Teenagers

di tempestadentroquietefuori
(/viewuser.php?uid=550230)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 capitolo ***
Capitolo 2: *** 2 capitolo ***
Capitolo 3: *** 3 capitolo ***
Capitolo 4: *** 4 capitolo ***
Capitolo 5: *** 5 capitolo ***
Capitolo 6: *** 6 capitolo ***
Capitolo 7: *** 7 capitolo ***
Capitolo 8: *** 8 capitolo ***
Capitolo 9: *** 9 capitolo ***
Capitolo 10: *** 10 capitolo ***
Capitolo 11: *** 11 capitolo ***
Capitolo 12: *** 12 capitolo ***
Capitolo 13: *** 13 capitolo ***
Capitolo 14: *** 14 capitolo ***



Capitolo 1
*** 1 capitolo ***


<< il/la rappresentante d'istituto di quest'anno è Aurora Abate. Un applauso prego!>> annuncia il preside. Tutte le persone presenti nel cavedio urlavano il mio nome ed io mi sentivo sempre più soddisfatta di aver vinto le elezioni e soprattutto molto sorpresa,perché diciamocela tutta,fino ad ora sono sempre stati i più fighi del liceo a prendere le redini delle elezioni,però io volevo dare una svolta eleggendomi e ho avuto anche risultati.
Mi faccio spazio tra le sedie dove erano seduti una parte degli studenti e mi dirigo verso il palco.
-vuole dirci qualcosa signorina Abate?-mi domanda il preside.
-beh volevo solo ringraziare chi mi ha votato ed è grazie a loro che ora sono qui,su questo palco,ad assumere il ruolo di rappresentante-rispondo io.
-bene,allora ragazzi,merita un'altro applauso?- domanda il preside rivolgendosi a tutto il liceo.
Ci furono fischi,urla e applausi come risposta.
-beh,è contenta di questo signorina Abate?- si rivolge a me.
- ovviamente- esclamano solamente io.
- beh,allora che abbia inizio la sua carriera da rappresentante e che duri!- esclama.
-lo spero!- rispondo io per poi scendere dal palco ed essere accolta tra le braccia delle mie due amiche, Lia e Bea. 
- ce l'hai fatta!- esclama Lia eccitata.
- già! Ora avrò anche responsabilità maggiori! - dico io. 
- e avrai anche una certa influenza sul preside- interviene Bea.
- signorina Abate può raggiungermi in presidenza? Le devo parlare sulla sua nuova carica e sulle sue responsabilità- si aggiunge una terza voce.
- subito preside - esclamo io verso il preside.- ci vediamo dopo ragazze - rivolgendomi a Lia e Bea. 
Cammino fin quando non mi soffermo dinanzi una porta con un'etichetta "presidenza". Busso e con il consenso del preside entro.
- venga signorina,si sieda - dice il preside facendomi notare una sedia di fronte a lui,mi siedo ed inizia a parlare. 
- ora che lei è diventata rappresentante devo informarle delle sue responsabilità,anche perché lei è stata la prima  ragazza ad essere eletta. 
Allora lei ha il compito di vigilare il corpo studentesco,ovvero dovrà richiamare ogni persona che durante le lezioni non si troverà  nella propria classe;dovrà accogliere ogni nuovo/a arrivato/a;dovrà occuparsi di organizzare le varie gite con me e i professori,come anche dovrà organizzare i vari corsi. Bene,per ora è tutto. Complimenti per la sua carica signorina Aurora Abate. Ora può andare - dice alzandosi e porgendomi la mano. Io ricambio la stretta e con un saluto esco dalla presidenza. 
Ritrovo fuori la porta Lia e Bea.
- allora? Com'è andata? Che ti ha detto? - mi domandano entrambe all'uniscono.
- calma amiche mie,calma! Niente di che,mi ha detto i miei compiti quali saranno d'ora in poi. - rispondo io calma.
- quindi,che farai?- mi domanda Lia.
- quello che hanno fatto gli altri rappresentanti prima ti me sciocchina! Soltanto una cosa in più,dovrò accogliere ogni nuovo arrivato della scuola e farlo ambientare almeno il primo giorno - le rispondo io.
- almeno così conoscerai a poco a poco tutti, e brava Aurora! - prende parola Bea.
- ahahahaha si,proprio così! Su,andiamo mi è venuta una certa fame! - dico io spingendole verso l'uscita. 
- dove andiamo? - domanda Bea.
Io e Lia ci guardiamo entrambe e poi guardiamo lei.
- al mc,ovvio! - esclamiamo all'uniscono. 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** 2 capitolo ***


Arriviamo con la macchina 50 al mc e parcheggiamo nell'aria riservata ai clienti. 
- avete già pensato a cosa ordinare? - domanda Bea. 
- io il solito, mc bacon, l'unico senza verdura,perché sapete che a me non piace! - esclamo io.
- ah giusto, tu Lia ? - domanda poi a Lia.
- bigMac, voglio cambiare un po' - risponde lei.
Ci avviamo all'entrata e iniziamo a fare la fila. 
- oggi è una bella giornata, mangiamo ai tavolini fuori? - domando io.
Loro annuiscono e quando è il nostro turno ordiniamo.
- fate un solo conto? - domanda una signora sulla quarantina.
-si si,poi dividiamo -rispondo io per tutte e tre.

Prendiamo i nostri vassoi e andiamo a sederci ai tavolini all'esterno. 

- ah finalmente ! È da tanto che non venivamo qui,eh? - domanda Lia.
- già! Con l'inizio della scuola e le elezioni abbiamo avuto poco tempo! -esclamo io.
-già, beh, ora ci rifaremo! - esclama Lia ridendo. 
Mangiamo i nostri panini e parliamo dei soliti argomenti tra ragazze: ragazzi, shopping, progetti da fare in settimana. 
- a proposito, cosa faremo sabato? - domanda Bea.
- al Cocos hanno organizzato una festa per dare un'addio come si deve all'estate 2013, ci andiamo? - domanda Lia. 
- ci sto - dico io.
- già,per me va bene - aggiunge Bea.
- okay,allora ci andremo! - esclama euforica Lia. 
- parlando di un'altro argomento, la settimana prossima vogliamo iscriverci in palestra? - domanda la stessa Bea.
- va bene - diciamo all'uniscono io e Lia. 
In realtà a me fare palestra non serve molto, ho un fisico snello,ma lo faccio per mantenermi in forma.
Mi piace il mio corpo e mi piace anche curarlo: sono snella ed alta 1.67cm, ho una buona seconda di seno e un sedere proporzionato per il mio corpo. Ho gli occhi verdi,la carnagione chiara e piccole lentiggini che "decorano" il mio viso, anche se a me non piacciono. Ho capelli mossi di color rosso,non acceso,tendente all'arancio e,una bocca piccola e carnosa. 
- ehy Aurora ci stai ascoltando? - mi domanda Lia. Mi risveglio dai miei pensieri e noto i loro sguardi su di me.
- in realtà no - sbotto io chiudendo un occhio immaginando la loro risposta.
- ma come?! Comunque stavamo dicendo che è ora di trovarci u ragazzo, siamo single da parecchio - mi informa Lia.
- beh, in realtà io mi sono lasciata sei mesi fa,non è troppo e poi non è una delle mie priorità queste - rispondo io.
- si, però noi invece è proprio da tanto, mi sa che dovremmo metterci alla ricerca di un fidanzato Bea. - si rivolge a Bea posizionando il viso sui palmi delle mani. 
- interessantissimo discorso,davvero, però ora che ne dite di andare? - propongo io. 
Mi alzo e vengo seguita a ruota da loro, usciamo e mettendoci in macchina,Lia accompagna ognuna di noi. 
- grazie Lia, ci vediamo domani - saluto Lia per poi entrare in casa. 

- dove sei stata ? - mi domanda mio fratello Francesco.
- al mc con Lia e Bea, perché ? - domando io entrando in cucina.
- non ti avevo visto fuori scuola e allora mi sono preoccupato, comunque congratulazioni sorellina, ci comanderai tutti! - esclama lui scherzoso.
Mio fratello Francesco frequenta la mia stessa scuola, è un 19enne ed è stato bocciato al secondo anno per cui è ancora nella mia scuola ed è al quinto anno. Al secondo anno ha avuto una storia con Lia, ma poi si sono lasciati per volere di entrambi ed ora sono rimasti addirittura amici. È molto protettivo nei miei confronti, da una parte mi fa piacere perché almeno mi dimostra che ci tiene alla sua sorellina,ma dall'altra no perché lo è fin troppo e per stare con qualcuno lui deve fargli per forza il quarto grado! 
- spiritoso fratellone. Mi raccomando, ora riga dritto perché non mi farò corrompere da te a scuola - dico con il suo stesso tono.
- troppo crudele - esclama lui ironico mettendosi le mani nei capelli fingendosi disperato. 
- ahahahahah cretino! Ora vado in camera, bye - esclamo io schioccandogli un bacio sulla guancia per poi salire la rampa di scale e andare in camera mia .



 Aurora

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** 3 capitolo ***


  • tesoro alzati,farai tardi a scuola! - urla mia madre dalla sua stanza. 
    Mi alzo di scatto e vedo che sono le 7:00. Istinto omicida verso mia madre.
    - ma sono solo le sette! - sbraito io. 
    - lo so, ma oggi dovrai andare a piedi a scuola - dice lei. 
    - perché ? - urlo allarmata io alzandomi dal letto e andando verso la sua camera. 
    - papà è andato presto a lavoro oggi, quindi non abbiamo la macchina - mi spiega lei.
    - ah.... Vabbe chiederò a Francesco allora - esclamo io ovvia. 
    - non se ne parla proprio! - esclama una terza voce. 
    -e dai fratellone! Fallo per me! - dico facendogli gli occhi dolci.
    Dopo continue insistenze cede e così ringraziandolo vado in camera mia. 
    Vado in bagno svogliatamente ed apro il rubinetto del lavandino e mi sciacquo il viso; prendo un'asciugamano e la tampono sul mio volto, poi mi tolgo il pigiama ed entrò nel box doccia. 

    *** 
    - muoviti Auro' - urla mio fratello dalle scale. 
    - sto scendendo - esclamo io.
     -lo spero per te, sono le 8:15, per arrivare in orario dovrei guidare peggio di Schumacher! - ironizza lui. 
    -eccomi! - esclamo io scendendo a due a due i gradini. 
    - possiamo andare, ciao mamma! - dico nuovamente io. 
     In poco tempo arrivammo a scuola,nonostante il modo di guidare di mio fratello eravamo vivi, ma ogni volta mi domando: ma chi gliel'ha data la patente ?!?

    Entriamo nel cortile della scuola ed io scendo dalla macchina per andare da Lia e Bea,mentre mio fratello parcheggia. 
    - hola rappresentante! - dicono in tono scherzoso all'unisono. 
    - sceme! A proposito di rappresentante, devo andare in presidenza ! - esclamo io salutando velocemente tutte e due e dirigendomi verso la presidenza.

    Busso alla porta e il preside mi fa cenno di entrare. Noto con mia sorpresa che non è solo,ma c'è un ragazzo più o meno della mia età che è seduto di fronte a lui. 
    - buongiorno signorina Abate - dice il preside salutandomi con una stretta di mano,la quale ricambio. 
    - buongiorno preside - esclamo io. 
    - bene signorina, oggi abbiamo un nuovo arrivato, Carter Smith, e lei dovrà fargli fare il giro della scuola come segno di accoglienza e mostrargli i suoi orari e la sua classe. - mi informa il preside. 
    Mi volto verso il ragazzo che devo "accogliere" e noto che è un gran bel ragazzo. Capelli scompigliati neri,occhi marroni,belle labbra,davvero belle,lineamenti maschili ben identificati,non è la solita bellezza italiana ed il nome me lo conferma. Un gran bel fisico anche, alto, pettorali,bicipiti e tricipiti da urlo, poi salgo su verso il suo volto e noto un sorrisetto divertito/malizioso stampato in faccia. Inarco un sopracciglio e poi mi rivolgo al preside. 
    - certo preside - dico io. 
    - bene, ora potete andare,vi lascio alla vostra accoglienza - sorride il preside. - ah, Smith, mi raccomando non faccia spazientire la nostra cara Abate - ammicca il preside nuovamente. 
    Io arrossisco leggermente e poi apro la porta uscendo,seguita da quel ragazzo. 
    - come mio dovere ho l'obbligo di dirti di comportarti bene,correttamente, non stare fuori classe durante gli orari delle lezioni,non combinare casini, non - dico, ma poi parla lui. 
    - qualcos'altro? Peggio di un carcere - dice sbuffando lui. 
    - già, ma purtroppo queste sono le regole, ed io ho il dovere di farle rispettare, in fin dei conti sono la rappresentante - dico io guardandolo. 
    - ebbene, signorina Abate, hai un nome? - mi domanda sarcastico lui sempre con quel solito sorrisetto stampato in faccia. 
    - Aurora, mi chiamo Aurora - affermo io. 
    - piacere Aurora,io sono Carter - ammicca lui. 
    - tutto molto interessante,ma ora devo indicarti la tua classe, eccola li - dico io indicando la 4C. 
    - vabbene generale, ai suoi ordini - dice con tono scherzoso mettendosi sull'attenti. 
    Lo guardo divertita,forse troppo per la mia carica,poi apro la porta della 4C. 
    - prof. Questo è il nuovo arrivato, Carter Smith - affermo io. 
    -vieni,entra - dice la prof rivolgendosi a lui. 
    Lui di tutta risposta entra svogliatamente in classe facendo il suo rientro da " sono figo e lo so" . Alzo gli occhi al cielo e con un saluto mi dileguo,andando verso la mia classe, 3A.




 Carter 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** 4 capitolo ***


Pov. Carter 
Quando Aurora uscì dalla classe la professoressa si rivolse a me. 
- bene ragazzo,siediti li - dice indicandomi un banco in fondo. 
- sul serio? Niente presentazioni? - domando io sarcastico. 
- non serve,la signorina Abate già ti ha presentato, ma se proprio ci tieni,presentati - afferma ironica lei. 
- nono, non ci tengo grazie - esclamo io avvicinandomi al mio banco. 
Sento gli occhi di tutte le ragazze di questa stanza addosso,non che mi dispiaccia,anzi. Sono tutte ragazze ossigenate, sono diverse da.... Aurora? Perché è di nuovo qui ? 
- Smith hai dimenticato gli orari - esclama lei porgendomi un foglietto. 
- ti sei scomodata così tanto? Alla fine trovavo chi mi faceva strada - dico io guardando maliziosamente una ragazza affianco a me. 
- un semplice " grazie " no,eh? - domanda sarcastica. 
- beh,sai già la risposta - dico io con tono provocatorio. 
Si volta e fa per andarsene dopo aver detto  un " buona lezione". 
Prima ora fisica. Mi domando il perché di questa materia, a che serve per la vita? A niente. 
La professoressa spiega ed ogni tanto mi dice " Smith stai seguendo?" ed io per non fare questioni annuisco,oggi sono più buono del solito,almeno il primo giorno facciamolo questo sacrificio! 
Ogni tanto sorprendo qualche ragazza guardarmi,anzi fissarmi insistentemente come se avessero i raggi x. Questo ovviamente non fa che aumentare la mia stima,soprattutto della mia bellezza e ringrazio mia madre di questo. 
Anche se qui le ragazze non sono come quelle americane. Queste ultime sono più spinte,maliziose,forse perché ancora non ho avuto a che fare con qualcuna di queste italiane,a parte Aurora che sembra essere diversa completamente da come sono le americane. Non dico che non è bella,anzi,risveglia i miei pensieri perversi,ma la differenza tra la bellezza americana e quella italiana è netta. 
- signor Smith quando ci degna della sua attenzione ci faccia un fischio - esclama la prof distogliendomi dai miei pensieri. 
- senta prof, ma lei a chi vuole rompere con questa fisica che in realtà nella vita non serve ad un cazzo? - domando io scocciato. 
- moderi i termini Smith, non sta parlando con i suoi genitori ! - esclama furiosa lei. 
-ed ora dal preside - alza di un'ottava il tono della voce. 
- di certo sarà più divertente di stare qui - dico io alzandomi svogliatamente e uscendo dalla classe sotto gli occhi sognanti delle ragazze e gli sguardi stimati dei ragazzi. 

***
 
- Smith, non è nemmeno arrivato che già mi viene a far visita ? - domanda sarcastico il preside. 
- già, vede quanto sono educato ? - rispondo io con lo stesso tono. 
- la smetta Smith, da come ha iniziato non andrà avanti - esclama con tono secco il preside. 
Intanto bussano alla porta. Aspettava qualcuno?
Fa il suo ingresso Aurora e come sempre saluta il preside e si posiziona affianco a me. 
- signorina Abate le avevo detto di tenerlo sotto controllo - dice il preside. 
- preside io l'avevo lasciato nella sua classe e sono andata nella mia. Non posso prevedere i suoi comportamenti - si giustifica lei. Ammiro il suo modo di ribattere, non si fa mettere i piedi in testa. 
- certo,ha ragione signorina Abate,ma dovrà tenerlo sotto controllo questo qui - dice riferendosi a me. Cosa sono, un cane? 
Aurora si gira verso di me e mi guarda spazientita,poi si volta verso il preside dicendo - certo preside - .
-bene,ora potete andare - dice. 

***

- ma è mai possibile che addirittura il primo giorno crei problemi? - mi domanda arrabbiata Aurora. 
Sembra molto più sexy quando si arrabbia. Si formano piccoli segni sul naso e aggrotta le ciglia. 
- senti, mi stavo solo annoiando e ho scelto un modo per porre fine alla mia noia - mi giustifico semplicemente io. 
- eh già, perché il signorino qui fa come gli pare ! - urla lei portandosi le braccia sotto il seno e alzando gli occhi al cielo. 
Mi avvicino di più a lei e per qualche secondo la guardo.
-  già, e poi è di gran lunga più interessante vederti arrabbiata che ascoltare le lezioni di fisica - ammicco io. 
- senti playboy io dovrei andare in palestra,sai com'è ho lezione . - sbotta ironica lei. 
- oh, che coincidenza! Anch'io ho palestra in quest'ora! Non sei contenta di vedermi mentre gioco? La vista è molto piacevole - dico io malizioso.
- non sai quanto sono contenta - esclama lei ironica. 
Mi scappa un piccolo sorrisetto dalle labbra ed insieme arriviamo in palestra. 
- ehy Abate afferra - esclama un ragazzo lanciando la palla da basket al soggetto interessato. 
La prende con molta facilità ed è questo che mi fa rimanere come un fesso a guardarla. Poi mi riprendo e vedo che dalla posizione in cui stiamo lei mira il canestro e fa centro. Rimango scioccato,anche perché è una ragazza e il basket non è un pezzo forte per il genere femminile. 
- che c'è Smith? Sorpreso? - 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** 5 capitolo ***


Pov. Sana
- che c'è Smith ? Sorpreso? - domando io vedendo la sua faccia. Per quanto da poco lo conosco so che la risposta non tarderà ad arrivare. 
- forse un po' Abate, sai com'è,il basket non è un forte del genere femminile - dice lui. 
- e chi lo dice questo? Ah caro Smith, siamo rimasti all'età della pietra che vi sono distinzioni fra maschi e femmine? - domando io sfidandolo. 
La sua risposta non arriva alle mie orecchie visto che vengo chiamata dalla prof. 
- Abate su, si metta a giocare con le altre - esclama lei. Lancio la palla a Mario e mi avvicino a Lia e Bea. 
- l'hai rimasto senza parole amica mia ! - dice Lia. 
- ahhahaha già, non se lo aspettava proprio - rispondo io. 
- a proposito,ma chi è? Non l'ho mai visto a scuola ed è strano non notarlo perché è un figo da urlo ! - esclama Bea cercando di non farsi sentire. 
- infatti è nuovo di qui, stamattina,come da mio dovere,ho dovuto accompagnarlo nel giro della scuola ed anche nella sua nuova classe! - esclamo io scocciata. 
- e questo ti dispiace? Sorella mia, se sarei stata io al tuo posto non me lo sarei fatta ripetere due volte e gli sarei stata sempre appiccicata! Ma dico, lo hai visto ? - mi domanda sbigottita Bea. 
- si, ho anch'io degli occhi,però così non fai altro che aumentare la sua stima e farlo diventare ancor più un pallone gonfiato! - esclamo io. 
- Abate, Fiore e Piccolo ne avete per molto? Quando vi decidete a giocare ? - ci richiama la prof. 
- subito prof - risponde Lia per poi farsi passare la palla. 
Giochiamo un po a pallavolo fin quando la prof viene chiamata dal preside e quindi ognuno fa quello che vuole. 
- ehy Abate che ne dici, ti va una sfida ? - domanda Carter con il suo solito ghigno. 
- perché no ! Mi renderebbe più che felice metterti in ridicolo davanti agli altri - dico io sorridendo con sfida a mia volta. 
- certo, certo...  Tanto sicura di vincere? - domanda lui .
- no,però cercherò di farlo - dico io facendogli l'occhiolino. 
- beh, prima le donne - esclama divertito facendo un inchino. 
- con piacere! Almeno noto che un po di galanteria ti è rimasta - esclamo io. 
Tra le bocche dei presenti fuoriesce un " Oooh" ed io sorrido divertita a Lia e Bea. 

Mi posiziono ad una distanza decente dal canestro e individuo il punto in cui devo lanciare la palla. 
Faccio un lungo respiro,piego leggermente le gambe e con un movimento morbido e leggero lancio la palla colpendo perfettamente il canestro. 
Un applauso parte da tutti quelli in palestra ed io mi volto e riferendomi a Carter mimo con le labbra un " prova a fare di meglio", avendo come sua risposta " con piacere". 
Si posiziona un po più indietro da dov'ero io e seguendo il mio stesso procedimento fa centro anche lui. 
- 1-1 mia cara Aurora - dice lui ammiccando. 
- dammi la palla - dico di tutta risposta io. 
Seguo una strategia, quella che fin da piccola mi è stata insegnata: illudere l'avversario e quando meno se l'aspetta, attaccare. Faccio i tiri nel modo più semplice possibile,facendogli credere che solo in quel modo so fare centro. 
- abate,  4-3 vuoi continuare? - domanda sfidandomi lui. 
- ovvio mio caro - rispondo io col suo stesso tono. 
- si però sei diventata ripetitiva, fai qualche l'altra tattica, oppure sai solo questa ? - domanda lui provocandomi. 
Faccio per parlare ma Mario s'intromette. 
- Carter per il tuo bene non provocarla, Aurora è davvero brava a basket e segna in tutte le tattiche possibili - esclama. 
- e allora perché non farlo? Su dai,dimostrami cosa sai fare - esclama con tono di sfida verso di me. 
Vuole la guerra ? E guerra sia! 
Gli tolgo il pallone fra le mani e attuo la strategia Abate,quella che mio padre mi insegnò,quella inventata da lui, già,perché anche lui fin da piccolo amava il basket e ci sapeva fare. 
Mi posiziono a metà campo,circa 20cm da dove si era posizionato lui. 
Individuo il canestro, chiudo gli occhi e lascio un respiro. Le parole di mio padre mi ritornano alla mente: concentrazione Aurora, ci vuole concentrazione. Lasciati seguire dall'istinto e vedrai che segnerai sempre. 
Piego leggermente le gambe e con un salto leggero accompagno con la mano la palla,la quale volteggiando arriva dritta nel canestro. 
Urla e fischi s'odono nell'aria e aprendo gli occhi guardo Carter che assume un'espressione sconosciuta ai miei occhi,mai vista sul suo volto,quel bel volto. 
- hai visto amico? Te l'avevo detto! - esclama Marco dando una pacca sulla spalla a Carter. 
- notevole Abate, mi complimento. Ma sappi che ovviamente quest'è un'amichevole. Presto vorrò una vera e propria sfida - dice lui guardandomi. 
- quando vuoi,io sono qui - dico io con un sorriso vittorioso stampato in faccia. 


- ma cosa sta succedendo qui ? - urla la prof entrando in palestra.
Tutti si ammutolirono e lei man mano avanzava verso la cerchia che si era formata. 
- Abate, Smith, mi immaginavo che foste voi. Dal preside,subito - esclama lei indicandoci la direzione con un dito. Che poi come se noi non la sapessimo! 
Sbuffiamo entrambi e ci avviamo nella direzione della presidenza. 

***
- Smith, è incredibile! Il primo giorno e già ho l'onore di averla due volte qui - esclama ironico il preside. 
- preside le posso spiegare - m'intrometto io. 
-non c'è nulla da spiegare, il fracasso proveniente  dalla palestra parla chiaro,com'è chiaro il fatto che voi ora rimarrete per l'intera settimana qui a scuola di pomeriggio a pulire la palestra. - ci informa. 
Tentiamo di ribattere ma lui ci precede. 
- niente ma, così ho deciso e così si farà. Incominciando da oggi, buon lavoro - esclama lui per poi indicarci l'uscita. 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** 6 capitolo ***


Pov. Aurora
Così,come detto dal preside,il pomeriggio rimanemmo a scuola per pulire la palestra: l'inizio di una serie. 

- Smith, caro mio, ti dispiacerebbe aiutarmi? Sai com'è, la punizione è per entrambi! - gli ricordo irritata io. Ma guarda un po' che mi tocca fare! 

-in realtà si,mi dispiacerebbe - risponde con il suo solito ghigno stampato in faccia. 
Quanto darei per spaccargli quel bel visino. Aspetta un attimo...ho fatto un complimento a Carter? Sono io o mi hanno rapita gli alieni e questo é un mio clone?!? 
Vabbe, c'è da ammettere che non è niente male,anche se pensando che non ha un minimo di cervello mi ricredo da subito.

- muoviti cretino e dammi una mano ! - esclamo io lanciandogli una pezza che prontamente afferra. 

- se no? Che mi fai ? - domanda sghembo. 

-ti spacco la faccia - rispondo diretta io. 

-oh,mi sono sempre piaciute le ragazze violente e aggressive - dice malizioso. 

- ma piantala! Su dai, pulisci se no non finiremo nemmeno fra un mese! - esclamo io. Vado negli spogliatoi per prendere qualche scopa per pulire, poi senza accorgermene sento un'altra presenza nella stanza. Mi volto e vedo Carter chiudere la porta dietro di se e avvicinarsi a me. 

- perché hai chiuso? - domando io confusa. 

- beh,ho pensato che potremmo fare qualcosa di meglio che pulire,tu non credi? - domanda malizioso. 
Senza accorgermene arretro di qualche passo e,senza saperlo, vengo ostacolata dalla parete. O cavolo,sono in trappola. 
Lo vedo avvicinarsi a me, per poi posare ambedue le mani ai lati della mia testa, bloccandomi come in una gabbia. 

- no, penso proprio di no - dico io il più calmo possibile per non far vedere la mia insicurezza e il mio imbarazzo. 

Lo vedo avvicinarsi ancor di più verso il mio viso,per poi deviare la direzione e alitare al mio orecchio. 

- no? Io penso proprio di si. - sussurra in modo da farmi rabbrividire. 

- scostati - dico io il più convincente possibile. 

- e se non volessi ? - domanda lui. 

- ti costringerei con la forza - rispondo io a mia difesa. 

- mmh...ti ho detto che mi piacciono le ragazze aggressive,no ? - afferma più che domanda. Inizia a lasciare piccoli baci sul collo,poi sul mento,lo zigomo, ed io è come se stessi in estasi,poi si avvicina pericolosamente alla mia bocca e mi bacia. Preme violentemente le sue labbra sulle mie,in cerca dell'accesso alla mia bocca ed io,come una cretina,glielo concedo. Non rispondo più delle mie azioni,che posso farci? 
Si stacca lentamente ed io apro lentamente gli occhi. All'inizio vedo po' sfocato,ma poi man mano si fa tutto più chiaro. Lo vedo davanti a me guardarmi con un sorriso soddisfatto. Più che sorriso, un ghigno, il suo maledetto ghigno. 

-ah mia cara Aurora...sei caduta ai miei piedi in modo più facile di quello che mi aspettavo. - mi canzona lui. 
D'un tratto mi risveglio al sentir di quelle parole ed una rabbia mi sale al cervello. 

- come prego? -domando io stizzita.

- sei caduta ai miei piedi,come tutte le altre del resto. Il mio fascino è irresistibile - dice lui atteggiandosi. 
Non so perché ma scoppio a ridere. Una risata con tutto il cuore, che non riesco a fermare. 
Mi guarda intontito e inarca un sopracciglio. 

- che hai da ridere ? - sbotta lui. 

-tu. Tu mi fai ridere ahahahahahah....pensi davvero che io ora sia caduta ai tuoi piedi con un singolo bacio ? - domando io inarcando il sopracciglio. - è vero, è stato un bel bacio,forse mi sono fatta coinvolgere troppo,ma stop. Tu non mi interessi minimamente. - dico io. 

- sicura? A me sembrava il contrario quando la mia lingua era nella tua bocca - afferma lui spavaldo. 
Rimango colpita dal suo modo diretto di esprimersi,poi ribatto. 

- te l'ho detto, è stato un bel bacio. Ma basta, tu non sei il mio tipo - affermo io sicura. 

- io sono il tipo di tutte ! -esclama lui spavaldo. 

- ma dai ? - domando io sarcastica innalzando un sopracciglio. 

-già, forse ti costa troppo ammetterlo - risponde lui ghignando. 

- io non devo ammettere proprio niente, mio caro Smith - rispondi io stizzita. Mi sta davvero facendo innervosire! 

- seh seh, ora vado...sai,ho proprio voglia di andare da Jessica,o magari Ludmilla...loro di sicuro mi faranno divertire - sbotta malizioso. 

- mi fai schifo ! - esclamo disgustata io. 

-seh,seh...ci si rivede Abate - dice salutandomi con un cenno della mano e uscendo dalla palestra.

Pallone gonfiato. Stupido pallone gonfiato, ecco cos'è! 


Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** 7 capitolo ***


- puoi ripetere quello che hai detto? Forse non ho sentito bene! - esclama Lia esterrefatta. La sua bocca assomiglia proprio a quell'emoticon " O". 

- Carter mi ha baciata - rispondo io atona. 

- che cosa?!? E lo dici in questo modo ? Voglio i particolari,subito ! -esclama Lia. 

- in che modo lo dovrei dire? Mi ha baciata,punto. Non so perché, ma trattandosi di  Carter per lui un bacio è una cosa normale,banale. Sai quante ne bacia al giorno ! - dico io con noncuranza. 

- beh questo è vero - interviene Bea che fino ad ora non ha aperto bocca, era concentrata su quello che dicevamo. 

- può darsi, però non me la conti giusta ! Perché ti sei fatta baciare? Di solito tu non ti sbaciucchi ai quattro venti, quindi ti piace Carter? - domanda curiosa. Sherlock Holmes le fa un baffo! 

- non l'ho respinto perché non mi è stato possibile, mi ha praticamente bloccata al muro,anche se non mi è dispiaciuto baciarlo,è stato un bel bacio - dico io e quando lei è pronta per parlare le tappo la bocca - eh stop,niente di più. Non mi piace,ora cambiamo argomento - esclamo io scocciata. 
 
- va bene, mi arrendo,andiamo a fare l'iscrizione in palestra? - domanda Lia. 

- buona idea ! - esclama Bea. 

- okay, andiamo - affermo io. 

Scendiamo giù per le scale e dopo aver salutato mia madre ci dirigiamo in palestra con la macchina di Lia. 

*** 
- desiderate? - domanda una ragazza sulla ventina bionda,molto carina. 

- vorremmo iscriverci - dico soltanto io. 

- certo, questi sono i moduli per l'iscrizione, tutte e tre giusto ? - domanda lei guardando dietro di me riferendosi a Lia e Bea. 

- si si - annuisco io. 

- bene, compilate, poi se avete già i soldi qui con voi potete benissimo iniziare la lezione - ci informa lei.

- si certo, quant'è? - domandiamo noi all'uniscono. 

- 30 euro mensile, 10 euro l'iscrizione - c'informa lei. 

- ecco - dico io porgendogli i soldi, seguita anche dalle mie amiche. 

- bene, ora che avete compilato anche il modulo potete anche seguire la lezione - dice indicandoci la sala dove avremmo dovuto allenarci. 
- bene, grazie - afferma Lia sorridendo. 

Entriamo nella sala e notiamo che al nostro arrivo qualcuno stacca la musica. 

- ciao ragazze, nuove arrivate? - ci domanda una ragazza sulla trentina,sicuramente l'insegnante. 

-beh si - rispondo io per tutte e tre. 

- perfetto. Mettetevi qui, davanti. - dice indicandoci la posizione. 

Passiamo davanti a tutti quelli in sala, che puntando gli occhi su di noi. Mi sento "leggermente" osservata. 

-bene, partiamo con la musica - esclama. - ragazze seguitemi, se qualcosa non vi riesce non vi preoccupate,imparerete col tempo - dice sorridente lei. 
Davvero simpatica. Parte la canzone " como tu no hay dos " ed iniziamo a fare gli esercizi indicati dalla ragazza che ci fa la lezione.

***
Dopo un'ora di palestra la lezione è terminata e ci dirigiamo negli spogliatoi. 

- mi piace tantissimo! - esclama euforica Bea. 

- si, mette anche allegria ! - esclamo io. 

- già,però non mi sento più le gambe - si lamenta Lia,la solita piagnucolona. 

- c'è qualcosa per cui non ti lamenti ? - domando io scherzosa. 

- no..- dice portandosi due dita sul mento con l'intento di pensare - penso proprio di no - esclama infine. 

- cretina ! - esclamo io per poi scoppiare a ridere. 

Usciamo dalla palestra e vengo accompagnata a casa da Lia. 

-  Aurora  vuoi che ti prepari qualcosa ? - domanda mia madre.

- si, ho una fame! Scendo fra un attimo - esclamo io salendo le scale. 
Velocemente mi cambio indossando il mio comodo e bel pigiamino giallo e raccolgo i capelli in una coda disordinata. 

- cosa hai preparato ? - domando io avvicinandomi ai fornelli. 

- carne con patatine - risponde mia madre. 

- brava mamy, sai come farmi felice - dico io con gli occhi a cuoricino. 

- certo! Ahahaha... Ah Aurora dopo io e papà andiamo da zia Elena, vuoi venire ? - mi domanda.

- no no, resto a casa. Salutala da parte mia - le rispondo avvicinandomi alla tavola con il mio piatto. 
Inizio a mangiare come un'affamata che non tocca cibo per mesi! Eh già, nonostante la mia linea, mangio a dismisura. 

***
- Aurora noi andiamo - urla mia madre dalla porta. 

- va bene, buona serata ! - esclamo io. 

Decido di vedere un film: opto per bianca come il latte rossa come il sangue. Il mio preferito. 
La storia parla Di due liceali, un ragazzo e una ragazza. Il ragazzo è innamorato di lei che è più grande solo che non sa come fare a 'farsi notare'. Chiede alla sua migliore amica ( del ragazzo) il suo numero e lei glielo da . Decide di marndarle alcuni messaggi ma a questi messaggi non arriva nessuna risposta, perché il numero che gli ha fatto non esista. L'amica l aveva fatto perché anche lei era innamorata di lui. Lui appena scopre quello che ha fatto si arrabbia e ci litiga. In tutto questo la ragazza di cui lui è innamorato non va a scuola da diversi giorni e solo dopo alcuni giorni la sua migliore amica nonostante stesse litigata con lui gli dice che non viene a scuola perché ha la leucemia( tumore del sangue,sangue bianco; perciò il libro si chiama così) lui all inizio rimane sconvolto e decide di andare a trovare la ragazza all ospedale. La vede ma non è pronto per affrontare la situazione. Decide così di farsi dare il suo indirizzi e la va a trovare a casa sua. Passano i giorni e lui ci diventa amico, scherzano, parlano.. Lei per guarire ha bisogno di un trapianto di midollo e così lui decide di donare il suo sangue ma non è compatibile . Passano i giorni e la ragazza viene 'ricoverata'. Dice vicino a lui che é guarita e che per qualche mese va in Francia da suo padre, lui ci crede. Dopo giorni la sua migliore amica gli dice che Beatrice è morta, lui non gli vuole credere e corre a casa sua. Trova la madre con una lettera in mano, per lui. La legge, Beatrice in quella lettera dice che gli ha detto una bugia per non farlo soffrire, perché non voleva che la sua morte fosse un dolore per tante persone, non voleva un funerale ma piuttosto una bella festa in allegria in suo onore. Il giorno del suo funerale tutto il liceo andò in chiesa, dopo tutti andarono a scuola e organizzarono una festa in suo onore. La sua migliore amica po alla fine gli dice che é innamorata di lui e si mettono insieme....
Sono quasi arrivata alla fine del film, il punto dove Leo legge la lettera, quando sento il campanello suonare insistentemente. Okay,ora uccido i miei genitori! Anche se ero in casa non se le potevano portare le chiavi? 
Mi alzo di scatto e mi avvicino alla porta dove insistentemente continuano a suonare il campanello. La apro di scatto ed urlo come un isterica ai miei genitori. 

- ma dico io, non potevate portarvi le chiavi ? - sbraito io. 
Purtroppo ho sbagliato persona. Figura di merda colossale. 
Sento la persona davanti a me sghignazzare. Carter. 

- carino il pigiama - dice trattenendosi dal ridere, si vede che non si sta sforzando troppo. 
Mi guardo e noto le mie condizioni: il mio adorato pigiama giallo di una taglia in più alla mia, già mi piace avere i pigiami grandi, i miei capelli inguaribili come anche il mio volto. 

- cosa hai da ridere cretino?!?! Il mio pigiama è bellissimo ! - sbotto io. 

- non ne avevo dubbi - dice lui mordendosi il labbro inferiore per arrestare la risata. 

Sbuffo. - cosa vuoi? Perché sei qui? E come sai dove abito ? - domando io inarcando un sopracciglio. 

- ho chiesto in giro. Mi fai entrare ? - domanda. Ovviamente non ho il tempo di rispondere perché me lo trovo piombato in casa. 

- non hai risposto alla mia domanda - dico io. 

- si invece - afferma convinto lui. 

- perché sei qui ? - domando di nuovo. 

- il preside ha detto che continueremo la nostra punizione, nonostante ci siano i due giorni festivi, mercoledì e giovedì,per via delle elezioni del sindaco. - mi informa lui guardandosi in torno. Sta esaminando ogni oggetto? 

- e perché lo ha detto a te e non a me che sono la rappresentante ? - domando io. 

- non riusciva a rintracciarti perciò ha chiamato me - risponde diretto. 

- questa sei tu ? - indicando una mia foto da piccola. La prende e se la passa tra le mani per poi scoppiare a ridere. 

- non ci credo! Ahahahahahahaah - continua a ridere. 

- dammela subito - esclamo con rabbia io, cercando di  prenderla invano dato che la tiene verso l'alto in modo tale che io non ci arrivi. Lo odio! Tutte le bambine sono belle. Beh io no, ero l'eccezione che conferma la regola. 

- la pianti ? - domando stizzita continuando ad osservarlo mentre si sbellica dalle risate. Okay, a mali estremi, estremi rimedi! 
Gli corro in contro facendolo cadere sul pavimento. Una cosa non avevo calcolato: sono caduta letteralmente su di lui. Smette di ridere soltanto perché mi guarda in modo malizioso. 

- ridammela! - esclamo io cercando di prendere la foto tra le mani agitandomi inutilmente. 

- se no?   Che fai ? - domanda malizioso. 

- un calcio ai gioielli di famiglia forse ti farebbe cambiare idea - è detto questo gli tiro un calcio proprio in quel punto che prontamente viene fermato da lui, ribaltando le posizioni. 
Lo ritrovo su di me, con una mano fissa sul mio fianco,l'altra che mantiene la foto. 

- non ti conviene Abate - mi dice lui guardandomi negli occhi. 

- se no? Che mi f..- dico con lo stesso tono di prima usato da lui,ma vengo bloccata dalle sue labbra. 

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** 8 capitolo ***


Mi bacia prepotentemente ed io lo assecondo. No,basta. Non posso farmi trattare come una gallina come Jessica o altre, decisamente no! 
Lo spingo facendolo staccare improvvisamente da me, però quel che vedo mi fa meravigliare. Ha il volto di un bambino che gli hanno tolto il suo giocattolo preferito. Appunto,giocattolo. Io non sono un giocattolo e tantomeno il suo! 

- ora che mi hai informato di quello che ha detto il preside puoi anche andare - dico io deviando il discorso "bacio". Mi guarda e innalza un sopracciglio. 

- e se non volessi? - sussurra al mio orecchio avvicinandosi pericolosamente. 

- non era un consiglio, è un obbligo. Su,sloggia - esclamo io tentando di alzarmi ed indicargli "educatamente" l'uscita. 

- va bene, va bene. Ma sappi che non finisce qui. A domani, canarino - esclama uscendo dalla porta con aria sono-un-figo-e-lo-so. 
Una parola per descriverlo? ODIOSO. 

***
- Aurora sbrigati, farai tardi a scuola ! - esclama mamma dalla cucina. La fa sempre tragica,io mi sveglio sempre presto,sicuramente sarà una tattica per farmi alzare ancor prima. 
Mi volto verso la sveglia che indica le.... 8:00?!?!??? Perché non ha suonato? Farò un ritardo trionfale!
Di scatto mi alzo dal letto e corro in bagno. Mi butto letteralmente nella doccia e m'insapono con il mio bagnoschiuma alla pesca. Mi sciacquo velocemente e corro in camera. Prendo la prima cosa che mi capita a tiro: un jeans boyfriend, una felpa Adidas   blu con strisce bianche e air force bianche. 
Saltello goffamente per tentare di infilarmi i jeans e stranamente riesco nel mio intento,indosso poi gli altri indumenti e non avendo tempo per truccarmi,spazzolo un po i capelli e scendo giù. 

- mamma io vado! - esclamo io aprendo la porta di casa. 

- Aurora ma devi fare colazione - dice lei. 

- non ho tempo ma'....prenderò qualcosa a scuola - dico io uscendo di casa. 

Svolto l'angolo e me lo ritrovo di nuovo davanti. 

- che ci fai qui ? - domando scocciata continuando a camminare. 

- te l'ho detto che non finiva li, su dai sali in macchina, ti porto io - afferma lui. 

- non ci penso nemmeno a salire nella tua macchina ! - esclamo io stizzita. 

- ah no? E come farai in men di cinque minuti ad andare a scuola visto che a piedi ce ne vorranno quindici ? - domanda beffardo. 
Lo guardo con uno sguardo omicida,possibile che mi deve rompere già di prima mattina? 

- su sali - dice entrando in macchina. 
Non avendo scelta salgo nella sua auto,perché davvero con il mio passo sarei arrivata in stra-ritardo. 

Arriviamo a scuola in men che non si dica, quel deficiente la segnaletica stradale non sta manco dove sta di casa. 

- la prossima volta vado a piedi,mi risparmio la vita - dico io scendendo dall'auto. 

- quanto la fai tragica! Dovevamo arrivare in orario? Eccoti accontentata! - esclama sbuffando e poco dopo assumendo il suo solito ghigno da strafottente. 

In lontananza vedo Bea e Lia così,lasciando li Carter,mi avvio verso di loro. Lo sguardo di entrambe non promettono niente di buono,infatti....

- TU, CARTER,AUTO,SCUOLA,...- dice Lia incredula. 

- la finisci di parlare come un robot ? Mi ha solo dato un passaggio visto che ero in ritardo - affermo sbuffando io ed entrando seguita a ruota da entrambe. 

- " mi ha solo dato un passaggio " ma ti senti? Auro' è uno dei ragazzi più fighi  della scuola e tu te ne esci così senza  nemmeno considerarlo? Tu sei pazza ! - esclama basita. 

- oh Lia dacci un taglio! Se tanto ti piace prenditelo tu ! - sbotto io. 

- se non fosse completamente accecato da te già l'avrei fatto - dice. 

- ma che stai farneticando? Lui non è interessato a me! - esclamo io scocciata. 

- ah no? - domanda scettica inarcando un sopracciglio.

- certo! - esclamo io più che ovvia. 

- seh, ed io sono Megan Fox! - spara ironica. 

- vabbe inutile insistere...stasera lo sai almeno che c'è la festa al Cocos ? - mi domanda. 

- si, certo - dico io. In realtà me l'ero completamente dimenticata. 

- bene, ci sarà tutta la scuola quindi anche Carter, quindi 2+2 fa quattro e intendiamoci! - mi stizza l'occhio. È un'esasperazione! - che ti metti ? - mi domanda ancora. 

- non saprei, venite a casa a prepararvi? - domando. 

- vabbene, alle 19:00. - interviene Bea. 

- bene,ora andiamo in classe. - dico io. 
Non so perché ma ho l'impressione che stasera non sarà per niente tranquillo. Boh,speriamo in meglio.....

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** 9 capitolo ***


Sono qui,davanti allo specchio da quindici minuti buoni. 

- Auro' sei rimasta affascinata dalla tua stessa bellezza? - ridacchia Lia.

- ahhahahaha stupida! Che dite,vado bene? O sembro troppo fuori luogo? - domando io facendomi enormi complessi. Già, se prima di uscire non mi faccio dei complessi,non sono io. 

- ancora? Te lo ripeto per la trentesima volta, sei uno schianto! Lascerai tutti a bocca aperta,uno in particolare..- mi guarda maliziosa Lia, seguita da Bea. 
In realtà stasera mi ero impegnata un po di più nel vestirmi : avevo optato per una vestina stretta fino al busto e poi ricadeva obliqua lungo metà coscia rossa stile scozzese,delle l
Louboutin nere,un giubbetto nero di pelle, una  borsa Chanel nera a tracolla. Per il trucco invece ne ho scelto uno semplice : eye-liner nero,maschera volumizzante, rossetto rosso per richiamare il colore del vestito. Per i capelli invece opto per stile " Blair  Waldorf", boccoli. 

- eh va bene, più stiamo e più mi verrà voglia di cambiarmi o, addirittura,di non venire! - esclamo io. 

- non se ne parla proprio, su, andiamo - afferma decisa Bea prendendomi a braccetto. Non l'ho mai vista così piena di grinta prima di andare ad una festa. In realtà non l'ho mai vista così piena di grinta! 

Scendiamo giù molto lentamente avendo quei trampoli al piede. Sembravamo una mandria di cavalli sbizzarriti.

- mamma non mi aspettare, ciao! - esclamo io in modo tale da potermi sentire fino al salotto. 

- va bene Auro' mi raccomando nien...- incomincia con la sua ramanzina ma io la precedo. 

- bere,fumare,drogarti. Si ma' ho capito, me lo ripeti sempre! Davvero mi fai così stupida? - domando io inarcando un sopracciglio. 

- in realtà si - afferma mia madre, ma dopo aver visto la mia faccia di cazzo,riprende parola - ovviamente scherzavo - dice lei prima di incominciare a ridere seguita dalle mie amiche. 

- bene mamma, deridi tua figlia ? - domando io con tono da finta offesa. 

- su, muoviti, non farli aspettare tutti, c'è una festa che ti aspetta!  Buon divertimento - esclama lei schioccando un bacio a me e alle mie amiche. 
Non c'è niente da fare, anche se mia madre a volte è troppo protettiva, è la migliore del mondo! La considero come mia amica,un'amica che c'è sempre..! 

***

- noi andiamo vicino al bancone per ordinare un drink, vuoi venire ? - mi domanda Lia in cerca del mio consenso. 

- no,andate vi raggiungo dopo. Voglio vedere chi c'è - rispondo io sorridendo ad entrambe. Annuiscono e si avvicinano al bar e allontanandosi da me. 

- ehy canarino, ci siamo messe in tiro stasera ? - sussurra una voce sensuale al mio orecchio. Una voce che sfortunatamente conosco molto,ma molto bene. La sua. 
Mi volto e mi metto sulla difensiva. 

- non chiamarmi " canarino" troglodita! E poi non sono l'unica ad averlo fatto, a quanto vedo! - rispondo acida io. 

- già, sai com'è, volevo attirare un po' l'attenzione su di me - risponde spavaldo. 

- quando poi le altre volte non è così - dico io scettica. 

- si,però stasera volevo attirare l'attenzione di un piccolo canarino indifeso - mi squadra con malizia. 

- e chi sarebbe? - domando io facendo la finta tonta. 

- tu - afferma diretto. 

- sai,non mi definirei proprio così indifesa - rispondo io mimando con le virgolette " indifesa".  - e poi non che la mia attenzione ricada su di te, ovvio - dico poi. 

- ah no? Ma se prima mi stavi mangiando con gli occhi - risponde ghignando. 

- non credo proprio, forse il contrario! Non girare la frittata,mi stai facendo passare per quella che non sono ! - esclamo io. 

- certo, certo - dice mimando con la mano in segno di allontanare una mosca. 
Innalzo un sopracciglio e lo guardo in malo modo. 

- che c'è? La ragione si da agli stupidi,no? - domanda lui con tono da finto tonto. 

- io non sono stu.. - urlo ma la voce stridula di una di quelle galline sovrasta il tono della mia voce. 

- Carter tesoro mio! - starnazza Jessica saltandogli al collo. 

- Jessica, cara mia - dice con un tono che mi fa innervosire e non poco. Jessica poi si accorge della mia presenza e poi ritorna a guardare lui. 

- ho interrotto qualcosa? Oppure ti ho salvato dalla conversazione noiosa con questa qui? Che ne dici di andarci a divertire un po', solo tu ed io ? - domanda maliziosa a quel coglione. 

- "noiosa" lo dici a tua sorella - sbotto io. 
Vedendomi alterata, Carter mostra un ghigno divertito e poi guarda Jessica. 

- certo, tanto qui non mi trattiene niente e nessuno - afferma beffardo. 
Un coglione,ecco che cos'è.  Un emerito coglione! 

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** 10 capitolo ***


- Auro' sbrigati ce ne dobbiamo andare! -urlano Lia e Bea. Vedo tutti scappare via dal locale e sento il suono delle sirene della polizia da lontano. 

- perché? Che è successo? - domando io. 

-  c'è stata un irruzione, hanno trovato droga dappertutto! - esclama Lia trascinandomi fuori. Metto a fuoco le parole di Lia ed inizio anch'io ad accelerare il passo. Loro due sono davanti a me che con passo svelto raggiungono la macchina, io sono pochi passi più indietro. 

Sento qualcuno prendermi da dietro e tapparmi la bocca. Faccio per dimenarmi ma la presa è troppo forte;mi ritrovo in un vicolo stretto e buio spalmata contro il muro gelido. 
Tento di ribellarmi ma con tentativo invano  così mi viene un'idea. 

- aah ma sei impazzita? - domanda il mio rapinatore tastandosi la mano cui avevo dato un morso. 

- Carter? Sei tu? -domando strabuzzando gli occhi. 

- no, sono tua nonna! Certo che sono io! - esclama lui abbassando la voce per non farci sentire. 

- ti sembra il momento di ironizzare? - domando io inarcando un sopracciglio.  - perché mi hai trascinata qui? Se non avevi visto,stavo ritornando tranquillamente a casa! - sbotto io innervosita. 

- seh, giusto " tranquillamente", con gli sbirri a circondare la zona - risponde lui. 

- di chi era la droga? - domando diretta io. Sembra che il mio tono così diretto l'abbia messo in soggezione. 

Nessuna risposta. 

- non mi dirai che... - dico io portandomi una mano alla bocca. 

- dai cosa vuoi che sia! Ci volevamo divertire un po,non pensavamo che sarebbe venuta la polizia - risponde noncurante lui. 

- eh tanto è solo droga,niente più, festeggiamo! - esclamo sarcastica io.  - ma ti sembra il caso? - domando io. 

- Auro' sembri mia mamma - sbuffa lui. 

- dove l'avete presa ? - domando io. Si decide di nuovo a non aprir bocca.  - non mi dire che.. - faccio per dire io ma lui mi precede. 

- eh vabbene, faccio parte del giro,contenta? - domanda lui scocciato. 

- per niente. Come ti è saltato in mente di entrare in un giro di droga ? - domando io. 

- senti all'inizio era un gioco,ma ora ci sono dentro fino al collo,non posso tirarmi indietro - dice lui. 

- perché ? - domando io interrogativa. 

- perché se uscirei dal giro,saprei troppe cose. I luoghi,gli orari,la merce, questo per loro non va bene e mi farebbero fuori,ecco perché - sbotta lui. 

- i-io non.. - dico incerta io ma lui non mi permette di continuare. 

- tu non cosa? Che c'è, per via che faccio parte di un giro di droga,hai paura? - domanda avvicinandosi ancor più del dovuto facendo diventare il mio corpo e il muro una cosa sola. - allora? Pensi che sono una cattiva persona? Uno da evitare? - domanda quasi come un sussurro al mio orecchio. 

- no, per niente - dico ferma io prendendo quel minimo di lucidità che mi era rimasta. Lui si allontana per scorgere il mio viso e mi guarda stupita. 

- che c'è? Pensi che io sia una bambina? Beh,ti sbagli. Ora che tu mi hai raccontato tutto ciò,ci sono dentro anche io - dico io dandomi forza per quello che ho detto. 

- cosa? No! Tu ne devi stare fuori ! - esclama lui furioso sbattendomi nuovamente al muro. 

- perché? Voglio solo aiutarti - dico innocente io. 

- aiutarmi? Tsz.. Tu non puoi far nulla! Sai quante volte ho provato ad uscirne? Niente! Anche in America era così, ma nonostante mi sia trasferito,loro mi hanno seguito fin qui,in modo tale da controllarmi - dice lui amaramente. 

- chi è il capo - sussurro flebile io . 

- che cosa? - domanda lui alludendo al fatto di non aver capito. 

- chi è che ti comanda? Chi è che comanda tutti voi? - domando io scandendo la voce. 

- lo chiamano l'innominato, l'ho visto solo una volta. Si fa vedere solo quando dobbiamo prendere altra merce - dice lui. 

- bene, fammici parlare - esclamo io. 

- che cosa? Ma sei impazzita? - domanda lui sbigottito. 

- per niente - affermo con un tono che non ammette repliche,ma lui ovviamente sta per ribattere ma si blocca udendo delle voci, la polizia. 

- sta zitta, togliti i tacchi così non fai rumore - sussurra lui. 
Faccio come mi è stato detto e mi tolgo le scarpe rimanendo scalza. 
Senza farci notare,come nel gioco " guardia e ladro ", sgattaioliamo  via. 
Arriviamo in un quartiere della città che non sembra essere nei dintorni di casa mia. Lo vedo avvicinarsi ad un'abitazione in particolare. Caccia le chiavi e mi fa entrare. 

- perché mi hai portato a casa tua? - domando io. 

- uno perché non so se hai notato ma stavamo per essere scoperti. Due perché non so dove abiti e casa mia era più vicina. - risponde ovvio. 

- ma se non lo sai nemmeno dove abito ! - sbotto io. 

- vabbe, comunque per stanotte dormirai qui - dice lui. 

- che cosa? E i tuoi? Che penseranno? Che sarò una delle tante puttanelle che la notte "esplorano" il tuo letto? - domando io allibita. 

- i miei non ci sono, sono fuori per lavoro. Quindi siamo soli - si limita a dire lui. 
  
- vabbe, però avverto i miei - dico io. 

- qui non c'è campo, vedi vicino la finestra - mi dice lui. 
Faccio come mi dice e mi avvicino alla finestra. Compongo il numero e avverto i miei che sarei rimasta a dormire da Lia. 
Scosto la tenda è noto che sta piovendo e grossi nuvoloni neri si distribuiscono nel cielo che fino a poco fa era stellato. 

- sta piovendo - dico io avvicinandomi a lui. 

- e allora ? - domanda lui come se fosse la cosa più naturale del mondo. Si, lo è, se non fosse per i tuoni! 

- n-niente - mi limito a dire io. 


Pov. Carter. 

- mh, va bene - dico io guardandola per un attimo. Che strana ragazza. 
Mi soffermo più del dovuto sulle sue gambe, e che gambe! 
Lei se ne accorge ed io per rimediare   prendo parola. 

- vieni su,ti do uno dei miei pigiami - dico io iniziando a salire le scale seguito a ruota da lei. 

***

- penso che ti potrà andare, anche se un po largo - dico io porgendogli il mio pigiama . 

- e tu? Quale metterai ? - domanda lei guardandomi. 

- no, a me non serve,non preoccuparti - rispondo io. 
In realtà io non indosso mai il pigiama. Inverno o estate,non fa distinzione. Indosso come sempre dei boxer ed una canotta. 

- vabbe, come vuoi - dice scrollando le spalle. - il bagno ? - mi domanda

- usa il mio, è quella la porta - gli indico la porta. 
S'incammina in quella direzione e vedo che chiude la porta dietro di se. 
Fiu! Finalmente non la vedrò più con quel vestitino,troppo era la tentazione...
 

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** 11 capitolo ***


Pov. Aurora. 

Chiudo la porta alle mie spalle e poggio il pigiama di Carter sul lavandino. 
Inizio a sfilarmi il vestitino,poi la collana e gli altri accessori; indosso poi il pigiama e mi guardo allo specchio. I capelli della festa sono solo un lontano ricordo; con il suo pigiama sembra quasi buffa,è due taglie in più alla mia,sembro Fantozzi! 
Mi decido ad uscire dal bagno,poggio la mano sulla maniglia e faccio forza. 

- ah sei viva? Mi stavo preoccupando se chiamare o no i rinforzi ! - dice lui ironicamente.

- ah ah ah,SPIRITOSO! - esclamo io. 

- dai su, ti faccio vedere la tua stanza - dice facendomi segno di seguirlo. 
Camminando per i corridoi ho avuto modo di notare quanto sia bella e arredata questa casa. Il parquet era lucido e liscio ed ogni mio passo rimbombava; le pareti erano di un beige chiaro,molto fine. 

- che bella casa ! - esclamo io. 

- grazie...tutto merito di mia madre! - risponde lui. 

- già,il gusto femminile si nota! - dico io. 

- sarà...comunque questa è la tua camera - afferma lui aprendo la porta. 
È una stanza spaziosa, le pareti sono di un verde chiaro e al centro della stanza vi è un letto matrimoniale con tanti cuscini abbinati alla parete. 
C'è un armadio a parete molto grande e dei quadri moderni. 

- wow! - esclamo io meravigliata. 

- bella eh? - domanda lui ghignando. 

- si,molto ! - esclamo io. 

- vabbe,ti lascio dormire, se ti serve qualcosa io sto a due porte accanto sulla sinistra - m'informa lui chiudendo la porta della stanza lasciandomi sola. 
Per la stanchezza mi butto di petto sul letto ed essendoci un silenzio assordante, riesco a sentire il rumore della pioggia che si fa sempre più insistente. 
Ho sempre amato stare a letto quando piove,però ho sempre odiato i tuoni, ho una paura fin da piccola! 

Mi metto a letto e prendo il cellulare scorrendo alcuni messaggi. 
Uno di Lia, uno di Bea,uno di un numero che non conosco. 
Mando un messaggio rassicurante alle prime due e poi mi soffermo sul messaggio sconosciuto.

" buona notte Abate 😘 ....
     Il figo più figo che conosci😏😏" 

Riconoscerei questo modo di scrivere fra tanti.

" buona notte anche a te, Smith troglodita! 😘 " 

Poso il cellulare sul comò e calo in un profondo sonno. 


***

Mi sveglio di soprassalto nel cuore della notte. Un tuono,due tuoni...
Terrorizzata mi alzo dal letto e facendo il meno rumore possibile esco dalla mia stanza. 
Entro in un'altra,quella di Carter. 
Silenziosamente avanzo vicino al letto e scosto le coperte dalla parte opposta in cui dorme lui;mi copro e mi avvicino più a lui. 

- lo so che mi vuoi,ma addirittura infilarti di nascosto nel mio letto? - domanda Carter maliziosamente facendomi prendere un colpo. 

- t-tu sei sveglio! - esclamo io balbettando un po. 

- i tuoi passi da elefante non hanno conciliato il mio sonno - risponde solamente. 

- e comunque non sono venuta qui per stare nel tuo letto come nel senso in cui vuoi tu, ho semplicemente avuto paura - rispondo io ovvia. 

- paura? E di cosa?...non mi dire dei tuoni ! - azzarda lui per poi prendermi in giro e iniziando a ridere di me. 

- la pianti ? - rispondo stizzita io tirandogli uno schiaffo sul braccio. 

- n-non riesco - risponde lui tra una risata e l'altra. 

Io di tutta risposta mi volto nel lato opposto al suo incrociando le braccia al petto. 

- ed dai, scherzavo - risponde tentando di non ridere. 
 
Nessuna risposta da parte mia. 

Sento delle braccia forti circondarmi e stringermi a se. 

- lo sai che scherzo - sussurra dolcemente al mio orecchio. 
Mille brividi invadono il mio corpo. È come se fra le sue braccia mi sentissi al riparo, mi sento collocata, un calore invade il mio corpo...

- ah si? Non mi sembra - rispondo io. 

- beh,ti sbagli - sussurra avvicinando di più il mio corpo a se. - ci sono io qui, non aver paura - afferma dolcemente lui. 
Spiazzata. Ecco come sono rimasta. Dov'è finito il vero Carter? Lo hanno rubato gli alieni? 

- dov'è finito il vero Carter Smith? Lo hanno rubato gli alieni? - domando io scherzosa. 

- sei tu che mi fai quest'effetto - sussurra girandomi verso di se. 
I nostri occhi si incontrano,s'incatenano,s'immergono l'uno nell'altro, si studiano ogni sensazione,ogni emozione. 
Quel momento viene spezzato da una cosa ancora più bella: le sue labbra sulle mie. 
Un bacio dolce, delicato; le nostre lingue s'incontrano,s'intrecciano, danzano. 

Perché mi fa quest'effetto ? Non sarà che mi sto... Innamorando di lui? 

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** 12 capitolo ***


- ma che fine hai fatto ieri sera?? - domanda Lia arrabbiata. 

- sono stata con Carter, mi ha preso alla sprovvista,poi ho dormito a casa sua... - dico io sussurrando l'ultima parola. 

- tu che cosa hai fatto ? - domanda Bea sbigottita con la bocca spalancata. 

- ma sei  impazzita? Lo dici con tutta questa calma? Voglio i particolari,ora! - esclama lei. 
Non c'è niente da fare,rimarrà sempre la stessa! 
In realtà questa notte è stata la più bella della mia vita; stando tra le sue braccia mi sono sentita protetta, è come se quelle braccia sono state fatte proprio per abbracciarmi. 
Stamattina quando ho aperto gli occhi l'ho trovato li,che mi fissava. Aveva uno sguardo come quello di chi vede la ragazza dei suoi sogni...nah mi sarò sicuramente sbagliata, Carter non è il tipo che s'innamora,purtroppo...
È stato davvero un bel risveglio. I suoi occhi così profondi,così belli,così dannatamente ipnotizzanti. 
Penso proprio che mi abbia rubato il cuore; eh già caro Carter Smith,hai passato un bel guaio nel farmi innamorare di te! 

Dopo questo momento di riflessione,racconto tutto a Bea e Lia che mi guardano con occhi sognanti.

- è ufficiale, è innamorato perso di te! - esclama Lia decisa. 

- chi? Carter? Ahahahah lui non s'innamora mai! - dico io convincendo più a me stessa che a loro. 

- tu dici? Allora perché ti ha portata a casa sua,per giunta nel suo letto senza portarti a letto? Specificando poi che hai dormito tra le sue braccia e che ti trattava come se fossi di cristallo? - domanda lei più che ovvia. 

In effetti...no basta Auro'. Non ti fare film mentali,ci rimarresti una merda come al solito! 

- Vabbe,non lo so... So solo che non voglio farmi illusioni ! - esclamo io. 

Della storia di ieri ovviamente non ho detto nulla di Carter,della droga,dell'innominato. 
Voglio aiutarlo,ma non so come! 

- Auro' abbiamo l'ora di sostituzione, andiamo in palestra ! - esclama Bea. 

- ahhahaha vabbe andiamo - affermo io. 


*** 

Apro la porta della palestra e vedete un po chi mi trovo davanti? Carter Smith; il mio incubo e sogno peggiore. 

- Abate anche tu qui ? - domanda ghignando Carter. 
Come fa a comportarsi ancora in questo modo dopo la scorsa notte? 

- si Smith, noto con mio enorme dispiacere che ti avrò davanti agli occhi per un'ora intera - esclamo io sarcastica. 

- una splendida visione - afferma con un ghigno malizioso. - che ne dici, continuiamo la sfida? - mi domanda. 

- vabbe, ma stai alle mie regole ! - esclamo io decisa. 

- quali ? - domanda lui. 

Mi avvicino a lui molto lentamente, arrivo all'altezza del suo orecchio e mi decido a parlare. 

- se vinco io tu mi lasci parlare con l'innominato - sussurro io sospendendo la frase. 
Mi guarda sbigottito per poi ripetere la mia stessa azione. 

- se vinco io tu rimarrai fuori da questa storia - sussurra con tono duro. 

- affare fatto ! - esclamo io stringendogli la mano. Lui ricambia la stretta sicuro,ma non lo vedo al 100%. 

Pov. Carter

Devo vincere assolutamente,non posso permettere ad Aurora di affrontare quell'uomo, non posso metterla in pericolo,non voglio metterla in pericolo. 

La partita è iniziata e per mia sfortuna sono in svantaggio. 2-3. 
Concentrati Carter,concentrati! 
È davvero brava,sembra più combattiva dell'altra volta,forse perché la posta in gioco è alta,molto alta. Sbaglio o si preoccupa per me? Sbaglio o questo mi fa piacere? 
Che mi stia innamorando di Aurora? 
Di quella ragazza piena di vita che riesce a tenermi testa? 

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** 13 capitolo ***


Pov. Carter

Perso. 

Ho perso.

Maledizione! Ora vorrà a tutti così parlare con quell'essere spregevole, ma no, io non posso permetterglielo! 

- P-E-R-S-O Smith - esclama trionfante lei. Se solo sapesse che della sconfitta non me ne fotte un cazzo e che sto così solo per la scommessa. Nessuno, e sottolineo nessuno, ha mai tentato di affrontare quell'uomo. Nessuno ha mai avuto il coraggio, tutto per la sua fama da essere spregevole,senza cuore, violento. Non posso permettere ad Aurora di avvicinarsi;non posso permetterle di giocare col fuoco, no, ed ora ancor di più che ho capito una cosa. Sono innamorato di lei. Buffo no? Non ci avrei mai pensato, e se qualcuno mi avesse detto ciò, gli avrei letteralmente riso in faccia fino allo sfinimento. 

- io e te dobbiamo parlare - dico io con tono cupo e severo afferrandola per il polso. 

La porto nello sgabuzzino delle scope. Almeno li nessuno ci avrebbe sentito. 

- tu non puoi - dico io fermo. 

- cosa  non posso, Carter? - domanda lei facendo la finta ingenua, come non sapesse delle conseguenze della sfida. 

- tu non puoi affrontarlo. Tu non puoi affrontare quell'uomo ! - esclamo io duro stringendogli di più il polso che ancora non avevo lasciato. 

- ahi mi fai male! E poi perché ? C'è in gioco la tua libertà, la tua vita! - esclama lei dimenandosi. 

- la mia libertà? La mia vita? E tu, la tua vita no? Tu non hai idea di chi è quell'uomo, tu non hai idea che essere spregevole è! Milioni di uomini che lavorano per lui, fino ad ora milioni di uomini non hanno avuto il coraggio di affrontarlo. Ed ora, te ne esci tu, e vuoi farlo ? - domando io scettico ma duro. 

- si, voglio farlo! Perché io non sono come quei milioni di uomini come hai detto tu, quelli sono milioni di uomini senza palle! Io, anche se sono una ragazza, col carattere che mi ritrovo non ho paura, per niente, perché non trovo per niente giusto che tu, un ragazzo come me e con il mio stesso diritto di essere libero di fare quel che cazzo vuole, devi essere un burattino di quel deficiente! Quindi inutile che provi a convincermi, sprecheresti  solo fiato! - grida ferocemente. 

Sono colpito da quelle parole. Non l' ho mai vista così, non l'ho mai vista così e tantomeno per me. Che prova anche lei qualcosa per me? Che prova il mio stesso sentimento? Che mi ama? 

- perché lo fai ?  E non uscirtene per il fatto della mia libertà perché non me la bevo - dico io. 

- beh, ecco io...- dice imbarazzata. 
Ma per mia sfortuna la porta dello sgabuzzino si apre ed il bidello ci costringe ad uscire fuori ed andare ognuno nelle rispettive classi. 

Ti sei salvata Aurora, ti sei salvata. Ma io non mi fermo al primo ostacolo. 

Pov. Aurora. 

Che dovevo dirgli? Che faccio tutto questo perché lo amo? Che spreco fiato,energia, mio tempo perché ci tengo a lui? 
Non posso, perché sarei solo derisa da lui. Perché anche se glielo dicessi, sicuramente lui non prova i miei stessi sentimenti, quindi perché umiliarmi e soffrire ancora di più?

- Aurora mi stai ascoltando ? - domanda Lia sventolandomi una mano davanti agli occhi. 

- c-come? Si si dicevi? - rispondo io ritornando alla realtà. 

- seh vabbe... Vieni con noi oggi ? - domanda Lia. 

- dove? - domando io. 

- al parco, facciamo un po di jogging poi magari prendiamo un gelato - risponde lei. 

- va bene - annuisco io. 


***

Siamo appena arrivate al parco. 
Per fare ginnastica ho optato per una tuta grigio chiaro stretta,una maglietta a mezze maniche bianca con le strisce viola dell'adidas e air force bianche. 

Iniziamo con i vari esercizi di riscaldamento, poi facciamo qualche giro in corsa intorno al parco. 
Dopo il terzo giro quelle due scansafatiche si sono fermate,mentre io ho deciso di farne ancora un altro. 
Mentre stavo correndo i miei occhi si soffermano su di una scena: Carter con alcuni ragazzi che si guardavano intorno per assicurasi che non ci fosse nessuno, un furgone bianco e due uomoni che stavano al volante. 
Mi nascondo dietro qualche cespuglio da poter sentire la loro conversazione. 
Farfugliavano una cosa del tipo : luogo d'incontro, il nuovo carico, lui. 

Subito la mia mente si aziona e capisco che devono fare il nuovo carico di droga e quindi vedere l'innominato. 
Mi avvicino di più e noto che stanno per partire. Stanno con due macchine: ci sono quattro ragazzi con il furgone e i due uomini, poi Carter con un ragazzo della nostra età con una macchina posta dietro di loro. 

Quando la loro macchina sta per partire io corro senza farmi vedere ed apro lo sportello,entrando. 

- che ci fai qui? Scendi subito,ti potranno vedere! - dice Carter allarmato. 

- no! Io  vengo con te, non scendo. E poi se lo faccio mi vedrebbero lo stesso - dico io non ammettendo repliche. 

- peperina la ragazza - s'intromette l'altro ragazzo. 

-zitto Luik - lo ammonisce Carter. - eh va bene, ma non pensare a quello che so già che hai in mente di fare - mi dice lui. 

- inutile. L'ho deciso e lo farò - metto il broncio io. 

- cosa deve fare ? - domanda Luik confuso. 

- vuole parlare con l'innominato - risponde Carter. 

- che cosa? Ma sei matta? E perché ? - domanda lui sbarrando gli occhi. 
Prima che Carter potesse rispondere, lo precedo. 

- perché Carter non deve più frequentare questo giro, ha diritto alla sua libertà ! - esclamo io. 
Intanto lui mette in moto e camminiamo. 

- ah, c'è in gioco qualcosa di più di un'amicizia - dice malizioso guardando entrambi. In tutta risposta riceve uno sguardo omicida da entrambi. 

- Luik acqua in bocca su tutto ciò, okay ? - domanda Carter. 


- si cugino, non preoccuparti - risponde lui.
Cugino? È suo cugino? 

- in quanto a te - si rivolge a me. - levati quell'idea dalla testa - mi dice duro.

- M-A-I - affermo io scandendo bene tutte le lettere. 

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** 14 capitolo ***


Giunti a destinazione. 
Era un capannone, un enorme capannone sperduto nella campagna. 
Il furgoncino si era fermato e noi, di riflesso, abbiamo fatto lo stesso. 
Sotto ordini di Carter sono stata costretta ad abbassarmi per non farmi vedere, almeno fin quando non fossero entrati tutti dentro. 

- via libera, scendi - mi sussurra Carter per non farsi sentire. 

Lo ubbidisco e scendo, facendo il meno rumore possibile. 
Purtroppo non è andato secondo i piani di Carter. Mi avevano visto. I due uomini mi avevano visto. 

- chi è quella? Che ci fa qui ? - urla uno dei due severamente. 

- è con me - risponde solamente Carter cercando di rimanere calmo. 

- le sai le regole, niente " ospiti " - dice l'altro. - la ragazza viene con noi dall'innominato - continua venendo verso di me e strattonandomi un braccio. 

- tu non la porti proprio da nessuna parte - afferma Carter rabbioso. - lei è con me, punto - esclama severo senza ammettere repliche. 

- lo vedremo - rispondo entrambi. 

- stai al mio fianco, lui ti vedrà e vorrà a tutti i costi fare in modo che tu non parli, ma io non permetterò che ti facciano del male - dice lui. 

Sbaglio o si preoccupa per me? C-che dolce... No Auro', sicuramente si comporta così per non averti sulla coscienza. 
Entriamo dentro, davanti ai nostri occhi appare quell'uomo, quell'uomo temuto da tutti qui presenti, me esclusa. 

- così ci hai portato un regalino? - domanda lui guardandomi malizioso. 

Lui fa per rispondere ma io lo precedo. 
- non sono un "regalino" sono qui per parlare con lei, anzi, con te . - affermo io decisa e sicura più che mai. Questa storia deve finire. 
Sento premere il mio polso. Carter. Un modo per incitarmi a stare zitta? 

- mmh peperina la ragazza. E così tu vorresti parlare con me ? E cosa vorresti dirmi ? - domanda sarcasticamente. 

Sbaglio, o mi sta prendendo come una stupida?

- si voglio parlare con te. Non trovo per niente giusto quello che fai in generale, ma soprattutto non trovo per niente giusto che obblighi la gente a non abbandonare la cerchia. Mi riferisco in particolare a Carter, perché ,senza offesa, di voi non me ne fotte un cazzo ! - grido io. Sembro un'isterica, lo so, ma non me ne fotte una beata minchia! 

- ohoh e sentiamo, perché dovrei ascoltarti? Perché dovrei permettere ai miei uomini, incluso Carter, di essere liberi di lasciare o no questo giro? A me non farebbe comodo,no? Quindi dammi una motivazione. - afferma lui. 

Mi sta sfidando? 

- una motivazione? L'adolescenza, ecco la motivazione. L'adolescenza va vissuta, non sprecata in questo modo, stando a servizio di qualcuno che secondo me è un senza palle,vigliacco visto che fai fare il lavoro sporco ad altri e preferisci lavartene le mani!  Lui - urlo indicando Carter - non può lasciare questo giro per mezzo di un deficiente che glielo impedisce! Io, che sono un'adolescente come lui, non trovo giusto che lui rinunci alla sua libertà ed indipendenza per un qualcosa che non ha basi concrete, perché secondo me la droga può farti star bene quanto vuoi, ma resterai sempre e solo tu,forse con qualche danno in più ! - urlo . 

Sento l'ultima parola pronunciata da me rimbombare nell'aria. 
Silenzio assoluto. Di sottocchio guardo Carter. Sembra esterrefatto. Forse non si aspettava queste parole?  Beh, neanche io, ma mi sono lasciata andare forse un po troppo, anche se il concetto era quello. 

* applauso *

- sai, hai un carattere forte. In anni ed anni di carriera, se la posso chiamare così, nessuno è riuscito a tenermi testa, ad obbiettare ogni mia parola, a ribellarsi, a rispondermi per le rime. Ma tu, tu si. Una ragazzina che nemmeno conosco. Posso dirti che le tue parole sono state toccanti, però la realtà è un altra. La droga è il mio lavoro ed io non posso rinunciare a questo ne tantomeno dare libertà, come dici tu, ai miei dipendenti. 
Poi, da come vedo, tu sei anche contraria al commercio della droga, quindi sarebbe inutile dirti di entrarne a far parte, per cui resta solo una cosa da fare, ucciderti. - risponde secco, estraendo la pistola dalla giacca. 

- che cosa? Non avrai intenzione di farlo sul serio! - esclama rabbioso Carter affiancandomi. 
È la prima volta che lo sento aprir bocca da quando siamo qui. 

Uccidermi? Come può? Come può con così tanta indifferenza? Cazzo sono umana come lui, sono un suo simile! 

- allora? Hai qualcosa da dire prima di passare all'altra vita? - domanda lui ignorando Carter. 

- si, Carter abbi cura di te. Sembra strano dirlo, ma per me sei diventato importante - dico io quasi imbarazzata. - ora procedi, vai, premi quel cazzo di grilletto, e questo che vuoi no? - gli urlo io contro. 

Involontariamente chiudo gli occhi. 
Perché mi sento vuota? 
Perché tutti i ricordi iniziano ad affollare la mia mente? Uno per uno, un susseguirsi cronologico della mia vita. 
Perché ho paura? Non immaginavo la mia morte così. La immaginavo una indolore, a casa mia, nel mio caldo letto, una morte indolore e diretta. Invece no. 

Sento uno sparo. Il grilletto è stato premuto. 

- Aurora no! - urla disperato Carter. 

Perché sento la sua voce? Non sono morta? E perché sento ancora quel vuoto? I miei pensieri che affollano la mente? Perché ? 

Apro gli occhi lentamente. Quel che vedo mi lascia interdetta. 
L'innominato con la pistola in mano puntata verso l'alto. Lo sparo è stato azionato, si, però nel vuoto. 
Vedo Carter corrermi in contro, mi abbraccia, mi stringe forte a se, una sensazione veramente bella. 

Ancora confusa ed incredula guardo quell'uomo. 

- perché ? - domando soltanto. 

- perché ci tieni ad uno come noi. Ad un criminale, se così possiamo definirci. Anche se Carter è stato sempre quello più "buono" . - afferma lui. - lo lascio a te, lo affido a te. - mi dice; poi si volta verso Carter. -Vai Carter, sei libero. Sei libero di goderti la tua vita. E se vuoi un consiglio,tieniti stretta questa ragazza, è una ragazza d'oro e ci tiene a te, e molto, visto e considerato che stava perdendo la vita per te. - afferma secco a Carter. 

- grazie - dice Carter. - seguirò il consiglio - continua voltandosi verso di me. 
Arrossisco visibilmente e lui lo nota sorridendomi dolcemente. 

Lo vedo avvicinarsi, forse troppo. La distanza fra noi diminuisce; tre, due, un centimetro. Le sue labbra si poggiano delicatamente sulle mie, all'inizio dolcemente, ma poi bisognose di quel contatto. Insinua la sua lingua nella mia bocca, che l'accoglie vogliosamente. Iniziamo una danza senza fine. Un bacio aspettato, desiderato,sognato,sudato. 

Sento intorno a noi l'eco di applausi, sempre più insistente; svogliatamente ci stacchiamo imbarazzati, soltanto io visto che lui non sembra  per niente imbarazzato dell'idea. 

È stato il bacio più corto della storia,ma in quel mezzo secondo tutte le farfalle del pianeta si sono radunate a fare baldoria nel mio stomaco. 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2460262