Molto rumore per... Ranma!

di faith84
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Atto I ***
Capitolo 2: *** Atto II ***
Capitolo 3: *** Atto III ***



Capitolo 1
*** Atto I ***


Molto rumore per... Ranma!

 

Perché sospirare donne, perché sospirare?

L'uomo da sempre non fa che ingannare

di questa o di quella, infido amante.

A nulla mai rimane costante.

E da quando l'estate sui rami fiorisce,

l'uomo inganna e... tradisce.

Cessate dunque il pianto e il soffrire.

E l'uomo con gioia lasciate fuggire...

Perché così tristi le vostre canzoni?

Cupe parole, dolenti note.

Siate felici, lamenti e sospiri,

mutando sempre in allegri raggiri.

 

(Sigh no more, ladies- William Shakespeare- Molto rumore per nulla).

 

 

 

Epoca Sengoku. Isola maggiore dell'arcipelago di Okinawa.

 

C'era un gran fermento sull'isola quel giorno: erano attesi ospiti assai importanti e i servitori della potente famiglia Tendo stavano riordinando le stanze del fastoso palazzo del loro signore.

Un gruppo di giovani dai nobili natali, intanto si intratteneva nei bellissimi prati che circondavano la tenuta: era piena estate e il paesaggio era incantevole.

“Insomma Akane! Perché non ci allieti anche tu con una poesia?” disse Kasumi, la maggiore delle tre bellissime figlie di Soun Tendo, shogun di quelle floride terre.

“Ma lasciala perdere!” esclamò Nabiki, la sorella di mezzo, lisciandosi il prezioso yukata di seta “Sai che nostra sorella preferirebbe mille volte spaccare tegole che recitare una poesia o suonare lo shamisen!”

“Forza Akane! Dacci un assaggio delle tue capacità!” la incitò Ukyo, amica d'infanzia e ancella della più giovane delle Tendo.

Akane senza farselo ripetere, alzando appena lo yukata, sferrò un potentissimo calcio a un piccolo albero che subì una sorta di decapitazione. La piccola Tendo era l'unica delle tre figlie dello Shogun a sentirsi più portata per le arti marziali, antichissima tradizione della casata, che per il matrimonio.

“Brava sorellina!” sorrise la dolce Kasumi, battendo le mani alla dimostrazione di forza della giovane. Nabiki invece sbuffò, impaziente... chissà dov'erano i giovani e soprattutto RICCHISSIMI rampolli, che di ritorno vittoriosi dalla guerra, avrebbero dovuto fermarsi per porre omaggio alla loro potente famiglia.

“Sempre la solita ragazza violenta!” commentò un'altra bella fanciulla dai lunghi capelli color lavanda.

“Ha parlato la docile!” le rispose Akane alterata e le due presero a guardarsi in cagnesco.

I giovanotti, che tenevano loro compagnia in quella splendida giornata, erano rimasti ammutoliti dalla forza di Akane … molti di loro l'avevano anche sperimentata sulla propria pelle, nel momento in cui avevano deciso di farle una corte che non era stata precisamente apprezzata.

Il carattere ribelle della ragazza era famoso, almeno quanto la sua bellezza, in ogni angolo del Giappone.

L'attenzione dello spensierato gruppetto fu attirata da un rumore di zoccoli.

Akane, in preda alla curiosità iniziò a correre a capofitto verso la direzione da cui il rumore proveniva, presto seguita da Ukyo e Shampoo, la giovane dai capelli viola.

Anche il resto del gruppo non si attardò: potevano essere in arrivo notizie importanti.

Ai piedi della bassa collina, sul sentiero poteva intravedersi un nugolo di polvere e le ragazze ridendo festosamente si avvicinavano velocemente, fino a quando videro la sagoma di un giovane a cavallo.

Il ragazzo trattenne le briglie del bell'animale e si trovò di fronte proprio le tre giovani che per prime gli erano corse incontro.

“Signore che notizie portate?” si fece avanti un'impaziente Shampoo.

“Invero, mia signora, porto liete novelle!” esclamò il giovane con tono allegro, mentre si detergeva dalla polvere e dal sudore il viso aperto e cordiale.

“Non teneteci sulle spine!” si aggiunse Ukyo, mettendosi a fianco della compagna.

Intanto anche il resto del gruppo aveva raggiunto il sentiero e ascoltava con attenzione ciò che il giovane era venuto a comunicare.

“Sono felice di informarvi che la nave del principe Tofu ha attraccato al porto di Okinawa e che stasera i nostri giovani festeggeranno la vittoria... nel castello dello Shogun Tendo!”

Si levò un coro di voci festanti e gli occhi furono interamente puntati sulla bella Kasumi, che sentendo il nome del principe si era istintivamente portata e mani giunte al petto e aveva mostrato il più bello dei sorrisi.

“E vorrei sapere, signore, abbiamo perso molti uomini in questa azione?” si fece avanti Nabiki, calcolando mentalmente il costo di quella battaglia.

“Pochi, mia signora e nessuno di chiaro valore! Si sono distinti per onore il duca Mousse e il conte Ryoga! Il principe non ha fatto che lodare le loro gesta!”

Il gruppo guardò prima Shampoo, che fece un gesto di noncuranza e poi Akane, che invece si dimostrò assai felice nel sapere che quei giovani fossero tornati sani e salvi, per di più coperti di gloria. Poi un pensiero sembrò infastidirla.

“Ma ditemi... il signor VINCO-LA-GUERRA-DA-SOLO è tornato?” chiese la piccola Tendo con uno sguardo indecifrabile.

“Mia giovane signora, temo di non conoscere nessuno con questo nome!” le rispose confuso il messaggero.

“Mia sorella si riferisce certamente al barone Ranma Saotome!” intervenne Nabiki.

Il resto dei presenti iniziò a sghignazzare e le giovani, soprattutto Ukyo e Shampoo si lasciarono andare a sognanti sospiri.

A quel punto erano stati raggiunti anche dal signore del castello, il magnifico Soun Tendo, che molto poco magnificamente, dopo aver ascoltato le parole del cavaliere, si stava esibendo in un pianto a dirotto!

“Ma mia piccola Akane, mia dolce Kasumi, mia cara Nabiki! Sono notizie meravigliose!” e si fece avanti soffocando in un abbraccio tutte e tre le figlie: non era un mistero che il potente signore desiderasse sistemare con quei valenti giovani le sue belle eredi!

“Padre, ora basta!” fece Akane, liberandosi dalla stretta dell'oppressivo genitore, che continuava a piangere come una fontana. Si rivolse quindi di nuovo al messaggero.

“Vorrei sapere quanti ne ha uccisi e mangiati... ma soprattutto quanti ne ha uccisi... ho promesso di mangiare ogni preda uccisa da lui! È assai nota la sua abilità nell'andar a caccia di ogni genere di creatura, soprattutto se di sesso femminile... oche e altri volatili cadono ai suoi piedi, trafitti da invisibili dardi!” il tono di Akane era chiaramente sarcastico, ma il povero messaggero era interdetto. E intanto la giovane Tendo guardava divertita una furente Shampoo.

“Si è comportato in maniera esemplare, al pari se non di più degli altri gentiluomini già citati!”

“Oh non ne dubito! In quanto ad essere esemplare lo è di certo! Un esemplare di pallone gonfiato! E scommetto che si sarà reso utile nel divorare ogni vettovaglia andata a male! Una vera forchetta valorosa... uno stomaco di ferro!”

“Signora, lo reputo un gentiluomo e un valente combattente, esempio di virtù e...!”

“Già esempio... di come NON dovrebbe essere un uomo! Ma vi prego, a chi si accompagna recentemente? So che ogni mese ha un nuovo... “compagno d'armi”!”

“Beh la maggior parte del tempo la trascorre con i valorosi signori Mousse e Ryoga!”

“Oh Kami! Bisogna offrire un tributo alla divina Amaterasu perché illumini la cecità di quei poveri gentiluomini, afflitti da una tale tragedia!” Akane accompagnava tutto il suo discorso con plateali gesti di teatrale disperazione.

“Non date peso a quanto dice mia figlia, buon uomo! C'è una specie di allegra schermaglia tra lei e l'egregio barone Saotome!” intervenne lo Shogun, che intanto si era ricomposto.

Il messaggero sembrò rilassarsi e sfoggiò un sorriso “Spero di tenermi sempre cara la vostra amicizia, mia signora!”

“Fatelo, buon uomo, fatelo!” suggerì Nabiki, guardando divertita la scena.

Improvvisamente si udì un fragore, più in basso, proprio all'entrata della città.

“Sta arrivando sua eccellenza Tofu!” esclamò il messaggero.

Tutte le fanciulle schizzarono verso il palazzo, per agghindarsi e ricevere degnamente i giovani di ritorno dalla guerra. Soprattutto un affascinante barone dagli occhi di cielo.

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“Per i Kami Ryoga! Abbiamo perso tre ore, dico tre ore! E tutto perché ti eri perso al porto!” Ranma cavalcava a fianco dell'amico “E sono indegnamente ricoperto di sudore e polvere e voglio farmi un bagno!” disse un affascinante giovane samurai tormentandosi i capelli stretti in un codino.

“Bah! Ranma, ti lagni come una onna piagnucolosa! Che vuoi che sia per un po' di polvere!” il conte Ryoga ignorò l'accenno al suo proverbiale scarso senso dell'orientamento

“Su compagni, non fate come al solito!” intervenne un gioviale ragazzo dai lunghi capelli scuri, rivolgendosi a un albero.

“Guarda Mousse che siamo qui!” gli urlarono in perfetta sincronia Ranma e Ryoga.

Il loro amico aveva qualche problemino di vista, ma era comunque un valido combattente, esperto in ogni tipo di arma: le diottrie mancanti erano compensate da altri sensi sviluppatissimi.

Al loro fianco, il principe Tofu, rideva dei soliti battibecchi che non mancavano mai di animare i lunghi viaggi della loro compagnia d'armi.

Ranma si accorse, ad un certo punto, che il castello era ormai in vista.

Guardò il principe, che impaziente spronò il cavallo al galoppo e poi i due compagni, dopo di che, diede un colpo deciso ai fianchi del cavallo.

“Forza, maledetti perdigiorno! Ryoga ti conviene starmi dietro se non vuoi ritrovarti a Edo! E vale anche per te Mousse!” e partì al galoppo, ricoprendo ulteriormente di polvere i due amici, che già giuravano vendetta.

“Sempre il solito arrogante bastardo!” spronò a sua volta il cavallo Ryoga, seguito da Mousse.

I giovani arrivarono al boschetto alle porte del palazzo e abbandonati i cavalli, si spogliarono delle loro armature, lanciandosi con risate e schiamazzi nelle pozze di acqua termale.

“Ah finalmente un bagno! Era ora!”

Ranma si appoggiò mollemente con un braccio a un masso, mentre l'acqua calda gli lambiva il torace muscoloso.

Fu presto raggiunto anche dal principe e dagli altri due compagni.

“Bene signori... dovremmo renderci presentabili per apparire al meglio di fronte al nostro esimio ospite!” disse sorridendo l'onorevole Tofu.

“Soprattutto alle sue belle figlie, vero mio signore?” lo punzecchiò Ranma.

“Ehm...” il sempre gioviale principe sembrò perdere completamente la bussola, staccando un enorme masso dalla riva della pozza e abbracciandolo imbarazzato.

Erano alle solite: anche i muri sapevano che aveva un debole per la maggiore delle sorelle Tendo.

“Ranma, non dovresti essere così spudorato con il nostro signore!” lo riprese il conte Ryoga.

“Tu taci che appena vedrai quell'Oni che si fa passare per donna, farai come al solito la figura del maiale sulla graticola!” continuò imperterrito il barone Saotome.

“E tu allora? Sempre circondato da quel gruppo di fanciulle adoranti? E inoltre non ti permetto di parlare così della dolce Akane!”

“Dolce quella? Nemmeno se si rotola nello zucchero di canna! È talmente orgogliosa, violenta e piena di sé che suo padre avrà un bel daffare a trovarle uno straccio di marito!”

Ryoga si afferrò con entrambe le mani il volto rosso e bollente “Oh se il nobile Soun Tendo mi accettasse come pretendente per quell'adorabile creatura!”

“Per quell'arpia infernale, vorrai dire!”

“Oh signori, per cortesia, piantatela! Lo sappiamo tutti che l'unica meritevole di attenzioni è la leggiadra Shampoo!” si fece avanti Mousse, parlando con due scimmie intente a farsi il bagno. Ranma rabbrividì: quella pazza di Shampoo le tentava tutte per incastrarlo in un matrimonio.

Intanto il principe galleggiava beatamente abbracciato al suo masso, mormorando “Oh, mia incantevole Kasumi!”

In un angolo un giovanotto ascoltava interessato tutto il dialogo del quartetto.

 

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Mentre i gentiluomini erano intenti a godersi le terme, nell'ala del palazzo riservata alle donne era in atto un vero e proprio putiferio!

“Ehi smorfiosa, guarda che quel kimono con gli aironi è mio!” urlò Shampoo con lampi omicidi negli occhi.

“Certo, come no! Infatti c'è scritto sopra GATTA MORTA!” le rispose Ukyo.

“Credi davvero che il valente Saotome darà anche solo una fugace occhiata a una sgraziata ancella come te? Tornatene in cucina!” rincarò la dose la giovane con i capelli color lavanda.

Akane in un angolo, faceva finta di nulla. E meno male che mancava all'appello quell'altra invasata di Kodachi Kuno, in visita a certi lontani parenti a Edo.

In realtà, la minore delle Tendo era certa che non volesse assistere all'umiliazione del fratello maggiore Tatewaki, cugino del principe, riappacificatosi recentemente con lui, dopo che aveva osato sfidarlo, alleandosi con certi suoi nemici: prima del finire della guerra era poi tornato sotto la bandiera del venerabile Tofu, ma la sua situazione era tutt'altro che limpida. Il fatto che anche il principe Kuno fosse stato invitato al castello dei Tendo, con il resto dei suo vassalli più fedeli, era prova della grande magnanimità del valente Tofu.

Akane fu scossa dai suoi pensieri dal rumore della zuffa scatenatasi tra le due ragazze, che dopo aver ridotto a brandelli il prezioso kimono con gli aironi, si stavano lanciando contro tutto ciò che capitava loro in mano.

La giovane Tendo aveva scelto, al contrario delle altre ragazze, un sobrio kimono bianco con piccoli fiori scarlatti e aveva acconciato i lunghi capelli neri con semplicità; non riusciva proprio a capire tutto quell'affanno per farsi notare da quel...quel...

Ricordava ancora la prima volta che suo padre glielo aveva presentato: era il figlio di un vecchio amico di famiglia, nobile decaduto che aveva molto viaggiato con il ragazzo tra la Cina e il Giappone, per perfezionare svariate tecniche di combattimento e per ripristinare la propria fortuna.

Entrambi i ragazzi allora avevano appena quindici anni.

In un primo momento Akane aveva pure pensato che l'aspetto del giovane fosse persino piacevole: alto, moro, prestante, con incredibili occhi azzurri che tradivano una discendenza da popoli lontani. Poi quell'arrogante aveva aperto bocca e da lì in poi tra i due era stata guerra aperta, che tutt'ora continuava anche se ormai erano alla soglia dei diciannove anni.

E quello scriteriato di suo padre le aveva pure espresso il desiderio in futuro che i due si unissero in matrimonio per dare nobili eredi che guidassero i suoi domini. Pura follia! Lei, quel fanfarone non lo avrebbe sposato nemmeno fosse stato l'unico uomo sulla faccia della terra!

 

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I gentiluomini, finalmente ritemprati e ripuliti dal bagno ristoratore, recuperarono vestiti puliti dai propri servi e si accinsero a presentarsi a palazzo, per rendere omaggio al loro nobile ospite. Le porte del palazzo furono aperte e i giovani nobili soldati fecero il loro ingresso in pompa magna.

Il seguito del nobile Tendo, guidato dallo shogun in persona, si presentò in giardino pronto ad accogliere il principe e il suo drappello.

“Mio caro Soun Tendo, sembrate ansioso di accogliere guai in casa vostra!” disse il nobile Tofu.

“Mio caro amico, mai guai entrarono nella mia dimora, indossando le vostre fattezze!” rispose lo Shogun con eguale cortesia.

Da dietro le spalle del nobile Tendo fecero capolino le tre giovani figlie, che si esibirono in una riverenza. Kasumi sorrise con calore al gruppo di gentiluomini.

A quel punto il valente Tofu, andò di nuovo in tilt! La visione dell'eterea Kasumi aveva amplificato di mille volte l'effetto provocato, poco prima, dalla semplice pronunzia del suo nome!

“Spero ci farete l'onore di partecipare alla festa in maschera di stasera, miei signori!”

“Ma... ma certamente nobile Tendo!” disse il principe stringendo con calore la zampa di un cane che transitava per il giardino.

“Ma come sono cresciute le vostre belle figlie... come vi somigliano!” continuò il valoroso Tofu, inchinandosi a delle statue panciute raffiguranti Budda.

Ranma andò a recuperare il suo signore e fece in modo di ricondurlo alla presenza del nobile Tendo.

“Beh mio principe non credo che le ragazze vorrebbero avere i baffi del padre nemmeno per tutta Edo!” cercò di sdrammatizzare il giovane barone Saotome.

“Perché parlate, barone? Nessuno vi presta attenzione!” la voce di Akane si levò chiara e limpida nel giardino. Subito Shampoo, che alla vista di Ranma era andata in brodo di giuggiole, le lanciò una occhiata assassina.

“Ma guarda chi si vede? Lo Sdegno in persona! Siete ancora viva?” rispose Ranma.

“Difficile che lo sdegno muoia quando si trova di fronte gente come voi, signor Saotome!”

“Tutte le donne mi amano eccetto voi... ma perdonate, tendo a dimenticare che voi NON siete una donna!”

“Mi ritengo fortunata in tal caso: preferirei udire i ragli di un asino alla luna che le vostre profferte amorose!”

“E sempre siano ringraziati i Kami! Ciò mi eviterà di andare in giro con la faccia pesta!”

“Sarebbe un miglioramento per la vostra faccia, credetemi!”

“Se il mio cavallo fosse veloce come la vostra lingua, sarebbe di certo un dragone alato! Ma, per i Kami, andate dove vi aggrada! Ho finito con voi!” concluse Ranma, voltando le spalle ad Akane, che senza aggiungere parola, sollevò una pesante statua del Budda e gliela scaraventò in testa, per poi andarsene sbuffando come un toro inferocito. Le persone intorno a loro sembravano abbastanza abituate a quelle scene.

“Te la sei proprio cercata!” gli rise in faccia il conte Ryoga “Ben ti sta!”

“E voi nobile Kuno, non volete unirvi a noi?” Soun Tendo si rivolse al giovane che non aveva ancora detto nulla.

“Vorrei porgervi i miei più sentiti ringraziamenti... La vostra ospitalità, nobile Tendo, è per me fonte di enorme piacere e come giovane puledro domato, mi rimetto alla vostra saggia mano per essere condotto alla...”

Il giardino si stava rapidamente svuotando e l'unico rimasto ad ascoltare il logorroico nobile era il suo fedele servo, Sasuke.

Ranma si stava allontanando con il resto del gruppo massaggiandosi la testa, indirizzando a Kuno uno sguardo piuttosto eloquente.

“Il solito esaltato! Ma perché ce lo siamo portati dietro?” disse il giovane barone tra sé e sé “E a proposito di gente che non cambia mai... la piccola Tendo è sempre la solita violenta ragazzina di un tempo!”

 

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“Mio fidato amico, posso dirti qualche parola?” il principe si avvicinò al giovane Saotome, seduto su albero del grande giardino interno.

“Dite pure, mio signore!” il giovane scese con agilità, pronto ad ascoltare attentamente il suo principe.

“Beh ecco io... cioè....” il principe non si era ancora ripreso dall'apparizione della bella Kasumi.

“ E' fin troppo chiaro dove volete andare a parare! La maggiore delle Tendo, vero? Il mio signore ha dunque intenzioni serie?”

“Beh ecco la guerra è finita e forse...”

“Non credo alle mie orecchie! Avete intenzione di sposarvi? Non vedrò mai uno scapolo di sessant'anni o uomini che non temano di andar a capo scoperto, senza paura di mostrare le corna!”

“Suvvia, nobile Saotome! Non potete davvero essere così allergico al gentil sesso!”

“Al gentil sesso no, ma all'amore... Non credo faccia per me... con tutto il rispetto mio signore!”

“Eppure potreste cogliere un fiore come la bella Akane, così intelligente e di buon carattere... so per certo che il padre si augura ardentemente che la vogliate in moglie!”

“DI BUON CARATTERE?FIORE? Quel cespuglio di rovi, vorrete dire! No, mio buon principe. Anche mio padre vorrebbe queste nozze, ma è chiaro che per ciò che riguarda i due diretti interessati, da ambo le parti vi è solo astio! E se dovessi cambiare idea appendetemi in una gabbia con sotto un cartello con la scritta QUI FA MOSTRA DI SE' RANMA SAOTOME, COLUI CHE FU RIDOTTO IN SCHIAVITU' DA UNA VIOLENTA ONI!” ironizzò il giovane Saotome.

“Mio signore, Ranma... come mai state indugiando?” il conte Ryoga uscì di nuovo in giardino tallonato dal duca Mousse, che finì per andare a sbattergli addosso.

“Si discorreva di matrimonio... il nostro nobile principe vuole chiedere in moglie la santa figlia dello shogun!” lo aggiornò Ranma.

“ Kasumi?La fanciulla ne è ben degna!” concordò Ryoga.

“Ma mio buon Ryoga come fai a...” il principe era assai interdetto.

“Mio signore, credo che lo sappia anche il garzone dello stalliere con tutti i cavalli che amate quella ragazza!” intervenne Ranma “Temo però che abbiamo un problema!” continuò il giovane.

“E quale sarebbe?” chiese Ryoga.

“Oh Kami! Ma lo vedi come si comporta il principe quando è presente Kasumi? Credi che sarebbe mai in grado di farle, non dico una proposta di matrimonio, ma una qualsiasi domanda sul tempo atmosferico? Questo è il motivo per cui dobbiamo aiutarlo!”

“Io avrei un'idea!” disse Mousse dopo aver ascoltato tutto “Tra poche ore ci sarà una festa in maschera... ora... se uno di noi si fingesse il principe...”

“...E facesse la corte a Kasumi in sua vece... Direi che potrebbe funzionare! Eccellente pensata, Mousse! Rimane da decidere chi di noi gentiluomini sia il più adatto!” concluse Ranma.

Tre paia di occhi gli si piantarono addosso.

“Eh?! Io? E perché di grazia, signori?” Ranma non sembrava molto d'accordo.

“Ehm... io pensavo di intrattenermi con la dolce Shampoo... spacciandomi per te, approfittando del volto coperto! In questo modo, forse non verrò malmenato come l'ultima volta!” disse Mousse.

“Ecco io... potrei provare a far tesoro dell'anonimato offerto dalle maschere per chiedere alla dolce Akane cosa pensa del sottoscritto!” gli fece eco Ryoga.

“Insomma lasciate a me la patata bollente? Davvero dei begli amici!” rispose Ranma scocciato, guardando i due e incrociando le braccia.

“Mio buon Saotome, davvero lo faresti per me?” lo guardò speranzoso il principe.

“Ma tu guarda che gente... i grandi guerrieri a cui va in pappa la materia grigia, quando si tratta di sottane! D'accordo lo farò, principe Tofu!”

Detto questo presero accordi sul da farsi.

 

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in una delle stanze del castello due uomini stavano conversando a bassa voce.

“Mio signore, cosa vi angustia?” chiese timidamente Sasuke.

“Oh mio fido Sasuke... la mia anima è un mare in tempesta divorato da cupi presagi. Si strugge preda delle più tristi...”

“Ehm... credo di capire signore! Voi volevate sconfiggere il principe per poi avvicinarvi alle sorelle Tendo e arrivare a governare sullo shogunato!”

“Nella mia mente si muove diafana l'immagine dell'avvenente Akane...”

“Signore non è detto che i vostri piani siano andati totalmente a monte!”

“E i profondi occhi di Nabiki Tendo mi tengono sveglio la notte...”

“Troveremo un modo per guastare tutta la felicità che permea queste terre!” riprese Sasuke.

“Senza parlare della maggiore delle sorelle... un fiore di gentilezza e bontà... Oh mio buon Sasuke, come vorrei far di loro le mie concubine!”

Era chiaro che non erano sogni potere a togliere il sonno al nobile Tatewaki.

“Ehm...tutte e tre?”

“Come scegliere in un giardino incantato il fiore più bello?... la mia sensibilità non me lo consente...” concluse il nobile.

“Porto notizie interessanti, padrone!” un ragazzo smilzo e con le occhiaie fece la sua apparizione con la discrezione di un'ombra.

“Gonsunkugi! Quali novità?” si rianimò Kuno “Qualcuna delle Tendo chiede di me, rattristandosi del fatto che non le ho offerto le dovute attenzioni? Oh care ragazze... rimedierò su...”

“No padrone! Però ho sentito che vostro cugino sta seriamente pensando di sposarsi!”

“E con chi di grazia?” fece supito Kuno.

“Possibile che non vi siate accorto... pazienza... comunque egli è perdutamente innamorato di Kasumi Tendo praticamente da sempre.”

“E questo potrebbe essere utilizzato per scopi a vostro vantaggio!” intervenne Sasuke.

“Già! Perché sarà il nobile Saotome a intercedere presso la ragazza, facendo le veci del principe.”

“Mi state forse dicendo che dovrei tramare nell'ombra? Io, il nobile Kuno? Giammai, miei infidi servitori.”

“Allora signore noi ci ritiriamo!” dissero i servi in coro.

Fecero per andarsene, ma qualcosa li stava trattenendo.

“Dunque? Cosa hanno pensato di fare le vostre argute menti?” disse Kuno, tirando entrambi i servitori per le vesti.

L'incoerenza del loro signore era storia nota.

“Beh, il fatto che la festa di stasera sia in maschera apre una vasta gamma di possibilità...” rispose sfregandosi le mani Gonsunkugi.

“Bene, miei fidati consiglieri... pensiamo attentamente al da farsi!” e il nobile Tatewaki proruppe in una risata soddisfatta.

 

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“Chissà se il nobile Kuno si è pentito delle sue azioni?” riflettè Kasumi.

“Ma chi? Quella patetica imitazione di un principe? Sarebbe meglio si desse al teatro piuttosto che star a pianificare congiure!” intervenne Nabiki.

“Certo che il principe Tofu si è dimostrato un uomo di grande bontà nel perdonarlo!” aggiunse Kasumi.

“Sono d'accordo. Anche se molto spesso gli stupidi fanno più danno dei malvagi!” si intromise Akane, che più e più volte in passato, aveva tentato di far capire cordialmente al nobile Kuno di non nutrire il benché minimo interesse nei suoi confronti, ma la stupidità del principe e la sua insistenza non avevano limite.

Le giovani, accompagnate dal seguito di ancelle e amiche stavano attraversando il cortile nord del palazzo, per raggiungere il giardino esterno dove si sarebbero tenuti i festeggiamenti.

Giunte al grande portale di legno, videro che le attendevano alcuni servi a guardia di una enorme rastrelliera piena di maschere.

“Io prenderò quella da Amaterasu!” urlò Shampoo, facendosi avanti e spintonando le compagne.

“Te lo scordi! Per te andrà benissimo quella da ubriacone!” disse Ukyo, afferrandola per i capelli.

“Come si vede che quelle due sono ottime amiche!” sorrise la dolce Kasumi.

Akane sospirò e scelse la sua maschera, ringraziando cortesemente il giovane servo che gliel'aveva porta. Altrettanto fecero le due sorelle e si apprestarono a uscire nel bellissimo giardino, mentre Ukyo e Shampoo seguitavano a strapparsi i capelli a vicenda. Uno dei servi porse a Kasumi la maschera della dea Amaterasu, dicendole che lei, la fanciulla più dolce e affascinante del regno era l'unica degna di indossarla.

Le due litiganti non ebbero più nulla da obbiettare.

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“Allora, signori è tutto deciso!” disse Mousse.

“Ma se voi praticamente non dovete fare nulla!” protestò Ranma.

“Non capisci la genialità del piano, Ranma!” intervenne Ryoga.

“Bah! Capisco benissimo che baderete come al solito ai vostri affari, signori miei!”

“Grazie, mio fidato Ranma per ciò che fai!” aggiunse il principe Tofu.

“Allora, mie nobili amici, mio principe.... che inizino i festeggiamenti!” affermò il duca Mousse, assaporando il momento in cui avrebbe potuto discorrere amabilmente con la sua Shampoo, senza rischiare le ire della ragazza. Per l'occasione aveva cercato di imitare la pettinatura del barone Saotome, in modo da trarre in inganno la fanciulla.

I giovani nobili erano nascosti su un alto albero del giardino nord e avevano potuto appurare le maschere scelte dalle ragazze, senza farsi scorgere.

“Allora Mousse hai capito? Shampoo è quella con il kimono viola e la maschera da gatto!” gli ripeté Ryoga per la centesima volta “E Kasumi invece ha la maschera da Amaterasu.” disse il giovane conte rivolto a Ranma.

“Akane non poteva scegliere maschera più consona al suo carattere!” malignò Ranma, riferendosi alla scarlatta maschera da Oni scelta dalla sua violenta nemesi.

A tale commento fu fulminato da un'occhiata di Ryoga, che cercò di centrarlo con un calcio, con il risultato di creare confusione e far cadere tutti dall'albero. E per fortuna che le ragazze erano già uscite dal portone e non si erano accorte di nulla.

 

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La festa era stata preparata in grande stile: ovunque tavoli riccamente imbanditi, presentavano i cibi più raffinati. Alcuni musicanti allietavano l'atmosfera con allegre melodie mentre giovani e meno giovani, si intrattenevano ballando, chiacchierando e mangiando e il profumo della frutta sugli alberi, ormai matura, perfezionava la cornice di quella notte incantevole.

Appena entrate le ragazze, furono trascinate via da una folla di persone che le coinvolse nelle danze, che per parecchio tempo sembrarono assorbirle completamente.

Dopo così tanto movimento le giovani furono presto preda della sete e si staccarono dal gruppo danzante.

Akane vide suo padre, inconfondibile anche mascherato, in lontananza parlare con dei giovani uomini, che non riconobbe per via del volto coperto; non vi badò più di tanto, anche se notò che l'espressione del genitore era più che soddisfatta.

Le sue sorelle intanto erano sparite dalla sua vista, così come Ukyo e Shampoo.

Si sedette su una grande panca di legno e mentre stava consumando il suo sakè venne avvicinata da un misterioso giovane con la maschera da maiale.

“Buonasera incantevole fanciulla!” si fece coraggio il ragazzo, che altri non era che il conte Ryoga.

“A voi, signore! Vi state divertendo?” intavolò una conversazione Akane, pronta però a disilludere qualsiasi aspettativa del ragazzo.

“Ora che sono in vostra presenza... sì.” continuò un impacciato Ryoga, che però traeva coraggio dall'anonimato.

Mmmm... la situazione stava già prendendo una brutta piega. A quelle feste fioccavano proposte di matrimonio e amori clandestini... e ovviamente lei non voleva né l'uno né l'altro.

“I giovani arrivati oggi sono davvero quanto di meglio possa vantare la nostra patria, non credete?” riprese il conte.

“Certo, se escludete quel fanfarone del barone Saotome!”

Ryoga rimase interdetto.

“D'altra parte una festa non è tale se non scambio qualche battuta arguta con lui... così per intrattenere i presenti!” si affrettò a specificare la giovane.

Ryoga stava per chiederle cosa ne pensasse del valoroso conte Hibiki, quando lei continuò.

“Chissà se è qui in giro o si sta intrattenendo con qualcuna delle oche che gli muoiono dietro... ” detto questo sospirò, toccandosi distrattamente la maschera e non prestò più nessuna attenzione al giovane. Prese poi ad allontanarsi senza nemmeno salutare.

Dall'altro lato del giardino intanto si udirono prima un colpo, poi uno schianto e infine delle urla a pieni polmoni.

“E SECONDO TE, BRUTTO STUPIDO MIOPE, POTREI MAI SCAMBIARTI PER L'AFFASCINATE E NOBILE SAOTOME?!” la voce di Shampoo sovrastò persino la musica.

Ryoga pensò che anche l'astutissimo piano di Mousse era stato un buco nell'acqua. Il conte dal canto suo, aveva capito molte più cose di quelle che desiderasse sapere, a partire dal significato della maschera da Oni indossata dalla ragazza dei suoi sogni.

 

 

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Ranma non aveva ancora raggiunto Kasumi per dar vita al piano e farla convolare a giuste nozze con il suo principe: stava osservando, senza sapere nemmeno il perché la scena tra Ryoga e quella ragazzina violenta, mentre al contempo cercava di sfuggire alle attenzioni di Ukyo e Shampoo.

Vedendo poi che Akane si allontanava piuttosto in fretta dal suo compagno, decise che era venuto il momento di attuare il loro piano.

Scorse Kasumi intenta a chiacchierare con Nabiki, che indossava una maschera da iena, e si avvicinò con fare galante, omaggiando con fiori selvatici appena colti entrambe le ragazze, che si inchinarono graziosamente,

“Mia bellissima Amaterasu posso avere l'ardire di chiedervi di passeggiare con voi, rubandovi per un momento alla vostra compagna, che spero, non me ne avrà!”

“No signore, anzi.. Stavo giusto pensando di riprendere le danze. La lascio alle vostre cure!” Detto questo Nabiki si diresse verso il gruppo di ballerini, pensando “Mmmm... il prode Saotome e Kasumi... qui qualcosa non quadra!” ovviamente l'aveva riconosciuto subito, il bel barone... poi notò il padre ancora impegnato in chissà quali macchinazioni con un altro uomo, che per tutta la sera non aveva danzato. “Ora capisco!” Nabiki aveva avuto un'illuminazione e compreso al volo il piano del principe Tofu e dei suoi vassalli.

 

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“Chissà dove è andato a cacciarsi quel buffone?” si stava chiedendo Akane. In quel momento fu raggiunta da un uomo che riconobbe come Sasuke, uno dei servi del principe Kuno. Possibile che non la lasciassero in pace? Giurò che se fosse stato l'ennesimo tentativo di quell'esaltato di chiederla in moglie, lo avrebbe conciato per le feste.

Il nobile Ryoga intanto guardava sconsolato il focolare che ardeva al centro del giardino bevendo a sorsi lenti dalla sua coppa.

“Avete l'espressione di uno a cui le cose non sono andate per il meglio, mio signore.”

La voce era giovane e gentile, ma anche piena di comprensione.

“Vedete la mia espressione sotto questa maschera?” chiese Ryoga.

“Beh più che vederla la intuisco... conte Ryoga!” rispose la fanciulla.

Il giovane conte riconobbe la maschera da geisha... Ukyo.

“Anche per voi la serata non sembra delle migliori, mia signora!”

“Beh le uniche parole che sono riuscita a scambiare con il barone Saotome da quando è arrivato, riguardavano insulti rivolti alla mia padrona, la signorina Akane... E per quanto possano parlare male l'uno dell'altro in ogni occasione...”

“Già... L'ho capito anche io... mentre eravamo in guerra, non c'era giorno in cui Ranma non tirasse in ballo la piccola Tendo.”

“Solo loro due non se ne rendono conto... E nell'incertezza noi patiamo le pene di un amore non ricambiato!” concluse Ukyo con tono triste.

“Amore non ricambiato... ma... ma... di che parlate, mia signora?” fece un imbarazzatissimo Ryoga.

“Suvvia, non fate finta di non capire!” lo punzecchiò Ukyo.

Dopo di che rimasero in silenzio a fissare le fiamme, anche se stranamente la serata non sembrava più così grama a nessuno dei due.

 

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“Cosa avete detto?” Akane non poteva credere alle proprie orecchie.

“Mia signora, sono sicuro che abbiate inteso alla perfezione... l'esimio barone Saotome, ingannando il nostro adorato principe Tofu, sta chiedendo a vostra sorella di sposarlo, ben sapendo cosa il nobile Tofu provi per la ragazza.”

Akane furibonda si guardò intorno per cercare il fedifrago e dargli quanto si meritava.

Vide da un lato quello che doveva essere il barone Saotome in ginocchio, ai piedi della sorella maggiore e dall'altro suo padre che piangeva abbracciato a un altro uomo, anch'egli in lacrime, che dedusse essere il giovane principe distrutto dal dolore per il tradimento dell'amico e vassallo.

La sorella aveva porto la mano a Ranma, che si era tolto intanto la maschera, e si era espressa in un cenno di assenso, al che il ragazzo le aveva sorriso.

Akane nera di rabbia, raccolse il primo oggetto contundente che trovò sulla propria strada, una enorme panca di legno, e si diresse con chiare intenzioni verso i due.

“CHE COSA CREDI DI FARE A MIA SORELLA, BRUTTO MANIACO!”

La panca con un lugubre tonfo si abbatté sul cranio dell'ignaro Ranma, che si accasciò a terra dolorante.

La musica cessò all'istante e il terzetto fu raggiunto da molti dei partecipanti alla festa.

Ryoga e Ukyo, alla quale il giovane conte aveva raccontato dei propositi del principe Tofu nei confronti della bella Kasumi, non riuscirono a trattenersi dalle risate: quei due testardi avevano davvero bisogno di chiarirsi.

“Akane, sorellina, ma che stai facendo?”

“Questo verme ti stava importunando, Kasumi! Ha solo ricevuto la giusta punizione!”

affermò decisa la piccola Tendo.

“Ma mia piccola Akane, hai completamente frainteso!” intervenne Soun Tendo.

“E... quando... mai... no?” bofonchiò Ranma da sotto la pesantissima panca.

“Vedete, mia signora...” si fece avanti il principe Tofu “Il mio prode amico, il venerabile Saotome, stava... Oh Kami!”

“ Nobile Akane, Ranma stava corteggiando vostra sorella per conto del principe Tofu!” fu Ryoga a dipanare quell'enorme malinteso.

“È vero sorellina... Ho accettato, dopo aver ascoltato da questo simpatico ragazzo quanto profondo e onesto sia l'amore che il principe prova per me, di... diventare sua moglie!” Kasumi appariva raggiante, anche più del solito.

Il principe Tofu abbracciò la panca e poi svenne, trovandosi di fronte gli occhi della creatura amata, la quale amorevolmente pose la testa di lui sulle proprie ginocchia.

Akane non sapeva che dire e arrossì violentemente.

Ranma dal canto suo si stava rialzando a fatica aiutato da Shampoo.

“Oh mio carissimo barone! Che sventura finire tra le grinfie di una ragazza così violenta! Aspettate, vado a prendervi qualcosa di freddo da mettere sulla testa!” e detto questo sparì tra la folla e squadrò la piccola Tendo con superiorità.

La più giovane delle figlie dello shogun, afferrò senza dire una parola, il barone per il codino e lo trascinò via, sotto lo sguardo attonito dei presenti.

FINE ATTO PRIMO.



note di Faith.
Surprise!! a qualcuno avevo accennato qualcosina!
Ciao a tutti! avevo questa ideuzza che mi girava per la testa e non voleva saperne di lasciarmi in pace!
Devo assolutamente ringraziare Aron perchè l'ispirazione mi è venuta leggendo la sua bellissima one shot in stile Jane Austen... da qui, questo altro piccolo colpo di testa, che nei mie programmi sarà davvero molto breve! tranqulle che non vi lascio orfane di Tragicommedia! Sto anche seriamente pensando a tutte le idee che mi fioccano in testa per quella che resta sempre la mia prima FF, e siccome sono parecchie voglio vagliarle tutte attentamente.

Alcuni piccoli appunti su questa storia... ho letto l'opera di Shakespeare (che spero non si stia rivoltando nella tomba con Dante!), ho visto il film almeno 20 volte ( e non in senso metaforico!), visto lo spettavcolo a teatro di almeno tre compagnie teatrali diverse! Insomma vado matta per questa storia. Se volete entrare in contatto con l'originale, vi consiglio la visione del film (dato che non a tutti può piacere leggere un copione teatrale) di Kennet Branagh con l'attrice Emma Thompson.
La poesia iniziale è stata anche musicata, ma è in inglese... ho messo subito la traduzione italiana perché la versione originale è scritta in inglese shakespeariano.
Insomma non volevo creare confusione.
Spero apprezzerete. ;) ;) A presto. ne approfitto per ringraziare ancora Aron e ovviamente tutti quelli che daranno un'occhiata a questo piccolo colpo di testa. 

 

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Capitolo 2
*** Atto II ***


Atto II


I due rientrarono nel cortile interno e Akane chiuse le porte dietro di sé. “Per i Kami, si può sapere cosa TI è preso?” le chiese Ranma massaggiandosi ancora il capo dolorante.
“Ecco...” Akane era stupita, tanto dalla propria reazione, quanto dal fatto che lui le stesse dando del tu.
“Allora?” Ranma la fissava, ma non sembrava arrabbiato, più che altro incuriosito e... sì... divertito.
“E' vero?” disse allora Akane.
“Se intendi il fatto che sei una ragazza violenta, poco femminile... l'evidenza è sotto i nostri occhi!” rispose Ranma, sarcastico.
“Intendevo dire... è vero che hai fatto tutto questo per il principe Tofu e Kasumi?” Akane non immaginava che in fondo il suo arcinemico avesse un animo gentile.
“Sì... cioè... dopo tutto il mio signore aveva bisogno di me e... nutro massima stima per tu... vostra sorella!” disse il barone, visibilmente in imbarazzo, poiché la piccola Tendo lo scrutava attentamente negli occhi.
Non immaginavo che...” Akane interdetta abbassò lo sguardo.
“State... Stai... cercando di chiedermi perdono?” il barone si avvicinò per vederle meglio il volto.
“Io... come va la vostra testa?”
“Come al solito, oltre alla lingua tagliente, avete anche la mano pesante, ma ci si fa l'abitudine... poi ho il cranio duro...Ma si può sapere perché eravate così arrabbiata?” “E' che... pensavo voleste sposare...” Ranma era stupito... cosa stava cercando di dirgli Akane. I due presero a fissarsi senza più sapere cosa dire.


“Nabiki, figlia mia riesci a sentire di cosa stanno parlando ?” la voce di Soun Tendo.
“Se non avessi il vostro gomito nell'orecchio, padre...”
“Nobile Ryoga vedete qualcosa?” chiese Kasumi.
“Aha! Brutta egoista, come osi rapire il mio adorato barone per passare del tempo da sola con lui?” Shampoo, saltò il muretto e gli incauti osservatori della scena furono scoperti. Anche il principe era tra loro.
“E chi è che vuole passare del tempo con questo maniaco? Preferirei trascorrere la serata in compagnia dei corvi...lingue più cortesi e spirito più arguto!” urlò Akane rossa in volto.
“Ma se un attimo fa mi stavate implorando di scusare la vostra folle intemperanza! Non c'è proprio nulla da fare con voi! E sappiate che la cosa è reciproca, per quanto riguarda la compagnia dei corvi! Anzi direi cornacchie, esseri che reputo più aggraziati e gentili di voi! Mio buon principe datemi una qualsiasi missione ve ne prego... non avete nessuna ambasciata per i Mongoli? Non volete vada a caccia di conigli sulla luna?” ironizzò Ranma, guardando sdegnato la piccola Tendo.
“Mio fidato amico la tua missione è intrattenermi con la tua compagnia!” disse il nobile Tofu sorridendo.
“Mio principe non costringetemi a rimanere un minuto in più nello stesso luogo dove dimora una simile catastrofe dalle vaghe fattezze femminili, che ha evidentemente bisogno di un santone che le esorcizzi l'Oni che ha in corpo! Preferisco andar in capo al mondo, piuttosto che parlare ancora a questa strega!” detto questo il giovane barone fece per andarsene, mentre il nobile Soun Tendo dava sfogo a tutta la sua tristezza, chiedendosi perché la vicenda non aveva avuto la conclusione da lui sperata. Shampoo volle seguirlo, ma Ukyo le fece abilmente lo sgambetto e le due ricominciarono a litigare.
“Dolce Akane avete annientato il nobile Saotome! Avete perduto il suo cuore.” intervenne il principe.
“Per perdere qualcosa bisogna prima averla possuduta, vostra grazia.” mormorò Akane poi cambiò tono “Ma suvvia, bisogna festeggiare le nozze imminenti, non preoccuparsi di stupidi pieni di sè! Kasumi, sono così felice per te, sorellina e ovviamente per voi principe Tofu.”
Il giovane nobile iniziò a percorrere saltellando tutto il muro di cinta del palazzo, mentre i presenti si congratularono con la futura sposa. “Oh Akane, come mi piacerebbe vedere anche te maritata con un giovane dabbene!” pianse calde lacrime lo shogun.
“Quando i Kami faranno gli uomini di materie più nobili forse... ma non ci conterei! Probabilmente finirò nel paradiso delle zitelle!” commentò la ragazza.
“Oh mia dolcissima Akane Tendo, io non chiedo di meglio di essere colui con la quale condividerete la vostra intera esiste...” Sbam. Il giovane Kuno non fece in tempo a finire la frase che fu spedito in orbita da un potente gancio destro di Akane, che per quella sera aveva esaurito la pazienza.
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La festa era giunta quasi al termine e a parte alcuni invitati, gli altri si erano già ritirati nelle stanze del palazzo. Un gruppetto composto dal principe, ritornato in possesso delle proprie facoltà mentali, Ryoga, Mousse, Kasumi, Nabiki, Ukyo e Soun Tendo rimaneva ancora a chiacchierare attorno al fuoco. “Vostra figlia Akane è uno spirito indomito, mio buon Soun! Peccato che non voglia prendere marito!” rise il Nobile Tofu. “Tutti i suoi corteggiatori finiscono in maniera assai grama, mio principe!” rispose il padre della giovane con le lacrime agli occhi. “Sono convinto che Akane sarebbe una moglie perfetta per il nostro valoroso barone!” disse il giovane Tofu. “Ci vorrà il bello e il cattivo tempo per fargli ammettere una cosa simile!” intervenne Nabiki “Ma se lor signori volessero pagarmi un umile obolo, potrei loro esporre il mio piano per convincere quei due testardi orgogliosi a farsi avanti!” “Nabiki!” la riprese la dolce Kasumi. “Va bene, va bene, mia saggi sorella! Siete tutti con me, per questa fatica degna di un gigante?” Ukyo e Ryoga si guardarono un po' tristi, ma poi fecero un cenno di assenso, imitati poi dagli altri. “Se l'impresa riesce saremmo poi considerati le nuove divinità dell'amore!” concluse il principe Tofu. E il gruppo iniziò a elaborare il progetto, che nelle loro intenzioni, avrebbe portato i due giovani orgogliosi ad ammettere i propri sentimenti, ormai palesi a tutti, tranne che a loro.
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“Mio fedele Sasuke! Non ci è riuscita, dunque l'astuzia di mandar a monte le nozze! Il mio cuore sanguina, chiede vendetta! Sono assai amareggiato dal vedere che il principe è riuscito ad ottenere la mano della bellissima Kasumi... Non ho più lacrime per...” “Mio signore!” lo interruppero a una voce Sasuke e Gonsunkugi. “Non è detta l'ultima parola! So per certo che una delle compagne della nobile Tendo si schiererebbe dalla nostra parte, se solo glielo chiedessimo!” “E chi, di grazia?” “La nobile Shampoo. Ora a quanto pare c'è in ballo il progetto di far maritare anche la più giovane delle ragazze e pensate un po' con chi? Il barone Saotome!” “Quel cafone senza onore! Non posso lasciare la mia dolce Akane Tendo nelle grinfie di quel balordo! Fate subito chiamare la nobile Shampoo nelle mie stanze e se i Kami saranno favorevoli, impediremo questa unione!” e di nuovo il principe Kuno proruppe in una risata malvagia.
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Era un bel mattino riscaldato dal sole e Ranma passeggiava per il giardino est dell'enorme palazzo, ragionando ad alta voce “Ma possibile che vogliano a tutti i costi che sposi quella violenta e testarda ragazza? Non riesco davvero a capire cosa ci trovino tutti i suoi pretendenti! Ha un pessimo carattere, è ingestibile e con lei non si riesce proprio a ragionare! Sembrano tutti rimbecillire una volta caduti nelle reti dell'amore... Mousse, Ryoga... Per non parlare poi del principe! Non riesco a comprendere come l'amore possa mutare in tal modo un uomo. Egli, che in battaglia si gettava sui nemici con sprezzo del pericolo ora... completamente rimbambito dall'amore! Riuscirebbe questo sentimento a fare un cambiamento simile anche in me? Sono quasi convinto che potrebbe trasformarmi in un mazzo di rose, ma mai in un idiota! Ma guarda, eccolo là il principe innamorato... ci sono anche Ryoga e Mousse! Non ho proprio voglia di sorbirmi lagne sull'amore. Mi nasconderò tra queste siepi.” I tre giovani si godevano la mattinata al fresco riparo di un enorme albero, sulle rive di un piccolo stagno e intanto conversavano a bassa voce. “Vedete il nostro uomo, mio signore?” chiese Mousse. “Nascosto dietro la siepe.” rispose il principe. Stava per raggiungerli il nobile Soun, seguito da un giovane che suonava una bella melodia. “Mio caro Soun...” lo accolse il principe. “Nobili signori... vi godete questa splendida giornata? Ho pensato di allietarvi con un po' di musica... Wuryamu!” lo Shogun incitò il giovane che prese a cantare. “Meravigliosa, ragazzo e gran bella voce, parola mia!” intervenne Mousse rivolto a un arbusto. “Bah... come si può definire musica quel baccano... nemmeno le cicale fanno tanto scompiglio!” mormorò Ranma, sempre nascosto dietro l'alta siepe. “Non vedo il valente Saotome con voi!” esclamò lo Shogun “Allora forse potremmo riprendere QUEL discorso, nobile Tofu?” “Mi dicevate ieri notte che vostra figlia, la dolce Akane, si sarebbe innamorata!” Crash... Ranma aveva spezzato un ramo della siepe, ma nessuno sembrava aver udito il rumore. “Precisamente! E sarete forse stupito, mio buon principe nel sapere che l'oggetto dei suoi desideri è niente meno che il vostro fido barone Saotome!” CRASH.... un'altra notizia del genere e la siepe non avrebbe retto. Ranma sentì i battiti del suo cuore aumentare vertiginosamente. “Vi sarete sbagliato, nobile Soun! Sembrava schifarlo con tutte le proprie forze!” intervenne Ryoga. “Ma tu guarda quell'idiota! Bell'amico!” disse Ranma. “Assolutamente no, gentile conte! Mai segni di bruciante passione furono più evidenti!” affermò con sicurezza lo Shogun. “Forza signori che ormai l'uccellino è in gabbia!” disse Mousse sottovoce. “E quali segni, signore?” chiese il principe Tofu. Il nobile Tendo si avvicinò ai giovani e mormorò qualcosa a bassa voce. “Non ho sentito un accidenti, per i Kami!” si lagnò Ranma. “Addirittura! Allora forse dovremmo informare Ranma!” sostenne il duca Mousse. “Ma chi? Quello scriteriato? Non conosco nessuno che più di lui denigri l'amore!” intervenne il conte Ryoga. “Lei afferma di non poter dichiarare il suo sentimento, dopo tutte le volte che l'ha deriso e maltrattato!” continuò lo Shogun “Ha scritto decine di lettere mentre lui era in guerra, ma mai ha trovato il coraggio di fargliele avere e ha finito con ridurle in pezzi! Mia figlia Kasumi mi ha raccontato anche che Akane preferirebbe morire che dargli un qualsiasi segno di ciò che le agita i sensi!” “Quell'insensato di Ranma si farebbe beffe di lei!” disse il conte. “ La mia adorabile Kasumi è certa che la sua giovane sorella morirà di vergogna anche se lui dovesse corteggiarla, prima che ogni astio tra loro sia deposto!” il principe assunse un sorriso ebete parlando della futura moglie, ma riuscì a mantenere un certo grado di lucidità, segno che stava gradualmente migliorando nel suo approccio con l'amata. “Se avesse rivolto il suo cuore a me, l'avrei sposata senza pensarci un istante! Una creatura così perfetta! Che spreco, signori!” disse il conte. “Dunque al momento non v'è soluzione?” aggiunse il principe. “Sarà il caso che la ragazza rivolga altrove i suoi sospiri d'amore e si renda conto che Ranma non è degno delle sue attenzioni!” si intromise Mousse. “No dico, ma stanno scherzando? Akane... rivolgere le sue attenzioni... altrove?” fremette di rabbia il barone, sempre nascosto tra la siepe. “Se non ci casca con tutti i piedi dopo questa sceneggiata...” sussurrò il conte Ryoga: almeno, facendoli finalmente unire, lui sarebbe riuscito a dimenticare quell'amore non corrisposto. “Beh signori, ormai il pranzo dovrebbe essere pronto!” disse infine lo Shogun “Riprenderemo più tardi il discorso, quando si uniranno a noi le nobili Kasumi e Nabiki, che potranno dirci qualcosa di più.” terminò Mousse. Gli onorevoli signori abbandonarono in fretta il giardino e il principe suggerì allo Shogun di mandare Akane per comunicare al barone Saotome di raggiungerli a pranzo. Ranma rimasto solo, non aveva idea di cosa pensare. Una volta spariti dalla sua vista i nobili compagni, prese a camminare nervosamente per il giardino. “Quindi il suo atteggiamento violento è dovuto al fatto che non vuole io sospetti nulla del suo amore! E tutti pensano che se lei si facesse avanti, io me ne prenderei gioco, come un buffone! Bella fiducia che hanno in me! Era molto più facile portare avanti questo farsa al massacro, piuttosto che temere di venire respinto o di sposarci solo perché obbligati dai nostri padri! Ma ora so che la ragazza mi ama, come so che potrei finire per ammettere di averla sempre trovata bella e irresistibile... quando ho detto che non avrei mai sposato quell'Oni, non pensavo sarei sopravvissuto alle sue manesche tendenze tanto a lungo da condurla all'altare! Ma che vedo? È lei! E sta venendo qui? Certo che... per i Kami, è davvero bella! Forse potrei iniziare col cambiare atteggiamento per indurla a deporre le armi.” pensò il giovane barone.
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Akane era ancora furibonda per la sera prima... e pensare che per pochi minuti erano riusciti a non sbranarsi e si era pure illusa che ci fosse altro nel cuore di quel buzzurro, oltre a un ego smisurato... E adesso le toccava pure andare a cercarlo per invitarlo a pranzo, come le era stato imposto dal padre. Arrivata di fronte al suo arcinemico, la giovane sfoderò il suo cipiglio più antipatico. “ Sono stata costretta a venire ad invitarvi a pranzo!” quasi ruggì la piccola Tendo. “Beh, io... vi ringrazio per il disturbo!” deglutì Ranma. “ Non disturba me questa ambasciata, quanto a voi questo ringraziamento, barone!” “Dunque non vi dispiace avermi visto? Cioè... per voi è stato un piacere?” “Oh certo! Piacevole come farsi scannare e appendere per i piedi! Se non avete appetito, io me ne vado! Dirò di buttare ai cani le vostre pietanze! Buona giornata, barone!” e Akane se ne andò, lasciando il giovane solo a riflettere. “Dunque non le sono indifferente! Scannare? Come in un tormento amoroso! Cani? Sinonimo di fedeltà! Allora è vero! Akane mi ama! Il disgelo è finalmente in atto!” Ranma, nella sua giovane vita, non era mai stato così felice (e vi dirò, sul suo volto fece capolino una ben nota espressione ebete, tanto deprecata fino a poco prima!).
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La piccola Tendo, (abbandonato il barone che si lasciava andare a imbarazzanti manifestazioni di gioia, non visto da nessuno) intanto era andata a cercare le sue sorelle e Ukyo, le quali stavano ancora godendosi il sole in un'altra zona del giardino. Le vide passeggiare, mentre Kasumi coglieva fiori canticchiando allegramente.
“Sorella, mia cara Ukyo! Sta arrivando Akane.... entrambe sapete cosa dobbiamo fare!” disse Nabiki in un bisbiglio.
“Certamente, mia signora! Avviciniamoci un poco... crede che non l'abbiamo ancora vista!” sussurrò Ukyo.
Si fecero più vicino, facendo finta di niente, poi l'ancella esclamò ad alta voce “Ma mia signora Kasumi, siete davvero certa di ciò che dite? Mi pare incredibile! Il barone Ranma... INNAMORATO DI VOSTRA SORELLA AKANE?!”
Kasumi sorridendo dolcemente rispose “ Così sembra, da ciò che dicono il mio fidanzato e i suoi più fidati amici! Lo conoscono assai bene, troppo per essere tratti in inganno!”
“Quindi ora sarà meglio dirlo a vostra sorella!” riprese Ukyo.
“Io credo non sia il caso Ukyo!” intervenne Nabiki.
“Ma Nabiki, sorella mia! Quel gentiluomo merita tutto l'amore della nostra bella Akane! ” protestò Kasumi.
“Sì certo! Così lei, una volta saputo dei sentimenti di lui, lo distruggerà a bastonate! Conosci forse una ragazza più testarda e orgogliosa di nostra sorella? Ha detto più di una volta che non ha nessuna intenzione di sposarsi, e soprattutto non ha nessuna intenzione di sposare LUI! Sai quanto nostro padre l'ha pregata di pensarci! Ma lei niente! Un mulo sarebbe più accondiscendente!” disse lapidaria Nabiki.
Come in precedenza già un altro ben noto personaggio, anche Akane stava facendo a brandelli la povera siepe (povero giardiniere!) non potendo assolutamente credere alle proprie orecchie.
“Sono convinta che Akane sia assolutamente incapace di innamorarsi di un uomo, per quanto bello, affascinante e di spirito come il barone!” riprese Nabiki.
“Che spreco!” commentò Ukyo.
“Sarebbe meglio che il nobile Saotome consumasse la propria passione in silenzio e poi volgesse altrove i suoi pensieri... magari Shampoo saprebbe consolarlo!” Nabiki diede la stoccata finale e pestò un piede, senza farsi notare dagli occhi che le stavano spiando, a Ukyo, che stava per ribattere furibonda.
Nel mentre, il rumore di una statua in frantumi, fu volutamente ignorato dalle tre ragazze.
“Mie care, si è fatta ora di raggiungere nostro padre e gli ospiti alla tavola imbandita!” fece presente Kasumi.
“Mia signora, siete raggiante e più bella del solito! Sarà un matrimonio splendido!” la guardò sognante Ukyo. Kasumi sorrise con la dolcezza di una dea.
Le ragazze si incamminarono verso il palazzo per raggiungere i commensali, ridendo allegramente per la certezza di aver gettato l'esca giusta. Akane, affannata e rossa in volto, dopo aver distrutto un angolo di giardino, si mise a riflettere ad alta voce.
“Ma è mai possibile? Cosa hanno sentito le mie orecchie? Il principe e i suoi valorosi nobili non possono aver mentito! Lui allora... Io allora...NOI... le mie sorelle e Ukyo credono io non sia capace di amare... come si sbagliano! Da tanto, troppo tempo sto negando la verità a me stessa! Per te, Ranma, io forse... potrei abbandonare l'orgoglio e la testardaggine! Non permetterò a quella smorfiosa di Shampoo di toccarti nemmeno con un dito! Perché, se il tuo cuore davvero mi appartiene, il mio sarà tuo e di nessun altro!” concluse Akane, all'apice della gioia.

FINE SECONDO ATTO.

Note di Faith.
Salve a tutti, egregi! Siccome l'intera storia aveva folgorato la mia mente ed è praticamente venuta fuori di getto, sto facendo piuttosto presto con gli aggiornamenti. Il prossimo capitolo sarà dunque l'ultimo... come vi avevo anticipato infatti si sarebbe trattato di una mini serie (in effetti gestire due serie lunghe sarebbe stato assai impegnativo!)... Spero non sarete delusi e concluderete con me questa piccola avventura. Come magari molti di vopi sanno i testi teatrali sono di solito brevi, anche perché costruiti quasi interamente sui dialoghi. Ho volutamente evitato di annacquare la storia, che altrimenti avrebbe perso di freschezza e sarebbe potuta risultare noiosa. Concludo dicendo che nonostante sia piuttosto breve, mi sta divertendo molto scriverla... spero che voi continuerete a divertirvi nel leggerla. Grazie. Kisses. Faith.

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Capitolo 3
*** Atto III ***


Atto III


I giovani signori avevano terminato il loro pranzo e stavano scambiandosi opinioni sulla rete appena intessuta assieme al loro anfitrione, l'esimio Tendo, quando notando che il giovane Saotome si stava avvicinando, cambiarono discorso.

“Ranma, mio buon amico! Ti vedo di buon umore!” esordì il conte, ridendo.

“Avrà alzato il gomito... non credo che quell'espressione estasiata sia dovuta a qualche fanciulla...Un così convinto sostenitore del celibato non è soggetto da essere preda d'amore!” scherzò il duca Mousse.

“Sì, scherzate pure e fate i furbi! Ehm.. onorevole Tendo permettete che scambi due parole con voi, senza questi buffoni tra i piedi!” disse Ranma leggermente accigliato per le burle degli amici. Detto questo, abbandonò la sala da pranzo insieme allo Shogun, che sembrava sprizzare gioia da tutti i pori.

“Scommetto tutte le mie terre che va a parlargli di Akane!” commentò il conte Ryoga. Da lontano notò Ukyo fargli un gentile cenno con la mano e senza pensarci le sorrise.

La compagnia di gentiluomini fu poi raggiunta da Akane che si inchinò in una riverenza.

“Miei signori... ecco io volevo sapere... insomma a proposito del barone Saotome...”

La giovane si sentiva terribilmente impacciata. I giovani la fissarono e lei non ebbe il coraggio di continuare, troppo spaventata di sentirsi dire che quella storia fosse tutta frutto di un fraintendimento. Così si scusò e chiese commiato.

Si avvicinò a lei, dopo che si era ormai distante dal gruppo di nobili, il principe Kuno in pompa magna.

“Perdonate l'ardire... Ho udito dolce Akane vi stavate interessando a quello scostumato del barone.”

Akane prese fuoco per l'imbarazzo e rimase in silenzio.

“Mia signora, sono certo che appena vi avrò messo al corrente di quanto so, non vorrete più vedere il suo volto. Venite con me e vi narrerò tutto quanto. Preferisco che quei signori non ascoltino, se vogliono mantenere un minimo di stima del loro... amico... So mia dolce Akane, che se non fosse per le pressioni di vostro padre non lo prendereste nemmeno in considerazione: voglio mettervi in guardia così che non vi sentiate costretta ad interessarvi a un uomo di siffata vergogna!”.

La giovane sgranò gli occhi, confusa e seguì il principe Kuno, lasciando i tre gentiluomini esterrefatti a osservare la scena.

“Ma per i Kami... Cosa succede? Cosa vuole il principe Kuno dalla piccola Tendo?” Ryoga non sapeva che pensare.

“Non riesco a capacitarmene!” aggiunse il duca.

Il principe non proferì parola, chiedendosi cosa suo cugino avesse di così importante da dire alla giovane figlia dello Shogun.

 

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Ranma era assai soddisfatto del colloquio con il venerabile Tendo: il barone gli aveva riferito che, con estremo piacere avrebbe portato avanti garbatamente la sua amicizia con la più giovane delle sue figlie e che poi... chissà.... forse l'ipotesi di un loro fidanzamento non sarebbe stata poi così remota. Il nobile Tendo era prima scoppiato in calde lacrime di commozione, mentre un servo spuntato da chissà dove, lanciava intorno a loro petali di rose, poi lo aveva cinto in un abbraccio mortale urlandogli in un orecchio di chiamarlo padre!

In qualche modo, il giovane Saotome era riuscito a sfuggirgli e, proprio quando si stava beando dei risultati, fu raggiunto da Sasuke.

“Mio nobile signore! Ho inavvertitamente udito che pensate di corteggiare la giovane Akane!”

“Beh eh eh eh.. corteggiare è un termine impegnativo!” arrossì violentemente il barone Saotome.

“Per i Kami! Il padre vuole obbligarla a sposarvi, ma lei in realtà è sempre stata innamorata del mio padrone, il principe Kuno! Gli spediva lettere per informarlo di quanto vi avesse in odio e come vi avrebbe sempre apertamente manifestato il suo disgusto!”

A Ranma crollò il mondo addosso. Allora cos'erano quei discorsi che aveva udito dalla bocca dei suoi compagni? Forse Akane aveva perso la testa per quel traditore e il padre tentava in tutti i modi di separarla da lui, per evitare la terribile onta. Però...

“Hai le prove di quanto dici, Sasuke?” strinse i pugni il barone.

“Beh proprio ora io e Gonsunkugi, l'altro fidato servo del mio padrone, siamo stati allontanati dalle sue stanze perché la giovane Tendo gli stava facendo compagnia! E mi è stato ordinato di tardare molto nel ripresentarmi al cospetto del principe Kuno! Le lettere invece sono state distrutte per volere della stessa Alane, per evitare che il padre potesse venirne a conoscenza: sapete dei ehm, malintesi tra il mio padrone e il principe Tofu... lo Shogun non vedrebbe di buon occhio questa relazione. Lo dico a voi perché la vostra magnanimità è cosa nota e so che non rivelerete la notizia. Sono certo che non obbligherete quella povera sventurata a sposarvi, sapendo che ama ardentemente un altro uomo.”

A Ranma ribollì il sangue per la rabbia... così tutti lo avevano ingannato. Eppure voleva vedere con i propri occhi.

“Conducimi vicino alle stanze del tuo padrone, Sasuke. Appurerò la verità.”

“Bene, mio signore! Seguitemi!” sorrise soddisfatto il servitore.

 

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“Allora principe. Cosa volevate dirmi riguardo al barone?” disse Akane impaziente, ignorando tutte le sviolinate del nobile Kuno.

Il giovane le servì del sakè sorridendo.

“Mia dolce Akane, quell'...uomo... non vorrei essere io a dirvelo, ma sapervi infelice per un matrimonio da voi non desiderato e per di più con un così turpe sciupafemmine...”

“Venite al sodo, vi prego!” scalpitò Akane.

“Lui si intrattiene con la vostra compagna... la signorina Shampoo!” disse in un soffio il principe.

“Si... intrattiene?” mormorò Akane.

“Avete compreso benissimo cosa voglio dirvi! Per di più, questi incontri si tengono nelle vostre stanze durante la vostra assenza! So che recentemente dormite in un'altra ala del castello, in compagnia delle vostre sorelle. Entrambi quei traditori si fanno beffe di voi!”

“Io non posso credere che...” Akane sentì un grosso groppo salirle alla gola. Possibile che le sue sorelle mentissero per soddisfare il desiderio del loro padre di farla sposare a tutti i costi?

“Se non credete alle mie parole, venite nei pressi delle vostre vecchie stanze a mezzanotte e avrete le prove di ciò che dico!” Quindi c'erano delle prove.

Alla ragazza montò dentro una rabbia cocente e iniziò a declamare ad alta voce.

“IO LO ODIO CON TUTTA ME STESSA! MALEDETTO BARONE SAOTOME! MIO PADRE NON MI COSTRINGERA' MAI A SPOSARLO!”

 

Fuori dalla stanza del principe, intanto Ranma aveva sentito forte e chiaro queste ultime inequivocabili parole, senza afferrare nulla del resto del discorso. Senza nemmeno prendere commiato da Sasuke, se ne andò con un diavolo per capello.

 

 

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In giardino intanto si era riunita tutta la compagnia.

“Ma si può sapere dove si sono cacciati Ranma e la dolce Akane?” disse Ryoga.

“Beh mia sorella, se vi interessa saperlo conte, si è chiusa in una stanza del castello che non usiamo mai, dicendo che vuole stare sola perché si sente indisposta. Ha espressamente chiesto di non disturbarla!” disse Nabiki “E dalla faccia che aveva direi che è saggio fare come ha detto!”

“Anche il nobile Ranma si è chiuso nelle sue stanze. L'ho incrociato un istante per i corridoi del palazzo e non ha quasi degnato di un saluto, prima di rintanarsi in camera sua!” disse Ukyo, sospettosa.

“Ma cosa sarà mai successo?” intervenne Kasumi preoccupata guardando il principe, che miracolosamente non svenne.

“Vedrete che domani, nell'atmosfera gioiosa del matrimonio, risolveranno le loro incomprensioni! Non datevi inutili pensieri!” disse il rumoroso Soun Tendo, sperando che il giorno doppio le nozze sarebbero state doppie.

“Mmm sarà come dite voi, padre...” fece pensierosa Nabiki guardando Ukyo, anche lei evidentemente dubbiosa.

 

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Le ore sembravano interminabili per Ranma, seduto con le spalle appoggiate al muro, senza nemmeno il chiarore di una candela a rischiare le tenebre della sua stanza.

In poco tempo era sprofondato dal Paradiso all'Inferno. Aveva avuto la conferma che, come aveva detto Sasuke, Akane lo odiava e preferiva la compagnia del principe Kuno alla sua.

Dopo la tristezza, percepì una grande rabbia montargli dentro. Si sentiva preso in giro e aveva anche fatto la figura dell'idiota con sua eccellenza lo Shogun. Tutti, fin dall'inizio avevano cercato di manovrarlo.

Aveva deciso di umiliare Akane il giorno seguente e poi lasciare Okinawa per non farvi mai più ritorno. Sposasse pure quel cialtrone pomposo del principe Kuno se questo la aggradava!

Stava riflettendo, quando sentì un fruscio fuori dalla stanza e vide qualcosa scivolare sotto la porta.

Si mosse subito per vedere cos'era e si accorse che si trattava di una lettera.

 

“Mio buon barone, vi attendo nelle mie stanze a mezzanotte per discutere con voi di faccende di enorme importanza. È da troppo tempo ormai che combattiamo questa battaglia verbale. Vi pregherei pertanto di non disdegnare il mio invito. Firmato Akane Tendo.” Allegata al messaggio vi era una mappa del castello per raggiungere le stanze della minore delle ragazze Tendo.

Quella permanenza a Okinawa si stava rivelando l'esperienza più caotica che il giovane avesse mai vissuto. Quasi quasi rimpiangeva la guerra. Eppure sapeva che se voleva vederci chiaro, una volta per tutte, avrebbe dovuto recarsi all'appuntamento.

Magari lei gli avrebbe detto che era tutto un grosso fraintendimento e che in realtà... ma cosa andava sperando? Si era già crogiolato in fallaci illusioni ed era finito per precipitare nella più buia disperazione: la donna che aveva finalmente ammesso di amare, era legata a un altro uomo che non valeva un decimo di lui! E intratteneva con questo rapporti segreti!

Ranma pensò che, qualsiasi cosa lei avesse voluto dirgli, ne sarebbe uscito con il cuore spezzato, ma forse questo lo avrebbe aiutato a smettere di pensare alla ragazza, una volta per tutte.

In ogni caso sarebbe andato al luogo dell'appuntamento all'ora prestabilita: in un remotissimo angolo del suo cuore, sperava che tutto potesse ancora cambiare.

 

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Il palazzo era ormai immerso nell'oscurità e nel silenzio, così Ranma uscì dalla sua stanza per raggiungere il luogo dell'incontro, ormai certo che non ci fosse più nessuno sveglio.

Si era studiato attentamente la mappa, per cui anche nell'enorme castello gli fu relativamente facile orientarsi, anche se con il solo ausilio di una piccola lanterna.

Vide finalmente la porta giusta e udendo un rumore alle sue spalle, vi entrò senza bussare.

Dentro era ancora più buio e che nei corridoi. Piano piano riuscì a mettere a fuoco un paravento bianco di carta di riso e bambù e delle tende che celavano quello che doveva essere un futon.

Facendo luce davanti a sé con la lanterna, gli sembrò di intravedere una figura femminile. Era lei ed era già lì ad aspettarlo.

Senza altri indugi, spostò le tende e rimase senza fiato per quello che vide oltre esse.

 

 

 

“Avete visto, mia signora?” sussurrò Sasuke.

“Certo che ho visto!” Akane era livida dii rabbia.

Poco prima che arrivasse Ranma, aveva visto Shampoo, che indossava solo una sottile veste che lasciava poco spazio all'immaginazione, entrare nella sua vecchia stanza e ormai era certa di quello che le aveva detto il principe Kuno, il quale aveva preferito farla scortare da Sasuke per, aveva detto, evitare le maldicenze in caso qualcuno li avesse visti insieme. “Voglio evitarvi ulteriori umiliazioni, mia dolce Akane!” aveva concluso il nobile Tatewaki.

Akane oltre alla rabbia sentì qualcosa spezzarsi dentro di lei e senza aggiungere una parola, decise di far ritorno alle stanze che condivideva con le sorelle.

Il barone l'avrebbe pagata cara, per quell'ennesima umiliazione.

 

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Il giorno seguente c'era un gran via vai di servi e ancelle che stavano preparando tutto per il matrimonio della dolce Kasumi con il valente Tofu.

Il giardino era stato riempito di fiori bianchi e un lungo tappeto dello stesso colore conduceva vicino all'albero dove il principe, il conte e il duca avevano intessuto la loro tela per intrappolare l'orgoglioso barone Saotome. Il piccolo laghetto coperto di ninfee, completava il bellissimo scenario, intriso di profumi.

Tutti gli invitati stavano prendendo posto e attendendo che comparisse la sposa, mentre il principe Tofu, imbarazzatissimo in abito da cerimonia era un fascio di nervi all'ombra del grande albero. I suoi fidati amici erano al suo fianco, pronti ad intervenire nel caso il loro signore avesse nuovamente perso la testa per la troppa gioia.

Kasumi finalmente fece la sua apparizione al braccio del padre, seguita dalle sorelle e dalle ancelle.

Incredibilmente, alla vista della futura moglie il principe riuscì a non svenire.

La giovane Kasumi fu condotta dal suo sposo ed entrambi si inchinarono dinnanzi al monaco che li avrebbe uniti finalmente in matrimonio.

Tutti erano completamente rapiti dalla scena, anche se due figure ogni tanto si scambiavano sguardi gelidi e risentiti.

La cerimonia giunse al termine e il principe, al momento di prendere le mani alla moglie, infine svenne.

“Mi pareva che avesse resistito fin troppo a lungo!” disse Ranma mentre aiutava i servitori a far rialzare il felicissimo Tofu. Fu allora che Kasumi si fece avanti e si fece passare un braccio del marito sulle spalle e lo sostenne. Il principe la guardò e riuscì a sorriderle.

Ranma allora disse ai servi che potevano andare. Il suo signore era in ottime mani.

Gli sposi, abbracciati in questa maniera non proprio consona, si diressero verso il gazebo sotto cui sarebbe stato servito il pranzo, seguiti dalla folla festante.

“Beh Ranma? Cos'è quella faccia scura?” chiese il conte Ryoga che non aveva più visto l'amico dal giorno precedente.

“Niente... pensavo che finito il matrimonio partirò subito per Edo! È tempo che torni da mio padre... inoltre anche mia madre sarà ansiosa di vedermi, dopo tutto questo tempo!”

“Ah capisco! Vai dalla nobile Nodoka per darle la buona notizia!” sorrise Ryoga.

“Ma che buona notizia vai cianciando? Voglio solo lasciare al più presto questo luogo!” alzò la voce il barone.

“E perché mai? Non c'è più nulla di vostro gradimento, signore? Avete già posato le mani su tutto ciò di cui potevate godere?” chiese Akane, che a pochi metri da loro stava ascoltando quei discorsi.

“Per i Kami, ancora voi?”

“Quando vi ho chiamato maniaco avreste dovuto prenderlo come complimento! Siete un depravato senza vergogna!”

“E io inizio davvero a pensare che siate pazza!” le urlò il giovane barone.

“Ho visto benissimo con i miei occhi voi e la vostra... non so nemmeno come definirla... Shampoo entrare nelle mie vecchie stanze con propositi assai evidenti!” gridò di rimando Akane paonazza e furibonda.

Ranma arrossì a sua volta. Il conte e il duca sentendo quelle parole vennero circondati da aloni di forza combattiva estremamente minacciosi.

“Tu... hai... fatto... cosa?” urlarono a una voce i due compagni d'armi.

E senza aspettare risposta iniziarono a picchiarlo selvaggiamente.

“A... aspet... aspet...” in un qualche modo il barone, completamente pesto riuscì a divincolarsi e a saltare sull'albero.

“Come hai potuto umiliare così la dolce Akane Tendo! Scendi e comportati da uomo, Ranma!”

“Hai violentato la mia Shampoo!” urlò il duca distruggendo un altro albero lì vicino.

“Ma mi volete lasciar parlare, razza di idioti! Non è successo assolutamente nulla. È vero, sono andato in una stanza e ho trovato Shampoo che mi aspettava ehm... nuda...!”

“Scendi che t'ammazzo come il cane che sei!” urlarono all'unisono i due amici, salendo sull'albero a loro volta.

“Mi raccomando non date modo alle persone di discolparsi eh?” rispose Ranma, saltando ancora più in alto.

“Dicevo che dopo averle chiesto cosa ci facesse lì, dato che ehm... stavo aspettando qualcun altro lei mi è saltata addosso senza darmi spiegazioni, MA IO SONO RIUSCITO A SCAPPARE DALLA FINESTRA!” riuscì a finire il discorso un attimo prima che un calcio del conte lo raggiungesse in faccia.

“È vero!” una voce si erse in difesa del giovane barone... Ukyo.

“Io ho visto Shampoo confabulare con un uomo e poi ieri notte andare nelle vecchie stanze della mia signora! E ho anche visto il signor barone fuggire dalla finestra, proprio come l'ha raccontato a voi!” svelò la giovane ancella.

Shampoo che fino a un istante prima aveva dipinta sul volto un'espressione di trionfo, pensò che era il momento di tornare dentro il palazzo.

Akane era esterrefatta... se Shampoo aveva ordito un inganno, chi aveva inteso incontrare il barone? Forse...

“Poi voi Akane siete davvero l'ultima a potermi fare la morale, dato che fate visita al principe Kuno!” disse il barone spaccando un grosso ramo, semplicemente stringendo la mano a pugno.

“Incontrare il principe di nascosto... IO?” la risposta della piccola Tendo non tardò a farsi sentire: diede un calcio fortissimo all'enorme albero che vibrò in maniera preoccupante.

E forse sarebbero andati avanti così tutto il giorno se Nabiki non fosse intervenuta.

“Posso dare io una spiegazione a tutta questa intricata vicenda... per un prezzo ragionevole si intende!”

Soun Tendo, che per non smentirsi stava piangendo come una fontana dall'inizio della giornata, prima per la felicità per la figlia più grande, poi di sconforto per quella più piccola, diede a Nabiki dieci pezzi d'oro e la esortò a parlare.

“Tutto questo piano è stato ordito dal malvagio principe Kuno e dai suoi servi!”

fece un cenno e si presentarono alcune guardie, conducendo in ceppi Kuno, Sasuke e Gonsunkugi.

I tre furono costretti a raccontare tutto.

“Nessuno può tramare sotto il tetto di Nabiki Tendo senza che la sottoscritta lo sappia!” concluse la sorella mezzana.

Ranma guardò Akane dall'alto dell'albero, poi chiese “E potremmo sapere perché questo verme avrebbe fatto una cosa così contorta?”

Nabiki mostrò la mano tesa e il padre, esasperato, le diede altri dieci pezzi d'oro.

“Mi sembra ovvio, barone... Per separare voi due testardi orgogliosi e fare in modo che non vi sposaste mai! Direi che sanno dell'insana passione di questo idiota per mia sorella e per ogni donna che respira, aggiungerei, in ogni provincia del Giappone!”

I due orgogliosi arrossirono all'istante. Poi Ranma con un balzo agilissimo scese dall'albero proprio davanti ad Akane.

“Posso sapere, signora perché eravate così arrabbiata quando credevate che me la intendessi con Shampoo?”

Akane di nuovo rossa in viso per il fatto di averlo così vicino, fu però molto irritata dal tono saccente del giovane.

“E voi che diritto avevate di interessarvi a quali persone dedico il mio tempo, stupido arrogante!”

“Ah! E per fortuna secondo i miei compagni e vostro padre eravate pazza del sottoscritto!” le disse Ranma.

“Veramente siete voi, stando alle mie sorelle e Ukyo, ad aver perso la ragione per me!”

“Questa è bella!” disse Ranma, nascondendo a fatica l'imbarazzo. “Ehm... Quindi non mi amate?”

“NO... cioè... chiarito questa controversia forse potremmo suggellare una casta amicizia!Perché? Voi forse mi amate?” disse Akane.

Si sentì un Crack sospetto e il umore come di stoppino che prendeva fuoco.

“Io... amare una fanciulla violenta come TE... ehm voi? !Mi trovate d'accordo su una bella e mascolina amicizia...” sospirò Ranma. E AKane sul “mascolina” lo incenerì con lo sguardo.

“Se posso intromettermi... mio caro barone... non avevate forse detto che avreste volentieri trascorso mooolto tempo con mia figlia per approfondire la vostra conoscenza e che non era così remota la possibilità di sposarla, se lei vi avesse voluto?” si intromise lo Shogun.

Ranma iniziò a saltellare qua e là, viola in volto, urlando “No, no, no no...”

“Quel testardo di Ranma ci ha intontito di chiacchiere sul vostro conto, dolce Akane, per tutta la durata della guerra!Era smanioso di rivedervi, anche se cercava di nasconderlo dietro parole di derisione! E inoltre ho trovato questo tra i suoi bagagli, a dimostrazione di ciò che dico!” e il conte estrasse un piccolo dipinto che ritraeva proprio la bella Tendo.

Ranma avrebbe voluto avere le ali, quando Akane gli piantò addosso quei suoi profondi occhi color notte. Quella vipera di Nabiki! Aveva venduto quel piccolo ritratto a un suo servo, che lui aveva mandato, prima di partire per la guerra, giusto per mantenere l'anonimato. Peccato che il servo di ritorno, avesse portato “i sinceri ringraziamenti della nobile Nabiki Tendo AL VALENTE BARONE SAOTOME!” E gli aveva pure scucito cento pezzi d'oro, la maledetta!

Ora, ovviamente (e probabilmente dietro compenso!) aveva svelato a Ryoga quel suo piccolo segreto.

“E tu sorellina, prima che il barone tornasse dalla guerra non c'era notte che nel sonno stessi senza mormorare il suo nome.” si aggiunse la suddetta serpentiforme Nabiki.

Akane distolse lo sguardo. Anche lei meditava seriamente la fuga o lo strangolamento della sorella più grande.

Ranma, bloccatosi nel suo saltellamento senza pace, tornò a piazzarsi di fronte a lei, la guardò e sentì un sorriso stamparglisi sul bel volto.

“Ehm... beh direi che date... le circostanze.. potrei anche considerare di sposarti... ma credimi, se dico che lo faccio per salvare un altro uomo da una donna così pericolosa! Poi come ho già detto, sono l'unico ad aver fatto l'abitudine alla tua mano pesante!” disse il barone tormentandosi le dita.

“E io potrei... ehm... accettare... ma solo perché così eviterei che tu ti strugga per tutta la vita sul mio ritratto! Sarebbe assai imbarazzante! Faccio un' opera buona, per non averti sulla coscienza!” rispose Akane, distogliendo imbarazzata lo sguardo dai penetranti occhi blu del barone.

“Ci sarà pure un modo per tapparti quella bocca!” disse Ranma con un sorriso ancora più ampio, dopo di che l'afferrò e la baciò davanti a tutti. Akane rispose con altrettanta passione.

I due si separarono, un po' sconvolti dalla loro stessa audacia, non appena tutti i presenti iniziarono a battere le mani di fronte a quella scena.

 

“Allora Ranma? Come si sente ora l' UOMO RESO SCHIAVO DA UNA ONI?” rise il principe Tofu, tendendo finalmente per mano senza imbarazzo la sua incantevole Kasumi. Akane allungò al fidanzato una gomitata micidiale allo stomaco.

“Prendetemi pure in giro principe! Ma sono giunto a una conclusione.... Troppo spesso orgoglio e testardaggine rischiano di privarci di quanto di più bello possiamo trovare nelle nostre vite. E io stesso stavo per cadere vittima di questo errore.” si massaggiò l'addome ridendo e poi strinse a sé la giovane Akane che sorrideva felice tra le braccia di quello stupido e adorabile ragazzo che sarebbe di lì a poco diventato suo marito.

“Cosa ne facciamo del principe Kuno e dei suoi degni compari?” chiese Ranma, mutando la sua espressione.

“Ci ho già pensato io!” intervenne Nabiki “Mi sono fatta firmare dei documenti in cui entro in possesso di tutti i suoi averi! Inoltre questi tre saranno al mio servizio vita natural durante, in modo che non possano più nuocere a nessuno! O questo... o la morte per harakiri” affermò con uno scintillio di avidità nello sguardo la sorella mezzana. Ranma non riusciva a immaginare pena più severa che essere alla mercé di quella fredda calcolatrice della futura cognata. Forse lui avrebbe optato per il suicidio rituale! In ogni modo, quella soluzione sembrò soddisfare tutti.

“Si aprano le danze!” disse infine lo Shogun.

Ryoga diede un ultimo sguardo alle coppie felici, poi si fece largo tra la folla e raggiunse una figura di donna, seduta su una panca, che stava osservando l'allegria generale.

“Volete darmi il braccio per questo ballo, Ukyo? È anche grazie a voi se questa faccenda si è conclusa per il meglio! Permettetemi di essere il vostro devoto cavaliere!” le sorrise sincero e galante il conte.

La ragazza sollevò lo sguardo e i suoi occhi si illuminarono, poi disse “Con vero piacere, mio caro conte Hibiki! Vi requisisco volentieri!”

I presenti furono disturbati da dei forti rumori provenienti dal palazzo.

“Mettimi giù Mousse!” stava urlando Shampoo tra le braccia di Mousse, il quale la stava rapendo in grande stile.

 

Wuryamu Naginata, il giovane menestrello alla corte dello Shogun,mentre suonava per allietare i presenti, pensava che tutta quella vicenda sarebbe stata perfetta per una commedia... certo avrebbe dovuto cambiare qualcosa, magari tacere del carattere fin troppo esuberante della combattiva Akane, della stupidità del principe Kuno, eccessiva anche per una storia di fantasia... e forse persino trasformare il principe Tofu in un uomo tutto d'un pezzo, che non svenisse semplicemente guardando la ragazza di cui era innamorato, non gli sembrava un'idea malvagia... e poi chissà... ambientarla in un luogo esotico... la terra italica gli pareva davvero un'ottima scenografia... magari sempre su un'isola...

 

Akane e Ranma si erano un po' distanziati dagli altri.

“A quanto pare arriverai all'altare con la faccia pesta, eh Ranma?”

“Purché non siano così tutti i giorni della nostra vita insieme!” sorrise un po' spaventato il barone.

“Non lo so... dipende da come ti comporterai!” scherzò la ragazza.

“Con una moglie violenta come te, non mi resta altro che rigare dritto, se non voglio rimetterci le penne! D'altra parte siamo troppo orgogliosi per amarci con saggezza!” ironizzò lui.

Entrambi pensarono fosse di nuovo il caso di tapparsi la bocca a vicenda, prima di sfociare in un nuovo scambio di battute. Avevano sperimentato che il bacio era un passatempo molto più piacevole. Avrebbero poi avuto tutta la vita per darsi addosso con battute di spirito, ma soprattutto, per amarsi in un modo tutto loro.

 

 

 

Fine.

 

 

Note di Faith.

 

Inanzi tutto voglio ringraziare le meravigliose fanciulle che mi hanno supportato e sopportato durante questa breve avventura.

Vorrei sottolineare (come mi ha fatto notare il mio puntiglioso moroso scrittore) che i titoli nobiliari che ho utilizzato fanno parte della tradizione europea. Non si tratta di una svista, ma utilizzare il termine damyo sarebbe stato fuorviante poiché si tratta di una carica successiva al periodo e che indicava quei nobili in aperto conflitto con gli Shogun e che cercavano di costruirsi regni indipendenti. Insomma, avrei fatto confusione storica, così ho optato per una confusione di tipo culturale... brava Faith, complimenti!

Poi... vorrei proporvi un piccolo quiz... non so se avete fatto caso a un piccolo particolare verso la fine... sono curiosa di vedere quanti di voi hanno notato la cosa... indizio... il termine NAGINATA indica un tipo di LANCIA giapponese...

ih ih ih ih... nella mia follia dilagante ho inserito questo giochetto.

Poi un'ideuccia che mi ha dato Gretel... provate a rileggere l'atto che riporta la scena del giardino e l'ultima parte della narrazione, con in sottofondo la canzone Sigh no more, ladies. Non volevo pilotare troppo la lettura, ma vi assicuro che fa il suo effetto. Io stessa ho scritto la storia ascoltando la canzone a ripetizione.

Ancora grazie, mie carissime! E se, ad alcune di voi, è venuta voglia di leggere o rileggere l'opera originale, ecco per me questo è il complimento più bello.

Vi adoro!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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