Don't leave me

di Ale1989
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo- I capitolo ***
Capitolo 2: *** Capitolo II ***



Capitolo 1
*** Prologo- I capitolo ***


 
 
Buon giorno ragazze, dopo qualche anno eccomi qui a scrivere una nuova storia.
Non so chi di voi mi conosce o si ricorda di me, ma qualche hanno fa ho scritto alcune storie che troverete nella mia pagina.
Ma adesso passiamo a questa nuova avventura.
L’ispirazione mi è venuta grazie ad un sogno fatto sta notte, che sarà l’evento principale di questa storia.
Spero vi piaccia e chi vi appassioni.


Gennaio 2001.


Eccomi qui. Anno nuovo e lavoro nuovo. Non potrei iniziare meglio di cosi.
Dopo tanti anni di studio finalmente il mio sogno si realizza. Oggi, io Isabella Swan, nata a Forks e laureatami con il massimo dei voti a Yale, sono finalmente una dona in carriera. Mi sono laureata in economia e commercio due anni fa e da allora non faccio che mandare curriculum in ogni azienda con la speranza che qualcuno abbia bisogno di me.
Mi sono trasferita a New York appena finiti gli studi con la speranza di poter trovare qui un lavoro che mi permette di fare ciò per cui ho studiato ed anche perché fin da bambina ho sempre desiderato vivere qui, nella grande mela. Certo i miei genitori non ne sono entusiasti vista la lontananza dalla loro unica figlia, ma sono orgogliosi di me e desiderano che io realizzi i miei sogni. In questi due anni o fatto i lavori più disparati per potermi mantenere con la speranza di trovare il mio lavoro.
E ciò è avvenuto lo scorso mese. Una delle aziende a cui aveva mandato il curriculum mi ha contattata dicendomi che una loro dipendente a gennaio sarebbe andata via e avevano bisogno di una sostituta e hanno chiamato me. Certo, non sarò la nuova broker finanziaria, ma una semplice segreteria di uno dei tanti broker, ma spero un giorno d diventare La broker finanziaria più famosa di New York,u n po’ ambiziosa eh? Comunque adesso eccomi qui al mio primo vero giorno di lavoro. Prima delle vacanze natalizie ho collaborato con l’ex segretaria, un ‘anziana signora che andava in pensione, che mi ha mostrato il mio lavoro e tutto ciò di cui dovrò occuparmi.
Da oggi inizio effettivamente il mio lavoro. L’azienda per cui lavoro, si trova dall’altra parte della città rispetto a dove abito adesso, e quindi dovrò trovarmi presto un novo appartamento se non voglio alzarmi ogni mattina alla 5 per essere puntuale. Mi sistemo la giacca e mi do un ultima occhiata e sono pronta per iniziare il mio nuovo lavoro, e la mia nova vita.



So che è davvero poco, ma è solo una piccola introduzione. Come vedete è un pov Bella, come lo sarà per il resto della storia, spero che questo breve prologo e la presentazione della storia vi abbiano incuriosito. vi aspetto al prossimo capitolo.

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Capitolo 2
*** Capitolo II ***


Buon Giorno Ragazze, eccomi qui con il primo vero capitolo della storia. Spero che sta volta mi direte cosa ne pensate, tanto per farmi un'idea se la storia vi piace o meno.
Vorrei fare un piccolo appello, c'è per caso qualcuna tra di voi che è brava con le immagini da proporsi per creare per me un'immagine di copertina per questra storia, perchè io sono davvero negata.
Adesso vi lascio al capitolo.
Alla prossima, un bacio a tutte!




 

Alle 17 esco dal mio ufficio come faccio ormai da due settimane, eh si sono già passate due settimane da quando ho varcato la soglia di questa porta come nuova segretaria. Il lavoro va alla grande e il mio capo è soddisfatto di me. Faccio il possibile la mattina per arrivare puntale non so come ma ci riesco anche bene. Sul lavoro sono molto precisa e ordinata e questo mi permette di essere anche molto efficiente. Non posso proprio lamentarmi. Anzi, ad essere onesta, una cosa che proprio non va è il mio appartamento. È davvero troppo distante dal mio ufficio e perdo troppo tempo a fare avanti e indietro. È una settimana che mi sono affidata ad un’agenzia immobiliare per cercarne uno più vicino, ma nulla, non trovo nulla di adatto a me: o troppo grande, o troppo piccolo, o troppo costoso. Non so se ce la farò mai.
Oggi pomeriggio, tanto per cambiare, ho n altro appuntamento con il ragazzo dell’agenzia. Speriamo sia la volta buona. Prima di recarmi da lui, mi fermo allo Sturbucks vicino il mio ufficio, per prendermi n buon caffè e un muffin ai mirtilli: la mia merenda.

«Buona sera David.»Saluto il ragazzo dell’agenzia, appena arrivata. Mi ha dato appuntamento proprio davanti la casa che dovrei vedere.
«Ben arrivata Signorina Isabella.» Ho sempre chiesto a questo ragazzo di darmi del tu ma non ne vuole sapere, dice che sono regole dell’agenzia, mah!
«Allora Isabella, come vede l’appartamento è in una posizione ottimale, da qui po’ raggiungere il suo ufficio anche a piedi in dieci minuti, oppure prendere la metro, che come può vedere si trova qui vicino. - dice mostrandomi poco più in là la fermata della metropolitana- Adesso se mi vuole seguire le mostro l’appartamento che si trova al decimo paino di questo palazzo.» Lo seguo all’interno del palazzo e noto subito la pulizia dell’androne e l’ordine. Il portinaio deve essere davvero una persona efficiente. Infatti appena entriamo è proprio li ad accoglierci e saluta calorosamente David, deve essere venuto qui molte volte a mostrare l’appartamento ad altre persone.
«Buona sera David, la stavo aspettando. Queste sono le chiavi dell’appartamento.» E gli porge un paio di chiavi.
«Ciao Mark, grazie mille. Volevo farti conoscere la signorina Isabella Swan, poterebbe essere una nuova inquilina, come avrai già capito.» Porgo subito la mano a Mark per presentarmi. «Buona sera Signor Mark, come le ha già detto David sono la signorina Isabella Swan, »
«Buona sera a te cara, prima di tutto dammi del tu, perche se verrai ad abitare qui ci vedremo molto spesso e queste formalità oltre a non piacermi, mi fanno sentire ancora più vecchio.» Mark è davvero simpatico. È un uomo sui sessant’anni , un po’ panciuto ma elegante. Indossa un abito blu che gli dona n certo fascino.
«Ok, allora vada per il tu, Mark, neanche a me piacciono troppe formalità. Adesso vado a vedere l’appartamento sperando mi conquisti. A dopo.»
Lo saluto e insieme a David ci dirigiamo verso l’ascensore per salire al piano dove si trova il mio, quasi, futuro, appartamento. Arrivati al piano, ci sono tre porte e David si dirige verso la porta centrale. Prima di aprire la porta mi spiega che i miei vicini di casa saranno, a destra, un’anziana signora in pensione che vive da sola, e a sinistra, una coppia di fidanzati. Dopo la breve spiegazione apre la porta del mio probabile nuovo appartamento.
La porta si apre su un grande salone luminoso. Davanti a me appare una magnifica vetrata che occupa quasi tutta la parete,dietro la quale si intravede una veranda davvero graziosa. Uno dei requisiti dell’appartamento che cerco è proprio la presenza di una comoda veranda. Adoro passare del tempo in veranda a leggere libri o semplicemente a rilassarmi, nella mia vecchia città lo facevo spesso sul portico di casa che fungeva anche da veranda. Ritornando all’appartamento, l’arredamento del salone non è per niente pesante, è essenziale e leggero come piace a me. C’è un grande divano con una poltrona sui toni chiari in eco pelle e di fronte ad essi vi è una moderna parete attrezzata dove vi è già un televisore moderno a schermo piatto e c’è tanto posto per poter mettere soprammobili o i miei adorati libri che porto sempre con me. Dopo avermi mostrato il salone, ci spostiamo in cucina che si trova a sinistra del salone. Entrambe le stanze creano quasi un ambiente unico, che però può separarsi grazie ad una porta a vetri che si può chiudere in caso di necessità. La cucina non è e molto grande ma sembra comoda e completa di tutti gli elettrodomestici, al centro vi è una piccola isola e spostato sul lato un tavolo per pranzare, e David mi spiega che all’occorrenza po’ allungarsi per accogliere più di dieci persone in caso di cena di famiglia o tra amici, dubito che, almeno per ora mi servirà per questo, ma è un’informazione utile. Dalla cucina ritorniamo nel salone e ci spostiamo a desta di esso dove c’è un corridoio che porta alla zona notte. Subito dopo il salone sulla sinistra c’è il bagno, il primo bagno specifica David. Davvero spazioso e comodo dotato sia di vasca che box doccia. Più avanti ci sono due porte. David mi spiega che una porta conduce alla mia camera da letto che è dotata di bagno personale e cabina armadio, mentre l’altra porta conduce ad una camera da letto più piccola, dotata solo di una piccola cabina armadio che io potrei adibire a stanza degli ospiti. Entro subito in quella che dovrebbe essere la mia stanza e me ne innamoro quasi subito. È molto spaziosa con un letto matrimoniale al centro e due comodini squadrati ai lati. Su una parete è poggiata una grande cassettiera, mentre la parete laterale al letto è occupata da una vetrata che rende la camera ancora più luminosa e spaziosa. Di fronte al letto c’è una porta che conduce la bagno personale, che è piccolo ma con tutti i confort. Accanto alla porta c’è un grande specchio, che in realtà è una porta scorrevole dietro la quale si cela la cabina armadio. L’altra camera da letto, quella per gli ospiti, è simile alla mia, solo più piccola e al posto della grande vetrata vi è solo una grande finestra. Quest’appartamento min piace davvero tanto. Prima di uscire chiedo a David di poter vedere la veranda, che è davvero graziosa. Non è molto grande ma c’è situato un piccolo salottino in vimini e qualche pianta fiorita. Davvero carina, la voglio.
«Allora Signorina Isabella? Cosa ne pensa? La vedo molto entusiasta di questo appartamento.» esordisce David mentre rientriamo nel salone.
«Oh si, David. Questo appartamento mi ha davvero rapita e mi piace molto, spero solo che l’affitto non sia esagerato.» Non posso fare altro che sperare che abbia un prezzo abbordabile.
«Non si preoccupi di questo, il prezzo è davvero abbordabile per lei. Parliamo di 650$ al mese compreso di condomino, e se non ricordo male rientra nel suo budget, giusto?»
«Si, si perfetto. Mi dica dove devo firmare.» Mi faccio subito prendere dall’entusiasmo. Non ci credo ancora di aver finalmente trovato l’appartamento che desideravo.
«Perfetto Signorina, sono felice di vederla cosi soddisfatta. Allora passi in agenzia domani cosi firmiamo i documenti e le consegno le chiavi dell’appartamento.» Ci accordiamo per il giorno dopo e lasciamo l’appartamento. Quando arriviamo al piano terra saluto il portiere comunicandogli con gioia che tra qualche giorno sarò una nuova inquilina di questo palazzo.


Il giorno dopo sono passata in agenzia e ho sistemato tutte le carte per poter affittare l’appartamento e mi sono messa in contatto con i padroni di casa visto che da adesso dovrò comunicare con loro direttamente per ogni evenienza.
Per iniziare il trasloco ho aspettato il fine settimana e il venerdì appena uscita dal lavoro ho iniziato a portare i miei scatoloni, che avevo preparato per tutta la settimana. Non potendo portarmi tutto da sola e soprattutto in metro appena ho finito gli scatoloni ho contattato un agenzia di traslochi ed hanno pensato a tutto loro.

Ed ora eccomi qui, domenica pomeriggio inoltrato, anzi è quasi sera nel mio nuovo appartamento a finire di sistemare le mie cose.
È quasi ora di cena e il mio frigo è terribilmente vuoto, cosi decido di scendere all’ ipermercato all’angolo per comprare qualcosa da cucinare molto velocemente, anche se amo stare ai fornelli, sono troppo stanca per prepararmi qualcosa di elaborato.
L’ipermercato è proprio all’angolo del marciapiede del mio palazzo, davvero utile soprattutto per chi come me si ricorda all’ultimo minuto di fare la spesa. Appena entro faccio un giro tra i vari scaffali indecisa su cosa acquistare. Mi avvicino al banco della verdura e prendo un insalata che farà da contorno a qualcosa che ancora devo decidere.
Mentre penso alla mia cena girovagando tra gli scaffali sento qualcosa che mi sbatte contro le gambe. Mi giro e abbasso lo sguardo per vedere cos’è, anzi dovrei dire chi è.
È un piccoletto davvero buffo che adesso mi guarda con degli occhietti dolci. Mi abbasso alla sua altezza e gli parlo con dolcezza., potrebbe essersi perso ed essere spaventato.
«Ciao piccolino, come ti chiami?» lui mi guarda con le sue guanciotte paffute e i suoi grandi occhioni scuri e mi sorride. Non sembra per niente spaventato.
«Io Bob, tu?» mi risponde con la sa vocina. Mi verrebbe voglia di riempirlo di baci. Sto per rispondergli quando sento la voce di una donna chiamare a gran voce il piccolo.«Bob, Bob dove sei? Esci fuori dai, vieni dalla mamma.»
Mi alzo e vedo la donna all’inizio dello scafale e la chiamo. «Ehm, signora mi scusi, suo figlio è qui.» Attiro l’attenzione della donna che subito si precipita verso di noi, abbassandosi a prendere il braccio il piccolo Bob.
«Piccolo furfantello, non farlo più. Non si fanno questi scherzi alla mamma.» Si rivolge al piccolo con dolcezza.
«Io giocavo a naccondino.» il piccolo ribatte con tranquillità.
«Però la mamma ti ha detto tante volte che non puoi giocare dappertutto a nascondino, ti puoi perdere piccolino.»
«Ma zio dice si.»
«Eh zio, tuo zio è la tua rovina.»Sorride la madre e poi finalmente alza lo sguardo su di me. «Non so come ringraziarla signorina. Ho avuto una gran paura quando non l’ho visto più vicino a me. Mi sono distratta un attimo e non c’era più.» parla tutto d’un fiato.
«Non si preoccupi e si calmi. Come vede il piccolino sta bene» dico accarezzando la testolina di Bob.
«Non mi sono neanche presentata io sono Alice, Alice Withlock e lui come avrà già capito è mio figlio Robert, Bob per tutti.»
«Piacere mio, Io sono Isabella Swan, Bella per tutti.» mi presento sorridendo. Strano da credere ma è una delle poche persone che conosco qui a New York fuori dall’ambito lavorativo. Diciamo che non ho fatto molta vita sociale.
«Non so davvero come ringraziarti» Inizia il discorso Alice, ma viene interrotta da una voce maschile che la chiama. Sembra che si siano persi un po’ tutti.
«Alice, Bob dove siete?» Li chiama la voce maschile. «Siamo qui Edward» Alice alza leggermente la voce per farsi sentire e un uomo fa la sua comparsa, e che uomo.
È davvero bellissimo. Alto, muscoloso al punto giusto, capelli ribelli di un colore particolare, quasi bronzei e occhi, due occhi che sembrano delle gemme. Deve essere il marito di Alice, il bambino gli somiglia un po’. Hanno lo stesso sorrisetto furbo.
«Finalmente vi ho trovato, si può sapere dove vi eravate cacciati?» dice mentre prende il bambino tra le sue braccia.
«Con te facciamo i conti dopo.» Risponde arrabbiata Alice e poi si rivolge a me.« Bella, ti presento Edward, mio fratello, lui è lo zio intelligente di Bob che gli insegnato a giocare a nascondino in qualunque posto si trovi.» Ok, l’unica cosa che ho capito è che sono fratelli e quindi Edward non è il marito di Alice, il resto è passato in secondo piano. Ci metto un po’ a rispondere perche sto perdendo tempo a sbavare per quest’uomo.
«Oh, piacere Edward, io sono Bella. E se ti stai domandano chi sono, sono la ragazza che ha trovato casualmente il piccoletto mentre si nascondeva.» mi riprendo dalla visione e parlo per non sembrare una scema.
«Colei che ha evitato che per poco non mi venisse un infarto.» Sottolinea alice trucidando con lo sguardo il fratello che sorride divertito.
«Mamma quanto la fai lunga Alice, sei davvero noiosa. Meno male che questo bambino ha me con cui divertirsi. Comunque piacere mio Bella. Io sono Edward, lo zio che fa divertire questo meraviglioso bambino.» E mi porge la mano che io stringo prontamente. Quando si toccano le nostre mani è come se prendiamo la scossa e le allontaniamo subito guardandoci stupiti.
«Davvero Bella non so come ringraziarti. Ti sembrerebbe un po’ avventato se ti invitassi a cena come ringraziamento?» Esita Alice.
«No per nulla, sembrate brave persone, non credo che mi portereste a casa vostra per uccidermi.» Scherzo.« Però sta sera proprio non ce la faccio. Mi sono appena trasferita qua vicino e ho finito da poco di sistemare tutte le mie cose e sono davvero distrutta.» Spiego con gentilezza.
«Ah ma figurati ti capisco. Noi anche abitiamo qua vicino. Nel primo palazzo di questo marciapiede. Io abito al diciottesimo piano e Edward al diciannovesimo.»
«Wow, che coincidenza io abito invece nel palazzo accanto al vostro.»
«Siamo vicini allora. Che ne dice se ci vediamo domani sera da me? Ti va?» Esista ancora Alice, mentre Edward segue il nostro discorso ma gioca con il piccolo Bob.
«Certo che mi va. Allora ci vediamo da te per le sette, va bene?» Ci mettiamo d’accordo per domani sera per poi salutarci.
Io finisco i miei acquisti con del pollo, e ritorno al mio appartamento.

Dopo la mia veloce e leggera cena , mi cambio e vado subito a letto. Prima di abbandonarmi alle braccia di Morfeo ripenso all’incontro di oggi e a Edward. Dio, è bellissimo, e sembra anche gentile e simpatico. Davvero interessante, e mentre penso a lui e alla strana sensazione provato quando le nostre mani si sono sfiorate mi abbandono a Morfeo.

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