Summer Days

di Jelena_99
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3. ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4. ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5. ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6. ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7. ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8. ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9. ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1. ***


L’anno allo Studio si era concluso con un brillante spettacolo. Era stato l’anno più bello, per Violetta. Era riuscita a realizzare tutti i suoi sogni, aveva trovato l’amore e si era riavvicinata al padre.
Tutti, quell’anno, avevano trovato, in un modo o nell’altro, la felicità.
L’ultimo giorno allo Studio era stato meraviglioso, forse un po’ triste, ma si divertirono.
Violetta entrò allegramente allo Studio. Cercò con lo sguardo Leon. Non lo vide, ma non si preoccupò. Sapeva che sarebbe arrivato. Francesca e Camilla le andarono in contro. Le amiche si abbracciarono e risero insieme, anche Ludmilla e Nata si abbracciarono, Andres, Broadway e gli altri si diedero affettuose pacche sulle spalle e si scambiarono battute. Diego rimase un po’ in disparte. Forse aveva paura del giudizio degli altri. Forse non voleva stare con gli altri. Forse era in imbarazzo, ma in ogni caso non si azzardava ad avvicinarsi agli altri.
Violetta gli si avvicinò, per quanto l’avesse fatta soffrire le dispiaceva vederlo così.
-Diego, ciao- lo salutò. Il ragazzo parve sorpreso, ma rispose al saluto. Rimasero qualche attimo in silenzio e poi Violetta ritentò. -Siamo andati bene, durante lo show- il ragazzo annuì. Non sapeva perché, ma non se la sentiva di parlare con Violetta. -Andiamo Diego! Che hai? Non ti ho mai visto così!- esclamò stupefatta Violetta -Violetta, la verità è che mi dispiace davvero di averti fatta soffrire. Io ti amo, devi credermi! Quando ti ho vista baciare Leon, su quel palco, mi sono sentito rifiutato, mi sono sentito davvero male, Violetta.- confessò Diego. Violetta rimase a guardarlo. Non avrebbe mai creduto di poter far soffrire Diego, ma la sua scelta era definitiva. La sua scelta era Leon.
-Diego, io non credevo di… comunque io ormai ho scelto. Mi dispiace di averti fatto soffrire, però… dopo quello che mi hai fatto io non posso più crederti. Mi hai fata soffrire davvero molto e non so il perché, non posso capire il perché. Però ti posso dire che mi dispiace. Io però ho scelto Leon. La realtà è che non hai mai preso il suo posto nel mio cuore, però io ti voglio davvero bene, ed anche se mi hai fatta soffrire, io voglio dirti che mi dispiace, Diego, mi dispiace davvero.- la ragazza raggiunse Leon, che nel frattempo era entrato allo Studio.
I due si unirono al gruppo di amici e ripresero a ridere. Ludmilla lasciò Nata, che raggiunse Maxi, e si avvicinò a Diego.
-Hai ottenuto quello che volevi- disse freddo Diego -Cosa?- ribatté Ludmilla. Era infastidita. Perché Diego le era saltato addosso così? Lo sapeva perfettamente, ma non voleva darlo a vedere. -Hai fatto soffrire Violetta, e sei anche felice con il tuo cantante da strapazzo. Hai tutto ciò che volevi, ma io?- -Hai il tuo papà. Non ti basta?- Diego non rispose. Si limitò a guardare Ludmilla con un ghigno malizioso. -Sei furba, supernova- disse, prima di lasciarla. Che voleva dire? Diego era un mistero. Un momento era sdolcinato, un momento dopo era scontroso e ti guardava in cagnesco.
Ludmilla tornò ad unirsi agli altri ragazzi. Era strano, vederla avvicinarsi a Violetta e agli altri, con gli occhi attenti, per paura che qualcuno la potesse rifiutare.
I ragazzi rimasero un po’ a chiacchierare, finché Andres non li avvertì che Pablo e Antonio li volevano vedere il sala teatro.
Quando la sala si fu riempita i due professori cominciarono a parlare.
-Prima di tutto vogliamo congratularci con voi, lo show e tutte le sue repliche sono state meravigliose!- i ragazzi sorrisero e si applaudirono soddisfatti -E poi vogliamo dirvi un’altra cosa, che sarà sicuramente meno gradita- disse Pablo, in tono scherzoso. I ragazzi assunsero un espressione seria, ma la cambiarono in una annoiata, seccata o delusa quando Pablo concluse il discorso.
-Vi dobbiamo assegnare i compiti delle vacanze!- i ragazzi alzarono un boato di protesta, e Camilla diede spettacolo, con una delle sue ribellioni improvvisate, anche se Maxi la convinse ad ascoltare.
-Dovrete solo scrivere delle canzoni. A gruppi dovrete scrivere una canzone e farne un video. Non è difficile, no?- disse Pablo. I ragazzi mugolarono in assenso, non erano molto felici della proposta.
-Allora, i gruppi sono:
Gruppo uno: Violetta, Leon, Andres e Camilla
Gruppo due: Francesca, Maxi e Marco
Gruppo tre: Ludmilla, Diego, Federico e Nata.
Tutto chiaro? Ci sono domande?- nessuno disse niente. Non poteva essere più chiaro di così. Ma Camilla alzò comunque la mano. -Scusi, ma sarà estate, saremo tutti in giro per il mondo, come faremo?- chiese -E’ proprio questo che farà la differenza. Dovrete dimostrare di essere degli artisti in grado di superare ogni difficoltà- rispose Pablo -Già, anche perché dovrete comporre anche una canzone in versione corale, quindi tutti insieme-aggiunse Antonio. Questo provocò diverse lamentele, e visto che i ragazzi parlavano uno sopra l’altro, nella sala scoppiò il caos.
-Basta! Basta ragazzi!- esclamò Pablo. I ragazzi tacquero -Se dovete fare così scriverete due canzoni ciascuno, individualmente, perché vuol dire che non siete all’altezza- -Si che siamo in grado!- saltò su Camilla -Lei non ci può parlare così! Noi possiamo farlo! Avanti, diteglielo anche voi ragazzi!- li incitò la rossa. I ragazzi ricominciarono a parlare un sull’altro e la confusione tornò a regnare nella sala -Va bene, va bene, va bene, ho capito!- esclamò Pablo -Esercizio a gruppi!- i ragazzi sorrisero. Avevano ottenuto ciò che volevano, ma non si erano resi conto che era stato Pablo ad ottenere il suo scopo. Dicendogli che non sarebbero stati all’altezza li ha motivati e spinti a volerlo fare, classica strategia da insegnante.

*


Suonò l’ultima campanella. All’uscita i ragazzi erano abbastanza tristi. Non si sarebbero visti quasi per niente, quell'estate.
-Io non voglio lasciarvi- disse Francesca alle sue amiche -Si, quest’anno ne abbiamo passate tante, siamo cresciuti, non possiamo lasciarci!- esclamò Violetta -Davvero mi credi più alto?- esclamò Andres. Tutti si fermarono a guardare stralunati Andres. Poi Leon capì a cosa si era collegato l'amico. -No Andres, non intendeva in quel senso-
-Ah, quindi sono basso?- insistette il ragazzo, che ancora sembrava non aver capito
-No, sei alto, ma Violetta intendeva dire che siamo cresciuti dentro, siamo diventati migliori-
-Ah, ok…- disse spaesato Andres.
I ragazzi ripresero il loro discorso.
-Si, dobbiamo trovare un modo per rimanere insieme- disse Maxi. Ognuno disse la propria, e finirono, di nuovo, col parlare uno sopra l’altro.
-Zitti! Zitti tutti!- esclamò Camilla, saltando in piedi su una panchina
-Sapete, i miei stavano pensando di andare in vacanza in campeggio, ma alla fine hanno cambiato idea, quindi, sempre che ci sia ancora posto, potremmo andare noi!- L’idea piacque. Era perfetto. Sarebbero potuti stare insieme, si sarebbero divertiti, per tutti, o quasi, sarebbe stata la prima vacanza senza genitori ed in più avrebbero potuto svolgere i compiti senza troppe difficoltà.
Era deciso, campeggio.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2. ***


-Forza ragazzi salite sul pullman!- urlò Leon, pronto a mettersi in moto, salirono tutti. Camilla vicino a Violetta, Francesca a Marco, Maxi e Nata, Broadway e Andres, Lena e Diego, Federico e Ludmilla.
-Okay ragazzi, siamo ufficialmente in viaggio!- esclamò Camilla, battendo le mani, mentre Violetta e Francesca si batterono il cinque.
-Cantiamo una canzone?- propose Violetta, tutti annuirono contenti, tranne Ludmilla che si schiaffeggiò la fronte. A quel gesto Federico sorrise e le cinse le spalle, facendola sorridere.
-Sentite questa...- iniziò Francesca. -La macchina del capo ha un buco nella gomma, la macchina del capo ha un buco nella gomma.- e dall'italiana tutti partirono a cantare, eccetto Diego, che non era di buon umore, e Ludmilla, che trovava la cosa molto ridicola, infatti disse: -Fate seriamente?-
-Su, canta con noi!- la esortò il suo ragazzo, facendola arrossire, mentre sentì Diego ridacchiare nel sedile di dietro.
-Ma neanche per sogno!- esclamò la bionda, mentre scuoteva la testa.
-Dai Ludmilla!- la incitò Violetta, sorridendole a trentadue denti. La ragazza in risposta fece no con il dito, così tutti iniziarono ad esortarla per cantare. La bionda, allora, messa in imbarazzo, si nascose nella sua maglia costosissima e Federico l'abbracciò, ridendo divertito.
Dopo neanche mezz'ora di viaggio si dovettero fermare perché a Broadway scappava la pipì.
-Sei sempre il solito!- esclamò Camilla, spazientita, dato che voleva arrivare al campeggio "Playa Blanca” in poco tempo e l'imprevisto del suo ragazzo l'aveva mandata su tutte le furie, si sa, non ci voleva niente per far infuriare la rossa.
-Cosa vuoi farci se ho la vescica piccola?- replicò quello, per poi scappare nel bagno dell'Autogrill.
-Quel ragazzo è impossibile!- borbottò Camilla, poggiando le mani sui fianchi con fare severo. Francesca e Violetta risero per la scena, mentre ormai Marco dormiva sulla spalla di Francesca, la quale lo spostava in continuazione, nonostante la capoccia del suo ragazzo ricadeva sulla sua spalla; Andres continuava a lamentarsi perché pretendeva di giocare con le costruzioni per bambini; Federico teneva sotto braccio Ludmilla, che cercava di scaricare la musica di Demi Lovato da Itunes e cercava di trattenersi dal picchiare Lena che calciava il suo sedile, dato che stava ascoltando musica a tutto volume, nel mentre Diego dormiva tranquillamente.
-Andres, taci!- esplose Camilla, con un diavolo per capello.
-Marco smettila di dormire sulla mia spalla!- sbraitò l'italiana invano, dato che il suo ragazzo continuava a dormire beatamente.
-Ora ti strappo i capelli uno a uno, brutta arpia dei miei stivali!- urlò Ludmilla, voltandosi verso Lena che la ignorò, così le strappò le cuffie dalle orecchie e la biondina la guardò in cagnesco: -Come osi? Dammi le cuffie!- ribatté quella.
-Allora tu smettila di calciare il mio sedile, stai rovinando la mia chioma bionda perfetta!- replicò Ludmilla.
-E' sicuramente una parrucca!-
-Sì, infatti sono peli del petto di tua madre!-
-Hai sprecato tempo a strapparglieli, sembri una strega!-
-Sai che ti dico, che se la bellezza fosse tempo tu saresti nata morta!-
-Sei un cesso, sei un aborto, mi sembri un cane morto!-
-E' un Iphone quello che hai in mano? Come ci si sente ad avere un telefono più intelligente di te?-
-Ma sono ancora più intelligente di te!-
-Ricostruirei Troia solo per darti la cittadinanza!-
-Sei talmente troia che in un compito quando c'è scritto “data” tu rispondi “sì, tante volte.-
-Tua madre quando ti ha visto per la prima volta quando sei nata ha detto a tuo padre “che tesoro!” e lui “Sì, sotterriamola!”-
-Ora basta!- sbottò Leon, alzandosi dal sedile da guidatore. -Andres, le costruzioni sono per bambini! Arriviamo al campeggio e poi andiamo in piscina. Francesca, abbi pazienza, Marco sta dormendo, dormi anche tu! Camilla, non urlare! E voi due lì in fondo! Smettetela di litigare non vi sopporto più!-
Tutti si ammutolirono e quando finalmente Broadway ritornò, partirono stando in silenzio e godendosi il viaggio tranquillamente.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3. ***


Leon sperava che il resto del viaggio sarebbe stato piacevole, ma si sbagliava. Lena e Ludmilla avevano ripreso a litigare e la bionda era riuscita a raggiungere toni che credeva troppo alti anche per un’aquila, come se non fosse stato abbastanza Camilla aveva ricominciato a discutere con Broadway e aveva scoperto che Marco russava violentemente, e questo scatenò la rabbia di Francesca.
-Saranno due ore molto lunghe- commentò tra sé e sé.

*

-Svolta di là!- esclamò Camilla, indicando un cartello e saltando sul posto come una bambina –Si, ora lo faccio- ribatté seccato Leon. Girò bruscamente il volante, e un urlo si levò nel pulmino.
-Deficiente! Mi hai fatto sbavare il rossetto!- sbraitò Ludmilla, affacciandosi e mostrando una riga rosa sulla guancia. Questo provocò una risata da parte di Lena e le due ripresero a discutere.
Il pulmino entrò in un grande parcheggio e lì si fermò.
-Finalmente siamo arrivati- esclamò Camilla, gettando i suoi borsoni sull'asfalto -E’ stato un viaggio incredibile!- esclamò seccato Maxi –No, zitti tutti, perché io ho dovuto sopportare i vostri urli per tutto il viaggio!- ribatté Leon, aiutando la fidanzata a scendere.
I ragazzi ridacchiarono. Effettivamente Leon aveva dovuto sopportarli per tutto il viaggio, ma non se ne erano preoccupati molto, visto che avevano urlato come delle iene tutto il tempo.
-Tu hai dovuto sopportare? Io avevo la nonna del Mostro di Lochness dietro di me, io ho dovuto sopportare!- sbraitò Ludmilla, tirando fuori dalla borsa una spazzola e prendendo a riordinarsi la chioma –Ma come ti permetti superoca?!?- ribatté Lena. Se Nata non l’avesse trattenuta avrebbe fatto a botte con la bionda, che aveva inforcato la spazzola come se fosse un coltello.
-Ora finitela! Dobbiamo farci dare le chiavi dei bungalow, chi si mette in coda?- esclamò Francesca, incrociando le braccia al petto. Guardava le due come una mamma che sgridava due figlie che litigavano.
–Direi due ragazzi e due ragazze, andiamo io e Ludmilla per le ragazze, mentre per voi ragazzi?- rispose Violetta, facendo intendere che sperava di dividere Lena e Ludmilla –Andiamo io e Diego- disse Federico, prevedendo una crisi di nervi da parte della fidanzata.
I quattro passarono un cancelletto di metallo grigio, per poi entrare in una casetta in legno. Con un cartello sulla porta che diceva “Reception”.
-Buongiorno- li accolse un’impiegata dai capelli rossi –Buongiorno, siamo i ragazzi che avevano prenotato due bungalow, di quelli nel settore E, quelli a basso costo- spiegò Violetta.
Si avvicinò al bancone e cominciò a parlare con l’impiegata.
Passarono 5, 10, 15, poi 20 minuti, ed ancora non avevano le chiavi, ed in più la donna eseguiva ogni operazione con estrema lentezza, anche nei gesti.
-Mi servono i documenti di tutti voi- disse. Sembrava parlare a rallentatore. –Ora basta! E’ mezzora che sono qui dentro non ce la faccio più!- esplose Ludmilla, scagliandosi sull’impiegata –Ludmilla, amore, calmati, dai i documenti alla signorina- disse Federico, avvicinandosi alla bionda –Vuole i miei documenti?! Eccola, carta d’identità, patente, patente per la moto e fototessera delle elementari! Le bastano?!-
-Mi deve mettere una firma qua, signorina-
-Ora devo anche firmare! Certo, firmo! Lo consideri un privilegio, perché un giorno diventerò una stella, e allora rimpiangerà di avermi fatto aspettare ha capito?! Ha capito?!- Federico prese per i fianchi la bionda e la sollevo di peso, portandola fuori mentre lei dimenava le gambe –Federico lasciami! Mettimi giù hai capito?!? Non ho ancora finito il mio discorso! Mettimi giù! Ludmilla se ne va!-
-Ehm… soffre di claustrofobia…- disse Violetta, con un finto sorriso –Io direi più di una forma estrema d’isteria- commentò sarcastico Diego. Violetta si avvicinò a lui. –Ti consiglio di beccarti la “Diego stai al gioco o vedi” altrimenti finisci male- lui ridacchiò. Non si aspettava una cosa del genere da parte di Violetta, ma decise di darle corda, anche perché la figuraccia l’avrebbero fatta entrambi.
Uno a uno i ragazzi entrarono, mostrarono i documenti e firmarono, poi si diressero verso i bungalow assegnati.
-Sono carini- commentò Camilla, studiando le casette in legno. Salirono delle scalette ed arrivarono su una veranda, dove c’era un tavolo ed un barbecue. –Questo è il nostro ragazze, quello affianco è quello dei ragazzi- disse Violetta.
Le ragazze entrarono e scaricarono i bagagli nel piccolo salottino che comprendeva una lunga panca imbottita che poteva fare anche da divano, un tavolo e 3 sedie, fornelli, vari mobiletti da cucina bianchi, un forno a microonde e ovviamente un lavandino. All'interno vi era un bagno e due camere da letto con 3 letti ciascuno, due a terra ed uno attaccato al muro, vicino alla finestra.
-Un bagno per 6 persone, ma sia mo matti?! – esclamò Ludmilla –Vedrai che riusciremo benissimo ad organizzarci!- disse ottimista Francesca –Ehm veramente…- tentò Nata, ma nessuno le diede ascolto. Le ragazze erano troppo occupate ad arraffare il letto che preferivano o ad esaminare il contenuto dei vari mobili –Ascoltate tutte Nata!- sbraitò Lena, saltando su una sedia. Le ragazze si girarono sorprese e la bruna riprese.
-Ehm.. veramente a Ludmilla serve un’ora la mattina solo per farsi i capelli- balbettò. La bionda sembrò compiaciuta dall'osservazione della spagnola –Beh si velocizzerà- sbottò Lena, scendendo con un balzo dalla sedia –Dai, se a Ludmilla serve tanto tempo… noi intanto prepareremo la colazione!- tentò Violetta –No, io ho un’idea migliore!- disse Camilla con sguardo accattivante.
Passò un quarto d’ora, durante il quale le ragazze cercarono di spiare cosa stesse combinando Camilla, che stava armeggiando con la porta del bagno, nastro adesivo, un barattolo di plastica, un rotolo di cartone e tanta carta.
-Finito!- esclamò, mostrando alle amiche il lavoro –Che è?- disse Francesca –Sembra che qualcuno si sia dimenticato il ricordino del suo cane sulla porta del nostro bagno- commentò Ludmilla –Ma come?! Serve per il turno!- esclamò Camilla –Il turno?!- esclamarono le ragazze all'unisono- Certo, si deve prendere il numeretto ed aspettare il proprio turno, che non può durare più di venti minuti- spiegò la rossa.
Molte la guardavano come se fosse malata irrimediabilmente, Francesca aveva la bocca che toccava il pavimento e gli occhi fuori dalle orbite, mentre Violetta sembrava l’unica soddisfatta.
-Va bene, ora scegliamo i letti…- Violetta non poté finire la frase perché le altre si erano già fiondate sul letto che prescelto.
-Sono salita prima io!- sentirono sbraitare –Scendi scimmia!- ribatté qualcun altro –Se mi dai della scimmia mi assicuri che sono salita prima io!-
-Stai zitta capra!-
-Smetti di gracchiare rana!-
-Senti chi parla, l’aquila nevrotica !-
-Nevrotica a me?! Muori mostro!-
-Taci strega!-
-Lascia il mio cuscino! Nata! Aiuto! Il Mostro della Palude vuole il mio cuscino!-
-Nata, sono tua sorella, aiuta me!-
-Non è vero! L’hanno scambiata nella culla, non è possibile che questa cosa sia tua sorella!-
-Taci babbuino!-
-Zitta lombrico!-
-E’ il mio letto!-
-No, è il mio, ed ora tu scendi!-
Si udì un tonfo. Ludmilla aveva spinto giù Lena dal letto più in alto. –Ludmilla!- esclamò Violetta, con l’espressione di un’anziana che ha appena visto al nipotina fare un gioco troppo pericoloso. La bionda sbuffò e incrociò le braccia al petto, portando il labbro inferiore sopra a quello superiore come una bambina di due anni. –E’ il mio letto!- esclamò.


 

Note Dell'Autrice:
Sarò più che breve. Allora, finalmente i ragazzi arrivano al campeggio e arrivano altri litigi, scenate davanti a sconosciuti. Insomma, qui sarà una specie di manicomio, quindi preparatevi. Nel prossimo capitolo, forse ancora nell'altro, subentrerà un altro personaggio, che sarà importante in questa storia. Approfitto per chiedervi di passare a leggere e recensire la nuovissima storia della mia amica Hope_2000, ovvero 'Desperate Housewives'. Detto questo, io scappo. Un Bacione a tutti,
Jelena & Supernova.


 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4. ***


-Ragazze, andiamo in piscina!-  esclamò Lena, già in costume con le stampe militari. 
-Ma che è quella roba?- domandò schifata Ludmilla, indicando il costume della sorella della sua assistente. -Ragazze, se qualcuno volesse conoscermi io e lei siamo estranee capitate nello stesso bungalow!- 
-Sono d'accordo! Non vorrei che qualcuno capisse che sono “amica” di questa schizzata!- affermò Lena.
-Ma come osi? Io schizzata? E tu cose sei? Una ragazza scappata dall'ospedale psicologico infantile?- ribatté la bionda.
-Basta! Non posso più di voi due!- sbottò Francesca, svegliando Violetta, che sbatté la testa con Camilla, appena sveglia anche lei.  
-Tu cosa vuoi? Ti immischi sempre! Vai a limonare con il tuo ragazzo dalla testa di zucca!- esclamò Ludmilla.
Francesca non poté replicare, dato che Leon venne a bussare alla porta del bungalow. Era in costume da bagno, ovvero a torso nudo e Violetta non poté fare a meno di sbavare davanti a quella “visione celestiale”, così come la definiva lei.
-Ragazze, preparatevi, noi stiamo andando in piscina.- annunciò Leon e Lena corse verso di lui.
-Aspetta, andiamo insieme!- esclamò quella.
-No, no, no! Voi aspettate che tutte noi ci prepariamo e andiamo insieme!- ribatté Violetta, marcando le parole “tutte” e “insieme”.
-Ma tu guarda questa! Non è solo scappata dal manicomio, ma è anche una piovra dai mille tentacoli!- commentò la supernova, sputando fuoco dagli occhi.
-Senti un po' chi parla! Ragazza un giorno la do, l'altro pure!- replicò Lena.
-Brutta figlia di...- non riuscì a finire perché Francesca le tappò la bocca e Leon prese il polso di Lena, pronto a portarla via. 
I ragazzi e Lena si diressero verso la piscina, molto distante dai bungalow, mentre le ragazze stavano iniziando a prepararsi: Violetta e Francesca si cambiava in camera, mentre Ludmilla e Camilla si lanciarono uno sguardo di sfida.
-Il bagno è mio!- esclamò la bionda, fiondandosi dentro e sbattendo la porta in faccia. Camilla, infastidita, bussò alla porta furiosa:- Apri bionda ossigenata! Ho bisogno di cambiarmi, tu come minimo ci metterai ore e ore! Ricordati che puoi usare il bagno per soli venti minuti, tarantola!- borbottò la rossa, pronta a subirsi gli insulti della bionda, che invece non arrivarono.
-Ludmilla, stai bene?- le chiese Camilla, ma nessuna risposta e ciò la fece agitare. 
-Biondina da strapazzo, apri!- disse la ragazza, preoccupandosi. Continuò a bussare, ma niente. 
-Che succede qui?- domandò Violetta, arrivando con Francesca. La prima aveva un costume semplice di colore fucsia fluo, la seconda aveva un costume nero a pois bianchi sul pezzo di sopra e normale per quanto riguardava quello di sotto. 
-Ludmilla si è chiusa in bagno e non risponde più ai miei insulti! E se si sia fatta male?- disse Camilla, mangiandosi le unghie.
-Ludmilla!- esclamò Nata, che nel frattempo si era già cambiata, indossando un costume a fascia celeste. Ma ancora nessuna risposta. Dopo una decina di minuti e di sguardi allarmati, Ludmilla uscì dal bagno. Indossava un costume rosa, anche esso a fascia, con un cuore rosso colorato perfettamente sul seno sinistro. 
-Sentite plebee, quando mi cambio e mi preparo nessuna formichina come voi deve disturbarmi, io devo essere sempre splendente, così che la mia luce esteriore possa raggiungere quella interiore!- si vantò la bionda, poi si rivolse a Camilla. -*E per la cronaca, sono bionda naturale.- puntualizzò e non permetté a nessuno di dire nulla, dato che la bionda le prese sotto braccio e le portò verso la piscina, che distava dieci minuti da lì.
-Ma insomma! Ma cosa cazzo stavano pensando quando hanno fatto questo campeggio? Una ragazza lentissima e cretina alla reception, una strada lunga quanto sto grandissimo cazzo e per di più devo condividere la stessa aria con quella sottospecie di strega uscita dal manicomio per casi disperati!- sbottò Ludmilla.
-Ludmilla!- Francesca le diede uno scappellotto, ottenendo un'occhiataccia da parte della bionda. -Ti pare di dire certe cose quando qui ci sono dei bambini? Ma chi è tuo padre? Uno camionista?- la maledisse mentalmente.
-Non osare parlare di mio padre in questo modo!- replicò quella, puntandole un dito contro.
-Smettetela di litigare e andiamo in piscina!- si intromise Violetta, tirandole dalle orecchie.
Finalmente arrivarono a destinazione e quello che videro le scioccarono. La piscina era bellissima, enorme! C'era anche quella idromassaggio! Poi, non molto distante, c'era un immenso prato verde su cui molte persone prendevano il sole. Per le ragazze era il paradiso quello. Poi Camilla adocchiò i ragazzi e Lena e si diressero verso di loro, quando lo sguardo di Ludmilla cadde su Andres.
-Andres che schifo!- esclamò, coprendosi gli occhi completamente schifata e le ragazze lo guardarono sospettose per poi avere conati di vomito.
-Cosa c'è?- le chiese, turbato dalle reazioni delle ragazze.
-Ma sai cos'è la ceretta?!- 
Infatti il ragazzo aveva talmente tanti peli da poterlo scambiare per una scimmia. Andres ci rimase male, ma non lo fece vedere.
-Forza ragazzi, tutti in piscina!-

*citazione della saga di Shadow Hunters
Note dell'Autrice:
Okay, sarò breve perché tra poco devo uscire! Ringrazio tutti quelli che hanno recensito lo scorso capitolo (LodoLove, Lodovica, Pocha96, Shar_Smile e Naxi_4ever) , siete un ammmore! Scusate se non ho risposto a tutti, ma ho poco tempo e ho visto solo ora! Appena posso risponderò a tutti! Spero questo capitolo vi piaccia, scusate se c'è qualche imprecazione un po' marcata, ma è per strappare una risata, non per essere volgari, ci tenevo a sottolinearlo. Bene, io vi saluto! 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5. ***


-Credo che dovremmo cambiare soprannome, già, potresti cambiare da tarantola a salamandra, no ancora meglio, lucertola, visto che sei su quel lettino da un’ora e mezza!- esclamò Camilla, sedendosi sul lettino affianco a quello dove Ludmilla era stesa. La bionda abbasso i grandi occhiali da sole a goccia in modo che la rossa potesse vederle gli occhi.
-La tua è solo invidia- disse –Invidia?!? Che ti dovrei invidiare?- ribatté infastidita Camilla –Semplice, tu non saresti in grado di stare ferma neanche un minuto-ribatté la bionda, prima di alzarsi per dirigersi alla scaletta della piscina. La rossa rimase da sola sotto l’ombrellone, incrociò le braccia. Detestava che la bionda avesse ragione.
Diego ed Andres non erano ancora entrati in acqua, e l’ultimo si era raggomitolato in un asciugamano per non dare a vedere la peluria.
-Diego, che guardi?- chiede Andres. Il ragazzo non rispose. –Diego?- finalmente in ragazzo si riscosse –Merda lo sto facendo di nuovo- sussurrò a denti stretti –Che?- disse Andres, che non aveva davvero capito –Niente Andres, io vado a prendere da bere, tu vieni?- -No, grazie comunque- rispose il ragazzo.
Diego si avviò verso il bar, senza riuscire, nuovamente, senza riuscire a smettere di guardare Ludmilla. Da quando si era tolta il copricostume si era ritrovato a fissarla incapace di staccare gli occhi da lei . L’aveva sempre ritenuta attraente, ma non l’aveva reputata più sexy che in quel momento. 
-Basta, Diego!- si disse, avrebbe voluto allontanarsi ed andare al bar, ma senza accorgersene si ritrovò in acqua. 
Ludmilla era davanti a lui, era appena riemersa. Non riusciva a distrarsi e la trovava incredibilmente sexy e con i capelli bagnati, sempre che fosse possibile, anche di più. Si avvicinò. Lei si stava sistemano i capelli. Mise la mani sui suoi fianchi e lei si girò di scatto. Non disse nulla. Nemmeno Diego riuscì a dire niente, perché la ragazza si era girata ed ora non poteva fare a meno di fissarle il seno. Quando finalmente alzò lo sguardo si rese conto che la ragazza era paonazza, ma non per la rabbia. Era incredibilmente imbarazzata. Si immerse e scivolò via.
Diego si rese conto dell’accaduto. –Diego sei uno scemo- si disse, poggiandosi al bordo della piscina. 
-Ludmilla, vieni!- esclamò Violetta, facendole segno con la mano di avvicinarsi. Non se lo fece ripetere due volte. Voleva allontanarsi da Diego. 
-Marco smettila!- esclamò Francesca. Marco le stava schizzando l’acqua in faccia. Ben presto Francesca rispose all’attacco del fidanzato ed i ragazzi cominciarono a bagnarsi a vicenda . Continuarono a ridere finché Federico non li fermò.
-Ho un’idea. Sapete, in Italia, con le mie amiche…- cominciò –Amiche?!?- sbraitò Ludmilla –Si, amiche, mi divertivo a fare una cosa…-
-Divertivi? A fare una cosa?!? Ma ti senti quando parli?!?-
-Si, ora mi immergo, tu intanto metti in piedi sulle mie spalle e poi dammi le mani- il ragazzo si immerse completamente e la ragazza si mise faticosamente in piedi.
Quando il ragazzo riemerse Ludmilla cacciò un urletto, ma non isterico, finalmente divertito e sorpreso. Le tremavano le gambe, faceva fatica a rimanere in equilibrio. –Pronta?- chiese Federico –Si- rise lei –Al mio tre. 1, 2, 3!- la bionda lasciò le mani del ragazzo per ricadere in acqua.
Quando riemerse scosse la testa come un cane quando si voleva asciugare. Poi scoppiò a ridere. 
-Leon, Leon, voglio farlo anch’io!- esclamò Violetta, avvicinandosi al fidanzato come un a bambina –Va bene!- esclamò ridendo Leon. Tutte, alla fine, ebbero il loro tuffo dalle spalle del fidanzato.
-Perché Diego non viene?- disse Francesca –Non lo so, prima sembrava un po’ strano- rispose Andres, che alla fine aveva deciso di entrare in acqua, grattandosi la nuca –Non so… forse potrei provare a parlargli- disse Violetta, attirando su di sé gli sguardi gelosi del fidanzato –Potrebbe andare Ludmilla- suggerì Maxi. 
Solo in quel momento notarono che Ludmilla era paonazza. Il solo ricordo dell’ “inconveniente” con Diego la paralizzava. 
-Tutto bene, amore?- chiese Federico. Lei sembrò scuotersi. –Si, ovvio… ragazze, andiamo a fare l’idromassaggio?- propose la bionda –Va bene!- esclamarono entusiaste le ragazze.
Uscirono dalla piscina, attirando su di loro gli sguardi della maggior parte dei ragazzi, per poi entrare nella vasca idromassaggio praticamente vuota.
-Se provano ad avvicinarsi ancora un po’ a Francesca li picchio- commentò Marco, da sotto l’ombrellone –Dobbiamo fidarci delle nostre ragazze!- disse Maxi –Hei, no aspetta, Nata a quello sta parlando, orar mi alzo e gliene dico quattro- -Non hai appena detto che dobbiamo fidarci?- scherzò Leon, stendendosi sul lettino –Si, giusto, hai ragione, ma la verità è che… che Nata così.. no, non dovrei pensare una cosa del genere!- esclamò Maxi –Tranquillo, lo pensiamo tutti- lo compatì Marco –Non dovremmo, lo sapete?- disse Federico –Si, ma non possiamo fare altrimenti- disse Marco.
-E’ bellissimo, non trovate ragazze?- disse Francesca, gettando la testa indietro –Già! Ludmilla, sai che è stata una grande idea quella di entrare nell’idromassaggio?- disse Violetta. 
Giro la testa per cercare la bionda, ma era sparita.
-Dov’è?- disse Camilla, guardandosi intorno –Non so… forse era stanca e voleva tornare al bungalow- suggerì Violetta –Si, forse. Ora godiamoci il resto della giornata, non pensiamo a quella biondina da quattro soldi!- esclamò Lena –Si, giusto!- esclamò Camilla –Va bene…- sussurrò Nata.
Ma in realtà non era d’accordo, continuava a guardare la in giro in cerca della bionda. Era seriamente preoccupata. Non era da Ludmilla sparire senza dire niente. E non era da Ludmilla uscire da una piscina idromassaggio. Era successo qualcosa, forse grave, forse no, ma qualcosa era successo.
Ludmilla aveva deciso di lasciare la piscina, non voleva stare un minuto di più nello stesso luogo di Diego, dopo quello che era successo.
Tornò dove avevano lasciato i borsoni, si infilò gli shorts di jeans e la canotta, le infradito, prese la borsa di paglia e corse fuori. Disgraziatamente sbatté contro qualcuno: Diego. Arrossì nuovamente. 
-Ludmilla io volevo… scusarmi- disse il moro. La ragazza non riuscì a rispondere. Non riusciva a parlare. Sentì la fronte imperlarsi di sudore. Cominciò a respirare irregolarmente. Perché stava così per Diego? In fondo non aveva fatto nulla di troppo grave, aveva solo… solo fatto qualcosa il cui solo ricordo le toglieva il fiato.
-Diego…- sussurrò. La sua voce era quasi impercettibile. Scappò fuori e corse verso il bungalow, abbandonò la borsa sul pavimento e si rannicchiò sul letto.
Cosa le aveva fatto Diego?

*


Le ragazze erano uscite dall’idromassaggio ed erano tornate in piscina con i ragazzi. Si erano schizzati un po’, ma non sapevano più che fare.
-Cosa facciamo ora?- chiese Camilla, per poi schizzare Broadway –Ho portato la palla, facciamo due tiri?- chiese Leon. L’idea piacque e i ragazzi cominciarono a passarsi il grande pallone bianco a righe gialle.
-Leon!- esclamò Violetta, spingendo la palla verso il fidanzato. Il tiro risultò troppo potente e la palla finì sulla testa di una ragazza. Leon si avvicinò per scusarsi e riprendere il pallone, e rimase spiazzato. Di fronte a lui, con un bel sorriso sulle labbra, c’era Lara.

Note dell'Autrice:
Sera pippol! Sono reduce dalla partita di pallanuoto Italia - Montenegro che si è tenuta nella mia città. Lo canterò ai quattro venti, è stata bellissima e l'Italia ha vinto u.u (il punteggio non lo ricordo :o) E credo di essere stata ripresa *^* Sono famosa, non toccatemi u.u Scusate, era un piccolo sfogo e.e Parliamo del capitolo in una parola: Diemilla. Eh si ragazzi, non poteva mancare. Qui poi abbiamo anche la comparsa di Lara (ta ta ta!), cosa succederà adesso? Al prossimo capitolo! No, scherzo, non ho finito ancora u.u Ragà, sono bene 7 recensioni che ci avete lasciato, è una cosa che in vita mia NON ho mai visto, siete l'ammmore proprio *^* Ora vi ringrazio uno ad uno: Lodovica, Only leonetta, Cucciolapuffosa, Naxi_4ever, LodoLove, ithinkaboutyou e Miss Espinosa. Ringrazio tutte voi, siete meravigliose davvero, io e Supernova siamo contentissime che la storia vi piaccia!
Un Bacio,
Jelena & Supernova

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Capitolo 6
*** Capitolo 6. ***


Ludmilla era sconvolta. Nessuno ragazzo le aveva tolto le parole di bocca come aveva fatto Diego, neanche Federico. Non voleva diventare una Violetta numero due, non voleva decidere tra due ragazzi. Non voleva far soffrire ancora, aveva paura che questa cosa la potesse far tornare come prima, non voleva essere giudicata ancora, era cambiata e stava bene com'era. Doveva farsi un giro, così i pensieri negativi sarebbero scomparsi.
Adocchiò la sua bici e si mise in sella, pronta a passare per i campi verdi del campeggio. Chiuse gli occhi, pensando a quando era piccola: amava andare in bici, soprattutto quelle volte che ci andava con Diego. No, aspetta, non devo pensare a lui! Non fece attenzione a un sasso e cadde, facendosi male al ginocchio destro, ormai tutto sbucciato e sanguinante. Dannazione!
-Ludmilla! Sei caduta?- ecco, ci mancava solo che Federico la vedesse cadere in pieno stile, specialmente in quel momento.
-No, sto aspettando che Matias del Mondo di Patty venga a rubarmi il corazon!- ribatté la bionda, alzandosi, sentendo una fitta al ginocchio.
-Vieni, ti do una mano.- il ragazzo provò ad avvicinarsi, ma lei, a malincuore, lo spinse via. Non aveva il coraggio di parlargli dopo quello che... non sapeva neanche cosa fosse successo con Diego, era strano e non doveva ripetersi.
-Vado da sola, ce la faccio.- mentì. -Tu porta la bici al bungalow.- e si diresse verso l'infermeria. Nonostante il dolore che sentiva, cercava di camminare a passo svelto. Voleva scordarsi di Diego e di Federico, però amava quest'ultimo, l'aveva aiutata a trovare se stessa, a relazionarsi con gli altri senza aggredirli sempre, ovviamente questo non riguardava assolutamente la ragazzina biondina sorella di Nata.
E neanche a farlo apposta andò a sbattere contro qualcuno e la ferita le fece ancora più male.
-Ludmilla?- la voce di Diego le arrivò alle orecchie e qualcosa scattò dentro di lei.
-E no, pure tu! Ma che avete voi ragazzi? Il radar per ragazze che vogliono stare da sole?- sbottò, furiosa, più che con Diego e Federico, era arrabbiata con se stessa per quello che le stava accadendo, quando si era ripromessa che nessun ragazzo l'avrebbe mai fatta soffrire.
Il ragazzo la ignorò e il suo sguardo cadde sul ginocchio sanguinante: -Che hai fatto lì?-. Quella domanda fece infuriare ancora di più la bionda.
-Il mio ginocchio ha avuto il ciclo, niente di che.- replicò, poi lo sorpassò e ricominciò a camminare, ma Diego la prese in braccio, pronto a portarla in infermeria e deciso a non lasciarla andare sola fino lì.
-Che stai facendo? Mettimi giù!- ordinò Ludmilla al moro, ma quello era tutt'altro che impaurito dai suoi ordini, la bionda si ricordò che non stava parlando con Nata in fondo.
-Se non ti stai buona cadrai, siamo quasi arrivati, abbi un po' di pazienza.- rispose calmo Diego, ma in realtà voleva sogghignare per i lamenti della bionda.
-Forse tu non hai capito! Una supernova di talento come me non ha bisogno di qualcuno che la porti in infermeria. Soprattutto se questo “qualcuno” è stupido, rincitrullito e...- Ludmilla iniziò il suo monologo, ma il ragazzo la fermò subito: -E sexy?- ghignò.
-No, idiota.- concluse soddisfatta la bionda, mentre ormai erano arrivati in infermeria.
L'infermiera la fece accomodare su un lettino e iniziò la medicazione, ovviamente beccandosi le imprecazioni da parte della bionda.
-Ma si rende conto che sta danneggiando il ginocchio di una stella?! Ma come osa?!- poi si rivolse a Diego. -Io vi avevo avvisato! Dovevo portare tutto il mio staff personale!- e le lamentele della bionda continuavano a riempire la stanza con un'infermiera stordita e un Diego divertito.

*

-Lara? Che ci fai qui?- domandò Leon, sotto lo sguardo attento di Violetta.
-Sono venuta in campeggio con delle mie amiche e tra qualche settimana mi raggiungerà anche mio cugino.- spiegò la mora. -Tu sei con la tua ragazza?- domandò, sorridendo fintamente. Ancora ricordava quello che provava per il ragazzo che aveva di fronte.
-E con i miei amici.- rispose Leon, facendo un sorriso. -Ehi, che ne dici di venire a giocare a palla con noi?- propose e la ragazza accettò volentieri. Entrarono in piscina, raggiungendo gli altri.
-Ragazzi, lei è Lara, la mia meccanica.- la presentò a tutti e poi cominciò a spiegare un gioco da fare con la palla: -Ci mettiamo tutti a cerchio, poi cominciamo a palleggiare con la palla contando i passaggi, al numero cinque si schiaccia, chi viene colpito è eliminato. Per eliminare chi ha schiacciato bisogna bloccare la palla.- tutti capirono in fretta, tranne Andres ovviamente, che era un po' confuso, appunto fu il primo ad essere eliminato.
-Uno!- Francesca la passò a Marco, che a sua volta la tirò a Broadway: -Due!- Broadway la passò a Maxi: -Tre!- Maxi la passò a Nata: -Quattro!- e Nata schiacciò verso Lena, colpendola in pieno: -Cinque!-
-Ciao ciao sorellina.- disse Nata, facendole la linguaccia. Lena la guardò male, ma poi scoppiò a ridere, dirigendosi verso Andres.
-Uno!- Nata a Camilla.
-Due!- Camilla a Francesca.
-Tre!- Francesca a Leon.
-Quattro!- Leon a Lara.
-Cinque!- Lara colpì Violetta sulla pancia, facendola piegare in due dal dolore. La moretta si avvicinò di corsa alla biondina: -Oddio, Violetta, mi dispiace!- esclamò preoccupata. Leon si avvicinò alle due, assicurandosi che Violetta stesse bene. La ragazza sorrise debolmente, annuendo e scusandosi, andando al bungalow, accompagnata dal suo ragazzo. Lara si sentiva in colpa, non aveva intenzione di farle del male e ora, dato che Leon se n'era andato si sentiva fuori posto con i suoi amici.
-Ehm, io vado, magari ci rivediamo domani.- disse e tutti la salutarono, tranne Francesca, che aveva qualche dubbio su di lei. Lara raggiunse le sue amiche, sentendosi a disagio, nel mentre i ragazzi dello Studio ricominciarono a giocare.

*

Quella sera Violetta dormiva, così che il dolore passasse velocemente; Leon era a parlare con Lara delle prossime stagioni di motocross; Marco e Francesca cercavano di comporre la canzone per il compito di Pablo; Andres giocava con le costruzioni che si era fatto comprare e Broadway, Maxi, Diego e Federico giocavano con le carte di briscola. Broadway, il quale si faceva consigliare da Camilla, dato che era una frana in quel gioco, era in coppia con Maxi, che invece tentava di spiegare le regole a Nata, che sempre più confusa annuiva, fingendo di capire. Diego era in coppia con Federico, che aveva sulle sue gambe Ludmilla, e questa cosa al moro non andava bene e non si spiegava nemmeno il perché. Continuarono a giocare, fin a quando Lena non venne con delle bottiglie di Martini Bianco.
-E cosa sono quelle?- domandò Camilla, alzando un sopracciglio.
-Dovete scrivere delle canzoni, no? E allora come fate senza aver vissuto con un po' di alcol nelle vene?- si giustificò quella.
-Tu sei pazza!- commentò Ludmilla, facendo un cenno ovvio con la mano.
-*1Hai paura, Ferro?- la sfidò la ragazzina.
-*2Ti piacerebbe!- rispose la bionda. Iniziarono tutti a bere, chi più chi di meno, ma comunque finirono tutti ubriachi fradici.
-*3Lo so che ti piacciono le tue amichette brasiliane, so che ti vedi ancora con loro.- ormai Camilla stava piangendo e non ragionava più e così pure Broadway scoppiò a piangere senza una ragione precisa. -Dovrei picchiarti! Anzi no, ora ti bacio!- e così baciò il suo ragazzo, mentre Andres era rannicchiato a terra che singhiozzava: -I conigli mi uccideranno, lo so! I conigli! Li vedo, stanno arrivando!-
Lena si era trasformata in una spogliarellista e riceveva applausi da Marco e Maxi, mentre Nata e Francesca ridevano e piangevano in contemporanea. Federico invece si era addormentato sul tavolo senza maglietta, il perché era una ragione ignota a tutti. Diego diceva cose senza senso e Ludmilla rideva a crepapelle, ma lì era la più sobria di tutti, dato che reggeva l'alcol molto bene.
Andres sentì un conato di vomito arrivare e corse nel bungalow delle ragazze dritto dritto nel bagno, ma quando si vide allo specchio urlò indemoniato al suo riflesso: -Un coniglio! Aiuto un coniglio! Ti prego, non mi uccidere!-
E la serata andò avanti così, fino a quando non tornò Leon e mise tutte le cose in ordine, spedendo tutti quanti a letto. Ormai era sempre più convinto che quella non sarebbe mai stata una vacanza normale.


 

Nota Dell'Autrice:
*1 Citazione di Harry Potter
*2 Citazione di Harry Potter pt. 2 u.u
*3 Citazione un po' diversa di Glee
Sarò breve, perché ho molto da fare e sono al telefono con un'amica. Ringrazio ithinkaboutyou, Cucciolapuffosa, Only leonetta e Miss Espinosa per avere recensito lo scorso capitolo, grazie per tutto il vostro supporto, vi adoriamo *^* Abbiamo Lara, un po' di Diemilla e i ragazzi ubriachi, sono morta tipo ahhahahaha Andres è il top u.u Io vi saluto!
Un Bacio,
Jelena & Supernova <3

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Capitolo 7
*** Capitolo 7. ***


Federico si alzò con la testa che pulsava. Dopo la bevuta di ieri non poteva che stare così. Decise di uscire sulla veranda per respirare un po’ d’aria fresca. 
Aprì la grande porta e uscì. Si guardò intorno e notò che Ludmilla era sulla veranda del bungalow delle ragazze. Sorrise e la raggiunse.
Stava sistemando dei tovaglioli sulla tavola in veranda. Le toccò le mani e lei si girò sorpresa.
-Fede, mi hai spaventata- disse –Non era mia intenzione- rispose il ragazzo, sorridendo –Come stai? Quella di ieri è stata una serata un po’ movimentata…- Federico annuì –Diciamo che la mia testa sembra una bomba atomica perennemente in esplosione, ma a parte quello sto benissimo- la ragazza rise. Finalmente non era a disagio. Le era bastato il giorno prima per rendersi conto che non voleva più trovarsi in quella situazione.
-Ti va di fare un giro in bici?- propose lui –Non so, l’ultima volta non mi è andata proprio bene…- rispose la bionda, mostrando la fasciatura al ginocchio –Ti fidi di me?- disse lui, prendendole la mano. Lei sorrise. Si, assolutamente, si fidava.
Montarono in bici, lui sul sellino e lei dietro, per poi partire. 
Federico pedalò fino ai verdi ed infiniti campi del campeggio, per poi fermarsi.
-Perché ci siamo fermati?- chiese Ludmilla, sorridendo –Le va una passeggiata, mia supernova?- disse lui, porgendole un mazzo di fiori di campo che aveva appena raccolto. Lei li prese ed annuì.
Abbandonarono la bici e si allontanarono.

*


Lena si alzò. Come le era venuto in mente di bere, la sera prima? Ora si sentiva una bomba pronta ad esplodere, ma troppo distrutta per farlo.
Aprì la grande porta finestra che portava in veranda e trovò la tavola già apparecchiata. I ricordò che Ludmilla si era alzata prima di lei, l’aveva urtata per sbaglio. Aveva sentito anche la voce di Federico.
Poi realizzò: erano usciti insieme.
Le budella le si attorcigliarono, in un primo momento, poi, d’un tratto, si ritrovò a spalmare distrattamente la marmellata sul pane, persa nei suoi pensieri. 
Sapeva che non poteva essere suo. Sapeva che non avrebbe mai potuto vincere la bionda. Quella bionda che non sopportava, ma sapeva che in realtà non aveva un vero motivo per insultarla, era una strana rabbia. Come poteva vincerla? Era incredibilmente bella e Federico non aveva occhi che per lei, a volte diventava addirittura simpatica. Cosa poteva fare? Per lui era una fan, la fan più fortunata del mondo, perché era la sorella dell’assistente della sua ragazza. Era solo la biondina che difendeva la sorella maggiore, era la ragazza forte che andava in pezzi al solo vederli insieme. Non avrebbe mai potuto fare niente, ma non poteva dimenticarlo.
Ad un tratto un’idea meschina le si insinuò nella mente. Non avrebbe dovuto, ma il solo pensiero di quella chioma ossigenata le faceva ribollire il sangue. 
Passò un ‘ora circa, durante la quale Lena mise in atto il suo piano. Mancava solo una cosa: Ludmilla. 
Infatti eccola, tempismo perfetto, con il suo Federico. Tornò in camera e si rimise a letto. Sicuramente nessuno l’aveva vista, Ludmilla era fuori e Nata dormiva come un ghiro, mentre le altre tre, nell’altra stanza, avevano la porta chiuse.
Ludmilla non rientrò, ma rimase fuori, probabilmente per fare colazione. 
Sentì dei passi, poi riuscì anche a distinguere e voci: Violetta, Francesca e Camilla. Decise di alzarsi e un attimo dopo si svegliò anche Nata. Si diressero tutte verso la veranda e come Violetta tentò di passare attraverso la porta finestra un secchio d’acqua le si rovesciò in testa. 
Rimasero tutte senza parole, anche Ludmilla, che si era girata per dare il buongiorno alle altre –Ludmilla! Ma ti sembrano cose da fare?!?- fu l’unica cosa che riuscì a dire Francesca –Che?!?- disse sbigottita Ludmilla –Semplice, hai coperto d’acqua la povera Violetta!- ribatté Lena, che non voleva rischiare di farsi scoprire. Le ragazze andarono avanti a discutere finché non arrivarono i ragazzi.
-Che succede?- chiese Leon –Ludmilla ha fatto uno scherzo a Violetta, ed ora è… bhé sembra la sirenetta dopo l’incantesimo!- esclamò Camilla –Come? Ma non è possibile, Ludmilla era con me fino a cinque minuti fa!- la difese Federico –E allora chi è stato? Solo lei era in piedi!- esclamò Lena –Non lo so, ma non sono stata io!- si difese Ludmilla.
Continuarono a discutere finché non si alzò anche Broadway, che fino a quel momento aveva dormito.
-Che succede?- chiese -Ludmilla ha fatto uno scherzo a Violetta- rispose Maxi –Non è vero!- sbraitò Ludmilla –Zitta tu!- ribatté Lena.
Ripresero a discutere, poi Broadway riuscì a farsi ascoltare.
-Ragazzi, basta. E’ vero, non è stata Ludmilla. Questa mattina, quando sono andato in bagno, ho visto Lena che trafficava con quel secchio. Ludmilla non ha fatto niente- disse.
Tutti si girarono a guardare Lena che scavalcò la ringhiera e corse via, con le lacrime agli occhi.
Continuò a correre, cercò di andare il più lontano possibile, arrivò fino ai bellissimi prati verdi dove spesso andavano in bici.
Sapeva che non avrebbe dovuto farlo, eppure l’aveva fatto. Perché poi? Per gelosia. Si era promessa che non si sarebbe mai fatta prendere dalla gelosia, eppure era lì, a piangere tutte le sue lacrime, per un ragazzo. Per un ragazzo che non l’avrebbe mai amata. Per un ragazzo che non la guardava come avrebbe voluto. Piangeva perché l’avevano scoperta, anche se era sicura che l’avrebbero fatto. Quella era un’altra prova che lei non era Ludmilla. Ludmilla ne aveva combinate tante, ma non si era mai fermata, per quanto ne sapeva, a piangere, era andata avanti come un treno, senza smettere di scagliare frecce per ferire le persone. Aveva continuato. Poi era arrivato Federico, che l’aveva cambiata, l’aveva resa umana, ma stava trasformando lei in un mostro. 

*


Lara si strinse nelle spalle. E così Leon ora era felice, con Violetta. A lei avrebbe dovuto importare solo e soltanto la felicità di Leon, ma invece le faceva male che lui la considerasse solo un’amica. In fondo non se lo meritava, aveva amato Leon con tutto il cuore, e lui l’aveva ricambiata abbandonandola. Non se lo meritava. Durante l’estate aveva conosciuto un altro ragazzo: Miguel, si chiamava, e lui le aveva dimostrato d’amarla, poi lui era tornato in Ecuador con la sua famiglia. 
Non sapeva come dirgli che non lo ricambiava. Allora forse poteva capire Leon, solo che lei aveva avuto la forza di guardarlo in faccia e dirgli la verità, ma Leon? L’aveva presa in giro e lei era stata una stupida, sapeva dell’inganno eppure aveva continuato ad illudersi. Perché? Perché lo amava. Amava i suoi occhi verdi, amava il suo sorriso, amava la sua risata, amava i seti di chiavi inglesi che le regalava, amava gli abbracci dopo una vittoria, amava accarezzargli la guancia, amava Leon. Eppure non sembrava essere importante.
-Lara!- la chiamò una voce. Si girò: Leon. -Ciao- rispose, portandosi una ciocca di capelli da dietro l’orecchio -Volevo chiederti, oggi a pranzo abbiamo organizzato un barbecue, ti va di unirti a noi?- il suo cuore fece un tuffo. Perché glielo aveva chiesto? Per stare tra amici? Perché si sentiva in colpa? O perché gli mancava? Tuttavia non poteva dire di no, o lo avrebbe allontanato ancora di più. 
-Certo- rispose. Leon le sorrise e le prese la mano, quindi i due si avviarono verso il bungalow dei ragazzi, insieme.

*


-Leon!- li chiamò Broadway. I due ragazzi si affrettarono a raggiungere gli altri.
-Bene, c’è anche Lara- disse Marco -Allora aggiungo qualche bistecca in più e dico a Francesca di tagliare altre verdure-
-Perfetto, intanto noi prendiamo da bere- disse Leon, guardando Lara.
I ragazzi organizzarono la tavola e misero la carne a grigliarsi sul barbecue, poi cominciarono a chiacchierare.
-Ehi, ma manca ancora mia sorella- fece notare Nata -
E’ da questa mattina che non si fa vedere, dovremmo andare a cercarla- disse Violetta
-Giusto, dividiamoci- disse Leon, coprendo il barbecue.
I ragazzi corsero alle bici e si divisero per cercare Lena.

*


Ludmilla stava pedalando abbastanza velocemente. Voleva trovare Lena, ed in fretta. Sembrava strano, ma doveva parlarle.
Finalmente la vide, in mezzo al prato, che guardava il laghetto. Abbandonò la bici, che cadde a terra sullo sterrato e corse verso di lei.
Quando le arrivò vicino rallentò, per poi sederlesi accanto.
-Cosa vuoi?- disse Lena, con voce resa instabile dal pianto
-Ti avviso che mi sento Violetta a dirti queste cose, ma devo. Non ho idea del perché tu lo abbia fatto, ma so che mi sento in dovere di dirti di fermarti perché… perché ho passato la mia vita a fare del male e a mentire, ed è stato anche grazie a te se sono cambiata. Non andare avanti, Non prendere questa strada, perché poi, tornare indietro è più difficile del previsto. La gente ti schiva, ti guarda male, non ti parla, ti taglia fuori e tu ti senti incredibilmente solo. Poi arriva qualcuno che ti cambia e ti rendi conto di tutto quello che hai fatto. A quel punto ti senti terribile. Ti senti un mostro. E vorresti eclissarti. Più di prima.- una lacrima si fece furtivamente strada sulla guancia della bionda.
Lena se ne accorse e girò lo sguardo. Le bruciavano terribilmente gli occhi e l’istinto le diceva di chiuderli, ma decise di guardare Ludmilla negli occhi. Non credeva che potesse parlare così. Non credeva che fosse così complicata. Era fragile, ma allo stesso tempo forte come un aeroplano, aveva passato la vita soffrendo, ma era andata avanti. Non si era fermata. Aveva tenuto duro ed aveva continuato a camminare a testa alta.
Incredibilmente si gettò tra le braccia di Ludmilla. La stava davvero abbracciando, non ci credeva nemmeno lei.
Ludmilla abbassò lo sguardo, circondandole le spalle. Allora era così che ci si sentiva ad aiutare la gente, ad essere come Violetta.

*


Ludmilla tornò al bungalow dei ragazzi, con Lena.
-Lena, mi hai fatto preoccupare!- esclamò Nata, correndo dalla sorella
-Dai Nata, aveva bisogno di stare sola.- disse Maxi, cercando di trattenere la fidanzata. Nata si allontanò, limitandosi ad abbracciare Lena che si divincolò fino a liberarsi, poi i ragazzi ricominciarono a chiacchierare
-Ehm.. ragazzi!- disse Andres, ma nessuno gli diede ascolto
-Ehi ragazzi!- ripeté. Niente di nuovo -Ragazzi, il barbecue!- urlò.
Leon si girò terrorizzato. Tolse lentamente il coperchio ed una striscia di fumo sempre più densa si levò alta in aria, fino a rivelare poche braciole bruciacchiate e residui di carbone.
-Abbiamo capito, andiamo a comprare la pizza- dissero Camilla e Francesca, prendendo le bici.

Note Dell'Autrice:
Sera gente! Siamo ancora noi! Il capitolo precedente ha avuto 6 recensioni *^* Vi amiamo tanto! Ringraziamo per le recensioni: Only leonetta, Cucciolapuffossa, Miss Espinosa, Lodovica, Naxi_4ever e Pocha96. E ci scusiamo con Naxi_4ever se non ci sono scene Naxi, nel prossimo capitolo daremo un po' di spazio a tutte le coppie. Ringrazio ancora tutti voi per tutto il supporto che ci date.
Un Bacio,
Jelena & Supernova



 

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Capitolo 8
*** Capitolo 8. ***


-Ehi Nata.- la riccia si voltò per incontrare gli occhi del suo amato fidanzato. Sorrise dolcemente, mentre lui la circondò con le sue braccia, facendola sentire protetta come solo lui sapeva fare.
-Dimmi amore.- sussurrò la ragazza, nascondendo il capo nell'incavo del collo del suo ragazzo. Adorava tutto di lui, la sua dolcezza, il suo sorriso, i suoi occhi, il suo profumo. Poteva fare un elenco infinito di ciò che amava di lui.
-Niente, volevo stare un po' con te.- affermò Maxi, facendola arrossire.
-Posso dirti una cosa?- chiese Nata, mentre avvampava vistosamente.
-A me puoi dire tutto, lo sai.- rispose, nascondendo la testa nella massa dei capelli della sua ragazza, annusandone l'odore di avocado.
-Beh, non ne sono sicura, è il tipo di cose che solo noi donne possiamo capire, insomma, non è facile...- iniziò a balbettare la riccia, senza mai arrivare al punto.
-Nata, non vorrai per caso dirmi che sei incinta?!- esclamò Maxi, sbiancando, diventando bianco come un foglio.
-Che? No! Assolutamente, ti pare?- arrossì quella, guardandolo stralunata. In fondo non l'avevano ancora fatto, come poteva pensare una cosa del genere?
-Oh per fortuna, mi hai fatto prendere un bello spavento. Comunque, cosa volevi dirmi?-
-Credo che Lena abbia una cotta per Federico.- confessò la bruna, storcendo il naso.
-Da cosa l'hai capito?-
-Dallo scherzo che ha fatto a Ludmilla e il fatto che lei l'attacchi sempre.- spiegò Nata, ispirando il profumo del ragazzo. Odorava di bagnoschiuma alla menta, non era forte, ma piacevole da sentire, quel tipo di profumo che ti resta nella testa e il solo ricordo ti inebria.
-Di cosa state parlando?- li interruppe Camilla, arrivando mano nella mano con Broadway.
-Lena ha una...- Maxi non fece in tempo a terminare la frase che Nata gli pestò il piede con tanta forza da farlo imprecare.
-Lena che?- chiese Camilla, più interessata a cosa capitasse a Lena, che al piede di Maxi.
-Lena ha una bella patata.- disse Nata, arrossendo subito dopo, capendo ciò che aveva detto. Broadway si trattene dal ridere e si beccò uno scappellotto da parte della rossa.
-Cosa intendi dire Nata?- esclamò Camilla, cercando di formulare un pensiero razionale, degno di una signorina.
-Che Lena ha trovato... ehm, sì, ha trovato una patata nel campo di pallavolo del campeggio e... e sta pensando di venderla. E' bella e grande.- disse Nata, gesticolando vistosamente.
-Oh, forte, vorrei tanto vederla!- replicò la rossa, cercando di ignorare il suo ragazzo che stava quasi per morire, dato le troppe risate.

*

Lena, ignara di come la stava prendendo in giro Broadway, camminava per il supermercato, cercando qualcosa che la potesse interessare, così da comprarla e portarla a casa. Arrivò al reparto di bibite e subito qualcosa attirò la sua attenzione: Vodka. Bottiglie infinite di Vodka. I suoi occhi brillarono. Lei era sempre stato uno spirito libero e ora che non aveva i suoi genitori perfettini tra i piedi poteva finalmente divertirsi con i suoi amici. Prese almeno trenta bottiglie di quella bevanda, sotto gli occhi scandalizzati di alcuni vecchietti, e si diresse verso la cassa. Quando arrivò il suo turno, la cassiera la guardò male.
-Mi dispiace signorina, ma non posso vendere alcolici a una minorenne.- disse quella e Lena si accigliò e poi vide Ludmilla e un lampadina si accese.
-Sì, lo so, ma vede, lì c'è mia madre!- esclamò Lena, indicando la bionda, che si girò, sbarrando gli occhi.
-Oh, okay. Signora venga!- la chiamò la cassiera.
Ludmilla si avvicinò nervosa alla cassa e chiese cosa succedesse.
-Sua figlia mi dice che queste bottiglie sono per lei. Sono centodue pesos, signora.- disse la donna.
-Che? Figlia? Signora?- poi vide lo sguardo di Lena e capì. -Ma certo, ecco i qui i soldi.- regalò uno sguardo severo a Lena e poi presero le buste e si diressero verso il campeggio, poco distante da lì.
-Ma sì può sapere cosa ti è saltato in mente?!- esclamò Ludmilla, che voleva ridere, ma si tratteneva per fare la parte dell'arrabbiata.
-Oh Ludmilla, si vive una volta sola!-

*

Marco era steso su un'amaca che si godeva l'aria tranquilla, quando il suono di una risatina civettuola gli arrivò alle orecchie. Gli era familiare, le sembrava di Francesca. Si alzò e andò in cerca della sua ragazza, quando la trovò con Leon, che la teneva per i fianchi e lei che gli toccava il petto in modo sensuale.
-Francesca!- esclamò, sentendosi ferito e irritato.
-Scusami, Marco, avrei dovuto dirtelo prima. E' che con tutta quella faccenda con Ana ho deciso di darmi alla pazza gioia con Leon, che non ne può più di Violetta. Mi dispiace, ma è così.- Francesca fece un'altra risata civettuola, per poi baciare Leon.
Marco si svegliò sull'amaca su cui si era addormentato. Aveva sognato che la sua ragazza lo tradisse con un suo amico. No, non era reale, si disse.
-Marco! Amore, sono le sette di sera, non puoi dormire ancora, oppure poi non dormire, vieni, Lena ha un mente un gioco da fare in gruppo!- esclamò Francesca, scuotendolo per farlo svegliare. Il ragazzo aprì gli occhi e la sua ragazza le si presentò davanti, in tutta la sua bellezza.
-Ti hanno mai detto che sei stupenda?- sussurrò, facendola ridacchiare.
-Su alzati.- gli prese la mano e insieme si diressero verso il bungalow delle ragazza, mentre Marco fissava Francesca. Eh sì, era proprio innamorato!

*

-Allora ragazzi, il gioco è semplice: si fanno delle domande a turno e bisogna rispondere solamente dicendo la verità, se invece non si vuole rispondere bisogna bere un bicchiere pieno di Vodka. Bene, iniziamo, Ludmilla fai una domanda a Violetta.- spiegò Lena e Ludmilla si affrettò subito a domandare.
-Allora Violetta, dimmi, ci pensi mai a Tomas? A quello che avete avuto?- domandò la biondina, soffocando un sorriso divertito.
La ragazza guardò incerta il bicchiere davanti a sé, per poi afferrarlo e bere tutto il liquido, sentendosi la gola andare in fiamme. Leon ci rimase male e non poco. Dopo tutto quello che avevano passato lei aveva ancora qualcun altro per la testa. Era stufo di questa situazione, doveva finire.
-Bene, Ludmilla, tu e Diego siete mai andati oltre?- chiese Camilla, facendosi maliziosa.
-Ma se siamo sempre stati solo amici!- ribatté quella.
-Rispondi alla domanda!- la rimbeccò la rossa, facendo arrossire la bionda.
-Forse qualche volta.- rispose allora, mentre Federico perse un battito. La sua ragazza aveva già avuto una prima volta e quella non era stata con lui.
-Camilla, hai mai dubitato dell'amore di Broadway per te?- chiese Diego, sentendosi chiamato in causa dalla ragazza.
-Anche nelle mille difficoltà avute, ho sempre pensato che qualcosa comunque la provasse.- sorrise la rossa al suo fidanzato, che le diede un bacio a fior di labbra.
-Tocca a te Diego!- esclamò Francesca. -Sappiamo tutti che ti sei innamorato di qualcuna, ma ora dicci, chi è questa?- domandò curiosa l'italiana.
Il ragazzo lanciò un'occhiata fugace a una certa biondina, che arrossì, e poi bevve tutto il Vodka che c'era nel suo bicchiere.
Continuarono per tutta la notte, finché non furono ubriachi marci nuovamente.
-Tu non puoi capire, Fede! E' sempre indecisa! Sono stanco di tutto questo, poi sono tutti pronti a puntarmi il dito contro se parlo con Lara, qual è il vostro problema?- Leon era una fontana vivente, si stava confidando con Federico che intanto si scarabocchiava sul braccio la scritta “I'm sexy and I know it”. -E sai cos'altro, io non ti sopporto e si vede lontano un miglio che Diego vuole la tua ragazza!-
Maxi delirava parlando con un palo lì vicino: -Io non condivido quello che dici, sappilo! Ma difenderò fino alla morte il tuo diritto di dirlo.-
Lena aveva di nuovo ripreso a fare la spogliarellista, mentre il suo cellulare squillava, così rispose Ludmilla, notando la scritta “Mamma” sul cellulare.
-Sì, signora, sono vostra figlia. Cioè, sì mamma, sono Lena. Sto bene, nessuna scappatella, visto? Va bene, grazie signora, arrivederci, mi ha fatto piacere sentirla. Mi saluti Lena, buonanotte!- poi chiuse la chiamata e rise istericamente.
-Non sono ubriaco!- gridava Broadway. -Non sono ubriaco!- gridò nuovamente, mentre Camilla lo guardava severa: -Sì, infatti, sei Micheal Jackson appena resuscitato!-
-Infatti, sono Micheal Jackson, plebei!- urlò quello.
Francesca era svenuta e così Violetta e Nata le stavano facendo uno scherzo scrivendole sul braccio con un pennarello indelebile: “So figa, so bella, sono una fotomodella.” e ancora “Sei una mela, sei una pera, sei l'amica più sincera.”
Poi sentirono dei passi avvicinarsi, capendo subito che erano i controllori del campeggio, che si occupavano di situazioni come quelle degli ubriachi.
-Cazzo!- esclamò Ludmilla e tutti si rintanarono nei loro bungalow. Violetta e Lena presero Francesca, ancora incosciente, e la portarono dentro, facendo sbattere la sua testa tra pali, ringhiere, muri e porte.
-Diamine Lena, fa' più attenzione!-
Eh sì, Leon aveva proprio ragione, quella non sarebbe mai stata una vacanza normale.

Note Dell'Autrice:
Salve salvino gente! Siamo tornate con un altro capitolo con un po' di Naxi e Browilla, speriamo di avervi accontentato u.u Abbiamo una Lena amante dei Vodka e una Ludmilla appena diventata mamma hahahahaha Marco fa un sogno strano, ma per fortuna è solo un sogno e il suo amore con Francesca è solido, per ora. E di nuovo tutti ubriachi! Viva il Vodka nelle vene! Le domande del capitolo sono: la vostra scena preferita? Il vostro ubriacone preferito?
Ringraziamo per le recensioni: Only leonetta, Cucciolapuffosa, Naxi_4ever, Lodovica e Miss Espinosa e mi scuso se non ho potuto rispondere.
Volevamo anche avvisarvi che abbiamo iniziato una storia interattiva, per chi avesse intenzione di partecipare la trova nel mio profilo. Per chi avesse paura del divieto ho scoperto che le interattive non sono vietate, solo quelle fate con lo scopo di avere più recensioni, quindi se avete in mente di farne una non abbiate paura :)
Un Bacio,
Jelena & Supernova!

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Capitolo 9
*** Capitolo 9. ***


“Ottimo, un’altra volta” pensò Leon, poggiando la tazza sul tavolo. Si sentiva come se un martello stesse cercando di rompergli il cranio. Uscì in veranda, per poi scendere le scalette ed urtare contro qualcosa: un bicchiere. Gli tornò tutto in mente: il gioco, le domande e Violetta che si scolava un bicchiere per non rispondere alla domanda di Ludmilla.
Voleva dire che pensava ancora a Tomas? Era passato tanto tempo e poi avrebbe anche potuto parlargliene, no? Invece niente, era rimasta in silenzio, voleva dire che non si fidava di lui? Non era sicuro di volerlo sapere. Decise che sarebbe rientrato e avrebbe preparato al colazione, almeno in quel modo si sarebbe distratto.
Mentre accendeva il fuoco sotto il latte udì un rumore all’esterno. Si affacciò e notò Violetta. Doveva parlarle dopo quello che era successo la sera prima.
-Violetta!- la salutò –Leon!- disse la ragazza, lasciandogli un bacio sulla guancia –Hai dormito bene?- Leon le sorrise. Sapeva essere dolcissima, ma non poteva fare lo smielato, le doveva parlare.
-Si, grazie- rispose –Violetta, dobbiamo parlare- la ragazza lo guardò confusa –A proposito di cosa?- chiese –Pensi ancora a Tomas?- incrociò le braccia al petto, temendo la risposta.
E se gli avesse detto che si, pensava ancora a Tomas? Cosa sarebbe successo tra loro? Fino a quel momento aveva creduto che Violetta fosse davvero innamorata di lui, ma se invece fosse rimasta indecisa? Che ne sarebbe stato di loro?
-Leon, non mi sembra il caso che tu faccia il geloso- tentò di difendersi lei, ma Leon rimase impassibile –Violetta, voglio la verità- scandì.
E Violetta ammutolì.
 
*
 
-Lena, possiamo parlare un attimo?- chiese Nata, avvicinandosi alla sorella.
Lei la raggiunse, dando a vedere che non aveva nulla in contrario.
-A patto però che tu non mi faccia la ramanzina per…- cominciò, ma Nata la bloccò -Per la Vodka, non ti rimprovererò, ma voglio sapere perché hai fatto quello scherzo a Violetta, e soprattutto perché hai dato la colpa a Ludmilla- disse Nata.
Lena aprì la bocca come per parlare, ma la richiuse subito. Non sapeva cosa rispondere.
-Senti, se ti piace Federico puoi dirmelo, sono tua sorella- le disse Nata, con un sorriso. Lena sembrò rassicurarsi, o semplicemente non riusciva a sopportare di dover portare quel segreto ancora, così parlò.
-Hai ragione, mi piace Federico. Ma a lui io non interesso, quindi non posso che stare a guardare mentre lui e Ludmilla vivono felici- disse in un sussurro –Ma sai che anche io e Maxi abbiamo vissuto un periodo un po’… particolare?- disse Nata, mettendo una mano sulla spalla della sorella –Poi alla fine ci siamo chiariti e ci siamo ritrovati. Secondo me dovresti parlare con Federico, dirgli le cose come stanno. Anche se lui non ti ricambia, fidati, dopo avergli parlato starai meglio- Lena sorrise, con gli occhi lucidi, e le due sorelle si abbracciarono.
Nata tentò di rassicurarla. Era il suo compito. Era la sorella maggiore, doveva cercare di aiutarla.
Per una volta sentiva davvero di essere riuscita a fare qualcosa bene. Aveva aiutato sua sorella, o almeno così sperava.
 
*
 
Ludmilla era seduta sulle sponde del lago, giocherellava con una margherita, che ormai aveva perso quasi tutti i petali.
Stava pensando a Lena.
Allo scherzo che le aveva fatto.
Pensava a Federico.
Che l’aveva difesa e che le era sempre stata accanto.
E pensava a Diego.
A Diego che la stressava, che la assillava, ma che la attraeva troppo.
Le sembrava di non poter allontanare i suoi pensieri da Diego. Qualsiasi cosa facesse, se lo ritrovava in testa.
-Hei?-
Ludmilla sobbalzò, quando due mani le si posarono sulle spalle.
-Fede, mi hai spaventata- disse, dandogli un bacio sulla guancia -Scusa, non volevo- disse lui, sedendosi accanto a lei.
-E’ bello qui- commentò, guardando il lago. Ludmilla annuì, mentre i capelli biondi venivano spettinati dal leggero vento -Molto-
Rimasero un po’ in silenzio, ascoltando il cinguettio degli uccelli e l’odore dell’erba. Era tutto calmo, il sole riscaldava il grande prato e il vento accarezzava l’erba.
-Ludmilla, ti è mai capitato di renderti conto di amare davvero una persona?- le chiese Federico.
Quella domanda la fece sorridere.
Certo che le era capitato, con lui.
-A me è successo e…- cominciò Federico.
Ludmilla si avvicinò a lui, cominciando ad essere spaventata. Cosa voleva dire? La voleva forse lasciare? Come avrebbe fatto senza di lui? Senza qualcuno che la spingesse a dare il meglio, a sorridere?
-Federico, io…- disse, con voce lievemente instabile e gli occhi lucidi -Ludmilla, vuoi diventare, ufficialmente intendo, la mia fidanzata?- disse Federico, porgendole un piccolo anello.
Lei lo osservò, mentre le lacrime cominciavano a rigarle il volto. Il piccolo zaffiro al centro rifletteva i raggi del sole.
Si avvicinò a lui e gli sfiorò le labbra, ancora tremante.
-E’ un si?- chiese lui ridendo -Certo che è un si scemo!- rispose lei, con gli occhi gonfi di lacrime.
Si riavvicinarono e si abbandonarono ad un bacio passionale, spingendosi fino a buttarsi sull’erba, per poi allontanarsi.
-Ti amo da morire- disse lei -Io di più- rispose lui, prima di baciarla di nuovo.
 
*
 
Ludmilla e Federico tornarono ai bungalow, mano nella mano, scambiandosi ogni tanto un bacetto.
Si fermarono a parlare davanti al bungalow dei ragazzi, mentre Lena, dalla veranda della ragazze, li guardava con gli occhi lucidi.
-Tutto bene?- chiese Nata, avvicinandosi a Lena -Se è felice lui- rispose Lena, impassibile -Ok. Io devo andare, tu non buttarti giù, d’accordo?- disse, cercando lo sguardo della sorella, anche se Lena non si degnò di girarsi –Certo, tranquilla-
Così Nata lasciò la sorella, incamminandosi verso il piccolo supermercato, per comprare qualcosa da mangiare a pranzo.
 
*
 
-Leon!- esclamò Lara, correndo incontro al ragazzo -Hei!- rispose lui.
Lara si avvicinò a lui.
-Ma stai bene?- gli chiese –No, no ho un… problema con Violetta- rispose –Vedrai che si risolverà tutto…- cominciò lei, ma Leon la fermò –No, ti prego. Non sei quel tipo di ragazza. Ti va se andiamo a fare una passeggiata?- le chiese.
Lara sorrise ed i due si allontanarono tenendosi per mano.
Camminarono fino alla spiaggia.
-Mi è sempre piaciuto il mare- commentò Leon, quando arrivarono sul bagnoschiuma –Ah si? Anche a me- rispose Lara.
Rimasero a guardare il mare, mano nella mano, e poco dopo, come se fosse una cosa naturale, lei poggiò la testa sul suo petto, lasciando che le braccia del ragazzo la circondassero.
-Mi machi Leon- sussurrò –Anche tu, tanto- rispose lui.
Dopo essere rimasti abbracciati un po’, Lara si sciolse dalla stretta.
-Chi arriva ultimo agli scogli è un rammollito!- esclamò Lara, cominciando a correre.
Leon le urlò che non era giusto, era partita prima, ma prese a correre anche lui.
Nessuno dei due arrivò agli scogli, perché quando Leon la raggiunse si lanciarono in acqua, cominciando a rincorrersi.
 
*
 
-Francesca, hai visto la mia chitarra?- chiese Marco, entrando nel bungalow delle ragazze –No, perché? E comunque non puoi entrare così!- rispose Francesca –Mi serve- rispose vago Marco –Ti serve a cosa?- -Niente, tranquilla-
Francesca non ebbe il tempo di rispondere, che una voce giunse alle sue orecchie.
-Marco? Ti sbrighi? Guarda che ci prendono il posto in piscina!-
Francesca uscì come una furia e si trovò davanti Ana.
Note Dell’Autrice:
Salve gente! Siamo tornate! Perdonate me, è colpa mia per il nostro ritardo. Purtroppo il mio pc si è rotto un’altra volta, ma don’t worry, perché ne ho uno tutto nuovo con un programma per scrivere eccellente! Allora, anche in questo capitolo non mancano i colpi di scena. Una cosa è chiara, io e Supernova non possiamo non far soffrire la nostra combriccola preferita :3 Ora, ringraziamo come sempre i nostri amati lettori che recensiscono, ovvero: Pocha_96, Naxi_4ever, Miss Espinosa, AhiEstare, Goccia di rugiada e Pablini_forever. Adoriamo tutte le vostre recensioni e l’amore che ci date, non avremmo mai pensato che questa cosa potesse avere questo successo. Questo capitolo è interamente dedicato a voi!
Un Bacio,
Jelena & Supernova <3

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