Per Noi.

di JennyAnastan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Per Noi. ***
Capitolo 2: *** Il giorno del dolore. ***
Capitolo 3: *** Parole dette troppo tardi. ***



Capitolo 1
*** Per Noi. ***


Sono seduta in terrazzo e guardo il sole abbandonare questa giornata, mentre aspetto che lui rientri. È partito due giorni fa per una rimpatriata con i suoi ex compagni di casa. Non ha voluto che partecipassi, la scusa è stata banale “saremo solo ragazzi”, io non ho fatto domande, ma sapevo che stava mentendo. A volte scorda quanto io sia intelligente, troppo spesso non ricorda chi io sia.
Scrollo le spalle, e sorseggio la mia tisana.
Sento una strana sensazione al petto, ed è così da quando mi sono svegliata, come se stesse per accadere qualcosa. Come se non lo avessi capito da sola.
Mi ha mentito per un motivo ben preciso, lo so, avevo sperato che con il tempo fosse cambiato, che non si vergognasse più di me, ma non è andata così.
Mi ha lasciata a casa, sola, perché in fondo ancora si imbarazza nel farsi vedere con me, non a caso non frequentiamo mai i suoi amici, ma solo i miei. Lui dice che loro sono sempre troppo impegnati.
Bugie.
Tre anni di impegni sono parecchi, eppure il tempo per le patite di poker le trovano. Ma non mi è mai interessato, infondo l’importante per me è sempre e solo stato stare con lui.
Questi due giorni sono stati utili per me, ho capito che così non posso più continuare. Ho ingoiato amaro per troppo tempo, e adesso sono stanca.
Stanca di lottare per un amore che forse non è davvero ricambiato, perché in fondo non me lo ha mai detto. Lui non è fatto per le smancerie. E all’inizio lo comprendevo, ora dopo due anni ho bisogno di altro. Voglio sentirmi amata e non solo desiderata.
Lui mi fa sentire la donna più importante del mondo quando siamo sotto le lenzuola, ma quando dobbiamo affrontare il mondo esterno tutto cambia. Diventa freddo e distaccato, a memoria non ricordo neppure un effusione pubblica. E ho accettato tutto, per amor suo, ho chiuso in un cassetto il mio orgoglio.
Da oggi riprendo in mano la mia vita, ho già pianificato tutto devo solo aspettare il suo rientro.
 
Il rumore della smaterializzazione mi mette in allerta, è giunto il momento. Guardo per l’ultima volta la vista da quel balconcino che tanto amo, e raggiungo il mio fidanzato in casa.
 
-Ciao Draco. –
 
Non sorride, ma lui lo fa talmente poco che non c’è da meravigliarsi.
 
-Hermione – dice –parti? – domanda senza un vero interesse, dopo aver trovato le valige all’ingresso.
 
-si. – rispondo secca, senza mai smettere di sorridere. Voglio che lui mi ricordi così, con il sorriso l’unica cosa che non è riuscito a spegnere.
 
-dove andresti? – chiede togliendosi la giacca.
 
Un ondata di profumo, pensante e nauseabondo riempie le mie narici. Non è il suo odore, questo è un profumo femminile. Una stretta dolorosa mi stringe il cuore, conscia di quello che è accaduto alla rimpatriata.
Mi ha tradita.
Stringo forte i pugni e non cedo, non verso una lacrima e lo guardo negli occhi. Gli stessi che mi hanno rubato il cuore e l’anima.
 
-a Chicago. – affermo decisa.
 
Lui mi guarda curioso –non mi hai detto nulla, un viaggio con Ginevra? –
 
-ho deciso ieri, e no, vado da sola. -  
 
-vai in vacanza da sola? –
 
-non vado in vacanza Draco. Mi trasferisco lì. –
 
S’irrigidisce e serra le mascelle. Non se lo aspettava, ormai mi dava per scontata. Era convinto che sarei rimasta al suo fianco, nonostante tutto.
 
-ti trasferisci? – sussurra avvicinandosi.
 
-si. –
 
-mi stai lasciando mezzosangue? – ora il tono di voce è duro.
 
-si. –
 
Ghigna, e mi viene la pelle d’oca. –non scherzare, non puoi lascarmi… -
 
-no? E perché mai? -  sono sarcastica.
 
-io… - si blocca non prosegue e io scuoto le spalle, conscia che neppure lui ha capito cosa sono io per il suo cuore e per la sua vita.
 
-non dire nulla. Non cambierebbe la mia decisione. – dico convinta, prima di dirigermi alla porta.
 
Lui però, non accetta il mio consiglio di tacere, apre quella bocca, per dire le uniche cose che io non voglio sentire. Perché di dolore, a causa sua ne ho già patito abbastanza.
 
-beh, poco male. C’è la coda fuori per avere il tuo posto al mio fianco. – asserisce cattivo. Straziandomi il cuore.
Mi volto, voglio vederlo bene. I suoi occhi sono come un fiume di sera, trasparenti ma sembrano neri.
 
-al tuo fianco? - rido per poi proseguire –tu mi hai sempre tenuta due passi dietro di te. –
 
-il posto che compete a una mezzosangue come te. –
 
Le sue parole sono perfide, ma lo conosco forse meglio di sé stesso. E' ferito, il grande e potente Draco Lucius Malfoy, soffre. Lo so come lo sa lui.
 
-ecco quindi ora, la mezzosangue se ne va. Un consiglio solo Malfoy. – sposto la testa di lato –datti una lavata, puzzi di puttana. Dovresti dire alla Greengrass di usare meno profumo. È nauseante. –
 
Sgrana gli occhi, colpito e affondato. Lascia andare le braccia lungo i fianchi e abbassa la testa sconfitto. Non contrattacca, rimane lì, al centro della stanza chiuso nel suo silenzio.
Almeno questo me l’ha concesso, l’ultima parola è stata la mia.
 
Mi avvicino, e porto una mano su quella guancia ben rasata. Smetto di respirare per evitare che le mie narici vengano invase da quell’odore sgradevole. Gli alzo il mento per portare i suoi occhi a incontrare i miei.
 
-Ti ho amato, più di me stessa. Ma ora sono stanca, di tutto.  Addio Draco. –
 
Gli volto le spalle, ma sento il suo sguardo perforarmi la schiena.
 
-Hermione, perdonami se puoi. – il suo è un sussurro.
 
-l’ho già fatto. –
 
 
Esco da quella casa, che è stata il nostro nido d’amore. So che ho fatto la scelta giusta, non posso agire diversamente. Le circostanze me lo impongono. Forse, se fosse stato solo per me, avrei continuato a subire passivamente una situazione malsana, dove io, venivo sempre al secondo posto.
Mi accarezzo il ventre, ancora piatto, e sorrido.
 
-staremo bene piccolo mio. Ce la faremo anche senza tuo padre. –
 
Chicago e una nuova vita ci attende, io tornerò ad essere Hermione Granger.
Per me e per mio figlio.
Per noi.

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Capitolo 2
*** Il giorno del dolore. ***


 
 
 
Guardo fuori dalla finestra, e ammiro il sole nascere da dietro il lago Michigan. Ancora non ho fatto l’abitudine a questa vista mozzafiato. Mi godo ogni momento di questa nuova giornata, la casa è avvolta nel silenzio, tutti dormono ma io mi sono svegliata agitata. Oggi è il cinque giugno, il suo compleanno. E, nonostante la mia vita sia andata avanti, mi chiedo come sarebbe stato se io non me ne fossi andata. Se non lo avessi lasciato. Quando sento i miei amici, loro non lo menzionano mai. Ma non sanno che  una volta alla settimana, mi viene recapitata una copia della gazzetta del profeta. Ogni tanto leggo di lui e di lei, alla fine ha preso il mio posto a suo fianco.
Mi tornano in mente le sue parole crudeli, prima che me ne andassi.
 
-beh, poco male. C’è la coda fuori per avere il tuo posto al mio fianco. –
 
Non c’era solo la coda, ma c’era lei con quel suo profumo sgradevole.
Fa male, pensare che forse, per due anni io sia stata il suo rimpiazzo, che lui abbia sempre amato Astoria. La sua futura moglie.
Si è dimenticato di me, di quello che abbiamo avuto. Sono stata solo una parentesi della sua vita.
Lui per me, invece, è stato tutto. E’ tutto.
Ho già preso coscienza che non riuscirò mai a dimenticarlo, sarà per sempre nel mio cuore. E mi manca, a volte talmente tanto che provo un male fisico.
Quando Ryan mi abbraccia e mi dice che mi ama, sento le mani di Draco e sogno che sia la sua voce. So che è orribile, che forse dovrei lasciare andare il mio attuale compagno perché, io non potrò mai amarlo come lui ama me, ma sono egoista, ho bisogno di lui e lo tengo legato a me nonostante tutto.
 
-mamma? –
 
Mi volto verso quella vocina assonnata.
 
-Gliese, cosa fai sveglia? –
 
-ho sete mamma! –
 
Mi dirigo in cucina e le verso un bicchiere di acqua.
 
-Tieni piccola. –
 
La osservo, mentre beve tutto il liquido trasparente. La mia bambina. Ha sei anni, ma a volte, sembra un piccola donna. È intelligente, caparbia e molto furba. Credo abbia preso le migliori qualità di entrambi. A parte l’aspetto fisico. Lei, la mia piccola principessa, è una Malfoy fatta e finita.
Gli occhi hanno le stesse sfumature di grigio del padre, e i capelli hanno quella tonalità di biondo che appartiene solo a loro.
 
-che c’è mami? – mi chiede corrugando la fronte.
 
-niente amore. Perché non torni a letto? È prestissimo. –
 
-vieni anche tu mami? –
 
-inizia ad andare. –
 
Mi sorride e si avvicina per darmi un bacio. La vedo poi scomparire nella zona notte della nostra bella casa.
Draco mi ha fatto soffrire molto, ma mi ha anche regalato la gioia più bella della mia vita. Gliese.
Lui non ha mai saputo della sua esistenza, ho dovuto eseguire una magia molto potente per celare all’arazzo di famiglia la nascita dell’erede. Non potevo crescere mia figlia con lui, probabilmente non l’avrebbe presa bene. E poi, se si vergognava di me, perché con lei avrebbe dovuto comportarsi in maniera diversa?
 
Non mi accorgo del tempo che passa, velocemente, finché non sento una mano posarsi sulla mia spalla.
 
-Buon giorno amore mio –
lui non mi ha mai chiamato così.
 
-Buon giorno Ryan. – mi sforzo di sorridere. –che fai sveglio? –
 
-tesoro sono le nove. – dice tranquillamente.
 
-Devo aver perso la cognizione del tempo. Ise dorme ancora? –
 
-come un angioletto. –  il suo tono di voce nasconde un secondo fine.
 
Sento la sua mano intrufolarsi sotto la morbida maglietta che indosso, non sento nulla, ne un brivido ne eccitazione. Le sue mani vagano fino a stringere il mio seno.
 
-Ho voglia di te amore…-
lui non me lo ha mai detto.
 
-sei così morbida – scosta i miei capelli da dietro il collo e prende a baciarmi –così calda e profumata. –
 
-Ryan… - cerco di interromperlo –Ise potrebbe arrivare. – ma la verità, è che io non voglio concedermi a lui. Non oggi.
Da sei anni, ogni dannato cinque giugno, l’ho passato come in lutto. Mi concedo questa giornata per rivivere il dolore, la tristezza e l’odio che provo, per lui e per quella vita che ho lasciato.
 
-Hai ragione amore – mi accarezza dolcemente la testa. – preparo la colazione, cosa vuoi mangiare? –
lui non ha mai fatto nulla di tutto ciò per me.
 
Mi alzo di scatto, ho bisogno di uscire di qui. Devo restare sola.
 
-niente, esco a correre. Pensi tu a Ise? –
 
Lui mi sorride, posso vedere tutto l’amore che prova per me e per la mia, nostra, bambina.
 
-certo tesoro. –
Perdonami.
 
Una volta fuori dalla nostra casa, infilo gli auricolari e aziono l’ipod. Comincio a correre, non so di preciso per dove. So solo che ho bisogno di sfogare tutto, di scaricare i nervi. Di non pensare.
Perché ogni anno rischio di cedere, di impazzire.
Corro e non mi accorgo di avere le guance bagnate.
Corro e cerco di dimenticare il dolore.
Corro e provo a smettere di amarlo.
 
Oggi, come ogni altro cinque giugno, è il giorno del dolore per me.
 
Domani, potrò svegliarmi e riprendere la mia vita tranquillamente per i prossimi trecentosessantaquattro giorni. Domani è il sei giugno, il giorno in cui è nata la mia bambina.
Il giorno dopo suo padre, vicini ma lontani.
Come Draco e Gliese, che in cielo come in terra sono vicini ma lontani.
 
Domani però, perché oggi voglio solo piangere.
 
 
 
 
 

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Capitolo 3
*** Parole dette troppo tardi. ***


Per l'ennesima volta guardo la lettera che tengo tra le mani, e non riesco a smettere di piangere. Sono qui, a molte miglia di distanza dai miei migliori amici, e l'unica cosa che vorrei è essere lì con loro. Vorrei abbracciare Ginny, e dirle che andrà tutto bene. Stringere Ron, e spiegargli che lui non lo abbandonerà mai. 

-Dovresti raggiungerli Herm. - la voce di Ryan mi arriva dolce alle spalle. 
Con il dorso della mano mi asciugo le lacrime.

-Io non so... sono via da molto. E poi Gli... - cerco di trovare scuse per non affrontare la mia vecchia vita.

-Di lei mi occupo io. Resteremo qui, o se vorrai verremo con te e resteremo al di fuori del mondo magico. Possiamo prendere un Hotel a Londra. - Mi sorride, cercando di rassicurarmi -Hanno bisogno di te. Lo sai. -

Le sue parole sono veritiere, come posso voltare le spalle a quella che è stata la mia seconda famiglia. Annuisco incerta, e i metto in piedi. 

-Preparo tutto. -

Ryan mi blocca per un braccio tirandomi a sé. Vado a scontrarmi  con il suo petto muscoloso,  e nascondo il viso nell'incavo del suo collo. Ha sempre avuto la capacità di tranquillizzarmi, e Merlino sa quanto io ne abbia costantemente bisogno.

-Herm, amore, preparati e smaterializzati da loro. Io e Gli ci arrangeremo da soli, ti faccio avere un gufo appena ci siamo sistemati. - 

-Grazie. - lo osservo mentre si stacca da me. -allora vado Ry-

Mi avvio verso la nostra camera da letto, ma la sua voce mi fa voltare. 

-Ci sarà anche lui? - domanda. E io sento il mio cuore perdere un battito.

Draco.

-Non credo. Ma anche se fosse, non ti devi preoccupare. - cerco di rassicurarlo.

-sono solo preoccupato per te. mi ricordo il tuo stato quando sei arrivata qui sei anni fa. e non vorrei che tu soffrissi ancora per lui. -

-Ora ho te. Lui è il mio passato... - dico a bassa voce.

-E' una parte di te- mi sorride -ed è il padre di Gli. Non potrà mai essere il tuo passato. -

Lo guardo e cerco di ricambiare il sorriso, ma dentro di me è in atto un vero e proprio tumulto. E se dovessi incontrarlo?

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-Hermione! -

Un uragano di capelli rossi si avventa su di me, stritolandomi in un abbraccio che quasi, mi fa mancare il fiato.

-Ginevra.- faccio un passo indietro per poterla guardare in viso - mi dispiace così tanto. -

Le sue guance sono rigate dalle lacrime, e sento il mio cuore stringersi.

-Lo so Herm, sono così felice che tu sia qui. - cerca di sistemarsi i capelli che si sono incollati alla sua pelle -vieni gli altri sono tutti di là.-

La seguo in silenzio, in quella casa che ci ha visto protagonisti di mille avventure. La tana.
Quello che accade una volta varcata la soglia del soggiorno, è pura confusione. Vengo stratta da decine di braccia. Il dolore è palpabile. E come potrebbe essere diversamente, il Signor Weasley, era un perno fondamentale di quella famiglia. E la sua improvvisa morte ha sconvolto tutti. 
Dopo un ora, sento la necessità di prendere una boccata d'aria.
Esco nel giardino di fronte a quella strana casa, e cerco respirare a pieni polmoni.

-Granger? -

Quella voce, è come una lama che lenta si conficca nel mio cuore. Sono come paralizzata, non riesco a muovere neanche un muscolo. Ho paura di scontrarmi con i suoi occhi, gli stessi che mi hanno rubato l'anima nove anni prima.

-Granger? - insiste, e io prendo coraggio.

-Malfoy. - La mia voce esce dura e distaccata, come se quello di fronte a me non fosse l'amore della mia vita, ma solo il piccolo ragazzino odioso dei tempi della scuola.

Il mio cuore mi martella violentemente in petto, le gambe sono molli. E devo richiamare a me tutta la mia forza per non crollare a terra.
E' bellissimo. Più uomo, i suoi lineamenti sono più marcati. Il suo stile è sempre impeccabile, e i suoi capelli sono lucidi e biondi proprio come li ricordavo.

-Non sapevo fossi tornata. - 

-Era il minimo, Artur è stato come un padre per me. - dico a bassa voce.

-Già. - Non aggiunge altro, ma continua a guardarmi come se fossi un apparizione.

-Come stai? - lo chiede come se mi stesse domandando che tempo fa.

-Bene. tu? -

-Bene. - Si passa una mano nei capelli -starai qui per molto? -

Alzo un sopracciglio infastidita da quella domanda -non credo ti debba interessare. - rispondo acida.

-No, era per sapere. E' tanto che non ci vediamo, magari... - si blocca.

-Magari cosa Malfoy? -

-Potremmo bere un caffè. - dice semplicemente.

Scoppio a ridere - io e te a bere un caffè. Interessante. - Dico spostando la testa di lato - e dove di grazia. In qualche locale sconosciuto, dove tu possa essere tranquillo che nessuno ti veda in compagni di una mezzosangue? -

-io... - 

Lo interrompo -Non devi sentirti in dovere di fare nulla. Il passato è passato, e entrambi abbiamo un presente di cui tener conto. - sputo con un enfasi che forse, lascia trapelare il mio vero stato d'animo. Ma me ne frego. E con uno scatto cerco di rientrare in casa.

Draco mi afferra per un polso, e io arresto la mia marcia.

-Non andare... - il suo è un sussurro che arriva fino al cuore. Chiudo gli occhi, e ringrazio Merlino di essere girata di spalle, altrimenti si accorgerebbe delle lacrime che riempiono i mie occhi.

-Sei in ritardo di sei anni Draco... - Strattono il braccio per liberarmi dalla sua presa, e lo lascio lì senza preoccuparmi di sentire una sua risposta.

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