Una vita con i Kaulitz di _Sarettola_ (/viewuser.php?uid=51252)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** un corso per la bella addormentata ***
Capitolo 2: *** lo sbarco nelle lande della Lapponia ***
Capitolo 3: *** una nuova truccatrice per la band ***
Capitolo 4: *** una nuotata nel ghiaccio ***
Capitolo 5: *** il maniaco di famiglia non sei tu... ***
Capitolo 6: *** la cosa più bella mai capitata ***
Capitolo 7: *** un incontro simile alla bomba atomica ***
Capitolo 8: *** la rivalsa degli ex all'aeroporto ***
Capitolo 9: *** una lite per un bacio alla vigilia di natale ***
Capitolo 10: *** a Natale si è tutti più buoni (parte 1) ***
Capitolo 11: *** a Natale si è tutti più buoni (parte 2) ***
Capitolo 12: *** Ready, Set...GO! ***
Capitolo 13: *** e siamo solo al primo giorno ***
Capitolo 14: *** febbraio è scomparso sotto la neve ***
Capitolo 15: *** la malattia delle coccinelle ***
Capitolo 1 *** un corso per la bella addormentata ***
ZZZ
Una vita con i kaulitz
Capitolo 1: un
corso per la bella addormentata.
La
sveglia suonò e la ragazza, ancora mezza addormentata, cacciò fuori da sotto le
coperte blu mare, un braccio dalla pelle lattea e spense la sveglia per poi
riprendere il suo sogno.
-bell'addormentata… svegliati!!!-cinguettò sua madre
dalla propria camera in fondo al corridoio.
Per
la bell’addormentata quello doveva
essere il primo giorno come apprendista presso il teatro della sua città, dove
si era iscritta per un corso per giovani truccatori…la sua gioia quando consegnò
la domanda d’iscrizione era tale che per tutto il giorno non aveva fatto altro
che spandere sorrisi a destra e a manca.
-Mmm… che ore sono???- chiese con voce
assonnata da sotto le coltri
-
le sette
amorino…-
-Ok
allora…cooooooooooooosaaaaa!!!???!!!!!-.
Dire che il risveglio quella mattina era stato
turbolento era un eufemismo bello grosso: in meno di dieci minuti la ragazza dai
capelli castani e gli occhi verdi era già lavata, vestita e in bagno per lavare
danti e faccia.
-
Sarah, tesoro, come mai tutta questa
fretta???- chiese la madre affacciandosi alla porta del bagno già pronta per
andare in ufficio.
-
Indovina mamma?!!!???- fece ironica
la figlia con lo spazzolino ancora in bocca – Sono in ritardo sparato e devo ancora
truccarmi e farmi i capelli…fortuna che la borsa l’ho fatta ieri
sera…-
-
Se vuoi ti aiuto io a finire di
prepararti –
Gli
occhi color prato della brunetta si spalancarono dall’orrore: sua madre, in
camera sua che metteva mano tra i suoi scaffali dove erano stipate tutte le sue
cremine e i suoi trucchi, comprati il giorno stesso dell’iscrizione e quasi mai
usati per paura di sprecarli in maniera assurda.
-
noooooooooooo- urlò talmente forte da
poter essere sentita fino alla galassia d’Andromaca.
***
-
Ma bene…- la rimbeccò il suo
professore appena mise piede nel teatro che fungeva da classe per la prima
lezione – in ritardo di trenta minuti e
già il primo giorno di lezione…chi credi di essere? La bella addormentata al suo
primo corso?-
Mio
Dio…ecco, lo sentiva, stava inevitabilmente arrossendo come una scema e
mentalmente si malediva pregando nel frattempo di sprofondare o quanto meno
sparire dalla faccia della terra.
-
scusi per il ritardo –sussurrò Sarah
abbassando gli occhi.
-
renditi utile ora... - le ordinò sprezzante il docente dai
capelli alquanto bianchi
Un’
imprecazione stava per uscire dalle labbra della sedicenne quando un ragazzo più
o meno della sua età la richiamò con “ehi” per poi invitarla al lavoro di
coppia.
-
grazie mi hai salvata…se avessi chiesto
cosa avrei dovuto fare non so se sarei tornata a casa viva oggi- lo
ringraziò la brunetta prima di raccogliersi i capelli in uno chignon e infilarsi
il grembiule rosa da lavoro per iniziare a truccare il
compagno.
-
hai proprio una bella pelle- si
complimentò quest’ ultimo facendo, inevitabilmente, arrossire la truccatrice,
sia per il complimento, sia per la distanza quasi inesistente che c’era tra i
due.
-ehm…veramente io non ti conosco- sviò
lei riprendendo a sfumare il correttore con le dita della mano che ormai le
tremavo dall’agitazione
-ah…vero…io sono Matteo- rispose il
biondino che le sedeva di fronte imbarazzato almeno quanto la compagna nel
tendergli cordialmente la mano, che gli venne stretta dopo un momento di
esitazione da parte di Sarah.
Quella atmosfera così insolita le piaceva; la faceva
sentire a casa anche se non lo era e la metteva a proprio agio…peccato però che
venne rovinata dalle urla dell’ insegnante che in quel momento entrava nel
salone del teatro dirigendosi verso il palco scenico dove gli studenti
eseguivano il lavoro.
-MA CHE ME NE
FREGA DEL TEDESCO E DEI CAPRICCI DI 4 ADOLESCENTI!!! IO MANCO L’HO STUDIATO IL TEDESCO!!! -
sbraitò l’insegnante – NON CREDO CHE
QUALCUNO LO STUDI!!!! Qualcuno studia tedesco o lo ha mai studiato???-
chiese poi rivolto agli alunni, che allibiti, risposero negativamente in coro,
nel quale si distinse chiaramente un’unica risposta affermativa: quella di
Sarah.
- e così tu sai
il tedesco???- chiese l’uomo inarcando scettico un
sopracciglio.
- beh…per la
verità, lo studio a scuola- iniziò la ragazza visibilmente imbarazzata a
causa degli sguardi di tutti su di lei –però ho fatto solo due anni e non sono una
studentessa modello, anzi…-
- ma dire “ciao”
e “mi chiamo” ne sei capace??? -.
- certo…o almeno
credo… -
- bene bene
bene…allora vieni con me – la intimò il docente che ormai la vedeva sotto
una luce nuova e sicuramente positiva.
Senza fiatare e senza scostare lo sguardo dal pavimento,
per non incontrare lo sguardo degli altri, seguì l’adulto che la precedeva, in
quella che doveva essere la segreteria del teatro.
- prego si sieda
signorina- la invitò gentilmente il docente indicandole una poltrona di
velluto bordeaux dove si sedette senza pensarci due volte.
- ehm…che dovrei
fare per lei??? –
- oh…nulla di
preoccupante, cara la mia allieva - la tranquillizzò con voce
melliflua
- devo tradurre
una lettera???-
- nono…più
semplice che tradurre una lettera…-
- fare una
chiamata???-
- no più semplice
ancora…- ormai la brunetta stava finendo le idee e temeva seriamente per la
sua incolumità.
-non
saprei…scriverle qualcosa??? -
- assolutamente
no – la riprese dolcemente il professore sfoggiando un sorriso a 32
denti.
- e allora
cosa???-
RINGRAZIAMENTI:
questa è la mia
prima fanfic lunga-lunga, di solito scrivo storielline corte e puccettose,
quindi vi prego
siate clementi con me…
Intanto grazie un
mondo a miky, ally e alla mia Cassidy che cedono sempre in me,
mi incoraggiano a
continuare a scrivere… grazie mille tesore mie!!
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Capitolo 2 *** lo sbarco nelle lande della Lapponia ***
capitolo 2
RINGRAZIAMENTI: come
sempre un grazie alle mie tesore, ma grazie anche a Stefi che è stata la prima a
commentare il capitolo precedente…grazie davvero tanto! Kmq sappi che la
poveretta ne passerà un bel po’ prima di raggiungere il suo scopo…quindi non
perderti i prossimi capitoli !!!
Grazie ancora a
tutti…e buona lettura
Una vita con i
Kaulitz
Capitolo 2: lo
sbarco nelle “lande della Lapponia”
“Quanto mai gli ho detto che so il
tedesco!!!... non potevo starmene zitta e buona-buona???” si ritrovò a
pensare la brunetta “ io! Povera ragazza
di paese, tranquilla e riservata, catapultata in
Germania…”
Dall’altoparlante sopra la sua testa una voce dal tono
elettrico annunciò
“ si prega i
gentili passeggeri di allacciare le cinture di sicurezza tra poco arriveremo a
Francoforte”
“Inoltre io
odio volare!!!” commentò mentalmente
Sara eseguendo gli ordini annunciati il secondo prima.
Arrivata all’aeroporto la ragazza rintracciò i suoi
bagagli che consistevano in 2 trolley formato famiglia che contenevano i suoi
vestiti, 2 beauty-case personali più tre da lavoro e una valigia stile borsone
dove teneva tutte le scarpe, e aspettò seduta su uno dei bagagli rigidi rosa,
imbronciata sia per lo scherzo giocatole dal professore, sia per il ritardo di
chi doveva venirla a prendere e la stava lasciando attendere nella sala
“arrivi”.
Stava smadonnando a bassa voce fissando arrabbiata il
pavimento, quando un paio di all star nere entrarono nella sua
visuale.
-bist du
Sarah?- chiese una voce dal tono
profondo sicuramente appartenente ad un ragazzo che ora la
fronteggiava.
-si si, sono io…- sbottò stizzita la
bruna senza scostare lo sguardo dalla mattonella bianca, che ormai aveva
catturato la sua attenzione.
-entschuldigung…aber wir müssen
gehen-
La
ragazza si alzò di scatto, tesa e rigida di rabbia, intoppando con un braccio
uno dei 5 beauty, che cadde a terra trascinando con sé tutti gli
altri.
-E vaffanculo. Cristo santo!!!!- un altro
scatto d’ira da parte di Sarah, la cui vena, all’altezza della tempia, stava per
esplodere.
Dopo aver alzato gli occhi al cielo in segno di
rassegnazione, si accucciò a terra a raccogliere le cose uscite dai bauletti,
che cadendo a terra si erano aperti; d’istinto anche l’accompagnatore della
brunetta si accovacciò a terra, per aiutarla ma…
SDANG!!!
I
due ragazzi si presero una poderosa testata provocando un “nuovo” vaffanculo da parte di
Sarah.
-
Vaffanculo- ripeté divertito e
gioviale l’accompagnatore della ragazza, la quale per la prima volta da quando
era sbarcata, alzò gli occhi dal suolo per vedere che parlava con
lei…
Non
poteva credere ai suoi occhi: capelli castani e rigorosamente piastrati lunghi
fino alle spalle, occhi piccoli, quasi porcini, ma del colore del velluto
marrone; sopra i jeans accuratamente strappati e lisi, spiccava la maglietta
nera con lo stemma del gruppo che ormai spopolava un po’ ovunque, i Tokio
Hotel.
-tu…sei Georg!!!- soffiò la
brunetta sbalordita ed emozionata che una celebrità come lui era venuto a
prenderla.
-bitte???-
-ah…ehm… du bist Georg…-
Lui
gonfiò il petto orgoglioso, mettendo in evidenza il marchio del suo gruppo, dove
aveva il ruolo di bassista.
“perfetto e ora? Come gli parlo?l’unica
lingua che straniera che so perfettamente è l’inglese, ma dubito che…”
rifletté la ragazza, ma il suo ragionamento fu interrotto dalla suoneria del suo
cellulare che intonava “scream” dei TH, che fece voltare l’intera saletta degli arrivi
e sorridere il bassista.
L’
italiana recuperò l’apparecchio nero dalla borsa che teneva al braccio, guardò
il display e sorrise quando vide apparire il nome “Miky”.
-“pronto?”-
-“aloha Sasy… ma
dove sei? Tua mamma ci ha detto che eri via…”-
-“effettivamente…”-
-“
vuoi dirmi dove sei finita? Io e
la Ally
volevamo andare a fare shopping in centro”-.
-“diciamo che non
sono minimamente in zona…”-
-“e dove sei?
Nelle lande della Lapponia???”-
-“più o
meno…si…”-
-“
va bene…basta
scherzare…”-
-“ma non stò
scherzando…sono in Germania in compagnia di Georg”-
-“
cooooosaaaaa???”-
Da
dietro la voce di Michela si sentiva un’altra persona che chiedeva ripetutamente
in formazioni sull’amica “dispersa”.
-“passami
la Ally”-
chiese Sarah, sperando che la seconda amica avrebbe retto il
colpo.
Dall’altro capo del telefono si sentì un po’ di
movimento e poi la voce di Alice fece la sua comparsa.
-“Ally non urlare
anche tu alla notizia”-
-“oky Sasy… vai e
spara”-
-“va bene…allora
sono a Francoforte, in compagnia di Georg, il bassista dei Tokio e credo che tra
poco andrò da loro per incontrarli”-
-“ah va bene…ehi
no…aspetta!!! Tu…”-
-“...
si…”-
-“... a
Francoforte…”-
-“…sì
…”-
-“... con
Georg…”-
-“…per Bill e
compagnia bella”-
-“
esatto!!!”-
Il
silenzio prese posto alle parole delle ragazze, che per diversi secondi non
fiatarono, fino a che, in coro, esplosero in un poderoso e risonante urlo di
gioia, che fece sobbalzare l’intero aeroporto di
Francoforte.
- ehm…- esordì Georg dando una bussatine
alla spalla della ragazza, la quale piano-piano e bianca cadaverica, si voltò
per ritrovarsi faccia a faccia col problema
“comunicazione”.
-“ehm…ragazze…ho
un problema alquanto catastrofico…”-
-“vai, dicci
tutto, socia”-
-“io, con questi,
come ci parlo? Il tedesco non lo so molto bene, spagnolo non so se sanno che
esista e italiano è decisamente da escludere…sembra che l’unica cosa che sanno
dire sia “vaffanculo”…”-.
-“mai pensato
alla possibilità dell’inglese?”-
-“sinceramente…”-
-“...no!”-
finirono la frase le due rimaste in patria.
-“ok
ragazze…”- sospirò Sarah infelice per dover già lasciare le compagne –“ora devo andare se no credo mi potrebbero
spellare viva…mi mancate già tantissimo”-
-“mi raccomando
fai la brava e non saltare addosso a Bill…”- le disse Michela prima di
salutarla e passare il cellulare ad Alice.
-“ hola
Sasy…fatti onore e se hai bisogno chiama!!!”-
-“
ovvio…grazie mille stelle…a presto”-
e chiuse la chiamata asciugandosi velocemente le lacrime che minacciavano di
cadere e rovinarle così il trucco.
-well…- sospirò la giovane sorridendo
gentilmente al suo accompagnatore – don’t
we go?! –
Georg chiamò un fattorino che lo aiutasse a trasportare
fino alla Cadillac nera parcheggiata fuori, i bagagli della brunetta; da bravo
gentil uomo, il bassista dei Tokio Hotel aprì la portiera posteriore alla
ragazza che, prima di salire, gli rivolse un sorriso di ringraziamento, il primo
da quando era atterrata in terra Tedesca.
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Capitolo 3 *** una nuova truccatrice per la band ***
capitolo 2
RINGRAZIAMENTI: grazie a tutti quanti…a chi
ha commentato e chi no…non mi aspettavo che questa ff piacesse a molti, anche perché
a essere sincere, scrivo durante le ore di lezione e poi non controllo mai
quello che scrivo, ma da quel che mi fate capire pare che piaccia…grazie ancora
e godetevi questo capitolo…nella speranza che piaccia come i precedenti…un
bacione a tutte
_Sarettola_
Una vita con i
kaulitz
Capitolo 3: una nuova truccatrice per la
band.
Il
viaggio non era stato uno dei migliori e per una serie di motivi: la ruota
bucata, il “pit stop” da un meccanico notevolmente rimbambito, la strada in
salita e carica di tornanti e Sarah che chiedeva di fermarsi a causa della
nausea in continuo.
Quando l’automobile con a bordo la nuova ragazza e Georg
arrivò nel vialetto di casa, il sole stava già calando, dipingendo il cielo di
rosso e arancione, e l’ora di cena si avvicinava.
Scesa dalla vettura, aiutata come sempre da Georg, la
brunetta, che aveva l’aspetto di uno straccio, rimase stupita dall’immensità
della villa, dove da ora in poi, sarebbe vissuta:
tutto era organizzato attorno ad uno spazio centrale a
pianta rettangolare, lastricato e scoperto, mentre le diverse stanze erano
situate a vari livelli. Agli spazi adibiti a residenza corrispondevano dei
giardini cosicché la fusione tra interno ed esterno risultasse suggestiva,
soprattutto tra le scalinate chiuse da lastre di vetro che portavano tra un
piano e l’altro.
-wow- sussurrò sbalordita la ragazza che
prese a salire gli scalini che portavo alla veranda sul retro della villa, ad un
gesto del bassista; e proprio lì, seduti pigramente e appoggiati alle colonne,
c’erano i gemelli Kaulitz.
Tom, il maggiore per 3 minuti, aveva in mano la sua
chitarra e pizzicava le corde componendo un piccolo sonetto che, da come teneva
il tempo, piaceva a Bill, il quale aveva un capello da cowboy calato sugli
occhi.
- ragazzi siamo arrivati!!!- urlò il
ragazzo ai compagni, che non lo degnarono nemmeno di uno sguardo limitandosi ad
alzare gli occhi sul gemello che gli stava di fronte
- non dovevi essere qui per circa le dieci di
stamane?- fece notare il cantante in tono piatto, mentre con un colpetto di
dita si scostò il cappello dal viso
-ehi cowboys…vi ho portato la nuova
truccatrice-.
A
queste parole Bill e Tom saltarono giù dalla balaustra su cui erano appoggiati e
s’incamminarono verso gli arrivati.
-
per me sarà vecchia e stra vecchia-
commentò il moro con voce non propriamente
bassa
“simpatico” pensò sarcastica Sara
tentando di impedire che quel commento le affiorasse dalle
labbra.
-già…- proseguì Tom -scommettiamo che ha anche rughe e capelli
bianchi?!-
“ te li faccio venire io i capelli bianchi
rastaro dei miei stivali!!!” ringhiò tra se e se la truccatrice mordendosi
la lingua, poiché la tentazione di parlare era sempre più forte; chiuse gli
occhi e iniziò, mentalmente, a contare fino a cento, nella speranza di non
esplodere in uno scatto d’ira.
- non è vecchia!!! Non avrà ancora venti
anni…-
-
sbaglio o ha la pelle liscia e i capelli
lunghi e scuri?-
“idiota!!!” inveii sottovoce Sara “i miei capelli sono castano
chiaro”
Lentamente la ragazza riaprì gli occhi, sicura che la
sua vena pulsante di rabbia vicino alla tempia, non potesse più esplodere; mise
a fuoco la vista e li vide per la prima volta da una distanza notevolmente
vicina: i gemelli Kaulitz di fronte a lei, più belli che
mai…
- piacere io sono Bill- disse il cowboy
dai capelli neri mechati di bianco tendendole la mano in segno di
benvenuto.
-
Georg credo di non sentirmi bene…-
disse la brunetta alla quale pulsava la testa, aveva la nausea e iniziava a
vedere tutto nero…
***
- ma guardatela…non può essere la nostra
truccatrice: è troppo giovane!!!-
- Gustav, sbaglio o sei tu il bambino
prodigio che a quattro anni già suonava la batteria?-
-
sì lo so… ma… e se l’avesse fatto
apposta?-
-
e allora? Vuoi lamentarti del dono che
Dio ci ha fatto?-
-Tom smettila…però hai ragione; è molto
carina, i lineamenti sono molto fini e gli occhi sono
bellissimi…-
-
grazie ma vi ho sentito…- mormorò la
ragazza, riaprendo lentamente gli occhi - dove sono?-
-in quella che sarà camera tua…come va
ora?- le domandò Georg ai piedi del letto dove era stata messa a
riprendersi.
- meglio, grazie… anche se ho ancora lo
stomaco sotto-sopra –
La
nuova arrivata si mise a sedere facendo scivolarle in grembo la pezza umida che
le era stata messa sulla fronte; per un attimo la ragazza si perse a fissare il
panno che aveva in braccio, ma poi il suo sguardo cadde sul paesaggio fuori
della vetrata che occupava la parete a destra del letto a due piazze, dove stava
seduta ora.
- scusate che ore sono?- chiese con voce
flebile.
- nemmeno le nove- le rispose Gustav
guardando il proprio orologio da polso e stupendosi dell’espressione che assunse
lei nel sentire la risposta
-
ammazza- esclamò in romanaccio, la
giovane poco dopo, lasciando i quattro a bocca spalancata
- tra poco dovrebbe arrivare la tata…vuoi
qualcosa?- glissò gentilmente il bassista, che rimase basito una seconda
volta, quando truccatrice gli chiese solamente un bicchiere d’acqua e una
seconda coperta.
Esauditi i desideri dell’ospite, il gruppo uscì dalla
camera augurandole la buona notte e lasciandola finalmente sola e libera di
riprendersi dall’estenuante giornata. Dopo aver bevuto un goccio d’acqua ripose
il bicchiere di vetro trasparente sul comodino di legno scuro e andò verso le
sue valigie per estrarvi il pigiama caldo e coccoloso che le avevano regalato le
amiche prima della sua partenza; aprendole, però, le trovo vuote; perplessa e
insicura si diresse all’armadio, tirò le ante laccate di nero e vi trovò dentro
tutti i suoi vestiti, riposti con un ordine a dir poco
maniacale.
“ che servizio” rise tra sé prendendo, da
uno dei cassetti del guardaroba aperto, l’indumento cercato… infilatoselo
ritornò nel letto, sotto le coperte candide e dopo un ultimo sguardo al
paesaggio di fuori, spense le luci e, accoccolata nelle nuove coperte chiuse gli
occhi.
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Capitolo 4 *** una nuotata nel ghiaccio ***
capitolo 3
RINGRAZIAMENTI: grazie a tutti come
sempre…mi fa stra piacere sapere che quello che scrivo non è da buttare nel
water!!! ahahha
Per Hotz94: tranquilla non sei una rompi,
anzi meglio se mi dici dove sbaglio così posso descrivere meglio i gemellini
nostri adorati, siccome non sono la fan numero 1…grazie davvero ( smile
)
Per Stefi la mia prima commentatrice: magari
fosse servita e riverita; basta leggere questo capitolo per capire che Sarah ha
il ruolo di “baby-sitter” altro che principessina viziata…
Per Billy_72: tranquilla il nostro Gustav
c’è…leggere per vedere…
Grazie un mondo anche a tutti quelli che
hanno letto i capitoli precedenti
Ora gustatevi questo!!! Un bacione a tutti
_Sarettola_
Una vita con i
kaulitz
Capitolo 4: una
nuotata nel ghiaccio
Aprì gli occhi e
guardò istintivamente la sveglia… Cavoli… a mala pena le otto; ultimamente stava
diventando un’abitudine! Va beh… tanto valeva alzarsi dal letto e scendere a
fare colazione…
Divelte le coperte
con un calcio, scese dal letto e aprì la porta della camera per dirigersi in
bagno, come al solito la luce de corridoio era stata lasciata accesa per tutta
la notte senza che nessuno la spegnesse…
-Cazzo Sarah!!!- urlò una voce alle sue
spalle facendola voltare di colpo verso chi le aveva provocato tre infarti in
contemporanea –quando imparerai che NON
si gira per casa in canottiera e mutande…- sbottò il Kaulitz con gli occhi
grandi come padelle e i la chioma leonina decisamente spettinata
-ehi Bill… lo richiamò sarcastica la
ragazza che, a detta del cantante, passeggiava tranquilla per i corridoi di casa
– da che pulpito vien la predica…ti
faccio notare che anche tu sei in mutande…-
-ma che c’entra?! Io abito qui da sempre…tu
solo da un mese…- mossa sbagliata se si voleva iniziare la giornata in un
modo sereno… purtroppo, però quello non era uno di quei giorni felici che si
vedono dal mattino: da un mese a questa parte,ormai, l’intera casa veniva svegliata delle
litigate assurde che i due giovani facevano; nessuno dei due si risparmiava
frecciatine e mezzi termini, ma poi all’ora di colazione tutto ritornava entro
la normalità, se così si poteva definire…tutto questo bel processo veniva
chiamato scherzosamente “mattutina” poiché ne cantante ne truccatrice si
sforzava di non litigare la mattina…
- tu…- ringhiò lei avvicinandosi
all’accusatore –ipocrita patentato…credi
di permetterti di fare di tutto, solo perché hai due anni in più? Sei
penoso!!!!-
- penoso io?!?!! - si infiammò Bill – ti ricordo solo che se non fosse per il
penoso qui presente, tu non saresti mai venuta qui-
- ah…ma davvero?! Se avessi saputo a chi
andavo incontro avrei di sicuro rifiutato!-
- ma se non appena ci hai visto sei svenuta
–
Ormai la mattutina
era iniziata e i due rivali sbraitavano accuse insensate l’una contro l’altro,
talmente vicini che i loro nasi a momenti si sfioravano; le loro urla, come di
consueto, avevano svegliato tutta la casa, tranne Tom che, per abitudine,
utilizzava i tappi di cera per le orecchie per poter dormire almeno un
minimo.
- dai ragazzi ora basta... – li richiamò
assonnato Gustav che era sbucato dalla porta alla loro sinistra
- ma ha iniziato lui!!! -
- ma ha iniziato lei!!!-
- siete impossibili - sospirò stressato
il batterista passandosi una mano sul viso; i due litiganti, rimasti in un primo
momento spiazzati dall’affermazione dell’amico, si ripreso dopo alcuni battiti
di ciglia, con l’intento di strangolare il biondino con le proprie
mani…
- ragazzi già alzati? – chiese Georg
facendo capolino dalla propria stanza con addosso solo un paio di mutande rosa
con la scritta anteriore “delicious”
- oh mio Dio!!! – esclamarono in coro
Sarah e Bill, coprendosi gli occhi a vicenda e sussurrandosi di non
guardare
- spero che la gita sul lago ghiacciato
d’oggi mi faccia dimenticare tutto questo – rifletté la brunetta ritornando
in camera sua per vestirsi.
Anche se era
novembre, lì tra i monti aveva già nevicato e il laghetto, a sole due ore di
viaggio dalla casa, era già pronto per pattinare, così la sera prima, si era
deciso di andare attrezzati di tutto punto e provare a fare due o tre scivolate;
unico problema era che l’unica a saper andare sui pattini era la femminuccia del
gruppo, che, però aveva promesso di insegnare a tutti…
- tutti pronti - chiese Gustav, quando
tutti furono saliti in macchina, nessuno rispose, segno che i gemelli e la
truccatrice sul sedile posteriore già dormivano belli accoccolati e abbracciati
insieme
- almeno sarà un viaggio tranquillo-
furono le ultime parole famose, poiché al primo tornante la ragazza si sentì
male e svegliò i maschietti che le dormivano appiccicati, turbando così la
quiete che c’era nel veicolo.
Dopo quasi tre
lunghe ed interminabili ore la cadillac nera del gruppo, si fermò nei pressi di
un laghetto circondato da abeti innevati, meta dei futuri
pattinatori.
- allora chi inizia le lezioni - chiese elettrizzata la truccatrice dopo
essersi messa i pattini ed essere scivolata sulla superficie lucida e ghiacciata
dell’acqua.
Il primo a
cimentarsi nell’impresa fu il batterista che in meno di mezz’ora già pattinava
autonomamente.
- Sarah, stai attenta, il ghiaccio più in là
non è ancora abbastanza spesso – la avvertì Georg che era rimasto seduto nel
baule aperto della macchina, siccome, a detta sua, lui e il ghiaccio erano
incompatibili.
La ragazza fece un
cenno d’assenso col capo, prima di partire alla volta dei gemelli, che
faticavano a stare in equilibrio sulle lame sottili dei pattini; la loro lezione
durò più del previsto e quando, riuscirono per lo meno ad avanzare senza cadere
Sara iniziò a pattinare per conto proprio non badando a dove stesse andando… tra
un salto e una spirale, la giovane si ritrovò proprio sulla lastra meno spessa
del laghetto che si ruppe improvvisamente trascinandola nei flutti glaciali del
lago.
I ragazzi in grado
di scivolare sul ghiaccio si diressero immediatamente verso il buco dove era
scomparsa la ragazza.
- vado a ripescarla - esordì il cantante
che già si stava togliendo la giacca a vento e prima che qualcuno potesse
rispondere già si era tuffato e nuotava nelle acque gelate: i vestiti zuppi non
gli tenevano più caldo e gli impedivano i movimenti delle ricerche;
“ eccoti ” disse tra sé vedendola qualche
metro più in basso e raggiungendola, con poche bracciate; dopo averle cinto la
vita, prese a nuotare verso l’alto, da dove era arrivato e dove il resto della
band li attendeva angosciati. Mancavano ormai pochi metri, ma Bill iniziava a
credere di non farcela: aveva un peso che gli comprimeva il petto all’altezza
dei polmoni, iniziava perdere sensibilità alle dita dei piedi e già pregava in
un miracolo.
“ devo portarla su ” pensò buttando un
occhio al volto spettrale della ragazza le cui labbra si stavano tingendo di un
viola innaturale e la pelle già assumeva le tonalità dell’azzurro; percorse i
pochi metri che lo separavano dall’aria e allungò la mano fuori dell’apertura
dove il fratello la afferrò e, insieme a Gustav, lo issò al dì fuori del
lago.
Senza riflettere un
minuto in più, tutti si precipitarono in vettura mettendo alla guida Tom che, si
sapeva andava pazzo per l’alta velocità, e così rientrarono a casa in metà del
tempo impiegato per raggiungere la destinazione.
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Capitolo 5 *** il maniaco di famiglia non sei tu... ***
capitolo 5
RINGRAZIAMENTI: come sempre grazie a tutte le persone che
hanno letto il capitolo precedente…spero non abbia deluso le vostre
aspettative…
Per
Stefi: mi spiace averti demolito la figura della bella principessina viziata,
servita e riverita, ma sai com’è…aver a che fare con 4 maschietti non è mica
tanto facile, se pensiamo poi che i 4 in questione sono delle specie di
terremoti viventi…comunque sia, per le mutande di Georg ci ho messo tutto il
cuore per crearle, talmente tanto che quando l’ho scritto ( ero in classe ) sono
scoppiata a ridere…conseguenza sono stata ripresa dal prof
^^
Per
Hotz94: eccoti il nuovo capitolo^^ Siccome ti sono piaciutissime le litigate tra
Bill e Sarah ho deciso che ne inserirò altre durante i prossimi capitoli, ma non
in questo…perché?!?!? Beh leggerai…e mi raccomando voglio sapere se ho
soddisfatto le tue aspettative!!!
Bene…ora possiamo cominciare…spero che anche questo
capitolo vi piaccia e mi raccomando: leggete e commentate.
Grazie ancora…bacioni a tutti
_Sarettola_
Una vita con i
kaulitz
Capitolo 5: il
maniaco di famiglia non sei tu…
Sulla soglia li attendeva Frau
Jutta che era stata informata dalla telefonata del bassista e che aveva già
riempito la vasca del bagno di Bill di acqua tiepida.
- povera creatura – commentò la tata
guardando la figura della giovane immersa fino al collo e con ancora in dosso i
vestiti nella vasca – direi che può
bastare…la porto in camera di Bill;
voi andate a prenderle dei vestiti asciutti-
Tutti obbedirono senza fiatare e
poco dopo ritornarono tutti dalla tata con in mano qualcosa: Georg, aveva due
dolce vita bianca e un maglione di lana grigio; Gustav, dei leggins neri degli
scaldamuscoli e dei calzettoni del medesimo colore; Bill, che ormai non
connetteva più, aveva portato degli stivali di pelo bianchi, sciarpa e guanti,
mentre Tom, da perfetto scansa fatiche, aveva consegnato alla balia, sono un
paio di mutande e un reggiseno bianco, chiusi in una busta di plastica ritrovata
in camera sua.
Dopo alcuni minuti in cui la tata
rimase chiusa nella stanza con Sarah, la porta si aprì e la donna uscì.
-giù ora…vi preparo da mangiare-
Manco avesse pronunciato le
parole magiche, tutto il gruppo partì alla volta della sala da pranzo, tranne
Bill che rimase ad osservare preoccupato la porta a vetri.
- vai da lei…- gli consigliò Frau Jutta
prima di scendere le scale e raggiungere i suoi famelici “ pulcini ”, come li
chiamava lei.
Titubante il cantante dalla
chioma leonina, entrò nell’anticamera dove si accorse che la temperatura
rasentava il caldo dei tropici, però tutto sommato, pensò, era comprensibile.
Voltò di lato la testa e vide che sulla scrivania ad angolo c’erano alcuni
indumenti che la tata si era rifiutata di mettere alla ragazza per evitare che
quest’ultima morisse cotta al vapore oppure al forno, mentre sul termosifone
erano già stati messi ad asciugare i vestiti della brunetta.
Varcata l’arco che separava la
camera vera e propria dal resto della stanza, vide Sarah addormentata tra le
coperte e i cuscini, con i capelli umidi sparpagliati sulle federe bianche,
tranne per qualche ciocca che le ricadeva sul viso e che Bill le riavviò dopo
essersi avvicinato.
- per miracolo non ti ho persa…- sussurrò
alla ragazza sicuro di non poter essere sentito, prima di portarsi dal lato
opposto del letto e spogliarsi, per poi infilarsi sotto le coperte a sua
volta.
Avere una ragazza dopo tanto
tempo nel letto e a distanza decisamente ravvicinata lo costringeva a fare
violenza su sé stesso per evitare di saltarle addosso e provocarle così un
triplo infarto con conseguente ictus.
“andiamo Bill…il maniaco di famiglia è
Tomy” rifletté il Kaulitz, mentre fermo e rigido come uno stoccafisso
guardava a vuoto il soffitto dalle tinte aranciate “ tu non sei un…morto di figa! ”.
Non aveva ancora finito la frase,
che la brunetta al suo fianco si girò di fianco e lo abbracciò posando la testa
sul suo petto.
- dove sono?- chiese Sarah tenendo gli
occhi chiusi e con un filo di voce che il cantante quasi non capì la semplice
domanda.
-in camera mia-
- Bill, hai i capelli bagnati-
- ci credo…sono venuto a ripescarti in fondo
al lago-
Dopo un flebile “ grazie mille ”
la ragazza posò un leggero bacio sulla guancia diafana del cantante che disse
addio al suo self-controll e senza pensarci troppe volte, si sdraiò
delicatamente su di lei, sfilandogli il maglione e iniziando a baciarle il collo
dalla pelle liscia e morbida, quasi da mordere.
La truccatrice non si mosse:
troppo impegnata a realizzare cosa le stava succedendo, troppo indaffarata a
constatare che tutto ciò era troppo…strano per succedere a lei! Nel contempo
sentiva le mai del ragazzo vagare sulla sua schiena con sicurezza e calma
tipiche di chi quel gesto lo faceva da tempo, non come lei timida e sotto quel
punto di vista inesperta; lo sentì spostare una mano sul suo fianco per fermasi
a giocare con l’elastico dei leggins neri e che poco dopo le vennero sottratti.
Sentì la sua mano, pericolosamente oltre la linea dell’ombelico, sfiorarle il
neo che confinava sin da quando era piccola, con le sue mutande e fu allora che
lo scostò un po’ in malo modo lasciando entrambi basiti.
- scusa, non…- iniziò Sarah visibilmente
imbarazzata.
- no, scusa tu…credevo…- continuò Bill
sentendosi le guance in fiamme sia per la temperatura quasi soffocante della
stanza, me sicuramente per l’impacciataggine del momento.
- è che c’è una specie di problema…-
- hai il fidanzato in patria- concluse
atono il divo vedendosi sbiadire la prospettiva di loro due insieme.
-beh, anche quello…ma è che…-.
No, non poteva dirlo proprio a
lui, lui che ne aveva già fatte passe un po’; e se poi avesse riso di lei e del
suo piccolo desiderio? E se il giorno dopo l’avrebbe detto anche agli altri? Ma
infondo che male c’era se lei stava ancora aspettando il principe azzurro,
l’uomo solo per lei, quello giusto per lei…
Prese un po’ di coraggio e tutto
d’un fiato si confessò con il cantante, che si meravigliò di apprendere che era
il primo a cui si confidava, a lui che, nonostante vivessero sotto lo stesso
mese da più di un mese, era ancora un estraneo agli effetti.
-capisco- si sentì dire dal giovane che
ora era inginocchiato sul letto accanto a lei -in
questo caso ti chiedo due volte scusa, anzi
tre…non avrei dovuto spingermi così oltre, non forzarti in un certo
senso-.
Non credeva alle sue orecchie:
non l’aveva derisa come aveva pensato anzi, l’aveva capita e poi le aveva anche
chiesto scusa; quel ragazzo era da sposare a dir poco e senza quasi accorgersene
era già alla ricerca delle sue labbra, con gli occhi semi chiusi e l’aria
trasognante.
- MIO DIO BILL!!!! – urlò una voce da
fondo stanza seguito da un tonfo di vassoio
-oh cazzo…Tom!!- esclamò Sarah cercando
il lenzuolo per poi buttarselo in testa, nel vano tentativo di scomparire.
- credo di aver scoperto che mio fratello va a
letto con la ragazza che ci trucca prima del concerto…- soffiò ancora
sconvolto il chitarrista del gruppo nonché gemello del cantante, che le aveva
appena tolto il lenzuolo dalla testa e ora fissava preoccupato le espressioni
ebeti dei due amici.
-meglio andare a nanne…- suggerì il moro
che, dopo aver sbattuto fuori di camera suo fratello e aver accompagnato la
truccatrice in camera sua, si rimise a letto con la vaga impressione di aver
fatto una cazzata madornale, ma magari andando avanti le cose si sarebbero
aggiustate.
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Capitolo 6 *** la cosa più bella mai capitata ***
capitolo_6
RINGRAZIAMENTI: innanzi tutto chiedo venia per il ritardo
mostruoso, ma sapete com’è…è finita scuola e sono stata rimandata, perciò ho
dovuto studiare e ho avuto poco tempo per postare o scrivere…scusate ancora
tutti…
Bene…iniziamo col ringraziare quelle che da oggi posso
definire le mie seguaci, ovvero Hotz94 e Stefi!!! Grazie anche a tutti queli che
hanno letto la mia storia e che continuano a leggerla…anche se non so il vostro
parere spero vi piaccia…
Per
Stefy: tranquilla il commento che hai scritto non è affatto un pasticcio…anzi
almeno capisco cosa ti piace e cosa ne pensi! Per la coppia Sarah – Bill spero
che con questo capitolo abbia esaudito le tue speranze sul loro rapporto…però
non dico più nulla, sta a te leggere
Per
Hotz94: grazie mille per il commento…poi però voglio sapere se anche questo è di
tuo gradimento ihihhi…
Un
bacione a tutti i lettori <3
Una vita con i
kaulitz
Capitolo 6: la
cosa più bella mai capitata
Era la quarta e ultima notte che
dormivano in hotel per via del tour europeo; questa volta si trovavano a Danzica
in Polonia, una città abbastanza monotona, ma che per l’occasione si era
trasformata in un vero e proprio campo minato per i Tokio Hotel, ormai costretti
a rifugiarsi nella camera degli alberghi per non venire assaliti dalle fan.
Quella notte, come le precedenti,
Bill, senza farsi scoprire dal gemello, era sgattaiolato in camera di Sarah, che
ormai aveva preso l’abitudine di dormire condividendo il letto con il cantante;
cosa succedesse in quella camera nessuno lo venne a sapere se non dopo quella
sera: erano stanchi entrambi, ma nonostante ciò, si erano scambiati qualche
coccola e qualche bacio, prima che lei si accoccolasse vicino al ragazzo che,
pigramente sedeva sul letto con le gambe per le lunghe.
- Sarah?- chiamò il cantante rompendo il
silenzio che li avvolgeva da qualche minuto
- che c’è?-
- posso confessarti una cosa?- un mugolio
di approvazione accanto a lui, segno che la ragazza lo avrebbe ascoltato
dall’inizio alla fine – mi piace una
ragazza- decretò facendole affiorare un piccolo sorriso sulle labbra
rosee.
- e io che credevo fossi gay…- scherzò lei
prima di mostrare il succhiotto grosso quanto una fragola che spiccava sul suo
ventre dalla sera prima.
- ti diverti a prenderti gioco di me?-
chiese lui con una punta di impazienza nella voce che, però svanì subito vedendo
il sorriso di Sarah allargarsi
- un pochino si- ammise sinceramente la
brunetta ripensando alla casa di pazzi dov’era finita “miracolo che la tata non sia ancora in
manicomio ” si ritrovò a pensare
- ehi…guarda che ti vedo- la sgridò
dolcemente Bill riportandola alla realtà
- come scusa?! Che hai detto?-
- ti vedo che ridi…ma vorrei sapere il
perché- chiese curioso, prendendo la ragazza per i fianchi e poi
mettendosela in braccio.
- non te lo posso dire se no mi squarteresti
all’istante- rispose scoppiando a ridere, quando lui fece una strana
espressione, segno che, pur tentando di infiltrarsi nei suoi pensieri, non
capiva a che cosa stesse pensando la brunetta.
- su andiamo…deve pur esserci un modo per
farti aprir bocca…anche un modo non propriamente legale-
- sorprendimi Kaulitz-
I due si guardarono maliziosi
incerti se cogliere al volo l’occasione che veniva loro proposta; era come una
sfida su chi facesse il primo passo, chi dimostrasse più interesse per
l’altro…entrambi erano cocciuti e orgogliosi, quindi passò qualche minuto prima
che il Kaulitz dai capelli neri le prendesse il viso tra le mani calde e le
baciasse le labbra, facendo pressione su quello inferiore affinché lei gli
concedesse l’accesso; le loro lingue si scontrarono in quella tiepida cavità e
quando ormai l’ossigeno stava venendo meno, si separarono.
Gli occhi chiari di lei
lasciavano trapelare la sua felicità: le iridi brillavano più del solito e le
gote si imporporarono rendendo la sua carnagione lattea color pesca matura.
- avanti Kaulitz, potresti fare di meglio per
ottenere quell’informazione…- lo stuzzicò la truccatrice che nella sua
piccola testa iniziava a capire che quella non era una sera come le altre in
cui, dopo alcuni baci e momenti da togliere il fiato, si sarebbero comportati
come se niente fosse, fingendo che non fosse successo nulla e addormentandosi
uno dando la schiena all’altro.
- potrebbe farmi lei un esempio signorina
truccatrice mezza fallita?-
- prego, signor cantante da strapazzo, pensi a
qualcosa-
Dopo pochi istanti il ragazzo
sorrise, segno che aveva pensato a qualcosa; istintivamente la brunetta affondò
le mani nei suoi capelli e gli fece reclinare indietro mettendo così, in risalto
la linea del collo; col le labbra soffici tracciò una linea di baci sulla pelle
immacolata della gola sentendo una vena pulsare sotto il suo tocco. Lentamente e
facendo attenzione che il suo respiro si infrangesse
sulla pelle diafana del moro, si
avvicino al suo orecchio e in un sussurro gli chiese – allora Kaulitz vuole dirmi a che
pensava?-
- che sei la cosa più bella che mi sia mai
capitata-
Possibile che avesse sentito
giusto?! Lui, cantante bello e famoso, che si dichiarava apertamente a lei,
ragazza comune che non avrebbe mai incontrato se quel giorno in teatro avesse
detto come tutti i suoi compagni “NO”.
- come scusa? Credo di non aver
capito…-
- invece hai capito benissimo…io ti voglio
molto più che bene!-
- eh?-
Certo lei era sotto shock e a
rischio infarto, ma lui certe volte si esprimeva da cani: che cavolo intendeva
con “ti voglio molto più che bene” ?!
- ecco io…- ed eccolo imbarazzato e che a
mala pena riusciva a parlare - …io credo
di amarti-
Se Bill stava cercando di farla
morire di ictus ci stava riuscendo perfettamente…
- ehm…e quando lo avresti capito?-
- quel giorno, al lago, mentre ti cercavo
sott’acqua: ho avuto paura di non trovarti o peggio di trovarti morta-
- ma Bill sono passate circa tre settimane da
quel giorno, perché non me lo hai detto prima?-
- lo so scusa…. Asserì lui abbassando gli
occhi color miele e non ancora struccati.
A quella vista il cuore della
truccatrice si riempì di gioia e riflettè: “chi se ne frega del perché e del quando…lui
mi ama!!!” e senza preavviso si buttò al collo del cantante, più felice di
quando il suo ragazzo, che la aspettava in Italia, le aveva detto ti amo.
- beh…- intraprese il cantante tra i
suoli capelli – è banale come domanda
ma…-
Uffa… un'altra pausa del cavolo e
si sarebbe sparato due colpi di rivoltella nelle rotule; cosa gli costava
chiederglielo…tanto gli avrebbe risposti di sì…solo che i suoi occhini colore
delle foglie lo mettevano in soggezione: era come essere nudo, senza barrire e
difese…
“ coraggio” si disse e tutto d’un fiato le
chiese – vuoi essere la mia ragazza?-
e rimase in silenzio attendendo la risposta della ragazza.
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Capitolo 7 *** un incontro simile alla bomba atomica ***
capitolo_7
RINGRAZIAMENTI: mi spiace aggiornare così presto, ma mi
vedo costretta a farlo, poiché tra pochi, anzi pochissimi, giorni parto… e
ritornerò tra circa 2 settimane…quindi vi lascio in compagnia del nuovo
capitolo!
Durante la vacanza credo che continuerò a scrivere gli
altri capitoli, che poi batterò al computer al mio rientro…spero piaceranno come
i precedenti (smile).
Per
Stefi: purtroppo Bill è ritardatario e lo dimostra anche sul fronte
dichiarazioni, ma come si fa a resistergli?!?!??? Basta meglio che mi cucia la
bocca anche se la risposta mi sembra alquanto scontata…kmq lascio a te il
piacere della scoperta ^.-
Per
Lollipop_CB: grazie per aver commentato la ff, mi ha fatto davvero molto
piacere…ah! Quasi dimenticavo…benvenuta anche a te nel sito ( non sono
l’amministratrice, ma il benvenuto te lo voglio dare lo stesso ^.^
)
Per
tutti quelli che commenteranno sia questo che il capitolo precedente dico grazie
mille dal più profondo del mio cuoricino…grazie a voi che leggete e/o commentate
il contatore delle visite ( credo si chiami così…spero…se no non so come
chiamarlo ) ha della ottime cifre, che superano di gran lunga le mie più rosee
aspettative! GRAZIE ANCORA A TUTTI!!! <3
Una vita con i
kaulitz
Capitolo 7: un
incontro simile alla bomba atomica.
- NO, NO E NO! E NON PROVARE AD
INSISTERE!- sbottò la ragazza del gruppo – non se parla nemmeno, io non sono la tua
bambolina che puoi trattare come vuoi!-
- dai Sarah…noi poi dobbiamo adeguarci a
te-
- e allora?- continuò scandalizzata Sarah
– io quel coso da “donna di facili
costumi” non lo metto-
- ma ti starà benissimo- insisté
ulteriormente Tom, indicando il vestito di fronte a loro e sul quale stavano
discutendo da circa una buona mezz’ora: era un vestito a tubino che arrivava più
o meno appena sotto l’inguine di colore nero e foderato all’intero di rosso.
- Biiiiill- chiamò il rastaro – vieni tu a convincere la tua nuova fiamma
per il vestito?- urlò attraverso il negozio richiamando il gemello che si
trovava in chissà quale angolo della bottega; non passarono nemmeno due minuti
che il ragazzo chiamato in causa comparve alle spalle del fratello, con la
faccia di chi è appena stato disturbato nel tentativo di salvare il mondo
- che hai?- chiese seccato inarcando un
sopracciglio.
- cerca di convincere la tua
fidanzatina-stellina-amorina a prendere quel vestito-
- Tom, quel vestito non è un po’
troppo…corto?- domandò retorico il cantante che appena visto l’abito
spalancò gli occhi ambrati; poi si rivolse alla propria ragazza – certo che se tu lo provassi…e magari ti
stesse bene potresti anche comprarlo-
La truccatrice rimase basita nel
sentire il suo nuovo amore dare man forte al fratello, credeva che almeno lui la
sostenesse; si voltò in direzione di Georg e Gustav in cerca del loro supporto
che però non trovò, poiché anche loro parevo essere della stessa idea del
chitarrista.
- eh no…una contro quattro non…- la
brunetta lasciò in sospeso la frase, fissando rapita un qualcosa alle spalle dei
Tokio Hotel; senza pensarci troppo si fece largo tra amici e partner lasciandoli
tutti un po’ perplessi.
- questo è MIO!- soffiò estasiata
prendendo in mano la veste nera su cui aveva messo gli occhi: era lunga e
abbastanza elegante, con un sotto-abito di pizzo sul quale era stato posto un
ulteriore abito di seta nera a fronzoli che lasciava vedere i merletti delle
braccia e di una parte della gonna; la scollatura squadrata, che lasciava
scoperte le spalle e una generosa parte del decolté, era stata rifinita con
altro pizzo e alcuni strass. Era un sogno di abito, uno di quelli che non si
vedevano tanto spesso tra le star di holliwood, forse per la troppa originalità
o forse perché troppo sobri, ma a Sarah piacque subito e nella sua testa già
prendeva vita l’idea di lei che indossava quel capolavoro.
- mi pare anche ovvio che sia per te-
asserì Tom distraendola dal suo sogno ad occhi aperti – anche perché, ammesso e non concesso che ci
sia la taglia di qualcuno di noi, ci vedresti con pizzi, scollature e
strass?-
L’affermazione talmente stupida,
fece ridere tutti, mentre la ragazza quasi sotto minaccia di morte andò nei
salottini prova con l’abito nero tra le braccia; le ci vollero pochi minuti,
poiché appena indossato la veste le aderì al corpo perfettamente, come fossa
stata una seconda pelle.
Rivestitasi uscì dal camerino e
con un sorriso a 32 denti, annunciò che l’avrebbe preso e chiunque avesse
obbiettato si sarebbe casualmente trovato senza testa; quindi in compagnia di
Georg, con il quale ormai aveva un rapporto stile fratello- sorella, si avviò
versò il bancone all’entrata del negozio, felice come non mai, a pagare tutti i
suoi acquisti.
- non c’è altro?- chiese ironica la
cassiera del negozio, dopo che Sarah ebbe scaricato vestito, scarpe e
quant’altro sulla cassa.
- veramente questi sono solo i miei-
rispose ridendo la ragazza al braccio del bassista che ormai era in preda ad un
attacco di riso acuto.
- ehi bimba, io non ho tempo da
perdere…-
Il sorriso scomparve subito dalle
labbra rosee della truccatrice che iniziò ad osservare truce la ragazza dai
capelli biondi ossigenati raccolti in una treccia ricadente su un fianco che le
stava di fronte.
- come scusa?- chiese acida Sarah che si
era avvicinata al bancone con i pugni serrati sui fianchi, tipica posizione di
battaglia della brunetta che, nelle poche e rare volte che aveva fatto a botte
con qualcuno, non aveva mai perso.
La rivale si limitò a una
scrollata di spalle e a continuare a masticare la gomma da masticare dall’odore
nauseabondo di fragola.
- sembri una capra che rumina...- criticò
aspra la piccola femminuccia del gruppo prima che la cassiera spalancasse la
bocca a cuoricino e articolò piccata qualcosa come “ vieni a dirmelo da vicino
se ne hai il coraggio”; come non detto ora la truccatrice era sporta per metà
busto sulla cassa e tentava di strangolare la biondastra, mentre i suoi amici la
trattenevano e uscivano dal negozio.
- colpa vostra!- urlò stizzita la ragazza
una volta fuori del negozio e raggiunta da Bill e Tom che si erano trattenuti
solo per pagare gli acquisti - ce la
potevo benissimo fare! Mi mancava poco al suo collo e voi mi avete allontanata
ingiustamente!-.
A interrompere la dichiarazione
di guerra della brunetta tutta sale e pepe fu la soneria del suo communicator rosa della Nokia che Bill le aveva
regalato per il loro primo mese, e che fu ripescato dalla borsa XXL che lei
teneva al braccio.
-“ pronto?”-
-“ hola Sasy…come sta la nostra truccatrice
preferita?”-
-“ Miky!”- gioì l’italiana sentendo una
voce amica che sperava di sentire il prima possibile
-“ allora come procedono i fatti?”- chiese
la voce squillante all’altro capo dell’apparecchio soffocando una risata
-“ ho appena litigato con una commessa di un
negozio”-
-“ vinto o perso?”-
-“ perso”- rispose avvilita la ragazza
capendo dal silenzio che ne seguì, che l’amica era sorpresa di questa sua
affermazione –“i ragazzi mi hanno
separata”- spiegò facendo ritornar i conti a chi stava al telefono che
sospirò comprensiva.
-“ dai su per tirarti su di morale io e Alice
possiamo esaudire un tuo piccolo desiderio”-
-“ scusate ma che intendete?”-
La risposta non venne data a
causa dell’interruzione della chiamata e da Georg che gli diede una bussatina
attirando la sua attenzione per poi direzionarla nel punto in cui il bassista
additava: al di là della strada, infatti, sul marciapiede opposto, vide chi meno
si aspettasse: due ragazze; una dai lunghi capelli rossi, indicava il cellulare
cremisi nella propria mano, l’altra leggermente bionda, salutava complice con il
braccio alzato.
- ALLY! MIKY!- urlò al settimo cielo
Sarah prima di lanciarsi verso le amiche, che a loro volta le correvano incontro
urlando il suo nome.
La ricongiunzione del trio fu
come l’impatto di una bomba atomica: inaspettato, rumoroso e decisamente fuori
luogo, poiché le ragazze si riabbracciarono dopo tanto tempo nel bel mezzo della
strada, bloccando il traffico del centro città in quel sabato pomeriggio; gli
automobilisti, costretti a frenare improvvisamente, iniziarono a minacciare le
tre amiche appena ritrovatesi, ma loro non ci badarono e fu quindi compito dei
ragazzi portarle lontane dalla carreggiata.
Una volta al sicuro e sciolto
l’abbraccio, la brunetta iniziò le presentazioni, orgogliosa di mostrare la sua
nuova vita alle amiche di sempre e vice versa.
- piacere, Alice- asserì la ragazza dai
capelli chiari tendendo gentilmente la mano a cantante, bassista e batterista;
la rossina, invece, partì subito alla volta di Tom, il suo idolo, che la fissò
torvo prima di chiederle atono che cosa volesse.
Alice, così come la truccatrice,
si congelò, bloccandosi a metà strada dallo stringere la mano a Gustav che, come
tutti i presente, ora guardavano a bocca aperta il rastaro dall’aria
scazzata.
- piacere Michela- sorrise lei non
arretrando nemmeno di un millimetro –Sarah e Alice mi chiamano Miky, mia sorella
Dre’… tu, però, puoi chiamarmi Mischa! -
- parli troppo- sentenziò il biondino
facendo ritirare schifata la mano che la ragazza gli offriva – sei bruttina- continuò imperterrito,
mentre le altre due amiche cercavano riparo tra il resto della band,
dall’esplosione che lui, inconsciamente, stava provocando – non mi piace come ti presenti, come ti
vesti; i tuoi occhiali rosso acceso mi fanno venire la nausea e i tuoi capelli
ti fanno assomigliare alle prugne secche che compri al supermercato-
Senza preavviso la “prugnetta”
strinse i pugni, prese la mira e colpì… “casualmente” centrò le parti basse di
Tom talmente forte che il ragazzo si accasciò a terra col respiro affannoso e le
lacrime agli occhi.
- è quello che si meritava- concluse poi
Michela voltandosi verso gli altri e sistemandosi meglio il cerchietto nero che
le tratteneva i capelli.
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Capitolo 8 *** la rivalsa degli ex all'aeroporto ***
capitolo_8
RINGRAZIAMENTI: rieccomi tornata dalle
vacanze che sono durate più del previsto, ma almeno hanno dato buoni frutti: 3
bei capitoli pronti per essere postati; questo è uno delle produzioni estive che
ho scritto in riva al mare…spero vi piaccia ^.^
Per NICEGIRL: sono felice che ti piaccia…io
continuo a scrivere, ma tu continua a recensire mi raccomando ^^
Per
scrizzoth_95: diciamo che serviva qualcuno a indirizzare tom sulla retta via e
Michela anche se piccolina e non bellissima come una top-model gli ha dato pan
per focaccia…ovviamente la puoi chiamare come più ti
piace...
Per Lollipop_CB: grazie per commentare
sempre^^…kmq come ormai si sarà capito il caro chitarrista è sprovvisto di tatto
umano e di cortesia nel dire le cose…era un po’ inevitabile che prima o poi
qualcuno glielo facesse notare…certo in una maniera un po’ tanto dolorosa, ma a
qualcosa è servito (smile)
Per stefi ( ormai mia commentatrice sin
dagli albori di questa storia ): Non credo che Sarah sia della tua stessa
opinione, per lei la biondastra va eliminata senza pietà e più avanti ne vedremo
delle belle ^.^ kmq l’amica dai capelli fulvi di Sarah puoi chiamarla come
vuoi…per il vestito se ritrovo la foto te la invierò così vedi anche tu
com’è…anche se l’immagine è più bella della descrizione che ne ho
fatto…
Un bacio anche a chi ha letto e che segue
questa storia un po’ strampalata…
Buon divertimento anche con questo
capitolo
Ciao ciao baci
miao
_Sarettola_
Una vita con i
kaulitz
Capitolo 8: la
rivalsa degli ex all’aeroporto
“il volo diretto XB SF 759 Sydney –
Francoforte è pregato di portarsi nella sala arrivi per ritirare i bagagli
all’uscita 6, grazie ”
- finalmente è finito! – urlò festante Tom
baciando il pavimento dell’aeroporto, mentre ritiravano tutti insieme i bagagli
e compilavano la dichiarazione da lasciare prima dell’uscita per gli strumenti e
i vari beauty-case.
- sei il solito drammatico- lo rimbeccò
Gustav, mentre afferrava le sue valigie verdi militare – in fondo è stato bello, no?-
- sì, infatti – gioirono Georg e Sarah che
si tenevano a braccetto anche mentre recuperavano i loro bagagli: ormai stavano
diventando fratelli mancati, passavano molto tempo insieme e si fidavano
ciecamente l’uno dell’altra; era strano vederli separati e ciò scatenava a volte
dei piccoli attacchi di gelosia da parte di Bill, che si rabboniva subito dopo
una coccola o un bacio della sua nuova fiamma.
- tu, cara la mia truccatrice, dovresti fare
silenzio- iniziò in modo plateale il biondo - tu hai dormito addosso al mio unico gemello
e quando non dormivi avevi il tuo amico Georg a tenerti compagnia, mentre io,
povera creatura, lasciata sola a se stessa- concluse portandosi una mano
sulla fronte
- ehi Tom!- lo richiamarono da lontano
gli altri, che stavano già lasciando il “ ritiro bagagli ” e gli facevano segno
di raggiungere il resto del gruppo; così il chitarrista arraffò la propria
valigia e si mise a correre verso gli amici che ridendo lo
aspettavano.
- stronzi! Potevate aspettarmi per due minuti…-
iniziò a lamentarsi il rastaro, mentre il communicator della ragazza iniziava a
suonare.
- “pronto?”- chiese allegra Sarah che nella
fretta non aveva guardato il display sul quale era apparso il nome del
mittente.
-“ ciao amore! ”-
Il volto della
brunetta sbancò all’istante e con gli occhi spalancati, si rivolse all’attuale e
fino a quel momento unico fidanzato.
-“ amore ci sei ancora?”- chiamò a vuoto il
misterioso ragazzo al di là del ricevitore, poiché la ragazza posò una mano
sull’apparecchio in modo che chi fosse in linea in quel momento non
sentisse.
- “amore? Io ho lasciato un possibile
spasimante in qualche anfratto della terra?”- chiese a bassa voce, ma
l’unica risposta che le arrivò fu un alzata di spalle, segno che nemmeno Bill
sapeva di che cosa o di chi stesse parlando.
-“ ehm…sì amore ci sono…eccomi”- mentì
spudoratamente la giovane riprendendo la conversazione –“ solo che sono in aeroporto e…c’è un po’ di
confusione”-
-“lo so”-
-“ come lo sai?”-
-“ girati e guarda dietro di
te…”-
Sarah obbedì,
sudando freddo e con la mente annebbiata, ma appena vide il ragazzo castano
salutarla calorosamente sbracciandosi, ricollegò tutto.
- oh porca merdaccia…- soffiò con un
misto di disgusto e sorpresa nella voce - …Nicola-
Il ragazzo appena
nominato prese ad avanzare verso il gruppo con un sorriso da ebete felice
stampato sul viso, mentre la truccatrice si aggrappò disperata alla maglietta
nera del cantante, che osservava l’avanzata del giovane italiano.
- ti pregò Bill aiutami…- disse la
brunetta con la voce terrorizzata
- perché io? Il problema è tuo che non lo hai
lasciato a tempo debito-.
- ti prego amore…- lo supplicò lei – sai come si dice: nel bene e nel
male…-
- allora ritiro tutto e ti ridò all’italiano
che sta arrivando-
Purtroppo però,
Nicola, o come lo aveva nominato Tom “finocchio all’italiana”, raggiunse il
gruppetto impedendo alla truccatrice di supplicare ancora un po’ o almeno di
controbattere all’ultima affermazione del suo ragazzo.
- ciao amore- salutò allegramente il
ragazzo italiano chinandosi per baciare le guance della sua coetanea,
costringendo Bill a fare violenza su sé stesso per non prenderlo a cazzotti in
faccia
- ehm… che ci fai tu qui?- chiese lei
allargando le distanze tra loro.
- volevo farti una sorpresa… l’idea era di
piombarti sotto casa, ma siccome non conosco l’indirizzo è meglio che ti abbia
trovata qui-
Incredibile! Ecco
cosa pensò in quel momento la truccatrice; incredibile che lei si fosse
dimenticata di lasciare il suo “amore” italiano, anche se un po’ di ragione ce
la aveva: in due mesi che non si vedevano lui non l’aveva mai chiamata… comunque
sia il problema ora era lasciarlo immediatamente e chiarire la sua posizione
attuale… ma come avrebbe fatto? ...un miracolo? ...una magia?
- ragazzi… non per rovinare l’idillio, ma io
ho fame…- si lamentò Tom rompendo l’imbarazzante silenzio che si era creato,
mentre la femminuccia del gruppo cercava disperata una via di fuga – se vuoi puoi venire anche tu- propose
gentilmente al nuovo arrivato, prima che la sua futura parente gli tirasse una
gomitata nelle costole con conseguente pugno nello stomaco.
Nonostante ciò
Nicola accettò di buon grado e tutti insieme si diressero a casa, dove la tata
aveva già preparato una cena a dir poco spettacolare per festeggiare la fine del
tour in Australia.
- amore tutto bene?- chiese durante la
cena il teorico ex fidanzato di Sarah, vedendo che quest’ultima infilzava troppo
aggressivamente tutto ciò che aveva nel piatto.
- smettiamola d’accordo?!- si intromise il
gemello biondo stufo di non sentire nemmeno un mormorio durante la cena – te lo dico io come sta: sta di merda! Ti
chiedi perché? Perché teoricamente ti ha lasciato per mio fratello che ora si
trova esattamente di fronte a te e tenta di controllarsi per non tirarti il
coltello dei formaggi in quei tuoi occhietti da sanguisuga che ti
ritrovi!-.
Tutti rimasero a
bocca aperta per l’uscita del rastaro scambiandosi occhiate meravigliate, tranne
la brunetta che in quel momento avrebbe voluto fiondarsi al di là del tavolo per
abbracciare il biondastro, che per una volta si era reso utile.
- è vero?- chiese allora Nicola rivolto
alla fidanzata che in quel momento sorrideva compiaciuta in direzione del suo
nuovo salvatore che gli fece l’occhiolino.
Incredulo e
amareggiato l’ospite del giorno si alzò di scatto e fissò per lungo tempo il
cantante leonino che per tutta la cena aveva avuto di fronte e che ora teneva il
mento appoggiato sulle mani e lo guardava divertito misto vittorioso.
Non ci fu più nulla
da dire, poiché il chitarrista cinse le spalle di Nicola con un braccio e senza
tanti complimenti lo accompagnò fino all’ingresso della casa chiudendogli, poi,
la porta in faccia; quando ritornò in sala da pranzo tutti esplosero in risa,
urla e fischi di gioia, mentre Tom, il più cattivo di tutti, faceva l’imitazione
del “ barilotto scaricato” ( nuovo nomignolo che gli aveva propinato), quando
l’aveva "gentilmente" sbattuto sulla soglia e chiuso fuori casa.
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Capitolo 9 *** una lite per un bacio alla vigilia di natale ***
capitolo_9
RINGRAZIAMENTI: ok, va bene…lo ammetto…sono un pochino in
ritardo, ma la colpa non è mia…cioè più o meno…diciamo che devo studiare e di
tempo per battere i nuovi capitoli sul pc non c’è quasi mai…uff che noia essere
rimandate in qualche materia…spero che i lettori mi capiscano… kmq passiamo a
cose più serie e iniziamo col ringraziare tutte le persone che hanno letto e
seguono questa storia ( che non so ancora come e quando finirà ); un
ringraziamento particolare anche per chi si è fermato a fare un commentino,
ovvero stefi, NICEGIRL, Lollipop_CB,
Scrizzoth_95,Pocia e eleonor483…mi fa sempre piacere leggere il
vostro parere!!!!
Per
chi desiderasse il vestito di Sarah di due capitoli precedenti è
questo: http://i199.photobucket.com/albums/aa87/sakuralover93/Chobits.jpg
Bene, ora che ho finito di spaccarvi
i co**beeep**, posso lasciarvi al nono capitolo… buona lettura
un bacione a tutti
quanti <3
_Sarettola_
Una vita con i
kaulitz
Capitolo 9: una lite per
un bacio alla vigilia di natale
DLIIIIIIIIIN DLOOOOOON
Il campanello di casa Tokio Hotel
trillò all’alba delle nove del mattino; era Dicembre e la neve copriva il parco
della villa con un uniforme manto bianco, mentre nella sala da pranzo la band,
tornata da poche ore dal tour in Francia, era seduta a fare colazione.
- vado io- si offrì Tom alzandosi da
tavola e dirigendosi fischiettando alla porta.
DLIIIIIIIIIN DLOOOOOON
- arrivoooo!-
Il rastaro aprì la porta e,
vedendo chi vi era sulla soglia, la richiuse di colpo, con un espressione di
terrore sul volto; fece un respiro profondo per calmarsi prima di riaprire
l’entrata e si fece da parte per far accomodare due furie che si diressero nella
sala da pranzo dove provenivano le voci allegre del resto del gruppo.
- …sì, io l’avevo sempre detto che il
nero…ehi!- esclamò la brunetta accoccolata in braccio al suo tesoro,
infastidita per l’interruzione – toglietemi ‘sto coso d’avanti agli occhi…non
ci vedo nulla-
Detto fatto, ma quando la ragazza
riprese a vedere nitido, di fronte a lei si presentavano due ragazze dall’aria
decisamente famigliare.
- ALLY!... MIKY!...-
- SASY!- urlarono la biondina e la rossa
saltando al collo dell’amica e ribaltando la sedia con chi ci era seduto sopra e
non c’entrava nulla nella rimpatriata del momento.
- ma io che cosa c’entro?- chiese Bill
schiacciato contro la sedia dal peso delle tre amiche
- scusaci Kaulitz- cantilenarono le nuove
arrivate rialzandosi e aiutando l’amica a fare lo stesso.
- già…scusaci amore-
- uuuuh… allora è davvero seria la cosa-
ammiccarono le due italiane verso l’amica che, risistemata la sedia, ritorno ad
accoccolarsi sulle gambe del cantante.
- abbiamo un regalino per te- esordì Ally
che dalla propria borsa monospalla, fece comparire un orrendo cappello da babbo
natale color azzurro evidenziatore che poi mise in testa all’amica dai capelli
scuri.
- mio Dio…- sospirò quest’ultima - sono... raccapriccianti!-
Le altre due concordarono,
sbirciando il proprio cappellino che indossavano: rosso per Michela, verde per
Alice.
- come mai questa tenuta da pazze
ubriache?- chiese acido il chitarrista, che ancora non aveva dimenticato il
dolore che la rossina gli aveva procurato l’ultima volta.
Senza calcolarlo minimamente le
due ragazze iniziarono a spiegare che erano venute a salutare l’amica, cogliendo
l’occasione che le vacanze di natale offrivano.
- vacanze di Natale?- ripeté incredula
Sarah che si sentì dire che non solo erano le vacanze di natale, ma che quel
giorno era anche la vigilia.
- state dicendo che oggi è il 24 e domani è
già il 25?-
- certo…come mai voi non avete ancora i
festoni? E dov’è l’albero?- chiesero un pochino deluse le nuove arrivate,
che guardandosi intorno non videro nessuna traccia dell’arrivo della
festività.
- semplicemente non l’abbiamo- constatò
mesta Sarah guardando l’angolo vuoto e spoglio vicino al camino, dove già da un
pezzo immaginava l’albero di Natale.
- sbagliato pulcina mia- arrivò dolce la
voce di una donna dall’ingresso – entro
domani avremo tutto e faremo anche il cenone in veranda-
- tata, sei tu?- chiesero i gemelli che
poco dopo videro la donna dai capelli chiari entrare in sala da pranzo e
dirigersi in cucina con le buste della spesa.
- certo…e vi posso assicurare che entro domani
avremo tutto quello che ci serve per festeggiare il Natale…- entrando in
sala da pranzo e portando un paio di tazze anche per le ospiti impreviste – voi dovete solo preoccuparvi di andare a
fare shopping perché domani sera daremo una piccola festicciola…ovviamente sono
invitate, anzi obbligate, a rimanere anche le tue amiche Sarah – concluse la
donna con un sorriso dolcissimo per le ragazze che ora si guardavano contente e
felici di poter passare quei giorni di vacanza assieme.
Qualche minuto dopo, il gruppo
era già arrivato in centro città, i cui negozi scintillavano e invogliavano
chiunque a spendere i proprio soldi per i regali del giorno dopo.
- io vado a fare un giro – sentenziò Georg
allontanandosi dal gruppo da cui si staccarono poco dopo anche Gustav e Alice,
che a quanto pareva iniziavano a legare tra loro.
- non sono carucci?!- esclamò Sarah dopo
che l’amica si fu allontanata a braccetto del batterista – andiamo anche noi vero? Io voglio fare le
compere…- si lamentò così da ricevere un cenno di assenso da Bill che,
sfoderata la carta di credito, circondò le spalle della sua dolce, ma a volte
incontenibile, metà e insieme sparirono tra la folla lasciando Tom e Michela da
soli e a bocca spalancata.
“schifose coppiette” sentenziò
mentalmente il rastaro “ e poi perché
devo starci io con la sfigata dell’anno del sempre?”
- Kaulitz…nemmeno io sono felice di averti
come compagno degli acquisti di Natale…- brecciò la rossa in tono piatto,
mentre di sottecchi guardava il suo compagno imbronciarsi.
- maledizione! Non potevo andare con Georg?
Andare da un'altra parte? O stare in casa a fare le polveri?-
- Kaulitz…- lo fermò la rossa
posizionandosi di fronte a lui con le braccia incrociate sotto il seno –ti ricordo che abbiamo la spesa per il
cenone da fare, quindi le lamentele e i reclami tieniteli per dopo…-
concluse sfibrata dando una piccola pacca sulla fronte del chitarrista e
incamminandosi verso l’auto nera parcheggiata qualche metro più in là.
Al supermercato tutto andò liscio
e le piccole frecciatine che si tiravano l’uno all’altra non rovinarono il buon
umore dei due giovani che risaliti in macchia si misero in viaggio verso casa,
incontrando però a metà percorso una coda di traffico.
- ma porco cazzo, pure la coda!- sbuffò
Tom dando fiato al claxon
- tranquillo…agitarsi non…- inziò la rossa
che fu interrotta dal richiamo insistente dell’automobilista che li seguiva.
Diplomaticamente, la ragazza
seduta al fianco del guidatore, abbassò il finestrino e, una volta cacciata
fuori la mano, abbassò tutte le dita tranne il medio, che mostrò per qualche
minuto al conducente posteriore.
- Mischa tira dentro quella mano!- con
tutta la calma possibile Michela eseguì il rimprovero del suo compagno di
viaggio, non sapendo però che l’autista, era sceso dalla macchina per andare a
bussare al finestrino della cadillac nera.
- ragazzo, veda di andare avanti…io devo
passare!- urlò in faccia a Tom, che seccato inarcò un sopracciglio e aprì
bocca per parlare
- ascolti carissimo rimbambito…dove vuole che
vada? Mi crede capace di miracoli o di volare? Se lei è così fortunato da poter
con un colpo di bacchetta, far sparire sé stesso e tutto il traffico, farebbe un
favore a tutto il mondo- e detto questo tirò su il finestrino guardando poi
l’espressione della rossa – che
c’è?!-
- nulla…è che…non ti facevo così…- le
parole le morirono in bocca, poiché per una qualche ragione a lei sconosciuta,
il rastaro si era improvvisamente avvicinato e ora la stava baciano, facendo
pressione sul suo labbro inferiore. Un brivido scosse la schiena di Michela
spingendola a ricambiare il bacio di quello che fino a quella mattina era il suo
“nemico per la pelle”.
Attimi paragonabili a secoli, ma
il loro lasciarsi andare non durò che per qualche minuto poiché il traffico
riprese a scorrere.
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Capitolo 10 *** a Natale si è tutti più buoni (parte 1) ***
capitolo_10
RINGRAZIAMENTI: beh…che dire se non grazie
mille a tutti!!! A tutti, voi che leggete e che fate salire le cifre del coso
che segna le letture ( le mie spiegazione fanno sempre schifo, ma abbiate
pazienza… ^.^” ) Un grazie anche
alle mie commentatrici che ora posso ringraziare ad personam:
Per Scrizzoth_95: mi spiace averti fatto
prendere un infarto ( o forse anche di più ), ma credo ne sia valsa la pena,
giusto?!?!???
Per eleonor483: bello come colpo di scena,
vero? Direi che io stessa ne sono rimasta shockata scrivendolo, anche perché non
avrei mai immaginato un risvolto del genere, ma dovevo dare un pizzico di pepe
alla storia e…beh, ho colto al volo l’occasione!
Per stefi: grazie per la tua comprensione e
non preoccuparti…non mi hai fatto perdere tempo anzi…diciamo che è un “regalino”
per farmi perdonare del ritardo, ok? Comunque nel mondo di Tom la coerenza non è
mai nata, così come l’auto controllo ( vedi litigata in pieno traffico con
l’autista posteriore…). Hai ragione è strano parlare di Natale mentre siamo
ancora in estate e anche all’ombra ci sono si e no una quarantina di gradi, però
vedila dal lato positivo: pensando al freddo di Natale non ti viene meno
caldo?
Per lollipop_CB: grazie per i complimenti
che mi fai in ogni commento ^////^
Finiti i rigraziamenti posso lasciarvi al
nuovo capitolo…
Baci, bacini, baciotti a
tutti!!!
_Sarettola_
Una vita con i
kaulitz
Capitolo 10: a
Natale si è tutti più buoni ( parte 1 )
-
BUON NATALE
AMORE!-
Bill aprì lentamente un occhio per constatare che Sarah,
a cavalcioni sopra di lui, era sveglia e pimpante all’alba delle 8 di mattina,
mentre l’intera casa ancora era nel mondo di Morfeo.
-
amore…io ho ancora sonno…- si lamentò
il moro, tentando di girarsi sul fianco, impedito però dalla presenza della
ragazza sopra di lui – dai,
Sarah…lasciami dormire…-
- ma Bill…è
Natale!!!-
Come risposta la brunetta si vide trascinare tra le
coperte rigorosamente nere del suo cantante, che in meno di un secondo l’aveva
presa per i fianchi e spalmata sul letto accanto a sé.
-
buon natale anche a te piccola peste-
le sussurrò a fior di labbra prima di darle un bacio
- un regalo in anticipo?- chiese lei con
gli occhi che ancora brillavano; era passata soltanto una settimana da quando si
erano messi insieme, ma ogni bacio che lui le dava era come se fosse il primo e
ciò la lasciava sempre piacevolmente stupita.
-
se la vuoi mettere in questi
termini…- commentò il ragazzo, mentre con un braccio l’attirava a sé e
sprofondava il viso nei suoi capelli che sapevano sempre di
arancia.
-
allora Kaulitz, vuoi stare tutto il
giorno ad annusarmi o scendiamo, facciamo colazione e apriamo i regali?!
–
-
io sto con un mostro- dichiarò lui
fingendosi scandalizzato e allontanandosi da Sarah –io faccio il romantico e lei che fa!? Mi
distrugge il momento…-
-
suvvia finto offeso…che tra i tuoi regali
c’è anche il mio…-
A
queste parole il moro si rallegrò, saltò giù dal letto e dopo aver preso in
braccio la fidanzata a mo’ di principessa, scese nella sala da pranzo dove la
colazione era già stata messa in tavola.
-
uffa, siamo i primi…- si lamentò Bill
sedendosi al suo posto a capotavola – ehi, la tata ci ha fatto un regalino!-
fece notare, fissando il pacchettino giallo che aveva nel
piattino.
-
ce n’è uno anche per me?- chiese la
brunetta avvicinandosi a quello che teoricamente era il suo posto: lì sul
tovagliolo, posto sopra un piattino della stessa tinta, c’era lo stesso
pacchettino del cantante.
-
ah…già alzati anche voi- commentò una
voce alle loro spalle costringendoli a voltarsi
-
Mischa, già
alzata?-
-
sì, ero scesa a fare il caffè-
rispose sorridendo la rossina
-
da quando bevi caffè?- chiese l’amica
perplessa, ricordando quando, ancora in Italia, lei, Alice e Michela erano
andate in un bar della città e di come la rossa aveva fatto una faccia a dir
poco schifata, quando lei aveva posato le labbra sulla tazzina del
caffè.
-
Mimì, mi hai fatto il caffè?- chiese
il chitarrista entrando nella stanza in mutande e abbracciando da dietro la
ragazza
- Tom!- esclamò stupito il gemello con
gli occhi grandi come piattini da tè
-
siete…andati a letto insieme…- soffiò
la brunetta prima di emettere un urlo di gioia, prendere l’amica e trascinarla
sul divano per interrogarla sui particolari.
-
già svegli?- chiese incredulo Gustav
entrando in sala e dirigendosi verso la cucina -chi vuole del
caffè?-
-
io- risposero in coro i due gemelli
facendo sorridere il batterista, che chiese a bruciapelo al chitarrista chi si
fosse portato a letto quella notte, ma prima che il collega gli potesse dare una
risposta, Georg accompagnato da una ragazza bionda e coi capelli lunghi, fece la
sua comparsa lasciando tutti, in particolare Sarah, a bocca
aperta.
-
TU!!!!- urlò infine la truccatrice
balzando in piedi e additando la nuova arrivata
-
NEIN!!!!- rispose quest’ultima,
andando incontro alla rivale che avanzava verso di lei smadonnando in tutte le
lingue che le venivano in mente.
-
Georg, che ci fa questa in casa
nostra?-
Il
bassista non fece tempo a rispondere che Alice, l’ultima svegliata e ancora in
tenuta da notte, arrivò in salotto e chiese delucidazioni sul suo brusco e
chiassoso risveglio.
-
ste disgraziato- attaccò a spiegare
l’italiana dai capelli castani, additando feroce il fratellino mancato – ha portato a casa la stronza del negozio
senza una spiegazione o un preavviso!!!-
-
non ci essere spiegazione; noi essere
innamorati, quindi noi stare insieme- affermò la biondina afferrando
smielata il braccio di Georg e sbattendo un paio di volte gli occhioni color
cielo, facendo salire il vomito alla truccatrice che in tono piatto annunciò il
suo ritorno in camera.
-
troia- le sibilò la rossa seguendo
l’amica che già era sulle scale che portavano nella sua stanza, mentre Alice al
suo passaggio mostrò noncurante il medio, per poi raggiungere le
altre.
- come osa venire qua!!! Lei, quella cozza
ritardata e scimmiesca dalla parrucca biondo platino e le tette ai quattro
venti!!!- urlò la ragazza dopo aver varcato la porta della propria stanza da
letto
-
calmati Sasy, di sicuro non l’ha fatto
apposta…-
- come no!!!
Lo ha fatto di proposito: vuole umiliarmi, distruggermi
psicologicamente,ma…-
Qualcuno bussò alla porta interrompendo i vaneggiamenti
della brunetta che, con tono esaurito, invitò chiunque fosse al di là del
serramento ad entrare.
-
scusa Sary- esordì Georg entrando
nella stanza e chiudendosi la porta alle spalle, per poi dirigersi verso l’amica
e abbracciarla dolcemente
-
non è colpa tua...- spiegò Sarah
coccolandosi in quell’abbraccio fraterno
– è lei che non sopporto!-
-
tranquilla…ci sono io a controllarla-
scherzò lui ricevendo, come risposta, un lieve e indolore pugno nello stomaco –
però c’è una cosa che dovresti fare per
me-
-
sentiamo la tua proposta Georg Moritz Hagen
Listing-
-
cerca di andare d’accordo con
Frida-
-
quel coso ha un nome?!?- asserì la
truccatrice che, alla vista dello sguardo severo si ricompose e chiese scusa –va bene...che vuoi che
faccia?-
-
lo sai anche tu che le devi delle
scuse-
-
solo se prima lei le fa a me- si
incaponì la brunetta sciogliendo l’abbraccio e incrociando le braccia sotto il
seno visibilmente offesa.
-
Frida è orgogliosa: non farà mai il primo
passo…-
-
capito- affermò Sarah dirigendosi
verso la porta – ancora una volta devo
dimostrare al mondo la mia maturità e la mia
superiorità-
Tutti insieme riscesero al piano di sotto dove Frida si
era già accoccolata tra i gemelli, ma la truccatrice, sotto minaccia del
bassista, mise da parte orgoglio e gelosia, avvicinandosi al divano dove la
commessa faceva la ruffiana con cantante e chitarrista.
-
scusa per prima…- disse tutto d’un
fiato senza nemmeno guardare in faccia la bionda che al posto di
contraccambiare, si alzò e con aria da superiore si buttò all’indietro una
ciocca chiara facendo molta attenzione a colpire la brunetta. Nessuno fiatava e
Sarah e Georg si guardavano a vicenda, uno a dir poco sorpreso, l’altra a dir
poco furiosa.
-
mi essere chiesta qvanto tempo tu ci
mettere per chiedere a me scusa…-
La
frase rimase sospesa nell’aria perché la brunetta scattò subito e assestò un
poderoso schiaffo alla rivale, lasciandole l’impronta delle cinque dita sulla
pelle lattea.
-
come…osare tu?- chiese sconcertata
Frida tenendosi una mano sul segno lasciatole; come risposta la brunetta fece
una linguaccia segno che la sua antipatia per la bionda cresceva di minuto in
minuto…
A
quell’insulto, la “dolce” metà di Georg reagì graffiando il viso della rivale
che fece una smorfia di dolore e dopo essersi ripresa, diede il via a una specie
di lotta nella quale le due si picchiarono, si tirarono i capelli e si
graffiarono; fortunatamente Bill e Tom riuscirono a separare la truccatrice, che
in quel momento aveva la meglio sulla nuova arrivata, che fu invece soccorsa da
Georg e Gustav.
-
tu- additò la biondastra il cui
labbro perdeva sangue –tu afere picchiato
me…- piagnucolò
- ne vuoi ancora?- ringhiò in risposta la
brunetta dalla presa stretta dei gemelli
-
gvarda! Gvarda cosa lei afere fatto a
me- si lamentò la “sconfitta” voltandosi verso il bassista e cercando riparo
tra le sue braccia.
-
meglio portarla su in camera
fratellino- suggerì Tom, mentre, aiutato dal cantante, iniziava ad
allontanare Sarah dal “ring”
***
-
sei matta?- chiese Bill una volta
arrivati in camera della ragazza.
-
io?- chiese scandalizzata
quest’ultima – ha cominciato
lei!-.
Tom, intanto che il fratello metteva a sedere sul letto
la brunetta e cercava di farla ragionare, andò a recuperare disinfettante e
cotone che poi passò al suo doppio prima di sedersi alle spalle
dell’amica.
-
non sapevo sapessi picchiare così
bene-
-
Tom!- lo sgridò il cantante –non metterle in testa altre brutte
idee…siamo anche a Natale!-
Per
disinfettare i graffi sulla guancia della truccatrice ci vollero una ventina di
minuti, poiché Tom incitava la piccolina del gruppo a scendere nella stanza di
sotto per un altro round con conseguente morte di Frida; inoltre l’antisettico
non era propriamente simpatico a Sarah che, tra un’imprecazione contro la bionda
e l’altra, si lamentava del fatto che il liquido
bruciasse.
- fatto- sospirò sfinito l’infermiere
improvvisato - ora meglio tornare dagli
altri...- disse aprendo la porta seguito da fidanzata e fratello – ah Sarah…ricordati che a Natale si è tutti
più buoni…-
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Capitolo 11 *** a Natale si è tutti più buoni (parte 2) ***
capitolo 11
RINGRAZIAMENTI: ed eccomi qui cari lettori per la seconda
parte del capitolo “ a Natale si è tutti più buoni ” mi fa molto piacere sapere che è
piaciutissima la prima parte, ma purtroppo questa non sarà altrettanto “comica”,
diciamo che sarà più che altro tenera…capirete leggendo ^o^…tutto ciò mi ricorda
che devo iniziare a scrivere il tredicesimo capitolo e a battere a pc il
dodicesimo… comunque passiamo ai ringraziamenti:
Per
kikka_tokietta: grazie mille per i complimenti…sappi che hai “ottenuto” la simpatia di Sarah, inoltre hai vinto un
paio di pompom e un biglietto in prima fila per il prossimo incontro di box tra
le due ragazzine ( ovvero, la sconfitta della biondastra… )
ahahha…
Per
stefi: credevi che il Natale fosse tranquillo, eh? Invece no…cioè,
insomma…stiamo parlando di casa Tokio Hotel…lì nessun giorno è calmo, se non
quando la band è in turnè ehehhe…comunque ti chiedi quando il nostro caro
bassista abbia avuto il tempo di conoscere il caro sgorbi etto dai capelli
biondi?! Basti pensare al capitolo 9 quando Georg decide di andare a fare
acquisti da solo…beh diciamo che è passato dalla biondastra…e la cosa va avanti
dal capitolo della primissima litigata: Georg con una scusa qualunque esce di
casa per andarla a trovare e così alla fine se la sono ritrovati in
casa…
Per
NICEGIRL: grazie per i tutti i complimenti…tu afere fatto arrossire me ^////^
…kmq le lenzuola nere in stile Bill saranno il mio prossimo acquisto, se prima
riesco a trovarle… ^_^”
Per
scrizzoth_95: eccoti l’altro capitolo nella speranza di scongiurare una tua
possibile ira seguita da una vendetta…gustati anche questo
capitolo…
Per
niky94: bentornata vacanziera nostra…mi mancavano i tuoi commentucci, ma ora che
sei tornata va meglio ^o^…non importa se eri in vacanza, almeno ora sei carica
per seguire i prossimi capitoli…
Per
valevalethebest: desiderio più o meno esaurito…il capitolo l’ho continuato, ma
non così tanto presto ( diciamo che sono come Tom: il tempismo non è nel mio DNA
o è presente a microscopiche dosi…)
Oooook… ed ora cari lettori, ecco a voi l’undicesimo
capitolo di questa storia le cui visioni del primo capitolo hanno superato la
cifra mille!!!! Grazie davvero tantissimo…non mi aspettavo di arrivare così in
“alto”…una mia piccola soddisfazione che si è avverata grazie a
voi
Buona lettura e mi raccomando recensite in
tanti
Viele küssen
und Grüße
_Sarettola_
Una vita con i
kaulitz
Capitolo 11: a
Natale si è tutti più buoni ( parte 2 )
Per quella sera la tata si era
data da fare e aveva organizzato una piccola festa, sfornando i migliori piatti
che conosceva; aveva apparecchiato la tavola quasi fosse un ristorante e, con
l’aiuto delle ragazze, aveva anche piegato i tovaglioli a forma di fiore, per il
cenone, si era deciso di accendere il fuoco nel caminetto accanto all’impianto
stereo e all’albero decorato di nero e bianco.
- cuccioliiii- urlò la donna verso le
otto e mezza – scendete!-
Tutto era stato programmato: i
ragazzi avrebbero atteso le proprie dame nel salotto per poi andare tutti
insieme a cenare nella veranda chiusa e riscaldata.
- eccoci tata- esclamò Gustav richiamando
l’attenzione della donna
- siete davvero molto eleganti- commentò
Frau Jutta commossa mentre li osservava:
Tom, per la prima volta dopo
tanti, anzi tantissimi, anni, aveva indossato dei jeans della sua misura
abbinandovi una camicia nera e una giacca, del medesimo colore, lasciata
volontariamente aperta; il suo gemello invece aveva preferito qualcosa di più
elegante: un completo gessato blu scuro, che un po’ faceva a pugni col nero dei
suoi capelli lasciati lisci e sciolti sulle spalle. Georg, in pantaloni e
camicia bianca, era stato costretto dalla sua fiamma a indossare un cardigan
rosa porcello, mentre Gustav sopra i calzoni candidi come la camicia, portava
maglioncino dallo scollo a V nero, in tinta con gli occhiali da vista.
- signora tata- chiamò Michela dal piano
dove le ragazze si stavano preparando – quanto tempo abbiamo ancora prima di
scendere?-
Dopo un sospiro alquanto
divertito la donna dai capelli biondo cenere, prese a salire le scale, lasciando
i maschietti, già agitati, in salotto…
Arrivata al piano superiore la
governante di quella casa venne accolta da Alice e Michela già in abito da sera,
che attendevano irrequiete il via.
- e Sarah e Frida?-
- sono in bagno: Sarah sta coprendo i lividi
della stronzetta- spiegò Michela che ancora non tollerava la presenza di
Frida in casa
- è Sarah che ci ha truccate e pettinate-
precisò Alice – e vedendo i disastri che
Frida stava facendo col make-up, l’ha obbligata a farsi aiutare e ora sono
chiuse in quel bagno da quasi tre quarti d’ora-
- esagerata- arrivò la voce di Sarah
alle loro spalle – allora com’è
uscita?- chiese poi facendo segno alla biondina di uscire dalla toilette;
tutte sorrisero: come sempre la brunetta aveva fatto un ottimo lavoro coi suoi
trucchi, poiché l’occhio pesto che la biondastra aveva riportato in mattinata,
ora sembrava solo una piccola e leggera occhiaia; mentre il segno del labbro
tagliato era ormai del tutto invisibile.
- sei molto carina Frida - azzardò un
complimento Alice, ottenendo come risposta un timido sorriso
- lasciatelo dire Sasy, sei stata mitica come
sempre coi tuoi trucchi-
- grazie Miky, ma modestamente, lo so-
scherzò la truccatrice facendo l’occhiolino e mostrando la punta della lingua
all’amica che rise sommessamente.
- susu creaturine mie- la riprese
dolcemente la tata – giù vi stanno
aspettando-
Emozionante e coi battiti del
cuore decisamente accelerati, le quattro ragazze presero a scendere le scale con
in testa al gruppetto Frau Jutta, seguita da Alice e Michela, mentre Sarah, la
cui mano era stretta da Frida che le stava accanto, chiudeva le fila.
La porta del salotto si spalancò
e i musicisti, sedutisi su divano e poltrone nell’attesa, scattarono in piedi
per accogliere le femminucce che, in quella sera magica, risplendevano ai loro
occhi, come fossero state stelle: Alice, la più timida delle quattro, indossava
un abito verde a monospalla, lungo fino ai piedi e liscio; in vita una fascia
verde più scuro era fermata sul fianco destro da una spilla d’oro simile a
quella che spiccava sulla spalla sinistra. Michela aveva optato per un abito
lungo e liscio anch’esso, ma di color rosso e allacciato dietro il collo
lasciando così la schiena e le spalle scoperte. Sarah per quella sera aveva
indossato il vestito che sua madre le aveva fatto recapitare come regalo di
Natale: era un abito color blu notte, il cui corpetto, dallo scollo a barchetta,
era tagliato sotto il seno; da lì partiva una morbida gonna e uno strato di
velo, tenuti fermi da un nastro abbastanza alto che, allacciato sulla schiena,
formava un bellissimo fiocco. La più “stravagante” era la nuova fiamma di Georg
che come lui, aveva la veste color rosa porcello; il bustino era rigido e
allacciato sulla schiena da un laccio di raso rosa shocking, mentre la gonna,
ricoperta di vari strati di tulle rosa, rimaneva un po’ gonfia.
- siete bellissime- riuscirono a mala pena
ha dire i ragazzi con espressione meravigliata
- e Sarah afere truccato me!- aggiunse
gioiosa Frida facendo notare ai maschi il lavoro di copertura
- ehi “carissima”- la riprese acida la
rossina – guarda che non ha truccato solamente
te-
- hai fatto davvero tutto tu?- chiese
Georg esprimendo ad alta voce la stessa domanda che insinuava le menti del resto
della band tedesca
- certo, è il mio “lavoro” e farlo non mi pesa
per nulla-
- ci ha anche acconciato i capelli-
precisò Alice, girandosi di schiena cosicché gli altri ammirassero la cascata di
boccoli che l’amica le aveva fatto e che poi le aveva puntato, con delle forcine
d’orate, formando una specie di coda.
- ma amore, è Natale…nessuno lavora oggi-
fece notare Bill alla propria ragazza che gli stava a fianco
- tranquillo tesoro- replicò lei – io mi diverto e poi lo faccio
volentieri- e preso per mano il fidanzato si diressero tutti insieme in
veranda dove, una volta seduti al tavolo, iniziò il cenone.
- sei bellissima stasera- si complimentò
il batterista con Alice – tutta vestita
di verde speranza-
- speranza che lui ti porti a letto almeno sta
notte- scherzò Tom all’orecchio della ragazza che per ripicca gli diede una
forchettata nella mano – sei matta?-
chiese allora scandalizzato il rastaro, coccolandosi l’arto offeso
***
- ed ecco qui la torta, pulcini miei-
esordì la tata appoggiandola sul tavolo di legno nero: il dolce aveva la forma
del simbolo dei Tokio Hotel, ma su di esso si intrecciava una “S” ricoperta di
glassa rosa – spero vi piacciano le
arance e i lamponi con la cioccolata-
- a me no: fanno schifo sia i lamponi che le
arance- si lamentò Michela facendo voltare tutti verso di lei
- mi spiace, io…- tentò di giustificarsi
la donna che pareva davvero molto dispiaciuta
- tata, non importa…vorrà dire che lei non
mangerà la torta- tagliarono corto le due italiane squadrando irritate
l’amica dai capelli rossi che alzò le spalle come per dire “che ci posso fare…”
- allora- sviò Frida che quella sera
sembrava meno antipatica del solito – chi
folere tagliare torta?-
- perché non lo fai tu?- suggerì la
brunetta vestita di blu notte rivolgendole un sorriso d’incoraggiamento
- daffero me posso?-
Al cenno d’assenso da parte della
truccatrice la bionda prese il coltello e affondò la lama argentea nel
dolce.
- tu avere prima fetta- sorrise Frida,
porgendo alla nemica della mattinata, un piattino bianco con adagiato sopra un
pezzo di torta dalla glassa rosa.
- ma che è successo tra te e Frida?-
chiese in un sussurro Bill all’orecchio della sua innamorata che gli rispose
facendogli l’occhiolino
- diciamo Bill, che a Natale si è tutti più
buoni…-
***
Quando ormai della torta non
furono rimaste altro che le briciole, tutti si diressero nel salotto dove Alice,
accompagnata dal violino di Sarah, si mise al pianoforte per suonare le tipiche
canzoni natalizie.
- guardate, nevica!- richiamò l’attenzione
Georg che poi indicò fuori dalla finestra, dove grossi fiocchi candidi, avevano
iniziato già ad imbiancare il giardino della villa. Appena la band e le ragazze
capirono che la neve cadeva copiosa, tutti si precipitarono a prendere i
cappotti per poter uscire e accarezzare quei piccoli fiocchi gelati.
- amore…vischio!- urlò contenta la bionda
al braccio del bassista che passando sotto l’architrave della porta a vetri notò
il rametto di bacche bianche appeso per il gambo
- vuoi un bacio?- chiese lui con tono
malizioso mentre lei annuiva festante, prima che il ragazzo le desse un casto
bacio sulle labbra rosee.
Lo stesso fecero i due gemelli
con le rispettive ragazze prima di uscire nel parco che circondava
l’abitazione.
- usciamo anche noi?- chiese Gustav alla
pianista che, indossata la stola di lana in tinta col vestito, prese il braccio
che lui le porgeva e si diressero verso l’uscita; fecero alcuni passi verso la
porta, ma poi, improvvisamente, Alice si fermò fissando perplessa il vegetale
fissato a testa in giù.
- tranquilla- la rassicurò prendendole la
mano e avvicinandola a sé – non è
velenoso e poi ci sono io a proteggerti in caso contrario- e dopo averle
preso il viso tra le mani, si avvicinò a lei, che aveva il cuore in gola, le
gote in fiamme e gli occhi lucidi di emozione. Il batterista posò le sue labbra
su quelle soffici e calde di lei…pochi secondi è il bacio che all’apparenza
sembrava lieve e dolce, si trasformò in qualcosa di più profondo, qualcosa di
magico…
Ma la magia, purtroppo non dura
mai abbastanza, infatti, quella tiepida e famigliare atmosfera tra i due venne
disintegrata dalle battute e dai commenti maliziosi che gli amici urlarono per
riportarli alla realtà.
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Capitolo 12 *** Ready, Set...GO! ***
capitolo 12
RINGRAZIAMENTI: ehm…non so come chiedere
scusa a tutti voi, cari lettori, per il ritardo indescrivibile con cui ho
postato questo capitolo…scusissime a tutti voi!!!!! Spero almeno di farmi
perdonare un pochino con il dodicesimo capitolo…ma prima i ringraziamenti a
tutti quelli che recensiscono:
Per Kira97: scusa per tutta la
suspance...eccoti il nuovo capitolo della fanfiction troppo fica...XD
Per kikka_tokietta: grazie mille per tutti
i "brava" che mi hai scritto…me molto felice ^/////^…la situazione tra Sara e
Frida SEMBRA migliorata, però vedrai più avanti…diciamo pure che fanno un passo
in avanti e tre in dietro
Per sognatrice: grazie mille…eccoti il
tanto agognato capitolo
Per stefi: eccomi qui tesora…eh lo so
niente scontri ma si sa che "a Natale si è tutti più buoni" e poi il trucco c’è,
per il momento non si vede, ma più avanti si capirà meglio della tregua tra le
due ragazze…per il momento eccoti questo nuovo capitolo ricco di nuove
sorprese…^o^
Per eleonor483: me davvero molto contente
che tu felice del capitolo ( mio Dio sembro una con problemi morfologici ahahha
) comunque a pensarci bene, mi sembrava un po’ inevitabile che Gustav e Alice si
mettessero insieme, sono le uniche due persone normali in una casa di pazzi
ahahha oltre alla tata.
Per scrizzoth_95: eccoti qui pazza mia!!!
Alloooora…le due non hanno fatto pace, ma tregua solo per quella sera più avanti
capirai *risata sadica* …fino a quel momento beccati anche questo capitolo
ehehhe
Per NICEGIRL: grazie mille per i
complimenti…eccoti il nuovo capitolo…spero ti piaccia anche
questo...bacio
E un grazie anche a tutti quelli che
passano per questa fan fiction e la leggono…grazie mille dal mio piccolo
cuoricino da scrittrice ( un po’ fallita e matta )…BUON CAPITOLO A
TUTTI!!!
Una vita con i
kaulitz
Capitolo 12: ready? Set…GO!!!!!
Come tutte le mattine la tata scese in
giardino per recuperare la posta del giorno, anche se ultimamente nella cassetta
nera e fuxia c’erano solamente volantini e pubblicità stupidi.
Si stava già avviando verso casa sbirciando e
iniziando a smistare la posta, quando le capitarono in mano tre buste identiche
indirizzate alle ragazze italiane che ormai risiedevano in pianta stabile nella
villetta bianca.
Lesse velocemente il timbro rosso scarlatto
che riportavano scoprendone l’urgenza della consegna; subito la donna, corse in
casa e raggiunse il piano superiore facendo gli scalini a due a due.
- PULCINIIIII SVEGLIATEVIIIII !!!!!-
urlò entrando nella camera di Bill, che dormiva abbracciando Sara.
Frau Jutta scosse la ragazza e appena
quest’ultima si fu messa a sedere con aria intontita, le passò la busta per poi
dirigersi nelle camere di Tom e Gustav, dove, ne era sicura, avrebbe trovato
anche le altre due ragazze.
Scocciata per il brusco risveglio la brunetta
scartò la lettera e dopo essersi accertata della lunghezza del messaggio, iniziò
a leggere le parole scritte in nero:
"gentile Sig.ina,
lo stato Italiano le fa pervenire, tramite
ambasciata, la richiesta di rimpatrio in Italia entro quindici giorni dal
ricevimento del presente avviso.
Speriamo di riaverla presto in Italia entro il
limite stabilito; una volta ritornata, potrà iniziare a rifrequentare il suo
istituto scolastico e portare a termine la sua istruzione.
La ringraziamo per la sua
attenzione"
Gli occhi della ragazza protestarono per il
brusco risveglio, così la ragazza dopo aver letto velocemente la lettera, la
posò sul comodinolaccato di nero e si riaccoccolò tra le braccia di Bill che,
ancora nel dormi veglia le chiese - che cos'era?
-
- una lettera della repubblica italiana, dice
che devo rimpatriare entro quindici giorni -
Appena trminata la frase Sarah riapri di
scatto gli occhi, si rimise seduta e afferò la lettera agitata.
- oh porca merda! - commentò a bassa
voce prima di uscire di corsa dal letto e ,ancora in mutande e canottiera
rigorosamente nere, precipitarsi nel corridoio, dove già stavano Alice e
Michela, anche loro decisamente agitate.
- non ditemi che è arrivata anche a voi?! -
chiese la rossa mostrando la propria lettera alle
amiche
- sì, alla faccia del buon risveglio -
rispose la truccatrice - bel lenzuolo comunque... - aggiunse poi
maliziosa vedendo che l'amica aveva addosso solamente il lenzuolo zebrato del
letto di Tom.
- terra chiama neuroni solitari; neuroni
solitari mi ricevete?! - le riprese l'unica ragazza che indossa una camicia
da notte decente e color verde smeraldo
- scusaci Ally, dicevi... -
- a voi quanti
giorni hanno dato? -
- quindici giorni - rispose malinconica Sarah
- beata te, a me solo cinque -
controbbattè la rossina facendo scorrere ancora una volta la sua
lettera
- idem con patate per me...quindi che si
fa? -
La domanda della pianista non ricevette altra
risposta che il brontolio dello stomaco della ragazza "vestita" di
nero.
- va bene...altre proposte? -
- dai Ally, Sarah ah ragione...a pancia vuota
non si ragiona bene, quindi prima facciamo colazione e poi decidiamo il dafarsi
- rispose con tono quasi supplicante Michela, il
cui stomaco richiedeva di essere riempito
- ma... - tentò
di replicare Alice.
Nulla da fare; le due erano già partite alla
volta della cucina, quindi non le rimase che seguirle: scese al piano intermezzo
tra l'ingresso e il primo piano dove c'era la sua camera da letto; lì ritrovò le
amiche già intente ad abbuffarsi: una di spremuta d'arancia, l'altra di
cioccolata ultra triplo zuccherata.
- tu morirai di colesterolo a soli
vent'anni, lo sai questo Mika? -
- parla per te trita agrumi...almeno avrò
vissuto in assoluta dolcezza - si difese l'altra che riaffiorava dalla
propria tazza coi baffi di cioccolata
- sì, ma io vivrò più a lungo! -
concluse Sarahfacendo una smorfia prima di tuffarsi nella sua adorata spremuta
mattutina
- possiamo ritornare alle lettere? -
interruppe Alice che rimaneva sempre sotto shock per le discussioni assurde
delle amiche.
- partiremo domani, non un giorno di più -
affermò la truccatrice lasciando basite le altre due che la fissavano
incredule - ci servono minimo due giorni per
tornare a casa e, una volta arrivate, ci saranno tutte le questioni burocratiche
da sbrigare -
- ma domani è troppo presto! -
- non lamentarti come tuo solito Miky -
contestò la brunetta con il bicchiere a fior di
labbra - è l' unica cosa che possiamo fare e
niente storie! -
- ma Tomy?...e il tuo Bill? con lui come la
metti? - proseguì imperterrita la rossina che
cercava una qualsiasi scusa per rimanere ancora un po' in quella casa che ormai
sapeva di famiglia e amicizia sincera.
- semplice...la seguo! - rispose
qualcuno alle spalle delle tre amiche, costrette a voltarsi verso l'entrata
della sala: lì, appoggiati alla porta, stavano tre dei componenti della band,
anch'essi ancora in tenuta da notte.
- Bill non se ne parla!! IO torno a
casa...- disse atona Sarah sorseggiando la sua aranciata
- io non voglio perderti, quindi vengo,con
o senza il tuo permesso! - insistette il cantante dalla chioma leonina
avvicinandosi alla propria ragazza e poggiandole le mani sulle spalle in segno
d'appoggio.
- che caruccio... - commentò Michela
sospirando - come puoi non volerlo con te?! -
Un bacio tra i due innamorati fu una risposta
più che eloquente.
- posso seguirti anche io? - chiese
teneramente il batterista, prendenso tra le sue le mani di Alice, che dopo tanto
tempo, riprese ad arrossire per quei gesti all'apparenza semplici - lo prendo
per un sì - rise Gustav carezzandole la guancia rossa come una ciliegia e
calda come il fuoco.
- tu nulla, vero Tom? - chiese
spazzientita Miky
- mi pare ovvio che ti seguo, anche fosse
in capo al mondo - rincuorate dalle parole del suo più grande tesoro la
ragazza saltò giù dalla sedia rovesciandola per buttarsi dritta dritta tra le
sue braccia.
- allora sarà meglio iniziare a fare i
bagagli - concluse la brunetta afferando il suo dolce leone per la
collottola e trascinandolo verso la camera per iniziare a fare le
valigie.
***
Entro le dieci di quella stessa mattina tutti
gli svariati bagagli furono caricati nel furgoncino della Volkswagendi Georg che
lui stesso aveva rimesso a nuovo dopo mesi di lavoro.
- siamo sicuri
che resista per tutto il viaggio? e che non ci siano germi e batteri? -
- Bill sali o i batteri te li faccio leccare
dalle ruote! - comandò il bassista che alla fina
aveva deciso di aggregarsi alla combriccola in partenza per l'
Italia.
- a noi piace - urlarono festanti le ragazze mentre prendevano posto sui sedili
anteriori - fa molto anni settanta!
-
All'interno tutto era stato rimodernato: i
vecchi sedili di pelle sbiadita erano stati sostituiti da sedili comodissi e
rivestiti da velluto nero, mentre a terra era stata fissata della moquette viola
scuro.
- io avrei scelto altri colori però -
si lamentò la rossina dopo aver dato un'occhiata all'interno del
veicolo
- amore non iniziare a lamentarti; non
siamo ancora partiti e il viaggio è lungo...- la rimproverò il rastaro che
si era sistemato a lato del guidatore con Bill. Sarah e Alice rimasero sorprese,
qualcuno le aveva precedute nel rimproverare Michela per le sue lamentele quasi
continue.
- bene! - gioì Georg sedendosi al posto
del guidatore e accendendo il motore - si parte!!! - e imboccando il
vialetto principale, tra urla di gioia e schiamazzi vari, si diressero tutti e
sette verso casa delle tre ragazze.
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Capitolo 13 *** e siamo solo al primo giorno ***
tdgde
RINGRAZIAMENTI:
rieccomi qui a scrivere per voi, Dio non sapete quanto mi siete mancati tutti
quanti…da parte della mia pigrizia chiedo scusa per il ritardo, ma sto già
lavorando al prossimo capitolo per farmi perdonare!! Giuro che il prossimo lo
posto appena lo finisco senza far passare quasi un anno…
Per
iniziare ringrazio bambolina_elettrica e chia94th per i commenti, mi avete fatta
arrossire
Per
quella pazza di srizzoth95: come puoi ben constatare i tre capitoli in anticipo
me li sogno la notte…quindi ti autorizzo a venire a cercarmi armata di fucile
pur di farmi continuare a scrivere!!! Un’ ultima cosa: se l’infarto non ti ha
ucciso, spero di riuscire a farlo ora ( ovviamente non lo dico con cattiveria
<3 )
Per DarkViolet92: mi unisco a te nel cantare
l’alleluja e chiunque voglia unirsi a noi è il ben
accetto!!!
Per
mewmina_91: stanotte è prevista neve rosa su tutta Italia, grazie al mio nuovo
capitolo
Ed
infine, ma non meno importante per stefy: purtoppo non sono riuscita ad aggiorna
entro la fine del 2009, mi perdoni??? *.* comunque spero ti sorprenda anche
questo capitolo e ti piaccia come gli altri…
In
attesa dei vostri nuovi commenti, non mi resta altro che ringraziarvi tutti una
seconda volta ( facciamo anche una terza che non guasta mai) per la pazienza e
l’affetto dimostrato in questi lunghissimi mesi di attesa e augurarvi una buona
lettura col nuovo capitolo…
Un
bacione enorme a tutti
_sarettola_
Una
vita con i kaulitz
Capitolo
13: e siamo solo al primo giorno
-mi sento osservato- mugugnò Bill mano
nella mano con Sarah.
Era
il primo giorno di scuola in Italia dopo aver trascorso un lungo periodo in
Germania; già dall’alba la ragazza era iperattiva e non aveva smesso un momento
di parlare facendo venire il mal di testa al cantante.
-tranquillo amore mio, vedrai che andrà tutto
bene!- lo rassicurò lei dandogli un bacio sulla
guancia.
Erano
fermi sotto il porticato della scuola aspettando gli altri della compagnia,
mentre gli altri studenti che entravano, passando davanti a loro, gettavano uno
sguardo incuriosito.
-ho capito chi sei!!!- urlò
all’improvviso una ragazza non molto distante –tu sei Bill Kaulitz!!!- e si gettò al
collo del ragazzo spingendo via la brunetta.
In
men che non si dica tutte le fan della band si accalcarono attorno a Bill,
isolando lentamente la sua fidanzata che si ritrovò a quasi due metri di
distanza da lui.
“incredibile” pensò la ragazza
decisamente seccata, certo sapeva che era famoso e scene del genere si
presentavano ovunque andassero, sperava, però, di essere tenuta in
considerazione anche lei; così col broncio e gli occhi tristi rimase in disparte
a guardare quella scena oltre modo irritante.
-direi che non è un buon giorno- disse
una voce alle sue spalle facendola voltare: gli altri erano finalmente arrivati
e sulle sue labbra riaffiorò un dolce sorriso.
-diciamo che è il “prezzo” da pagare per la
sua notorietà- e abbracciò tutti quanti cercando conforto nel suo fratello
acquisito.
-vado io a salvarlo- asserì Tom in tono
glorioso, partendo a passo di carica alla volta della
massa.
-ditemi
se non è un povero cretino-
commentò Michela, mentre atterrita, guardava le fan che si scatenarono
all’arrivo del chitarrista.
Nessuno
rispose anzi si limitarono a una scrollata di spalle e a dirigersi verso il bar
della scuola dove rimasero fino al suono della campana d’inizio
lezioni.
Il
ripescaggio dei due dispersi fu più arduo del previsto e solo l’intervento del
preside risolse la situazione.
-ci scusi- dissero le tre ragazze poco
dopo nell’ufficio del direttore, sentendosi responsabili del caos
creatosi.
-tranquille- le tranquillizzò il
responsabile –in fin dei conti è normale
che succedano cose di questo genere e non me ne
stupisco-
-beato lei- commentò piccata la mora
seduta di fronte alla scrivania interrompendo il discorso.
-ora passiamo a cose più importanti,
giovanotti: per quanto riguarda i corsi io vi metterei in quello di musica, se a
voi sta bene…-
-le ragazze che corso seguono?- domandò
Bill che a quanto pareva, non gli piaceva per niente l’idea di doversi separare
dalla sua metà imbronciata.
-io musica- iniziò Alice orgogliosa di
poter mostrare al proprio fidanzato che anche lei aveva un’ottima preparazione
in fatto di musica.
-chimica e scienze- asserì Sarah alzando
la mano come per sottolineare che c’era anche lei.
-e io lingue straniere- concluse Michela
emozionata.
-io allora proporrei un’alternativa: io
seguirò il corso di Sarah, Tom quello di Michela mentre Georg e Gustav quello di
Alice; che ne dite?!- propose il cantante.
La
risposta era più che scontata e nemmeno il preside si oppose, così, una volta
congedatisi, ognuno si diresse verso la propria aula, augurandosi a vicenda
buona fortuna.
Rimasti soli, Bill tentò di abbracciare
la propria ragazza, ma quest’ultima si scostò continuando a camminare in
silenzio e con lo sguardo fisso di fronte a sé. Sapendo che era meglio non
fiatare, domandare o provare a scusarsi, onde evitare una bella litigata
mattutina, il ragazzo rimase zitto al suo fianco seguendo i suoi passi e, ogni
tanto, spiando i lineamenti di lei marcati dalla rabbia.
“e siamo solo al primo giorno…” pensò
desolato mentre, raggiunta l’aula, varcava la soglia.
La
classe era radiosa: dai tre finestroni sulla parete opposta entrava la fredda ma
luminosa luce di fine gennaio. Al posto dei banchi vi erano dei tavoli di
piastrelle bianche, simili a quelle che si potevano trovare nei bagni, e carichi
di alambicchi e provette di ogni genere e colore, barattoli, bilance, pinze e
contagocce; sembrava di stare in un mondo diverso da quello scolastico, un mondo
di cui Bill non sapeva nemmeno l’esistenza, fino ad ora.
-benvenuto signorino Kaulitz, ma che bella
sorpresa- lo accolse gelida la professoressa che subito dopo rivolse uno
sguardo radioso a Sarah –ci sei mancata
cara, finalmente ho riavuto la mia allieva migliore
-grazie mille professoressa, anch’io sono
felice di rivederla- e senza aggiungere altro si diresse verso il tavolo
libero più vicino, lasciando il povero cantante in balìa della classe e
dell’insegnante.
-spero di ottenere da lei risultati
eccellenti, altrimenti sarò costretta a chiedere un suo trasferimento- finì
quest’ultima ritornata gelida come una tempesta polare.
Il
cantante rimase interdetto e dopo pochi minuti di smarrimento di fronte a quella
donna, che pareva più a un medico che a un docente per via del camice bianco,
cercò la sua ragazza, già al lavoro al suo tavolo, e la raggiunse senza
fiatare.
-cosa devo fare?- chiese divertito una
volta vicino a quegli strani strumenti che gli parvero
giochi.
-tanto per cominciare non toccare nulla!-
gli soffiò la ragazza infastidita –poi
lavati le mani, prendi camice e guanti dall’armadio in fondo all’aula e poi
chiedi alla professoressa-
Ancora
una volta non si azzardò a rispondere e fece come gli aveva detto la ragazza
senza emettere un suono e facendo sparire all’istante il sorriso divertito dalla
faccia. Forse era arrabbiata e offesa per il trambusto di prima o, forse, quella
era la vera, Sarah una bambola di ghiaccio dal camice bianco e la testa immersa
nel mondo della scienza e non la persona dolce e solare che era in
Germania.
“e siamo solo al primo giorno…” pensò
Bill mentre si avvicinava alla cattedra.
***
Intanto
al piano superiore, nell’aula di letteratura inglese, il gemello non se la
cavava tanto meglio: appena entrato in classe le compagne si erano scatenate
alla sua vista ed erano partite domande a raffica a cui non sapeva o non voleva
rispondere.
-su ragazze, da brave…-rimproverò
dolcemente l’insegnante.
Tutti
si ricomposero e Tom, vicino alla sua Mimì, si sentì finalmente al
sicuro.
-allora signorino Kaulitz- sorrise
mielosa la docente –non sarebbe così
gentile da presentarsi alla classe e all’insegnante?-
Il
rastaro sbiancò all’improvviso e con voce incerta iniziò a raccontare di sé, ma
all’improvviso venne fermato da una tossetina fastidiosa, la
professoressa.
-signorino Kaulitz- lo richiamò
sogghignando –forse non ha capito che qui
siamo nell’aula di inglese e che qui lei è strettamente tenuto a parlare
inglese- concluse sottolineando l’ultima parola.
Pereso
un bel respiro per calmarsi e cercare la concentrazione, il chitarrista
ricominciò la sua presentazione incespicando: l’inglese non era stata la sua
materia preferita durante gli anni di studio, infatti non lo aveva mai studiato
a fondo, e ora si trovava decisamente in difficoltà. Fortunatamente aveva
accanto la sua ragazza, che gli suggeriva frasi e parole.
-signorina- la richiamò la docente,
interrompendo ancora una volta Tom che iniziava a irritarsi –le pare il caso di suggerire; una rockstar
del suo livello saprà certamente comporre un discorso in inglese, senza l’aiuto
di nessuno-
-mi scusi- mormorò la rossina con le
guange in fiamme per lìimbarazzo e lo sguardo basso.
Ancora
una volta il nuovo arrivato dovette ricominciare da capo la sua presentazione e
lo dovette fare tante altre volte
ancora per tanti altri motivi stupidi, tanto che ora sapeva a memoria le
parole e l’ordine in cui andavano e il discorso deivenne una noiosa
cantilena.
-discreto direi- commentò alla fine
l’insegnante con voce smielata prima di alzarsi dalla seggiola e andare alla
lavagna a scrivere la parola “orfanotrofi”.
La
campanella per grazia divina suonò in quell’istante e tutti ,in particolare il
chitarrista, tirarono un sospiro di sollievo e si diressero verso la porta
dell’aula.
-signorino Kaulitz, dove crede di andare così
di fretta?lei deve assolutamente fermarsi qui con me un’ altra ora per
recuperare il programma e fare una pagina di commento a questa parola in
riferimento a Dickens-
Le
budella del ragazzo si attorcigliarono dalla rabbia e dalla frustrazione, mentre
con aria da funerale tornava al banco di Michela e, dopo aver preso carta e
penna, iniziò a scrivere il tema con una sola frase che gli riempiva la testa
“e siamo solo al primo
giorno…”
***
La
campana della seconda ora era appena suonata e Alice, in compagnia di Georg e
del fidanzato, entrò nell’aula di orchestra dove li accolse un gioviale e
alquanto strambo professore: era un uomo sulla cinquantina con barba e capelli
talmenti folti da nascondere la bocca; senza contare che con la camicia di
flanella a quadri sembrava un boscaiolo.
-oggi, gentili signori e cortesi
donzelle- esordì, quando tutti gli alunni ebbero preso posto –abbiamo tra noi due artisti stranieri, che
ci allieteranno con della buona musica- e con un gesto fin troppo tatrale,
invitò i nuovi arrivati ad alzarsi, salutare la classe e avvicinarsi alla
postazione del direttore d’orchestra.
-allora, ditemi cari i miei giovanotti, che
strumenti suonate- domandò loro con la curiosità che gli brillava
negl’occhi.
-batteria-
-basso elettrico- risposero Gustav e
Georg orgogliosi dei loro strumenti che li avevano resi famosi e del ruolo che
avevano nella band.
-no,no miei cari- sorrise il docente,
veramente divertito dalla risposte ricevute –intendo strumenti veri, non fabbriche di
rumori-
I
ragazzi non seppero cosa rispondere, rimasti allibiti e un poco offesi per come erano state chiamate le loro
passioni musicali.
-se non avete una risposta posso aiutarvi
io- gioì l’insegnate, contanto più che mai di poter iniziare nuovi studenti
alla musica d’orchestra –direi di
iniziare a provare con gli ottoni!!- e presi sottobraccio i due tedeschi, li
fece accomodare su due sedie e mise loro in mano una tromba e un
cormo.
-iniziamo!!!-
Tutta
l’orchestra iniziò a suonare un brano di Mozart, tranne georg e gustav che
stavano per morire soffocati: sembrava che più i due davano fiato, meno gli
strumenti volessero suonare.
-direi che questi non sono per voi-
constatò giulivo il docente mentre, ridacchiando come un bambino, toglia di mano
ai ragazzi troma e corno.
-
che ne direste dei fiati?!- e ancora
una volta, senza aspettare risposta, li spostò vicino ad altri studenti e diede
loro un bell’oboe e un flauto traverso.
-sta scherzando,vero?!- chiesero
preoccupati bassista e batterista.
-maestro- chiamò Alice dal suo posto da
pianista –io proporrei qualcosa di più
simile alle loro “fabbriche di rumore”-
L’idea
era talmente semplice e spontanea, che l’uomo si diede una piccola botta sulla
frontee concordando con l’allieva, mise Georg al contrabbasso e Gustav ai
tamburi.
-credo proprio che questa è la scelta
migliore- commentò infine guardando sottisfatto gli
alievi.
-io non so suonare questo coso…- provò a
lamentarsi il bassista, ma il professore sorrise senza ascoltarlo e diede il via
al gruppo. Tutti nel brano che stavano eseguendo avevano un ruolo se non
principale, almeno importante, mentre ai due ragazzi tedeschi non rimase altro
da fare che sospirare scoraggiati, pensando con ironia
“e
siamo solo al primo giorno…”
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Capitolo 14 *** febbraio è scomparso sotto la neve ***
RINGRAZIAMENTI:
e
ammettiamolo che questa volta sono stata bravaaaaaa!!! Scherzi a parte mi
stupisco della velocità con cui ho scritto e postato il capitolo, tenendo conto
che ho di mezzo gli esami… a parte questo ringrazio tutti i lettori/lettrici che
seguono la storia e già vi annuncio che non ho idee per il prossimo capitolo,
quindi mi sa che arriverà un pochino in ritardo ( come se non foste già abituati
ai miei ritardi XD )
Per
mewmina__91: simpatica XP…ora che farai?! Ti creerai una capsula a prova di
bomba atomica sotto l’oceano?!?? Ahahha
Per
scrizzoth_95: spero di averti allungato la giovinezza e evitato infarti col la
“velocità” con cui ho postato il capitolo ahahha..
Bene,
ora vi saluto e vi lascio al capitolo, quindi buona lettura e commentate
numerosi!!!
Un
bacione grande-grande
La
vostra _sarettola_
Una
vita con i kaulitz
Capitolo
14: febbraio è scomparso sotto la neve
Erano
passati diversi giorni e nella scuola tutti, o quasi, si erano abituati ai Tokio
Hotel che gironzolavano per la scuola e gli assalti da parte delle fan erano
ormai quasi rari. Il trasferimento in Italia, insomma, stava entrando nella
normalità, rendendo tutti, in particolare Sarah, meno
nervosi.
-allora che si fa?- domandò Michela
mentre stringeva forte tra le mani ancora gelate la cioccolata appena tolta dai
fornelli.
Febbraio,
oltre che aver portato la neve, aveva fatto avvicinare il compleanno della
truccatrice che finalmente avrebbe raggiunto la maggiore
età.
-pensavo di portarla fuori a cena-
rispose distratto Bill che già aveva immaginato una cenetta romantica in un
lussuoso ristorante nel centro città.
-e noi- disse piccata la rossina,
distruggendo la fantasia del cantante –guarda che Sarah non è mica tutta
tua!-
-effettivamente detta così, Bill, sembri un
tantino egoista- si intromise Georg cercando di evitare discussioni - tutti noi le vogliamo bene e vogliamo
esserle vicini nel suo compleanno-
-ma Tom per Mimì non ci ha dato il permesso
per fare una festa- brontolò il ragazzo moro incrociando le braccia al
petto.
-io SONO egoista- rispose il gemello
facendo la linguaccia.
-noi abbiamo una soluzione!- gioì Alice
che fino a quel momento aveva parlato fitto-fitto con il suo ragazzo –una festa a
sorpresa!!!-
Tutti
strabuzzarono gli occhi non capendo come l’idea potesse mettere tutti
d’accordo
-è semplice- le venne in aiuto Gustav –Bill la porta fuori a cena, intanto noi
prepariamo la festa e poi i due piccioncini ci
raggiungono-
-e
se invitassimo anche le sue amiche?-
-giusto! Più siamo e meglio
è!-
-e se prenotassimo anche un locale con un
dj?-
-sarebbe
perfetto!!-
-cosa state tramando voi altri?!- chiese
curiosa la ragazza in questione, appena arrivata a casa di Michela, dove si
erano dati appuntamento.
-come mai già qui?- domandò Georg
cercando di sviare la sua attenzione.
-fratellone, sono le quattro del
pomeriggio- rispose lei semplicemente –e il mio corso finisce alle tre e
quarantacinque…-
Tutti
rimasero in silenzio, stupiti che il tempo fosse volato.
-cosa avete fatto in mia assenza?- chiese
ancora una volta, sedendosi in braccio al suo amore, dopo avergli dato un bacio
a fior di labbra.
-abbiamo fatto un giro in centro- rispose
frettolosamente la rossa, prestando attenzione a non lasciar trapelare altri
dettagli –solo che ha ricominciato a
nevicare e così abbiamo deciso di ritrovarci tutti
qui!-
-è ora di fare i compiti!!- urlò la mamma
di Michela dalla cucina.
Per
la prima volta da quando erano tornati a scuola nessuno protestò e tutti si
misero al lavoro, tranne Alice e Gustav che scrissero su un foglietto i “doveri”
che ognuno avrebbe svolto prima del sabato imminente: a Tom e alla sua metà
tutto sale e pepe erano assegnati gli inviti; Georg e Bill la ricerca e la
prenotazione del locale e del dj, mentre batterista e pianista si erano offerti
di comprare i regali e di occuparsi degli addobbi.
Vigevano
solamente due regole: la prima, non farsi scoprire dalla festeggiata; la
seconda, il giorno del compleanno ignorare la festività.
E
così successe…
Il
6 febbraio Sarah si era alzata
presto e di buon umore: ora anche lei aveva 18 anni!!!
Cantandosi
“tanti auguri” si fiondò nella camera di Bill e Georg e iniziò a saltare sui
loro letti per svegliarli e renderli partecipi della sua immensa
felicità.
-che ore sono?- chiese il bassista
assonnato prima di guardare la sveglia e scoprire che all’alba delle sei di
mattina una pazza gli saltava sul letto –dai Sarah togliti…è presto e ho ancora
sonno!!!-
Indispettita
cambiò letto e iniziò ad infastidire il proprio fidanzato che per risposta diede
uno strappo alle coperte facendo perdere l’equilibrio alla ragazza che pochi
secondi dopo si ritrovò a terra col sedere dolorante e l’orgoglio
ferito.
A
scuola le amiche le parlavano come se quello fosse un giorno come tutti gli
altri e ancora nessuno, nemmeno i membri del gruppo, le aveva fatto gli auguri;
sembrava che il 6 Febbraio fosse svanito, sepolto, chissà dove, sotto la
neve.
-Sarah- chiamò Bill alla porta di camera
della truccatrice, una volta giunta la sera –i tuoi hanno chiesto se vuoi andare a cena
con loro-
La
ragazza non rispose, allora il chitarrista entrò in camera e la trovò seduta sul
letto e abbracciata ad un peluche.
-mi hai sentito?- chiese il ragazzo
sedendosi ai piedi del letto.
Come
risposta Sarah si alzò e armata di i-pod si diresse verso il bagno dove iniziò a
prepararsi.
-“Ally?! Ha abboccato,ti mando un sms quando
arriviamo al ristorante”- chiamò velocemente dal cellulare; non aspettò la
risposta dell’amica e chiuse la chiamata prima che ritornasse la
ragazza.
-esci- ordinò perentoria la
festeggiata.
-ma amore, ti ho sempre guardata mentre ti
vesti…-
-sparisci- ringhiò lei rimanendo ferma e
impassibile vicino alla porta della stanza.
Fingendo
di essere offeso il cantante uscì, andando poi verso la camera per prepararsi
per la sorpresa.
-che diavolo mi metto?- sospirò
scoraggiata la brunetta aprendo l’armadio e rimirando i propri
abiti.
“jeans e maglione?troppo normali” e con
un colpo secco chiuse i cassettoni e prese e frugare tra gli
appendiabiti.
“minigonna e camicia?troppo da
scolaretta” un altro colpo secco divise gonne e camicie dal resto del
guardaroba.
“shorts e maglietta?troppo estiva” ormai
l’unica cosa che rimaneva era il “reparto” vestiti.
“direi che non mi resta che trovare qualcosa
in mezzo a questi” e armata di buona volontà, iniziò, capo dopo capo, a
cercare qualcosa di adatto: tra i vari abitini, ritrovò il vestito blu notte
indossato a Natale e quello nero,
preso il girono stesso che Michela e Alice erano venute a trovarla…tanti ricordi
felici che in quell’istante facevano montare la rabbia e, al tempo stesso,
sprofondare nell’infelicità. Poi finalmente trovò quello che cercava: un abitino
di satin nero. Il corpetto era costituito da una fascia stretta intorno al seno
e che poi, circondava le spalle; da qui scendeva stretta fino ai fianchi, la
gonna che, man mano che arrivava a metà coscia, si
ammorbidiva.
Cautamente
e stando ben attenta a non stropicciarlo, lo adagiò sul letto e con un sorriso
amaro dipinto sul volto, iniziò a truccarsi e acconciarsi i
capelli.
-Sarah – chiamò Bill dal salotto – sono le otto, dobbiamo
andare-
Dopo
pochi minuti la porta della camera si aprì e la ragazza raggiunse il fidanzato
che la aspettava nell’ingresso.
-sei fantastica – sospirò ammirando la
sua amata che con passo altero si faceva sempre più
vicina.
-mi porti tu? – chiese gelida lei, non
ascoltando i complimenti, a suo avviso superflui e inutili, che il ragazzo le
faceva.
-sì, col furgoncino di Georg, poi io
raggiungo gli altri –
Senza
dire una parola la ragazza precedette il cantante sul veicolo, rimanendo in
silenzio durante tutto il viaggio, finchè non giunsero di fronte al ristorante
giapponese più elegante e lussuoso della città.
-l’izumi?! – chiese sorpresa la
truccatrice uscendo dal furgoncino e rimanendo piacevolmente stupita di fronte
all’insegna del locale –ai miei non piace
la cucina orientale –
-ma a te sì – contestò il suo
“accompagnatore” prendendola per mano e guidandola nel
ristorante.
Come
sempre, quando Bill varcò la soglia, i fan si accalcarono attorno alla coppia
domandando autografi e fotografie, ma il cantante congedò tutti dicendo che
quella sera aveva tempo solo per l’incantevole damigella al suo braccio,
dopodiché chiamò il cameriere.
-Kaulitz – disse tranquillamente come se
il suo non fosse uno dei cognomi più famosi e il cameriere li condusse un
salottino privato , dove altri camerieri presero loro il cappotto, li fecero
accomodare e poi sparirono, lasciando la coppia sola a
parlare.
-allora?! – chiese la festeggiata
poggiando il mento sul dorso della mano, pronta ad ascoltare le spiegazioni del
fidanzato.
-buon compleanno – le disse come se
niente fosse, mentre sotto il tavolo inviava tramite messaggio, la loro attuale
posizione.
-sei incredibile – commentò poi la
brunetta sorridendo e sentendosi finalmente felice.
-è per questo che mi ami
–
Non
ci fu tempo ne parole, per rispondere anche perché i camerieri iniziarono a
servir loro la cena; il tempo trascorse piacevolmente e in men che non si dica
arrivarono i piattini col dolce.
-e questa? – chiese perplessa Sarah
vedendo che in un secondo piattino accanto a lei, vi era la chiave di una
macchina.
-è una parte del mio regalo – rispose
dolcemente Bill prendendole la mano –ormai hai diciotto anni, è ora di fare la
patente –
-mio Dio!!! – urlò di gioia la
festeggiata alzandosi dal posto e saltando al collo del suo cantante –grazie mille amore mio! È un regalo davvero
stupendo! –
-ok, ma la macchina arriverà solo dopo che
avrai superato il corso e gli esami –
-quante altre sorprese devo aspettarmi
ancora? – chiese la truccatrice, che ormai si aspettava di tutto e di più
dal fidanzato fuori dal comune che aveva trovato.
Prima
di rispondere il ragazzo guardò l’ora e con un sorriso divertito le disse – ora vedrai – e senza aggiungere altro
uscirono dal locale e, evitando i fotografi che li aspettavano, partirono nel
cuore della notte innevata.
Arrivarono
poco dopo di fronte ad una discoteca della città, dalle luci spente e
apparentemente chiusa.
-amore, mi sa che è chiusa – constatò la
ragazza, credendo che il fidanzato avesse toppato, ma lui non l’ascoltò e a
passo sicuro si diresse verso l’entrata.
-aspettami – gli urlò, mentre accelerando
il passo per raggiungerlo, ma ancora una volta il cantante parve essere sordo e
senza guardarsi indietro, entrò nel locale.
-uffa – sbuffò, percorrendo i pochi passi
che la separavano dalla porta, raggiuntala, la aprì ed entrò cauta nella grande
sala da ballo.
-lo sai Bill Kaulitz, che se ti trovo ti
ammazzo con le stesse mani che ti truccano ogni santo giorno?! – nessuno le
rispose, ma una luce si accese e illuminò un tavolino con sopra una torta di
compleanno alta tre piani, tanto da sembrare più ad un dolce
nuziale.
-va bene, molto divertente – disse
sarcastica avvicinandosi al tavolino –ora
desidero che tu venga fuori immediatamente –
-desiderio esaudito – disse una voce e
pochi secondi dopo le luci si accesero, illuminando il locale: c’erano tutte le
persone a cui voleva più bene; dai cugini ai compagni di scuola, senza
tralasciare il gruppo dei TH e le sue migliori amiche.
-
TANTI AUGURI SARAH!!
-
|
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Capitolo 15 *** la malattia delle coccinelle ***
livello 0
TATTARADAN!!!
Sì, sono io e sono tornata..no, non mi hanno rapito gli alieni e no, non mi sono data alla clandestinità..solamente non avevo più tempo per scrivere ç.ç ma adesso prometto, o almeno cerco di postare almeno un capitolo al mese, con questa tempistica dovrei farcela a postare e scrivere capitoli migliori di questo..
Passiamo ai ringraziamenti:
Per eleonor483: anche il mio compleanno è il 6 febbraio..sono troppo egocentrica per non dare qualcosa di mio ai miei personaggi :P in qualunque caso scusa per l'assenza prolungata, cercherò di rimediare
E chiedo scusa anche a voi cari lettori, che pazientemente seguite questa storia..per il momento non posso che lasciarvi al quindicesimo capitolo!!!
Commentante numerosi!!!
_Sarettola_
Una vita con i kaulitz
Capitolo 15: La malattia delle coccinelle
Essere tornati in Germania portò tra la band una ventata di aria frescha e normalità: i ragazzi avevano ripreso a scrivere canzoni, rintanati nel piccolo studio di registrazione della casa, mentre Sarah cercava di tenersi impegnata organizzando le date e la tappe del prossimo tour, mettendo in lista anche una fermata italiana, così da poter visitare il suo paese.
Tutto sembrava rientrato nei canoni comuni, comprese le mattutine di Bill e della sua “dolce” metà.
-ti sei lavata il muso nelle ortiche?- stuzzicò Bill una mattina durante la colazione.
-vuoi un pugno in gola?- ribattè la truccatrice che già alzava la forchetta in segno di guerra.
-no, ma..sembri una coccinella-
-e tu vuoi sembrare un punta spilli?-
-ma che cavolo!!! sei più isterica e suscettibile di quando hai le tue cose...-
-cosa stai dicendo Kaulitz?! Guarda che io non...-
-principessina sul pisello, guarda che sappiamo delle tue amichette del mese, mica siamo scemi-
-ci risiamo...- sospirarono in coro Gustav e Gerog dall'altra parte del tavolo; in Italia avevano visto che scenate del genere non capitavano e quindi la speranza aveva animato tutti loro, ma i caratteri imprevedibili dei due piccioncini aveva distrutto le loro speranze di passare la colazione in pace.
-purtroppo Bill ha ragione...- decise di intervenire il bassista -stamattina hai dei puntini rossi sul viso...-
Come se avesse pronunciato le parole magiche, la lite si spense: il cantante incrociò le braccia al petto e sfoderò la tipica espressione da “ho ragione e tu torto”, mentre la piccolina di casa si precipitò in bagno a guardarsi nello specchio.
-AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHH!!!- urlò, mentre di corsa riscese in sala da pranzo -SEMBRO...SEMBRO...che cosa sembro?-
-PUONCIORNO!!!!- trillò la voce di Frida nell'ingresso, distogliendo tutti dai puntini rossi che tempestavano la pelle diafana della malcapitata.
-di male in peggio- sospirò avvilita Sarah -e io che sperava in una mattinata tranquilla- e dimenticandosi del battibecco avuto poco prima, andò ad accoccolarsi sulle gambe del proprio fidanzato, che con un sospiro la cinse in un abbraccio.
-io afere portato pasticcini per mio amore!!!-
In pochi attimi la bionda fidanzata di Georg fece capolino nella stanza, scaricando con molta poca grazia un cestino colmo di muffin al cioccolato, sufficienti per sfamare un esercito.
-li hai fatti tutti tu, gioia del mio cuore?- domandò smielato il bassista, prendendo un dolcetto e ficcandoselo in bocca.
-ja, essere tutti per te, meine knuddeligen Teddybaren, defi mettere peso, tu troppo piccolo-
-io vado a finire la colazione in studio- dichiarò Tom che già faticava a trattenere i conati di vomito.
-vengo anche io!!!- esclamò il batterista che in tutta fretta raccolse la sua tazza e raggionse il più velocemente possibile l'amico rasta.
-qve bello! Noi essere soli!- gioì la tedesca e con un saltello si gettò tra le braccia del fidanzato, facendolo capitombolare a terra e riempiendolo di baci.
-gioia del mio cuore, ci siamo ancora noi qui- fece notare la truccatrice.
-foi non andare?!- chiese la bionda sbucando da sotto il tavolo
-no, stiamo finendo la colazione-
-oh..beh, io aspetare- concluse candidamente l'ospite prima di emettere una specie di fusa in direzione dell'amato.
Un silenzio imbarazzante si stese sul tavolo della colazione: si sapeva che Sarah e Frida non andavano molto d'accordo, anche se a Natale erano sembrate culo&camicia, ma tutti sapevano che c'era sotto qualcosa di più della semplice e apparente tregua.
-tu afere messo fiso in ortighe? Afere fiso come Marienkafer-
-ci risiamo con queste ortiche- alzò gli occhi al cielo la brunetta -no, mi sono svegliata così-
-oh..allora essere malattia di Marienkafer!- sentenziò la bionda che improvvisamente si era trasformata in un medico pluriqualificato.
-ma qui in germania siete scemi o mangiate i sassi?!- chiese retorica Sarah -prima mettete il muso nelle ortiche e poi fate ammalare le coccinelle?-
-no, coccinellina cara- iniziò a spiegare Bill tra una risata e l'altra -vuol dire che hai la varicella-
-ed è contagiosa...- aggiunse Georg sapendo della fobia per le malattie del cantante, che appena udita la parola contagiosa spinse giù dalla sedia il proprio amore, con aria disgustata
-MI HAI CONTAMINATO!!!- iniziò a urlare disperato il moro
-guarda che non stai morendo- gli fece notare la ragazza con ancora il sedere a terra, mentre guardava sconvolta il prorpio ragazzo diventare un bambino dell'asilo.
***
La voce che la malattia delle coccinelle, o volgarmente detta varicella, era penetrata nella casa, costrinse tutti i membri ad adottare misure drastiche: i preziosissimo guanti da forno di Frau Jutta furono saldamente scocciati alle mani dei due piccioncini infetti, che si ritrovarono sigillati in quarantena nella camera di Bill.
-ti odio- asserì verso sera il moro dopo che da una delle finestre era stato fatto passare un vassoio con la cena e le medicine -mi hai fatto diventare un appestato-
-direi più coccinella- cercò di rincuorarlo la brunetta che schiocchò un bacio una guancia ormai a pois del cantante -adesso da bravo, fa aaaaahm...-
-sai che potrebbe iniziare a piacermi...la malattia delle coccinelle-
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