La leggenda di Ombra

di Ester96
(/viewuser.php?uid=646493)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo - Shùnxù ***
Capitolo 2: *** L' inizio di una nuova vita ***
Capitolo 3: *** Verità e dubbi ***
Capitolo 4: *** Il passato ***
Capitolo 5: *** Crolli e persecuzioni ***



Capitolo 1
*** Prologo - Shùnxù ***


Era un caldo giorno estivo, il tepore presente nell'aria e il fresco venticello che solleticava le foglie degli alberi sembravano aver fatto assopire ogni essere vivente; in quasi tutti i luoghi stava regnando la pace e la tranquillità. Ho detto quasi? Infatti nel tempio Xiaolin i giovani apprendisti si stavano allenando con gran fervore e impegno.
Omi, Kimiko, Raimundo e Clay cercavano di superare un difficile percorso a ostacoli; Omi era in testa riuscendo a balzare agilmente tra un ostacolo e l' altro, mentre gli altri apprendisti riscontravano qualche difficoltà: Kimiko era in bilico sulle fauci di un finto alligatore, Raimundo cercava di evitare lame taglienti come rasoi,  mentre Clay provava in tutti i modi a scalare una parete che, evidentemente, non provava piacere a essere scalata. Improvvisamente apparve il maestro Fung che chiamò gli apprendisti: << Giovani monaci, ho bisogno che mi raggiungiate immediatamente!>>.
I quattro ragazzi si voltarono verso il maestro perdendo la concentrazione, con conseguenze disastrose per tre di essi: la giapponese perse l' equilibrio e cadde in acqua con un tonfo, il brasiliano, nel tentativo di girare la testa verso la voce che lo aveva appena chiamato, si fece tagliare una ciocca di capelli nocciola, e il texano perse la presa e scivolò in fondo alla parete come un sacco di patate. Solo Omi finì il percorso e, dopo essersi un po' pavoneggiato, raggiunse il maestro, seguito dagli altri tre, abbastanza scocciati,  compagni; Fung li guardò con aria tranquilla e disse:<< Vi starete chiedendo come mai vi ho chiamati durante il vostro quotidiano allenamento, ebbene, ragazzi miei, oggi dovrete dare il benvenuto al quinto elemento della vostra squadra...>> quest'affermazione fece nascere eccitazione tra gli Xiaolin che si scambiarono sguardi esaltati <<...seguitemi, così potrete conoscerla.>>.
Mentre seguivano il maestro, Kimiko esclamò, saltellando contenta: << Finalmente un' altra ragazza! Ero un po' stufa di essere l' unica qui!>>
<< Ma se ti abbiamo sempre trattata con i guanti di velluto!>> protestò Raimundo, con una faccia da finto offeso, Kimiko lo guardò un po' storto, ma poi la felicità di conoscere un'altra allieva la pervase e sorrise. Arrivati all'interno del tempio, il maestro Fung alzò un braccio verso una figura in ombra e annunciò:<< Ragazzi, ecco a voi l'ultima arrivata>>.
La ragazza avanzò, uscendo dall'oscurità, e si rivelò: alta, slanciata e snella, con un viso grazioso, capelli neri ondulati legati in uno chignon, occhi blu come la notte, labbra rosse increspate in un timido sorriso, ma le cose che sicuramente si notavano di più erano le tre profonde cicatrici che le attraversavano la parte sinistra del collo fino alla clavicola, che potevano sembrare il graffio di una tigre, e soprattutto una lunga coda dal pelo nero che le spuntava da dietro i pantaloni.<< Ragazzi>> disse il maestro Fung << lei è la Shùnxù, dominatrice dei quattro elementi>>.
Tutti e quattro gli allievi non poterono fare a meno di spalancare la bocca;  Clay, allibito come i suoi amici, riuscì difficilmente a balbettare l' unica domanda che gli era venuta in mente: << E....e come si c-chiama, la s-signorina?>>
<< Lei>> rispose Fung << si chiama Ombra.>>


Ciao!! Questa è la prima serie che pubblico in tutta la mia vita! Spero vi piaccia, ovviamente questo è solo il prologo, ma la storia si svilupperà con il tempo!! Mi fanno piacere tutti i tipi di commenti e/o consigli. Grazie!!

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** L' inizio di una nuova vita ***


Ombra alzò timidamente una mano in segno di saluto. Era un po' imbarazzata per essere al centro dell'attenzione, ma le faceva piacere conoscere i suoi nuovi compagni. Per primo avanzò verso di lei il ragazzo più basso, che, dondolando sulle punte dei piedi, le disse, pieno di entusiasmo:<< Piacere di fare la tua conoscenza, mia singolare amica, mi chiamo Omi e so bene che hai timore di non essere all'altezza del sottoscritto>> indicò se stesso con il pollice << ma non devi assolutamente preoccuparti, vedrai che, un giorno, grazie al mio aiuto e al duro allenamento potrai diventare brava nelle arti marziali quasi quanto...>>
<< Ehm >> lo interruppe il maestro Fung << mi dispiace deluderti Omi, ma Ombra si è già allenata per vari anni alla migliore scuola di arti marziali, l' unico motivo per cui è qui è...>> si interruppe per guardare la ragazza negli occhi << ...è per...per affinare il dominio dei quattro elementi; e il solo che è capace di aiutarla, senza offesa, sono io >>
<< Ma certo maestro >> si affrettò a dire Omi, ridacchiando nervosamente << non volevo certamente prendere il suo posto>>.
<< Tu devi essere il dragone dell'acqua, sento la forza dei fiumi scorrere in te, per me è un grande piacere conoscerti. >> disse Ombra inchinandosi davanti al piccolo monaco con un dolce sorriso sulle labbra. Omi arrossì un poco e rispose all'inchino. Poi lei rivolse lo sguardo verso gli altri tre monaci e aggiunse: << Sento anche l'ardore del fuoco, l'energia del vento e la potenza della terra>> si inchinò una seconda volta, i tre ragazzi le restituirono il gesto e si presentarono, facendole conoscere anche il drago Dojo che si era tenuto un po' in disparte fino a quel momento.
Per un attimo scese un silenzio imbarazzato, i quattro allievi avrebbero voluto chiederle qualche informazione sulla sua coda e su quelle particolari cicatrici,  ma per non sembrare indelicati preferirono non toccare l'argomento.
<< Allora tu hai la capacità di dominare tutti e quattro gli elementi, eh? >> chiese Raimundo curioso, e forse anche un po' invidioso. Ombra stava per rispondere alla domanda quando Fung si intromise << Esattamente, le persone con questa capacità nascono una volta ogni diecimila anni e vengono chiamate Uniche; poi, se decidono di servire il bene prendono il nome Shùnxù, se invece passano dalla parte del male il loro nome diviene Hûnluàn, ma per fortuna il cuore di Ombra è puro e io avrò l'onore di addestrarla >> il maestro finì la frase con un piccolo sorriso soddisfatto che cercò di nascondere ai suoi allievi.


<< E questa è la tua camera >> disse Omi, indicandole uno scompartimento di due metri per tre, attaccato a delle stanzette uguali dove dormivano gli altri apprendisti. Le avevano fatto fare il giro di tutto il tempio, che era davvero enorme, e ora Ombra sperava solo di riuscire a sdraiarsi anche solo per cinque minuti; ormai erano passati anni dall'ultima volta in cui aveva riposato in un luogo così accogliente e per questo si affrettò a dare la buona notte ai monaci, si chiuse la porta alle spalle e si lasciò cadere pesantemente sul letto. Finalmente un po' di pace, ma sapeva fin troppo bene che sarebbe durata poco, di li a un'ora si sarebbe dovuta rincontrare con il maestro Fung per quegli allenamenti speciali. Dovevano per forza tenerli durante la notte, quello era l'unico momento adatto, perciò Ombra aveva sperato di non dover rivelare il suo segreto agli altri monaci, ma tanto prima o poi l'avrebbero scoperto, era infatti impossibile non notare la sua coda che era fatta apposta per sbandierare al mondo ciò che lei realmente era.
Ormai era notte inoltrata, Ombra si muoveva silenziosamente per i corridoi deserti del tempio facendo attenzione anche al più piccolo rumore, non le sembrava proprio il caso di farsi scoprire in quelle condizioni. Riconobbe la strada e trotterellò in quella direzione, raggiunse la porta e la spinse giusto quel poco per riuscire a passare. << Ti stavo aspettando >> le disse il maestro Fung << molto bene, allora possiamo cominciare. >>


Una settimana dopo
<< Ombra concentrati >>, la ragazza chiuse gli occhi, era difficile concentrarsi con tutto il rumore che facevano gli altri monaci lì vicino mentre si allenavano; cercò di isolarsi con la mente, ascoltò il suo respiro, era calmo e ben misurato, allungò il braccio destro con l'indice e il medio alzati verso il lago, sgombrò la mente da tutti i pensieri, il simbolo dell'istinto della tigre le apparve sulla fronte e l'acqua cominciò ad alzarsi formando un enorme onda tsunami << Perfetto, e ora riportala giù senza versarne una sola goccia >> la incoraggiò il maestro Fung. Ombra stava per far tornare il lago nel suo letto quando un urlo le fece perdere la concentrazione, l' acqua piombò giù spruzzando sul maestro che si infradiciò da capo a piedi. La Shùnxù porse tutte le sue scuse a Fung, che sicuramente non aveva provato piacere nel bagnarsi,  e poi si voltò verso la causa della sua distrazione. Dojo stava correndo ( beh, diciamo strisciando molto velocemente) verso i monaci poco distanti con una pergamena in mano, urlando: << Ragazzi! Un nuovo Shen Gong Wu si è rivelato! Si chiama Loto tiramolla, fa diventare il corpo di chi lo usa di gomma. Dobbiamo muoverci! >> Detto questo il drago si trasformò diventando molto più grande. I quattro monaci stavano per salire sulla schiena di Dojo quando Clay chiese: << Ombra non viene con noi? Ormai è una nostra compagna, no? >> 
<< Certo, certo >> disse il maestro mentre si levava una scarpa per togliere l'acqua al suo interno << Clay ha ragione ; Ombra, io e te proseguiremo l'allenamento quando sarete di ritorno>>
<< Mi dispiace, ma io non so neanche cosa sia uno Shen Gong Wu >> esclamò la Shùnxù un po' allarmata. << Non ti preoccupare>> le disse Kimiko comprensiva << ti spiegheremo tutto noi mentre siamo in viaggio>>.


<< E quindi mi state dicendo che questi oggetti magici sono disseminati in tutto il mondo? >> 
<< Esatto >> le rispose Kimiko .
<< E che quando si attivano, gli unici esseri in grado di sentirli e di trovarli sono Dojo e questo fantasma viola di nome  Wuya, che è al servizio di uno stupido chiamato Jack Spicer, che dice di essere il peggiore tra i malvagi? >>
<< Proprio così, soprattutto la parte dello stupido >> confermò Raimundo. 
<< L' unica cosa che non mi è particolarmente chiara è come funzionano gli Xiaolin Showdown. >>
<< Non ti preoccupare >> le disse Omi serio << tra poco ne vedrai uno>>.
Il dragone atterrò, tornando alla sua forma piccola e acciambellandosi sul cappello di Clay; erano arrivati in una zona arida e secca, grossi pilastri di pietra rossa li circondavano, minacciando di crollare da un momento all'altro. I monaci camminarono per un po' sollevando polvere a ogni passo, Dojo li stava guidando in una direzione che sembrava del tutto casuale a Ombra; arrivati vicino ad un pilastro particolarmente alto, il drago indicò qualcosa che luccicava sulla cima, più o meno a una ventina di metri da terra.
 << Eccolo, è proprio là! >> esclamò agitato << prendetelo prima che arrivi quel farabutto di Jack. >> 
<< Troppo tardi >> Kimiko guardava proprio dietro di loro, Ombra si voltò e vide una delle cose più strane che avesse mai visto, e lei, riguardo a cose strane, la sapeva lunga: un ragazzo con capelli di un rosso Ferrari tirati un po' all'indietro, occhi dello stesso colore e il viso bianco latteo con del trucco nero sotto agli occhi, si stava avvicinando volando grazie ad una specie di zaino con le eliche. Atterrò accanto a loro, e, preso un bel respiro, gonfiò il petto per declamare con fare teatrale: << Io,  Jack Spicer, genio del male, principe dell'oscurità, signore delle tenebre, sono qui oggi per trionfare un altra volta su voi, povere creature senza speranza di bat... >> aveva notato Ombra e aveva smesso di parlare per fissarla con un aria un po' ebete. << E...e lei chi è? >> la indicò con un dito bianchiccio. << Lei è il nuovo quinto componente della nostra squadra, mi dispiace dirtelo, ma così le tue speranze di batterci si sono ridotte dallo 0,8 allo 0,1 >> gli ripose malamente Raimundo, mimando con le dita le possibilità di Jack che si restringevano.
<< Allora aspetta un attimo >> Jack cominciò a frugarsi dentro le tasche alla ricerca di qualcosa << Ecco qua, tieni >> porse a Ombra un piccolo foglietto << è il mio biglietto da visita >>. Ombra lo afferrò un po' esitante, per essere uno che si reputava malvagio aveva un'aria abbastanza buffa e impacciata. << Dov'è Wuya?ti ha tradito anche lei? >> chiese Clay, pronto al combattimento.<< Certo che no! >> ribatté il genio del male scocciato << è dovuta andare a sbrigare delle faccende "fantasmesche" da sola, ok? Ma ora basta con le chiacchiere>> Jack riattivò il suo zaino-elicottero << è ora di far vedere alla nuova arrivata di che pasta sono fatto, Jackbot all'attacco! >>  Una quindicina di robot volanti comparve dal nulla e si diresse a tutta velocità verso i monaci. << Ragazzi ci penso io, voi andate avanti e recuperate lo Shen Gong Wu >> disse Ombra, facendo loro segno con la mano di andare, i monaci obbedirono e corsero in avanti con Jack alle calcagna; i robot si avvicinavano sempre più, la Shùnxù attese il momento giusto e poi batté un piede al suolo, gridando: << Terra! >> Il terreno si sollevò di colpo creando un enorme muro spesso due metri sul quale si andarono a schiantare tutti i Jackbot, frantumandosi in mille pezzi. Ombra si girò per vedere a che punto fossero i suoi compagni e rivolse lo sguardo in alto, nel luogo in cui si trovava lo Shen Gong Wu, dove vide il giovane genio del male e Kimiko urlare all'unisono: << Xiaolin Showdown! >>. L'ambiente cominciò a mutare e il duello ebbe inizio.
Fu una delle cose più particolari e entusiasmanti che Ombra avesse mai visto, peccato che Jack vinse per un colpo di fortuna e se ne andò sogghignando con il bottino.
Mente tornavano al tempio sulla groppa di Dojo, con il vento che le accarezzava il viso, la Shùnxù rifletté sulla sua vita, sicuramente non era stata facile, aveva sofferto molto in passato e per anni era vissuta isolata dal mondo, ma, non sapeva spiegarsi il perché, sentiva che al tempio Xiaolin la aspettava un periodo molto felice.


Ciao a tutti!! Ecco il primo capitolo della mia storia. Spero vi sia piaciuto! :) 
Se vi fa piacere scrivetemi un commento!

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Verità e dubbi ***


Era passata già una settimana da quando il Loto tiramolla si era rivelato, e i monaci non aspettavano altro che Dojo avvertisse il prossimo Shen Gong Wu per riscattare la loro sconfitta, ma nel frattempo i loro allenamenti procedevano regolarmente. 
Quel giorno il maestro Fung decise che Ombra e Omi si sarebbero sfidati combattendo solo con l'ausilio del bastone, ovviamente era una gara persa in partenza per Omi, ma il maestro pensava che potesse essergli comunque utile, da una sconfitta si possono imparare mille lezioni, ripeteva spesso ai suoi allievi.
I due monaci, dunque, entrarono all'interno di un ampio cerchio solcato nel terreno, che delimitava lo spazio in cui avrebbero dovuto combattere, e si inchinarono profondamente l'uno davanti all'altro, in segno di rispetto; il piccolo monaco iniziò subito a girare lentamente attorno alla sua sfidante, come un lupo che punta la preda, Ombra lo guadò di sottecchi, fece un respiro profondo, lo faceva spesso prima di uno sforzo fisico o di un combattimento perché la aiutava ad avere un controllo maggiore su di sé; Omi partì all'attacco mirando al suo fianco sinistro, Ombra schivò, piroettò su se stessa e lo colpì dietro la schiena, ma il ragazzo non si perse d'animo, le fece una finta e cercò di colpirle le gambe, la Shùnxù si limitò a saltare, provò allora a prenderla di punta nello stomaco, mossa un po' debole, Ombra scartò facilmente di lato; il monaco era stufo, con fervore fece vorticare sopra la testa il bastone per tentare un colpo caricato dall'alto, questa volta la ragazza parò facendo risuonare un forte STOCK, di legno che batte legno, Omi indietreggiò barcollando per il contraccolpo e cadde di sedere. Ora era veramente arrabbiato, si alzò e urlando corse verso di lei tenendo il bastone come una lancia, ovviamente Ombra si limitò a spostarsi e, mentre Omi le passava di fianco, gli afferrò il bastone e con un movimento deciso del polso glielo sfilò dalle mani. Il duello si concluse come si poteva prevedere, ma il giovane monaco, in effetti, aveva imparato molto da quella sfida.
Finito l'allenamento si diressero dentro il tempio per andare a pranzare; si poteva dire che Ombra si fosse integrata bene nel gruppo, ormai con lei si comportavano come se la conoscessero da sempre, Kimiko le chiedeva persino dei pareri sui capi d'abbigliamento illustrati nelle sue riviste ( malgrado Ombra non capisse quasi niente di moda ) e Clay le aveva mostrato i suoi modellini di legno; nonostante questo, però, nessuno aveva ancora osato chiederle qualcosa su quella strana coda nera che così tanto la caratterizzava, in ogni caso la Shùnxù ne era contenta, anche se in effetti avrebbe preferito togliersi quel peso dallo stomaco.
Mentre mangiavano un ottima scodella di riso in bianco, Dojo li raggiunse trafelato: << Ragazzi! Ragazzi! Un altro Shen Gong Wu si è rivelato, lo sento dal tremolio della mia coda! >> se la afferrò scuotendola.
<< Finalmente ! >> esultò Raimundo << Non ce la facevamo più ad aspettare; di che Shen Gong Wu si tratta? >>
<< Si chiama Mosca della Manciuria, ti permette di trasformarti in una mosca; be', non è sicuramente uno dei più importanti, ma dobbiamo comunque andare a recuperarlo. >>
Senza neanche finire di mangiare, i cinque allievi salirono in groppa al dragone e partirono. 
Stavano viaggiando da parecchio tempo, quando Dojo atterrò delicatamente; appena scesi dal drago, i ragazzi si trovarono immersi nel fango fino alle caviglie. << Bleah! >> fece Kimiko disgustata << le mie bellissime scarpe...rovinate. >> 
Si guardarono intorno, erano arrivati in una foresta amazzonica; gli enormi alberi facevano a gara in altezza per riuscire a catturare più luce possibile, mentre le loro radici affondavano in quella melma, alternata ogni tanto da qualche pozza d'acqua sporca.
<< L'ho vista! La mosca della Manciuria è proprio lì! >> urlò Clay indicando tra le radici di uno dei più grossi alberi che Ombra avesse mai visto; peccato che stesse arrivando anche un personaggio molto indesiderato, Jack Spicer si trovava a non molta distanza dallo Shen Gong Wu  e non era solo, a parte i Jackbot, c'era anche un fantasmino viola che lo accompagnava; avvicinandosi anche i cattivi notarono i monaci.
<< Allora è lei la bella ragazza di cui mi hai parlato? >> disse Wuya scrutando Ombra.
<< Sì, è lei. Anche se non mi ricordo affatto di aver usato quell'aggettivo per definirla. >> sussurrò Jack un po' rosso in viso.
Ignorando le parole del ragazzo, Wuya le si avvicinò volteggiando nell'aria e la guardò attentamente, di colpo le si illuminarono gli occhi come due fari nella notte << Ma...ma lei è la Shùnxù! Dominatrice dei quattro elementi, destinata a compiere grandi imprese per via del suo enorme potere. Come hai fatto a non accorgertene, stupido idiota! >>
Il giovane genio del male rimase interdetto, possibile che non si fosse reso conto di niente al loro primo incontro?
Dal canto suo Ombra si sentì lusingata da quel discorso sull'enorme potere, nonostante credesse che il fantasma stesse esagerando. A parte questo, però, nessuno si era dimenticato del perché era lì, infatti si stavano tutti affrettando ad avvicinarsi alla Mosca della Manciuria, quando Jack, non intenzionato a perdere altro tempo, urlò: << Jackbot, all'attacco! >> 
I robot si avventarono su di loro mitragliando all'impazzata; se Ombra si fosse intrattenuta a combattere, l'auto definitosi principe dell'oscurità sarebbe tranquillamente volato via con lo Shen Gong Wu, ma questa volta lei non gli avrebbe permesso di vincere; scattò in avanti e mentre Jack stava per afferrare l'oggetto tanto conteso, scivolò sul fango, come se stesse pattinando, e riuscì a toccarlo in tempo.
<< Ti sfido! >> le disse il genio del male << Sarà una gara di surf, il primo che arriva al traguardo vince, ovviamente non potrai dominare l'acqua, sarebbe come barare; la mia Spina del fulmine contro...cos'hai? >>
La Shùnxù si sentì un po' in imbarazzo << Be', in effetti io non ho mai avuto uno Shen Gong Wu. >>
<< Ombra, tieni! >> le gridò Raimundo lanciandole un dischetto rosso, mentre finiva di distruggere gli ultimi robot.
<< Allora la mia Spina del fulmine contro la tua Moneta della mantide >> finì Jack. 
<< Accetto la sfida! >> disse Ombra, stava pensando che, nonostante bastassero poche occhiate per capire che Jack era un ragazzo poco sicuro di sé, imbranato e non molto sagace, invece di sfidarla in un combattimento, dove avrebbe sicuramente perso, aveva preferito una gara di surf, così tutt'e due avrebbero avuto la stessa possibilità di vincere, era sicuramente una buona mossa; in ogni caso Ombra, checché ne dicessero gli altri monaci, aveva da subito sviluppato una certa simpatia verso di lui e non fosse stato dalla parte del male, forse, sarebbero potuti diventare amici.
La Shùnxù fu risvegliata dai suoi pensieri, sotto i suoi piedi stava apparendo una tavola da surf e l'acqua aumentava a vista d'occhio.
<< Gong Yi Tampai! >> la sfida era cominciata.
Un enorme onda apparve dietro di loro e li spinse tra gli alberi della foresta, Ombra fletté leggermente le ginocchia e allargò le braccia per mantenersi in equilibrio sulla tavola, andavano molto veloci; il vento le frustava le guance mentre sfrecciava agilmente tra i tronchi sfiorandoli ogni tanto con la punta delle dita e zigzagando per cercare di non prenderli in piena faccia, si voltò per vedere appena dietro di sé Jack su una tavola nera, che si era calato i suoi occhiali, normalmente sulla fronte, sul volto. Ombra sentì una lieve eccitazione dentro di sé, come se avesse avuto qualcosa che frizzava nel petto, sorrise, si stava divertendo, forse non le era mai capitato prima, l'unica cosa che sapeva era che le stava piacendo.
Ormai erano vicini alla fine del percorso, la Shùnxù era in vantaggio, ma Jack non aveva intenzione di arrendersi, si alzò in volo con il suo zaino, mente gli altri monaci, che stavano guardando la gara, gli sbraitavano contro che stava barando; al posto di dirigersi verso il traguardo, però, il giovane genio del male si parò davanti a Ombra e con un ghigno sul volto puntò la Spina del fulmine su di lei, la Shùnxù non rifletté neanche, sentì il suo corpo tendersi e saltare più in alto possibile, si aggrappo al colletto del ragazzo, che sbandò leggermente, e, presa dall'euforia del momento, gli scoccò un bacio sulla guancia, per poi rilanciarsi a terra, oltrepassando di slancio il traguardo e tuffandosi in acqua, lo Xiaolin Showdown era finito, avevano vinto. L'acqua si ritirò e l'ambiente tornò normale, i monaci raggiunsero la ragazza esultando, mentre un paonazzo e frastornato Jack cercava di rendersi ancora conto di quel che fosse successo; Ombra gli si avvicinò, gli strinse la mano e sussurrò: << È stato molto divertente gareggiare con te, Jack, sei stato un ottimo avversario, dovremmo rifarlo qualche volta. >> gli fece l'occhiolino, mentre il ragazzo la fissava come se avesse appena ricevuto uno schiaffo, e si voltò per andarsene quando Wuya le passò spiacevolmente attraverso il torace per guardarla negli occhi << Aspetta! Io so che cosa ti affligge, sono stata una grande strega in passato e riconosco una maledizione quando la vedo, e poi la tua non è così difficile da notare. >> fece un cenno verso la sua coda << Ma se passerai dalla parte del male io ti aiuterò a scioglierla, che ne dici? >> 
Ombra reclinò il capo, da piccola avrebbe dato qualunque cosa per sentirsi dire che le avrebbero rotto la maledizione, ma ormai sapeva bene che neanche il più potente dei maghi sarebbe stato capace di aiutarla << Mi dispiace, ma non ti credo. E poi, non potrei mai servire il male, qualsiasi cosa tu mi offrissi. >> 
Si avviò verso i suoi compagni che la stavano aspettando già sul dorso di Dojo e se ne andarono.
Mentre tornavano al tempio Kimiko le si avvicinò timidamente, come se avesse avuto paura di ferirla solo standole accanto << Ombra, so che non sono affari nostri, ma ci stavamo chiedendo di cosa parlasse Wuya, perché ti ha detto quelle parole? >>
Ombra mosse nervosamente la coda, attorno a lei cadde il silenzio assoluto, sapeva che prima o poi sarebbe arrivato quel momento, sospirò << Vedete, da appena nata una vecchia strega mi incise sulla pelle queste cicatrici >> mostrò meglio i tre segni allungando il collo << e così mi maledisse, una maledizione orribile che si manifestò solo all'età di dieci anni, quando mi crebbe la coda, e rovinò la mia vita; infatti da quel momento ogni singola, dannata notte sono costretta a trasformarmi, muto e divento una pantera nera, esatto, sono una mutaforma.
Fui costretta a fuggire dal mio villaggio perché persino mia madre mi credette un mostro, sopravvissi solo grazie alla mia possibilità di dominare gli elementi. >> fece una pausa, era sempre molto doloroso parlarne << Per anni sperai che esistesse una cura, un rimedio a quel dolore causatami ingiustamente, credevo che, se solo avessi trovato un modo di sciogliere la maledizione, sarei potuta ritornare a casa da mia madre, ma le mie speranze erano vane, con l'esperienza ho capito che non c'era nulla da fare, sarei rimasta così per sempre, allora ho cominciato a conviverci, ad accettarmi per quello che ero, anche se non è stato per niente facile.
In ogni caso non vi preoccupate, la notte non sono pericolosa, nonostante cambi aspetto, riesco a rimanere cosciente; in verità è giusto che vi dica anche che, a parte riuscire a controllare meglio gli elementi, uno dei motivi per cui sono venuta al tempio è che ho saputo che il maestro Fung, essendo un profondo conoscitore delle antiche pergamene, sarebbe stato capace di aiutarmi anche nel controllo della mia mutazione, riuscendo così a cambiare forma a mio piacimento, e non obbligatoriamente solo la sera, certo non è una guarigione totale, ma è un enorme passo avanti. >> 
I monaci erano rimasti sia stupiti che rattristati dalla sua storia << Quindi è come se fossi una specie di lupo mannaro? >>  forse non era la domanda migliore che poteva porle, anzi, sicuramente non lo era, ma era l'unica che fosse passata per la testa a Raimundo, Ombra sorrise malinconica << Be', più o meno, ma ci sono delle differenze, per esempio io mi trasformo ogni notte, invece i lupi mannari solo quando appare in cielo la luna piena, e poi loro perdono completamente la ragione, se avessero il loro migliore amico affianco probabilmente lo divorerebbero, invece io rimango me stessa...solo con un corpo diverso. >> 
Arrivati al tempio i monaci Xiaolin andarono a cenare, tutti un po' frastornati dalla notizia appena appresa, sembrava impossibile il racconto di Ombra, eppure la sua coda era lì, lunga e nera, che dimostrava la verità di quelle parole.
Ormai era sera inoltrata e i ragazzi si stavano avviando verso i loro dormitori quando la Shùnxù si rivolse al resto del gruppo, rimasto piuttosto taciturno per tutta la serata : << So che è difficile digerire questa notizia, e capisco che siate un po' stravolti, ma vi assicuro che col tempo la cosa  non vi disturberà, anzi, che ne dite se stasera mi vedete mutare? Devo andare ad allenarmi con il maestro Fung questa notte, quindi se vi va... >>. Non sapeva neppure lei da dove le fosse spuntata questa idea, a dirla tutta era anche un po' ridicola, a cosa sarebbe servito, se non a spaventare ancora di più i suoi compagni? Eppure loro la presero bene, probabilmente erano tutti molto curiosi di vederla trasformarsi; arrivati ai dormitori disse loro di aspettare, mancava ancora un'ora al momento in cui avrebbe cambiato forma, ma visto che nessuno riusciva a chiudere occhio si misero a giocare a carte. 
<< Passo >>
<< Passo >>
<< Passo anch'io >>
Era da un po' che stavano giocando ormai, Omi stava vincendo con molto vantaggio, era portato per i giochi di fortuna e li stava praticamente stracciando; Ombra sentì un brivido correrle lungo la schiena : << È il momento. >> 
Si alzò in piedi sotto gli sguardi preoccupati dei monaci e si allontanò da loro di qualche passo, voleva avere un po' più di spazio, un leggero bruciore la pervase, stava cominciando; dapprima solo un luccichio, poi un forte bagliore, le avvolse tutto il corpo, emanando un piacevole calore, e quando la luce fu scomparsa, Ombra ormai era diventata una pantera in tutto e per tutto, solo gli occhi erano rimasti i suoi, blu zaffiro, che scrutavano le persone in quella stanza; si sedette e cominciò a leccarsi una zampa, i monaci le si avvicinarono curiosi << Non mi mordi se ti tocco, vero? >> le chiese Clay, imbarazzato, non sapeva esattamente come comportarsi, lei fece cenno di no con la testa, anche se comprendeva le parole, non poteva parlare, non con quel muso che le permetteva solo di ruggire; Clay le si avvicinò toccandole la testa, era molto piacevole, cominciò a far le fusa, soddisfatta.
Dopo un po' dovette andarsene, il maestro Fung la stava aspettando, salutò ( per quanto possibile ) i suoi compagni e si avviò verso il luogo dove di solito si incontravano, entrò nella stanza, ed ecco lì il maestro in attesa; cominciarono l'allenamento, fu molto faticoso quella notte, ma ebbero degli ottimi risultati, Ombra riuscì a ritrasformarsi in umana, solo per pochi secondi però, ma lei sapeva che ce l'avrebbe fatta un giorno, aveva fiducia sia in sé stessa che nel suo maestro.


Era una bella giornata, Ombra si era allontanata dal tempio per allenarsi nel dominio del vento, non voleva provocare dei danni e quindi si trovava a qualche chilometro di distanza. Chiuse gli occhi, l'istinto della tigre le apparve in fronte, fece un movimento fluido con il braccio sinistro e un forte vento si sollevò, sradicando un grosso albero davanti a lei, lo fece volteggiare un po' in aria, come una ballerina con le foglie, per poi farlo tornare giù nel terreno; quando riaprì gli occhi trovò davanti a sé un fantasma viola e fece un balzò all'indietro per lo spavento.
<< Davvero brava, complimenti, peccato che tu non voglia schierarti dalla parte del male, ma pazienza, lo capisco. >> Ombra la guadò sospettosa, non le piaceva per niente quella situazione.
<< Sai, stavo riflettendo >> continuò Wuya << e mi sono resa conto che in effetti avevi ragione, io non sono in grado di aiutarti, ma conosco qualcuno che potrebbe farlo. >> 
<< Impossibile >> le disse Ombra scontrosa << nessuno può rompere la mia maledizione. >>
<< Ma cara, ti dico che qualcuno potrebbe esserci, non ne sono sicura nemmeno io, ma tanto vale rischiare, no? >>
<< E cosa vorresti in cambio da me? >>
<< Assolutamente niente! Sulle maledizioni non si scherza, e non potrei mai guadagnare sulle sventure altrui, ho solo pensato che potevo darti una mano e quindi perché non avrei dovuto farlo? >>
Ombra non si fidava, non si fidava per niente, sapeva bene che non esisteva nessuno in grado di aiutarla,  però, in effetti, doveva ammettere che lei non si era mai rivolta a persone della schiera del male, magari, in qualche pergamena proibita che era assolutamente vietata nei templi che aveva visitato fino a quel momento, risiedeva l'incantesimo per farla guarire, non poteva che sorgerle un dubbio; era vero che ormai aveva imparato ad accettarsi, ma non poteva negare a sé stessa che in fondo avesse sempre continuato a sperare che esistesse una cura, e allora perché non tentare, tanto cosa aveva da perdere?
<< Va bene, accetto. >> Disse titubante.
<< Perfetto! Allora seguimi. >> Wuya volteggiò contenta, indicandole una direzione.
Camminarono a lungo, la Shùnxù pensò che probabilmente al tempio si erano già accorti della sua assenza da un pezzo, ma ormai erano arrivate; il luogo dove si trovavano era orribile e pieno di stalagmiti acuminati, sotto di loro scorreva la lava, rendendo l'ambiente a dir poco scottante, Ombra non si sarebbe mai aspettata di arrivare in un posto del genere, dove la stava portando?
<< Ecco, ci siamo quasi, dobbiamo solo andare là. >> Wuya le indicò uno spiazzo vicino ad una grotta a forma di una specie di teschio, al centro del lago di lava; per lei doveva essere uno scherzo raggiungerlo, essendo senza corpo, ma per la Shùnxù non era così facile, dovette usare il vento per farsi trasportare fin laggiù, e per più di una volta rischiò di finire bruciata, ma chi era così pazzo da vivere in un luogo del genere? si chiese Ombra mentre, insieme a Wuya, attraversava l'ingresso della caverna. Entrata, la ragazza rimase a bocca aperta, dolci fiumiciattoli scorrevano ai lati di quello che sembrava l'interno di un bellissimo castello; più avanti, al centro della sala era posizionato un alto trono, dove stava seduto un uomo ad occhi chiusi, come se stesse riposando, circondato da tigri e leoni. La strega le fece cenno di avvicinarsi, Ombra era intimorita da tanto sfarzo, ma continuò ad avanzare, da più vicina riuscì a vedere meglio la persona seduta, aveva dei lunghi capelli verdi e portava un'armatura molto particolare, all'improvviso  l'uomo aprì gli occhi, color dell'ambra, e la fissò << Tu! >> le disse, rabbuiandosi.



Ciao! Vorrei ringraziare tutti quelli che leggono la mia storia. Spero vi stia piacendo! :)

 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Il passato ***


Il medico uscì dalla piccola casetta, inspirò l'aria fredda d'inverno e si distese, il peggio era passato, il parto era una delle parti più difficili del suo lavoro, ma in quel periodo lo era ancora di più, da quando il grande saggio aveva predetto che l'Unico sarebbe nato in quel villaggio, molti curiosi si riunivano attorno al luogo dove sarebbe avvenuto il parto, e ciò rendeva il suo lavoro più stressante di quanto già non fosse.
Il medico fece passare lo sguardo su tutte le persone in attesa fuori dalla casa, per poi annunciare, con un tono di stanchezza nella voce: << È una bambina, ed è nata con il simbolo della tigre sulla fronte, è lei l'Unica. >> 
Un forte brusio scosse la folla, probabilmente la notizia sarebbe arrivata in poco tempo fino l'altra parte del mondo, le chiacchiere correvano veloci di quei tempi.
Dopo un po' la folla era quasi tutta sciamata, tra la gente era presente una piccola vecchietta, aveva un foulard lilla legato al collo e stava tornando verso casa borbottando tra sé, era gobba e zoppicava un poco, camminava aiutata da un bastone in legno di raffinata fattura, dalle sopracciglia corrugate e lo sguardo insistentemente a terra si poteva capire che era arrabbiata, anche se nessuno lo notò, il suo malumore era dovuto alla gelosia, infatti lei avrebbe voluto che il nipotino che stava per nascere tra poco fosse l'Unico, aveva sperato con tutto il cuore che la sua stirpe di nobili e potenti maghi e streghe fosse coronata dal grande onore che ciò avrebbe comportato, ma no, doveva arrivare quella bambinetta insulsa e rovinare tutto, oh ma si sarebbe vendicata, eccome se si sarebbe vendicata.
Era notte fonda, le stelle brillavano alte nel cielo, mostrandosi in tutta la loro bellezza, una cornacchia volava sotto quel manto di luci per entrare dalla finestra socchiusa della camera dove dormiva la bambina, si posò delicatamente sul pavimento e scosse le piccole ali nere, pian piano la sottile ombra dell'uccello si allungò ed allargò fino a mostrare la figura di una vecchia e raggrinzita signora; la strega si avvicinò silenziosamente alla culla della bambina, che dormiva sonni tranquilli tenendo stretta in una manina una coperta verde un po' usurata e rattoppata qua e là, la sua famiglia non doveva avere molte risorse economiche, pensò la vecchia mentre tirava fuori dalla sua giacchetta un borsellino, lo aprì e ne prese una fiala con un liquido bluastro al suo interno, lo stappò velocemente con le sue dita lunghe e secche, per immergerci un sottile coltellino d'argento che brillò alla luce della luna che penetrava dalla finestra della piccola e disadorna stanzetta; l'anziana si avvicinò ancora di più alle sbarre di legno della culla e si sporse sulla pargoletta, il respiro affannoso della strega sfiorava ormai i suoi capelli corvini, la bambina si agitò un poco, ma si tranquillizzò subito portando a sé la coperta, mentre la vecchia le accarezzava dolcemente la testolina, scrutandola, però, in modo rude e quasi infastidito; le afferrò delicatamente il mento e lo portò verso l'alto, mentre con la mano destra avvicinava il coltellino al collo della bambina, la punta esitò a un centimetro dalla pelle delicata, per poi incidere il primo lungo taglio che arrivò fino alla scapola, la fanciulla non si mosse, un incantesimo non le faceva percepire il dolore della lama che incideva lentamente la carne, la strega la sollevò per poi riabbassarla una seconda e infine una terza volta.
La vecchia ripose tutti gli accessori nel borsellino e diede un'ultima occhiata al lavoro svolto, le tre ferite stavano brillando di una luce blu, mentre il corpo della bambina assimilava la maledizione infertale, ci sarebbe voluto del tempo prima che si manifestassero i segni, ma ne sarebbe valsa la pena, per una fattura così potente.
La cornacchia si librò nell'aria fresca della notte molto soddisfatta del suo lavoro, mente dietro di lei le ferite sul collo dell'Unica diventavano delle cicatrici che avrebbero accompagnato la bambina per il resto della sua vita.


<< Ombra è ora di venire a tavola! >> 
la ragazzina si alzò dal pavimento di camera sua dove stava giocando con un orsacchiotto di pezza, per correre da sua madre che la stava chiamando; arrivata in cucina si sedette su una sedia e il suo volto si illuminò mentre la madre le metteva davanti una torta fatta a mano. 
<< Buon compleanno tesoro! Ancora non riesco a credere che tu oggi compia dieci anni. >> 
La donna sorrise alla figlia che si era tagliata con gran felicità una bella fetta di torta e se l'era messa nel piatto, sua madre si voltò dando la schiena alla bambina, non voleva farle vedere le lacrime che le scorrevano lungo il volto, ma non erano dovute solo alla gioia di vedere crescere sua figlia, in verità erano dovute al fatto che neanche quest'anno era riuscita a comprarle un regalo per la povertà in cui erano costrette a vivere, nonostante Ombra non le avesse fatto mai pesare di non ricevere mai nessun dono, la madre non poteva fare a meno di pensare che non stava dando ciò che avrebbe voluto alla sua unica figlia. 
Ombra finì di mangiare la sua fetta di torta mentre sua madre si ricomponeva e scese dalla sedia : << Mamma, visto che oggi è il mio compleanno posso rimanere alzata fino a tardi ? >> 
<< Per questa volta chiuderò un occhio, ma non troppo tardi, mi raccomando! >> 
Ombra si avvicinò a sua madre e l'abbracciò: << Grazie mamma. >> per poi correre via contenta. 
Arrivata in camera sua la ragazzina guardò fuori dalla finestra, ormai erano le dieci di sera e fuori pioveva insistentemente, decise di uscire in giardino e aperta la porta sul retro fu fuori, le gocce d' acqua si fermavano a qualche centimetro da lei per poi scorrere di lato e cadere a terra, Ombra prese un bicchiere di plastica che aveva lasciato in giardino poco prima e rientrò dentro casa, completamente asciutta; tornata in camera sua posizionò il bicchiere colmo d'acqua piovana per terra e gli si sedette vicino, si concentrò guadandolo fisso, il liquido cominciò a vibrare e poi si sollevò dal bicchiere, Ombra rise divertita, le piaceva passare le giornate a giocare con gli elementi, anche se la madre gliel'aveva impedito da quando aveva rischiato di bruciare l'intera casa; l'acqua cominciò a danzare davanti a lei formando dei piccoli ghirigori, si avvolse e si allungò leggiadramente per poi piombare nel bicchiere, la ragazzina sorrise, prese il bicchiere e bevve tutto d'un fiato. 
Era tardi e ormai Ombra era stata messa a letto, ma quella sera non riusciva proprio ad addormentarsi, si girò e rigirò, presa dalla frustrazione si alzò dal letto e non sapendo che fare si avvicinò alla finestra, appoggiò le braccia sul davanzale e guardò fuori, la luna splendeva alta nel cielo illuminando il piccolo villaggio con la sua fredda luce notturna, Ombra si avvicinò un po' di più al vetro per scrutare meglio fuori, facendolo appannare col suo respiro, in quel momento sentì un leggero fastidio alle cicatrici che la fece tornare alla realtà, se le sfiorò con la punta delle dita, da quanto si ricordasse ce le aveva sempre avute, ma non le avevano mai dato fastidio, le cicatrici cominciarono a formicolare, Ombra era confusa, le toccò, avevano cominciato a diventare calde, pian piano il formicolio sparì, ma subito dopo esplose un forte dolore che la costrinse carponi, si afferrò il collo disperata, la testa le girava mentre tutta la schiena le bruciava, sentì la colonna vertebrale cominciare ad allungarsi, cercò di rialzarsi ma le cedettero le ginocchia, cadendo a terra batté la testa sul pavimento e straziata dal dolore che la pervadeva vomitò ciò che lei credette fosse l'anima stessa, la forte fitta alle cicatrici scomparì di botto e la testa smise di pulsare, affannata riuscì ad aggrapparsi al letto e a sollevarsi, ansimando si guadò le gambe, fra di loro c'era una lunga coda nera che si muoveva convulsamente, Ombra appoggiò la fronte sulla coperta del letto e pianse, non capiva ciò che le stava accadendo, cercò di calmarsi, agitandosi avrebbe solo peggiorato la situazione, prese dei respiri profondi, il dolore che poco prima la pervadeva era scomparso lasciandole in regalo quella coda nera che non riusciva ancora a controllare, pensando che tutto fosse finito Ombra si rialzò dal letto, stava sperando che tutto fosse solo uno stupido sogno, quando tossì violentemente sputando sangue per terra e sul letto, si pulì la bocca con la manica del pigiama, forse l'unica cosa sensata da fare era andare a svegliare sua madre e chiederle che cosa stava accadendo, si avvicinò alla porta di camera sua e fece per afferrare la maniglia quando la vide, una piccola luce era comparsa su un suo dito, si avvicinò la mano al viso per guardarla meglio, era una lucetta azzurra, non bruciava, anzi, era quasi piacevole averla lì, a un certo punto la luce tremò e cominciò a diffondersi per tutta la mano, Ombra si spaventò a morte, urlando scosse violentemente il braccio per togliersela di dosso, ma quella continuò ad espandersi ricoprendole tutto il corpo, disperata non sapeva più cosa fare, si inginocchiò, mentre dei passi si avvicinavano a camera sua, evidentemente sua madre aveva sentito le urla e si era preoccupata, Ombra si allietò, sicuramente l'avrebbe aiutata e tutto ciò sarebbe finito, mente aspettava che sua madre la raggiungesse guardò dietro di sé, dove teneva lo specchio, ma stranamente non vide la solita se stessa che la guardava avvolta da quella stana luce, ciò che vide fu, sì, la luce, ma al centro non c'era lei, invece c'era un animale, una bestia nera che la stava fissando con i suoi stessi occhi blu, quando la luce scomparve nella stanza rimase solo quello stano essere, Ombra cercò di strofinarsi gli occhi, ma qualcosa glielo impedì, si guardò le mani per vedere di quale problema si trattasse e notò che le sue mani non erano più ciò che erano sempre state, al loro posto c'erano delle zampe nere, il pensiero che quella bestia che poco prima la stava fissando fosse proprio lei si fece largo strisciando come un serpente nella sua mente e la morse violentemente, risvegliandola da quel torpore attonito che fino a poco prima la invadeva, la porta di camera sua fu aperta facendo entrare in camera la madre con un espressione preoccupata sul volto, appena vide una pantera nera in camera di sua figlia circondata da sangue, non ci mise molto a pensare il peggio, cominciò a urlare e scappò correndo verso la cucina, Ombra avrebbe voluto dirle che era lei, sua figlia, ma l'unica cosa che riuscì a fare fu un ruggito che risuonò nella stanza, cosa poteva fare? Se fosse rimasta, sua madre sarebbe potuta morire di terrore, l'unica scelta che le rimaneva da fare era fuggire, andarsene da lì e vivere nella foresta come l'animale che era diventata, uscì da camera sua e cercò di scappare dal retro della casa, ma la porta ovviamente era chiusa e nelle sue condizioni non poteva aprirla, se fosse stata più lucida avrebbe trovato un'altro sistema per uscire, ma in quel momento non aveva tempo da perdere, cominciò a dare forti spallate alla porta, i colpi rimbombarono nella stanza finché la serratura cedette e lei poté finalmente andarsene, corse malamente su quattro zampe che non era abituata ad usare, attraversò il giardino ed entrò tra i fitti alberi del bosco vicino a casa sua, si fermò voltandosi a guardare per l'ultima volta la casa in cui era vissuta, sentì i lamenti della madre disperata, e poi fu avvolta dalle tenebre.


Stava correndo, sembrava che le sue zampe sfiorassero solo il terreno, il cuore pompava all'impazzata e i polmoni si riempivano dell'aria fredda della notte, davanti a lei la sua preda, ormai non aveva scampo, saltò per evitare delle radici che emergevano dal terreno e scartò di lato, c'era quasi, ormai era vicina, sempre più vicina, l'adrenalina le scorreva nel corpo, le pupille dilatate dall'eccitazione della caccia vedevano ogni cosa anche nella notte più scura, si preparò e balzò, a mezz'aria sfoderò i suoi artigli che andarono ad affondare nella carne della lepre, l'animale si accasciò a terra trattenuto e prima che potesse fare qualsiasi cosa la pantera le affondò i denti nel corpo per spezzarle l'osso del collo, almeno così non soffrirà più, penso Ombra mentre divorava affamata la lepre, ormai da cinque anni vagava libera fra i boschi, nutrendosi la notte; nonostante il giorno tornasse la ragazza di sempre aveva preferito rimanere a vivere nella foresta, in fondo anche da umana le rimaneva quella lunga coda nera che avrebbe fatto spaventare chiunque, e poi aveva paura che rimanendo la notte in un villaggio abitato avrebbe potuto aggredire qualcuno guidata dal suo istinto; in tutti quegli anni di viaggio senza meta non era tornata tra gli uomini quasi mai, però una volta, in un villaggio, era riuscita a rubare dei vestiti decenti che aveva poi indossato al posto del pigiama con cui era fuggita quella notte, i nuovi vestiti erano molto comodi, infatti il giorno la scaldavano e la notte non le creavano fastidio, infatti nella trasformazione sparivano, come inglobati dal suo pelo, per poi tornare appena si ritrasformava in umana. 
Quella notte era riuscita a procurarsi una preda abbastanza sostanziosa, si concentrò e dal terreno uscì dell'acqua limpida da cui bevve avidamente, era riuscita anche a migliorare le sue abilità nel domino degli elementi con cui era riuscita a sopravvivere in quel tempo; ristoratasi si arrampicò su un albero e si mise a dormire su un albero, i suoi ultimi pensieri andarono a sua madre, chissà come stava, se lo chiedeva quasi ogni giorno, poi sprofondò in un sonno agitato.
Si svegliò la mattina successiva, si stiracchiò e scese dall'albero, l'aria fredda del mattino la fece rabbrividire, si guardò un po' intorno, alti alberi la circondavano, gli uccelli canticchiavano l'arrivo della primavera, Ombra si scosse e cominciò a camminare, era da qualche settimana che si era stabilita in quella zona e ora sentiva il bisogno di spostarsi e cambiare aria.
Ormai era da ore che stava camminando, quando vide attaccato alla corteccia di un albero un grosso fiore rosso, si avvicinò per annusarlo, il suo dolce profumo la inebriò, ma improvvisamente sentì un rumore dietro di sé , si voltò, niente, non era la prima volta che un animale le faceva questo scherzo, ma quello era un rumore diverso, di un essere più pesante, possibile che ci fossero dei cinghiali o degli orsi in quella zona ? Eppure lei non ne aveva ancora incontrati; alzò le spalle e tornò a concentrarsi sul fiore, era proprio buono il suo profumo, le veniva voglia di mangiarlo, ma sapeva che il sapore sarebbe stato completamente diverso, ancora quel rumore, come di rami spostati, Ombra si voltò, ancora niente, decise di andarsene da lì, quei rumori la inquietavano, riprese a camminare, il rumore si fece più forte, Ombra aumentò la velocità, poi, come se avesse avvertito una presenza, si fermò e si voltò un'altra volta, solo alberi, il rumore svanì, la ragazza prese un respiro di sollievo, fece per riprendere il suo cammino quando sbatte la testa su qualcosa, frastornata guardò davanti a sé e vide un uomo, alto, ben piazzato, i capelli scuri rasi sulla testa, era vestito con una specie di tunica arancione, Ombra ne fu spaventata e incuriosita allo stesso tempo, gli uomini venivano di rado in quelle foreste e di solito erano cacciatori, ma quel tizio non sembrava un cacciatore; il nuovo venuto alzò una mano in segno di saluto ed esclamò : << Finalmente ti ho trovata Unica! >>.
<< Da anni ormai i monaci del mio tempio ti stanno cercando; quando andammo nel tuo villaggio ci dissero che eri misteriosamente scomparsa, forse morta, ma noi non perdemmo le speranze e cominciammo a mandare monaci scelti in giro per il mondo per trovarti, infine sono contento di aver avuto l'onore di essere riuscito a farlo. Quindi ora vorrei che tu riflettessi attentamente sulla mia proposta, vieni con me e sarai addestrata alla perfezione nelle arti marziali, vieni con me e non sarai giudicata per la tua maledizione, vieni con me e adempi al tuo destino. >>
Ombra non sapeva cosa dire, tornare alla civiltà dopo tutti quegli anni vissuti in solitudine la spaventava molto, aveva paura di mostrarsi, ma allo stesso tempo aveva sempre pensato che non sarebbe potuta vivere a quel modo per sempre, voleva tornare a provare quelle emozioni che si hanno solo in compagnia, l'amicizia, l'amore... 
E poi se la strada di tutti gli Unici nati  nei secoli era quello di addestrarsi nelle arti marziali, non vedeva perché  per lei sarebbe dovuto essere diverso.
<< Va bene, verrò con te. >>


Finalmente erano arrivati al grande tempio Rì delle arti Xiaolin, la struttura comprendeva vari ettari di terreno dove molti allievi, con addosso tuniche identiche, si stavano allenando seguendo rigidi schemi, varie statue raffiguranti animali sacri, fiori e piante molto ben curati adornavano la scena; appena entrati nell'edificio Ombra notò che era alquanto spoglio, evidentemente i monaci si riservavano una vita spartana, lontana dai piaceri materiali, ma possedendo solo il necessario, però sulle pareti erano appese molte tele raffiguranti battaglie o scene della quotidianità del luogo. 
Quasi nessuno fece caso al loro ingresso, l'uomo la portò in una sala appartata ancora più vuota delle precedenti e la pregò di aspettarlo, sarebbe andato a parlare con i vecchi saggi del suo ritrovamento e, ricevute disposizioni, sarebbe tornato da lei.
Mentre attendeva, Ombra si sedette sul pavimento e cominciò a fantasticare su come sarebbe stato vivere lì, forse era stata davvero una buona idea acconsentire a venire al tempio, lei lo sperava seriamente; la porta si aprì, e un uomo diverso dal suo accompagnatore entrò nella stanza.
<< Mi chiamo Lao, e d'ora in poi sarò il tuo maestro personale, così è stato deciso dai vecchi saggi, vieni, oggi ci dedicheremo alla visita di tutto il tempio e alla spiegazione del programma che ho intenzione di farti seguire, poi ti accompagnerò nelle tue stanze. >> .
<< E dopo cena ti recherai qui, in biblioteca, dove rimarrai per due ore che saranno dedicate allo studio, i primi tempi imparerai anche a conoscere il significato di essere l' Unica e tutte le leggende degli Unici vissuti prima di te. >> 
Lao si avvicinò ad uno scaffale e prese un tomo molto spesso che sembrava il più vecchio e rovinato fra tutti, lo poggiò su un tavolino di legno e lo aprì, uno sbuffo di polvere si sollevò dalle pagine ingiallite e lacere dell'antico tomo; in una delle prime pagine erano raffigurati lo Yin e lo Yang. 
<< Vedi, nonostante spesso si tenda a pensare all'Unico come essere buono, è successo più di una volta, nella storia dei tempi, che nascessero anche Unici malvagi; infatti sono divisi in due categorie, la prima ha nome Shùnxù, che ha significato di ordine, in cinese antico, invece la seconda ha nome di Hûnluàn, che vuol dire caos. >>
Lao passò un dito sullo Yang, mentre veniva scrutato dagli attenti occhi blu di Ombra, aveva ascoltato ogni cosa fino a quel momento in gran silenzio, ma adesso doveva sapere : << E io cosa sono? Shùnxù o Hûnluàn ? >>
Il monaco continuò a fissare le pagine del libro, quando si voltò verso la ragazza il suo sguardo era talmente intenso che Ombra, intimorita, fu costretta a volgere gli occhi in basso quasi vergognandosi di aver fatto quella domanda.
<< Alcuni pensano che ognuno di noi sia predestinato a essere o buono o cattivo, come se non esistesse scelta se non quella di seguire incondizionatamente il proprio destino, io invece penso che niente sia già scritto e che l'unico modo per giudicare una persona sia dalle sue azioni. 
Ma adesso basta. >> 
Lao chiuse il tomo e lo rimise al suo posto.
 << È tardi ed è il momento che io ti mostri i tuoi alloggi, sono separati dagli altri, più lontani, per sicurezza, con la maledizione che ti affligge la cautela non è mai troppa. >> 
Ombra sapeva che l'avrebbero allontanata la notte, ma era comunque loro grata per aver deciso di accoglierla nel tempio, anzi si sentiva felice di essere lì, tutte quelle novità le piacevano, l'addestramento che Lao aveva in serbo per lei era davvero duro, l'unica cosa che sperava era di riuscire a essere una buona allieva.


L' Unica si avviò lungo il vialetto alberato che percorreva ogni mattina, il sole aveva appena cominciato a sorgere, diffondendo una piacevole luce che faceva brillare dei colori dell'arcobaleno le gocce di rugiada, accoccolate sulle foglie degli alberi; arrivata al solito spiazzo, vide il suo maestro in meditazione e gli si avvicinò inchinandosi al suo cospetto, aspettò che, come sempre, lui si alzasse, ma questa volta non successe, lui non si alzò e l'allenamento non cominciò, Lao rimase fermo e la scrutò. 
<< Guardati, come sei cresciuta, mi ricordo che quando arrivasti qui il primo giorno sembravi una bestiolina selvatica, non più abituata a vivere tra gli uomini, invece ora hai ventidue anni e ormai sei una donna. >> 
Lao prese un respiro, sorridendo gentilmente.
<< Cosa intende dire, maestro? >> 
Ombra sollevò un sopracciglio, non capiva, perché le stava dicendo quelle cose?
<< Ciò che voglio dire è che ormai l'alieva ha superato il maestro, io non ho più niente da insegnarti, l'intero tempio Rì non ha più niente da insegnarti, l'ultima cosa che ti resta da fare è imparare a dominare al meglio i quattro elementi e questo non è il posto adatto, l'unico uomo in grado di aiutarti è il maestro Fung, che vive in un lontano tempio Xiaolin. >> 
La ragazza si dispiacque di quelle parole, le piaceva vivere lì, si sentiva accettata per quello che era, ma non solo, adesso aveva anche qualche amico e le sarebbe spiaciuto lasciarlo, voleva bene anche al suo maestro, nonostante la sua severità e rigidezza era sempre stato al suo fianco a sostenerla, e le sarebbero mancati i consigli degli anziani saggi, per non parlare della biblioteca e dei suoi libri polverosi, non si sarebbe più potuta addormentare su di loro;  quasi le scappò una lacrima a sentire quel discorso.
<< Domani il nostro drago, Ender, ti accompagnerà al nuovo tempio, il viaggio durerà più o meno quattro giorni. >>
<< Grazie maestro, ma non penso che andrò direttamente in quel luogo, prima ho bisogno di viaggiare per il mondo, voglio sapere se alla mia maledizione c'è una cura, poi mi dirigerò là. >>
Lao la guardò accigliato, avevano fatto quel discorso decine di volte, ma Ombra era proprio una testona, nonostante le avesse detto più volte che non c'erano speranze, lei continuava a voler cercare una cura, eppure ormai conviveva perfettamente con la maledizione, e allora perché accanirsi tanto? Lao da un po' sospettava che fosse per via del ricordo del dolore che aveva provato sua madre a vederla trasformata, ma erano solo supposizioni.
<< Sai, il maestro Fung potrebbe aiutarti anche in questo, so per certo che sa come fare a farti controllare la tua mutazione la notte, non sarebbe una guarigione totale, ma è già qualcosa. >>
<< Grazie, ma in ogni caso preferisco aspettare prima di chiudermi nuovamente in un altro tempio, sento di aver bisogno di un po' di libertà. >>
Lao sospirò, aveva come la sensazione che volesse fare di testa sua.
<< Come vuoi, io posso solo augurati buona fortuna e darti il titolo più alto che mi è permesso concederti: Shùnxù. >>
Ombra sorrise, si abbassò e, per la prima volta dopo tutti quegli anni, abbracciò il suo maestro.


Da due mesi ormai Ombra vagava tra le grandi foreste del mondo, prima di partire si era comprata dei comodi vestiti, tra cui un poncho con cappuccio che le era piaciuto a prima vista, sui pantaloni aveva dovuto applicare un foro per far passare la coda, altrimenti scomoda; aveva comprato anche uno zainetto in cui aveva riposto il necessario, tra cui bussola e varie cartine geografiche in cui aveva segnato i luoghi che intendeva visitare e la sua ultima meta, il tempio del maestro Fung.
Ormai era quasi arrivata, la tappa era una biblioteca che aveva avuto i suoi anni d'oro molti secoli fa, ma ormai era un luogo dimenticato da Dio, in mezzo a una giungla selvaggia, nessuno ci si avventurava più; in lontananza Ombra vide la figura di un edificio ormai in decadenza, si avvicinò quasi correndo, ma a una decina di metri si bloccò di colpo, non mancava molto alla sua trasformazione, se fosse successo mente gli abitanti di quel luogo la guardavano l'avrebbero scacciata terrorizzati, quindi decise di rimanere lì la notte, ma mentre formulava quei pensieri sentì delle voci: << Glielo assicuro, l'unico che vive in questo luogo sono io. >>
<< Tu menti! Dimmi dov'è e forse deciderò di non bruciare l'intero edificio. >>
<< Ma è la verità, qui non ci sono draghi. >> 
L'ultima voce sembrava quella di un vecchio disperato; Ombra rimase immobile, avvolta nell'oscurità, attorno a lei solo fitta boscaglia, cercò di regolare il suo respiro, reso veloce dall'agitazione del momento, cosa fare? In verità aveva già deciso, cominciò ad avanzare silenziosamente, finché non scorse l'ampio prato davanti alla biblioteca, rimase nascosta dietro ad un albero mentre fissava i due uomini che stavano parlando, il più giovane aveva dei lunghi capelli verdi ed era vestito con un armatura scintillante, stava chiaramente minacciando la seconda persona, un vecchio inginocchiato a terra, che pregava pietà : << La scongiuro, risparmi la mia casa, non le nasconderei mai niente! >>
<< Le tue bugie mi disgustano, ma ti darò una possibilità, prima di bruciare questo luogo per stanare quella lucertola, mi volterò, e se riuscirai a toccami anche solo una volta, lo lascerò intatto. >> 
Si girò, sorridendo tra sé, non amava vincere facile, ma inaspettatamente un forte colpo lo raggiunse al centro della schiena sbalzandolo lontano, prima di cadere poggiò le mani a terra riuscendo a saltare e a voltarsi, quel vecchio non poteva essere così veloce e silenzioso, infatti affianco all'uomo inginocchiato era presente una figura incappucciata, in posizione di attacco. La figura abbandonò la posizione e aiutò il vecchio a rialzarsi, facendogli segno di allontanarsi, poi si voltò verso di lui.
<< Complimenti, sei riuscito a colpirmi mentre ero di spalle con la difesa abbassata, ma ora ci riuscirai di nuovo? >>
In tutta risposta l'incappucciato assunse la posizione di difesa, come ad invitarlo a colpirlo, l'uomo in armatura non se lo fece ripetere due volte, cominciò ad attaccarlo, senza riuscire a mandare un colpo a segno, si separarono.
<< Beh, che dire, non mi aspettavo di incontrare un combattente di questo livello in questa landa desolata, ma ora basta scherzare, fammi vedere cosa sai fare, colpiscimi! >> 
L'incappucciato non si mosse, continuava a tenere la posizione di difesa.
<< Come vuoi, allora. >>
L'uomo si avventò di nuovo su Ombra, che riuscì a parare ogni attacco, mentre la stava bombardando di pugni le urlò di nuovo : << Colpiscimi! >>
Esasperata Ombra riuscì a respingere il suo attacco allargandogli le braccia e riuscendo ad abbassare la sua difesa per pochi secondi, ma quel tempo bastò, avvicinò la mano destra al suo viso, ma invece di colpirlo si bloccò, e con le dita gli diede una bicellata sul naso. 
I due combattenti si distanziarono, all'uomo fu subito chiaro che, se avesse voluto, lo straniero gli avrebbe potuto rompere il naso, si stava solo divertendo con lui, questo lo irritò, ma fu anche colpito dalla bravura del suo avversario, decise quindi di inchinarsi, notando così per la prima vota la lunga coda nera che si muoveva placida al fianco del proprietario.
<< Trovare un avversario mio pari non è facile, per questo ho deciso di risparmiare il luogo che ti sta tanto a cuore, ma adesso dimmi, qual'è il tuo nome? >>
Ombra abbassò la guardia, non era sicura di potersi rivelare, ma qualcosa decise per lei, una luce azzurra aveva cominciato ad avvolgerla, prima che l'uomo in armatura potesse ricevere una risposta o semplicemente fare qualcosa, lei corse via e si tuffò per entrare nella foresta, a metà del salto si trasformò mostrandosi come pantera all'uomo che la stava osservando allibito; tra gli alberi l'animale si scrollò un attimo, per poi continuare la sua corsa.

Solo dopo due anni Ombra raggiunse la sua meta finale, il tempio del maestro Fung. 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Crolli e persecuzioni ***


Chase si alzò dal suo trono nero e si avvicinò, i suoi passi risuonarono nell'immenso salone, accompagnati solo dal mellifluo gorgoglìo dei fiumiciattoli che scorrevano lì accanto, quando fu abbastanza vicino osservò attentamente Ombra, soffermandosi in particolare sulla coda e sulle cicatrici.
<< Sei proprio tu, il guerriero che affrontai quella sera, finalmente ci rincontriamo, era da tanto che aspettavo questo momento. >>
Wuya guardò prima l'uno e poi l'altro, confusa : << Voi...vi conoscete? >>
<< Non proprio >> rispose Chase, << diciamo che abbiamo avuto un piccolo scontro qualche anno fa. >>
All'inizio Ombra aveva avuto delle difficoltà a ricordarsi di lui, ma poi gli era tornato tutto alla memoria, l'uomo dai capelli verdi che aveva minacciato quel povero vecchio, la grinta e la bravura che aveva mostrato nel combatterla, e ora per uno strano scherzo del destino era a chiede aiuto proprio a lui, ma se lo avesse saputo non avrebbe mai accettato, gli era da subito parso un uomo crudele e spietato e ora non poteva che esserne certa, quasi le veniva voglia di prendere e andarsene senza dire una parola, ma ormai era tardi.
Chase le rivolse uno sguardo.
<< Cosa ci fai qui, in compagnia di questa strega? E poi non ho ancora avuto il piacere di conoscere il tuo nome. >>
<< Mi chiamo Ombra, e sono... >>
Prima che potesse finire di rispondere, Wuya si avvicinò al volto dell'uomo e fissandolo con i suoi grandi occhi gialli gli disse: << Hai davanti a te la Shùnxù. >> un sorriso obliquo si dipinse sulle sue labbra. 
Chase alzò le sopracciglia: << Ah si? Ora capisco. >> si voltò dando le spalle alle due ospiti. 
<< Ecco spiegato il tuo talento in combattimento, e il tuo desiderio sfrenato di aiutare il prossimo, chiunque esso sia. >>
Chissà perché, ma qualcosa le disse che quest'ultima affermazione non voleva essere un complimento.
La strega volteggiò in aria, le sfuggì un risolino.
<< Ora ti è chiaro, vero? Beh, ma lei è qui per un motivo, vorrebbe sapere se il grande Chase Young è capace di guarirla da quella terribile maledizione che l'affligge, l'avrai sicuramente notata; le ho suggerito io di venire qui, proprio perché so che tu maledici allo stesso modo i guerrieri che riesci a sconfiggere. >>
Wuya indicò le tigri che sonnecchiavano placide accanto al trono di Chase.
L'uomo reclinò la testa.
<< Sei stata sciocca, strega, la maledizione che lega questi guerrieri a me è completamente diversa da quella che tormenta Ombra, la sua è molto più potente e antica, non credo esista al mondo uomo o tomo magico capace di scioglierla.
Non è da te confondere due sortilegi così diversi, Wuya, me ne domando il motivo. >> 
Alla notizia che tutti quei felini che li circondavano in realtà erano uomini, Ombra si sconvolse, li guardò e provò compassione, in un certo senso erano simili, forse la loro condizione era persino peggiore, privati anche della libertà, si voltò verso Chase, guardandolo con una certa aria di sfida negli occhi.
<< Che tu fossi crudele l'avevo capito anni fa, ma non credevo fossi addirittura un mostro. >>
Lui tornò a osservarla, quasi stupito, per poi scoppiare in una risata amara.
<< Sono un mostro più di quanto tu possa immaginare, ma non è il momento di parlarne; ora non mi interessa altro che la rivincita, voglio mostrarti il mio vero talento in battaglia. >> 
Ombra era pronta a combattere, non aveva nessuna paura nonostante avvertisse l'incredibile forza che l'aura di quell'uomo emetteva, ma prima che potesse accadere qualsiasi cosa Wuya si intromise allarmata, si avvicinò all'orecchio di Chase e sussurrò: << Aspetta, fermo, ho promesso alla ragazza che non avrebbe subito la ben che minima conseguenza, e ho bisogno che lei si fidi di me, almeno in parte, per attuare un piano che la porterà dalla parte del male. >>
Chase portò gli occhi al cielo, normalmente si sarebbe limitato a zittire il fantasma, ma questa volta ciò che gli aveva detto stava stuzzicando il suo interesse.
Si rivolse a Ombra: << Per questa volta ti lascerò andare, ma sappi che non finisce qui. >>
L'uomo in armatura si allontanò dalla Shùnxù, rimasta un po' interdetta dall'improvviso cambiamento di idee di Chase, cosa gli aveva detto Wuya?
Uscita da quello strano castello, la strega violacea le si affiancò.
<< Mi dispiace che sia finita così. >>
Ombra la guardò, non pensava che sarebbe riuscita ad andarsene da lì illesa, invece Wuya questa volta era stata sincera, forse non era così malvagia, dopotutto. 
<< Non ti preoccupare, immaginavo che non esistesse una cura, grazie lo stesso. Sarà ora che torni al tempio, il maestro Fung mi striglierà sicuramente per essermene andata via. >>
<< Ok, beh, se non ti dispiace io non ti accompagno, ho ancora delle faccende da sbrigare. >>
Wuya la abbandonò per tornare indietro, per tornare da Chase.
<< Allora, Wuya, dimmi, perché l'hai portata da me? >>
L'uomo era seduto sul suo alto trono e accarezzava la testa di una delle sue tigri.
<< Pensavo che se non te l'avessi mostrata, non avresti mai creduto che avessi trovato l'Unica, volevo farti sentire l'odore del suo potere, ora è forte dentro di lei, e sta crescendo sempre di più! >>
<< Su questo hai ragione, quando la incontrai, due anni fa, il suo potere non era così sviluppato e non ne avvertii la traccia, invece adesso, quasi riesco a... a vedere la sua anima. >> stese davanti a se una mano, come a volerla toccare, ma la ritrasse subito, stringendo il vuoto. << Ma è troppo, maledettamente, bianca, ormai è la Shùnxù, non potrà passare alle nostre schiere, lo sai. >>
Wuya sogghignò.
<< E invece è qui che ti sbagli, come ti ho detto prima, io ho un piano; però avevo bisogno di una mente astuta come la tua per metterlo in pratica, non potevo mica chiederlo a Jack... >>
Pronunciò il suo nome quasi nauseata, mentre il signore del male sorrideva compiaciuto, aveva provato una strana attrazione per quella ragazza, e non vedeva l'ora di averla dalla sua parte.


Ombra tornò al tempio che il sole stava tramontando, appena la vide, il maestro Fung non le chiese neanche dove era andata, la sgridò e la punì, per due settimane avrebbe dovuto lavare tutti i piatti da sola e fare il doppio turno di guardia alla cripta prima di andare da lui per i soliti allenamenti notturni; la Shùnxù non protestò, il maestro aveva ragione, era stata un'incosciente e un'avventata, ora doveva pagarne le conseguenze.
Stava finendo di lavare i piatti in cucina, sfregava quei dischi bianchi con decisione, soffermandosi ogni tanto a giocare con le bolle di sapone e facendo scoppiare con la punta dell'indice quelle che si sollevavano leggere; delle voci confuse alle sue spalle l'avvisarono che i suoi compagni la stavano per raggiungere.
<< Ora ci devi dire dove sei finita. >>
Le chiese Kimiko, quasi preoccupata.
<< Mi sono solo persa nel bosco qui vicino, ho voluto addentrarmi in profondità ed ho smarrito la via, niente di ché ragazzi, tranquilli. >>
Non riuscì neanche a guardarli mentre mentiva, tenne gli occhi fissi sui piatti che aveva davanti, la verità era che si vergognava di essersi fatta tentare dalla parte del male, quindi preferì non rivelare nulla.
Raimundo sorrise divertito.
<< Beh almeno niente piatti da lavare per noi per due intere settimane, evvai ! >>
Kimiko gli tirò una gomitata nello stomaco.
<< Aio! Ma che... Oh, hai ragione, scusami Ombra. >>
La Shùnxù si fece una risata, anche se notò di sottecchi che Omi la guardava sospettoso.
Seduta sui gradini della cripta a gambe distese, Ombra rifletteva sull'incontro che ormai era avvenuto già qualche giorno fa, inspirò l'aria notturna distraendosi per un attimo ad ascoltare il cicaleccio proveniente dagli alberi vicini, che tanto le ricordava le notti passate a dormire all'aperto di non molto tempo fa, poi pensò al suo maestro, chissà se sarebbe stato ancora fiero di lei dopo aver tentato di usare la strada sbagliata per poi mentire ai suoi compagni, si morse il labbro e sospirò, ormai quel che era fatto era fatto, non si poteva tornare indietro.
Improvvisamente sentì un leggero scricchiolio, Ombra si alzò in piedi acuendo i suoi sensi per capire da dove fosse arrivato quel suono, notò un albero davanti a lei, si avvicinò e avvertì la presenza di qualcuno, no, non era più lì, si era spostato, ora era di fianco, si voltò a destra, no, si era mosso un'altra volta, Ombra si guardò intorno, confusa, era troppo svelto, non riusciva ad individuarlo, sembrava essere ovunque e da nessuna parte insieme, la ragazza chiuse gli occhi e si concentrò solo sull'udito, per un attimo le sembrò che un ciclone la circondasse da quanto era veloce l'intruso, poi tutto cessò, ora sentiva con chiarezza la sua posizione, era davanti a lei, aprì gli occhi, a pochi centimetri di distanza dal suo naso vide Chase Young che sorrideva sornione, d'istinto Ombra indietreggiò.
<< Perché sei qui? >> la voce le tremò.
<< Non ti preoccupare, non voglio farti del male, per il momento. >>
Chase allargò il suo sorriso, Ombra sentì l'agitazione stringerle la gola, ma si costrinse a calmarsi.
<< Che cosa vuoi, allora? >> l'attimo di panico che poco prima l'aveva pervasa ora era scomparso, lasciando il posto a un certo fastidio per quell'apparizione improvvisa.
Un braciere accanto a loro scoppiettò, mosso dal vento, e sparse cenere ardente nell'aria che fluttuò leggera, scaldando l'ambiente.
Chase sospirò rilassato.
<< Volere, volere...cos'è, in fondo, se non la causa prima per cui il mondo si muove? Tutti noi abbiamo bisogno di un obbiettivo, qualcosa a cui anelare, forse è per questo che ogni tanto ci appare di sfuggita la sensazione che la nostra vita abbia un significato, ma purtroppo comincio a pensare che sia un'impressione totalmente effimera. >>
L'Unica alzò un sopracciglio, spiazzata.
<< Mi stai dicendo che hai intenzione di abbandonare ogni tuo scopo malvagio? >>  la ragazza sapeva bene che la sua era una domanda ingenua, ma non poté fare a meno di provare a domandarglielo.
<< Oh no, mi sarebbe impossibile, abbandonare il proprio scopo, per quanto futile, sarebbe come lasciarsi morire. >> 
Chase abbassò lo sguardo, sembrando per un istante molto più vecchio e stanco, ma si riprese subito, sfolgorante di vita nuova, ciò lasciò di stucco Ombra, non sapeva proprio cosa pensare di lui, ogni tanto appariva come l'essere più spietato, altre volte come un'anima in pena, solo in cerca di pace interiore, ciò la destabilizzava, facendo nascere in lei emozioni contrastanti che la confondevano.
<< In ogni caso >> riprese lui deciso, con una nuova luce che gli illuminava il volto << è proprio perché penso di aver trovato qualcuno degno di battersi con me che sono qui, sei la sola che in tutti questi anni si sia dimostrata abile quanto il sottoscritto nel combattimento e quindi mi sono scomodato per ricordarti una cosa. >>
Chase si avvicinò di nuovo a lei a grandi falcate, con le braccia conserte dietro la schiena, i suoi occhi ambrati brillavano.
<< Forse non oggi, forse non domani, ma un giorno ci scontreremo di nuovo, prendila come una promessa. >>
Ombra sussultò, mentre l'uomo in armatura scompariva nella notte, si era messa davvero in un bel guaio, per quanto tempo l'avrebbe perseguitata? Cavoli, ci mancava solo quella.
Si riscosse dai suoi pensieri, sarebbe già dovuta essere dal maestro Fung per il suo solito allenamento, mentre percorreva la strada di corsa, mutò, come al solito, in una pantera, arrivata al luogo dell'appuntamento trovò un maestro molto accigliato che la fulminò con lo sguardo.
<< I ritardi non sono concessi signorina, ciò che il miglioramento richiede è perseveranza e dedizione. Su cominciamo. >>
Purtroppo il suo allenamento andò di male in peggio, finché non crollò esausta.
Fung sospirò paziente : << Questa notte sembra che tu abbia proprio la testa altrove, è inutile continuare a provare, ma ho fiducia in te, provaci per un' ultima volta, ricorda, libera la mente da ogni pensiero, dimentica quello che sei, e riuscirai nell'impresa. >>
Ombra lo guardò, non voleva deludere ancora Fung, prese il coraggio a due mani, questa volta doveva farcela, si sedette composta, chiuse gli occhi e si concentrò, all'inizio l'angoscia la pervase, il panico le avvolse il cuore, stava per cedere, combattere la fredda maledizione radicata dentro di lei era davvero difficile, ma poi, come una visione, il volto di sua madre che sorrideva felice le apparve, da quanto tempo che non pensava a lei,  poi riuscì a vedere anche il maestro Lao che con gli occhi pieni di orgoglio le diceva addio, Ombra si placò, una sensazione di calore la pervase, ora riusciva a scorgere anche Omi, Kimiko, Raimundo e Clay che la accoglievano nelle loro vite come una compagna, un'amica; adesso Ombra era sicura di riuscirci, sgomberò la mente, lasciò spazio solo al vuoto, ora non era più lei, era una spina di un cactus nel deserto, era una goccia nel mare, era la più alta montagna, era un fiore nei campi infiniti, era la quercia più vecchia della foresta, era pura armonia, non era più niente, e al contempo era tutto, finalmente tornò in sé, riaprì gli occhi, ce l'aveva fatta, era tornata umana, il maestro Fung la guardava sorridente. 
<< Credo che non smetterai mai di sorprendermi, ora va a dormire, ne hai bisogno. >>
Il giorno dopo gli allenamenti ripresero regolarmente, mentre nelle giornate precedenti Ombra non aveva quasi mai parlato con nessuno, quella mattina le era tornato il buon umore grazie agli ultimi fatti avvenuti quella notte, infatti lo raccontò allegra a Omi, Kimiko, Clay e Raimundo che si complimentarono con lei, ma mentre ne discutevano un draghetto agitato li interruppe.
<< Ragazzi! Un nuovo Shen Gon Wu si è rivelato! Si chiama Topo Odoku.
Affrettiamoci, il viaggio sarà lungo. >>
I ragazzi salirono elettrizzati sulla schiena di Dojo, era da un po' che non entravano in azione e non vedevano l'ora di ritornare in gioco.
Dopo qualche ora di viaggio il drago atterrò in una prateria.
<< Purtroppo siamo solo a metà del nostro cammino. >>
I monaci si guardarono con un espressione nauseata, la notizia di non essere ancora arrivati non li entusiasmava.
<< Quindi ora che si fa? >> chiese Kimiko.
<< Si scende. >> rispose Dojo, indicando una grotta poco più in là.
<< Bisogna andare molto vicini al centro della terra per recuperare il topo Odoku. >>
Poco dopo essere entrati nella grotta si accorsero che un forte odore di zolfo impregnava l'ambiente, e scendendo sempre più dei fumi cominciarono a fuoriuscire da fori nelle pareti, che fecero lacrimare gli occhi dei ragazzi.
Una volta usciti dal tunnel, si ritrovarono in un ampio ambiente sospeso sulla lava. 
<< Dovrebbe trovarsi qui. Da qualche parte. >>
Dojo si guardò in giro, con occhi attenti, ma mentre i monaci perlustravano la zona uno scossone improvviso fece tremare la terra sotto i loro piedi, cinque robot a forma di vermi giganti sbucarono fuori da una parete e tra di loro l'immancabile Jack Spicer fece la sua comparsa. 
<< Salve a tutti gente, vi mancavo? Vedo che ci siete tutti, schiappe, Ombra. >>
La ragazza ricambiò il saluto con un gesto del capo.
<< Mi dispiace, ma non posso intrattenermi per molto, ho altre faccende da sbrigare. >>
<< Sbruffone come al solito, Jack. >> ringhiò Clay.
<< Vermi-bot, all'attacco! >>
I cinque robot si scagliarono a gran velocità contro i monaci, ma prima che potessero raggiungerli una folata di vento, creata da un movimento della Shùnxù, li spazzò via, facendoli cadere nel magma.
A Jack si gonfiarono gli occhi a palloncino, si vedeva che si stava trattenendo dallo scoppiare a piangere.
<< Mi dispiace per te, caro Spicer, ma hai appena subito un'altra umiliazione. >> gli rinfacciò Omi, contento, ma un'altra scossa interruppe il loro discorso.
Raimundo si guardò attorno allarmato : << Credo proprio che i tuoi stupidi vermi, forando il terreno per raggiungerci, abbiano reso instabile questo posto. >>
Pezzi di soffitto caddero, rischiando di schiacciarli, anche una parete accanto a loro crollò, rivelando finalmente lo Shen Gong Wu, ma prima che potessero cantar vittoria, tre enormi ragni uscirono dalla grotta che si era formata.
<< Ragni giganti?! Credevo fossero solo una leggenda. >> Omi e i suoi compagni erano sbalorditi, ma le urla del drago li riportò alla realtà.
<< Qui crolla tutto! Ritirata! >> Dojo si ingrandì e li raccolse tutti, per scappare fuori dalla caverna.
Quando furono tornati al tempio il maestro Fung li raggiunse con un espressione sconvolta sul viso.
<< La situazione è molto grave, ragazzi. Non so cosa sia successo, ma qualcuno deve aver liberato i ragni giganti, questi ultimi sono dei consumatori, mangiano qualsiasi cosa, persino la terra stessa, e non si fermeranno finché non avranno divorato ogni cosa. Avete recuperato il topo Odoku? Esso è fondamentale per far tornare la pace. >>
I monaci guardarono per terra, un po' imbarazzati.
<< Ecco... >> cominciò Clay, torcendosi le mani << Purtroppo c'è stato qualche piccolo problema e... >>
<< Non voglio sentire altro. >> lo interruppe Fung << Domani mattina, all'alba, partirete nuovamente alla ricerca dello Shen Gong Wu, ne va della salvezza del pianeta. >>
 

Il giorni dopo, mentre viaggiavano sulla schiena del dragone, dall'alto notarono che in molte zone si erano formati miriadi di grandi buchi nel terreno, da dove fuoriuscivano ragni giganteschi.
<< Che schifo. >> commentò Kimiko.
Omi le diede ragione, aggiungendo:<< Dobbiamo assolutamente riparare al nostro errore e non abbiamo un'ora da perdere. >> 
<< Semmai, un minuto da perdere. >> lo corresse la ragazza.
Il piccolo monaco alzò le spalle.
<< Il tempo è relativo. >>
Tornarono, quindi, al centro della terra, dove però ciò che era franato ora occupava metà dello spiazzo.
<< Ottimo, adesso sarà ancora più difficile trovare quel maledetto topo. >> si lamentò Raimundo.
<< Spera di non incontrare quei ragni, invece. >> disse Kimiko.
Cominciarono a cercare, quando il cumulo di macerie tremò violentemente, una punta d'acciaio squarciò il terreno seguita dalla macchina scavatrice di Jack, che si fermò poco distante dai monaci, ne discese Spicer trionfante, con in mano lo Shen Gong Wu.
<< Stavate cercando questo? >> sghignazzò.
Dietro di lui apparvero Wuya e Chase Young.
All'entrata in scena di quest'ultimo Ombra si mise una mano sul volto, disperata, era l'ultima persona che avrebbe voluto vedere in quel momento.
<< Smettila di gongolare e usa lo Shen Gong Wu! >> sbraitò Wuya.
<< Si, si, stai calma. >> Jack alzò al cielo l'oggetto che teneva in mano, prese fiato, ma prima che riuscisse a dire qualsiasi cosa, vide sopra di sé due enormi ragni e con un grido acutissimo lanciò lontano il topo Odoku gettandosi tremante fra le braccia di Omi. Sia Ombra che Chase corsero in contemporanea verso il luogo dove sarebbe caduto lo Shen Gong Wu, saltarono, la Shùnxù allungò un braccio e le sue dita sfiorarono l'oggetto, ma prima che potesse afferrarlo un forte urto la fece crollare a terra, rotolando aggrappata a ciò che l'aveva colpita; quando finalmente si fermò la testa le girava ancora, stordita riaprì gli occhi, trovandosi abbracciata a Chase Young che la fissava immobile, quasi fosse stato ipnotizzato, lei si staccò subito, imbarazzata, prese fiato e, sentendosi meglio, si rialzò; guardò intorno a sé alla ricerca dei suoi amici, ma non riuscì a scorgere niente, se non macerie.
<< È inutile, un crollo ci ha separati dagli altri e lo Shen Gong Wu è perduto. >> disse Chase, che nel frattempo si era riscosso, alzandosi da terra.
<< Perfetto, davvero perfetto! >> esclamò sarcastica Ombra, dando un calcio alla parete di pietra, per un attimo pensò di spostarla usando il potere della Terra, ma probabilmente avrebbe solo reso il posto ancora più instabile, provocando altre frane e cedimenti, era meglio non rischiare.
<< Direi che l'unica cosa sensata da fare è collaborare, il nostro nemico é comune, unendo le nostre forze potremmo fermare l'avanzata dei ragni. >> disse l'uomo dai capelli verdi, con una tranquillità quasi disarmante. 
<< E come? Per riparare al nostro errore dovevamo recuperare il topo Odoku, senza non saprei neanche cosa fare. >>  Ombra portò le mani ai fianchi, preoccupata.
<< Intanto pensiamo a raggiungere il resto del gruppo, qui c'è un passaggio, seguimi. >> 
I due entrarono in una galleria buia, scendendo sempre più nel ventre del mondo, la Shùnxù accese una fiammella sulla punta di un dito per fare un po' di luce.
Mentre camminavano a Ombra venne in mente un'idea, era indecisa se discuterne o meno con il suo inusuale accompagnatore, ma non vedendo niente di meglio da fare gliene parlò.
<< Sai, stavo pensando, infondo sono solo ragni, e se non mi sbaglio dovrebbero prendere ordini da una specie di regina, no? Quindi basterebbe sbarazzarci di lei e delle uova e dovremmo riuscire a fermarli. >>
L'uomo in armatura ci pensò su, facendo vagare lo sguardo nel oscurità davanti a loro.
<< Non è una cattiva idea, peccato che per ora non conosciamo l'ubicazione esatta della regina, e anche se la trovassimo non penso sarà facile abbatterla. >>
Ombra storse la bocca, Chase aveva ragione, fissò la fiammella sul suo dito, un po' abbattuta, ma nel rosso vivo del fuoco Ombra vide un buon modo per affrontare il più grosso ragno mai esistito.
Immersi in quell'ambiente soffocante avanzavano fianco a fianco, come se si conoscessero da una vita, entrambi accomunati da un destino che gravava sulle loro spalle per certi aspetti simile, tanto vicini quanto distanti l'uno dall'altra. 
Un improvviso mugolio li fece fermare.
<< C'è qualcuno? >> chiese la ragazza, facendosi avanti.
<< O-Ombra? Sei tu?  >> piagnucolò la voce, da un piccolo masso fuoriuscì Dojo, terrorizzato, che, però, non appena la vide saltò di gioia e la abbracciò arrotolandosi attorno al suo collo.
<< Dojo! Sono contenta di vederti sano e salvo, ma gli altri dove sono? >> 
A quel pensiero il draghetto rabbrividì e sgranò gli occhi.
<< Sono stati i ragni! I ragni li hanno presi e li hanno portati... >>
<< Dove? >> intervenne Chase.
Notandolo per la prima volta Dojo si spaventò maggiormente e si strinse più stretto attorno a Ombra.
<< Che ci fai con questo tipo, Ombra? Non sai che è pericoloso? >>
La Shùnxù gli carezzò la testolina squamata cercando di tranquillizzarlo.
<< Non ti preoccupare, abbiamo stretto un'alleanza momentanea, ma ora dimmelo, dove li hanno portati? >>
<< Al nido! >>


Davanti a loro un piccolo lago d'acqua limpida ospitava al suo centro una rilucente città bianca, i palazzi di marmo del color della neve, ora mezzo diroccati, mostravano ormai solo in parte lo sfarzo e la bellezza che secoli fa dovevano aleggiare in quel luogo, il tempo non è stato clemente, divorando fontane, statue e case che adornavano i grandi viali che adesso si presentavano colmi solo di polvere e rocce, nonostante questo però, lo spettacolo che si mostrava lasciava ancora gli osservatori a bocca aperta e pieni di ammirazione verso il popolo che doveva aver costruito quel luogo.
Dojo indicò una grande galleria scavata proprio vicino a quella città incantata, la imboccarono senza esitazione. 
Si muovevano silenziosamente, ma appena svoltarono un angolo dieci ragni giganti li colsero di sorpresa circondandoli, Chase e Ombra si diedero un occhiata, non ci fu bisogno di parole, l'uno intese subito l'altro, si misero schiena a schiena combattendo come se fossero stati una singola persona, completandosi a vicenda; abbatterono tutti gli avversari, rimanendo quasi senza fiato.
<< Ancora una volta hai dimostrato di essere alla mia altezza. Se solo volessi rimanere mia alleata anche in futuro, noi due insieme potremmo fare cose che nessuno al mondo riuscirebbe neanche a immaginare. >> il tono di Chase era solenne, ma la Shùnxù non si fece incantare, indurì l'espressione del volto, mai nella vita avrebbe scelto la parte del male.
<< Continuiamo ad avanzare. >> disse, con tono glaciale.
Dopo un po', Dojo, che fino a quel momento era rimasto allacciato al collo della ragazza, iniziò a spostare lo sguardo tra Ombra e Chase varie volte, finché quest'ultimo non si irritò.
<< Smettila, piccola lucertola insolente. >>
<< Stavo solo notando >> dichiarò il drago, avendo ormai acquisito coraggio grazie alla vicinanza con la Shùnxù  << che sembrate molto affiatati voi due, basta un occhiata di uno per far capire all'altro i suoi pensieri, e ciò non mi piace, non mi piace affatto. >>
<< Viscido essere... >> cominciò Chase minaccioso, ma Ombra lo zittì con un gesto della mano, sopra le loro teste i quattro monaci e Jack si dibattevano avvolti in fitte e vischiose ragnatele, con un agile salto Chase recise il sottile tessuto che teneva i ragazzi appiccicati al soffitto, facendoli cadere pesantemente a terra; mentre si districavano dalla tela, però, un forte rumore li distrasse, facendoli voltare nella direzione da cui proveniva, Dojo schizzò spaventato sotto il cappello di Clay, assomigliava allo zampettare di un essere troppo grosso per riuscire a muoversi facilmente in quella galleria, continuando quindi a dare spintoni alle pareti con l'immenso ventre.
Raimundo rabbrividì: << Questa sarà sicuramente la regina, che torna per nutrirsi delle sue prede, dobbiamo uscire subito da qui. >>
Ma prima che potessero muoversi l'immondo essere si presentò ai loro occhi, alla vista della bestia Ombra deglutì orripilata, il gigantesco ragno fece schioccare le due poderose tenaglie da cui colava ininterrottamente bava dal color verde pallido, il puzzo di carne marcia che la sua folta peluria emetteva fece venire un conato di vomito ai presenti, paralizzati dalla paura e dal raccapriccio, solo l'urlo disperato di Jack che cominciava a fuggire riuscì a riscuoterli.
<< Scappiamo! >> urlarono in coro i monaci, correndo a perdifiato lungo la galleria per raggiungere l'uscita, la regina li inseguì arrabbiata dando scossoni sempre più forti alle pareti che, instabili, cominciarono a crollare, rischiando di travolgerli; a metà della sua corsa Ombra tornò in sé, non poteva fuggire così, quell'essere, insieme alle uova che portava nell'addome, dovevano essere distrutti, altrimenti il destino del mondo sarebbe stato segnato, si bloccò, mentre gli altri si giravano a guardarla senza capire il suo gesto.
<< Non vi preoccupate per me, vi raggiungerò dopo. >> sorrise, consapevole che probabilmente non li avrebbe più rivisti; i monaci, presi dal panico, non si fermarono a riflettere su quelle parole e continuarono a scappare. 
Ombra si voltò indietro decisa, la regina ormai non era più molto distante, rallentata dalla sua enorme mole, la Shùnxù si concentrò chiudendo gli occhi, prese un profondo respiro e il simbolo della tigre si illuminò sulla sua fronte, ogni sua paura si sciolse e dalle sue mani scaturirono potenti fiammate, le lingue di fuoco si fusero in un unico pilastro di fiamma color del rubino, ora però veniva la parte difficile, Ombra spinse in avanti il pilastro, continuando ad alimentarlo, ogni suo muscolo era teso dallo sforzo, sentì i suoi polmoni bruciare intensamente, ogni attimo che passava la faceva sentire inesorabilmente più debole, poiché quella fiamma stava lentamente consumando ogni sua energia; la fece allontanare sempre più da sé, travolgendo la regina ragno che bruciò viva emettendo strilli raccapriccianti, ma Ombra non si fermò, spinse ancora più in fondo alla galleria la colonna rossa, lo sforzo le imperlò la fronte di sudore e un rivolo di sangue le scese dal naso, strinse i denti, il destino di tutti dipendeva da lei; il fuoco ora era arrivato nel nido, si diramò sulle tele dei ragni, distruggendo e devastando ogni cosa.
Sorda a ciò che le succedeva attorno, Ombra non si rese conto che pezzi di macerie crollavano attorno a lei, rischiando di sotterrarla, ormai la Shùnxù era in ginocchio, ogni parte di lei doleva come non mai, ma resistette finché non capì che ogni cosa era stata mangiata dalle fiamme, a quel punto cedette, sfinita, il simbolo della tigre si spense e lei cadde a terra, accettando il pensiero che quel luogo sarebbe stato la sua tomba, ma prima di svenire sentì due mani afferrarle i fianchi, per poi precipitare nel buio più profondo.


Riaprì lentamente gli occhi, sopra di lei un immenso cielo stellato brillava fulgido, l'aria fresca della notte le carezzò la pelle del viso riempendole i polmoni, percepì tra le dita delle mani i ciuffi d'erba farle il solletico, non era più sottoterra, ora era in un vasto prato, si sollevò col busto, ancora debole e un po' confusa, in principio pensò di essere sola, poi accanto a lei notò la figura di Chase Young appoggiata di schiena ad un albero lì vicino, appena lui la vide sveglia le venne accanto, mentre Ombra lo fissava stranita.
<< Sei stato tu a salvarmi? >>
<< Si. >> rispose lui, schietto.
<< Perché l'hai fatto? >>
Un mezzo sorriso si presentò sul suo volto.
<< Penso che esista un piano, nell'universo, ogni cosa è come collegata alle altre da fili invisibili del destino, e se qualcosa accade è sicuramente per un motivo, qualche volta chiaro, qualche altra celato, e questa cosa influenzerà ciò che gli sta attorno. Per ora sappi solo che se ti ho salvata un perché c'è, e te ne accorgerai presto. >>
Ombra avrebbe voluto chiedere altre spiegazioni, ma si distrasse sentendo il richiamo dei suoi amici che la stavano raggiungendo, quando si voltò di nuovo verso Chase, quello era sparito nel nulla; la Shùnxù era preoccupata, forse sapeva quello che volevano dire quelle parole e ciò non le piaceva affatto.
Omi, Kimiko, Raimundo e Clay arrivarono da lei dicendole che si erano presi un colpo quando non l'avevano più vista e chiedendole come aveva fatto a salvarsi, ma Ombra quasi non li ascoltò, aveva un pensiero fisso in mente, forse le forze del male si stavano organizzando per compiere ciò che più temeva ?

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2495000