La malattia fu solo l' inizio

di Son Gohan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


            Capitolo 1 

17 Settembre 2013, casa di Gohan e Videl.
I due sono nel letto, pronti per dormire, quando…


“AAAAAAAAAAAHHHHH!!!!!! DJAAAAAAAAAAAHHHHH!!!! AAAAHHH!!” Gohan si era improvvisamente messo una mano sul cuore e ora urlava in preda a fitte di dolore.
“Gohan! Amore che cos’ hai? Gohan!! Ti prego amore, dimmi qualcosa, Gohan!” Videl continuava a chiamare per nome Gohan e il ragazzo continuava a lamentarsi in preda a quelle maledette fitte al cuore.
“GOHAN!!” Videl aveva iniziato a piangere e si era rifugiata tra le braccia di lui, preoccupatissima per Gohan, mentre lui continuava ad urlare.
“Gohan, sarà meglio chiamare un dottore! Vedrai, arriverà presto!” 
“No Videl, lascia stare, tanto tra un po’ mi passa… lo sai no? Non è la prima volta che succede, e poi… nessun dottore sarebbe in grado di fare qualcosa…
“E se tu avessi ereditato la malattia di tuo padre?”
“Credimi, se fosse stato così, sarei già morto da un pezzo…!”
“E Allora che cosa può essere?! Gohan, è il cuore che ti fa male, non una gamba o un braccio… E’ IL CUORE GOHAN!” aveva terminato la frase urlando in preda all’agitazione, sì, va bene che non era la prima volta che succedeva,  ma ogni volta Videl tentava di convincere Gohan a farsi visitare, anche se in fondo sapeva che il Saiyan non avrebbe mai accettato, proprio perché Saiyan.  Dopo aver sentito l’ urlo di Videl, Gohan, che non voleva più veder piangere Videl per lui, le disse:
“V- Videl, … lo sai che non è niente…” non finì di dire la frase, che Videl lo interruppe urlando:
“SMETTILA DI DIRE CHE NON E’ NIENTE GOHAN! SE TI FA MALE IL CUORE UN MOTIVO CI SARA’ NO!?! E SE FOSSE UNA MALATTIA MORTALE!? COME FARESTI EH?!?! E POI COME FAREI SENZA DI TE!? ME LO SPIEGHI!?  EH!? ALLORA GOHAN!? COME FAREI SENZA DI TE!? Dimmelo Gohan… dimmelo…” al contrario di prima, ora Videl aveva finito la frase quasi in un sussurro, poiché il pianto le stava rendendo difficile parlare.“Videl… adesso ascoltami: non me ne andrò. O almeno non ora… non potrei mai lasciarti sola, sei troppo importante per me Vid… Fidati, non sarà una cosa del genere a portarmi via da te…”  vedendo che Videl stava per ribattere, Gohan le posò dolcemente un dito sulle labbra e scosse leggermente il capo, per farle segno  di tacere e poi continuò: “… puoi stare tranquilla… e poi, mi sta già passando… tranquilla, è tutto ok… è tutto ok…” dopo aver sentito queste parole, Videl si rifugiò ancor di più nelle possenti braccia di lui e quest’ ultimo le posò un leggero bacio sui capelli profumati… 









Salve a tutti!
Allora... che posso dire (Niente! Zitto e fila a dormire che è già l' una e mezza! nd Chiunque sia sopravvissuto alla lettura di quest' abominio questa... cosa...)... boh... ho sonno! Dovrei andare a nanna... yaaaawnn.. speriamo che domani mamma non mi faccia andare a scuola... anche se non dovrebbe perchè non sto bene... (tanto mi deve svegliare lo stesso perché devo prendere le pastiglie... bleah! Che schifo che fanno! Ah va beh, se mi fanno guarire...) Cooomunque! Spero che qualcuno di voi abbia voglia di recensire... (Ma fila a letto va! Tsk! Ma senti questo! nd lettori sopravvissuti) positive o negative (che poi non ci sono recensioni negative se sono cotruttive) basta che recensiate! Detto questo, vi saluto e vi auguro buona notte.
Ciao e (spero) a presto! 
Son Gohan.

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


       La malattia fu solo l’ inizio
Capitolo 2

 

Mercoledì 18 Settembre 2013, casa di Gohan e Videl.
Ore 6:50.

 
*DRIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIINNN*
 
Un nuovo giorno iniziava per i due giovani e la sveglia, puntuale come sempre, li stava “dolcemente” strappando dalle braccia di Morfeo per riportarli nel mondo reale. La prima a svegliarsi, più o meno completamente, fu Videl che, dopo essersi liberata dall’ abbraccio di Gohan che l’ aveva tenuta stretta per tutta la notte, staccò la sveglia, per poi girarsi a svegliare Gohan:
“Gohan… svegliati, dobbiamo andare a scuola..!”
L’ unica risposta che ottenne fu un grugnito e una smorfia di disapprovazione
“Eddai Gohan non farti pregare…”
Un’ altro grugnito, così a Videl venne in mente un piano
“Su dai… se ti alzi e vai a prepararti dopo ti lascio mangiare il dolce che ieri ci ha portato tua madre.”
Così facendo, Videl era sicura di attirare l’ attenzione del ragazzo, che invece rispose:
“Non mi va Videl…”
Dopo aver sentito queste parole pronunciate dalla  bocca di Gohan, Videl  non poté che stupirsi: un Saiyan che non voleva mangiare era una cosa stranissima! Anzi, un evento più unico che raro! E ogni volta che un Saiyan non mangiava, voleva dire che stava male, l’ ultima volta che Gohan non aveva mangiato era stato perché si era beccato la gastroenterite! E ci aveva messo una settimana per guarire… quindi Videl gli disse:
“Gohan, che  cos’ hai?” a quel punto gli toccò la fronte, e sentì che Gohan scottava.
“Gohan! Accidenti, sei bollente! Aspetta, vado a prendere il termometro.!” Così, Videl si alzò dal letto e andò a prendere il termometro; poco dopo tornò con l’ oggetto tra le mani e disse a Gohan:
“Su forza apri la bocca…” Gohan fece come gli era stato ordinato; dopo cinque minuti, Videl tolse il termometro dalla bocca di Gohan e guardò la temperatura che segnava: 42.
“Accidenti Gohan! Ma che diamine hai combinato!? Hai quarantadue di febbre! Come diamine hai fatto a prendertela!? Oggi stiamo a casa ok cucciolo?” disse finendo la fase prendendo il viso di Gohan  tra le mani per guardarlo meglio negli occhi.
“Hm hm… ok…” rispose debolmente Gohan.
 
*DLIIIINN DLOOOOONN*
 
“Ma chi può essere a quest’ ora?” disse Videl
“E’ il nonno…” rispose Gohan stancamente
“Bardack*?”
“Sì”
“E tu come lo sai?”
“Ho controllato l’ aura no?”
“Quindi tu con la febbre a quarantadue controlli le aure delle persone?”
“Se suonano a quest’ ora sì”
“Tu sei tutto strano… va beh, io vado a vedere cosa vuole… tu stai fermo qui ok?”
“E chi si muove scusa…?” disse Gohan con la tipica faccia di chi dice: “ma mi stai prendendo per i fondelli?”
Videl sorrise sentendo Gohan e andò ad aprire la porta.
Arrivata davanti la porta chiese chi c’ era dall’ altra parte, anche se già lo sapeva perché glielo aveva detto Gohan:
“Chi è?”
“Sono Bardack, potresti aprire?”
“Certo, un attimo solo.”
Dopo aver aperto la porta, Videl si accorse che Bardack aveva un’ aria diversa dal solito, era serio, aveva la faccia preoccupata e sembrava anche spaventato, così Videl gli chiese:
“Ehi che ti è successo Bardak? Sembra che tu abbia visto un fantasma….”
“Niente.. almeno per ora… posso vedere mio nipote per favore?”
“Certo, è ancora a letto… fa attenzione però perché ha la febbre alta”
“Maledizione… è più grave di quanto pensassi…” sussurrò Bardack ancor più preoccupato e dispiaciuto.
“Bardack, così mi fai preoccupare, per favore, dimmi che cosa sta succedendo per favore.”
“Tra un po’ scoprirai tutto Videl, stanne certa, per ora non ne sono completamente sicuro, prima dovrei vedere Gohan…”
“E allora andiamo! Non c’ è un attimo da perdere!”
Detto questo, i due si avviarono verso la camera dove c’ era Gohan.

 




































Ma salve! 
Sono riuscito a pubblicare il secondo capitolo di questa schifezza fan fiction! (se così la si può chiamare...) (NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!! nd Voi) Avrei dovuto farlo più o meno... ehm... un paio d' ore fa... ma non avevo finito di scrivere il capitolo... hehe... *si gratta la nuca alla Son imbarazzato* 
Duque, vorrei ringraziare le tre Sante che hanno recensito, ovvero Girl_in_Blu; Giulia Pierucci e Rohan (Psss!!! Ehi voi due! Sì, Giulia Pierucci e Rohan! Potreste dirmi dove avete trovato la foto profilo? Io ho cercato delle immagini di Gohan o di Gohan e Videl ma non ne ho trovata una che andasse bene per qui! Se mi diceste dove avete trovato quelle foto ve ne sarei davvero molto grato!) (spero che recensiate anche questo capitolo e quelli futuri nd Io Mo' chiedi troppo! nd Voi). Grazie mille, non so come farei senza di voi! Ovviamente ringrazio anche coloro che leggono in silenzio (fatevi sentire per favore! XD) e vi saluto, voglio andare a dormiiireee!!! Io quando dormo eguaglio un Saiyan! Una volta, ero nato da poco, ho dormito tuutta la notte filata fino alle undici del mattino seguente e mia mamma si era addirittura preoccupata (perché si che dormivo (e dormo) tanto, ma almeno ogni tanto mi svegliavo!)! Quindi pensate un po' come so' messo! Yyyaaaaaawwwnnn!! Io vado a dormire.
Buona notte!
Son Gohan.

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


                         La malattia fu solo l’inizio
 
Mercoledì 18 Settembre 2013, casa di Gohan e Videl.
Ore 7:15.
 
Quando Videl e Bardack arrivarono in camera trovano Gohan che si stava per riaddormentare, ma quest’ ultimo, accortosi che Bardack e Videl erano in camera, si riprese un po’, si mise a sedere sul letto e, educatamente, salutò suo nonno.
Vedendo Gohan alzarsi a sedere e salutarlo, Bardack gli si avvicinò e si abbassò fino a sedersi sui talloni per poi prendere parole dicendo:
“Allora ragazzo, che diamine ti prende? Non mi pare che tu stia molto bene… e non provare a dirmi che stai bene perché…” si fermò un attimo per toccargli la fronte che scottava e poi continuò “punto primo: scotti; punto secondo: ti si legge in faccia che ancora un po’ e non riesci nemmeno a stare seduto e terzo ed ultimo punto posso sentire la tua aura e quella non mente!”
“Hehehe…” Gohan rise debolmente e poi disse con un’ espressione che avrebbe fatto ridere chiunque lo avesse visto: “Nonno, ma tu non hai nient’ altro da fare che stare a controllarmi l’ aura?”
“Hahahaha!! Non farmi ridere nipote! Io non sto a controllarti l’ aura per tutto il tempo, ma tua madre Chichi diceva che si sentiva strana e poi, visto che tuo padre era andato a pescare e io ero con lei, mi ha detto di controllarti e ‘sta mattina mi sono accorto che sei peggiorato! Ma razza di zuccone, farti controllare no eh?” a questo punto Gohan lo interruppe:
“Eddai nonno… non mettertici anche tu adesso dai! Ci pensa già quella signorina che hai dietro a dirmelo!” disse indicando Videl che, in risposta, gli fece la linguaccia.
“Ok, adesso però dovrei dirti una cosa molto importante Gohan.” disse Bardack che tutt’ un tratto si fece serio mentre, da quando aveva messo piede in quella stanza, aveva mantenuto il sorriso e un aria scherzosa. Anche Gohan si fece serio e disse:
“Dimmi pure nonno”
“Prima però” gli disse mentre gli metteva una mano in testa e lo spingeva sotto le coperte “mettiti di nuovo sdraiato prima che cadi!”
“Haha… va bene nonno…. dai adesso però dimmi quello che mi devi dire!”
“Ok… allora… ieri sera hai avuto un'altra fitta al cuore?”
“S- Sì…. ma tu come lo sai?” chiese Gohan stupito
“Come temevo…. e ora hai pure la febbre… sei messo male ragazzo… mi spiace… temo che tu non abbia molte probabilità di restare in vita…” a quel punto Videl, che stava silenziosamente ascoltando dalla soglia della porta il dialogo tra Gohan e suo nonno, si intromise quasi urlando:
“C- Che cosa?!?! G- Gohan rischia di morire? N- No… non è possibile! E poi, se dici che Gohan non ha molte speranze vuol dire che sai che cos’ ha e che qualche speranza di salvarlo c’ è ancora… giusto?!” Videl era sconvolta dalle parole di Bardack, e sperava che, seppur remota, ci fosse qualche speranza di salvare Gohan… insomma, lui era pur sempre un Saiyan no? E poi ci sarà pur una qualche cura che faccia al caso suo… mentre Videl stava ancora pensando a questo, la voce di Bardack la distolse dai suoi pensieri:
“Non voglio darvi false speranze, ma se quello che temo è vero… o Gohan guarisce da solo, anche se la cosa è quasi improbabile, o si trova una cura al più presto… altrimenti… Gohan morirà.”
Gohan e Videl non volevano credere alle loro orecchie, ma dovevano, purtroppo quella era la cruda verità. Videl era troppo scioccata per parlare e aveva iniziato a piangere silenziosamente, mentre Gohan era scioccato, ma molto meno di Videl… e poi sembrava quasi che se l’ aspettasse… come se dentro di se qualcosa glielo avesse già detto prima di Bardack. Anche se in parte se l’ aspettava, restò muto come un pesce, fino a quando non si accorse che Videl stava piangendo e allora, scacciando parte dei pensieri che lo affliggevano, l’ attirò dicendole:
“Ehi Vid… dai non piangere…. vieni qui dai…” detto questo, si rimise a sedere e fece accomodare Videl accanto a lui e allora Videl ne approfittò per mettere la testa sul suo petto e godersi le carezze che Gohan le faceva sui capelli.
“Su Videl… non c’ è bisogno di piangere piccola…” disse Gohan senza smettere di carezzarle i capelli
“E come faccio a non piangere? Ho appena saputo che potresti andartene da un momento all’ altro e che ogni istante potrebbe essere l’ ultimo… come potrei non piangere?” disse Videl alzando lo sguardo per guardare Gohan negli occhi.
“Stai tranquilla… io non ti lascerò sola hai capito? E poi il nonno ha detto che si potrebbe anche trovare una cura o potrei anche guarire da solo… vero nonno?”
“C- Certo.” anche se non lo avrebbe mai ammesso, Bardack si stava quasi per commuovere nel vedere Gohan e Videl, era davvero contento che suo nipote si fosse innamorato di una ragazza come Videl… in parte anche perché quella ragazza gli ricordava un po’ le donne Saiyan… testarda com’ era… ma questa è un’ altra storia, ora doveva concentrarsi per fare in modo che quei due giovani potessero continuare a stare insieme, e per fare in modo che ciò si avverasse, prima doveva cercare di aiutare  Gohan a guarire, anche se lui non poteva fare nulla tranne che avvisarli, poteva dargli dei consigli per come trovare una cura
“Ahem… ragazzi… Bulma è una grande scienziata no? E poi ho saputo che la Bulma del futuro ha trovato la medicina per il cuore per Kaka… ehm… voglio dire… Goku… e quindi magari potrebbe trovarla anche per Gohan no?”
“Già è vero! Non ci avevo pensato!” disse Gohan come se avesse fatto una delle più grandi scoperte di tutta la Storia.
“Hai visto Videl? Le speranze, se ci facciamo aiutare da Bulma, non sono poi così poche!” disse allegramente nel tentativo di tranquillizzare un po’ la ragazza
“Già!” disse Videl, che sembrava essersi tranquillizzata un po’.
“Ah! Quasi mi dimenticavo…” disse improvvisamente Gohan rivolto a Bardack “Ma che cos’ è questa malattia? E da cosa è causata?”
“Beh… è una malattia che colpisce solo i Saiyan mezzosangue, e nemmeno tutti… dovete sapere infatti, che prende solo i mezzosangue più forti, infatti c’ è una leggenda Saiyan che dice che il sangue Saiyan si voglia ribellare perché vuole che solo i Saiyan purosangue abbiano una grande forza e allora tenta di sbarazzarsi del meticcio… senza offesa eh…” Gohan gli fece segno che non importava e di continuare e allora Bardack lo accontentò “e quindi è per questo che ci si ammala… ah! E poi c’ è anche un’ altra cosa: sempre secondo la leggenda, il mezzosangue colpito sarebbe il guerriero più potente dell’ intera Galassia, in effetti, se te ne sei accorto, hai già superato da un pezzo tuo padre, e se tu volessi potresti sconfiggerlo in un istante… anche se adesso che sei malato la tua potenza è calata di molto.” le ultime parole di Bardack sconvolsero il giovane mezzosangue più di come lo sconvolse sapere che non aveva ancora molte possibilità di sopravvivenza, insomma, lui, che l’ ultima volta che si era allenato lo aveva fatto sotto richiesta di Videl, era più forte del grande Son Goku, il più grande combattente che si fosse mai visto sulla faccia dell’ Universo? Non ci credeva molto, ma quando si decise a chiedere spiegazioni a suo nonno, quest’ ultimo se ne era già andato via col teletrasporto insegnatogli da Goku.
























Salve o voi che ancora leggete questa fan fiction *si guarda intorno* ehi, ma non c' è nessuno? Va beh, sarà anche colpa dell' orario... (No, è perché se ne sono andati tutti. nd Uno che passa qui per caso)
Cooomunque! Sono riuscito ad aggiornare anche oggi! Yuppi! (All' una passata, ma ho aggiornato! Tanto è inutile, prima dell' una non riesco ad aggiornare...)
Va beh, ringrazio coloro che hanno recensito ovvero: Giulia Pierucci; Niky Son; Rohan e SkyDream. Grazie mille! ^_^
Beh, ora vado a dormire, spero che non ci siano errori perché non l' ho riguardata (troppo stanco per farlo).
Buona notte e a presto!
Son Gohan più addormentato che altro. 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


      La malattia fu solo l’ inizio

Capitolo 4

Mercoledì 18 Settembre, casa di Gohan e Videl.

Ore 7:45.

 

Gohan e Videl erano ancora leggermente scioccati da ciò che avevano appena appreso da Bardack; soprattutto Gohan, anche se lui, al contrario di Videl, era scioccato perché suo nonno gli aveva appena detto che era lui il più forte di tutti, e non suo padre Goku, come invece pensavano tutti (tutti ad eccezione di Bardack naturalmente).
“Gohan.” lo chiamò Videl con un sorrisetto.
“Dimmi.” rispose il ragazzo guardandola negli occhi.

“Stavo pensando che se tu sei l’ essere più forte della Galassia, nessuno potrebbe mai sconfiggerti, e quindi, finché ci sarai tu la Terra non corre nessun pericolo, giusto?”
“Beh… in teoria dovrebbe essere così… però ora sono indebolito dalla malattia e poi potrei anche dare tutto me stesso in un combattimento, ma se non mi arrabbio a tal punto da trasformarmi in un Super Saiyan di 2° livello non riuscirei a graffiare nemmeno Goten…”
“Però se la Terra, o anche una persona a cui vuoi bene, fosse in pericolo, la forza ti viene eh… non che di solito tu sia debole eh, però quando serve combatti con le unghie e con i denti, come un vero Saiyan!”

“Sì, ma è meglio se non combatto come un Saiyan… l’ ho già fatto una volta al Cell Game e me ne sono pentito amaramente….” disse il ragazzo ricordando ciò che era successo quella volta che si era fatto dominare dal suo istinto Saiyan.

“Va beh, lasciamo stare Vid… ma che ore sono?”

“Le otto meno cinque, perché?”

“Caspita è tardissimo! Le lezioni sono già iniziate da dieci minuti!” disse Gohan agitandosi per il ritardo in cui erano e cercando di alzarsi, ma fu bloccato da Videl che gli disse con un tono dolce ma che non ammetteva repliche:
“E tu dove credi di andare? Per oggi si sta a casa capito? Quindi adesso tu te ne stai qui tranquillo, ti sdrai, e se vuoi resto con te ok?”

“E va bene… sei tu il capo… allora resta qui con me!”
“Ok” disse la ragazza sdraiandosi accanto a Gohan.

“Vid?”

“Dimmi”
“Posso dormire un po’? Mi sento stanco…”
“Certo cucciolo”
“Grazie” disse Gohan chiudendo gli occhi e addormentandosi velocemente mentre Videl gli carezzava i capelli.

 

 

Venerdì 14 Febbraio 2014, Piazza del Palio (a Febbraio ed a Maggio ci sono le Giostre)

Ore 17:30

 

“Basta sono stanco! Non ce la faccio più!” si lamentò Gohan.

“E va bene, per oggi abbiamo fatto abbastanza giri…” Videl si interruppe un attimo per guardare Gohan che era esausto a causa delle due ore e mezza che avevano trascorso alle giostre e poi continuò: “… visto che hai fatto il bravo, adesso andiamo a prendere una bella ciambella, ok?” sentendo quelle parole (o meglio… la parola “ciambella”), Gohan sembrò riprendersi all’ istante e, con gli occhi che brillavano, disse: “Andiamo dai! Non c’ è un secondo da perdere!” e detto questo si guardò intorno in cerca del banco di ciambelle più vicino, e poi, dopo aver preso la mano a Videl, iniziò a correre per raggiungerla in fretta, mentre la ragazza gli diceva: “Eddai Gohan! Tanto mica finiscono se non arriviamo entro una frazione di secondo!”, ma tanto Gohan non l’ ascoltava, ormai il suo cervello continuava a dire “ciambella, ciambella, ciambella, ciambella, ciambella, ciambella, ciambella, ciambella, ciambella, ciambella, ciambella, ciambella, ciambella…”.

Arrivati al bancone, Gohan e Videl presero le ciambelle, che ancora scottavano poiché erano appena uscite dalla friggitrice.

“Finalmente si mangia! Evvivaaaa!!” e detto questo Gohan addentò la sua ciambella con la Nutella.

“Aspetta Gohan! E’ ancora bollente!” ma Videl non fece in tempo ad avvertire Gohan, che lui si era già ustionato la bocca e l’ esofago perché appena aveva sentito che la ciambella bruciava, l’ aveva istintivamente mandata giù, ustionandosi più di quanto già non avesse fatto.

“Te lo avevo detto io… ma tu non aspetti nemmeno un secondo…!” gli disse con aria di rimprovero Videl.

“Fi, ma io fe poffo farfi fufa? Fono fasso fofì!” disse Gohan con la lingua di fuori per cercare di farla rinfrescare un po’

“Magari potresti stare un po’ più attento?” gli disse Videl con un tono che sembrava dire “è elementare no?”

“Adeffo fome fassho? Non poffo mifa ftare fuffo  il gionno fon la lingfua di fuofri!”
“Dai che tra un po’ ti passa!”

“Fa fene…”

“Giriamo un po’ in città?” propose Videl per cambiare argomento

“OK” rispose Gohan con ancora la lingua di fuori

“Hahaha!! Andiamo dai… Hahaha!!”

“Fe ffe da fridefre fufa?” chiese Gohan leggermente alterato (ma sempre con la lingua di fuori)
“Niente niente… haha!Beh adesso andiamo forza!”

 

Dopo un’ ora che passeggiavano decisero di tornare a casa.

“Vid, se andiamo in Corso Alfieri troviamo un vicoletto deserto e poi usiamo il teletrasporto (Goku lo aveva insegnato (oltre a Bardack) anche a Gohan, che poi lo aveva insegnato a Videl) e ce ne andiamo a casa, va bene?”
“Ok” rispose la ragazza che iniziava ad avere freddo.

 

Quando arrivarono in Corso Alfieri, trovarono un vicoletto deserto (cosa non difficile visto che Corso Alfieri ne è pieno), almeno questo era quello che pensavano loro, e ci entrarono, ma subito dopo aver imboccato quel vicolo, Gohan ebbe un brutto presentimento, infatti lì c’ erano dei tizi che non avevano l’ aria di essere delle brave persone, infatti il mezzo-Saiyan poté perfettamente sentire uno di loro che, dopo aver guardato ciò che sembrava un cellulare, diceva: “Perfetto: lo abbiamo trovato!”, e quel “Perfetto: lo abbiamo trovato” non aveva l’ aria di significare che avessero trovato una via o qualcos’ altro del genere, ma aveva l’ aria di significare che avessero trovato qualcosa, o qualcuno, che dovevano eliminare; quindi, Gohan, alzò la guardia, disse a Videl di fare attenzione a quei tipi e si preparò al peggio, che non tardò ad arrivare, difatti, quei tipi loschi li attaccarono senza farsi scrupoli.
























Buonasera a tutti!
Questa sera ho aggiornato qualche ora prima! (per forza, se aggiornavo all' una domani col cavolo che andavo a scuola! Anzi, a scuola mia madre mi ci mandava lo stesso, però non capivo una mazza! (Come se di norma capissi qualcosa....)) Francamente non pensavo di riuscire ad aggiornare oggi, ma ce l' ho fatta! (Noooooooooooooo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! nd Voi) Beh, ringrazio coloro che hanno recensito il capitolo precedente, ovvero: Rohan; SkyDream e Giulia Pierucci. Bene, detto questo non riesco più a stare sveglio, quindi vado a letto.
Ciao e a presto!
Son Gohan.
P. S. *Messaggio per SkyDream e Giulia Pierucci*: Scusate, ma oggi non riesco a recensire le vostre storie, se riesco lo faccio domani.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Cap 5

           La malattia fu solo l’ inizio

Capitolo 5

Venerdì 14 Febbraio 2014, in un vicolo di Corso Alfieri

Ore 19:03

 

“Ma che diavolo?!” quasi urlò Gohan cercando di proteggere Videl e lui dall’ attacco di quei malviventi.

“VIDEL! E’ MEGLIO SE SCAPPI! QUI CI PENSO IO! QUESTI TIZI NON SONO NORMALI! VA’ VIA! CORRI!” urlò il ragazzo che parava e schivava alla meglio gli attacchi dei nemici, rifilando ogni tanto un pugno a qualcuno.

“Eh no ragazzina, tu non te ne vai!” disse uno di quelli che distolse l’ attenzione da Gohan per concentrarsi su Videl.

“NO! Lasciala stare! Prenditela con me se vuoi!” disse Gohan, che, senza molta difficoltà, sprigionò tutta la sua forza così che l’ onda d’ urto lo liberasse dai nemici per permettergli di andare dal tizio che era a pochi passi da Videl e in un attimo lo raggiunse tirandogli un pugno all’ addome.

“Ti ho detto di lasciarla stare!” disse Gohan, furente per il solo pensiero che quel farabutto potesse fare del male a Videl. Purtroppo, dopo neppure cinque secondi dopo che Gohan ebbe detto la frase, il tizio che aveva steso, si rialzò senza aver riportato nessun danno.

“Hahaha!! Non mi hai fatto nulla Saiyan! E quello sarebbe dovuto essere un pugno? Tsk! Ti faccio vedere io che cos’ è un pugno!” e detto questo scattò in avanti colpendolo violentemente con un pugno nello stomaco e facendogli sputare sangue.

“Tu come sai che sono un Saiyan? E poi, da dove vieni? Tu e i tuoi amici non siete terrestri, vero? Siete troppo forti per esserlo…” chiese Gohan, ancora dolorante per il colpo subito.

“Già, mi hai scoperto… io sono Meco, vengo dal pianeta Terra-Nova… sai, i terrestri fisicamente somigliano ai Terra-Noviani, ma sono molto più deboli… difatti, nessuno ci aveva chiesto nulla, tranne te ovviamente.”
“Che cosa ci fate qui?”

“Beh, il re Tsurka ha mandato la squadra più potente del suo esercito a prendere l’ essere più potente della Galassia perché ha detto che vuole un nuovo schiavo abbastanza forte da poter resistere ai lavori che doveva eseguire, e noi siamo arrivati qui… prima però deve superare una prova: non morire contro me e la mia squadra, quindi ritieniti fortunato, sempre se sarai abbastanza forte… ah, e poi ha detto che se volevamo potevamo prenderci anche un souvenir… e credo che tu abbia capito che cosa prenderemo come souvenir e chi sarà il nuovo schiavo personale del re… vero?” disse quello guardando in modo poco rassicurante Videl e ghignando.

“Scordatelo!” disse Gohan cercando di attaccarlo con un pugno in pieno volto, senza però riuscire a colpirlo perché Meco lo schivò e gli afferrò il braccio stringendoglielo.

“Tsk! Non riesci nemmeno ad attaccarmi… ma siamo sicuri che tu sia l’ essere più forte della Galassia?” disse Meco prendendosi beffe di Gohan che cercava invano di colpirlo.

“AAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHH!!!!!” Gohan, sentendo quell’ urlo, si girò, e scoprì, suo malgrado, che ad urlare   era stata Videl, che era stata presa da uno  degli uomini di Meco.

“NO VIDEL! LASCIALA IMMEDIATAMENTE MALEDETTO!” e detto questo il ragazzo prese lo slancio per liberare Videl, ma venne bloccato da delle specie di fili d’ energia che lo avevano bloccato.

“Hahaha! Che vuoi fare Saiyan? Oramai sei bloccato, nessuno può liberarsi! E più ti agiti, più le tue energie verranno risucchiate!” disse Meco.

“A- Accidenti… devo andare da Videl…” disse guardando verso la ragazza e notando che quello che l’ aveva presa: la Videl si stava dimenando con tutte le sue forze per liberarsi dalla presa di quel terra-noviano, ma invano; l’ alieno era troppo forte e si divertiva a guardarla mentre si agitava per scappare.

“NO! ADESSO BASTAAAAAAAAAAA!!!!!! AAAAAAAAAAAAAARGHHHHHHHH!!!!!!!” Gohan era furibondo, non voleva vedere Videl stretta da quell’ alieno, così si trasformò in un Super Saiyan di secondo livello, riuscendo così a liberarsi dalla tecnica di Meco e ad andare da Videl a liberarla dal terra-noviano.

Dopo aver liberato Videl le chiese prematuramente:
“Tutto ok piccola?”

“S- Sì… grazie Gohan.”
Gohan sorrise e le rispose:
“Dovere. Ora è meglio se te ne vai da qui, è pericoloso.”
“Ma… e va bene… ATTENTO GOHAN! DIETRO DI TE! lo avvertì Videl.

Gohan si girò, ma venne pugnalato con un coltello cosparso di uno strano liquido all’ addome da Meco.

“Forse ho esagerato un po’… va beh, il re l’ aveva detto: “Se lo uccidete, vorrà dire che era troppo debole, in quel caso però dovete portarmi un souvenir… e capite a cosa mi riferisco…. djhahahahahaha!!!!!”… beh, gli porteremo la ragazza come souvenir…” disse Meco.

“GOHAN!” urlò Videl, che fino a quel momento era rimasta immobile, troppo scioccata per fare qualsiasi cosa. S’ inginocchiò piangendo accanto a  Gohan che era caduto a terra agonizzante dopo che Meco gli aveva estratto la lama dall’ addome.

“Ehi Gohan… dimmi qualcosa… Gohan… GOHAN!”

“V- Videl… sta’ tranquilla piccola… su, non piangere.” disse con un filo di voce Gohan, troppo debole per parlare normalmente.

“CHE COSA GLI HAI FATTO MALEDETTO?!?!!?!?!” disse urlando Videl a Meco

“L’ ho solo accoltellato su… non è tanto grave…” disse Meco con una semplicità disarmante.

“E CHE COS’ ERA QUEL LIQUIDO SULLA LAMA!?!?!”

“Serviva a farlo stare tranquillo… tra un po’ sarà di nuovo in forma… se sopravvive.”
Parlare con Meco stava solo facendo arrabbiare ulteriormente Videl, ma ora il suo unico pensiero era rivolto a Gohan, quel ragazzo steso a terra agonizzante.

“Gohan… stai perdendo troppo sangue...”
“Non importa… l’ importante è che tu stia bene.”
“Ma tu no Gohan! Devi stare bene anche tu, altrimenti potrei anche avere la febbre a quaranta, ma starei meglio! Se tu stai male, io sto male con te!”
“Non dire così Videl…” disse Gohan carezzando il volto di Videl.

“Ok, basta, mi sono rotto le scatole, prendiamo la ragazza e andiamo.” ordinò Meco  ai suoi uomini; tirò un calcio a Gohan per farlo svenire, e quest’ ultimo, prima di svenire, disse a Videl:
“Ti amo piccola…”

Ciò fece disperare ancora di più Videl, che venne trascinata a forza sulla navicella chiamata da Meco e trasportata sul pianeta Terra-Nova, mentre Gohan giaceva svenuto in una pozza di sangue.
































Salve!
Sono in ritardo, lo so, ma non ho avuto tempo! (Potete anche prendere una piccozza per piantermela in testa)
Dunque, mi sa che sono l' unico che a mezzanotte pubblica pur sapendo che poi si dovrà alzare alle sei e mezza (e io per alzarmi sono peggio dei Saiyan...)... ma comunque... va beh, lasciamo stare va.
Dunque, innanzitutto voglio ringraziare infinitamente Giulia Pierucci per avermi fatto quello splendido banner all' inizio (che non so se si vedrà perché non ho ancora capito bene come metterlo...) e voglio anche dire che questo capitolo è dedicato a lei.
Poi ringrazio tutte quelle Sante che hanno recensito, ovvero: Giulia Pierucci; Rohan e SkyDream. Grazie.
Ora vado a nanna, buona notte!
Son Gohan.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


        La malattia fu solo l’ inizio
Capitolo 6

Venerdì 14 Febbraio 2014, casa di Goku e Chichi.
Ore 20:00
 
“Goku!” chiamò Chichi dalla cucina.
“Dimmi cara.” rispose pacatamente Goku  che se ne stava tranquillamente sdraiato sul divano nel salotto a guardare la TV.
“Ho chiamato a casa di Gohan e Videl, ma non ha risposto nessuno, poi ho provato a chiamarli anche sul cellulare, ma nemmeno lì mi hanno risposto, Goku, vai a controllare che cosa è successo!” ordinò Chichi.
“Ma dai Chichi… saranno usciti…”
“Li ho chiamati anche sul cellulare, e non hanno risposto!”
“Se lo saranno dimenticato.”
“Tutti e due?”
“In effetti che se lo siano dimenticati tutti e due è strano, ma magari si saranno scaricati, oppure il telefono di Gohan si è spento un’ altra volta… lo sai no che quel coso non funziona molto bene…”
“Ma io ho chiamato anche Videl!”
“Uff..” disse Goku sbuffando “Vuoi che vada a controllare?”
“Sì! Sono due ore che te lo dico!” rispose Chichi arrabbiata
“E va be…” non fece in tempo a finire la frase, che Bardack arrivò in salotto dove i due coniugi stavano discutendo e disse al figlio:
“Kak… ehm, cioè… Goku… vieni con me!”
“Aspetta papà, prima devo andare a cercare Gohan…” disse alzandosi dal divano
“Appunto, vieni con me.”
Goku a quel punto fece una faccia stranita: per caso suo padre sapeva dov’ era Gohan? Oltretutto Bardack sembrava anche un po’ agitato, quindi decise di seguirlo.
“Ok papà, mi metto la giacca e arrivo.”
“Tieni.” Gli disse Bardack porgendogli l’ indumento “ora andiamo.”
“Eccomi.” A questo punto, Goku salutò la moglie e poi cercò l’ aura del figlio, ciò però si rivelò più difficile di quanto credesse, dato che Gohan era molto indebolito; trovata l’ aura del primogenito, la sua espressione si fece  più preoccupata di quanto già non fosse e si teletrasportò da Gohan, seguito a ruota dal padre.
Accortosi che Gohan giaceva svenuto a terra in una pozza di sangue, Goku si chinò immediatamente su di lui, chiamando a gran voce il nome del figlio; purtroppo però, oltre a Bardack, nessuno lo sentiva, poiché erano tutti nelle loro case, troppo lontane per sentirlo o con tanti rumori che superavano la sua voce.
“Ehi Gohan, sono papà, mi senti figliolo?” ripeteva Goku tirando dei leggeri schiaffetti sul volto di Gohan, nella speranza che il figlio lo sentisse e si svegliasse.
“Goku, è svenuto, per ora, dobbiamo farlo vedere immediatamente, altrimenti non resisterà a lungo, è ghiacciato, torniamo a casa, oppure andiamo all’ ospedale, è stato accoltellato, i dottori sapranno cosa fare.” disse Bardack a Goku, relativamente tranquillo, data la situazione, ma anche se non voleva darlo a vedere, dentro stava morendo per il nipote.
“E se gli dessimo un senzu?”
“E come lo mangia scusa? E’ privo di conoscenza… qui è successo qualcosa… e poi è anche scomparsa Videl… speriamo solo che non sia per colpa di Tsurka…” finì la frase in un sussurro, così che il figlio non potesse sentirlo, poi continuò: “Andiamo all’ ospedale dai, è lontano, ma volando arriveremo in fretta.”
Goku non rispose, ma si limitò ad annuire ed a caricarsi il figlio sulle spalle per poi partire, destinazione: ospedale.
 
Ospedale di Asti.
Ore 20:05.
 
Arrivati all’ ospedale, Goku e Bardack chiamarono immediatamente qualcuno che potesse curare Gohan, dopo poco tempo, un dottore, che visitò velocemente Gohan e fece qualche domanda a Goku e Bardack mentre il più giovane del gruppo veniva portato in una stanza libera:
“Voi siete imparentati con il ragazzo?
“Sì, io sono il padre e lui è il nonno” rispose velocemente Goku.
“Ok, allora mi rivolgerò a lei che è il padre, il giovane ha bisogno di una trasfusione, potrebbe dirmi il gruppo sanguigno?”
“Ehmm…” Goku a quella domanda non sapeva cosa rispondere, così rispose Bardack per lui.
“B negativo… possibile che tu non sappia il gruppo sanguigno di tuo figlio?”
“Perché, tu lo sai il mio?”
“Sì, sei anche tu B negativo, tutta la famiglia lo è.”
“Ah.” Goku non sapeva più cosa rispondere, suo padre l’ aveva chiuso.
“Beh, comunque, il ragazzo soffre di qualche malattia che potrebbe compromettere l’ esito positivo della trasfusione?”
“Che io sappiamo no.” Rispose mentendo Goku, in realtà una malattia Gohan ce l’ aveva, però Bardack gli aveva detto che prima di portarti al decesso non avrebbe compromesso nulla, al limite ti poteva far venire la febbre o altri malesseri passeggeri.
“Beh, speriamo di no scoprirlo adesso allora! Bene, siamo arrivati, posate il ragazzo sul letto, e voi” disse rivolgendosi ai due infermieri che erano nella stanza, andate a prendere due sacche di sangue B negativo.”
“Certo dottore!” risposero i due infermieri prima di andare a prendere ciò che gli era stato chiesto. Mentre gl’ infermieri uscivano, un’ altra entrò nella stanza con tutto il necessario per disinfettare le ferite di Gohan; mentre questa era impegnata a difettare il ragazzo, il dottore riprese a parlare con Goku e Bardack con tono serio:

“Signori, voglio essere sincero con voi, il ragazzo è messo male, non so quante possibilità abbia di restare in vita… per ora inizieremo con il disinfettare le ferite e con una trasfusione, vedremo come si evolverà la situazione… avrà anche bisogno di qualche punto per la ferita all’ addome… speriamo che vada tutto bene… è un ragazzo forte, per essere ancora vivo… quindi potrebbe anche farcela se non ci saranno  complicazioni.”
“Speriamo in bene.” disse Goku sospirando; poi continuò: “Possiamo restare qui?”
Il dottore sembrò pensarci un po’ su, però poi disse:
“Va bene, però tra un po’ dovrete uscire dalla stanza e sedervi sulle sedie qui davanti…”
“Va benissimo, grazie” risposero all’ unisono padre e figlio.


















Ciao a tutti gente! Vi ricordate di me? (No! E adesso, fuori dalle scatole!)
Ok, sono mostruosamente in ritardo, ma è colpa di mia madre! E' lei che mi ha tolto il computer! Quindi, rivolgetevi a lei! (ma non uccidetemela, altrimenti chi mi prepara da mangiare? Io sono negato!)  
Gohan è B negativo, come me! (e chi se ne frega! nd Voi Va bene... nd Io)
Dunque, che posso dire (Nulla!)... ah sì, che per un po' non potrò aggiornare perché adesso sto facendo tutto di nascosto da mia madre, perché mi ha tolto mio figlio... ehm.. cioé... il computer... ah e, se non aggiornerò per più di un mese, vuol dire che oggi (o domani, visto che ci sono gli incontri con i professori) mia madre (alias "Satana" quando si arrabbia) mi ha ucciso. Beh, ringrazio coloro che hanno recensito il capitolo precedente (scusate se non metto i nomi, ma devo fare il più in fretta possibile, prima che torni mia madre) e vi saluto.
Ciao e alla prossima! (che temo non sia molto presto)
Son Gohan.

 

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


      La malattia fu solo l’ inizio
Capitolo 7

 
Contemporaneamente, nello Spazio più buio, a bordo dell’ astronave di Meco e dei suoi.
 
“No! Basta! Lasciatemi andare!”  la giovane Videl continuava ad urlare dimenandosi per tentare di sfuggire alla presa di due degli uomini di Meco che la trattenevano per le braccia, impedendole di scappare o di colpire qualcuno.
“Sono ore che urli e ti dimeni, tanto è tutto inutile! Arrenditi, non ti lasceremo mai! Passerai il resto dei tuoi giorni al Palazzo di Re Tsurka, invecchierai e morirai lì, quindi arrenditi! Hahahaah!! !
“No! Io me ne tornerò a casa, sulla Terra! Dal mio Gohan!” urlò ancora più convinta ed arrabbiata la ragazza mentre Meco apriva e chiudeva la mano come se fosse il becco di un’ anatra, a simulare la bocca della ragazza che si apriva e si chiudeva in continuazione e sputava fuori parole a gran voce.
“E piantala! Adesso mi hai scocciato! Lo vuoi capire sì o no che quello sporco mezzosangue è morto!?”
“No, lui è vivo, e se non mi lasciate verrà sul vostro pianeta e vi eliminerà tutti per salvarmi!”
“Uff… senti: se ti dico che è morto, vuol dire che è morto!”
“Lui è vivo!”
“E’ morto!”
“E’ vivo!”
“Morto!”
“Vivo!”
“Morto!”
“Vivo!”
“Morto!”
“E’ vivo è vivo è vivo!”
“E’ morto!”
“LUI E’ VIVO!”
“Che barba, è peggio delle lezioni di Aritmetica! Uff… va beh, tanto è inutile cercare di spiegarle che quel mezzosangue è morto…” ma Meco non fece in tempo a finire la frase che Videl lo interruppe urlando con tutta l’ aria che aveva nei polmoni:
“TI HO DETTO CHE GOHAN E’ VIVO!!!”
“Sì sì, va bene, è vivo è vivo… che rottura che sei!” disse il capo dei terranoviani in quell’ astronave rivolto a Videl, per poi continuare rivolto questa volta ai due uomini ai fianchi di Videl:
“ Ciunk, Stump, mettetela nella cella al piano di sotto, sarà meglio che ci riposiamo, altrimenti poi Tsurka ci rompe le scatole poi… ah e… mettetela nella cella più lontana da tutte le altre stanze della navicella, vediamo se così la smette o almeno riusciamo a non sentirla!”
“Agli ordini capo!” dissero all’ unisono i due terranoviani che tenevano Videl per le braccia.
“Lasciatemi stare!!” Videl aveva aumentato la forza con cui si dimenava, ma fu tutto inutile perché i due terranoviani la tenevano saldamente.
 
Piano sottostante la sala comandi, celle
Ore 20:30
 
Appena arrivati al piano sottostante la sala comandi Ciunk e Stump misero Videl nell’ ultima cella del piano, la più lontana dalla scala grazie alla quale si accedeva al piano.
“Entra” disse Stump aprendo il cancello che chiudeva la cella della ragazza.
Videl non poté obbiettare più di tanto e quindi, un po’ sconsolata, entrò nella cella andando a sedersi su quello che sarebbe dovuto essere il suo letto, che altro non era se non una specie di sbarra di legno larga circa un metro o poco più su cui c’ erano delle coperte di plaid stese per rendere il giaciglio un po’ più morbido.
“Finalmente ti sei calmata! Dovevi per forza farti sbattere nella cella? Va bene che ti ci avremmo portata lo stesso, però magari potevi risparmiare le energie per quando arriveremo su Terra-Nova! Il re vorrà subito metterti alla prova secondo me! Haahahaha!!”
Videl non aveva nemmeno voglia di rispondere a Stump, l’ unica cosa che aveva in mente in quel momento era Gohan, l’ ultima volta che l’ aveva visto era steso a terra in una pozza di sangue, pallido, svenuto, ferito e molto debole per le ferite riportate e per il sangue perso… per di più se era vero ciò che le aveva detto Meco, Gohan non aveva molte speranze di essere ancora vivo, però, anche se non riusciva a sentire la sua aura, Videl era certa che Gohan fosse ancora vivo, ferito, sì, ma vivo.
“S’ è zittita del tutto… andiamo Ciu’”
“Ok… però mi dispiace lasciarla qui… da sola…”
“Ciunk, ho capito dove vuoi andare a parare, ma non possiamo: Tsurka ci eliminerà, ma  prima Meco come minimo ci castra a tutti e due! So che è una bella ragazza…”disse Stump mentre si girava a guardare Videl che teneva ancora lo sguardo fisso al suolo, molto probabilmente pensando a quello che era successo durante la giornata, o meglio, durante quel maledetto pomeriggio in quel vicolo di Corso Alfieri; poi continuò:
“… però non possiamo. Sai che piacerebbe anche a me, ma non possiamo.”
“Va bene…”
E detto questo Ciunk e Stump si diressero nella Sala Comune dove sapevano che c’ era Meco, lasciando Videl tutta 
 sola nella cella, con l’ unica compagnia dei pensieri che le affollavano la mente.
 
Ore 21:15
 
Videl era ancora come l’ avevano lasciata Ciunk e Stump: seduta su quella sottospecie di letto a pensare a quello stramaledetto pomeriggio… se non fosse stato per il fatto che ogni tanto batteva le palpebre, chiunque l’ avrebbe visa avrebbe potuto confermare che lei fosse morta, mentre invece aveva la mente che stava affogando nel ricordo di Gohan, quel ragazzo tanto forte ma anche tanto buono che era riuscito nell’ impresa di spogliarla da quell’ imperforabile corazza che aveva messo intorno al suo cuore che, dopo la morte della giovane madre, sembrava aver deciso di non affezionarsi a tal punto di soffrire per il resto della vita; quel cuore che in realtà era fragile e dolce, ma che per colpa di quella barriera sembrava freddo; un cuore che non voleva più soffrire per colpa di qualcuno.
I pensieri di Videl sembravano starsi dissolvendo molto lentamente dalla mente della ragazza, che però restava comunque molto affollata. Quando la giovane terrestre stava finalmente per decidersi a stendersi per riposare, il rumore della caduta di una bottiglia, seguita da qualche imprecazione e poi da dei passi, la risvegliarono da quello stato di trance in cui si trovava. Videl si chiese che cosa potesse essere stato quel rumore, dato che credeva di essere sola in quel piano, così si alzò e, per quanto glielo permettessero le sbarre della cella, si affacciò per controllare che cosa fosse stato, e notò per la prima volta che il luogo dove si trovava non era altro che lungo corridoio affiancato da cinque celle a destra e cinque celle a sinistra, illuminata solo dalla luce del fuoco delle torce attaccate ai muri, il tutto sembrava quasi uscito da un fil ambientato nel Medio Evo, mancava solo la sala delle torture. Oltre ai particolari della stanza, Videl si accorse anche che uno degli uomini di Meco le stava portando la cena.
Quando il terranoviano le fu vicino, le porse il piatto che conteneva della carne ben cotta ed una bottiglia da un litro e mezzo d’ acqua, e poi disse:
“Tieni, mangia.” lo scagnozzo di Meco notava che la ragazza non voleva accettare il cibo, e così le disse:
“Tranquilla, non è avvelenato, puoi fidarti. E poi secondo te ti avveleneremo? Ci manca solo questo, così poi Re Tsurka ci ammazza a tutti! Dai mangia!”
Videl rifletté un po’ sulle parole dell’ alieno che non aveva tutti i torti: Meco le aveva detto da subito che lei sarebbe stata il regalo per il re, e quindi che non poteva essere eliminata o ferita,  questo era un punto a suo favore, quindi decise di accettare il cibo portatogli dall’ uomo. Dopo che Videl ebbe mandato giù il primo boccone, la guardia le disse:
“Visto? Te l’ avevo detto io no? Va beh, vado a mangiare anch’ io, tornerò tra un po’ per prendere il piatto, l’ acqua tienila pure, mentre il piatto puoi metterlo fuori così magari se dormi non ti disturbo. Ciao e buon appetito.” detto questo la guardia se ne tornò da dove era venuto.
Videl pensò che quella guardia era strana, era stata gentile con lei, cosa strana visto che l’ avevano trattata tutti male, però qualcosa di quell’ uomo le diceva che era diverso dagli altri, e, spinta dalla curiosità, volle controllare l’ aura di tutti i membri dell’ equipaggio, quello che ne risultò fu che avevano tutti un’ aura malvagia (tutti tranne quello che le aveva portato la cena, ovviamente) e che quell’ uomo che si era mostrato gentile con lei aveva un’ aura molto più debole rispetto a quella degli altri, e le sembrava quasi familiare… ma una forza maggiore la spinse ad accantonare quello sforzo che stava compiendo per capire di chi si trattasse e mangiò quel che c’ era nel piatto.
Finito il pasto Videl si stese sulla sottospecie di letto e si addormentò stretta al cuscino, pensando per tutto il tempo prima di addormentarsi al suo unico amore: al suo Gohan.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
S- Saaalve… ok, sono in ritardo (e tu osi chiamare questo “ritardo”? Credevo fossi morto! Nd Chiunque sia arrivato fin qui Lo so, ma la colpa è di mia madre! Nd Io), ma prima non ho potuto! (e non è per la riunione con i professori, a quella me la sono scampata perché mia madre ha parlato solo con quella di Matematica e Scienze e lì, modestamente ho 41/2 me la cavo bene (anche se devo ancora avere l’ ultima verifica di Scienze e quella di Matematica (fa’ che sia andata bene, fa’ che sia andata bene, fa’ che sia andata bene, fa’ che sia andata bene, fa’ che sia andata bene, fa’ che sia andata beneee!!!!)) Ma adesso sono qua! (Noooooooooooooooooooooooooooooooo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!)
Allora… volevo innanzitutto ringraziare chi ha recensito il capitolo precedente, ovvero:
Giulia Pierucci, tsubasa83 e Rohan! E ovviamente anche chi legge in silenzio!
Grazie mille!
E poi volevo anche augurare un
Buon Natale ed un Felice Anno Nuovo!
Ora, io ed il mio mal di testa con tutto il tempo che sono stato qui ci credo che poi mi viene! ce ne andiamo a nanna.
Ciao e ancora auguri!
                     Son Gohan
 
P. S. -> Scusate se prima non si vedevano i dialoghi, ma ho fatto un casotto e poi non me ne sono nemmeno accorto! Grazie a
Giulia Pierucci che me lo ha fatto notare! Grazie mille, senza di te non me ne sarei accorto nemmeno fra cent’ anni!

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


         La malattia fu solo l’ inizio
Capitolo 8
 
Sabato 15 Febbraio, ospedale, corridoio davanti l a stanza 101
Ore 1:30
 
“P- Papà…?” chiese Goku assonnato per essersi appena svegliato sulla sedia su cui, non molto prima, si era addormentato.
“Dimmi Kak.. Gok… ah ma che diamine! Come caspita devo chiamarti?” rispose Bardacke che, diversamente dal figlio, era rimasto sveglio per tutto il tempo.
“Chiamami Goku se riesci… altrimenti Kakaroth… Vegeta mi chiama sempre così… fai come ti pare; comunque: sai qualcosa di Gohan? E’ finita la trasfusione?”
“Sì, da quasi due ore… ma tu dormivi come un ghiro e non ti sei accorto che è anche passato l’ infermiere per controllarlo.”
“Che posso farci se avevo sonno scusa?” chiese Goku con aria innocente ed infantile, per poi continuare dicendo: “Sai come sta?”
“Il dottore ha detto che dopo la trasfusione ha dato un minimo segno di miglioramento, ma se non ci fosse stato non sarebbe cambiato nulla, almeno però ora non rischia di morire dissanguato…. comunque non è ancora fuori pericolo e tra un po’ dovrebbe passare il dottore per controllare che sia tutto apposto, sai, gli stanno facendo la flebo e devono controllare se ci sono miglioramenti, quindi tra un po’ dovrebbe tornare qualcuno.”
“Ma si è svegliato?”
“A meno che non si sia svegliato adesso, dorme”
“Ok….” Goku si fermò un attimo, pensieroso, per poi riprendere urlando preoccupato: “UURCAAA!!!”
“Kakaroth non urlare!”
“S- Sì scusa papà.” disse Goku chiudendosi la bocca con entrambe le mani
“Che cos’ è che ti ha fatto urlare?”
“Mi sono ricordato che non ho avvisato Chichi! Sarà preoccupatissima, ma soprattutto infuriatissima! E mo’ chi glielo dice?” disse Goku iniziando a sudare freddo, per poi guardare il padre con uno sguardo poco rassicurante.
“P- Perché mi guardi così?” chiese Bardack iniziando a sudare anche lui, stava iniziando a capire dove volesse andare a parare il figlio, e questo lo spaventava non poco!
“Beh, ecco… mi chiedevo se tu… potessi… beh, ecco… farmi un piccolo favore…”
“E cioè?” chiese Bardack al figlio, più spaventato che mai
“Potresti dirglielo tu a Chichi?” disse Goku congiungendo le mani davanti al volto in segno di preghiera
“”Te lo scordi!”
“Eddai papà!” fece Goku in tono un po’ lagnoso
“No, no e… NO! Quella mi uccide! Fatti uccidere tu!”
“Ma io sono già morto due volte! Non posso più tornare in vita! Tu invece non sei mai morto e quindi poi possiamo chiamare Shenron e farti resuscitare no?”
“Sì, ma intanto io muoio!”
“Dai papino…!” implorò Goku facendo gli occhi dolci
“Senti “Gatto con gli Stivali” se non la pianti….” disse Bardack “leggermente” alterato, per poi interrompersi vedendo che gli occhi del figlio si stavano inumidendo “uff… e va bene Kakaroth! Però tu mi devi dare una mano!”
Sentendo quelle parole dalla bocca del genitore, Goku, sembrò rallegrarsi un po’, però chiese lo stesso:
“Me lo prometti?”
“Sì, promesso. Adesso smettila però: sei verg…”
“Evvivaaaaa!!!” esclamò Goku facendo un balzo dalla sedia per la gioia
“…ognoso… Ma tu l’ hai fatto apposta a piangere! Ma brutto… vieni qui!”
Bardack tentò di prendere Goku, ma l’ arrivo di un infermiere gli alleviò un po’ quell’ improvviso istinto omicida che stava provando nei confronti del figlio.
L’ infermiere, dopo aver salutato cordialmente i due Saiyan con un “salve”, entrò nella camera di Gohan per controllare che il ragazzo non stesse peggiorando e per vedere se tutti i macchinari a cui era attaccato funzionassero correttamente. Dopo essersi assicurato che tutto fosse apposto, l’ infermiere uscì dalla stanza per avvertire i due uomini che erano all’ esterno delle condizioni del ragazzo.
Appena uscito dalla stanza l’ infermiere vide Bardack che per poco non soffocava il figlio, e quindi intervenne a difesa del malcapitato:
“Ehi ehi ehi! Signori, un po’ di calma! Va bene che siamo già all’ ospedale, ma non mi sembra il caso di farvici fare un giro a testare le varie strumentazioni no?” queste parole fecero lasciare la presa che Bardack aveva stretto attorno al collo del figlio, che poté finalmente rimettere i piedi per terra (Bardack lo teneva sospeso per strangolarlo meglio) e respirare un po’ di quell’ aria che tanto gli era mancata con la gola tra le forti mani del padre.
“Mi scusi dottore, ma questo coso che mi ritrovo per figlio mi ha fatto perdere la pazienza!” si scusò Bardack
“Non importa, l’ importante è che non l’ abbia ucciso. Si sente bene signor Son?” chiese il dottore a Goku dopo aver perdonato il padre
“Sì, grazie… coff coff!” rispose Goku tossicchiando un po’
“Piuttosto: come sta mio nipote?” chiese Bardack all’ infermiere
“Per ora non sembra aver fatto grandi miglioramenti, però sembra più rilassato di prima, nonostante stia ancora dormendo il suo battito cardiaco è un po’ aumentato, e questo è un buon segno, ma deve ancora aumentare se vuole sopravvivere, già adesso è strano che sia ancora vivo, ma se continua così tra un po’ starà meglio!”
“Grazie per avercelo detto dottore.” disse Goku
“Si figuri, sono qui per questo!” disse l’ infermiere sorridendo
“Ora però devo andare, ci vedremo tra un po’, quando tornerò per controllare il ragazzo. A dopo.”
“A dopo” risposero all’ unisono padre e figlio.
 
 
Ore 2:15
 
Improvvisamente, Goku, sentì qualcosa vibrare nella tasca sinistra dei pantaloni, così prese l’ oggetto che provocava quel tremore  e notò che era il cellulare che Chichi gli aveva dato tempo prima per controllarlo quando usciva, o semplicemente per non perderlo quando uscivano tutti insieme, ma tanto Goku non aveva capito come si usasse. Mentre il cellulare ancora vibrava, Goku lesse ciò che c’ era scritto sul display: “Chichi”. Ora era morto! Chissà quante volte l’ aveva chiamato ma lui non se ne era accorto! Chichi sarebbe stata di sicuro furiosa, però Goku si fece coraggio e rispose:
“P- Pronto?” chiese con voce tremante per la paura
“GOKU! DOVE SEI? PERCHE’ NON MI HAI RISPOSTO PRIMA?! TI AVRO’ CHIAMATO ALMENO TRECENTOMILA VOLTE!!!!” urlò Chichi dall’ altro capo del telefono
“Su Chichina… non fare così dai… e poi non ti ho risposto perché non sentivo il telefono! Stavo dormendo!” tentò di calmarla Goku
“E va bene, per questa volta ti credo… dove sei?”
“Ehm….” Goku era nel panico: come poteva dire a Chichi che era in ospedale perché Gohan non stava bene?
“Goku!? Rispondimi!”
“A- All’ o- all’ ospedale….”
“CHE COOSA!?!?!?!? E PERCHE’?!?!?! GOHAN STA BENE???? DIMMELO GOKU!”
“Beh ecco…”
“DIMMELO!”
“E’ stato meglio… però..”
“Oh no… il mio povero piccolo Gohan! Siete all’ ospedale di Asti?”
“Sì perché?”
“Arrivo subito!” disse Chichi, e attaccò lasciando un Goku confuso che tentava invano di parlarle.
 
Ore 2:23, casa Son
 
Il piccolo Goten arrivò in cucina, svegliato dalle urla della madre, e le chiese con voce impastata dal sonno e strofinandosi un occhio:
“Che cosa succede mamma? Perché urli? Yaaaaaawn….”
“Goten, ti sei svegliato! Scusami piccolino.”
“Niente, però perché urlavi?”
“Perché Gohan è all’ ospedale e non so che cos’ ha; dobbiamo andare subito da lui!”
“C- Che cosa!? Il mio fratellone è all’ ospedale?! Andiamo! Dai mamma!” quasi urlò Goten che oramai si era svegliato del tutto
“Sì ma cambiati prima!”
“Sì, subito!” disse Goten, e corse come un lampo a cambiarsi.
Neanche un minuto dopo, e Goten era pronto per partire.
“Hai fatto in fretta eh? Andiamo.”
“Sì”
E così Chichi e Goten, dopo aver preso la macchina, partirono alla volta dell’ ospedale che distava sì e no cinque chilometri da casa loro.











Buonasera! =D
Sono tornato! (Noooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo!!!!!!!!!!!!!!!! nd Tutti) Questa volta sono meno in ritardo dai! XD 
(Nooooo!! La mia sedia! Si è tolto lo schienale! Stupida sedia! Prima si staccano tre rotelle, così fai in tempo a metterne una e nel frattempo le altre si tolgono e adesso pure lo schienale!? E no dai! Questa è iella pura! nd Io un po' incavolato *traffica un po' con la sedia e, traqualche imprecazione, riesce a mettere a posto lo schienale* Finalmente, ce l' ho fatta! Uffa mi sono tagliato... mi sa che sono l' unico in grado di tagliarsi mettendo a posto uno schienale di una sedia... nd Sempre io)
Va beh, dopo la mia litigata con la sedia, torno normale (che poi non sono normale di natura è un' altra storia). Dunque; innanzitutto vorrei ringraziare
RohanGiulia Pierucci per aver recensito il capitolo precedente e poi anche: sempre loro due più tsubasa83 ed Erza Scarlet FT per aver messo questa schifezza fan fiction tra le seguite. Ringrazio ovviamente anche i lettori silenziosi (fatevi sentire, che vi costa? *fa gli occhi da cucciolo bastonato e si mette in ginocchio con le mani congiunte a mo' di preghiera*) e me ne vado a recensire le fan fiction che devoancora recensire e poi leggo Zanna Bianca (che è la centomilionesima volta che cerco di finire, ma mia sorella o mi toglieva il segno o mi nascondeva il libro (quante volte ho desiderato di strozzarla come ha fatto Bardack con Goku... ieri mi sono pure sognato di esorcizzarla, quindi pensate un po' come sto messo! Quella è una peste! Preferirei battermi con tutti quanti i cattivi dell' Universo tutti insieme piuttosto che stare con lei!)).
Ciao ciao!
                                         Son Gohan

 

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


         La malattia fu solo l’ inizio
Capitolo 9
 
 
 
Spazio, astronave terranoviana, piano delle prigioni, cella di Videl.
Ore 2:10
 
Videl, che subito dopo aver mangiato era crollata nel sonno, ora si era svegliata di soprassalto, sudata, spaventata e con il cuore che batteva all’ impazzata per colpa dell’ incubo che aveva appena fatto. Aveva sognato Gohan, ed era rimasta scioccata per ciò che era successo in quell’ incubo. Aveva sognato che lui moriva in ospedale, dopo una lunga agonia, però lei gli era rimasta vicino fino alla fine.
 
*INIZIO SOGNO*
 
“Ehi Gogo…” disse Videl entrando nella stanza di Gohan richiudendosi la porta alle spalle e prendendo la sedia che era lì vicino per poi posizionarla accanto al letto di Gohan e sedervicisi sopra.
Appena il ragazzo la sentì, si girò verso di lei, la guardò e si sforzò di sorriderle, anche se il dolore che provava lo stava distruggendo.
“C- Ciao Videl…” disse il Saiyan respirando a fatica.
Se non fosse stato per il respiratore a cui era attaccato, Gohan non avrebbe potuto respirare, e anche con quel macchinario faceva fatica, molta fatica. Steso su quel letto, con quei tubicini infilati su per il naso, con la flebo attaccata al braccio sinistro e con chissà quanti altri macchinari attaccati, Gohan faceva davvero pena. Il combattimento con Meco per poco non lo aveva ucciso, ed ora era in fin di vita; più morto che vivo. Per ridurre un Saiyan in fin di vita, ci voleva tanto, e Gohan quel tanto lo aveva raggiunto, se non superato.
Videl vedendolo in quelle condizioni sorrise amaramente, per poi dirgli con un lieve tono di rimprovero, seppur tenero:
“Non ti affaticare amore, sta’ tranquillo.”
“N- No...! Non voglio starmene tranquillo. Tanto lo so che tra un po’ morirò… è solo questione di tempo ormai… a quanto ne so potrei anche morire ora… ma io non ne ho la minima voglia! Io vorrei vivere come un normale ragazzo della mia età, invece non posso! Io non ho mai potuto vivere normalmente… fin da quando avevo quattro anni ho dovuto combattere con le unghie e con i denti per poter restare vivo… e adesso sono qui… su questo letto, con una malattia contro cui non si può fare nulla e con le ferite di un combattimento di quasi due settimane fa! Io non ne posso più… l’ unica cosa che vorrei adesso è starmene in pace con te… niente di più…” Gohan si stava arrabbiando per tutto quello che era successo negli ultimi tempi, però poi al pensiero che con lui c’ era sempre stata Videl si calmò.
“G- Gohan… non dire queste cose! Tu ce la farai! E poi torneremo a casa, insieme!” gli disse Videl con gli occhi che le si stavano inumidendo, però non pianse, e prese la mano di Gohan fra le sue, stringendola forte sia per cercare di infondere un po’ di speranza nel ragazzo, che sembrava averla persa del tutto, sia per cercare di prendere a sua volta un po’ di forza per andare avanti; anche lei sapeva che Gohan sarebbe potuto morire da un momento all’ altro, il dottore era stato chiaro, però lei voleva restare con lui fino all’ ultimo, per questo tutti i giorni lo andava a trovare, e alle volte si fermava anche la notte per controllarlo.
“Videl… per favore… smettila di mentire a te stessa… ti prego amore...”
Gohan l’ aveva scoperta: lei stava mentendo più a se stessa che a lui, solo perché non voleva ammettere che di lì a poco lo avrebbe perso… per cercare di affievolire un po’ quel dolore che le stava lentamente lacerando l’ anima.
Videl, seppur a malincuore, rispose al ragazzo:
“Va bene Gohan… se è questo che vuoi… te lo prometto.”
Dopo aver risposto a Gohan, la ragazza abbassò mestamente la testa, per non far vedere al ragazzo che di lì a poco avrebbe iniziato a piangere per il triste destino che era capitato al giovane mezzosangue, ma del resto non poteva farci nulla.
Gohan si accorse che la ragazza aveva iniziato a piangere, così la chiamò per attirare la su attenzione.
“Videl”
La giovane, sentendosi chiamare dal ragazzo, alzò la testa, mostrando il volto rigato dalle lacrime.
“Dimmi Gohan”
“Vieni qui” disse il corvino lasciando le mani della ragazza e mettendosi a sedere sul letto e facendo spazio alla fidanzata
“M- Ma Gohan… potrei farti male…!”
“Ma fammi il piacere!” disse il Saiyan  con un tono scherzoso
“Gohan non posso.”
“Eddai amore non farti pregare!”
“E va bene…. razza di zuccone che non sei altro!”
“Grazie piccola, ti amo”
“Anch’ io Gohan.” disse Videl sdraiandosi accanto al Saiyan e mettendo la testa sul suo petto per poi venire circondata dal braccio di Gohan.
“Era da tanto che volevo stare così con te.” confessò il ragazzo.
La ragazza non rispose, ma si limitò a ridacchiare sotto i baffi e ad accarezzare il petto di Gohan.
“Videl?” chiamò dopo un po’ il ragazzo.
“Dimmi amore.” disse Videl alzando lo sguardo verso il volto di Gohan.
“Posso togliermi questo coso dal naso? Mi danno fastidio!” disse indicandosi i tubicini dell’ ossigeno
“E poi come fai a respirare, eh, zuccone?”
“Dai Videl! Tanto da quando sei arrivata tu sto meglio! Prima non riuscivo nemmeno a muovermi, mentre adesso potrei correre alle Olimpiadi!”
“Non esagerare adesso.”
“Daaaaiii!!” la implorò Gohan facendo gli occhi dolci
“Uff… e va bene… però poi non farmene pentire, va bene?”
Gohan non le rispose, ma si limitò a ridacchiare.
“Non mi hai risposto però!” gli fece notare Videl
“Sì, sì, ho capito Vid!”
“Così va meglio. Ora togliteli pure”
“Ai suoi ordini signora!” disse Gohan cercando di portarsi una mano alla fronte, come in un saluto militare, ma il dolore provocatogli dall’ ago della flebo lo fece gemere lievemente e gli fece bloccare il braccio a mezz’ aria.
“Tonto…!” disse Videl ridendo
“Gne gne gne!” le fece il verso Gohan.
Mentre la ragazza ancora rideva, il Saiyan si tolse i tubicini, e, sfruttando il fatto che la ragazza, troppo presa dal ridere, non lo stava controllando, si tolse anche la flebo; sapeva che sarebbe morto di lì a poco, quindi tanto valeva andarsene comodi no?
“Ora va molto meglio!” e dopo aver detto questo, Gohan si girò dalla parte della ragazza, la strinse a sé con entrambe le braccia, e la baciò dolcemente.
Videl era rimasta un po’ stupita, ma poi si lasciò andare a quello che era un lungo e dolce bacio.
Quando si staccarono, Gohan, prese la parola e disse:
“Ti amo Videl”
“Anch’ io amore mio, da impazzire!” disse Videl dando un bacio a fior di labbra a Gohan.
Continuarono così per un po’, fino a quando Gohan non si portò una mano al cuore, stringendo la stoffa della maglia che indossava: stava avendo un attacco causato dalla malattia che da tempo lo affliggeva.
Videl se ne accorse subito, e quindi si preoccupò moltissimo.
“Gohan! Gohan che cos’ hai? Ehi Gohan! Accidenti: lo sapevo che non ti saresti dovuto togliere l’ ossigeno! T- Ti sei tolto anche la flebo! Gohan! Dimmi qualcosa amore ti prego!”Videl era preoccupata e spaventata, e quasi non riusciva più a trattenere le lacrime.
“N- Non preoccuparti Videl… ah!”
“Come faccio a non preoccuparmi eh!? Me lo spieghi!?” Videl aveva iniziato ad urlare, era troppo spaventata per riuscire a controllarsi.
“Standotene tranquilla.” Le rispose Gohan con voce soffocata.
“Non posso! Resisti Gohan, vado a chiamare un dottore!”
La ragazza fece per alzarsi, ma il Saiyan la prese per un braccio e la costrinse a restare nel letto con lui; non voleva che Videl andasse a chiamare un dottore, tanto lo sapeva che stava per morire, e non voleva perdere tempo, voleva passare i suoi ultimi istanti con lei, e non circondato da dei dottori che non sapevano nemmeno che cos’ aveva.
“N- Non anda-re. Tanto nessun dottore può fare nulla…. il nonno ce lo aveva detto… te lo ricordi?”
“Sì, ma…”
“Niente ma Videl… ah! Tanto tra un po’ me ne andrò… non ho ancora molto tempo…”
“NO! TU NON TE NE ANDRAI NE’ ORA NE’ MAI! HAI CAPITO?!”
“Sshhh…” disse Gohan poggiandole delicatamente un dito sulle labbra per farle capire di non parlare, per poi continuare dicendo: “Videl… smettila…. me lo avevi promesso: mi avevi promesso che non avresti continuato ad illuderti…” Gohan avrebbe voluto continuare la frase, ma Videl lo interruppe e, quasi urlando, disse:
“Anche tu mi avevi fatto una promessa! Mi avevi promesso che saresti rimasto con me per sempre!” dopo aver detto questo, Videl, non riuscì più a trattenere le lacrime, e si mise a piangere sul petto di Gohan, sentendo i battiti del suo cuore: erano velocissimi, sembrava quasi che potesse esplodere da un momento all’ altro tanto batteva forte.
“N- Non piangere Videl… non è il caso su…” detto questo Gohan abbracciò la ragazza cercando di consolarla.
“C- Come puoi chiedermi di smettere di piangere? E come puoi dire che non è il caso?” chiese Videl
“Videl, smettila… per favore… non voglio vederti piangere.”
“N- Non ci riesco Gohan…” sussurrò lievemente la ragazza stringendosi ancora di più al petto del ragazzo
“Guardami negli occhi Videl”
La ragazza fece come gli era stato detto, e alzò lo sguardo fino ad incontrare due occhi neri come il cielo senza stelle e senza Luna che trattenevano a stento le lacrime: Gohan non voleva lasciarla, ma il suo tempo in vita stava per finire, e lui non poteva farci nulla, se non cercare di passare i suoi ultimi istanti con la ragazza che amava.
“Gohan…”
“Videl.”
I volti dei due giovani si avvicinarono, sempre di più, fino a quando non si unirono in un dolce, seppur triste, bacio.
Quando i due si staccarono si dissero:
“Ti amo Videl”
“Anch’ io Gohan, con tutta me stessa”
Dopo la frase di Videl, Gohan ne aggiunse un’ altra, ma in giapponese, quella frase gliel’ aveva detta più e più volte, ma Videl non ne aveva mai capito il significato, e quindi lui si divertiva a vedere quanti sforzi faceva per capirlo, ma senza risultato:
“Watashi wa anata o aishi Bīderu”
Sentendo quella frase, Videl fece un sorriso amaro per i ricordi che le riportava alla memoria, troppi e troppo belli, le erano tornate in mente tutte quelle “lotte” che faceva con Gohan per capire che cosa volesse dire.
“Videl, ti resterò per sempre accanto, anche se tu non mi vedrai, io ci sarò: non ti lascerò mai sola, ti veglierò sempre da lassù, ti proteggerò da tutto ciò che posso sconfiggere, e anche se fosse qualcosa che non posso combattere, ci proverò lo stesso! Anche a costo di farmi sbattere all’ Inferno da Re Yammer, verrò da te quando ne avrai più bisogno, scapperò dal Paradiso per te! Come aveva fatto papà per salvarmi da Borjack, io verrò sulla Terra per salvarti se ce ne sarà bisogno. Se qualcuno proverà a farti del male, lo eliminerò con le mie stesse mani, puoi scommetterci Videl!” disse Gohan più convinto che mai
“Gohan, io ho bisogno di te adesso, e ne avrò per sempre, non riuscirei a vivere se tu non fossi con me, io ti voglio vedere, voglio sentire il tuo profumo, voglio specchiarmi nei tuoi occhi, voglio sentirmi amata…. voglio te Gohan.”
“Se vuoi sentirti amata non devo per forza esserci io, sai quanta gente c’ è che potrebbe amarti come non ho potuto fare io? Il mondo ne è pieno Videl, ci sono tanti ragazzi che potranno farti sentire amata!”
“Ma io voglio sentirmi amata da te, non l’ hai ancora capito stupido scimmione?!”
“Ma io non posso restare ancora per molto, lo sai bene anche tu.”
“E allora resterò da sola, o te o nessun altro”
“Videl, hai solo diciotto anni, sei ancora una ragazza, hai ancora tanti anni da vivere, e io non ci sarò, o almeno non sarò in vita, però tu sì, e voglio che tu sia felice, anche se non con me, non m’ importa, l’ importante è che sia felice tu”
“Io senza di te non sarò felice, come potrei?”
“Puoi, fidati, anch’ io, quando è morto papà, pensavo che non sarei mai più stato felice, però poi ho capito che non potevo restare legato ad una sola persona… è vero, lui era il mio punto di riferimento, e all’ inizio sono stato malissimo, però poi mi sono detto che non potevo andare avanti in quel modo, e così mi sono rialzato, e sono andato avanti, con questo non voglio dire che papà non mi sia mancato, anzi, però ho continuato per la mia strada, e questo lo devi fare anche tu, so che ce la farai, sei una ragazza forte e nulla potrà fermarti!”
“E invece non è vero Gohan! Io senza di te non ce la faccio, io non sono forte come credi tu, io sono solo una ragazza che ne ha passate tante, e che se ne passa un’ altra è spacciata… senza di te io non riuscirò più a rialzarmi come hai fatto tu dopo la morte di Goku. Io crollerò, crollerò come un castello di carte con una folata di vento.”
“Tu non crollerai, non ti lascerò crollare, non ti lascerò abbandonare tutto solo perché io non ci sono, non ti lascerò appassire Videl, non te lo permetterò, mai!”
“Senza te non avrebbe più senso vivere. Tu sei la mia vita.”
“Tu ce la farai, devi solo crederci! Ce… ce la farai! Ah!” un’ altro attacco, un’ altro attacco aveva preso il Saiyan, e lo stava conducendo sempre più vicino alla morte, sempre più lontano da lei.
“Gohan! Oh no, di nuovo! Dì pure quello che ti pare Gohan, ma io vado a chiamare un dottore!”
“NO! Tu non te ne andrai da nessuna parte!” disse Gohan riprendendola e tenendola sul letto, accanto a lui.
“Lasciami Gohan! Devo andare a chiamare qualcuno!” disse Videl dimenandosi, ma non si stava dimenando per liberarsi, ma solo per cercare di sfogarsi, per sfogare la rabbia che l’ aveva assalita per la consapevolezza del triste destino che era toccato al giovane.
“Non ti lascerò, mai! Sappilo! Nemmeno da morto!”
Videl non disse niente, non fece nulla per liberarsi o per sfogarsi, semplicemente si arrese, si arrese al destino e riprese a piangere sul petto del ragazzo, più forte di prima.
“Non piangere di nuovo Videl…”
“Non riesco a trattenermi Gohan…”
“E va bene… allora sfogati.”
“G- Grazie Gohan…” disse Videl con la voce rotta dal pianto.
“Figurati, sfogati amore, sfogati una volta per tutte.”
Videl fece come gli era stato detto da Gohan, e pianse come non faceva da tempo, tirò anche qualche pugno al petto del Saiyan, consapevole del fatto che non gli avrebbe fatto nulla.
Dopo che la ragazza si fu sfogata, si calmò, ma non smise di piangere, anche se lo fece molto più lievemente.
“Come va adesso Videl? Va un po’ meglio?”
“Un po’, però non andartene…” quasi supplicò la terrestre.
Il Saiyan quasi non aveva il coraggio di dirle che non poteva, però dovette farlo:
“Scusami amore, ma non posso.”
Videl fece un sorriso amaro, e gli disse:
“Lo sapevo…”
“Videl….” disse Gohan per attirare l’ attenzione della ragazza.
La corvina dal canto suo non rispose, ma alzò il volto per incontrare due occhi neri come la pece, gli occhi di Gohan.
Il Saiyan avvicinò il volto a quello della corvina, fino a baciarla, lei rispose subito al bacio, era un bacio triste, ma pieno d’ amore, l’ ultimo che si sarebbero scambiati.
Quando si staccarono, si dissero ancora una volta quanto si amavano, e poi il cuore di Gohan diede l’ ultimo battito, il più forte che avesse mai dato, quello che lo uccise.
Così il ragazzo sussurrò per l’ ultima volta da vivo il nome della ragazza, poi chiuse gli occhi, e si lasciò andare.
Videl se ne accorse subito, e ricominciò a piangere, più forte di prima, più forte di sempre, e chiamò disperatamente il nome del ragazzo.
“GOOOOOOOOOOOHAAAAAAAAAANNN!!!”
Videl scuoteva il corpo ormai senza vita di Gohan, ma il suo Spirito era già uscito dal corpo, e stava cercando di ottenere il permesso di Re Yammer per stare accanto a Videl, anche se lei non lo avesse visto. Videl urlava e urlava ancora, ma era tutto inutile. La ragazza aveva avuto un crollo emotivo, e qualcuno avrebbe dovuto portarla via di lì, altrimenti sarebbe morta dal dolore.
 
*FINE SOGNO*
 
Videl, dopo aver ripercorso mentalmente tutto il sogno, si mise a piangere, per la paura di aver perso Gohan veramente; lei credeva che Gohan fosse ancora vivo, però c’ era qualcosa che le aceva paura e che le diceva che Gohan fosse morto, ma lei voleva seguire il suo cuore, che le diceva che era vivo.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Salve a tutti! Ce l’ ho fatta ad aggiornare, evviva!! Anche se un po’ in ritardo, ma ce l’ ho fatta!
Allora, non ho molto tempo, scusatemi, però voglio ringraziare tutti coloro che hanno recensito e coloro che hanno messo la fan fiction nelle seguite. Adesso però devo scappare, sono le 2:35 e se mia madre mi becca qui al computer sono fregato. Quindi scusate se non vi ringrazio come si deve, ma non posso. Un ringraziamento però lo devo fare, a Giulia Pierucci per questo nuovo e splendido banner (che spero si veda).
Ora scappo.
Ciao e buonanotte!
Son Gohan
 
P. S. -> Scusate se non ho risposto alle recensioni, ma lo farò appena possibile

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


 La malattia fu solo l’ inizio
Capitolo 10

 
 


Terra, camera 101 dell’ ospedale
Ore 2:24
 
“Ok papà: siamo letteralmente fregati!” annunciò Goku con aria abbattuta
“Perché?” chiese Bardack
“Chichi sta venendo qui!” rispose il figlio terrorizzato al solo pensiero
“CHE COSA!?!?!?! MA SEI SCEMO!?!?!?!?!?!!”
“Non urlare papà! Ti ricordo che siamo in un ospedale! Un po’ di rispetto, eh!” lo ammonì il Saiyan più giovane
“Appunto! E ci siamo per Gohan: per tuo figlio! Ma soprattutto per il figlio di Chichi!”
“Ehi! Che intendi dire con questo?” chiese Goku confuso, non ci stava capendo più nulla
“Intendo dire che se Chichi scopre che cos’ è successo a Gohan siamo morti! Spacciati! Ci eliminerà senza pietà! Te ne rendi conto?!” Bardack era spaventato e non riusciva più a controllarsi, tanto che aveva preso il figlio per un lembo del maglione che indossava. La sola idea che Chichi potesse scoprire in che condizioni era Gohan lo spaventava a morte, non aveva mai provato paura nella sua vita da Saiyan, se non una o due volte al massimo, ma da quando aveva conosciuto la moglie del suo secondogenito provava paura ogni volta che la vedeva arrabbiata, cosa che non accadeva poi così raramente.
“Lo so papà, ma non ci ho potuto fare nulla, e poi ci sarà anche Goten! Magari con lui riusciamo a farla calmare un po’!” disse Goku cercando di tranquillizzare il padre, anche a lui faceva paura Chichi, ma sapeva che essendo preoccupata per Gohan non li avrebbe uccisi, almeno per quel momento.
“Quando arriva ci parli tu con lei, io non voglio averci niente a che fare!”
“Sì papà… tanto sarà preoccupata per Gohan e magari  non ci uccide”
“Magari! Appunto! Tu lo sai com’ è fatta tua moglie!”
“Sì, lo so, ma tanto non siamo in pericolo, non quanto Gohan almeno”
“Non sei spiritoso” disse Bardack guardando storto il figlio
“Antipatico!” disse Goku facendogli la linguaccia ed incrociando le braccia al petto con fare offeso, per poi continuare dicendo: “Dai, adesso sediamoci ed aspettiamo Chichi”
“Uff… e va bene… idiota!” disse Bardack incrociando anch’ egli le braccia al petto e sedendosi sulla sua sedia
“La smetti di offendere?” disse Goku leggermente alterato
“Ma io non sto offendendo: ti sto dicendo la verità!”
Così padre e figlio si misero a litigare, fino a quando una voce purtroppo a loro familiare li fece smettere all’ istante.
“Smettetela razza di scimmioni! Vi si sente fin da sotto! Non ho neanche avuto bisogno di girare per trovarvi, le vostre urla mi hanno guidata qui!” disse una Chichi molto arrabbiata
“He hem… scusami Chichina, ma… è stato papà a cominciare!” disse Goku distendendo il braccio e indicando il padre con l’ indice.
“IO!? Ma se sei tu che sei un’ emerito idiota!” disse Bardack
“Non è vero!”
“BASTAAAAA!!!! SMETTETELA TUTTI E DUE! Non sono venuta qui alle due e mezza della notte per sentirvi litigare, ma per vedere mio figlio! Dov’ è?!” disse Chichi furibonda per il comportamento dei due Saiyan
“Io voglio vedere il mio fratellone!!” s’ intromise Goten che teneva per mano la madre
Neanche a farlo apposta, in quel momento, una porta si aprì, e ne uscì un ragazzo alto, capelli e occhi neri ed un cerotto sul braccio con ciò che doveva essere quello che restava della flebo che poco tempo prima il dottore gli aveva cambiato.
“Ehi, la volete smettere di urlare? Sono le quasi le tre di notte: è tardi, e qui c’ è gente che avrebbe bisogno di riposare se non vi spiace!” disse il ragazzo con aria stanca, ma al contempo anche un po’ arrabbiata
“Gohan?!” fu la reazione di tutti, tranne che di Goten che esclamò “Fratellone!”
“Uhm? Chi è Gohan? Non conosco nessuno con questo nome…” chiese il ragazzo confuso
“M- Ma come? Sei tu Gohan! Ed io sono tuo padre: Goku!” disse il Saiyan stupito
“M- Mio padre? Scusatemi ma non mi ricordo nulla… ah… devo aver dato una botta alla testa o qualcosa del genere che mi abbia fatto perdere la memoria…”
“Oh no! Il mio bambino…!” disse Chichi prima di svenire
“Ehi, ma che le succede? Sta bene?“ chiese Gohan preoccupato per lo svenimento improvviso dell’ unica donna tra quattro Saiyan
“Sì, tranquillo, lei fa sempre così… ah, a proposito: lei è tua madre Chichi” disse Goku prendendo la moglie e facendola sedere su una sedia per poi cercare di farla rinvenire facendole aria con un giornalino che aveva trovato lì vicino.
“Mia madre?”
“Sì, e io sono tuo nonno Bardack e questo è tuo fratello Goten” disse il Saiyan più grande indicando il bambino con i capelli a palma che aveva gli occhi lucidi: il pensiero che il suo adorato fratellone non si ricordasse di lui lo faceva soffrire immensamente.
“Ehi, ma voi tre siete uguali! Avete gli stessi capelli! Se non fosse per il fatto che tu hai una cicatrice e che Goten è un bambino sarebbe impossibile riconoscervi!” esclamò Gohan stupito dall’ incredibile somiglianza tra i suoi parenti.
“Già, hehehehe” disse Goku grattandosi la nuca con aria fanciullesca, per poi farsi serio e continuare dicendo: “Figliolo, non ti ricordi proprio niente di niente?”
“No, mi dispiace Go… ehm… cioè…. papà.” disse Gohan facendosi pensieroso, per poi esclamare come se avesse scoperto l’ America
“Anzi no, una cosa me la ricordo!”
“E che cosa figliolo? Qualsiasi cosa può essere utile! Spara!”
“Mi ricordo di una ragazza con i capelli neri e gli occhi color del cielo… è splendida… seppur più testarda di un mulo da tiro!”
“Una ragazza dagli occhi… ma certo! È Videl! Di lei ti ricordi eh?” disse Goku guardando con una punta di malizia il figlio, che dal canto suo era perso nel piacevole pensiero di Videl.
“Ehi! Terra chiama Gohan, gno gno!!” disse Goku sventolando una mano davanti agli occhi di Gohan e, visto che non voleva svegliarsi dal suo stato di trance, gli prese il naso tra il pollice e l’ indice e glielo strizzò: pensava che almeno provocandogli del “dolore” lo potesse svegliare da quello stato
“Ahia papà… mi hai fatto male…” disse Gohan senza riprendersi completamente
“Gohan! Vuoi svegliarti?”
“Perché dovrei scusa…?” chiese Gohan, che ormai era totalmente perso.
“Basta, mi arrendo!” annunciò Goku stufo sedendosi su una sedia accanto a Chichi, che, dal canto suo, era ancora svenuta.
“Mi sto scocciando, se non si sveglia così vuol dire che è morto e lo possiamo anche disintegrare con un Ki-Blast!” disse Bardack stufo, alzandosi ed andando a mettersi dietro a Gohan.
“Che vuoi fare papà? Tanto è tutto inutile” disse Goku leggermente confuso
“Wait and see” disse Bardack
“EH!? Che diamine vuol dire?”
“Aspetta e vedrai! Razza d’ ignorante! Lo so pure io che non ho studiato Inglese!”
“E allora come fai a saperlo?”
“L’ ho letto su un libro di Gohan mentre stava studiando… oh va beh, tanto è inutile cercare di spiegartelo! E’ più facile far svegliare Gohan.”
“Se lo dici tu….”
“Svegliati nipote!” disse Bardack rivolto a Gohan tirandogli un pugno in testa che gli fece perdere l’ equilibrio e per poco non lo faceva cadere a terra
“AHIAAA!! Mi hai fatto male nonno!” si lamentò la vittima del colpo
“Così impari la prossima volta!”
“Non credi di aver esagerato un po’ papà?” chiese Goku al padre
“No, se lo meritava” rispose il Saiyan più anziano
“Che bello…” disse Gohan massaggiandosi la testa
“E non fare la mammoletta! Sei un Saiyan Santo Giove!” disse Bardack
“Perché proprio Giove?” chiese innocentemente Goten al nonno
“Io credo di saperlo…” sussurrò Gohan in modo che gli altri non potessero sentirlo
“Perché è il Dio della Guerra, ed i Saiyan lo venerano da sempre” rispose Bardack
“Tombola…!” sussurrò Gohan, ci aveva azzeccato
“Comunque, ti ricordi qualcosa di oggi Gohan?” chiese Bardack
“No purtroppo… magari se voi sapete qualcosa, anche un microbico dettaglio potrebbe essermi d’ aiuto”
“Io so che oggi tu e Videl siete usciti, ma non so dove siete andati… magari alle giostre, adesso sono in città, e sai quanto piacciono a Videl!” disse Goten sperando di essere d’ aiuto al suo fratellone
“Alle giostre… ma certo! Ora ricordo! Haha! Grazie Goten, se non fosse stato per te non me lo sarei mai ricordato!” disse Gohan prendendo il fratellino in braccio e dandogli un bacetto sulla guancia
“Hahahaah!! Dai fratellone, così mi fai arrossire! Hahaha!” disse il più piccolo dei Son diventando leggermente rosso in viso
“Grazie fratellino, senza di te sarebbe rimasto il vuoto!”
“Dai, non è il caso!”
I fratelli Son continuarono così per un po’, fino a quando non si calmarono, e a quel punto Bardack chiese a Gohan:
“Allora, raccontami che cos’ è successo oggi”
Il volto di Gohan, che fino a prima della domanda era solcato da un sorriso, divenne improvvisamente serio, ed il ragazzo cominciò a raccontare ciò che era successo durante quella giornata:
“Oggi io e Videl siamo andati alle giostre per divertirci un po’, poi, dopo averle girate un po’ tutte, ci siamo incamminati e siamo andati fino in Piazza Roma passando da Corso Alfieri, al ritorno abbiamo fatto la stessa strada, ma siamo andati in un vicolo deserto per metterci i costumi da Great Saiyaman e poter volare fino a casa… ma purtroppo lì abbiamo incontrato Meco ed i suoi uomini, che mi hanno sconfitto ed hanno preso Videl, poi sono svenuto” da quando aveva detto “Meco”, gli occhi di Gohan si erano riempiti di rabbia, si vedeva che lo odiava. Invece la reazione di Bardack fu quasi spaventata: quel nome gli aveva ricordato un tizio che una volta era suo amico, ma che poi l’ aveva tradito… quindi volle chiedere a Gohan spiegazioni a riguardo, per accertarsi se fosse o non fosse realmente lui.
“Gohan, da dove viene Meco?”
“Perché me lo chiedi?”
“Tu rispondi e basta!” disse Bardack agitato
“Va bene, ma calmati! Aspetta un attimo… non mi ricordo…”
“Devi ricordarti!”
“E lasciami riflettere! Dunque… aveva il nome come quello di una razza di cane… ma certo! Terra-Nova! Eccolo il nome: Terra-Nova!”
“Maledizione!” disse Bardack
“Perché fai così nonno, lo conosci?”
“Sì, da anni anche, se Videl è con lui è in pericolo…. per caso ha accennato anche a Tsurka?”
“Sì, è il re del pianeta”
“Accidenti… peggio di così non poteva andare… Videl è in guai seri nipote, e anche tu, forse addirittura più di lei”
“Lo so che Videl è in pericolo… devo andare da lei! Ma come faccio!? Chissà dov’ è Terra-Nova! Temo che nemmeno Bulma mi possa aiutare questa volta…. Avessi almeno le coordinate del pianeta…! Maledizione!” disse Gohan che stava per perdere la pazienza: sapere Videl in pericolo era quello che lo preoccupava di più, e non lo sopportava; questo era il genere di cose che riuscivano a fargli perdere la calma, nonostante dopo il Cell Game avesse imparato a controllarsi, se Videl era in pericolo non ci riusciva, e questo era stato dimostrato anche al Torneo Tenkaichi.
“No, non potresti fare nulla in queste condizioni, va bene che sei il guerriero più potente dell’ Universo, ma non si sa se questo vale solo per le parti del Bene o anche per quelle del Male, e poi la malattia ti sta indebolendo molto, non ti permette di fare molto, anche se fai le scale per andare in camera ti viene l’ affanno, non puoi batterli, ti accasceresti a terra sfinito prima.”
“No! Se una cosa la voglio faccio di tutto per averla! Anche quando gioco a calcio, nonostante sia stanco continuo perché voglio arrivare alla fine!”
“Ma non reggeresti Gohan, e tanto è impossibile andarci, quindi mettiti il cuore in pace, è finita, non abbiamo speranze, questa volta hanno vinto loro: hanno preso Videl, e potrebbero tornare per prendere anche te! Lo devi capire nipote, mi dispiace, ma questa è la dura e triste verità. Credimi: anche a me dispiace per Videl, ma non possiamo farci nulla, ormai è andata”
“NO! Riuscirò a riportarla indietro! Anche a costo della mia stessa vita se è necessario! Se vogliono venire a prendermi che facciano pure, tanto poi quelli che avranno delle grane saranno loro, e non io!”
“Arrenditi nipote, è inutile continuare ad illudersi”
“Non mi sto illudendo nonno. Ce la farò a riportare indietro Videl, ci puoi giurare!” Gohan era più determinato che mai, però non aveva molte speranze purtroppo.
“Gohan, è inutile continuare a sognare, mi dispiace figliolo” disse Goku mettendo una mano sulla spalla del figlio
“No!” disse Gohan scansando bruscamente la mano del padre dalla sua spalla, per poi continuare “Io la salverò, che tu ci creda o no, io ce la farò! Lei è riuscita a restituirmi tutto, tutto quello che avevo perso quando te ne sei andato tu papà, lei mi ha salvato, ed ora io devo salvare lei, è il mio turno ora, e non sarà una stupida malattia a fermarmi!”
“Gohan, smettila di illuderti!”
“Io non mi sto illudendo!” quasi urlò Gohan, per poi correre fuori dall’ ospedale, per scappare da quelli che gli dicevano che non ce l’ avrebbe fatta a salvare Videl, forse anche per scappare da se stesso.
“No aspetta!” disse Goku tendendo un braccio verso di lui per fermarlo, ma invano; Gohan era troppo lontano perché lui potesse afferrarlo
“Fratelloneee!!” gridò Goten cercando di inseguirlo, ma venne bloccato da Bardack che con un solo cenno del capo gli fece capire di lasciarlo stare. Il bimbo si dimenò un po’, ma poi si arrese: sapeva quanto il fratello tenesse a Videl, e sapeva che il solo pensiero di perderla lo mandava in bestia e non lo faceva più ragionare lucidamente, rendendolo impulsivo.
“Gohan…” sussurrò appena Chichi, appena ripresasi dallo svenimento “Che gli prende? Perché corre via?”
“È una lunga storia Chichi…” disse Goku
Il figlio di Bardack prese a raccontare la storia a Chichi, e, arrivato alla fine e al perché Gohan stesse scappando, Chichi stranamente non si arrabbiò, anzi, sembrava anche tranquilla, non batté ciglio, aveva capito quanto Gohan tenesse a Videl da un pezzo ormai, e sapeva che avrebbe dato la vita per lei, sapeva che Gohan stava già soffrendo abbastanza, e quindi non volle farlo stare ancora peggio, anche perché non aveva la più pallida idea di dove fosse e quindi non avrebbe potuto raggiungerlo.
Così Goku, Chichi, Goten e Bardack tornarono a casa, certi che Gohan dopo un po’ sarebbe tornato. 



















Salve gente!
Sì, sono ancora vivo, non sono morto XD Lo so che sono in un ritardo pazzesco, ma il fatto è che ho avuto qualche problemino con la connessione ed il computer sta per abbandonarmi T-T è vecchio ormai... nooooooo!! È da così poco tempo che lo conosco! (me l' ha portato l' anno scorso mio cugino, grazie Filippo =D) 
Allora, non ho molto tempo perché mamma mi sta rompendo le scatole per farmi finire i compiti, io non ne ho la minima voglia e lei allora mi minaccia di non preparare da mangiare se non finisco... però se continua a stressarmi io ci metto più tempo ad aggiornare e non finisco più! È cattiva se non fa da mangiare! -_- 
Allura... voglio ringraziare tutti coloro che hanno recensito il capitolo precedente, i lettori silenziosi e coloro che hanno messo 'sta roba questo mio lavoretto tra le storie seguite. Grazie mille *fa un profondo inchino* senza di voi ora non sarei qui. *_* Grazie mille! (Per ogni giorno, ogni istante, ogni attimo che sto vivendo Grazie Mille (ok, non posso aggiornare e contemporaneamente ascoltarmi la musica, perché poi capita questo: inserisco dei pezzi delle canzoni...)) 
Ok, adesso devo andare, altrimenti mamma non fa la pappa ç_ç 
Ciao e a presto! (per modo di dire) 
                                     Son Gohan

P. S. -> Scusate, sono in ritardardo anche con le recensioni (devo rispondere e recensire alcune storie fantastiche), ma appena posso mi rimetto in pari, promesso!

P. P. S. -> Ma sono l' unico che sta litigando con l' editor di EFP!?

 

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


La malattia fu solo l’ inizio
Capitolo 11

 
Terra, Corso Dante (AT)
Ore 3:15
 
Gohan correva, correva a perdifiato per scappare lontano da quelle persone che avrebbero dovuto credere in lui e che avrebbero dovuto, almeno secondo il ragazzo, aiutarlo a salvare Videl, o perlomeno rassicurarlo dicendogli che sarebbe andato tutto bene e che la ragazza sarebbe tornata sulla Terra sana e salva. E invece no, invece loro dicevano che non ce l’ avrebbe fatta e che si doveva arrendere, ma questo Gohan non l’ avrebbe mai accettato, per nulla al mondo. Era sicuro che ce l’ avrebbe fatta in un modo o nell’ altro, anche a costo di rimetterci la pelle, l’ avrebbe riportata sulla Terra; ormai se l’ era promesso e lo aveva fatto anche a Videl, e lui le manteneva le promesse, sempre.
“Se pensano che me ne resti qui con le mani in mano si sbagliano di grosso! Andrò su Terra-Nova e la riporterò a casa! Anche se dovessi rimetterci la vita non mi interessa, se dovessi morire l’ avrei fatto per inseguire il mio sogno!” questo era quello che la mente del Saiyan continuava ad urlargli, sicura che ce la potesse fare, a qualsiasi costo.
 
Ore 3:30
 
Dopo un quarto d’ ora di corsa, Gohan si dovette fermare per riposarsi, da quando quella maledetta malattia l’ aveva colpito si stancava molto in fretta, alle volte bastavano anche solo le scale che lo portavano in camera da letto per fargli venire il fiatone. Trovò una panchina della fermata dell’ autobus e vi ci sedete, poggiando la schiena allo schienale per stare più comodo e per riprendere fiato meglio, aveva un fiatone da far paura, quindi doveva regolarizzare il respiro prima di tutto e quella posizione lo aiutava un po’.
“Questo posto lo conosco… ma certo, qui è abbastanza vicino a quel maledetto vicolo… magari se andassi lì potrei trovare qualcosa che mi aiuti… tra un po’ ci vado, adesso devo riposarmi qualche minuto.” disse il ragazzo a voce bassa e con ancora il fiato corto.
Appena si fu rimesso un po’ Gohan partì alla volta di quel vicolo, non aveva bisogno di stare molto a cercare perché conosceva a memoria la strada, e non avrebbe mai dimenticato qual’ era il vicolo, anche se ce n’ erano molti lì.
“Trovato, e adesso vediamo se c’ è qualcosa… se va beh, se magari prendo una luce è meglio, non ci vedo una mazza” e detto questo prese il cellulare dalla tasca dei pantaloni e cercò l’ applicazione della torcia
“Sapevo che mi saresti tornata utile! AH! Magari se non me la punto negli occhi…! Accidenti… adesso però, al lavoro” disse mettendosi a cercare qualsiasi cosa potesse aiutarlo, in quel momento sembrava quasi un detective, anche se non era esperto come Sherlock Holmes nella ricerca di indizi o oggetti non se la cavava poi così male, in fondo aveva fatto pratica cercando qualsiasi cosa non metteva a posto, lasciava tutto in giro, poi passava Videl e metteva apposto ed il Saiyan non trovava più nulla, quindi gli toccava cercare bene, aveva imparato a cercare come i detective, e poi aveva anche letto tutti i libri del grande Holmes e aveva visto i film, quindi non poteva che saper cercare.
“E quella pozza di sangue? Ah già è vero, è mia” ricordò il Saiyan sfiorandosi delicatamente la ferita, attento a non farsi del male da solo.
“Uffa, qui non c’ è niente di interessante… che barba… yaaaawnn….! Sarà meglio se vado a casa. Qui magari ci torno domani con la luce, ma tanto se non ho trovato niente adesso  che speranze ho di trovare qualcosa domani? Va beh, ritentar non nuoce.” pensò a bassa voce il mezzosangue Saiyan mentre si alzava in volo per tornare a casa, sdraiarsi sul divano e dormire, l’ idea di andare in camera sul letto non gli piaceva affatto, si sarebbe sentito ancor più solo.
 
Domenica 16 Febbraio 2014, Terra, casa di Gohan e Videl
Ore 9:58
 
*DRIIIIIIIIIIIIINNNNN*
“AH!” urlò Gohan spaventandosi e cadendo dal divano sul quale aveva dormito fino ad un istante prima “Chi cacchio è che chiama a quest’ ora?” si auto domandò il Saiyan alzandosi dal pavimento  ed andando a rispondere al telefono:
“Si?” disse con voce ancora impastata dal sonno il figlio di Goku
“Gohan? Sono Bulma” rispose la turchina dall’ altra parte del telefono
“Mh? Ah sì… ciao Bulma… dimmi pure”
“Ho saputo di quello che è successo ieri… mi dispiace molto per Videl, non si può fare nulla per riportarla sulla Terra?”
“Ah beh... veramente era quello che sarei venuto a chiederti io tra un po’… non so che cosa si possa fare… se non lo sai tu!”
“Beh allora che ne dici di venire qui tra un po’?”
“Certo! Allora mi preparo e vengo, ok?”
“Ok, allora a dopo!” salutò la turchina
“A dopo” e detto questo il Saiyan si precipitò in bagno per farsi una bella doccia rilassante e prepararsi ad andare alla Capsule Corporation da Bulma.
“E’ meglio che vada prima a prendermi la roba pulita, questa non lo è più molto….” Constatò il ragazzo andando prima in camera a prendere i vestiti, per poi fiondarsi in bagno, accendere la stufetta per non congelare, ed entrare nella doccia.
 
Ore 10:17
 
“Aaaahh… ci voleva proprio una bella doccetta rilassante! E non ci ho messo neanche tanto! Nemmeno un quarto d’ ora, calcolando che di solito ci resto un’ ora se non di più. Ho fatto a tempo di record! Bene, ora mi asciugo, mi vesto e me ne vado.” Detto questo il Saiyan aumentò l’ aura così da asciugarsi col calore prodotto, spense la stufa che aveva riscaldato già abbastanza, si vestì e volò a casa di Bulma.
 
Capsule Corporation
Ore 10:20
 
Gohan suonò al campanello ed un Trunks con un’ asciugamano sul collo gli aprì la porta
“Ciao Trunks!” salutò Gohan
“Ciao Gohan!” salutò il bambino, più allegro del solito. Il Saiyan maggiore se ne accorse e così gli chiese “Come mai tutta quell’ allegria Trunks?”
“Beh, oggi mentre mi allenavo con papà lui mi ha proposto una sfida: se riuscivo a colpirlo in faccia senza trasformarmi in Super Saiyan mi avrebbe portato alle giostre e avrebbe fatto tutti i giri che volevo con lui!” rispose il bambino con un sorriso che mancava poco gli andasse da un orecchio all’ altro per davvero.
“Oh bene hahaha! Mi immagino Vegeta sulle autoscontro: ‘Ehi tu! Guai a te se ci vieni contro un’ altra volta chiaro?! Se lo fai ti disintegro! Io sono il Principe dei Saiyan!’” disse Gohan imitando il tono di Vegeta
“Hahahaha! Già, è lì che lo voglio portare appena arriviamo!”
I due Saiyan risero per un po’, fino a quando una donna dagli occhi e dai capelli turchini arrivò
“Ehi ragazzi, che cos’ è che vi fa ridere tanto?” chiese sorridendo la donna
“Oh? Ciao Bulma! Niente è solo che Vegeta porta Trunks alle giostre e stavamo immaginando le possibili reazioni del Principe. Hahahah!” rispose ancora ridendo Gohan
“Guardate che vi ho sentito razza di idioti!” urlò Vegeta dal bagno, era appena uscito dalla doccia
“Oh ma che bello, allora farai così” gli chiese in risposta Bulma con tono di chi stava prendendo in giro, si divertiva sempre a farlo, soprattutto con suo marito
“Smettetela! Soprattutto tu donna! E a proposito di te, dove diamine hai messo la mia tuta?!” continuò ad urlare Vegeta
“Te lo sogni di metterti la tuta, bello! Ti ho lasciato i vestiti puliti sulla lavatrice, ti metterai quelli!” gli rispose a tono Bulma
“No! Io questa roba non me la metterò mai! Io sono…” ma Vegeta non ebbe tempo di finire la frase, che Bulma lo fece al posto suo:
“…il Principe dei Saiyan…. lo sappiamo… quando la pianterai con ‘sta storia eh?”
“Grrr!” Vegeta grugnì solo, ciò significava che aveva vinto Bulma, che infatti fece il segno della vittoria con le dita.
“Su ragazzi, non vorrete restare qui per sempre no?” disse la turchina entrando in casa e facendo accomodare Gohan sul divano, mentre Trunks invece si era congedato.
Arrivati nel salotto, Gohan si sedette sul comodo divano rosso mentre Bulma iniziò a parlare per vedere che cosa si poteva fare per risolvere quella situazione:
“Allora Gohan, se non ho capito male vorresti che ti costruissi una navicella che ti permetta di andare su Terra-Nova, giusto?”
“Esattamente” confermò il ragazzo sul divano
“Bene… per la navicella non dovrebbero esserci molti problemi, visto che non sarebbe la prima che costruirei, però il problema rimangono le coordinate ed il pianeta, potrebbero esserci, che so, degli agenti atmosferici differenti ai quali i materiali terrestri non possono resistere, o magari qualcos’ altro al quale la navicella potrebbe non resistere…” disse con l’ espressione un po’ preoccupata la scienziata
“Lo so, ma correrò il rischio, non me ne importa nulla di quello che potrebbe accadermi, l’ importante è che raggiunga Videl, anche se questo mi costerà la vita non me ne può fregare di meno, se dovessi morire l’ avrei fatto per una buona causa, no?” cercò di convincerla Gohan, sapeva che la scienziata non voleva farlo desistere, sarebbe stato inutile, ma lo fece lo stesso
“Ok… vedrò che posso fare… bisognerebbe ritrovare i progetti per la navicella con cui Goku è andato su Nameck e anche quelli di quella con cui siamo andati noi… magari riusciamo a farne una resistente abbastanza, questa mattina i tuoi genitori e Bardack sono venuti a dirmi quanto è successo e tuo nonno mi ha anche spiegato la storia tra Saiyan e Terranoviani… e ha detto che le navicelle Saiyan non avevano alcun genere di problema, quindi magari se usiamo quei progetti riusciamo a costruire una bella navicella che ti porti fin laggiù. Però il problema delle coordinate rimane lo stesso”
“Per quelle c’ è tempo, magari chiedo a nonno se le sa, cosa difficile ma potrebbe essere…”
“E’ quasi impossibile sapere le coordinate di un pianeta a memoria, però prova, magari avendole inserite diverse volte sulla sua navicella l’ ha imparata.”
“Speriamo… sarebbe troppo bello, ma la speranza è l’ ultima a morire, no?” chiese Gohan
“Giusto!” rispose la scienziata con un sorriso, sapeva che quel ragazzo quando voleva sapeva essere molto testardo, quasi quanto lei, Chichi e Videl, e per essere così testardi ce ne vuole!
I due restarono a parlare ancora un po’ de più e del meno, ma poi il Saiyan se ne andò a casa dei suoi genitori, dove c’ era anche Bardack, l’ unico essere, a sua saputa, che avrebbe potuto conoscere le coordinate di Terra-Nova.
 
Monti Paoz, casa Son
Ore 11:15
 
*DLIN DLON*
Il campanello di casa Son suon improvvisamente e una Chichi indaffarata a mettere apposto la camera del secondogenito urlò dal piano superiore
“Goookuuu!! Va’ a vedere chi è!”
“Uffa ma perché proprio io?!” si lamentò il Saiyan che stava giocando con Goten alla Play Station
“Perché sì, e ora fila!” continuò ad urlare Chichi
“Uff…” il Saiyan non fece nemmeno in tempo a lamentarsi, che il figlioletto gli aveva già fatto un gol su Fifa
“NO! Non è giusto Goten! E’ da annullare! Tua madre mi ha distratto!” protestò Goku
“Hahaha! Evviva! Ho segnato un’ altra volta! Yeppiii!!” esultò il bambino per festeggiare il suo settimo gol contro il padre, che dal canto suo ne aveva fatto uno per miracolo
“Non è giusto però!”
*DLIN DLON*
“Goku vuoi andare ad aprire?!”  urlò Chichi scocciata
“Uff, e va bene… comunque Goten, era da annullare” disse invano il Saiyan, dato che il figlioletto, dopo aver messo in pausa il gioco, aveva iniziato a ballare per festeggiare
Goku andò alla porta ancora sbuffando, ma quando aprì e vide Gohan quasi non rimase spiazzato, non se lo sarebbe mai immaginato che suo figlio si sarebbe fatto vivo entro breve, soprattutto dato l’ episodio della sera prima
“Oh, ciao figliolo” disse un po’ spiazzato
“Ciao papà, c’ è il nonno?” chiese il ragazzo in tutta risposta
“Beh, adesso non c’ è, ma se aspetti un po’ magari torna.”
“Ok, posso aspettarlo qui?”
“Certamente! Vieni pure” disse Goku entrando in casa e dirigendosi verso il salotto, seguito da Gohan
“Fratellone!” esclamò il più piccolo dei Son vedendo l’ adorato fratello entrare
“Ciao piccolo!” disse sorridendo e prendendo in braccio Goten “Che hai fatto a papà, lo vedo un po’ indispettito…” continuò poi, facendo sghignazzare il più piccolo
“E’ perché l’ ho battuto a Fifa, gli ho fatto sette gol mentre lui ne ha fatto uno per grazia dell’ arbitro, gli ha dato un rigore praticamente inesistente!”
“Non era inesistente! Mi hai praticamente scaraventato a terra Kudo! E per buttare giù lui ce ne vuole! E comunque ringrazia che l’ arbitro non ti ha dato nessun cartellino, perché sei entrato da dietro e ti saresti meritato come minimo il rosso!” cercò di ribattere il padre, convinto di quello che diceva
“Se se, come no…” fece Goten
“Hahaha! Dai, adesso basta su, non è il caso di litigare per un gol” s’ intromise Gohan
“Giusto!” disse il secondogenito di Goku
“Uff… e va bene… che pizza però, non è giusto!” fece imbronciato Goku
“Fratellone…” disse all’ improvviso Goten, attirando l’ attenzione del fratello “…facciamo una partita io e te?”
“Certo, perché no, se papà è d’ accordo per me non c’ è problema” disse in tutta risposta Gohan guardando il padre
“Fate pure, vedi di vendicarmi però, e fa’ attenzione che tuo fratello bara, io vado un po’ da vostro nonno per vedere che combina” rispose Goku dando il suo joystick al primogenito ed andando a cercare il padre che era andato a fare una passeggiata sulle colline e a cercare qualcosa da mangiare.
“Ok Goten, usiamo le stesse squadre di prima?”
“Io uso sempre la mia, ma tu sei sicuro di voler usare la squadra di papà? E’ scarsa, non ci sarebbe gusto a batterti”
“Punto primo: non è una squadra debole; punto secondo: con Kudo c’ è il pericolo che ti sfondi la rete e punto terzo: pensa alla tua di squadra, che tanto vinco io” disse un po’ con aria di sfida Gohan
“Ok, allora iniziamo!” disse il più piccolo dei Son dando così inizio alla partita.
 
Ore 11:38
 
“Haha! Che ti avevo detto Goten? Che vincevo io! E così è stato! Yuppiiii!!” esclamò Gohan divertito e gioioso, aveva appena vinto per quattordici a undici contro il fratellino e non poteva che essere contento
“Uffa, non è giusto! Vinci sempre tu!” si lamentò il piccolo
“Oh eddai, se vuoi poi ti do la rivincita, ma adesso sta per arrivare il nonno e dovrei palargli” disse Gohan cercando di consolare il fratellino
“Promesso?”
“Promesso!”
“Ok allora non farti attendere, voglio la rivincita!” disse Goten andando in camera sua a cercare i suoi giocattoli, ogni volta che Chichi metteva a posto lui non trovava più nulla, e gli toccava cercare a lungo.
Mentre Goten saliva le scale che portavano alla sua camera la porta dell’ ingresso si aprì, lasciando entrare due uomini praticamente identici, se non per il fatto che uno aveva una cicatrice sulla guancia sinistra, come se in quel punto fosse stata squarciata per qualche motivo, magari era una ferita di guerra.
“No, è più grosso il mio!” si sentì dalla porta
“No, il mio!”
“Il mio!”
“Il mio!”
Gohan, sentendo i due uomini litigare, decise di alzarsi dal divano e andare a vedere il motivo di quella discussione
“Papà, nonno, che vi prende? E poi tu papà non ne hai avuto abbastanza con Goten? Adesso devi pure litigare col nonno?”
“Lui dice che ha preso il pesce più grosso, ma non è vero! Il più grande è il mio! Guardalo anche tu figliolo, il mio se lo potrebbe mangiare il suo!” disse Goku indicando due enormi pesci fuori dalla porta, quello a destra era il suo, quello a sinistra quello che aveva preso il padre
“Ma se sono uguali!” disse il ragazzo
“No, il mio è più grande” disse Bardack
“No il mio!”
“Il mio!”
“Il mio!”
“Piantatela! Volete che chiami la mamma?” minacciò il mezzo sangue
“No per favore!” risposero all’ unisono Goku e Bardack, spaventati alla sola idea
“Bene. Allora, quei due pesci sono quasi uguali, ma, non riattaccate a litigare, uno dovrà pur essere più grosso dell’ altro no? Quindi adesso facciamo una prova, li appendiamo ad un bastone lungo e resistente e vediamo quale parte va più giù, quello sarà il pesce più pesante.” era una soluzione un po’ estrema, ma se non avessero fatto così i due Saiyan avrebbero continuato a litigare fino a quando non fossero morti di vecchiaia, e la vita di un Saiyan è molto lunga
“Ok, ma dove lo troviamo il bastone?” chiese Bardack
“Io ce l’ ho, è un ricordo di mio nonno, dovrebbe essere nel tempio qui accanto, vado a prenderlo” disse Goku scomparendo in quella sorta di piccolo tempio dove erano conservati i ricordi del vecchio Son Gohan, colui che si era preso cura di Goku fino alla morte, causata proprio da quest’ ultimo per un incidente. Poco dopo il Saiyan era già di ritorno, trionfante e col bastone in mano.
 
Dopo che Gohan ebbe costruito quella “macchina” appese i due pesci ai lati, e calcolò quello con la maggior pendenza con una bolla.
“Papà, il tuo è quello più pesante, ma neanche di un chilo… quindi per una colta hai vinto tu.” annunciò Gohan
“Evviva! Ho vinto io!” esultò Goku
“Sì, ma di poco” gli ricordò il padre
“Però ho vinto io”
“Sì sì, hai vinto tu papà, ma adesso non riattaccare!”
“E va bene, però sono felice lo stesso”
“Quello non te lo vieta nessuno” disse Gohan, per poi rivolgersi a Bardack dicendo: “Ah, nonno, potrei parlarti?”
“Certo, dimmi pure”
Il volto di Gohan si fece serio ed attaccò il discorso:
“Ecco, io volevo sapere se eri a conoscenza delle coordinate di Terra-Nova”
“E a che ti servono?”
“Lo sai, non fare il finto tonto, devo andare da Videl” rispose secco Gohan
“Gohan, non parlare così a tuo nonno” lo rimproverò Goku
“Papà, per favore, non mettertici anche tu, te ne prego”
“Ehi ma che ti prende eh? Da quando ti comporti così?” il tono di Gohan non era mai stato così, ora sembrava quasi nervoso, no, quello non sembrava nemmeno più lui, quello non era il ragazzo gentile ed educato di qualche giorno prima, in quel momento non sembrava più lui.
“Lascialo stare Kakaroth, è scosso da quello che è successo quindi lascialo in pace” s’ intromise Bardack
“Ma…”
“Niente ma, ora va’ a vedere a che punto è Chichi con il pranzo, ho fame” ordinò Bardack con un tono che non ammetteva repliche, a volte doveva essere duro anche con suo figlio
“E va bene, uffa però” detto questo Goku se ne andò in cucina da Chichi come avrebbe fatto un bambino offeso dopo essere stato sgridato dal padre
Una volta accertatosi che Goku non si sarebbe più intromesso, Bardack prese il nipote e lo invitò a seguirlo fino all’ albero vicino a casa. Una volta arrivati si sedettero e dopodiché il maggiore prese la parola:
“Mi hai chiesto se conoscevo le coordinate del pianeta giusto? Bene, sarò sincero con te, non le so a memoria, ma posso dirti con assoluta certezza che sono identiche a quelle della Terra, cambia solo la Galassia: noi siamo in quella del Nord e loro in quella dell’ Ovest. Tutto qui.”
“E quindi non è poi così difficile arrivarci, giusto?” chiese speranzoso il ragazzo
“No, però devi fare attenzione perché lì la gravità e come sul pianeta Vegeta: dieci volte quella terrestre, quindi l’ astronave dovrà essere molto più solida del normale, altrimenti si accartoccerà a terra”
“D- Dieci volte la gravità terrestre?! M- Ma… e Videl? Lei è forte ok, ma una gravità dieci volte superiore schiaccerà anche lei! Perfino papà aveva fatto fatica sul pianeta di Re Kaioh! Come farà lei?” il mezzo-Saiyan era spaventato all’ idea che Videl, una volta arrivata su Terra-Nova, potesse essere schiacciata dalla forte gravità del pianeta, ma per fortuna intervenne suo nonno a rassicurarlo
“Tranquillo nipote, lì hanno una tecnologia moto avanzata, forse anche più di quella Saiyan, ed hanno anche un dispositivo con la forma di un collare che fa diminuire il peso della gravità sull’ individuo che lo indossa, lo metteranno a Videl e così lei non sentirà la differenza che c’ è tra qui e lì.”
“Meno male… ah e, sai per caso quanto ci vuole da qui a Terra-Nova?”
“Da qui non lo so, e poi bisogna anche vedere com’ è la navicella, se va tutto bene durante il viaggio e un mucchio d’ altre cose”
“Peccato… va beh, grazie lo stesso nonno”
“Aspetta Gohan, devo dirti una cosa”
“Dimmi pure”
“Scusami per ieri sera, non volevo che rischiassi la tua vita per cose inutili, ma poi ci ho pensato e ho capito che non puoi veramente stare senza quella ragazza… scusami se mi sono comportato da idiota” disse con tono dispiaciuto Bardack.
Gohan era stupito dalle parole del Saiyan: non era da lui scusarsi! Anzi, non l’ aveva mai visto scusarsi con nessuno da quando l’ aveva conosciuto, e poi sapeva che era orgoglioso, quindi chiedere scusa era per lui come un disonore, come se avesse accettato di sottomettersi a qualcuno, ed il fatto che lo stesse chiedendo a lui, suo nipote, lo aveva lasciato alquanto stordito.
Per fortuna le urla di Chichi che richiamavano i due Saiyan per avvisarli che era pronto fecero distrarre Gohan e Bardack scattarono in piedi e corsero come due fulmini verso casa, pronti per gustare i deliziosi manicaretti di Chichi.











Altolà! Non mi uccidete! So che ne avete voglia, ma vi supplico, non fatelo! Al limite avete il diritto di mandarmi all' ospedale, ma non di uccidermi definitivamente (altrimenti se proprio non riuscite a trattenervi poi dovete farmi resuscitare) 
Ok, mi ripresento dopo più di un mese con 'sta schifezza che non so nemmeno io da dove viene fuori, credo di iniziare a capire come mai il computer mi da' problemi... vuole suicidarsi ecco il perché, è tanto semplice (chi non lo farebbe con 'sta roba?)
Akkora dunque (?) tanto per cominciare voglio ringraziare
 Giulia Pierucci per quello splendido banner lì sopra *.* Grazie Infinite! Non ti ringrazierò mai abbastanza per quello che fai *.* 
E poi voglio anche ringraziare tutti quegli altri Santi che recensiscono pazientemente questa roba qui ed i lettori silenziosi. Grazie.
Ok, non ho altro da aggiungere e quindi me ne torno su Facebook.
Ciao ciao.
                             Son Gohan

 

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