Una vita con i Kaulitz

di _Sarettola_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** un corso per la bella addormentata ***
Capitolo 2: *** lo sbarco nelle lande della Lapponia ***
Capitolo 3: *** una nuova truccatrice per la band ***
Capitolo 4: *** una nuotata nel ghiaccio ***
Capitolo 5: *** il maniaco di famiglia non sei tu... ***
Capitolo 6: *** la cosa più bella mai capitata ***
Capitolo 7: *** un incontro simile alla bomba atomica ***
Capitolo 8: *** la rivalsa degli ex all'aeroporto ***
Capitolo 9: *** una lite per un bacio alla vigilia di natale ***
Capitolo 10: *** a Natale si è tutti più buoni (parte 1) ***
Capitolo 11: *** a Natale si è tutti più buoni (parte 2) ***
Capitolo 12: *** Ready, Set...GO! ***
Capitolo 13: *** e siamo solo al primo giorno ***
Capitolo 14: *** febbraio è scomparso sotto la neve ***
Capitolo 15: *** la malattia delle coccinelle ***



Capitolo 1
*** un corso per la bella addormentata ***


ZZZ

 

Una vita con i kaulitz

Capitolo 1: un corso per la bella addormentata.

 

 

 

 

 

La sveglia suonò e la ragazza, ancora mezza addormentata, cacciò fuori da sotto le coperte blu mare, un braccio dalla pelle lattea e spense la sveglia per poi riprendere il suo sogno.

-bell'addormentata… svegliati!!!-cinguettò sua madre dalla propria camera in fondo al corridoio.

Per la bell’addormentata  quello doveva essere il primo giorno come apprendista presso il teatro della sua città, dove si era iscritta per un corso per giovani truccatori…la sua gioia quando consegnò la domanda d’iscrizione era tale che per tutto il giorno non aveva fatto altro che spandere sorrisi a destra e a manca.

-Mmm… che ore sono???- chiese con voce assonnata da sotto le coltri

- le sette amorino…-

-Ok allora…cooooooooooooosaaaaa!!!???!!!!!-.

Dire che il risveglio quella mattina era stato turbolento era un eufemismo bello grosso: in meno di dieci minuti la ragazza dai capelli castani e gli occhi verdi era già lavata, vestita e in bagno per lavare danti e faccia.

- Sarah, tesoro, come mai tutta questa fretta???- chiese la madre affacciandosi alla porta del bagno già pronta per andare in ufficio.

- Indovina mamma?!!!???- fece ironica la figlia con lo spazzolino ancora in bocca – Sono in ritardo sparato e devo ancora truccarmi e farmi i capelli…fortuna che la borsa l’ho fatta ieri sera…-

- Se vuoi ti aiuto io a finire di prepararti

Gli occhi color prato della brunetta si spalancarono dall’orrore: sua madre, in camera sua che metteva mano tra i suoi scaffali dove erano stipate tutte le sue cremine e i suoi trucchi, comprati il giorno stesso dell’iscrizione e quasi mai usati per paura di sprecarli in maniera assurda.

- noooooooooooo- urlò talmente forte da poter essere sentita fino alla galassia d’Andromaca.

 

***

 

- Ma bene…- la rimbeccò il suo professore appena mise piede nel teatro che fungeva da classe per la prima lezione – in ritardo di trenta minuti e già il primo giorno di lezione…chi credi di essere? La bella addormentata al suo primo corso?-

Mio Dio…ecco, lo sentiva, stava inevitabilmente arrossendo come una scema e mentalmente si malediva pregando nel frattempo di sprofondare o quanto meno sparire dalla faccia della terra.

- scusi per il ritardo –sussurrò Sarah abbassando gli occhi.

- renditi utile ora... -  le ordinò sprezzante il docente dai capelli alquanto bianchi

Un’ imprecazione stava per uscire dalle labbra della sedicenne quando un ragazzo più o meno della sua età la richiamò con “ehi” per poi invitarla al lavoro di coppia.

- grazie mi hai salvata…se avessi chiesto cosa avrei dovuto fare non so se sarei tornata a casa viva oggi- lo ringraziò la brunetta prima di raccogliersi i capelli in uno chignon e infilarsi il grembiule rosa da lavoro per iniziare a truccare il compagno.

- hai proprio una bella pelle- si complimentò quest’ ultimo facendo, inevitabilmente, arrossire la truccatrice, sia per il complimento, sia per la distanza quasi inesistente che c’era tra i due.

-ehm…veramente io non ti conosco- sviò lei riprendendo a sfumare il correttore con le dita della mano che ormai le tremavo dall’agitazione

-ah…vero…io sono Matteo- rispose il biondino che le sedeva di fronte imbarazzato almeno quanto la compagna nel tendergli cordialmente la mano, che gli venne stretta dopo un momento di esitazione da parte di Sarah.

Quella atmosfera così insolita le piaceva; la faceva sentire a casa anche se non lo era e la metteva a proprio agio…peccato però che venne rovinata dalle urla dell’ insegnante che in quel momento entrava nel salone del teatro dirigendosi verso il palco scenico dove gli studenti eseguivano il lavoro.

-MA CHE ME NE FREGA DEL TEDESCO E DEI CAPRICCI DI 4 ADOLESCENTI!!! IO MANCO L’HO STUDIATO IL TEDESCO!!! - sbraitò l’insegnante – NON CREDO CHE QUALCUNO LO STUDI!!!! Qualcuno studia tedesco o lo ha mai studiato???- chiese poi rivolto agli alunni, che allibiti, risposero negativamente in coro, nel quale si distinse chiaramente un’unica risposta affermativa: quella di Sarah.

- e così tu sai il tedesco???- chiese l’uomo inarcando scettico un sopracciglio.

- beh…per la verità, lo studio a scuola- iniziò la ragazza visibilmente imbarazzata a causa degli sguardi di tutti su di lei –però ho fatto solo due anni e non sono una studentessa modello, anzi…-

- ma dire “ciao” e “mi chiamo” ne sei capace??? -.

- certo…o almeno credo… -

- bene bene bene…allora vieni con me – la intimò il docente che ormai la vedeva sotto una luce nuova e sicuramente positiva.

Senza fiatare e senza scostare lo sguardo dal pavimento, per non incontrare lo sguardo degli altri, seguì l’adulto che la precedeva, in quella che doveva essere la segreteria del teatro.

- prego si sieda signorina- la invitò gentilmente il docente indicandole una poltrona di velluto bordeaux dove si sedette senza pensarci due volte.

- ehm…che dovrei fare per lei???

- oh…nulla di preoccupante, cara la mia allieva - la tranquillizzò con voce melliflua

- devo tradurre una lettera???-

- nono…più semplice che tradurre una lettera…-

- fare una chiamata???-

- no più semplice ancora…- ormai la brunetta stava finendo le idee e temeva seriamente per la sua incolumità.

-non saprei…scriverle qualcosa??? -

- assolutamente no – la riprese dolcemente il professore sfoggiando un sorriso a 32 denti.

- e allora cosa???-

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

RINGRAZIAMENTI:

questa è la mia prima fanfic lunga-lunga, di solito scrivo storielline corte e puccettose,

quindi vi prego siate clementi con me…

Intanto grazie un mondo a miky, ally e alla mia Cassidy che cedono sempre in me,

mi incoraggiano a continuare a scrivere… grazie mille tesore mie!!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** lo sbarco nelle lande della Lapponia ***


capitolo 2

 

 

 

 

 

 

 

RINGRAZIAMENTI: come sempre un grazie alle mie tesore, ma grazie anche a Stefi che è stata la prima a commentare il capitolo precedente…grazie davvero tanto! Kmq sappi che la poveretta ne passerà un bel po’ prima di raggiungere il suo scopo…quindi non perderti i prossimi capitoli !!!

Grazie ancora a tutti…e buona lettura

 

 

 

 

 

Una vita con i Kaulitz

Capitolo 2: lo sbarco nelle “lande della Lapponia”

 

Quanto mai gli ho detto che so il tedesco!!!... non potevo starmene zitta e buona-buona???” si ritrovò a pensare la brunetta “ io! Povera ragazza di paese, tranquilla e riservata, catapultata in Germania…”

Dall’altoparlante sopra la sua testa una voce dal tono elettrico annunciò

“ si prega i gentili passeggeri di allacciare le cinture di sicurezza tra poco arriveremo a Francoforte”

“Inoltre io odio volare!!!” commentò mentalmente Sara eseguendo gli ordini annunciati il secondo prima.

Arrivata all’aeroporto la ragazza rintracciò i suoi bagagli che consistevano in 2 trolley formato famiglia che contenevano i suoi vestiti, 2 beauty-case personali più tre da lavoro e una valigia stile borsone dove teneva tutte le scarpe, e aspettò seduta su uno dei bagagli rigidi rosa, imbronciata sia per lo scherzo giocatole dal professore, sia per il ritardo di chi doveva venirla a prendere e la stava lasciando attendere nella sala “arrivi”.

Stava smadonnando a bassa voce fissando arrabbiata il pavimento, quando un paio di all star nere entrarono nella sua visuale.

-bist du Sarah?- chiese una voce dal tono profondo sicuramente appartenente ad un ragazzo che ora la fronteggiava.

-si si, sono io…- sbottò stizzita la bruna senza scostare lo sguardo dalla mattonella bianca, che ormai aveva catturato la sua attenzione.

-entschuldigung…aber wir müssen gehen-

La ragazza si alzò di scatto, tesa e rigida di rabbia, intoppando con un braccio uno dei 5 beauty, che cadde a terra trascinando con sé tutti gli altri.

-E vaffanculo. Cristo santo!!!!- un altro scatto d’ira da parte di Sarah, la cui vena, all’altezza della tempia, stava per esplodere.

Dopo aver alzato gli occhi al cielo in segno di rassegnazione, si accucciò a terra a raccogliere le cose uscite dai bauletti, che cadendo a terra si erano aperti; d’istinto anche l’accompagnatore della brunetta si accovacciò a terra, per aiutarla ma…

SDANG!!!

I due ragazzi si presero una poderosa testata provocando un “nuovo” vaffanculo da parte di Sarah.

- Vaffanculo- ripeté divertito e gioviale l’accompagnatore della ragazza, la quale per la prima volta da quando era sbarcata, alzò gli occhi dal suolo per vedere che parlava con lei…

Non poteva credere ai suoi occhi: capelli castani e rigorosamente piastrati lunghi fino alle spalle, occhi piccoli, quasi porcini, ma del colore del velluto marrone; sopra i jeans accuratamente strappati e lisi, spiccava la maglietta nera con lo stemma del gruppo che ormai spopolava un po’ ovunque, i Tokio Hotel.

-tu…sei Georg!!!- soffiò la brunetta sbalordita ed emozionata che una celebrità come lui era venuto a prenderla.

-bitte???-

-ah…ehm… du bist Georg-

Lui gonfiò il petto orgoglioso, mettendo in evidenza il marchio del suo gruppo, dove aveva il ruolo di bassista.

perfetto e ora? Come gli parlo?l’unica lingua che straniera che so perfettamente è l’inglese, ma dubito che…” rifletté la ragazza, ma il suo ragionamento fu interrotto dalla suoneria del suo cellulare che intonava “scream” dei TH, che fece voltare l’intera saletta degli arrivi e sorridere il bassista.

L’ italiana recuperò l’apparecchio nero dalla borsa che teneva al braccio, guardò il display e sorrise quando vide apparire il nome “Miky”.

-“pronto?”-

-“aloha Sasy… ma dove sei? Tua mamma ci ha detto che eri via…”-

-“effettivamente…”-

-“ vuoi dirmi dove sei finita? Io e la Ally volevamo andare a fare shopping in centro”-.

-“diciamo che non sono minimamente in zona…”-

-“e dove sei? Nelle lande della Lapponia???”-

-“più o meno…si…”-

-“ va bene…basta scherzare…”-

-“ma non stò scherzando…sono in Germania in compagnia di Georg”-

-“ cooooosaaaaa???”-

Da dietro la voce di Michela si sentiva un’altra persona che chiedeva ripetutamente in formazioni sull’amica “dispersa”.

-“passami la Ally”- chiese Sarah, sperando che la seconda amica avrebbe retto il colpo.

Dall’altro capo del telefono si sentì un po’ di movimento e poi la voce di Alice fece la sua comparsa.

-“Ally non urlare anche tu alla notizia”-

-“oky Sasy… vai e spara”-

-“va bene…allora sono a Francoforte, in compagnia di Georg, il bassista dei Tokio e credo che tra poco andrò da loro per incontrarli”-

-“ah va bene…ehi no…aspetta!!! Tu…”-

-“... si…”-

-“... a Francoforte…”-

-“…sì …”-

-“... con Georg…”-

-“…per Bill e compagnia bella”-

-“ esatto!!!”-

Il silenzio prese posto alle parole delle ragazze, che per diversi secondi non fiatarono, fino a che, in coro, esplosero in un poderoso e risonante urlo di gioia, che fece sobbalzare l’intero aeroporto di Francoforte.

- ehm…- esordì Georg dando una bussatine alla spalla della ragazza, la quale piano-piano e bianca cadaverica, si voltò per ritrovarsi faccia a faccia col problema “comunicazione”.

-“ehm…ragazze…ho un problema alquanto catastrofico…”-

-“vai, dicci tutto, socia”-

-“io, con questi, come ci parlo? Il tedesco non lo so molto bene, spagnolo non so se sanno che esista e italiano è decisamente da escludere…sembra che l’unica cosa che sanno dire sia “vaffanculo”…”-.

-“mai pensato alla possibilità dell’inglese?”-

-“sinceramente…”-

-“...no!”- finirono la frase le due rimaste in patria.

-“ok ragazze…”- sospirò Sarah infelice per dover già lasciare le compagne –“ora devo andare se no credo mi potrebbero spellare viva…mi mancate già tantissimo”-

-“mi raccomando fai la brava e non saltare addosso a Bill…”- le disse Michela prima di salutarla e passare il cellulare ad Alice.

-“ hola Sasy…fatti onore e se hai bisogno chiama!!!”-

-“ ovvio…grazie mille stelle…a presto”- e chiuse la chiamata asciugandosi velocemente le lacrime che minacciavano di cadere e rovinarle così il trucco.

-well…- sospirò la giovane sorridendo gentilmente al suo accompagnatore – don’t we go?!

Georg chiamò un fattorino che lo aiutasse a trasportare fino alla Cadillac nera parcheggiata fuori, i bagagli della brunetta; da bravo gentil uomo, il bassista dei Tokio Hotel aprì la portiera posteriore alla ragazza che, prima di salire, gli rivolse un sorriso di ringraziamento, il primo da quando era atterrata in terra Tedesca.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 3
*** una nuova truccatrice per la band ***


capitolo 2

RINGRAZIAMENTI: grazie a tutti quanti…a chi ha commentato e chi no…non mi aspettavo che  questa ff piacesse a molti, anche perché a essere sincere, scrivo durante le ore di lezione e poi non controllo mai quello che scrivo, ma da quel che mi fate capire pare che piaccia…grazie ancora e godetevi questo capitolo…nella speranza che piaccia come i precedenti…un bacione a tutte

_Sarettola_

 

 

 

Una vita con i kaulitz

Capitolo 3:  una nuova truccatrice per la band.

 

 

Il viaggio non era stato uno dei migliori e per una serie di motivi: la ruota bucata, il “pit stop” da un meccanico notevolmente rimbambito, la strada in salita e carica di tornanti e Sarah che chiedeva di fermarsi a causa della nausea in continuo.

Quando l’automobile con a bordo la nuova ragazza e Georg arrivò nel vialetto di casa, il sole stava già calando, dipingendo il cielo di rosso e arancione, e l’ora di cena si avvicinava.

Scesa dalla vettura, aiutata come sempre da Georg, la brunetta, che aveva l’aspetto di uno straccio, rimase stupita dall’immensità della villa, dove da ora in poi, sarebbe vissuta:

tutto era organizzato attorno ad uno spazio centrale a pianta rettangolare, lastricato e scoperto, mentre le diverse stanze erano situate a vari livelli. Agli spazi adibiti a residenza corrispondevano dei giardini cosicché la fusione tra interno ed esterno risultasse suggestiva, soprattutto tra le scalinate chiuse da lastre di vetro che portavano tra un piano e l’altro.

-wow- sussurrò sbalordita la ragazza che prese a salire gli scalini che portavo alla veranda sul retro della villa, ad un gesto del bassista; e proprio lì, seduti pigramente e appoggiati alle colonne, c’erano i gemelli Kaulitz.

Tom, il maggiore per 3 minuti, aveva in mano la sua chitarra e pizzicava le corde componendo un piccolo sonetto che, da come teneva il tempo, piaceva a Bill, il quale aveva un capello da cowboy calato sugli occhi.

- ragazzi siamo arrivati!!!- urlò il ragazzo ai compagni, che non lo degnarono nemmeno di uno sguardo limitandosi ad alzare gli occhi sul gemello che gli stava di fronte

- non dovevi essere qui per circa le dieci di stamane?- fece notare il cantante in tono piatto, mentre con un colpetto di dita si scostò il cappello dal viso

-ehi cowboys…vi ho portato la nuova truccatrice-.

A queste parole Bill e Tom saltarono giù dalla balaustra su cui erano appoggiati e s’incamminarono verso gli arrivati.

- per me sarà vecchia e stra vecchia- commentò il moro con voce non propriamente  bassa

simpatico” pensò sarcastica Sara tentando di impedire che quel commento le affiorasse dalle labbra.

-già…- proseguì Tom -scommettiamo che ha anche rughe e capelli bianchi?!-

te li faccio venire io i capelli bianchi rastaro dei miei stivali!!!” ringhiò tra se e se la truccatrice mordendosi la lingua, poiché la tentazione di parlare era sempre più forte; chiuse gli occhi e iniziò, mentalmente, a contare fino a cento, nella speranza di non esplodere in uno scatto d’ira.

- non è vecchia!!! Non avrà ancora venti anni…-

- sbaglio o ha la pelle liscia e i capelli lunghi e scuri?-

idiota!!!” inveii sottovoce Sara “i miei capelli sono castano chiaro

Lentamente la ragazza riaprì gli occhi, sicura che la sua vena pulsante di rabbia vicino alla tempia, non potesse più esplodere; mise a fuoco la vista e li vide per la prima volta da una distanza notevolmente vicina: i gemelli Kaulitz di fronte a lei, più belli che mai…

- piacere io sono Bill- disse il cowboy dai capelli neri mechati di bianco tendendole la mano in segno di benvenuto.

- Georg credo di non sentirmi bene…- disse la brunetta alla quale pulsava la testa, aveva la nausea e iniziava a vedere tutto nero…

 

***

 

- ma guardatela…non può essere la nostra truccatrice: è troppo giovane!!!-

- Gustav, sbaglio o sei tu il bambino prodigio che a quattro anni già suonava la batteria?-

- sì lo so… ma… e se l’avesse fatto apposta?-

- e allora? Vuoi lamentarti del dono che Dio ci ha fatto?-

-Tom smettila…però hai ragione; è molto carina, i lineamenti sono molto fini e gli occhi sono bellissimi…-

- grazie ma vi ho sentito…- mormorò la ragazza, riaprendo lentamente gli occhi - dove sono?-

-in quella che sarà camera tua…come va ora?- le domandò Georg ai piedi del letto dove era stata messa a riprendersi.

- meglio, grazie… anche se ho ancora lo stomaco sotto-sopra

La nuova arrivata si mise a sedere facendo scivolarle in grembo la pezza umida che le era stata messa sulla fronte; per un attimo la ragazza si perse a fissare il panno che aveva in braccio, ma poi il suo sguardo cadde sul paesaggio fuori della vetrata che occupava la parete a destra del letto a due piazze, dove stava seduta ora.

- scusate che ore sono?- chiese con voce flebile.

- nemmeno le nove- le rispose Gustav guardando il proprio orologio da polso e stupendosi dell’espressione che assunse lei nel sentire la risposta

- ammazza- esclamò in romanaccio, la giovane poco dopo, lasciando i quattro a bocca spalancata

- tra poco dovrebbe arrivare la tata…vuoi qualcosa?- glissò gentilmente il bassista, che rimase basito una seconda volta, quando truccatrice gli chiese solamente un bicchiere d’acqua e una seconda coperta.

Esauditi i desideri dell’ospite, il gruppo uscì dalla camera augurandole la buona notte e lasciandola finalmente sola e libera di riprendersi dall’estenuante giornata. Dopo aver bevuto un goccio d’acqua ripose il bicchiere di vetro trasparente sul comodino di legno scuro e andò verso le sue valigie per estrarvi il pigiama caldo e coccoloso che le avevano regalato le amiche prima della sua partenza; aprendole, però, le trovo vuote; perplessa e insicura si diresse all’armadio, tirò le ante laccate di nero e vi trovò dentro tutti i suoi vestiti, riposti con un ordine a dir poco maniacale.

 che servizio” rise tra sé prendendo, da uno dei cassetti del guardaroba aperto, l’indumento cercato… infilatoselo ritornò nel letto, sotto le coperte candide e dopo un ultimo sguardo al paesaggio di fuori, spense le luci e, accoccolata nelle nuove coperte chiuse gli occhi.

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Capitolo 4
*** una nuotata nel ghiaccio ***


capitolo 3

RINGRAZIAMENTI: grazie a tutti come sempre…mi fa stra piacere sapere che quello che scrivo non è da buttare nel water!!! ahahha

 

Per Hotz94: tranquilla non sei una rompi, anzi meglio se mi dici dove sbaglio così posso descrivere meglio i gemellini nostri adorati, siccome non sono la fan numero 1…grazie davvero ( smile )

 

Per Stefi la mia prima commentatrice: magari fosse servita e riverita; basta leggere questo capitolo per capire che Sarah ha il ruolo di “baby-sitter” altro che principessina viziata…

 

Per Billy_72: tranquilla il nostro Gustav c’è…leggere per vedere…

 

Grazie un mondo anche a tutti quelli che hanno letto i capitoli precedenti

Ora gustatevi questo!!! Un bacione a tutti                                                 

                                                                         _Sarettola_

 

 

Una vita con i kaulitz

Capitolo 4: una nuotata nel ghiaccio

 

Aprì gli occhi e guardò istintivamente la sveglia… Cavoli… a mala pena le otto; ultimamente stava diventando un’abitudine! Va beh… tanto valeva alzarsi dal letto e scendere a fare colazione…

Divelte le coperte con un calcio, scese dal letto e aprì la porta della camera per dirigersi in bagno, come al solito la luce de corridoio era stata lasciata accesa per tutta la notte senza che nessuno la spegnesse…

-Cazzo Sarah!!!- urlò una voce alle sue spalle facendola voltare di colpo verso chi le aveva provocato tre infarti in contemporanea –quando imparerai che NON si gira per casa in canottiera e mutande…- sbottò il Kaulitz con gli occhi grandi come padelle e i la chioma leonina decisamente spettinata

-ehi Bill… lo richiamò sarcastica la ragazza che, a detta del cantante, passeggiava tranquilla per i corridoi di casa – da che pulpito vien la predica…ti faccio notare che anche tu sei in mutande…-

-ma che c’entra?! Io abito qui da sempre…tu solo da un mese…- mossa sbagliata se si voleva iniziare la giornata in un modo sereno… purtroppo, però quello non era uno di quei giorni felici che si vedono dal mattino: da un mese a questa parte,ormai,  l’intera casa veniva svegliata delle litigate assurde che i due giovani facevano; nessuno dei due si risparmiava frecciatine e mezzi termini, ma poi all’ora di colazione tutto ritornava entro la normalità, se così si poteva definire…tutto questo bel processo veniva chiamato scherzosamente “mattutina” poiché ne cantante ne truccatrice si sforzava di non litigare la mattina…

- tu…- ringhiò lei avvicinandosi all’accusatore –ipocrita patentato…credi di permetterti di fare di tutto, solo perché hai due anni in più? Sei penoso!!!!-

- penoso io?!?!! - si infiammò Bill – ti ricordo solo che se non fosse per il penoso qui presente, tu non saresti mai venuta qui-

- ah…ma davvero?! Se avessi saputo a chi andavo incontro avrei di sicuro rifiutato!-

- ma se non appena ci hai visto sei svenuta

Ormai la mattutina era iniziata e i due rivali sbraitavano accuse insensate l’una contro l’altro, talmente vicini che i loro nasi a momenti si sfioravano; le loro urla, come di consueto, avevano svegliato tutta la casa, tranne Tom che, per abitudine, utilizzava i tappi di cera per le orecchie per poter dormire almeno un minimo.

- dai ragazzi ora basta... – li richiamò assonnato Gustav che era sbucato dalla porta alla loro sinistra

- ma ha iniziato lui!!! -                                        - ma ha iniziato lei!!!-

- siete impossibili - sospirò stressato il batterista passandosi una mano sul viso; i due litiganti, rimasti in un primo momento spiazzati dall’affermazione dell’amico, si ripreso dopo alcuni battiti di ciglia, con l’intento di strangolare il biondino con le proprie mani…

- ragazzi già alzati? – chiese Georg facendo capolino dalla propria stanza con addosso solo un paio di mutande rosa con la scritta anteriore “delicious”

- oh mio Dio!!! – esclamarono in coro Sarah e Bill, coprendosi gli occhi a vicenda e sussurrandosi di non guardare

- spero che la gita sul lago ghiacciato d’oggi mi faccia dimenticare tutto questo – rifletté la brunetta ritornando in camera sua per vestirsi.

Anche se era novembre, lì tra i monti aveva già nevicato e il laghetto, a sole due ore di viaggio dalla casa, era già pronto per pattinare, così la sera prima, si era deciso di andare attrezzati di tutto punto e provare a fare due o tre scivolate; unico problema era che l’unica a saper andare sui pattini era la femminuccia del gruppo, che, però aveva promesso di insegnare a tutti…

- tutti pronti - chiese Gustav, quando tutti furono saliti in macchina, nessuno rispose, segno che i gemelli e la truccatrice sul sedile posteriore già dormivano belli accoccolati e abbracciati insieme

- almeno sarà un viaggio tranquillo- furono le ultime parole famose, poiché al primo tornante la ragazza si sentì male e svegliò i maschietti che le dormivano appiccicati, turbando così la quiete che c’era nel veicolo.

 

Dopo quasi tre lunghe ed interminabili ore la cadillac nera del gruppo, si fermò nei pressi di un laghetto circondato da abeti innevati, meta dei futuri pattinatori.

- allora chi inizia le lezioni -  chiese elettrizzata la truccatrice dopo essersi messa i pattini ed essere scivolata sulla superficie lucida e ghiacciata dell’acqua.

Il primo a cimentarsi nell’impresa fu il batterista che in meno di mezz’ora già pattinava autonomamente.

- Sarah, stai attenta, il ghiaccio più in là non è ancora abbastanza spesso – la avvertì Georg che era rimasto seduto nel baule aperto della macchina, siccome, a detta sua, lui e il ghiaccio erano incompatibili.

La ragazza fece un cenno d’assenso col capo, prima di partire alla volta dei gemelli, che faticavano a stare in equilibrio sulle lame sottili dei pattini; la loro lezione durò più del previsto e quando, riuscirono per lo meno ad avanzare senza cadere Sara iniziò a pattinare per conto proprio non badando a dove stesse andando… tra un salto e una spirale, la giovane si ritrovò proprio sulla lastra meno spessa del laghetto che si ruppe improvvisamente trascinandola nei flutti glaciali del lago.

I ragazzi in grado di scivolare sul ghiaccio si diressero immediatamente verso il buco dove era scomparsa la ragazza.

- vado a ripescarla - esordì il cantante che già si stava togliendo la giacca a vento e prima che qualcuno potesse rispondere già si era tuffato e nuotava nelle acque gelate: i vestiti zuppi non gli tenevano più caldo e gli impedivano i movimenti delle ricerche;

eccoti ” disse tra sé vedendola qualche metro più in basso e raggiungendola, con poche bracciate; dopo averle cinto la vita, prese a nuotare verso l’alto, da dove era arrivato e dove il resto della band li attendeva angosciati. Mancavano ormai pochi metri, ma Bill iniziava a credere di non farcela: aveva un peso che gli comprimeva il petto all’altezza dei polmoni, iniziava perdere sensibilità alle dita dei piedi e già pregava in un miracolo.

devo portarla su ” pensò buttando un occhio al volto spettrale della ragazza le cui labbra si stavano tingendo di un viola innaturale e la pelle già assumeva le tonalità dell’azzurro; percorse i pochi metri che lo separavano dall’aria e allungò la mano fuori dell’apertura dove il fratello la afferrò e, insieme a Gustav, lo issò al dì fuori del lago.

Senza riflettere un minuto in più, tutti si precipitarono in vettura mettendo alla guida Tom che, si sapeva andava pazzo per l’alta velocità, e così rientrarono a casa in metà del tempo impiegato per raggiungere la destinazione.

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Capitolo 5
*** il maniaco di famiglia non sei tu... ***


capitolo 5

RINGRAZIAMENTI: come sempre grazie a tutte le persone che hanno letto il capitolo precedente…spero non abbia deluso le vostre aspettative…

 

Per Stefi: mi spiace averti demolito la figura della bella principessina viziata, servita e riverita, ma sai com’è…aver a che fare con 4 maschietti non è mica tanto facile, se pensiamo poi che i 4 in questione sono delle specie di terremoti viventi…comunque sia, per le mutande di Georg ci ho messo tutto il cuore per crearle, talmente tanto che quando l’ho scritto ( ero in classe ) sono scoppiata a ridere…conseguenza sono stata ripresa dal prof ^^

 

Per Hotz94: eccoti il nuovo capitolo^^ Siccome ti sono piaciutissime le litigate tra Bill e Sarah ho deciso che ne inserirò altre durante i prossimi capitoli, ma non in questo…perché?!?!? Beh leggerai…e mi raccomando voglio sapere se ho soddisfatto le tue aspettative!!!

 

Bene…ora possiamo cominciare…spero che anche questo capitolo vi piaccia e mi raccomando: leggete e commentate.

 

Grazie ancora…bacioni a tutti                             _Sarettola_

 

 

 

 

 

Una vita con i kaulitz

Capitolo 5: il maniaco di famiglia non sei tu…

 

Sulla soglia li attendeva Frau Jutta che era stata informata dalla telefonata del bassista e che aveva già riempito la vasca del bagno di Bill di acqua tiepida.

- povera creatura – commentò la tata guardando la figura della giovane immersa fino al collo e con ancora in dosso i vestiti nella vasca – direi che può bastare…la porto  in camera di Bill; voi andate a prenderle dei vestiti asciutti-

Tutti obbedirono senza fiatare e poco dopo ritornarono tutti dalla tata con in mano qualcosa: Georg, aveva due dolce vita bianca e un maglione di lana grigio; Gustav, dei leggins neri degli scaldamuscoli e dei calzettoni del medesimo colore; Bill, che ormai non connetteva più, aveva portato degli stivali di pelo bianchi, sciarpa e guanti, mentre Tom, da perfetto scansa fatiche, aveva consegnato alla balia, sono un paio di mutande e un reggiseno bianco, chiusi in una busta di plastica ritrovata in camera sua.

Dopo alcuni minuti in cui la tata rimase chiusa nella stanza con Sarah, la porta si aprì e la donna uscì.

-giù ora…vi preparo da mangiare-

Manco avesse pronunciato le parole magiche, tutto il gruppo partì alla volta della sala da pranzo, tranne Bill che rimase ad osservare preoccupato la porta a vetri.

- vai da lei…- gli consigliò Frau Jutta prima di scendere le scale e raggiungere i suoi famelici “ pulcini ”, come li chiamava lei.

Titubante il cantante dalla chioma leonina, entrò nell’anticamera dove si accorse che la temperatura rasentava il caldo dei tropici, però tutto sommato, pensò, era comprensibile. Voltò di lato la testa e vide che sulla scrivania ad angolo c’erano alcuni indumenti che la tata si era rifiutata di mettere alla ragazza per evitare che quest’ultima morisse cotta al vapore oppure al forno, mentre sul termosifone erano già stati messi ad asciugare i vestiti della brunetta.

Varcata l’arco che separava la camera vera e propria dal resto della stanza, vide Sarah addormentata tra le coperte e i cuscini, con i capelli umidi sparpagliati sulle federe bianche, tranne per qualche ciocca che le ricadeva sul viso e che Bill le riavviò dopo essersi avvicinato.

- per miracolo non ti ho persa…- sussurrò alla ragazza sicuro di non poter essere sentito, prima di portarsi dal lato opposto del letto e spogliarsi, per poi infilarsi sotto le coperte a sua volta.

Avere una ragazza dopo tanto tempo nel letto e a distanza decisamente ravvicinata lo costringeva a fare violenza su sé stesso per evitare di saltarle addosso e provocarle così un triplo infarto con conseguente ictus.

andiamo Bill…il maniaco di famiglia è Tomy” rifletté il Kaulitz, mentre fermo e rigido come uno stoccafisso guardava a vuoto il soffitto dalle tinte aranciate “ tu non sei un…morto di figa! ”.

Non aveva ancora finito la frase, che la brunetta al suo fianco si girò di fianco e lo abbracciò posando la testa sul suo petto.

- dove sono?- chiese Sarah tenendo gli occhi chiusi e con un filo di voce che il cantante quasi non capì la semplice domanda.

-in camera mia-

- Bill, hai i capelli bagnati-

- ci credo…sono venuto a ripescarti in fondo al lago-

Dopo un flebile “ grazie mille ” la ragazza posò un leggero bacio sulla guancia diafana del cantante che disse addio al suo self-controll e senza pensarci troppe volte, si sdraiò delicatamente su di lei, sfilandogli il maglione e iniziando a baciarle il collo dalla pelle liscia e morbida, quasi da mordere.

La truccatrice non si mosse: troppo impegnata a realizzare cosa le stava succedendo, troppo indaffarata a constatare che tutto ciò era troppo…strano per succedere a lei! Nel contempo sentiva le mai del ragazzo vagare sulla sua schiena con sicurezza e calma tipiche di chi quel gesto lo faceva da tempo, non come lei timida e sotto quel punto di vista inesperta; lo sentì spostare una mano sul suo fianco per fermasi a giocare con l’elastico dei leggins neri e che poco dopo le vennero sottratti. Sentì la sua mano, pericolosamente oltre la linea dell’ombelico, sfiorarle il neo che confinava sin da quando era piccola, con le sue mutande e fu allora che lo scostò un po’ in malo modo lasciando entrambi basiti.

- scusa, non…- iniziò Sarah visibilmente imbarazzata.

- no, scusa tu…credevo…- continuò Bill sentendosi le guance in fiamme sia per la temperatura quasi soffocante della stanza, me sicuramente per l’impacciataggine del momento.

- è che c’è una specie di problema…-

- hai il fidanzato in patria- concluse atono il divo vedendosi sbiadire la prospettiva di loro due insieme.

-beh, anche quello…ma è che…-.

No, non poteva dirlo proprio a lui, lui che ne aveva già fatte passe un po’; e se poi avesse riso di lei e del suo piccolo desiderio? E se il giorno dopo l’avrebbe detto anche agli altri? Ma infondo che male c’era se lei stava ancora aspettando il principe azzurro, l’uomo solo per lei, quello giusto per lei…

Prese un po’ di coraggio e tutto d’un fiato si confessò con il cantante, che si meravigliò di apprendere che era il primo a cui si confidava, a lui che, nonostante vivessero sotto lo stesso mese da più di un mese, era ancora un estraneo agli effetti.

-capisco- si sentì dire dal giovane che ora era inginocchiato sul letto accanto a lei -in

questo caso ti chiedo due volte scusa, anzi tre…non avrei dovuto spingermi così oltre, non forzarti in un certo senso-.

Non credeva alle sue orecchie: non l’aveva derisa come aveva pensato anzi, l’aveva capita e poi le aveva anche chiesto scusa; quel ragazzo era da sposare a dir poco e senza quasi accorgersene era già alla ricerca delle sue labbra, con gli occhi semi chiusi e l’aria trasognante.

- MIO DIO BILL!!!! – urlò una voce da fondo stanza seguito da un tonfo di vassoio

-oh cazzo…Tom!!- esclamò Sarah cercando il lenzuolo per poi buttarselo in testa, nel vano tentativo di scomparire.

- credo di aver scoperto che mio fratello va a letto con la ragazza che ci trucca prima del concerto…- soffiò ancora sconvolto il chitarrista del gruppo nonché gemello del cantante, che le aveva appena tolto il lenzuolo dalla testa e ora fissava preoccupato le espressioni ebeti dei due amici.

-meglio andare a nanne…- suggerì il moro che, dopo aver sbattuto fuori di camera suo fratello e aver accompagnato la truccatrice in camera sua, si rimise a letto con la vaga impressione di aver fatto una cazzata madornale, ma magari andando avanti le cose si sarebbero aggiustate.

 

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Capitolo 6
*** la cosa più bella mai capitata ***


capitolo_6

 

 

 

RINGRAZIAMENTI: innanzi tutto chiedo venia per il ritardo mostruoso, ma sapete com’è…è finita scuola e sono stata rimandata, perciò ho dovuto studiare e ho avuto poco tempo per postare o scrivere…scusate ancora tutti…

 

Bene…iniziamo col ringraziare quelle che da oggi posso definire le mie seguaci, ovvero Hotz94 e Stefi!!! Grazie anche a tutti queli che hanno letto la mia storia e che continuano a leggerla…anche se non so il vostro parere spero vi piaccia…

 

Per Stefy: tranquilla il commento che hai scritto non è affatto un pasticcio…anzi almeno capisco cosa ti piace e cosa ne pensi! Per la coppia Sarah – Bill spero che con questo capitolo abbia esaudito le tue speranze sul loro rapporto…però non dico più nulla, sta a te leggere

 

Per Hotz94: grazie mille per il commento…poi però voglio sapere se anche questo è di tuo gradimento ihihhi…

 

Un bacione a tutti i lettori <3

 

 

Una vita con i kaulitz

Capitolo 6: la cosa più bella mai capitata

 

 

Era la quarta e ultima notte che dormivano in hotel per via del tour europeo; questa volta si trovavano a Danzica in Polonia, una città abbastanza monotona, ma che per l’occasione si era trasformata in un vero e proprio campo minato per i Tokio Hotel, ormai costretti a rifugiarsi nella camera degli alberghi per non venire assaliti dalle fan.

Quella notte, come le precedenti, Bill, senza farsi scoprire dal gemello, era sgattaiolato in camera di Sarah, che ormai aveva preso l’abitudine di dormire condividendo il letto con il cantante; cosa succedesse in quella camera nessuno lo venne a sapere se non dopo quella sera: erano stanchi entrambi, ma nonostante ciò, si erano scambiati qualche coccola e qualche bacio, prima che lei si accoccolasse vicino al ragazzo che, pigramente sedeva sul letto con le gambe per le lunghe.

- Sarah?- chiamò il cantante rompendo il silenzio che li avvolgeva da qualche minuto

- che c’è?-

- posso confessarti una cosa?- un mugolio di approvazione accanto a lui, segno che la ragazza lo avrebbe ascoltato dall’inizio alla fine – mi piace una ragazza- decretò facendole affiorare un piccolo sorriso sulle labbra rosee.

- e io che credevo fossi gay…- scherzò lei prima di mostrare il succhiotto grosso quanto una fragola che spiccava sul suo ventre dalla sera prima.

- ti diverti a prenderti gioco di me?- chiese lui con una punta di impazienza nella voce che, però svanì subito vedendo il sorriso di Sarah allargarsi

- un pochino si- ammise sinceramente la brunetta ripensando alla casa di pazzi dov’era finita “miracolo che la tata non sia ancora in manicomio ” si ritrovò a pensare

- ehi…guarda che ti vedo- la sgridò dolcemente Bill riportandola alla realtà

- come scusa?! Che hai detto?-

- ti vedo che ridi…ma vorrei sapere il perché- chiese curioso, prendendo la ragazza per i fianchi e poi mettendosela in braccio.

- non te lo posso dire se no mi squarteresti all’istante- rispose scoppiando a ridere, quando lui fece una strana espressione, segno che, pur tentando di infiltrarsi nei suoi pensieri, non capiva a che cosa stesse pensando la brunetta.

- su andiamo…deve pur esserci un modo per farti aprir bocca…anche un modo non propriamente legale-

- sorprendimi Kaulitz-

I due si guardarono maliziosi incerti se cogliere al volo l’occasione che veniva loro proposta; era come una sfida su chi facesse il primo passo, chi dimostrasse più interesse per l’altro…entrambi erano cocciuti e orgogliosi, quindi passò qualche minuto prima che il Kaulitz dai capelli neri le prendesse il viso tra le mani calde e le baciasse le labbra, facendo pressione su quello inferiore affinché lei gli concedesse l’accesso; le loro lingue si scontrarono in quella tiepida cavità e quando ormai l’ossigeno stava venendo meno, si separarono.

Gli occhi chiari di lei lasciavano trapelare la sua felicità: le iridi brillavano più del solito e le gote si imporporarono rendendo la sua carnagione lattea color pesca matura.

- avanti Kaulitz, potresti fare di meglio per ottenere quell’informazione…- lo stuzzicò la truccatrice che nella sua piccola testa iniziava a capire che quella non era una sera come le altre in cui, dopo alcuni baci e momenti da togliere il fiato, si sarebbero comportati come se niente fosse, fingendo che non fosse successo nulla e addormentandosi uno dando la schiena all’altro.

- potrebbe farmi lei un esempio signorina truccatrice mezza fallita?-

- prego, signor cantante da strapazzo, pensi a qualcosa-

Dopo pochi istanti il ragazzo sorrise, segno che aveva pensato a qualcosa; istintivamente la brunetta affondò le mani nei suoi capelli e gli fece reclinare indietro mettendo così, in risalto la linea del collo; col le labbra soffici tracciò una linea di baci sulla pelle immacolata della gola sentendo una vena pulsare sotto il suo tocco. Lentamente e facendo attenzione che il suo respiro si infrangesse

sulla pelle diafana del moro, si avvicino al suo orecchio e in un sussurro gli chiese – allora Kaulitz vuole dirmi a che pensava?-

- che sei la cosa più bella che mi sia mai capitata-

Possibile che avesse sentito giusto?! Lui, cantante bello e famoso, che si dichiarava apertamente a lei, ragazza comune che non avrebbe mai incontrato se quel giorno in teatro avesse detto come tutti i suoi compagni “NO”.

- come scusa? Credo di non aver capito…-

- invece hai capito benissimo…io ti voglio molto più che bene!-

- eh?-

Certo lei era sotto shock e a rischio infarto, ma lui certe volte si esprimeva da cani: che cavolo intendeva con “ti voglio molto più che bene” ?!

- ecco io…- ed eccolo imbarazzato e che a mala pena riusciva a parlare - …io credo di amarti-

Se Bill stava cercando di farla morire di ictus ci stava riuscendo perfettamente…

- ehm…e quando lo avresti capito?-

- quel giorno, al lago, mentre ti cercavo sott’acqua: ho avuto paura di non trovarti o peggio di trovarti morta-

- ma Bill sono passate circa tre settimane da quel giorno, perché non me lo hai detto prima?-

- lo so scusa…. Asserì lui abbassando gli occhi color miele e non ancora struccati.

A quella vista il cuore della truccatrice si riempì di gioia e riflettè: “chi se ne frega del perché e del quando…lui mi ama!!!” e senza preavviso si buttò al collo del cantante, più felice di quando il suo ragazzo, che la aspettava in Italia, le aveva detto ti amo.

- beh…- intraprese il cantante tra i suoli capelli – è banale come domanda ma…-

Uffa… un'altra pausa del cavolo e si sarebbe sparato due colpi di rivoltella nelle rotule; cosa gli costava chiederglielo…tanto gli avrebbe risposti di sì…solo che i suoi occhini colore delle foglie lo mettevano in soggezione: era come essere nudo, senza barrire e difese…

coraggio” si disse e tutto d’un fiato le chiese – vuoi essere la mia ragazza?- e rimase in silenzio attendendo la risposta della ragazza.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 7
*** un incontro simile alla bomba atomica ***


capitolo_7

 

 

RINGRAZIAMENTI: mi spiace aggiornare così presto, ma mi vedo costretta a farlo, poiché tra pochi, anzi pochissimi, giorni parto… e ritornerò tra circa 2 settimane…quindi vi lascio in compagnia del nuovo capitolo!

Durante la vacanza credo che continuerò a scrivere gli altri capitoli, che poi batterò al computer al mio rientro…spero piaceranno come i precedenti (smile).

 

Per Stefi: purtroppo Bill è ritardatario e lo dimostra anche sul fronte dichiarazioni, ma come si fa a resistergli?!?!??? Basta meglio che mi cucia la bocca anche se la risposta mi sembra alquanto scontata…kmq lascio a te il piacere della scoperta ^.-

 

Per Lollipop_CB: grazie per aver commentato la ff, mi ha fatto davvero molto piacere…ah! Quasi dimenticavo…benvenuta anche a te nel sito ( non sono l’amministratrice, ma il benvenuto te lo voglio dare lo stesso ^.^ )

 

Per tutti quelli che commenteranno sia questo che il capitolo precedente dico grazie mille dal più profondo del mio cuoricino…grazie a voi che leggete e/o commentate il contatore delle visite ( credo si chiami così…spero…se no non so come chiamarlo ) ha della ottime cifre, che superano di gran lunga le mie più rosee aspettative! GRAZIE ANCORA A TUTTI!!! <3   

 

 

Una vita con i kaulitz

Capitolo 7: un incontro simile alla bomba atomica.

 

 

- NO, NO E NO! E NON PROVARE AD INSISTERE!- sbottò la ragazza del gruppo – non se parla nemmeno, io non sono la tua bambolina che puoi trattare come vuoi!-

- dai Sarah…noi poi dobbiamo adeguarci a te-

- e allora?- continuò scandalizzata Sarah – io quel coso da “donna di facili costumi” non lo metto-

- ma ti starà benissimo- insisté ulteriormente Tom, indicando il vestito di fronte a loro e sul quale stavano discutendo da circa una buona mezz’ora: era un vestito a tubino che arrivava più o meno appena sotto l’inguine di colore nero e foderato all’intero di rosso.

- Biiiiill- chiamò il rastaro – vieni tu a convincere la tua nuova fiamma per il vestito?- urlò attraverso il negozio richiamando il gemello che si trovava in chissà quale angolo della bottega; non passarono nemmeno due minuti che il ragazzo chiamato in causa comparve alle spalle del fratello, con la faccia di chi è appena stato disturbato nel tentativo di salvare il mondo

- che hai?- chiese seccato inarcando un sopracciglio.

- cerca di convincere la tua fidanzatina-stellina-amorina a prendere quel vestito-

- Tom, quel vestito non è un po’ troppo…corto?- domandò retorico il cantante che appena visto l’abito spalancò gli occhi ambrati; poi si rivolse alla propria ragazza – certo che se tu lo provassi…e magari ti stesse bene potresti anche comprarlo-

La truccatrice rimase basita nel sentire il suo nuovo amore dare man forte al fratello, credeva che almeno lui la sostenesse; si voltò in direzione di Georg e Gustav in cerca del loro supporto che però non trovò, poiché anche loro parevo essere della stessa idea del chitarrista.

- eh no…una contro quattro non…- la brunetta lasciò in sospeso la frase, fissando rapita un qualcosa alle spalle dei Tokio Hotel; senza pensarci troppo si fece largo tra amici e partner lasciandoli tutti un po’ perplessi.

- questo è MIO!- soffiò estasiata prendendo in mano la veste nera su cui aveva messo gli occhi: era lunga e abbastanza elegante, con un sotto-abito di pizzo sul quale era stato posto un ulteriore abito di seta nera a fronzoli che lasciava vedere i merletti delle braccia e di una parte della gonna; la scollatura squadrata, che lasciava scoperte le spalle e una generosa parte del decolté, era stata rifinita con altro pizzo e alcuni strass. Era un sogno di abito, uno di quelli che non si vedevano tanto spesso tra le star di holliwood, forse per la troppa originalità o forse perché troppo sobri, ma a Sarah piacque subito e nella sua testa già prendeva vita l’idea di lei che indossava quel capolavoro.

- mi pare anche ovvio che sia per te- asserì Tom distraendola dal suo sogno ad occhi aperti – anche perché, ammesso e non concesso che ci sia la taglia di qualcuno di noi, ci vedresti con pizzi, scollature e strass?-

L’affermazione talmente stupida, fece ridere tutti, mentre la ragazza quasi sotto minaccia di morte andò nei salottini prova con l’abito nero tra le braccia; le ci vollero pochi minuti, poiché appena indossato la veste le aderì al corpo perfettamente, come fossa stata una seconda pelle.

Rivestitasi uscì dal camerino e con un sorriso a 32 denti, annunciò che l’avrebbe preso e chiunque avesse obbiettato si sarebbe casualmente trovato senza testa; quindi in compagnia di Georg, con il quale ormai aveva un rapporto stile fratello- sorella, si avviò versò il bancone all’entrata del negozio, felice come non mai, a pagare tutti i suoi acquisti.

- non c’è altro?- chiese ironica la cassiera del negozio, dopo che Sarah ebbe scaricato vestito, scarpe e quant’altro sulla cassa.

- veramente questi sono solo i miei- rispose ridendo la ragazza al braccio del bassista che ormai era in preda ad un attacco di riso acuto.

- ehi bimba, io non ho tempo da perdere…-

Il sorriso scomparve subito dalle labbra rosee della truccatrice che iniziò ad osservare truce la ragazza dai capelli biondi ossigenati raccolti in una treccia ricadente su un fianco che le stava di fronte.

- come scusa?- chiese acida Sarah che si era avvicinata al bancone con i pugni serrati sui fianchi, tipica posizione di battaglia della brunetta che, nelle poche e rare volte che aveva fatto a botte con qualcuno, non aveva mai perso.

La rivale si limitò a una scrollata di spalle e a continuare a masticare la gomma da masticare dall’odore nauseabondo di fragola.

- sembri una capra che rumina...- criticò aspra la piccola femminuccia del gruppo prima che la cassiera spalancasse la bocca a cuoricino e articolò piccata qualcosa come “ vieni a dirmelo da vicino se ne hai il coraggio”; come non detto ora la truccatrice era sporta per metà busto sulla cassa e tentava di strangolare la biondastra, mentre i suoi amici la trattenevano e uscivano dal negozio.

- colpa vostra!- urlò stizzita la ragazza una volta fuori del negozio e raggiunta da Bill e Tom che si erano trattenuti solo per pagare gli acquisti - ce la potevo benissimo fare! Mi mancava poco al suo collo e voi mi avete allontanata ingiustamente!-.

A interrompere la dichiarazione di guerra della brunetta tutta sale e pepe fu la soneria del suo communicator rosa della Nokia che Bill le aveva regalato per il loro primo mese, e che fu ripescato dalla borsa XXL che lei teneva al braccio.

-“ pronto?”-

-“ hola Sasy…come sta la nostra truccatrice preferita?”-

-“ Miky!”- gioì l’italiana sentendo una voce amica che sperava di sentire il prima possibile

-“ allora come procedono i fatti?”- chiese la voce squillante all’altro capo dell’apparecchio soffocando una risata

-“ ho appena litigato con una commessa di un negozio”-

-“ vinto o perso?”-

-“ perso”- rispose avvilita la ragazza capendo dal silenzio che ne seguì, che l’amica era sorpresa di questa sua affermazione –“i ragazzi mi hanno separata”- spiegò facendo ritornar i conti a chi stava al telefono che sospirò comprensiva.

-“ dai su per tirarti su di morale io e Alice possiamo esaudire un tuo piccolo desiderio”-

-“ scusate ma che intendete?”-

La risposta non venne data a causa dell’interruzione della chiamata e da Georg che gli diede una bussatina attirando la sua attenzione per poi direzionarla nel punto in cui il bassista additava: al di là della strada, infatti, sul marciapiede opposto, vide chi meno si aspettasse: due ragazze; una dai lunghi capelli rossi, indicava il cellulare cremisi nella propria mano, l’altra leggermente bionda, salutava complice con il braccio alzato.

- ALLY! MIKY!- urlò al settimo cielo Sarah prima di lanciarsi verso le amiche, che a loro volta le correvano incontro urlando il suo nome.

La ricongiunzione del trio fu come l’impatto di una bomba atomica: inaspettato, rumoroso e decisamente fuori luogo, poiché le ragazze si riabbracciarono dopo tanto tempo nel bel mezzo della strada, bloccando il traffico del centro città in quel sabato pomeriggio; gli automobilisti, costretti a frenare improvvisamente, iniziarono a minacciare le tre amiche appena ritrovatesi, ma loro non ci badarono e fu quindi compito dei ragazzi portarle lontane dalla carreggiata.

Una volta al sicuro e sciolto l’abbraccio, la brunetta iniziò le presentazioni, orgogliosa di mostrare la sua nuova vita alle amiche di sempre e vice versa.

- piacere, Alice- asserì la ragazza dai capelli chiari tendendo gentilmente la mano a cantante, bassista e batterista; la rossina, invece, partì subito alla volta di Tom, il suo idolo, che la fissò torvo prima di chiederle atono che cosa volesse.

Alice, così come la truccatrice, si congelò, bloccandosi a metà strada dallo stringere la mano a Gustav che, come tutti i presente, ora guardavano a bocca aperta il rastaro dall’aria scazzata.

- piacere Michela- sorrise lei non arretrando nemmeno di un millimetro –Sarah e Alice mi chiamano Miky, mia sorella Dre’… tu, però, puoi chiamarmi Mischa! -

- parli troppo- sentenziò il biondino facendo ritirare schifata la mano che la ragazza gli offriva – sei bruttina- continuò imperterrito, mentre le altre due amiche cercavano riparo tra il resto della band, dall’esplosione che lui, inconsciamente, stava provocando – non mi piace come ti presenti, come ti vesti; i tuoi occhiali rosso acceso mi fanno venire la nausea e i tuoi capelli ti fanno assomigliare alle prugne secche che compri al supermercato-

Senza preavviso la “prugnetta” strinse i pugni, prese la mira e colpì… “casualmente” centrò le parti basse di Tom talmente forte che il ragazzo si accasciò a terra col respiro affannoso e le lacrime agli occhi.

- è quello che si meritava- concluse poi Michela voltandosi verso gli altri e sistemandosi meglio il cerchietto nero che le tratteneva i capelli.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 8
*** la rivalsa degli ex all'aeroporto ***


capitolo_8

 

RINGRAZIAMENTI: rieccomi tornata dalle vacanze che sono durate più del previsto, ma almeno hanno dato buoni frutti: 3 bei capitoli pronti per essere postati; questo è uno delle produzioni estive che ho scritto in riva al mare…spero vi piaccia ^.^

 

Per NICEGIRL: sono felice che ti piaccia…io continuo a scrivere, ma tu continua a recensire mi raccomando ^^

Per scrizzoth_95: diciamo che serviva qualcuno a indirizzare tom sulla retta via e Michela anche se piccolina e non bellissima come una top-model gli ha dato pan per focaccia…ovviamente la puoi chiamare come più ti piace...

 

Per Lollipop_CB: grazie per commentare sempre^^…kmq come ormai si sarà capito il caro chitarrista è sprovvisto di tatto umano e di cortesia nel dire le cose…era un po’ inevitabile che prima o poi qualcuno glielo facesse notare…certo in una maniera un po’ tanto dolorosa, ma a qualcosa è servito (smile)

 

Per stefi ( ormai mia commentatrice sin dagli albori di questa storia ): Non credo che Sarah sia della tua stessa opinione, per lei la biondastra va eliminata senza pietà e più avanti ne vedremo delle belle ^.^ kmq l’amica dai capelli fulvi di Sarah puoi chiamarla come vuoi…per il vestito se ritrovo la foto te la invierò così vedi anche tu com’è…anche se l’immagine è più bella della descrizione che ne ho fatto…

 

Un bacio anche a chi ha letto e che segue questa storia un po’ strampalata…

Buon divertimento anche con questo capitolo

Ciao ciao baci miao

_Sarettola_

 

 

Una vita con i kaulitz

Capitolo 8: la rivalsa degli ex all’aeroporto

 

il volo diretto XB SF 759 Sydney – Francoforte è pregato di portarsi nella sala arrivi per ritirare i bagagli all’uscita 6, grazie

- finalmente è finito! – urlò festante Tom baciando il pavimento dell’aeroporto, mentre ritiravano tutti insieme i bagagli e compilavano la dichiarazione da lasciare prima dell’uscita per gli strumenti e i vari beauty-case.

- sei il solito drammatico- lo rimbeccò Gustav, mentre afferrava le sue valigie verdi militare – in fondo è stato bello, no?-

- sì, infatti – gioirono Georg e Sarah che si tenevano a braccetto anche mentre recuperavano i loro bagagli: ormai stavano diventando fratelli mancati, passavano molto tempo insieme e si fidavano ciecamente l’uno dell’altra; era strano vederli separati e ciò scatenava a volte dei piccoli attacchi di gelosia da parte di Bill, che si rabboniva subito dopo una coccola o un bacio della sua nuova fiamma.

- tu, cara la mia truccatrice, dovresti fare silenzio- iniziò in modo plateale il biondo - tu hai dormito addosso al mio unico gemello e quando non dormivi avevi il tuo amico Georg a tenerti compagnia, mentre io, povera creatura, lasciata sola a se stessa- concluse portandosi una mano sulla fronte

- ehi Tom!- lo richiamarono da lontano gli altri, che stavano già lasciando il “ ritiro bagagli ” e gli facevano segno di raggiungere il resto del gruppo; così il chitarrista arraffò la propria valigia e si mise a correre verso gli amici che ridendo lo aspettavano.

- stronzi! Potevate aspettarmi per due minuti…- iniziò a lamentarsi il rastaro, mentre il communicator della ragazza iniziava a suonare.

- “pronto?”- chiese allegra Sarah che nella fretta non aveva guardato il display sul quale era apparso il nome del mittente.

-“ ciao amore! ”-

Il volto della brunetta sbancò all’istante e con gli occhi spalancati, si rivolse all’attuale e fino a quel momento unico fidanzato.

-“ amore ci sei ancora?”- chiamò a vuoto il misterioso ragazzo al di là del ricevitore, poiché la ragazza posò una mano sull’apparecchio in modo che chi fosse in linea in quel momento non sentisse.

- “amore? Io ho lasciato un possibile spasimante in qualche anfratto della terra?”- chiese a bassa voce, ma l’unica risposta che le arrivò fu un alzata di spalle, segno che nemmeno Bill sapeva di che cosa o di chi stesse parlando.

-“ ehm…sì amore ci sono…eccomi”- mentì spudoratamente la giovane riprendendo la conversazione –“ solo che sono in aeroporto e…c’è un po’ di confusione”-

-“lo so”-

-“ come lo sai?”-

-“ girati e guarda dietro di te…”-

Sarah obbedì, sudando freddo e con la mente annebbiata, ma appena vide il ragazzo castano salutarla calorosamente sbracciandosi, ricollegò tutto.

- oh porca merdaccia…- soffiò con un misto di disgusto e sorpresa nella voce - …Nicola-

Il ragazzo appena nominato prese ad avanzare verso il gruppo con un sorriso da ebete felice stampato sul viso, mentre la truccatrice si aggrappò disperata alla maglietta nera del cantante, che osservava l’avanzata del giovane italiano.

- ti pregò Bill aiutami…- disse la brunetta con la voce terrorizzata

- perché io? Il problema è tuo che non lo hai lasciato a tempo debito-.

- ti prego amore…- lo supplicò lei – sai come si dice: nel bene e nel male…-

- allora ritiro tutto e ti ridò all’italiano che sta arrivando-

Purtroppo però, Nicola, o come lo aveva nominato Tom “finocchio all’italiana”, raggiunse il gruppetto impedendo alla truccatrice di supplicare ancora un po’ o almeno di controbattere all’ultima affermazione del suo ragazzo.

- ciao amore- salutò allegramente il ragazzo italiano chinandosi per baciare le guance della sua coetanea, costringendo Bill a fare violenza su sé stesso per non prenderlo a cazzotti in faccia

- ehm… che ci fai tu qui?- chiese lei allargando le distanze tra loro.

- volevo farti una sorpresa… l’idea era di piombarti sotto casa, ma siccome non conosco l’indirizzo è meglio che ti abbia trovata qui-

Incredibile! Ecco cosa pensò in quel momento la truccatrice; incredibile che lei si fosse dimenticata di lasciare il suo “amore” italiano, anche se un po’ di ragione ce la aveva: in due mesi che non si vedevano lui non l’aveva mai chiamata… comunque sia il problema ora era lasciarlo immediatamente e chiarire la sua posizione attuale… ma come avrebbe fatto? ...un miracolo? ...una magia?

- ragazzi… non per rovinare l’idillio, ma io ho fame…- si lamentò Tom rompendo l’imbarazzante silenzio che si era creato, mentre la femminuccia del gruppo cercava disperata una via di fuga – se vuoi puoi venire anche tu- propose gentilmente al nuovo arrivato, prima che la sua futura parente gli tirasse una gomitata nelle costole con conseguente pugno nello stomaco.

Nonostante ciò Nicola accettò di buon grado e tutti insieme si diressero a casa, dove la tata aveva già preparato una cena a dir poco spettacolare per festeggiare la fine del tour in Australia.

- amore tutto bene?- chiese durante la cena il teorico ex fidanzato di Sarah, vedendo che quest’ultima infilzava troppo aggressivamente tutto ciò che aveva nel piatto.

- smettiamola d’accordo?!- si intromise il gemello biondo stufo di non sentire nemmeno un mormorio durante la cena – te lo dico io come sta: sta di merda! Ti chiedi perché? Perché teoricamente ti ha lasciato per mio fratello che ora si trova esattamente di fronte a te e tenta di controllarsi per non tirarti il coltello dei formaggi in quei tuoi occhietti da sanguisuga che ti ritrovi!-.

Tutti rimasero a bocca aperta per l’uscita del rastaro scambiandosi occhiate meravigliate, tranne la brunetta che in quel momento avrebbe voluto fiondarsi al di là del tavolo per abbracciare il biondastro, che per una volta si era reso utile.

- è vero?- chiese allora Nicola rivolto alla fidanzata che in quel momento sorrideva compiaciuta in direzione del suo nuovo salvatore che gli fece l’occhiolino.

Incredulo e amareggiato l’ospite del giorno si alzò di scatto e fissò per lungo tempo il cantante leonino che per tutta la cena aveva avuto di fronte e che ora teneva il mento appoggiato sulle mani e lo guardava divertito misto vittorioso.

Non ci fu più nulla da dire, poiché il chitarrista cinse le spalle di Nicola con un braccio e senza tanti complimenti lo accompagnò fino all’ingresso della casa chiudendogli, poi, la porta in faccia; quando ritornò in sala da pranzo tutti esplosero in risa, urla e fischi di gioia, mentre Tom, il più cattivo di tutti, faceva l’imitazione del “ barilotto scaricato” ( nuovo nomignolo che gli aveva propinato), quando l’aveva "gentilmente" sbattuto sulla soglia e chiuso fuori casa.

 

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Capitolo 9
*** una lite per un bacio alla vigilia di natale ***


capitolo_9

RINGRAZIAMENTI: ok, va bene…lo ammetto…sono un pochino in ritardo, ma la colpa non è mia…cioè più o meno…diciamo che devo studiare e di tempo per battere i nuovi capitoli sul pc non c’è quasi mai…uff che noia essere rimandate in qualche materia…spero che i lettori mi capiscano… kmq passiamo a cose più serie e iniziamo col ringraziare tutte le persone che hanno letto e seguono questa storia ( che non so ancora come e quando finirà ); un ringraziamento particolare anche per chi si è fermato a fare un commentino, ovvero stefi, NICEGIRL, Lollipop_CB, Scrizzoth_95,Pocia e eleonor483…mi fa sempre piacere leggere il vostro parere!!!!

Per chi desiderasse il vestito di Sarah di due capitoli precedenti è questo:  http://i199.photobucket.com/albums/aa87/sakuralover93/Chobits.jpg

 

Bene, ora che ho finito di spaccarvi i co**beeep**, posso lasciarvi al nono capitolo… buona lettura

un bacione a tutti quanti     <3

                                      _Sarettola_

Una vita con i kaulitz

Capitolo 9: una lite per un bacio alla vigilia di natale

DLIIIIIIIIIN DLOOOOOON

Il campanello di casa Tokio Hotel trillò all’alba delle nove del mattino; era Dicembre e la neve copriva il parco della villa con un uniforme manto bianco, mentre nella sala da pranzo la band, tornata da poche ore dal tour in Francia, era seduta a fare colazione.

- vado io- si offrì Tom alzandosi da tavola e dirigendosi fischiettando alla porta.

DLIIIIIIIIIN DLOOOOOON

- arrivoooo!-

Il rastaro aprì la porta e, vedendo chi vi era sulla soglia, la richiuse di colpo, con un espressione di terrore sul volto; fece un respiro profondo per calmarsi prima di riaprire l’entrata e si fece da parte per far accomodare due furie che si diressero nella sala da pranzo dove provenivano le voci allegre del resto del gruppo.

- …sì, io l’avevo sempre detto che il nero…ehi!- esclamò la brunetta accoccolata in braccio al suo tesoro, infastidita per l’interruzione – toglietemi ‘sto coso d’avanti agli occhi…non ci vedo nulla-

Detto fatto, ma quando la ragazza riprese a vedere nitido, di fronte a lei si presentavano due ragazze dall’aria decisamente famigliare.

- ALLY!... MIKY!...-

- SASY!- urlarono la biondina e la rossa saltando al collo dell’amica e ribaltando la sedia con chi ci era seduto sopra e non c’entrava nulla nella rimpatriata del momento.

- ma io che cosa c’entro?- chiese Bill schiacciato contro la sedia dal peso delle tre amiche

- scusaci Kaulitz- cantilenarono le nuove arrivate rialzandosi e aiutando l’amica a fare lo stesso.

- già…scusaci amore-

- uuuuh… allora è davvero seria la cosa- ammiccarono le due italiane verso l’amica che, risistemata la sedia, ritorno ad accoccolarsi sulle gambe del cantante.

- abbiamo un regalino per te- esordì Ally che dalla propria borsa monospalla, fece comparire un orrendo cappello da babbo natale color azzurro evidenziatore che poi mise in testa all’amica dai capelli scuri.

- mio Dio…- sospirò quest’ultima - sono... raccapriccianti!-

Le altre due concordarono, sbirciando il proprio cappellino che indossavano: rosso per Michela, verde per Alice.

- come mai questa tenuta da pazze ubriache?- chiese acido il chitarrista, che ancora non aveva dimenticato il dolore che la rossina gli aveva procurato l’ultima volta.

Senza calcolarlo minimamente le due ragazze iniziarono a spiegare che erano venute a salutare l’amica, cogliendo l’occasione che le vacanze di natale offrivano.

- vacanze di Natale?- ripeté incredula Sarah che si sentì dire che non solo erano le vacanze di natale, ma che quel giorno era anche la vigilia.

- state dicendo che oggi è il 24 e domani è già il 25?-

- certo…come mai voi non avete ancora i festoni? E dov’è l’albero?- chiesero un pochino deluse le nuove arrivate, che guardandosi intorno non videro nessuna traccia dell’arrivo della festività.

- semplicemente non l’abbiamo- constatò mesta Sarah guardando l’angolo vuoto e spoglio vicino al camino, dove già da un pezzo immaginava l’albero di Natale.

- sbagliato pulcina mia- arrivò dolce la voce di una donna dall’ingresso – entro domani avremo tutto e faremo anche il cenone in veranda-

- tata, sei tu?- chiesero i gemelli che poco dopo videro la donna dai capelli chiari entrare in sala da pranzo e dirigersi in cucina con le buste della spesa.

- certo…e vi posso assicurare che entro domani avremo tutto quello che ci serve per festeggiare il Natale…- entrando in sala da pranzo e portando un paio di tazze anche per le ospiti impreviste – voi dovete solo preoccuparvi di andare a fare shopping perché domani sera daremo una piccola festicciola…ovviamente sono invitate, anzi obbligate, a rimanere anche le tue amiche Sarah – concluse la donna con un sorriso dolcissimo per le ragazze che ora si guardavano contente e felici di poter passare quei giorni di vacanza assieme.

Qualche minuto dopo, il gruppo era già arrivato in centro città, i cui negozi scintillavano e invogliavano chiunque a spendere i proprio soldi per i regali del giorno dopo.

- io vado a fare un giro – sentenziò Georg allontanandosi dal gruppo da cui si staccarono poco dopo anche Gustav e Alice, che a quanto pareva iniziavano a legare tra loro.

- non sono carucci?!- esclamò Sarah dopo che l’amica si fu allontanata a braccetto del batterista – andiamo anche noi vero? Io voglio fare le compere…- si lamentò così da ricevere un cenno di assenso da Bill che, sfoderata la carta di credito, circondò le spalle della sua dolce, ma a volte incontenibile, metà e insieme sparirono tra la folla lasciando Tom e Michela da soli e a bocca spalancata.

schifose coppiette” sentenziò mentalmente il rastaro “ e poi perché devo starci io con la sfigata dell’anno del sempre?

- Kaulitz…nemmeno io sono felice di averti come compagno degli acquisti di Natale…- brecciò la rossa in tono piatto, mentre di sottecchi guardava il suo compagno imbronciarsi.

- maledizione! Non potevo andare con Georg? Andare da un'altra parte? O stare in casa a fare le polveri?-

- Kaulitz…- lo fermò la rossa posizionandosi di fronte a lui con le braccia incrociate sotto il seno –ti ricordo che abbiamo la spesa per il cenone da fare, quindi le lamentele e i reclami tieniteli per dopo…- concluse sfibrata dando una piccola pacca sulla fronte del chitarrista e incamminandosi verso l’auto nera parcheggiata qualche metro più in là.

Al supermercato tutto andò liscio e le piccole frecciatine che si tiravano l’uno all’altra non rovinarono il buon umore dei due giovani che risaliti in macchia si misero in viaggio verso casa, incontrando però a metà percorso una coda di traffico.

- ma porco cazzo, pure la coda!- sbuffò Tom dando fiato al claxon

- tranquillo…agitarsi non…- inziò la rossa che fu interrotta dal richiamo insistente dell’automobilista che li seguiva.

Diplomaticamente, la ragazza seduta al fianco del guidatore, abbassò il finestrino e, una volta cacciata fuori la mano, abbassò tutte le dita tranne il medio, che mostrò per qualche minuto al conducente posteriore.

- Mischa tira dentro quella mano!- con tutta la calma possibile Michela eseguì il rimprovero del suo compagno di viaggio, non sapendo però che l’autista, era sceso dalla macchina per andare a bussare al finestrino della cadillac nera.

- ragazzo, veda di andare avanti…io devo passare!- urlò in faccia a Tom, che seccato inarcò un sopracciglio e aprì bocca per parlare

- ascolti carissimo rimbambito…dove vuole che vada? Mi crede capace di miracoli o di volare? Se lei è così fortunato da poter con un colpo di bacchetta, far sparire sé stesso e tutto il traffico, farebbe un favore a tutto il mondo- e detto questo tirò su il finestrino guardando poi l’espressione della rossa – che c’è?!-

- nulla…è che…non ti facevo così…- le parole le morirono in bocca, poiché per una qualche ragione a lei sconosciuta, il rastaro si era improvvisamente avvicinato e ora la stava baciano, facendo pressione sul suo labbro inferiore. Un brivido scosse la schiena di Michela spingendola a ricambiare il bacio di quello che fino a quella mattina era il suo “nemico per la pelle”.

Attimi paragonabili a secoli, ma il loro lasciarsi andare non durò che per qualche minuto poiché il traffico riprese a scorrere.

 

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Capitolo 10
*** a Natale si è tutti più buoni (parte 1) ***


capitolo_10

RINGRAZIAMENTI: beh…che dire se non grazie mille a tutti!!! A tutti, voi che leggete e che fate salire le cifre del coso che segna le letture ( le mie spiegazione fanno sempre schifo, ma abbiate pazienza…  ^.^” ) Un grazie anche alle mie commentatrici che ora posso ringraziare ad personam:

 

Per Scrizzoth_95: mi spiace averti fatto prendere un infarto ( o forse anche di più ), ma credo ne sia valsa la pena, giusto?!?!???

 

Per eleonor483: bello come colpo di scena, vero? Direi che io stessa ne sono rimasta shockata scrivendolo, anche perché non avrei mai immaginato un risvolto del genere, ma dovevo dare un pizzico di pepe alla storia e…beh, ho colto al volo l’occasione!

 

Per stefi: grazie per la tua comprensione e non preoccuparti…non mi hai fatto perdere tempo anzi…diciamo che è un “regalino” per farmi perdonare del ritardo, ok? Comunque nel mondo di Tom la coerenza non è mai nata, così come l’auto controllo ( vedi litigata in pieno traffico con l’autista posteriore…). Hai ragione è strano parlare di Natale mentre siamo ancora in estate e anche all’ombra ci sono si e no una quarantina di gradi, però vedila dal lato positivo: pensando al freddo di Natale non ti viene meno caldo?

 

Per lollipop_CB: grazie per i complimenti che mi fai in ogni commento ^////^

 

Finiti i rigraziamenti posso lasciarvi al nuovo capitolo…

Baci, bacini, baciotti a tutti!!!

                                                   _Sarettola_

 

 

Una vita con i kaulitz

Capitolo 10: a Natale si è tutti più buoni ( parte 1 )

 

 

- BUON NATALE AMORE!-

Bill aprì lentamente un occhio per constatare che Sarah, a cavalcioni sopra di lui, era sveglia e pimpante all’alba delle 8 di mattina, mentre l’intera casa ancora era nel mondo di Morfeo.

- amore…io ho ancora sonno…- si lamentò il moro, tentando di girarsi sul fianco, impedito però dalla presenza della ragazza sopra di lui – dai, Sarah…lasciami dormire…-

- ma Bill…è Natale!!!-

Come risposta la brunetta si vide trascinare tra le coperte rigorosamente nere del suo cantante, che in meno di un secondo l’aveva presa per i fianchi e spalmata sul letto accanto a sé.

- buon natale anche a te piccola peste- le sussurrò a fior di labbra prima di darle un bacio

- un regalo in anticipo?- chiese lei con gli occhi che ancora brillavano; era passata soltanto una settimana da quando si erano messi insieme, ma ogni bacio che lui le dava era come se fosse il primo e ciò la lasciava sempre piacevolmente stupita.

- se la vuoi mettere in questi termini…- commentò il ragazzo, mentre con un braccio l’attirava a sé e sprofondava il viso nei suoi capelli che sapevano sempre di arancia.

- allora Kaulitz, vuoi stare tutto il giorno ad annusarmi o scendiamo, facciamo colazione e apriamo i regali?!

- io sto con un mostro- dichiarò lui fingendosi scandalizzato e allontanandosi da Sarah –io faccio il romantico e lei che fa!? Mi distrugge il momento…-

- suvvia finto offeso…che tra i tuoi regali c’è anche il mio…-

A queste parole il moro si rallegrò, saltò giù dal letto e dopo aver preso in braccio la fidanzata a mo’ di principessa, scese nella sala da pranzo dove la colazione era già stata messa in tavola.

- uffa, siamo i primi…- si lamentò Bill sedendosi al suo posto a capotavola – ehi, la tata ci ha fatto un regalino!- fece notare, fissando il pacchettino giallo che aveva nel piattino.

- ce n’è uno anche per me?- chiese la brunetta avvicinandosi a quello che teoricamente era il suo posto: lì sul tovagliolo, posto sopra un piattino della stessa tinta, c’era lo stesso pacchettino del cantante.

- ah…già alzati anche voi- commentò una voce alle loro spalle costringendoli a voltarsi

- Mischa, già alzata?-

- sì, ero scesa a fare il caffè- rispose sorridendo la rossina

- da quando bevi caffè?- chiese l’amica perplessa, ricordando quando, ancora in Italia, lei, Alice e Michela erano andate in un bar della città e di come la rossa aveva fatto una faccia a dir poco schifata, quando lei aveva posato le labbra sulla tazzina del caffè.

- Mimì, mi hai fatto il caffè?- chiese il chitarrista entrando nella stanza in mutande e abbracciando da dietro la ragazza

- Tom!- esclamò stupito il gemello con gli occhi grandi come piattini da tè

- siete…andati a letto insieme…- soffiò la brunetta prima di emettere un urlo di gioia, prendere l’amica e trascinarla sul divano per interrogarla sui particolari.

- già svegli?- chiese incredulo Gustav entrando in sala e dirigendosi verso la cucina  -chi vuole del caffè?-

- io- risposero in coro i due gemelli facendo sorridere il batterista, che chiese a bruciapelo al chitarrista chi si fosse portato a letto quella notte, ma prima che il collega gli potesse dare una risposta, Georg accompagnato da una ragazza bionda e coi capelli lunghi, fece la sua comparsa lasciando tutti, in particolare Sarah, a bocca aperta.

- TU!!!!- urlò infine la truccatrice balzando in piedi e additando la nuova arrivata

- NEIN!!!!- rispose quest’ultima, andando incontro alla rivale che avanzava verso di lei smadonnando in tutte le lingue che le venivano in mente.

- Georg, che ci fa questa in casa nostra?-

Il bassista non fece tempo a rispondere che Alice, l’ultima svegliata e ancora in tenuta da notte, arrivò in salotto e chiese delucidazioni sul suo brusco e chiassoso risveglio.

- ste disgraziato- attaccò a spiegare l’italiana dai capelli castani, additando feroce il fratellino mancato – ha portato a casa la stronza del negozio senza una spiegazione o un preavviso!!!-

- non ci essere spiegazione; noi essere innamorati, quindi noi stare insieme- affermò la biondina afferrando smielata il braccio di Georg e sbattendo un paio di volte gli occhioni color cielo, facendo salire il vomito alla truccatrice che in tono piatto annunciò il suo ritorno in camera.

- troia- le sibilò la rossa seguendo l’amica che già era sulle scale che portavano nella sua stanza, mentre Alice al suo passaggio mostrò noncurante il medio, per poi raggiungere le altre.

- come osa venire qua!!! Lei, quella cozza ritardata e scimmiesca dalla parrucca biondo platino e le tette ai quattro venti!!!- urlò la ragazza dopo aver varcato la porta della propria stanza da letto

- calmati Sasy, di sicuro non l’ha fatto apposta…-

- come no!!! Lo ha fatto di proposito: vuole umiliarmi, distruggermi psicologicamente,ma…-

Qualcuno bussò alla porta interrompendo i vaneggiamenti della brunetta che, con tono esaurito, invitò chiunque fosse al di là del serramento ad entrare.

- scusa Sary- esordì Georg entrando nella stanza e chiudendosi la porta alle spalle, per poi dirigersi verso l’amica e abbracciarla dolcemente

- non è colpa tua...- spiegò Sarah coccolandosi in quell’abbraccio fraterno – è lei che non sopporto!-

- tranquilla…ci sono io a controllarla- scherzò lui ricevendo, come risposta, un lieve e indolore pugno nello stomaco – però c’è una cosa che dovresti fare per me-

- sentiamo la tua proposta Georg Moritz Hagen Listing-

- cerca di andare d’accordo con Frida-

- quel coso ha un nome?!?- asserì la truccatrice che, alla vista dello sguardo severo si ricompose e chiese scusa –va bene...che vuoi che faccia?-

- lo sai anche tu che le devi delle scuse-

- solo se prima lei le fa a me- si incaponì la brunetta sciogliendo l’abbraccio e incrociando le braccia sotto il seno visibilmente offesa.

- Frida è orgogliosa: non farà mai il primo passo…-

- capito- affermò Sarah dirigendosi verso la porta – ancora una volta devo dimostrare al mondo la mia maturità e la mia superiorità-

Tutti insieme riscesero al piano di sotto dove Frida si era già accoccolata tra i gemelli, ma la truccatrice, sotto minaccia del bassista, mise da parte orgoglio e gelosia, avvicinandosi al divano dove la commessa faceva la ruffiana con cantante e chitarrista.

- scusa per prima…- disse tutto d’un fiato senza nemmeno guardare in faccia la bionda che al posto di contraccambiare, si alzò e con aria da superiore si buttò all’indietro una ciocca chiara facendo molta attenzione a colpire la brunetta. Nessuno fiatava e Sarah e Georg si guardavano a vicenda, uno a dir poco sorpreso, l’altra a dir poco furiosa.

- mi essere chiesta qvanto tempo tu ci mettere per chiedere a me scusa…-

La frase rimase sospesa nell’aria perché la brunetta scattò subito e assestò un poderoso schiaffo alla rivale, lasciandole l’impronta delle cinque dita sulla pelle lattea.

- come…osare tu?- chiese sconcertata Frida tenendosi una mano sul segno lasciatole; come risposta la brunetta fece una linguaccia segno che la sua antipatia per la bionda cresceva di minuto in minuto…

A quell’insulto, la “dolce” metà di Georg reagì graffiando il viso della rivale che fece una smorfia di dolore e dopo essersi ripresa, diede il via a una specie di lotta nella quale le due si picchiarono, si tirarono i capelli e si graffiarono; fortunatamente Bill e Tom riuscirono a separare la truccatrice, che in quel momento aveva la meglio sulla nuova arrivata, che fu invece soccorsa da Georg e Gustav.

- tu- additò la biondastra il cui labbro perdeva sangue –tu afere picchiato me…- piagnucolò

- ne vuoi ancora?- ringhiò in risposta la brunetta dalla presa stretta dei gemelli

- gvarda! Gvarda cosa lei afere fatto a me- si lamentò la “sconfitta” voltandosi verso il bassista e cercando riparo tra le sue braccia.

- meglio portarla su in camera fratellino- suggerì Tom, mentre, aiutato dal cantante, iniziava ad allontanare Sarah dal “ring”

 

***

 

- sei matta?- chiese Bill una volta arrivati in camera della ragazza.

- io?- chiese scandalizzata quest’ultima – ha cominciato lei!-.

Tom, intanto che il fratello metteva a sedere sul letto la brunetta e cercava di farla ragionare, andò a recuperare disinfettante e cotone che poi passò al suo doppio prima di sedersi alle spalle dell’amica.

- non sapevo sapessi picchiare così bene-

- Tom!- lo sgridò il cantante –non metterle in testa altre brutte idee…siamo anche a Natale!-

Per disinfettare i graffi sulla guancia della truccatrice ci vollero una ventina di minuti, poiché Tom incitava la piccolina del gruppo a scendere nella stanza di sotto per un altro round con conseguente morte di Frida; inoltre l’antisettico non era propriamente simpatico a Sarah che, tra un’imprecazione contro la bionda e l’altra, si lamentava del fatto che il liquido bruciasse.

- fatto- sospirò sfinito l’infermiere improvvisato - ora meglio tornare dagli altri...- disse aprendo la porta seguito da fidanzata e fratello – ah Sarah…ricordati che a Natale si è tutti più buoni-

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Capitolo 11
*** a Natale si è tutti più buoni (parte 2) ***


capitolo 11

RINGRAZIAMENTI: ed eccomi qui cari lettori per la seconda parte del capitolo “ a Natale si è tutti più buoni ”  mi fa molto piacere sapere che è piaciutissima la prima parte, ma purtroppo questa non sarà altrettanto “comica”, diciamo che sarà più che altro tenera…capirete leggendo ^o^…tutto ciò mi ricorda che devo iniziare a scrivere il tredicesimo capitolo e a battere a pc il dodicesimo… comunque passiamo ai ringraziamenti:

 

Per kikka_tokietta: grazie mille per i complimenti…sappi che hai “ottenuto” la  simpatia di Sarah, inoltre hai vinto un paio di pompom e un biglietto in prima fila per il prossimo incontro di box tra le due ragazzine ( ovvero, la sconfitta della biondastra… ) ahahha…

 

Per stefi: credevi che il Natale fosse tranquillo, eh? Invece no…cioè, insomma…stiamo parlando di casa Tokio Hotel…lì nessun giorno è calmo, se non quando la band è in turnè ehehhe…comunque ti chiedi quando il nostro caro bassista abbia avuto il tempo di conoscere il caro sgorbi etto dai capelli biondi?! Basti pensare al capitolo 9 quando Georg decide di andare a fare acquisti da solo…beh diciamo che è passato dalla biondastra…e la cosa va avanti dal capitolo della primissima litigata: Georg con una scusa qualunque esce di casa per andarla a trovare e così alla fine se la sono ritrovati in casa…

 

Per NICEGIRL: grazie per i tutti i complimenti…tu afere fatto arrossire me ^////^ …kmq le lenzuola nere in stile Bill saranno il mio prossimo acquisto, se prima riesco a trovarle… ^_^”

 

Per scrizzoth_95: eccoti l’altro capitolo nella speranza di scongiurare una tua possibile ira seguita da una vendetta…gustati anche questo capitolo…

 

Per niky94: bentornata vacanziera nostra…mi mancavano i tuoi commentucci, ma ora che sei tornata va meglio ^o^…non importa se eri in vacanza, almeno ora sei carica per seguire i prossimi capitoli…

 

Per valevalethebest: desiderio più o meno esaurito…il capitolo l’ho continuato, ma non così tanto presto ( diciamo che sono come Tom: il tempismo non è nel mio DNA o è presente a microscopiche dosi…)

 

Oooook… ed ora cari lettori, ecco a voi l’undicesimo capitolo di questa storia le cui visioni del primo capitolo hanno superato la cifra mille!!!! Grazie davvero tantissimo…non mi aspettavo di arrivare così in “alto”…una mia piccola soddisfazione che si è avverata grazie a voi

 

Buona lettura e mi raccomando recensite in tanti

Viele küssen und Grüße                                         _Sarettola_

 

 

 

 

 

Una vita con i kaulitz

Capitolo 11: a Natale si è tutti più buoni ( parte 2 )

 

Per quella sera la tata si era data da fare e aveva organizzato una piccola festa, sfornando i migliori piatti che conosceva; aveva apparecchiato la tavola quasi fosse un ristorante e, con l’aiuto delle ragazze, aveva anche piegato i tovaglioli a forma di fiore, per il cenone, si era deciso di accendere il fuoco nel caminetto accanto all’impianto stereo e all’albero decorato di nero e bianco.

- cuccioliiii- urlò la donna verso le otto e mezza – scendete!-

Tutto era stato programmato: i ragazzi avrebbero atteso le proprie dame nel salotto per poi andare tutti insieme a cenare nella veranda chiusa e riscaldata.

- eccoci tata- esclamò Gustav richiamando l’attenzione della donna

- siete davvero molto eleganti- commentò Frau Jutta commossa mentre li osservava:

Tom, per la prima volta dopo tanti, anzi tantissimi, anni, aveva indossato dei jeans della sua misura abbinandovi una camicia nera e una giacca, del medesimo colore, lasciata volontariamente aperta; il suo gemello invece aveva preferito qualcosa di più elegante: un completo gessato blu scuro, che un po’ faceva a pugni col nero dei suoi capelli lasciati lisci e sciolti sulle spalle. Georg, in pantaloni e camicia bianca, era stato costretto dalla sua fiamma a indossare un cardigan rosa porcello, mentre Gustav sopra i calzoni candidi come la camicia, portava maglioncino dallo scollo a V nero, in tinta con gli occhiali da vista.

- signora tata- chiamò Michela dal piano dove le ragazze si stavano preparando – quanto tempo abbiamo ancora prima di scendere?-

Dopo un sospiro alquanto divertito la donna dai capelli biondo cenere, prese a salire le scale, lasciando i maschietti, già agitati, in salotto…

Arrivata al piano superiore la governante di quella casa venne accolta da Alice e Michela già in abito da sera, che attendevano irrequiete il via.

- e Sarah e Frida?-

- sono in bagno: Sarah sta coprendo i lividi della stronzetta- spiegò Michela che ancora non tollerava la presenza di Frida in casa

- è Sarah che ci ha truccate e pettinate- precisò Alice – e vedendo i disastri che Frida stava facendo col make-up, l’ha obbligata a farsi aiutare e ora sono chiuse in quel bagno da quasi tre quarti d’ora-

- esagerata- arrivò la voce di Sarah alle loro spalle – allora com’è uscita?- chiese poi facendo segno alla biondina di uscire dalla toilette; tutte sorrisero: come sempre la brunetta aveva fatto un ottimo lavoro coi suoi trucchi, poiché l’occhio pesto che la biondastra aveva riportato in mattinata, ora sembrava solo una piccola e leggera occhiaia; mentre il segno del labbro tagliato era ormai del tutto invisibile.

- sei molto carina Frida - azzardò un complimento Alice, ottenendo come risposta un timido sorriso

- lasciatelo dire Sasy, sei stata mitica come sempre coi tuoi trucchi-

- grazie Miky, ma modestamente, lo so- scherzò la truccatrice facendo l’occhiolino e mostrando la punta della lingua all’amica che rise sommessamente.

- susu creaturine mie- la riprese dolcemente la tata – giù vi stanno aspettando-

Emozionante e coi battiti del cuore decisamente accelerati, le quattro ragazze presero a scendere le scale con in testa al gruppetto Frau Jutta, seguita da Alice e Michela, mentre Sarah, la cui mano era stretta da Frida che le stava accanto, chiudeva le fila.

La porta del salotto si spalancò e i musicisti, sedutisi su divano e poltrone nell’attesa, scattarono in piedi per accogliere le femminucce che, in quella sera magica, risplendevano ai loro occhi, come fossero state stelle: Alice, la più timida delle quattro, indossava un abito verde a monospalla, lungo fino ai piedi e liscio; in vita una fascia verde più scuro era fermata sul fianco destro da una spilla d’oro simile a quella che spiccava sulla spalla sinistra. Michela aveva optato per un abito lungo e liscio anch’esso, ma di color rosso e allacciato dietro il collo lasciando così la schiena e le spalle scoperte. Sarah per quella sera aveva indossato il vestito che sua madre le aveva fatto recapitare come regalo di Natale: era un abito color blu notte, il cui corpetto, dallo scollo a barchetta, era tagliato sotto il seno; da lì partiva una morbida gonna e uno strato di velo, tenuti fermi da un nastro abbastanza alto che, allacciato sulla schiena, formava un bellissimo fiocco. La più “stravagante” era la nuova fiamma di Georg che come lui, aveva la veste color rosa porcello; il bustino era rigido e allacciato sulla schiena da un laccio di raso rosa shocking, mentre la gonna, ricoperta di vari strati di tulle rosa, rimaneva un po’ gonfia.

- siete bellissime- riuscirono a mala pena ha dire i ragazzi con espressione meravigliata

- e Sarah afere truccato me!- aggiunse gioiosa Frida facendo notare ai maschi il lavoro di copertura

- ehi “carissima”- la riprese acida la rossina guarda che non ha truccato solamente te-

- hai fatto davvero tutto tu?- chiese Georg esprimendo ad alta voce la stessa domanda che insinuava le menti del resto della band tedesca

- certo, è il mio “lavoro” e farlo non mi pesa per nulla-

- ci ha anche acconciato i capelli- precisò Alice, girandosi di schiena cosicché gli altri ammirassero la cascata di boccoli che l’amica le aveva fatto e che poi le aveva puntato, con delle forcine d’orate, formando una specie di coda.

- ma amore, è Natale…nessuno lavora oggi- fece notare Bill alla propria ragazza che gli stava a fianco

- tranquillo tesoro- replicò lei – io mi diverto e poi lo faccio volentieri- e preso per mano il fidanzato si diressero tutti insieme in veranda dove, una volta seduti al tavolo, iniziò il cenone.

- sei bellissima stasera- si complimentò il batterista con Alice – tutta vestita di verde speranza-

- speranza che lui ti porti a letto almeno sta notte- scherzò Tom all’orecchio della ragazza che per ripicca gli diede una forchettata nella mano – sei matta?- chiese allora scandalizzato il rastaro, coccolandosi l’arto offeso

 

***

 

- ed ecco qui la torta, pulcini miei- esordì la tata appoggiandola sul tavolo di legno nero: il dolce aveva la forma del simbolo dei Tokio Hotel, ma su di esso si intrecciava una “S” ricoperta di glassa rosa – spero vi piacciano le arance e i lamponi con la cioccolata-

- a me no: fanno schifo sia i lamponi che le arance- si lamentò Michela facendo voltare tutti verso di lei

- mi spiace, io…- tentò di giustificarsi la donna che pareva davvero molto dispiaciuta

- tata, non importa…vorrà dire che lei non mangerà la torta- tagliarono corto le due italiane squadrando irritate l’amica dai capelli rossi che alzò le spalle come per dire “che ci posso fare…”

- allora- sviò Frida che quella sera sembrava meno antipatica del solito – chi folere tagliare torta?-

- perché non lo fai tu?- suggerì la brunetta vestita di blu notte rivolgendole un sorriso d’incoraggiamento

- daffero me posso?-

Al cenno d’assenso da parte della truccatrice la bionda prese il coltello e affondò la lama argentea nel dolce.

- tu avere prima fetta- sorrise Frida, porgendo alla nemica della mattinata, un piattino bianco con adagiato sopra un pezzo di torta dalla glassa rosa.

- ma che è successo tra te e Frida?- chiese in un sussurro Bill all’orecchio della sua innamorata che gli rispose facendogli l’occhiolino

- diciamo Bill, che a Natale si è tutti più buoni…-

 

***

 

Quando ormai della torta non furono rimaste altro che le briciole, tutti si diressero nel salotto dove Alice, accompagnata dal violino di Sarah, si mise al pianoforte per suonare le tipiche canzoni natalizie.

- guardate, nevica!- richiamò l’attenzione Georg che poi indicò fuori dalla finestra, dove grossi fiocchi candidi, avevano iniziato già ad imbiancare il giardino della villa. Appena la band e le ragazze capirono che la neve cadeva copiosa, tutti si precipitarono a prendere i cappotti per poter uscire e accarezzare quei piccoli fiocchi gelati.

- amore…vischio!- urlò contenta la bionda al braccio del bassista che passando sotto l’architrave della porta a vetri notò il rametto di bacche bianche appeso per il gambo

- vuoi un bacio?- chiese lui con tono malizioso mentre lei annuiva festante, prima che il ragazzo le desse un casto bacio sulle labbra rosee.

Lo stesso fecero i due gemelli con le rispettive ragazze prima di uscire nel parco che circondava l’abitazione.

- usciamo anche noi?- chiese Gustav alla pianista che, indossata la stola di lana in tinta col vestito, prese il braccio che lui le porgeva e si diressero verso l’uscita; fecero alcuni passi verso la porta, ma poi, improvvisamente, Alice si fermò fissando perplessa il vegetale fissato a testa in giù.

- tranquilla- la rassicurò prendendole la mano e avvicinandola a sé – non è velenoso e poi ci sono io a proteggerti in caso contrario- e dopo averle preso il viso tra le mani, si avvicinò a lei, che aveva il cuore in gola, le gote in fiamme e gli occhi lucidi di emozione. Il batterista posò le sue labbra su quelle soffici e calde di lei…pochi secondi è il bacio che all’apparenza sembrava lieve e dolce, si trasformò in qualcosa di più profondo, qualcosa di magico…

Ma la magia, purtroppo non dura mai abbastanza, infatti, quella tiepida e famigliare atmosfera tra i due venne disintegrata dalle battute e dai commenti maliziosi che gli amici urlarono per riportarli alla realtà.

 

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Capitolo 12
*** Ready, Set...GO! ***


capitolo 12

RINGRAZIAMENTI: ehm…non so come chiedere scusa a tutti voi, cari lettori, per il ritardo indescrivibile con cui ho postato questo capitolo…scusissime a tutti voi!!!!! Spero almeno di farmi perdonare un pochino con il dodicesimo capitolo…ma prima i ringraziamenti a tutti quelli che recensiscono:

Per Kira97: scusa per tutta la suspance...eccoti il nuovo capitolo della fanfiction troppo fica...XD

Per kikka_tokietta: grazie mille per tutti i "brava" che mi hai scritto…me molto felice ^/////^…la situazione tra Sara e Frida SEMBRA migliorata, però vedrai più avanti…diciamo pure che fanno un passo in avanti e tre in dietro

Per sognatrice: grazie mille…eccoti il tanto agognato capitolo

Per stefi: eccomi qui tesora…eh lo so niente scontri ma si sa che "a Natale si è tutti più buoni" e poi il trucco c’è, per il momento non si vede, ma più avanti si capirà meglio della tregua tra le due ragazze…per il momento eccoti questo nuovo capitolo ricco di nuove sorprese…^o^

Per eleonor483: me davvero molto contente che tu felice del capitolo ( mio Dio sembro una con problemi morfologici ahahha ) comunque a pensarci bene, mi sembrava un po’ inevitabile che Gustav e Alice si mettessero insieme, sono le uniche due persone normali in una casa di pazzi ahahha oltre alla tata.

Per scrizzoth_95: eccoti qui pazza mia!!! Alloooora…le due non hanno fatto pace, ma tregua solo per quella sera più avanti capirai *risata sadica* …fino a quel momento beccati anche questo capitolo ehehhe

Per NICEGIRL: grazie mille per i complimenti…eccoti il nuovo capitolo…spero ti piaccia anche questo...bacio

E un grazie anche a tutti quelli che passano per questa fan fiction e la leggono…grazie mille dal mio piccolo cuoricino da scrittrice ( un po’ fallita e matta )…BUON CAPITOLO A TUTTI!!!

 

Una vita con i kaulitz

Capitolo 12: ready? Set…GO!!!!!

Come tutte le mattine la tata scese in giardino per recuperare la posta del giorno, anche se ultimamente nella cassetta nera e fuxia c’erano solamente volantini e pubblicità stupidi.

Si stava già avviando verso casa sbirciando e iniziando a smistare la posta, quando le capitarono in mano tre buste identiche indirizzate alle ragazze italiane che ormai risiedevano in pianta stabile nella villetta bianca.

Lesse velocemente il timbro rosso scarlatto che riportavano scoprendone l’urgenza della consegna; subito la donna, corse in casa e raggiunse il piano superiore facendo gli scalini a due a due.

- PULCINIIIII SVEGLIATEVIIIII !!!!!- urlò entrando nella camera di Bill, che dormiva abbracciando Sara.

Frau Jutta scosse la ragazza e appena quest’ultima si fu messa a sedere con aria intontita, le passò la busta per poi dirigersi nelle camere di Tom e Gustav, dove, ne era sicura, avrebbe trovato anche le altre due ragazze.

Scocciata per il brusco risveglio la brunetta scartò la lettera e dopo essersi accertata della lunghezza del messaggio, iniziò a leggere le parole scritte in nero:

"gentile Sig.ina,

lo stato Italiano le fa pervenire, tramite ambasciata, la richiesta di rimpatrio in Italia entro quindici giorni dal ricevimento del presente avviso.

Speriamo di riaverla presto in Italia entro il limite stabilito; una volta ritornata, potrà iniziare a rifrequentare il suo istituto scolastico e portare a termine la sua istruzione.

La ringraziamo per la sua attenzione"

Gli occhi della ragazza protestarono per il brusco risveglio, così la ragazza dopo aver letto velocemente la lettera, la posò sul comodinolaccato di nero e si riaccoccolò tra le braccia di Bill che, ancora nel dormi veglia le chiese - che cos'era? -

- una lettera della repubblica italiana, dice che devo rimpatriare entro quindici giorni -

Appena trminata la frase Sarah riapri di scatto gli occhi, si rimise seduta e afferò la lettera agitata.

- oh porca merda! - commentò a bassa voce prima di uscire di corsa dal letto e ,ancora in mutande e canottiera rigorosamente nere, precipitarsi nel corridoio, dove già stavano Alice e Michela, anche loro decisamente agitate.

- non ditemi che è arrivata anche a voi?! - chiese la rossa mostrando la propria lettera alle amiche

- sì, alla faccia del buon risveglio - rispose la truccatrice - bel lenzuolo comunque... - aggiunse poi maliziosa vedendo che l'amica aveva addosso solamente il lenzuolo zebrato del letto di Tom.

- terra chiama neuroni solitari; neuroni solitari mi ricevete?! - le riprese l'unica ragazza che indossa una camicia da notte decente e color verde smeraldo

- scusaci Ally, dicevi... -

- a voi quanti giorni hanno dato? -

- quindici giorni - rispose malinconica Sarah

- beata te, a me solo cinque - controbbattè la rossina facendo scorrere ancora una volta la sua lettera

- idem con patate per me...quindi che si fa? -

La domanda della pianista non ricevette altra risposta che il brontolio dello stomaco della ragazza "vestita" di nero.

- va bene...altre proposte? -

- dai Ally, Sarah ah ragione...a pancia vuota non si ragiona bene, quindi prima facciamo colazione e poi decidiamo il dafarsi - rispose con tono quasi supplicante Michela, il cui stomaco richiedeva di essere riempito

- ma... - tentò di replicare Alice.

Nulla da fare; le due erano già partite alla volta della cucina, quindi non le rimase che seguirle: scese al piano intermezzo tra l'ingresso e il primo piano dove c'era la sua camera da letto; lì ritrovò le amiche già intente ad abbuffarsi: una di spremuta d'arancia, l'altra di cioccolata ultra triplo zuccherata.

- tu morirai di colesterolo a soli vent'anni, lo sai questo Mika? -

- parla per te trita agrumi...almeno avrò vissuto in assoluta dolcezza - si difese l'altra che riaffiorava dalla propria tazza coi baffi di cioccolata

- sì, ma io vivrò più a lungo! - concluse Sarahfacendo una smorfia prima di tuffarsi nella sua adorata spremuta mattutina

- possiamo ritornare alle lettere? - interruppe Alice che rimaneva sempre sotto shock per le discussioni assurde delle amiche.

- partiremo domani, non un giorno di più - affermò la truccatrice lasciando basite le altre due che la fissavano incredule - ci servono minimo due giorni per tornare a casa e, una volta arrivate, ci saranno tutte le questioni burocratiche da sbrigare -

- ma domani è troppo presto! -

- non lamentarti come tuo solito Miky - contestò la brunetta con il bicchiere a fior di labbra - è l' unica cosa che possiamo fare e niente storie! -

- ma Tomy?...e il tuo Bill? con lui come la metti? - proseguì imperterrita la rossina che cercava una qualsiasi scusa per rimanere ancora un po' in quella casa che ormai sapeva di famiglia e amicizia sincera.

- semplice...la seguo! - rispose qualcuno alle spalle delle tre amiche, costrette a voltarsi verso l'entrata della sala: lì, appoggiati alla porta, stavano tre dei componenti della band, anch'essi ancora in tenuta da notte.

- Bill non se ne parla!! IO torno a casa...- disse atona Sarah sorseggiando la sua aranciata

- io non voglio perderti, quindi vengo,con o senza il tuo permesso! - insistette il cantante dalla chioma leonina avvicinandosi alla propria ragazza e poggiandole le mani sulle spalle in segno d'appoggio.

- che caruccio... - commentò Michela sospirando - come puoi non volerlo con te?! -

Un bacio tra i due innamorati fu una risposta più che eloquente.

- posso seguirti anche io? - chiese teneramente il batterista, prendenso tra le sue le mani di Alice, che dopo tanto tempo, riprese ad arrossire per quei gesti all'apparenza semplici - lo prendo per un sì - rise Gustav carezzandole la guancia rossa come una ciliegia e calda come il fuoco.

- tu nulla, vero Tom? - chiese spazzientita Miky

- mi pare ovvio che ti seguo, anche fosse in capo al mondo - rincuorate dalle parole del suo più grande tesoro la ragazza saltò giù dalla sedia rovesciandola per buttarsi dritta dritta tra le sue braccia.

- allora sarà meglio iniziare a fare i bagagli - concluse la brunetta afferando il suo dolce leone per la collottola e trascinandolo verso la camera per iniziare a fare le valigie.

***

Entro le dieci di quella stessa mattina tutti gli svariati bagagli furono caricati nel furgoncino della Volkswagendi Georg che lui stesso aveva rimesso a nuovo dopo mesi di lavoro.

- siamo sicuri che resista per tutto il viaggio? e che non ci siano germi e batteri? -

- Bill sali o i batteri te li faccio leccare dalle ruote! - comandò il bassista che alla fina aveva deciso di aggregarsi alla combriccola in partenza per l' Italia.

- a noi piace - urlarono festanti le ragazze mentre prendevano posto sui sedili anteriori - fa molto anni settanta! -

All'interno tutto era stato rimodernato: i vecchi sedili di pelle sbiadita erano stati sostituiti da sedili comodissi e rivestiti da velluto nero, mentre a terra era stata fissata della moquette viola scuro.

- io avrei scelto altri colori però - si lamentò la rossina dopo aver dato un'occhiata all'interno del veicolo

- amore non iniziare a lamentarti; non siamo ancora partiti e il viaggio è lungo...- la rimproverò il rastaro che si era sistemato a lato del guidatore con Bill. Sarah e Alice rimasero sorprese, qualcuno le aveva precedute nel rimproverare Michela per le sue lamentele quasi continue.

- bene! - gioì Georg sedendosi al posto del guidatore e accendendo il motore - si parte!!! - e imboccando il vialetto principale, tra urla di gioia e schiamazzi vari, si diressero tutti e sette verso casa delle tre ragazze.

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Capitolo 13
*** e siamo solo al primo giorno ***


tdgde

RINGRAZIAMENTI: rieccomi qui a scrivere per voi, Dio non sapete quanto mi siete mancati tutti quanti…da parte della mia pigrizia chiedo scusa per il ritardo, ma sto già lavorando al prossimo capitolo per farmi perdonare!! Giuro che il prossimo lo posto appena lo finisco senza far passare quasi un anno…

 

Per iniziare ringrazio bambolina_elettrica e chia94th per i commenti, mi avete fatta arrossire

 

Per quella pazza di srizzoth95: come puoi ben constatare i tre capitoli in anticipo me li sogno la notte…quindi ti autorizzo a venire a cercarmi armata di fucile pur di farmi continuare a scrivere!!! Un’ ultima cosa: se l’infarto non ti ha ucciso, spero di riuscire a farlo ora ( ovviamente non lo dico con cattiveria <3 )

 

Per  DarkViolet92: mi unisco a te nel cantare l’alleluja e chiunque voglia unirsi a noi è il ben accetto!!!

 

Per mewmina_91: stanotte è prevista neve rosa su tutta Italia, grazie al mio nuovo capitolo

 

Ed infine, ma non meno importante per stefy: purtoppo non sono riuscita ad aggiorna entro la fine del 2009, mi perdoni??? *.* comunque spero ti sorprenda anche questo capitolo e ti piaccia come gli altri…

 

In attesa dei vostri nuovi commenti, non mi resta altro che ringraziarvi tutti una seconda volta ( facciamo anche una terza che non guasta mai) per la pazienza e l’affetto dimostrato in questi lunghissimi mesi di attesa e augurarvi una buona lettura col nuovo capitolo…

Un bacione enorme a tutti

_sarettola_

 

Una vita con i kaulitz

Capitolo 13: e siamo solo al primo giorno

 

-mi sento osservato- mugugnò Bill mano nella mano con Sarah.

Era il primo giorno di scuola in Italia dopo aver trascorso un lungo periodo in Germania; già dall’alba la ragazza era iperattiva e non aveva smesso un momento di parlare facendo venire il mal di testa al cantante.

-tranquillo amore mio, vedrai che andrà tutto bene!- lo rassicurò lei dandogli un bacio sulla guancia.

Erano fermi sotto il porticato della scuola aspettando gli altri della compagnia, mentre gli altri studenti che entravano, passando davanti a loro, gettavano uno sguardo incuriosito.

-ho capito chi sei!!!- urlò all’improvviso una ragazza non molto distante –tu sei Bill Kaulitz!!!- e si gettò al collo del ragazzo spingendo via la brunetta.

In men che non si dica tutte le fan della band si accalcarono attorno a Bill, isolando lentamente la sua fidanzata che si ritrovò a quasi due metri di distanza da lui.

incredibile” pensò la ragazza decisamente seccata, certo sapeva che era famoso e scene del genere si presentavano ovunque andassero, sperava, però, di essere tenuta in considerazione anche lei; così col broncio e gli occhi tristi rimase in disparte a guardare quella scena oltre modo irritante.

-direi che non è un buon giorno- disse una voce alle sue spalle facendola voltare: gli altri erano finalmente arrivati e sulle sue labbra riaffiorò un dolce sorriso.

-diciamo che è il “prezzo” da pagare per la sua notorietà- e abbracciò tutti quanti cercando conforto nel suo fratello acquisito.

-vado io a salvarlo- asserì Tom in tono glorioso, partendo a passo di carica alla volta della massa.

-ditemi se non è un povero cretino- commentò Michela, mentre atterrita, guardava le fan che si scatenarono all’arrivo del chitarrista.

Nessuno rispose anzi si limitarono a una scrollata di spalle e a dirigersi verso il bar della scuola dove rimasero fino al suono della campana d’inizio lezioni.

Il ripescaggio dei due dispersi fu più arduo del previsto e solo l’intervento del preside risolse la situazione.

-ci scusi- dissero le tre ragazze poco dopo nell’ufficio del direttore, sentendosi responsabili del caos creatosi.

-tranquille- le tranquillizzò il responsabile –in fin dei conti è normale che succedano cose di questo genere e non me ne stupisco-

-beato lei- commentò piccata la mora seduta di fronte alla scrivania interrompendo il discorso.

-ora passiamo a cose più importanti, giovanotti: per quanto riguarda i corsi io vi metterei in quello di musica, se a voi sta bene…-

-le ragazze che corso seguono?- domandò Bill che a quanto pareva, non gli piaceva per niente l’idea di doversi separare dalla sua metà imbronciata.

-io musica- iniziò Alice orgogliosa di poter mostrare al proprio fidanzato che anche lei aveva un’ottima preparazione in fatto di musica.

-chimica e scienze- asserì Sarah alzando la mano come per sottolineare che c’era anche lei.

-e io lingue straniere- concluse Michela emozionata.

-io allora proporrei un’alternativa: io seguirò il corso di Sarah, Tom quello di Michela mentre Georg e Gustav quello di Alice; che ne dite?!- propose il cantante.

La risposta era più che scontata e nemmeno il preside si oppose, così, una volta congedatisi, ognuno si diresse verso la propria aula, augurandosi a vicenda buona fortuna.

 Rimasti soli, Bill tentò di abbracciare la propria ragazza, ma quest’ultima si scostò continuando a camminare in silenzio e con lo sguardo fisso di fronte a sé. Sapendo che era meglio non fiatare, domandare o provare a scusarsi, onde evitare una bella litigata mattutina, il ragazzo rimase zitto al suo fianco seguendo i suoi passi e, ogni tanto, spiando i lineamenti di lei marcati dalla rabbia.

e siamo solo al primo giorno…” pensò desolato mentre, raggiunta l’aula, varcava la soglia.

La classe era radiosa: dai tre finestroni sulla parete opposta entrava la fredda ma luminosa luce di fine gennaio. Al posto dei banchi vi erano dei tavoli di piastrelle bianche, simili a quelle che si potevano trovare nei bagni, e carichi di alambicchi e provette di ogni genere e colore, barattoli, bilance, pinze e contagocce; sembrava di stare in un mondo diverso da quello scolastico, un mondo di cui Bill non sapeva nemmeno l’esistenza, fino ad ora.

-benvenuto signorino Kaulitz, ma che bella sorpresa- lo accolse gelida la professoressa che subito dopo rivolse uno sguardo radioso a Sarah –ci sei mancata cara, finalmente ho riavuto la mia allieva migliore

-grazie mille professoressa, anch’io sono felice di rivederla- e senza aggiungere altro si diresse verso il tavolo libero più vicino, lasciando il povero cantante in balìa della classe e dell’insegnante.

-spero di ottenere da lei risultati eccellenti, altrimenti sarò costretta a chiedere un suo trasferimento- finì quest’ultima ritornata gelida come una tempesta polare.

Il cantante rimase interdetto e dopo pochi minuti di smarrimento di fronte a quella donna, che pareva più a un medico che a un docente per via del camice bianco, cercò la sua ragazza, già al lavoro al suo tavolo, e la raggiunse senza fiatare.

-cosa devo fare?- chiese divertito una volta vicino a quegli strani strumenti che gli parvero giochi.

-tanto per cominciare non toccare nulla!- gli soffiò la ragazza infastidita –poi lavati le mani, prendi camice e guanti dall’armadio in fondo all’aula e poi chiedi alla professoressa-

Ancora una volta non si azzardò a rispondere e fece come gli aveva detto la ragazza senza emettere un suono e facendo sparire all’istante il sorriso divertito dalla faccia. Forse era arrabbiata e offesa per il trambusto di prima o, forse, quella era la vera, Sarah una bambola di ghiaccio dal camice bianco e la testa immersa nel mondo della scienza e non la persona dolce e solare che era in Germania.

e siamo solo al primo giorno…” pensò Bill mentre si avvicinava alla cattedra.

 

***

Intanto al piano superiore, nell’aula di letteratura inglese, il gemello non se la cavava tanto meglio: appena entrato in classe le compagne si erano scatenate alla sua vista ed erano partite domande a raffica a cui non sapeva o non voleva rispondere.

-su ragazze, da brave…-rimproverò dolcemente l’insegnante.

Tutti si ricomposero e Tom, vicino alla sua Mimì, si sentì finalmente al sicuro.

-allora signorino Kaulitz- sorrise mielosa la docente –non sarebbe così gentile da presentarsi alla classe e all’insegnante?-

Il rastaro sbiancò all’improvviso e con voce incerta iniziò a raccontare di sé, ma all’improvviso venne fermato da una tossetina fastidiosa, la professoressa.

-signorino Kaulitz- lo richiamò sogghignando –forse non ha capito che qui siamo nell’aula di inglese e che qui lei è strettamente tenuto a parlare inglese- concluse sottolineando l’ultima parola.

Pereso un bel respiro per calmarsi e cercare la concentrazione, il chitarrista ricominciò la sua presentazione incespicando: l’inglese non era stata la sua materia preferita durante gli anni di studio, infatti non lo aveva mai studiato a fondo, e ora si trovava decisamente in difficoltà. Fortunatamente aveva accanto la sua ragazza, che gli suggeriva frasi e parole.

-signorina- la richiamò la docente, interrompendo ancora una volta Tom che iniziava a irritarsi –le pare il caso di suggerire; una rockstar del suo livello saprà certamente comporre un discorso in inglese, senza l’aiuto di nessuno-

-mi scusi- mormorò la rossina con le guange in fiamme per lìimbarazzo e lo sguardo basso.

Ancora una volta il nuovo arrivato dovette ricominciare da capo la sua presentazione e lo dovette fare tante altre volte  ancora per tanti altri motivi stupidi, tanto che ora sapeva a memoria le parole e l’ordine in cui andavano e il discorso deivenne una noiosa cantilena.

-discreto direi- commentò alla fine l’insegnante con voce smielata prima di alzarsi dalla seggiola e andare alla lavagna a scrivere la parola “orfanotrofi”.

La campanella per grazia divina suonò in quell’istante e tutti ,in particolare il chitarrista, tirarono un sospiro di sollievo e si diressero verso la porta dell’aula.

-signorino Kaulitz, dove crede di andare così di fretta?lei deve assolutamente fermarsi qui con me un’ altra ora per recuperare il programma e fare una pagina di commento a questa parola in riferimento a Dickens-

Le budella del ragazzo si attorcigliarono dalla rabbia e dalla frustrazione, mentre con aria da funerale tornava al banco di Michela e, dopo aver preso carta e penna, iniziò a scrivere il tema con una sola frase che gli riempiva la testa “e siamo solo al primo giorno…

 

***

La campana della seconda ora era appena suonata e Alice, in compagnia di Georg e del fidanzato, entrò nell’aula di orchestra dove li accolse un gioviale e alquanto strambo professore: era un uomo sulla cinquantina con barba e capelli talmenti folti da nascondere la bocca; senza contare che con la camicia di flanella a quadri sembrava un boscaiolo.

-oggi, gentili signori e cortesi donzelle- esordì, quando tutti gli alunni ebbero preso posto –abbiamo tra noi due artisti stranieri, che ci allieteranno con della buona musica- e con un gesto fin troppo tatrale, invitò i nuovi arrivati ad alzarsi, salutare la classe e avvicinarsi alla postazione del direttore d’orchestra.

-allora, ditemi cari i miei giovanotti, che strumenti suonate- domandò loro con la curiosità che gli brillava negl’occhi.

-batteria-

-basso elettrico- risposero Gustav e Georg orgogliosi dei loro strumenti che li avevano resi famosi e del ruolo che avevano nella band.

-no,no miei cari- sorrise il docente, veramente divertito dalla risposte ricevute –intendo strumenti veri, non fabbriche di rumori-

I ragazzi non seppero cosa rispondere, rimasti allibiti e un poco offesi  per come erano state chiamate le loro passioni musicali.

-se non avete una risposta posso aiutarvi io- gioì l’insegnate, contanto più che mai di poter iniziare nuovi studenti alla musica d’orchestra –direi di iniziare a provare con gli ottoni!!- e presi sottobraccio i due tedeschi, li fece accomodare su due sedie e mise loro in mano una tromba e un cormo.

-iniziamo!!!-

Tutta l’orchestra iniziò a suonare un brano di Mozart, tranne georg e gustav che stavano per morire soffocati: sembrava che più i due davano fiato, meno gli strumenti volessero suonare.

-direi che questi non sono per voi- constatò giulivo il docente mentre, ridacchiando come un bambino, toglia di mano ai ragazzi troma e corno.

- che ne direste dei fiati?!- e ancora una volta, senza aspettare risposta, li spostò vicino ad altri studenti e diede loro un bell’oboe e un flauto traverso.

-sta scherzando,vero?!- chiesero preoccupati bassista e batterista.

-maestro- chiamò Alice dal suo posto da pianista –io proporrei qualcosa di più simile alle loro “fabbriche di rumore”-

L’idea era talmente semplice e spontanea, che l’uomo si diede una piccola botta sulla frontee concordando con l’allieva, mise Georg al contrabbasso e Gustav ai tamburi.

-credo proprio che questa è la scelta migliore- commentò infine guardando sottisfatto gli alievi.

-io non so suonare questo coso…- provò a lamentarsi il bassista, ma il professore sorrise senza ascoltarlo e diede il via al gruppo. Tutti nel brano che stavano eseguendo avevano un ruolo se non principale, almeno importante, mentre ai due ragazzi tedeschi non rimase altro da fare che sospirare scoraggiati, pensando con ironia

 e siamo solo al primo giorno…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 14
*** febbraio è scomparso sotto la neve ***


RINGRAZIAMENTI:

e ammettiamolo che questa volta sono stata bravaaaaaa!!! Scherzi a parte mi stupisco della velocità con cui ho scritto e postato il capitolo, tenendo conto che ho di mezzo gli esami… a parte questo ringrazio tutti i lettori/lettrici che seguono la storia e già vi annuncio che non ho idee per il prossimo capitolo, quindi mi sa che arriverà un pochino in ritardo ( come se non foste già abituati ai miei ritardi XD )

 

Per mewmina__91: simpatica XP…ora che farai?! Ti creerai una capsula a prova di bomba atomica sotto l’oceano?!?? Ahahha

 

Per scrizzoth_95: spero di averti allungato la giovinezza e evitato infarti col la “velocità” con cui ho postato il capitolo ahahha..

 

Bene, ora vi saluto e vi lascio al capitolo, quindi buona lettura e commentate numerosi!!!

Un bacione grande-grande

La vostra _sarettola_

 

Una vita con i kaulitz

Capitolo 14: febbraio è scomparso sotto la neve

 

Erano passati diversi giorni e nella scuola tutti, o quasi, si erano abituati ai Tokio Hotel che gironzolavano per la scuola e gli assalti da parte delle fan erano ormai quasi rari. Il trasferimento in Italia, insomma, stava entrando nella normalità, rendendo tutti, in particolare Sarah, meno nervosi.

-allora che si fa?- domandò Michela mentre stringeva forte tra le mani ancora gelate la cioccolata appena tolta dai fornelli.

Febbraio, oltre che aver portato la neve, aveva fatto avvicinare il compleanno della truccatrice che finalmente avrebbe raggiunto la maggiore età.

-pensavo di portarla fuori a cena- rispose distratto Bill che già aveva immaginato una cenetta romantica in un lussuoso ristorante nel centro città.

-e noi- disse piccata la rossina, distruggendo la fantasia del cantante –guarda che Sarah non è mica tutta tua!-

-effettivamente detta così, Bill, sembri un tantino egoista- si intromise Georg cercando di evitare discussioni - tutti noi le vogliamo bene e vogliamo esserle vicini nel suo compleanno-

-ma Tom per Mimì non ci ha dato il permesso per fare una festa- brontolò il ragazzo moro incrociando le braccia al petto.

-io SONO egoista- rispose il gemello facendo la linguaccia.

-noi abbiamo una soluzione!- gioì Alice che fino a quel momento aveva parlato fitto-fitto con il suo ragazzo –una festa a sorpresa!!!-

Tutti strabuzzarono gli occhi non capendo come l’idea potesse mettere tutti d’accordo

-è semplice- le venne in aiuto Gustav –Bill la porta fuori a cena, intanto noi prepariamo la festa e poi i due piccioncini ci raggiungono-

-e se invitassimo anche le sue amiche?-

-giusto! Più siamo e meglio è!-

-e se prenotassimo anche un locale con un dj?-

-sarebbe perfetto!!-

-cosa state tramando voi altri?!- chiese curiosa la ragazza in questione, appena arrivata a casa di Michela, dove si erano dati appuntamento.

-come mai già qui?- domandò Georg cercando di sviare la sua attenzione.

-fratellone, sono le quattro del pomeriggio- rispose lei semplicemente –e il mio corso finisce alle tre e quarantacinque…-

Tutti rimasero in silenzio, stupiti che il tempo fosse volato.

-cosa avete fatto in mia assenza?- chiese ancora una volta, sedendosi in braccio al suo amore, dopo avergli dato un bacio a fior di labbra.

-abbiamo fatto un giro in centro- rispose frettolosamente la rossa, prestando attenzione a non lasciar trapelare altri dettagli –solo che ha ricominciato a nevicare e così abbiamo deciso di ritrovarci tutti qui!-

-è ora di fare i compiti!!- urlò la mamma di Michela dalla cucina.

Per la prima volta da quando erano tornati a scuola nessuno protestò e tutti si misero al lavoro, tranne Alice e Gustav che scrissero su un foglietto i “doveri” che ognuno avrebbe svolto prima del sabato imminente: a Tom e alla sua metà tutto sale e pepe erano assegnati gli inviti; Georg e Bill la ricerca e la prenotazione del locale e del dj, mentre batterista e pianista si erano offerti di comprare i regali e di occuparsi degli addobbi.

Vigevano solamente due regole: la prima, non farsi scoprire dalla festeggiata; la seconda, il giorno del compleanno ignorare la festività.

E così successe…

Il  6 febbraio Sarah si era alzata presto e di buon umore: ora anche lei aveva 18 anni!!!

Cantandosi “tanti auguri” si fiondò nella camera di Bill e Georg e iniziò a saltare sui loro letti per svegliarli e renderli partecipi della sua immensa felicità.

-che ore sono?- chiese il bassista assonnato prima di guardare la sveglia e scoprire che all’alba delle sei di mattina una pazza gli saltava sul letto –dai Sarah togliti…è presto e ho ancora sonno!!!-

Indispettita cambiò letto e iniziò ad infastidire il proprio fidanzato che per risposta diede uno strappo alle coperte facendo perdere l’equilibrio alla ragazza che pochi secondi dopo si ritrovò a terra col sedere dolorante e l’orgoglio ferito.

A scuola le amiche le parlavano come se quello fosse un giorno come tutti gli altri e ancora nessuno, nemmeno i membri del gruppo, le aveva fatto gli auguri; sembrava che il 6 Febbraio fosse svanito, sepolto, chissà dove, sotto la neve.

-Sarah- chiamò Bill alla porta di camera della truccatrice, una volta giunta la sera –i tuoi hanno chiesto se vuoi andare a cena con loro-

La ragazza non rispose, allora il chitarrista entrò in camera e la trovò seduta sul letto e abbracciata ad un peluche.

-mi hai sentito?- chiese il ragazzo sedendosi ai piedi del letto.

Come risposta Sarah si alzò e armata di i-pod si diresse verso il bagno dove iniziò a prepararsi.

-“Ally?! Ha abboccato,ti mando un sms quando arriviamo al ristorante”- chiamò velocemente dal cellulare; non aspettò la risposta dell’amica e chiuse la chiamata prima che ritornasse la ragazza.

-esci- ordinò perentoria la festeggiata.

-ma amore, ti ho sempre guardata mentre ti vesti…-

-sparisci- ringhiò lei rimanendo ferma e impassibile vicino alla porta della stanza.

Fingendo di essere offeso il cantante uscì, andando poi verso la camera per prepararsi per la sorpresa.

-che diavolo mi metto?- sospirò scoraggiata la brunetta aprendo l’armadio e rimirando i propri abiti.

jeans e maglione?troppo normali” e con un colpo secco chiuse i cassettoni e prese e frugare tra gli appendiabiti.

minigonna e camicia?troppo da scolaretta” un altro colpo secco divise gonne e camicie dal resto del guardaroba.

shorts e maglietta?troppo estiva” ormai l’unica cosa che rimaneva era il “reparto” vestiti.

direi che non mi resta che trovare qualcosa in mezzo a questi” e armata di buona volontà, iniziò, capo dopo capo, a cercare qualcosa di adatto: tra i vari abitini, ritrovò il vestito blu notte  indossato a Natale e quello nero, preso il girono stesso che Michela e Alice erano venute a trovarla…tanti ricordi felici che in quell’istante facevano montare la rabbia e, al tempo stesso, sprofondare nell’infelicità. Poi finalmente trovò quello che cercava: un abitino di satin nero. Il corpetto era costituito da una fascia stretta intorno al seno e che poi, circondava le spalle; da qui scendeva stretta fino ai fianchi, la gonna che, man mano che arrivava a metà coscia, si ammorbidiva.

Cautamente e stando ben attenta a non stropicciarlo, lo adagiò sul letto e con un sorriso amaro dipinto sul volto, iniziò a truccarsi e acconciarsi i capelli.

-Sarah – chiamò Bill dal salotto – sono le otto, dobbiamo andare-

Dopo pochi minuti la porta della camera si aprì e la ragazza raggiunse il fidanzato che la aspettava nell’ingresso.

-sei fantastica – sospirò ammirando la sua amata che con passo altero si faceva sempre più vicina.

-mi porti tu? – chiese gelida lei, non ascoltando i complimenti, a suo avviso superflui e inutili, che il ragazzo le faceva.

-sì, col furgoncino di Georg, poi io raggiungo gli altri

Senza dire una parola la ragazza precedette il cantante sul veicolo, rimanendo in silenzio durante tutto il viaggio, finchè non giunsero di fronte al ristorante giapponese più elegante e lussuoso della città.

-l’izumi?! – chiese sorpresa la truccatrice uscendo dal furgoncino e rimanendo piacevolmente stupita di fronte all’insegna del locale –ai miei non piace la cucina orientale

-ma a te sì – contestò il suo “accompagnatore” prendendola per mano e guidandola nel ristorante.

Come sempre, quando Bill varcò la soglia, i fan si accalcarono attorno alla coppia domandando autografi e fotografie, ma il cantante congedò tutti dicendo che quella sera aveva tempo solo per l’incantevole damigella al suo braccio, dopodiché chiamò il cameriere.

-Kaulitz – disse tranquillamente come se il suo non fosse uno dei cognomi più famosi e il cameriere li condusse un salottino privato , dove altri camerieri presero loro il cappotto, li fecero accomodare e poi sparirono, lasciando la coppia sola a parlare.

-allora?! – chiese la festeggiata poggiando il mento sul dorso della mano, pronta ad ascoltare le spiegazioni del fidanzato.

-buon compleanno – le disse come se niente fosse, mentre sotto il tavolo inviava tramite messaggio, la loro attuale posizione.

-sei incredibile – commentò poi la brunetta sorridendo e sentendosi finalmente felice.

-è per questo che mi ami

Non ci fu tempo ne parole, per rispondere anche perché i camerieri iniziarono a servir loro la cena; il tempo trascorse piacevolmente e in men che non si dica arrivarono i piattini col dolce.

-e questa? – chiese perplessa Sarah vedendo che in un secondo piattino accanto a lei, vi era la chiave di una macchina.

-è una parte del mio regalo – rispose dolcemente Bill prendendole la mano –ormai hai diciotto anni, è ora di fare la patente

-mio Dio!!! – urlò di gioia la festeggiata alzandosi dal posto e saltando al collo del suo cantante –grazie mille amore mio! È un regalo davvero stupendo!

-ok, ma la macchina arriverà solo dopo che avrai superato il corso e gli esami

-quante altre sorprese devo aspettarmi ancora? – chiese la truccatrice, che ormai si aspettava di tutto e di più dal fidanzato fuori dal comune che aveva trovato.

Prima di rispondere il ragazzo guardò l’ora e con un sorriso divertito le disse – ora vedrai – e senza aggiungere altro uscirono dal locale e, evitando i fotografi che li aspettavano, partirono nel cuore della notte innevata.

Arrivarono poco dopo di fronte ad una discoteca della città, dalle luci spente e apparentemente chiusa.

-amore, mi sa che è chiusa – constatò la ragazza, credendo che il fidanzato avesse toppato, ma lui non l’ascoltò e a passo sicuro si diresse verso l’entrata.

-aspettami – gli urlò, mentre accelerando il passo per raggiungerlo, ma ancora una volta il cantante parve essere sordo e senza guardarsi indietro, entrò nel locale.

-uffa – sbuffò, percorrendo i pochi passi che la separavano dalla porta, raggiuntala, la aprì ed entrò cauta nella grande sala da ballo.

-lo sai Bill Kaulitz, che se ti trovo ti ammazzo con le stesse mani che ti truccano ogni santo giorno?! – nessuno le rispose, ma una luce si accese e illuminò un tavolino con sopra una torta di compleanno alta tre piani, tanto da sembrare più ad un dolce nuziale.

-va bene, molto divertente – disse sarcastica avvicinandosi al tavolino –ora desidero che tu venga fuori immediatamente

-desiderio esaudito – disse una voce e pochi secondi dopo le luci si accesero, illuminando il locale: c’erano tutte le persone a cui voleva più bene; dai cugini ai compagni di scuola, senza tralasciare il gruppo dei TH e le sue migliori amiche.

- TANTI AUGURI SARAH!! -

 

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Capitolo 15
*** la malattia delle coccinelle ***


livello 0

TATTARADAN!!!

Sì, sono io e sono tornata..no, non mi hanno rapito gli alieni e no, non mi sono data alla clandestinità..solamente non avevo più tempo per scrivere ç.ç ma adesso prometto, o almeno cerco di postare almeno un capitolo al mese, con questa tempistica dovrei farcela a postare e scrivere capitoli migliori di questo..

Passiamo ai ringraziamenti:

 

Per eleonor483: anche il mio compleanno è il 6 febbraio..sono troppo egocentrica per non dare qualcosa di mio ai miei personaggi :P in qualunque caso scusa per l'assenza prolungata, cercherò di rimediare

 

E chiedo scusa anche a voi cari lettori, che pazientemente seguite questa storia..per il momento non posso che lasciarvi al quindicesimo capitolo!!!

Commentante numerosi!!!

_Sarettola_

 

 

Una vita con i kaulitz

Capitolo 15: La malattia delle coccinelle

 

 

 

Essere tornati in Germania portò tra la band una ventata di aria frescha e normalità: i ragazzi avevano ripreso a scrivere canzoni, rintanati nel piccolo studio di registrazione della casa, mentre Sarah cercava di tenersi impegnata organizzando le date e la tappe del prossimo tour, mettendo in lista anche una fermata italiana, così da poter visitare il suo paese.

Tutto sembrava rientrato nei canoni comuni, comprese le mattutine di Bill e della sua “dolce” metà.

-ti sei lavata il muso nelle ortiche?- stuzzicò Bill una mattina durante la colazione.

-vuoi un pugno in gola?- ribattè la truccatrice che già alzava la forchetta in segno di guerra.

-no, ma..sembri una coccinella-

-e tu vuoi sembrare un punta spilli?-

-ma che cavolo!!! sei più isterica e suscettibile di quando hai le tue cose...-

-cosa stai dicendo Kaulitz?! Guarda che io non...-

-principessina sul pisello, guarda che sappiamo delle tue amichette del mese, mica siamo scemi-

-ci risiamo...- sospirarono in coro Gustav e Gerog dall'altra parte del tavolo; in Italia avevano visto che scenate del genere non capitavano e quindi la speranza aveva animato tutti loro, ma i caratteri imprevedibili dei due piccioncini aveva distrutto le loro speranze di passare la colazione in pace.

-purtroppo Bill ha ragione...- decise di intervenire il bassista -stamattina hai dei puntini rossi sul viso...-

Come se avesse pronunciato le parole magiche, la lite si spense: il cantante incrociò le braccia al petto e sfoderò la tipica espressione da “ho ragione e tu torto”, mentre la piccolina di casa si precipitò in bagno a guardarsi nello specchio.

-AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHH!!!- urlò, mentre di corsa riscese in sala da pranzo -SEMBRO...SEMBRO...che cosa sembro?-

-PUONCIORNO!!!!- trillò la voce di Frida nell'ingresso, distogliendo tutti dai puntini rossi che tempestavano la pelle diafana della malcapitata.

-di male in peggio- sospirò avvilita Sarah -e io che sperava in una mattinata tranquilla- e dimenticandosi del battibecco avuto poco prima, andò ad accoccolarsi sulle gambe del proprio fidanzato, che con un sospiro la cinse in un abbraccio.

-io afere portato pasticcini per mio amore!!!-

In pochi attimi la bionda fidanzata di Georg fece capolino nella stanza, scaricando con molta poca grazia un cestino colmo di muffin al cioccolato, sufficienti per sfamare un esercito.

-li hai fatti tutti tu, gioia del mio cuore?- domandò smielato il bassista, prendendo un dolcetto e ficcandoselo in bocca.

-ja, essere tutti per te, meine knuddeligen Teddybaren, defi mettere peso, tu troppo piccolo-

-io vado a finire la colazione in studio- dichiarò Tom che già faticava a trattenere i conati di vomito.

-vengo anche io!!!- esclamò il batterista che in tutta fretta raccolse la sua tazza e raggionse il più velocemente possibile l'amico rasta.

-qve bello! Noi essere soli!- gioì la tedesca e con un saltello si gettò tra le braccia del fidanzato, facendolo capitombolare a terra e riempiendolo di baci.

-gioia del mio cuore, ci siamo ancora noi qui- fece notare la truccatrice.

-foi non andare?!- chiese la bionda sbucando da sotto il tavolo

-no, stiamo finendo la colazione-

-oh..beh, io aspetare- concluse candidamente l'ospite prima di emettere una specie di fusa in direzione dell'amato.

Un silenzio imbarazzante si stese sul tavolo della colazione: si sapeva che Sarah e Frida non andavano molto d'accordo, anche se a Natale erano sembrate culo&camicia, ma tutti sapevano che c'era sotto qualcosa di più della semplice e apparente tregua.

-tu afere messo fiso in ortighe? Afere fiso come Marienkafer-

-ci risiamo con queste ortiche- alzò gli occhi al cielo la brunetta -no, mi sono svegliata così-

-oh..allora essere malattia di Marienkafer!- sentenziò la bionda che improvvisamente si era trasformata in un medico pluriqualificato.

-ma qui in germania siete scemi o mangiate i sassi?!- chiese retorica Sarah -prima mettete il muso nelle ortiche e poi fate ammalare le coccinelle?-

-no, coccinellina cara- iniziò a spiegare Bill tra una risata e l'altra -vuol dire che hai la varicella-

-ed è contagiosa...- aggiunse Georg sapendo della fobia per le malattie del cantante, che appena udita la parola contagiosa spinse giù dalla sedia il proprio amore, con aria disgustata

-MI HAI CONTAMINATO!!!- iniziò a urlare disperato il moro

-guarda che non stai morendo- gli fece notare la ragazza con ancora il sedere a terra, mentre guardava sconvolta il prorpio ragazzo diventare un bambino dell'asilo.

 

***

 

La voce che la malattia delle coccinelle, o volgarmente detta varicella, era penetrata nella casa, costrinse tutti i membri ad adottare misure drastiche: i preziosissimo guanti da forno di Frau Jutta furono saldamente scocciati alle mani dei due piccioncini infetti, che si ritrovarono sigillati in quarantena nella camera di Bill.

-ti odio- asserì verso sera il moro dopo che da una delle finestre era stato fatto passare un vassoio con la cena e le medicine -mi hai fatto diventare un appestato-

-direi più coccinella- cercò di rincuorarlo la brunetta che schiocchò un bacio una guancia ormai a pois del cantante -adesso da bravo, fa aaaaahm...-

-sai che potrebbe iniziare a piacermi...la malattia delle coccinelle-

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