Seven Notes

di the spirit eater
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Do ***
Capitolo 2: *** Re ***
Capitolo 3: *** Mi ***
Capitolo 4: *** Fa ***
Capitolo 5: *** Sol ***
Capitolo 6: *** La ***
Capitolo 7: *** Si ***



Capitolo 1
*** Do ***


I capelli bianchi mossi dalla brezza del vento seguivano moti ondulati e armoniosi.

Sembrava che quella sagoma stesse per diventare cenere spargendosi delicatamente nell'aria, ispirava fragilità al solo sguardo.

Kaworu Nagisa camminava lentamente, aveva appena parlato con Gendo Ikari. Quello era un uomo veramente affascinante, era stato di poche parole: gli aveva spiegato il motivo per cui lui era lì, avrebbe dovuto incontrare Ikari Shinji, finalmente.

Procedeva senza mutare la sua andatura in quella struttura colorata dal rosso del Third Impact.

Una piccola pianta di fiori bianchi come la neve si era fatta strada tra i lastroni di pietra di quello che un tempo era il Geo Front.

Kaworu si chinò per guardarli meglio: erano fragili, delicati. Provò a stringerli con la mano: una volta riaperto il palmo i petali caddero a terra...Com'era debole, proprio come tutti quegli esseri umani, proprio come lui che era il primo angelo ed era stato soggiogato dagli umani. Lui lo sapeva ma non riusciva a ribellarsi, voleva quel destino, voleva che tutto quello accadesse.

Aspettava di crescere come quella pianta perché un giorno Shinji potesse venire a coglierlo per farlo appassire, per portare la sua missione a compimento.

Un altro debole filo di vento gli mosse i capelli.

Guidato dal suo solo istinto arrivò ad una sala dove vi erano solo un pianoforte ed un albero.

Kaworu dovette trattenere la sua contentezza: conosceva una miriade di brani, doveva solo decidere quale eseguire.

Si avvicinò allo strumento guardando l'arbusto che vi cresceva vicino: le foglie erano verdi, vitali, forti; il tronco era fragile e le radici affondavano nel cemento.

Era ormai a pochi centimetri dall'oggetto del suo desiderio: i tasti bianchi come la sua pelle lo invitavano ad essere toccati, consumati, rovinati.

Nagisa si sedette sul cavalletto, guardò il cielo: ila luminosità del sole gli bruciava gli occhi ma per quante lacrime versasse il ragazzo non intendeva distogliere lo sguardo da qualcosa di così maestoso.

Senza guardare la tastiera fece rovinare un dito sul piano, mentre una lacrima si staccava dal suo mento per infrangersi sulla nera superficie di un tasto.

La prima nota che suonò fu un do.

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Capitolo 2
*** Re ***


Erano giorni che Kaworu non faceva altro che suonare.

Vedere le proprie mani affusolate e bianche come la neve scorrere sui tasti di tonalità avorio e nero gli riempiva il cuore. Quella musica gli riempiva il cuore, rifocillava il suo spirito.

Si sentiva tradito dagli umani che lo volevano usare come fosse un oggetto, quegli stupidi Lilin che pensavano di soggiogarlo.

“Io faccio tutto questo solo per Shinji: lui può andare oltre, lui è qualcosa di più di un figlio di Lilith lui farà rinascere ed evolvere gli umani.”

La melodia riprese il sopravvento sul suo pensiero: muoveva la testa docilmente accompagnando le note che visualizzava sulle palpebre chiuse.

Un piccolo rumore indistinto, un rumore in lontananza, un rumore di passi!

Non poteva che essere lui!

Aprì gli occhi e suonò con più sentimento una melodia piena di gioia e vigore.

Teneva lo sguardo fisso sul piano senza trattenere un sorriso sfacciato, feroce: non era più solo, ad accompagnarlo d'ora in poi ci sarebbe stato lui.

Shinji Ikari, Ikari Shinji: che nome dal suono meraviglioso, che sillabe magnifiche! Che animo puro! Che mente corrotta! Che ingenuo! Era una creatura unica, rara, meravigliosa.

Le foglie della pianta accanto al piano sembravano muoversi più vivacemente del solito.

Nagisa addolcì il proprio sorriso e alzò lo sguardo verso l'alto, verso la sua figura: era in divisa scolastica: si vedeva che non aveva la minima idea di quanto tempo era passato.

“Benvenuto Ikari Shinji”

L'ultimo tasto su cui fece cadere l'indice, che nel suo pallore sembrava finalmente avere una pulsione vitale, un rossore quasi umano causato dalla pressione molto forte sui tasti dello strumento per poter far arrivare a lui la musica, fu un Re.

“Benvenuto Shinji Ikari, benvenuto all'inferno!”

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Capitolo 3
*** Mi ***


Le sue mani scivolavano suol piano, era diventato molto più bravo rispetto alla prima volta che avevano suonato insieme.

Il volto di Shinji era rilassato, non lasciava trasparire quel sentimento di angoscia e paura che lo stava distruggendo dall'interno

“Quella è veramente Ayanami?”

“Cosa ci faccio io qui?”

Tutte quelle domande non trovavano risposta, ma si univano in un'unica affermazione:

“Kaworu aiutami!”

Nagisa, il primo angelo era felice: Shinji Ikari aveva bisogno di lui, Shinji Ikari lo guardava, Shinji Ikari lo pensava.

Quelle stelle che avevano guardato la notte prima tornavano alla mente di Kaworu quando si abbandonava al suono del piano.

“Shinji, sei stato molto brava! Hai solo sbagliato un mi a metà del brano, ma per il resto sembri molto portato per il piano!”

“Grazie Kaworu”

“Prego Shinji Ikari”

Una gentile brezza carezzava i due ragazzi diffondendosi nel mondo, circondando e trapassando il nucleo del Third Impact, correndo verso Asuka, verso Misato.

Ma nonostante tutto per Shinji ora c'erano solo Kaworu e Ayanami.

I due ripetettero il brano, questa volta l'ex pilota dell'Eva-01 non sbagliò una nota, tutto era perfetto.

Tutto era perfetto, o almeno così sembrava.

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Capitolo 4
*** Fa ***


“Kaworu, perché mi stai mostrando questo?!”

Gli occhi impauriti di Shinji, la goccia di sudore che dietro la visiera percorreva la sua carnagione chiara, le pupille che si dilatavano e restringevano per lo schock: tutto quello per Kaworu era magnifico, perfetto, armonioso.

Il cuore dell'angelo era tristo per aver dovuto far soffrire il ragazzo per il quale lui viveva, ma il fatto che la loro storia stesse procedendo, che le parole degli uomini che millenni prima erano state incise sulle tavole del Mar Morto si stavano avverando era ancora più importante.

Importante per rendere Shinji una divinità, per liberarlo dal dolore, per gettarlo tra le braccia del proprio sogno.

Il vento si alzava impetuoso mentre delle lacrime iniziavano a rigare le guance del Trigger del Third Impact.

La fragile scalinata sulla quale stavano i due cigolava sinistramente.

Il nucleo del terzo impatto roteava su sé stesso producendo una flebile nota, un fa.

Le mani di Shinji stringevano violentemente le catene arrugginite che erano attaccate al muro mentre egli nascondeva il volto sofferente all'amico.

Shinji Ikari, ora non puoi capire, forse nemmeno un domani lo capirai, ma tutto quello che sto facendo lo faccio per te Shinji Ikari, lo faccio perché io...

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Capitolo 5
*** Sol ***


Il quel luogo era veramente difficile trovare un oggetto che facesse un buon sol che non fosse il pianoforte. Kaworu non vedeva Shinji da qualche giorno: la sua carnagione era insolitamente ancora più bianca del solito.

Il sole si stagliava nel cielo bruciando la sua cute e irritando i suoi occhi rossi.

Tra i corridoi di quel rudere rosso che tutto sommato era l'unica protezione dai raggi solari si incontravano molte persone.

Si poteva incrociare quello strambo vecchietto che camminava dritto tossendo saltuariamente, si incrociava quella meschina copia che si ciondolava per le stanza aspettando un ordine e vi era quel losco Gendo che tramava sempre qualcosa.

Ma l'essere più soddisfacente da osservare era senza dubbio Shinji: guardarlo mentre faceva urtare i pugni contro il muro, mentre le lacrime gli rigavano il volto era magnifico e terribile.

L'amore non ha limiti. Tu lo avevi già capito, vero Shinji?

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Capitolo 6
*** La ***


Lo guardava con sguardo amorevole e rassegnato.
Il collare aveva iniziato ad attivarsi, emetteva un flebile suono, un la. Il rosso di quei prismi che ruotavano attorno alla bomba erano dello stesso colore dei suoi occhi così diversi da quei capelli bianchi come la neve.
Shinji si spingeva contro l'immagine dell'amico tentando di raggiungerlo, di salvarlo.
Fuori da quel maledetto Eva stava succedendo il finimondo.
Tutto precipita: la vita è come una sonata per piano: scorre veloce e violenta, le note gravi si mescolano a quelle dolci. Tutto è frenetico e ritmato.
Tutto finisce all'improvviso, senza lasciare nemmeno il tempo di riflettere su cosa è successo.
Un La, un esplosione, un muro di sangue.
Le mani di Shinji erano contratte, il suo viso terrorizzato, la voce ormai usciva senza controllo, come le lacrime.
Guardava lo schermo dal quale si era allontanato di scatto inorridito.
Non riusciva a comprendere. 
Tutto era rosso, come gli occhi di quel ragazzo.
 

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Capitolo 7
*** Si ***


L'Eva era buio, tutto era silenzioso.
Shinji era rannicchiato in un angolo dell'abitacolo. Le lacrime si erano asciugate, un sottile strato di sale gli rigava la guancia. Bruciava.
Un attimo, una luce.
Shinji si ritrovò in uno spazio oscuro. Era molto più ampio dell'abitacolo dell'Eva, era molto più vasto di quanto si potesse pensare.
Prima uno, poi due e infine mille globi di luce iniziarono a volare nell'aria. Ma era ancora tutto vuoto. Non c'era nessuno.
E poi eccolo arrivare. Era lui. Era la stella più brillante di tutte quelle che erano in quel mondo oscuro e vacuo. Una stella che nel suo mondo si era spenta poco tempo prima.
"Ciao Shinji"
Il Second Children era basito, gli occhi si riempivano nuovamente di lacrime,un sorriso nasceva sul suo volto.
"Ciao Kaworu" la voce spezzata del ragazzo riuscì a sibilare solo queste parole.
"Queste stelle sono veramente belle, vero?"
Shinji batté gli occhi e si ritrovò in un mondo nuovo per la seconda volta.
Era steso a terra vicino a Kaworu e stava guardando un cielo stellato. Ma le luci continuavano a muoversi ed erano milioni, miliardi più di quelle delle fredde notti in cui loro due avevano suonato assieme.
"Quanto ancora potremo stare assieme Kaworu?"
"Pochi minuti, mi dispiace Shinji"
"Va bene così, grazie Kaworu. Mi hai salvato e io almeno posso ringraziarti, questo vuol dire molto per me. Io ti voglio bene Kaworu."
"Shinji"
"Sì?" I due si guardarono negli occhi: il rosso fuoco delle pupille dell'angelo si scontravano con il nocciola dei gonfi occhi di Hikari.
"Posso chiederti un ultimo favore?"
"Certo" Shinji chiuse gli occhi mentre si sforzava di sorridere.
Kaworu si alzò in piedi porgendo la mano all'amico.
Solo quando Shinji si alzò si rese conto che anche sotto i suoi piedi vi era un oceano di luci in perpetuo movimento. In mezzo a quel piano magico, tra realtà e sogno, tra luce e ombra, vi era un pianoforte bianco come i capelli di Kaworu, la tastiera era bianca e rossa, vermiglio era anche lo sgabello.
I due si sedettero spontaneamente e iniziarono a suonare.
"Shinji allora ti posso chiedere quel favore?"
Le dita dei ragazzi scorrevano dolcemente sul pianoforte facendo risuonare quella melodia già provata centinaia di volte.
"Dimmi Kaworu"
La testa dell'angelo ondeggiava delicatamente.
"Volevo farti una domanda"
"Dimmi Nagisa"
Le voci non parlarono per un po', la melodia proseguiva dolce e struggente.
"Shinji, tu non è che potresti amarmi?"
I globi di luce cominciarono a invadere anche il piano in cui erano i due ragazzi.
La risposta del ragazzo si perse nell'ultima nota della canzone, nell'ultima delle sette note.
La luce si fece accecante. 

Seven Notes 

-The End-


 

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