Some Kind Of Madness...

di cipolletta
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Courtside-fucking-tickets ***
Capitolo 2: *** His fucking cell-phone number ***
Capitolo 3: *** What was I getting myself into? ***
Capitolo 4: *** I wasn't thinking. I was doing. ***
Capitolo 5: *** I wanted him. ***



Capitolo 1
*** Courtside-fucking-tickets ***



Era la miglior notte della mia vita. No davvero, non sto esagerando. Biglietti- cazzo, si- bordo campo non solo per la mia prima partita di NBA in assoluto, ma per quella della mia squadra preferita: gli L.A. Clippers.
Mi sento male, pensai non appena io ed i miei amici entrammo nello stadio. I Clips giocavano contro i Milwaukee Bucks, la squadra della mia città. Ma una volta avvistati i Clippers riscaldarsi a bordo campo, quel “sentirsi male” sparì immediatamente.
‘Jordan’ Chelsea mi tirò una gomitata, causando la fine del mio fantasticare. ‘ Sai quale posto hai, vero?’
‘Si’ controllai il biglietto ‘ Posto E, sezione 104..’
Chelsea era la mia migliore amica. Lo era sin dal liceo. Era anche colei il quale padre aveva pagato per tutti noi per essere li. Tutti noi significa, io, Chelsea, e altri tre nostri amici. Questa, ovviamente, non era la loro prima partita. Presero i posti lontani quattro sedili in basso da me senza prendersi il tempo per guardarsi attorno all’imponente, ancora quasi vuoto, Bradley Center.
La partita iniziò circa dieci minuti dopo. Appena ci sedemmo, entrarono sempre più e più persone; I Clippers avevano da poco concluso il loro riscaldamento e stavano tornando allo spogliatoio prima che potessi notare Chris, DeAndre, e Blake. E ragazzi, amavo vederlo.
Probabilmente era quella la principale ragione per cui decisi di andare con Chelsea e gli altri. Nonostante il fatto che sarebbe stata la mia prima partita di NBA, prima partita a bordo campo, la mia squadra preferita, e l’avrei vista gratis, Blake Griffin era la vera attrazione.
E’ una bestia in campo, dopotutto!  E non sto solo parlando delle sue schiacciate. E’ un grandioso giocatore, un atleta fenomenale. Ed è sexy, cazzo.
Chelsea, che non avrei mai creduto ( e ancora stento a crederci) che fosse ad una partita di NBA, stava messaggiando sul suo Iphone, mentre io ero ancora ipnotizzata dalla scena. Quando la partita era sul punto di iniziare, era ancora sul suo telefono, mandando sms.
Perché mai venire ad un incontro di basket e nemmeno goderselo? Lanciai un’occhiata a Josh, il suo nuovo ragazzo, ed osservai come stesse bevendo rumorosamente il suo Miller Lite, pronto per la partita. Supposi che Chelsea l’avesse fatto per lui. Aveva dovuto invitare anche me, Thomas e Camille, così le cose non sarebbero diventate troppo noiose per lei. Appena cominciò la partita, a malapena guardò in alto. E quando lo fece, fu per ridacchiare e flirtare con Josh.
Comunque non le prestai attenzione. Ero assorta dagli alti ragazzi in blu e rosso, che in campo stavano diventando mostri.
Fu quasi surreale essere così vicina ai giocatori dell’NBA. Ossia, stelle dell’NBA. Continuai a realizzare, porca puttana, che ero nello stesso posto di Blake Griffin, DeAndre Jordan e Chris Paul. E poi realizzai che ero seduta direttamente di fronte dalla panchina dei Clippers.
Una parte di me voleva sbandierare la mano davanti ai giocatori dall’altra parte del campo ogni volta che potevo. Ma invece di farmi apparire fuori di testa, ascoltai l’altra parte; la parte dove decidevo solo di gettare uno sguardo alla panchina, ogni volta che ne avevo voglia. E cioè ogni due secondi.
Sono sicura di esser sembrata comunque una pazza, per il modo in cui reagivo ad ogni punto che facevano. Applaudii più forte dei miei amici. Applaudii più forte di chiunque intorno a me, incluso il ragazzo che cercava di farlo per i Bucks.
Ma la parte migliore del mio tifo venne quando Griffin fece la sua prima schiacciata della sera. Mi alzai dalla mio posto, appena quando la bestia batté la palla attraverso il cerchio. Atterrò velocemente tanto quanto salì e fece la sua firma da ‘faccia di Blake’. Ero così sopraffatta. Ero quasi morta. La miglior cosa fu che sapevo che non sarebbe stata l’ultima.
Subito dopo il primo tempo finì. C’erano ancora altri tre tempi per il mostro-Blake.
‘ Calmati’ disse Chelsea, ovviamente non eccitata quanto me ‘Mi hai fatto quasi cadere il cellulare dalla mano’
‘Scusa’ risi, non intendendolo veramente.
Potevo a malapena aspettare per il secondo tempo.
Tre minuti passati, e Blake eseguì la sua seconda schiacciata, più veloce della prima.
Cazzo, SI!’ mi alzai in piedi e urlai. Applaudii appena prima che Blake atterrò sul campo. Stava sorridendo e mostrando il suo paradenti, come faceva sempre in Tv.
Oh, ma era molto meglio della Tv.
Non potei fare a meno di tenere gli occhi su di lui durante tutto il tempo, o fino a che fu mandato fuori. Ma anche allora, lanciavo occhiate di tanto in tanto. Non mi aspettavo di vedere qualcosa di spettacolare da Blake Griffin in panchina, ma non volevo perdermi di vederlo di persona. Il momento era un po’ come agrodolce. Probabilmente non avrei l’avrei mai più rivisto, non così vicino almeno. Volevo solo esserlo ancora di più.
Tolsi gli occhi da Blake per un secondo solo per guardare Chris Paul nel momento in cui segnò tre punti.
‘Woooo’ urlai ancora, alzandomi e saltellando. Chiusi il pugno in aria con un altro ‘Cazzo, si’ e sono piuttosto sicura di aver imbarazzato tutti i miei amici.
Ma non mi importò, comunque. Perché prima che potessi scusarmi, stavo guardando gli occhi di Blake il Grandioso, e lui mi sorrise dall’altra parte del campo.
O almeno, pensai che mi sorrise.
Esitai dal guardarmi intorno per capire a chi si stesse riferendo, ma poi realizzai di essere ancora in piedi. Mi sedetti velocemente e ritornai a guardare Blake. Lui si sedette con noncuranza sulla panchina ( ero piuttosto sicura di aver visto contrarsi i suoi muscoli), poi scosse la testa lievemente mentre mi sorrideva e fissava. Come se avessi fatto uno stupido scherzo, o altro.
Non ero realmente consapevole di nient’altro se non Blake in quel momento, oltre alla  fragorosa musica che lo stadio stava ancora trasmettendo dopo il tiro di Chris.
M-m-m-m-mad, mad-ness…
Blake mi fece un piccolo cenno. Io gli feci un cenno per risposta, ancora controllando se fosse riferito a me.
Madness dei Muse stava ancora suonando.
Blake rise ancora, questa volta più visibilmente. Puntò discretamente un dito verso di me ( probabilmente provava a non attirare attenzione) e mimò chiaramente “Tu” e sorrise ancora.
‘Io?’ metà mimai e metà urlai, mentre puntavo un dito contro me stessa.
‘Cosa?’ chiese Chelsea
‘..Niente..’ dissi, lasciando cadere la mano. Mi ero quasi dimenticata che fosse là.
Lanciai un occhiata a Blake che stava ridendo ancora una volta. Annuì verso di me mentre mimava ‘si’. Dovette tornare alla partita, e non sapevo se ero eccitata di vederlo giocare ancora, o turbata perché non potevo più mimargli parole.
Ma appena raggiunse il campo, si inserì nel gioco, e batté di nuovo la palla. Saltai su dalla mia sedia, senza esitazione, e applaudì ancora. Era infuocato, quella sera. Potevi capirlo dal modo in cui sogghignò. Con il paradenti ancora fuori dalla bocca. Ammiccò ed estese le braccia per puntare...
Proprio verso di me.
Cosa che mi fece solo che applaudire più forte.
Fu la sera più bella della mia vita. No davvero, non sto ancora esagerando.
E non ero nemmeno consapevole di cosa sarebbe successo dopo.
 




<< Courtside- fucking- tickets to not only mi first ever NBA basketball game,
but to a game of
my favourite team: The L.A.Clippers >>






 
CIPOLLETTA IS BACK.
Con una traduzione, aggiungerei.
E' la prima volta per me in questo "campo" quindi siate clementi nei primi capitoli se non trovate il testo scorrevole al massimo, anche perchè non faccio nemmeno il linguistico u.u Mi baso sulla mia conoscenza, che puà considerarsi buona visto la mia passione per l'inglese. Ma  vi garantisco che già il secondo capitolo va moooolto meglio ahahahaha.
Attenzione: IL PERSONAGGIO BLAKE GRIFFIN ESISTE, ANCHE SE L'AUTRICE HA TOTALMENTE INVENTATO IL SUO CARATTERE ETC. Non esistendo su efp una categoria per gli atleti, ho dovuto inserire la fan fiction qui, quindi chiedo venia, senza che andiate subito a reclamare.
Se sapete una categoria in cui possa inserirla, ditemelo, grazie.


ecco il consenso dell'autrice di pubblicare la sua storia qui.
Un bacione
Cipolletta.

 

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Capitolo 2
*** His fucking cell-phone number ***



La partita ora era all’ultimo tempo, con solo quattro minuti d’orologio mancanti. Più i secondi passavano, e i Clippers rimanevano in testa, più mi sentivo  triste.
La partita stava finendo. Era quasi l’ora per la mia squadra di “fare le valigie” ed andare verso i prossimi avversari, lasciandomi indietro con solo dei ricordi ed un’improbabile storia a cui nessuno avrebbe mai creduto. Blake Griffin aveva fatto uno sforzo per parlarmi. Beh, non parlarmi per davvero, ma per ammiccare , gesticolare verso di me e per sorridermi. E’ il sogno di ogni fan di Blake Griffin.
Dopo quello, mi vergognavo troppo per guardarlo nuovamente; o lasciare che intuisse la mia timidezza. Diedi un’altra sbirciata mentre era sulla panchina, quando mancavano due minuti.
Mi prese di sprovvista quando lo trovai  sporto in avanti, con lo sguardo focalizzato su di me.
Avrei sorriso, se i suoi occhi avessero incontrato i miei. Invece erano altrove; mi scannerizzavano dalla testa ai piedi.
Porca puttana, mi stava controllando.
Non aiutò che appena lo realizzai, lui notò la faccia goffa che feci ( la più goffa della mia vita), finchè non si sedette nuovamente e rise ancora. Quando si appoggiò allo schienale continuò a controllare sia il gioco che me, come se fosse sicuro che avesse ancora la mia attenzione.
Ma non aveva bisogno di controllare, ovviamente l’aveva ancora.
Blake si sporse in avanti di poco e puntò verso il suolo. Mimò qualcosa con la bocca.
‘..Rimani qui’
Cosa?
‘Rimani qui’ mimò di nuovo, ancora rivolto verso il suolo ‘Rimani’.
Non poteva essere serio.
Non ebbi il tempo per “chiarire” quello che intendeva perché la partita era appena terminata, ed i Clippers vinsero 110 a 89. Blake ed il resto della squadra andarono sul campo per stringersi le mani con gli avversari e cose del genere. I miei amici e gli altri tifosi si stavano alzando e dirigendosi verso l’uscita del Bradley Center. Mi alzai in piedi, ma non seppi cosa fare.
Guarda i Clippers che stavano allineati ed uscivano dal campo. Me ne stavo per andare, visto che Chelsea mi stava trascinando via, ma Blake posò velocemente nella mano di un uomo della security un piccolo pezzetto di carta ed indicò verso di me, prima di raggiungere  il resto della squadra.
L’alto e pelato mi raggiunse in poche falcate. Io sganciai il mio braccio dalla presa di Chelsea per incontrare l’uomo a metà strada.
‘Per voi, Miss’ disse l’uomo, porgendomi il foglietto. ‘ Da Bla-‘ si stoppò e rise ‘ Sono sicuro che sapete già da chi’
Maledizione ,pensai appena appena l’uomo sorrise ancora e se ne andò. Lessi il biglietto.
Spero che tu sia libera questa sera, diceva.  Al di sotto c’erano scritti alcuni numeri scarabocchiati rapidamente.
Il suo cazzo di numero di telefono.
Nascosi il biglietto da occhi curiosi e corsi via dal campo per raggiungere Chelsea e gli altri. La folla davanti a noi mi diede il tempo per scrivere il numero prima di andarcene del tutto.
Blake?
Scrissi nel messaggio, guardinga. Sperai seriamente che fosse il suo vero numero, e non un qualche scherzo. Ma, di nuovo, e se lo fosse stato…?
Ci sarebbe stato un qualche spogliatoio per parlare o altro, lo sapevo dall’esperienza. Ma non avevo idea di cosa facevano i giocatori dell’NBA dopo la partita. Salivano semplicemente sul bus, e raggiungevano qualche hotel? Quando lasciavano il posto in cui giocavano? Avevano tempo per rispondere al messaggio di una fan?
Stavo cercando arduamente di non pensarci, ma controllavo il cellulare più di quanto avessi dovuto dopo che passammo attraverso la folla. Una volta che passammo il blocco della follia dei tifosi che se ne stavano andando, il mio cellulare vibrò.
Forse. (;
Diceva il messaggio. Ma aggiunta c’era una foto di lui ancora sudato e sorridente che guardava la telecamera con un asciugamano intorno al collo.
‘Dio, accidenti!’
La mia reazione catturò l’attenzione dei miei amici e fermandosi mi guardarono. Prima che potessi rassicurarli che fossi ancora sana, il mio cellulare vibro nuovamente.
Spero che non te ne sia ancora andata. Sei libera stasera?
Risposi.
No, non ancora. Sono libera (:
Risposi con estrema velocità.
Mi raggiungi al campo? La security sa che stai arrivando. Niente paure.
Mi presi un secondo per ridacchiare al suo errore di grammatica, ma poi realizzai che dovevo tornare indietro. Cos’avrei detto ai miei amici?
‘Uhm.. Ragazzi?’ dissi. Chelsea e Josh si fermarono.
‘Ci rincontriamo dopo?’ chiesi. Notai più avanti che Thomas e Camille si stavano tenendo la mano. Da quando erano qualcosa..?
‘Cosa?’ disse Chelsea, guardandomi confusa. Josh aveva la sua mano in tasca e prese a calci una robaccia  a terra.
‘Mi sto per incontrare con qualcuno’ dissi, mostrando il mio cellulare senza mostrarle il messaggio ‘ Comunque, devo andare, ora.’
‘Bene, vai’ disse nel suo solito tono da diva ‘ Prego!’ mi urlò dietro mentre ritornavo sulla via per il Bradley Center.
‘Grazie’ le urlai di risposta ‘Tante, tante grazie!’
Sei la migliore, Chels.
 

<< Hope you're free tonight. The note said. Underneath it was some swiftly scrawled numbers.
His fucking cell-phone number. >>






HOLA.
Secondo capitolo, pubblicato prestissimo, non vi ci abituate ahahhaha
L'ho fatto solo perchè ero impaziente  e poi con solo il prologo la storia non si capiva benissimo, così... ECCOLO QUA.
Spero vi piaccia, come è piaciuto a me.
Da ora in poi ho deciso che vi metterò qualche pezzo in inglese alla fine, perchè alcune battute in lingua originali rendono meglio ;)
Baci 
Cipolletta.
(Mi raccomando, Recensite!)

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Capitolo 3
*** What was I getting myself into? ***



 


Feci fatica per ritornare allo stadio più velocemente che potevo, senza correre , in verità. Il numero dei tifosi che stavano lasciando l’edificio era diventato piuttosto scarso. Non fu così difficile raggiungere la security alle porte.
‘Uhm.. ciao’ dissi allo stanco ed irritato uomo davanti alla porta centrale ‘ devo rientrare là dentro’ sorrisi dolcemente e cercai di suonare professionale. Non avevo mai avuto una ragione per tentarlo prima di quel momento. ‘ Mi è stato detto che saresti stato a conoscenza del mio arrivo… da Blake Griffin’
L’uomo si limitò a guardarmi.
Prima che potesse parlare, continuai ‘Ho il messaggio! Vedi, guarda’ gli mostrai il telefono.
Cosa cazzo stavo facendo?
Ero sul punto della frustrazione, ma poi il famigliare e calvo agente della sicurezza venne in salvataggio.
‘ James, lei è ok. La io accompagnerò al campo ‘ disse al compagno di guardia più basso. Quello annuì. Gli sorrisi e seguii l’alto e calvo dentro al Bradley Center. Avrei voluto dargli un abbraccio se non avessi avuto paura che mi avrebbe spezzato in due.
Appena ci spostammo verso la Hall e si avvicinava l’entrata del piano dell’arena, cominciai subito ad avere ripensamenti.
Non può accadere questo, cioè, è pazzesco. Sono una studentessa di college di vent’anni e sono scortata da una guardia della sicurezza per andare ad incontrare  un giocatore-star dell’NBA, in uno stadio di basket vuoto.  Ho abbandonato i miei amici per stare con un famoso atleta; e loro non lo sanno nemmeno. Ed anche se glielo avessi detto, avrebbero pensato fosse una sorta di follia*. E la maggior parte di me sarebbe stata d’accordo.
La guardia ed io ci avvicinammo sempre più vicino all’entrata. Colsi una sottile e distorta scorcio della mia immagine riflessa nell’enorme finestra che quella parte del Bradley Center aveva. Naturalmente, controllai i capelli, che erano sciolti. Non li avevo neanche piastrati; erano lunghi e disordinatamente ricci.
Diventai improvvisamente consapevole del mio outfit; skinny jeans blu scuro, Sperty Topsider blu e bianche con la mia maglietta rossa dei Clippers che ricevetti per il mio compleanno due mesi prima.
Poi realizzai che il retro della maglietta aveva il numero 32 e sopra c’era scritto “Blake il grandioso”.
Oh Gesù.
L’alto e calvo andò avanti e aprì la grande porta d’entrata. Lo ringrazia non appena entrai.
‘Divertiti’ disse, con uno strano eppure amichevole sorriso. Non potei far altro che sorridergli di risposta. Era un tipo apposto.
Lo stadio non era proprio vuoto. C’erano un po’ di custodi e persone che lavoravano lì, ma non potei osservare nessun altro componente della squadra. Nel momento in cui feci un passo verso il campo, Blake stava emergendo dal tunnel aperto dall’altro lato dell’arena.
Il mio cuore batté  accelerato e sentivo un goffo sorriso venir fuori. Blake non era il primo ragazzo che mi faceva sentire così, ma stava sicuramente funzionando. Da quella distanza potevo di già accertare che la maglietta grigia a maniche lunghe gli stava bene. Sono sicura il logo sul petto era degli L.A. Clippers. I pantaloni che stava indossando non erano gli stessi rossi che indossava due ore prima; questi erano grigio scuro e sembravano molto più comodi. Non stava portando nessun tipo di borsone. Doveva averlo già caricato su un bus o qualcos’altro.
Questo mi fece domandarmi dove fosse la sua squadra, e se sapevano dove era e cosa stava facendo. Lui aveva abbandonato i suoi amici, proprio come me, per stare con qualcun altro. Solo che lui aveva abbandonato i suoi amici stelle dell’NBA, per stare con una totale straniera.
Blake era un ragazzo sia  sorprendente che spontaneo, o un completo stolto. Sperai davvero non fosse la seconda opzione.
Non potei scuotere via quel mio goffo sorriso, diventò peggio via via che lui si avvicinava sempre più vicino; il suo sorriso era solo un dolce sorriso. Potevo vedere la sensazione di sottile curiosità nei suoi occhi. Non li distolse mai dai miei, finchè non fu solo a qualche passo da me.
‘Hey’ disse, gettando uno sguardo al pavimento prima di ritornare ai miei occhi. La sua voce era così intensa e bassa. Mi ricordava quei spot della Kia dove c’era lui. Sorrisi a quel pensiero. Lui mantenne il suo dolce e piccolo sorriso.
‘Hey’ risposi, guardandolo letteralmente dal basso. Aveva un odore così buono, comunque. Qualunque cosa avesse addosso, profumava costoso, ma odorava come se ne fosse valsa la pena. Incollai le mani nelle tasche dei jeans e mi dondolai in avanti. Era come al liceo, tutto d’accapo. La sensazione delle farfalle al  primo sguardo.
Lo strano piacere del primo incontro.
Prima che disse qualcosa nuovamente, risi nervosamente e scossi la testa, sorridendo ancora.
‘ Perché lo stai facendo?’ chiesi.
‘Perché no?’ sorrise ed i suoi occhi si illuminarono.
‘No, seriamente’  ridacchiai ed inconsciamente lo spintonai con la mano sinistra, come se fossimo stati amici intimi. Lui a malapena si mosse indietro e mi afferrò la mano.
‘Non volevo andarmene,’ disse, senza lasciarmi andare. La sua voce ora era ancora profonda ma più tenue ‘ Non volevo andarmene senza aver scoperto chi fosse quella pazza tifosa’
La sua mano era soffice ed enorme. Portò in basso la mia così da tenerla fra di noi. Quasi naturalmente oscillammo insieme le nostre mani come se due bambini di cinque anni al parco giochi.
‘Sono Jordan’ sogghignai, sentendo l’impulso di ridacchiare di nuovo.
‘Oh, come Michael Jordan?’ scherzò, sorridendo ampiamente. Risi.
‘Effettivamente sono stata chiamata così dopo di lui ‘ dissi ‘ Avrebbe dovuto essere o Michael Jordan Hasket, o semplicemente Jordan. Grazie a Dio non hanno scelto il primo’
Rise come quando era in panchina. Questa volta potei sentirlo e me ne innamorai. Teneva la mia mano un po’ più alta e accarezzava il dorso con il pollice.
‘E’ così fantastico ’ disse, ancora guardando in basso verso me ‘Sei così interessante’ Non perse mai il sorriso.
‘Tu sei così alto’ dissi guardando in alto verso di lui.
Scoppiò ancora in una risata.
‘ No, davvero’ continuai ‘ Sei una torre sopra di me, Oh Gesù ,ma con che cazzo ti nutrono?’
Griffin stava perdendo il controllo, ora. Non l’ avevo mai visto ridere così forte prima. E intendo che era piegato a ridere, forte. Non potei fare nulla che ridere con lui, la sua risata era contagiosa. Stavamo entrambi rotolando dalle risate; finimmo per lasciarci la mano.
Farlo ridere deve aver scatenato qualcosa di maggiore. Quando le risate cominciarono a finire, entrambi ci trovammo a guardarci negli occhi l’un dell’altro ancora una volta, sorridendo come idioti. Tolse alcuni riccioli folli dalla mia faccia.
‘Quante volte mi hai fatto ridere questa sera?’ domandò con un sogghigno.
‘Credo sulle tre volte’ presi la sua mano con la mia. Amavo quanto erano soffici e calde. ‘ Ma sono sicura posso fare di più’ sorrisi, flertando. Non doveva affatto venir fuori brutto come era suonato, ma Blake si allontanò e sorrise di nuovo.
Potei giurare che stava arrossendo.
Ridacchiai ancora e lui sapeva di esser stato colto in flagrante . Guardò nuovamente verso di me con le sue guancie leggermente rosee.
‘Vieni con me’ disse. La sua voce suonava calda come le sue mani. ‘Andiamo via da qui..’
Non avevo idea di dove saremmo andati, o cosa aveva in mente. Ignorai tutti i “E se…?” che subito mi vennero in mente.
Forse questo era folle. In cosa mi stavo cacciando?
Ma non ero nella posizione di dire di no. Non avevo ragione di dire di no. Non volevo dire di no.
Così non lo feci.
E l’avventura cominciò.
 
 


*[ in inglese era 'some kind of madness', che riprende il titolo]


 
<< But I was in no position to say no. I had no reason to say no. I didn't want to say no.
So I didn't. >>



HOLA.
Ecco la terza parte :) Ho già tradotto un bel pezzo del quarto capitolo, penso che entro sabato/venerdi lo pubblico! 
Amo questa storia, per farvi capire quanto la adoro e voglio farvela leggere sto "indietro" due giorni con i miei esercizi di casa del piano perchè sto sempre a tradurre ahahahaha.
CI TENEVO A DIRE CHE L'AUTRICE HA IL LINK DELLA STORIA E HA LETTO I VOSTRI COMMENTI E NE E' FELICE :)
VI LASCIO QUI IL SUO TUMBLR
http://1789th.tumblr.com 
Fatemi/ci sapere cosa ne pensate :)
Un bacione
Cipolletta.

 

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Capitolo 4
*** I wasn't thinking. I was doing. ***





Non mentirò e non dirò che non avevo paura di cosa sarebbe successo dopo.
Perché io non sapevo cosa sarebbe successo dopo. Dentro nel profondo, amavo quella sensazione. Ma fare cose come questo – e non ero sicura di cosa “questo” fosse- portava le persone a grandi guai.
Le persone si facevano male. Si creavano problemi. E non pensavo che io, una studentessa del college dal Wisconsin, sarei stata capace di gestirli.
Oh Dio, non sapeva nemmeno quanti anni avessi. Jordan Hasket, a cosa stavi pensando?
Ma ovviamente, non stavo pensando. Lo stavo facendo.
‘Non penso che abbiamo bisogno di un taxi’ dissi una volta che eravamo fuori dal Bradley Center. Blake aveva appena chiesto se avevamo bisogno di prenderne uno fino al Hyatt Hotel giù in città. ‘ è letteralmente distante due isolati’ dissi indicando la strada.
‘Va bene’ disse, dando una leggera gomitata alle mie spalle ‘ Prenderò la tua parola per vera’
Per metà pregai che nessuno lo riconoscesse. Ma non ero sicura fosse possibile.
‘Cosa sta succedendo allo Hyatt?’ chiesi, mentre stavo muovendo un primo passo verso l’Hotel. Blake mi si affiancò. Se ne uscì con quello che suonò come un lungo respiro e mise le mani nelle tasche.
‘Beh, è dove c’è la squadra’
‘Aspetta.’ Dissi. Lui si fermò non appena lo stoppai ‘…Mi stai portando a vedere la squadra?’
Forse suonai come turbata perché Griffin andò quasi fuori di testa.
‘Beh non è quello che vuoi?- ma non è dove volevo portarti inizialmente. Volevo portarti a cena, o qualche altro posto divertente, ma poi ho pensato che magari non avresti voluto, così io-‘
‘Blake!’ lo interruppi per calmarlo. ‘ Stai scherzando? Mi piacerebbe tanto incontrare la squadra’ gli sorrisi ‘Va assolutamente bene’
‘Fantastico’ disse, sorridendo di rimando. Sembrava sollevato. Continuammo la nostra camminata.
Avevo così tante domande che volevo chiedergli. Domande come: ti sta piacendo la città? Qual è il tuo colore preferito? Cos’altro ti piace fare, a parte diventare una bestia sul campo?
Quanto tempi mi rimane per stare con te, prima di non vederti mai più?
Quella domanda mi agitava il cervello sin dal primo contatto con i nostri occhi attraverso il campo. Quel momento sembrava come se fosse successo anni prima. Si sentiva come se la mia felicità e beatitudine di due secondi prima fossero stati portati via dal vento.
‘Quindi..’ dissi guardando verso di lui mentre camminavo ‘ Volevi portarmi fuori a cena?’
Non potei far altro che sorridere. Blake ridacchiò.
‘Si. Ci stavo pensando. Ma poi ho realizzato…’ guardò in basso verso se stesso ‘ Non credo che sono vestito appropriatamente per l’occasione’ mi sorrise.
‘E pensavi che io lo fossi?’ risi, gesticolando verso i miei vestiti. Ci sta avvicinando allo Hyatt.
‘Jordan, penso che tu sia carina con qualunque cosa indosseresti’
Quando lo guardai vidi il suo sorriso, sapevo cosa intendeva.
Blake, figlio di una..
‘ Ma poi ho capito di voler passare del tempo con te ’ continuò ‘ in un posto meno pubblico. E sono sicuro la squadra vorrebbe incontrarti. Ti ci troverai bene.’
Eravamo già all’Hotel e sorprendentemente nessuno ci fermò per la strada o lo riconobbe. Aprì la porta per me. Lo ringrazia e camminai all’interno dello splendente, insolita costruzione. Avevo visto l’esterno così tante volte che avevo perso il conto, ma l’interno era come territorio inesplorato.
Seguii Blake che passò davanti al banco dove tirò fuori le chiavi  dalla sua tasca e mostrandole al tipo al tavolo. Il giovane uomo annuì con la testa ma provò a chiedere se avevamo bisogno d’assistenza.
‘No, stiamo bene’ Lo rassicurò Blake e spinse il pulsante dell’ascensore. Le porte si aprirono immediatamente, e il numero 6 Chris Paul era lì dentro.
Oh mio dio.
‘Ehi amico, stavo giusto per cercarti’ disse, uscendo dall’ascensore ‘ Ti sei scordato come si usa un telefono?’
‘Chris-‘ iniziò Blake, ma Chris continuò.
‘ No davvero, eravamo preoccupati. Tu…oh-‘ Chris finalmente mi vide, dopo che stetti in silenzio dietro la torre Blake Griffin per tutto il tempo.
‘Ciao’ dissi, timidamente ‘ Sono Jordan’
Chris era alto esattamente come mio padre. Ed io ero più bassa di solamente cinque centimetri. Non avevo mai realizzato quanto un metro ed ottanta poteva essere basso; specialmente paragonato ad un ragazzo come Blake.
Ma Chris poteva tranquillamente guadagnarsi il rispetto di chiunque, incurante della sua altezza. Era un fantastico giocatore ed un leader. Era una bestia come chiunque altro in campo.
Malgrado tutte quelle qualità, pensavo che la miglior cosa di lui fossero gli occhi. Quegli occhi che ora posso raffigurare come nocciola, non verdi ( come prima credevo fossero).
Ora quegli occhi mi stavano guardando. Non potevo sapere cos’avrebbe detto dopo.
‘Piacere di conoscerti’ disse, educatamente ‘ Quindi sei tu quella che ha tenuto via da qui il mio ragazzo?’ sorrise.
Stava diventando amichevole. Mi lascia sfuggire un sospiro di sollievo, e sorrisi di rimando.
‘Stavo sperando che Jordan ed io avremmo potuto passare del tempo insieme’ disse Blake, che era rimasto tranquillo.
Chris gli sorrise.
‘Non quello che stai pensando’ gli disse Blake con un tono severo, ma con un sorriso in volto. Passò accanto a Chris per poi premere il bottone dell’ascensore di nuovo. Le porte si aprirono subito. Chris fece pochi passi in avanti appena io e Blake mettemmo un piede nell’ascensore.
‘ Voi due, divertitevi’ disse Chris. Quando ci girammo per guardarlo, ci sorrise. ‘Oh, e Jordan?’
Si fermò.
‘Amo la maglietta’ disse. Poi le porte dell’ascensore si chiusero.
Doveva aver visto il retro.
Cazzo.
 
L’ascensore si stoppò al terzo paino da quello più alto dell’edificio. Doveva essere il piano per gli attici. Non c’ero mai stata prima.
Come entrammo nella Hall insieme, cercando la sua stanza, Blake non sembrava troppo preoccupato dall’incontrare un altro compagno di squadra. Non come me, che per metà speravo che l’avremmo fatto, dall’altra metà speravo di no. Non era da tutti i giorni avere l’occasione di incontrare i giocatori della mai squadra preferita.
Mi domandai cosa stava pensando Blake in quel momento, tuttavia. Se non era preoccupato dall’incontrare altri compagni, allora era preoccupato per qualcosa o qualcun altro? Volevo sapere dove fosse la sua mente in quel momento; ma non volevo non avrei avuto il coraggio di chiedere.
Trovammo finalmente la sua suite per quella notte. Quando aprì la porta,  le luci non erano ancora accese e potevo già dire che quel posto era fantastico. Quando Blake le accese.. avevo ragione.
Amavo le camere eleganti. Mi rendeva elegante il solo essere circondata da tutto quel esibire mobili elegantissimi. Non potei fare a meno di cedere alla tentazione. Corsi e saltai sul morbido , bianco e grande letto, mandando i sofisticati cuscini d’oro e marrone chiaro a terra.
Mi girai sulla schiena e mi stiracchiai “ E’ così comodo” dissi colpita da un inaspettato sbadiglio “ la schiena mi stava uccidendo” marcai la parola uccidendo. Non avevo nemmeno notato quanto avessi bisogno di sedermi o sdraiarmi da qualche parte al più presto. Mi faceva sempre male la schiena dopo molto che ero in piedi o che camminavo. Stare sdraiata in quel letto era come essere in paradiso.
Blake ridacchiò ed appoggiò la schiena al muro che era davanti ai piedi del letto.
“Sembri comoda” disse. Colsi il tono stanco nella sua voce.
Dannazione, sono così egoista.
“Oh no” dissi, alzandomi dal letto. Gli feci il gesto di prendere il mio posto “ ne hai bisogno più di me. Stavi rompendo culi oggi. Te lo meriti” Avrei dovuto sapere sin da subito che doveva essere veramente stanco. Erano quasi le undici. La fatica si stava facendo sentire perfino su di me.
“No, sto bene” disse, sventolando una mano.
“ No” dissi. Non l’avrei lasciato rifiutare. Indicai il letto “ sdraia il tuo culo da giocatore di basketball , ora” sorrisi, mostrandogli di non essere totalmente seria ma che intendevo dire sul serio.
“Jordan, sto bene, davvero”  disse, senza cambiare il proprio tono.
Gli lanciai uno sguardo supplichevole “ Hai ovviamente bisogno di riposare, sono sicura che gli altri della squadra stanno dormendo… non so nemmeno perché sono ancora qui..”
“ No Jordan, non lo fare” mi stoppò dal voltarmi dicendo il mio nome. Mosse due passi verso il letto e finalmente si sedette “ non voglio che te ne vai”
“ E’ questo quello che non capisco” dissi, prima di realizzare cosa avevo veramente detto.
Ecco, il momento era giunto.
“ Cosa sto facendo qui? Questo non dovrebbe succedere… non dovrei essere in un elegante hotel, in una costosa suite con un giocatore dell’NBA. Questo è.. questo è pazzia, ecco cos’è! E’ una sorta di follia!”
Non mi aspettavo che la mia voce alzarsi, ma stavo urlando.
Non realizzai che ero , in realtà, più sconvolta e confusa più con me stessa che con Blake. Ed eccomi li, ad urlargli contro.
Si sedette sul letto lentamente, la mascella contratta. non tolse mai gli occhi dai miei.
“Hai detto che non vuoi che me ne vada, ma non vedo perché dovrei rimanere. E per un secondo ho avuto la sensazione che tutto questo potesse essere vero. Ma non funzionerebbe. Cose come queste, meravigliose cose come queste non accadono alle ragazze come me..”
Sentii delle lacrime calde scendere lungo le guancie.
“ E penso che…” Dio, stavo perdendo il controllo “ che non posso credere a nulla di tutto questo”
Prima che potessi voltarmi del tutto verso la porta, fui presa e tirata indietro, e le mie labbra erano premute fermamente contro le sue.
 


<< Oh God, he doesn't even know how old I am. Jordan Hasket, what were you thinking?
But of course, I wasn't thinking. I was doing>>


SI LO SO SONO IN GRANDISSIMO RITARDO, CHIEDO PERDONO.
Sono stata male, per non parlare della scuola che ( sia maledetta) sta uccidendo la mia vita sociale. Vi dico solo che in questa settimana mi sono fatta due interrogazioni e quattro compiti in classe. Maledetto il giorno in cui ho scelto lo scientifico. E maledetta la chimica ed il latino, in cui faccio pena.
Ho chiesto scusa anche all'autrice perchè sembrava quasi che l'avessi presa in giro ( sia a voi che a lei) ... ma tranquille tornerò sempre! Poi si avvicinano le vacanze di Natale YES! Non vedo l'ora *.*
Allora sarò liberissima di tradurre quando voglio! 
Poi ho scoperto che non esiste una categoria per le storie sui sportivi su EFP per un qualche motivo...quindi resterà qui!
Un bacione
Cipolletta

 
 
 

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Capitolo 5
*** I wanted him. ***


Le sue braccia forti erano strette intorno a me . Non avrei potuto scappare nemmeno se avessi voluto. Ma, stupida come sono, volevo farlo. Mi divincolai dalla sua stretta, ma ogni volta che ci provavo lui mi avvicinava di più. Le sue labbra erano… Dio, le sue labbra erano così soffici. Smettila, pensai.
‘Basta!’ finalmente mi liberai ‘ Non posso’ sussurrai  appena ‘ Non possiamo’
Blake fece scorrere le sue braccia sui miei fianchi. Non osava guardarmi negli occhi.
‘Blake..’ gli sussurrai, prendendogli le mani. Le strinsi e le tenni sulla mia guancia ‘Io…’
Successe come al rallentatore. Mi alzai sulle punte dei piedi. Lui mi  venne incontro a metà strada, più esitante di quanto non lo fossi io, e mi baciò ancora una volta. Io lo assecondai e avvolsi le braccia intorno al suo collo, nello stesso modo in cui lui avvolse le sue intorno al mio corpo. Era bravo a baciare. Passionale e caldo.
Se non fossi stata ancora preoccupata per il mio uscire fuori di testa poco prima, mi sarei goduta il bacio molto di più.
Ma dannazione, pensai.
Stavo baciando Blake Griffin.
Cominciò a fare dei passi indietro, verso il letto. Non lo fermai. Senza staccarsi si sedette e mi tirò a sé sulle sue gambe. Lo percepii sorridere sulle mie labbra prima di spostare la sua bocca sul mio collo e baciarlo.
Oh mio Dio.
‘Blake..’ sorrisi, cercando di allontanarmi dalla sua testa. Non avrei veramente voluto farlo. Ci misi un secondo per ricordarmi il perché dovevo farlo. Lui mi ascoltò e alzò la testa. Eravamo così vicini che le nostre labbra erano ad appena pochi centimetri di distanza.
‘Cosa….cosa stiamo facendo?’ risi, nervosamente.
‘Non lo so’ disse Blake. Il suo sorrisetto non era mai andato via. ‘ Ma non voglio fermarmi’
Non potei fare a meno di sorridere a mia volta, ma mi sentivo ancora nervosa. Guardai altrove.
‘Jordan…’ disse dolcemente. Amavo quando diceva il mio nome. Lo aveva fatto solo quante volte? Tre? Ma non volevo che smettesse di dirlo. Non volevo che se lo scordasse. Ma lui questo non lo sapeva.
‘Jordan’ disse ancora ‘ Per favore guardami’ mise una mano sulla mia guancia e sfiorò le mie labbra con il suo pollice. Lo guardai dritto nei suoi occhi marroni e per una volta non stava sorridendo. Aveva un’espressione che non avevo mai visto per tutta la sera. O magari non ero così vicina da poterlo notare.
I suoi occhi erano profondi. Il suo sguardo era desideroso. Mi guardò come se avesse tanto bisogno di qualcosa, come se volesse qualcosa. Era come se quel qualcosa lo stesse ferendo. Ma cosa poteva volere così tanto da me? Come poteva in alcun modo volere qualcosa da me, che ero nessuno? Una ragazza che aveva incontrato appena qualche ora prima. Solamente un’altra fan accanita.
E la parte più triste era che io ero già innamorata di lui.
Stavo trattenendo il respiro.
‘ Mi stupisci’ la sua voce era calma e soffice. Il silenzio ci circondava ma lui  tuttavia rimase silenzioso. Stava solamente parlando con me. Si stava semplicemente connettendo con me. ‘ Sei meravigliosa…’ continuò ‘ Sei così bella..’ scosse la testa.
‘Non voglio pensare a tutte le complicazioni ora come ora. Tutto quello che voglio sei te ‘.
Qualcosa si mosse dentro di me e non potei far a meno di baciarlo immediatamente.
Ci furono fuochi d’artificio, esplosioni e bombe nucleari quando le mie labbra incontrarono le sue. Lo baciai con una nuova passione  che non avevo prima e sono sicura che anche lui la percepì. Cadde all’indietro, il letto ammortizzò la sua caduta. Ero ancora sopra di lui quando buttò a terra i cuscini con le fantasie bianche ed oro. La sua bocca trovò ancora una volta la via per il mio collo, e quasi morii. Non indossava più la sua maglietta a maniche lunghe dopo poco tempo, e cosi io.
Lo volevo.
Lui mi voleva.
Successe tutto così in fretta.
Questa volta però non lo fermai.
 
Nell’elegante e confortevole letto fui avvolta, accolta e scaldata da Blake che, dietro di me, arrotolava i miei ricci sulle sue dita. Potevo sentire il calore del suo corpo che irradiava dal suo petto nudo sulla mia schiena nuda. Tutto intorno a me era caldo. Soprattutto il suo tocco. Ero sorpresa che il letto ancora non fosse andato in fiamme. Stavo cominciando ad aspettarmelo in qualsiasi minuto.
Nonostante quello che era successo prima, avevamo ancora abbastanza energia semplicemente per stare sdraiati e parlare. Un ricciolo rimbalzò quando lo lasciò srotolarsi.
‘Mi piace veramente il tuo nome, comunque’ disse ‘ Jordan Hasket..’ fece una pausa ‘ Jordan Basket. Michael Jordan. Michael Jordan Baskett ’.
Gli lanciai una gomitata e ridacchiai ‘ Sei proprio cretino’
‘Haha’ ridacchiò e mi tenne più vicino, appoggiando il mento sul lato del mio collo.
‘Non tanto quando Jordan Hasket’
Lo allontanai giocosamente ma lui mi fece il solletico. Mi sentivo in colpa per averlo colpito, ma era il prezzo che doveva pagare.
‘Smeeeettilaaaa’ piansi, ridendo fin troppo forte ‘ Quello è il mio punto debole!’
‘Ah si?’ disse.
Merda, pensai, prima che solleticasse nuovamente quel punto suscitando in me un’altra risata isterica.
‘Oh mio Dio, smettila!’ risi ancora, quasi cadendo dal letto. Blake mi afferrò, tirandomi indietro e tenendomi vicina a lui. Potevo sentire il suo petto vibrare ed i suoi muscoli tendersi mentre rideva. Stava ridendo forte come me. Il suo mento fu sul mio collo nuovamente e mi strinse giocosamente.
‘ Dovevo farlo’ disse. Non avevo bisogno di guardarlo per sapere che stava sorridendo. La situazione si calmò poco dopo, c’era un silenzio tomba per la prima volta.
Questo mi diede tempo per pensare dopo tutto quello che era successo. Non che volessi realmente pensarci, ma se volevo riordinare i miei pensieri quello era il momento adatto per farlo. Da dove potevo iniziare..?
Mi sono eccitata dallo stare qui insieme a Blake Griffin.
Ho iniziato ad essere scettica.
Volevo andarmene.
Blake mi ha fermato baciandomi.
Ho fermato Blake dal baciarmi.
E’ venuto fuori che lui mi desiderava.
L’abbiamo fatto.
Come potevo credere a tutto quello?
Ma non avrei dovuto dubitare, soprattutto non in quel momento. Tutto era cambiato. Se dubitavo, come poteva essermi piaciuto tutto quello?
Sarebbe la bugia più grande nella storia delle bugie se dicessi che non mi era piaciuto. Anzi, non mi era piaciuto. Avevo amato tutto quello.
Amavo esser così vicina a Blake. Amavo averlo baciarlo. Amavo poter parlare con lui in maniera così naturale, come se fossi stata una grande stella dell’NBA. Amavo stare con lui. Amavo lui.
Ero innamorata di lui.
‘Blake?’ domandai. C’era così silenzio che pensai si fosse addormentato. Quasi sperai che lo fosse stato. Aveva bisogno di riposo. Il giorno dopo… il giorno dopo avrebbe dovuto andarsene.
‘Hm?’ chiese, rannicchiandosi più vicino. Sapevo che era stanco ma stava lottando per non addormentarsi.
Sapevo cosa il giorno seguente avrebbe portato. Spinsi di proposito quel pensiero in fondo alla mente, per evitarlo. Ma sapevo stava per succedere.
‘Non voglio pensare a tutte le complicazioni ora come ora’  ricordai le sue parole. Chiusi gli occhi.
‘Dovresti dormire’ gli dissi.
Lui trovò la mia mano e incastrò le sue dita con le mie, stringendole delicatamente.
I nostri battiti si fusero in uno solo.
 
Se solo avessi potuto restare nelle sue braccia per sempre.
Se solo…
 



 
<< I wanted him
He wanted me.>>

< I loved him >>




 
HOLA.
Anni, decenni, secoli e millenni che non pubblico qualcosa , I Know.
Sono stata occupata con la scuola ( hanno deciso di annullare la nostra vita sommergendoci di studio) poi sono stata male con la febbre per tutte le vacanze di Natale e metà gennaio. A febbraio c'era carnevale e dovevo organizzare una mascherata nel mio paese perciò comincio a ri-respirare ora.
In questo mese cercherò di finire questa ff ( manca un capitolo) e se vi è piaciuta traduco il continuo e pure la one-shot che l'autrice ha pubblicato.
Ah, vi lascio il suo twitter:  
https://twitter.com/MamaCrock3tt
E il suo tumblr: http://1789th.tumblr.com/

Recensite mi raccomando ;))
Bacio.

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