Hurts

di air_amavna
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo uno ***
Capitolo 2: *** Capitolo due ***
Capitolo 3: *** Capitolo tre ***
Capitolo 4: *** Capitolo quattro ***
Capitolo 5: *** Capitolo cinque ***
Capitolo 6: *** Capitolo sei ***
Capitolo 7: *** Capitolo sette ***
Capitolo 8: *** Capitolo otto ***
Capitolo 9: *** Capitolo nove ***
Capitolo 10: *** Capitolo dieci ***
Capitolo 11: *** Capitolo undici ***
Capitolo 12: *** Capitolo dodici ***
Capitolo 13: *** Capitolo tredici ***



Capitolo 1
*** Capitolo uno ***


Avviso: questa fanfiction è ispirata a "Freedom" una mia OS, è necessario averla letta prima di continuare la lettura: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2469080&i=1 .






 
Hurts
  -Capitolo uno-
 
-Scarlet
Le sue piccole dita, racchiuse intorno alla matita, si muovevano lentamente, mentre cercava di scrivere il suo nome sul foglio. Il bambino posò con gentilezza la matita sul banco e mi guardò triste, con i suoi grandi occhi nocciola. Anche quel pomeriggio non era riuscito a scrivere nulla e potei intuire attraverso il suo sguardo che era deluso da sè stesso.
"Marcus, non preoccuparti, ci sono io" lo rassicurai.
Quel bambino mi ricordava tanto me quando ero piccola, tranne per i capelli.
"Non ci riesco" bisbigliò, poggiando il gomito sul banco per poi schiacciare il palmo della mano sulla guancia.
Gli afferrai la mano e lo aiutai a prendere la matita tra le dita, dopodiché cominciai a scrivere lentamente il suo nome, sibilando lettera per lettera. Lui pareva seguirmi e mentre lo faceva notai la massima concentrazione nei suoi occhi.
Gli altri alunni della classe erano intenti a fare casino, e mi concentrai di nuovo sul visino dolce di Marcus.
"Dai, riprovaci"
Lui annuì contento e si concentrò sul foglio.
Mi alzai, lasciandolo per un momento da solo, e controllai il mio cellulare.
Ebbene sì, Scarlet Sorensen aveva un cellulare. Era strano a dirlo, dato il mio passato, ma in quel momento potevo addirittura definirmi una ragazza 'normale'.
Studiavo, lavoravo, e non avevo nulla di cui lamentarmi. Tranne per il fatto che i miei vecchi genitori adottivi avevano cercato di mettersi in contatto con me, e che la voglia di rivedere quel ragazzo che mi salvò quel mercoledì mattina aumentava sempre di più.
Di Harry non sapevo più nulla, poteva essere successo di tutto in quegli ultimi due anni. Si trovava in carcere o continuava a nascondersi come aveva sempre fatto?
Era strano che dopo tutto quel tempo io pensassi ancora a lui, ritornava nella mia mente anche quando meno me l'aspettavo. Quando camminavo per strada vedevo il suo viso ovunque, in ogni passante, e sperai che anche lui stesse facendo lo stesso con me. 
Mi stava pensando o mi aveva già dimenticata?
Ricordavo ogni momento passato insieme a lui, da quando mi ospitò sul suo marciapiede sporco, facendomi sentire al sicuro, fino a quando rubammo la macchina del mio capo per fuggire lontano. Quando disse che mi amava, anche se ci conoscevamo da poco, mi sentii la ragazza più felice della terra.
Le sue parole erano indelebili, incise nel mio cuore e nella mia mente, non le avrei mai dimenticate.
"Io non so davvero cos'è l'amore, Scarl, non l'ho mai provato prima d'ora. Ho letto varie cose sull'argomento, sul fatto che quando lo si è si sentono le famose farfalle nello stomaco oppure si sente il cuore battere forte. Io, non so cosa diamine sia tutto questo, ma giuro che ti amo, in un modo o nell'altro, ti amo. Sei arrivata, piombata nella mia vita così, all'improvviso. Mi hai fatto sorridere, come non lo facevo da anni. Eri così piccola e indifesa, così sola, proprio come me. Ti ho amato ogni singolo secondo passato insieme, ogni singolo attimo.
C'è spazio per amare dopo tutto quello che stiamo passando?"

Anche se i miei pensieri volavano sempre a quel ragazzo misterioso dai capelli ricci che non avrei mai più rivisto, avevo deciso di andare avanti con la mia vita.
Dopotutto era il mio scopo, il mio sogno. Diventare una donna indipendente e avere delle persone con me.
Il nome 'Zayn' comparve sul mio cellulare e un sorriso mi illuminò il viso, mentre facevo scorrere il dito sullo schermo per rispondere.
"Ciao" bisbigliai.
"Ehi piccola"
La sua voce mi mandò in fiamme e una voglia matta di rivederlo mi sconvolse completamente. Purtroppo, però, ero ancora racchiusa tra le mura della scuola materna in cui lavoravo. Mi piaceva lavorare lì, questo era certo, ma quando si trattava di Zayn tutto cambiava.
Zayn era un bellissimo ragazzo, forse 'bellissimo' era riduttivo a quello che era realmente. Non trovavo mai le parole adatte per descriverlo quando mi trovavo davanti a lui, davanti a quegli occhi marroni, a quelle labbra rosee e a quell'accenno di barba scura che si ritrovava sul viso.
"Esci verso le due?" chiese e annuii velocemente, mentre una delle maestre mi lanciava un'occhiataccia. 
"Sì, devo scappare"
Riposi il cellulare nelle tasche strette dei miei jeans blu e ritornai a sedermi vicino Marcus, che intanto se ne stava seduto da solo a colorare distrattamente su un foglio bianco.
Non appena notò la mia presenza sorrise allegramente, mostrandomi il foglio dove era riuscito a scrivere il suo nome.
"Sei stato bravissimo!" Gli sorrisi, evitando di dire che aveva mancato di inserire la 'c', e mi sollevai quando sentii la campanella trillare.



 
***
 
Portai alla bocca la forchetta, masticando la pasta al sugo che mi ero preparata con l'aiuto di Zayn, dopo essere tornata da scuola.
"Dai, è commestibile" commentò Louis, l'amico di Zayn, gustando il cibo dal suo piatto.
Scossi la testa e bevvi in un sorso d'acqua dal bicchiere di vetro. "Non sorprenderti Louis, il merito non è mio, ma di Zayn"
Si bloccò, aprendo la bocca in una 'o', facendo intravedere la pasta all'interno. Era abbastanza disgustoso, ma spostai lo sguardo altrove e quando se ne accorse la richiuse, per poi ridere.
"Zayn ti sei superato, davvero"
"Il merito è anche di Scarlet" disse lui, guardandomi con fare provocatorio.
Ricambiai lo sguardo e continuai a mangiare, mentre Louis faceva zapping alla tv, cambiando canale ad una velocità impressionante.
Zayn era il mio ragazzo da quasi cinque mesi. Mi trovavo bene con lui, anche con il gruppo dei suoi amici di cui ormai ne facevo parte. Louis era uno dei più divertenti, se ne stava sempre appiccicato a Zayn, tranne quando era con me.
Lo conobbi alla festa di Lydia, una delle mie amiche più strette. Quando ci vedemmo per la prima volta scattò subito la scintilla, e non potei fare a meno di pensare a lui in quel modo. Lui sembrava ricambiare la cosa, infatti subito cominciammo a frequentarci.
Sembrava andare tutto troppo bene per i miei gusti, di solito nella mia vita le cose non andavano così bene. E nonostante tutte le insicurezze, sembravo capace di gestire la relazione, anche se inesperta.
Con lui ebbi la mia prima volta, un sabato sera, dopo una sera trascorsa a ballare. Si stupì quando gli rivelai che lui era stato il primo e, per scherzare, disse: "Sono stato anche il tuo primo bacio?"
Mi ammutolii, sentendo lo stomaco fare le capriole al ricordo di esso, e lui rise, continuando a baciarmi.
Il mio primo bacio lo avevo dato ad Harry.
Zayn non sapeva nulla, nessuno sapeva nulla del mio passato e non ero intenzionata a dirlo. 
Mi alzai, portando il piatto sporco nel lavello, e sentii la porta aprirsi, non stupendomi di vedere entrare Eve, in fretta e furia.
Buttò la borsa sul divano e mi perforò con i suoi occhi verdi. Quel verde mi ricordava troppe cose.
Si aggiustò i capelli biondo platino dietro le orecchie e mi puntò un dito contro, come se avessi commesso chissà quale delitto.
La guardai con aria interrogativa, volendo una spiegazione a quella sua reazione, e lei si avvicinò ancora di più, senza mai smettere di fissarmi truce.
"Quella fottuta madre di quel bambino rompipalle mi ha tartassato di domande su dove abitassi!"
Ok, non era decisamente una ragazza dolce ed educata, ma sapeva essere anche gentile. 
"Marcus?"
"Sì, esatto! Quella sottospecie di rana!"
Incrociò le braccia al petto e la guardai malissimo.
"E cosa le hai detto?" le domandai, mentre sentii due braccia avvolgermi da dietro.
"Che non lo sapevo! Non ce lo voglio un bambino in casa, sai che non sopporto quando cominciano a piangere"
Strinsi i pugni, e se non fosse stato per le carezze di Zayn, probabilmente le avrei tirato un pugno in pieno viso.
Le sue dita mi accarezzavano le braccia, lentamente, lasciandomi una scia di brividi sulla pelle. Era così piacevole. Immaginai le sue dita accarezzarmi in altre parti e arrossii solo al pensiero.
"Qui la bambina sembri tu, Eve" borbottò Louis senza neanche guardarla, continuando a girare canale.
Probabilmente aveva fatto il giro intero dei canali e, non trovando nulla di interessante da vedere, lo stava ricominciando. Era sempre così, un giorno di questi avrei ritrovato la tv rotta, ne ero consapevole.
Lei sbraitò di risposta e se ne andò in camera sua.
Eve era la mia coinquilina e il suo comportamento dipendeva da varie cose. O quando era mestruata, lì sarebbe stata capace anche di uccidere, oppure quando si trattava di bambini.
Mi domandai cosa volesse la madre di Marcus, ma ero troppo distratta da Zayn per andare a prendere il telefono e chiamarla.
"Allora?" mi sussurrò, facendo sfiorare le sue labbra al mio orecchio. "Stasera andiamo a ballare?"
Annuii, muovendo solo la testa, incapace di formulare una frase di senso compiuto.
"Sì, andiamo"
 
-Harry
"Per me l'amore è questo, me e te, insieme"
Un viso dolce, del mascara sciolto e due occhi castani e profondi mi tormentarono quella notte, facendomi svegliare tutto sudato. Non era la prima volta che la sognavo, doveva essere la centesima in quell'anno, ma ogni volta che appariva mi sentivo diverso e strano.
Sembravano passati secoli, eppure lei era ancora lì, intrappolata nella mia mente, incapace di farla cacciare via. Che poi, non volevo farla andare via, volevo che lei restasse nei miei ricordi, ma certe volte non riuscivo a sopportarlo. Il fatto che l'avessi lasciata da sola, in quella tenda da mare, mi faceva male dentro.
Sperai con tutto me stesso che fosse sana e salva e che nessuno l'avesse fatta del male durante la mia assenza.
'Scarlet'.
Trovavo che il suo nome fosse così bello da pronunciare, così...
"Harry!"
Una voce a me familiare mi fece alzare dal letto, velocemente, per non essere scoperto. In teoria dovevo essere già pronto da un'oretta, in pratica ero ancora mezzo addormentato.
Mi stropicciai gli occhi distrattamente, mentre la figura esile di Kate varcava la soglia della nostra camera da letto, con addosso ancora la vestaglia velata.
"Stai ancora dormendo?!" urlò, incrociando le braccia al petto, proprio sotto al suo seno prosperoso.
I capelli biondi gli ricadevano sulle spalle in tante onde, al di sotto della vestaglia potevo intravedere il suo intimo e ai piedi portava un ridicolo paio di pantofole rosa confetto.
Kate non era male, per niente. Ci sapeva davvero fare, in tutto, ed era grazie a lei che mi ero ripreso e che mi ero salvato.
Vivevo con lei, nella lussuosa villa 'Hamilton', una delle più famose della zona, con il padre, la madre e Samantha, la sorella minore.
Per quanto Kate fosse bella, quello che provavo per lei non era amore, non lo era per niente. Per me era solo un divertimento, solo una salvezza. 
Era grazie a lei se non ero finito in prigione, grazie a lei che ogni giorno cercavo di dimenticare il passato. Un oscuro passato che mi tormentava, di notte e di giorno.
Le dovevo molto e quello che le stavo dando era già abbastanza.
"Allora?" urlò di nuovo, isterica.
Mi trascinai nel bagno, camminando scalzo sulle mattonelle lisce e bianche, e senza preoccuparmi se ci fosse l'asciugamano o meno, mi tuffai sotto la doccia, facendomi trasportare dai pensieri.
L'immagine di Scarlet sorridente mi invase la mente, e passai con forza lo shampoo sui capelli.
Non sarei riuscito a dimenticarla facilmente.



 
  
 

Salve a tutte!

Alcune di voi mi avevano chiesto di fare un sequel o un long di 'Freedom', la mia OS.
Ed eccola qui! u.u
Ho amato i due protagonisti e non mi è dispiaciuto scrivere su di loro, anzi. A me piace molto farlo, spero che piacerà anche voi seguire la mia storia :)
Fatemi sapere con un commento se vi va, intanto vi ripropongo il trailer:


Grazie ancora a tutte per aver letto!


Scarlet:



 
 

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Capitolo 2
*** Capitolo due ***


 
Hurts
-Capitolo due-


-Scarlet
"Mia cara, non è che potresti fare da baby-sitter a mio figlio questo pomeriggio dopo scuola?"
La madre di Marcus era una donna molto graziosa, doveva avere una decina d'anni più di me, e se li portava davvero bene. Era identica al figlio e questo era un punto a suo favore.
"Per me va benissimo" risposi educatamente.
Non era la prima volta che veniva a casa, e ogni volta Eve dava di matto, facendo spaventare il povero bambino. 
Il visino dolce di Marcus si nascose dietro la gamba della madre e la stringeva talmente forte da non lasciarla andare.
"Non ci sarà di nuovo Eve, vero?" chiese spaventato.
Abbozzai un sorriso, stupendomi del fatto che ricordasse anche il suo nome. Insomma, io sarei rimasta traumatizzata.
"No, non ci sarà"
Lo presi per mano e lo accompagnai in classe, mentre salutava con la manina sua madre.



"La settimana prossima, i bambini della scuola materna ed elementare visiteranno il castello 'Verde'"
Studiai con attenzione la preside Rose, una donna bionda, alta e abbastanza robusta, che spaventava tutti i bambini, sopratutto Marcus.
Lui si aggrappò alla mia maglietta e mi abbracciò, intrufolandosi tra le mie braccia. Abbassai lo sguardo sul suo nasino all'insù e sulle sue guance paffute: era troppo adorabile.
"Marcus, non avere paura" gli sussurrai, accarezzandogli dolcemente i capelli a caschetto castani.
Lui scosse la testa e restò ancora fermo, stringendomi forte.
"Visiteremo il grande giardino e faremo un giro dentro al castello" continuò, per poi fissare i volti di noi maestre. 
"Sarà come fare un giro a Hogwarts?" urlò una bambina dai capelli rossi, seduta davanti a tutti.
"Sì, quello che intendi tu"
Risi di gusto, nascondendo la risata dietro la testa di Marcus. Probabilmente non sapeva nemmeno cosa fosse Hogwarts.
"Vi do il compito di chiamare i genitori, ovviamente loro possono avere il permesso di venire con i bambini più piccoli. Per quanto riguarda le elementari vi farò sapere" informò noi maestre.
Annuimmo e se ne uscì, senza nemmeno salutare.
L'avevo sempre trovata antipatica, non mi era mai piaciuta. Ricordai che quando mi ammise al lavoro, non controllò neanche il mio curriculum. Mi fece entrare e basta.
Be', non doveva starmi antipatica e lo sapevo, ma era così.
Zayn mi ripeteva sempre che avrei dovuto amarla, infondo era vero.
Quando quel pomeriggio tornai a casa, me lo trovai steso sul divano a dormire. Era a petto nudo e indossava un paio di jeans blu scambiato.
"Sei arrivata, finalmente" mormorò, con la testa ancora premuta contro il cuscino. Presi la borsa di Marcus e la posai per terra, per poi farlo sedere sulla sedia intorno al tavolo della cucina.
Era molto timido e sapevo che se non avessi preso l'iniziativa, sarebbe rimasto in piedi senza fare nulla.
"Non vedevo l'ora di stare un po' da solo con te" disse, si alzò lentamente dal divano, e senza infilarsi la maglietta entrò in cucina.
Guardò prima me e poi Marcus e mi lanciò uno sguardo indecifrabile.
"Possibile che lavori sempre?"
Sbuffai. "Certo, tu non fai nulla dalla mattina alla sera, quante ore hai dormito?"
Finse di pensarci su e contò le ore con le dita. 
"Tipo dodici"
Scossi la testa e lo evitai, fingendo che non esistesse. "Cosa ti va di fare?"
"Disegnare" disse subito, incrociando le piccole braccia sul tavolo di legno. Aprii la sua borsa e afferrai i quaderni e i pastelli.
Marcus non sembrava per niente infastidito dalla presenza di Zayn, forse sembrava il contrario. Comunque, non lo degnai più di uno sguardo e quando lo sentii avvicinarsi continuai a fingere di sistemare la cucina.
Mi afferrò per il polso e mi mancò il respiro, trovandomelo così vicino.
"Sei arrabbiata?"
Lo disse in un sussurro, quasi impercettibile all'orecchio umano.
Abbassò lo sguardo e negai con la testa. 
"No, non lo sono" mormorai. "Ma per piacere, sii carino con Marcus"
"Sei incredibile" affermò, lasciando scivolare lentamente la presa dal mio polso. "Sei davvero incredibile"
Mi chiesi cosa avessi di così 'incredibile', come diceva lui. Io ero tutto, tranne che incredibile.
Aggrottai le sopracciglia, pensierosa, e mi diressi verso il bagno, mentre il suo sguardo mi seguiva.
Sentii i suoi passi dietro di me e diedi una veloce occhiata al bambino, trovandolo indaffarato a fare delle linee colorate sul foglio.
"Cosa ho di così incredibile?" chiesi poi, una volta entrata nel bagno.
Il ragazzo si appoggiò sulla porta, mettendo un piede contro il muro davanti a sè, e rispose subito, senza esitazione. 
"Te lo chiedi anche? Sei bellissima, intelligente, ami i bambini..."
"E questo farebbe di me una persona incredibile?" sbottai.
Dal tono potevo sembrare infastidita, e forse lo ero davvero. "Lo sai chi è 'incredibile'? Chi lotta ogni giorno contro tutti, chi è solo ma trova la forza di sorridere, anche quando sa che tutto andrà a pezzi. E' incredibile chi riesce a sollevarsi, chi fa salti mortali per avere una vita normale"
Mi mancava il fiato e dovetti appoggiarmi contro il muro, mentre lui mi guardava attento. Non era la vera definizione di 'incredibile', ma quelle parole le avevo detto senza pensarci, mi erano uscite spontanee.
"Lascia stare, tu non puoi capire..." dissi infine, tentando di chiudere la porta.
La fermò di colpo, con una sola mano.
"Cos'è che non posso capire?"
Non risposi e continuai a spingere, nella speranza di riuscire a chiuderla definitivamente.
"No, Scarlet, fermati!"
Indietreggiai, incontrai i suoi occhi scuri e mi arresi. 
"C'è qualcosa che devi dirmi? Sappi che posso aiutarti"
Scossi la testa, ripetutamente, e mi portai una mano sulla fronte. "No, Zayn, non c'è nulla"
La mia voce tremò, e mi tradì. Non volevo dirgli nulla, avrebbe soltanto rovinato le cose. Volevo dimenticare tutto, volevo avere una vita normale e non essere considerata una 'ex barbona'.
"Scarlet, sono il tuo ragazzo, devi fidarti di me"
"No, ok?!" urlai, riferendomi alla situazione in generale, cosa che lui non capì.
Le mie mani finirono nei capelli e lo sguardo che mi lanciò fu come una pugnalata al petto.
"Non ti fidi di me" affermò, entrando definitivamente nel bagno, continuando a guardarmi male.
"Sì che mi fido"
"No, l'hai appena detto"
Io mi fidavo di lui.
"Bene, anche la ragazza che amo non si fida di me" disse secco, e si voltò.
Lo guardai, mentre stava per chiudere la porta, e mi resi conto dell'errore che stavo commettendo. Lo presi per un braccio, sentendo la durezza dei suoi bicipiti sotto le dita, e lui mi fissò, senza dire nulla.
"La ragazza che ami?"
Non mi sembrava reale, mi sembrava tutto così affrettato. Però, a dire il vero, non era così. Insomma, Harry aveva detto di amarmi quando non ci conoscevamo nemmeno da due giorni, e io lo stesso con lui.
Lui alzò una sopracciglia folta e si morse il labbro inferiore. Posai una mano su una sua guancia e gli toccai la barba.
"Sì, la ragazza che amo"
Persi un respiro e abbassai lo sguardo.
Lui mi amava.
E io?
"Zayn... ho bisogno di tempo" riflettei sulle parole che avrei detto dopo.
Lui aggrottò le sopracciglia confuso, e si scostò velocemente. "Ho bisogno di tempo per raccontarti tutto. E' una cosa passata ma a me fa ancora male"
Si ricompose, lentamente, e annuì.
"Ti aspetterò"




Non riuscivo più a sopportare nessuno, neanche Zayn. Casa mia ormai era diventata una riunione di tutti i suoi amici e il mal di testa aumentava ad ogni loro urlo.
Non mi dispiaceva la loro presenza, ma in certi momenti la voglia di cacciarli e urlargli contro era davvero tanta.
Louis e un loro amico, Liam, se ne stavano seduti sul tappetto a urlare come dei cinghiali contro la televisione.
"Non può scegliere lui!" gridava il primo, prendendo una manciata di popcorn per portarseli alla bocca, senza badare a quelli che cadevano per terra.
Liam, d'altro canto, faceva attenzione a non sporcare, ma urlava lo stesso come un pazzo.
Sul divano c'era Zayn, che mi cingeva le spalle con un braccio, Niall e Lydia, che parlavano tra di loro. Io con la testa ero altrove, sentivo solo l'esigenza di uscirmene da lì al più presto.
"Dio, non ci posso credere!" sbraitò Zayn al mio fianco.
Trattenni la rabbia separandomi da lui completamente, ma non ci fece caso. "Sei davvero riuscito a filtrare con Samantha?"
Non avevo mai visto Zayn così sconvolto, e neanche Lydia. Chi era questa Samantha?
"Che cosa?!"
Ad urlare era stato Liam, che aveva smesso di vedere la tv. Guardava Niall con ammirazione e si alzò per andare a stringergli la mano.
Continuavo ad osservarli confusa, non riuscendo a capire chi fosse questa Samantha di così impossibile.
"Di chi state parlando?"
Zayn si voltò verso di me e Niall mi guardò quasi offeso.
"Samantha Hamilton" rispose, come se fosse la cosa più ovvia del mondo e a quanto pareva per loro lo era.
Fissai per un momento Niall, che stava raccontando come aveva conquistato questa ragazza, che, da come avevo intuito, doveva essere di una bellezza stratosferica. Non mi spiegavo il motivo per cui erano tanto scandalizzati. Insomma, il mio amico era bello, biondo e con due occhi capaci di farti sciogliere, chi sarebbe stato capace di non resistergli? 
Anche io non ci sarei riuscita, se non fossi stata fidanzata con Zayn, naturalmente.
"E chi sarebbe questa Samantha Hamilton?"
Si girarono tutti verso di me, guardandomi con le bocche spalancate. Lydia si spostò i capelli castani dal viso e fece per parlare, ma fu interrotta dal mio ragazzo.
"La sorella di Kate Hamilton. Non le conosci?"
Scossi la testa lentamente e Niall e Lydia mi lanciarono un'occhiata incredula.
"Sono due ragazze che vivono nella Villa Hamilton" disse Louis, che aveva finalmente smesso di vedere la tv. "Oltre ad essere belle sono ricchissime, le ho viste una volta in televisione ad una sfilata di moda"
"E non è finita qui!" scattò in piedi Niall, guardandomi con i suoi occhi azzurri. "Siamo invitati ad una festa lì! Nella Villa! Non è pazzesco?"
Tutti urlarono in apprezzamento, a partire da Zayn che si alzò addirittura per abbracciare l'amico. Louis balzò in piedi e cominciò a saltare come un canguro e a fare dei strani versi.
Mi stupii quando anche Lydia fece i complimenti all'amico che intanto non faceva altro che darsi delle arie.
In verità io non sapevo niente nemmeno di questa Villa.
"Siamo invitati anche noi?" chiesi dubbiosa. "Com'è possibile? Non la conosciamo!"
Si risedettero ai loro posti, Louis e Liam continuarono a guardare la tv, e Niall alzò una mano, sorridendo. "Ha detto 'Invita chi vuoi' e io vi invito. Me lo sento, sarà la festa del secolo!"




 
Saaaaaalve!
Per prima cosa vi ringrazio per i complimenti per lo scorso capitolo *w* Siete dolcissime e vi ringrazio davvero tanto!
Non amo particolarmente questo capitolo, anzi, non mi piace per niente, potrei forse considerarlo 'capitolo di passaggio'. (Tranne per la parte finale)
Spero di non aver deluso le vostre aspettative e non vedo l'ora di farvi leggere il seguito! :)
Ancora grazie a chi segue questa storia, sappiate che lo faccio con tanto amore lol
Al prossimo capitolo! 

 

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Capitolo 3
*** Capitolo tre ***



Hurts
-Capitolo 3-

-Harry
Portai il cibo alla bocca, masticando con gusto il pollo preparato dalla signora Hamilton. Lo finii subito e bevvi un po' di vino. Kate era di fianco a me e mangiava lentamente, guardando la sorella con coraggio, spronandola  a parlare. Samantha, invece, non mangiava e faceva dei grossi respiri. Apriva la bocca, pronta per dire qualcosa, ma subito la richiudeva, e si subiva lo sguardo truce della sorella.
Quando finalmente il signor Hamilton si alzò, lei fece lo stesso, e quasi urlò quando gli rivelò quello che stava nascondendo.
"Ho un appuntamento" 
Quasi non mi misi a ridere di fronte alla faccia paonazza del padre. Non sapevo di preciso a cosa era dovuto quel rossore, o per l'imbarazzo o per la rabbia, ma a me poco importava.
Ormai avevo del tutto la sua fiducia, ci era voluto del tempo per far sì che mi facesse rimanere tra le mura della sua Villa, e altrettanto tempo per farmi dormire nella camera di sua figlia. Ma alla fine avevo dimostrato di essere fedele sia a lui che a Kate, e tutto era andato per il meglio.
Se non mi fossi trovato nella mia situazione, non sarei mai entrato in quella Villa neanche in punto di morte, questo era certo.
Mi domandai chi fosse quel pazzo da voler stare con Samantha, infondo non aveva nulla di così speciale.
Il signor Ronald si sedette di nuovo e aspettò che la figlia parlasse. Era decisamente troppo antico.
"Si chiama Niall" proseguì lei, abbassando lo sguardo. "L'ho invitato qui per una festa, porterà anche alcuni suoi amici"
Il sospiro del padre quasi la terrorizzò e Kate finì il suo pollo, mentre la signora Hamilton si gustava la scena come se fosse al cinema.
"Perché non me l'hai chiesto prima?"
Lei deglutì e si morse le labbra sottili, ricoperte da un rossetto rosa chiaro. "Perché era stato stesso lui ad invitarmi e, sapendo che tu non mi avresti fatto uscire, gli ho chiesto gentilmente di venire qui"
Sam aspettò con ansia la risposta del padre e quando lui annuì, saltò in aria andandolo ad abbracciare.
Ovviamente con 'festa' non intendevano una festa vera e propria, ma una cena normalissima tra amici. Chissà se questo Niall sapeva a cosa andava in contro, provai quasi pena per lui.


Bussai alla porta della camera di Samantha, aspettandomi un urlo di disapprovazione. Invece, con mio stupore, aprì e mi invitò ad entrare. Tornò verso l'armadio ampio e verde, facendo vari saltelli e fischiettando una canzoncina a me sconosciuta.
Non ero mai entrato nella sua camera, e mi stupii di quanto potesse essere grande. Un ampio letto era situato al centro, con un'infinità di cuscini sparsi ordinatamente sopra, quadri e disegni erano attaccati al muro color panna e l'armadio era l'unica cosa che spiccava in quella stanza.
"Sei felice?" le chiesi, sghignazzando per il suo stato. 
Di solito era molto antipatica, mi rispondeva sempre male con battutine acide e stupide, e in quel momento mi sembrava di parlare con un'altra persona.
"Oh, dovresti vederlo, è bellissimo" sospirò sognante. Aveva completamente perso la testa.
Si portò un vestito bianco ricamato sul corpo e poi mi guardò. "Che te ne pare?"
Alzai le spalle e la osservai buttare il vestito per l'aria, mentre ne afferrava un altro, poi si fermò di colpo.
"Sai..." borbottò, buttando il resto dei vestiti sul letto, non curandosi dell'ordine. "Adesso credo di capire mia sorella"
Non capii quell'affermazione, ma lei continuò. "Lei ha fatto di tutto per salvarti, eppure non ti conosceva nemmeno a quei tempi. Diceva di amarti, e continua a farlo, e io le davo della stupida, perché non si può amare una persona da così poco tempo, no?"
Certo che si poteva. Io avevo amato Scarlet fin dall'inizio, e anche se erano passati soltanto due giorni glielo dissi. Però per noi era diverso, tutto era diverso.
"Solo adesso capisco come si sente" disse infine. "Io credo già di amare Niall, e la mia più grande paura è quella di non essere ricambiata. Mia sorella è fortunata ad averti, ad amarti, perché sa che il suo amore è ricambiato"
Rimasi di sasso di fronte a quelle parole. Spostai lo sguardo sull'armadio e mi persi nei miei pensieri.
Infondo non potevo fare nulla, avrei preferito mentire e vivere in quelle Villa piuttosto che dire la verità e ritrovarmi di nuovo in mezzo alla strada. Sì, ero un codardo, ma avevo già sofferto parecchio e non volevo perdere tutto quello che ero riuscito ad ottenere.
"Non solo lei è fortunata, anche io lo sono" risposi, sorridendo.
Alla fine la aiutai per scegliere il vestito, ci mettemmo circa un'ora o forse anche di più, ma mi divertii a farlo. Era strano avere a che fare con quel lato del suo carattere terribilmente differente dal solito, potevo addirittura considerarla simpatica.
Scelse un vestito rosa abbastanza lungo, sotto alle ginocchia, e una scollatura non troppo ampia. Il padre l'avrebbe ammazzata se si fosse presentata a Niall con un vestito ancora più corto di quello che indossava.
Proprio mentre stava decidendo se tenere i capelli biondi mossi o farli lisci, le squillò il cellulare e per poco non svenne.
"Ciao!"
Il rossore sulle sue guance aumentò sempre di più e il sorriso era così grande da riempirgli tutta la faccia.
Era sicuramente Niall. Guardai altrove, ma continuai a seguire la conversazione.
"Oh, quanti ne sono?" chiese poi. "Sei?"
Sbuffò e mi lanciò un'occhiata scocciata. "Come si chiamano?"
Mi chiese di prendere carta e penna e mi fiondai sulla sua scrivania, per poi porgergli il materiale.
Lo scrisse velocemente, e annuì al ragazzo.
Sentivo delle forti risate provenire dal ricevitore, e fece lo stesso anche lei.
Poco dopo ripose il cellulare sul letto, e mi mostrò il foglio.
"Puoi dire alla mamma di apparecchiare?"
Annuii e lo presi.
Come ogni cena, ogni persona doveva avere un proprio posto, indicato con il proprio nome. I posti a sedere li decideva sempre la signora Hamilton, oppure Sam.
Lessi la lista sul foglio:
'Niall, Zayn, Liam, Lydia, Louis e Scarlet'
Scarlet.
"Scarlet" sussurrai, sentendo i battiti del mio cuore aumentare. Era uno stupido nome scritto sulla carta, eppure mi procurò una serie di brividi.
"Che c'è?" chiese lei, guardandomi curiosa.
Scossi la testa e notai che sulla 'i' di Niall c'era un cuoricino.
"Niente, mi piace questo nome"
Lei però non mi stava ascoltando.
"Avrei preferito stare da sola con lui però. Questi suoi amici già mi stanno antipatici"
Scossi la testa e mi diressi in cucina.

-Scarlet
Niall era così esaltato di andare a quella festa che durante il viaggio in macchina si mise a cantare a squarciagola ogni canzone che passava alla radio. Fortunatamente i mal di testa erano spariti e con Zayn al mio fianco mi sarei goduta la festa in santa pace.
"Secondo voi riuscirò a scopare stasera?" commentò Liam, con la testa spiaccicata contro il finestrino. Per colpa di Zayn e la sua idea di 'risparmiare benzina', ci ritrovavamo tutti e sei stretti l'uno contro l'altro. Fortunatamente io avevo il mio spazio, insieme a Niall che guidava.
"E come se ne troverai!" urlò il biondo, guardando l'amico dallo specchietto retrovisore interno.
Tossii e tutti scoppiarono a ridere, tranne Lydia.
"Sei disgustoso" commentò infatti, incrociando le braccia al petto. "Non fai altro che pensare al sesso"
Da lì partì un mini litigio sul fatto che Lydia fosse una santa, e sotto le loro urla, più Niall nelle orecchie che cantava, riuscii a scorgere la Villa.
Mi girai verso il biondo e notai la sua espressione allibita, mentre la macchina si avvicinava sempre di più.
Nessuno parve notare nulla, e continuarono a gridare e a litigare, lanciandosi anche qualche schiaffo.
"Zayn, saresti dovuto andare avanti insieme alla tua ragazza. Ti stai praticamente occupando tutto lo spazio!" urlò Louis, dando un calcio al sediolino davanti.
"Qualcuno prenda in braccio me allora!" si disperò la mia amica, e Liam subito la fece accomodare sulle sue gambe.
"Sei uno stronzo" borbottò Zayn, che lottava invano con Louis, schiacciandolo contro la portiera della macchina.
"Siamo arrivati!" urlò eccitato Niall, che probabilmente non aveva sentito nulla dei loro discorsi.
Sospirai e quando la macchina si fermò, uscii.

Una Villa enorme mi si presentò davanti agli occhi, e constatai che doveva essere circa mille volte più grande del mio misero appartamento. Era di un grigio scuro e in quel momento sembrava quasi oscurata dagli alberi che la circondavano. 
Il cancello principale era aperto, cosa che trovai alquanto inquietante, e la zona era piuttosto buia. 
Avrei pagato tutto quello che avevo pur di vivere in quella villa, o forse no. Mi sarei sentita decisamente a disagio, ma l'idea mi piaceva.
Cominciai a guardarmi attorno, mentre i miei amici mi sorpassarono, e notai una cosa, o forse più di una.
Zayn si girò, facendomi segno di proseguire, ma non lo feci.
"Non vi sembra un po' troppo silenzioso?" domandai.
L'aria era fredda e rabbrividii, cercando di riscaldarmi con le mie stesse braccia. I cinque ragazzi si fermarono e notai del leggero panico negli occhi azzurri di Niall. In quel momento erano davvero chiarissimi, come se qualcuno gli avesse puntato una luce forte negli occhi.
Lui subito si portò una mano alla bocca e prese a mordersi le unghie, guardando ognuno di noi, per poi posare di nuovo lo sguardo sulla Villa.
"Ci sono delle luci accese" provò, indicandola con un cenno del capo.
"Sì, ma non da festa" affermai, spiegando l'ovvio.
Si strinse nel suo giacchetto blu e scalciò un sassolino che andò a finire ai piedi di Liam.
"Io direi di tornare indietro" 
"Anche io" sussurrò Lydia. "Sto cominciando ad avere paura"
"NO!" urlò Niall, bloccando per le spalle Liam. "Tu non avevi detto che volevi scopare questa sera?"
Liam non rispose, alzò solo le spalle e controllò l'orario sul suo orologio d'argento.
Erano tutti molto semplici quella sera, come sempre d'altronde. Louis, Liam, Niall e Zayn indossavano una semplice maglietta, dei semplici jeans e una giacca sopra; sembrava si fossero messi d'accordo. Per quanto riguardava Lydia e io indossavamo un abitino, e mi maledissi per averlo messo.
Stava cominciando a fare anche molto freddo e non mi andava di stare lì in piedi a decidere se entrare in una Villa al buio o tornare in macchina al caldo. Avrei preferito tornare indietro e fu Liam ad anticiparmi che, dopo aver controllato l'orario, disse: "Niall, sono le nove, a quest'ora la festa dovrebbe essere già iniziata"
"No, Liam, no. La festa, ovviamente, si svolgerà all'interno per passare inosservata a chiunque passi" esclamò, provando a inventarsi una scusa al momento.
Sentii qualcosa avvolgermi da dietro, poi due mani si posarono sulle mie spalle scoperte e provai un gran piacere. Spostai il capo verso Zayn e lo guardai implorante: volevo andarmene da lì.
Lui strinse le labbra in una linea e mosse il capo, annuendo. 
"Basta, torniamo a casa" disse poi, senza mai togliere le mani da me.
Mi sentivo così al sicuro in quel momento, con le sue mani lì, che per un attimo esitai. Magari avremmo potuto aspettare un altro po'.
Un lampione si accese d'improvviso e da lontano notammo un portone aprirsi.
"Cazzo" mormorò Louis, prendendo per un braccio Lydia. "Fuggiamo"
Dal portone uscì un uomo, che camminava rapidamente, passo dopo passo, cercando di raggiungere il nostro punto il più velocemente possibile.
"No!" urlò di nuovo.
"Porca puttana Niall! E se è un assassino?"
"E' la Villa Hamilton, idiota!" 
Quando notammo che per poco ci aveva raggiunto, ci riunimmo e aspettammo che ci raggiungesse. Lo studiai per bene e notai una gran classe sia nel modo di muoversi e sia nei suoi abiti firmati.
Non indossava nulla di che, solo un pantalone blu abbastanza largo e un copri spalle rosso fuoco, con una lettera stampata di una marca famosa. Sembrava tanto un 'Re', lo stesso che si vede nei film. Ci mancava solo la corona d'oro, ma ero sicura che avesse anche quella.
"Niall?" disse lui con la sua voce stridula ma al tempo stesso doppia.
Si fermò davanti a noi e perlustrò il viso di ognuno, guardandoci male, come se fossimo degli assassini.
"Ehm..."
Il mio amico si fece avanti, portandosi una mano sul petto. "Sono io"
Lui annuì. "Seguitemi"




 
Zan, zan, zaaaaaaaan.
Saaaalve a tutte!
Ho poco da dire su questo capitolo, ma era necessario.
Adesso si capisce il tipo di 'festa', lol. 
Il prossimo capitolo è uno dei miei preferiti (tra tutti quelli schifosi appena pubblicati), perché insomma, finalmente si darà una svolta alla storia.
Ringrazio di cuore tutte quelle che nonostante tutto stanno continuando a seguirla, vi adoro.
Un bacio, al prossimo capitolo! :) 

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Capitolo 4
*** Capitolo quattro ***


Hurts
-Capitolo quattro-


 
-Scarlet
"Dov'è la festa?" 
Il tono di Niall risultò più eccitato del solito e nessuno fiatò, mentre l'uomo ci guidava verso l'entrata. 
"Sono il signor Ronald Hamilton" disse lui, aprendo la porta principale, evitando completamente la domanda. "Padre di Samantha e Kate, le conoscerete sicuramente"
Il tono che aveva usato per menzionare le figlie non mi era piaciuto, per niente. Fatto stava che l'unica cosa che riuscivo a pensare era alla bellezza di quel posto. Mi sembrava di essere in un film, in una di quelle scene in cui vedi scendere dalle scale la bella principessa, e tu sotto ad osservarla. Accadde la stessa cosa, la stessa identica cosa. Solo che al posto di una principessa c'era una semplice ragazza vestita di rosa, bionda, e con un sorrisone in viso. Doveva essere Samantha o l'altra figlia.
Supposi fosse la prima, dato che andò ad abbracciare Niall e lui ricambiò goffamente, sotto lo sguardo omicida del padre.
Lo spazio era molto grande, sembrava molto spoglio, ma lo trovavo particolarmente affascinante. Le pareti erano bianche e perlate, dipinte da qualche disegno di fiori d'oro e d'argento; al lato di una porta bianca, c'era un grande specchio. 
La ragazza aveva un fisico snello, poco più bassa di me, e due occhi azzurri limpidi e chiari. Guardò ognuno di noi, senza nemmeno nascondere la sua espressione inorridita, e non si presentò nemmeno.
Mi sembrava tanto una messa in scena, perché insomma: non doveva essere una festa?
"Scusate" borbottò Louis. "Ma la festa?"
Il padre intanto era sparito dietro una delle porte e ne fui felice, i suoi sguardi antipatici già mi avevano scocciata.
"Certo, è di la" disse lei, guardando Niall come se fosse l'unica persona presente in quella stanza.
Lui impallidì e mi resi conto che forse non era una festa vera e propria. "E gli altri?" chiese lui, grattandosi dietro il collo.
"Altri chi?" domandò la ragazza, guardando dietro di noi.
Vidi Louis dare una gomitata a Niall e quando si voltò la seguimmo.
Ci trascinò in uno dei saloni più belli che avessi mai visto in tutta la mia vita. Mi sentii addirittura a disagio per il vestito che avevo indossato, se lo avessi saputo avrei messo qualcosa di decisamente più elegante.
Non mi sentivo a mio agio e nemmeno i ragazzi, ne ero sicura. Lydia mi stava vicino da un lato, mentre Zayn mi cingeva un fianco con un braccio.
Oltre alla bellezza di quel posto, sentii anche un buon odore di cibo.
Quella serata stava diventando più interessante di quanto mi aspettassi, Niall era sicuramente più confuso che mai. Si aspettava una festa galattica, lo aveva ripetuto per tutto il viaggio, e in quel momento non poteva essere che deluso.
Samantha ci fece segno di sederci, mentre continuava a filtrare con Niall come se non ci fosse un domani. Sentii Zayn borbottare a Liam un "dopo lo ammazzeremo".
A me non dispiaceva essere lì. Trovavo quel posto bellissimo, non ero mai stata all'interno di mura così preziose e ricche.
Solo quando un colpo di tosse mi fece voltare, notai una signora ben curata, dai capelli castani legati in uno chignon elegante.
"Salve ragazzi" salutò in modo serio e ci fece segno di sederci alla grandissima tavola di legno, situata al centro della sala. I miei amici subito scattarono a sedersi, anche Lydia. Aprii la bocca in una 'o' e mi stupii della grande quantità di cibo che stava trasportando la signora al tavolo. "Comunque io sono Elizabeth,  la madre di Sam e Kate" aggiunse, dopo.
Dieci polli, insalate di tutti i tipi, patate al forno, salse di ogni genere e tante altre cose erano disposte ordinatamente sul tavolo. 
Vedere le facce scandalizzate ed emozionate di Zayn, Louis e Liam mi fecero ridere troppo, tranne per Niall che si stava subendo le chiacchiere di quella che doveva essere la ragazza impossibile.
"Kate, dov'è il tuo ragazzo?" urlò la donna, spaventandomi.
Decisi di avvicinarmi al tavolo, ma un voce mi fermò.
"Eccomi signora Elizabeth"
Mi voltai, e ad un tratto, era come se avessi smesso di respirare, smesso di esistere. Schiusi le labbra e feci un respiro profondo, non riuscendo a credere a ciò che i miei occhi stavano guardando. Non poteva essere lui, non lo era sicuramente.
Lui non era ricco, lui non viveva in una Villa, lui non...
Mi concentrai a fissarlo, in tutta la sua altezza. Dalle scarpe nere ai jeans neri, dalla camicia che portava semisbottonata fino ai capelli ricci tirati all'insù. Era un qualcosa di bellissimo, forse più bello di tutta la Villa, comprese le persone.
Lui era lì, davanti a me, e io stavo per cedere da un momento all'altro. Una mano mi toccò il braccio, ma non la sentii. Non sentivo nulla in quel momento, tranne i miei battiti cardiaci terribilmente veloci, troppo veloci.
Il suo sguardo scocciato si alzò e si posizionò su di me.
I suoi occhi verdi mi trafissero, mi riconobbero all'istante, come io riconobbi i suoi.
Fu in quel momento, in quell'attimo, che una serie di farfalle infuriate cominciarono a svolazzare nel mio stomaco. Brividi, batticuori e voglia di andarlo ad abbracciare mi scossero all'interno.
Lui sgranò gli occhi e si immobilizzò, senza dire nulla.
Era lui, lo era per forza.
"Harry"
Il mio era stato un sussurro così leggero e basso che mi stupii di vedere il suo sguardo di nuovo nel mio. Mi aveva sentito.
"Vi conoscete?" un urlo di una voce sconosciuta arrivò alle mie orecchie, scossi la testa e chiusi gli occhi, per poi stringermi forte le labbra.
Erano troppe emozioni, troppe in una sola unica volta. In quel momento volevo che tutti sparissero, compreso lui. No, Harry no. 
Non sapevo nemmeno io quello che volevo.
Quando li riaprii lui era ancora lì a guardarmi. Non seppi decifrare quello sguardo, ma non mi importò. La cosa importante era che lui fosse davanti a me, e non aveva occhi per nessun altro. Solo per me.
"Harry, ci sei?!" sbottò una ragazza al suo fianco, dandogli una forte pacca sulla spalla. Lui annuì e, senza mai smettere di fissarmi, tornò dalla signora Hamilton.
Una mano mi trascinò e mi sedetti senza dire nulla. Ero cosciente degli sguardi curiosi dei miei amici, ma li evitai.
Avrei voluto piangere, perché non potevo correre e abbracciarlo, non potevo fare nulla, ed era una cosa orribile starnese fermi e seduti a guardare quello che per te era stato la salvezza, l'amore.

Puntai l'attenzione sul piatto, incapace di muovermi. Osservai le patate al forno, come se fossero la cosa più interessante di tutta la sala, e afferrai la forchetta con la mano tremante.
Sentii il pollice di Zayn poggiarsi sulla mia gamba nuda, e quando mi decisi ad alzare lo sguardo, feci un debole sorriso.
"Stai bene?"
Notai la preoccupazione nei suoi occhi e annuii debolmente. "Sì, sto bene, ho solo un po' di mal di testa"
Studiai la tavola e mi meravigliai ancora una volta di tutto il cibo. Non avevo mai visto tante patate al forno su una sola tavola in un'unica volta.
Ma i miei occhi non potevano, non riuscivano, a non guardare Harry. Impugnò la forchetta e alzò  istantaneamente lo sguardo, facendomi venire la voglia di sparire, o magari no.
Mi sembrava di annegare in quel verde, erano gli stessi di due anni prima, solo più riposati e frizzanti.
Studiai ogni parte del suo volto, soffermandomi in particolare sugli occhi, e solo in quel momento mi resi conto di stare sorridendo.
Le sue labbra si curvarono, fino ad aprirsi in un sorriso enorme, con tanto di fossette. Era come se all'improvviso una luce mi avesse accecata, vedevo solo lui e quel meraviglioso sorriso.
"Tu ti chiami Scarlet, giusto?" chiese una voce, facendomi distogliere gli occhi da Harry.
Arrossii quando mi resi conto che tutti mi stavano guardando, e annuii con la testa senza dire nulla. Non mi era mai piaciuto essere al centro dell'attenzione, sopratutto in situazioni come quelle.
"Perché non ti presenti? Fino adesso lo hanno fatto tutti" 
Un sorriso forzato era da protagonista nel volto angelico di Kate, la sorella maggiore.
Il suo vestito era azzurro e dei bellissimi capelli biondi le scendevano sul seno. Somigliava molto alla sorella, solo che Kate aveva le labbra più doppie e le sopracciglie più folte. Potevano essere anche scambiate per gemelle.
Era seduta vicino Harry e una mano accarezzava la sua lentamente.
Ricordai quando lui quella notte accarezzò le mie fredde, e sentii il mondo cadermi sotto i piedi.
Possibile che non mi fossi accorta di tutto il resto? I ragazzi erano seduti attorno al tavolo e strafogavano di tutto e di più, come se non vedessero cibo da millenni.
Quello che esagerava era ovviamente Niall che, senza nemmeno preoccuparsi di mostrarsi ordinato e pulito, divorava le cosce di pollo con le mani. In quel momento la sua bocca era interamente sporca di salsa e la cosa ancora più buffa era che Samantha lo guardava sognante.
Liam e Lydia stavano parlando a bassa voce, guardando anche loro Niall, mentre Louis e Zayn mi fissavano attenti.
Kate sorrise di nuovo, ancora più forzatamente, e mi decisi a parlare, sentendo gli occhi di Harry su di me.
"Mi chiamo Scarlet" mi presentai. 
"Cosa fai nella vita?" disse di nuovo lei, dopo aver finito di masticare.
"Lavoro in una scuola materna e dall'anno prossimo riuscirò a frequentare l'università. Sempre se riuscirò a mettere tutti i soldi da parte"
"Mi fa piacere" sorrise ancora, togliendo la mano da quella di Harry per pulirsi la bocca con un tovagliolo.
"Insomma, spero di riuscirci" borbottai, guardando il modo elegante in cui si attorcigliava i capelli attorno alle dita.
"Anche io" sussurrò Harry, catturando l'attenzione di tutti.
Calò il silenzio nella sala, e sentii un borbottio da parte di Louis.
Deglutii e abbassai lo sguardo. Per quanto fossimo lontani di posto avevo paura che potesse sentire il veloce battito del mio cuore. Il rossore sulle mie guance non passò inosservato a nessuno, ne ero certa, e desiderai di coprirmi il viso con le mani, cosa che non feci.
"Chi vuole il dolce?" quasi urlò Kate, guardando Harry confusa, bloccando le mie parole.



Il resto della serata passò tranquillo, io ed Harry continuammo a guardarci. Lui sorrideva e i suoi occhi passavano da me, alla mano di Zayn sulla mia gamba, per poi soffermarsi di nuovo sul mio viso.
Sapevo che dopo la serata avrei dovuto dare spiegazioni al mio ragazzo e al solo pensiero rabbrividii. Non mi andava di litigare e se fosse stato necessario avrei dovuto dirgli la verità. O forse no?
Verso mezzanotte precisa il signor Hamilton ci venne a salutare e secondo un commento poco amichevole di Louis, ci stava praticamente cacciando di casa.
"Casa? Io direi castello" aveva borbottato poi, correggendosi, facendo ridere Zayn.
La paura crebbe in me, quando ci condusse verso la porta, e mi resi conto che stavo per lasciare definitivamente quella Villa.
Stavo per andarmene da lui.
"Grazie per essere venuti" esclamò con disgusto il signor Hamilton. Lo salutammo e mi voltai, sperando di ritrovare quegli occhi verdi che tanto avevo amato, sperando che anche lui mi avesse pensata per tutto quel tempo e che il bene che mi aveva voluto non fosse del tutto sparito.
I miei occhi perlustrarono la zona e continuai a fissare dietro il padrone di casa.
Se quello fosse stato un secondo addio volevo almeno rivedere il suo viso, per ricordare quanti più particolari possibili. Magari si sarebbe affacciato dalla porta, anche solo per guardarmi, anche solo per un momento.
Ma non lo fece.


 





 


Saaaaaalveee!
Okay, il momento è finalmente arrivaaato.
Spero sia uscito fuori bene e che vi abbia cinvolto! Davvero, lo spero tanto...
Non so cos'altro dire su questo capitolo, sul serio.
Ah, volevo dire una cosa a voi.
Sinceramente non mi aspettavo che così tante persone l'avessero seguita  *^* (per altri possono essere poche, ma per me no). 
Detto questo, vi lascio u.u
Grazie a tutte e al prossimo capitolo
Anny


 

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Capitolo 5
*** Capitolo cinque ***


Hurts
-Capitolo 5-
 

L'aria fredda mi congelò il viso, mentre uscivamo ufficialmente dalla Villa. Contro il vento fresco strinsi la mano di Zayn, cercando un contatto caldo perché effettivamente stavo davvero congelando.
Rivedere Harry era stato un colpo al cuore, non solo per tutto quello che avevamo passato, ma anche perché aveva risvegliato in me sentimenti che per un attimo avevo messo da parte.
Per un momento provai a concentrarmi sui miei amici che camminavano davanti a me compatti, mentre la mano di Zayn era sempre nella mia.
"E' peggio di quanto pensassi!" urlò Niall, più forte che poteva, portandosi le mani nei capelli. "E' stato un disastro!"
Lo guardai sbigottita e Zayn se ne accorse, ridendo come non mai.
"Niall, ti sei mangiato quattro cosce di pollo e due vassoi di patate! In più hai anche voluto il dolce e la frutta! Io non lo chiamerei disastro"
"Non è questo il punto" esclamò. "Non doveva andare così, doveva essere la festa del secolo! Hanno una Villa di queste dimensioni- si fermò, voltandosi per indicarla con un gesto della mano- e la sprecano per cenette inutili"
Scossi la testa e tutti continuarono a camminare.
Erano particolarmente silenziosi e mi chiesi il perché, fino a quando il migliore amico del mio ragazzo aprì bocca.
"Zayn, non ti è sembrato che quel tipo guardasse troppo la tua ragazza?"
Lanciai una velenosa occhiata a Louis, il quale scosse le spalle e guardò complice l'amico. Non risposi, continuai a camminare, evitando conversazioni che non volevo avere, almeno non in quel momento.
"Caro Louis, non posso farci niente se la mia fidanzata è bellissima"
Abbozzai un sorriso e tentai una risata.
Lydia si voltò e cominciò a camminare all'indietro, guardandomi in modo furbo. "Scarlet, non è che quella Kate stesse guardando troppo il tuo ragazzo?" 
Scoppiarono a ridere e mi unii a loro.
Ero sollevata dal fatto che Zayn avesse voluto rimandare la conversazione, perché sapevo che stava mentendo. Anche un cieco si sarebbe accorto dei nostri sguardi, dei nostri sospiri e dei miei battiti.
Niall tirò fuori la chiave e prima di entrare in macchina mi voltai, guardando per un altro secondo la Villa, immaginando cosa stesse facendo Harry.
Non volevo che tutto finisse così, volevo rincontrarlo, sapere come era riuscito a finire lì e a vivere come un uomo ricchissimo.
Aspettai che tutti e quattro entrassero dietro, ma quella volta Zayn rimase fuori, e mentre Liam cercava di intrufolarsi, mi fece cenno di sedermi.
Un urlo mi paralizzò sul colpo e il mio ragazzo si guardò attorno preoccupato, notando lo spavento nei miei occhi.
"Ma che diavolo..." borbottò, guardando un punto dietro di me.
Seguii il suo sguardo e mi voltai velocemente, per verificare cosa fosse, e la cosa mi mandò totalmente fuori di testa.
Era Harry, che correva per raggiungere la nostra macchina. I capelli al vento li rendevano ancora più mossi e confusi, i suoi occhi corsero ai miei e la prima cosa che mi venne in mente fu quella di corrergli in contro.
Ma non lo feci.
Rimasi lì, ferma, aspettando che lui arrivasse.
Vidi quella scena al rallentatore, ammirai il suo corpo muoversi veloce, il naso arricciarsi, le mani strette in pugni. E quando finalmente arrivò mi chiesi se al mondo potesse esistere un sentimento più bello di quello di essere abbracciati in quel modo.
L'impatto fu dolcissimo, portai le braccia attorno al suo collo e le sue mi strinsero forte contro il suo petto, facendo combaciare i nostri corpi. Chiusi gli occhi, appoggiai la testa sulla sua spalla e sentii addirittura i battiti del suo cuore: veloci e rapidi.
Il respiro era affannoso e quando abbassò lo sguardo su di me tutto quello che vidi fu il verde. Un verde immenso, che mi arrivò dritto al cuore.
Feci scivolare le mani lungo il suo petto, ma lui mi riabbracciò.
"Non ti ho mai dimenticata"
E fu lì che i miei occhi si riempirono di lacrime. Lui non mi aveva dimenticata, come io non avevo dimenticato lui. E non c'era nulla di più bello.
Aprii la bocca, pronta per dire qualcosa, ma lui scosse la testa e continuò. "E' stato bello abbracciarti" sorrise poi.
"Neanche io ti ho dimenticato"
Lo dissi così sottovoce che probabilmente non mi aveva nemmeno sentito. Solo quando mi allontanai mi resi contro del guaio che avevo creato.
"Va', Harry" gli ordinai, mentre con la coda dell'occhio notai Zayn in piedi, vicino alla macchina. Il ragazzo si allontanò sempre di più. I suoi occhi saettavano da me a Zayn in una velocità impressionante e prima di girarsi mi lanciò un sorriso che però non fu ricambiato.
Ormai mi mordevo le labbra a sangue pur di non piangere e lui se ne accorse. Accorciò di nuovo le distanze ma prima che potesse toccarmi, una voce alle mie spalle mi fece tremare.
"Scarlet, hai intenzione di entrare o dobbiamo restare qui tutta la serata?"
La freddezza nel suo tono mi spaventò, facendomi indietreggiare. Mi girai verso il mio ragazzo, ed entrò dietro con gli altri, senza dire nulla. 
Quando mi voltai per salutare Harry, lui mi aveva dato le spalle e camminava lentamente verso l'entrata.

Nel tragitto in macchina nessuno parlò, si sentivano solo i miei singhiozzi. Nessuno osò chiedermi nulla, nemmeno Lydia, e ne fui felice.
Quando arrivammo fuori al mio appartamento esitai, prima di scendere.
Se solo avesse saputo il perché della mia reazione non si sarebbe seduto dietro, evitandomi, e mi avrebbe aiutato, al posto di stare zitto mentre piangevo come una disperata.
Mi venne ancora più da piangere e mi voltai verso il posto del guidatore, dove Niall mi fissava con un'espressione triste.
"Io vado, allora" mormorai.
Lui annuì, voltandosi dietro. "Zayn scendi anche tu o vieni con noi?"
Chiusi gli occhi. 
Non volevo conoscere la risposta, perché già la sapevo. Infondo anche lui era stato importante per me, non quanto Harry, questo era certo, ma comunque lo era, e l'idea di perderlo mi uccideva.
"Vengo con voi" disse deciso.
"Okay" sussurrai, senza aggiungere altro.
Aprii la portiera dell'auto e scesi, sentendo il freddo impadronirsi di me.
Diedi una sbirciatina alla macchina e lo notai: aveva lo sguardo serio e fissava un punto davanti a sè.
Bene, non voleva nemmeno guardarmi.
La macchina sgommò, lasciandosi una scia di fumo dietro e salutai con la mano, anche se sapevo che non potevano vedermi.




"Sai, è interessante guardarti dormire"
Mi voltai di scatto, trovando Harry vicino a me. 
Come ci ero arrivata fino lì?
Era disteso di fianco, con un gomito poggiato sul terreno e la mano a sorreggergli la testa, non indossava nulla, solo un costume blu notte a pantaloncino. 
"Sai, è inquietante quello che stai facendo" mormorai, incrociando le braccia al petto e puntando il mio sguardo sul cielo azzurro, senza nemmeno una nuvola. Portai una mano agli occhi, stropicciandoli delicatamente, per poi sbadigliare.
Il tutto, mentre lui era ancora lì, fermo, con un sorriso a trentadue denti, mentre mi guardava come se non avesse nulla di meglio da fare. Be' forse era vero.
"Sei carina" commentò. 


Quella mattina presto mi svegliai sudata, con il ricordo di due occhi verdi impressi nella mia mente. Quando fui totalmente cosciente constatai che a svegliarmi non era stato il sogno, ma il volume della televisione esageratamente alto. Proveniva dal salone, quindi o Eve era triste o era ubriaca.
Scostai velocemente le coperte calde dal corpo e lentamente poggiai i piedi per terra, per poi muoverli, cercando le pantofole con gli occhi chiusi.
Quando le trovai, mi alzai e uscii dalla stanza.
Fui felice e al tempo stesso confusa di vedere Eve sul divano a vedere un film fantasy. La coperta leggera che le ricopriva il corpo era piena di briciole, e i capelli raccolti in una crocchia confusa sulla testa.
Alzò gli occhi smeraldo verso di me e piegò la testa di lato.
"Che ti è successo?" chiese, fissandomi disgustata.
Mi toccai le guance sporche di mascara e scossi la testa, andandomi a sedere sul divano comodo.
"Qualcuno ti ha detto di sederti?" sbottò, facendomi spazio lo stesso. 
Non dissi nulla, rimasi a fissare la televisione e a seguire il film. Due elfi si stavano rincorrendo e con delle spade tentavano di uccidersi.
Eve abbassò il volume e mi scosse con un braccio.
"Spara" disse isterica. "Non ti sopporto quando non parli"
Deglutii e riversai altre lacrime, nascondendo il viso tra le mani. Mi abbracciò e per un tempo a me infinito mi ritrovai a singhiozzare, come non facevo da un po'.
Perché dovevo sempre piangere? Odiavo farlo, lo avevo fatto per troppo tempo e non mi andava di ricominciare. Ma in quel momento proprio non riuscivo a fermarmi.
Prima Harry, poi ci si metteva anche Zayn. 
"Ti va di parlare?" mi chiese la mia amica, con un tono troppo dolce per essere uscito dalle sue labbra.
Non era la prima volta che parlava in quel modo, ma ogni volta mi stupiva. Eve era sempre così scortese, irritabile e scontrosa che quando cercava di aiutarmi, anche solo chiedendomi come stavo, mi faceva sorridere. Voleva dire che ci teneva davvero a me, anche se non l'avesse mai ammesso.
Lei non aiutava nessuno, eccetto sua madre.
"Credo che Zayn adesso mi odi"
Aggrottò le sopracciglia e portò la sua attenzione verso la tv, dove i due elfi continuavano a lottare.
"Per quale motivo dovrebbe odiarti?"
"Alla festa ho rivisto una persona che non vedevo da tempo..." mormorai, respirando lentamente. Lei scrutò il mio viso e mi accarezzò la gamba con una mano libera, mentre con l'altra afferrava una manciata di popcorn.
"Questa persona per me è stata così importante che quando mi ha abbracciata davanti a Zayn non ho saputo resistere. In realtà non ho proprio pensato a Zayn, ho ricambiato l'abbraccio e basta. Ero così felice tra le sue braccia che avevo dimenticato tutto, anche il mio ragazzo."
Mi morsi le labbra e continuai a parlare, sapendo che lei avrebbe ascoltato con attenzione tutto.
"Quando sono andata in macchina ho continuato a piangere e nessuno ha detto nulla, e lui se ne è andato con gli altri, al posto di scendere con me"
"Sinceramente?" sbottò d'improvviso, dandosi uno schiaffo sulla gamba. "Trovo Zayn molto patetico. Dio, che idiota! E' così geloso da lasciarti da sola? E' vero che tutti gli esseri viventi sono idioti, ma il tuo ragazzo li supera tutti"
Scoppiai a ridere e lei abbozzò un sorriso, alzando le spalle.
"No, Zayn ha ragione. Gli sto nascondendo una cosa così grande e lui vuole la verità, vuole che mi fidi di lui. Ma io non sono pronta per dirgli tutto"
"Oh, ma che ti importa!" sbraitò. "Se tu non vuoi dirglielo, non farlo. E poi sembra che ci tieni molto a questa persona"
"Già" sibilai. 
Io ci tenevo davvero ad Harry, come non avevo tenuto mai a nessuno.




 
Hooolaaaa!
Amo Harry, ok? Si era capito, credo...
Comunque!
Vi piace questo capitolo?

In realtà sono rimasta molto indietro, dato che questi primi capitoli li avevo già scritti, quindi adesso devo mettermi sotto e continuare. E non vedo l'ora*-*
Spero che il sesto capitolo arrivi presto e che apprezzerete questo u.u
Un bacio a tutte!
Anny

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Capitolo 6
*** Capitolo sei ***



Hurts
-Capitolo sei-
 
-Scarlet
Restai per una buona mezz'ora a fissare il soffitto, immersa nei miei pensieri. Era bello il modo in cui ogni cosa mi ricordava Harry, anche una semplice tenda verdognola riusciva a farmi ricordare il verde dei suoi occhi. Spostai un braccio alla mia destra, toccando le fredde lenzuola bianche, e mi aspettai di trovare il corpo caldo di Zayn, come quasi ogni mattina.
Quella mattina, però, ero sola.
Eve era uscita da un bel po' e mi chiesi cosa stessero facendo i miei amici. Controllai i messaggi ricevuti e nè Zayn e nemmeno Lydia mi avevano cercata. 
Infondo era stato solo un abbraccio, il nostro.
Forse non era stato un semplice abbraccio, era stato di più. Era stato un unione di due anime, di due corpi, di due cuori. 
Volevo avere Zayn con me, in quel momento, ma al tempo stesso volevo vedere di nuovo Harry. 
Ero troppo confusa.
Il nome del mio ragazzo apparve sullo schermo del cellulare e mi affrettai a rispondere, premendo con rapidità il tasto verde.
Non riuscii a dire nulla e sentii solo il silenzio. 
"Scarlet" sussurrò.
Mi morsi le labbra, mentre mi sistemavo comoda, poggiando la schiena sullo schienale del letto.
"Zayn"
"Io..." lo sentii mormorare. "Ti prego dimmi che sta succedendo"
Tra di noi? Cosa intendeva? Harry, certo che intendeva lui, era ovvio.
"Non sono pronta" sussurrai, chiudendo gli occhi.
"Lo sarai mai?" sbottò. Sentii dei rumori di sottofondo e intuii che si stesse spostando. "Sarai mai pronta per raccontarmi di questo sconosciuto? C'entra qualcosa lui, non è vero? Cos'è che mi stai nascondendo?"
Strinsi con un pugno le coperte, e trattenni la rabbia.
"Ho detto che non sono pronta e..."
"Quando lo sarai mi chiamerai" mi interruppe. "Fino a quel momento però non mi farò sentire"
Chiuse la telefonata e mormorai a bassa il voce il suo nome, nonostante sapessi che non poteva più sentirmi.
Cosa stavo facendo?
Cosa mi era saltato in mente?
Chi persona sana di mente avrebbe allontanato Zayn dalla propria vita? Nessuno, a parte me.
Quella volta, stranamente, non piansi. Cominciai a pensare al motivo del mio rifiuto nel raccontargli tutto di me, dei miei vecchi amici, dei miei genitori, del mio vecchio capo e di Harry. Magari quell'ultima parte l'avrei evitata, ma non avrei potuto farlo.
Zayn aveva scoperto di Harry, era quello il problema. 


"Mi dispiace" confessò la persona davanti ai miei occhi.
Ero andata ad aprire la porta di casa e un Niall imbronciato e altrettanto incazzato mi si parò davanti, facendomi venire voglia di abbracciarlo.
Lo feci accomodare dentro, senza dire nulla. Avevo appena finito di sistemare la cucina, indossavo un semplice pigiama e i capelli scuri erano raccolti in una coda di cavallo.
Di certo la cosa non mi importava, era solamente Niall.
Si sedette attorno al tavolo della cucina e, mentre prendevo qualcosa dal frigorifero, lo sentii sbuffare.
"Che ti prende?" 
"Ho litigato con Zayn" sbottò, dando un pugno sul tavolo. 
Guardai il suo viso e mi preoccupai. Non avevo mai visto Niall così arrabbiato, ma sopratutto non avevo mai immaginato che potesse accadere una cosa del genere.
Eppure, era successo.
"Perché?" chiesi.
"Perché ti ho difeso"
Alzai un sopracciglio e lui afferrò la bottiglia del succo d'arancia, per versarlo nel bicchiere. Fece cadere alcune goccioline sul tavolo, ma non se ne accorse, e mi guardò.
"Non dici niente?" 
"Tu hai litigato con Zayn per me?" domandai accigliata.
"Si è comportato da schifo nei tuoi confronti! Io... sarei voluto scendere con te quella sera, ma non potevo. La macchina era mia e poi Zayn mi avrebbe ammazzato se l'avessi fatto"
Non dissi nulla e sorseggiai la mia bevanda, fissando il modo in cui lui faceva lo stesso.
"Non fa niente" dissi infine.
"No, Scarlet. Tu eri disperata, non ho mai visto nessuno piangere così. Se fossi stato il tuo ragazzo sarei sceso dalla macchina e sarei venuto con te"
Continuò a bere il succo d'arancia e puntò i suoi occhi azzurri nei miei. Feci cadere lo sguardo sulla maglietta bianca, al di sotto del suo viso, per poi puntarli di nuovo nei suoi.
"Se fossi stato il mio ragazzo ti saresti arrabbiato?"
Sembrò pensarci sù e alla fine annuì. 
"Probabile"
Sbuffai e poggiai un braccio sul tavolo, tenendomi la testa con una mano. 
"Ma non ti avrei lasciata da sola" continuò.
"E' che... io ci tengo a questa persona, Niall. Era da anni che non la vedevo, è stato un colpo al cuore, ma tu... ti prego, non dirlo a Zayn"
Stavo perdendo il controllo davanti a Niall, e non andava affatto bene.
Lui mi fissava tranquillo, fisso, senza dire nulla. Poi annuì e mi sorrise, facendomi sentire meglio.
Avrei voluto alzarmi e abbracciarlo, ma mi sarei sentita troppo stupida nel farlo. 
"Tanto non ci parlo più con lui" aggiunse dopo, con una risata forzata.
"Sai, è impossibile che abbiate litigato solo per me, deve esserci qualcos'altro" 
Mi voltai di scatto verso la porta di casa, e Eve entrò tranquilla.
Eve tranquilla? Doveva essere per forza successo qualcosa.
"In effetti" mormorò Niall, grattandosi la nuca imbarazzato. "E' tutto una serie di cose..."
Si fermò quando notò la presenza di Eve nella stanza e lei si buttò letteralmente sul divano, senza badare allo sguardo insistente del biondo.
"Ciao Eve" la salutò, stupendomi.
Lei non rispose nemmeno e accese la tv, con un'espressione indifferente sul volto.
Lui le lanciò un'ultima occhiata e mi sussurrò: "Certo che la tua amica è così strana"
Sperai vivamente che Eve non l'avesse sentito, o sarebbe esplosa la terza guerra mondiale.
Fortunatamente lei non disse nulla, e continuò a girare canale.


 
-Eve
La televisione era diventata un mezzo per evitare la testa bionda tinta di quel grande coglione dell'amico di Scarlet. Ma che poi, cosa aveva da guardare?
Sapevo di essere una bella ragazza, ma odiavo essere fissata in quel modo, sopratutto dai tipi come lui.
Li sentii parlottare di Zayn, ovvero l'odioso fidanzato della mia amica, e di quella Samantha Hamilton, una delle persone più disgustose al mondo, a parer mio.
Scarlet si alzò improvvisamente e sparì nel corridoio, lasciando me da sola con Niall.
L'avrei ammazzata dopo, questo era certo.
Continuai a girare canale, fingendo interesse per uno stupido programma di cucine, e feci per girare di nuovo, ma si bloccò la tv.
Prima o poi doveva succedere, pensai.
Con le mani in mano mi voltai verso il tavolo della cucina. Niall mi fissava attento, senza alcuna espressione sul viso.
Si alzò e potei ammirarlo per intero, mentre si avvicinava al divano.
Odiavo i tipi come lui per il semplice fatto che bastava un sorriso, un'occhiata, e tutte erano già ai loro piedi. Tipo come quella Samantha.
Io, invece, trovavo quel ragazzo orribile, brutto ed egocentrico. 
Sperai con tutta me stessa che non si sedesse sul comodo divano in pelle, ma invece lo fece, facendomi allontanare di un bel po', per non scontrare in qualunque modo il suo corpo.
Scostai il capo verso la tv, che ritraeva l'immagine bloccata di un uomo con un grembiule bianco, e sentendomi osservata esclamai un "Che diavolo hai da guardare?" al ragazzo al mio fianco.
Incontrai i suoi occhi azzurri e mi mancò il respiro quando accennò un sorriso. 
Non era poi così tanto brutto, infondo. Forse erano i suoi occhi, così chiari da immergermi all'interno in un attimo, o magari erano le sue labbra rosee, a renderlo così bello.
No, io odiavo Niall.
"Perché non posso?" chiese gentilmente, cosa che mi mandò ancora di più fuori di testa.
Cacciò la lingua fuori la bocca e si leccò il labbro inferiore, mentre con una mano si aggiustava il ciuffo biondo.
Sbuffai e portai le gambe sul divano e, senza preoccuparmi di sporcarlo, poggiai anche i piedi con tutte le scarpe.
"Perché mi da fastidio" sbottai decisa.
Non disse più nulla, aprì anche la bocca per parlare, ma poi subito la richiuse. Continuammo a stare in silenzio, e prima che potesse dire qualcosa, cominciai a parlare.
"Quindi esci con la famosa Samantha Hamilton, giusto?" domandai, lanciandogli un'occhiata schifata.
Lui si grattò dietro la nuca e annuì, sedendosi più comodo.
Sentii il suo profumo e mi inebriò totalmente. Sperai solo che si allontanasse al più presto.
"Sì, ma..."
"Deve essere stato facile per te" continuai. "Le avrai lanciato un'occhiata seducente, se così possiamo definirla, e lei era già tutta arrapata. E' andata così, non è vero?"
Scosse la testa e non gli feci avere nemmeno il tempo di dire nulla.
"Insomma, ma come fai? Lei è così arrogante! E, diciamocelo, tu..."
"E tu?" mi interruppe, avvicinandosi terribilmente.
Averlo così vicino mi faceva solamente male, mi faceva venire in testa dei pensieri che non avrei dovuto fare, per nessuna ragione al mondo.
Eppure, sotto ai suoi occhi, tutto quello che riuscivo a pensare era al fatto che avrei voluto immergermi in quell'oceano per ore intere.
Il suo sguardo era arrabbiato, e io non lo ricambiai, allontanandomi sempre di più.
Mi afferrò il polso con forza, e mi strattonò, costringendomi a guardarlo.
"Rispondi" mi comandò.
"Nessuno mi da ordini" sbottai, tentando di liberarmi.
"Tu sei come quella lì" sputò fuori. "Arrogante e presuntuosa"
Le sue parole mi arrivarono dritte al petto, come una forte pugnalata. Non avrei mai pensato che delle stupide parole potessero ferirmi in quel modo.
Mi sentii male e mi alzai, liberandomi definitivamente dalla sua stretta.
"Perché ti comporti così con me? Che ti ho fatto?" urlò, mentre me ne scappavo in camera. Nel corridoio incontrai Scarlet, che mi guardava preoccupata.
Cosa mi aveva fatto? Non lo sapevo nemmeno io.


 
-Harry
Avere Samantha tra i piedi era una novità per me. Di solito non faceva altro che evitarmi, lanciarmi occhiate truci o fare battute idiote sui miei capelli ricci. Dopotutto, però, dovevo ringraziarla.
Se non fosse stato per lei non avrei mai più rivisto gli occhi di Scarlet. Non avrei mai più rivisto i lineamenti del suo viso e la dolce linea che formavano le sue labbra ogni volta che sorrideva.
Ero perso, totalmente.
Sapevo che prima o poi l'avrei ritrovata, me lo sentivo dentro.
Quando quella sera me la trovai davanti agli occhi, tutto mi sembrò migliore, il suo viso mi illuminò il petto, trovandomi una via per fuggire dal buio che mi perseguitava.
Scarlet mi aveva completamente stravolto la vita e avrei fatto di tutto pur di averla.
Quando quella sera Kate fece l'amore  con me, io lo feci con Scarlet. Il viso della bionda era stato sostituito da quello che amavo, dolce e luminoso. Non mi sentivo in colpa, forse un po', ma il bisogno di Scarlet era eccessivo.
Il bisogno, la voglia, di parlarle mi logorava dentro.
"Harry puoi rispondere al telefono?!"
Un urlo stridulo richiamò la mia attenzione e uscii dalla camera da letto, riconoscendo immediatamente la suoneria del cellulare di Sam.
"Harry!"
"Sì, rispondo!" sbraitai, mentre sentivo l'acqua della doccia scendere velocemente.
Presi il cellulare di malavoglia e quando sullo schermo apparve il nome 'Niall' mi si riempì il cuore di speranze.
"Ciao Samantha" disse lui, senza darmi il tempo di rispondere.
"Ciao, non sono Samantha" dissi, accomodandomi sul letto enorme della stanza.
"Oh... posso chiamarla più tardi allora"
"No" dissi secco. "Cioè, certo che sì. Comunque sono Harry, volevo solo farti una domanda"
Sperai solo di non essere risultato troppo sgarbato, ma mi ricredetti quando rispose.
"Certo, dimmi pure"
"Tu sei amico di Scarlet, vero?"
Lo sentii tossire.
"Sì, siamo molto amici, perché?"
Deglutii, prima di rispondere. Sentii l'acqua della doccia fermarsi e mi affrettai a porre la domanda, prima che Sam uscisse definitivamente e mi strappasse il cellulare dalle mani.
"Sono un suo vecchio amico, vorrei andarla a trovare e mi chiedevo dove abitasse"




 
Salve a tutte!
Finalmente mi sono decisa a pubblicare, e mi scuso davvero per il ritardo ma sono stata un po' in crisi su questo capitolo. Infatti non ne sono del tutto soddisfatta.
Vi ringrazio ancora per le bellissime recensioni che mi lasciate! Vi adoro, tutte.
Al prossimo capitolo,
Anny



PS: Questa è l'unica foto più simile alla vera Eve. E' quasi uguale a come me la sono immaginata.


 

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Capitolo 7
*** Capitolo sette ***


Hurts
-Capitolo sette-


"Ti prego, non lasciarmi andare"
La voce di Zayn rimbombò nella vasta zona. 
Il mare era agitato, le onde si buttavano libere contro gli scogli e una marea d'acqua mi bagnava i vestiti e i capelli. Il cielo era così grigio che mi stupivo di non vedere la pioggia, anche se era impossibile a causa del mare agitato. 
"Non lo farò" urlai, per farmi sentire.
Lui fece un passo avanti, mettendosi sull'orlo dello scoglio, e mi guardò negli occhi. Il suo sguardo era così triste e malinconico che mi sarei buttata nel mare agitato solo per baciarlo. I capelli neri erano mossi dal forte vento, e la maglietta nera era zuppo d'acqua.
Dalla parte opposta c'era Harry.
Lui mi guardava serio, con le braccia posate lungo i fianchi, e i capelli disordinati intorno al viso. Non disse nulla, ma nella mia testa riecheggiavano le sue parole. "Ti amo"




Quando quella mattina presto mi svegliai, non ebbi il coraggio di alzarmi dal letto. Fare sogni come quelli era normale per me, ma mai come quella volta mi sentii male. Era come trovarsi in mezzo a due grandi sentimenti, a due grandi amori.
Che poi io ed Harry non eravamo nulla, non più ormai, o forse non lo eravamo mai stati.
Invece, io e Zayn, eravamo un qualcosa, e io lo stavo perdendo.
Non uscivo di casa da circa due giorni, e non perché non ne avessi il coraggio, ma perché avevo paura di incontrare Zayn e di doverlo affrontare. Mi avrebbe evitata e io ci sarei rimasta malissimo.
Di certo però non potevo non andare al lavoro, così decisi finalmente di alzarmi dal letto  e di infilarmi sotto la doccia.
Zayn, come aveva promesso, non si era fatto sentire, e in un modo o nell'altro mi sentivo vuota senza di lui al mio fianco. Mi ero così tanto abituata ad averlo sempre tra i piedi, a sentire la sua voce la mattina che mi dava il buon giorno, alle sue carezze e ai suoi baci che per un momento dimenticai Harry.
Io stavo bene con Zayn, quello che provavo era solo paura. Paura di ritornare al passato, di dover affrontare, anche solo mentalmente, la mia vecchia vita.
E io non volevo.
Finii di sorseggiare il mio caffè dolce e posai la tazza nel lavandino. Presi il necessario, uscii di casa, e tremai per il freddo che c'era. Avevo indossato un banale jeans stretto, le mie solite converse e un semplice maglione leggero.
Un rumore di tacchi mi fece voltare, e vidi Lydia salire le scale dell'entrata. Incrociai le braccia al petto e lei subito mi venne incontro, abbracciandomi.
"Come stai?" esclamò, mettendo in mostra i suoi denti esageratamente bianchi.
I capelli erano perfetti come al solito, la giacca marrone che indossava doveva essere di una marca costosissima, e le chiavi che aveva in mano mi indicavano che andava di fretta.
"Mai stata meglio" borbottai, abbassando lo sguardo sulle sue scarpe col tacco nere.
"Mi dispiace di non averti chiamata in questi giorni, ma ho avuto molto da fare. Zayn ieri sera mi ha chiamata e mi ha detto tutto. Io non ti capisco..."
"Mi ha dato tempo, ha detto che quando sono pronta dovrò cercarlo e dirgli ciò che vuole sapere" sbottai.
La guardai negli occhi, in quegli occhi di un castano chiaro, circondato da lunghe ciglia nere, e tutto quello che riuscii a trovare fu il dispiacere.
Lei si aggiustò i capelli lunghi dietro le orecchie e si morse le labbra colorate di un rosso scuro.
"Mi dispiace" sussurrò.
"Anche a me"
"C'entra qualcosa Harry?"
Lo disse con una così tanta naturalezza che mi innervosì. Sembrava stessimo parlando di un mio normale amico, quando poi non era assolutamente vero.
Intanto però annuii e strinsi le labbra in una linea, mentre poggiavo la borsa tra le mie gambe. Controllai velocemente l'orario sul polso sinistro, e constatai che mancava molto prima dell'inizio delle lezioni.
"E' tutto così complicato, Lydia" sbuffai. "Harry è un mio vecchio amico, non lo conosco neanche tanto bene"
"Vuoi che io ti creda?"
Poggiò a sua volta la borsa per terra e incrociò le braccia al petto, come se volesse sfidarmi. "Non avresti pianto così tanto altrimenti"
'Lui mi ha salvata' avrei voluto dire.
Perché non riuscivo a dirlo? Lydia era mia amica da molto tempo, avrei dovuto fidarmi ciecamente di lei, eppure non ne trovavo il coraggio.
"Lui..."
"E' stato un tuo vecchio fidanzato?"
Soffocai una risata, tentando di risultare il più naturale possibile.
"Certo che no"
Mi guardò di sottecchi e si aggiustò i capelli per la quarta volta, da quando stavamo parlando.
Non mi andava di parlarle di Harry in quel momento. Volevo solo andare al lavoro e non pensare a nulla. Avrei preferito subirmi le urla della Preside, piuttosto che affrontare quella conversazione.
Cominciai a scavare nella borsa, alla ricerca della mia agenda, e sentii Lydia spostarsi da dov'era.
"Facciamo così" dissi infine, una volta riuscita nel mio intento. "Ci vediamo questa sera, così possiamo parlare con più calma"
Alzai lo sguardo e Lydia non mi stava ascoltando, nè guardando.
"Mi stai ascoltando?" esclamai, ma lei stava fissando tutt'altro, con un'espressione confusa sul volto.
Spostai gli occhi sulle scale dell'entrata e lo stupore di vederlo avvicinarsi mi assalì completamente.
Il jeans nero era leggermente strappato sulle ginocchia e la camicia che indossava metteva in risalto la sua corporatura. Non mi aveva ancora notata, il che  fu un bene. Lo stavo studiando così attentamente che mi ero dimenticata di tutto ciò che mi circondava, anche della mia amica.
Cosa ci faceva lì? 
Chi gli aveva detto dove abitavo?
Avevo la bocca secca, incapace di dire nulla. Volevo solo andare lì e fiondarmi su di lui, ma seppure la voglia di farlo era così tanta da lacerarmi  il cuore, sapevo che Lydia ci stava guardando e non potevo correre nessun rischio.
Dopo l'ultimo scalino, finalmente i suoi occhi corsero ai miei, facendomi sentire in un modo strano.
Cosa provavo quando Harry mi guardava? Era un qualcosa più forte di me, non potevo reggere la sua attenzione, il suo corpo e i suoi occhi.
"Ci vediamo stasera" scattò Lydia, e scese gli scalini, facendo un rumore assordante con i tacchi.
Io non sentii nulla. Ci stavamo letteralmente divorando, solo con gli occhi.
Era la prima volta che rimanevamo soli, e una paura improvvisa mi assalì.
E se Zayn fosse passato di lì? Mi avrebbe lasciata per sempre, pensai, mentre notavo la bocca di Harry muoversi.
"Ciao" fu tutto ciò che disse.
La sua voce era così bella che mi riportò al sogno fatto quella stessa mattina.
"Ciao" sussurrai a mia volta.
Fece qualche passo avanti, senza mai staccare il nostro contatto visivo, e mi strinsi nel mio maglione.
"Come... stai?" mormorò, sfregandosi i capelli con le mani.
Doveva essere nervoso anche lui, lo era per forza.
"Bene, e tu?"
Lui annuì, facendo muovere i capelli, e si guardò intorno.
Quella conversazione era così patetica che non sembrava neanche reale. Di cosa avremmo dovuto parlare poi?
"Io..." sussurrai, catturando l'attenzione dei suoi occhi sui miei. "Stavo giusto uscendo"
Si grattò dietro la nuca, dopodiché fece qualche passo indietro. "Bene, vuoi che ti accompagni?"
Le immagini di un Zayn sconvolto che veniva a sapere di me e lui insieme mi terrorizzavano. Ma l'idea di stare da sola un po' con lui era così allettante che annuii senza neanche accorgermene.
"Hai una macchina?" chiese, senza muoversi da lì dov'era.
"No, stavo per prendere l'autobus in realtà" 
Lui sfoderò un sorriso, circondato da due fossette ai lati della bocca, e mi mancò il respiro. Se i sorrisi potessero fare luce, il suo avrebbe illuminato l'intero universo.
Dalle tasche posteriori dei suoi pantaloni neri cacciò delle chiavi, e intuii che fossero della sua auto.
Scendemmo i gradini e ci avvicinammo verso la macchina più costosa che avessi mai visto, situata al centro del parcheggio. Era di un bianco splendente, e sulla portiera una lunga linea nera era disegnata sopra.
Quando finalmente entrammo, non mi sembrò quasi vero di stare lì, seduta nella sua auto.
"E' strano, non trovi?" domandò pensieroso. 
"Strano cosa?"
Mi sentii una stupida, era normale che era strana quella situazione.
"Tutto questo, Scarlet. Io adesso sono ricco sfondato, tu lavori e hai... degli amici. E poi guardaci" mormorò, lanciandomi una veloce occhiata, prima di puntarla di nuovo davanti a sè. "Siamo seduti in un auto, che tra l'altro non è neanche rubata, e io sono così confuso"
Si passò una mano nei capelli ricci e se li scombussolò ancora di più.
Volevo solo che facesse partire quell'auto al più presto.
"Anche io" dissi. "Sono più confusa che mai"
Mi guardò così profondamente che dovetti distogliere lo sguardo, o mi sarei sentita ancora di più in imbarazzo. Il mio cuore batteva così velocemente che potevo addirittura sentire il rumore dei miei battiti al di fuori del mio corpo, o magari era solo una mia impressione.
Accese il motore dell'auto e uscimmo dal parcheggio, dirigendoci verso la strada.
"Ti stanno bene i capelli così" affermò, lasciandomi di stucco di fronte al suo sorriso, per la seconda volta. "Ti ho sempre pensata con i capelli corti, non mi è mai passato per la testa che ti potessero essere cresciuti"
Quella rivelazione non me la sarei mai aspettata.
"Grazie" riuscii a sussurrare, evitando il fatto che mi avesse rivelato che mi aveva pensata dopo tutto quel tempo. "Tu invece sei sempre lo stesso"
Lui finse una tosse e impugnò il volante con fermezza. 
"Solo un po' più pulito" aggiunsi, facendolo ridere.
Era da così tanto tempo che non sentivo la sua risata.
"Dove devo girare?" chiese, fermandosi improvvisamente.
Gli spiegai con velocità la strada e lui parve capire subito, infatti mi disse che conosceva benissimo quella scuola, e che la cugina più piccola di Kate la frequentava.
"Kate è quella ragazza bionda che era seduta vicino a te?" Chiesi, pentendomene subito.
"Non ho voglia di parlare di lei, nè di nessun altro, almeno non adesso"
Girò per la familiare strada e parcheggiò davanti alla scuola. I cancelli erano ancora chiusi e ne fui felice.
Volevo sapere di più su di lui, anche se non voleva.
"Però io voglio saperne di più" commentai. "Voglio sapere come hai fatto a salvarti. Non oggi se vuoi, anche un altro giorno"
"Questo vuol dire che vuoi rivedermi?"
Mi guardò negli occhi, con i suoi occhi chiari e limpidi. C'era così tanta speranza in essi che decisi di dirgli la verità.
"Vorrei tanto" mormorai, guardando fuori dal finestrino. "Ma..."
Sentii una leggera stretta attorno al polso e tremai al contatto delle sue mani attorno al tessuto del mio maglioncino. Scese al di sotto, fino a sfiorarmi il palmo e, come avevo sperato, la sua era più calda della mia.
"Zayn non sa niente del mio passato, in realtà nessuno sa di me. E adesso lui è arrabbiato e vuole saperne di più"
Non disse nulla, continuò solo ad accarezzarmi la mano, e quando mi voltai, lui mi stava fissando attento.
Continuai ad ammirarlo affascinata, aspettando in una sua risposta, che non tardò ad arrivare.
"Fa' quello che ritieni giusto"
Annuii e afferrai la maniglia della portiera. La strinsi leggermente, ma la sua mano ancora sulla mia mi impediva di andarmene.
Cos'era la cosa giusta? Dire tutto a Zayn. Lo avevo sempre ritenuto giusto, solo che non avevo mai trovato il coraggio, e forse non l'avrei mai trovato.
"Non andare, resta ancora un po'" sussurrò.
Mi pietrificai, togliendo subito la mano dalla portiera. Alcune mamme con i bambini erano posizionate fuori ai cancelli, aspettando che si aprissero.
Le labbra di Harry erano stese, e le fossette spuntavano sulle guance. 
Il suo sguardo mi perlustrava il viso, il sorriso ormai era diventato enorme, e il mio cuore fece le capriole davanti a quella visione.
"Perché sorridi?"
Scosse la testa e allontanò la mano dalla mia. Sentii improvvisamente freddo e la voglia di afferrargliela di nuovo mi invase completamente.
"Mi sei mancata" confessò.
"Maestra Scarlet!"
Un forte tonfo mi fece sobbalzare sul posto e mi voltai verso il finestrino, trovandomi Marcus che mi salutava e al tempo stesso sbatteva le mani contro l'auto.
Come aveva fatto a notarmi? 
Scesi subito, senza neanche dare un'ultima occhiata ad Harry, e sbattei la portiera con forza. Presi per mano il bambino, scompigliandogli i capelli scuri con le mani.
"Ciao, piccolo"
Lui sorrise e puntò l'attenzione verso l'auto. Salutò Harry, nonostante non lo conoscesse, e cominciò a saltellare sul posto.
Lanciai un'occhiata ad Harry ma lui non si mosse. 
Abbassò il finestrino e mi salutò con un cenno del capo. Il sorriso sul suo viso era svanito, e mi procurò una fitta al cuore. Avrei pagato pur di vederlo sorridere.
"Anche tu mi sei mancato" bisbigliai.
Ma lui era già troppo lontano.

Osservavo come Ila, una bambina bionda, disegnava un albero grande quanto un fiore, mentre nella mia testa c'era il caos più totale.
Controllai il cellulare per la terza volta, da quando mi ero seduta, e tutto quello che riuscivo a pensare era: "Gli scrivo o non gli scrivo?"
Alla fine decisi di farlo.
"Fa' quello che ritieni giusto" mi ripetei, chiudendo leggermente gli occhi.
Digitai velocemente il testo e inviai il messaggio, riposando il cellulare nelle teste strette dei jeans.

"Stasera vieni a casa, devo parlarti"






 
Salveee!
Ok, ci ho messo un po' troppo, lo so, e forse il capitolo  è anche cortino, ma non vedevo l'ora di pubblicare. Spero vi piaccia!!
Fatemi sapere, intanto vi lascio con una foto del piccolo Marcus *w*
Amatelo.

Un bacio a tutte!
Anny :)

 



 

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Capitolo 8
*** Capitolo otto ***



Hurts
-Capitolo otto-
-Scarlet
"Per piacere Lydia, ho detto che abbiamo solo parlato. Per di più Zayn tra poco sarà qui, non è che potresti evitare l'argomento?" quasi urlai, mentre camminavo a passi svelti, avanti e indietro, nel salone.
Il tappetto sotto ai miei piedi era morbido ed era l'unica cosa che mi rilassava in quel momento. Era da un quarto d'ora che la mia amica cercava di farmi parlare, come se le stessi nascondendo un grande segreto. Eve fortunatamente quella sera non c'era, sapevo che avrebbe cominciato ad urlare e a rimproverarmi sul mio comportamento.
"Avevi promesso che me ne avresti parlato!" sbottò, accavallando una gamba sull'altra.
Mi fermai di colpo, proprio davanti a lei, e incrociai le braccia al petto, facendo un grande respiro prima di cominciare a parlare.
"Sì, è vero. Ma adesso no, ho deciso di raccontare tutto a Zayn"
Si alzò improvvisamente dal comodo divano e mi fissò seriamente.
"Oh" sospirò. "Sul serio?"
Annuii, senza neanche pensare.
Ero tesa e nervosa, Zayn avrebbe saputo tutto di lì a poco.

Poggiai la mano sul suo petto nudo e continuai ad accarezzarlo, fino a quando il suo capo non si mosse verso il basso, per riscontrare il mio viso. Era tutto successo così velocemente che non avevo avuto nemmeno il tempo di dire una parola.
Avevo aperto la porta, Lydia era scappata via, Zayn era entrato in casa, mi aveva sussurrato un "Mi sei mancata" e in un modo o nell'altro eravamo finiti in camera da letto.
"Stai bene?" mormorò, poggiando le labbra sui miei capelli scuri.
"Sì" dissi solamente.
Mi sentivo così serena a stare lì, avrei preferito stare zitta piuttosto che affrontare la conversazione che sapevo sarebbe arrivata.
"Io... volevo scusarmi con te Scarlet"
"No" affermai decisa, fissando con particolare attenzione i suoi occhi, che invece erano troppo attenti a studiare la forma del mio seno scoperto. "Io voglio dirtelo, è giusto per entrambi"
"Chi è Harry?" domandò subito.
Chiusi gli occhi e la figura del suo sorriso triste e spento di quella mattina mi affollò la mente, facendomi sentire addirittura in colta per essere lì, nuda, nel letto con il mio fidanzato.
"Un mio vecchio amico" spiegai. "Cioè, in realtà non siamo nemmeno amici"
"Perché allora hai pianto così tanto?"
"Perché mi ha salvato la vita"
Aprì la bocca, incapace di dire nulla, e continuai a parlare e a dirgli la verità. Mi faceva così strano parlarne e aprimi liberamente. Non fece male come avevo sempre sospettato, mi sfogai nel raccontargli tutto e mi sentii più sollevata. Raccontai di Mark, il mio capo, della mia vecchia casa, di quella orribile notte e infine di Harry. 
Lui ascoltava attentamente e raramente si mordeva il labbro, per poi fissare un punto indefinito davanti a sè. Alla fine del mio racconto mi tenne stretta al suo petto, accarezzandomi i capelli. Mi sussurrava frasi dolci, come "Ci sarò sempre per te", "Non devi avere paura", "Io sono con te", e piansi, sapendo che quello che stava dicendo era vero.
Non dovevo avere paura perché lui ci sarebbe sempre stato.


Eravamo completamente spiaccicati l'uno contro l'altro, nella piccola macchina di Niall. Le lamentele di Liam, che non faceva altro che scalciare il sediolino del guidatore, erano un qualcosa di insopportabile per il diretto interessato. Fortunatamente, io ero accoccolata contro Zayn e non avevo nessun tipo di problema, tranne per Louis che non faceva altro che urlare e prendere in giro Niall.
"Non è colpa mia se c'è traffico!" urlò, dando un leggero pugno sul volante.
Vicino a me e Zayn, c'erano Liam, Lydia e Eve, che straordinariamente, aveva accettato l'invito di uscire con noi. Non accettava quasi mai, per un motivo a me ignoto. Avevo sempre pensato che odiasse i miei amici, che li considerasse solo un banda di idioti, ma mi ricredetti quando cominciò a ridere per le battute di Louis su Niall.
"Niall, sei un pessimo guidatore" diceva, e lei se la rideva, come se Louis avesse raccontato qualcosa di davvero esilarante. La vidi guardare nello specchietto retrovisore e lo stesso fece Niall, lanciandole uno sguardo arrabbiato. Non avevo la più pallida idea di cosa stesse succedendo tra i due, ma gli sguardi che si stavano lanciando non promettevano nulla di buono.
"Indovinate chi c'è stasera?" esclamò il biondo, catturando l'attenzione di tutti.
"Samantha" disse subito, e nella macchina calò il silenzio, interrotto solo da uno sbuffo di Lydia, che cercava una posizione più comoda sulle gambe di Liam.
Mi si seccò la gola solo a sentire quel nome. La domanda era: ci sarebbe stato anche Harry?
Ormai era evidente quanto i genitori di quella Samantha fossero iperprotettivi, possibile che la lasciassero da sola con uno spericolato come Niall? 
"E con lei ci sarà anche Kate e Harry. Ci è voluto molto per convincere i genitori, ma Harry sa essere molto convincente"
Zayn si irrigidì sul colpo e, nonostante fossi abbastanza scossa anche io, gli accarezzai la mano, cercando di tranquillizzarlo. 
"E da quando tu conosci questo Harry?" sbottò Zayn, marcando la sua acidità. 
Sapevo che erano nel pieno di un litigio, potevo dire che quelle erano le prime parole che si rivolgevano dopo la litigata, ma la sua reazione mi confuse lo stesso, e tolsi la mano dalla sua volontariamente.
"Abbiamo parlato qualche volta al telefono e ci siamo visti, problemi?"
"Sì, cazzo!" urlò, facendo ammutolire anche Louis, che aveva cominciato a canticchiare una canzone sconosciuta.
Niall non rispose, e mi domandai se stesse davvero dicendo la verità. 
Si fermò di botto ad un semaforo, rendendomi conto solo in quel momento che eravamo usciti finalmente dal traffico. Pensai che quella piccola discussione fosse terminata, fino a quando Niall riprese a parlare. 
"La prossima volta puoi pendere la tua macchina"
Sentii Zayn stringere i pugni e sbuffò solamente, senza dire nulla.
Sapevo che quella sera sarebbe finita male, in un modo o nell'altro dovevo stare vicino a Zayn per impedire che i due si prendessero a botte. Anche se ci fosse stato Harry.

Per quanto fossi ubriaca, riuscivo a sentire gli occhi di Harry sul mio corpo. Se ne stava seduto al bancone, con vicino la sua ragazza bionda. Lei era troppo interessata ad avere una stupida conversazione con il barista per badare ad Harry, e io troppo stronza nel guardarlo, mentre avevo le braccia allacciate attorno al collo di Zayn. La musica sembrava scorrermi totalmente nelle vene, e le luci colorate che illuminavano il locale non erano niente a confronto agli occhi del ragazzo che mi fissava.
Harry portò il bicchiere alle labbra e bevve con rapidità il contenuto del bicchiere. 
Ero così tanto curiosa di sapere a cosa stesse pensando, fino a quando Zayn mi trascinò con lui e lo persi definitivamente di vista.


 
-Harry
Lei era lì, che si muoveva a tempo di musica, con le braccia attorno al collo di quel Zayn. Il fatto che lui fosse lì mi distruggeva, e vederla così felice, tra le sue braccia, mi faceva male al cuore. 
Zayn ormai era suo, poteva toccarla, baciarla e averla quando gli pareva. 
Scarlet scuoteva la testa, cercando di tenere il ritmo, e i capelli le svolazzavano intorno al viso, mentre sulle labbra le era dipinto un sorriso largo, forse a causa della bevanda che aveva appena finito.
Kate aveva da poco finito di discutere con il barista e aveva cominciato a ballare in un modo abbastanza irrequieto, cercando di catturare la mia attenzione e finsi di essere interessato a lei e alle sue mosse imbarazzanti. Due ragazzi le stavano vicini, ma non me ne preoccupai.
Cercai di trovare di nuovo Scarlet, ma al suo posto mi trovai il sorriso sbarazzino di Niall, che non appena mi vide mi lanciò un saluto con il cenno del capo.
Sperai si avvicinasse e lo fece, sorpassando con difficoltà la grande massa di gente, posizionate al centro del locale. 
Samantha era al suo fianco, e lo guardava come suo solito. Doveva essersi presa davvero una bella cotta per aver anche deciso di disubbidire ai suoi genitori. 
"Ciao Niall" lo salutai, e ci stringemmo la mano.
Ci conoscevamo da poco, ma lui si comportava come se fossimo amici da anni, e la cosa mi piaceva parecchio. Non avevo molti amici in quel castello in cui vivevo, solo i parenti snob degli Hamilton, e Niall mi stava davvero simpatico. 
Lui ricambiò il saluto e si voltò verso la folla danzante, mentre Sam lo guardava ancora. Per quanto avessi capito, Niall non sembrava davvero interessato a lei, e mi chiedevo perché ci uscisse ancora insieme.
Notai un gruppo di persone avvicinarsi e lui si buttò di slancio su Sam, baciandola in un modo piuttosto osceno, mentre con una mano le palpava il sedere.
Mi chiesi a cosa fosse dovuto quel suo improvviso gesto e quando si staccò mi lanciò uno sguardo complice. 
Bisbigliò qualcosa nell'orecchio della sua ragazza, e mi tirò per un braccio, portandomi verso una porta. Non appena uscimmo dal locale mi sentii più sollevato, non solo perché così non avrei più visto Scarlet con il suo ragazzo e la mia fastidiosa fidanzata, ma anche perché la giacca che avevo indossato stava cominciando a diventare pesante. Faceva esageratamente caldo lì dentro, tanto che il contatto con l'esterno mi fece rabbrividire.
"Harry, io voglio essere sincero con te" disse improvvisamente, poggiando la schiena contro il muro. Lo imitai e puntai lo sguardo nel cielo, che quella sera era particolarmente scuro.
Sospirai e lui continuò a parlare.
"A me non piace Samantha"
"E allora perché continui ad uscirci?" provai a chiedere.
"Non lo so!" urlò, immergendosi le mani nei capelli. "Fino adesso il mio piano era quello di far ingelosire Eve, ma mi sembra così stupido!"
Si accasciò per terra e fissò anche lui il cielo.
"In effetti, un po' hai ragione"
Non avevo idea di chi fosse Eve e non mi importava molto. Anche se non sopportavo Samantha, non osavo immaginare la sua faccia dopo aver scoperto che in realtà Niall la stava solo usando, per arrivare ad un'altra ragazza.
"In questo momento dovrei stare dentro ad ubriacarmi, invece sono qui e mi sento un fottuto coglione" sbottò, prima di alzarsi definitivamente.
La porta del locale si aprì di colpo e un ragazzo uscì velocemente, lanciando un urlo stridulo. "Niall, che cazzo ci fai qua fuori? Ti sto cercando da tutte le parti! Vieni dentro!"
Doveva essere un suo amico e aveva anche un viso familiare.
"Liam, ti raggiungo subito"
Urlò di nuovo ed entrò, finendo per rovesciarsi tutto il drink sulla camicia.
"Io entro" esclamò poi Niall, ridacchiando. "Vieni anche tu?"
Negai con il capo e lui se ne andò, senza dire una parola.
Avevo bisogno di stare da solo e pensare. Pensare a quanto fossi ridicolo a pensarla ancora. Io sentivo di appartenere a Scarlet, ma purtroppo io non ero suo.
Quel Zayn era suo.
Stavo cominciando a considerare il fatto che ritrovare Scarlet fosse stato un errore, ma non volevo crederci. Dopotutto anche io avevo una ragazza, anche io avrei dovuto essere innamorato di lei.
Invece mi ritrovavo a fingere e a guardare altro, a guardare l'unica ragazza che avessi mai amato in tutta la mia vita.



 
Salve ragazze!
Lo so, è da più di un mese che non ho aggiornato! Ma ho dovuto studiare e sinceramente non riuscivo a fare tutte e due le cose.
Questo capitolo non mi entusiasma molto, anzi lo trovo inutile. 
C'è Scarlet che rivela tutto a Zayn, Harry che soffre lol (lo amo lo stesso) ed infine Eve e Niall che non si sa che stanno combinando... 
Comunque, questi capitoli devo dire che sono molto tranquilli rispetto ai prossimi che verranno... eheh
Inoltre, alcuni personaggi verranno approfonditi in seguito, come Lydia o Eve.

Spero continuerete a seguire questa storia e vi ringrazio tantissimo per le recensioni! :)
Un bacio a tutte,
Anny

 

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Capitolo 9
*** Capitolo nove ***


 
Hurts
-Capitolo nove-

 
-Kate
Conoscevo Harry Styles da quasi due anni ormai e avevo imparato ogni suo piccolo particolare. Riuscivo a capire se fosse stanco, arrabbiato, triste o felice. Non aveva segreti per me e questo lui ovviamente non lo sapeva. Me ne innamorai subito, non appena lo vidi seduto su una sedia in pelle blu, con le manette alle mani.
Mentre mio padre si domandava come mai un uomo arrestato se ne stesse tranquillamente seduto nella stazione di polizia, io mi chiedevo come potevano i suoi occhi essere così spenti. Le cose che risaltavano in lui erano le occhiaie nere e una marea di ricci scuri che gli coprivano tutta la testa.
Abbassò lo sguardo sulle mani legate e mi fu difficile continuare a scrutare il suo viso stanco. Mi feci coraggio e mi avvicinai, prendendo posto su una delle sedie al suo fianco. Inorridii al solo sedermi, pensando a tutte le altre persone che avevano poggiato i loro fondoschiena su quelle sedie, ma cacciai via quei pensieri per soffermarmi su di lui.
Indossava un pantaloncino scuro e una camicia semiaperta. I polsi era rossi a causa delle manette e i capelli leggermente unti e sporchi. Alzò il capo e si soffermò a guardarmi, senza mostrare nessuna espressione. Era triste e spento, ma nonostante tutto, io riuscii a vedere la bellezza del suo viso.
Lo immaginai pulito, in un vestito elegante e persi la testa. Qualunque cosa avesse fatto quel ragazzo, lo avrei liberato.
"Come ti chiami?" chiesi premurosa, poggiando una mano sulle sue.
Lui reagì male e si scostò, catturando l'attenzione di mio padre.
"Kate togliti di lì!" urlò, sgranando gli occhi alla visione di me vicino ad un uomo arrestato. Mi alzai di fretta e il ragazzo dai capelli ricci continuò a fissarmi seriamente, fino a quando non uscii da lì.
Dopo tutto quel tempo, ancora mi chiedevo cosa lo avesse ridotto in quello stato. Quando lo portammo a casa cambiò totalmente, non fu mai più aggressivo, in nessun modo.
Era uno dei ragazzi più educati che io avessi mai conosciuto, si proponeva di aiutare mia madre e, nonostante cominciò anche a sfruttarlo, lei proprio non lo sopportava. I miei genitori non lo avevano mai voluto in casa, ero sempre stata io a volerlo.
Inizialmente mi era sembrato addirittura timido, ma con il tempo quella timidezza sparì.
Era disponibile, allegro e affettuoso, o almeno era quello che mostrava a noi.
In quel momento mi sembrava di vedere un altro Harry, un Harry diverso, addirittura depresso. Fissava il cibo senza toccarlo e con le punta delle dita toccava il bordo del bicchiere pieno di vino rosso, come se fosse perso in un grande ragionamento.
Non l'avevo mai visto così e avevo tanta paura.
Forse non ero mai stata capace di capirlo e mi sentii male al solo pensiero.
"Non hai fame?" gli chiesi, accarezzandogli una mano, nel modo più dolce possibile.
Lui mi sorrise, facendo battere il mio cuore il più veloce del normale, e annuì, facendo muovere i riccioli scuri.
"Menti"
Mi guardò confuso e mi pentii di averlo detto.
"No, sto bene. Sono solo un po' stanco"
Stava ancora mentendo, ma finsi di crederci.
Samantha inviava messaggi di nascosto sotto al tavolo e nostro padre sembrava non essersene accorto. Sapevamo entrambe quanto odiava i cellulari a tavola, ma forse lei era troppo presa da Niall per obbedire alle regole.
Harry non c'era, lo sentivo distante. E avevo paura che il suo amore potesse svanire da un momento all'altro.
Avrei fatto qualunque cosa pur di averlo di nuovo come prima, e mentre lo ammiravo mangiare, escogitavo un piano... che non avrebbe sicuramente fallito.



 
-Eve
Pulii con rapidità il tavolino all'esterno del bar e passai di nuovo il panno bagnato, cercando di mandare via le macchie di cioccolato fondente.
Mi era molto difficile essere gentile con i clienti, sopratutto con i bambini, ma era l'unico modo che avevo per guadagnare qualcosa. In quel mese avevo cambiato circa tre bar, in tutti e tre ero stata licenziata per il mio carattere. Avevo urlato contro due bambini nel primo, perché non facevano altro che ronzarmi tra i piedi mentre portavo i menu ai tavoli, e fatto cadere un drink sul vestito bianco di una donna anziana nel secondo.
Entrai con tranquillità nel bar e sentii la porta principale aprirsi.
Vedere Niall e Samantha entrare nel bar, non mi fece affatto bene. Mi conoscevo abbastanza da sapere che se non mi fossi controllata ne avrei combinata un'altra delle mie.
Anche se lo odiavo, non potevo fare a meno di guardarlo mentre teneva la mano della sua ragazza intrecciata alla sua. Gli occhi vispi studiavano il locale, e fece una smorfia davanti a tutto quel rosa. Era la stessa faccia che avevo fatto io. Il bar era esageratamente femminile: le pareti rosa confetto, i tavoli color argento a forma di cuore e su ognuno di essi un vasetto di ceramica con delle rose finte.
Mi scappò una risata e i suoi occhi saltarono su di me, accennando un saluto con la mano.
Sul suo volto non vidi comparire nessun sorriso, ma rimasi lo stesso a fissarlo, mentre prendeva posto ad un tavolino. Alzai gli occhi al cielo quando vidi Samantha arrabbiarsi, e dentro di me esultai.
La camicia che indossava Niall risaltava i suoi occhi e a mio malgrado non potei fare a meno di trovarlo bellissimo.
Quand'era l'ultima volta che avevo definito un ragazzo 'bellissimo'? Probabilmente non lo avevo mai fatto, nemmeno quando ero una semplice adolescente. Avevo sempre definito tutti i maschi una massa di 'stupidi'. Forse Scarlet aveva ragione quando mi riferiva che non sarei mai cambiata.
Vidi i due rivolgermi una veloce occhiata e mi affrettai a prendere il blocchetto delle ordinazioni poggiato sul bancone. Feci un respiro profondo prima di voltarmi definitivamente, sperando che i capelli fossero abbastanza ordinati nella mia crocchia fatta distrattamente quella stessa mattina.
"Io prendo un cappuccino" ordinò subito Samantha, senza neanche degnarmi di uno sguardo.
Annuii con il capo e mi affrettai a scrivere, sotto lo sguardo insistente di Niall. Più tempo ero lì e più mi sentivo nervosa.
"E' tutto?" sbottai, non riuscendo a non guardare niente se non i suoi occhi. Cosa avevano di così diverso rispetto agli altri? Perché mi rendevano così nervosa e insicura?
"Sì, ma vorrei che facessi presto al posto di perdere tempo, perché andiamo di fretta" sbottò la bionda, rivolgendomi uno sguardo di disprezzo, per poi arricciare le labbra piene, ricoperte da un lucidalabbra rosa.
Niall sgranò gli occhi e puntai la mia attenzione sulla ragazza. Era vestita come se fosse uscita da una chiesa o forse era il suo abbigliamento da 'nobile'. Per di più, odiavo quando qualcuno si rivolgeva in quel modo nei miei confronti, e di certo non l'avrei permesso ad una come lei.
Niall l'avrebbe sicuramente assecondata e questa cosa mi rendeva ancora più incazzata.
Strinsi i pugni e gli occhi più belli che avessi mai visto si posarono su di essi.
"Sam non dire così, farà subito e poi abbiamo abbastanza tempo"
"No che non lo abbiamo! Mio padre ha stabilito un orario e se rientro più tardi non potrò vederti per almeno una settimana"
Mi allontanai scocciata e dentro di me sperai che facesse davvero tardi.

"Scusala"
Una voce mi fece voltare di scatto, provocandomi un forte dolore al collo.
Mi ero girata verso il lato opposto ai due per non subirmi le loro effusioni, e mi stupii di vederlo lì.
Sbuffai e gli risposi a tono, guardandolo dritto negli occhi.
"Se non le ho tirato un pugno è perché non voglio essere licenziata di nuovo"
Mi stupii di sentirlo ridere. Insomma, avrebbe dovuto difenderla, no? Probabilmente stava ridendo di me.
"Potrei darlo a te un pugno se non la smetti di ridere"
Lui di risposta rise ancora di più e finsi di lanciargli un pugno, ma lui lo afferrò e sussultai al suo tocco.
La sua mano ricopriva interamente il mio polso e mi staccai di colpo, notando un cliente che cercava di catturare la mia attenzione.
"Dovresti andare dalla tua Samantha, sto cercando di lavorare"
Scrissi con rapidità l'ordinazione e strappai il foglietto, per poi poggiarlo sul bancone della cucina. I suoi occhi non mi avevano lasciata neanche per un secondo e tentai in tutti i modi di evitarli.
"Sto cominciando a pensare che tu sia gelosa, Eve"
Mi ero trovata improvvisamente con la schiena attaccata al suo petto e la sua voce era un sussurro vicino al mio orecchio. Avrei potuto semplicemente spostarmi, invece me ne restai ferma, a godermi quel momento.
"Per niente"
Il mio tono freddo non lo spaventò, anzi. Mi strinse ancora di più e scostò qualche ciuffo dietro le orecchie, per poi poggiare le labbra sul mio collo.
Se qualcuno ci avesse visto, oltre ai clienti, sarei stata licenziata per atti osceni in luogo pubblico.
"Esci con me"
Mi voltai, facendo attenzione a non toccarlo con le mani, e lo pietrificai con lo sguardo.
Non lo avevo mai visto da così vicino, neanche una volta. I suoi occhi, attorno alla pupilla, erano di un azzurro chiarissimo con qualche sfumatura verde, che piano piano diventava sempre più scuro, fino al blu.
"No"
"Perché?"
Rimasi incantata davanti al movimento delle sue labbra, ma l'urlo dell'altra cameriera mi richiamò.
"Eve datti da fare, ci sono due tavoli che hanno bisogno di te!"
Lui fece un passo indietro, senza mai distogliere lo sguardo dal mio. "Perché?" chiese di nuovo.
"Perché non mi va"
"Non dire palle, Eve!" quasi urlò, catturando l'attenzione di due donne intente a bere uno strano frullato. Afferrai il blocchetto e mi avviai ad un tavolo, con lui alle calcagna.
"Tu hai già una ragazza e io non perderei il mio tempo con uno come te"
Un signore in giacca e cravatta ci osservava attento, mentre gustava le sue patatine, come se fosse al cinema.
Mentivo, mentivo così tanto che la mia voce tremò alle ultime parole.
"Giusto, mi ero dimenticato"
Mi voltai di colpo, per osservare la sua espressione e non riuscii a capire cosa intendeva.
"Cos'è che hai dimenticato?"
"Del tuo caratteraccio" rispose subito, mostrando un sorriso furbo.





 
-Scarlet
Marcus si avvicinò al banco deluso, cercando di nascondere le lacrime con i capelli. Nonostante avesse qualche problema, io cercavo sempre di non farlo sentire triste, o almeno non diverso dagli altri.
Se stava piangendo, era perché Toby gli aveva detto che il suo disegno era orribile.
"Io lo trovo bellissimo"
Lui mi guardò e accennò un leggero sorriso, per poi asciugarsi le lacrime con le mani.

Il mio rapporto con Zayn era tornato alla normalità. Era come se non avessimo mai litigato, tranne per Louis, che non faceva altro che lanciarmi strane occhiatine e stare sempre tra i piedi, e per Niall, che proprio non riusciva a riallacciare i rapporti con il moro.
Quando la campanella suonò, accompagnai tutti i bambini fuori dalla scuola con l'aiuto delle altre maestre, e mi affrettai ad inviare un messaggio a Zayn, per poi posare il cellulare nella borsa.
Quel giorno faceva particolarmente caldo nonostante fossimo in pieno marzo e l'idea che tra qualche mese sarei andata in vacanza mi metteva su di morale.
Il parcheggio della scuola era ancora pieno e salutai alcuni bambini, prima di avviarmi definitivamente verso la stazione del treno.
Ci era voluto un po' per abituarmi ai mezzi di trasporto, e anche se Zayn non poteva venirmi a prendere sempre, apprezzavo i suoi gesti improvvisi.
Infatti, ogni volta, speravo di trovarlo lì.
Ma quel giorno rimasi a bocca aperta quando intravidi una macchina bianca splendente, ormai dall'aria familiare.
Eppure, vicino allo stazionamento, un ragazzo dai capelli ricci era poggiato contro quell'auto, intento a scrivere qualcosa sull'ultimo modello di iPhone.
Cosa avrei dovuto fare? Salutarlo come se niente fosse?
Quel giorno indossava una camicia bianca, dei pantaloni neri molto stretti, e delle converse bianche stranamente consumate.
Alzò lo sguardo distrattamente dal cellulare e lo posò su di me. Non mi ero nemmeno accorta di essermi fermata a quattro passi da lui.
Mi feci coraggio e accennai un sorriso, per poi avvicinarmi.
"Come mai da queste parti?"
"Ho pensato di venirti a trovare" mormorò, senza però guardarmi. "Se non vuoi posso anche andarmene"
Perché si mostrava così insicuro? Era normale che volessi passare del tempo con lui, ma questo non lo capiva.
"Non voglio che te ne vada" lo assicurai.
Non mi importava se Zayn ci avesse visto insieme, o almeno speravo non si arrabbiasse.
"Stavi uscendo?" mi domandò, tornando a posare gli occhi sul mio viso.
"Sì"
Portò una mano dietro la nuca e cominciò a grattarsi in modo nervoso, per poi guardare qualcosa dietro di me.
Mi era mancato così tanto stare con lui, eppure mi sembrava così diverso.
"Stai bene?" gli chiesi, notandolo in uno stato di agitazione improvviso.
"Sì, sto bene. Volevo solo passare del tempo con te"

L'aria condizionata nella sua macchina lussuosa aveva completamente rinfrescato l'aria.
Anche se avevo detto a Zayn che andavo a mangiare fuori e non tornavo a casa, non mi sentivo in colpa. Era la verità, da una parte, e io ero troppo felice di aver rivisto Harry.
Guidava con facilità la sua auto e io ammiravo il modo in cui cambiava marcia e muoveva il volante con le mani.
"Che ne dici di una pizza?"
Annuii, distogliendo lo sguardo dalle sue grandi mani, per poi guardare fuori dal finestrino.
La macchina si fermò d'improvviso ad un semaforo e nessuno dei due parlò, fino a quando arrivammo a destinazione.
Era ancora così strano vederlo che non potevo crederci. Mi sembrava di essere ritornati indietro nel tempo, dove non avevo niente e nessuno, solo lui.

Non avrei mai pensato che Harry mi potesse portare in un ristorante. Sembrava tutto troppo intimo e affrettato, gli altri avrebbero potuto praticamente scambiarci per una coppietta, ma non mi importava di nulla.
Ero con Harry in quel momento e avevo dimenticato di tutto, anche di Eve a casa che mi aspettava per il pranzo.
Averlo davanti a me, in quella camicia bianca costosa, rendeva tutto ancora più confuso.
"Che facoltà sceglierai?"
Quella domanda mi lasciò spiazzata, stupendomi del fatto che si ricordasse delle mie parole. Avevo detto di voler frequentare l'università il giorno in cui ci rivedemmo.
"Lettere e filosofia" risposi prontamente, mentre osservavo la cameriera arrivare con due pizze calde.
"Ma non ne sono sicura, non sono neanche certa di farcela con i soldi" aggiunsi, tagliando con il coltello lo spicchio di pizza.
Quando alzai lo sguardo lo trovai a mangiare con le mani e finì di masticare, prima di rispondermi.
"Su questo non ci sono problemi"
Aggrottai le sopracciglia e poggiai il coltello sul tavolo, perché proprio non riuscivo a capire cosa intendesse con quella frase. Magari non ci fossero stati problemi!
"Non capisco" ammisi.
"Ti aiuto io, con i soldi e tutto"
Lo disse come se fosse la cosa più naturale del mondo e per un momento ci credetti.
Scossi la testa divertita e lui mi lasciò di nuovo senza fiato con le sue parole.
"Davvero Scarlet, ti aiuterò io"
"Ma non puoi!"
Richiusi subito la bocca e mi morsi le labbra. Non era stata mia intenzione urlare e lui parve capirlo dal mio atteggiamento.
"Io ormai sono ricco" cominciò. "E indovina? Non sono felice, per niente. Anzi, mi sento solo, come non lo sono mai stato. Posso avere tutte le macchine che voglio, ma non mi serviranno a nulla. A te invece serviranno a qualcosa, ti renderanno felice."
Aveva fissato per tutto il tempo il mio viso e io il suo. Mi chiesi perché si sentisse così. Mi chiesi perché si sentisse solo, quando poi al suo fianco aveva una bellissima ragazza e una famiglia, anche se un po' scorbutica, ma pur sempre una famiglia.
Quello che mi uscì dalle labbra, però, non fu niente di tutto questo.
"Non puoi farlo, devo riuscirci da sola"
Si mise una mano nei capelli è continuò a mangiare.
In quel momento sarei voluta entrare nella sua testa e sentire tutto quello che stesse pensando.
Passarono due minuti in silenzio e lui non sembrava voler continuare a parlare dell'argomento.
"Non pensavo ti piacesse così tanto la cucina italiana" lo presi in giro, mentre lo ammiravo mangiare. Più che mangiare quello era divorare.
Alzò lo sguardo dal piatto, per puntarlo nel mio, e accennò un sorriso con le labbra. "Infondo non conosci tante cose di me"
Era vero. Mi sentivo così tanto legata a lui che era come se lo conoscessi. Era come se quei due giorni passati insieme in quei due anni fossero bastati per farci amare. Ma ovviamente non era assolutamente vero.
Harry era un perfetto sconosciuto dopotutto, uno sconosciuto che mi era entrato nel cuore e che non voleva andare più via.
"Il signor Hamilton ne va pazzo" aggiunse poi, pulendosi le mani sul tovagliolo. "In questo ristorante ci sarò venuto circa venti volte"
Risi sotto ai suoi occhi e bevvi un sorso d'acqua dal mio bicchiere.
"Anche Zayn ne va pazzo" ammisi. "Quando ha lasciato l'Italia era così depresso che sarebbe tornato a casa solo per mangiare la sua adorata pizza. Dice che sua madre è un'ottima cuoca"
Lui intanto fissava il suo bicchiere vuoto, come se fosse perso in qualche grande ragionamento.
La cameriera ci portò il conto e pagammo, cioè in realtà pagò Harry. Non mi andava che mi definisse una poveraccia, perché alla fine non ero poi così povera.
Quando uscimmo dal ristorante adocchiai subito la sua auto e mi voltai per aspettarlo.
Ero ancora scossa per la conversazione avuta poco prima. Insomma, non poteva essere serio!
“Ti accompagno a casa?” chiese premuroso.
Ormai mi era vicino, così vicino che potevo semplicemente specchiarmi nel verde dei suoi occhi. La sua mano mi accarezzò un braccio, e scese lentamente, fino ad incastrarla con la mia.
Era stato un gesto così delicato e io mi sentii benissimo. Era come se fossimo legati solo da quel tocco.
Il vento gli scosse i capelli e lui con la mano libera se li portò su, senza mai distogliere lo sguardo da me.
“Vorrei tenerti per mano tutto il tempo che vorrei” sussurrò, avvicinandosi sempre di più.
Le sue labbra catturarono l'attenzione dei miei occhi, e rimasi stregata dal loro movimento. Salii lentamente, fino ad arrivare al suo sguardo e schiusi le labbra, non riuscendo a dire nulla.
“I soldi ti renderanno felice” disse poi, riprendendo l'argomento lasciato in sospeso, e strinse sempre di più la mia mano, trasmettendomi un calore familiare. “Anche se vorrei che fossi io a farlo"
Mi morsi le labbra sotto il suo sguardo. Mi guardò così profondamente che mi mise a disagio, ma non riuscii a non ammirare i suoi occhi.
Realizzai di star baciando Harry Styles solo quando le sue labbra toccarono le mie, le stesse labbra che mi avevano fatta sentire amata due anni prima.
Erano le stesse, le ricordavo perfettamente. Solo che in quel momento erano piene di passione, lui mi voleva. E a mio malgrado, anche io volevo lui.
Con quel bacio stava trasmettendo tutta la sua voglia di avermi rivista, o almeno così lo interpretai.
Premette le mani sui miei fianchi, facendo combaciare i nostri bacini, e puntai le braccia sulle sue spalle. I suoi capelli erano morbidi e setosi, e io ero così persa in lui che dimenticai di tutto.
Dimenticai che ci trovavamo in una strada al di fuori di un ristorante, che la gente poteva vederci, e che Zayn poteva tranquillamente passare di lì.
Sarei rimasta lì per il resto della giornata, avvinghiata al suo corpo, come se fosse la mia ancora di salvezza.
Ancora in estati, schiusi le labbra, per permettergli di approfondire il bacio. Sulla mia pelle sentii dei brividi quando udii un respiro profondo da parte sua.
Ero sicura di essere sotto un incantesimo, o forse era semplicemente Harry.
Non seppi con certezza quanto tempo passò, ma quando aprii gli occhi, lui aveva la fronte poggiata sulla mia e mi guardava intensamente, con un largo sorriso sulle labbra rosse.
"Che cosa ho fatto?" sussurrai, senza avere il coraggio di allontanarmi.
Il sorriso largo di Zayn mi si parò davanti e lo immaginai a casa ad aspettarmi.
Seppure la voglia di alzarmi sulle punte e baciarlo di nuovo era davvero tanta, poggiai le mani sulle sue spalle e lo spinsi leggermente.
Lui non lo capì, e avvicinò di nuovo il viso pericolosamente al mio.
"No, Harry!" urlai.
Con gli occhi lucidi mi guardai attorno, nella speranza di non vedere nessuno. E se qualcuno ci avesse visti?
Non potevo correre nessun rischio, quello era stato un errore. Un bellissimo errore, ma pur sempre un errore.
"Non possiamo, ho un fidanzato!"
Non disse nulla, ma potei notare qualcosa distruggersi nei suoi occhi.
La sua mano si era poggiata sulla mia e la spinsi via, contro tutta la voglia che avevo.
Scossi la testa e mi voltai, per dargli le spalle, e correre il più lontano possibile.




 

Holaaaaaaa!
Sì, sono ancora viva!!
Eccomi tornata con questo nono capitolo e sì, non mi piace molto, a parte la fine. Mi sembra tutto troppo affrettato, ma questo Harry è così complicato! Non lo riesco a gestire, mi fa uscire pazza!! ahahah
Però, un motivo c'è se l'ha baciata, e nel prossimo capitolo (che ho già finito) ci sarà anche un suo Pov.
In questo capitolo conosciamo meglio sia Kate che Harry e... quale sarà il piano malvagio della ragazza? Zan zan zan
Poi, vi piacciono Eve e Niall? *w*
E del bacio cosa ne pensate?
Spero di non avervi delusa e, anche se vi ho fatto aspettare millenni, giuro che questa volta sarò più precisa. Lo prometto! 
Grazie ancora a chi mi sopporta, non so come farei senza di voi.
Un bacio a tutte,
Anny x

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Capitolo 10
*** Capitolo dieci ***


-Capitolo dieci-
 
"And I will stumble and fall
I’m still learning to love
Just starting to crawl"
 
-Harry
Stavo volando, ma i miei piedi erano puntati a terra, e la testa girava come non mai.
Intonavo una melodia a me sconosciuta, ma in quel momento era come se la conoscessi.
Ridevo e poi mi fermavo a riflettere.
Piangevo e poi ridevo ancora.
Spaventai due ragazzine sedute sul marciapiede della strada e risi di gusto, battendo le mani con forza, fino a quando non vidi le due figure allontanarsi.
Passai una mano tra i capelli umidi e rivolsi il palmo verso il cielo.
Stava piovendo ed io ero fottutamente solo, in una strada che conoscevo fin troppo bene. Quante volte mi ero messo a spiarla mentre usciva di casa? Quante volte mi convincevo di andarla a trovare e poi mi fermavo e mi arrendevo quando vedevo quel Zayn?
Troppe, forse davvero troppe volte.
Ma non potevo farci nulla. Era come se lei si fosse dimenticata di me, come se, infondo, non le fosse importato di nulla, neanche della notte in cui la salvai.
E faceva maledettamente male.
Che cosa ho fatto?”
No, Harry! Ho un fidanzato!”
Perché non capiva che mi uccideva così? Avrei giurato di aver sentito il mio cuore infrangersi in mille pezzi.
La pioggia si fondeva con le pesanti lacrime che rigavano il mio volto.
I messaggi sul cellulare aumentavano, ma non mi importava.
Era Kate, lei e quella merda del padre. Non volevo sentire nessuno se non lei e le sue labbra.
Sfiorai le mie con i polpastrelli, ricordando quanto un suo solo tocco mi avesse fatto sentire vivo.
Amavo Scarlet, la amavo così tanto che non riuscivo a capacitarmene.
Continuai a camminare e corsi verso le scale, schizzando acqua da tutte le parti con le mie converse fradicie, per poi trovarmi di fronte al portone di casa sua.
E se non ci fosse stata? Mi sarei arreso per sempre e sarei fuggito il più lontano possibile.
La porta era fredda e ruvida al contatto con le mie nocche bianche. Bussai con insistenza, più volte, ma quando ad aprirmi fu lei, rimasi fermo, senza riuscire a parlare e a muovermi.
Probabilmente non voleva vedermi, era più che normale. Non sarei dovuto correre dritto da lei e rendermi ancora più ridicolo e fragile di quel che ero.
Perché sì, ero fragile senza di lei, lo ero stato per tutto quel tempo, fingendo di aver trovato la forza di andare avanti.
Ma non era assolutamente vero. Io avevo bisogno di lei come gli essere viventi hanno bisogno dell'ossigeno.
“Harry!”
Aveva la bocca spalancata, e io non potei farei a meno di ammirarla nel suo pigiama.
Se ne accorse e cercò di coprirsi con le braccia, cosa che trovai ancora più attraente.
“Che cosa ci fai qui a quest'ora?”
Forse non si era resa conto del mio stato, dopotutto non avevo ancora aperto bocca.
“Harry!” urlò di nuovo, spronandomi a parlare.
Abbassai lo sguardo sulle mie scarpe fradicie e mi strinsi nella giacca nera. Ero praticamente zuppo d'acqua fuori casa sua, senza un motivo valido.
“Voglio stare con te” riuscii a dire.
“Harry, io...”
“Ti prego, solo questa notte”
Sembravo più disperato di quanto pensassi.
“Sei ubriaco” sospirò.
Scossi la testa, cercando di dare forma ai miei capelli umidi.
“Dimmi perché sei ubriaco e per di più bagnato”
“Lo sai il perché”
Si morse il labbro inferiore e mi afferrò un braccio per tirarmi in casa con lei.
Poggiò le mani sul mio petto e cominciò a spogliarmi, mentre i miei occhi osservavano ogni piccola mossa.
Le sue mani sottili erano lisce al contatto con la mia pelle. Non indossava nessun tipo di smalto, le sue unghie erano corte e le pellicine attorno leggermente mangiucchiate.
Il naso alla francese, le labbra spesse e i suoi occhi, la rendevano quel che era. E io ne ero follemente innamorato.
Finì di togliermi la maglietta e la lasciai fare, non avendo la forza di muovermi.
“Dimmi che vuoi fare sesso con me, perché aspetto questo momento da più di due anni”
La risposta di Scarlet fu un sonoro schiaffo sul mio braccio e risi, provocandole un leggero sorriso sulle labbra.
“Togliti i pantaloni” disse poi, avviandosi verso una porta del corridoio.
Ero troppo concentrato su di lei e sul suo fondoschiena in quel meraviglioso pantalone blu, per studiare il posto in cui mi trovavo.
“Questo è un sì? Faremo sesso?!”
La sua risata mi faceva venire ancora più voglia di sbatterla contro il muro e baciarla fino allo sfinimento, ma mi accontentai di seguirla nella camera da letto.
Mi lanciò un paio di pantaloni blu cobalto e una maglietta nera dall'aria molto vecchia.

Non mi chiesi neanche di chi fossero, obbedii al suo comando ed entrai nel piccolo bagno di casa sua. Infilai velocemente i vestiti e mi sistemai i capelli ormai asciutti, prima di uscire ed andarle incontro.
Era sdraiata sul letto e io non avevo visto niente di più bello.
Al fianco del letto singolo, c'era un piccolo divano e l'idea di passare la notte lì non mi entusiasmava molto.
Avrei voluto passare la notte nel letto con lei e non su quel divanetto! Ma mi sarei accontentato nel guardarla dormire.
Sbandai e mi buttai di peso su quel divano, per poi girarmi e guardarla.
“Non capisco” sbottò, mettendosi a sedere.
Aveva il viso tra le mani e si stropicciò forte gli occhi struccati, prima di alzare le coperte bianche merlettate.
“Non capisco perché sei qui, Harry. Ti rendi conto della gravità della cosa? Ti rendi conto che... sei ubriaco senza un valido motivo?”
“Tu te ne sei andata solo perché ti ho baciata! Non capisci che mi fai male?” Stavo parlando senza pensare e non andava affatto bene. “Non mi pento di averlo fatto, okay? Lo rifarei altre cento volte!”
Non mi ero neanche reso conto di essermi alzato dal divano.
Avevo urlato, le avevo urlato contro come un idiota.
Smisi di stringere i pugni e mi soffermai a guardarla.
Strinse le labbra e si sdraiò sul letto, dandomi le spalle, per poi spegnere la luce del lumetto sul comodino.

Rimasi in piedi al buio, con i piedi nel soffice tappeto colorato. Ci pensai più di una volta, prima di avvicinarmi al letto e scostare le coperte.
Non disse nulla, spostò il suo corpo il più lontano possibile per farmi spazio. Dopotutto, forse anche lei lo voleva, anche lei voleva che le fossi vicina.
Mi coprii e con un braccio le circondai la vita, premendo il petto contro la sua schiena. Le accarezzai il polso e al mio tocco sentii i battiti irregolari del suo cuore.
Le sfiorai l'orecchio con le labbra e la sentii sospirare.
“Ti amo” confessai per la seconda volta. Dopodiché mi addormentai, stringendola forte, inebriandomi del suo profumo.

 
-Scarlet
Harry mi amava.
Lo avevo fatto stare male, si era ubriacato e aveva camminato sotto la pioggia per chissà quanto tempo.
Harry mi amava e il mio cuore batteva troppo veloce al ricordo di quelle parole. Le sue braccia mi stringevano forte e la cosa che mi preoccupava, era che non avrei voluto trovarmi in nessun altro posto se non lì, contro il suo petto.
Fissai il muro coperto di foto e mi persi nei miei pensieri, senza mai muovermi da dov'ero.
Per tutta la notte eravamo stati vicini, l'uno attaccato all'altra. Mi aveva stretta a lui e io glielo avevo permesso.
Doveva essere davvero molto presto, ma volevo lo stesso controllare l'orario.
Mi alzai di scatto, facendo rimbalzare il letto, proprio mentre mi ricordai la cosa più importante: Zayn aveva le chiavi di casa.
Sapevo alla perfezione che era un dormiglione e che si svegliava ad orari improbabili, ma la paura di vederlo entrare e scoprire che stavo dormendo con Harry, mi aveva fatto addirittura alzare da quel letto.
Harry continuava a dormire beatamente, non si era neanche mosso dalla posizione di prima.
Sul comodino il mio cellulare si illuminava da solo, segnandomi un messaggio. Era arrivato mezz'ora prima ed era proprio di Zayn:

-Sono a lavoro :( Mangiamo insieme oggi?

Non risposi e mi tranquillizzai, sapendo che non c'era possibilità di vederlo entrare in casa. C'era solo Eve, ma io mi fidavo tantissimo di lei e sapevo che non avrebbe fatto entrare nessuno oltre me o... Zayn.
Il braccio di Harry catturò la mia attenzione e lo notai spostarsi, mentre si muoveva veloce sulle lenzuola, alla ricerca di un corpo che si era spostato: il mio.
Mi distesi di nuovo al suo fianco e lo ammirai, mentre dormiva.
Aveva la guancia completamente schiacciata contro il cuscino, la bocca semi aperta e i capelli disordinati andavano in tutte le direzioni.
Mi soffermai ad ammirare ogni piccolo particolare del suo viso, dalle sopracciglia disordinate a qualche piccolo brufolo.
Gli accarezzai una guancia, senza neanche accorgermene, e per un momento pensai a quanto potesse essere fortunata Kate ad averlo sempre al suo fianco.
O forse era il contrario?
Sentii il campanello di casa suonare insistentemente, proprio come aveva fatto Harry quella mattina presto.
Quando andai nel salone non trovai nessuno, forse Eve era uscita, oppure non era tornata.
“Non c'è nessuno?!”
La voce sottile di Lydia mi rassicurò e aprii senza problemi, trovandola nella sua solita giacca marrone.
“Non capisco perché continui a non farti sentire. Che razza di amica sei?”
Scaraventò la borsa sul tavolo e il rumore dei suoi tacchi rendeva tutto ancora più spaventoso. Non avevo mai visto Lydia così arrabbiata, e sì, forse non ero stata gentile con lei.
Ma cosa avrei dovuto dirle?
“Ho anche provato a chiamarti, ma non mi hai nemmeno risposto!”
“Scusami Lydia, sono stata impegnata con la scuola, con-”
“Harry” completò la frase, anche se non era quello che avrei voluto dire.
Incrociò le braccia al petto e scosse la testa.
“Sono tua amica, tu puoi dirmi tutto. Devi fidarti di me”
Non risposi e per una volta, pensai di darle ragione.
“Parlami di Harry, da quanto tempo non lo vedi?”
Deglutii e ci pensai più di una volta se dirle che si trovava nella mia camera da letto oppure no.
Proprio mentre ci pensavo, gli occhi della mia amica si sbarrarono e mi guardò scioccata.
Si alzò di scatto dalla sedia e puntò l'indice contro Harry, che era appena entrato nel salone.
“E così ci vai anche a letto?!”
Non riuscivo ad ascoltarla, ero troppo interessata ad ammirarlo senza maglietta.
Scosse i capelli scuri con le mani, cercando di dare una forma a quella massa di riccioli che si ritrovava.
Non saprei cosa avrei fatto se ci fossimo trovati da soli.
“Cosa?”
“Non ci posso credere! Non ti credevo così, Scarlet. Non voglio giudicarti, davvero, ma...”
“Ma cosa hai capito?!” urlai, alzandomi dal comodo divano.
Harry assisteva alla scena con uno strano sorriso sulle labbra. Cosa gli era saltato in mente? Poteva essere chiunque, anche Zayn!
“Non abbiamo fatto sesso, è venuto solo a dormire” precisai, cercando di essere il più credibile possibile.
Che poi era la pura verità.
“Non ci credo” disse infatti, più seria che mai.
“Ci siamo solo baciati...” sussurrai, guardandolo di sfuggita. “Ieri pomeriggio”
Rilasciò uno strano sospiro e guardò prima me e poi Harry. Non sapevo cosa le stesse passando per la testa, e mi stavo preoccupando. Non volevo che pensasse male di me, perché se solo avessi potuto fare qualcos'altro, lo avrei fatto. Se avessi potuto, avrei fatto l'amore con Harry quella stessa mattina, ma non ci avevo neanche pensato, perché ci tenevo a Zayn. E io non volevo fare del male a nessuno.
“Solo un bacio, niente di più?”
“Sì” esclamò Harry, stupendomi. “Ieri sera ero ubriaco, e mi trovavo da queste parti, così ho bussato e mi ha ospitato, niente di più”
Lydia rimase in silenzio, e amai follemente Harry per averla ammutolita.
Le volevo molto bene, ma il suo essere pettegola a volte mi mandava fuori di testa.
Harry se ne tornò in camera e lei non disse più nulla, si limitò ad andare in cucina ad aprire il frigorifero.
“Ti prego, non dire niente a nessuno. Mi fido di te”
“Puoi fidarti, terrò la bocca chiusa”
La porta di casa si aprì improvvisamente, facendo saltare sia me che Lydia, e la scena che ci si presentò davanti ci fece scoppiare a ridere.
Eve portava due buste della spesa in una sola mano e con l'altra cercava di allontanare il corpo di Niall, che intanto la stringeva a lei per prendere le buste.
“Horan, è possibile che devi essere sempre così appiccicoso?”
“Adesso mi chiami anche per cognome, Hill?”
“Fanculo” sbottò, percorrendo di corsa il salone, per poi buttare letteralmente le buste sul tavolo.
Lui la seguì e cominciò a frugare nelle buste, alla ricerca di qualcosa da mangiare.
“Quanto vorrei strangolarti! Magari quella Hamilton potrebbe farti compagnia, tutti e due picchiati a sangue da me” sospirò serena. “Sarebbe un sogno”
“Oh, sei anche aggressiva adesso?”
“Ciao ragazzi!” urlai, catturando la loro attenzione. Eve si voltò e mi sorrise, Niall invece continuò a fare quello che stava facendo, mandando su tutte le furie la mia migliore amica.
“Bene, io esco. Scarlet, sta attenta a Niall. Potrebbe mangiarsi tutto quello che ho comprato” sbottò, senza neanche fare un accenno di saluto a Lydia, che intanto assisteva alla scena come se non ci fosse.
Annuii, ma Niall non si arrese e le pizzicò un fianco con le mani e le tirò i capelli raccolti nella sua solita crocchia.
“Ti accompagno io, Hill. Non fare la scema” disse lui, guardandola dritta negli occhi.
“Non ti azzardare, non ti sopporto più!”
“Siete completamente cotti” esclamò Lydia incredula, catturando la loro attenzione.
Ok, questo non doveva proprio dirlo. Notai le sopracciglia di Eve inarcarsi e aprì bocca, pronta a dire qualcosa di offensivo.
“Io e questa cazzo di testa tinta” urlò, indicando lei e Niall, “non siamo per niente cotti. Preferirei avere una cotta per te, Lydia, piuttosto che per lui”
Gli occhi azzurri di Niall brillavano di divertimento, e mi insospettii.
Forse erano davvero cotti.


A quanto pareva era vero: Niall ed Harry erano amici, e la cosa non faceva altro che spaventarmi. Dopo essermi preparata e vestita, rimasi sul divano con loro a chiacchierare e anche se era tutto così strano, non potei fare a meno di notare a quanto avessero legato.
Insomma, come avrebbe reagito Zayn se avesse trovato Harry e il suo ex amico parlare come se si conoscessero da anni?
Sarebbe stata una tragedia, e Dio, non avrei mai voluto assistere ad una scena del genere.
Niall aveva insistito per far rimanere un altro po' Harry, e si stavano raccontando cosa avevano fatto durante gli ultimi giorni.
Harry rideva, e quelle fossette sulle guance lo rendevano più piccolo della sua età. Rimasi semplicemente a fissarlo, mentre Niall raccontava una pessima barzelletta.
“Niall smettila” lo ripresi. “Parlami di Eve”
Si bloccò di colpo, spalancando la bocca, ed Harry sorrise per la sua reazione. “Infatti, parlaci un po' di lei” mi assecondò, ricevendo un'occhiataccia dal biondo.
“Harry, tu già lo sai, sta' zitto”
“Sono offesa!” urlai, facendoli spaventare. “Hai raccontato tutto ad Harry e a me niente?”
“E' cotto di Eve” borbottò il riccio, allenandosi con me.
“Harry!” sbottò Niall, tirandogli un pugno.
“Dai, e poi è una bella ragazza” commentò lui, e a quelle parole provai una strana gelosia.
“Bella? Oh, mio caro Harry, tu non sai cosa le farei se solo potessi...”
“Okay, risparmiaci i particolari” intervenni.
“Magari questo lo dico solo ad Harry”
“Ecco!” esclamai inorridita. “Io dovrei uscire, voi restate qui, oppure...?”
“No, ce ne andiamo”
Afferrai la borsa e li studiai, mentre si alzavano e prendevano la loro roba.
Harry si era rimesso i vestiti che aveva addosso quella mattina presto e si fermò davanti alla porta, aspettando Niall che finisse di fare quello che stava facendo in bagno.
Nessuno dei due disse nulla, erano i nostri sguardi a parlare. Ero completamente annegata nei suoi occhi e mi ritrovai a pensare a quanto potessi essere stupida.
Lui mi amava e io me ne andavo a pranzare con Zayn, fingendo che di lui non mi importasse nulla.
Zayn era importante, ma non quanto Harry, e non potevo crederci quando mi resi conto di star mettendo in considerazione il fatto di restare con lui, con Harry.
Le sue labbra rosse si stirarono in un ampio sorriso e continuò a fissarmi, rendendo tutto più difficile.

Il pranzo con Zayn fu abbastanza rilassante, almeno per lui. Ovunque mi giravo, sentivo i suoi occhi verdi su di me, era come se riuscisse a controllarmi anche da lontano. Il suo “Ti amo”, i suoi capelli bagnati, le sue braccia che mi tenevano al sicuro e le sue fossette, mi tormentarono per tutta la giornata.
E forse, lo avrebbero fatto per il resto dei miei giorni.


Heeeyyyy!
Scrivendo questo capitolo ho versato qualche lacrima, perché boh... non lo so. lol
Spero vi piaccia! E come sempre vorrei ringraziare tutte voi che continuate a seguire la storia :)
Mmh cosa pensate succederà nei prossimi capitoli? u.u Ho in mente un piano diabolico, quindi spero di non essere scontata D: 
Vi ringrazio ancora, e questa volta spero di aggiornare ancora più presto!
Un bacio a tutte,
Anny 



 

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Capitolo 11
*** Capitolo undici ***


-Capitolo undici-



La morte di Allison Hamilton sconvolse completamente la vita di Kate, o almeno così mi era sembrato. Quando aveva ricevuto la notizia era scoppiata in lacrime, aveva corso letteralmente per tutte le scale e si era chiusa per una bella mezz'ora nella nostra camera da letto.
Io avevo aspettato fuori, con la schiena poggiata contro il muro e la testa altrove, e i suoi singhiozzi erano davvero fortissimi.
Kate era stata molto legata a sua nonna Allison, lei le regalava sempre tutto quello che voleva, la coccolava e l'aveva cresciuta fino al compimento dei dieci anni. Oltre me, la persona a lei più cara era proprio sua nonna, ma a quanto pareva, al resto della famiglia non sembrava importare un granché.
Il signor Ronald aveva addirittura fatto una battuta di pessimo gusto, e Kate ci era rimasta così male che, per la prima volta in tutta la sua vita, si alzò dal tavolo e se ne andò.
Kate era arrabbiata con il mondo intero, e io dovevo stargli vicino il più possibile per farla almeno sorridere. Ma ogni volta che tentavo di farlo, mi sentivo male. Non perché fosse morta Allison Hamilton, infondo l'avevo vista solo due volte, e in entrambe le visite che aveva fatto, mi aveva rivolto al massimo un cenno del capo. Mi sentivo male perché non volevo stare lì, non volevo veder sorridere lei.
Ero senza cuore, uno schifo di persona, ma io ero stufo di Kate e dei suoi continui urli di disperazione, dei suoi capelli fin troppo biondi e dei suoi occhi troppo freddi.
Poggiai completamente la schiena contro il muro, aspettando che Kate finisse di piangere. Non avevo nulla da fare quel giorno, in realtà non avevo mai avuto nessun compito specifico in quella casa.
O forse sì: il mio compito era quello di rendere felice Kate.
Mi avvicinai alla porta in legno bianco, e bussai lentamente, per poi sentire un “Vai via!” da parte della mia ragazza.
“Sta ancora piangendo?”
Samantha era poggiata contro la porta del bagno e mi fissava annoiata. I capelli erano esageratamente lisci, e le arrivavano fino alla vita.
“Sì” ammisi, alzando le spalle.
Non dissi nulla, perché infondo anche lei doveva stare male per sua nonna. La cosa non mi importava minimamente, ma da quando Kate passava le giornate a piangere, io mi sentivo ancora peggio. L'avevo tradita intenzionalmente, e non osai immaginare questo cosa le avrebbe causato. Ma non potevo farci nulla, ormai era fatta.
“Che palle! Sai cosa vuol dire questo?” urlò, forse per fare in modo che la sorella sentisse le sue parole. “Niente festa di compleanno!”
La fulminai con lo sguardo e lei alzò gli occhi al cielo.
“Non mi importa niente, ok? La nonna teneva soltanto a Kate, a me no”
Incrociò le braccia al petto e mi fissò, tremendamente arrabbiata. Sembrava essere ritornata la vecchia Sam, quella antipatica e acida, quella che non si sarebbe mai innamorata di nessuno.
Cosa le era successo? E se la sua mega cotta per Niall fosse finita?
“Insomma, voglio quella festa! Voglio far conoscere a tutti parenti il mio fidanzato, e poi mostrerò ai miei amici quanto sono fortunata”
Rimasi scioccato da quelle parole, ma non dissi nulla, ricordandomi solo in quel momento di dover chiamare Niall.


L'aria condizionata della macchina emanava un odore sgradevole, e quando mi voltai verso Sam, aveva un'espressione disgustata sul viso.
Dato che Kate non aveva nessuna intenzione di parlarmi, né di uscire dalla nostra camera da letto, il signor Hamilton mi aveva dato il permesso di accompagnare Sam da Niall, anche se contrario.
Ronald sembrava davvero geloso delle proprie figlie, sopratutto con Samantha. Kate mi aveva svelato che in tutti i suoi sedici anni non aveva mai avuto un ragazzo, e il padre controllava addirittura le telefonate.
Fortunatamente per lei, questa ossessione stava diminuendo, o almeno era quello che sembrava. Certe volte avevo paura che controllasse anche me, il che sarebbe stato davvero un guaio.
Niall era seduto ad uno dei tavoli di legno liberi, e aveva la testa abbassata sul cellulare. Aveva chiesto a Sam di vedersi, e ci salutò con la mano, stupendosi di vedermi.
Lo raggiungemmo e prendemmo posto alle sedie libere, e dopo che Sam lo salutò con un piccolo bacio, mi rivolse un saluto con la mano.
“Sam, devo parlarti” biascicò Niall, grattandosi nervosamente dietro la nuca.
Probabilmente aveva intenzione di lasciarla, e quando mi guardò, subito lo capii. Avrei dovuto lasciarli da soli, anche perché ero un peso in quel momento, ma nessuno dei due mi diceva nulla.
“No! Prima io, amore”
Sam si aggiustò i capelli, spostandoli dietro le spalle, e sorrise in un modo davvero strano.
“Sei invitato alla festa dei miei diciassette anni!” esclamò, facendo fermare di colpo la cameriera di fronte al nostro tavolo.
Gli occhi di Niall subito brillarono alla parola 'festa' e afferrò la mano di Sam dal tavolo, stringendola leggermente.
“Intendi una festa vera e propria?”
“Sì! Con tanto di musica e alcool” urlò di nuovo lei, e la cameriera sbuffò.
“Nella tua villa?!” urlò ancora più forte Niall, alzandosi definitivamente dalla sedia.
“Insomma, ordinate qualcosa sì o no?” si intromise la cameriera, sbattendo il blocchetto delle ordinazioni sul tavolo.
“No, se ne può andare?” Sam la cacciò letteralmente e poi portò di nuovo la sua attenzione sul biondo. “Sì! Inviterò tutte le persone che conosco, ci sarà un sacco di gente famosa! Ovviamente tu puoi invitare chi vuoi”
Ci mancava poco e Niall si sarebbe messo a piangere e ad urlare di felicità. Doveva davvero amare le feste.
“In realtà non si sa ancora nulla, la festa l'ha progettata adesso” mi intromisi, ma lo schiaffo di Sam sulla mia spalla mi fece capire che avrebbe fatto qualsiasi cosa per quella festa.



 
Pov Eve
Da quando Harry aveva dormito a casa nostra, Scarlet era strana, non era più la stessa e aveva la testa in un mondo tutto suo. Era strano che Zayn non se ne fosse ancora accorto, perché glielo si leggeva negli occhi che aveva qualcosa che non andava.
Girava per casa con il pigiama, con le cuffiette nelle orecchie ad ascoltare musica depressa e si sedeva sul divano a vedere film altrettanto depressi. Divorava intere vaschette di gelato, leggeva libri romantici, guardava sempre il cellulare e da qualche giorno cercava di evitare anche Zayn.
“Sta arrivando quel coglione del tuo fidanzato, vero?” chiesi.
Lei annuì e si sistemò i capelli bagnati con le mani, finendo per bagnare anche la maglietta.
“Sì” disse solo.
Non capivo perché non volesse parlarne con nessuno, nemmeno con me. Io ero forse l'unica persona al mondo che sapeva mantenere un segreto e, non lo dicevo per vantarmi, ma lo ero davvero!
“Cos'hai?”
Lei si girò, mordendosi il labbro inferiore violentemente e chiuse gli occhi, per poi riaprili lucidi.
“Scarlet, parlane. Con me puoi, lo sai”
Alzò la testa in alto, come se quel movimento permettesse alle lacrime di rientrare dentro. Non meritava nulla di quello che le era successo, e non meritava di soffrire per quel Zayn e nemmeno per Harry.
“C'entra Harry” soffermai.
Ne ero sicura, più di qualunque altra cosa. Lo si leggeva negli occhi che non avrebbe voluto Zayn al suo fianco, ma quel tipo riccioluto che era apparso dal nulla.
“Sì” annuì di nuovo. “C'entra lui. Ma non voglio parlarne adesso”
Sospirai e pregai che la smettesse di piangere.
Arricciò il suo naso alla francese, e andò in bagno per finire di sistemarsi.


Da quello che avevo intuito, Zayn e Niall avevano litigato, e a mio malgrado, dovetti affermare che in tutti i suoi ventuno anni di vita, Niall aveva fatto la prima cosa giusta. Scarlet aveva detto che i suoi stupidi amici sarebbero arrivati entro la sera, e non sapeva cosa avrebbero fatto. Magari avrebbero preso una pizza, come loro solito, oppure quel coglione di Zayn si sarebbe messo a cucinare nella nostra cucina, proponendo le ricette italiane di sua madre.
Ero buttata letteralmente sul divano e leggevo alcuni messaggi, quando qualcuno bussò violentemente alla porta.
Scarlet apparve dal corridoio, e sorrisi nel vederla come nuova.
Aveva asciugato i capelli, truccato i suoi occhi grandi e messo in mostra un largo sorriso, per nascondere quello che aveva dentro.
“Scarlet!” urlò Niall, alla vista della sua amica.
“Hill” sussurrò poi, notando la mia presenza solo un momento dopo.
“Horan” sbottai infastidita dai suoi occhi e dal suo sorriso.
Per una volta, per una sola cazzo di volta, poteva evitare di presentarsi in casa mia? Persa nei miei pensieri, chiusi di botto la porta, ma subito dopo la riaprii, vedendo un Liam Payne salire le scale, con al seguito gli altri.
“Ragazzi, ho una grande notizia per voi!”
Quando Niall si alzò sulla sedia, mi chiesi perché mi trovassi lì, con la comitiva di Scarlet.
Seduti sul divano, Zayn e Scarlet, erano curiosamente seduti composti, Lydia era impegnata a frugare sotto la maglietta di Liam, e Louis fissava il cellulare.
I cinque scattarono e fissarono i loro occhi sul corpo di Niall.
Mi sentivo una stupida a fissarlo, ma non potevo farne a meno. Si alzò la maglietta, volontariamente, e mi permise di ammirare la forma a V dei suoi addominali. Il tutto durò circa quattro secondi e lo odiai profondamente, con tutta me stessa.
Stronzo.
“Sam ha organizzato una festa vera e propria! E siete invitati tutti! Vi rendete conto? Questo è il momento che aspetto da tutta la vita. Mi ha detto che se tutto va bene, ci sarà anche Paris Hilton”
“Scherzi!” saltò in piedi Lydia, calpestando accidentalmente un piede a Liam.
“No!”
“Niall, smettila. Sarà un'altra fregatura” sbottò Louis, senza muoversi da dov'era.
“Anche per me” affermò Liam.
“Noi non veniamo” disse Zayn, parlando anche per Scarlet.
Mi concentrai sull'espressione della mia amica, ma non riuscii a capirla. Niall doveva sapere qualcosa, doveva aver parlato con lui.
Nessuno parlò più, e se Scarlet non si fosse sbrigata, lo avrei fatto io.
“Scarlet, tu non verrai?” chiese Niall, scendendo da quella sedia, quasi per cadere.
Quelle parole, dette con quel tono, dicevano tante cose.
Nonostante lo odiassi, -perché sì, io odiavo Niall Horan- pensai che fosse davvero capace di essere un vero amico.
“Niall chiudi quella cazzo di bocca, è già tanto che sei in questa casa”
Scarlet lo spinse via, guardandolo così male che a momenti lo avrebbe ucciso. Con i suoi capelli scuri e in disordine e quell'espressione triste del cavolo, poteva essere paragonato solo ad un cane, per di più solo.
“Scarlet verrà con me” mi alzai, cercando di non far scatenare una guerra. E nella mia testa già immaginai il viso di Scarlet travolto dalle lacrime, la faccia arrabbiata di Zayn e gli occhi azzurri di Niall, che dovevano sempre essere nel centro di ogni mio pensiero.
“Voglio andarci seriamente, e da sola con Niall non ne ho la minima intenzione”
Evitai di incrociare il suo sguardo, e lo puntai dritto su Zayn, che sembrava più furioso di quanto pensassi.


Liam e Lydia subito andarono via dopo quella piccola discussione, e Louis li seguì solo pochi minuti dopo. Zayn non sopportava la voce di Niall, quindi aveva praticamente sbattuto la sedia per terra e se ne era andato, senza dire nulla.
Scarlet doveva essere una santa per sopportare un tipo del genere. Io lo avrei soffocato durante la notte o buttato su dei binari di un treno.
Ma per me non era lui il problema, sinceramente ero già stanca di tutti quei difetti che quel ragazzo presentava.
Il mio vero problema era Niall Horan.
Eravamo seduti tutti e tre sul divano, e nessuno guardava davvero la tv. Era un miracolo che Scarlet si fosse messa al centro, non volevo neanche sapere cosa si provasse a stare vicino a lui. A sentire il calore del suo corpo, o addirittura il suo profumo...
Il suo profumo in realtà lo conoscevo, lo bramavo ogni secondo di più, e certe volte capivo se era nei paraggi solo attraverso quello.
Era quel tipo di profumo che avresti riconosciuto tra mille, anche in quel momento. Lui era dal lato opposto e io vicino alla mia amica, e sentivo il mio cuore battere all'impazzata.
Scarlet si alzò e capii le sue intenzioni.
La bloccai con la maglia e si girò confusa.
“Che c'è?” chiese, aggrottando le sopracciglia. Era una stronza totale, lo sapeva benissimo cosa c'era.
“Dove stai andando?”
La risata che uscì dalle labbra di Niall mi fece rabbrividire a arrabbiare al tempo stesso.
“Hai paura di restare da sola con me?” chiese lui, scombinandosi i capelli.
Scarlet rise e se la svignò nel corridoio, ottenendo ciò che voleva. Ma che razza di amica era?
“Perché non te ne vai?” sbottai infastidita dalla sua presenza.
“Quanto mi fai eccitare quando fai la stronza, Eve”
Avvampai, come una fottuta quindicenne, e non persi neanche un piccolo movimento che il suo corpo fece per avvicinarsi al mio.
Non riuscii a muovermi, e mi pietrificai sotto al suo sguardo insistente.
Portò un dito sul naso, per seguirlo tutto, fino ad arrivare alle mie labbra.
Provai ad immaginarmi, con le mie stupide lentiggini troppo evidenti, il mio naso a punta e quei capelli che mi coprivano gli occhi.
Solo Niall poteva farmi sentire in quel modo, solo lui poteva farmi perdere la testa.
Io non avevo mai perso la testa per nessuno, almeno non così tanto.
La sua calda mano mi spostò i capelli dalla fronte e amai quel movimento, così naturale e tranquillo.
Restammo a fissarci, mentre il suo dito continuava ad accarezzarmi il labbro inferiore.
Si avvicinò, fermandosi al mio orecchio, e quando parlò, il suo respiro mi accarezzò il collo, facendomi sospirare.
“Non parli più?”
“Ti prego...” sussurrai, contro il suo dito.
“Dove sono finite le tue brutte parole su di me?” continuò a torturarmi, trascinando con lentezza le labbra contro il mio collo.
“Ti odio” sbottai, forse a voce troppo alta.
Mi voltai verso di lui e si allontanò bruscamente, restando sempre a pochi centimetri dal mio viso. Ero pazza di lui, così tanto che lo stavo fissando in modo maniacale, cercando di conservare con me ogni particolare del suo viso.
Mi guardava con intensità, passando dai miei occhi alle mie labbra. I capelli biondi erano confusi e in disordine, la maglietta bianca sgualcita, e la lingua tra le labbra catturò la mia attenzione.
Le sue pupille erano leggermente dilatate, e strinsi i pugni, prima di tirargli uno schiaffo. O magari un pugno, così si sarebbe rotto quel bel naso che si ritrovava.
“Non mi odi” mormorò, mordendosi le labbra.
“Sì” annuii, e non riconobbi il mio tono di voce.
Era basso, roco ed... eccitato.
Terribilmente odioso.
Solo quando sentii la sua mano sulla mia gamba, che anche attraverso i jeans feci una cosa che avrei dovuto evitare.
Una di quelle cose che non era in me fare.
Mi fiondai su di lui, completamente, e mi tremarono le gambe al contatto delle nostra labbra.
Il suo sapore, il modo in cui mi teneva il viso per baciarmi con tutta la passione che aveva, il modo in cui mi prese per i fianchi e mi portò di peso su di lui. Era tutto così bello, che non potevo neanche crederci.
Non osò dire nulla, quando ci staccavamo per riprendere fiato, subito incollava le sue labbra alle mie, come se avesse avuto paura che da un momento all'altro mi fossi tirata indietro.
Ma non sapeva che sarebbe stata l'ultima cosa che avrei fatto.






Salve a tutte e date il benvenuto al capitolo più brutto che io abbia mai scritto!
Sì, okay, ammetto di aver sclerato come una pazza per il bacio tra Eve e Niall, ma non mi ha convinta per niente. L'ho finito di scrivere verso le tre del mattino, quindi...
Forse sarà per questo che fa schifo!
Comunque, in questo capitolo c'è la morte della nonna di Kate, e Samantha ci organizza la sua festa di compleanno, fregandosene. YE! Davvero simpatica.
Il prossimo sarà migliore di questo, ve lo prometto! E spero abbiate capito che Scarlet ormai è di nuovo pazza di Harry, ma questo lo si vedrà nel prossimo capitolo.
Oh yes
Un bacio a tutte,
Anny


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Capitolo 12
*** Capitolo dodici ***



-Capitolo dodici-

 


“Ho solo voglia di restare sola” avevo detto, quella stessa mattina. Ero distesa sul letto, con gli occhi rivolti verso il soffitto, i capelli confusi sul cuscino e il cellulare stretto in una mano.
Sentivo che qualcosa sarebbe cambiato, non solo in me stessa, ma anche negli altri. Evidentemente, ero così presa dai sentimenti che Harry mi faceva provare, che stavo oscurando tutto quello che mi circondava.
Avevo addirittura esultato mentalmente, quando Zayn aveva lasciato casa, quel sabato sera tardi.
Non avevo nessuna voglia di alzarmi da quel letto, la notte scorsa non ero riuscita a chiudere occhio. Mi ero rigirata tra le lenzuola, sempre più confusa e stanca, e mi ero addormentata con la schiena schiacciata al muro.
Eve non voleva sul serio andare a quella festa, lo aveva detto solo per non scatenare un putiferio nel nostro misero salone, e avrei dovuto darle ragione. Avrei dovuto stare a casa con lei, a guardare uno dei tanti film fantasy che lei amava e mangiare pacchi interi di patatine e popcorn. Ma io volevo andarci.
Avevo bisogno di rivedere quegli occhi, che ormai erano diventati i protagonisti dei miei tormentati sogni.
La suoneria del cellulare catturò la mia attenzione, e feci un respiro profondo, prima di leggere il nome sullo schermo.
Non risposi, lasciando che la suoneria finisse e che lui si arrendesse. Zayn era diventato quasi un peso e forse lo era sempre stato. Stavo cominciando a trovare la sua presenza fastidiosa e mi sentivo male, come se qualcosa se ne stesse andando dalla mia vita.
Quando aprii l'armadio, cominciai a scegliere quale vestito elegante indossare, perché nonostante Niall avesse detto che era una festa vera e propria, non mi fidavo. Nessuno si sarebbe fidato, in realtà.
Niall era un caso perso, ma per quanto potesse essere idiota, era una delle persone a me più care. Era vero che capiva sempre qualcosa per un'altra, mi faceva fare tante di quelle brutte figure che avrei voluto semplicemente picchiarlo, ma il suo essere idiota e amante delle feste, lo rendeva quel che era.
Quello che notai, infondo all'armadio, era un vestito rosso fuoco, velato. La prima volta che lo indossai avevo da poco conosciuto Lydia, e quando mi vide, disse che quel vestito era perfetto per me. Provai una sorta di nostalgia, avrei voluto averla al mio fianco, e non solo per la scelta dei vestiti, ma anche per le sue battutine sarcastiche sul mio modo di vestire troppo semplice.
Lei era alla moda, popolare e bellissima, e ci sapeva fare con tutti.
Il cellulare vibrò, e mentre scorrevo il dito sullo schermo, notai che il messaggio proveniva da un numero sconosciuto.

Verrai?”

Lo lessi per tre volte, e nella mia fantasia più profonda, sperai fosse Harry. Ma in cuor mio, sapevo che poteva essere solo Zayn.
Decisi di rispondere, perché speravo troppo che non fosse lui. E poi, non avrei risolto nulla ad evitarlo, già lo avevo fatto troppe volte.

Ci vieni pure tu? Non avevi detto di no?”

La risposta non tardò ad arrivare, e mi mancò il respiro nel leggere quelle parole.

Io ci vivo lì”

Per un momento non ci credetti, non poteva essere lui. Eppure, mi sentivo così felice, come una bambina quando scarta il suo regalo sotto l'albero di natale, io mi sentivo peggio. E tutto quello mi spaventava così tanto che avevo cominciato a camminare avanti e indietro per la stanza, calpestando a piedi nudi il tappeto colorato.

Mi arrivò una chiamata dallo stesso numero, e risposi, cercando di contenere il mio tono di voce.
“Scarl”
Era lui. Avrei riconosciuto quel timbro vocale ovunque.
“Harry” risposi, non sapendo cosa dire.
Mi sentivo così imbranata a volte, perché la mia timidezza usciva sempre nei momenti meno appropriati.
“Come stai?”
Ci pensai su, e rimasi in silenzio, senza trovare una risposta adatta. Se avessi risposto di sì, avrei mentito ed era l'ultima cosa che avrei voluto fare. Ma se avessi detto di no, mi avrebbe chiesto il motivo.
“Non tanto bene” risposi infine, rendendomi conto solo in quel momento di essermi persa nei miei pensieri.
“Cos'hai?”
Mi manchi, voglio vederti e assaporare le tue labbra proprio come l'ultima volta. Vorrei restare tra le tue braccia tutta la notte, se solo fosse possibile”
“Nulla”
“Non ti credo” disse subito. “Io ci sono per te Scarl, lo sai questo, vero?”
Non ero ero del tutto sicura di saperlo, ma sentirmelo dire era tutta un'altra cosa. Lo immaginai sdraiato sul letto a fissare il muro, con i suoi ricci scompigliati sul cuscino. Avrei voluto essere lì e infilarci le mani all'interno, solo per guardarlo sorridere.
“Adesso sì”
“Quindi oggi ci sei? Se vuoi ne possiamo parlare”
“Sì”
Eravamo entrambi imbarazzi, e scoppiò a ridere, facendomi prendere un colpo. Lo seguii e quando lo feci mi sentii straordinariamente meglio.
“Che fai?” chiese poi, senza mai smettere di ridere.
“Ho appena scelto il vestito da indossare per stasera. Tu invece, cosa stai facendo? Non dovresti aiutare gli altri per i preparativi?”
“No, figurati. Ci sono una trentina di camerieri, io non servo a nulla. Mi sono finto malato e adesso sono in camera da letto a parlare con te”
La voglia di andare lì e stare con lui si impossessò di me.
“Come hai avuto il mio numero?” chiesi d'un tratto, aggrottando le sopracciglia.
“Niall”
Come non detto. Avrei dovuto saperlo, ormai quel ragazzo faceva il tifo per me e Harry. Mi aveva anche detto che avrebbe aperto un fanclub su di noi, e risi troppo dopo quella affermazione.
Ridemmo per la maggior parte del tempo e scoprii tante cose di lui. Scoprii che amava il cioccolato bianco, cantare sotto la doccia, la musica pop e sopratutto guardare film d'amore.
Sentirlo parlare così tranquillamente, come se fossimo due semplici amici, mi aveva riempito il cuore di speranze. Era da un po' che tenevo tra le mani il vestito e avevo paura di averlo sgualcito.
“Cosa indosserai questa sera?” domandò.
“Un vestito rosso” risposi, facendo passare le dita sul tessuto leggere dell'abito.
“Il rosso è il mio colore preferito” sussurrò, rendendo le mie guance altrettanto rosse. Che senso aveva arrossire? Ero patetica.
Sentii la porta principale sbattere con forza, e intuii che fosse arrivato Niall a prendermi.
“Sarà arrivato Niall” sospirai, sapendo di dover attaccare prima o poi.
Se non mi muovevo, avrei fatto tardi.

Quando mi guardai allo specchio, ammirai il vestito scendere morbido sopra le ginocchia, il bracciale alla base del braccio e il colore rosso delle mie labbra.
Non era un caso che avessi messo quel colore, ormai ero senza controllo. Non avevo esagerato con il trucco, non mi piaceva tanto coprire gli occhi con gli ombretti colorati.
Ero molto cambiata. Ricordavo che prima, amavo truccare i miei grandi occhi di nero, rendendoli molto più scuri.
I capelli li avevo lasciati sciolti e ondulati al naturale, con un paio di orecchini a cerchio.
Niall non mi aveva salutata, avevo sentito solo delle urla provenire dalla cucina, e sapevo che stavano litigando.
Quei due erano davvero strani, e io non vedevo l'ora che lui lasciasse Samantha per correre da lei.
Sentii dei gemiti, e pensai seriamente che si stessero per prendere a pugni. Ma quando corsi, per verificare che nessuno dei due fosse morto, li vidi.
Eve era poggiata sul tavolo e Niall era infilato tra le sue gambe. La stringeva forte e le mani di lei impugnavano con aggressività il tessuto bianco della maglietta del biondo.
Si baciavano con prepotenza, mordendosi le labbra piene, come se si stessero per mangiare. Se non li avessi fermati sarebbero andati oltre, e avrei finito per vedere un video porno in live.
La mano sul seno piccolo della mia amica mi fece tossire, non riuscendo a fermarli.
Ero davvero senza parole, sapevo che prima o poi quei due sarebbero scoppiati, ma non credevo così presto e nemmeno fino a questo punto.
“Ragazzi” alzai la voce, controllando per l'ennesima volta l'orologio. Eravamo già in ritardo e io non potevo aspettare ancora.
Un grugnito uscì dalle labbra di Niall e cercai di guardare tutto se non loro. “Dio, Eve”
“Ragazzi!” urlai così forte che si staccarono spaventati, senza fiato. Continuarono a guardarsi e quando capirono che ero solo io, proseguirono a fare quello che stavano facendo.
“Niall, dobbiamo andare!”
Eve mi ascoltò e lo spostò, per poi scendere dal tavolo. Si sistemò il vestito verde e provò a non guardarmi.
Alzai gli occhi al cielo e mi avvicinai alla porta, aspettando che i due si avvicinassero. Stavo sorridendo così tanto che di sicuro ad Eve avrebbe dato fastidio.
“Eve, non puoi lasciarmi in questo stato” sussurrò piano Niall, ma non così a bassa voce come avrebbe sperato. Avvicinò le labbra al collo della mia amica e lei chiuse gli occhi a quel contatto.
“Ho capito, vi aspetto fuori” sbottai, uscendo finalmente da quella casa.



Probabilmente, io, Eve e Niall, eravamo le persone meno ricche di tutti i presenti. C'era tutto quello che avrebbe avuto una festa: alcool, musica e tanta gente. Ma in quell'area c'era qualcosa di diverso. Ero entrata in una sala diversa, addobbata con grandi tende di un rosso fuoco, tavoli con cibo e bevande, e davanti ad un palco, le persone erano intente a ballare e a scatenarsi.
Le donne indossavano abiti firmati ed eleganti, e come la prima volta, mi sentii in imbarazzo per il mio aspetto. Eve sembrava non importarsene, e mi era vicina, studiando la zona con i suoi occhi verdi poco truccati.
L'odore di cibo era devastante e risi troppo alla vista di un giovane cameriere che cercava di infilarsi tra la folla, con tre piatti su ogni braccio. Afferrammo al volo due bicchieri, solo io e Niall, e cominciai a cercare il viso di Harry.
Tra i vari invitati, riuscimmo finalmente a scorgere Samantha, che si avvicinò correndo, facendo svolazzare il suo vestito dorato. Una volta arrivata si buttò letteralmente nelle braccia del suo fidanzato.
Lo baciò, in un modo a dir poco vomitevole per i miei gusti, e lui non si mosse. Fece fare tutto a lei, e quando le loro labbra si staccarono, Sam sorrise innamorata, per poi prendere la mano di Niall e portarlo a conoscere qualcuno.
Eve, intanto, fissava un punto davanti a sé. Era furiosa, come non mai. Lo capivo dai suoi occhi e dalle sopracciglia inarcate.
Cosa diavolo stava succedendo tra di loro?
“Eve...”
Mi avvicinai, e le poggiai una mano sulla spalla, guardandola dritto negli occhi. Lei, però, non guardava nulla.
“Mi dici che cazzo ci sono venuta a fare?” sbottò, tenendo sempre lo sguardo fisso nel vuoto. Non mi sarei aspettata una reazione simile. Eve era il tipo di ragazza che picchiava i ragazzi, che li minacciava e che avrebbe preferito non averli tra i piedi. Lei non era quella ragazza fragile che mi trovavo davanti.
Mi sarei aspettata una scenata davanti a tutti, eppure non aveva neanche reagito.
“Io me ne vado” aggiunse subito, voltandomi le spalle.
La seguii, evitando di inciampare nelle mie fastidiose scarpe con il tacco, e quando arrivammo di fronte alla porta, i suoi occhi erano tristi e lucidi.
Si fermò a guardarmi e si mordeva le labbra nervosamente, tentando di non far scendere neanche una lacrima agli occhi.
“Io pensavo che una volta arrivati, lui non mi avrebbe lasciata sola” sussurrò, tirandomi con lei al di fuori della porta.
Lì la musica si sentiva pochissimo, nonostante il portone fosse aperto, e le persone entravano e uscivano parlando e cantando.
Sembrava tanto una festa anonima, quelle in cui ci vai solo per prenderti una sbornia, senza neanche fare il regalo di compleanno al festeggiato.
“Ti rendi conto di quello che sto dicendo? Lui è un grandissimo pezzo di merda, e lo odio così tanto che entrerei lì dentro solo per toglierli tutti quei capelli dalla testa”
La lasciai sfogare, e per un momento dimenticai di Harry.
“Ti piace davvero” affermai, sapendo che lo avrebbe sempre negato.
“Da morire” si lamentò, stupendosi lei stessa di quelle parole. “Credo di aver perso la testa”
Abbozzò un sorriso e arricciò il piccolo naso, per poi poggiare gli occhi profondi verso la gente che chiacchierava.
Pensavo che quel momento non sarebbe mai arrivato, che la mia migliore amica non si sarebbe mai ridotta così per un ragazzo. Eppure eccola lì, con gli occhi lucidi e rossi e un'espressione seria sul volto.
Niall mi picchiettò sulla spalla, e quando lo vidi lo minacciai con gli occhi. Li lasciai soli, ed entrai nella sala.



Salve a tutte!
Ok, questo capitolo è piccolissimo, avrei dovuto continuarlo, ma ho preferito aggiornare perché non so quando riuscirò a scrivere di nuovo. Purtroppo quest'anno ho l'esame, quindi non riuscirò ad aggiornare come prima (sono sempre stata una ritardataria, ma dettagli!!)
Spero comunque che continuiate a seguire questa storia, perché ci tengo davvero tanto :)

 

Provate ad indovinare chi sono questi due*O* ahah
 

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Capitolo 13
*** Capitolo tredici ***


 Hurts
Capitolo tredici
-Scarlet
La musica mi era ormai entrata nella mente, ma il mio corpo era rigido e non riusciva a compiere nessun movimento, facevo ondeggiare solo un po' la testa per tenere il ritmo. La verità era che quel posto era fin troppo per me, nessuno si avvicinava e non sapevo che fare. Ero in imbarazzo, e i miei occhi erano puntati su Samantha, che era concentrata in una conversazione con qualche sua amica.
Sentii una mano poggiarsi sulla spalla e mi voltai, pronta a cacciare via qualsiasi ubriaco si fosse avvicinato. Ma gli occhi che incontrai non erano quelli di qualsiasi ubriaco, erano quelli di Harry. Erano sorridenti, più luminosi di quanto ricordassi, e nonostante la sala fosse un po' oscurata e piena di luci colorate, riuscivo a vedere il verde delle sue iridi. Quel verde che ormai faceva parte dei miei sogni.
Sorrisi, lasciandomi trasportare dalle sensazioni che la sua mano mi stava trasmettendo, e mi voltai definitivamente, per trovarmi di fronte a lui. Fece scendere la mano lungo il mio braccio, e abbozzò un sorriso a sentire la pelle d'oca che si stava formando. Non era colpa mia se mi stavo rendendo così debole nei suoi confronti, ma tutto quello che volevo in quel momento era stare con lui, e con nessun altro.
“Ci speravo” disse, avvicinando le labbra al mio orecchio, per fare in modo che sentissi il sono rauco della sua voce. “Vuoi qualcosa da bere?”
Negai con la testa, e pregai non mi lasciasse mai. Avevo così tanta voglia di abbracciarlo, che mi alzai addirittura sulle punta dei piedi, ma poi mi fermai.
Eravamo davanti a tutti, e a momenti avrei rivisto la sua fidanzata, come era giusto che sia.
“Seguimi” mi urlò di nuovo alle orecchie, e così feci. Quella sera i suoi capelli erano portati in alto, ma i ricci che tanto amavo erano sempre presenti. Le mie mani esigevano di toccare quella nuvola che aveva in testa, e la pazienza di aspettare era davvero troppa.
Lo seguii, passando tra la gente che di tanto in tanto si metteva in mezzo ai nostri piedi, urlando e cantando, e finii per stringere un braccio ad Harry.
Lui si scostò appena, per fare in modo che togliessi la mano, e continuò a camminare. Ero stata così stupida, non avrei dovuto farlo.
Per fortuna nessun sembrò notare i nostri comportamenti, e quando entrò in un corridoio piuttosto silenzioso, si girò, per verificare che io fossi ancora dietro di lui. Poi continuò a camminare, ed entrò in una porta. La sala in cui entrammo era completamente buia ed Harry si voltò per afferrarmi la mano. Si avvicinò ad una rampa di scale, e lasciai trasportarmi.
“Dove stiamo andando?” domandai, sperando in una risposta. Ma alla fine non mi importava un granché, l'importante era che lui era al mio fianco.
Infatti non rispose e quando raggiungemmo una stanza, lui chiuse la porta alle spalle. Doveva essere una camera da letto per ospiti, o forse era anche la sua. Il letto era coperto da un lenzuolo ricamato, di un rosa pallido, e le tende sembravano così tanto costose, ma al tempo stesso pulite. Era anche normale, loro avevano camerieri che facevano tutto quello che doveva essere fatto.
“Perdonami”
Mi voltai, non riuscendo a capire il senso di quelle parole, e mi persi nel guardarlo nella sua camicia bianca ben messa e nella sua giacca nera. Era bellissimo, e mi morsi le labbra sapendo che lui non era mio. Non lo era mai stato in realtà.
“Cosa?”
Si avvicinò e chiusi gli occhi, beandomi della sensazione delle sue labbra sulle mie. Mi stringeva forte, facendomi indietreggiare fino al muro bianco e decorato di quella camera da letto. Mi toccava, lasciando brividi lungo la pelle, e le sue mani sembravano mi stessero mangiando. Eppure, sentivo l'esigenza di sentirlo ancora di più, e le sue mani al contatto con il mio vestito non erano quello che volevo.
“Ti amo” disse, staccandosi improvvisamente, per poi riprendere a baciarmi. E io mi persi nelle sensazioni di quel bacio pieno di passione e fuoco, che poco a poco si stava trasformando in qualcosa di più. Baciava così lentamente, intensamente, tanto da farmi perdere la testa. Quando le sue labbra scesero lungo il mio collo, poggiai la testa al muro, mentre tenevo le mani ancora strette nei suoi capelli.
Non volevo parlare in quel momento, non mi importava più di nessuno. Zayn era a casa, Eve litigava con Niall da qualche altra parte della festa, e io ero lì tra le sue braccia.
Stavo tradendo Zayn, ma era quello che volevo fare. L'avevo ammesso, era Harry quello che volevo.
“Voglio te” sussurrai ansimando, mentre lui non la smetteva di marchiarmi il collo. La sensazione della sua lingua sulla mia pelle era paradisiaca.
Avvicinò il suo corpo interamente al mio, e potevo sentire che anche lui mi voleva, proprio quanto lo volevo io.
“Sai da quanto ho aspettato questo momento?” parlò e il suono della sua voce mi fece girare completamente la testa.
Sentii una mano salire lungo la coscia nuda e mi guardò dall'alto in basso, staccandosi di un po'. “Adoro come ti sta questo vestito, ma la necessità di togliertelo è così alta Scarlet, non hai idea”
Mi chiesi cosa stesse aspettando, e così feci scivolare le mani sul suo collo, afferrando il colletto della camicia per portarlo di nuovo verso di me. Aveva un aspetto così bello, con quelle labbra rosse e gonfie per via del bacio, e sussultai quando sentii le sue mani infilarsi al di sotto del mio indumento rosso.
Quel vestito stava dando fin troppo fastidio, ma io volevo concedermi a lui, avevo sul serio il bisogno di sentirlo.
“Per quanto io lo voglia, prima non dovremmo parlare?”
Mi fermai, osservando le sue pupille dilatate e la lingua tra le labbra.
“Di cosa?” domandai, un po' confusa.
“Di me e te” borbottò tenendo gli occhi chiusi e attaccandosi al mio corpo. “Hai detto di volermi”
Chiusi a mia volta gli occhi, cercando di concentrarmi sulle sule parole e non sulla sua mano che si faceva spazio tra le mie gambe. Era così bello quel calore che mi stava trasmettendo, non volevo che smettesse.
Ma quando arrivò al mio centro, scostò le mutandine rosse e persi un respiro. Insomma, con Zayn le cose non andavano così. Con Harry ogni suo tocco era bramato, e io perdevo la testa con solo una sfiorata.
“Sì Harry, io voglio te”
Fece un respiro profondo, continuando a non smettere con le dita, e mi abbandonai contro di lui, mentre prendevo l'iniziativa, cominciando a muovere le mani sul suo petto.
“E Zayn?”
Avrei dovuto fermarmi e mandarlo via, ma lui sembrava lo stesse facendo apposta a continuare a stuzzicarmi.
“E Kate?” domandai di proposito.
La mia voce non era più quella di poco prima, non riuscivo neanche a riconoscerla.
“Non c'è ora” disse, e lo sentii sospirare quando le mie mani finirono sul bordo dei suoi pantaloni strettissimi. “Nella mia vita non c'è mai stata, ho sempre pensato solo a te”
Le sue dita aumentarono il ritmo e non riuscii a non farmi scappare un gemito dopo quelle parole. Lui aveva pensato sempre e solo a me, e la mia testa girava così forte, il mio corpo esigeva di essere toccato ancora di più.
“E nella tua?” continuò.
Gli slacciai la cintura e cominciai ad accarezzare quel rigonfiamento evidente, nei suoi boxer stretti. Eravamo vicinissimi, non la smettevamo di guardarci negli occhi. Lui voleva delle risposte e io non sapevo di essere pronta a dargliele.
“Zayn non c'è più, ci sei solo tu”
“Solo io?” continuò, e mi prese tra le braccia, facendomi lanciare un piccolo urlo. Caddi comodamente sul letto, e subito la mia voglia di lui venne colmata. Lasciai aprirmi le gambe, e lo ammirai mentre si toglieva con abilità la giacca e poi la camicia. Il suo petto era così scolpito, e esigevo di sentirlo nudo contro il mio.
“Sì, solo tu” ammisi, alzando le braccia per togliere il vestito. Le sue mani calde mi aiutarono, e quando lo lanciò in una angolo remoto della stanza, i suoi occhi si incollarono al mio corpo, e lasciai che mi togliesse anche il fastidioso reggiseno nero.
Dopodiché si fiondò su di me, baciando ogni centimetro del mio viso, finendo col baciare le labbra, mentre non la smetteva di sorridere. Potevo sentirlo, lo stava facendo sul serio.
Si alzò improvvisamente, per finire di togliersi i pantaloni neri, per poi ritornare su di me. Strinsi il suo bacino e ed entrambi sospirammo, mente le sue labbra ripresero a baciarmi.
Le sue grandi mani finirono per stringere i miei seni, a toccarmi ovunque e mi persi in tutto di lui.
Quella notte, io ed Harry facemmo l'amore. Quella notte tirai i suoi capelli ricci e graffiai la sua pelle ad ogni ondata di piacere, quella notte lui si perse in me, come io mi persi in lui. Ci perdemmo l'uno nell'altra e continuammo a bisbigliarci promesse. Quella notte mi sentii completa per la prima volta, e urlai il suo nome. Lo urlai così forte che probabilmente gli sarebbe rimasto in testa anche dopo che me ne fossi andata. Quella fu la notte più intensa della mia vita, quella notte Harry era mio, e forse lo sarebbe stato anche dopo.




-Niall

“Dove credi di andare?” le urlai, tenendo il passo veloce per non perderla di vista. Cosa avevo fatto di male? Avevo baciato Samantha Hamilton, questo sì, ma era ancora la mia attuale ragazza, non potevo dirle di no. Doveva ancora presentarmi tutti i suoi parenti famosi e ricchi, e avevo completamente dimenticato di lei.
Teneva sui fianchi il vestito verde, impugnato in due pugni, e i capelli biondi e lisci le scendevano lungo le spalle.
“Eve, dannazione!”
Si voltò di scatto, facendomi scontrare con il suo petto, e prima che potessi fare o dire qualcosa, mi spinse con violenza il più lontano possibile.
“Cosa vuoi?!”
Sapevo benissimo a quanto Eve potesse essere violenta e acida, ma era proprio quello che mi attraeva di lei. Così tanto, più di chiunque altra ragazza presente in quel castello.
Si avviò verso la macchina e con lo sguardo la vedevo concentrata a trovare la nostra, ovvero la mia. Si fermò frustata, sapendo che io ero dietro di lei, e non si girò neanche. Si portò le braccia al petto, più furiosa che mai. Non l'avevo mai vista così arrabbiata, ma la cosa che realmente mi preoccupava erano i suoi occhi lucidi. Non credevo sul serio avesse pianto, ma la mia preoccupazione superava ogni limite. Insomma, lei era Eve, non poteva sul serio stare piangendo per me.
“Perché vuoi andartene?” domandai tranquillo.
“Perché non mi va di restare, mi annoio”
“Cazzo, Eve! Dimmi la verità, è possibile che ogni volta tu debba inventarmi le cose?”
Okay, non avrei dovuto perdere la pazienza, facendo così avrei scatenato un'altra guerra, ma quando lei si voltò lentamente, mi stupì.
Era seria e fissava i miei occhi furiosi, accarezzandosi le braccia per il freddo. Tremava, e avrei voluto avvicinarmi per riscaldarla, ma non lo feci.
“La verità?” domandò, sentendo la sua voce tremare.
“Sì” dissi in fretta.
Socchiuse gli occhi e poi li riaprì, portandoli verso il pavimento. Sembrava immersa in tanti pensieri, e io avrei voluto tanto sapere a cosa stesse realmente pensando.
“Io credevo che una volta arrivati qui tu saresti stato con me, Niall” sussurrò, con il viso schifato. “Io mi sono lasciata andare con te, ti ho addirittura baciata per prima. Credevo che in qualche modo potessi fidarmi”
Feci un passo in avanti, senza dire nulla, ma indietreggiò sempre di più. “Mi faccio così tanto schifo per quello che sto dicendo, non è da me dire queste cose, ma se ci sono rimasta male è perché mi stavo affezionando a te” continuò. “Ma alla fine come avresti potuto? La tua ragazza è ricca, bella, famosa e disposta a te in tutto”
Ero così tanto sconvolto che non riuscii a dire nulla. Eve stava aprendo il suo cuore, mi stava confessando quello che realmente provava e io me ne stavo zitto come un fottuto stronzo. Avrei voluto dire che era lei quella che volevo, che non mi importava nulla di Samantha e di tutta quella gente super ricca, ma non lo feci.
“Se sto ancora con Samantha è perché mi ha promesso di portarmi alla finale di Champions League, e poi in tanti altri posti, posti in cui non potrei mai andare. Insomma, non ho così tanti soldi! Ma chiedo se puoi venire anche tu, se...”
“Lei può darti tutto quello che vuoi, non è vero? Io sono solo una misera ragazza che si sta innamorando di te come una tredicenne fa con il proprio cantante preferito”
Aprii la bocca, mentre la guardavo darmi le spalle. Io la volevo, volevo stare con lei, l'avevo sempre voluto.
“Stronzo! Stronzo! E stronza pure io! Figlio di puttana!” urlava, senza versare nessuna lacrima. Eppure me ne stavo fermo, mentre la guardavo camminare lontana, senza neanche raggiungerla.

Ero combattuto, avrei dovuto scegliere tra l'amore e i soldi, tra Eve e Sam. Cosa avrebbe fatto Harry al posto mio se si fosse trovato nella stessa situazione?


Salve a tutte!!
Sono passati tipo tre mesi dal mio ultimo aggiornamento, infatti avevo sospeso un po' la storia, ma eccomi qui con questo capitolo nuovo!! Spero vi piaccia e fatemi sapere se volete che continui ancora! :) Un bacio a tutte, Anny

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