Lovin' Basketball

di Ruki
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** The Beginning ***
Capitolo 3: *** Goodbye, My Friend ***
Capitolo 4: *** Kanagawa ***
Capitolo 5: *** The Star ***
Capitolo 6: *** Number 11, Uriko Sakuragi ***
Capitolo 7: *** You're In The Team! ***
Capitolo 8: *** An Ordinary Sunday ***
Capitolo 9: *** Feelings And Revelations ***
Capitolo 10: *** Flashback ***
Capitolo 11: *** A Little Conversation ***
Capitolo 12: *** Thunderstorm ***
Capitolo 13: *** The Worst Day In Life ***
Capitolo 14: *** Perfect Hell ***
Capitolo 15: *** Kiss The Rain ***
Capitolo 16: *** Goodnight Moon ***
Capitolo 17: *** I'm Naromi Kitazawa ***
Capitolo 18: *** I Want The Truth ***
Capitolo 19: *** Welcome to Peach House ***
Capitolo 20: *** Ghost Story ***
Capitolo 21: *** Don't Make Me Go Away ***
Capitolo 22: *** Her Name Was Misa ***
Capitolo 23: *** Walk Away ***
Capitolo 24: *** Show Must Go On ***
Capitolo 25: *** Rebirth ***
Capitolo 26: *** Rain Inside ***
Capitolo 27: *** Yuki ***
Capitolo 28: *** A Place Nearby ***
Capitolo 29: *** Love Makes The World Go Round ***
Capitolo 30: *** The Losers ***
Capitolo 31: *** What Is Goin' On ***
Capitolo 32: *** How Does It Feel ***
Capitolo 33: *** Unbelievable ***
Capitolo 34: *** Blood And Tears ***
Capitolo 35: *** My Turn ***
Capitolo 36: *** Moon Child ***
Capitolo 37: *** I Feel The Gravity Of It All ***
Capitolo 38: *** Burning ***
Capitolo 39: *** 24 Hours ***
Capitolo 40: *** Play For Your Life ***
Capitolo 41: *** All I Know ***
Capitolo 42: *** Enjoying Ourselves ***
Capitolo 43: *** Headstrong ***
Capitolo 44: *** Final Game ***
Capitolo 45: *** What's Right And Wrong ***
Capitolo 46: *** Let The Rain Fall Down ***
Capitolo 47: *** Last Chapter - Last Train Home ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


PROLOGO


Cos’è il basket? È la mia vita.

Lo sento scorrere nel mio sangue, pulsare nel mio cuore, diffondersi nel mio corpo, nel mio cervello, quasi fosse la mia linfa vitale.
È una sensazione piacevole, la più piacevole di tutte.
Non tutti però la pensano così, qui.
La ragazza che mi sta davanti, per fare un esempio, trema visibilmente.
Cerca di marcarmi, ma la sua difesa è debole, quasi inesistente. Si vede che è una principiante, e per due motivi: primo, ha paura della sottoscritta.
Secondo, i suoi movimenti sono goffi, facilmente prevedibili, e, cosa ben più importante, i suoi occhi non trasmettono la passione per il basket, quella passione morbosa che ti spinge a farti largo tra gli avversari evitandoli agilmente, mentre i tuoi occhi diventano ciechi a qualsiasi altra cosa non sia il canestro e le tue orecchie diventano sorde a qualsiasi altro suono non sia il dolce rumore che la palla produce toccando il suolo mentre palleggi o l’eccitante fruscio della palla che passa attraverso il canestro.
–...paura?- domando a quella spaurita ragazzina, squadrandola da capo a piedi, mentre mi specchio nei suoi occhi dallo sguardo smarrito.
La palla è in mio possesso, mi sento padrona assoluta della situazione, e la cosa mi piace.
–p-paura? N-no..non ne ho..- mente.
Perchè so che sta mentendo, glielo leggo negli occhi.
–il basket è solo un gioco...non ho paura- aggiunge cercando d'apparire spavalda, ma il leggero tremolio nella sua voce la tradisce.
Sorrido.
–dovresti averne- pronuncio soltanto, prima di eseguire uno dei miei passaggi perfetti.
Riceve lei, ed è subito dunk.

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Capitolo 2
*** The Beginning ***


3 mesi prima – Tokyo

Odio la scuola. Credo si tratti della più grande macchina di sterminio mai progettata dall’uomo. Odio dovermi alzare presto la mattina, infilarmi quella stupida uniforme, saltare la colazione a causa dell’orario tardo e infine mescolarmi a quella massa di teste sprovviste di neuroni che sarebbero i miei compagni di classe.
Ma anche questa mattina, come al solito, siedo al mio banco su questa sedia scomoda, fingendo d’ascoltare l’insegnante, e lanciando, di tanto in tanto, un’occhiata al di là della strada, dove riesco chiaramente a distinguere delle ragazze mai viste prima sfidarsi sul campetto per lo street basket, la mia passione. Le osservo giocare per un po’: non sono brave come la sottoscritta, ma devo ammettere che se la cavano.
Il fastidioso trillare della campanella mi riporta alla realtà. Si esce, finalmente. Afferro lo zaino e me lo butto in spalla, mentre mi avvio alla porta. Purtroppo, prima che io riesca a lasciarmi alle spalle quella “camera delle torture”, la prof mi sbarra la strada, guardandomi con aria quasi compassionevole. –che c’è?- domando nel mio solito tono, forse un po’ troppo menefreghista, che spesso e volentieri mi ha cacciato in un sacco di guai. –sai bene cosa c’è,Sakuragi- mi risponde lei, calma. -sembra che della scuola non te ne importi nulla, e la cosa mi dispiace, date le tue...- -potenzialità- concludo io per lei.
Questa storia l’ho sentita mille volte; è vecchia come il mondo. Me lo sento ripetere più o meno dalla nascita. “Questa bambina ha un gran cervello...ma non si applica!” e “Potrebbe fare molto,molto di più...ha grandi potenzialità, ma sembra non volerle utilizzare...” sono le frasi “cult” della mia pre-adolescenza, e anche della mia adolescenza, arrivata forse troppo in fretta e che,purtroppo,non presenta cambiamenti sostanziali in quanto la gente continua a ripetermi sempre le stesse cose.
La prof torna a guardarmi in quel modo strano, colmo di dispiacere, che mi da proprio sui nervi. Proprio non capisco perchè gliene debba fregare qualcosa di me e della mia “carriera scolastica”. Non sono affari suoi, maledizione! –perchè non cerchi d’applicarti come si deve,Sakuragi? La scuola è importante,lo sai...- Si,lo so,lo so. Non ricordo nemmeno più quante persone me l’hanno ricordato. Mia madre,mio padre,mia sorella,mio nonno...anche il mio gatto lo farebbe se potesse parlare,ne sono certa.
Secondo loro, dovrei studiare e basta. Non è forse questo il compito di una dolce, simpatica ed educatissima adolescente? Si, forse si. Peccato che io non sia proprio una dolce, simpatica ed educatissima adolescente. Sono qualcosa di diverso, e, per dirla tutta, ne vado fiera.
–lo so- rispondo sbuffando, giusto per farle piacere –è solo che ho dei problemi a casa....- aggiungo poi, per indorare la pillola –e non ho proprio tempo per la scuola...mi capisce,no?- No,non sembra capirmi. Continua a guardarmi in quel modo... –studiare è il tuo lavoro,Sakuragi- dice improvvisamente, tornando a sedersi alla cattedra –ragiona su queste parole e poi...fammi sapere- Io non devo ragionare proprio su nulla, cara prof. E non ci ragionerò su, neanche morta.

Appena uscita da scuola, l’aria calda e profumata di buono del primo pomeriggio mi avvolge. Sta arrivando l'estate, per fortuna, dopo un inverno gelido. Peccato non si possa dire lo stesso della mia vita.
Attraverso la strada, diretta al campetto, dove le ragazze stanno ancora giocando. Voglio svagarmi un po’. Mi siedo su una delle sgangherate panchine a bordo campo, e resto a guardare.
Una delle ragazze è piuttosto brava: i suoi passaggi sono eccellenti, e realizza canestri da tre punti con la stessa facilità con la quale un bambino chiede un nuovo giocattolo ai genitori. Da quanto ho capito, il suo nome è Kagome e deve avere più o meno la mia età. È la classica ragazza piena di spirito sportivo: incoraggia le altre incitandole con parole scelte con cura, fa un gioco pulito e nel totale rispetto delle avversarie e...si diverte. In lei riesco chiaramente a distinguere la passione bruciante per il basket.
Applaudo quando, liberatasi delle avversarie, la ragazza va tranquillamente a canestro. Lei si accorge della mia presenza, e mi lancia uno sguardo pieno di gratitudine,sorridendo. Sembra simpatica. Corre a raccogliere la palla, rotolata fino ai miei piedi.
–ciao!- esclama, continuando a sorridere –ti va di giocare?- Ci penso un po’ su. La caviglia mi fa ancora male, dopo la brutta caduta della settimana scorsa, ma il dolore è diminuito, ed è sopportabile. –ok- rispondo soltanto, mentre Kagome si abbandona ad un nuovo sorriso. Ci avviamo verso il centro del campetto, dove la ragazza mi presenta le sue amiche.
Con lei giocano Aiko, una ragazza poco più bassa di me, dalle spalle minute e i capelli color topo nel ruolo di playmaker; Fumie, una stangona di un metro e ottanta con i capelli tinti di un biondo chiarissimo e gli occhi di un azzurro intenso nel ruolo d’ala grande; Hitomi, una brunetta dallo sguardo brillante e dal viso simpatico nel ruolo di d’ala piccola, e Ryoko, una ragazza piuttosto in carne con i capelli ricci nel ruolo di centro.
–tu giocherai invece con Kaori, Sadako, Yu e mia sorella Ruriko. Ayano, la playmaker, si è stancata di giocare- mi informa Kagome, indicando una ragazza molto magra con i capelli raccolti in due codini bassi.
–tu come ti chiami, a proposito?- mi domanda poi, tornando a guardarmi con quei suoi grandi occhi di uno stupefacente color verde smeraldo. –Uriko- rispondo io –Uriko Sakuragi. Piacere di conoscervi-

La partita è stata molto più dura del previsto. La squadra di Kagome era nettamente superiore alla nostra, poichè vantava soggetti come Fumie che, nonostante l’altezza, è molto veloce, e la stessa Kagome, la regina dei tiri da tre punti. Nonostante questo, sono riuscita a farmi valere e ho portato la mia squadretta alla vittoria. Abbiamo vinto di un solo punto, grazie ad un canestro fortuito realizzato da Ruriko, che, purtroppo, non ha lo stesso talento della sorella maggiore.
Ora siedo ancora su quella panchina sgangherata, a guardare i tetti delle case tingersi del fuoco del tramonto. Ho passato con le mie nuove amiche tutto il pomeriggio. Kagome mi si siede accanto.
–bella partita!- esclama, seriamente elettrizzata. –sei brava. Sei un ottimo elemento,nonostante tu non sia molto alta- So di essere un ottimo elemento, non ho mai avuto dei dubbi al proposito. Ho il basket nel sangue. –grazie- rispondo soltanto, mentre osservo le altre ragazze esercitarsi nei tiri liberi.
–giochi per la squadra della tua scuola?- mi domanda Ruriko, che nel frattempo si è avvicinata a me e alla sorella, una lattina di Coca-cola in mano. Scuoto la testa. –la mia scuola non ha una squadra e, anche se l’avesse, non vorrei far parte di quella squadra per niente al mondo. Credo d’essere l’unica studentessa ad amare il basket, lì dentro- Lancio un’occhiata truce alla mia scuola, un edificio semplice, d’antica costruzione, dai muri scrostati e il cortile poco curato.
–che schifo- mormoro, suscitando sorrisetti da parte di Kagome e Ruriko. Decido che è ora di andarmene.
–devo andare a casa- annuncio a voce alta, così che anche le altre ragazze,nel campetto, possano sentirmi. Kagome sembra sinceramente delusa, e così Ruriko. Fumie e le altre mi salutano con la mano dal campetto, poi tornano a concentrarsi sui tiri liberi.
–ci si vede!- esclamo, prima di abbandonare il campetto, diretta a casa.
Sulla strada del ritorno, mi ricordo d’aver acquistato, quella mattina, la mia rivista preferita. Si tratta di una rivista di poche pagine dedicata al basket a livello scolastico. Ogni settimana, la rivista dedica qualche pagina a svariati giocatori –maschi e femmine- particolarmente talentuosi, o comunque degni di nota, di una qualsiasi prefettura.
È per questo motivo che l’acquisto ogni settimana: per scoprire se ci sono in giro avversarie al mio livello. Salto a piè pari un articolo su Akira Sendoh, stella del Ryonan di Kanagawa, e uno su un certo Kaede Rukawa, descritto come un nuovo fenomeno, sempre di Kanagawa però dello Shohoku, la squadra nella quale, da qualche tempo, gioca anche mio cugino Hanamichi.
E, a proposito di Hanamichi, è da molto che non lo vedo...più o meno dalla morte dello zio. Devo ammettere di essere molto legata a lui, ma non mi sembra di ricordare che il basket gli sia mai interessato. Lui preferisce le risse, e di gran lunga. Quando mi ha chiamata, qualche settimana fa, e mi ha comunicato di essere diventato un “genio del basket” quasi non riuscivo a crederci, ma non gli ho chiesto spiegazioni.
Il mio sguardo si posa poi su un articoletto breve, dedicato ad una ragazza che gioca –quasi quasi me l’aspettavo- nello Shohoku femminile, squadra nata da poco. Sembra che la mia rivista preferita si sia innamorata delle giovani promesse di Kanagawa. La ragazza in questione è la sorella di Kaede Rukawa, una certa Kiran.

Questa sera, a cena, il clima è peggiore del solito.
Mia sorella è arrabbiata con mia madre, e lei, come mio padre, è arrabbiata con me per l’ennesimo brutto voto, accompagnato da una convocazione tramite lettera e da una chiamata a casa di quell’impicciona della mia prof.
Mangio tutto ciò che ho nel piatto, in silenzio e rapidamente, per poi andarmi a rinchiudere nella mia stanza. Finalmente pace. Finalmente non vedo più quegli sguardi truci su di me, che mi rimproverano silenziosamente d’essere una buona a nulla, se non di peggio.
Il mio gatto sale sul mio letto e prende a strusciarsi contro di me, quasi volesse consolarmi. Lo abbraccio accarezzandolo sulla testolina pelosa, e lui mi guarda con quei suoi grandi occhioni, gialli e furbetti. Per un assurdo motivo mi ricordano quelli di Kagome, anche se quelli della ragazza sono verdi.
Improvvisamente, il cellulare prende a squillare. È Hanamichi, ma non mi va di parlare con nessuno. Neanche con lui.

Mia madre si prende spesso la libertà d’entrare in camera mia senza bussare, e lo fa anche questa sera.
–Uriko...perchè non scendi? Ho comprato i pasticcini,so che ti piacciono tanto...- Scuoto bruscamente la testa, in silenzio. Mia madre mi si avvicina. Non riesco ad interpretare l’espressione sul suo viso.
–non sono più arrabbiata con te, se vuoi saperlo- Non volevo saperlo. Non me ne frega più niente. –so che puoi uscirne. Ma non qui-
Le sue ultime parole mi lasciano un tantino perplessa. Cosa vorrebbe dire con “non qui”? E’ ovvio che non posso cominciare a risolvere i miei problemi scolastici chiusa nella mia camera! Mi prende per scema?
–cosa vuoi dire?- domando soltanto, afferrando il lettore cd e andando a sedermi sul letto, con tutta l’intenzione di rifugiarmi nel mondo della musica e magari andare a dormire presto. –voglio dire che ho parlato con la tua prof,e lei mi ha garantito che il preside della tua scuola si metterà d’accordo con il preside di un altro istituto, e tu andrai a studiare lì nel giro di una settimana-
Spalanco gli occhi, sorpresa. –cambierò scuola?? E dove andrò a studiare,scusa??- Nuovamente, sul volto di mia madre, compare un’espressione strana, a me sconosciuta. –frequenterai lo Shohoku, insieme a tuo cugino Hanamichi-
Spalanco gli occhi nuovamente. -Vuol dire che mi trasferirò a Kanagawa? E dove andrò a vivere?- domando, in preda al panico. Abbandonare la mia casa, le mie cose, le mie nuove amiche? Non se ne parla proprio!
–ovviamente alloggerai dalla zia. Hanamichi ti terrà compagnia e ti aiuterà ad ambientarti nella nuova scuola- -ma...- provo a ribattere, ma lei sovrasta la mia voce con un poderoso “niente ma!” che non ammette repliche.

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Capitolo 3
*** Goodbye, My Friend ***


Domenica.
Non ho mai odiato il sole, ma oggi lo trovo insopportabile. Il rumore della palla che sbatte sul ferro mi irrita, così come l’idea di abbandonare il posto in cui sono nata e cresciuta.
Mi sembra quasi impossibile che i miei non riescano a capire che mi fa male la sola idea di non poter mai più rivedere la mia stanza, piena di tutte le mie cose, di tutti i miei ricordi; la torre di Tokyo, che riesco chiaramente a vedere dalla finestra del salotto; questo campetto, dove spesso mi rifugiavo –e mi rifugio- per sfogare tutta la mia rabbia.
Recupero la palla e tento un tiro da tre punti. La palla s’alza nell’aria e,con un movimento morbido e preciso,atterra dritta dritta nel canestro. Era da molto che non facevo un tiro da tre così bello. In effetti, non sono molto portata per questo tipo di tiri e molto spesso li sbaglio.
–di nuovo qui?- domanda una voce alle mie spalle. Mi volto. Kagome mi rivolge uno dei suoi soliti sorrisi, capaci di infondere allegria anche nei cuori più turbati.
–ah..sei tu...- mormoro, tornando poi a fissare il canestro. Lei annuisce, andando a recuperare la palla.
–parto- dico all’improvviso. Voglio proprio vedere come la prenderà. Subito, il volto della mia amica si rabbuia. –come parti?...come sarebbe a dire?- Le rivolgo un sorrisetto triste, forzato. –sarebbe a dire che lascio Tokyo. Mi trasferisco nella prefettura di Kanagawa-
Kagome mi lancia la palla bruscamente. –non essere arrabbiata con me- le dico –io non ne ho colpa, non è certo una mia decisione!- -ah,no?- Il suo tono è stizzito. –no! I miei vogliono che vada a Kanagawa, a casa di mio cugino, per frequentare una nuova scuola...questa non fa per me- le spiego, mentre tento un nuovo tiro da tre che, miracolosamente, mi riesce. Dev’essere la mia giornata fortunata.
È nuovamente Kagome a correre a recuperare la palla, rotolata fin quasi in strada. Torna palleggiando verso di me, visibilmente contrariata. –questa scuola non fa per te,eh? Io non credo proprio. È che non t’impegni...e adesso, per colpa solo ed esclusivamente tua e della tua pigrizia, sei costretta a lasciare la città. A lasciare noi-
Ah,quindi anche tu la pensi come tutti gli altri? Pensi che la colpa sia solo ed esclusivamente mia? –bene!- sbotto –sono contenta di andarmene, se anche tu la pensi così. E domani, quando vedrai Ruriko, Fumie e le altre, ricordati di dir loro che sono una grandissima stronza, una persona talmente crudele da voltarvi le spalle lasciando Tokyo-
Basta così. Non ho più niente da dire. Tolgo la palla a Kagome con estrema facilità e vado a canestro. Poi, raccolta la palla e voltate le spalle a quella che credevo la mia nuova migliore amica, lascio il campetto.

Al diavolo anche Kagome.
Pensavo che lei fosse diversa, che lei avrebbe compreso, o almeno avrebbe cercato di farlo. Cammino per la strada che conduce a casa mia, la palla sotto il braccio destro, cercando di sgombrare la mente da tutti i pensieri negativi.
Ma più cerco di farlo, più la mia mente si popola di immagini: Kagome che mi guarda con rimprovero, mia madre che mi comunica il mio prossimo trasferimento a Kanagawa, mio padre che mi scruta con cipiglio severo dall’altra parte del tavolo, la prof che mi osserva con sguardo compassionevole...No! decido. Io non me ne andrò da Tokyo.
Perchè darla vinta a tutte quelle persone? Perchè arrendersi senza lottare? Non l’ho mai fatto, maledizione! Ho sempre combattuto per ciò in cui credevo. Ho sempre detto la mia su ogni questione, anche se non mi riguardava da vicino. Ho sempre risolto un sacco di problemi stringendo i denti e facendo sacrifici.
Ecco perchè sono sicura che tutto si risolverà per il meglio. Probabilmente rimarrò a Tokyo per tutta la vita, altro che trasferimento a Kanagawa!

L’hanno fatto.
Mi hanno sbattuta sul primo treno per Kanagawa con quattro valigioni e il mio zainetto preferito pieni di non so cosa. Non ho fatto in tempo a salutare nessuno...non che avessi molte persone da salutare, per la verità.
Sono circa dieci minuti che il treno è fermo alla stazione e non si decide a partire, ma a me sembra quasi un’ora, o più. I miei se ne sono già andati, naturalmente.
Il sedile della seconda classe è scomodo, duro. Accendo il lettore cd, mi infilo gli auricolari e cerco di concentrarmi sulla musica. Ma è tutto inutile, sono troppo nervosa, troppo scossa. Spengo il lettore cd e, frugando nello zainetto, recupero un paio di riviste: la prima è quella che ho acquistato pochi giorni fa, rivista molto interessante nella quale sono contenuti un articolo su Akira Sendoh e uno sui gemelli Rukawa, Kaede e Kiran. L’altra è una rivista sull’NBA, una lettura molto piacevole.
Purtroppo, non riesco a concentrarmi. Mi tuffo nella lettura dell’articolo dedicato ad Akira Sendoh, ma le parole sembrano incrociarsi tra loro: non hanno un senso compiuto, per me. Ho la testa colma di pensieri, e non riesco a fare nient’altro che pensare.
Ruriko, Fumie e le altre...chissà cosa penseranno di me. Kagome dirà davvero loro che sono una stronza senza cuore? Che le ho abbandonate di mia iniziativa, perchè ero ansiosa di cambiare ambiente? Spero proprio di no, perchè non è così.
Appoggio la testa allo schienale, con tutta l’intenzione di farmi un riposino...ma un improvviso bussare contro il vetro del finestrino mi fa spalancare gli occhi di colpo. Guardo al di là del finestrino e...quasi non riesco a crederci! C’è Kagome. E Ruriko, Fumie, Hitomi, Aiko, Ryoko, Kaori, Sadako, Yu e persino Ayano.
Apro il finestrino, seriamente felice di vederle. –ragazze!- esclamo –non pensavo sareste venute a salutarmi!- Kagome sorride, e così fanno tutte le altre. –come potevamo non venire a salutare la regina del basket?-
Grazie, Kagome. Grazie davvero. –fa’ buon viaggio, mi raccomando. E non dimenticarti di noi, campionessa- mi dice Fumie, mentre Hitomi mi porge un carinissimo braccialetto fatto di perline rosa e nere. –l’ha fatto Kagome. Ogni volta che lo guarderai, ti ricorderai d’aver giocato un’emozionante partita con noi...ricordati sempre di noi, le tue vere amiche di Tokyo...va bene?-
Annuisco, osservando Ruriko che, poveretta, fa fatica a trattenere le lacrime. Devo starle davvero molto simpatica, per quel poco che mi conosce.
–Ascolta,Uriko...- prende parola nuovamente Kagome. –si?- -quando diventerai una stella del basket e giocherai le partite più importanti della tua vita,promettimi che indosserai quel braccialetto, e che dedicherai il tuo canestro più bello a noi...-
Guardo le ragazze: tutte sorridono, tutte sono seriamente dispiaciute, turbate dalla mia partenza. E allora capisco quanto bene voglio loro, nonostante le conosca da poco, anzi, pochissimo, tempo.
–si, te lo prometto, Kagome. Lo prometto a tutte voi- Ruriko viene scossa da una nuova crisi di pianto. È così tenera. –andiamo,Ruri-chan..non è la fine del mondo. Smettila di piangere- Alle mie parole, Ruriko s’asciuga gli occhi con una mano e, ancora tutta rossa, mi rivolge un sorriso forzato.
–ah,Kagome...- -si?- -prendi questo...- Le porgo uno dei miei bracciali preferiti, fatto di due strisce di cuoio intrecciate, una colorata di nero, l’altra lasciata del colore naturale. –...e fammi una promessa-
-quale?- mi domanda lei, incuriosita dalle mie parole e dal mio regalo. –la stessa che tu hai voluto facessi a te. Quando diventerai una campionessa, e sarai conosciuta in tutto il mondo per le tue enormi capacità, indossa questo nelle partite che riterrai fondamentali, e fai almeno un canestro per me-
Inaspettatamente, gli occhi di Kagome si fanno lucidi. –lo vedi?..sei una piagnucolona anche tu,proprio come tua sorella-
Sorrido, imitata da Kagome e tutte le altre.
Improvvisamente, il treno comincia a muoversi. E’ ora di partire, di abbandonare le mie nuove amiche, di lasciare Tokyo.
Kagome mi rivolge un ultimo sorriso, mentre le altre cominciano confusamente a gridare qualche “arrivederci”, “ciao,ci vediamo” e “mi mancherai”.
Quando il treno esce dalla stazione, mi abbandono triste ma soddisfatta sul sedile. Triste, perchè so che passerà molto, moltissimo tempo, prima che io possa rivedere le mie amiche. Soddisfatta, perchè ora ho la certezza che, anche per loro, quella partitella a basket, giocata in una splendida giornata di sole, ha significato molto.

Arrivederci,amiche mie.

A presto. ____________________________________________________________________________________________________________________________

Note: La canzone in questione è "Goodbye" delle Spice Girls, una delle canzoni più tristi che abbia mai sentito. -Ruki

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Capitolo 4
*** Kanagawa ***


Ore 17.00.
Finalmente arrivata, dopo uno snervante viaggio di due ore buone. La stazione è piccola, ma brulica di gente. Trascino giù i bagagli a fatica...diavolo,quattro sono davvero troppi! Forse mia madre avrebbe dovuto spedire il necessario alla mia sopravvivenza poco alla volta da Tokyo, invece di caricarmi di un peso inutile.
Per fortuna, un ragazzo molto gentile s’offre d’aiutarmi, lasciandomi completamente di stucco. Finalmente un’anima buona, quasi non mi sembra vero!
–grazie, mi saresti davvero d’aiuto...ehm...-
-Kiminobu Kogure-
-Kiminobu. Non credo d’essere in grado di trascinare tutte e quattro le valigie fin fuori dalla stazione...- Kogure mi sorride.
Non è male: due vispi occhi nocciola mi scrutano ridenti attraverso le lenti degli occhiali dalla montatura rotonda, fine, molto sottile. I capelli sono castani, pettinati accuratamente. Si vede che è uno di quei ragazzi precisi, attenti a non apparire in disordine. Indossa una semplice maglietta bianca a maniche corte e un paio di pantaloni neri, quasi sicuramente facenti parte di un completo sportivo. Probabilmente si tratta di uno sportivone, forse un membro di qualche club calcistico, anche se, più che altro, il ragazzo che mi sta davanti con un bel sorriso stampato sul viso, ha più l’aria di un cervellone.
–non c’è problema, davvero. Ti aiuto molto volentieri, visto che non ho bagagli con me...-
Gli sorrido riconoscente, mentre cominciamo ad avviarci lungo la banchina, diretti all’uscita della stazione ferroviaria.
Improvvisamente,Kogure prende nuovamente parola: -Come mai da queste parti? Arrivi da molto lontano? Come ti chiami?-
Tutte queste domande mi vengono poste dal ragazzo nel giro di circa cinque secondi. Forse è un po’ troppo curioso.
–mh,beh...sono da queste parti per alcuni motivi incasinati che non sto a spiegarti,vengo dalla capitale e mi chiamo Uriko Sakuragi-
Per una qualche assurda ragione, alle mie parole il ragazzo spalanca gli occhi, visibilmente colpito.
–Sakuragi,hai detto? Non dirmelo! Non sarai per caso parente di Hanamichi Sakuragi?-
Annuisco, sorpresa del fatto che il ragazzo conosca Hanamichi.
–si,è mio cugino! Lo conosci?-
Questa volta è lui ad annuire. –si, certo che lo conosco! Abbiamo giocato nella squadra dell’istituto Shohoku insieme durante il mio terzo anno alle superiori!-
La notizia mi stupisce, ma solo per poco.
–ah,non dirmelo! E come se la cava il mio caro cuginetto a basket? È bravo come dice di essere?-
Kogure sorride, divertito dalla mia domanda per un motivo a me sconosciuto.
–si,ora gioca bene. Finalmente,aggiungerei...devi sapere che si è iscritto al club di basket solo per far colpo su Haruko Akagi, la sorella del capitano..beh, ora ex-capitano...e all’inizio era davvero un disastro. Grazie al cielo, con il tempo ha fatto grandi, anzi, grandissimi, progressi-
La notizia mi solleva. Quindi è vero che mio cugino è un genio del basket!
–allora non mentiva sul fatto d’essere un bravo giocatore. Ma non mi ha detto d’essere entrato a far parte della squadra per far colpo su una ragazza...ah,è tipico di Hanamichi..quell’idiota!-
Kogure scoppia a ridere di una risata piuttosto eccessiva. Non mi sembra d’aver detto nulla di così divertente...ma non importa. È bello vedere finalmente qualcuno ridere di una risata sincera in mia compagnia. Qualcuno che non mi consideri una fallita, o, peggio ancora, una poco di buono, una maleducata, rozza, ignorante ragazzina della capitale. Qualcuno che mi consideri...simpatica, magari brillante.
Ridendo e scherzando, ci ritroviamo all’uscita della stazione, dove riesco chiaramente a distinguere, poco lontano, una testa rossa a me nota. Come mi aveva detto la zia, Hanamichi è venuto a prendermi.
–ehi,grande genio!!!- esclamo a voce piuttosto alta, per richiamare l’attenzione del mio cuginetto. Lui subito prende a guardarsi attorno, individuandomi subito.
–Uriko!- esclama, correndomi incontro. Gli salto al collo, abbracciandolo stretto. È molto che non lo vedo, quanto mi è mancato...
-come va,cuginetta?- mi domanda, sorridendo.
È fantastico!! Ho fatto sorridere due persone nel giro di qualche minuto.
–va- rispondo semplicemente, preferendo rimanere sul vago. Perchè se non lo facessi, sarei costretta ad ammettere che non sto bene per niente, che la mia vita va a rotoli, e che penso che il mondo faccia letteralmente schifo.
Hanamichi mi accarezza la testa affettuosamente, anche se un po’ goffamente. È chiaro che non è abituato a questo tipo di manifestazioni d’affetto.
Quando s’accorge –meglio tardi che mai!- della presenza di Kogure, rimane parecchio sorpreso.
–Quattrocchi! Che ci fai da queste parti? Non studi mica a Tokyo,tu?-
Kogure spiega a mio cugino d’essere semplicemente venuto a trascorrere un po’ di tempo con la sua famiglia. –è molto tempo che non li vedo,sai...e poi vorrei rivedere la palestra, i ragazzi...Mitsui,Miyagi,Rukawa,Yasuda...e Ayako,naturalmente...mh,è splendido rivedere questo posto!!! Ah, Hanamichi: è vero che è stata inaugurata la squadra femminile di basket dello Shohoku? L’ho letto su una rivista, e quasi non ci credevo!!! Comunque è davvero una buona cosa, così anche le ragazze potranno scoprire quanto il basket sia appassionante e...-
Hanamichi decide di tappare la bocca a Kogure in modo forse un po’ brusco, ma chi se ne importa. Kogure parla troppo anche per i gusti di una logorroica come la sottoscritta!

La casa della zia e di Hanamichi è carina come la ricordavo e la stanza nella quale mi hanno sistemato, la stanza degli ospiti, è piccola ma davvero ospitale. È fantastico pensare che da ora in poi questa sarà la mia camera.
Mi siedo sul letto comodamente, portando le gambe al petto, circondandole con le braccia e appoggiandovi il capo. Sono davvero stanca...riuscirei ad addormentarmi anche in questa posizione.
Cenare con Hanamichi e la zia, questa sera, è stato davvero meraviglioso: finalmente ho potuto guardare liberamente in faccia con chi parlavo, conversando tranquillamente con loro. Solo ora comprendo il significato della parola famiglia. La zia e Hanamichi sono la mia vera famiglia. Prima potevo solo sospettarlo, ora ne ho la certezza assoluta.
Sento bussare alla porta, e corro subito ad aprire. È Hanamichi, come sospettavo.
–ciao,che c’è?- gli domando.
–niente di che. Volevo solo venire a vedere come stavi. Ti trovi bene nella tua nuova camera?-
Annuisco, invitandolo ad entrare. Lui si va a sedere sul letto, ed io mi accomodo accanto a lui. Hanamichi prende a sfogliare distrattamente la mia rivista preferita, mentre io lancio un’occhiata fuori dalla finestra.
Vorrei dire a questa testa calda tante cose...tipo che sono felicissima di rivederlo, che gli sono grata di farmi sentire a casa, che sono contentissima di avere una persona tanto speciale come cugino. Ma tutto ciò che riesco a dire è ...
–ho saputo che sei entrato a far parte della squadra di basket per far colpo sulla sorella del tuo ex-capitano-
Hanamichi arrossisce visibilmente: le mie parole l’hanno profondamente colpito, e si vede.
–e-e...e tu come lo sai?- mi domanda, imbarazzatissimo.
–me l’ha detto Kiminobu- spiego –prima, in stazione. Gli ho chiesto come te la cavavi a basket, e lui mi ha raccontato del tuo desiderio di farti bello agli occhi di Haruko Akagi...-
Ora Hanamichi sembra infuriato.
–maledetto Quattrocchi!!! Se ti prendo ti ammazzo!!!! Come si è permesso d’andare a raccontare i fatti miei in giro!!!????-
Gli appoggio una mano sulla spalla, cercando di calmarlo.
–calmati,cuginetto- gli sussurro, prima di abbracciarlo stretto. Lui si calma quasi subito. È sempre stato così...ho sempre avuto il totale dominio su Hanamichi Sakuragi. Sarà perchè lui mi adora...sono per lui come la sorella che non ha mai avuto. La cosa veramente speciale è che Hanamichi ha questo tipo di legame solo con me: con Hikaru, mia sorella, non è la stessa cosa, e devo dire che la cosa mi fa molto piacere.
–allooora...- inizio,staccandomi da lui -...raccontami di questa Haruko-
Hanamichi diventa nuovamente rosso come un pomodoro. È così carino, il mio cuginetto!
–eddai,non essere timido. A me puoi raccontare tutto! Quando vi siete conosciuti?-
Questa mia domanda ha il potere di rendere il viso di Hanamichi ancora più rosso.
–è carina,almeno? com'è?..mora,bionda..rossa? magra,in carne? alta..oppure bassa?- chiedo, guardando il volto del mio adorato cugino diventare di uno straordinario color rubino.
–ho capito,niente domande...non vorrei che tu morissi per innalzamento violento di pressione!-
Hanamichi finalmente si rilassa, tornando pian piano del suo colorito naturale.
–non provare mai più a farmi delle domande del genere,Ucchan! Mi hai colto impreparato!-
Rido, strappando di mano a mio cugino la rivista. Mi è venuta in mente una cosa... La sfoglio rapidamente alla ricerca dell’articolo su Kiran Rukawa poi, una volta trovato, lo mostro a mio cugino.
–conosci questa ragazza?- gli chiedo, curiosa.
Lui annuisce.
–si,è la sorella di quel dannato volpino...-
-volpino??-
-si,Rukawa-
Chiunque abbia appioppato a Kaede Rukawa questo nomignolo, doveva aver bevuto, e anche molto. Spero non sia stato Hanamichi, ma ne ho come il sospetto.
–ah, e dimmi: è così brava come si dice?-
Hanamichi si rabbuia.
–purtroppo si,è un vero fenomeno. E non riesci ad immaginare quanto mi costi ammetterlo...cioè,mi capisci,no? È la dannata sorella di quella dannata volpaccia...-
si,ti capisco,cugino. Anche se ancora non comprendo per quale motivo Rukawa ti stia tanto sulle palle. Lancio un’occhiata alla fotografia di Kaede Rukawa, proprio sopra a quella della gemella, e noto con piacere che il ragazzo ha davvero un bel viso,uno sguardo intenso,bei capelli...in poche parole,è davvero uno schianto. Proprio non capisco come si possa odiare un ragazzo del genere...è bello come un angelo,anzi,di più! E chissà com’è dal vivo!

Hanamichi se n’è andato. Un po’ mi dispiace, mi piace averlo intorno, è la persona più simpatica che conosca, e lo considero il mio migliore amico.
Mi sdraio sul letto, poggiando la testa sul morbido cuscino a forma di cuore, uno dei tanti regali che quel romanticone dello zio ha fatto alla zia prima di andarsene, prima che...quell’infarto lo trascinasse via, portandolo in un posto che non mi è possibile raggiungere, un posto dal quale non mi è possibile farlo tornare indietro.
Ricordo chiaramente il giorno in cui Hanamichi –si,lo fece lui personalmente- mi chiamò per darmi la terribile notizia. Ricordo che non piansi –non lo faccio quasi mai- ma mi sentii come se un pugnale mi avesse trafitta in pieno petto. Per poco non scoppiai a piangere sentendo mio cugino singhiozzare dall’altra parte dell’apparecchio, proclamandosi colpevole della scomparsa di suo padre. Ovviamente non gli credetti, ma lui insistette sul fatto d’essere l’unico vero responsabile di ciò che era accaduto allo zio.
Con la voce rotta dal pianto mi raccontò tutto: di come avesse fatto a botte con un gruppo di teppisti, riuscendo a sistemarli in poco tempo. Di come fosse tornato a casa e avesse trovato il padre, immobile, sul pavimento. Di come fosse corso fuori, mosso dall’angoscia e dalla paura di perdere per sempre il genitore, per chiamare aiuto. Di come quei maledetti teppisti l’avessero nuovamente circondato e preso a pugni, impedendogli di soccorrere lo zio prima che...prima che lo vedesse scomparire per sempre dalla sua vita, cosa che, purtroppo, era accaduta.
Improvvisamente, sento uno strano pizzicore agli angoli degli occhi. Non capisco proprio cosa stia succedendo. Ancor prima di poter capire che diavolo mi stia accadendo, mi ritrovo a piangere come una bambina.

E’ notte fonda, ma non riesco a dormire. Il solo ricordare lo zio mi ha scossa, e penso che non riuscirò a chiudere occhio per tutta la notte.
Inoltre, sono leggermente preoccupata per domattina: mi troverò bene nella mia nuova classe? Riuscirò a fare tante amicizie?
Più di tutto, mi preme di entrare a far parte del club di basket femminile. Voglio conoscere questa “fenomenale” Kiran Rukawa, e scoprire se è così brava come dice Hanamichi. Voglio avere la soddisfazione di sfidarla in un uno contro uno, per poi vederla perdere, sopraffatta dal mio indiscutibile talento. Voglio diventare l’asso della squadra, far capire a tutta la scuola quanto valgo. Voglio dimostrare d’essere la nuova promessa del basket giapponese e...e no,no,no..non esagerare,Uriko! Torna con i piedi per terra!
Per ora mi accontenterò di battere Kiran Rukawa.
Non sopporto l’idea che possa esserci qualcuno più bravo di me nella mia squadra! Sono io la migliore. Sono io l’indiscusso genio del basket. Oddio,assomiglio davvero a mio cugino. Quanto mi piacerebbe che fossimo fratelli!
mh,ho sonno...se solo riuscissi a dormire....domani incontrerò Kiran Rukawa....ho sonno....Kiran Rukawa....sonno...Kiran...Ki....


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Ed eccoci arrivati alla fine del terzo capitolo!!! se siete riusciti ad arrivare vivi fin qui...me lo fate un commentino,plz? -Ruki

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Capitolo 5
*** The Star ***


È il trillare acuto e fastidioso del telefono a svegliarmi.
Infastidita, nascondo la testa sotto il cuscino stampato a fiorellini bianchi e gialli, sperando che qualcuno vada a rispondere al più presto.
È la zia a correre a rispondere: dopo poco riesco chiaramente ad udire la sua voce dal timbro alto e squillante chiedere... –pronto..chi parla? Qui casa Sakuragi-.
La zia sembra rimanere piacevolmente colpita dalla telefonata, poichè prende subito a chiacchierare animatamente con la misteriosa persona dall’altra parte del filo. Chissà, forse si tratta di quella scassapalle di mia madre.
Intuisco che le mie teorie sono fondate quando sento la zia chiamare a gran voce il mio nome. Dio,in teoria starei ancora dormendo...che cosa le viene in mente? Non dovrebbe lasciarmi dormire?
Però...però è strano che la zia sia già in piedi, se non sono ancora le sette. Perchè non sono ancora le sette: la sveglia non ha ancora suonato.
Improvvisamente, mi viene un dubbio: con gli occhi ancora appannati dal sonno mi volto a guardare la radiosveglia sul comodino e...scopro con orrore che sono già la sette e venti!!! Prendo ad urlare come una pazza: arriverò in ritardo il mio primo giorno!
Hanamichi si precipita in camera mia, probabilmente allarmato dall’urlo. Riesco chiaramente a distinguere il panico nei grandi occhi color cioccolato del mio cuginetto.
–Uriko! Che hai? Che succede?-
-succede che sono in ritardo!!!- sbraito –la sveglia non ha suonato,maledizione!!! E ora che faccio??? Che faccio,eh? Che diavolo faccio?-
Hanamichi mi appoggia le mani sulle spalle, scuotendomi leggermente.
–prima di tutto ti calmi, poi ti lavi, infili l’uniforme, ti sistemi un po’ e corri giù a mangiare qualcosa...tutto chiaro,cuginetta?-
-tutto chiaro,genio!!!- esclamo, prima di fiondarmi in bagno.

Straordinario, davvero straordinario. Sono riuscita a far tutto in dieci minuti, stabilendo un nuovo record mondiale.
Ora Hanamichi ed io stiamo percorrendo –a passo un po’ affrettato, a dir la verità- la strada che conduce al liceo Shohoku. Ah,sono davvero curiosa di vedere la mia nuova scuola!
Non devo attendere molto: presto un edificio molto simile ad una qualsiasi delle scuole presenti a Tokyo compare innanzi ai miei occhi. Il cortile è spoglio, ma è un sollievo non vedere più le piante mal curate che crescevano davanti alla mia vecchia scuola.
Sorrido quando noto la palestra, che sorge proprio accanto alla scuola. Che meraviglia,sembra davvero molto grande!
–eccoci arrivati. Fa schifo,lo so. Ma è lo Shohoku- Hanamichi sbadiglia con aria annoiata.
Improvvisamente, sento una voce chiamare il nome di mio cugino. Mi volto e mio cugino fa lo stesso: una graziosa ragazza alta più o meno come me, dai capelli castani e gli occhi di un blu intenso salta al collo del mio amato cuginetto, abbracciandolo.
Dall’espressione comparsa sul volto di Hanamichi, intuisco che non si aspettava un simile gesto da parte di questa ragazza. Che si tratti di Haruko Akagi, la ragazza che piace tanto a mio cugino?
–Ha-Harukina mia!- balbetta Hanamichi, mentre il suo viso si tinge di rosso.
Harukina? Quindi si tratta di Haruko, proprio come pensavo.
Quando la ragazza si stacca da lui, mio cugino porta una mano dietro la nuca, visibilmente imbarazzato.
-buongiorno,Hanamichi! Ma lo sai che giorno è oggi??-
Scoppio letteralmente a ridere quando Hanamichi, sicuramente ignaro di ciò che d’importante oggi accadrà, comincia a farfugliare parole confuse, cercando di far credere ad Haruko che lui effettivamente sa che giorno sia oggi. Ma lei ovviamente non ci crederà...andiamo,si vede benissimo che Hanamichi non sa proprio di cosa stia parlando!
–ah,quindi lo sai..te lo ricordi! Benissimo!- esclama Haruko, lasciando sia me che mio cugino senza parole. Dio...è proprio scema se ha creduto che Hanamichi sapesse per quale ragione oggi è un giorno importante! Sicuramente Hanamichi non si ricorda neppure cos’ha mangiato ieri a cena: figuriamoci se sa che giorno è oggi!!
–Harukina dimentichi che io sono il genio!!! Figuriamoci se potevo dimenticarmi cosa succede oggi!!!-
Hanamichi prende a ridere sguaiatamente, com’è solito fare dopo essersi elogiato.
–già! Beh..speriamo che Kiran giochi bene anche oggi!!! Non trovi che sia assolutamente immensa???? D’altronde è normale...è la sorella di Rukawa,e buon sangue non mente!-
Mi intrometto nel discorso, avendo notato Hanamichi rabbuiarsi dopo le parole di Haruko. Probabilmente non ha gradito molto i complimenti fatti a Rukawa dalla ragazza per la quale muore.
–ehm..tu sei Haruko Akagi,non è vero? Piacere di conoscerti,io sono Uriko,la cugina di Hanamichi!-
Inizialmente Haruko mi rivolge uno sguardo strano, che non riesco ad interpretare, poi mi sorride di un sorriso dolcissimo.
–piacere mio,Uriko!! Non sapevo Hanamichi avesse una cugina...non mi ha mai parlato di te!-
Ah,davvero?? Lancio un’occhiataccia ad Hanamichi, e lui mi risponde con un’alzata di spalle e uno sguardo da cucciolo bastonato che sembra significare “scusami,non l’ho fatto di proposito...mi perdoni?”. Sorrido: quando mi guarda in quel modo, con quei grandi occhi color cioccolato, per me è impossibile continuare a tenergli il muso. È tanto, tanto dolce il mio cuginetto.
–oh,beh. Io sono di Tokyo e sono state rare volte da queste parti,perciò...forse è per questo che non ha mai avuto occasione di parlarti di me...non è così,Hana?-
Hanamichi annuisce, sorridendomi con aria complice. Si, ti ho già perdonato, cuginetto.
–ah,ho capito! Senti Uriko..ti piace il basket?-
Ovviamente annuisco.
-Beh..allora spero che verrai alla partita di basket di oggi al liceo Ryonan!! È un amichevole,sai? Vedrai, la nostra punta di diamante, Kiran Rukawa, ti lascerà sicuramente senza parole!!! È davvero un fenomeno,sai? E suo fratello, Kaede Rukawa -sono sicura che ne avrai sentito parlare!- è l’asso della squadra maschile!! Sono entrambi davvero...immensi!-
Stringo una mano ad Hanamichi, che è tornato a tremare di rabbia, e quasi subito sento la sua mano rilassarsi nella mia.
–ci sarò- annuncio poi ad Haruko, che sembra essere molto felice della mia decisione.

-e questa è la palestra...il posto che preferisco- mi spiega Hisashi Mitsui, terzo anno, ripetente a quanto mi ha detto, incaricato di mostrarmi i laboratori, la biblioteca e naturalmente la palestra dello Shohoku.
Devo ammettere che mi ha molto sorpreso sapere che quest’oggi non farò lezione. Hisashi è riuscito ad “acchiapparmi” prima che entrassi in quella che Hanamichi mi ha indicato essere la mia classe e mi ha accompata in giro per la scuola, mostrandomi l’aula professori, il laboratorio di scienze e chimica, la biblioteca, il laboratorio d’inglese, l’aula di informatica e quella di musica. La palestra, dove ci troviamo ora, è l’ultima tappa del mio “giro turistico”.
–come mai hanno incaricato te di accompagnarmi in giro per la scuola? Da quello che ho capito,non sei uno studente modello...-
Hisashi mi rivolge un sorrisetto adorabile. E' davvero molto carino.
–infatti non lo sono. Probabilmente hanno pensato che conoscessi questa scuola più di chiunque altro-
Ricambio il suo sorriso, facendo qualche passo verso il centro della palestra, dove giace, abbandonato, un pallone da basket. Prendo a palleggiare lentamente. Sento lo sguardo di Hisashi su di me, perciò mi volto verso di lui.
–hai detto di far parte della squadra di basket...-
Hisashi inarca un sopracciglio.
–si,è così. Perchè?-
Gli lancio la palla e lui, ovviamente, l’afferra al volo.
–dimostramelo- pronuncio soltanto, indicandogli il canestro. Lui, visibilmente sopreso dalla mia richiesta, si porta ugualmente proprio innanzi alla linea dei tre punti e si prepara a tirare. Chissà se ce la farà.
Osservo Hisashi che, concentratissimo, studia il canestro mordicchiandosi il labbro inferiore, delicatamente.
Poi,improvviso,il lancio: la palla descrive nell’aria una parabola perfetta; infine, si infila perfettamente nel canestro.
Hisashi si volta a guardarmi trionfante,mentre io mi congratulo con lui per il fantastico tiro da tre eseguito.

Ho passato quasi tutto il tempo in palestra con Hisashi. È un ragazzo molto simpatico; in più, è una vera stella dei tiri da tre. È un genio.
Quando l’ho messo al corrente della mia passione per il basket e della mia decisione di entrare a far parte della squadra femminile della scuola si è detto disposto ad aiutarmi a diventare un asso nei tiri da tre, proprio come lui.
Mi ha poi chiesto quale fosse il mio ruolo preferito, e io gli ho spiegato che il ruolo di playmaker è quello in cui mi trovo di più. “in questo caso devi conoscere Ryota Miyagi,il nostro capitano” mi ha detto, sorseggiando una lattina di coca che ha poi deciso di condividere con me: e meno male,perchè ero davvero assetata.
Ora mi trovo in cortile con Hisashi: stiamo aspettando Hanamichi, Haruko, una certa Ayako e gli altri membri del team di basket maschile dello Shohoku. Le ragazze della squadra femminile hanno già raggiunto il liceo Ryonan, e, come mi ha detto Hisashi, si staranno già scaldando.
Finalmente, sentiamo chiamare il nome di Hisashi. Due ragazze corrono verso di noi, l’aria affannata. Una delle due è Haruko Akagi, l’altra, una ragazza veramente carina dai capelli scuri e molto mossi, dev’essere Ayako, manager, insieme ad Haruko, della squadra maschile.
–Haruko, Ayako! Dov’eravate finite? Siamo già in ritardo!-
Le due si scusano come meglio possono, poi Hisashi mi presenta ad Ayako.
–mi chiedo dove diavolo siano Ryota e gli altri!- sbotta ad un certo punto Ayako, l’aria contrariata.
Haruko, più che contrariata, sembra invece preoccupata. –a quest’ora la partita sarà già iniziata!!-
Finalmente, vediamo un ultimo gruppetto di persone, tra le quali mio cugino Hanamichi, uscire da scuola e venirci incontro.
–volete darvi una mossa???- sbotta Ayako, mentre Haruko cerca di calmarla.
Sorrido nel vedere Ayako tanto arrabbiata per così poco. Tra lei e Haruko, preferisto di gran lunga Ayako. E’ molto più spontanea a parer mio; in più, è quella che delle due mi assomiglia di più caratterialmente.
–scusateci- dice soltanto il più basso del gruppetto, un ragazzo con l’orecchino dalla pelle sullo scuro. Non so perchè, ma ho l’impressione che si tratti di Ryota Miyagi, il capitano della squadra.
–vabbè,Ryo-chan,facciamo presto. Ehi, ma....e Rukawa?-
Kogure (si,c’è anche lui!) spiega a Hisashi che Rukawa è a casa, a letto con l’influenza. Mh,che peccato. Avrei tanto voluto conoscere questo fenomenale Kaede Rukawa.
Non mi sfugge l’espressione delusa dipinta sul viso di Haruko e non sembra essere sfuggita neppure a mio cugino, che pare piuttosto contrariato. Povero Hanamichi.
Haruko, fortunatamente, recupera subito la sua aria da bambinetta perennemente allegra: -ok! Allora in marcia!-

Arriviamo al Ryonan piuttosto in ritardo e subito ci precipitiamo in palestra, dove, all’infuori dei membri delle squadre, non c’è nessun’altro, poichè si tratta di una semplice amichevole.
Appoggio le spalle al muro, mentre Haruko mi indica, una ad una, le nostre giocatrici, soffermandosi a parlare per circa cinque minuti buoni di Kiran Rukawa e delle sue innate capacità.
La ragazza in questione, l’asso della squadra, è una ragazza magra, dai lunghi capelli color biondo cenere, e gli occhi di un azzurro intenso. È anche piuttosto alta: sicuramente supera il metro e settanta. Grande realizzatrice, non è però una gran trascinatrice: non incita quasi mai la sua squadra, se non rare volte.
Haruko mi indica poi una ragazza piuttosto formosa, dai capelli ricci e biondi, probabilmente tinti.
–quella è Nanaka Mitsui- mi spiega –è entrata da poco in squadra-
Mitsui? Nanaka Mitsui?
–è la sorella di Hisashi,per caso?-
Haruko annuisce.
–proprio così. Si è appena trasferita qui da un’altra scuola,proprio come te. Sai, siamo rimasti tutti piuttosto sorpresi quando Hisashi ce l’ha presentata. Comunque, sembra che tra i due non corra buon sangue-
-è un buon elemento?- domando, curiosa.
Sul viso di Haruko compare un’espressione strana, che non riesco ad interpretare.
–mhhh..diciamo che non ha molto talento, ma che può migliore ancora-
Nanaka Mitsui,eh? Chissà se diventerà qualcuno. Per quanto mi riguarda, ne dubito fortemente.
–e il capitano..chi è?- chiedo ad Haruko.
Lei sorride e mi indica una ragazza alta, corpulenta, dai capelli neri pettinati in una coda bassa. –Yumi Akagi. È mia cugina-
Haruko torna poi a guardare la partita, incitando la nostra squadra.
Io, invece, ho la testa immersa in ben altri pensieri: la sola e unica persona che guardo in campo è Kiran Rukawa.
La devo battere.
Devo dimostrare di essere più brava di lei. Insomma...l’altezza non è tutto,no?
I miei pensieri vengono interrotti dall’ennesimo canestro della Rukawa e dalla voce di Haruko che grida –Kiran,sei la nostra star!!!!-


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Ed è finito anche il quarto capitolo!! commentate,plz!! -Ruki

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Capitolo 6
*** Number 11, Uriko Sakuragi ***


Non riesco a dormire.
Continuo a rivedere Haruko applaudire ad ogni azione portata avanti da Kiran Rukawa, e il suo incitare la “stella di Kanagawa” ad alta voce, strillando come un’oca.
Rivedo Hisashi, Ryota e gli altri gridarle complimenti e la conseguente aria indignata di Nanaka Mitsui.
Come la capisco, poveretta. Ha cominciato a giocare a basket perchè voleva dimostrare d’essere qualcuno, e quella che si prende tutti i complimenti è quella gallina della Rukawa! Mh, non riesco proprio a sopportarlo!!!!!
Mi alzo dal letto, a dir poco infuriata e, in pigiama, mi trascino fino in cucina, dove trovo –con mia grande sorpresa- Hanamichi, seduto al tavolo, l’espressione persa nel vuoto.
–Hana...?-
Lui si volta verso di me, sorpreso come non mai.
–ah,Ucchan...-
Gli sorrido timidamente, avvicinandomi al tavolo. Mi siedo accanto a lui.
–anche tu non riesci a dormire?- mi domanda, guardandomi con quei suoi grandi e dolcissimi occhi, che tanto adoro.
–già. Non ci riesco. Ti sembrerà stupido, ma il motivo è...Kiran Rukawa-
Hanamichi inizialmente assume un’espressione stupita, poi sorride con l’aria di chi la sa lunga.
–lo sapevo. Non riesci a sopportare un po’ di competizione,eh?-
Scuoto la testa.
–no,non è questo. È solo che lei è veramente forte come la si dipinge, e questo mi spaventa-
-temi di non essere alla sua altezza?-
Nonostante io sia piuttosto orgogliosa, mi tocca ammettere che Hanamichi ha ragione. Annuisco alla sua domanda.
–oh,dai,non te la prendere!! Sono sicuro che tu sei molto più forte della dannata sorella della volpaccia!! Sei la cugina del Tensai,ricordi?? Come ha detto Haruko...buon sangue non mente!!!!-
Hanamichi scoppia a ridere in modo esagerato. Quanto gli voglio bene. Con poche parole è riuscito a rassicurarmi, e a risollevarmi il morale.
–grazie-
-e di che?-
-mi hai risollevato il morale,perciò ti ringrazio-
Hanamichi assume un’aria fiera. –di niente,Ucchan. Il grande Tensai Sakuragi è qui per questo!!-
Una nuova, fragorosa risata risuona nella piccola cucina, seguita da un silenzio snervante.
–senti,Hana...come mai non riuscivi a dormire?- domando,per rompere il silenzio.
-oh,beh...non lo so- è la sua vaga risposta, ma io ho capito perfettamente per quale ragione non ci riesce.
–è per Haruko,non è vero? Perchè è innamorata di Rukawa...?-
Hanamichi abbassa gli occhi alla lignea superficie del tavolo, non osando guardarmi.
–è così...?- insisto io. Voglio sapere, non voglio che mio cugino soffra per un’insulsa ragazzina dalla testa vuota. Lui, finalmente, annuisce.
–capisco. Sai,non per essere cattiva ma...credo che lei sia veramente cotta-
Hanamichi continua a tenere lo sguardo basso. Non parla.
–beh,la capisco. Kaede Rukawa è proprio un bel ragazzo. Io l’ho visto solo in foto però credo di poterlo comunque valutare...ma sai cosa,Hana? Kaede Rukawa non ha, e non avrà mai, i tuoi occhi-
Hanamichi alza il capo e mi guarda. Mi guarda confuso, non sapendo cosa pensare.
–i tuoi occhi sono i più belli che io abbia mai visto. E sicuramente anche Haruko li avrà notati-
Queste mie parole sembrano tranquillizzare Hanamichi: mi sorride riconoscente, poi si sporge verso di me e mi abbraccia, accarezzandomi goffamente la testa come il giorno del mio arrivo, alla stazione.
–in più- continuo, sciogliendomi delicatamente dall’abbraccio di questa splendida persona che è mio cugino –tu sei il Tensai Sakuragi. L’unico e il solo. L’inimitabile genio del basket....ricordi?-
Hanamichi annuisce, regalandomi un altro dei suoi meravigliosi sorrisi.
–si,hai proprio ragione,cuginetta. E sai che ti dico? Che riuscirò a conquistare il cuore della mia Harukina nel giro di un mese! Non un giorno di più,non un giorno di meno. Alla faccia di quella volpaccia artica!-

Questa volta la sveglia ha suonato, e anche troppo presto.
Ancora intontita dalla nottataccia trascorsa in cucina a parlare con mio cugino e poi nel mio letto a fantasticare su un’eventuale sconfitta di Kiran Rukawa da parte della sottoscritta, mi trascino in bagno e mi specchio: una ragazza minuta, dai capelli castani e gli occhi grigio-azzurri mi guarda con aria assonnata.
Mi sciacquo il viso con l’acqua gelida, sperando che serva a farmi uscire dallo stato di torpore nel quale momentaneamente mi trovo, poi prendo a spazzolarmi energicamente i capelli, ribelli quasi quanto me.
Hanamichi mi raggiunge qualche minuto dopo, sbadigliando, l’aria apparentemente distrutta. Con una spinta leggera si impadronisce dall’area davanti allo specchio e prende ad ispezionarsi il viso e i capelli, per poi sciacquarsi vigorosamente con l’acqua gelata.
–Hana...non occupare tutto lo specchio- brontolo io, cercando di spostare mio cugino spingendolo verso la porta, ma senza risultato.
–Ucchan...dai,lasciami stare- è la sua risposta secca.
Non mi va di protestare oltre. Aspetto che mio cugino esca dal bagno, poi mi piazzo nuovamente davanti allo specchio e mi preparo per la scuola. Esco dal bagno dieci minuti dopo.
–ci hai messo cinque minuti solo per farti quella coda!- brontola Hanamichi –ed ora siamo in ritardo-
-sei tu che hai occupato lo specchio per venti minuti giusti giusti!- ribatto io, indossando l’uniforme scolastica.
E così, tra un battibecco e un sorrisetto divertito, io e Hanamichi usciamo di casa e, dopo poco, arriviamo a scuola.
–ehi,Uriko! Hanamichi!- ci sentiamo chiamare, una volta nel cortile. E’ Haruko, e con lei ci sono Ayako e Yumi Akagi, capitano della squadra femminile.
–Harukina!!- esclama subito Hanamichi, correndo verso di lei come un cagnolino fedele al richiamo del padrone. È davvero buffo.
Io lo seguo, più lentamente. Non mi va di correre la mattina presto. Ma ecco improvvisamente venirmi incontro una bicicletta spuntata da chissà dove. L’idiota che la monta non deve avermi visto, perchè mi sta venendo praticamente addosso. Faccio appena in tempo a fare qualche passo indietro: la bicicletta passa rapida davanti a me come se nulla fosse.
–ehi,baka kitsune surgelata!!!!- sento Hanamichi gridare –guarda dove vai!! Stavi per investire mia cugina, idiota celebroleso!!!-
Ma Rukawa non sembra sentirlo. Wow, come primo incontro è stato davvero fantastico. Per poco non morivo sotto la bici di quell’idiota!
–quello era Rukawa?- chiedo, avvicinandomi al gruppetto.
–ehm...si- è la risposta di Haruko. Sembra quasi imbarazzata per il ragazzo che le piace. È proprio tutta scema.
–ah...beh,bel tipo!- dico ironicamente, cogliendo lo sguardo eloquente di mio cugino.
–che ti avevo detto? È proprio un deficiente- dichiara scrollando le spalle.
–ehm...Uriko..?- si intromette Yumi Akagi, interrompendo il discorso. Mi volto verso di lei, chiedendomi cosa voglia da me.
–ehm..sono Yumi Akagi, capitano della squadra femminile di basket dello Shohoku. Ricordi? Ci siamo conosciute ieri-
Annuisco. Ovvio che mi ricordo.
–Haruko mi ha parlato della tua passione per il basket, e mi ha detto che vorresti entrare a far parte del team...è così?-
-si,effettivamente è così. Perchè posso entrare a farne parte,no?- chiedo.
Spero che la sua risposta sia positiva, altrimenti potrei decidere di suicidarmi.
–ma si,si! Certo che puoi. Anzi, ti dirò che sono felice di questa tua decisione: ci servono nuovi elementi-
Haruko mi guarda, sorridendo raggiante. Sembra più felice lei per me di quanto non lo sia io.
–se è così,consideratemi già dei vostri-
-perfetto! Ci vediamo oggi in palestra dopo le lezioni,va bene? Così potrai mostrarmi che cosa sei in grado di fare-
-ci sarò-

-lei è Uriko Sakuragi,ha sedici anni,viene da Tokyo e da oggi frequenterà questa classe. Salutate, ragazzi!-
Una serie di voci, alcune entusiaste altre per niente (Rukawa,perchè si tratta sicuramente di lui,sta addirittura dormendo), che mi salutano in coro.
È patetico, ma non posso far altro che sorridere.
La professoressa mi indica poi un banco vuoto, accanto ad una ragazza dai lunghi capelli sul biondo e dagli splendidi occhi simili a due zaffiri...oh,no! È Kiran Rukawa, ne sono sicura. Mentre mi dirigo al mio posto, mi rivolge un bel sorriso.
–ti ho vista, ieri alla partita. Scusa se non mi sono presentata...sei la cugina di Hanamichi Sakuragi,giusto? Io sono Kiran Rukawa-
Oddio, sta cercando di fare la carina per qualche misterioso motivo o è così di carattere? Mi porge la mano ed io sono costretta a stringergliela.
–piacere- pronuncio soltanto, anche se, ovviamente, non lo penso davvero.
–il piacere è tutto mio- esclama lei, sorridendo. Oddio, piantala di sorridere in quel modo! Non lo sopporto proprio!
–bene,ragazzi. Aprite il libro a pagina 52- ordina la prof, cominciando a scrivere qualcosa alla lavagna.
Oddio,quale libro? Io non ho ancora acquistato i libri di testo,maledizione!
–non hai il libro,vero?- mi domanda Kiran, guardandomi con quei suoi grandi occhi celesti che traspirano dolcezza e infinita tranquillità. Questa ragazza dev’essere una specie di santa, o qualcosa del genere.
–ehm..no,in verità no-
-ah,non preoccuparti! Useremo un libro in due,se per te non è un problema!-
In effetti per me è un problema, Kiran. Un grosso, enorme problema. Ma insomma...la regina del basket,Uriko Sakuragi,si abbassa a dividere un libro di testo con una principiante come Kiran Rukawa? Non se ne parla!
–e..e va bene- rispondo.
Non so neppure io perchè l’ho fatto. Maledetta Kiran Rukawa.

-ti accompagno in palestra,se te per te va bene-
Uff,Kiran ha intenzione di pedinarmi per tutto il giorno.
–ok- le rispondo. Non mi va neppure di discutere.
Quando arriviamo in palestra, troviamo ben poche persone: Yumi, il capitano; Nanaka, la sorella di Hisashi, e Haruko,venuta a fare il tifo per me.
–e le altre?- domanda Kiran –dove sono?-
Yumi ci spiega che sono fuori per un allenamento speciale con la squadra maschile.
–come sarebbe a dire un allenamento speciale? E perchè io non sono con loro?- domanda nuovamente Kiran, piuttosto stupita –mio fratello non mi ha detto niente di questa faccenda-
-ho pregato io Kaede di non dirti nulla. Questo perchè è essenziale qui la tua presenza,Kiran, così come quella di Nanaka. Dobbiamo testare le capacità di Uriko,e ho bisogno dell’aiuto delle mie due migliori giocatrici-
Kiran annuisce anche se poco convinta, poi si dirige verso gli spogliatoi e mi fa cenno di seguirla. Decido di seguirla senza protestare.
Una volta negli spogliatoi mi siedo su una delle panchine presenti nella stanza, mentre Kiran si dirige verso un armadietto, probabilmente il suo, estraendone una divisa da basket di colore rosso. Un grande numero 7 spicca sul retro della maglia.
–numero 7,eh?- Kiran sorride, mostrandomi con orgoglio la maglia. –già...- risponde soltanto, cominciando a cambiarsi.
–che numero di maglia mi verrà assegnato?- domando, curiosa.
–Adesso vedrai. Comunque non ti aspettare il numero 4. E’ il nostro capitano,se ti interessa,a portare la maglia numero 4,esattamente come l’ex-capitano della squadra maschile,Takenori Akagi. Sai, è suo cugino, e lei in qualche modo ci tiene a seguire le sue orme-
Annuisco, poi Kiran prende nuovamente parola: –la capisco. Ci tiene a dimostrare d’essere all’altezza di suo cugino,proprio come io ci tengo a dimostrare d’essere brava come mio fratello-
Suo fratello. Kaede Rukawa, l’anno scorso definito super rookie. Mi sembra un’impresa alquanto impossibile.
–tuo fratello,già. Kaede,no?-
Kiran annuisce.
–lo conosci anche tu,eh? Ma d’altronde...chi non lo conosce? È veramente un fenomeno-
-anche tu sei in gamba- dico, senza neppure pensarci.
Oddio,che diavolo ho detto??? Che diavolo hai detto,Uriko!? Ma stai bene??
–grazie!- mi dice Kiran sorridendo –i tuoi complimenti mi fanno piacere. Comunque sia...ecco la tua maglia- dice, estraendola da un armadietto aperto.
–sai,sei fortunata. Anche mio fratello gioca con questo numero. Spero porti fortuna anche a te,come l’ha portata a lui-
Kiran mi lancia la maglia, ed io l’afferro al volo.
È la maglia numero 11.


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Qst è il secondo capitolo che posto nel giro d una giornata!!! ke lavoraccio!!! me lo lasciate un commentino? -Ruki

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Capitolo 7
*** You're In The Team! ***


Tensione.
L’avverto in ogni muscolo del mio corpo: atroce, concreta eppure impalpabile, così come la mia concentrazione.
Lo sguardo di Haruko è fisso su di me, lo avverto chiaramente. Le lancio un’occhiatina con la coda dell’occhio dimenticando per un attimo il canestro: tiene le mani giunte al petto, e si tormenta il labbro inferiore con i denti, segno che è davvero molto nervosa per me.
Chissà se anche per Hanamichi si è preoccupata tanto, al tempo del debutto del mio geniale cuginetto nella squadra maschile dello Shohoku. Forse si, forse è stata proprio lei ad incitarlo ad entrare in squadra, nonostante lui avesse già intenzione di farlo proprio per colpirla, per far breccia nel suo cuore, purtroppo già innamorato.
Il mio sguardo abbandona la nervosissima Haruko e si posa su Yumi Akagi, seduta in panchina, le mani poggiate in grembo, lo sguardo fisso su di me. I suoi occhi scuri non trasmettono alcuna emozione,sembrano quasi vuoti.
Una cosa è certa: Yumi non è esattamente quella che si chiama una ragazza che intimidisce nonostante non sia propriamente...minuta. A guardarla così, apparentemente immersa nel suo mondo, sembra non avere per nulla la stoffa del capitano.
Ma la cosa non mi riguarda.
Torno a concentrarmi sul canestro, con un sospiro. Andiamo,Uriko. Non sono che due tiri liberi..due banali,stupidi e sicuramente semplicissimi tiri liberi!
Quante volte li hai azzeccati senza problemi durante i tuoi continui allenamenti in quel campetto desolato nella periferia di Tokyo? Quante volte? Tante, tante volte.
–e allora,Sakuragi? Hai deciso di farti un pisolino?-
La voce di Nanaka Mitsui mi colpisce come un pallottola al cuore. Mi volto verso di lei, lanciandole una delle mie migliori occhiate malevole.
Kiran ridacchia, probabilmente divertita dalla mia espressione. Oh, al diavolo anche Kiran Rukawa.
–sono un po’..come dire,nervosa- ammetto –quindi,se stai zitta,magari riesco a calmarmi un po’-
. Il sorriso strafottente di Nanaka scompare improvvisamente: deve aver capito che con la sottoscritta non si scherza. Kiran mi sorride nuovamente,ma questa volta si tratta di un sorriso di gratitudine: capisco al volo che Nanaka non le sta molto simpatica e che è felice del fatto che io l’abbia messa a tacere.
Torno a fissare il canestro, palleggiando lentamente. Sento un brivido freddo corrermi giù per la schiena, segno inequivocabile del fatto che sono terribilmente nervosa.
Due tiri liberi.
Devo effettuare due tiri liberi, e basta. Il capitano mi ha chiesto solo questo, per ora. Da questi due tiri liberi dipende forse il mio ingresso nella squadra? O dovrò affrontare altre prove? Non lo so,ma è certo che non verranno ammessi sbagli.
Deglutisco, facendomi forza. Uriko Sakuragi non ha paura di niente, non si è mai tirata indietro davanti a nessuna sfida, facile o complessa che fosse!
Finalmente, raccolgo tutto il mio coraggio e tiro. Fortunatamente, la palla descrive un arco perfetto, e atterra dritta dritta nel canestro.
Haruko, Yumi e Kiran applaudono entusiaste. Sorrido, rincuorata, ma ancora agitata: la sfida non è finita, devo realizzare un altro canestro ed è difficile,non devo sottovalutare questa situazione.
Prendo a palleggiare nuovamente, questa volta più velocemente, il cuore in gola. Poi, senza neppure starci troppo a pensare, effettuo un nuovo tiro. Sento il cuore martellarmi forte nel petto. Tu-tum-tu-tum-tu-tum. È incessante, terribile. Trattengo il fiato volontariamente, ma non credo sarei in grado di respirare, in ogni caso.
Nuovamente vedo la palla, ai miei occhi appannati dall’ansia una macchia arancione indistinta, descrivere una parabola. Una parabola nuovamente perfetta. La palla arresta il suo rotolare a bordo campo, dopo essere passata rapidamente nel canestro.
Finalmente, riprendo a respirare, mentre Haruko mi si getta al collo, felicissima.
Ce l’ho fatta...ce l’ho fatta. Ce l’ho fatta!
Yumi mi si avvicina, sorridente.
–basta così,è sufficiente- annuncia,con mia immensa gioia –ora fatti pure una partitella d’allenamento con Nanaka e Kiran. Comunque sia,sei stata molto brava-
–niente male davvero!- esclama Kiran, appoggiandomi una mano sulla spalla.
Nanaka non sembra molto felice del mio ingresso nel team: mi basta uno sguardo per capirlo, ed è uno sguardo che non promette niente di buono.

Il tempo trascorre veloce quando mi diverto. Quando gioco a basket,poi,sembra quasi che il tempo mi passi accanto come se qualcuno avesse premuto il tasto avanti di un videoregistratore. È una cosa snervante, perchè il divertimento finisce sempre troppo presto...
–basta così,ragazze- sento la voce di Yumi dichiarare. –è tardi,è ora che andiate a casa-
Lancio un’occhiata fuori dalla finestra,sperando di poter intuire l’orario dal colore del cielo.
–sono le sette,se ti interessa- sento dire a Kiran, che ancora non ha raggiunto gli spogliatoi, cosa che Nanaka ha fatto non appena ha potuto andando subito farsi una doccia, a dir poco esausta.
–oh,grazie-
-non c’è di che-
Mi sorride, di quel sorriso che detesto.
–senti..- comincia, mentre entriamo negli spogliatoi ed io mi butto, stanca morta, su di una panca, frugando nella mia borsa alla ricerca della bottiglietta dell’acqua.
–si?- le chiedo, svitando il tappo della bottiglia, dopo averla finalmente trovata.
–ti sei divertita?-
La domanda mi lascia un tantino di stucco, tuttavia annuisco allo strano quesito della ragazza.
–beh,si. Ma perchè me lo chiedi?-
-perchè credo sia importante divertirsi quando si gioca. Il basket è anche questo: puro divertimento,il più grande. Cerca di non dimenticartelo,se puoi-
Si, Kiran ha ragione. Tendo spesso a dimenticarmi che il basket non è che un gioco, in fondo. Certo, un gioco faticoso, che richiede concentrazione e talento, ma pur sempre un gioco.
–ok- le rispondo soltanto.
–che ne pensi di Nanaka?- mi domanda ancora, lanciando un’occhiata alla porta delle docce, per controllare che la nostra compagna di squadra sia ancora intenta a spazzar via la fatica con l’acqua calda.
–uhm...è a posto- mento.
Non mi va di fare polemiche e di parlar male delle persone, non il giorno del mio ingresso in squadra. Non voglio rovinare questa magnifica giornata, non voglio turbare la mia felicità chiedendomi per quale motivo Nanaka mi guardi in quel modo, con quello sguardo pieno d’astio; e non voglio neppure sapere perchè Kiran mi abbia posto una domanda del genere.
Di Nanaka, in fondo, non so nulla. Beh,si...so che è una di quelle bionde platinate convinte d’essere miss giappone, sicuramente incosciente del fatto di non essere poi un granchè. Una di quelle smorfiosette tutte curve niente cervello, convinta per di più d’essere una specie di nuova rivelazione del basket, cosa nient’affatto vera, poichè durante la partitella in palestra ho notato che è piuttosto scarsa.
–non lo so..davvero- rispondo, proprio mentre Nanaka esce dalle docce, lamentando un esagerato dolore ai muscoli.

-allora..ci vediamo-
Fuori dalla palestra, saluto Kiran, decisa ad andarmene. Sono un po’ stanca, voglio tornare a casa.
–si,ci vediamo...- mi saluta lei, guardando con un mezzo sorrisetto Nanaka che, brontolando infuriata, sta già varcando il cancello, diretta a casa. Mi accingo a fare lo stesso, ma Kiran mi richiama.
–Sakuragi!-
-si?-
Che diavolo vuole,adesso? Possibile che non mi lasci mai in pace?
–conosci la squadra dell’istituto Kainan,vero?-
Kainan...Kainan...ah,si,ma certo! Si tratta di una delle squadre più forti della prefettura, sia per quanto riguarda la squadra maschile, sia per la femminile.
–si,la conosco. Perchè?-
-quest’anno hanno un nuovo elemento in squadra, e pare sia una giocatrice molto abile. Si chiama Naromi Kitazawa. Gioca come playmaker, ma può facilmente ricoprire anche altri ruoli, cosa che la rende molto utile per il Kainan e molto pericolosa per lo Shohoku. C’è gente che la definisce il nuovo grande talento del basket femminile della prefettura di Kanagawa-
Naromi Kitazawa? Il nuovo grande talento? Ma com’è possibile??? Non se ne parla! Non se ne parla proprio! E’ la sottoscritta il nuovo grande talento di Kanagawa! Altro che la Kitazawa, altro che la Rukawa!!
Tremeranno tutti davanti al mio indiscutibile talento, quant’è vero che mi chiamo Uriko Sakuragi!

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Capitolo 8
*** An Ordinary Sunday ***


Domenica.
Il così detto giorno del riposo. Si,come no. Tutto il mondo si riposa,ma non la sottoscritta. Ho la testa affollata di pensieri, e una montagna di compiti da fare...maledizione!
Uhm...Naromi Kitazawa...mh,chissà se è vero che si tratta della nuova stella della prefettura.
Già me la immagino...deve trattarsi di un’altra stangona dalle sembianze gorillesche, probabilmente molto simile al capitano.
Mi appoggio allo schienale della sedia e mi scosto una ciocca di capelli dal viso, cercando di concentrarmi sul libro di matematica aperto davanti a me. Ahhhh...non ci capisco nulla.
Non sono neppure sicura di essere in grado di distinguere un’equazione da una frazione, figuriamoci se sono capace di risolvere un’espressione del genere.
–allora,come va?- sento qualcuno domandarmi.
È Hanamichi. Come al solito è entrato senza bussare,ma la cosa non mi disturba neanche un po’.
–non va. Non ci capisco niente. Il problema è che se non riesco a completare tutti gli esercizi per domani,quell’isterica della prof mi metterà in punizione...spero solo che non mi impedirà di partecipare agli allenamenti del club di basket-
Hanamichi ridacchia.
–no,non ti farà escludere dagli allenamenti. Perchè dovrebbe farlo? Al massimo ti metterà a lavare i cessi!-
Lavare i cessi??!!! Come sarebbe a dire?? No,non ci penso neppure!
–figuriamoci! Lo dici solo per prendermi in giro!-
Hanamichi scuote la testa.
–no,dico davvero. So che Mitsui è stato punito due volte solo questo mese, e l’hanno costretto a lavare e lucidare i gabinetti e i lavandini. La maledetta volpaccia, invece, ha dovuto occuparsi dei pavimenti-
Hanamichi scoppia a ridere come è solito fare, di quella risata che ho imparato a conoscere e ad interpretare. Probabilmente l’idea di Rukawa intento a ripulire i bagni lo fa sentire davvero al settimo cielo.
–hanno punito Rukawa?-
-si. Probabilmente si era appisolato sul banco come al solito...quell’idiota!!!-
Si,è vero. Rukawa non fa altro che dormire. Quello sfigato del suo compagno di banco si è ormai rassegnato al fatto di non poter conversare con nessuno durante le lezioni più insostenibili,quando l’unica cosa di cui si ha bisogno è una persona amica che si trovi nella tua stessa situazione.
–che sia vero o meno,io non voglio neppure pensare di poter finire a lavare i cessi!!! Non mi puoi aiutare?- domando al mio cuginetto, lo sguardo supplichevole.
–se non vuoi prendere uno 0,ti conviene non farti aiutare da me. Sono una capra in matematica- ammette (stranamente!) Hanamichi, portando una mano dietro la nuca,a grattarsi la testa. –chiama un tuo compagno di classe,no? Fatti aiutare da lui-
Chiamare un mio compagno di classe? Beh,devo ammettere che non è una cattiva idea.
–buona idea-
Hanamichi sorride e mi scompiglia i capelli, prima di uscire dalla mia stanza, lasciandomi sola.
Vediamo...chi potrei chiamare? Quella secchiona di Asuka sarebbe l’ideale, ma ha un carattere che mi manda in bestia. Già ci ho litigato una volta, e di certo non desidero un secondo round. Non per adesso, almeno.
Yuuka? No,nemmeno. È bravissima nelle materie di studio, ma non mi pare sia un asso in matematica.
Forse potrei chiamare quello sfigato di Tatsuya, il compagno di banco di Kaede, che sicuramente mi aiuterebbe, data la sua morbosa passione per la sottoscritta, ma non sono sicura che mi sarebbe d’aiuto, visti i suoi voti, scarsi quasi quanto quelli di Rukawa.
Improvvisamente, mi rendo conto che una persona disposta ad aiutarmi ci sarebbe.
Kiran.
Lei mi aiuterebbe senza farselo ripetere due volte, ne sono sicura. In più, è una secchiona in tutte le materie, e quindi anche in matematica.
Si, Kiran sarebbe l’ideale. Ma il mio orgoglio mi permetterà di alzare la cornetta del telefono per chiamarla? Chissà perchè, ne dubito fortemente.
Mi trascino ugualmente in corridoio, cellulare in mano, e rimango a fissare il telefono, incerta sul da farsi.
–ma che stai facendo?- mi domanda Hanamichi, un enorme hot dog in una mano e una rivista sportiva nell’altra.
–fisso il telefono-rispondo io, come se fosse la cosa più normale del mondo –è così bello,una vera gioia per gli occhi-
Quando capisce che lo sto prendendo in giro, Hanamichi alza gli occhi e scompare al di là della porta della sua camera, borbottando qualcosa sottovoce.
Ridacchio tra me e me. È così divertente prendere in giro mio cugino!
–allora,la chiami o no?- lo sento urlare dalla sua stanza.
Ma come diavolo ha fatto a capire che devo chiamare Kiran?
–sai che lei è l’unica che possa aiutarti,Ucchan!- lo sento poi aggiungere, utilizzando il classico “tono del saputello”, che io detesto.
Oh,al diavolo,Hana! Però mio cugino ha ragione. La devo chiamare. La devo chiamare per forza.
Abbandonando per un attimo il mio orgoglio morboso, compongo il numero di casa di Kiran dopo averlo controllato sul cellulare. Spero solo sia in casa, altrimenti sarei rovinata.
È una voce maschile a rispondermi, dopo quattro interminabili squilli. –pronto?-
-p-pronto. Sono Uriko,una compagna di classe di Kiran. È in casa?- domando, sperando ardentemente in una risposta positiva.
–no,non è in casa- mi risponde colui che sta dall’altra parte dell’apparecchio,il tono scocciato,quasi annoiato. Vorrei suicidarmi. –e non dovresti esserci neppure tu-
Eh? Che intende dire ‘sto qui?
–non capisco...-
-gli allenamenti supplementari di basket. Kiran non ha fatto altro che parlarne per una settimana,con mio sommo dispiacere-
Allenamenti supplementari? Cosa? Oddio,è vero!!!!
–cacchio,hai ragione!!! Cioè...ha ragione..o hai?? scusa,ma chi sei? O meglio,chi è? Diamine!-
-mocciosa,sono Kaede- mi risponde lui, lasciandomi completamente di sasso.
–come mi hai chiamata,scusa?!-
-ma bene,oltre ad essere una smemorata cronica sei anche sorda. È proprio vero che non c’è limite al peggio-
Come,come,come???? Ma chi gli da il diritto di parlarmi in questo modo????? Chi diavolo crede d’essere questo idiota????
–ora capisco perchè non hai amici. Con un carattere così, non risulterai mai simpatico a nessuno!- sbotto, stringendo forte la cornetta del telefono, immaginando di stringere forte il collo di questo cretino. Quanto vorrei strozzarlo!
–ma io non voglio risultare simpatico a nessuno. È proprio questo il punto. Se gli altri mi trovano simpatico...beh, meglio. Se non mi trovano simpatico, affari loro. E adesso facciamola finita con questa conversazione idiota. Ciao-
Non ci posso credere: mi ha chiuso il telefono in faccia. L’ha fatto per davvero!!!
–Hanamichiiiiiiii!!!!!!- chiamo,infuriata, abbassando la cornetta, forse un po’ più violentemente del necessario.
–che cosa vuoi??- lo sento urlare dalla sua camera. Non si è mosso da lì per tutta la durata della telefonata.
–quell’idiota di Rukawa ha osato chiudermi il telefono in faccia!!!- sbotto, dirigendomi verso la stanza di mio cugino. -Ma se lo prendo io l’ammazzo...io lo uccido...io...-
Mi blocco. Lo spettacolo che si presenta ai miei occhi è a dir poco allucinante.
Hanamichi, lo sguardo serio e concentrato, è seduto sul pavimento, circondato da innumerevoli libri di testo. Uno in particolare, un grosso libro di biologia, è poggiato sulle sue ginocchia, e alcuni paragrafi sono sottolineati, segno evidente che mio cugino sta...studiando.
Non ci credo,non è possibile!!! Mio cugino che studia??? No,impossibile!!!
Spalanco gli occhi e apro la bocca, cercando d’apparire il più shockata possibile.
–cosa c’è?- mi domanda Hanamichi, il tono perplesso, incuriosito, quasi spaventato.
–tu...tu...- balbetto di proposito, puntandogli un dito contro.
–io cosa...!?- mi domanda ancora lui, con lo stesso tono, cominciando ad agitarsi.
–tu...tu non...tu non lo senti??-
Hanamichi chiude il libro con un gesto secco, cominciando a guardarsi attorno, seriamente allarmato.
–sentire cosa???-
-il coro dell’alleluia,naturalmente- rispondo, prendendolo in giro.
–il coro dell’ al...cosa?-
Possibile che non abbia capito?
–stai studiando!-
-si, e allor..ah,ho capito!!-
Scoppio a ridere.
–stai studiando per farti bello agli occhi di Haruko? Sai,ho notato che cerca d’attaccare discorso molto più spesso con Kiminobu che con Rukawa, di questi tempi. forse gradisce i ragazzi colti e competenti!-
Hanamichi comincia ad arrabbiarsi.
–Ucchan?-
-si?-
-scappa prima che decida che vale la pena darti una lezione!!!!-
Oh-oh. Forse questa volta l’ho fatto arrabbiare per davvero.
–ok,ok. Vado in palestra. Ho dimenticato che oggi doveva esserci un allenamento speciale,perciò devo andare a scusarmi con Yumi- dichiaro. –
in palestra? E i compiti di matematica?-
-un problema alla volta- rispondo, spalancando la porta di casa e richiudendomela alle spalle.

-...ed è per questo motivo che non mi sono presentata all’allenamento. Scusami,capitano. È che sono un po’...-
-smemorata,ho capito- mi interrompe Yumi.
Fortunatamente, sta sorridendo. Ricambio il sorriso, guardandola con gratitudine. Che persona fantastica!!! Così buona, così comprensiva...non poteva capitarmi un capitano migliore.
Kiran, dietro di me, sta ridacchiando, probabilmente a causa mia. Ma quando mai questa non ride?
Nanaka, più in disparte, mi guarda con disprezzo.
–che ti ridi tu?- domando a Kiran, sbottando.
–e me lo chiedi? Sei così buffa. Nessuno, e dico nessuno, ha mai dimenticato un allenamento speciale, prima d’ora. Ma tu si. L’hai dimenticato nonostante te l’avessimo ripetuto più di dieci volte nel giro di una giornata-
Io-questa-la-ammazzo. Ma che diavolo vuole??? Come si permette di ridere di me??? Dev’essere un gene di famiglia. Sono tutti sballati, tutti fuori di testa. E del tutto odiosi.
–niente paternali,Rukawa. Non è giornata- rispondo semplicemente, frenando il mio istinto omicida.
Kiran fa per replicare, ma il capitano la interrompe: –ragazze,andiamo a cambiarci!-
Seguo le mie compagne nello spogliatoio, nonostante non abbia preso parte all’allenamento. Voglio sapere se hanno provato qualche nuovo schema.
–com’è andato l’allenamento oggi? Qualcosa di nuovo?- domando a Yumi, sedendomi sulla mia panca preferita, quella su cui ho scribacchiato con un pennarello nero indelebile “Uriko is the best”, suscitando occhiate malevole da parte di Nanaka e risatine divertite da parte di Kiran.
–no,niente di nuovo. Però ci siamo allenate alla grande...vero,ragazze?-
Un “si” generale riempie gli spogliatoi. Nanaka è l’unica a non rispondere. Forse ha capito di non essere la dea del basket che crede d’essere, dopo tre ore d’allenamento soffocante made in Akagilandia.
Hanamichi mi ha parlato spesso di quanto fossero faticosi gli allenamenti, quando Takenori Akagi, fratello di Haruko, nonchè cugino di Yumi, era a capo del team maschile dello Shohoku. Probabilmente far sudare le persone con allenamenti massacranti è una caratteristica della famiglia Akagi.
I miei pensieri vengono disturbati dalla voce possente di Yumi,che comincia il suo abituale discorso post-allenamento: –allora ragazze...credo che Kiran vi abbia già informato degli elementi pericolosi delle squadre che ci troveremo davanti-
Tutte annuiscono, l’aria preoccupata.
–quest’oggi parleremo di Naromi Kitazawa,nuovo acquisto del Kainan. Qualcuna di voi ha sentito parlare di lei?-
Solo io, Nanaka e Kiran alziamo la mano.
–ho un articolo su di lei- dichiara Kiran, estraendo dalla sua borsa il nuovo numero della mia rivista preferita, quella su cui, a suo tempo, avevo letto un articolo proprio su Kiran Rukawa. –l’hanno addirittura intervistata. È un po’ una montata, ma purtroppo è degna della sua fama. È un’ottima playmaker, e non se la cava male neppure nei tiri da tre. Sarà difficile per noi bloccarla. So che è piuttosto alta, oltre ad essere, a detta di molti, velocissima. Io non l’ho mai vista giocare,ma se tutto ciò che si dice di lei è vero, la nostra playmaker dovrà vedersela con la nuova stella di Kanagawa. Credi d’esserne in grado,Sakuragi?-
La domanda di Kiran mi spiazza un po’. È proprio questo il fatto...non so se ne sono in grado. Se questa Naromi Kitazawa è alta, veloce, brava come playmaker e abile nei tiri da tre, allora non sono più tanto sicura di poterla fermare.
Ma potrebbe trattarsi solo di una grande esibizionista, una che maschera i propri limiti cimentandosi in qualche azione spettacolare di tanto in tanto affidandosi alla fortuna. Una cosa è certa: se è veloce, non si tratta di una gorillozza.
La cosa mi solleva, e non poco. mi infonde anche un gran coraggio, una nuova sicurezza.
–e lo domandi? Ovvio!- mi decido a rispondere.
E ne sono convinta.

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Capitolo 9
*** Feelings And Revelations ***


-...facile,no? Avete capito tutti, mi auguro. Vi avverto che nel prossimo compito troverete una serie di espressioni da risolvere. E pretendo da voi il massimo. Da tutti voi...mi sono spiegata?-
Il capo appoggiato sul palmo della mano aperta, gli occhi socchiusi, mi costringo a biascicare un “si” annoiato. Non riesco proprio a capire a cosa serva la matematica. Voglio dire...a cosa mi serviranno queste espressioni complicate nella vita? A niente, naturalmente. Non mi serviranno quando diventerò mamma e dovrò imboccare quel marmocchio di mio figlio,né quando dovrò firmare pile di autografi. E neppure quando verrò riconosciuta e premiata come la giocatrice di basket più talentuosa del mondo.
La gracchiante voce della professoressa mi riporta alla realtà, e piuttosto bruscamente:
-e adesso,controlliamo i compiti-
Oh,no,no,no! Questo non mi piace. Non mi piace affatto.
–vediamo...oggi chiamiamo tre persone. E vediamo se hanno fatto i compiti...-
Oddio,oddio,oddio. Signore,salvami se puoi. Non fare che mi accada questo...non voglio finire a lavare i cessi!
–vediamo...direi di controllare..ma si,cominciamo con il bell’addormentato. Qualcuno mi sveglia Rukawa?-
Una gomitata ben assestata da parte di Tatsuya e Rukawa ritorna tra i vivi.
–Kaede Rukawa...molto bene. Hai fatto i compiti?-
Rukawa non deve aver capito la domanda. Credo che si trovi ancora in uno stato di trance, perchè si limita a riappoggiare la testa sul banco, come se la professoressa non gli avesse rivolto alcuna domanda.
–deduco che tu non li abbia fatti,Rukawa. Quindi non li avrà fatti neanche...-
-io li ho fatti, professoressa- la interrompe Kiran, sentendosi naturalmente presa in causa.
–molto bene,Rukawa. E siamo a quota...due. l’ultima persona a cui chiederò i compiti è...-
Non dire il mio nome. Non dirlo. Non sarebbe carino,sai? No,decisamente non sarebbe carino.
–Uriko Sakuragi-
Ecco,lo sapevo. Grazie Dio,grazie tante. Deglutisco una...due volte, prendendo a giocherellare nervosamente con una penna. Oddio...e adesso cosa mi invento? Cosa??
–Ehm...-
-li hai fatti i compiti,Sakuragi?-
Ma che persona impaziente...dammi almeno il tempo di inventarmi una scusa credibile!
–no..veramente no- rispondo semplicemente, abbassando lo sguardo al banco che ho provveduto a riempire di scarabocchi già dal primo giorno. Lancio un’occhiata a Kiran: il suo sguardo dispiaciuto mi fa sentire ancora peggio.
–beh...perfetto. Questo vuol dire che Rukawa e Sakuragi dovranno trattenersi oltre l’orario scolastico e...-
No, i cessi no. Tutto ma non i cessi. Pietà!!
-...occuparsi dei bagni-
Basta,non mi affiderò mai più alla divina provvidenza.
-..ma ormai ci sei abituato,non è vero Rukawa?-
Nessuna risposta, com’era facile prevedere. Temo che Rukawa si sia riaddormentato davvero. Ora non ho più dubbi: è un vero idiota.

Roba da pazzi.
Io, il genio del basket, futura giocatrice numero uno al mondo, mi sono ridotta a lavare degli squallidi cessi. Non è possibile, dev’essere un incubo...oppure uno scherzo, uno di quegli scherzi scemi ma ben organizzati, di quelli che di solito si fanno alle persone famose per poi costruire attorno a questi scherzi idioti una trasmissione televisiva ancora più idiota.
–non è possibile! Davvero,non può essere vero!!! Ma che schifo!! Che grande,immenso schifo!!! Ma che...-
-piantala di lamentarti,mocciosa-
La voce profonda di Kaede interrompe il mio lamentarmi, con mio enorme dispetto.
–ma secondo te,grande genio,come diavolo faccio a smettere di lamentarmi,eh!? È la cosa più...più....più rivoltante che io sia mai stata costretta a fare in tutta la mia vita!-
-e con questo? ‘sta zitta e lavora-
Possibile che esista una persona con un carattere così?? Dio,è davvero insopportabile!!! Se non fosse così...grande e grosso,lo prenderei più che volentieri a sberle, ma non mi sono ancora rincretinita del tutto.
–oh,e va bene. Ma non puoi negare che pulire i bagni sia una cosa rivoltante-
Kaede non alza neppure gli occhi. Continua a lavorare come se niente fosse. Ma allora è proprio un vizio: lo fa apposta a non ascoltare le persone.
–allora? Non ti fa ribrezzo? Non ti da fastidio?-
Questa volta Kaede mi fulmina con un’occhiataccia. Un brivido freddo mi corre lungo la schiena quando incontro i suoi penetranti occhi blu notte.
–l’unica cosa che mi infastidisce, e anche molto, è la tua voce. Mi sembra d’avertelo già detto, mocciosa: ‘sta zitta e lavora-
Che coooooosa!!!!!!?????? Ok,Uriko: ti sta provocando,perciò sta’ calma. Devo stare calma. Devo assolutamente stare calma. Cerco di far finta di nulla, concentrandomi sul mio lavoro, sfregando la spugna su un lavandino, forse un po’ troppo bruscamente. Purtroppo, Kaede torna alla carica:
–a furia di sfregare così non lo pulirai,ma lo graffierai. Come immaginavo,sei anche un’impedita,proprio come quell’imbecille. È una questione di dna-
-adesso basta!!!- esplodo –che diavolo c’entra Hanamichi? E poi, chi ti conosce??? Chi ti da il permesso di parlarmi così?!-
Kaede inarca un sopracciglio,guardandomi come se fossi una pazza appena scappata da una clinica psichiatrica. Devo ammettere che ha un’aria buffa, visto così. Sembra seriamente sconcertato. È chiaro: probabilmente non si aspettava una reazione di questo tipo da parte mia. Ahahahaaha,ci sei rimasto,eh??
–...dev’esserci una mosca,qui- dichiara Kaede,alzando le spalle e lasciandomi con un palmo di naso.
Oddio,adesso si che ho una buona ragione per strozzarlo!! Si sta prendendo gioco di Uriko Sakuragi,maledizione!! Facendo appello a tutta la mia calma gli volto le spalle,tornando ad occuparmi dei lavandini. Non devo cedere. Non devo! Non devo mettermi a starnazzare come un’oca...non posso dare ad una persona che mi provoca apertamente una simile soddisfazione, in particolar modo se si tratta di Kaede Rukawa, il fratello della persona che più odio e con la quale sono in competizione da quando sono arrivata a Kanagawa.
–allora...dimmi di te- sento la mia voce pronunciare.
Oddio,ma che cavolo mi prende!? Adesso penserà che sono interessata a lui..cosa che non è,non è mai stata e mai sarà vera!!
Come da aspettarsi, lui non mi risponde. Perchè dovrebbe farlo, visto che mi considera solo una mocciosa scassapalle? Beh,meglio così. Non mi va proprio di instaurare una conversazione con lui...o forse si?
–cosa dovrei dirti?- mi domanda lui all’improvviso, facendomi quasi sussultare.
–m-ma non lo so...-
Oddio,sono proprio una scema cronica. Adesso cosa penserà lui di me?? Mi crederà una che fa domande giusto per passare il tempo!!! E...stop,stop,stop! Aspetta un attimo,perchè dovrebbe fregarmene di cosa pensa lui della sottoscritta? No che non me ne frega niente! Non me ne frega assolutamente niente, e non me ne deve fregare assolutamente niente!
–allora non domandare. Fai prima a star zitta-
Ecco,lo sapevo. Al diavolo! Io odio Kaede Rukawa!! E lo odierò per sempre...questa è una promessa!
–ma lo sai che hai un carattere davvero impossibile!?- sbotto.
Sono stanca di sottostare a quello che dice quest’idiota.
–scusa?-
Rukawa mi lancia un’altra occhiata delle sue, e ancora una volta sento il sangue gelarsi nelle vene. Oddio...adesso mi ammazza, per me è finita. Addio mondo, è stato bello.
–n-niente,niente. Non so cosa tu abbia sentito,ma io non ho proprio detto niente!-
Scoppio in una risatina nervosa a seguito delle mie stesse parole, fissando Rukawa per studiare la sua reazione.
Oddio,ho proprio toccato il fondo. Io che mi tiro indietro davanti ad...un imbecille? Io che mi rimangio le parole? Ma quando mai mi è successo!? Mai,non mi è mai successo! Eppure...lo sguardo di questo ragazzo ha lo straordinario potere di mettermi a tacere, di...incutermi un certo timore. Non capisco proprio per quale motivo. Distolgo lo sguardo da questi due profondi pozzi color del mare.
Mi sento accaldata, frastornata...strana. Non riesco bene ad identificare i vari sentimenti che si stanno facendo subdolamente strada nel mio cuore e nella mia mente. Sicuramente provo imbarazzo...e rabbia. Tanta, tanta rabbia. Ma il resto...il resto è incomprensibile. È una sensazione così strana...così irreale, astratta, impalpabile, che non riesco a darle un nome.
La voce di Rukawa mi distoglie nuovamente dai miei pensieri, fin troppo tormentati per una ragazza della mia età.
–io qui avrei finito. Sei tu che non hai combinato ancora niente,ragazzina-
Sto per rispondergli a tono, ma mi blocco. Effettivamente Rukawa ha ragione. Sto pulendo e ripulendo lo stesso lavandino da circa quaranta minuti e non sono neppure stata capace di renderlo del bianco originale. Rukawa, invece, ha fatto un ottimo lavoro, nonostante mi secchi ammetterlo. Probabilmente è abituato a fare le pulizie a casa sua, anche se non sembra proprio il tipo.
–oh..beh,già. Allora te ne vai...?-
Lui annuisce, andando a lavarsi le mani per poi passarle tra i capelli, inumidendoli un po’. Lo capisco, fa molto caldo. Certo che visto così, con i capelli bagnati...è ancora più bello. Eh,già, la bellezza di questo ragazzo è a dir poco innegabile e...Nonono...aspetta un attimo!!!! Che cosa ho pensato??????? Occielosanto, dovrò lavarmi il cervello con il sapone almeno dieci volte!!! Uriko,oggi tu stai male!! stai proprio svalvolando!
–perchè mi guardi in quel modo?- sento la sua profonda voce domandare.
Il mio cuore perde un battito. Oh,no!..che gli racconto,adesso? Non lo so,non lo so...
–ma chi ti stava guardando!!??- sbotto, sperando che lui non noti il rossore che sento cominciare a diffondersi sulle mie gote, sul collo, mentre le mani si fanno sudate e il cuore continua a battermi impazzito nel petto.
–va’ a casa,mocciosa. Non sembri essere in ottima forma- mi dice lui, avviandosi alla porta.
Si,forse ha ragione. Me ne andrò a casa...a lavarmi il cervello,come promesso.
–ehm...ok. ciao,Kaede-
-Rukawa-
-eh?-
-per te io sono Rukawa. Non ti prendere troppe confidenze con me-

-maledizione,quando mamma deve lavorare fino a tardi non sappiamo mai cosa mangiare!!! Certo che potrebbe anche prepararci qualcosa e tenercelo in caldo,no?? Eh,no! Lei esce, fregandosene come al solito del suo unico figlio, che è tra l’altro nella fase della crescita e ha bisogno di nutrirsi, anche perchè è una stella del basket, e della sua unica nipote, che è così bassa perchè non ha mai mangiato abbastanza!!! Ma ti rend....-
-Hanamichi,piantala!!!!- sbotto io, chiudendo il libro che stavo distrattamente sfogliando, comodamente seduta sul divano, davanti alla tv accesa.
–prima di tutto se sono bassa non è certo colpa della mia alimentazione,in secondo luogo...non sono l’unica nipote della zia..c’è Hikaru,ricordi?-
Hanamichi assume un’aria perplessa.
–Hikaru?-
-oddiamine, mia sorella,no?-
Hanamichi si porta una mano alla fronte.
–ah già,che scemo! È solo che non la vedo mai...e poi sai che non mi sta molto simpatica-
Si,Hana,lo so.
–l’ultima volta che l’ho vista c’ho litigato ricordi? Però è stato molto tempo fa...-
Annuisco, lanciando una rapida occhiata alla televisione. Un uomo in giacca e cravatta e occhiali dalla spessa montatura nera sta comunicando rapidamente le notizie della serata. Che palle. Spengo il televisore; non me ne frega niente delle ultime notizie.
–perchè hai spento la tv?- mi domanda Hanamichi, che nel mentre ha preso a frugare nel frigorifero, alla ricerca disperata di qualcosa che lui possa definire cibo.
–ho un po’ di mal di testa- è la mia vaga risposta.
–ah,davvero? Allora dovresti prendere qualcosa per fartelo passare,Ucchan. Stasera l’armata Sakuragi al gran completo verrà a far visita al genio e alla sua adorabile cuginetta-
Che cosa!? Salto in piedi di colpo; non credo d’aver capito bene.
–come sarebbe a dire?? Mito e gli altri verranno qui?-
Hanamichi annuisce.
–si..sai, è tanto che non passiamo una serata tutti insieme-
-scusa Hana,ma non credo che sarò dei vostri. Andrò a fare un giretto nei dintorni-
Hanamichi sembra piuttosto deluso, ma questa volta non cambierò idea. Non mi va di vedere quei chiassosi dei suoi amici gironzolare per la casa, e magari imbucarsi poi nella mia stanza alla ricerca del mio diario segreto, che fortunamente non troveranno mai, perchè io non ho un diario.
–ok,Ucchan,come vuoi. Senti,ti andrebbe un’insalata? Non c’è proprio niente nel frigorifero...maledizione!-
-vada per l’insalata- dichiaro io, sconsolata, lasciandomi ricadere pesantemente sul divano.

Dio,che caldo che fa stasera.
Ho dovuto scappare da casa: Mito,Takamiya e gli altri hanno invaso il mio territorio e si sono messi a far baldoria con mio cugino. Io quei tipi non li sopporto: sono così infantili e fastidiosi che mi danno il mal di testa. La cosa sconcertante è che Hana li considera i migliori amici che si possano desiderare. Penso che sia pazzo, completamente pazzo.
Uff...questa strada è così...noiosa. Le persone che mi passano accanto sono altrettanto noiose: una banda di teppistelli che probabilmente ha smesso di frequentare la scuola da tempo, una signora con due bambini del tutto identici persino nel modo di piangere, un gruppetto di ragazzine in minigonna intente a farsi belle agli occhi dei teppisti, un uomo di circa quarant’anni con un enorme mazzo di rose rosse e un sorriso da far invidia ad Akira Sendoh...persone noiose, insomma.
Mi chiedo dove sia Kaede in questo momento, e che cosa stia facendo. E Kiran? Magari è uscita anche lei, oppure è a casa a studiare. La seconda ipotesi mi sembra molto più probabile...quella ragazza studia e basta. Ah,già: dimenticavo che trova anche il tempo per darsi un tono facendo qualche schiacciata e prendendosi gioco (forse involontariamente,anche se non credo) del genio del basket femminile, Uriko Sakuragi. Grrr..come la odio.
–Sakuragi?-
Ehi,conosco questa voce.
–capitano!- esclamo, sinceramente felice di vedere Yumi e...Chiyako, anche lei facente parte della squadra.
–ehi,ragazze! Anche voi in giro a quest’ora?-
Le due annuiscono sorridendomi e invitandomi ad unirmi a loro. La piccola Chiyako mi guarda con quei suoi occhioni verdazzurri, piena di speranza.
–no,meglio lasciar perdere. Accetterei l’invito,ma sono molto stanca e...stavo giusto per tornare a casa-
-ah,ho capito...vabbè,ci vediamo domani a scuola,Sakuragi!- mi saluta il capitano, mentre Chiyako mi regala un altro dei suoi sorrisoni a trentadue denti, un poco delusa.
Ah,che ragazze simpatiche. Sono contenta d’aver trovato delle amiche così. Le guardo allontanarsi, ridendo tra loro e parlando del più e del meno, poi mi avvio verso il lungomare.
Voglio isolarmi un po’, godere della brezza marina, guardare le luci delle case specchiarsi nel mare nero e qualche rara stella fare lo stesso. Ahhh,adoro quel posto. Il mare è pulito, e il vento è piacevole sulla pelle. Davvero molto piacevole.
Giunta sul lungomare mi siedo sul muretto e aspetto. Non so proprio cosa io stia aspettando, solo aspetto, in silenzio, guardandomi attorno.
Finalmente, i miei occhi si soffermano sulla figura di una persona a me nota. La linea snella, perfetta; la pelle bianca, quasi diafana; gli occhi azzurri, intensi, grandi e profondi; i capelli, chiari, lisci, un poco mossi sulle punte: Kiran Rukawa.
Fortunatamente è piuttosto distante da me; non mi ha vista. La osservo: indossa un semplice abito azzurro in cotone leggero, che tra l’altro le dona moltissimo, ed è intenta a parlare con qualcuno, un ragazzo per la precisione. Sono sicura che non si tratti di Kaede. Ma allora...chi è? Potrebbe trattarsi del suo ragazzo? Forse.
Mi avvicino un po’: ormai ho abbandonato ogni discrezione e voglio sapere di chi si tratta.
Quasi muoio quando mi accorgo che si tratta di Akira Sendoh, la stella del Ryonan. Eppure è proprio lui: quei capelli sono talmente inusuali che si riconoscerebbero tra mille. Studio l’espressione dipinta sul bel viso di Kiran: è imbarazzata. Anzi, imbarazzatissima.
Sendoh, al contrario, sembra abbastanza tranquillo: sfoggia quel suo famosissimo sorriso ed è davvero...stupendo. Indossa una semplice canotta bianca su un paio di jeans scoloriti...oddio,adesso svengo. Non credo d’aver mai visto un ragazzo tanto bello! Se scopro che la Rukawa è veramente la sua ragazza, avrò un motivo in più per detestarla con tutta me stessa.
–Allora Kiran! Andiamo? Ho appena sentito Yumi e Chiyako: sono ad un bar qui vicino e ci stanno aspettando!-
Nanaka, i capelli biondo platino stranamente lisci e una minigonna da mozzare il fiato a qualsiasi ragazzo della prefettura si avvicina a Kiran, le mani sui fianchi, attendendo che la ragazza si congedi da Sendoh e la degni dell’attenzione che crede di meritare.
–e allora? Ce ne andiamo?-
Kiran le lancia un’occhiata seccata, prima di rivolgersi nuovamente a Sendoh:
-ora devo andare. Mi dispiace....-
Sendoh le sorride di un sorriso capace di far emozionare anche la ragazza con il cuore più freddo del mondo (lo ribadisco: è davvero splendido) e le scompiglia scherzosamente i capelli.
–non preoccuparti, sicuramente ci incontreremo ancora molto presto. Mi ha fatto piacere vederti stasera,piccola-
-bleah,che smancerie! Allora Kiran,ce ne andiamo si o no??- la esorta Nanaka, sempre più impaziente.
–e va bene, Nanaka. Scusaci, ma delle nostre compagne di squadra ci stanno aspettando e...-
-non preoccuparti: Hiroaki arriverà presto, è solo...un po’ in ritardo. Ha detto che sarebbe venuto con il motorino del cugino ma venti minuti fa mi ha chiamato dicendo che aveva bucato-
Sendoh scoppia a ridere, lasciandomi completamente senza fiato. È bellissimo!!!
–quel ragazzo è proprio un disastro,l’ho sempre detto,io-
-beh,speriamo che arrivi presto,quindi...ehm,scusa ma..noi andiamo-
Finalmente, Kiran e Nanaka si allontanano.
Osservo Sendoh che, sorridendo leggermente, guarda Kiran venire trascinata via da Nanaka, visibilmente seccata d’aver perso un quarto d’ora in un modo tanto banale e stupido, poi, voltate le spalle al ragazzo, mi allontano a mia volta, diretta a casa.
Una luna curiosa, offuscata dalle nuvole, s’affaccia sul mare e sulla strada, guidando i miei passi e facendomi sentire strana, un po’ depressa. Vorrei tanto aver accettato l’invito di Yumi e Chiyako: a quest’ora sarei con tutta la squadra a far baldoria nel bar del quale parlava Nanaka. Avrei potuto passare la serata in modo molto più piacevole.
Non so per quale motivo ma mi sento molto sola.

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Capitolo 10
*** Flashback ***


La luce incerta del sole che filtra attraverso le tende bianche stampate a coniglietti azzurri mi accarezza il viso, svegliandomi ancor prima che possa farlo la sveglia.
Finalmente mattina. Gli incubi che hanno tormentato il mio sonno, questa notte, sono stati terribili e riaprire gli occhi al mondo, alla realtà, è un vero sollievo.
Non appena riesco a tirarmi a sedere (cosa non facile, visto che tutti i miei muscoli sembrano ancora voler dormire), la voce stonata di mio cugino che canta sotto la doccia raggiunge le mie orecchie.
“Hana…”
Un sorriso spontaneo nasce sul mio volto, mentre mi stiracchio, lanciando un’occhiata alla cartella abbandonata sul pavimento ed illuminato da un raggio di sole opaco.
“Oh,no…la scuola…”
Il mio sguardo corre poi alla sveglia. È presto, troppo presto. Che diavolo ci fa Hanamichi già sveglio a quest’ora? Alla fine, non mi interessa.
Sprofondo nuovamente nel cuscino, coprendomi ben bene con le coperte, crogiolandomi in questo soffice giaciglio. Ah, che bello.
Anche se spezzoni d’incubo continuano a farsi strada nella mia mente, comparendo, a tratti, vividi nei miei ricordi, la strana ma piacevole sensazione che provo in questo momento mi fa sentire bene.
Mi sento serena. Protetta. Al sicuro.
Il solo rivedere il sole, dopo una notte tormentata, mi ha fatto riacquistare il buonumore. Mi sento viva e, per ora, sento di non avere un solo problema al mondo, e di essere probabilmente la creatura più felice e in pace con se stessa della terra.
È quindi questa la felicità? Un qualcosa senza sostanza, che non può essere raggiunto se non con la pace interiore? Se fosse così, trovare la felicità sempre e comunque non sarebbe poi così difficile.
–Ucchan,sei sveglia?- La voce di mio cugino mi riporta alla realtà.
–si, sono sveglia- rispondo, restando comunque sdraiata. Non voglio alzarmi, non ancora.
Hanamichi, completamente nudo se non fosse per un accappatoio bianco legato in vita e i capelli rossi ancora gocciolanti, mi rivolge uno dei suoi migliori sorrisi. Oggi è davvero bello.
–alzati,bell’addormentata. Oggi è il giorno in cui il Tensai confiderà i suoi sentimenti alla ragazza dei suoi sogni-
Strabuzzo gli occhi e salto giù dal letto, guardando mio cugino come se fosse impazzito.
–che cosa farai tu?!- gli domando, ancora incredula. No,non posso crederci! Mio cugino vuole confidare il suo amore ad Haruko?
–hai capito bene!- Hanamichi scoppia a ridere della sua solita risata a pieni polmoni. –il grande Tensai andrà dalla sua adorata Harukina a confidarle tutto il bene che le vuole!! Finalmente avrò Haruko tutta per me! Lei alla mia dichiarazione si renderà conto di amare il Genio, e non quella kitsune surgelata! AHAHAHAHA!!-
Mh, cuginetto, non so se sarà così. Ma spero per te che lo sarà. Perché in quel caso avresti sconfitto Kaede Rukawa almeno in amore, e so quanto ci tieni.
–sei sicuro di volerlo fare,Hana?-
Mio cugino annuisce, preso dall’entusiasmo. –non mi hai sempre detto che nella vita bisogna seguire il proprio cuore e il proprio istinto?- mi domanda, sorridendo euforico.
–si,certo…- rispondo, anche se incerta.
È giusto seguire il proprio cuore, Hana, ma non voglio vederti soffrire. Tu non te lo meriti. Hana, promettimi che non soffrirai.
Vorrei poter dire a mio cugino tutto questo, ma le parole non vogliono proprio saperne di uscirmi di bocca.
Che diavolo mi succede…?

-Rukawa, Rukawa, Sakuragi…-
Oh, no, i compiti di biologia. Questo si che è un vero disastro.
Yuuka avanza verso il mio banco, la mia verifica in mano. Sento il cuore battere forte, i muscoli dello stomaco contrarsi.
Sarà la fame…? forse, ma qui c’è di mezzo anche la paura.
Fa che non abbia preso un’insufficienza, fa che non abbia preso un’insufficienza.
–brava,Uriko- mi dice Yuuka, facendo scivolare il compito sul mio banco.
6.
Ho preso 6.
Ho preso 6?
Ho preso 6!
–ho preso 6!-
-6? Brava! Hai visto che anche tu, quando studi, riesci a prendere la sufficienza?-
Kiran, il suo impeccabile compito da 10 appoggiato sul banco davanti a lei, mi rivolge un sorriso sincero, amichevole. Mi dispiace ammetterlo, ma anche questa volta è lei ad aver ragione.
–nh..si, hai ragione-
Cosa? Cosa? Uriko,ma non è che ci stiamo un po’ rammollendo,signorina??
Kiran continua a sorridermi.
–visto? Beh,dovresti continuare di questo passo. Che ne dici? Potrei darti delle ripetizioni…-
Eh? Ripetizioni? Ma dice sul serio?
–parli seriamente? Cioè…mi vorresti aiutare?-
Kiran annuisce. –ma si,certo! Non te lo proporrei se non ne avessi l’intenzione! Dai,potresti venire oggi a casa mia, mangiamo insieme. Allora,accetti?-
Si…oppure no. Prima è meglio fare il punto della situazione. Kiran Rukawa mi sta invitando a casa sua per delle ripetizioni. Vuole aiutarmi, anche se sembra incredibile. Sembra intenzionata a farmi studiare sodo. Beh…e che c’è di male? Si sta offrendo di darmi una mano! In più potrebbe essere l’occasione buona per chiederle di Sendoh…
–ok,ci sto. Che si mangia?-

Il suono della campanella infrange il silenzio tombale della lezione di inglese. Finalmente.
–allora,andiamo?-
Annuisco a Kiran, cominciando a raccattare tutto ciò che sono riuscita ad accumulare sotto il banco in queste strazianti ore di scuola e ficcando tutto in cartella, in malo modo.
Non sono mai stata molto ordinata. Quando stavo a Tokyo, la mia camera era un vero e proprio disastro. Ora sono costretta a mettere in ordine quel poco che tiro fuori, perché la zia è una fissatona della pulizia e dell’ordine.
-sei lenta,mocciosa- E’ la voce profonda di Kaede ad ammonirmi.
Quanta pazienza. Questo tipo è assolutamente insopportabile.
–dai,Kaede,non chiamarla così- scatta subito quell’angelo di Kiran in mia difesa, tirando al fratello una pacca leggera sulla spalla.
Kaede non ribatte, solo torna a fissarmi, con uno sguardo che può solo significare datti-una-mossa-o-sarà-peggio-per-te.
Mi affretto a chiudere la cartella e seguo Kiran e Kaede fuori dall’aula.
-è molto lontana casa vostra?- domando a Kiran, mentre varchiamo i cancelli della scuola, camminando impigriti sotto il sole cocente.
–no,non molto. Per la verità, è abbastanza vicina- mi risponde lei, con un mezzo sorriso –siamo fortunati,vero,fratellino?-
Kaede non risponde, ma Kiran non sembra prendersela. Probabilmente ha imparato ad interpretare i silenzi di suo fratello.
Certo che, a guardarli, non sembrano affatto fratelli, figuriamoci gemelli! Per la verità non sembrano neppure lontanamente imparentati. Eppure, anche se così dissimili, entrambi sono l’incarnazione stessa della bellezza.
Forse è per questo che sono –lui il ragazzo, lei la ragazza- più corteggiati della scuola. Tutti li amano, tutti li sognano…eppure nessuno è mai riuscito, a quanto ne so, a prendere un posto speciale nel loro cuore.
Mi chiedo perché.
Ne ho parlato con Chiyako negli spogliatoi, qualche tempo fa, e lei mi ha esposto una sua teoria.
–quei due sono bellissimi e popolari- mi ha detto, con l’aria di chi la sa lunga –ma sono anche i classici “belli e impossibili”. Forse questa cosa spaventa i…beh,comuni mortali-
-si,forse- ho risposto, anche se non molto convinta.
-e poi- ha continuato Chiyako, salutando con un gesto della mano e un sorriso Yumi, che in quel momento faceva il suo ingresso trionfale negli spogliatoi –non hanno un gran bel carattere,no?-
-beh,Kaede no di certo. Ma Kiran sembra a posto, dopotutto- ho risposto io, un po’ colpita dalle parole della mia compagna di squadra.
-a posto,dici? Non è la vera Kiran quella che vedi. Lei non è la brava ragazza tutta sorrisi e gentilezze che la gente crede. Io lo so, dammi fiducia. Tu che ne dici,Nanaka?-
Mi sono voltata in direzione di Nanaka, che, guardandosi allo specchio, cercava di raccogliere i lunghi capelli biondi e ricci in una coda.
–sai cosa penso di Kiran, Chiyako. E sai bene che, se recito la parte dell’amicona, è perché Kiran mi può tornare utile, molto utile. E’ ricca…prima di tutto, e ha una casa da sballo. È anche molto brava a risolvermi i casini, se sono nei guai, e mi aiuta con i compiti. È un vero angelo, vuole sempre aiutarmi, anche quando potrei farcela benissimo da sola. E poi, ovviamente, lo faccio anche per Kaede…-
-eccoci, siamo arrivati- La voce di Kiran mi distoglie dai miei ricordi.
Ci troviamo davanti ad un’imponente villa, che non mi sembra d’aver mai visto prima.
I muri sono bianchi, sicuramente riverniciati da poco. Un grande giardino, preceduto da pesanti cancelli, circonda la casa. Riesco a scorgere persino una fontana, attorniata da alcune panchine.
–non dirmi che questo è tutto vostro!- Kiran scoppia a ridere. –si,effettivamente si. Sai,hai avuto la stessa reazione che ebbe Nanaka,la prima volta che la invitai qui-
Al solo sentire il nome di Nanaka, mi rabbuio. È assurdo, ma mi dispiace che Kiran non sappia che Nanaka è solo una sporca opportunista!
Kaede spalanca il cancello, e io mi accingo a seguirlo, assieme a Kiran, all’interno del giardino.
Il mio sguardo viene attratto da una bicicletta, abbandonata contro un muro della casa, sicuramente pronta all’uso. È la bici di Kaede, la stessa con la quale per poco non mi aveva investita il mio primo giorno allo Shohoku.
Raggiungiamo la porta di casa, che Kiran provvede ad aprire.
-benvenuta a casa nostra- mi dice, sorridendomi.




*** COMMENTO DELL'AUTRICE alias LE DURE FATICHE DELL' ESSERE SCRITTRICE

Ahhhh,il capitolo è corto,troppo corto!! ç_ç e poi,lo so,sono imperdonabile! ç_ç scusate se non ho scritto per molto tempo,ma davvero,non avevo idee (e non ne ho neanche adesso,per la verità...).
Comunque...in questi capitoli sto cercando di far maturare Uriko...si vede?
finalmente si sta distaccando dal modello di Hanamichi e sta cominciando a volare con le sue ali.
L'aver scoperto che Nanaka non è sincera con Kiran l'ha turbata molto, e questo sta a significare che Uriko comincia a guardare alla stella dello Shohoku in un modo differente (contenti??^^).
In questo capitolo ho voluto dare un po' di spazio anche a Chiyako...l'ho trascurata un po' troppo...ma con l'arrivo dei nuovi personaggi, nei prossimi capitoli, sarà molto difficile dare ugual spazio a tutti...uff...
per quanto riguarda Sendoh,mi dispiace di non averlo inserito in questo capitolo,ma farò di tutto per inserirlo nel prossimo, anche se, per la verità, il prossimo capitolo in programma sarà completamente dedicato a Hanamichi e Haruko...(ancora non so bene cosa succederà tra questi due personaggi, ma non fa niente..seguirò il mio istinto!)
E poi c'è Naromi Kitazawa...eh,si,dovrò per forza inserirla da qualche parte...ah,e poi devo sempre ricordarmi di Kagome! -.-"""""""""
ç_ç uffa,quanto dovrò lavorare! Sentaku,tu mi schiavizzi!!!! ç_ç

A proposito, spero che coloro che avevano cominciato a seguire questa storiella non si siano dimenticati di me...
Comunque sia,spero che abbiate gradito questo capitolo,anche se un po' "spoglio"!
Ruki.

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Capitolo 11
*** A Little Conversation ***


"Una giornata piacevole trascorre sempre in fretta, da che mondo è mondo. Non pensavo avrei potuto divertirmi con quella che consideravo la mia peggior avversaria sul campo, ma così è stato.
Mi sono divertita un mondo. È stato bello, Kiran ha preparato persino la cioccolata calda. Si, la cioccolata calda con questo caldo…sembra pazzesco, ma è la verità! Siamo proprio 2 esaurite! Però non ci siamo solo divertite: Kiran mi ha aiutata molto, e ho appreso parecchio, e in fretta…certo, tra una pausa e l’altra! Dimenticavo di dire che ci siamo lanciate anche in una lotta all’ultimo sangue con i cuscini del salotto…stavo avendo la meglio sull’inaffondabile Kiran Rukawa quando Kaede è entrato in sala e mi ha dato della mocciosa ancora una volta. Boh, chi lo capisce è bravo."


Toc toc.
-Ucchan, posso entrare?-
Nascondo in fretta e furia il diario sotto il cuscino, e recupero il cellulare dal comodino. Un alibi di ferro, quello che mi ci vuole.
-si,Hana,entra pure- cantileno poi, concentrandomi sul minuscolo schermo.
Non voglio che Hanamichi sappia che tengo un diario da quando sono arrivata a Kanagawa; non vorrei che, indiscreto com’è, ci ficcasse “per caso” il naso.
Mio cugino fa il suo ingresso in camera mia. Indossa una maglietta nera e un paio di jeans logori, in perfetto stile Sakuragi, stile che, essendo anch’io una Sakuragi con la S maiuscola, condivido e approvo.
–wow,come siamo belli stasera- esclamo, studiando Hanamichi da capo a piedi.
Un delizioso rossore si dipinge sul viso di mio cugino, ma subito scompare.
–esco con tutta l’armata, stasera. Mito ha scoperto un nuovo pub, e ha detto che mi ci vuole assolutamente portare. E poi,è giusto che il Genio “battezzi” il nuovo locale,no??-
Domanda retorica seguita dalla tipica risata del Tensai. Tutto sembra normale, ma io non mi sento tranquilla. Per niente.
Hanamichi sembra avere in testa solo una cosa: ubriacarsi. E non va bene, perché se Hanamichi vuole ubriacarsi, un motivo ci sarà, e sarà sicuramente grave.
–è tutto a posto,Hana?- gli domando, con il tono più innocente e disinteressato del mondo. Non voglio che mi consideri un’impicciona.
–ma certo,cosa vuoi che vada male nella vita del Tensai,eh??-
Ennesima risata, a mio parere liberatoria. Cosa mi stai nascondendo,Hana?
Poi mi viene in mente. Un pensiero rapido e doloroso come un colpo di pistola.
–Haruko?-
Non so perché l’ho detto. Ho pensato a voce alta, non volevo farlo.
Sento il mio cuore farsi pesante al solo guardare Hanamichi, che, al nome di Haruko, si è rabbuiato immediatamente.
–possiamo non parlarne!?-
Che tono strano ha usato. Non sembrava neppure la sua voce.
–ok- Non posso far altro che annuire.
–che mi dici della kitsune,piuttosto?-
La domanda mi lascia un po’ perplessa. Che diavolo c’entra Rukawa adesso?
–ho visto che state diventando pappa e ciccia- continua Hanamichi, il tono maligno e provocatorio. Diavolo, parla quasi come Nanaka!
–eh? Che stai dicendo?-
-non mentire,lo so che oggi sei stata a casa sua- E’ vero,chi lo nega,Hana? Però…
-ci sono andata solo perché Kiran si è offerta di darmi delle ripetizioni. Tutto qui-
Non so perché diavolo mi sto giustificando. E’ forse a causa dello sguardo di disapprovazione con il quale mio cugino mi sta guardando? Sembra così serio…così dannatamente serio…
-ripetizioni,eh? Ci credo poco. Credi che non mi sia accorto di come lo guardi?-
Ok, è impazzito, completamente partito.
Chi guarda chi e come?? Spero stia scherzando!
–ma che stai dicendo,Hana?- gli domando, sempre più stupita dal suo comportamento.
Non è da lui comportarsi in questo modo…odioso. Mio cugino non è così. Il vero Hana è una persona dolce, sensibile, sicuramente fragile, nascosta dietro la facciata spavalda e un po’ arrogante del Tensai.
Il ragazzo che ho davanti, anche se ha i capelli rossi e quegli occhi color cioccolata che ho imparato ad amare non può essere sicuramente il mio Hanamichi!
–io…io…niente- mormora lui, portandosi le mani alla nuca. Poi la sua espressione si fa mortificata, terribilmente dolce.
–scusami,Ucchan. Io..non so cosa mi sia preso. Scusami tanto-
Sorrido, non posso far altro.
–non preoccuparti,avevo capito che eri un po’ scosso. Ti perdono,per questa volta!-
Hanamichi sorride, poi mi appoggia una mano sul capo e mi scompiglia i capelli, come è solito fare.
Ecco di nuovo il mio Hana, quello vero.

-allora…sei sicura di non voler venire con noi?- mi domanda Hanamichi per l’ennesima volta.
–dai,Uriko,vieni. Ti assicuro che non saresti un peso per noi,se è questo che ti preoccupa- aggiunge Mito, il tono rassicurante.
Scuoto la testa un’altra volta ancora.
–no,davvero. Me ne starò qui, sul divano, a guardarmi la partita. Si tratta di una vecchia finale…Michael Jordan nella sua forma migliore, non so se mi spiego-
Mito sorride.
–si,io capisco,Hanamichi un po’ meno-
Hana gli scocca un’occhiata malevola.
–guarda che so chi è Michael Jordan!- sbotta, offeso.
–si,come no. Noi andiamo allora,Uriko. Divertiti!-
E detto questo, Mito trascina Hanamichi fuori dalla porta, che provvedo subito a chiudere, e a chiave anche.
Non mi sembra vero! Ho la casa tutta per me!
Corro in cucina, mi armo di pop-corn e altre squisitezze del genere e torno in salotto, dove mi accoccolo subito sul divano, davanti alla tv accesa.
Che pacchia! Finalmente potrò godermi una mia serata tipo. Tv, musica, relax, ma soprattutto…cibo,cibo,cibo!!! Ah..che bell..
DRIIIIINNNNNNNNN.
Come non detto, mi rimangio tutto.
Corro a rispondere al telefono, alquanto seccata, rischiando inoltre di inciampare nel tappeto del salotto e di ruzzolare per terra come un’emerita imbecille.
–si?-
Voglio proprio sapere chi è, a quest’ora…
-Sakuragi, ciao! Sono Kiran-
Kiran? Che cosa vorrà?
–oh,ciao,Kiran. Come mai mi chiami a quest’ora?-
Una domanda più che lecita.
–scusa se ti disturbo,ma è successo un vero disastro- Trattengo il fiato. Di che disastro parla? Spero non si tratti della palestra!! –sai,ieri non ci sono stati gli allenamenti,perciò non mi sono accorta che è sparita la mia maglia. Cioè, me ne sono accorta praticamente ora. Ho già chiamato tutte a parte te, e nessuno dice d’averla vista. Volevo sapere…non è che per caso l’hai infilata nella tua borsa per sbaglio,durante l’ultimo allenamento?-
-ora vado a controllare- rispondo, anche se sono quasi sicura di non avere la sua maglia nella borsa.
Cioè, non credo d’essere tanto sbadata da mettere in borsa anche le maglie delle mie compagne di squadra.
Corro in ogni caso in camera. Voglio controllare, non si sa mai.
Recupero la borsa da sotto il letto e comincio a frugarvi dentro.
Afferro la maglia rossa e la spiego.
Numero 7. Cavolo!
Un’altra maglia rossa, la mia, numero 11, si trova proprio in fondo alla borsa, sotto le scarpette. Eh,si, sono davvero disordinata.
Torno al telefono.
–si,ce l’ho io. Non riesco proprio a capire dove ho la testa. Scusa-
Dall’altra parte del filo, Kiran si abbandona ad un sospiro di sollievo.
–meno male,temevo d’averla persa. Sai,sono molto affezionata a quella maglia-
-immagino-
Riesco a capirla. Quella non è solo una maglia. È il basket stesso.
–allora te la porto domani a scuola,ok?-
-no!! Ho chiesto a Kaede di passare da quelle parti, visto che usciva con la bici-
Cosa?? Cosa hai fatto??
–a-ah..ok-
-spero non sia un problema,per te-
Problema?? Mi chiedi se potrebbe essere un problema?? Ma certo che lo è!
–scherzi? Figurati,non mi crea nessun problema…perché dovrebbe?-
-beh,grazie. Ora vado a fare i compiti…-
compiti…compiti…compiti…ma questa pensa ad altro,ogni tanto?
–va bene,ci vediamo domani a scuola. Ciao-
Clic.
Oddio! E adesso cosa faccio? La casa è in uno stato pietoso! Quell’ameba di Rukawa sarà qui a minuti e…appunto, ameba. Perché dovrei preoccuparmene? Lui mi odia, io lo odio. Punto. Eppure…
DLINN DLONN.
Ok,se questa è l’Apocalisse, concordo sul dire che non poteva essere peggiore di così.
Corro alla porta, il cuore a mille. Comincio anche a sudare. Ma che diavolo…?
Ho ben poco tempo per riflettere sul da farsi, su quello che dirò.
Prima ancora di rendermene conto ho già spalancato la porta, e mi sono ritrovata davanti un Rukawa bagnato da capo a piedi. Strano, non mi ero accorta che avesse iniziato a piovere!
–ehi…ciao-
Ecco,ora si che mi sento stupida.
–mocciosa- mi dice, in saluto.
Pazzesco. È qui da cinque secondi e già mi ha chiamato in quel modo assurdo. Quanto lo detesto.
–senti,facciamo presto. Entra-
Non vedo l’ora che se ne vada. Piuttosto che stare con lui, preferisco stare completamente sola.
Entriamo in salotto, dove la tv è ancora accesa, e sintonizzata sulla partita. Noto chiaramente Rukawa lanciare un’occhiata allo schermo, vagamente interessato.
–vado a prendere la maglia di tua sorella. Resta qui- gli dico, avviandomi verso la camera da letto.
Adesso gli consegnerò questa maglia e se ne andrà. Finalmente.
Appena tornata in salotto, gli consegno la maglia e vado ad aprire la porta, senza troppi preamboli. Non voglio che stia qui un minuto di più. Non fa che prendermi in giro, e non è molto di compagnia.
–ciao- gli dico –salutami Kiran,ok?-
Lui esce, senza neppure darmi la conferma che lo farà. Che strano ragazzo.
Non lo guardo allontanarsi, chiudo subito la porta e mi ributto sul divano, abbracciando un cuscino e avvicinando la ciotola con i pop-corn, così che io possa raggiungerla più facilmente.
Poi mi alzo. Non so per quale ragione, ma non riesco a stare seduta. Mi sento…agitata.
Corro alla finestra. Piove ancora. Un lampo accecante illumina il cielo; subito dopo, un fragoroso tuono si spande nell’aria.
Un piccolo brivido mi corre su per la schiena. Ho sempre avuto paura dei temporali.
Penso ad Hana, probabilmente bloccato dal brutto tempo in quel pub. Chissà se si starà divertendo…?
Poi il mio pensiero vola a Rukawa, appena uscito dalla mia porta. Andare in bicicletta sotto un acquazzone del genere non sarà pericoloso?
Per una ragione misteriosa, i miei passi mi guidano alla porta. Rimango sullo stipite, a guardare la pioggia cadere fitta, bagnando il vialetto e abbattendosi violentemente sui fiori che la zia ha coltivato con tanta cura.
È una fortuna che l’ingresso abbia questo piccolo portico. Il rumore della pioggia che batte sul tettuccio sopra di me mi fa sussultare. Piove davvero forte…troppo forte!
Un nuovo lampo, un nuovo tuono, ancor più fragoroso del precedente. Mi sfugge un gemito strozzato, ma comunque udibile. Sono contenta che non ci sia nessuno nei paraggi, perché sono certa che quel qualcuno, se mi dovesse vedere ora, terrorizzata per un temporalino da niente, riderebbe di me, e anche di gusto.
–l’avevo detto che sei una mocciosa-
Eh? No,non è possibile! Ditemi che non è vero, che lui non è qui!
Faccio un passo avanti, mi guardo intorno…Rukawa è seduto a terra, sotto il mio portico, le spalle appoggiate al muro, la bici abbandonata accanto a lui.
–che ci fai ancora qui?- gli domando, sorpresa.
Lui non si degna neppure di girarsi a guardarmi.
–piove- pronuncia soltanto.
Bella risposta. Certo che potrebbe anche sforzarsi di formulare una risposta un po’ più articolata.
–vuoi entrare?- gli domando. Non mi va che stia qui, fuori da casa mia, seduto sotto il portico.
–meglio qui- è la sua risposta.
Rifletto un po’ su ciò che ha appena detto. Che bella voce ha…eh? Uriko,riprenditi!
Kaede appoggia il capo al muro e chiude gli occhi, per poi riaprirli subito dopo. Non posso negare che sia incredibilmente bello…e con i capelli bagnati,poi,è anche più sexy del solito…ma che diavolo sto pensando???
Non lo so, non ci capisco più niente!
Come guidata da una forza misteriosa, mi avvicino e mi accoccolo accanto a lui, le spalle al muro.
Lui mi guarda, un po’ stupito. Forse non se l’aspettava.
–ti dispiace…?- gli domando. Rimango esterrefatta dal mio tono. È timoroso.
Lui torna a guardare dritto davanti a se. Lo prendo come un no.
–allora…? Che mi racconti…?-
Le solite domande stupide che si formulano quando non si ha niente di meglio da dire, o quando si è particolarmente nervosi. -come va…?-
-va-
Che razza di risposta!
–ah…bene-
Non so proprio cosa dire. Stupida,stupida,stupida!
–e con il basket…?-
-tutto a posto-
Uffa, comincio a detestare il suo esprimersi a monosillabi!
Un tuono più forte degli altri mi fa saltare il cuore in gola. Kaede se ne accorge, ma non mi dice nulla.
–mi piace il temporale- dice, dopo un po’.
–ah,davvero? E perché?- gli domando.
Sono colpita dal fatto che abbia voluto iniziare lui il discorso.
–perché mi assomiglia-
Non cerco neppure di interpretare questa sua risposta, e non chiedo nulla al riguardo.
–io lo odio. Mi fa paura-
Sono impazzita. Ho confessato d’aver paura del temporale a Kaede! Adesso mi prenderà in giro fino alla fine dei miei giorni.
–tsè,mocciosa-
Ecco,lo sapevo.
–senti,avrai pur paura anche tu di qualcosa,no!?- sbotto. –allora,di cosa hai paura?-
Voglio proprio vedere che cosa mi risponderà adesso.
–nh…molte persone rispondono superficialmente…io ci devo pensare. Sempre se ne ho,naturalmente…-
Lo prenderei a sberle.
Decido improvvisamente di cambiare discorso.
–perché odi tanto Hanamichi?-
La domanda lo spiazza un po’, me ne accorgo.
–io non lo odio. È lui ad odiare me. E comunque,non mi interessa-
Classica risposta alla Kaede Rukawa.
-…ora me ne vado. Continuerà a piovere anche se resto qui-
Queste parole fanno aumentare il mio battito cardiaco, per chissà quale ragione. Forse un po’…mi dispiace. Mi dispiace? Ommammamia…
-di già?-
oddio,cos’ho detto? Ho pensato ad alta voce un’altra volta!
–ehi,mocciosa,non ti sarai mica presa una cotta per me?!...-
Il tono è provocatorio, lo sguardo indagatore.
Faccio fatica a guardarlo in faccia, sono accaldata e ho la gola secca. Poi, finalmente, riesco ad uscire da quello stato di paralisi.
–ehhh?? Ma cosa ti salta in mente!? Non è che tutte gli esponenti di sesso femminile del pianeta ti sbavano dietro…!!!-
Che modesto, questo ragazzo.
–sarà- dice lui alzandosi, poco convinto. Recupera la bici e vi sale.
–va’ a dormire,mocciosa,che è tardi- mi dice, prima di andarsene.

E piove ancora. Forte.

Spengo la luce, appoggio il capo sul cuscino e chiudo gli occhi.
Hanamichi non è ancora tornato, mi chiedo dove sia.
Ho passato proprio una strana serata, con Kaede.
Andandosene, mi ha definita un’altra volta “mocciosa”. Che nervoso, non capisco perché mi debba necessariamente chiamare in quel modo! Mi ha consigliato di andare a dormire, come si fa con i bambini piccoli che rimangono alzati troppo la sera perché vogliono fare i grandi.
E’ davvero odioso, e mi tratta male.
Eppure, con lui mi sono sentita bene.



…perché? Forse non voglio saperlo.


****
COMMENTO DELL’AUTRICE alias LE FATICHE DELL’ESSERE SCRITTRICE (2)

Qualcosa è finalmente cambiato, tra Kaede e Uriko. O almeno per quanto riguarda Uriko.
Sapete,scrivere questo capitolo mi ha riportato indietro nel tempo,ma non mi sono sentita triste o altro,anzi…! Mi è davvero piaciuto inserire alcune mie sensazioni provate realmente e alcuni avvenimenti o battute del mio passato in questa storia, che comincia a diventare sempre più…reale.
Ancora non ho inserito Sendoh,maledizione… T_T …e neppure la Kitazawa.
Troppi personaggi ti sconvolgono la vita. E dire che ne devo inserire ancora molti altri!
Vabbè, per ora è tutto…commentate,per favore!

Ruki

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Capitolo 12
*** Thunderstorm ***




Ti voglio bene.



Perché?



Eh?



Perché mi vuoi bene?



Non lo so.

Ci dev’essere per forza un motivo per voler bene a qualcuno?



Fai tu.


“Di chi è…di chi è questa voce?”

“Voglio..voglio svegliarmi…”

“Lascia che io mi svegli!!”


CAPITOLO 12: THUNDERSTORM


Spalanco gli occhi di scatto, mi tiro a sedere. Notte. Intenso ed irregolare il mio respiro, panico nel buio della mia camera.
Ansimo…
Il mio sguardo si perde, vaga sino a raggiungere una sicurezza, uno spiraglio di luce. Vero e proprio, tra l’altro. Attraverso la porta socchiusa, una luce intensa proveniente dal corridoio disegna un triangolo luminoso sul tappeto della mia stanza.
Forse...
Salto giù dal letto, non mi preoccupo neppure di essere quasi del tutto svestita. Perché dovrebbe interessarmi, alla fine?
Apro la porta senza curarmi del tetro cigolio di questa, ed irrompo nel corridoio ansimando come un corridore sopravvissuto ad una maratona all’apparenza infinita.
Poi, il buio.

“ma che diavolo?..”
-Hana…?-

Inaspettato, un lampo squarcia il buio fuori dalla finestra alle mie spalle, inondando il corridoio. Tutto, per un attimo, diventa bianco perla.
Istintivamente mi volto a guardare in quella direzione, mentre porto una mano a cercare l’interruttore sulla parete a me più vicina.
Niente da fare,non riesco a distinguere altro che non sia la fredda superficie liscia di questa.

“ma dove sei??”

Il tuono mi coglie impreparata. Mi sfugge un gemito strozzato, ed indietreggio di qualche passo.
Vorrei provare a chiamare mio cugino, ma per una qualche bizzarra ragione non ci riesco.

“che…che paura!”

So che è da bambini, so che è da persone suggestionabili, e forse so che è anche da deboli, ma il buio mi terrorizza come mi terrorizzava quando ero piccola. E quindi, anche in questa drammatica –per me- situazione.
Ma Uriko…cosa aspetti a scappare di nuovo nella tua camera? Corri, va’ a nasconderti sotto le coperte. È facile.
Facile? No, non mi sembra.
Io…

-Ucchan? Sei tu?-

La luce nel corridoio si accende, accecandomi, mentre un nuovo, fragoroso tuono si spande nell’aria, vibrando.
Ma sono salva..sono salva!
Ecco Hanamichi, addosso solo quel paio di jeans lacerati sul ginocchio destro, come piace a me. Un’immagine rassicurante…celestiale.
L’unica persona che io voglia accanto durante un temporale del genere.

-Hana!-

Corro ad abbracciarlo. Lo stringo forte forte, come se non lo vedessi da secoli.

–cosa ti è saltato in mente di spegnere la luce proprio mentre stavo uscendo dalla mia camera?- gli domando, con tono di sollevato rimprovero.
Lui ricambia l’abbraccio, ma è chiaro che si stia domandando di che diavolo io stia parlando.

-ma di che parli? Hai fatto un incubo, per caso?-

Scuoto la testa contro il suo petto.
–no…però avevo paura…mi sono svegliata e ho visto che la luce in corridoio era accesa e così…ho deciso di venire a controllare se eri tu…-
Hanamichi ridacchia. -..chi altri avrebbe dovuto essere, secondo te??-
Lo stringo ancora più forte, ma a lui non sembra dar fastidio.
–no,no..sapevo che eri tu,ero sicura!..solo che quando sono uscita dalla stanza hai spento la luce e…il lampo, e poi il tuono…e tu lo sai, no? Il buio!...-

Sento le braccia di mio cugino stringermi con maggior forza, con maggior intensità. È una bella sensazione…
-si,lo so. Ma non è niente, il buio non può farti male, lo sai…??-
Annuisco, anche se non del tutto convinta.
–però..anche se non può farmi niente, io..ne ho paura lo stesso…-
Dio,quanto mi sento debole in questo momento.
Io, Uriko Sakuragi, cugina di sangue del Tensai del basket, non sono altro che una patetica ragazzina spaventata dal buio, ecco la verità.
…o forse no?
Sento la mano incerta e un po’ brusca di mio cugino posarsi sulla mia testa, ad accarezzarmi goffamente i capelli, per tranquillizzarmi.
-sei una bambina suggestionabile, Ucchan!! Ti rendi conto?? Alla tua età avere ancora paura del buio!!-
Uffa, come al solito le parole non sono quelle giuste.
-ma Hana!!- sbotto, sciogliendomi dal suo abbraccio. È questo il suo modo di rassicurarmi…?? Infallibile come sempre, Tensai Sakuragi!
Scoppia a ridere di cuore, cosa che mi innervosisce ancora di più. Gli volto le spalle, ferita nell’orgoglio. Non è colpa mia, alla fine, se ho paura del buio!
Non si può rimproverare una persona di avere paura di qualcosa, giusto?
Giusto!

“ma perché tutti mi danno della bambina? Prima quel Rukawa, e adesso tu, Hana…!!”
No, non mi sta bene! Non mi sta affatto bene!
Mi volto per dirgliene quattro, per dirgli che non sono la patetica bambina che lui crede io sia. Non voglio assolutamente che mio cugino, la persona a cui tengo di più al mondo, si faccia un’idea così…sbagliata di me!

-io non sono una…-
-lo so-

Rimango sbalordita. Come faceva a sapere che…?

-dai,Ucchan,andiamo a dormire- mi dice, sfoggiando uno dei sorrisi più rassicuranti del mondo.
Proprio il sorriso che volevo.
–domani dobbiamo alzarci presto come al solito, te lo ricordi? …la scuola!!!-
-ehm…si..vado..- mormoro, ma non ho proprio nessuna voglia di tornare nella mia camera.
Nella mia camera.
Da sola.
Al buio.
No, i miei piedi (e anche tutto il resto) non ne vogliono proprio sapere!!
Eppure, mogia come non mai, mi costringo a voltare le spalle a mio cugino e a ripercorrere i passi da me fatti, destinazione camera.

-Ucchan? Ma dove stai andando?-

Eh?
-in camera, no??- gli rispondo, come se fosse la cosa più ovvia del mondo. E, infatti, lo è.
Ma si è completamente rimbecillito tutt’ad un tratto, forse?
-io intendevo dire…andiamo a dormire- ribatte lui, indicandomi la porta della sua stanza.
Ma allora..forse..vuole?
Gli corro incontro al settimo cielo, e lo abbraccio nuovamente.

-grazie,grazie,grazie!!-
-ma di niente,cuginetta!!-
-GRAZIE!!-

Lo libero dall’abbraccio, e lui sta sorridendo. ..il mio adorabile cuginetto!!
-basta ringraziarmi…andiamo, prima che il Tensai cambi idea!-
La mattina ci trova così, abbracciati. Aprire gli occhi sul mondo non è una tortura, non oggi, non ora che sento di avere qualcuno vicino.
Mi sveglio con in mente i colori dell’aurora..quel rosa pastello, mescolato all’azzurro, sfumato di violetto…colori dolci, come lo è poi il ragazzo che dorme ancora, l’espressione rilassata, accanto a me.
Mio cugino Hanamichi, il miglior cugino dell’universo…e la miglior persona, dell’universo.
La persona che non mi ha mai negato niente, che si è sempre fatta in quattro per garantirmi serenità e protezione.
L’unica che mi sia stata accanto per tutto questo tempo. Non potrei volere di più dalla vita…
Lancio un’occhiata alla sveglia. Mancano due minuti, poi suonerà.
Ne approfitto per crogiolarmi un’ultima volta nel dolce calore di mio cugino. Mi stupisco quando, ancora una volta, il mio pensiero corre a Rukawa.
“chissà com’è…essere strette dalle sue braccia…?”
Arrossisco di nuovo. Dio, sta diventando proprio un vizio!
Eppure…non posso fare a meno di pensare a lui…
a quegli occhi blu, profondi…così dannatamente magnetici…
ai suoi capelli d’ebano…
alla sua pelle chiara, maledettamente perfetta…
alla sua magnifica fisicità…
alla sua voce profonda…seria…
e…

No,basta! Non posso essere caduta così in basso da morire dietro a Kaede Rukawa, il ragazzo di cui persino le pareti dello Shohoku, se avessero coscienza, s’innamorerebbero!!
Mi tiro a sedere di scatto, con tutta l’intenzione di scacciare questi maledetti pensieri dalla mente.

Io..io non devo..

Non devo essere una di quelle patetiche ragazzine urlanti che gli corrono dietro sbavando come cani!!
Non voglio esserlo,perché io non sono così dannatamente oca…

BI-BIP. BI-BIP. BI-BIP.

Un mugugnare confuso mi annuncia il risveglio di Hanamichi, a seguito del frastuono causato dalla sveglia.
–..è già mattina? Ma come?? Mi sembra di avere appena chiuso gli occhi!!!-
Mi volto a sorridere a quell’angelo dai capelli rossi che è mio cugino. È così carino quando borbotta…
-buongiorno!- gli dico, scendendo dal letto –se non ti dispiace uso prima io il bagno,oggi…va bene?-
Hana sbadiglia rumorosamente, senza neanche preoccuparsi di portare una mano a celare lo sbadiglio.
–fa pure…yahnnn..-
Sbadiglio anch’io prima di entrare in bagno.

Niente mano.

Alla fine, le cattive abitudini sono di famiglia.

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Capitolo 13
*** The Worst Day In Life ***


CAPITOLO 13: THE WORST DAY IN LIFE


-Ehi,Rukawa,aspetta!-
Lo chiamo, senza neppure una ragione precisa.
Non so proprio cosa gli dirò se dovesse mai chiedermi perché diavolo l’ho fatto.
Si volta, noto la sorpresa dipingersi sul suo volto. Sul suo splendido volto.
Mi faccio largo tra gli studenti. Il corridoio brulica di ragazzine del primo anno, tutte intente a spogliare con gli occhi Kaede, a quanto sembra.
Quando lo raggiungo, mi rendo conto d’aver fatto la più grande sciocchezza della mia vita.
"Stupida, stupida, stupida!"
Kaede è qui, ad un passo da me, che mi fissa. Sembra confuso.
-che cosa vuoi?-
Non mi piace molto il tono che usa. Così … freddo. Eppure pensavo che ormai mi considerasse un po’ più di un insetto.
-ehm…niente,volevo solo salutarti-
Qualcosa muta sul volto del ragazzo che mi è davanti. Kaede inarca un sopracciglio,perplesso.
-salutarmi?...-
Abbasso lo sguardo. Questa volta non so proprio che pesci pigliare per tirarmi fuori dall’ennesima situazione imbarazzante in cui mi sono cacciata.
Alla fine, decido di essere il più sincera possibile:
-si. Salutarti…c’è qualcosa di sbagliato in questo,forse?-
Vorrei che il mio tono risultasse sicuro, fermo, ma la mia stessa voce mi tradisce, tremando leggermente. Cavolo!
Kaede sembra accorgersene, ma non dice nulla.

Alza le spalle.

Mi volta le spalle.

…e fa per andarsene.

Ma come!? Io gli rivolgo la parola e lui che fa? Se ne va!?
Lo rincorro nel corridoio affollato, e lo affianco.
–ehi,stavo parlando con te!- Non si spreca neppure a guardarmi, a lanciarmi un’occhiata di sbieco. Cammina, guardando dritto davanti a se…
-Rukawa?-
Non fa una piega. Ma insomma…!
-ehi,ma sei sordo o cosa!?- sbotto.
Odio quando la gente mi ignora. E lui lo fa. Deliberatamente.
Kaede finalmente reagisce. Ma non lo fa come avrei voluto. Il suo scatto è fulmineo, imprevedibile: mi spinge contro la fila di armadietti alla mia sinistra, lasciandomi terrorizzata e con la schiena dolorante. Ma che diavolo…!?
-lasciami-in-pace- mi dice, facendo ben attenzione a scandire le parole.
Quanto sono freddi i suoi occhi…
...gelidi…
Ammetto che mi fanno paura.


-e quindi? Ti ha sbattuta contro gli armadietti?...ma è pazzo?-
Gli occhi verde smeraldo di Chiyako si spalancano, mentre porta una mano alla bocca, scandalizzata.
-l’ho sempre detto io, che a quello gli manca una rotella- aggiunge Nanaka, giocherellando distrattamente con un ricciolo platinato -..non è certo la prima volta che perde il controllo,comunque…-
Oggi nessuno ha voglia di lavorare, in palestra, e Yumi ancora non s’è fatta vedere.
Solo Kiran, concentrata come non mai, s’allena nei tiri liberi.
-…io non lo so. So solo che mi sono abbastanza spaventata…- mormoro.
-e per forza!- esclama Chiyako –non è mica da persona normale fare una cosa del genere. Mi chiedo se Kiran sappia dei problemi evidenti di suo fratello…-
Lancia un’occhiata alla nostra stella, imitata poi da Nanaka.
Infine, anch’io faccio lo stesso.
Kiran, seccata per aver appena sbagliato un tiro libero, sta andando a recuperare la palla, borbottando qualcosa d’incomprensibile sottovoce. Strano…non è da lei borbottare.
Sembra in qualche modo…infastidita?..o forse preoccupata.
Mi alzo, lentamente. Non so perché, ma sento di doverla aiutare. In qualche modo.
-Rukawa?-
Si volta in mia direzione, gli occhi azzurro ghiaccio puntati su di me, palleggiando piano.
I morbidi e lisci capelli biondo scuro le incorniciano il volto, un volto perfetto, splendido, anche se piuttosto diverso da quello di Kaede.
Eppure, in questo momento, la ragazza che si trova davanti a me, lo sguardo torvo, non è Kiran Rukawa. Non può essere lei.
-si,Sakuragi?-
Nessun sorrisetto amichevole compare sul suo viso, cosa che di solito accade quando io le rivolgo la parola.
E’ questa, forse, la tua vera natura, Kiran?
Sei anche tu scorbutica, fredda ed impassibile come tuo fratello, in realtà?
-c’è qualcosa che non va?- le domando, facendole cenno di passarmi la palla.
Lei alza gli occhi al cielo e continua a palleggiare, come se nulla fosse.
-non mi va di parlarne- dice, riportando la sua attenzione sul canestro.
-mh? E come mai? …c’entra forse tuo fratello?...sai,anche lui..-
-stanne fuori-
Retrocedo di un passo, intimorita dal tono di voce di quella che pensavo essere la ragazza più pacata dell’universo.
Nuovamente quel suo sguardo di ghiaccio liquido si posa su di me, fulminandomi. Dio,non può essere lei! Lei non mi parlerebbe mai così…mai!
-hai capito,Sakuragi? Lascia in pace me e Kaede, non sono affari tuoi!- continua Kiran, dimenticandosi persino del canestro, della palla, di tutto. Nei suoi occhi, una grande, incontenibile rabbia. Rabbia nei miei confronti.

Non è più lei.


Abbandona la palla, la lascia cadere, se ne frega.
Si allontana,diretta agli spogliatoi.
Pochi minuti,ed è già pronta.
Non saluta nessuno, non ne vale la pena.
Se ne va.
...mi dimentica.


Al termine degli allenamenti,aspetto che tutte se ne siano andate,prima di dirigermi a mia volta verso gli spogliatoi, ed uscirne qualche minuto dopo,il morale sotto le scarpe.
Piove ancora, e io non ho l’ombrello. Come al solito, aggiungerei.
Detesto la pioggia, e da qualche giorno a questa parte non fa che piovere, dalla mattina alla sera. Lasciare la palestra sarà quindi alquanto problematico…
-Uriko?-
Mi volto al sentire il mio nome, sorridendo al ragazzo moro che mi sta venendo incontro, e ridacchio al vederlo completamente zuppo.
-Ciao,Yohei!-
Mito mi affianca, andando ad appoggiare le spalle alla porta della palestra.
-come mai sei qui?- gli chiedo, osservando ogni suo minimo movimento con curiosità.
-mi devo vedere qui con tuo cugino. Ha detto che andavamo a farci un giro…però con questa pioggia credo salti tutto-
Mi sorride..
Dolce e rassicurante il suo sorriso,come sempre.
-dove avevate intenzione di andare?- gli domando ancora, osservando le gocce di pioggia precipitare nelle pozzanghere già formatesi.
-ma non lo so…in sala giochi,probabilmente. O al bar…Hana voleva solo farsi un giro,ha detto che è depresso e vuole pensare ad altro…-
Depresso?
Pensavo che avesse superato il rifiuto di Haruko!
-per via di quella ragazza?- domando, a bruciapelo.
Forse dovrei farmi gli affari miei,ma d’altronde Hanamichi è mio cugino, e mi sento in dovere di aiutarlo in qualche modo, se posso.
Yohei mi guarda in modo eloquente. Quindi, è così…
-…Hana…- mormoro, abbassando lo sguardo alle mie scarpe, sconsolata.
-non preoccuparti per lui,Uriko. È piuttosto forte, e questa non sarebbe certo la sua prima batosta in amore…- ridacchia Mito.
Io non ci vedo nulla di divertente.
-si,però…ad Haruko, Hana tiene moltissimo, io lo so. È proprio innamorato di lei, e..-
-Haruko?- mi interrompe Yohei, guardandomi perplesso. –che c’entra Haruko?-
Ora è il mio turno d’essere stupita.
-come che c’entra? Ha rifiutato la proposta di Hana, ed è per questo che lui è così abbattuto,no?-
Nuovamente Yohei mi guarda come se fossi pazza, o quasi.
-ma Uriko…qui si sta parlando della Rukawa,non di Haruko…Hana ci sta male come un cane…-
COSA??????????
No, non credo d’aver capito bene.
NON POSSO aver capito bene…
-…scusa?-
La voce mi trema leggermente. Non riesco ancora a credere alle mie orecchie. Probabilmente Yohei mi sta solo prendendo in giro! Si, dev’essere così.
-ma come,Uriko? Non lo sapevi? Hana ha smesso di pensare ad Haruko tempo fa…a causa di Kiran Rukawa,la sorella di Rukawa. La conosci,no? Non è mica una tua compagna di squadra?-
Annuisco.
-si…gioca con me. Però..non avrei mai detto che ad Hana piacesse Kiran!-
Yohei sorride, ma il suo altro non è che un sorrisetto triste, tirato.
-si,purtroppo è così. E dico purtroppo…-
-come mai,purtroppo? Cioè…se Haruko non c’entra,perché Hana è così giù di morale?-
Sarò poco intuitiva, ma non sono ancora riuscita a darmi una risposta plausibile.
-vedi…il problema è Akira Sendoh. Lo conosci?-
Sendoh? Cosa c’entra lui in tutta questa faccenda? …non vedo la connessione.
-si,lo conosco. La stella del Ryonan, uno dei migliori della prefettura…-
-appunto,è abbastanza famoso, e ha uno stuolo di ragazzine impazzite che gli corrono dietro,un po’ come succede a Rukawa-
Già,non mi ci far pensare…
Milioni di ragazzine in delirio per Kaede Rukawa…
-si…ma cosa c’entra Sendoh con Hanamichi?- chiedo a Mito, allontanando quel pensiero doloroso dalla mente. Pensare a Kaede in questo momento è sbagliato, e oltremodo devastante.
-beh,Uriko,si da il caso che Sendoh e Kiran siano insieme da un po’…-
CHE COSA????
Ma insomma, se mi verrà data un’altra notizia del genere entro sera, finirò per morire d’infarto!!
-come sarebbe a dire?? Insieme?? Io questa cosa non la sapevo!-
Devo aver assunto un’espressione abbastanza divertente, perché Yohei scoppia a ridere.
-stupita,Uriko?-
Stupita? È diverso,non posso crederci! Non posso credere che Hana sia follemente infatuato di Kiran, tanto meno che lei sia la ragazza di una stella della prefettura!
Poi,improvvisa,la soluzione. La via di fuga.
-però…però Hana qualche giorno fa, quando ancora non sembrava depresso come è ora, mi ha detto che aveva intenzione di dichiarare i suoi sentimenti ad Haruko,non a Kiran! E poi..e poi la sera, quando gli ho chiesto di Haruko,si è rabbuiato immediatamente e mi ha detto che preferiva non parlarne…perciò Hana si è confessato ad Haruko,non a Kiran,no?-
Nuovamente Yohei sorride. Ha una soluzione anche per questo, evidentemente…e la sua risposta sicura non si fa certo attendere.
-perché Hana si è confessato ad Haruko…pensava che così avrebbe smesso di pensare a quella ragazza impossibile…solo che non gli è andata molto bene…Rukawa,sai…-
-Kaede?-
Yohei annuisce –si…Haruko gli va dietro praticamente da sempre. È più una fissazione,la sua,secondo me…ma tanto lui non se la fila neanche di striscio. Esattamente come fa con tutte le altre…alle volte mi chiedo se quel Rukawa non sia un po’ gay…-
Gay?? Non scherziamo. Non ho assolutamente niente contro i gay,però…insomma,non mi piace molto pensare che Kaede lo sia.
-però…ora che ci penso..l’ho visto in giro con una ragazza,una volta..tempo fa..-
Queste parole mi colpiscono al cuore, che par iniziare a sanguinare.
Dio,mi sento male…
Perché?
Cos’è questa sensazione? È come precipitare…
Un brivido freddo mi attraversa la schiena…
terribile,intenso…quasi doloroso…
Ok,Uriko,devi stare calma!
-era una ragazza carina,mora…mi sembra si chiamasse Keiko,o qualcosa del genere…lui l’ha chiamata così. Gli assomigliava molto,per la verità..sembrava la sua versione femminile…chissà..magari era una sua parente…comunque questo mi sembra sia successo un anno fa, o forse anche di più…-
Queste ultime parole risollevano immediatamente il mio umore, anche se non del tutto.
Per lo meno, mi sembra d’essere tornata in grado di respirare come sempre. Fortunatamente.
-ah…ah,davvero?-
Cavolo,non so proprio cosa dire. Devo cercare di apparire tranquilla, altrimenti Yohei s’accorgerà del mio stato d’animo, improvvisamente mutato.
-si,davvero…hai visto,Uriko? Chiacchierando,ha smesso di piovere…e Hanamichi ancora non si è fatto vivo!-
Ora che ci penso, è vero.
-Quell’idiota ha sicuramente visto la pioggia e ha deciso di non uscire, di restarsene a casa davanti alla Tv…ma la signora Sakuragi non è ancora tornata dal viaggio di lavoro?-
Scuoto la testa, felice di poter parlare d’altro.
-no, ma per noi non è un problema. La zia c’ha lasciato dei soldi…ordiniamo spesso a domicilio,perché io non so cucinare, e Hana non ne ha mai voglia. Ce la caviamo insomma…e comunque, siamo tutti e due felici che la zia abbia avuto quest’opportunità. Hana dice che così porterà a casa molti più soldi, e potremo vivere meglio. Sembra davvero felice di questo…-
Ennesimo sorriso di Mito.
-immagino. Comunque Hanamichi non si è mai lamentato delle sue condizioni finanziarie…vuole così bene a sua madre..e anche a te,naturalmente. Non fa che parlare della sua adorata cuginetta…- Ridacchia.
Gli rivolgo un sorriso, poi decido di andarmene, vista l’ora abbastanza tarda.
-ora devo andare,Yohei. Sono già le sette…e poi è meglio approfittarne,non si sa mai che ricominci a piovere, magari più forte di prima!-
-va bene,Uriko. Se vedi Hanamichi…ricordagli che ha gli allenamenti, stasera alle nove..digli di non dimenticarselo,perché è importante…se non verrà ad allenarsi con la squadra,questa volta Miyagi s’arrabbierà davvero…verrò a dare un’occhiata anche io,con gli altri…così magari si sentirà meglio-
Assicuro a Yohei che lo farò, che riferirò tutto a mio cugino, e mi avvio verso l’uscita della scuola, camminando rapida.
Sono sola, ora, sulla strada deserta che mi condurrà a casa.
Casa…
Lì troverò Hana, già lo so.
Troverò Hana, e dovrò parlare con lui. Dovrò riferirgli ciò che mi ha detto di dirgli Yohei,prima di tutto…ma dovrò anche affrontare l’argomento Haruko…e l’argomento Kiran, strettamente legato all’argomento Sendoh.
Ma, dopotutto, io non mi sento solo in dovere di farlo. IO VOGLIO FARLO.
Voglio farlo assolutamente, voglio evitare di pensare a Kaede, e a… Keiko, se questo è il suo nome.
Perché fa troppo male, troppo male…
TROPPO.
Solo la mia ombra sfocata mi fa compagnia durante il mio tragitto verso casa, mentre il cielo si tinge del fuoco del tramonto.
Solo la mia ombra mi accompagna verso l’ultimo atto del peggior giorno della mia vita.

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Capitolo 14
*** Perfect Hell ***


CAPITOLO 14: PERFECT HELL


Quando arrivo a casa, scopro che Hanamichi non c’è.
Mi chiedo dove sia, solitamente a quest’ora è davanti alla tv a gustarsi il suo programma preferito, ma questa sera la tv è spenta, e il buio è padrone assoluto del piccolo salotto annesso alla cucina.
Vado a controllare in camera sua, non si sa mai che abbia ritenuto importante studiare per il compito di fisica che mi pare abbia domani, anche se mi sembra un tantino improbabile.
-Hana? Sei qui?- lo chiamo, facendo il mio ingresso nella sua camera.Solo il silenzio mi risponde.
No, Hana non è neppure qui.
Hana non c’è.
Mi guardo attorno: oggi, questa non sembra neppure la sua camera.
È pulita,linda…ordinata.
Troppo ordinata.
Talmente ordinata che mi sorge il dubbio che mio cugino si sia messo a fare le pulizie in casa, cosa che fa solo quando è estremamente giù di morale.
Lancio un’occhiata sconsolata al letto, quello che ci siamo spartiti equamente ieri sera; è rifatto di tutto punto…Hana ha addirittura cambiato le lenzuola bianche, per sostituirle con delle lenzuola azzurrine tirate fuori da chissà dove.
Corro a controllare anche la mia camera, e scopro che tutti i libri e i vestiti che avevo sparpagliato la sera prima sono stati rimessi a posto con una precisione quasi maniacale.
“Hana…cavolo…”
Spengo la luce in entrambe le camere, e tutto precipita nuovamente nel nero più assoluto.
La marcia verso il salotto sembra durare secoli, ma lentamente raggiungo il divano, e faccio per sedermici, con l’intenzione di guardare un po’ di tv e dimenticarmi dei problemi –dei miei, e di quelli di Hanamichi-, ma un bussare concitato alla porta sconvolge i miei propositi.
“ma chi…?” mi domando.
Mi sembra strano che qualcuno venga a bussare alla mia porta –anche perché esistono i campanelli,da che mondo è mondo- a quest’ora.
Sicuramente non si tratta di Hanamichi, lui ha le chiavi.
Mi precipito ad aprire, ed è una Haruko Akagi sconvolta quella che mi trovo davanti.
-Ciao Uriko,scusa per l’ora-
Nonostante le parole siano di routine, individuo una sospetta nota di panico nella voce di Haruko, e questo mi mette subito in ansia.
-Haruko?...no,non scusarti. Ma … cosa c’è? Hai una faccia!...-
Haruko abbassa gli occhi a terra, mordicchiandosi il labbro inferiore.
Serio e buio come non mai, il suo viso, tristezza nei suoi occhi solitamente ridenti.
-si tratta del signor Anzai…lui..è stato ricoverato d’urgenza…di nuovo-
Il mio cuore perde un battito.
Conosco bene il signor Anzai, il coach della squadra maschile di basket della scuola.
Hanamichi, inoltre, ne parla in continuazione, descrivendolo come una specie di maestro, una guida da seguire e dalla quale apprendere a vivere, e non solo a sopravvivere sul campo.
E sono al corrente dei suoi problemi di cuore, e del suo ricovero d’urgenza avvenuto l’anno scorso.
-Kami!!- esclamo,sorpresa e profondamente turbata. –e Hana non ne sa niente!-
-come? Ma non è in casa?- mi chiede Haruko, spaesata.
-no,che non è qui. Sono arrivata da poco,lui non c’è-
Nuovamente Haruko abbassa gli occhi allo zerbino, apparentemente interessata ai miei piedi,in realtà pronta a darmi un’altra cattiva notizia.
Ricorderò davvero questa giornata come la peggiore che abbia mai vissuto.
-ma come?...lui ha detto che sarebbe venuto a casa, l’ho incontrato proprio all’uscita da scuola…mi ha sorriso e ha detto che avrebbe passato il pomeriggio a casa, poi sarebbe uscito con gli altri dell’armata e si sarebbe fatto trovare puntuale davanti alla palestra alle 9,per gli allenamenti serali. Pensavo fosse tutto a posto…-
Tutto a posto? Tutto a posto!?
Come puoi credere che sia tutto a posto,Haruko?
Mio cugino soffre per te, per il tuo rifiuto, ma non solo.
Soffre per il vero amore della sua vita, Kiran Rukawa, una ragazza così dannatamente perfetta da risultare irraggiungibile.
E ora…ora dovrebbe soffrire anche per il sensei Anzai.
-beh,non è tutto a posto- sbotto, e non riconosco la mia voce.
Ho pronunciato quelle poche parole con il tono caratteristico di Kaede Rukawa.
Comincio ad andare fuori di testa anche io, con tutti questi maledetti problemi che si presentano puntualmente alla porta mia e di mio cugino, di questi tempi.
E se c’è una cosa che non voglio assolutamente, è che la persona più importante della mia vita soffra!
Non voglio che Hanamichi stia male, per nessuna ragione al mondo.
Non voglio che si senta a pezzi per questa dannata babbuina senza cervello, che non ha capito niente di come Hana sia in realtà, di come si senta, di come si è sentito in passato e di come si sentirà in futuro, se tutto continuerà ad andare male come va ora!
Non voglio che butti via la sua vita a pensare alla Rukawa, al suo mondo perfetto e intoccabile, alla sua innata grazia e al suo bel faccino…al suo meraviglioso sorriso, che però non pare estendersi sino a coinvolgere gli splendidi zaffiri che sono i suoi occhi,come invece succede nel tuo caso,Hana…
Quando tu sorridi, il mondo si accende,Hana,lo sai?
-sono mortificata,Uriko. Non pensavo che Hanamichi se la sarebbe presa in questo modo- cantilena Haruko, portando le mani, giunte, al petto.
Sembra sincera, dopotutto.
Però non mi pare abbia capito bene quanto sia stato tragico il suo rifiuto per Hanamichi, unito a tutto ciò che sta già rovinando implacabilmente la sua esistenza.
-per la verità sono rimasta molto sorpresa quando mi ha detto che avrebbe voluto diventare il mio ragazzo. Non ho voluto illuderlo,e gli ho risposto subito di no…che amo un altro.-
Ami un altro,Haruko?
E dove l’hai trovato un ragazzo migliore del mio Hana? Dove?
Ah,già…Kaede…
-parli di Rukawa,per caso?- le domando, ma conosco già la risposta.
Haruko spalanca gli occhi, visibilmente sorpresa, mentre il suo viso si tinge di rosso, il rosso delle persone innamorate.
-non vorrei dirtelo,ma…non so se l’hai notato,ma piace praticamente a tutto l’istituto…giurerei che ci sono anche dei ragazzi,lì dentro,che se lo sognano la notte..-
E sono convinta di quello che dico.
Haruko arrossisce ancora di più, e violentemente.
Forse è meglio tralasciare l’argomento Kaede Rukawa, non è il momento più adatto per parlarne.
-…dobbiamo pensare al sensei,ora…- mormoro, abbassando a mia volta lo sguardo, sentendomi in colpa per essermi divagata a parlare di cose che, a confronto, sembrano stupide e risolvibili.
Haruko annuisce, tornando a guardarmi.
–si, hai ragione. Io corro all’ospedale,ora. Tu devi cercare Hanamichi,Uriko. Devi trovarlo!-
Non me lo faccio ripetere due volte.
Lascio le chiavi di casa in mano ad Haruko e mi precipito alla ricerca del mio disperato cugino.
-chiudo io!- mi assicura lei.
Ma io sono già lontana.


Mi accorgo che ha ricominciato a piovere solo quando avverto la felpa nera appiccicarsi alla mia pelle.
È fastidiosa, ma non mi interessa più di tanto.
L’unica cosa che mi interessa è trovare Hanamichi.
Prima ancora di rendermene conto mi ritrovo a correre come una pazza verso lo Shohoku, verso la palestra.
Sono quasi sicura che Hanamichi sia lì, anche se sono solo le otto.
Spalanco la porta e mi ritrovo davanti al campo di basket.
Deserto…se non fosse per una sagoma che subito riconosco.
Elegante, magnetica per lo sguardo, aggraziata e perfetta.
Sta tirando a canestro, quell’angelo dai capelli corvini.
Quando si accorge di non essere solo, si volta a guardarmi.
Incontro quello sguardo profondo, quegli occhi blu come la notte, così scuri da sembrare neri.
Rukawa.
-e tu che ci fai qui?- mi domanda, nel suo solito modo "cortese".
La palla arriva rotolando a pochi passi da me. La raccolgo, avvicinandomi a lui.
-hai visto Hanamichi,Rukawa?- gli domando –lo sto cercando.-
Il solito sopracciglio s’inarca, mentre la mano destra corre al fianco, quasi a volerlo sorreggere.
–no,non l’ho visto.-
-e tu che ci fai qui?- gli domando ancora, anche se mentalmente mi do subito una risposta.
Probabilmente Kaede non sa niente di quanto è accaduto al signor Anzai.
-mi alleno,no?- risponde lui, il tono seccato. –e ora dammi la palla e vattene,mocciosa.-
Ti sei già rotto d’avermi intorno,non è vero,Kaede?
Ma non temere,toglierò presto il disturbo.
-non dovresti essere all’ospedale…?- tento io. Voglio che lui sappia, è un suo diritto sapere.
-all’ospedale…?- mi domanda, perplesso, lui –e perché mai?-
-Anzai…sta male di nuovo, l’hanno ricoverato d’urgenza…-
Nuovamente, come oggi a scuola, vedo delinearsi una nuova espressione sul volto del di solito impassibile Kaede Rukawa, “l’uomo di ghiaccio”.
In pochi secondi vedo turbinare nei suoi occhi sorpresa, incredulità, rabbia, tristezza, rassegnazione, sconforto, amarezza...
Vedo tutto questo nei tuoi occhi blu, Kaede.
Inutile fingere, con me. Inutile fare l’indifferente.
Anche se so che ora lo farai, che tornerai a recitare con la calma che in realtà non ti appartiene affatto.
Kaede non dice nulla, proprio come mi ero aspettata.
Il suo sguardo torna ferreo, glaciale, e si posa su di me, con un’indifferenza che oserei definire spietata.
Cammina verso di me, mi sorpassa, non mi dice neppure grazie di averlo avvertito a proposito delle condizioni del suo allenatore.
-…Rukawa?-
-sta zitta, e vieni con me. Altrimenti ti lascio qui-
Non posso far altro, e lo seguo.


Arriviamo in fretta all’ospedale, io e Kaede.
Durante il tragitto lui non ha detto niente.
Niente di niente, è rimasto zitto, immerso in chissà quali pensieri.
Ora siamo qui, fuori dalla camera di Anzai, e ci siamo tutti.
Tutti,tranne Hana.
Lui è dentro con l’allenatore, e sua moglie.
Sono sollevata d’averlo finalmente ritrovato.
-l’ho incontrato fuori dalla sala giochi alle sette e mezzo- mi dice Yohei, cercando di tranquillizzarmi. –sembrava a posto…cioè,non sembrava depresso,almeno.-
Mi sento un po’ meglio, ma non troppo.
Chissà come ti senti realmente,Hana?
-maledizione!- impreca Mitsui, prendendosela con una lattina di coca-cola appena uscita dal distributore automatico -…maledizione!-
Lancio uno sguardo a Ryo-chan.
Ha lo sguardo allucinato, si fissa le scarpe con insistenza, muto.
Ayako gli sta accanto, sfogliando una rivista, forse per rilassarsi…ma le mani le tremano.
Improvvisamente, la riappoggia con uno schianto sul tavolino di legno della sala d’aspetto.
–non ce la faccio,è più forte di me!- dichiara, abbandonandosi sullo schienale della sedia.
Kogure la rassicura, poggiandole una mano sulla spalla.
Poi si rivolge ad Akagi, che sembra ancora più agitato di lei…
-non temere,Akagi. Andrà tutto bene, il signor Anzai è forte, non dimenticarlo.- gli dice, ma è chiaramente udibile un leggero tremolio nella sua voce.
Un tremolio che non può far altro che far vacillare gli animi di tutti, compresi quelli di Yasuda e degli altri membri della squadra, e dell’armata Sakuragi al completo.
Sono tutti qui, tutti qui per il loro coach.
E non solo loro,loro che sono così attaccati a quel “Buddha dai capelli bianchi”.
Ci siamo anche noi, della squadra femminile, anche se non tutte.
Per Anzai qui ci siamo io, Kiran, Yumi, Nanaka e Chiyako.
Passano pochi minuti ed ecco arrivare Haruko, trafelata come non mai. Si scusa d’averci messo tanto, e mi dice d’aver provveduto a chiudere bene la porta.
-hai trovato Hanamichi?- mi domanda, angosciata.
-si, è dentro- le rispondo –è qui da molto prima che arrivassi io-
Haruko sembra riacquistare il colorito di sempre, da tanto è sollevata dalle mie parole.
–meno male!- sospira.
Lascio nuovamente il mio sguardo libero di vagare per la sala d’aspetto, carica d’orribile tensione.
E solo allora me ne accorgo.
-dov’è Rukawa?- domando. Non avrei neanche voluto farlo,non così ad alta voce. –è entrato, per caso?-
È Kiran a rispondermi, scuotendo il capo.
-no, è uscito cinque secondi fa…non l’hai visto? Kaede non vuole stare qui,odia questi momenti…lui..li odia..-
La voce le muore in gola, improvvisamente. Lascia il discorso incompleto. Lo lascia cadere, finire in nulla.
Nessuno parla, nessuno commenta le parole di Kiran.
E poi, inaspettata persino per me, la mia reazione, le mie parole.
-vado a cercarlo-
Mi sento addosso gli sguardi di tutti, mentre lascio la saletta, lasciandomi alle spalle quel silenzio soffocante.
Ma non sto scappando, non è una fuga, la mia.

…voglio solo trovarti.

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Capitolo 15
*** Kiss The Rain ***


CAPITOLO 15: KISS THE RAIN


Mi lascio alle spalle l’ospedale, e prendo a correre, sotto la pioggia.
Ora come non mai la sento lontana, inconsistente…non mi interessa di bagnarmi, non mi interessa di prendermi un raffreddore, o qualcosa di peggio…non mi interessa nulla, se non di trovare Kaede.
Un motivo non ce l’ho, e non lo sto neppure cercando.
Alle volte è meglio non stare a ragionare troppo sulle cose…
Su quello che si deve fare, su quello che si pensa, su quello che si prova…
Meglio accettare questo turbine di pensieri e di sentimenti, senza provare a reprimerli, e senza provare a dar loro un significato.
Corro fino a sfiancarmi, fino a ritrovarmi esattamente dove ero diretta, seppur inconsciamente.
Ecco dove volevo andare, cosa volevo raggiungere.
Il campetto da basket pubblico, che non è poi così lontano dall’ospedale.
Sono quasi sicura che Kaede sia venuto qui.
Lo so che sei qui, Kaede. Devi essere qui.
“ti prego,dimmi che sei qui…” non faccio che ripetermi, il cuore a mille, accaldata per la corsa, e bagnata fradicia a causa della pioggia che continua a cadere, incessante.
E poi, finalmente, lo vedo.
Se ne sta appoggiato alla rete metallica che circonda il campetto, fregandosene della pioggia, del mondo, di tutto.
Lo raggiungo camminando lentamente, senza fretta. Non vorrei che, vedendomi, decidesse di andarsene, di scappare di nuovo…lontano da me, da Anzai, da questa realtà dolorosa.
Tuttavia tento, perché se c’è una cosa di cui sono convinta, è che tentar non nuoce.
-Rukawa?- provo. Basso il mio tono di voce, quasi un sussurro, eppur percettibile.
Dapprima non si volta, non mi degna di alcuna considerazione, come fa di solito. Poi, con una lentezza oserei dire snervante, si decide a guardarmi, a mostrarmi il suo viso, il suo sguardo.
Quello sguardo impenetrabile.
-mocciosa- mi apostrofa, tornando a guardare davanti a se la sagoma da lui tanto amata del canestro, che svetta in mezzo a questo mare di pioggia, alta e rassicurante come un faro durante una burrasca -sei venuta ancora a cercarmi.-
Alza il viso al cielo, permettendo ad alcune gocce fortunate di accarezzare il suo viso prima di schiantarsi al suolo.
Quella visione mi paralizza per un attimo, e anche il mio cuore perde un battito. Quanto vorrei essere una di quelle gocce, Kaede…darei il mondo…darei tutto…
Ridacchio, tra me e me. Come mi sono ridotta così?..non mi sono neanche accorta di star diventando dipendente da te. Pensavo…si,insomma,ti ho sempre trovato odioso…e adesso?...e adesso è cambiato tutto, è cambiato molto, forse troppo, e non so neppure come sia potuto succedere… Ma è successo, punto e basta. Tanto vale accettare le cose come stanno.

Mi piace Kaede Rukawa.
Ok, è facile.
Abbi coraggio, Uriko, e ripetilo. Dillo a te stessa, di nuovo.
…Mi piace Kaede Rukawa.
Mi piace Kaede Rukawa.

Oddio,no…
Ci sono cascata anche io alla fine, maledizione!
Quanto mi detesto per questo. Ho semplicemente ceduto a questo bel visino…o forse c’è dell’altro?
-perché l’hai fatto?-
La sua domanda mi riporta alla realtà, giusto in tempo per rendermi conto di non avere una risposta pronta. Non posso dirgli la verità, non posso.
-io…non lo so neanche io perché l’ho fatto.- gli rispondo, decidendo di rimanere sul vago.
“in realtà lo so,Kaede..lo so perché sono venuta a cercarti, ed ora ne ho anche la certezza…”
Kaede si volta nuovamente a guardarmi.
Spero di non arrossire, perché se dovesse succedere sarei davvero nei guai. Lui se ne accorgerebbe sicuramente. Non per niente è una volpe, farebbe due più due immediatamente.
-certo che sei strana,tu- mi dice.
Mi sfugge un sorrisetto. Non è la prima persona a dirmi che sono strana, e io l’ho sempre visto come un complimento.
Chissà se anche lui la pensa così…
-si,sei una strana mocciosa,mocciosa-
Oh, questo cavolo di nomignolo!! Certo che potrebbe anche piantarla di chiamarmi in questo modo odioso!
Ma forse lo fa solo perché sa che mi da molto fastidio.
Forse è meglio dargliela vinta, fargli credere che il suo nomignolo non mi infastidisce affatto, anche se non è proprio così.
Cerco quindi di aggirare il fulcro della questione…
-Uriko- pronuncio soltanto, prendendo ad osservare a mia volta il canestro, e la pioggia che s’infrange sull’asfalto bagnato.
-mh?-
-Uriko. È il mio nome-
Ora è nuovamente lui a distogliere lo sguardo da me.
-questo lo so,mocciosa-
Di nuovo. Ma allora lo fa proprio apposta!
Passano pochi secondi, trascorsi nel silenzio più assoluto. Imbarazzante.
Decido di romperlo io, con l’ennesima domanda.
-…ma allora perché “mocciosa”?-
-perché lo sei- è la sua risposta. Semplice, efficace, coincisa.
Dio,come lo odio.
-come sarebbe a dire!?- sbotto, anche se so benissimo che così sto facendo il suo gioco. È esattamente quello che lui vuole, maledizione, e lo sto assecondando!
-sarebbe a dire,mocciosa…che tu sei una mocciosa perché ti comporti come una mocciosa,ne più,ne meno…-
Non ci credo,ha ripetuto “mocciosa” per ben tre volte nella stessa frase. Credo sia un record.
Non dico più nulla. Mi appoggio pesantemente alla rete metallica, stringo le braccia al petto e mi volto dall’altra parte, ferita.
Voglio farlo sentire in colpa…o per lo meno provarci.
Non so se funzionerà, dato che si sta parlando di Kaede Rukawa, non di un altro qualsiasi essere umano che abiti sul pianeta terra e sia dotato, per lo meno, di un cuore.
E infatti, lui non fa una piega.
Non dice nulla, non fa nulla.
Trattengo a malapena la mia delusione, vorrei gridargli in faccia che odio essere ignorata così da lui, ma non lo faccio.
Rimango in silenzio, ad ascoltare la voce della pioggia. E lo stesso fa lui.
-piove un po’ troppo,per i miei gusti- si decide finalmente a dire lui, dopo qualche minuto snervante di silenzio tombale. –andiamocene.-
Ah,finalmente si è deciso a tornare all’ospedale!
Meno male, tutti si saranno chiesti se ti ho trovato oppure no, Kaede.
-va bene,andiamo- gli dico, e faccio per avviarmi proprio verso l’ospedale, ma lui non si muove di un passo.
-no,non di là. Preferisco la palestra-
Mi volto a guardarlo, l’aria interrogativa. Non capisco di che diavolo stia parlando. Ma non vuole andare ad informarsi sulle condizioni del signor Anzai?
-vuoi…andare in palestra?- gli chiedo.
Lui non dice nulla, solo si incammina in quella direzione.
Ma quanto gli costa rispondere con un semplice “si” o un semplice “no” dico io? Non posso credere che sia così pigro! Va bene che dorme durante tutte le lezioni a scuola, però…
Non esprimo ad alta voce questi miei pensieri.
Ancora una volta, mi limito a seguirlo.


Entriamo in palestra in silenzio, quasi come siamo entrati in quel tetro ospedale. Sembra tutto un rito, o forse un sogno.
Lui punta direttamente al campo, si toglie le scarpe bagnate, e così anche la felpa che indossa, raccoglie la palla che avevo precedentemente abbandonato e fa del canestro il suo unico interesse, dimenticandosi di me.
-ehi! E io che dovrei fare mentre tu ti alleni?- gli domando, un po’ seccata, sentendomi ignorata, lasciata in disparte.
-fa’ quello che vuoi- mi dice lui, andando a recuperare la palla che ha appena infilato con grazia nel canestro –ma se devi entrare, togliti quelle scarpacce sudice-
Scarpacce sudice? Ma come si permette!?
-le mie scarpe non sono sudice!- sbotto, ma le tolgo comunque, poiché sono bagnate fradice, e anch’io mi rendo conto di quanto sia importante non bagnare il pavimento della palestra. Anch’io provo questo profondo rispetto per il campo da basket.
Il tuo stesso identico rispetto, Kaede.
Vado a sedermi in panchina. Che strano, è la prima volta che mi capita di sedermici se non sono in pieno allenamento con quella “fissatona per il lavoro massacrante” di Yumi.
Kaede mi lancia un’occhiata.
-che fai lì?-
-ti guardo- è la mia risposta –non so che altro fare,sennò-
Lui non dice nulla, solo mi si avvicina, fino a sedersi accanto a me. –mocciosa pigra- mi dice –potresti venire a fare due tiri…-
Scuoto la testa. –no,non mi va-
La verità è che,per una qualche ragione misteriosa,non mi va di scoprirmi così tanto con Kaede. Mostrargli le mie debolezze sul campo non mi sembra la cosa giusta da fare, non vorrei mi prendesse in giro, casomai dovessi sbagliare qualcosa…
Qualcosa che lui sa chiaramente fare alla perfezione.
-nh. Va bene-
Cosa?? Ha detto “va bene”??
-tsè,mocciosa codarda-
Ah,ecco, mi sembrava!
Nonostante le sue parole mi infastidiscano nel profondo, questa volta non cado nella sua trappola.
Rimango in silenzio, e così fa lui. E torniamo a nutrirci l’uno del silenzio dell’altro, perché nessuno dei due si decide a romperlo.
Alla fine, lo faccio io, di nuovo.
-allora…come va?-
Strano, mi sembra d’avergli posto la stessa identica domanda, con lo stesso identico tono, quel giorno sotto il portico di casa. Anche allora, pioveva.
-va-
Dio,sono sicura che questa è la risposta che mi ha dato anche l’altra volta! Non posso sbagliarmi, mi aveva stupito la prima volta che mi aveva risposto così.
È chiaro che lo fa d’abitudine.
-bene…-
-…-
È di nuovo il silenzio a colmare la nostra mancanza di parole. Questa situazione sta cominciando a disarmarmi.
Poi, improvviso ed inaspettato, un brontolio di stomaco. Purtroppo, il mio.
Dio che vergogna,vorrei sprofondare!!
Il commentino acido e canzonatorio di Kaede non si fa certo aspettare:
-anche il tuo stomaco è rumoroso,mocciosa.-
Ah ah ah. Che ridere.
-ho semplicemente fame- gli rispondo, cercando di ignorare il calore che si sta espandendo velocemente sul mio viso -scusa,ma il tuo non brontola mai??-
-no,certo che no.- risponde lui –e questo perché a me basta e avanza quello che mangio durante i pasti.-
A te, non a me. Ma che c’entra??
-e poi,anche il mio stomaco è abituato a stare zitto in mia presenza. Sono io che comando-
Certo che si prende proprio sul serio, questo Kaede Rukawa!
-ma sentilo…!- sbuffo. Però mi scappa un sorriso, e lui lo nota.
-mocciosa- è il suo unico commento. A volte mi chiedo se sappia dire altro.
-e comunque dovresti smetterla di mangiare così tanto-
Queste ultime parole mi fanno avvampare. Ma come fa a sapere…?
-Kiran mi ha detto che durante gli allenamenti praticamente non fai altro. Mocciosa,diventerai un bue…-
Ok,ora io lo prendo a schiaffi. Ma come diavolo si permette!?
-senti,genio!- sbotto nuovamente, e ancora ci ricasco –non hai mai sentito il desiderio impossibile da ignorare di seguire i tuoi istinti??!-
Che nervoso, non può averla sempre vinta lui!!
Lo costringerò a rispondere a questa domanda, almeno a questa, per fargli capire che anche lui, alla fine, è un essere umano come tutti gli altri.
Kaede inarca un sopracciglio, perplesso.
-no- è la sua risposta.
Me l’aspettavo.
-come sarebbe a dire no!?-
-sarebbe a dire che io penso alle cose, prima di farle. O almeno, quasi sempre. Cedere agli istinti è roba da deboli-
Roba da deboli…? Ma che diavolo sta dicendo?
Mi sento indignata, Kaede altro non sta facendo se non giudicare la mia persona.
-…dovresti provare, prima di dare un giudizio-
Queste parole le pronuncio io, senza neppure rendermene conto. Le pronuncio e basta, ancora una volta senza pensare, giusto per confermare a me stessa che sono un’impulsiva nata. E per confermarlo anche al ragazzo che mi sta seduto accanto, rimuginando sulle mie parole.
-provare…?-
-si- rispondo subito io –provare. C’è una cosa che vuoi fare in questo momento? Beh…dimentica tutto, e falla.-
Chissà se mi ascolterà.
Già lo vedo alzarsi in piedi, afferrare la palla e lanciarla nel canestro, a segnare uno splendido tiro da tre...sarebbe tipico di lui.
Oppure cominciare a sfogarsi, imprecando contro tutto ciò che gli sta stretto, magari anche contro di me, e contro Hanamichi…magari contro Sendoh…
Prevedo tutto questo, tutto.
Ciò che non prevedo, però, è esattamente ciò che avviene.
Il suo gesto è rapido, imprevedibile, mi stupisce, non mi permette di reagire, di pensare.
Avviene tutto in fretta, troppo in fretta.
Brusco, Kaede mi afferra per la nuca, avvicinando poco gentilmente il mio viso al suo.
Incontro immediatamente le sue labbra morbide, calde…mai le avrei pensate così…

Sanno di menta.

Di menta forte…sono dolci e pungenti insieme…ti paralizzano…
…quasi mi sento mancare…
…sono … fantastiche…
E intanto Kaede continua questa danza frenetica, senza frenarsi, lasciandosi completamente andare, leccando, mordendo…senza controllo alcuno.
Improvvisa, la sua lingua a profanare la mia bocca, senza neppure chiedere il timido permesso di farlo.
Non fa questo Kaede, non chiede il permesso a nessuno, mai.

Neppure a me.

Neppure a me…che,finalmente,mi riprendo…
Che finalmente,capisco…
“sto baciando Kaede Rukawa…” mi dico, ma non riesco a credere ai miei stessi pensieri.
Mi sembra tutto così…impossibile.
Forse…troppo bello per essere vero?...

Forse…

Improvviso, si stacca da me…
Una fitta al cuore…provo una sensazione impossibile da descrivere,ora,mentre,per un attimo,mi perdo in quei suoi dannatissimi occhi. Mi sento…abbandonata?
Si,è una sensazione di abbandono quella che provo…
Perché desidero ancora intensamente quelle labbra…quella bocca…e ora che non le ho più, mi sento come svuotata.
Kaede si alza, senza neppure guardarmi.
Forse non ne ha il coraggio.
-..tsè,maledetta mocciosa…-
Mi scappa un sorriso, ma stranamente non arrossisco. Come se tutto questo fosse normale, come se fosse così da sempre.
Come se ci fossimo sempre stati noi due,Kaede..sempre e solo noi due. Insieme.
-ora me ne vado. Tu torna all’ospedale,mocciosa.-
Di comando il suo tono, come sempre.
Eppure,c’è qualcosa di diverso in lui.
Qualcosa che non può non riempirmi il cuore di qualcosa di molto simile alla gioia più incontenibile.
Cavolo,sono talmente felice che mi metterei a saltare come un'idiota!!!
Ed è tutta colpa tua,Kaede…
-Ah,di’ a mia sorella che me ne sono tornato a casa.- aggiunge lui, mentre si infila le scarpe, evitando accuratamente di guardarmi.
Ma quanto sei tenero, in questo momento…
-va bene,Rukawa- gli assicuro, mentre lui raggiunge la porta della palestra.
-KAEDE-
-eh?-
Non credo d’aver capito bene. Non posso aver capito bene.
-per te sono Kaede-



*******

Ehi,quasi non ci credo! Ho deciso di postare il capitolo 14 e il capitolo 15 insieme...di solito queste cose non le faccio. E ora che ci penso è 1 po' che non lasciavo 1 commentino dei miei... =D
Allora,che ve ne pare? Onestamente,non mi sembra male.
Ci tenevo a ringraziare Sen(taku),la mia personale Kiran Rukawa,per aver commentato per prima,via sms,questa storiellina...nient'altro.
Sperando che lasciate un commento (accetto anche qualsiasi critica,eh!), vi saluto, e vi do appuntamento al prossimo capitolo (che chissà qnd arriverà).

Ruki

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Capitolo 16
*** Goodnight Moon ***


CAPITOLO 16: goodnight moon


-e quindi…hanno detto che si riprenderà presto,giusto?..perchè io ho capito così…-
Hana cammina al mio fianco, teso, lo sguardo ancora angosciato volto alla strada, ad osservare le innumerevoli auto parcheggiate che la ingombrano.
Un lampione illumina la strada, proiettando le oblunghe e spettrali ombre, mia e di mio cugino, sul marciapiede, unici presenti in un questa via altrimenti deserta.
È tardi, è ormai mezzanotte, e questa zona è sempre poco frequentata, data la scarsità di locali pubblici e cinema.
-il dottore ha detto che si riprenderà,si…- mi rassicura mio cugino, ma è chiaro che sta cercando di rassicurare più se stesso che me. –non riesco a credere che sia capitato di nuovo. Insomma..tutte al nonno capitano.-
-dai,Hana. Non preoccuparti! Vedrai che si riprenderà benissimo.-
Consolare mio cugino è forse la cosa che in assoluto mi riesce meglio.
Spero solo di poterti restituire il sorriso anche questa volta, Hana.
-si, forse hai ragione.- fa lui, ma è chiaramente poco convinto.
Strano, non è da Hanamichi essere così pessimista.
Forse questo suo atteggiamento è dovuto ai cambiamenti che stanno avvenendo nella sua vita, e alle conseguenti difficoltà che vengono a crearsi.
Decido di cambiare discorso, questo sta facendo acqua da tutte le parti, perché è chiaro che nessuno dei due ha troppa voglia di parlarne.
Voglio cercare di affrontare le questioni che mi angosciano, voglio parlarne con mio cugino, perché i suoi problemi mi stanno terribilmente a cuore, e non posso far nulla per non pensarci.
Inoltre, sto cercando mille scuse per non pensare a quello che è successo in quella maledetta palestra…qualcosa di così grande, e meraviglioso, da non poter essere creduto, o almeno, non da me.
-dove sei stata stasera…per tutto quel tempo?- mi domanda improvvisamente Hanamichi.
Oddio, e adesso cosa gli dico? E io che volevo evitare di parlarne!
-ehm…sono andata a cercare Rukawa. Se ne era andato senza dir nulla, e non mi è sembrato normale. Pensavo avesse qualcosa, mi sono solo preoccupata…e senza motivo, perché l’ho trovato e stava benissimo.-
Ecco una risposta come si deve. Spero solo che Hana non decida di indagare oltre.
-e come hai fatto a trovare quella baka kitsune surgelata? Scemo com’è si sarà andato ad infognare da qualche parte…-
Come non detto. Hana, sei troppo, troppo curioso!
-beh..ho pensato che potesse essere al campetto pubblico, e infatti l’ho trovato lì…-
Hanamichi pare impressionato. Un sorrisetto derisorio si dipinge sul suo volto, e di certo non si tratta di un buon segno.
No, non lo è per niente.
-ma guarda! La mia cuginetta ha il kitsune-radar!-
Kitsune-radar? E questa da dove gli è uscita? Certo che ne ha di inventiva! -lo sapevo che quel musone ti diceva qualcosa. Cioè, che ti piaceva quel Rukawa.-
Arrossisco fino alla punta dei capelli, mentre evito di guardare mio cugino in viso.
Cavolo…!
-la cosa non mi piace,comunque.- aggiunge, tornando a guardare dritto davanti a se.
Per quanto mi riguarda, la sola cosa a non piacermi è il tuo tono, Hana.
-cosa?-
-non mi va bene che ti piaccia quello lì. È un idiota.-
Frena…non credo d’aver capito bene. Hana mi sta per caso dicendo che non posso frequentare Kaede?
-sarà anche un idiota, però tu neppure lo conosci.- ribatto io, più che convinta delle mie parole –non capisco perché diavolo tu debba sempre pensare così male di lui.-
Hana mi guarda stupito, scioccato.
Evidentemente non si aspettava che alzassi la voce con lui…però le sue considerazioni errate su Kaede mi hanno proprio fatta uscire di testa!
Come può parlare di una persona senza neppure conoscerla davvero?
-certo che lo conosco, Ucchan. Ed è una brutta persona. Sempre lì a tirarsela…crede di essere al centro del mondo, quell’idiota.-
Come!? Ma è davvero mio cugino quello che sta parlando??
-non è vero!- mi esce spontaneo di dire.
Nego. Nego tutto.
Perché Kaede non è così, non è come Hana lo descrive.
-ah,bene! Ora ti schieri anche dalla sua parte,eh?? Visto,non dovresti frequentare Rukawa,quello che ti farà il lavaggio del cervello, e ti metterà contro di me!-
Il tono che mio cugino usa mi ferisce.
Non si rende conto che mi sta facendo male, in questo momento??
-per quanto ne so, non sono l’unica ad essermi interessata ad un Rukawa!- sbotto, accecata dalla rabbia.
Queste ultime parole le pronuncio senza pensarci, senza calcolare le conseguenze.
Ed ecco fatta l’ennesima scemata della mia vita.
Complimenti vivissimi, Uriko.
Ma quando imparerò a pensare prima di parlare??
-come,scusa!?-
Nuovamente Hanamichi spalanca gli occhi, sorpreso.
Poi, dopo qualche attimo, la sua espressione si fa grave.
Si rabbuia, il mio Hanamichi.
-come fai a saperlo?- mi domanda, la voce tremante…di rabbia.
Cavolo, questa volta l’ho combinata davvero grossa!
Sto per rispondere che è stato Yohei a dirmelo, ma, per una volta, prima ancora di parlare, comprendo.
Comprendo che non posso dare la colpa a Mito, che anzi è stato così gentile e disponibile nel parlarmi dei problemi di mio cugino.
-io…io…l’ho capito,sai? L’ho capito che ti interessa Kiran!-
Accampo questa scusa, quella dell’intuizione.
Chissà se Hana ci cascherà.
-ah,davvero?...beh,non sono affari che ti riguardano.-
Non-sono-affari-che-mi-riguardano????
Ma che hanno tutti oggi??
La “sindrome di Rukawa”???
Nonostante il mio disappunto, non ribatto.
Meglio star zitti, in momenti come questi.
Seguo Hana trotterellandogli dietro piano, non vorrei disturbare i suoi pensieri.
Forse si renderà conto d’aver sbagliato, e a casa mi chiederà scusa.
Si, lo farà sicuramente.
Ne sono sicura.


Arrivati a casa, Hana si fionda subito in bagno, uscendone solo pochi attimi dopo, già pronto per andare a dormire.
Lo seguo con lo sguardo mentre entra nella sua camera e si sbatte la porta alle spalle.
Implacabile e doloroso, per me, quel rumore.
Il rumore che segna la mia sconfitta, e l’inizio della mia notte insonne.
I piedi mi trascinano in bagno, senza alcuna fretta, e poi nella mia stanza.
Il tutto contro la mia volontà.
Ora come ora vorrei essere ovunque, tranne che qui, in questa stanza buia e desolata. Vorrei essere a Tokyo, in quel campetto dissestato, a giocare una partitella senza pretese con Kagome e le altre.
Kagome…
Ora che ci penso, non ho più pensato a lei, da quando ho messo piede a Kanagawa.
Forse per questo, forse per quello, non ho più ripensato a quei suoi grandi occhi verde smeraldo, così simili a quelli di Chiyako, la mia compagna di squadra, eppure splendenti di una luce differente.
La passione per il basket…quegli occhi erano passione allo stato puro...
Lancio un’occhiata alla radiosveglia sul comodino.
00:30, segna il display.
Spero solo di riuscire ad addormentarmi presto.
Appoggio la testa sul cuscino e cerco di rilassarmi, ma troppi pensieri mi affollano la mente, e non riesco a scacciarli.
Ognuno di questi pensieri –piacevoli e non- contribuisce nel tenermi sveglia, con gli occhi ancora spalancati su questo giorno interminabile.
Che tortura.
Vorrei solo addormentarmi, e svegliarmi domani, perché domani sarà un giorno nuovo, e sarà tutto diverso, completamente differente.

01:00
Oddio. Ditemi che non è vero.
01:20
Questo dev’essere un incubo. Per forza.
01:39
Cosa!? Mi sembra che il tempo voli…
01:50


Aspetto che l’odiosissimo 02:00 compaia sul display della radiosveglia, poi decido di alzarmi.
Non c’è niente da fare, non riesco a dormire.
Raggiungo la cucina, accendo la luce. Mi ferisce gli occhi stanchi. Eppure sono sveglissima.
Devo solo trovare un modo per rilassarmi, poi tornerò a letto e riuscirò finalmente a dormire, ne sono sicura.
Mi accoccolo sul divano, ma dura poco, perché ben presto i miei piedi mi incitano ad alzarmi, ad infilarmi la prima felpa trovata abbandonata sulla poltrona, il primo paio di jeans e il primo paio di scarpe da ginnastica, e ad uscire di casa.
Non fa freddo, neppure piove.
Sembra tutto mortalmente tranquillo, e neanche il buio, questa notte, mi terrorizza. Mi capita, a volte, di sentirmi perfettamente a mio agio nonostante l’oscurità, anche se di rado.
E questa notte avverto qualcosa.
Questa notte è una di quelle notti speciali, una di quelle notti in cui non puoi semplicemente far finta di niente e dormire.
L’aria, lo sento distintamente, è carica di attesa.
Prendo a camminare senza neppure accorgermene, ed è solo quando raggiungo il minuscolo giardino pubblico poco lontano da casa che mi rendo conto della strada fatta.
Pochi passi, mossi in una direzione qualsiasi, non me ne curo.
I sassolini scricchiolano sotto il mio peso, e quel lieve rumore mi fa compagnia, per un istante.
-che ci fai tu qui?..-
sento qualcuno domandare.
Non posso crederci, è la sua voce.
La sua voce profonda, che mi accarezza le orecchie, ma dapprima non ci credo.
Non posso credere che anche lui sia qui, alle 2 di notte! Cioè, è impensabile!
Eppure quando mi volto, me lo ritrovo davanti, l’espressione stupefatta.
Un leggero venticello caldo gli accarezza i capelli, e la sua figura, così dannatamente bella e perfetta, non può far altro che velocizzare immediatamente i battiti del mio cuore.
-ehi,ciao!- gli dico.
Non mi viene in mente altro.
-nh. Sono qui col cane- mi dice lui, forse in cerca di una giustificazione.
O forse è solo un modo per non far subito cadere il discorso nel silenzio più totale.
-davvero? Non pensavo avessi un cane.-
Mi sento così stupida in questo momento...
Lui porta una mano al capo, tra i capelli corvini, a tormentarli un po’.
-è solo un botolo di grasso ringhioso, con il vizio di mordere.-
-un po’ come te…- mi esce spontaneo dire.
Forse ho solo pensato ad alta voce.
Scoppio a ridere, nel constatare che le mie parole l’hanno colpito.
-tsè, mocciosa maliziosa-
Continuo a ridere. Lui mi fa ridere, a modo suo.
-come si chiama?...- gli domando, mentre cerco di smettere di ridere, cosa che non è mai stata più difficile.
-nh?-
-il cane. Come si chiama?-
Kaede lancia un’occhiata di sbieco al tanto minuscolo quanto grossoccio cagnolino che gli si sta avvicinando, scodinzolando, apparentemente euforico.
-ah,questo qua? Non ce l’ha un nome, l’abbiamo appena trovato. L'ha trovato Kiran che gironzolava davanti a casa, e ne ha avuto pietà.- Ennesima occhiataccia al cane -mi chiedo perchè.-
Il cagnolino mi corre incontro, cerca di saltarmi in braccio, prende a leccarmi ovunque...è adorabile!!
Mi chino ad accarezzarlo, mentre domando a Kaede:
-avete altri animali,in casa? quando sono venuta a casa vostra non ne ho visti,però...-
Lui avanza di un passo, osservando il cagnolino che, felice come non mai, scodinzola come impazzito.
-si. Un gatto e un coniglio nano con lo strano vizio di voler dormire con me a tutti i costi. Ah,già..anche quei chiassosi canarini...-
Ma che ha!? uno zoo, in casa??
E dire che non me ne ero proprio accorta!
-ora che ci penso..chissà se Kiran ha dato da mangiare a Gatto!?- borbotta tra se e se, come se si fosse dimenticato di me.
-Gatto?- gli domando.
-si,Gatto. il gatto.-
-ma hai chiamato il gatto Gatto?-
Annuisce, come se fosse la cosa più normale del mondo.
Peccato che non lo sia, per niente.
-non avevo voglia di sprecare il mio tempo a cercare un nome per quella bestiaccia.-
-ahhh,chi ti capisce è bravo!- è il mio unico commento.
Mi rialzo, mentre il cagnolino innominato si dirige (sempre scodinzolando a più non posso) verso il suo padrone.
-sai che ore sono,mocciosa? è tardi,dovresti essere già a letto. i bambini vanno a letto presto, di solito.-
-...ma quanto siamo spiritosi!- sbotto, ma un sorriso nasce spontaneo sul mio viso.
Cavolo,non riesco più a trattarlo come un tempo, ora che...ora che si è scoperto, e si è lasciato andare, nonostante il suo carattere chiuso ed apparentemente indifferente a qualsiasi cosa non sia il basket.
-ad ogni modo...io me ne vado.- annuncia lui, rimettendo il guinzaglio all'animaletto che, per nulla stanco, ha preso a giocare con un pezzo di legno trovato chissà dove. -...e mi porto dietro questo coso.-
Ma come!? mi lascia qui, così, senza dirmi niente? senza fare niente?
-mh..beh,è un po' tardi,in effetti...- mormoro, ma non posso evitare di lasciar trasparire, nella mia voce, una nota di profonda delusione.
Anche Kaede deve essersene accorto, perchè riporta la sua attenzione su di me.
-ehm...va bene,se devi proprio andartene,ricordati di fare una carezza a Gatto da parte mia...- mormoro, abbassando lo sguardo.
Il suo, in questo momento, mi mette molto a disagio.
Dopo queste mie ultime parole, scatta qualcosa in Kaede.
Mi si avvicina, lentamente, e mi posa delicatamente una mano sul viso.
Una lieve carezza, nulla di più, ma capace di trasmettermi molto...
...mi sento così bene...
-preferisco accarezzare te,mocciosa...- lo sento pronunciare.
Le sue parole mi provocano un brivido.
Le sue parole così inaspettate, così calde..così dolci...
Si china, accarezza le mie labbra con le sue...impercettibilmente.
Un tocco dolce, delicato.
...Sento ancora una volta il suo sapore, pungente, e capace di farmi perdere il controllo..
Quel sapore...quello che mi era rimasto in testa, che mi era rimasto accanto, non mi aveva mai abbandonata... il sapore di Kaede.
Non succede altro.
Non insiste, non chiede altro, Kaede. Non stasera.
Si stacca da me, io lo guardo...
Ha una strana espressione dipinta sul viso, non sembra neppure lui questa sera, sembra tutta un'altra persona.
-allora buonanotte.- mi dice infine -porto a casa questo affare esagitato. Ci vediamo domani.-
Non dice altro, non c'è più nulla da aggiungere.
Io, ancora imbambolata, lo guardo allontanarsi.
...una girandola di emozioni, dentro di me.
Aiutatemi a riprendermi.


Una volta tornata a casa, mi sbatto la porta alle spalle.
Non me ne frega neanche di svegliare Hanamichi, o forse neppure penso a questa eventualità.
Sono troppo presa da lui, da Kaede.
Le cose che fatto stasera, le cose che ha detto...si inseguono nella mia mente, in un girotondo interminabile e straordinariamente piacevole.
...ma è meglio andare a dormire.
Prima di infilarmi nel letto,lancio un'occhiata alla sveglia.
03.10
Ci rido su.
Questa volta la giornata avrà fine per davvero, e non avrei potuto immaginare un epilogo migliore...
Un arrivederci alla luna perfetto.

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Capitolo 17
*** I'm Naromi Kitazawa ***


CAPITOLO 17: I'm Naromi Kitazawa


-..e quindi, il campionato interscolastico avrà inizio tra poche settimane. Non dovete pensare a ciò che è accaduto al coach Anzai, mi sono spiegato!? Vi voglio cariche, e in perfetta forma..-
La voce tuonante di Takenori Akagi riempie la palestra, spandendosi nell'aria carica dell'odore forte e pungente della candeggina.
-NON come ora...- aggiunge poi il nostro nuovo allenatore, guardandoci una ad una, l'aria quasi imbarazzata, oltre che afflitta.
Effettivamente, deduco guardandomi attorno, c'è ben poco da stare allegri, e Akagi ha ragione: mentre il nostro coach spiega, Nanaka si fa le unghie, Chiyako ripassa per il compito di francese del giorno dopo, Ai giocherella con la collanina che porta al collo parlottando con Yumi, che non fa altro che ammirare la collana in questione, Kiran palleggia svogliatamente seduta per terra a gambe incrociate, mentre io, stanca come non mai per essere andata a dormire troppo tardi, quasi non mi reggo in piedi. Maledizione, mi si chiudono gli occhi.
E Akagi deve aver notato tutto questo.
-Ragazze, mi state ascoltando!?- tuona improvvisamente, facendomi trasalire e uscire piuttosto bruscamente dal mio stato di trance.
S'alza un "si" generale, ma svogliato, di routine.
-A me non sembra proprio. Avete tutto in mente, tranne che di concentrarvi nel basket.- decreta lui, lapidario.
Nonostante Akagi appaia visibilmente furioso, nessuna di noi ha troppa voglia di starlo a sentire.
Poi, Kogure prende parola: -Ragazze, vi devo ricordare che dovremo vedercela con squadre del calibro del Ryonan e dello Shoyo? Per non parlare del Kainan, che quest'anno può contare sul supporto di validi elementi...-
-Come Naromi Kitazawa?- domanda Ai, distogliendo finalmente la sua attenzione da Yumi.
A questa domanda, alziamo tutte lo sguardo, e lo fissiamo su Akagi.
Persino Chiyako alza gli occhi dal libro di letteratura francese, mordicchiandosi nervosamente il labbro inferiore.
-Vedo che la conoscete.- è la risposta di Akagi.
-Takenori,ne ho parlato io alle ragazze,poco tempo fa.- lo informa Yumi, il tono di voce quasi professionale. -mi sembrava giusto informarle a proposito di questa fenomenale giocatrice.-
Akagi inarca un sopracciglio. -fenomenale?-
Yumi annuisce.
-si,ho detto loro la verità a proposito di quella ragazza. Era inutile mentire. Sappiamo bene che questa Kitazawa è ai livelli della nostra stella.-
Lancio un'occhiata a Kiran.
Continua a palleggiare come se nulla fosse, come se non si preoccupasse di essere stata tirata in causa per un confronto poco gradito, i capelli lunghi e lisci davanti al viso, a celarlo.
-Io non penso Naromi Kitazawa sia un fenomeno. Perchè i fenomeni non esistono... Ogni giocatore, per quanto forte, ha delle debolezze, e quindi anche lei.- dichiara Akagi, volgendosi poi verso Kogure, alla ricerca di un appoggio morale.
-Akagi ha ragione, ragazze. Sicuramente questa ragazza è una giocatrice molto forte, ma non imbattibile. E poi, non è certo lei l'unico avversario temibile che vi troverete davanti...quindi non dovete pensare a lei come il nemico per eccellenza.-
Tutto questo Kogure lo dice sorridendo com'è solito fare, e la cosa non può che darmi la carica.
Lui e l'allenatore hanno perfettamente ragione...non dobbiamo farci spaventare dalla fama di Naromi Kitazawa, non prima d'averla vista in azione, almeno.
-Ad ogni modo, avrete modo di allenarvi in maniera adeguata durante il ritiro che è stato organizzato appositamente in vista del campionato interscolastico di quest'anno...-
-Ritiro? Che ritiro?- domanda di nuovo Ai, mentre tutte spalanchiamo gli occhi, stupefatte.
Un ritiro? Nessuno mi aveva mai detto niente di un ritiro!
-Si. Akagi ha pensato di iscrivervi a questo ritiro organizzato di una settimana...oltre a noi, parteciperanno a questo allenamento collettivo anche lo Shohoku maschile, il Kainan femminile e maschile, il Ryonan maschile e lo Shoyo maschile. Ci faremo tutti quanti una bella vacanza massacrante, e torneremo più in forma di prima!-
Ai nostri occhi, il sorriso di Kogure appare come una presa in giro bella e buona.
Cioè, ci sta dicendo che dovremo sgobbare come delle schiave per una settimana intera e ci sorride con quell'aria da emerito ebete!?
-Una settimana!?- piagnucola Chiyako, dimenticandosi totalmente del libro di francese -ma è una pazzia! torneremo stanche morte, e addio campionato!-
-Chiya-chan ha ragione! moriremo!- esclama Ai, mentre Yumi annuisce convinta dalle parole delle nostre compagne di squadra.
Anche io prendo a lamentarmi.
La trovo una cosa assolutamente assurda!
Certo, questo ritiro potrebbe avere anche dei riscontri positivi (per esempio, l'idea di passare del tempo con le mie amiche e con Kaede mi piace, e molto) ma è innegabile il fatto che questa gita si rivelerà sicuramente sfiancante per ognuna di noi.
-Ragazze-
Tutte smettiamo contemporaneamente di parlare, perchè ad aprir bocca è stata Kiran, fino a poco prima impegnata nei suoi sacrosanti palleggi.
Rimaniamo tutte a fissarla, in attesa che parli, che dica qualcosa.
E lei non si fa certo attendere.
-Credo sia giusto andare a quel ritiro. Avremo la possibilità di allenarci meglio.-
Taciamo tutte.
E' strano che Kiran abbia esposto il suo parere, di solito è una che si adegua alle intenzioni delle altre.
-Brava, Kiran. Non potevi esprimerti meglio.- le sorride Kogure, guardandola entusiasta.
-Lodevole. Seguite tutte il suo esempio.- aggiunge Akagi, incrociando le braccia al petto. -Si parte sabato prossimo, cominciate a preparare le valigie.-


-Un ritiro!! Cioè, vi rendete conto!? Una settimana in montagna, in mezzo a tutti quegli insetti...e poi, immagino che dovremo sempre indossare quelle orribili tute...-
Nanaka rabbrividisce alle sue stesse parole, uscendo dalla doccia avvolta in un asciugamano rosa pesca.
E' stata l'ultima ad utilizzare la doccia, come al solito.
-Non credo sia questo il problema principale, Nanaka.- l'ammonisce Ai, controllandosi i capelli nello specchio. -il fatto è che non credo saremo in grado di affrontare la prima partita, poi. Prevedo già gli allenamenti massacranti che ci faranno fare...avremo mal di ossa per due settimane, ve lo dico io…e poi…-
Ascolto i discorsi delle mie compagne di squadra distrattamente, persa in ben altri pensieri.
Oggi non ho visto Kaede…non è a scuola, e mi piacerebbe sapere perché.
Vorrei tanto poterlo chiedere a Kiran, ma ho paura della sua reazione.
La nostra stella viene a sedersi proprio accanto a me, mentre si raccoglie i capelli bagnati in una nuova coda, dopo averli accuratamente spazzolati.
–bell’allenamento, oggi. Sei stata brava, Sakuragi.- mi dice, il sorriso sulle labbra.
Le sorrido di rimando.
Ma allora non è più furiosa con me!
-grazie, e tu sei stata spettacolare, come al solito.-
Sorride compiaciuta.
-ma insomma…dite che ci saranno tante zanzare? No, perché se è così mi tocca portarmi il repellente…- sento Nanaka dire.
Ormai si è rivestita, e si sta spazzolando i ricci davanti allo specchio.
–ah, i miei capelli sono un disastro, in questo periodo…oddio! Dite che ci saranno delle docce decenti nel posto dove andremo? e ci sarà almeno una discoteca?...-
Kiran ridacchia, ma solo io posso sentirla. Le altre sono tutte impegnate a cercare di rassicurare Nanaka.
-quella ragazza è incredibile. Sa preoccuparsi solo di cose futili.-
-si, sono d’accordo- annuisco –è pazzesco, non sembra preoccuparsi del fatto che lavoreremo più che mangiare…lei si preoccupa del fatto che le sue unghie possano spezzarsi! Che poi, prima o poi, dovrà tagliarsele per forza quelle unghie, sta iniziando il campionato…-
Kiran ride nuovamente.
È bello vederla così di buon umore.
-senti, mi puoi dire una cosa?- le domando, facendomi coraggio.
Devo chiederglielo.
-certo,chiedimi pure tutto quello che vuoi..- mi dice lei, il fare rassicurante.
Cosa faccio? Glielo chiedo o non glielo chiedo? Ma così lei capirà che mi interesso a suo fratello!
-…non ho visto Kaede a scuola, oggi…perciò…-
-..perciò volevi sapere come mai non c’è. Beh, ti dirò…questa mattina non aveva voglia di venire a scuola.-
Rimango senza parole.
Come sarebbe a dire che non aveva voglia di venire a scuola?!
-eh?-
Una nuova, fragorosa risata da parte di Kiran.
-sorpresa,eh? Comunque non è una cosa nuova…quando Kaede non ha voglia di venire a scuola, non viene a scuola. È fatto così.-
Non posso crederci! Ma da che pazzoide mi sono lasciata baciare??
Arrossisco a questo pensiero.
Lasciata baciare…beh…mica tanto, dato che ho partecipato attivamente.
-ho capito.- dico semplicemente, allacciandomi le scarpe.
Poi mi alzo, buttandomi il borsone in spalla, e faccio per uscire dagli spogliatoi.
-passa da casa mia!- esclama improvvisamente Kiran –sono sicura che sarà felice di vederti...-
Mi blocco.
Mi giro verso di lei, e la trovo a sorridermi maliziosamente.
Ma che cosa…!?
Non riesco a capire perché mi guarda in quel modo, con quel sorriso…
Oddio…
Che lei sappia?
No!!…sarebbe troppo imbarazzante!!
-..tu lo sai?- mi decido a domandarle, conoscendo però già la risposta.
Scoppia a ridere, annuendo con la testa, mentre io arrossisco, diventando del colore del tramonto.
Cavolo, questa proprio non me l’aspettavo!
-per questo ti ho detto di passare da casa mia…d’altronde, sono solo le cinque…-
-ehm…per la verità,ho una cosa da fare..-
Kiran assume un’aria perplessa.
Forse non si aspettava che io rifiutassi un invito talmente allettante.
-una cosa da fare? E che cosa?- mi domanda, aggrottando la fronte.
Un ciuffo di capelli biondo scuro sfugge alla sua coda di cavallo, scivolandole morbidamente sul volto niveo, mentre mi fissa curiosa, aspettando una mia risposta.
-gli allenamenti del Kainan femminile..cominciano ora..- le spiego, rinunciando al proposito di tenere segreto ciò che ho intenzione di fare –e io avevo voglia di andare a dare un’occhiatina.-
I suoi occhi si illuminano di una nuova luce.
Sembra…entusiasta!
-vengo con te,Sakuragi.- mi dice, mentre ripone la maglia numero 7 nella borsa, assieme alle scarpe che ha utilizzato in palestra. –voglio proprio vedere questa Naromi Kitazawa all’opera.-


La palestra dell’istituto Kainan è molto più grande della nostra, e la luce irrompe dalle grandi finestre tenute accuratamente pulite.
Appena entrate, il tonfo ripetitivo della palla che batte sul parquet ci accoglie, accompagnato da urla concitate di incitamento.
Un passo ancora, e le vediamo.
Stanno disputando una partitella d’allenamento, a quanto pare.
Mi basta poco, veramente poco, per riconoscere la loro valenza: sono rapide, rapidissime, e vanno a canestro con una facilità disarmante.
-passa,passa!!!- grida una di loro ad una compagna di squadra, una ragazza piuttosto alta, con i capelli color carota.
La numero 8 esegue quindi un passaggio perfetto in direzione della numero 7, che la prende al volo, portandosi poi in attacco, seguita dalle compagne di squadra.
Ci vuole poco prima che la ragazza raggiunga il canestro, data la sua sensazionale velocità.
La numero 11 e la numero 4 le si parano davanti, ma c’è poco da fare.
Veloce, velocissima, la 7 aggira l’ostacolo e va a canestro.
La palla attraversa la retina con un fruscio, poi cade a terra, con il solito tonfo morbido.
Quel tonfo suona come una condanna, per me.
Una condanna senza possibilità di appello.
Mi volto a guardare Kiran.
Sul volto ha dipinta un’espressione strana, che non riesco a decifrare.
-bene, Kitazawa!!- urla, esaltata, una giovane donna bionda a bordo campo, probabilmente l’allenatrice della squadra.
E la ragazza a cui si rivolge altri non è che la numero 7, quella che ha appena segnato, lasciandomi completamente di stucco.
Quindi è quella, Naromi Kitazawa…
La osservo, e noto Kiran fare lo stesso: ha lunghi capelli neri, lisci e lucenti, e occhi di un bel marrone intenso.
È molto alta, nonché piuttosto magra, il che la rende agile, veloce e pericolosa sotto canestro in egual misura; decisamente un’avversaria temibile.
Rivolgendosi alla sua allenatrice, s’abbandona ad un gesto di vittoria, mentre le sue compagne corrono ad abbracciarla, entusiasmate dal suo ultimo canestro.
-brava,Naromi!!!- le dice la ragazza che le ha passato la palla, dandole una pacca sulla schiena, in segno d’apprezzamento.
-grazie! Modestamente…sono o non sono Naromi Kitazawa l’eccelsa!? Nessuno può far canestro con la facilità con la quale lo faccio io! Nessuno! AHAHAHAHAHAHA!-
Oddio…quasi mi sembra d’averla già sentita, questa risata.
Kiran, accanto a me, scoppia a ridere.
-Sakuragi,non ti sembra che quella ragazza sia la fotocopia di tuo cugino Hanamichi?- mi domanda, divertita più che mai.
Sto per risponderle che non è vero, che Hanamichi è molto meglio, e che non si esalta per così poco, quando lancio l’ennesima occhiata alla “fenomenale” Naromi Kitazawa.
Ha portato le mani ai fianchi, e sta parlottando con una compagna, continuando a vantarsi del suo spettacolare canestro.
-Ehm..si- sono costretta ad ammettere, riconoscendo in lei alcuni atteggiamenti tipici di Hana. –hai proprio ragione, Kiran.-
-ehi,ma voi chi siete!?- sento qualcuno gridare, inaspettatamente, improvvisamente.
Mi irrigidisco quando mi accorgo che è stata proprio Naromi Kitazawa a parlare.
-ehm…temo proprio che ce l’abbia con noi.- dico a Kiran, mentre Naromi avanza, a passo quasi marziale, verso di noi.
La presunta allenatrice non dice nulla, non fa nulla.
Rimane a guardare, incrociando le braccia al petto.
-allora? Si può sapere chi siete?- domanda nuovamente la Kitazawa, a pochi passi da noi.
-siamo Kiran Rukawa e Uriko Sakuragi, dello Shohoku- risponde candidamente Kiran.
Mi volto a guardarla: non sono sicura sia stata la mossa migliore da fare.
-ahhh…due spie,quindi!- sbotta Naromi –siete venute a spiare le nostre tecniche di gioco, dico bene?-
Kiran scuote la testa, con il fare più innocente del mondo.
Alle volte sembra davvero un angelo, almeno negli atteggiamenti.
-ti sbagli, Kitazawa. Volevamo semplicemente accertarci del fatto che le voci su di te fossero vere.-
Il sorriso di Kiran spiazza la ragazza, e si vede.
Tuttavia, un’espressione compiaciuta si fa presto largo sul suo viso, dalla carnagione più o meno scura.
-beh, avete potuto constatare che lo è. Naromi Kitazawa, la stella del Kainan, non ha rivali in nessun’altra squadra! Sono la miglior playmaker della prefettura, e non solo, e lo dimostrerò al campionato interscolastico, costi quel che costi!-
Non riesco a crederci!
La miglior..playmaker???
Ma chi si crede di essere questa ragazza??
Dio in terra??
Mi trattengo dallo scoppiare a riderle in faccia, ma è talmente comica!
-spero per te che ci riuscirai, Kitazawa.- le dice Kiran, il tono gentile, ma con evidenti fini derisori. –sappi però che non sei l’unica giocatrice in gamba della prefettura.-
-Ah,si?- sbotta Naromi, ghignando –e chi sarebbero le altre valenti giocatrici?-
-tanto per cominciare, Kiran Rukawa!- esclamo io, facendo un passo avanti –lei è molto meglio di te, miss genialità!-
Kiran si volta a guardarmi, sorpresa, mentre Naromi scoppia a ridere senza ritegno, cosa che mi fa letteralmente saltare i nervi.
-ma come diavolo ti permetti di ridere,eh!?- sbotto io, mentre mi avvento su di lei, con tutta l’intenzione di cambiarle i connotati.
Non si deve permettere di deridere Kiran in questo modo!
Purtroppo, o forse per fortuna, Kiran mi trattiene.
–lascia perdere,Uriko. Non ne vale la pena.- mi dice, il tono calmo.
-vattene, Kiran Rukawa. E porta il tuo cane da guardia rabbioso con te.-
Come mi ha chiamato!??? Cane-da-guardia!??? Ma io la ammazzo!!!
-ma come diavolo ti permetti,bastardaaa!?- sbotto, cercando di liberarmi dalla presa salda di Kiran.
Ma non c’è nulla da fare.
-ce ne andiamo, come vuoi. Ma sappi che lo Shohoku si farà valere, al campionato.-
-è una sfida, Kiran Rukawa?-
Kiran annuisce –certo che lo è, Naromi Kitazawa.-
-Bene. Noi del Kainan ci impegneremo a battervi col maggior distacco possibile, allora.- dichiara Naromi, sorridendo.
E il suo è un sorriso che fa male.
Ci allontaniamo, io e Kiran.
Mi trattiene per un polso lei, forte, non vuole correre rischi.
Non fa che sussurrarmi parole su parole, per tranquillizzarmi, ma io neppure la ascolto.
Non ci riesco, non faccio che pensare a Naromi Kitazawa.
La sua risata di scherno mi rimbomba ancora nelle orecchie, non mi da pace.
Nessuno…nessuno si era mai permesso di deridere lo Shohoku!
Nessuno!
Sento una grande rabbia dentro, una rabbia che non riesco a contenere, che vorrei poter liberare…ma non posso!
Ed è tutta colpa di Naromi Kitazawa.
Ma la pagherà.
Naromi Kitazawa “l’eccelsa” la pagherà.
Tutto il Kainan femminile la pagherà.
Uriko Sakuragi non perdona tutti.

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Capitolo 18
*** I Want The Truth ***


CAPITOLO 18. I Want The Truth

 

E così, Naromi Kitazawa non è solo una montata. No davvero.

Naromi Kitazawa è una minaccia reale, un’avversaria temibile che non vede l’ora di schiacciare lo Shohoku guidando il Kainan alla vittoria del campionato interscolastico.

Il Kainan…e cioè il Kainan King, come lo chiamano un po’ tutti, ormai.

Nomignolo diffuso, timore diffuso.

Mi chiedo se lo Shohoku sia in grado, ora come ora, di affrontare una prova simile. Dopo aver visto Naromi Kitazawa e le altre ragazze del Kainan in azione il mio mondo si è ribaltato, le mie convinzioni inespugnabili sono franate.

Mi chiedo perché, dato che non è da me abbattermi davanti agli imprevisti.

Eppure, questa volta…

-a cosa pensi?-

-mh…a Naromi Kitazawa…e al suo Kainan…-

Kaede spalanca gli occhi per un attimo, visibilmente sorpreso. –non pensavo temessi gli avversari.-

Scuoto la testa. –non li temo…ma non sono neppure tranquilla. Il campionato è vicino, abbiamo poco, pochissimo tempo per prepararci…per “colmare le nostre lacune”, come direbbe Kogure…e per “imparare a fare le persone serie”, come direbbe Akagi…-

Mi appoggio pesantemente alla ringhiera della terrazza, mentre il mio sguardo si perde…

Si sta bene quassù, all’ultimo piano di questa scuola odiosa. Questa scuola che è tutto il mio mondo.

Il cielo è azzurro oggi. Non c’è una nuvola in cielo, e il sole brilla.

Una giornata perfetta, ma solo apparentemente. Le nuvole sono nel mio cervello, e da lì è difficile, se non impossibile, scacciarle.

-questa Naromi Kitazawa…è un vero asso. L’ho vista all’opera con i miei occhi…c’era anche Kiran…se glielo chiedessi, sono sicura che lei ti assicurerebbe che ho ragione…-

Kaede rimane zitto, non parla, apparentemente perso in chissà quali pensieri. –non dovresti preoccupartene così tanto.- dice improvvisamente, abbandonandosi come me contro la ringhiera –sono solo preoccupazioni inutili, mocciosa.-

Mocciosa. Di nuovo…

E’ proprio vero: il lupo perde il pelo ma non il vizio. Ma non lo chiamavano tutti volpino??

-come sarebbe a dire preoccupazioni inutili?- gli domando, dimenticando la vista che si gode da quassù e perdendomi ad osservare il suo profilo, il suo meraviglioso profilo… il vento è implacabile con i suoi capelli, ma pare adorarli; non perde mai occasione di accarezzarli, scompigliarli, spettinarli…il tutto per renderlo ancora più bello ai miei occhi.

Un regalo per me dal cielo, forse?

-ma devo sempre spiegarti tutto!?- sbotta –scema!-

-io-non-sono-scema!!!- esplodo io, decisamente offesa –ho semplicemente paura di non essere all’altezza!-

Kaede sospira profondamente. Ora mi spiegherà con tono fastidiosamente paziente quello che intendeva dire e che io, come al solito, non ho capito.

–volevo dire che è inutile fasciarsi la testa prima d’essersela rotta. Perciò è inutile che ti preoccupi. E poi quella Kitazawa non sarà l’unico avversario degno d’essere preso in considerazione, per lo Shohoku…-

Kaede ha ragione. Perfettamente ragione. Forse mi sto preoccupando troppo…

-anche Akagi ci ha detto che affronteremo altre avversarie del genere. Però non credo ci sia, in tutta la prefettura, una playmaker migliore di Naromi Kitazawa…- mormoro, sconsolata. Quella ragazza mi ha davvero colpito…

-non dire scemenze, mocciosa. Io ne conosco una.-

Mi volto nuovamente a guardarlo, interrogandomi su chi possa essere questa fantomatica playmaker che dovrebbe essere migliore di Naromi Kitazawa.

-di chi parli, scusa? No, perché se c’è qualcuno più forte della Kitazawa in quel ruolo, allora sono davvero a posto…-

-ci arriverai da sola, perchè io non ho intenzione di dirti niente.-

Cosa!? Non se ne parla! Non può sparare una bomba del genere e poi rifiutarsi di dirmi il nome di quella ragazza!

-ma perché, scusa?? Dai, dimmelo! Lo voglio sapere!- tento, anche se so che tutti i miei tentativi di convincere questo zuccone porteranno a niente.

-no, niente da fare.- è la sua risposta, secca e decisa.

Si stacca dalla ringhiera e si allontana ancor prima che io possa ricorrere al piano B.

Forse così avrei potuto convincerlo…

Ma io non demordo.

È risaputo che Uriko Sakuragi non si arrende mai.

O almeno, non così facilmente.

 

-ehi,fermati!-

Rincorro Kaede lungo il corridoio deserto. Tutti gli altri devono già essere entrati in classe, la campanella è suonata da qualche minuto.

-fermati,cavolo! Kaede!-

Niente. Non si volta, fa finta di niente. Ma che nervoso!

-KAEDE!!!!!!-

Lo raggiungo, lo supero, mi paro davanti a lui…voglio proprio vedere come riuscirà ad evitarmi, ora!

-spostati,mocciosa.-

Spostati!? Come sarebbe a dire!?

-ma Kaede…-

Lo afferro per le braccia, lo tengo saldo. Non ho alcuna intenzione di lasciare la presa.

-dai…mi dici chi è questa playmaker…?-

Niente da fare: lui mi fulmina con uno sguardo omicida, di quelli che gli riescono meglio di qualsiasi altra cosa, e io lo lascio andare.

-ho detto che non te lo dirò, ed è proprio quello che intendo fare: stare zitto.-

-ma perché!?-

Non riesco proprio a capire perché non me lo voglia dire!

Lo guardo allontanarsi, diretto in classe. E mi sento improvvisamente come se facessi parte di un sogno. I colori sfumano, si mischiano…s’inseguono, scompaiono e riappaiono come diapositive davanti ai miei occhi…

Mi appoggio al muro, ansimando. C’è qualcosa che non va.

 

Il tonfo morbido della palla che colpisce il parquet. Un suono conosciuto, un suono amato.

E poi la solita pioggia…battente, snervante.

Fuori dalla finestra, per fortuna.

Gli allenamenti sono strazianti oggi.

Akagi ci fa lavorare come delle schiave, e mancano due giorni alla partenza per il ritiro d’allenamento.

Mi chiedo se riuscirò a sostenere un ritmo del genere.

-dico a te, Sakuragi!-

Una voce poderosa mi richiama all’attenzione che di certo non sto dedicando al gioco, alla partitella d’allenamento che stiamo disputando.

Mi volto in quella direzione, e trovo Akagi a fissarmi truce. Al suo fianco, un Kogure alquanto preoccupato.

-Sakuragi, quando ti deciderai a prendere il gioco sul serio?- mi domanda Akagi, la voce tremante di rabbia, forse d’insoddisfazione.

Cavolo, lo sto deludendo.

-io…beh…non credo di sentirmi molto bene…- mormoro, portandomi una mano alla fronte.

Effettivamente, mi sento strana…

Mi gira la testa, vedo tutto a colori accesi, diversi…insopportabili.

Non capisco che succede.

Questa strana sensazione si fa sempre più forte, sempre più forte, e ho paura d’esserne ormai caduta vittima.

Improvvisamente, Chiyako –o almeno credo sia lei- urla qualcosa, ma non riesco a capire cosa. Non sento più niente.

Una palla spuntata da chissà dove mi colpisce sul braccio, facendomi male.

Ai si precipita in mia direzione, proprio mentre la palla rotola fuori campo, lontana dalla mia portata.

Ma che diavolo…?

 

-come ti senti?-

Una voce lontana, la riconosco appena.

Socchiudo gli occhi, la luce mi abbaglia, mi ferisce.

Ciò che riesco a vedere, però, ha un non-so-che di rassicurante, mi fa stare bene.

Due grandi laghi azzurri mi squadrano, illuminati da una strana luce, velati di preoccupazione.

-Kiran…?-

Mi fa molto piacere vederla.

-si, sono io. Come ti senti, Sakuragi? Meglio…?-

Ma di che diavolo sta parlando? Perché non dovrei sentirmi bene?

-eh?-

-come “eh?”…Uriko, ti ricordi di essere svenuta, vero?-

Questa non è la voce di Kiran. Sposto lo sguardo, individuo Ai. Accanto a lei, Kaede.

Io…svenuta?

No…forse…

-certo che me lo ricordo!- sbotto. Per un attimo mi ero dimenticata tutto quanto.

Quella strana sensazione, il calore improvviso, l’accendersi dei colori, tutt’intorno a me, la pallonata sul braccio…e poi, il buio.

-ah, ecco! Perché sei caduta come una pera cotta!- mi informa Kiran, una nota divertita nella voce, mentre l’azzurro s’accende di una luce nuova, migliore, positiva.

Cerco di tirarmi a sedere, intenzionata a dirgliene quattro -non è carino ridere delle sventure di Uriko Sakuragi!- ma un intenso quanto improvviso capogiro mi costringe a riappoggiare la testa sul cuscino.

Cuscino?

…Solo ora mi rendo conto d’essere sdraiata su uno dei letti dell’infermeria della scuola.

-non c’era bisogno di portarmi qui! Io sto benissimo!- mi lamento. Odio l’infermeria, mi mette sempre addosso una strana sensazione di disagio.

-no,tu non stai bene! E adesso il tuo caro cuginetto si prenderà cura di te!- esclama qualcuno.

Cuginetto?...possibile che…?

Mi volto, ad incontrare quegli occhi color cioccolato che conosco bene. Quegli occhi che negli ultimi tempi avevano accuratamente evitato i miei, quelli di mio cugino Hanamichi.

-Hana…? Anche tu qui per questa storia? Ti dico che sto bene!-

-e io ti ripeto che non stai bene,Ucchan! Perciò…-

Si volta verso gli altri mio cugino, guardandoli con aria quasi truce.

-sciò, sciò…uscite tutti. Lasciate riposare la malata, va bene?-

Non riesco a crederci.

-Hana…ma lascia perdere! Io non sono malata, non c’è bisogno che se ne vadano tutti quanti!-

-e invece si! Via, via, circolare!…il Tensai deve lavorare!-

Escono tutti brontolando, Kaede a chiudere la fila. Si volta prima di uscire, mi lancia un’occhiata che io ricambio. Lo rassicuro con lo sguardo, gli faccio capire che mi va bene restare sola con Hanamichi. Lui sembra capire.

-idiota- sibila però all’indirizzo di mio cugino, prima di lasciare la stanza. Mi scappa un sorrisetto.

Mentre Hanamichi corre ad aprire la finestra –effettivamente in questa stanza si muore di caldo!- faccio un nuovo tentativo di tirarmi a sedere e, sorprendentemente, ci riesco.

Appoggio la schiena alla testata del letto. La testa non mi gira, per fortuna.

-Ucchan, ma che fai!? Stai giù!- mi intima Hanamichi, ma non mi va di ascoltarlo. Stare sdraiata mi fa sentire depressa. Non sono mica ferita gravemente o qualcosa del genere!

-sto bene, Hana, davvero.- lo rassicuro. Non ho alcuna intenzione di sdraiarmi di nuovo!

Hanamichi mi guarda contrariato, ma è un attimo. Poi, il suo sguardo si addolcisce, noto sollevata.

-…e va bene. Ma se senti dolore alla testa stenditi di nuovo. Cadendo l’hai picchiata, lo sai?..-

La notizia mi colpisce.

-davvero? Cavolo! Mi è andata bene, allora!-

Hana annuisce, un poco preoccupato. Che carino che è!

-hai fame…?- mi domanda poi lui.

-tanta- ammetto.

-come al solito- sorride lui –noi Sakuragi siamo famosi per la nostra fame eccezionale!-

Ridacchio…è proprio vero.

-Hana…-

Mi faccio coraggio, poco a poco. Devo chiarire con lui. Devo.

Non voglio che il nostro meraviglioso rapporto venga intaccato a causa di Kaede. Non sarebbe giusto.

-si,Ucchan?-

-a proposito di quella storia…- comincio, ma lui mi interrompe.

-non dire niente. C’ho riflettuto su…si si, lo so che è incredibile, ma il Tensai l’ha fatto. Cioè..l’ho fatto.-

-e quindi…cosa ne pensi? Voglio la verità…-

La domanda nasce spontanea, rimane sospesa a mezz’aria, aspettando una risposta da parte di quest’angelo con i capelli rossi, quest’angelo che si sta scusando, che ha capito, che…

-la kitsune non c’entra. E neanche tu. Sono cose che capitano-

Spalanco gli occhi. Questo ragazzo così maturo non può essere mio cugino! Dov’è finito l’irascibile Hanamichi Sakuragi, il nemico numero uno di Kaede Rukawa, colui che lo odia con tutte le sue forze, con tutta la sua anima, con tutto il suo cuore…?

O meglio…che è convinto di odiarlo?

-sorpresa, eh?- ridacchia. Si, lo sono…e tanto!

-si…però ti ringrazio! Grazie, grazie, grazie!-

Un nuovo, meraviglioso sorriso. E siamo di nuovo cugini.

 

-io insisto sul fatto che avresti dovuto rimanere a dormire lì!-

La voce canzonatoria di mio cugino mi accompagna per tutto il tragitto dalla scuola a casa.

Anche stasera la zia non c’è, è ancora fuori per lavoro.

-dai,Hana…sto bene! Quante volte te lo devo ripetere?-

-ancora una…!- mi dice lui, tirandomi un buffetto sul naso, ghignando. –altrimenti non ti credo!-

Nonostante non sopporti quando mi tratta come una bambina, sorrido.

Aspetto che Hanamichi apra la porta, prima di precipitarmi in casa e catapultarmi sul divano, davanti alla tv.

Voglio una serata di totale relax, e la voglio con Hana!

-…ti ricordi che domani si parte, vero?..- mi domanda lui, mentre richiude la porta.

Annuisco.

-si, ed è per questo che voglio passare l’ultima serata a casa facendo quello che ci riesce meglio!-

-e cioè?...- mi chiede, voltandosi verso di me, l’espressione interrogativa.

-mangiare e dormire!- rispondo io.

E lui sorride.

 

 

 

 

-Nanaka, togliti di lì!-

-Non se ne parla, Ai! Io voglio stare accanto al finestrino!-

-Chiyako, dille di spostarsi!-

-Ma perché? Tanto non mi ascolta!-

-Basta ragazze! Altrimenti chi lo sente mio cugino…?-

-Non rompere, Yumi! Vogliamo solo divertirci!-

-Kiran…non trattarla così, dai!-

-Siamo alle solite…Uriko alle difese dei più sfortunati!-

 

Sorrido ad Ai, di rimando, con una smorfia.

 

Cominciamo.

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Capitolo 19
*** Welcome to Peach House ***


CAPITOLO 19. Welcome to Peach House

 

 

Prendo posto accanto a Kiran, non prima d’aver lanciato un’occhiata dispiaciuta in direzione di Kaede, che è costretto a sedere accanto a mio cugino in fondo al pullman. Senza che noi sospettassimo nulla, Akagi ed Anzai si sono messi d’accordo, impedendo alle ragazze di sedersi accanto ai ragazzi e viceversa.

-l’abbiamo fatto per farvi entrare bene in testa che per questo week-end non sono previsti divertimenti…- breve occhiata significativa a Nanaka –…di alcun genere- ci ha detto, prima che salissimo sul pullman grigio metallizzato che Chiyako definì triste.

La stessa Chiyako che, ora, siede accanto ad Ai, guardando il paesaggio scorrere frettoloso fuori dal finestrino, apparentemente annoiata.

-stai bene?- le chiedo, sporgendomi in avanti, tra il suo sedile e quello dove siede Ai. Non mi piace vederla così spenta.

Lei annuisce. –si,non preoccuparti. È solo che soffro un po’ il pullman…-

-ah,ecco perché hai insistito nel volerti sedere davanti!- esclama Nanaka, seduta davanti a Chiyako, accanto a Yumi -…è disgustoso!-

La discussione precipita nel solito modo. Io che difendo Chiyako, Nanaka che mi risponde a tono, Kiran che si intromette per calmare le acque.

-basta, basta! Smettetela di litigare!-

Kiran mi afferra per un polso, mi tira indietro. Mi abbandono sul mio sedile, sbuffando.

-ma che ti salta in mente,eh!? Se continuiamo a lasciarla fare, diventerà sempre peggio!- sbotto, in direzione di Kiran, guardandola truce.

Lei mi tira una pacca non troppo forte sul capo, mi sorride come al solito. È straordinario come anche uno solo dei suoi sorrisi possa calmarmi e rasserenarmi.

-calmati, bimba. È inutile prendersela per così poco.-

Sgrano gli occhi. Altro esempio di quanto Kaede e Kiran si somiglino.

-io non sono una bimba!!!- sbraito.

-oh, certo come no…- è la sua ironica risposta.

-ahhh,pensala come vuoi- sbotto, incrociando le braccia al petto e voltandomi dall’altra parte, per evitare di incontrare quello sguardo ridente. –la pensate tutti allo stesso modo,tanto!-

Ecco. Sono finita a piagnucolare…come una bimba. Maledizione!

-ehi, voi là avanti! state importunando mia cugina per caso!?-

La voce accusatoria di Hanamichi mi fa sentire un po’ meglio. Mi sporgo e gli lancio un’occhiata. È seduto scompostamente accanto ad un Kaede profondamente addormentato.

Mi viene da ridere.

-no,non le stiamo facendo niente!- risponde Kiran, mettendosi in ginocchio sul sedile per poter meglio comunicare con mio cugino.

-e io dovrei fidarmi della sorella di questa dannata volpastra!? Non se ne parla!- esclama Hanamichi, lanciando un’occhiataccia a Kaede.

Cavolo, sai recitare davvero bene, Hanamichi. Come puoi mantenerti così spavaldo, come puoi recitare la parte del Tensai anche davanti alla ragazza che più desideri?

-fortuna che quest’idiota ora dorme. Volpe dei miei stivali, non fai altro che dormire! Idiota idiota idiot..-

Un pugno sulla gamba, forte. Alla fine se lo merita.

-ma.. maledizione! ma non stavi dormendo, kitsune!?- domanda Kaede, sorpreso e dolorante, massaggiandosi freneticamente la gamba.

-stavo dormendo. Ma la tua voce da idiota mi ha svegliato!- sibila Kaede, esibendosi in uno dei suoi sguardi raggelanti. –io non perdono chi disturba il mio sonno!-

-ah,no? E allora cosa mi fai,eh? Vediamo vediamo ved…-

Ennesimo pugno, questa volta in pieno viso.

Ahia, Hana, deve far male…

Molto male.

Nonostante la “carezza” ben poco delicata di Kaede, Hanamichi si riprende subito, e reagisce con un pugno scoordinato che arresta la sua corsa impazzita sulla spalla destra di Rukawa.

Ahi…povero Kaede…

I due continuano a punzecchiarsi a suon di sberle e pugni fin quando non interviene Akagi a calmare gli animi, assestando un dei suoi leggendari “Gorilla Punch” prima a Hanamichi, poi a Kaede.

L’intero Shohoku scoppia a ridere.

Mi abbandono nuovamente sul mio sedile, e prendo il lettore cd.

Mentre la musica mi invade le orecchie, sorrido.

È tutto così normale…

Fa bene al cuore.

 

 

E’ Kiran a svegliarmi, qualche ora dopo.

Mi stropiccio gli occhi ancora appannati dal sonno con le mani, sbadigliando.

-ben svegliata.- mi dice la mia compagna di squadra, indicandomi poi qualcosa fuori dal finestrino. –siamo arrivati, quella è la villa. Non è fantastica?-

Mi sporgo un po’, per meglio vedere fuori. Il mio sguardo incontra pini, abeti, ed altra vegetazione tipica delle zone di montagna. Un largo ruscello corre parallelo alla strada, e il sole lo fa risplendere quasi fosse un sentiero dorato. Ma ciò che inevitabilmente attrae la mia attenzione, è la sagoma di un enorme villa in lontananza. È grande, molto grande, davvero imponente, con le mura dipinte di un rosa caldo. Le persiane alle finestre, innumerevoli e ben chiuse, sono invece color verde scuro.

È davvero bellissima.

-hai ragione, non ho mai visto una villa così grande!-

Kiran sorride. –si, e chissà com’è dentro! Secondo me è piena di enormi camerate!-

-speriamo che dentro sia decente. Quel rosa pesca è così sbiadito!- è il commento a mio parere inutile di Nanaka. Io non la reggo proprio più!

Non mi sfugge l’occhiataccia che Chiyako le rivolge, né il sospiro esasperato di Ai. Yumi è l’unica che ancora sembra sopportare quest’ochetta platinata.

-Akira e gli altri saranno già arrivati?- sento Mitchi chiedere, qualche fila indietro, rivolto a Ryo-chan.

-speriamo- è la risposta del capitano della squadra maschile. –è un po’ che non facciamo una partita contro quelli del Ryonan-

Accanto a me, Kiran ha un brivido. Mi volto a guardarla, rimettendomi a sedere, e la vedo turbata. Molto turbata.

Non riesco a capire…ma lei e Sendoh non stavano insieme? A quest’ora avrebbe dovuto come minimo essere al settimo cielo!

Il pullman si ferma qualche minuto dopo, delicatamente, e tutti ci accingiamo a recuperare le valigie dai portabagagli sopra i posti a sedere.

Ma gli imprevisti si chiamano in questo modo proprio perché è impossibile prevederli, così la valigia di Nanaka rotola giù schiantandosi nel corridoietto tra le due file di sedili, aprendosi.

Chiyako urla; io mi prendo un sonoro spavento.

-allora, cos’è tutto questo casino!?- sbraita Akagi, facendosi strada a spintoni e manate tra i membri dello Shohoku maschile. –vogliamo scendere!? Non cominciate a fare disastri, non siamo neanche scesi dal pullman! Mitsui, raccogli quella roba e scendiamo!-

Nanaka si china a raccogliere la sua roba, e la rimette nella valigia, sbuffando e lanciando occhiate fulminanti all’allenatore.

Ci mette poco fortunatamente, perché un minuto dopo siamo scese dal pullman, valigie alla mano.

Kogure si mette a fare l’appello, con Ayako che controlla che ci siano effettivamente tutti quanti, e Haruko che, invece di spuntare i nomi sul suo elenco,non fa che lanciare occhiatine fuggenti a Kaede.

-Sakuragi, Hanamichi…-

-sono qua, quattrocchi!- esclama Hana, sventolando la mano in aria.

-molto bene, Hanamichi. Sakuragi, Uriko…-

-qui!- esclamo, alzando la mano a mia volta.

-perfetto. Infine abbiamo… Shiozaki Tetsushi e ..Yasuda Yasuharu..-

-presenti!!- esclamano i due, all’unisono, come due scolaretti delle elementari.

-bene…se c’è Yasu, allora ci siamo tutti!- esclama Ayako, sorridendo –proporrei di cominciare ad avviarci!-

-però…non è strano che nessuno sia venuto a riceverci?- domanda Haruko, guardandosi attorno.

Nessuno risponde.

Perché per essere strano, è strano.

 

All’interno, la villa è ancora più imponente, e ricca. Mi sembra impossibile che una casa di montagna sia tanto sfarzosa.

Le camere, in particolare, sono grandi, spaziosissime, ingombre di mobilio antico e sfarzoso, secondo Kiran, vecchio e decrepito per me. Non è possibile che questa sia una villa dedicata all’”ospitare chiassosi ragazzini”, come dice l’allenatore.

Io e Kiran siamo state messe in camera assieme.

-…allora, dobbiamo raggiungere il campo esterno numero 2, alle quattro…- mi informa, studiando il programma che ci è stato consegnato all’entrata.

-campo numero 2? Perché, quanti campi ci sono?- domando io, sorpresa.

-credo…che ce ne siano 5, più uno interno-

Spalanco gli occhi. –cosa!? Ma non è un’esagerazione?-

Kiran ridacchia. –certo che lo è. Però è proprio questo a rendere Peach House così bella,no?-

Peach House…che strano nome. Sembra quasi uno di quei nomi che si danno alle case nelle favole…una casa delle fate.

-si,forse hai ragione. Non vedo l’ora di allenarmi! Ma…e le altre squadre? Sono arrivate?-

Alla mia domanda Kiran si rabbuia.

-non lo so, Sakuragi- è la sua vaga risposta, poi il suo sguardo corre alla finestra. Mi alzo, e vado a dare un’occhiata. Proprio sotto di me riesco a scorgere con facilità una sagoma che credo di conoscere. Ad avvalorare la mia tesi giunge fino alle mie orecchie una risata già sentita.

-ehi,c’è Naromi Kitazawa!- sbotto, rivolgendomi a Kiran. –miss perfezione è arrivata con tutti i suoi sudditi al seguito!-

Kiran si volta a guardarmi. –ah,davvero?.. quindi il Kainan è arrivato…-

Annuisco.

-andiamo a dare un’occhiata!-

Kiran mi afferra per un polso, trascinandomi fuori dalla camera e giù per l’interminabile rampa di scale, fino al piano terra.

Voci concitate raggiungono le nostre orecchie, infine vediamo le ragazze e i ragazzi del Kainan King. Davanti a tutti, sua maestà Naromi Kitazawa, affiancata da una ragazza poco più bassa di lei, molto magra, con la pelle scura e i tratti mediorientali.

-Aka-chan, speriamo ci diano la camera migliore…magari con vista sulla pineta! Sarebbe troppo bello,vero?- le domanda Naromi, lanciando di tanto in tanto occhiate preoccupate al ragazzo che, dietro di lei, con non poca fatica, sta trascinando due enormi valigie sprovviste di rotelle.

-Nobu, sei sicuro di volermele portare tu, le valigie?-

-si.. si!.. non preoccuparti, Naromina. È una sciocchezza! Che saranno mai ..ehm…due rampe di scale con queste valigie in mano, per Nobunaga Kiyota?-

Dio, quel poveretto mi fa davvero pena. Ma non c’è nessuno che voglia aiutarlo?

-ehi, vuoi una mano?- gli domando. –le rampe da fare sono tre, non due, per l’ala delle stanze delle ragazze…-

Kiran, accanto a me, mi guarda stupita.

Lo stesso fa Naromi Kitazawa, appena ci riconosce.

-ma guarda guarda chi si vede…Kiran Rukawa e la sua guardia del corpo. Sakuragi, ma non ti hanno ancora sbattuta fuori? Non si sono resi conto d’avere un puffo come playmaker..?-

La mano di Kiran afferra la mia spalla ancor prima che io muova un passo avanti.

-Sakuragi?-

Questa volta è stato il ragazzo a parlare, Nobunaga Kiyota. –ti chiami Sakuragi?-

Annuisco.

-non ci posso credere! Sei imparentata con quel Rosso-scimmia, dico bene??? Non mi dire!-

Nobunaga scoppia a ridere di gusto, di una risata troppo simile a quella di Naromi e a quella di Hana.

Non è possibile che ridano tutti nello stesso modo!

La ragazza chiamata Aka-chan ghigna, mentre Naromi si abbandona ad una risatina scema di rimando.

Dio, come la prenderei a sberle!

-Kiyota, Kitazawa, Chiba! Cosa diavolo state facendo? Andate nelle vostre stanze a riposare, alle quattro dobbiamo cominciare a lavorare!- li ammonisce improvvisamente un uomo tarchiato dai lineamenti scimmieschi, facendosi avanti.

-certo, coach!- esclama ubbidiente Nobunaga, correndo su per le scale piuttosto rapidamente, nonostante le due pesanti valigie.

Naromi Kitazawa e “Aka-chan” Chiba fanno lo stesso, non prima d’averci dedicato un ultimo, imperdibile, ghigno di scherno.

 

 

-palla!! Ho detto palla!! Okashima, ma che diavolo fai? Stai dormendo? Sta’ attenta! Rukawa, cos’è? Hai perso il talento? Mitsui, penserai alle unghie dopo!!!! …ma insomma, Shigeru, che diavolo mi stai combinando!? Yumi, muovi quelle gambe!!-

Rabbrividisco. Non credo d’aver mai visto Akagi tanto agitato e furioso. Seduta in panchina accanto ad Haruko e Kogure, mi godo quest’amichevole –anzi, amichevolissima!-  Shohoku – Kainan, ma è chiaro che la partita è assolutamente impari.

Naromi Kitazawa ha contribuito a realizzare già 7 canestri, 3 dei quali realizzati proprio da lei.

Lo Shohoku? Siamo a punteggio 0.

Non riesco proprio a capirne il motivo, la mia squadra non mi è mai sembrata debole. Ma oggi Kiran non è in forma, sembra avere la testa persa in ben altri pensieri.

Mi ci è voluto poco per scoprire il perché.

Nel campo numero 1, praticamente attaccato al numero 2, si sta disputando un’altra partita: Shoyo contro Ryonan.

Akira Sendoh, oggi in perfetta forma e bello come non mai, sta guidando la sua squadra ad una vittoria schiacciante. Lo Shoyo, una volta considerato una delle squadre più temibili ed agguerrite, è proprio giù di tono, oggi.

-preparati Sakuragi, tra un po’ faccio uscire la Okashima. Entrerai tu-

La voce di Akagi mi distoglie dai miei pensieri. –va bene, coach-

Bevo un sorso dalla mia bottiglietta, che porto sempre con me, mentre Haruko mi si rivolge: -ora farai vedere al Kainan chi comanda, vero, Uriko? Sono sicura che quando entrerai in campo a Kiran tornerà la voglia di giocare!-

Ne dubito, Haruko. Kiran è distratta per altri motivi, motivi legati a quel demonio mascherato da angelo che ha nome Akira Sendoh.

Perché sono sicura che sia così…sono sicura che Kiran stia soffrendo per qualcosa che quel ragazzo ha fatto, o detto. Qualcosa di poco piacevole.

Sorrido di rimando alla mia entusiasta manager. C’è poco da fare, Haruko non s’accorge neppure delle cose più ovvie. È addirittura peggio di me, in questo.

-chiedo un cambio!-

Ecco, è arrivato il mio turno. Kogure mi sorride incoraggiante, mentre Haruko batte le mani, forse per incitarmi a fare del mio meglio.

Chiyako si dirige verso di me camminando piano, sudatissima, e visibilmente esausta.

Quando è a pochi passi da me, mi batte un cinque.

-fagliela vedere!- mi dice, prima di raggiungere la panchina, dove Haruko e Kogure provvedono subito ad elogiare le sue gesta in campo.

Mi volto a guardarla per un attimo.

Sorrido.

È l’occasione giusta per dimostrare a Naromi Kitazawa che valgo qualcosa.

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Capitolo 20
*** Ghost Story ***


CAPITOLO 20. Ghost Story

 

-Ma guarda guarda chi scende in campo! Uriko Sakuragi! Forza ragazze, facciamole un bell’inchino! Sei venuta a dar man forte alla tua amichetta?-

Mi impongo di non ascoltare le parole di Naromi Kitazawa, mentre entro in campo al posto di Chiyako, ma sono tentata di saltarle addosso e dargliele di santa ragione.

Non sopporto il tono di voce che usa quella miss piena di se!

-perché non rispondi,Sakuragi? Dillo che sei venuta ad aiutare la tua preziosissima Kiran Rukawa…- continua quella cretina, cercando nuovamente di provocarmi –ma d’altronde è normale…i cani da guardia esistono proprio per questo, non lo sapevi?-

Un ghigno, al termine di una frase che per me ha lo stesso effetto di una marchiatura a fuoco vivo. Io la ammazzo.

Akane Chiba, se questo è il suo nome, affianca Naromi e le sussurra qualcosa che io non riesco a captare all’orecchio. Qualsiasi cosa le abbia detto, dev’essere stata sicuramente piuttosto divertente, perché Naromi scoppia a ridere di gusto.

Chissà per quale motivo, sono più che sicura che quel qualcosa riguardi me.

-bene, Sakuragi!- esclama Naromi, puntandomi un dito contro –vediamo cosa sei capace di fare. Spero solo che il tuo talento non sia proporzionale alla tua statura…-

Ennesimo scoppio di risa, ma questa volta non solo da parte di Naromi ed Akane, bensì da tutto il quintetto gialloviola.

-ehi, miss Giappone! Forse qualcuno dovrebbe insegnarti le buone maniere!- sbotta Ai, poco dietro di me, facendo un passo avanti. –chiedi scusa ad Uriko,non ti ha fatto niente!-

-chi diavolo ti credi di essere!?- rincara la dose Nanaka, lasciandomi di stucco.

Impossibile, si è schierata dalla mia parte!

-e voi chi sareste,scusate? Le sue guardie del corpo? Ma come,Sakuragi, hai bisogno delle body-guards? Allora è proprio vero che can che abbaia non morde!-

Non ci posso credere, e questa come le è venuta fuori?

Prendo a tremare, e dalla rabbia. Questa volta non credo d’essere in grado di frenare i miei istinti!

Fortunatamente, qualcuno mi si affianca, qualcuno che scopro essere Kiran. Come al solito, è venuta a proteggermi da me stessa, da quello che potrei fare se perdessi il controllo.

-vogliamo riprendere la partita?- domanda, in direzione di Naromi –non mi sembra che la vostra allenatrice sia troppo contenta di quest’interruzione-

Naromi si volta a guardare la giovane donna bionda seduta in panchina, l’aria seccata.

-oh,si…effettivamente. Però non ha importanza, lei vale meno di zero, per noi!-

-come sarebbe a dire!?- sbotto io –non avete proprio rispetto per chi lavora per voi!-

La squadra intera scoppia in una fragorosa risata, pungente come un ago.

-ma che diavolo avete da ridere!?- domando io, incapace di mantenere la calma. Questa volta andrà a finire male, me lo sento.

-Ma allora, voi in campo!! Che diavolo state aspettando?? Volete ricominciare a giocare!?-

Akagi, seduto in panchina, ha proprio l’aria di voler entrare in campo a suonarcele. Kogure, accanto a lui, gli sta dicendo qualcosa, ma non riesco a sentire cosa. Probabilmente il poverino è nuovamente impegnato in una rischiosissima missione “calmiamo la furia del Gorilla”.

Noto inoltre che Haruko si è alzata, e si sta dirigendo verso di noi. Mi chiedo cosa voglia fare.

-Nanaka,come mai non iniziate a giocare?- domanda alla mia compagna di squadra, serafica.

-è colpa di queste idiote!- le risponde lei, lanciando un’occhiata torva a Naromi e le altre –non lasciano in pace Uriko, non fanno che provocarla!-

-Uriko?-

Haruko si volta in mia direzione, ansiosa.

-non preoccuparti,Haruko. Hanno solo voglia di scherzare- la rassicuro io, ma lei non sembra volermi credere, perché si fa avanti, le mani giunte, fronteggiando l’intero Kainan King.

-vi prego, lasciate in pace Uriko…non vi ha fatto nulla…-

Di nuovo l’ilarità si fa strada come un fiume in piena all’interno del quintetto. Le parole di Haruko devono suonare terribilmente divertenti alle loro orecchie ma, di certo, non suonano divertenti alle mie, di orecchie.

-Haruko, Yumi!!-

Un’ombra minacciosa alle mie spalle.

Mi volto, il cuore a mille, trovandomi davanti un Takenori Akagi alquanto infuriato, seguito a pochi passi da Kogure, apparentemente disperato.

Comincio a sudare freddo.

-coach…?-

-Silenzio,Sakuragi! Voglio sapere cosa sta succedendo qui. Perché diavolo non giocate!?-

Mi guardo attorno, alla ricerca di una soluzione, soluzione che di certo non trovo scritta sui visi delle mie compagne.

Sembrano tutte…terrorizzate.

Quando Akagi esplode, effettivamente, c’è poco da star tranquille.

-ehm…Gor..volevo dire, coach, noi..- tento io, mentre mi lambicco il cervello alla ricerca di una soluzione alternativa al dire la verità –noi.. noi.. cioè, loro..-

-loro hanno dei problemi- si fa avanti Kiran, il tono fermo, sicuro –proprio così, coach. Akane Chiba, una loro giocatrice, ha male ad una caviglia…non è vero, Chiba?-

Kiran si volta in direzione dell’interpellata, sorridendo tranquilla.

Incrocio le dita, spero che Akane capisca al volo, e regga il gioco di Kiran.

-oh.. si, signore. È proprio così…e siccome non abbiamo portato nessuna delle riserve con noi, ci chiedevamo come fare a continuare la partita…-

Ringrazio mentalmente Akane, che ha capito di dover assecondare Kiran, perché in caso contrario sia lo Shohoku che il Kainan avrebbero passato guai seri.

Stranamente, Akagi sembra essersi bevuto la scusa inventata brillantemente dalla nostra star.

-ho capito. Bene, ragazze, andate a fare il percorso d’allenamento. Kogure, Haruko, mostrateglielo. Voi del Kainan, venite con me. Andiamo a parlare con la vostra allenatrice.-

 

 

Mi sdraio sul letto, ad occhi chiusi, respirando affannosamente. Il percorso d’allenamento nella pineta non è stato per niente leggero!

-ahhh,maledetto Akagi, lui e i suoi programmi d’allenamento!-

Il pacato ridacchiare di Kiran mi accarezza le orecchie. Sento il letto caricarsi di un nuovo peso. Kiran si dev’essere seduta accanto a me.

-effettivamente è stata dura. Ma ce l’abbiamo fatta,no?-

Apro gli occhi, le sorrido.

-va' a farti una doccia- mi dice lei -poi vado io.-

Le obbedisco, tirandomi a sedere e andando a chiudermi in bagno.

Un po' di relax mi farà bene.

Quando esco dal bagno, dieci minuti dopo, trovo Kiran intenta a parlare con qualcuno sulla porta della nostra stanza.

-tu non riesci a capire...io ho sentito delle storie su di te e...-

-storie? quali storie,Kiran? e da chi le hai sentite?-

Mi blocco, faccio un passo indietro. Riconoscerei questa voce tra mille.

-Non intendo fare nomi, Akira-

Akira Sendoh, lo sapevo!

-ah,non intendi fare nomi,eh? chi è stato? tuo fratello,per caso!?-

Mi stupisce il tono arrogante ed accusatorio che Sendoh usa. Non lo pensavo capace di aggredire la gente in questo modo.

-Kaede non c'entra! Mi spieghi perchè devi sempre accusarlo di tutto ciò che riguarda noi??-

-NOI?? esiste ancora un noi,Kiran?? io che credevo esistesse un io, tu ...e Sakuragi!-

Il mio cuore perde un battito. Quindi Sendoh sa...? maledizione, ma come fa a saperlo?

-Sakuragi? Hanamichi Sakuragi?-

La voce di Kiran trema, sembra incerta. -che diavolo c'entra Sakuragi in tutto questo?-

-sai bene cosa c'entra in tutto questo, Kiran.- risponde lui, fermo, irremovibile.

Il suo tono mi spaventa.

-no,non che non lo so! di che diavolo stai parlando,Akira?-

Sospiro di sollievo.

Evidentemente Kiran non sa proprio nulla di quello che Hana prova per lei. La cosa mi rassicura. La copertura, allora, non è crollata.

-perchè diavolo continui a mentirmi,Kiran? Non lo capisco!-

-io non ti sto mentendo!-

Kiran, stai per cedere. Lo capisco dal tuo tono.

Presto non riuscirai più a parlare, dovrai piangere per forza.

Chiude la porta la mia compagna di squadra, la sbatte in faccia al problema. Non credo sia il modo migliore per risolvere la questione.

Appoggia la schiena alla porta. E' furiosa, mai l'avevo vista così.

-Kiran...?-

Si volta verso di me. E li vedo.

I suoi meravigliosi occhi.

Rossi. Bagnati. Di Lacrime.

E vedo anche lei.

La vera Kiran Rukawa.

Insicura, frustrata, una bambola di porcellana già scheggiata.

Dov'è finito il tuo autocontrollo?

Io lo so.

E' crollato, come una precaria torre di carte.

-Sakuragi...-

Non dire niente, non ce n'è bisogno.

-ti lascio sola...va bene?-

Scuote la testa, asciugandosi gli occhi arrossanti. -no, non preoccuparti. Resta pure.-

-sicura...? non vorrei darti fastidio in qualche modo..-

Ridacchia. -tu non puoi darmi fastidio, Sakuragi.-

Ricambio il sorriso.

Sei la migliore delle attrici, Kiran Rukawa.

 

-ma che è questa?...colla?..-

L'espressione di autentico disgusto che si dipinge sul volto di Nanaka non può che farmi scoppiare a ridere.

-si chiama formaggio filante,Nanaka!- la informa scherzosamente Ai, con tono da falsa sapientona. -sai, di solito si mette sulla pasta, non è un alimento alieno!-

-beh,insomma- si intromette Chiyako, disgustata -credo che Nanaka abbia ragione, in fondo...-

-già- concorda Yumi, appoggiando la forchetta nel piatto e allontanandolo con entrambe le mani -io questa cosa non la mangio-

Abbasso lo sguardo al mio piatto.

Effettivamente, quello sulla pasta sembra tutto fuorchè formaggio.

Però, per quanto mi riguarda, ho così tanta fame che mangerei qualsiasi cosa!

E lo stesso vale per Kiran, che ha già iniziato a mangiare, anche se con calma, e in religioso silenzio.

Non scherza stasera la mia amica, non fa battute.

Ci sto davvero male.

Cosa darei per vederla sorridere, magari prendendomi in giro perchè sono un pozzo senza fondo!

-Ragazze,avete finito di mangiare?-

Mitsui ha fatto la sua comparsa al tavolo delle ragazze, uno strano sorrisetto sul volto.

Una rapida occhiata ai piatti inviolati e Nanaka si autoconvince del fatto che si, abbiamo finito di mangiare.

-perfetto! Stasera ci si trova tutti in stanza mia e di Ryo-chan. Classica serata all'insegna di drink e storie di fantasmi- ci informa Mitsui, lanciando un'occhiata a Kiran, la quale ricambia con un sorrisetto divertito, anche se forzato.

-bell'itinerario,Mitchi- gli dice, suscitando in lui un moto d'orgoglio.

-ehehe,effettivamente l'idea è stata mia!-

Finisco di mangiare in fretta e furia, sotto i continui "muoviti,Uriko" di Nanaka e gli sguardi impazienti delle altre, che non vedono l'ora di godersi una fantastica serata total horror.

Peccato che a me l'idea non faccia troppo piacere.

Non mi sono mai piaciute le storie dell'orrore, perchè sono facilmente influenzabile.

Sono capace di non dormire per settimane se una storia mi rimane particolarmente impressa nella mente.

-andiamo,andiamo!- mi incita Nanaka, trascinandomi per un braccio e costringendomi ad alzarmi dalla sedia senza neppure aver finito.

-ma non ho finito di mangiare!- mi lamento.

Ma lei è irremovibile.

 

Quando arriviamo, la stanza di Mitchi e Ryo-chan è completamente immersa nell'ombra.

Avrei paura, se non fosse per la presenza di Kiran, molto vicina a me.

Sembra sicura lei, per nulla intimorita dall'oscurità.

Cerco di apparire il più tranquilla possibile anch'io, non voglio che tutti vengano a conoscenza della mia profonda paura del buio, paura di cui solo Hanamichi è a conoscenza. Sarebbe piuttosto imbarazzante.

-benvenute-

La voce di Ryo-chan, volutamente roca e profonda, mi fa trasalire. Kiran, accanto a me, se ne accorge e prende a ridacchiare sommessamente.

Maledizione, cominciamo bene!

Finalmente, qualcuno accende la luce.

Quando riesco ad abituarmi all'improvviso chiarore, mi accorgo della presenza nella camera di Kaede, seduto su uno dei due letti presenti, le spalle alla parete, l'aria annoiata, e di mio cugino, sdraiato con le braccia incrociate dietro il capo sull'altro.

Ma non sono loro gli unici ospiti della "camera degli orrori": Ken Sugiyama, nuovo pivot della squadra maschile, un bel ragazzo dagli occhi verdi, sta in piedi accanto a Mitsui e Ryota, e sembra essere il più divertito del trio.

-benvenute all'horror show,signore!- esclama Mitsui, indicandoci i letti -prego, prendete posto-

Mi viene da ridere. E' pazzesco come prendano questa storia sul serio!

Dopo una lunga riflessione, vado a sedermi a gambe incrociate sul letto dove è sdraiato Hana.

Non vorrei che Kaede, in qualche modo, si sentisse imbarazzato dalla mia presenza.

Tuttavia, sento il suo sguardo inquisitore su di me, me lo sento addosso, fisso e penetrante.

Bruciante.

Probabilmente si sta chiedendo per quale ragione non mi sia andata subito ad accoccolare accanto a lui.

Kiran raggiunge suo fratello, sedendosi accanto a lui, e Nanaka fa lo stesso, per poter stare accanto al ragazzo dei suoi sogni senza destare sospetti.

Maledetta, quanto ti odio.

Per ultime prendono posto Yumi, che si accomoda accanto a me, seguita da Chiyako, e Ai, che va a sedersi accanto a Nanaka.

-bene,ora che siete tutti belli sistemati- comincia Ryo-chan -cominciamo col dirvi che se non vedete Kogure, Akagi, Haruko e Ayako, è perchè sono già andati a dormire in vista della giornata stroncante di domani, come in teoria avremmo dovuto fare anche noi-

-in teoria- sottolinea Mitsui, con un sorrisetto, seguito da una risata divertita del suo degno compare, Ken.

-ma vi immaginate cosa avrebbe detto il Gorilla? Idioti, tutti a dormire! e Kogure? ragazzi, per cortesia, andate a letto. In vista della giornata di domani è meglio che voi siate riposati in modo che..e bla bla, bla bla, bla bla...perchè i vostri muscoli...bla bla, bla bla, bla bla..-

Risata generale.

Nell'imitare Kogure, Mitchi non ha rivali!

-troppo gentili, troppo gentili. Ma non è per questo che siamo qui...-

-no,no davvero...-

-siamo qui, signori, per raccontarvi la vera storia di Peach House...-

Un brivido mi corre giù per la schiena dorsale, improvviso e gelido. So bene dove vogliono arrivare Mitchi, Ryo-chan e Ken. Vogliono chiaramente introdurre una storia spaventosa, che non mi farà più dormire la notte!

-la vera storia?- domanda Kiran, sorridendo -la classica storia del terrore che in teoria dovrebbe spaventarci a morte,dico bene?-

-hai azzeccato in parte,amica mia- le risponde Mitchi -questa storia, Kicchan, non vi spaventerà a morte solo in teoria, ma anche in pratica-

Uno sbuffo, da parte di Kaede. -idiozie.-

-ah,abbiamo uno scettico, tra noi.. -

-Rukawa, non dovresti essere così sicuro del tuo autocontrollo- lo ammonisce Ken, sorridendo malizioso.

Kaede non risponde. Incrocia le braccia al petto, abbassando lo sguardo, totalmente disinteressato.

Sorrido. E' tipico di lui.

-bene,salvo altre interruzioni,possiamo cominciare a narrarvi i fatti spaventosi che avvennero in questa casa circa cinquant'anni fa-

-si,dai,comincia!-

Ai sembra entusiasta ed assolutamente impaziente di sentire questa storia.

Ammetto d'essere un po' curiosa anch'io.

-dovete sapere- comincia Mitchi, lanciando occhiatine divertite a Ken e Ryota, -che in questa casa un tempo abitava una famiglia benestante, di stirpe nobile. La famiglia era composta dal classico padre avaro e preso dagli affari, dalla madre egoista e incapace di provare amore per nessun'altro se non per se stessa, e dalla figlia, un'adorabile bimbetta di soli quattro anni-

Rabbrividisco nuovamente. Ommioddio, non ditemi che in questa storia si parla di una bambina fantasma!

Detesto i bambini fantasma, sono la cosa che mi fa più paura in assoluto.

-Uriko, la bambina...non hai il terrore dei piccoletti fantasma, tu?- mi provoca Hana, prendendosi gioco di me.

Mi volto per dirgliene quattro, e così facendo incontro lo sguardo di Kaede.

Arrossisco.

-tsè,mocciosa.- è il suo commento.

-Questa bambina era sempre sola. La sua unica compagnia era quella delle sue bambole, alla quale la piccola era molto legata. Un giorno la madre, che era pazza, bruciò le bambole della bambina perchè era convinta del fatto che la figlia le preferisse a lei. Questo sconvolse la piccola a tal punto che, quando scese la notte e i suoi genitori andarono a dormire, la bambina li fece a pezzi nel sonno con un'ascia che solitamente veniva utilizzata dal taglialegna della villa.-

Quando Mitsui finisce il suo racconto nessuno fiata, nessuno sa cosa dire.

Per quanto mi riguarda, sono talmente terrorizzata che non riesco a muovermi. Anche Hana, dietro di me, non muove un muscolo.

-e questa è la vera storia di questa casa, una storia macchiata da un omicidio compiuto per vendetta. Ma non è questo ciò che terrorizza, no...ciò che fa davvero spavento, è che ancora adesso, ogni notte, il fantasma della bambina attraversa in lungo e in largo l'intera villa, ascia in mano, alla ricerca di nuove vittime, per far si che ciò che sua madre le fece non venga mai dimenticato...-

Mi sfugge un gemito strozzato, seguito da alcune risatine nervose da parte dei miei amici. E' inutile negarlo, siamo tutti terrorizzati.

Tutti...tranne Kaede, che continua a ripetere tra se e se "scemate" e "che assurdità" e Kiran, che sta ridendo come una matta delle mie reazioni e di quelle degli altri.

Ma insomma!? Dov'è finito il rispetto per gli altri!?

-bella storia,Mitchi. davvero. chi te l'ha raccontata?-

-la proprietaria della villa,Kicchan. Mi sembra ovvio...e comunque per essere una bella storia lo è. Guardate Uriko, ad esempio: è terrorizzata!-

Tutti si voltano a guardarmi, sorridendo appena, e io non posso fare a meno di sentirmi imbarazzata più che mai.

Il commento di Kaede, ovviamente, non si fa attendere: -questo è scontato, lei è una mocciosa-

-chi sarebbe la mocciosa!?- sbotto io, raggiungendo il letto dove è seduto Kaede, salendoci sopra e prendendo a picchiarlo scherzosamente.

Sento gli altri ridere, alle mie spalle. Davvero molto divertente, Kaede!

Per tutta risposta, Kaede mi afferra per i polsi e mi bacia.

Mi bacia.

Mi bacia...davanti a tutti.

Senza preavviso. Lo fa e basta.

Ma allora non gli da fastidio che tutti sappiano,anzi!

Quando mi stacco da lui, un po' esitante, e mi volto a guardare gli altri, mi trovo davanti ad uno scenario assai vario.

C'è chi sorride, come ad esempio Kiran ed Hana, ormai abituatosi all'idea; c'è chi non sa se piangere o no, come Nanaka, e c'è chi non può fare a meno di guardarmi con occhi sgranati da pesce lesso, come tutti gli altri.

Ma la più stupita, sicuramente, sono io.

Che succederà, ora?...

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Capitolo 21
*** Don't Make Me Go Away ***


CAPITOLO 21. Don’t make me go away

 

Le mie mani tremano, anche se impercettibilmente.

Kaede mi tiene per i polsi, li stringe forte, mi fa male.

Il silenzio ancora aleggia nella stanza, come un muto fantasma, e lo stupore regna sovrano, ben delineato sui volti dei miei amici.

Vorrei solo che qualcuno rompesse questo silenzio martoriante.

Lancio un’occhiata disperata a Kiran, la mia unica ancora di salvezza in un mare di visi confusi e sbalorditi.

Per tutta risposta, lei continua a sorridermi di uno dei sorrisi più maliziosi che abbia mai visto in tutta la mia vita.

“Kiran, mi vuoi aiutare!?” vorrei urlare, ma è chiaro che non posso farlo, che sono impotente, in questa situazione.

Tutto ciò che mi rimane da fare è arrossire.

È tutto ciò che posso fare, dopotutto.

-ehm….ragazzi?-

Le parole escono da sole, non avevo neppure intenzione di pronunciarle.

Forse il mio odio verso questo silenzio snervante mi ha costretto a parlare, a dire qualcosa, pur di infrangerlo.

-ma.. ma da quando?..- domanda finalmente Nanaka, gli occhi sapientemente truccati sgranati, una mano alla bocca, l’aria sconvolta di chi ha appena visto un alieno con quattro teste sbucare da un armadio.

La fisso, quasi spaesata, cercando di trovare le parole più adatte, ma non mi viene in mente niente.

Come se non bastasse, Kaede di certo non mi aiuta a spiegare la situazione: sta zitto, è completamente disinteressato a ciò che sta accadendo.

Grazie mille per il supporto morale, tesoro!

Fortunatamente, ha finalmente dimenticato i miei polsi, cosa che non può che farmi immenso piacere.

È davvero violento e passionale in tutto ciò che fa, e neppure se ne accorge, secondo me.

-cavolo,Uriko,non sapevo che tu e Rukawa…!- esclama Chiyako, finalmente ripresasi dalla sorpresa. –sono shockata-

Mi sfugge una risatina.

Chiyako sembra molto seria nel suo dire, ma non posso credere che sia addirittura shockata!

-addirittu..- provo a domandare, ma mio cugino mi interrompe.

-oh, andiamo gente, non è successo niente- si intromette, tirandosi a sedere –si trattava di un semplice bacio, vero, Ucchan? Ascoltate il Tensai Sakuragi, non è niente di così insolito! AHAHAHA!-

Il silenzio tombale che segue queste parole ha un non-so-che di terribilmente comico.

Tutti quanti hanno lo sguardo fisso su Hanamichi, le bocche aperte, basiti.

Ryota scatta in direzione di Hana, gli poggia una mano sulla fronte, sotto il mio sguardo perplesso.

-Hanamichi? Sei sicuro di star bene?- gli chiede -…eppure non sei caldo!-

-certo che sto bene, Ryo-chan - gli risponde mio cugino, per nulla alterato, anzi, stranamente tranquillo. –perché?-

-ma come perché!?- interviene Mitchi, il tono sconvolto –se non te ne sei accorto, idiota, Rukawa ha appena baciato tua cugina! Rukawa!-

Cerco di dire qualcosa, di intromettermi nel discorso, ma non mi viene in mente niente da dire.

Mi volto a guardare Kaede, e lo trovo a fissare mio cugino con aria vagamente sorpresa.

Evidentemente non s’aspettava una reazione del genere da parte di Hana.

-si, so chi è Rukawa! È la baka kitsune!- sbotta Hanamichi, incrociando le braccia al petto –non sono mica scemo, Mitchi. Ricordati che stai parlando con il Tensai Sakuragi! E io, di secondo nome, faccio Onnisciente! Hanamichi Onnisciente Sakuragi!-

Nonostante tutto, scoppio a ridere.

-tsè, idiota- commenta Kaede, accanto a me.

-comunque…- trovo il coraggio di dire io –non è la fine del mondo,no? Non c’è niente di male in questo,giusto?-

Le espressioni dipinte sul viso dei miei amici sembrano sostenere il contrario, ma c’è chi annuisce, come ad esempio Yumi e Kiran, e la cosa mi rassicura un po’.

-be…bene..- mormoro.

Non ho più nulla da dire.

-io me ne vado a dormire-

La voce di Kaede rompe il silenzio imbarazzante venutosi nuovamente a creare dopo le mie ultime parole.

-buonanotte- gli dico, ma lui non si volta neppure a guardarmi.

Chi lo capisce è bravo.

-sarà meglio che andiamo anche noi,Sakuragi…- mi dice Kiran, le labbra piegate nel solito sorriso rassicurante e dolcissimo.

Annuisco con un semplice cenno del capo.

-buonanotte, ragazzi!- esclamo, mentre Kiran fa lo stesso, affrettandosi poi a seguire suo fratello fuori dalla stanza di Mitchi e Ryo-chan.

-‘notte,Ucchan. Dormi bene- mi saluta Hana, appoggiando le labbra alla mia fronte, in un tenero bacio della buonanotte, mentre tutti gli altri si esibiscono in coro in un “Buonanotte” generale, forse un po’ tirato.

Quando passo accanto a Mitsui per raggiungere la porta, non posso fare a meno di notare il suo sguardo…preoccupato?

Mi chiedo cos’abbia.

 

-Mitchi sembra preoccupato per me…in qualche modo-

Kiran si volta a guardarmi, mentre si spazzola i lunghi capelli chiari davanti allo specchio.

-beh,è normale- mi dice, con un mezzo sorriso –Mitchi è un ragazzo molto apprensivo, ti dirò. Credimi, lo conosco ormai da tempo, è il mio migliore amico. Sai, ancor prima che Kaede lo conoscesse, io lo frequentavo! Lo adoravo, e per due motivi: primo, perché si era distinto dalla massa per le sue straordinarie capacità nel basket; e secondo, perché era un ragazzo davvero simpatico, nonostante tutti lo considerassero uno spaccone. Beh.. lo è ancora adesso. Pieno di talento e simpatico, voglio dire. Ma non solo…è un vero amore, te lo posso assicurare… è molto, troppo generoso…-

-e si preoccupa moltissimo per gli altri, non è vero?- le domando io, mentre la osservo raccogliersi i capelli in una treccia.

-si, esatto. Proprio come te, Sakuragi. Un’adorabile impicciona-

Arrossisco leggermente, ma non lo do a vedere, perché nascondo il viso nel cuscino con la scusa di voler dormire.

-io non ho per niente sonno- mi informa Kiran, -ma verrò comunque a letto. È assurdo stare alzate a quest’ora tardi-

Cambio posizione, incrociando le braccia dietro il capo, lo sguardo al soffitto.

-mi chiedo perché ci sia spettato il letto matrimoniale…- mormoro, la voce intorpidita dalla stanchezza.

-questo non lo so, ma la trovo una cosa divertente- mi risponde Kiran, infilandosi sotto le coperte. –non trovi anche tu?-

Ridacchio. –si, perché no?-

Detto questo, il mio sguardo si perde, mentre il ridacchiare pacato della mia compagna di squadra risuona cristallino nell’aria immobile.

La mia mente vola agli avvenimenti di quella sera: il raduno in camera di Ryota e Mitsui, le risate, la storia dell’orrore, le battutine di Kaede e…quel bacio…

Affondo nuovamente il viso nel cuscino, mentre arrossisco furiosamente.

Quindi…ora tutti sanno?

Tutti sanno di me, e di Kaede…

Cavolo, è assolutamente pazzesco!

-a che pensi?-

La domanda di Kiran mi riposta bruscamente alla realtà, e mi spiazza non poco.

-pensavo…a quella bambina- mento.

Non mi va che Kiran pensi che io non faccia altro che sognare ad occhi aperti suo fratello!

-ah…la bambina con l’ascia? Non dirmi che hai creduto anche solo ad una di quelle sciocchezze!- mi prende in giro Kiran –Mitchi ha sempre avuto un debole per le storie dell’orrore, e ti posso assicurare che ha molta inventiva! Sono sicura che il racconto della bambina assassina non è altro che l’ennesimo frutto della sua mente malata. Figuriamoci se è vero che è stata la proprietaria di questo posto a raccontarglielo!-

Sorrido, anche se incerta, a Kiran.

-non preoccuparti, non avevo creduto ad una singola parola di quello che ha detto Mitchi. Ero sicura che si stesse inventando tutto di sana pianta!-

Non è vero, Uriko, lo sai anche tu che non è vero.

Tu credi ad ogni cosa che Mitsui ha detto…

Perché negarlo, quindi?

Non vuoi fare la figura della bambina credulona, forse?

Si, forse è questo.

-se lo dici tu- mi dice Kiran, non troppo convinta.

-cos’è, Rukawa…non mi credi!?-

Kiran ghigna.

-no, no…figuriamoci…-

-ma mi stai prendendo in giro!?-

Kiran ride ancora, mentre si volta dall’altra parte, dandomi le spalle e spegnendo la luce.

-dormiamo, Sakuragi- mi dice –domattina dobbiamo alzarci presto-

-uffff.. e va bene- sbuffo, chiudendo gli occhi.

 

Quando riapro gli occhi, sono le tre di notte.

La sveglia sul comodino, che mi sono portata direttamente da Kanagawa, non mi mente, non può farlo.

Sbatto le palpebre una, due…tre volte, ma l’ora verde brillante segnata sul display non cambia di una virgola.

Porto una mano a cercare la destra di Kiran, che dovrebbe riposare proprio accanto a me, ma tutto ciò che incontro, con mio enorme disappunto e sorpresa, è un freddo lenzuolo.

Un freddo lenzuolo di un letto vuoto.

Accendo la luce svelta, e mi tiro a sedere.

Dove diavolo sarà andata a cacciarsi Kiran!?

-Kiran! Sei in bagno…?- domando ad alta voce, ma non ricevo risposta.

Non riesco a capire dove possa essere andata a quest’ora…

Inoltre, girare per i corridoi a quest’ora è proibito, e Kiran lo sa bene, dato che non ha fatto che ricordarmelo in continuazione durante gli allenamenti.

Per una qualche misteriosa ragione sembrava convinta che io, durante la notte, mi sarei alzata dal letto per avventurarmi in una folle spedizione volta ad ammirare gli interni di Peach House nel cuore della notte.

Forse Kiran aveva ragione, perché io mi sto alzando, effettivamente.

In pigiama, infilato il primo paio di calze che riesco a trovare, mi precipito fuori dalla camera, ritrovandomi nel corridoio completamente inghiottito dall’oscurità della notte.

Forse… non è stata una buona idea… eh,Uriko?

Mi basta una sola occhiata al corridoio, alla cieca in questo buio soffocante, e l’intero racconto di Mitchi, parola per parola, si fa nuovamente strada nella mia mente, con una precisione certosina.

La bambina…! è tutto ciò che riesco a pensare.

Ho paura.

Ho davvero paura.

Anzi, sono terrorizzata!

…ma devo trovare Kiran. Devo sapere dove diavolo è andata a finire!

Mi faccio coraggio, e prendo a cercare l’interruttore della luce alla cieca. Improvviso, mi torna alla mente un ricordo.

Un temporale…a Kanagawa…

E poi Hana, che mi invitava a dormire con lui, nel suo letto, lontana dalle mie paure infantili.

Lontana dalla mia paura del buio.

Una paura che mi attanaglia praticamente da sempre, da quando ero solo una bambina, una paura che mi perseguita, che mi segue, che non mi lascia un attimo, che è sempre con me, e non si dimentica mai, neppure per un minuto, della sottoscritta.

Un moto di terrore più violento degli altri mi coglie improvvisamente, ma è proprio in quel mentre che la mia mano incontra un interruttore familiare.

Lo premo, la luce artificiale invade il corridoio, illuminandolo a giorno.

Torno a respirare normalmente, anche se il cuore continua a battere frenetico sotto la mia pelle.

Mi calmo, cerco di riguadagnare il coraggio perduto.

Muovo un passo, poi un altro, e un altro ancora, finché le mie gambe non ritrovano la stabilità, smettendo di tremare.

Raggiungo l’enorme scalinata e la scendo, ritrovandomi sul pianerottolo sottostante, attiguo al corridoio sul quale si affacciano le stanze dei ragazzi del Ryonan e dello Shohoku.

Da qualche parte, qui intorno, Kaede e mio cugino stanno dormendo. Ora come ora, vorrei avere uno dei due accanto.

Il mio sguardo si perde nello scrutare il corridoio buio nella sua profondità, almeno finché non premo l’ennesimo interruttore, rischiarandolo.

Non so perché l’ho fatto.

Non so per quale ragione io sia convinta del fatto che Kiran si trovi qui.

Forse…è andata a trovare Akira Sendoh?

È quello che penso io.

Nuovamente riprendo a camminare, guidata ed incoraggiata dalla luce accecante, che rende tutto molto più facile, molto meno spaventoso.

Anche l’immagine della bambina con l’ascia sembra molto più irreale, meno palpabile.

Per farla breve, mi sento molto più tranquilla.

Sono a metà del lungo corridoio quando, improvvisamente, la luce artificiale mi abbandona, spegnendosi senza alcun motivo, senza alcun preavviso.

Non ditemi che…non ditemi che è andata via la corrente, vi prego!

No, non sono per niente preparata a questo!

Non sono preparata!

La mano corre nuovamente, frenetica, a schiacciare il primo interruttore che mi capita a tiro.

Niente da fare, la luce non si riaccende, e il buio continua a sorridermi sinistro.

E la paura, implacabile, si fa strada in me, congelando la mia anima, atrofizzando la mia mente, alterando il battito del mio cuore e rendendo difficoltoso e doloroso il mio respirare.

Non guarirò mai da questa fobia, è impossibile!

Ancor prima di rendermene conto, apro la prima porta a caso.

La prima porta a caso della prima stanza a caso in quel corridoio nero.

Me la chiudo alle spalle, appoggio la schiena alla superficie linea e rimango lì, sconvolta, a respirare piano, cercando di non far rumore.

Qui, almeno, lei non potrà trovarmi.

La bambina…

La bambina non potrà…

Lei non potrà…

-chi c’è?-

Lancio un urlo. Terrorizzato, forte, forse esagerato.

-Uriko?-

Mi calmo, al sentire il mio nome. Ascolto. Esamino. Rifletto.

Questa voce…

-Kaede…?-

Non mi muovo, non ancora. Non posso esserne sicura.

-tsè,mocciosa-

Si, ora ne sono sicura.

Indubbiamente.

-che ci fai qui? Non dormi?-

La domanda mi coglie impreparata.

Ancora rimango dove sono, le spalle alla porta, non sapendo cosa dire, cosa fare.

-io…-

-tu?-

Kaede è impaziente di sapere. Non accetta monosillabi da parte mia.

-stavo cercando Kiran…è sparita..-

-sparita? Non credo. Sarà andata a trovare quel maledetto hentai…-

Hentai? Parla di Sendoh?

-ho capito…- mormoro, sentendomi improvvisamente molto stupida. È chiaro che non avrei mai dovuto alzarmi nel cuore della notte per andarla a cercare, non ce n’era alcun bisogno.

-ma perché sei entrata qui?-

Ennesima domanda che potevi risparmiarti di fare, Kaede.

Ennesima domanda che esige una risposta plausibile.

Risposta che io non posso darti… o forse non voglio darti…

-io…beh…-

-paura del buio?-

Mh.

Non è possibile.

Non è proprio possibile.

Come fa a capire le cose così in fretta?

-c’è un black out…- mormoro –e si.. io .. ho un po’ paura del buio, e così ..-

-ma quanto sei mocciosa-

-io non sono una mocciosa!!!- sbotto, offesa.

Cavolo, ma perché non la smette di chiamarmi in questo modo odioso!?

Che gli costa provare ad essere un po’ più gentile nei miei confronti, dopotutto?

Niente, assolutamente niente!

-nh… mocciosa…- insiste lui, facendomi uscire dai gangheri.

-senti, guarda che me ne vado!- minaccio, ma la mia voce trema.

-non mi sembra d’averti mai detto di restare, mocciosa- replica lui, col tono di chi ha appena detto una grande verità.

…!!!

Colpita e affondata.

Quanto lo odio!

I miei complimenti, Kaede, hai sempre la risposta pronta!

-io… tu…- farnetico, alla ricerca di una risposta che possa aiutarmi a districarmi da questo vicolo cieco. –ti prego,Kaede… non mandarmi via …-

No, aspettate un attimo! Non posso aver detto quello che ho detto!

Non ci posso credere, sono impazzita…

Ora lui comincerà a dire che sono una bambina, che ho bisogno di dormire con qualcuno per scacciare gli incubi che mi tormentano … incubi legati al buio … mi prenderà in giro senza pietà, e io non potrò far altro che sentirmi peggio di quanto già non mi senta!

-Kaede…? Va bene, mh .. mi rimangio tutto, ok? Perché se per te è un problema, all ..-

-nh .. dai, vieni qui..- mi dice lui, improvvisamente, lasciandomi di stucco, mozzandomi il fiato.

Dolci, queste parole, inaspettate…splendide.

Alla cieca raggiungo il suo letto, avverto il suo respiro, tocco il suo corpo caldo.

Lui non parla, ma per una volta non posso che essergliene grata.

Non saprei proprio cosa dirgli, in un momento come questo …

Mi accoccolo contro di lui, mentre sento le sue braccia serrarsi attorno a me…imprigionarmi nella più dolce delle prigioni..

Ciò che avverto attorno a me, palpabile, è il calore…

Un calore dolce, ammaliante … perfetto.

-buonanotte, mocciosa-

-‘notte Ka…ehi! Ma perché devi sempre chiamarmi in quel modo!?- sbotto.

Non ci posso credere.

Non ci voglio credere.

Non è possibile che abbia voluto rovinare un momento così speciale con quel maledetto nomignolo! È impensabile!

Le sue braccia mi stringono più forte.

Il mio cuore si ferma per un istante, poi torna a battere impazzito più che mai.

 

 

-perché tu sei una mocciosa … la mia mocciosa …-







**

***PICCOLO REGALO DI NATALE*** ^______^

Dedicato a tutti coloro che si stavano appassionando a questa storia, ho postato (come avrete notato) ben 4 nuovi capitoli!!! Il mio personale regalo di Natale per tutti voi! BUON NATALEEEEEEEEEE =D

Ruki

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Capitolo 22
*** Her Name Was Misa ***


Nuova pagina 1

22.Her Name Was Misa

 

 

Al mio risveglio, il sole. E Kaede,che ancora dorme accanto a me. È tutto così insolito, eppure mi sembra sia così da sempre. Un’insolita sensazione di quotidianità.

Chiudo ancora gli occhi, li riapro. No, è tutto come prima, non si tratta di un sogno. La cosa mi fa sentire bene, bene come non mi sentivo da tanto, troppo tempo. 

 

*

 

E scendere dal letto, lasciarlo dormire in pace, tornare in camera –ancora deserta- a vestirsi e uscire, uscire a fare un giretto per il boschetto. Da sola,senza distrazioni.

Un’ora, solo un’oretta per dedicarmi a me stessa.

E per sgranchirmi le gambe, prima che anche il minimo movimento diventi doloroso. Perché sarà così, dopo l’allenamento di questa mattina.

Mi chiedo che cos’abbia in serbo per noi Akagi.

E Kiminobu, anche lui ci mette sempre il becco. E dire che lui non fa niente, no, passa tutta la mattina a prendere appunti su uno stupido block notes versione gigante i cui fogli sembrano in qualche modo infiniti. Lui si che è qui in vacanza,maledizione!

Calpesto un rametto per caso, e quel “crack” sembra in qualche modo distogliermi dal pensiero angosciante della prossima angosciante giornata di sforzi.

D’altronde, avrò sicuramente modo di divertirmi.

Il solo avere come compagna d’allenamento la piccola Chiyako, non può che farmi sorridere.

Lei, Chiya, negata forse più di me negli allungamenti, nelle torsioni e tutto il resto!

Ridiamo molto quando siamo insieme, Akagi però non è uno di quegli omoni dal cuore tenero, anzi.

Yumi a volte dovrebbe riprendere in mano il proprio ruolo di capitano e sgridacchiarlo un po’. È pur sempre suo cugino,in fondo. 

Ridacchio da sola quando, chissà perché, mi torna in mente Yumi che inciampa durante il penultimo allenamento in palestra, prima della nostra partenza per questo massacrante ritiro.

Ricordo che stava correndo dietro di me, poi, ad un certo punto, me la sono vista precipitare come una pera alla mia destra, ad un centimetro di distanza dalla sottoscritta!

Cosa sarebbe successo se mi fosse caduta addosso, mi chiedo? Forse è meglio lasciar stare, magari non sarei neppure più in vita.

E ripenso a quella goffa caduta, a Yumi stesa a terra, e ancora scoppio a ridere. E ancora. Dio, mi sono ridotta a ridere da sola.

Rido così tanto che neppure mi rendo conto d’essere finita a terra. Ho urtato qualcosa?

No, qualcuno.

Una ragazza poco più alta di me, dai capelli castani molto lunghi e gli occhi dello stesso colore, che ora si è lanciata in una lunga serie di scuse. Indossa un maglioncino rosa e un paio di jeans chiari.

“Oh,scusami,non ti avevo proprio vista!” continua a ripetere, fortemente dispiaciuta, una mano alla bocca, quasi fosse shockata.

Penso stia esagerando, ma non glielo faccio notare. Non sarebbe carino.

“Non preoccuparti, sto bene. Non mi sono fatta niente…” sorrido, cercando di rassicurarla, anche se so che non è proprio così.

Un lungo taglio percorre verticalmente il braccio sinistro.

La colpa è sicuramente dell’adorabile pianta spinosa che mi sta accanto, una maledetta trappola naturale che proprio non avevo notato.

Prima che riesca a nascondere il braccio ferito dietro la schiena, la ragazza si china per esaminarlo, un’espressione quasi pietosa sul volto.

“No! Guarda che brutto taglio ti sei fatta! Ed è colpa mia… Oh,scusami,scusami tanto…Non ti avevo..”

“Proprio vista” la interrompo io con un ghigno divertito.

“Non preoccuparti, ti ho detto! Brucia un po’, ma alla fine non è niente. Non morirò di certo per un taglietto”.

Lei sorride, e questa volta pare veramente rincuorata dalle mie parole.

“Va bene, ti credo…” Finalmente! “Vieni, ti aiuto da alzarti…” E mi porge una mano, che io afferro –chiaramente- con la mano destra.

Non vorrei sforzare il braccio sinistro. Con il suo aiuto, mi alzo in piedi facilmente, e prendo a spazzolarmi i jeans sporchi di terra.

“Mi chiamo Misa, a proposito” si presenta la ragazza, porgendomi nuovamente la mano. E ancora una volta, gliela stringo.

“Uriko Sakuragi” mi presento a mia volta, amichevole.

Non so perché, ma nonostante sia molto apprensiva, questa ragazza mi ispira una gran simpatia.

“Abiti da queste parti?” le domando, chinandomi a togliere della terra dall’orlo dei pantaloni, “Non pensavo ci fossero altre abitazioni, qui intorno”.

Ed è proprio vero, pensavo che Peach House fosse l’unica villa nel giro di chilometri!

“Dall’altra parte di quel fiume..” risponde Misa, indicandomelo. Si tratta di un torrente di non importanti dimensioni, che scorre quieto poco lontano. -.. in quella villa gialla. La vedi?-

Annuisco. Al di là del fiume, seppur in lontananza, è visibile un’imponente villa, del tutto simile a Peach House, ma dalla bizzarra colorazione giallo uovo. E se le imposte delle finestre a Peach House sono verdi, qui risaltano marrone intenso sullo sfondo chiaro.

“Timber House”, così si chiama, mi comunica Misa.

“Strano, mi aspettavo qualcosa come Lemon House!”  esclamo, ridacchiando. “Io sto a Peach House” le comunico “una grande villa rosa…da qui non si vede, la vegetazione è fitta…ma sta proprio là dietro…” spiego, indicando in realtà un punto a caso.

Il mio senso dell’orientamento non è propriamente il massimo!  

“Ah, ho capito. Ho capito di che villa parli. È quella che ospita il Kainan, giusto?”

Annuisco, seppur sconcertata. Che ne sa Misa del Kainan?

“Si, esatto! Però io non gioco nel Kainan. Sono dello Shohoku femminile”  

Per un attimo il volto di Misa pare accendersi, animato da uno sguardo eccitato. “Ah,quindi tu non sei una di quelle rumorose tifose che seguono i loro beniamini in ritiro? La cosa mi rallegra”

“Ho forse l’aria della tifosa?” le domando io, con un sorrisetto. “No,no. Faccio parte della squadra. Playmaker”

Misa pare farsi ancor più interessata. “Ah,davvero?” Annuisco, faccio un passo indietro.

 Devo andare, tra poco cominceranno gli allenamenti, e non oso immaginare un Akagi infuriato.

“Io devo andare, adesso” dichiaro “altrimenti chi lo sente il coach?”

Misa ridacchia, probabilmente divertita dalla mia espressione. “Ok, allora ci vediamo!”

E detto questo parto come un razzo alla volta della villa.

 

*

 

“Uri-chan! Dov’eri finita?” Ai mi viene incontro, affiancata da Chiyako, già mezza sudata.

Non ha mai avuto molta resistenza, la piccoletta. E dire che è lei la playmaker titolare della squadra!

“Qui intorno. Da quanto avete iniziato?”

Ai alza gli occhi verde bottiglia al cielo, pare farsi pensierosa. “Mhhhh… non lo so con certezza, tipo da cinque minuti, credo”

“Si,si, da non più di cinque minuti” concorda Chiyako “però Akagi ci ha già fatto sudare”

Ridacchio, seppur preoccupata.

“Vado ad infilarmi la maledetta maglia numero 11 e arrivo…” dichiaro, poco motivata. Non mi va proprio di allenarmi, sono a pezzi, ma d’altronde, sono costretta a farlo se voglio essere preparata quando inizieranno le partite ufficiali.

Raggiunto l’ingresso, l’inconfondibile voce di Naromi Kitazawa raggiunge le mie orecchie.

Lei, Nobunaga Kiyota e Akane Chiba sono nell’enorme salone d’ingresso, seduti sulle scale. Conversano tra loro, e voglio proprio sapere che cos’hanno di così importante da dirsi.

In teoria dovrebbero essere tutti e tre ad allenarsi, e invece…

“Ho saputo che poco lontano da qui alloggia Misako Oki… eppure non pensavo lo Shoyo femminile avesse in serbo un ritiro… “ sta dicendo Akane Chiba.

“Nooo,davvero?” sbotta la Kitazawa “Questa non ci voleva proprio!”

“Misako Oki! Proprio lei!” le fa eco Kiyota, quasi sbalordito “ma non aveva annunciato il suo ritiro dallo Shoyo?”

“Evidentemente no” risponde, afflitta, la Chiba.

“Divertente…finalmente si comincia a giocare…” Una voce al mio fianco.

Kiran.

Le faccio cenno di tacere, poi la trascino con me fuori dal portone, di nuovo.

“Chi diavolo è Misako Oki!?” sbotto immediatamente, una volta fuori.

E io che pensavo Naromi Kitazawa fosse l’unico vero ostacolo!

Kiran sorride, i lunghi e lisci capelli chiari indorati dal sole del mattino.

“Non conosci la Oki? Avrei dovuto immaginarlo…ignorante…”

“Evita gli insulti,ora! E dimmi chi è!” la ammonisco, stizzita.

“Si tratta della playmaker dello Shoyo…davvero la migliore nel suo campo,credo…sai, Akagi ci ha appena comunicato che alloggiano al di là del fiume…a Timber House, mi sembra…tieni…”

E la mia compagna di squadra mi porge qualcosa. Un ritaglio di giornale.

“E’ scritto qui. Vedi? Timber House,si…e questa è lei…”

Rimango di sasso davanti a quella fotografia, a quel viso.

Rimango di sasso mentre i pezzi del puzzle tornano insieme, autonomamente.

Lo Shoyo.

Una playmaker.

La casa al di là del fiume.

Misako.

Misa…ma certo. Misa è Misako Oki.

Confusa, mi ritrovo a mormorare “Il suo nome era Misa…”





**


2 parole dall'autrice:

Nn riesco a crederci! Mi sono decisa ad andare avanti =p Spero che a qualcuno faccia piacere. L'entrata in scena di questo nuovo personaggio forse non era attesa,ma d'altronde,siccome penso diventerà abbastanza importante cn l'inizio del campionato interscolastico,penso fosse il momento adatto a far fare a Misa il suo ingresso in scena.
Vorrei ringraziare Miku,che mi ha cortesemente "prestato" la sua personalità per la creazione di questo nuovo personaggio.
E a tutti gli altri che mi hanno incitata a continuare,grazie mille,si vede che siete davvero affezionati a questa fic.
Commentate se vi va, a questo punto^^
Un baciottolo,
Ruki

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Capitolo 23
*** Walk Away ***


Nuova pagina 1

WALK AWAY

 

 

“Here comes the rain again,

Falling from the stars.

Drenched in my pain again,

Becoming who we are..”

[Wake me up when September ends – Green Day]

 

 

 

E così,un’altra stressante giornata di allenamenti è terminata.

Ed è proprio a questo che penso con sollievo, mentre mi infilo il pigiama stropicciato che questa stessa mattina ho gettato senza curarmene sul letto.

Kiran è in piedi davanti allo specchio, intenta a spazzolarsi i come sempre perfetti capelli biondo cenere, ben migliori del suo umore di questa sera.

È preoccupazione quella che leggo sul suo viso, o è tutta una mia impressione?.

 –Rukawa- la chiamo, così che i suoi occhi blu si posino su di me.

–si?-

-tutto bene?- le domando, anche se conosco bene Kiran Rukawa, e so altrettanto bene che mi risponderà … -si, perché?-

Ma io non demordo, ho il mio asso nella manica, e decido di giocarlo. –no,perché hai una faccia!-

 La reazione di Kiran è proprio quella che mi aspettavo. –perché!? Che faccia ho!?- mi domanda, allarmata, e frenetica prende a guardarsi allo specchio, alla ricerca della causa della mia affermazione. Vanesia Kiran Rukawa, in fondo.

–intendevo dire- intervengo a questo punto io –che sembri davvero…in ansia. In ansia per qualcosa.-

E’ un sorriso tirato quello che la mia amica mi rivolge, mentre si siede sul letto, pesantemente. –uh,si. Ho un pensiero che mi assilla, ma non sarebbe saggio parlartene, Sakuragi-

Le sue parole mi lasciano per un attimo esterrefatta, e con l’amaro in bocca. Come sarebbe a dire che non può parlarmene, di qualsiasi cosa si tratti?? Siamo o non siamo migliori amiche, in fondo??

–eh,no! Ora me lo dici! Siamo amiche, no!? Non puoi tenermi all’oscuro di questa cosa, perché evidentemente ti fa stare male, Kiran!-

Il suo bel viso si rabbuia, a questo punto. Straordinario come, in questo momento, Kiran mi ricordi mio cugino Hanamichi in una delle sue crisi sentimentali.

Un silenzio pesante cade tra di noi, un silenzio che non riesco a spiegarmi. Perché le è così difficile aprirsi con me? Non capisco…

-…è che ce ne andiamo- pronuncia lei, all’improvviso.

Il mio cuore perde un battito, per recuperarlo subito dopo. Che sciocca, cosa sono andata a pensare? Sta sicuramente parlando del ritiro,no?

 –beh… Kiran, prima o poi avremmo dovuto tornare a casa,no? Cioè, questo ritiro è piacevole, ma…-

Ma Kiran mi interrompe. Portando un pugno, stretto, alle labbra, e abbassando il capo, la vedo scuoterlo. –no, non hai capito. Io e Kaede… noi ce ne andiamo..-

Ed è allora che sento il mondo crollarmi addosso. Senza pietà. Senza alcun riguardo nei miei confronti. Come se si trattasse di un’orrenda, spietata presa in giro, organizzata per me e per me soltanto.

-…cosa?..- mormoro, a bassa voce, perché di più non posso alzarla. Non ci riesco.

-è così. Ci è stato offerta la possibilità di giocare per il team di basket di un importante istituto in Canada, e Kaede ed io abbiamo deciso di accettare. Capisci, è una grande opportunità per entrambi…-

No. No che non capisco. Non capisco proprio per niente. -…volete andarvene?-

Volete … abbandonarmi?

Kiran annuisce. Mi fa male, forse non se ne rende conto. –si.. partiremo alla fine del ritiro. Mi dispiace solo di non poter giocare in squadra con te, Sakuragi-

Partiranno. Partirà Kiran. E … partirà Kaede. E lui non mi ha detto niente. Niente! Non una parola, su questa storia.

-…abbandonerete lo Shohoku,quindi? Ma … le ragazze… loro… noi, voglio dire. Noi abbiamo bisogno di te, Kiran! Lo Shohoku non è niente senza Kiran Rukawa, non lo capisci…?-

Kiran sorride ancora, e questa volta pare quasi divertita dalle mie parole.

Perché ridi? Perché ridi?! Perché?! Vorrei spaccarti la faccia, in questo momento, perché è quello che ti meriti! È tutto ciò che ti meriti!

-non dire cose che non sono vere, Sakuragi. Sai benissimo che ve la caverete egregiamente anche senza di me. Lo Shohoku è un’ottima squadra.-

Tu scherzi. Non sono d’accordo, non sono d’accordo!

Si arresta per un attimo nel suo dire, Kiran, per portare una ciocca di capelli dietro l’orecchio, poi riprende: -Avete Yumi. Lei è fantastica, un ottimo capitano, mi ha insegnato molto. E che dire di Ai e Chiyako? E Nanaka, anche se ha quel caratterino, ti assicuro che è quasi indispensabile in campo…-

-No- mi sento dire. Lapidaria, decisa. Come forse non lo ero mai stata.

-come..?-

-No!- ripeto, con più convinzione, anche se questa volta la mia voce si spezza. –No…non te ne puoi andare, Kiran. Non puoi… non devi…-

E lei si scioglie, a questo punto. Mi sorride di un sorriso materno. E mi abbraccia. Un abbraccio frettoloso, scostante, ma pur sempre un abbraccio. Poi si ritrae, per guardarmi negli occhi.

Dio, non voglio piangere. Non farmi piangere.

Ma è troppo tardi per preoccuparsene, ora. Ora che sento gli occhi carichi di lacrime.

-No, non piangere,eh!- sbotta lei –odio vederti piangere!-

-Ok,ok…- mormoro io, asciugandomi gli occhi con una mano –ma non è mica colpa mia!-

-eh, lo so…comunque…davvero, non c’è bisogno di sentirsi così. Sakuragi, tu sei davvero molto brava! Lo sai, no? L’hai sempre detto tu d’essere il genio del basket! Eh, già. Tu e tuo cugino siete proprio dei montati…- e ridacchia Kiran, ridacchia piano.

Non c’è proprio niente da ridere.

Scuoto il capo, quindi. Scuoto il capo e le rispondo.

-No…niente del genere. Io non sono affatto un genio. Non sono un genio in niente, figuriamoci nel basket. Quel titolo è tuo, Kiran, lo sai bene. E sai bene quanto io abbia sempre cercato di diventare come te, da quando ti ho conosciuta. Per me, non c’è nessuno che sappia tenere alto il morale della squadra come fai tu, perché tutte ti rispettano. E non c’è nessuno che sappia eseguire un terzo tempo meglio di te. E questo perché tu sei la migliore in tutto ciò che è basket…e non solo. Questo è perché tu sei la migliore in tutto… in tutto…- La voce mi si spezza ancora, mentre parlo. -…si, tu sei la migliore in tutto, Kiran Rukawa. E non posso credere che te ne andrai, perché a quel punto… chi adorerò? Chi prenderò come modello, come esempio? Chi farò finta di odiare, per non ammettere che in realtà è solo gelosia, bruciante gelosia, invidia, quella che provo?-

E a questo punto, mi abbandono. Scoppio a piangere, perché non sono mai stata capace di trattenermi. Di far finta di nulla. Di chiudere il cuore, l’anima, il cervello.

E piango, piango, e piango. E forse questa è la cosa che so fare meglio. …mi faccio schifo da sola. Mi faccio pena. E quasi non sento la porta che si apre, mentre singhiozzo.

-…Scema- La sua voce, questa invece la sento. Bene.

 E il mio alzare gli occhi, rossi, sporchi di trucco, in direzione della porta, in direzione di Lui, di Lui che in questo momento non sa quanto male mi sta facendo. Lui, Lui e la sua benedetta sorella.

-Kaede- pronuncia Kiran, alzandosi. –forse è meglio se…-

-No!- sbotto io, raggiungendo a mia volta la porta, mentre Kaede fa il suo ingresso nella stanza, parandosi davanti a me. Senza riguardo, con la sua faccia tosta. –No, sono io che me ne vado!-

E aggiro Kaede, e lo supero. Non voglio guardarli mai più in faccia, mai più.

-Uriko!- sento solo Kaede chiamare, ma ormai sono lontana. Ma non lontana abbastanza per evitare di urlare, in risposta: -Sakuragi! Io per te sono Sakuragi!- 

E corro giù per il corridoio, supero Yumi, la urto, non me ne rendo conto.

Chiyako in camicia da notte mi squadra con i suoi grandi occhi verdi quando supero la sua camera, Ai mi grida qualcosa ma non riesco a capire cosa.

Sono fuori di me. Non parlatemi. Non guardatemi. Semplicemente, lasciatemi stare.

Ed è fuori dalla villa che mi precipito. Sono in pigiama, ma d’altra parte, non potrebbe fregarmene di meno.

Piove. Strano, non me ne ero accorta. Piove. È tornata di nuovo la pioggia, qui. Qui, ma anche dentro di me. Una pioggia che mi strazia, che mi umilia, che si diverte a vedermi piangere.

Alzo il viso al cielo, alle stelle dietro le nubi della notte. Anche quel giorno, anche quel giorno pioveva. E al solo ricordo di quel giorno, il pianto si fa più forte.

 

…mi manchi di già, lo sai?

 

 

 

 

 

 

 

 

Due paroline dall’autrice…

Questo capitolo è nato così. Ed è giusto che sia nato così, mi è uscito dal cuore. Ciò che prova Uriko nei confronti di Kaede non è risentimento, come alcuni potrebbero pensare. No, è semplicemente disperata. E ovviamente soffre anche per Kiran. La sua lontananza futura, lei lo sa bene, la farà stare male, perché è in Kiran che Uriko ha sempre visto tutto ciò che dovrebbe essere una migliore amica, e anche un modello da seguire.

Quello che verrà dopo questo capitolo?

Vediamo…l’uscita di scena di Kiran e Kaede avverrà (mi dispiace per i fans..), ma il campionato tra scuole avrà comunque luogo, e Uriko si ritroverà a dover guidare la sua squadra in sostituzione di Kiran. Nei prossimi capitoli, inoltre, verranno da me ripresi alcuni personaggi essenziali come ad esempio Naromi Kitazawa (..che il suo atteggiamento nei confronti di Uriko possa variare?), Nobunaga Kiyota, Akira Sendoh e Misako Oki. Sui nuovi personaggi, posso solo anticipare che vedremo prossimamente due rilevanti entrate in scena. Però posso darvi un indizio su uno dei due… se ne parla nel capitolo 13, The worst day in life.

Questo è tutto!

Al prossimo aggiornamento e… commentate,plz!

 

Ruki

 

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Capitolo 24
*** Show Must Go On ***


Nuova pagina 1
Help me carry on
Assure me it's ok to use my heart and not my eyes
To navigate the darkness
Will the ending be ever coming suddenly?
Will I ever get to see the ending to my story?

[Crawling in the dark – Hoobastank]

 

 

Ed è così che ci si sente, quando tutto va improvvisamente storto.

Quando c’è davvero poco da fare per cambiare il destino che è stato scelto appositamente per te, quando tutto precipita in un momento in cui pensavi che nulla avrebbe potuto turbare la tua serenità, la tua incredibilmente felice realtà.

Così ci si sente, ci si sente male. Malissimo. E così mi sento io, ora.  Annientata. Tradita. Sotto la pioggia, che picchietta allegramente sul mio capo, sulle mie spalle. Che ride, ride di me. Ed è la pioggia più fredda di sempre, una doccia gelata.

–Uriko!- sento gridare alle mie spalle, e riconosco la voce infantile di Chiyako. Mi volto, la vedo avanzare verso di me. Ma non è sola, con lei ci sono Yumi, Ai, Nanaka…

 -ragazze..- Non dicono nulla. Mi si avvicinano, mi abbracciano. So bene che cosa significhi questo gesto. Non è solo dispiacere. Non è solo un volermi consolare. No, tutte loro stanno soffrendo. Kiran ci lascia.

E la squadra dovrà obbligatoriamente incassare il colpo.

 

 

-Oggi è l’ultimo giorno!- sbuffa Chiyako, accanto a me, mentre Yumi, letteralmente a pezzi, compie l’ultima serie di flessioni della giornata. –presto avrà inizio il dannato torneo…-

La guardo. Sembra davvero depressa.

–non possiamo farci niente. Anche senza Kiran dovremo cercare di fare del nostro meglio- interviene Ai, avvicinandosi a noi, sudata e stanca.

–non sarà facile. Diciamoci la verità, Kiran è la vera stella. Senza di lei, lo Shohoku crollerà subito- commenta Nanaka, e Chiyako appare decisamente in accordo con lei.

Io sto zitta. Non parlo. Non mi va. Non apro bocca da quando Kiran mi ha detto del trasferimento.

Suo.

E di Kaede. 

No, ancora non ci credo. Non voglio crederci, e non posso farlo!

-..tu che ne pensi, Uriko?- mi interroga Nanaka, facendomi tornare alla realtà.

Scuoto il capo, avvilita. Non intendo parlare, e non parlerò.

Mi alzo piano, ignoro gli sguardi stupiti delle mie compagne. E me ne vado, diretta altrove. Diretta, più precisamente, alla mia stanza. Non terminerò la mia serie di flessioni quest’oggi, ma sono sicura che Akagi non oserà fare storie.

Una volta davanti alla villa, m’imbatto nell’ultima delle persone che avrei voluto incontrare.

Dall’alto del suo metro e settantacinque, Naromi Kitazawa mi osserva con aria di insopportabile superiorità, i lunghi capelli neri sciolti sulle spalle, esili quasi quanto le mie nonostante la sostanziale differenza di statura.

–Sakuragi- ghigna –ho saputo della tanto sfortunata quanto imminente dipartita della Rukawa. Un vero colpo per il Kainan, non trovi? Senza di lei a tenerci testa, la vostra squadretta di pappe molli non avrà alcuna possibilità, contro di noi!-

Senza neppure una parola, la supero, attraverso l’ingresso e corro su per le scale che conducono ai piani superiori. Non intendo restare a sentire una parola di più.

E questo perché è tutto vero. Tutto terribilmente vero. La partenza di Kiran sarà davvero deleteria per lo Shohoku. E non solo perché Kiran era il membro più pericoloso del team, ma anche perché il suo ascendente giovava alla squadra, e intimoriva gli avversari.

Furiosamente, aperta la porta della mia stanza, mi butto sul letto. Fortunatamente, Kiran non c’è. Non mi importa dove sia, vederla mi farebbe malissimo.

–Uriko?-

Dalla porta aperta, una voce nota. Mi volto, ancora sdraiata sul letto, e osservo mio cugino fare il suo ingresso nella mia camera, chiudendo poi la porta dietro di se.

–Ehi…hai saputo la bella notizia,vero?-

Lui annuisce, sorridendo appena, di un sorriso tirato più che mai. –si. Ho saputo di Rukawa… e di Kiran,anche-

C’è amarezza nella sua voce. Molta. Ma non mi sento assolutamente in grado di consolare Hanamichi, ora. Perché sto male anch’io, esattamente come lui.

–non si può fare niente,quindi?- domanda lui, mentre mi metto a sedere, lentamente.

Scuoto il capo. –no, lei sembra molto convinta. E poi, Chiyako mi ha detto che Kiran sogna da sempre di trasferirsi in Canada…-

Hanamichi prende posto accanto a me, con delicatezza, senza irruenza, quasi non volesse disturbare la mia calma illusoria. –e anche lui partirà, giusto? Non puoi…non so..parlarci?-

Scuoto il capo ancora.

Non ne parlare, Hana. Mi sento male, se ne parli.

E mio cugino sembra captare il mio pensiero, perché mi trae a se e mi stringe, proprio mentre io scoppio a piangere.

Di nuovo.

Diamine Uriko, piantala di comportarti come una

 

mocciosa

 

 

 

-E questa sera, per chiudere in bellezza, abbiamo deciso di organizzare una … caccia al tesoro!-

Nell’enorme sala da pranzo, boato generale.

Kogure, vestito con uno stupido gilè a quadri, cerca senza risultato di calmare gli animi.

-Una caccia al tesoro. Ci mancava giusto questa!- sbotta Nanaka, sbattendo un pugno sul tavolo –non c’erano già state troppe pagliacciate in questo raduno,dico io!?-

-andiamo Na’, rilassati- cerca di calmarla Ai, mettendole una mano sul braccio.

Sorrido appena. La scena ha del comico, dopotutto. E ancor più comiche sono le espressioni di Chiyako e Yumi che, a differenza delle altre due, pargono sinceramente interessate.

Io, da parte mia, non so cosa pensare. Ho sempre adorato le cacce al tesoro, ma questa non è propriamente la sera adatta ad una cosa del genere, per me. Sono sicura che non riuscirò a divertirmi. Affatto.

Riporto la mia attenzione su Kogure, ancora impegnato nel suo discorso. -…e quindi faremo in modo di favorire la collaborazione tra membri di team differenti. Così da inaugurare con un sorriso e una stretta di mano l’ormai prossimo torneo interscolastico.-

-Ma chiudi il becco,cretino!-

-Vogliamo iniziare!?-

-Allora!?-

-I-N-I-Z-I-O! I-N-I-Z-I-O!-

Ridacchio nel sentire la folla urlare a squarciagola.

Kogure, imbarazzato, si rende finalmente conto d’aver parlato anche troppo,perciò si affretta a concludere: -bene,allora. Proietteremo ora, grazie a questo proiettore, le coppie per la caccia al tesoro…-

 

 

Alzo lo sguardo. Per un attimo abbigliata dalla luce del proiettore. Poi, con orrore, lo vedo.

Quel nome.

Quel nome accanto al mio.

Cerco con lo sguardo Naromi Kitazawa, nella sala. La vedo trasalire. Si, è tragico anche per lei.

E io mi alzo, afflitta, mentre tutte le mie compagne, e tutti gli altri, ai loro tavoli, fanno lo stesso.

Raggiungo Naromi Kitazawa, la squadro.

–ironico il destino,eh?- mi domanda lei, con un ghignetto tipico della sua persona. –avrò modo di farti passare la serata migliore della tua vita, Sakuragi-

Decido di non risponderle. Non ne vale la pena, avrebbe detto Kiran. Già, Kiran.

Kiran che se ne va.

Kiran che lascia lo Shohoku…

E ancora, senza accorgermene, mi perdo nei miei pensieri.

 

-allora Sakuragi, ti sei imbambolata?- mi domanda all’improvviso Naromi, che stringe un foglietto in mano. –è il primo indizio-

 

 

Andate dove cresce il pino, e di stelle non si vedon distese.

Cercate il pozzo che è profondo, troverete sorprese.

 

 

-è il bosco,ovviamente- mormoro,senza alzare lo sguardo. Non mi va di incrociare quello scuro e derisorio di Naromi Kitazawa.

–andiamo, quindi. Voglio vincerla, questa caccia al tesoro!- esclama lei, trascinandomi fuori dalla sala per un braccio, per poi attraversare il salone principale, e superare l’ingresso.

 

 

 

Ed eccoci qui, ad inoltrarci nel bosco.

Buio tutt’intorno, risa e rumore di passi. Gente che si diverte, a quanto pare. Non come me. Ma non riesco a farlo, non ci riesco.

–dove pensi che sia questo pozzo,Sakuragi? L’hai mai visto?-

Scuoto il capo. No, non mi pare d’aver mai visto un pozzo, nemmeno durante una delle mie camminate solitarie nel bosco prima degli allenamenti.

–è un problema. Aspetta qui, vado a chiedere a qualcuno-

La guardo come se fosse una pazza, avanzando di qualche passo verso di lei.

–cosa ti fa pensare che qualcuno sia disposto ad aiutarci a vincere?- le domando, mentre il timore d’essere lasciata da sola, in un bosco buio, comincia a farsi strada dentro di me.

Non oserà farlo. Non oserà!

Eppure, lei lo fa. Inaspettatamente.

Con un “tentar non nuoce!” si precipita nuovamente verso la villa.

Presto, il buio la inghiotte.

E mi ritrovo sola.

Perché sono sola,vero? Si,sono sola.

Sola.. completamente sola.

Con il cuore in gola, sento la famigliare sensazione di assoluto terrore invadermi le membra. Non riesco più a muovere un muscolo, non uno. Mi chiedo come farò,adesso.

Sola, al buio, terrorizzata.

Senza più via d’uscita.

E mi lascio cadere su un masso, un masso lì vicino.

E mi costringo a pensare. A pensare, a pensare… a pensare a cosa?... a cosa se non a Kiran? Al suo volerci lasciare?

E a Kaede… Kaede, a cui mai avrei pensato di dover dire addio. Kaede che era ed è tutto ciò che voglio… ed è colpa di Kaede se sono qui sola, e al buio, e disperata!

 

Tu non ci sei… Non ci sei…

 

Dovresti essere qui.

Qui con me.

E lei, lei non dovrebbe abbandonarci al nostro destino.

Non dovrebbe andarsene come se niente fosse.

Mi fidavo di te, Kaede…

Ci fidavamo di te, Kiran…

E adesso, e adesso lo show deve necessariamente continuare senza di te…senza di voi…

Lo spettacolo deve andare avanti…

Dovrà continuare, la mia vita…anche senza di voi.

Mi rialzo, quindi.

Nuovo coraggio in me, nuova voglia di andare avanti.

 

E poi, improvvisamente, la tua sagoma davanti a me, nel silenzio irreale del bosco.

È la tua.

Sei tu, non c’è dubbio.

Tu che continui a perseguitarmi, che vivi in me, ogni giorno, ogni ora, ogni minuto…

Un angelo dispettoso.

 

 

Kaede

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Capitolo 25
*** Rebirth ***


Nuova pagina 1

You're the only one
I'd be with till the end.
When I come undone
you bring me back again.
Back under the stars,
Back into your arms.

[Fall to pieces – Avril Lavigne]

 

 

 

E vederlo lì, davanti a te, ad un passo da te. E sapere che presto non lo vedrai mai più. Mai più, perché lui partirà, andrà via … in Canada. Quanto è lontano il Canada,quanto? Troppo…è troppo lontano…

-ti sei persa,mocciosa? Tipico di te..-

Neppure le sento, quelle parole. O meglio, le sento, ma non vorrei fosse così. Vorrei essere sorda, per non sentire l’ennesima battutina. Non le sopporto, in questo momento, le tue battutine.

-non proprio- rispondo, acida. Con che coraggio rimane qui a parlarmi,mi chiedo?

-tutto bene,mocciosa?-

Mi volto per non guardarlo. Per non permettergli di farmi del male, ma lui non sembra capire, e infatti non se ne va.

Rimane lì,fermo, ad osservarmi. Mi da fastidio quel suo sguardo penetrante puntato su di me.

Scuoto il capo, innervosita. –no,no che non va tutto bene-

Lui si avvicina di qualche passo, vorrei non lo facesse. Vorrei che si mantenesse a debita distanza da me. Ma lui non può leggermi nel pensiero.

-che hai..?- mi domanda, come se non lo sapesse. Come se non potesse immaginare il motivo per cui sono così depressa.

Mi fa una rabbia!

-lo sai- gli rispondo soltanto, abbassando il capo, e osservando con falso interesse un sassolino che, da me calciato, è rotolato spostandosi più avanti sul sentiero, in direzione di Kaede.

Kaede che sento avvicinarsi ancora… ma non oso alzare lo sguardo, non oso farlo. Non oso, perché mi conosco, e so che, anche questa volta, il mio lato emotivo avrebbe la meglio.

E non intendo farmi vedere da lui mentre piango… perché so che la considera una cosa per persone deboli, e non è come una persona debole che voglio apparire ai suoi occhi.

Rimango in silenzio,ferma,immobile…mi sento una statua, voglio essere una statua. Vorrei solo morire qui, ora, smettere di respirare come se fosse una cosa normale. Eppure non mi è concesso. Smettere di vivere, per non dover rialzare lo sguardo ad affrontare il suo, quello di lui, di Kaede, che ora mi è così vicino…troppo vicino…

E vorrei scappare. Se solo riuscissi a farlo, se solo riuscissi a correre via…

Se riuscissi a voltargli le spalle, una volta per tutte. Ma so bene che per me è impossibile…

Sento le sue mani cercare le mie braccia, raggiungerle, accarezzarle appena…ma non alzerò lo sguardo, nossignore.

No, non lo farò…certo, è quello che vorrei. Vorrei impuntarmi, ma non ce la faccio. Rialzo lo sguardo.

-perché te ne vai…?- mi sento pronunciare. Dio,sei patetica,non è questo che dovresti dire!

Quel tocco dolce s’interrompe, bruscamente. Non me l’aspettavo.

-Ti mancherò, mocciosa, no? E’ questo che vuoi dirmi…- dice improvvisamente, spiazzandomi. Il tono è indecifrabile, sicuro, quasi accusatorio. Non riesco a capire.

Mi scosto da lui, lo guardo in quegli occhi, quegli occhi che per un attimo mi sembrano così diversi. Qualcosa di nuovo si è acceso in Kaede, qualcosa che riesco a vedere nel suo sguardo.

Ma non riesco a comprendere di che cosa si tratti…

-che intendi dire, con questo?- gli domando, confusa. Per un secondo, uno soltanto, il mio pensiero corre a Naromi Kitazawa. Mai come ora vorrei vedere spuntare dai cespugli quel suo faccino odioso. Almeno mi salverebbe da lui, da Kaede…

Da Kaede che non posso affrontare.

E dal suo silenzio, che improvvisamente s’interrompe.

-intendo dire…- comincia, ma non gli do il tempo di continuare.

-si, se vuoi saperlo non riesco neppure a pensarci!- esplodo, senza pensarci su neppure per un attimo. Impulsivamente, come sempre.

E Kaede si ferma, mi guarda. Mi scruta, mi fissa, mi osserva. Quasi potesse vedere dentro di me, guardare attraverso ciò che sono, e ciò che penso.

Poi, il suo sguardo,ancor pieno di quel qualcosa che mai avevo visto in quegli occhi unici, perché suoi e suoi soltanto, si fa più mite. Più caldo. Inaspettatamente.

Ancora mi si avvicina, senza dir niente, senza una parola. Si avvicina… e mi abbraccia…

Un abbraccio come solo uno dei suoi può essere.

Sento qualcosa in me crescere, per poi scoppiare. Non so cosa sia, so solo che una sensazione del genere non l’avevo mai provata. Mai.

E mentre ricambio l’abbraccio, tremante, e con morbida lentezza, non riesco a trattenere quelle lacrime che mi ero ripromessa di non versare. Almeno non con lui.

Spero solo che lui non se ne accorga…cosa che, purtroppo per me, si verifica.

Ma non dice niente Kaede, niente, mentre mi accarezza i capelli con la destra, tenendomi sempre stretta con l’altro braccio.

Mai, mai e poi mai avrei pensato di poter provare qualcosa di così intenso. Qualcosa di così intenso da farmi paura, da terrorizzarmi.

Perché so bene che non potrò più sentirmi bene come mi sento ora.

Lo abbraccio più forte, quindi, mentre piango ancora, più intensamente. Non posso pensare che se ne andrà, che mi lascerà così…

Che uscirà dalla mia vita in silenzio, esattamente come ci è entrato…

E improvvisamente mi ritrovo a pensare cosa ne sarà di me. Di cosa farò, di come mi comporterò con le persone quando lui se ne sarà andato, di come questo influirà sulla mia vita.

Si, improvvisamente penso a me, egocentrica ragazzina abbandonata. E so che non dovrei farlo…ma non posso proprio fare a meno di provare pena, pena per me stessa. Mi commisero.

Proprio ora che avevo trovato la mia stabilità, e la serenità che da tempo mi era stata strappata…

Proprio ora, lui se ne va. Se ne va. Via, via. Lontano, dove non mi è possibile raggiungerlo.

No, questo non può essere che un incubo…

Lo sento respirare però, appoggiata sul suo petto. Non è un incubo…è tutto reale.

E forse dovrei semplicemente iniziare a farmene una ragione…

-scema…- mi ammonisce, improvvisamente. Come se fosse il momento più opportuno per farlo.

Ed io rialzo lo sguardo, osservo quel bel viso e attendo, attendo una spiegazione.

Ma lui mi stringe nuovamente, con più forza, e ancora mi ritrovo a dover ascoltare il battito irregolare del suo cuore.

-io non parto…- dice, infine, dopo un’attesa che a me pare durare anni. -non parto più. Non posso partire…-

Cerco di divincolarmi, è ciò che vorrei fare…prima che…

Prima che una nuova ondata di lacrime non inizi a rigarmi il viso.

 

 

E i minuti passano, interminabili. Per me, per lui.

Interminabili, almeno fino a quando Naromi Kitazawa non decide che è arrivata l’ora di ripresentarsi.

-Sakuragi!- la sento chiamare, seppur da lontano.

Maledetta piccola guastafeste, mi ritrovo a pensare, e rido di me stessa tra le lacrime, del pensiero idiota.

-ti cercano,mocciosa-

Annuisco appena, staccandomi da Kaede, gli occhi arrossati, il viso nuovamente impresentabile.

-ehi,sei tutta sporca…- mi dice lui, passandomi una mano sul viso, gesto che trovo fin troppo dolce per lui. –sembri un panda!-

Ecco, questo si che è tipico di lui!

Lo prenderei a sberle! Come è possibile che, anche in un momento come questo, lui sappia sempre come criticarmi, in qualche modo?

Cerco di prenderlo a calci, ma lui è più veloce di me, e in un attimo è troppo lontano anche per essere scorto. Si è fatto ancor più buio di prima, ma la cosa non mi interessa.

Noto Naromi Kitazawa correre in mia direzione sul sentiero… finalmente, mi chiedo dove si fosse cacciata!

-Kitazawa! Trovato traffico?-

Lei mi regala una delle sue inconfondibili risatine ironiche di rimando. Mi fa piacere sentirla, ora. Dio, forse sono andata fuori di testa del tutto, penso, con un sorriso.

-Sakuragi…so dov’è quel pozzo!- mi annuncia Naromi –ringraziami!- aggiunge poi, con aria di superiorità, la solita, quasi le fosse tutto dovuto.

E io la ringrazio, lasciandola stupefatta.

-allora, Kitazawa? Vinciamo o no questa caccia al tesoro?...-

 

 

 

 

2 PAROLE DALL'AUTRICE..

Ciao a tutti^^ piaciuto il capitolo? spero d si, e spero soprattutto che vi abbia particolarmente sorpreso..=p

Mi dispiace purtroppo dovervi dire che questo sarà l'ultimo capitolo per un po' di tempo...parto per le vacanze questo venerdì..^^"

I'm sooooo sorry..ma vi prometto che posterò il prossimo capitolo appena tornata!

Fino ad allora...buone vacanze a tutti!!^^

 

Ruki

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Capitolo 26
*** Rain Inside ***


Nuova pagina 1

Tre ore più tardi,sull’erba.
Naromi Kitazawa mi siede accanto,stizzita,un filo d’erba tra le dita.
-dovevamo vincere noi. Potevamo, vincere noi!..-
Sorrido tra me e me: non capisco proprio perché debba prendersela così. Non si tratta che di una stupida caccia al tesoro.
Ma forse Naromi Kitazawa è semplicemente la più estremista delle competitive.
-che ti ridi,tu? È tutta colpa tua se abbiamo perso…-
-adesso dici stronzate- l’ammonisco, forse un po’ troppo volgarmente. Ma questa sono io, prendere o lasciare. Porto una mano al viso, a controllarmi le unghie laccate di nero. Sono un po’ rovinate; non me ne curo più di tanto.
-non ne dico,infatti. Ma non pensavo tu potessi rispondermi a quel modo, pivella…-
-sono una Sakuragi- rispondo io con semplicità –rispondere male alla gente è il nostro mestiere da sempre-
-Uriko!! Ehi, Uriko! Sei tu?-
Una voce in lontananza, nel buio. Non capisco di chi si tratti.
Naromi, accanto a me, prende a guardarsi attorno con frenesia crescente, come se l’avesse appena morsa una tarantola. Forse dovrebbe provare a rilassarsi.
-si,sono io,chiunque tu sia..- rispondo, alzandomi e muovendo qualche passo nella direzione da cui mi sembra arrivasse la voce, non prima d’essermi spazzolata accuratamente i jeans.
-sono io, sono Nanaka!-
E infatti qualche altro passo e la scorgo, seppur al buio, i capelli riccissimi biondo platino quasi bianchi nel chiarore poco accentuato della luna.
-sta partendo!- mi dice, agitata, stringendosi addosso il maglioncino leggero color crema.
-come?- domando, muovendo qualche passo verso di lei.
-Kiran! Kiran se ne sta andando!-

Seguo Nanaka correndo nel bosco, lontano dalla radura.
Prima di arrivare davanti alla villa,incrociamo Ai, Chiyako e Yumi,anche loro probabilmente avvisate da qualcuno dell’imminente partenza di Kiran.
-ma non può andarsene senza neppure salutarci!- sta borbottando Ai, avanzando come un rinoceronte tra la boscaglia, gli occhi oliva fiammeggianti di collera nell’oscurità. Yumi, un po’ più ingombrante in quanto a costituzione fisica, le cammina goffamente dietro, l’aria da funerale, seguita dalla piccola Chiyako, le iridi acquamarina questa sere spente, buia in volto.
Quando ci nota, Ai arresta il suo incedere. –avete sentito anche voi la novità,eh?- ci domanda, spostandosi appena per permettere a Yumi e Chiyako di raggiungerci. –se ne va-
Annuisco appena.
Ho davvero bisogno di vederla, ora.
Devo vederla per poter capire. Per avere una spiegazione.
-andiamo da lei, forza!- ci sprona Nanaka, strattonandomi per un braccio –non vorrete lasciarla andar via così!? Dobbiamo tentare di trattenerla, di farla ragionare! Altrimenti addio torneo interscolastico,no? Muoviamoci!-
E noi ci lasciamo convincere, la seguiamo sino allo spiazzo che s’apre davanti alla villa.
Lì, è già parcheggiato un taxi, in attesa di ripartire. Kiran, aiutata dal personale della villa, sta caricando alcune valigie.
La riconosco nonostante le luci basse, riconosco quel suo profilo perfetto, e i lunghi capelli chiari. E così te ne vai davvero, e non avevi neppure intenzione di salutarci…
Da te questo non me l’aspettavo, Kiran.
-Kiran!!- chiama improvvisamente Nanaka, a pieni polmoni, infuriata.
Mi volto ad osservarla, il cuore a mille. Pare un leone con quella cresta voluminosa di capelli ricci, un leone imponente e selvaggio inasprito dalla collera.
Ma poi il mio sguardo torna impotente a Kiran, a lei che si è voltata in nostra direzione, spaventata dall’urlo disumano di Nanaka.
E non dice niente, Kiran. Rimane zitta a guardarci per un momento, poi allontana lo sguardo da noi, tornando a concentrarsi sulle sue valigie.
-Kiran…- sento Ai mormorare dietro di me, mentre gli occhi di Chiyako si riempiono di lacrime, anche se lei cerca di nasconderle con una mano.
Come puoi andartene così, Kiran? Ci hai viste, no? Siamo tutte qui per te, eppure tu preferisci far finta di nulla…
-andiamocene, ragazze..- sento infine Ai dire, piano. Temevo che da un momento all’altro la mia razionale e composta compagna di squadra pronunciasse queste parole,e così è stato.
Mi volto ad osservarla, e così fanno le altre. So che si lasceranno convincere dal carisma di Ai.
-se non vuole neppure salutarci, tanto vale che ce ne andiamo…-
Osservo Kaede che, avvicinatosi al taxi da chissà dove, sta salutando Kiran con un abbraccio. Un gesto dolce, che mi sorprende. Ma d’altronde, non devo dimenticarmi che Kiran è sua sorella, ed è normale che Kaede le sia così legato.
-Ai ha ragione- rincara la dose Nanaka, scura in volto, a dir poco oltraggiata dal comportamento di Kiran. –quella menosetta…non ha fatto che tirarsela da quando l’ho conosciuta!-
Al suo dire, Chiyako le rivolge un’occhiata carica di disprezzo, ma non protesta. Non dice nulla. Forse non c’è più nulla da dire.
Sconsolata, segue Ai, che già ha preso ad incamminarsi nuovamente verso il bosco, seguita da Nanaka e da un’apatica Yumi. Già, non c’è davvero più nulla da dire.
Mi volto un’ultima volta, ad incrociare quello sguardo. Quello sguardo color del mare, re incontrastato su quel viso di porcellanea bellezza, incorniciato da chiari fili di seta. Mi osserva la perfezione in persona, l’assoluta regina del basket, Kiran Rukawa.
Mi osserva e tace.
Mi osserva almeno fino a quando non le rivolgo l’ultimo sguardo triste e le volto le spalle, incamminandomi mogia su per il sentiero.

They give you life...
and in return you gave them hell
As cold as ice
I hope we live to tell the tale


[Shout 2000 – Disturbed]


La stanza è spoglia ora che non la divido più con nessuno.
Spoglia, e silenziosa. Perché non sei più qui a cantare le tue canzoni e ad aspettare che io mi unisca così da creare un coro.
Mi hai sempre spronata a cantare con te.
No, tu te ne sei andata. Hai preso la tua decisione, hai scelto il Canada, hai scelto la carriera, e una vita nuova.
Non riesco a capire…
Toc. Toc.
Ecco, qualche scocciatore. Avrei dovuto aspettarmelo.
Qualcuno che vorrà venire a vedere come sta la povera piccola Uriko, migliore amica della fuggiasca…
Qualcuno che dovrebbe semplicemente farmi il favore di andarsene e lasciarmi in pace.
-Uriko? Posso entrare?-
Non riconosco la voce della persona al di là della porta. È già la seconda volta in una serata, comincio a pensare di stare diventando sorda, o qualcosa del genere.
Scendo dal letto, mi trascino ad aprire la porta. Per rimanere stupita.
Interdetta, davanti ad un Akira Sendoh non proprio in forma. Ha gli occhi rossi,lucidi…oddio…non avrà mica…pianto!?
-io non…-
-lo so che non ci conosciamo ufficialmente, e mi scuso per l’ora tarda..ma so che sei la sua migliore amica..-
Abbasso il capo al dire di quel ragazzo dagli occhi blu, normalmente così ridenti, questa sera pieni d’angoscia.
-si,ma visto che lei se n'è andata..non capisco che cosa ci faccia tu qui,Akira-
Mi prendo la libertà di chiamarlo per nome,come se lo conoscessi da sempre. In qualche modo, io e lui siamo nella stessa situazione, ora. Perciò lo lascio entrare, e ancora vado a sedermi sul letto, le gambe incrociate, facendogli cenno di sedersi accanto a me. Lui obbedisce, senza dire niente.
-il fatto che se ne sia andata..- comincio, piano -mi ha lasciato l'amaro in bocca-
Parlo di me, egoista in questo momento come non mai. Parlo di me come sempre. Solo ora mi rendo conto del fatto che io non faccio che parlare di me, da sempre. Racconto alla gente tutto ciò che mi passa per il cervello, ma io sono davvero capace di ascoltare? Non ne sono sicura, mentre ascolto Akira raccontarmi ciò che sente. Ciò che lei gli ha lasciato, andandosene via così. Così, come se niente fosse. Solitudine. Bruciante, asfissiante. Terribile solitudine.

-Sakuragi...Sakuragi?- La voce di Ayako, la sento, non mi risveglia dal mio stato di torpore. Non ho dormito questa notte, ho pensato. Ho pensato a come sarà...senza Kiran. Nanaka, accanto a me, mi pesta un piede. Forte. Troppo forte. Che esagerazione,penso io,mentre le lancio un'occhiataccia degna dei Sakuragi. Ma almeno è servita a qualcosa...davanti a me,ora, riesco a riconoscere la sagoma del pullman, e Ayako e gli altri che mi fissano. Ah,già. L'appello. E' ora di tornare a casa. Alzo la mano, quasi fossi a scuola...-eccomi!- esclamo, prima di aggiungere un timido "scusate..". Nessuno lo sente, probabilmente, e nessuno ci bada. Nessuno bada a me, a come mi sento, mentre saliamo sul pullman, uno ad uno. Mi sento come ad un funerale. Quell'orribile sensazione di vuota consapevolezza mi attanaglia lo stomaco. Sensazione prima di fatalità. Perchè non si può far nulla per risolvere le cose, non si può far nulla per far sciamare il dolore, per farlo calmare, per farlo andare via. Ho perso un'amica,che ha preferito la carriera a me. E' tutto qui. Ma allora perchè mi sento come se il mondo si stesse frantumando? Perchè? E' questo che mi chiedo e richiedo,mentre con la coda dell'occhio osservo Peach House allontanarsi, la fronte poggiata sull'opaco finestrino del pullman. Piove,fuori. E piove..dentro.

 

 

 

*My space*

Ed ecco qualche commento da parte mia. In questo momento non mi sento molto in forma, una lisca di pesce bloccata nella mia gola da tre giorni si sta facendo sentire..non mangerò mai più pesce in vita mia,lo giuro. E la situazione non è comica per niente perchè fa abbastanza male-.-" In ogni caso,parlando della storia,sono veramente felice che il ritiro sia finito. Ora ne vedrete DAVVERO delle belle...ne devono succedere così tante..pensate che ho tutto segnato su un preziosissimo foglietto..uahauahauahauahauaha!!!! Ehm,nn c'è niente da ridere. Mettiamo caso che lo perda..ç_ç uaaaahhhh,lo devo mettere sotto chiave, a doppia mandata. Cmq, spero commenterete il capitolo come avete fatto con gli altri^^ A proposito, che ne pensate della chiacchierata di Sendoh e Uriko? Fatemi sapere!

Fino al prossimo capitolo, see ya!

 

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Capitolo 27
*** Yuki ***


Non credo d'averlo mai visto così.
Seduto in panchina prima degli allenamenti,lo sguardo gelido,la palla abbandonata per terra che rotola appena.
Si,è vero,durante il ritorno a casa in pullman non ci siamo parlati. E quando siamo arrivati a Kanagawa, ricordo d'averlo cercato con lo sguardo, e di non averlo trovato. Se ne era già andato.
Se ne era già andato senza salutarmi.
Eppure, oggi è diverso. Oggi lui mi ignora. Deliberatamente.
Mi fa stare male.
E ricordo, ricordo la sensazione sgradevole avuta al ritiro. A questo si riferiva, ecco.
-Uriko? Torniamo a casa insieme o resti a guardare gli allenamenti?-
Haruko Akagi,accanto a me,mi sorride allegra. Come sempre. Oggi è il turno di Ayako,resterà lei con i ragazzi della squadra maschile.
Ci penso un po' su. Lui non mi considera oggi, forse è meglio che me ne vada. Forse è solo arrabbiato a causa della partenza di sua sorella. Forse..
-No,vengo con te- decido infine, lanciando un'ultima occhiata a Kaede, ovviamente non corrisposta, prima di seguire Haruko fuori dalla palestra.
Fuori, una leggera pioggerella pigra, pigra quasi quanto i nostri passi.
-odio questo tempo- sbotto, senza neppure accorgermene. Haruko concorda, ridacchiando. Non fa che piovere,in questo periodo. Ovunque,in tutto il paese. E il freddo comincia a farsi sentire.
Settembre sta arrivando.
E poi arriveranno Novembre..Dicembre..Gennaio..
Un momento: Dicembre. Natale, ovvio. Per un attimo l'ipotesi di un Natale senza Kaede mi sconvolge.
-C'è qualcosa che non va,Uriko?-
Ah, allora te ne sei resa conto,finalmente!
Tuttavia,mi rendo conto di non poterne parlare con lei. Probabilmente nessuno ha detto di Kaede e me ad Haruko,per non ferirla. Non credo che neppure Yumi possa essere stata tanto stupida.
-Mh,no,niente. Pensavo al torneo. Ormai è alle porte...lo Shohoku giocherà presto..-
Haruko mi sorride, comprensiva. -Si,ma non devi preoccupartene,Uriko. Sei molto brava,dico davvero! Ripongo tutta la mia fiducia in te come un tempo la riposi in Hanamichi!-
Le sorrido debolmente. Non riesco ad immaginare mio cugino all'inizio della sua carriera,ma da come ne parlano gli altri,doveva essere un completo disastro. La cosa non mi rassicura.
-Oh,eccomi arrivata..- esclama Haruko all'improvviso. E infatti è proprio vero. Davanti a noi, casa Akagi, zona Gorilla. Le imposte sono tutte chiuse. A casa non deve esserci nessuno.
-Uffa,ora mi devo mettere a preparare la cena. Ti va di rimanere,Uriko?-
La domanda mi coglie impreparata,impegnata a pensare ad altro.
-Eh?..eh? Si,si,molto volentieri-
E' solo mentre entro in casa che realizzo una cosa. Avrei dovuto andare a fare la spesa, in casa non abbiamo più nulla da mangiare.

Quando torno a casa,dopo una cena squisita e una chiacchierata sfiancante con Akagi in vista delle prossime partite,trovo Hanamichi addormentato sul divano. Tanto per cambiare.
Dev'essersi stancato molto agli allenamenti.
Decido di non svegliarlo. Dorme come un bambino,beatamente,e non sembra scomodo. Non credo ci sia niente di male se non dorme nel suo letto, stanotte.
Sono io,invece,ad avviarmi verso la mia stanza,verso il mio letto. So bene che non dormirò questa notte,che starò sveglia a pensare, e a ripensare...
Ma lo sguardo individua un biglietto sul tavolo. Curiosa,leggo le poche righe,scritte disordinatamente...

Se non sarò sveglio al tuo ritorno,
ricordami di torturarti di solletico domani.
Non ho mangiato.

Il Tensai


Quasi scoppio a ridere, mentre ascolto il russare sonoro di mio cugino. "Ricordami di torturarti di solletico.." Si,come no.
Però un po' mi dispiace pensare mio cugino da solo,in casa,triste ed affamato.
Certo che avrebbe anche potuto andare a fare la spesa lui, quel demente!
Mah,meglio non pensarci.
Stando ben attenta a non far rumore,mi dirigo verso la mia camera, chiudo la porta alle mie spalle,mi butto sul letto.
E resto per un po' così, ad osservare la federa stampata del cuscino,persa in ben altri pensieri,intenta a rimuginare, a chiedermi perchè..perchè..perchè..
Il perchè di molte,troppe cose.
Prima fra tutte,il comportamento di quello scemo.
Poi, il fare gelido di sua sorella, in partenza per il Canada.
Mh...sarò una tonta,ma io non riesco proprio ad arrivarci.
Forse è meglio dormirci su. O almeno...provare a dormirci su.

Il giorno successivo,forse peggiore del precedente.
Cammino tra la folla sugli spalti, seguita da Hanamichi, alla ricerca di un buon posto,o magari anche uno qualsiasi,dal quale poter vedere la partita. Incredibile che Kogure non si sia ricordato di prenotarli per tutta la squadra.
Questa dimenticanza,purtroppo per lui,gli è valsa una strigliata doc dal Gorillone. Forse dovrebbe unirsi a Naromi Kitazawa in fila all'ospedale più vicino per una dose di morfina. La stessa Naromi Kitazawa che siede tra Akane Chiba e Nobunaga Kiyota sugli spalti, oggi, completamente abbigliata in giallo, i capelli raccolti in due codini che la fanno apparire abbastanza ridicola, ma lei non sembra affatto farci caso. Anzi, si crede assolutamente irresistibile. Più in là, Ryo-chan e Mitchi, l'aria assonnata, mentre dietro di loro siede il Gori team al completo, Akagi, Yumi e Haruko. Non riesco a distinguere nessun'altro in mezzo alla folla, ma sono più che certa che le mie compagne di squadra siano tra i presenti. D'altronde, sarebbe davvero impensabile perdersi Ryonan-Shoyo, prima partita del torneo femminile della prefettura. Finalmente oggi vedrò in azione Misa.
Akira Sendoh, seduto accanto al suo compagno di squadra Koshino, mi rivolge un sorriso e mi saluta da uno degli spalti più alti, suscitando uno dei soliti commentini malevoli di mio cugino, che non sembra proprio tollerarlo, mentre Naromi Kitazawa mi osserva divertita, bisbigliando qualcosa all'orecchio dei suoi meritevoli compari. Pessima, Naromi.
-Ci sediamo qui,Ucchan?-
Annuisco,osservando i posti scelti da mio cugino. Non sono male.
In campo,l'atmosfera sembra già essersi scaldata. La partita ha inizio.
Mi accomodo accanto ad Hanamichi,lo sguardo già puntato su Misa,i lunghi capelli scuri legati in una treccia. Già pronta e scattante,proprio come me l'ero immaginata.
Ed è classe,infinita classe ciò che vedo in lei. Pare danzi in campo,tutti i suoi movimenti sono studiati,precisi,ma armoniosi. E'...una ballerina. Una vera ballerina.
E per qualche minuto non faccio che osservarla,che studiare ogni sua mossa,ogni suo minimo movimento...
-Ucchan? Bravina quella,no?-
Mi volto verso Hanamichi,che tiene le braccia incrociate e sembra davvero seguire la partita con interesse. Non mi sembra d'averlo mai visto così concentrato. -...naturalmente tu sei molto meglio,Ucchan! Trema Shoyo,molto presto dovrai vedertela con Miss Sakuragi,la cugina del Genio! UAHAAHAUAHAUAHAUAHUAHAA! -
Ridacchio anch'io.
Ovviamente mio cugino non sa quello che dice,ma nonostante questo è molto incoraggiante.

-Ehi,Hanamichi!..Ah,c'è anche la piccola Uriko!- Sobbalzo, quando Ryota mi appoggia una mano sulla spalla -Partita facile per lo Shoyo,no, ragazzi?-
-Eh,già. Io e Ryo,qui, ce la siamo goduta! Il Ryonan non ha avuto scampo...se la squadra maschile è una delle nostre bestie nere,non si può certo dire lo stesso della squadra femminile...non avrete alcun problema,Uriko,vincerete di sicuro...-
Nonostante tutto,nonostante lo scarso livello del Ryonan,non sono sicura che Hisashi abbia ragione,o almeno,non del tutto.
-..anche senza Kiran?- domando,abbassando lo sguardo alle mie Converse nere consumate. A questo punto,voglio proprio sentire la sua risposta.
Ma Hisashi è ottimista e,si,mi assicura..-anche senza Kicchan-
Gli sorrido,grata. Che dire? Stanno tutti cercando di tirarmi su di morale, e non posso che apprezzarlo fortemente.
-...ma chi,la piccoletta punk?-
-si,quella lì,quella con i capelli biondo cenere e gli occhiali...-
Mi volto in direzione di quelle voci. So che stanno parlando di me. Questa sera ho preferito gli occhiali,più confortevoli,alle lenti a contatto,e il mio stile nel vestire non è diffusissimo qui a Kanagawa. Tipico stile Sakuragi.
-...ehi,voi! Che state dicendo di mia cugina??- sbotta Hanamichi, avventandosi immediatamente sui due. Lo raggiungo immediatamente,non vorrei che Hanamichi decidesse di metterne uno al tappeto. -Hana?-
-Ehi,ehi,frena, amico! Volevamo solo conoscere Uriko!- cerca di giustificarsi uno dei due,un ragazzo piuttosto robusto,con il viso rotondo e gli occhiali che mi ricorda terribilmente uno degli amici di mio cugino. Lo osservo senza capire,proprio mentre l'altro,un ragazzo bassino e magrolino,prende ad annuire vigorosamente con la testa. -Si,siamo i primi due membri dell'Uriko Sakuragi Fan Club!-
-Proprio così!- riprende parola l'altro,con un sorriso ebete dipinto in viso -lascia che mi presenti,Uriko! Io sono il fondatore del Club, il mio nome è Jiro!-
-Io invece mi chiamo Satoshi!- si intromette l'altro,spintonando l'amico. -piacere di fare la tua conoscenza,Uriko!-
Rimango stranita a fissarli,senza pronunciare parola.
Un fan club? Per me?
Pensavo che solo persone come Kaede Rukawa il magnifico potessero avere dei fan club, e invece..
-Jiro? Satoshi? Che state combinando?- li ammonisce improvvisamente qualcuno,un qualcuno che si fa subito avanti,le mani sui fianchi. La osservo,perchè è di una ragazza che si tratta. Abbastanza alta,i capelli castani che ricadono morbidi sulle spalle esili, il viso maturo eppure sbarazzino,coperto di evidenti lentiggini. Indossa un abito lungo,nero,fasciante,decisamente inusuale per quest'ambiente.
Bella, decisamente.
Bella ed elegante. Una delle ragazze più carine che io abbia mai incontrato.
-Eh? Yu..Yuki..-
-Non dovete allontanarvi. Mi sembra d'avervelo già ripetuto...-
-Torniamo...torniamo subito dagli altri,vero Satoshi?-
-Si,subito!-
E detto ciò,i due ragazzi spariscono,non prima d'avermi rivolto un cenno di saluto.
Sono pazzi. Tutti e due. Indubbiamente.
Ed è allora che incontro lo sguardo di lei, di Yuki. Uno sguardo dolce,gentile,rassicurante.
Sa di eternità.
-Mi dispiace. I ragazzini delle medie sono proprio intrattabili...- si scusa, sorridendomi, facendomi arrossire.
Forse sta esagerando, è troppo gentile!
Per un attimo mi domando se per caso questa ragazza e Misa siano imparentate. Potrebbe anche darsi,vista l'estrema gentilezza.
-Di..di niente,non si preoccupi,signorina!- la rassicuro io. -non sapevo neppure di averlo,un fan club!-
Lei ridacchia e mi saluta,prima di allontanarsi.
-Allora Ucchan!- mi chiama improvvisamente Hanamichi,che già aveva cominciato ad incedere verso l'uscita,spalleggiato da Hisashi e Ryo-chan. -vogliamo uscire??-
Un ultimo sguardo alla misteriosa ragazza,poi..
-Sto arrivando...- lo tranquillizzo,raggiungendolo all'uscita.

 

 

Ed è finito anche questo capitolo. ^_^ Lo dedico a Claudia,fantastica amica,fantastica persona,che vorrei tanto accanto a me ogni giorno della mia vita,perchè lei sa come ascoltarmi,e mi vuole bene...sei la migliore Cla,non cambiare mai^^ A tutti gli altri,un saluto e un arrivederci al next chapter. See ya!

Ruki

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Capitolo 28
*** A Place Nearby ***


Nuova pagina 1

I giorni prima della partita della tua vita passano lenti,seppur atroci. Ore ed ore trascorse in palestra,con le altre,ad allenarsi,nonchè al campetto,da sola,che piova o ci sia il sole. Perchè non ci si sente mai del tutto pronte. Mai. Ma se allo stress dei giorni prima dello scontro aggiungi la persona a cui tieni di più che ti evita,la lontananza bruciante di sua sorella,in Canada,e un insopportabile bambinetto figlio di una delle amiche di una tua compagna di squadra,i giorni,oltre che lenti,diventano angoscianti. -Come ha detto che si chiama?- mi domanda Chiyako,mentre osservo, a bordo campo,gli allenamenti speciali a cui il temibile Re delle Scimmie ha sottoposto Nanaka,che in questo periodo,forse a causa della partenza di Kiran,ha la mente costantemente da tutt'altra parte. -mhh..qualcosa come Lynda,Lydia... Penso che sia tedesca,o roba del genere...- Chiyako strabuzza gli occhi acquamarina. -Ah,ecco. Perchè non sembra per niente di queste parti..- Osservo la giovane modella che siede accanto ad Ai, ed è intenta a ridere e scherzare con lei. E' quasi troppo magra per essere vera,sicuramente troppo magra per essere così alta. Sul viso rigido,due occhi azzurro chiaro regnano incontrastati,mentre gli zigomi alti,più coloriti,risaltano contro il colorito niveo della pelle. I lunghi capelli ricci,rosso carota, incornicerebbero il viso della modella,se non fosse per la pettinatura contenitiva, che termina con un nodo elegante dietro la testa. E' innegabile: questa Lynda,o come si chiama,sembra terribilmente finta. -Come hai detto che si sono conosciute,lei ed Ai?- domando a Yumi,poco distante,intenta a lucidare un pallone,per ordine perentorio del Gori. -Non ho capito molto bene,ma penso che Ai l'abbia conosciuta durante un viaggio studio. Sai bene che lei è una delle migliori studentesse della scuola...dopo Kiran,ovviamente..cioè..voglio dire..- Le sorrido rassicurante. -Non preoccuparti-
-Grazie. Comunque sia è una modella conosciuta in Germania...- Lancio una nuova occhiata a Lynda al dire della mia compagna di squadra. Ok,sarà anche una modella,ma mi chiedo perchè debba portarsi in giro il pargolo in carrozzina. -Non poteva lasciare quel bimbetto da una baby-sitter? O buttarlo giù da un ponte?- Eh,già,lo ammetto: non ho mai adorato i bambini,specie se sono chiassosi. E questo lo è. Maledettamente.

Possibile che piova sempre?, mi domando, mentre ripercorro nuovamente la strada verso casa con Haruko Akagi. Accidenti, sta diventando una specie di abitudine. Il cielo grigio,le nuvole nere in lontananza e,accanto a me,il sorriso dell'insopportabilmente infantile sorella del mio coach. Ai, Yumi e le altre hanno preferito unirsi a Lynda e al suo insostenibile figliolo per un pomeriggio tutto shopping e taglie 22. Mi chiedo che ci trovino d'interessante in quella modella da strapazzo. E mi chiedo perchè diavolo Kaede non si sia ancora fatto vivo,da quando siamo tornati dal ritiro...è stressante. Mi è capitato di incrociarlo poche volte,nei corridoi,a scuola,ma lui sembra sempre assorto in ben altri pensieri.
A cosa pensi,Kaede? Vorrei saperlo...
-Tu sei Uriko Sakuragi,vero?- mi domanda improvvisamente una voce calda,gentile. Per poco non stramazzo a terra per la sorpresa. Davanti a me, la ragazza di ieri, quella Yuki.
-Si,sono io...tu sei..cioè,lei è la signorina Yuki,quella di ieri...?-
La giovane annuisce con entusiasmo, regalandomi un sorriso sincero. Un sorriso che mi ricorda Kiran e Misa insieme.
Kiran...
-Ti andrebbe di prendere un caffè? o un tè,se il caffè non ti piace...ovviamente, sei invitata anche tu..ehm..-
-Il mio nome è Akagi,signorina. Haruko Akagi.-
-Haruko- ripete sorridente Yuki, lanciandomi un'occhiata. -Vorrei scusarmi per come ti hanno..beh..assalita quei due incoscienti,ieri. Sono stati davvero maleducati,avrei dovuto tenerli d'occhio..-
Scuoto il capo,sicura. -Ma no,non deve preoccuparsi...sono stati simpatici alla fine..quella storia del fan club è piuttosto divertente...-
Haruko si volta a guardarmi,uno strano brillio negli occhi. -Fan club? Oh,accidenti! Avrei dovuto pensarci io...è un'idea favolosa,voglio iscrivermici immediatamente! Sai,io ti trovo così immensa,Uriko! Io..-
-Ehm,ok,Haruko,ok...basta,va bene?- cerco di calmarla,ascoltando,di sottofondo,i risolini divertiti di Yuki.
Ma lei non sembra proprio volersi tranquillizzare. Come ultima spiaggia,accetto l'invito di Yuki. Almeno Haruko Akagi si zittirà per un momento.

Non c'è niente di più dolce di un caffè,quando fuori piove e la temperatura comincia ad abbassarsi, a virare verso il freddo di quello che si prospetta un inverno gelido. Ed è altrettanto dolce e piacevole poter dividere questi bei momenti con due persone con cui ti trovi perfettamente a tuo agio, nonostante tutto. A questo penso, mentre apro la porta di casa,senza fare troppo rumore,sebbene io sappia perfettamente che Hanamichi non è in casa. E infatti,una volta dentro,il silenzio mi avvolge.
Non è mai stato così...irreale...
Poi,lo squillo del telefono. Tagliente come una lama.
E' con il cuore pesante che corro a rispondere,attanagliato dall'ennesima brutta sensazione. Possibile che in questo periodo non riesca proprio a stare tranquilla?
-pronto?-
E' la voce di Hisashi Mitsui a rispondermi. In lacrime.
Questa volta per il signor Anzai non c'è stato nulla da fare.
Una mano alla bocca. Vuoto mentale.

Corro all'ospedale,non so neppure perchè lo faccio. Non c'è più niente da fare,nessuno da incitare a combattere.
Corro semplicemente,guidata da chissà quale forza. Non piove più.
Anzi,un timido sole s'affaccia oltre le nuvole ora lontane,un sole che non dovrebbe esserci,un sole che si fa beffe di me. Di noi. Del Buddha dai capelli bianchi.
E di chi rimane, a soffrire della sua scomparsa.
Sono poco lontana dall'ospedale quando lo vedo. Davanti a me,cammina perso,quasi smarrito.
Riconoscerei quei capelli,quel passo...ovunque.
Hanamichi.
Ignoro il semaforo rosso,attraverso comunque,lo raggiungo.
Lo afferro per un braccio,lo costringo a fermarsi, a girarsi, a guardarmi.
Occhi spenti.
Non sono i suoi,non per me.
-Hana?-
Non mi risponde. E' in stato di shock,come potrebbe farlo?
Ciò che più temeva al mondo è alla fine accaduto. Inevitabilmente.
Due falsi allarmi contornati di lacrime, e poi, la sconfitta definitiva.

All'ospedale l'aria è tesa. La tensione,l'angoscia,si tagliano con il coltello.
E si odono pianti.
Haruko, Yumi, Chiyako.
E Ayako e Ai, che si trattengono a malapena.
Nanaka siede accanto ad un irriconoscibile Hisashi. Intenta a consolarlo, a pronunciare parole che, sa bene, non aiuteranno di certo suo fratello.
E con loro, gli altri.
C'è anche Kaede, seduto in disparte. Non vuole parlare con nessuno.
Quando ci vede arrivare, alza lo sguardo, ad incrociare il mio. Non parla, non dice niente.
Cerco di sorridergli, ma non ci riesco. Non potrei, non davanti a tutti questi visi spenti.
Tutti questi visi spenti che ho già visto poco tempo fa, che, ricordo ancora, mi avevano avvelenato il cuore.
Solo che questa volta, il sorriso di sollievo non comparirà affatto sui volti delle persone che mi circondano.
Questa volta no.

-Mh..lo sapete. Era molto malato...-
Parole inutili,che nessuno ascolta. Ma Ayako sta semplicemente cercando di risollevarci il morale.
-Aya-chan ha ragione. Prima o poi questo momento sarebbe dovuto arrivare..- osa Ryota. Forse non dovrebbe azzardarsi a dire cose del genere, non davanti a mio cugino e ad Hisashi.
Nessuno controbatte. Nessuno ha troppa voglia di parlare.
Ed ecco ognuno dei miei amici alzarsi, uno ad uno. Se ne vanno tutti, poco a poco. Tornano a casa.
Kaede è il primo ad alzarsi.
Un doloroso flashback mi attraversa la mente. Subito provvedo a scacciarlo.
C'eri anche tu,quella volta,Kiran...
E adesso non ci sei, e il tuo posto non è occupato da nessuno.
Avresti dovuto essere qui.
Avresti dovuto...
-So a cosa stai pensando...- mormora Ayako, avvicinandosi a me. Se ne sta andando anche lei. -lei non ha nessuna colpa, Uriko. Lei ha scelto la sua strada. Non puoi fare nulla per cambiare le cose...-
Annuisco. Effettivamente, Ayako ha ragione, penso, mentre la guardo allontanarsi con Ryota, Hisashi e Nanaka.

Silenzio.
-Sono stato con lui..da questa mattina..-
La voce di Hanamichi. Sembra distante, seppur mio cugino sieda così vicino a me.
Rimango in silenzio.
Nessuno lo sapeva. Nessuno.
-Ha chiesto di vedermi..ha chiesto di me..- continua Hanamichi, la voce rotta. Non posso dire nulla,ora. Non posso.
-Era lì..in quel letto..-
-..e la signora Anzai?- tento. Che domanda stupida. Forse non avrei dovuto interromperlo.
Hanamichi abbassa lo sguardo al pavimento. -Un solo visitatore alla volta. Lui era solo,era solo..in quel letto..e sai cosa..sai cosa mi ha chiesto,Ucchan?-
Scuoto il capo,le lacrime agli occhi. Non sopporto di vederlo così. Non ci riesco...
Hanamichi rialza il capo,lo sguardo lucido alla finestra. E' quasi sera.
-Mi ha chiesto di non piangere...mi ha chiesto di dirvi di non piangere. Ha..ha detto..- S'arresta per un attimo Hanamichi. So bene che non riuscirà a mantenere quella promessa.
-..ha detto che lui non sarebbe stato lontano..che ci sarebbe sempre stato..che non dovevo...- Una mano al viso, ma ormai è troppo tardi. Non puoi fare nulla, Hana. Quella promessa era impossibile, per te, da mantenere.
-...che non dovevo..dirgli addio..Uriko..-
Lo raggiungo. Lo abbraccio.
Non puoi stare da solo,ora,Hana.

I entered the room
Sat by your bed all through the night
I watched your daily fight
I hardly knew
The pain was almost more than I could bear
And still I hear
Your last words to me



Takenori siede a tavola,Haruko e Yumi accanto. Mangiano in silenzio.
 


Hisashi è nella sua stanza, sdraiato sul letto. Nanaka è nel corridoio, non sa se bussare oppure no. Forse no.
 


Ryota è sotto casa di Ayako. Un suo solo sorriso. L'affronteranno insieme.
 


Kiminobu siede, solo, alla sua scrivania. La stanza è vuota. Poche foto a colmare ciò che, dentro, pare essersi svuotato.

 


You just faded away
You spread your wings, you had flown
Away to something unknown
Wish I could bring you back
You're always on my mind
About to tear myself apart
You have your special place in my heart, always



Ai sta scrivendo sul suo diario. Una pagina che non vorrebbe mai più rileggere.


Chiyako sta cenando con i suoi genitori. Non parla, questa sera. Non ride.


Kaede è in palestra. Fruscio della palla attraverso il retino. Il tutto per non pensare.



And even when I go to sleep
I still can hear your voice
And those words
I never will forget



Lo trovo solo nella sua stanza, seduto ai piedi del letto, non un pallone dei tanti, il suo preferito, tra le mani. -Hana?- Alza lo sguardo,mi rivolge un sorriso.
Sorrido a mia volta. E' così...strano, sorridere ora. Ma è necessario. Mi accoccolo accanto a mio cugino. Un nuovo sorriso, che ci unisce. Non siamo mai stati così vicini.



Heaven is a place nearby
So I won't be so far away
And if you try and look for me
Maybe you'll find me someday
Heaven is a place nearby
So there's no need to say goodbye
I wanna ask you not to cry
I'll always be by your side

[A place nearby - Lene Marlin]










Dedico questo capitolo alla memoria di tutte le persone che hanno fatto parte della mia vita,che mi hanno insegnato molto,che mi hanno a modo loro aiutata a crescere, e che mi hanno regalato tanto. Siete stati, e siete tutt'ora,parte di me.


Vi voglio bene.


Giulia

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Capitolo 29
*** Love Makes The World Go Round ***


S

S'alza un sole rosso.
Mi sembra di trovarmi davanti all'ennesimo tramonto, e invece è una nuova alba che scorgo, un'alba di ferro.
Amara, perchè ora dovremo alzarci. Tutti quanti.
Alzarci ed affrontare il mondo.

Dall'altra parte del globo,una ragazza sola si sta risvegliando.
Si sente tradita.




***
Il lunedì mattina fa schifo.
Se poi c'è la scuola,ancora peggio.
-Uriko! Uriko!-
Il mio nome. Sempre. Comincio sinceramente ad odiarlo.
Non importa chi lo pronuncia.
Non importa cosa voglia chi mi chiama da me.
E' quel nome che comincia a starmi davvero troppo stretto.
-Uriko? Ma non ti fermi?-
Improvvisamente me la trovo davanti, deve avermi superato. La pelle abbronzata, i capelli platino, il viso imbronciato. Nanaka. Mi sembra che in questo periodo mi stia sempre appiccicata, quasi come Haruko, ma chissà, forse si tratta semplicemente di una mia impressione...
-Cosa c'è?- domando io, brusca. Sono proprio di pessimo umore quest'oggi, non mi va di parlare con nessuno.
-E' per la funzione...il funerale,sai...-
Annuisco, stordita, la testa che gira, il cuore pesante. -Si,si..hai ragione..- mormoro, massaggiandomi le tempie. -quando sarebbe?-
-domani, per le sei- mi risponde lei -mio fratello ci tiene alla tua presenza...-
Annuisco ancora, mi costringo a sorridere, seppur debolmente. Perchè un pensiero ha sfiorato la mia mente, e fa male.
-...lei non verrà,vero?-
Una domanda spontanea la mia. Nanaka, che già ha preso ad allontanarsi, si volta a guardarmi.
Non dice niente.
So di dover interpretare il suo sguardo.

Seduta in classe,l'aria cupa, a fissare il banco di lui che è vuoto.
E anche quello di Kiran lo è. Nessuno l'ha più utilizzato, da quando è partita. Nessuno si è più seduto accanto a me.
Senza di loro mi sento sola, inutile negarlo.
Uno sguardo fuori dalla finestra, poi un flashback inaspettato.

Un cortile non curato...
Piante trascurate ovunque...
E, più in là, un campetto non in ottime condizioni..
E delle ragazze.


Kagome e le altre mi tornano in mente. Pazzesco,non avevo più pensato a quell'amica fantastica,a Fumie,a Ruriko...
Chissà cosa staranno facendo?...
Osservo il braccialetto al mio polso. Non l'ho mai tolto, nonostante tutto.
Incredibile...Tokyo, la mia periferia, mi manca davvero.
Mi manca casa mia, la mia stanza.
Mi manca quel campetto desolato.
Mi manca persino quell'orrore di scuola!
Sorrido, proprio mentre un altro ricordo s'insinua nella mia mente.

La stazione piena di gente,
e un ragazzo gentile che mi aiuta a portare le valigie.
E poi, un'inconfondibile testa rossa tra la folla...


Il mio arrivo a Kanagawa. Alla mia nuova vita.
Non riesco a crederci, non sono passati che pochi mesi da allora, ma mi sembra sia trascorso un secolo...
-Sakuragi? Sei tra noi?-
Mi riprendo solo per vedere l'insopportabile supplente magra come un chiodo che mi sventola una mano davanti. Il picchio, la chiamano.
Ma bene,penso,mentre la osservo sorridermi maligna.
Siamo alle solite.

Dopo la scuola, dopo il picchio, anche gli allenamenti.
Nanaka, Chiyako, Yumi, Ai. La squadra di sempre, la mia realtà.
-Oggi sono davvero stanca...- esordisco, andando ad accasciarmi sulla panca negli spogliatoi. -quasi quasi salto gli allenamenti,oggi...-
Yumi mi guarda con disapprovazione,muovendo qualche passo in mia direzione. Rimango stupita. Da quando ha quest'aria così autoritaria?
-Dovresti cambiarti subito,invece. Mio cugino sembra più determinato a farci lavorare,oggi...-
Fantastico. Probabilmente la scomparsa del signor Anzai deve averlo colpito molto.
-Dice che dobbiamo assolutamente vincere il torneo interscolastico femminile...che il signor Anzai ha sempre avuto molta fiducia in noi!-
Annuisco, stanca, ma ora motivata.
Mi cambio, in silenzio, meditando su tutto, forse su niente.
Tanto vale mettersi al lavoro.

Alla fine degli allenamenti, è già sera. Akagi ci ha fatto davvero sudare, oggi.
Hanamichi sarà sicuramente in pensiero, non ho mai finito così tardi...
Faccio una doccia veloce, e, ancora con i capelli bagnati, mi rivesto in fretta. Devo assolutamente correre a casa.
Ma non faccio in tempo ad aprire la porta che Nanaka mi ferma, chiamandomi.
-Uriko!-
Ancora.
Che noia.
-Si?- domando, voltandomi, con ben poca voglia di fare conversazione.
-Stasera usciamo,noi...un po' tutti,voglio dire.- mi informa Nanaka, spazzolandosi energicamente i capelli -Tu e tuo cugino sarete dei nostri,vero?-
La osservo. Non sembra affatto stia scherzando.
-Uscite? Stasera?- ripeto,confusa. Non credo affatto che Hanamichi voglia uscire,non credo ne abbia voglia,visto quello che è successo venerdì...
Nanaka annuisce, non riuscendo ad indovinare quello che sto pensando. -Pensavamo di fare un brindisi al signor Anzai,tutti insieme...l'idea è stata di Haruko, e mi sembra buona...-
-Ah,ci sarà anche lei?- domando -e anche Ayako?-
Nanaka annuisce ancora -ovvio che ci saranno...e anche mio fratello,Ryota...-
-va bene- rispondo. Mi stupisco di me stessa.
Ma dopotutto,l'idea non è male. Mi basterà convincere Hanamichi.

Chiamato mio cugino al cellulare, gli spiego l'idea di Haruko. Lui accetta di accompagnarmi.
Sembra quasi troppo bello per essere vero.
Erano secoli che sognavo una bella serata da passare tutti insieme...
Tornata a casa,mi preparo. Questa sera decido di osare, senza però rinunciare al mio stile. Voglio essere sempre me stessa, e voglio apparire sempre me stessa, in ogni situazione.
Una mini di jeans scolorita, una cintura borchiata, la solita, una canotta nera dalle spalline fini, calze a rete e scarpe nere con il tacco alto. L'altra faccia di Uriko, o forse sempre la stessa.
Quando mi presento in cucina, Hanamichi sputa l'aranciata sul tavolo.
Come se non mi avesse mai visto.
-Ucchan...tu...-
Lo zittisco con un'occhiataccia.
Non voglio rimproveri. E non voglio complimenti.

La serata è piacevole.
Il brindisi c'è stato.
Chiacchiero serena con le ragazze,per un attimo libera dai miei pensieri,dai miei tormenti. Il pub è carino, sobrio, niente di impegnativo, giovanile, eppur non frequentato da stupidi teen-agers esagitati. Tutti i presenti,qui,sembrano persone a posto. Questa sera le mie amiche sono tutte bellissime, quasi fosse la serata più speciale di tutte. Ayako, per citarne una, è assolutamente incantevole, e la cosa sembra fare molto piacere a Ryota, che non le toglie gli occhi di dosso da quando siamo entrati nel locale.
Sembra incredibile,ma stare tutti insieme ci ha quasi fatto dimenticare...non il signor Anzai, ma la tristezza che ha accompagnato la sua scomparsa.
Persino Hisashi sembra disteso, così come Hana. La cosa mi rende troppo felice.
Si,mi rende felice,mi fa sentire bene,nonostante Kaede non ci sia. Nonostante lui abbia voluto rimanerne fuori.
-E' incredibile,non trovate..?- domanda Ayako con un sorriso. -L'amore è la migliore medicina....e non parlo solo dell'amore tra uomo e donna,ma anche del semplice affetto che lega noi tutti...-
Sorrido.
-Già- risponde Ai -è l'amore a far girare il mondo...-
-Bella questa!- si congratula Haruko -dove l'hai sentita?..-
-Me lo ha detto mia madre un giorno...ho sempre pensato che avesse ragione...- spiega Ai, bevendo un sorso del suo cocktail.
Chissà che non abbia ragione, penso, mentre mi dedico alla mia coca-cola.

Camminare sul lungomare riporta alla mia mente immagini che pensavo d'aver dimenticato...

Una ragazza con un vestito azzurro...
Ed io, seduta sul muretto...
E poi il mare...


Ancora in compagnia delle ragazze,mi avvicino al parapetto,osservo il mare. Come quella sera.
Ci sono le mie amiche attorno a me però, questa volta non sono sola.
E' così confortante, così dolce, da farmi quasi piangere.
Ed è vero ciò che dice la madre di Ai...è l'affetto a far andare avanti tutto. A spingere le persone a continuare a vivere.
Ad affrontare la vita, ad accettarla, a continuare a combattere, nonostante tutto.
Anche quando il tuo mondo è buio...
E io non sono sola. Anche se tu non ci sei...ho sempre i miei amici accanto...


"..I don't care you're not the only
Don't you know I'm coming back around
'Cause I say love makes the world go round..."


Certo...non è lo stesso.
E so bene che questo altro non è che un modo di illudermi, per tirare avanti. -Ti manca?- mi domanda Ai, ad un certo punto, avvicinandosi a me. Il mare è agitato questa sera, il vento disturba le onde, non lascia loro scampo. Annuisco, non potrei negarlo. -E allora che ci fai ancora qui??- interviene Ayako, mentre Haruko osserva perplessa la scena, cercando di capirci qualcosa. Ma le parole di Ayako mi hanno convinto...-grazie ragazze!- faccio in tempo ad urlare,prima di allontanarmi di corsa.
Però...è proprio difficile correre con i tacchi.
Comincia a piovere mentre mi allontano dal lungomare. Un presagio? Per una volta nella mia vita, sono felice di vedere la pioggia. So benissimo dove devo andare...

La palestra è in penombra quando arrivo. Ma so bene che tu sei qui. Ti stai allenando. Lo fai costantemente da quando lui se n'è andato, giorno e notte, giorno e notte...e lo fai anche per non pensare a qualcos'altro, qualcos'altro che ti uccide dentro. E io non c'entro, non è vero Kaede? A questo penso, mentre, notata la figura snella di Kaede presso il canestro di destra, mi avvicino lentamente.
Sicura.
Lui alza lo sguardo. Mi vede. Mi osserva in silenzio. Pare stupito, forse di vedermi, forse a causa del mio abbigliamento, forse per tutti e due i motivi.
Sorrido.
E' proprio vero....è l'amore a far girare il mondo...

"I say love makes the world go round...."

[Love makes the world go round - Ashlee Simpson]











NON CI CREDOOOOO!!!^^ FINITO ANCHE QST CAP...Cla,suppongo sarai contenta^___^ Sn stata velocissima ancora,visto?? E finalmente un capitolo NON-DEPRIMENTE...una novità di questi tempi,non credete?? ehehehe..beh,che altro? VI LASCIO A COMMENTARE (SE VOLETE!)...see yaaaa!!!!
Ruki

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Capitolo 30
*** The Losers ***


Prima di scendere in campo la tensione è alta.
Il cuore in fibrillazione,le mani sudate,la voglia di scappare il più lontano possibile.
E le frequenti visite al bagno,senza motivo.
Sciacquare le mani. Studiarsi nello specchio. Sciacquare le mani. Studiarsi nello specchio ancora, e ancora, e ancora...
Ma troppo spesso e volentieri si viene disturbati nel sommo atto di meditazione da qualcuno a cui non vuoi proprio parlare, almeno in quel momento.
In questo caso, la noto avvicinarsi riflessa nello specchio, piccola, con la faccia stravolta dall'agitazione.
-Ciao Uriko...-mormora Chiyako,affiancandosi a me al lavandino. -ci siamo,eh?-
Annuisco appena. Un passo indietro e Chiyako guadagna la mia posizione. Un solo sguardo quasi atterrito allo specchio,poi la mia compagna di squadra apre il rubinetto e prende a lavarsi freneticamente il viso con l'acqua gelata.
-Non penso di farcela...- mormora, osservando il proprio volto arrossato e i capelli gocciolanti nello specchio.
-Ma scusa- prendo parola, affiancandola nuovamente -questa non è la tua prima partita, giusto?-
-No, però...-
-però?-
-E' la prima partita che gioco per lo Shohoku...- ammette Chiyako,lasciandomi di sasso. Quindi anche Chiyako non ha mai giocato con questa squadra prima d'ora?
-Come sarebbe a dire?- le domando, stupita -quando sono arrivata qui tu avevi già il posto in squadra..-
-Si. Ma non è da molto che sono entrata a far parte del club. Solo qualche settimana prima di te, te l'assicuro. L'ultima playmaker aveva detto ciao ciao alla squadra qualche giorno prima, così Ai mi ha convinta a prendere il suo posto...non ho neppure giocato l'amichevole contro il Ryonan, ero troppo agitata...-
Ora che ci penso, quando per la prima volta vidi Kiran in azione, non diedi molto peso alle altre giocatrici in campo, apparte a Yumi e a Nanaka, che mi vennero indicate da Haruko. Si,però...
-Ma se tu non hai giocato, chi ha giocato al posto tuo?-
-L'ex playmaker era tra il pubblico... Ai l'ha supplicata di giocare al mio posto solo per quella volta, e lei fortunatamente ha accettato. Mi sono sentita morire dall'imbarazzo, te l'assicuro, ma non riuscivo proprio ad entrare in campo...-
-e Akagi?-
-Era confuso,ma dopotutto adorava quella ragazza. Sono sicura che non gli è affatto dispiaciuto vedere lei in campo al posto mio...-
Chiyako si rabbuia.
-Oh,queste sono stronzate! Tu sei bravissima Chiya, lo sei anche più di me...non lasciare che la tua paura d'essere troppo bassa ti impedisca di giocare bene come sai fare!..perchè è quello il problema,vero?-
Chiyako annuisce, debolmente.
-Lo sapevo..-
Sorrido. -Forza e coraggio,Chiya-chan!-

Il Kainan King ha molti, molti fans. Gli stendardi gialloviola sono ovunque, il brusio e l'eccitazione nell'urlare il nome di Naromi Kitazawa palpabile. Tutti sembrano adorare l'irresistibile brunetta del Kainan. Io, da parte mia, siedo per terra, ancora negli spogliatoi, ripensando alle parole di Chiyako.
"Non penso di farcela..."
E se avesse ragione ad essere così spaventata?
No,andiamo,Uriko. Chiyako potrà anche non avere fiducia in se stessa, ma tu devi averne! devi!
Devi,anche se Kiran non è qui a spalleggiarti...
E poi,un pensiero incoraggiante. Il ricordo di due sere fa,di Kaede che,seduto, mi traeva a se,il mio capo sulla sua spalla,ancora una volta..
Ancora una volta.
Va tutto bene,Uriko.
Va tutto,tutto bene.
-Uriko?..dobbiamo andare..-
La voce di Yumi mi fa tornare alla realtà. C'è poco da fare, non si può sfuggire alle proprie paure.
La vita è una sfida continua, e questa partita ne fa semplicemente parte.
Tutto ciò che si può fare è giocarla.
Mi alzo in piedi, seguo il mio capitano.
Fuori dagli spogliatoi e poi là dentro,dove l'adrenalina è alle stelle e la gente grida.
-Naromi Kitazawa?- domando, non vedendola allenarsi con il resto della squadra. Ai me la indica.
Naromi siede in panchina, scherza con Akane Chiba, anche lei per nulla intenzionata a partecipare al riscaldamento prima della partita.
-Che ci fanno la Chiba e la Kitazawa in panchina?- domanda Nanaka, affiancandomi.
-Non seguono il riscaldamento...- rispondo io, perplessa. -e la loro allenatrice non dice loro niente...-
-Pazzesco!- sbotta Ai. Chiyako, dietro di lei, mi rivolge uno sguardo terrorizzato.
-Se quelle due non hanno neppure bisogno di riscaldarsi..- comincia, osservandole. Ora Naromi è scoppiata a ridere, probabilmente al solo vedermi.
-No. Niente del genere. Quelle due non sono imbattibili, sono solo delle sbruffone!- tuono io.
Mi auguro che sia vero.

A partita quasi terminata, l'adrenalina dell'inizio è del tutto scomparsa, ma l'ansia sale. Sale sempre di più, specie quando le tue avversarie sembrano troppo veloci, troppo alte e troppo furbe per te, e tu ti convinci che lo siano veramente. Molte volte durante la partita ho incrociato lo sguardo di Kogure in panchina. Era...dispiacere quello che leggevo nei suoi occhi?
-Allora,Sakuragi,ti rassegni?- mi sfida Naromi Kitazawa, palleggiando sicura a pochi passi da me. Mi sfida, si. Ancora. L'ha fatto in continuazione,per tutta la partita.
Io mi lascio tentare. Provo a toglierle la palla, la sua velocità e precisione nel passaggio mi batte ancora. Sono riuscita a rubarle la palla poche volte, non mi sento affatto soddisfatta di me.
Sto bruciando.
Brucio di collera.
Io odio Naromi Kitazawa, la odio!
Osservo i vani tentativi delle mie compagne di squadra di fermare l'inevitabile. Ennesimo canestro di Akane Chiba.
Siamo rovinate.
Manca poco, troppo poco...
Quando il tempo finisce, quando ogni speranza è persa, e allora che mia accascio sul parquet opaco,caldo.
Sono sudata, stanca. E mi sento a pezzi, umiliata.
Naromi Kitazawa mi si avvicina ancora, si inginocchia davanti a me e pronuncia le uniche parole che non avrebbe mai dovuto pronunciare...
-Siete delle perdenti, Sakuragi. Delle perdenti-
Non penso. Le salto addosso.
Dura poco, Yumi e le altre corrono a separarmi da lei. Non avrebbero dovuto farlo...

-Basta Uriko,basta!- sbraita Ai, seguendomi negli spogliatoi.
-No,non la pianto!- instisto io, a dir poco ferita nell'orgoglio. -ci ha dato delle perdenti Ai, delle perdenti!-
Ma Ai non sembra capire,anzi,sembra avercela a morte con me.
-Non avresti dovuto farlo,Uriko! Non bisogna mai perdere la pazienza in campo,mai!-
Yumi entra negli spogliatoi seguita da Nanaka e Chiyako proprio mentre io ed Ai discutiamo animatamente.
Sembra a pezzi, stanca a causa della partita appena disputata, ma nient'altro. Non dice nulla,semplicemente raccatta l'asciugamano dal suo borsone e si infila nella doccia senza degnarci di uno sguardo.
Che anche lei sia arrabbiata con me?...
-Yumi!- provo a chiamarla, ma lei non sembra sentirmi.
Nanaka, invece, si schiera in mia difesa. Anche lei avrebbe fatto lo stesso,dichiara,scatenando una nuova reazione da parte di Ai, che, indignata, riprende ad urlare contro di me, e anche contro di lei questa volta, parlando di correttezza, di autocontrollo, e di altre cose che non riesco proprio a trovare sensate.
Non in questo momento,almeno.
Chiyako si intromette per calmare gli animi, ma non c'è niente da fare.
C'è solo un modo per far terminare tutto questo.
-Forse dovresti semplicemente ammettere che la sconfitta brucia anche a te esattamente come brucia a me!- sbotto, prima di afferrare il mio asciugamano dalla borsa e rifugiarmi nelle docce.
Mi rifugio dal litigio.
Mi rifugio dal chiasso.
Mi rifugio dalla sconfitta.

Quando esco dalle docce,Ai non c'è. Avrei voluto chiederle scusa per il mio modo di fare aggressivo, l'acqua calda sulla pelle mi ha finalmente calmata. Chiyako mi rivolge un sorriso sincero, fortunatamente, prima di sostituirmi nelle docce.
-Hai fatto una bella partita,Uriko- mi dice Yumi, già vestita. -mi dispiace solo averla persa...-
Quindi non ce l'ha con me...
Nanaka annuisce. -Si,ma non preoccupatevi. Quelle del Kainan le stracceremo la prossima volta! Naromi Kitazawa deve morire!-
-Si, hai ragione. Prepariamoci alla partita con lo Shoyo e non pensiamoci più...- consiglia Yumi, riprendendo parola. -mio cugino non potrà prendersela per una sconfitta...-
Già. Akagi.
Riponeva grandi speranze in noi, e noi l'abbiamo deluso già alla prima partita. Maledizione...
-Beh,vi saluto ragazze...- dico,mentre mi dirigo verso l'uscita degli spogliatoi.
Odo i loro saluti mentre mi chiudo la porta alle spalle e, mogia, percorro il lungo corridoio fino all'uscita d'emergenza, che spalanco senza curarmene.
Fuori, ovviamente, non c'è nessuno ad accogliermi. Hana è già tornato a casa, sicuramente starà preparando un discorsetto e un panino imbottito per tirarmi su di morale.
L'unica persona nelle vicinanze è una giovane ben vestita dai mossi capelli castani e un viso dolce pieno di graziose lentiggini...Yuki.
-Ciao!..- mi saluta, allegra.
Un bel sorriso le illumina il volto. Mi fa sentire bene.
-Ehi...-
-Ti ho vista giocare. Sei stata brava...-
Sorrido. Mi sento arrossire. -Grazie...-
-Di niente...sei di fretta?..-
Annuisco appena. -Si,non mi va di stare troppo in giro. Mio cugino mi sta aspettando...-
-Va bene..ti saluto,allora...-
Un nuovo sorriso regalatomi.
Le sorrido a mia volta,mentre mi allontano.

Ma non mi dirigo verso casa.
Un nuovo tramonto tinge il cielo di un colore strano, un rosso aranciato. Lo ammiro in silenzio,mentre costeggio il parco giochi. E' piuttosto tardi, di bambini chiassosi neppure l'ombra, per fortuna.
Mi ritrovo ad entrare, ad andarmi ad accomodare su una delle due altalene. Una staccionata davanti a me. E al di là una discesa d'erba.
Il panorama che si gode da qui è straordinario, e mai avevo avuto la fortuna di rimirarlo.
Prendo a dondolarmi lentamente, a cullarmi. Voglio scacciare gli incubi della mia realtà dalla mia testa.
I capelli lunghi e lisci mi contornano il viso,l'unica cosa che vedo sono i miei piedi...e,alzando gli occhi,uno squarcio di quel paesaggio meraviglioso.
Mi accorgo che qualcuno mi sta alle spalle solo quando le mani di questo qualcuno spingono l'altalena,facendomi prendere un colpo.
Mi freno con i piedi,facendo non poca fatica, e mi volto ad affrontare l'"aggressore".
-Ehi! Ma cosa ti è venuto in mente!? potevo ammazzarmi!- sbraito, in direzione di un Kaede leggermente divertito.
-...come sempre esageri...- mi dice lui,con un'alzata di spalle. Tipico di lui.
Mi alzo. -Mh..beh..come mai sei qui?- gli domando.
-Sono qui perchè ero alla partita...- comincia lui,parlando col tono di chi pensa che quella che ha da dare sia la risposta più ovvia del mondo -..e sono passato per vedere se già ti eri suicidata...-
-passato?- ridacchio. -sono in un parco giochi! Come sapevi che sarei venuta qui?-
-Ho pensato..."qual è il posto in cui andrebbe una mocciosa?"..così ti ho trovato...-
Mh. Che risposta scontata.
Cade il silenzio tra noi, per un attimo. Gli volto le spalle,il mio sguardo si posa nuovamente sulla linea dell'orizzonte. E' tutto color arancio vivido.
-Non ci sono riuscita...- mormoro poi.
Kaede non dice nulla, io continuo...
-...non sono riuscita a farci vincere.-
E improvvisamente esplode. Tutto ciò che ho dentro si libera, si manifesta.
La partenza di Kiran...
La morte del signor Anzai...
La sconfitta da parte del Kainan...
Le parole di Naromi Kitazawa...
Il litigio con Ai...

-Non..non ci riesco, a trattenermi..- è l'ultima cosa che dico, prima di scoppiare in lacrime.
Due braccia forti, da dietro, arrivano per farmi sentire meglio. Due braccia forti che mi stringono.
Mentre l'arancio volge al blu.






 

OHHHHH,IL CAPITOLO 30 TERMINATO..
30?? NAAAAA,NN C POSSO CREDERE XD
ehehehe..prima di tutto vorrei scusarmi con Cla per non aver ripreso ESATTAMENTE da dove avevo lasciato..uhhhh,nn mi uccidere ç____ç
Poi,vorrei invitarvi a leggere "Lies (Being Kiran Rukawa)" per capire qualcosina in più su questo personaggio...si tratta di una fic che racconta le esperienze di Kiran, appena arrivata in Canada..è abbastanza interessante se volete scoprire in anticipo qualcosa che comunque Uriko verrà a sapere tra poco^^
Ora vi saluto,sperando che commenterete il capitolo 30 in numerosi^^
Fino al prossimo capitolo,come sempre,
See ya

Ruki

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Capitolo 31
*** What Is Goin' On ***


Nuova pagina 1

Quando arrivo a casa,il clangore di pentole e pentolini che si infrangono sul pavimento mi da un chiassoso bentornato. Mi chiudo la porta alle spalle e, una volta gettato il borsone sul divano, mi dirigo immediatamente verso la cucina,dove trovo Hanamichi chinato sul pavimento, intento a raccattare quante più pentole possibili.
-Ah..ah,ciao,Ucchan...-
Lo guardo sorridendo divertita. -Che stai combinando?-
Mi inginocchio davanti a lui e prendo a dargli una mano,raccogliendo alcuni pentolini finiti sotto la credenza. Lui borbotta qualcosa che non riesco a capire,poi,una volta raccolte tutte le pentole,le rimettiamo al loro posto,un po' io,un po' lui.
-Finito- dichiaro, a lavoro terminato. -allora, si può sapere cosa avevi intenzione di fare?-
Hanamichi mi sorride un po' imbarazzato. E' adorabile.
-Volevo preparare la cena...- ammette, distogliendo lo sguardo da me. -volevo farti una sopresa...-
Prima di dargli il tempo di reagire,lo abbraccio.
Non riesco a crederci,pensavo che si sarebbe limitato ad un panino, e invece il mio fantastico cugino aveva intenzione di preparare una bella cenetta solo per me!
Hanamichi ricambia l'abbraccio,imbarazzato.
Non penso possa esistere un cugino migliore di lui.

-..e quindi hai incontrato la dannata volpaccia,prima?..-
Alzo gli occhi alla domanda di Hanamichi.
Cenare con lui è sempre piacevole,ma spesso e volentieri il discorso cade su Kaede.
-Si,esatto.- rispondo -Non ti ho trovato fuori ad aspettarmi...- aggiungo però,cercando di sviare il discorso.
-E per forza!- Hanamichi sembra irritato -Sono corso a casa per prepararti ..tutto questo! Devi essere solo riconoscente al Genio,Ucchan!-
Ridacchio. -Si,mi perdoni Genio,ha ragione-
Hanamichi sembra tranquillizzarsi. Pare proprio soddisfatto d'essere riuscito a mettermi a tacere.
Tuttavia,sembra avere ancora voglia di fare conversazione...
-Non c'era nessuno fuori ad aspettarti?- mi domanda, versandosi da bere.
-Si,c'era una persona...- rispondo vaga. Anche se gli dicessi chi c'era fuori ad aspettarmi, dubito fortemente che Hanamichi capirebbe di chi sto parlando.
-Una persona? Chi?-
Hanamichi è troppo curioso per accontentarsi di una risposta del genere,come immaginavo.
-La signorina Yuki,l'insegnante delle medie. Non so se te ne ricordi...-
Hanamichi per poco non si strozza con l'acqua.
Lo guardo battersi freneticamente il petto,cercando di respirare.
-Hana?-
Lui finalmente riesce a riprendersi, e mi guarda quasi allucinato. -Disturba anche te quella pazza?-
-Di che parli?- lo interrogo,sorpresa. Non pensavo che Yuki e mio cugino si fossero più visti, da quella volta.
-Ma niente. Stamattina ero al campetto ad allenarmi..ero riuscito a farla alla volpaccia andando ad occuparlo per primo..UAHAUAHAUHAA...dovevi vedere quant'era incazzato quando se n'è andato..UAHAUAHA..-
-Beh,andiamo avanti- lo ammonisco,una mano alla tempia. Non voglio che Hana si perda in farneticazioni idiote su Kaede.
-Come vuoi. Comunque stavo lì ad allenarmi, ed è arrivata quella...-
-la signorina Yuki?-
Hanamichi annuisce. -Si,ha detto che si ricordava di me...il fatto era che io non mi ricordavo di lei..-
Rimango a bocca aperta. Non riesco a crederci.
Come poteva Hana non ricordarsi della signorina Yuki?
-E che ti ha detto, poi?- indago ancora,riprendendo a mangiare.
-Non me lo ricordo bene,ma l'ho incontrata altre due volte,poi. Alla partita, ad esempio. Succede sempre per sbaglio,è pazzesco...-
-Sembra proprio che il destino voglia metterci lo zampino!- ridacchio io. Sono sempre stata terribilmente fatalista. Credo che il destino esista,e che tutte le nostre storie siano già state scritte.
-Cheeeee!?-
Scoppio a ridere.
Le reazioni di Hana sono sempre uniche.

Alle nove della sera,quando si è sul divano in stato semi-comatoso post-cena, non si vuole essere disturbati per niente al mondo.
E quando il campanello suona,improvvisamente,beh...è abbastanza scocciante.
-Ucchan,vai tu...- mi prega Hana, sbadigliando, stravaccato sul divano insieme a me.
Non protesto, non mi va. Mi dirigo alla porta e la apro, trovandomi davanti ad un viso conosciuto.
-Oh,ciao Mito..-
-Ciao Uriko- mi saluta lui con un sorriso -tuo cugino è in casa?-
Mi sposto,permettendo così a Mito di vedere Hanamichi,ancora intento a fissare la tv,lo sguardo vuoto. Deve avere davvero troppo sonno.
Richiudo la porta alle spalle dell'amico di mio cugino quando finalmente si decide ad entrare in casa.
-Ehi,amico!-
-Yohei?-
Incredibile! Hanamichi sembra averlo riconosciuto.
Torno a sedermi sul divano,con Mito e Hana accanto,intenti a chiacchierare di cose che non capisco,di persone che non conosco.
Riesco a captare qualcosa a proposito di una dieta che Takamiya starebbe seguendo,ma nessun altro dei nomi che Mito pronuncia,suscitando ilarità e stupore da parte di mio cugino,sono a me noti.
Comincio sinceramente ad annoiarmi.
-Ah,ho visto la partita oggi,Uriko...- dice improvvisamente Mito,facendomi tornare alla realtà.
Gli sorrido debolmente. Abbiamo perso,che cosa si aspetta che gli dica?
-Non preoccuparti,tu hai giocato bene. O almeno meglio di Hanamichi agli esordi!- mi assicura Mito,scoppiando poi in una fragorosa risata.
Ridacchio sommessamente.
La testa mi esplode, e poi non mi va che si prenda in giro mio cugino.
Forse sarebbe meglio fare qualcosa...
Il cellulare prende a squillare esattamente al momento opportuno.
E' Nanaka.
-Pronto?-
-Ciao Uriko! Io, Chiyako e Yumi andiamo a farci un gelato sul lungomare...vieni,non è vero??-
-Ai non viene?- domando, abbattuta. Non voglio che un banale litigio rovini la nostra amicizia.
-No,non risponde al cellulare. E a casa non sembra esserci nessuno. Magari è fuori con la sua strepitosa amica Lynda..ahhhh,mi sta troppo sui nervi!!-
Non capisco se Nanaka si stia riferendo ad Ai o a Lynda,ma non indago.
-Vi trovo in gelateria?- le domando.
-Si. Tra dieci minuti,si-
-Ok,vi raggiungo lì-

Quando arrivo alla grande gelateria sul lungomare, le individuo subito. Nanaka,come sempre tiratissima,Chiyako,con quel suo sorrisone inconfondibile e Yumi,intenta,come sempre,ad ascoltare. Non la si può affatto considerare l'"anima della festa".
-Ehilà,ragazze...- le saluto,sedendomi al tavolino con loro.
-Oh,eccoti,Uriko. Indovina chi è appena passata?- prende subito parola Nanaka,con quel suo tono civettuolo.
-Ai- tento.
-Esatto- risponde lei -era con Lynda, c'avrei scommesso...quella modella da strapazzo con mocciosetto al seguito..-
Chiyako storce il naso. -Si,non piace neppure a me. Troppo...modella,ecco-
Io, da parte mia, non mi esprimo.
Non conosco Lynda, e, nonostante sembri un po' piena di se, non mi sognerei mai di giudicarla senza averci parlato neppure una volta.
-Dovete ammettere comunque che è molto carina...- interviene Yumi.
Intervento inutile,come sempre. Sappiamo tutte che Lynda è molto carina. Anzi...è molto bella.
-E' normale! Quella è una modella...sicuramente non mangia per essere così magra!- esclama Nanaka, maligna.
-E' l'unico modo per spiegare il perchè,dopo essere rimasta incinta,abbia perso subito tutti quei chili un'altra volta...- aggiunge Chiyako, raschiando il fondo della sua coppetta di gelato con il cucchiaino.
-Oh,andiamo. Non abbiamo niente di meglio da fare che discutere di Lynda?- sbotto io,un po' seccata da quei discorsi. -perchè non parliamo di Ai,invece? Vorrei poterle chiedere scusa...-
-Che cosa vuoi fare,tu!?- tuona Nanaka, lasciandomi di stucco.
-Ma non devi!- esclama Chiyako,allarmata.
Yumi annuisce. Concorda anche lei con loro,quindi.
-Tu hai detto e fatto quello che dovevi dire e fare,Uriko...- mi rassicura Chiyako.
-Già...è colpa di Ai- ribadisce il capitano.
-Esattamente...No,no- riprende parola Nanaka -il vero problema è Lynda. Ho una strana sensazione,temo che ci procuerà dei guai-
Sbuffo,poggiando la testa sul palmo della mano,aperto.
Questa Lynda pare già essere diventata un problema.

Trascorrere la serata con le mie compagne di squadra è stato forte.
Abbiamo parlato ancora di Ai, di Kiran, della sua decisione di abbandonare la squadra... poi ovviamente le mie amiche si sono fatte un po' di affari miei domandandomi di Kaede.
Niente di strano.
Un sacco di risate.
In definitiva, una bella serata.
Ora cammino ancora sul lungomare, diretta a casa. Straordinario come già molti dei miei ricordi siano legati a questo posto.
Un gruppo di ragazzi schiamazzanti mi passa affianco.
Uno di loro mi dice qualcosa,avvicinandosi,ma io allungo il passo e mi allontano,ignorandolo.
Incredibile quanto i ragazzi possano essere idioti.
Il mio sguardo si posa poi su una coppietta coinvolta in tenere effusioni...mi sembra di riconoscere la ragazza.
E' molto alta e molto magra,ha lunghi capelli rosso carota legati in una treccia. Indossa un abito lungo,leggermente trasparente,verde a fiori rosa.
Accanto a lei,una carrozzina che conosco.
Non ci sono dubbi,si tratta di Lynda. Forse Ai è già tornata a casa e lei ha deciso di spassarsela col primo che capitava. Non la conosco,nulla mi vieta di pensare che lei possa essere quel tipo di persona.
Avanzo ancora,chissà che non riesca a scorgere il viso del ragazzo...
Quando succede,rimango di sasso.
Faccio dietro-front,torno sui miei passi,mi lascio alle spalle la coppietta ridente..
Non posso crederci.
Non riesco a crederci.
Il ragazzo con Lynda era...

Akira Sendoh?...















TERMINATO ANCHE QUESTO..INCREDIBILE,SN DIVENTATA UN FULMINE!!! XD
forse è ke sn particolarmente ispirata...
grazie a tutti coloro che hanno commentato fino ad ora, spero lo farete anche ora!!^^
See yaaaaaaaaaaaaaa,

Ruki

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Capitolo 32
*** How Does It Feel ***


Nuova pagina 3

Quando mi sveglio, i ricordi della sera precedente si ripresentano bruscamente nella mia testa,stordendomi.
Non riesco ancora a crederci...Lynda..e Akira..?
Mi trascino fino al bagno,osservo la mia immagine riflessa nello specchio. Ho gli occhi lucidi,non vorrei essermi buscata un'influenza.
Quando faccio il mio "trionfale" ingresso in cucina,è Hana a consigliarmi di tornare immediatamente a letto.
-Ucchan! Hai una faccia orribile!...- esordisce,riempiendosi la tazza di cereali al cioccolato.
-Evviva la sincerità..- sbuffo,un po' offesa,muovendo qualche passo verso il frigorifero e aprendolo. Quella luce fastidiosa mi ferisce gli occhi stanchi.
-Ma non in quel senso!!- si giustifica mio cugino -intendevo dire che non sembri in ottima forma,cuginetta...- si spiega poi,indorendo la pillola con quel suo tono gongolante.
Impossibile non credergli.
-Ok,ok...è solo che oggi c'è il compito di inglese..-
Afferro il cartone del succo di frutta alla pesca. Non bevo mai latte la mattina,sono restia a digerirlo.
-e allora?? tanto sei brava in inglese! Manco fosse un compito di matematica...-
Effettivamente,Hanamichi ha ragione.
-Sai cosa ti dico?- Gli sorrido.
-Resti a casa?-
-Resto a casa-

Stare in casa da soli è fantastico, e anche oggi non fa accezione,nonostante io abbia la febbre.
Questa mattina, a colazione, ero davvero tentata di raccontare tutto ad Hana...di Akira e Lynda..e della litigata con Ai.
Ma ho deciso di tenere la bocca chiusa,per chissà quale ragione.
Non avrei dovuto farlo,io e Hana ci raccontiamo tutto...
Seguo con ben poca attenzione un'altra puntata di uno di quegli stupidi reality,sul divano,con ancora addosso il pigiamino rosa della notte.
Decisamente imbarazzante,ma nessuno mi può vedere,in questo momento.
Lancio un'occhiata all'orologio a muro del salotto. Mezzogiorno.
So bene che Hana non ritornerà per pranzo a causa degli allenamenti. Certo,quelli finiscono alle due,ma poi mio cugino andrà a casa di Mito,o almeno così ha detto...
Mi alzo dal divano, a piedi nudi. Un brivido mi corre giù per la schiena e un capogiro piuttosto violento mi coglie impreparata,costringendomi a reggermi alla parete per non cadere.
Decisamente una mossa poco saggia,Uriko.
Nonostante questo,riesco a trascinarmi fino in camera,dove mi stendo sul letto, a guardare,ancora una volta,queste quattro pareti...
E penso.
Un po' a tutto.
Ad Akira,non mi sarei mai aspettata una cosa del genere da lui,il ragazzo dagli occhi di mare e dal sorriso spontaneo;
A Kiran,ignara di tutto e ancora in Canada,così lontana...;
A Kaede,che non ho più sentito dal nostro incontro al parco giochi;
A Naromi Kitazawa,troppo abile in campo per essere fermata dalla sottoscritta;
Ad Ai,con la quale ho litigato.
Chiudo gli occhi,semplicemente per riposarli un po'.
Non ho intenzione di dormire,no davvero.
Eppure...

Mi sveglio alle tre,con le ossa rotte e lo stomaco in rivolta. Mio cugino ha lasciato accesa l'aria condizionata uscendo stamattina,dimenticandosi persino del mio malessere.
E' solo che lui il caldo proprio non lo regge.
Ma ormai agosto sta finendo...terminato il torneo,settembre busserà alla nostra porta, e noi saremo costretti ad aprirla a quello che si prospetta uno degli inverni più freddi in assoluto.
Mi trascino a malincuore giù dal letto,ripetendomi che non è il caso di poltrire tutto il giorno,anche se sono malata.
Ci sono un sacco di cose che potrei fare,come ad esempio rubacchiare qualche video interessante,tema basket americano,ovviamente,dalla collezione di mio cugino. NBA...cosa può esserci di meglio?
Nonostante l'indolenzimento,raggiungo senza incidenti di percorso la stanza di mio cugino e trovo esattamente ciò che sto cercando.
Una delle migliori imprese di Michael Jordan con i Chicago Bulls...
Adoro Michael,ovviamente. Chiunque adori il basket finisce irremidiabilmente per adorare anche lui.
E' un mito, un esempio, una vera e propria forma di ispirazione...poesia...
Con un mezzo sorriso raggiungo nuovamente il divano,non prima d'aver infilato il nastro nel videoregistratore.
Ma non riesco a fare play, perchè il campanello suona prima che io ne abbia avuto il tempo.
Alzo gli occhi al cielo,sbuffando.
Non riesco davvero a credere alla mia sfortuna.
Già mi pregustavo un pomeriggio con Michael,e invece...
-Eccola qui la nostra malata!!!!-
Avrei dovuto immaginarlo,penso,sulla soglia,una mano ancora sulla maniglia. Quasi quasi chiudo la porta in faccia a queste quattro scocciatrici...
-Ciao Nanaka...Chiyako...capitano. Oh,Haruko,come andiamo?-
-Non c'è male!- mi risponde raggiante la sorella dell'allenatore -possiamo entrare,non è vero?-
Le rivolgo un sorriso di circostanza, a lei, come alle altre. -Si,si..come no-
In men che non si dica le quattro ragazze si tolgono le scarpe e si infilano in casa,andando subito ad accomodarsi sul divano. Maledette ladre di poltrone.
E dire che volevo riposarmi,oggi...
-Allora,che cos'hai?- mi domanda Nanaka,portando le gambe al petto e circondandole poi con le braccia abbronzate -tuo cugino ci ha detto semplicemente che non ti sentivi troppo bene...-
-Mh. Febbre,principalmente. E un po' di raffreddore..-
-Si tratta sicuramente dell'influenza che c'è in giro- dichiara Haruko -forse avremmo dovuto lasciarti riposare,Uriko..-
Uh,ci sei arrivata di nuovo. Stai migliorando,Haruko.
-No,no..non preoccupatevi...- mi sento dire. Ovvio che non lo penso affatto. Mh,forse sono fin troppo cortese.
-Non abbiamo fatto molto oggi agli allenamenti,comunque...- interviene Chiyako,pensando probabilmente di togliermi un peso dalla coscienza,anche se in realtà non è così,ma lei non può saperlo.
-Già- conferma Yumi -non ti sei persa niente,Sakuragi...-
-Ti sei persa solo un'altra giornata noiosa...e l'atteggiamento spocchioso di Ai,anche...-
-Oh!- geme Haruko,scandalizzata -non dire queste cose della povera Ai,Nana-chan... è solo che stando con Lynda ha finito per assorbire parte della sua personalità, del suo modo di fare..ed è diventata un po'..altezzosa..-
-Naaaa,è una cretina totale- controbatte Nanaka,sicura.
-Nana-chan!-
Scoppio a ridere.
In fondo, queste due sono davvero divertenti.

Le mie amiche tolgono le tende solo per le sette. Devo ammettere che un po' mi dispiace,nonostante la febbre ho trovato la loro compagnia estremamente piacevole.
Avvicinandomi alla finestra,do un'occhiatina fuori. Non c'è nessuno,probabilmente sono già tutti a casa,pronti per la cena,o intenti a prepararla.
Sono rimasta scontenta di sapere che non vedrò Hana neppure per cena. Sembra che abbia un impegno molto importante,ma non mi ha voluto dire di più..probabilmente si tratta di un'altra serata in giro per pub con l'armata.
Faccio per distendermi ancora sul divano,quando il campanello suona di nuovo.
Mi chiedo chi possa essere, a quest'ora...
Corro nuovamente alla finestra,lancio un'occhiata fuori e...per poco non svengo.
Non so che diavolo ci faccia qui,ma è Kaede quello che sta fuori dalla porta.
Fantastico.
Si,davvero fantastico,soprattutto perchè io sono in pigiama,spettinata e struccata!
Il panico mi prende lo stomaco,ma il mio cervello ancora funziona. Bravo,mi meraviglio di lui.
Rapida come mai lo sono stata in vita mia, e silenziosa come non mai, corro in bagno, solo per contornarmi gli occhi con la matita nera.
Meglio che niente.
Poi, altrettanto rapidamente, torno all'ingresso e spalanco la porta.
Kaede già sta risalendo il vialetto,se ne sta andando...
-Ehi!- urlo,pentendomene subito dopo.
Wow.
Sono un'idiota totale.
Lui si volta. La sua espressione è davvero poco interpretabile.
-Pensavo stessi dormendo...- mi dice,riavvicinandosi all'ingresso.
-No,no. Ero in bagno-
Lui inarca un sopracciglio.
Wow.
Doppia idiota.

Qualche minuto dopo,siedo sul divano,accoccolata contro di lui.
-Non sarai mica contagiosa,eh..?- mi domanda lui,improvvisamente.
-E anche se lo fossi!?- sbotto io, sinceramente ferita. Che diavolo di discorsi fa quest'idiota?
-Non ti agitare,scema,ti sale la febbre...-
Oh,si. Alla fine ha sempre ragione lui. Davvero notevole,Kaede.
Il silenzio scende nuovamente tra di noi.
Non mi piace.
-Comunque...- pronuncia lui finalmente,stringendomi un po' a se -vorrei spiegarti il perchè dei miei silenzi di qualche giorno fa..il mio essere così scostante con te...-
Ah,si. Me ne ricordo bene.
-Mi ignoravi...- gli ricordo io. Sono maligna,voglio fargliela pesare. Non è giusto che lui ignorasse deliberatamente miss Sakuragi,eccelsa cugina del Tensai!
-Già. Ma è solo perchè avevo parlato con Kiran...-
Per un attimo il mio cuore pare smettere di battere. Che c'entra Kiran in tutta questa storia? Pensavo che ormai,visto che si trova in Canada,non avrebbe più influito sull'umore di suo fratello, e invece...
-Mh...che cosa c'entra tua sorella?- domando, un po' esitante. La famigliare sensazione di disagio alla bocca dello stomaco si sta rifacendo viva, segno che presto, ancora una volta, il mio fragile castello di carte che io chiamo il mio mondo, andrà in pezzi.
-Lei non è mia sorella- sento la sua voce profonda rispondermi.
E per un attimo, non realizzo.
Non riesco a capire, non ci riesco proprio.
-Come...?-
-Kiran non è la mia vera sorella. E' la mia sorella adottiva-
-Cosa!?-
Non riesco a crederci, a capacitarmene.
Kiran Rukawa e Kaede Rukawa non sono gemelli di sangue?
Cioè..non Kiran Rukawa..Kiran..oddio,non conosco il suo vero cognome..lei non è una Rukawa, è pazzesco!
-Tutto vero. Kiran è per metà canadese,e la famiglia che la sta ospitando in questo momento è la sua...-
-La sua famiglia?-
-Già. Suo fratello e sua sorella, quelli veri.-
Mi scosto un po' da lui,appoggio le spalle e il capo allo schienale morbido.
Devo riprendermi da questo colpo...
-Io lo so da sempre, ma non gliel'ho mai detto. Per questo,da quando l'ha scoperto,è furiosa con me-
Ora capisco tutto...
Ora capisco il perchè del suo malumore...
Kaede ora è in silenzio,guarda dritto davanti a se. Non mi parla.
-Si risolverà...- cerco di rassicurarlo,abbracciandolo...
Non posso fare più di così.
Non so come ci si sente..

...ad essere Kaede Rukawa...


Le undici.
Sono già a letto,il capo sprofondato nel morbido cuscino con le pecorelle.
Mh,sento che questa notte dovrò contarle..le pecore,intendo..
E ti penso nuovamente..ti penso,mi chiedo come sia essere come te...
La notte è calata dietro la mia finestra, e il buio mi saluta.
No,non ho paura. Anche se sono così piccola...

I'm not afraid of anything
I just need to know that I can breathe
And I don't need much of anything
But suddenly, suddenly
I am small and the world is big
All around me is fast moving
Surrounded by so many things
But suddenly, suddenly



Mi chiedo dove sia Hana...

Dove sia...

Dove..




L'orologio del parco batte le undici.
Il ragazzo con i capelli rossi siede su di una panchina sgangherata. Aspetta.
Indossa una semplice canotta bianca questa sera,nulla di elegante. Appare per ciò che è.
-Non posso crederci,sei venuto! Non l'avrei mai detto!-
Hanamichi si volta.
Una ragazza carina,con i capelli castani e le lentiggini,che corre verso di lui.
Non sa cosa dire.
Per la prima volta nella sua vita,il Tensai Sakuragi rimane spiazzato.
Da una ragazza.

Decisamente poco onorevole.






Mi rigiro nel letto,ancora una volta.
Hanamichi ancora non è rientrato,comincio ad essere in pensiero.

Mh,no.
Non preoccuparti Uriko,tornerà.
Non è questo a cui devi pensare.
No...

..Come ci si sente ad essere.. Kaede Rukawa?

..Come ci si sente?


...

How does it feel
To be different from me?
Are we the same?
How does it feel
To be different from me?
Are we the same?
How does it feel?

[How does it feel - Avril Lavigne]
















FINITOOOOO!!!!
Questa volta nn ho nulla da dire,se nn ...commentate ^__^
Grazie mille a tutti coloro che l'hanno già fatto e stanno continuando a farlo..

See ya and thank you all,

Ruki

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Capitolo 33
*** Unbelievable ***


Nuova pagina 2

La mattina dopo la sveglia che suona mi trova profondamente addormentata. La suoneria impostata è più che fastidiosa,ogni mattina è come un doloroso schiaffo in pieno viso. Cavolo,mi viene quasi da piangere...
Ma perchè esiste la scuola,mi chiedo io?
Ma oggi non ci sono scuse che reggano...Uriko Sakuragi dovrà per forza rimettere piede in quel dannato campo di concentramento dal nome Shohoku High School.
-Ucchan? Sei già in piedi?- mi domanda Hanamichi dalla cucina.
Gli rispondo un "si" che più che un "si" pare uno sbuffo,mentre mi accingo a raggiungere il bagno come ogni mattina.
Un solo sguardo allo specchio,ai miei capelli spettinati, e vorrei correre di nuovo a letto.
E farei bene a farlo,decisamente.
Non per me,ovvio. Per il bene dell'umanità.

Mi ci vuole poco per riacquistare quella che potrei definire una parvenza umana, fortunatamente, e ancor prima di rendermene conto,io e mio cugino stiamo già correndo verso la scuola.
Già,correndo.
Da quando mi sono trasferita a Kanagawa,non penso d'essere mai arrivata puntuale a scuola, se si esclude il primo giorno. E la colpa è sostanzialmente di Hana...
Voglio dire,io ho il ritardo nel dna,senza ombra di dubbio,ma posso affermare con sicurezza che il mio adorabile cuginetto dai capelli rossi e gli occhi cioccolato lo è molto,molto di più.
Ricordo che anche Kiran aveva dei problemi ad arrivare puntuale a scuola,nonostante la sua reputazione di studentessa modello. Questo pensiero mi accarezza la mente,rassicurante,mentre mi becco l'ennesima strigliata della prof. Non che non ci sia abituata,naturalmente.
Tatsuya mi sorride incoraggiante dal suo banco,ma onestamente gradirei molto che non lo facesse. Forse non ha ancora capito che,con me,sarebbe meglio lasciar perdere.
In compenso,l'oggetto dei miei desideri non mi guarda neppure,impegnato com'è a fare ben altro,tanto per cambiare.
Beh,buon riposo,Kaede,penso con un sorriso raggiungendo il mio banco.
Quello accanto al mio è vuoto,come sempre. Comincia davvero a rappresentare un problema,per me,questa cosa. Quando Kiran era ancora la mia compagna di banco,le ore volavano in fretta.
Ricordo che scherzavamo,ridevamo,passavamo ore e ore a discutere animatamente di qualsiasi argomento su pezzetti di carta...
era divertente. Piacevole. E cosa ne rimane,ora? Cosa rimane ora della nostra amicizia,Kiran Rukawa?
Un banco vuoto. Un banco sgombro,ecco cosa ne rimane.
-Qualcuno potrebbe svegliare Rukawa?-
Ahhhh,la solita solfa del mattino. E' sempre tutto uguale,qui. Sembra che ogni giorno si ripeta uguale al precedente. Senza cambiamenti di alcun genere,senza innovazioni.
Chissà se in Canada è diverso...se il sole sorge e tramonta sempre in modo differente.
Chissà cosa stai facendo...
-Cosa stai facendo,Sakuragi? Ti sei unita a Rukawa per un salutare sonnellino di prima mattina?-
Riporto la mia attenzione sulla prof,domandandomi per quale assurda ragione debba sempre tirarmi in causa. Deve trattarsi di un vizio..di una patologia,forse,o di qualcosa del genere.
E' davvero frustrante.
-Allora?-
-Allora...niente-
Gli occhi dell'intera classe sono puntati su di me,persino quelli di Kaede. Tatsuya pare allarmato,probabilmente sta temendo il peggio per me.
Da parte mia,questa situazione mi è così familiare da apparirmi noiosa.
Incrocio le braccia al petto e aspetto che quella maledetta torni alla carica. Mh,vorrei solo che la smettesse.
-Questo tuo modo di fare strafottente non mi piace per niente,Sakuragi!-
Oh,no. Questa non ci voleva proprio.
-Ma che modo di fare..?- provo a difendermi,ma il mio tono di voce è troppo seccato, e troppo alto.
Oddio. Mi sto facendo del male da sola.
-Basta così! Sakuragi,in presidenza. E tu Rukawa,anche. Che sia questa la volta buona in cui imparerai a non dormire in classe?-
Kaede mi lancia uno sguardo che non riesco ad interpretare,mentre la prof emette il verdetto divino.
L'unica cosa che riesco a fare è leggere il suo labiale. Inconfondibile,quella parola...
"mocciosa" pronuncia,prima di alzarsi.

Le chiacchierate con il preside sono sempre sfiancanti,io ne so qualcosa. Quando ancora vivevo a Tokyo la mia pazienza era messa a dura prova da quella psicopatica della preside della mia scuola praticamente ogni settimana,per non dire ogni giorno. Ricordo che era piuttosto sovrappeso,puzzava d'aglio e io,da parte mia,dubitavo seriamente della sua salute mentale da quando avevo messo per la prima volta piede in quell'istituto e l'avevo beccata ad osservarsi nello specchio del suo ufficio mimando sorrisi finti come una vera ebete. Insomma,cose che speravo d'aver dimenticato.
Durante tutto il colloquio con il preside,Kaede non ha fatto che annuire distrattamente,e non ha aperto bocca. Io,invece,ho cercato di giustificarmi,ma non penso che lui abbia capito.
Tipico dei presidi,dei direttori,dei rettori e di tutta l'altra gentaglia del tipo.
Mai una volta che diano ragione agli studenti,maledizione.
E ora,percorro la strada del ritorno con Kaede,continuando a lamentarmi tra me e me come una teiera in ebollizione. Ci mancherebbe altro.
-Non si può continuare così!- sbotto,aumentando il passo,infuriata -..quella scuola la brucio,è una promessa!-
Kaede,dietro di me,non fa commenti, strano ma vero.
Forse ha ben altro per la testa...
Kiran,probabilmente.
Rallento un po',lo aspetto,mi affianco a lui. So bene che dovrei farmi gli affari miei,ma non mi piace vederlo così. Non mi piace per niente.
-...stai pensando a lei?- gli domando,sperando di non apparire una ficcanaso.
-Nh..-
-Non dovresti farlo,sai? Voglio dire...-
Kaede mi interrompe, lapidario ... -preferirei non parlarne-
Già. Avrei dovuto immaginarlo. Avrei dovuto sapere che non ne avresti voluto parlare neppure con me.
Abbasso il capo,lo sguardo a fissarmi i piedi.
Ho le scarpe sporche,troppo sporche. Dovrei lavarle...
Ma a che cosa sto pensando?..tutto per non pensare alla situazione di quest'idiota!

Quando arriviamo davanti a casa sua,Kaede mi saluta con un bacio frettoloso. Non va bene. No,decisamente,ma io decido di non prendermela. Sono sicura che Kaede stia davvero male a causa del suo litigio con Kiran,come è normale che sia.
Continuo a camminare,proprio mentre una pioggerella fastidiosa decide di prendere a scendere inizialmente impercettibilmente, poi con più foga,e di accompagnarmi verso casa.
Non riesco a crederci,cavolo,piove ancora!
Inizio a correre,mentre la pioggia si fa sempre più forte. Un vero e proprio acquazzone!
Girato un angolo,però, la mia corsa verso l'asciutto e la salvezza viene bruscamente interrotta dall'impatto con l'ultima persona in cui avrei voluto imbattermi.
-Oh,Uriko! Scusami,scusami tanto,non ti ho proprio vista...- cerca di giustificarsi Akira Sendoh, affrettandosi a raccogliere la mia cartella per poi porgermela.
-Di niente...- rispondo io,gelida. Non ho intenzione di prolungarmi in conversazioni con questo traditore.
-Mh? C'è qualcosa che non va?-
No,non me lo chiedere,maledetto porcospino. Potrei finire per risponderti molto,molto male...
-No,niente..- rispondo un'altra volta,con lo stesso tono. Dio,allora non ho proprio imparato la lezione!
Faccio per aggirarlo,per allontanarmi da lui, ma Akira mi afferra delicatamente il braccio per bloccarmi.
-Che cosa c'è?- mi domanda nuovamente,il tono apprensivo,preoccupato.
Quanto calore nella sua voce...
No,Uriko,non lasciarti abbindolare. Lui non è una bella persona,non è un tuo amico...ha voltato le spalle a Kiran in così poco tempo!
-Akira...lasciami.-
I suoi grandi occhi blu,così espressivi,pargono spalancarsi per un attimo. -Ti ho fatto qualcosa io,Uriko?-
E così l'ha capito. Chissà come ha fatto...
Ma mi ha convinta. Gliene parlerò. Gli parlerò di come mi ha delusa comportandosi così a discapito di Kiran.
-No,tu non hai fatto niente a me- rispondo,furiosa -..ma hai fatto la cosa peggiore che potessi fare a Kiran!-
I miei occhi non devono apparire per nulla amichevoli in questo momento,tanto che Akira ne sembra quasi intimorito. Era esattamente quello che volevo. Trasmettere esattamente ciò che sento.
-Di cosa stai parlando,Uriko..?-
Ma come di cosa sto parlando,maledetto celebroleso!?
-Parlo di te, di te e di quella modella anoressica...Lynda,o come diavolo si chiama lei!-
La presa di Akira sul mio braccio destro pare allentarsi. Finalmente.
-Ah..- è tutto ciò che riesce a pronunciare,mentre abbassa lo sguardo al suolo ..
-Allora?!- sbotto. Sono fuori di me. Assolutamente fuori di me.
Poi, Akira prende nuovamente coraggio,e parla... -Tu non puoi capire,Uriko...-
Come!? Cos'è che non posso capire??
-Capisco perfettamente invece!- esplodo -hai tradito Kiran! L'hai tradita, dopo tutte quelle cose belle che mi hai detto! Pensavo fossi...pensavo fossi sincero,maledizione! L'hai tradita...e l'hai fatto con la prima che hai incontrato!-
Akira alza nuovamente lo sguardo. Quei due piccoli oceani mi fissano,disperatamente. Sembrano volermi dire qualcosa,sembrano volerlo fare prima della sua bocca.
-No,non è così!..Lynda non è la prima che ho incontrato...-
Non riesco a crederci. Sta cercando di giustificarsi, è disgustoso!
-Ah,no??- sbotto. Il tono della mia voce è ormai alle stelle,ho perso totalmente il controllo.
-No,no che non lo è! Lynda è la madre di mio figlio!-
Il mio cervello si rifiuta di analizzare ciò che Akira ha appena detto. Si, si rifiuta,perchè non ne può più di queste notizie schockanti..
-..oddio...-
-E' così. Il figlio di Lynda,Alexander,è anche mio figlio...-
No,non è vero.
Mi stai prendendo in giro,vero,Akira?
Stai solo cercando di giustificarti,non è così? E lo fai inventandoti un sacco di frottole colossali...
-Non posso crederci..-
-Devi. Ti sto dicendo la verità,Uriko..-
Ok,cerca di calmarti,Uriko. Respira.
Ricapitolando...
Kiran non è la vera sorella di Kaede,e Sendoh ha un figlio segreto con una star tedesca delle passerelle.
Tutto normale.
Tutto ordinario.
Tutto...

Un gran casino.


-Fammi capire,Ucchan..vuoi dire che Kiran non è la vera sorella della volpastra? E che quell'hentai di Akira Sendoh avrebbe un figlio? No,non ci credo!-
Hanamichi,stupito come non mai,mi osserva stranito seduto dall'altra parte del tavolo. -Che bordello...-
L'hai detto,Hana.
-E' esattamente quello che ho pensato anche io! Mi chiedo cosa debba succedere ancora, a questo punto...-
Mi prendo un mezzo infarto quando Hana s'alza in piedi, sbattendo entrambe la mani sul tavolo. -Non lo dire,Ucchan,non lo dire!-
Ah,già. Dimenticavo che mio cugino è un po' superstizioso.
-Ok,tranquillo..non lo ripeterò..-
Hanamichi sembra calmarsi,perchè si risiede,tornando ad occuparsi del suo maki.
Forse è meglio mangiare in silenzio,per questa sera.

Alle nove ad Hana viene stranamente voglia di gelato. Proprio a lui che il gelato non lo adora. Non ho parole.
-Vai in gelateria?- gli domando, mentre lo osservo infilarsi le scarpe all'ingresso. Fuori,per fortuna,ha smesso di piovere e la serata è limpida.
-Si..- mi risponde lui,vago. Non mi chiede se voglio andare con lui,cosa che giudico strana,ma io non faccio storie. Non vorrei apparire troppo "piovra" con il mio unico cugino.
In men che non si dica,comunque,Hana si è sbattuto la porta alle spalle ed è corso su per il vialetto.
Strano. Decisamente strano.
Muovo qualche passo verso il divano,ma a metà strada mi blocco.
Se Hanamichi può uscire,questa sera,allora non vedo proprio perchè non posso farlo anche io!
In breve,quindi,anche io mi ritrovo a camminare in strada,le converse già bagnate a causa delle pozzanghere. Inutile chiedermi dove mi sto dirigendo,perchè è più che ovvio...la casa di Kaede non è molto lontana.
Ma mi basta raggiungere il cancello della villa per capire che c'è qualcosa che non va. Immediatamente mi ritraggo,ma resto ad origliare.
Kaede è all'ingresso, e sta parlando con una ragazza abbigliata in nero, alta, magra, con i capelli di un nero perfetto, la carnagione bianchissima e gli occhi blu come la notte.
Bellissima.
Si,bellissima, e indubbiamente ne sarei gelosa, se non fosse per il fatto che è in tutto e per tutto identica a Kaede.
-Keiko..è tardi per una visita..- lo sento pronunciare, ed è allora che me ne ricordo. Mito.. Yohei Mito me ne aveva parlato!
Si,mi aveva parlato di una certa Keiko,e ricordo benissimo d'esserne rimasta profondamente ferita.
-Lo so,ma ho saputo di Kiran..- è la risposta della ragazza.
Mi rannicchio ancor di più contro il muretto della villa dei Rukawa,osservo meglio Keiko.
E' indubbiamente...uguale a Kaede. Uguale.

-Oddio...- mi sento mormorare.


Che lei sia...?





LO SO,LO SO..QUESTA PROPRIO NN VE L'ASPETTAVATE XD EHEHE..e sn anche sicura che vi starete chiedendo perchè diavolo Keiko non viva con Kaede..ehhhh,vedrete,vedrete...
ovviamente,c'è una risposta a tutto!!
CERTO CHE AD URIKO NE ACCADONO DI TUTTI I COLORI..PORELLA^_^
Beh,per oggi mi stoppo qui, e vi saluto.

See ya all,

(la solita) Ruki

 

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Capitolo 34
*** Blood And Tears ***


Nuova pagina 1

Il ragazzo corre,corre a perdifiato.
Non si era affatto reso conto d'essere così in ritardo,parlare con sua cugina gli ha portato via del tempo.
Tempo prezioso.
Quando arriva,lei è già lì.
-Yuki..-
Yuki gli sorride come sempre,radiosa. E' felice che lui sia lì.
-Buonasera,Hanamichi-



Ancora nascosta dietro il muretto della villa di Kaede,respiro piano.
Non vorrei venire scoperta,altrimenti che razza di figura ci farei?
-Nh,entra- sento Kaede pronunciare all'improvviso,nel silenzio della sera. Mi sporgo solo un altro po' per vedere Keiko varcare la soglia di casa Rukawa,seguita poi dallo stesso Kaede.
Poi,più nulla,solo una porta chiusa.
-Maledizione!- sbotto, a bassa voce. Sarò anche una ficcanaso,ma voglio assolutamente sapere di più su questa storia!
Faccio per muovere qualche passo in direzione della finestra più vicina,quando qualcuno mi afferra per un braccio,facendomi spaventare a morte.
Freno un grido mentre mi volto ad osservare il mio "aggressore", e non riesco a credere ai miei occhi quando il mio cervello si capacita di chi ho davanti. Nanaka,Chiyako e Yumi sono tutte e tre inginocchiate come me,in fila indiana. Se qualcuno passasse di qui e ci vedesse,penserebbe sicuramente che siamo delle minorate di mente, o peggio ancora, delle ladre.
-Ragazze..che ci fate qui?- domando loro stupita al massimo,cercando di tenere il tono di voce il più basso possibile. Nanaka ghigna furbetta,prima di rispondermi -..ti abbiamo vista qui e abbiamo pensato di poterti dare una mano,qualsiasi cosa tu abbia in mente di fare..-
-Mh?- Non so che cosa dire. Non sono normali,queste qui.
-Allora,che stai facendo qui? Quella è la casa di Kiran,no?- domanda Chiyako,facendosi un po' più vicino a me, procedendo con andatura simile a quella dei pinguini reali.
-Si,ma...aspettate,seguitemi un attimo...-
In men che non si dica le mie tre compagne di squadra mi hanno seguito dietro l'angolo,dove,finalmente,possiamo riassumere le nostre posture originali.
Dio,che mal di schiena...
-Insomma,vuoi spiegarci!?...-
Nanaka sembra davvero impaziente di sentire il mio racconto,perciò l'accontento,ricordandomi di non omettere particolari importanti come ad esempio il fatto che Kaede e Kiran non sono gemelli di sangue.
Dopo averlo fatto,però,un dubbio mi assale: e se avessi dovuto tenere la bocca chiusa? Magari Kaede si aspettava che io non parlassi di questo con altri...sono pur sempre affari suoi,personali.
-Mh,mi raccomando,voi non sapete niente...intesi?-
-Nessun problema!- mi assicura Nanaka -saremo mute come pesci,non è vero ragazze?-
Quando Yumi e Chiyako annuiscono,sincere,comincio a sentirmi molto meglio. Sono veramente delle ragazze affidabili e delle buone amiche.
Allora,decido loro di raccontare anche il resto.
Parlo loro di Akira,della sua situazione con Lynda,di loro figlio,Alexander...e di Keiko,probabilmente la vera sorella di Kaede. Quando smetto di parlare,le facce assolutamente stralunate delle mie amiche dicono tutto...neppure io ci crederei,ma tutto ciò che ho loro raccontato è vero,è reale,seppur del tutto incredibile.
-Sapevo che quella Lynda ci avrebbe causato dei casini!- esclama Nanaka,ad un certo punto. Pazzesco,lei l'aveva predetto,aveva detto che quella modella tedesca ci stava sicuramente riservando delle belle sorprese.
Ma non è questo il momento di stupirsi,ora bisogna agire.
-..e quindi tu stavi cercando di origliare i loro discorsi?- mi domanda Yumi,riportandomi alla realtà e facendomi sentire improvvisamente una specie di fuori legge.
-Ovvio che lo stava facendo!- le risponde Nanaka,secca. Mi chiedo se si ricordi che Yumi è il suo capitano,ma temo di conoscere perfettamente la risposta.
Yumi si zittisce davanti ai miei occhi,mentre Nanaka riprende a parlare...-a questo punto,ciò che ci converrebbe fare è tornare a farlo. Ecco cosa faremo,ragazze. Superato il muretto,ci appiattiremo contro il muro e ci avvicineremo il più possibile alla finestra del salotto,così potremo tranquillamente origliare tutti i loro discorsi. Tutto chiaro?-
Osservo Nanaka,impressionata. Non pensavo avesse un così elevato senso dell'organizzazione e della strategia. Chissà,potrebbe sempre rivelarsi utile,in partita...
Tuttavia,l'idea mi sembra stupida. Non voglio fare qualcosa che potrebbe profondamente deludere Kaede.
-Io me ne tiro fuori,ragazze...- dichiaro,sperando che riescano a capire.
-Si,immaginavo che l'avresti fatto,ma non ti preoccupare- mi rassicura Nanaka -correremo noi questo rischio per te. Se dovessimo venire scoperte,almeno Kaede non se la prenderebbe con te...-
La guardo, e un grande istinto di abbracciare questa ragazza tutta minigonne e ricci platinati mi pervade. Non avrei mai potuto immaginare che, in fondo, Nanaka Mitsui fosse una così cara ragazza!
-Grazie,Nanaka...e grazie anche a voi,ragazze..-
-No,non ci ringraziare!- Nanaka sorride,complice.
Mi allontano di fretta al suo segnale,sentendomi parte di un'organizzazione veramente importante. E non si tratta dell'FBI,della CIA,o di chissà quale servizio segreto..
No. Mi sento finalmente parte di un gruppo.
Un gruppo di amiche.

Allontanatami ormai dalla casa del volpino e della fuggiasca,mi ritrovo a fissare il campetto. Lo stesso campetto quel giorno quasi allagato dall'acqua che precipitava,rabbiosa,dal cielo.
Ricordo che avevo abbandonato l'ospedale in fretta e furia,alla ricerca di quel ragazzo così freddo all'apparenza...Kaede Rukawa. E l'avevo trovato qui,Kaede,in questo campetto,sotto la pioggia.
Mi ero avvicinata,avevamo parlato. Lui mi aveva regalato qualche sua impareggiabile perla di saggezza.
Mi aveva chiamata mocciosa,io avevo provato a spiegargli che il mio nome è Uriko,ma non credo che il concetto gli fosse entrato bene in testa,in quell'occasione...
E' assurdo,neppure mi capacito di quanto tempo sia realmente passato, ma sembra una vita...molto è cambiato da allora, e tutto si è incasinato, è diventato intricato, impenetrabile.
Appoggio le mani alla rete metallica che circonda tutto il perimetro del campo,osservando l'impalcatura scadente del canestro,immobile,simile ad un rassicurante totem.
-Uriko?-
Qualcuno è alle mie spalle,mi è vicino. Ad un passo.
Conosco questa voce calda,decido di non voltarmi verso di lui. Verso Akira.
Rimango nella stessa posizione,invece,lo sguardo ancora puntato sul canestro,che tanto rappresenta per me. Rappresenta la mia vita,in fondo.
-Due volte in una giornata,Akira..- pronuncio solo io,mentre lo sento farsi più vicino,affiancarmi.
-Già..curioso,non credi?- domanda lui,ridacchiando sommessamente.
Nonostante la situazione,mi sfugge un sorrisetto. -Si,lo è...-
Mi volto a guardarlo in quegli occhi di un blu intenso, e mi ritrovo a pensare che sembrano occhi sinceri. Occhi talmente sinceri che è impossibile appartengano a lui, a lui che non ha detto niente a Kiran di Lynda, di Alexander...
-Perchè non lei hai detto niente?- domando improvvisamente interrompendo il silenzio pesante nato fra noi.
Akira sembra sorpreso dalla mia domanda,si volta a guardarmi, e in quegli occhi, in quegli stessi occhi, leggo il panico. Stai cercando di trovare la migliore delle risposte possibili,vero,Akira?
-..non so perchè non l'ho fatto. Avevo paura...paura che lei non riuscisse a capire...-
Le mani di Akira stringono con più forza la rete metallica. Tremano.
-..e se Kiran non avesse capito, e avesse deciso di dimenticarmi, allora il mio mondo sarebbe crollato...perchè lei era ed è tutto per me...-
Non riesco a comprenderti, Akira. Se Kiran era davvero così importante per te,allora perchè tradirla con Lynda?
-Ma io ti ho visto baciare Lynda,Akira! La stavi baciando..e hai ancora il coraggio di sostenere che per te Kiran è importante?- gli domando,cominciando a provare nuovamente la consueta rabbia.
So di coglierlo impreparato. Vorrei solo mi rispondesse sinceramente.
-Non so spiegarti perchè l'ho fatto,Uriko. Ma te lo giuro...te lo giuro,io amo quella ragazza! Amo Kiran,la amo da quando ho capito che persona fantastica lei sia,e di quanto affetto abbia bisogno...amo quella splendida creatura fragile..-
Le parole di Akira pargono spezzarsi.
Dolore.
Un singhiozzo contenuto.
No,non voglio vedere ancora lacrime.

And please don't cry
I know how you feel inside, I've...
I've been there before

[Don't Cry - Guns 'N Roses]


-Sai...poco prima del ritiro,pensavo che Kiran fosse interessata a tuo cugino...- mi confessa Akira con un sorriso divertito. Ora sediamo a bordo campo,per terra,parlottando sempre di lei. Di Kiran.
-Scherzi?- Non riesco a credere alle parole di Akira.
Lui scuote la testa. -No,nient'affatto. Ero dannatamente geloso,l'ho fatta soffrire...-
Incrocio le gambe,mi immergo nei miei pensieri.
Sono sicura che Kiran non abbia mai provato nulla per Hana. Probabilmente la sua era solo una grande simpatia nei confronti di mio cugino, e Akira deve averla male interpretata...
-Non avresti dovuto. A Kiran Hanamichi non è mai piaciuto...-
Akira mi sorride di un sorriso imbarazzato. -Si...mi è bastato pensarci lucidamente, e me ne sono reso conto anch'io...ma ormai era troppo tardi. Quella sera,durante il ritiro,Kiran è venuta da me,mi ha incolpato della sua infelicità..-
Si,ricordo bene quella notte. Mi aggiravo per i corridoi alla ricerca di Kiran,quando la luce si è spenta, e tutt'intorno a me è piombata l'oscurità. Mi sono spaventata a morte...ma poi sono entrata per errore nella stanza di Kaede.
E' stato bello dormire con lui,dopotutto...
-Pensi che sarà disposta a perdonarmi...?- domanda poi Akira,inaspettatamente. Mi lascia di sasso,non so cosa rispondergli.
Ma non ce n'è bisogno.
Non ce n'è bisogno perchè non ho il tempo di farlo.
Ancor prima di rendermi conto di quello che sta succedendo,sento lo schianto. Lo schianto provocato dal corpo di Akira contro la recenzione metallica del campo. Kaede lo tiene fermo, lo spinge contro quei fili di ferro, vuole fargli male.
Poi,come se non bastasse,arriva il colpo al viso. Un dritto in faccia ad Akira. Un dritto secco, freddamente indirizzato verso il labbro della stella del Ryonan.
Labbro che si spacca.
Sangue che ne fuoriesce, rosso, vivo.
Polvere che si alza, tutt'intorno,spinta dal vento.
E Kaede,che ancora incombe su Akira,lo sguardo blu notte come non l'ho mai visto.
-Maledetto bastardo!- continua a ripetere,colpendolo ancora...un altro dritto in pieno viso,uno in pancia...
E il sangue,che macchia il terreno, e si confonde alla polvere.
Akira cerca di schermarsi con le mani,ma non gli è sufficiente,non davanti alla furia di Kaede. Presto si accascia a terra,ma Kaede continua a colpirlo,a prenderlo a calci...
-Basta!! Kaede,basta!!- sbraito, con le lacrime agli occhi. Ma c'è poco da fare,non mi ascolta,non si ferma.
Tremante,mi guardo intorno alla ricerca di aiuto. Ed è allora che le vedo,poco distanti da noi,gli sguardi terrorizzati. Nanaka,Chiyako,Yumi. E con loro c'è Keiko.
Il suo sguardo blu,scuro come l'oblio,in particolar modo,mi scuote dentro. E' fredda,immobile,osserva la scena con disinteresse evidente,come se non le importasse nulla di ciò che suo fratello sta facendo.
-Keiko!!!- tuono, furiosa e schockata. Ma lei non si muove,non mi guarda neppure. Probabilmente pensa che io sia una pazza,neppure mi conosce,in fondo...
-Insomma...!-
No,nessuno si muove. Lo massacrerà se continua così...
Ma poi,inatteso,il miracolo.
-Maledetta volpastra! Ti è andato di volta il cervello??-
Con il batticuore osservo Hanamichi cercare di tener fermo Kaede,fortunatamente con discreti risultati. Nel mentre,una mano rassicurante mi si posa sulla spalla.
Mi volto per incrociare due occhi profondi e conosciuti.
-Signorina Yuki..?-
Lei mi sorride. -Non preoccuparti,tuo cugino risolverà le cose,vedrai-
Ed infatti,è ciò che succede. Corro a soccorrere Akira, mentre Hanamichi cerca di calmare Kaede,completamente fuori di se.
-Akira?..oddio,Akira...-
Non mi parla. Non mi risponde!
-Akira..Akira parlami..Akira,per carità..Akira!!..-
-..Uriko?-
Non me ne sono accorta, ma Nanaka mi si è avvicinata.
-Mi dispiace,Uriko..mi dispiace tanto...-
La guardo. Sta...piangendo?..
Ed è allora che capisco. Nanaka...deve aver raccontato tutto a Kaede. A proposito di Lynda,di Alexander. Di quel bacio...
Dev'essere stato un duro,durissimo colpo per Kaede.
Kaede...
Lo cerco con lo sguardo,lo noto parlare con mio cugino. E' furioso. Furioso come non l'ho mai visto.

Kaede...


L'ambulanza arriva venti minuti dopo,grazie a Yuki che si è premurata di chiamarne una. Akira è ridotto davvero male, ma pare che sia soltanto svenuto.
Per fortuna.
Noi tutti siamo costretti a mentire, a raccontare qualcosa che non è vero,che è ben lontano dalla realtà.
Teppisti. Si,erano in tre.
Kaede non dice nulla,non protesta. Noi ci atteniamo a ciò che ci ha chiesto di fare Keiko. Nessuno si oppone..nessuno ha più voglia di combattere.
Hanamichi e Yuki si offrono di accompagnare Akira all'ospedale, di restare con lui.
Non controbatto, lascio che Hana vada, anche se, lo so, questa notte mi sentirò ancor peggio, senza di lui...
Yuki mi saluta con un sorriso rassicurante e un bacio sulla fronte.
Un gesto dolce, lo apprezzo.
-Sta' tranquilla...- mi sussurra,abbracciandomi teneramente...-andrà tutto per il meglio...-
Abbasso lo sguardo al suolo. Ciò che è accaduto è terribile...
L'ambulanza si allontana da noi, la sua sirena mi tormenta le orecchie, le devasta...
Poi, ad uno ad uno, se ne vanno tutti.
Prima Nanaka,non prima d'avermi chiesto scusa ancora una volta. No,non è colpa sua..non è colpa di nessuno..
Poi Chiyako, e Yumi.
Ed è allora che mi volto.
Mi volto verso di loro, verso di lui.
-Io me ne vado...- dichiara Keiko, glaciale. -Vieni anche tu,Kaede?-
Il mio sguardo si posa su di lui, per un istante che pare eterno...
-Torna a casa,mocciosa- mi ordina.
Me lo ordina.
Lapidario,secco,freddo come il marmo.
Che cosa ti ho fatto,Kaede...? Che cosa...?
-Ma io...- tento,ma so già come andrà a finire.
-Torna a casa!-

E rimango sola.
Sola di nuovo,al buio.
Sola,con le mie lacrime.

E il sangue.







EVVAI,FINITO ANCHE QST CHAPTER...SN DIVENTATA UNA SPECIE D MACCHINETTA,MI SEMBRA.. °_°
BEH,VI LASCIO CON LA SPERANZA CHE COMMENTERETE QUESTO CAPITOLO ALL'INSEGNA DELLO SCAZZOTTAMENTO XD
UN BACIONE E SEE YA,
DALLA VOSTRA
RUKI

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Capitolo 35
*** My Turn ***


-Fumie

-Fumie!?-
Ok,sono sorpresa. Decisamente sorpresa.
Insomma,svegliarsi la mattina con un'emicrania pazzesca e un sonno devastante, e sapere di dover correre a disputare una delle partite più importanti dell'intero campionato interscolastico è già di per se decisamente shockante,ma ritrovarsi faccia a faccia con una stangona bionda di un metro e novantadue dal viso terribilmente conosciuto alla fermata dell'autobus lo è molto,molto di più.
-Puffetta! Mi avevano detto che c'eri anche tu!-
Corro ad abbracciarla,incapace di credere che lei sia qui,ora.
Nanaka,Chiyako e Yumi sorridono,divertite dalla mia reazione. Ai,un po' in disparte,osserva la scena.
-Oddio Fu,ma cosa ci fai qui?- domando ancora stralunata,mentre la osservo depositare il suo borsone nero sulla panchina più vicina.
-Beh,mi sono trasferita qui con la mia famiglia da qualche giorno. Quando mi hanno detto dove saremmo andati a vivere mi sei venuta in mente immediatamente...
Frequento una scuola poco lontana dalla tua,comunque,ma siccome è abbastanza piccola non ha una squadra di basket. Fortunatamente, essendo la mia scuola gemellata allo Shohoku,il preside non ha fatto storie quando ho chiesto di diventare un membro del vostro team...e per fortuna,altrimenti avrei dovuto stenderlo a colpi di kick-boxing..-
Scoppiamo tutte a ridere.
Penso che Fumie non avrà alcun problema ad integrarsi,pare già stare simpatica a tutte qui,persino alla platinatissima Nanaka,che,si sa,ha dei gusti piuttosto difficilotti in fatto di amicizie.
Quando il bus arriva,lo Shohoku Basketball Team vi sale in massa.
Io mi siedo accanto a Fumie,vicino al finestrino socchiuso.
E le chiedo di Kagome,naturalmente.
-Kagome?- Fumie sorride. -Beh,è un periodo fortunato per lei. Ora fa parte della squadra di basket della sua scuola, e pare che già l'anno prossimo ne diventerà il capitano.-
-Davvero??- esclamo -Wow,sono felicissima per lei!-
Fumie mi sorride ancora.
Sono davvero contenta che lei sia qui.

Ho sonno. Tanto,tanto sonno.
Se fosse per me,mi sdraierei proprio qui,sul pavimento, e saluti a tutti...
Ma non posso.
Lancio per l'ennesima volta uno sguardo a Chiyako,Yumi,Nanaka e Fumie. Anche ad Ai,non posso evitarlo. Fa freddo in questo spogliatoio,non è accogliente come gli altri.
-Cavolo..- si lamenta Chiyako -..sono così turbata da quello che è successo a Sendoh che non credo riuscirò a concentrarmi in partita! Per una qualche ragione continua a tornarmi in mente Rukawa che lo prendeva a pugni,e...-
-Preferirei non sentir niente a proposito- sbotta Nanaka,in risposta. So benissimo il perchè di questo suo volere,probabilmente pensa di essere lei la responsabile di quanto è successo al campetto.
Ma non è così.
So bene che Kaede quando vuole la verità ti costringe a dirla...non c'è niente che tu possa fare,alla fine cedi e confessi tutto quanto.
Fumie inarca un sopracciglio,ovviamente non sa a cosa Chiyako e Nanaka si stiano riferendo,ma non fa domande.
Indossata la magica numero 11 e i pantaloncini un po' larghi,lunghi fino al ginocchio,correlati,mi appoggio all'armadietto gelido,con il batticuore.
Non capisco per quale motivo ce l'abbia,non mi sono affatto sforzata.
Poi me ne rendo conto..la tensione..sono troppo tesa,dovrei provare a rilassarmi. Sorrido ironicamente di me stessa,una ragazzina incapace persino di controllare i battiti accellerati del proprio cuore.
Così emotiva...troppo emotiva.
Il metallo a contatto con la mia pelle per un attimo pare bruciare. E' così freddo...
-Uriko?-
Si,lo so,dobbiamo andare.
Sorrido stancamente a Chiyako,la precedo fuori dagli spogliatoi.

Una volta in campo,raggiungo mogia la panchina. La decisione di Akagi di lasciar giocare Chiyako fin dal primo minuto non mi è piaciuta. Kogure,accanto a me,mi sorride euforico. Ogni partita è per lui motivo di profonda eccitazione, e trova sempre qualcosa di cui essere allegro.
Sbuffo,di rimando. Non capisco proprio cosa ci sia da essere così felici.
-Oh,su,Uriko...su con la vita! Ok,non giocherai questa partita,ma avrai modo di rifarti nella prossima..dobbiamo vedercela con il Ryonan,ricordi?-
Borbotto qualcosa di incomprensibile alle sue orecchie in risposta,lanciando un'occhiataccia di sbieco ad Akagi. Lo odio,perchè diavolo non posso entrare in partita!? Solo perchè ho cercato di ammazzare di botte Naromi Kitazawa!? E che sarà mai!!
Cambio posizione,mi siedo a gambe incrociate sulla panchina. Akagi mi fulmina con lo sguardo,ma io faccio finta di niente. Non mi interessa cosa pensa di me.
Non mi interessa cosa pensa di me qualsiasi persona,in questo periodo.
Perchè dovrebbe,alla fine...?
Il mio sguardo corre quindi in campo,tra le giocatrici. Tra di loro riconosco il sorriso amichevole di Misako Oki. Misa.
Non riesco a credere che non giocherò contro di lei...no,non è possibile!
La guardo...osservo il suo viso,quei suoi occhi ridenti,e i capelli lunghi legati nella solita treccia...sta parlando con una sua compagna di squadra molto alta,con i capelli neri a caschetto e un piercing al naso,un personaggio piuttosto insolito.
Le due ridono sinceramente divertite da qualcosa,ma di una risata educata. Non penso stiano ridendo di qualcuno dello Shohoku. Misa non sembra affatto il tipo,almeno.
Nell'attimo antecedente all'inizio della partita,la playmaker dello Shoyo mi rivolge uno sguardo dispiaciuto che subito capto. Le sorrido un po' a malincuore.
Poi,la partita ha inizio.
La palla vola. Pare volare,almeno.
Ma è nostra,incredibilmente. Possesso palla.
Rumore di scarpini sul parquet lucido ovunque...stridii amici. E il tonfo amato della palla che rimbalza.
Alzo gli occhi giusto in tempo per vedere Chiyako eseguire un passaggio non troppo perfetto all'indirizzo di Fumie,sostituta di Kiran in campo al posto della sottoscritta. Mossa stupida,forse un po' scontata, e in breve le stanno tutte addosso.
Se continueremo così,temo che non riusciremo ad andare molto lontano.

I miei sospetti si rivelano fondati.
Al secondo time-out di Akagi,la squadra sembra distrutta,oltre che agitata. Ma lo leggo nei loro occhi: lo Shoyo è un avversario con la A maiuscola,non posso e non devo incolparle.
Il mio sguardo si posa quasi per caso su Misa, seduta in panchina tra le sue compagne. Sembra serena,rilassata.
E' nello stesso istante che lei si volta,incrociando così il mio sguardo. Mi sento un po' in imbarazzo, ma subito il disagio pare dileguarsi com'è venuto,grazie ad un suo solo sorriso.
-..e quindi il vero problema è la Oki. Ogni suo passaggio alla Hanagata è canestro sicuro. Per questo richiedo concentrazione,ragazze.- sento Akagi dire,quando riporto la mia attenzione sulle mie compagne.
Chiyako,in particolare,è sudatissima. Sembra davvero esausta..vorrei poterla sostituire in campo,ma so bene che Akagi non mi permetterebbe mai di farlo.
Neppure se Kogure lo pregasse in cinese.
Osservo le ragazze rientrare in campo,le incito,ma so di poter fare poco per lenire la loro fatica. Stiamo perdendo di pochi punti,eppure sembrano così tanti...probabilmente perchè lo Shoyo fa paura a tutte noi...
La folla totalmente abbigliata in verde pare esplodere all'ennesimo canestro di Ari Hanagata,sorella del più conosciuto Toru.
Una vera tragedia.
Osservo la ragazza con il piercing correre a battere un cinque a Misa. E' solo grazie al suo imprendibile passaggio se è riuscita ad eseguire quello slam dunk spettacolare.
-Ci mancava solo la sorella di Hanagata,eh,Akagi?- domanda improvvisamente Kogure al nostro burbero allenatore. Pazzesco,penso,incrociando le braccia al petto,cambiando nuovamente posizione. Un'altra volta,nel giro di dieci minuti.
-Non riesci proprio a stare ferma,vero Uriko?-
Ma quando la smetterà di fare domande a tutti,questo quattrocchi!?
-Mh..già- gli rispondo,vaga.
Non sono per niente in vena di chiacchiere,vorrei solo giocare...
Vorrei giocare per non pensare a Kaede,allo sguardo glaciale che mi ha rivolto,al suo ordine..."torna a casa,mocciosa!"..
L'ha detto come se fossi un peso,come se si fosse reso conto del fatto che in realtà non mi sopporta, e non mi ha mai sopportato...
E dentro di me,anche se so che è ingiusto,io continuo ad accusare Keiko di questo suo cambiamento nei miei confronti.
Più volte avrei voluto chiedere a Nanaka che cosa sia veramente accaduto quella sera,che cosa abbia detto Kaede prima di correre al campetto per prendere a pugni Akira...
Si,proprio Akira,ancora ricoverato in ospedale a causa di alcune ferite che si sono riaperte.
Abbasso lo sguardo alle mie mani. Strette l'una nell'altra. Tremano.
Tremano al solo ricordare quella sera.
Sono passati solo due giorni, e la ferita apertasi dentro di me,ancora non si è richiusa.
Soffro con te,Akira.
Soffro a causa tua,Kaede...

Un clamore s'alza solo per interrompere i miei pensieri.
Kogure,accanto a me,lancia un grido strozzato.
Lancio un'occhiata allarmata in campo,e allora capisco.
Chiyako è per terra,si tiene una gamba dolorante,le lacrime agli occhi.
Le sue urla lancinanti mi riempiono le orecchie come l'autoambulanza sulla quale Akira fu caricato quella sera,ma mi riempiono anche il cuore.
Chiyako...!
Mi alzo immediatamente,corro in campo.
L'arbitro mi urla qualcosa,ma non me ne curo.
Che diavolo può volere un idiota del genere da me,in questo momento? Una mia amica è riversa a terra con una gamba probabilmente rotta e questo cretino continua a pensare alle sue dannate regole!
La raggiungo in un attimo,mi accuccio accanto a lei come il resto della squadra.
Yumi mi rivolge un'occhiata piena d'angoscia.
-Chiya...! Chiya...!-
-Volete portare una barella...qualcosa!?- sbotta Fumie, imitata quasi immediatamente da Nanaka.
-Insomma,maledizione!-
La folla tutt'intorno a noi continua ad agitarsi,nessuno sa realmente cosa sia successo.
Ma in poco tutto si chiarisce.
Una giocatrice dello Shoyo viene accusata di fallo,Chiyako viene portata via in barella. E dentro di me,la rabbia ribolle.
L'arbitro mi invita ad uscire dal campo,ma non dovrebbe farlo.
No,non dovrebbe,perchè sarò sicuramente io a prendere il posto di Chiyako,non c'è nessun altro che possa farlo!
Incrocio lo sguardo dell'allenatore mentre muovo velocemente verso la panchina.
Un incrocio di sguardi che sa di parole.
Sa di conversazione muta,eppure chiara.
Ghigno,soddisfatta.
-Non se ne pentirà!- assicuro ad Akagi,sorridendo apertamente. Un sorriso grato.
-Non sai quanto mi ricordi tuo cugino,in questo momento,Sakuragi...- mi dice lui,con un sorrisetto.
Pazzesco,il Gori ha sorriso!!
-Beh,le dimostrerò che il sangue Sakuragi è il migliore di tutti!- dichiaro,entrando in campo.
La mia entrata in scena è accompagnata dal clamore della folla,sia in positivo che in negativo; dal sorriso di Misa,che mi da la carica; Dalle pacche affettuose delle mie compagne, fatta eccezione per Ai.
Prima che il gioco abbia inizio nuovamente,prima che tutto ricominci, alzo lo sguardo agli spalti, e li vedo..
Hisashi,Ryota,Ayako,Haruko,persino Ken Sugiyama.. e accanto a loro l'Armata Sakuragi al gran completo...noto lo sguardo di Hana,così brillante,così..orgoglioso?..ma non ho ancora fatto niente!..
Gli rivolgo un sorriso radioso,una promessa segreta nasce tra noi. Farò vincere alla squadra questa partita,Hana.
Lui pare sigillare il nostro silenzioso accordo con l'ennesimo,dolcissimo,sorriso,uno di quelli che il mio adorabile cuginetto rivolge a me soltanto...o quasi,mi dico con un risolino,quando Yuki affianca Hanamichi sussurrandogli qualcosa all'orecchio.
Adoro quella ragazza...è riuscita a migliorare nettamente l'umore di mio cugino in così poco tempo...
Si,adoro Yuki,a differenza di un trio di idioti che siede tra la folla.
-Uh,hai visto,Uriko? Ci sono Naromi Kitazawa,Akane Chiba e quello scimmiotto...-
Nanaka mi affianca e mi indica appunto il trio di idioti che avevo già notato.
-Già..Nobunaga Kiyota...-
-Ah,si chiama così?- Nanaka assume un'espressione schifata. -Che nome stupido...!-
Scoppio a ridere,forse esageratamente.
Ma è a causa della tensione,lo so.
Non ho visto Lui tra tutta quella gente...e la cosa mi fa stare così male,e...No,Uriko,non pensarci.
Tu devi giocare,ora.
L'unica cosa a cui devi pensare, ora, è la partita.
-In bocca al lupo,Uriko- mi sussurra Misa,un sorriso di sfida dipinto sul viso,sorriso che mai e poi mai avrei pensato mi potesse venir rivolto da lei.
La guardo riprendere posizione.
Sospiro.
Fumie mi fa un cenno,mi chiede se sono pronta.
...Si.
Si,sono pronta.

E la palla vola in alto,vola ancora.
Tensione. Sudore.
E clamore.

Il gioco ricomincia.

 

 

 

 

 

 

 

ENNESIMO CAPITOLO FINITO E POSTATO CON LA SPERANZA CHE LO COMMENTERETE^^ Vorrei ringraziare caldamente ROWINA (ovviamente^_^..diooo,quanto ti voglio beneeee!), LADY ANTARES D.L. (la tua recensione mi è piaciuta enormemente..), SCORPY (sono contentissima che tu ti stia appassionando alla vicende di Uriko e soci!^^), ARKADIO ("sta degenerando da dio" mi ha fatta scompisciare XD), la mia CUGGY YASAI (somma adoratrice di Lynda e della viuuulenza! uaauahauaha!!!) e infine la new-entry URIKO (con un nick così,non posso che farti i miei complimenti!! You rock,girl!!)

FINO AL PROSSIMO CAPITOLO,

SEE YA ALL

RUKI

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Capitolo 36
*** Moon Child ***


Nuova pagina 1

Comincio ad avere il fiatone.
Ma non voglio cedere alla fatica,non voglio lasciarmi sconfiggere così.
Il mio respiro pesante si mescola ad altri respiri identici,mentre,ancora una volta,eseguo un passaggio azzardato,che,fortunatamente,va a buon fine.
Osservo Fumie,che,rapida,corre a canestro. Un canestro,un altro.
Incredibile,sembra così facile...
Dopo il mio ingresso in campo,la motivazione delle ragazze è salita alle stelle,così come il loro entusiasmo.
Non me l'aspettavo.
Lo Shoyo ora non ride più. Due soli punti,infatti,ci separano da loro.
E manca poco...così poco che fa male...
Il coach dello Shoyo chiede il time-out a un minuto dalla fine. Ovvio.
La squadra si raccoglie,e così facciamo noi,intorno ad un Akagi nervoso e ad un Kogure visibilmente agitato.
La numero 11 è fradicia,me la sento incollata alla pelle.
Ma manca poco..
Il mio sguardo corre dal viso esausto di Nanaka a quello di Fumie,poi a quello di Yumi,infine a quello di Ai.
Akagi si è lanciato in un discorso che non capisco.
Le mie orecchie non sentono che il battito frenetico del mio cuore,in questo momento. Il sangue ribolle nelle mie vene,agitato dalla tensione della fine che si avvicina.
Tum. Tum. Tum.
Tensione,in tutto il mio essere.
-..tutto chiaro?- sento Akagi domandare. Non ho sentito un'acca del suo discorso,ma alla fine non importa.
Manca un solo minuto...un minuto soltanto...
Le ragazze rispondono un "si" in coro,tese come corde di violino.
Un violino che dovrà evitare stonature,ora. Assolutamente.
Mentre torniamo in campo,lancio un'occhiata ad Ai. Per tutta la partita ha accuratamente evitato di passarmi la palla. Incredibile,ma vero.
E folle.
Terribilmente folle.
Giuro che se dovessimo perdere a causa sua,le incendierò la casa!!
Il gioco ricomincia prima ancora che io abbia il tempo di prepararmi psicologicamente.
Per fortuna,quando individuo la palla,scopro che è Ai ad averla, e sta correndo a canestro. Incredibile...finirà così?
Voglio crederci.
Devo crederci...
Ma i miei sogni si frantumano presto.
La numero 4 dello Shoyo intercetta la palla. Il mio cuore perde un battito.
Maledizione!
La seguo con attenzione,mentre passa la palla a Misa.
Misa...di nuovo lei...
E poi,improvvisamente,me la ritrovo davanti.
Lei,con quel suo sorriso semplice stampato in viso.Quel sorriso che ora mi sa molto,troppo,di beffa.
Ti farò smettere di sorridere,Misako Oki,contaci!
E il tempo passa,i secondi scorrono,mentre la palla rimbalza sul parquet...una,due..tre volte...
La seguo con lo sguardo,non la perdo un attimo.
Infine,Misa ci prova. Uno scatto in avanti,imprevedibile,com'è nel suo stile. Ma questa volta non avrai la meglio,Misa..
Con una rapidità che stento a riconoscere come mia,derubo la somma Misako Oki della cosa più importante per entrambe in questo momento.
Te l'ho fatta,Oki...
Un mio preciso passaggio poi,fa in modo che Nanaka si ritrovi la preziosa palla arancione tra le mani.
Sorrido.
Forza Nanaka,vediamo di chiudere questa partita in bellezza!
Nanaka si concentra,la osservo prender bene la mira dietro la linea dei tre punti. Le basta poco,perchè,in un attimo,la palla ha già iniziato il suo viaggio verso il canestro.
Verso la meta.
Verso la vittoria.
E in quel momento,il tempo pare fermarsi.
Una sola immagine nella mia testa,nella testa delle mie compagne,nella testa di tutti...la palla.
La palla che vola.
La palla che sfiora il tabellone.
La palla che si infila perfettamente nel canestro...
Il grido euforico di Nanaka è la prima cosa che sento,quando le mie orecchie tornano a captare voci e rumori tutt'intorno a me.
E poi,ne sento un altro.
E' il mio.

Al termine di una partita importante,quando si ha ormai la vittoria tra le mani,il mondo sembra tingersi di colori differenti,più vivi,più brillanti.
O almeno,per me è così.
Vedere l'intero Shohoku Team al settimo cielo mi ha fatta sentire strana. Mi ha fatta sentire come se facessi parte di una grande,affiatata famiglia.
Kogure era il più esagitato di tutti. Mi ha fatto ridere.
La delusione dipinta sui visi delle ragazze dello Shoyo,però,mi è rimasta stampata nel cuore. Per loro il torneo termina qui.
Misa è venuta a stringermi la mano e a farmi i complimenti.
Le ho detto che molto,molto del merito è stato di Nanaka e del suo formidabile tiro da tre.
Come si dice,la classe non è acqua. E quella dei Mitsui non è solo leggendaria.
Hana mi è venuto incontro quando sono finalmente uscita dagli spogliatoi,dopo essermi concessa venti minuti di doccia rivitalizzante.
-Ucchan...sono fiero di te,cugina...- mi ha detto,con gli occhi cioccolato che gli brillavano. Era sincero...così dannatamente sincero che mi sono commossa.
Anche Yuki è stata gentile,mi ha abbracciata e lodato le mie gesta in campo.
E' stato...indescrivibile.
Ed ora che siedo ancora accanto a Fumie,su questo autobus ora pieno di risate,posso dire di sentirmi finalmente meglio.
Molto meglio.
-Allora ragazze,stasera si esce per festeggiare??- domanda Nanaka,seduta proprio dietro di me. Mi arrampico sul sedile e mi volto verso di lei,che siede accanto a Yumi. -Ci andiamo anche senza Chiyako?-
Nanaka pare ricordarsene all'improvviso.
-Uh,già. Beh..potremmo andare a trovarla all'ospedale,no? E poi andare a bere qualcosa al solito pub...sono sicura che Chiyako non se la prenderebbe,sai bene com'è fatta-
In fin dei conti,Nanaka ha ragione,perciò accetto con entusiasmo.
In poco,tutto il bus è al corrente della fantastica serata che ci aspetta, serata in onore della vittoria contro lo Shoyo.
-Oh,Ucchan,vengo anch'io!- sento Hana gridare,da qualche parte. Purtroppo a bordo dell'autobus c'è troppa gente,non riesco a vederlo.
-Va bene!!- urlo, al di sopra del chiacchiericcio della folla.
E' proprio vero,i Sakuragi sarebbero ben accetti al mercato del pesce.

Quando arriviamo a casa,Hanamichi corre ad occupare la sua posizione sul divano,togliendosi la felpa e rimanendo in canottiera. La riconosco: è quella che gli ho regalato io per il suo ultimo compleanno.
-No,Hana!- lo ammonisco io -niente tv. Dobbiamo fare in fretta,siamo già in ritardo!-
Lui si volta a guardarmi,con quell'espressione da bambino innocente disegnata sul viso che proprio non sopporto,perchè è sempre capace di disarmarmi.
-Eddai Ucchan...solo un po'!-
Sospiro. Come posso dirgli di no?...E' impossibile!
-Oh, e va bene. Ma io vado a vestirmi...non appena torno di qui,tu fili a cambiarti,ok?-
Hanamichi non mi risponde,già completamente assorbito dal quiz della sera.
Ahhhh,i maschi...
Quaranta minuti dopo,fortunatamente,io e Hana siamo pronti per uscire.
Questa sera ho optato per una gonna corta,nera, e una maglietta a strisce rosse e nere, i colori dello Shohoku. Ai piedi,i miei adorati anfibi.
Anche Hana stasera si fa notare..una canotta nera e un paio di jeans strappati sono tutto ciò che ha addosso.
Non c'è niente da dire in proposito,mio cugino è davvero un bel ragazzo!
L'appuntamento con gli altri è ovviamente sul lungomare. Da lì,andremo direttamente a trovare Chiyako in ospedale,lo stesso in cui è ricoverato anche Akira.
Chiyako..Chissà come si sente...

La risposta è...molto meglio di quanto io potessi sperare.
-Ragazzi!!-
Raggiunta la sua stanza,Chiyako ci sorride raggiante,nonostante sia sdraiata a letto con una gamba ingessata. E' davvero una ragazzina forte.
-Chiya-chan!! Come ti senti?-
Ancora la piccola ci sorride.
I suoi occhi acquamarina non hanno perso la loro luminosità,noto con sollievo.
-Sto bene,non preoccupatevi. La gamba non mi fa male..anche se mi prude un po'...-
Ridacchiamo tutte,sollevate. E' davvero fantastico sapere che Chiyako sta bene!
-..Allora,suppongo che andrete a divertirvi in qualche locale senza di me,dopo...-
Un silenzio imbarazzato segue quest'affermazione di Chiyako. Nessuno di noi sa cosa dire...
Ma per fortuna,Chiyako ci rassicura ancora una volta.
-Ragazzi,stavo scherzando! Se andate a festeggiare e vi divertite,allora ne sarò sicuramente contenta!-
-Dici davvero,Chiyako?- la interroga Fumie,poco convinta.
Si vede che ancora non conosce bene la nostra piccola grande Chiya.
-Ma si,si! Non preoccupatevi,andate pure!-
Le sorrido,raggiante. E orgogliosa. Orgogliosa di lei,della sua maturità. Della sua splendida personalità.
-Grazie,grazie,grazie Chiya!!-
Lei mi sorride a sua volta.
-Oh,non devi ringraziarmi,Uriko..-
Già,non devo.
Ma lo faccio lo stesso.

Quando lasciamo l'ospedale,i nostri passi ci riconducono sul lungomare,al solito pub.
Peccato che,questa sera,sia affollato di persone a me non troppo gradite.
Appena entrate,noto con orrore una figura nota seduta ad un tavolo non troppo lontano. I capelli neri legati in una coda,le ballerine azzurre ai piedi,una collana di perle dello stesso colore al collo...
Naromi Kitazawa.
E accanto a lei siedono,immancabili,una Akane Chiba visibilmente brilla e un Nobunaga Kiyota in versione camicia bianca elegante.
E' davvero pazzesco che io debba incontrare questi tre scimmioni ovunque vada!
Faccio per fare dietrofront,ma ormai è troppo tardi.
-Ma guarda guarda chi c'è...- Naromi Kitazawa mi sorride tronfia,indicandomi ai suoi due degni compari. -Uriko Sakuragi!-
Hana,dietro di me,prende ad agitarsi.
No,Hana,sta calmo,non è proprio il caso di dare spettacolo,o almeno non qui dentro.
-Hai qualche problema con Uriko,maledetta miss Giappone mancata?-
Mi trattengo dal ridere quando scorgo l'indignazione sul viso di Naromi. Probabilmente non se l'aspettava.
Ma,in quel momento,Nobunaga Kiyota ci mette il becco.
-Oh,Rosso-scimmia,ci sei anche tu!-
-Nobu-scimmia,ma che piacere!-
Osservo Nobunaga alzarsi,e,una volta avvicinatosi a Naromi,baciarla con trasporto. Non capisco che diavolo voglia dimostrare...
-So bene che la vorresti,ma sai com'è...agli sfigati nulla è concesso...UAHAUAHAUAHAUAHA...-
Ride Nobunaga Kiyota,ma rido anch'io.
Che diavolo sta dicendo,questo cretino!?
-Che cazzate spari,demente? Io una ragazza già ce l'ho,ed è molto meglio di quella tua signorina faccia-da-scimmia!-
Il dire di Hana provoca un nuovo scoppio di risa in Nobunaga.
Dio,che tipo noioso.
Hanamichi ovviamente,ribatte, e così fa Kiyota, dopo di lui.
Comincio sinceramente ad annoiarmi...

Quando decido di uscire dal locale per prendere una boccata d'aria fresca,venti minuti dopo,i due stanno ancora scambiandosi frecciatine.
Sono così infantili...ma d'altronde capisco Hanamichi,quel Kiyota è ufficialmente sulla mia lista nera da stasera.
Ancora mi ritrovo a seguire la linea del parapetto che mi divide dalla spiaggia,sotto la luna.
Un paesaggio suggestivo,struggente.
La brezza marina mi saluta a modo suo,accarezzandomi dolcemente i capelli. Penso d'averlo già detto, ma lo ripeto: non c'è nulla di meglio al mondo della luna che gioca con le onde del mare.
Sulla linea dell'orizzonte,la luce bianca è più intensa,vivace,quasi stesse amoreggiando con le dolci increspature della tavola blu...
E' una meraviglia.
Una figura poco distante da me pare pensarla allo stesso modo. Sta ferma,immobile e silenziosa,a scrutar l'immensità irrequieta dell'oceano.
Languidamente la stessa luce che lambisce le onde coccola i suoi capelli lunghi,sciolti sulle spalle...timido il vento solleva leggermente il suo vestito di cotone leggero..

Il mio cuore pare fermarsi.

Kiran Rukawa.

 

 

 

 

ORMAI AGGIORNO PRATICAMENTE OGNI SERA..CONTENTI? DITEMI..QUESTA VE L'ASPETTAVATE?? EHEHEH...BEH,NE APPROFITTO PER SALUTARE E RINGRAZIARE CHI HA COMMENTATO IL CAPITOLO PRECEDENTE, E CIOE' ROWINA, MIKU, LADY ANTARES DEGONA LIENAN, ARKADIO E L'ENNESIMA,GRADITISSIMA NEW-ENTRY..FRANCY.

THANK U ALL,

AL PROSSIMO AGGIORNAMENTO

RUKI

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Capitolo 37
*** I Feel The Gravity Of It All ***


Nuova pagina 1


She's all alone again
Wiping the tears from her eyes
Some days he feels like dying
She gets so sick of crying

[Extraordinary Girl - Green Day]



Lei è a pochi passi da me.
I suoi capelli,più chiari dei miei, questa sera un po' crespi,adorni di salsedine.
Il viso bianco,chiaro,porcellaneo come sempre.
E il vestito azzurro di quella volta...
-..Kiran?..-
La mia voce decide di liberarsi,di uscire allo scoperto. In questo momento,lo so,sono fragile.
Così fragile che potrei addirittura cadere a pezzi.
Si volta in mia direzione Kiran Rukawa, e, per un attimo,la sorpresa è ben denotabile nei suoi occhi..ma solo per un momento,prima che Kiran si volti nuovamente,torni a guardare il mare,come se nulla fosse successo,come se non mi avesse vista,come se non mi avesse riconosciuta...
-Kiran?- tento nuovamente,più sicura,eppure inquieta. Sono sicura che sia lei,non ci sono dubbi...ma allora perchè diavolo non mostra alcuna emozione, nel vedermi?
Mi avvicino di qualche passo,incerta. Voglio semplicemente..capire. Capire perchè lei mi ignora,perchè lo fa deliberatamente...
-Kiran? Quando sei tornata in Giappone...?-
Le poggio una mano sulla spalla destra,gesto di saluto. Ed è allora che succede...lei si ritrae,la mia mano ora tasta l'aria..
ma che cosa...?!
-No,stammi lontana...!-
Mi allontana da se Kiran,mi allontana come se fossi la peggiore delle scocciatrici..
-Kiran,ma che..?- tento,avvicinandosi nuovamente a lei.
Vorrei abbracciarla,vorrei dirle che mi è mancata.. che la considero comunque la mia migliore amica,nonostante tutto...che le voglio ancora bene...
-No,ti ho detto di starmi lontana...devo recuperare la mia tranquillità interiore..- dichiara lei in risposta ai miei tentativi di avvicinarla,lapidaria.
Ed io non capisco...
Non riesco a capire...
Pensavo che non fosse cambiato nulla,Kiran..
Pensavo..
No,non importa più quello che pensavo. Non più,ormai.
E' questo ciò che mi ripeto,mentre ti guardo allontanarti da me senza voltarti indietro.

Di nuovo.


Sola sul letto,a pensare. Sdraiata,seduta...non importa. Non è mai importato a nessuno. Neppure a me. Perchè il dolore è lì,sempre presente,costante,massacrante..qualsiasi posizione io assuma. E cerco di calmarmi, di rilassarmi, di dirmi che tutto andrà bene.. e lo faccio perchè vorrei poter dormire,chiudere occhio per un po'.
Ma non c'è nulla da fare..
Mi alzo,diretta al bagno..l'acqua gelata sul viso mi risveglia del tutto,alleviando il rossore delle mie guance irritate da lacrime bollenti.
Sono così stanca di piangere...
Non ho mai versato tante lacrime come nell'ultimo periodo...
Guardo la mia immagine riflessa nello specchio...oggi,solo oggi,vorrei poter essere un'altra persona..poter cambiare la mia identità..poter fuggire da qui..da Kaede..da Kiran..da tutti i miei problemi...
Una nuova ondata di pianto mi travolge.
Forte.
Violenta.
Impossibile da reprimere.
Poi,un abbraccio caldo,carico d'affetto. Qualcuno alle mie spalle. Un qualcuno che non si limita a stringermi,mentre,ancor scossa dai singhiozzi,tremo.
Un qualcuno di cui presto sento le labbra morbide e calde sulla guancia. Un tocco timido ma spontaneo che mi rianima,che mi cura,che mi fa rinascere dentro.
Alzo lo sguardo,i suoi occhi cioccolato,così rassicuranti,riflessi nello specchio,così come il suo viso,dai tratti maschi..così serio..eppure così dolce..
Mio cugino Hanamichi,il mio angelo custode dai capelli rossi.
-Hana..-
-Ti ho sentita piangere,Ucchan..-
Mi culla Hanamichi,mi culla mentre mi tiene stretta a se. L'immagine riflessa nello specchio pare cambiare. Quella ragazzina...si sente un po' meno sola,ora.
-..piangi per lui..?-
Annuisco,tra i singhiozzi. O almeno,cerco di farlo.
Hana mi ascolta in silenzio,senza interrompermi neppure una volta,mentre gli parlo di Lui..di Kaede.. e di Kiran..si,anche di lei..lei che mi ha allontanata,lei che mi ha voltato le spalle..
-...torniamo in camera..ti va?..- mi domanda mio cugino,quando ho finito di raccontargli tutto. Annuisco,poi,dopo essermi asciugata il viso con un asciugamano morbido,mi avvio verso camera mia.
Mi sdraio sul mio letto...e un ricordo mi torna alla mente,vivido,doloroso.
Il respiro caldo di Kaede sulla mia pelle,quella notte. Le sue braccia strette intorno a me, e la voglia improvvisa di trascorrere la mia intera esistenza in quel modo...
Perchè,mi dicevo,nulla sarebbe variato,in futuro. Nulla. Ciò che ci univa era troppo importante,troppo speciale.
Ma allora perchè adesso non è più come prima? perchè tutto va storto? Perchè...?
Il buio non mi spaventa ora,culla il perdersi dei miei pensieri, e il sonno mi aggredisce dolce da ogni lato...

Sarebbe tutto perfetto..

Si..

Se solo tu fossi qui...


-Mh..Hana..?-
Le tre di notte,dubito che mio cugino possa essere ancora sveglio,ma come si dice,tentar non nuoce..per questo ho raggiunto la sua stanza.
Passa qualche secondo,interminabile,ma poi sento la sua voce rispondere,lo vedo tirarsi a sedere,accendere la lampada sul comodino...poi,i suoi occhi profondi incontrano i miei.
-..non dormi,Ucchan?..- E' preoccupato,si vede. Ne sono quasi felice.
Scuoto il capo,stringo più forte a me il peluche a forma di pecorella. Quello che,di recente,mi aiuta ad addormentarmi la sera.
-No..-
-Eh,ti capisco..non sono riuscito a chiudere occhio neanche io..ma come faccio a dormire se mia cugina è nel pieno dei suoi casini sentimentali!? MALEDETTO RUKAWA,LA PROSSIMA VOLTA CHE LO VEDO LO..-
Zittisco Hanamichi. Non voglio che dica quello che sicuramente ha intenzione di dire.
-No,tu non gli farai niente..me la devo vedere con lui da sola..-
Per un attimo lo sguardo di Hanamichi s'incendia,pare ribellarsi. So che vorresti dargli una lezione Hana,ma lui è un mio problema...solo mio...!
Già..Kaede Rukawa è un problema.
Per quanto io lo adori,lo è.
..Ma è il problema migliore di tutti...
-Come vuoi..- sbotta Hana,visibilmente contrariato. -pensavo solo di poterti aiutare...-
Gli sorrido teneramente.
-Si,lo so. Tu faresti di tutto per aiutarmi...grazie Hana..-
Mi avvicino,abbraccio Hanamichi,lo faccio d'impulso. Lo faccio perchè un cugino del genere non esiste da nessun'altra parte...sull'intero pianeta. Lui ricambia il mio gesto con la solita dolce goffaggine,che mi ha sempre intenerito moltissimo. -..sei così timido anche con lei,Hana..?- gli domando all'improvviso. Il cuore di mio cugino prende a battere più forte,lo avverto contro la mia pelle,quasi sotto la mia pelle...
-..non sei tenuto a rispondermi..- lo rassicuro,tenendolo ancora stretto. Non voglio che mio cugino parli con me di Yuki solo perchè si sente obbligato nei miei confronti.
E infatti Hana preferisce non parlarne.
Forse non avrei neppure dovuto domandarglielo...
Mi stacco da lui, gli sorrido..è rosso in viso,ancora scosso dalla mia domanda..mi fa tenerezza..
Poi,in un silenzio quasi irreale,mi accoccolo sul suo letto..un letto che sembra più comodo,più morbido..più rassicurante,in qualche modo..
Penso proprio che riuscirò ad addormentarmi,ora...
La voce di Hana,però,mi distoglie,improvvisa,dai miei pensieri. Pensavo non ci fosse più nulla da dire,per stasera...
-..quello che sento per lei..per Yuki..è...è..io..-
Sorrido tra me e me.
-La ami?-
La risposta tarda ad arrivare.
La luce si spegne,la stanza piomba nuovamente nel buio più assoluto.
Ma io attendo...

attendo...

attenderò fino a quando non risponderai,Hana...

Una macchina sfreccia sulla strada,il rombo del motore giunge per qualche attimo alle mie orecchie...

Poi,la risposta che mi aspettavo.

-...si...-


La mattina arriva troppo in fretta,quando non si vuole andare a scuola.
Eppure so bene che dovrò farlo,che dovrò raccogliere tutto il mio coraggio,attraversare la soglia di casa e uscire..
Uscire al sole,questa mattina signore incontrastato di un cielo fin troppo sereno per essere vero.
E lo facciamo,io e Hana,usciamo di casa a testa alta,affrontiamo un nuovo giorno.
E siamo in ritardo,come al solito.

Quando arriviamo a scuola,è solo allora che ci separiamo. Hana raggiunge la sua classe,io la mia. So bene che,una volta che avrò bussato a quella porta,sarò costretta ad entrare...sarò costretta ad incontrare sguardi che preferirei non incontrare..
Uno sguardo color del cielo,così distaccato..così diverso, da ciò che era in origine...
E uno sguardo color della notte,un inno al buio..al gelo..al vuoto..
Ma non ho paura,non voglio averne.
Non devo averne.
Ed è per questo che busso,che aspetto una risposta da parte della professoressa,risposta che giunge alle mie orecchie presto..troppo presto..
-Avanti-
Si..avanti..proprio lei,la parola che segnerà il tragico inizio di questa tragica giornata.
Un passo in quell'aula,ascoltando il battito impazzito del mio cuore.
E il mio sguardo che li cerca,che si aspetta di vederli da un momento all'altro...

..ma non ci sono.

Kaede e Kiran non ci sono. Nessuno dei due.


-Come sarebbe a dire che hai visto Kiran??-
Nanaka non vuole credermi,o per lo meno non ci riesce,quando le racconto la mia esperienza della sera prima.
Yumi,accanto a lei,ha portato entrambe le mani alla bocca,e mi guarda stralunata,gli occhi scuri sgranati.
-Da non crederci..!- commenta -..e lei non ha voluto abbracciarti?-
Scuoto il capo,afflitta.
-No,è diverso..non ha neppure voluto parlarmi..-
-Ma perchè non ce l'hai detto subito,ieri sera?- domanda Nanaka.
Riflettendoci,non lo so neppure io perchè ho deciso di tenere la bocca chiusa.
Avrei dovuto dir loro del mio incontro sul lungomare,di Kiran con i boccoli crespi e il vestito azzurro di cotone leggero...e della brezza..delle sue parole taglienti..e di tutto il resto..
Persino dell'odore troppo forte del mare.
Così opprimente..
Ma sono rimasta zitta,non ho parlato. Mi sono chiusa in me stessa..poi,la notte,sono scoppiata.
-..Non ne ho idea..- rispondo infine. Spero che nessuno di loro decida di prendersela con me.
-..eri shockata,non è vero? Beh,ti capisco..dev'essere stato un trauma..- Yumi ha voluto dire la sua,più saggia che mai.
E' proprio così,capitano.
Rivedere Kiran è stato..un trauma. Si,ma un bel trauma,un trauma piacevole.
Peccato solo per il suo atteggiamento...
Inspiegabile.
Inspiegabile e inspiegabilmente freddo.
-...mh,cerchiamo di non pensarci..se vorrà tornare a giocare per noi,noi la accoglieremo a braccia aperte..anzi,sono sicura che arriverà da un momento all'altro..- interviene Ai,spiazzandoci.
Pensavo non volesse più parlare con nessuna di noi.
Ci voltiamo tutte a fissarla. In breve l'attenzione è completamente puntata sulla nostra compagna di classe dagli occhi oliva.
Non dev'essere una cosa troppo piacevole...
-Insomma,ragazze! La smettete di fissarmi così!?- sbotta infatti Ai,dopo pochi secondi. -Se ve lo state chiedendo,si,è così..vorrei riappacificarmi con voi tutte..-
Ai non riesce neppure a finire la frase,che tutta la squadra le è addosso,Fumie compresa.
Sorrido,con un peso in meno sul cuore...
E' questo ciò che io chiamo affiatamento.


Quando entriamo in palestra,dieci minuti dopo,troviamo un Akagi e un Kogure estremamente seri,intenti a discutere tra loro.
-Penso dovremmo dir loro tutto,Akagi..hanno il diritto di sapere..- sta dicendo Kogure,lo sguardo nocciola sotto gli occhiali velato di profonda apprensione.
Akagi,accanto a lui,annuisce. -E' quello che penso anch'io. Ma se la squadra dovesse prenderla male,il loro rendimento,almeno per quanto riguarda la concentrazione,calerebbe sicuramente...Sakuragi non riuscirebbe a sopportare una cosa simile,dopo tutto quello che ha passato...-
Mi arresto di botto,incito la squadra a tacere.
-...Già,Uriko non la prenderebbe bene...ma non possiamo mentire alle ragazze,anche perchè prima o poi lo scoprirebbero da sole, e sarebbe ancora peggio..-
A questo punto,decido che è il momento di agire.
-..cos'è che dovremmo sapere?- domando,facendomi avanti,mostrandomi. E con me la squadra,tutta.
Kogure sbianca quando ci vede, Akagi assume un'aria ancor più seria, se possibile.
-..Sakuragi..-
Non distolgo lo sguardo da Akagi,non intendo cedere. E' ora di parlare,coach.
-..molto bene..squadra..sedute!-
All'ordine dell'allenatore,corriamo tutte a sederci in panchina. Io,da parte mia, ho le mani sudate, e il cuore in fibrillazione.
Stanno per arrivare altre cattive notizie,me lo sento.
Possibile che in questo periodo vada tutto come non dovrebbe?
Prendo posto accanto ad una nervosissima Yumi,e attendo.
Attendo che Akagi prenda parola,cosa che succede fortunatamente molto presto.
-...Come ben voi tutte sapete,la nostra prossima partita importante sarà contro il Ryonan..-
La squadra annuisce,con un mormorio diffuso.
-..Già,la nostra prossima partita importante..ma immagino che voi tutte sappiate che,prima del Ryonan,dovremo vedercela con le ragazze del Miuradai..tra due giorni..-
Nulla di nuovo,penso. Noi tutte sapevamo che,prima di poter affrontare il Ryonan,avremmo dovuto vedercela con il Miuradai.
-..Avevo evitato di creare allarmismi a proposito di questa squadra,poichè i suoi membri non rappresentavano certo un pericolo per lo Shohoku..-
-..come non rappresentavano..?- domanda Fumie,un pallone tra le mani. -..perchè ora,cos'è cambiato..?-
Un silenzio carico d'attesa cade tra noi. Tra noi, e Akagi.
-..mi dispiace dovervi dire che dovremo vedercela con un'avversaria ben più temibile di Naromi Kitazawa e di Misako Oki..- Un boato di delusione s'alza,riempiendo la palestra.
-Ma come!?- sbotta Ai -e dove l'hanno trovata,questa fenomenale campionessa? E' assurdo,così,all'improvviso..-
-..pensavamo sarebbe stata una passeggiata battere il Miuradai!- Nanaka sembra decisamente la più contrariata di tutte.
Un sorriso amaro si disegna sul mio viso. Non ci voleva proprio...
-..qual è il nome di questa ragazza?- chiede Ai,in mezzo al trambusto..
Alla sua domanda,il silenzio torna nuovamente a regnare sovrano,tra quelle quattro mura.
Un silenzio snervante.
Pesante.
Carico d'attesa.
-..il suo nome è...Kiran Rukawa...-




ALTRO CAPITOLO TERMINATO..CM AL SOLITO MI ASPETTO TANTE RECENSIONI^_^ RINGRAZIO DI CUORE TUTTI VOI CHE AVETE COMMENTATO IL CAPITOLO PRECEDENTE..QUINDI SCORPY,ARKADIO,ROWINA,FRANCY,MIKU E MICCY,UN'ALTRA NEW-ENTRY *_*
Questa volta vorrei porvi un interrogativo,giusto xkè nn lo faccio mai XD..
La domanda è: Quale dei personaggi originali (da me ideati) preferite?
SPERO CHE RISPONDERETE IN MOLTI AL SONDAGGIO^^


PER ORA,

ALLA PROSSIMA

RUKI..decisamente in Naruto-mode..^_^

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Capitolo 38
*** Burning ***


Nuova pagina 1

Non riesco davvero a crederci.
Se scrivessi un libro, raccontando tutto ciò che mi è accaduto in questo periodo,non credo che riuscirei a credere ad una sola parola del mio scritto.
Pensavo che le cose,dopo la partenza di Kiran,non potessero peggiorare. Non ancora.
E invece...invece mi ritrovo a dovermela vedere con una mia ex compagna di squadra,nonchè ex migliore amica,che ora gioca per una squadra di secondo rilievo come il Miuradai.
-Incredibile! Piuttosto che giocare con noi,preferisce unirsi a quel mazzo di schiappette del Miuradai!- Nanaka,seduta accanto a me sul divano di casa di Ai,riappoggia violentemente la tazza di te che stava sorseggiando sul tavolino.
Sussulto,lanciando un'occhiata ad Ai,per studiare la sua reazione. D'altronde,quelle sono le tazze del SUO servizio buono!
Ma Ai non sembra curarsene,immersa com'è nei suoi pensieri,una strana espressione,quasi severa,dipinta sul viso dai lineamenti particolari. Una ciocca di capelli ramati le è scivolata sul viso, gli occhi verde oliva si scorgono più difficilmente del solito dietro le lenti degli occhiali,che lei,ci ha detto,indossa solo in casa. Sembra...concentrata.
Yumi,seduta per conto suo su di una poltrona,ha lo sguardo perso nel vuoto. Non che sia una novità,ma oggi,in qualche modo,questo sembra preoccuparmi, e molto anche.
So che stanno tutte pensando a Kiran.
Lo so,perchè lo sto facendo anch'io,anche in questo momento. Pensare di dover disputare una partita contro di lei e il suo Miuradai mi terrorizza. Come non potrebbe essere così? Kiran è la miglior giocatrice della prefettura,senza alcun dubbio,ma noi ci eravamo sempre sentite al sicuro,ovviamente,perchè, pensavamo, quella stella sensazionale avrebbe giocato per noi,con noi. Per vincere tutte insieme.
Ma ci sbagliavamo..
Ci sbagliavamo tutte.
Kiran Rukawa giocherà per il Miuradai,non per lo Shohoku. Se Naromi Kitazawa appariva ai miei occhi come il peggior ostacolo che potessi incontrare sulla strada per la vittoria della mia squadra,è ovvio che mi sbagliavo di grosso. Allungo una mano sul tavolo,verso il piattino contenente dei grossi biscotti al cioccolato preparati da Ai in persona, e mi conquisto l'ultimo di quei deliziosi dolcetti.
Mh,l'ultimo. Si dice che mangiare l'ultimo pezzo (che si tratti di biscotti,torta,o qualsiasi altra vivanda) porti molta fortuna. Spero sia così, perchè per affrontare Kiran me ne servirà molta.
E non solo per combattere ad armi pari con lei sul campo.
No,anche solo per provare a scambiare quattro chiacchiere con lei.


Quando torno a casa sorprendo Hana e Yuki sdraiati sul divano,talmente presi l'uno dall'altro che tutto ciò che riesco a fare è mormorare un timido "scusate.." e uscire nuovamente di casa, imboccando il vialetto più veloce che posso, rossa in viso come mai lo sono stata.
Pazzesco!
Certo che Hana avrebbe potuto..chessò..avvertire!
E invece no..il mio simpaticissimo cuginetto permette che vengano a crearsi situazioni imbarazzanti come questa! Non riesco a crederci...
Nonostante questo,rifletto,mentre percorro a malincuore la strada che conduce alla scuola,Yuki e Hana sono talmente perfetti l'uno per l'altra da farmi una gran rabbia.
Probabilmente,anzi,sicuramente,sono estremamente invidiosa di loro,del loro rapporto fantastico,solido,che sembra quasi essere stato voluto dal destino.
Da quando l'ha conosciuta,Hana non fa che parlare di Yuki, di quanto quella meravigliosa ragazza sia speciale per lui. Ed ha ragione...Yuki è una delle migliori persone che io conosca.
Ed è proprio pensando a quella persona fantastica che mi imbatto in qualcuno che di fantastico non ha proprio nulla. Quando me lo ritrovo davanti,i capelli neri legati nella solita coda,quasi non riesco a crederci.
Nobunaga Kiyota, altresì definito Nobu-Scimmia da quel brillant'uomo di mio cugino.
Con lui c'è un ragazzo alto,con i capelli molto corti e lo sguardo estremamente sereno. Spero giochi per il Kainan,altrimenti tanta altezza sarebbe sprecata.
-ohi,Jin..fermo un attimo! Guarda chi c'è,l'amicona per eccellenza della mia Naromina...-
Sbuffo,lanciando un'occhiataccia a Kiyota,cercando poi di aggirare entrambi i ragazzi per lasciarmeli alle spalle il più in fretta possibile.
-Evita il sarcasmo,Kiyota...!- sbotto, superandolo. Ma è mai possibile che questo cretino non abbia qualcosa di meglio da fare che importunarmi,mi chiedo!?
-..AHAHA..non hai le palle,Sakuragi. Quelle servono in partita, te l'ha mai spiegato nessuno!?- Sbuffo ancora,ma non mi volto a rispondegli. Lasciamolo parlare,si tratta semplicemente di un povero idiota.
-Andiamo,lasciala stare...- sento Jin dire, alle mie spalle. Finalmente qualcuno che dimostra d'avere un po' di sale in zucca.
Incredibile credere che questo qualcuno giochi per il famigerato Kainan King,squadra famosa tanto per la sua enorme percentuale di partite vinte, quanto per la sua scarsissima percentuale di persone sane mentalmente.


Lasciatami alle spalle i due spilungoni del team gialloviola, mi ritrovo a percorrere la via che porta all'ospedale. Non che io abbia fatto molta attenzione a quali strade prendere.
Rifletto. Già che sono qui, potrei andare a fare una visitina a Chiyako. E magari anche ad Akira...è molto che non parliamo,non lo facciamo da quella sera,la sera in cui Kaede si è scatenato,dando il peggio di se.
Già..Kaede. Kaede che non si fa più sentire,Kaede che non viene a scuola,Kaede che sembra essersi completamente dimenticato di me...
Scuoto il capo,cerco di liberarmi dei cattivi pensieri. Non vale la pena di pensarci,non faccio altro che deprimermi ancor di più,in questo modo.
Per questo attraverso decisa le porte scorrevoli della clinica e chiedo all'infermiera di servizio il numero della stanza di Akira.
Stanza 104.
Ringrazio,saluto e le volto le spalle, alla ricerca di un ascensore. Nonostante io li detesti,e non mi senta troppo a mio agio al loro interno,pensare di prendere le scale mi massacra anche solo emotivamente. Anche se adoro il basket,devo ammettere d'essere particolarmente pigra, a volte.
Ben presto,comunque,mi ritrovo davanti alla porta chiusa della camera 104. Ora che ci penso, c'è la possibilità che Akira stia dormendo...
Per un attimo questo pensiero sembra bloccarmi,ma poi,timidamente,mi decido a bussare.
E' una voce alta e gioviale quella che mi risponde dall'altra parte della porta. La voce di un Akira Sendoh che sembra finalmente in forma.
E infatti,quando apro la porta e lo trovo in piedi,accanto alla finestra aperta,non posso che convincermi del fatto che praticamente stia bene,nonostante alcuni graffi chiusi e l'alone poco rassicurante di un vecchio livido attorno all'occhio sinistro.
Non appena mi inquadra e capisce chi sono,Akira mi saluta con un sorriso degno di lui. -Buona sera,Uriko!-
Gli sorrido di rimando. -Ciao,Akira. Contenta che sono passata a trovarti?-
Lui sorride ancora, avanza verso di me. Indossa un pigiama bianco a righine sottili verde scuro e i capelli,solitamente accuratamente modellati con il gel,ricadono disordinati sulla fronte dell'asso del Ryonan.
Visto così,Akira Sendoh sembra tutta un'altra persona.
-..si che sono contento. Il tuo amico ha proprio deciso di fare sul serio quella sera,eh?- Una smorfia quasi divertita si dipinge su quel viso pallido,forse più del solito.
Mi chiedo che ci sia di così tanto divertente da ridere.
Annuisco piano,comunque,abbassando lo sguardo ai miei piedi. In qualche modo,mi sento colpevole anch'io. Se solo non avessi raccontato tutto alle ragazze,Kaede non sarebbe mai venuto a sapere di Lynda e Alexander...e di conseguenza non avrebbe deciso di spaccare la faccia ad Akira prima ancora che Kiran venisse a conoscenza di tutto ciò che stava accadendo in Giappone,lontano da lei.
-..non è colpa tua,se è quello che stai pensando. La sorella di...Mitsui,giusto?..si,Mitsui. Lei mi ha raccontato tutto..- Nanaka? Nanaka è stata qui e ti ha raccontato tutto,Akira?
Allora sai...
-..che ti ha detto?- domando,sorpresa.
Akira va a sedersi sul letto,io mi accomodo su una sedia accanto ad esso. Penso resterò qui per un po',tanto vale mettersi comodi.
-Quando quella ragazza è venuta da me..- comincia Akira,osservandomi con quei suoi occhi color dell'oceano -..non sapevo chi fosse. Cioè,l'avevo vista alcune volte,ma non sapevo fosse la sorella di Mitsui. E' molto amica di Kiran,non è vero?-
La domanda di Akira mi spiazza. Non sono sicura che Nanaka voglia davvero bene a Kiran,ricordo bene quando negli spogliatoi confessò a Chiyako, senza alcuna vergogna, di essersela ingraziata soltanto perchè ricca e disposta a fare regali, e anche per stare il più vicino possibile al ragazzo dei suoi sogni, Kaede. Insomma,nessuna di queste motivazioni poteva neppure far supporre che Nanaka tenesse a Kiran,in qualche modo.
Tuttavia,non me la sento di dare un simile dispiacere ad Akira. Sono sicura che, se gli confessassi che molte ragazze della nostra scuola hanno fatto amicizia con Kiran solo a causa dei suoi soldi, o della sua popolarità, ci rimarrebbe piuttosto male.
-..mh,si. Nanaka tiene molto a Kiran.- mento quindi spudoratamente,sentendomi però notevolmente in colpa. E' la prima volta che non dico le cose come stanno.
Prometto che non lo farò mai più. Anzi,lo giuro.
-Si,è sembrato anche a me. Stavano sempre insieme,Kiran l'adorava...esattamente come mi è parso adorasse te,Uriko Sakuragi..-
Già. Voglio dire..forse. Non sono sicura che Kiran mi abbia mai adorata,però una cosa è certa: ora deve odiarmi,o qualcosa del genere.
-Comunque..- riprende Akira, -Nanaka mi ha raccontato che tu le avevi detto di me,della mia situazione con Lynda e Alex.- Alle sue parole,abbasso nuovamente il capo,ora mortificata.
Mai come adesso me ne rendo conto. Non avrei mai dovuto raccontare in giro i fatti di Akira...avrei dovuto stare zitta,tacere,pensare ai miei problemi e non andare in giro a spettegolare.
Non è da me,farlo,dopotutto..non so che cosa mia sia venuto in mente..
-Mi dispiace..- dichiaro,sconfitta.
-Ti perdono. Sicuramente l'hai fatto per un qualche buon motivo,Uriko. Tu non sei capace di agire per fare del male a qualcuno..-
Rialzo lo sguardo,l'oceano sembra accarezzarmi.
Sei un ragazzo d'oro,Akira Sendoh.
-Grazie,Aki..- mormoro.
-Aki..?-
La sorpresa si accende nel suo sguardo. Quant'è buffo!
-Si,Aki- rispondo,con un sorriso -perchè,non ti piace?-
Lui allunga una mano,la posa sulla mia testa,tra i miei capelli,me li arruffa un po',ma non penso lo faccia intenzionalmente.
-Certo che mi piace-
Lo osservo. Che io abbia trovato un migliore amico?


Quando esco dall'ospedale, non prima d'aver fatto una rapida visitina anche a Chiyako, sono già le dieci. La notte mi abbraccia da ogni lato,la luna svetta maestosa tra le nuvole scure.
Un gruppo di ragazzine schiamazzanti mi precede,mentre cammino piano sul marciapiede,senza alcuna fretta, nè troppa voglia di tornare a casa.
Non ho detto ad Hana dove andavo,spero solo non sia preoccupato...
Per un attimo la mia mente ritorna a qualche attimo fa. Stavo salutando Akira quando lui mi ha pregato di tornare a trovarlo,domani.
Penso che si trovi bene con me,esattamente come io mi trovo bene con lui. Certo,non in quel senso. D'altronde,io sono legata a Lui,a Kaede. Me lo sento dentro in ogni istante, un bruciante sentimento che ancora non sono riuscita a classificare,o almeno,non del tutto. All'inizio pensavo semplicemente che mi piacessi...in seguito, ho scoperto che il mio era amore.
Ma allora perchè,ora,ogni volta che penso alla parola amore,mi sembra troppo banale,troppo comune, e incapace di descrivere ciò che esattamente provo per te,Kaede Rukawa?
Uno spiffero di vento più gelido degli altri mi fa rabbrividire,ma la mia mente sempre rivolta a Lui sta ancora lavorando senza distrazioni di alcun genere,alla ricerca della risposta.
Può esserci,mi chiedo,qualcosa di ancora più forte dell'amore?
Un sentimento ancora sconosciuto a molti,a cui ancora non è stato dato un nome?
La verità è,Kaede,che mi sento legata a te dal destino.
Siamo due creature simili seppure opposte,quasi...complementari.
O almeno,io la penso così...
Costeggiando il muretto dello Shohoku,mi ritrovo quindi a fare il mio ennesimo,trionfale ingresso in palestra,che trovo aperta. Ecco la prova di quel che penso.
Io riesco sempre a trovarti,Kaede...
La palestra,sebbene immersa nell'ombra,non mi fa paura. Non un rumore nell'aria,calma piatta e il silenzio selvatico della steppa all'alba.
Eppure...le porte della palestra erano aperte. E solo noi del team di basket abbiamo una copia della chiave.
E chi,chi sarebbe così pazzo da allenarsi anche di sera,dopo i massacranti allenamenti a cui già siamo sottoposti durante il giorno?
Nessuno.
Nessuno tranne te,Kaede.
Faccio ancora qualche passo alla cieca,la luce artificiale filtrante dalla porta che ho lasciato socchiusa illumina solo la frazione centrale del campo, e con ben poca convinzione.
Eppure,non mi sento sola.
Sono sicura che tu sei qui, da qualche parte...perchè solo quando ci sei tu io non mi sento sola.
I miei piedi mi conducono al centro del campo da gioco,da dove prendo a guardarmi attorno. Dove sei...?
-Ehi..c'è nessuno?- domando quindi non vedendolo, a voce alta.
E' solo quando sento il palleggiare tenue di un pallone da basket che lo individuo. Seduto su di un materassino posto contro il muro, sulla parete sinistra, mi guarda senza dire niente.
Non riesco a distinguere il suo viso nel buio,ma giurerei che pare divertito dalla situazione. Effettivamente,me ne rendo conto. Devo essergli sembrata abbastanza ridicola,ferma in mezzo al campo e intenta a cercare,cercare,cercare...
Cercare lui.
Non dico niente,semplicemente prendo ad avanzare in sua direzione,poi,una volta che l'ho raggiunto,mi siedo accanto a lui.
So che non vuole parlare. So che ancora ce l'ha con Akira, e con me, perchè non gli ho detto subito di Lynda e di Alexander. So che soffre terribilmente a causa del suo litigio con Kiran.
Certo,lui non lo ammetterà mai, ma è così.
Scoprire che Akira ha un figlio l'ha molto turbato. Ha subito pensato alla serenità di Kiran,al mondo della sorella che si sarebbe nuovamente oscurato.
Ti senti in colpa di non averle detto tutta la verità, lo so..
Kaede..
Io penso di conoscerti,ormai.
Lo osservo nel buio. Credo indossi una felpa scura,probabilmente nera. E i soliti jeans. E anche se i suoi lineamenti sono in parte occultati dall'ombra,lo riconosco per quello che è. Bello. Serio.
Pensieroso.
Poi,qualcosa in lui cambia, e le sue labbra prendono a muoversi.
-Che ci fai qui?- mi domanda. Non si volta verso di me,contempla assorto il buio davanti a lui.
Questo buio che gli assomiglia così tanto.
-..sapevo che ti avrei trovato qui- gli spiego io,sperando che lui capisca,sperando che non mi prenda per pazza,sperando...sperando che mi perdonerai,Kaede.
-..scusami...-
Parola magica che s'alza nell'aria. E' incredibile che io sia riuscita a dirglielo.
Ma ormai il ghiaccio è stato rotto,perciò proseguo...-Mi dispiace,davvero. Avrei dovuto dirti subito di Akira..di Lynda e di suo figlio...e mi dispiace anche di aver raccontato alle mie amiche quello che mi hai detto a proposito di Kiran..davvero Kaede,mi dispiace molto..scusami..-
Già, io mi scuso.
Ma tu mi ignori,Kaede. Perchè...?
Insomma,dì qualcosa! Qualsiasi cosa!
In risposta alla mia richiesta silenziosa, la sua espressione muta, lo vedo voltarsi verso di me, e, con esasperante lentezza, cercare il mio viso con una mano, per avvicinarlo al suo.
Non riesco a capacitarmi di quello che sta accadendo,sembra troppo bello per essere vero...
Così..hai deciso di perdonarmi,Kaede...?
Si, pargono garantire le sue labbra quando incontrano le mie, in un contatto lieve, più dolce del solito.
Attimo di morbidezza, di calore.
Labbra così dolcemente familiari, le sue.
E in quell'attimo, il mio corpo pare accendersi. E' sempre così,con lui.

Mi sento...

...bruciare.

Bruciare dentro.



BEH..CHE DIRE?? QUESTO CAPITOLO NN MI è DISPIACIUTO..^_^ SPERO CHE VI SIA PIACIUTO,ERA DA 1 PO' KE NN COMPARIVA + IL FIGLIO DELLE TENEBRE,KAEDE RUKAWA XD..EHEHE..BEH,UN RINGRAZIAMENTO A FRANCY E MIKU PER AVER COMMENTATO "I FEEL THE GRAVITY OF IT ALL", IL CAPITOLO PRECEDENTE A QUESTO. A PROPOSITO,SICCOME HO AVUTO UNA SOLA RISPOSTA AL SONDAGGIO (VEDI MIO COMMENTO CAPITOLO PRECEDENTE)PER ORA POSSO DIRVI CHE IL PERSONAGGIO ORIGINALE + APPREZZATO è...KIRAN RUKAWA (VI INVITO A PARTECIPARE IN NUMEROSI!!). UN SALUTONE A TUTTI.

SEE YA SOON,

(AL PROSSIMO AGGIORNAMENTO)

LA VOSTRA RUKI

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Capitolo 39
*** 24 Hours ***


Nuova pagina 1

Don't wanna spend my time
Watching the world go by
I think I'd rather die.
And I dont got a plan
Not gonna justify
To stay where I stand
Something I won't deny

[24 Hours – Alexz Johnson]

 

 

Gli allenamenti in vista della partita contro il Miuradai ci stanno facendo sputare il sangue,letteralmente. Ieri,per esempio,è capitato a Yumi. Una caduta accidentale ed eccola a terra,il labbro rotto. Abbiamo dovuto portarla in infermeria, io e Fumie, ma per fortuna non si trattava di nulla di grave.

Già, per fortuna.

Ma questo non è bastato a rassicurarci. Allenamenti come questi sono così stressanti, così estenuanti, che affrontarli, giorno dopo giorno, comincia a diventare opprimente.

Ovviamente non colpevolizzo il coach. Akagi ha in mente per noi una vittoria schiacciante, senza sbavature.

Vuole vederci schiacciare il Miuradai senza alcuna pietà.

Il suo atteggiamento nei confronti del nuovo team di Kiran mi sembra eccessivamente aggressivo, ma non sarò certo io a farglielo notare.

In questo periodo sembra essere diventato nevrotico.

E’ assolutamente intrattabile, e non vorrei che mi saltasse addosso colto da un improvviso istinto omicida, cosa che non credo mi garberebbe molto.

Ho visto molte volte in azione il fantomatico Gori-punch, tecnica d’attacco letale del Gorillone, e la voglia di provarlo sulla mia pelle è meno di zero.

-…Sakuragi, dormiamo oggi?!- lo sento improvvisamente sbraitare in mia direzione.

Quando gli lancio un’occhiata cercando di mormorare qualche parola di scusa, però, vorrei non averlo mai fatto.

Il suo sguardo sembra far scintille, è davvero inquietante!

Oddio, oddio, oddio…!

-Ehhh..corro, corro!- gli assicuro quindi, aumentando il passo. E sarà meglio che lo faccia davvero, perché in caso contrario mi ritroverei quasi sicuramente con la scatola cranica quantomeno scheggiata nel giro di uno, massimo due minuti.

 

Mentre percorro la strada di casa, il tramonto a guidare i miei passi, non faccio altro che desiderare un bel letto comodo.

Una bella dormita.

Nessuno mi accompagna questa sera,nessuno ad affiancarmi mentre arresto il mio avanzare davanti al passaggio a livello che, come al solito, trovo chiuso.

Un altro treno che passa, che mi sfreccia davanti, diretto chissà dove.

E alle mie spalle un campetto da basket, vuoto.

Lo osservo: non si tratta del campetto dove siamo soliti allenarci io, Hana, Kaede ed anche Akira. Questo campetto lo chiamo “campetto delle ragazze”.

Spesso ho incontrato Haruko qui, intenta a disputare partitelle ben poco emozionanti con alcune sue compagne di classe.

Hana mi ha detto che, quando frequentava le scuole medie, anche la sorellina del Gori faceva parte della squadra di pallacanestro della sua scuola.

Non ci credo. Davvero impossibile da credere.

Il cellulare che suona mi distoglie dai miei pensieri sulla “fenomenale” sorella del coach. Il sorriso inconfondibile, forse un po’ stupido, di Haruko Akagi scompare dalla mia mente, sostituito da una sensazione di puro disagio.

Si, disagio, perché il numero comparso sul display del cellulare è quello di casa.

Casa mia.

La mia casa di Tokyo.

Di chi potrebbe trattarsi, se non di mia madre? Non sono sicura di volerle parlare. Sembra incredibile, ma sono mesi che evito di parlare con lei telefono. Il suo unico modo di sapere se sto bene è chiamare la zia, ancora all’estero per lavoro, che sa tutto di me ed Hana semplicemente perché chiama suo figlio in continuazione, oppure parlare direttamente con mio cugino.

Il cellulare continua a squillare, lo osservo muta, esitante.

Forse dovrei rispondere.

O forse no. Forse dovrei aspettare che smetta di squillare, semplicemente.

O forse…

Ancor prima di rendermene conto, accetto la chiamata. Accosto esitante il cellulare all’orecchio,pronunciando un flebile “pronto?”.

-Uriko! Finalmente ti ho trovata!-

La voce di mia sorella Hikaru suona alle mie orecchie come una condanna a morte senza possibilità d’appello.

Porca miseria, ci mancava solo lei.

-Hikaru?-

-Si, sono io! Chi credevi che fosse? Babbo Natale? Ma non avevi smesso di crederci,Uriko?-

Uh uh, simpatica come sempre la mia sorellina.

Mio dio, quanto la detesto! Fosse per me, la pesterei così forte che sarebbe costretta ad andarsi a fare una plastica!

Riprendo a camminare, mentre ascolto Hikaru parlare di cose che non mi interessano minimamente. I suoi voti a scuola eccellenti come sempre, la nuova auto di papà, l’associazione di volontariato di mamma…

Già, faccio parte anch’io di quell’associazione, da sempre.

Quand’ero piccola aiutavo spesso mamma a portare cibo e vestiti a chi purtroppo non poteva permettersi nulla del genere.

Era gratificante sentire di fare qualcosa di veramente importante per quelle persone.

Mi faceva sentire bene, come se stessi facendo qualcosa di assolutamente rilevante, di fondamentale.

In quel periodo io e mamma eravamo piuttosto legate, o almeno ci sopportavamo. Ma in seguito la situazione in famiglia divenne troppo pesante per poter essere retta…

Almeno per me.

Tentai la fuga numerose volte, ma o i miei genitori, o quella perfettina odiosa, Hikaru, riuscivano sempre a scovarmi, in un modo o nell’altro.

Non avevo molti amici presso cui trovare ospitalità, comunque.

Certo, se fossi rimasta a Tokyo, se non fossi mai partita, sono sicura che avrei tentato di scappare di casa ancora molte volte.

Chissà se, in quell’eventualità, Kagome mi avrebbe ospitata…

-Uriko, hai sentito quello che ti ho detto?-

Ancora una volta, vengo bruscamente distolta dai miei pensieri. Hikaru ha sempre avuto il brutto vizio di urlare.

-Mh..cosa?- domando, poco interessata. Si, lo ammetto, starla a sentire è l’ultima cosa che vorrei fare in questo momento.

-Mhhhh…immaginavo che non mi stessi ascoltando! Sei proprio una sorella degenere!-

Alzo gli occhi al cielo, mentre mi sorbisco la sua ramanzina. Tanto vale non ribattere, intendo esserle superiore.

-Allora? Cosa mi stavi dicendo…?- tento, così che la smetta di ciarlare. Lei, fortunatamente, abbocca all’amo.

-Ti stavo dicendo che verremo a trovarti dopodomani!- urla, tanto per cambiare.

Ma per una volta non è il suo tono a darmi fastidio.

O almeno, non quanto le sue parole.

-..Verrete.. a trovarmi..dopodomani?- ripeto, come in trance.

No, mio Dio, dimmi che è un incubo! Non può essere vero!

Ma Hikaru riconferma quello che ha detto, purtroppo per me.

-Si, dopodomani. Saremo lì per le nove-

-Le nove?-

No, non ci credo. Non voglio crederci.

-Si, le nove. Di mattina, intendo. Sono sicura che ti sentirai molto meglio a passare del tempo con la tua famiglia…d’altronde, so bene che il posto in cui stai è orrido…ma cosa fai la sera? Rimani tappata in casa? Lì non c’è niente…-

E’ proprio vero che mia sorella parla solo perché ha la bocca…

-Ascolta un po’,stronzetta- le rispondo, secca –qui è un paradiso, per me. Sono circondata da persone che mi vogliono bene veramente…non rinnegherò mai questo posto, chiaro?-

Nessuna risposta dall’altra parte del filo.

Hikaru ha riagganciato.

 

 

Quando arrivo a casa, Hanamichi mi accoglie con la sua solita allegria e quel suo modo di fare esaltato, ma questa sera c’è poco di cui essere allegri.

-Cuginetta…! Hai una faccia!-

Uh. Penso che quella stia diventando la sua battuta preferita.

-Non starai pensando alla partita di dopodomani, vero? Lo Shohoku può battere il Miuradai ad occhi chiusi, anche se ci gioca quella dannat..-

Interrompo Hana scuotendo il capo, afflitta. –Ucchan…?-

Raggiungo il divano e lì mi accoccolo, con Hana che, ancora in piedi davanti alla porta, continua a fissarmi, in attesa.

-La mia adorata famigliola viene a farci visita!- scoppio, ad un certo punto, e la reazione di mio cugino è immediata.

-Come sarebbe a dire!? E quando!?-

Appoggio il capo alla spalliera, distrutta. –Dopodomani..-

Le iridi cioccolato di mio cugino si spalancano. –Il giorno della partita?-

Si lascia cadere pesantemente accanto a me, quando io annuisco. –Si, il giorno della partita. Fantastico,eh?- aggiungo, con una smorfia.

-Si, davvero. Non è tua madre quella che odia gli sport?-

Effettivamente, è così.

-Si- confermo quindi, -ha sempre disapprovato il fatto che spendessi tutto il mio tempo pensando al basket. Insomma, lei vede Hikaru, vede i suoi bei voti a scuola, il suo interesse per la cucina… l’ha sempre vista come il vero “donnino di casa”. Invece, quando io provavo a chiederle dei soldi per comprare un pallone nuovo, lei me li negava sempre. Diceva che avrei dovuto cambiare i miei interessi, cercare di trovare una passione più idonea ad una ragazza…-

Hanamichi storce il naso, schifato. –tipo?- mi domanda, il tono aspro.

-beh…mia madre voleva che facessi danza- gli comunico –ovvio che non le ho mai dato retta…-

-e per forza!…- sbotta Hanamichi –rinunciare a diventare la regina del basket per un tutù rosa tutto frou-frou?!-

Scoppio a ridere. L’espressione che ha Hana in questo momento mi fa morire!

-Ehi, che ti ridi..?- Ride anche lui.

-Ok,ok…vediamo di pensare a cosa mangiare stasera!- cambio discorso io, alzandomi dal divano e raggiungendo l’angolo cucina.

Spalanco subito il frigo, voglio vedere che c’è in casa…

-..E poi, voglio dire! La ballerina…tu? Ma sei hai la leggiadria di un elefante africano!-

Afferro la prima confezione di tramezzini che trovo.

SBAM.

-Ahia! Ucchan, ma ti sei rincretinita!?-

 

 

La sera mi trova con gli occhi spalancati, nel mio letto.

Impossibile dormire.

Quante prove mi aspettano dopodomani…

La partita, prima di tutto. Kiran Rukawa guiderà un sicuramente agguerrito Miuradai contro di noi.

Sono sicura che non mi rivolgerà la parola, che non vedrò il suo sorriso…o almeno, non lo regalerà a me.

Lo regalerà forse alle sue nuove compagne di squadra quando eseguirà uno splendido tiro da tre.

Superandoci.

Umiliandoci.

Tradendoci.

Tre cose che non dovrebbe neppure pensare di fare…

Mi rigiro nel letto ancora una volta. Non riesco ad architettare un piano. Un piano per avere qualche possibilità contro di lei.

E non riesco a trovare una posizione comoda.

Eppure ci dev’essere…per forza…ci dev’essere una soluzione…

Porca miseria, continuando di questo passo non dormirò, stanotte!

-Uffaaaaaaaaaaaa!- sbotto, tirandomi a sedere.

Lancio un’occhiata alla finestra, ma le imposte chiuse non mi permettono di vedere al di fuori d’essa.

Uff, magari la luna avrebbe potuto farmi compagnia…

Ehi, aspetta un attimo!

Compagnia, certo! Ecco cosa mi ci vuole per rilassarmi!

In men che non si dica ho afferrato il cellulare e composto un numero. Non sto nella pelle.

Il telefono dall’altra parte suona a vuoto per due volte..tre volte..quattro volte, poi un assonnatissimo Kaede si decide a rispondermi…

-pronto?-

-buonasera!!!- esclamo, trattenendo a stento una risatina.

-…-

-oh, andiamo. Dì qualcosa!-

-qualcosa-

Ok,ok,sta calma,Uriko…sta semplicemente cercando di provocarti,come sempre…

-..ma lo sai che ore sono,mocciosa?- mi domanda lui.

Che domande, ovvio che lo so!

-si che lo so! Sono le undici e quarantacinque…no?-

-Esatto- è la sua risposta -..e io ho sonno..-

Sentendo le sue parole mi sento improvvisamente in colpa. Sono stata proprio una scema…chiamarlo a quest’ora…che cosa mi è venuto in mente?..

-Scusami- mi sento dire, anche se forse non avrei voluto farlo. Non mi va di apparire sempre come la personcina debole che chiede scusa in ogni occasione.

-nh. Di niente-

Mi rilasso, stringendo meno convulsamente il cellulare. Allora non se l’è presa.

-perché mi hai chiamato?- mi domanda Kaede inaspettatamente, cogliendomi un tantino impreparata.

-…è che non riesco a dormire- rispondo semplicemente. Sinceramente. –non faccio che pensare a dopodomani…alla partita…e alla mia famiglia che verrà a trovarmi…-

-…non credi sia un po’ presto per preoccuparsi di dopodomani?-

Mh. Ci rifletto. Forse non ha tutti i torti.

-Si, effettivamente…ma sai..-

-Andrà bene-

Mi arresto nel parlare, lui mi ha interrotto. E mi stupiscono queste sue parole.

Lui dice che andrà bene.

Che andrà bene…

Andrà bene…

Si. Andrà bene. Perché lo dici tu,Kaede.

Ogni cosa che dovrò affrontare dopodomani andrà bene. Andrà come voglio che vada. Andrà a meraviglia.

-Grazie, Kaede- è tutto ciò che mi sento di dire, tutto ciò che è giusto io dica. Ma non è solo per il suo incoraggiamento che lo ringrazio. Io dovrei ringraziarlo giorno e notte, giorno e notte…per qualsiasi cosa.

Ringraziarlo semplicemente d’esistere.

-Non mi devi ringraziare…- ribatte lui, proprio come mi aspettavo che facesse.

Stai cominciando a diventare prevedibile, o sbaglio?

-Beh..ora provo a dormire…buona notte…-

-Notte…-

E dopo quest’ultimo scambio di battute, sono di nuovo sola nella mia stanza, circondata dal silenzio.

Fantastico.

Eppure, per chissà quale motivo, ora il silenzio mi sembra meno opprimente…

Sono pronta ad affrontare la notte, ora.

Lancio un’occhiata alla radiosveglia sul comodino…

È mezzanotte in punto.

 

Mancano…24 ore…

 

 

 

 

 

 

E COSì AVETE LETTO IL NUOVO CAPITOLO^^

SPERO LO COMMENTERETE, A QUESTO PUNTO. E MI DISPIACE D NN AVER AGGIORNATO IN FRETTA COME LE ALTRE VOLTE…

SORRY =p

NON MI RESTA CHE RIPROPORRE NUOVAMENTE IL SONDAGGIO..E CIOè.. QUAL è IL VOSTRO PERSONAGGIO ORIGINALE PREFERITO?

ECCOVI QUALCHE INDICAZIONE SU CHI POTETE VOTARE..^_^

 

-         Uriko Sakuragi

-         Kiran Rukawa

-         Nanaka Mitsui

-         Chiyako Matsunaga

-         Ai Shindou

-         Yumi Akagi

-         Naromi Kitazawa

-         Misako Oki

-         Keiko Rukawa

-         ...chiunque altro^_^

 

 

 

PER ORA è TUTTO.

UN BACIO,

 

Ruki

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Capitolo 40
*** Play For Your Life ***


Nuova pagina 1

Il clamore sugli spalti, quest’oggi, è diverso.

Il team di basket femminile del Miuradai non sembra contare molti fans, la maggior parte sono ragazzi e ragazze dello Shohoku, tutti abbigliati in rosso, nostro colore per eccellenza.

Seduta in panchina con le altre prima della partita, in silenzio li osservo, uno ad uno.

Anche loro, come noi della squadra, hanno ammirato Kiran Rukawa e la sua classe quando quella stella piena di talento giocava per noi, e ognuno di loro si è quantomeno mostrato dispiaciuto quando lei ha deciso di andarsene.

È normale.

Normale come la rabbia e l’indignazione che si è diffusa tra di loro, tra quegli stessi ragazzi, quando hanno riconosciuto la nostra ex-stella tra le file della squadra avversaria.

-..ma quella non è Kiran Rukawa?…-

-Si, è proprio lei! Ma com’è possibile?…-

Lo è, purtroppo. È possibile. E terribilmente vero.

Stringo i pugni, mi avvedo che sto tremando. Lo sguardo è fisso sulla sinuosa figura che chiacchiera a bordo campo con una ragazza dai capelli biondi che sembra la brutta copia di Nanaka, i capelli legati in una coda bassa, e il numero 7, su una maglia che non è la solita.

Che non è la tua, Kiran.

Ride Kiran, non si rende conto di ciò che le sta accadendo intorno. O forse se ne rende conto, ma non ha intenzione di mostrarsi abbattuta a proposito.

Forse sa benissimo quanto dolore ci sta provocando…quanto me ne sta provocando. Ma fa finta di nulla Kiran, perché pensa sia meglio così. Penso sia meglio lasciarsi tutto alle spalle, e dimenticare.

Ma con che cuore ignori così il tuo passato, Kiran?

 

..Con che cuore mi ignori così?

 

-Uriko…-

Kogure mi sorride gentile, come sempre. L’ha fatto molte altre volte, quasi sempre per tirarmi su di morale. È un vero amico,dopotutto.

-…ce la fai..?-

Annuisco piano. So bene a cosa si sta riferendo. Ho passato molte notti sveglia, insonne, chiedendomi e richiedendomi dove avrei trovato quel coraggio, quella forza…la forza necessaria ad affrontare Kiran sul campo.

Una risposta a questo interrogativo, purtroppo per me, non l’ho trovata. E di conseguenza non ho trovato neppure la forza che mi ero prefissata di trovare prima della partita.

Credo che sia per questo che il mio cuore ora batte all’impazzata, impegnato in un folle balletto crudele sotto la mia pelle…

Batte come mai ha battuto, sono così nervosa…

Troppo nervosa.

 

Quando questa mattina il campanello ha suonato, alle nove, mi sono quasi strozzata con i cereali.

Hana mi ha lanciato un’occhiata grave dall’altra parte del tavolo, i suoi magnifici occhi cioccolato velati di amara consapevolezza.

Entrambi sapevamo benissimo chi avremmo trovato fuori dalla porta.

I nostri sguardi hanno ingaggiato una lotta silenziosa per qualche secondo, ma alla fine Hanamichi ha ceduto, e si è alzato per andare ad aprire alla mia fantastica famigliola, che ha subito fatto irruzione in casa nostra.

Quando ho dovuto obbligatoriamente alzare gli occhi dalla ciotola di cereali, ho colto tre sorrisi falsi a me rivolti. Quello di mia madre, poi, era il più falso di tutti.

Hana, imbarazzato, è rimasto in piedi accanto a mia sorella, guardandomi allarmato, come se si aspettasse che da un momento all’altro mi alzassi per sgozzarli tutti e tre con il coltello per il pane.

Insomma, non è proprio il mio stile,Hana!

Mia madre si è rivelata antipatica sin dal primo minuto. Mi ha chiesto se mangio abbastanza, perché mi vedeva dimagrita…

Stronzate.

-Uriko- sento chiamare un’altra volta, all’improvviso. È ancora Kogure, nel giro di due minuti.

E’ ora.

 

Le gambe mi tremano. Mi tremano terribilmente!

So bene che tutto ciò che dovrei fare è non pensarci, semplicemente, ma mi risulta difficile non farlo, vista l’evidenza della cosa.

Se ne sono accorti tutti, ne sono sicura.

Sono nervosa.

Anzi, terrorizzata.

Come è possibile?!

Non mi sono mai sentita così emozionata a causa di una partita. Il mio sguardo si posa agitato su Kiran, che sta facendo il suo ingresso trionfale in campo nel ruolo di capitano e colonna portante del Miuradai.

-Non riesco a crederci, addirittura capitano…!- sbotta Nanaka, poco distante da me. Ai, al suo fianco, assume un cipiglio severo.

Non penso che mollerà Kiran per un solo minuto in tutta la partita, il rancore nei suoi confronti è ancora troppo forte. È una ferita ancora aperta e sanguinante.

-Cerchiamo di mantenere la calma, ragazze- interviene saggiamente Yumi raggiungendoci, con Fumie alle spalle.

-Già ragazzine, non facciamo troppo casino…- si intromette quest’ultima -…vediamo semplicemente di spaccare qualche osso!! Yeah!!-

Scoppio a ridere alle parole di questo armadio dai capelli biondo miele, e così fanno tutte le altre.

Persino Ai sorride leggermente, nonostante la sua natura esageratamente pacifista. Incredibile.

Quell’atmosfera speciale viene però bruscamente spezzata da un fischio acuto. Mi volto, per trovarmi davanti una Kiran Rukawa come non l’avevo mai vista.

Le labbra serrate, la postura rigida, lo sguardo gelido…

E tutto questo,per me.

Tutto questo perché…non siamo più quello che eravamo una volta.

Fa un passo avanti Kiran, uno solo. Non intende avvicinarsi troppo a me, non sembra intenzionata a parlarmi.

La numero 8, che fino a qualche momento fa le stava parlando, mi si avvicina con aria di sfida dopo aver lanciato uno sguardo d’intesa a Kiran.

Trattengo il fiato.

-Sakuragi- comincia la muscolosa numero 8, l’aria strafottente -sono onorata di comunicarti che perderete questa partita…-

Un sibilo freddo queste parole.

Il mio cuore pare arrestare il suo battito frenetico per qualche istante.

Qualche istante in cui il gelo si insinua in me, inesorabilmente.

Kiran non parla, non dice nulla.

Ora come non mai, vorrei prenderla a schiaffi.

La sua unica reazione, se così si può chiamare, è un sorrisetto di indecifrabile natura dipintosi quasi istantaneamente sul suo viso alle parole della compagna di squadra…un sorriso così…diverso…

No..

No,non può essere.

Tu non puoi essere Kiran Rukawa..! perché se sei veramente tu, amica mia, dove sono finiti i sorrisi carichi d’affetto e gli sguardi pieni di calore?

Dove sono finite le promesse?

 

..saremo amiche per sempre..

 

Com’è possibile che tu sia cambiata così tanto, Kiran?

Non capisco…

-Uriko!-

Alle mie spalle, Ai.

Non me l’aspettavo.

Mi afferra per un braccio la mia compagna di squadra, mi strattona.

Mi fa male.

-Ahia Ai! Che stai facendo!?- sbotto, contrariata da questo suo atteggiamento.

Che si sia rincretinita di botto,per caso!?

-Non devi darle corda, Uriko! Devi lasciarla perdere!- mi esplode lei in faccia, a pieni polmoni.

Dietro di me, istantaneo, l’accendersi irritante di insulse risatine di scherno.

Una cosa davvero seccante…

-Ehi, fa tacere i tuoi cani, Kiran!- sbraita nuovamente Ai, questa volta in direzione della mia ex migliore amica. –non so che cosa ti abbiamo fatto, ma una cosa è certa… Uriko non merita di soffrire a causa tua!-

Sbalordita e colpita dalle sue parole, rimango ferma a fissare Ai, senza dire una parola. Non mi aspettavo un gesto così carino da parte sua, non dopo le nostre recenti incomprensioni.

-Ai..?-

Lei, per tutta risposta, mi regala uno dei sorrisi più dolci che io abbia mai avuto la fortuna di vedere.

-Di niente, Uriko…-

Le sorrido a mia volta. Solo ora mi rendo conto di quanto questa ragazza sia preziosa per me.

-..ma che scenetta commovente!-

La numero 8 del Miuradai insiste, ghignando, ci vuole veder cedere alle sue provocazioni senza possibilità di ritorno.

È davvero insopportabile, quel tipo di persona che, in altre circostanze, Kiran avrebbe provveduto a zittire nel suo personal modo, completo di sorriso a trentadue denti.

Un tipo alla Naromi Kitazawa, per intenderci.

E proprio come nel caso della Kitazawa, la mia voglia di prendere a sberle quell’energumeno celebroleso è ai massimi livelli.

E, certo, potrei approfittarne per dare una bella lezione anche a miss-perfezione-Rukawa…

-Sta’ calma, Uriko…- mi ammonisce Ai, un’altra volta. Pazzesco…non è che questa ragazza riesce a leggermi nel pensiero!?

Mannò, che vado a pensare…? Probabilmente è che sono un po’ troppo prevedibile!

Un nuovo fischio mi riporta alla realtà.

Non ci sono più scuse, la partita deve iniziare.

 

Ed inizia.

Inizia troppo presto.

Cuore e pallone, cuore e pallone, tutto ciò che mi batte dentro.

Tutta la partita.

Nient’altro che il silenzio, quando incontro il suo sguardo.

Tutta la partita.

Primo tempo di falli, Secondo di ansimi e sudore…

Ma vi stiamo con il fiato sul collo, Kiran.

Vi stiamo con il fiato sul collo nonostante tu sia la professionista che sei…indubbiamente.

Incontro ancora il Blu. Blu nel Grigio-verde. Grigio-verde nel Blu.

In continuazione.

Una, due, tre volte…ti impossessi della palla con facilità, non mi lasci tregua.

Tutta la partita.

Lo fai perché vuoi dimostrare chi sei, non è vero, Kiran?

Vuoi dimostrarmi di essere ancora la migliore…vuoi farmi sapere che non sarò mai come te, che non sarò mai al tuo livello.

E hai ragione.

 

Cavolo sei hai ragione.

 

Però…però non si può giocare da soli.

Non si può vincere se si è soli.

 

E mancano…

due punti?…

 

-Uriko..!-

Un passaggio perfetto giunto da chissà dove. Non mi ero accorta di Ai.

Ai che passa a me, Ai che si aspetta qualcosa da me.

Lei, e tutta la squadra.

Persino Hana, sugli spalti, tra la folla.

E Yuki.

E Chiyako, finalmente uscita dall’ospedale…

E Haruko…e Ayako…

E Ryota…e Hisashi…

Tutti loro si aspettano qualcosa da me, ora.

Ma non è a loro che penso mentre, miracolosamente e con il cuore a mille, mi faccio strada verso il canestro.

..questo potrebbe essere il mio primo canestro per la squadra.

..questo potrebbe essere il mio primo, vero, momento di gloria.

..questo potrebbe essere..tutto.

 

Un lancio irregolare.

Finirà sul ferro,lo so.

Poco male, io ci ho provato…

 

Ma poi, le acclamazioni.

L’ho fatto.

 

Ce l’ho fatta.

 

 

 

Ho giocato e vinto per la mia vita.

 

 

 

Tutt’intorno a me, le grida.

E le mie compagne, che mi portano in trionfo.

 

Non mi volterò a guardarti ora, Kiran.

Non riderò della tua sconfitta.

Della sconfitta della tua squadra.

 

Io non rido mai per questo.

 

No.

Non ho pensato a te mentre realizzavo quel canestro.

 

Sono andata lassù, con la mente.

Lassù tra le tribune.

E, improvvisamente, ho saputo perfettamente a chi avrei dedicato quel canestro.

 

Ho sorriso.

 

Sapevo che l’avrei dedicato solo a te…

 

 

…Kaede.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

FINITOOOOO!!! NAAAA,NN CI CREDO,IL CAPITOLO 40.. *_* SI,LO SO CHE IL PEZZO DEDICATO ALLA PARTITA è PIUTTOSTO CORTO..MA DAVVERO,NON C'ERA ALTRA EMOZIONE DA DESCRIVERE,PENSO IO. ^__^ HO SCRITTO TUTTO CIO' CHE MI SEMBRAVA GIUSTO SCRIVERE...SPERO COMMENTERETE COME AVETE SEMPRE FATTO...

UN BACIO ALLA MIA PICCOLA SPERANZA.

LA MIA CLA.

 

RUKI.

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Capitolo 41
*** All I Know ***


-Incredibile, l’ hanno addirittura scritto sul giornalino della scuola!-

Una Chiyako radiosa mi mostra una pagina spiegazzata del settimanale del nostro istituto. In prima pagina, una foto strappatami senza consenso.

Oddio, come sono venuta male!

-Un articolo eccezionale! Ti hanno proprio elogiato dall’inizio alla fine,Uriko…- dichiara una Ai se possibile ancora più entusiasta.

-Elogi meritatissimi!- esclama Haruko Akagi –sei stata davvero immensa questa volta,Uriko!-

Questa volta!?

Ridacchio. Mi chiedo se Haruko si renda conto queste sono le stesse parole che mi dice ogni volta, dopo ogni partita…

Comunque sia, tutto ciò che devo fare è sorridere e ringraziare. Niente di più facile.

-Grazie, Haruko…-

-Sono sicura che batterete il Ryonan ad occhi chiusi…e se vincerete, beh, lo sai, Uriko: la finale!-

Già, la finale.

La finale.

La partita più importante, tutto ciò a cui per ora la nostra squadra aspira. Akagi ci ha fatto lavorare molto, ci ha fatto sputare sangue e ci ha costrette a spezzarci le ossa in palestra ogni giorno…

Senza sosta.

Sosta di cui, forse, avremmo tutte un po’ voglia.

 

 

Ah, mi disprezzo.

Se Kaede mi sentisse, probabilmente rimarrebbe molto deluso da me. Lui che gioca sempre per dimostrare di essere il migliore, lui che mette tutto se stesso in ogni partita…

 

lui che è il basket.

 

-Pensate che Kiran si farà viva, a questo punto?-

La domanda di Chiyako ci coglie un po’ di sorpresa. Lo sguardo di Haruko è il primo a rabbuiarsi. Sicuramente anche lei sente la mancanza di Kiran.

 

 

 

Anche io sento la tua mancanza, e tu lo sai.

 

 

 

Nessuno se la sente di rispondere, e Chiyako non insiste. Siamo decisamente troppo incerte per dare una risposta al suo interrogativo.

Decisamente troppo ferite.

-..Ok, fate come se non vi avessi chiesto niente…- mormora Chiyako. Sembra mortificata.

Quanti ancora dovranno sentirsi così a causa tua, Kiran?

Rassicuro la mia piccola amica scompigliandole scherzosamente i capelli.

Sono proprio un controsenso…se lo facessero a me diventerei come minimo isterica.

Hana lo sa.

E infatti lo fa sempre.

-Non c’è problema, Chiya-chan… questa cosa la dobbiamo affrontare,no?-

 

Già.

 

Se solo ne avessi la forza.

 

 

 

-Sono davvero…soddisfatto, ragazze. Le nostre ultime vittorie ci hanno insegnato che si può arrivare dove si vuole, ma che l’impegno è necessario…-

-Esatto! Siete state davvero eccezionali, ragazze!-

Incredibile.

Forse è questa l’Apocalisse.

Un Quattrocchi al settimo cielo ha appena interrotto senza timore King-Kong, che sembra finalmente aver ritrovato il suo equilibrio interiore!

Forse si è dato allo yoga…

La schiena poggiata alla parete, il sonno a tormentarmi le palpebre e una gran voglia di correre a casa a riposare, ascolto distrattamente il discorso del mio coach e del suo sempre più irrecuperabile assistente.

Fosse per me, mi sarei già rintanata nel mio letto e chi si è visto, si è visto…

Mi chiedo se non mi sia venuta una..chessò…malattia del sonno.

Forse la stessa che ha Kaede…

 

…ma non pensavo fosse contagiosa.

 

-Sakuragi, stai ascoltando?-

E’ Akagi a riportarmi alla realtà. Maledizione, quando non lo si ascolta il Gorillone va subito in bestia.

-Eh..eh..?-

Oddio.

Mossa poco intelligente.

Capirà sicuramente che non lo stavo ascoltando, e saranno dolori.

-Va bene. Andiamo avanti. Sul Ryonan è fondamentale ricordare…-

Ok.

Non ci credo.

Il Gorillone ha deciso di risparmiarmi la vita!?

 

Così sembra.

 

Beh,dev’essere la mia giornata fortunata.

 

 

 

Quando gli allenamenti terminano, sono già le sette.

Ammetto di non aver mai sentito così tanto la stanchezza in vita mia. La sento ovunque, mi sembra di avere l’intero sistema scheletrico ridotto in mille pezzi…

E la mia serata non è ancora finita.

Uscita dalla palestra, mi incammino senza perdere troppo tempo verso l’ospedale. Ho promesso ad Akira che sarei andata a trovarlo, e non posso proprio deluderlo.

La sera sta scendendo, la solita lieve brezza proveniente dal mare trasporta il suo salato e pungente aroma fin qui.

E’ un buon profumo.

Varco le porte scorrevoli dell’ospedale, mi dirigo al bancone, dico di trovarmi lì per far visita ad Akira Sendoh.

E poi, le scale.

Nonostante sia distrutta.

Sempre meglio di quell’ascensore.

Un passo dopo l’altro, un passo dopo l’altro…

Eccola la camera di Akira.

Una volta davanti alla porta, naturalmente chiusa, faccio per bussare…

 

Ma mi fermo.

 

Sono sicura d’aver sentito la tua voce.

 

-Un bel gesto. Non mi aspettavo di vederti qui…-

-Ora non ti esaltare-

Indietreggio di un passo, cercando di non fare rumore. Mi chiedo perché diavolo mi debba sempre ritrovare ad origliare così in ogni situazione.

La risata di Akira, al di là della porta, mi distoglie dai miei pensieri.

-Tu non cambi proprio mai, eh, Rukawa?-

-Nh-

Tipica risposta alla Kaede. Certo che potrebbe anche impegnarsi un po’ di più…

-Sei venuto per scusarti o per parlare di Kiran?- sento Akira domandare, all’improvviso.

Mh, la conversazione si fa decisamente interessante, sono curiosa di sentire la risposta di Kaede.

Risposta che, però, non arriva.

Avanti, Kaede, rispondi…di’ qualcosa…

Allungo una mano ad afferrare la maniglia, la stringo convulsamente. Forse dovrei farmi coraggio ed entrare…

Quantomeno per spezzare questo silenzio imbarazzante.

Ed è per questo che decido di farlo.

Una mia entrata in scena potrebbe aiutare Kaede a sbloccarsi…

 

..A chiedere scusa.

 

Conto fino a tre, poi, seppur esitante, busso alla porta.

Il silenzio dall’altra parte cessa subito. –Avanti- sento infatti Akira pronunciare.

-Ehilà..- mi faccio avanti timidamente io, entrando e chiudendomi la porta alle spalle, per poi rialzare lo sguardo ed incrociare dapprima quello di Kaede, piuttosto sorpreso, poi quello di Akira, ridente e gentile.

E sinceramente contento di vedermi.

-Uriko!-

Sorrido al mio amico, andando a depositare la felpa sulla solita sedia.

-Come stai, Akira?- domando, ignorando completamente Kaede, ancora piuttosto stupito di vedermi lì.

La stella del Ryonan mi sorride, voltandosi poi verso Kaede, prima di dichiarare…

-Ora molto meglio. Rukawa stava proprio per farmi le sue scuse…-

Sposto lo sguardo sul ragazzo che amo, che sta fissando un imprecisato punto sulla parete alle spalle di Akira.

Che scemo.

Ormai non puoi più tirarti indietro, Kaede.

Devi farlo e basta.

Devi chiedere scusa.

Forza Kaede, lo incito mentalmente, continuando ad osservarlo.

A studiarlo.

 

Ad ammirarlo.

 

Ommioddio, non è proprio il momento!

-Allora, Rukawa? Hai intenzione di chiedermi scusa, si o no?- insiste Akira, calmo. Calmo come solo lui può essere.

Kaede, al contrario, sembra spazientito. Ovvio.

Ma sa bene di dover controllare le proprie reazioni, ora più che mai.

Incrocia le braccia al petto, Kaede, sembra un bambino.

Un bambino risoluto. Un bambino che non vorrebbe chiedere scusa, ma sa che dovrà necessariamente farlo.

Sorrido.

È così…tenero?

Si…

Tenero.

Infine, quel bambino teneramente imbronciato si decide.

E lo fa.

Si scusa.

Incredibilmente, lasciandomi sbalordita.

Non pensavo l’avrebbe fatto davvero.

 

Sono fiera di te.

 

 

 

Quando ci chiudiamo alle spalle la porta della camera di Akira, è già molto tardi.

L’orario di visita è terminato da un pezzo, e l’infermiera di turno ci costringe a lasciare l’ospedale in tutta fretta.

Io borbotto qualcosa di praticamente incomprensibile, Kaede invece rimane del tutto indifferente alla maleducazione della donna.

Mh, lui si che è maturo, mi dico, mentre ci incamminiamo verso la strada, maledicendomi della mia impulsività.

Sono davvero stupida.

-…Non pensavo di vederti qui…- mi dice lui improvvisamente, riportandomi bruscamente al presente.

Mi volto verso di lui, ridacchio.

-beh, potrei dire lo stesso. Soprattutto non pensavo che avresti chiesto scusa ad Akira..-

Kaede, accanto a me, rimane in silenzio. Forse non avrei dovuto riportare la conversazione sull’argomento.

…doppiamente stupida, Uriko.

-vabbè…parliamo d’altro, ti va?- gli propongo, aumentando un po’ il passo e parandomi davanti a lui.

Lui, fortunatamente, non mi ignora. Si ferma.

Io approfitto del suo smarrimento per abbracciarlo, dolcemente, teneramente, senza fretta, senza pretese.

Non voglio che lui si senta costretto ad abbracciarmi a sua volta.

Tuttavia, avvertire le sue braccia stringersi attorno al mio corpo, ricambiando il mio gesto, mi fa sentire male…

 

Sto male da quanto sto bene.

 

E tutto grazie a te, Kaede.

Ancor prima di rendermene conto, le nostre labbra si incontrano una nuova volta, una nuova fantastica volta.

È sempre tutto fantastico, con te.

 

È tutto così…perfetto.

 

Quando la magia finisce, quando è ora di tornare a casa, una sorta di dolce malinconia mi invade.

So bene che non c’è motivo di sentirsi così, eppure…

-Kaede?-

Lui si volta.

E attende. Attende che io parli.

 

 

-…tu mi vuoi bene?-

 

 

Sospiro.

Non è proprio questo che intendevo chiederti.

Ma tutto ciò che mi interessa, ora, è la tua risposta.

 

E tu mi fissi.

Tu mi fissi, e io aspetto.

 

Aspetto.

 

Aspetto

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Poi…

 

-tsè, mocciosa…-

 

Si volta Kaede, mi da le spalle, le labbra piegate in un sorrisetto divertito.

Ricomincia a camminare, fa come se nulla fosse.

Io sbraito qualcosa, correndogli dietro.

Sbraito qualcosa che non penso, qualcosa che non sento.

 

Perché non è importante.

 

Perché, in fondo, io so.

 

 

 

 

 

 

CAPITOLO 41 CONCLUSO..

SNIFF SNIFF…LA FINE DI LB SI STA AVVICINANDO SEMPRE +…

 

RINGRAZIO CHIUNQUE ABBIA COMMENTATO QUESTI CAPITOLI FINO AD ORA.

STATE CONTRIBUENDO AL REALIZZARSI DI UN SOGNO BELLISSIMO.

 

VI VOGLIO BENE.

 

RUKI

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Capitolo 42
*** Enjoying Ourselves ***


Nuova pagina 1

Sentirli esultare ancora.

Una volta ancora.

La stoffa della maglia incollata alla pelle, il fiato corto, la voglia di rivivere questo momento ancora, una volta ancora.

All’infinito.

Un altro dolce momento da aggiungere alla lista delle cose belle della vita. Da sigillare nella memoria, per sempre.

Le uniformi blu scuro del Ryonan mescolate a quelle rosso fuoco dello Shohoku. Visi sconsolati, visi annientati, visi delusi…ma anche espressioni euforiche, espressioni incredule, espressioni che sono una gioia per il cuore.

Le nostre espressioni.

Salto sulle spalle di Fumie, cogliendola di sorpresa, ma lei riesce comunque ad afferrarmi le gambe tenendole saldamente, evitandomi lo sforzo di riprovarci una seconda volta.

Grande Fumie.

Dalla mia posizione privilegiata, osservo con un sorriso Akagi e Kogure scambiarsi una pacca sulle spalle. Il coach sembra fiero di noi.

Ai è corsa sugli spalti non appena è terminata la partita, per abbracciare Chiyako. Da quando Ai si è riappacificata con la squadra, la loro amicizia sembra essersi intensificata.

Sono felice.

Felice.

Felice, nonostante la partita appena vinta non sia quella finale. Felice, nonostante io sappia che un ultimo, grande ostacolo ci separa dalla vittoria definitiva.

Dalla vittoria del torneo interscolastico.

Dalle tribune s’alza un coro inaspettato, si mescola ai ripetuti Sho-ho-ku! della folla.

 

 

Kainan King!

          Kainan King!

Kainan King!

 

 

Kainan King.

Non riesco a crederci.

Una sola occhiata là, dove giallo e viola svettano evidenti tra il blu e il rosso, e la vedo.

Incrocio il suo sguardo da cerbiatta, uno sguardo di sfida.

Tremo dalla rabbia.

Che tu sia maledetta, Naromi Kitazawa!

 

 

 

L’acqua calda della doccia mi scivola sulle spalle, massaggia i miei arti indolenziti. Lascio che colpisca prepotentemente il mio viso, le mie palpebre stanche, che spazzi via la mia stanchezza.

Cosa non semplice. Sono distrutta.

Accanto a me, Yumi e Nanaka stanno parlando della Kitazawa e del suo Kainan.

Fantastico.

Come se non mi fosse bastato vederla in palestra…

-…penso che non sarà facile. Dovremo vedercela con loro per la seconda volta nello stesso torneo, ma non penso il risultato varierà di molto…-

Pessimista, Yumi. O forse semplicemente realista, come ama definirsi.

Ma Nanaka non è dello stesso avviso.

-Niente affatto!! Cos’è tutto questo pessimismo, Big Yumi?!- la sento sbottare, nonostante io abbia deciso di intensificare maggiormente il getto della doccia.

E coccolata dall’acqua, scoppio a ridere.

Big Yumi.

Nanaka ha cominciato a chiamarla così qualche giorno fa. Dice che è un gran bel soprannome per una persona, molto originale.

E adattissimo al nostro capitano.

Per quanto mi riguarda, non credo che Yumi abbia davvero capito che cosa significhi il suo nuovo soprannome.

Lei pensa che sia riferito al suo grande carisma.

Sei una grande, Yumi! continuano a ripeterle tutti.

È ovvio, quindi, penso con un sorrisetto divertito, che abbia frainteso.

 

 

Quando torno a casa, in salotto non c’è nessuno, ma la tavola è apparecchiata per la cena, segno evidente che qualcuno c’è.

E quel qualcuno lo trovo in camera sua, sdraiato scompostamente sul letto.

Hanamichi dorme.

Sorrido. Sicuramente è esausto a causa della partita appena disputata.

La finale.

Contro il Ryonan, preda fortunatamente facile, a causa della mancanza di Akira.

Chissà se hanno vinto…

La risposta la trovo scritta su un bigliettino in cucina. Per Hana scrivere note per la sottoscritta sui post-it dev’essere diventata un’abitudine.

 

ABBIAMO VINTO, dice quel biglietto.

 

Il migliore che potesse scrivermi.

Quindi, è così.

Stasera usciremo per festeggiare la vittoria del torneo interscolastico maschile da parte dei nostri fantastici cinque.

Hana.

    Kaede.

          Ryo-chan.

                   Hisashi.

                            Ken.

 

I nostri eroi, e non solo per un giorno.

 

 

 

Il locale è piccolo, rustico, molto accogliente, probabilmente nato per emulare le vecchie taverne di una volta.

Il suono dolce del pianoforte ci avvolge, contorna le nostre chiacchiere, quelle degli altri astanti.

Ci fa da sottofondo.

Il capo poggiato sul petto di Kaede, osservo Hana e Hisashi, intenti a discutere tra loro per l’ultimo pezzo di torta al cioccolato.

Non che sia una torta qualsiasi quella, no davvero.

È la torta preferita di entrambi.

Una Yuki incantevole, abbigliata in nero, è seduta accanto a mio cugino, e cerca di dissuaderlo dall’insistere ancora, ma Hana è irremovibile.

È peggio di un bambino, a volte.

E Hisashi non è da meno.

-Mitchi, maledetto baciapiselli, quella torta è mia!-

-E dove sta scritto, me lo dici!? Brutto idiota!-

Porto una mano alla testa. Comincia a farmi male.

Possibile che questi due debbano essere così chiassosi!?

Kaede avverte il mio disagio, mi passa un braccio attorno alla vita, mi invita a riappoggiarmi su di lui.

Ed io lo faccio.

Le prime avvisaglie del sonno non mi colgono impreparata, quindi. Senza preoccuparmi di Haruko, che mi osserva corrucciata, chiudo gli occhi e mi abbandono completamente contro il petto del ragazzo che amo.

-..vuoi che ti accompagni a casa..?- lo sento domandarmi, scostandomi una ciocca di capelli dal viso.

Io, da parte mia, sono indecisa.

Vorrei rimanere qui con i ragazzi, a festeggiare con loro. Perciò scuoto il capo, nonostante io sia molto, molto stanca.

Kaede non insiste, non replica. Forse ha capito.

-…non sei contento d’aver vinto il torneo?..-

Gli occhi ancora chiusi, i muscoli rilassati, mi costringo a pronunciare queste poche parole.

Kaede sbuffa.

-..Si,ovvio..che domanda intelligente, mocciosa..-

Socchiudo gli occhi.

-Ehi..stavo solo domandando…- mormoro. Non riesco a sbottare nel mio solito tono falsamente contrariato.

Sono davvero troppo stanca.

La stretta di Kaede si fa più forte, più possessiva.

Un bacio leggero sulla mia nuca, un gesto carino che non mi aspettavo.

-Lo so..-

Sorrido, chiudendo nuovamente gli occhi.

Se mi addormentassi davvero, qui, ora, ne sarei felice.

Immensamente felice.

 

 

E’ sempre Kaede a svegliarmi, qualche ora dopo.

Incredibile…mi sono addormentata davvero!!

-…ma che ore sono?…- domando, intontita, raddrizzandomi sul divanetto di pelle rossa.

-..sono le tre, Ucchan!- mi informa mio cugino, arruffandomi i capelli.

-Hana!!!- sbotto.

Ma insomma! Sa bene che odio quando lo fa…specie se sono mezza addormentata!

-Ahahah.. dai, non te la prendere, cuginetta! Su, alzati… si va tutti a casa del Comico!-

Il Comico? Ken?

-..come sarebbe a dire che si va a casa di Ken..?- chiedo, non del tutto sicura d’aver capito bene.

Non ho proprio voglia di andarci…sto cadendo a pezzi…

-io non vengo- sento Kaede dichiarare, alzandosi in piedi. Hanamichi si rabbuia.

-Baka Kitsune surgelata!! Abbiamo vinto il torneo e tu fai l’asociale!?- sbotta, sinceramente contrariato dall’atteggiamento di Kaede, il quale però non sembra neppure ascoltarlo.

Tipico di lui.

Proprio per questo motivo, Hana cambia preda.

-Tu verrai, no, Ucchan?- mi domanda, il tono quasi supplichevole. Probabilmente ci tiene davvero alla mia presenza.

Però…

Però io non me la sento…

Ho troppo sonno.

-Yuki verrà…?- domando. Spero in una risposta positiva da parte di mio cugino, così da non sentirmi esageratamente male quando gli dirò che non ho intenzione di seguirlo a casa di Ken.

-..Si,certo..-

Sorrido stancamente.

-Allora non c’è bisogno che io venga, no, Hana?-

Lui arrossisce, ma il dispiacere è ancora ben denotabile sul suo volto. Lo so che vorresti che venissi, Hana.

Ma…

-..mi dispiace, ma non mi reggo davvero in piedi..-

Mi preparo all’ennesima richiesta insistente di Hana, ma questa non arriva. Al contrario, mio cugino si china su di me e mi posa un goffo bacio sulla fronte.

Incredibile.

-…beh, buona notte allora, Ucchan…vuoi che ti accompagniamo a casa, prima di andare?-

Scuoto il capo, sorridendo leggermente.

-Non preoccuparti, Hana…mi ci accompagna Kaede…-

L’espressione che si dipinge sul volto di Hana mi fa scoppiare a ridere, nonostante la stanchezza.

Che cugino stupido.

Chissà che cosa è andato a pensare

 

 

Il fresco umido della sera mi fa sentire meglio, meno assonnata.

Kaede mi cammina accanto senza dire una parola, com’è nel suo stile.

E io, io mi sento bene.

 

Mi sento come vorrei potermi sentire sempre…

 

Improvviso, il suo braccio ad avvolgermi ancora, a trarmi a se…

Inaspettatamente.

E continuiamo a camminare così, abbracciati, il suo braccio attorno alle mie spalle, io e lui.

Io rido.

E’ incredibile, non c’è che dire.

 

Ma è bello così.

     E’ fantastico così.

          E’ perfetto così.

 

-…ma hai bevuto, mocciosa?…- mi domanda Kaede, sentendomi ridere.

Ridere, forse esageratamente.

Ma insomma, sono semplicemente felice, possibile che non riesca a capirlo??

-…Ma no!…- sbotto, seppur con il sorriso ancora sulle labbra.

Non riesco proprio a frenarmi, mi sento euforica.

-…Peggio ancora, allora. Vuol dire che sei così di natura…-

Faccio per pestargli un piede, ridendo, ma Kaede si ferma di scatto, senza alcun preavviso, e mi ritrovo a pestare semplicemente il selciato davanti a lui.

-Mh?..Cosa c’è..?-

Osservo Kaede. Guarda dritto innanzi a se, serio.

Seguo il suo sguardo, mi volto.

 

E la vedo.

 

Kiran…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

CIAO A TUTTI^^ SONO DAVVERO FELICE CHE SIA AUMENTATO IL NUMERO DI COLORO CHE COMMENTANO…QUESTO MI RENDE EUFORICA, ED HO SEMPRE - VOGLIA DI TERMINARE QUESTA STORIA (NESSUNO DI NOI VUOLE CHE QUESTO ACCADA)…MA DEVO FARLO, NON POSSO PROPRIO EVITARLO, CERCATE DI CAPIRE! ^__^

GRAZIE ANCORA PER I VOSTRI COMPLIMENTI E IL VOSTRO CONTINUO SUPPORTO.

 

AL PROSSIMO CAPITOLO,

 

RUKI

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Capitolo 43
*** Headstrong ***


Nuova pagina 1
Conclusions manifest 
Your first impressions got to be your very best
I see you're full of shit and that's alright
That's how you play, I guess you get through every night
Now that's over
I see your fantasy you want to make it a reality paved in

 gold
See inside, inside of our heads, yeah
Well now thats over 
I see your motives inside and your decision to hide
[...]
I know that you are wrong,
We're Headstrong .... Headstrong...
[Headstrong - Trapt]

 

 

 

Faccio un passo indietro, quasi involontariamente.

Le gambe paiono muoversi da sole, spinte da chissà quale forza.

Forse..se scappassi..

Forse se scappassi sarebbe molto meglio.

…perché se scappassi lontano, il più lontano possibile da qui, non sarei costretta ad affrontarti, Kiran...

Non sarei costretta a chiederti il perché.

A conoscere il perché.

Ma non riesco a farlo. Non ne ho il tempo, perché Kaede ti ha già rivolto parola.

-…si può sapere dove dormi, Kiran…?-

Una domanda che dapprima mi sembra oltremodo fuori luogo.

 

Non capisco.

 

Di che diavolo sta parlando Kaede?

 

Ma poi, poi quella stessa domanda pare assumere un significato, davanti all’espressione sconfitta di Kiran, che riesco a cogliere senza problemi alla fastidiosa luce di un lampione che s’innalza accanto a noi, spettatore silenzioso e rigido della scena.

E’ incredibile che io non ci abbia mai pensato…Kiran non vive con Kaede. Non più.

Non da quando ha scoperto che Kaede non è il suo gemello naturale.

E non sa come giustificare il suo silenzio, Kiran, davanti a colui che appare ora ai suoi occhi come uno sconosciuto.

Non sa come aggirare l’ostacolo, come  tirarsi indietro.

Non può farlo, e lo sa.

Per questo non le rimane altro da fare che girarci le spalle, tornare sui suoi passi, allontanarsi il più in fretta possibile.

Kaede non muove un passo, non le corre dietro. La lascia andare, semplicemente.

E io vorrei gridare, gridarle dietro di non correre via un’altra volta…vorrei dirle che tutto va affrontato, prima o poi...

Che non si può fuggire per sempre.

Ma non lo faccio.

Anch’io rimango in silenzio, come il ragazzo che mi sta accanto, mentre una pioggerellina familiare comincia a cadere.

Un’altra notte di pioggia.

 

Seduta sul mio letto, nella mia camera, immersa nei miei pensieri, il pigiama rosa addosso e una tazza di caffelatte fumante appoggiata sul comodino.

Così mi trova Hanamichi quando si degna finalmente di tornare a casa, un po’ brillo e con l’umore alle stelle.

Sono le sei del mattino.

- Com’è andata la serata?- gli domando, le palpebre appesantite dal sonno. Mi chiedo perché diavolo non mi sia già messa a dormire…

-Mhh…niente di così straordinario,Ucchan. Non ti sei persa niente-

Mi risponde così Hana, probabilmente per rassicurarmi. Ed io, ora come ora, farei di tutto per poter tornare indietro e scegliere di andarci, a casa di Ken. Giusto per non dover uscire e sentire il vento sulla pelle. Giusto per non risvegliarmi del tutto dalla stato di torpore in cui ero caduta. Giusto per non dover incontrare la mia ex migliore amica sulla strada di casa.

-Tu che hai fatto invece…? Sei andata a casa di quella volpaccia…!?- mi domanda mio cugino, lasciandosi pesantemente cadere sul mio letto.

Vorrei fosse un tantino più delicato.

Scuoto il capo in risposta al suo interrogativo, un po’ delusa. Devo ammetterlo, pensavo che la serata avrebbe potuto terminare in altro modo. Passare dei momenti speciali con il ragazzo che amo non mi sarebbe affatto dispiaciuto. Poter dormire ancora insieme a lui,ascoltando il battito del suo cuore...

Ma così non è stato…

         Forse perché non doveva esserlo. Non ancora..

Quando Hana si rialza, lo seguo fino in cucina, con la testa che gira e gli occhi quasi del tutto chiusi. Ma devo resistere…

Voglio proprio farmi raccontare un po’ di cose da lui. E poi, anch’io ho qualcosa da dirgli.

Permetto ad Hanamichi di versarsi un bicchiere d’acqua, poi lascio che la bomba esploda. Glielo dico.

-Ho visto Kiran,prima…-

Hana per poco non si strozza con l’acqua. Penso che un giorno o l’altro ci rimarrà secco, in questo modo.

-Come sarebbe a dire che hai visto Kiran!? Ma non eri con la Kitsune!?-

Annuisco, andando a sedermi sul tavolo, le gambe penzoloni, i piedi incrociati l’uno all’altro.

-E allora!?-

-Allora…- Prendo Fiato. –Allora stavo allegramente pestando i piedi a Kaede…- (E qui Hana assume un’aria perplessa) -…quando ce la siamo letteralmente trovata davanti. Mi è parsa in difficoltà, come un topo in trappola..-

Hana mi ascolta senza parlare, senza ribattere, mentre gli racconto di Kiran che non risponde alla domanda di Kaede, di Kiran che scappa via senza una parola.

Del selciato punteggiato di gocce.

E poi di Kaede, deciso a tagliare corto e a correre a casa. Dell’acerrimo rivale di mio cugino che, nonostante questo, si è congedato da me con estrema dolcezza.

Del mio ritorno a casa solitario.

E della mia presa di coscienza di quel qualcosa che mi sta dilaniando dentro, ogni giorno sempre di più.

Non sopporto di averti perso, Kiran…

Non ci riesco.

 

Non ci riuscirò mai.

 

 

Gli allenamenti sono diventati una vera tortura.

Ora, ci alleniamo anche di Domenica.

Io, da parte mia, non mi sento più la schiena, e la gamba mi duole in continuazione…

Problemi ai piedi che ho sempre deciso di ignorare, si stanno ora facendo sentire. Il mio corpo si ribella, mi lascia a piedi proprio adesso, mi lascia a piedi per l’ultima parte del mio viaggio.

Per l’ultima parte della mia impresa.

Akagi, in panchina, sembra essersene accorto, perché non mi toglie gli occhi di dosso. In effetti, i miei movimenti sono palesemente molto meno rapidi rispetto al solito, oggi.

Palleggio male.

Non ci metto il solito impegno, la solita voglia di fare.

Ogni passo sul parquet opaco è una tortura.

Faccio di tutto per sbarazzarmi della palla, passandola a qualsiasi mia compagna di squadra, anche se eccessivamente marcata, così da non dover correre a canestro.

Non ci riuscirei, lo so.

Se solo potessi riposarmi un po’…sedermi un po’…

                                                                    Se solo potessi fermarmi un po’…

 

-Uriko!! Vieni qui!!- sento improvvisamente urlare Kogure. Mi volto a guardarlo. Sembra…preoccupato.

E’ un brutto segno. Un bruttissimo segno.

Maledizione.

Con un passaggio non troppo perfetto, mi libero della sfera arancione, che finisce nelle mani di Nanaka.

La partita continua, ma senza di me.

 

 

Una volta al riparo dal mondo, nelle docce, sospiro.

Immaginavo che sarebbe finita così…

Accertamenti. E’ questo che Akagi vuole, che Kogure vuole.

E che la squadra vuole.

Accertamenti in ospedale. Accertamenti sulla mia schiena, sulle mie gambe…e ovviamente, sui miei piedi.

Ma a me non interessano gli accertamenti. Posso giocare. E voglio farlo. Voglio farlo fino in fondo.

Non mi importa che cosa dicono gli altri…io devo giocare la finale. Devo giocarla per forza, ne va del mio onore.

La devo giocare perché la mia sfida con Naromi Kitazawa l’Eccelsa è ancora aperta.

Una sfida che sa di scommessa.

Una scommessa che non le lascerò vincere per nessuna ragione al mondo.

Ai e Yumi mi raggiungono nelle docce dopo poco, sento il loro chiacchiericcio attutito dal fracasso dell’acqua.

Ai è la prima a toccare l’argomento.

Vorrei non risponderle, vorrei chiudermi in un mutismo ostinato, vorrei essere in grado di comportarmi esattamente come Kiran.

Ma so di non poterlo fare.

…è arrivato il momento di parlare. Di parlarne.

La mano rassicurante di Ai si posa sulla mia spalla. Un asciugamano bianco le fascia il corpo. Un asciugamano molto simile a quello che invece copre interamente il corpo decisamente più robusto del nostro capitano.

Io do loro le spalle, l’acqua che ancora scorre sul mio corpo, implacabile. Non vorrei mai più separarmi da questo getto caldo.

Così diverso dal freddo mondo di là fuori.

-…non sapevo avessi dei problemi ai piedi, Uriko…- comincia Ai, piano. Le sue parole mi fanno sentire subito peggio.

 

Ho un nodo alla gola.

 

Un doloroso nodo alla gola.

 

-..Non è niente di grave..- cerco di rassicurarla io. E alla fine, non mento. È tutto vero. Il mio problema non mi ha mai causato dei veri e propri disagi.

Ho sempre giocato.

Ho sempre potuto giocare.

-…penso che sia giusto che tu vada a fare degli accertamenti, Uriko - interviene Yumi, l’aria grave -…quando sei entrata in squadra andava tutto bene, ma adesso sembra che i tuoi problemi siano peggiorati…-

Ai lancia un’occhiata scandalizzata al nostro capitano, che, da parte sua, si limita ad un’alzata di spalle.

-Tu..tu lo sapevi!?- sbotta Ai, a pieni polmoni, com’è solita fare.

All’annuire quasi intimorito di Yumi (le reazioni di Ai sono sempre abbastanza inquietanti) la mia compagna di squadra dagli occhi verde oliva pare perdere del tutto il controllo.

-Ma come le hai permesso di giocare se sapevi dei suoi problemi!?-

-E Akagi, il nostro adorato coach…non dirmi che anche lui sapeva tutto!-

-E quell’altro scemo di Kogure!?-

-Uriko avrebbe potuto farsi seriamente male in partita!-

-E poi, poi gliel’avrebbe pagata la scuola la riabilitazione!?-

-Ahhhh, è una cosa assolutamente intollerabile!-

Ai continua ad urlare, ad inveire contro Yumi, quasi dimentica della mia presenza. Dimentica della presenza della diretta interessata.

Sono io quella che ha problemi ai piedi…

Sono io quella che deve necessariamente giocare la finale…

 

Sono io, io, io!!

E sarò io a decidere cosa fare!!

 

-Smettila, Ai…- intervengo, quindi, spiazzandola un po’.

Lei si volta a guardarmi, paonazza in volto, così come fa Yumi, e così pure Nanaka e Fumie che hanno appena fatto il loro ingresso nelle docce, attirate probabilmente dalle urla di Ai.

Tutte loro mi osservano, in silenzio.

In attesa.

 

-…giocherò questa partita…-

 

Sento la mia voce alzarsi nell’aria. Sento queste parole aleggiare tutt’intorno a noi, e spegnersi in un silenzio irreale, scandito solo dal rumore dell’acqua che ancora precipita sul pavimento delle docce.

Senza interruzione.

È testarda, l’acqua. Scende, scende, scende…senza mai fermarsi, senza mai darsi per vinta.

Precipita a valle, qualsiasi ostacolo incontri.

Perché qualsiasi ostacolo incontri, viene irrimediabilmente abbattuto.

Non ha paura, l’acqua, non teme niente.

 

E anch’io.

Anch’io non temo niente.

 

Non ora.

Non adesso.

 

-..giocherò questa partita..- ripeto, piano. Voglio che tutte loro capiscano, memorizzino e mai dimentichino.

Voglio che loro comprendano chi è Uriko Sakuragi.

 

Una testa calda.

 

Una testarda.

 

Una dannata, maledetta zuccona.

 

 

 

 

La sera, nella mia stanza.

A meditare su un altro giorno trascorso.

Un nuovo caffelatte pronto per essere sorseggiato, e musica rock trapanante di sottofondo.

E un diario.

Qualche parola buttata giù, a dare un senso alla pagina.

 

A dare un senso alla mia vita.

 

La mia mente è però ancor persa in stupide riflessioni. In riflessioni che una ragazza della mia età non dovrebbe neppure arrischiarsi a fare.

Chissà se sono le stesse riflessioni in cui ti perdi tu, Kiran…

 

Perché, in fondo, non siamo poi così diverse, io e te.

 

Quanto ti conosco, Kiran Rukawa…

Conosco le tue motivazioni. So perché ti nascondi.

 

Hai sempre vissuto con una maschera addosso. Una maschera d’assoluta perfezione.

Hai sempre voluto apparire così.

Perfetta.

Senza incrinature.

Senza sbavature.

Una creatura unica, difficilmente eguagliabile.

La prima impressione degli altri di te, per te, era assolutamente fondamentale.

Dovevi apparire come la migliore.

Dovevi essere la migliore.

 

Ma ora tutto è cambiato, Kiran.

 

Tutto è franato.

 

Tutto è così….

                   Diverso.

Diverso, si.

 

Proprio come noi, seppur così simili.

 

 

 

 

 

Siamo entrambe così testarde, Kiran Rukawa.

 

 

E arriverà la resa dei conti.

 

 

 

Fino ad allora,

 

Buona Notte, Kiran.

 

 

 

 

 

 

 

QUALCHE COMMENTO DALL'AUTRICE ---^_^

Terminato anche questo capitolo.

Ormai la storia sta veramente per terminare...dopo la partita con il Kainan, ci avvieremo all'inevitabile epilogo di questa storia.

Per viverne, molto probabilmente, un'altra.

Un sequel, un passo avanti nel tempo.

Ma fino ad allora, godetevi gli ultimi capitoli di "lovin' basketball".

Vi ringrazio ancora, infinitamente, per il vostro supporto e il vostro meraviglioso entusiasmo.

 

RUKI

 

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Capitolo 44
*** Final Game ***


Nuova pagina 1

Giorno della partita.

Mi sento tesa come una corda di violino.

C’e qualcosa di sbagliato nella mia stanza, nel modo in cui il sole inonda il pavimento accanto al mio letto. La polvere danza come impazzita in quel raggio di luce, ipnotizzandomi, impedendomi d’alzarmi per dedicarmi a cose ben più importanti.

Tipo infilare una felpa e uscire a fare un giro della casa di corsa, senza fermarmi.

Tipo raggiungere il campetto e provare qualche tiro.

Tipo dimenticarmi di tutto e tutti, di Kiran e della partita.

Ma quando finalmente riesco a rotolare giù dal letto e raggiungere la cucina mi trovo davanti ad uno spettacolo irresistibilmente buffo. Hana, la testa sul tavolo, sta dormendo come un bambino.

Anzi, mi correggo.

Sta dormendo come Kaede.

Ferma sulla porta, sorrido divertita. La tentazione di correre a prendere la macchina fotografica e scattare un paio di foto al mio adorabile cuginetto, per poi mostrarle a Yuki, è forte, ma non penso che il Tensai la troverebbe una cosa divertente.

Anzi, penso che si arrabbierebbe a morte. Hana non ama essere fotografato.

Per questo mi impongo di lasciar perdere, mentre raggiunta la cucina, mi accingo ad esplorare la credenza, trovandola miseramente vuota.

Di dolci, neanche l’ombra.

Anzi, neanche una briciola.

Hana, kuso!!! Sbotto mentalmente, seccata. Possibile che mio cugino sia peggio di una locusta? Ovunque passi, non lascia niente di commestibile! Niente!

Ma come posso non fare colazione!? Proprio oggi che ho la partita…

Lancio un’occhiata fulminante a mio cugino, ma lui sta ancora dormendo beatamente.

Maledizione…

Un’idea geniale si fa allora strada nel mio cervello, un’idea da vero piccolo genio del male quale sono, modestia a parte.

Facendo meno rumore possibile per non svegliare mio cugino prima del tempo, corro ad accendere lo stereo alle sue spalle.

La stanza pare esplodere, quando alzo il volume al massimo, osservando Hana scattare in piedi, terrorizzato.

-Eh!? Cosa c’è!? Cosa c’è!?-

Scoppio a ridere.

Proprio quello che si meritava.

 

Quando arrivo in palestra, una brioche in mano e un bicchierino di plastica pieno di cioccolata forte fino al bordo nell’altra, per poco non vado a sbattere contro Chiyako.

Porca miseria, se non l’avessi vista, chissà che fine avrebbe fatto la mia colazione…

-Uriko!!!- mi saluta lei, con un sorriso a trentadue denti. Io corro ad appoggiare brioche e cioccolata sulla prima panchina che trovo, prima di correre ad abbracciarla, con non troppa foga, però. Non vorrei farle male.

-Chiya-chan!! Non puoi ancora giocare, lo sai, si?-

Lei mi sorride ancora in risposta, consapevole del fatto che le mie parole non potrebbero essere più vere. –Si,ma sono venuta comunque a salutarvi prima della vostra spettacolare entrata in campo…-

Ridacchio.

-Spettacolare? L’ultima volta che abbiamo giocato, quando è entrata in campo Yumi sembrava una balenottera azzurra stitica!!- commenta a voce alta Nanaka, uscendo dalle docce.

Mi ero dimenticata di questa sua abitudine bizzarra. Nanaka non fa solo la doccia al termine della partita, la fa anche prima.

Alle sue parole scoppio a ridere: so che non dovrei farlo, ma proprio non riesco a trattenermi.

Anche Chiyako non riesce a farne a meno.

Ma quello che sembra un ruggito possente ci avverte che è arrivata l’ora di smetterla.

-Chi sembrava cosa!?- sbotta una Yumi apparentemente molto offesa, alle nostre spalle. Oddio, Gori la vendetta, penso, voltandomi.

-Ehm..ehm..io..- cerca di giustificarsi Nanaka, rossa in viso. Questa volta non se la caverà tanto facilmente, temo.

Ma proprio quando penso le urla del capitano stiano per esplodere nel piccolo spogliatoio, Yumi arriccia un angolo delle labbra e in breve si abbandona ad una risata a pieni polmoni.

Fantastica, Yumi.

In breve trascina nuovamente tutte noi in una risata fragorosa, collettiva, che ci libera dentro, che ci permette di dimenticare per un attimo la tensione, la sfida.

La partita.

Ai e Fumie fanno il loro ingresso nello spogliatoio proprio quando Yumi, piegata in due dal gran ridere, sta cercando di riprendersi.

-Ehi!! Che sta succedendo!?- domanda Ai, quasi allarmata.

Ma le labbra di Fumie si piegano in un sorriso.

-Ordinaria amministrazione..-

 

La numero 11 oggi profuma di qualcosa di indefinibile.

Sa di buono, sa di fresco.

Sa di qualcosa di diverso.

Hana deve averle fatto il bagno nel profumo!

Sorrido di questo pensiero assurdo, mentre seguo le mie compagne in campo. Non mi servono che pochi attimi per individuare Naromi Kitazawa.

Mi da le spalle la fenomenale playmaker del Kainan, i capelli neri legati in una semplicissima coda (cosa che non può che sorprendermi), il numero 7 giallo risaltante sulla divisa viola.

Davanti a lei, però, riesco chiaramente a distinguere il musetto impertinente di Akane Chiba, i profondi occhi neri puntati su di me, un sorrisetto di scherno tipico della sua persona a sfigurare il bel viso dai tratti mediorientali.

Che ragazza stupida.

Neppure si rende conto di essere una squallida copia della Kitazawa!

-Quella Chiba non mi piace per niente…- sento Nanaka mormorare, poco distante. –penso che si faccia trascinare un po’ troppo dalla Kitazawa..- Yumi, al suo fianco, annuisce, poi incita la squadra ad aumentare il passo.

Dobbiamo riscaldarci prima della partita.

Una alla volta tentiamo un tiro libero, rapide, in successione.

Una dietro l’altra, una dietro l’altra.

Una…due…tre, quattro, cinque..sei volte…

Poi passiamo ai tiri da tre. Quelli si che mi riescono maluccio.

Osservo Ai che, con una precisione quasi non umana, infila tre palloni di seguito, senza alcun problema.

Chiyako, dagli spalti, le sorride radiosa. È sempre stata il suo idolo, e chissà che presto o tardi non diventi anche il mio.

Alla fine dei brevissimi allenamenti nei tiri da tre, l’unica a potersi definire veramente soddisfatta è appunto Ai.

Per quanto mi riguarda, ho totalizzato una media di 0 tiri riusciti su 3.

Davvero demotivante, non c’è che dire.

E ancor più demotivante è sentire Nobunaga Kiyota prendersi gioco di me dagli spalti.

-Cosa c’è, Sakuragi!? Hai finalmente realizzato di non saper giocare!?-

Gli lancio un’occhiataccia, e la maledetta bertuccia scoppia a ridere. Soichiro Jin, accanto a lui, lo osserva rassegnato, senza però muovere un dito in mia difesa. Non che me l’aspettassi, è chiaro.

Quel ragazzo fa pur sempre parte del maledettissimo Kainan King.

-Chiudi il becco,pezzo di idiota!!- ribatto, cosa che suscita non solo lo stupore del mio fastidioso interlocutore, ma anche della sua dannatissima ragazza, la quale corre da me in men che non si dica, lo sguardo fiammeggiante, probabilmente intenzionata a dirmene quattro.

-Come diavolo ti permetti di parlare a Nobu in questo modo, Sakuragi!?- sbotta Naromi Kitazawa, infuriata quanto un rinoceronte africano. Al suo fianco, Akane Chiba assume un’aria truce che la rende terribilmente ridicola, altro che minacciosa.

Ma chi pensa di spaventare!?

-Non sprecare il fiato, Kitazawa…vattene a cercare qualcun altro con cui prendertela!- quasi le ordina Fumie, materializzandosi alle mie spalle, squadrando la numero 7 del Kainan dall’alto del suo metro e novantadue.

Io non ribatterei se fossi in te, Naromi. Fumie non è per niente una tipa amichevole!

E infatti la Kitazawa non ribatte, anzi, pare farsi piccola piccola indietreggiando di un passo, lasciando la Chiba scoperta, quasi nascondendosi dietro di lei.

Mh, sapevo che bastava poco per farti stare zitta, Naromi.

-Grazie mille, Fu…- le dico, mentre il suono di un fischietto squarcia l’aria.

Evidentemente è arrivata l’ora di cominciare.

Guadagno la mia posizione in campo, lo sguardo fisso sulle tribune, sul pubblico, a ricercare quel viso che non riesco però ad individuare tra la folla.

Con un sorriso mi avvedo di Hana e Yuki, seduti vicini, e di Haruko, circondata dall’armata.

I soliti chiassosi spettatori. I miei preferiti.

Rivolgo loro un cenno di saluto con la mano, ma subito torno a concentrarmi su Naromi Kitazawa, che sta scambiando qualche battuta con la Chiba, in attesa dell’inizio della partita.

-Ti amo!!- grida a Nobunaga Kiyota, suscitando la sua smielatissima risposta immediata. –Anche io, Naromina!!-

Bah…mi viene quasi da vomitare.

Amore, dicono?

…Chissà perché non ci credo.

 

 

Qualche secondo dopo, la partita ha inizio, e la folla si scatena.

Un’agguerritissima Naromi Kitazawa mi sbarra la strada verso il canestro non appena la palla mi capita tra le mani.

Ma d’altronde, cercare il canestro non è il mio mestiere, ed è con un ghignetto divertito che passo la palla ad Ai, dietro la linea dei tre punti.

Sono sicura che il nostro asso non ci deluderà.

-Vai, Ai!!- sento Chiyako urlare come impazzita, dagli spalti.

E non è solo lei ad urlare. Tutti i fans dello Shohoku, tutti coloro che sono qui per noi, non possono far altro che incitare la mia compagna di squadra, in coro.

E Ai non li delude.

Un armonioso movimento del polso, un leggero saltello sul posto, tipico di lei, ed ecco la palla alzarsi quasi in volo verso la sua meta, verso il canestro.

Canestro che attraversa dolcemente, senza problemi, lasciando tutti senza fiato per un attimo.

Poi, le urla.

E il Kainan incassa il colpo.

 

 

*

 

 

Il primo tempo non è andato come mi aspettavo.

La numero 11 già sudata, i piedi doloranti, la schiena che ne risente ogni minuto di più, mi trascino verso la panchina, dove un Akagi più che agitato comincia a vomitare una serie di parole estremamente ottimiste che non mi va neppure di ascoltare.

Sono a pezzi.

Mezza morta.

Già dalla metà del primo tempo, il dolore alla schiena, e soprattutto ai piedi, ha cominciato a diventare intollerabile.

E al dolore si è mischiato il terrore, la paura folle di non riuscire ad arrivare in fondo a questa partita.

Perché è questo ciò che davvero conta, per me.

Devo vincere.

 

Dobbiamo vincere.

 

Al termine di questa partita… solo allora potrò pensare all’operazione che mi aspetta. Al mio periodo di stazionamento.

Al mio temporaneo arrivederci al basket.

Ma non posso pensarci ora, e non devo pensarci ora, non ora che siedo su questa panchina guardando i miei sogni infrangersi come uno specchio fragile.

10 punti.

10 punti ci separano da loro.

Dopo l’inizio esplosivo, la situazione si è completamente ribaltata, e il Kainan si è fatto sentire, controllando la partita senza problemi.

Fortunatamente, siamo riuscite a star loro dietro, seppur arrancando, grazie soprattutto ai precisissimi canestri da tre punti di Ai.

Questa è la sua giornata, decisamente.

-Non preoccupatevi, ragazze!!- ci incita Kogure, il sorriso sulle labbra.

Non capisco come diavolo faccia ad essere così tranquillo…

E’ come se avesse la certezza matematica del fatto che la vittoria sarà nostra.

Illuso.

Mi alzo, prendo a camminare nervosamente avanti e indietro.

Avanti e indietro.

Avanti e indietro.

Poi, la voce di Nanaka mi riporta alla realtà.

-Come facciamo a non preoccuparci, dico io!? E’ impossibile…- sta brontolando, ancora seduta in panchina, giocherellando nervosamente con una ciocca di capelli ricci sfuggita alla coda di cavallo.

-Non ce n’è bisogno, Mitsui- interviene Akagi, disteso come non mai.

Effettivamente, non penso d’averlo mai visto così…fiducioso.

-Già…!- sorride Kogure, mentre un radioso sorriso si dipinge sulle sue labbra –Akagi ha proprio ragione, ragazze.- esclama, osservando euforico un punto imprecisato dietro le mie spalle. -Guardate un po’…-

Alle parole di Kogure, mi volto seguendo il suo sguardo.

 

E per poco non svengo.

Una divisa numero 7, rossa.

Perfetta.

I capelli biondo cenere lasciati sciolti sulle spalle.

Le gambe magre, toniche.

Un paio di scarpette da basket costose, color oro.

 

 

…e due occhi color del cielo che riconoscerei tra mille…

 

 

 

 

 

-Kiran….?-

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

EHILA’ GENTE,

SCUSATEMI SE NN HO AGGIORNATO X UN PO’ D TEMPO, MA PROPRIO NN NE HO AVUTO IL TEMPO..

BEH, SPERO CHE MI PERDONERETE, UNA VOLTA LETTO QUESTO CAPITOLO!!!

 

UN BACIO E UN SALUTO A TUTTI,

 

RUKI

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Capitolo 45
*** What's Right And Wrong ***


Il cuore a mille, il respiro rotto, poc’aria nei polmoni.

O almeno, così mi sembra.

Faccio un passo avanti; giurerei che sto tremando, ma sono così sbalordita da non poterne essere certa al cento per cento.

-Kiran?..- ripeto ancora. Esito.

La ragazza bionda davanti a me, però, non ha reazioni. Di alcun tipo. I suoi occhi cerulei si soffermano su di me, certo, e analizzano la mia figura distrutta dalla stanchezza e dalla sorpresa, ma sembrano gli occhi scolpiti di una statua di marmo.

-Se dobbiamo giocare, facciamolo- pronuncia improvvisamente. Incredibile da quanto tempo io non senta la sua voce. –Ma non pensare che tra noi tutto si sia sistemato, Sakuragi…-

Queste sue ultime parole mi colpiscono allo stomaco. Dolorosamente.

Allora non è cambiato nulla, Kiran…

-Se sei qui solo perché intendi vincere il torneo usando lo Shohoku, magari per fare bella figura davanti agli osservatori della nazionale…allora puoi benissimo andartene- sbotta Ai, contrariata dall’atteggiamento della (nuovamente nostra) numero 7.

-Già! Chi diavolo pensi di essere per tornare quando cavolo vuoi, eh!?- rincara la dose Nanaka, alzandosi dalla panchina di scatto, gli occhi fiammeggianti d’ira. –sei solo una sporchissima approfittatrice!-

L’espressione statica sul viso di Kiran non muta, nonostante questi commenti acidi da parte delle sue compagne di squadra. Io, da parte mia, non so cosa dire. La sorpresa, e le parole taglienti di Kiran, mi hanno pietrificata.

Tutto ciò che riesco a percepire è un peso insopportabile sul cuore, e il pizzicore delle lacrime agli angoli degli occhi, che premono per scappar fuori e rigare il mio viso.

E tutto questo per colpa tua, Kiran.

-Si, sono un’approfittatrice, Mitsui. Tutto quello che voglio è avere qualche possibilità in più di essere notata dagli esaminatori. Voglio entrare a far parte della nazionale femminile, e le tue parole certo non mi faranno cambiare idea…-

Stringo i pugni. Possibile…possibile che questa ragazza sia Kiran Rukawa? Quella Kiran Rukawa, la stessa ragazza gentile tutta sorrisi e zucchero che ho conosciuto a scuola?

-Mi fai schifo, maledetta bastarda!!!- sbotta nuovamente Nanaka a pieni polmoni, scagliandosi su Kiran, con l’intenzione palese di farla a pezzi. Fortunatamente, Ai la blocca, evitando inutili spargimenti di sangue.

-No, Nana, no!!-

Ma Nanaka non riesce a capire.

 

Per un attimo, sembra ringhiare.

 

Lo so che cosa stai provando, Nana-chan.

 

Rabbia.

 

Delusione.

 

Amarezza.

 

Si,lo so.

Perché è quello che sto provando io.

 

Questa rabbia che sembra pulsare…pulsare, viva, dentro di me…

 

 

L’arbitro ci richiama al nostro dovere.

Al gioco.

Alla partita.

Lancio un ultimo sguardo fugace a Kiran, prima di spegnere il cervello e ributtarmi nella mischia.

 

Poi, il secondo tempo.

E Kiran, che sembra voler dare, e poter dare, il meglio di se. La sua velocità sembra quantomeno raddoppiata dall’ultima volta che l’ho vista giocare…

Probabilmente in Canada si corre di più.

Molto di più.

Ti sei semplicemente abituata al loro ritmo di gioco, non è vero, Kiran?

E ora devi farci vedere.

Devi mostrarti a tutti, così da tornare ad essere la loro numero uno.

La numero uno di quei tifosi che, sugli spalti, pensavano ormai tu fossi un capitolo chiuso.

-Andiamo, passa!…- sbraiti in direzione di Nanaka. Ma lei la palla non vuole passartela, e si vede.

Passa ad Ai. Palla intercettata.

Pessima mossa.

-Cazzo!!!- sbraita Nanaka. Kiran si limita a rivolgerle un’occhiata furiosa. Non sopporta il fatto di non essere riuscita a mettersi in mostra, probabilmente.

-Che ti è saltato in mente, Nanaka? Kiran era libera!- sbotto io, muovendo qualche passo in sua direzione, mentre Akane Chiba realizza, con una schiacciata notevole.

Per tutta risposta, Nanaka prende ad urlarmi contro.

Ma che diavolo dici!?

Ma se è…ma scusa…no, è una sporca ladra!

Quella cagna schifosa!

Non poteva starsene in Canada, no, eh?

Io, da parte mia, cerco di calmarla.

 

Anche se la capisco.

 

Anche se, dentro, sto ardendo di collera.

 

-Dai ragazze, calma…-

Ai ci affianca, sorridendoci appena. Yumi, da lontano, fa lo stesso. È un semplice invito a non mollare.

A non lasciarci trascinare dagli impulsi.

Dobbiamo stare calme, lucide, rilassate…

      se vogliamo vincere.

 

E per quanto mi riguarda, io lo voglio.

 

 

Ecco perché riprendiamo la partita con più motivazione.

Con voglia di fare.

Coscienti di un obbiettivo comune, uno scopo unitario, qualcosa che ci accomuna nel profondo.

Unite nella stanchezza, nella delusione, nella voglia di vincere.

Unite nella voglia di farcela.

Desiderose di portare a termine con successo quel cammino che, passo dopo passo, abbiamo affrontato tutte insieme.

Ed è mentre Ai ci meraviglia tutti con un altro dei suoi infallibili tiri da tre che permetto alla mia mente di vagare…

Solo per un attimo.

Di tornare indietro, solo per qualche secondo.

 

…L’ingresso in squadra…

 

…Il ritiro…

 

…Gli allenamenti estremi di Akagi…

 

Ce lo meritiamo, in fondo.

Ci meritiamo di vincere.

 

E, per un attimo, un solo attimo, mi chiedo come sarebbe perdere.

Perdere tutto.

Mesi di lavoro…gettati alle ortiche.

Ma dura un attimo, solo un attimo.

Rialzando lo sguardo, infatti, mi ritrovo davanti ad una scena insolita. Il gioco è fermo. Akane Chiba ha le mani tra i capelli e uno sguardo preoccupato, sguardo rivolto a Naromi Kitazawa, a terra, le mani a stringere convulsamente il polso della mano destra.

-Sono caduta..ho appoggiato male le mani..- sta cercando di spiegarsi la Kitazawa, la voce rotta, il viso rosso, e sfigurato dal pianto.

Deve farle tremendamente male…

-Ben le sta, ben le sta..- sento Nanaka cantilenare poco lontano da me, un ghigno di trionfo dipinto sul volto. –Dai che la vinciamo noi, questa partita…!-

 

Il cervello in black out.

E una strana sensazione alla bocca dello stomaco.

È sbagliato. È tutto terribilmente sbagliato.

Naromi avrebbe dovuto giocare fino all’ultimo…

Eppure, è proprio lei, la fenomenale stella del Kainan femminile, quella che è costretta ad abbandonare il campo, in lacrime…

Lacrime di dolore.

E di rabbia.

Non ama arrendersi, Naromi Kitazawa.

 

Ma ecco che il gioco riprende…così come si era arrestato.

Riprende con naturalezza, ma è percepibile nell’aria, sui volti, in ogni dove…che qualcosa è cambiato.

Tutti ne sono consapevoli, ma chi ne sente il peso maggiore è sicuramente la minuta ragazzina con i capelli corti entrata in campo al posto della Kitazawa.

E’ perfino più bassa di me.

Kiran sembra la più soddisfatta da questo cambiamento. Sa di avere la vittoria in pugno…

Chiudo gli occhi. Solo per qualche secondo.

Di nuovo black out.

Nero assoluto.

Vorrei solo poterne uscire.

Oppure rimanere qui, sospesa.

Né vincere, né perdere…perché non va bene vincere così.

Vincere guidate da te.

Ti consideravo il vero capitano, Kiran. Pensavo che sarei stata fiera di averti a capo della nostra squadra.

Ma ora…

Ora se mi impegnerò fino in fondo, fino alla fine, per vincere…

Sarà solo per il basket.

Cos’è il basket? È la mia vita.
Lo sento scorrere nel mio sangue, pulsare nel mio cuore, diffondersi nel mio corpo, nel mio cervello, quasi fosse la mia linfa vitale.
È una sensazione piacevole, la più piacevole di tutte.
Non tutti però la pensano così, qui.
La ragazza che mi sta davanti, per fare un esempio, trema visibilmente.
Cerca di marcarmi, ma la sua difesa è debole, quasi inesistente. Si vede che è una principiante, e per due motivi: primo, ha paura della sottoscritta.
Secondo, i suoi movimenti sono goffi, facilmente prevedibili, e, cosa ben più importante, i suoi occhi non trasmettono la passione per il basket, quella passione morbosa che ti spinge a farti largo tra gli avversari evitandoli agilmente, mentre i tuoi occhi diventano ciechi a qualsiasi altra cosa non sia il canestro e le tue orecchie diventano sorde a qualsiasi altro suono non sia il dolce rumore che la palla produce toccando il suolo mentre palleggi o l’eccitante fruscio della palla che passa attraverso il canestro.
–...paura?- domando a quella spaurita ragazzina, squadrandola da capo a piedi, mentre mi specchio nei suoi occhi dallo sguardo smarrito.
La palla è in mio possesso, mi sento padrona assoluta della situazione, e la cosa mi piace.
–p-paura? N-no..non ne ho..- mente.
Perchè so che sta mentendo, glielo leggo negli occhi.
–il basket è solo un gioco...non ho paura- aggiunge cercando d'apparire spavalda, ma il leggero tremolio nella sua voce la tradisce.
Sorrido.
–dovresti averne- pronuncio soltanto, prima di eseguire uno dei miei passaggi perfetti.
Riceve lei, ed è subito dunk.

 

E quando l’arbitro fischia la fine della partita, è allora che l’assaporo, esausta.

Il sapore della vittoria.

Mi accascio a terra, con il fiatone.

È stata la partita più dura di tutte…

Le mie compagne sono già corse verso la panchina, e stanno abbracciando e baciando un imbarazzatissimo Kogure.

Akagi sorride.

E intorno, è il delirio.

Lancio un’occhiata lassù, dove l’armata Sakuragi sta dando il meglio di se. Non vorrei venisse loro un infarto, ad agitarsi così!

Un sorriso stanco piega le mie labbra quando incontro lo sguardo di mio cugino. Ha gli occhi lucidi.

Si, lo so, Hana…ci sono un sacco di cose che andrebbero dette.

Ma nessuna di queste, ora, sembra importante.

Un sorriso…forse è molto, molto più importante.

Eppure…eppure non me la sento di sorridere…di sorridere…per davvero

-Bravissima, Uriko!!!- urla Yuki, esaltata, battendo le mani. –Sho-ho-ku! Sho-ho-ku!-

Ridacchio.

Non pensavo che la sempre compostissima Yuki potesse lasciarsi andare così.

Il mio sguardo corre poi alla panchina della squadra avversaria, dove, al contrario, tira una brutta aria.

Naromi Kitazawa non c’è.

Non immagino neppure quanto tu possa star male, in questo momento, Naromi.

Non pretendo di saperlo.

Come non pretendo di capire, mi dico, osservando la tua figura statuaria ancora immobile sotto il canestro, di capire te, Kiran.

-Bella prova, Uriko! Magnifico passaggio!- urla una Haruko al settimo cielo, venendomi incontro.

Con lei, lo Shohoku al gran completo…Yumi, Nanaka, Ai, Fumie e persino Chiyako…

Non le ho mai viste così felici. Mai.

Prima ancora di rendermene conto mi ritrovo con le guance bagnate…

                                                                                   …e finalmente, sorrido.

 

 

 

Sorrido per davvero.

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Capitolo 46
*** Let The Rain Fall Down ***


LET THE RAIN FALL DOWN



Trascinandomi verso gli spogliatoi, a fine partita, mi perdo ad ascoltare il battito frenetico del mio cuore.
Non riesco ancora a crederci… abbiamo vinto.
Mi sembra di camminare in un mondo parallelo…in una realtà che non è la mia.
I piedi vanno da soli, la mente da tutt’altra parte… e il bruciante desiderio di vederti. Il bruciante desiderio di te, 
Kaede.
La voglia incontenibile di parlare di questa vittoria, con te. E di condividerla con te.
Non ho nient’altro in testa… né l’infortunio di Naromi Kitazawa, né la decisione di Kiran di andarsene non appena terminata 
la partita… decisione che non mi ha neppure permesso di complimentarmi con lei…
Ma non importa… null’altro importa ora, se non tu…
Ai…deve esserci Ai accanto a me. Ma non ne sono sicura. Ancora non riesco a sentire bene, ancora non riesco a comprendere 
bene.
Solo urla senza significato.
Ma eccola lì, la porta degli spogliatoi. Farò alla svelta, una doccia veloce, poi mi cambierò e verrò a cercarti.
Perché tu sei l’unico con cui voglia condividere la gioia di questo momento.
L’unico.
E la voglia di sentirmi fare qualche complimento, anche il più piccolo del mondo, mi spinge a catapultarmi per prima nelle 
docce, battendo sul tempo persino una sconcertata Nanaka.


Quando finalmente riesco a lasciarmi alle spalle i complimenti e le grida delle mie compagne di squadra, raggiungo 
l’uscita il più velocemente possibile.
Un passo fuori… solo un passo.
Il sorriso di Hana è la prima cosa che vedo, il primo dei complimenti a me rivolti. La prima delle soddisfazioni.
-Complimenti, piccola!…- mi dice una radiosa Yuki, venendomi incontro, abbracciandomi forte. Il profumo forte che si è messa 
mi avvolge completamente, acre, un po’ fastidioso, ma cerco di non farci caso e la abbraccio a mia volta, contenta del fatto 
che lei sembri così fiera di me. 
Quando Yuki decide finalmente di mollare la presa, anche mio cugino si avvicina, e, come un po’ mi aspettavo, mi scompiglia i 
capelli.
Non credere Hana, mi da fastidio anche oggi… 
-Sei stata bravissima Ucchan! La più brava di tutte! Lo sapevo che non avresti deluso il Tensai! D’altronde, non 
dimentichiamoci che sei una Sakuragi!!!- mi ricorda con la sua tipica espressione gongolante –E la classe non è acqua!-
Scoppia a ridere mio cugino, molto prevedibilmente. Ma sono felice di sentirlo ridere così. Perché questa risata me lo 
ricorda. Mi ricorda che finalmente è tutto finito… la partita è finita, e ci siamo portate a casa una vittoria sofferta. 
E proprio quando riprendo a guardarmi intorno,alla tua disperata ricerca, è proprio allora che vengo aggredita da quello che 
mi sembra un grosso babbuino in preda ad una crisi mistica.
-Urikoooooo!!!! sei stata immensa!!!!- urla l'ignota creatura, che poi riconosco essere Haruko in "adorazione-mode". 
-Ha..Haruko..- balbetto io,cercando di staccarmela di dosso. Maledizione, la odio quando fa la piovra!
-Sei stata fantastica, Uriko, dico davvero! Avreste potuto vincere sicuramente anche senza Kiran, non credi anche tu? E' 
stata una bella fortuna che la Kitazawa si sia infortunata, non trovi? E quel passaggio sullo scadere del tempo...una vera 
prodezza..io non so propr..-
-Haruko- la zittisco io, cercando di sorridere. -calmati..-
Lei scoppia a ridere di una risatina scema e non controbatte. Fortunatamente.
Ora è arrivato il momento di inventare una scusa per togliersi di torno l'esagitata sorellina del coach.
Scusa che trovo immediatamente.
-Va a cercare Chiyako..mi sembra volesse parlarti..- le dico, ed è con immenso piacere che la sento ringraziarmi e voltarmi 
le spalle, avviandosi alla ricerca della mia ignara ed ancora infortunata compagna di squadra, che in questo momento non 
invidio proprio. Già, povera Chiya-chan... ma almeno mi sono tolta Haruko dalle scatole, e la mia ricerca frenetica 
ricomincia.
Prendo a farmi largo tra la folla che si è radunata davanti alla palestra, parenti e amici dei membri di entrambe le squadre, 
incappando in Ayako, Ryo-chan e Mitchi, tutti intenti a fare i complimenti ad un'imbarazzatissima Nanaka, paonazza in volto. 
Non ci credo, allora anche lei è in grado di arrossire!
Li saluto tutti di sfuggita, non posso proprio fermarmi. Devo trovare una certa volpe sempre in coma...
E quindi riprendo a cercarti, incontrando, uno alla volta, tutti quanti.. Akira, Misa, Kiyota, intento a consolare una 
disperata Naromi, Mito..
Si, in tutti quanti. Ma non in te. Di te non sembra esserci neppure l'ombra.
Con una strana pesantezza alla bocca dello stomaco ritorno sui miei passi, raggiungendo nuovamente Ayako e gli altri.
-mh.. Aya.. hai visto Kaede?..- domando alla manager della squadra maschile, un po' titubante. 
Si, titubante. Ho paura...paura di una sua risposta negativa.
Risposta negativa che, purtroppo, non tarda ad arrivare. -No, non l'ho visto..-
Il mio cuore perde un battito.
Due.
..Tre.
Deglutisco, un po' scossa. Non me l'aspettavo.
-Qualcosa non va, Uriko?..- mi domanda Ayako, guardandomi apprensiva. -non hai una bella faccia..- aggiunge, squadrandomi.
E io mi sforzo di sorridere, di apparire naturale, quando le rispondo..-E' tutto a posto..forse..forse sono solo un po' 
stanca..-
Ma non è così... non sono stanca. Non sono stanca per niente. No..
-Non è il caso che tu vada a casa allora, piccina? vedrai che dopo una bella dormita ti sentirai subito molto meglio!-
Una dormita. -Uh..si, si..andrò a cas..- provo a dire, ma non riesco neppure a terminare la frase.
Quel peso fastidioso si è spostato dallo stomaco alla gola, e minaccia di scoppiare da un momento all'altro.
Di liberarsi da un momento all'altro.
Per questo, senza neppure salutare, do le spalle ad Ayako e mi allontano di corsa.
Non voglio più guardarmi indietro.


Smetto di correre solo quando le gambe non mi reggono più. Un forte dolore al cuore, e le lacrime che ancora minacciano di 
scendere a rigarmi il viso da un momento all'altro, mi lascio cadere su una panchina sul lungomare, lo stridire dei gabbiani 
nelle orecchie e la voglia di scomparire, di sparire per sempre. 
...Non posso crederci.
Non riesco a credere che lui non fosse alla partita. Sapeva quanto ci tenessi alla sua presenza...era una partita 
importante...
Era la finale.
Era il mio scontro decisivo con la mia avversaria numero uno, Naromi Kitazawa.
E lui lo sapeva. 
Lo sapevi, Kaede.
E il mio desiderio più grande era quello di vincere per te, di dedicarti la vittoria dello Shohoku.
Non riesco a credere che tu abbia deciso di non venire...
Ancora prima di rendermene conto, scoppio a piangere. Scoppio a piangere senza ritegno, fregandomene dei passanti, 
fregandomene di tutto...
Perchè dev'essere sempre tutto così difficile con te, Kaede? Perchè la mia felicità dura sempre un attimo, un attimo che dura 
un sogno, un sogno che dura un attimo...?
Porto le gambe al petto, proprio mentre un lampo squarcia il cielo, e un tuono lo segue a ruota.
Un tuono forte. Potente.
Mi spaventa, si mescola alla mia angoscia, al mio dolore.
Ennesima pioggia gelata dentro di me, ad annegare implacabile la mia anima, la mia vita.
Quando avverto un leggero pizzicore alle braccia, me ne accorgo.
Anche il cielo sta piangendo.
Non ci penso due volte... mi rialzo, mi allontano sotto la pioggia. 
E' incredibile, sembra poter piovere per sempre...


Quando raggiungo la mia destinazione, casa Rukawa, i vestiti bagnati, le scarpe zuppe, i capelli fradici, incollati al viso, 
e la voglia di scappare il più lontano possibile, mi fermo a fissare la finestra della camera di Kaede, cercando di calmarmi, 
di fermare le lacrime che continuano imperterrite a sfuggire ai miei occhi.
Non mi sono mai sentita più delusa di così in tutta la mia vita.
Ora, Kaede, spero che, suonato il campanello, tu non verrai ad aprirmi. Spero tu non sia in casa... perchè se tu lo fossi, 
come spiegheresti la tua assenza alla partita più importante in assoluto per me?
Non voglio sentirti dire...che te ne sei dimenticato...
Ma mi faccio coraggio, risalgo il vialetto, mi fermo davanti alla tua porta.
E suono il campanello.
Una, due volte.
Ti prego,non venire ad aprire...
Ti prego...
Ma, forse troppo presto, mi trovo davanti la tua figura, alto, i capelli mai del tutto in ordine, abbigliato nel solito modo.
Bello.
Bello e semplice come sempre.
Trattengo il respiro. Vorrei che tu parlassi, ma non lo fai...
...perciò mi decido.
Prendo in mano la situazione.
Ho il coraggio di farlo, anche se sto tremando, non tanto per il mio essere completamente fradicia da capo a piedi, quanto 
per la paura di sentirti rispondere la cosa sbagliata, Kaede.
La cosa che mi ferirà.
-...perchè non eri alla partita,Kaede..?- ti domando, il cuore in gola, sfregandomi le braccia per scaldarmi.
Il corpo in tensione, tremori freddi e la solita voglia di piangere, mi costringo a studiare la tua espressione.
E'...strana.
Non sono ancora riuscita a decifrarla quando ti sento rispondere uno svogliatissimo..-Non mi andava-
E sono quelle le ultime parole che sento, prima che il mondo mi crolli addosso, e il freddo s'impossessi definitivamente di 
me.
Prendo a battere i denti, cerco di non darlo a vedere, ma è difficile. In questo momento, non mi sento più viva.
Non mi sento più reale.
Mi sento come se non esistessi più, come se fossi scomparsa...come se non fossi mai vissuta.
Mi sento così...sola.
E dolore, rabbia, delusione si mescolano in me, esplodono dentro di me, mi fanno piangere, mi fanno gridare... -Come sarebbe 
a dire che non ti andava!? ..Io..io pensavo che ti interessassi Kaede, almeno un po'!!...- Un singhiozzo più violento degli 
altri mi scuote, mi uccide dentro, mi costringe a smettere di urlare.. -..pensavo che ti importasse.. di me..-
Quasi ridotte ad un sussurro le mie ultime parole, parole impregnate del dolore che ho dentro. Che mi consuma.
Dolore che sembra diventare ancora più forte quando, alzando lo sguardo, ti ritrovo a guardarmi, impassibile come non lo sei 
mai stato, quasi distratto.
Come se non ti importasse davvero nulla...
Come se vedermi piangere non ti ferisse affatto...
Come se...
Come se non mi conoscessi.
E le tue parole, le peggiori, le pronunci con ancora quella per me insostenibile aria indifferente dipinta sul volto...
-..Era solo una stupida partita... avete vinto lo stesso,no?- 
Barcollo, mentre tutto si spegne attorno me, mentre tutto va in frantumi.
Mentre una rabbia intensa prende possesso di me.
E solo quando mi ritrovo a fissare il palmo rosso acceso della mia mano, me ne accorgo.
Ti ho schiaffeggiato, quasi senza rendermene conto.
Tu sei rimasto immobile, non hai detto niente, non hai fatto niente.
Non mi stai neppure guardando, Kaede...
Ed è per questo che mi rivolgo a te per l'ultima volta -..non hai capito proprio nulla!..- prima di scappare via, la seconda 
volta in una giornata, senza neppure cercare di nascondere le lacrime.
Voglio che tu sappia, Kaede...
che tu ti accorga...
Di quanto sto soffrendo.



Let's go back,
Back to the beginning..





E quando torno a casa, non trovo il conforto che speravo di trovare. Hanamichi non c'è, chissà dov'è. Con il fiatone, e il 
mondo che ancora rovina sotto i miei piedi, mi rendo conto di non potermi sfogare con nessuno. Di non poter raccontare niente 
a nessuno.
Di non poter piangere davanti a nessuno.
Per questo esco di nuovo, esco, sotto la pioggia.. anche se non sono bene dove andare, cosa fare..
Nella mia mente solo lui.
Lui. Ed io. All'inizio.
Quando ancora eravamo così distanti... quando per lui ero solo una mocciosa qualunque.
Pensavo che fosse cambiato qualcosa...

Qualcosa.

Ma non è cambiato nulla...




'Cause different
Doesn't feel so different
And going out is better
Then always staying in
Feel the wind





I miei passi che mi riportano ancora al lungomare. Vorrei non doverlo vedere mai più, questo posto.
Vorrei ritornare a Tokyo, alla mia periferia.
Vorrei ritornare alla mia vecchia vita.
Alla mia vecchia casa, al mio campetto in disuso.
Vorrei andarmene via...
Mi costringo a sedermi sul parapetto affacciato sugli scogli, come sempre, ignorando la pioggia, il vento, i tuoni, il 
temporale che non si placa. 
Non riesco a credere di essermi seduta qui innumerevoli volte...
Le gambe penzoloni nel vuoto, vengo scossa dall'ennesima crisi di pianto. 
Odio questa luna. Odio questo tratto di mare. Odio questo posto...
Non mi sono mai sentita così...disperata.
E non ho mai pianto così tanto in vita mia...



Let the rain fall down
And wake my dreams
Let it wash away
My sanity
'Cause I wanna feel the thunder
I wanna scream
Let the rain fall down
I'm coming clean, I'm coming clean




Vorrei solo poter urlare.
Vorrei solo potermi mescolare al temporale.
Sfogarmi insieme al cielo.
Questo cielo nero che mi ricorda così tanto te...
Ed è quello che provo a fare, ma il pianto mi costringe a rinunciare ancor prima d'averci provato. Mi chiedo quando finirà 
tutto questo, quando questa tristezza se ne andrà, così com'è venuta...
Abbasso il capo, lascio che il mio sguardo si arrenda, prendo a fissarmi le scarpe con gli occhi appannati dalle lacrime, 
sconfitta...


-Sakuragi?-


Mi volto. La vedo.
Non riesco a crederci.
La mia migliore amica, la mia migliore confidente.
Si, è ancora tutto questo, nonostante tutto.
-Kiran...- 
Non penso, corro semplicemente ad abbracciarla. Come se fosse la cosa più normale del mondo, come se non avessimo mai smesso 
di parlarci.
Come se il tempo non fosse trascorso.
L'abbraccio, e dopo un attimo di esitazione, lei fa lo stesso con me.
Non voglio spiegazioni, ora...
Non voglio sapere perchè si è allontanata così tanto da me...
Quando vorrà dirmelo, me lo dirà.
-...Che è successo?..- la sento domandare, nonostante lo scroscio della pioggia stia diventando insopportabile per le 
orecchie. 
Così pesante...
-..Kaede.- rispondo semplicemente, tra le lacrime.
E lei sembra capire.
Lei sembra comprendere.
E rimaniamo così, sotto la pioggia.
Una pioggia che non posso evitare di far cadere.

Un dolore che non posso scacciare.

 

 

 

 

Commentucci: Behhh, che dire? Finito capitolinooo^^ Volevo ringraziare il mio amore che mi ha suggerito parte della battute (quel che è giusto, è giusto!!..) e invitarvi a commentareee!!! >_< GRAAAAAACCIE!!!

Ruki

Note: La canzone usata per questo capitolo è "Let The Rain Fall Down" di Hilary Duff.

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Capitolo 47
*** Last Chapter - Last Train Home ***


Nuova pagina 1

E' il solito raggio di sole a svegliarmi, e se non fosse per le valigie preparate e sistemate ordinatamente in un angolo, direi che questo è un giorno come tutti gli altri.

Un maledetto giorno come tanti.

Ma non è così.

Malinconico il mio sguardo vaga per la stanza, soffermandosi sui particolari, i più piccoli, i più scontati...i più speciali. La palla sgonfia, ormai da buttar via. Lo zaino sporco, dovrei lavarlo. Le scarpe rotte. C'è uno squarcio netto sul lato destro. Quante ne ho passate, con quelle addosso. Sorrido; per forza che sono ridotte così, non potrebbe essere altrimenti.

La federa del cuscino oggi sembra più opaca che mai, sembra morta. Sembra tutto morto qui dentro, fatta forse eccezione per me: il mio cuore batte fin troppo forte.

Mi tiro a sedere proprio mentre mio cugino fa il suo ingresso, mogio, nella mia stanza. Non sorride oggi. No,non lo fa. Come potrebbe?

-Già sveglia?- mi domanda, guardandomi apprensivo. –pensavo che il tuo riposino pomediriano sarebbe durato di più…-

Scuoto la testa, stringendo convulsamente il lenzuolo. –tanto mancano poche ore-

Hanamichi distoglie lo sguardo. Mi sembra di aver visto delle lacrime neonate nei suoi occhi, ma ora lui me le nasconde. Abbasso lo sguardo. Sto ancora stringendo forte quel maledetto lenzuolo.

–E così…te ne vai. Ma tornerai, vero?- mi domanda improvvisamente Hanamichi, accovacciandosi accanto al mio letto. Non mi guarda, forse non sarebbe capace di trattenere le lacrime, se lo facesse. Faccio in modo di sorridere mentre rispondo al suo interrogativo, ma è così difficile.. –Si, come no, verrò a trovarti sicuramente. Ci sono un sacco di persone a cui tengo qui. Tu, le ragazze, Yuki..si, sicuramente tornerò, magari per le vacanze di Natale…- Hanamichi non sembra affatto rincuorato dalle mie parole. Deglutisce, ma sembra che il groppone alla gola che sta cercando di mandar giù sia troppo grande per lui. –Mi dispiace tanto che tu te ne vada, Ucchan…con chi guarderò la tv sul divano mangiando schifezze, ora? È? È? Dillo al Tensai, avanti!- Sorrido, questa volta mi viene più naturale. –Troverai sicuramente qualcuno con cui farlo. Yuki, ad esempio…sono sicura che lei ne sarebbe felice- Hanamichi storce il naso. –Si…beh, ma non sarebbe lo stesso! Cioè, Yuki è forte e tutto, ma tu..tu, Ucchan…tu…- Non riesco a trattenere le lacrime mentre guardo questo stupido con la S maiuscola cercare le parole, provare a spiegare…ma è difficile, Hana, e io lo so. –Calmati, so bene cosa vuoi dire- lo interrompo, tra le lacrime. Lui ora mi sta guardando piangere in silenzio, colpito dalla mia reazione. Ma io vado avanti, voglio fargli capire quanto ci tengo a lui e quanto apprezzo ciò che lui ha fatto per me ogni giorno, da quando mi sono trasferita a Kanagawa. E le parole nascono spontanee, da dentro… –ti ringrazio, Hanamichi Sakuragi, d’essere il migliore cugino del mondo, e il migliore amico che una ragazza possa avere- E a questo punto, Hanamichi è costretto ad alzarsi e scappar fuori dalla mia camera.

Lo so che sei fermo in corridoio a piangere.



Due ore dopo sono già pronta per uscire di casa, i capelli spazzolati alla bell’e meglio, una felpa anonima addosso, i pantaloni macchiati. Hanamichi non ha fatto in tempo a fare la lavatrice, ma alla fine, non è importante. Tutto questa sera sembra una grande, immensa sciocchezza, se paragonato al grande passo che sto per compiere.

Sto per imboccare una nuova strada, sto cambiando direzione, eppure, sto tornando alle origini.

Mai pensavo che avrei avuto il coraggio di abbandonare questa vita, penso, mentre faccio qualche passo oltre la soglia di quella che io avrei per sempre voluto chiamare casa. La stessa casa che ora mi volto a guardare, con la morte nel cuore.

Quante ne sono successe, qui…Un giorno di pioggia. Un acquazzone terribile.

Un telefono che squilla, e la voce gentile di una ragazza.

Non riesce a trovare la sua maglia.

La maglia numero 7.

Un ragazzo fiero, bellissimo, seduto sotto la veranda, i capelli umidi, la bicicletta abbandonata contro il muro, accanto a lui.

Un epiteto pronunciato con quella sua voce profonda e ripetuto milioni e milioni di volte, un epiteto che mai, mai più, vorrei sentire.

Non voglio che nessuno mi chiami così, mai più. Sarebbe orribile.

Sarebbe…triste. Semplicemente triste.

–Andiamo, Ucchan?- mi domanda Hanamichi, fermo davanti al cancelletto; regge le mie due valigie più pesanti. Le due più piccole le porterò io. –Si. Scusami.- Non mi ero neppure accorta che fosse uscito di casa. Ma ora la porta è già chiusa, non si può più rientrare. Non si può più tornare indietro. Qualche passo ancora, solo qualche passo, e ho varcato il cancelletto.

Il più è fatto.

–Andiamo alla stazione- dico a mio cugino, afferrando le due valigie rimaste. –incontrerò tutti direttamente lì. Beh, chi verrà, ovviamente.-

Hana mi scompiglia i capelli, mi sorride incoraggiante. –vedrai che ci saranno tutti, Ucchan. Nessuno vorrà lasciarti andare senza salutare!-



E infatti, quando arrivo alla stazione, sono già tutti lì. I primi che mi vengono incontro sono Ayako e Ryota. Sono così felice di vederli. Ayako non vuol sentire proteste da parte mia: mi stritola letteralmente, riempiendomi di baci sulle guancia, sulla fronte, sulla testa… -Eddai Aya, lasciala stare!- interviene Ryota in mio soccorso, sorridendo imbarazzato. Finalmente, Ayako la Piovra mi lascia andare, permettendomi di scorgere il pallone che Ryota ha tra le mani. –Questo è per te, Uriko- mi dice il capitano dello Shohoku maschile, passandomela. –avrei voluto dartela con gli altri presenti, ma io e Ayako dobbiamo proprio scappare, e quindi…- Sorrido. –non preoccuparti, non c’è problema.- Abbasso lo sguardo sul pallone e…scoppio a piangere nuovamente. È pieno di firme. Firme dei miei amici… c’è quella tondeggiante ed infantile di Chiyako, quella elegante e sinuosa di Ai, quella incerta di Yumi, l’immancabile firma di Hanamichi, seguita a ruota da quella di Yuki…e quella di Akagi, Kogure, Haruko, Hisashi, Ken, Akira…quella di Nanaka, con un cuore accanto, quella di Fumie, un po’ confusionaria…e lì accanto, quelle degli stessi Ayako e Ryota…quella di Mito, perfino quella di Kiran. Rimango sorpresa nel vederla. Felice. –E’..è bellissimo..- riesco solo a dire, tra un singhiozzo e l’altro. –significa…significa davvero molto per me, ragazzi. Grazie- Rialzo il viso, incontro gli occhi di queste due persone meravigliose. –l’idea è stata mia- si vanta Ayako, tronfia. Rido tra le lacrime. –una bellissima idea, grazie davvero- -oh, smettila di ringraziare, Uriko! Sei un amore di ragazza, ti meriti questo ed altro! Mi dispiace solo non essere riuscita a far firmare Kaede, è irrintracciabile di questi tempi…mi chiedo dove si sia andato a cacciare!- Al sentire il nome di Kaede il mio cuore perde un battito, ma non lo do a vedere. Continuo a sorridere, come se niente fosse. –non fa nulla- dico soltanto. –va bene- interviene quindi Ryota, -scusaci tanto Uriko, ma adesso dobbiamo andare-

Scuoto il capo, ripeto “non fa nulla”, li lascio andare. Hanamichi mi posa le mani sulle spalle, mi incita ad entrare in stazione. Mi lascio guidare.



Qualche minuto dopo sono già sul treno. Tutte le persone a cui voglio bene sono qui, sto conversando con loro attraverso il finestrino aperto. Hanamichi mi ha aiutato a caricare le valigie, poi è sceso dal treno nuovamente, ed ora eccolo lì, tra Hisashi e Haruko. Sembra mortalmente abbattuto.

-mi dispiace non essere riuscito a conoscerti meglio, Uriko- mi sta dicendo un sorridente Akira. Kiran gli sta accanto: il sorriso sembra essere finalmente ritornato sul suo volto. –ma da quel poco che ho visto, sei una grande persona, Uriko Sakuragi- Kiran annuisce, piano, mentre un sorrisetto furbo si dipinge sul suo viso. –non in senso letterale,ovviamente- Ah ah, molto spiritosa davvero, Kiran!

-pensaci, quando sarai a Tokyo- mi dice Chiyako, facendosi largo a stento tra la piccola folla. –Si, e spediscimi una bella maglietta, che qui a Kanagawa non si trova niente!- aggiunge Nanaka, oggi più truccata e riccioluta che mai. Sorrido. Lo farò, amica mia. –si, ma voi promettetemi che mi scriverete- dico io, mentre osservo impotente Haruko scoppiare in singhiozzi, e Yumi tentare di consolarla. –ci puoi contare- assicura Ai, rivolgendomi un gesto d’assenso. –ti scriveremo spessissimo, Uriko- mi assicura Haruko tra le lacrime. Poverina, mi dispiace che la prenda così. –su, Haruko, smetti di piangere. Uriko verrà a trovarci, non è vero, Uriko?- mi domanda Yumi. Annuisco. –Si, l’ho detto anche ad Hana stamattina. Sicuramente verrò qui per le vacanze di Natale- Yumi sorride, poi si rivolge nuovamente alla cugina. –Ecco, hai sentito Haruko?- Non riesco a sentire la risposta di Haruko, perché Akagi e Kogure si fanno avanti. –siamo davvero felici di averti avuto in squadra quest’anno, Uriko- inizia Kogure, lasciandomi senza parole. –sei stata essenziale per noi- conferma Akagi. –sei una vera campionessa, Sakuragi, e una vera amica…e io sono…onorato di essere stato il tuo coach- Mi porto una mano alla bocca. Non è possibile, questi stupidi mi stanno facendo piangere di nuovo! –Buona fortuna per il tuo futuro. Sono sicuro che diventerai qualcuno.- rincara la dose Kogure, e Akagi annuisce. –Buona fortuna- Non mi trattengo più. Mi sporgo dal finestrino quel tanto che basta per abbracciare l’imponente ed indistruttibile Takenori Akagi. Lo stesso imponente ed indistruttibile ragazzo che sta quasi per piangere mentre gli sussurro tutta la mia riconoscenza. È solo grazie a lui, e ai suoi insegnamenti, se sono riuscita a segnare quell’ultimo canestro. Ed è in parte grazie a lui che sono maturata, e diventata ciò che sono. Tutte quelle ore di allenamenti strazianti, tutta quella fatica, il sangue sputato prima d’ogni maledetta partita…è tutto grazie a lui. –Grazie anche a te, Kiminobu- dico poi al simpatico quattrocchi dagli occhi lucidi. –Grazie a tutti!- urlo, e sono sguardi carichi di significato quelli che rivolgo ad ognuno dei presenti, perché ognuno di loro per me ha fatto qualcosa di importante, ha contribuito a rendermi una persona migliore. –Grazie mille, Haruko.- le dico, spiazzandola –tu per prima hai creduto che ce la potessi fare. Tu, e Hana, naturalmente- Hanamichi mi sorride, grato. –Ecco, diamo al Genio ciò che è del Genio!- esclama poi, pieno di sé. Scoppiamo tutti a ridere. –sei incorreggibile, cugino- gli dico, prima di proseguire: -Grazie a te, Chiyako. Hai saputo insegnarmi l’umiltà. E a te, Nanaka. Se mai avrò bisogno di consigli di moda, sarò la prima a cui mi rivolgerò- Nanaka ridacchia, tra le lacrime. Chiyako mi rivolge uno sguardo pieno di gratitudine. –Grazie ad Ai. I tuoi insegnamenti mi saranno utili. Sei davvero un genio del basket, ricordatelo!- Ai ride, poi mi manda un bacio con la mano. –Yumi. Sei definitivamente il miglior capitano che si possa avere.- -Grazie- mi dice lei, e noto che sta cedendo alla commozione, come tutti gli altri. –Fumie- La guardo, lei mi guarda. Tutto è cominciato in quel piccolo campetto nella periferia di Tokyo…-Grazie di esserci stata, sempre. In gamba, bella!- le dico. Ci battiamo un cinque. –hell yeah, Sakuragi. Vedi di star bene!- Abbozzo un sorriso. –Grazie Hisashi. Senza di te, come avrei fatto il primo giorno di scuola?- Lui mi rivolge uno dei suoi sorrisi migliori. Mi risponde con un “modestamente!” che ci fa scoppiare a ridere tutti, di nuovo. –Ken. Grazie per l’indimenticabile storiella dell’orrore, tu e Hisashi non avevate nulla da fare quel giorno?- -obbligato- mi risponde lui, con un ghigno. Voi non lo sapete ragazzi, ma grazie alla vostra storiella, quella notte ho potuto sentire il suo respiro caldo sulla pelle…ho potuto dormire con Lui. Non potrò mai ringraziarvi abbastanza. Ma non voglio pensare a Lui, non ancora. Per questo torno al mio compito. Ringraziarvi uno ad uno, ragazzi. E così vado avanti.

Ringrazio Mito, una persona con la testa sulle spalle, dopotutto. Ringrazio Yuki, di quanto ha fatto per me. Akira, di essermi stato amico. Quando viene il turno di Kiran mi fermo un po’ a riflettere. Vorrei dire qualcosa di speciale, ma so che dirò esattamente quello che mi passa per la mente…-Grazie, Kiran- le dico semplicemente. Non c’è bisogno di aggiungere altro. –Spero che potremo sfidarci,un giorno- mi dice lei, in risposta. Annuisco. –lo spero anch’io, abbiamo ancora un conto in sospeso! Devo ancora farti capire chi comanda!- Ci sorridiamo. Siamo ancora amiche.

Il fischio del treno. Il rumore della motrice in funzione. Hanamichi ora sembra allarmato. Gli sorrido, e non posso fare a meno di piangere un'altra volta. Chissà quanto tempo passerà, prima che io lo riveda…

-Ti voglio bene, Hana- gli dico, riappoggiando le spalle sullo schienale del mio sedile. –Anche io- mi dice lui. –Fai buon viaggio-

Il treno inizia a muoversi. Lentamente. Haruko è scossa da una nuova crisi di pianto. Gli sguardi di tutti si fanno più tristi, rassegnati. Mi sporgo fuori dal finestrino, li guardo tutti…sono ancora così vicini, potrei scendere dal treno, potrei farlo adesso. Ma non lo faccio.

Osservo incredula un motorino sfrecciare in mia direzione. Che diavolo ci fa un motorino in una stazione!? Non riesco a credere ai miei occhi quando distinguo chi è alla guida del veicolo. Nobunaga Kiyota! E alle sue spalle, Naromi Kitazawa, con tanto di polso fasciato.

–Sakuragi!- urla Naromi, mentre il treno comincia a prendere velocità. –Sakuragi, non mi hai ancora sconfitto!- Le sorrido. Non è pazza come può sembrare, ho capito tutto. È il suo modo di dirmi arrivederci. –Arrivederci Naromi!- le dico. –Arriverci!- grida lei. –Arrivederci!-

Il treno ora è veloce. Hanamichi, i ragazzi , poi Naromi Kitazawa e Nobunaga Kiyota scompaiono dalla mia vista, uno dopo l’altro.



Mi abbandono sul sedile.

Non c’è più niente che io possa fare.

Non c’è più tempo. Tu non sei venuto.

Non c’è più tempo.



Sapevo che avrei pensato a te non appena il treno si fosse lasciato alle spalle la banchina.

Sapevo che il ricordo degli altri si sarebbe oscurato, che solo il tuo viso avrebbe occupato i miei pensieri. Un po’ ci speravo di vederti lì, oggi. Speravo di vedere il tuo viso tra quello di tutti gli altri. Eppure così distinto dai loro.

Ma non è successo. Non mi chiamerai, non mi cercherai mai più, non chiederai mai più di me.

Non posso più fare niente per impedirlo.

Ci siamo separati, le nostre storie si sono slegate, così come si erano intrecciate tra loro.

Guardo il paesaggio indistinto scorrere davanti ai miei occhi. Veloce. Troppo veloce.

Sono su quest’ultimo treno per casa.

Sono già troppo lontana, Kaede.




But there's still tomorrow
Forget the sorrow
And I can be on the last train home
Watch it pass the day
As it fades away
No more time to care
No more time, today

[Last Train Home – Lostprophets]








Ciao a tutti :)
Essì,finalmente mi sono decisa a finirla..nn le sentite li sentite i cori dell'alleluia??
si è davvero realizzato un sogno bellissimo per me xD
Vi annuncio che ho già scritto i primi capitoli del SEQUEL di questa storia.
Il primo capitolo è già stato pubblicato qui; la storia si chiama Eternal Sunset (Next To The Bitter End).
Grazie di avermi supportato in questa mia impresa, e grazie di amare lovin' basketball.
Voglio bene a tutti voi.
Ruki, ormai diciannovenne (quasi ventenne) e fidanzata con il suo Rukawa.

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