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di Felurian
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Little bird ***
Capitolo 2: *** Homeless ***
Capitolo 3: *** Wake me up ***
Capitolo 4: *** U.N.I ***
Capitolo 5: *** Autumn Leaves ***
Capitolo 6: *** The city ***
Capitolo 7: *** Lego House ***
Capitolo 8: *** The A-Team ***
Capitolo 9: *** One night ***
Capitolo 10: *** New York ***



Capitolo 1
*** Little bird ***



Little Bird







“Dai, Ed, usciamo!”
“No, Alice, non ne ho voglia,dai..”
“Ti prego, andiamo a prenderci qualcosa, è da tanto che non usciamo un po' insieme!”
Mi guardò con quegli occhi da cucciola a cui non sapevo resistere, quegli occhi che mi avevano fatto innamorare.
“Uff, e va bene...”
“Sì, lo sapevo!”disse lei sorridendo, e avvicinandosi a me per stamparmi un bacio.
Mmmmh, fragola, adoravo quel burro cacao. Era così dolce. Proprio come lei.
Mi alzai di malavoglia dal mio adorato divano, e andai di sopra per mettermi qualcosa di decente. Non avevo proprio voglia di uscire, ma per farla felice era il minimo.
Mi misi un jeans e la mia felpa arancione. Mi diedi una sistemata ai capelli. Ero pronto.
“Eccomi, usciamo!”
 
 
“E ora dove andiamo?”le chiesi, usciti da una gelateria.
“Nel parco, dai! E' una giornata troppo bella per sprecarla dentro!”
“E parco sia...”
Ci incamminammo verso il parco.
Il suo braccio nel mio.
Ero così felice di averla al mio fianco.
Ci sedemmo sotto una quercia, la nostra quercia.
Mesi prima avevamo inciso le nostre iniziale, proprio come quelle coppiette squallide dei film, e da allora era un po' diventato il nostro posto.
Lei si appoggiò a me e stemmo un po' seduti, in silenzio, mentre finivamo di mangiare il nostro gelato. Era davvero buono!
“Sai cosa ci vorrebbe ora? Una bella canzone!” disse lei, con il suo entusiasmo da bambina.
“Potrei..E tu cosa mi daresti in cambio?”dissi prendendola in giro.
“Un bacio!” rispose lei,dopo averci pensato un po' su.
“Potrebbe andare, non so. Pagamento anticipato però!”
Lei sorrise e mi si avvicinò, iniziando a baciarmi appassionatamente.
Ad un tratto si staccò da me.
“Che fai?”
“Il resto dopo, non pago mai in anticipo. Era la caparra quella!”
“Va bene, vado a prendere la chitarra, è in macchina.” dissi sorridendole
“Evvai!”
 
“Ti ho aspettato qui buona buona,visto? Non merito un premio?”
“Vedremo...”

Mi sedetti e iniziai ad accordare la chitarra.
I suoi occhioni spalancati, mentre aspettava che io iniziassi a suonare, emozionata come una bambina.
Era così ogni volta, a lei piaceva un casino sentirmi cantare e suonare. Era la mia fan numero uno, come amava definirsi.
 
Iniziai a canticchiare un paio di mie canzoni, sapevo che impazziva per quelle.

“Allora? Come sono stato?”
“Bravissimo!”disse lei, facendo un piccolo applauso, divertita.
“Merito un bacio?”
“Tutti quelli che vuoi!”mi rispose,venendosi a sedere in braccio a me.
Era così bello averla tra le braccia, stringerla a me, sentire il sapore delle sue labbra.
 
“Ora torniamo a casa, dai, è tardi! Ho solo voglia di farmi un buon tè e buttarmi sul divano! E poi sta iniziando a piovere,cavolo!”
“Non pensavo di essere fidanzata con un ottantenne!”
“Ahah,divertente! Sono solo un tipo tranquillo, dovresti esserne felice!”
Mi sorrise.
“Guarda, c'è un uccellino qui a terra! Ha una zampa rotta, portiamolo a casa, dai!”
“Per farcene cosa?”
“Per curarlo, magari guarisce!!”
“Guardi troppi cartoni, dai, torniamo a casa, sono stanco,ci stiamo bagnando”
“Se muore è tutta colpa tua”
“Terrò questo grande peso sulla coscienza! Sbrigati, siamo fradici!”
“Sei senz'anima”
“Certo, certo” dissi, entrando in macchina.
“Ora mi vuoi tenere il muso per tutto il giorno?”
“Sì”
“Sei proprio una bambina!”
“Senti chi parla.”
 
Ma se l'era davvero presa per un uccellino? Delle volte non riuscivo proprio a capirla.
 
“Ti accompagno a casa o vieni da me?”
“Come vuoi.”
“Vieni da me dai, preparo il tè anche per te”dissi, cercando di strapparle un sorriso.
“Va bene.”
 
 
Arrivammo a casa, mi tolsi la roba bagnata da dosso e andai a prendere dei vestiti per lei. Una mia tuta, sapevo che le sarebbe andata grandissima, ma almeno non era bagnata! Le diedi la roba e mi diressi in cucina, mentre lei andò a cambiarsi. Dopo poco sentì la tv parlare, mi aspettavo qualche commento sui programmi insulsi che stavano trasmettendo, ma nulla.
 
“Eccolo!”
“Grazie.”
“Alice ma si può sapere che ti prende?”
“Nulla.”
“Non ti credo.”
“Come vuoi.”
“Alice, cazzo! Dammi una spiegazione!”
“Non gridare con me.”
Mi rivolse uno sguardo duro, arrabbiato.
“Dimmi cosa succede” continuai.
“E' solo che... Ho paura.”
“Di cosa?”
“Ho paura che mi lasci. Ho paura che tu non ti prenda più cura di me. Ho paura che una volta diventato famoso ti dimenticherai di me. Ho paura di diventare inutile, un peso. Proprio come quell'uccellino oggi. Resterei indifesa, senza nessuno a cui appoggiarmi, senza qualcuno che mi salvi, che mi curi.”
Disse questo tutto d'un fiato. Sapevo quanto era difficile per lei esternare i suoi sentimenti. Iniziò subito dopo a piangere.
“Amore, non lo farei mai. Tu sei tutto per me. Io senza di te non potrei vivere, senza te nulla avrebbe senso, lo sai. Non ti lascerò mai.”
“Non ti credo”
Le diedi un bacio.
“Ora ci credi?”
“Non ancora”
Gliene diedi un altro
“Ed ora?”
“Forse” rispose con un leggero sorriso sulle labbra.
Le sorrisi anche io e gliene diedi un altro.
“Vieni, distenditi qui, appoggiati a me.”
“Sai che finirò per addormentarmi!”
“E che problema c'è?”
Si avvicinò e appoggiò la testa sulla mia spalla.
Iniziai a canticchiarle sotto voce una canzone, e lei piano piano si addormentò.
 
Mi svegliai presto quella mattina, con Alice addormentata su di me.
Era così bella anche appena sveglia.
Il suo trucco era tutto colato sulla mia spalla, lei sembrava un piccolo panda.
Mi spostai lentamente, cercando di non svegliarla.
“Amore, dove vai?”chiese lei, ancora addormentata.
“Torno subito, sta tranquilla. Dormi ancora, è prestissimo”
 
Presi le chiavi della macchina, mi infilai le scarpe e corsi al parco.
Dovevo trovare quell'uccellino.
Sembravo un pazzo appena fuggito dal manicomio, per fortuna a quell'ora non c'era praticamente nessuno in giro.
Lo trovai poco dopo, morto sotto l'albero. Mi fece una pena, quasi mi sentii in colpa. Infatti scavai una piccola buca con le mani e lo sotterrai.
Passai a prendere la colazione e tornai a casa.
Avrei tanto voluto portarglielo, farle capire quanto lei significasse per me.
 
Entrai piano, per non svegliarla.
“Dove sei andato?”
Era già sveglia, ovviamente.
“A comprare la colazione!”
“E perché sei sporco di terra?”
Miseriaccia!
“Sono passato dal parco. Volevo vedere come stava l'uccellino.”
“Davvero?” chiese lei, il suo sguardo si illuminò.
“Già”
“E come sta? Anzi no, non voglio saperlo!”
Mi corse incontro e mi abbracciò.
“Sei stupendo, scusami per ieri sera!”
“Scusa tu, mi sono comportato davvero male”
“Tu sei la persona migliore del mondo!”
Mi rispose mentre spostava le labbra sulle mie, per darmi un bacio entusiasta. Un bacio che sapeva di fragole.


 








If we take this bird in
With its broken leg
We could nurse it
She said
Come inside
For a little lie down with me
If you fall asleep
It wouldn’t be the worst thing
But when I wake up
Your make-up is on my shoulder
And tell me, if I lie down
Would you stay now
And let me hold you?

But if I kiss you
Will your mouth read this truth?
Darling, how I miss you
Strawberries taste how lips do
And it’s not complete yet
Mustn’t get our feet wet
Cos that leads to regret
Diving in too soon
And I’ll owe it all to you
My little bird
My little bird

If we take a walk out
In the morning dew
We could lay down
So I’m next to you
Come inside
For a little home-made tea
If you fall asleep
Then at least you’re next to me
And if I wake up
You see, it’s late, love
Go back to sleep
I’m covered by nature
And I’m safe now
Underneath this oak tree
With you beside me

But if I kiss you
Will your mouth read this truth?
Darling, how I miss you
Strawberries taste how lips do
And it’s not complete yet
Mustn’t get our feet wet
Cos that leads to regret
Diving in too soon
And I’ll owe it all to you
My little bird
My little bird
My little bird
My little bird

And of all these things
I’m sure of
I’m not quite certain
Of your love
And you made me scream
But then I made you cry
When I left that little bird
With its broken leg to die

But if I kiss you
Will your mouth read this truth
Darling, how I miss you
Strawberries taste how lips do
And it’s not complete yet
Mustn’t get our feet wet
Cos that leads to regret
Diving in too soon
But I’ll owe it all to you
My little bird
My little bird woah oh oh
My little bird
My little bird
You’re my little bird

 

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** Homeless ***


Homeless
 
 
 




Tornai a casa, finalmente, dopo una settimana estenuante in giro per l'Inghilterra. In fine la mia carriera stava iniziando ad ingranare. Non suonavo più per un pubblico di 10 persone in uno squallido pub londinese, ma arrivavano centinaia di persone ad ascoltarmi. Era assolutamente meraviglioso vedere tutte quelle persone che ascoltavano me, le mie canzoni, e che le apprezzavano. Era stupendo. Quando salivo sul palco, con il microfono acceso, le mani che sudavano per la tensione, i riflettori puntati su di me. Era il posto in cui avrei sempre voluto stare, era il mio posto, finalmente l'avevo trovato.
 
Certo, aveva i suoi lati negativi, il rovescio della medaglia, come sempre.
Stavo sempre di meno a casa, ormai vivevo su autobus.
 
Ero distrutto, mandai un messaggio ad Alice dicendole che fossi arrivato e mi buttai sul letto con tutti i vestiti.
 
Mi svegliai alle 2 del pomeriggio. Presi il cellulare e trovai cinque messaggi e due chiamate perse. Sempre Alice. Mi ero dimenticato che avremmo dovuto pranzare insieme, cazzo.
 
Mi alzai subito e la chiamai.
 
“Pronto?”
“Alice, ti prego, scusami, mi sono svegliato solo ora!”
“Non preoccuparti..”
“Facciamo domani, ok? Promesso!”
“Certo, certo, stai tranquillo”
“Intanto potresti venire da me, oggi pomeriggio possiamo stare un po' insieme, ti và?” chiesi, speranzoso.
“Avevi promesso a Steve che saresti stato con lui, ricordi?
“Ah, sì, certo che ricordo! - me l'ero completamente dimenticato,miseriaccia- allora poi ti chiamo e ci organizziamo, va bene?”
“Certo, a dopo”
“Ti amo!”
“Anche io.”
 
Mandai un messaggio a Steve per chiedergli a che ora ci saremmo dovuti incontrare, non mi ricordavo assolutamente cosa avremmo dovuto fare quel pomeriggio. E mi andai a fare una doccia per cercare di svegliarmi.
 
Alle quattro arrivai a casa di Steve, avevo messo la chitarra in macchina, per ogni evenienza, e avevo indossato un paio di jeans e una felpa, in modo tale che sarebbero andati bene qualunque cosa avessimo dovuto fare.
 
“Ehi, amico!”
“Ed! Da quanto tempo!”disse, venendomi ad abbracciare.
“Eh già, è un periodo un po' frenetico”
“Vieni dentro, Danny sta arrivando.”
“Ehm, certo..”
“Hai preso la tuta?”
“Che tuta?”
“Per andare a giocare a paintball, amico! Mica vorrai venire vestito così?”
Mi guardò.
“Te ne eri dimenticato, vero?”
“Ehm..già. Scusami. Corro subito a casa a prendere la tuta.”mi girai per tornare in macchina.
“No, lascia stare. Sembri distrutto. Niente paintball oggi, chiamo Danny e gli dico di non venire. Mettiti sul divano”
Si allontanò e mi buttai sul divano.
Ero davvero stanco. Paintball. A che stavo pensando quando avevo accettato? Bah.
 
Steve tornò e si sedette sul divano vicino a me.
 
“Amico, si può sapere che succede? Sembri seriamente distrutto. Sei pallido, hai delle occhiaie che fanno paura!”
“E' stata una settimana pesante.”dissi, sbuffando.
 
“A quanto mi ricordo suonare è ciò che vuoi fare da una vita!”
 
“Ed è così, infatti. Amo il mio lavoro. Amo stare su quel palco, cantare le mie canzoni, sentire gli applausi. Amo il fatto che finalmente posso fare ciò che davvero mi piace. Ma è stancante, ho suonato tutte le sere fino alle due, il giorno dopo sveglia, prove, viaggio, cambiare treni, praticamente sto dormendo due ore a notte.. Poi sto registrando anche il nuovo album, ci sono giorni in cui mi alzo alle tre di mattina per scrivere...Un casino!”
 
“Lo capisco, ma devi darti una regolata. Non puoi abbandonare tutto il resto così, lo capisci?”
 
“Sì, ma ora sto iniziando ad ingranare un po', non posso tralasciarlo in nessun modo..”
 
“Ed Alice? Cosa dice di questo?”
 
“Oggi ho dimenticato il nostro pranzo. Ha detto che non le importava, ma non penso l'abbia presa così bene.”
 
“E si può sapere perché ora sei qui a rompermi invece di essere da lei a cercare di riparare?”
 
“Perché è lei che mi ha ricordato che ti avevo promesso di passare un pomeriggio insieme, se andassi ora si arrabbierebbe ancora di più”
 
“Va bene, ti concedo di restare ancora un po' qui, allora. Hai conosciuto qualcuno di interessante?”
 
“Un sacco di gente! Ora sembra che sia amico di tutti, sembra che tutti mi vogliano così bene, persino le persone che prima non mi sopportavano. Se fossi un po' più ingenuo ci crederei. In ogni caso è forte, sto facendo un sacco di esperienze!” gli dissi, sorridendo.
 
“Sembra fantastico. Ti va di guardare un po' di tv?”
“Certo”
 
Stavano trasmettendo “Il principe di Bel Air”. Adoravo quel telefilm, mi faceva ridere un sacco!
 
“Passami il cellulare amico, devo mandare un messaggio ad Alice”
Ci vediamo stasera? Alle 8, a casa mia, stiamo un po' insieme, mi sei mancata tanto. Ti amo.
 
La risposta arrivò poco dopo.
Certo, mi sei mancato tanto anche tu. A dopo, ti amo.
 

“Amico, ti devo lasciare”
“Dove vai?”
“A casa, preparo la cena per me ed Alice. Devo farmi perdonare!”
“Vai, ci si vede presto!”mi rispose ridendo
“A dopo!”
 
Salii in macchina e mi diressi al supermercato.
Avevo in mente una cena squisita.
 
Arrivai di corsa a casa e mi misi ai fornelli. Aprii un vecchio libro di ricette che mi aveva regalato mamma quando mi ero trasferito a Londra. Come se io mi mettessi a cucinare ogni giorno, certo!
 
Alle otto precise sentì bussare alla porta.
“Entra Alice, la porta è aperta, sono in cucina!”
“Che odore che si sente! Stai cucinando?”
“Ci stavo provando, in verità. Ma non è venuto un granché bene.” risposi ridendo, e mi girai sentendo i suoi passi dietro di me.
“Ciao amore, sei stupenda!”
“Ciao amore,canche tu. Questo grembiule ti dona molto!” disse avvicinandosi a me e dandomi un bacio.
Quanto mi erano mancate quelle labbra, non mi sarei più voluto staccare.
“Quindi, cosa mi hai cucinato?”
“Ehm, in verità nulla. Cioè, avevo cucinato tante cose buone, ma mi si sono bruciate, o sono uscite male. Quindi...Ti va una pizza?”
“Sei un disastro!” rispose lei ridendo.
“La ordino subito!”
 
La raggiunsi nel salotto dopo aver chiamato, e mi accesi una sigaretta.
 
Mi sedetti sul divano con lei a mangiare la pizza e a parlare un po'.
 
 
“Mi sei mancato.”mi disse, dopo un momento di silenzio.
“Anche tu, mi dispiace”
“Ormai sembri un nomade, non stai mai a casa. Dimentichi i pranzi con me, le partite a paintball con i ragazzi. E poi, guardati, hai fumato almeno tre sigarette da quando sono arrivata. Sembri cambiato”
Non me lo disse con tono di accusa, era come se stesse riflettendo ad alta voce.
Le sue parole mi colpirono.
La guardai, e capì come dovevo apparire ora ai suoi occhi. E non era bello.
“Mi dispiace” ripetei. “Non sai quante volte durante questi ultimi mesi sarei voluto tornare qui, avrei voluto lasciare tutto e stare con te. Quante volte mi svegliavo in quel freddo autobus, e avrei voluto che tu fossi lì con me, stringerti. Ma non sono cambiato, sono lo stesso di sempre. Guardami, sono seduto sul mio vecchio divano, a mangiare pizza, con i miei vecchi abiti. Le circostanze sono cambiate, io sono rimasto uguale.”
“Promettimi che non cambierai mai.” disse, guardandomi negli occhi. Quegli occhi per me così trasparenti.
“Lo prometto.”
 
“Mi sono spiegata male prima. Non sei un nomade. Hai una casa, solo che ci stai meno di quanto mi piacerebbe.”disse, per poi accoccolarsi al mio fianco.




 







Could I wake up next to you 
When we're hitting double figures 
Look into your eyes 
Like I'm looking into double mirrors 
Could you make it any clearer 
Everything's such a blur 
It's not my turn 
It's hers to get hurt 
On a late night 
Coming home from way too many train rides 
Lace not as red as my face 
I'm home at the same time 
Highbury estate's fine 
Smoking like a dragon, but don't chase lines 

I haven't slept for the past week 
Two hours ain't enough for me 
I feel inspired, at quarter to three am 
I haven't changed since our last meet 
I'm still getting all my meals for free 
Think I'm being shunned by my feet again 

It's not a homeless life for me 
It's just I'm home less than I'd like to be 

And now I'm sitting on a night bus 
Flicking through my Ipod 
Feeling kinda tired 
So I try to close my eyes up 
Driver, turn the lights off 
Lights on, on stage, mics on 
Song plays, nice one 
Gotta keep my hype strong 
Truth be, never went to Uni 
People see right through me 
But I'm not a fool, see 
I'm never gonna do one 
Gonna live past 22, done 
Everything I need to 
Except get a 2: 1 

I haven't slept for the past week 
Two hours ain't enough for me 
I feel inspired, at quarter to three am 
I haven't changed since our last meet 
I'm still getting all my food for free 
Think I'm being shunned by my feet again 

It's not a homeless life for me 
It's just I'm home less than I'd like to be 

When I feel cold 
You keep me warm 
And I'm not looking for some loose change 
Just wanna find a true mate 
Who wants to be my duvet 

It's not a homeless life for me 
It's just I'm home less than I'd like to be

 

 











Buonsalve a tutti!!
Come state?
Oddio, la prima os ha più di 100 visualizazzioni, siete stupendi, davvero, grazie!
E un immenso grazie a chi l'ha recensita!!!
Questa,in verità,non è uscita come avrei voluto, perdonatemi :(
Vi prego, ditemi cosa ne pensate!! *occhidacucciola*
E se volete suggeritemi su quale fare la prossima!
Io stavo pensando a Drunk o a Wake me up.. Consigli?
Anche perchè mi devo far assolutamente perdonare dopo questa!!
Ok,ho già scritto troppo. Grazie ancora a tutti!!!
Baci
Giusy xx


 

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Capitolo 3
*** Wake me up ***


Wake me up.




 
 
 
 
“Pronto?”
 
“Ed! Che fai?”
“Sto facendo le prove per stasera!”
“Ah, quindi non torni a casa?”
“No, domani ho un'intervista”
“Ah, capisco... Che bello!”
“Alice, ora devo chiudere, qui c'è un casino! Ti chiamo dopo!”
“Certo, a dopo!”
 
Chiusi appena in tempo, l'altoparlante di fianco a me proclamò Il treno per Londra sta per partire, si prega di recarsi al binario 9
E tre quarti, pensai sorridendo, avevo una vera e propria passione per Harry Potter.
Sarebbe stato bello abitare ad Howgarts, fare gli incantesimi, le pozioni, ma purtroppo la mia lettera non era mai arrivata. Doveva essere andata persa, sicuramente.
Sorrisi tra me e me quando mi resi conto di star ragionando su queste cose.
Salii sul treno che mi avrebbe riportato a Londra, da Alice.
Misi le cuffie e mi addormentai quasi immediatamente, cullato dalla musica e dal movimento ondeggiante del treno.
 
Arrivai a casa, mi feci una lunga doccia per riprendermi dal lungo viaggio, mi vestii e mi diressi a casa di Alice.
Scesi dalla macchina, già pregustando il suo profumo, le sue labbra, le sue braccia che si stringevano a me.
Bussai alla porta e restai in attesa.
Mi si presentò davanti Alice con la tuta e i capelli scombinati.
Mi guardò per un momento, imbambolata, poi si fiondò tra le mie braccia.
Entrammo in casa, era ancora pomeriggio, la tv era accesa nel salotto, mentre intravidi il fratello che stava giocando al computer nella sua stanza, con la porta aperta.
Ci mettemmo un po' sul divano, a parlare, dopo un un periodo, che ci era sembrato infinito, di lontananza.
 
“Ed, i miei tra poco torneranno a casa, che ne dici se ci spostiamo?”
“Potremmo andare a casa mia” suggerii io.
“Mi sembra perfetto. Vado a prepararmi.”
“Va bene. Fa presto” le risposi, dopo averle dato l'ennesimo bacio.
 
Accesi la tv, ma non c'era niente di interessante da guardare, così mi diressi dal fratello di Alice, Jared, ancora rintanato nella sua stanza.
Era più piccolo di noi, simpatico, intelligente, e con una passione sfrenata per i videogiochi di qualunque tipo!
 
“Ehi, Ed!”
“Come va, Jared?”
“Alla grande! Ti va di fare una partita?”
“Sicuro di voler giocare? Ti straccio!”
“Come no!”
 
“Ti ho stracciato, ritirati!!”urlò Jared dopo avermi battuto per l'ennesima volta. Dannazione, ero davvero una frana a quei giochi!
“E' perché sono stanco, un giorno di questi ti farò davvero vedere come si gioca!”
“Quando vuoi!” disse lui ridendo.
 
Eravamo ancora impegnati in questo battibecco quando, finalmente, scese Alice.
 
“Andiamo?”
“Certo! Ci si vede Jared!”
“Ciao Ed!”
 
Presi il cappotto e andammo in macchina. Faceva davvero freddo, dopotutto era fine Gennaio!
 
“Cosa hai voglia di fare?”
“Guardiamoci un film!”
“Che film?”
“Shreck!”
“Ma l'abbiamo visto undici volte!”
“Vuol dire che lo guarderemo la dodicesima!” disse lei buttandosi sul lettone nella mia stanza.
 
Scesi a prendere i pop corn e un paio di birre, insieme al dvd di Shreck.
Dove cavolo l'avevo messo? Non riuscivo a trovarlo da nessuna parte.
Guardai nei cassetti dello scrittoio nel salotto, nel mobile in cucina.
 
“Amore,quanto ci vuole?” mi gridò Alice dalla stanza.
“Arrivo!”
 
Eccolo dov'era! In mezzo ad una serie di scartoffie in un cassetto dimenticato. Chissà come ci era finito là. Era rotto. Miseriaccia.
 
Tornai nella camera con aria afflitta, posai la roba da mangiare sul letto e guardai Alice mostrandole il dvd rotto.
Mi guardò dispiaciuta.
Poi mi venne in mente un'idea
“Ho la videocassetta!”urlai, precipitandomi a cercarla tra le centinaia di sue simili nel loro scaffale.
 
Avevo sempre avuto un debole per le videocassette! Da quando ero bambino ne facevo la raccolta, le adoravo.
La presi soddisfatto.
“Trovata!”
“Che bello! Ed, dovresti comprarti un lettore blu ray, sai?” disse, mentre io ero intento ad attaccare tutti i fili del videoregistratore alla tv.
“Non lo farò mai! E poi le videocassette sono più belle. Sono più...vintage!”
 
Finii di montare il tutto e mi buttai sul mio lettone con lei, prendendo la birra e una manciata di pop corn.
Adoravo fare quelle cose con lei. In quei momenti non era solo la ragazza che amavo, ma anche la mia migliore amica.
 
Alla fine ci addormentammo senza nemmeno rendercene conto, abbracciati, mentre le voci di Shreck continuava a parlare in sottofondo.
 
“Amore, svegliati!” disse, stampandomi un bacio.
Aprii gli occhi e vidi Alice seduta di fianco a me, con in mano un vassoio.
“Ti ho portato la colazione” mi disse sorridendo.
 
Mi misi a sedere, cercando di svegliarmi. Tè. Mi aveva preparato il tè. Me lo preparava sempre mia madre quando andavo a scuola. Lo adoravo. La guardai. Adoravo anche lei. Forse anche più del tè. Anzi, decisamente più del tè.
 
“Grazie” le dissi, guardandola.
“Figurati” mi rispose, sedendosi di fianco a me, per fare colazione insieme.
 
Dopo poco la riaccompagnai a casa. Avevo una sorpresa da prepararle!
La salutai e chiamai Steve.
“Amico, mi serve una mano!”
“Certo, dimmi!”
“Sei a casa?”
“Sì.”
“Sto arrivando!”
 
 
Fu un pomeriggio frenetico.
Mandai un messaggio ad Alice:
 
Stasera ti porto in un posto che ti piacerà
Non vedo l'ora. Mi devo vestire elegante?
Stupiscimi!
 
Le risposi io, scherzando.
 
Alle sette ero davanti casa sua. Indossavo un paio di jeans scuri e una camicia nera, da sotto il giubbotto pesante. Come ho già detto, faceva davvero freddo.
 
Alice arrivò. Aveva indosso un cappotto bianco. La sua carnagione chiara e i lunghi capelli biondi all'indietro, e gli occhi, verdi solitamente, che diventavano grigi quando faceva freddo. Sembrava un fiocco di neve.
 
“Sei stupenda” le dissi, sinceramente, dopo averla guardata per un lungo momento.
“Grazie” mi rispose, abbassando lo sguardo e facendo così spostare delicatamente qualche ciocca di capelli sulla spalla.
La presi per mano e la accompagnai alla macchina, aprendole la portiera per farla entrare. Era una serata speciale, ed io volevo essere speciale per lei quella sera.
 
La portai in un lussuoso ristorante, decisamente distante, ma ne valeva la pena. Era davvero bello, e sapevo che lei ne sarebbe rimasta incantata.
Nonostante fosse una ragazza semplice le piaceva andare in questi posti, una volta tanto. Tutto così lussuoso, si sentiva una principessa. In fondo era sempre stata una sognatrice, aveva sempre amato le favole. Forse per questo quella passione per Shreck, a lei piaceva pensare di vivere in una favola. Io ero il suo Shreck, ed adoravo esserlo.
 
Ci sedemmo al tavolo che avevo prenotato, appartato. Lei si comportò da vera signora. Delicata, gentile, educata. Adoravo anche questo di lei, il sapersi adattare ad ogni occasione, pur restando sempre se stessa. Non fingeva di essere una signora quella sera, come non aveva finto la sera prima mangiando e bevendo sul letto con me. Era comunque se stessa.
 
La cena andò stupendamente, ma la serata non era ancora finita.
La parte migliore doveva ancora arrivare.
 
Uscimmo dal ristorante e ci rimettemmo in macchina.
 
“Dove mi stai portando ora?”
“E' una sorpresa”
“Dai, ti prego, dimmelo!” disse lei con tono supplichevole
“Aspetta e vedrai”
“Uffa!”
“Varrà la pena aspettare, fidati” le risposi.
 
Dopo un lungo tragitto con la macchina, finalmente arrivammo.
 
Scesi velocemente dalla macchina e andai ad aprire la portiera per far scendere anche lei.
Mi sorrise quando le porsi la mano per aiutarla a scendere.
 
“Grazie, sir”
“Al vostro servizio” le risposi, seriamente.
Mi guardò e scoppiammo a ridere.
 
“Potresti chiudere gli occhi? Solo un minuto!”
“Vuoi lasciarmi qui e scappartene, vero?”
“Ovviamente, è sempre stato il mio piano!”
Lei sbuffò.
“Fidati.”le risposi.
Chiuse gli occhi e si lasciò guidare da me.
 
“Ed, sto mettendo i piedi su qualcosa di...molle. Si può sapere dove mi stai portando?”
“Un attimo ancora e lo vedrai”
 
“Bene, ora puoi aprire gli occhi.”
La portai sulla spiaggia, dove avevo fatto accendere a Steve un gran falò. Per terra c'era una coperta e una bottiglia di champagne con due bicchieri.
 
“Buon anniversario amore”
Lei era emozionata, mi guardò per un lungo secondo e poi mi strinse a sé.
 
“Hai fatto tutto questo per me. Sei stupendo, non ho parole!”
 
Ci sedemmo sulla coperta e stappai la bottiglia di champagne.
A noi due.
 
La serata era fredda, nonostante il fuoco acceso, così la abbracciai, cercando di riscaldarla con il mio corpo, anche se era solo un pretesto per tenerla vicino a me. Il suo viso appoggiato al mio petto, riuscivo quasi a sentire il battito del suo cuore, nella quiete della notte.
 
“Sei stupenda, Alice- dissi, iniziando a giocherellare con una ciocca dei suoi capelli- Amo tutto di te. Amo i capelli che si appoggiano alla tua spalla, come per nasconderla. Amo i tuoi occhi, che cambiano in baso al tuo umore, al tempo. Ora sei emozionata, sono di un verde vivissimo. Amo il modo in cui parli. Amo te. E sai quando ho realmente capito tutto questo? Stamattina, quando mi hai svegliato con quella tazza di tè, Avrei potuto fare qualcosa di eclatante, avrei potuto tatuarmi il tuo nome, far passare un aereo con uno striscione. Ma non era da me. Non era da noi.”
 
Lei si voltò verso di me, mi sorrise. E poi mi baciò, semplicemente.
Non c'era bisogno di aggiungere altro.











I should ink my skin with your name

And take my passport out again
And just replace it
See I could do without a tan
On my left hand,
Where my fourth finger meets my knuckle
And I should run you a hot bath
Fill it up with bubbles

 

‘Cause maybe you’re loveable
Maybe you’re my snowflake
And your eyes turn from green to gray
And in the winter I’ll hold you in a cold place
And you should never cut your hair
‘Cause I love the way you flick it off your shoulder

And you will never know
Just how beautiful you are to me
But maybe I’m just in love
When you wake me up

And would you ever feel guilty if you did the same to me
Could you make me a cup of tea
To open my eyes in the right way
And I know you love Shrek
Because we’ve watched it 12 times
And maybe we’re hoping for a fairytale too
And if your DVD breaks today
You should’ve got a VCR
Because I’ve never owned a blue ray, true say

I know I’ve always been shit at computer games
Because your brother always beats me
And if I lost, I go across and chuck all the controllers at the TV
And then you laugh at me
And be asking me
If I’m a be home next week
And then you lie with me till I fall asleep
And flutter eye lash on my cheek between the sheets

And you will never know
Just how beautiful you are to me
But maybe I’m just in love
When you wake me up

And I think you hate the smell of smoke
You always try to get me to stop
But you drink as much as me
And I get drunk a lot
So I take you to the beach
And walk along the sand
And I’ll make you a heart pendant
With a pebble held in my hand
And I’ll carve it like this necklace
So the heart falls where your chest is
Now a piece of me is a piece of the beach
And it falls just where it needs to be
And rests peacefully
So you just need to breathe to feel my heart against yours now
Against yours now
Maybe I’m just in love when you wake me up
Maybe I’m just in love when you wake me up
Maybe I fell in love when you woke me up









Buonasera ragazze!
Come state? Scusate se non ho pubblicato settimana scorsa, ma sono impegnatissima con la scuola,uff.
Ma eccomi qui con una nuova os! Contente? Come vi sembra?
A proposito, grazie,grazie e ancora grazie a tutte coloro che hanno recensito, aggiunto la storia alle preferite o alle seguite, e anche a chi ha semplicemente letto.
Siete magnifiche. Davvero. Wow. Grazie,non ho parole.
Per la prossima voi cosa consigliate? 
Un bacione,a presto!
Baci
Giusyxx

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Capitolo 4
*** U.N.I ***


U.N.I







Mi svegliai, rintontito. Non avevo idea di che ora fosse, ma doveva essere decisamente tardi.
Mi alzai, per andare in bagno, per cercare di svegliarmi, di schiarirmi le idee. Avevo una confusione terribile in testa!
Misi il piede su qualcosa che per poco non mi fece scivolare.
Una fascia per capelli, nera, con dei brillantini che un tempo formavano un disegno, molto probabilmente, ma con il tempo e con il troppo uso molti erano andati perduti, lasciandone solo alcuni, dispersi, solitari.
La presi in mano, e la strinsi  leggermente prima di buttarla, con rabbia, per terra.
Le lacrime mi salirono agli occhi, non riuscivo a fermarle in alcun modo.
 
Ed, ti devo parlare”


Quel ricordo mi tornò alla mente, prepotente. Avevo cercato di scacciarlo con tutto me stesso, ma si ripresentava perennemente, insistentemente.
 

“Cosa succede?”
Stavamo passeggiando nel parco, vicino alla quercia dove tempo prima avevamo inciso i nostri nomi, ormai sbiaditi.
Mi è arrivata la lettera dall'università”
Cos'hanno detto?”
Non lo so. Non ho avuto il coraggio di aprirla.” disse, tirandola fuori dalla borsa.
Lo facciamo insieme”
Ci sedemmo sotto la quercia. Presi la lettera in mano, emozionato. Le parole “University of London” ben in vista.
Aprii la lettera e gliela porsi, le sue mani tremavano leggermente.
Mi hanno accettata!”
Mi guardò, con un sorriso spettacolare.
La presi in braccio, e iniziammo a saltare, felici.
 
Faceva male, troppo male. Mi buttai sotto la doccia, il getto freddo sulla testa. Non riuscivo a non pensare a quei momenti.
 
Ti dispiace”
Cosa?” chiesi, posando la birra che tenevo in mano.
Ci trovavamo sul divano del mio salotto, stretti l'uno all'altra, con la tv accesa che trasmetteva un qualche programma spazzatura, che non stavamo guardando. Eravamo immersi nei nostri pensieri.
Che vada all'università”
Certo che no! E' il tuo sogno, io voglio che tu sia contenta!”
Mi guardò. Sapeva che non era la verità. Non tutta.
Ho solo paura” ammisi, alla fine.
Di cosa?”
Che finirà, tra noi.”
Non succederà.”
 
Quelle parole mi rimbombarono in testa, taglienti. La sbornia stava passando, i ricordi erano più spigolosi senza la mente annebbiata dall'alcol. Ora ricordavo il suo profumo, la sua pelle morbida, calda al contatto con la mia. Il suo sorriso. Dio, quanto amavo quel sorriso.
Mi vestii in fretta, i ricordi che mi riaffioravano uno ad uno.
 
 
Tra poco parto per il tour. Vorrei che tu venissi con me.” “Non posso, lo sai, tra poco mi cominciano i corsi” “Già, hai ragione, lo so”
Fissò il suo sguardo nel mio, costringendomi ad alzare gli occhi che tenevo bassi.
Ti fidi così poco di me?”
Mi fido tantissimo di te, e lo sai bene.”
“Ti verrò a trovare in tour, tu verrai qui appena sarai libero. Tutti dicono che noi staremo insieme per sempre, ed io ci credo Ed. Andrà bene. Non c'è bisogno di preoccuparsene, ora.”

Mi baciò dolcemente, e tornò ad appoggiarsi a me, la sua testa sulla mia spalla, come sempre.
 

 
Per un momento mi persi in quel ricordo. Riuscivo a sentire la sua presenza, lì, di fianco a me. Per un attimo pensai che a momenti sarebbe rientrata in casa, con quel suo sorriso, sempre presente.
Per un istante riuscì a sentire il suo profumo. Chiusi gli occhi. La immaginai, la vidi, la sentii. Non so per quanto tempo tenni gli occhi chiusi, ma quando li riaprii mi cadde il mondo addosso.
No, non ci riuscivo. Non riuscivo a sopportarlo. Non da lucido. Non in quella casa, così piena di ricordi, di momenti nostri. Era così triste ora. Non si sentiva la sua risata argentina risuonare per le stanze, non c'erano i suoi vestiti in giro, era così...vuota. Mi rispecchiava benissimo. Anche io mi sentivo vuoto, freddo, inutile. Mi asciugai in fretta, misi i primi vestiti che mi capitarono davanti,
non saprei nemmeno dire cosa fossero. Il mio unico pensiero era fuggire, cercare qualcosa che mi facesse stare meglio, anche solo per poco. Qualcosa che rendesse i ricordi meno dolorosi, che smussasse un po' gli spigoli.
Uscii in fretta, sapendo perfettamente dove andare. Ormai stavo sempre lì. Da quando ero tornato dal tour, per due settimane di riposo.
 
 
Amore, ma tutto apposto? Ti sento distante ultimamente. Tra poco torno a casa, lo sai.”
Sì, è tutto a posto. Sono solo stanca, troppi impegni. Non vedo l'ora. Ora devo andare.”
Era da un po' di tempo che le nostre conversazioni erano così.
All'inizio andava bene. Lei mi parlava dei suoi corsi, dei suoi colleghi, dei professori. Mi confidava paure, incertezze. Come sempre.
Io le parlavo della vita in tour, della gente che incontravo, dei concerti.
Dopo un po' non avevamo più nulla in comune. Parlavamo di persone, luoghi e avvenimenti differenti, sconosciuti l'una all'altro.
E le nostre conversazioni avevano iniziato ad essere scarne, fredde, formali, ripetitive.
O erano così, o erano discussioni.
Ero in tour da quasi sei mesi, ci eravamo visti 3-4 volte, in tutto. Era decisamente difficile. Ma eravamo giovani, ed ero sicuro che si sarebbe aggiustato tutto.
Mi sbagliavo, e tanto.
 
 
Arrivai al pub correndo, quasi. Era un posto buio, squallido. La gente ci andava esclusivamente per ubriacarsi. Era piccolo, rovinato. Solitamente lì nessuno parlava, nessuno si guardava negli occhi. E nessuno mi avrebbe mai riconosciuto.
 
“Ciao, Jim.” dissi all'uomo dietro al bancone.
Abbastanza anziano, i capelli radi, completamente bianchi. Nonostante questo era muscoloso, si notava che da giovane doveva aver praticato molto sport. Non gli piaceva parlare, ma era un ottimo ascoltatore, sveglio e intelligente. Non ho mai capito come sia finito a gestire un posto del genere.
“Ehi, Ed. Di nuovo qui?”
“Così pare. Passami una birra”
Mi riempì il boccale e me lo porse. Iniziai a sorseggiarla, lentamente.
 
 
Era una bella giornata.
Ero appena tornato dal tour.
Entrai in casa, contento, sperando che lei fosse lì ad aspettarmi.
Non c'era.
Andai in camera a posare la roba, e le sue cose non c'erano. Lasciava sempre un casino di roba da me, che fine aveva fatto?
L'avrà riportata a casa sua” pensai “non c'è niente di strano in questo.”
Le mandai un messaggio per dirle che fossi arrivato, magari stava aspettando per venire da me, e andai a farmi la doccia per riprendermi dal viaggio.
Quando ripresi il cellulare, la risposta era: Sono stanca,è stata una lunga giornata. Ci vediamo domani.xx
Non riuscivo a crederci.
Non prendertela.” mi costringevo a pensare “domani ti spiegherà tutto”
 
 
Finii la birra in un sorso, e ne presi immediatamente un'altra. Ricordare non faceva così male, quando non ero lucido.
 
 
Ero andato a prenderla all'uscita dall'università. Avevo intenzione di fare un giro, pranzare con lei, passare il pomeriggio insieme.
La vidi insieme ad un gruppo di ragazzi, e mi avvicinai, contentissimo di rivederla.
Lei mi vide, restò per un attimo interdetta, mi sorrise e mi raggiunse, dopo un rapido saluto ai compagni. Indossava un jeans con una camicetta, ed era dannatamente bella.
Mi aspettavo mi corresse incontro, mi abbracciasse, mi baciasse.
Invece si avvicinò e mi diede un leggero bacio sulle labbra.
Mi sei mancata tantissimo” le sussurrai, stringendola leggermente a me.
Anche tu. Dobbiamo parlare” mi rispose, liberandosi dalla mia stretta.
Si girò e iniziò a camminare, senza rivolgermi la parola, fino a quando arrivammo in un grande parco. Si sedette su una delle tante panchine, seguita a ruota da me.
 
Non ce la faccio più”
 
 
Ogni volta che ripensavo a quel momento il mio cuore si riduceva peggio. Perdeva battiti. Bevvi la terza birra, prima di abbandonarmi di nuovo ai ricordi. Ormai non avevo più la forza di combatterli.
 
 
La guardai. Lei teneva gli occhi bassi.
Cosa vuol dire che non ce la fai più?”
Questa storia. E' diventata insostenibile. Tu sei sempre in giro, non ci vediamo mai. Siamo diventati praticamente due estranei, stiamo insieme per abitudine. Non lo sopporto più.”
Cosa dovrei fare? Abbandonare tutto? Mettere da parte il tour, la carriera, il mio lavoro, il mio sogno? Sapevi benissimo che è quello che ho sempre voluto fare! Lo sapevi, quando ci siamo messi insieme, quando hai scelto di andare all'università, lo hai sempre saputo!”
Non ti chiederei mai una cosa del genere, lo sai.”
“ E allora? Cosa vuoi fare?”
Non possiamo continuare così, lo sai anche tu.”
Era vero, lo sapevo. Lo sapevo benissimo. Per tutto il tempo avevo cercato di non pensarci, mi ero autoconvinto che non fosse così, ma aveva ragione.
Ormai le nostre vite sono diverse, divise, è inutile che continuiamo a prenderci in giro.” continuò lei, gli occhi gonfi di lacrime.



Avrei fatto di tutto per lei, in quel momento. Avrei lasciato tutto quello per cui avevo lavorato per anni, per poi stringerla forte a me, e dirle che sarebbe andato tutto bene, che tutto si sarebbe risolto. Ma non sarebbe servito a nulla. Non ero il ragazzo giusto per lei, non più almeno. C'era qualcuno, da qualche parte, che non l'avrebbe fatta soffrire. Mi passarono davanti tutti gli sbagli che avevo fatto nei suoi confronti. E mi convinsi che sarebbe stato meglio per lei se l'avessi lasciata andare.
Un ultimo bacio. Ti chiedo solo questo.”
Mi guardò, per la prima volta e annuì.
Mi avvicinai, nervoso, a quelle labbra che ormai avevo imparato a conoscere così bene. Sentì il suo profumo avvolgermi, delicato. Appoggiai delicatamente una mano sul suo viso, per accarezzarla. Lei chiuse gli occhi, e io poggiai le mie labbra sulle sue, per poi iniziare a baciarla. Il nostro ultimo bacio. Estremamente perfetto.
 

Aprii gli occhi, nuovamente pieni di lacrime. Ero a casa, ubriaco fradicio, senza la minima idea di come o quando ci fossi arrivato. Disteso sul letto, con quelle immagini che mi tornavano alla mente, di continuo, così dolorose, ma così dolci.




 








I found your hairband on my bedroom floor,
The only evidence that you’ve been here before
And I don’t get waves of missing you anymore,
They’re more like tsunami tides in my eyes
Never getting dry, so I get high, smoke away the days never sleep with the light on
Weeks pass in the blink of an eye,
And I’m still drunk at the end of the night
I don’t drink like everybody else,
I do it to forget things about myself,
I’m stumbling forward from the head spin I’ve got
My mind’s still with you but my heart’s just notSo am I close to you anymore, if it’s over
And there’s no chance that we’ll work it out
That’s why you and I ended over U N I
And I said that’s fine, but you’re the only one that knows I lied
You and I ended over U N I
And I said that’s fine, but you’re the only one that knows I lied

 

Everybody said we’d be together forever but I know that,
I never wanna settle down, come around, break up the love like Lego now,
Never wanna turn into another like you,
Sleep with my thoughts dance with my views,
Everything’s great but everything’s short,
But you live in your halls and I live in a tour bus,
Now I’m in position to be another stalker like every thing I say seems to always sound awkward,
Like our last kiss it was perfect, we were nervous,
On the surface,
And I’m always saying everyday that it was worth it,
Pain is only relevant if it still hurts,
I forget like an elephant, or we can use a sedative and go back to the day we fell in love just on our first kiss

So am I close to you anymore, if it’s over
And there’s no chance that we’ll work it out
Ohh you and I ended over U N I
And I said that’s fine, but you’re the only one that knows I lied
You and I ended over U N I
And I said that’s fine, but you’re the only one that knows I lied

Wo-ooooahhhh [x2] oohh ohh

Because, if I was gonna go somewhere, I’d be there by now,
And maybe I can let myself down, wo-oahh
And thinking I am unaware, I keep my feet on the ground, keep looking around, to make sure I’m not, the only one to feel low,
Because if you want, I’ll take you in my arms and keep you sheltered, from all that I’ve done wrong
And I’ll know you’ll say, that I’m the only one
But I know god made another one of me to love you better than I ever will

Cause you and I ended over U N I
And I said that’s fine, but you’re the only one that knows I lied
You and I ended over U N I
And I said that’s fine, but you’re the only one that knows I lied




Salve,splendori! 
Come state?
E' quasi un mese che non pubblico. Faccio decisamente schifo. Ho avuto un blocco terribile, e migliaia di impegni. Davvero, scusate,scusate,scusate!!!
Se volete sputarmi in un occhio fate bene :(
Comunque,si è cambiato un po' registro, non ce la facevo più a scrivere cose troppo smielose lol. Spero non vi dispiaccia!
Certo, vedere Ed depresso ha fatto dispiacere anche me :S
Ho circa 200 visite e 5 recensioni a capitolo, e 16 persone che seguono la storia. Wow.Wow. WOW. Siete meravigliosi!!! :')
Ho dovuto cambiare font per questa storia, perchè con quello che usavo non si notava la differenza tra la parte in corsivo e quello in stampatello D:
Come sempre, fatemi sapere cosa ne pensate, e datemi un'idea per la prossima canzone!!
Spero di riuscire a pubblicare prima,stavolta, ce la metterò tutta,promesso!!
Baci!!
Giusy xx


P.S. Questa fanfiction è davvero bella,perchè non passate a leggere? No,non è uno scambio di pubblicità, è solo che mi piace e ve la consiglio perchè vi voglio bene  u.u

http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1450566

P.P.S Lo spazio autrice più lungo della storia D: In ogni caso,GRAZIE!


 

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Capitolo 5
*** Autumn Leaves ***


                                                   Autumn Leaves                                                                                                    
 







 
Dei bambini, poco più che dei bambini. Da quanto ci conosciamo? Dodici anni? Tredici, forse. Dei bambini, ecco cos'eravamo. Siamo cresciuti insieme, stesso luogo, stessa scuola. Sempre insieme. In effetti, è proprio a scuola che ci conoscemmo. Primo giorno d'asilo. Avevamo tre anni. Avevamo la stessa passione per i Lego. Il primo giorno costruimmo un castello, lo ricordo come se fosse ieri. Tu ci mettesti i power rangers sopra. L'inizio di una amicizia eterna.
Ah, la scuola..quante ne abbiamo combinate! Quelle quattro mura hanno visto più disastri nostri che di tutti gli studenti messi assieme! Ricordi quando, dopo il litigio con John, sì, John, quel tizio alto e grasso, quello che non ci lasciava mai stare. Te lo ricordi? Quando rischiasti di romperti un braccio, buttandoti addosso a lui che era il doppio di te, ed io ti aiutai a farlo cadere da dietro. Quella volta chiamarono i nostri genitori. Ci misero in castigo per due settimane. Ma l'espressione sul viso di Jhon non la scorderò mai! Abbiamo riso per mesi al solo ricordo. Siamo così simili.. “Due corpi,un'anima”. Ci hanno sempre definito così.
Senti gli uccelli che cantano fuori? Vuoi che apra la finestra?
Prendi un po' d'aria, può farti bene. Questo vento è così....profumato. Sa di primavera.
No, non cercare di muoverti, ritorno lì.
Hai sete? Tieni, bevi. Un altro po' ancora, su. Ecco, così.
Cosa dicevo?
Ah si, siamo cresciuti insieme. Le medie, come dimenticarle? Tu che cercavi di far colpo su qualunque ragazza ti passasse davanti.. Eri proprio una frana con le ragazze! Io ero decisamente più bravo... Ok,ok, non guardarmi così. Ero una frana anche io, contento?
Due sfigati. Io rosso e tu biondo.
Nonostante tutto,il mondo ci continuava a sorridere, stavamo insieme.
Era tutto così semplice.
Crescere, intendo. Era così facile, giorno dopo giorno. Ogni problema, abbiamo sempre affrontato tutto insieme. L'uno affianco all'altro, sempre.
Ricordi quando, a 13 anni, mi aiutasti a incidere il primo disco?
Lo incidemmo nella tua stanza, poco dopo ridipinta. Avevamo aiutato noi a ridipingerla, arancione.
Era diventato il nostro covo segreto quella stanza.
 
Mi spiace, deve uscire.”
Cosa?”
Un'infermiera era appena entrata nella stanza, con aria autoritaria.
Io resto qui, mi spiace.”
Ma non può.. Uscire dopo è contro le regole”
Vuol dire che resterò qui a dormire.”
Non ci sono letti disponibili qui. Non può restare.”
Vuol dire che resterò su questa sedia, non ho bisogno di un letto.”
Non sia ridicolo”
Non mi sembra che siamo affari suoi se ho intenzione di passare la notte su una sedia,mi sbaglio?”
L'infermiera mi squadrò per qualche momento, per poi borbottare un “ faccia come vuole” uscendo dalla stanza.
 
 
Finalmente è andata via. Andarmene, non se ne parla proprio. Io resto qui. Tu ci sei sempre stato per me, figurati se ti lascio proprio stasera.
Come quella volta, quando avevo litigato con i miei genitori e andammo a dormire sul terrazzo di casa tua, perché era più figo di dormire dentro. Quanto avevamo, quattordici anni?
Eh,si facevamo il secondo.. Che anno,quello!
Odiavamo tutto e tutti.
Ma restavamo sempre noi due. A crescere insieme.
Guarda che magnifico cielo stellato. E' così tranquillo. Ma è meglio che ti metti a dormire, ora. Dormire ti farà bene, vedrai. Vuoi che ti suoni qualcosa? Ho portato la chitarra. Dai, ti suono qualcosa mentre ti addormenti. Chiudi gli occhi,su. Buonanotte, Peter.
 
                     
 
 
 
“Ragazzo, ehi, ragazzo, svegliati”
“Cosa succede? Peter? Dov'è Peter?”
“Calmati un attimo”
“Ditemi dov'è Peter, ditemelo ora!” urlai.
Ero sulla sedia della sera precedente. Mi ero addormentato, dopo un po', con la testa appoggiata sul comodino. Non una sistemazione comoda, ma il massimo che potessi avere. E sinceramente non mi importava.
L'infermiera della sera prima era di fronte a me, mi guardava in modo strano. Sembrava triste.
“Ragazzo, vuoi che ti porti la colazione?”
La colazione? Ma cosa aveva in testa quella donna?
“Io voglio sapere dov'è Peter.” risposi, cercando di restare calmo.
“Mi dispiace, il tuo amico non è più qui.”
“L'hanno spostato in un altro reparto? Sta meglio?”
“No, voglio dire che non è più qui tra noi. Peter è morto, stanotte. Mi dispiace tanto”
 
 
 
 
 
Non ricordo molto dei mesi successivi. Ricordo le urla della madre, quando lo venne a sapere. Ricordo che c'è stato il funerale, al quale ha partecipato tantissima gente. Poi nulla.
Sono tornato a scuola, ma era come se tutto scorresse intorno a me, senza toccarmi. Ricordo dei ragazzi che hanno cercato di avvicinarmi, per qualche tempo, senza risultati.
Peter era morto. Il mio migliore amico, l'unica persona che mi era sempre stata accanto non c'era più. Sparito, per sempre. Se n'era andato così, silenzioso. Come una foglia in autunno.
La malattia se l'era portato via in un baleno, nel giro di un mese. Non c'era stato nulla da poter fare.
Mano a mano avevo visto le sue forze abbandonarlo, la luce nei suoi occhi spegnersi.
 
 
 
 
Stavo passando in un parco, non ricordo per quale motivo, ma mi trovavo là. Era sera. Ad un tratto, qualcosa mi scosse dallo stato in cui mi trovavo. Mi fece svegliare. Un odore ed un suono.
L'odore del vento di primavera, e il suono degli uccelli che cantavano, ancora, nonostante fosse sera.
Mi portò tutto alla mente. Tutti i ricordi di quella sera. Mi sentì sopraffare da una quantità immane di emozioni.
Mi sedetti sotto un albero, la testa fra le mani. Sentivo girare tutto. Peter. Quanto mi manchi, Peter.
Sentì dei bambini urlare giocando vicino a me.
“Zitti!” gridai.
Alzai la testa, e ad un tratto mi resi conto.
Il vento primaverile, gli uccelli, le stelle che ormai brillavano in cielo.
Combaciava tutto.
Guardai la data sul cellulare. Era passato un anno. Giusto un anno dalla sua morte.
Guardai i bambini che ancora mi fissavano stupiti e un po' spaventati, e gli sorrisi.
A quanto pare anche la natura lo ricordava e lo rimpiangeva, a modo suo.

E mi stava dando una grande lezione. Lui sarebbe vissuto sempre, con me. Al mio fianco. Nei miei ricordi, nelle mie azioni. Sempre.
Quella sera gli uccelli cantarono fino a tardi. Che strano comportamento.
E le stelle, beh, le stelle sembravano un viso familiare. Se fossi pazzo, giurerei averle viste fare l'occhiolino.



 





Another day another life 
Passes by just like mine 
It's not complicated 

Another mind 
Another soul 
Another body to grow old 
It's not complicated 

Do you ever wonder if the stars shine out for you? 
Float down 
Like autumn leaves 
Hush now 
Close your eyes before the sleep 
And your miles away 
And yesterday you were here with me 

Another tear 
Another cry 
Another place for us to die 
Its not complicated 

Another life that's gone to waste 
Another light lost from your face 
It's complicated 

Is it only wonder or do birds still sing for you? 
Float down 
Like autumn leaves 
Hush now 
Close your eyes before the sleep 
And your miles away 
And yesterday you were here with me 

Ooh how I miss you 
My symphony places the song that carries you out 
Ooh how I miss you 
I miss you and I wish you'd stay 

Is it any wonder that the stars shine out for you? 
Float down 
Like autumn leaves 
Hush now 
Close your eyes before the sleep 
And your miles away 
And yesterday you were here with me 

Float down 
Like autumn leaves 
Hush now 
Close your eyes before the sleep 
And your miles away 
And yesterday you were here with me 

Ooh oh, ooh oh 
Ooh oh, ooh oh 

Touch down 
Like a seven four seven 
Stay out and we'll live forever now







Salve salvino a tutti!!!
Ok,c'è bisogno di dire quanto faccia schifo? Me lo volete dire voi?
Fatto sta che fino a poco più di un'ora fà mi lamentavo con la mia carissima,dolcissima e bellissima dughy di quanto la mia ispirazione facesse schifo.
Ed eccomi qua.
La mia mente gioca strani scherzi!!
Che ve ne pare? A me non fa tanto schifo dopotutto. Ma forse è soloperchè è notte e ho sonno.
Vi prego,vi prego,VI PREGO fatemi sapere cosa ne pensate.
Se non volete recensire contattatemi su twittere,facebook,e-mail,se volete vi lascio il numero di telefono,tramite una lettera,via gufo,ma DITEMI COSA NE PENSATE.
E' estremamente importante per me.
Ringrazio tutti,vi adoro tutti indistintamente,siete meravigliosi!!!
Baci
Giusy xx


 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 6
*** The city ***


 The City
 
 
 
 
 


 
Londra.
Quanto l'avevo sognata!
Finalmente ero riuscito ad arrivarci, mi trovavo nella città in cui, ne ero sicuro, sarei riuscito a realizzare il mio sogno.
 
 
“Jhon, voglio trasferirmi a Londra.”
Era una sera di fine Luglio. Ero nel salotto con mio padre, intento a guardare qualcosa in tv. Non ricordo cosa. Un qualche tipo di sport, probabilmente.
“Cosa?”disse, distogliendo lo sguardo dal televisore e voltandosi verso di me.
Inspirai forte, prima di iniziare.
“Voglio trasferirmi a Londra. So che sembra un'idea folle. Ma voglio andare là. E' l'unico luogo in cui potrò realizzare il mio sogno. Cantare. Sai che voglio fare questo, e sai meglio di me che qui non potrò farlo. So che sarà difficile, che sarò da solo, che sono solo un ragazzo. Ma è ciò che voglio, e so che non me ne pentirò.”
Dissi tutto d'un fiato, non accorgendomi di aver iniziato a giocherellare con la collana che portavo al collo.
Guardai mio padre, che mi stava ancora fissando.
“Con la scuola come farai?”
“S-stai dicendo di sì?” chiesi, incredulo.
“Sto cercando di capire se hai valutato tutto prima di decidere.”
Ecco, sapevo che non sarebbe stato così facile.
“La lascio. Non mi interessa frequentarla, è noiosa. So già quello che ho bisogno di sapere. E poi, se inizio ora a fare musica, quando avrò, non so, vent'anni, sarò più bravo di tutti i ventenni che hanno appena iniziato per finire la scuola”
“Capisco.”
“Quindi? Posso partire?”
“Non ho detto questo. Ci penserò, e ti farò sapere”
 
La risposta arrivò due settimane dopo.
Eravamo a tavola, intenti a pranzare, quando mio padre disse “va bene,Ed”
“Va bene cosa?”
“Puoi partire. Ho sempre saputo che la tua strada è la musica. Quindi và, e rendimi orgoglioso di te. Dimostrami che non sono stato uno stupido a fidarmi di te, che ce la vuoi mettere davvero tutta. Sei cresciuto più un fretta di quanto ci aspettassimo.”
 
 
Così, un pomeriggio di fine Settembre, giusto un mese dopo la conversazione con mio padre, partì per Londra, con la mia chitarra, una sacca con la mia roba, qualche soldo e tante,tante,tante raccomandazioni.
 
Scesi dal treno, contento come non mai. La piogerella, tipica di Londra, mi accolse.
Cominciai a camminare tra quelle strade tanto sognate, in quei posti così famosi eppure così sconosciuti per me, ovunque i miei piedi mi portassero.
Parchi, strade, giardini, monumenti, tutto era così nuovo e così spettacolare!
Passai la giornata a girovagare, cercando di scoprire il più possibile, e facendo il giro per alcuni pub, iniziare da subito a suonare non sarebbe stato affatto male.
Ma, ovviamente, la fortuna non era dalla mia parte. Locale dopo locale mi veniva chiusa la porta in faccia. ''Mi spiace, abbiamo già chi suona!'' '' Mi dispiace, ma non ce n'è bisogno'' ''Mi dispiace, ma...'' e un serie di altri motivi per i quali nemmeno lì avrei potuto suonare.

Era sera quando, dirigendomi alla stanza che avevo preso in un piccolo motel di periferia, intravidi un pub seminascosto nelle vicinanze.
Ormai rassegnato, decisi di entrare a prendere qualcosa da bere. La giornata era stata lunga e stancante, dopotutto!
''Buonasera''
Il locale era piccolo, completamente vuoto, ma non squallido come mi aspettavo.
''Salve, come la posso aiutare?''
''Una birra, grazie.'' mi lasciai letteralmente andare su una sedia.
''Giornata lunga?''
''Molto!''
Iniziai a sorseggiare la birra.
''Sei un musicista?'' chiese, fissando la chitarra di fianco a me.
''Già, appena trasferito qui! Non è che le serve un po' di musica?''
Provare non costa nulla,no?
''Uno straniero,eh? Beh, in effetti potrebbe farmi comodo. Questo posto è così triste.''
Stava dicendo davvero? Avevo trovato un posto dove suonare? Non riuscivo a crederci.
''Davvero?''
''Si, che ne dici di iniziare... Domani? Se non hai altri impegni!''
''No,no, nessun impegno! Ci vediamo domani allora!''
Pagai la birra e lasciai il locale, eccitatissimo all'idea di aver trovato un posto dove poter finalmente iniziare a suonare.









 
 
 
Era notte. Il neon dell'insegna del motel, proprio di fronte la finestra della mia stanza, mi rendeva difficile dormire.
Mi girai e mi rigirai più volte, ma quello, unito a tutti i rumori di una vera e propria città, e non al silenzio del paesino a cui ero abituato, all'emozione per l'essere a Londra, per aver trovato un posto dove suonare, era troppo tutto insieme, e la mia testa non smetteva di andare da un pensiero all'altro senza fermarsi. La città non dormiva, e nemmeno io.
Era Londra quello di cui avevo bisogno? Tutti i suoi rumori, le sue grida, le sue mille sfumature.. Mi avrebbe cambiato, cancellato? Sarei stato diverso una volta tornato a casa?
Ma, in fondo, ora era quella casa mia.




 



[Verse]
The city never sleeps,
I hear the people walk by when it’s late,
Sirens beat through my window sill,
I can’t close my eyes,
Don’t control what I’m into.,[Verse]
This town is alive,
With lights that blind keep me awake,
Put my hood up, unlace and tie,
The street fills my mind,
Don’t control what I’m into.,

 

[Chorus]
London calls me a stranger,
A traveller Ohoohohh,
This is now my home, My home,
Oh Woah,
Burning on the back street,
Oh Woah,
Stuck here, sitting in the back seat,
Oh Woah,
And I’m blazing on the street,
What I do isn’t upto you,
And if the city never sleeps then that makes two.,

[Verse]
The pavement is my friend,
It’ll take me where I need to go,
If I find it trips me up,
And puts me down,
This is not what I’m used to.,

[Verse]
The shop across the road,
It fills my needs and keeps me company,
When I need it,
Voices beat through my walls,
I don’t think I’m gonna make it,
Past to-mor-roow.,

[Chorus]
London calls me a stranger,
A traveller Ohoohohh,
This is now my home, My home,
Oh Woah,
Burning on the back street,
Oh Woah,
Stuck here, sitting in the back seat,
Oh Woah,
And I’m blazing on the street,
What I do isn’t upto you,
And if the city never sleeps then that makes two.,

[Accapella]
And my lungs hurt,
And my ears bled,
With the sounds of the city life,
Echoed in my head,
Do I need this, To keep me alive?
The traffic stops and starts but I,
Need to move alone.,

[Rap Verse]
I’m from the city where the rain won’t cease,
Pollution in the air matches that on the streets,
The black smoke,
Gets your head in to a muddle like,
Waliking into elephants, Syringes in a puddle like,
I was a country boy when I moved out,
Grew up too fast for my family to find out,
Now I try to stop my music running into nosedives,
Can’t resort the arrogance with white lights,
The city won’t erase me,
But I can’t help but see just how this dark city changed me,
It’s all the same scene, music is my life, But now I try to fight whatever I need to hide from,
North, South, East, West, Londons my home now, knees weak,
But we never slowed down,
Now I start to do my music properly,
And stay away from all the negative shit that will follow me.,

[Skit]
London calls me a stranger,
This is now my home, Home,

[x2]
Oh Woah,
Burning on the back street,
Oh Woah,
Stuck here, sitting in the back seat,
Oh Woah,
And I’m blazing on the street,
What I do isn’t upto you,
And if the city never sleeps then that makes two.





Buonasera bella gente!
Allora, parliamone. Questa OS è scritta da tipo un mese, ma non l'ho pubblicata fino ad ora perchè non mi soddisfa minimamente.
Infatti avevo iniziato a scriverne un'altra, ma era abbastanza triste, e c'era già troppa tristezza, lol. 
Magari la prossima pubblico quella però, chi lo sa!
Però non volevo lasciarvi ancora senza nulla, quindi... ecco.
Perdonanatemi!
E, come sempre, è importantissimo sapere cosa ne pensate,davvero!!
Grazie alle 30, e dico trenta, TRENTA (non riesco a crederci) persone che l'hanno aggiunta a preferiti/ricordate/seguite
Davvero, siete qualcosa di fenomenale, GRAZIE!!!
Infatti la storia è finita nelle popolari, e sono superstrafantamegafelice *_*
Beeeh, è tutto.
Vi voglio bene!
Baci!
Giusy 


 

 

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Capitolo 7
*** Lego House ***


 Lego House

 

 

 

 

 

Cara Alice,

è notte, notte fonda. Quasi mattino, in realtà. Ultimamente sembra che riesca a pensare solo di notte,  che le migliori soluzioni mi vengano quando tutto tace.
Non tutto, in verità. Sento il tuo respiro, mentre dormi nel mio letto, avvolta nel tuo pigiamino rosa, con i lunghi capelli che ricadono in disordine sul cuscino e la mano sotto la guancia, sembri una dolcissima bambina.

Ora, seduto a questa scrivania in questa fredda notte di Dicembre, basta guardarti, sapere che sei lì e che poco fa ero di fianco a te, per scaldami il cuore.

Sono tante le cose che vorrei dirti, ma non ci riesco.

Forse è per questo che sto scrivendo, forse non riceverai mai questa lettera, forse non avrò mai il coraggio di dartela.

Mi sento così stupido, potrei dirtele quando sei sveglia, queste cose.

Sai a cosa stavo pensando? Stavo pensando che da piccolo mi divertivo tantissimo a giocare con i Lego. Costruire e distruggere case era uno dei miei passatempi preferiti.E stavo pensando a quanto noi, a quanto la nostra storia assomigli ad una casa di Lego. Quando le cose non vanno, quando la nostra casa viene distrutta, siamo pronti a rifare tutto da capo, e ricostruire tutto, pezzo dopo pezzo.

So che è un brutto periodo per te. So cosa stai passando, lo vedo nei tuoi occhi.

I drammi per la scuola, per la famiglia. Le amicizia false, i tradimenti.

Anche se tu non ne vuoi mai parlare, so che ci stai male.

Per questo io sono qui. Sempre per te. Sempre al tuo fianco.

Sono pronto a proteggerti da qualunque cosa. Ogni tempesta mi troverà al tuo fianco, pronto a reggerti, a cadere e a rialzarmi con te.

Perchè tu sarai mia, fino a quando io sarò tuo.

E lo sarò per molto, molto tempo.

Io sarò tuo per sempre, di questo puoi starne certa.

Sai com'è la mia vita. Mi stanno abbandonando tutti. Sembra che a nessuno vada bene quello che faccio ora, che a causa di quello che amo fare debba restare da solo.

Ma ora ci sei tu, qui, al mio fianco, ed ogni cosa che faccio la faccio solo per te. Ogni singola canzone, ogni singolo concerto, ogni singolo gesto nella mia vita è per te. E' tutto per te.

Vorrei essere una persona nuova, per te. Una persona migliore.

Ma tutto quello che posso darti è il mio amore, perché io ti amo, Alice.

Ti amo come non ho mai amato nessuno in vita mia.

Ti amo per la tua forza.

Ti amo per il tuo sorriso.

Ti amo per la tua dolcezza.

Ti amo per mille ragioni e in mille modi.

Vedo che ti agiti nel letto. Probabilmente ti stai per svegliare e voglio essere al tuo fianco quando lo farai, dove dovrei essere. Dove spero di stare per sempre.

Ho cercato di mettere nero su bianco tutto quello che non riesco a dirti, quello che non ti dirò mai probabilmente.
                                                                                                                                                                                                                                               

                                                                                                                                                                                                                                            Ed

 

 

 

 

 

Tornai a mettere la lettera nel quaderno dove l'avevo trovata.

Erano passati due anni da quando l'avevo scritta.

Un anno senza lei.

Chissà, magari se le avessi dato quella lettera sarebbe cambiato qualcosa. Magari ora sarebbe qui, di nuovo, di fianco a me, come quella notte.

Venni sommerso da un'orda di ricordi.

Le passeggiate al parco, i film insieme. Le canzoni scritte per lei. Il nervosismo ai miei primi concerti, con lei che cercava in tutti i modi di farmi ridere con quel suo fare da ragazzina che ho sempre adorato. La sua ossessione per le fragole, e per tutto ciò che fosse alla fragola. Il suo amore per il rosa. Il modo in cui faceva la finta gelosa. I nostri scherzi, le nostre risate. I baci, gli abbracci. tutto di lei.

La sua insicurezza, le notti insonni. I nostri litigi. I pianti, le urla. La paura di perderla. Il distacco. Le delusioni subite. Il suo bisogno di sentirmi vicino, e la mia voglia di starle sempre vicino.

 

Ma sono cambiate così tante cose. Lei ora è una persona forte e indipendente. Una ragazza nuova.

Sono fiero di quello che è diventata, nonostante spesso mi manchi quella ragazzina dolce e fragile che conoscevo. Ormai è una donna.

Molto di quello che sono ora lo devo anche a lei. A quanto pare anche io sono cresciuto, cambiato, divenuto adulto. 

Eppure in questo momento mi sento ancora quel bambino che si divertiva tanto a giocare con i Lego.






I'm gonna pick up the pieces, 
and build a lego house 
when things go wrong we can knock it down 

My three words have two meanings, 
there's one thing on my mind 
It's all for you 

And it's dark in a cold December, but I've got ya to keep me warm 
and if you're broke I'll mend ya and keep you sheltered from the storm that's raging on 

I'm out of touch, I'm out of love 
I'll pick you up when you're getting down 
and of all these things I've done I think I love you better now 

I'm out of sight, I'm out of mind 
I'll do it all for you in time 
And of all these things I've done I think I love you better now 

I'm gonna paint you by numbers 
and colour you in 
if things go right we can frame it, and put you on a wall 

And it's so hard to say it but I've been here before 
and I'll surrender up my heart 
and swap it for yours 

I'm out of touch, I'm out of love 
I'll pick you up when you're getting down 
and of all these things I've done I think I love you better now 

I'm out of sight, I'm out of mind 
I'll do it all for you in time 
And of all these things I've done I think I love you better now 

Don't hold me down 
I think my braces are breaking and it's more than I can take 

And if it's dark in a cold December, I've got ya to keep me warm 
and if you're broke I'll mend ya and keep you sheltered from the storm that's raging on 

I'm out of touch, I'm out of love 
I'll pick you up when you're getting down 
and of all these things I've done I think I love you better now 

I'm out of sight, I'm out of mind 
I'll do it all for you in time 
And of all these things I've done I think I love you better now









Ssssssalve!!
Dopo il solito millennio eccomi di nuovo qui!! *balla la conga*
su, guardate il lato positivo, essendo OS non siete in ansia per sapere cosa succederà nel capitolo successivo! 
Ok, la smetto di cercare scuse.
Ritorna Alice!! L'abbiamo lasciata per troppo tempo da parte, si sentiva esclusa povera piccola! lol
State aumentando piano piano *_* Che bello!!
Un grazie speciale a chi la sta consigliando,siete meravigliosi!!
Sono troppo strafelice (so che non si dice, but who cares)
Sì,ora parlo anche inglese,ye!
Comunque ho cambiato il titolo. '50 sfumature di ginger' era troppo orripilante, ammettiamolo. 
Quindi, 'Songs'. Almeno c'entra qualcosa con le OS,no?
Come sempre aspetto le vostre opinioni!!! Che siano sotto forma di recensioni, o se volete twittarmi sono @_withbass su twitter.
Ma sappiate che sono importantissime per me!
Anche le critiche,davvero,sono graditissime,non lo dico per dire!
Eh boh,non ho altro da aggiungere.
Non dico il mio parere sulla storia tanto non cambia da quella che avevo delle altre che ho scritto. Ma a voi sembra piacciano, e a me piace tantissimo scriverle, quindi...!
Le note d'autore più lunghe della storia D:
Scappo!
Baci!! 
Giusy
 

 

 

 

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Capitolo 8
*** The A-Team ***


The A-Team







Era una sera estremamente fredda. Mi strinsi nella felpa, aggiustandomi la chitarra sulla spalla, aumentando il passo. Ero in ritardo.

'Ed, sei arrivato finalmente!' Esclamò Anne, facendo cenno dalla mia parte.
Andai dietro al bancone, appoggiando la chitarra in un angolo.
'Stasera ce ne sono più del solito, sarà il tempo. Abbiamo bisogno di tutto l'aiuto possibile.'
Era ormai da qualche mese che tre volte alla settimana andavo a dare una mano in una mensa per i poveri.
Era un'ottima occasione, sia per scroccare una cena gratuita – che non faceva mai male, date le mie ristrettezze economiche - sia per aiutare quella gente, e conoscerla.
Ero arrivato a conoscere tutte le persone che ci lavoravano, più i 'clienti' più assidui.

Quella sera c'era una donna che non avevo mai visto, però. In un angolo, da sola.
Nonostante fosse vestita miseramente ed estremamente magra, era davvero attraente.
Pensai di voler parlare con lei.

Così, quando finimmo di servire la cena, mi avvicinai.
'Ciao!' le dissi, sorridendo.
Lei mi rispose allo stesso modo, gentilmente.
'Sei nuova di queste parti, vero?'
'In effetti non vengo qui spesso, già. Solitamente a quest'ora sono già impegnata.'
mi disse, con un sorriso amaro sulle labbra.

In quel momento capii. C'erano diversi tipi di persone che venivano lì: senzatetto, famiglie abbattute dalla crisi, persone anziane, sole. E, di tanto in tanto, prostitute.
Non sapevo perché non si facessero vedere spesso. Forse mangiavano insieme, pensavo.
E invece no. Erano impegnate. Che idiota.

'Ah, capisco.' dissi, in evidente imbarazzo.
Cosa volete, ero solo un ragazzino. La mia esperienza nel mondo non era chissà che.. Con le donne men che meno! Tante cose non le capivo.

Lei mi sorrise, stavolta in modo affettuoso.

Da vicino sembrava terribilmente giovane. Glielo dissi, chiedendo anche, non troppo sottilmente, come era finita in quel mondo.

Abbassò lo sguardo, prima di fissarmi negli occhi.

'Anche tu sembri terribilmente giovane, sai? E anche terribilmente maleducato.'


Arrossii violentemente.


'Io... mi dispiace. Non volevo essere scortese. Mi dispiace.' riuscii solo a ripetere, nel tentativo di rimediare.


'Stai tranquillo. Come è iniziata, eh? Oh, sai com'è. Compagnia sbagliata. Ambizioni sbagliate...
Anzi no, non lo sai. Non puoi saperlo. In realtà, spero che non scoprirai mai com'è, cosa si prova. Ma no, non provare pietà per me
' disse con un sospiro, appoggiandomi affettuosamente la mano sul
braccio.
'Ho avuto una seconda scelta. C'è sempre una seconda scelta, in realtà. E anche una terza, quarta, quinta. Semplicemente, sono stata costretta. Non da altri, quello sarebbe anche stato sopportabile; sono stata costretta da me stessa. Sono stata soltanto io, la mia idiozia, il mio orgoglio. Non sarei qui, ora, se non avessi fatto tutte le scelte sbagliate nella mia vita.'


'Puoi ancora rimediare, no? Puoi sempre ricominciare! C'è sempre un modo.'


'Guardami' mi rispose, voltandosi verso di me, e puntando i suoi occhi nei miei.
'Mi sono ridotta ad andare a letto con chiunque, chiunque, solo per comprare lei.
La sostanza che mi tiene in vita, e che mi porterà alla morte.
Se non fosse per lei, che mi concede sprazzi di gioia.. no, non gioia. Di apatia, indifferenza. Indolenza, ecco qual è la parola. Indolenza. Suona così bene, non trovi?
É da quando avevo 18 anni che faccio questa vita. Una sognatrice, ecco cosa sono sempre stata. Quindi capisco il tuo punto di vista. Ma dove mi ha portato tutto questo?
Eppure, devo confessarti che continuo a sperare. Se c'è un Dio lassù, se siamo tutti realmente sotto la sua ala protettrice, andrà tutto per il meglio. Lo so.'



Si voltò nuovamente verso la finestra, asciugandosi una lacrima con la manica della giacca.
Gli occhi cerchiati di nero dal trucco, i capelli, sciolti, che si intravedevano dal cappuccio che teneva alzato.


'Nevica. In giro non c'è nessuno. Guarda come la neve riflette la luce dei lampioni, come ogni singolo fiocco di neve viene illuminato. Da bambina restavo ore a guardare la neve scendere, così, affacciata alla finestra. Con qualcosa di dolce, solitamente. Ero estremamente golosa.'


E si fermò, il tempo di un respiro, a fissare la finestra. Il suo volto stanco portava i segni inconfondibili della dipendenza.

'Sai, stasera non ho proprio voglia di andare là fuori. Deve fare freddissimo. Quando ero bambina, mamma mi raccontava che quando faceva così freddo, neanche gli angeli riuscivano a volare. Si sarebbero congelate loro le ali, a quanto pare.'

Un sorriso.

'Voglio svelarti un segreto, Ed. In questa vita le cose peggiori arrivano gratuitamente.'

Un lungo sospiro. Poi si alzò e mi lasciò là, da solo. Confuso. Perso. Senza parole. Come poche volte in vita mia.




Un mese dopo venne trovata rintanata su un angolo della strada. Il viso pallido, come la neve che la ricopriva. Sereno, nella speranza di una vita migliore.


It was too cold outside for angels to fly. And Angel died, covered in white.







 

White lips, pale face
Breathing in snowflakes
Burnt lungs, sour taste
Light's gone, day's end
Struggling to pay rent
Long nights, strange men
And they say
She's in the Class A Team
Stuck in her daydream
Been this way since eighteen
But lately her face seems
Slowly sinking, wasting
Crumbling like pastries
And they scream
The worst things in life come free to us
Cause we're just under the upper hand
Go mad for a couple grams
And she don't want to go outside tonight
And in a pipe she flies to the Motherland
Or sells love to another man
It's too cold outside
For angels to fly
Angels to fly
Ripped glove, raincoat
Tried to swim and stay afloat
Dry house, wet clothes
Loose change, bank note
Weary-eyed, dry throat
Call girl, no phone
And they say
She's in the Class A Team
Stuck in her daydream
Been this way since eighteen
But lately her face seems
Slowly sinking, wasting
Crumbling like pastries
And they scream
The worst things in life come free to us
Cause we're all under the upper hand
Go mad for a couple grams
And we don't want to go outside tonight
And in a pipe she flies to the Motherland
Or sells love to another man
It's too cold outside
For angels to fly
An angel will die
Covered in white
Closed eye
And hoping for a better life
This time, we'll fade out tonight
Straight down the line
And they say
She's in the Class A Team
Stuck in her daydream
Been this way since eighteen
But lately her face seems
Slowly sinking, wasting
Crumbling like pastries
They scream
The worst things in life come free to us
'Cause we're all under the upper hand
Go mad for a couple grams
And she don't want to go outside tonight
And in a pipe we fly to the Motherland
Or sells love to another man
It's too cold outside
For angels to fly
Angels to fly
To fly, fly
For angels to fly, to fly, to fly
Or angels to die















Buonasera!
Dopo millanta secoli, eccomi di nuovo qui *yay*
Ringrazio tantissimo tutti quelli che continuano a seguire queste mie os e a recensirle, nonostante io sia una pessima fanwriter!
Però, vedete, ieri vi ho pubblicato una drabble, Alone in the dark , oggi una nuova os... Ce la posso fare, dai :D
Ringrazio enormemente anche Black Little Mole , che ha provveduto affinchè non pubblicassi una merdata totale. 
Penso che tutti voi abbiate letto almeno una delle sue storie, ma se non l'avete fatto, è giunta l'ora!

Beh, come al solito, aspetto il vostro parere!
Baci!








 

 

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Capitolo 9
*** One night ***


                                                                         One night

 

 

 

 

From Alissa to Ed:

Festa stasera. Andiamo?x

From Ed to Alissa:

Perché no!

From Alissa to Ed:

Ti aspetto.x

 

 

Alissa. La conoscevo da... un po'. Era una ragazza che abitava dalle mie parti.

Una ragazza facile, direbbero in molti. Beh, in realtà non sarebbero in errore. Lo era.

Non so perchè fosse così, non so cosa l'abbia portata ad essere così.

Io ero soltanto un ragazzino deficiente, che si sentiva l'Armando Duval* di turno uscendo con lei.


Posai il cellulare e accesi la lampada che avevo in quella specie di tugurio che alcuni definivano addirittura 'stanza'.

Mi guardai allo specchio. Che aspetto orribile.

I miei capelli erano diventati lunghissimi, qualcosa di tremendo.

Presi le forbici ed iniziai a spuntarli qua e là.

Ci misi dieci minuti. Il risultato era un effetto chic-trasandato. Anzi,diciamo trasandato e basta. Come se potessi anche solo pensare di andare da un parrucchiere!

Non avevo i soldi per mangiare, figurarsi se potevo badare a queste cose! E poi, poco importava del taglio, quei capelli rossi sarebbero rimasti indomabili in ogni caso.

 

Scelsi i vestiti dalla ampia gamma di quelli che avevo a disposizione. Ovvero se mettere la felpa blu o quella rossa. Optai per la blu: il blu è più elegante, giusto?

Finita la lunga preparazione che mi aveva occupato in tutto venti minuti, taglio di capelli compreso, scesi di casa per andare a prendere Alissa. A piedi, ovviamente. Per fortuna mi era sempre piaciuto camminare!

 

Citofonai al suo appartamento e aspettai che scendesse.

'Ehi.' mi salutò, chiudendosi la porta alle spalle.

'Ehi!'

Era vestita semplicemente. Poco trucco, capelli legati. Sapeva che l'apprezzavo di più senza tutto quel trucco e quei vestiti succinti che spesso si metteva.

'Stai bene stasera, sai?'

'Oh, grazie. Tu...ti sei tagliato i capelli?'

'Già, all'ultimo grido. Nel senso che un qualunque parrucchiere potrebbe urlare vedendoli tagliati così.'

'Ma no dai, stai bene' rispose ridendo, stampandomi un bacio sulle labbra.

 

Ci incamminammo insieme verso la festa, chiacchierando del più e del meno.

'Che ne dici di fermarci a mangiare qualcosa?' disse, indicando un fast food dall'altra parte della strada. 'Ho una fame!'

'Certo, ogni tuo desiderio è un ordine!'

Ma io non avevo soldi per pagare. Fantastico.

'Cosa prendi?'

'No, sto bene così, grazie.'

Stavo morendo di fame in realtà. Ma che figura ci avrei fatto?

'Torno subito'

Mentre andava alla cassa per ordinare, un uomo le si avvicino e lei lo salutò con un bacio sulla guancia, fermandosi a parlare per qualche minuto.

Probabilmente uno dei suoi tanti uomini da una notte e via.

Mi sarei dovuto proclamare ferito e geloso, proprio come Armando verso Margherita. Ma in realtà mi importava davvero poco.

 

Torno poco dopo con un vassoio carico di chips and cheese.

'Forse ne ho prese un po' troppe per me, che ne dici di aiutarmi?'

'Beh, se proprio vuoi...' Che fame!

Mi avventai su quelle patatine, erano buonissime!

Probabilmente aveva capito che non avevo un soldo, ma vabbè. Non era un gran segreto, dopotutto.

 

Non ci mettemmo molto a finire quel pasto, tra una chiacchiera e una risata. Era una ragazza molto simpatica, era piacevole starci insieme.

'Andiamo?'

'Certo..Vado a pagare.' azzardai io.

'Già fatto!'

'Già? Mi dispiace!'

Sia ringraziato il cielo.

 

La festa era poco distante, ci mettemmo pochissimo ad arrivare. Lei aveva degli 'amici' all'ingresso, che ci fecero entrare senza problemi.

La musica era altissima, la pista da ballo già piena.

'Vuoi qualcosa da bere? Magari.. Bacardi e mela?'

'Certo!' mi rispose sorridendo, mentre si sedeva su un divanetto.

Per fortuna c'era l'open bar. Chissà chi era il riccone che aveva organizzato questa festa.

Presi da bere e tornai al divanetto dove era seduta. Iniziammo a bere, e dopo poco a ballare. In verità lei ballava, io mi limitavo a guardarla muovendomi leggermente. Era stupenda, su questo non c'erano dubbi.

Mano a mano che il tempo passava le mosse si fecero più ardite, più sensuali.

Bevemmo l'ennesimo drink.

'Andiamo a casa' le sussurrai.

Prendemmo un taxi, avevamo bevuto troppo.

Andammo a casa sua. Mi invitò a scendere. Non esitai, non avevo nessuna voglia di passare la serata da solo.

 

'Vado un attimo in bagno' le dissi.

Avevo bisogno di sciacquarmi la faccia.

'Non è che avresti uno spazzolino? Tanto non è un problema condividerlo, vero?' dissi sorridendo mentre uscivo dal bagno.

Me la trovai di fronte.

'Voglio toglierti questi inutili vestiti da dosso', mi sussurrò all'orecchio, insieme a qualcos'altro che mi fece arrossire violentemente.

Passammo la notte insieme.

 

 

La mattina dopo mi svegliai al suo fianco.

Le avevo detto che l'amavo, che non la volevo per una sola notte.
Le avevo detto che avevo bisogno di lei.

Non era vero. Assolutamente.

 

Me ne andai, mentre lei ancora dormiva.

 

Mi pento amaramente di quello che feci quella notte, e una serie di notti dopo.

L'avevo trattata come se fosse un fast food.

Prendi quello di cui hai bisogno e vai via.

Ed io, oltre ad essere un bugiardo, sono stato anche un ladro.

 

 

 

 

 



*Armando Duval. L'amante di Margherita Gautier ne 'La signora delle camelie' (libro stupendo!)

Lei è una cortigiana, da questo deriva il parallelismo.

 

 

 

Lying in a bedroom
Lighting up a Benson
Face hair is growing
So I cut with a vengeance
Hey, did I mention
As she makes an entrance
Said I had a tendency
To finish off a sentence

Oh well, she’s a local girl
No make-up
Cos she knows me well
Hair tied up in elastic band
With a kiss on the cheek
For her one-night man

Is it fast food
I’ll regret it after
And I needed money
But I’m too shy to ask her
So she buys me chips and cheese
And I tell her I love her
And she’s all I need
I take it with a cold glass
Of the fruit and the barley
She’s still a sucker for the
Apple and Bacardi
Heading to the party
Sitting in the car seat
B.E.P. on radio
It makes me feel naughty

She knows me well
Bit of a catch
To have a local girl
Hair tied up in elastic band
With a kiss on the cheek
For her one-night man
I don’t wanna go alone
I don’t wanna go alone
I don't wanna go alone

Tell her that I love her
Tell her that I need her
Tell her that she’s more
Than a one-night stand
Tell her that she turns my cheeks
The colour of my hair
All I wanna do is be near

Tell her that I want her
Tell her that I need her
Tell her that she’s more than a one-night stand
Tell her that I love her
More than anyone else
If you don’t, then I’ll tell her myself

And we’ve got love in us
So if the drink kill us
We’re gonna dance all night
Till the floor fillers
If we talk outside
I say I hate wasps too
I don’t really dance
So I’ll just watch you
Are you taking me back tonight?
Tell me if that’s alright
I don’t wanna be here
I’m not the sofa type
Tell me if you have a toothbrush
You don’t mind sharing
She said I wanna take off
What you’re wearing
I don’t wanna go alone
I don’t wanna go alone
I don’t wanna go alone

Tell her that I love her
Tell her that I need her
Tell her that she’s more
Than a one-night stand
Tell her that she turns my cheeks
The colour of my hair
All I wanna do is be near
Tell her that I want her
Tell her that I need her
Tell her that she’s more
Than a one-night stand
Tell her that I love her
More than anyone else
If you don’t, I’ll tell her myself

She’s like the fast food
I’ll regret it after
And I needed money
But I’m too shy to ask her
But she buys me chips and cheese
So I tell her that she’s all I need

Tell her that she’s more
Than a one-night stand
Tell her that she turns my cheeks
The colour of my hair
All I wanna do is be near
Tell her that she’s more
Than a one-night stand
Tell her that I love her
More than anyone else
If you don’t, I’ll tell her myself

Tell her that I love her
Tell her that I need her
That she’s more
Than a one-night stand
Tell her that she turns my cheeks
The colour of my hair
All I wanna do is be near
Tell her that I want her
Tell her that I need her
Tell her that she’s more
Than a one-night stand
Tell her that I love her
More than anyone else
If you don’t, I’ll tell her myself








Buonsssssseeeeeeeraaaaaaa!!!
Non ho fatto passare un mese dall'altro aggiornamento...Sto migliorando, viva me! :D
No, ok, tanto ormai siete abituati ai miei aggiornamenti sballati, quindi bene così u,u
Questa storia è un po' diversa.. Diciamo che Ed non passa proprio da angioletto come le altre, ecco. E' anche lui un umano e anche lui sbaglia, come è giusto.
Quindi anche lo stile è leggermente diverso dalle altre...
Comuuuunque.
A voi come va? Tutto apposto? Finita la scuola?
A me si *saltella per la stanza* :DD
Come sempre, grazie a tutti voi che leggete le mie storie, siete stupendissimi!
Ho pubblicato una favoletta qualche giorno fa xD Si vede che non ho nulla da fare.
Ah, ho in programma una long. Forse. Chissà. Se riesco.
Però non sarà su Edduccio :S
Vabbè, il mio spazio autrice è sempre lunghissimo, perdonatemi!
Aspetto i vostri pareri, consigli, critiche, pugni in fac...ehm, magari quelli no, eh?lol
A presto!
Giusy xx

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Capitolo 10
*** New York ***



New York
Grazie.





Intervista. Auto. Foto. Chiamata.

Intervista. Auto. Registrare. Chiamata.

Intervista. Auto. Mangiare fajitas. Chiamata.


Chiamata.


In una vita indaffaratissima quale può essere la mia, c'era sempre posto per una chiamata. E per coccolare un tenerissimo gattino.
Ma potevo chiamare anche giocando con Graham.
E no, non una chiamata divina. Ma una chiama a lei. Liz.

Liz... non è semplice descriverla.
E' bellissima. E' simpatica. E' intelligente.
Non l'ho sopportata a lungo, fino a quando, come nel migliore dei clichè, è diventata la mia migliore amica.
E se state pensando 'l'amicizia tra ragazzo e ragazza non esiste bablabla' beh, avete assolutamente ragione.
Infatti sono innamorato di lei. Follemente.

In effetti penso che lei l'abbia capito, dal momento che ora è stesa di fianco a me.



E' iniziato tutto quando si è interrotto l'equilibrio.




Ho conosciuto Liz la prima volta che sono venuto a New York. Stavo bevendo una birra con amici, parlando del più e del meno, quando lei venne a salutare Tom.
Ci presentarono.
La ritenevo bellissima ma antipatica, altezzosa, menefreghista. Con quel suo rispondere a stento, come se ti facesse un favore. Oh, mia regina, la ringrazio di aver degnato di uno sguardo e di una risposta questo umile essere mortale.
Non la sopportavo, di conseguenza me la ritrovavo ovunque. Iniziai anche ad evitare Tom pur di non doverla sopportare, ma non c'era nulla da fare.
Nemmeno lei sembrava sopportarmi molto.
A stento mi guardava in faccia.

Odiosa.


Ma a furia di ritrovarmela in mezzo ai piedi ovunque, iniziai a conoscerla. Conoscerla nel vero senso della parola.
Ed era tutto, fuorché odiosa.
Diventammo amici.


Ma ieri l'equilibrio si è rotto.

Infatti, mentre mi godevo una fajitas steso sul divano, guardando per la centesima volta la seconda serie di Game of Thrones, vestito di un pigiama imbarazzante e imprecando contro quello che stava succedendo (nonostante sapessi benissimo che sarebbe successo), mi è arrivata una chiamata.
Una sua chiamata.
Strano.


"Ehi, Liz, che succede?" risposi, cercando di ingoiare il più velocemente possibile tutto quello che avevo in bocca.
"Ed, disturbo?" singhiozzava.
"No, certo che no, che succede? Liz, parla! E' successo qualcosa?" saltai a sedere sul divano.
"Nulla di grave, puoi... vieni da me?"
"Inizia a uscire, arrivo subito."


Non so come ma mi ritrovai fuori la porta con il taxi che già mi aspettava un paio di minuti dopo, con indosso qualcosa che non era il pigiama... stavo migliorando!

"West 72nd Street, il prima possibile!"

Cercai il cellulare per chiamare Liz. Non lo trovai, ovviamente.
Chissà dove l'avevo lasciato.

Il viaggio in taxi mi sembrò lunghissimo, nonostante fosse durato solo pochi minuti.
Cosa le era successo? Perché piangeva?
Arrivai a casa sua e lei era già lì fuori ad aspettarmi.
Ancora più strano, era una ritardataria cronica.


'Ehi.'
'Ehi.'
'Come mai stavolta non mi hai fatto aspettare un migliaio di anni!'
'Non ti ho mai fatto aspettare un migliaio di anni!'
'Oh, certo, come no!'
'Ti dico solo che ho fatto amicizia con un tirannosauro l'ultima volta. Si chiamava Jake, era simpatico.'
'Vorrei proprio conoscerlo questo tirannosauro!'
'L'ho lasciato a casa a badare a Graham, è un ottimo babysitter!'

Lei rideva, ma aveva gli occhi rossi.
Aveva pianto a lungo, e non sapevo il perché. L'unica cosa che sapevo è che avevo una terribile voglia di baciarla.


Andammo in un locale, uno di quelli non troppo incasinati, ma abbastanza da passare inosservati, per poter stare un po' in pace.

Ordinammo un drink.

'Liz, mi dici che cos'è successo?'
'Niente, avevo solo bisogno di uscire, sta' tranquillo.' mi rispose con un sorriso.


Un secondo drink.


'Balliamo!'

Lei ballava, io tentavo di farlo, anche se sembravo il tirannosauro che avevo a casa, in realtà, chiedendomi perché non volesse parlarmi di quello che era successo.
E avevo un'incredibile voglia di baciarla.



Un terzo drink.


Un quarto drink.


Un quinto drink.



Erano le tre di notte e il locale stava per chiudere.
Ora la bacio.


“Il mondo va troppo veloce.”
“Eh?”
“Sì, va veloce. E' tutto troppo veloce. Non riesco a capire più nulla.”
“Sei ubriaca, Liz!”
“No, Ed, non sono ubriaca. Forse solo un po'. Ma ascoltami, ok?
Io ho passato una vita intera ad adattarmi, a cercare di non essere una delusione, di far felice tutti. Sempre. Ora mi ritrovo con un quarto della mia vita alle spalle, senza nemmeno accorgermi che sia passata. Te ne rendi conto? Ho bisogno di rallentare, ho bisogno di essere chi sono! Ho bisogno di capire chi davvero sono, e che diamine! Ho cercato sempre di accontentare tutti e mai me. Sto scoppiando. Non ce la faccio più.”

“Lo capisco. L'avevo capito da tempo, in realtà. Tu non devi fingere nulla, perché sei una persona fantastica, ok? Se hai voglia di gridare, fallo! Se vuoi mandare a quel paese tutti, fa' anche questo!
Hai vent'anni, lo puoi fare. Fa' tutto quello che ti passa per la testa. Divertiti. Non pensarci.”


Le stavo stringendo la mano, senza accorgermene.

E se anche io facessi quello che voglio fare, senza pensarci?
Cosa succederebbe?


“Vuoi che ti accompagni a casa?”
“Non ancora.”



Prendemmo un taxi, e iniziammo a girare per la città, cantando a squarciagola ogni canzone che passavano alla radio, ridendo di ogni cosa, scherzando su ogni cosa, gridando assurdità dai finestrini. Il conducente avrebbe voluto ucciderci.



Era l'alba. L'alba a New York è spettacolare.
I palazzi iniziano a prendere il colore del sole, che illumina tutto gradualmente, mano a mano.
Ma io riuscivo a guardare solo lei.

Baciala, non ti ricapiterà mai un'occasione del genere, idiota!


“Ed, guarda...”

La baciai, senza farla finire di parlare.

Ti prego fa' che vada bene. Ti prego non farla arrabbiare. Ti prego.


Si staccò dalle mie labbra guardandomi confusa... prima di restituirmi il bacio.







E' quasi mezzogiorno e lei si trova qui, ancora tra le mie braccia.
Non più in un taxi, ma nel mio appartamento.
E' questo è solo l'inizio.
L'inizio di un nuovo amore (si spera!), o quel che sarà.
L'inizio di qualcosa di nuovo.
A New York.

 
 




Five drinks in on Friday night
We only came to dry your eyes
And get you out of your room

Now this bar has closed it's doors
I found my hand is holding yours
Do you wanna go home so soon?

Or maybe we should take a ride
Through the night
And sing along to every song
That's on the radio
In the back of a taxi cab in Brooklyn no no no
The sun could rise
Burning all the street lamps out at 3AM
So DJ, play it again

Until the night turns into morning
You'll be in my arms
And we'll keep driving
Along the boulevard
And if I kiss you, darling
Please don't be alarmed
It's just the start of everything if you want

A new love
In New York

In New York

Yesterday you gave me a call
Stressing out about it all
Said the world is moving too fast

And you don't know where to begin
'Cause you've spent a lifetime fitting in
Only to wind up on the other side
By yourself
And every day
Screaming out
To all the people that you used to know
From a window that looks upon the Manhattan skyline now
It's just the way that life goes
And you live it in every song you know
So DJ, play it again

Until the night turns into morning
You'll be in my arms
And we'll keep driving
Along the boulevard
And if I kiss you, darling
Please don't be alarmed
It's just the start of everything if you want

A new love
In New York

And every song that plays
Is just like the day you had
And it's okay to cry
But I'm saying that it's a waste of water
You know I'm here for you
In the back of the taxi cab tonight

In New York
It's just reached the morning
And you're still in my arms
Now we've stopped driving
Down the boulevard
And I just kissed you, darling
I hope you weren't alarmed
It's just the start of everything if you want

A new love
In New York

A new life
In New York













Salve!
(Fà finta che non sia vero che non aggiorna da settembre)
Ok, mi sento uno schifo, davvero. Mi dispiace TANTO.
Vorrei promettervi di aggiornare prima e con regolarità, ma so che non ci riuscirò, mi dispiace tanto.
Quindi Grazie davvero, Grazie con la G maiuscola, a tutti voi che continuate a seguirla e che non avete cercato di rintracciarmi e bruciarmi sul rogo.

Questa canzone ancora non è uscita, l'ha cantata solo al MSG e sarà nel nuovo album penso (se mai quell'album uscirà davvero)(non ci credo molto)
Io la trovo fantastica per una serie di motivi eh, beh, questo è quello che ne è uscito.
A voi il giudizio finale, al solito.

Grazie ancora.

Felurian.

P.S. La mia beta si è presa una brutta influenta (piccola, love you <3) quindi i tantissimi errori che sicuramente ci saranno sono dovuti al fatto che non me l'ha potuta correggere!
Perdonatemi.



 

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