It's time of changes

di Bent
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Introduzione ***
Capitolo 2: *** Ricordatelo! ***
Capitolo 3: *** 15.00 ***
Capitolo 4: *** No, aspetta ***
Capitolo 5: *** I'm not sure ***
Capitolo 6: *** Buckingham Palace ***
Capitolo 7: *** Everything ***
Capitolo 8: *** Scintilla ***
Capitolo 9: *** Be strong. ***
Capitolo 10: *** Vacanza ***
Capitolo 11: *** Shout ***
Capitolo 12: *** Omissione ***
Capitolo 13: *** Destino. ***
Capitolo 14: *** Mente. ***
Capitolo 15: *** Colori ***
Capitolo 16: *** La tavolozza della vita ***
Capitolo 17: *** Sostegno. ***
Capitolo 18: *** Fine? ***
Capitolo 19: *** Confusione. ***
Capitolo 20: *** Le sorprese non finiscono mai ***
Capitolo 21: *** Decisione. ***
Capitolo 22: *** Firma ***
Capitolo 23: *** Unica Direzione ***
Capitolo 24: *** Ricordo ***
Capitolo 25: *** Natale ***
Capitolo 26: *** È tempo di cambiamenti. ***



Capitolo 1
*** Introduzione ***


Buonasera a tutti/e!
Questa non vuole essere la solita storia sui One Direction, e voi ora vi starete chiedendo:” Ah si e cosa c’è di nuovo? Dicono tutti così!.”
Non vi posso dare torto e non posso nemmeno promettervi la storia migliore del secolo, anche perché per ora è solo all’interno della mia mente. Però una novità c’è: questa sarebbe una storia scritta da un ragazzo e dunque capirete bene che cambierebbero tante cose o più che altro, sarebbero diverse.
Ho 17 anni e mi piacerebbe, come a tutti gli autori, anche che i miei lettori recensiscano, ma ciò non vuol dire che dovete fare solo complimenti, ma anche critiche! Sono aperto ad ogni tipo di commento, sono qui anche per imparare a scrivere! :)
Detto questo, ciao!

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Capitolo 2
*** Ricordatelo! ***


-Federico svegliati, subito! Non mi far venire fino in camera tua.-
-Si mamma, ho capito, va bene!- mugolo, con la voce ancora impastata dal sonno. Ma io mi chiedo chi è l’inventore della scuola? Accidenti a lui. Ho poco di cui lamentarmi, almeno ho voti alti, però che noia svegliarsi alle 7.00 tutte le mattine.
Scendo dal letto a fatica e, senza nemmeno guardare dove metto i piedi, mi avvio in bagno e mi butto letteralmente sotto la doccia. Fredda. Dopo essermi decisamente riscosso dal torpore riesco finalmente a mettere a fuoco i miei pensieri ed il mio calendario mentale. Oddio, ma oggi è un bel, bellissimo giorno! O meglio, lo può diventare.
Mi infilo alla svelta una maglietta dell’hard rock, ma dopo aver visto che la città in cui l’avevo presa era Parigi, decido di cambiarala e prendo quella di Londra, la città dei miei sogni. Perché? Beh, è insuperabile, è effervescente, movimentata, non è come la capitale francese, così perfetta, ma congelata nella sua stessa perfezione. Corro giù per le scale e trovo mia mamma, il cui nome è Rebecca, ad aspettarmi con uno sguardo decisamente spazientito.
-Dai mamma non fare così! Hai visto? Sono sceso!-
-Almeno questo…-
-Me lo hai preparato il latte?-
-Si, certo, ma non pensi che potresti anche scaldartelo da solo a diciassette anni?-
-Mi fa fatica e,poi, ti immagini con quanto ritardo arriverei a scuola se dovessi fare anche quello?-
Lo so, sono tremendamente pigro.
-Ah, e non fare l’antipatica.- aggiungo subito.
-Ahahah, hai ragione tesoro.-
-Bene, meglio così.-
Mi dirigo a sedere in cucina e bevo il mio amato latte caldo. 
-Allora ti ricordi quello che devi fare oggi?-
-Si! E’ da cinque giorni che me lo ripetete fino allo sfinimento, tanto sapete che ci tengo anche io! Quindi, state tranquilli!-
-Okay, ma per favore fallo, sai quanto tua sorella ci tenga, è per il suo compleanno.-
-Lo so mamma, sarà il miglior compleanno di sempre per Marti. Te lo assicuro! Alle 15.00 sarò pronto davanti al computer.-
-Grazie amore, ora vado a lavoro.-
-Aspetta , esco anche io!-
Mi alzo di fretta e afferro lo zaino, il giacchetto e le mie cuffie, senza le quali non vado da nessuna parte.
Dopo essere usciti di casa, arriviamo al punto in cui le nostre strade si dividono. Ci salutiamo e, sorprendendomi di esserselo ricordato, mi fa gli auguri per il compito di matematica che avrei avuto quella mattina.
Sono sicuro che riuscirò a rendere felice mia sorella, perché lo diventerei anche io. Cosa devo fare esattamente? Comprare i biglietti per il concerto dei One Direction, che avranno un concerto a fine giungo qui in Italia nella nostra città: si esibiranno a San Siro. Ovviamente, come la maggior parte delle ragazzine di 14 anni, Martina è una loro accanita fan, ma, cosa ancor più strana lo sono anche io, anche se non lo esterno molto. I miei genitori, sapendo della mia passione, mi hanno chiesto di accompagnare la nanerottola al concerto, e qual'è per me occasione migliore di questa? Riuscirò a vedere i miei idoli dal vivo e avrò la scusa perfetta.
Prendo le cuffie, le metto nelle orecchie e, a massimo volume, faccio partire Midnight Memories, ultimo singolo di quella band fantastica. Ascolto spesso le loro canzoni, anche se sono rintanate in una playlist per fare in modo che nessuno le trovi. E così, con un sorriso stampato sul viso, entro a scuola, sicuramente non pensando a geometria.


Angolo autore:
Allora ho deciso di scrivere ciò per darvi un assaggio. Ovviamente i capitoli successivi saranno molto, ma molto più lunghi. Spero possa catturare la vostra attenzione, ciao! 

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Capitolo 3
*** 15.00 ***


E finalmente anche questo giorno di scuola è finito, non ne posso assolutamente più! Però sono contento, almeno il compito è andato bene. Decido di non trattenermi oltre in cortile all’uscita come sono solito fare, ho un appuntamento al quale non posso mancare: quello con il mio computer. Mi avvio subito verso casa, ascoltando come sempre, i brani dei fantastici cinque. Arrivato, mi metto subito a tavola e pranzo. Ci metto veramente poco, visto che sono solo come la maggior parte dei giorni, poiché i miei lavorano entrambi e mia sorella ha l’orario continuato a scuola.
L’ansia mi sta consumando dall’interno e allora decido di accendere la casse acustiche e mettere la musica al massimo volume. Prendo il manico rotto di un ombrellino, lo tramuto in un microfono provvisorio e comincio a cantare tutta la playlist che come titolo ha “take me home”. So cantare bene, anche perché da bambino ho seguito dei corsi. Tuttavia me ne vergogno abbastanza, sia perché molti pensano che un ragazzo diciassettenne dovrebbe essere solo calcio e ragazze, sia per il tipo di canzoni che canto, che, di certo, non sono molto amate dai miei coetanei. Ma io non ci posso fare nulla, è più forte di me, è una spinta vitale che mi fa sorridere. E' il mio metodo per rilassarmi, non penso più a nulla, è il modo che uso per esprimere ciò che provo. Solo due persone, oltre alla mia famiglia, sanno di questa mia dedizione alla musica. Sono Rachele, la mia migliore amica, che da sempre mi incita a cantare e a farlo davanti a lei che mi ascolta per ore e Roberto, quasi un fratello per me, che sebbene non ami questo genere di musica, mi appoggia sempre. Mentre mi scateno davanti allo specchio sento il timer suonare, segno che mancano due minuti all’apertura delle vendite online.
Corsi alla scrivania ed entrai su TicketOne.
10  9  8   7   6  5  4 mamma che ansia!
3 2 1 via! sono le 15.00! Che la gara a chi arriva primo abbia inizio!
Riesco a compilare tutti i moduli via internet il più veloce che posso, ma, proprio quando stavo per pigiare “invio”, va via la luce. Ma stiamo scherzando? Cosa avete contro di me? No, spiegatemelo!
C'è un istante in cui anche il mio cervello sembra spegnersi, sto per subire un trauma. Corro per le scale, inciampo, ma arrivo al generatore di corrente elettrica e lo rimetto apposto. Rifaccio nuovamente la rampa che porta in camera mia e ricomincio tutto da capo. Non ho mai fatto tutta questa ginnastica in vita mia...! Mentre inserisco nuovamente i dati, mi sono quasi rassegnato, ma, con mia grande sorpresa, riesco a trovare i miei due amati biglietti sul prato. Non so quale sarà stata la reazione di mia sorella alla notizia, che provvederemo a darle domani, per il suo compleanno, ma di sicuro in questo momento io mi sento completamente realizzato. Rendo immediatamente partecipi Robe e Rache del mio successo scrivendo sul gruppo di whatsapp che abbiamo tra  noi tre. La risposta non si fa attendere.

Rache:“ Non avevo dubbi, Fede! Sono contenta per te, goditi il momento!” 

Robe:“Ehi bro, ora una parte del sogno si avvererà! Continua così!”

Ero davvero fortunato ad avere loro come amici, erano mitici.

Arriva domani ed io sono quasi più elettrizzato di ieri. Darò la notizia a Marti e sono contento di poter essere io a dirle ciò che renderà senz’altro felice. 
I miei genitori ed io entriamo in camera sua la mattina facendo silenzio il più possibile, loro con una torta con quindici candeline sopra, io con una busta da lettere in mano. La svegliamo cantandole tanti auguri e per lei quello è di sicuro un bel risveglio. Poi, dopo baci e abbracci con i miei genitori, quest’ultimi ci lasciano soli. Le do la busta, lei non capisce, perché le sembra strano per il compleanno ricevere una lettera. Ma quando strappa la carta e legge TicketToOne non c'è bisogno di aggiungere altro, ha capito già tutto. Con gli occhi lucidi mi abbraccia, ma poi vede che sono stati acquistati due biglietti e mi chiede il motivo.
-Ti accompagnerò io al concerto, sorellina!-
-TU?!?-
-Eh si, mamma e papà non si fidano a farti andare da sola…- mormoro più a me che a lei.
-Fede….-
-Mmmm…-
-Dillo che mi usi come scusa, perché in realtà non vedevi l’ora di vederli anche te dal vivo.-
-Mamma mia oh! Tutti antipatici in questa casa! Comunque è vero, lo ammetto.- le confesso, sorridendole.
-Ahahahah, ti voglio bene fratellone e fidati, un sacco di mie amiche desidererebbero avere una passione del genere con il proprio fratello.- afferma lei, dolce.
-Vedi?!? Ritieniti fortunata!- rispondo saccente.
-Ecco, non te lo dovevo dire! Uff!-
-Ma stai zitta, va! Tanto rimani sempre più piccola, non pensare di fare la grande. Hai capito nana?-
-Scemo.-
-Ciao pulce.- dico quando sto ormai uscendo dalla camera.
-E comunque prego,eh!- aggiungo già sulle scale.

Bene, ora devo solo aspettare la fine della scuola e che quella santissima data arrivi. Okay, ce la possoo fare, mancano solo 7 mesi. Sono pochi in fondo, vero?


Angolo autore

Beh avrete capito che la storia vera e propria non è ancora questa, ma questi sono tutti capitoli iniziali, che fanno da introduzione. Se avete dei commenti da fare, fateli, vi prego! Mi farebbe davvero piacere ricevere vostre opinioni e recensioni…sarebbe importante!
Ps: non abbiate paura, non ho intenzione di descrivere sette mesi di scuola.
Ciao a tutti/e!

Fede :)

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Capitolo 4
*** No, aspetta ***


I mesi sono passati abbastanza veloci, ma forse è solo una mia opinione. Del resto il tempo passa sempre in fretta quando non vedi l’ora di arrivare ad un momento preciso. Finalmente ho compiuto i miei 18 anni il quattordici maggio e ciò mi ha conferito un gran senso di libertà, sento di poter dominare il mondo. La scuola è finita e sono riuscito a passare senza problemi con voti anche sufficientemente alti. Adesso ho tre mesi di vacanze davanti a me, e sono sicuro che saranno le vacanze più belle di sempre e questo solo grazie ad un giorno. Quel giorno. Quella notte. Quel posto. San Siro. Loro. Gli One Direction. 
 
Quel giorno mi sveglio subito, come se non avessi dormito. Aspetta… in effetti non ho dormito, ma chi può dormire in situazioni del genere?
Ora che ci penso non sono il solo in quella condizione, anzi c’è chi sta peggio di me. Mia sorella è euforica da circa due settimane e non fa altro che cantare. Ormai sentirla stare zitta può considerarsi un miracolo vero e proprio.
Passo la mattinata ed il primo pomeriggio al mare, perché voglio approfittarne per abbronzarmi un po’ e magari anche per avere un po’ di relax in santa pace. Verso le cinque torno  a casa, ben consapevole di ciò che mi aspetta. Il mio presentimento non è errato: Marti corre per tutta casa, urlando parole a caso tra cui: “piastra”, “shampoo”, “ceretta”, tacchi” e tante altre fesserie. Cosa? Tacchi? Ceretta? Ma dove pensa di andare? Poi posso capire i trampoli anche se, diciamocelo, cosa se ne fa ad un concerto, considerando che le tremeranno le gambe per l’emozione, ma la ceretta?! Ma davvero? Siamo seri? Non credo voglia fare un’orgia con quei cinque…mmm,no…è alquanto improbabile. Basta pensare queste cose! E’ un’innocente bambina di 15 anni e, inoltre, si tratta di mia sorella! Bene, ora mi sento un depravato. Assorto tra i pensieri entro sotto la doccia e, per la prima volta dopo tanto tempo, la faccio senza mettere musica. Eh già! Non voglio ascoltare nulla, il meglio arriverà tra qualche ora, quindi, perché rovinare il tutto? Una volta lavato, mi asciugo e mi vesto senza però preoccuparmi più di tanto di ciò che indosso: jeans neri, t-shirt e vans. Mica mi chiamo Martina. Stupendomi alquanto, riusciamo ad essere fuori di casa per le 19.00. Quando uno dice la divina provvidenza! Arriviamo a San Siro e, santo cielo, quanta gente che c’è. Non sono abituato a questo genere di cose. Ovviamente sono quasi tutte ragazze… quasi quasi potrei approfittare del mio fascino da directioner-boy per rimorchiare qualche bella fanciulla! No, Fede, concentrati! Tu sei qui per ascoltare i tuoi idoli e, poi, per badare a tua sorella. Abbassa gli ormoni! Okay, messaggio ricevuto. 
Finalmente riusciamo ad entrare. Ormai saranno le 20.00 ed il concerto inizia tra mezz’ora, ma con tutta la sicurezza che è presente non è stato possibile fare prima. Accidenti, non sono riuscito nemmeno a fumare una sigaretta in disparte. I miei genitori sanno che fumo occasionalmente, Marti, invece, ne è all’oscuro, perché preferisco io stesso che non lo sappia. Mamma mia però, adesso ci sarebbe proprio voluta! Con tutto lo stress e l’agitazione!
Ad un tratto le luci si spengono e si accendono solo alcuni riflettori che puntano sul palco. Bene, è il momento e questo vuol dire che una massa informe di sesso femminile mi sta assordando con le grida, mia sorella compresa. Devo ammettere che sono un po’ imbarazzato…credo che i ragazzi qui presenti si contino sulle dita della mano. Pace, come dice qualcuno di cui non conosco il nome:” Vivi e lascia vivere.”
Mai parole più sagge. 
Ed eccoli, sono là. I ragazzi sono saliti sul palco. Vestiti come al solito senza grandi abiti, ma con indosso il loro sorriso. Io li ho sempre ammirati per quello. Oltre al fatto che amo la loro musica e le canzoni e che, indubbiamente, hanno un gran talento, loro si divertono sempre. Voi non capite quanto questo sia importante. Sono ragazzi di 20 anni circa e sono nel mondo distorto della musica da ormai tre anni, ma non perdono occasione di fare della loro risata il loro singolo più amato. Io credo sia questo il segreto del loro successo: sanno essere loro stessi. E chi sono loro? Sono cinque semplici ragazzi, che vogliono divertirsi come tutti, solo che loro lo fanno in circostanze…particolari. 
Ed ecco l’inizio della prima canzone: Forever Young. Oddio, è una delle mie preferite e, poi, cosa esprime meglio ciò che probabilmente loro vogliono trasmetterci se non la frase “ Per sempre giovani”?
 
Let's dance in style, lets dance for a while 
Heaven can wait we're only watching the skies 
Hoping for the best but expecting the worst 
Are you going to drop the bomb or not? 

Let us die young or let us live forever 
We don't have the power but we never say never 
Sitting in a sandpit, life is a short trip 
The music's for the sad men 

Forever young, i wanna be forever young 
Do you really wanna live forever, forever 
Forever young 

Some are like water, some are like the heat 
Some are a melody and some are the beat 
But Sooner or later they all will be gone 
Why don't they stay young 

It's so hard to get old without a cause 
I don't want to perish like a fading horse 
Youth is like diamonds in the sun 
And diamonds are forever 

Forever young, i wanna be forever young 
Do you really want to live forever, forever or never 
Forever young, i wanna be forever young 
Do you really want to live forever 
Forever, or never 

So many adventures couldn't happen today 
So many songs we forgot to play 
So many dreams are swinging out of the blue 
We let them come true 

Forever young, i wanna be forever young 
Do you really want to live forever, forever or never 

Forever young, i wanna be forever young 
Do you really want to live forever, forever or never 
Forever young, i wanna be forever young 
Do you really wanna live forever, forever or never 
Forever young, i wanna be forever young 
Do you really want to live forever, forever, forever young..
 
Solo una parola: magnifici.
Seguono un sacco di altre canzoni: Best son ever, Story of my life, Midnight Memories, Stole my heart, You&I, Over again, Up all night, Strong e Happily.
C’è qualcosa di strano però nei ragazzi. Li vedo incupirsi ad un certo punto e, ogni tanto, lanciano delle occhiate verso Harry. Che sarà successo, o meglio, è successo qualcosa?
Ad un tratto riaccendono la luce e ci fanno sapere che ci sarà una pausa di trenta minuti. Ma ciò non è contemplato all’interno del concerto! Possono esserci dei cambi di scena, ma non dei egri e propri intervalli. Io l’ho detto che qualcosa di bizzarro c’è. Decido di cogliere l’occasione e di uscire un po’ dallo stadio per fumare quella amata sigaretta.
-Marti esco un attimo per fare una chiamata, ok?- dico a mia sorella, che intanto si è seduta per terra.
-Sisi.- risponde lei, senza guardarmi in volto.
-Marti mi stai ascoltando?-
-Sisi.-
-Via ho capito, quando ritorni dal mondo delle favole ricordati che sono fuori.-
-Sisi.-
-A dopo.- sussurro, sapendo che molto probabilmente non ha capito nulla di quello che le ho detto fino a quel momento. Da quando è iniziato il concerto è andata in trans. I suoi occhi sono fissi su Liam e, nel caso non ci sia lui, sono comunque fissi sul posto dove prima c’era Payne. Ho una sorella senza speranze.
Mentre penso ciò riesco a guadagnare l’uscita. Mi appoggio ad un muretto e, finalmente, le mie labbra toccano quelle del filtro. Apro i miei polmoni e comincio a rilassarmi un po. Quando sono a metà sigaretta, la mia attenzione viene catturata da un gruppo di persone che sta uscendo dal retro di San Siro. Cerco di mettere e a fuoco. Non è possibile! Quelli sono i ragazzi con staff e guardie del corpo comprese! Ma che ci fanno qui?!?
Mi avvicino per capire meglio e noto che stanno discutendo a proposito di qualche problema. Adesso sono così vicino che riesco a sentire. Grazie al cielo l’anno scorso ho fatto l’anno all’estero, così non ho problemi con l’inglese. 
-Ed ora come si fa?- chiede Niall, preoccupato.
Okay, se il biondino ha qualcosa da temere, vuol dire che è grave la faccenda.
-Non lo so ragazzi, davvero, mi dispiace.-
questa volta è Harry ad intervenire.
-Tranquillo, è anche colpa nostra! Tu ce lo avevi detto che non stavi bene stasera! Avremmo dovuto annullare il concerto…- afferma dispiaciuto Liam.
-Questo però non lo possiamo fare adesso, non possiamo deludere tutte quelle fan e far loro assaporare solo metà dello show…- asserisce Zayn.
Mmmm… il mio puzzle sta prendendo forma.
-Te, Harry, proprio non ce la fai a continuare?- continua Malik.
-No davvero, sono distrutto. Non so nemmeno come ho fatto a cantare l’ultima canzone! Credo di avere la febbre alta.-
Bingo! Styles sta male! Ecco svelato il mistero. Lo sapevo io che qualcosa non quadrava.
-Dobbiamo trovare una soluzione…e alla svelta! Abbiamo 20 minuti.- continua Louis.
-Allora te Harry vai in albergo e riposati, su questo non si discute. Almeno magari riusciamo a fare senza problemi il concerto di domani.- interviene Liam.
L’ho sempre detto che fanno bene a chiamarlo Daddy Direction.
-Potremmo continuare solo noi quattro…-. A parlare è Horan, ma è poco convinto anche lui di quello che ha appena detto.
-Rischiamo di fare confusione e basta…-.
Oddio! Louis sta facendo il serio!
-Che casino ragazzi..!-. 
Si, Malik, così aiuti!
-Posso cantare io con voi!-.
E ora chi ha parlato? Non vedo nessuno.
Mi giro più e più volte e, ad un tratto, vedo cinque paia di occhi fissati su di me.
-E tu saresti?- chiede Liam.
-Ehm….stai parlando con me?- chiedo io, a bocca aperta.
-Beh, si. Sei te che sei intervenuto…-.
Oddio, non ci credo. Ma che ho detto!?!? Io sono fuori di testa, questo è sicuro.
-Mmm…beh nulla nulla, per favore non consideratemi.- continuo, girandomi per tornare da mia sorella.
-No, aspetta. Perché hai detto così?-. Questa volta è Louis.
-Sono un vostro fan accanito, credo che il termine corretto sia Directioner-boy e so cantare.-
-Ah, davvero??-chiede Niall entusiasta.
-Siamo contentissimi quando riusciamo a parlare con fan maschi, proprio perché sappiamo che non sono molti.- aggiunge il pakistano.
-Ahahahhaha immagino…-.
-Fammi un acuto.-. mi ordina Styles.
-Cosa?-. Non credo alle mie orecchie.
-Hai capito bene! Dici di saper cantare ed io voglio sentire un acuto.- 
Okay, perché no? Respiro qualche secondo e poi lo faccio intonando una canzone a caso. Credo di aver compiuto la missione visto che mi guardano con aria compiaciuta, tutti tranne Liam.
Gli altri quattro si girano verso di lui con sguardi accesi, ma lui sembra fare resistenza. Poi si rivolge a me.
-E quali canzoni conosci a memoria?-.
-Tutte e di tutti e tre gli album. Sono un fan serio io, cosa credete?!?-.
Ma io, tutto questo coraggio da dove l’ho tirato fuori? Forse è meglio smettere di fumare.
-Oh perfetto!- gridano in coro Harry, Niall, Louis e Zayn.
-Ragazzi non lo so…-. risponde sempre insicuro Payne.
-Sentite, possiamo provare! Alla fine sarà solo per questa volta e, se farò pena e verrà una schifezza, potrete sempre dire che era per fare un favore ad un vostro fan maschio che compie gli anni e vi inventate qualcosa…- intervengo io. 
Ormai il danno è fatto, tanto vale provare, no?
Tutti guardano Daddy.
-Ragazzi in scena tra 2 minuti!- grida un uomo, che poi identifico come Paul.
-Permettetemi di provare a sentire cosa vuol dire sentirsi per sempre giovani. Cantare è la mia passione, come la vostra.- dico questo senza riflettere. Doveva essere un pensiero mio.
I ragazzi mi guardano con un sorrisone enorme. Mamma mia che situazione imbarazzante.
-Facciamolo!- urla Liam.


Angolo autore:
Io continuo a pubblicare, sperando che la mia storia possa interessare a qualcuno. Vi invito sempre a recensire e/o a cercarmi privatamente. Mi farebbe enormemente piacere.
Buona notte!
Fede :)

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Capitolo 5
*** I'm not sure ***





Santo cielo, dio benedetto sceso tra gli uomini! Ma in che situazione mi sono cacciato? Che incubo! No, aspetta, che sogno! No, nemmeno questo va bene! Mamma mia che confusione. Sta accadendo seriamente? Io, ragazzo da poco diciottenne sto per salire sul palco di San Siro con gli One Direction? O meglio, gli One Direction meno uno? Mi sembra strano dirlo, ma la risposta credo proprio sia un si…
Mentre penso ciò, ci dirigiamo dietro le quinte per poi tornare in scena.
-Allora canteremo: Change my mind, Diana, One way or another, They don’t know about us, Live while we’re young, Kiss you ed infine Why don’t we go there. Tutto chiaro? Le sai tutte? Sai quando devi entrare?- spiega veloce Payne.
Liam, tesorino caro, così non capisco nulla.
-Sisi…credo di aver capito tutto! No problem!-.
-Ma...come ti chiami?- domanda Louis.
Beh in effetti io so chi sono loro, ma dubito del contrario.
-Sono Federico, mi scuso per non essermi presentato prima.- rispondo un po’ imbarazzato.
-Oh perfetto, Fede! Possiamo chiamati così vero?- continua Mr. Carota.
-Oh si certo, anche meglio!-.
-Bene, andiamo guys! Keep calm and sing!-.
Hanno drogato Malik?
-Facile a dirsi per cantanti professionisti…-. 
Loro non mi sentono, lo sussurro piano e in italiano.
Mi danno un microfono in mano, faccio qualche prova e poi ci incamminiamo attraverso gli infiniti corridoi che costituiscono il Back Stage. Molti dello staff mi guardano storto, ma non capisco che tipo di sentimento riempia i loro occhi. Preoccupazione? Curiosità? Paura? Qualunque cosa sia, nessuno osa parlare. I ragazzi hanno deciso di fare così e così si farà.
Purtroppo per me inizio a vedere delle luci in fondo al corridoio, un po’ come quando sei in macchina e intravedi l’uscita da una galleria. Sorpassiamo la porta ed in quel momento sento che avrò presto bisogno di amplifon. Un coro esultante di voci femminili si alza alla vista dei ragazzi, ma noto un cambio di tono quando si accorgono di me e della conseguente mancanza di Harry. Tremo. E vi assicuro che non fa freddo. 
-Abbiamo deciso di far cantare con noi questo ragazzo da ora fino alla fine del concerto! Sostenetelo, è la prima volta che si esibisce! Federico!- urla Liam.
Intelligente il ragazzo, ha risposto alla domanda silenziosa, okay forse non così silenziosa, del pubblico, non specificando però né perché abbiano preso questa decisione né perché proprio al posto di Harry. I miei complimenti!
La base musicale parte improvvisamente. No! E’ troppo presto, accidenti. Non sono pronto, come faccio? Aiuto! Okay ragioniamo, che canzone è?
Si tratta di Change my mind! Grazie al cielo è una delle poche canzoni in cui Harry canta il proprio assolo dopo il primo ritornello…almeno posso prenderci la mano. Alzo gli occhi per la prima volta da quando sono sul palco e mi pento di averlo fatto solo ora. E’ fantastico. Non si distinguono bene le singole persone, ma le luci si. E’ tutto illuminato con i riflettori e i vari aggeggi che le fans portano con loro. La passione per la musica, l’amore per quei ragazzi è palpabile nell’aria. E per la prima volta scopro che può accadere che sia più facile vedere un sentimento, che una persona.
Niall, Liam, Louis e Zayn cantano come sono soliti fare: si divertono, corrono, scherzano e ballano. Ballano? Ahahahaha, no, stavo scherzando. Ma da qui è facile comprendere che non sono del tutto spensierati, ma che, ovviamente, pensano ad Harry e a me, dal quale, seppur mi sembra ancora strano dirlo, dipendono le sorti di questo concerto.
Siamo vicini al ritornello, lo so, lo sento! Posiziono il microfono vicino alla bocca e la strofa parte. Quattro bellissime voci la stanno cantando. Quattro? Si, perché la mia manca. Sono uno stupido. Io non dovrei stare qui, questo non è il mio posto. Come ho solo potuto pensare di prendere il posto di Styles per una sera? Mia sorella si sarà preoccupata non vedendomi ritornare, anche se credo che ora sappia dove sono. Sarei dovuto rimanere li con lei. Io sono un fan, non posso scavalcare quell’invisibile muro che esiste tra ammiratore ed idolo.
Piango silenziosamente. Una lacrima mi bagna la guancia e non mi importa nulla se probabilmente mi sto rovinando con le mie stesse mani la mia vita, la mia reputazione. Perché è vero, adesso tutti sapranno che sono un directioner e ognuno saprà della bella figura che ho fatto. Ma io penso a loro. A quei ragazzi che sono li con me e chi mi hanno dato fiducia, quei ragazzi che seguo da tre anni. Si meritano una pubblicità del genere? No, proprio no.
Loro continuano a cantare facendo finta di nulla, ma sento benissimo che qualcosa è cambiato nel loro tono. Sono tristi? Amareggiati? Delusi? Niall viene verso di me.
-Niall non c’è bisogno di dire nulla, vado via subito.-
-No, ma che dici?!-
-Non capisco.-.
-Senti è normale che sia successo questo, è umano. Credi sia facile esibirsi per la prima volta in uno degli stadi più grandi al mondo? Stai tranquillo.-
-Ma io vi sto rovinando.-
-Non pensare a noi, pensa all’oppurtunità che hai.-.
Mi sta guardando negli occhi con una sincerità che fa paura.
-Si, ma io…non ne sono capace.-.
-Non sei capace di ingannare nemmeno te stesso.-
Forse ha ragione lui. Quante persone vorrebbero essere qui, al posto mio? Ed io, che ne ho la possibilità, la sto mandando al vento. Voglio davvero che le ore passate davanti allo specchio passino senza lasciare traccia? Voglio annientarmi da solo?
 
“Never felt like this before-ore,
are we friends or are we more?
As i’m walking towards te door
i’m not sure.”
 
Le parole mi vengono senza nemmeno che il mio cervello ne fosse a conoscenza. Credo di aver trovato la risposta a tutte le mie domande.
Le fans si dimostrano entusiaste. In fondo, anche se non sono il loro eroe, questo è pur sempre il suo assolo, no?
Mi giro e noto i ragazzi intendi ad osservarmi. Sono contenti, compiaciuti e Niall mi mostra il pollice in senso di approvazione. Per il ritornello si avvicinano a me e continuiamo a cantare vicini, come se facessi parte della band anche io.
Torno a piangere, ma questa volta le lacrime non fermano il canto, ma lo incitano. I miei occhi sono colmi di gratitudine, perché qualcuno ha fatto sì che ciò potesse succedere. Qualcuno ha reso realtà il mio sogno. 
Le altre canzoni vengono senza nemmeno pensarci ed io mi sciolgo sempre di più. Il sorriso non abbandona più il mio viso. Con mio totale dispiacere il concerto finisce e torniamo dietro le quinte. Appena smettiamo di essere davanti a tutto il mondo, ne approfitto e prendo l'iphone per mandare un messaggio a mia sorella.
 
“ Marti aspettami fuor dall’entrata est. Ti spiegherò tutto. Ti prego stai attenta. xx”
 
Bene, ora mi sento più tranquillo. Avevo il bisogno di avvisarla.
Entriamo in una stanza e mi ritrova nuovamente da solo con i quattro dell’apocalisse.
-Non poteva essere la prima volta che ti esibivi!!- grida entusiasta Liam.
-Mmm.. i concerti con shampoo e balsamo contano?- rispondo io in totale imbarazzo.
-Ahahhahahahahahah direi di no!- continua lui.
-Allora ti dobbiamo veramente fare i complimenti, sei stato bravissimo! Sei riuscito a trasmettere qualcosa sebbene tu non sia un cantante! Non è una cosa da tutti riuscire a cantare a San Siro per la prima volta a diciotto anni! Forse non ne saremmo stati capaci nemmeno noi.-.
Questa volta è Louis a parlare a nome di tutti. Io non so cosa dire. I miei idoli si stanno congratulando con me per come canto. Are you fucking kidding me?
-Ragazzi veramente grazie, non so come esprimere tutto ciò che sento in questo momento. Avete reso possibile uno dei miei sogni più remoti e, adesso, siete qui a parlare con me. Grazie non sarà mai abbastanza.- rispondo sicuro, sincero.
-Possiamo fare qualcosa per te? Vogliamo sdebitarci per l’aiuto che ci hai dato, davvero! Chiedi quel che vuoi.-
-Voi sdebitarvi?! Scherzate?! No, davvero, avete fatto anche troppo.-
-Ora però ragazzi devo andare, mia sorella mi sta aspettando all’uscita. Ha solo 15 anni, non la voglio lasciare troppo tempo sola.-
-Ah…okay…peccato! Ci faceva piacere conoscerti un po’ di più.-.
Questo è Zayn.
-Sentite se volete possiamo sentirci però dovreste darmi i vostri numeri e non so se ne avete voglia…- accenno io, con voce flebile. Mi sembra di chiedere troppo.
-Buona idea! Però…-. inizia Niall.
-Non li darei a nessuno ragazzi, mi sembra scontato questo…-concludo io.
-Nono, non è questo! Sappiamo bene che non lo faresti, perché te lo si legge negli occhi! Noi ti diamo i nostri numeri ad una condizione!- continua il biondino.
Non ci capisco più nulla.
-Sarebbe?-.
-Vieni a passare la notte con noi nel nostro hotel, almeno ci divertiamo e facciamo conoscenza! E poi potrai conoscere meglio anche Harry!-.
Non ci credo. Ma qualcuno in questo mondo vuole farmi morire di infarto?
-Ma devo portare Martina a casa, ve l’ho detto…-.
Non posso molare mia sorella in mezzo alla strada.
-Se intendi tua sorella, no problem! Prima la portiamo a casa insieme con il nostro pulmino e così conosciamo anche lei e poi te prosegui con noi fino al Principe di Savoia.-.
Oddio…sono indeciso. Ma al diavolo! La vita è una, godiamocela!
-Okay, ci sto!-confermo io, entusiasta. I ragazzi, contenti che abbia accettato, si battono il cinque tra di loro. Credo di aver fatto la cosa giusta e di sicuro la nana sarà contentissima di conoscerli!
 
 
Dopo una ventina di minuti ci dirigiamo fuori. I ragazzi mi dicono dove si trova il loro pulmino e mi avvio a prendere mia sorella.
-Ehi Marti! Sono qua!- grido per farmi sentire quando sono ormai  a quindici metri di distanza. Lei mi corre incontro e mi abbraccia. Appena si stacca mi riempie di domande, come, del resto, mi aspettavo. Le racconto tutta la storia e lei quasi stenta a crederci.
-Oddio Fede sono troppo contenta per te, veramente! Era il tuo sogno!-.
-Oh, grazie tesoro! Comunque vieni, andiamo per di là.-.
-Ma  il pullman non è dall’altra parte?-domanda lei dubbiosa.
-Ahahahaha si è vero, ma non non andiamo in bus. Andiamo con i ragazzi, ci portano loro a casa.-le dico io avvicinandomi al suo orecchio.
Non l’avessi mai fatto. Uno strillo mi perfora il timpano. Okay, è felice, si è capito!
-Stai scherzando?!-.
-No sorellina, sono serissimo.-
-Mamma mia quanto ti adoro.-
Beh, vorrei anche vedere.
Arriviamo al pulmino e mia sorella corre verso i ragazzi urlando e salta in collo a Zayn. Io credo di essere diventato rosso che più rosso non si può! Ma che figure mi fa fare?! 
-Oh non ti preoccupare, ci siamo abituati. La maggior parte delle ragazze fa così. Non ti vergognare, sarebbe preoccupante se si comportasse diversamente.- mi dice Louis avvicinandosi a me, dopo aver notato il mio nuovo colorito. Dopo dieci minuti di macchina in cui si è sentita solo mia sorella che dichiarava tutto il suo amore ai suoi idoli, chiedendo loro di trasmettere questo amore anche all’ammalato, arriviamo a casa.
-Marti io non entro con te a casa, ma vado con loro, okay?-.
-Va bene fratellone, spiego io a mamma tutto.-
Le dovevo un favore.
-Grazie nana, domani mattina chiamo appena posso. Notte.-.
-Notte ragazzi e grazie per esistere. Notte Fede.-.
Dopo aver seguito con lo sguardo mia sorella fino all'entrata di casa con una borsa e delle scarpe piene di autografi, richiudiamo la portiera e il motore si riaccende. I ragazzi sono curiosi di sapere cosa ci siamo detti in quel mini dialogo con mia sorella, visto che loro hanno capito solamente “notte ragazzi e grazie di esistere” che era in inglese. Sebbene non fosse niente di interessante glielo traduco e tra una risata e l’altra arriviamo in hotel.
Ad un tratto mi isolo un po’ dalla conversazione perché comincio a pensare.
-A cosa pensi?- mi chiedono in coro tutti e quattro.
-Lo volete sapere davvero?-.
Loro rispondo solamente annuendo con la testa.
-Che dopo stanotte, molto probabilmente, avrò i più belli Midnight Memories di sempre.-

Angolo autore:
Ed eccoci alla fine del concerto. Che patimento, santo cielo! Hahahhahahah no, dai, apparte gli scherzi spero vi possa piacere questo nuovo capitolo e se avete qualcosa da dirmi ricordate che sono ben accette sia le rensioni che messaggi privati! A presto!
Ciao!
Fede :)

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Capitolo 6
*** Buckingham Palace ***


Devo avere davvero un fisico resistente se il mio sistema nervoso è ancora in piedi dopo queste ultime ore. Rimango un po’ a guardarmi intorno per fare mente locale, ma poi, quando mi rendo conto di essere rimasto indietro mi metto a correre, visto che i ragazzi sono già entrati. Quando supero la hall, una signora mi ferma.

-Scusi lei dove pensa di andare?- chiede acida.
-Ma io veramente dovrei seguire loro…- rispondo io con tono saccente.
-Si certo, ed io sono la regina Elisabetta.-
Tipica donna con crisi di affetto.
-Signora, è con noi. Lo lasci andare.-. 
Liam è venuto in mio soccorso.
-Oh, mi scuso per l’accaduto signor Payne, non si verificherà più.-.
Brava, scusati! Impertinente che non sei altro. Così raggiungo gli altri, che si erano fermati nel salone per aspettarmi, ma, prima di proseguire, mi volto.
-Ah scusi? Un consiglio! Torni a Buckingham Palace, la capitale della moda non fa per la regina Elisabetta. Non crede?!- grido con un sorriso a ventotto denti. Che ci volete fare? Quelli del giudizio non mi sono ancora spuntati!
Suppongo che i ragazzi abbiano capito cosa ho detto, perché stanno ridendo come dei cretini. Probabilmente il tono ed il nome della nota residenza reale li ha aiutati, nonostante la lingua.
Entriamo tutti nell’ascensore, tranne Niall. Lui è quello che soffre di claustrofobia e, così, mette su un po’ di massa muscolare facendo tutte le volte cinque piani di scale. Contento lui, contenti tutti. 
Arriviamo al piano giusto e non c’è neanche un rumore. 
-Mamma mia che hotel silenzioso che avete scelto…-.
-Ahahah non è come credi! Solo che abbiamo prenotato tutto il piano per questioni di sicurezza!-.
Ecco spiegato l’arcano!
-Ah ecco…direi che questa spiegazione risolve tutti i miei dubbi.-.
-Allora ovviamente, avendo un piano a disposizione, ognuno di noi ha una camera propria e tu puoi sceglierne una a caso! Tanto ce ne se sono in abbondanza!- aggiunge Zayn.
-Zayn non credo sia molto importante, considerando che non dormiremo molto stanotte!- interviene astuto Louis. Questo ragazzo mi sta sorprendendo ogni minuto di più con la sua saggezza.
-Esatto, noi vorremmo conoscerti meglio!- continua Niall entusiasta.
-Beh io sono qui per questo!- concludo io.
Entriamo in una camera, ma non so chi vi alloggia. Il mistero è svelato quando vedo Harry nel letto che guarda la tv. Si stupisce quando si volta e trova nella sua stanza un intruso: io.
In maniera del tutto inaspettata, si alza dal materasso, mi viene in contro e mi abbraccia.
-Grazie…mmm- si gira verso gli altri.
-Federico.-suggerisce Louis.
-Grazie Fede!- riprende Styles.
Non immaginavo una reazione del genere, ma mi riempie di gioia.
-Smettetela di dire grazie! Sono io che devo tutto a voi!-.
-Uff! Come vuoi!- rispondo tutti insieme.
Ci mettiamo a sedere sulla moquette in cerchio e prendiamo qualche pacchetto di patatine con due birre. Del resto dobbiamo passare una nottata! E’ così bello stare con loro, sono naturali, sono comuni, molto più di quello che pensavo. Non è finzione quella che vediamo noi, loro sono davvero così. E’ straordinario vedere come la personalità che hanno non si allontani dal personaggio mediatico che rappresentano.
-Bene, ora facciamo un gioco!- propone Louis.
Chi avrebbe potuto voler giocare se non lui? Queste domande retoriche.
-Sentiamo.- lo invito a continuare.
-Allora noi a turno ti faremo delle domande e ovviamente te dovrai rispondere a tutte.-.
-E se sono imbarazzanti o cose alle quali non voglio rispondere?-.
-Paghi penitenza.-.
-Siete sicuri di avere vent’anni?-.
-Ahahah sisi, però non ci capita spesso di poterci divertire con altre persone e non possiamo uscire. Quindi i giochi da fare sono sempre quelli. Inoltre è il modo in cui abbiamo cominciato a conoscerci tra noi ragazzi.-.
-Oh capito, avete ragione…Ed io non faccio mai domande?-.
-Ovvio che no!-.
-Ed il motivo sarebbe?-.
-Che tu già conosci praticamente tutto di noi.-.
-Non è una scusa sufficiente. Per quanto ne so potrebbero essere tutte frottole quelle scritte sui giornali.- provo a metterlo in difficoltà.
-Ma non farmi ridere! Sono tutte cose vere, quindi ci conosci già bene.-.
-Okay, rinuncio…Almeno per ora.-.
-Chi comincia?- chiede euforico Louis.
-Bene, visto che non parte nessuno lo faccio io!- aggiunge dopo due secondi. I ragazzi si guardano con rassegnazione.
-Allora…cosa potrei chiederti? Perché sei venuto al concerto?-.
-Per portare mia sorella, semplice.-.
-E caso strano sei un directioner boy?- chiede Liam, diventando il secondo della lista.
-Uff! Okay! Volevo tanto venire da solo, ma me ne vergognavo e ho usato l’espediente di mia sorella per venire.-ammetto.
-Perché te ne vergogni?-. 
Ecco che il bronzo se lo prende Harry.
-Non è facile ammettere di amare gli One Direction quando si è un ragazzo diciassettenne. La gente sa solo criticare, ma penso questo lo sappiate.-.
Mi guardano comprensivi.
-Da quanto tempo sai cantare?- continua Niall.
-Tre anni!-.
-Perché hai cominciato?- finisce il giro Zayn.
-Ho iniziato dopo aver visto voi ad Xfactor.-.
I turni si ripetono.
-Suoni qualche strumento?-
-Il pianoforte da sette anni.-.
Vedo Niall contento per l’ultima risposta.
-Qualcuno sa dei tuoi gusti musicali?-.
-Due persone.-.
-Chi?-.
-Il mio migliore amico e la mia migliore amica.-.
-Fan anche loro?-.
-Nessuno dei due, ma non giudicano e accettano i gusti di tutti.-.
-Perché parli così fluentemente inglese?-.
-L’anno scorso ho frequentato la scuola in America, a Seattle, per imparare bene la lingua.-.
-Il motivo per il quale lo hai fatto?-.
-E’ la lingua più parlata al mondo e, poi, speravo di ritrovarmi in una situazione del genere. Non in queste circostanze, ma simili.-. 
Mi sento sempre più a mio agio.
-E adesso quale è il tuo sogno?-.
-Non lo so… Difficile dirlo quando se ne sta avverando uno, no?-.
-Significhiamo così tanto per te?-.
-Significate tanto per tutti.-.
-Che cosa ti piace di noi?-.
-Che vi divertite sul palco.-.
-Che intendi? Spiegati meglio.-.
-Non volete mostrare qualcosa che non c’è. Voi vi comportate come fareste tra amici ed è una cosa ammirevole, davvero! Ho sempre voluto
conoscervi davvero per vedere come foste, ma allo stesso tempo avevo paura. Poi, della vostra musica, non ne parliamo nemmeno. Quella come avrete notato mi piace abbastanza…-. Rido.

-Cosa temevi?-.
-Di incontrarvi e scoprire che eravate totalmente diversi dall’immagine che i Media danno di voi.-.
-E ora cosa pensi?-.
-Che sono stato stupido anche solo a pensarlo…-.
-Bene, siamo contenti di ciò! Chi è il tuo preferito?-.
-Eh no, a questo non rispondo!-.
-Però ammetti che ce ne sia uno?-.
-E’ impossibile che non ci sia…-.
-Penitenzaa!- urla Louis.
Ecco, mi ero dimenticato di questo particolare. Accidenti a me! Porco castoro!
-Cosa devo fare? Per favore siate clementi.-. Provo ad intenerirli con uno sguardo dolce, ma non funziona, anzi, forse peggiora la situazione.
-Devi andare da Paul e chiedergli quante volte si fa la barba alla settimana.-.
Lo guardo storto.
-Ma Louis sono le due di notte!-.
-Niente discussioni!- interviene Styles in difesa dell’amico-
-Uffa, va bene!-.
Detto ciò mi avvio verso la porta, ma poi mi sale una domanda e mi volto.
-Terza porta a sinistra.- mi dice Niall, avendo intuito il mio dubbio.
-Ah, grazie.-
Esco dalla stanza. Arrivo alla mia meta e busso tre volte. Dopo un po’ Paul mi apre.
-E tu chi sei?-
-Mmm…-.
-Ah sei il ragazzo che ha cantato oggi con i ragazzi.-.
-Esatto.-.
-Cosa vuoi a quest’ora?-.
Sembra calmo, anche se stanco. Come biasimarlo?
-Volevo sapere una cosa. Quante volte ti fai la barba alla settimana, perché hai la pelle così liscia…-.
Credo di stare per sprofondare per l’imbarazzo. L’ho detto davvero? Lui mi guarda stranito, poi si volta verso la camera dalla quale sono uscito e nota
cinque volti intenti ad ascoltare la nostra conversazione.

-Louisssss!- grida la guardia del corpo, dirigendosi verso l’oggetto della sua ira.
Arriva in camera, lo prende in braccio ed entra in bagno? In bagno?
Apre la doccia e ci butta dentro Tomlinson. Mamma mia quanto sto ridendo.
-Ehi ma che centravo io? Mi hai bagnato fradicio!-
-Cosa centri? Fammi star zitto che è meglio. Torno a dormire e vedi di non fare più giochetti stupidi o di costringere gli altri a farli per te.-.
Detto questo Paul esce dalla stanza e noi cominciamo a prendere in giro Mr. Penitenza per la figuraccia che ha fatto.
-Però devo ammette che vi conosce proprio bene quell’uomo!- affermo io tra una risata e l’altra.
-Beh è normale, è semper con noi! Ormai quasi lo consideriamo un padre. E’ lui che ci tiene a bada.- mi risponde Zayn.
E’ vero. Ogni tanto dimentico che questi ragazzi sono in giro per il mondo da quando avevano diciassette anni. Per molti aspetti non deve essere stato
affatto semplice. 

Ci rimettiamo nella posizione di prima e riprendiamo da dove ci eravamo fermati. Ma poiché ci siamo dimenticati a chi tocca, decidiamo di far cominciare Liam.
-Sei fidanzato?-.
Oh, stiamo andando nel personale.
-No, lo ero fino a due settimane fa, ma lei mi ha tradito ed ovviamente è finita là.-.
-Oh scusa, non volevo essere indelicato.- si scusa Payne.
-Ma no! Tranquillo! Non era amore e ne parlo senza problemi. Non preoccuparti.-.
-Cosa fanno i tuoi genitori?- continua, come le regole volevano, Harry.
-Mia mamma è medico generale e mio padre pompiere.-.
Guardo Liam, sapendo della sua passione per i lavori che consistono nel salvare la vita a qualcuno.
-Come si chiamano?-.
-Lei Rebecca e lui Leonardo.-.
Il gioco continua così ancora per ore e talvolta si scende di più sul personale, ma niente a cui non posso rispondere. Alla fine mi danno l’opportunità di porre loro cinque domande, una a testa, ma decido di non farle. Magari un’altra volta. Adesso siamo tutti troppo stanchi. 
Prima di prendere posto ognuno nella propria camera mi chiedono se sono occupato il giorno dopo. Ovviamente rispondo che sono libero e accetto
ben volentieri di portarli in giro per Milano per far loro conoscere la città e assaporare un po’ d’Italia. E poi, diciamocelo, anche avessi avuto da fare, avrei cancellato ogni impegno! E così, contento, mi metto a dormire in quel letto non mio, in una stanza d’hotel dove di mio ci sono solo i vestiti. E mi addormento con la consapevolezza di non poter sognare quella notte, poiché il mio sogno lo sto vivendo con gli occhi aperti.

 

Angolo autore:

O mamma vi giuro che è stata una fatica enorme scrivere quei dialoghi! Santo cielo! Spero vi piaccia questo capitolo e con lui tutta la storia. Mi fa piacere se recensite e/o mi contattate privatamente per darmi consigli e opinioni. Significa davvero molto.
Auguro a tutti/e una buona notte!

Fede :)

 

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Capitolo 7
*** Everything ***


Un raggio di sole entra dalla finestra e mi colpisce, svegliandomi. Finalmente apro gli occhi e ricomincio a sognare. Mentre mi sto abituando alla luce, scorgo un biglietto sul comodino. 

" Ehi bro! Siamo andati a fare una corsetta con il nostra personal trainer! Torniamo alle 12.30 per pranzare e poi usciamo! 
1D x"

Potrei abituarmi a ricevere avviso di questo tipo o, sopratutto, da queste persone. Guardo l'orologio. Oh, bene sono solo le 11.30, almeno posso ritagliarmi un po' di tempo per me. Afferro il telefono e noto di non aver ricevuto messaggi. Beh, credo sia normale, sicuramente Robe e Rache mi scriveranno oggi pomeriggio, ora staranno dormendo. Decido di chiamare mamma, che, dopo quattro squilli, risponde.
-Tesorooo! Tutto bene?-. Si deve essere svegliata contenta stamattina.
-Ehi mamma! Beh, si, direi che meglio di così non potrebbe andare!-.
-Sono così orgogliosa di te! Lo sapevo che avresti fatto un concerto un giorno.-.
-Mamma ho cantato solo qualche canzone...-.
-Non fare il modesto Fede, dai! E poi hai conosciuto i tuoi idoli!-.
-Non puoi capire l'emozione! Sono fantastici!-.
-Immagino amore, immagino! Rimani con loro anche oggi?-.
-Si! Mi hanno chiesto se posso portarli a vedere Milano! Ovviamente ho accettato!-.
-Hai fatto bene, senz'altro! Quando ti capita più?-.
-Vero e poi sono così semplici, non sono dei ragazzi montati! Spero davvero di riuscire a costruire con loro un qualche tipo di rapporto...-.
-Fede lo spero tanto per te, però non rimanere male se il sogno finisce, ok? Sei già uno dei ragazzi più fortunati.-.
-Lo so mamma, tranquilla! Mi accontenterò di quello che ho avuto, che di certo non è poco!-.
-Bravo, ora devo uscire a fare delle commissioni con Martina. Non mi far stare in pensiero!-.
-Certo! Ciao!- dico contento, terminando subito dopo la chiamata.
Cosa è che pensavo prima? Che sarebbe stata l'estate più bella di sempre per il concerto? E ora come la devo definire? Non credo esista una  parola tale  in italiano, forse dovrei crearla io... Non credo di esserne capace. Ad un tratto qualcuno entra nella stanza.
-Ehi Fede, sei qua?-.
Oh! È Niall! Non me l'aspettavo, è preso ancora...!
-Sisi eccomi!- esclamo uscendo dal bagno vestito e pronto per una giornata più che interessante.
-Bene, ti vedo in forma oggi!-.
-Chissà perchè...-.
-Che intendi?- chiede lui perplesso.
-Ahahaha nulla nulla!- dico io ridendo.
-Gli altri dove sono?- aggiungo.
-Arrivano tra un po' perchè, in realtà, l'allenamento non sarebbe ancora finito, ma io sono troppo pigro per fare tutta questa attività sportiva!-.
Inizio a ridere come uno stupido immaginandomi il biondino su un tapis roulant che corre per raggiungere una pizza attaccata all'apparecchio con una canna da pesca. L'ho sempre detto che guardo troppi cartoni animati io... Ma questo ragazzo è troppo simile a me!
-Non ridere dai! Poi ci rimango male eh! Comunque ti sono venuto a dire che se vuoi puoi venire in camera mia per stare un po' insieme mentre mi preparo per uscire dopo!-.
-Ah si! Perfetto! Andiamo.-.
Detto ciò usciamo dalla stanza per entrare dopo tre secondi in quella di Horan. Santo cielo che disordine. 
-Ordinato il ragazzo...- sussurro sperando non mi senta.
-Cosa hai detto?-.
-Niente Niente!- affermo scuotendo le mani per fare maggio veridicità alle mie parole.
-Guarda che ho sentito eh! Cosa pensavi!? Ahahah-.
Ma perchè non uso l'italiano quando voglio che non capiscano? Che stupido, non ci potevo pensare prima? Mentre sono assorto nei miei ragionamenti filosofici mi sento sbattere qualcosa in viso. Un cuscino. 
-Cosa hai osato fare finto biondo?- lo provoco con pochi risultati visto che si mette a ridere per il mio tentativo. 
-Non ti avevo visto scusa.- mi dice ironico.
-Si, ed io sono Justin Bieber. Piacere?- ricambio.
-Ehi cosa hai contro Bizzle?-.
-Niente, ma per favore non chiamarlo così se non mi vuoi far morire! È troppo ridicolo quel nome!-.
-Mmm... Su questo non posso farti torto!-.
-Bene, ho vinto-.
-Spera spera.-. 
Detto ciò inizia a spogliarsi, rimanendo nudo. Ma davvero? Io sono talmente timido che nemmeno i miei genitori o Robe mi hanno visto nudo e lui si sveste con così tanta naturalezza?! Credevo fosse Harry quello con comportamenti nudisti.
-Oh scusa! Mi sono comportato male! Magari ti ho messo a disagio.- si scusa lui, capendo di avermi colto di sorpresa.
-Nono tranquillo! Solo che mi sorprende tutta questa confidenza, io sono decisamente più timido sotto questo punto di vista.- gli spiego.
-Ah capisco! Sai, all'inizio lo eravamo anche noi! Poi però abbiamo cominciato a viaggiare il mondo insieme, a vivere tutte le esperienze in gruppo e, quindi, siamo diventati come dei fratelli. E così, pian piano ogni strato di timidezza è andato via, senza considerare il fatto che molto dicono che sentirsi a proprio agio con la nudità aiuta anche a relazionarsi con le persone! Non mi chiedere il motivo che non lo so!-.
Mamma mia che romanzo! Non mi aspettavo tutto questo discorso. 
-Hai ragione, lo capisco...- dico io con ancora qualche incertezza nel tono.
-E poi tra amici non c'è nulla di male, no?-.
Entra in bagno e chiude la porta. Immediatamente sento l'acqua iniziare a scorrere.
Amici? Lo ha detto seriamente? Non può essere vero...! Quante notti e quanto sogni avrò fatto immaginandomi di essere chiamato così da loro? Davvero mi considerano tale? È possibile? Senza che me ne accorga inizio a piangere silenziosamente.  Non sento più il rumore della doccia. Torna nella stanza da letto, questa volta vestito.
-Ehi cosa hai? Ho detto qualcosa che non va? Se è così mi dispiace, davvero! Non avevo di sicuro queste intenzioni!- mi chiede Niall dispiaciuto.
-Oh no! Davvero scusami! Queste sono lacrime di gioia...-.
-Per cosa esattamente?-.
-Hai fatto intendere che siamo amici.- ammetto imbarazzato. Forse sono più che altro spaventato. E se me lo sono immaginato? Magari si rimangerà le sue stesse parole!
-Perchè non lo siamo forse?-.
-Ma ci conosciamo solo da ieri!-.
-Fede abbiamo venti anni...-.
-Io diciotto prego.- lo interrompo io.
-È lo stesso! Non c'è bisogno di chissà quanto tempo per diventare amici! Credo ti questo lo sappia. A quest'età più che la durata conta l'intensità del tempo passato insieme! È vero ci siamo incontrato solo ieri, ma abbiamo fatto mezzo concerto insieme ed hai passato la notte con noi. Fidati, questo per me ed i ragazzi è più che sufficiente.-.
Gli faccio in gran sorriso e lo abbraccio, perchè è l'unica cosa che mi sento di fare. Lui ricambia e mi dà un colpetto sulla spalla con fare affettuoso.
-Aspetta, una cosa!- rompo il silenzio.
-Dimmi!-.
-Voglio che sappiate che rimarrete sempre e comunque i miei idoli!-.
Lui mi sorride a trentadue denti. Accidenti, a lui quelli del giudizio sono spuntati! 
Ad un tratto sentiamo una gran confusione in corridoio. Usciamo e troviamo i ragazzi intenti a parlare del più e del meno. Possibile che quattro persone sembrino una mandria di gnu inferociti?
No, per favore, meglio non pensare agli gnu! Poi mi viene da pensare al Re Leone e alla morte di Mufasa e mi rattristo. Sono scemo? No, sono semplicemente un diciottenne che ama i cinquantatré classici Disney. 
-Oh eccovi qua, vi stavamo cercando!- urla Harry, appena ci vede.
Io inarco un sopracciglio, scettico. Dubito fortemente che si stessero preoccupando per dove ci trovassimo. Sembravano fare tutt'altro. 
-Ehi Harry, vedo che ti sei rimesso in forma!- rispondo.
-Oh sisi! Più sano di un pesce! Stasera canterò senza problemi!- dice entusiasta, soddisfatto della sua situazione fisica.
-Oddio il concerto! Me ne ero dimenticato! A che ora dovete essere a San Siro?-.
-Verso le sette, infatti pensavamo di uscire subito verso le tre per avere più tempo possibile!- Mk risponde Louis.
-Oh si, è perfetto! Almeno riesco a tornare a casa per cena!-.
-Tu cosa?- interviene Daddy.
-Vado a mangiare a casa!-.
-No caro, tu vieni con noi al concerto! Ieri te lo abbiamo rovinato e, quindi, stasera rimediamo.-
-Se questo è il vostro concetto di rovinare non immagino quale sia quello di migliorare...-.Loro scoppiano a ridere.
Ci diamo appuntamento nella sala da pranzo tra dieci minuti e ci dividiamo per sistemarci un attimo, ognuno nelle proprie camere. Quando scendo li trovo già tutti al tavolo, mi siedo e noto che mi guardano sorridenti.

-Che state facendo?- domando intimorito.
-Niall ci ha detto della vostra conversazione e volevamo dirti che sei davvero amico nostro.- mi spiega Liam con molta semplicità, come se mi avesse appena detto che ha comprato il latte alla Coop.
-Ragazzi, davvero, grazie! Siete fantastici.-.
Si alzano e mi abbracciano tutti insieme. Sono circondato dai miei cinque idoli, dai miei cinque nuovi amici. Non sapevo di essere morto e di aver già raggiunto il paradiso! Pensavo di dover passare prima dal purgatorio... Ma pensa te!
Durante il pranzo parliamo, scherziamo ed illustro loro il mio progetto per il pomeriggio: Duomo e negozi. Alla fine dire Milano è dire negozi, no? 


Sono all'entrata dell'hotel perchè sto aspettando i ragazzi, ma questi non sembrano voler scendere. Prendo il cellulare e noto di avere due messaggi.

Rache:" tu non devi raccontare nulla, vero?"
Robe:" No Rache, cosa pensi debba raccontare?"
Io:"... Cosa sapete?"
Rache:"TUTTO!!"
Robe:"Everything."
Rache:" No Robe, non scrivere in inglese, che già lo avrai sentito troppo! Ahahahah! A parte gli scherzi siamo davvero contenti per te, veramente tanto!"
Robe:" Ahahahah, è vero, non ci avevo pensato! Comunque te lo meriti bro! Hai spaccato di brutto ieri sera ;)"
Io:" :') Ragazzi, sapere quanto sia importante per me il vostro appoggio, grazie!"
Rache:" È il minimo Fede! Che noia però! Voglio conoscere anche io Michele!"

Oddio lei e Michele! Da quando ha vinto Xfactor7 non sento parlare di altro. "La vita e la felicità" è diventata un'ossessione!

Robe:"Altro che Micky! Io vorrei ma la Cyrus!"

Sorvoliamo sui motivi per i quali vorrebbe conoscere Miley. Dubito fortemente che la sua intenzione sia quella di giocare a carte. 

Io:"Aspettate un attimo... Ma voi come fate a sapere tutte queste cose?"

Giusto, io non avevo detto nulla! Mia madre? Mia sorella?

Rache:" Mistero Fede, mistero! Lo scoprirai prima o poi, ma penso più prima che poi! Ciao ciao! Baci xx"
Robe:" Ben detto! Ciao bro! Ci si vede!"
Io:" Ehi! Rispondete! Dai!"

Mando l'ultimo messaggio puramente perchè mi viene d'istinto. So benissimo che non mi diranno nulla. Pace. A me che importa? Mi volto e vedo  cinque figure coperte da cappuccio e occhiali da sole. Ah, giusto. Loro sono famosi.
-Oddio quanto siete buffi!-dico mente mi avvicino a loro.
-Guarda, sorvoliamo! Ci obbligano ad uscire così tutte le volte! Ed in realtà è anche inutile!- si lamenta Harry. 
-Non fare il permaloso Styles! Andiamo, che già siete in ritardo!- li sgrido io.
Così cominciamo a camminare e arriviamo in centro. Per ora sembra filare tutto liscio, tranne per qualcuno che riconosce i One Direction e chiede un autografo o una foto o entrambi.
Ma il bello arriva alla Rinascente. Stiamo proprio per entrare nel grande magazzino, quando una bambina mi afferra un braccio.
-Dimmi.-.
-Mi fai un autografo?- mi domanda lei.
Un autografo? Io? Ma non è che si è confusa? Oddio, che cosa strana!
-Ma perchè?-.
-Voglio il tuo e quello di tutti i ragazzi dietro di te.- spiega lei convinta.
Se ci tiene... Afferro la penna e scrivo sul foglio "Fede :)", gli altri firmano come ormai sono abituati a fare da tre anni. La ragazza è contenta, ci ringrazia e si allontana. Ma prima di scomparire tra la folla si guarda indietro.
-Io sono una grande fan dei One Direction è la tua prima fan! Io credo in te!- mi grida, prima di rendersi invisibile tra le altre persone. 
Avendo urlato questa frase veniamo sommersi da una quantità di gente paurosa ed io mi allontano un po', aspettando che i ragazzi finiscano.
Quando ciò avviene mi raggiungono, ma, prima di catturare la mia attenzione, devono schioccare le dita un paio di volte.
-Che hai?- chiede Zayn.
-Nulla...- rispondo.
-Stai pensando alle parole di quella fan, vero?- continua Niall.
Tombola.
-Già...Voi ci avete capito qualcosa?-
-Hai Twitter?-domanda Harry.
-Si...Ma che c'entra?-.
-Scommetto che non lo hai aperto da ieri! Entraci!- mi ordina Louis.
Lo faccio. I ragazzi stanno aspettando. Oltre a notare che tutti e cinque mi stanno seguendo, scopro che il mio numero di follower è salito a 305.000! O Santa Madonna! Ma se fino a ieri ne avevo solo 270! Inizio a guardare tra i tweets e ne trovo molto che mi riguardano. Mi chiedono cosa ci facevo al posto di Harry al concerto, se lui sta bene, chi sono io, se voglio rovinare la band e tante altre cose. È pazzesco.
Alzo lo sguardo e incontro quello dei miei nuovi amici. Mi piace chiamarli così!
-Io... Non ci credo! Ma... Come?-.
-È così il mondo dello spettacolo, non puoi sperare di farla franca dopo uno scoop come quello di ieri sera- spiega Liam.
-Pensavamo tu lo sapessi...- aggiunge.
-Cosa esattamente?- chiedo, ingenuo.
-Che la tua vita non sarebbe stata più la stessa.- conclude Niall.

 

 

Angolo autore:
Ed eccoci con un nuovo capitolo. Si sta facendo interessante la situazione eh? Tanto per la cronaca non ho niente contro Michele Bravi, sia chiaro! Come sempre spero possa essere di vostro gradimento e spero recensiste o che, comunque, vi facciate sentire! A presto!

Fede :)

 

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Capitolo 8
*** Scintilla ***


La mia vita sarebbe cambiata. Sarebbe la mia vita cambiata. Cambiata la mia vita sarebbe. Vita cambiata sarebbe mia. Ok, credo di aver capito bene. Ma non è possibile! Ho solo cantato qualche canzone in un concerto, a San Siro, dei One Direction, la boy band più famosa al mondo. 
Ok…Forse non è così improbabile.
-Ci dispiace…Avremmo dovuto avvisarti delle possibile, se non certe, conseguenze-  interrompe il mio flusso di pensieri Zayn.
-No ragazzi, tranquilli! Non importa, non è così grave!-.
-Oh bene!Perché non lo spieghi a quella folla di ragazzine che ci stanno puntando come io fisso un dolce?- interviene Niall.
Mi sporgo un po’ di lato per vedere meglio e, forse, il paragone di Horan non è così strampalato.
-3…2…- comincia Liam.
-Cosa?- chiedo io, ingenuo.
Non faccio in tempo a chiedere che capisco. Allora perché ho fatto una domanda così stupida? Mmm…forse la mia bocca è andata più veloce del mio pensiero. Già, deve essere così! A proposito di velocità e cose varie, mi rendo conto solo ora che abbiamo cominciato a correre come dei pazzi. In realtà sono i ragazzi a correre, io arranco come un vecchietto. Non sono abituato a questo genere di stress. Sono talmente distratto che non mi accorgo che ci stiamo dirigendo verso il così detto “quadrilatero della moda”.
-Ragazzi,fermatevi!- urlo di colpo.
Oddio, che bello. Mi sento così autoritario.
-Fede, qual è il problema?- chiedono quasi insieme.
-Beh, in luogo in cui stiamo andando non è proprio il massimo per passare inosservati! Meglio cambiare direzione!- li avverto, parlando molto velocemente.
-Oh! Allora dove andiamo?- chiede Harry.
Bella domanda. Fatemi pensare. L’Hotel non è troppo lontano, però chissà quante fans sono fuori ad aspettare. Rischiamo di venir sommersi. C’è un’unica soluzione.
-Andiamo a casa mia, veloci!- rispondo, risolvendo il problema e lasciandoli sorpresi per qualche secondo.
-Perfetto!- urla Niall.
La corsa ricomincia, ma piano piano si attenua fino a diventare una camminata più veloce delle altre. Intanto mi viene da ridere, dato che qualche signore ci ha insultato dandoci dei vandali solo perché ci muovevamo abbastanza veloce tra la folla, spaventando le persone e, ovviamente, i fantastici cinque non hanno capito una virgola. Bene, adesso mi hanno dato anche del teppista insieme ai One Direction. Posso dire di averle viste tutte, o quasi. Finalmente arriviamo a destinazione.
-Tranquilli, in casa non c’è nessuno, se non il mio cane, quindi fate come se foste a casa vostra!-.
-Oh, grazie Fede! Ancora una volta ci stai salvando.-mi dice Louis.
-Tra amici si fa così, no?- li zittisco, provocando il sorriso sui loro volti.
Entriamo e il mio animale domestico inizia a farmi le feste, ma subito dopo viene attratto da Zayn, il quale ne sembra più che onorato.
-Ehi Malik, non sapevo di questa tua passione per i cani!-.
-Ahahah vero, non l’ho ancora dichiarato a qualche giornale.-
-Come si chiama questo tesoro?- aggiunge.
-Beavy.- dico io convinto.
Mi rendo conto che mi stanno guardando male. Non ne capisco il motivo…
-Sai vero che sembra il diminutivo di Beaver?- chiede cauto Niall.
-Esatto… che c’è di male?-.
-Fede, vuol dire castoro…-.
-Ehi, non offendere i castori! Io li adoro. Sono dolci e grassotti.- affermo con convinzione.
Mi prendono un po’ per pazzo, ma poi scoppiano a ridere. Questo è uno degli aspetti più belli di loro: non giudicano. Prendono la vita per uno scherzo. E’ ammirevole. Mi dirigo un attimo in bagno per sciacquarmi il viso e, quando torno, mi rendo conto che i miei ospiti hanno preso alla lettera il mio consiglio. Niall è in cucina a mangiare le mie merendine Kinder, Louis e Liam sono intenti a guardare la televisione senza capirci nulla, Harry e Zayn girovagano per casa. Beh sono contento che siano a loro agio, è positivo.
Ad un tratto mi viene incontro Louis.
-Fede ho trovato il tuo ipod!-.
-Ah si! Usalo pure, non ti preoccupare!- rispondo, pensando mi volesse chiedere il permesso.
-In realtà ti volevo chiedere dove sono le nostre canzoni! Non le trovo!-.
Ah! Ora ho capito! Ma davvero vuole ascoltare le loro canzoni? Già le sente tutti i giorni…
-Devi andare sulla playlist con il nome “Alternative”!- ammetto imbarazzato.
-Alternative?!-.
Ahahah, l’ho spiazzato.
-Certo! Doveva essere una cartella con il nome poco invitante! Ve l’ho già spiegato durante le vostre interviste notturne di ieri sera.- dico ovvio.
-Ah giusto, me ne ero dimenticato…-.
Che tonto!
-Ragazzi la fareste una foto con me?- domandi, timido.
-Oh si! Che bella idea, non ci avevamo pensato!-.
Posizioniamo il telefono sul cassettone, ci mettiamo in posa e aspettiamo finché non sentiamo il suono, che ci avvisa che siamo riusciti nel nostro intento. Prendo l’iphone, la guardo e scoppio a ridere. Mi rendo conto solo ora che ero l’unico serio, infatti gli altri avevano tutti facce stranissime. Oddio, quanto sono buffi! Sono così spontanei, che sembra impossibile. Invio anche a loro la foto ed io la metto come screen del telefono e capisco che quell’iphone ha acquistato in un secondo anche un importante valore affettivo.
Passiamo tutto il pomeriggio in casa. Scherziamo, giochiamo e cantiamo alcune canzoni, prendendo i testi da internet. In poche parole, continuiamo a conoscerci. Quando comincia ad essere tardi avvisiamo Paul, che ci viene a prendere immediatamente e ci dirigiamo verso lo stadio per la seconda volta. 
 
Adesso capisco perché le star devono essere sul luogo del concerto molto prima dell’evento. Un intero staff di make-up e roba simile sta addosso ai 1D da più di quaranta minuti ormai. Che ansia! Beh, almeno per i vestiti non dovrebbe essere un gran problema, dato che hanno deciso di vestirsi durante il Tour con i colori delle bandiere dei paesi che visitano. Le mie aspettative non vengono deluse quando li vedo uscire dal camerino completamente coperti di bianco, rosso e verde. Non sono male, in fondo… proprio in fondo, però! 
Siamo intenti a chiacchierare del più e del meno prima che lo show inizi, quando qualcuno alle mie spalle finge di tossire.
-Amoree!- urla Louis, che mi scavalca e corre ad abbracciare la ragazza.
-Sapevo che ti avrebbe fatto piacere!- risponde lei.
Finalmente riesco a vederla meglio. E’ Eleanor, la ragazza di Tomlinson! Caspita se è bella! Mostra lineamenti ben delineati e, almeno in apparenza, sembra essere molto “acqua e sapone”. Forse è una di quelle persone che capisce meglio come mi posso sentire adesso. Alla fine lei è una commessa/modella di Hollister, che ad un tratto si è fidanzata con uno dei cantanti più conosciuti al mondo. Suppongo sia stato shoccante sotto qualche punto di vista, anche se direi che si è ripresa piuttosto bene. 
La nuova arrivata saluta affettuosamente tutti i componenti del gruppo, poi arriva a me.
-Ciaoo, sono Eleanor! Ma chiamami Ele senza problemi!- mi saluta piena d’energia.
-Ah ok! Comunque ciao! So bene chi sei, sai? Io, invece, sono Federico.- dico mentre le sorrido amichevole.
-Ahahah, beh, so anche io chi sei.-risponde lei vaga.
-Ah i ragazzi ti avevano già detto del nostro fortuito incontro?- le chiedo ipotizzando una teoria.
-Nono! Loro non mi hanno detto nulla, ho sentito parlare del concerto di ieri a Londra.-.
Mi sento svenire. Cosa ha detto. Londra? Inizio a pensare che la visita da amplifon sia necessaria…
-Scusa quale Londra?-.
-…Quante Londra conosci, scusa? Intendo la capitale del Regno Unito, hai presente? A nord della Francia?- cerca di farmi capire lei.
-Oddio, sei seria?-.
-Si…Ma non capisco! Qual è il problema?-.
-Si parla di me a Londra?!-.
Mi sta per venire un attacco isterico.
-Ah, ora ho capito! Le notizie viaggiano in fretta e questo scoop non sarebbe mai passato inosservato!-.
-Vero…Solo non pensavo la notizia si diffondesse così rapidamente in Europa.- affermo io, dopo aver ritrovato il lume della ragione. Dovrei comprare una di quelle lampadine a neon, quelle che ho ora non funzionano molto bene… Il mio cervello va in blackout troppo spesso ultimamente. Finito questo colloquio quasi privato, torniamo a parlare tutti insieme e la ragazza ci spiega di aver voluto fare una sorpresa a Louis. Quest’ultimo è piacevolmente colpito e si vede da un chilometro che si vogliono davvero bene. Del resto come potrebbe essere altrimenti, dopo che sono riusciti a portare avanti una relazione, di sicuro non facile, per un sacco di tempo? Spero per loro che continuino così. 
Il tempo però è scaduto ed i ragazzi devono salire sul palco. Io ed Eleaonor prendiamo i nostri posti in prima fila e cominciamo a goderci lo spettacolo. Nel mentre ne approfittiamo e parliamo anche un po’, scoprendo di starci reciprocamente simpatici. E’ una ragazza in gamba e per niente superficiale. Mi devo ricordare di dire a Louis di tenersela stretta se non vuole che qualcuno gliela porti via.
 
-Allora gente, siamo a fine serata e ne vogliamo approfittare per rispondere a qualche vostra domanda, che abbiamo trovato su Twitter!- urla Liam al microfono, dando vita ad un movimento rivoluzionario tra il pubblico. Qui la gente non ha rispetto per chi ha problemi d’udito! Che maleducazione, questi ragazzi di oggi!
Ad un tratto sento, per l’ennesima volta, quello che avrei preferito non sentire.
-"Chi è il ragazzo di ieri?” Questa è l’ultima domanda!- avvisa Harry.
-Oddio non è facile rispondere, sarebbe molto, troppo complicato, non credete?- chiede Zayn. 
Lo sentivo! Immaginavo che qualcuno avrebbe posto una domanda di questo genere. Ora voglio proprio vedere come intendono risolvere la situazione.
-Visto che non non sappiamo rispondere, perché non chiedere a lui?- inizia Liam.
Infarto numero uno.
-Magari cantandoci qualcosa?- continua Niall.
Infarto numero due. Ma sono pazzi? Io li uccido tutti e cinque! Uno lo annego, uno lo soffoco, uno lo brucio, uno lo sotterro e l’altro? Al diavolo! Userò la quinta essenza.
-Ehi Fede, non vai?- mi incita Eleanor.
Facile per lei.
-Sisi…- rispondo io, incerto.
Salgo sul palco e Liam mi viene incontro.
-Dopo facciamo i conti, lo sapete vero?- lo minaccio.
-Ahahaha, ma smettila! Pensa a cantare, che sei da solo!-.
Detto questo si allontana. Da solo? Perché loro no? La base musicale parte e riconosco subito la canzone: “The Sparks” di Afrojack. Come facevano a sapere che la so a memoria? Ah. Giusto. Oggi pomeriggio. Ecco perché volevano a cantare a tutti i costi e volevano dare un’occhiata al mio ipod. Sono troppo ingenuo. No, aspetta, forse sono loro troppo perfidi? Ormai son qui.
 
A little bit of misfit dancing 
A little bit of jojo dancing 
A little bit of thoughts of mine coming out the mind of this midnight rambler 

I can’t wait til these tunes of mine get me out of this local jam 
Let’s get up up on that big stage now 
Show the world just who the heck I am 
 
Ora capisco. Non è una canzone scelta a caso. Mi stanno dando la possibilità di esprimermi. Vogliono che mostri al mondo chi sono.
 
Ever thank you if it all goes right 
You got something that could change your life 
Use that moment just to show your life 
Everything is gonna be alright…. 

Clashing through the stars, alright 
I’m screaming til the stars collide 
I’m tellin everybody, that’s right 
We all got the spark, we all got the spark tonight 

Takin back the way we are 
‘Cause that’s just the way we are 
I’m crashing through the dark, we’re alright 
We all got the spark, we all got the spark tonight 
 
Io ce l’ho questa scintilla?
 
They say if you look around for something hard enough and you just might find it 
And there’s some around who wanna keep you down but Shawty don’t be blinded 
Hey! Push back doin and you do all that, this summer drum scene 
Time to time you stay upside down 
Show these people what you really mean 

Everything that you could lose your mind 
Could it be the big dream you’ll find 
No more waiting cuz it’s almost time 
Everything is gonna be alright…. 

Clashing through the stars, alright 
I’m screaming til the stars collide 
I’m tellin everybody, that’s right 
We all got the spark, we all got the spark tonight 

Takin back the way we are 
‘Cause that’s just the way we are 
I’m crashing through the dark, we’re alright 
We all got the spark, we all got the spark tonight 

I’mma feel this forever 
Or ever if it’s just tonight 
And we could see the world is great 
Even when I close my eyes 
Tell me keep myself from falling 
Tryna get this the life 
I gotta do this more often 
Well, well maybe tonight 

Clashing through the stars, alright 
I’m screaming til the stars collide 
I’m tellin everybody, that’s right 
We all got the spark, we all got the spark tonight 

Takin back the way we are 
‘Cause that’s just the way we are 
I’m crashing through the dark, we’re alright 
We all got the spark, we all got the spark tonight 
 
Finisco di cantare quasi senza fiato, però credo di aver fatto centro. Il pubblico mi sembra soddisfatto. Ed io? Sì, direi di si.
Non faccio nemmeno in tempo a salutare che intervengono i ragazzi che lo fanno al posto mio, annunciando anche che il concerto è finito, e mi trascinano dietro le quinte. Ovviamente ci raggiunge anche Ele.
-Non mi dovete spiegare niente voi? “Non trovo le nostre canzoni”, vero Louis?- comincio io. 
Non credo di averli turbati più di tanto, visto che sfoggiano il loro sorriso da copertina.
-Eddai Fede! Sei stato bravissimo, che ti importa?- chiede Harry.
-Nulla, avrei solo voluto saperlo! Avrei accettato!- dichiaro io.
-Avevamo paura del contrario e volevamo farti cantare un’altra volta a tutti i costi!- continua il riccio.
-Va bene, non importa ragazzi, davvero. Non è stato nulla di grave!-concludo io.
A dire il vero c’è qualcosa di questa storia che non mi è tanto chiaro, ma, purtroppo, io non sono Conan. Rimaniamo un po’ in silenzio, almeno fino a quando il telefono di qualcuno non lo rompe. Credo sia la suoneria dell’iphone di Malik. Sì, è così.
-Si, abbiamo appena finto.- risponde Zayn.
-Cosa?!-.
-Domani?!-.
-Sei sicuro?-.
-Okay, perfetto. Non credo ci siano problemi, tranquillo! A limite ti avvisiamo!-.
-A che ora arrivi da Londra?-.
-Capito. Allora a mezzogiorno ti veniamo a prendere!-.
-A domani!- termina la chiamata.
Non ho capito un tubo di questa conversazione. Al contrario di me i ragazzi sembrano avere tutto chiaro, in quanto si guardano comprensivi.
-Chi era?- domando io.
-Un nostro amico!- risponde Niall.
-Ah ok! E viene qui domani da Londra? Ma lo sa che siete in tour e che partite domani sera?-.
-Si lo sa, ma infatti lui viene per te.- mi zittisce Styles.


Angolo autore:
Scusate se ho aggiornato un po' in ritardo, ma in questo periodo ho un sacco di verifiche: filosofia, matematica, latino ecc..! Quindi spero siate comprensivi! Vi giuro, questo capitolo è stato un parto, visto che mi si era cancellato tutto e l'ho dovuto riscrivere da capo! Trauma. Adesso chi sarà questo amico? Mistero... 
A presto!!
Fede :)

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Capitolo 9
*** Be strong. ***


Ormai è arrivata la sera e decido di accompagnare i ragazzi in aeroporto, dove prenderanno il volo per la Germania, prossima tappa del tour. Come da manuale una folla di ragazzine con gli ormoni oltre il limite è lì ad aspettarli. Credo che dovrò farci l’abitudine prima o poi… Mi sa più poi che prima! Mi fa effetto vederli con le valige ed i borsoni intenti a partire. Mi rende triste. Perché io non sto andando con loro? Non era questo il patto? Ah giusto, devo aspettare il sei Luglio, giorno in cui i One Direction faranno il loro ultimo concerto in Italia. Canterò con loro a Torino e poi comincerà anche la mia avventura. Per ora devo sistemare delle cose qua in città e salutare per bene i miei amici.
-Beh, è ora di andare!- afferma euforico Liam, riscuotendomi dai miei pensieri.
-Oh giusto, di già…- dico in un sussurro.
Alzo lo sguardo e li trovo intenti a guardarmi sorridenti.
-Dai Fede, che vuoi che sia! Sono solo…-inizia Tomlinson.
-Centoquarantaquattro ore, lo so lo so!- concludo io.
-Ma che cazz?- continua il riccio
-Non dirmi che stai facendo il conto alla rovescia…- aggiunge.
-Noo! Ma quando mai?! Non mi permetterei mai di fare una cosa così infantile…-.
Si si, come no. Beh, almeno vuol dire che mi conoscono bene. La mia tesi viene dimostrata nel momento in cui noto cinque paia di occhi indagatori puntati su di me. 
-Sentite non rompete eh! Andate, che è meglio!- attacco.
-Ahahahah permaloso. Via, ciao!- dicono insieme.
-Ti scriveremo sicuramente in questi giorni!- mi rassicura Niall.
Detto questo li vedo allontanarsi, accompagnati dalle urla dei fans.
 
Sono contento di non essere subito partito. Ho bisogno di fare mente locale, di capire cosa mi è accaduto, cosa mi sta accadendo e, non meno importante, cosa m potrà accadere. Ad asserì sincero sono molto tranquillo riguardo all’ultimo punto. So benissimo che potrebbe entrarci il mio futuro, ma, indipendentemente da ciò che accadrà a settembre, non posso uscire sconfitto. Anzi, io la mia vittoria l’ho già ottenuta. Come faccio a ritenermi insoddisfatto dopo essere diventato amico dei miei idoli? 
Finalmente, dopo tre giorni pieni di movimento, posso riprendere tra le mani il mio computer e leggere quello che il popolo di internet ha da dire.
 
“Ragazzo italiano canta al Where We Are Tour. Chi sarà?”
 
Piacere, Federico. E poi scusate, un sacco di gente mi sta seguendo su Twitter e voi ancora non sapete il mio nome? Che giornale stupido.
 
“One Direction in crisi? Stanno cercando un sostituto per rimpiazzare uno dei membri?”
 
Sei talmente fuori strada, che oserei dire che sei caduto in un burrone.
 
“Le ragazze che appoggiano l’omosessualità dei One Direction credono che il misterioso boy possa essere una nuova fiamma. Sarà vero?”
 
Meno canne gente.
 
“Cantante esordiente? Nuovo profilo sotto l’etichetta della Syco?”
 
Ma magari!
 
“Avvistato Cowell all’aeroporto. Coincidenza?”
 
No, impossibile! Qualcuno che ha fatto un ragionamento plausibile. Quasi non ci credo. Continuo a scorrere le notizie fino a che una ottiene la mia attenzione. Non in senso positivo.
 
“La responsabile dell’hotel in cui hanno alloggiato i ragazzi è stata intervistata questa mattina. Sostiene di aver parlato con la band e di trovarla molto piacevole. A quanto sembra ha avuto una discussione anche con il ragazzo misterioso e lo descrive come assolutamente antipatico, maleducato e asociale.”
 
Ditemi che stanno scherzando. Davvero quella stupida della Regina Elisabetta mi ha insultato? Ma io la detronizzo a son di mattonate nel capo. Ma guarda te questa tizia. Roba da matti! Il cellulare vibra.
Rache:”Inizio a sentirmi importante.”
Io:”Che?”
Rache:” Scherzi?! Il mio migliore amico sta diventando famoso! Sono così orgogliosa di te, davvero!”
Io:” E pensare che non sai nemmeno tutto…”
Rache:” Cosa intendi dire?! Parla, subito!”
Io:” Beh in poche parole Cowell è venuto a Milano e mi ha offerto di seguire i ragazzi per l’estate e di esibirmi in ogni loro concerto con due canzoni.”
Rache:”…E tu me lo dici così?? Allora era vero che Cowell era qui per te!! Però non si sa ancora nulla in giro di questo tuo mini contratto…”
Io:”Simon rilascerà un’intervista domani a Londra per spiegare tutto ciò che è accaduto, smentire le ipotesi false e confermare quelle corrette!”
Rache:” Oh capito! Fede bisogna assolutamente festeggiare!”
Io:”Ahahahah va bene! Te lo concedo! Quando?”
Rache:”Stasera, ovviamente. Andiamo a cena fuori e poi ci divertiamo un po’ in giro, ci stai?”
Io: “Beh certo, anche perché poi non ti vedrò più per tanto…”
Rache: “Oddio…Hai ragione… Mi manchi di già…”
Io:” Dai, non ci pensare! Ci vediamo alle 8.00 sotto casa mia, ok?”
Rache.” Andata!”
 
Come ho fatto a trascurare un elemento così importante? E’ dannatamente vero: io non l’avrei vista per due mesi. Lei ed io siamo uguali per carattere, identici. Spesso le persone pensano che ad una certa età vada abbandonato il proprio lato bambino, ci si debba distaccare dall’infanzia. Niente di più sbagliato. Noi due ne siamo la dimostrazione vivente. Passiamo le notre giornate a guardare i classici Disney in streaming e, ogni volta, sebbene non siano cosa nuova, ci emozioniamo. E’ grazie a lei che sto per intraprendere questo mio viaggio, è grazie a lei che ho scoperto la musica ed il canto. Ci siamo sempre divertiti a correre per casa e a ballare coreografie strampalate mentre cantiamo come dei matti. E in questo modo la mia passione è nata. E’ nata come un gioco, come un mezzo per esprimersi, come un pretesto per passare il tempo insieme. Questo non deve assolutamente cambiare. Tuttavia non so come ringraziare Rache, tutto non mi sembra abbastanza. Come si fa a far capire alla persona che ti ha cambiato la vita che le sei grato? Io sono forte grazie a lei! Aspetta un secondo…Ho trovato! Le canterò proprio Strong! So che è una canzone che parla di amore, ma lei capirà senz’altro cosa intendo! Alla fine anche la nostra è una forma di amore, no? Basta, ho deciso, è perfetto! Però gliela canterò il cinque luglio, prima di salutarla. 
 
I giorni sono passati, stranamente, in fretta e mancano solo 24 ore circa al ritorno dei ragazzi in Italia. Devo ammettere che l’ansia inizia a farsi sentire. Come era previsto Simon ha spiegato tutto in questi giorni e ora tutti ne parlano. Che strano, vero? Ho deciso di passare questo pomeriggio con Roberto, visto che non lo vedo da una vita. 
 
Robe:” Vieni a casa mia.”
Io:”Ma non dovevamo uscire un po’ in centro?”
Robe:”Non ne ho voglia.”
Io:”Ok.”
 
Strano. Gli deve essere successo qualcosa. Mi spiegherà oggi.
 
Busso alla porta e la madre del mio migliore amico mi apre, salutandomi affettuosa come sempre.
-Lo trovi in camera sua!- mi dice la donna.
-Ahahah ovviamente…!-.
Salgo di corsa le scale, attraverso il corridoio e entro in camera sua. E’ sdraiato sul letto.
-Ciao!- urlo con entusiasmo.
-Ciao.- risponde lui secco.
Ma che ha?
-E’ da tanto che non ci vediamo!-.
-Già…- continua lui.
Iniziamo a raccontarci le ultime novità o, perlomeno, lui le racconta a me, visto che le mie sono di dominio pubblico. Il suo tono continua ad essere assente, cupo e triste.
-Mi dici cosa hai?- chiedo, cercando di non essere troppo impulsivo.
-Ti devo parlare…-.
-Dimmi!-.
-Ti devo chiedere un favore.-.
-Chiedimi qualunque cosa! Lo sai Robe, per il mio migliore amico qualunque cosa.- rispondo, credendo di confortarlo. Lui al contrario si irrigidisce.
-Io…non so come dirtelo…-.
-Dai! Non temere! Puoi dirmi tutto, fidati!-.
-Fede, vorrei che tu sparissi dalla mia vita.-.
Silenzio. Che ha detto? Ho sentito male.
-Non ho capito.-.
-Non voglio più essere tuo amico.- afferma con tono più che convinto.
Okay, avevo capito bene. Non serve sapere il motivo per cominciare a piangere. Non cambierà idea, lo vedo dal suo sguardo. E’ freddo, sa cosa dice. Non sta improvvisando.
-Spiegami il perché.- dico in un sussurro, la voce spezzata a metà. Non è vero. Non può esserlo. Lui è il mio fratello adottivo. Lui è una delle mie fonti di forza. 
-Non voglio avere a che fare con gente famosa ed ormai tu sei in quell’ambiente lì.-.
Ma fa sul serio?
-Ma mi prendi per il culo? Ma che cazzo dici? Adesso uno interrompe i rapporti con il proprio migliore amico perché non vuole entrare in un ambiente diverso? Non ti facevo così stupido. Mi hai sempre supportato in tutto questo tempo che sono stato rinchiuso in casa a cantare come un deficiente! Non puoi farmi questo, sei il mio migliore amico.-.
-Lo ero e, comunque, il fatto che lo possa essere per te non vuol dire che io debba pensarla allo stesso modo.- attacca acido.
Una pugnalata al cuore. E’ vero quello che dice. Non è detto che il rapporto sia reciproco. Ma sono davvero io che mi sono illuso? E’ mai possibile con tutti questi anni insieme? Ma poi un pensiero rintanato nell’angolo più oscuro della mia mente si batte per venire allo scoperto e mi illumina le idee, oscurando, però, i miei sentimenti.
-Ho capito…Il problema non sono le persone famose.-.
-Si invece…- cerca di contrattaccare, ma si rende conto anche lui di non sapere cosa dire.
-No caro, il problema nasce perché si tratta di quelle persone famose.-.
Non risponde. Da un lato quasi mi sento appagato per aver scoperto la verità, ma forse preferivo restare nel dubbio.
-Spiegami, te ne prego! Qual è il problema con gli One Direction?-.
-La gente mi prende in giro per essere tuo amico, mi tratta male. Non ho voglia di ciò. Non pensavo sarebbe stato così…Prima nessuno sapeva della tua passione per loro e ora lo sa mezzo mondo.-.
-E non hai il coraggio di combattere per un’amicizia?-.
Io lo avrei fatto senza dubbio.
-Non ne vale la pena.-.
Seconda pugnalata al cuore.
-Tutti sanno che siamo amici! Che senso ha dire che ad un tratto non lo siamo più?-.
-E’ vero, ma nessuno sa che sapevo del tuo amore per gli 1D. Dirò che non ne ero a conoscenza nemmeno io.-.
-Mi stai rinnegando?-. 
Non ho più voce e non perché ho gridato. La gola si è chiusa. Non riesco quasi ad emettere un suono.
-Si.-.
-Basta, non ti voglio più ascoltare. Ti farò felice, contento? Ma non intervenire mai più in ciò che mi riguarda.- dico guardandolo negli occhi. I suoi sono così freddi, insensibili, statici. I miei sono appannati, le lacrime non sembrano avere intenzione di fermarsi. Mi volto e con la paura di sentire il mio cuore fermarsi esco da quella camera. Cammino svelto per il corridoio, ma ad un tratto mi sento chiamare da lui. Mi blocco, ma non mi giro. La speranza di sentire dalla sua bocca un “ Scherzavo” è ancora grande.
-Ah Fede…-comincia, parlando appoggiato allo stipite della porta.
-Sono io il ragazzo con il quale ti ha tradito la tua ex.- conclude per poi chiudersi dentro la stanza.
Frantumi. Non è rimasto altro.
Ma non voglio farmi sopraffare dal dolore, devo mostrare un briciolo di onore. Raccolgo tutte le forze, mi asciugo il volto ed esco da quella casa, dove non sarei mai più rientrato. Mentre torno a casa cerco di non pensare. Ho staccato l’interruttore ai miei sentimenti. Non voglio mostrarmi fragile per strada, davanti a tutti. 
Una volta arrivato, mi butto sul letto e a quel punto sfogo tutto ciò che dentro. Approfitto del fatto che nessuno sia in casa e inizio ad urlare. Grido. Impreco. Ho bisogno di sfogarmi. In un impeto di rabbia prendo tutto ciò che mi aveva regalato in precedenza Roberto e lo butto. Mi capita tra le mani una tazza. C’è la nostra foto sopra e la scritta “Best Friends”. La guardo e passo il dito sulla scritta, quasi a volerla accarezzare. Afferro saldamente il manico e la frantumo per terra. Mi accascio sul letto e Morfeo decide di farmi il dono del sonno.
 
MI sveglio grazie ad una voce che mi chiama. E’ Rachele. Cosa ci fa in camera mia? Oddio, giusto. Dovevamo uscire stasera. Le nostre ultime ore insieme, prima di doverci salutare per due mesi.
Capisco di doverle dare delle spiegazioni, visto che per terra è pieno di fotto strappate e pezzi di ceramica. Le racconto tutto e lei mi ascolta senza problemi, senza interrompermi una sola volta. Alla fine non dice niente, si avvicina e mi abbraccia. Un abbraccio caldo, pieno d’affetto, d’amore. Mi sciolgo dalle sue braccia e faccio partire la base musicale. Ora più che mai, trovo quella canzone azzeccatissima.
 

My hands, your hands
Tight up like two ships
drifting Weightless,
waves try to break it
I’d do anything to save it
Why is it so hard to say it?

My heart, your heart
Sit tight like book ends
Pages between us
Written with no end
So many words we’re not saying
Don’t wanna wait till it’s gone
You make me strong

I’m sorry if I say, I need you
But I don’t care, I’m not scared of love
‘Cause when I’m not with you I’m weaker
Is that so wrong? Is it so wrong?
That you make me strong

Think of how much love that’s been wasted
People always trying to escape it
Move on to stop their heart breaking
But there’s nothing I’m running from
You make me strong

I’m sorry if I say, I need you
But I don’t care, I’m not scared of love
‘Cause when I’m not with you I’m weaker
Is that so wrong? Is it so wrong?

So baby hold on to my heart
Need you to keep me from falling apart
I’ll always hold on
‘Cause you make me strong

I’m sorry if I say, I need you
But I don’t care, I’m not scared of love
‘Cause when I’m not with you I’m weaker
Is that so wrong? Is it so wrong?

I’m sorry if I say, I need you
But I don’t care, I’m not scared of love
‘Cause when I’m not with you I’m weaker
Is that so wrong? Is it so wrong?
That you make me strong

I’m sorry if I say, I need you
But I don’t care, I’m not scared of love
‘Cause when I’m not with you I’m weaker
Is that so wrong? Is it so wrong?
That you make me strong

La canto, cercando di trasmettere alla ragazza davanti a me tutta la gratitudine che ho in corpo. Quando finisco non c’è bisogno di commentare: la canzone parla da sé. 
Passiamo tutta la serata insieme e, quando ormai è notte fonda e dobbiamo salutarci, mi rendo conto di aver ritrovato il sorriso, almeno parzialmente.
 
Vado a letto, ma prima controllo l’Iphone.
Ne approfitto per cancellare il gruppo che avevamo prima Robe, Rache ed io. Ormai è inutile. Sto per chiudere gli occhi quando una lucina risplende sullo screen.
1(D+1).
 
Niall:”Pronto per domani?"
Louis:”Pronto per domani?”
Harry: ”Pronto per domani?"
Zayn: ”Pronto per domani?"
Liam: ”Pronto per domani?"
 
Ma lo fanno apposta? Loro ancora non sanno cosa è successo…E’ stato tutto così veloce del resto…
 
Io: “Ora più che mai.”


Angolo autore:
Boh, in realtà non so che dire... ahahhahahhah!  E' un capitolo strano, ne sono più che consapevole. Però è importante, non credete? Ad essere sincero non era previsto questo capitolo nella mia testa, ma da qualche giorno ho iniziato a rifletterci. Inoltre l'ho voluto scrivere perchè penso che rappresenti un po' la paura di tutti i directioner boy. Spero vi piaccia e, se vorrete recensire o scrivermi in privato, ve ne sarei gratissimo.
A presto!
Fede :)

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Capitolo 10
*** Vacanza ***


Mi sveglio presto e mi alzo dal letto estremamente pimpante. Che ore sono? Le dieci e mezzo. Ok, forse presto è relativo… Ma il mondo è bello perché vario, vero? Ma che ne so io. Purtroppo ieri sera non sono potuto andare a dormire dai ragazzi, poichè mamma Rebecca rompeva le scatole, perché dice che devo tornare a casa, che quello non è il posto mio. Io non la capisco, davvero. Tuo figlio è diventato amico con i suoi idoli, con i quali può passare un arco di tempo limitato e tu glielo impedisci? No, ma tu sei di fuori. Sarà meglio che mi prepari, visto che a mezzogiorno mi vengono a prendere i ragazzi ed Ele per andare all’aeroporto a prendere Tu Sai Chi. Bene, sono contento di comunicare che Harry Potter mi ha dato alla testa. Mi vibra il cellulare. Whatsapp.
 
Liam:” Ti prego dicci che sei sveglio…”
io:” Ahahahahah…Direi di si.”
Harry:”Anche io!”
Louis:”Ed io!”
Niall:” Io mangio.”
Liam:” Ragazzi siete nella mia stanza, vedo cosa fate…”
Louis:” Fede no però.”
Io:” Molto interessante, si! Ma non manca qualcuno all’appello?”
Harry:” Sorvoliamo…E’ da venti minuti che stiamo cercando di svegliare Zayn ed Ele è partita stamattina presto!”
Io:”Ahahahahah, non vi invidio. Vado a fare la doccia. A dopo!"
Niall:” Ciaoo! Saremo puntuali…Credo…!”
 
Eh già! Abbiamo deciso di avere un gruppo sul telefono insieme per poterci sentire sempre tutti. Il nome è 1(D+1). Stendiamo un velo pietoso…Vi prego.
Bene! Allora come mi vesto? Bah, direi nulla di speciale. Pantaloncini corti, t-shirt ed i miei amatissimi occhiali da sole. Dove vado senza loro? In realtà ovunque, ma questo è meglio se non glielo diciamo. 
Mentre aspetto, controllo Twitter e, sorpreso, noto che il numero di followers continua ad aumentare. Sotto un certo punto di vista è abbastanza inquietante.
Finalmente il campanello suona. Saluto Martina ed i miei velocemente ed esco, pronto a godermi queste ultime ore di sogno. Il pulmino mi sta aspettando, salgo e via! Direzione: Milano Malpensa.
-Vi prego, ditemi che la notizia non è stata resa pubblica!- imploro.
-Noi non lo abbiamo ufficializzato, ma queste news si scoprono subito. Ormai dovresti averlo imparato anche a tue spese!- mi risponde sincero Liam.
-Hai ragione…-ammetto.
-Ce la caveremo.- dice Malik, con la voce impastata ancora dal sonno.
 
Arriviamo e giuro che nemmeno l’iphone 52 farebbe riunire così tante persone presso un solo posto.
-Sisi, direi che VE la caverete senz’altro.-
-Antipatico…- afferma Styles, ridendo.
-Fede, facciamo così: te avviati dentro e accogli il nostro amico.- mi ordina Liam.
-Ma non mi avete ancora detto chi è?!-.
-Oh fidati! Lo riconoscerai senz’altro quando lo vedrai. E poi non passa inosservato con le guardie del corpo.- sostiene Tomlinson.
Ah bene… Se lo dice lui. 
Eseguo i comandi ed entro nell’aeroporto, mettendomi a sedere su una panchina davanti al corridoio di uscita dei passeggeri del volo Londra-Milano.
Viene annunciato l’arrivo dell’aereo e pochi minuti dopo inizio a vedere le prime persone. La cosa che cattura la mia attenzione sono le urla di stupore di alcune ragazze e delle voci gravi che chiedono “cortesemente” di lasciar passare. Obbiettivo individuato. Uomo adulto, cinquantaquattro anni, da poco diventato padre, inventore del talent più famoso di sempre, lui che sembra un iceberg ma che dentro è ripieno come un cioccolatino. Lui. Simon Cowell.
No, aspetta. C’è qualcosa che non quadra o qualquadra che non cosa. Cosa ci fa qui Simon? E’ lui che doveva arrivare oggi? Anzi, è lui che doveva arrivare oggi per me? Non può essere. Se lui è qui per me significa che Dora l’esploratrice è riuscita a trovare il mare da sola.
-Federico?-. 
Oh no, si sta rivolgendo proprio a me. Ma quando si è avvicinato? Accidenti, ora dovrò andare a complimentarmi con Dora. 
-Mmm…Si?-rispondo io poco convinto.
-Oh perfetto, menomate avevo la foto. Non sarei mai riuscito a riconoscerti senza.-.
-Scusi…Quale foto?-.
-I ragazzi si aspettavano una situazione del genere e mi avevano inviato, per prevenzione, un’immagine con te per poterti trovare.-.
Ragazzini furbini.
-Mi sorprendono sempre di più…-.
-Ahahah! Comunque piacere io sono Simon…-comincia lui.
-…Cowell. Non credo ci sia bisogno di presentarsi! Alla fine se io sono qui, lo devo indirettamente a lei…-.
-Forse hai ragione.-.
 
Continuiamo a parlare per un bel po’, ma ogni volta che provo ad entrare nello specifico, per capire il motivo della sua visita, lui cambia discorso. Che rabbia! 
Finalmente tornano i magici five. Dopo saluti vari con il loro quasi patrigno, ci avviamo verso la macchina per tornare in città.
-Dove stiamo andando?- domando io curioso.
-Dove sono in questo momento i tuoi genitori?- mi chiede a sua volta Simon.
Non lo sa che non si risponde con una domanda? Dove è finita l’educazione ai giorni nostri? Io sono senza parole.
-A casa, entrambi.-.
-Come si chiamano?-.
-Rebecca e Leonardo.- rispondono per me gli altri. Sono contento che se lo ricordino. Vuol dire che mi ascoltano seriamente.
-Ora mi dite dove stiamo andando?- continuo io, imperterrito.
-A casa tua, mi pare ovvio.-.
Mica tanto…
-Perché?-.
-Voglio scambiare due parole con i tuoi…-.
-Sono maggiorenne…-.
-Per quello che ho in mente mi serve comunque il consenso dei tutori.-.
-E cosa ha in mente?-.
-Abbi pazienza ragazzo, ogni cosa a sua tempo.- conclude lui la conversazione.
Io lo guardo con aria contrariata, ma, incrociando lo sguardo di Harry, capisco di non insistere. E’ una guerra che non posso vincere e che, soprattutto, non mi conviene vincere. 
 
Entriamo in casa tutti insieme. Sembriamo un branco di rinoceronti. Mio padre ci viene incontro e rimane leggermente interdetto alla vista di tutta questa gente nell’ingresso di casa.
-Fede ma…Cosa è questa incursione?-.
-Eh…papà, lui è Simon Cowell.- dico molto velocemente in italiano.
-Chi? Non ho capito nulla!-.
-E’ il produttore discografico che ha lanciato gli One Direction. Vorrebbe parlare con te e mamma.-.
-Ah…Ok, quando?-.
-Ora.- confesso.
-Ah…Va bene. Amoreee!- chiama mio padre.
Mia madre accorre subito.
-Bene accomodiamoci in salotto signor Cowell. Venga, prego.- suggerisce mio padre. Per fortuna che conosciamo tutti molto bene l’inglese. Tutti tranne Martina. Io rimango dell’idea che lei sia adottata. Ahahahah, no, dai! Scherzo.
Ci dirigiamo tutti verso la stanza prescelta, ma i ragazzi ed io veniamo sbattuti fuori, visto che, a quanto pare, devono discutere privatamente. Sono cose che mi riguardano, giusto? E allora perché non dovrei ascoltare?
Mentre mi sto facendo questi viaggi mentali noto che gli altri non si sono fatti molti problemi e sono già spiaccicati contro la porta con le orecchie tese, pronte a captare la minima parola. 
-Allora signori, immagino sappiate cosa ha fatto vostro figlio negli ultimi due giorni, giusto?- comincia il londinese.
-Certo, ne siamo molto orgogliosi.-. A parlare è mio padre. In queste situazioni mia madre interviene raramente.
-Come non esserlo, ma avete anche idea delle conseguenze che ne derivano?-.
Sorrido.
-No…-.
-Immaginavo. Federico ha comportato un’esplosione mediatica allucinante. Il suo intervento al concerto è stato più unico che raro e, per questo, ha fatto scalpore.-.
-Non ci avevamo pensato…-.
-E’ normale, non vi preoccupate. Inoltre per me rendersene conto è stato più semplice: faccio questo lavoro e, inoltre, provenendo dall’estero è facile notare queste ondate di fanatismo.-.
-E, quindi, cosa è venuto a dirci? Dobbiamo allontanare Fede dall’ambiente?-.
-Oh nono, tutto il contrario! Non intendo farmi sfuggire una personalità così decisiva e particolare.-.
-Ah…non capisco cosa ci voglia chiedere…- afferma mio padre, titubante.
-Nemmeno io.- aggiunge la donna, per dare enfasi all’affermazione del marito.
-La scuola è finita in Italia?-.
-Si, qualche settimana fa… Ora ci sono le vacanze estive.-.
-Quindi non ci sono esami o progetti scolastici in questi due mesi?-.
-Nono, assolutamente. Lasciamo che il ragazzo si goda al meglio il suo riposo.-.
I ragazzi ed io ci guardiamo. Nessuno dei due capisce dove voglia parare l’abile manager.
-Avete mai pensato ad una vacanza studio?-.
-In realtà no… Fede ha già passato tutto l’anno scorso in America e, quindi, quest’anno abbiamo deciso di non assillarlo.-.
-Capisco, ma se io ve ne proponessi una particolare?-.
-Si spieghi.-.
-Vorrei far viaggiare vostro figlio un po’ per il mondo, farlo conoscere.-.
-Cosa intende?- domanda Leonardo.
-Portarlo dove?- chiede preoccupata mia madre.
-Vorrei che andasse insieme ai One Direction durante il Where We Are Tour per questi due mesi.-.
-Oddio…Non le sembra esagerato? E’ solo un ragazzo.-.
-Per prima cosa le ricordo che i ragazzi che al momento lei ha in casa hanno cominciato a cantare a sedici/diciassette anni. Inoltre, tenete presente che il vostro consenso è formale ed è di appoggio, ma Federico è maggiorenne e può decidere sa solo quello che deve fare.-.
Cowell inizia a mostrare le sue doti da imprenditore, eh?
-Ha ragione,però…- continua Rebecca, insicura.
-So come può sentirsi, signora. Lo capisco. Ma non lasci che le doti di suo figlio vadano sprecate, poche persone possono avere questa possibilità. Inoltre il ragazzo ha già fatto amicizia con gli altri cinque, che in realtà sono anche i suoi idoli. Non vedo perché frenarlo. Lo lasci andare.-.
-Scusi, ma non dovremmo prima sentire cosa hanno da dire anche i componenti della band?-.
-Oh tranquilli! A quello ci ho già pensato io. Sarebbero più che contenti di avere con loro Fede. Sono riusciti a legare in veramente poco tempo. Immagini dopo due mesi…-.
Mi volto con sguardo omicida verso quei cinque.
-Voi sapevate ogni cosa e non me lo avete detto? Ma perché?- urlo e sussurro nello stesso tempo.
-Ovvia! Doveva essere una sorpresa, non è meglio così?- esordisce Louis.
-Voi siete matti, ma davvero?!- attacco io.
-Chetati, vogliamo sentire!- mi gridano in coro.
-Va bene, va bene! Non mi uccidete.- sbuffo io.
E così ci rimettiamo nella nostra posizione da investigatori. 
-Scusi ma quale sarebbe il ruolo di Federico durante questo tour?- domanda papà.
Beh non ha mica tutti i torti… Non ne ho idea nemmeno io…!
-Pensavo di fargli cantare due canzoni ad ogni concerto: una con la band al completo e una da solo. Ciò servirebbe per vedere i diversi riscontri e poter tirare le fila alla fine dell’esperienza. A quel punto vedremo cosa fare. C’è anche la possibilità che non se ne faccia di nulla. Questo periodo vuole essere come una prova, un test, del quale nessuno conosce ancora il risultato.-.
Incoraggiante…Molto…!
-Okay, abbiamo tutto chiaro! A questo punto direi che la decisione finale spetta al ragazzo. Noi approveremo qualunque cosa.-.
-Bene, sono contento di avervi persuasi. Vado a chiamarlo.-. 
Detto ciò si alza, o per lo meno credo lo faccia, e apre la porta.
Come degli imbecilli noi perdiamo tutti quanti l’equilibrio e ci sbilanciamo in avanti, cadendo all’interno della stanza.
-Tanto lo sapevo. Non crescere mai. Siete delle cause perse.- ci apostrofa Cowell.
-Ehi!- grida la band al completo.
-Ma state zitti voi. Allora Fede, direi che hai sentito tutto. C’è qualche punto che vuoi che ti chiarisca?- continua l’uomo.
-Nono…Ho capito tutto.-.
-E quindi?- domanda.
Rimango in silenzio per un po’ di tempo. Simon ha un espressione neutrale, lui sta solo aspettando una risposta. I ragazzi si guardano tra di loro e mi sorridono, incoraggiandomi e facendomi capire che posso scegliere quello che voglio. I miei genitori, tesi quanto le corde di un violino, si tengono la mano in modo dolce, sostenendosi a vicenda, e pendono dalle mie labbra. Stanno aspettando tutti me. Anzi no, stanno aspettando le mie parole. Ed io? Cosa voglio? 
-Io…-comincio, cauto.
Tutti rivolgono ancor più la loro attenzione verso di me. Neanche una zanzara osa ronzare e rompere quel silenzio. Mi sta per venire una sincope.
-Io…Dove devo firmare?-.
E così finisco sul pavimento, schiacciato dal peso di cinque corpi.
 
 
Angolo autore.
Per prima cosa ho deciso di dedicare questo capitolo ai miei tre recensori: Ale,Davide e Alice. Vi ringrazio davvero di tutto cuore. Faccio i miei complimenti ad Alice per aver fatto delle ipotesi corrette nello scorso capitolo, ma questo vuol dire che sono scontato? Che cosa triste… :( Oltre ciò, spero che il capito vi piaccia e invito chiunque legga a farmi sapere cosa ne pensa, sia tramite recensione sia con messaggi privati!
A presto!
Fede :)

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Capitolo 11
*** Shout ***


Sono nel letto e non riesco proprio a prendere sonno. Ho preso anche una camomilla! Ma del resto come si fa a dormire con un il pensiero di quello che mi aspetta? Chi lo farebbe? Al momento mi reputo uno dei ragazzi più fortunati al mondo…o quasi. Con un po' di colla e di sane risate sono riuscito a rimettere insieme i pezzi del mio cuore, ma le parole che Roberto mi ha detto sono scritte con l’indelebile nella mia mente. Mai avuto qualcosa di così chiaro in testa. Ma perché?
La cosa più buffa è che non sono arrabbiato, lo ero, ma l’odio è già andato via. Dentro me regna la delusione, l’amarezza, il sentirsi traditi. Non è giusto. Non può una persona abbandonarti così, da solo. E poi per cosa? Per una scelta di vita? Per dei semplici gusti musicali? Per una passione diversa? Mi è anche venuto in mente di cancellare la vacanza-tour per cercare di riaggiustare il nostro rapporto. Ma poi mi sono chiesto: “Perché?”. Perché io dovrei buttare all’aria quella che potrebbe essere l’occasione più importante della mia vita? E al di là di ciò, perché dovrei rinnegare la mia personalità? Non ci sono motivi che tengano. Per me il capitolo Roberto è chiuso. Guardo l’orologio. Sono le 2.30. Sai che c’è? Io esco. Mi vesto velocemente prendendo qualche abito a caso e, cercando di non far rumore, apro la porta e la chiudo alle mie spalle. Ho sempre amato camminare in solitudine. Mettersi le cuffie e fantasticare facendosi serie televisive mentali è fantastico per me. 

Arrivo in piazza del Duomo e mi metto a sedere su uno dei gradini davanti alla chiesa. Non c’è praticamente anima viva a quell’ora di notte. Mi viene una splendida, strabiliante idea. Prendo il telefono, entro nell’applicazione che contiene tutte le canzoni e mi metto a cercare quella più adatta. L’ho trovata. L’unico problema è capire se riprodurla in italiano o inglese. Mi sa che è meglio l’inglese. E’ la lingua originale e riesce a trasmettere maggiormente il senso d’oppressione ed il desiderio di libertà.
Me ne frego di ciò che le persone intorno a me possono pensare o se qualcuno verrà svegliato. Io inizio a cantare.

[…]
Conceal, don't feel, don't let them know.
Well, now they know!

Let it go, let it go!
Can't hold it back any more.
Let it go, let it go!
Turn away and slam the door.
I don't care what they're going to say.
Let the storm rage on.
The cold never bothered me anyway.


Bene, ora tutti sanno della mia passione per gli One Direction? E allora? E’ un problema? 

[…]
it's time to see what I can do,
to test the limits and break through.
No right, no wrong, no rules for me.
I'm free!


Sì, è l’ora di vedere cosa posso fare, di cosa sono capace.

[…]
i'm never going back; the past is in the past!


[…]

Mai parole più vere. Il passato appartiene alla storia, materia che, inoltre, odio. Non si piange sul latte versato, no? Ho un presente da vivere e, sopratutto, un futuro da scoprire.
Finisco la canzone e capisco di dover seguire il suo consiglio. “Lascialo andare”. E’ così che nella notte riecheggia il mio urlo liberatorio.

Adesso mi sento decisamente meglio. Hanno proprio ragione quelli che dicono che fa male tenersi tutto dentro! Finalmente decido di tornare a casa e, con un peso in meno, le palpebre si chiudono leggere. 

Logicamente, essendo andato a letto troppo tardi, ne deriva il fatto che mi sveglio per l’ora di pranzo. Mangiare per colazione la pasta alla carbonara è proprio quello che intendo con “rimanere leggeri”. Pace, non ho problemi di peso…Per ora. Prendo il mio bagaglio, preparato preventivamente il giorno prima, e, accompagnato dalla famiglia al completo, mi dirigo verso Torino: la prima tappa della mia avventura. Arriviamo all’aeroporto dove devo aspettare i ragazzi. Molte ragazze mi riconoscono, anche perché, ormai, la notizia è ufficialmente di dominio pubblico. Siamo arrivati veramente in anticipo. Il volo dei ragazzi atterrerà soltanto tra un’ora. Decido di non sprecare questo tempo e di mettermi al servizio dei miei “quasi fan”. So benissimo che loro, in realtà, non sono qui proprio per me, però mi sembrano contenti di vedermi e non vedo il motivo di non accontentarli fin dove posso. Del resto li capisco. Sono stato nei loro panni anche io. So cosa vuol dire sperare di essere notati tra una folla di migliaia di persone. So cosa vuol dire farsi male ai timpani sentendo sempre la stessa canzone. So cosa si prova a vedere con i propri occhi i tuoi idoli, dei quali, a volte, metti in dubbio l’esistenza. Non è così strano, sai? Spesso si leggono un sacco di storie riguardanti loro, un sacco di news e se ne parla tutto il giorno e , naturalmente, ci viene spontaneo scordare che loro sono come noi. In questo determinato momento anche loro staranno facendo qualcosa. Il rapporto idolo-fan è una delle cose più delicate che ci siano. I fan danno sostegno al loro idolo, ma quest’ultimo si deve far vedere presente, reale, cordiale, normale. Ed in fondo, io son ancora un directioner convinto. Per tutte queste ragioni inizio a firmare autografi, fare foto e rispondere alle domande alle quali posso farlo. In effetti molte cose che mi chiedono non le so nemmeno io perché riguardano il futuro, altre non posso semplicemente rispondere. I ragazzi mi hanno spiegato come comportami con le interviste ed eventi simili e non mi sembra difficile E’ abbastanza schematico.

Mi sento chiamare da lontano. Alzo lo sguardo ed incrocio quello dei miei nuovi compagni d’estate. Sembrano più riposati di prima. In questi giorni avranno lavorato o si saranno riposati? Poco importa.
-Fedeee!- urla Niall, quando ancora è lontano.
Subito dopo cinque scimmioni mi saltano addosso per salutarmi.
-Dire ciao vi faceva schifo?- chiedo ironico.
-Troppo scontato. Noi facciamo sempre così! E’ più originale.- risponde convinto Louis.
-Sì, certo, come no! La speranza è l’ultima a morire Tomlinson, ricorda.-
-Ehi! Come osi?- dice prima di cominciare a ridere.
-Siamo così contenti che vieni con noi! Sarà un tour memorabile! Ci divertiremo un sacco, te lo assicuro!- mi incoraggia Liam.
-Oh, fidati, non ho dubbi a riguardo…- ammetto.
-Ahahahah, giusto! Ti avviso, però, il tour bus non è il posto più comodo in assoluto per dormire!- mi avverte Zayn.
-Beh…Non credo sarà un materasso scomodo a fermarmi, no?-.
-Questo ragazzo mi sorprende sempre di più.- afferma Styles, rivolgendosi verso gli altri quattro.
-Poi un sacco di notti noi dovremo stare svegli per registrare le canzoni per il nuovo album…-continua.
-Oh è vero! Mi dite quale sarà il nome? Comunque vi terrò compagnia volentieri, tranquilli.- esulto.
-No no. Troppo curioso. Abbiamo alcune idee sul nome, ma quello sarà l’ultima cosa ad essere decisa. E comunque, ritieniti già fortunato a sentire tutte le canzoni in anteprima!- mette le cose in chiaro Louis, ovviamente prima di ridere. Strano eh?
-Oh, fidati! Se mi devo ritenere fortunato non è senz’altro per le canzoni che sentirò…-.
La conversazione va avanti a lungo. Saluto i miei genitori e mia sorella e, per fare ciò, perdo un sacco di tempo, visto che mia madre è in lacrime che mi chiede di non abbandonarla. Certo che è strana…!

Mentre siamo nel pulmino per dirigerci allo stadio Olimpico dove si terrà il concerto racconto ai ragazzi ciò che è accaduto con Roberto. Mi abbracciano e mi rassicurano, dicendomi che adesso ci sono loro e che cinque sono meglio di uno. Su questo non c’è assolutamente da discutere…! In realtà li vedo comunque un po’ provati per quello che mi è capitato. Probabilmente si sentono in parte colpevoli. Non fosse stato per loro, l’amicizia tra me ed il traditore ci sarebbe ancora.
-Ragazzi, non vi dovete sentire in colpa. State tranquillo. So cosa state pensando, ve lo assicuro. E’ vero, probabilmente se non avessi mai ascoltato la vostra musica, sarei ancora amico di Roberto. Ma davvero ne varrebbe la pena? L’abbiamo visto tutti che persone è in realtà! Fidatevi, senza di lui posso stare, non è indispensabile. Al contrario, la vostra musica è stata ed è ancora la mia forza, quindi Keep Calm and Smile!- dico, cercando di tirar su il morale. Quando vedo cinque sorrisi capisco di esserci riuscito.
-Ci conosci già così bene! Fa quasi effetto…- sussurra Zayn.

Siamo dietro le quinte, prima che lo show inizi. Io non ho dovuto sottopormi a niente in particolare. L’unica cosa che mi hanno un po’ curato sono stati i capelli. Per il resto mi hanno fatto vestire come volevo: Vans beige, jeans blu classici, t-shirt bianca e sopra una camicia a quadri dell’Abercrombie. Semplice, giovanile e comodo. Mentre aspetto decido di andate fuori per fumare una sigaretta. Dopo pochi secondi mi sento raggiungere da qualcuno.
-Ehi!- mi saluta Niall.
-Ciao!-.
-Nervoso?- mi chiede, premuroso.
-Già…Alla fine è la terza volta che canto, però mi fa paura lo stesso…- spiego.
-Ahahahahahahaha.-.
-Perchè ridi?- chiedo, non capendo.
-Vedi, anche noi, ogni volta che saliamo su un palco abbiamo paura e siamo ansiosi. E’ normale e, per dirti la verità, credo sia la nostra fortuna.-.
-Che intendi?-.
-Voglio dire che, sentendosi sotto pressione, siamo più spinti a fare del nostro meglio!- risponde lui, contento.
-Hai ragione, sai? Grazie.-.
-Mi fa piacere averti tranquillizzato un po’ e, anzi, grazie a te.-.
Perché?
-Perchè mi ringrazi? Non ho fatto nulla…-.
-Invece è qui che ti sbagli. Stai facendo più di quel che pensi. Senz’altro ti dobbiamo il fatto che ci hai riportato un po’ con i piedi per terra. Ci hai fatto riscoprire alcuni aspetti che avevamo perso di vista. E poi stai facendo tanto per me.-.
-Oh, sono contento se davvero vi aiuto in qualche modo! Perché per te?-.
-Sai noi cinque siamo tutti molto amici tra di noi, siamo come fratelli. Te l’ho già spiegato, ricordi?-.
-Sisi, anche perchè non è stato due anni fa...- affermo ironico.
-Ahahah giusto!-.
-Comunque ti dicevo che siamo sempre stati molto uniti, ma ci sono sempre state le preferenze, come e normale che sia. Se si parla di Larry o di Ziam non è un caso...-.
-Non capisco...-.
-Harry e Louis sono migliori amici indiscussi tra di loro e la stessa cosa vale per Liam e Zayn. Non mi fa fastidio come cosa, perchè come ti ho già ripetuto, il rapporto che ci lega alla fine è grandioso, però ogni tanto ci rimango male, perché mi sento un po' escluso.-.
Oddio, che tenero. Però come dargli torto? È vero...L'impressione che si ha è quella.
-Ah ok... E che c'entro io?-.
-Beh...Io adesso ho te, anche se per pochi mesi.-.
Lo dice con totale spontaneità, senza capire che con quelle parole potrebbe stendere un esercito. Mi ha praticamente fatto capire che tiene un sacco alla nostra amicizia. Come si fa a non volergli bene?
-Lo vuoi sapere un segreto?- gli domando io.
-Si certo!- risponde lui entusiasta.
-Il mio preferito sei sempre stato tu, seriamente! Però non lo dire a nessuno, capito?!-.
Ovviamente l'ultima parte è ironica. Non mi importa se lo vengono a sapere. Mica è un reato. Credo di essere riuscito per la seconda volta a migliorare l'umore a qualcuno. Niall si avvicina e mi abbraccia in modo sincero. 
-Una cosa però...- interrompo il momento.
-Dimmi...-.
-Se possiamo evitare di far nascere anche i Fiall o i Nede sarebbe meglio... Ti immagini che casino?!-.
-Ahahahahah che stupido! Si, comunque hai ragione.-.
Detto ciò torniamo all'interno della struttura: un concerto ci attende.
 
Finalmente abbiamo finito. Sarà anche bellissimo, però è stancante! Più di quel che si pensa. Il pubblico mi è sembrato strepitoso e soddisfatto della performance. Meno male… Temevo di trovare resistenza.
 
E’ tardi e ci stiamo dirigendo a prendere l’aereo per Barcellona, prossima tappa del tour. Una volta arrivati nella penisola Iberica, ci muoveremo con il tour bus fino al Portogallo. Sto per spegnere il telefono quando mi arriva un messaggio. E’ Rachele.
 
“Don’t forget where you belong…”
 
 
 
Angolo autore.
Ciaoo a tutti/e! Mi scuso per il ritardo ma ho avuto qualche problemino di sonno. -.-‘ Forse vi starete chiedendo come mai non ho descritto il concerto e le canzoni cantate. Ho deciso di fare così per non rendere i capitoli troppo uguali, anche perché avrete sicuramente capito che testi e storia vanno di pari passo. :) 
Ora passiamo alle brutte notizie. Dovete sapere che quello che ci aspetta non sarà un bel periodo per “It’s time of changes”. Perché? Beh, perché venerdì e lunedì pomeriggio sarò fuori tutto il giorno e martedì parto per la Francia per una settimana (gita di classe). Non disperatevi, proverò a trovare una minima soluzione. A presto!
Fede :)
 

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Capitolo 12
*** Omissione ***


Rachele.

Sono passati quattro giorni da quando Fede è partito con i One Direction. Ci siamo sentiti poco. Mi ha inviato solo qualche messaggio per avvisarmi che se la passa bene e che si diverte un sacco, ma nessuna vera e propria conversazione. Non ha mai commentato il messaggio che gli ho inviato dopo il concerto di Torino. Non volevo di certo spaventarlo, ma sono sicura che avrà capito cosa quelle parole vogliano dire. Sono contenta che il suo sogno si stia avverando, davvero, se lo merita, ma ho paura. Ho paura che diventi qualcuno che non è. Ho paura che si dimentichi il luogo dal quale proviene. Ho paura che trascuri gli affetti. Ho paura che metta da parte me. Ecco qual è la verità. Non lo sopporterei. Quando l'ho visto distrutto dopo l'abbandono di Roberto mi si è spezzato il cuore. Non è giusto che debba soffrire in questo modo. Le persone non si dimenticano. Da incosciente ho pensato bene di parlare anche io con quel traditore, volevo saperne di più, ma lui non ha avuto tempo da dedicarmi, oppure non ha avuto il coraggio di affrontare anche me faccia a faccia. Ci siamo solo scritti alcuni messaggi.

Rache:" Dimmi perchè."
Robe:" Perchè cosa?"
Rache:" Smettila di fare il bambino. Perchè hai trattato così Fede?"
Robe:" Perchè mi ero stancato di avere una persona accanto così."
Rache:" Sei un mostro. Lui ti voleva e, senz'altro, ti vuole ancora bene..."
Robe: " Non mi riguarda più. Sono problemi suoi. Aveva a non affezionerai così ad una persona."
Rache: " Ma ti rendi conto di quello che dici?! Vi conoscete da anni, cazzo!"
Robe: " E allora?"
Rache: " Non si mente sui sentimenti per anni..."
Robe: " Il bue disse all'asino cornuto."
Rache: " Che intendi, scusa?"
Robe: " Se è per questo, i sentimenti non si omettono nemmeno."

Dopo questo suo ultimo messaggio non ho avuto più la forza di rispondere. Ha vinto lui. Ha battuto anche me. Purtroppo ha dannatamente ragione. Anche io sto mentendo a Fede, ormai da troppo tempo. Io non gli voglio bene, io lo amo. Me ne sono resa conto circa un anno fa. È stato come un fulmine a ciel sereno. Un giorno sono uscita con lui per andare a fare qualche compera e mi sono resa conto di pendere dal suo sorriso. Di non aver bisogno di niente se non di specchiarmi in quegli occhi, così pieni di vita. Ma non ho mai avuto il coraggio di dirglielo. Come posso? So benissimo che lui non corrisponde. Non voglio buttare al vento un'amicizia frutto di anni. Ogni volta che mi chiama "amica" il mio cuore perde un colpo e lo sento scricchiolare, segno che a breve si frantumerà. Non può resistere a lungo. Però mi sono detta: " Come puoi stargli il più vicina possibile anche se non sei la sua ragazza?"
E ho capito di doverlo appoggiare, di dover essere la sua migliore amica, di dover essere la spalla su cui piangere. Mi va bene così. Non posso aspirare a qualcosa di più. Quando mi ha dedicato Strong stavo per piangere anche io. Ma io devo mostrarmi forte ed immutabile. Devo fargli vedere che ci sarò sempre. Ci sarò finché riuscirò. Ma se sarà lui a scomparire? E se questa è veramente la sua rampa di lancio? Se non lo vedrò più? Dicono che sia impossibile vivere senza sole e senza ossigeno. Io non posso stare senza lui. Io vivo respirando il suo profumo, vivo riscaldandomi con la sua risata. Vorrei tanto che mi scrivesse un messaggio dicendomi che gli manco, almeno per farmi capire che si ricorda ancora di me...Non potete portarmelo via, vi prego... 



Federico.

Sono passati quattro giorni dalla partenza da Torino e adesso siamo a Madrid. Non potrei essere più contento. Ma è possibile tutto ciò? Davvero questo non è un sogno? Il concerto a Barcellona è andato alla grande. Ed io che credevo non potesse esserci qualcosa di meglio e di più grandioso rispetto a San Siro. Beh, mi sbagliavo. Le fan spagnole avevano sentite, come del resto tutti, alcune voci su di me e sono rimaste veramente entusiaste quando si sono rese conto che quello che si dice è tutto vero. Vogliamo parlare dei ragazzi? Sono fantastici. Non mi sarei mai potuto aspettare niente di simile. Ovviamente abbiamo ancora un sacco di cose da scoprire gli uni degli altri, ma loro fanno di tutto per farmi sentire parte integrante del gruppo. Mi sento completo, non potrei stare meglio di così, o quasi. Avrei voglia di condividere questa gioia con Rachele, perchè se io sto provando tutto ciò lo devo unicamente a lei. Quella ragazza è incredibile e poi è così dolce. Io un metodo per ringraziarla lo conoscerei, ma, purtroppo, non è realizzabile. La vorrei stringere tra le mie braccia e baciarla dolcemente, ma so che ciò è inammissibile. Io sono il suo migliore amico, non il suo ragazzo. Ma che ci posso fare? È dal primo giorno che l'ho vista che la amo, è stato come un fulmine a ciel sereno. Sapevo che a lei piaceva un'altro e allora ho voluto diventarci amico, per poterle stare accanto e conoscerla al meglio. Non mi pento della mia scelta. Abbiamo un rapporto strepitoso, ma, per me, non è il migliore. Ma rispetto i suoi sentimenti, so di essere per lei come un fratello e non la deluderò. Non voglio privarla del mio affetto solo perchè non corrisponde il mio amore. 

-Fedeee!- mi chiama il riccio, entrando, senza bussare, nella stanza mia e di Niall, anche se quest'ultimo non c'è.
-Dimmi tutto Harryuccio-.
-Uff... Non mi chiamare così, mi fai sentire stupido.- replica.
-Ahahahahaah lo so, mi diverto a farti arrabbiare! Comunque che volevi dirmi?- chiedo io.
-Allora avevamo pensato con i ragazzi di andare a fare un giro in centro e passare così anche dall'Hard Rock Café, visto che, se non mi sbaglio, la maglietta di Madrid ti manca!- risponde pieno di entusiasta, forse anche troppo.
-Oh che magnifica idea! Almeno dopo quella che ho preso a Barcellona, potrei considerare la Spagna conclusa!- dico io inizialmente.
-Aspetta un attimo, ma noi oggi non possiamo uscire... Paul ci ha volutamente confinati in Hotel...- concludo.
-Esattamente...- aggiunge Styles.
-Cosa state tramando?-.
-Allora tra due minuti Paul andrà in camera sua per riposarsi la sua solita mezz'oretta e noi ne approfitteremo per scappare.- spiega lui, come se fosse il più geniale dei piani creati.
-Siete incorreggibili... però ci sto!- esclamo con un sorriso a ventotto denti. Quando mi spunteranno questi fottutissimi  denti del giudizio?
-Perfetto Fede, allora tra cinque minuti esatti ci troviamo giù alla Hall, ok?-.
-Okay, afferrato!-.
Si gira e sta per uscire dalla camera, quando lo fermo.
-Senti Harry posso farti una domanda?- domando timido.
-Si certo, dimmi tutto!-.
-Ecco io mi chiedevo...-.
-Eddai una cosa di giorno! Devo passare dalla mia stanza prima di scendere!-.
-Okay okay! A te quando ti sono spuntati i denti del giudizio?-.
Non ci credo che l'ho detto, ma poi, vendendo la sua espressione, tra il confuso ed il divertito, capisco di aver pronunciato veramente quelle parole.
-Scherzi?! Bah... Comunque mi sembra circa un anno e mezzo fa...-.
-Ah! Okay! Allora ho ancora tempo! Evvai!- urlo io contento.
-Tu stai male.-.
Detto questo esce.

Passano i minuti prestabiliti e la missione iper segreta "usciamosenzachePaulseneaccorga"può avere inizio. Mi avvio tutto tranquillo verso l'ingresso e noto cinque persone incappucciate e molto, ma molto ambigue.
-Siamo alle solite.- intervengo.
-Shhhh! Non urlare! Sei pazzo? Vuoi farci scoprire?!- mi accusa Louis, con un tono decisamente buffo.
-Ahahaha smettila Tomlinson, abbiamo seminato la polizia! Ora puoi stare tranquillo.-.
Niall si avvicina e mi porge un cappellino azzurro e un paio di occhiali da sole.
-Non penserete davvero che anche io mi metta questa roba per "rendermi irriconoscibile"?- domanda sarcastico.
-Sapevamo che avresti opposto resistenza, ma dai! Fa parte del gioco! Che ti costa?- mi prega Liam.
Oddio, non ci credo! Addirittura Payne si è ridotto a questi livelli? Siamo messi male!
-Okay, okay! Come volete voi, non mi uccidete però!- dico io.
-Aspettate che mando un messaggio e andiamo.- aggiungo due secondi dopo.
Prendo il telefono e seleziono il destinatario: Rachele.
Sto finendo di scrivere il testo, non so se scrivere "Mi manchi"... Mente sto pensando a ciò i ragazzi si mettono ad urlare, dicendomi di far presto perchè sembra che Paul sia sveglio. Zayn mi afferra per un braccio e mi spinge fuori di corsa dall'hotel ed io, senza pensarci, premo il tasto invio.

" Ehi ciao scema! Volevo dirti che siamo a Madrid ed è tutto troppo bello, un sogno! E questo è anche grazie a te!M"

Alla fine il destino ha voluto che io omettessi quel "Mi manchi". Pace, non credo che sia quello a cambiarle la vita! Di sicuro starà bene anche senza quello! 

Iniziamo a correre per le strade della grande città per allontanarci il più in fretta possibile dall'hotel. Facciamo lo slalom tra le persone e mi sembra di essere tornato a quando sei bambino e giochi ad acchiappino. 
Finalmente dopo un qualche centinaio di metri possiamo riprendere fiato e anche il nostro passo ritrova il suo andamento regolare. Logicamente l'inconfondibile travestimento non adempie al suo compito e, ben presto, siamo pienamente riconosciuti. È bello vedere come ormai, sempre più spesso, alcuni vogliano anche una foto con me e un mio autografo. A volte capita che ci chiedano di fare una foto tutti insieme, ma, di solito, mi trattano come un cantante a se stante, come è giusto che sia. I One Direction sono loro. Dopo varie peripezie finalmente riusciamo a trovare il mio adorato Hard Rock e a comprare la classica maglietta bianca con lo stemma ed il nome della città. Ora si che sono soddisfatto e so cosa indossare stasera al concerto. 
Purtroppo però il sogno è destinato a finire ben presto, visto che Paul inizia a tormentarci di chiamate e, appena rispondiamo, ci fa una di quelle sgridate che penso non scorderò più! Beh, come dargli torto: siamo scappati dall'hotel senza il suo permesso, non abbiamo risposto per tutto il pomeriggio ai suoi messaggi e abbiamo perso la cognizione del tempo. In effetti sono le 17.25 e alle 18.30 siamo tenuti ad essere allo stadio per i preparativi dei ragazzi ed i vari accorgimenti. 
Tristi, come dei bambini ai quali togli le caramelle, torniamo all'hotel e ci andiamo a fare una doccia veloce. I vestiti si decideranno nel Backstage.

Siamo alla fine del concerto ed ho già cantato la canzone con i ragazzi. 
Adesso tocca al brano da solista. Generalmente decidiamo dei testi di altri autori, ma questa volta voglio fare un'eccezione. È vero, non mi è permesso esprimere i miei sentimenti a Rachele, ma non mi è proibito cantarle una canzone, sperando che capisca che è diretta a lei e che non sono semplici parole. In più, da quel che ho capito, questo concerto è in diretta televisiva su MTV. È assolutamente perfetto.
-Zayn ti posso chiedere un favore?- chiedo al modo, avvicinandomi a lui.
-Certo, dimmi!- mi risponde lui, gentile come sempre.
-Senti non è che questa volta potrei cantare da solo una vostra canzone?-.
- Oh certo, non è un problema! Quale vuoi?- mi domanda.
-Half a heart...- sussurro.
-Mmh...Ok! Siamo romantici stasera,eh?- scherza lui.
-Grazie, ti devo un favore.-.
-Ahah non ti preoccupare! Non è nulla, ma credo che poi tu ci debba delle spiegazioni!-.
Dicendo ciò si allontana e si dirige verso Joshua, probabilmente per metterlo al corrente della mia nuova decisione. Lo guarda, lui si gira, mi sorride e mi mostra il pollice in segno di approvazione. Mi volto verso il pubblico. Quelle persone sono lì per me, ma, adesso, spero solo che ci sia lei, dietro ad uno schermo, a sostenermi e ad ascoltarmi.


So your friend’s been telling me
You’ve been sleeping with my sweater
And that you can’t stop missing me
Bet my friend’s been telling you
I’m not doing much better
‘Cause I’m missing half of me

And being here without you
Is like I’m waking up to
Only half a blue sky
Kinda there- but not quite
I’m walking ’round with just one shoe
I’m half a heart without you
I’m half a man- at best
With half an arrow in my chest
I miss everything we do
I’m half a heart without you

Sei parte di me, vorrei tu fossi qui con me adesso. 

Forget all we said that night
No, it doesn’t even matter
‘Cause we both got split in two

If you could spare an hour or so
We’ll go for lunch down by the river
We can really talk it through

And being here without you
Is like I’m waking up to

Only half a blue sky
Kinda there- but not quite
I’m walking ’round with just one shoe
I’m half a heart without you
I’m half a man- at best
With half an arrow in my chest
’cause I miss everything we do
I’m half a heart without you
Half a heart without you
I’m half a heart without you

Though I try to getcha outta my head
The truth is I got lost without you
Since then I’ve been waking up to

Only half a blue sky
Kinda there- but not quite
I’m walking ’round with just one shoe
I’m half a heart without you
I’m half a man- at best
With half an arrow in my chest
I miss everything we do
I’m half a heart without you
Without you
Without you
Half a heart without you
Without you
Without you

I’m half a heart without you

Sussurro l'ultima frase al vento e spero che quell'aria piena di note e di sentimento possa giungere in Italia, nel suo cuore.

Rachele.

Sono davanti alla televisione e mi sto godendo il concerto dei ragazzi. Sono davvero bravi, ma, sicuramente, la mia attenzione non è posta su di loro. Osservo ogni minimo movimento di Fede. Lo vedo. È contento ed io lo sono per lui. Chissà quanto sarà indaffarato... Oggi quando mi è arrivato quel messaggio mi si sono illuminati gli occhi, ma , alla fine, non c'era scritto niente di particolare. Anzi, forse, si è sentito quasi costretto a mandarmelo... Ha sbagliato addirittura a scrivere alla fine...! Va beh, è normale no? Ormai è pieno di impegni, non può passare le sue giornate a parlare con la sua amica. Sta per arrivare il momento della sua canzone da solista. Cosa canterà questa volta? C'è un piccolo ritardo. Vedo Fede parlare a Zayn e quest'ultimo che si avvicina al batterista, del quale non ricordo il nome.
-Racheleeee!-.
-Dimmiii- grido a mia madre.
-Vieni a cena! È pronto!-.
-Ma mamma ora c'è la canzone di Fede!- le rispondo io.
-Non fare storie! Quante volte lo avrai sentito ormai? Credo tu sappia bene come canta.-.
Come se tutte le canzoni fossero uguali. Si vede che non si intende di musica.
-Ma mamma, per favore!- la imploro io.
-Basta, non fare storie!-.
-Okay okay, arrivo, ma smettila di urlare. Non ti sopporto quando alzi la voce.-.
Così dicendo mi alzo e a malavoglia mi allontano da quello schermo, ormai privo di ogni immagine. 



Angolo autore:
Ciaooo genteeeee! Come promesso sono riuscito a scrivere un capitolo prima della mia partenza di domani!! Almeno sopporterete al meglio questa pausa! :) Spero che il capitolo vi piaccia! È la prima volta che introduco un punto di vista differente, ma l'ho trovato interessante e decisamente intrigante. Come sempre invito a recensire e/o a contattarmi privatamente! Ricordatevi di dirmi anche gli errori! Almeno li correggo :)
Detto questo vi saluto!
A presto!
Fede :)

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Capitolo 13
*** Destino. ***


Fede.
 
Oddio, oggi è il 13 Luglio. Non ho ancora capito se questo numero porti, secondo la leggenda, bene o male. Me ne farò una ragione, soprattutto visto che non sono un tipo molto superstizioso. Mi giro tra le lenzuola e noto che Niall e Liam stanno ancora dormendo. Già, questa volta non era possibile avere tre camere, così ci siamo accontentati di due stanze. Già, proprio accontentati… In realtà sembra di stare in un appartamento. Non ci sono ancora abituato a questo stile di vita, ma, per quello che dicono i ragazzi, è impossibile farci l’abitudine. 
Mi alzo, mi infilo le ciabatte offerte dall’albergo e mi dirigo verso la finestra. La apro e mi godo la vista di Porto. Mamma mia, è così rilassante. Un leggero vento mi accarezza la pelle, ma non me ne curo, anzi, a dir la verità, è piacevole. Ho sempre amato l’estate, ma non solo per la mancanza della scuola. Amo vedere il sole, è ciò che mi infonde energia e, inoltre, quando i suoi raggi mi colpiscono, fanno luce anche nella mia mente, rischiarano tutti quei pensieri ingarbugliati e fanno scomparire le ombre del passato. Per non parlare di quello che accade al livello del mio cuore. I sentimenti si scoprono con il sole, non con la pioggia. Parlo proprio io, eh? Io che, ben cosciente di ciò che provo, mi sono avvolto in una fitta coltre di nebbia, densa per la paura di un rifiuto. La mia Marlboro è finita e, forse, è ora che la mia giornata cominci. 
 
Abbiamo passato tutta la mattinata, pranzo compreso, in sala di registrazione. Io, ovviamente, avrei anche potuto andare in giro per la città e fare ciò che preferivo, ma mi dispiaceva lasciarli soli e poi… Ok smetto di sparare fesserie! Diciamoci la verità… Chi perderebbe l’occasione di ascoltare le canzoni del nuovo album? Ecco, ci siamo capiti. Sono rimasto estasiato, si può superare la perfezione? Beh, in effetti se si pensa a Goku possiamo trovare la risposta. Ogni volta che si trasformava in Super Sayan sembrava raggiungere il massimo, ma ogni volta riusciva a superare il suo limite…questo fino alla quarto stadio. Sono sicuro, però, che i One Direction sapranno andare ben oltre il quarto album. Loro entreranno a pieno titolo nella storia della musica, se non ci sono già. Usciamo tutti insieme dal palazzo, io pieno di energia, loro un po’ più affaticati, ma sempre con quel sorriso da fare invidia al testimonial della mentadent. Quei fottutissimi denti del giudizio! Che ira!
All’uscita troviamo qualche gruppetto di fan, che hanno aspettato fuori per tutto il tempo il nostro arrivo. Dopo aver accontentato tutti i presenti, ci avviamo verso un ultimo ragazzino appoggiato ad un cancello. Ci guarda e sembra aspettarci. 
-Ehi ciao!- esordisce Zayn.
-Vuoi una foto o un autografo?- chiede Liam.
-O entrambi?- continua Louis.
-Guarda che ti trattiamo bene…- afferma Niall.
-…visto che sei un directioner boy- conclude Harry.
Ma non lo capiscono che rischiano di fare paura alle persone quando si comportano come un branco di stalker incalliti? Senza contare che si mettono anche a finire i discorsi dell’altro!
-Oh grazie! Vorrei entrambi se non è un problema, almeno sull’autografo posso sputarci e con la foto mi ci posso pulire per bene il culo.- risponde quel bambino.
I miei occhi si appannano, non per le lacrime, ma per l’ira. Sento i mie muscoli contrarsi, il respiro si fa corto e il mio flusso di pensieri si è fermato. Riesco solo a sentire il resto. 
-Oh…non sei un fan…- sussurra Horan, visibilmente scosso da quelle parole, intrise di acidità fino alla radice. No, non potete ferire Niall!
-Oddio non ci credo! Siete perspicaci, vedo! Accidenti ragazzi, forse mi devo ricredere almeno sulla vostra intelligenza.-.
Ma sta scherzando?
-Okay, adesso smettila, non ti ha obbligato nessuno  venire qui.- quasi urla Payne. 
Gli altri lo guardano con adorazione, come un bimbo guarda sua padre.
-Lo so. Ma sono contentissimo di aver perso il mio tempo per aspettarvi. La gente vi dice solo quanto siete belli, non lo notate? Non capite che è quella la vostra fortuna?-.
Purtroppo son ben cosciente che questo è il punto di vista di tante persone, alcune delle quali si dichiarano addirittura Directioner.
-Basta, non hai alcun diritto di offendere il nostro lavoro. Ci impegniamo affinché il risultato sia il migliore possibile.-. Questa volta è stato Harry a parlare.
-E meno male che vi impegnate… Che poi deve essere faticoso immagino…-.
-Eppure hai aspettato tu stesso qui per diverse ore! Cosa pensi stessimo facendo? Stavamo scrivendo ed incidendo nuove canzoni, sai?! E poi credi davvero che sia facile vivere nel mondo dello spettacolo? Pensi che una vita così frenetica sia la migliore del mondo? Ma cosa te lo spiego a fare!- grida Louis.
Non lo avevo ancora mai visto così serio, e, soprattutto, arrabbiato, furioso. 
-Ah giusto! Che scemo che sono! Sapere di avere un capello fuori posto può essere stressante… Lo capisco. Tornate a fare quella roba per bambini, che voi chiamate musica. Io adesso me ne vado.-.
Accetto tutto, ma adesso basta. Di solito tendo ad essere un tipo calmo, socievole, ma a tutto c’è un limite. Le persone non si possono permettere di giudicare in questo modo. Le mie mani, che prudono per la rabbia, non rispondo più al mio controllo e stampano, non che mi dispiaccia, un sonoro schiaffo sulla guancia di quel marmocchio.
-Oh ma sei matto?- chiede retorico lui.
-Adesso stai zitto nano, parlo io.- inizio.
-Non ti devi permettere, non devi osare pronunciare una sola parola in più su questo argomento. Ti farei abiurare tutto ciò che hai detto, ma purtroppo io non sono l’Inquisizione e tu non sei Galilei. Pensi davvero di avere il diritto di insultare il lavoro altrui? E poi a che pro? Queste persone svolgono un lavoro al pari di quello di un dottore e sai perché? Perché quando le persone ascoltano la loro musica guariscono. Guariscono dalle incertezze, dai dubbi, dalle paure. La loro musica è la cura alla malattia del mondo. La loro musica fa brillare gli occhi di milioni di persone. E tu davvero pensi di poter distruggere tutto ciò con un discorso simile? Questi cinque ragazzi si sono fatti un mazzo tanto per arrivare fin qui, sai? Sono d’accordo che il mondo dello spettacolo possa essere anche falso ed ipocrita, ma loro, quando sono stanchi o tristi o arrabbiati, si sforzano di sorridere sempre e sai perché? Lo fanno perché sanno che c’è una miriade di ragazzi e ragazze che li prendono come idoli e loro, con solo mezzo che conoscono, cercano di aiutare tutti. Sai che essere considerato un esempio da seguire è già di per sé un lavoro? Comunque ti ringrazio per aver detto che fanno musica per bambini, perché per me, che sono un fan convinto, non può che essere un complimento. E’ più facile fare colpo su un pubblico di “adulti”, consistente in manichini annoiati dalla propria vita. Se parli dei massimi sistemi della vita, della droga, dell’alcool e del sesso il gioco è fatto. Ma con i bambini? Oh no, con loro è tutto diverso. Loro sono capaci di sognare, di divertirsi, di fantasticare. E’ difficile stupire delle persone abituate ad utilizzare la fantasia, sai? Quindi, grazie. Ovviamente ciò non leva che adesso mi faresti un grande favore se ti levassi di culo, anche alla svelta.-.
Dico tutto ciò con una certa velocità, dovuta alla rabbia che ho bisogno di sbollire. Il coraggioso ragazzino si volta e se ne va, impassibile. Quando ormai è lontano, noto che alza una mano, di cui è ben visibile il dito medio. Bisogno essere troppo pazienti a questo mondo. Finalmente mi volto verso i ragazzi, dei quali mi ero quasi dimenticato e, a quel punto, l’atmosfera ritorna serena, visto che la mia risata si diffonde nell’aria. E come non ridere dopo aver visto cinque facce rivolte verso di te, con la bocca spalancata e gli occhi colmi di gratitudine e paura?
-Giuro sareste da foto!- affermo io, contorcendomi dal troppo ridere.
-Ma ti prego!- mi zittisce Tomlinson.
-No scusa Fede, ma tutta questa grinta?- domanda Zayn.
-Sentite eh, mi aveva fatto infuriare quel tipo.-
-Ricordatemi di non farlo arrabbiare, altrimenti sgrida anche me poi…- sussurra Harry agli altri quattro.
-Ti dobbiamo un favore, ci hai difesi. Grazie.-.
-Tra amici questo e altro, no?- rispondo io ovvio.
E subito mi trovo sovrastato da uno di quegli abbracci di gruppo che ho sempre amato.
 
Abbiamo appena finito il concerto e, come sempre, andato alla grande. Quanto amo cantare! Decidiamo di tornare subito in albergo per metterci a letto, contrariamente alle altre sere, in cui  abbiamo fatto nottata. Una volta in camera Niall si butta subito sul suo materasso, entrando nel mondo dei sogni immediatamente, Liam va a farsi una doccia ed io mi metto a sedere sul letto e, istantaneamente, mi viene da pensare a Rachele.
Devo ammettere di esserci rimasto male per non aver ricevuto alcuna risposta alla mia dedica implicita. Ero più che convinto che lei l’avrebbe capita. Ma non ha capito o vuole far finta di non aver capito? In ogni caso ci siamo sentiti veramente poco e avrei così tanta voglia di scriverle un messaggio ora, anche con solo scritto “Buonanotte”. Ma qualcosa mi frena, non ce la faccio.
-Sai, secondo me dovresti dirle tutto.- mi dice Liam.
-E’ così ovvio che stia pensando a lei?-.
-Oh si, quando pensi a lei diventi tutto rosso e ti estranei da tutto ciò che ti sta attorno…-spiega lui, guardandomi con occhi comprensivi.
-Oh, probabile in effetti… Io non ce la faccio a rivelarle i miei sentimenti, davvero….-.
-Ma Fede lo capisci che così non può esistere un’amicizia?-.
-Perché no?-.
-Perché non sarà mai un’amicizia, sicuramente non per te. I rapporti, di qualunque tipo si tratti, sono fatti per essere reciproci e questo non lo sarà mai.-.
-Come darti torto…-.
-Prova con qualcos’altro… La canzone non ha funzionato? Magari scrivile qualcosa che contenga un messaggio implicito, che ne so! Inventati qualcosa…!-.
-Grazie Liam! Penso di avere un’idea!-.
-Oh, perfetto! Felice di averti aiutato. Adesso notte!-.
-Notte Daddy-.
Giusto! Un messaggio implicito! Io e lei ci siamo sempre divertiti insieme a comporre giochi di parole o cose simili. La retorica e i suoi derivati ci hanno sempre appassionati. Non credo Liam si riferisse proprio a questo ma perché no?
 
“Incredibilmente sono arrivato fino in Portogallo, ma sento di poter andare anche più lontano. Occasioni come queste non capitano a tutti, ed io lo devo a te. Tutto ciò che hai fatto per me va non andrà mai dimenticato, lo giuro. Impossibile dire cosa mi aspetta, ma la vita è bella per questo, vero? Ancora non sono sicuro di ciò che voglio, ma so che questo è il posto mio. Mi manchi, sai? Oggi, durante il concerto, mi sono venuti in menti i nostri tipici pomeriggi estivi all’insegna dell’ozio e, un po’, mi è venuta nostalgia.”
 
Perfetto. Così può andare. Deve solo capire di dover leggere la prima lettera di ogni frase. Speriamo che questa volta vada meglio. Domani comprerò i francobolli e gliela spedirò. Sono sicuro che le farà piacere. E così, contento per la mia nuova trovata, mi faccio cullare dalle braccia di Morfeo.
 
 
8 giorni dopo.
Rachele.
 
Mi sto preparando per uscire con una mia amica per andare a fare un po’ di shopping. Mi serve passare del tempo così, mi rilassa. Esco in fretta e non mi devo nemmeno preoccupare di salutare qualcuno, visto che in casa sono sola.
Prima di uscire, decido do controllare la cassetta della posta. Tra i soliti giornali e bollette trovo una busta indirizzata a me. Che cosa insolita! La apro e, non appena riconosco la calligrafia, la lascio cadere a terra. Non ci credo. Mi ha scritto una lettera! Subito, in maniera del tutto frenetica, la raccolgo e la leggo mentre mi avvio per la strada. La leggo tutta di un fiato, senza preoccuparmi minimamente della punteggiatura. Arrivo alla fine e la mia voce rimane a mezz’aria. Che strano testo. Non ha scritto neanche un “ciao” o “a presto” o un “ti voglio bene”. Queste sono solo delle frasi, delle constatazioni, ma alcune non hanno niente a che fare tra di loro. E’ rincoglionito per caso? Prendo il telefono e sto per scrivergli un messaggio per chiedergli spiegazioni, quando mi accorgo del mondo in cui è scritto il suo nome sulla mia rubrica. Diferoce. Già il suo nome anagrammato. Lo aveva memorizzato lui così sul mio cellulare. CI divertivamo a fare questo tipo di cose. Aspetta un attimo. Magari anche in quella lettera c’è qualche messaggio! Sarebbe da lui! Non si deve trattare di anagrammi o di inversione di parole, perché l’italiano mi sembra corretto. Allora cos’è?
Penso penso e ripenso fino a farmi fumare le meningi. Sono talmente presa dalla mia riflessione che non mi accorgo nemmeno di dove vado. 
Ad un certo punto capisco. Lo vedo. Lo leggo. Non ci credo. Allora lo rileggo. E quelle parole nero su bianco mi colpiscono al cuore. Non può essere un caso. No, lui mi voleva dire questo, ne sono sicura. “I-O-T-I-A-M-O”. E’ mai possibile? Davvero? E nessuno dei due si è mai reso conto dell’altro? Sono troppo felice, i miei occhi iniziano a lacrimare da soli, inondando quella lettera, che ha rappresentato il mio salvagente durante il mio naufragio. Prendo il telefono per chiamarlo, per dirgli che lo amo con tutta me stessa, che è la mia vita, il mio sole, che è stato il mio passato e che voglio sia il mio futuro. Sto per chiamare e pigiare il tasto verde quando sento suonare. Alzo la testa per vedere chi è che urla. Lo faccio, ma ormai è troppo tardi. La macchina non frena ed io mi ritrovo accasciata a terra, con il mio sangue che si unisce alle lacrime nello sporcare quella lettera. Chiudo gli occhi.
 
 
 
Angolo autore:
Ciaoooooo! Allora sono tornato da Parigi e, per chi lo volesse sapere, è stato magnificooooo! Purtroppo però al mio ritorno mi sono ammalato e ho preso la febbre, causa ulteriore del mio ritardo nella pubblicazione. Ho cercato di scusarmi con quanti più ho potuto, ma in ogni caso lo ripeto anche ora: SCUSATEMI PER IL RITARDO, NON NE AVEVO INTENZIONE!
So che il capitolo non è lungo, ma ho preferito fermarmi qui, mi sembra già abbastanza denso… poi se penserete che vada allungato, faccio sempre in tempo a modificarlo no? :)
Ringrazio tutti quelli che stanno leggendo la mia storia, ce la trovano interessante e anche quelli che, in più, si prendono anche la briga di recensire. Grazie infinite! Siete magici!
 
Vi voglio lasciare con una cosa un po’ particolare.
Ieri ho letto da qualche parte questa frase: 
“Ubriacatevi di scrittura, per fuggire dalla realtà.” (cit.)
In cui poi lo scrittore chiedeva di cambiare la parola “scrittura” a piacimento, secondo quello che ci sembra più giusto.
Io vi dico quello che metterei io.
Per me sarebbe: “Ubriacatevi di fantasia, per fuggire dalla realtà”.
 
Voi? Cosa mettereste?
 
A presto!
Fede :)

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Capitolo 14
*** Mente. ***


Rachele.

Mi trovo in una strada. Non sono a Milano. Non so dove sono. Non riesco a percepire nemmeno il modo in cui sono vestita, forse perché non lo ritengo importante. Sembra che il tempo si sia fermato. Non è giorno, ma nemmeno notte. E’ quello che chiamano crepuscolo, quel passaggio tra luce e ombra destinato a durare pochi minuti. Eppure qui sembra durare in eterno. Osservo il cielo e non noto mutamenti. Tutto è fermo, immobile. I lampioni lunga la via sono già accesi, ma ce n’è uno difettoso poco lontano da me. Il suo lampeggiare continuo è l’unica cosa che al momento cattura la mia attenzione. Acceso, spento, acceso, spento, acceso, spento. Ancora spento. Per sempre spento. Adesso non so più dove rivolgere il mio sguardo. Inizio a camminare per quella via che mi sembra portare direttamente all’infinito, ignara di trovarmi sul quel confine che può significare la mia fine. Facendo qualche passo, vedo che sui muri sono presenti delle scritte, ma non i classici graffiti. 

"Cosa sono in realtà i ricordi?
Sono in musica tra i migliori accordi."

"Che cosa è la vera fantasia?
Non chiedere, non importa cosa sia."

"E cosa è la nostra memoria?
Ciò che rende la vita una storia."

Io questi versi li conosco. Qualcuno me li aveva già detti. Che cosa ci fanno qui? Chi lo ha scritti sul muro? Cosa significa tutto ciò? Noto numerose traverse. Strano. Prima non c’erano. Mi affaccio per vedere cosa contengono, ma rimango delusa. Sono solo vicoli ciechi. Qui o si va avanti o si va indietro: non ci sono mezzi termini. Ed io da che parte devo andare? Qui non ci sono cartelli stradali. Destra o sinistra? Ma la domanda vera non è questa. La domanda è: dove mi porta questa strada? Ci voglio davvero andare? Mi sento smarrita, sola, confusa. Nessuno sembra essere qui per aiutarmi. La decisione spetta a me. Ma quale è questa decisione? Che devo fare? In cosa consiste la mia scelta?
Inizio ad urlare, a gridare, a piangere per la disperazione. Mi siedo a terra, avvicino al petto le ginocchia e le cingo con le braccia. A quel punto il pianto si fa più silenzioso, più carico di sentimento. Invoco risposte e qualcosa o qualcuno sembra capirmi, sembra aver percepito le mie suppliche. Tutto inizia a girare e tutto mi appare incerto, non delineato. Capisco solo dopo qualche minuto che il paesaggio intorno a me sta cambiando, si sta trasformando. Finalmente il moto circolare intorno a me sembra arrestarsi e posso fare il punto della situazione. Adesso mi trovo in un porto. Non riconosco ancora la città, però una grande nave si distingue nel mare. Anche il tempo sembra essere cambiato. Adesso è l’alba, la fine della notte e l’inizio del giorno. Non posso fare a meno di tranquillizzarmi per ciò. L’idea di fuggire dalla notte mi rasserena. Mi guardo nuovamente intorno per cercare un’ancora di salvezza e, questa volta, il mio sguardo sembra trovare quello che cerca. Sul pontile, quello al quale è attraccata la grande nave, c’è un uomo, un marinaio a giudicare dai suoi vestiti, intento a fumare. Di più non riesco a vedere.
Mi avvicino per vederlo meglio e per chiedere informazioni. 
Arrivo davanti a lui, che è seduto per terra e guarda in basso. Si è accorto della mia presenza, ma non sembra avere intenzione di cambiare la sua posizione per me. La sua unica preoccupazione sembra essere quella di finire la sua Marlboro, senza rendersi conto che, anche quella, è infinita in questo posto fuori dal tempo. Mi siedo.
-Finalmente ti sei messa a sedere.- esordisce.
Quella voce. Quella santissima voce. Come confonderla? Come dimenticarla? Come sbagliarsi?
-Non mi hai invitata a farlo…- rispondo di rimando.
-Mi pareva ovvia la cosa.-.
-Ah…capito. Perché sei qui?- chiedo io.
-Credo di trovarmi qui puramente per il fatto che tu vuoi che io sia qui. Niente di più, niente di meno.- spiega in maniera semplice Fede.
-Ah…quindi non stiamo vivendo nella realtà?-.
-Davvero credi sia possibile ciò?- domanda lui, guardandomi con sguardo scettico.
Oddio, è bello anche così.
-Hai ragione. Dubito fortemente che ciò stia accadendo veramente.-.
-E’ qui che ti sbagli.-.
-Cosa intendi?-.
-All’interno della tua mente tutto ciò è più che reale e sono certo rivesta anche una determinata importanza.-.
-Oh, è complicato, vero?- sussurro più a me che a lui. 
Mi avvicino per tendere la mia mano sulla sua guancia, per trovare un contatto, quel contatto che ho desiderato per tanto tempo. Arrivo alla sua pelle, ma, anziché toccarla e sfiorarla, la trapasso, come se non esistesse. Incuriosita, spaventata e sconcertata continuo a muovere la mia mano, fino a che non mi rendo conto che Federico non è altro che la proiezione che il mio cervello ha fatto di lui. E’ costituito di puro pensiero. 
-Tu non sei vero...- confesso.
-Vero... Che strano aggettivo non trovi? Chi può decidere cosa sia vero e cosa falso?-.
Quanto ha ragione...
-Fede dimmi una cosa: dove sono? Cosa devo fare?-.
Ho ricominciato a piangere, è inevitabile.
-Ehi, non sciupare quegli occhi con delle lacrime! È un peccato non trovi?- comincia a dirmi, mentre con un dito mi asciuga le guance rigate. Strano, lui può toccarmi. Io no.
-Siamo ad un porto, non vedi? Non so bene cosa tu debba fare, quello lo devi decidere te.- finisce.
-E che ci faccio io qui? Quali sono le mie possibilità?-.
-Questo è il Confine. È quel mondo fuori dalla spazio e dal tempo, situato nel nostro cervello, nel quale ci rifugiamo al momento di decisioni importanti, decisioni chi riguardano la vita, la nostra vita. Puoi decidere di restare per sempre qui, chiusa nella tua mente con me, nessuno te lo vieta. Altrimenti devi salire su quella nave, che ti porterà dove vorrai: verso la fine o verso la vita.-.
-Sai Fede, da un lato vorrei restare qui, sola con te. Ma che senso avrebbe? Questa non sarebbe una vita, ma solo il surrogato di un sogno e non posso vivere al suo interno, credo tu lo capisca. Ho deciso, voglio tornare a vivere...- affermo e in quello stesso istante mi convinco di aver detto la cosa più giusta.
-Ti avviso di una cosa però: se andrai verso la vita troverai un mare in tempesta ed il vento cambierà continuamente, se andrai verso la morte, il viaggio sarà semplice e veloce.-.
-Immaginavo una cosa del genere... Ma voglio vivere, anche se sono cosciente che questo non sia semplice.- dico sicura.
-Perfetto! Allora prendi questo, è il tuo biglietto per la nave. Sbrigati sta per partire.-.
Dicendo ciò si alza e mi accompagna verso l'imbarcazione. In mano mi ritrovo un foglio piegato che non riesco ad identificare. Lo apro e a quel punto una valanga di ricordi mi travolge. Riconosco quella lettera e anche il sangue che si trova sopra di essa. Cosa significa? Salgo sulla nave, ma continuo a parlare con Fede, rimasto sul pontile.
-Io ti amo Fede.-.
-Lo so. Io vengo dai tuoi pensieri, ricordi?-.
-Giusto hai ragione...-.
-Ma a quanto pare anche io ti amo. C'è scritto lì, vedi?-.
-Spero tanto che sia così...-.
-Abbi fiducia, Rache e continua a cercarmi dentro di te.-.
Questa frase mi coglie impreparata e, prima di poter rispondere, mi accorgo che abbiamo cominciato a muoverci.
-Cosa intendi?- chiedo alzando un po' la voce, visto che ci stiamo allontanando.
-Lo scoprirai!- mi urla lui, ormai indistinguibile dal resto. E così, su quella nave, mi dirigo verso la metà che avevo scelto: la vita.


Le mie orecchie sembrano svegliarsi dal loro torpore e inizio a percepire diversi suoni. Sento tanti rumori a me sconosciuti, ma, con loro, riconosco delle voci sommesse, rotte dal pianto. Non sono ancora in grado di riconoscere le persone accanto a me, ma mi fa male sentire piangere e voglio intervenire. Invano, sempre con gli occhi chiusi, provo a tendere una mano verso qualcosa che, però, non trovo. Forse sono troppo lontana. Il mio tentativo a quanto pare non passa inosservato. Qualcuno si appropria velocemente del mio braccio, il quale viene perforato da qualcosa. Solo a questo  punto comprendo di trovarmi in un ospedale. Mi stanno curando, mi stanno salvando. Apro lentamente gli occhi, chiusi da troppo tempo, e un raggio di luce mi acceca. Non avrei mai pensato di trovare così accogliente e calda la luce solare. Mai avrei pensato di ringraziare il cielo per essere riuscita a vedere un altro giorno. Immediatamente un uomo, che identifico come il medico, fa uscire dalla stanza una processione di persone, delle quali non riesco a vedere il volto. Sento solo il loro mormorio mentre escono, un mormorio misto di stupore e timore. Ma timore di cosa? Ah, giusto, sono ricoverata. Metto a fuoco l'unico uomo rimasto nel stanza. È alto, magro, con i capelli e gli occhi scuri, almeno credo. È di mezza età e sul viso ha stampato quel sorriso tipico dei medici. Cosa intendo? Dai, avete capito. Quel sorriso che mostrano praticamente sempre, volendo illudere la realtà facendo finta che tutto vada bene. Cerco di mettermi a sedere sul letto, ma la sua voce mi ferma.
-Stai ferma, non ti sforzare.- mi dice.
-Ah okay...- mugolo io, ancora incapace di ben articolare le parole.
-Come ti senti?-.
Dicendo ciò prende una sedia e si mette vicino a me.
-Mi prende in giro?- gli chiedo ironica mentre lo guardo accigliata.
-Oh beh in effetti... Sai, è stato veramente un brutto incidente...-.
-Come è successo?- domando io cauta. Non sono sicura di volerlo sapere.
-Davvero non ti ricordi?-.
-Non molto bene in effetti...- confesso.
-Stavi leggendo una lettera, che, a quanto pare significava molto per te, visto che non ti sei preoccupata di vedere dove andavi. Hai attraversato senza guardare e una macchina ti ha colta in pieno. Credo tu abbia fatto un salto di circa tre metri. Sei stata in stato di incoscienza quasi per una settimana.- mi spiega lui, quasi come fosse una favola.
Io impiego qualche minuto per collegare tutte le varie informazioni. Mi sa che il mio cervello non è ancora al massimo delle potenzialità. 
Stato di incoscienza... Auto... Tre metri... Lettera. 
-Scusi quale lettera? Di chi?-.
-Non ti ricordi nemmeno questo?-.
Dovrei?
-A dir la verità... No...-.
Si alza rapidamente, probabilmente per evitare il confronto diretto, ma sono riuscita a percepire il cambiamento avvenuto nei suoi occhi. 
-Rachele chi è Federico?-.
Panico. Io non ho la minima idea di chi sia questo ragazzo e sono praticamente sicura che, se me lo ha chiesto, sarei tenuta a sapere la sua identità. Sono consapevole di conoscere qualcuno con questo nome, ma non so altro. Quale è il posto di questa persona nella mia vita? Sopratutto, ha mai avuto un ruolo per me? Era una persona importante? Lo è ancora? Inizio a piangere, cosciente fin troppo di quello che sta accadendo. 
-Non te lo ricordi vero?- continua l'uomo, ormai rassegnato all'evidenza. Scuoto la testa quasi impercettibilmente.
-Chi sono i tuoi genitori?-.
-No, questo me lo ricordo... Ho dei buchi anche sulle loro vite, ma sono relativamente piccoli. Non mi ricordo bene quando sono nati, quale sia il loro lavoro, ma so che persone sono.- affermo veloce, quasi a volermi attaccare a questa speranza. 
-Bene, capisco.-.
L'interrogatorio continua e tra le varie cose che mi sono dimenticata scopro anche di conoscere qualcuno di nome Roberto. È mai possibile. Ad un tratto il dottore mi avvisa che deve uscire un attimo.
-Dai ora riposati, torno subito. Approfittane per rilassarti un pochino, che già è un miracolo vedere che sei uscita dal coma.- mi dice veloce, forse convinto sia una frase rassicurante. Io annuisco lentamente, persa tra i miei pensieri. Come posso aver dimenticato delle persone? Dei sentimenti e delle storie? Come posso essermi persa una parte di storia della mia vita? Come può una macchina aver cancellato tutto questo? È davvero possibile? Sono uscita dal coma, è vero, ma come è successo? Provo a scavare nella profondità della mia mente è delle immagini tornano in superficie. Una strada vuota, delle scritte, la disperazione, la sensazione di solitudine, l'alba, il mare, una sigaretta. Una sigaretta di chi? Ah si, mi ricordo. C'era un ragazzo, vestito da marinaio. Mi ha detto qualcosa. Che sia lui Federico? O forse lui è Roberto? Oddio non ci capisco più nulla. La mia attenzione viene captata dalla conversazione che molto probabilmente si sta svolgendo proprio al di fuori della mia camera.

-Come sta dottore?- chiede una voce femminile.
-Sembra stare bene... Almeno per quanto riguarda le caratteristiche fisiche...- risponde la voce del medico che mi ha visitata.
-Cosa intende? Cavolo si spieghi!- afferma un uomo, piuttosto alterato. No, forse è solo preoccupato. 
-Vede non si ricorda alcune cose. A quanto pare sembra avere una memoria piuttosto salda riguardo alle figure portanti della sua vita, come voi. Anche se, da quello che ho potuto capire, non le è chiara qualche piccolezza riguardante anche le vostre persone. Inoltre sembra aver completamente rimosso alcune persone come questo Federico.-.
-Oddio il mio amore...- sussurra la donna con la voce rotta dal pianto. 
-Come è possibile che si sia dimenticata del suo migliore amico?- continua quella che ormai credo essere mia madre.
-Scusi potrei sapere cosa c'era scritto nella lettera? Ce l'ha qui, non è vero?-.
-Oh si...! Vede in realtà non c'è scritto nulla di particolare, almeno non mi sembra. Però credo che mia figlia ami quel ragazzo, ne sono quasi sicura.-.
-Capisco... E adesso questo ragazzo dove si trova?-.
-È in giro per il mondo, per cantare.-.
-Okay bene, invece cosa mi sa dire di Roberto?-.
-Mmm... Ad essere sincera di lui non so molto, tranne il fatto che hanno avuto una discussione terribile poco tempo fa.- risponde lei.
-Bene, credo di aver capito. Sua figlia non ha ricordi riguardo quelle persone di cui non ha presente il ruolo o l'importanza nella sua vita. Sono quelle persone che per lei non sono definite.-.
-Ma è terribile! Dobbiamo subito chiamare Federico, forse se Rachele lo vedesse...-.
-No assolutamente no! Potrebbe essere uno shock troppo grande. Anzi dovete aspettare che ricordi tutto da sola, non la forzate a nulla. Non dovrà leggere quella lettera, ci siamo intesi? Al contrario, sarebbe meglio se la buttasse. Almeno non ci sarà nemmeno la tentazione.-.

Improvvisamente la porta di spalanca e quelli che riconosco come i miei genitori vengono ad abbracciarmi di corsa. Anche io mi stringo intorno a loro . Sono contenta di sapere di avere qualcuno accanto a me, ma non posso fare a meno di pensare alla conversazione di poco prima. Cosa devo fare adesso? So si avere le risposte dentro di me, ma mi sembrano irraggiungibili, avvolte da un velo di ignoranza. 
Vengo a scoprire di poter tornare a casa quella sera stessa. Del resto il mio fisico sembra essersi ripreso piuttosto bene, se trascuriamo il braccio destro rotto, il quasi trauma cranico, i punti sulla gamba ed i diversi lividi. Ma dopotutto sto bene, almeno sono viva. Mio padre mi prepara un borsone, che molto probabilmente aveva portato lui stesso in ospedale a suo tempo. Dopo viene ad aiutarmi a scendere dal letto e mi accompagna verso l'uscita della stanza. Quando arrivo sulla soglia sento le gambe tremare. Ho paura. Mi sembra di dover nascere una seconda volta. Mi sento come una bambina persa all'interno del grande labirinto del mondo. Ho bisogno di qualcuno che stia con me, non mi sento in grado di affrontare questa situazione da sola.
Mi volto verso la stanza che, a mia insaputa, mi ha ospitato sette giorni e, nella rapida occhiata, i miei occhi si posano anche sul cestino. Al sul interno noto un foglio di carta piegato e strappato in più parti. Capisco subito che si trattasi quella famosa lettera, quella lettera al quanto temuta, quella lettera causa della mia situazione precaria. Capisco di non volerla leggere, non ce n'è motivo. Se dovrò ricordare, lo farò anche senza quelle righe. Vero? Mi allontano dall'ospedale, sperando di aver fatto la scelta più giusta. 
Mentre siamo in macchina per andare a casa vengo a scoprire che una certa Rebecca ha chiamato per sentire come stavo. A quanto pare deve essere un'amica di famiglia. Subito dopo capisco che si tratta della madre di Federico, perchè, per quanto sono riuscita a captare, ha accettato di non dire niente al figlio. Forse per questo ragazzo non devo essere molto importante se addirittura preferiscono non dirglielo. Non lo so, in questo momento non so nulla. 
Quando arrivo a casa mi dirigo in camera mia. È così strano. Mi sono dimenticata di alcune cose fondamentali nella mia vita, eppure mi ricordo benissimo la conformazione della mia camera. Quel letto, quell'armadio, quella scrivania, quella poltrona, quei quadri, quei poster, quelle foto. Già quelle foto. Ma quelle quali? Come era prevedibile alcuni soggetti non lo riconosco. Chissà di chi si tratta. So benissimo che potrei trovare facilmente la risposta alla mia domanda. Scoprire l'aspetto fisico di Federico e Roberto non dovrebbe essere difficile, ma non ne ho la forza adesso. Vedo il mio computer portatile sul letto e improvvisamente mi viene voglia di andare su Facebook e Twitter. Assurdo, la password dei due socials é ancora ben fissata nella mia mente. E pensare che è solo una serie di parole e numeri. Come gira in modo strano il mondo, vero? Poiché mi rendo conto che internet non è proprio il mezzo migliore per chi vuole restare momentaneamente nell'ignoranza decido di abbandonarmi sul letto, sperando che il sonno possa risvegliare dei ricordi.
 
Fede.
 
Mi sento incompleto, mi sento solo. Mi sento come un cuore a metà. Sono passate settimane da quando le ho spedito la lettera, settimane! E non ho ricevuto l’ombra di una risposta. Avrei capito se mi avesse mandato un messaggio facendo finta di nulla, ma nemmeno quello. Rachele si è dissolta nel nulla. E, come se non bastasse, ci si mette anche mia madre. Anche lei sembra essersi dimenticata di me, come se avere il figlio in giro per il mondo fosse una cosa normale… Non mi chiama più spesso come faceva prima e non mi fa l’interrogatorio, come suo solito. Ammetto di odiare quando mi riempie di domande, ma da un lato mi fa anche piacere…Dimostra interesse, no? Non so più cosa pensare. Mia madre sembra quasi evitarmi, il mio migliore amico mi ha pugnalato alle spalle e la mia migliore amica, nonché persona da me amata, mi ha abbandonato. Come è strana la vita. Forse non è possibile raggiungere quello stato di felicità caro a molti filosofi. Forse è vero che l’uomo è destinato a non sentirsi mai soddisfatto. Sono ben cosciente che, al momento, sto vivendo comunque un sogno e che milioni di persone vorrebbero essere al mio posto. E come non capirlo? Sto riuscendo a concretizzare la mia passione e, cosa più importante, ho trovato una famiglia. Ora che ci penso dovrò spiegare a Martina che non è più l’unica sorella che ho: adesso ho cinque ragazzi accanto a me, pronti ad aiutarmi in tutto per tutto e a sostenermi sempre, anche nelle cadute. Mamma mia quanto sono fantastici… E pensare che io non so nemmeno come ringraziarli. Probabilmente la magia finirà con l’inizio di settembre, ma non è il caso di preoccuparsi. E’ vero, il canto è parte integrante della mia vita, ma, per me, la cosa più importante è riuscire a preservare quell’amicizia così stretta che si è creata con quelle cinque pesti. Loro me lo hanno promesso. Mi hanno promesso che non smetteremo di sentirci, qualunque cosa accada dopo questo mio “tour estivo”. Ma posso ancora fidarmi di qualcuno? L’esperienza mi ha dimostrato che, ogni tanto, sarebbe meglio essere più indipendenti e pensare meno agli altri. Ma io non ce la faccio, io ho bisogno di appoggiarmi a dei sostegni. Non sono ancora capace di camminare da solo. Forse potevo esserlo quando ero rinchiusa nella mia realtà milanese, ma adesso? Adesso che i miei orizzonti si sono decisamente allargati? Io voglio fidarmi di loro, sono sicuro che non mi abbandoneranno. La fiducia è alla base di tutto, no? Bene, allora io voglio scommettere anche su questo rapporto quintuplo. Del resto la vita è come giocare d’azzardo, vero?
 
-Fedee!- urla qualcuno al di là della porta.
-Arrivo, calmo!-.
-Dio santo! Ma cosa stavi facendo? E’ da dieci minuti che busso senza sosta!- mi sgrida Harry.
-Ahahahahah, ma se saranno cinque secondi!-.
-No fidati, tutt’altro.- afferma lui, mettendo il broncio.
-Boh, io non ci credo…Comunque non ti avrei sentito lo stesso…Ero assorto nei miei pensieri…- sussurro.
-Ancora la stessa storia Fede?-.
-Io non ce la faccio Harry… Penso sempre a lei, a Roberto. Le delusioni stanno diventando troppe…-.
-Lo so, ne abbiamo parlato quante volte ormai? Però dai, pensaci, alla fine anche le soddisfazioni aumentano… E’ tutto proporzionale…- prova a spiegarmi lui.
-Styles rinuncia. La matematica è una scienza fin troppo complicata per te.- affermo io, mostrando un sorriso.
-Che antipatico oh! Comunque vedi che a qualcosa servo anche io? Ti è tornato il sorriso!- risponde entusiasta.
-Si ok Dottor Sorriso, adesso mi potresti spiegare cosa volevi dirmi?-.
-Ah giusto! Allora tra quindici minuti nella hall che usciamo?-.
-Dove andiamo?- domando, mostrando così la mia poca voglia.
-In discoteca!-.
-Harry non lo so…-.
-Dai Fede! Non fare il diciottenne moscio! Quante altre volte ti capiterà di essere in America con i tuoi idoli, che, in più, sono anche in tuoi migliori amici?-.
-Uff… Ho capito, ho capito! Va bene, vengo, però smettila di ripetere ogni volta la solita tiritera, altrimenti va a finire che ti levo dai miei idoli!-.
-Si certo, tu provaci.- mi dice lui, lanciandomi uno sguardo bizzarro, che probabilmente dovrebbe sembrare minaccioso.
Dicendo ciò si avvia verso la porta.
-Ah Harry…- lo fermo io.
-Si?-.
-Comunque spero di avere tante tante altre possibilità come questa…- confesso.
Lui mi sorride, mostrandomi anche i suoi invidiabili denti del giudizio. 
-Tranquillo, non ho dubbi che sarà così-.
E così rimango nuovamente solo.
 
Ci troviamo in uno dei locali più importanti della città. A dire la verità a me fa quasi paura… E’ troppo grande e rumoroso. Okay, forse rumoroso è un aggettivo poco descrittivo per una discoteca… Gli altri si sono già andati a scatenare sulla pista da ballo e sembrano divertirsi molto, anche se devo ammettere che Liam ha uno strano modo di ballare. Beh, le doti ballerina dei One Direction sono famose in tutto il mondo, no? 
-Hai intenzione di rimanere seduto qui ancora per molto?-.
-Non avevo molta voglia di venire…Lo sapete…-.
-Dai Fede! Cerca di divertirti un po’! Non puoi tormentarti così! Non fa bene alla salute!- mi incita Zayn.
-Ah si? Cosa mi consigli di fare?-.
-Di ballare e di spegnere l’interruttore che ti ritrovi in quella maledetta testa, abituata a pensare troppo.-
-Difficile da fare, non trovi?- chiedo sarcastico.
-Invece no…Se usi questo…-.
-Cosa è?-.
-Un bel drink.- risponde lui ovvio.
-Oggi ve la do troppo vinta… Devo ritrovare la mia autorevolezza…-.
Prendo il bicchiere dalle mani di Malik e, dopo aver preso un respiro, lo svuoto direttamente. Alzo lo sguardo e il ragazzo davanti a me mi guarda compiaciuto. Come biasimarlo? Ha ottenuto il suo scopo! Mi sento ancora freddo. Così decido di andare al bar e continuo a bere, a bere, a bere. E’ veramente troppo vero quando si dice che l’alcool è stato creato per dimenticare. Già, credo che il suo ruolo sia proprio quello.
Dopo numerosi cocktail sento qualcosa scattare nella mia testa e un improvviso blackout mi colpisce. Mi dirigo verso il centro della stanza e comincio a muovermi, incurante di quello che è stato e di quello che sarà. Rimango solo per poco, perché ben presto una ragazza, della quale non riesco a mettere a fuoco il viso, si avvicina a me e inizia a fare quella facile. Io non ho le capacità per respingerla e , forse, non ho nemmeno voglia. Dopotutto sono un ragazzo di diciotto anni, no? Iniziamo a ballare insieme, entrambi senza preoccupazioni. E’ più che ovvio che anche in suoi freni inibitori siano andati a farsi un giro.
 
Sono le quattro di notte e finalmente torniamo in hotel. Siamo veramente ridotti male e, questa volta, mi avvio verso la mia camera non più da solo, ma con una ragazza. Non so chi sia, non so come sia fatta e non so come si chiami. E’ probabile che mi abbia rivelato il nome, ma io non gli ho dato importanza. Spalanco la porta e, non appena la richiudo, l’uragano ha inizio. Spinto da una disperazione accentuata dall’alcool mi fiondo sulle labbra della sconosciuta. Siamo attaccati al muro e, tra i vari respiri, che si fanno sempre più intensi, la tiro su e lei aggroviglia le sue gambe intorno alla mia vita. Continuiamo a baciarci e ad esplorare i nostri corpi incollati alla parete. Non sazio di ciò, le afferro il polso e la butto sul letto. La sovrasto immediatamente con il mio corpo, mescolando i vari gemiti con i baci che fanno incontrare le mie labbra ed il suo collo. Da lì scendo sempre più giù ed elimino tutto ciò che potrebbe allontanarmi dalla sua pelle. Sento il corpo andare in fiamme, ma non ho paura di bruciarmi. Ormai completamente spogli di ogni straccio inutile di stoffa ci uniamo e cominciamo a muoverci a ritmo, secondo una danza più frenetica di quella che abbiamo già sperimentato in discoteca. Dopo aver raggiunto il culmine ci accasciamo entrambi sul letto, evitando il contatto fisico.
-Buonanotte Rache…-sussurro guardando la finestra e la notte. E mi addormento, consapevole di aver reso mia una persona della quale non so assolutamente nulla.
 
Angolo autore:
Ehiiiiii ciaoooooooo! Questo capitolo è stato veramente un patimento, ma penso non ci sia bisogno di spiegazioni! E’ un capitolo abbastanza denso, non trovate? Come sempre vi invito a recensire e/o a farmi sapere cosa pensate via messaggio privato! 
Auguro a tutti una buonanotte!
A presto, 
Fede :)

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Capitolo 15
*** Colori ***


Fede.
 
Apro gli occhi lentamente per paura di essere accecato dalla luce che invade la camera. Faccio per girarmi per dare le spalle alla finestra, ma il mio viso affonda in una marea di capelli. Oddio, di chi sono? Mi alzo lentamente dal letto, quasi timoroso. So di sapere la risposta, ma non la voglio accettare. Non posso averlo fatto, non è da me. Inizio ad indietreggiare fino a quando il letto non entra completamente nella mia visuale. Sì, c’è una ragazza nel mio letto, una ragazza di cui non credo sapere nulla. Beh, almeno è bella. Per terra noto i miei vestiti, insieme ai suoi, sparpagliati sul pavimento. Le immagini della notte di fuoco passata mi ritornano alla mente e non posso fare a meno di entrare in confusione. Ho solo ricordi sfocati, annebbiati. Questo dev’essere l’effetto dell’alcool. Non faccio in tempo a pensarlo che sento una spinta partire dal mio stomaco e, ben cosciente di quello che sta per accadere, corro in bagno. Faccio a pena in tempo ad inginocchiarmi che subito inizio a vomitare. Ho un mal di testa tremendo. Questa Zayn me la pagherà un giorno, insieme all’innocente Styles. Accidenti alle loro doti ad alto livello di convinzione. Con movimenti paragonabili a quelli di una mummia afferro il mio spazzolino e, dopo diversi risciacqui, riesco a far andar via quel cattivo sapore dalla mia bocca. Sono ancora in bagno quando sento il letto scricchiolare, segno che qualcuno si è alzato. Considerando che non ci sono molte scelte a riguardo, inizio ad allarmarmi. E adesso che faccio?
Non faccio nemmeno in tempo a finire di pensare ad una possibile strategia che la porta si apre e una ragazza alta, occhi verdi, capelli castani e decisamente nuda compare sulla porta. E’ ancora assonnata, tanto che stenta a tenere gli occhi aperti
-O mamma…-sussurro a quella vista.
-Buongiorno anche a te.- dice sbadigliando. Si avvicina a me, mi supera e si dirige al lavandino. Apre il rubinetto e si bagna il viso, probabilmente per svegliarsi. Alza lentamente lo sguardo verso l’alto, i suoi occhi sono incollati allo specchio. Continua a fissare la mia immagine riflessa, fino a quando non la vedo sbiancare di colpo.
-Aaaaaaah!-grida, in preda ad un attacco di terrore e di entusiasmo.
-Oh! Ma cosa gridi?! Fai piano che mi fa male la testa!- la rimprovero io. Odio la gente che urla di prima mattina. 
-O mio Dio, ma tu sei Federico, il cantante che sta accompagnando i One Direction!-.
-Mmm…Si, sono io… E tu saresti?-.
-Non ci posso credere! Io sono una loro fan sfegatata! Non che tu non sia bravo eh! Intendiamoci! Oddio! Anche loro sono in questo hotel, dove sono? E’ impossibile! Comunque scusa per non essermi presentata. Io sono Marie. Il mio nome è francese, infatti qua in America o comunque in tutti i posti anglosassoni mi faccio chiamare Mary.-mi spiega velocemente lei, in preda alle convulsioni per l’eccitazione.
-Oh, ho capito…comunque potresti metterti qualcosa addosso? Mi distrai in queste condizioni…-.
-Certo! Scusa la mancanza di rispetto!-.
Poverina, non sembra una ragazza facile. I suoi occhi sono più profondi di quello che mi aspettassi. Chissà quali demoni nascondono. Torno in camera da letto, afferro qualche vestito pulito e lo indosso. 
-Okay, ascoltami… Hai fame?- chiedo io educatamente, sebbene sia in totale imbarazzo.
-In realtà un pochino, ma tanto ora vado e levo il disturbo! Credo di aver causato già fin troppi problemi.-.
-No tranquilla! Facciamo colazione qui. Ordino in camera io per entrambi! Non è un problema…-.
-Oh grazie…Sei molto gentile!- mi dice lei e, per la prima volta, mi mostra un sorriso. Abbandona la borsa sulla poltrona e viene a sedersi al tavolo presente nella stanza. Dopo pochi minuti l’addetto al servizio in camera arriva e, dopo averci mostrato tutta la colazione, se ne va. Scommetto che sono stati così veloci semplicemente perché si tratta degli One Direction. Iniziamo a mangiare senza però proferire parola. 
-Io sono desolata…- rompe il silenzio.
Io la guardo sorpreso.
-Per cosa?-.
-Non avrei mai pensato di ritrovarmi in una situazione del genere. Non sono la classica ragazza facile, anzi, in genere, tendo ad essere il totale contrario. Ieri però non c’ero con la testa già prima di entrare nel locale, figuriamo dopo aver bevuto tutti quei drink…-.
Dice tutto ciò non allontanando mai i suoi occhi dal piatto. Non ha il coraggio di guardarmi in viso, si vergogna troppo. 
-Ehi, stai tranquilla! Non è solo colpa tua se siamo finiti a letto insieme…Le cose si fanno i due, no? Anche io non sono solito comportarmi così, mi dispiace…-.
Ad un tratto mi accorgo che le mie parole non sono l’unica fonte di rumore. Lei sta piangendo. Non ce la faccio a vedere le persone con le lacrime agli occhi, è una cosa più forte di me. Mi alzo e, sentendomi imponente, faccio l’unica cosa che credo possa darle conforto: l’abbraccio. Sembra consolarsi un po’ per questo mio gesto avventato.
-Ehi, cosa è successo? Se è per stanotte, davvero, mi dispiace! Ero ubriaco e non mi sono reso conto…-comincio io, sentendo sulle spalle il peso dei sensi di colpa.
-Nono, tranquillo! Non è colpa tua… E’ solo che questo non è un bel periodo per me e le cose non sembrano migliorare molto…-.
-Ah…capisco più di quanto pensi. Ti va di parlarne? Sono uno che sa ascoltare…-.
-Non credo sia molto interessante e non voglio rubarti troppo tempo…- mi dice, tirando su con il naso.
-No, davvero, lo voglio sapere! Se ti va di raccontarmelo, io sarò più che contento di sentirti! Almeno ci conosciamo ora…! E per il tempo non ti preoccupare! E’ ancora presto e, conoscendo i ragazzi, se si sveglieranno per l’ora di pranzo sarà già un miracolo.- la incoraggio, cercando di risollevarla con un sorriso.
-Ho diciannove anni e come ti ho detto il mio nome è francese e, infatti, provengo dall’europa. Ci siamo trasferiti in America circa un anno fa. Tutto sembrava andare per il meglio, eravamo contenti. Però hai presente quella sensazione spiacevole quando vedi una cosa troppo perfetta? Quando capisci che la perfezione totale ti infastidisce? E capisci che ti infastidisce perché in realtà non esiste? Ecco, io mi sentivo così. Mi sembrava di stare in una palla di vetro e di vedere il mondo passare accanto a me. Ma non ci è voluto molto affinché il mio mondo ideale andasse in frantumi. Mio padre, qualche mese fa, ha incontrato una donna ad un congresso e ha deciso di lasciare mia madre e me per seguire la sua nuova fiamma. Come puoi abbandonare in due minuti quella che è stata la realtà di una vita? Io non me lo so spiegare. Mia madre ha accusato il colpo e, una mattina, l’ho trovata a terra senza vita. Non ti so spiegare cosa ho provato. Dolore, rabbia, frustrazione, odio. Viviamo in un mondo di egoismo, non credi? Perché suicidarsi? Perché? A quanto pare a nessuno interessava di me. A quanto pare tutti avevano il diritto di lasciarmi per il loro bene. Ho deciso di andarmene e di cambiare casa, di rifarmi una vita. Ma sbagliavo. Non è possibile rifarsi una vita quando l’unico colore presente nei tuoi occhi è il grigio. Mi sono rinchiusa in casa a piangere, quasi non mangiavo più. Poi sai cosa è successo? Ho incontrato un ragazzo che ha rappresentato per me la via della salvezza. Mi sono aggrappata a lui con tutte le mie forze. Era la mia ancora. Mi trattava bene, sembrava avere cura di me. Con lui era tornato il sole, che aveva riportato i sette colori dentro di me. Ma ancora una volta mi sono sbagliata. Forse non sono brava a giudicare le persone…Sai? Qualche giorno fa ho scoperto che era fidanzato con un’altra e che io, per lui, ero solo un gioco. E nei miei occhi è entrato il nero. Ho scoperto solo in quel momento che gli essere umani possono essere considerati dei giocattoli? Tu lo sapevi? Io no. Bene, allora se lo ha fatto lui, perché non lo posso fare anche io? E’ così che ho cominciato ad andare tutti i giorni a ballare, ritrovandomi spesso la mattina in letti non conosciuti. Poi il resto lo sai…-.
Ascolto la sua storia senza fiatare un solo secondo. Come è possibile tutto ciò? Capisco che quello che dice è vero quando, una volta finito di parlare, mi guarda negli occhi. Uno sguardo spento, privo di luce, di allegria. Come può una ragazza così giovane aver già perso la voglia di vivere? Non posso e non voglio permetterle di buttar via la sua esistenza. 
-Sai…-comincio io.
-No, aspetta! Non voglio che commenti, non importa…davvero! Anche perché non sarei in grado di distinguere la verità dalle parole dette per pietà. Quindi preferisco evitare. Però ti ringrazio enormemente per lo sfogo, sei la prima persona alla quale racconto tutto per intero…Credo mi abbia fatto bene. Sai,  avete rappresentato molto per me te e gli One Direction. Siete l’esempio vivente che esistono tante sfumature di colore. Forse vale la pena inseguire i propri sogni, non credi? Beh che domanda stupida…Tu questo lo sai bene! Ti stimo moltissimo per quello che stai facendo, perché stai combattendo per quello che vuoi. Sono davvero contenta di averti conosciuto di persona, anche se, di sicuro, il primo approccio non è stato dei migliori…- afferma e, quando finisce, noto del rossore sulle sua guance, forse dovuto all’imbarazzo.
-Posso chiederti quale è il tuo sogno?-.
-Vivere. Voglio capire cosa sia vivere e conoscere tutte le sfumature di questo dannato mondo.-.
-Sono sicuro che ci riuscirai, davvero! Non è un sogno impossibile, basta volerlo, sai?-.
-Spero tanto tu abbia ragione…Però perché ora non mi racconti di te? Da quello che ho capito anche per te c’è qualcosa che non va! Ovviamente non ti costringo…-.
Naturalmente non mi faccio problemi e le racconto tutto ciò che è successo negli ultimi tempi, marcando notevolmente gli eventi che hanno creato maggior insicurezza in me. Le spiego di Rachele,di quanto io la ami, ma lei non sembra stupita. Mi dice che lo aveva capito dalla prima volta in cui avevo nominato il suo nome. E a quanto pare il suo nome è sulle mie labbra anche la notte. Cerca in tutti i modi di darmi conforto e, ancora una volta, capisco che sta mettendo qualcun’altro davanti a sé…Non ci credo. E’ una delle persone più generose che io abbia mai conosciuto. Non sa nemmeno lei di esserlo, perché tutto ciò che fa, lo fa con il cuore…le viene spontaneo. Ma non è giusto, non è giusto che nessuno possa fare per lei quello che lei fa per tutti. 
-Ora scusa, ma devo assolutamente andare!- afferma frettolosamente.
-Posso chiedere dove?-.
-Lavoro in un negozio di informatica proprio dietro l’angolo.-.
Detto ciò  si rimette i tacchi della sera precedente, mi abbraccia, mi dà un leggero bacio sulla guancia e scompare dietro la porta.
 
Mi stendo nuovamente sul letto ed inizio a pensare. Che ragazza incredibile. Non ne sono attratto, assolutamente…Però devo ammettere che è affascinante. E’ come un libro di cui conosco solo la trama… Lo devo assolutamente leggere! Sono sicuro che potrebbe diventare un best-seller. E poi si è aperta così semplicemente con me, che mi sembra doveroso cercare di ricambiare…ma come?! Forse i ragazzi sapranno consigliarmi…! Esco velocemente dalla mia stanza e mi dirigo verso quella di Liam, che è la più vicina. Poco dopo riesco ad avere tutti e cinque in camera mia.
-No Fede, ti prego ora spiegami per quale ragione ci hai tirato giù dal letto…- mi dice Zayn sbadigliando.
-Ehm…Ho un problema e mi dovreste aiutare…- spiego io, in modo un po’ impacciata.
-Oh beh ora capisco…No aspetta, non è vero. E non potevi attendere che ci svegliassimo lentamente con i nostri tempi?- esclama Styles.
-Eh no… riguarda la ragazza di ieri sera…E se vogliamo intervenire dobbiamo farlo subito…-.
-Oddio è morta.-.
-L’hai messa incinta?-.
-Corriamo a prendere la pillola del giorno dopo!-.
-Hai fatto cilecca?-.
-Si è rifiutata di fare sesso?-.
-Ragazzi! Stop! Niente di tutto ciò, tranquilli! Nessuno rischia di perdere la vita e tantomeno di acquistarla! Quindi calmatevi!- urlo io per interrompere il caos al quale avevo involontariamente dato inizio.
-Oh bene…- sussurra Payne.
-Questi ragazzi di oggi…Non sanno proprio come si affrontano questi argomenti…- comincia Harry con un tono che sembra serio.
-Come è la ragazzina a letto?- conclude.
Ed io che speravo in chissà quale pensiero filosofico.
-A parte il fatto che non me lo ricordo perché ero ubriaco e non voglio fare il nome di colui che mi ha fatto bere, vi ho chiamato qui per una ragione ben più seria…-.
Inizio così a raccontar loro tutto dall’inizio alla fine: di come mi sono svegliato, dell’incontro in bagno, della colazione in camera e del suo racconto. Come pensavo i ragazzi non rimangono indifferenti alla questione. Niall scoppia quasi a piangere non appena arrivo al suicidio della madre, Zayn e Louis mi guardano increduli e Harry resta a bocca aperta, quasi a non volerci credere. Quello che mi lascia più perplesso è Liam. Rimane silenzioso per tutto il mio resoconto e capisco che, anche lui come me, è rimasto notevolmente colpito, emotivamente parlando, dalla faccenda. 
-Quindi io volevo chiedervi se avete delle idee su come poter intervenire…Sempre che siate d’accordo con il fare qualcosa…-.
-Ma certo! E’ un obbligo! E poi hai detto che è una nostra fan, giusto?- esordisce Niall, mostrando tra le lacrime un debole sorriso.
-Beh…Se la vediamo così è semplice…- esclama Tomlinson.
-Basterà farle passare del tempo con noi…- continua Payne, avendo capito dove voleva andare a parare l’amico.
 
 
Dopo aver stabilito tutti insieme di accoglierla tra noi per farle capire che non tutto è come sembra, mi dirigo alla ricerca del negozio di cui Mary mi ha parlato. Visto che non mi rinvengo molto tra le strade di Philadelphia, ci metto una quarantina di minuti a trovare il posto. Entro senza farmi problemi. Si tratta del classico negozio di informatica: computer, telefoni e televisori sono ovunque. Tra le diverse persone noto che alcune indossano una stessa maglietta blu. Molto probabilmente deve trattarsi dei commessi. Mi dirigo verso un ragazzo.
-Salve, posso aiutarla?- mi domanda lui gentilmente.
-Oh, no! Cioè in realtà si, ma non riguarda il mondo digitale…- cerco di rispondere io, causando non poche perplessità sul suo volto.
-Ah, mi dica pure.-.
-Mi può dire se qui lavora una certa Mary? E, se si, dove è?- chiedo educatamente.
-Mi dispiace ma Mary non lavora più qui da circa un’oretta. E’ arrivata in ritardo anche oggi e il capo l’ha licenziata.- mi spiega lui, dispiaciuto. Forse sono amici.
-Capisco…Sai mica dove posso trovarla allora?-.
-Guardi probabilmente la troverà al bar di fronte. Quando aveva una pausa o qualche tipo di tempo libero è sempre andata lì. Dice che le piace sedersi ed osservare la gente.-.
-Grazie! Allora corro a cercarla! E’ stato gentilissimo!- ringrazio, mentre sono già pronto a girarmi per andarmene. Quando sto per varcare l’uscita mi sento richiamare.
-Io fossi in lei lascerei perdere quella là! E’ strana forte, si fidi!-.
Faccio finta di non aver sentito ed esco veloce dal negozio. 
Noto subito il bar di cui parlava il ragazzo di prima e, tra i tavolini all’aperto, scorgo immediatamente la figura slanciata di una ragazza che, appoggiata sui gomiti, si tiene la testa guardando costantemente verso il basso. Senza chiedere nemmeno il permesso mi siedo accanto a lei. Non alza nemmeno gli occhi per identificarmi. Il barista si avvicina e mi prende l’ordinazione. Dopo aver chiesto un semplice espresso, la sua voce rompe il silenzio.
-Che ci fai qui?-.
-Mi hai riconosciuto dalla voce?- domando perplesso.
-Certo. Quando parlo con una persona faccio sempre attenzione al suo timbro di voce. Non dovrebbe sembrarti strano, in fin dei conti sei un cantante.-.
-Hai ragione… Potresti alzare il viso?-.
Lei obbedisce ed i miei occhi incontrano i suoi umidi e rossi. Ha pianto. E come poteva essere altrimenti? Non doveva essere anche licenziata, non se lo meritava.
-Mi dispiace se hai perso il lavoro…È colpa mia!- le dico in un sussurro.
-Non ti preoccupare, tanto mi faceva anche schifo come lavoro. Non devi sentirti in colpa, sono stata io a non essermi comportata in maniera responsabile. Apprezzo comunque che tu sia venuto fin qui a cercarmi, la maggior parte della gente se ne sarebbe fregata…-
-Insisto con il dire che, secondo me, ho sbagliato io a trattenerti troppo a lungo in hotel, ma comunque non è di questo che volevo parlarti…-.
-Dimmi…-.
-Senti, dopo che te ne sei andata ho parlato con i ragazzi e ho raccontato loro la tua storia e che sei una loro fan. Sono rimasti colpiti da tutto ciò e vorrebbero che tu passassi del tempo con noi.- le spiego velocemente.
Vede la sua mano irrigidirsi intorno alla tazza che tiene. Prende un respiro, cerca nella borsa dei soldi, li appoggia sul tavolo e si alza.
-Non avevi nessun diritto di dire a loro cinque quelle cose. Si è trattato di uno sfogo! Io non voglio fare pietà a nessuno, lo capisci? Vuoi un disegnino? Andate tutti in culo!- mi urla, prima di voltarsi.
In fretta mi alzo anche io.
-Perchè ti devi fingere forte? Che cosa ne guadagni? Non è pietà quella che vogliamo darti, è solo affetto. Hai detto che vorresti che qualcuno si prendesse cura di te. Allora, perché non ce ne dai l’opportunità?- le grido per far sì che le mie parole giungano alle sue orecchie, distanti da me ormai di una ventina di metri.
Si ferma, ma è ancora di spalle. E’ sempre rigida. Un iceberg al confronto impallidirebbe.
-Dicono che il colore del divertimento sia l’arancione. Sei sicura di non voler aggiungere questa sfumatura ai tuoi occhi?- continuo io.
Si gira e, anche se sono lontano, posso giurare che quello è un sorriso.
 

Angolo autore.
Salve genteeeeee! Allora prima di tutto voglio scusarmi per il ritardo. Purtroppo con queste vacanze e con le varie gite scolastiche, i miei professori hanno deciso di sommergerci di compiti. MI dispiace davvero tanto. Inoltre so anche che in realtà il capitolo non è lungo. Inizialmente avevo pensato di aggiungerci anche il pov di rachele, ma poichè avrebbe rotto troppo l'unità narrativa che si è creata con questo capitolo, ho deciso di posticiparlo. 
Bene, abbiamo un nuovo personaggio. Non faccio commenti sul nome, perchè chi può intendere intenderà. Ma non fatevi prendere dai pregiudizi, please. ;) Avete ipotesi? In ogni caso, questo è il vostro regalo di Pasqua! Auguri a tuttiiiiii! :)
A presto,
Fede :)

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Capitolo 16
*** La tavolozza della vita ***


Fede.
 
Tra poco abbiamo il secondo concerto qui a Philadelphia. Devo ammettere che non sono molto agitato, alla fine ci ho fatto l’abitudine. Ahahahaha ma che sto dicendo? Come è possibile abituarsi ad una cosa del genere? Credo non finirò mai di ringraziare i ragazzi. Per merito loro mi sono aperto al mondo e sono cambiato in meglio. Secondo me esistono due tipi di sensibilità: razionale ed istintiva. Credo siano sullo stesso livello o, forse, non sono proprio paragonabili. Mi sono sempre reputato estremamente scientifico e metodico, visto che sono abituato a vedere tutto attraverso occhi che tendono a levare la magia dal mondo. Ho sempre visto il lato oggettivo delle cose, dei problemi e delle persone. Questo non vuol dire essere freddi…direi, piuttosto, prevenuti. Perché prevenuti? Beh, quando si è abituati a sfaccettare un problema in mille cause e conseguenze per poi scegliere la via più adatta, è ovvio che la nostra scelta ricada sul percorso più conveniente. Il vantaggio di essere razionali risiede nel soffrire poco, ma, tuttavia, non si riesce nemmeno mai a vivere a fondo un’esperienza. Eppure, contrariamente a quanto pensavo, possiamo cambiare la nostra inclinazione. Quando ho osato intervenire nel discorso dei ragazzi quel giorno di giugno ho sentito che qualcosa era cambiato. E’ lì che è iniziato il mio mutamento, è lì che la mia mente ha ceduto il posto al cuore. Sono ben consapevole di star soffrendo per Rachele, per la sua scomparsa improvvisa e per l’abbandono di Roberto, ma, da un lato, sono contento di provare questo male. Mi sento vivo, umano. Sto assaporando la vita e me la sto godendo nel suo splendore. Credo di aver veramente capito cosa voglia dire “Carpe diem”. E quei cinque ragazzi non si rendono nemmeno conto dell’importanza che hanno acquistato per me. Sono gli artefici della mia nuova condotta. Mi hanno trasformato, mi hanno fatto nascere, mi hanno svegliato. Ed ora, dopo aver visto Mary, non posso che pensare di dover almeno provare a fare quello che altri hanno fatto per me. Senz’altro quella ragazza è istintiva e si è fatta trasportare dalle emozioni, ma, purtroppo, per ora ha solo sofferto. 
Abbiamo portato Mary con noi al concerto…mi pare ovvio! Le abbiamo assegnato uno dei posti in prima fila, perché vogliamo che si senta a suo agio e non sia oppressa dalla folla enorme che, come sempre, sarà presente.
Per la prima parte dello spettacolo io mi metto vicino a lei, aspettando il mio momento dell’esibizione. Parliamo poco ed io, più che guadare i ragazzi, osservo lei ed i suoi occhi, che brillano come quelli di un bambino davanti ad un negozio di giocattoli. 
-Allora che ne pensi?- chiedo io, urlando un poco per farmi sentire.
Lei si volta, mi guada e mi sorride. Subito dopo, si rigira verso i ragazzi.
-Di che colore è l’ammirazione?- domanda. 
Non posso fare a meno di inarcare debolmente le mie labbra. Non mi aspettavo queste parole, ma ne sono felice.
-Credo di poterla definire con il giallo…- rispondo un po’ vago, improvvisando leggermente.
-Bene, adesso conosco il giallo.- afferma, convinta.
Arriva il mio momento e salgo sul palco con quanta grinta ho in corpo. Canto cercando di mettere tutto il sentimento che ho: voglio stupire il mondo, voglio stupire me stesso. Le persone accompagnano la mia voce con la loro. Mi è sempre piaciuto il momento in cui i fan cantano tutti insieme…è un momento di unione, no? Lo show finisce, ma, ad aspettarci, c’è l’incontro dietro le quinte. Credo sia uno dei momenti più divertenti e rilassanti. Scattiamo un sacco di foto e molti chiedono l’autografo anche a me. Ad un tratto tra le varie persone scorgo un ragazzo un po’ intimorito. Piano piano si avvicina alla scrivania dove sono seduti i ragazzi ed io.
-Ciao…sono Brad… Potreste farmi un autografo?- esordisce.
Mi giro verso i ragazzi e, come mi aspettavo, sono leggermente spaesati. Dubito siano abituati a vedere a questi incontri dei maschi. Del resto, come tutti sanno, il loro fandom è principalmente composto da ragazzine. Ma evitiamo l’argomento poiché potrei seriamente innervosirmi. 
-Ehi, ciao! Io sono Fede, piacere di conoscerti!- intervengo io, sperando che gli altri cinque si risveglino dal loro attimo di stupore.
-Oh, beh…non credo ci sia bisogno che voi vi presentiate…se sono qui è perché vi conosco, mi pare ovvio…- spiega il ragazzo.
Mi piace questo tipo, ha le idee chiare. Okay, scherzo. Lo adoro semplicemente per il fatto che è un directioner boy e ha avuto il coraggio di venire qui. 
-Sai, ti stimo molto…- dico senza nemmeno pensare.
-Cosa scusa? Non dovrei essere io a dire questo?- mi domanda imbarazzato. Io scoppio in una fragorosa risata.
-Ahahahahhaah beh, dipende dai punti di vista, no? Sei un directioner boy e se ne vedono pochi in giro… è bello vedere che hai avuto il coraggio di venire qui!-.
-Oddio! Grazie! Io non ci vedo nulla di male nell’essere un vostro fan, vi ammiro e questo è indiscutibile!-.
-Loro fan…- sussurro tra me e me.
-Vedi, hai fatto talmente effetto che me li hai incantati tutti!- esclamo. Detto ciò mi alzo e tiro uno schiaffato veloce ai magici cinque.
-Ahi!- gridano insieme.
-Ma smettetela e svegliatevi! Lo vedete che c’è un fan che è qui per voi?- li rimprovero.
A quanto pare le mie parole hanno effetto ed i ragazzi si riprendono. Trattano Brad leggermente meglio degli altri. Direi che sono più accomodanti, fanno un sacco di foto e poi gli firmano a turno una foto. 
-Ehi Fede, me lo faresti anche te un autografo?-.
-Oh certo! Dove devo scrivere?-.
-Qui!- afferma convinto, indicandomi la foto con le firme dei ragazzi. Rimango perplesso, in genere scrivo in un posto separato.
-Ma sei sicuro? Poi ti contamino la foto  completamente autografata dalla band!-.
-Ma no! Stai tranquillo! Anche perché io ti considero un One Direction mancato.-.
Detto ciò ci saluta calorosamente e scompare dalla nostra vita, lasciando su di me un sorriso non indifferente.
 
Quando usciamo finalmente dallo stadio è tardi ormai, ma la notte è ancora giovane. Abbiamo deciso di dover far vivere Mary e non intendiamo ritirarci. Ognuno di noi ha preparato qualcosa da fare per trascorrere al meglio il tempo.
-Liam, sei te il primo a cominciare, dove andiamo?- gli domando saltandogli addosso, mentre Niall e Harry parlano con la nostra nuova amica.
-Fedeeee! Sai che lo odio, dai! Comunque prendiamo il pulmino e andiamo in campagna!- urla affinché tutti lo sentano. Non so cosa abbia in mente però lo assecondiamo, del resto è questo il patto che ci siamo fatti qualche ora fa. Entriamo nel nostro furgoncino e ci dirigiamo, sotto le indicazioni della nostra guida, su un colle poco lontano. 
Quando arriviamo capisco tutto. E’ un posto incantevole. Non ci sono praticamente segni di civilizzazione, ma è presente solo un grande prato, che, suppongo, essere pieno di colori quando c’è luce. Da qui si vede tutta la città. E’ un posto magico. Si vedono tutte le strade illuminate dai lampioni, le insegne fluorescenti dei locali ed il rumore assordante tipico delle zone urbane, che, tuttavia, arriva alle nostre orecchie quasi svanito.
Non c’è che dire, Liam ha fatto proprio centro. Sono così impegnato a contemplare il paesaggio che non mi accorgo nemmeno che Zayn ha bendato Mary. Scendiamo dall’auto cercando di non farla inciampare, ci sediamo sull’erba e, solo a quel punto, decidiamo di mostrarle il luogo. Capisco subito che è contenta: i suoi occhi brillano di luce propria, non per il riflesso della città.
-Io…ragazzi…- comincia a dire, ma non riesce a pronunciare una frase di senso compiuto.
-Ti piace?- chiede Harry.
-Abito a Philadelphia da un po’ ormai e non l’avevo mai vista così…grazie non è abbastanza…- sussurra.
In uno slancio d’affetto improvviso la soffochiamo con il peso di sei corpi. 
-Perché Liam hai scelto questo posto?- domanda Mary, dopo essersi ripresa dall’attacco inaspettato.
-Per farti capire che basta cambiare prospettiva per continuare a meravigliarsi…-.
-Okay Payne, molto bello e commuovente, ma che ne direste di fare un gioco?- chiede Louis, con quel suo sorriso al quale è reato dire di no.
-Pff…sentiamo…-continua Horan.
-Allora stendiamoci sul prato per guardare le stelle e, a turno, raccontiamo una qualsiasi cosa di noi.-.
-Ma a te piacciono questi giochi simili ad interviste?- dico alzando un sopracciglio. Gli altri si mettono a ridere, forse ricordandosi dell’interrogatorio che mi fecero nell’hotel a Milano, quando tutto doveva ancora cominciare.
-Facciamo solo un giro però, perché dopo dobbiamo continuare il programma!- esclama contento Styles.
Ci distendiamo sul prato, in fila.
-Chi parte?-.
-Oh beh, il gioco lo hai voluto te ed ora a te l’onore!- lo zittisce Liam.
-Quante siete fastidiosi! Comunque vediamo…Ah ecco! Io ho scoperto che Babbo Natale non esiste a tredici anni. Era la vigilia di natale ed io volevo assolutamente vederlo. Così mi alzai in punta di piedi, ma quando passai davanti a camera dei miei genitori vidi mia madre fare sesso con Babbo Natale. Iniziai ad urlare e ad insultare mamma per aver tradito papà e, per questo, ritennero di dovermi dire la verità.- racconta Louis.
Sei teste si alzano, tutte per osservare meglio il narratore.
-Dimmi che stai scherzando…-chiede Mary.
-Mmmh…no!- risponde Tomlinson.
Sette risate si mescolano nel silenzio della notte.
-Ora capisco perché sei venuto fuori così turbato!- afferma Styles.
-Simpatia portami via! Al posto di pensare a me, perché non racconti qualcosa?-.
-Io, quando avevo tredici anni, mi sono completamente piastrato i capelli perché ero convinto di essere più bello. Quando sono entrato a scuola e tutti hanno cominciato a prendermi in giro mi sono ricreduto.-.
-Ti prego una volta lo devi rifare!- lo supplico.
-Ma nemmeno nei tuoi sogni più selvaggi! Rivelaci qualcosa che è meglio!-.
-Prima di incontrarvi passavo le giornate in casa a cantare con il manico rotto di un ombrello a simulare il microfono.- confesso imbarazzato.
-Io mi liscio il ciuffo se la prossima volta canti in concerto con l’ombrello!- mi propone Harry.
-Scordatelo! Mai! Sarebbe troppo ridicolo! Horan tocca a te.-.
-A proposito di capelli…Io ho tinto i miei solamente per una scommessa e adesso li devo portare per contratto! Come è strano il mondo! Vai Payne!-.
-Quando ero bambino ero solito toccare qualunque cosa fosse vicina a me. Lo facevo perché vivevo nella convinzione che, nel futuro, avrebbero ritrovato le macerie con le mie impronte digitali…-.
-Liam hai cominciato di farti di canne a sei anni? Ahahahhaha- esclama confuso Malik.
-Parliamo di te?-.
-Bene, volete sapere il mio segreto? Tutti conoscete la mia passione per il fumetto, no? Okay, se devo essere sincero, confesso che è nata dal manga di Sailor Moon.-.
-MI vorresti dire che hai cominciato a disegnare dopo aver visto delle ragazze in gonnella con poteri magici?!- domanda ironico Harry.
-Ma lasciatelo in pace, dai! Fate sempre così tra di voi? Siete così buffi…- interviene Mary.
-Saremo buffi quanto ti pare, ma questo non ti fa saltare il turno signorina. 
-Accidenti, ci speravo, ahahahah!-.
-Quindi?- la incalza Tomlinson.
-Quando avevo sette anni avevo un criceto e un pesce. Volevo che facessero amicizia e misi il criceto nell’acquario. Solo dopo ho scoperto che i criceti non sanno nuotare molto bene.-.
-Assassina! Povero animaletto! Morire affogati è terribile!- grido io, fingendomi preso dal terrore.
-Non ero molto brava in biologia in effetti…!-.
-Bene ragazzi, adesso rimettiamo in cammino! Questa volta seguirete me!-.
Ci avviamo così nuovamente verso la macchina, pronti a seguire il riccio chissà dove. Quando stiamo per accendere il motore Mary parla.
-Grazie Liam, mi sento così rilassata ed in pace con me stessa…-.
-Dicono sia l’effetto che fa il blu- risponde lui, facendole l’occhiolino.
 
 
Dopo circa quaranta minuti ci fermiamo in un parcheggio. Scendiamo e solo allora capisco dove Harry si stia dirigendo. Sta scherzando? Non può portarci seriamente in un Night Club! Quel ragazzo è irrecuperabile, non ci sono storie. Accelero il passo per andare accanto a lui.
-Harry ma sei impazzito?-.
-Fede stai tranquillo! Non sono così sprovveduto…fidati di me!- mi sussurra per non farsi sentire. Bene, non mi resta che credergli. 
Una volta entrati le mie orecchie vengono assordate all’istante dalla musica ad altissimo volume. Mi giro per vedere come stia Mary. La vedo un po’ intimorita. Sto per andare da lei per rassicurarla, quando noto un particolare che prima mi era sfuggito. Qualcuno ci ha già pensato, infatti Niall le tiene stretta la mano. Gli occhi azzurri del biondo incrociano i miei, che ricambiano trasmettendo un segno di approvazione.
-Ragazzi venite qui!- ci urla Payne poco più lontano, seduto ad un tavolo.
Li raggiungiamo e ci mettiamo tutti a sedere. Arriva una ragazza in minigonna a chiederci l’ordinazione e, anche se poco convinti, ordiniamo tutti qualcosa da bere, chi più pesante chi meno. Inutile dire che la barista rimane alquanto interdetta nel vedere una ragazza in un luogo del genere e per grazia di Dio non ci riconosce. Iniziamo a scherzare come sempre, come inseparabili amici ed è bello vedere che Mary si sta trovando piano piano a suo agio. Ad un certo punto la nostra attenzione è attirata dall’inizio dello spettacolo. Escono delle ballerine vestite, se così si può dire, con abiti provocanti. C’è chi è vestita da poliziotta, chi da infermiera, chi da vigile urbano… insomma ce ne sono di tutti i tipi. Ognuna di loro prende posto davanti al proprio palo e iniziano a ballare. Più che ballo, quello lo definirei sfregamento contro un palo. Le pose assunte diventano sempre più provocanti fino a rimanere senza reggiseno. Sgrano gli occhi. Cosa aveva sotto controllo Styles?
-O santa Katniss del dodicesimo distretto!- esclama Zayn.
-Secondo voi quell’infermiera fa anche visite su appuntamento?- domanda Louis.
-Io una multa da quell’altra la riceverei molto volentieri…- sussurra Payne con la bava alla bocca.
-Io sono un ragazzo molto cattivo e trasgressivo signora poliziotta…-sibila Malik.
Mary è rimasta totalmente scandalizzata. Non credo sia tanto il fatto di per sé, quanto il fatto che l’abbiamo portata noi qui.
Niall, da perfetto gentiluomo cerca di distrarla, raccontandole un sacco di barzellette o cose sceme.
L’unico che non sembra scomporsi più di tanto è, ovviamente, Harry. Io mi chiedo quante volte sia venuto in questo posto. Ed è già tanto che non siano mai finite sui giornali foto. Che irresponsabile.
-Ragazzi che ne dite di andarcene? Dopotutto abbiamo ancora delle cose da fare, no?- propone Horan. Sono quasi sicuro che il problema stia nel fatto che ha finito le battute della giornata.
Tutti noi acconsentiamo e ci dirigiamo verso l’uscita dopo aver pagato e aver lasciato anche una notevole mancia. Per poi cosa? Ah si, per la vista…! 
-Harry mi dici perché siamo venuti qui?- domanda Mary, mentre stiamo camminando verso il parcheggio.
-Cosa pensi delle ragazze che hai visto?-.
-Mi sembrano delle poco di buono…- afferma la ragazza.
-Vedi, io ti volevo dimostrate che l’apparenza inganna.- spiega il riccio.
-Che intendi?-.
-Quella che era vestita da infermiera è una mia cara amica. Purtroppo ha difficoltà economiche e, per pagarsi gli studi, è costretta ad accontentarsi di questo lavoro, dove la pagano bene. E’ una persona in gamba, intelligente, dolce e simpatica. L’unico problema è che di notte deve comportarsi così.- conclude Styles.
-Oh…mi dispiace. Sei serio?-.
-Mai stato più serio-.
-Oddio, sono completamente in imbarazzo…prima per quello che ho visto ed ora per questa figuraccia! Non volevo offendere la tua amica Harry!-.
-Ehi, non ti preoccupare! E’ normale…spesso viene spontaneo giudicare senza conoscere…è umano!-.
Finalmente riusciamo ad imboccare la strada. E’ solo a quel punto che mi rendo conto che il nome del locale è “Purple”.
 
 
Louis ci ha appena confessato che intende portarci in un discoteca. Beh, perché non ballare un po? Anche se in effetti sono le tre del mattino e domani dovremo lasciare la città…
-Louis ma è tardi! Come facciamo ad entrare ora nel locale? Hai presente la fila che ci sarà?- esordisce Mary.
Ci giriamo tutti a guardarla con un’espressione mista tra il confuso ed il divertito. Dice sul serio?
-Perchè mi fissate così? Ho detto qualcosa di strano?- cerca di difendersi.
-Cara signorina, vorrei farti notare che sei con gli One Direction e Fede…Non credo avremo molti problemi con la fila!- spiega Harry.
-Oh è vero…non ci avevo pensato! Mi ero quasi dimenticata che siete famosi…-.
-E questo non può che renderci più contenti di quanto non lo siamo già!- urla Liam.
Come previsto riusciamo ad entrare senza difficoltà! Qualche foto ed il gioco è fatto! Inoltre i locali fanno quasi a botte per avere celebrità… diciamo che serve loro come pubblicità.
Per la terza volta nella serata mi ritrovo circondato da note musicali. Ma questa volta, grazie al cielo, non devo cantare io e non si tratta nemmeno di quelle canzoni oscene che abbiamo ascoltato prima. Il locale è pieno, le persone ballano e si muovono felici, rilassate. Negli angoli e nei luoghi più in ombra si possono scorgere le classiche coppie che, forse per l’alcool, non si auto-censurano. Inutile dire che non passiamo del tutto inosservati e che sentirsi osservati è quasi un eufemismo.
-Ragazzi c’è un problema…- ci dice Mary.
-Cioè?-la incita Liam.
-Voi siete famosi e siete vestiti anche piuttosto bene, visto che uscite da un concerto… Io sono in pantaloncini e canottiera…! Mi vergogno…-.
-Ahahahaha! Tranquilla! Pensavi davvero che non ci avessi pensato? In fondo sono io che ho deciso di venire qui e, di conseguenza, ho pianificato tutto!- esclama Tomlinson, dandole in mano una busta di un negozio. Mary guarda al suo interno, alza lo sguardo e abbraccia il ragazzo.
-Louis…ma non so se posso accettare…!- sussurra piano.
-Ma stai zitta! Non è niente, davvero! Ora corri in bagno e cambiati!-.
Mary non se lo fa dire due volte e scompare tra la folla, entusiasta come una bambina.
-Che vestito le hai comprato?- domandiamo noi cinque in coro.
-Sorpresa ragazzi, sorpresa! Lo vedrete tra poco!-.
Ci avviamo al bar per prendere qualcosa da bere, ma questa volta optiamo per qualcosa di molto leggero o di analcolico. Firmiamo qualche autografo. Sono appoggiato con i gomiti sul bancone. Ad un tratto i ragazzi mi fanno ridere e di scatto mi volto, come se questo potesse farmi tornare serio. In effetti ci riesco. Davanti a me vedo una ragazza che non sembra lontanamente quella che è stata con noi tutta la sera. 
Mi appare più slanciata grazie ai tacchi paragonabili a trampoli che indossa. Sono praticamente privi di plateau e lei sembra saperci camminare alla perfezione, come se quei dodici centimetri fossero inesistenti. Con lo sguardo percorro velocemente le sue gambe fino ad incontrare l’inizio di un bellissimo vestitino senza spalline color indaco. Sui capelli ovviamente non ha potuto far molto, ma, in compenso, noto che  ha indossato una collanina, che presenta un ciondolo abbinato al vestito. Se è difficile immaginare l’infinito e si usa dire “tendere all’infinito”, beh, lei tende alla perfezione. Subito il mio pensiero va ad una persona in particolare. Mi giro verso Niall e lo vedo fissare Mary con uno sguardo che ancora non avevo avuto l’onore di vedergli. Credo abbiano capito tutti che il biondino ha un debole per quella ragazza. Non faccio in tempo a finire il pensiero che vedo Horan prenderle la mano e trascinarla a ballare. Decidiamo di seguirli anche noi e ci scateniamo tutti insieme. Ci lasciamo trasportare dall’emozioni, dalla stanchezza, dalla giovinezza. Ci lasciamo trasportare dall’età. Tuttavia noto che Mary è un po’ impacciata.
-Mi concedi un ballo con te?- domanda Louis alla ragazza.
-Oh beh,certo signo Tomlinson! Strana come richiesta in una discoteca, non credi?-.
-Ahahah, non ho specificato che tipo di ballo!-.
A questa frase comprendo subito che c’è qualcosa di strano. 
-Ragazzi! Siamo giunti alle quattro di notte ed è l’ora di chiudere! Che ne dite? Andiamo con qualche canzone più lenta e dolce?- urla il dj.
Un urlo di approvazione si solleva.
-Louis?- diciamo noi all’unisono.
-Ho solo accelerato i tempi, nulla di male dai!-.
Strano…ma come si fa con lui? Facciamo santa sua madre, vi prego!
Signor Facciopassareveloceiltempo e Mary cominciano a ballare lentamente, ma mantenendo comunque un certo distacco fisico. Sono sicuro che sia dovuto al fatto che anche Louis si è reso conto del presunto interesse di Niall. Le cose sono due: o lo conosciamo veramente bene o la cosa è palese. A voi la scelta.
Non riesco ancora a riconoscere la canzone per il rumore presente nella stanza, fino a quando distinguo una strofa e comprendo tutto.
 
"The colors of the rainbow so pretty in the sky 
Are also on the faces of people passing by 
I see friends shaking hands 
Saying, "How do you do?" 
They're really saying, I...I love you 
I hear babies cry and I watch them grow, 
They'll learn much more 
Than we'll know 
And I think to myself 
What a wonderful world wooorld”
 
Altro che scemo, quel ragazzo è un furbacchione. Bella mossa amico. 
-C’è una ragione precisa per la quale mi hai portato qui?- sento domandare da Mary.
-Perchè prima non eri sciolta nel ballare e anche ora ti trattieni?risponde Louis.
-Sai che non si risponde con una domanda? Che maleducato! Ahahah! Comunque non lo so di preciso…mi sento osservata dalle persone in generale, da tutti quelli che si chiedono perché io sia con gli One Direction e da voi stessi…- sussurra.
-Io ti ho voluto insegnare la bellezza di avere la nostra età. Siamo giovani, godiamoci la vita per quella che è. Freghiamocene di tutto e di tutti. Considera che te lo sta dicendo una persona che deve fare i conti con la sua immagine tutti i giorni. Tu sei più libera di noi, non devi essere d’esempio a nessuno se non che a te stessa. Non è importante l’opinione degli altri, importa solo ciò che tu pensi. Liberati, sfogati, sorridi al mondo.-.
-E’ difficile sai?-.
-Chiudi gli occhi, respira e lascia che la musica ti tocchi l’anima. Lasciati trasportare, lasciati guidare. Nessuno può o vuole farti del male.-.
Mary segue i consigli di Tomlinson e tutto sembra funzionare. Tiene gli occhi sempre chiusi, quasi a volersi immaginare un mondo presente solo nella sua testa e sfuggire da quello presente. Però sorride e quella, al momento, è l’unica cosa che interessa a tutti noi.
 
Ci troviamo in un vicolo sperduto tra le strade di Philadelphia. A quanto pare questo è il luogo scelto da Zayn. Di sicuro non si può dire che non siano originali. Ormai è quasi l’alba ed i primi chiarori rompono il silenzio della notte, ma la città dorme ancora. Malik apre il bagagliaio del pulmino e ne tira fuori uno zaino. A quel punto, senza proferire parola, lo seguiamo senza fare troppe domande. Tanto ormai ho capito che non serve a nulla. Dopo qualche minuto ci fermiamo in un vicolo cieco, il cui muro di fondo è completamente nero per l’intonaco tinto. Zayn apre lo zaino e ne tira fuori delle bombolette.
-Dimmi che non fai sul serio?!- domando io, sbigottito.
-Ti sembra che stia scherzando?- mi risponde lui, sorridendomi.
-Zayn è illegale!-.
-Ovvia! Non lo verrà a sapere nessuno! Ho scelto questo muro perché è ben nascosto e non ci passa nessuno nemmeno a mezzogiorno!-.
-Non ci posso credere…- sussurro tra me e me.
-Una piccola trasgressione non farà male a nessuno!-.
Beh, a questo punto meglio arrendersi. Ci armiamo tutti di una bomboletta ed iniziamo a scrivere cose a caso sul muro.
-Prima di fare questa cosa voglio sapere il motivo…- dichiara Mary. Ormai direi che ha ben capito che non stiamo facendo le cose a caso.
-Sai perché disegno?- comincia il pakistano.
-Perchè ti piace ed è una delle tue passioni?-.
-Oltre a questo che è ovvio?-.
-Non saprei…-.
-Vedi, ritengo che le persone abbiano bisogno di esprimersi. C’è chi passa tutta la vita a cercare il modo migliore per farlo. Purtroppo se non si riesce a dire al mondo, e soprattutto a noi stessi, ciò che proviamo, rischiamo di impazzire. Io ho avuto la fortuna di trovare addirittura due metodi a me congeniali: la musica ed il disegno. Adesso sta a te trovare il tuo mezzo.- finisce di spiegare il moro.
-Posso prendere la parola?- chiedo io.
-Oh, certo Fede!-.
-Beh vedi Mary…abbiamo preso veramente a cuore la tua storia e credici se ti dico che ci siamo già affezionati a te. Purtroppo in una notte non si può cambiare tutto, ma di sicuro si può iniziare a farlo. Abbiamo bisogno di più tempo e, per questo, abbiamo deciso che, se vuoi, da domani verrai con noi in tour. Del resto non hai problemi con genitori e lavoro! Ne abbiamo già parlato tra noi e saremo più che contenti se tu accettassi! Per i costi ed i soldi non devi preoccuparti…ci penseremo noi, fino a quando non troveremo altro modo.-.
I ragazzi ovviamente non si sconvolgono delle mie parole…del resto sapevano già tutto di questa possibile novità. Mary con gli occhi lucidi ci viene incontro e ci abbraccia. 
-Sapete cosa mi avete dato voi in una notte che nessuno mi aveva dato in una vita?- ci domanda, tirando su con il naso.
Noi scuotiamo la testa e la invitiamo a continuare.
Sta per parlare quando ha un ripensamento. Corre verso lo zaino di Zayn e ne tira fuori una bomboletta. Dopo pochi secondi sul muro prima nero appare una scritta verde: “Speranza”.
 
Finalmente torniamo sul tour-bus, anche perché, a quanto pare, il luogo previsto da Niall è proprio questo. Ci sediamo tutti sul divanetto per rilassarci.
-Quindi cosa dobbiamo fare adesso?- chiede Liam.
-Io ho deciso di guardare un film insieme!- di annuncia il biondo.
Mentre gli altri preparano vari cuscini da mettere sul pavimento per stare più comodi, io vado a prendere un po’ di caramelle e roba varia da mangiare durante la visione.
-Finalmente siamo alla fine! Sapete vero che tra quattro ore dobbiamo partire?- ci dice Harry.
-Per favore non me lo ricordare!- afferma Louis.
-Ragazzi io non vorrei dirvelo, ma dovremo passare anche dal mio appartamento per prendere qualche mio vestito…- sussurra Mary. Dopo quelle parole sei paia di occhi la fissano spaventati. Oddio, una maledizione. Sarà una giornata lunghissima.
-Bene Niall, che ci facciamo qui?- continua la ragazza.
-Io ti volevo solo dimostrare che noi siamo tuoi amici. Ti volevo dimostrate che con noi puoi fare tutto. Ti volevo dimostrare che dopo quel tutto saremo sempre disposti a tornare tutti insieme a casa. Ti volevo dimostrare che puoi stare con noi.-.
Mary non risponde nemmeno…non c’è niente da commentare.
Iniziamo a guardare il film, che tra le altre cose è anche un horror. Piano piano vedo i ragazzi cadere addormentati. In un momento di estrema paura la ragazza si avvinghia a Niall. Non dico niente e faccio finta di dormire anche io, anche se tengo gli occhi socchiusi. Ad un tratto non noto più la distanza tra le bocche di quei due e un sorriso colmo di gioia nasce sul mio viso. L’ultima cosa che noto prima che Morfeo mi accolga tra le sue braccia è il simbolo che indica Il pubblico adatto per il film. In poche parole vedo un bollino rosso.
 
 
Angolo autore.
Ciao a tuttiiiiiiI!!! Io mi scuso per il ritardo! Ormai sono una causa persa! Non so più che fare!! Vi avevo detto che ci sarebbe stato il pov di Rachele ma ho deciso di prestare a Rachele il capitolo successivo, dove, molto probabilmente, avrà quasi la supremazia! Spero vi piaccia il capitolo! Ci ho messo un sacco a chiarire la struttura e tutti i rimandi!! Fatemi sapere!
A presto,
Fede :)

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Capitolo 17
*** Sostegno. ***


Rachele.
 
Sono giorni che piango in camera mia. Non sono più uscita di casa da quando sono tornata dall’ospedale. Come potrei? Non riesco. 
Sono distrutta, emotivamente e fisicamente. Ma sono certa che il problema non stia nei lividi o nel braccio rotto. Dove è la mia vita? La rivoglio indietro. Non riesco nemmeno a parlare con i miei genitori, non voglio vedere nessuno. Voglio stare sola. Strano vero? Voglio stare sola per pensare a quando riuscivo a stare con la gente. Ma come faccio, come faccio a guardare dalla finestra e pensare che un nuovo giorno è arrivato?  Vorrei davvero ritrovare la luce in me, ma sembra che una notte perpetua si sia abbattuta sul mio cuore. Perché non sono morta? Non era forse meglio? Che senso ha vivere una vita priva di sentimento? Molti dicono che non si debba vivere nel passato ed io concordo, ma come si fa ad andare avanti quando il passato proprio non esiste? Cosa siamo noi senza ciò che ci è successo, senza le nostre esperienze, senza i nostri ricordi? Nulla, ecco qual è la risposta. Sapete cosa sono le cellule staminali? Sono quelle cellule che rappresentano il futuro della medicina, perché sono, come dire, le cellule primordiali, quelle che non hanno ancora un indirizzo o una funziona specifica. Io mi sento così. Ho perso la mia personalità. Sono nelle mani del mondo, di tutti e di nessuno. Ho letto un sacco di articoli sulla perdita della memoria e tutti non fanno che dare la stessa risposta: tempo. Quanto devo aspettare? Arriverà mai questa scintilla rivelatrice? Riavrò mai la possibilità di rivedere la mia vita? Lo spero. Mi sembra di vivere in un sogno. Non riesco a distinguere il vero dal falso, non ho i mezzi per farlo. Sono in un stato perpetuo di incoscienza e di smarrimento. Il mio corpo si sta lentamente riprendendo, mentre la mia mente mi sta abbandonando sempre di più. Non voglio vivere questa dissociazione, non voglio frantumarmi ancora di più. Non posso agire sulla memoria, ma posso avvicinare il corpo alla situazione della mia anima.
Mi avvio verso il bagno e trovo l’oggetto dei miei desideri. Afferro la lametta e me la rigiro tra le mani. Sono sicura di quello che sto per fare? Non voglio morire, ma, se non posso ricordare tutto, voglio dimenticare di poter pensare. Faccia passare la sottile lama sul mio polso, creando un leggere solco dal quale inizia a sgorgare sangue in abbondanza. So di non essere forte abbastanza, ma è quello che desidero in questo momento. Mi appoggio al muro ricoperto di piastrelle bianche e scivolo lentamente a terra, fino a sedermi. Chiudo gli occhi e aspetto di perdere i sensi, mentre il pavimento si dipinge pian piano di rosso.
 
Mi risveglio lentamente e scopro di essere nel mio letto. Il mio primo pensiero va al polso. Mi avvicino la mano al viso e noto che qualcuno ha medicato e fasciato il taglio. La testa mi gira in maniera incredibile, però riesco a mettere a fuoco la stanza intorno a me. Solo ora mi accorgo di non essere sola. Accanto a me, su una sedia, c’è un ragazzo che mi fissa, dopo aver messo un dito a tenere il segno di un libro che, probabilmente, stava leggendo. Cerco di osservarlo in tutti i suoi particolari, ma purtroppo il suo viso non mi dice nulla. Strano eh?
-Finalmente ti sei svegliata!- esordisce con un tono di voce che appare come troppo alto alle mie orecchie.
-Ehm…si-.
-Rache ero così preoccupato! Ma cosa ti è passato in mente?!- mi dice, con una voce che sembra quasi rotta dal pianto.
-Non puoi capire…non può farlo nessuno! Lo capisci? Ma poi chi sei?! Come sei entrato? Vattene ti prego! Non voglio vedere nessuno!- inizio ad urlare. Non ce la faccio più.
-Hai ragione, non posso capire! Ma questo non è il modo di affrontare le cose! Potevi morire lo sai? Ti è andata bene! Sono venuto a trovarti e, dopo aver convinto tua madre a farmi salire, ti ho trovato in bagno in quello stato.- mi rimprovera con gli occhi ormai umidi.
-Oddio i miei…non voglio ascoltarli, non voglio sentirli!- affermo, preoccupata.
-Tranquilla, non sanno niente, non ho detto loro di cosa ho visto! Ti ho medicata con quello che ho trovato in bagno…basta solo che tu non faccia vedere la fasciatura e non lo scopriranno…- mi tranquillizza.
-Grazie…- sussurro.
-Promettimi che non lo farai più, ti prego. Ho bisogno almeno di questa certezza.-.
-Ma come faccio a promettere una cosa, quando non scommetterei nemmeno sul mio nome? E poi, te lo ripeto, dimmi chi sei…rispondimi…-.
-Amore…davvero non ti ricordi nulla?- mi chiede, trafiggendomi con quelle parole, con quella parola. 
Amore? Io? Chi è lui? Con chi sto parlando? 
-Io…no…- confesso, ancora sotto shock ed immersa nei miei pensieri.
-Io sono il tuo ragazzo o, perlomeno, lo ero…! Ci siamo messi insieme poco prima dell’incidente, quindi forse è normale che tu non abbia alcun ricordo… Ci amavamo da tanto, ma nessuno dei due ha avuto il coraggio di dirlo all’altro fino a quando non lo abbiamo capito da soli…- mi spiega lentamente, tirando su con il naso di tanto in tanto.
-Io non so cosa dirti, davvero…! Dimmi il tuo nome, ti prego…-.
-Io sono Roberto.- risponde secco.
Quel nome. Non posso negare di conoscerlo. Quel nome, a quanto pare, rappresenta uno dei miei due misteri. Quindi è lui? Io ero la sua ragazza?
-Oh…capisco. Apprezzo che tu sia venuto a trovarmi, davvero…però per favore lasciami in pace…non ho la capacità di giudizio e non so come affrontare il tutto…-.
-Io sono qui per questo…non voglio abbandonarti! Non lo farei mai- afferma lui, sicuro di quel che dice.
-Non ho fiducia in me stessa, come faccio ad averne negli altri? Sono sicura che tu sia un bravo ragazzo, però non credo sia giusto continuare la relazione…sarei solo un peso e non ho nessuna prova di quello che mi hai detto…! Non prendertela, però nella mia situazione viene spontaneo dubitare di tutto. Scusami…- sibilo.
Lui si alza e va a prendere il suo cellulare sulla scrivania. Io ho perso pure quello con l’incidente. Mi sembra giusto, no? Beh, alla fine non credo siano molto importanti dei numeri quando non mi ricordo cose ben più importanti. Pigia qualche tasto e mi dà il telefono in mano. Cerco di capire cosa vuole che faccia, ma poi vedo. A quanto pare quelli sono i messaggi tra me e lui. L’ultima conversazione consiste in alcune frasi in cui si parla dei sentimenti omessi, tuttavia non comprendo alcuni passaggi logici. 
 
Rache: " Non si mente sui sentimenti per anni..."
Robe: " Il bue disse all'asino cornuto."
Rache: " Che intendi, scusa?"
Robe: " Se è per questo, i sentimenti non si omettono nemmeno.”
 
Cerco di andare indietro con la conversazione, ma non c’è più nulla.
-Cosa sono?- domando, cauta.
-Sono alcuni messaggi che ci siamo inviati quando abbiamo capito di amarci. Poi non hai più risposto, perché sei corsa a casa mia e ci siamo messi insieme.-.
Lo osservo…voglio capire se è sincero. E devo dire che lo sembra. In fondo lui è qui e si sta prendendo cura di me. Forse gli interessa veramente…
Non faccio in tempo a finire di pensare che lui si sporge in avanti e mi abbraccia. Mi avvolge con le sua braccia muscolose e, in questo momento, mi sento così al sicuro. Non ricambio, ma mi lascio completamente cullare dai suoi movimenti. Forse ho seriamente bisogno di un supporto. Non posso credere di farcela da sola. Non c’è niente di male, no? Inizio a piangere rumorosamente e le mie lacrime bagnano la sua maglietta. 
-Aiutami…ti prego…- sussurro al suo orecchio, mentre ancora mi tiene stretta a lui. Lui si allontana. Inchioda il suo sguardo nel mio. Una sua mano tocca la mia guancia e con un dito mi asciuga gli occhi. Sto per parlare, ma lui lo capisce e decide di impedirmelo, appoggiando le sue labbra sulle mie. Quel gesto mi ha congelata, non riesco a muovere un muscolo. E’ giusto quello che sto facendo? Devo davvero continuare questa storia? Lo sento sorridere su di me. Lui ci tiene a me, non ci sono dubbi a riguardo…almeno spero. E’ un reato desiderare un po’ di contatto umano? Voglio solo sentirmi amata e desiderata…ne ho bisogno. Avvolgo le mie braccia intorno al suo collo e contemporaneamente decido di approfondire il braccio. Lui non perde l’occasione e asseconda i miei movimenti, ma nel suo bacio riconosco anche una certe componente di sentimento, almeno da parte sua. Non riesco più a comandare il mio corpo. Ormai è indipendente. Sto solo cercando aiuto, sto gridando al mondo.
Di slancio sale anche Roberto sul letto e si pone sopra di me, continuando a baciarmi. 
-Sei sicura?- mi chiede.
Il fatto che si sia posto il problema non può far che convincermi ancora di più.
-Dovrei essere io a porti questa domanda…! Mi stai sostenendo, ma non posso dirti di farlo con amore…al massimo con disperazione…-spiego piano.
-Ne sono cosciente, ma io ti amo.-.
Non fa nemmeno in tempo a finire la frase che le  nostre bocche sono di nuovo unite. Faccio scivolare la mia mano sotto la sua maglietta e accarezzo il suo corpo, che scopro essere ben modellato. Con un movimento veloce gli faccio capire le mie intenzioni e lui mi aiuta a levargli la maglia. I suoi muscoli sono così tonici e l’abbronzatura mette in risalto i lineamenti. In poco tempo io resto completamente in intimo ed il mio pigiama viene lanciato in un angolo remoto della stanza. Sono completamente nelle sue mani, anche perché non riesco bene a fare ciò che voglio a causa del gesso al braccio destro. Pian piano le vedo scendere con il viso e, lentamente, bacia ogni singolo livido che copre il mio corpo. Facendo passare le sue dita dietro la mia schiena, riesce facilmente a slacciarmi il reggiseno. Anche quello finisce sul pavimento, ma viene velocemente seguito dall’ultimo indumento rimasto. Non mi sento in imbarazzo, anzi, sento un senso di libertà infinita. 
Lui si alza e si toglie da solo i pantaloni ed i boxer. Rapidamente torna su di me e continuiamo quel dialogo silenzioso. Sento la sua voglia spingere sul mio ventre. Lo guardo e gli faccio capire che sono convinta di tutto. So che non è vero. Non sono convinta, ma al momento mi sembra la scelta migliore. Lui mi sorride e, lentamente, entra in me. Vedo che si sta trattenendo per paura di potermi fare male e apprezzo moltissimo il suo sforzo. Continua a muoversi a tempo, aumentanti ogni tanto il ritmo. Con il tempo anche i nostri gemiti si sincronizzano, fino a quando non si uniscono in uno più forte. Un urlo di amore, probabilmente pieno di sentimento per lui. Un urlo colmo di tristezza per me. Un urlo che è l’unico salvagente che ho trovato fino ad ora. 
Mi bacia ancora una volta e poi mi invita a seguirlo in bagno. 
-Scusa ma i miei?- quasi grido, terrorizzata.
-Ahahah tranquilla, sono usciti!- mi rassicura lui.
Entriamo insieme nella doccia, dove lui continua a prendersi cura di me. Mi cosparge con il sapone e mi lava dolcemente, stando attento a non far bagnare il gesso.
Dopo che ci siamo lavati mi invita ad uscire a cena con lui e non posso che accettare, anche perché, a quanto pare, non sembra accettare un rifiuto. Mi farà bene lasciare un po’ casa mia, no? Mi vesto, cercando di indossare vestiti che possano nascondere al meglio i lividi. Quando scendo lo trovo sul divano ad aspettarmi. Capisce subito che sono in imbarazzo per i miei movimenti limitati e per la carnagione non proprio candida.
-Sei bellissima Rache, non ti preoccupare.- mi dice dandomi un leggere bacio sulla guancia. Così supero la soglia della porta, decidendo di affrontare ciò che la vita ha preparato per me.
 
Fede.
 
Siamo a Detroit. La vita in tour non si può dire che non sia movimentata. Mary sembra trovarsi benissimo con noi e devo ammettere che siamo proprio un bel gruppo. All’inizio temevo che ci sarebbero stati dei problemi per il fatto che è l’unica ragazza, ma, a quanto pare, è perfettamente a suo agio. Tutti ci comportiamo come dei fratelli con lei…ci sentiamo come dei fratelli per lei, sentiamo la necessità di proteggerla. Ovviamente la proteggiamo tutti, anche se uno non proprio come un fratello. Niall e Mary hanno deciso di uscire insieme, però di nascosto, all’insaputa di tutti, esclusi noi cinque ovviamente.Il biondo, giustamente, non vuole mostrare la sua relazione al mondo, quando ancora non ha delle certezze. Credo sia normale, no? Ad essere sincero non so se essere completamente felice per questo loro nuovo rapporto. Mi fa un infinito piacere vedere Horan felice e spensierato, però non sono sicuro sia la cosa giusta…! Mary ha bisogno di stabilità e di sicurezza e non so se Niall possa darle ciò! Sappiamo tutti come sono le relazioni a questa età…hanno alti e bassi e, forse, non è il giusto momento per quella ragazza. Sono combattuto. Non so come comportarmi. Da un lato penso a Mary e all’impegno che mi sono preso per primo. Le ho promesso di non farla soffrire, che mi sarei preso cura di lei. Ma non posso non pensare a Niall, il mio migliore amico. Gli voglio bene e sono contento quando vedo un sorriso sincero sul suo viso. So che si è sempre sentito messo un po’ da parte dal gruppo e ha sempre avuto paura di essere amato solo per il personaggio che rappresenta…voglio davvero levargli la possibilità di avere questo legame? No, non credo proprio…! E poi, mi ero ripromesso di far conoscere a Mary tutti i colori e faglieli assaporare fino in fondo. Beh, l’amore con il suo rosso passione, è parte essenziale di questo progetto, no? Direi che non fa una piega…dovrò solo cercare di capire bene cosa passa in testa a quei due! Dopo aver finito la mia sigaretta torno sul bus per essere anch’io di compagnia. 
Stanno guardando un film tutti insieme. Mi metto anche io su una poltroncina.
-Di chi è l’iphone bianco sul tavolino?- domanda Harry.
-Mio!- rispondo rapidamente.
-Perché?- continuo.
-Credo ti sia arrivato qualcosa- spiega il riccio.
Mi alzo svogliatamente, afferro il telefono e lo sblocco per vedere di chi è il messaggio. Non appena leggo quest’ultimo mi fermo…non riesco quasi a respirare. Un numero dal quale non credevo più di ricevere messaggi. 
 
Roberto:” Non abbiamo bisogno di te. Non ti peritare a tornare.”
 
Allegato al testo c’è una foto che li ritrae insieme a cena. Lui le tiene la mano. Sento il mio cuore sgretolarsi velocemente. Le due ragioni che mi hanno reso triste fino ad ora si sono unite in unico grande male. E’ per questo che Rachele non si è fatta più sentire? Anche lei si è stancata di me? Perché? Perché non mi ha mai detto dei suoi sentimenti per Roberto? Avrei cercato di capirla…l’avrei appoggiata sempre…non mi sarei curato del dolore provocatomi. Sono così confuso che non riesco a pensare, i miei neuroni hanno dichiarato sciopero. Io ho addirittura cercato di far capire a Rache i miei sentimenti per lei…e dopo tutto mi sono solamente umiliato. Forse non sono bravo a giudicare le persone…mi sbaglio sempre a quanto pare. Forse il problema sono io…forse dentro me c’è qualcosa che è errato. Come è possibile che tutti mi abbandonino? Sono così poco importante per tutti….! Inizio a piangere silenziosamente, ma forse non così tanto, visto che serve ad attirare l’attenzione degli altri.
-Fede che succede?- chiede Liam spaventato.
Non rispondo, prendo la giacca e, sconvolto, esco veloce da lì. Mi accorgo che ha cominciato a piovere e la cosa mi allieta. Inizio a correre per le strade. Sbatto contro una moltitudine di persone, che mi guardano storto. Non mi importa e, con la vista annebbiata, continuo senza fermarmi o chiedere scusa. Ormai stanco mi dirigo in un vicolo cieco e mi siedo su uno scalino. La ragione mi ha abbandonato e, in uno scatto d’ira, tiro un pugno al muro di mattoni. Ovviamente questo rimane intatto, al contrario delle mie nocche, che iniziano a perdere sangue, che viene velocemente lavato via dalla pioggia. Non sento il dolore e continuo più volte. Voglio frantumare quel muro per renderlo simile al mio cuore. Improvvisamente sento due braccia prendermi per le spalle e bloccarmi. Cerco di ribellarmi e, involontariamente, colpisco nel viso Niall. Dopo essermi reso conto di quello che ho fatto, mi fermo. Il biondo mi abbraccia e cerca di rassicurarmi con qualche pacca sulla spalla, mentre io singhiozzo ininterrottamente. Ci mettiamo a sedere ed io appoggio il mio viso sulle ginocchia. Non voglio guardare nessuno negli occhi.
-Fede mi dispiace…- mi dice lui.
-Ho letto il messaggio, perché hai lasciato il telefono sul bus e tutti ci domandavamo cosa fosse capitato…-.
-Perché Niall? Perché?-.
-Non lo so…ma credo che nessuno possa rispondere veramente…-.
-Cosa ho che non va?- chiedo tra una lacrima e l’altra.
-Non devi pensare questo…forse erano solamente le persone sbagliate…-.
-La amo Niall, la amo con tutto me stesso.-.
-Lo so…-.
-Voglio che sia felice, ma speravo di poter essere io la ragione della sua felicità. Mi sbagliavo…! Avrei accettato un rifiuto, ma non avrei mai creduto che il suo desiderio fosse stare con Roberto! Dopo tutto ciò che è successo…mi ha tradito anche lei…-.
-Non credo di poterti rassicurare veramente, quindi non voglio giudicare persone che non conosco…però Fede mi dispiace vederti stare male e voglio che tu capisca che non sei solo! Noi teniamo a te, tutti quanti. In poco tempo sei diventato importantissimo, lo sai! Non abbiamo intenzione di deluderti.-.
Mentre parliamo ci dirigiamo nuovamente verso il bus. Siamo fradici ed i vestiti bagnati aderiscono completamente alla pelle. 
Nella mente e tra i sentimenti di un uomo esiste un fattore importante, un fattore che determina il risultato dei rapporti. Questo fattore si chiama fiducia. Beh, io credo di averlo perso. Come faccio a fidarmi delle persone adesso? Le due persone nelle quali avevo riposto tutto me stesso mi hanno tradito. Non ce la faccio. Non ho voglia di provare altre delusioni. 
Quando cinque persone mi vengono incontro e mi abbracciano forte, capisco che posso fare un’ultima scommessa con il destino. Sì, ho deciso: mi fiderò di loro sei. Loro saranno il mio sostegno.

Angolo autore:
Ciao gente!! Ho deciso di pubblicare ora perchè sono riuscito a scrivere il capitolo in tempo e, inoltre, la  settimana che mi aspetta sarà un inferno...quindi ho deciso di fare il prima possibile! Beh che dire...sono quasi certo che in questo momento mi state mandando un sacco di accidenti! ahahahahhahaha Via agli insulti! Aspetto pareri... :) Ciao a tutti/e!!
A presto,
Fede :)

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Capitolo 18
*** Fine? ***


Fede.
 
Ed è così che siamo arrivati al 29 d’agosto…! Possibile che l’estate sia passata così in fretta…eppure quel giorno di giugno sembra così vicino! Alcuni pensano che la vita degli adolescenti sia semplice…ma non sono d’accordo. Okay, è vero che non dobbiamo lavorare o pensare alla famiglia, ma in fondo è il periodo in cui cresciamo, in cui cambiamo, in cui siamo più fragili. L’adolescenza è quel momento in cui devi trovare l’equilibrio tra l’universo esteriore e quello che sta dentro di te. Purtroppo non sempre ci riusciamo. E’ difficile saper trovare una giusta misura nelle relazioni con le persone.

A questa età siamo soliti appoggiarci quasi esclusivamente sui nostri amici, sul nostro primo amore…ci viene spontaneo. Pensiamo di saper risolvere tutto da soli, di essere onnipotenti. E beh, mentre da un lato so che non è così, dall’altro non riesco a pensare diversamente. Perché in fondo siamo capaci di cambiare tutto ciò che vogliamo, no? Bisogna crederci, uscire dagli schemi, correre su una rupe a picco sul mare in tempesta ed urlare le nostre intenzioni. Sì, io sono convinto che si possa fare tutto. E’ questo che grandi uomini ci hanno insegnato, no? Steve Jobs è riuscito a sconvolgere le generazioni con un processo tecnologico che sembra inarrestabile. Ha creato ciò che risiedeva solo nella mente delle persone. Walt Disney si è imposto nell’infanzia dei bambini. Ha fatto divenire i suoi cartoni dei veri e propri insegnamenti, per grandi e piccini. Walt Disney ha dato al mondo con i suoi disegni e le sue colonne sonore la capacità di sognare. Ed io, io cosa voglio fare? Non dico di sconvolgere radicalmente ciò che è intorno a me…io vorrei solo restare nella storia, vorrei lasciare il segno. Già…solo…si fa per dire! E questa estate forse non ha sconvolto il mondo, ma ha sicuramente avuto un forte impatto su di me. Ho capito quali sono i miei desideri, ho capito quali sono i miei ideali e, sopratutto, ho capito quali sono i sentimenti che provo. Mi sono reso conto di amare la mia migliore amica, di disprezzare il mio vecchio migliore amico e, in più, ho trovato sei persone fantastiche. Ora abbiate il coraggio di affermare che la vita di un adolescente è semplice. Domani come faccio a salire sul palco di Chicago? Come faccio a cantare, consapevole che potrebbe essere la fine della mia esperienza. Io non riesco. Non piango, non è questa la situazione adatta. Le lacrime non servono, non cambieranno il futuro.
 
Il mio cervello ed il mio cuore stanno avendo un combattimento all’ultimo sangue. La mia parte razionale afferma con vigore che dovrei essere contento di ciò che la vita mi ha dato finora. In fondo sono comunque uno dei ragazzi più fortunati al mondo e sono riuscito a trovare dei nuovi affetti. Ma la mia parte istintiva risponde con altrettanta forza, mostrando forse quell’egoismo tipico dell’uomo. Perché non posso mirare più in alto? Perché non posso avere di più? Perché devo tornare alla mia vita, dopo aver assaporato questa? Ma le risposte non ci sono, come non ci sono state per tutti i millenni di storia in cui l’umanità si è posta queste domande. Lo scontro finisce con una sconfitta…una sconfitta di entrambi. Già, perché in realtà esiste qualcosa al di là della mente e del cuore che frena l’uomo, che lo paralizza, che lo disarma. Penso che il suo nome sia…paura. La paura di non aver fatto abbastanza, la paura di non meritare ciò che ti viene donato…la paura di essere dimenticato. La paura di essere stato una comparsa nella vita di qualcuno che invece per te è diventato protagonista. Sì, so che è così. Io ho semplicemente paura di domani, paura di passare nel dimenticatoio, ma non quello del mondo…quello degli One Direction e di Mary. Non voglio essere abbandonato anche da loro. Non me ne sono nemmeno reso conto, ma ho quasi finito il mio pacchetto di sigarette. Devo assolutamente smettere di fumare…quando sono nervoso sono peggio di una ciminiera. 
 
-Fede stasera andiamo a cena in un buon ristorante di Chicago, okay?- mi domanda il riccio.
-Oh si, non ci sono problemi! Va benissimo!- rispondo, anche se mi rendo conto che il mio tono di voce non è dei migliori. Harry probabilmente se ne accorge, ma decide di far finta di nulla e torna nella sua stanza. Apprezzo il loro comportamento. Stanno cercando di non farmi capire che siamo alla fine, stanno fingendo per il mio bene. Peccato che io sia più che cosciente della situazione. Mary mi viene incontro e si mette a sedere vicino a me.
-Ehi! Vieni a fare una girata con me?- mi chiede la ragazza.
-Perché no…ho un po’ d’aria non fa mai male!-.
Mi metto velocemente le scarpe, afferro la giacca e insieme ci avviamo verso l’uscita dell’hotel.
 
Stiamo camminando da un po’, ma, in realtà, parliamo molto poco. Le uniche conversazione che, ogni tanto, cerchiamo di iniziare sono a proposito della città, ma, proprio perché abbastanza superficiali, finiscono in fretta. Ci fermiamo ad una gelateria. Io prendo un cono cioccolato e fragola, lei una coppetta stracciatella e nocciola. Proseguiamo la nostra passeggiata in silenzio. Ad un tratto la mia attenzione è catturata dalla conversazione di due ragazzine poco più avanti di noi. Stanno parlando del concerto di domani e del fatto che è l’ultima data degli Stati Uniti. Sembrano essere vere e proprie fan…conoscono a memoria tutte le date e sanno anche che il tour riprenderà l’undici settembre. Già…senza di me.
Due braccia mi stringono in vita e sento qualcuno appoggiare la testa sulla mia schiena. 
-Non devi preoccuparti…- mi sussurra Mary, pronunciano queste parole molto vicino al mio orecchio.
-E’ così evidente?- chiedo, ormai rassegnato all’evidenza.
-E come potrebbe non esserlo? Abbi fiducia in loro…abbi fiducia in me!-.
-Io mi fido di voi…ma ho anche imparato che non tutto dura per sempre…- sibilo, per paura di quelle stesse parole.
-Lo so Fede… ma loro ti vogliono bene e sono tristissimi di lasciarti! Sono consapevoli del fatto che domani l’avventura finirà…ma non per questo deve finire l’amicizia! Non hanno nessuna intenzione di rinunciarci…-.
-E come fai a saperlo?- domando, incuriosito.
-Ne abbiamo parlato un giorno…erano tristi e mi hanno raccontato il motivo.-.
Inizio a piangere silenziosamente, ma una lacrima fugge da sotto gli occhiali da sole che uso per passare inosservato e Mary se ne accorge. D’impulso mi stringe ancora più forte a sé e cerca di tranquillizzarmi. 
-Senti Fede ascoltami bene- inizia.- La nostra è un’amicizia un po’ particolare, anzi tanto particolare, ma è proprio bella per questo, no? E’ iniziata praticamente per caso e se penso ora a come ci siamo conosciuti mi viene da ridere! Mi sento così male quando ti vedo così. Non voglio vederti star male, perché quando ridi, quando sorridi, quando fai lo scemo per tirarci su di morale sei bellissimo. Forse non vi dimostro tutti i giorni quello che siete per me, ma rappresentate la mia salvezza. Mi hai insegnato a sorridere…adesso non permettere ad una data di spegnere la tua vitalità. Non posso rassicurarti sul futuro, ma posso dirti che nessuno ha intenzione di lasciarti. Siamo tuoi amici e lo saremo fin quando lo vorrai.-.
-Nelle risposte è presente l’opzione “Per sempre”?- le dico fissandola nei suoi occhi, capaci di trasmettermi una sicurezza indescrivibile. 
-Certo.- risponde lei, incurvando le labbra e asciugandomi le lacrime.
-Per sempre.-.
-E così sarà.-.
Ci stringiamo di nuovo forte sperando che, al contrario di quel contatto fisico, il legame che ci lega possa non sciogliersi mai.
 
 
Siamo a quel ristorante che hanno scelto i ragazzi. Non si può certo dire che si siano trattenuti…! Ormai siamo al dessert e, quindi, anche questa cena sta giungendo al termine. 
-Ragazzi è inutile girarci intorno…sappiamo tutti che ormai l’estate è finita…- affermo io, posando il cucchiaino con la quale ho mangiato il gelato sul piattino.
-Ci dispiace…non immagini quando…- sussurra Liam.
-Fede sei diventato il mio quinto fratello e questo credo ormai valga per tutti qui…- dice Zayn.
-Oh ragazzi…siete gli amici che ho sempre voluto. Come faccio a realizzare di dover tornare a Milano dopo domani, di dover ricominciare la scuola l’otto settembre avendo in classe Rachele e Roberto?- esclamo io, mentre sento la mia voce rompersi in due. Le lacrime sono finite.
-Ti verremo a trovare, puoi starne certo! Cerca di ignorare quei due Fede! E quando penserai al male che ti hanno fatto, chiamaci o scrivici…tanto il gruppo su whatsapp c’è già!- mi rassicura Louis, cercando di sorridere.
-Ehi! Voi avete un gruppo del quale non faccio parte?!- interviene Mary, fingendosi arrabbiata.
-Ahahaha non te la prendere cara, ma non puoi farne parte… diciamo che si parla spesso di cose…da maschi!- risponde Styles.
-Ma guarda un po’ te questi sei disgraziati!- sbuffa la ragazza.
-Sappiamo bene che non ti scorderai di questa esperienza, ma abbiamo deciso di aiutare la tua memoria…! Tieni…questo è da parte di tutti noi.-.
Mi ritrova davanti ad un regalo, malamente incartato. Credo di dovermi già ritenere fortunato a vedere un minimo rivestimento, conoscendo quei ragazzi…! Levo quella strana carta da regalo e scopro un album fotografico. Sulla copertina c’è una scritta. “We’re seven like the colors of the raimbow!”. Inizio a scorrere le pagine e rivivo tutti i momenti vissuti in quei due mesi. Tutti i momenti in cui abbiamo riso, quando scherzavamo e prendevamo in giro Paul, quando camminavamo per le strade vestiti come dei nonnetti per non farci riconoscere, quando abbiamo incontrato Mary e tutte le foto con lei. La carta è colorata, ma non poteva essere altrimenti. Oltre a tutte le foto insieme hanno dedicato uno spazio ad ogni componente. Sono tutti lì:Mary, Liam, Louis, Zayn, Harry e Niall. E come posso dimenticar di lui? Della prima persone che veramente mi ha capito e che è capace di starmi accanto in ogni momento? Mi rendo conto di non averlo sentito parlare molto. Alzo gli occhi e lo vedo appoggiato con i gomiti sul tavolo, mentre guarda fuori dalla finestra. Dal riflesso sul vetro capisco che sta piangendo. I suoi occhi incontrano i miei e riusciamo a dirci tutto tramite una sottile lamina di vetro. 
Continuo con l’esplorazione della mia recente vita, ma presto mi ritrovo in mano delle pagine vuote e bianche.
-Perché sono vuote?- domando, forse con voce un po’ delusa.
-Abbiamo ancora tante cose da fare insieme, non credi?- mi risponde sincero Harry.
Arrivo in fondo all’album e vedo che sul retro hanno scritto i loro nomi.
-Queste non sono le vostre firme originali…- affermo.
-Sei proprio un fan accanito, eh? Non ti sfugge niente…!- dichiara Louis.
-Abbiamo deciso di firmare in quel modo per farti capire che quelli non sono autografi. Tu non sei solo un nostro fan, tu sei un nostro amico, il nostro amico…- interviene Horan, stupendoci tutti.
Io sorrido e, mentre ci alziamo dal tavolo per tornare in hotel, ci stringiamo in uno dei quei abbracci di gruppo, che sono diventati ormai quasi una routine della quale non riesco più a fare a meno.
 
 
Purtroppo non sono riuscito a fermare il tempo ed ora stiamo per salire sul palco. Già, questa volta canteremo per tutto il concerto insieme. I ragazzi hanno voluto finire così, in bellezza…senza rendersi conto che ciò potrebbe uccidermi.  
Le luci sono più abbaglianti del solito o forse è solo una mia opinione. Lo stadio brulica di fan che cantano insieme a noi ed io appoggio le mie labbra su quel microfono per gridare al mondo le mie intenzioni silenziose. Rendo quel palco la mia scogliera davanti al mare in tempesta.
-Sapete tutti che questa è l’ultima data in cui seguirò i One Direction! Vi voleva ringraziare tutti quanti. E’ grazie anche al vostro appoggio che ho potuto realizzare un sogno. Mi avete fatto entrare in un mondo che nemmeno immaginavo di poter vivere per un secondo. Mi avete supportato immensamente anche seguendomi su twitter e prometto che quando sarò a casa seguirò quanti di voi possibile! Non posso promettervi di continuare a cantare in futuro…perché purtroppo questa è una domanda alla quale nemmeno io ho risposta. Vi giuro, però, che farò il possibile per restare presente. Grazie a tutti, siete fantastici!- urlo e la mia voce raggiunge tutti grazie all’amplificatore. 
Segue un forte applauso accompagnato da urla di incoraggiamento. Anche i ragazzi stanno battendo le mani e mi sorridono per sostenermi. Dei cartelloni sorgono dalla folla. Alcuni non riesco a leggerli, su altri vedo scritte frasi che non possono che farmi commuovere.
 
“Fede rappresenti tutti i fan del mondo, tu che sei giunto fin laggiù!”
 
“Per me i One Direction ormai sono sei.”
 
“Hai l’energia di un uragano, non lasciarti domare, ma continua a stravolgerci!”
 
Con queste parole che mi scaldano il cuore comincio a cantare Best Song Ever, ultimo brano nella scaletta. Stelle filanti e coriandoli vengono buttati sul palco per omaggiare quell’ultima canzone, senza dubbio la migliore canzone di sempre.
 
La mattina dopo ci svegliamo prestissimo per dirigerci in aeroporto, per evitare il solito assalto e poter arrivare a Milano nel pomeriggio. Siamo tutti degli stracci, un po’ per la stanchezza un po’ per il morale sotto i piedi. Prendiamo i nostri posti sull’aereo e decolliamo. Tutti si addormentano nel giro di pochi minuti. Mary è seduta accanto a Niall, sulle spalle del quale appoggia la testa. Si tengono la mano quasi per rassicurasi a vicenda. Forse sperano di poter essere insieme anche nei sogni. Mentre guardo fuori dal finestrino e vedo Chicago allontanarsi mi lascio andare anche io, sperando di non cominciare nuovamente a sognare solo ad occhi chiusi.


Ciaoooo genteeee!!! :)
Allora mi voglio scusare per il ritardo...anche se questa volta diciamo che ci sono delle più che valide ragioni! Ahahhahaha Prima di tutto ho dovuto dedicarmi ad una One-Shot che ovviamente mi ha rubato un po' di tempo, poi avevo scritto il capitolo ma mi si era cancellato, perchè da perfetto tecnologico ho resettato totalmente il computer :') Ho cercato di riscriverlo velocemente, purtroppo è venuto più corto di quello che era prima, perchè credo di aver fatto una sintesi automatica di ciò che avevo scritto prima O.o Spero vi posso piacere lo stesso! Per quanto riguardo il contenuto...beh...si commenta da solo, no? Il tour è finito per Fede...già...doveva arrivare questo momento prima o poi! Ahhahahahah Aspetto vostri pareri! 
Ciaoooo! 
Fede :)

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Capitolo 19
*** Confusione. ***


Fede.

Sono sotto l’acqua della mia doccia. Già, della mia doccia. Respiro a pieni polmoni quel vapore acqueo che rende il vetro appannato. Tutto odora di Italia e,ammetto, che non ero ancora pronto per tornare. Vorrei riprendere quella valigia, che mi è stata amica negli ultimi mesi e che ora sembra abbandonata lì vicino alla scrivania, e scappare nuovamente da questa vita che non mi rappresenta. Vorrei fare di questa doccia, la mia prigione dorata, per isolarmi da tutto e da tutti. Ho fatto addirittura fatica a raccontare ieri sera, appena tornato, l’esperienza vissuta ai miei genitori e a Martina. Mi sono mancati, questo è sicuro, però…però non lo so. Non mi sento più a mio agio qui a Milano, non dopo aver conosciuto il mondo e aver provato la delusione di due tradimenti.
E, almeno per ora, i ragazzi sono qui con me. Sono stati così gentili a sacrificare il loro tempo libero tra una fase e l’altra del tour per supportare me nel mio rientro.
 
La scuola comincerà tra poco e la voglia di studiare è minore uguale a zero. Ho deciso di non uscire praticamente di casa in questi giorni. Ho paura di farmi riconoscere, di dover dare spiegazioni e opinioni su quella che ormai è la mia vita passata. Non voglio realizzare la verità, voglio rifiutare esplicitamente il presente. In più, il solo pensiero di poter incontrare Rachele e Roberto basta a tenermi dentro le mie quattro mura. Ho anche pensato ad un possibile modo di vendicarmi, ma, dopo tutto, ne vale la pena? Da un lato rimarrò sempre lo sconfitto, perché sarò sempre quello che ha sbagliato giudizio su due persone, quello che si è fatto prendere in giro; dall’altro continuerò a vincere, perché alla fine sono riuscito a fare un viaggio possibile a pochi, se non a nessuno, e a conoscere persone ben più valide di loro due. Non saprei nemmeno come punirli. Non ho mai avuto paura dell’odio, perché mi hanno insegnato che anche questo sentimento è una forma di interesse.

L’uomo ha il semplice bisogno di sentirsi considerato, se poi ciò avvenga in modo positivo o negativo ha poca importanza. Quella che veramente trafigge l’animo umano è l’indifferenza. Vedere una persona, con la quale sei sempre stato abituato ad avere un determinato rapporto, passarti accanto, sfiorarti e proseguire per la sua strada è una delle cose che fa più male in assoluto. Lo sguardo freddo di una persona amata, gli occhi paragonabili a quelli di uno sconosciuto, il tuo nome mai più su quelle labbra. Questo è capace di uccidere interiormente chiunque. Ma non prendiamoci in giro…non sono capace di fare questo. Come faccio a mostrare al mondo che non mi importa di loro, quando non riesco a convincere nemmeno me stesso? Riuscirò a farlo solo quando mi sarò realmente dimenticato dei miei sentimenti, per ora è altamente impossibile. La verità è che mi mancano, entrambi. So di essere pazzo a pensare una cosa del genere, però credo sia normale…forse. E’ difficile cacciare dal proprio cuore due persone che sono state fino a poco tempo fa le residenti principali. Mi mancano e non so come fare. E’ orribile desiderare qualcosa che non puoi raggiungere. Inoltre il fatto stesso di saperli felici insieme mi corrode da dentro. Non è difficile da capire: non ero, non sono e non sarò mai indispensabile per loro.
 
Mi avvolgo nel mio accappatoio, mi metto le infradito e mi avvio a fare colazione, consapevole che ormai le camera d’albergo ed il servizio in camera sono solo un ricordo. 
Prendo la caffettiera, la preparo e la metto sul fuoco. Saranno anche le undici e mezza, ma ho decisamente bisogno di svegliarmi. Prendo qualcosa da mangiare per fermare lo stomaco e mi metto a sedere ala tavolo della cucina. 
-Ciao tesoro!-.
Credevo di essere solo in casa…non ho molta voglia di parlare.
-Ciao mamma…-.
-Svegliato male?-.
-Fai un po’ te…fino a pochi giorni fa ero dall’altra parte del mondo…- rispondo sfacciato, alzando un sopracciglio per avvalorare la mia espressione ironica.
-Fede non è colpa mia, ok? Non puoi prendertela con noi, lo capisci vero? Sopratutto dopo che abbiamo cercato di farti vivere questa esperienza senza preoccupazioni!- grida mamma, contrariata per il mio comportamento.
-Ah si?! Davvero credi di avermi aiutato? No, dai, spiegami in cosa! Pensi sia bello non ricevere mai una telefonata, salvo qualche giorno in cui non rimanevi a parlare per più di venti secondi?!- sbotto io. Come può dire questo? Ho passato dei giorni di piena delusione e lei, mia madre, non era lì nemmeno per consolarmi.
-L’ho fatto per te…- sussurra lei, mentre è voltata di spalle.
-Stai scherzando? Ma non prendiamoci in giro, ok? Non ne ho propria voglia…- affermo, alzandomi velocemente dalla sedia per dirigermi nuovamente nella mia camera. Sto per salire le scale quando mi sento richiamare.
-Fede! Fermo! L’ho fatto davvero per te…non volevo vederti soffrire per Rachele…- rivela, parlando veloce, forse sperando che io non afferrassi alcune parole.
Quel nome, quello stramaledetto nome.
-Ma che ne sai te di Rachele? Cosa vuoi capirne? Non hai la più pallida idea di cosa significhi sentirsi traditi e abbandonati dai propri migliori amici! Non sai come mi sono sentito e non ti permetto di giudicare!- grido, iniziando a sentire gli occhi umidi, sintomo della disperazione e dello stress al quale sono sottoposto.
-Ma tesoro…tu non sai…- mi dice, avvicinandosi e accarezzandomi la guancia come solo una mamma sa fare.
-Cosa non so, cosa? Che mi hanno anche umiliato in pubblico qui a Milano? Ci mancherebbe solo quella…-.
-No…Fede…Io e tuo padre abbiamo deciso di non dirtelo per farti passare l’estate dei tuoi sogni e anche perché ce lo aveva chiesto la madre di Rachele, ma ormai è giusto che tu lo sappia…tanto lo scopriresti tra pochi giorni da solo…- inizia a spiegare lei, parlando lentamente, troppo lentamente.
-Mamma dimmi cosa devo sapere, ora!- la incalzo.
-Fede…Rache ha fatto un incidente tempo fa e ha perso del tutto la memoria.- confessa.
Sento il mondo fermarsi, tutto è statico.
-Sembra stesse leggendo una lettera e ha attraversato la strada senza guardare…! Il medico sostiene che possa trattarsi di una forma temporanea di perdita della memoria, ma ciò che l’ha sconvolta maggiormente nell’ultimo periodo rischia di andare perduto. Purtroppo si vede che la tua partenza l’aveva particolarmente colpita…perché Fede, lei…non si ricorda niente di te.- continua.
 
Inizio a sentire i brividi. I miei impulsi nervosi iniziano ad accelerare. Il mio cervello sta lavorando come un matto per elaborare tutte questi informazioni. Una luce oscura si è affacciata alla mia mente. Cerco di respingerla, ma i fatti sono più che palesi…ora più che mai. Ho dubitato della fiducia di Rachele, l’ho messa in dubbio, l’ho quasi rinnegata. Lei non mi ha abbandonato…l’ho accusata ingiustamente….! E la verità è che farebbe bene ad abbandonarmi adesso. E’ colpa mia, è solo colpa mia…! Quella lettera…sono quasi sicuro si tratti di quella che le avevo scritto per rivelarle i miei sentimenti. Non avrei dovuto scrivergliela. Sono stato solo un codardo…se avessi avuto il coraggio di parlarle da subito a voce, adesso non saremmo in questa situazione. 
 
 
Si è davvero dimenticata di tutto quello che abbiamo fatto insieme, di tutto ciò che ci ha legati fino ad ora, sebbene per lei fosse solo amicizia? E’ davvero possibile che mi abbia totalmente rimosso dalla sua vita. Una disperazione divoratrice mi assale e sono più confuso di prima. Lei adesso mi ignorerà, lei adesso mi sfiorerà camminandomi accanto e proseguirà per il suo percorso? Davvero i suoi occhi adesso mi guarderanno come quelli di uno sconosciuto? No, non può essere. Sono sicuro di riuscire a farla ricordare. Sì, le farò tornare in mente tutti quei fermi immagine che siamo soliti chiamare ricordi. Basterà farle vedere delle foto, parlarle, no? Non posso lasciarla andare…! E poi…anche se non si dovesse più ricordare, dovrò solo ricominciare. Sarà lungo e difficile, ma ci voglio provare, ce la posso fare. 
Mentre penso ciò e continua a piangere, mamma mi abbraccia forte.
-Mamma…credi che riuscirò a farle tornare la memoria?- le chiedo, in un sospiro.
-Fede, spero di si… però dalle tempo. Negli ultimi giorni ha provato a fare qualcosa anche Roberto!-.
Al solo sentire quel nome corro in camera e sbatto la porta, consapevole di aver lasciato quella donna con un’espressione convinta, ma cosciente che non verrà a  chiedermi il motivo della mia reazione. Adesso ho un quadro completo della faccenda. Se si è dimenticata di me, probabilmente lo stesso è anche per Roberto…in fondo, se davvero dipende dall’intensità degli ultimi momenti passati, dubito fortemente che il tradimento di quel vigliacco sia passato inosservato…! Eppure adesso stanno insieme. La mia espressione si contrae, come a voler scacciare quel pensiero che si sta facendo strada. Non può essere così viscido e subdolo. Spero davvero che lui non le abbia mentito, nascondendole la realtà effettuale ma distorcendogliela perché l’uccido. Non può azzardarsi a giocare con una persona che ha subito un incidente del genere. Non può prendersi gioco dei sentimenti altrui. Non può trattare Rachele come un giocattolo. Confuso, ma anche sollevato per essere venuto a conoscenza della verità, esco di casa per andare all’hotel dei ragazzi dove sarà presente anche Simon. E’ arrivato il momento del responso.
Di un altro responso.
 
 
 
Rachele.
 
Questi ultimi sono stati veramente giorni di fuoco. Non riesco ancora a ricordare nulla, però so che non sarà un passaggio graduale. O tutto o niente. Sento i miei ricordi spingere contro quel muro che si è inevitabilmente creato nella mia mente. Li sento urlare, gridare, vogliono essere riconosciuti…ma per adesso non riesco solo a sentire un grande brusio. Voglio liberarli, devo riuscirci. 
Sono contenta di aver scelto di fidarmi di Roberto. E’ veramente un ragazzo d’oro. Sebbene la scuola cominci tra poco e lui debba recuperare alcune materie, mi porta ogni giorno fuori per farmi divertire e per distrarmi. E’ così dolce. Mi sento protetta con lui, mi sostiene. Sembra voglia difendermi dal mondo, vuole che parli quasi solo con lui, perché sostiene che le persone potrebbero farmi il lavaggio del cervello, dicendomi cose non vere e facendomi credere il falso. 
-Rache scendi!- mi urla mia madre dalla stanza al piano di sotto.
-Che c’è mamma?-.
-Roberto è venuto a prenderti per andare a prendere un gelato insieme!-.
Un sorriso mi nasce spontaneo e corro per le scale per correre dall’unica persona capace al momento di illuminare le mie giornate.
Mi dirigo verso di lui e gli salto addosso, unendo le mie braccia dietro al suo collo.
-Ciao amore!- esordisce lui.
-Ciao Rob!- rispondo entusiasta.
Per risposta, lui si avvicina e decide di farmi sentire il sapore del suo dentifricio. E’ vero, non lo amo…forse non ancora. Però lui prova questo sentimento forte e sta facendo tanto per me…non voglio privarlo di tutto! Fino a che si accontenta di poco, posso provare ad assecondarlo. 
-Dove andiamo?- domando io curiosa, mentre camminiamo mano nella mano per la strada.
-Mh…volevo provare quella gelateria nuova che hanno aperto in Piazza Duomo,che ne dici?- risponde lui semplicemente.
-Oh si, perfetto! Non sapevo nemmeno di questa nuova apertura…!-.
 
Arriviamo al posto prestabilito e prendiamo quello che ci interessa per fare merenda. Mentre mangiamo il gelato passeggiamo per Corso Vittorio Emanuele. Ho sempre amato stare qui, con tutti i negozi e le luci e tutta questa gente… Lungo la strada ci sono già tutti i manifesti che annunciano la prossima Expo che si terrà proprio a Milano. Devo dire che sono quasi orgogliosa che la mia città sia stata scelta per un evento tanto importante. Ovviamente sono presenti anche tutti i cartelloni pubblicitari che mostrano tutti gli sponsor della manifestazione mondiale. Ce ne sono di tutti i tipi. Ad un tratto, vicino alla Rinascente, uno di questi cattura la mia attenzione più degli altri. Una grande scritta mostra che lo sponsor in questione è la Syco Music. Sotto c’è la foto di alcuni ragazzi, i One Direction. Non sono una loro fan, però conosco la loro musica…almeno credo. So che sono in cinque, eppure tra loro vedo anche un sesto ragazzo. Io so chi è. Lui…lui è Federico…ne sono quasi sicura. 
-Rob…ma loro sono gli One Direction vero?-.
-Sì, sono loro…- risponde lui. Sento la sua mano stringersi con forza attorno alla mia, rischia quasi di farmi male.
-E lui è Federico…vero?- domando, incerta di voler sapere la risposta.
-Si è lui…- dichiara.
-Ma…-.
-Non preoccupartene Rache, lascia stare…- mi interrompe lui, avvolgendo il suo braccio intorno al mio fianco e forzandomi a riprendere a camminare. Decido di lasciar cadere l’argomento, probabilmente ha ragione lui. Se non voglio soffrire è meglio non fare domande. Eppure…eppure sento che una crepa si è aperta in quel mio muro personale.
 
 
 
 
 
Angolo autore.
Ciaoooo gente!!! Ebbene si… è successo quel che è successo….! So che non è lungo come capitolo, però ho deciso di tagliarlo qui per motivi di trama…cioè mi sembra che sia successo già abbastanza in poche parole! Ahahahhahahahaha : ) Spero vi possa piacere davvero!
Grazie a tutti per continuare a leggere la mia storia, scritta da un ragazzo più che smemorato! 
A presto,
Fede :)

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Capitolo 20
*** Le sorprese non finiscono mai ***


Arrivo all’hotel dei ragazzi dopo una trentina di minuti: il traffico in questi giorni è  insostenibile e, sicuramente, sapere che gli One Direction sono a Milano non aiuta.

Rimango qualche secondo fuori ad osservare l’albergo. Riconosco quel posto. E come non farlo? Involontariamente ripercorro velocemente tutto ciò che mi è accaduto dal giorno in cui andai a dormire da loro. Sembrano passati anni, eppure si tratta semplicemente di qualche mese. 

Improvvisamente l’ansia e la tristezza che mi hanno accompagnato qui scompaiono. Capisco solo adesso che non mi aspettavo niente di quello che è successo, ma sono riuscito a vivere tutto al meglio e sul momento. E’ inutile fasciarsi la testa su ciò che potrei perdere o acquistare. Per ora ho avuto già abbastanza.

Contento e rasserenato per la mia nuova filosofia entro e mi dirigo immediatamente alle scale, dimenticando di non potermi comportare come se fossi a casa mia.

-Scusi lei dove pensa di andare?- mi chiede una signora, impedendomi così di proseguire.

Mi volto, la guardo, la studio e poi scoppio a ridere. Non ci credo. Ancora lei. Ma mi prendete in giro? 

-Sono l’amico degli One Direction.- rispondo io, secco, per far intendere di essere scocciato.

-Hai ragione! Scusa non ti avevo riconosciuto con il cappuccio!- si difende in fretta lei arrossendo improvvisamente. Interessante…i ruoli si sono capovolti.

-Forse ti dovrei regalare una foto, almeno impareresti.- affermo ironico verso di lei, che, al contrario, sembra serissima. La fisso preoccupato.

-Buona idea! Ne dovrei avere una nel cassetto della scrivania della reception! Me la firmeresti?- domanda lei con una voce simile a quella di un bambino che chiede di andare sulla giostra. 

Io spalanco la bocca. Non è possibile. Tra tutti gli ammiratori, proprio lei dovevo avere?!

-No aspetta…fammi capire. Tu vorresti il mio autografo?-.

-Oh si, per favore! Sarebbe così importante per me! In questi mesi vi ho seguito e ho fatto il tifo per te! Mi ero sbagliata sul tuo conto…- confessa, parlando velocemente, forse imbarazzata lei stessa per il contenuto delle sue parole. I miei muscoli facciali si contraggono in quello che ha tutta l’aria di essere un sorriso di vittoria.

-Ma certo! Nessun problema.- dico, con tono garbato, per mostrarmi quasi superiore.

Lei, emozionata, corre verso la scrivania e torna con una specie di foto grandezza A4 con il mio volto. Devo ammettere che è alquanto inquietante e non voglio assolutamente sapere cosa ha intenzione di fare con quell’immagine.

Tiro fuori dalla tasca della felpa un pennarello indelebile e firmo. 

 

“Alla mia regina Elisabetta, con affetto. Fede.”

 

Appena legge ciò che ho scritto mi guarda e mi sorride e, cosa tutt’altra che programmata, mi abbraccia.

-Non credevo l’avresti presa così bene…- sussurro con il fiato che riesco a trovare.

-Mi hai appena fatto un autografo che non farai mai a nessun altro, quindi sono contenta!- mi spiega, staccandosi finalmente dal mio busto.

In effetti non avevo pensato a quest’aspetto. Accidenti, quello che io reputavo una presa in giro è diventato un bel gesto. 

Finalmente vengo lasciato libero di salire e arrivo a quella che deve essere la stanza dei ragazzi. Prima di entrare guardo l’orologio. Bene, manca ancora un’oretta prima che arrivi Simon. Meno male sono arrivato in anticipo, mi sarei trovato troppo in imbarazzo altrimenti.

Entro nella camera, iniziando a raccontare ciò che mi era successo all’ingresso, ma mi fermo all’istante. I miei sensi si attivano in una frazione di secondo ed il mio cervello cerca di mandare più impulsi possibili al mio naso, per garantire un migliore olfatto. Conosco questo odore. Non è possibile non conoscerlo. Qualunque ragazzo adolescente lo conosce. Concentro le mie attenzioni sulla vista e noto cinque ragazzi e una ragazza seduti sul divano. Due di loro tengono qualcosa in mano, ma non si riesce bene a capire di cosa si tratti, sebbene il fumo e l’odore non lascino molte alternative. Quella è erba.

Non so se sia per quella nube nauseabonda o per il mio cuore che ha subito un arresto, incomincio a piangere a dirotto. Ma come? Ho passato due mesi in tour con loro e non hanno mai fatto uso di queste sostanze e adesso arrivano qui e si fumano le canne?! Ma siamo impazziti? Un senso di delusione mi sovrasta. Quella delusione che caratterizza un amico, nel momento in cui si accorge che un suo compagno si sta facendo del male e si sta buttando via, quella delusione che caratterizza un fan, quando capisce che i suoi idoli non sono fatti di oro come pensava, quella delusione che colpisce me, che mi rendo conto di avere ancora tanto da imparare.

Sbatto la porta alla mie spalle, mi dirigo a passi veloci verso di loro e tiro uno schiaffo sia a Louis che a Zayn. Niall mi viene incontro e cerca di calmarmi, ma, questa volta, riscuote poco successo.

-Ma siete scemi? Mi spiegate che cazzo state facendo!?- grido loro sul viso. Non sento ragioni, la mia mente è offuscata.

-Noi…noi…- inizia a dire Louis.

-No, dai! Voi cosa? Forza spiegatemi che sono curioso!-.

-Avevamo bisogno di rilassarci e un tipo che non ci ha riconosciuti ce l’ha venduta…- mi spiega Zayn, tenendo lo sguardo puntato a terra.

-Ditemi che state scherzando, vi prego…- sussurro con voce soffocata, mentre con le mani mi chiudo gli occhi per la disperazione.

-Ma Fede, nessuno lo sa…- continua Louis.

-Oh si, questa si che è una bella motivazione, bravo Louis, tu si che sei astuto.- gli dico facendogli un applauso.

-Vi rendete conto?! Allora andiamo per ordine.- dico, prendendo un respiro.- Prima di tutto siete dei totali imbecilli, considerando che non potete sapere se quel tizio non vi abbia realmente riconosciuti e, se vi ha preso in giro, siete morti. Inoltre vi faccio notare che state fumando in un hotel. Siete gli One Direction, non pensiate di poter fare ciò che volete. Siete gli idoli di milioni di persone, la maggior parte delle quali vi vede come dei modelli da seguire. E’ questo l’esempio che volete dare? E non mi venite a dire che lo potete fare perché tanto nessuno vi vede, perché giuro che vi prendo a schiaffi uno per uno. Se cominciate adesso a rilassarvi così, cosa farete tra qualche anno? E’ questo il metodo giusto per affrontare lo stress? Seriamente? No davvero, ditemelo, perché io non lo riesco a capire. Si comincia con una canna e si finisce chissà dove, lo sapete vero? Volete finire come tutti quegli artisti che sono rimasti nella storia per i loro eccessi? Non rovinatevi così…vi prego. Mi avete deluso ragazzi…seriamente. So che non sono vostre abitudine queste, perché sono stato con voi per due mesi e non lo avete mai fatto…ma questo non è proprio il momento per cominciare. Non sono arrabbiato, sia chiaro…sono amareggiato e, forse, è peggio. Non me lo aspettavo…- affermo, quasi pacato. Mentre parlo riesco a razionalizzare il fatto e la rabbia esce lentamente dal mio corpo.

-Fede hai ragione…è stato solo un momento di debolezza, davvero. Ci dispiace. Si sono lasciati prendere la mano e hanno commesso questo errore. Perdonali…  Dobbiamo ancora tutti crescere e gli sbagli sono all’ordine del giorno…- interviene Liam, che fino a quel momento era rimasto seduto con Harry a guardare la scena.

-Lo so, ci credo. Però dovete capire che quando avete accettato di vivere in questo mondo, sareste andati incontro a queste tentazioni… Dovete cercare sempre di respingerle, per il bene vostro, dei vostri amici e di tutte quelle persone che si dichiarano vostri fan e che, quindi, anche se non potete realmente vederlo, tengono a voi.-

Louis e Zayn si alzano e vanno a buttare tutto nel water e tirano lo sciacquone. Sono contento di essere riuscito a convincerli, sebbene non possa essere sicuro che abbiano capito la sostanza del mio discorso. Apro le finestre per far andare via quell’odore insopportabile.  Malik e Tomlinson tornano e improvvisamente mi abbracciano. Sono troppo intelligenti questi due…sanno che così mi sciolgo. 

-Grazie. Abbiamo bisogno di qualcuno che ogni tanto ci faccia sentire con i piedi per terra. Ci capita di perdere di vista gli obbiettivi più importanti.- mi dichiarano in coro.

Bene, adesso sono sicuro che abbiano capito davvero.

-Ok, bene, meglio così! Adesso sia chiaro che, se vi ribecco a fare cose del genere, vi prendo a manganellate tutti quanti, anche quelli che non hanno colpa! Capito?- domando a tutti.

Mary si sporge sulla poltrona, alza una mano e apre leggermente la bocca.

-Si, tesorino. Vale anche per te.- le dico, prima che lei potesse farmi la domanda più che ovvia. La ragazza si lascia sprofondare nuovamente in mezzo ai cuscini e incrocia le braccia, per imitare una bambino che fa le bizze. Tutti ci mettiamo a ridere, tutti tranne Niall che si avvicina a lei e la bacia dolcemente, spostandole una ciocca di capelli dietro l’orecchio. Appena quei due si staccano, l’aria triste ha abbandonato la bocca di Mary. Ho sempre detto che potremmo chiamare Horan il Dottor Sorriso.

 

Qualcuno bussa alla porta e, immediatamente, tutti ci guardiamo come per darci conferma dei nostri pensieri. Urliamo tutti insieme “Avanti” e Simon fa la sua entrata, accompagnato da quei due armadi che lui è solito chiamare guardie del corpo. Io continuo a dire che, se avessero due cassetti, sarebbero perfetto per l’arredamento di camera mia. 

-Ciao ragazzi!- esclama tutto sorridente. Io torno, al contrario, immediatamente serio.

-Buongiorno Simon…- rispondiamo noi.

-E tu saresti?- chiede Cowell, rivolgendosi a Mary.

-Io sono Marie, ma tutti mi chiamano Mary…piacere!- si presenta lui, educatamente, alzandosi e porgendo la mano all’uomo.

-Ah si! Sei la nuova recluta della 1Dfamily! Quella che se la fa con Niall!- urlò.

-Simoooon!- lo riprende Niall, andando ad abbracciare la sua ragazza, diventata più rossa che non si può.

-Quante storie che fate! Beh, bando ai discorsi inutili! Sono qui per parlare di cose serie, no?- dice, questa volta guardando me.

Io annuisco, leggermente timoroso. Ci mettiamo tutti quanti a sedere ad un tavolo, abbastanza grande per farci entrare tutti. Simon prende la sua valigetta ventiquattrore e ne estrae quattro involucri, uno dei quali decisamente più spesso degli altri. Purtroppo non riesco a capire cosa ci sia  dentro. Dopo averli messi tutti sul tavolo, Cowell inizia a parlare. Sono talmente nervoso che i miei muscoli sono totalmente contratti.

-Bene Fede, allora…per cominciare ti voglio dire che tutto ciò di cui parleremo dovrà avere la tua approvazione. Sarai tu a decidere, non i tuoi genitori. Ho parlato con loro in questi giorni al telefono e abbiamo deciso di farti fare cosa vuoi, anche se loro in seguito metteranno delle condizioni, come è giusto che sia.- spiega calmo.

Io faccio cenno con la testa di aver capito, mentre la mia voglia di scoprire il contenuto di quei fascicoli aumenta sempre di più. Per lo meno adesso, dopo il suo discorso, so già di avere più scelte davanti. Bene, questa è una cosa assai positiva.

-Devo farti i miei sinceri complimenti. Avevo da subito capito che avevi talento, ma non credevo possibile raggiungere un successo tale in così poco tempo. Hai conquistato il cuori di migliaia, se non milioni, di persone. E’ allucinante.- inizia.

-Vai così Fede, vai così!- esclama Harry, facendo uno strano ballo.

Noi tutti lo fulminiamo con lo sguardo.

-Uffi, volevo solo allentare la tensione.- dichiara il riccio, alzando le mani in segno di resa.

-Non sapevo davvero cosa proporti questo giorno, così ho deciso di seguire il mio spirito imprenditoriale, la voce dei fan e le opinioni di altri vari collaboratori. Posso proseguire?- mi chiede, per essere certo che io sia pronto.

-Si!- rispondo con entusiasmo. Non sto più nella pelle. Tengo le mani sulle ginocchia, che si muovono ritmicamente come se avessi delle convulsioni.

-In questo fascicolo c’è il mini contratto che avevi firmato all’inizio dell’estate. Se decidi di concludere qui la tua esperienza in questo mondo, allora devi firmare qui. Tra i vari fogli c’è anche l’assegno con tutto ciò che hai ricavato in questo tour. Non intendo rubarti nulla, ti do tutto ciò che ti sei meritato.-.

Alle sue parole divento leggermente triste, ma infondo so bene che un’opzione del genere doveva esistere per forza. Niall mi vede teso e, per farmi rilassare, si alza e viene dietro di me in piedi. Appoggia le sua mani sulle mie spalle e inizia a farmi un piccolo massaggio, che, se proprio non si può definire confortante, senz’altro funge da distrazione.

-In questo fascicolo sono presenti i documenti di altri ragazzi. Ho tra le mani un bel po’ di gente in gamba con talento e, devo ammettere, che mi è passata per la testa l’idea di fondare una band a casaccio con te e altri. Ci sono riuscito bene un a volta, no?- dice, guardando alla fine i One Direction, i suoi ragazzi.

-In quello?- domando io, volendo continuare il discorso. Non è il momento per fare pause inutili.

-Hai fretta, eh?- mi risponde Cowell.- In questo è presente il contratto con la Syco per farti diventare un cantante solista a tutti gli effetti. Potresti sfondare le classifiche e diventare una nuova stella del pop. Ovviamente ci sarebbero delle cose da sistemare, ma si tratta per lo più di questioni di cui mi posso occupare io…-.

Non ci credo. Davvero mi ha proposto un lavoro alla sua casa discografica? Io…io potrei diventare un cantante a tutti gli effetti? Posso davvero fare della musica la mia ragione di vita? Probabilmente mentre sto pensando ciò, i miei occhi hanno assunto la forma di una stellina.

-Ma non è finita qui…- confessa Simon, prendendo in mano l’ultima cartella, quella più massiccia. Quasi mi ero scordato della quarta opzione.

-Qui è pieno di documenti, semplicemente per il fatto che non riguardano te. Questa che ti sto per fare è una proposta che non capiterà a nessun altro, ma non per questo la devi accettare a forza. Se io ti propongo questo lavoro è perché credo che tu ne sia capace, ma ci sarebbe molto da lavorare e faticare e, in effetti, tra tutte le opzioni è forse quella più pesante.-.

-Dimmi, ti prego! Non puoi tenermi sulle spine così!- urlo io, ormai senza più pazienza.

-Come vuoi! Bene Fede, se vuoi, hai la possibilità di entrare a far parte a tutti gli effetti degli One Direction.-.

La mia bocca si spalanca in un’espressione di totale sorpresa. Le gambe smettono di tremare ed il cuore ha perso almeno dieci colpi. I ragazzi mi stanno fissando sorridendo. Loro, loro sapevano tutto. 

 

Ed ora? Ed ora che scelgo?



Angolo autore:
Ciao a tuttiiiiiiiiii!!! :) 
Allora devo essere sincero. So benissimo tutte le mie colpe. Potrei stare qui a spiegarvi tutto ciò che ho avuto da fare, ma lo trovo inutile. In fondo sono stato io a prendermi la responsabilità e sono io a dover fare i conti con ciò e con voi. Quindi capisco benissimo se qualcuno di voi è arrabbiato o se ha perso la voglia di leggere e intende abbandonare la storia. Sono lettore anche io e vi capisco, sinceramente. 
Per quanto riguarda il capitolo...beh, credo si commenti da solo. Ho deciso di modificarlo all'ultimo. Come potete notare è diviso semplicemente in due parti, l'ultima sicuramente più funzionale alla trama della storia. Ho sentito il bisogno di scrivere la prima parte e mi dispiace se qualcuno di voi la riterrà inopportuna. 
Detto ciò, vi saluto!
A presto (si spera),
Fede :)

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Capitolo 21
*** Decisione. ***


E adesso cosa dovrei fare? 
I ragazzi, quando Simon mi ha spiegato le varie opzioni, mi sono venuti incontro e mi hanno abbracciato. Questa volta ammetto di non aver contraccambiato, ma solo per una questione di confusione. Mi hanno mandato in tilt. Ero pronto a dire addio a questo mondo o, almeno, un "arrivederci", ma non mi sarei mai aspettato un saluto del tipo "ci vediamo tra due minuti. Quale é la scelta migliore? Non lo so. Purtroppo questa volta non ho le idee chiare, ma credo sia piuttosto comprensibile. Di sicuro scarterò l'opzione di una nuova band. Non la trovo necessaria e non rientra in nessuna delle categorie a me care: cuore, ambizione, ragione. 
Se dovessi seguire la testa, probabilmente finirei per mollare tutto. Iniziare a fare il cantante escluderebbe dalla mia vita tutte quelle esperienze tipiche della vita normale. Sono pronto ad abbandonare l'idea di poter fare l'università, di trovare un lavoro comune, guadagnarmi da vivere ed avere una famiglia? Perché parliamoci chiaro: avere una famiglia quando si diventa famosi é veramente complicato o almeno lo é se si vuole una famiglia seria. É facile sposarsi e divorziare nello stesso modo in cui si gioca a carte. Mi hanno sempre insegnato ed inculcato i valori familiari e, probabilmente, abbracciando questo tipo di carriera non sarò capace di costruire una famiglia e di educare un figlio nel modo in cui vorrei. Del resto sarei spesso assente...non sarebbe giusto precludere la mia presenza paterna. Non voglio essere uno di quei genitori assenti. So che é strano che un ragazzo di diciotto anni pensi a questo, ma non sono mai riuscito a non pensare al futuro. Riuscirei a sopportare il non avere più una propria vita per apparire su tutti i giornalini? Vivere con la costante paura di sbagliare e di essere giudicato per questo? E poi c'è lei, c'è Rachele. Come farei a dimenticarmi di lei? Mi sono ripromesso di aiutarla a ricordare, mi sono ripromesso di tornare nella sua vita, mi sono ripromesso di credere nel nostro amore. Se entrassi nella musica tutto ciò andrebbe perso, scomparirebbe nel vento come fumo. 
E se seguissi il cuore? Oh beh, probabilmente cambierebbe tutto. Se per una volta nella mia vita smettessi di considerare cause e conseguenze per entrare nel mondo che ho sempre sognato? Riuscire a vivere della propria passione stando a contatto con quelli che sono i tuoi idoli sarebbe fantastico. Ma ne sarei all'altezza? I ragazzi ormai sono in piazza da 4 anni e adesso arrivo io? È vero che i fan mi hanno accolto, ma un conto è dirlo...un'altro è farlo. E se facessi fallire la band? Se perdessimo fan a causa mia? Non me lo perdonerei mai. Adoro quei cinque e quella ragazza, sono diventati nel giro di pochi mesi la mia famiglia. Ho guadagnato quattro fratelli, un migliore amico e una migliore amica. Non male direi. Però siamo sicuri che i rapporti rimarrebbero invariati o crescerebbero in meglio se entrassi a far parte della band? Spesso vivere un sogno ti porta a capire che io tutto non era idilliaco come credevi. Non voglio che accada, preferisco vivere in un'illusione. 
Altra alternativa sarebbe seguire l'ambizione e tentare così la carriera solista. Probabilmente questa é la scelta più equilibrata. Essendo da solo sarei libero da numerosi impegni o, almeno, potrei gestirli al meglio. Inoltre non avrei lo stress di dover essere allo stesso livello di altri e non mi sentirei in colpa se ci fosse una qualche sconfitta. Questo probabilmente è il motivo per il quale ho sempre preferito i giochi singoli a quelli di squadra. È vero che la sintonia che viene a crearsi con i componenti del gruppo è fantastica, ma io vivo sempre nella paura di sbagliare e di sentirmi accusato. Al contrario, quando sono solo, ricade tutto sulle mie spalle, tutto dipende da me, nel bene e nel male. L'unica cosa negativa da considerare è che sarei del tutto lontano dal mondo e vivrei isolato la maggior parte del tempo, sopratutto durante i tour. Non ho mai capito cosa faccia un cantante solista quando è in albergo. Beh, probabilmente potrei scoprirlo. 
Devo prendere una decisione in fretta, anche perché troppo tempo fa solo male. Ed in più lo devo a tutti quanti, è una questione di rispetto verso tutti. I miei genitori non si pronunciano, almeno non ancora. Dicono che é la mia vita e dunque una mia scelta, anche se mamma ha detto che avrà qualcosa da discutere con Simone qualunque sarà la strada che prenderò, esclusa ovviamente l'opzione che include la mia fuoriuscita dal mondo della musica. 
Ad essere sincero mi sento quasi in colpa. Spesso alla mia età i ragazzi hanno delle crisi esistenziali dovute alla totale assenza di autostima e all'inconsapevolezza di ciò che "viene dopo". In genere abbiamo paura di non trovare un lavoro che ci appaga, un lavoro che soddisfi le nostre passioni, un lavoro adeguato agli anni di studio passati. Ed io? Ed io sono qui, steso su un letto, alle porte dell'ultimo anno di liceo, con ben tre opportunità. Quasi mi faccio schifo da solo. Il telefono comincia a vibrare. Non si tratta di una chiamata, ma solo di messaggi. Sono i ragazzi che scrivono sul nostro gruppo, quel gruppo creato all'inizio dell'estate. 
Niall: "Stasera si va a cena fuori alle 21.00?"
Louis: " Sii! Ottima idea!"
Liam: " ma qual è il tuo problema Louis? Parliamone, ti prego. Siamo nella stessa stanza, abbiamo appena deciso cosa fare insieme e te rispondi? Che fine hanno fatto i tuoi neuroni?"
Fede: " Sorvoliamo sull'argomento, é meglio."
Zayn: " Sii, ci sono anche io a cena!"
Fede: "..."
Liam: "..."
Niall: "..."
Harry: "..."
Harry: " Scusate, mi sentivo alla moda. Lo facevate tutti!"
Liam: " Salvatemi."
Louis: " No Liam, muori in silenzio." 
Niall: " ahahahahah"
Liam: " Cazzo ridi?!"
Zayn: " Allora Fede vieni stasera, vero?"
Harry: " Ma certo! Che domande fai?" 
Fede: "Ragazzi...non lo so, non ne sono sicuro..."
Liam: "Fede sappiamo che stai pensando alle varie proposte e capiamo che tu abbia bisogno dei tuoi spazi per pensare! Ma non devi preoccuparti, non abbiamo intenzione di deviarti verso una scelta ben precisa! Vogliamo solo passare una serata in pizzeria come grandi amici, anche perché, a seconda di cosa sceglierai, saranno ben pochi i momenti di questo tipo che potremo ritagliarci!"
Fede: "Sei assolutamente destabilizzante Liam. Mai pensato di fare il politico? Hai una grande capacità di convincere le persone."
Liam: " È un si?"
Fede: "Proprio così."
Niall: "Si cazzo! Qualcuno ha parlato di pizza?"
Harry: "Siamo una band piena di psicopatici, sapete? Si vede che la pazzia è stata la nostra chiave per il successo..."
Zayn: "Risparmiaci tutte queste discussioni filosofiche, che non portano a niente."
Harry: "Stai forse mettendo in dubbio le mie qualità di filosofo?"
Zayn: "Non oserei mai..."
Niall: "Io si."
Harry: "Insensibili."
Fede: "Sebbene sia sempre un piacere partecipare alle vostre discussioni leggermente malate, vi comunico che vi devi lasciare per andare a rilassarmi in una bella vasca piena d'acqua. Vi aspetto alle 21.00!"

Detto ciò abbandono il telefono sul comodino, mi alzo dal letto e mi dirigo nel bagno, sperando che l'acqua possa portarmi consiglio. Ovviamente lo schermo dell'iPhone continua ad illuminarsi, ma decido di non guardare nemmeno. 

Rachele.
Sto passeggiando per le vie di Milano completamente sola. Avevo bisogno di un po' di solitudine, anche perché quando sono con me stessa mi sento normale, non c'è nessuno che, volontariamente e non, mi fa notare le mie mancanze di memoria. Roberto mi aveva chiamata anche stamattina chiedendomi se volessi uscire un po' con lui, ma ho rifiutato. Quella che prima era una semplice crepa nel mio muro personale, é diventata una vera e propria rottura che, tuttavia, non mi  permette ancora di ricercare nel passato. Però sono presente dei buchi in quella barriera, dei buchi dai quali proviene luce, una luce talmente accecante da poter dare speranza anche alla persona caduta più in basso. Purtroppo devo ammette che alcuni di questi raggi hanno colpito nel viso Roberto, facendomi rimettere in dubbio alcuni aspetti. Non lo faccio apposta e devo anche dire che mi sento in colpa al pensiero di non credergli totalmente, visto tutto l'affetto che mi trasmette, ma è più forte di me. Come fai a sorvolare su una sensazione così forte, che preme costantemente nella tua mente per cercare di farti capire. E se questo è successo, lo devo a Federico. Quel ragazzo, che per me rappresenta il più grande punto interrogativo, é riuscito con una sola foto ad entrare nei miei pensieri e sconvolgerli...non oso immaginare cosa potrebbe accadere al suono della sua voce, alla vista dei suoi occhi, al contatto con le sue mani. Chi è? Da un lato ammetto di avere una paura assurda di poterlo incontrare. Sento che sarei immediatamente stravolta, ma dall'altro ho la consapevolezza che lui potrebbe essere la verità che sto cercando, lui potrebbe essere la palla demolitrice che mi serve. Devo sapere se lo vedrò, lo necessito.
Mi fermo sul marciapiede per vedere dove mi trovo e mi accorgo che sono molto vicina al mio liceo. Una volta ci sono passata anche con Roberto, ma questo edificio è sempre stato impresso nella mia mente, non è mai uscito dalla mia memoria. Improvvisamente ho un lampo di genio e mi avvio a passi veloci verso l'entrata. Quasi corro e la gente che passeggia tranquillamente mi guarda un po' male. Entro senza esitazioni e mi dirigo verso quella che credo essere la segreteria. La scuola è praticamente vuota, si vedono pochi professori che vagano per le aule. Davanti alla scrivania c'è una donna che mi sta osservando con sguardo interrogativo. Non ha tutti i torti in effetti... Si tratta di una donna piuttosto avanti con l'età, di carnagione chiarissima, leggermente sovrappeso, caschetto castano scompigliato dal caldo e un paio di occhialini rettangolari, tipici dello stereotipo della segretaria. 
-Ehm...scusi, cosa desidera?- domanda la donna, appoggiandosi su un gomito sul tavolo e picchiettando con la penna in maniera ritmica con l'altra mano.
-Buonasera...io sono un'alunna della scuola...- rispondo io, svampita.
-Questo lo immaginavo, ma io le ho chiesto cosa desiderava, non chi era...- puntualizza la bidella con aria strafottente. Molto probabilmente non ha più voglia di passare le ore di sole dietro una scrivania.
-Sono della sezione B, quest'anno vado in quinta e volevo sapere l'elenco dei miei compagni di classe...- confesso, sperando di non essere presa per matta.
-Scusa ma non dovresti saperli da sola? Ottima memoria bimba mia!- chiede ironicamente lei, passando addirittura a darmi del "tu" per lo stupore.
-Certo che li so, ma vorrei avere conferme se le dispiace.- faccio presente io, irritata per la battuta sulla memoria. 
-Come vuoi...-. 
Si alza a fatica dalla sedia sulla quale era seduta e prende un fascicolo da un mobiletto. Si risiede trionfante e inizia a leggere l'elenco dei miei compagni di classe. Ad un tratto sento pronunciare il suo nome e non potrei essere più felice.
-Queste sono tutte le persone che troverò tra sei giorni?- domanda veloce.
-Certo ragazza...-.
Non saluto nemmeno ed esco rapidamente da scuola completamente soddisfatta dei miei risultati. Lui è in classe mia ed io lo incontrerò presto. Tutto ciò che ho bisogno di sapere verrà a galla. È l'ora di far cadere il mio muro. Sarà una caduta più memorabile di quella di Berlino. 

Federico.
Siamo a cena. Questa volta abbiamo scelto una pizzeria molto semplice, niente di lussuoso. Niall voleva la pizza più tipica possibile e allora li ho portati in un locale di mia conoscenza e, essendo il proprietario un amico di famiglia, siamo riusciti ad ottenere un posto piuttosto defilato. Stiamo mangiando tutti in maniera rilassata, tutti tranne Horan, che, invece, è già alla seconda pizza. che migliore amico maiale che mi ritrovo. Però ammetto che è tenero quando mangia, anche se credo che Mary non approvi la mia tesi. Lei lo sta osservando quasi con disgusto, ma si vede lontano un miglio che lo ama e sono sicuro che lo fa proprio per queste piccole cose. Sono davvero contento che quei due si siano trovati, credo sia uno dei miei più grandi successi. I ragazzi stanno mantenendo fede alla loro promessa evitando di parlare di lavoro, sebbene ogni tanto venga spontaneo fare delle battute a riguardo. Odio questa situazione, perché mi sembra di costringerli a fare, o meglio a non fare, una determinata cosa. Non voglio si creino tabù tra di noi. Tengo troppo a loro, non mi sono mai sentito così accettato. Ora che ci penso sono anche più grandi... Come è strano il mondo! 
-Ragazzi ascoltatemi...- dico a voce piuttosto alta, per fare in modo di attirare velocemente l'attenzione. Tutti si voltano verso di me e mi guardano per invitarmi a continuare. 
-È inutile tenervi nascosta la mia decisione...-.
-Sei sicuro di quello che stai per dire?- mi domanda Harry, ma sta parlando a nome di tutti.
-L'ho deciso in fretta, ma credo sia la scelta migliore per tutti...-.
Spiego loro quello che ho pensato e confesso la mia scelta, annunciando il contratto che intendo firmare. I ragazzi rimangono visibilmente sconvolti, probabilmente non se l'aspettavano. Alcuni, tra cui Niall e Louis, scoppiano a piangere e le parole non servono certo ad attutire il colpo dovuto alla novità. Ho preso una decisone in maniera affrettata, lo so, ma non volevo tirarla per le lunghe e una vita è troppo breve per sprecarla e per non viverla a pieno. Accetterò tutte le conseguenze, ne sono consapevole. Adesso devo solo capire come comportarmi con Rachele e con i ragazzi. Dopo la serata passata insieme i ragazzi mi riportano a casa e loro si dirigono nuovamente verso il loro albergo. 

Prima di chiudere gli occhi prendo il telefono e noto soddisfatto che il gruppo è stato rinominato in "1D".  





Note autore:
Ciao a tutti! Come sono andati questi primi giorni di vacanza? Per me abbastanza bene, mi hanno dato la pagella e sono soddisfatto! :) Purtroppo sono dovuto partire improvvisamente per una settimana per motivi familiari e non ho potuto portare nemmeno il portatile per poter scrivere in maniera decente!! Mi scuso se il capitolo è più corto ( non so quanto sia lungo, non ho il conteggio parole questa volta), ma ho dovuto scrivere tutto sul telefono e vi assicuro che non è il top! 
Spero vi piaccia seriamente il capitolo! 
A presto,
Fede :) 

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Capitolo 22
*** Firma ***


Il sole, passando attraverso le persiane chiuse, mi colpisce in viso, facendo in modo che io mi svegli. Non potrei essere più contento di così nell’iniziare una giornata. Sono appena uscito dal sonno, ma mi sento così libero, spensierato…così felice. Non posso ancora credere a quello che mi è successo. Io, un ragazzo italiano di diciotto anni, uno stupido che ha parlato troppo e a sproposito durante un concerto, un semplice adolescente che si è sempre divertito a cantare, sono entrato a far parte della band dei miei idoli. Già, io adesso sono Federico, Federico degli One Direction. Suona così strano, suona così impossibile. Eppure so che non lo è, so che è tutto vero, so che il mio sogno è diventato realtà. Oggi sarà una grande giornata. Prima di tutto dobbiamo firmare definitivamente il contratto discografico con Simon e mettere a posto delle faccende con i miei genitori, poi dovrò andare a farmi un nuovo numero di telefono e stasera avrò la mia prima intervista come membro ufficiale. Dio santo, già sento la fatica di questa vita! Prendo il cellulare e, sorridendo ancora come un ebete davanti al nuovo nome del gruppo, vedo che i ragazzi hanno scritto qualche messaggio.
Harry: “Non sono più il più piccolo, quindi ti odio.”
Harry: “Con affetto, è logico.”
Liam: “Stavo aspettando che tu lo dicessi…me lo sentivo proprio!”
Niall: “Sii, ora siamo in sei.”
Zayn: “Che figo.”
Louis: “Non hai idea di quello che dovrai sopportare Fede ;)”
Fede: “Sono pronto a lavorare duramente…”
Louis: “Oh, ma questo lo so! Io mi riferivo a noi cinque!”
Liam: “Già le sento…”
Harry: “Liam stai svisionando?”
Liam: “No idiota! Mi riferisco a tutte le storie che nasceranno ora grazie alle Directioner! Avete una più minima idea del fenomeno mediatico che stiamo per scatenare?!”
Fede: “Non ci avevo pensato…! Prepariamoci.”
Zayn: “Adesso diventeremo la band di gay perfetta.”
Niall: “?”
Zayn: “Prima il numero tornava male, perché uno, che poi saresti te, rimaneva isolato, a meno che qualcuno di noi non avesse fantasie a tre. Adesso oltre agli Ziam e ai Lerry ci saranno anche i Fiall!”
Harry: “Ehi, io amo fare cose a tre, ma non esattamente con voi, senza offesa eh!
Louis: “Tesoro torna a dormire che è meglio. Vi giuro che godo come un matto all’idea di sapere che ora anche Niall è nella merda con queste storie!”
Niall: “Simpatia portami via insomma!”
Fede: “Ahahhaha niente di grave dai!”
Liam: “Scusa Fede, ma perché non ti muovi e vieni qui? Simon sta arrivando! Prima si fa, meglio è.”
Fede: “Giusto, arrivo!”

Lascio il telefono sulla scrivania e corro a cambiarmi. Indosso qualcosa di semplice ed è fatta. 
Scendo le scale e scopro che i miei genitori sono già pronti e mi aspettano sulla porta. 
Mi sorridono soddisfatti, ma, forse, in quello sguardo c’è anche una vena di orgoglio e, se così fosse, non potrei esserne più contento. Prendiamo la macchina e ci dirigiamo all’hotel dei ragazzi. Abbiamo preferito non portare Martina perché sarebbe incontenibile. Tanto, da quel che ne so, avrà moltissime possibilità di vedere i ragazzi.
Percorriamo il corridoio che conduce alla stanza in maniera del tutto innaturale. Cammino affiancato da mio padre e mia madre e, grazie a loro, mantengo una certa compostezza, in quanto, probabilmente, se fossi stato solo avrei iniziato a correre e ad urlare dalla felicità. Quando entriamo nella camera troviamo i ragazzi seduti intorno ad un tavolo insieme a Simon. Avrei preferito arrivare prima io di lui, ma pace. Sono tutti molto rilassati, molto tranquilli. L’unico che qui è teso come una corda di violino sono io, ma credo sia dovuto al fatto che sto per compiere ufficialmente il passo più importante della mia vita.
-Buongiorno!- esordisce Cowell, alzandosi in piedi in segno di educazione e porgendo la mano ai miei genitori, che fanno altrettanto.
-Ciao!- continuano i ragazzi in coro, seguendo nei gesti il loro mentore, ma decidendo di salutare in maniera più informale, più alla mano.
-Bene signori, io direi di non fare tanti convenevoli o di discutere molto! Mettiamoci all’opera.- continua il produttore discografico, rimettendosi a sedere ed invitando tutti a farlo.
-Allora Fede, prima di tutto devi firmare qui, qui e qui. Almeno da un punto di vista legale è tutto apposto.- mi indica l’uomo.
Io afferro la penna e prima di usarla mi guardo intorno, vedendo solo sguardi di incoraggiamento. Convinto più che mai decido di firmare una volta per tutte.
-Yeaaaaaah- urla Harry, applaudendo e gridando.
-Ma ci stai zitto?!- esclama Payne, ritirandolo giù sulla sedia e dandogli una scappellotto sulla nuca.
Tutti sorridiamo divertiti e, a quel punto, la riunione riprende. 
-Allora Fede, ora ti spiego cosa ti attende nel primo periodo, okay?-.
Annuisco.
-Prima di tutto dovremo pubblicizzare bene la cosa, ma non credo sarà difficile. Già un sacco di fan degli One Direction-.
-I vecchi One Direction,grazie.- puntualizza Louis. Lo guardo con occhi di gratitudine e lui mi fa un cenno con la testa come per dirmi che è tutto normale e dovuto.
-Giusto.-riprende Simon.- In seguito faremo tante interviste, anche se la prima è stasera, e molti set fotografici e nuovi poster per fare in modo che tutto rientri alla svelta nell’iconografia. Poi arriva la parte più complicata! Dovrai passare un po’ di tempo in studio per cantare qualche parte delle canzoni di Midnight Memories, almeno i fan avranno subito un prodotto legato a tutti e sei. Non possiamo stravolgere anche Up all night e Take me home, ma non vedo niente di male se facciamo un Midnight Memories 2, dove le canzoni sono ritagliate su sei voci! Poi lavoreremo in fretta al nuovo album per farlo uscire velocemente. Questo però richiederà un sacco d’impegno…ma credo tu lo sappia bene. Il fatto che tu abbia girato in tour è fenomenale, perché la gente ormai ti conosce e ti sei fatto un’idea di come sia questo mondo! Sei pronto figliolo?- mi chiede alla fine, con tono estremamente soddisfatto per il discorso che ha fatto. Bel riassunto in effetti.
-Con tutto me stesso e anche di più.- dichiaro io con tono fermo. Voglio che tutti capiscano la mia convinzione estrema in quello che sto facendo.
-Alt. Io però volevo parlare di una cosa…- comincia mia madre, mettendosi una ciocca di capelli dietro all’orecchio. Quando fa così significa che è nervosa, lo so.
-Vede io e mia moglie abbiamo pensato a lungo e siamo veramente estasiati per tutta questa faccenda. Sapevamo della passione di Fede e vedere un sogno del genere realizzato…beh, scalderebbe il cuore anche di un congelatore vivente. Inoltre abbiamo avuto modo di conoscere più o meno da vicino i ragazzi e siamo contenti di quel che abbiamo visto.-.
A queste parole il mio sguardo va a Louis e Zayn, che in risposta si girano facendo finta di nulla.
-Tuttavia abbiamo paura di questo percorso e crediamo sia normale…però vorremmo che Fede finisse il liceo, in qualche modo…! Gli manca solo un anno e poi avrà il diploma, non ci sembra giusto mandarlo alla sbaraglio senza nemmeno la licenza liceale!- conclude mio padre.
-Oh ma certo! Avevo pensato a questa eventualità!- afferma Simon. Io ed i ragazzi ci guardiamo tra noi confusi e poi ci fissiamo sul suo viso chiedendo delucidazioni varie.
-Oh si ragazzi, ci avevo pensato se è quello che volete sapere!- risponde.- Ammetto che la cosa crei dei problemi al programma, ma non più di tanto! Per le scuole ci sono programmi speciali per situazioni…speciali. Direi di mandare il ragazzo a scuola al suo liceo per la prima parte dell’anno, quella durante le quali faremo interviste e foto, cose che si possono facilmente fare anche a Milano. In seguito verrà per un po’ a Londra per il periodo delle registrazioni e magari starà da uno dei ragazzi, fin tanto che non prenderà un appartamento là. Fede, dovrai fare un po’ su e giù tra Londra e Milano…si tratta solo di nove mesi dai! Ce la puoi fare…in fondo si tratta solo di studiare per la maturità, oltre a tutti gli impegni che avrai!- mi dice Cowell, con quella punta d’ironia che mi fa preoccupare. I ragazzi scoppiano a ridere.
-Ahahahhaha che sfigato!- urla Zayn, mettendosi le mani sulla pancia per frenare la risata.
-Antipatici.- bofonchio io tra me e me. E’ vero, non era nei miei programmi una cosa del genere, però ha anche i suoi lati positivi, è indiscutibile. Dovrò lavorare infinitamente, ma così il distacco avverrà a gradi. E, cosa più importante, avrò lo stesso il modo di vedere Rachele! Appena mi rendo conto di ciò mi alzo di scatto e vado a dare un enorme bacio sulla guancia a mia madre. vedo che mi guarda stranita, ma decido di non dichiarare il motivo della mia esultanza, sebbene sia sicuro che i ragazzi hanno colto il dilemma. E’ tutto perfetto, tutto cazzutamennte perfetto. Avevo paura di perdere definitivamente i contatti con Rachele, con il mio amore che non sa di esserlo. Così riuscirò a fare tutto. Potrò essere presente per lei, impegnarmi nella mia missione di farle tornare la memoria e, contemporaneamente, seguire il mio sogno ed i miei migliori amici. La riunione si conclude. Simon se ne va e così anche i miei. Aprendo la porta ci viene incontro Mary che mi abbraccia forte, mostrandomi tutta la sua contentezza nel sapermi con loro. La sua felicità è palese, si volta verso Niall, gli butta le braccia dietro al collo incrociandole e gli dà un forte bacio. Dopo qualche secondo si staccano e sento Mary parlare nell’orecchio del biondo.
-Sei felice?- gli chiede.
-Non hai idea, non ci speravo quasi. Finalmente ho trovato l’amico che volevo.- le risponde lui.
Soddisfatto del mio talento da stalker comincio a camminare per raggiungere Liam e andare a fare un giro con lui.
Ci dirigiamo direttamente in centro per andare ad un centro Tim per ottenere un nuovo numero. Dal modo in cui siamo entrati sembra quasi si voglia fare una rapina, ma de resto sarebbe inutile cercare di fare un numero privato facendosi beccare da tutti mentre lo si fa, no? I ragazzi mi hanno spiegato che dovrò mandare io un messaggio alle persone veramente care per dar loro il nuovo recapito, ma dovrò stare attento. Loro hanno dovuto cambiare numero circa quattro volte, perché ogni volta avvenivano fughe d’informazioni. Inoltre dovrò anche comprare un cellulare nuovo per il numero inglese! Che noia…odio fare tutte queste commissioni. Simon mi ha consigliato, quasi ordinato, di cancellare il mio profilo facebook. In effetti però lo capisco...Twitter da questo punto di vista è mille volte più sicuro, più privato. Alla fin fine su Facebook puoi mandare messaggi anche a persone di cui non sei amico...quindi sì, direi che è meglio evitare. Però fa così strano pensare a tutte queste cose, tipiche di una persona famosa. Non avrei mai creduto di poter diventar tale. 
Dopo esser riusciti a passare inosservato e aver ottenuto il mio nuovo numero decidiamo di fare un giro per negozi, questa volta non preoccupandoci più di tanto se qualcuno si riconosce. Del resto è anche giusto dare ai fan quello che cercano. Adesso che sono nella band, cercherò in ogni modo di non deludere i miei fan. Sono stato e rimarrò un fan degli One Direction e capisco cosa significhi. Tanti hanno creduto in me già da solista, altri mi hanno subito preso per un One Direction mancato. Tutte queste persone hanno avuto fiducia in me è nelle mie doti. È giusto aiutarle e cercare di far avverare i loro sogni, almeno fin dove è possibile. So bene che già solo ottenere il "follow back" da un idolo su Twitter ti può cambiare l'umore di un giorno, se non di una settimana o addirittura un mese. E a me cosa costerà mai pigiare quel tastino per rendere felici migliaia di persone? Non voglio diventare un montato, farò di tutto per restare vicino ai miei fan. 
Mentre passeggiamo per le vie di Milano e dopo aver finito di firmare autografi e fare foto con un gruppo di ragazze, Liam mi afferra per un polso e gira in fretta in direzione di un vicolino buio e apparentemente disabitato. Non capisco il motivo di questa variazione improvvisa.
-Scusa Liam, ma sai dove stiamo andando?- domando io, cauto. Devo avere lo sguardo di un naufrago, probabilmente perchè nemmeno io che sono milanese so dove siamo.
-Oh si! Ci sono venuto ieri con Louis!- risponde lui, con tono sbrigativo mentre continuiamo a camminare veloci.
-Oddio non dirmi che anche te ti fai di erba e stiamo andando proprio a comprare quella...-chiedo, questa volta con tono pieno di disperazione. Lui si volta di scatto.
-Ma sei scemo?! Quella robaccia...mai!-. Detto ciò si rigira e riprende la camminata frenetica.
-E allora dove stiamo andando?- dico, mente sorriso per la risposta poco prima ricevuta. Hanno proprio ragione quando lo definiscono un bravo ragazzo.
-Devo farmi un tatuaggio.- dichiara finalmente. Proprio mentre è intento a parlare ci fermiamo. Siamo arrivati. L'insegna è tutta colorata con la scritta "Tatoos" enorme. A me sembra un luogo molto poco raccomandabile, ma contento lui...
-Scusa ed era così necessario farlo ora e oggi?-.
-Oh si...se non oggi, quando?-.
-Posso almeno sapere cosa vuoi farti?-.
-Il mio braccio ha bisogno di una freccia nuova...- confessa sorridente. Prima di capire ci metto qualche secondo. 
-Adesso i miei compagni sono cinque.- conclude.
Una lacrima mi scende per la commozione e spontaneità di quelle parole. Lo abbraccio e entriamo, per mettere la firma anche sulla pelle.




Angolo autore:
Ciao genteeee! Come state?? 
Sono così contento di vedere che seguite ancora la mia storia e non m'abbandona te, sebbenemi renda conto che sono uno scrittore che lascia molto a desiderare! Quindi grazie di cuore :) 
Detto ciò... Che ne pensate? Finalmente vi ho risolto ogni dubbio... Anche se la vita per Fede si complica... Ahahahah poveraccio...mica tanto! :) fatemi sapere cosa ne pensate! 
A presto,
Fede :) 

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Capitolo 23
*** Unica Direzione ***


Vedere Liam farsi quel tatuaggio è stato così significante per me. Avevo dubbi sul fatto che fossero realmente tutti contenti di avermi con loro, però vedere questo gesto mi ha rasserenato. Si è fatto addirittura un segno indelebile sulla pelle…dubito fortemente che sia una messa in scena. Tra poche ore mi aspetta la mia prima intervista come membro ufficiale degli One Direction. E’ tutto così strano, così diverso. Mi sento già parte di un sistema, di cui prima ero solo uno spettatore. Ho deciso di non prepararmi con i ragazzi, a di trovarci direttamente allo studio. Probabilmente quei cinque mi farebbero venire l’ansia a mille  e non mi pare proprio il caso. D’ora in poi non esiste più solo il divertimento, ma ci sarà anche il lavoro. Ho firmato un contratto e mi sono preso le mie responsabilità, cosciente di potercela fare. Non voglio deludere nessuno, tantomeno i ragazzi, Simon o i miei genitori che mi hanno permesso di toccare con mano il mio sogno. So che sarà dura, ma voglio comunque apparire spensierato per tutti quei fan che adesso cominceranno a seguirmi. Fa parte del gioco delle parti. Dopo mezz’ora passata davanti all’armadio in cerca di qualcosa che possa fare la sua figura non facendomi dimostrare cinquanta anni, opto per qualcosa di semplice. Così indosso le classiche Converse bianche, un paio di jeans, maglietta e una giacca abbastanza sportiva, che non crei troppo contrasto con la mancanza della camicia bianca. Beh, direi che sono perfetto così o almeno l’idea che arriva è quella di un giovane che fa del suo meglio. Forse dovrei smettere di farmi i filmini mentali. No, questo non lo devo dire. E’ proprio grazie ai telefilm che esistevano nella mia mente se sono riuscito ad arrivare fin qui. Sognare è così bello, ma spesso si reputa impossibile qualcosa che in realtà non lo è. Spesso è la paura a farci credere questo. La paura di non riuscire, la paura di mettersi in gioco, la paura di rimanere delusi, la paura di restare senza un sogno, dopo aver realizzato quello che si ha ora. Eppure si grata di un secondo, di un attimo, di una parola, di un soffio di vento, di un tocco di una mano, di una nota, di una vibrazione e tutto può cambiare. Dopo che si è fatto il primo passo verso il nostro sogno, non ci sono più modi per fermarsi. Tutto corre insieme te verso il tuo obbiettivo, niente è capace di arrestare la tua crociata verso la soddisfazione e la felicità. Entri in un turbine fatto di emozioni, belle e brutte, ma questo non importa. E’ proprio quando cerchi di far accadere quello che tutti aspettano che ti senti vivo, che puoi dire di averci provato. E’ inutile aspettare che il destino faccia tutto, le possibilità dobbiamo crearcele, solo non ci rendiamo conto di quanto può essere sensazionale questa creazione. Capita troppo spesso di sentir dire “Ma lui ha fatto successo solo perché ha avuto culo”. Non c’è niente di più errato. Justin Bieber ha combattuto pubblicando video su youtube, i 5sos hanno creato la loro band sperando di essere notati, gli One Direction sono andati ad xfactor per avere una possibilità. Non è fortuna, è saper cavalcare la fortuna, saperle andare incontro, saperle stringere la mano per un’alleanza da non tradire. Si chiama talento, non fortuna. Bisogna osare noi stessi in questa unica vita che abbiamo, altrimenti non lo farà nessuno per noi.

Scendo le scale e vedo i miei genitori e Martina attendermi sulla porta. Hanno tutti le lacrime agli occhi e, onestamente, non ne capisco il motivo. Hanno avuto ben altre occasioni per commuoversi. Bah…questi parenti sono sempre così strani. 

-Tesoro…- esordisce mamma, con quella voce tipica di chi non riesce a finire la frase.

-Siamo così orgogliosi di te, Fede, e vogliamo che tu sappia che saremo sempre al tuo fianco, in questo percorso difficile e di alti e bassi che ti aspettano potrai sempre contare sulla tua famiglia. Te lo promettiamo.- conclude mio padre, forse avendo capito anche lui lo stato della moglie.

-Fratellone…non avrei mai creduto di poter diventare la sorella di un One Direction! Hai fatto realizzare anche il mio sogno, grazie…- mormora Martina, con un sorriso stampato sul volto che fa paura.

-Sono contento sorellina, ma ricordati che dovrai fare attenzione anche te d’ora in avanti. Non solo con me le persone saranno false per ottenere la mia amicizia, ma questo accadrà sicuramente anche a te. Ti auguro di poter sempre distinguere le persone sincere dagli opportunisti…non ti meriti una delusione simile. Mi raccomando.- le dico io, spiegandole questo lato della faccenda, probabilmente a lei sfuggito, in quanto ritenuto più futile.

-Oh lo so…non sono mica scema sai?- risponde, tirandomi una botta sul braccio nel vano tentativo di farmi male. 

-Ma chetati via! Fatemi andare che sennò mi fate arrivare in ritardo al mio primo appuntamento ufficiale.- affermando ciò do un bacio sulla guancia ai miei genitori, con una mano spettino Martina ed esco da quella porta, la porta della casa in cui cantavo come un cretino che sognava ad occhi aperti, per dirigermi verso un mondo che mi aspetta, per sentire la mia voce. Ok, no…in realtà il mondo deve aspettare, ora devo andare all’intervista.

 

Arrivo al luogo prestabilito e trovo i ragazzi già ad aspettarmi. Controllo l’orologio e…hanno ragione loro.

-Signorino arrivi già in ritardo?- mi riprende scherzosamente Harry, mettendosi le mani sui fianchi con fare arrabbiato.

-Oh mi scusi tanto, c’era…traffico…- mi difendo io, improvvisando per stare al gioco.

-Immagino immagino…senz’altro! Lo sa vero che un certo signor Malik rischiò di essere buttato fuori per i suoi ritardi?- mi domanda sempre il riccio. A queste parole Zayn sbuffa e mette il broncio. Prima di capire che fa riferimento alla loro nascita come band ci metto qualche secondo. Quando comprendo tutto scoppio a ridere puntando il dito contro il diretto interessato che mi squadra con sguardo assassino. 

-Per favore, evitiamo spargimenti di sangue non veramente desiderati. Grazie.- interviene Liam, anche lui con il sorriso in viso, segno che è letteralmente divertito.

-Direi che è meglio, sì!- affermo, convinto, andandomi a posizionare dietro Payne, per utilizzarlo come scudo in caso di attacchi improvvisi.

-Ragazzi, si comincia.- ci urla un tecnico televisivo.- La diretta comincerà tra trenta secondi! Sbrigatevi!-.

-Cosa? Diretta?- chiedo io sbalordito. Non pensavo una cosa simile.

-Sorpresa!- grida Niall.

-Ma fate terapia di gruppo che non state bene voi cinque.- affermo, prima di entrate nello studio.

 

Subito ci viene incontro il presentatore salutandoci e dandoci un caloroso benvenuto. Stringe a tutti la mano e, voltandomi, capisco che tutti stanno pensando la stessa identica cosa. Ma quanto diavolo stringe questo qui? Sul divanetto presente si sediamo Liam, Niall, Louis ed io, mentre sulle poltrone trovano posto gli altri due. 

-Allora Fede…come saprai questa intervista è praticamente solo per te…quindi dicci, è ormai ufficiale la notizia?-.

-Oh si…ormai faccio parte a tutti gli effetti degli One Direction.- affermo con tono d’orgoglio. Subito dal pubblico si sollevano urla di approvazione. Non potrei essere più soddisfatto.

-Cosa hai provato quando hai firmato il contratto?- mi chiede l’uomo forzuto, con quel sorrisetto da persona demente che si addice a tutti i conduttori televisivi.

-Credo sia inspiegabile…come dire? Mi sono sentito come proteso verso le stelle, come se la Terra girasse sul mio indice come un pallone da basket…mi sono sentito così soddisfatto per aver raggiunto il mio sogno…sai credo sia una sensazione più potente di un orgasmo.- rispondo di getto, per riequilibrare il lato filosofico a quello scherzoso. I ragazzi scoppiano a ridere e l’uomo seduto davanti a me mi fissa con sguardo quasi sconvolto. Probabilmente non si aspettava un’uscita simile da un nuovo arrivato. 

-Beh devo dire che mi hai sorpreso! Ed è vero che continuerai però a frequentare il tuo liceo per l’ultimo anno?-.

-Già, andrà proprio così! I miei genitori tengono molto alla mia istruzione ed io concordo con loro. Almeno il diploma voglio prenderlo. So che sarà dura ma ne vale la pena, no?-.

Le domande si susseguono rapide con pochi interventi degli altri componenti. Più che ad un’intervista questa assomiglia ad un interrogatorio. Questo tipo è paranoico. Tra un po’ mi chiederà anche la marca del mio dentifricio. Arriviamo quasi alla fine quando arriva la frase più spiazzante.

-E Fede, credi di essere veramente all’altezza di questo ruolo? Sei sicuro che non abbiano fatto degli errori di valutazione?-.

Sono quasi convinto che lui sia un mio hater, lo deve essere. Ma come ti viene in mente di farmi una domanda del genere in televisione in diretta mondiale? Sei di fuori? Ma vatti a curare anche te insieme agli altri! Rimango in silenzio per qualche secondo…non so cosa rispondere, non so come comportarmi. Sto diventando nervoso, è palese…le mie dita si muovono freneticamente sul ginocchio. Come posso rispondere se nemmeno io lo so?

-Fede non può rispondere, ma noi sì o almeno lo posso fare io a nome degli altri. Siamo più che convinti della nostra decisione, siamo stati noi stessi a presentare questa opportunità a Simon e lui l’ha accettata. Abbiamo vissuto a stretto contatto con lui per i mesi estivi durante il Where We Are Tour e non ci ha delusi mai. E’ riuscito a conquistare orde di fan in poco tempo e con loro ha conquistato anche noi. Siamo diventati inseparabili amici in un istante e ha saputo tenerci testa nonostante fossimo i suoi idoli. Ci ha mantenuto con i piedi per terra, non facendoci dimenticare da dove veniamo e chi siamo. Non è solo un cantante, è proprio un’ottima persona. Abbiamo solo avuto la fortuna di incontrarlo o, meglio, lui ha avuto il coraggio di farsi avanti. Ha trovate la giusta strada e questa, per caso, si è scontrata con quella di noi cinque e, ancora una volta, siamo diretti verso un’unica direzione.- spiega Harry al conduttore. Io rimango paralizzato per le parole stupende che ha detto. Non potrò mai ringraziarlo abbastanza. Non mi aspettavo di certo tutta questa capacità oratoria da parte di Styles…ora ho capito come conquista le ragazze…! Non aspettiamo neanche una risposta e ci alziamo. Salutiamo il pubblico e tutto lo staff e ce ne andiamo, dopo aver dimostrato al mondo che insieme siamo più forti che mai.

 

Rachele.

 

Finalmente l’intervista è finita. Quel ragazzo ha qualcosa di speciale, lo sento. E’ riuscito a dominare tutta la serata per farsi mettere i piedi in testa all’ultimo…è strano. Meno male è intervenuto il riccio…è stato in gamba con quel discorso, davvero. “Non facendoci dimenticare da dove veniamo” è una bella frase, densa di significato. Non è la prima volta che la sento e non so perché ma la ricollego a lui, a quel ragazzo, a Fede. Ormai lo so. Sono sicura che lui riuscirà a dirmi la verità, a rompere quel muro. Molti hanno tentato invano, ma so che lui lo butterà giù con un solo tocco, sfiorano un singolo mattone. Non posso sapere cosa ci sia dietro a quella barriera, ma lo voglio scoprire. La verità può essere la via per la libertà o un’ulteriore condanna, ma, dalla posizione in cui sono, non ho nulla da perdere lo stesso. Non voglio vivere nell’ignoranza. Non voglio avere rimpianti. Non voglio fidarmi delle persone sbagliate. E’ così strano sapere di dipendere da una singola persona, sapere che solo lei è dentatrice del tuo futuro. Da un lato ho paura…magari potrebbero essere ancora tutte bugie o, forse, potrebbe esserci una verità ancora più distruttiva. D’altro canto però sono piena di adrenalina in corpo. Finalmente ritroverò me stessa, tornerò quella di prima, più forte, più potente e sicura di me. Devo solo aspettare due giorni e la scuola comincerà. Devo pensare a come avvicinarlo…ma probabilmente lo farà lui. Da quello che ho capito in realtà non devo essergli del tutto indifferente, quindi è probabile che vedendomi faccia qualcosa. Lo spero, perché io non saprei come iniziare il discorso. Mica posso dirgli: “Ehi ciao. Senti io ho perso la memoria e credo tu sappia molte cose che mi farebbe comodo conoscere. Inizia a parlare, grazie.” No, di sicuro non sarebbe la scelta migliore. Così mi prenderebbe per pazza e schizofrenica e non avrebbe nemmeno tutti i torti. E’ inutile farsi tutti questi problemi, no? Solo il tempo mi darà risposte, quelle dannatissime risposte. Per ora ho deciso di sospendere il rapporto con Roberto. Non mi sento più sicura con lui. Sono certa che il sentimento che prova sia sincero, ma non per questo devo avere fiducia in lui. Spesso è sfuggente, poco chiaro…insomma non è propriamente l’esempio di persone limpida. Non glielo ho ancora detto chiaramente, ma mi sono decisamente distaccata rispetto a prima e credo lo abbia capito da solo. Ho deciso di congelare il legame con lui, almeno fino a quando anche i miei dubbi non si saranno sciolti.

 

 

 

 

 

 

 

Angolo autore:

Ciao a tutti/e!!! 
Mi scuso enormemente per il ritardo di questo capitolo, ma sono tornato da poco dall’estero e sono anche ammalato. Inizio a credere che la Francia mi faccia fortemente male, non è possibile! Tutte le volte! Cosa pensate del capitolo? Fatemi sapere e se ci sono errori segnalatemeli che provvederò subito a correggerli. Grazie!! 
A presto,
Fede :)

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Capitolo 24
*** Ricordo ***


Fede.

 

Non ci posso credere, non è possibile. Oggi è quel giorno. Oggi è il primo giorno di scuola dell’ultimo anno di liceo. Ma non è sicuramente questa la cosa più importante… Oggi rivedrò Rachele e Roberto. Finalmente ci sarà quel confronto aspettato e temuto tanto allo stesso tempo. Non so come mi comporterò, ma so che non sarò solo. I ragazzi mi hanno fatto tanta tenerezza quando mi hanno detto che sarebbero venuti con me e che sarebbero entrati in classe mia durante la prima ora per presentarsi e sostenermi. 

Non ne capivo il motivo sinceramente, ma mi hanno spiegato che vogliono far fare a me un po’ tutte quelle esperienze che hanno caratterizzato la loro vita da quando sono entrati a Xfactor e, visto che ognuno di loro tornò nel proprio liceo e ci cantò, reputano giusto che io faccia lo stesso, anche se ormai gli One Direction sono decisamente più che conosciuti. 

Mi vesto abbastanza in fretta indossando, però, una tenuta scolastica decisamente insolita. Infatti prendo i miei jeans lunghi, con una semplice t-shirt e sopra metto una giacca nera sportiva, che però rifinisca il tutto. Simon mi ha chiesto esplicitamente di stare un po’ sempre attento a come vado in giro adesso che sarò tenuto d’occhio da paparazzi e, forse, direttamente da tutto il mondo. Insomma io, abituato ad andare in giro anche in tuta quando non sentivo proprio la voglia di avere abiti più rifiniti, adesso devo far sempre attenzione anche a quest’aspetto. Beh…di sicuro è quello che mi spaventa meno…ho tante altre cose a cui pensare…!

Senza neanche fare colazione esco di casa, aggiungendo alla mia immagine un bellissimo Eastpak blu elettrico pieno di libri e quaderni. Gli ultimi due giorni sono stati un inferno. Ho cercato di riprendere in mano tutti gli argomenti ultimi affrontati a giugno, cosciente di non poter fare in quarantotto ore tutti i compiti delle vacanze. Del resto credo di avere motivazioni piuttosto valide per la mia negligenza… 

Mi avvio verso l’hotel dei magici cinque, dato che saranno loro a portarmi a scuola con il loro bel pulmino nero con i vetri oscurati. Tanto per passare inosservati…

 

 

Rache.

 

Ed è impossibile che sia già arrivato il primo giorno di scuola, il giorno che potrebbe rappresentare la mia totale guarigione, la mia salvezza da questo pozzo di ignoranza totale. Non credevo che il tempo potesse passare così veloce…ho paura. Forse non sono pronta ad affrontare il tutto, forse non sono pronta ad affrontare la realtà. Purtroppo nessuno ci insegna come comportarci in situazioni simili. Come farò? Federico? Roberto? Decido di non pensarci, tanto dovrà avvenire lo stesso, qualunque strano film mentale io mi faccia. 

Avete presente quando non volete, ma dovete, fare un viaggio all’estero? Sapete che è prefissato, che ormai avete prenotato tutto, ma avete paura. Ma basta fare un piccolo gesto per far sì che il destino trovi il suo corso, basta metter il piede su quel treno, dal quale poi non si ha più possibilità di scendere. Salire su quel treno è ciò che permetterà al viaggio di arrivare. Io devo semplicemente andare a scuola, questo è il mio piccolo gesto, nonostante io sappia cosa possa avvenire. 

Mi faccio forza e cerco di vestirmi in maniera più elegante possibile…non so perché lo faccio, ma sento che è la cosa migliore. Del resto, se da oggi ritroverò la mia vita, mi sembra giusto ricominciare con stile, no?

Pochi minuti dopo sono davanti all’edificio in cui sono stata pochi giorni fa. Adesso ha tutto un altro aspetto, un altro colore, un’altra imponenza…ma probabilmente sono soltanto i miei occhi che lo vedono con sguardo diverso. 

Entro in fretta, indossando un semplice sorriso, sperando che questo possa darmi l’ultima energia di cui ho bisogno. Trovo facilmente la mia classe e prendo posizione tra i numerosi banchi un po’ a caso, senza badare a chi possa essere il mio compagno. Poco dopo vedo arrivare anche Roberto, ma non sembra rilassato come a suo solito. E’ teso, scontroso, irritato. Si avvicina velocemente a me e posa le sue labbra sulle mie per un istante, troppo poco perché io potessi rifiutare. Senza chiedere nemmeno se fosse occupato, prende il posto accanto al mio. I minuti iniziano a passare rapidamente tra una chiacchiera e un’altra con i compagni di classe che non vedevo da una vita, alcuni dei quali non sapevano nemmeno del mio incidente. Inutile dire che il nome di Federico è presente in molteplici conversazioni, argomento delle quali è la grande fortuna che quel ragazzo ha avuto. La professoressa sembra essere in ritardo e ciò è strano considerando che siamo alla prima ora e al primo giorno di scuola, ma non faccio in tempo a pormi queste problematiche che iniziamo a sentire delle urla dal piano di sotto, urla di felicità, di gioia, di sorpresa, non certo di terrore. Mi guardo intorno per vedere se anche gli altri si sono accorti del frastuono che si fa sempre più grande, ma tutti sembrano poco interessati, forse troppo presi dai loro pettegolezzi della giornata. Ad un tratto la porta di classe si spalanca rumorosamente e sei ragazzi, a me familiari nell’ultimo periodo, entrano senza problemi. Il mio cuore inizia a battere velocemente, le mie orecchie sembrano scoppiare per il rumore ed i miei occhi si puntano immediatamente su un soggetto in particolare.

-Ciao ragazzi!- esclama lui, proprio lui, Federico.

 

 

Fede

 

Non sto più nella pelle. Camminare per i corridoi di scuola è stato così strano per me, quasi come se fosse una cosa nuova. Ma sono contento di aver avuto i miei migliori amici con me, pronti ad accompagnarmi in questa nuova avventura. Mentre saliamo le scale per andare al primo piano, il brusio dovuto alla nostra presenza aumenta sempre più. Non avevamo fatto i conti con quest’aspetto della nostra organizzazione, ma non è niente di grave. 

Vedo quella porta, la porta che mi porterà nella mia classe, la classe di cui fanno parte Rachele e Roberto. Fuori a parlare con le bidelle scorgo la mia professoressa di italiano, quella che dovrebbe essere proprio ora con noi a fare lezione. Ma lei sapeva tutto, sapeva che sarei venuto con gli One Direction al completo e mi ha donato il suo tempo. I nostri sguardi si incrociano e felice mi viene incontro e mi abbraccia.

-Federico, quanto sei cresciuto in una sola estate!- esordisce lei, guardandomi attentamente.

-Prof in realtà sono alto quanto lo ero a giugno…- ribatto io, leggermente confuso per lo strano approccio da lei avuto.

-Ma no! Intendevo mentalmente! Si nota subito che sei molto maturato e ne sono contenta. Oltre al fatto che ti ho seguito durante l’estate e speravo con tutto il cuore che finisse così per te. Te lo meriti davvero, sei un ragazzo d’oro.- continua, facendomi sorridere leggermente. Dietro di me sento i bisbigli di quegli altri cinque, che cercano di capire cosa stiamo dicendo.

-Comunque prof loro sono Liam, Louis, Niall, Harry e Zayn.- dico, indicandole uno per uno il soggetto interessato. Non appena sentono i loro nomi capiscono che sto facendo una sorta di presentazione e vengono avanti stringendo la mano alla donna, apparentemente molto entusiasta di questo sottile contatto fisico. 

-Ho saputo che resterai con noi anche quest’anno, giusto?- mi chiede, dopo aver finito di sbavare dietro a tutti e cinque. Che pervertita, ha quaranta anni in più.

-Oh si, i miei hanno deciso di volermi far fare l’ultimo anno per avere il diploma e sono d’accordo anch’io. Però ho alcuni permessi speciali, dato che per periodi anche non troppo brevi dovrò volare a Londra, per i diversi impegni della band.- spiego in maniera molto sbrigativa.

-Ti conviene entrare, prima che qualcuno si allarmi e mi vanga a cercare per il ritardo. Buona fortuna - conclude lei.

-Grazie prof!-

Detto ciò mi volto un istante verso i ragazzi che capiscono subito che è arrivato il momento. Apriamo la porta d’impulso ed il primo ad entrare è Liam. Tutto il brusio nella classe cessa per un secondo, per tornare più forte quello dopo. A turno entriamo tutti. Mi volto a vedere i volti di tutti i miei compagni di classe, di tutti coloro che mi hanno accompagnato nel mio percorso liceale. Poi i vedo. Sono addirittura seduti accanto. Roberto, dopo aver spalancato la bocca per la sorpresa, ha distolto lo sguardo, per mancanza di coraggio. Rachele è lì, ferma immobile, con gli occhi fissi su di me. L’ansia è troppa e sento di dover dire qualcosa.

-Ciao ragazzi!- grido, alzando una mano in gesto di saluto e mettendomi a sedere sulla cattedra. 

A quel punto intervengono i miei amici fidati, che si presentano per smorzare un po’ la tensione nella stanza. MI avvicino allo zaino di Liam e lo apro. Accendo le piccole casse che trovo e le connetto via bluetooth al mio telefono. Trovo anche sei microfoni, dei quali in realtà non ero a conoscenza. Li prendo e ne do uno per uno. 

-Bene ragazzi, penso che ognuno di voi sappia cosa è successo in questa estate ed ora…beh eccoci qua. Poiché ognuno di loro - dico indicando gli altri membri - ha cantato nel suo liceo dopo il successo ottenuto, abbiamo deciso di fare lo stesso qui. Per questa ragione canteremo due canzoni.- annuncio alla classe, che si dimostra contenta della cosa. 

Ovviamente è una bugia, di certo non è questo il vero motivo di tutto ciò. La base musicale registrata sull’iphone parte e noi iniziamo a cantare. Quali canzoni abbiamo scelto? Provate ad indovinare. Sì, bravi, proprio quelle: Don’t forget where you belong e Strong. Sono le uniche due che abbiano un collegamento con Rache, le uniche che possano servire. 

Canto con tutto me stesso, forse non ho mai messo così tanta energia nemmeno in un concerto. Voglio che il messaggio arrivi alle sue orecchie, voglio farle vedere che sono qui, a cinque metri da dove è lei. Voglio farla tornare quella di prima. Noto che la classe si sta affollando sempre di più. Probabilmente altri ragazzi hanno sentito la musica e sono venuti a vedere di cosa si tratti. 

 

Rache

 

Non sono ancora riuscita a distogliere gli occhi. Già solo vederlo ha voluto dire tanto per me. Hanno cominciato a cantare e quelle note, quelle parole sono ben stampate nella mia mente. Non mi ricordavo in che situazione le avessi sentite. Ma ora, come un fulmine in mezzo al temporale che illumina tutto, queste vibrazioni stanno rompendo definitivamente il mio muro, che si sgretola all’impatto con l’energia trasmessa da quella voce. 

“Non dimenticare a cosa appartieni.” Gliela dissi io questa frase, sì ricordo! Prima che partisse in tour con i ragazzi, perché avevo paura potesse cambiare dopo un’esperienza simile. La testa mi sta scoppiando per le troppe informazioni che ora si trova a catalogare. Sapevo, ero certa che quel ragazzo avrebbe fatto la differenza. Cosa dico? Quel ragazzo? Lui è stato il mio migliore amico per anni anche se in realtà lo amo. Ricordo. Il concerto del 29 giugno. Aveva i biglietti e ci andò con sua sorella, Martina. Riuscì a cantare con la band per un malore di Harry Styles e quella è stata la sua rampa di lancio. Ricordo. Io e Roberto eravamo i suoi migliori amici, lo siamo sempre stati. Ricordo. Il tradimento di Roberto. Lui che si vergognava di dire in giro che il suo amico amava gli One Direction. Ricordo. Roberto che era andato a letto con l’ex ragazza di Fede. Ricordo. I pianti e la disperazione di Fede nel capire di aver costruito un’amicizia così debole, da poter essere spazzata via con il vento. Ricordo. “Tu mi rendi forte”, “Scusa se ti dico che ho bisogno di te”. Strong, la canzone che mi dedicò per essergli rimasta vicino. Ricordo. L’ansia provata nel saperlo lontano da me, a giro per il mondo. Ricordo. La tristezza dovuta alla mancanza di un “Mi manchi” in un messaggio. Ricordo. La lettera che mi aveva scritto. Il gioco con le parole. La prima lettera di ogni frase. “I-O T-I A-M-O” era il messaggio. Ricordo e sorrido. La gioia provata nel sapere di essere ricambiata. Ricordo. L’incidente che mi colse di sprovvista. Ricordo. La lettera buttata nel cestino dell’ospedale. Ricordo. La paura di uscire, di conoscere, di sapere. Ricordo. Roberto. Ricordo. Voleva stare con me. Ricordo. Io glielo ho permesso. Ricordo. Avevo bisogno di un sostegno. Ricordo. Mi ha mentito per tutto. Capisco. Non teneva a me. Capisco. Lo faceva per fare rabbia a Federico. Capisco. Si è preso gioco di una ragazza che non poteva sapere. Capisco. Mi ha usata. Capisco.

Improvvisamente tutto è chiaro, improvvisamente sento di essere nuovamente padrona di me stessa. Mi alzo lentamente dalla sedia, con fare un po’ impacciato. Roberto mi afferra per un polso.

-Dove vai?- mi chiede, cercando di trattenermi.

-Io vado a riprendermi la mia vita, te...vedi di andare a fare in culo, stronzo!- gli dico, tirandogli uno schiaffo in pieno viso. Subito ritrae la mano, ma non se se lo faccia per paura di riceverne un altro o solo per massaggiarsi la guancia. Inizio a farmi spazio tra la gente, che ostruisce il mio passaggio. Finalmente riesco ad arrivare alla cattedra. Sono davanti a lui, davanti a Federico che è ancora intento a cantare e mi guarda con quegli occhi, cercando di capire se abbia funzionato. Sì, amore. Ricordo, ricordo tutto. La base musicale termina. Mi avvicino a Fede. Poso le mie mani sui suoi fianchi per potermi alzare sulle punte e sussurrargli all’orecchio destro.

-Ce l’hai fatta.- dico, prima di far toccare nuovamente terra ai miei talloni.

-A fare cosa?- mi domanda lui, con un’espressione alquanto confusa.

-Tutto- affermo, prima di trovare la forza per un altro slancio verso l’altro. Ma questa volta l’obbiettivo è diverso. Senza indugio le mie labbra trovano le sue e quel bacio mette per sempre fine alla mia insicurezza. Non appena ci dividiamo lo guardo. Sorride. E’ bellissimo. Il biondino, che se non sbaglio si chiama Niall, inizia ad urlare una specie di coro da stadio e ad applaudire. Tutti lo seguono ed io non potrei sentirmi più imbarazzata. Federico mi stringe la vita e mi avvicina a sé. 

-Non hai idea di quanto tu mi sia mancata- mi dice, appoggiano la testa sui miei capelli.

-Non hai idea di quanto io mi sentissi vuota senza il ricordo di te- rispondo, sincera.

Sento le sue mani irrigidirsi e capisco subito qual è il problema. Senza nemmeno indugiare un secondo lo vedo partire nella direzione di Roberto. 

 

Fede.

 

Non sento ragioni. Come ha solo potuto pensare di fare ciò che ha fatto? Finalmente lo raggiungo. Non mi guarda nemmeno, è voltato dall’altra parte.

-Guardami, stronzo!- gli urlo contro. Fa come gli dico.

-Che vuoi?-.

-Che voglio? Ma sei cretino o cosa?-.

-Ma stai zitto e tornatene a cantare le tue canzoncine.- risponde acido, con sguardo di sfida.

-Ah si? Ti faccio presente che non hai la possibilità di attaccare. La band che ti fa tanto schifo è la band più famosa a livello mondiale al momento e dubito fortemente che tu possa criticarla. Quindi zitto lo vai a dire  al tuo cane, intesi?-. I ragazzi mi raggiungono.

-Sì, certo, come no. Ma mi spieghi che ci fai qui? Piccinino vuoi avere il diploma?-.

-Sono problemi tuoi? Se non voglio essere un ignorante come te, qualcosa nella vita lo dovrò pur fare.-

-Mi hai anche rubato la ragazza…- sussurra. Non può averlo detto seriamente.

-Ma sei scemo? Ma come cazzo hai osato prenderti gioco di una persona che aveva perso la memoria? Una ragazza che era sempre stata tua amica! E poi per cosa? Per fare dispetto a me? Per portartela a letto? No dai, spiegamelo!- sbotto io, improvvisamente.

-A quanto pare tute le tue ragazze finiscono a letto con me…-. A quest’affermazione non riesco a trattenermi e, ancor prima che io me ne renda conto, vedo il mio pugno contro il suo zigomo. 

Le nocche mi fanno male, ma devo ammettere che la soddisfazione di vederlo soffrire per un mio pugno è grandiosa. Faccio per andarmene quando sento i ragazzi chiamarmi. Mi giro.

-Questo è per il pugno che mi sono beccato io a causa delle tue bravate.- dice Niall in inglese a Roberto, che ovviamente non capisce un’emerita mazza. Subito dopo il biondo gli sferra un destro, che lo colpisce in pieno viso. Probabilmente gli ha rotto il naso, visto la quantità di sangue che inizia ad uscire. Il vigliacco si alza e corre fuori dall’aula, di sicuro con lo scopo di raggiungere il bagno. Improvvisamente mi viene un dubbio.

-Voi avete visto niente ragazzi?- urlo per farmi sentire da tutti i presenti.- Perché vorrei evitare di essere sospeso o, ancor peggio, di vedere sui giornali qualche scoop sui One Direction teppisti…-.

Traduco in fretta agli altri membri per far loro capire di cosa sto parlando. 

Un applauso si alza dall’intera classe e capisco di poter stare tranquillo. Con il cuore più leggero torno da Rachele. Le accarezzo la guancia destra e faccio in modo che le distanze tra noi tornino ad essere invisibili. Ora mi sento completo.

 

 

 

 

Angolo autore:

Salve a tutti! Mi voglio scusare per il ritardo, ma ho avuto problemi gravi personali che non sono ancora riuscito a risolvere e scrivere un capitolo felice mi tornava piuttosto complicato. Scusate davvero. Detto questo…beh…questo è il capitolo… per il quale sono impazzito, non sapevo come scriverlo e sono andato nel panico. Spero che vi sia piaciuto e che possa essere all’altezza delle vostre aspettative. Vi comunico che non mancano molti capitoli alla fine, anzi! Anche perché adesso tutti i nodi sono sciolti, no? 

A presto,

Fede :)

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Capitolo 25
*** Natale ***


Fede

Per fortuna tutti i miei compagni di classe hanno deciso di non fiatare con i professori e, sebbene  ciò l'accaduto sia palese, i professori fanno finta di nulla. Roberto ormai non è più un problema. Ha cambiato addirittura liceo. Devo ammette che all'inizio sono stato entusiasta della cosa, anche perchè mi irritava i nervi vedere quella faccia da schiaffi tutte le mattine. Dopo qualche giorno però ho cambiato leggermente idea. Dopo tutto ho comunque perso un amico, una persona che per anni è stata per me importante. È sempre brutto quando si mette la parola fine ad un determinato rapporto, qualunque siano le ragioni per le quali si è costretti a farlo. Perchè alla fine il mostrarsi indifferenti non è sintomo di superficialità, ma di stanchezza. In genere coloro che sembra di non poter scalfire, si comportano così solo perchè non hanno più voglia di soffrire. La sofferenza porta alla freddezza esteriore, non a quella interiore. E me ne rendo conto io stesso, in quanto dopo tutto ciò che mi è accaduto sento di essere più resistente, di poter gestire meglio tutte le situazioni, ma so anche di non aver dimenticato e di aver riflettuto a sufficienza grazie alle mie esperienze. 
Ma grazie al cielo c'è Rachele, lei che con uno sguardo riesce a mettere a tacere i miei pensieri, lei che è capace di catturare la mia attenzione con un solo gesto, semplicemente lei. Ancora mi chiedo come sia possibile tutto questo. Io e lei che stiamo insieme. 
Siamo sempre stati contrari entrambi alle relazioni all'interno della stessa classe, ma abbiamo deciso di fare qualche eccezione, anche a causa del mio lavoro. In effetti non sto molto a scuola. In questi tre mesi credo di aver passato la maggior parte del mio tempo a Londra, ma va bene così!
È tutto così eccitante, tutto così nuovo. Mia madre all'inizio ha avuto una paura costante di lasciarmi andare sull'aereo così spesso, ma in seguito ha capito che era la mia vita, la mia carriera. Inoltre si è tranquillizzata maggiormente da quando Simon mi fa prendere l'aereo praticamente privato per andare in Inghilterra. Io non lo volevo, credevo fosse esagerato...ma solo poi mi sono reso conto della sua effettiva utilità. Ormai ci ho fatto l'abitudine, sono il sesto membro degli One Direction. 
I ragazzi sono sempre fantastici, siamo diventati ancora più uniti, visto che adesso condividiamo anche la questione lavorativa. Ho amici fantastici, che sono anche miei colleghi...credo di non poter desiderare di meglio. Ho fatto tante, forse troppe interviste in questo ultimo periodo e tutti vogliono sapere quando uscirà il nuovo album. Queste sono quelle tipiche domande a cui non devo rispondere. Anche perchè sarebbe difficile farlo, visto che non lo sappiamo neanche noi. Le canzoni sono praticamente registrate completamente, ma manca il titolo e la copertina. 
Oggi è l'ultimo giorno di scuola, prima delle vacanze natalizie. 
Esco da casa mia, se così si possa chiamare ormai, e immediatamente sento il vento invernale soffiare forte. Così il freddo gelido si unisce a quel sole presente, vagamente di tonalità estiva. Mi avvolgo nel mio doppiopetto fatto di felpa, indosso gli occhiali da sole, prendo le mie cuffie e mi avvio. La musica comincia in ordine casuale ed è una soddisfazione incredibile avere le canzoni di Up all night, di Take me home e di Midnight Memories nelle playlist normali, senza più bisogno di nasconderle. Mi sento libero e, per la prima volta, sicuro di me stesso. Ovviamente tra le varie tracce ho anche alcuni brani incisi da poco con i ragazzi, ma logicamente quelli sono da tener ben nascosti. 
Dopo pochi secondi riesco finalmente ad arrivare al palazzo così familiare per me in questo ultimo periodo. Mi avvicino e suono senza paura il citofono. Ammetto che il fatto che sia presente la telecamera è un po' inquietante, ma ormai ci ho fatto l'abitudine. Non ricevo neanche risposta, ma so già che cosa significa. Il tempo di finire questo pensiero che la porta si apre e Rachele esce in tutto il suo splendore. Lei è la classica ragazza da non definire "figa" o "bona", lei è proprio bella. La sua figura è eterea e sembra indistruttibile.  Il suo sguardo non ti affascina soltanto, ma ti fa proprio annegare e l sua camminata ti rapisce.
-Buongiorno amore!- mi dice, mettendosi sulle punte per darmi un leggero bacio sulle labbra. 
-Buongiorno a te- dico, sorridendole e stringendola forte a me.
-Ahi, mi fai male così!-
-Lo sai che non ci sono ancora abituato...Ho sempre paura di perderti di nuovo.-
La vedo sorridere spontanea e il viso prende per qualche secondo una tonalità più rosea. Iniziamo a camminare verso la scuola, entrambi con i nostri zaini sulle spalle. La osservo per bene. Si è truccata lievemente, forse per mettere in risalto quegli occhi che si ritrova, e indossa una maglietta velata, i jeans lunghi con le converse basse bianche. Mi sorge un dubbio.
-Tesorino caro, ma non pensi di aver sbagliato mese? Siamo in dicembre! Non hai freddo con quella maglia?- domando, guardandola con quello sguardo misto tra il severo e divertito, segno di chi ha già capito tutto.
-Ehm...- comincia lei, mentre con una mano so sistema la cartella. È nervosa e ciò non può che avvalorare la mia tesi.
-Rache...-continuo io, imperterrito.
-Uff, va bene! Il tuo caro manager, Simon, mi ha chiamato e mi ha pregato di mantenere sempre e comunque un certo stile, dato che sono la tua ragazza e che finisco,  causa tua, spesso sulle copertine di gossip- confessa veloce, gesticolando con le mani per farmi capire meglio. A queste parole scoppio a ridere, quell'uomo non ha veramente limiti. È troppo pignolo e attento ai particolari. 
-Immaginavo...-.
-E allora perchè me lo hai chiesto?- chiede lei, scettica.
-Perchè mi diverte sempre metterti in difficoltà!- Per la bella risposta mi tira un pugno cercando di beccarmi il nervo del bicipite. Povera ingenua...peccato che io abbia tipo cinque strati di stoffa ad attutire.
-Hai studiato mate?-
-Per il compito?-
-Si...certo anche lei...poteva risparmiarselo un compito l'ultimo giorno!-
-In effetti...comunque sì, ho studiato!- rispondo io finalmente alla sua domanda iniziale.
-Ti ammiro parecchio Fede...- afferma lei, distogliendo lo sguardo dalla strada per inchiodarlo nei miei occhi.
-Perchè?-
-Perchè sei tra i cantanti più famosi al mondo ormai! È vero che forse hai dovuto lavorare relativamente poco rispetto ad altri, cioè hai ottenuto molto in poco tempo, però sei comunque a scuola e studi come qualsiasi altro ragazzo. Ciò ti fa onore, perchè in fondo sei qui a fare verifiche di matematica e a cercare di finire il liceo decentemente per avere un diploma...- mi spiega, mentre le sue labbra si incurvano in un sorriso a man mano che le parole vengono fuori.
-Ho sempre amato la musica, ma non voglio dare nulla per scontato e credo che il diploma almeno sia necessario. I miei ci tengono ed io sono il primo a volerlo seriamente...quindi...-
Tra una chiacchiera e l'altra arriviamo a scuola ed entriamo, sempre senza lasciarci la mano. Ormai tutti hanno fatto l'abitudine a vedermi, anche perchè credo di aver fatto l'autografo a mezzo modo qui. Le cinque ore che ci dividono dalle vacanze passano veloci ed il compito si dimostra più semplice di quel che pensassi. Le professoresse non mi trattano come un favorito e questo mi fa piacere. In fondo ho deciso di continuare il liceo per meritarmi il diploma, non per avere un regalo.
Mentre riaccompagno Rache verso casa sua, i ragazzi si fanno vivi sul gruppo di whatsapp.

Liam:" Ehi Fede, come è andata?"
Fede:" Intendi il compito di matematica?"
Niall:" No guarda, la colazione..."
Fede:" Bene bene, era semplice!"
Harry:"Un altro passo verso l'infinito"
Louis:" E oltre"
Fede:" Avete ricominciato a fumare?"
Zayn:" No no, take it easy."
Liam:" Io veramente volevo parlare di cose serie..."
Louis:" Perchè queste non lo sono? Cosa vorresti insinuare? Che non siamo seri?"
Liam:" Esattamente..."
Louis:" Adesso mi offendo!"
Fede:" Basta! Ditemi la cosa "seria"!"
Harry:" Bene, domani parti."
Fede:" E dove dovrei andare?"
Niall:" A Londra?"
Zayn:" Viva la perspicacia."
Harry:" Che paroloni Zayn...dove li hai imparati?"
Fede:" Scusate e perchè? Non abbiamo in programma nulla..."
Louis: Non vuoi già più stare con noi...sigh sigh"
Fede:" Ahh, un viaggio di piacere! Per passare insieme il Natale?"
Liam:" Esattamente!"
Zayn:" Oggi Liam non sa dire altro..."
Fede:" Oddio...verrei con piacere! Però devo sentire i miei e Rachele...sarebbe il nostro primo Natale insieme..."
Harry:" Appunto, Londra è ideale!"
Fede:" Posso portare anche lei?"
Niall:" Certo!"
Fede:" Bene, allora gliene parlo subito, tanto siamo insieme."
Louis:" Oddio ragazzi, abbiamo interrotto qualcosa!"
Harry:" Ups...scusaci"
Fede:" Imbecilli, stiamo andando a casa! Comunque da chi dovremmo dormire questa volta?"
Harry:" Venite da me...ho spazio per tutti! Staremo un po' stretti forse in sette persone, ma sarà bello!"
Fede:" Bene, allora gliene parlo e vi dico!"

-La smetti di stare al telefono?!- mi ordina Rachele, proprio quando avevo scritto quell'ultimo messaggio.
-Scusa, stavo parlando con i ragazzi di una cosa importante...- inizio, per entrare nel discorso.
-Nuova intervista?-
-No, però credo di andare a Londra domani...-
-Ma Fede, c'è il Natale!- mi dice, abbassando lo sguardo per osservarsi i piedi. È così dolce. Con una mano le accarezzo la guancia, fino ad arrivare al mento che sollevo. I suoi occhi lievemente lucidi si fermano sui miei.
-È per questo che verrai con me.-
-Oddio! Davvero? Non mi avevi ancora portato con te a Londra!- urla entusiasta, come una bambina quando vede il vestitino che le piace. Ma io la amo proprio ed questo, perchè anche con diciotto anni è capace di sorprendersi con poco.
-Lo so e ora lo posso fare.-
-Ma Fede, devo chiedere ai miei genitori...ci sono delle spese e forse avrebbero voluto passare il Natale in famiglia qui...-
-Per le spese non preoccuparti, prendiamo il volo che mi prepara Simon e dormiamo da Harry!-
-Per quanto staremmo?-
-Pensavo di tornare il due gennaio, almeno facevamo anche capodanno là!-
-Sia chiaro, se si va là il resto me lo pago da sola.- afferma convinta. Quante volte abbiamo discussi di ciò.
-Come vuoi, come vuoi. A me basta stare con te.-
-Ti mando un messaggio appena so la risposta- mi dice, avvicinandosi a me e annullando la distanza tra noi, per far incurvare in un sorriso le sue labbra sopra le mie. 

Così torno a casa e annuncio ai miei la questione del viaggio. Non brontolano più di tanto, dato che ormai hanno fatto l'abitudine a non vedermi tra di loro. Sono quasi sicuro che riusciremo ad andarci, ma il fatto che dopo due ore io non abbia ancora ricevuto messaggi mi inizia a far venire dubbi. Prendo il telefono per chiamarla, quando il display si illumina per avvisarmi di una notifica proveniente da "Amore". Apro immediatamente.

"Quanto è il limite di peso per la valigia? Perchè ho dei problemini."

Sorrido come un cretino davanti a questo messaggio e l'immagine di me e lei a Londra con i ragazzi mi entra nella mente e non esce più. Là sì che sarà tutto perfetto.

"Non c'è limite. Figurati se Simon mi prenota voli in cui sono limitato con il vestiario. Non lo consoci ancora bene! Domani alle 17.00 all'aeroporto <3" 

Solo mente scrivo ed invio questo messaggio mi viene in mente una cosa. Non ci sarà solo Natale o Capodanno, ma il 24 è anche il compleanno di Louis, che compie ventitré anni! Me ne ero completamente scordato! Vabbe...ci penserò poi con i ragazzi. 

Fede:" Arriviamo e rimaniamo fino al due!"

Inutile dire la contentezza di quei cinque. 

Il giorno dopo arriviamo a Londra per l'ora di cena ed i ragazzi sono subito all'uscita del gate ad aspettarci. Non sono venuti nemmeno in incognito, ma sono semplicemente loro stessi...tanto che, come al solito, c'è un orda di fan ad attenderci. Anche perchè ora le foto devono essere con tutti e sei ed è sempre difficile beccarci tutti insieme. 

Arriviamo a casa di Harry usando il pulmino. Ho sempre sostenuto che quell'appartamento fosse troppo grande per una persona sola. Così vasto e freddo, anche se in effetti l'arredamento moderno non é affatto male. Sistemiamo in fretta le nostre cose nelle varie camere, anche se quello che stanno meglio siamo senz'altro Rache ed Io, dato che gli altri dovranno dormire un po' sul divano e un po' in un letto matrimoniale. Vedendo le persone a me più care stare tutte insieme non posso fare a meno di sorridere e di ricordare la prima volta che si sono seriamente parlati. Logicamente Rachele ha sempre avuto un po' di problemi con l'inglese, ma pian piano ci ha fatto l'abitudine e, sebbene spesso chieda di rallentare, ormai capisce quasi tutto.  I ragazzi sono stati fin da subito dolcissimi con lei, come se volessero proteggerla in quanto mia ragazza. Anche lei se ne è accorta ed è stata estremamente contenta di essere stata accolta in questo modo. Ha instaurato un bel rapporto da subito con tutti e adora Niall. Questo era di v vi tale importanza per me. Ho bisogno di sapere che appoggia i miei rapporti e vedere il modo in cui si comportano mi scalda il cuore. Probabilmente Niall è diventato il suo migliore amico, un po' come Mary per me. Non faccio in tempo nemmeno a pensare al suo nome che la vedo sbucare dal corridoio, sento che era lei quella che ha suonato al citofono due minuti fa. 
Mi viene velocemente incontro e mi abbraccia forte.
-Mary! Quanto mi sei mancata, ti avrei dato per dispersa se non fosse per i messaggi che mi mandi!- esordisco io, staccandomi lentamente da quel abbraccio così sentito. 
-Oh Fede, anche te! Ma l'altra volta che sei venuto a Londra ero in Spagna per delle foto!- risponde lei, scusandosi anche se ovviamente sapevo già tutto.
-Ma lo so! Scherzo scema! Anzi sono contentissimo che tu abbia ottenuto quel lavoro!-. Mi sorride sincera, prima che gli altri arrivino. Il biondo l'afferra per i fianchi e lei, come si avesse subito riconosciuto quel tocco, si gira e, dopo aver gettato le braccia dietro al suo collo, bacia quello che ormai è il suo ragazzo da qualche mese. Sono così dolci insieme. All'inizio avevo paura non funzionasse e che qualcosa potesse andare storto, ma con il passare del tempo mi sono sempre più convinto che quei due siano fatti per stare insieme. Hanno deciso di convivere, sebbene ormai anche loro siano costretti a passare poco tempo insieme, un po' per il nostro lavoro, un po' per il suo. 
Quando entro nel salone rimango stupefatto. Un abete vero ed enorme è situato nell'angolo e ai suoi piedi sono presenti numerosi scatoloni. Mi giro verso Harry con occhi luccicanti. 
-Sappiamo tutti che ami il Natale e che addobbare l'albero è per te una tradizione. Così abbiamo deciso di farlo tutti insieme!- A queste parole i miei occhi iniziano quasi a commuoversi, mentre le mie mani son già intente ad aprire le varie scatole. 
-Ragazzi possiamo?- chiede Niall, seduto sulla poltrona, con Mary sulle sue gambe. 
-Ma era per Natale...- dice Liam.
-Di che state parlando?- domando io, mettendo un attimo in pausa la mia eccitazione. 
-Ma al diavolo, diciamoglielo!- interviene Louis.
Gli altri confermano con un cenno della testa e Zayn viene verso di me con un grande pacchetto quadrato e piatto.
-Era uno dei regali di natale, ma abbiamo voglia di dartelo subito...-mi spiega lui in fretta. Prima di scartarlo lo osservo uno ad uno. I miei occhi passano anche per Mary che sorride, segno che sa cosa sia, e poi su Rache, che invece ha la solita espressione curiosa. Piano piano levo la carta blu ed il nastro rosso cade per terra. Quando capisco il contenuto, inizio a piangere silenziosamente. È un cd, il mio primo cd. Sulla copertina ci siamo noi sei, sdraiato su un prato a guardare il sole nascere ed immediatamente mi ricordo di quando si scattò quella foto. Fu Mary a farla, durante una delle tante bravate notturne insieme. Il titolo dell'album è scritto subito sopra. Sunrise. Già...sempre nel tema della notte, in linea con gli altri te, ma con un significato decisamente diverso. È la nascita di una band nuova, è la nascita ti me come cantante. Nell'angolo in alto a sinistra poi è inciso il simbolo degli One Direction. Passo le mie dita sulla copertina e ancora non riesco a crederci. Con le lacrime agli occhi guardo i ragazzi che sorridono, dopo aver capito il livello della mia contentezza. Non c'è bisogno di tante parole, basta un abbraccio di gruppo per far loro capire che è semplicemente perfetto. 

Niall mi afferra l'album dalle mani e lo mette bello stereo. La musica parte e così cominciamo ad addobbare l'albero tutti insieme, anche se, in realtà, noi ragazzi siamo più impegnato a fare gli stupidi con i festoni luccicanti e a cantare allegramente le nostre nuove canzoni. La stanza viene messa completamente a soqquadro, mentre palle colorate e luci scintillanti trovano il loro posto su quel bellissimo sempreverde. Per mettere la stella prendo Rachele sulle spalle, che, dopo quale difficoltà riesce a metter l'associazione proprio sulla punta. 
-Buon Natale in anticipo amore- le sussurro all'orecchio, mettendo la mia testa nell'incavo del suo collo, mentre è intenta a ritrovare l'equilibrio sulla terra ferma.
-Buon Natale a te One Direction- risponde lei, sigillando tutto con un bacio leggero.


Angolo autore:
Io ragazzi mi scuso veramente per il ritardo immenso. Il problema è che sono in vacanza in un posto dove non ho internet a casa e quindi ho dovuto scrivere tutto con il telefonino, tanto che ho le dita che mi stanno gridando vendetta. Spero che vi piaccia questo capitolo! Ormai credo ne manchino due! Se ci sono errori fatemeli notare grazie!
A presto,
Fede :)

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Capitolo 26
*** È tempo di cambiamenti. ***


-Ed é in questo modo che siamo giunti alla musica pop di oggi. Questa è la storia della musica moderna- concludo io, chiudendo così la mia tesina. È stato complicato scegliere l’argomento da portare, ma poi ho deciso di parlare di ciò che ormai rappresenta la mia vita. Alla fin fine si chiama “maturità”, no? Bene, io voglio mostrare cose ho raggiunto in questi anni. 

Le domande dei professori si susseguono velocemente, sebbene qualche problema nasca con le richieste di quelli esterni. Però ho imparato una cosa: se sei davvero cresciuto, non hai paura di mostrare anche le tue debolezze e ammettere che siano tali. Così affronto anche il tema della Guerra Fredda, la struttura atomica, Marx ed in poco tempo le materie finiscono. 
-Grazie, ha finito- mi dice il commissario esterno. Mi sto alzando dalla mia sedia, per uscire da quella classe che non rivedrò più, quando una delle mie insegnati mi ferma.

-Aspetta Federico- mi dice, poi guarda il commissario, che annuisce e se ne va.
-Raccontaci di più, dicci la tua avventura, le tue sensazioni…vogliamo, o perlomeno voglio, conoscere i particolari…- continua, con un grande sorriso sulle labbra. Non mi aspettavo una richiesta del genere, non certo dalla mia professoressa. Mi volto verso un istante ed incontro gli sguardi dei ragazzi, poi quello di Rachele, l’unica che ovviamente ha capito cosa mi abbia chiesto la donna. Con uno sguardo mi incoraggia e poi la vedo spiegare ai ragazzi e a Mary cosa è successo. D’improvviso tutti e cinque si alzano, prendendo con loro una sedia, e si mettono accanto a me. 
-Beh…a questo punto…non credo di avere altre scelte-.

Inizio a spiegare cosa è successo al concerto di giugno e cosa è seguito: Harry malato, Simon in Italia, il mini contratto per il tour, l’incontro con Mary, la delusione di Roberto, che decido di non omettere, visto che ormai lo sanno tutti, Rachele ed il suo incidente, il ritorno a Milano, il contratto vero e proprio, gli One Direction, la decisione di continuare il liceo.

-Così abbiamo passato quasi tutte le vacanze di Natale insieme ad i ragazzi. Ormai non riesco più a sognare qualcosa di meglio. Stare con loro, Rachele e Mary è diventato per me essenziale, rappresenta la mia ricetta della felicità…altro che Coca-Cola. Per il compleanno di Louis abbiamo deciso di non fare nulla di veramente particolare. Alla fin fine l’unica cosa che manca ad un ragazzo, che ha ottenuto quasi tutto, è giusto un po’ di normalità e di quiete. Abbiamo festeggiato semplicemente tra di noi, aggiungendo ovviamente anche i suoi genitori. In questo modo anche i suoi ventitré anni hanno lasciato il segno. 

Natale…Natale non è nemmeno da commentare. Ho sempre amato questa festività per la magia che rappresenta. So che può sembrare un discorso di un bambino piccolo, ma non ci posso fare nulla. E’ una di quelle poche occasioni in cui veramente la famiglia si riunisce, in cui l’affetto è palpabile nell’aria. E’ un momento di condivisione estrema, è un momento di felicità, che va oltre le mille preoccupazioni ed inquietudini che possono attanagliarci nella vita di tutti i giorni. E la cosa più bella consiste proprio nel fatto che abbiamo passato quel fatidico giorno solo noi sette. Non poteva esserci conferma più commovente, sebbene io sappia che le conferme non servivano più. E’ stato senz’altro un simbolo, il simbolo della nascita di un nuovo gruppo, di una nuova famiglia. Mi ricorderò per sempre quel pranzo, tramutatosi in merenda ed in cena nel giro di poche ore. 
Era un tavolo piuttosto semplice, apparecchiato con una bella tovaglia bianca con sopra disegnato del vischio e un servito di piatti tutti dipinti di rosso. Mi avevano lasciato l’onore di sedermi a capotavola, sebbene all’inizio la cosa non mi piacesse tanto, in quanto avrei dovuto lasciare la mano di Rachele. Mentre le portate si susseguivano parlai poco, ero come incantato davanti a quello spettacolo magnifico. Tutti ridevano, scherzavano e si prendevano in giro a vicenda. La mascotte del giorno diventò Louis, sopratutto a causa del suo maglione fatto a mano dalla madre. Era un po’ ridicolo in effetti, ma poi Tomlinson ci spiegò che era stato fatto per avere sempre una parte di casa anche durante i tour e questa cosa ci scaldò immediatamente il cuore. Liam brindava e beveva spumante come se fosse acqua. Non avevo mai visto quel ragazzo così spensierato, lui sempre solito a fare attenzione a tutto. Harry beh…lui poveraccio faceva avanti e indietro con la cucina, visto che aveva deciso di improvvisarsi cuoco provetto. Ammetto che non ci ha delusi. Siamo sicuri che la sua vocazione sia per la musica? Oh sì, siamo sicuri. Zayn si divertiva a prendersi gioco di Rachele e del suo inglese ancora un po’ dubbioso. Le parlava velocissimo e poi le chiedeva cosa avesse detto. Lei ci provava, ma sbagliava sempre qualcosa e venivano fuori alcune frasi che è meglio non ripetere. Niall e Mary ridevano sempre, costantemente. Forse era per quello che si trovavano bene insieme quei due. Riuscivano ad estraniarsi anche in mezzo ad una folla di migliaia di persone, bastandosi l’uno all’altra.
-Fede che fai?- mi chiese Liam, dopo aver svuotato l’ennesimo bicchiere.
-Sto creando…- risposi io di getto, senza pensare.
-Cosa?- continuò Payne, ma orma tutti si erano girati verso di me.
-Uno di quei ricordi da portarsi dietro per tutta la vita.-
Inutile dire le grida di approvazione che ci furono ed il brindisi finale che non poteva di certo mancare. Ed in realtà non facemmo molte foto quel giorno, ma non servono: nella mia mente quel Natale è stampato con l’inchiostro più indelebile che ci sia, la felicità assoluta.

Capodanno? Non so bene cosa dire per la verità… All’inizio ero quasi dispiaciuto di lasciare il 2014, quell’anno così simbolico per me. Tuttavia non potevo esser più voglioso di cominciare una nuova avventura, soprattuto visto che con me c’era Rachele. So che è scontato, ma baciarla sotto i fuochi d’artificio sul Tamigi è stata la cosa più azzeccata in quell’istante: il suo sorriso sul mio, il conto alla rovescia nelle orecchie e una cascata di luce nel cielo.

In seguito abbiamo lanciato l’album, il quarto della band in generale, ma il primo per me.Ricordo solo che anche io segnavo sul calendario i giorni che mancavano all’uscita del disco. I ragazzi sorridevano nel vedermi così agitato, sembravo un fan. Ho deciso di comprarlo, in fondo ho gli altri tre, perché non comprare questo? Le vendite sono andate benissimo e molto probabilmente riusciremo ad aggiudicarci il premio per l’album più venduto dell’anno. Il pubblico ha amato moltissime alcune canzoni in particolare, tanto che crediamo di farle diventare dei singoli. Purtroppo non abbiamo ancora avuto il tempo per pensare ai video e tantomeno per girarli. Del resto si sapeva che quest’anno sarebbe stato di assestamento. Abbiamo intenzione di scrivere un’altra biografia, ovviamente incentrata maggiormente su me e sulla mia avventura personale. A dir la verità mi imbarazza un po’ la cosa…raccontare nei particolari la mia storia…mi sembra di buttarmi nelle fauci dei leoni, però mi hanno spiegato che è inevitabile se vogliamo che il pubblico mi accetti fino in fondo. Abbiamo intenzione anche di lanciare un altro tour mondiale a settembre, questa volta si chiamerà “Who we are”, con il chiaro richiamo a quello precedente.- finisco, spiegando tutto ciò che ho fatto negli ultimi mesi. Mentre racconto, i miei occhi diventano lucidi. Nemmeno io riesco a non commuovermi per tutto ciò.

-Sai Federico, io ho comprato subito il vostro disco- mi dice la professoressa.
-Ah, davvero? Non credevo si interessasse a questo genere di musica…-
-Secondo te mi facevo scappare il primo album pubblicato da un mio studente? Mai- conclude lei, ovvia. La vedo aprire la borsa.
-Però, se mi faceste un autografo non sarebbe male eh…- continua lei. Subito inizio a ridere, seguito a ruota dagli altre cinque, che almeno la parola “autografo” la sanno distinguere.
-L’altro giorno, al suo esame orale, Rachele ha affermato che andrà a studiare a Cambridge. Avete meditato insieme questa scelta?-

Ma siamo proprio sicuri che non voglia scriverlo lei il libro della mia biografia? Fra un po’ mi chiederà anche quanti capelli ho in testa.

-A dir la verità si, ma non è stato così difficile. I sogni di Rachele vedevano comunque nel futuro universitario l’Inghilterra, quindi il fatto che mi trasferirò là da domani è solo la la conferma che forse è la strada giusta per entrambi. Io vivrò a Londra e prenderò una casa con Niall, lei si trasferirà con Mary nella stessa città, visto che dista solo 87 km da Cambridge. Abbiamo deciso di non convivere perché sarebbe troppo triste per lei stare da sola quando noi saremo in tour, ma nulla ci vieta poi di stare sempre insieme quando invece ci troveremo a Londra. Possiamo sempre fare uno scambio tra me e Mary, dunque queste sono cose abbastanza semplici.-
-Va bene Fede, adesso puoi andare davvero! Grazie per aver condiviso con me la tua storia. Ora vai a continuarla- mi dice la donna, stringendomi la mano con fare formale, solo per rispetto dei ruoli. 
Così mi alzo e, seguito da tutta la gente che è venuta a vedere il mio orale, esco dall’aula. Tutti mi abbracciano subito, per primi ovviamente i miei genitori e Martina. 

Mamma vorrebbe piangere, ma cerca di contenersi, e papà invece sfoggia un sorriso così grande, come segno del fatto che sia orgoglioso. I ragazzi si congratulano con me, per il diploma ottenuto e mi promettono di festeggiare domani sera a Londra, che diventerà la mia nuova città. Mary mi dà un dolce bacio sulla guancia, per poi stringermi forte e sussurrarmi qualcosa all’orecchio.

-Sei pronto per questa nuova vita da affrontare tutti insieme?-
-Certo che lo sono, più che mai.-
-Ha mai notato una cosa buffa del nostro gruppo?-
-Oh…ce ne sono tante…a quale ti riferisci?-
-Ora con Rache siamo in sette…-
-E allora?-
-E allora siamo come quei colori che tu mi hai insegnato a far entrare negli occhi. Grazie non sarà mai abbastanza.-

Parole del genere mi scaldano il cuore. Credevo che quella notte fosse andata dimenticata, credevo che quel paragone con i colori fosse passato quasi inosservato…ed invece l’attenzione a questi dettagli non può che rendermi felice. Improvvisamente le parole di Mary rievocano ancora una volta tutta la storia nella mia testa ed il racconto, che prima ho fatto alla professoressa, ora sembra prendere forma davanti ai miei occhi. 
Con gli occhi della mente riesco a rivivere il tutto, tutte le sensazioni…e questa è la cosa più importante. Ho sempre avuto paura di crescere, perché crescere significa anche dimenticare. Non voglio arrivare a quaranta anni non ricordandomi più delle emozioni vissute a diciassette. Voglio poter risentire le voci delle persone a me care, il contatto fisico di due labbra o di due mani che si toccano, voglio poter ricordare anche i dolori, i pianti e le litigate. In poche parole voglio semplicemente poter portare con me nel futuro ciò che mi ha reso vivo nel passato. E ancora non riesco a credere a tutto ciò che è cambiato in questo ultimo anno. 

Ero solo un ragazzo adolescente che cantava sotto la doccia o in casa, quando non c’era nessuno, con il manico di un ombrello. Ero solo un ragazzo con la grande capacità di sognare. E adesso? Ho cambiato città, amici, prospettive future e, molto probabilmente, sono anche cambiato io. Il mio migliore amico è scomparso nel nulla ed il suo posto è stato preso da cinque ragazzi da sempre miei idoli; la mia migliore amica è diventata la mia ragazza ed il suo posto è stato preso da Mary, conosciuta semplicemente in discoteca, dopo una notte di fuoco; io, prima studente in un liceo, ora sono un cantante internazionale con lo scopo e la pretesa di rendere più allegre le giornate ad alcuni, con la voglia di far sognare gli altri. 
Rachele si avvicina a me, visto che voleva essere l’ultima a congratularsi con me. Le sue labbra incontrano velocemente le mie, senza che nessuno ostacolo venga interposto. Per mancanza di ossigeno siamo costretti a staccarci e lei mi guarda negli occhi.

-Sei pronta per Londra?- chiedo, mantenendo fisso il contatto visivo e accarezzandole la guancia, leggermente umida per qualche lacrima.
-E’ tempo di cambiamenti, vero?- chiede lei, con l’accenno di un sorriso sul volto.
-Sì, ma questa volta per tutti noi.-





Angolo autore:
Io…non so bene cosa dire. Mi starete odiando come pochi, perché ho deciso di pubblicare solo ora e perché ho deciso di finire ora anziché tra un capitolo. Lo so…avevo detto due, ma ho pensato tanto a come questa storia dovesse finire…ed ho deciso di fare una cosa più concentrata…era meglio secondo me. Così ho fatto dei due capitoli uno solo. Spero solo di non avervi deluso con la fine, lo spero con tutto il mio cuore.
Io non riesco ancora a credere di aver concluso questa storia, forse non ci speravo nemmeno io. Purtroppo non posso sapere se le varie riflessione all’interno dei capitoli vi abbiano portato a pensare e a ragionare, ma lo spero. DI sicuro io posso dirvi che questa storia è servita molto a me, per imparare a conoscere meglio il mio stile ed il mio pensiero. Il vostro supporto è stato di un’importanza che nemmeno potete immaginare. Mi avete aiutato a capire gli errori ed i punti forti della storia e, alcune volte, mi avete addirittura sollevato l’umore con le vostre recensioni. 
Vi ringrazio anche per non esservi fermati all’apparenza…in quanto ho imparato a mie spese che un ragazzo che scrive suona strano. Spero di avervi dimostrato che ognuno di noi può scrivere, quando ha bisogno di esprimere qualcosa al mondo. 
Purtroppo mi sembra giusto dirvi che credo non pubblicherò più nulla su questo profilo, che, forse, verrà anche cancellato. E’ una storia un po’ complicata da spiegare…anzi, forse è proprio un’altra storia quella. Onestamente sono affezionato a Bent e a tutti voi…quindi, se lo farò, mi farà senz’altro male.
L’unica cosa che davvero mi dispiace è pensare che la storia verrebbe eliminata…e aver fatto tutto questo sforzo per poi non permettere ad altri di leggerla mi sembrerebbe brutto. Quindi devo ancora pensarci, però io vi avvisati. In ogni caso lo farei tra circa un mesetto, per dare il tempo anche a me stesso di stampare la storia…
Se qualcuno vorrà chiarimenti, può scrivermi in privato :)

Adesso però è giunta l’ora di entrare nello specifico con i ringraziamenti…

Come potrei non cominciare da te, Ale?
Non sto a scrivere il tuo nome su efp perché lo trovo troppo lungo e complicato. Sebbene tu sia del tutto latitante come persona, sopratutto come lettrice, io non smetterò mai di dirti grazie. Grazie perché sei stata la prima a recensire It’s time of changes, grazie perché probabilmente senza il tuo appoggio ed il tuo impegno questa storia non avrebbe avuto un futuro e dei lettori. Grazie perché mi hai fatto tanto ridere e mi hai dato anche tanta fiducia, oltre ad insegnarmi che anche le ragazzine di 14 anni hanno qualcosa nel cervello.

Poi c’è lui…Davide. Che ti devo dire, bro? Come Ale e grazie a lei sei stato uno dei primi a supportarmi ed il tuo appoggio è stato uno dei più importanti. Del resto in questo mondo di fangirl con gli ormoni a mille c’era bisogno di qualcuno che avesse un po’ più di ragionevolezza. TI ringrazio per aver letto la mia storia e per avermi sempre fatto ridere con i tuoi commenti tipicamente da noi uomini. Ti ringrazio per aver visto il lato pervertito anche dove non c’era ahahhahahahahah Ti ringrazio anche per avermi fatto entrare nel tuo mondo, raccontandomi tante cose.

Giulia…pensavi mi dimenticassi di te? Come potrei non citare la mia lettrice diciottenne, che è sempre stata una criticona, ma alla fine le si è sciolto il cuore? Ti ringrazio tanto per tutto quello che mi hai detto ed hai fatto. Ti ringrazio per aver ogni tanto condiviso con me i tuoi ragionamenti cinici e razionali. Ti ringrazio per aver litigato con me per una virgola, perché senz’altro anche quello è stato formativo.

Ringrazio anche Delia e Mary, che da quando hanno scoperto la storia non mi hanno mai lasciato. Grazie ragazze, perché i vostri commenti hanno sempre avuto la capacità di farmi sorridere.

Grazie anche ad Anto, che, sebbene non abbia mai recensito, a quanto pare mi ha sempre supportato. Sei grande, ragazza!

Infine ringrazio tutti gli altri, tutti coloro che hanno qualche volta recensito o che hanno comunque letto la storia in silenzio. Grazie perché avete creduto in me e nelle mie capacità.

Ups…stavo commettendo un errore…mi stavo dimenticando della persona più importante, forse, da ringraziare. Vogliamo dire chi è? Tanto lo sapete tutti ahahahahahaha
Ali grazie non sarà mai abbastanza. 
Grazie perché mi hai seguito nella stesura della storia passo dopo passo, volendo di tanto in tanto qualche spoiler come ricompensa.
Grazie per aver recensito la storia ad ogni capitolo, cercando di essere la prima e di fare commenti decenti, che però non lo risultavano mai.
Grazie per avermi dato una fiducia difficile da trovare.
Grazie per aver fatto entrare un razionale come me nel tuo mondo, pieno di sentimenti. 
Grazie perché hai sopportato tutti i miei messaggi e le mie prese in giro, sempre e comunque.
Grazie per aver condiviso con me e tue idee ed i tuoi pensieri, accettando anche il mio parere e la mia mentalità. 
Grazie per esserti fatta conoscere, per aver fatto tanti passi verso di me, che forse io non avrei mai compiuto. 
Mi fermo qui, ma potrei andare avanti all’infinito e lo sai. In poche parole Ali GRAZIE, sempre per quello che vale.

Adesso ho finito…
Con tanto tanto affetto,

Fede :)

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