Choice

di bic
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Choice ***
Capitolo 2: *** Joy ***
Capitolo 3: *** The long goodbye ***



Capitolo 1
*** Choice ***


- Mi avevi lasciato.
Sbuffò: - L’avevo fatto per salvarti la vita.
- E farti mio fratello rientrava nel piano? Eliminare la mia linea dinastica entrava nel piano?
Si morse il labbro: - Non c’è stato nulla tra me e Bash se non un bacio da ubriachi e solo perché tu avevi pensato bene di seguire le orme di tuo padre. Sei riuscito addirittura a farmi capire come doveva sentirsi tua madre.
 - Non tirare in ballo Olivia, lei in questa situazione non c’entra nulla.
- Non c’è stato un solo momento in cui non abbia pensato a te, ma sono una regina e il mio giudizio era offuscato dall’amore. Sposando Sebastian non ci sarebbe stato questo problema, non sarei mai riuscita ad amarlo, non come amo te.
- E adesso?
La giovane donna sospirò: - Adesso non ci sono alternative, tuo padre mi ha messo di fronte ad un ultimatum a cui non posso sottrarmi. Devo scegliere tra la tua vita e il mio amore per te, ti sembra una scelta che una persona possa fare? Saperti accanto a me come fratello, ma vivo e vegeto per lunghi anni oppure averti nel mio letto rendendomi la donna più felice del mondo per brevissimo tempo, magari senza che tu riesca nemmeno a veder nascere un figlio nostro.
L’uomo che aveva girovagato per la stanza come un leone in gabbia per tutto il tempo lanciò un vaso che andò ad infrangersi contro il muro.
- Ancora con questa stupida storia della profezia di Nostradamus. Perché quel menagramo prevede solo disgrazie?
Gli si avvicinò e gli prese le mani: - Devo vedere mia madre, questa sera conoscerai la mia decisione.
Lui tentò di trattenerla, di baciarla, ma non ci riuscì, lei si era già allontanata e lui tirò un pugno al grande specchio  mandandolo in frantumi.
La giovane si era chiusa la porta alle spalle e con passo veloce aveva raggiunto gli alloggi della regina sua madre. Entrò come un turbine inginocchiandosi ai piedi della donna che si trovava al centro della stanza intenta a leggere una lettera: - Madre, cosa devo fare?
- Alzati bambina mia, sei una regina, il tuo popolo dipende da te. Ma una regina con il cuore spezzato non può governare il proprio popolo come dovrebbe. Hai messo la corte di Francia in una ben strana posizione: hai tentato di cambiare la linea dinastica senza riflettere accuratamente sulle conseguenze. Se questa profezia dovesse realizzarsi anche con Sebastian e prima ancora che abbiate concepito un figlio? I tuoi timori da donna innamorata non possono gettare un intero regno nel caos. Francis morirà, tutti devono morire. E così capiterà anche a me, a te e persino a Caterina de Medici. Ma che senso ha vivere a lungo se la nostra è una vita solo a metà?
- Ma se Francis morisse io non potrei più vivere, non sarei in grado di andare avanti senza di lui.
- Tu vivrai senza di lui come io sono sopravvissuta a tuo padre se questa sarà la volontà del Signore. Per quanto ne so le profezie di Nostrdamus non sono sempre esatte, perciò è possibile che voi trascorriate insieme molti anni prima che un nefasto incidente o una brutta malattia ti strappi via il tuo amato. Davvero rinunceresti alla possibilità di dargli un erede? Sai cosa mi ha aiutato ad andare avanti quando è morto tuo padre? Tu. Io avevo bisogno di te più di quanto tu ne avessi di me, ed eri così piccola. Non ho potuto nemmeno dirgli addio, il colera se lo è portato via in pochi giorni. Non rinunciare all’amore per paura di perderlo, non ci sarà nulla al mondo che potrà mai darti più gioia.
Maria annuì: - Madre, vorrei che mi faceste preparare un abito bianco.
Maria de Guise spalancò gli occhi: - Sei impazzita figlia mia? lo sai cosa significa il colore bianco alla corte di Francia?
Mary annuì: - Se seguo il mio cuore dovrò abituarmi a portare il bianco, perché sarò io stessa a condannare il mio amato a morte. Madre, vi prego, chiedete udienza privata a re Enrico e comunicategli la mia decisone, solo lui deve saperlo. Nessun altro, nemmeno Francis.Con Bash parlerò io.
Una lieve carezza sul capo le diede la forza per andare.
Raggiunse le sue dame e si fece accompagnare da Lola nelle stanze di Sebastian.
- Bash, ho preso la mia decisione.
Il giovane uomo, seduto alla sua scrivania non si voltò, ma annuì: - Ti auguro la felicità che meriti. Sorella. – Disse a denti stretti.
- Sembra più una minaccia che un augurio. Non dire nulla a Francis.
- Non lo farò.
Quando la porta si chiuse Sebastian appoggiò la testa sul tavolo: l’aveva persa, per sempre.
Una mano delicata si appoggiò sulla sua spalla. Non ebbe bisogno di voltarsi per capire che Lola era rimasta lì con lui, strinse quella mano e vi si aggrappò come un naufrago ad un pezzo di legno in mezzo al mare.

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Capitolo 2
*** Joy ***


Joy
La luna era splendida, era un po’ che non vedeva una luna così, argentea, piena, non si fermava a guardarla da prima che il mondo finisse sottosopra, dalla notte dopo quella del suo matrimonio, la prima notte che avevano passato da soli, insieme.
Come ora era affacciata a guardare la luna pensando a quanto si sentisse felice per avere accanto l’amore della sua vita e al contempo terrorizzata da quella maledetta profezia. Lui le si era avvicinato posandole un bacio sulla nuca ed abbracciandola da dietro.
- Bellissima.
- Sì, è davvero stupenda, questa sera, sembra anche più grande di quanto non sia in realtà.
- Io parlavo di te, tu sei bellissima.
Si strinse le braccia intorno al corpo sorridendo al ricordo di quelle parole: sembrava passata una vita e invece era solo un mese. Un mese? Un mese!
Cominciò a contare sulle dita ed il sorriso si allargò ancora di più sulle sue labbra. Si erano susseguiti tanti di quegli avvenimenti che non ci aveva più pensato, si rese conto che la luna era tramontata e ne era sorta un’altra senza che il suo corpo glielo facesse notare.
Ripensò agli avvenimenti che avevano segnato quel periodo.
Il suo matrimonio aveva destato scalpore: le regine non dovrebbero vestirsi di bianco, il bianco è il colore del lutto reale, lo indossano solo le regine vedove, la sua scelta aveva fatto mormorare più di un nobile e con quanto era accaduto dopo l’avevano accusata di aver portato la malasorte sull’intera corte. Ovviamente la prima fautrice della diceria era stata sua suocera Caterina.
Tornò con il pensiero a quella sera: lei che scendeva i gradini lentamente, Bash e Francis uno alla destra e l’altro alla sinistra del re, il re che scendeva dal trono e la prendeva per mano per accompagnarla dal suo futuro sposo. Le pupille di Francis che si dilatavano e la gioia che si dipingeva sul suo viso.
“Ti giuro fedeltà come sovrana e come sposa, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia finché avremo vita.”
Aveva scelto accuratamente le parole perché voleva che tutti sapessero che per lei, senza Francis, non c’era vita.
Bash abbandonò la sala ben prima che gli sposi fossero condotti a “consumare il matrimonio” e non fu più visto.
Quella notte e il giorno seguente le era sembrato di vivere sopra una nuvola. Poi c’era stato il torneo, quel maledetto torneo e un’altra profezia di Nostradamus che si era avverata. La disperazione di Diana, quella di Kenna e il dolore di Francis e dei ragazzi. Lei era atterrita, Caterina inizialmente non sapeva come reagire, poi aveva cacciato Diana dalla corte impedendole anche di partecipare alle esequie del Re. E infine Francis era stato investito e anche lei era diventata regina di Francia.
Continuò a guardare la luna e si appoggiò una mano sul ventre, fu così che apparve a Francis quando entrò in camera: - Sei una visione.
Le disse posandole un bacio delicato alla base del collo.
- Sai, stavo osservando la luna e mi sono accorta che, con tutto quello che è successo, non mi sono resa conto che …
- …che?
- Che forse, fra qualche mese potresti vedermi un po’ ingrassata.
Francis spalancò gli occhi, era al colmo della felicità, la sollevò facendola girare: - Diventerò padre!
Tutti i cattivi pensieri furono cancellati dalla gioia del re e nessuno mai avrebbe potuto toglierle la memoria di quel momento.  
 
  
 N.d.A
Premetto che ho scritto questo capitolo prima di vedere “The Consummation” e che si tratta di come la vedo io basandomi un po’ sulle fonti storiche e un po’ sulla mia fantasia. Spero gradiate comunque.
bic

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Capitolo 3
*** The long goodbye ***


The long good bye
Erano passati i quaranta giorni di lutto, era stata convocata da Caterina: - Due regine vedove in Francia sono troppe: esigo che tu parta il più presto possibile e vada a mettere ordine a casa tua, in Scozia, dove è giusto che tu torni. Qui hai fatto abbastanza danni.
- Francis non è morto per colpa mia, non c’entro nulla con quello che è successo, non sono Dio, non posso guarire un uomo colpito da una malattia, nemmeno con tutto l’amore che provo per lui.
- Smettila di parlarne come se fosse ancora vivo. Non voglio più vederti. Tu non sai cosa significa perdere un figlio, non sei stata in grado di dargliene sei un essere inutile.
Mary era fuggita da quella donna. Se solo avesse saputo, della gioia provata in quei pochi giorni in cui era stata madre e della disperazione quella sera in cui era svenuta e si era trovata con la veste macchiata di sangue. Non aveva idea del dolore che aveva provato e che solo il dolce abbraccio di Francis che le sussurrava di non preoccuparsi, che ci sarebbe stato tutto il tempo e che prima o poi il loro bambino sarebbe arrivato. Le lacrime versate su quel desiderio irrealizzato per il quale ogni mese sperava e ogni mese piangeva.
 Anche durante quei quaranta giorni il suo sogno si era infranto ed ora sarebbe dovuta ritornare in una patria che non aveva mai visto, in un luogo che aveva lasciato quando era poco più che un’infante.
Kanna la aiutò a prepararsi, a lei la vita aveva giocato uno scherzo ancora più crudele, allattava ancora al seno la piccola Henriette, la figlia bastarda avuta da un re morto. C’erano voluti tutti gli forzi diplomatici di Francis per far sì che la giovane amante del defunto re potesse restare a corte al servizio di Mary. Partirono all’alba: Mary, Kanna e Lola ognuna con i suoi rimpianti, ognuna chiusa nella sua disperazione. A salutarle, al porto solo Greer che aveva rinunciato al marito blasonato e aveva scelto la felicità: diseredata dalla sua famiglia aveva scoperto che le bastava il suo amore per andare avanti anche se questo aveva voluto dire accontentarsi di vivere in un piccolo cottage e avere solo una servetta che l’aiutava ad occuparsi dei lavori domestici, ma questo per lei aveva voluto dire essere libera. Mary aveva regalato ai due giovani una casetta e avrebbe pagato una serva che continuasse ad aiutare l’amica anche una volta che la regina fosse tornata in Scozia.
La nave si stava allontanando dalla costa. Greer, sul molo si stringeva lo scialle intorno alle spalle: - Ti auguro ogni bene mia regina, ti auguro di trovare di nuovo l’amore e che la tua vita sia lunga e felice.
- Maestà, dovreste ritirarvi sotto coperta insieme alle vostre dame, i venti in questo periodo sono freddi e potreste ammalarvi.
- Come se me ne importasse qualcosa, conte.
L’uomo osservò affascinato la regina, quella donna doveva aver amato profondamente il giovane re da poco scomparso, se ne era accorto la prima volta che era andato a corte: avevano una complicità assoluta. Povera ragazza, così giovane, così bella e così disperata.
- Vi ho già detto di non chiamarmi conte, solo Bothwell, è più pratico.
- Bothwell, com’è morire annegati? – la regina stava accarezzando l’idea di lasciarsi trascinare a fondo dalle onde, che senso aveva vivere se Francis non c’era più?
L’uomo la guardò con sufficienza: - Ci sono modi meno traumatici: quando si annega l’acqua entra nei polmoni e la persona cerca disperatamente di sostituirla con l’aria, ma non riesce, peggio ancora se si tratta di acqua di mare, non c’è nulla di poetico in una morte per annegamento, senza contare che il corpo si gonfia, diventa bluastro, guardate, maestà, ho visto un sacco di annegati e avevano tutti uno sguardo terrorizzato.
Mary rabbrividì: - Sarà meglio che accetti il vostro consiglio e torni sotto coperta.

N.d.A.
Ok, lo so che non è un granchè, però è la mia visione di quello che dovrebbe, potebbe succedere, mi sono rifatta a Wikipedia per le fonti storiche. E ringrazio color che hanno letto questa breve storia.

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