LAST FRIDAY NIGHT.

di PinkBubble
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Blame It On Alcohol ***
Capitolo 2: *** The importance of using Adverbs ***



Capitolo 1
*** Blame It On Alcohol ***





“Metti una busta di piselli su quell’occhio, Jelly. E cerca di riposare”.

Ok, Madre.
 
Consiglio ottimo, lo giuro. Da vera “Giovane Marmotta”;  anche se,  -non mi freghi- tu, questo idiotissimo suggerimento, l’hai estrapolato direttamente dal tuo film preferito (“Romantici equivoci”) laddove Jay Mohr, reduce da una scazzottata romantica con la bionda Aniston (che ammiravi a tal punto da scegliere di chiamarmi, tra le altre cose, come lei)...., si spalmava furbescamente una busta di piselli surgelati sopra all’occhio guercio e illividito, come una cozza mezza marcia dopo il Ferragosto.
 
Inoltre, se proprio vogliamo approfondire l’analisi,credo di averti ripetuto già mille volte che, un appellativo del calibro digelatina”, utilizzato per l’ultima volta  da Jeremy Suthampton in terza elementare per mortificare le mie passate rotondità, poco si confà, in realtà, ad un’attrice in corsa per il premio Oscar......ma DETTAGLI.
 
Il vero problema è che, nonostante io incontri, talvolta,ancora seri problemi nel non inciampare nei lacci delle scarpe, lo so anche io, che Dio ti abbia in gloria, come diavolo far sparire  un livido di provenienzaignota. Se ti ho chiamata è perchè, viceversa, nutro tutt’ora dei seri dubbi su quale sia metodo maggiormente indicato per  mettere fuori porta un Hangover post-sbornia degno di Haymitch Abernathy...
 
Ma tu, cara mamma....come dire.
Sai SEMPREcome smontare qualsivoglia possibilità di dialogo....
 
“Hai fatto la BRAVA BAMBINA al Party d’Addio di Gary, vero? SI?? Mangi ancora le nespole? Hai fatto la colazioncina ina ina? Oh cielo; TUO PADRE si sta per impiccare all’antenna parabolica! Uomo incosciente con la mania del bricolage!DEVO soccorrerlo! A presto tesoro!!.”
 
E così, eccoti qua, Jennifer Lawrence: la ragazza del Kentucky.
 
Sola, con un occhio pesto del quale non conosci la Genesi, con lo sgradevole sapore  dei troppi Cosmopolitan ingurgitati invischiato tra i denti come ceralacca a un francobollo e - se proprio vogliamo essere esaustivi-, una vasta gamma di dolori muscolari disseminati per il corpo grazie ai quali risulta particolarmente facile intuire che, nel corso della serata precedente, tu te la debba essere proprio “spassata di brutto”, vecchia volpe.
 
Appoggiandomi stancamente alle mie braccia ripiegate contro il lavabo aggrotto la fronte,  cercando di resistere ad un violento attacco di nausea, mentre tento coraggiosamente di fare “mente locale”.
 
Io ed i ragazzi ci troviamo presso l’abitazione estiva di Gary, reduci dal suo “Party di Commiato” , con il quale il nostro beneamato regista ha deciso di dire “arrivederci” al cast che l’ha accompagnato nel corso delle lunghe riprese del film Hunger Games.
 
E fino a qui, CI SIAMO.
 
I festeggiamenti si sono protratti sino ad orario indecente (esattamente come, d’altro canto, un “addio” con “il botto” richiede); e se ne sono viste, decisamente, delle belle. Ma se i miei ricordi risultano abbastanza nitidi sino ad una certa fascia oraria, permettendomi di ricostruire, con un certo margine di sicurezza, la prima parte della serata, ciò che ne è seguito è, viceversa, TABULA RASA.
 
Puff.
Niente.
Nisba.
 
SPARITO.
 
Soltanto l’imbarazzante ed inspiegabile flashback di Alexander-Cato che balla, avvinghiato a LENNY KRAVITZ, un sensuale latino con una MARACAS in bocca(???), sotto lo sguardo di un’ imbufalita Izzie -Clove ed al ritmo dei miei (ubriachissimi) applausi , è l’unico brandello mnemonico superstite d’una serata che avrebbe dovuto costituire, altrimenti , uno dei più preziosi ricordi della mia sciagurata esistenza.
 
Dannazione.
 
Sospiro, affranta, maledicendo il malaugurato istante in cui la diabolica Jacqui- Fox Face mi ha messo in mano, tra una risatina allusiva e l’altra, un “Apple Martini” , ben presto seguito da molteplici nonchè potenzialmente letali bis.
 
Gettando un’ultima occhiata alla mia faccia devastata, restituitami con mimesi anche sin troppo accurata dal lucido specchio a parete, mi lego i capelli impataccati di vodka alla pesca (?) con uno scatto rabbioso, infilo alla velocità della luce una t-shirt oversize dei Metallica e sconosciute espadrillas BLU (?) e decido, impavida come soltanto una sedicenne del Dodicesimo Distretto saprebbe essere, di sfidare il MIO destino.
 
Ebbene sì, gente.
Reprimendo a stento il diabolico mal di testa post-sbornia, generosamente impasticcandomi di Aulin IO, Jell...pardon...JENNIFER, scenderò al piano di sotto, incurante di qualsivoglia conato minaccioso e, costi quel che costi, cercherò risposte.
Attaccata saldamente al corrimano della lunga scalinata in legno massello evito per miracolo di inciampare nel primo gradino della ben nutrita schiera riuscito, chissà come, a nascondersi alla mia vista e, ansimando, arranco coraggiosamente alla volta della cucina.
INIZIAMO BENE.
 
Liam, avvolto in un accappatoio rosa porcellino e con un SALVAGENTE  (!) a forma di Spongebob in vita, sorseggia stancamente un caffelatte, in equilibrio precario sui propri gomiti, con tutta l’aria di uno che è reduce dall’attraversamento di un Carrarmato in piena fronte.
 -OH. Guarda chi è arrivata...!-
Non appena mi scorge, il marrano inizia energicamente a darsi di gomito con Dayo-Tresh il quale, sebbene in grado di ostentare un’ariaapparentemente sveglia, indossa a sua volta una vistoso paio di occhiali finti, privi di lenti, circondati da una spessa montatura di STRASS ROSA , indizio di follia alcolica grazie al quale, se non altro, riesco a sentirmi meno sola.
-Ben svegliata, CATNIP!- Squittisce Liam con un sorrisetto sardonico, scattando in piedi come un soldatino - ...gradisci un caffè, per ritemprarti....DALLE TUE FATICHE?
 
Inarco leggermente un sopracciglio, senza capire.  Cazzo ho fatto ieri sera?
Dal canto suo, Dayo, si alza a propria volta faticosamente in piedi, posizionandosi invece a due centimetri dalla mia faccia per ispezionarla con aria decisamente critica.
-Vuoi fare un censimento all’interno del mio naso, Dy?
-Per la miseria. Hai un occhio, pesto, Jennifer!- Constata lui, insensibile alla mia ironia, per poi emettere un altisonante fischio d’ammirazione-...PERO’. Vi SIETE dati al sadomaso?
-Sadocosa e Sadochi?
Nel frattempo, Liam, sino a due secondi prima impegnato ad armeggiare ai fornelli, al pari d’una convincente versione di Mrs Doubtfire (anche se australiana ed ispida di barba) si volta, a rallentatore, in mia direzione, incollandomi indignato i suoi occhi di ghiaccio addosso come se mi avesse appena sorpresa a bestemmiare, potentemente, in piena navata nella Basilica di San Pietro.
 
-CHE DIAVOLO C’E?
-JENNIFER?
 
Uno spettinato capino biondo fa, proprio in quell’istante, capolino da dietro il divano lasciando presagire- tanto per completare il quadro- la presenza d’un Alexander mollemente abbandonato, in modalità “non-morto”  , tra i soffici cuscini di piume.
-FINALMENTE riemergi dal coma..- Mi apostrofa il biondo, con palpabile risentimento -...ALLORA? Si può sapere dove le avete messe, voialtri, le mie Maracas? Per CHE COSA leAVETE usate, eh? BESTIE!
 
Mentre comincia a girarmi la testa mi lascio cadere, esausta, sulla poltrona nel soggiorno,  calpestando inavvertitamente la smilza gamba destra di Leven-Glimmer che, lunga distesa per terra, vestita solo d’un succinto bikini verde mela e d’una  spiegazzata collana Hawaina (RIBADISCO: ‘CAZZO E’ SUCCESSO, IERI SERA?)emette, a mezza bocca, un flebile lamento di dolore.......
 
-JENNIFER? SEI TU?- Domanda poi mettendosi a sedere di scatto, come punta da una vespa dritto in mezzo alle chiappe, scrutandomi curiosa con i suoi luccicosi occhi grigi -...ALLORA? Com’è finita, poi, ieri sera? Che fine ha fatto la PANNA SPRAY?
Il mio intero auditorio mi accerchia e tace, visibilmente sulle spine. Momento Momento Momento.
 
Fatiche? Sadomaso? MARACAS?
....PANNA SPRAY?
 
Ma lo hanno capito o no, ‘sti sciagurati, che non ho la più pallida idea di che cosa DIAVOLO vadano farneticando?

 
-Andiamo, Jennifer...- Provvidenzialmente, Liam decide di prendere il toro per le corna e mi si inginocchia, solerte, ai piedi, pronto a rivolgermi “la domanda”.
Inspira ed espira, Lawrence.
Inspira ed espira.
-Vuoi farci credere che tu, davvero....- Le sue labbra si incurvano per un istante in un sorrisetto divertito che però, con magistrale tatto, il mascalzone Hemsworth finisce per reprimere -....non ricordi proprio NIENTE, di ieri sera?
-No, e checcazzo!- Sbotto, decisamente innervosita, iniziando a mal sopportare le quattro paia di occhi che, smaniose di dettagli, non hanno ancora perso di vista anche il più piccolo dei miei movimenti da quando ho fatto la mia comparsa in cucina -...ma voi SI’, a quanto pare. E se aveste la compiacenza di farlo sapere anche a me...CHE DIRE.
Ve ne sarei decisamente grata...-
Come per magia, gli astanti al gran completo hanno, ORA, distolto lo sguardo. Leven scruta con attenzione apparentemente scrupolosissima i propri interni coscia, Dayo mette in fila i granelli di polvere sul tavolo della cucina e Alexander ha deciso di porsi, a quanto pare, l’ambizioso obiettivo di eliminare un insidioso pelo incarnito, germogliato a tradimento sulla sua spalla sinistra.
Begli amici, che diamine. 
 
-ALLORA?- Strepito, seccata, agitando le braccia in preda ad un vero e proprio raptus isterico -Cos’ho fatto, ieri sera? Ho bevuto urina di vacca? Ho esibito un nudo integrale? Mi sono truccata da clown  coi gessetti ed ho stuprato il criceto di Gary? Cosa, porca miseria? COSA?
-Tranquilla...-
Con aria vagamente impaurita, Liam si arrischia ad avvicinarmisi pericolosamente riponendo, con la chiara intenzione di volermi confortare, la sua gigantesca mano destra sopra la mia spalla.
-Con calma, Jen..- Mi sussurra, imperscrutabile -...se sei in cerca di risposte ti basterà tornare di sopra, e dare una controllatina alla tua stanza. Ok?
-Okay..-
Anche se in preda ad un atroce sospetto decido di obbedire iniziando, lentamente,  a salire le scale senza distogliere lo sguardo da Liam che, apparentemente serio in volto, non fa che annuire con aria incoraggiante a mio indirizzo.
Porto a termine la scalata con un sospiro.
 
Chissà come, non riesco proprio ad allontanare dalla mia mente la sgradevole impressione che, in realtà, se la stia ridendo sotto ai baffi.
 
Decisamente sulle spine spingo la porta con delicatezza, quasi trattenendo il fiato. Solo adesso, effettivamente, noto con terrore una sagoma indefinita rannicchiata sotto alle coperte del letto in cui IO ho dormito e trattengo, di conseguenza, a stento un grido di sincero orrore.
Ho capito tutto, ORA.
Vuoi vedere che quello stronzo di Stanley, approfittando del mio rincoglionimento alcolico e memore di quella volta in cui gli raccontai quanto mi avesse impressionata quella scena de “Il Padrino” , ha sgozzato un equino ed ha nascosto la SUA testa tra le MIE lenzuola, per vendicarsi dei frequenti sfottii alla sua lucida calvizie?
 
Pelato bastardo ed impune assassino di erbivori di grossa taglia.Facendomi coraggio decido di sollevare le lenzuola di colpo, pronta al peggio, così da rimuovere il prima possibile il corpo estraneo....ma
 
-Mmm...Jennifer?
...ma quello che vedo, DECISAMENTE....NON ha gli ZOCCOLI.
 
La fronte spruzzata di efelidi ed il viso sonnolento, un rimbabito, biondo e lievemente abbronzato Josh Hutcherson si stiracchia, pigramente, da SOTTO le MIEcoperte, rivolgendomi un sorriso imbarazzato.
Il mio sguardo corre rapidamente lungo il suo corpo, in parte, fortunatamente(?)  celato dalle lenzuola ed indugia, terrorizzato, sul suo petto glabro, intravedendo un difficilmente confondibile residuo intorno all’areola rosa del capezzolo destro.
 
FERMI TUTTI.
Quella è....

PANNA SPRAY????
Deglutisco.
 
Mentre la testa comincia a girarmi ed inizio a realizzare (con mio sommo sconvolgimento) FINALMENTE, che cosa POTREBBE essere successo ieri sera ,  mi abbarbico disperata al comodino accanto al letto dal quale precipita, con un tonfo secco, una MARACAS,anch’essa  unta e bisunta di Panna.
 
-Jennifer!- Avendo cura di coprirsi le pubenda con un lembo del lungo lenzuolo (AH...MA ALLORA, E’ NUDO!) Josh fa per accorrere, sinceramente preoccupato, al mio capezzale -...ti senti BENE?
L’ultimo ricordo che mi attraversa nitido il cervello è, in quell’istante di sconforto totale,  la scritta spiritosa che campeggiava sulla maglietta preferita di Jeremy Suthampton (sempre quello che mi chiamava “GELATINA”) al liceo, laddove ormai si era trasformato in alcolizzato impenitente.
 
One Tequila.
TwoTequila.
ThreeTequila.

FLOOR.
 
Ed è proprio il pavimento, l’ultima cosa che vedo. .. mentre precipito, faccia in giù, sul lucido parquet maledicendo, per l’ennesima volta:
 
1)Faccia di Volpe
2) L’Apple Martini
3) La mia resistenza alcolica da schifo.

 
Adieu.
 
 

 ______________________________________________

  
MA SAAAAALVE, GENTEEEE *_* eccomi qui con una long- non tanto long sulle conseguenze di una folle serata alcolica che ha, ovviamente, per protagonisti i miei beniamini JOSHIFER, coppia per la quale ho letteralmente perso la testa. Non so dire se mi piacciano di più LUI o LEI: il che, considerato quanto HUTCH sia mostruosamente figo, èben grave. Ma anche l’incantevole Jen, secondo il mio modesto parere, non è decisamente da meno!
Ovviamente, nessuno dei due mi appartiene e bla, bla bla.......-.-.....
(....anche perchè, se così fosse, li avrei già ridotti in schiavitù da tempo, al grido di “NOW KISS”).
 
NO.
SUL SERIO.
 
Ma perchè non fanno realmente coppia fissa? Tenterò di riprendere il filo del discorso, mentre cerco di farmene una ragione....(SIGH T_T....”CERCO”.)
 
Ci tengo a sottolinearlo: non è assolutamente nelle mie intenzioni far sembrare la povera Jen un’alcolizzata impenitente..........MA, SI SA.  In una serata di follie tra amici, TUTTO può accadere....
....quindi, se vi siete trovati anche voicon un salvagente in vita dopo un Hangover post-weeek end......questo è il posto che far per voi! Grazie mille a chi avrà la compiacenza di imbattersi in questo prodotto della mia mente malata....^.^ che cosa, aggiungere, quindi?
 
Felici Hunger Gam.....NO, cacchio. Ho sbagliato copione.
Felice giornata, miei cari ^^ e, ricordate:  bevete responsabilmente!
 
(“Ma sta ceppa...inciuccatevi senza pietà!!!” N.d Haymitch )
 

 

 

 

Lots of Love
Pinkie_

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Capitolo 2
*** The importance of using Adverbs ***





Piedi.
Piedi con Espadrillas.
Piedi con Espadrillas Blu.
Piedi con Espadrillas Blu NON MIE.
 
Come riscuotendomi da un brutto sogno scatto a sedere in stile pupazzo a molla, riprendendo faticosamente fiato mentre Josh mi sventola, con aria sconvolta, una Maracas vicino all’orecchio.
-E basta, con sta’ roba!- Sibilo con la bocca impastata, strappandogliela via di mano con quanta forza  mi rimane.
- Ma allora, è una congiura!
-Stai bene?- E’ tutto ciò che mi domanda, invece, scuro in volto lui, porgendomi la mano nel tentativo di aiutarmi a rimettermi in piedi.
Storgo il naso, ancora insopportabilmente nauseata.
-Giusto come un etilista il giorno di San Patrizio...-
Con palpabile sforzo  mi isso sulla sponda destra del letto, sprofondandovi mollemente. Faccio ogni cosa sia in mio potere per riuscire ad evitare il suo sguardo: ma Josh è lì, di fronte a me.   Con la sua pelle leggermente tostata di sole spruzzata qua e là di lentiggini, i capelli biondi scompigliati ed è....COMPLETAMENTE, NUDO.
 
-Senti, eh...-  Gli domando, con voce insolitamente baritonale-....non è che me lo faresti......se proprio non ti scoccia........il favore di coprirti  l’AMBARADAM, di grazia?
Per tutta risposta , Josh mi rivolge un sorrisetto sornione, stringendosi nelle spalle. Quindi, abbranca un paio di boxer a quadrettini appallottolati ai piedi del letto e, obbediente, provvede ad infilarli con rapidità.
 -Okay. Ma non è niente che tu non abbia già visto, se vogliam essere precisi....-
Sentendo le guance avvampare gli rivolgo uno sguardo risentito come se l’avessi appena colto, in flagrante, nella progettazione di uno sanguinario tentativo per sgozzarmi la madre.
-IO NON ho visto NULLA...-  Scandisco, estremamente seccata -...O, ALMENO. NON che mi risulti.
 
Con un profondo sospiro, finalmente rivestitosi in modo decente, Josh sprofonda a sedere accanto a me.
-Okay, Jennifer..- Concede, rassegnato -...mi stai dicendo che...ho il pisello  piccolo o che, ancora peggio......non ricordi niente di che cosa sia successo, ieri ?
Avvertendo i suoi occhi -verdi bottiglia, castani e non si sa cos’altro- fissi su di me in cerca di risposte mi sento, improvvisamente,  infinitamente piccola. 
Sono sempre stata io, trai due, a recitare la parte del leone: quella che aveva il mistico potere di farlo sentire sempre in imbarazzo, col mio temperamento vulcanico opposto alla sua dolce timidezza.
Ma ora, il ‘piccolo’ Hutch (quello che io e Liam bersagliavamo, immancabilmente, di gavettoni sul set, divertendoci parecchio a suscitare l’ira del caro nanerottolo.....) sembra veramente, con le sue labbra strette e qualche ruga d’espressione a percorrergli la fronte.......”un uomo”.
 
-No...- Ammetto infine, vergognandomi come una ladra -....non mi ricordo assolutamente nulla. Mi dispiace. Che......cosa è successo?
Josh allarga le sue braccia forti, a circondare il discutibilmente gradevole panorama che ci circonda: una stanza da letto per gli ospiti decisamente sfatta, con le lenzuola ridotte ad un disordinato groviglio ed una scritta stramba( che prima non avevo notato), scarabocchiata in caratteri  da serial killer disturbato in puro stile “Shining” sullo specchio a parete, con l’ausilio di quello  che ha tutta l’aria di essere stato il MIO rossetto NUOVO, “Exotic passion”.
 -Tu che ne dici, eh?
-Dico ....che è successo un casino.
Le sopracciglia biondastre di Josh gli raggiungono, ora, praticamente l’attaccatura dei capelli.
-Ma va?!
-SENTI, Joshua....- Con andatura malferma mi isso, mentre il sapore pungente dell’Havana mi risale a tradimento lungo  il tubo digerente, in piedi, più che risoluta a prendere la situazione in mano.
Andiamo, Jennifer....e tirale fuori, le palle!
-...Qualunque cosa sia accaduta tra di noi, te ne chiedo scusa:  ero completamente ubriaca. Quindi, che so: non si potrebbe archiviare il tutto con una bella risata e tornare, come abbiamo sempre fatto, ad essere......cari amici?
 
 
-Non chiamarmi “JOSHUA”!!!Per tutta risposta, dopo questa laconica precisazione, ‘Hutchi Pucci’ si limita a piazzarmi con tatto elefantesco una mano nell’interno coscia  la quale riemerge, direttamente dal loco oscuro, considerevolmente impiastricciata di panna.
 
OK.
Alla luce dei più recenti sviluppi credo proprio che, la sua risposta , debba corrispondere ad un secco  “NO”.
 
-Mi ferisce questo tuo atteggiamento, Jennifer...- Fa lui, risentito, cingendosi il busto con le braccia come a volersi proteggere da me -...sembra proprio che tu ti stia ritrovando a dover fare i conti con qualcosa che non avresti avuto, da sobria, la benché minima intenzione di fare. ...O sbaglio?
Senza avere il coraggio di contraddirlo mi fisso le palme delle mani, stancamente abbandonate in grembo.
 
Oh, Cielo....ma perchè deve essere così complicato?
 
-Mi dispiace...- E’ tutto ciò che riesco a mormorare, con un fil di voce, acchiappando d’istinto la mano sinistra di Josh tra le mie -...Sul serio.  Sono un impiastro; e a quanto pare, non rispondo neppure troppo bene del mio traffico ormonale. Ma farei qualsiasi cosa per ottenere il tuo perdono, Hutch. Su questo ci puoi contare.
Ancora lievemente contrariato, Josh si allontana da me con lentezza volgendosi a guardare, assorto, al di là della finestra semi-aperta.
Qualche gocciolina di sudore scivola lungo il tatuaggio a tinte fosche di un veliero, che spunta dritto tra le sue scapole un po’ sporgenti.
-Hai detto qualsiasi cosa, quindi?
-Qualsiasi.
-Bene. Esci con me.
Ora. Da soli. Seriamente. E da sobri.
-PREGO?


Come ti disse il tuo Professore di Liceo, cara Jennifer, quando, indecisa se i Fenici scrutassero o meno il fegato delle capre per cercare di farsi i grancazzacci altrui , anziché barrare la casella del “vero” o del “falso” durante il compito di Storia ti limitasti a scrivere, accanto alla colonna: “SEMPRE-barra-MAI”?”

“Un avverbio può decidere della sua vita, signorina Lawrence”.
Già. E avevi ragione, occhialuto di un Hoffman:  e facesti maledettamente bene ad affibbiarmi una F in quel dannato compito perchè, d’altronde, io non ne dico una giusta manco a pagarmi.

Non la dico, non la dico proprio: non la dirò ‘sempre-barra-mai’.




 
Salve, genti u.u Eccomi tornata dal mondo degli Inferi: per la verità non so se qualcuno avrà più il buon cuore di leggere questo schifo, considerato che sono intercorse due Glaciazioni dall’ultima volta che l’ho aggiornato, ma ahimè. Non mi soddisfava per una nerchia: ma d’altronde, mi sembrava estremamente crudele abbandonare Jen, Josh e le Maracas soli e privi di un finale. E così, eccomi qua: ho deciso di ricominciare a scrivere l'obbrobrio. Come andrà a finire tra i nostri due disgraziati alcolisti non tanto anonimi?
Ah, naturalmente, l’importanza di usare gli avverbi mi sembra indiscutibile: potreste infatti finire per dichiarare che i broccoli vi piacciono
“a volte” quando in realtà vi fanno defecare l’anima “sempre” e, così, ritrovarvi con qualcuno dall’identità imprecisata che ve li cucina.
Non si sa mai cosa può accadere, nella vita y.y.
Detto ciò, vi invio un affettuoso limone telematico e vi ringrazio tutte dal profondo del mio HEAAART tornando a deprimermi perchè
Leonardo di Caprio non vincerà l’Oscar neppure stavolta e il mio cuore spruzzerà dolore amaro per questo.
 
VI AMO.
 
Vostra
 
Pimkie(Y)

 

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