Non aprire quell'armadio

di The Lady of His Heart 23
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'antica profezia ***
Capitolo 2: *** L'armadio ***
Capitolo 3: *** Dov'è Lucy? ***



Capitolo 1
*** L'antica profezia ***


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Tempo fa esisteva un mondo chiamato Narnia dove le creatura magiche di ogni dove vivevano in pace tra loro. A governare tale luogo e a stabilire l’armonia vi era il potente e saggio leone dalla criniera d’oro, Aslan. Tutto fu perfetto fino a quando la perfida e malvagia regina bianca approfittò della mancanza del re per impadronirsi del trono e congelare col ghiaccio freddo del suo cuore tutto ciò che le capitava a tiro. Congelò ogni singolo angolo di quel posto portando un gelo perenne e allontanando la primavera e l’estate per sempre. La regina si alleò subito con gli abitanti di Telmar e alle creature magiche del posto non restava altra scelta che sottomettersi al suo volere, la quale stava già creando il suo esercito del male per porre sotto il suo dominio tutta Narnia. Quei pochi che si rifiutarono di sottostare al suo dominio furono costretti a fuggire e a nascondersi nella foresta, ma la maggio parte di loro venne trovata dall’esercito degli uomini di Telmar e venne uccisa. Durante l’incoronazione della potente regina una donna dal volto deturpato si alzò tra la folla maledicendola e predicendo la sua fine.
“Due figli di Adamo e due figlie di Eva saranno la tua rovina perfida regina. Vicina sarà la tua fine col loro arrivo, questo io ti dico”disse.
“Le tue parole non mi spaventano vecchia”
“Ti spaventeranno vedrai, lascia solo che la profezia si compia e puoi giurarci che si compirà”disse e subito fu avvolta da un potente fumo nero e scomparve. La regina per quanto volesse dimostrare la sua forza, fu molto colpita dalle parole della vecchia e cominciò a temere tutto questo. Accecata dalla paura ordinò alle sue creature di sterminare tutti i nascituri di quell’anno dell’isola di Telmar. Nel caos della notte il re di Telmar riuscì a risparmiare suo figlio. Del resto, anche se la regina era dubbiosa, l’importate era ce il re non facesse altri figli.
Quella notte di sangue e terrore segnò la storia di Narnia e la regina per evitare che la profezia potesse avverarsi chiuse ogni contatto col mondo umano e bloccandone ogni accesso. Col potere del suo scettro stabilì un varco tra i due mondi in modo che nessuno potesse entrare o uscire. Un bambino però, che come i nostri protagonisti aveva scoperto il posto, ne raccolse una mela e la portò con se nel mondo umano. Quella mela infatti aveva dei poteri curativi e la usò per guarire la madre che era tanto malata. Infine piantò i semi e da quei semi nacque un bellissimo melo. Quando l’albero crebbe a dovere, il ragazzo fece tagliare la corteccia e ne creò un armadio. Quell’armadio divenne la passa porta del giovane. Gli permetteva infatti di entrare e uscire da quel mondo magico. Quando il ragazzino, una volta divenuto grande si sposò, portò nella sua nuova casa l’armadio con se custodendolo nel suo studio. L’uomo passava giorni in quella stanza distaccandosi sempre più dalla moglie. Nonostante ciò la donna lo amava ancora e non si sentiva di lasciarlo. Un giorno l’uomo decise a rivelare tutto alla moglie, la quale stupita crebbe che fosse uscito fuori di senno e per il suo bene gli fece promettere di non ritornare più in quello studio. Dopo qualche anno dalla coppia nacque un piccolo di nome Eustance. Dal momento della nascita del figlio, l’uomo capì subito che doveva proteggerlo da quel mondo incantato che si celava dentro l’armadio del suo studio. Chiuse a chiave la porta e coprì l’enorme armadio passa porta con un lenzuolo. Un venerdì mattina, mentre l’uomo leggeva il suo giornale non sentì più il rumore che il piccolo faceva con la palla e cominciò a guardarsi intorno spaventato. Provò a chiamarlo a gran vice più volte, ma questo non rispose. Preoccupato l’uomo si precipitò nel luogo in cui aveva nascosto il passaggio segreto per l’altro mondo e trovò il piccolo seduto davanti l’armadio. Notò che la porta era aperta del mobile e dentro era il buio. Vide dei piccoli occhi gialli e una mano di ghiaccio con le unghie affilate che richiamavano il ragazzino a se. Il piccolo fece qualche passo in avanti.
“NO!”urlò l’uomo. Il bambino si voltò di scatto, ma ormai era troppo tardi per lui. La mano l’aveva afferrato e trascinato dentro l’armadio. L’uomo ci si gettò dentro ma si scontrò contro il fondo del mobile. Era chiusa. La passa porta era totalmente chiusa. L’uomo non si dette pace e cominciò a sbattere violenti punti contro il saldo legno, mentre sua moglie, che dietro di lui aveva assistito a tutto la scena non face altro che piangere disperata.
“No, il mio bambino, è il mio bambino”disse la donna cadendo a terra in lacrime.
“Ridammi mio figlio strega!”urlò l’uomo mentre sull’orlo della disperazione aveva incominciato a grattare con le unghie il legno facendosi uscire il sangue dalle dita. Urlò con tutto il fiato che gli era rimasto in gola, ma niente, nessuna risposta dal passaggio che aveva fornito l’accesso del mondo magico per tanti anni all’uomo.
Dopo svariati anni di tentativi falliti di riuscire a rientrare in quel posto, l’uomo si arrese e ordinò alla moglie di chiudere a chiave la porta, non voleva più saperne di quel posto infatti. Pochi anni dopo la moglie dell’uomo morì ed egli si trovò costretto ad assumere una governante per non restare solo tutta la vita.
In seguito alla guerra che si verificò in quel periodo l’uomo decise di accettare con se la custodia di alcuni bambini i figli di sua nipote, la figlia di suo fratello defunto. Peter, Susan, Edmund e Lucy. Eccoli i nomi dei bambini che a breve avrebbero ospitato in quella casa. Volti ordinari, sconosciuti, ma allo stesso tempo tanto familiari. Le ragazze si assomigliavano parecchio a differenza dei ragazzi. Forse si sarebbero trovati bene in quella casa con l’uomo, a patto però che avrebbero rispettato le sue regole.

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Capitolo 2
*** L'armadio ***


Welcom to Narnia

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“Giochiamo a nascondino?”domandai.
“Uno, due, tre, quattro …” cominciò a contare Peter. Tutti iniziammo a correre per nasconderci. Ecco una cassaforte.
“Smamma, l’ho vista prima io”mi disse Edmund. Gli feci una smorfia e corsi via.
Peter stava quasi per arrivare, sentivo i suoi passi su per le scale. Senza pensarci aprii la prima porta che mi trovai davanti ed entrai.
La stanza era grande, vuota e fredda. Nel fondo c’era qualcosa nascosto sotto un tendone. So perfettamente che non avrei dovuto aprirlo, ma la curiosità era tanta che non resistetti alla tentazione.
Afferrai quel lenzuolo e lo buttai giù. Un armadio. Ecco cosa nascondeva quel tendone. Era un armadio enorme in legno duro, tutto intagliato e di un colore scuro intenso. Mentre ammiravo quell’armadio enorme mi venne in mente le parole della governate quando ci aveva severamente proibito di entrare in questa stanza.
Ma che strano, perché custodire con così tanta cura un armadio del genere. Pensai.
Sentii dei rumori provenire dal corridoio. Aprii così d’impulso l’armadio e mi ci nascosi dentro spiando dal piccolo foro d’apertura. L’armadio al suo interno era pieno di cappotti in pelliccia. Deve essere una pelliccia molto pregiata, altrimenti perché impedirci di entrare in questa stanza. Indietreggiai al suono dei passi che si avvicinavano. La mia mano scorreva tra la pelliccia dei cappotti appesi. Era così gradevole al tatto accidenti.
Ad un tratto qualcosa mi punse e ritirai la mano di scatto. Mi voltai e quasi non riuscii a credere ai miei occhi. C’era neve, neve ovunque. Era tutto così estremamente bianco e perfetto. Mi guardai in torno con stupore. Dentro l’armadio, oltre i cappotti in pelliccia si nascondeva un paesaggio incantato.
Riuscivo a vedere dei monti e degli alberi enormi. Alzai lo sguardo e non vi trovai il legno dell’armadio, ma bensì un cielo azzurro. Alzai la mano e sul mio palmo si posò un tenero ficco di neve bianca. Sorrisi. Non poteva essere reale. Dopo qualche passo mi voltai indietro ad osservare il punto da cui ero entrata ed era ancora li.
La voglia di esplorare era così forte che non seppi resistere, ma faceva troppo freddo, così tornai indietro e mi infilai uno di quei giubbotti caldi.
Durante il mio cammino notai un lampione. Pensai subito che avrei dovuto ricordarmene, era il mio segno distintivo che mi diceva che ero sulla buona strada per ritornare a casa. Mentre mi avventuravo nell’armadio sentii dei passi dietro di me. Mi voltai di scatto e ciò che vidi mi lasciò senza parole. Era un uomo con i piedi da cavallo.
“Posso chiederti chi sei, se non sono indiscreta?”domandai.
“Il mio nome è Tunnus, io sono un fauno. ” mi disse.
“Buona sera Signor Tunnus, posso chiederle dove sono?”domandai gentile.
“Sei a Narnia”mi disse.
“Narnia?” sussurrai tra me. Che strano nome, non l’avevo mai sentito prima.
“E quei monti laggiù cosa sono?”chiesi.
“E’ Chelparabel mio caro nanetto da giardino”disse.
“Grazie, ma io non sono un nanetto da giardino”dissi io.
“A no? E chi saresti?”mi chiese.
“Una bambina”dissi.
“Una bambina nanetta giusto, perdonami” disse lui.
“No, una bambina vera. Io non sono una nanetta, io sono un umana.”dissi.
“D-dici sul serio?”mi domandò. Sembrava spaventato.
“Si”risposi io.
“O, piacere di conoscerti, ti va una tazza di te?” mi donadò.
“La ringrazio, ma devo proprio scappare si sta facendo tardi.”
“Oh, non devi preoccuparti per questo”mi disse. “dieci anni trascorsi a Narnia equivale a neanche un minuto trascorso nel mondo umano”continuò.
“Dici davvero?”domandai.
“Certo, non si accorgeranno neanche della tua assenza, puoi fidarti”mi disse. Qualcosa in lui mi spinse a credergli e così acconsentii. Mi condusse sotto il suo ombrello per ripararmi dalla neve nella sua casetta di legno. Mi fece accomodare accanto al fuoco mentre metteva a bollire l’acqua per il te.
“Non ricordo che tu mi abbia detto il tuo nome”disse l’uomo.
“Mi chiamo Lucy”dissi.
“Lucy, ma che bel nome e dimmi, hai fratelli o sorelle?”mi chiese.
“Si, ho due fratelli e una sorella tutti più grandi di me.”dissi mentre mi guardavo intorno. La casa era carina e molto accogliente.
“Ecco tieni”disse l’uomo mentre mi porgeva la tazza di te.
“La ringrazio”dissi accettandola con piacere. Emanava davvero un buon profumo e iniziai a sorseggiarla.
“Non conosci Narnia vero”
“In effetti no, è la prima volta che ci vengo”dissi con un sorriso.
“Ti piacerebbe conoscere un po’ di più di questo posto?”mi domandò.
“Si, sarebbe grandioso”dissi tra un sorso e l’altro.
“Be, allora mi tocca suonarti una melodia”disse tirando fuori un piccolo flauto che, presumo , aveva costruito da solo. “Ogni storia perché d’effetto va cantata non sei d’accordo anche tu?”mi domandò.
“Certo”dissi io.
“Pronta?”mi chiese ed io annuii. Iniziò a suonare e mi sentii subito a mio agio. La melodia era dolce e rilassante, tutto in quella stanza lo era. Il calore del fuoco, il profumo di quel te e quella melodia mi fecero sentire a casa. Il mio sguardo cadde sulle fiamme del fuoco che parevano andare a tempo con la musica. Mentre l’osservavo notai che le fiamme presero davvero vita e si animarono. Spaventata guardai il Signor Tunnus, ma lui mi fece un cenno col capo in segno che non c’erano pericoli. Ritornai così ad osservare il fuoco che ipnotico mi attraeva a se. Ad un tratto mi sentii stanca e assonnata. Non riuscivo a tenere gli occhi aperti e li richiusi lasciando cadere a terra la tazza di te. Tutto intorno a me si fece buio. Intanto il Signor Tunnuss aveva concluso la sua melodia ritrasformandosi in ciò che era davvero. La gelida regina dei ghiacci, Jedis. La donna chiamò a se subito il suo fido aiutante che caricò la bambina sul carro. La regina diede l’ordine e la carrozza partì come un fulmine verso il castello dove aveva intenzione di rinchiudervi la ragazzina e di non farla uscire fino a che non fosse cresciuta per poi concedergli un ultima scelta. Unirsi a lei o morire. In ogni caso, la regina l’avrebbe uccisa comunque solo la sua presenza la terrorizzava. Ma qualcosa in quella ragazzina gli fece ritardare l’operazione. Jedis si odiava per questo suo atto debole, ma del resto non riusciva a fare altrimenti. Una volta a palazzo la rinchiuse in una cella dei sotterranei, ma prima di andarsene si assicurò che la giovane fosse ben coperta da un lenzuolo caldo. Jedis in fatti aveva vissuto troppi anni da sola e, esattamente come succede ad ogni donna, la voglia di un figlio era troppo grande per lei, e dato che non ci era riuscita una prima volta, volle tentare una seconda.

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Capitolo 3
*** Dov'è Lucy? ***


Dov’è Lucy?

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Il gioco era finito da un pezzo eppure mancava solo Lucy all’appello. Peter cominciò a guardarsi intorno spaventato e a chiamare la sorella.
“Cos’hai da urlare tanto ragazzino”disse l’uomo.
“Mia sorella è scomparsa, non riusciamo a trovarla”disse Peter “Lei sa dove si trova per caso?”
“E’ sparita dici?”chiese l’uomo sgranando gli occhi per il terrore.
“Sicuramente sarà nascosta da qualche parte in giro, stiamo giocando a nascondino no?”disse Susan
“Il gioco è finito da un pezzo Susan e sta iniziando a fare buio” disse Peter rivolto alla sorella preoccupato.
“Di sicuro si è nascosta in quella stanza infondo al corridoio l’ho vista entrarci”disse Edmund.
“Che cosa ha fatto?”domandò l’uomo.
“Oh, mi scusi non sapevo che fosse sordo, ho semplicemente detto che…”provò a ripetersi Ed.
“Io non sono affatto sordo”disse incamminandosi svelto per le scale al piano di sopra percorrendo di corsa il corridoio principale.
“ed è anche molto atletico vedo”disse Ed sussurrando.
L’uomo spalancò la porta della stanza con un colpo secco e notò l’armadio aperto e il lenzuolo a terra.
“No! Che cosa ha fatto, che cosa ha fatto!”Cominciò a urlare disperato l’uomo portandosi entrambe le mani in testa e stringendole tra i capelli.
“Cosa? Che cosa ha fatto chi? ”chiese Peter terrorizzato dall’uomo.
“E’ persa, persa per sempre, non c’è modo per farla tornare in dietro, non c’è, non c’è”continuava a ripetere l’uomo disperato.
“Cosa, perché non c’è modo di tornare in dietro”disse Peter afferrando le spalle dell’uomo che lo guardavano con occhi spiritati pieni di terrore.
“Lei, la piccola Lucy…”disse l’uomo.
“La prego, la smetta comincia a spaventarmi” disse Susan.
“Quest’armadio, non è un semplice armadio, è una passa porta che conduce a un mondo magico governato da una perfida regina bianca. Non c’è modo per salvarla ormai, lei si è presa anche mio figlio.”
“Tuo figlio? Di chi parli? Di Eustance?Ma era morto?”disse Peter confuso.
“No, la regina bianca lo ha rapito e portato nel suo regno”spiegò l’uomo.
“Vuoi dirmi che Lucy è lì dentro? Come faccio a salvarla”disse Peter.
“Non puoi, non c’è modo”disse scuotendo la testa l’anziano signore.
“Deve esserci”protestò il ragazzo.
“No che non c’è e se tu fossi un uomo intelligente lasceresti le cose così come stanno. Racconteremo a vostra madre che la piccola si è ammalata ed è morta, nessuno deve sapere di questa cosa, nessuno. Dimenticate tutto capito?”
“Come posso dimenticare è di mia sorella che stiamo parlando e poi lei non è morta, non lo permetterò.”
“Le avevo detto di non entrare in questa stanza”disse Susan tra le lacrime.
“Ci deve essere un modo per salvarla”disse Edmund.
“Non c’è, la regina bianca ha paura degli umani, tempo fa sterminò tutti i bambini e le bambine degli abitanti di Telmar”disse l’uomo
“Chi sono gli abitanti di Telmar?”domandò Peter.
“Umani che hanno giurato fedeltà alla regina. Durante la sua incoronazione una donna la maledì predicendo la sua fine. Secondo la profezia quando due figli di Adamo e due figlie di Eva saliranno al potere finirà il regime tirannico della spietata regina. Ecco perché ha così tanta paura delle persone come noi. Teme che possano rubarle il suo trono e sconfiggerla.”
“Due figli di Adamo e due di Eva? Aspetta intendi 4 ragazzi, e noi siamo in 4 possiamo sconfiggerla no?”disse Edmund.
“Siete in tre adesso”disse il vecchio.
“Allora andremo a prendere nostra sorella e la sconfiggeremo”
“Se tua sorella è al castello non c’è modo di entrare. Ma ancora non l’hai capito? Lei è l’esca, la regina vi vuole tutti e quattro”
“Perché?”domandò Ed.
“Per uccidervi.”disse l’uomo e a quelle parole Susan tremò di terrore. “La regina non rinuncerà tanto facilmente al suo trono”disse.
“Devo provarci, dobbiamo almeno tentare”disse Peter. E insieme ai suoi fratelli si incamminò nell’enorme armadio.

Angolo dell'autrice:
Ovviamente questo capitolo non è scritto in prima persona dove la storia viene raccontata dal punto di vista di Lucy....grazie ancora per le recensioni e le visite. Passate anche a leggere la mia storia "Parte di un Fandom"sempre se vi va ovvio baci!

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