Un annetto al liceo classico

di sakichan24
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Il primo giorno ***
Capitolo 3: *** Interrogazione e cambio di posti ***
Capitolo 4: *** Vacanze di Natale e ansia pre-pagella ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


– Quindi anche tu ti sei iscritto lì?
Due ragazzi camminavano tra le intricate vie di Libecciopoli, sotto l’ultimo sole d’agosto. Uno aveva dei corti capelli rossi ed era vestito con un paio di jeans e una maglietta. Superava a stento il metro e cinquanta ed era piuttosto magro. L’altro, invece, era leggermente più alto e robusto, aveva i capelli neri e un accenno di barba e portava un completo blu.
– Già… hanno detto che sarà difficile, ma ce la si può fare.
– Esatto! A proposito, non ti ho ancora chiesto come ti chiami…
– Mi chiamo Ivan. Tu, invece?
– Io mi chiamo Max. Ecco, siamo arrivati.
I due si fermarono davanti ad un edificio che non sembrava né vecchio né nuovo. Davanti ad esso c’era un piccolo porticato e la porta era molto alta, fatta di legno.
– Figo! Quindi questa sarà la nostra scuola superiore…
– Già… e non una scuola superiore qualunque: un liceo classico.
I due guardarono la porta dell’edificio per un bel po’ prima di accorgersi che era arrivato un ragazzo dai capelli blu vestito con quell’eleganza che si attribuisce ai vecchi borghesi. Anche lui era intento a studiare la struttura. Gli andarono incontro.
– Ehi, ciao! Liceo classico anche tu?
Il ragazzo si riscosse e si voltò a guardarli.
– Sì. Non pensavo che sarebbe venuto qualcun altro… io mi chiamo Cyrus. E voi?
– Io sono Max e lui è Ivan.
Cyrus sorrise appena.
– Piacere di conoscervi… sto aspettando un altro mio amico. Dovrebbe arrivare a momenti…
– È quel tizio in fondo alla strada che si sta sbracciando come un dannato? – chiese Max guardando poco sopra la sua spalla. Cyrus si voltò e riconobbe immediatamente il suo amico.
– Giovanni! Eccoti, finalmente! Loro sono Max e Ivan, ci siamo conosciuti adesso.
– Salve! – disse allegramente il nuovo arrivato. Con lui c’era un altro ragazzo che aveva i capelli di una strana sfumatura verde.
– Lui è Ghecis, ci siamo incontrati sul bus… mi sa che dobbiamo sbrigarci, tra poco inizierà l’assegnazione delle classi!
I cinque ragazzi entrarono per la prima volta in quella che sarebbe stata la loro scuola per i successivi cinque anni.
 
 
 
 
ANGOLINO AUTRICE
Salve! So che come primo capitolo è corto, ma non posso scrivere molto… vi do un paio di segnalazioni:
- la storia si basa su fatti realmente accaduti
- ho deciso di unire tutte le regioni in un’unica regione più grande per comodità
- il rating è giallo, ma le eventuali relazioni non andranno oltre il bacio
- chi volesse inviare un OC lo faccia tramite messaggio privato. Ne potete inviare due (un maschio e una femmina), appena ne avrò abbastanza vi risponderò per dirvi chi ho scelto (potrei anche sceglierli entrambi)
 
Per chi volesse inviare un OC, ecco lo schema:
Nome:
Cognome:
Data di nascita:
Sesso:
Città di provenienza:
 
Aspetto fisico:
Carattere:
Voto di uscita dalle scuole medie:
Rendimento scolastico generale (buono/ottimo/scarso/…):
NB se il vostro OC ha un ottimo rendimento scolastico, non vuol dire che non prenderà mai un’insufficienza
 
FACOLTATIVO
Pokémon posseduti e relative mosse:
Storia d’amore:
NB se non inserite una storia d’amore, non me la inventerò io e non è detto che possa esaudire tutti i desideri. Ricordate che in classe saranno più o meno 25, per cui potete anche mettere un qualcuno generico
Posto in classe (prima/ultima fila…):

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Capitolo 2
*** Il primo giorno ***


Giovanni era appena arrivato davanti a scuola. Erano quasi le otto e fuori dall’edificio era riunita una gran folla di persone. “Saranno almeno cinquecento” pensò il ragazzino, mentre con lo sguardo cercava i suoi amici, senza però trovarli. Già da qualche giorno sul sito della scuola erano apparse le formazioni delle nuove quarte* e aveva già quasi memorizzato i nomi dei suoi nuovi compagni. Il difficile sarebbe stato poi abbinare i nomi ai volti, ma ce l’avrebbe fatta. All’improvviso la campana suonò, risvegliandolo dai suoi pensieri. Entrò nel grande atrio della scuola, poi scorse Ghecis dalla parte opposta rispetto a dove si trovava. Senza sapere come, riuscì a trovarsi accanto al suo amico.
– Ciao Ghecis! Ma noi ora che facciamo?
– Ciao Gio! Non lo so, aspettiamo qui. Ci diranno qualcosa. Noi siamo la 4°B, giusto?
– Giusto.
Le previsioni di Ghecis si rivelarono giuste: dopo che tutti gli altri studenti furono nelle loro classi, un gruppo di professori si presentò sulle scale dell’edificio. La prima a prendere la parola fu una donna.
– Benvenuti al liceo classico di Libecciopoli! Ora chiamerò le classi. La quarta A, con la professoressa Ari. La quarta B, con il professor Hoshi.
Mentre la donna chiamava le altre classi, Giovanni e Ghecis salirono con un altro gruppo di persone verso la loro classe, che si trovava al secondo piano. Il loro professore era piuttosto largo, era vestito elegantemente e portava gli occhiali. Sembrava simpatico.
Appena entrato, Giovanni si guardò intorno per capire dove sedersi. Alla fine optò per la terza fila: si sedette accanto ad un ragazzo che non aveva mai visto. Quando tutti furono seduti, il professore si presentò.
– Buongiorno a tutti. Io sono il professor Hoshi, il vostro insegnante di greco. Volevo cominciare ad imparare i vostri nomi e a conoscervi. Cominciamo dalla prima fila, alla mia sinistra: vi alzate e mi dite da che città provenite e qualcosa di voi.
Il primo a prendere la parola fu Max.
– Allora, mi chiamo Max Matsubusa, vengo da Cuordilava, mi piacciono i tipi Fuoco.
E si risedette. Subito dopo di lui, si alzò una ragazza. Era di statura normale, piuttosto magra e pallida. I capelli biondi erano raccolti in una treccia, gli occhi erano azzurri e i suoi tratti erano molto delicati. Indossava una camicetta bianca e una gonna azzurro chiaro, al collo spiccava una collana d’oro.
– Il mio nome è Lucy Heisenberg. Vengo da Porto Alghepoli e ho preso 10 all’esame. – disse, calcando l’ultima informazione. Il turno passò a Cyrus.
– Mi chiamo Cyrus Akagi, vengo da Arenipoli e mi piacciono le leggende e i racconti popolari.
– Sono Kathrine Dolman, vengo da Castel Vanità e mi piacciono le lingue antiche.
Kathrine aveva i capelli lunghi e castani, un vestito unico azzurro, gli occhiali della medesima tinta del vestito e delle scarpe viola a tacco basso. Era piuttosto alta e magra.
– Mi chiamo Elisio Furadari, vengo da Borgo Bozzetto e anch’io sono affascinato dalle antiche leggende.
– Mi chiamo Dora Winkler, vengo da Fiordoropoli e sono nata l’undici dicembre.
La ragazza che aveva appena parlato non superava sicuramente il metro e mezzo. Tuttavia, molti sguardi maschili si erano posati su di lei per le forme mozzafiato che aveva, evidenziate dai vestiti che indossava. Aveva i capelli corti e corvini, gli occhi blu scuro e anche lei era pallida.
Subito dietro di lei, si alzò un’altra ragazza. Sui capelli corti e arruffati portava degli occhiali da sole. Gli occhi erano scuri quanto i capelli e grandi, le lentiggini le conferivano un’aria ancora da bambina. Sia i jeans sia la felpa erano neri.
– Mi chiamo Mei Retasht, vengo da Città Nera e mi piacciono i fantasy, gli horror e i gialli.
Il suo vicino di banco si alzò, un po’ intimorito. Aveva i capelli neri scompigliati e gli occhi verdi. Al collo aveva delle cuffiette e sembrava più grande di tutti di un paio d’anni. Si guardò velocemente intorno, poi proferì: – Sono Mark Liebnitz, vengo da Lavandonia e non ho nient’altro da dire – attirando su di sé qualche risatina.
– Mi chiamo Didi Winkler, vengo da Fiordoropoli e, purtroppo, sono il gemello di quella là – disse un ragazzino alto e scheletrico. Aveva gli occhi neri, uno coperto da un ciuffo di capelli corvini, sotto l’altro spiccavano evidentissime delle occhiaie. La sua affermazione riscosse parecchie risate. Appena si risedette, la sua vicina di banco, una ragazza bassetta e magrolina dai capelli verde scuro, si alzò.
– Io sono Midori Chairo, vengo da Smeraldopoli e amo leggere.
– Ghecis Harmonia Gropius, Poggiovento, mi piacciono i tipi Buio.
– Giandra Dattino, vengo da Amarantopoli e mi piace lo sport.
Giandra era piuttosto robusta ed alta, aveva i capelli corti ed una collana di Jack Sparrow al collo.
– Io sono Andrew Rogerson, sono di Sabbiafine e adoro Emis Charles – disse un ragazzo vestito da rapper, attirandosi parecchi sguardi schifati.
– Suzuko Takashi – disse il ragazzo vicino ad Andrew – sono di Albanova e ho un fortissimo Shuckle.
Il suo volto era quasi completamente coperto dalla sua frangia, per cui era impossibile capire che tipo fosse.
– Mi chiamo Ivan Aogiri, vengo da Verdeazzupoli e adoro il mare.
– Giovanni Sakaki, Smeraldopoli, mi piace collezionare Pokémon rari.
– Allora, io sono Ren Serafin, vengo da Lavandonia e quando voglio ottenere qualcosa, mi ci metto.
Il ragazzo che aveva appena parlato era un po’ basso per la sua età, aveva i capelli rossi e per il suo fisico ricordava un po’ un folletto.
– Sono Tracy Wood, vengo da Luminopoli, viva il metal – disse una ragazzina con aria depressa. Era vestita tutta di nero e sembrava dovesse portare una nuvola di tristezza ovunque andasse. Dopo di lei si alzò un ragazzo dai capelli castani e gli occhi del medesimo colore.
– Mi chiamo Yahiro Dominic Novati, sono di Nevepoli, suono la tromba.
– Il mio nome è Ema Landers, sono di Mistralopoli e mi piace l’azzurro cielo.
Ema era albina e la prima cosa che si notava era una vistosa cicatrice sulla guancia sinistra. Appena si accorse che era visibile, la ragazzina si risedette tentando di nasconderla.
– Il mio nome è Kyle Valarié, sono di Flemminia, ho due sorelle e un fratello.
Kyle, al contrario di Tracy, sembrava sprigionare una potente luce di felicità dal suo corpo. Aveva i capelli biondo chiaro, gli occhi gialli come quelli dei gatti, sul destro una piccola macchia rossa.
– Io sono Marie Novati, sono di Nevepoli e sono la gemella di Yahiro.
Marie era abbastanza bassa, piccola e magra.
– Ollon Blaze, Fucsiapoli, sono venuto qua per Ross.
– Io sono Ross Rothgar, sono di Novartopoli, il mio fisico è il risultato della palestra.
– Oswald Jacket, vengo da Zefiropoli, sono qui perché c’è Ross.
Gli ultimi tre ad essersi presentati avevano l’aria del trio inseparabili, col capo e gli scagnozzi.
 
*Il primo anno di liceo classico si chiama quarta, il secondo quinta. Poi ci sono la prima, la seconda e la terza.
 
Ecco qua! Chiedo scusa per il ritardo con cui ho aggiornato ma non avevo il numero necessario di personaggi. Comunque, spero che vi sia piaciuto come ho fatto presentare i vostri OC (ci sarà tempo per approfondire, non preoccupatevi). Per chi non è stato messo nel posto che desiderava: chiedo scusa, ma davvero non ce la facevo ad accontentare tutti… comunque i posti ruoteranno, state tranquilli! Un’altra cosa: per i cognomi dei boss, ho usato i loro nomi in giapponese.
Detto ciò, passiamo a dare i crediti:
Yahiro Dominic Novati e Marie Novati: Suzume Yuzuka
Mei Retasht e Ren Serafin: Ronnie Stregatto
Didi Winkler e Dora Winkler: Depeep
Giandra Dattino: Giandra
Kyle Valarié e Ema Landers: Lady_Kitsune
Mark Liebnitz e Lucy Heisenberg: Alexiel94
Midori Chairo: IreChan
Katrine Dolman, Suzuko Takashi, Ross Rothgar, Oswald Jacket e Ollon Blaze: mio fratello minore
Andrew Rogerson e Tracy Wood: mia sorella minore.

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Capitolo 3
*** Interrogazione e cambio di posti ***


- E che cavolo, sempre in ritardo ‘sto treno!
Un singolare gruppetto di tre ragazzi era sulla banchina del binario 1 della stazione di Fiordoropoli.
- Piantala, è da tre ore che ti lamenti!
Giandra guardò accigliata Dora.
- Vuoi sapere perché mi lamento? Perché tutte le sante mattine…
Didi la interruppe all’improvviso.
- Ascolta: so che la cosa è triste. Stare ogni mattina al freddo, in stazione, per aspettare un treno che è in ritardo… Ma arriverà mai il treno? Vedi, il treno è come le situazioni della vita: a volte arrivano puntuali, ma se sono in ritardo non sai mai cosa aspettarti e…
Dora interruppe il fratello.
- Finalmente! Sta arrivando!
I tre salirono in fretta e si accomodarono.
Il viaggio non durò moltissimo. Appena i tre arrivarono alla stazione Ruotadentata, cominciarono a dirigersi verso Libecciopoli. All’improvviso Dora gridò: - ODDIO! DOBBIAMO MUOVERCI!
Alle espressioni perplesse degli altri due, aggiunse: - Mei mi ha detto che Suzuko e Midori stanno facendo una lotta: ce la perderemo!
Giandra e Dora schizzarono alla velocità della luce verso il ponte Libecciopoli, mentre Didi scrollava le spalle e riprendeva a camminare con passo flemmatico.
 
I due sfidanti erano uno di fronte all’altro: Suzuko guardava con aria di sfida Midori.
- Che pensi di fare, sfigata? Credi di battermi? Non lo sai che io sono il re dei Pokémon?
- Non mi fai paura, sbruffone. - replicò tranquilla la ragazza. Ormai aveva acquistato più sicurezza in se stessa: d’altronde, la scuola era iniziata da più di un mese, aveva capito con chi aveva a che fare.
- A te l’onore di iniziare. Voglio illuderti di avere una possibilità. – disse con nonchalance il ragazzo.
- Perfetto! Vai, Nidoran!
- Trevenant, è il tuo momento!
Midori strinse i denti. Non aveva molte mosse contro quel Pokémon, ma si sarebbe impegnata.
- Forza, Nidoran! Beccata!
Il Pokémon avversario schivò facilmente l’attacco.
- Forza, Trevenant! Boscomalocchio!
- Chissà cosa deve avere in mente… - disse a bassa voce Giovanni a Mei.
- Probabilmente userà una mossa di tipo Fuoco… - rispose la ragazza.
Nel frattempo, Trevenant era stato colpito da Nidoran, ma non aveva subito molti danni.
- E ora, Trevenant… Laccioerboso!
Tutti scoppiarono a ridere. Ren era riuscito perfino a rovesciarsi addosso la cioccolata che aveva preso ad un bar vicino, macchiandosi tutta la giacca, Elisio stava rischiando di strozzarsi con la saliva e Max era piegato in due.
Il Nidoran era stato colpito, ma non aveva quasi riportato danni. “Ovvio”, pensò Midori, “già Trevenant non ha attacco speciale, Nidoran pesa nove chili, quindi la potenza della mossa è 20. Se poi calcoliamo che ha acquistato il tipo Erba oltre al tipo Veleno…”
Si riscosse dai suoi pensieri.
- Nidoran, mettiamo fine a questa pagliacciata! Usa ancora Beccata!
Il Trevenant cadde esausto. Dalla folla di studenti che stava assistendo allo scontro si levarono applausi, fischi e complimenti.
- Forza, qual è il tuo prossimo Pokémon? – chiese Midori, ignorando il caos attorno a lei.
- Ti è andata solo di fortuna! Vai, Shuckle!
- Nidoran, usa Doppiocalcio!
Shuckle riuscì a schivare il colpo.
- Shuckle! Ingannoforza!
Sul volto di Midori si accennò un lieve sorriso.
- Ancora Doppiocalcio!
Stranamente Shuckle non resistette.
Suzuko stava per coprire di insulti la sua avversaria, ma in quell’esatto momento suonò la campanella. Tutti si affrettarono ad entrare.
Mark, nel tumulto generale, si avvicinò a Lucy, prese un profondo respiro e si schiarì la gola.
- Ehm… dato che oggi dobbiamo cambiare i posti… e possiamo metterci dove ci pare… ti andrebbe di venire vicino a me?
Lucy lo guardò come se gli avesse appena chiesto di andare a letto con lui.
- MA COME TI PERMETTI?! - gridò – UN VOLGARE POPOLANO COME TE CHE SI METTE VICINO A ME?!
Mark tentò di proferire qualche scusa, ma la ragazza si era già allontanata. Deluso, si infilò le mani in tasca e si avviò verso l’aula.
Ovviamente, appena la professoressa (nonché coordinatrice di classe) Ichigo fece il suo ingresso, ebbe immediatamente da ridire sui posti.
- No, no, no! Così non va bene! Takashi, Jacket, Rothgar, Liebnitz, Rogerson, Blaze: voi che andate male, in prima fila. Tu, Valarié, non voglio che ti distragga ancora, per cui vieni qua in seconda fila, vicino a Sakaki.
Dopo un po’ di gira e rigira, furono tutti sistemati.
L’ora di inglese passò senza troppi problemi; sebbene qualcuno avesse voluto non finisse mai: l’ora dopo era quella di latino. Appena suonò la campanella del cambio dell’ora, tutti tirarono fuori i loro libri per ripassare: sicuramente avrebbe interrogato.
E così fu: la professoressa Ninjin aprì il registro, guardò un po’ i nomi ed infine disse: - Landers, Serafin, interrogati.
I due presero i loro libri e si avvicinarono al patibolo. Ema, la ragazza albina, continuava a sistemarsi in modo che nessuno vedesse le sue cicatrici, anche se ormai tutti ci avevano fatto l’abitudine. Ren, invece, sembrava dovesse morire da un momento all’altro. La sua situazione non migliorò quando la professoressa si rivolse a lui: - Dimmi, quali erano i compiti per oggi?
- Pagina ottantatré, esercizio quattordici, frasi dalla uno alla otto.
- Perfetto, leggi la prima frase.
- Allora… Strenui incolae saevas Persas ab Attica pellent*. Dunque… il verbo è uno solo ed è pellent, che è un indicativo futuro semplice attivo terza plurale, dal verbo pello che è della terza e vuol dire… mmhh… scacciare. Il soggetto… il soggetto con l’attributo è strenui incolae, che vuol dire “gli abitanti valorosi”, saevas Persas è un accusativo, quindi un complemento oggetto… più attributo… e vuol dire “i crudeli Persiani”. Ab Attica, invece, è un moto da luogo e vuol dire dall’Attica. Quindi tradotta sarebbe… gli abitanti valorosi scacciano i crudeli Persiani dall’Attica.
- Perfetto - la professoressa - complimenti, Serafin. Ora passiamo a te, Landers. Lui ha nominato un moto da luogo. Mi ripeti le regole che abbiamo studiato per i complementi di luogo di città o piccola isola?
Ema face un attimo mente locale, poi cominciò.
- Allora, per i nomi di città o piccola isola singolari si usa il locativo per lo stato in luogo, l’accusativo semplice per il moto a luogo, il per più accusativo per il moto per luogo e l’ablativo semplice per il moto da luogo. Per quelli plurali, invece, l’ablativo semplice per lo stato in luogo e il moto da luogo, l’accusativo semplice per il moto a luogo e il per più accusativo nel moto per luogo.
L’interrogazione andò avanti su questi binari, finché la professoressa non congedò i due dicendo loro il voto.
- Landers, per te un nove meritato. Serafin… si vede che hai studiato, ma ti manca un po’ di scioltezza. Sette.
 
*per chi non facesse latino (beato lui/lei), si legge: strènui ìncole sèvas pèrsas ab Àttica péllent.
ANGOLINO AUTRICE
Ehilà!!! So che aggiorno con un ritardo pazzesco, ma perdonatemi!!! Dovevo recuperare un cinque in pagella, in più avevamo un sistema operativo chiamato Windows Vista… bene. Ho reso l’idea dei problemi. Comunque, meglio tardi che mai!
Questo capitolo è più lungo degli altri, spero vi sia piaciuto. Beh, se trovate imprecisioni/errori fatemeli notare senza paura! Probabilmente chi ha la fortuna di non fare latino non avrà capito niente dell’interrogazione. Se volete spiegazioni chiedetemele tranquillamente!
Alla prossima!
Sakichan

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Capitolo 4
*** Vacanze di Natale e ansia pre-pagella ***


VACANZE DI NATALE E ANSIA PRE-PAGELLA
 
Yahiro e Marie camminavano velocemente sul Ponte Libecciopoli. Yahiro portava un sacchetto di plastica tenendolo orizzontalmente: al suo interno vi era un vassoio di cartone pieno di biscotti al cioccolato coperti da parecchi tovaglioli di carta.
- Dai, Dominic, siamo quasi arrivati!
Marie incitò il gemello ad aumentare il passo.
- Sto arrivando, dai! È ancora presto.
I due arrivarono davanti all'edificio che ormai conoscevano come le loro tasche ed entrarono nell'ampio ingresso. Individuarono immediatamente il gruppetto della loro classe e si avviarono verso di loro.
L'atmosfera tra i ragazzi quel giorno era particolarmente allegra: il giorno dopo sarebbero cominciate le vacanze di Natale ed avere due settimane di riposo era una prospettiva che piaceva a tutti.
Tuttavia, c'era anche chi era in ansia: infatti, dopo le vacanze, sarebbero arrivate le famigerate pagelle di fine trimestre. Ed era proprio di questo che Ross si stava lamentando in quel momento.
- Insomma, perché dopo le vacanze? È una grande cacchiata, se lo volete sapere…
- Cavoli tuoi, che hai passato il tempo a non fare niente! - rispose acida Giandra. Era veramente stufa di sentire quel bullo che prima inneggiava il non-studio e poi si lamentava di avere voti più che bassi. Senza contare che era dall'inizio dell'anno che passava il tempo a prendere in giro tutti senza distinzione con i suoi tirapiedi.
Mentre la ragazza era persa nei suoi pensieri, Ross le aveva gridato di starsene zitta altrimenti le avrebbe prese. Lei scrollò le spalle e lo ignorò, cercando altre conversazioni.
Dopo che la campanella fu suonata e tutti furono in classe, cominciò l'organizzazione del rinfresco: si era deciso pochi giorni prima che tutti avrebbero portato qualcosa da mangiare o da bere per quella particolare giornata.
Per prima cosa, i banchi centrali vennero uniti a formare una specie di quadrato, poi ognuno cominciò a sfoggiare ciò che aveva portato: i due gemelli Novati poggiarono il loro vassoio di biscotti, Mei cominciò a distribuire a tutti delle caramelle a forma di alberi di Natale e pupazzi di neve, Ren aveva preparato con le sue mani una magnifica torta al cioccolato ricoperta di pasta di zucchero, Kyle aveva portato un paio di grossi pacchetti di patatine, Giandra un magnifico panettone. Ovviamente c'era anche chi si era occupato delle bibite: Katrin e i gemelli Winkler avevano portato qualche bottiglia di Coca-Cola, Midori dell'aranciata e Mark un po' di Sprite.
Avevano appena finito di sistemare artisticamente il tutto quando entrò la professoressa Ninjin, che restò sbigottita.
- Ragazzi... - esordì - Vi avevo promesso che avremmo festeggiato, ma non possiamo alla prima ora...
L'affermazione fu accolta da una silenzio di gelo. Tutti si guardarono tra di loro, a metà tra lo spaesato e il terrorizzato. La professoressa continuò a spiegare: - Alla prima ora il preside ha detto che si farà lezione regolare... Mi dispiace, ma dovremo rimandare i festeggiamenti. Per la prima ora ho portato un testo di versione, la faremo insieme a voce.
Distribuì a tutti un testo sul mito di Proserpina. Poi cominciò a chiamare gli alunni, facendo tradurre loro una frase ciascuno. Naturalmente, l'attenzione generale era posta più sull'orologio che ticchettava sulla parete che non all'analisi logica del brano.
Alle nove, puntuale come un orologio svizzero, suonò la campanella. A quel punto, come promesso, la professoressa lasciò da parte la versione per chiacchierare coi ragazzi, approfittando di quelle ore di riposo.
Tutti ebbero una fetta di torta da Ren, poi si servirono autonomamente, prendendo dal rinfresco patatine, biscotti, caramelle e qualsiasi altra cosa stimolasse il loro stomaco.
Ema, quel giorno, era particolarmente di buonumore e riusciva addirittura a ridere e parlare con gli altri.
Tuttavia, c'era anche chi preferiva starsene per le sue: Lucy riteneva tutta quella festa un semplice divertimento popolare, per cui se ne stava seduta al suo banco con le braccia incrociate, gettando occasionali sguardi sdegnati ai suoi compagni. Tracy era, come Lucy, seduta al suo banco, ma per un motivo diverso: semplicemente non le piacevano le feste, né tantomeno la gente.
I tre bulli non consideravano minimamente (come d’altronde facevano dall’inizio dell’anno) i loro compagni, convinti che valessero meno di pezze da pavimento.
Nel frattempo, alcuni alunni (Ren, Marie, Mei, Kyle, Giandra, Mark, Max, Cyrus e, incredibilmente, Ema) avevano cominciato un gioco che Giovanni, mentre li riprendeva col suo tablet, aveva definito "malato": si erano messi in cerchio e si erano presi per mano, formando un groviglio di braccia al centro, ed avevano cominciato a cercare di sgrovigliarsi con movimenti che si avvicinavano al contorsionismo agonistico. Il che suscitava negli altri ragazzi non poche risate.
Ma il fatto più incredibile si verificò quando Yahiro mise dal suo cellulare "L'inverno", dalle Quattro Stagioni. Didi Winkler, che fino a quel giorno aveva dimostrato un depressione filosofica senza pari, subì una metamorfosi caratteriale incredibile: cominciò ad avvicinarsi alle ragazze, facendo loro complimenti, poi cominciò a fare battute su qualsiasi cosa gli venisse in mente e cominciò ad essere l'anima della festa. Nessuno era in grado di capacitarsi di questa trasformazione.
La campanella che segnava l’inizio della terza ora arrivò, secondo alcuni, fin troppo presto.
La professoressa Ninjin uscì salutando gentilmente gli alunni e lasciò il posto alla professoressa Nezumi, che insegnava storia. Ghecis le corse immediatamente incontro e la aiutò a raggiungere la sua cattedra, in quanto l’insegnante era ipovedente.
- Professoressa, abbiamo portato un rinfresco - disse poi - ci sono biscotti, caramelle… la torta no, è finita… vuole qualcosa?
- Sì, grazie… mi accontento di un biscotto, il più semplice che ci sia.
Alla fine, si ritrovò con un tovagliolo pieno di prelibatezze.
- Ragazzi, ho un’idea! - gridò all’improvviso Dora - perché non facciamo una foto di classe?
La proposta fu accolta in pieno. Per riuscire a starci tutti, dovettero chiamare una bidella che salisse su una sedia prendendo tutti dall’alto.
Arrivò finalmente l’intervallo, anche se era da due ore che praticamente si faceva intervallo.
Marie si era appostata in una “posizione strategica” assieme a Mei per osservare un interessante ragazzo, di nome Dominic.
- Dai, guardalo… non è bellissimo? - chiedeva Marie all’amica.
- In effetti non è male… dai, prima o poi ti noterà!
- Lo spero…
Anche l’intervallo passò velocemente.
Durante l’ultima ora, la professoressa Yuki annunciò di voler interrogare in biologia. Non furono pochi gli sforzi da parte dei ragazzi per convincerla che se ne poteva anche fare a meno.
Alla fine la professoressa si arrese e lasciò liberi i ragazzi di parlare tra di loro.
A mezzogiorno, tutti si lanciarono fuori dalla scuola come se non avessero aspettato altro. Appena furono nella piazza davanti all’edificio, si scambiarono tra loro qualche parola, poi si allontanarono ognuno per la sua strada.
In quel momento nessuno pensava alle incombenti pagelle, che avrebbero potuto rovinare quella apparente pace.
 
ANGOLINO AUTRICE
Ehilà! Davvero, scusate il ritardo imperdonabile, ma (appunto) le pagelle sono state cattive con me T_T Cooomunque, spero che questo capitolo vi sia piaciuto. È più lungo dei precedenti e spero di non averlo reso troppo pesante. Un’altra cosa, non venite a trucidarmi di notte se non tratto molto i vostri OC: sto cercando di dare la giusta visibilità a tutti, ma se in ogni capitolo devo far accadere a tutti e venticinque qualcosa di importante mi sparo un colpo alla nuca. Vi faccio solo un’anticipazione sul prossimo capitolo: i nostri amici (e con questo intendo sia OC sia capi) vedranno le loro pagelle e per ognuno scriverò un breve testo con i suoi pensieri/cosa ne pensano i familiari/qualsiasi cosa.
Beh, alla prossima!
Sakichan

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