Day by Day

di __Tiffany
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Day 01 ***
Capitolo 2: *** Day 02 ***
Capitolo 3: *** Day 03 ***
Capitolo 4: *** Day 4. The Final Day ***



Capitolo 1
*** Day 01 ***


Prima di incomminciare vorrrei dedicarla a una persona speciale e ringraziarne un'altra.
Quindi ... Ringrazio la unnie Haneul per avermi ispirato a scrivere la one-shot che è stata divisa
E ringrazio anche akima che con grande pazienza, e forza di volontà l'ha corretta e divisa in tanti pezzetti =)
Spero che la fanfiction vi piaccia e che recensirete e la seguirete in molti.
Grazie.
__Tiffany
Altra cosa. Legenda:
Luhan: Viola.




Di cose che lo schifavano ce ne erano tante, forse troppe per una sola persona.
Ora a pensarci ne avrebbe potute elencare moltissime, ma semplicemente una parola gli venne in mente, data la posizione in cui si trovava: i professori.
Di tutte le materie, età e specie.
Lo importunavano e basta, a loro non bastavano mai gli estenuanti sforzi di una persona per meritarsi un buon voto, a loro non bastava mai semplicemente.
Volevano sempre di più, sempre di più, così da potersi vantare di avere la classe migliore dell'intero istituto.
L'unica pecca per quei poveri idioti era ritrovarsi una pecora nera in classe, e qui entrava in gioco lui.
Gli importava di molte cose, tante a dir la verità, come tutti i ragazzi gli piaceva la musica, ed era anche piuttosto bravo a ballare ma, forse fortunatamente, la madre che gli diede il gene della musica si dimenticò di mettergli a fianco anche quello dell'impegno scolastico e, a detta sua, se si nasce già senza voglia di intraprendere un minimo percorso di studio è praticamente impossibile farcela in futuro.
Lui era così, senza voglie particolari, solo quella estrema rabbia che gli pervadeva il corpo ogni qual volta quella scena si ripresentava ai suoi occhi.
Maltrattamenti.
Era così che in quella scuola veniva risolta la “nullafacenza”, così chiamata da tutti i balordi che vi lavoravano all'interno.
Ogni qual volta si presentasse un ragazzo come lui: con la voglia di studio lasciata alla spalle, veniva preso provvedimento, ovvero il ragazzo in questione veniva picchiato a suon di ceffoni davanti all'intera classe, muta.
Non si sapeva nulla all'esterno, vigeva l'omertà, pena l'allontanamento dalla scuola e la messa in giro di una cattiva parola per quell'alunno con la lingua lunga.
E Sehun li odiava. Per questo e per tante altre cose, lui li odiava da morire.
"Oh Sehun, anche oggi il suo quaderno manca, perché mai mi chiedo? Non conosce forse la regola di doverne portare uno con l'attinente materia quando questa viene a presentarsi?" domandò sarcasticamente il professore mentre Sehun non muoveva un muscolo, anche quella volta non aveva fatto i compiti, non che si fosse dimenticato, lo faceva semplicemente per dispetto.
L'uomo di questo se ne era accorto ma mai occupato più di tanto, che le persone li facessero da loro o li copiassero da altri non era affar suo.
Se erano inutili li bocciava, se erano bravi se li doveva subire sino all'ultimo anno.
E poi tra questi c'erano quelli come il caro signor Oh, per lui l'argomento compiti era un qualcosa di troppo grosso e sostanzioso per poter occupare anche solo una pagina del proprio vocabolario.
"Oh Sehun vuole essere bocciato quest'anno, per caso?", Sehun si limitò ad un'alzata di spalle, pieno segno del menefreghismo.
Il professore capì perfettamente l'antifona, e impossibilitato ad attirare la sua attenzione pensò di mandarlo nell'unico posto in cui non potesse fare di testa propria.
"Vada dal preside, adesso per cortesia" e il ragazzo prese la sua roba, poca e quasi nulla vista l'assenza di “partecipazione” alle lezioni.
Si diresse verso quel corridoio tanto conosciuto, come del resto era anche la destinazione.
Il preside in questione non era altri che il suo caro zietto.
Camminò lentamente, non era stanco o sfaticato, voleva godersi l'attimo di tranquillità che avrebbe preceduto quelle, tanto note quanto imparate a memoria, ramanzine.
Arrivò ed aprì la porta ignorando chiunque in quel momento vi fosse all'interno, e si sedette sulla poltroncina adita a lui, siccome passava la gran parte delle ore scolastiche in quella stanza suo zio aveva messo una poltrona tutta per lui così da accoglierlo senza far scomodare nessuno dei “malcapitati del momento”.
"Sehun, Sehun, Sehun. Che devo fare con te Oh Sehun?" domandò lo zio, Sehun gli rivolse una veloce occhiata divertita.
Quanto gli piaceva giocare?
Tanto, soprattutto se le persone pensavano che inseguendolo avrebbero potuto stufarlo e fargli così pronunciare quelle fastidiose parole: “Ok, lo faccio”; ma ovviamente era più facile insegnare ad un cavallo come camminare su due gambe.
"Nulla, io non do fastidio a te, tu non dai fastidio a me, credo che le cose siano molto semplici" rispose voltando pagina, se non sbagliava quello tra le mani era un fumetto?
Beh, di sicuro era noioso; l'aveva racimolato nella libreria personale di suo zio giusto un momento prima, che avesse pessimi gusti non ci pioveva.
"No, sto parlando seriamente Sehun. Non puoi continuare così ma sai, a proposito di questo, conosco una persona che fa al caso tuo! Sono sicuro che andrete d'accordo. È poco più grande di te, frequenta l'università ed è il figlio di un mio amico che si è trasferito un paio di anni fa dalla Cina" e iniziò a spiegargli le “straordinarie” doti di questo ragazzo.
Sehun era poco niente interessato, si limitava a recitare.
Si, stava fingendo di ascoltarlo, e dopo anni di allenamento quotidiano la sua recitazione stava migliorando sempre di più.
Forse avrebbe potuto fare l'attore, così si sarebbe finalmente tolto da quel posto che di umano aveva ben poco.
Della continua spiegazione, altamente esaltante, di suo zio capì solo qualche sprazzo.
Il ragazzo si chiamava Lu Han, non aveva ben capito quanti anni avesse perché suo zio si era intestardito su un unico argomento da una buona mezz'ora.
Continuava a parlare di un non so quale premio che il ragazzo aveva vinto per le sue doti.
"Se se se, zio va bene, ho capito; ma non ne ho affatto bisogno, sono a posto così" ovviamente la sua risposta vene percepita a metà dallo zio che, esaltato ancora di più, cercò il numero del ragazzo per contattarlo.
Nel mentre Sehun, ormai scoraggiato a doversi subire anche questa magagna, scelse un libro dallo scaffale poco più distante da quello dei documenti.
Un libro attirò la sua attenzione, semplice non molto spesso, il titolo gli sembrava un qualcosa di molto attinente alla sua situazione.
Incompreso”, era il titolo del libro, piuttosto vecchio, ma dopo tutto per certe cose non esiste una barriera temporale.


Il Giorno Seguente:

"Sehun, vieni qui devo parlarti!” ma sua madre cominciò lo stesso, a quanto pare era parecchio eccitata per qualcosa, e magari la risposta la sapeva anche lui.
“Ho appena parlato con tuo zio, mi ha parlato di questo suo amico: ha un figlio che potrebbe aiutarti con la scuola, e indovina.... Viene oggi! Quindi sistema la tua stanza, dagli una ripulita... e magari dalla anche a te" gli disse la madre, aveva allargato le narici come un maiale, lo faceva solo quando voleva fargli capire l'antifona: puzzi, indi lavati!
Ritornò in camera e mise a posto i vestiti che giacevano a terra da tempi immemori, raccolse i cd sparsi sulla scrivania, e cercò di nascondere la biancheria sporca un po' sotto il letto e un po' nei vari cassettoni dell'armadio.
Tra le mille mila cose che gli capitarono tra le mani, dalle matite ai bicchieri di plastica ancora incrostati di una qualsiasi cosa ci era finita dentro, trovò una foto.
Ritraeva lui con i suoi pochi e più stretti amici: Jong In, Chanyeol, KyungSoo e Baekhyun, si ricordava bene di quel giorno; erano andati alle rive del fiume Han per fare un un picnic totalmente offerto a spese di KyungSoo e Baekhyun, gli unici che sapevano cucinare qualcosa che non risultasse poltiglia o cibo per maiali.
Si era divertito molto quel giorno, lo ricordava perfettamente soprattutto si ricordava di come si fosse sentito solo quando erano tutti tornati a casa, Baekhyun e Chanyeol insieme mano nella mano, più felici che mai, e Kai e KyungSoo abbracciati, per scaldarsi dicevano loro, peccato che i loro abbracci avvenissero sia d'estate quando si soffocava che d'inverno al calduccio della stufa, in pratica le tecniche di depistaggio di Jong In erano assolutamente inutili, tutti sapevano di loro.
Insomma, tutti sistemati e ben occupati, meno lui.
Si ricompose tornando a fissare i residui di sporcizia sparsi nel il suo ambiente vitale.
Le due librerie piene di libri d'avventura e d'azione, chiunque poteva dire che non gli interessasse la scuola ma non che non adorasse leggere, soprattutto quei generi.
Essere trasportati in un altro mondo, dove la giustizia viene ricompensata e acclamata mentre la feccia torna alle sue fogne, e si può respirare l'aria della libertà.
Sul letto giacevano il telefono, rigorosamente spento per evitare interruzioni sgradevoli, non che fosse sempre spento, ma gli piaceva far credere di essere scomparso, irreperibile, anche per un solo giorno.
Sulla scrivania, che stava ripulendo dalle scartoffie, comparvero il mac e l'Ipad.
Che fosse uno all'antica non c'era neanche da pensarlo, come dire che era un fanatico della scienza elettronica era un semplice eufemismo.
Si ricordò di quella volta che ascoltando la musica aveva finito per addormentarsi sul davanzale della finestra e il giorno dopo era stato svegliato da un Jong In particolarmente raggiante e in piena crisi d'amore verso il mondo.
Si lasciò cadere mollemente sul letto, stando ben attento a non rompere i suoi adorati cd ed amici elettronici.
Sentì il campanello suonare e la porta d'ingresso aprirsi di conseguenza pochi istanti dopo, la ignorò bellamente, se lo cercavano la porta era aperta e lui non si muoveva di li.
"Allora... Luhan, giusto? Io sono Baek Ah Yeon-ah, sono la sorella dell'amico di tuo padre, ricordi Baek Jin Woo-yah, si?" sentì la voce di sua madre in modo cristallino forse un po' troppo acuta ed evidentemente eccitata, prese l'Ipad e dopo essersi messo velocemente le cuffie mise una canzone a caso, cercò di ignorare il più possibile le due voci che stavano salendo le scale, chiuse gli occhi ed inspirò a fondo.
"Si certo, è stato lui a parlare con mia madre ieri, se non sbaglio", sbuffò sentendo ancora le voci dei due ben nitide, non aveva voglia di alzarsi e chiudere la porta così alzò di poco il volume, non gli piacevano le cose troppo alte, infondo.
Anche se passava molto tempo con quelle gallinacce di Jong In, Chanyeol e Baekhyun che strillavano al mondo i loro pensieri e non si escludevano dal rompere le palle ai poveri malcapitati nelle loro grinfie, l'unico che si salvava della combriccola era KyungSoo, era una persona tranquilla e pacifica, in più riusciva sempre a calmare il proprio fidanzato a dovere, già per quello aveva un futuro nell'intelligence americana.
"Si, e grazie di essere venuto con così poco preavviso. Sai Sehun-ah ha realmente bisogno di aiuto, e già vedendoti penso che sarai tu quello a riportargli la testa sulle spalle" grugnì sentendo la madre pronunciare quelle parole, ma continuò a giocare a Final Fantasy, imperterrito.
L'aveva scaricato un paio di settimane prima e si era subito appassionato, tanto che aveva obbligato anche ai suoi amici a prenderlo.
"Si figuri! Spero solo di esserne in grado" storse le labbra sentendo quell'insopportabile vocina, era troppo smielata per i suoi gusti.
"OH SEHUN-AH" la voce della madre arrivò incredibilmente chiara e forte alle sue orecchie, si tolse le cuffie e mise in pausa il gioco, per poi alzare con tutta calma la testa e notare la madre davanti alla porta della sua stanza accompagnata da un ragazzo incredibilmente carino, dai capelli caramello e il viso infantile e delicato, gli sorrise; era perfetto.
"Sehun-ah, Luhan-sshi si è offerto di farti da tutor quindi ora alzati, su!" il ragazzo dai capelli castani annuì, si alzò dal letto e dopo aver trattenuto uno sbadiglio si grattò la testa come appena sveglio, camminando con quel suo fare lento e sensuale, come dicevano alcune ragazze della scuola, si portò davanti a quell'angioletto.
"Annyeong, sono Luhan-ah, e sarò il tuo tutor d'ora in poi" disse più grande facendo poi un piccolo inchino, Sehun annuì semplicemente andandosi a sedere sulla sua scrivania, era ordinata e quasi del tutto sgombera come se di solito fosse usata per fare i compiti; strano.
A Luhan venne qualche dubbio sulla persona che stava seduta su quella sedia.
Insomma, suo padre gli aveva detto che il cosiddetto Sehun non era di certo un patito dello studio, e in più non si ricordava d'aver mai visto stanze così pulite che appartenessero ad un ragazzo.
La madre li lasciò soli e dopo aver sospirato a lungo Luhan decise si iniziare a rompere il ghiaccio.
"Allora con cosa preferiresti iniziare?" domandò Luhan
"Dal non rompermi le palle, per poi finire col non farti mai più vedere?" rispose sarcasticamente Sehun, certo di averlo offeso e perciò avergli dato un motivo per lasciarlo in pace, ma a contrario delle sue previsioni Luhan sorrise divertito.
"Ok, lo sappiamo tutti che studiare fa schifo, ma ti serve, credimi. Se vuoi sopravvivere nel mondo degli adulti è meglio che ti svegli, sennò puoi benissimo saltare dalla tua finestra, siamo al secondo piano, no? Sicuramente qualcosa ti romperai e così avrai risolto tutti i tuoi problemi: non dovrai più studiare perché sarai in fase di riabilitazione, e nella migliore delle ipotesi, per il tuo caso, potresti addirittura essere così grave da non poter mai più svolgere un lavoro così i soldi ti arriverebbero senza far niente, non ti sembra più semplice? Certo è un po' doloroso ma in fondo se non vuoi studiare e impegnarti questa è la tua unica soluzione!", a contrario delle aspettative del più grande Sehun rimase fisso ed immobile a guardarlo con aria indifferente, e Luhan mise su un tenero broncio. Fece un bel respiro, calmati; e poi si voltò tornando a guardare Sehun.
"Ti va di studiare fuori? Mi sa che stare al chiuso ti rende ancora meno propenso allo studio", e il minore annuì, almeno non sarebbe rimasto a casa.
Sotto dittatura di Luhan prese l'occorrente per studiare e poi uscirono, peccato che piovesse a dirotto, e di farsi la strada con il rischio di bagnarsi non ne aveva la minima intenzione, ma fu costretto a desistere dalle sue intenzioni vedendo che il suo hyung non permetteva repliche.
A pochi isolati distava un bar, sarebbero andati li.

"Scusa" piagnucolò Luhan "Non sapevo che sarebbe piovuto, ma spero che l'acqua ti abbia schiarito le idee, perché non ce ne andremo di qui finché non avrai imparato qualcosa" continuò il maggiore mantenendo sempre un'aria dispiaciuta, a cui Sehun rispose con un'alzata di spalle, non che gli interessasse particolarmente studiare ma pur di renderlo un minimo contento e toglierselo di torno avrebbe fatto di tutto, l'unica cosa che non aveva programmato era che quella tortura chiamata: studio, aveva preso le sembianze di un volto dolce e gentile.
Si sedettero in un tavolino poco distante all'entrata e Luhan estrasse i libri di Sehun pronto per iniziare dall'algebra se non fosse stato per Sehun.
"Non so nulla di nulla, quindi devi partire dall'inizio, piccolo genietto" quel nomignolo infastidì non poco Luhan che borbottò qualcosa a proposito dei bambini maleducati e del posto in cui avrebbe voluto mettergli il “genietto”, ma si ricompose poco dopo. Dovevano studiare, e che cavoli!
Due ore più tardi erano a poco più di dieci pagine dall'inizio, come se non bastasse Sehun aveva iniziato a prendere gusto nell'interrompere il più grande con le solite frasi così innocenti eppure così colpevoli.
"Non ho capito nulla, non è che potresti spiegamelo ancora, darling?"
Mentre il maggiore, sempre paziente e pronto a rispiegargli tutto, iniziava ad innervosirsi Sehun ascoltava, anche se quella cosa l'aveva capita da tempo, e continuava imperterrito ad interromperlo solo per il puro piacere di veder la sua faccia mutare in un modo spaventoso, come se fosse sul dubbio di ammazzarlo all'istante davanti a tutti o il farlo una volta ritornati a casa.
Luhan aveva già capito tutto, quella di Sehun era solo mancanza di voglia nel fare le cose, proprio come i compiti e gli esercizi mai svolti che si trascinava dietro da chissà quanto tempo, e con queste persone la battaglia era persa in partenza, ma infondo a lui non costava niente.
"Sehun-ah, ora potremmo fare anche un paio di esercizi, che dici?" propose Luhan, sorridendo nel vedere il ragazzo ancora concentrato nel ripetere una delle formule che gli aveva spiegato poc'anzi.
"Dico che non mi va, devo sforzarmi a ricordare e pensare alla soluzione, in più ci metto tempo per questo e mi innervosisco se non ricordo le formule, quindi penso proprio che non li farò" detto questo Sehun chiuse il libro con un tonfo.
Luhan lo guardò con la bocca spalancata per poi richiuderla poco dopo, aprì di nuovo il libro e segno alcuni esercizi; punzecchiò Sehun con la matita nel tentativo di richiamare la sua attenzione, caduta al panorama piovoso fuori dal locale, infatti l'alto si voltò verso Luhan che lo stava guardando con i suoi grandi occhi da cerbiatto, e abbassando lo sguardo notò che gli indicava cinque esercizi da completare.
"No" rispose secco il ragazzo dai capelli castani.
"E dai! Sono solo.... quanti?... Cinque, che ti costa farmi contento per soli cinque esercizi in croce?" domandò il maggiore punzecchiandogli ancora il braccio.
Iniziava a dargli fastidio, la punta della matita era sempre più conficcata nella sua pelle.
"No", ribatté ancora una volta.
"Ti concedo un desiderio, ok?" a quelle parole il moro si risvegliò dal suo stato catatonico e prestò più attenzione, all'altro.
Luhan lo sapeva.
Batava dire quella parola magica e chiunque diventava subito attratto come le falene dalla luce; una cosa impressionante!
"Uhm, di cosa si tratta?"
"Se prenderai bei voti, o anche se finirai questi esercizi o, ancora, arriveremo ad un buon punto nello studio ti concederò un desiderio; e allora, e solo allora, potrai chiedermi qualsiasi cosa, ed io la esaudirò" e così dicendo catturò completamente l'attenzione di Sehun si volse per guardare Luhan, il maggiore si sentì immediatamente a disagio.
Lo stava guardando nello stesso modo in cui lui fissava i bicchieri di Bubble Tea; affamato.
"Luhan-ah"
"Dimmi?"
"Se li faccio dovrai esaudire il mio desiderio, qualunque esso sia? Anche se non lo vorrai?" a quelle parole Luhan abbassò il capo, per poi annuire impercettibilmente, dando piena soddisfazione all'altro.
Continuò a tenere la testa china così che la leggera frangia riuscisse, anche se solo in minima parte, a coprirgli il rossore andatosi a creare.
Sehun glieli spostò per potersi godere a pieno quel dolce viso, cosa che fece arrossire e imbarazzare ancora di più il povero Luhan, che pareva aver smesso di respirare.
Poco gli bastò per distogliere l'attenzione del maggiore e concentrarsi sugli esercizi sotto il suo naso, sapeva benissimo come farli, perché infondo quelle cose le aveva ormai imparate anni prima, proprio come sapeva di non avere alcun bisogno di un tutor, ma solo di un qualcosa che lo spronasse a fare degli stupidi esercizi.
In un paio di minuti finì e, soddisfatto come non mai, passò il quaderno a Luhan che ritornato coi piedi per terra iniziò una meticolosa correzione, o per meglio dire “caccia all'errore miracoloso che gli avrebbe salvato la vita”.
Eppure più controllava più si rendeva conto che qualcosa non andava.
No, non è possibile.
Non può accadere proprio a me.

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Capitolo 2
*** Day 02 ***


__tiffany:
Scusate il ritardo, non era mia intenzione, ma dovevo prendermi una pausa da EFP e concentrarmi ocn la scuola, il prossimo se non sbalgio dovrebbe essere l'ultimo capitolo e lo posterò prima di partire, si spera, e spero che recensirete in molti.
Scusate, ma il banner non verrà messo per via della scarsità di rete.
RIngraziamo tutte akima che ha fatto da beta.


Perfetto,
era tutto incredibilmente ed inesorabilmente perfetto!
Neanche una cifra o calcolo sbagliato.
Neanche un fottutissimo errore che l'avrebbe potuto salvare da quel ragazzino terrificante.
"Mi stai prendendo in giro, vero?" domandò guardandolo di sottecchi.
E Sehun sorrise, sinceramente divertito.
"Un desiderio, parole tue" disse per poi guardarsi intorno, e constatare tristemente che c'erano troppe persone.
"Lo vuoi usare ora?" domandò il maggiore notando come Sehun si guardasse attorno, ma l'altro scosse il capo.
"Dopo".
"Posso sapere cosa si tratta?" chiese Luhan, sinceramente stava iniziando ad avere un po' di paura, ma il minore continuò a scuotere la testa in dissenso.
Luhan, stufo del mutismo voluto dell'altro, passò ad un'altra materia da spiegare al castano.
Continuarono a studiare per un'altra mezz'oretta, tra le risposte a doppio senso di uno e le rispettive tentazioni omicide dell'altro.
A salvare Luhan fu una cameriera che li informò dell'imminente chiusura del locale, in quel momento il maggiore si rese conto di non aver ordinato nulla e di aver passato il tempo praticamente senza consumare niente, contando che quel bar era lo stesso dove lavorava part-time.
"Sehun, vuoi prendere qualcosa prima di andare?" domandò al minore che tentava di far rientrare i libri nella tracolla.
"Bubble Tea" rispose lapidario, così il maggiore si diresse senza fiatare al bancone.
"Due Bubble Tea alla fragola e uno con molto zucchero, da portare via..... Grazie" pagò e aspettò Sehun che in pochi minuti era arrivato dietro di lui senza che lui lo notasse, si spaventò nel sentire qualcuno muoversi dietro di lui, si voltò di scatto e con delusione vide che si trattava solo di Sehun.
Che modi erano quelli? Non sa questo ragazzino che è maleducazione spuntare da dietro le persone facendogli prendere dei colpi madornali?!
Il moro teneva lo sguardo puntato su di lui, si sentì messo subito in soggezione e tentò di far distogliere lo sguardo di Sehun da se girandosi.
"A cosa gli hai presi?" si sentì chiedere, per poco gli veniva un altro colpo.
"Alla fragola.... Preferivi un altro gusto?"
"No, va benissimo così"
Presero le ordinazioni e uscirono in strada.
La pioggia era ormai cessata, e a quell'ora tarda le persone erano diminuite facendo calare anche il traffico, erano quasi soli.
Camminarono in silenzio per un po' finché Luhan non si fermò di fronte a un bivio.
"Io vado da questa parte" disse, Sehun allora lo fermò prendendolo per il polso, non voleva chiedere qualcosa di troppo complicato, pensava più in qualcosa tipo ‘cucinami qualcosa‘, oppure, ‘non darmi lezione per una settimana‘, ma quello che gli uscì dalla bocca fu ben altro.
"Esci con me: è il mio desiderio" e Luhan lo guardò un attimo con la bocca leggermente schiusa per provare a replicare, ma poi si disse che glielo aveva promesso, e poi quella sarebbe stata solo un uscita, non c'era niente di male, e poi in confronto ai pensieri che si era fatto di sicuro quella era l'opzione migliore.
"Dove vorresti andare?", chiese incrociando le braccia al petto, seriamente curioso di sapere cosa aveva in mente l'altro.
"Luna Park", ancora una volta Sehun non aveva riflettuto prima di parlare, si morse la lingua mentre continuava a fissare una possibile reazione del più grande.
Luhan sorrise e annuì, si alzò leggermente sulle punte e arrivò alla testa di Sehun che scompigliò amorevolmente, come un padre con il proprio figlio.
"Quando?"
Luhan gli stava concedendo tanto, voleva vedere fino a dove si sarebbe spinto l'altro ragazzo, voleva sapere di più su di lui, all'improvviso era diventato interessante ai suoi occhi.
Per quei pochi minuti si era addirittura dimenticata di essere belle che fidanzato, e si chiese come sarebbe stato far parte della vita del moro.
"Sabato" Sehun fu veloce nel rispondere, guardò negli occhi Luhan, che gli sorrise ancora una volta e lo salutò.
"Va bene, a domani Sehun-ah" e il più piccolo annuì.
Quando Luhan sparì dalla sua visuale tornò a casa, si sentiva stranamente felice, e quel sentimento lo accompagnò per tutto il tragitto verso casa.
Incredibile, uno come lui che si ritrovava a sorridere come un ebete solo per un misero appuntamento con la persona più solare di questo mondo.
Robe da matti!
Entrò in casa, sempre con il sorriso ad incorniciargli il volto, ma che appena vide il padre superarlo per uscire fuori sbattendo la porta, chiaramente arrabbiato, lo fece tornare nuovamente serio.
Si spogliò della giacca e andò fino in cucina dove ad aspettarlo trovò la madre in lacrime, seduta su una sedia.
Non sapeva cosa fare. Di solito non diceva niente in questi casi, sapeva che il padre sarebbe tornato, tornava sempre. Ma quella volta si sentiva in dovere di fare qualcosa. Ma cosa?
La donna tirò su col naso, non appena notò la presenza del figlio, e si sforzò di sorridergli.
"Sehun-ah la cena è pronta"
Il ragazzo annuì e apparecchiò solo per loro due senza dire una parola sull'accaduto, non lo faceva mai, quando finirono di cenare lavò i piatti e dopo aver dato un bacio sulla guancia alla madre la aiutò ad alzarsi.
"Vatti a riposare umma. Sarai stanca" e chiuse la porta della stanza. Per la prima volta dopo tempo la donna sentì pronunciare quelle parole dal figlio e sorrise, c'era qualcuno che l'amava,che si preoccupava per lei, pensava che Sehun ormai la considerasse solo un elemento di fastidio.
Si era sbagliata.
Sehun entrò in camera e richiuse la porta subito dopo, si buttò sul letto e prese l'ipod mise 'When i'm gone' di Eminem al massimo volume sedendosi poi sul bordo della finestra.

Il terzo giorno, dopo la scuola Sehun aveva tutto l'occorrente per iniziare a studiare, non che volesse farlo, ma Luhan lo aveva attratto particolarmente, solo non nel modo che si sarebbe aspettato.
Lui era etero ed era sicuro che anche Luhan lo fosse, aveva visto la foto di una ragazza come sfondo del cellulare, quindi era molto probabile che fosse già fidanzato.
Per lui era un po' diversa la situazione, bastava vedere le tendenze dei suoi amici.
Quando sentì suonare corse ad aprire la porta e si ritrovò Luhan davanti che teneva un cubo di Rubik tra le mani, rimase impressionato nel vedere la velocità del maggiore nel risolvere quel giochino che gli causava solo un gran mal di testa quando ci provava.
"Luhan" lo chiamò e il maggiore alzò la testa sorridendogli ed entrò in casa, salutando poi la madre di Sehun, che rispose altrettanto raggiante.
"Allora Sehun-ah, oggi andiamo a studiare in un altro posto, ho guardato il meteo così non prenderemo più la pioggia" sorrise Luhan e Sehun si chiese se tutte le volte dovevano andare da qualche parte, il giorno prima erano andati al Burger King, e incredibile a dirsi: Luhan mangiava davvero tanto! Il giorno prima ancora erano andati a studiare sulle rive del fiume Han.
"Dove andiamo?" domandò il minore poco interessato al luogo, l'unica cosa che veramente gli premeva era stare con Luhan, anche fossero andati in una discarica.... beh, magari non così tanto in basso.
"Al parco!" esclamò Luhan, tutto eccitato.
Ora che lo notava, Luhan aveva una borsa con se, e al solo pensarci a cosa ci fosse dentro mille pensieri gli balzarono in testa.
Oddio, ma cosa andava a pensare ora?
Scemo!
"Su prendi la tua roba!" e Sehun non lo lasciò finire che prese lo zaino e ci buttò i libri dentro, salutarono la madre di Sehun e uscirono.
Per tutto il tragitto Luhan si perse in una parlantina senza ne capo ne coda e Sehun lo ascoltava divertito, ora sapeva che a Luhan piacevano i gatti, le cose piccanti ma ancora di più quelle dolci, gli piace il gelato alla fragola e stracciatella, adora il calcio e il suo team preferito è il Machester United, che gli piace il Taro Bubble Tea, anche se quello alla fragola è quello che beve più di tutti, gli piace il colore rosa e gli piace giocare con la sua sorellina più piccola.
"Luhan" lo chiamò Sehun appena arrivati, il maggiore lo guardò con un sorriso mentre si sedevano sulla tovaglia appena stesa a terra.
Sehun prese un bel respiro, alcuni giorni prima non era riuscito a dire a Luhan che desiderava si scordasse del suo desiderio, si era premurato di far bella figura con il più grande, che gli sorrideva e a volte cercava anche di farlo ridere, ma era tutto invano, Sehun non rideva.
Avvolte si stirava le labbra in un sorriso divertito o in piccoli ghigni, ma nulla di più.
Poi prese coraggio e lo disse.
"Scordati del mio desiderio", Luhan lo guardò non capendo.
"Perché?"
"Non mi va più.. Su iniziamo, prima iniziamo prima finiamo, no?" e chiusero così l'argomento iniziando a fare degli esercizi.
Passarono così tutto il pomeriggio, Luhan sembrava aver rimosso la piccola conversazione che Sehun aveva chiuso ancor prima di farla incominciare, era divertente per quest'ultimo guardare le facce buffe di Luhan che ripeteva le stesse cose ogni qualvolta che Sehun glielo chiedeva.
"Oh SEHUN! OH SEHUN!" Sehun sbuffò nel sentire quelle due voci, una squillante e piena di vita, ovvero il disastro umano chiamato: Jong In, e quella roca e leggermente gutturale di Chanyeol.
I due notarono solo dopo una testolina color caramello accanto a Sehun, concentrato e intento a scrivere .
"Sehun ti chiamano" gli fece notare Luhan ma l’altro si limitò ad un'alzata di spalle e continuò a fare gli esercizi, nel mentre Luhan rotolava a destra e a sinistra come un bambino che annoiato non sapendo che fare, aspettando che Sehun finisse gli esercizi che gli aveva dato.
"SEHUN" lo chiamarono ancora Jong In e Chanyeol, ma poi decisero dopo vari bisbigli di andare a ficcanasare di nascosto quello che stava facendo il loro amico di ghiaccio.
Si avvicinarono con cautela e rimasero abbastanza vicini per poter ascoltare la conversazione, appena arrivato a casa lo avrebbero raccontato agli altri.
"Perché non vuoi più andare al Luna Park? L'hai proposto tu!"
E Jong In trattenne una risata, da quando a Sehun piacevano i Luna Park? Chanyeol, probabilmente, pensando la stessa cosa si morse un labbro per non scoppiare a ridere a crepa pelle.
"Così" rispose Sehun continuando gli esercizi, e Chanyeol si fece serio e dando delle gomitate a Jong In bisbigliando un 'Qualcosa non va. Andiamo via prima che esploda, ha usato un tono glaciale' Jong In annuì e pian piano fecero marcia indietro, fuori dal parco.
Intanto continuavano a chiedersi chi fosse quel ragazzo dai capelli caramello insieme a Sehun.
"Niente succede o passa per 'così', Sehun-ah" disse in quel preciso istante Luhan e Sehun lo guardò con occhi freddi, per poi ignorarlo, ancora.
"Sehun-ah ho fatto qualcosa di male, per caso? Ce l'hai con me perché ti ho dato degli esercizi da fare a casa? - Luhan lo guardò aspettando una risposta che non arrivò, Sehun evitava lo sguardo del maggiore, non voleva dirgli nulla, nemmeno si conoscevano poi! - Sehun-ah è successo qualcosa di brutto a scuola? Vuoi parlarne? Oppure non ti senti pronto a confidamelo? Quando vuoi basta chiamarmi, ok? Sehun-ah" Sehun strinse la presa sulla matita fino a sentire un crack. Come aveva fatto a rompere una matita?
Fece un gran respiro e lasciò cadere la matita rotta, Luhan gli si avvicinò e passò delicatamente il dorso della mano sulla guancia, così che l'altro si lasciò cadere sul lenzuolo e rotolò accanto al biondo, restando con una mano poggiata sul petto e guardando il cielo azzurro.
"Ieri, per l'ennesima volta, mio padre se ne andato di casa. Mia madre ha ricominciato a piangere, di solito non faccio nulla, ma ieri volevo fare qualcosa e mi sono sentito impotente".
Davvero gli era sfuggita dalle labbra quella cosa?
Con un estraneo per giunta!
Eppure quel ragazzo aveva un che di rassicurante, e come d'automa le parole erano uscite.
"Io... Sehun-ah, mi dispiace, ok? Vuoi stare da me per un po'? Finché non saprai cosa fare? Perché io non ti posso dire nulla, deve venire da te. Non posso consigliarti senza sapere nulla e finché non sarai realmente disposto a dirmelo io non farò nulla. Ti starò accanto, però, va bene" A sentire quelle parole Sehun voltò lo sguardo per guardare Luhan, che gli era accanto e lo rassicurava accarezzandogli la schiena e sorridendogli amorevolmente.
"Non so perché te l'ho detto" e Luhan sorrise, gli accarezzò i capelli ma non disse nulla, continuarono a stare così, fermi e in silenzio, ancora per un po' finché il maggiore pensò di rallegrarlo un po'.
"Sehun-ah"
"Uhm?"
"Vuoi parlare? Giocare? Dormire? Scrivere? Qualsiasi cosa. Ti riconcedo anche il desiderio." gli propose il maggiore con un sorriso gentile, come sempre, per di più.
"Desiderio"
Luhan continuò a sorridergli, rassicurante, così che Sehun, senza pensarci due volte, si avvicinò sempre di più al maggiore.
E in pochi secondi commesse, forse, la più grande sciocchezza della sua vita.
Posò le proprie labbra su quelle di Luhan che, sorpreso e paralizzato dal gesto improvviso, lo lasciò fare senza rendersene conto.
Tutto durò pochi secondi, e Sehun si allontanò come scottato e, dopo aver preso le proprie cose di fretta, corse via.
Il biondo che era rimasto impalato per alcuni secondi a guardare la schiena dell'altro farsi sempre più piccola e lontana, si alzò e dopo aver raccolto tutto in fretta e furia, iniziò a correre dietro Sehun, anche se ormai era già scomparso dalla sua visuale.

Intanto, il minore, era appena arrivato a casa, e salutando velocemente la madre corse in camera buttando sul pavimento lo zaino.
Quella notte provò con tutte le forze a non pensarci.
Che stupido!
Aveva baciato un ragazzo.
Un ragazzo già fidanzato.
E gli era anche piaciuto... ma quando aveva aperto gli occhi aveva visto l'altro immobile e con gli occhi spalancati.
Sicuramente era rimasto disgustato da quel bacio, e non avrebbe più voluto rivederlo.
Di sicuro sarebbe stato meglio così.
E per i seguenti giorni rimase in casa, senza vedere minimamente Luhan, aveva detto alla madre di respingerlo e non farlo venire, ma lui non era passato.
E in quei tre giorni si convinse che tutto quello che aveva pensato sull'altro fosse vero.
Aveva una vita perfetta, e la sua presenza glie l'avrebbe solo rovinata.

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Capitolo 3
*** Day 03 ***




Sehun passò i giorni a giocare e a scrivere a Jong In; finché, il quarto giorno di isolamento dal mondo, non rimase a casa completamente solo, sua madre era uscita per delle commissioni e sarebbe tornata tardi così lui avrebbe avuto un intero giorno di pace.
In quei giorni Luhan chiese tutti i turni possibili nel bar dove lavorava solo per poter vedere Sehun, sapeva che passava di lì per andare a scuola, ma non passò in nessuno di quei giorni, i suoi colleghi lo guardavano mentre fissava distrattamente quello che succedeva fuori dal locale, non sorrideva nemmeno ai clienti, cosa strana.
"Luhan, dov'è il ragazzo a cui fai tutor?" domandò Krystal che gli si era avvicinata silenziosamente.
"Oh Sehun?" chiese con voce triste, non si era nemmeno accorto di aver messo su un muso lunghissimo.
"Si si, lui. Non gli fai più da tutor?" si intromise anche Sulli; i suoi capelli corti e mossi le stavano davvero molto bene quel giorno, come tutti gli altri del resto.
Si complimentavano sempre tutti, e lei rispondeva semplicemente: "Tutto grazie alla mia ragazza" e i suoi colleghi ridevano.
"Si... Sua madre dice che è malato, ma non ci credo molto"
"Vai a controllare allora, no?" disse a quel punto Jongdae, appena tornato dopo aver portato le ordinazioni ai clienti di un tavolo lì vicino.
"Non posso, devo finire il turno" rispose Luhan sbuffando.
"Ma se non stai facendo niente, anzi ci stai solo facendo preoccupare" gli rispose scocciata Krystal.
Luhan ringraziò mentalmente tutti i suoi amici, prese il proprio giubbotto e la propria borsa a tracolla e uscì dal bar correndo come una furia.

Il suono del campanello alla porta, ma Sehun deciso ad ignorarla non si mosse minimamente.
Solo dopo essersi stancato della continua insistenza del “suonatore del suo campanello” si decise a scendere.
"Chi cazzo è?"
"Luhan" e Sehun per poco non si strozzò con la propria saliva.
Insomma, dopo averlo baciato non aveva più avuto il coraggio di vederlo, si vergognava immensamente.
"Cosa ci fai qui?" domandò.
"Sono qui per fare da tutor a Oh Sehun, lo conosci?" domandò ironicamente Luhan.
"Non è in casa" rispose lapidario e l'altro borbottò qualcosa sui bambini troppo cresciuti.
Sehun si diede dello stupido mentre lasciava cadere il telefono del citofono per andare ad aprirgli la porta.
Ecco. Tutta colpa di Baekhyun, KyungSoo, Chanyeol e JongIn, lo avevano fatto diventare gay, ma si sa chi cammina con lo zoppo impara a zoppicare. No?
"Oh! Sehun-ah, sei a casa!" esclamò fintamente sorpreso Luhan.
"Entra" sbuffò il minore, Luhan gli sorrise e, non facendoselo ripetere due volte, saltellò fino alle scale per poi salire al piano superiore seguito dal più piccolo.
"Mia madre non ti aveva detto che non volevo che venissi"
"Si, ma l'ho fatto e tu mi hai aperto" rispose con nonchalance Luhan togliendosi il giubbotto ed appendendo sull'appendi abiti che Sehun gli aveva puntato.
"Sta per piovere"
"Lo so" E Sehun si voltò verso Luhan che sorrideva come un bambino, si passò una mano fra i capelli.
"Lo hai fatto apposta" lo accusò.
"Cosa te lo fa credere?" rispose il maggiore e Sehun si lasciò sfuggire un sorriso divertito, Luhan si sedette sul letto sfatto di Sehun e lo guardò mentre prendeva i quaderni e i libri necessari per studiare.
"Iniziamo?" domandò Sehun
"Ti va di venire a casa mia, Sehun-ah?"
"Sta per piovere, facciamo veloce" aggiunse ancora; Sehun annuì prese lo zaino e mise tutta la roba dentro, mise poi il proprio giubbotto e raggiunse Luhan che lo aspettava vicino alla porta.
"Annyeong Baek Ah Yeon-sshi!" Luhan salutò la madre di Sehun che avevano incrociato nel scendere le scale, la donna vedendo Sehun dietro al ragazzo cinese sorrise e salutò i due.
"Sehun, io stasera non ci sono, ok? Ti lascio la cena pronta, se vedi tuo padre informalo" detto questo la donna se ne andò; e Sehun sospirò scendendo tutte le scale di fretta.
Passarono un intero pomeriggio a casa di Luhan e rimasero a studiare, o per meglio dire, tornare a fare quello stupido giochino che a Sehun piaceva tanto: "Luhan, rispiegamelo, non ho capito!" e Luhan divertito continuava a rispiegare il tutto anche se sapeva che Sehun lo stava solo prendendo in giro.
Dopo tutti quei compiti Sehun non ci stava più, realmente, capendo niente, ma Luhan aveva ben notato ed apprezzato i suoi sforzi.
Verso sera Sehun decise di tornare a casa, Luhan si era offerto di accompagnarlo in auto ma lui aveva declinato l'invito prendendosi le sue cose e andandosene.

Il giorno dopo si era svegliato di fretta ed era uscito per andare a scuola.
"Oh Sehun, finalmente si è fatto vivo, a cosa devo la sua presenza quest'oggi?" chiese ironicamente il professore mentre Sehun si sedeva sul proprio posto.
Lo ignorò semplicemente e cercò il quaderno dove aveva fatto i compiti il giorno prima,ma non lo trovò.
Così fece come al solito: nulla, non fece assolutamente nulla, si limitò a guardare fuori dalla finestra, iniziava a piovere, già dal giorno prima il cielo annunciava una brutta pioggia, ma non si aspettava certo questa specie di diluvio universale.
"Oh Sehun, anche questa volta non ha svolto svolto i compiti, eh!?" domandò il professore senza attendere una risposta dal ragazzo, sapeva già quale sarebbe stata.
"E io che pensavo fossi un po' cambiato, ma ormai dovrei aver capito che con te è fatica sprecata" continuò l'uomo, Sehun continuò ad ignorarlo, la pioggia era sicuramente molto più interessante di quell'uomo.
In quel preciso istante Luhan stava correndo sotto la pioggia, con una busta stretta al petto e un ombrellino al procinto di volare via per il vento forte.
"OMO!" esclamò il ragazzo quando per una ventata l'ombrello si ruppe in due e una parte di esso volò via.
Luhan sbuffò buttando il pezzo di ombrello che gli era rimasto in mano e ricominciò a correre verso il liceo di Sehun.
Il giorno prima aveva dimenticato il quaderno con i compiti a casa sua sopra il tavolino e non se ne erano accorti, solo quella mattina Luhan lo aveva visto lì e si era letteralmente catapultato fuori casa a portarglielo.
Sapeva che era tardi per andare a casa sua e che probabilmente era già a scuola, così si diresse proprio la.
Ma mai si sarebbe aspettato una pioggia simile, era l'unico imbecille in strada senza ombrello a proteggerlo, l'unico che non aveva preso la macchina perché se ne era dimenticato.
Si diede dello stupido mentalmente, almeno per un po' non avrebbe più dovuto farsi il bagno, no?
Entrò nell'edificio scolastico, bagnato dalla testa ai piedi, e si diresse verso la segreteria.
"Io..." iniziò con il respiro corto
"Io devo consegnare una cosa" disse mostrando la busta con le mani tremanti, il bidello lo guardò con aria severa e scosse il capo.
"No", Luhan lo guardò in cagnesco per poi continuare ad implorarlo ininterrottamente. ''Perfavoreperfavoreperfavoreperfavoreperfavoreperfavore'', ma l'uomo, ostinato, ripeté un secco "No".
Luhan pensò che qualsiasi stratagemma avesse inventato questo tizio avrebbe continuato come un disco rotto a negare.
"La prego~ per favore~" continuò Luhan unendo le mani in segno di preghiera.
"No" e proprio mentre prendeva in considerazione l'idea di compiere un omicidio, arrivò una donna dai capelli corvini e corti, che scrutò Luhan da testa a piedi.
"Tu saresti?"
"Lu Han" rispose il ragazzo con il cuore che batteva a mille, non voleva essere mandato via, doveva ASSOLUTAMENTE portare il quaderno a Sehun.
"E che cosa ci fa qui Lu Han? Non sei uno studente, non mi pare d'averti mai visto da queste parti" domandò la donna.
"Infatti non sono uno studente. Io devo, ecco.. Devo consegnare questo quaderno a una persona" rispose il ragazzo guardando la donna come un bambino indifeso e la donna si sciolse in un sorriso, sapeva che non poteva farlo, ma quel ragazzino aveva l'aria di chi aveva fatto una maratona e in più era bagnato fradicio.
Chi sarebbe andato a consegnare uno stupido quadernino con quel diluvio se non fosse stato importante?
"E dimmi, chi cerchi Lu Han?" domandò allora la donna pensando quanto fosse importante quella persona per il ragazzo.
"Emh, Oh.. Oh Sehun" rispose balbettando per l'ennesima volta Luhan e la donna guardò il bidello che puntò la classe in fondo al corridoio, così la donna concesse al biondo di andare a dare il quaderno, ricevendo un timido 'grazie'.
"Ora mi toccherà ripulire tutto il pavimento, tutta colpa di questi ragazzini che non sanno cosa sono gli ombrelli" borbottò l'uomo della segreteria appena la vice preside si fu allontanata con un sorriso sulle labbra. Il ragazzo le era vagamente famigliare.

Luhan bussò alla porta e senza attendere una risposta entrò di botto, solo quando si accorse di cosa aveva fatto e che Sehun era li e lo stava fissando arrossì, il giovane aveva gli occhi spalancati e la bocca dischiusa in una piccola 'O' di sorpresa.
Jong In e Chanyeol si guardarono tra loro, avrebbero riconosciuto tra mille un ragazzo simile, era quello che avevano visto al parco!
"Lei chi è?" domandò il professore con aria severa.
"Luhan" risposero Sehun e Luhan in contemporanea guardandosi, il professore fissò Sehun, aveva una strana luce negli occhi, come di gioia, sorpresa e... di rabbia?
"Che ci fa qui, Lu han?" decise di interrompere quel silenzio il professore facendo risvegliare Luhan, che si mosse in avanti porgendo il quaderno a Sehun.
Tremava, aveva freddo, in più era bagnato e leggermente rosso sulle guance, Sehun prese il quaderno e, dopo essersi alzato, lo sbatté poco delicatamente sul petto del professore.
Poi uscì di trafelato dalla classe portandosi dietro pure Luhan, salì al secondo piano dove si trovava l'infermeria, e approfittò dell'assenza della donna.
“Togliti i pantaloni” ordinò, ottenendo lo sguardo confuso del maggiore su di se.
“COSA!?” strillò Luhan, Sehun scosse il capo mentre si toglieva i propri, ma guarda te cosa doveva andare a fare per quella specie di Bambi!?
Luhan si imbarazzò nel vedere il minore, rimasto ormai in mutande, nel mentre l'altro gli si avvicinava e si abbassava per potergli togliere i pantaloni.
“Mettiti i miei, veloce” disse lapidario Sehun mentre si infilava quelli zuppi di Luhan.
Ma vedendo che l'altro non si era ancora mosso gli scappò un sorriso, quel ragazzo era davvero tenero.
“Non dirmi che devo anche metterti i pantaloni, Luhan hyung. Per caso non stai bene?” continuò Sehun, stava seriamente iniziando a divertirsi nel vedere le espressioni di Luhan.
L'altro ancora più rosso si affrettò a mettersi i pantaloni dell’uniforme di Sehun, erano più lunghi rispetto alle sue gambe e gialli. Orribilmente gialli.
“Prendi” fu l’ultima cosa che gli disse Sehun prima di prendersi il giubbotto fradicio del biondo e lasciare il suo asciutto sul tavolo.
Entrò in classe come se nulla fosse e si risedette al proprio posto tra le varie occhiate dei suoi amici e del prof, intanto Luhan era rimasto a stringere la giacca di Sehun, riusciva quasi a sentire il suo profumo dolce, vaniglia e menta insieme stavano male, ma su Sehun era tutto più dolce.

In poco tempo fu dentro al bar dove lavorava, appena dietro il bancone riconobbe Yixing, Jongdae e Sulli che parlavano tranquillamente.
“Oh, Luhan! Non ti avevo riconosciuto con quel coso” rise Yixing e Luhan gonfiò le guance offeso.
“E sentiamo: di chi è questo giubbotto?” domandò Sulli maliziosamente.
“Sehun” fu la risposta pronta di Luhan, prima di accorgersi di cosa aveva appena detto e di conseguenza nascondersi nel cappotto invernale del minore.
Yixing lo guardò chiedendo spiegazioni, così Luhan raccontò tutto mentre continuava ad aspirare a pieni polmoni l'odore impresso nella giacca.
“Ti ricordo che hai la ragazza” puntualizzò il suo migliore amico e Luhan lo guardò come a dire ‘Ma dai? So di avere la ragazza’, e Lay gli sorrise teneramente constatando che a differenza di quello che voleva far credere continuava a stringersi e accoccolarsi sempre di più in quel giaccone.
“Smettila allora” gli disse Yixing e ancora il cinese lo guardò interrogativo.
“Non capisco, cosa dovrei smettere?” chiese allora il ragazzo dai capelli color caramello e il moro si passò una mano nei capelli, ma davvero Luhan non se ne rendeva conto?
“E smettila di annusare questo dannato giubbotto come se fosse una droga, sei peggio di un cane!” a quel punto Luhan, che prima si stava muovendo come un bambino piccolo, si fermò e fece spuntare il resto del viso così che potesse parlare con Yixing ‘eye to eye' come dice lui.
“M-ma che dici?! Non sto annusando nulla!” esclamò con voce tremante.
Sembrava che nemmeno lui sapesse quello che stava facendo, era come se una parte irrazionale di lui lo spingesse a cercare un continuo contatto con Sehun o qualsiasi cosa riguardi quel ragazzino.
“Sese certo. Luhan, che ne dici di andare a prendere in giro qualcun altro e lasciare in pace chi, come me, tenta di vivere una vita tranquilla?” rispose sarcasticamente Lay.
Luhan riassunse la sua solita espressione da cane bastonato, ma perché mai quel giorno Yixing aveva deciso di farlo dannare con quelle domande strane?
Va bene che stava annusando il giubbotto di Sehun, che si sentiva in qualche modo più vicino a Sehun con i suoi vestiti indosso e che era stato veramente ad un passo dal toccare il cielo quando, pochi minuti prima, l'aveva visto ed era stato addirittura toccato, svestito e per poco anche rivestito.
“Muoviti che il tuo turno inizia ora!” esclamò Krystal risvegliando il biondo dalla fitta rete dei suoi pensieri.
Tolse di mala voglia il giubbotto di Sehun e cercò di passare il resto della giornata quanto meno concentrato sui clienti e i loro ordini, cercando continuamente di lottare contro le sensazioni che la sua mente rievocava ogni volta che pensava a Sehun.
Quel ragazzino lo stava proprio uccidendo dentro.

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Capitolo 4
*** Day 4. The Final Day ***


Tanti auguri a me.
Tanti auguri a me.
Tanti auguri Tiffany tanti auguri a me! Yeee
Ok, si, non sono morta e sto purue facendo gli anni yey!
Allora questo è l'ultimo capitolo OH MAI GAD!
Cioé la mia happiness è aòòe stelle.
ringrazio la unnie akima e la unni HaneulSky Saranghae!

La pioggia stava poco a poco scemando.
Le ore passavano e la pioggia, per la felicità di Luhan, stava lasciando posto ad un bel sole. Verso le due chiuse e andò a casa, si fece un bagno, e si premurò di lavare i pantaloni di Sehun.
Mentre si rivestiva, con un semplice maglioncino bianco e dei jeans grigi sentì il cellulare vibrare sul letto.
Erano due messaggi, da lui.

To: Luhan
From: Sehun
Messagge: Photo.jpeg [download][open]

Dopo averlo letto aprì la foto e vide la foto di un compito di algebra quasi del tutto corretto e il voto 80 in rosso, sorrise fiero del suo studente.
Aprì anche l'altro messaggio.

To : Luhan
From: Sehun
Messagge: Ho il diritto ad un altro desiderio. Ma lo cedo a te. Photo.jpeg [download] [open]

Luhan aprì la seconda foto e vide i compiti di Sehun tutti corretti e tutti con un voto positivo.
Sorrise.

To: Sehun
From: Luhan
Messagge: Sei uscito da scuola? In tal caso voglio usare subito il mio desiderio. (^v^) (°^o^°)

Proprio in quel momento Sehun usciva da scuola insieme a Jong In e il resto dei suoi amici, che sorridevano maligni nel vedere i gesti impacciati di Sehun nel cercare di leggere il messaggio che gli era appena arrivato.

To: Luhan
From: Sehun
Messagge: Sentiamo. Quale sarebbe il tuo desiderio, Luhan?

Dall’altra parte, Luhan stava asciugando i pantaloni di Sehun con il phon per velocizzare le cose, ma ci stava mettendo una vita.
Quando pensò che fossero abbastanza asciutti prese il ferro da stiro e si mise a stirarli velocemente, IL risultato non era quello sperato, ma infondo Sehun non gli sembrava il tipo che si preoccupava dei propri jeans a tal punto, e come ultimo li mise in una busta colorata, pronti per ritornare dal loro padrone.
Prese il cellulare e vide il messaggio di Sehun, sorrise di nuovo come un ebete.

To: Sehun
From: Luhan
Messagge: Voglio andare al Luna Park con te, Sehun-ah ~.

“ODDIO, SEHUN, IL CINESE TI STA CHIEDENDO UN APPUNTAMENTO E TU NON PUOI DIRGLI DI NO! È IL SUO DESIDERIO!” urlò Baekhyun saltellando come un pazzo accanto a Chanyeol che gli sorrideva a 32 denti.
Sospirò tristemente, chi aveva detto che gli amici te li scegli a differenza dei parenti aveva proprio un bel senso dell'umorismo, quasi meglio un parente propinato che un Baekhyun in piena crisi d'astinenza da Chanyeol, e si parla di neanche 7 ore, eh!

To: Luhan
From: Sehun
Messagge: Perché proprio al Luna Park?

E Sehun in quel momento si sentì uno stupido.
Voleva dirgli di sì, che non c’erano problemi ma aveva tre scimmie e un ragazzino timido alle calcagna, non poteva fare niente e non voleva prese in giro.
“Vado a casa. Ciao” detto questo si dileguò.
Il giubbotto di Luhan gli stava piccolo così come i pantaloni, decise che sarebbe stato meglio, ma molto meglio, cambiarsi con abiti un po' più della sua taglia.
Arrivato a casa non badò nemmeno al messaggio che gli aveva mandato Luhan, corse veloce in bagnò e si beò per una buona mezz'ora dell'acqua calda che gli avvolgeva il corpo.
Quando tornò in stanza lesse il messaggio di Luhan.

To: Sehun
From: Luhan
Messagge: Quando hai parlato del Luna Park quella volta mi sono reso conto di non esserci mai stato così volevo andarci, almeno una volta, alla mia ragazza quei posti non piacciono così pensavo che andarci con te sarebbe stato bello. Ti va di venire con me? Oggi. Ora?

A Sehun tremarono le labbra nel leggere ‘alla mia ragazza’ .
Ma poi scosse il capo dandosi dello stupido, insomma lo sapeva, era stato proprio Luhan il primo a dirglielo... e poi come poteva uno come lui essere libero? Impossibile.

To: Luhan
From: Sehun
Messagge: Ti vengo a prendere sotto casa. La prossima volta ti porto i vestiti, va bene?

E il cuore di Luhan, proprio come il suo stomaco, fece una capriola. Il maggiore iniziò a saltellare qua e la, non si aspettava di certo che Sehun gli dicesse di sì.
Si guardò più e più volte allo specchio, e sfinito sprofondò nel letto.
Ci pensò un attimo di troppo e gli tornò in mente quello che gli aveva detto Lay.... lui aveva la ragazza, eppure si emozionava così per un appuntamento con un ragazzino più giovane di lui.
“Yixing aveva proprio ragione, ma non posso lasciare NaMin! Lei mi ama, le farei un torto enorme, e non sarebbe giusto, in più sono sicuro che a Sehun nemmeno piacciono i maschi! Già.... ma se così non fosse io potrei... Ma no! A lui non piacciono i ragazzi, e a pensarci mi sento male” ormai Luhan stava affogando tra i suoi pensieri contorti.
Era vestito, profumato e imbronciato.
Con il classico dilemma delle quattordicenni innamorate: Sehun mi ama o non mi ama?
La voglia di uscire stava calando.
Insomma, come poteva uscire con Sehun dopo aver appena scoperto di essere effettivamente attratto da lui!
In più era già fidanzato, sarebbe stato davvero meschino fare questo alla sua ragazza.
Prese il cellulare, voleva chiamare Sehun e chiedergli di rimandare, gli avrebbe propinato una qualsiasi scusa, che non si sentiva bene, che gli era morto il pesce rosso, o che aveva una malattia altamente contagiosa, cioè qualunque cosa per lasciarlo riflettere in pace per una notte.
Ma si bloccò vedendo che l'altro l'aveva preceduto, e non ce la fece a non rispondergli.
“Yoboseyo?”
“Sono qui”
“O-ok”
“Ti aspetto giù” detto questo Sehun riattaccò e si passò una mano fra i capelli, anche lui nervoso per l'uscita che di li a poco avrebbe avuto con il biondo.
Luhan non sapeva che fare, era così confuso che riuscì solo a muovere il proprio corpo senza chiedere l'intervento della mente, prese la busta con il giubbotto di Sehun e si apprestò a scendere le scale per darglielo.
Un vento gelido lo colpì in viso appena aprì la porta di casa, si rese conto solo in quel momento di non avere niente addosso oltre al maglione bianco.
“Ti stavi vestendo? Guarda che potevo aspettare cinque minuti in più” gli disse Sehun guarda i suoi capelli spettinati, il maglioncino leggero e le scarpe slacciate.
Si inginocchiò e gli legò i lacci, al che il più grande divenne rosso fuoco, lo aiutò infine a mettersi il giubbotto e con una mano gli sistemò alla bene meglio i ciuffi ribelli.
“Grazie Sehun-ah” disse Luhan imbarazzato.
Nell'andare al Luna park non si parlarono quasi, stavano semplicemente così, l'uno affianco all'altro a guardarsi intorno e ammirare le strade che poco a poco si illuminavano delle luci notturne.
“Sehun-ah, possiamo parlare un po'? Questo silenzio sta diventando imbarazzante” ridacchiò Luhan, e Sehun concordò con un sospiro divertito.
“Come si chiama?” domandò Sehun interrompendo il silenzio che si era ricreato.
“Chi?” chiese a sua volta Luhan non capendo a cosa si riferiva l'altro ragazzo, anche se una mezza idea ce l'aveva già, ma una parte di lui sperava che non fosse così.
“La tua ragazza” rispose Sehun, i dubbi di Luhan vennero fondati, ma nonostante il nervosismo che lo stava invadendo a parlare di questo, con lui, rispose.
“Go NaMin”
“Da quanto state insieme?” continuò Sehun cercando di farlo credere un argomento del tutto casuale, anche se da molto gli premeva di saperne qualcosa di più.
“Otto mesi” rispose in automatico Luhan, Sehun lo guardò, sembrava infastidito e Sehun decise di smettere, sentiva che se fosse andato avanti l'altro avrebbe potuto piantarlo e andarsene.
“Capisco” disse in un sospiro, ormai mancava poco, si stavano avvicinando al Luna Park.
Da lontano si poteva già scorgere la ruota panoramica, e gli occhi di Luhan sembrarono riprendere improvvisamente vita.
“E tu? Non hai la ragazza Sehun-ah?” domandò poi rivolgendosi al più piccolo.
“Non sono interessato” rispose semplicemente l’altro concentrandosi sull’entrata del Luna Park già traboccante di persone.
“Ah... Quindi non hai mai avuto una ragazza?” chiese ancora, la sua non era una ripicca, al contrario era sinceramente interessato, voleva saperne di più sul ragazzo di ghiaccio a cui faceva da tutor.
“In realtà ho avuto un ragazzo, al primo anno. Ma è durata poco, ci siamo lasciati quando ho scoperto che era innamorato di un altro, ma non potevo farci nulla. Al cuore non si comanda, no?” Luhan annuì sopreso da quella risposta, gli accarezzò il braccio in modo comprensivo.
Sehun rispose guardandolo dolcemente.
“Luhan hyung, siamo arrivati” gli disse Sehun e Luhan annuì, si misero in fila e mentre aspettavano il loro turno Luhan decise di interrompere quel momento di imbarazzo/ tristezza.
Così iniziò a parlare di Bubble Tea, e a volte anche Sehun diceva la sua, Luhan certe volte non concordava con lui e cercava di fargli cambiare idea, ma Sehun era sempre della stessa idea e Luhan metteva il broncio.
Arrivarono al loro turno e Sehun pagò per entrambi senza che Luhan potesse controbattere.
“Ma hai pagato tu anche la mia parte!” esclamò fermandosi, e Sehun lo trovò adorabile con il suo cappotto nero troppo grande per lui.
“Il tuo desiderio era quello di venire al Luna Park, e io devo far avverare il tuo desiderio, tu oggi non pagherai nulla” gli rispose cercando di nascondere un sorriso, non voleva mostrare troppo di se a quel ragazzo, aveva una reputazione da duro da mantenere lui, eh!
“M-ma” provò controbattere Luhan ma Sehun lo in risposta lo guardò male.
“Niente ma, ci siamo capiti!?”
“Ok, allora io voglio lo zucchero filato rosa” gli fece la linguaccia Luhan, il castano sospirò, ad anagrafe chi doveva essere il più grande?
“Sehun-ah! Sehun-ah! Guarda!” esclamava guardando l’uomo che faceva lo zucchero filato.
Quando finalmente Sehun glielo comprò gli occhi del biondo erano quasi velati dalle lacrime per l'emozione.
“È più grande di me!” esclamò staccandone un pezzetto. Sehun scosse il capo divertito.
“Ne vuoi un po'? È così buono! Pensa che ti si scioglie sulla lingua” continuò il maggiore avvicinando un pezzetto di zucchero filato alle labbra di Sehun che le dischiuse e ne prese un po' senza pensarci due volte.
Luhan arrossì quando il minore gli leccò anche il pollice per ripulirlo dalla ragnatela rosata.
“Scusa” fu quello che disse Sehun spostando il capo e guardando altrove, imbarazzato.
“Non fa niente S.... Oh!”si interruppe Luhan guardando dinanzi a se, lo zucchero filante gli cadde dalle mani.
Sehun si voltò e guardò Luhan che seguiva con lo sguardo una ragazza dai lunghi capelli mossi e biondi, che si teneva per mano con un ragazzo più alto di lei e dallo sguardo ammaliante.
“Luhan... ehi? Hyung? XiaoLù?” Luhan al sentire l’ultimo nome in un perfetto cinese guardò Sehun, poi lo zucchero filato e infine ritornò alla coppia, con sguardo triste.
“Cosa hai detto?”
“XiaoLù. In cinese significa piccolo cervo, tu sei piccolo e Lù significa cervo, non trovo nome più azzeccato” Luhan si sorprese nel sentire qualcosa pronunciato in cinese proprio da quel ragazzo, soprattutto se quel qualcosa riguardava lui, ed era così dolce.
“Mi piace” sorrise il maggiore raccogliendo lo zucchero filato da terra.
“Mi dispiace per lo zucchero, l'avevi pagato per me, ma ora è immangiabile”, Sehun fece un’alzata di spalle, non gli importava più di tanto di quello stupido zucchero filato, ma più di sapere che Luhan stava bene. Ritornò un attimo a guardare i due che ancora camminavano e si sorridevano ignari degli occhi di Luhan che li seguivano tristi.
“È la tua ragazza?” domandò riferendosi alla ragazza bionda.
“Da quello che vedo mi sembra che il nome ex gli si addica di più, adesso” rispose il maggiore forzando un sorriso, Sehun lo prese per mano aiutandolo ad alzarsi e, in silenzio, seguirono la coppia per un po'.
“Sehun, possiamo superarli?” chiese tristemente il maggiore, e il castano capendo le sue intenzioni aumentò il passo raggiungendo i due e superandoli, stringendo ancora di più la presa sulla mano di Luhan.
Allora il biondo guardò dietro di se e vide NaMin, che scioccata, spalancò gli occhi portandosi una mano alla bocca appena divenne conscia di essere stata beccata, e del significato del sorriso che Luhan le stava rivolgendo.
“Vuoi ancora fare un giro?” domandò il minore, ricevendo in risposta un inaspettato sorriso sincero.
“Hyung, vuoi fare questa?” domandò Sehun puntando le tazze girevoli e Luhan scosse il capo, ma Sehun ce lo portò comunque e Luhan urlò come un matto tenendosi a Sehun che contrariamente a lui stava composto.
“Facciamo qualcos’altro Sehun-ah! Andiamo nella casa stregata!” e a Sehun non restò altro che seguirlo visto che il biondo era ormai all'entrata.
Dopo un paio di ore si era fatto buio, era quasi mezza notte, e le luci del Luna Park rendevano il cielo ancora più buio e nero di quanto non fosse in realtà.
“Voglio andare sulla ruota”
“Dovresti andarci con la persona che ti piace”
“Sehun-ah”
“Uhm? ”
“Io... No, non importa. Saliamo sulla ruota, su!”
E il castano annuì, salirono sulla ruota e dopo un po' essa iniziò una lenta salita portandoli a vedere l'intera città che sotto di loro parava così piccola, come un villaggio di formiche illuminato dai vari lampioni che la rendevano un universo in terra.
Luhan ammirava a bocca aperta tutto quell'ingarbuglio di luci e vita, mentre Sehun alternava la vista a lui.
“È bellissimo”
“Già”
“Sehun-ah”
“Uhm?”
“I miei amici dicono che da un po’ di tempo mi sto comportando in modo strano, da quando ti faccio da tutor dicono che non presto più attenzione a nulla.
Oggi, quando mi hai prestato il giubbotto e i pantaloni, sono andato a lavoro, si sotto la pioggia, e Yixing -il mio migliore amico- mi ha chiesto perché stavo annusando il tuo giubbotto.... non pensare male!
Il tuo profumo è così buono che mi sembrava ormai diventato una droga, ed era così dolce, sembrava di averti vicino a me... e quando siamo andati insieme al parco, poi sulle rive del fiume Han, a casa mia, la volta che siamo andati al giardino botanico, quando siamo andati in biblioteca, quella al bar dove lavoro e quando siamo rimasti a casa tua, in tutte quelle volte io ero così felice che il giorno dopo facevo di tutto per finire prima il turno e venire da te, per restare con te.
La mia ragazza in tutto questo tempo non mi ha mai chiamato, ed io ero così preso da te che ho pensato fosse semplicemente impegnata negli studi, mentre invece.. Sehun, sei la persona più bella che abbia mai incontrato, e sei anche così dolce nei miei confronti che non ho potuto far altro che cadere pian piano nella tua rete. E io-” Luhan venne interrotto da una voce estranea, il giro era finito e dovevano scendere, ma Sehun voleva a tutti i costi sentire la fine di quel discorso, aveva un bel presentimento.
Così scese intimando all'altro di non muoversi, e si avvicinò alla donna che gestiva la ruota.
“Giro finito”
“Ne facciamo un altro” ringhiò Sehun guardando male e pagando anche per il secondo giro, la donna glielo consegnò e richiuse lo sportello.
In poco Sehun era nuovamente nell'abitacolo difronte ad un Luhan rosso come un peperone che per tutti i secondi della sua assenza non si era mosso di un millimetro.
“E..?” lo incalzò con un mezzo sorriso Sehun, mentre tutto attorno a loro ricominciava a muoversi.
“E... penso che tu mi piaccia” finì Luhan con gli occhi chiusi e le mani a stringere la giacca mentre la ruota continuava la sua salita.
“È successo per sbaglio, no? Giorno dopo giorno... Tu con le tue chiacchiere, il tuo sorriso, il tuo viso, è colpa tua. E non sei tu ad essere finito nella mia rete, è tutto il contrario XiaoLù. È tutto il contrario” replicò Sehun avvicinandosi con uno scatto a Luhan e poggiando le proprie labbra su quelle del maggiore che, sorpreso per il gesto improvviso, permise alla lingua di Sehun di cercare la sua senza, muovere un dito, ritrovandosi poi a ricambiare quel gioco umido.
“Sehun-ah”
“Uhm?”
“Cosa siamo, adesso?”
“Non lo so”
Rimasero ancora per un po' in silenzio finché la ruota non tornò nuovamente a toccare terra, e il loro gioco ebbe fine.
“Sehun-ah”
“Uhm?”
“Torniamo a casa?”
“Ok”

Il giorno dopo Sehun andò a scuola con un sorriso a trentadue denti, e Baekhyun perse quasi dieci anni di vita a vedere il suo amico di prima mattina sorridere e sprizzare fiorellini cuoricini dal suo corpo.
Luhan gli aveva detto che quel giorno i suoi amici lo avrebbero coperto al lavoro e perciò poteva andarlo a prendere, non vedeva l'ora.
“Allora, il ragazzo cinese di ieri chi era?” domandò KyungSoo interessato alla faccenda.
"È Luhan. Il mio tutor" rispose sorridendo, ma quel sorriso svanì non appena la figura ben nota di Jong In, alias Kai, spuntò a mo di fungo iniziando a tempestarlo di battutine maliziose.
KyungSoo gli diede un colpetto facendolo smettere, il tutto accompagnato da una minaccia di astinenza forzata di due settimane, a cui il moro si zitti all'istante.
"Scusalo, a volte ha bisogno di saltar fuori con queste battutine infime per non sentirsi ignorato dal mondo" e tutti scoppiarono a ridere tranne il diretto interessato che mise un adorabile broncio, a detta del suo ragazzo.
"Allora, questo Luhan come lo hai conosciuto?" domandò Baekhyun saltando sulla schiena del proprio ragazzo che per poco non cadde a terra.
"Mio zio e mia madre" rispose lapidario, tanto che gli altri pensarono si fosse trattato di uno di quegli incontri organizzati stile vecchia accoppiata matrimoniale.
"Ci siamo baciati, ieri" continuò Sehun provocando una paralisi facciale a tutti i presenti, insomma, era piuttosto raro che il loro maknae riuscisse a dire così tante parole, da solo, senza dover usare le pinze per tirargliele fuori!
"E...?" lo spronò Jong In in cerca di dettagli piccanti.
“Niente” sbuffò Sehun.
Aspettava un qualche segnale da Luhan, lui e le sue tinte strane; ieri gli aveva confessato di amare tingersi i capelli, e che quel giorno sarebbe andato a tingersi i capelli, di rosa chiaro chiaro aveva precisato, ma Sehun gli aveva riso in faccia pensando che stesse scherzando, invece Luhan aveva fatto un adorabile broncio come a smentire quelle parole.
Era appena la prima ricreazione, eppure si stava annoiando da morire.
Da una parte gli scherzi e le battutine piccanti di Kai con le timide risposte di D.O, e dall'altra quella specie di gigante che cercava di fondersi più del consentito all'uomo con il nano più chiassoso e vanitoso dell'intera Asia!
Sehun si voltò verso la finestra e quasi credette di avere un'allucinazione da astinenza di Luhan, quando vide passare davanti al cancello una testolina rosa con un giubbotto parecchio grande, e parecchio simile al suo.
Gli sorrise sventolando una mano, cercando di farsi notare dall'altro, che in tutta risposta se ne sparì dal cancello proseguendo per la sua strada.
Si precipitò sul telefono pronto a rinfacciarglielo quando trovò un messaggio ad aspettarlo.

From: Luhan
Messagge: STUDIA!

To: Luhan
Messagge: Ricreazione u.u

From: Luhan
Messagge: Lo spero per te! Più tardi torno a prenderti, preparati a studiare, e ti darò un desiderio.

To: Luhan
Messagge: All'uscita.

From: Luhan
Messagge:All'uscita cosa?

To: Luhan
Messagge: Voglio un bacio

From: Luhan
Messagge: Sai che a differenza del normale nei messaggi sei molto più esplicito e pervertito! E per quanto riguarda il tuo desiderio lo esaudirò volentieri ~(≧∇≦)/ A dopo!

Mentre Sehun sorrideva come un ebete rileggendo la conversazione i suoi amici lanciarono delle occhiate stralunate ai messaggi che scorrevano sullo schermo, da quando il freddo cuor di ghiaccio Sehun scriveva messaggi così... estroversi?
La campanella suonò e tutti tornarono al proprio posto, Sehun come al solito fu buttato fuori dalla classe dal suo adoratissimo prof di cinese, non sarebbe mai riuscito a fare bella figura con Luhan se continuava a seguire le lezioni da dietro la porta.
Il resto della giornata passò piuttosto lentamente per uno che come lui doveva compiere l'impresa del secolo, e aveva già una fifa blu che qualcosa andasse storto, ma al suono dalla campana, dopo che tutti furono finalmente liberi ecco che lo vide, proprio davanti al cancello ad aspettarlo.
"Yah" lo chiamò Sehun facendo girare la salmonella nella sua direzione e andandogli in contro il prima possibile, voleva farlo, e non avrebbe avuto ripensamenti!
"Si?" riuscì solo a dire prima che Sehun gli si avvicinasse e lo baciasse davanti a tutti.
Avevano ammutolito tutti nei dintorni, ottenendo la più completa attenzione, ma non importava, non in quel momento così speciale ed atteso.
Luhan si alzò sulle punte e strinse la presa sulla giacca di Sehun per sostenersi, sentiva le gambe molli come gelatina, e solo per un bacio, quando mai aveva provato simili emozioni?
Dopo un tempo fin troppo breve per loro, ma estenuante per i loro polmoni si staccarono continuando a respirare a pochi centimetri l'uno dall'altro, quasi come ad vivere l'uno del respiro dell'altro.
“Ciao” gli disse Sehun subito dopo.
“Ciao” gli fece eco Luhan con occhi languidi e quasi velati dalle lacrime.
Ma a spezzare quell'attimo magico ci pensò Sehun, ricordandosi della tinta ridicola che aveva fatto l'altro.
“I tuoi capelli sono ridicolamente rosa, sembri un confettino”.
“E i tuoi continuando ad essere monotonamente castani” replicò il maggiore gonfiando le guance e tirandogli una ciocca di capelli, rigirandosela tra le dita.
“Che colore dici che mi starebbe bene?” domandò il minore spostando il capo e osando un altro bacio sulle labbra di Luhan che allargò il proprio sorriso in risposta.
“Uhm... Così mi piacciono, marroni come il cioccolato”
“A te non piace il cioccolato!” esclamò Sehun.
“Non è vero! A me piace, perché mi piaci tu” ribadì il confetto mettendo il broncio.
“Hyung, andiamo? Sai, prima sono stato buttato fuori dalla e classe devo fare degli esercizi in più per punizione” confessò Sehun.
“OH SEHUN SEI UNO STUPIDO!” subito ricevette un colpo dietro la testa, e anche piuttosto forte, da parte di Luhan.
Altro che cerbiatto dolce e carino era più simile ad un grizzly inferocito quando si arrabbiava, ma dopo tutto era anche per questo che lo amava, no?

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