Heaven In Hell di Nezuchan Sketch (/viewuser.php?uid=96135)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prefazione ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1: Incontro ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2: Incubi o realtà ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3: Scuola e ragazzi gelosi ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4: Nuova routine ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5: Perché si finisce sempre così ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6: Cambiamenti e insicurezze ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7: Incidenti nel parco ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8: Non puoi capire ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9: Cambiamenti ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10: Primo appuntamento ***
Capitolo 1 *** Prefazione ***
Digrignai di rabbia mentre le mie ali nere fremevano per il dolore di quella scena che si svolgeva davanti ai miei occhi.
Perché mi ero cacciata in quel pasticcio? Giusto. Mi ero cacciata in quella situazione perché avevo infranto tutti i tabù della società in cui vivevo e lei si era accollata la colpa di tutto, in modo da salvarmi.
Se quella mattina non fossi passata per quella strada...
Nota dell'autrice: Ed ecco la mia prima storia =w= o meglio, è la prima che pubblico su efp. Mi scuso per eventuali errori di scrittura o grammaticali >.< spero che vi intrighi già dalla prefazione e vi invogli a leggere almeno il primo capitolo xD |
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Capitolo 2 *** Capitolo 1: Incontro ***
Ascoltavo annoiata la lezione del professore sui quattro tabù della nostra società, che aveva scritto alla lavagna:
1)non avere mai contatti con un demone. ABOLITO
2)non parlare mai ad un demone. ABOLITO
3)non difendere mai un demone. ABOLITO
4)non innamorarsi mai di un demone.
Jenny, la mia compagna di banco, mi passò un bigliettino.'secondo me é proibito andare con i demoni perché sono più dotati degli angeli e loro non lo vogliono ammetterlo xD' sorrisi, senza risponderle.
Quella era l'ultima ora e dopo sarei tornata a casa.
Stiracchiai le mie piccole ali nere, sbadigliando leggermente.
Le ali piccole erano come un simbolo del nostro non essere ancora completamente angeli.
Alcuni di noi avevano già acquisito le ali più grandi e seguivano le lezioni in fondo alla classe. Finché non si conseguiva lo sviluppo non si poteva volare.
In quel momento suonò la campanella e mi alzai, sistemando le mie cose nella cartelletta che portavo con me a scuola. Mi avviai fuori con le mie compagne e poi le salutai fuori al cancello, dirigendomi dalla parte opposta rispetto alla loro.
In quel momento sentii la parata arrivare.
'Che palle, ci mancava solo la parata... Dovrò passare per il quartiere dei demoni!' entrai, guardandomi attorno. Sembrava che non ci fosse nessuno. Gli angeli non erano ben accetti dai demoni nei loro quartieri. Iniziai a camminare, cercando di non fare rumore. Arrivata a circa metà strada, sentii il rumore di una moto. Successe tutto in un attimo e mi ritrovai a terra, con qualcuno che mi teneva la testa, quasi steso sopra di me. I miei occhi blu cielo incontrarono i suoi color sabbia, mentre i suoi capelli rosso fuoco mi sfioravano il volto. La sua pelle era leggermente dorata, quello splendido dorato naturale che non si può ottenere in nessun altro modo se non avere la pelle di quel colore dalla nascita. Sentivo il suo respiro caldo sfiorarmi le labbra e lui poteva di certo sentire il mio sulle sue. Abbassai lo sguardo e notai i suoi seni, che erano schiacciati dalla sua maglietta aderente, sfiorare i miei.
Oh. Era una ragazza. “stai bene?” la sua voce era preoccupata e la guardai negli occhi, notando qualcosa che prima non avevo notato. Sul suo capo c'erano due corna, lunga circa una quindicina di centimetri e larghe quanto il mio polso. Annuii piano, e sorrise. Il suo sorriso era bellissimo, bianco e brillante e il mio cuore iniziò a battere più velocemente, mentre lei diceva: “meno male, pensavo ti fossi fatta male...sai, di solito non passa nessuno qui, e quindi é usato per le gare o lotte o fancazzismo, come nel mio caso. Dovresti fare più attenzione” sorrisi quando parlò delle attività da fancazzista. “lo so...ma non sarei passata di qui se non fosse stato per la parata” si alzò, per poi tendermi la mano e aiutarmi a rialzarmi. “io sono Adrianne, piacere” sembrava così sincera... “io sono Syriene” presi la sua mano e mi alzai, per poi inciampare nei miei piedi e cadere su di lei e casualmente la baciai. Le sue labbra sapevano di dolce e il mio cuore batteva all'impazzata, neanche un bacio con tutti i miei ragazzi poteva battere quel casuale bacio con Adrianne. Ma era una ragazza, proprio come me. Ma era anche un demone, ma in quel momento non m'importava un granché di quel particolare. Mi fece appoggiare con la schiena contro il muro, mentre la sua lingua entrava nella mia bocca. Stavo baciando una totale sconosciuta e mi piaceva anche. La strinsi a me, prendendola per la camicia, per poi sentire i quattordici rintocchi. Mi staccai a malincuore da lei, per poi sussurrarle “devo andare...” mi lasciò, arrossita un po'. Quant'era carina... “ci rivedremo?” annuii subito, per poi darle un veloce bacio sulle labbra e andare via, correndo. I miei sarebbero ritornati a momenti e se non mi avessero trovata a casa sarebbero stati guai grossi. Corsi a perdifiato, giungendo velocemente a casa mia. Il maggiordomo mi salutò, dicendomi che i miei genitori non erano ancora tornati. 'Che fortuna. La parata deve aver rallentato anche loro'pensai. Andai in camera mia, stanca e dicendo di farmi portare della frutta lì. Anche se avrei preferito parlare con Adrianne e conoscere più su di lei. 'É un demone, dovresti evitarla' ovviamente la mia coscienza come al solito arrivava in ritardo. Mi sfiorai le labbra con le dita, ripensando al bacio. Non era stato male, anzi era diverso dai baci che avevo dato agli altri angeli. Avevo sentito le sue zanne, probabilmente si stava controllando parecchio durante il bacio. Le avrei tanto voluto leccare le zanne ed accarezzare la sua pelle dorata... Scossi la testa velocemente. Che stavo pensando?! 'Scema, scema, SCEMA! Devo darmi una calmata!' Iniziai a mangiare la frutta, ovvero tre albicocche, una mela e dell'uva, pensando a che fare domani. La volevo rivedere. Ma se lei non si fosse presentata? Oppure se si fosse presentata? Che avrei fatto? 'aaaah! Che drammaaaa!' mi stesi sul mio letto, un letto matrimoniale a baldacchino, sospirando e guardando la camera. Le mura erano rosse, rosso tramonto, mentre sul pavimento c'era della moquette bianca. In quel momento sentii la porta aprirsi e mia madre venne avanti. Lei era bionda, come me, solo che i capelli le arrivavano alla vita. Era un poliziotto che aveva fatto carriera in fretta. “Syriene, a quanto pare c'é stato un incidente nel quartiere dei demoni. Tu stai bene?” Annuii. “si, ma, non ti preoccupare” “come sai noi siamo nel programma di interscambio, come sai, e... Beh, oggi é arrivata la ragazzina. Adrienne, entra pure” mi alzai a sedere, guardando la ragazza che mi aveva salvata. “Ciao, io sono Syriene.” “Io Adrienne” mia madre sorrise e poi squillò il suo cercapersone. Dopo aver risposto ci disse: “Io devo andare, voi due fate le brave” se ne andò, lasciandoci sole e chiudendo la porta. Ci guardammo negli occhi stupite, per poi dire all'unisono: “che ci fai tu qui?!”
Nota dell'autrice: ecco il primo capitolo. Spero vi sia piaciuto e che continuerete a seguire la storia. beh, non so che altro dire. Alla prossima, quindi :D |
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Capitolo 3 *** Capitolo 2: Incubi o realtà ***
Incubi o realtà?
Adrienne andava avanti ed indietro per la stanza, mentre io torturavo il cuscino. Nessuna delle due sapeva cosa dire. Ad un certo punto interruppi quel silenzio, chiedendole:
“Sei la figlia di qualcuno importante?” mi guardò con gli occhi color sabbia, leggermente irritata e mi pentii subito di aver fatto quella domanda.
“Si, ma a quanto pare non sono l’unica” lo disse come se fosse un male e sbuffai, per poi chiederle:
“Vuoi un po’ di frutta?” Lei mi guardò arrabbiata e se ne andò dalla mia stanza. Sospirai, mettendomi la testa tra le mani, mentre la mia parte casta e sempre in ritardo mi ricordava che avevo un ragazzo. Cinico, iperprotettivo e ipercontrollore, tavolta anche noioso, ma avevo sempre un ragazzo. Chiusi gli occhi e mi stesi sul letto e mi addormentai poco dopo.
Sabbia.
Tanta sabbia.
Il rumore delle onde che si infrangono su di essa è l’unico rumore che si sente.
Mi guardo attorno.
E' tutto deserto, gli ombrelloni sono chiusi, la maggior parte a terra, o anche distrutti. Il sole, che sta tramontando, crea dei giochi di ombre sulla sabbia.
Vedo una figura in lontananza, sdraiata a terra, con le onde che le passano sopra.
Subito le vado vicino e più mi avvicino, più noto lo squarcio che ha sul petto.
Le ali che ha sono quelle di un angelo e la faccia è deturpata. Mi volto verso il mare e noto molti altri corpi avvicinarsi alla riva. Sono sia angeli che demoni.
Vorrei scappare inorridita, ma non ci riesco. In mezzo al mare, c'era un uomo dalle ali nere da angelo, che straziava i corpi dei morti con una spada.
E adesso, vedo uno dei corpi cadere. Vedo il corpo di Adrienne venire straziato dalla sua arma e urlo, mentre inizio a piangere e corro verso di lei.
L'uomo mi vede e dice, ad alta voce: "Vieni a me, carne della mia carne e sangue del mio sangue!" e allarga le braccia, con un sorriso malvagio sul volto.
Mi svegliai, spaventata da quell'incubo.
Di solito non avevo incubi di quel genere e iniziai a piangere, abbracciandomi le gambe e nascondendo il mio viso.
"Ohi. Come mai piangi?" Alzai la testa e guardai Adrienne, che era appoggiata vicino allo stipite della porta.
"Incubo...- mormorai e si avvicinò, sedendosi accanto a me. Ero sicura di averla sentita sospirare mentre si avvicinava. - se lo fai solo per pietà puoi anche tornare in camera tua." aggiunsi, leggermente irritata.
"Ehi! Si chiama 'buona convivenza'. Dai, raccontami il tuo incubo." Glielo raccontai, senza guardarla in viso. Alla fine mi abbracciò, chiedendo con voce strana, quasi come se stesse trattenendo qualcosa: "Che ne dici se stasera dormo con te per vegliare sul tuo sonno?" annuii, stringendomi a lei e tranquillizzandomi, ascoltando il battito del suo cuore.
La sua pelle era calda e mormorai, facendola sorridere: "Sei calda..."
"E tu sei come una bambina." mugolai, mentre lei mi alzava il viso per guardarmi negli occhi, con i suoi color sabbia, che mi ricordavano quella del sogno. "c-che c'é?"
"Niente, volevo solo guardarti nei tuoi occhi color mare" arrossii come un peperone e dissi: "Scema!".
Andai in bagno, a farmi una doccia fredda. Mentre la facevo, pensai che non dovevo innamorarmi di Adrienne, che non dovevo farlo assolutamente. Sarebbe stato crudele nei confronti del mio ragazzo, Sirion. Dopotutto mi amava e io lo amavo. Certa di quel pensiero, continuai la doccia. Dopo mi misi dell'intimo semplice, una maglietta e un pantaloncino, e scesi giù a cenare.
Mia madre e mio padre non c'erano, quindi non avevo problemi a vestirmi come volevo.
Dopo la cena andai in camera mia, guardando la televisione mentre Adrienne si faceva una doccia, prima di venire in camera mia.
Stavo guardando un Horror, ed ero talmente concentrata sul film che quando Adrienne aprì la porta sobbalzai, facendola ridere. "S-scema! non sai che si bussa prima di entrare?" dissi, mentre il mio cuore batteva a mille. Indossava camicia e slip e per questo arrossii.
Si sedette accanto a me, e poco dopo andammo a dormire. Mi strinse tra le sue braccia e chiusi gli occhi, sentendomi al sicuro e protetta. Mi addormentai poco dopo, cullata dal suo respiro caldo che s'infrangeva sulla mia spalla.
Ecco il nuovo capitolo! mi dispiace che sia così corto e che ci ho messo così tanto tempo per aggiornare, ma purtroppo a casa non ho internet, ed è iniziata la scuola >.< quindi vedrò di aggiornare quando posso. Ringrazio tutti quelli che seguono questa storia e che l'hanno recensita ^^ |
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Capitolo 4 *** Capitolo 3: Scuola e ragazzi gelosi ***
Capitolo Terzo
Scuola e ragazzi gelosi
Il giorno dopo mi svegliai tra le braccia di Adrienne, che dormiva beatamente. Mi girai per vedere l'orario e rimasi inorridita a vedere che erano quasi le otto di mattina. Tra venti minuti dovevo stare a scuola.
" Svegliati! Dobbiamo andare a scuola!" dissi ad alta voce, scuotendola leggermente per svegliarla. Aprì gli occhi e notai che era ancora immersa nel mondo dei sogni. Li richiuse, mormorando qualcosa come "cinque minuti" ma io iniziai a scuoterla, dicendo: "Non ce li abbiamo cinque minuti! Diamine, svegliati!"
Si alzò con i capelli disordinati, mentre io correvo in bagno a lavarmi velocemente. Uscii cinque minuti dopo vestita solo con la biancheria intima e sentii lo sguardo di Adrienne sulla schiena. Non avevo tempo di arrossire e così le dissi con tono imperativo: "Tu. Vatti a preparare. Adesso!" Adrienne sospirò e mentre usciva dalla stanza si avvicinò a me, sfiorandomi la schiena con le dita, senza dire niente. Al suo tocco rabbrividii e le mie ali, in un riflesso automatico, si aprirono un po' e poi lei disse, prima che aprissi bocca: "Vado, vado" se ne andò dalla stanza, lasciandomi tranquilla a vestirmi. Indossai la divisa della scuola, preparai la borsa e poi andai in camera di Adrienne. Era quasi pronta e rimasi ad osservarla mentre si vestiva. "ma non dovresti mettere anche la cravatta?" chiese, senza guardarmi e sbuffai annoiata, mentre andavo a mettermela.
Di solito mi facevo fare il nodo da mia madre, perché ero incapace di farlo. Stavo litigando con la cravatta in camera mia, cercando di fare un nodo decente, quando Adrienne sospirò e si avvicinò a me, facendomi lei il nodo. Notai che lei se l'era già fatto e anche bene. "Grazie..."mormorai e lei rispose, sorridendo. "Andiamo, che siamo in ritardo." mi trattenni dal risponderle male, dato che era lei quella che non si voleva alzare dal letto. Uscimmo di casa e passammo per la via di ieri, dato che era quella più veloce per arrivare a scuola.
Arrivammo davanti al cancello cinque minuti prima che suonasse la campanella di inizio lezioni. La salutai, mentre mi dirigevo verso Jenny, che sembrava morire dalla curiosità di sapere chi fosse il demone che mi aveva accompagnato. Appena le fui vicino mi sommerse di domande:
"Chi è? Quanti anni ha? Come l'hai conosciuta? frequenta la nostra classe? Qual è il suo colore preferito? E legge i libri? Se si quale..." la fermai mettendole la mano sopra la bocca.
"Jenny, respira, e non parlare come una mitraglietta, grazie. Comunque è la ragazza del programma di scambio, che sta in casa mia... E se lo dici a Sirion, ti ammazzo." Jenny fece finta di chiudere la bocca con una chiave:
"Se lo dico a mio fratello, quello viene a casa tua con una folla inferocita per uccidere la ragazza... Parlando del diavolo… si sta avvicinando il tuo ragazzo." neanche finì di dirlo che sentii qualcuno abbracciarmi da dietro.
"Buongiorno amore" disse, mentre sentivo qualcosa dentro di me. 'non chiamarmi amore...non lo merito' pensai, mentre dicevo:
"Buongiorno" e mi girai per alzarmi sulle punte a dargli un bacio a stampo. Sirion aveva i capelli castano chiaro, che andavano più sul biondo scuro e gli occhi lilla, un colore abbastanza insolito quanto bello. Era alto circa un metro e ottanta, ed era abbastanza robusto. Le sue ali erano bianche ed erano grandi.
"Hai visto, una di quella feccia è qui come studente" disse, ovviamente riferendosi ad Adrienne. Sospirai tristemente, dicendo:
"Pensala come vuoi, intanto uno dei tuoi 'cari amici' sta andando a salutarla." era vero. Uno dei migliori amici di Sirion - uno di quelli che condividevano con lui la sua idea sui demoni - si era avvicinato ad Adrienne e non sembrava assolutamente intenzionato ad insultarla. Io e Sirion ci avvicinammo, assieme a Jenny. Io e lei ci presentammo, mentre Adrienne fece finta di avermi incontrato mentre veniva qui. Invece Sirion si limitò a guardarla con sguardo freddo e gelido, tanto che, dopo dei minuti, Adrienne disse scocciata: "Senti, se vuoi rimanere lì a fissarmi come una statua, puoi anche andartene." Ovviamente Sirion la prese sul personale e rispose, con tono superiore:
"Tu sei solo della feccia che insudicia noi angeli! Siamo clementi se ti permettiamo di frequentare questa scuola, stupido demone."
Jenny ed io ci allontanammo di un passo, quasi per dire che non la pensavamo come lui. "Ah bene, un razzista" commentò e lui cercò di prenderla per la cravatta. Adrienne gli bloccò la mano, guardandolo negli occhi, arrabbiata. "Non. Provarci. Mai. Più" lo lasciò, andando verso la scuola poiché doveva sapere in che classe stare. Non dissi niente a Sirion, non degnandolo neanche di un'attenzione e entrai a scuola con Jenny, dirette verso la nostra classe.
"Certo che Sirion è proprio..." iniziai a dire, senza finire la frase, dato che non sapevo che termini usare.
"Un razzista che odia i demoni e lo ostenta fin troppo?" chiese Jenny ed io annuii.
"Esatto! Ed è anche un idiota." aggiunsi, facendo ridere la mia amica.
"Anche se... - Jenny si avvicinò con espressione furba - mi sembra proprio che ti stia prendendo una cotta per l’amico di Sirion!" arrossii come un peperone, imbarazzatissima.
"M-ma che dici! I-io sono innamorata di Sirion!" Mi puntò il dito contro.
"Non fingere con me, Syriene! si vede dal tuo sguardo che ti piace!"
"Non è vero, ah! " dissi sbuffando, ancora rossa in volto, mentre arrivavamo in classe. Poco dopo suonò la campanella, e Jenny ed io ci sedemmo al nostro banco. Il professore entrò poco dopo, accompagnato da Adrienne.
"Ragazzi, questa è la vostra nuova compagna di classe. Si chiama Adrienne von Fareye. Adrienne, siediti in fondo." indicò uno dei banchi in fondo ed Adrienne si andò a sedere lì.
Sospirai, pensando che sarebbe stata una lunga, lunghissima convivenza.
Scusate per il ritardo dell'aggiornamento, ma purtroppo sia io che la mia beta abbiamo avuto dei contrattempi, e per questo posso finalmente riaggiornare. Non so quando riaggiornerò di nuovo, poichè in questi giorni sono sommersa dallo studio :S Ecco qui un'immagine di come dovrebbe essere Syriene ^^
http://i1273.photobucket.com/albums/y413/Nezumi94/Syriene_zps479a2747.png |
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Capitolo 5 *** Capitolo 4: Nuova routine ***
Capitolo 4:
Nuova routine
I giorni passarono veloci, e Adrienne si adeguò alla nuova routine, così come i miei compagni di classe si abituarono alla sua presenza nell’aula. I professori ormai non le facevano più tante domande come prima, soprattutto perché spesso lei riusciva a metterli in difficoltà. L’unico che non si era abituato alla sua presenza, neanche dopo due settimane dal suo arrivo, era Sirion, che trovava sempre un pretesto per lamentarsi, diventando ogni volta più insopportabile per me e Jenny.
Ormai, dato che aveva notato che le sue lamentele non avevano nessun effetto su di me, aveva iniziato ad evitare la mia classe come se fossimo una banda di appestati.
Stavamo parlando proprio di questo mentre ci dirigevamo in classe: l’argomento era ormai divenuto una sorta di topic quotidiano su cui scherzare: “Secondo me, se capisce che i suoi metodi infantili non hanno effetto, combinerà qualcosa di stupido.” Dissi, sospirando, mentre Jenny sorrideva divertita al pensiero:
“Se mai succederà, voglio essere lì a documentare quel fantastico momento in cui esploderà. Se sono fortunata, lo porteranno via. Sai, non capisco come mamma riesca a farsi comandare a bacchetta da lui. Insomma, è un tale idiota… oh, dei cioccolatini. Tieni” Mi passò un cioccolatino, mentre scartava il suo per mangiarselo. Guardai Jenny, che era molto diversa da Sirion, e non solo per via del carattere, ma anche dell’aspetto: Jenny aveva capelli neri come la notte e gli occhi verdi come l’erba. Era esuberante e iperattiva e spesso dovevo aiutarla a non finire nei guai, dato che era esperta in ciò.
“Mi sorprende che tu non te ne sia già andata di casa. Ma non credo che Sirion te lo farebbe fare, dopotutto, non vorrebbe mica vedere la sua reputazione macchiata” mentre dicevo ciò, pensavo che questo era uno dei motivi per cui evitava la mia classe. Jenny salutò Adrienne, che le rispose con un cenno della testa.
“Avete visto il professore?” chiese la rossa, e Jenny scosse la testa: “nah, probabilmente è in ritardo. Syriene, vai tu a prendere il registro?” annuii, posando la borsa sul mio banco e dirigendomi verso la segreteria.
Passando davanti alla presidenza, notai una donna parlare con il preside: questa aveva i capelli biondi, ma la cosa che più mi stupì furono i suoi occhi, rossi come il sangue, e le sue ali, nere come la pece, che la identificavano come angelo caduto.
Che ci fa qui un componente delle più alte sfere demoniache? Quella domanda mi ronzava nella testa mentre prendevo il registro ma, quando passai di fronte alla presidenza, la porta era chiusa.
Tornata in classe, stavo per dire a Jenny ciò che avevo visto, quando entrò il professore. Dopo aver fatto velocemente l’appello, chiamò Adrienne alla lavagna, chiedendole di elencare le classi angeliche e demoniache.
Il demone si alzò, sicura di se, chiedendomi da dove venisse tutta quella sicurezza se lei non stava quasi studiando in quei giorni.
Probabilmente ha fatto degli studi privati a casa ed è più avanti con il programma rispetto a noi.
Alla lavagna, iniziò a scrivere tutte le classi, mentre noi la guardavamo interessati. Avevo avuto modo di notare che, sotto quell’aria scocciata e annoiata, Adrienne nascondesse una personalità intelligente e sicura di se. La ragazza aveva elencato per prime le classi demoniache, scrivendo con grafia elegante e ordinata:
Classi Supreme: Lucifero, Angeli caduti.
Classi Superiori: Angeli della morte, Demoni elementali, Incubus superiori.
Classi Maggiori: Angeli oscuri, Succubi maggiori, Demoni tentatori maggiori
Classi comuni: Succubi, Demoni delle belve, Incubus.
Classi Inferiori: Incubus inferiori, Immondi superiori, Animus.
Al fianco delle classi demoniache, c'erano quelle angeliche:
Classi supreme: Serafini, Angeli della morte, Demoni perdonati da dio.
Classi superiori: Cherubini, Angeli della luce, Angeli del libro, Angeli protettori superiori.
Classi maggiori: Angeli custodi, Angeli delle cinque virtù, Angeli purificatori, Arcangeli.
Classi comuni: Angeli purificatori inferiori, angeli protettori.
Classi inferiori: Anime perdonate , Angeli della luce inferiori, Angeli protettori inferiori.
Il professore, leggermente stupito sulla sua prontezza, la interrogò, tentando inutilmente di trovare qualche pretesto per abbassarle il voto, per poi mandarla a posto, innervosito dalla sua preparazione.
Poco dopo che era suonata la campanella e il professore se ne era da poco andato, Adrienne mi abbracciò da dietro, mormorando: “Mi fai copiare algebra? Così mi rivedo le formule” sospirai. A quanto avevo capito, algebra era l'unica materia che non riusciva a capire, al contrario di me. In effetti, quella era l'unica materia che avevamo 'ereditato dagli uomini'. Avevamo ripreso anche alcuni aspetti della loro tecnologia, evolvendola, ma erano i Demoni ad interessarsi principalmente di questo settore. Infatti, mi aveva sorpreso sapere che lei andava male in queste materie. Quando le avevo chiesto se le piacevano, aveva risposto che per lei erano stupide. La guardai con la coda dell’occhio, dicendole: “Sei una sfaticata, sai? –le passai il quaderno, continuando a guardarla – Vedi di fare in fretta” aggiunsi, mentre mi dava un bacio sulla guancia.
Le feci un piccolo sorriso, mentre la guardavo allontanarsi, e sbadigliai. “Hai fatto le ore piccole?” mi chiese Jenny, e annuii: “Sono rimasta sveglia a parlare con Adrienne. Non capisco come faccia a fare tardi e non risentirne. – Jenny ridacchiò, e si sedeva vicino a me. – Ah, vuoi sentire una cosa interessante? Prima – abbassai il tono di voce in modo da farmi sentire solo da lei – ho visto un angelo caduto che parlava con la preside”
“cosa?! U-un angelo caduto?! Qui! Non ci credo! Racconta tutto!” Le dissi quel poco che sapevo e sbuffò:
“Secondo te è imparentata con Adrienne?”
“Nah, non credo. Sennò dovrebbe avere le ali da angelo, non da demone. E di sicuro non sarebbero così chiare.” Mormorai, mentre entrava il professore, e Adrienne mi passava il quaderno. L’ora sembrava non passare mai e, quando suonò la campanella, mi ero quasi appisolata sul banco dalla noia, e non ero l’unica a trovare la lezione noiosa. Finalmente era arrivato l’intervallo, e mi sistemai meglio per riposare un po’, e chiusi gli occhi. Non avevo paura di essere sorpresa da un professore, poiché quello della prossima lezione non c’era.
"mi avete fatta chiamare, mio signore?" una donna dalle ali da angelo nere, e con i capelli biondi, s'inchinò davanti ad una scrivania, per rendere omaggio all'uomo seduto sulla poltrona, di cui non riuscivo a scorgere il viso.
"Fa in modo che tutto proceda secondo i piani, e vedi di non commettere altri errori; non sarò più clemente con te, " la donna chinò il capo, dicendo, a denti stretti. "Per lei, questo e altro" sembrava arrabbiata, e se ne andò poco dopo, senza dire niente, gli occhi rossi che non esprimevano emozioni."
Scusate per l'enorme ritardo nell'aggiornamento, ma ho avuto problemi con la scuola, non mi venivano idee per come rinnovare il capitolo e mi sono occupata di altre storie che sto scrivendo. Inoltre, a causa degli esami imminenti, non so quando aggiornerò di nuovo (spero presto). Alla prossima ^^ |
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Capitolo 6 *** Capitolo 5: Perché si finisce sempre così ***
Si lo so è passato un po' dall'ultimo aggiornamento, ma purtroppo ho avuto sia l'esame di maturità che di ammissione all'università. Almeno alla fine sono riuscita ad aggiornare :D spero che questo capitolo vi piaccia, e le recensioni sono sempre gradite^^
Capitolo 5:
Perché si finisce sempre così?
Finalmente arrivò la domenica e con essa il mio solito appuntamento con Sirion. A dire il vero, non avevo una grande voglia di vederlo ma non volevo ascoltare le sue lamentele. Inoltre, non avrei potuto neanche trascorrere la giornata con Adrienne poiché quel giorno era andata da un suo amica.
Mi feci una doccia veloce e poi andai a casa sua a vedere un film. Presi la borsa, mandando un messaggio ad Adrienne dicendole che poteva restare fino a sera dalla sua amica, dato che non sapevo quando sarei tornata.
Una volta davanti alla casa del mio ragazzo bussai, controllando un attimo il cellulare. Quando mi aprì notai era a torso nudo e gli diedi un bacio sulle labbra. "Che film ci vediamo?" gli chiesi, sorridendogli. "Non ti preoccupare, ti piacerà. Tanto è romantico" Si voltò giusto in tempo per non vedere che alzavo gli occhi al cielo. I film di quel genere erano carini, ma non erano i miei preferiti.
Per stare più comoda, durante il film mi accoccolai a lui, che subito mi mise il braccio attorno alle spalle, attirandomi a se. Mi diede dei baci sul collo e , capendo cosa voleva fare, mi scostai leggermente da lui. "Syriene…" mormorò all’orecchio e lo guardai con la coda dell’occhio: "ho il ciclo…"
"Ce l’avevi anche la settimana scorsa" disse, scocciato.
"Beh… Non mi sento bene"
"Se non vuoi fare nulla dillo, non c’è bisogno di inventare scuse" era innervosito e ciò mi fece scocciare.
"Non è colpa mia se ogni volta che ci vediamo tu… tu vuoi fare solo quello!" sbottai, allontanandomi da lui.
Era quasi ora di pranzo e avevo salutato la mia amica, dirigendomi verso casa di Syriene, quando ricevetti il suo messaggio. Sorrisi, contenta che non sarebbe restata a casa da sola e quindi andai un po' in centro a vedere se c'era qualche bel negozio.
Mentre camminavo incontrai Jenny, che era fuori a fare shopping con la madre. Spesso i figli non sono simili ai genitori, ma a quanto sembrava non era così per Jenny e la madre. Erano entrambe corvine, avevano gli occhi verdi, e la loro altezza differenziava solo di dieci centimetri. "Ciao Adrienne! come va?" disse Jenny, con un sorriso gigantesco. "Tutto bene, grazie. Tu invece come stai? - poi, rivolta alla madre, alla quale tesi la mano, dissi - Sono Adrienne una compagna di classe di sua figlia, piacere" la donna strinse la mia mano con vigore e energia. Aveva un grande sorriso come la figlia. Iniziammo a parlare, fino a quando Blair - la madre di Jenny - mi chiese: "che ne dici di pranzare a casa nostra, tanto non sei di troppo a casa"
Vicino casa, Blair si fermò: "Cosa ti sei dimenticata questa volta?" chiese Jenny, che sembrava abituata a quel comportamento della madre. "Mi sono ricordata che devo prendere alcune piante ad una mia amica. Voi due avviatevi a casa" Dopo aver dato alla figlia le chiavi se ne andò, mentre la ragazza sospirava. La guardai con sguardo interrogativo. "Lascia perdere. E’ fatta così, ormai ci sono abituata." Detto questo, Jenny mi sorrise, mentre salivamo le scale per il portone della sua casa.
Mentre apriva, si girò a guardarmi: "Non ti preoccupare per il disordine che troverai in camera mia e fa come se fossi a casa tua Adrienne." Stavo per risponderle, quando sentii una voce a me familiare urlare, una voce che avrei preferito non sentire: "Perché fai così?! Che diamine ti è successo?" Jenny sbuffò, avviandosi per le scale, mentre diceva a Sirion: "Fratellone, abbassa i toni. Abbiamo un ospite!" L’espressione dura della ragazza si addolcì quando vide Syriene. 'che ci fa lei… Giusto, Sirion è il suo ragazzo' pensai: per un attimo, avevo dimenticato che l’acido ragazzo che non mi sopportava, e che ormai evitava la nostra classe, era il suo fidanzato.
A quanto sembrava, eravamo capitate nel bel mezzo di una discussione e la mia presenza avrebbe fatto solo infuriare di più l’angelo.
"Che ci fa lei a casa mia?!" ringhiò, rivolto alla sorella, ignorandomi come al solito.
"Giusto per la cronaca, lei è una mia amica ed ho il diritto di poter invitare un’amica a casa. Inoltre, non fare il gradasso solo quando mamma non sta a casa." Disse Jenny, con freddezza. Non badai alla loro discussione, ma guardai Syriene. Sembrava un animale spaventato e la cosa mi infastidì subito. Non sopportavo il modo in cui lui la trattava, però lei faceva sempre finta di nulla.
"F-forse è meglio se me ne vado" Mormorò la bionda, iniziando a scendere le scale che la separavano dal portone della casa. "tu non vai da nessuna parte" rispose il ragazzo.
"Ora non è libera neanche di fare quel che vuole senza il tuo permesso?" dissi, guardandolo con aria di sfida. Lui mi fissò, arrabbiato. "Adrienne, non ce n’è bisogno. Tanto Sirion ha smetto di fare l’idiota, vero?" Jenny tentava di tenere testa a suo fratello, ma si vedeva che lui non la calcolava minimamente. Era più piccola di lui e questo gli bastava: "Vattene, Succuba, sennò la prossima volta non sarò così gentile." Ghignai, divertita:
"Solo se Syriene viene con me" Stava per rispondere, ma in quel momento qualcuno bussò alla porta. Molto probabilmente era Blair. "Fai come diamine vuoi"
Aprii la porta, scusandomi con la madre di Jenny, dicendo che Syriene non si sentiva bene e per questo la riportavo a casa. Blair ci scrutò dubbiosa, ma poi ci lasciò andare. "Adrienne, grazie…"
"E di cosa? Sei una mia amica, no?" abbassò lo sguardo, annuendo insicura. |
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Capitolo 7 *** Capitolo 6: Cambiamenti e insicurezze ***
Ecco le note del capitolo. Inizio ringraziando tutti coloro che hanno
recensito e che seguono questa storia, in quanto non mi aspettavo che
tanta gente la seguisse. Quindi grazie a tutti voi ^^. Per quanto
riguarda questo capitolo e la storia, penso che inizierò
anche con questa, come farò con le altre storie che sto
continuando, a variare ogni tanto il narratore, anche perché
a volte questo mi causa il cosiddetto blocco dello scrittore. A chi
interessasse, ho un'altra storia yuri che ho iniziato da un po', (N)ever
Alone e per chi fosse
interessato a seguire gli aggiornamenti ho anche una pagina facebook, Nezumi
FF and FA. Detto questo buona
lettura, e recensioni di tutti i tipi sono gradite.
Capitolo
6:
Cambiamenti
e insicurezza
Dopo quella litigata iniziai a troncare i
rapporti con Sirion e i suoi amici, riprendendo amicizie che pensavo di
aver
perso a causa sua. Dal canto suo, il ragazzo non tentava di
riavvicinarsi a me,
anche se sapevo che non era esattamente una persona che lasciava
correre.
Probabilmente stava solo aspettando il momento giusto per vendicarsi.
Mi
sentivo anche un po' in debito verso la
demone, con la quale stavo legando sempre di più e stavo
scoprendo che avevamo
molti interessi in comune. Mi parlò anche dei suoi amici, descrivendoli
come
degli 'idioti affidabili'. Mi sarebbe piaciuto conoscerli
un giorno, ma sapevo anche che era
improbabile.
Il
fine settimana giunse velocemente e
Adrienne mi aveva invitato ad un cinema in periferia, vicino alla parte
demoniaca. Sembrava che lì non se ne importassero di chi era
il cliente,
bastava che pagasse, assicurandosi che la gente non facesse casini ed
era per
questo che era poco conosciuto.
Ci vestimmo entrambe casual e la seguii,
notando che ormai si muoveva bene nella zona, come se fosse sempre
abitata lì.
Il cinema era situato in un vicolo, lontano
da
sguardi troppo curiosi e fuori dal cinema c'erano due ragazzi ad
aspettare
qualcuno. Entrambi erano senza ali, dai capelli e occhi scuri e con
delle
piccole corna che spuntavano dalla fronte. L'unica differenza tra i
due, a
parte l'altezza, era la corporatura, in quanto uno era un palestrato e
l'altro
era mingherlino. Fu quest'ultimo a notarci, facendolo notare anche
all'altro.
"Siete arrivati in orario, quindi?" chiese Adrienne, con un sorrisetto sul viso. il
secondo sorrise, dicendo:
"Di solito sei tu che arrivi in ritardo, Adrienne"
"Sono una ragazza,
quindi io posso. Syriene, questi sono i due idioti affidabili di cui ti
parlavo: il palestrato è Alex, mentre l'altro è
Blaze;
prima che ti faccia domande sulla loro somiglianza, sono fratelli. Ragazzi
lei è Syriene, l'amica che mi ospita"
Alex mi salutò con un piccolo
"ciao", mentre Blaze fece un mezzo inchino, dicendo: "E' un
piacere conoscere la ragazza di cui Adrienne parla tanto." Per la prima
volta vidi la ragazza arrossire e ridacchiai divertita, mentre lei
rispondeva a
tono al ragazzo. Ora che osservavo meglio, Blaze sembrava quasi un
damerino del
passato, con i tratti delicati e vestito
con camicia bianca e pantalone nero. In effetti, mancava solo il gilet
nero e i
guanti bianchi per completare l'opera.
Alex indossava una maglietta scura e jeans
larghi e sembrava silenzioso. Poco dopo entrammo nel cinema, dove non
badarono
a noi. I ragazzi andarono a prendere i popcorn e delle bibite, mentre
noi ci
avviavamo nella sala, che era semi vuota.
Avevamo scelto di vedere un film storico che
sembrava molto carino e i ragazzi si sedettero davanti a noi,
passandoci le
cibarie. La proiezione iniziò pochi minuti dopo e appoggiai
la testa sulla
spalla di Adrienne, mentre guardavo lo schermo.
Durante la proiezione, sentii Adrienne
accarezzarmi
il braccio lentamente e la guardai. Non era concentrata a guardare il
film, ma
a guardare me. Arrossii, mentre mi alzò delicatamente il
viso, avvicinandosi
per baciarmi... e in quel momento si accesero le luci per l'intervallo.
Mi
voltai, mentre avvampavo e notai che Alex aveva visto la scena.
Sembrava quasi geloso, ma Blaze mi distrasse
da quei pensieri chiedendomi di accompagnarlo di nuovo al bar. Una
volta lontano dalle orecchie del
fratello, disse: " Mi scuso in anticipo da parte sua per tutte le
cazzate
che potrà fare o dire. Sai, lui è la parte idiota
del duo." Sorrisi, rispondendogli:
"In effetti l'avevo notato. Ma come mai sembra... attratto da
Adrienne?" Ridacchiò quasi divertito "Non preoccuparti,
Adrienne non
si farà distrarre da lui, dato che i suoi occhi sono tutti
per te - avvampai
alla sua frase, ma continuò - però è
l'ex della rossa e ogni tanto gli capita
di guardarla in quel modo. Dopotutto, è una bella ragazza."
Dalle sue
parole sembrava quasi che non fosse dello stesso parere.
"Ma... cioè, vuoi dire che tu...
si
insomma..." rise ancora di più.
"No, non sono un effemminato se è
questo
che vuoi dire. Semplicemente, preferisco altri tipi di ragazze." Feci
un
piccolo sorriso, felice di non averlo ferito. Mentre tornavamo in sala
si fermò
un attimo, dicendomi: "Non so se ti importa o no, ma Adrienne
è una brava
ragazza e non merita di soffrire di nuovo. Quindi, se non ti interessa
evita di
illuderla." Lo guardai insicura. Non giocavo con i suoi sentimenti o
almeno mi sembrava di non averlo fatto. Eppure le sue parole mi
colpivano
molto, soprattutto perché mostravano quanto lui ci tenesse a
lei. Durante
il secondo tempo Adrienne non tentò di
fare nulla e un po' mi sentii in colpa. Era questo che intendeva Blaze
con il
non ferirla?
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Capitolo 8 *** Capitolo 7: Incidenti nel parco ***
Ecco
il settimo capitolo =w= Avevo già accennato al cambio di narratori e questo capitolo è narrato da Blaze,
uno dei miei personaggi preferiti. Questo è un capitolo di
intramezzo, come si può capire, e spero che vi piaccia. A
breve metterò le immagini dei personaggi sulla mia pagina
facebook, quindi stay tuned :D
PS:
le recensioni sono sempre gradit. Detto questo, buona lettura.
Capitolo
7: Incidente nel parco.
Blaze pov
Guardai le due ragazze
allontanarsi,
ritenendomi fortunato che Alex non avesse fatto idiozie.
Mi sistemai il colletto
della camicia,
pensando che Adrienne era stata molto cauta. Mi aveva afferrato per il
colletto
e sbattuto al muro quando nessuno poteva impedirglielo. Non era una
stupida,
sapeva che quella sera c'era un importante banchetto e io dovevo essere
lì a
lavorare, e non a vedere un film.
Per fortuna mi aveva
lasciato andare
quando le avevo risposto che Syraph, l'angelo caduto che aveva adottato
tutti e
tre e per cui lavoravo, non ci sarebbe andata e quindi mi aveva dato la
serata
libera. Non era raro che evitasse eventi di questo genere, quindi mi
aveva
creduto.
Non sapeva, in
realtà, che i suoi
sospetti erano fondati. Spesso, Syraph sfruttava il mio talento nel
suscitare
immediata fiducia nella gente per raccogliere informazioni. Solo Alex
sapeva di
questa abilità, mentre Adrienne pensava solo che ci sapessi
fare con le persone
come lei ci sapeva fare con le ragazze. Proprio per questo ci aveva
mandato al
cinema, anche se non ne avevo compreso subito il motivo. Dopo aver
visto le due
avvicinarsi, avevo capito.
Arrivati vicino al parco
dissi ad Alex
di avviarsi, perchè volevo perdere tempo prima di tornare a
casa e annuendo,
obbedì. Si fidava ciecamente di me, soprattutto dopo che
eravamo sopravvissuti
per strada per due anni.
Appena sparì
dalla mia vista sospirai,
pensando che Syraph aveva mandato Adrienne da dei suoi lontani parenti
angelici, dato che la somiglianza tra lei e Syriene era tale che la
giovane
sarebbe facilmente passata per un angelo caduto... se ne avesse avuto
il
carattere.
Nessuno sopravviveva a lungo
nelle
alte sfere demoniache se era gentile.
Per sopravviverci serviva
determinazione, scaltrezza, spietatezza e forza. Anche per me, astuto
di
natura, all'inizio era stato difficile sopravvivere come maggiordomo di
Syraph.
Molti tentavano di convincermi a tradirla in tutti i modi, offrendomi
denaro,
protezione, o ricattandomi. Ma non avevo mai pensato di tradirla,
sapendo che
tutte le loro promesse sarebbero state inutili: al minimo cenno di
tradimento,
ci avrebbe ucciso. Non essendo demoni puri, ma solo mezzosangue,
eravamo pedine
sacrificabili.
Mentre stavo camminando mi
scontrai
con qualcuno e alzai lo sguardo: davanti a me c'era un angelo dai
capelli
biondo scuro, occhi lilla e grandi ali brune. Sembrava seccato e non
era solo:
"idiota, guarda dove vai!"
Annuii, e risposi
velocemente
"si, scusa. È tutta colpa mia" speravo di cavarmela solo con
una
brutta occhiata e, al massimo, uno spintone ma uno di loro disse: "Ehi
Sirion, che ne dici di dare una lezione a questo mezzosangue? Sempre
che non
gli piaccia" risero ed io li guardai. Loro erano cinque ed io ero uno
solo. Certo, sia Syraph che Alex mi avevano preparato a scontrarmi
contro più
persone, ma contro i demoni era diverso. Per onore, loro non avrebbero
mai
osato usare su un mezzosangue la loro arma, ma si vedeva che loro non
avevano
buone intenzioni. Certo, se avessi avuto la possibilità di
evocare un arma, non
avrei avuto paura, ma solo i purosangue potevano farlo. Non ero neanche
robusto
come Alex. Potevo solo correre via.
L'angelo con cui mi ero
scontrato
annuì, e cercò di prendermi per il colletto della
camicia. Feci dei passi
indietro per evitarlo e iniziare a scappare, ma qualcuno mi prese per
le
spalle. Guardando dietro di me vidi un angelo che somigliava ad un
grosso
armadio a due ante. Deglutii, capendo che non avevo molta scelta..
Quello grosso mi afferrò per le braccia, tenendomi fermo per
gli
altri, in modo da farmi pestare. Appena vidi il pugno arrivare chiusi
gli occhi
e mi morsi il labbro inferiore, sperando che finissero in fretta.
"È strano che ti
lasci picchiare,
Blaze" disse Syraph, mentre mi guardava occuparmi dei danni con i suoi
occhi rosso sangue. Le sue ali da angelo dello stesso colore della pece
contrastavano
con i suoi capelli. Sembrava ancora un angelo, se si ignoravano gli
occhi e le
ali.
Sbuffai, e dissi: "Ne erano
sei.
Ed uno era il doppio di me. Era più alto anche di Alex" mi
leccai il
labbro, sentendo il sapore ferreo del sangue. Mi avevano pure spaccato
il
labbro.
"Almeno non sapevano evocare
le
loro armi. Sei stato fortunato" Alzai gli occhi al cielo.
"Fortunato. Certo. Comunque,
uno
di quelli che mi ha picchiato si chiamava Sirion"
"Tu non puoi picchiarlo"
sorrisi quando disse quel tu, ed annuii: "Già... io
non posso. Ma suppongo che qualcuno non sarà contento
quando lo scoprirà."
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Capitolo 9 *** Capitolo 8: Non puoi capire ***
Eccoci
qui con l'ottavo capitolo. Scusate per il ritardo, ma in questo periodo
ho avuto due esami scritti e devo anche prepararmi gli orali. Ho deciso di fare capitoli più corti perché spesso non so cosa scrivere per allungare e non ho neanche l'ispirazione.
Come al solito, spero che vi piaccia, e ringrazio tutte le persone che seguono questa storia.
Mi scuso per eventuali errori grammaticali. Detto questo, enjoy!
la neve cadeva candida
dal cielo e la guardai, con la bocca aperta e con espressione stupita.
In
lontananza, una figura mi chiamò. Tentai di raggiungerla, ma
continuava a
scappare, fino a rifugiarsi in un locale, chiudendo la porta dietro di
se.
Quando l'aprii, mi trovai davanti uno spettacolo orribile. Il sangue
era
ovunque, così come i corpi delle persone a me care. Ero
arrivata in tempo per
vedere una persona incappucciata passare un coltello sulla sua gola.
Gridai a
squarciagola, cercando di raggiungerla, invano.
Mi
alzai a sedere, sconvolta e sudata a causa di
quell'incubo. Tremavo ancora e mi guardai attorno, cercando la
bottiglia
d'acqua ma trovando qualcos'altro.
"Buondì
piccola principessa dei succubi. Come va?"
Seduta sulla sedia della scrivania c'era Rosaline -o Rose per gli amici
- un
incubus superiore. "tu, piccola..." feci per alzarmi ma un capogiro
mi fece sedere di nuovo. La guardai nei suoi occhi verde scuro,
arrabbiata con
lei. "Non volevo che avessi un incubo del genere, supponevo che i tuoi
poteri lo addolcissero" sbuffai, pensando che aveva ragione. Le mie
facoltà da succubo di norma mi proteggeva da quelli degli
altri demoni, ma non
ero al massimo della mia forma in quel momento. "Da quando sai muoverti
tra gli incubi, Rose?"
"Beh,
se ti facevi sentire non sarei stata costretta a
questo" in quel momento mi reputai fortunata a non aver dormito con
Syriene. Non volevo rispondere a troppe domande la domenica mattina.
"Diamine, sono le sette. Sai cosa vuol dire 'dormire'? È una
bella cosa e
molto rilassante" rise e la guardai. Pur avendo un aspetto comune,
pensavo
sempre che fosse figlia di un incubus e un succubo. I suoi capelli
castani
erano lunghi abbastanza da far risaltare il suo viso. Le sue labbra
rosse
sembravano perfette da baciare, mentre il suo sguardo tradiva la sua
malizia.
"Se vuoi, la prossima volta vengo quando gli altri sono svegli."
Mossi una mano, per dirle di lasciar perdere, mentre lei si alzava per
sedersi
sul letto al mio fianco. "allora, come va con la tua cara coinquilina?"
il suo sorriso era eloquente ed arrossii.
"Non
abbiamo
fatto nulla - dissi, evitando il suo sguardo. - Lei è..." mi
zittii, non
sapendo che aggettivo usare per descriverla. "Capito, capito,
è la
classica santarellina. E che dice sul fatto che... ti fai qualcun
altro?"
scossi la testa, chiedendomi come avrebbe reagito alla notizia.
"Non
mi faccio nessun altro, Rose" la sua
espressione stupita normalmente mi avrebbe fatto ridere, ma non questa
volta.
"Sei impazzita?! Lo sai che ti stai facendo solo del male
così?
IDIOTA!" stava gridando e io la guardai, fredda. "Abbassa la voce,
incosciente. Stanno dormendo nelle altre stanze." Si mise una mano tra
i
capelli, sbuffando e guardandomi.
"Quando
smetterai di giocare a fare l'angelo, Adrienne?"
Mi chiese, la sua voce che tradiva la rabbia che provava.
"Non
sto giocando..."
"Si
invece! Stai giocando a fare la dannatissima
ragazza pura e fedele quando sei un fottuto succubo!"
"Non
capisci che la amo?!"
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Capitolo 10 *** Capitolo 9: Cambiamenti ***
Mi ero
svegliata all'orario di sempre e sapendo che Adrienne
era mattiniera, mi diressi verso camera sua e stavo per bussare quando
sentii
Adrienne parlare con qualcuno. Non volevo disturbarla, ma rimasi
lì ad
ascoltare ciò che si dicevano. Le ultime parole di Adrienne
mi sorpresero molto
ed avvampai. Non avevo pensato che lei mi amasse e soprattutto non
credevo che
i succubi avessero bisogno per forza di un compagno. Deglutii, senza
sapere che
fare. Non potevo ignorare la cosa, anche perchè sarebbe
stato molto meschino,
ma stare assieme a lei avrebbe portato solo problemi.
Ero
così immersa nei miei pensieri che non mi accorsi che
Adrienne aveva aperto la porta e mi guardava. "Ciao Syriene" disse e
io mi girai, sentendomi colta sul fatto. "U.uhm... buondì!
come va?
dormito bene?" le chiesi, cercando di calmarmi.
"Sto
bene, anche se non ho avuto un buon risveglio. tu
invece? Avuto incubi?" scossi la testa
"Ho
dormito bene, non preoccuparti" A dire il
vero, era lei quella che sembrava aver avuto un incubo. Mentre stavamo
camminando ebbe un giramento di testa e le misi una mano sulla fronte,
per
vedere se aveva la febbre. In effetti era un po' calda. "Rimani a letto
per oggi, ok? ti porto la colazione tra poco." - le dissi, ma lei non
volle accettare. "Sto bene, Syriene, non preoccuparti!"
"Certo
che mi preoccupo! Su, ritorna a letto."
"Diamine,
sto bene, lo vuoi capire?"
"Se
torni a letto ti do un bacio" lo dissi senza
pensarci ed arrossi alla frase poco dopo che ebbe lasciato la mia
bocca, ma Adrienne
sorrise divertita e disse: "Okay, okay, ritorno a letto se insisti
così
tanto" Se ne ritornò in camera, lasciandomi sola nel
corridoio, rossa come
un peperone. Scossi la testa un paio di volte, tentando di riprendermi
e andai
in cucina, preparando la colazione per Adrienne, mangiando qualche
biscotto
mentre aspettavo che il latte si riscaldasse.
Misi
la tazza con il latte e i biscotti su un vassoio e lo
portai in camera di Adrienne, che mi attendeva sotto le coperte con un
sorriso
soddisfatto. La guardai, sentendo le mie guancie andare a fuoco e posai
il
vassoio sul comodino.
"Da
quanto non ti senti bene?" le chiesi, seria, e
lei alzò gli occhi al cielo.
"Da
stamattina, ma non è nulla di grave." disse,
alla fine e sospirai, sedendomi sul letto in modo da stare vicino a lei.
"Perchè
non sei rimasta a riposarti?"
"Non
avevo sonno e mi annoio a stare seduta senza fare
nulla." Mi fece segno di avvicinarmi, prima di rubarmi un bacio a
stampo.
"Idiota" dissi, allontanandomi un po' da lei, mentre rideva.
"Non conta come bacio"
"E
perchè, di grazia?" le chiesi, sbuffando.
"Perchè
lo decido io" scossi la testa, prima di
guardarla mangiare tranquillamente i biscotti. Decisi di stendermi
accanto a
lei, chiudendo un po' gli occhi. Li riaprii quando mi diede un altro
bacetto, e
sorrisi, accarezzandole la guancia. "Finito di fare colazione?"
chiesi, guardandola annuire, prima di dire: "Ora voglio il mio
premio" Si calò su di me a baciarmi e questa ricambiai,
mettendole le
braccia al collo.
Il mio
cuore accelerò i battiti, mentre si stringeva a me,
sfiorandomi
il labbro superiore con la lingua. Aprii leggermente la bocca, in modo
da poter
approfondire il bacio.
Mugolai,
stringendola a me e poco dopo ci staccammo, con il
fiato corto. Mi mordicchiò il labbro inferiore, guardandomi
negli occhi con
sguardo malizioso. Rabbrividii, ricongiungendo le labbra con le sue,
mentre si
strusciava su di me, per poi staccarsi improvvisamente e appoggiare la
testa
sul mio petto. "Rimaniamo un po' così?" Sentivo le mie
guance andare
in fiamme, ma annuii comunque,
accarezzandole i capelli, guardandola addormentarsi poco dopo, come una
bambina
e chiusi gli occhi, appisolandomi anche io.
Ecco il nono capitolo di Heaven in hell, dove finalmente si baciano :D
Beh, spero che vi sia piaciuto e perdonatemi eventuali errori
grammaticali. Le recensioni sono sempre gradite e se volete qualche
chiarimento sulla storia io sono qui.
Nezuchan
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Capitolo 11 *** Capitolo 10: Primo appuntamento ***
heaven in hell cap 10
Capitolo 10
Guardai
il cielo, seduta sul balcone del mio attico. In mano
avevo una pagina strappata da un libro, strappata secoli fa, di cui
sapevo a
memoria il contenuto. La profezia era scritta in una lingua considerata
morta,
ormai, se non dispersa.
“Idioti”
mormorai, lasciando la pagina in balia del vento.
“E
pensare che eravamo due degli più potenti… ho
fatto male
a seguirti. Ormai, in quanti ne siamo rimasti? Siamo pochi per
ribellarci a te,
o di nuovo a lui… Il mio compito era difendere il Metatron,
e ci credevo
fermamente, prima di incontrarti. Chi non aveva sentito parlare di te?
Il
portatore di luce, colui che era più amato. Siamo stati
degli stupidi.” Parlavo
tra me e me, osservando il foglio volare, prima di farlo bruciare
schioccando
le dita.
“Eri
sia spaventato che contento del suo contenuto. Quella
razza, che tu avevi tentato di sopprimere a tutti i costi, corrotto
dalla tua
gelosia, alla fine aveva profetizzato sia la tua sconfitta che la tua
vittoria.
E’ per questo che non l’ho lasciata nelle tue
mani… No, ho fatto bene a
seguirti, tutto sommato. Sono curiosa di vedere quale pezzo della
scacchiera
muoverai per salvarti, piccolo ribelle. Ormai, sono rimaste poche
pedine e non
tutte sono disposte a seguirti.” Qualcuno bussò
alla porta e mi girai a guardare
la porta. “Chi è?” Dissi, ad alta voce.
“Sono io, mia signora. Volevo solo
dirvi che il vostro ospite vi sta attendendo di sotto. Mi alzai,
spiegando per
un attimo le mie ali nere prima di rientrare. Vicino alla porta
c’era il
ragazzo che ormai, da anni, era il mio maggiordomo, Blaze.
“Torna
pure a casa” dissi, mentre scendevo le scale e vidi
con la coda dell’occhio inchinarsi. Abitava alcuni piani
sotto il mio
appartamento, quindi in caso di bisogno sapevo dove trovarlo.
“Ti
fai aspettare come sempre, Seraphiel?” – un uomo
dagli
occhi rossi e capelli neri corti mi guardò divertito, e io
ricambiai con uno
sguardo freddo e distante.
“lo
sai che odio quel nome, Luxifer, portatore di luce. Mai
nome più sbagliato”
“Come
vorresti che ti chiamassi, allora? Syraph?”
“Sarebbe
carino, da parte tua, fare un atto gentile. Ah,
scusa, mi ero dimenticata che parlavo con il principe del male. Cosa
vuoi?”
“Voglio
parlare di affari” Il ghigno sul suo viso non mi
piacque per niente.
***
Adrienne
POV
“Syriene…
- le dissi,
accarezzandole i capelli mentre eravamo stese sul letto, a coccolarci -
che
ne dici di uscire per un appuntamento, oggi
pomeriggio?” Syriene mi guardò: era passata quasi
una settimana da quando ci
eravamo messe assieme e mi sembrava giusto uscire per un appuntamento,
come una
coppia qualunque. O almeno, quasi come una coppia normale. Inoltre, era
sabato
e nessuna delle due aveva altri piani per la giornata “Dico
che mi piacerebbe
molto. Sai già dove andare?” mi chiese,
accarezzandomi una guancia. “Non lo so.
Pensavo di fare una passeggiata al parco, magari di andare in libreria
e...”
Syriene mi interruppe dandomi un leggero bacio sulle labbra, prima di
staccarsi, rimanendo ad un paio di centimetri di distanza, e sussurrare
“Penso
che sia un ottima idea”
Le ore
passarono in fretta ed arrivò l’ora di uscire.
Aspettavo Syriene vicino alla porta di casa, dato che si stava finendo
di
preparare. Mi guardai, chiedendomi se non mi ero vestita in modo troppo
semplice. ‘calmati.
State solo uscendo
assieme, non le devi chiedere di sposarti’ Presi
un bel respiro, cercando
di tranquillizzarmi. Era strano che mi agitassi per un solo
appuntamento. Non
era la prima volta che uscivo con qualcuno, ma era la prima volta che
mi
sentivo in quel modo. Di solito, non mi preoccupavo neanche di altre
cose, come
far felice la persona con cui uscivo. Ma con Syriene… era
diverso. Volevo
vederla felice.
“Scusa
se ti ho fatto aspettare” – Mi voltai a guardare la
ragazza e sorrisi. Era stupenda, anche se non indossava nulla di
particolare.
“Fa niente.
Andiamo?” le chiesi, aprendo la
porta.
***
Syriene
POV
Senza
che me ne accorgessi si fece buio e mi accorsi che, al
contrario di quando uscivo con Sirion, con Adrienne mi ero divertita e
non
avevo avuto paura di dire qualcosa di male o di sbagliato.
Sospirai,
guardando il cielo, sapendo che saremmo ritornate
a casa presto. Ma non volevo concludere la serata in quel modo, e
così la presi
per mano, dicendole: “Vieni con me”
Ero
cresciuta in quel parco e lo conoscevo come le mie
tasche. Così portai Adrienne in un posto più
appartato, dove non ci avrebbe
viste nessuno. “Uhm… Syriene? Cosa vuoi
fare?” La guardai sorridendole, notando
che aveva appoggiato la schiena contro un albero, prima di risponderle:
“Non
sarebbe un vero appuntamento senza un bacio, sai?” Le misi le
braccia attorno
al collo, alzandomi sulle punte per darle un bacio sulle labbra.
***
Entrai
nell’edificio, con le foto stampate da poco in mano e
un sorriso sul volto. Mi fermai davanti all’agente che stava
al bancone e
dissi: “Vorrei denunciare un crimine” –
posai le due foto sul tavolo, che
ritraevano due ragazze – per l’esattezza un demone
e un angelo – baciarsi. “Non
penso che debba specificarne la natura, giusto?”
Eccoci qui con il nuovo capitolo, multi pov questa volta. Spero che
vi sia piaciuto e che non ci siano errori grammaticali. Alla prossima!
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