quel dialogo, perché era evidente quanto il signore dei mostri tenesse alla giovane vampira. Quasi sicuramente il giorno seguente avrebbero gustato spezzatino di ibrido, se Klaus fosse stato tanto magnanimo da non dare il ridicolo Tyler in pasto ai suoi mastini. E considerando quanto il padrone di casa non avesse approvato quel ricevimento, vi era un’altissima percentuale che l’indesiderato ospite sarebbe diventato la cena dei suoi cani. Tale cosa rappresentava una certezza per Elijah.

La bellissima Rebekah sorrideva timidamente a Matt, che pazientemente ascoltava il racconto del suo ultimo viaggio e sembrava disposto a concederle un ballo. Non gli sarebbe dispiaciuto stringere a sé la bellissima vampira, inspirare la sua fragranza e magari chiederle cosa trovasse di tanto speciale in lui. Perché era chiarissimo quanto la padrona di casa tenesse a Matt, sicuramente era chiarissimo a Damon, che non perdeva occasione per sorridergli ironicamente, incoraggiare il giovane a fare qualcosa di più concreto e a concederle una notte di sesso indimenticabile.

Damon Salvatore ignorava quanto il suo incoraggiamento non servisse, siccome Matt sembrava alquanto propenso a trascorrere la notte con Rebekah, ammesso che i suoi fratelli fossero stati tanto clementi da ignorare la sua presenza nella loro dimora. Sapeva quanto Klaus non fosse accondiscendente con i corteggiatori della sorella, neanche quanto la bellissima giovane li amava totalmente e incondizionatamente. Era molto territoriale il signore dei mostri, soprattutto con sua sorella e con l’unica donna che fosse riuscita a conquistare il suo cuore. Con la bellissima Caroline, sì.

Al centro del salone i due giovani continuavano la diatriba, e nonostante Caroline desiderasse ardentemente terminarla, era decisa a non concedere a Tyler di umiliarla ulteriormente. Improvvisamente il giovane avvicinò le labbra al suo orecchio, mordicchiò il lobo e vi sussurrò dentro un qualcosa di terribilmente osceno. E se la giovane non fosse stata totalmente disgustata dalla sua presenza, probabilmente si sarebbe anche bagnata.

-In questi mesi ti ho sognato, in posizioni diverse e distesa su ogni superficie disponibile. Ho sognato le mie mani sul tuo corpo, le tue labbra dischiuse e i tuoi capezzoli turgidi. La tua bocca vicino al mio pene, le tue dita sui miei testicoli e le mie dita dentro la tua vagina. Ho sognato il tuo liquido vaginale, il mio pene eretto e i tuoi gemiti lussuriosi. Ricordi quanto fossi brava a leccare, mordere e succhiare il mio cazzo? A me piaceva tantissimo. E ricordi anche quanto fossi bravo io a leccare, mordere e succhiare il tuo clitoride? Era una goduria penetrarti, sentirti gemere e vedere quanto riuscissi ad eccitarti. Dipendevi dal mio cazzo, Caroline. Scopavamo in ogni angolo delle nostre case, e pur temendo che qualcuno ci interrompesse, non chiudevamo mai le porte. Ti eccitava la possibilità che qualcuno potesse vederci, ascoltarci e interromperci. E poi ricordi quanto amassi fare sesso di fronte allo specchio? Io lo ricordo perfettamente, sì. Eri così sensuale, selvaggia, libera e io impazzivo per te. Non ti piacerebbe ritornare a scopare di fronte allo specchio, sul letto, nella doccia o sul pavimento? A me piacerebbe infinitamente, sì. -

-Sei riuscito a rovinare lo splendido ricordo della nostra relazione, Tyler. Sono così nauseata che non ho neanche il coraggio di ricordare quanto mi piacessero le tue carezze, i tuoi baci e i tuoi sussurri. E mi sento così sporca, perché sembra che quello che abbiamo condiviso sia mostruoso. Cosa abbiamo fatto di tanto mostruoso, Tyler? Nulla, perché ci siamo solo amati, eppure sembra che abbiamo commesso il crimine peggiore del mondo. Lascia il mio braccio, allontanati da me e non cercarmi più. Mi rifiuto di averti anche come amico, Tyler. Sei un mostro e hai bisogno di cure. -

-Sarei io il mostro, Caroline? Non ti rendi conto di quanto Klaus ti abbia cambiato? Io mi rendo perfettamente conto, sì. Tempo fa hai brindato per la sua presunta morte, mentre ora sei  diventata la sua miglior sostenitrice. Lo difendi, appoggi e ami. E mi chiedo come tu possa amarlo, Caroline? Non ricordi quanto male abbia fatto a noi, ai nostri amici e alla nostra relazione? E’ per colpa sua, se tra noi è finita. E sei solo una sciocca, se non riesci a capirlo.-

-Non è per colpa sua, se tra noi è finita. E lo sciocco sei tu, se non riesci a comprendere il motivo per cui io abbia troncato la nostra relazione. Ti ricordo che sei in casa sua, circondato dai suoi fratelli e da un numero spropositato di vampiri e licantropi. Qualcuno potrebbe riferirgli le tue parole, lui non esiterebbe a punirti e io non farei nulla per difenderti. Hai infangato il ricordo della nostra relazione, mi hai accusata di essere una prostituta e ora pretendi di dirmi cosa? Quanto Klaus sia un mostro sanguinario? Sarà anche un mostro sanguinario, ma lui mi ha salvato la vita e soprattutto non mi ha mai terrorizzato. Non come stai facendo tu, offendendomi e torcendomi il braccio. Lasciami e liberami dalla tua presenza. Non voglio avere alcun rapporto con te, Tyler.-

-Peccato che io voglia avere un rapporto con te, Caroline. E se permetti, sono intenzionato ad averlo da ora.-

Caroline era ancora al centro del salone, circondata dalle braccia di Tyler e oppressa dalla sua presenza. Le labbra del giovane erano sulle sue, la sua lingua cercava quella della giovane e lei capì quanto il tempo delle buone maniera fosse terminato. Poggiò le mani sul petto del giovane, vi esercitò una certa pressione e Tyler non esitò a vendicarsi. Poco gentilmente la strattonò, le strappò un lembo del vestito e le sciolse la complessa pettinatura. Le forcine caddero sul pavimento, le perline colpirono più di un invitato e Caroline si sentì ancor più umiliata.

Per un attimo rivisse il suo rapporto con Damon, ricordò quanto il soggiogamento fosse stato capace di renderla una marionetta, e prima che potesse versare una sola lacrima, trovò la forza di allontanarlo da sé. Perché lei non era più un’umana sciocca, non aveva bisogno della protezione del principe azzurro ed era perfettamente capace di difendersi da uno stupido. Digrignò i denti, quasi ruggì tra i denti e poi spintonò il suo aggressore. Tyler barcollò, cercò di reggersi e il suo tentativo fu vano. Caroline tolse le scarpe, terminò di strappare il vestito e gli diede un ceffone. Il suo ceffone fu così forte, che più di un invitato iniziò a bisbigliare e a temere il peggio.

La giovane lo afferrò per le braccia, avvicinò le labbra alle sue e gli gridò quanto lo odiasse. E prima che il giovane potesse ribattere, gli diede una ginocchiata tra le cosce. Tyler cadde sulle ginocchia, boccheggiò, cerco di dire qualcosa e quasi perse i sensi. Caroline raccolse le sue scarpe, accennò un sorrisino di scuse a un’incredula Rebekah, mormorò qualcosa alla sua migliore amica e poi fuggì via. Lasciò il salone della dimora più lussuosa di Mystic Falls, ignorò i commenti degli invitati e non prestò attenzione a nulla. Non vide neanche il padrone di casa ai piedi della grande scala, accorso in suo aiuto e impaziente di comprendere cosa fosse accaduto.

Klaus aveva sentito il grido di Caroline, e senza terminare di allacciare i polsini della camicia, era sceso in sala. Aveva assistito alla scena, cercato lo sguardo della bellissima vampira e udito solo parole incomprensibili pronunciate dall’ibrido. Ora era lì, sempre ai piedi della scala e pretendeva che qualcuno gli spiegasse la situazione. Velocemente.

Stefan voleva rincorrere la sua amica, Bonnie cercava di placare Jeremy, Matt tentava di tranquillizzare Rebekah, mentre Damon aveva quasi rinunciato a trattenere Elena. La bella vampira mora aveva perfettamente compreso cosa fosse accaduto, capito il motivo della reazione di Caroline e pretendeva di terminare il lavoro della sua migliore amica. Voleva che di Tyler non restasse nulla, perché pur non avendo ascoltato la conversazione tra i due, riusciva ad immaginare totalmente cosa l’ibrido avesse detto alla vampira. Quello che immaginava non le piaceva minimamente. Elijah soggiogava gli invitati, affinché dimenticassero la vicenda incresciosa, quando Klaus perse la pazienza e pretese una spiegazione. E dopo un minuto di attesa la ottenne. Fu Elena a fornirgliela.

-Mi piacerebbe sapere chi ha avuto la brillante idea di invitare Tyler, e vorrei anche sapere il motivo per cui questo imbecille abbia ancora una lingua, signori originali. Non so cosa lui e Caroline dicessero, però immagino cosa Tyler abbia potuto dirle e la cosa non mi piace affatto. Caroline non avrebbe mai osato reagire in tale modo, se Tyler non le avesse detto qualcosa di terribilmente spiacevole e riprovevole. E sicuramente è stata indulgente, perché ho la certezza che questo idiota meriti più di una ginocchiata.-

-Sarà mia preoccupazione assicurarmi che questo stupido riceva la sua meritata punizione, come sarà mio interesse capire chi abbia osato invitarlo in casa mia. E spero per te che non sia stata tu, Rebekah. Questa volta potrei tenerti addormentata per un numero infinito di anni, sappilo. Stefan smettila di guardare l’uscita, prendi questo idiota e portalo nei sotterranei. Conosci perfettamente la strada, e sai benissimo cosa farne. Al mio ritorno vi voglio tutti fuori da casa mia. E non ammetto repliche.-

Klaus tolse la cravatta, la gettò sul pavimento e raccolse una perlina della pettinatura di Caroline. Vi era ancora il suo odore impresso. Non degnò di uno sguardo gli amici della bellissima vampira bionda, non ringraziò Elena per la spiegazione, ne chiese spiegazioni ai suoi fratelli, ma raggiunse l’uscita e svanì nella notte. La sua voce beffarda ancora risuonava nel salone, quando Damon allentò la stretta sul corpo della sua ragazza e fischiettò in direzione di Tyler.

-Questa volta il nostro amichetto è in guai seri. Provo quasi pietà per lui.-

-Portiamolo via di qui, prima che Klaus ritorni. Non possiamo permettergli di torturarlo. Caroline non ci perdonerebbe mai.-

-Sicuramente non ci perdonerebbe, Bonnie. Non ci perdonerebbe, se la privassimo del piacere di torturarlo.-

-Cosa dici, Elena! Sei forse impazzita?-

-Quella impazzita sei tu, Bonnie. Non immagini il motivo della reazione di Caroline, eppure affermi di essere una delle sue più care amiche. Fossi in te, rivedrei la tua affermazione o magari non direi stupidate. E Stefan mi sembra che tu abbia qualcosa da fare, o sbaglio? Indica a me e Damon la strada per i sotterranei. Ho intenzione di legarlo io stessa, Stefan.-

Al minore dei fratelli Salvatore non restò che annuire, perché sapeva quanto non fosse conveniente contraddire una Petrova. E per quanto Elena affermasse il contrario, era innegabile la sua discendenza da quella famiglia.

Nel salone non restò quasi più nessuno, ormai gli ospiti avevano lasciato la dimora e i due originali sembravano decisi a non attendere il ritorno di Klaus. Sapevano quanto il signore dei mostri tenesse alla bellissima vampira bionda, come fosse disposto a fare tutto per lei, e nonostante lei non ricambiasse i suoi sentimenti, lui non avrebbe esitato a donarle il suo cuore. Rebekah arricciò il nasino, mordicchiò il labbro inferiore e decise che forse avrebbe potuto concedere a Caroline il beneficio del dubbio. La sua ginocchiata a Tyler era stata fenomenale, sì.

-Simpatici amici, il ricevimento è terminato. E Matt cosa ne diresti di mangiare qualcosa? Penso che un po’ di cibo non mi dispiacerebbe, e poi sento quanto tu sia affamato.-

-Okay, ma alle mie condizioni. Andiamo in un fast food, ordiniamo un paio di panini e li andiamo a mangiare in qualche angolino di Mystic Falls. Ti piace l’idea?-

-Abbastanza, Matt. Ma la prossima volta ceniamo in un ristorantino etnico, perché la cucina etnica mi piace terribilmente. Magari mangiamo giapponese.-

Cavallerescamente Matt poggiò la sua giacca sulle spalle di Rebekah, le porse il braccio e insieme lasciarono la dimora del signore dei mostri. Anche Jeremy e Bonnie decisero di imitarli, nonostante la seconda fosse ancora reticente a lasciare Tyler in quella abitazione. Sapeva come non avesse possibilità di aiutarlo, non poteva contare sulla magnanimità degli originali, o sull’intercessione dei suoi amici, e pur non sapendone la ragione, la sua impotenza non la indispettì totalmente. Forse Tyler meritava davvero una punizione, altrimenti Elena non avrebbe mai osato proporla, sicuramente non a Klaus.

E alla fine Elijah chiuse la porta dietro ai due, scosse il viso e decise di concedere il beneficio del dubbio a Caroline. Perché conosceva il motivo della sua reazione, sapeva quanto Tyler meritasse una punizione, e sperava che suo fratello non perdesse la calma, sentendo la spiegazione di Caroline. Non che lo sperasse per Tyler, ma per il pavimento dei sotterranei, visto quanto fosse complicato eliminare le macchie di sangue. Troppo complicato.
 
 

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Capitolo 3
*** Secondo atto ***


La residenza Mikaelson era circondata da un bosco enorme, formato da querce secolari, abeti dai rami lunghissimi e pini dalle foglioline verdi. Vi era un odore di resina, muschio e pioggia. Il terreno era leggermente fangoso, e nonostante la giovane vampira bionda fosse estremamente maniacale, non sembrava curarsene eccessivamente. Sedeva ai piedi di una quercia, giocava con i pinoli di una pigna e rifletteva.

Ai piedi di un pino vi erano i suoi guanti, le scarpe, le calze e il merletto del bellissimo abito che indossava. I capelli erano sciolti, incorniciavano il suo viso dai lineamenti delicati e qualche perlina ancora adornava le sue ciocche. Il belletto macchiava quello che restava del vestito, aveva il battito del cuore un po’ accelerato e desiderava ardentemente restare sola. Non le sarebbe dispiaciuto, se il padrone della casa avesse deciso di raggiungerla, però. In un certo qual senso attendeva proprio lui. La luna era alla seconda quadratura, regnava nel firmamento e benevole osservava il mondo.

Qualche gufo canticchiava, una cornacchia gracchiava, e nonostante la giovane fosse in una selva selvaggia, non temeva per la sua incolumità. Era una vampira, capace di difendersi, e colpendo Taylor tra le cosce, lo aveva egregiamente dimostrato.

Un leggero venticello scuoteva le chiome degli alberi, quando il signore dei mostri la raggiunse e per un secondo indugiò sul corpo della bellissima Caroline. Ricordò il suo viso esamine, le sue mani fredde, la sua pelle ingrigita e l’orrendo morso che deturpava il suo corpo. Non aveva esitato a salvarla, e nonostante condividere il sangue fosse estremamente intimo, non aveva mai osato soffermarsi sulle implicazioni del gesto. Caroline Forbes era una droga per lui, capace di scuoterlo dal suo torpore, donargli un po’ di umanità e renderlo meno spietato. Non riusciva ad essere malvagio, quando lei era con lui, gli chiedeva qualcosa o lo supplicava di aiutarla.

E per un secondo ricordò la sua chiamata, come la vampira gli avesse chiesto di salvare Damon Salvatore, e nonostante la consapevolezza della natura del loro legame, aveva avvertito una profonda gelosia. Perché mai nessuna persona aveva dimostrato di tenere tanto a lui, aveva implorato qualcuno di salvarlo, e poi non accettava la sola idea che la giovane potesse avvertire qualcosa per il maggiore dei fratelli Salvatore. Era un’idea odiosa, destabilizzante e capace di irritarlo profondamente.

Continuava a soffiare il vento, quando Klaus appesantì i suoi passi e le permise di avvertire la sua presenza. Caroline non voltò istintivamente il viso, non cessò di strappare qualche filo d’erba, e restando comodamente appoggiata alla corteccia della quercia, attese che il signore dei mostri la raggiungesse e sedesse vicino a lei. Klaus decise di non sedere accanto a lei, ma le poggiò una mano sotto il mento, le alzò il viso e attese che lei iniziasse la conversazione.

Era sempre lei a iniziare qualsiasi cosa tra loro, perché l’originale era consapevole di quanto la bellissima vampira non avvertisse alcun tenero sentimento per lui e non vi teneva ad allontanarla da sé. Non vi teneva minimamente. Solo per un secondo Caroline lo osservò, notò quanto sembrasse preoccupato per lei, si soffermò sul suo collo, sulle sue braccia, sui suoi polsi e bramò bere nuovamente il suo sangue. Lo desiderò tanto, sì.

-Mi dispiace di aver rovinato il ricevimento di tua sorella, perché so quanto vi tenesse a danzare con Matt. E poi non oso immaginare i commenti dei suoi ospiti, quelli dei miei amici e mi dispiace. Non avrei mai accettato di partecipare, se avessi saputo di Tyler. Non immaginavo che l’invito fosse stato esteso anche a lui.-

-Eravamo in due a non immaginare a chi fosse stato esteso l’invito, perché non avrei mai permesso a quel cane di entrare in casa mia. E se scopro che è stata Rebekah l’artefice di questo scherzetto, questa volta la addormenterò fino alla prossima glaciazione. La cosa importante non è questa, ma quella che è successa al centro del mio salone.-

-Sono stata io ad interrompere la relazione tra me e Tyler, perché il nostro rapporto non mi soddisfaceva più. Continuavo a volergli un bene infinito, però avvertivo il nostro legame come una farsa. Non ero più capace di dare il cento per cento, non riuscivo più a darglielo, lo rendevo solo infelice e non sarebbe stato giusto proseguire. Per questo motivo ho troncato il nostro rapporto, non perché desiderassi un’altra persona o vi fosse un altro nel mio cuore. Questa sera Tyler mi ha ripetuto di amarmi ancora, che gli sarebbe piaciuto ritornare con me, e quando gli ho detto quanto io non volessi ritornare ad essere la sua ragazza, si è alterato e mi ha ferito.-

-Cosa significa che ti ha ferito, Caroline? Non vi era odore di sangue nel salone, e non vi è qui tale odore! Cosa ha osato farti?-

-Si può ferire anche con le parole, Klaus. Le parole sono un’arma letale, se vengono pronunciate con l’intenzione di ferire chi le ascolta. E Tyler le ha pronunciate con tale intento, mi ha ferito e ha rovinato lo splendido ricordo che avevo della nostra relazione. Lui è stato il mio primo amore, avrei voluto ricordare con gioia i suoi baci, le sue carezze e i nostri momenti romantici. Invece penso che non li ricorderò affatto, e se dovessi ancora ricordarli, lo farei con tristezza. E’ riuscito a sporcare il ricordo del nostro legame, a rendere il nostro rapporto sporco e a trasmettermi una sensazione di squallore. In questo modo mi ha ferito, Klaus. Mi dispiace solo che il tutto sia avvenuto nella tua casa, credimi.-

Klaus lesse nelle iridi azzurre della bellissima vampira una tristezza immensa, notò quanto le sue gote fossero screziate di rosso, e intuendo cosa il cane avesse potuto dirle, avvertì una rabbia implacabile e desiderò tagliargli la gola in due. Sicuramente non avrebbe esitato a torturarlo personalmente, se al suo ritorno fosse stato ancora incatenato ai sotterranei. Il signore dei mostri non era uno sprovveduto, aveva vissuto più di mille anni e sapeva quanto gli uomini potessero essere ignobili. Soprattutto quelli giovani, sprovveduti e con gli ormoni a mille.

Davano attenzione ai particolari futili, non si curavano di quelli veramente importanti e pensavano che tutto vi fosse dovuto. A lui non sarebbe mai importato, quanti uomini avesse avuto Caroline. Non che gli piacesse pensare alle mani di un altro sul suo corpo, ai suoi gemiti di piacere, ma non aveva il diritto di pretendere nulla. Caroline prima di lui aveva vissuto, fatto le sue esperienze, amato o creduto di amare. Anche lui aveva avuto le sue esperienze, troppe, ma le aveva avute e nessuno lo aveva mai giudicato. Perché Caroline doveva essere giudicata per aver amato, essersi lasciata amare e aver dato tutto al suo compagno? Non doveva essere giudicata, no. E lui non avrebbe mai osato giudicarla, se lei fosse stata la sua compagna.

Se avesse accettato il suo cuore, quello che restava del suo cuore ferito, lo avrebbe reso la persona più felice del mondo e ogni cosa per lui sarebbe diventata secondaria. Anche la vendetta, la maledizione, la brama di potere e la sua stessa sopravvivenza. Tutto avrebbe perso importanza, se lei avesse accettato di vivere la sua eternità con lui. L’originale sbottonò la camicia, la tolse e la poggiò sulle spalle della sua interlocutrice.

La vampira non mostrò sorpresa al suo gesto, conosceva il suo lato più umano, strinse la stoffa tra le sue dita e non esitò ad annusarne l’odore.  Annusò la fragranza di Klaus, mentre lui sedé di fronte a lei e indugiò sul suo corpo. Sui suoi capelli biondissimi, sul suo collo da cigno, sul suo seno e desiderò affondarvi dentro il viso. Come avrebbe reagito, se avesse osato fare qualcosa del genere? Probabilmente avrebbe cercato di ammazzarlo, e forse morire per causa sua, non gli sarebbe dispiaciuto tanto. Mai il signore dei mostri aveva provato qualcosa di tanto profondo per qualcuno, mai aveva protetto tanto accanitamente una persona, e se non avesse incontrato la vampira bionda, avrebbe continuato a non desiderare altro che il potere. Anche il potere non aveva più attrattive per lui, quando era vicino a Caroline e poteva gustarsi il rossore del suo viso.

La bellissima vampira continuò ad annusare la camicia di Klaus, ricordò le loro liti, i loro sconti e come l’originale le dimostrasse sempre di amarla. Ricordò il momento più intimo tra loro, quando non aveva esitato a guarirla, e cosa Stefan le avesse poi detto. Condividere il sangue era un gesto intimo, che quasi nessun vampiro era disposto a fare, perché significava legarsi irrimediabilmente all’altro. Si sarebbe creato un legame tra i due, che sarebbero stati dipendenti l’uno dall’altra e avrebbero cercato sempre un contatto più intimo.

E Caroline sapeva quanto le parole di Stefan fossero veritiere, perché lei sperava continuamente che Klaus le donasse nuovamente il suo sangue. Desiderava affondare nuovamente i canini nel suo braccio, succhiare ogni goccia di sangue e gustarla lentamente. Sentiva di esserne dipendente, sì. Si chiedeva se anche Klaus avvertisse il suo medesimo desiderio, se volesse nuovamente stringerla a sé e condividere il suo sangue con lei. E intimamente Caroline sperava che la risposta al suo quesito fosse positiva. Lo sperava proprio.

-A me non dispiace che il tutto sia avvenuto nella mia casa, Caroline, perché ho avuto la possibilità di seguirti e coprirti con la mia camicia. Mi piace che il mio odore sia su di te, tesoro. E per quanto riguarda Tyler, penso che non oserà mai più ferirti con le parole. Non perché io gli abbia tagliato la lingua, come poco velatamente ha suggerito la tua amica, ma perché è incatenato nei miei sotterranei e aspetta di ricevere la sua punizione. Spero che non ti dispiaccia, se qualcuno dei tuoi amici inizi a punirlo.-

-Probabilmente Elena sarebbe anche capace di tagliargli la lingua, sì. E per i miei amici chi intendi? Perché se vi è anche Damon, dubito che resti qualcosa da punire. Damon sa essere molto meticoloso nelle sue punizioni, torture e vendette.-

-Sa essere anche troppo confusionario. E sembra che tu conosca perfettamente Damon, Caroline.-

-Lo conosco, sì. So quanto sia bravo a soggiogare le persone, come sia capace di renderle marionette inoffensive e come non abbia esitato a farlo. Anch’io sono stata una delle sue marionette, pensa un po’. Prima che lo conoscessimo realmente, quando voleva ancora radere al suolo Mystic Falls, e distruggere la vita di Stefan, ma lo sono stata. Una marionetta bionda, senza cervello e totalmente sottomessa a lui. Che ricordi pessimi.-

-E la trasformazione ha ripristinato i tuoi ricordi, ma cosa esattamente hai ricordato? Non dirmi che ti ha usato come sacca di sangue!-

-Non solo come sacca di sangue, ma anche come compagna di letto. Non che mi sia dispiaciuto fare sesso con lui, si può dire che sia stata una delle migliori esperienze della mia vita, però mi è dispiaciuto non poterlo raccontare e dire. Non immagini le sciarpe orrende che fossi costretta a indossare, per coprire i suoi morsi! Dio, quanto erano orrende. E poi ho ricordato, l’ho preso a calci nel sedere e gli ho graffiato il viso. Che soddisfazione, sì. E non so perché ti stia raccontando queste cose, perché le stai ascoltando e…-

-Avresti dovuto incatenarlo, torturarlo e ucciderlo! Ti ha usato per i suoi scopi, umiliato e quasi dissanguato. Cosa sarebbe interessato a lui, se fossi morta? Nulla, assolutamente. Per quale motivo Damon Salvatore è ancora vivo, Caroline?-

Il vento aveva cessato di soffiare, sembrava quasi che il bosco fosse deserto, perché i due interlocutori non udivano il suono di alcun animale. Caroline notò quanto Klaus fosse adirato, le sue iridi marroni risplendevano di furia cieca, e sapendo quanto fosse pericoloso in quello stato, poggiò le mani sul suo viso e avvicinò le labbra alle sue.

Bramava leggere nuovamente la malizia nelle iridi del signore dei mostri, desiderava vedere le sue labbra inclinate in una smorfia sarcastica, costatare quanto i suoi capelli biondi fossero morbidi e riempire il suo viso di baci. Baciare i due nei sul suo collo, le sue guance, i suoi zigomi, le sue palpebre e le sue labbra. Voleva baciare tutto di lui, voleva donargli il suo cuore, il suo corpo e trascorrere il resto della sua eternità con lui. Magari a New Orleans, a Parigi, a Londra o anche a Mystic Falls. Qualsiasi luogo sarebbe stato perfetto per loro due.

-Perché rende una donna bellissima la mia migliore amica, Klaus. Perché Damon Salvatore ama Elena, sarebbe disposto a tutto per lei ed è impossibile negare quanto i due siano una coppia affiatata. Si completano a vicenda. E io e Damon siamo quasi amici, perché so quanto sia importante per Elena e non potrei mai negare alla mia migliore amica di essere felice. Che poi a me non dà fastidio cosa Damon abbia fatto con me, cosa abbiamo fatto insieme, ma il fatto che abbia cancellato i miei ricordi. Mi ha umiliata, cancellandomi i ricordi e non permettendomi di ricordare. Per tali motivi Damon è ancora vivo, e continuerà ad esserlo, Klaus. Se uccidessi lui, dovrei uccidere anche Matt, ma non penso che a tua sorella piacerebbe la cosa. E infine cosa dovrei fare a Tayler, che mi ha accusato di avere avuto mille uomini e mi ha chiesto cosa avessi intenzione di donare a te? E’ stato così umiliante parlare con lui, Dio!-

-Qual è il ruolo di Matt nella vicenda, Caroline? E cosa significa la domanda di quel cane?-

-Vuoi che ti racconti tutta la mia precedente vita sessuale, Klaus? Penso che il racconto possa un po’ annoiarti, perché è davvero troppo noioso. Non vi è alcun dettaglio piccante, mi spiace.-

-Solo se vuoi, tesoro.-

-Matt è stato il mio primo ragazzo, con lui ho avuto la mia prima volta ed è stata un’esperienza traumatica. La prima volta non è quasi mai piacevole per una ragazza, poi Matt era alquanto impacciato, quindi ti lascio immaginare. Diciamo che con lui non ho mai capito il motivo per cui fosse divertente fare sesso. Poi vi è stato Damon, con lui ho compreso cosa vi fosse di divertente, e se non fosse stato per il soggiogamento, non ricorderei quei rapporti con un po’ di umiliazione. E alla fine vi è stato Tyler, il mio primo amore e pensavo che lui fosse il ragazzo della mia vita. Eravamo nemici, ma ci amavamo e il resto non aveva alcuna importanza. Non temevo che potesse graffiarmi, mordermi o uccidermi. Lo amavo, sì. Loro sono stati gli uomini della mia vita, e siccome noi donne abbiamo i medesimi diritti di voi uomini, voglio sapere delle tue passate relazioni. Sempre se vuoi, Klaus.-

-Troppe relazioni, incontri sterili e pessimi ricordi. Avevo bisogno di soddisfare i miei istinti, e quando incontravo una donna piacevole, non esitavo a farlo. Pensa che non ricordo neanche la metà dei loro nomi, Caroline. Si può dire che abbia amato solo Tatia, non ero ancora un mostro, quindi ti lascio immaginare quanto quel amore sia un lontano ricordo. E neanche Katherine è riuscita a conquistare realmente il mio cuore, nonostante fosse così identica a Tatia. Non che vi sia riuscita Elena, volendo essere precisi. E poi sai benissimo chi ami ora, quanto desideri averla accanto a me e come lei non sia capace di ricambiare il mio amore.-

Caroline notò quanto amore vi fosse nello sguardo di Klaus, avvertì nuovamente il vento soffiare, chiuse le palpebre e poggiò le labbra sulle sue. Fu un contatto leggerissimo, effimero e quasi irreale. Con le braccia l’originale circondò il corpo della vampira, la strinse a sé, affondò il naso nei suoi capelli e annusò il suo odore. La vampira avvicinò le labbra al suo orecchio, mordicchiò il suo lobo e vi sussurrò dentro qualcosa di terribilmente sarcastico. Era stanca di rinnegare i suoi sentimenti per Klaus, voleva che l’originale li conoscesse e capisse quanto il suo amore fosse ricambiato. Doveva avere il coraggio di ammetterlo.

-La donna che ami è alta, magra e bionda come me? Ha le iridi azzurre, le dita affusolate e le gambe magrissime come le mie?-

E il signore dei mostri decise di accettare il guanto di sfida, impaziente di comprendere cosa realmente la bellissima vampira desiderasse dirgli.

-Diciamo che ti somiglia abbastanza, tesoro. E’ così determinata, testarda, ostinata e alcune volte ha il potere di esasperarmi. Però non potrei negarle nulla, neanche il mondo, se solo osasse chiedermelo.-

-Decisamente mi somiglia troppo, Klaus. E non posso accettare che qualcuno sia identico a me, assolutamente non posso accettarlo!-

-Cosa proponi di fare, allora? Possiamo sempre ucciderla, Caroline.-

-Mi sembra un’idea ottima, Klaus. Perché avere una sosia, quando puoi avere l’originale? Ti ricordo che sono stata la reginetta di Mystic Falls, io. Sono la migliore.-

-Posso avere l’originale, Caroline? Sei sicura di quello che dici? Perché se sei sicura, sappi che da questo momento tu sei mia. Appartieni a me, come io appartengo da tempo solo a te. -

-Non sono mai stata più sicura, Klaus. Voglio appartenere solo a te, per il resto della mia eternità. Sempre se tu sei disposto ad avermi vicino a te. -

-Sei la padrona del mio cuore, ovvio che io sia disposto ad averti vicino a me, Caroline. Finalmente sei mia, mia e solo mia.-

L’originale allentò la stretta, allontanò la vampira bionda da sé e minuziosamente analizzò il suo corpo. Era così bella la sua Caroline, che non avrebbe esitato a renderla sua, se non avesse preteso solo il meglio per lei. E decisamente quello non era il luogo adatto per la loro prima volta, non lo era minimamente. Klaus aprì il gancetto di una delle sue collane, la tolse dal suo collo, l’avvicinò a quello di Caroline e lì la richiuse. Voleva che avesse qualcosa di suo, così che il suo odore restasse sul suo corpo, e nessuno potesse osare solo guardarla. Era estremamente territoriale Klaus.

-Equivale a un anello di fidanzamento?-

-Assolutamente, no. Per quello dovrai aspettare un po’, giusto il tempo per ritornare a casa mia, Caroline.-

-Ricordi cosa mi hai detto alla festa del mio diploma? Cosa mi hai regalato?-

-Certo che lo ricordo, Caroline. Ti ho regalato la libertà di quel cane, che sarebbe stato libero di ritornare da te, se lo avesse voluto. Non lo avrei ostacolato, perché a me interessava essere il tuo ultimo amore e sarei stato disposto ad aspettare anche più di un secolo per esserlo.

-Non hai dovuto aspettare più di un secolo, e immagino che tale cosa ti faccia piacere, no? Tyler mi ha chiesto cosa avessi intenzione di donare a te, e voglio che tu sappia…-

-Temo di non seguirti, Caroline.-

-La mia prima volta l’ho donata a Matt, il mio cuore l’ho donato a Tyler e lui pensava che a te non avessi altro da donare. Diciamo che sbagliava totalmente nel pensarlo, Klaus.-

-E cosa avresti intenzione di donarmi, oltre la consapevolezza di ricambiare il mio amore? Mi hai donato la cosa più preziosa del mondo, tesoro.-

Caroline poggiò nuovamente le mani sul viso di Klaus, avvicinò ancora una volta le labbra alle sue e poi gli rispose.

-Voglio donarti il mio corpo, la mia mente, il mio cuore e tutta me stessa. Ma soprattutto voglio donarti la consapevolezza che tu sarai l’ultimo amore della mia esistenza, che dopo di te non vi sarà più nessuno, perché non potrò amare un’altra persona come amo te. Vi tengo a donarti tale consapevolezza, Klaus.-

-E io vi tengo a donarti la consapevolezza che tu sei mia, sarai mia e non permetterò a nessuno di allontanarti da me. A nessuno, perché ti amo e lo sai benissimo. Sei mia, tesoro.-

-Sì, sono tua. Solo tua, Niklaus.-

E finalmente Klaus congiunse le sue labbra con quelle di Caroline, ancor di più la strinse a sé e nessuno osò interrompere quel bacio. Sembrava che la natura seguisse i sentimenti di Klaus, perché il venticello nuovamente soffiava e una cornacchia ancora gracchiava.

In un angolino della selva selvaggia vi erano due persone, che avevano assistito alla conversazione tra i due e sorridevano sinistramente. Damon Salvatore era impaziente di sostenere una conversazione privata con Klaus, curioso di capire se l’originale fosse geloso di lui, o se lo avesse infastidito apprendere della relazione tra lui e Caroline. Sarebbe stato sicuramente divertente, ascoltarlo. Elena era felice per la sua amica, sapeva come Klaus fosse importante per lei, ed era consapevole di quanto convenisse averlo come alleato. Perché da quel momento l’originale sarebbe stato il loro migliore alleato, senza ombra di dubbio.

-Andiamo via, Damon? Non vorrei vedere un film erotico.-

-A me non dispiacerebbe, in fondo la barbie ha un bel corpo.-

-Non penso sia il caso di sfidare la sorte, Damon. E non dimenticare che ti attende una conversazione con Klaus, perché dubito che lui abbia dimenticato del tuo soggiogamento.-

-Ne sono consapevole, Elena. E ora andiamo, sì. Abbiamo casa Salvatore solo per noi, amore.-

-Come non approfittarne, mister Salvatore?-

Damon ed Elena scomparvero nell’oscurità, Klaus continuò a baciare Caroline e lontano da lì un vampiro sorrise. Elijah era nel salone della residenza Mikaelson, attendeva che suo fratello ritornasse ed era impaziente di capire cosa farne del loro ospite. Tyler era stato incatenato da Elena, Stefan gli aveva spezzato un braccio e ora era lì a sorvegliarlo. Avrebbero sempre potuto mangiarlo il giorno seguente, no? Sapeva benissimo quanto Klaus fosse fantasioso nelle punizioni. Lo sapeva, sì.
 
 

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Capitolo 4
*** Epilogo ***


Bellina la collana, carina. Equivale a un anello di fidanzamento, eppure ero convinta che preferisse urinare sulle scarpe della compagna, sai.

Non equivale ad alcun anello di fidanzamento, semplicemente vuole che la tenga io. E ti ricordo che lui non è un cane, non soffre di inferiorità e non teme che suo fratello possa portarmi via da sé.

Ovvio che non tema una cosa del genere, visto che non esiterebbe ad addormentarlo il fratello. O ad ucciderlo, immagino che dipenda dal suo umore.

E’ abbastanza umorale, lo riconosco. E mi togli una curiosità, stronzetta?

Solo se rispondi a una mia domanda, poi.

Okay, ricattatrice. Voglio sapere dove fossi la sera del ricevimento, perché non riuscivo a trovarti tra gli invitati. Pensavo che il padrone di casa avesse deciso di prendere ancora un po’ del tuo sangue.

Ero nella sala del bagno, impegnata a incipriarmi il naso e a liberare i capelli dalle tue forcine. Un paio di minuti dopo vi ho rinunciato, sono scesa e ho visto la mano di Tyler sul tuo braccio. Volevo intervenire, ma vedendoti tranquilla, ho pensato che non occorresse il mio aiuto. E poi Damon mi ha distratta con i suoi baci, le sue carezze e le sue battutine maliziose. Quel vampiro è un pericolo per la mia sanità mentale, sappilo.

Diciamo che ti credo, Elena. E ora dimmi cosa vuoi sapere.

Sono passati un paio di giorni dal ricevimento, oggi è domenica e mi piacerebbe sapere quanto il nostro signore dei mostri sia dotato.

Penso di non aver capito bene, Elena.

Hai compreso benissimo, Caroline. Klaus è dotato, o è solo fumo e niente arrosto?

Dai per scontato che siamo stati a letto insieme, e nonostante mi dispiaccia contraddirti, ti giuro che tra noi non vi è stato nulla di eccessivamente intimo. Solo qualche bacio, carezza e morso.

Hai bevuto nuovamente il suo sangue, Caroline?

Anche lui ha bevuto il mio sangue, Elena. Ed è stato bellissimo, perché mi è sembrato di raggiungere il massimo del piacere. Come se avessi raggiunto l’orgasmo.

Anche a me succede, quando Damon e io ci mordiamo. Però noi lo facciamo, quando raggiungiamo l’orgasmo, Caroline.

Klaus non vuole affrettare i tempi, e considerando quando abbia dovuto aspettare, non posso fargliene una colpa. Non mi dispiace andare lentamente, anche se muoio dal desiderio di averlo nudo sopra di me.

Anch’io morivo dal desiderio di avere Damon nudo sopra di me, Caroline. Ti capisco perfettamente, credimi.

Lo so, Elena. Spiegami il motivo per cui Bonnie non risponde alle mie chiamate, però.

E’ solo un po’ arrabbiata con me, Damon, te e il mondo intero. Pensa che sia ingiusta la punizione di Tyler, e nonostante le abbia spiegato cosa ti ha detto, continua a credere che sia esagerata. Tra un po’ di tempo si calmerà e ritornerà a rispondere alle tue chiamate.

E’ una strega, ama la natura e posso capire la sua difficoltà nel comprendere. E ora mi dici in cosa consiste esattamente la punizione di Tyler, siccome ancora non hai avuto la compiacenza di spiegarmelo?

Se fosse stato per me, si sarebbe ritrovato senza lingua. E sarebbe stato un peccato, perché nessuno di noi avrebbe potuto bearsi delle sue grida di aiuto. Se fosse stato per Stefan, si sarebbe ritrovato senza arti. E anche sarebbe stato un peccato, perché non avremmo potuto incatenarlo. Se fosse stato per Klaus, suppongo che si sarebbe ritrovato direttamente nell’altro mondo. Dice Matt che il fratello di Rebekah è alquanto territoriale, Caroline.

Diciamo che lo è abbastanza, Elena. E quindi la sua punizione consiste in cosa?

E’ incatenato ai sotterranei di casa Klaus, senza acqua e cibo. Penso che entro domani mattina sarà nuovamente libero di camminare, correre, ululare alla luna e rompere le palle. Non a casa Salvatore, perché decisamente non gradisco la sua presenza. Forse nel bosco di casa Klaus, con un delizioso collarino e un lungo guinzaglio. Sarebbe divertente, sì.

La trasformazione ti ha reso crudele, Elena. E anche un po’ sadica, lasciamelo dire.

La trasformazione mi ha reso protettiva con i miei amici, familiari e conoscenti. Tu sei la mia migliore amica, la mia confidente e sorella. Morirei di dolore, se qualcuno osasse aggredirti. Sono morta di dolore, quando Elijah mi ha riferito della vostra conversazione, visto che l’ha ascoltata tutta.

Dio, no! Pensi che l’abbia anche riferita a Klaus, Elena?

Penso proprio di, sì. Quantomeno non avrà avuto scelta, conoscendo il soggetto.

Non possiamo permettere che Klaus uccida Tyler, perché non esiterà a farlo. Dobbiamo fare qualcosa, Elena!

Cosa vuoi fare, Caroline? Se avesse voluto ucciderlo, lo avrebbe già fatto. E poi non lo farebbe mai.

Tale certezza nasce da cosa, Elena?

So quanto Klaus sia un bastardo terribilmente sadico, che ama la sofferenza altrui e non esita ad infliggerla gratuitamente. Non esiterà a gongolare di soddisfazione, quando Tyler vi vedrà insieme e capirà cosa esattamente ha perso. Perché comprenderà quanto non vi sia una donna migliore di te al mondo, e come sarebbe stato conveniente averti per amica, Caroline.

A volte sei così simile a quella sciroccata della tua antenata, che quasi mi spaventi. La presenza di Damon non aiuta la tua sanità mentale, decisamente non l’aiuta.

A volte mi spavento io stessa, Caroline. E certamente Damon non incrementa il mio buonismo, come negarlo. Piove, siamo vicino al camino e cosa ne diresti di una cioccolata calda?

Proposta allettante, ma a me non va di alzarmi dal tappeto persiano. Peccato che non vi sia nessuno in casa Salvatore, altrimenti avremmo chiesto a uno dei due fratelli.

Questa è la prova che gli uomini sono quasi inutili, perché quando servono realmente non vi sono. E se uscissimo? Potremmo andare in un caffè, Caroline.

Rischierei di bagnare i miei capelli, gli stivali nuovi e il vestito! Sarebbe terribile.

Ti pagherei il lavaggio in lavanderia, se dovesse accadere una cosa tanto terribile. Andiamo, o devo chiamare Rebekah?

Lascia stare quella bionda ossigenata, che probabilmente sarà con Matt. Alla fine è riuscita a prendere quel ragazzo per sfinimento!

Non penso che a Matt dispiaccia molto, anche se sono curiosa di vederlo interagire con Klaus. Prima porta via la verginità alla sua ragazza, poi desidera perdersi nell’intimità di sua sorella, e considerando la territorialità del tuo ragazzo, prevedo un incontro scoppiettante.

Se fossi in te, mi preoccuperei per l’incolumità di Damon. Perché sa del soggiogamento, e siccome gli ho detto quanto il sesso con Damon non mi fosse dispiaciuto, dubito che sia felice della sua esistenza.

Non dirmi che vuole ucciderlo, Caroline! Sarebbe una cosa troppo prevedibile, davvero troppo.

Non penso che voglia ucciderlo, magari vuole solo parlargli e intimargli di non rivolgermi più parola. E conoscendo Damon, credo non esiterebbe a rispondergli a tono. Il tuo ragazzo è un bastardo.

Il mio è un bastardo, certo. Non mi sembra che il tuo scherzi, perché posso considerarlo il tuo ragazzo, vero?

Se fosse per lui, avrei una fede all’anulare sinistro.

Lo immagino, sì. Anch’io avrei una fede, se fosse per Damon.

Okay, Elena, interrompiamo qui il discorso! Andiamo a bere la cioccolata calda?

Mah, sì, andiamo. Forza, carina!

Eccomi, stronzetta.

Dieci minuti dopo due delle più belle vampire erano sedute a un tavolo di una caffetteria, attendevano il cameriere con le loro ordinazioni e tacevano. Sembrava che nessun argomento di conversazione fosse adatto, nonostante avessero tante cose di cui parlare, come la quasi fine della stagione estiva e l’inizio del college.

Ormai avevano conseguito il diploma, avevano lasciato il mondo delle fiabe ed era giunto il momento di iniziare a vivere veramente. Avrebbero dimostrato la loro indipendenza, lasciando Mystic Falls e iniziando un nuovo percorso formativo. Elena attendeva impaziente la sua prima lezione universitaria, Caroline la sua prima festa universitaria, nonostante fossero consapevoli di dover lasciare i loro amici a Mystic Falls. Non che il college distasse più di cinquanta miglia da Mystic Falls, però avrebbero avuto delle lezioni da seguire, e considerando anche gli esami da sostenere, non tutti i fine settimana sarebbero potute ritornare nella loro cittadina natale.

Elena sperava che fosse Damon a raggiungerla, mentre Caroline non sperava nulla del genere, nonostante lo desiderasse profondamente. In fondo non aveva una relazione consolidata con Klaus, forse lui sarebbe ritornato a New Orleans, quindi cosa sarebbe accaduto tra loro? In cosa sarebbe mutato il loro rapporto, appena iniziato? In quei dieci minuti Caroline era diventata alquanto pessimista, perché sapeva quanto Klaus non fosse abituato ad attendere nessuno, neanche i suoi fratelli! Non che temesse un suo tradimento, però…

Fu il cameriere a riscuoterla dalle sue riflessioni, essendo Elena impegnata con le sue. E le due ragazze quasi gridarono, quando il ragazzo poggiò le cioccolate sul tavolo e sorrise pietosamente. Molto pietosamente, sì.

-Ragazze, ecco le vostre cioccolate calde. Prego!-

-Grazie. Quanto devo?-

-Lascia che sia io a pagare, Elena. Quanto devo?-

-Non dovete nulla, ragazze. Queste cioccolate vi sono state offerte.-

-E precisamente da chi?-

Elena accennò un vago sorrisino, attese che il cameriere le rispondesse e poi vide anche chi indicasse. Erano due energumeni, con delle barbe foltissime e dei sigari tra le labbra. Sembravano due motociclisti, magari erano di passaggio a Mystic Falls e cercavano compagnia.

Forse pensavano che le due ragazze avrebbero accettato di intrattenersi con loro, che sarebbero state disposte a divertirli un po’ e che avrebbero anche accettato di farsi scopare da loro. Caroline incarnò un sopracciglio, arricciò il nasino e scosse la testa. Odiava che un estraneo osasse pensare di poterla conquistare, offrendole qualsiasi cosa. Come se fosse stata sufficiente una banale cioccolata calda, per convincerla a concedersi a uno dei due. Che cosa squallida.

-Riporta ai due le cioccolate, e cortesemente portaci altre due cioccolate. Questa volta vorrei una cioccolata bianca, mentre tu, Elena?-

-Per me sempre una cioccolata fondente, però corretta con un po’ di grappa, okay?-

Il cameriere annuì, riprese le due cioccolate e le riportò ai due energumeni. Caroline estrasse uno specchietto dalla sua borsetta, controllò il belletto, e prima che potesse riposarlo, sentì dei passi pesanti e sospirò. Possibile che dovesse litigare anche di domenica pomeriggio, quando avrebbe potuto gustarsi una buona cioccolata? Evidentemente, sì. Elena represse una risatina, iniziò a tamburellare le unghie laccate di bianco sul tavolo e attese che i due pretendenti rifiutati dicessero qualcosa. Era proprio curiosa di sentirli, sì.

-Per quale motivo avete rifiutato le cioccolate, belle ragazze?-

-Abbiamo cambiato idea, ragazzi. Preferiamo due cioccolate diverse.-

-Lasciate che siamo sempre noi ad offrirvele, okay?-

-Assolutamente, no. Non sarebbe giusto.-

-Per noi non è un problema, ragazze. E’ sempre un piacere offrire qualcosa a due belle ragazze, qualsiasi cosa. Cosa ne direste di fare un giro con noi, dopo la cioccolata?-

Caroline sfarfallò le ciglia, accennò un sorrisino divertito, portò una mano alla bocca e poi rispose.

-Ragazzi, piove! Non mi sembra il caso.-

-Mica dobbiamo farlo a piedi il giro, ragazze! Abbiamo le nostre mote, e se temete di bagnarvi un po’, possiamo sempre raggiungere il primo motel. Lì di sicuro non vi bagnerete.-

-Cosa dovremmo fare in un motel, ragazzi? E poi le nostre mamme ci hanno sempre detto di diffidare degli estranei.-

-Ormai siamo amici, ragazze. Potremmo fare un po’ di ginnastica sul letto, mangiare qualcosa e poi da veri gentiluomini vi riaccompagneremo qui.-

-Che proposta allettante, ragazzi. Lasciate che ci pensi un attimo, okay?-

Caroline cessò di sorridere, esaminò attentamente i corpi dei due venuti e poi diede la sua risposta. Una risposta un po’ pungente, forse.

-Siete troppo alti, grassi e muscolosi. Avete i capelli sporchi, un po’ troppi tatuaggi e decisamente puzzate di alcool. Non siete i nostri tipi, ragazzi.-

Elena continuò a tamburellare le dita sul tavolo, evitò di sbuffare ed esordì con una battuta alquanto tagliente. Sperava che i due andassero via, prima dell’arrivo delle cioccolate calde.

-Prima che decida di prendervi a calci nel sedere, vi consiglio di andare via. Siamo state abbastanza diplomatiche, ragazzi. Sparite.-

I due energumeni serrarono le labbra, strinsero le mani a pugni ed Elena comprese di dover essere un po’ meno diplomatica. Si alzò dallo sgabello, poggiò le mani sui loro polsi e vi esercitò un lievissima pressione. E prima che potessero gridare, pestò i loro piedi con il suo tacco dodici. Fu un affondo perfetto, quasi invidiabile. Caroline batte le mani, ridacchiò e finalmente Elena allentò le strette. Sui loro polsi vi erano due lividi enormi, ma proprio enormi.

-Se fossi in voi, andrei via. Non costringetemi ad essere ancor meno diplomatica, ragazzi.-

Elena ritornò a sedere, accettò una salviettina di Caroline e finalmente vide il cameriere ritornare da loro. Il ragazzo era un po’ intimorito, aveva gli occhiali calati sul naso, il colletto dell’uniforme stropicciato e un accenno di acne sul naso. Il classico adolescente, insomma.

-Ragazze, ecco le vostre cioccolate.-

-Benissimo. Quanto debbo?-

Il ragazzo osservò Caroline, balbettò qualcosa e poi indicò altri due ragazzi. Disse che le cioccolate erano state pagate dai nuovi ragazzi, che vi tenevano ad avere i loro numeri telefonici e la possibilità di salutarle. Elena represse un sorrisino malizioso, portò una ciocca di capelli neri dietro all’orecchio, ignorò le gote screziate di rosso e poi annuì. Caroline estrasse dalla borsa un foglietto, vi scisse qualcosa su e poi lo porse al ragazzo. Ragazzo che le osservava alquanto perplesso.

-Riferisci ai ragazzi che possono raggiungerci, se vogliono. E questi sono i nostri numeri telefonici, nel caso decidessero di chiamarci in seguito, okay?-

Il ragazzo annuì, prese il foglietto, ritornò dai due ragazzi e lo porse a uno di loro. Lo porse a quello con le iridi azzurre, i capelli nerissimi e un sorrisino machiavellico sulle labbra. Aveva la maglietta un po’ stropicciata, il giubbino di pelle macchiato di terriccio, ma era ugualmente irresistibile. L’altro ragazzo aveva una collana in meno al collo, un sorrisino inquietante sulle labbra e dei jeans sapientemente stropicciati. I due raggiunsero le ragazze, sederono vicino a loro e bevvero un po’ delle loro cioccolate.

-Odi la cioccolata con la grappa, Elena.-

-Lo so, Damon, ma a te piace tanto. E per quale motivo hai il giubbino macchiato di fango?-

Damon scollò le spalle, sorrise sinistramente, accennò a una conversazione con l’altro ragazzo e poi trascinò via la ragazza. Elena salutò frettolosamente la sua migliore amica, ignorò l’altro avventore e docilmente seguì il suo ragazzo all’esterno del locale. Fu lì che i due si baciarono, finalmente.
All’interno del locale vi erano gli altri due ragazzi, vi era Caroline impegnata a bere la sua cioccolata bianca e vi era  Klaus impegnato ad osservarla.

-Come puoi berla, tesoro? E’ troppo dolce.-

-A me piacciono le cose dolci, Niklaus. A te, no.-

-Sei la sola cosa dolce che mi piaccia, Caroline. Carini i due corteggiatori, anche se erano un po’ rozzi.-

-Orrendi, caso mai. Da quando abbiamo ordinato le nuove cioccolate eravate lì, quindi per quale motivo non siete intervenuti? Avrebbero potuto costringerci a seguirli.-

-In quel caso avrei spezzato personalmente i loro colli, mio amore. E poi ero curioso di vederti all’opera, impegnata a respingere le attenzioni di un uomo, Caroline.-

-Ti ho divertito, Klaus? Perché potrei sempre iniziale a respingere le tue attenzioni, sai.-

-Non ti permetterei di respingerle, Caroline. Ormai sei mia, solo mia. E cosa ne diresti di andare a casa mia?-

-Solo se hai un gioiello per me, Klaus.-

-Ho più di una cassaforte per te, Caroline.-

Insieme i due ragazzi lasciarono il locale, e nonostante il terreno fosse fangoso, a Caroline non interessò affatto dei suoi stivali nuovi. Avrebbe provveduto ad acquistarne un nuovo paio. Si avviarono vero l’auto sportiva di Klaus, con le mani intrecciate e la consapevolezza che vi fosse tempo per dissipare ogni minima perplessità. Perché era proprio quello il bello dell’eternità, e Caroline lo sapeva benissimo.

-Hai aggredito Damon, Klaus?-

-Gli ho solo detto di non rivolgerti la parola, Caroline.-

-E lui cosa ti ha risposto?-

-Che ha sempre preferito le more alle bionde, tesoro.-

-Anche tu hai sempre preferito le more alle bionde, Klaus.-

-Solo prima di incontrarti, Caroline. Ora sei l’unica donna che preferisco, mio amore. Non dimenticarlo mai.-

-Mai.-


Spazio mio: ringrazio chi ha letto, recensito e inserito la storia nei vari elenchi. Il racconto è terminato, ma vi è ancora un capitolo aggiuntivo. Sinceramente grazie.

 

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Capitolo 5
*** Capitolo extra ***


Elena era in una pasticceria anonima, sedeva su una poltroncina maculata, zuccherava la sua tisana, attendeva che il suo amico la raggiungesse e ignorava il suo telefonino. Aveva ricevuto dodici chiamate dal suo ragazzo, alle quali aveva preferito non rispondere, perché sarebbe stato complicato spiegargli dove fosse e chiedergli di non raggiungerla. Aveva ricevuto una chiamata la notte precedente, e quando perplessa aveva risposto, aveva compreso quanto la situazione dovesse essere critica.

Era stata costretta a disdire un appuntamento con Damon, aveva dovuto raccontare una bugia alla sua migliore amica, ora era in una bruttissima sala da the e aspettava impaziente il suo amico. Un bambino mangiava voracemente un gelato, una ragazzina chiacchierava con un ragazzino, una donna beveva rumorosamente una camomilla, e se non fosse stato per Caroline, Elena non avrebbe esitato ad andare via. Le lucine natalizie illuminavano le vetrine della pasticceria, le coppiette passeggiavano mano nella mano, e nonostante mancassero solo dieci giorni al Natale, Elena non avvertiva neanche un po’ di spirito natalizio. Sicuramente non avrebbe festeggiato il Natale, non con i suoi amici di sempre, e se Damon avesse approvato, avrebbe prenotato una crociera per lei e il suo ragazzo.

Erano mesi che i due non si concedevano un viaggio romantico, che non trascorrevano una giornata insieme, senza che Elena fosse costretta a studiare o a seguire i corsi universitari. Era complicato gestire una relazione a distanza, nonostante avesse fiducia in Damon. Era complicato ugualmente. Elena avvertì dei passi a lei familiari, sentì qualcuno sedersi al suo stesso tavolo, cessò di zuccherare la tisana e alzò lo sguardo. Finalmente il suo amico era arrivato. Indossava una giacca di pelle, aveva i capelli leggermente più lunghi, la barba un po’ troppo folta e un sorriso sarcastico sulle labbra. La giovane non lo vedeva da mesi, da prima che lei e Caroline iniziassero il college, e considerando quanto il suo amico non fosse propriamente tale, Elena era curiosa di capire cosa desiderasse da lei. Perché era ovvio che volesse qualcosa, terribilmente ovvio.

-A New Orleans non si usa essere puntuali, Klaus? Mi hai svegliato questa notte alle tre, costretto a disdire un appuntamento con il mio ragazzo, obbligata a raccontare una bugia alla tua ragazza, quindi parla e dimmi cosa vuoi.-

-Sei sempre bellissima, Elena. E non sono qui per ammirare la tua bellezza, ma per dirti che ho un piccolo problemino, e considerando la natura del problema, mi occorrerebbe il tuo aiuto.-

-Per quale ragione pensi che io sia disposta ad aiutarti, dopo che hai cercato di uccidermi varie volte? E come credi che io possa aiutarti, Klaus? Non sono capace di sedare una rivolta dei tuoi sudditi, di eliminare i tuoi avversari, o di giustificarti con Caroline. Sono venti giorni che non chiami la tua ragazza, che non le invii un messaggio o che non ti degni di rispondere alle sue chiamate. La mia migliore amica è preoccupata, terribilmente preoccupata. E se non fosse stato per gli esami imminenti, non avrebbe esitato a prendere il primo aereo per New Orleans.-

-Ho intenzione di rimediare alle mie mancanze, Elena. Sono qui per parlare con Caroline, spiegarle la situazione e chiederle perdono. Ho sbagliato a non dirle quale fosse il problema, a non confidarmi con lei, e considerando quanto lei abbia il diritto di sapere, sono qui per rimediare. Il problemino non è questo, però.-

-Quale sarebbe il problemino, allora? E’ successo qualcosa di grave a New Orleans, o dobbiamo affrontare un nuovo nemico? Non siamo pronti ad affrontare pazzi millenari, non ora che vi sono gli esami, okay?-

-Non è successo nulla a New Orleans, lì non vi sono problemi, e considerando quanto io sia il miglior sovrano del mondo, non vi sono rivolte da sedare. Il problemino riguarda la mia vita privata, ed è in casa mia, Elena.-

-Parla chiaramente, perché non riesco a seguirti.-

-Mesi fa ho avuto un incontro occasionale con una donna, una notte di sesso, che non avrebbe dovuto stravolgermi la vita, come invece ha fatto. Ero convinto che lei prendesse la pillola, mi aveva assicurato di prendere precauzioni, non ho prestato attenzione durante il rapporto sessuale, e due mesi fa lei ha partorito. Da due mesi in casa mia vi è una neonata con le guance rosse, le mani paffute, gli occhietti vispi e un sorriso bellissimo. Sono diventato padre, e considerando quanto non fossi pronto ad esserlo, ti lascio immaginare come la situazione sia complicata per me. Il piccolo problemino è mia figlia, Elena.-

La bellissima vampira mora prese il cucchiaino, iniziò a zuccherare la tisana, e ignorando completamente il suo interlocutore, iniziò a meditare. Ovviamente Klaus non aveva tradito la sua migliore amica, il concepimento vi era stato mesi prima, quando Caroline aveva ancora una relazione con Tyler, quindi non capiva il motivo per cui il suo interlocutore non avesse confessato la cosa alla sua ragazza.

Sicuramente la sua migliore amica avrebbe gridato, rotto qualche bicchiere, ma non avrebbe esitato a comprendere e avrebbe accettato di conoscere la bambina. Non avrebbe esitato ad aiutarlo con i pannolini, il latte, le tutine e le visite mediche. In quella situazione vi era qualcosa di poco chiaro, decisamente di poco chiaro. Elena portò una ciocca di capelli dietro l’orecchio, cessò di zuccherare la tisana, alzò lo sguardo, osservò per un secondo Klaus e poi gli fece la domanda da un milione di dollari.

-Non ho capito bene chi sia la madre, Klaus. E se sia in casa tua, perché un conto è che vi sia tua figlia, un altro che vi sia la donna con la quale l’hai concepita, non pensi?-

-Conosci benissimo la madre, perché è la stessa con la quale il cane ha avuto una relazione. E’ la lupa Hayley, Elena.-

-Ascoltami attentamente, Klaus. Tu non hai un problemino, hai un problemone, perché Caroline pretenderà la tua testa su un piatto di ferro. Il problemone non è tua figlia, ma la madre di tua figlia, che presumibilmente continua a vivere nella tua stessa casa, e se non fosse stato per lei, la mia migliore amica si sarebbe risparmiata un po’ di problemi con Tyler. Questa notizia non la digerirà facilmente, credimi!-

-Tra me e la lupa non vi è stato più nulla, lei è solo la madre di mia figlia, indipendentemente da quello che tu possa pensare o meno. Al momento non è neanche tanto la madre di mia figlia, perché è troppo concentrata su mio fratello, che sembra fin troppo interessato a lei. Se non l’ho buttata fuori di casa, è solo per Elijah.-

-Diciamo che ti credo, Klaus. Spiegami il motivo per cui non hai detto a Caroline della tua notte di sesso con Hayley, della sua gravidanza e della nascita di tua figlia.-

-Sono stato informato alla fine della gestazione, siccome mio fratello temeva che potessi ucciderla, o allontanarla da New Orleans con mio figlio nel ventre, pensa un po’. Non è stato semplice accettare la notizia, realizzarne il significato, capire se fossi capace di essere un buon padre, considerando quanto mio padre non losia stato, Elena. Ancora ora temo di essere un pessimo padre, di non riuscire a comprendere i bisogni di mia figlia, e se fossi un po’ meno possessivo, lascerei a Elijah la sua educazione. Lui sembra nato per essere padre, Elena.-

-Okay, Klaus, un passo alla volta. Sarai sicuramente un buon padre, perché sai come esserlo, siccome basterà evitare di ripetere gli errori di tuo padre. Per quanto riguarda tua figlia, vediamo un po’. Potrei vedere una sua foto, perché immagino che tu abbia un suo scatto con te, no?-

Il suo interlocutore annuì, prese il portafoglio dalla tasca dei suoi pantaloni, lo aprì e ne estrasse la foto di sua figlia. La porse alla sua interlocutrice, che lentamente la prese e minuziosamente iniziò ad esaminarla. Ritraeva una bambina bellissima, vestita con una tutina rosa, una bavetta colorata e un paio di scarpine bianche.

Aveva i capelli biondicci, le iridi marroni, il nasino alla francese, ed esaminandola attentamente, Elena si chiese dove fosse la somiglianza con la madre. Fortunatamente quella bambina non somigliava affatto a sua madre, ma era identica a suo padre, e se Elena non avesse saputo la verità, avrebbe notato una certa somiglianza con Caroline. Le sopracciglia, o le fossette, erano identiche a quelle della sua amica. Quasi impressionante, sì.

-E’ una bambina bellissima, così simile a te. Sei un bastardo terribilmente fortunato, sappilo! Caroline non riuscirà a resistere al visino della tua bambina, Klaus. E ti perdonerà per il tuo silenzio, non prima di averti lanciato qualche piatto contro, però.-

-Sono disposto a correre il rischio, Elena. Caroline è la donna che amo, quella che desidero accanto a me per il resto della mia eternità, che con un sorriso è stata capace di risvegliare un po’ della mia umanità, e considerando quanto abbia fatto per me, non potrei negarle nulla. E’ una delle persone più importanti della mia vita, ancor più dei miei fratelli e di coloro che sono stati i miei familiari di sangue. E la mia bambina è l’altra persona più importante della mia vita, a lei darei il mondo, se me lo chiedesse. Sono le mie donne, solo ed esclusivamente mie.-

-Se Damon mi dicesse simili parole, non esiterei a trascinarlo nella prima chiesa e a sposarlo. Non che non mi abbia mai detto tali parole, però ascoltarle è sempre emozionante, Klaus. Sei davvero un bastardo fortunato, credimi. E ora cosa ne diresti di offrirmi qualcosa di decente, che non sia un’altra tisana, possibilmente!-

-Direi che posso offrirti un calice del miglior champagne, Elena. Andiamo, forza!-

La bellissima vampira mora indossò il cappello, prese la borsa, lasciò la sala da the e attese che il suo amico la raggiungesse. L’originale pagò la consumazione, cavallerescamente le aprì la porta della pasticceria, aspettò che uscisse e discretamente le indicò la sua auto. Salirono sull’auto sportiva di Klaus, Elena aprì leggermente il finestrino, e quando Klaus chiuse la portiera dell’auto, andarono via.

Lasciarono dietro di loro la pasticceria anonima, le lucine natalizie, i bambini urlanti, le madri disperate e il chiacchiericcio fastidioso dei ragazzini. Sicuramente quel Natale sarebbe stato migliore, ammesso che Caroline avesse accettato le spiegazioni del suo ragazzo, o quantomeno non avesse cercato di decapitarlo, strappargli il cuore o trafiggerlo con un pugnale di quercia bianca. E conoscendo la sua migliore amica, nessuna delle ipotesi era da escludere.

-Per quanto tempo resterai qui, signore dei mostri?-

-Fino alla fine delle vacanze natalizie, perché ti interessa replicante?-

-Pura curiosità, credimi. E non vorrei che qualche nemico, decidesse di seguirti qui o attentare alle nostre vite.–

-Non vi è foglia che si muova a New Orleans, se non sono io a volerlo. Ormai quella città è mia, solo ed esclusivamente mia, Elena.-

-Felice di saperlo, Klaus. E qual è il nome della bambina?-

-Caroline, Elena!-

-Sei il miglior adulatore di questo mondo, Klaus. Caroline non potrà non amare quella bambina, credimi.-

-Ha il nome della donna che amo, Elena. Sono stato irremovibile sulla scelta del suo nome, e penso che anche per questa ragione, sua madre sia abbastanza reticente ad occuparsi di lei. Forse le ricorda troppo la donna che amo, e non solo fisicamente, chissà.-

-Lieta di sapere quanto anche tu abbia notato la somiglianza con Caroline, Klaus. Sembra quasi sua figlia.-

-Ha la sua stessa bellezza, lo so.-

Quaranta minuti dopo, Klaus spense l’auto e la parcheggiò vicino a un locale alquanto lussuoso. Aprì la portiera di Elena, le porse la mano, attese che scendesse e poi la guidò verso l’ingresso del locale. Era un bar arredato sfarzosamente, vi erano camerieri dalla divisa impeccabile, poltroncine morbidissime e una leggera musica di sottofondo. Raggiunsero il bancone, e prima che Elena potesse ordinare qualcosa, Klaus ordinò una bottiglia di champagne e una fetta di torta al cioccolato.

Le luci illuminavano il locale discretamente, creavano un’atmosfera soffusa, e se la giovane non fosse stata con il suo amico, non avrebbe esitato a baciarlo. Se fosse stata con il suo ragazzo, non avrebbe esitato a toccarlo e a mormorargli parole oscene. Sicuramente avrebbe dovuto chiedere a Damon di accompagnarla lì, appena possibile.

-In questo periodo il cane è venuto al college, Elena?-

-Che io sappia è a Mystic Falls,  Klaus. E comunque nessuna di noi due l’ha visto, ha sentito il suo odore, i battiti del suo cuore o percepito la sua presenza. Non è persona gradita.-

-Non solo per te è una persona non gradita, Elena. Avrei dovuto ucciderlo, dopo averlo liberato dalle tue catene.-

-Non sarebbe stato soddisfacente, non per te. Penso che sia molto più soddisfacente fargli capire quanto Caroline sia felice con te, come non desideri altro che te, sbaglio forse?-

-Non sbagli minimamente, Elena. E’ decisamente da me il sadismo, lo so.–

Il cameriere porse ai due la bottiglia di champagne, i calici e la fetta di torta. Klaus aprì la bottiglia, riempì i due bicchieri, ne porse uno ad Elena e poi brindò con lei. Brindarono al loro prossimo ritorno a Mystic Falls, al successo degli esami, al Natale imminente, alla bellezza di un vita infinita e alla bambina. Brindarono a Caroline, Damon, alla piccola Caroline, alle persone che Elena amava e a quelle che Klaus evitava di asservire a sé.

Bevvero lo champagne, Elena mangiò un pezzettino della buonissima torta a cioccolata, Klaus pagò, ritornarono all’auto e vi salirono. Klaus doveva spiegare la situazione a Caroline, mentre Elena doveva rispondere alle diciassette chiamate di Damon, recuperare l’appuntamento con lui, e fingere anche di studiare un po’. Decisamente avevano una serata densa di impegni.


Caroline era nervosa, temeva di non riuscire a superare gli esami, desiderava che il suo ragazzo rispondesse alle sue chiamate, e considerando quanto la sua migliore amica fosse incapace di mentirle, non capiva neanche il motivo per cui le avesse detto una bugia.

Elena le aveva detto che sarebbe andata alla biblioteca comunale, per rifinire una delle tesine di fine semestre, ma era stata incapace di evitare che la sua vocina tremasse, quindi Caroline aveva compreso quanto la sua amica le avesse mentito. Ignorava la ragione della sua bugia, però. E ora era  al centro della loro stanza universitaria, circondata da libri spessi, coperta da una coperta leggera, con una matita tra le labbra e un evidenziatore nei capelli. Aveva gli occhiali da lettura sul naso, una felpa di due taglie più grande di lei, un pantalone stropicciato e un caffè decaffeinato accanto a sé. Leggeva l’ultimo capitolo del libro, sottolineava i concetti fondamentali, li ripeteva tra sé, chiudeva le palpebre e cercava di memorizzarli.

Domani vi sarebbe stato il primo esame di fine semestre, e considerando quanto la titolare del corso fosse terribile, non era il caso di sfidare la sorte e presentarsi impreparata. Fuori non era possibile ammirare la Luna, le stelle non illuminavano la volta, una cornacchia gracchiava e un gattino miagolava. Soffiava un vento freddissimo, sicuramente il giorno seguente sarebbe stato uggioso, e tenendo conto di quanti vestiti avesse lasciato a Mystic Falls, Caroline non sapeva proprio cosa dovesse indossare.

Avrebbe potuto prendere qualcosa dal guardaroba della sua migliore amica, se Elena avesse avuto un po’ di gusto nell’acquistare gli abiti e se non avesse indossato perennemente pantaloni o vestiti improponibili. Velocemente le lancette dell’orologio da polso scandivano il tempo, il gattino continuava a miagolare, e mentre Caroline giunse alla fine del capitolo, qualcuno pensò bene di bussare alla porta della sua stanza.

Erano le venti, ed era alquanto improbabile che qualche studente avesse organizzato una festa, quindi la vampira bionda si chiese chi fosse. Si alzò dal pavimento, calzò le ciabatte, tolse l’evidenziatore dai capelli e poi aprì la porta. Vi era un uomo bellissimo, con un sorrisino sornione, un accenno in più di barba e un giubbino di pelle. Vi era il suo ragazzo, venuto da New Orleans per lei. Vi era Klaus, sì.

-Chi non muore si rivede, Niklaus!-

-Sono stato un po’ impegnato, Caroline. Non è semplice gestire una città, soddisfare i desideri dei propri sudditi ed eliminare ogni nemico. E’ complicato, sì.-

-Complicatissimo trovare cinque minuti per rispondere a una delle mie telefonate, per richiamarmi o accettarti che non fosse successo nulla di grave. E se avessi avuto bisogno del tuo aiuto, Klaus? Se un altro licantropo mi avesse morso, e io avessi necessitato del tuo sangue, Klaus? Sarei morta sicuramente, perché non sarei riuscita a contattarti. E ora per quale motivo sei qui? Vuoi forse farti perdonare? Se sì, dove sono i miei gioielli?-

Caroline arricciò il nasino, inclinò le labbra in una smorfia ironica, permise a Klaus di entrare nella sua stanza, e mentre lui richiudeva la porta dietro di sé, lei comprese pienamente quanto avesse avvertito la sua assenza. Aveva desiderato nuovamente le sue mani sul suo corpo, la sua bocca sui suoi capezzoli e lui dentro di sé.

Aveva sperato di ritornare a rivedere i suoi tatuaggi, i muscoli delle sue spalle flettersi, il suo sorriso diabolico e i suoi occhi bellissimi. E ora era lì, nella sua stanza, seduto sul suo letto e attendeva impaziente che lei lo raggiungesse. Caroline sedé accanto a lui, poggiò le gambe sulle sue cosce, abbassò la cerniera della felpa, e prima che potesse fare altro, Klaus la attirò inevitabilmente a sé.

Caroline si ritrovò seduta a cavalcioni sulle cosce del suo ragazzo, gli tolse la giacca, avvicinò le labbra alle sue e attese che lui colmasse la distanza. Klaus la baciò. Fu un bacio vorace, lungo, intenso, desiderato e bagnato. Abilmente il suo ragazzo la privò della felpa, le sbottonò il gancetto del reggiseno, massaggiò i suoi sensi, poggiò le mani sui suoi glutei e li strinse. Caroline gli strappò la maglia, sfiorò con le mani i suoi tatuaggi, sbottonò il bottone dei jeans, e prima che potesse abbassargli i boxer, fu fermata dal suo ragazzo.

Klaus interruppe il bacio, la sollevò leggermente, le strappò i pantaloni, le mutande, si liberò dei suoi boxer e finalmente le concesse di ritornare a sedere su di lui. La vampira bionda avvertì il pene eretto del suo ragazzo, comprese quanto lei fosse bagnata, iniziò a strofinarsi contro il suo pene, e prima che potesse gemere realmente di piacere, il vampiro originale la penetrò. Fu un affondo secco, privo di preavviso e minimamente doloroso per la ragazza. Lei era bagnata, troppo bagnata per resistere ulteriormente. Caroline poggiò le mani sulle spalle del suo ragazzo, lui iniziò a spingersi dentro di lei, rafforzò la presa sui suoi glutei, avvicinò le labbra al suo orecchio e vi sussurrò dentro quanto avesse avvertito la sua assenza.

La vampira non riuscì a reprimere alcun gemito, e  prima che potesse raggiungere l’orgasmo, poggiò le labbra sul collo del suo ragazzo e lo morse. Klaus apprezzò la sua iniziativa, a sua volta la morse, e dopo Caroline, non riuscì a non venire anche lui. La bellissima vampira bevve il sangue del suo compagno, lo apprezzò, e prima che si allontanasse dal suo collo, notò quanto anche il vampiro originale apprezzasse il suo sangue.

Ansimavano, gemevano e non cessavano di guardarsi l’uno negli occhi dell’altra. Klaus interruppe il contatto visivo, delicatamente la sollevò, le indicò il letto, Caroline vi si distese e lui non esitò a imitarla. Abbracciò la sua compagna, coprì i loro corpi con una coperta, e prima di stringerla a sé, le disse quanto avesse desiderato averla con lui a New Orleans.

-Anch’io avrei voluto essere lì con te, Klaus.-

L’originale era tentato di addormentarsi, ma sapendo quanto non potesse rinviare ulteriormente la conversazione, decise di impedire anche alla sua compagna di dormire. Strofinò il naso contro il suo collo, la sentì ridacchiare, avvicinò le labbra al suo orecchiò e iniziò a rimediare alle sue mancanze.

Le spiegò il motivo per cui non avesse risposto alle sue chiamate, quanto fosse stato complicato metabolizzare la paternità, accettare un tale cambiamento e capire quanto potesse amare un’altra persona. Le raccontò del suo incontro con Elena, di come avesse ottenuto da lei un po’ di rassicurazione, di quanto temesse di perderla e di come non potesse accettare di vederla allontanarsi da sé. Le chiese perdono, per non averle detto prima la verità e attese una sua reazione. Caroline era distesa accanto a lui, aveva le mani poggiate sul suo petto, gli occhi un po’ umidi e cercava di reprimere le lacrime.

Klaus temeva che potesse realmente fuggire da lui, lasciarlo in quel letto, rivestirsi e uscire definitivamente dalla sua vita. La teneva stretta a sé, quasi la privava del respiro, per timore che potesse abbandonarlo lì. La vampira bionda non sapeva cosa dire, perché non vi era molto da dire, e poi aveva avuto abbastanza tempo per metabolizzare la novità.

Dieci giorni prima aveva chiamato la bionda ossigenata di New Orleans, impaziente di comprendere il motivo per cui il suo ragazzo non rispondesse alle sue chiamate e la sorella non aveva esitato a delucidarla. Le aveva raccontato del concepimento del bambino, di come Elijah avesse tentato di tenere segreta la gravidanza, di quanto il maggiore dei fratelli amasse la lupa e di come Klaus riuscisse difficilmente ad accettare la novità.

Credeva al suo ragazzo, al fatto che non vi fosse stato altro tra lui e la lupa, e nonostante capisse la ragione per cui lei continuava a restare nella sua abitazione, avvertiva una profonda irritazione e non riusciva a non essere gelosa di Hayely. Odiava profondamente quella lupa, sì. E ora era lì, stretta al suo compagno, sapeva quanto lui attendesse una risposta e temesse di vederla allontanarsi da sé. Ma Caroline non avrebbe mai potuto lasciarlo lì, perché lo amava profondamente, e poi le sarebbe piaciuto conoscere sua figlia. La sua bambina, forse la loro bambina.

-Sapevo della novità, ma attendevo che tu me lo dicessi. Dieci giorni fa ho chiamato tua sorella, ero preoccupata per il tuo silenzio, e nonostante la bionda ossigenata fosse reticente, l’ho convinta a spiegarmi la situazione. So quanto Elijah sia interessato a Hayely, come lei ricambi tale interesse,  ma non riesco a non essere indispettita. Non mi piace che lei sia lì, in casa tua, nelle tue stanze e nella tua città. Penso di dovermi abituare all’idea, in fondo è la madre di tua figlia, nonostante non ami occuparsi molto di lei, no?-

-Se vuoi, posso allontanare sia lei che mio fratello da New Orleans. Potrei addormentare nuovamente anche mia sorella, che ha osato spiegarti la situazione, prima che io ne avessi la possibilità. Per te potrei fare tutto, Caroline.-

-Non sarebbe giusto, perché sono la tua famiglia. E poi dovresti allontanare tutti dalla tua città, siccome sono gelosa di tutte le persone che ti circondano e occupano le tue giornate. Penso di poter convivere con la mia gelosia, Klaus.-

-Davvero sei gelosa di me, Caroline? Non avrei mai sperato di sentirtelo dire, credimi. E per quale motivo non hai raccontato della novità alla tua migliore amica? Non dirmi che anche lei sapeva, ma ha preferito non dirmelo.-

-Non ho avuto il tempo per confidarmi con Elena, perché mi è servito qualche giorno per metabolizzare la novità, Klaus. Non ho intenzione di lasciarti, abbandonarti o fuggire da questo letto. Avrei solo un paio di domande, però.-

-Ti ascolto, tesoro.-

-Come hai potuto fidarti di lei, Niklaus? Una donna ti dice che prende la pillola, tu non ti trattiene e dai per scontato che lei abbia detto la verità. Altre volte l’hai dato per scontato? Non vorrei che vi fossero altri tuoi figli nel mondo, Klaus.-

-So che vorresti una famiglia numerosa, ma non vi sono altri miei figli e mai vi saranno. Ho dato per scontato che lei fosse stata sincera, che la pillola fosse sufficiente come contraccettivo, mi sono lasciato trasportare dagli ormoni e non ho prestato attenzione a nulla. Non pensavo che lei potesse ritrovarsi ad aspettare mia figlia, Caroline.-

-Ti credo, sì. E ora ho un’altra domanda.-

-Dimmi, Caroline.-

-Mi dici il nome della bambina, Klaus? La bionda ossigenata non ha voluto dirmelo, anzi si è limitata a ridacchiare e a interrompere la chiamata. Solo per questo meriterebbe di dormire altri dieci anni, credimi.-

-Il nome di mia figlia è il tuo, Caroline.-

-Non dirmi che l’hai chiamata come me, Klaus!-

-L’ho fatto, sì. Perché la mia Caroline è identica a te, ha le tue fossette, il tuo nasino alla francese, le tue ciglia e il tuo sorriso. Sarà anche intelligente come te, perché bellissima quanto te lo è già, Caroline.-

-Voglio conoscerla, Klaus. Devo conoscerla.-

-La conoscerai entro la fine dell’anno, perché ho intenzione di portarti con me a New Orleans. Festeggeremo lì la fine dell’anno, con i miei sudditi, i miei fratelli e mia figlia. Finalmente conosceranno la loro regina, tesoro.-

-Mi piace terribilmente il programma, Klaus. Mi piace, sì.-

Il vampiro originale sorrise, comprese quanto il suo cuore fosse libero da un peso, progettò di trascorrere il Natale a Mystic Falls, il capodanno nella sua città, strinse a sé la sua compagna e cedette al sonno. Caroline sorrise, poggiò il viso sul petto del suo compagna, ignorò il disordine sul pavimento della sua stanza, chiuse le palpebre e cedette anche lei al sonno. Fuori dalla stanza, in un angolo nascosto del college, vi erano due ragazzi ed erano impegnati a discutere.

Lui ringhiava tra i denti, lei lo spintonava, e prima che potessero cadere entrambi, il ragazzo strinse la ragazze a sé e le morse il collo. Assaggiò il suo sangue, lo gustò, leccò la ferita, attese che guarisse, allontanò le labbra dal suo collo e la guardò. Lei era deliziosamente imbronciata, esasperata dalla gelosia del suo ragazzo e segretamente divertita.

Sarebbero trascorsi i secoli, ma Damon non avrebbe mai cessato di pronunciare velate insinuazioni, capaci di destabilizzarla, irritarla e farle comprendere quanto lui tenesse veramente a lei. Elena poggiò le mani sul suo viso, avvicinò le labbra alle sue, delicatamente le sfiorò, poi portò la sua bocca al suo orecchio e lì vi sussurrò qualcosa di terribilmente osceno. Damon sorrise machiavellicamente, la strinse maggiormente a sé, e prima che potesse inchiodarla contro la cortezza del pino, le domandò ancora una volta dove avesse trascorso il pomeriggio.

-Lo sai benissimo, Dio. Sono stata in un squallida sala, poi in un locale sfarzoso e vi sono stata con Klaus.-

-Non sapevo che ti interessassero i vecchi, Elena.-

-Non mi interessa lui, non mi interessa nessuno, tranne te. Mi interessano gli idioti, che di cognome fanno Salvatore, Damon. E considerando quanto tu sia l’unico Salvatore idiota esistente, ti lascio immaginare chi mai possa interessarmi, okay?-

-Diciamo che ti credo, Elena. E cosa voleva la mummia da te?-

-Raccontarmi di sua figlia, del suo timore di non essere un buon padre e della sua paura di perdere Caroline. E ora possiamo smettere di parlare di lui, Damon?-

-Direi che possiamo chiudere il discorso qui, sì. E ora è mio dovere farti rilassare, d’accordo?-

-Come avresti intenzione di farmi rilassare, Damon? Ti ricordo che la mia stanza è occupata, e non sono propensa ad interrompere alcuna cosa, okay?-

-La tua stanza è occupata, ma questa corteccia non lo è. Voglio farti mia qui, e voglio farlo ora, Elena.-

La bellissima vampira mora non rispose, lasciò che le mani del suo ragazzo la privassero dei vestiti, e prima di abbandonarsi alle sue sapienti carezze, notò quanto il suo compagno fosse impaziente di farla sua. Le iridi azzurre di Damon sembravano infuocate, risplendevano di vita propria, e tale cosa ad Elena piacque terribilmente. Le piacque, sì.

 

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