Good or evil...doesn't mean anything

di Alphias95
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Reclutamento parte 1 ***
Capitolo 3: *** Reclutamento parte 2 ***
Capitolo 4: *** Reclutamento parte 3 ***
Capitolo 5: *** Un addestramento veramente duro. ***
Capitolo 6: *** La fine di tutto...o un nuovo inizio ***
Capitolo 7: *** Essere un vicecomandante non ti garantisce la vittoria! ***
Capitolo 8: *** Il pezzo forte va tenuto per ultimo no? ***
Capitolo 9: *** Quanto può pesare una vita? ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


PROLOGO
 
Cosa spinge uno stato a rimanere neutrale in una guerra? Forse il voler evitare un inutile dispendio di vite, forse i costi che una guerra comporta o forse la totale inadeguatezza in campo bellico.
 
Dopo aver risposto a questa domanda ci viene spontaneo farsene un’altra: cosa succederebbe a uno stato neutrale che si trova proprio in mezzo a due stati bellicosi?
 
Forse verrà usato solo come punto di ristoro per le truppe, forse ci passeranno solo o lo aggireranno, ma non è questo il caso di Greenland un piccolo stato per lo più formato da distese infinite di prati e di folti boschi o almeno così era stato fino a tre anni fa quando la guerra tra i regni di Rhihin e Taren-Kar scoppiò.
 
Il regno di Rhihin era pacifico e sempre propenso a risolvere le divergenze con le parole. Era un enorme stato pieno di laghi, montagne e miniere di vari metalli preziosi che facevano gola al regno di Taren-Kar. Questo regno, a differenza di quello di Rhihin, era bellicoso fino al midollo e non passava anno in cui non dichiarasse guerra ad altri stati, vista la sua enorme potenza militare.
 
Dopo la dichiarazione di guerra da parte del re di Taren-Kar, Greenland era diventato il palcoscenico della loro guerra e le sue enormi distese verdi si erano presto trasformate in piane secche, i boschi erano ormai paludi e molte delle città erano state saccheggiate, per lo meno quasi tutte quelle nella zona conquistata da Taren-Kar.
 
                                                *                                  *                                  *
 
Una donna era inginocchiata davanti a un piccolo monumento. Di fianco a lei, vi erano tantissimi altri monumenti, dedicati ai soldati caduti in battaglia nel nome del regno. Eroi di guerra per molti, semplici uomini per altri.
 
La donna non era molto alta e i suoi capelli corti erano di un particolare color verde che sfumava sempre più fino a diventare bianco sulle punte. Gli occhi marroni fissavano la medaglia incastonata sulla superficie di marmo nero, la medaglia conferita ai soldati che oltre ad aver svolto il loro dovere, erano anche riusciti a salvare i loro compagni.
 
Quella medaglia apparteneva a suo marito, morto tre anni prima, ed unico soldato a cui fosse mai stata conferita quell’onorificenza.
 
Sorrise e, come se stesse parlando ad un’altra persona, iniziò a parlare -Ti ricordi della nostra prima missione? Eravamo entrambi emozionati e pieni di energie e per poco non ti facevi buttare fuori dalla squadra a causa della tua lingua lunga eh eh eh.-
 
Poco lontano da lei, un ragazzo entrò in quell’ala del cimitero militare. Era un ragazzo molto giovane, doveva essere sulla ventina, ed era di corporatura normale, di sicuro più alto della donna. Camminava lentamente, osservando ciascun monumento con i suoi accesi occhi verdi, mentre i suoi capelli azzurro chiaro, tirati all’indietro e legati in una coda di cavallo, venivano mossi dal leggero venticello mattutino.
 
Non appena individuò la donna inginocchiata, sospirò per poi grattarsi la guancia destra. Sul suo labbro superiore vi era un buffo neo ma non sembrava curarsene molto. Senza fare rumore, si portò dietro alla donna, restando a qualche metro di distanza, e attese che l’altra finisse di parlare. Per ingannare il tempo si sistemò la giacca della divisa militare che era composta da: degli stivali lucidi e neri che arrivavano fino al ginocchio dove vi era una placca di rinforzo, dei pantaloni bianchi aderenti, una maglietta a maniche lunghe del medesimo colore e una giacchetta marrone con le maniche lunghe che gli arrivava fino a metà del torace. La stessa divisa era indossata dalla donna, la quale, con sorpresa del ragazzo, alzò leggermente la voce.
 
-Saremmo dovuti partire in luna di miele...eravamo riusciti ad ottenere il permesso ma dovevamo svolgere un’ultima missione.-
 
Il ragazzo abbassò automaticamente lo sguardo. Troppe volte aveva sentito quella storia e troppe volte si era sentito male per la sua compagna.
 
-Andava tutto bene. Eravamo riusciti a salvare quei soldati quando arrivò lui. Hisoka. Per proteggermi dal suo attacco sei rimasto ferito gravemente e portato via dal nemico, per poi essere torturato per estorcerti delle informazioni. Non hai idea della disperazione che mi ha assalito non appena ti ho ritrovato...-
 
Il ragazzo se lo ricordava bene quel momento. Dopo una settimana di ricerche avevano localizzato la sua posizione ma era troppo tardi. Il suo corpo era stato letteralmente fatto a pezzi. Le braccia e le gambe erano scomparse così come la lingua e gli occhi. Sua moglie si era barricata nel dormitorio femminile e non era più uscita per una settimana rifiutando cibo e acqua ma alla fine i suoi compagni l’avevano salvata.
 
-Stai tranquillo...io continuerò a combattere. Combatterò fino a quando non vedrò morire Hisoka...è una promessa.- concluse la donna sistemando per bene il mazzo di rose blu che aveva portato. Rose blu il fiore preferito fa suo marito e lo stesso fiore che componeva il bouquet del giorno delle loro nozze.
 
Il ragazzo, notando che la donna aveva finito, disse -Chryssa...-
 
La donna si girò velocemente e, sorridendo, disse -Oh Lykos non ti avevo sentito arrivare. Sei li da molto?-
 
-No sta tranquilla. Il re ha una nuova missione per noi e vuole vederci subito.- disse Lykos per poi dirigersi verso l’uscita del cimitero seguito dalla sua compagna.
 
In breve tempo furono dentro la capitale del regno, sicché il cimitero era a circa un chilometro di distanza. La città di Egisol era un enorme città, piena di mercati, fontane e quanto di più bello si potesse immaginare. Sembrava quasi che li dentro non fosse mai arrivato il freddo vento della guerra.
 
I due soldati raggiunsero l’imponente castello di pietra bianca in cui viveva il re e, davanti al portone di legno, una guardia gli disse -Bentornati! Il re vi sta aspettando nel salone principale.- e fece un cenno alle altre guardie di aprire il portone.
 
Dopo aver percorso diversi corridoi, i due arrivarono nel salone principale che era la stanza più grande dell’intero edificio. Seduto su di un imponente trono di legno, stava il re Augustus. Era un uomo sulla cinquantina ma dal fisico imponente e allenato. Aveva dei corti capelli neri e una folta barba dello stesso colore. I suoi occhi marroni videro subito i due soldati venirgli incontro così si alzò velocemente facendo un po’ di rumore a causa della sua armatura argentata da cui non si separava mai.
 
-Bentornati.- disse il re
 
-Maestà.- dissero Chryssa e Lykos inchinandosi
 
-Andrò subito al punto. Una delle nostre spie, Torik, è stata scoperta. Probabilmente i sicari del re Arghetos sono già sulle sue tracce. Voglio che andiate da lui e lo salviate insieme a sua moglie e alle sue figlie! Siete gli unici su cui posso contare adesso!-
 
Lykos rimase un attimo spiazzato da quella richiesta ma, così come Chryssa, non esitò un solo istante ad accettare l’incarico. Ne andava della vita di uno dei loro e avrebbero fatto di tutto per salvarlo.
 
Dopo un rapido inchino si precipitarono fuori dal castello, diretti verso le stalle dove li attendevano i loro soldati.
 
                                                *                                  *                                  *
 
[zona di Greenland controllata dal re Arghetos. Abitazione di Torik]
 
Vivere in una zona isolata aveva i suoi vantaggi...ma anche i suoi svantaggi e questo, Torik, lo aveva capito troppo tardi.
 
La spia del re, un uomo dai lunghi capelli castani e gli occhi azzurri era bloccato su una sedia con le caviglie incatenate alle gambe posteriori e le mani posate sul tavolo di legno di fronte a lui. Delle piccole catene gli bloccavano le dita e, sia l’indice che il medio della mano destra non erano attaccati alla mano ma si trovavano sul pavimento a qualche metro di distanza.
 
Torik aveva un’espressione sofferente ma continuava a fissare con odio i suoi aguzzini.
 
Il primo di essi, seduto dall’altra parte del tavolo, era un ragazzo vestito completamente di nero. Stivali, jeans, giacca di pelle e guanti senza dita. Tutto completamente nero. I suoi occhi rossi come il sangue lo stavano scrutando da diversi minuti ormai e di tanto in tanto si scostava una ciocca dei suoi capelli bianchi.
 
Appoggiato contro una parete, invece, stava il secondo. Un ragazzo dai corti capelli biondi con gli occhi azzurri di una bellezza disarmante, sembrava quasi un angelo. Malgrado il compito assegnatogli, indossava un completo elegante nero con delle sottili strisce bianche verticali, delle scarpe nere, una camicia rossa e una cravatta nera.
 
Torik fissò per qualche secondo quel biondino che giocherellava con un mazzo di carte poi il suo sguardo andò a posarsi su sua moglie, una bellissima donna dai capelli rossi ora appesa al soffitto tramite delle catene che le trapassavano i polsi come piercing. La donna era piena di graffi e lividi e il sangue colava a terra senza fermarsi. I mugolii di dolore erano l’unica cosa che permetteva di capire se fosse viva o meno.
 
L’albino seduto davanti a lui prese fiato e gli domandò -Dove tieni annotate tutte le nostre informazioni?-
 
-Non annoto mai niente. E’ tutto nella mia testa!-
 
A quella risposta, il biondino sorrise mentre l’albino disse -Non ci siamo Torik, un’altra risposta sbagliata...Hisoka.- e non appena ebbe finito di dire il nome del suo compagno, Hisoka scagliò una delle sue carte ad una velocità assurda, tagliando di netto il pollice destro a Torik che iniziò ad urlare per il dolore.
 
-Torik...Torik...Torik...- disse l’albino negando lentamente con la testa -Non sono queste le risposte che volgiamo sentirci dire.-
 
-Vai a farti fottere lurido stronzo!!! Non ti dirò niente!!!- urlò Torik per poi sputargli in faccia.
 
Un silenzio di tomba cadde nella stanza e continuò per diversi secondi durante la quale, con una calma inumana, l’albino si pulì il viso, si alzò dalla sedia e si portò di fianco a Torik che ora lo fissava con sguardo terrorizzato.
 
Con un movimento rapidissimo, l’albino mise una mano in faccia a Torik e lo strattonò contro la parete. Ci mise talmente tanta forza che le dita rimaste a Torik si staccarono tutte di netto, restando attaccate al tavolo mentre le caviglie si squarciarono un po’, non essendo state rimosse le catene.
 
Torik iniziò ad urlare come un pazzo sperando che qualcuno lo sentisse, mentre Hisoka iniziò a ridere a crepapelle. L’albino fece uscire delle catene dal suo braccio destro e incatenò Torik al muro come se fosse su una croce.
 
Hisoka si avvicinò al compagno e disse -Ehi Ashuros, forse lui sarà in grado di resistere al dolore...ma non credo che la sua mogliettina sia altrettanto resistente.-
 
Torik, mosso dalla rabbia cercò di muoversi ma le catene erano strette e gli impedivano qualsiasi movimento. Hisoka si tolse lentamente la giacca, appoggiandola poi su una sedia, e si avvicinò alla donna tirandosi su le maniche della camicia. Con uno schicco di dita, fece comparire una catena alla quale era appesa una palla di ferro nera, mentre all’altro estremo vi erano delle manette che agganciò alle caviglie della donna.
 
Non accadde nulla. Malgrado la forma, la palla era incredibilmente leggera ma Torik sapeva che Hisoka amava torturare le sue prede.
 
-Allora? Non vuoi proprio dirci niente?- chiese Hisoka fissando Torik che si ostinò a non rivelare nulla.
 
Sul viso di Hisoka spuntò un piccolo ghigno. In fondo lui sperava di non ricevere nessuna risposta, così schicco di nuovo le dita e sulla palla di ferro comparve una scritta: 100 Kg. Ora la palla era incredibilmente pesante ed iniziò a tirare verso il basso la donna trattenuta dalle catene ai polsi. Iniziò inevitabilmente ad urlare.
 
Torik, con le lacrime agli occhi, iniziò ad implorare pietà ma Hisoka continuava a ridere, così decise di farla finita -E’ sotto il pavimento! Sotto quelle assi di legno!!! Ora ti prego, lasciala andare!!!- ma Hisoka rise ancora più forte mentre Ashuros entrava in possesso di un piccolo libretto foderato di pelle rossa.
 
Ormai i polsi della donna  stavano per cedere. Lentamente iniziarono a vedersi i muscoli che si strapparono facendo schizzare sangue ovunque. Restavano solo le ossa che si ruppero con un rumore secco facendo accapponare la pelle a Torik mentre Ashuros e Hisoka sorridevano.
 
Il corpo della donna cadde a terra con un tonfo, seguito a ruota dalle mani, mentre, ancora appesi alle catene, restavano alcuni pezzi di carne. Torik era incredulo e fissava sua moglie senza riuscire a pronunciare nulla.
 
Hisoka si rivestì infine lo guardò e disse -Torik...grazie.- dopodichè scagliò un’altra carta che si conficcò dritto in mezzo agli occhi di Torik, uccidendolo.
 
-Bene, missione compiuta.- disse Hisoka dopodichè si avvicinò ad una porta di legno e schioccò le dita. Una specie di velo bianco si staccò dalla porta per poi dissolversi nell’aria -Adoro questo velo insonorizzante.- disse il biondino aprendo la porta ce dava su una grossa camera da letto.
 
Nell’angolo più lontano dalla porta c’erano due bambine, accucciate per terra. Indossavano dei vestitini blu e delle scarpe marroni. Avevano entrambe gli occhi marroni ma, mentre la prima aveva i capelli neri lasciati liberi sulla schiena, la seconda ce li aveva rossi raccolti in una treccia.
 
Ashuros si avvicinò alle due bambine e, sorridendo, disse -Mamma e papà devono partire per un viaggio e ci hanno chiesto di occuparci di voi. Vogliamo andare?- e tese una mano verso le bambine. La bambina dai capelli neri si mosse titubante ma alla fine gli prese la mano e disse -Ok...- vendendo subito imitata dalla sorella. Ashuros le prese in braccio poi, voltandosi verso Hisoka, disse -Partiamo.- e il biondino lanciò in aria un telo he li coprì tutti e quattro, depositandosi poi sul terreno come se non ci fosse mai stato nessuno.
 
                                               *                                  *                                  *
 
La porta di legnò venne letteralmente distrutta da Lykos che entrò di corsa seguito da Chryssa. Rimasero scioccati dalla scena che gli si parava di fronte. Torik era incatenato alla parete e, intorno al collo, aveva un catena alla quale era appesa la carta del joker.
 
Chryssa fissò con odio quella carta e disse -Hisoka...-
 
Un mugolio destò la loro attenzione e i due si precipitarono dalla donna a terra che, incredibilmente, era ancora viva.
 
-Respira ancora! Ehi dottore vieni qui!!!- urlò Chryssa e in pochi secondi arrivò un soldato che, usando una magia curativa, cercò di fermare l’emorragia.
 
-C...i...n...- disse la donna
 
-Cosa?- chiese Chryssa abbassandosi e portando l’orecchio davanti alla bocca per sentire meglio
 
-Camino...- ripeté la donna poi chiuse gli occhi perdendo conoscenza.
 
Lykos e Chryssa si avvicinarono al camino in pietra e, dopo qualche tentativo, trovarono uno scomparto segreto dove era nascosto un libretto di pelle nera.
 
Chryssa lo aprì e lesse alcune righe.
 
-Scrivo queste poche righe nella speranza che nessuno debba mai leggerle. Se qualcuno lo farà, probabilmente sarò morto e l’altro libretto sarà già stato preso. La prudenza è sempre stata il mio forte perciò ho scritto le informazioni importanti di cui sono entrato in possesso su due diversi libretti. Ora vi dirò cosa ho scoperto: il regno di Greenland, malgrado sia uno stato neutrale, è pieno di maghi fortissimi che potrebbero essere utili per vincere la guerra! Di seguito elencherò i loro nomi: ...-
 
La donna chiuse di colpo il libretto e, fissando Lykos, disse -Muoviamoci, abbiamo un lavoro da fare!-
 
^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^
 
Angolo degli autori folli:
 
46fede: Come avrete capito, l’altro autore è andry_94_hell che ho pensato di sfruttare visto che non fa mai niente XD ovviamente lo ringrazio di cuore per questo!
 
Bene, ora lascio il commento ad andry che ne sa più di me in questi casi! Mi raccomando partecipate numerosi!!!
 
andry: ehi chaos * schiva un coltello all’ultimo * beh che sono quelle facce? Devo pur mantenere il mio record di storie ad OC! XD e non solo quelle!!! Ma bando alle ciance! Come molti altri autori prima di me ho deciso di mettere alcuni punti fondamentali per il vostro personaggio ma prima tre informazioni generali!
 
Questa fic sarà usata, in un certo senso, come sfidante della storia splatter di BeegoblinWizard che salutiamo calorosamente! Chryssa e Lykos sono i suoi OC e la divisa militare...sì è quella di Shingeki no Kyojin ma l’ha scelta lui perciò accontentatevi XD ok ora passiamo alle raccomandazioni!
 
 
  • Gli OC vanno mandati tramite recensione a questo capitolo. Dato che la scriveremo sempre a scuola (utile a qualcosa) sarebbe meglio avere gli OC sempre a portata di mano XD
 
 
  • Niente OC perfetti ed invincibili anche perché se li fate così noi li facciamo morire subito
 
 
  • Grosso come una casa: GLI OC POSSONO MORIRE IN OGNI MOMENTO!!!
 
 
  • Non vogliamo poteri uguali perciò se ci saranno due poteri uguali faremo cambiare potere al secondo arrivato
 
 
  • Siate dettagliati in tutto così sapremo renderli al meglio
 
 
  • Non sono ammessi più OC per utente quindi niente gemelli, fratelli, sorelle, ecc...
 
 
  • Ben accetti Dragon Slayer o God Slayer solo non sceglieteli tutti
 
 
  • Potete scegliere un solo potere perciò niente cose del tipo: si trasforma e controlla tale elemento in più è abile con l’arco! NO! Un solo potere!!!
 
   
 
  • Non mettete animali perché tanto non ce ne sono. Spiacente quindi niente Ecxeed, cani, serpenti o quant’altro.
 
 
  • Potrebbero esserci scene di nudo spinto o meno, siete avvisati.
 
 
  • E’ davvero faticoso scrivere sti punti!
 
 
  • Non sappiamo ogni quanto saranno gli aggiornamenti
 
 
  • Se scegliete di essere buoni, non fatevi un OC che ama uccidere o per lo meno dategli un limite!
 
 
  • Dio benedica l’America!
 
 
  • Io ho finito XD
 
E ora vi mostreremo la scheda OC!!!
 
Nome:
 
Cognome:
 
Soprannome: (non obbligatorio)
 
Carattere: (ben dettagliato)
 
Aspetto fisico:
 
Vestiario: (che siate buoni o cattivi, a volte indosserete la divisa del vostro esercito)
 
Segni particolari:
 
Potere:
 
P. di forza:
 
P. deboli: (almeno uno)
 
Passato: (necessariamente deve includere Greenland)
 
Sogni/obbiettivi:
 
Storia d’amore: (oltre a sì o no potete dirci come la volete: litigarella, colpo di fulmine, ecc...)
 
Adora:
 
Odia:
 
Paure:
 
Fazione:
 
Altro:
 
Bene, abbiamo finito! Ora non ci resta che aspettare le vostre recensioni!!!(se ci saranno) Speriamo che parteciperete in tanti!!! Buona serata!!!
 

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Capitolo 2
*** Reclutamento parte 1 ***


Ehilà gente com’è? Vorrei ringraziare tutti quelli che hanno deciso di affidare i loro OC alle mie mani inesperte.
Contro ogni previsione fatta da noi i cattivi sono in superiorità numerica rispetto ai buoni, ma non crediate che solo perché fra le fila di Taren-Kar siano presenti i personaggi degli autori allora essi vinceranno (ma comunque ne daranno di santa ragione XD)
Abbiamo deciso che finché saremo in fase di reclutamento nessuno morirà, con nostro grande dispiacere (n.d.andry: A sto giro ti salvi Stella), nulla toglie che dal primo capitolo vero e proprio OGNI OC è un potenziale morto che cammina.
Per i prossimi 3 capitoli introdurremo i vostri OC a gruppi di 6, le scelte sono casuali quindi non vi diremo in anticipo chi entrerà o chi no, dovrete scoprirlo leggendo.
 
Capitolo 1: Reclutamento parte 1
 
Il sole sorgeva sul regno di Taren-Kar. La capitale del regno, Merkanas, nonostante l’ora era già sveglia e laboriosa: i mercanti erano già nelle piazze a vendere i loro prodotti, i soldati davano il cambio ai compagni che avevano fatto il turno di notte, ecc…
 
Benché fosse governata da un re non proprio benevolo, Merkanas era una città ricca. Le case erano adornate da mosaici e affreschi, le chiese erano vere e proprie opere d’arte e al centro di ogni piazza vi era un’enorme fontana.
 
L’enorme castello di pietra, dove viveva il re, sorgeva nella zona Nord della città, il quartiere militare, ed era circondato dalle caserme, adibite ad ospitare i soldati novizi, e gli alloggi degli ufficiali.
 
Questi alloggi erano delle grosse case a due piani. Ogni casa ospitava due ufficiali ed era composta da: due grosse camere da letto, una cucina, un bagno, una stanza per gli allenamenti e un piccolo salotto.
 
In uno degli alloggi più vicini al castello, vivevano Ashuros e Hisoka, proprio l’albino, in quel momento, era seduto in cucina mentre sorseggiava una tazza di caffè e si lamentava del suo mal di schiena causato dalla notte insonne passata sul divano.
 
“Questa è l’ultima volta che le faccio dormire nel mio letto.” pensò il ragazzo riferendosi alle due bambine che avevano “occupato” il suo letto.
 
Flash-back (poche ore prima)
 
I due sicari del re erano ritornati dalla loro missione conclusa con successo. Avevano recuperato il libretto con le informazioni che avevano consegnato immediatamente a chi di competenza poi si erano concentrati sul problema delle bambine; dopo averle condotte a casa loro, si erano seduti al tavolo in cucina e Hisoka aveva subito cercato di rompere il ghiaccio -Io mi chiamo Hisoka, ma se volete potete chiamarmi Zio Hisoka- e aveva sorriso alle due bambine.
 
La bambina con i capelli neri sorrise a sua volta per poi dire -Io sono Katia.-
 
La sorella, invece, fu più restia a presentarsi ma alla fine imitò la sorella e disse -Io…mi chiamo Amy.-
 
Hisoka, grazie alla sua parlantina sciolta e piacevole, riuscì a far ambientare presto le bambine e alla fine gli fece una domanda che le colse parecchio alla sprovvista -Vostro padre vi picchiava vero?-
 
Le due bambine si guardarono un attimo tra di loro, poi Katia prese la parola -No, ti sbagli. Non ci ha mai picchiate.-
 
Hisoka chiuse un attimo gli occhi -Potete parlare tranquillamente. Non dovete avere paura.-
 
-Te l’ho detto, non ci ha mai picchiate.- ripeté Katia
 
Ashuros si mosse rapidamente e si portò alle spalle delle bambine, afferrò per un polso Katia e, spostando la manica del vestito, mostrò un grosso livido sull’avambraccio.
 
-Questo?- chiese l’albino
 
-S…sono caduta...- disse Katia abbassando lo sguardo
 
Ashuros fece avvolgere una catena intorno al braccio di Katia e dopo qualche secondo, il ferro iniziò a brillare di una debole luce verde. Quando la tolse, il livido era scomparso, con grande sorpresa di Katia e Amy.
 
-Non c’è bisogno di mentire. Nessuno vi farà più del male.- disse Ashuros
 
Katia rimase in silenzio mentre Amy iniziò a piangere silenziosamente, per poi scendere dalla sedia e saltare addosso ad Ashuros per abbracciarlo. L’albino rimase un attimo sorpreso da quella reazione tant’è che gli ci vollero diversi secondi per ricambiare l’abbraccio. Tempo un minuto e anche Katia cedette, per poi imitare Amy e abbracciare Ashuros.
 
L’albino, ancora spaesato dalla situazione, guardò Hisoka con sguardo assassino e disse Hisoka...non una parola.- il perché di questa affermazione? Semplice, il suo compagno stava facendo di tutto per non scoppiare in una fragorosa risata che avrebbe spaccato i timpani a tutti presenti...
 
Più tardi quella sera...
 
Ashuros sentì bussare alla porta di camera sua così, ancora mezzo rintronato dal sonno, si alzò ed andò a vedere chi fosse. Aprì lentamente la porta ma non vide nessuno davanti a se.
 
-Ehm...Ashuros?-
 
L’albino abbassò lo sguardo ritrovandosi le due bambine con indosso due camicie da notte che si era fatto portare da dei soldati.
 
-Che ci fate qua?- chiese Ashuros
 
-Sotto non riusciamo a dormire...possiamo dormire con te?- chiese Katia
 
Ashuros alzò un sopracciglio poi disse -Non potete andare dallo Zio Hisoka?-
 
-Siamo andate, ma abbiamo sentito la sua voce più quella di due donne...che cos’è il sessantanove?- (Trauma Moment XD OMG che cazzo stiamo scrivendo?!?)
 
Ashuros sgranò gli occhi di colpo, appuntandosi di massacrare Hisoka il giorno dopo, poi si fece di lato e disse -Solo per questa volta.- e le due bambine corsero dentro, tuffandosi a peso morto sopra il letto del ragazzo.
 
Ashuros si sedette sulla poltrona vicino alla finestra ed attese che le due bambine si addormentassero. Non appena il loro respiro divenne calmo e regolare, segno di un sonno tranquillo, si alzò, uscì dalla stanza lasciando la porta leggermente aperta per far filtrare la luce dal corridoio ed andò ad accomodarsi sul divano in salotto.
 
Fine flash-back
 
Ashuros guardò l’orologio che segnava le sette e mezza e decise di andare a svegliare il mago con cui faceva squadra.
 
Aprì senza bussare e si trovò di fronte una scena vista ormai tante volte: Hisoka sdraiato in mezzo al letto con due donne nude strette fra le braccia.
 
Una vena iniziò a pulsare sulla fronte di Ashuros che, con una catena rovente fuoriuscita dalla sua mano destra, frustò le gambe del compagno, facendolo svegliare di soprassalto.
 
-Che diavolo succede?!?- urlò Hisoka guardandosi intorno, incrociando poi lo sguardo di Ashuros -Ash ma sei impazzito?-
 
-Vestiti e fa colazione. Abbiamo una missione da svolgere!- disse Ashuros per poi richiudere la porta.
 
Dopo pochi minuti, il biondino, insieme a Katia e Amy, scese in cucina trovandosi la colazione pronta ma non vi era traccia di Ashuros.
 
-Wow!- esclamarono le bambine fiondandosi sulle fette di pane con la marmellata.
 
-Il buon vecchio Ash non si smentisce mai!- disse Hisoka iniziando a bere una tazza di caffè.
 
-L’ha preparata lui?- chiese Amy e Hisoka annuì -L’ultima volta che ho provato io a preparare la colazione tre edifici sono andati a fuoco.- aggiunse il biondino prima di prendere una brioche e dirigersi verso la porta d’ingresso.
 
-Dove vai?- chiese Katia
 
-Io e Ash dobbiamo andare in missione, torneremo stasera. Mi raccomando comportatevi bene!- spiegò Hisoka per poi scomparire alla vista delle bambine che continuarono, senza esitazione, a consumare la loro colazione.
 
* * *
 
Ormai in viaggio da parecchie ore, Chryssa e Lykos erano in cerca dei maghi riportati nel libretto di Torik.
 
-Allora...da dove cominciamo?- chiese Lykos
 
-Su questo libretto c’è scritto che da questa parti si trovano due maghi, ma non c’è scritto la città o il paese. Mi sa che dovremmo setacciare tutta la zona.- disse Chryssa
 
-Cosa?!? Ma questa zona si estende per chilometri!- protestò Lykos
 
-E’ vero, però siamo in territorio amico.- disse Chryssa sorridendo
 
Lykos non potè ribattere, in fondo gli era andata bene. Due dei maghi scritti sul libretto si trovavano in una delle zone più pacifiche di Greenland, perlomeno quelle controllate dall’esercito Rhihin.
 
-OCCHIO!!! SPOSTATEVI!!!-
 
Almeno in teoria era una delle zone più pacifiche.
 
Le due guardie si girarono nello stesso momento e, sempre insieme, si abbassarono all’ultimo, evitando una specie di motosega circolare volante.
 
Lo strano marchingegno, dopo averli evitati, si andò a schiantare contro una roccia, spaccandosi in tantissimi pezzi che volarono un po’ ovunque.
 
-Che diavolo era quello?!?- disse Lykos fissando i resti dell’oggetto che gli aveva quasi staccato la testa (n.d.andry: chi cazzo è che ha urlato? L’avevo quasi preso!!!)
 
-Ehm...uno dei miei esperimenti mal riusciti.- disse una voce maschile dietro di loro. Chryssa si girò per prima, imitata subito dopo da Lykos, e si trovarono di fronte un giovane ragazzo dalla carnagione scura con dei lunghi rasta biondo scuro. Il ragazzo aveva un fisico palestrato ed indossava un paio di scarpe da ginnastica rosse, dei pantaloni marroni larghi, una canottiera senza maniche marroncina, un orecchino rosso all’orecchio destro e un paio di occhiali rossi che impedivano di capire il colore dei suoi occhi sottili. Una cosa che saltava subito all’occhio erano i suoi guanti rossi senza dita. Erano fatti di pelle ma avevano anche parti metalliche e due piccole sferette che brillavano di una strana luce verde.
 
-Quell’affare era tuo?- chiese Chryssa
 
Il ragazzo annuì -Sì purtroppo ho fatto un piccolo errore di programmazione ed è partito in quarta. Doveva essere una motosega circolare automatica. Pensa a quanto lavoro risparmiato alle persone che non hanno la forza di abbattere un albero.-
 
-In effetti...però mi sa che quel piccolo errore può risultare fatale.- commentò Chryssa
 
-Tranquilla, la prossima volta non sbaglierò...oh ma che maleducato, non mi sono presentato. Mi chiamo Shiye Sewati, per gli amici Jumper.- disse il ragazzo alzandosi gli occhiali sulla fronte mostrando gli occhi marroni.
 
-Piacere, noi siamo Chryssa Lamiashel e Lykos Kagaho. Siamo due soldati del regno di Rhihin.- disse Chryssa poi le venne un dubbio e controllò velocemente la lista di nomi. Dopo pochi secondi, riscontrò lo stesso nome: Shiye Sewati. -Senti, non è che ti andrebbe di entrare nell’esercito? Siamo alla ricerca di maghi forti per riuscire a concludere al più presto questa guerra.-
 
-Certo, per me non c’è problema, anche perché faccio già parte dell’esercito.- disse Shiye sorridendo
 
-Eh?- Lykos e Chryssa lo fissarono per qualche secondo. Non indossava la divisa e di sicuro non si comportava come un militare.
 
-Dovete sapere che io mi sono arruolato qualche tempo fa, ma dato che io non voglio uccidere nessuno, mi hanno assegnato a questa zona, dove non succede mai niente, così io posso dedicarmi alle mie invenzioni.- spiegò Shiye.
 
-Bene, questo semplifica le cose!- disse Lykos sorridendo
 
-Soldato Shiye, sei ufficialmente rimosso da questa zona e assegnato alla nostra squadra.- disse Chryssa con tono serio.
 
Shiye si mise sull’attenti e, con tono altrettanto serio ma mantenendo il sorriso, disse -Felice di far parte della sua squadra, signore!-
 
-Bene ora basta formalità, diamoci pure del tu.- disse Chryssa
 
-Meno male, quelle cose non fanno per me.- disse Shiye
 
-Non sei il primo a dirlo!- commentò Lykos e tutti si fecero scappare una risatina.
 
-Oh giusto, quasi dimenticavo. Non è che conosci un mago che vive da queste parti?- chiese Chryssa
 
-Uhm...se non ricordo male, qua vicino vive una maga dei fulmini.- disse Shiye battendosi un dito sul mento -Si chiama...Mitsuki Shinrai, ma non ne sono sicuro.-
 
-Sì, si chiama così. Sulla lista c’è il suo nome.- confermò Chryssa
 
-Bene allora in marcia!- disse Lykos per poi mettersi in marcia seguito da Shiye e Chryssa.
 
In pochi minuti raggiunsero un piccolo paese composto da una trentina di case al massimo. Shiye si avvicinò ad una vecchia signora che stava dando da mangiare a delle galline e le chiese -Mi scusi, per caso sa dove posso trovare Mitsuki?-
 
La vecchia si avvicinò a lui e, tirandogli un orecchio, gli sussurrò -Idiota non urlare il suo nome ai quattro venti! La puoi trovare nella foresta, vicino alla cascata.-
 
-Ok ok ho capito! Grazie mille.- disse Shiye massaggiandosi l’orecchio dolorante
 
-Nella foresta?- chiese Lykos avviandosi
 
-Sì, lei preferisce stare per conto suo. Le persone di qua gli vogliono bene ma lei se può evita di farsi vedere.- spiegò Shiye -In compenso, se riuscite a parlarci, è simpatica e socievole ma ha qualche difficoltà con i ragazzi, non so se mi spiego.-
 
-Uhm, un tipo difficile. Beh poco male, ci penserà la nostra Chryssa!- disse Lykos
 
-Ovvio che lo faccio io. Dobbiamo reclutare maghi forti, non farli scappare.- disse Chryssa sorridendo
 
-Ah ah...molto divertente.- commentò Lykos
 
In breve raggiunsero il punto indicato dalla signora e trovarono uno spettacolo bellissimo: un’enorme parete rocciosa piena di alberelli, faceva da trampolino per una cascata che si tuffava direttamente dentro un piccolo laghetto. Sulla riva di questo laghetto c’era una ragazza.
 
Non era molto alta, anzi, era di sicuro più bassa di Chryssa, ed aveva dei lunghi boccoli dorati lunghi fino al fondo della schiena con diverse ciocche color grigio perla. Indossava una felpa grigia, di sicuro di qualche taglia più grande, senza maniche che le arrivava fino alle cosce, un paio di leggings neri e delle scarpe di tela grigie, mentre alle braccia aveva diversi braccialetti neri e argentati, uno in particolare assomigliava ad un tubo arrotolato più volte intorno al polso.
 
La ragazza gli dava le spalle così Shiye fece fermare i due soldati, facendogli cenno di far silenzio. I due lo guardarono confusi ma il ragazzo scomparve in un lampo verde, ricomparendo, un decimo di secondo dopo, dietro alla ragazza, urlando -YO! Come butta?-
 
-AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHH!!!!!!!!!!!!- urlò la ragazza facendo un salto di almeno cinque metri per poi riatterrare con i grossi occhi grigi sgranati e una follia omicida pura indirizzata verso il ragazzo che le aveva appena fatto prendere un infarto! (n.d.noi: XD AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH!!!!!!!!! Spiacente ma con quel potere non potevamo non farlo XD)
 
-Ah ah ah dai non scaldarti! Non volevo fare nulla di...!- iniziò Shiye vendendo però fulminato un secondo dopo. La ragazza si calò subito il cappuccio della felpa sulla fronte e disse -Shiye brutto idiota! Vuoi farmi morire? Se volevi essere uccido in maniera atroce potevi anche chiederlo gentilmente!-
 
-Scu...scusami...non lo farò più...- disse Shiye ancora mezzo stordito dall’attacco.
 
Chryssa e Lykos uscirono dal loro nascondiglio e il ragazzo disse -Niente male! Il tuo attacco è stato veramente veloce!-
 
Malgrado il cappuccio, tutti notarono il rossore che aveva preso posto sulle guance della ragazza -N...n...non era niente...di...di che...-
 
-Bene Lykos la cretinata l’hai detta, ora prendi Shiye e allontanati.- disse Chryssa
 
-Ok ok, su andiamo Jumper. Per poco questo non era il tuo ultimo salto.- scherzò Lykos mentre il compagno era ancora fumante.
 
Non appena si furono allontanati, Chryssa guardò la ragazza e disse -Mitsuki Shinrai immagino.-
 
-Sì sono io. Come fai a...- iniziò la ragazza paralizzandosi nell’esatto momento in cui mise a fuoco la divisa dell’esercito che indossava Chryssa -Siete qui per arrestarmi?- chiese poi, iniziando a creare diversi fulmini intorno a lei.
 
-No no sta tranquilla.- disse Chryssa mostrandole un sorriso sincero e solare -In realtà, vorremmo il tuo aiuto.-
 
-Il mio aiuto?- chiese Mitsuki confusa.
 
Chryssa le spiegò tutto, della guerra che ormai stava degenerando, del libretto con i nomi e della squadra che stavano formando.
 
-Dunque? Possiamo considerarti una dei nostri?- chiese Chryssa
 
-Se entrerò nell’esercito...potrò cercare una particolare persona?- chiese Mitsuki a sua volta
 
-Certamente. Potrai usare diverse risorse per trovarla.- disse Chryssa
 
Mitsuki si portò una mano sulla pancia “Finalmente potrò trovarlo...e scoprire la verità!” poi guardò Chryssa dritta negli occhi e disse -Ok sono con voi!-
 
Chryssa le sorrise, dopodichè chiamò Lykos e Shiye per concludere le presentazioni. Per Mitsuki fu un problema dato che non la smetteva di balbettare e riusciva ad inciampare da ferma, ma alla fine riuscirono a presentarsi.
 
-Ora dove andiamo?- chiese Lykos.
 
-Io conosco una maga molto forte. Vive a qualche ora di viaggio da qui.- disse Mitsuki
 
-Perfetto! Come si chiama?- chiese Lykos
 
-Ryoko Hoshika.- disse Mitsuki e, a diversi chilometri di distanza, una ragazza dai lunghi capelli castani starnutì.
 
* * *
 
Ashuros e Hisoka stavano camminando lungo un fiume. L’albino camminava avanti al biondo che lo fissava confuso -Ehi Ash si può sapere che cos’hai?- ma non ricevette alcuna risposta -Coraggio…non è divertente camminare a vuoto in silenzio!-
 
-Non stiamo camminando a vuoto.- disse Ashuros senza voltarsi, per poi aggiungere -I nostri informatori mi hanno riferito che da queste parti vivono due maghi parecchio forti, specializzati nell’utilizzo di armi.-
 
-Oh ma allora la lingua la sai ancora usare! Meno male altrimenti sai che noia!- disse Hisoka per poi ripetere la domanda iniziale
 
-Ho mal di schiena va bene? Se tu non fossi il puttaniere più famoso di Taren-Kar, forse le bambine non sarebbero venute a dormire da me!- disse Ashuros
 
-Ah, ma è solo per quello? Se volevano entrare non mi arrabbiavo mica.- disse Hisoka con nonchalance
 
-Hanno solo otto anni razza di maniaco!!!- urlò Ashuros
 
-Ehi ehi ehi!!! Sarò anche un puttaniere ma non toccherei mai una bambina!!!- protestò Hisoka
 
-Chissà perché ma faccio fatica a crederlo! Ne hai fatte di cazzate nella tua vita!- ribatté Ashuros
 
-Dimmene tre!- fece Hisoka con tono di sfida
 
-Primo: durante una missione dove dovevamo proteggere il conte McGordon, tu sei finito a letto con sua moglie lasciandomi tutto il lavoro da fare!- disse Ashuros alzando l’indice destro
 
-Ah, Carolina! Lei si che era una vera donna!- commentò Hisoka con sguardo sognante
 
-Secondo: durante una missione di assassinio, sei entrato nel covo dell’obbiettivo ubriaco marcio urlando ai quattro venti il piano per eliminarlo!- continuò Ashuros alzando il medio
 
-Quella sì che è stata una vera ciucca.-
 
-Terzo: quando siamo andati a portare un dono alla duchessa di Verginast, e tutti sapevano che era vegetariana, tu lei ha regalato un pregiatissimo pezzo di carne di coccodrillo!!!- concluse Ashuros alzando l’anulare.
 
-L’hai detto! Pregiatissima! Lei non lo meritava!- protestò Hisoka
 
-Sai qual è la cosa bella? Che sono tutte cose successe questo mese!- sbottò Ashuros ormai infuriato
 
-Beh faccio del mio meglio.- disse Hisoka sorridendo
 
Ashuros si sbatté una mano in faccia poi si voltò per riprendere il cammino ma si accorse che, su una roccia poco più avanti, erano seduti un ragazzo e una ragazza, che li fissavano con un’espressione divertita.
 
La ragazza indossava degli stivaletti bianchi, un paio di short bianchi con una grossa cintura nera, la parte superiore di un bikini bianco e una giacca lunga bianca, fatta però come una felpa. La giovane aveva dei lunghi capelli bianchi, gli occhi rosa e, dato che stava sorridendo, si potevano vedere i canini più lunghi del normale. Sul collo era visibile un tatuaggio bianco composto da tre parole: WHITE ROCK SHOOTER.
 
Il ragazzo, che sembrava più alto della ragazza, indossava un giacchino nero, , una canottiera bianca, dei pantaloni grigio scuro che entravano dentro gli stivali neri.. Aveva dei corti capelli neri spettinati e gli occhi color ghiaccio, in più aveva dei muscoli ben definiti e le spalle larghe.
 
I quattro si fissarono per qualche secondo
 
-Da quanto siete lì?- chiese Ashuros
 
-Da quando hai iniziato ad elencare le avventure del tuo amico.- disse la ragazza scendendo dalla roccia e avviandosi verso di loro.
 
-Certo che ne ha passate tante.- commentò il ragazzo seguendo l’albina e, solo quando furono fianco a fianco, Ashuros e Hisoka poterono notare il dislivello che c’era tra i due. Dovevano essere almeno quaranta centimetri di differenza.
 
-Io sono Shail Aghea e questo musone qua si chiama Daniel Mikage.- disse la ragazza
 
Daniel si avvicinò a Hisoka e, tendendogli la mano, disse -Bel lavoro con quella Carolina.-
 
Hisoka gli strinse volentieri la mano e, guardando Ashuros, disse -Visto? Qualcuno che apprezza i miei sforzi.- però poi si avvicinò con movimenti rapidi a Shail e le fece un baciamano.
 
-Ne ho viste di bellezze nella mia vita, ma tu rientri di sicuro nella top tre!- disse Hisoka
 
Shail arrossì leggermente poi disse -Ti ringrazio, io…- ma venne interrotta da Hisoka -Una domanda: quando ti chiedono le tue misure, gli dici “Sono bassa uno e cinquanta” vero?-
 
Per qualche secondo ci fu il silenzio più totale, poi si sentì un rumore sommesso e, in meno di un secondo, Ashuros e Daniel videro il piede di Shail in mezzo alle gambe di Hisoka, precisamente all’altezza dell’inguine.
 
Il biondo aveva un’espressione di puro dolore dipinta sul volto e boccheggiava alla disperata ricerca d’aria, mentre Shail aveva un sorriso sadico che andava da un orecchio all’altro.
 
Ashuros fissò il suo amico mentre si accasciava a terra e, alzando il mignolo destro, disse -Quarta cazzata del mese…-
 
Shail si voltò verso Ashuros e chiese -Anche tu hai qualcosa da ridire sulla mia altezza?-
 
L’albino iniziò a sudare freddo e, in preda al panico, disse -Ehm…le ragazze basse sono notoriamente forti...-
 
-Bravo, vedo che hai capito.- disse Shail riacquistando il sorriso
 
Incredibilmente Hisoka riuscì a mormorare una frase -Lei…sì che è una…donna…-
 
-Ma fa sempre così?- chiese Daniel
 
-Beh no di solito lui è…- iniziò Ashuros -…come non detto…è sempre così.-
 
-Cosa ci fanno gli assassini Catena Nera e The Joker da queste parti?- chiese Shail
 
-Vedo che sei informata.- disse Ashuros, mentre Hisoka riacquistava una posizione quasi eretta -Per rispondere alla tua domanda: stiamo cercando dei maghi forti per formare un team speciale e porre fine a questa guerra. Eravamo venuti qua proprio per voi.-
 
-Oh ne siamo onorati…- disse Daniel
 
-Uhm…l’idea di far parte dell’esercito non mi ispira molto.- disse Shail
 
-Farete parte dell’esercito, ma non starete con gli altri soldati. Voi e gli altri maghi scelti starete in una zona completamente vostra.- spiegò Ashuros
 
-Ok, se è così che stanno le cose, accettiamo!- disse Shail
 
-Aspetta chi ti dice che accetto anch’io?- chiese Daniel
 
-Oh non farla tanto lunga Danny!- disse Shail sogghignando
 
-Come cazzo mi hai chiamato?- urlò Daniel finendo subito a far botte con l’amica.
 
Ashuros fissava la scena senza dir nulla quando notò Hisoka che, invece, era entusiasta.
 
-Sarò ripetitivo…ma quella è davvero una gran donna!- disse Hisoka
 
Ashuros lo fissò per qualche secondo poi chiese -Ti fa ancora male vero?-
 
Hisoka continuò a fissare la rissa poi disse -Terribilmente…-
 
* * *
 
Il gruppo guidato da Chryssa stava camminando ormai da diverse ore in una fitta boscaglia. Durante il viaggio i quattro avevano avuto modo di conoscersi, anche se Mitsuki aveva ancora delle difficoltà a rivolgersi con tranquillità a Lykos.
 
-Senti Mitsuki, che tipo è questa Ryoko?- chiese Chryssa
 
-E’ una ragazza simpatica, allegra e molto curiosa. Probabilmente non si fiderà subito di voi ma imparando a conoscerla pian piano inizierà a fidarsi. Vedete solo di non chiederle nulla del suo passato.-rispose Mitsuki
 
-Bene vedremo di ricordarcelo…vero Lykos?- disse Chryssa
 
-Si certo tranquilla. Questa volta vedrò di stare zitto.- disse Lykos sorridendo
 
-Manca tanto?- chiese Shiye
 
-No… di solito gira in questa foresta.- rispose Mitsuki
 
Non appena finì la frase, si sentì una voce in lontananza urlare il nome di Mitsuki e, nel giro di qualche secondo, una ragazza si fiondò contro Mitsuki buttandola a terra.
 
Rimasero tutti perplessi e a Mitsuki le ci vollero diversi secondi per riconoscere la ragazza che la stava stritolando.
 
-Ryoko?! Sei tu?!- chiese Mitsuki
 
-Certo che sono io! Chi ti aspettavi che fossi?- chiese Ryoko quasi delusa dall’affermazione dell’amica.
 
-Scusami ma faccio fatica a riconoscere le persone che mi si fiondano addosso.- disse Mitsuki
 
Ryoko si rialzò e notò che l’amica non era sola, con lei c’erano altre tre persone che la fissavano perplessi.
 
-Mitsuki, chi sono queste persone?- chiese Ryoko
 
Mitsuki si rialzò a sua volta, pulendosi dalla polvere, e disse -Sono dei miei compagni, si chiamano Chryssa, Lykos e Shiye. Ragazzi lei è Ryoko.-
 
-Piacere di conoscerti!- dissero in coro i tre ragazzi, mentre Chryssa aggiunse -Noi siamo dell’esercito e siamo venuti qui a chiederti se volevi unirti all’esercito di Rhihin, non come un soldato qualsiasi ma come membro della nostra squadra speciale.-
 
Ryoko chiese -Potrò formare un team con Mitsuki?-
 
Lykos rispose -Certo che si.- 
 
Sul volto di Ryoko comparve un sorriso solare e poi iniziò a saltellare abbracciando Mitsuki.
 
I tre osservarono ancora una volta perplessi Ryoko in attesa di una sua risposta.
 
Dopo che si fu calmata, Chryssa le chiese -Allora…accetti?-
 
Ryoko rispose con un semplice -Sì.-
 
Lykos disse -Bene, per oggi abbiamo concluso. Torniamo al castello e domani ricominceremo la ricerca.-
 
-Ok.- dissero gli altri prima di avviarsi in direzione della capitale.
 
* * *
 
Il cielo ormai si stava tingendo di arancione e mancava poco al Sole per iniziare a scomparire all’orizzonte.
 
Ashuros, insieme a Hisoka, Shail e Daniel, stava ritornando a Merkanas. Per fortuna Shail non era una che teneva il muso tanto a lungo, altrimenti avrebbe continuato a malmenare Hisoka per tutto il viaggio.
 
Non che Hisoka se ne stesse buono e tranquillo sia chiaro. Più volte durante il viaggio, si era avvicinato di soppiatto a Shail e si era divertito un mondo a guardarla, letteralmente, dall’alto, poggiando il mento sullo sterno, come a volerle ricordare la differenza di altezza.
 
-Quanto manca alla capitale?- chiese Daniel
 
-Circa mezz’ora.- disse Ashuros
 
Shail, dopo aver tirato un pugno a Hisoka, indicò avanti a se e disse -C’è qualcuno.-
 
I quattro si fermarono e notarono la figura in piedi poco più avanti. Era un ragazzo piuttosto alto, con dei lunghi capelli blu tendenti al viola raccolti in una treccia e gli occhi neri la cui pupilla era rossa ma di una forma strana che non riuscirono ad identificare subito. Indossava un giacchino blu lungo fino al busto con cappuccio, una maglietta nera senza maniche, un paio di jeans blu e delle scarpe da ginnastica del medesimo colore. Portava due cinture, una tendeva a destra e una a sinistra, e, appese ad esse, aveva due borselli neri grossi come una palla di cannone.
 
Il ragazzo si avvicinò al gruppo esibendo un ghigno di sfida e disse -Bene bene, finalmente degli avversari! Su lottate con me, io devo...!- ma si bloccò non appena vide Ashuros e Hisoka -No...non è possibile!-
 
I due, così come Shail e Daniel, lo fissarono confusi
 
-Ashuros-senpai! Hisoka-senpai! Siete proprio voi!- urlò il ragazzo avvicinandosi di corsa, senza perdere il ghigno, cosa che preoccupò Shail.
 
-Scusa ma...tu chi sei?- chiese Ashuros
 
Il nuovo arrivato parve raggelarsi per un attimo -Non vi ricordate di me?-
 
-Se ti ha chiesto come ti chiami significa che non si ricorda di te! Ragiona prima di parlare a vanvera!- disse Daniel
 
Il ragazzo lo ignorò bellamente e disse -Come fate a non ricordarvi di me? Mi avete salvato la vita qualche anno fa e io volevo diventare un vostro allievo!-
 
Shail notò che, neanche per un secondo, il ragazzo non aveva mai perso il ghigno. Forse aveva “cambiato” ghigno, ma restava pur sempre un ghigno.
 
-Noi ti avremmo salvato...- iniziò Ashuros
 
-...e tu vorresti diventare un nostro allievo?- concluse Hisoka
 
Il ragazzo annuì e Shail, con un sorrisetto che non prometteva nulla di buono, disse -Oh ma quindi i due famosi assassini che non guardano in faccia a nessuno sono in realtà degli eroi che salvano le persone in difficoltà! Che cosa carina!-
 
-Ehi tappetta, vedi di non parlar male di loro due!- disse il ragazzo mettendosi davanti a Shail -Per caso vuoi una lezione di buone maniere?- e, dopo averlo estratto da uno dei borselli, si infilò un anello rosso al mignolo sinistro.
 
-Ne sarei lieta! Sono sempre in vena di imparare nuovi metodi per rompere le ossa.- disse Shail, materializzando un fucile mitragliatore bianco nella sua mano sinistra.
 
Lo scontro era imminente, ma all’ultimo, due catene avvolsero completamente Shail e il ragazzo e li sollevarono a qualche metro di altezza. Le due catene in questione uscivano dalle mani di Ashuros, che si era guadagnato un’occhiataccia da parte di Daniel.
 
-Sentite, ora non ho ne la pazienza ne la voglia di assistere ad un duello tra novellini! Volete combattere? Bene, ne avrete tutto il tempo...quando saremo arrivati al castello!- disse Ashuros, per poi riportarli a terra -Come ti chiami?- chiese poi rivolto al ragazzo
 
-Io? Shi. Shi Kurai!- disse il ragazzo
 
Ashuros controllò un attimo i nomi sul libretto e si stupì di trovare lo steso nome nell’elenco.
 
“Beh, se Torik lo ha segnato, un motivo ci sarà.” pensò l’albino per poi dire -Shi, ora verrai con noi. Sei ufficialmente un membro dell’esercito di Taren-Kar.-
 
-Ne sono onoratissimo Ashuros-senpai!- disse Shi ghignando.
 
“Quello deve essere il suo ghigno felice...” pensò Shail
 
-Smettila con quel “senpai”, mi dai sui nervi.- disse Ashuros
 
-A me, invece, puoi chiamare “Illustrissimo Hisoka-sama”!- disse il biondo
 
Ashuros notò con la coda dell’occhio che Shail si stava scrocchiando le dita così, con un sorrisetto sulle labbra, afferrò con una catena Hisoka e lo lanciò in aria, esattamente sopra Shail.
 
-E’ tutto tuo.- disse l’albino riprendendo il cammino, seguito da Daniel e Shi
 
Hisoka vide sotto di se Shail che allargava le braccia, quasi a volerlo prendere al volo. Un grosso sorriso apparve sulle labbra di Hisoka ma durò ben poco, visto che Shail, in realtà aveva allargato le braccia per far comparire due fucili, uno per mano.
 
Il prestigiatore iniziò a sudare freddo mentre la forza di gravità lo portava velocemente verso il suo carnefice.
 
* * *
 
Ashuros tirò di nuovo fuori il libretto, lesse di nuovo i nomi degli altri maghi e pensò “Uff...ne abbaiato trovati appena tre e sono già a pezzi. Questa missione sarà veramente dura...”
 
Un urlo lo destò dai suoi pensieri. Insieme a Shi e Daniel, si voltò indietro e videro Hisoka che correva a tutta velocità schivando al pelo i proiettili sparati da Shail che lo tallonava con due fucili bianchi in mano.
 
-Mi piacciono le ragazze focose ma forse qui si esagera!- urlò Hisoka passando vicino al trio.
 
Ashuros e gli altri due lo videro allontanarsi sempre più, seguito da Shail che sembrava la sua ombra.
 
“Uhm...forse ho parlato troppo presto.” Pensò Ashuros, esibendo un ghigno uguale a quello di Shi.
 
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Bene, finalmente abbiamo finito il primo capitolo di reclutamento! CI è voluto un po’ perché non riuscivamo a connettere bene gli OC con le scene ma ormai abbiamo già creato delle bozze per tutti gli altri ^.^
 
 
Speriamo che il capitolo vi sia piaciuto e che recensirete in tanti. Un’ultima cosa: lo splatter arriverà solo dopo i reclutamenti...la calma prima della tempesta XD aspettate e vedrete!
 
Ci vediamo alla prossima! Buona serata!!!
 
Fede & andry
 

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Capitolo 3
*** Reclutamento parte 2 ***


Ehilà gente, come va? Noi di merda perché giusto stamattina abbiamo avuto un’interrogazione a sorpresa di statistica “-.- ma tralasciamo le disgrazie scolastiche e passiamo a qualcosa di  più interessante: Shail si è guadagnata a pieni voti il titolo di idolo fra gli OC :D le palle di Hisoka non potrebbero essere più felici (n.d.fede: ho sentito male io per lui). Per quanto riguarda gli OC che oggi entreranno a far parte della nostra storia saranno 4 cattivi e 2 buoni, questa scelta deriva dal fatto che il numero di OC cattivi supera quello di quelli buoni (siete tutti dei cattivi ragazzi). Non vi trattengo oltre e via con il capitolo!!!

Ci vediamo al fondo.

 

Capitolo 2: Reclutamento parte 2

 

Un enorme edificio bianco era la nuova sede della squadra speciale capitanata da Chryssa e Lykos. L’edificio era composto da tre piani e, sopra la porta d’ingresso, era dipinto lo stemma del regno: Il muso di un leone dorato con gli occhi verdi.

 

Lykos e Chryssa erano in piedi davanti alla porta, pronti per ripartire alla ricerca dei loro nuovi alleati. Durante il viaggio di ritorno non c’erano stati problemi e Ryoko, che aveva difficoltà a fidarsi delle persone al primo impatto, aveva avuto modo di stringere amicizia con tutti quanti e ora, i due soldati, stavano aspettando proprio lei e la sua amica, Mitsuki.

 

Le due ragazze arrivarono in quel momento, uscendo di corsa dalla loro base.

 

-Buongiorno ragazzi!- disse Ryoko sorridendo

 

-Buongiorno!- disse Lykos -Pronte per la ricerca?-

 

-Certo! Non vediamo l’ora!- disse Ryoko

 

Il piano era semplice. Dato che Ryoko possedeva la magia celeste, conosceva parecchi incantesimi di potenziamento, così sarebbero potuti andare più lontano del giorno precedente.

 

-Ok Ryoko. Quando vuoi.- disse Chryssa

 

La giovane ragazza dai capelli castani, chiuse lentamente gli occhi e una flebile aura azzurra iniziò a vorticarle intorno. In pochi secondi, l’aura crebbe di intensità e i suoi capelli iniziarono a fluttuare nell’aria.

 

La giovane riaprì gli occhi e, puntando le mani aperte verso i suoi compagni, disse -SPEED INCREASE!!!-

 

I corpi di Ryoko, Mitsuki, Lykos e Chryssa iniziarono a brillare di una forte luce azzurra che si spense dopo pochi secondi.

 

-Bene, ora la nostra velocità è decuplicata per le prossime tre ore.- spiegò Ryoko riprendendo fiato. Malgrado fosse un incantesimo semplice, applicarlo a più persone per così tanto tempo richiedeva parecchie energie.

 

-Ok, allora possiamo andare.- disse Lykos

 

-Dov’è Shiye?- chiese Mitsuki

 

-Sta ancora dormendo. Ha fatto le ore piccole per poter finire una sua invenzione. Credo che dormirà ancora per un paio d’ore minimo.- spiegò Chryssa

 

-Coraggio muoviamoci, non sto più nella pelle!- disse Lykos iniziando a correre, apparentemente senza nessun cambiamento nella velocità

 

-Va bene, su partiamo! Prima arriviamo e prima torniamo!- disse Chryssa seguendo l’amico e, non appena anche le altre due iniziarono a correre, tutti e quattro iniziarono a correre sempre più veloce fino a scomparire all’orizzonte nel giro di pochi secondi.

 

* * *

 

Ashuros e Hisoka camminavano tranquilli per una strada di montagna con Shi che li seguiva a pochi metri di distanza, sempre con il suo solito ghigno stampato sul viso.

 

Per fortuna, la sera precedente, Hisoka non era riuscito a rimorchiare nessuna ragazza, forse era merito di Shail che l’aveva continuato a pedinare dai tetti, con un fucile da cecchino in mano, pronta a sparargli alla minima sgarrata.

 

Sta di fatto che si erano tutti alzati presto e, mentre Shi si era subito offerto per andare insieme ai due alla ricerca di nuovi alleati, Shail e Daniel avevano preferito restare con Amy e Katia, visto che, con grande sorpresa di Ashuros e Hisoka, i due adoravano i bambini e perfino Daniel, che sorrideva solo quando parlava con la sua amica, si era subito sciolto davanti alle due piccole.

 

-Come mai siamo venuti proprio da queste parti?- chiese Shi, lucidando nel mentre uno dei suoi anelli

 

-I nostri informatori sono riusciti a trovare quattro maghi segnati sul libretto e, a quanto pare, si aggirano tutti da queste parti.- spiegò Ashuros

 

-Oh e che tipi sono?- chiese Shi

 

-Uhm…se vuoi possiamo riassumere il tutto in due semplici parole “Brutali psicopatici”- disse Hisoka mischiando un mazzo di carte -Da quanto ricordo, tra questi vi è una ragazza particolarmente sadica che usa un incantesimo davvero affascinante: The Show. Gli altri sono tutti ragazzi e uno di loro è addirittura un demone con tanto di ali nere e corna, esperto di arti marziali e con il controllo dell’ombra. Il terzo è un semplice spadaccino che ama alla follia combattere e usa un incantesimo di potenziamento sul suo corpo, un individuo che preferisce risolvere le questioni con la spada piuttosto che con le parole ma si può sempre provare.-

 

-Si può dire che la loro fama li precede.- disse Shi

 

-Già, mentre il quarto è quello di cui abbiamo meno informazioni. Sappiamo solo che si fa chiamare Rahl. Il suo vero nome è sconosciuto e utilizza un incantesimo che controlla le anime.- spiegò Ashuros.

 

Il trio continuò a camminare per almeno mezz’ora quando raggiunse un bivio: la strada di destra passava per un bosco mentre quella di sinistra portava ad un piccolo villaggio.

 

-Che direzione prendiamo?- chiese Shi

 

-Semplice: entrambe!- disse Hisoka avviandosi verso il bosco -Se percorriamo entrambe le strade incontreremo di sicuro qualcuno di questi maghi.-

 

-D’accordo. Queste strade si rincontrano tra dieci chilometri. Ritroviamoci lì.- disse Ashuros prendendo la strada di sinistra -Shi con me. Se incontreremo qualcuno e ci sarà da combattere, lo farai tu e io valuterò le tue abilità.-

 

-OK!- disse Shi seguendo l’albino. Sperava proprio di affrontarne almeno uno di quei maghi così forti. Era da troppo tempo che non si scatenava.

 

* * *

 

Silenzio. Intorno a lui non c’era il ben che minimo rumore ma a Hisoka non importava. Nella sua vita aveva viaggiato per i luoghi più paurosi dell’intero regno e un semplice boschetto privo di rumori difficilmente lo avrebbe intimorito.

 

“Effettivamente c’è qualcosa che non quadra. Non percepisco nessun movimento. Sembra quasi che non ci siano più animali.”  pensò il biondo guardandosi attorno quando finalmente, udì un suono.

 

Erano dei passi e, oltre ad essi, poteva sentire qualcosa di ritmico che colpiva il terreno ma era qualcosa di molto piccolo come un bastone o qualcosa del genere.

 

Si fermò in mezzo alla strada e iniziò a fissare avanti a se dove c’era un leggera nebbiolina. Il rumore di passi si fece sempre più vicino e una sagoma scura iniziò a farsi vedere in mezzo alla nebbia.

 

Il biondo attese pazientemente che la figura uscisse dalla nebbia. Cosa che accadde dopo pochi secondi.

 

Si trattava di un ragazzo vestito elegantemente: scarpe nere, pantaloni neri, una camicia rossa, un paio di guanti neri di pelle, un lungo cappotto nero, un largo cappello nero e un bastone da passeggio nero con l’impugnatura a forma di teschio.

 

Il giovane si fermò a pochi metri dal biondo e alzò la testa per fissarlo dritto negli occhi. Gli occhi azzurri di Hisoka si incrociarono con gli occhi neri del ragazzo che, man mano che si andava verso la pupilla, diventavano sempre più chiari fino a diventare di un rosso acceso. I corti capelli neri si intravedevano sotto il cappello e, nel suo insieme, era davvero un bel ragazzo.

 

Per qualche strano motivo, Hisoka lo etichettò subito sotto la voce: “Rivale”

 

Il ragazzo si tolse il cappello e, dopo un breve inchino, disse -Buongiorno, giovane mago. Ho come l’impressione che tu abbia bisogno di qualcosa.-

 

-E di cosa avrei bisogno, di grazia?- chiese Hisoka continuando a mischiare il mazzo di carte, senza preoccuparsi del come avesse capito che lui era un mago (n.d.andry: forse le carte danno un piccolo indizio…)

 

-Uhm…vediamo…- disse il ragazzo iniziando ad avvicinarsi -…che ne diresti dell’abilità di far innamorare tutte le donne di te? Tutto ciò che ti chiedo…è la tua anima…-

 

Per qualche secondo, il silenzio tornò sovrano venendo poi infranto da una fragorosa risata di Hisoka, che si era piegato in due dal ridere.

 

Il moro lo fissò sorpreso da quella reazione e chiese -Cosa c’è di così divertente?-

 

-Ah ah ah ah evidentemente non mi conosci!!! Ah ah ah ah io sono Hisoka, il più grande rubacuori di tutta Taren-Kar! Possiedo quell’abilità già dalla nascita!- spiegò il biondo lasciando il moro a bocca aperta

 

-Uhm…interessante…allora…- continuò il moro ma Hisoka, mettendogli una mano sulla spalla, lo anticipò -Spiacente ma hai perso la tua occasione…Rahl.-

 

-Come fai a conoscermi?- chiese Rahl assottigliando gli occhi

 

-Ho i miei mezzi. Se devo essere sincero non credevo fossi tu, ma non appena mi hai chiesto l’anima in cambio del favore, ne ho avuto la certezza assoluta.- spiegò Hisoka -Ti stavo cercando.-

 

-Per quale motivo? Devo proporre un affare a qualcuno?- chiese Rahl

 

-Nah, voglio semplicemente che diventi un soldato di Taren-Kar. Per essere precisi un membro della mia squadra speciale.- disse Hisoka sorridendo

 

-Tsk, perché un essere forte come me dovrebbe unirsi a dei deboli come voi?- chiese Rahl

 

-Perché così potresti affrontare tante persone, ucciderle e prendergli l’anima.- disse Hisoka

 

Rahl parve pensarci su, poi gli tese la mano e disse -Affare fatto.-

 

Hisoka sorrise e gli diede una pacca sulla spalla -Vogliamo andare?-

 

Rahl annuì e riprese a camminare nella stessa direzione verso la quale si stava dirigendo prima e Hisoka lo seguì senza problemi, dimenticandosi di un certo luogo di randevoux che aveva prefissato con un certo mago albino.

 

* * *

 

-Ehi Ryo.- disse Mitsuki camminando vicino all’amica

 

-Sì Mitsuki?- disse Ryoko

 

-Pensi che abbiamo fatto bene ad unirci all’esercito?- chiese Mitsuki per poi inciampare senza alcun preavviso

 

Ryoko si fermò ad aiutare l’amica a rialzarsi poi le rispose -Secondo me sì! Tu vuoi trovare una certa persona e sono sicura che così la troverai! In più, finché saremo insieme, non dovremo preoccuparci di nulla!-

 

Mitsuki le sorrise di rimando poi disse -Sì hai ragione! Ora cerchiamo questa benedetta Juujica!-

 

Le due ragazze si erano separate da Lykos e Chryssa per poter trovare prima i due maghi che si aggiravano per quella zona. Per fortuna Ryoko sapeva orientarsi un minimo altrimenti, Mitsuki si sarebbe persa su una strada dritta...

 

Mitsuki fissò la sua amica, compagna di tante avventure. Era poco più alta di lei ma molto meno formosa. I suoi lunghi capelli castani lasciati liberi sulla schiena, fatta eccezione per due codini laterali, si sposavano alla perfezione con gli occhi verdi. Indossava una semplice maglietta verde scollata sulle spalle, dei pantaloncini di jeans, degli stivali neri e due polsini del medesimo colore.

 

Si ricordò del loro primo incontro che, definirlo caotico, era veramente riduttivo. Entrambe erano sole e avevano subito un brusco shock in passato. All’inizio Ryoko si era dimostrata diffidente e, per una serie di venti, Mitsuki era stata costretta ad usare il suo potere: l’elettricità, la più grande paura di Ryoko.

 

Malgrado i fulmini e le saette di Mitsuki, erano diventate amiche in breve tempo e non si erano più lasciate, se non per rare occasioni.

 

Ora erano lì, in giro per Greenland alla ricerca di alcuni maghi abbastanza forti da permettere all’esercito di Rhihin di vincere questa guerra.

 

Di colpo Ryoko si voltò verso il boschetto che costeggiava la strada a sinistra

 

-Hai sentito qualcosa?- chiese Mitsuki mentre dei piccoli fulmini iniziavano a comparirle intorno alle braccia

 

-Sì. Mi è sembrato...un tuffo.- disse Ryoko avvicinandosi al boschetto

 

-Un tuffo?- ripetè Mitsuki

 

-Sì, dev’esserci dell’acqua qui vicino e qualcuno o qualcosa si dev’essere tuffato.- spiegò Ryoko

 

Mitsuki ebbe un brivido lungo la schiena. Lei non sapeva nuotare e restare troppo vicino all’acqua la metteva a disagio, soprattutto quando c’era qualcun altro con lei. Il pessimo scherzo di Shiye ne era un prova, visto che, se fosse caduta in acqua, avrebbe fulminato tutti nel raggio di cento metri.

 

-Proviamo a vedere. Caso mai è uno dei maghi!- ipotizzò Ryoko sorridendo

 

Altro brivido per Mitsuki che pensò “Di solito se ti butti in acqua ti spogli prima...e se fosse un ragazzo?!?”

 

La maga dei fulmini iniziò a balbettare, mentre le sue guance diventavano rosso fuoco. Già stare vicino ad un ragazzo vestito la metteva a disagio, figuriamoci uno nudo.

 

Ryoko si tuffò in quel boschetto curiosa come una bambina e trascinò di forza la povera Mitsuki. Va detto che, grazie a Ryoko, Mitsuki non inciampò quasi mai, solo quelle venti o trenta volte...

 

Dopo pochi minuti raggiunsero una radura dove, come previsto da Ryoko, c’era un piccolo laghetto. Le due ragazze rimasero nascoste vicino ad un cespuglio sul limitare della radura e notarono, poco più a destra rispetto a loro, una sacca da viaggio nera.

 

Non ebbero neanche il tempo di chiedersi a chi appartenesse, che una ragazza emerse dal laghetto. Con un paio di bracciate guadagnò la riva e uscì con calma, per poi strizzarsi un po’ i capelli.

 

Era una ragazza molto bella, alta poco più di Ryoko con un seno prosperoso, di cui Ryoko non potè fare a meno di essere gelosa. La pelle era bianca come il latte e aveva dei lunghi capelli bianchi, con due ciocche laterali simili alle orecchie di un gatto. I brillanti occhi rossi sembravano privi di qualunque emozione e una grossa cicatrice a forma di X presente sulla sua guancia destra, era l’unico particolare che stonava nell’insieme.

 

L’albina si avvicinò alla sacca e rimase ferma per qualche secondo, dopodichè, fece comparire un gladio nella sua mano destra e lo scagliò verso Mitsuki e Ryoko, conficcandolo nel terreno tra le due ragazze che non poterono fare a meno di urlare alzandosi di scatto.

 

-Ehi ma sei pazza?!? Potevi fare male a qualcuno!- urlò Mitsuki lanciando un’occhiataccia all’albina che non si scompose minimamente.

 

-Avevate solo da non spiarmi.- disse glaciale la ragazza estraendo poi un asciugamano dalla sacca, con cui iniziò ad asciugarsi i capelli.

 

-Ma tu guarda questa!- disse Mitsuki già pronta a fulminarla vendendo però fermata da Ryoko

 

-Tu sei Juujica Shizumi vero?- chiese la castana

 

L’albina la fissò per un lungo istante con i suoi occhi privi di emozioni poi gettò a terra l’asciugamano e disse -RIEQUIP!!!-

 

Una forte luce si sprigionò dal suo corpo e, un secondo dopo, la ragazza indossava un’armatura nera con una croce insanguinata raffigurata sul davanti.

 

“Si, è decisamente lei.” pensò Ryoko -Non vogliamo combattere con te. Siamo dell’esercito di Rhihin, venute qui in cerca di alleati.-

 

-Sprecate tempo.- disse Juujica

 

-Ascoltaci prima di decidere.- disse Ryoko -In questo momento Greenland è sconvolta dalla guerra e sono sicura che anche a una ragazza di ghiaccio come te interessa la salvezza del suo paese!-

 

Juujica chiuse un secondo gli occhi, ripensando a quand’era più piccola e viveva tranquilla e serena insieme a suo fratello gemello...fino a quella notte...

 

Riaprì gli occhi e, fissando Ryoko disse -Non mi importa molto di questo paese. Se dev’essere distrutto così sia. Mi unirò a voi ma ho il mio obbiettivo personale e se qualcuno cercherà di fermarmi, lo ucciderò.-

 

Ryoko e Mitsuki non poterono fare a meno di deglutire. Non c’era un briciolo di esitazione nelle sue parole e i suoi occhi privi di emozione la rendevano ancora più inquietante.

 

-B...bene, allora iniziamo a dirigerci a sud. Dobbiamo raggrupparci con dei nostri compagni.- disse Ryoko

 

Juujica non disse nulla e, dopo aver recuperato la sua sacca, iniziò a camminare uscendo dal boschetto, seguita da Mitsuki.

 

-Ehm...ragazze?- disse Ryoko allorché le due si girarono verso di lei

 

-Il sud è da quella parte...- disse la castana indicando un punto alle sue spalle

 

Mitsuki la superò velocemente cercando di nascondere l’imbarazzo per la gaffe, mentre Juujica seguì le indicazioni di Ryoko senza batter ciglio.

 

Ryoko sospirò per poi seguire le due bussole viventi. Il viaggio di ritorno sarebbe stato mooolto lungo...

 

* * *

 

Chryssa e Lykos stavano camminando in una grossa distesa di fiori. Era incredibile che, in tempo di guerra, esistessero ancora dei posti così belli.

 

Lykos si guardava attorno tranquillo mentre Chryssa camminava spedita.

 

-Ehi Chryssa c’è qualcosa che non va?- chiese Lykos fissando la schiena della compagna

 

-Perché me lo chiedi?- chiese a sua volta Chryssa

 

-Intuito. Se posso azzardare c’entra con il passato del ragazzo che stiamo cercando vero?- ipotizzò Lykos

 

Chryssa rallentò fino a fermarsi, così come Lykos. La ragazza prese il libretto e sfogliò le varie pagine coi nomi. Torik era riuscito ad inserire anche varie informazioni dei maghi, tra cui il passato e, quello riguardante Alex Kenshi, l’aveva particolarmente colpita, avendo entrambi una cosa in comune.

 

-Non so se ci ho azzeccato ma...il nostro bersaglio è alla tua destra. Se continui a concentrarti sul davanti, ti perdi il panorama.- disse Lykos sorridendo

 

Chryssa sgranò per un secondo gli occhi per poi girarsi a destra. Proprio come aveva detto Lykos, a una trentina di metri, seduto sotto un albero, c’era un ragazzo dal fisico asciutto con i capelli corti e neri sparati verso l’alto con il gel. Indossava una T-shirt nera, dei pantaloni corti bianchi con due grosse tasche, un paio di scarpe da ginnastica nere e un braccialetto bianco sul polso destro.

 

Chryssa si girò verso Lykos e gli disse -Mi chiedo cosa farei se non ci fossi tu.-

 

-Probabilmente ti annoieresti a morte!- disse Lykos sorridendo per poi dirigersi verso il ragazzo.

 

“Già, probabilmente è così.” pensò Chryssa sorridendo a sua volta

 

Man mano che si avvicinavano al ragazzo, i due notavano alcuni particolari che da lontano gli erano sfuggiti, come ad esempio: gli inserti bianchi e rossi sulle maniche e sul petto della maglietta o gli inserti e i lacci verde fluo delle scarpe.

 

Il ragazzo si girò verso di loro, mostrando due occhi marroni e disse -E’ da un po’ che vi sentivo. Ce ne avete messo per arrivare fin qui.-

 

-Quindi è vero che i Dragon Slayer hanno un udito finissimo.- disse Lykos

 

-Non solo quello, anche il nostro olfatto è molto sviluppato.- disse il ragazzo sorridendo

 

-Mi fa piacere saperlo, ci tornerai molto utile. Alex Kenshi presumo.- disse Chryssa

 

-Sì sono io ma credo che lo sapeste già.- disse Alex alzandosi in tutti i suoi centottanta centimetri d’altezza.

 

-Pura formalità.- disse Chryssa -Siamo qui per reclutarti nell’esercito.-

 

-Immaginavo. Beh non vedo perché no! Odio le ingiustizie e quelli di Taren-Kar ne fanno anche troppe.- disse Alex tendendo una mano a Chryssa

 

La ragazza gliela strinse e disse -Benvenuto nell’esercito Alex! Su, dobbiamo andare a nord a raggrupparci con due nostre compagne.-

 

-D’accordo.- disse Alex e tutti e tre partirono a grande velocità verso nord. Lykos e Chryssa erano ancora sotto l’effetto del potenziamento di Ryoko mentre Alex possedeva quella velocità già di suo e non era un caso che fosse il Dragon Slayer della luce.

 

* * *

 

Ashuros e Shi erano senza parole. Soprattutto l’albino. Era solito trovarsi di fronte a scene cruente di tutti i tipi ma quella che avevano di fronte era la distruzione per eccellenza!

 

Dopo essersi separati da Hisoka, i due avevano camminato per più di un’ora e, finalmente, erano giunti in vista del campanile del paese...peccato che il campanile, così come tutte le altre costruzioni, fosse ridotto malissimo. In giro non c’era anima viva e Ashuros potè notare un po’ ovunque dei segni di spada e di pugni.

 

“Non dirmi che quegli idioti si sono scatenati qui!” pensò l’albino e dato che le disgrazie non vengono mai da sole, il muro di una casa davanti a loro, venne letteralmente distrutto. Il crollo del muro sollevò un grosso polverone da cui uscì una figura.

 

Due grosse ali da angelo nere e le corna appuntite che partivano da sopra le orecchie per poi puntare in avanti furono la prima cosa che Ashuros vide, seguite a ruota dal resto del corpo: era un ragazzo alto e dal fisico muscoloso con la carnagione abbronzata, i capelli neri spettinati e gli occhi color ghiaccio. Indossava delle scarpe da ginnastica, dei pantaloni, una camicia sportiva e una giacca di pelle con degli strappi sulla schiena per le ali. Tutti gli indumenti erano neri fatta eccezione per un paio di guanti rossi borchiati e per le catene grigie arrotolate intorno alla vita e alle caviglie.

 

Con un battito d’ali, il ragazzo raggiunse il tetto di una casupola e vi atterrò sopra, girandosi poi verso il polverone da cui uscì una seconda figura. Era un altro ragazzo, poco più basso del precedente, dal fisico asciutto e i muscoli definiti. Aveva gli occhi verdi e i lunghi capelli castani erano raccolti in una crocchia. Indossava un abbigliamento sportivo: scarpe da ginnastica bianche, pantaloni della tuta blu e una maglietta bianca. La cosa che attirò l’attenzione di Ashuros fu la spada che teneva in mano, era un katana lunga dall’impugnatura bianca con la lama rovinata lungo tutto il filo.

 

Il castano, non appena ebbe individuato il ragazzo demone, si scagliò contro di lui, iniziando a correre e saltando all’ultimo. Ashuros e Shi rimasero sorpresi nel vedere che, malgrado fosse una casa di tre piani, il ragazzo aveva raggiunto il tetto con un solo salto e ora stava combattendo corpo a corpo con il moro.

 

-Chi diavolo sono quei due?- chiese Shi fissando il duello

 

-Il ragazzo con le ali è Amlach Lumbar mentre lo spadaccino è Edward Yoshina.- disse Ashuros leggendo il libretto

 

-Certo che ci sanno fare.- disse Shi infilandosi due anelli per mano.

 

In quel momento, Edward tentò un affondo che però venne prontamente deviato da Amlach con il dorso della mano sinistra. Il moro cercò a sua volta di colpirlo con un diretto al viso che andò a segno ma era come se la pelle del castano fosse dura come l’acciaio.

 

Amlach alzò un sopracciglio per poi allontanarsi con un battito d’ali.

 

Edward lo guardò con un sorrisetto sadico sul volto -Certo che sei bravo a svolazzare qua e la, razza di cornacchia.-

 

Se il suo obbiettivo era quello di far innervosire l’avversario, ci era riuscito alla grande, perché Amlach scattò in avanti lasciando un solco nel tetto e caricò un calcio laterale con la gamba destra. Edward fece un passo all’indietro, evitando al pelo il colpo ma il ghigno di Amlach gli fece capire che si sbagliava.

 

Quando credeva di aver evitato il calcio, una specie di tentacolo fatto di ombra, lo colpì al fianco sinistro, scaraventandolo di sotto.

 

Amlach non gli diede neanche il tempo di respirare che lo seguì in picchiata ma fu un terribile errore perché, diversamente da quanto credeva, Edward era riuscito ad attutire il colpo e ora era di nuovo in piedi. Impossibilitato a fermarsi, Amlach cercò di spostarsi lateralmente e ci riuscì, non riuscendo però ad evitare la lama di Edward che gli aprì un lungo taglio sulla spalla sinistra.

 

-Keh, quelle ali saranno la tua rovina.- disse Edward fissando Amlach che si stava rialzando

 

-Tsk, riuscirò comunque ad ucciderti.- rispose gelido il moro

 

Prima che Edward potesse ribattere, un’armatura bianca armata di due asce, cadde dal cielo davanti a loro. I due la fissarono confusi, non aspettandosi nulla del genere, quando all’improvviso, l’armatura, o per meglio dire, l’uomo dentro l’armatura disse -Vi prego aiutatemi!-

 

-Aiutarti?- chiese Edward

 

-Sì vi prego! Mi sta controllando!- urlò di nuovo l’uomo per poi scagliarsi contro Edward e cercare di colpirlo con un colpo dall’alto. Edward non si fece cogliere impreparato e, con un movimento rapidissimo, tagliò di netto il braccio destro dell’uomo all’altezza del gomito, facendo cadere l’arto a terra. L’uomo iniziò ad urlare come un matto mentre dal suo moncherino fuoriuscivano diversi schizzi di sangue, alcuni dei quali macchiarono la maglietta bianca di Edward, per nulla sconvolto da ciò.

 

-Che stai facendo?!?- urlò l’uomo

 

-Se sei controllato non posso farci niente. Non sono esperto di queste cose, quindi passerò per la via più veloce...ucciderti.- disse Edward e, senza esitazione, trapassò la cassa toracica dell’uomo con la sua spada sul lato destro. Da entrambi i fori dell’armatura fuoriuscì una grossa quantità di sangue.

 

Le urla dell’uomo smisero di colpo ma il corpo non cadde a terra, anzi, si girò su se stesso e si lanciò contro ad Amlach già ponto a riceverlo. Il moro si abbassò all’ultimo e assestò un potente montante destro dritto nel torace dell’uomo, sul lato sinistro, poi anziché estrarre normalmente il pugno, tirò a se il suo braccio, distruggendo completamente la cassa toracica dell’uomo e facendo riversare a terra un polmone, lo stomaco e qualche altro organo, più, ovviamente, litri di sangue.

 

Benché fosse ormai morto, l’uomo riuscì ad alzare il braccio sinistro e cercò di calare l’ascia sulla testa di Amlach che però gliela bloccò con la mano destra e, con nonchalance gliela strappò via, per poi conficcargliela con forza in mezzo agli occhi.

 

Finalmente, l’armatura cadde all’indietro e smise di muoversi. Amlach e Edward si guardarono un secondo poi il moro disse -Ora posso tornare a massacrati.-

 

-Che strano, stavo per dirti la stessa identica cosa.- disse Edward che però sgranò di colpo gli occhi, così come Amlach.

 

“Non riesco muovermi...” pensarono i due fissandosi

 

-Uh uh uh...era da parecchio tempo che non trovavo due bambole così carine.- disse una voce femminile. I due si girarono, senza volerlo, verso un cumulo di detriti sopra la quale era seduta una ragazza dai lunghi capelli argentati che li fissava con gli occhi viola carichi di follia. Era una giovane più bassa di loro, ma non di molto, con la pelle simile a porcellana. Indossava un abito gothic lolita corto, composto da: un corsetto nero aperto nella metà inferiore decorato con dell’oro vicino ai lacci, una gonna a balze nera corta, le maniche lunghe e ampie sui polsi con dei lacci sui lati e delle decorazioni in oro e pizzo nero nella parte inferiore; la parte superiore aveva una pelliccia bianca come decorazione che faceva il giro di tutta la parte superiore. Ad abbellire il suo look da bambola c’erano anche degli stivaletti neri alti con il tacco, dei guanti di pizzo nero aperti, una collana a nastro con una rosa rossa al centro e una maschera bianca che le copriva la parte destra del viso, escluso l’occhio, più un fermaglio nero a forma di cilindro.

 

-Chi cazzo saresti tu?- chiese Amlach cercando di muoversi.

 

-Kurari Trigger, la vostra nuova padrona.- disse la ragazza sorridendo.

 

-Padrona? Tsk, se speri di potermi controllare...ti sbagli di grosso!- disse Edward iniziando a fare forza sulle braccia, fino a quando delle sottili strisce rosse non iniziarono a comparire sulla sua pelle -Keh, capisco...ci stai controllando con dei fili!-

 

-Complimenti per averlo notato!- disse Kurari -Credo proprio che diventerai il mio bambolotto preferito.-

 

-Ne sarei felice e sarei ancora più felice se potessi metterti le mani addosso!- urlò Edward pregustando il momento in cui avrebbe passato a fil di lama la gola di quella ragazza.

 

-Spiacente ma non potrai farlo perché io...- iniziò Kurari ma la sua frase venne troncata da un grosso shuriken che le passò a pochi centimetri dal viso, recidendo i fili che tenevano legati Amlach e Edward, liberandoli di conseguenza.

 

-Chi è stato?!?- urlò Kurari girandosi verso la direzione da cui era arrivato lo shuriken, notando un ragazzo con un ghigno stampato sul volto che afferrò al volo lo shuriken di ritorno e, di fianco a lui, un ragazzo intento a leggere qualcosa su una specie di libretto.

 

-Sono stato io.- disse il ragazzo con il ghigno

 

-Bene ragazzino, vorrà dire che sarai tu il mio nuovo...!- purtroppo Kurari venne di nuovo interrotta, stavolta dalla lama di Edward puntata alla gola e da un tentacolo di Amlach avvolto intorno al torace.

 

-Ti uccido.- dissero in coro i due ritrovandosi a loro volta prigionieri di due catene fuoriuscite dal terreno che li avevano immobilizzati sul posto.

 

Kurari, credendosi salva, si alzò pronta per andarsene, ma anche lei fu fermata da una catena.

 

-Spiacente, ma attualmente voi non potete: scappare, uccidervi o mutilarvi tra di voi e cercare un modo per uccidere me e il mio compagno. Desolato.- disse Ashuros avvicinandosi lentamente.

 

L’albino non fece neanche caso alle tre occhiate assetate di sangue che si era guadagnato con quelle poche parole.

 

-Chi cazzo saresti tu?- ripetè Amlach

 

-Certo che il tuo vocabolario non è niente male.- commentò Edward

 

-Per rispondere alla tua domanda...mi chiamo Ashuros Bleeder e sono un soldato di Taren-Kar. Siete stati scelti per far parte di una squadra speciale dell’esercito. Ora come ora avete due possibilità: accettare l’offerta ed univi a noi oppure rifiutare e venire stritolati da queste catene, che per inciso annullano i vostri poteri.- disse Ashuros fissando uno ad uno i tre prigionieri.

 

-Ci sarà da combattere?- chiese Edward

 

-Sì. Ci sarà da combattere e dovrete uccidere molte persone se richiesto.- disse Ashuros

 

-Ok, non mi serve sapere altro, accetto.- disse Edward per poi essere liberato

 

-Accetto anch’io ma sia chiaro...lavoro da solo.- disse Amlach

 

-L’idea di non essere la vostra padrona mi dà fastidio, ma se così facendo potrò uccidere e trovare nuove bambole...non vedo perché dovrei rifiutare. Accetto.- disse Kurari

 

-Bene, ora vorrei farvi una domanda: perché avete distrutto questo villaggio?- chiese Ashuros

 

Edward e Amlach si fissarono per qualche secondo in silenzio poi, all’unisono, dissero -Mi ha mancato di rispetto.- e si indicarono a vicenda

 

-Vi sembra un motivo fottutamente valido?!?- disse Ashuros -Bah, lasciamo stare. Su, dobbiamo raggiungere il nostro compagno.-

 

Dopo che anche Shi si fu presentato ai nuovi arrivati, i cinque iniziarono il loro cammino verso il punto di randevoux.

 

* * *

 

Mitsuki, Ryoko e Juujica erano sedute all’ombra di un albero in attesa dell’arrivo di Chryssa e Lykos. Le prime due stavano chiacchierando tranquillamente tra di loro mentre la terza leggeva un libro senza proferire parola.

 

D’un tratto, Ryoko e Mitsuki notarono tre figure avvicinarsi a grande velocità. Riconobbero subito Chryssa e Lykos ma il ragazzo insieme a loro non lo avevano mai visto.

 

In pochi secondi vennero raggiunte dai tre e Mitsuki si alzò per salutarli, nell’esatto momento in cui Shiye compariva davanti a lei urlando -Yo finalmente vi ho trovate!!!-

 

Juujica chiuse di colpo il libro e alzò lo sguardo, incrociando quello di Alex. Gli occhi rossi privi di emozioni di lei si incrociarono per un secondo con quelli marroni di lui, nell’esatto istante in cui Shiye veniva fulminato, per la seconda volta in due giorni, da Mitsuki.

 

Rimasero così per qualche secondo. Giusto il tempo di cui aveva bisogno Lykos per sincerarsi della salute di Shiye.

 

Juujica fu la prima a distogliere lo sguardo preferendo concentrarsi sui due soldati con cui era arrivato Alex.

 

-Bene, vedo che anche voi avete trovato qualcuno.- disse Chryssa guardando Juujica la quale la fissò a sua volta

 

-Uhm...il sole sta iniziando a calare...vogliamo metterci in marcia?- chiese Lykos sistemandosi sulle spalle Shiye

 

-Sì, domani sarà l’ultimo giorno di ricerca...dopotutto è probabile che anche Ashuros e Hisoka abbiano iniziato a cercare degli alleati.- disse Chryssa

 

Alex ebbe un brivido lungo la schiena. Conosceva bene Hisoka e voleva trovarlo...per ucciderlo.

 

-Ok, allora in marcia. Dovremmo riuscire ad arrivare entro le sette.- disse Lykos avviandosi verso la capitale, seguito da Mitsuki, Chryssa, Ryoko e, in fondo al gruppo, Alex e Juujica.

 

* * *

 

Quattro ore. Era da quattro ore che Ashuros e gli altri stavano aspettando Hisoka. Dopo le prime due ore, Amlach aveva iniziato ad irritarsi e, per farlo calmare, Ashuros gli aveva dato il permesso di combattere con Edward, con grande gioia di quest’ultimo.

 

-Dove diavolo sarà finito?- disse Ashuros

 

-Io avrei un’ipotesi.- disse Shi

 

-Sentiamola.-

 

-Non è che Shail gli ha teso un’imboscata nel bosco e l’ha fatto fuori?- ipotizzò Shi

 

-Ok che Shail sarebbe felice di ucciderlo ma non credo che...- iniziò Ashuros ma un’occhiata eloquente di Shi gli fece cambiare idea -Hai ragione ne sarebbe capace eccome...-

 

Quando tutto sembrava scritto, si sentì un urlo proveniente dal bosco. Edward e Amlach stavano ancora combattendo, perciò solo Ashuros, Kurari e Shi lo sentirono.

 

L’urlo era in realtà Hisoka che si stava sbracciando per attirare la loro attenzione.

 

-Finalmente.- disse Ashuros notando solo in seguito il ragazzo col cappotto che seguiva Hisoka -Sembra che anche lui abbia trovato qualcuno.-

 

-Ehi Ash come va?- chiese Hisoka avvicinandosi con un sorriso sulle labbra fin troppo tirato.

 

-Niente di particolare, come vedi abbiamo trovato tre nuovi alleati...come mai ci hai messo tanto?- chiese Ashuros assottigliando lo sguardo

 

-Beh...ecco...- iniziò Hisoka che notò lo sguardo di tutti gli altri su di se -io...mi sono dimenticato del punto di raduno eh eh eh...-

 

Ci vollero diversi secondi perché gli altri assimilassero quelle parole e, quando ebbero capito fino a fondo il loro significato, il loro istinto omicida ebbe il sopravvento.

 

Hisoka si ritrovò con Ashuros, Edward e Amlach avvolti da un’aura nera pronti a fargli la pelle mentre Shi e Kurari si presentavano a Rahl

 

-Ci hai fatto attendere quattro ore...- iniziò Amlach scrocchiandosi le dita

 

-...e speri davvero che te la faremo passare liscia?- continuò Edward

 

-Aspettate. Merita un vantaggio.- disse Ashuros allorché Edward e Amlach lo guardarono confusi

 

-Per ogni ora che ci ha fatto aspettare, gli daremo un secondo di vantaggio...- disse l’albino -...comincia pure a correre Hisoka.-

 

Il biondo non se lo fece ripetere e scattò a tutta velocità lungo la strada che avrebbero dovuto prendere.

 

-Non sta andando verso la capitale...- commentò Shi

 

-Poco male. Vorrà dire che Shail non parteciperà al divertimento.- disse Ashuros lanciandosi all’inseguimento insieme a Edward e Amlach

 

Intanto, alla capitale...

 

-Etciù!!!-

 

-Raffreddore?- chiese Daniel guardando l’amica

 

-No. Qualcuno sta parlando di me...e a giudicare dalla strana sensazione...è probabile che mi stiano escludendo da qualcosa...qualcosa di divertente.- disse l’albina

 

-Divertente? Ad esempio?- chiese il ragazzo

 

Shail chiuse gli occhi immaginandosi Hisoka legato ad un bersaglio e lei pronta a sparargli con un fucile. Senza rendersene conto, iniziò a gongolare con un sorriso sadico sul volto

 

-Daniel...Shail è strana...- disse Amy nascondendosi dietro al ragazzo

 

-Lo so Amy...lo so...- disse il ragazzo

 

 

 

 

 

 

Angolo degli autori:

Ok le parole le abbiamo finite... ci vediamo alla prossima, chaos!!!

 

Lezione di elettronica: la macchinetta dovete saperla usare in quinta e ricordate: INV TG!!! (perdonateci per questo sclero scolastico...)

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Capitolo 4
*** Reclutamento parte 3 ***


Ehilà gente come va? Noi non ci lamentiamo. Come spiegato nello scorso capitolo, i bigliettini aumentano e ora, nella prima urna, ce ne sono 31! :D Qua la sfiga può colpire chiunque! Bene, strizza ve ne abbiamo messa a sufficienza ed ora è il momento di tuffarsi in questo ultimo capitolo di reclutamento che, a detta nostra, ci ha svuotato...

Ci vediamo al fondo!



Capitolo 3: Reclutamento parte 3



-Dove cazzo è andato!- urlò Amlach sradicando l’ennesimo albero con un pugno



-Se lo sapessimo non lo staremmo cercando!- ribatté Edward



-Cos’è vuoi morire ora?- chiese Amlach avvicinandosi allo spadaccino con passo pesante.



-Volete fare un po’ di silenzio?!?- urlò esasperato Ashuros. I due rimasero fermi per tre secondi poi, con un secco -Tsk!-, tornarono a cercare Hisoka.



Era da circa un’ora che Hisoka era scappato e ancora non erano riusciti a trovarlo. Il sole ormai stava tramontando e presto sarebbe calato il buio perciò dovevano trovarlo alla svelta.



-Ehi ragazzi, ho trovato qualcosa!- urlò Shi, facendo avvicinare gli altri. Sul terreno vi erano delle impronte che però, ad un certo punto, si dividevano, seguendo tre strade diverse.



-Ma che diavolo? Può anche sdoppiarsi?- chiese Edward



-Non è un vero e proprio sdoppiamento. Utilizza il trucco degli specchi per far comparire altri due Hisoka che seguiranno fedelmente i suoi movimenti anche a grande distanza. Potremmo trovare una delle sue copie che continua a camminare contro un muro senza rendersene conto.- spiegò Ashuros



-Uhm...quindi che si fa?- chiese Shi



-Ci divideremo in tre gruppi e seguiremo le tre strade diverse. Almeno un gruppo dovrebbe riuscire a trovarlo e, mal che vada, potrebbe trovare degli alleati.- disse Ashuros per poi aggiungere -Edward e Kurari voi andrete a destra, Shi e Rahl voi prendete la strada di sinistra mentre Amlach verrà con me e proseguiremo dritti.-



Gli altri annuirono e si divisero poco dopo. Hisoka non avrebbe avuto vita facile...



* * *



[Il giorno dopo]



I primi raggi di sole che filtravano attraverso le tende della stanza, illuminarono il volto di Mitsuki, facendole aprire lentamente gli occhi.



Nel letto di fianco al suo, Ryoko si mise a sedere, stiracchiandosi per bene -Su dormigliona, in piedi!-



Non ancora del tutto sveglia, Mitsuki preferì tirarsi le coperte sopra la testa e dire -Aaaah....ancora cinque minuti...-



L'amica non calcolò nemmeno per un secondo quest'ultima frase e, dopo aver afferrato per bene il materasso, lo alzò di colpo facendo cadere a terra Mitsuki che imprecò alla grande.



-Ma sei impazzita?- chiese Mitsuki massaggiandosi il gomito che aveva attutito la caduta



-No, sei tu ad essere troppo pigra. Oggi è l'ultimo giorno in cui possiamo trovare degli alleati! Non possiamo stare qui a dormire!- disse Ryoko



Un debole fruscio attirò la loro attenzione. Dall'altra< parte della stanza, c'erano altri due letti come i loro e, su di uno di questi, videro Juujica alzarsi e dirigersi verso il bagno senza neanche salutare.



-Ehm...buongiorno Juujica.- disse Ryoko



Prima di entrare nel bagno, Juujica si girò e la salutò con un debole cenno del capo, per chiudersi la porta alle spalle.



-Tsk, che maleducata...- disse Mitsuki



-Cercate di capirla. Non ha passato una bella nottata...- disse Chryssa sistemando le coperte del suo letto.



Ryoko e Mitsuki ebbero un brivido lungo la schiena ripesando alla notte appena passata. Verso le due, Juujica si era messa ad urlare nel sonno, spaventandole a morte e, non appena avevano cercato di aiutarla, la ragazza aveva fatto comparire una spada e l'aveva puntata dalla gola di Ryoko, per poi farla scomparire dopo pochi secondi, resasi conto della situazione.



-Mi chiedo cosa abbia sognato...- disse Ryoko fissando la porta del bagno.



-Beh, se non ce lo dirà di sua spontanea volontà, non forziamola a farlo.- disse Chryssa, indossando la sua uniforme



-Uhm...dobbiamo indossarla anche noi?- chiese Mitsuki prendendo in mano la giacca della sua divisa.



-Non siete obbligate a farlo ma se per caso dovesse arrivare un generale o il re, dovrete indossarla alla velocità della luce.- spiegò Chryssa



-Wow, il re in persona potrebbe venire qui?- chiese Ryoko



Chryssa annuì -Dovete sapere che stasera lui...-



La sua frase venne bruscamente interrotta da un urlo spaventoso -EUREKAAAAAAAAAAAA!!!-



-Che diavolo era?- chiese Ryoko mentre, dal bagno, usciva Juujica con una spada in mano indossando la classica armatura nera.



-Se ho ragione...si tratta di un inventore che vuole ricevere una bella scossa!- disse Mitsuki aprendo la porta, che dava su di un corridoio, e fiondandosi fuori, seguita a ruota dalle altre.



Dopo pochi secondi raggiunsero la stanza che era stata assegnata Shiye per le sue invenzioni. Non appena ebbero aperto la porta, una grossa quantità di fumo le investì, facendole tossire pesantemente.



-Coff coff!!! Che diavolo succede?- chiese Chryssa entrando nella stanza



In breve il fumo si diradò e un euforico Shiye accolse le quattro ragazze. Dietro di lui c'era una specie di grossa campana rossa con diversi display e cavi attaccati.



-Ce l'ho fatta! Ce l'ho fatta!- disse Shiye



-Ce l'hai fatta a fare cosa?- chiese Ryoko fissando la strana invenzione rossa.



-Sono riuscito a riprodurre il sistema di teletrasporto che uso con i miei guanti! E' ancora un prototipo però funziona egregiamente!- spiegò Shiye



-Come fai a dirlo?- chiese Mitsuki



-Semplice! Lykos e Alex sono stati così gentili da testare la mia invenzione e, come potete vedere, sono scomparsi!- disse Shiye indicando la campana



Chryssa, così come le altre, sgrano gli occhi -Come sarebbe a dire che sono scomparsi?!? Dove diavolo sono finiti?!?-



Shiye alzò un dito e prese fiato per la sua spiegazione ma all'ultimo si bloccò, iniziando ad agitare il dito verso Chryssa -Questa...questa è davvero un'ottima domanda!-



Le ragazze finirono gambe all'aria nel girò di un secondo.



-Che cazzo vuol dire: “Questa è davvero un'ottima domanda!”? Significa che non lo sai?- chiese Mitsuki



-Ehm...già!- disse Shiye grattandosi dietro la testa



-Sai, in una piccola parte della mia anima, io avevo ancora delle speranze per te. Credevo che tu fossi un bravo inventore e un ragazzo intelligente...ma ora quella piccola parte è stata completamente spazzata via!!!- urlò Mitsuki inferocita, iniziando a caricare una sfera elettrica.



Chryssa, intanto, si avvicinò alla campana per leggere quello che c'era scritto sui display ma si arrese alla terza colonna di cifre, apparentemente, senza senso. Dentro la campana notò il braccialetto d'avorio di Alex e decise di raccoglierlo.



Mai nessuna scelta fu più sbagliata di quella...



-Prendi questo, inventore dei miei stivali!- urlò Mitsuki per poi scagliare la sfera elettrica contro Shiye che, vista l'esperienza, si abbassò all'ultimo evitando il colpo che però colpì in pieno la macchina, mandandola in sovraccarico.



Ci fu un forte flash verde, seguito da una grossa quantità di fumo che si diradò dopo pochi secondi.



I quattro rimasti guardarono titubanti dentro la campana, scoprendo con orrore che Chryssa era scomparsa.



-Visto che la mia invenzione funziona?- chiese Shiye beccandosi un pugno a martello da parte di Mitsuki che lo stese. La ragazza si girò notando lo sguardo di rimprovero di Ryoko e quello assassino di Juujica.



-Che c'è?- chiese Mitsuki



-Hai fatto sparire Chryssa!- disse Ryoko



-Non è colpa mia! Ha cominciato lui a far sparire la gente!- si giustificò Mitsuki indicando Shiye



Ryoko si sbatté una mano in faccia e sospirò -Cerchiamo di far svegliare Shiye. Forse riuscirà a riportarli indietro...-



* * *



-Ehi Shail, dove diavolo te ne vai?- chiese Daniel, fissando l'amica mentre si dirigeva verso uno dei portoni della città



-Vado a farmi un giro! Quei tre non sono tornati e Katia e Amy stanno ancora dormendo.- disse l'albina senza neanche girarsi.



Daniel sospirò pesantemente poi iniziò a camminare dietro a Shail. Quando furono al confine tra il quartiere civile e quello militare, due guardie si avvicinarono a loro. Erano facilmente riconoscibili, data la loro uniforme: stivali neri, pantaloni neri, giacca nera, con cappuccio, attillata e una maschera nera con sei occhi rossi. Sulla schiena il simbolo di Taren-Kar: un corvo nero con sei occhi.



-Ehi mocciosi, non vi è permesso uscire dal quartiere militare!- disse una guardia per poi cercare di afferrare Shail per una spalla, ritrovandosi la canna di un fucile a pompa bianco puntata in faccia -Scusa non ti ho sentito. Hai detto qualcosa?- chiese Shail con un sorrisetto sadico sulle labbra.



Le due guardie iniziarono a sudare freddo e, facendo il saluto militare, dissero in coro -Le auguriamo una piacevole passeggiata, madame!-



Shail fece scomparire il fucile e riprese il cammino, seguita da Daniel.



-Dove andiamo di bello?- chiese la ragazza giocherellando con una ciocca dei suoi capelli



-Perché dovrei saperlo? Sei stata tu a voler uscire dal quartiere militare.- disse Daniel guardando le varie bancarelle disseminate per la strada.



Shail stava per controbattere quando si scontrò con un'altra guardia che, oltre alla classica divisa, indossava anche un mantello nero.



-Ehi fa attenzione!- disse Shail rialzandosi



-Sei tu che dovresti fare attenzione a dove cammini tappetta! Mi sei venuta addosso!- disse la guardia e, dalla voce, Shail e Daniel capirono che era una ragazza. Una ragazza molto alta e questo non aiutava di certo l'ego di Shail...



Daniel, dopo aver assunto di nuovo la sua espressione immusonita, disse -Ehi, guarda che sei stata tu ad andarle addosso.- ma la guardia non si scompose e disse -Quando vorrò un giudice venduto e ficcanaso ti farò un fischio, ora levati dalle palle!- per poi fissare Shail e dirle -Non è colpa mia se sei alta come un tappo di sughero! Dovresti portarti appresso un cartello con su scritto “Tappetta!” e tenerlo bene in vista così eviteresti di far cadere le altre persone!-



Una vena iniziò a pulsare sulla fronte di Shail. Quella ragazza si stava spingendo troppo in là e la sottile linea di non ritorno era stata ampiamente superata.



-Bene, perché non risolviamo la faccenda con un sano scontro? Così vedrai quanto possono essere pericolosi i cosiddetti “tappi di sughero”!-



-E' una sfida? Bene ci sto!- disse la ragazza per poi condurre Shail e Daniel di nuovo nel quartiere militare, precisamente nella zona adibita agli allenamenti.



Le venne subito concesso l'accesso ad una delle arene e, sia Shail che Daniel, notarono come le altre guardie erano...intimorite dalla ragazza che, a quanto pare, si chiamava Brianna Regnard, definita da molti: la Ragazza di Ghiaccio.



Daniel andò ad accomodarsi sugli spalti, insieme a parecchie guardie curiose della sfida che si stava per svolgere.



Shail fissò la sua avversaria che aveva buttato a terra il mantello e disse -Non ti togli quella brutta maschera? Sei talmente codarda da non voler mostrare il tuo viso?-



Senza fiatare, la ragazza si tolse lentamente la maschera e si tolse il cappuccio. Una lunga treccia rossa cadde sulla sua spalla, mentre due grossi occhi blu, talmente scuri da sembrare neri, fissavano l'albina. Era una ragazza molto bella, alta e magra.



In quanto ad altezza erano già sull'uno a zero per Brianna.



-Ora che hai visto la faccia di colei che ti prenderà a calci, vogliamo cominciare?- chiese Brianna.



-Molto volentieri!- disse Shail e, senza alcun preavviso, materializzò due fucili mitragliatori e iniziò a sparare contro Brianna, la quale, posò una mano a terra e, davanti a lei, venne a crearsi una spessa barriera di ghiaccio che bloccò tutti i proiettili di Shail.



L'albina sorrise “Quindi usi il potere del ghiaccio eh? So esattamente come trattare quelli come te!”



Senza alcuna esitazione, lasciò andare i due mitragliatori, che scomparvero nell'aria, e fece comparire un grosso lanciafiamme, con cui iniziò a sciogliere la barriera di Brianna.



Brianna, d'altra parte, non rimase con le mani in mano e, compiendo un salto laterale, scagliò diversi coltelli fatti interamente di ghiaccio. Shail, presa alla sprovvista, usò la sua arma come scudo e i pugnali, non appena si furono conficcati nell'arma, si fusero con essa, congelandola in pochi secondi.



Mentre preparava una seconda dose di pugnali, Brianna sentì un discorso tra due guardie alle sue spalle.



-Ehi ma quella non è la ragazza che ti ha minacciato prima?- chiese la prima.



-Sì è proprio lei! A quanto pare fa parte del gruppo di maghi scelti da Ashuros e Hisoka.- rispose la seconda.



Brianna esibì un grosso ghigno e all'ultimo, fuse tutti i suoi pugnali in una grossa spada con cui caricò frontalmente Shail la quale caricò a sua volta, brandendo una falce completamente bianca.



Le due iniziarono a scambiarsi vari colpi con le loro armi senza mai riuscire a ferire in modo serio l'avversaria.



Dopo circa un'ora di combattimento, fu Daniel ad interrompere la sfida, bloccando Shail per il polso destro e Brianna per il polso sinistro.



-Che cazzo vuoi tu?- chiese Brianna



-Sì Danny levati di torno! Devo finire di prendere a calci questa stronza!- urlò Shail cercando di colpire Brianna con un calcio, senza successo.



-L'incontro è finito in parità.- disse Daniel serio -Non ha senso uccidervi tra di voi, siete nello stesso esercito.-



-Stessa squadra per essere precisi.- disse Brianna liberandosi il polso



-Cosa vorresti dire?- chiese Shail



-Semplice, dato il mio carattere sono stata rimossa dalla mia precedente unità e Hisoka è stato così gentile da propormi di unirmi alla sua squadra. Da quanto ho sentito, voi fate parte di quella squadra.- spiegò Brianna.



-Sì è così.- disse Daniel fissandola male -Ora noi ce ne torniamo alla base. Sei libera di fare quello che vuoi.- e se ne andò, trascinandosi dietro Shail che imprecava in vari modi contro di lui, contro Brianna e contro Hisoka che non fa mai male.



Brianna raccolse il suo mantello da terra e, dopo averlo indossato, seguì gli altri due maghi, escogitando, nel mentre, un modo per poter affrontare di nuovo Shail.



* * *



Shi era seduto su una roccia intento a mangiare una mela. Aveva dormito sì e no tre ore e i discorsi di Rahl non erano di certo i più seri che avesse mai sentito. Con la coda dell'occhio si accorse del suo compagno intento a fissarlo con una certa insistenza.



-Posso sapere perché mi stai fissando?- chiese Shi



-Sto cercando di capire quale strana malattia ti affligge.- disse Rahl



-Malattia?-



-Sì, dev'essere così. Non sono un grande esperto di voi miseri umani...ma dalle poche cose che so, posso tranquillamente affermare che un umano non possiede una sola espressione facciale come te...- spiegò Rahl



Shi assottigliò un attimo lo sguardo, senza perdere il suo ghigno, e chiese -Era un insulto quello?-



-Non saprei...ti ho forse offeso?- chiese Rahl



-Beh...no.- ammise Shi



-Allora non era un insulto. Siete davvero strani...fare domande inutili di cui sapete già la risposta...- commentò Rahl -Se tu mi dessi la tua anima potrei...-



-Alt! Se si tratta di una cazzata come “Il corso di quattro lezioni per imparare a cambiare espressione”...passo.- disse Shi



-Quello era un buon patto a mio avviso...è davvero un peccato che non posso prendere la tua anima.- disse Rahl



-Parli come se potessi prenderla in qualunque momento.- disse Shi



-Difatti potrei farlo. Mi basterebbero poche parole e riuscirei a farmi dare la tua anima per una cosa da niente...ma dato che siamo...alleati...- Shi notò che Rahl aveva detto quasi con disgusto quella parola -...non posso farlo e passo il tempo a studiare il tuo ghigno...che torno a dire, non è normale.-



Shi finì velocemente di mangiare il frutto per poi buttare a terra il torsolo che venne subito assalito da un'infinità di formiche.



-Su, mettiamoci in marcia. Dobbiamo ancora capire se Hisoka è passato di qui o se si tratta di una sua copia.- disse Shi avviandosi, venendo però fermato dalle parole di Rahl



-Perché non lo chiediamo a lei allora?-



-Lei?- chiese Shi e, non appena vide Rahl che guardava in alto, seguì il suo sguardo. Di fianco a loro c'era un enorme albero, alto circa cinquanta metri. I rami erano molto spogli e questo gli permise di vedere una ragazza seduta su un ramo a circa trenta metri di altezza.



Era una ragazza dalla carnagione chiara, col fisico allenato e magro. Aveva i capelli color biondo platino legati in una coda alta. Indossava un paio di pantaloni neri, in cuoio lucido, aderenti lunghi fino ai piedi tenuti in vita da due cinture incrociate a catena; degli stivali neri lunghi fino al ginocchio e tenuti fermi da una cinghia; una camicia bianca aperta sul davanti senza bottoni e, sotto di essa, una fascia che le copriva il seno, infine, al braccio destro, indossava un guanto nero senza dita lungo fino oltre al gomito.



Shi la fissò per qualche secondo poi urlò -Ehi tu lassù!-



La ragazza volse lo sguardo verso il basso e Shi poté vedere bene i suoi occhi: erano di colore grigio ma molto chiari.



-Dovremmo chiederti un informazione!- urlò ancora Shi e la ragazza, saltando di ramo in ramo, arrivò a pochi metri dai due, iniziando a fissarli con diffidenza. Solo allora Shi e Rahl notarono la lunga katana che teneva sul fianco destro. Sia il fodero che l'impugnatura erano neri e, attaccata a quest'ultima, c'era una piccola catenina nera spezzata. Data la vicinanza, Shi poté notare altri particolari quali: la lunga cicatrice fine che partiva dalla sua tempia sinistra finendo sulla guancia e l'orecchino a catenina nero, a doppia attaccatura, sull'orecchio destro.



Shi alzò una mano in segno di saluto -Scusa se ti disturbiamo ma volevamo sapere...-



-Dove si trova Hisoka.- lo anticipò la ragazza con un tono di voce gelido.



-Ehm...sì.- disse Shi leggermente sorpreso



La ragazza, senza spostare lo sguardo da loro, indicò un punto alle sue spalle e disse -Duecento metri. Una copia sta camminando contro un albero.-



-Wow, proprio quelli che chiamano occhi di falco!- disse Rahl



La ragazza si limitò ad assottigliare lo sguardo, mentre Shi alzò un sopracciglio.



-Uhm...non ne sono sicuro, ma quella doveva essere una battuta e, di solito, gli umani ridono alle battute...- disse Rahl



-Faceva pena...- commentò acido Shi tornando a concentrarsi sulla ragazza -Ti ringrazio dell'aiuto...ehm...non ho afferrato il nome.-



La ragazza lo fissò per qualche secondo poi disse -El.-



Shi ebbe un'illuminazione. Ashuros gli aveva elencato i nomi dei maghi segnati sul libretto e, tra di essi, c'era proprio una certa El.



-Uhm...senti, non è che ti andrebbe di unirti all'esercito di Taren-Kar?- chiese Shi



-Sì. Mi andrebbe.- disse El, per poi voltarsi e dirigersi verso la copia di Hisoka



-Ehm...aspetta, dove stai andando?- chiese Shi inseguendo El che gli intimò di non avvicinarsi troppo. Rahl li seguì a qualche metro di distanza e li fissò attentamente.



Un ragazzo che ghigna soltanto e una ragazza che nasconde le emozioni...” pensò Rahl per poi calarsi il cappello sul viso a nascondere il sorriso che si era formato sulle sue labbra “...uh uh uh...lo sapevo...questi umani...sono davvero uno spasso!” (n.d.Ryuk: Uh uh uh io l'ho sempre detto!) e, senza dire niente, continuò a seguire i suoi due compagni ed elementi di studio e divertimento.



* * *



Chryssa aprì lentamente gli occhi, richiudendoli subito a causa del sole che la stava accecando. Era sdraiata sotto ad un albero, nel mezzo di una foresta particolarmente fitta.



Dove diavolo sono finita?” pensò la ragazza ricordandosi poi della strana invenzione di Shiye e del fulmine di Mitsuki che l'aveva spedita in quel posto.



Stava per mettersi a correre, quando sentì un rumore proveniente dalla cima degli alberi. Dopo pochi secondi, vide una ragazza intenta ad usare una catena come liana, librandosi di ramo in ramo.



Era una ragazza abbastanza alta, sul metro e settanta, peto quasi piatto e braccia e gambe sottili. La carnagione era cadaverica e i suoi lunghi capelli neri, raccolti in una treccia e legati con una catena di ferro, ondeggiavano nell'aria mentre lei oscillava sulla catena. Solo per un attimo, Chryssa riuscì a vedere gli occhi della ragazza: rossi con l'iride a forma di rettile.



Indossava una tuta di stoffa nera senza maniche che la copriva fino al collo. Su entrambi i polsi aveva arrotolate due catene lunghe sui venti centimetri che pendevano per qualche centimetro. Ai piedi calzava degli stivali neri borchiati con un piccolo tacco di gomma.



Vedendo le catene, Chryssa ebbe un presentimento e, con un solo salto, riuscì ad arrivare alla stessa altezza della ragazza e a farla cadere a terra, colpendola con un calcio alla spalla sinistra.



La mora cadde a terra ma si rialzò subito e fissò con sguardo assassino Chryssa.



-Si può sapere chi cazzo sei? Perché diavolo mi hai fatta cadere?!?-



Chryssa indicò le catene ai polsi -Sei un'evasa non è vero?-



Una vena iniziò a pulsare sulla fronte della mora che, dopo essersi rialzata, urlò -No, non sono un'evasa! Questo è semplicemente il mio abbigliamento! Perché non torni al QG del tuo esercito e non richiedi un esame dell'intelligenza? Secondo me è di gran lunga sotto la media!-



Chryssa si sorprese un attimo. Quella ragazza era di fronte ad un soldato di Rhihin ma sembrava non farci molto caso, anzi, stava addirittura aumentando il volume della voce.



Coraggiosa la ragazza.” pensò Chryssa prima di dirle -Sei davvero non sei una carcerata, dimmi il tuo nome. Controllerò subito l'elenco dei nostri prigionieri.-



La mora si fece improvvisamente seria e disse -Chen Fumetsu. Controlla pure, vedrai che non sono un'evasa.-



-Non ce ne sarà bisogno.- disse Chryssa sorridendo



-Eh? Come sarebbe a dire?- chiese Chen leggermente confusa



-Sapevo benissimo che non eri un'evasa, volevo solo vedere la tua reazione. Mi chiamo Chryssa Lamiashel e sono un soldato di Rhihin. Vorrei chiederti se ti andrebbe di unirti a noi per poter sconfiggere l'esercito di Taren-Kar e porre fine a questa guerra.- spiegò Chryssa



Chen parve rifletterci su -Vorrei sapere una cosa....a nord di Greenland c'era un enorme bosco. Qualche anno fa è stato bruciato da un gruppo di soldati. Quei soldati, erano di Taren-Kar?-



Chryssa fece un attimo mente locale -Se non sbaglio a nord vi era il bosco di Asghiar. E' stato bruciato da una squadra speciale di Taren-Kar per poter scovare eventuali nascondigli di Rhihin.-



-Non mi serve sapere altro. Verrò con te.- disse Chen



Chryssa le sorrise e disse -Benvenuta allora. Avrei una domanda però...dove diavolo siamo?-



-Come fai a non saperlo?- chiese Chen -Siamo a pochi chilometri dalla capitale di Rhihin...sicura di essere un soldato nanetta?-



Chryssa sorvolò sul fatto che, essendo più alta di lei, Chen si fosse presa la libertà di insultarla in quel modo e preferì dirle -E' una lunga storia, su andiamo.- e si avviò dietro a Chen.



Non appena la mora le fu vicina, Chryssa potè notare alcuni particolari prima nascosti da alcune piccole ciocche di capelli: sull'orecchio sinistro aveva un orecchino a forma di cucciolo di drago che gli si attorcigliava dal lobo in su; aveva tre piercing, due sul sopracciglio destro e uno sul lato destro del naso, infine aveva un neo sulla guancia sinistra.



Spero che Lykos e Alex stiano bene.”



* * *



Tre ore di silenzio. Questo era tutto quello che era successo durante la ricerca di Ashuros e Amlach. Per tre ore nessuno dei due aveva aperto bocca e nessuno dei due voleva essere il primo a parlare.



Se ci fosse Hisoka probabilmente sparerebbe una delle sua cazzate per cercare di aprire un discorso...” pensò Ashuros guardando le impronte a terra.



Alzando lo sguardo, notò che, a circa cento metri di distanza, il bosco finiva ed iniziava una vasta pianura. In pochi minuti raggiunsero il limitare del bosco e, rimasero un attimo sorpresi dalla vista: un enorme distesa si erba attraversata da due fiumi e, tra questi due corsi d'acqua, un paesino di circa duecento case.



Uhm...almeno potremo riposarci.” pensò l'albino prima di avviarsi verso il paesino, seguito da Amlach.



Raggiunsero il paesino dopo circa un'ora e notarono che, malgrado la sua ridotta grandezza, era particolarmente vivace. Doveva essere giorno di mercato viste le varie bancarelle con i venditori che urlavano varie cose nella speranza di attirare clienti.



Una voce in particolare attirò l'attenzione di Ashuros e Amlach che drizzarono le orecchie come un coniglio pronto a scattare al minimo segnale del suo predatore...solo che questa volta erano loro i predatori e la loro preda era a pochi metri da loro.



Vestito nero, camicia rossa, capelli biondi e sorriso ebete stampato sulla faccia. Non c'è dubbio, Hisoka non passava di certo inosservato.



-Ti propongo una sfida...- disse Ashuros facendo uscire delle catene dalle braccia.



Amlach lo fissò con sguardo assassino ma in fondo era anche curioso -Ti ascolto.-



-Un minuto. Chi tra di noi romperà meno ossa ad Hisoka in un minuto dovrà offrire la cena all'altro.- disse Ashuros con un sorriso sadico sulle labbra.



Amlach iniziò a scrocchiarsi le dita delle mani e, sorridendo alla stessa maniera, disse -Accetto.- dopodiché si avvicinarono alla loro futura valvola di sfogo.



A quanto pare, Hisoka stava parlando con qualcuno in un vicolo e, a giudicare dal suo sorriso, doveva trattarsi per forza di una ragazza. Ormai erano vicinissimi quando, all'improvviso, un improvviso assolo di chitarra scaturì dal vicolo, prendendo in pieno Hisoka e scaraventandolo dall'altra parte della strada, facendogli crepare un muro.



Ashuros e Amlach rimasero un attimo spiazzati da quell'insolito avvenimento. Dopo la confusione iniziale, corsero a vedere chi ci fosse nel vicolo ma lo trovarono deserto, così andarono da Hisoka, ancora accasciato a terra.



Ashuros gli alzò un braccio per poi lasciarlo andare. L'arto cadde al suolo senza alcuna minima reazione allora l'albino si girò verso la piccola folla riunitasi attorno a loro e chiese -Allora? A chi devo offrire la cena?- ma nessuno ebbe il coraggio di proferire parola. Amlach non ispirava proprio tanta fiducia visto il suo aspetto...



-E' andato.- disse il moro sollevando Hisoka per la collottola



-Pazienza, almeno così non potrà più correre.- disse Ashuros



Amlach sembrò leggermente irritato e, di punto in bianco, lussò la spalla sinistra ad Hisoka, ancora incosciente, ricevendo un'occhiataccia da parte di Ashuros.



-Problemi?- chiese Amlach fissandolo male a sua volta.



-Oh no, nessun problema. Vorrei farti notare una cosa però.- disse Ashuros posizionandosi davanti al moro -Hisoka sarà anche un idiota, un Don Giovanni, un buffone...ma resta pur sempre un nostro compagno e la prossima volta che farai una cosa del genere ad un tuo compagno...-



Fino a quel momento, Ashuros aveva avuto gli occhi coperti dai capelli ma quando alzò la testa, Amlach, per la prima volta nella sua vita, ebbe paura.



Gli occhi dell'albino erano diventati completamente neri con un tenue bagliore dorato al posto della pupilla e, ai lati degli occhi, le vene erano diventate nere e ben visibili.



Fu solo per un istante, ma ad Amlach sembrò di trovarsi di fronte a qualcosa incredibilmente più grande di lui e non solo in termini di grandezza ma anche di potere magico.



-...io ti strapperò il cuore con le mie mani.- concluse Ashuros per poi chiudere un attimo gli occhi e, quando li riaprì, erano tornati normali, vene comprese.



Amlach rimase paralizzato sul posto ma si riscosse subito e lanciò Hisoka ad Ashuros che lo afferrò, sistemandoselo su una spalla.



-C'è una taverna qui?- chiese Ashuros rivolgendosi ad un contadino



-Ehm...sì. Al fondo di questa strada c'è la taverna “I due Fiumi”, non può sbagliare.- disse l'uomo leggermente spaventato.



-La ringrazio.- disse Ashuros per poi rivolgersi di nuovo a Amlach -Io porto Hisoka la e gli sistemo la spalla. Raggiungimi lì entro un'ora.- e se ne andò, lasciando il moro a se stesso.



Dopo diversi secondi, Amlach era ancora fermo nello stesso punto e stava tremando ma non era un tremito normale visto il sorriso incredibilmente malvagio.



-Sì...l'ho trovato...- disse il ragazzo



Un uomo, titubante, gli si avvicinò e gli chiese -Ehm...tutto a posto ragazzo? Stai trem...GAH!- senza alcun preavviso, Amlach lo afferrò per la gola, sollevandolo da terra. L'uomo iniziò a scalciare ma la presa non si allentava, anzi, si faceva sempre più ferrea. Le persone li riunite iniziarono ad allontanarsi.



-L'ho trovato...- ripeté Amlach -Finalmente ho trovato il potere che cercavo...uh uh uh...Ashuros...se l'unico modo che ho per affrontare te e “quella cosa” è di ferire i tuoi compagni...- prima di concludere, alzò lo sguardo al cielo con gli occhi completamente iniettati di sangue e un sorriso da psicopatico sul volto -...li ucciderò tutti...uno a uno!-



Un gemito soffocato lo riportò alla realtà e, con fare annoiato, volse lo sguardo alla sua destra, notando, solo in quel momento, il cadavere dell'uomo che stava tenendo sollevato per la gola. Gli occhi vitrei dell'uomo fissavano il nulla e Amlach disse -Tsk...nullità.- e lasciò cadere a terra il cadavere, per poi spaccargli il cranio con il piede.



Uhm...vediamo se qua attorno c'è qualcuno abbastanza forte da farmi divertire.” pensò Amlach prima di incamminarsi per il vicolo dalla quale era partito l'attacco che aveva steso Hisoka.



* * *



Edward e Kurari stavano tranquillamente camminando per le vie di un vecchio villaggio, composto da una cinquantina di case a dir tanto. Per loro fortuna, rispetto agli altri, il loro viaggio era stato più tranquillo. Avevano scoperto di avere molte cose in comune come ad esempio il far soffrire i propri nemici o la sadicità estrema e, quando non chiacchieravano tranquillamente, si insultavano pesantemente, soprattutto Edward ci andava giù pesante, arrivando ad insultare ogni singolo centimetro quadrato di Kurari che, giustamente, ricambiava colpo su colpo.



Insomma, una camminata serena e tranquilla.



-Ah che noia! Di sicuro questa strada l'avrà presa una di quelle copie e noi stiamo camminando senza una metà precisa.- disse Edward fissando con fare annoiato le case.



-Non lamentarti o giuro che ti trasformo nel mio bambolotto e questa volta non ci sarà Ashuros a salvarti.- disse Kurari



-Se non sbaglio l'ultima volta ha salvato TE e non ME.- puntualizzò Edward



Kurari assottigliò lo sguardo ma non proferì parola.



Prima o poi ti trasformerò in una bambola!” pensò la ragazza prima di bloccarsi di colpo, fissando un punto alla sua sinistra.



-Cosa c'è?- chiese Edward notando lo sguardo attento della compagna.



-Un gatto!- urlò Kurari, correndo ad abbracciare un gatto nero che, fino a quel momento, era seduto su un muretto di mattoni.



Edward fissò prima la compagna sorridente, poi il povero animale che stava subendo quella tortura ed infine disse -Se continui ad accarezzarlo così prima o poi si arrabbierà...per la rabbia potrebbe trasformarsi in una tigre e sbranarti.-



-Tranquillo, questo micio qua non farebbe del male neanche ad una mosca.- lo rassicurò Kurari



Edward si limitò a sospirare per poi riprendere il cammino quando, all'improvviso, un forte ruggito e un grido acuto lo costrinsero a girarsi e, per un attimo, credette di avere le allucinazioni.



L'adorabile micio nero era scomparso e al suo posto era apparsa una grossa tigre dagli occhi verdi che stava gentilmente schiacciando Kurari, costringendola a terra con le sue grosse zampe premute sulle spalle della ragazza.



Edward rimase in silenzio mentre Kurari imprecava in diverse lingue e richiedeva il suo aiuto. Il ragazzo alzò lentamente lo sguardo verso il cielo e, facendo l'occhiolino, disse -Onnipotente Creatore del tutto...tu si che mi ascolti. Grazie.- dopodiché si avvicinò alla ragazza, estraendo la sua katana.



La tigre, sentendolo arrivare, si spostò da sopra Kurari, mettendosi con una casa alle spalle in modo da averli entrambi nel suo campo visivo.



-Sembra che al “Micio” non piacciano tanto le coccole.- disse Edward guardando Kurari con sguardo divertito.



-Stai pur certo che, non appena lo avrò intrappolato, farà tutto quello che vorrò.- disse acida Kurari ma, in un flash bianco, la tigre assunse le sembianze di una ragazza, lasciando i due ragazzi di stucco.



Era una ragazza alta sul metro e settanta con il corpo simile a quello di una bambina: fianchi stretti e seno quasi inesistente. Aveva dei lunghi capelli biondi, con alcune ciocche più scure, legati in una disordinata treccia posata sulla spalla destra. Gli occhi erano neri come la pece, le labbra tendenti al rosso e, sia sul naso che sulle guance, aveva delle piccole lentiggini.



Indossava una camicia bianca senza maniche infilata dentro a degli shorts di jeans a vita alta ed infine un paio di stivaletti di pelle marroni.



La ragazza sembrava arrabbiata od offesa visto il broncio sulle labbra e, dato il trattamento riservatole da Kurari, non era proprio possibile biasimarla.



-Sei una ragazza?- chiese Edward continuando a fissarla come se si trovasse di fronte ad una lucertola a due teste.



-Cosa ti sembro?- chiese fredda la ragazza



-Dev'essere una maga muta forma.- disse Kurari



-Wow. Dev’essere parecchio forte.- disse Edward, stringendo la presa sull’elsa della sua arma.



-Siete di Taren-Kar, vero?- chiese la ragazza, mantenendo un tono freddo



-Come lo sai?- chiese Kurari. Che quella ragazza fosse una spia?



-Mentre ero una tigre ho sentito un debole aroma di ciambelle, per la precisione, ciambelle alla crema che fanno solo nello stato di Taren-Kar.- spiegò la ragazza



-Niente male! Devono piacerti molto se riconosci così bene il loro profumo.- disse Edward



-Per niente. Mi fanno schifo. Preferisco quelle al cioccolato di Rhihin.- disse la ragazza



-Ehm…ok. Senti, se sei arrabbiata a causa del comportamento di questa stupida…- disse Edward indicando Kurari -…posso capirti.-



-Non sono arrabbiata!- sbottò la ragazza, mantenendo però un’espressione arrabbiata.



Oddio, un’altra persona che non sa esprimere le sue emozioni…” pensò Edward, ricordandosi Shi che non la smetteva di ghignare.



-Siete dell’esercito?- chiese la ragazza



-Sì, facciamo parte di una squadra speciale.- disse Kurari iniziando a preparare dei fili



La ragazza la fissò attentamente poi disse -Tu, con quella maschera ridicola, non ti azzardare ad attaccarmi. Se lo farai non mi limiterò a bloccarti…-



Kurari rimase un secondo in silenzio per poi ritirare i fili. Quella ragazza era una possibile alleata. Meglio tenersela stretta.



-Perché ci hai chiesto se siamo dell’esercito?- chiese Edward, ormai rassegnato all’idea di non poter affrontare quella ragazza. Non che non la credesse all’altezza ma se sapeva solo trasformarsi in animali, non gli avrebbe dato molta soddisfazione.



-Voglio unirmi all’esercito di Taren-Kar ed uccidere il re di Rhihin.- disse lapidaria la ragazza



Edward trattenne a stento una risata poi –Ehm…ok, se pensi di essere all’altezza di tale compito. Sarebbe comunque una buona cosa sapere il tuo nome.-



-Mi chiamo Hopei Kokota.- disse la ragazza per poi accendersi una sigaretta



Edward si avvicinò e, scompigliandole i capelli, disse -Benvenuta gattina!-



Grazie ai suoi riflessi, Edward riuscì ad evitare al pelo un’artigliata diretta verso i suoi occhi. Hopei lo guardò malissimo e sibilò -Non azzardarti più a scompigliarmi i capelli.- e si mise a camminare, apparentemente, senza meta. Edward e Kurari notarono un tatuaggio a forma di ali nere posizionato sul collo della ragazza.



-Dove vai?- chiese Kurari -La capitale è dall’altra parte.-



-Vado a salutare mio nonno. Voi andate, tanto la puzza di ciambelle alla crema la posso individuare subito.- disse Hopei per poi trasformarsi in una gatta nera e saltare di tetto in tetto.



Edward e Kurari rimasero in silenzio qualche secondo.



-Ehi ragazzina…- disse Edward -…ti sconsiglio di accarezzarla di nuovo.-



-Uff…era così carina...- disse Kurari iniziando ad incamminarsi sulla strada che avevano percorso all’andata.



* * *



Ashuros adagiò Hisoka sull’unico letto presente nella stanza, quando finalmente il biondo diede segni di ripresa.



-Ben svegliato.- disse Ashuros



-Ehi Ash, quanto tempo!- disse Hisoka sorridendo prima di afferrarsi la spalla sinistra imprecando per il dolore -Che cazzo mi è successo?-



-Amlach ci è andato giù pesante.- disse Ashuros -Aspetta che ti sistemo la spalla.-



-Aspetta, me la sbrigo io.- disse Hisoka per poi posizionarsi un fazzoletto sulla spalla. Dopo qualche secondo lo tirò via e disse -Voilà!- infine, dopo essersi rialzato, si lasciò cadere in avanti, iniziando a fare flessioni sul braccio sinistro. Prima sul palmo della mano, poi sulla punta delle dita ed infine sulla punta dell’indice.



-Vedo che non hai perso il tocco.- commentò Ashuros dirigendosi verso l’uscita -Vado a comprare qualcosa da mangiare, vuoi qualcosa?-



-Uhm…delle prugne gialle! Sono utili per i feriti.- disse Hisoka



-Ma tu non sei più ferito…- puntualizzò Ashuros



-Tiiiiiii pregoooooooooo...- disse Hisoka



-Va bene, ma se ti azzardi ad uscire da questa taverna…lascerò a Shail il compito di infermiera durante la tua futura convalescenza.- disse Ashuros e quello bastò a convincere Hisoka.



Uscito dalla taverna, Ashuros notò un ragazzo, probabilmente più vecchio di lui, intendo a discutere con dei soldati di Greenland. Malgrado fosse uno stato neutrale, Greenland disponeva di un esiguo esercito adibito più che altro ai ruoli di polizia.



Il ragazzo era più alto di lui, quasi quanto Hisoka. Aveva gli occhi color verde acqua e i capelli corti e castani. La carnagione era leggermente abbronzata e il fisco era snello ed allenato. Indossava un paio di stivali neri, dei pantaloni del medesimo colore, una maglietta scura e una lunga giacca nera aperta. Sulla schiena aveva due armi: sulla destra aveva una grossa spada bianca, con una decorazione a forma di fiamma rossa alla base, tenuta nel suo fodero, mentre sulla sinistra, sempre dentro ad un fodero, teneva un fucile a pompa.



-Quindi non hai intenzione di pagare!- disse uno dei due soldati.



-Ve l’ho detto, sono al verde.- disse il ragazzo sorridendo



-Bene, vorrà dire che verrai con noi in prigione.- disse il secondo soldato cercando poi di afferrarlo ma il ragazzo si allontanò di un passo all’ultimo momento.



-Mi dispiace, ma non mi va di finire in gattabuia.- disse il ragazzo



Ashuros, che era rimasto a guardare, si avvicinò ai due soldati e, dopo avergli afferrato le teste, le fece cozzare tra di loro, facendoli svenire.



-Perché lo hai fatto? Stavano solo svolgendo il loro lavoro.- disse il castano



-Tu non mi sembravi molto propenso ad aiutarli.- disse Ashuros



-Beh…eh eh eh…- disse il ragazzo sorridendo -Mi sembra giusto ringraziarti. Mi chiamo Christopher D. Rean.-



Uno dei maghi scritti sul libretto.” pensò l’albino prima di dire -Piacere, io sono Ashuros Bleeder.-



-Piacere di conoscerti Bakuros.- disse il ragazzo stringendogli la mano.



-Ashuros, non Bakuros…lasciamo stare.- disse l’albino -Sei famoso in tutta Greenland.-



-Beh, cerco di non farmi notare.- disse Christopher



-Capisco. Vorrei sapere se ti andrebbe di unirti all’esercito di Taren-Kar.- disse Ashuros



-No, non mi interessa.- rispose secco Christopher



Ashuros sorrise “Sul libretto c’era scritto che, difficilmente, si sarebbe unito a Taren-Kar. Valeva la pena provare.”



-Devi chiedermi altro?- chiese Christopher



-No niente. Tiene queste monete, dovrebbero essere sufficienti per saldare il tuo debito.- disse Ashuros dandogli dieci monete d’oro.



-Ehi grazie mille! Sei un grande Asumos!- disse Christopher sorridendo



-Oh non ringraziarmi. La prossima volta che ci incontreremo…saremo nemici.- disse Ashuros per poi superarlo e scomparire nella folla.



-Nemici eh?- ripeté Christopher -Beh, anche se sarà così, stai certo che mi ricorderò di questo favore.- e, a sua volta, scomparì in mezzo alla folla, non riuscendo però a sfuggire agli occhi color ghiaccio di Amlach, appostato su un tetto poco distante.



Quindi non hai neanche il coraggio di eliminare un tuo futuro nemico…uh uh uh…sei fin troppo gentile Ashuros.” pensò il moro prima di saltare giù dal tetto e scomparire nell'ombra di un vicolo.



* * *



-Guarda che ti fumerai la vista.- disse Lykos rivolgendosi al ragazzo intento ad osservare il sole con entrambi gli occhi aperti.



-Tranquillo, so quello che faccio.- lo tranquillizzò Alex continuando imperterrito a fissare il sole.



-Bah...le tecniche da Dragon Slayer sono veramente strane.- commentò Lykos senza perdere il sorriso. Nell'attesa, giocherellò un attimo con i due piercing posizionati sul lobo superiore dell'orecchio sinistro e poi con il suo grosso braccialetto arancione fluo che portava al braccio destro.



-Finito.- disse Alex



-Ebbene?-



-Ci troviamo nello stato di Greenland, a pochi chilometri dal confine con la zona controllata da Taren-Kar.- spiegò Alex



-Niente male.- commentò Lykos



-Ti ringrazio. L'Occhio Solare del Drago della Luce è molto utile in certe situazioni. Mi basta che ci sia una bella giornata luminosa e posso vedere tutto ciò che è illuminato dal sole.- spiegò Alex



-Davvero molto utile. Su mettiamoci in marcia. Chryssa e gli altri saranno preoccupati.- disse Lykos ma l'improvviso cambio di sguardo di Alex lo fece mettere in guardia -Che succede?-



Alex stava annusando l'aria e, man mano, che l'annusava, metteva in mostra i suoi canini appuntiti “Non è possibile...è lui!”



In quel momento, dalla boscaglia, uscì un ragazzo dai capelli castani con due armi sulla schiena.



Alex agì istintivamente e, portatosi davanti al ragazzo, urlò -LIGHT DRAGON'S FIST!- cercando di colpirlo con un pugno avvolto dalla luce. Il colpo andò fino in fondo facendo scaturire un potente flash.



Lykos rimase fermo, aspettando che la luce tornasse normale e, non appena fu in grado di vedere, rimase spiazzato.



Il castano aveva, nel giro di mezzo secondo, estratto la sua grossa spada bianca e l'aveva usata per parare il colpo di Alex.



-Fiuuuuu...ci sei andato vicino!- disse il ragazzo osservando Alex il quale si allontanò con un balzo all'indietro.



-Come hai fatto a parare il mio colpo?- chiese Alex



-Diciamo che ho avuto le mie passate esperienze coi draghi...- disse il castano mantenendosi sul vago.



-Christopher D. Rean, conosciuto anche come Il Drago di Fuoco o l'Ammazza-dei.- disse Lykos avvicinandosi ai due



-Ci conosciamo?- chiese Christopher leggermente innervosito.



-No, non credo. Diciamo che ti conosco di fama.- disse Lykos



-Drago di Fuoco? Sei un Dragon Slayer?- chiese Alex mantenendo un atteggiamento ostile e, quella semplice domanda, alterò ulteriormente Christopher



-NO! Non sono uno stupido Dragon Slayer ne un inutile God Slayer!- disse Christopher



Alex assottigliò lo sguardo “Stupido Dragon Slayer?”



-Calmati Christopher, non vogliamo combattere o altro. Più che altro vorremmo sapere se sei interessato ad unirti all'esercito di Rhihin.- disse Lykos



-Buffo! Giusto un'ora fa un ragazzo dai capelli bianchi mi ha chiesto di unirmi a Taren-Kar ma ho rifiutato.- disse Christopher



Lykos sgranò gli occhi -Ragazzo albino? Come si chiamava?-



-Uhm...Bakuros!- disse Christopher



-Bakuros? Non è che vuoi dire: Ashuros?- chiese Lykos



-Sì, dovrebbe essere così...- disse Christopher pensoso



-Consoci anche un certo Hisoka?- chiese Alex -Sento una traccia del suo odore sulla tua mano destra.-



-No, non conosco nessuno con un nome così o simile. Probabilmente qualcuno che ho salutato lo ha incontrato.- disse Christopher



Alex abbassò lentamente la guardia poi gli tese la mano -Mi chiamo Alex, scusami per averti attaccato all'improvviso.-



-Tranquillo, tutti sbagliano.-



-Alex, tu torna alla capitale e avvisa Chryssa. Christopher, tu portami da Ashuros.- disse Lykos lapidario.



Alex e Christopher lo fissarono confusi ma poi annuirono.



Ashuros, forse dopo cinque anni, riusciremo a farla finita.” pensò Lykos seguendo Christopher.



* * *



-Et-ciù!-



Ashuros starnutì all'improvviso facendo sussultare due signore sedute vicino all'entrata di un fruttivendolo.



Tsk, non dirmi che mi sono raffreddato...” pensò l'albino prima di entrare dentro al negozio.



-Buongiorno, come posso servirla?- chiese una anziana signora dietro al bancone del negozio



-Buongiorno. Vorrei delle prugne gialle, dei lamponi...e delle pesche.- elencò Ashuros depositando i soldi sul bancone.



In pochi minuti, gli fu consegnato un sacchetto di carta, contenente la sua spesa, dopodiché si avviò verso l'uscita, rischiando di scontrarsi con una ragazza. Riuscì ad evitare in tempo lo scontro spostandosi di lato e a lanciare, nel frattempo, un'occhiata alla ragazza.



Non era molto alta, di sicuro più di Shail, ma aveva un fisico normale con la bocca felina e carnosa. I lunghi boccoli color miele con riflessi biondo platino svolazzavano nell'aria facendo da contorno a due enormi occhi azzurri con il contorno della pupilla giallo. Aveva il tatuaggio di un cigno stilizzato sul dorso della mano sinistra.



Indossava delle scarpe gialle con la suola bianca, degli shorts di jeans blu, dei guanti senza dita bianchi, una camicia gialla senza maniche che lasciava scoperto l'ombelico e che aveva due strisce di stoffa ai lati legate in un nodo poco sopra l'ombelico, infine, in testa portava un berretto di lana bianco. Appeso al collo, invece, aveva una collana raffigurante un cigno di profilo e portava nelle orecchie delle cuffiette collegate ad un mp3 nascosto nella tasca degli shorts.



Mentre gli passava a fianco, Ashuros la sentì canticchiare una canzone sulle pesche ma preferì non prestarci troppa attenzione e se ne uscì di buon passo.



Non appena fu fuori, si mangiò una manciata di lamponi quando un urlò fortissimo per poco non gli fece prendere un infarto.



-COOOOOOOOOOOOOOOOOOOSAAAAAAAAAAA?!?!?!?!??!?!?!??!? NON CI SONO PIU' PESCHE?!?!?!?!?!??!?!?-



Ancora mezzo rintronato, Ashuros si voltò verso il fruttivendolo e, benché le orecchie gli fischiassero, riuscì a ricondurre quell'urlo alla ragazza dai boccoli color miele.



Manco farlo apposta, eccola uscire dal negozio china in avanti con le braccia a penzoloni. Con un movimento secco della testa, si girò verso Ashuros e, benché stesse sorridendo, la sua espressione metteva i brividi...



-Tu...sei quello che ha osato privarmi delle mie pesche!- urlò la ragazza lanciandosi addosso ad Ashuros che non potè fare a meno di iniziare a correre.



Ora capisco cosa ha provato Hisoka con Shail!” pensò l'albino infilandosi in un vicolo tallonato come un'ombra dalla bionda.



Dopo pochi minuti raggiunsero un cortile quadrato e, finalmente, Ashuros si pose una domanda particolarmente ovvia -Un attimo...ma perché cazzo sto scappando?!?- per poi girarsi di scattò e far uscire cinque catene dal suo braccio sinistro.



La ragazza, tutt'altro che intimorita, fece uscire due grosse ali di cigno dalla schiena con cui, librandosi in aria, evitò il colpo di Ashuros.



-ROCK N ROLL SMASH!!!- urlò la ragazza e, dal suo intero corpo, scaturì un potente assolo di chitarra che investì in pieno Ashuros e le sue catene, scaraventando il primo contro una panchina e frantumando le seconde. Il sacchetto con la frutta cadde a pochi metri del ragazzo, non aprendosi per puro miracolo.



Mi sa che ho trovato la vincitrice della cena.” pensò Ashuros rialzandosi barcollante per poi essere subito riatterrato, ritrovandosi schiena a terra e la ragazza dolcemente seduta sul suo torace.



-Se c'è una cosa che odio sono le persone che mi privano delle mie pesche!- disse la ragazza -Spero tu sia pronto a pagarne il prezzo!-



-Veramente le pesche le ho già pagate e non mi va di spendere ancora, perciò...!- disse Ashuros e la ragazza si ritrovo improvvisamente bloccata da delle catene nere che fecero scomparire le sue ali.



-Che succede? Le mie ali!- disse la bionda iniziando a preoccuparsi.



-Spiacente, ma queste speciali catene nere bloccano i tuoi poteri, perciò adesso sei una semplice umana.- spiegò Ashuros per poi ribaltare la loro situazione, finendo a carponi sopra alla bionda ancora incatenata.



-N...non vorrai far del male ad una povera ragazza come me, non è vero?- chiese la bionda mentre un ghigno sadico compariva sulle labbra del ragazzo



-Se al mio posto ci fosse il biondo che hai steso poco fa, non esiterebbe a farlo...ma neanch'io ci andrò leggero.- disse Ashuros mostrando i canini.



Ora la ragazza era veramente spaventata ed iniziò ad urlare -Maniaco! Pervertito! Lasciami andare! Aiuto!-



-Che ne diresti di dirmi il tuo nome?- chiese Ashuros, sedendosi di fianco a lei a gambe incrociate.



-Starai scherzando spero!!! Non l'ho detto a quel biondo e speri che lo venga a dire ad un maniaco pervertito come te?!?- sbottò la bionda



-Come vuoi...allora non mi tratterrò.- disse l'albino per poi far uscire due semplici catene dal braccio sinistro con cui, lentamente, tolse le scarpe alla ragazza, la quale aumentò il volume delle sue grida.



-Non vuoi proprio dirmelo?- chiese ancora Ashuros



-No! Ne ora ne mai! Resisterò a tutto ma non te lo dirò mai- disse la bionda cercando di divincolarsi senza successo



-Ok, lo hai voluto tu.- si arrese Ashuros facendo comparire una terza catena la quale però aveva una particolarità che confuse e spaventò la bionda. La punta della catena era composta da alcune piume bianche che si muovevano nell'aria come alghe sott'acqua.



Lentamente la catena si avvicinò ai piedi indifesi della ragazza e, muovendo ritmicamente le piume, iniziò a solleticarglieli.



La bionda si morse con forza le labbra ma alla fine scoppiò in una fragorosa risata -AH AH AH AH IL SOLLETICO NO!!! AH AH AH!!!-



-Sei ancora in tempo per dirmi il tuo nome.- ripeté Ashuros facendo comparire altre due catene piumate.



-NON TE LO DIRO' MAI!!! AH AH AH AH!!!-



-Vuoi il gioco pesante eh?- chiese Ashuros prima di iniziare a farle il solletico anche sotto le ascelle.



-AH AH AH AH VA BENE!!! MI ARRENDO!!!! AH AH AH AH TE LO DIRO'!!!- cedette infine la bionda, ormai con le lacrime agli occhi.



-Su parla, ti ascolto.- disse Ashuros sorridendo.



-AH AH AH GIADA!!! AH AH AH GIADA SWAN!!! TI PREGO BASTA!!! AH AH AH!!!- disse la bionda ormai a corto di fiato.



-Oh gentile da parte tua dirmelo. Mi chiedo cosa ti abbia fatto cambiare idea.- disse Ashuros con un sorriso fin troppo bastardo sulle labbra, per poi interrompere la tortura.



Giada rimase a terra ancora ansimante mentre Ashuros si dirigeva verso il sacchetto con la frutta, constatando che nessun frutto si era danneggiato.



La ragazza si girò su un lato, ritrovandosi l'albino che le porgeva una pesca. Senza dir nulla, si rialzò e la afferrò al volo, iniziando a divorarla. Dopo che ebbe finito chiese -Perchè me l'hai data?-



-Diciamo che l'alternativa era un cena ma mi è sembrato di capire che a te piacciono le pesche.- disse Ashuros, estraendo un'altra pesca e facendo appena in tempo a lasciarla andare prima che le sue dita fossero brutalmente tranciate dai denti di Giada che si avventò sul povero frutto indifeso.



-Io adoro le pesche!- disse Giada esibendo un grosso sorriso



-Sì beh, io adoro scrivere con la mano destra e vorrei poter continuare a farlo senza che tu mi amputi le dita!- disse Ashuros rialzandosi.



-Ti ringrazio per le pesche.- disse Giada inchinandosi -Ora però voglio sapere il tuo nome!-



-Ashuros Bleeder.-



-Nome carino anche se mi sembra di averlo già sentito...sei per caso un personaggio famoso?-



-Dipende cosa intendi per famoso...comunque sono un soldato di Taren-Kar.- disse Ashuros



-Cosa? Taren-Kar? Ti prego posso unirmi a voi? Io odio Rhihin e voglio vendicarmi per un fatto accaduto tempo fa.- disse Giada stringendo i pugni.



-Te lo avrei chiesto comunque. Benvenuta nell'esercito allora.- disse Ashuros iniziando poi a ripercorrere la strada che aveva fatto per arrivare lì



-Uhm...pero che gli altri soldati siano più forti di te. Voglio dire...usare il solletico per estorcere informazioni ad una povera fanciulla...sei veramente ridicolo.- disse Giada



-Mi stai provocando tappetta?- chiese Ashuros



-Forse, mozzarellina.- ribatté Giada



-Nanerottola musicale.-



-Pervertito darkettone!-



Continuarono così per tutto il tempo, sempre sotto lo sguardo vigile di Amlach che si stava trattenendo con tutto se stesso pur di non lanciarsi addosso i due e rompergli l'osso del collo.



Un'altra pedina sulla scacchiera. Niente male. Credo proprio che...” pensò Amlach allarmandosi di colpo. In quel momento percepì un potere magico enorme come quello di Ashuros se non ancora più grande.



Chi può essere? Non è uno di Taren-Kar...sta arrivando dalla parte di Rhihin! Perfetto, così potrò uccidere qualcuno e nessuno potrà lamentarsi.” pensò il moro, iniziando a volare in direzione di quel potere magico.



* * *



-Un altro...- disse Hisoka aspettando pazientemente che il barista della taverna gli riempisse il bicchiere di vino rosso.



Ashuros gli aveva intimato di non uscire dalla taverna e lui lo aveva fatto, ma non aveva detto nulla riguardo al bere e, dopo vari bicchieri, l'alcool aveva già iniziato a fare effetto.



Con movimenti lenti, si voltò verso l'entrata, giusto in tempo per vedere un ragazzo con la divisa dell'esercito di Rhihin che consegnava un foglietto ad un ragazzo dai capelli castani per poi uscirsene. Il castano in questione si avvicinò a lui e gli chiese -Scusa, per caso sei...ehm...Kimoka?-



Hisoka lo fissò per qualche secondo, poi disse -Uhm...veramente mi chiamo Hisoka...hic...ma a dire il vero...hic...diavolo! Kimoka è davvero un gran nome! Credo che mi chiamerò così d'ora in poi!-



Christopher non potè fare a meno di sorridere, quel biondino gli stava già simpatico e faticava a credere che in realtà fosse uno spietato assassino. Decise di sedersi di fianco a lui e ordinare a sua volta qualcosa da bere, tanto finché non sarebbe arrivato Ashuros, lui non avrebbe potuto riferirgli il messaggio di Lykos.



* * *



Ashuros aprì la porta della taverna, rimanendo a bocca aperta. Una rissa con la R maiuscola si stava svolgendo al centro della stanza e, nel giro di un secondo, individuò Hisoka e...Christopher?



Che diavolo ci fa lui qui?” pensò l'albino prima di scorgere una chioma bionda in mezzo alla rissa. Confuso, guardò alla sua destra, notando che Giada era sparita...



Lentamente, tornò a concentrarsi sulla rissa e, per l'appunto, vide Giada colpire con una sedia un tizio a caso, sorridendo felice come una pasqua.



Il ragazzo stava per fermare il tutto con le sue catene, quando Christopher gli lanciò una pallina di carta urlandogli -Leggilo!-



Ashuros aprì la pallina di carta e lesse le poche parole che vi erano scritte sopra. Senza proferire parola, uscì dalla taverna, non prima di aver lanciato il sacchetto con la frutta sopra ad un tavolo.



* * *



FUORI DAL PAESE. ROCCIA A TRIDENTE.



Questo c'era scritto sul foglietto di carta e quello era il luogo dove si trovava ora Ashuros.



Fissò annoiato la grande roccia a dorma di tridente e non si sorprese affatto di vedere un ragazzo dai lunghi capelli azzurro-chiaro legati in una coda di cavallo, intento ad osservarlo sorridendo.



-Yo, Mister Catena! E' da un sacco che non ci vediamo!- disse Lykos



-Lykos Kagaho. Avrei preferito continuare a non vederti.- disse acido Ashuros, spostando il suo sguardo da Lykos ad Amlach privo di sensi che era sdraiato a terra, vicino alla base della roccia. Il moro aveva diversi lividi sul viso e sembrava a vere difficoltà a respirare -Non ci sei andato leggero con lui...-



-Perchè avrei dovuto? Io gli ho detto che non ero alla sua portata ma ha voluto fare lo spavaldo e questo è il risultato.- disse Lykos scendendo dalla sua postazione ed atterrando vicino al moro.



-Non posso biasimarti.- disse Ashuros -Perchè mi hai chiamato qui?-



-Semplice...speravo di poter concludere quello che abbiamo iniziato cinque anni fa.- spiegò Lykos avvicinandosi ad Ashuros.



-Uff...Chryssa ha già perso suo marito...non credo che le piacerebbe perdere anche un amico.- disse Ashuros, ritrovandosi una grossa lama puntata alla gola. La lama in questione, altro non era che l'avambraccio destro di Lykos che si era avvicinato in maniera fulminea.



-Una semplice lama? Mi deludi.- disse Ashuros



Lykos gli sorrise e disse -Catene invisibili eh? Non sai proprio combattere a viso aperto.- e, con un secco movimento del braccio, ruppe le catene che divennero visibili poco prima di scomparire.



-Perchè non usi il tuo Take Over personale?- chiese Ashuros



-Non combatterò a piena potenza fin quando non lo farai anche tu.- disse Lykos -Ancora mi chiedo perché tu e Hisoka lo abbiate fatto...credevi di riuscire a rimorchiare più facilmente?-



-Tu e i tuoi ridicoli discorsi...- commentò Ashuros prima di passare di fianco a Lykos -Per oggi finiamola qui. Abbiamo entrambi una squadra da addestrare. Avremo il nostro momento per concludere quanto iniziato anni fa.-



-Va bene come vuoi...ma ti avviso: dovresti fare molta attenzione ai tuoi presunti alleati.- disse Lykos prima di avviarsi verso il paese.



Ho come l'impressione che seguirò il tuo consiglio” pensò Ashuros prima di sollevare Amlach.



* * *



[Quella stessa sera. Regno di Rhihin.]



-Ragazzi! Sono così felice!- urlò Ryoko fiondandosi addosso a Lykos e gli altrimenti



-Quindi il mio teletrasporto ha funzionato davvero!- disse Shiye, ricevendo un'occhiataccia da parte di Mitsuki.



-Sì funziona però ti pregherei di scegliere qualcun'altro per il prossimo test.- disse Lykos gettandola sul ridere.



Mentre tutti i nuovi arrivati si presentavano, Juujica si avvicinò ad Alex e gli diede il suo braccialetto d'avorio -Shiye dice che l'avorio lavorato non può essere teletrasportato.-



Alex arrossì leggermente e si rimise il braccialetto -Grazie davvero, io...!- ma la ragazza si era già allontanata senza dir nulla, con una leggera tinta porpora sulle guance...



In quel momento, la porta d'ingresso si aprì e un soldato, dopo aver salutato tutti i presenti con il saluto militare, disse -Siete stati convocati dal re! Vuole vedervi immediatamente.- dopodiché se ne andò.



-Sentito ragazzi?- chiese Chryssa -Andate a mettervi le uniformi.-



Tutti annuirono per poi scattare verso le loro stanze. A breve avrebbero incontrato il re e non ci tenevano proprio a fare brutta figura.



* * *



[Regno di Taren-Kar]



-Senti Ashuros, che tipo è il re?- chiese Shi



-E' abbastanza comprensivo e sa essere un buon comandante. Esige il centoventi per cento da tutti i soldati, nessuno escluso.- disse Ashuros



-Uhm...un tipo interessante. Potrebbe essere un buon soggetto per i miei studi.- disse Rahl



Tutti i membri della squadra di Ashuros e Hisoka, vivo per miracolo dopo la riconciliazione con gli altri membri, erano stati convocati dal re e presto, il capo di quell'enorme stato, gli avrebbe parato personalmente. Alcuni erano curiosi di incontrarlo mentre altri speravano di poterlo affrontare, benché non sapessero assolutamente nulla di lui.



-Il re vi sta aspettando.- disse una guardia, iniziando ad aprire un grosso portone di legno nero, aiutato da un altro soldato.



-Ah quasi dimenticavo, fate attenzione a non fargli battutine sulla sua pelle bianca.- disse Hisoka sorridendo



-Perchè?- chiese Shail -Non è colpa mia se ha paura di abbronzarsi.-



-Diciamo che il sole non gli giova molto...in fondo è pur sempre un vampiro.- disse Hisoka facendo sgranare gli occhi a tutti gli altri



-EEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEHH?????????????-











Angolo degli Autori (ormai in procinto di suicidarsi):



Fede: Bene...siamo arrivati alla fine...mi sento a pezzi...



Andry: Per chi se lo stesse chiedendo, siete arrivati alla 36a pagina di Word...speriamo che questo papiro vi sia piaciuto.



Fede: Perché se così non fosse...potete andarvene in Groenlandia...



Andry: Dobbiamo fare un annuncio. Le urne saranno quattro e non tre. Nella quarta ci saranno segnati i capitoli mancanti alla morte dell'OC, quindi se estraiamo un tre, dopo tre capitoli quell'OC morirà.



Fede: Già già e, per mettervi ancora più strizza, estrarremo subito il nome del primo OC a tirare le cuoia ^.^



Andry: Siamo già gentili a dirvelo ora ;)



Fede: Quindi...la ricetta segreta del Krubby Patty è...!!!



Andry: Pssst è la battuta sbagliata...



Fede: Ah giusto! Mi sembrava strano. Ora...il nome del primo OC a dover morire è...* un camion passa a tutta velocità impedendo di sentire il nome *



Andry: Mamma mia che sfiga...proprio quell'OC...



Fede: Sono cose che capitano...bene, speriamo che il capitolo vi sia piaciuto e ci vediamo alla prossima!!!



Andry: CHAOS!!!



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Capitolo 5
*** Un addestramento veramente duro. ***


Ehilà rieccoci in tempi record con voi! :D finalmente la fase dei reclutamenti è finita perciò, dal prossimo capitolo (sì dovrete ancora pazientare un po'), giù mazzate a destra e manca XD


Ok, ora che è finita la fase di reclutamento, cominceranno a morire i vostri cari OC e noi sappiamo già chi sarà il primo! Nella prima urna ci sono la bellezza di 36 bigliettini...35 visto che uno è già uscito XD


Passiamo ad una breve spiegazione del capitolo: non succederà pressoché niente di epico, avventuroso o altro. Si tratta di un semplice capitolo di passaggio, ma speriamo che lo apprezzerete comunque ^.^ e scusateci se sarà molto breve ma, come già detto, è un capitolo di passaggio, detto questo vi auguriamo una buona lettura e ci vediamo al fondo!!!


P.S: questo capitolo lo dedichiamo a AngelWings_DwarfGigi4 conosciuta anche come: Gigi! Auguri!!!


Capitolo 4: Un addestramento veramente duro


Il re Augustus. Un uomo gentile e corretto. Sempre pronto a battersi contro le ingiustizie. Benché il suo passato sia pressoché sconosciuto, è ben voluto da tutti e, stando agli annali del regno, nessuno dei precedenti re è mai stato così amato dal popolo.


Quando il regno di Taren-Kar decise di dichiarare guerra a Rhihin, lui si era dimostrato contrario all'idea di scendere in guerra senza una buona ragione ma non appena era venuto a sapere della morte del re di Greenland, suo grande amico, non aveva esitato a schierare l'esercito.


Il suo metodo di “conquista” è definito da molti come “La non-conquista”, e questo perché lui non usa mai la forza, se non strettamente necessario e, al termine dei vari conflitti, restituisce le terre ai legittimi proprietari. Tutto il contrario di Taren-Kar che non esita a fare terra bruciata, distruggendo tutto e uccidendo tutti coloro che osano opporsi.


Lykos, Chryssa e tutti gli altri si trovavano in una grossa stanza, in attesa di essere ricevuti dal re e il ragazzo, sotto richiesta di Chryssa, aveva raccontato varie cose sul re di Rhihin, catturando l'attenzione di molti dei presenti ma non tutti purtroppo. Juujica era comodamente seduta su una poltrona intenta a leggere un libro, Christopher preferiva fare il donnaiolo con le varie ragazze venendo costantemente rimproverato da Ryoko e Mitsuki si era appisolata su un divanetto poco lontano.


Chryssa sospirò “Spero solo che non combinino disastri davanti al re.”


Finalmente, una guardia arrivò, riferendogli che il re era pronto ad accoglierli. Di buon passo si diressero verso la stanza del trono.


-Ok ragazzi, siate seri e non fate nulla di...strano.- disse Chryssa guardando gli altri per poi spostare lo sguardo sui due soldati posizionati davanti alla porta che, ad un cenno del capo della ragazza, spalancarono le due ante, lasciando a bocca aperta i ragazzi, esclusi Lykos, Chryssa e Shiye.


La sala del trono era un'enorme stanza piena di quadri, mobili antichi e arazzi. Le pareti erano bianche con dei dettagli dorati simili a dei rampicanti. Due lunghe file di colonne di granito bianco dividevano la stanza in tre grandi navate e, davanti ad ogni colonna, era presente una guardia pesantemente corazzata, armata con scudo a torre e spada.


Dalla porta d'ingresso, partiva un lungo tappeto dorato con dettagli bianchi che proseguiva per tutti i sessanta metri della stanza, fino ad interrompersi alla base di una piccola scalinata in cima alla quale vi erano tre troni di legno.


Sul grosso trono di legno lucido posto al centro, vi era seduto il re, intento a chiacchierare con un consigliere. Alla sua sinistra, vi era un trono leggermente più piccolo dove vi era seduta una donna che doveva avere al massimo quarant'anni. Era di una bellezza disarmante. La carnagione chiara creava un perfetto contrasto con i lunghi capelli corvini che le ricadevano sulle spalle e lungo la schiena. I suoi occhi verdi, invece, risaltavano sul rosso del suo lungo abito, adornato da qualche pietra preziosa e una sottile striscia di pelliccia bianca posizionata sul colletto. La piccola corona dorata sembrava passare in secondo piano rispetto alla luminosità del suo sorriso.


Alla destra del re, invece, seduta su un trono di legno più piccolo, c'era una ragazza. Doveva avere venti anni al massimo ma la sua espressione sicura e decisa la facevano apparire molto più matura. Aveva la pelle leggermente abbronzata e aveva dei corti capelli neri legati in una coda alta laterale. I suoi magnetici occhi verde smeraldo si intonavano alla perfezione con il suo abito azzurro privo di maniche e spalline, adornato da dei ricami dorati raffiguranti dei cristalli di neve. Sulla testa portava una piccola tiara argentata in cui erano incastonati tre piccoli zaffiri.


Lykos e Chryssa avanzarono con passo deciso, seguiti a ruota dalle reclute che non smettevano di guardarsi attorno, affascinati da quello spettacolo.


Giunti di fronte al re, si inginocchiarono tutti e, i due veterani, dissero -Maestà.-


Il re spostò velocemente lo sguardo sui nuovi arrivati e, dopo aver congedato il consigliere, si alzò velocemente dal suo trono, mostrando un sorriso a trentadue denti -Lykos! Chryssa! Benvenuti!- e li chiuse in un grosso abbraccio. Lykos e Chryssa non poterono fare a meno di sorridere, quell'uomo poteva anche sembrare serio e duro ma in realtà era così: simpatico e socievole oltre ogni limite. Non si lamentarono neanche dell'armatura che gli stava premendo contro, in fondo ci erano abituati.


Dopo averli liberati, il re si accorse di Shiye e andò a salutarlo, stringendogli con forza la mano -Shiye, brutto geniaccio! E' da un pezzo che non ti si vede a corte!-


-Mi dispiace maestà, ma sono stato...impegnato.- disse Shiye sorridendo


Dopo qualche parola, il re andò da tutti gli altri, dando pacche sulle spalle, facendo battutine e anche qualche abbraccio. Alla fine del tour, molte delle reclute erano scioccate, in senso positivo, e toccò alla regina intervenire -Caro, per favore.-


-Uh? Ah, giusto giusto!- disse il re, prima di rimettersi davanti ai ragazzi, che si erano alzati, e schiarirsi la voce -Per chi di voi non mi conoscesse, sono il re Augustus Manchiers Valist vi Rhihin. La splendida donna seduta la sopra è la regina Charlotte Rafingel vi Rhihin ed è mia moglie, mentre quel fiore di ciliegio alla mia destra è la principessa Elizabeth Manchiers Valist vi Rhihin ed è mia figlia.- (n.d.andry: mo voglio vedervi con tutti questi nomi XD)


Mentre il re iniziava un lungo discorso di ringraziamento, la regina Charlotte non potè fare a meno di notare gli sguardi maliziosi che si scambiavano sua figlia e Lykos. Sorrise. Da tempo quei due avevano una storia basata sulle scappatelle, niente di serio ovviamente, e solo lei ne era a conoscenza. Elizabeth, in quanto nobile avrebbe dovuto sposare un altro nobile e questo lei lo sapeva, ma, finché nessuno li beccava, nulla poteva impedirgli di avere qualche piccola avventura con chi voleva.


Finito il discorso, il re strinse in modo deciso la mano a tutti i soldati e concluse dicendo -Ragazzi, voi siete la speranza di Rhihin. Non deludeteci!-


Nello stesso momento, tutti si inchinarono e dissero -Maestà.- dopodiché si congedarono. Fuori dalla stanza, Alex chiese -E adesso che si fa?-


-Adesso? Adesso è tempo di addestrarvi!- disse Lykos sorridendo


* * *


-Il re sarebbe...un vampiro?- chiese Shail ancora scioccata dalla notizia.


Hisoka annuì per poi aggiungere -L'intera famiglia reale è composta da vampiri, perciò occhio a quello che fate.-


Molti dei presenti deglutirono mentre Brianna mantenne, all'apparenza, la calma. Aveva sentito diverse voci riguardanti la famiglia reale, oltre alle storie sui vampiri, molti dicevano che in realtà fossero dei demoni e altri ancora credevano che fossero solo degli spettri, ma alla fine la storia dei vampiri si era rivelata quella corretta.


-Che tipo di...ehm...vampiri sono, quelli della famiglia reale?- chiese Giada


Hisoka parve rabbuiarsi e toccò ad Ashuros spiegare -Probabilmente ora incontrerete il re, la regina, il principe e la principessa ma la loro famiglia è molto più numerosa, vi sono i genitori del re che sono dei vampiri ultra millenari e anche i suoi due fratelli. Il re, di per se, è un uomo calmo e temprato, non si arrabbia quasi mai e quando la fa...beh...sperate solo di essere molto lontani da lui. La regina è fredda come pochi e non esita a far rinchiudere qualcuno anche solo per averla guardata male. Il principe è...- l'albino si fermò un secondo per fissare Hisoka -...lo capirete da soli che tipo è, mentre la principessa è quasi il contrario della madre, sorride sempre e odia fare de male agli altri.-


-Famiglia vivace...- commentò Edward


-Ehi...non è che rischiamo di...si insomma...- disse Kurari indicandosi il collo e mostrando i canini.


-Oh no, tranquilla. Nei sotterranei vi sono abbastanza bottiglie di sangue per dissetare un esercito di vampiri. Non dovete preoccuparvi.- spiegò Ashuros


Per qualche strano motivo, nessuno riuscì a calmarsi...


Un soldato arrivò davanti al gruppo e disse -Potete entrare. Il re arriverà a momenti.- e fece strada al gruppo fino alla sala del trono.


Esclusi Ashuros e Hisoka, tutti rimasero senza fiato: la sala del trono doveva essere alta almeno trenta metri. Le pareti erano nere con diversi mosaici in cui erano usate solo le varie sfumature del rosso. Il pavimento era composto da grandi mattonelle di marmo nero e non vi era nessun tappeto. Le finestre, il cui vetro era rosso, si trovavano a venti metri di altezza e la luce rossa dava al tutto un'aria piuttosto lugubre ma per fortuna, le torce appese alle pareti rischiaravano un po' quel luogo da incubo. Attaccati alle pareti, a intervalli di qualche metro, vi erano dei gargoyle di roccia dalla forma umanoide con grossa corna da diavolo, ali da pipistrello, una coda da serpe e una grossa falce tra le mani.


Mentre procedevano spediti, El non potè fare a meno di rilassarsi un minimo. Gli spazi piccoli li odiava mentre quell'enorme sala le dava un certo senso di libertà, benchè fosse confinata tra le mura di un castello.


Amlach e Rahl, iniziarono a fremere. Davanti a loro avvertivano quattro entità, una più forte dell'altra ma, mentre Amlach fremeva per la possibilità di affrontarli, Rahl lo faceva per via di un semplice fatto: riusciva a percepire chiaramente le anime di Ashuros, Hisoka e tutti gli altri, ma quelle quattro che sarebbero dovute apparire ai suoi occhi, non si vedevano.


Infine giunsero davanti alla famiglia reale, seduta su quattro troni di pietra nera, e a tutte le ragazze, nessuna esclusa, sembrò di morire.


Il re era un uomo alto e con il fisico scolpito. La carnagione pallida faceva risaltare i lunghi capelli neri legati in una treccia che gli cadeva su una spalla e gli ardenti occhi rossi sembravano due gemme preziose. Indossava un paio di stivali neri, dei pantaloni neri con una cintura argentata, una giacca nera aperta che lasciava ben visibili i muscoli scolpiti, un mantello nero e una corona rossa. Su tutti gli abiti, c'erano dei dettagli rossi che assomigliavano a delle vene.


Alla sua destra vi era la regina, una donna magra con le forme al posto giusto e la pelle candida come la neve. Aveva dei corti capelli biondi legati in una crocchia e gli occhi rossi come quelli del marito. Indossava un lungo abito grigio con dettagli dorati e delle scarpette dello stesso colore.


Alla sinistra del re c'erano due troni molto vicini tra di loro. Sul primo vi era un giovane dai corti capelli neri e gli occhi color cremisi come i genitori. La carnagione era chiara e, come il padre, aveva i muscoli scolpiti. Indossava un'armatura leggera nera mentre, sul bracciolo destro del trono, era appoggiata la maschera nera dell'uniforme dell'esercito.


L'ultimo trono era occupato da una ragazza che, a differenza di tutti gli altri, aveva gli occhi dorati con la pupilla allungata, simile a quella di un gatto. La carnagione era sempre chiara e i suoi candidi capelli biondi ricadevano in tante ciocche ribelli sulle spalla e lungo la schiena. Indossava un semplice abito bianco ed era scalza.


La cosa che per poco non fece moire le ragazze, era il fatto che il principe era un figo oltre misura. Neanche Hisoka e Rahl insieme sarebbero riusciti a raggiungere la metà della sua bellezza e questo Hisoka lo sapeva, infatti non si azzardava ad alzare la testa.


-Benvenuti.- disse il re con una voce che, definire sensuale era sminuirla non di poco.


Ashuros e Hisoka si inginocchiarono subito -My Lord.-


Gli altri, colti alla sprovvista, li imitarono, ripetendo i gesti e le parole.


-Alzatevi pure.- disse il re, alzandosi a sua volta per poi avvicinarsi alle reclute -Io sono il re Arghetos Enifals, capo del clan Enifals. La donna alla mia destra è mia moglie, la regina Irvinia Enifals, mentre i due ragazzi sono il principe Nayuta Enifals e la principessa Emily Enifals.-


Alcuni dei presenti si domandarono perché la regina avesse lo stesso cognome del re e ad alcuni di loro sfuggirono dei pensieri non proprio puliti. Il re, accortosi della loro perplessità, sorrise e disse -Se vi state chiedendo perché io e mia moglie abbiamo lo stesso cognome, la risposta è che quando due vampiri si sposano, il clan della sposa viene assimilato dal clan dello sposo perciò ottengono lo stesso cognome.-


I ragazzi annuirono e Giada notò come Ashuros stesse sudando freddo. Sembrava quasi che avesse paura. Shail, in piedi di fianco a lei, le diede una piccola gomitata e indico la principessa con n movimento del capo. Giada posò il suo sguardo sulla principessa, sorprendendosi del fatto che la vampira teneva i suoi occhi puntati su Ashuros e...si leccava le labbra?


Prima che potesse chiedersi anche la più piccola delle cose, il re concluse il suo discorso che manco si era accorta che fosse iniziato.


Emily si avvicinò velocemente al padre e gli chiese -Padre, posso? Per favore.-


Il re le sorrise e disse -Ma certo, solo...vedi di non andarci giù pesante, deve addestrare i nuovi soldati.-


Prima che qualcuno potesse dire qualcosa, Emily scattò a tutta velocità contro Ashuros, placcandolo, come un giocatore di football, e scaraventandolo a terra. Senza dire nulla, si alzò in piedi e trascinò l'ormai svenuto Ashuros fuori dalla sala, attraverso una porta posizionata dietro ai troni.


-Potete andare.- disse il re e Hisoka, seguito dagli altri, uscì senza proferire parola.


-Ehm...Hisoka, che si fa con Ashuros?- chiese Shi


-Oh tranquillo, tra circa un'ora dovrebbe ritornare pieno di graffi e lividi. Dovete sapere che alla principessa Emily piace molto combattere corpo a corpo ed essendo una vampira è estremamente forte. Solo le persone che le stanno simpatiche possono sperare di allenarsi con lei e Ashuros, purtroppo, è una di quelle persone.- spiegò Hisoka sorridendo.


Un gocciolone cadde sulle teste dei presenti quando Hisoka aggiunse -Su, ora è tempo di addestrarvi! Andate pure a togliervi la divisa. Ci vediamo nell'arena principale tra mezz'ora.-


-Ok.- risposero le reclute prima di dirigersi verso i loro alloggi.


* * *


Lykos e Chryssa condussero gli altri in una grossa arena che era semplicemente un grosso spiazzo circolare ricoperto di sabbia. Al centro di esso vi era un uomo con indosso la divisa dell'esercito dai corti capelli rossi e gli occhi azzurri.


L'uomo fissò uno ad uno i nuovi arrivati e chiese -Lykos, Chryssa...queste sarebbero le nuove reclute?-


Chryssa annuì, mentre Lykos era particolarmente interessato ad un ciondolo appeso al collo dell'uomo raffigurante un capricorno.


-Ok, vediamo di sbrigarci.- disse l'uomo per poi recitare due formule a bassa voce. In pochi secondi, il suo intero corpo fu ricoperto da uno spesso strato di roccia che lo faceva assomigliare molto ad un golem.


Alcuni dei presenti rimasero sorpresi ma l'uomo fu veloce a destarli dallo shock -Su, uno alla volta venitemi incontro e fatemi vedere cosa sapete fare.-


In breve, tutti si allontanarono di qualche passò e toccò a Shiye, già membro dell'esercito, andare per primo.


Senza dir nulla, l'uomo si lanciò contro di lui cercando di colpirlo con un pugno ma Shiye non esitò neanche un secondo a teletrasportarsi dietro di lui. Contrariamente a quanto sperato, l'uomo era molto veloce anche se ricoperto di roccia e non gli ci volle molto a ruotare s se stesso e colpire Shiye ad un fianco, scaraventandolo a qualche metro di distanza.


Il ragazzo si rialzò un po' rintontito e, dopo essersi massaggiato il fianco, si teletrasportò esattamente davanti all'uomo per poi assestargli un montante destro alla mascella.


Shiye rimase fermò così per un secondo e, un secondo dopo, era in ginocchio che si teneva la mano rossa come un peperone.


L'uomo non esitò e lo colpì con un pugno a martello in testa, facendolo svenire.


-Il prossimo!- urlò l'uomo


Così, per tutto il pomeriggio, si susseguirono una serie di scontri con quell'uomo che, più tardi si scoprì essere Armes, uno dei veterani dell'esercito.


Quelli che lo colpirono di più furono: Christopher, la cui incredibile bravura nell'uno contro uno aveva riscosso un discreto successo; Juujica, l'unica ad essere stata in grado di rompere la corazza di Armes con un colpo ed infine Alex, che, essendo un Dragon Slayer, sprigionava una forza distruttiva non da poco.


Quando ormai il sole stava già tramontando, Armes disse loro -Bene, per oggi può bastare. Domani cambieremo sistema! Sveglia all'alba ed esercizi mattutini poi una corsa di trenta chilometri, il rancio, esercizi di combattimento tutto il pomeriggio ed infine una corsa notturna! Sono stato chiaro?-


I ragazzi annuirono, chi divertito e chi disperato per via degli esercizi del giorno dopo.


Mentre si dirigevano verso la loro base, Lykos sorrise e disse -Coraggio ragazzi! Se può consolarvi, gli allenamenti nell'esercito di Taren-Kar sono molto più duri!- e tutti non poterono fare ameno di rabbrividire.


Peggio di quegli esercizi? Che diavolo era Taren-Kar? L'inferno in terra?


* * *


Ashuros camminava massaggiandosi la spalla destra

“Maledizione. Emily ci va giù pesante quando deve sbrigarsi.” pensò il ragazzo mentre in sottofondo iniziava a sentire la voce di Hisoka che stava...contando?


Si avvicinò all'arena centrale e, non appena fu dentro, non potè fare a meno di farsi una risata: tutte le reclute erano state allineate e costrette a fare dei piegamenti sulle gambe. In quel momento Hisoka urlò -Seicentosettantatré!-


Ashuros gli si avvicinò con calma, il tempo di arrivare a seicentottanta.


-Come va?- gli chiese Hisoka


-Avrei preferito evitare...- disse solo Ashuros prima di voltarsi verso le reclute e chiedere -Come se la stanno cavando?-


-Diciamo che alcuni resistono. Edward, Amlach, Shi e Rahl reggono senza problemi mentre gli altri...beh...giudica tu.- disse Hisoka


Ashuros controllo una ad una le varie espressioni dei ragazzi e, effettivamente, i quattro nominati da Hisoka erano sudati oltremisura ma non mostravano segni di cedimento. Tutt'altra storia per gli altri che sembravano sul punto di avere un infarto. Di sicuro la più terrificante era Giada che, malgrado avesse la morte negli occhi e un'aura nera tutt'attorno, non la smetteva di sorridere...


-Ok Hisoka, falli riposare.- disse Ashuros e Hisoka urlò -Va bene ragazzi! Possiamo fermarci qui!-


Tutti furono felici di ciò e non esitarono un secondo a fiondarsi sulle bottigliette d'acqua che erano state portate da un soldato.


Quando tutti ebbero ripreso fiato, Ashuros si schiarì la voce e disse -Ok ascoltatemi. Da oggi in poi, vi addestrerete sotto il nostro diretto comando. Imparerete ad eseguire missioni stealth, operazioni di guerriglia e soprattutto imparerete a combattere senza usare i vostri poteri.-


Gli altri si fecero attenti. In fondo avevano sempre combattuto con quello che avevano e imparare qualche trucchetto poteva risultare utile.


-Il vero addestramento inizierà domani alle cinque del mattino. Quello di oggi è stato solo un assaggio.- concluse Ashuros distruggendo definitivamente le poche speranze degli altri.


Hisoka, malgrado tutto, riuscì a tirargli su il morale, promettendogli pomeriggi liberi e quant'altro.


Mentre rientravano nella zona riservata a loro, Ashuros sentì Giada lamentarsi -Sigh...seicentottanta piegamenti sulle gambe...bel modo di rovinarmi il compleanno...-


-E' il tuo compleanno?- chiese Ashuros


-Sì...e dire che sarei voluta andare a nord dove ci sono le pesche migliori e so che ci sono ancora dei cigni selvatici...- disse Giada, lanciando poi un'imprecazione contro il dolore alle gambe


-Sembri stanca. Forse questa vita non fa per te.- commentò Ashuros


-Tsk, non sottovalutarmi! Potete anche rompermi il corpo a suon di esercizi ma se potrò ancora respirare mi assumerò la responsabilità di rompervi tutte le ossa!- disse Giada ritrovando un po' di energia.


-Capisco.- disse Ashuros prima di lanciarle una chiave.


-Cosa sarebbe?- chiese Giada fissando il piccolo oggetto.


Ashuros sorrise e disse -Cucina, terza porta a destra. Spero ti vadano bene.- poi cambiò all'improvviso direzione, dirigendosi verso il comando insieme a Hisoka.


Più tardi quella sera, dopo una cena veloce, Giada raggiunse la cucina e, appena fu davanti alla terza porta, come indicato da Ashuros, iniziò a percepire un piacevole aroma nell'aria. Inserì la chiave un po' titubante ma, quando la porta fu aperta, ogni dubbio e paura la abbandonarono del tutto. Quella era la parte della dispensa destinata alla frutta e alla verdura. Come un fulmine si fiondò dentro e, in meno di un minuto, si trovò di fronte ad un'enorme scatola piene di pesche. Per poco non le venne da piangere.


“Devo ringraziare Ashuros. E' un bravo ragazzo in fondo!” pensò la bionda prima di iniziare a banchettare con quei frutti da lei tanto amati.


* * *


-Le hai dato la chiave vero?- chiese Hisoka sorseggiando un po' di vino


Ashuros finì di sistemare Amy e Katia sotto le coperte poi rispose con un semplice cenno del capo.


-Lo sai che se gli altri generali la scoprono per lei saranno dolori.- disse Hisoka


-Oh, io non credo.- disse Ashuros con un ghigno sulla faccia e, come per incanto, si udì un potente suono, simile a quello di una batteria seguito da un tonfo sul balcone del loro alloggio.


Hisoka andò ad aprire la porta finestra ritrovandosi il corpo di un soldato svenuto ai suoi piedi con vari segni di bruciature e tagli. Senza dir nulla si girò verso Ashuros che, sempre con lo stesso ghigno disse -Te lo avevo detto.-


* * *


Il giorno dopo, iniziarono i veri addestramenti per entrambi i gruppi. Gli esercizi erano devastanti, le lezioni di teoria noiose e le esercitazioni non emozionavano abbastanza, ma con il tempo, impararono ad agire come due squadre affiatate. La guerra ormai entrava nel vivo dell'azione e, tra libri ed esercizi, trascorsero tre mesi.





Angolo degli autori


AUGURI GIGI!!!!


Scusate ma dovevamo urlarlo XD speriamo che, benchè molto breve, il capitolo vi sia piaciuto e che non ci ucciderete prima del tempo XD


Dal prossimo capitolo, ove si vedranno i risultati del salto temporale di tre mesi, finalmente ci saranno botte e un po' di splatter che non fa mai male ;)


Concludiamo qui questo minuscolo capitolo e ci vediamo alla prossima, chaos!!!!

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Capitolo 6
*** La fine di tutto...o un nuovo inizio ***


Ehilà! Come ve la passate? Noi ce la caviamo tra verifiche e interrogazioni ^.^ che non ci impediscono di continuare a scrivere! Yeah!

Diversamente da quanto auspicato, il capitolo di transito è piaciuto a tutti e questo ci rende felici, in più le due famiglie reali hanno riscosso un discreto successo, quella dei vampiri soprattutto.

Come scritto alla fine del capitolo, ora c'è stato un balzo temporale di tre mesi perché non avevamo voglia di scrivere un capitolo di riassunto XD quindi vi lasciamo subito alla lettura!!!

Capitolo 6: La fine di tutto...o forse un nuovo inizio.

Tre mesi. Tre lunghi mesi erano passati da quando le due nuove squadre dell'esercito di Taren-Kar e Rhihin erano state formate. Per tre mesi i loro membri si erano sottoposti ad addestramenti usciti direttamente dall'inferno.

Alcuni di loro avevano quasi mollato, ma ognuno di loro aveva qualcosa, un desiderio, un sogno, che gli impediva di arrendersi e, grazie alla loro incredibile forza di volontà, erano riusciti a diventare dei veri e propri soldati d'élite.

Essendo l'ultimo giorno di addestramento, entrambi gli schieramenti avevano organizzato qualcosa. Rhihin se l'era cavata con una grossa festa a cui erano state invitate tantissime persone, mentre Taren-Kar aveva avuto la brillante idea di organizzare una specie di torneo tra i vari membri della squadra ed è proprio da questo torneo che potremo dare un'occhiata ai progressi dei giovani maghi.

* * *

L'enorme arena, allestita apposta per l'occasione, si era riempita subito e ora i suoi spalti erano pieni di soldati, dalle semplici reclute ai generali. Gli ultimi ad arrivare erano stati il re e i suoi due figli, dato che la regina detestava quel genere di cose, aveva preferito restare a palazzo.

Non appena tutti si furono accomodati, Ashuros entrò nell'arena, posizionandosi al centro e, dopo un saluto al re, iniziò a spiegare le semplici regole del torneo.

-Ciascun incontro avrà un tempo limite di trenta minuti. Nei primi dieci minuti, i due avversari non potranno utilizzare i propri poteri ma dovranno combattere con le proprie capacità. Scaduti quei dieci minuti, saranno liberi di utilizzare il loro potere come meglio credono. Non si può uccidere il proprio avversario, chi dovesse trasgredire a questa regola, verrebbe immediatamente catturato e giustiziato.- spiegò l'albino e, mentre spiegava l'ultima regola, il suo sguardo andò a posarsi su Amlach -Bene, ora i primi due sfidanti sono...!-

-Aspetti un attimo comandante Bleeder.- disse una voce maschile

Ashuros smise subito di parlare dato che la voce apparteneva al principe Nayuta.

-C'è qualche problema, principe Nayuta?- chiese l'albino fissando il vampiro seduto in tribuna

-Gli scontri li avete decisi voi, vero? Penso che sarebbe molto meglio se fossero i vari membri della squadra a scegliersi il proprio avversario.- disse Nayuta per poi indicare Edward, comodamente seduto negli spalti e dirgli -Tu con la spada. Scendi nell'arena e decidi contro chi combattere.-

Edward, dopo lo stupore iniziale, si alzò e fece un rapido inchino rivolto al principe, dopodiché scese al centro dell'arena, vicino ad Ashuros e gli chiese -Posso davvero scegliere il mio avversario?-

L'albino sospirò -Se questo è quello che vuole il principe, non possiamo controbattere.-

L'idea che tutti i membri della squadra si erano fatti era che Edward avrebbe scelto Amlach a priori ma, con somma sorpresa di tutti, disse -Kurari, voglio che sia tu la mia avversaria.-

Un leggero brusio iniziò a farsi sentire sugli spalti, mentre la giovane maga scendeva piano piano gli scalini. Dopo pochi secondi, i due erano uno di fronte all'altro al centro dell'arena.

-Perchè hai scelto me?- chiese Kurari

-Semplice, perché così potrò finalmente farti capire che non riuscirai mai a farmi diventare uno dei tuoi bambolotti e questa bella ragazza...- disse Edward estraendo la sua fidata spada -...mi aiuterà nell'intento.-

Kurari sorrise e chiese al ragazzo -Ti andrebbe di fare una scommessa?-

-Sono tutt'orecchi.- rispose Edward

-Se vinco io, sarai il mio bambolotto per una settimana intera.- propose Kurari

-E se vinco io invece?-

-Uhm...smetterò di assillarti con la storia del bambolotto.- disse Kurari.

-Andata.- disse Edward prima di mettersi in guardia con la spada.

Ashuros fissò i due maghi per qualche secondo poi, alzando un braccio, disse -Potete iniziare!-

Al segnale d'inizio, Edward scattò verso la sua avversaria, cercando fin da subito di colpirla con la sua fidata lama ma, con somma sorpresa di molti dei presenti, Kurari riusciva ad evitare tutti gli attacchi con dei semplici movimenti laterali.

Edward, al contrario, non si scompose minimamente. In fondo si erano allenati insieme per tre mesi e sapeva di cosa era capace quella ragazza. Si sorprese, invece, del fatto che Kurari partisse con un contrattacco veloce e preciso basato semplicemente su colpi di taglio con le mani indirizzati alle spalle e alle ginocchia di Edward.

All'inizio il ragazzo incassò senza problemi ma dopo pochi minuti, iniziò a sentire l'effetto dei suoi attacchi ovvero che i suoi colpi con la spada stavano diventando più lenti e meno precisi, in più le ginocchia non riuscivano più a sostenerlo al meglio.

All'improvviso, Kurari cercò di colpirlo con un calcio laterale alla testa ma Edward, anziché bloccarlo, assecondò le sue ginocchia e si piegò su se stesso, per poi alzare la testa.

Il suo viso iniziò a imporporarsi non appena ebbe modo di mettere a fuoco ciò che aveva davanti. Kurari indossava una gonna e, con quel calcio, l'aveva alzata ampiamente.

-Keh! Niente male come vista!- commentò Edward e la ragazza, capendo il suo errore, arrossì a sua volta allontanandosi di qualche metro, sibilando un -Pervertito!- nella direzione di Edward.

Lo scontro riprese subito senza interruzioni e, come molti avevano previsto, la vittoria di Edward arrivò pochi minuti dopo lo scadere dei dieci minuti che segnalava ai due contendenti che potevano di nuovo utilizzare i loro poteri.

Dopo una rapida stretta di mano, i due tornarono a sedersi sugli spalti, stavolta uno di fianco all'altra con: Edward felice della sua vittoria e Kurari abbattuta dal fatto di non poterlo più trasformare nel suo bambolotto.

Altri incontri si susseguirono senza interruzioni: l'ennesimo pareggio tra Shail e Brianna ormai rivali e lo scontro mortale tra Rahl e El, terminato con la resa del primo che, secondo lui, si era già divertito a sufficienza.

Di colpo, il principe riprese di nuovo la parola e stavolta fu Amlach il prescelto del vampiro. Il moro scese nell'arena con un salto e, senza pensarci troppo, rivolse il suo sguardo a Hisoka. I due erano arrivati ai ferri corti in quei tre mesi. Dopo la storia della spalla slogata, Hisoka si era subito vendicato massacrandolo di esercizi e, andando avanti con insulti e provocazioni, i due erano arrivati più volte alle mani.

Il biondo, seduto tra Amy e Katia, sorrise al ragazzo al centro dell'arena e, dopo aver raccomandato alle due bambine di non muoversi e averle affidate a Daniel, si diresse, con una lentezza teatrale, al centro dell'arena, passando per le scale interne.

Dopo il segnale di inizio di Ashuros, i due rimasero fermi sul posto con Amlach che fissava in cagnesco Hisoka e quest'ultimo che non la smetteva di fissarlo sfoggiando un sorriso beffardo.

Infine, Amlach, stufo di quella situazione, scattò verso Hisoka e cercò di colpirlo con un calcio laterale, prontamente bloccato da Hisoka. Dopo una serie di colpi parati o deviati, fu il turno di Hisoka ad attaccare e lo fece cercando di colpire Amlach con un diretto destro al volto.

Il moro, prontamente, incrociò le braccia davanti al volto per bloccare il colpo ma, con suo sommo stupore, ricevette un montante destro al mento che lo fece indietreggiare di qualche passo.

“Com'è possibile?” pensò Amlach “Doveva essere un diretto. E' impossibile che abbia cambiato il colpo così velocemente!”

Il biondo fu di nuovo su di lui e gli tirò un gancio sinistro, sempre indirizzato alla faccia. Amlach cercò di nuovo di parare il colpo mettendo un braccio a protezione, ricevendo un calcio laterale destro all'addome. Quel colpo, però, servì ad Amlach a capire la “tecnica” di Hisoka

-Stai imbrogliando!- ringhiò Amlach

-Imbrogliando? IO? Non sia mai!- commentò Hisoka sorridendo e incrociando due braccia al petto, mentre con un altro braccio si grattava la guancia e il quarto braccio restava disteso lungo il corpo.

Amlach sgranò gli occhi di colpo -Ma che cavolo...- poi iniziò a guardarsi attorno. Gli spettatori erano tranquilli, come se il fatto che Hisoka avesse quattro braccia fosse normale!

-Dato il cervello che ti ritrovi...- disse Hisoka sorridendo -...ti darò una brevissima spiegazione: gli altri non vedono tutto ciò che vedi te.-

-Un' illusione...- disse Amlach

-Bingo!- disse Hisoka applaudendo con tutte e quattro le mani.

Amlach digrignò i denti per poi ripartire all'attacco. I dieci minuti in cui non potevano, in teoria, usare i loro poteri, trascorsero rapidi e, quando potè finalmente scatenarsi, Amlach iniziò ad incalzare Hisoka con una serie di attacchi veloci e rapidi che, incredibilmente, misero in difficoltà Hisoka.

“Non credevo fosse migliorato tanto!” pensò Hisoka arando un pugno che gli lasciò un bel livido sul suo avambraccio.

Amlach stava sfruttando le sue grosse ali per creare una grossa ombra in modo da poter utilizzare appieno il suo potere.

Ashuros fissava lo scontro dagli spalti, seguendo con lo sguardo, ogni singola mossa di Amlach e Hisoka.

Il punto di svolta, arrivò quando Hisoka cercò di evitare un colpo di Amlach spostandosi a destra ma il moro, stranamente, tirò un pugno a sinistra, colpendo qualcosa di invisibile. Dal nulla apparve Hisoka che fu scaraventato contro il muro, crepandolo pesantemente.

Il biondo tossì una grossa quantità di sangue “Maledizione, devo avere un'emorragia interna...”

-Spiacente ma i tuoi trucchetti non funzionano più con me.- disse Amlach avvicinandosi lentamente a Hisoka -Quando crei un'illusione, la tua ombra segue l'originale solo per un secondo prima di trasportarsi sulla copia e quel secondo mi è più che sufficiente per capire dove sei.-

Hisoka cercò di alzarsi ma Amlach lo colpì con un fortissimo calcio allo stomaco, facendogli vomitare altro sangue.

Amy e Katia si coprirono gli occhi spaventate, mentre Shail fissava rapita lo scontro, con il cuore che stava rapidamente aumentando il ritmo dei battiti.

Hisoka, riuscì a rimettersi in piedi e a scagliare, velocemente, delle carte che si conficcarono nel braccio sinistro di Amlach che sembrò non accorgersene e, con secco movimento della mano, creò un tentacolo d'ombra che gliele tolse dalla carne.

Di seguito, altri due tentacoli, bloccarono le braccia d Hisoka, che si accorse subito che c'era qualcosa di strano in quei tentacoli.

-Non riesci ad usare appieno la tua magia vero?- chiese Amlach con un ghigno -Vuoi sapere il motivo? Le mie ombre oscurano la magia altrui. Malgrado io le utilizzi solo per il corpo a corpo, hanno molti vantaggi e segreti nascosti.-

Ormai il moro era a circa un metro da Hisoka che stava indebolendosi sempre più a causa dei tentacoli d'ombra e delle varie ferite riportate. Amlach caricò un pugno con tantissimo potere magico ma Ashuros intervenne subito -L'incontro è finito! Vince Amlach, il suo avversario non può continuare!-

-Spiacente...non oggi.- sibilò Amlach prima di colpire al torace Hisoka con tutta la sua forza, distruggendogli la cassa toracica.

Nell'arena calò un improvviso silenzio, mentre il muro alle spalle di Hisoka si tingeva di rosso.

Ashuros, così come Shail e tutti gli altri, sgranarono gli occhi. Hisoka abbassò lentamente lo sguardo, notando che, dal gomito in giù, il braccio di Amlach era dentro il suo corpo, probabilmente la sua mano gli stava spuntando dalla schiena. Con uno spasmo improvviso, vomito un'enorme quantità di sangue sul braccio di Amlach che lo fissò con uno sguardo gelido prima di togliere il braccio dal corpo del biondo, facendo riversare a terra litri e litri di sangue, insieme a ciò che restava del cuore e dei polmoni.

Hisoka cadde faccia a terra, senza emettere neanche un suono, nello stesso momento in cui Shail si alzava in piedi con il terrore impresso nello sguardo -HISOKAAAAAAAA!!!!!!!!-

* * *

Un'enorme festa! Era questa l'idea di relax per il re.

-Perchè svolgere noiose cerimonie o quant'altro quando possiamo goderci i piaceri della vita e divertirci tutti insieme?- aveva detto il re, poco prima di iniziare a bere del buon vino, imitato subito da molti dei presenti tra cui Lykos, Christopher e tanti altri soldati e invitati alla festa.

In poco tempo, si era creata una bella atmosfera: tutti ridevano e scherzavano, brindando e mangiando a più non posso, ma forse erano un po' troppo rumorosi per gli standard di alcune persone.

Shiye e Juujica, quando il volume si era alzato un po' troppo, si erano ritirati su un balconcino del castello e, mentre il primo si era subito messo all'opera per creare qualcosa di utile, la seconda aveva tirato fuori un libro e si era messa a leggere nel più completo silenzio, sorseggiando di tanto in tanto un goccio di vino dal bicchiere che si era portata dietro.

Dentro l'enorme sala, invece, l'alcool aveva iniziato a fare effetto già dopo un paio d'ore. Neanche le disposizioni della regina, per non far girare troppo vino erano state nullificate e ormai, molte persone, avevano lo sguardo brillo e ridevano e scherzavano ancora più di prima, anche per cose stupide.

Anche le persone più innocenti e insospettabili, erano state contagiate da quel veleno contenuto nel vino e Ryoko non faceva differenza.

La giovane maga celeste si avvicinò, un po' barcollante, ad un tavolo dov'era seduta la sua migliore amica: Mitsuki, anch'essa ubriaca e con tre o quattro boccali di vino, vuoti, davanti a lei.

-Ehi Mitsukiiiina...che ci fai qui sola soletta?- chiese Ryoko riuscendo, al terzo tentativo, a sedersi in maniera corretta.

-Non lo so...mi annoio e bevo...sigh...- disse l'amica sorseggiando un po' di vino da un boccale. La poveretta aveva la sbronza triste...

-Oh andiamo! E' così divertente...perchè non...non...mi sono dimenticata cosa volevo dire...- disse la castana guardando verso l'alto come a voler ritrovare il filo dei suoi pensieri e, incredibilmente, parve funzionare -Ah sì! Perchè non vai a ballare con uno di quei ragazzi? E' tutta la sera che ti fanno gli occhioni dolci!-

-Non ne ho voglia...perchè non mi precedi tu con il tuo ragazzo?- chiese Mitsuki alzando un poco lo sguardo.

-Ragazzo? Ahahah!!! Non ricordavo fossi così spassosa Mitsukina!- disse Ryoko dando una pacca sulla spalla a Mitsuki che per poco non sbatté la fronte sul tavolo

-Guarda che non mi incanti...lo so che ce l'hai! E' inutile nasconderlo...- disse Mitsuki volgendo lo sguardo su un altro tavolo dove Chen, completamente brilla, stava letteralmente umiliando dei soldati a braccio di ferro.

-Ma ti dico che non è vero Mitsukina!- disse Ryoko, rossa in viso e la colpa non era solo dell'alcool.

-Ehi Christopher!!!- urlò Mitsuki guardando in direzione di un tavolo dove erano presenti il re, Christopher per l'appunto e altri soldati.

Il ragazzo si alzò di malavoglia dal tavolo e si avvicinò alle ragazze, con uno sguardo ebete stampato in viso e un grosso boccale di birra, a lui andava bene tutto purché fosse alcolico.

-Come posso aiutarti Mitsuki?- chiese Christopher

-Ha azzeccato il mio nome.- commentò Mitsuki

-Dev'essere l'alcool! L'alcool fa bene alla tua memoria Cristino!- disse Ryoko alzando le braccia felice

-Ehi Chris...Ryoko ti piace?- chiese Mitsuki a bruciapelo e, prima che Ryoko potesse dire qualsiasi cosa, Christopher disse -Ovviamente! Lei è la mia ragazza ed è soltanto mia!- dopodiché cinse per la vita Ryoko attirandola a se. La castana, completamente rossa in viso, disse -N...non è come sembra Mitsukina!- ma le sue parole furono rese vane da un bacio a stampo che Christopher le diede sulla guancia.

Mitsuki fissò la scena alzando un sopracciglio e Ryoko urlò -Non davanti a Mitsukina!- per poi tirare un pugno a Christopher che lo spedì sul tavolo dalla quale era arrivato, sfasciandolo. Alex, che si trovava li vicino, colse l'occasione e urlò -RISSA!!!- e, in pochi secondi, molte delle persone li vicino, più che altro uomini fatta eccezione per Chen, si lanciarono nella mischia compreso il re, sotto lo sguardo attonito e disperato della regina.

Lykos, dopo aver bevuto tutto d'un fiato un bicchiere di latte, si lanciò a sua volta nella rissa.

Intanto, Mitsuki continuava a fissare Ryoko con sguardo trionfante, malgrado la mente fosse per lo più annebbiata dall'alcool.

-Va bene hai vinto Mitsukina...io e Chris stiamo insieme...da un mese...- confessò Ryoko sedendosi, di nuovo, vicino all'amica.

-Lo sapevo...sono l'unica single del gruppo...- disse Mitsuki accasciandosi sul tavolo.

-Come sarebbe?- chiese Ryoko

-Non lo sai? “Miss Simpatia” e “Draghetto Luminoso” sono diventati molto intimi...anche se non lo vogliono dare a vedere...- disse Miel senza alzare la testa.

-Ti riferisci a Juujichetta e Alexino?- chiese Ryoko -Waaah!!! Questa non la sapevo!-

-Invece, quello scienziato da strapazzo è da almeno due mesi che sta appiccicato a quella ragazza carcerata ma lei è così ingenua che scambia l'amore per un mal di pancia!- disse Mitsuki, facendo sorprendere ancora di più la sua amica

-Waaah! Mitsukina sei una strega del gossip! Ahahah!- commentò Ryoko -Su, è ora di trovarti un degno partner anche a te!-

Senza poter fare abbastanza resistenza, Mitsuki fu trascinata di forza da Ryoko verso un gruppo di giovani ragazzi. Le avrebbe trovato un ragazzo! Ne andava della felicità della sua migliore amica!

Sul balconcino, intanto, Shiye disse -Sembra che si stiano divertendo alla grande dentro.-

-E' solo un'inutile rissa. Niente di più, niente di meno.- commentò Juujica. In quei tre mesi forse non si era completamente aperta al gruppo ma almeno adesso parlava di più, benchè fosse sempre fredda come una lastra di ghiaccio, eccetto quando si trovava da sola con Alex.

-Sarà anche vero, ma aiuta distendere un po' i nervi di questi tempi.- disse una voce femminile sopra di loro. I due alzarono lo sguardo notando, seduta sopra ad un cornicione un po' più in alto, Chryssa, intenta ad ammirare il paesaggio illuminato dal sole.

-Non sapevo ti piacesse ammirare il panorama!- disse Shiye

-Mi rilassa.- disse Chryssa -Non so perché...ma ho come l'impressione che questa sarà l'ultima volta in cui potrò ammirare questo bel panorama...-

Shiye e Juujica si scambiarono un'occhiata preferendo tacere. L'indomani sarebbero dovuti tutti partire per diverse missioni e, probabilmente, si sarebbero dovuti di nuovo scontrare con la squadra di Taren-Kar, comandata da Ashuros e Hisoka.

* * *

Shail saltò giù nell'arena atterrando senza problemi in piedi e iniziò a correre verso Hisoka che non si era più mosso.

Amlach la fissò con uno sguardo di ghiaccio e Shail all'ultimo, materializzò la sua falce e cercò di colpire Amlach, ma una catena la bloccò, impedendole di completare l'attacco.

-Lasciami andare Ashuros!- urlò Shail ormai in preda ad una furia cieca.

-Stai calma Shail.- disse Ashuros avvicinandosi con Giada e Shi dietro di lui.

-Come posso calmarmi?!? Ha ucciso Hisoka!!!- urlò Shail iniziando a far forza nel tentativo di rompere le catene.

-Ti ho detto di calmarti! Quell'idiota non è morto!- disse Ashuros facendo sgranare gli occhi a Shail e Amlach

-Cosa?- disse il moro

-Giada, Shi.- disse Ashuros e i due dietro di lui annuirono.

Giada si mise alle spalle di Shi, mettendogli le mani sulle spalle e, dopo aver chiuso gli occhi, dal suo corpo si udì il rumore di un triangolo, ripetuto a intervalli di due secondi. All'improvviso, Shi saltò in alto e, facendo comparire un grosso shuriken, lo scagliò in un punto specifico dell'arena, dalla quale, sotto lo sguardo scioccato di tutti, comparve un altro Hisoka che bloccò lo shuriken con due dita.

-Niente male come metodo.- commentò Hisoka -Usare il sonar di Giada e gli attacchi rapidi di Shi per individuarmi ed attaccarmi.- dopodichè schioccò le dita e, l'Hisoka disteso a terra si dissolse in una moltitudine di farfalle che volarono via.

-Una...una copia?!?- disse Shail rimasta a bocca aperta

-Esatto!- disse Hisoka sorridendo -Non avevo tanta voglia di perdere tempo con Amlach così mi sono goduto lo spettacolo.-

-Non è possibile! Ho eliminato tutte le tue copie durante l'incontro!- disse Amlach visibilmente arrabbiato

-Quella che hai ucciso l'avevo creata prima di entrare nell'arena.- spiegò Hisoka sorridendo.

Ashuros sospirò -Prima o poi la tua idiozia ti si ritorcerà contro. Vince l'incontro Amlach!-

Hisoka non sembrò pensarci molto e si diresse verso una delle uscite dell'arena mentre Amlach, incazzato nero, uscì dall'altra parte. Ashuros si incamminò verso l'uscita che aveva scelto Hisoka ma Shi gli chiese -Ma Ashuros, il prossimo incontro?-

L'albino si girò un attimo e passo lo sguardo da Giada a Shi -Siete in due, divertitevi.-

-Cosa? Io contro questa nanetta! Ma dai, io...!- iniziò Shi ma un brivido gelido lungo la schiena lo fece girare, ritrovandosi di fronte ad una visione piuttosto inquietante. Giada era completamente avvolta da un'aura nera e solo il bagliore rosso degli occhi era visibile.

-Chi sarebbe una nanetta?!?- urlò Giada prima di lanciarsi addosso a Shi

Intanto, Hisoka stava camminando tranquillamente per un corridoio dell'arena, quando, dietro di lui, sentì dei passi rapidi. Sorridendo, si girò, scoprendo che la persona a cui appartenevano quei passi era Shail che stava correndo verso di lui.

-Oh Shail! Stai tranquilla, non sono mica ferito!- disse Hisoka sorridendo ma, purtroppo per lui, avvertì il pericolo troppo tardi.

-MALEDETTO BASTARDO!!!- urlò Shail prima di assestargli un pugno allo stomaco che lo fece piegare in due, dopodichè, senza dargli il tempo di reagire, gli mise le mani dietro al collo e iniziò a tempestargli il costato con una raffica di ginocchiate, urlando una parola a ginocchiata -NON! TI! AZZARDARE! MAI! PIU'! A! FARMI! SPAVENTARE! IN! QUESTO! MODO! HAI! CAPITO?!?-

Hisoka non ebbe neanche il tempo di toccare terra che Shail si era già girata su se stessa e stava tornando indietro, quando si trovò di fronte Ashuros che le disse -Ehi Shail...-

-Cosa c'è!- disse la ragazza seccata superandolo

-Gli hai tirato tredici ginocchiate...è un numero sfortunato.- disse l'albino ghignando

L'albina si bloccò di colpo e, girandosi di nuovo su se stessa con uno strano luccichio negli occhi, prese la rincorsa e colpì Hisoka con un'altra ginocchiata facendolo volare a diversi metri di distanza. Soddisfatta, tornò sui suoi passi e, con un piccolo salto, diede il cinque ad Ashuros che si era gustato la scena sorridendo.

Dopo che la ragazza si fu allontanata, Ashuros si avvicinò ad Hisoka e lo sollevò di peso e gli disse -Ricordi quando, pochi minuti fa, ti ho detto che la tua stupidità ti si sarebbe ritorta contro? Sono o non sono un bravo indovino?-

-Vaff...vaffanculo...Ash...- biascicò Hisoka prima di svenire facendo ridacchiare Ashuros. Da quando avevano conosciuto Shail, la salute di Hisoka non ne aveva giovato molto ma in compenso Ashuros non si era mai divertito tanto.

-Su, ti porto in infermeria. Domani è il grande giorno.- disse l'albino, caricandosi in spalla l'amico e dirigendosi verso l'infermeria.

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Piccola nota: gli eventi di seguito trattai si svolgono tutti nello stesso momento. Buona lettura!
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[Il giorno dopo. Avamposto satellite di Rhihin. Estremo nord di Greenland]

Quel piccolo avamposto era situato nel bel mezzo di una foresta di abeti, ai piedi di una montagna. Era composto da una decina di tende per i soldati che precedevano l'ingresso al deposito di viveri, nascosto al fondo di un tunnel nella montagna. Tutto l'avamposto era circondato da un semplice muro di tronchi d'albero.

Davanti al cancello, in quella tranquilla mattinata, stavano due guardie leggermente appisolate che si sorreggevano con l'aiuto delle loro lance.

D’un tratto, un rumore metallico attirò la loro attenzione e, nella debole luce mattutina, videro comparire, poco distante da loro, un’armatura bianca con sopra lo stemma di Rhihin. All’inizio non parvero farci molto caso, in fondo sapevano che un famoso comandante del loro esercito sarebbe arrivato nel loro avamposto.

L’armatura era quella riservata ai gradi alti: corazza spessa, scudo a torre, mazza chiodata ma c’era qualcosa nei movimenti dell’armatura che fece insospettire le guardie, invogliandole a controllare. Lentamente si avvicinarono all’armatura e, una delle guardie disse –Fermo! Identificati!-

L’armatura si fermò a pochi passi dai due uomini, alzando le braccia in segno di resa, mentre una voce maschile proveniente dal suo interno disse –Sono il comandante Argix! Sono stato assegnato a questo avamposto ma mi sono perso e ho preso una brutta storta alla caviglia. Avrei bisogno di cure mediche.-

-Oh comandante Argix! Ci perdoni per averla fermata. Aspetti che la aiutiamo.- disse la seconda guardia avvicinandosi, nell’esatto momento in cui l’armatura scagliava la sua mazza chiodata in testa alla prima guardia, spappolandogliela ma stranamente uscì pochissimo sangue.

La seconda guardia, che si era ormai avvicinata all’armatura, rimase a bocca aperta ma, prima che potesse urlare, dall’armatura uscì un braccio che lo afferrò per la gola, soffocandolo in pochi secondi grazie ad una forza erculea. Il tutto si era svolto nel più totale silenzio.

La parte superiore dell’armatura iniziò a levitare, permettendo a Edward, precedentemente nascosto dentro essa, di uscire. Il ragazzo si avvicinò alle due guardie accertandosi della loro morte dopodiché alzò il pollice destro.

Da un albero poco lontano da lui, scesero Giada e Kurari con la marionettista che, con dei rapidi movimenti delle mani, fece ricongiungere la parte superiore dell’armatura con quella inferiore.

-Maledizione Ed!- disse Giada mantenendo un tono di voce basso –Hai rovinato l’armatura!-

Edward guardò il grosso buco nell’armatura provocato dal suo braccio poi, con un’alzata di spalle, disse –Non potevo fare altrimenti. E’ colpa di Kurari che ha scagliato la mazza!-

-Non provarci nemmeno a darmi la colpa, sei tu che l’hai scagliata. I miei fili servivano solo per farle fare dei movimenti base e non per scagliare una mazza chiodata!-

-Lasciamo stare! Concentriamoci sulla missione. Dobbiamo distruggere l’avamposto e il deposito di viveri.- disse Giada avvicinandosi al portone di legno ma all’ultimo si fermò, attirando l’attenzione di Edward e Kurari.

-Che succede?- chiese l’albina facendo avvicinare l’armatura alla porta.

-Non c’è nessuno nell’accampamento.- disse Giada togliendosi un attimo le cuffie del suo MP3

-Cosa?- disse Kurari.

-Posso confermarlo.- disse Ed –Ho potenziato il mio senso dell’udito e non sento nulla…in più…quei due soldati erano degli automi o robe simili.-

Giada e Kurari si girarono verso i due soldati a terra e la prima chiese –Ne sei certo?-

Edward annuì –Me ne sono accorto non appena mi sono accertato della loro morte. Sono solo dei pupazzi meccanici. E’ opera di Shiye.-

Giada e Kurari sbuffarono. In quei tre mesi di addestramento avevano avuto modo di scontrarsi più volte con la squadra di Rhihin comandata da Lykos e Chryssa e il mago in grado di teletrasportarsi, Shiye, li aveva fregati più volte con le sue invenzioni.

-Quindi dentro all’accampamento non c’è nessuno…peccato…- disse Kurari scontenta

Edward estrasse la sua spada e iniziò a conficcarla più volte nel terreno –Già…era da circa una settimana che non andavamo in missione e ora torniamo a casa a mani vuote.-

-Probabilmente hanno spostato truppe e viveri da un’altra parte.- disse Giada

-Evidentemente ci temono! Sanno che noi li guardiamo dall’alto…in basso.- disse Edward mettendo una certa enfasi nell’ultima parola.

Giada e Kurari assottigliarono lo sguardo dopodiché abbassarono di poco lo sguardo, notando che Edward, con la spada aveva inciso nel terreno alcune parole “Due nemici. Ore dodici. Cento metri circa.”

Le due ragazze annuirono lentamente poi iniziarono a mettersi in posizione di guardia ma il portone d’ingresso, esplose all’improvviso, scagliando frammenti ovunque e costringendoli ad indietreggiare di diversi metri. 

Dal fumo generato dall’esplosione uscirono due figure: un ragazzo e una ragazza che fu subito identificata da Edward, con sua somma soddisfazione

-E’ da un pezzo che non ci vediamo Juujica!- disse Edward pregustando uno scontro con la s maiuscola.

La ragazza senza neanche rispondergli, attivò il suo RIEQUIP e, al posto della solita armatura nera, indossò una strana armatura color grigio azzurro che, su spalle, ginocchia e gomiti aveva delle protezioni simili a calamite appuntite. L’elmo le copriva la parte superiore della testa e si potevano vedere due piccoli orecchini anch’essi simili a calamite. Sulla schiena, due grosse spade incrociate a X, la prima con le venature rosse lungo la lama e la seconda con le venature blu. Per il resto, assomigliava molto alla sua classica armatura.

-E non è da sola.- disse Kurari, posizionando l’armatura davanti a lei.

-E’ sempre un piacere incontrarvi.- disse Alex fissando Edward e le due ragazze –Sapevo che Edward si era accorto di noi e ho preferito prendere l’iniziativa. Spero che non vi dispiaccia.-

-Oh tranquillo, tanto il portone lo avremmo distrutto in ogni caso.- disse Giada assumendo uno sguardo di sfida nei confronti di Alex per poi chiedere a Edward -Ehi Ed, quella ragazza è un vicecomandante. Non sarebbe meglio se l'affrontasse un altro vicecomandante? Come me ad esempio?-

-Tsk, hai ottenuto quel grado solo perché sei la preferita di Ashuros.- commentò Edward

-Ti sbagli Edward, ho ottenuto quel grado perchè sono riuscita a stendere in un colpo te, Amlach, Shi e Daniel.- controbatté Giada e Kurari non potè trattenere una risata mentre Edward si faceva scuro in volto essendo stato colpito nell'orgoglio.

-Tsk chi se ne frega!- disse Edward -Quella ragazza è una spadaccina e io sono uno spadaccino! Sono il più indicato ad affrontarla perciò non rompere!-

-Ok ok fa come vuoi.- disse Giada

-Se voi avete finito, che ne dite di cominciare?- chiese Alex mostrando i canini

-Oh un dragon slayer come bambolotto? L'idea mi piace un sacco!- disse Kurari sorridendo e preparando l'armatura al combattimento.

Senza alcun preavviso, Juujica si scagliò contro Edward, brandendo le sue due grosse spade che furono intercettate dalla spada di Edward, nello stesso momento in cui Giada e Kurari scattavano contro Alex.

* * *

[Canyon Howling. Territorio di Taren-Kar]

“Uccidili tutti...” le parole del principe Nayuta risuonavano ancora dentro la testa di Amlach.

Al moro era stata assegnata una missione solitaria che consisteva nel individuare una carovana di soldati di Rhihin feriti, rientranti dal fronte, ed eliminarli tutti, dal primo all'ultimo.

Amlach sorrise. Malgrado la presa in giro da parte di Hisoka del giorno prima, grazie a quella missione gli era tornato subito il buonumore, sempre che il suo potesse essere definito tale.

In quel momento, si trovava su un'altura dentro un canyon. Il sole ormai si stava alzando in tutto il suo splendore ma l'interno del canyon era ancora buio, pieno di ombre e questo dava un enorme vantaggio ad Amlach. Il canyon non era molto profondo, cento metri al massimo, ma offriva comunque una buona copertura o almeno questo era quello che pensavano i soldati che, in quel preciso momento, stavano passando per il canyon.

Era una carovana composta da una ventina di carri pieni di soldati feriti e ce ne erano una decina a cavallo incaricati di proteggerli da eventuali attacchi nemici.

Amlach si alzò in piedi senza fare alcun rumore e, semplicemente, si lasciò cadere in avanti nel vuoto. Per tre secondi non fece nulla ma all'ultimo aprì di colpo le sue ali e, con un paio di battiti si stabilizzò a mezz'aria. Nessuno dei soldati si era accorto di niente e questo lo infastidiva, lui era un tipo da rissa estrema, le missioni stealth non facevano proprio per lui, così, mandando l'effetto sorpresa a quel paese urlò -Certo che voi soldati siete proprio vigili!-

Tutti i soldati a cavallo alzarono lo sguardo, sorprendendosi della presenza di Amlach e misero subito mano alle armi, nel mentre, Amlach atterrò poco avanti alla carovana che fu costretta a fermarsi.

-Taren-Kar! Voi maledetti!- urlò il capo dei soldati brandendo uno spadone a due mani intento a spronare il suo cavallo ma una voce maschile proveniente da uno dei carri lo fece fermare -Aspetta capo!-

L'uomo si fermò all'istante e si voltò verso il primo carro da cui scese un ragazzo con uno spadone e un fucile sulla schiena.

Christopher sorrise all'uomo e disse -Non mi sembra un buon giorno per morire non credi? Che ne dici se tu e i tuoi compari non proseguite mentre io mi occupo della cornacchia la davanti?-

-M..ma...vicecomandante Rean, noi...!- cercò di ribattere l'uomo ma Christopher fu inamovibile

-Senti capo, ho già un mal di testa assurdo per la sbornia di ieri, non ho voglia di discutere con te e poi un po' di sano esercizio fisico non può che farmi bene!-

-Come desiderate.- disse l'uomo e, facendo un cenno ai suoi soldati, fece riprendere il cammino alla carovana che superò Amlach il quale li lasciò andare senza problemi.

-Perchè non li hai fermati?- chiese Christopher anche se non gli importava molto, lui voleva solo combattere.

-Perchè la mia vera missione inizia solo ora.- disse Amlach con un ghigno

“Uccidili tutti...uccidi tutti i soldati di quella squadra, dal primo all'ultimo. Se lo farai, ti prometto che ti affronterò al massimo delle mie capacità.” le parole del principe Nayuta.

-Keh, quel damerino deve aver previsto che avrebbero mandato qualcuno a proteggere quei soldati.- disse Amlach iniziando a camminare verso Christopher

-Oh capisco, quindi era solo un pretesto per affrontare uno di noi.- disse Christopher iniziando, a sua volta, a camminare verso Amlach.

I due si superarono senza degnarsi neanche di uno sguardo e, non appena furono uno dietro all'altro, si fermarono. Per qualche secondo rimasero fermi così, nel più totale silenzio che fu rotto da un assordante rumore metallico generato dal pugno di Amlach contro lo spadone di Christopher, che lo aveva prontamente estratto senza difficoltà con la sola mano sinistra.

-Stai perdendo colpi Lamach.- disse Christopher sorridendo, mentre con la mano destra andava a prendere il suo fucile.

Amlach non si lasciò intimorire e, prima che Christopher potesse puntarglielo in faccia, gli bloccò la canna, facendola puntare contro la parete rocciosa.

-Non credere di essere l'unico a saper ballare questo ballo.- disse Amlach con un ghigno

-Interessante! Allora perché non balliamo?- disse Christopher allontanandosi con un balzo all'indietro per poi posizionarsi con la spada appoggiata su una spalla e il fucile puntato in avanti proprio in faccia ad Amlach.

Senza esitare, Christopher premette il grilletto e quello fu l'inizio dello scontro.

* * *

[Villaggio di Fanystur. Estremo Sud di Greenland]

Mitsuki e Ryoko attraversarono di corsa una strada polverosa evitando al pelo una raffica di proiettili che bucò senza problemi un muro.

Il villaggio era ormai distrutto. Le case erano crollate o date in pasto alle fiamme. I soldati di Taren-Kar non si erano risparmiati e molti civili erano stati uccisi nell'assalto mentre i soldati di Rhihin portavano avanti una stregua resistenza.

Mitsuki arrivò al fondo di un vicolo e notò che nella strada era stata scavata una specie di trincea dove vide alcuni soldati.

-Ehi voi!- urlò la maga del fulmine e uno dei soldati si girò verso di lei

-Siete i nostri rinforzi?- chiese il soldato speranzoso

Mitsuki annuì -Abbiamo un medico qui! Ci sono dei feriti?- chiese la ragazza prima che, dall'altra parte della strada, una casa fosse fatta esplodere da un razzo.

L'uomo, dopo essersi ripreso dall'onda d'urto, urlò -Sì ce ne sono diversi nella chiesa in fondo alla strada dietro di noi ma non possiamo proteggerli finché...!!!- un colpo di fucile lo colpì in piena testa, facendo schizzare il sangue sui suoi compagni che iniziarono a disperarsi.

-Moriremo tutti!!!- urlò un giovane soldato, probabilmente una recluta.

-Datti una calmata Rowens!- lo ammonì un soldato più esperto che però non riusciva neanche a calmarsi lui stesso.

Mitsuki gli urlò -Levatevi da quella trincea o morirete!-

Una voce urlò -In arrivo!!!- e la trincea scomparve in una grossa esplosione che carbonizzò tutti i soldati al suo interno.

-Maledizione!- imprecò Mitsuki quando un soldato, arrivato alle loro spalle le comunicò -Li abbiamo individuati, sono tre maghi e sono camperati posizionati in cima al campanile, duecento metri avanti a noi!-

-Mitsuki, dirigiamoci alla chiesa, se non ci vedono forse non la colpiranno.- disse Ryoko

-C'è una via sicura per la chiesa in fondo alla strada?- chiese Mitsuki al soldati che scosse la testa -Purtroppo no, quei tre maghi possono facilmente vedere ogni singolo movimento.-

-Ok, cercherò di trattenerli con la mia velocità! Ryoko, tu vai alla chiesa e aiutali a curare i feriti e a farli evacuare.- disse Mitsuki

-D'accordo! Vedi di non morire!- disse Ryoko ma, prima che Mitsuki potesse partire, si sentì una voce femminile dalla strada -Ehi uscite pure! Sappiamo che siete in quel vicolo!-

-Questa voce...- disse Mitsuki uscendo lentamente e scorgendo, a qualche metro di distanza, una lunga chioma bianca -...Shail, avrei dovuto immaginarlo.-

-E' da un po' che non ci vediamo Mitsuki.- disse Shail materializzando un fucile a pompa -Spero che non ti dispiaccia se ho portato un amico.- e, di fianco a lei comparvero dal nulla Daniel e Brianna che si accanì subito su Shail -Ehi tappetta guarda che siamo in due!-

-Tsk, tu per me vali meno di zero!- ribatté Shail

-Finitela voi due!- intervenne Daniel placando i loro spiriti alquanto infiammati.

-Un tre contro due eh? Sicuri di non aver bisogno di qualche altro rinforzo?- chiese Mitsuki 

-Oh tranquilla, per te basto io.- disse Brianna e Mitsuki, cogliendo l'occasione, le scagliò un fulmine addosso che fu prontamente parato da Daniel, brandendo una falce col la lama elettrificata.

-Fai attenzione.- disse serio Daniel

-Tsk, fatti gli affari tuoi.- disse Brianna 

-Ryoko tu va, posso vedermela io con questi qua.- disse Mitsuki e Ryoko, dopo averle lanciato un incantesimo di potenziamento, iniziò a correre a perdifiato verso la chiesa, seguita a ruota dal soldato.

-Ehi miss Ghiacciolo tu insegui quella maga. Contro Mitsuki puoi ben poco.- disse Shail

Brianna non potè controbattere. I fulmini la spaventavano così decise di concentrarsi su Ryoko. Con u movimento della mano, creò una scala verso un tetto e ci corse sopra, iniziando ad inseguire la maga celeste dai tetti.

“Maledizione...” pensò Mitsuki

-Ora che siamo rimasti solo noi...iniziamo.- disse Daniel avvicinandosi a Mitsuki con Shail subito dietro

“Questa volta sarà difficile...” pensò Mitsuki prima di coprirsi con uno strato di fulmini e scattare verso i suoi due avversari.

* * *

Ryoko fissò il corpo del soldato disteso a terra. Dei sottili pugnali di ghiaccio gli uscivano dalla schiena e la sua assassina era poco avanti a lei.

-Spiacente ragazzina ma non ci andrò leggera.- disse Brianna creando una spada di ghiaccio.

-Che strano...era la stessa cosa che stavo per dire a te!- commentò Ryoko mentre una strana luce dorata le avvolgeva il corpo potenziando notevolmente le sue abilità di combattimento -Preparati...ora saprai cosa si prova nell'affrontare un vicecomandante.-

* * *

[Miniera di ferro di Rhihin. Entroterra di Greenland]

Shiye e Chen erano stati sfortunati. Molto sfortunati. La loro missione, in teoria, era semplice: proteggere alcuni minatori mentre mettevano al sicuro gli ultimi carichi di ferro ma la squadra di Taren-Kar non sembrava d'accordo così aveva inviato ben tre membri a rovinargli la festa.

Ora i due maghi erano al centro di uno spiazzo pieno di ghiaia, circondati.

Disposti come un triangolo, Shi, Hopei e El, li fissavano pronti a scattare.

-Sembra proprio che oggi è il nostro giorno sfortunato.- disse Shiye sorridendo

-Beh se questo è il mio ultimo giorno stai pur certo che me ne andrò con una collanina fatta con i denti di questi bastardi.- disse Chen

-Oh oh simpatica come sempre Chen. Disse Shi ghignando mentre preparava due anelli raffiguranti due sciabole.

Hopei si accese una sigaretta e disse -Eliminiamoli in fretta e andiamocene a casa, ma prima prendiamo delle ciambelle di Rhihin.-

El rimase zitta estraendo con calma la sua fidata katana.

-Dici che i minatori hanno fatto in tempo ad andarsene?- chiese Shiye sistemandosi meglio i suoi guanti

-Credo di sì, in fondo i nemici sono tutti qui e...- una strana canzoncina iniziò ad echeggiare e tutti e cinque i maghi si voltarono verso un tunnel li vicino da cui uscì un ragazzo vestito elegantemente.

Yo-hohoho,Yo-hohoho!
Yo-hohoho,Yo-hohoho! 
Vado ad assorbire le anime di Rhihin!
Mi affido alla mia fortuna,
cullato dalla luce della luna...
Al di là delle montagne, anche il sole del tramonto teme per la sua anima...
mentre i corvi nel cielo volteggiano ci raccontano una storia di morte!

Rahl smise di canticchiare quel motivetto non appena si accorse degli sguardi dei suoi avversari -Oh, buongiorno!- disse sorridendo

Shiye e Chen sgranarono gli occhi dato che Rahl stava tenendo per i capelli circa cinque o sei teste umane che erano state strappate di netto dai loro corpi, come si poteva dedurre dalle vertebre ancora attaccate.

-Quelli sono i minatori...- disse Shiye

-Quindi non erano in tre...ma in quattro.- disse Chen

-E il loro quarto uomo è un osso duro...ha ucciso più di cento uomini in un secondo.- disse Shiye

-Centoventisette per la precisione.- disse Rahl ghignando per poi aggiungere -Posso proporvi un affare?-

-Ehi Rahl stanne fuori! E' da una via che non meno le mani e devo scaricarmi!- intervenne Shi

-Vuoi dire da ieri quando Giada ti ha preso a calci?- commentò Hopei

-Zitta tu!- disse Shi

-Un tre contro due non sarebbe leale. Interverrò solo se necessario.- disse El rinfoderando la spada e andando ad accomodarsi vicino a Rahl che si era bellamente stravaccato su alcuni sacchi.

-Questa è quello che voi umane definireste relax no?- chiese Rahl a El che non si degnò neanche di rispondergli -Uh uh uh gentile come sempre El.-

-Allora? Vogliamo iniziare?- chiese Shi materializzando le sue armi mentre Hopei si trasformava in una tigre.

-Sconfiggiamo questi due e poi ritiriamoci.- disse Shiye

Chen creò con la sua magia degli artigli di acciaio e se li sistemò per bene sulle mani fissando con aria di sfida Hopei.

-D'accordo ma dev'essere una vittoria schiacciante.- disse Chen

-Vedrò di accontentarti.- disse Shiye prima di teletrasportarsi dietro a Shi e rimanere sorpreso nel constatare che il ragazzo si era già girato per contrastarlo -Quanto tempo!- disse Shi prima colpirlo con un calcio e spedirlo a terra.

Da lontano Rahl urlò -Questa è quella che voi umani chiamate “figura di merda” vero?!?- e El non potè trattenersi dal dargli un pugno in testa.

-Ok, vediamo di farla finita.- disse Chen, lanciandosi poi contro Hopei che la imitò subito, compiendo un grande balzo e cercando di morderle la gola.

* * *

[Roccaforte di Alestias. Fronte centrale.]

Il principe Nayuta, il groppa al suo purosangue nero, osservò silenziosamente la roccaforte tanto anelata da suo padre. Una roccaforte che per anni aveva resistito ai continui assalti del suo esercito, ma quel giorno, finalmente, sarebbe capitolata.

Lentamente volse lo sguardo alla sua destra dove, in groppa ad un cavallo, c'era Ashuros

-Sai cos'è la potenza?- chiese Nayuta

-No mio principe.- rispose Ashuros

-Tu, invece?- chiese ancora Nayuta volgendosi a sinistra dove vi era Hisoka

-Non lo so neanch'io mio principe.- rispose il biondo

Nayuta sorrise e, dopo aver fatto girare il suo cavallo, disse -Questa è la potenza!-

Ashuros e Hisoka si girarono anch'essi e, non poterono fare a meno di ammirare l'enorme esercito a cavallo che era stato radunato apposta per quell'assalto.

-Ottanta mila uomini! Tutti pronti a morire per il loro regno! Questa è vera potenza.- disse Nayuta, per poi lanciarsi in un discorso di incitamento delle truppe.

-Ehi Ash...lo senti anche tu?- chiese Hisoka

-Sì...un potere molto familiare.- disse l'albino guardando poi la fortezza

-Sembra che oggi si concluderà tutto.- disse Hisoka

-Già...sembra proprio di sì.- commentò l'albino -O forse è l'inizio di qualcosa...- ma queste sue ultime parole furono sovrastate dall'imponente urlo dell'esercito che fece tremare il terreno per qualche secondo.

Nayuta estrasse la sua spada di cristallo nero e, alzandola al cielo, urlò -Avanti!!!-

Una serie di corni da battaglia iniziarono a suonare per tutto l'esercito che, lentamente si avviò verso la roccaforte, aumentando sempre di più la velocità arrivando a spingere i loro cavalli in corsa a piena velocità.

Davanti alla roccaforte, circa sessanta mila soldati di Rhihin erano pronti ad intercettarli e un uomo stava finendo il suo discorso quando il terreno iniziò a tremare come se ci fosse un terremoto.

-E così ha inizio...- disse il generale dell'esercito prima di urlare a sua volta la carica e iniziare la corsa verso lo scontro frontale con l'esercito di Taren-Kar.

In cima alle mura della roccaforte, Lykos e Chryssa assistettero impotenti alla scena.

-Dovremmo essere laggiù con loro!- disse Lykos

-Siamo l'ultima difesa della roccaforte Lykos. Se l'esercito fallisce toccherà a noi difendere la gente della città.- disse Chryssa

-Sarà un bagno di sangue.- disse Lykos

-Sì...lo so.- commentò Chryssa

Ormai l'esercito nemico era vicinissimo e Ashuros potè ripensare alle parole del suo amico di pochi secondi prima.

“Sì...” pensò l'albino iniziando a creare diverse catene “...oggi finirà tutto!”

Poi...il caos...







Angolo degli autori

Ehilà! Come ve la passate? Speriamo che questo capitolo vi sia piaciuto :)

Questo capitolo doveva essere più lungo ma, ahimè, abbiamo dovuto accorciarlo a causa di alcuni problemi ma speriamo di non averlo rovinato così facendo.

Purtroppo oggi siamo rapidi e vi salutiamo subito!

Ci vediamo alla prossima ,chaos!!!

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Capitolo 7
*** Essere un vicecomandante non ti garantisce la vittoria! ***


Ehilà ragazzi! Rieccoci qui con un aggiornamento, si spera, lampo!


Nell'ultimo capitolo abbiamo lasciato in sospeso diversi scontri più il mega conflitto alla fine e, per far sì che gli aggiornamenti fossero veloci, abbiamo deciso di trattare due scontri a capitolo.


In altre parole, in questo capitolo si vedranno solo due degli scontri accennati nel capitolo precedente e gli altri due nel prossimo capitolo.


Vi auguriamo una piacevole lettura :) ci vediamo al fondo!


Capitolo 7: Essere un vicecomandante non ti garantisce la vittoria!


Un rumore di spade echeggiava per la foresta con un ritmo incalzante, quasi non ci fossero pause. Alcuni rami tagliati di netto cadevano a terra, mentre due persone saltavano di albero in albero, scambiandosi rapidi colpi a mezz’aria senza sosta.


In una piccola radura, Edward e Juujica si scambiarono l’ennesimo colpo, concludendo in parità. I due si distanziarono di qualche metro ma nessuno dei due sembrava stanco, anzi, mentre Juujica manteneva lo sguardo fisso su Edward senza batter ciglio, il ragazzo stava ghignando, compiaciuto di quel combattimento.


-Ehi ma le tue armature non dovrebbero avere qualche effetto?- chiese Edward


Juujica non gli rispose nemmeno e lanciò con forza le sue due spade contro il ragazzo che le deviò tranquillamente con la sua fidata katana, dopodiché, la ragazza materializzò altre due spade e le lanciò di nuovo ma stavolta mancando completamente Edward che disse –Quell’elmo non aiuta la tua mira!-


La ragazza non lo ascoltò nemmeno e ripeté il procedimento per diverse volte e, alla fine, la radura era piena di spade conficcate nel terreno o negli alberi e, una cosa che Ed notò subito, fu il fatto che le venature delle spade erano diventate nere.


-Tu si che sai abbellire un posto.- commentò sarcastico Edward guardandosi intorno.


Juujica materializzò ancora una volta due spade, ma sta volta le tenne ben salde nelle sue mani, dopodiché, con la spada nella mano destra, meno un colpo laterale davanti a se. Edward alzò un sopracciglio. Quell'armatura doveva avere per forza un potere secondario. Forse permetteva di tagliare a distanza.


Seguendo quest'ipotesi, Edward si abbassò immediatamente per poi scattare di lato ed allontanarsi di qualche metro, restando però in quel campo di spade.


La ragazza, lo seguì con lo sguardo per qualche secondo, per poi tornare a menare colpi a vuoto avanti a se.


Edward parve spazientirsi e urlò -Se proprio non vuoi iniziare a fare sul serio lo farò io!- e con un poderoso scatto, azzerò la distanza tra lui e Juujica tentando un affondo frontale.


All'improvviso, però, con la coda dell'occhio notò un movimento alla sua destra e si tirò indietro all'ultimo, quando una delle spade, che fino a poco prima era conficcata nel terreno, gli lisciò l'avambraccio destro, procurandogli un taglio profondo. L'arma si conficcò in un albero e a Edward, solo per un secondo, gli parve di vedere le venature della spada tornare blu, per poi spegnersi di nuovo.


-Ma che diavolo...- disse Edward fissandosi la ferita per poi iniziare a scrutare la radura in cui si trovavano.


“Un altro avversario? No, non percepisco nessuno e poi...” pensò il ragazzo fissando Juujica “...lei è una che non scherza. Non si abbasserebbe mai ad affrontarmi insieme a qualcun'altro. Preferirebbe morire...”


-In guardia.- disse Juujica con voce glaciale mettendosi in posizione -Non ti darò un attimo di tregua.- e, senza esitazione, iniziò una rapida serie di attacchi con le sue due spade a cui Edward non potè far altro che rispondere con una serie di parate altrettanto veloci.


Per qualche secondo continuarono quei rapidissimi scambi, ma poi Juujica saltò all'indietro e Edward sentì due deboli rumori alle sue spalle. Istintivamente, ruotò su se stesso menando un colpo laterale che deviò, all'ultimo, due spade che stavano per infilzarlo nella schiena. Il ragazzo sgranò gli occhi per la sorpresa ma non c'era tempo per distrarsi perché Juujica, sfruttando il diversivo delle spade, si era portata alle spalle di Edward e cercò di colpirlo con un affondo.


Fortunatamente, Edward se ne era accorto e scansò di lato all'ultimo non riuscendo però ad uscirne illeso. Non appena si fu rimesso in guardia, una piccola macchia rossa colorò la sua maglietta sul fianco destro.


Edward fissò prima Juujica poi le due spade che aveva deviato con la sua katana.


“Quelle due spade...si sono mosse da sole. I rumori che ho sentito erano le loro lame mentre venivano estratte dal terreno.” pensò il ragazzo mentre Juujica, sempre in posizione di guardia, attendeva una reazione del suo avversario.


Il ragazzo scattò in avanti, di nuovo, pensando “Se mi avvicino abbastanza non cercheranno di colpirmi.” e riprese ad affrontare Juujica in un classico corpo a corpo e, proprio come prima, due rumori alle sue spalle, lo fecero scattare ma stavolta, anziché ruotare su se stesso, saltò in alto e, per appena due secondi, potè vedere due spade passare sotto di lui dirette verso Juujica a tutta velocità.


“Keh! Assaggia la tua stessa medicina.” pensò Edward ghignando ma il suo ghigno morì non appena vide che Juujica aveva alzato le sue spade, puntandole contro le due armi in arrivo e le venature delle sue armi erano diventate blu, così come le venature delle armi in arrivo che, inspiegabilmente, si fermarono a mezz'aria per poi allontanarsi all'istante da Juujica.


Edward, che non poteva aspettarsi una cosa simile, non riuscì a saltare di nuovo in tempo e una delle due spade gli si conficcò con forza nella coscia destra, fino all'elsa e la cosa che più lo preoccupava era che la spada stava cercando di andare ancora più a fondo, come a volerci passare attraverso.


Con un gesto rapidissimo, afferrò l'impugnatura della mano con la mano destra e, potenziando al limite la sua forza fisica, la estrasse dalle sue carni facendo comunque una fatica incredibile. Lasciò andare l'arma che, come se niente fosse successo, continuò il suo viaggio, andando a conficcarsi in una roccia.


Dalla ferita ancora aperta, iniziò a zampillare del sangue che, oltre a macchiargli i pantaloni, macchiò anche alcune spade conficcate li vicino. Il ragazzo mise una mano sulla ferita ma non sembrò accorgersi del dolore, i suoi pensieri erano altri “L'osso non l'ha toccato. Posso ancora combattere.” e con un ghigno, che avrebbe intimidito anche un orso grizzly, scattò di nuovo in avanti, iniziando a colpire con sempre più foga.


Juujica si accorse del cambiamento del ragazzo e fu costretta ad aumentare a sua volta il ritmo. Malgrado Edward stesse usando una sola spada con una mano, Juujica riusciva a tenergli testa ma senza mai poter tentare un vero e proprio attacco.


“Eccolo...è di nuovo cambiato.” pensò Juujica notando una scintilla di follia negli occhi di Edward.


Durante i tre mesi di addestramento, si erano scontrati più volte e, se all'inizio Juujica sembrava in vantaggio, Edward riusciva sempre a tirare fuori una grinta...oppure una follia impareggiabile che gli consentiva di riprendere sempre il combattimento con una foga maggiore. E quella volta non era diversa dalle altre.


Con un colpo incredibilmente potente, Edward riuscì a spezzarle la guardia, facendole aprire le braccia e si preparò a un colpo dall'alto ma la ragazza era pronta. Le venature della spada nella mano destra divennero rosse, mentre quelle della spada nella mano sinistra blu e, veloci come un fulmine, cozzarono l'una contro l'altra, formando uno scudo che bloccò il colpo di Edward.


Juujica lasciò andare quelle due spade e ne raccolse due da terra con cui tentò una sforbiciata orizzontale per cercare di tagliare Edward a metà ma il ragazzo indurì la sua pelle all'ultimo, ricevendo solo dei semplici graffi. Le due spade, lasciate in precedenza da Juujica, caddero a terra, permettendo ai due di fissarsi negli occhi per un secondo, dopodiché ripresero quell'incessante scambio di colpi.


Edward, dopo un ultimo colpo, si allontanò e, ghignando disse -Magneti eh?-


-Vedo che hai capito.- disse Juujica -Tutte le spade qui presenti sono dei magneti. Posso decidere se farli diventare positivi, negativi o neutri. Quando prima hai saltato, ho trasformato tutte e quattro le spade in poli negativi e, dato che gli uguali si respingono, sono tornate verso di te. Comunque sia...non credere di poter vincere solo perché hai scoperto il potere della mia armatura. Ci sono circa cento spade.-


In realtà, benchè stesse cercando di intimidirlo in qualche modo, Juujica era preoccupata a sua volta. Nessuno era mai riuscito a durare così a lungo contro di lei mentre usava la sua MAGNETIC ARMOR e Edward non sembrava neanche debilitato a causa della perdita di sangue dalle ferite.


“Dovrò impegnarmi al massimo.” pensò la ragazza prima di scattare ad una velocità incredibile e iniziare una serie di attacchi rapidi che, anche se poco profondi, iniziarono a disegnare sul corpo di Edward dei piccoli tagli.


Il ragazzo si accorse di essere leggermente in svantaggio. Poteva tranquillamente sopportare il dolore, ma la ferita alla gamba stava mettendo a dura prova il suo equilibrio e il suo pensiero più cupo fu quello di immaginare la sua gamba che cedeva per lo sforzo.


“Col cavolo! Per impedirmi di usare questa gamba dovrai tagliarmela!” pensò Edward e, sfruttando quel mezzo secondo di pausa, afferrò una spada a da terra e la usò per controbattere agli attacchi di Juujica.


Solo dopo qualche secondo Edward si accorse che c'era qualcosa che non andava. Juujica aveva iniziato, anche se di poco alla volta, ad indietreggiare e lui, preso dall'euforia del combattimento l'aveva incalzata, non lasciandola mai distanziarsi di tanto.


In quel momento, si accorse dello spazio che lo circondava: erano al centro della radura, dove erano presenti più spade. Edward si fermò di colpo ma era troppo tardi.


“Che idiota che sono!!!” ruggì a se stesso Edward prima che sette spade gli si conficcassero nel braccio sinistro. Tutte quelle spade avevano le venature blu ed erano attirate dalla spada con le venature rosse che Edward teneva in mano.


Edward perse di colpo la sensibilità del suo braccio sinistro: le spade avevano reciso nervi e tendini e le ossa erano crepate o rotte in più punti. Impotente, vide il suo braccio abbassarsi come se fosse un sacco vuoto, finendo a penzoloni, mentre la spada che teneva in mano, le cui venature erano tornate nere, cadeva a terra.


Juujica ne approfittò subito e con due rapidi colpi, gli disegno una grossa X sul torace dopodiché, recitò una formula magica per poi colpire Edward con un calcio e spedirlo contro un albero. Il ragazzo si accasciò al suolo, restando con la schiena appoggiata all'albero, mentre col braccio destro cercava di rialzarsi usando la spada come punto d'appoggio ma senza riuscirci, la gamba ferita non riusciva a reggere quello sforzo.


-E' finita.- disse Juujica


-Keh spiacente ma non sarà finita finché potrò respirare.- disse Edward ghignando. Benchè fosse ferito e sanguinante, il suo ghignò incuteva ancora un certo timore.


-Tranquillo. Tra poco non respirerai più.- disse Juujica lasciando cadere le sue spade a terra. In quel momento, uno strano bagliore rosso iniziò a brillare sul petto di Edward, precisamente al centro della X formata dalle due ferite, che fissò quella luce con un misto di sorpresa e confusione.


-Ho trasformato il tuo corpo in un magnete.- disse Juujica con voce fredda


Edward alzò lo sguardo e vide che tutte le venature delle spade stavano diventando blu, iniziando pian piano a puntare verso di lui.


-Addio Edward Yoshina. Se tu fossi stato più calmo e concentrato, forse non saresti morto così.- disse Juujica e, con uno schiocco delle dita, tutte le lame saettarono verso Edward, creando un orribile rumore metallico e sollevando un piccolo polverone.


Juujica rimase a fissare il polverone per qualche secondo poi di girò su se stessa e si incamminò vero l'uscita della radura.


“Alex potrebbe avere bisogno di una mano.” pensò la ragazza.


-Eh eh eh...-


Un brivido gelido le percorse tutta la schiena mentre la sua mente associava rapidamente quella risata al suo possessore


-Non è possibile...- disse Juujica sgranando gli occhi e tornando a fissare il polverone.


-Eh eh eh...ah ah ah ah... AH AH AH AH AH AH AH!!!!!-


Il polverone finì di diradarsi, mostrando una figura in piedi con un ghigno inquietante sul volto. Edward Yoshina era ancora vivo e sembrava anche divertito dalla situazione. Più spade gli uscivano dal corpo: una dalla spalla destra, due dalla gamba sinistra, due dalla pancia e una spada era conficcata addirittura nel palmo della sua mano sinistra.


Juujica non potè non sorprendersi di quella scena. Il suo unico errore era stato quello di lanciare tutte quelle spade nello stesso momento e, inevitabilmente, alcune di esse avevano deviato la traiettoria di altre spade, facendo sì che, delle cento spade, solo una ventina riuscissero a raggiungere Edward e la moltitudine di tagli sul suo corpo lo confermavano.


-AH AH AH!!!- la risata di Edward echeggiava per il bosco, facendo scappare diversi animali e facendo nascere, per quanto piccolo, un senso di paura dentro Juujica


-Cos'è che hai detto? Calma? Concentrazione? AH AH AH Credi davvero che io abbia bisogno di stronzate del genere?!?- urlò Edward estraendo nel contempo le spade dal suo corpo e facendo schizzare molto sangue in diverse direzioni, senza preoccuparsi di ciò.


-Sei davvero un avversario temibile...quasi un demone.- disse Juujica per poi cambiare di nuovo armatura -Per combattere un demone...serve un altro demone...DEMONIC VALKYRIE ARMOR!!!- la sua armatura dei magneti sparì all'istante lasciando posto ad un'armatura completamente nera: sui gomiti e sulle ginocchia vi erano dei teschi umani, le spalle erano coperte da quelli che sembravano teschi di drago, dalla schiena le uscivano due grossi spuntoni che si alzavano al cielo e l'elmo era un teschio umano con due grosse corna da diavolo puntate in avanti, per il resto era una normale armatura nera.


Di fianco a lei comparve uno spadone a due mani nero, la cui guardia era composta da delle ossa irte di spine e l'impugnatura sembrava una spina dorsale. Nello stesso momento, tutte le altre spade scomparvero.


-Questa armatura...mette in risalto la mia rabbia, il mio odio...e la mia follia.- spiegò Juujica sollevando lo spadone come se fosse un ramoscello.


Il ghignò di Edward si allargò mentre iniziava a menare colpi all'aria, come a volersi scaldare -Non me ne fotte un cazzo di quello che fa! Quello che mi importa è che possiamo ancora combattere!- e, senza esitazione, si lanciò contro Juujica.


Le loro armi cozzarono l'una contro l'altra stridendo mentre il terreno sotto di loro si crepava anche se di poco. Nessuno dei due indietreggio e continuò a menare colpi privi di tecnica ma, solo ed esclusivamente, ricchi di potenza pura.


I colpi si susseguirono incessanti quando, ad un certo punto, Juujica vide qualcosa di piccolissimo cadere dall'alto davanti ai suoi occhi: un frammento di metallo nero. Il suo sguardo scivolò sulla sua spada e, all'istante, individuò una minuscola crepa che stava crescendo colpo dopo colpo.


Sotto l'elmo, sorrise mesta. Le sue armature così come le sue spade erano create dalla sua anima e questo le rendeva estremamente resistenti ma non appena indossava determinate armature, non contava più quel fattore, ma si scontravano altre forze: coraggio, determinazione...follia...


“La cosa non mi stupisce per niente...” pensò la ragazza fissando Edward mentre parava uno dei suoi colpi “...la sua follia è di gran lunga superiore alla mia.”


Edward, con un colpo che sfiorava i limiti della sua potenza attuale, ruppe di netto la spada di Juujica che si sgretolò in tanti frammenti. La ragazza era scoperta e lui ne approfittò all'istante, menando un colpo dall'alto che le ruppe l'armatura, tagliandola dalla spalla destra fino all'anca.


Una grossa quantità di sangue schizzò fuori dallo squarcio dell'armatura, imbrattando il terreno, ma Juujica non cadde, rimase lì, in piedi, a fissare il suo avversario mentre preparava un altro colpo.


Edward fermò la sua arma in alto e disse -Lo dicevo io...non basta essere un vicecomandante per poter vincere.- per poi calare la sua katana su Juujica che non cercò neanche di muoversi.


Fu salvata da un rumore, anzi due, che provenivano dalla sua armatura e dalla tasca dei pantaloni di Edward.


Edward fermò all'istante il suo colpo e mise una mano in tasca per poi estrarre una piccola sfera che assunse le sembianza di un auricolare. Prima di partire per la missione lo avevano avvisato di rispondere ad una determinata chiamata all'istante.


Si mise l'auricolare nell'orecchio e subito sentì una voce parlare -Bzzz...Ed...ward...bzzz...-


“Maledizione...la comunicazione è disturbata.” pensò Edward quando, finalmente, riuscì a sentire bene e quello che sentì gli fece sgranare gli occhi e anche Juujica, che aveva rimesso la sua solita armatura, doveva aver ricevuto la stessa informazione perché anche lei aveva sgranato di colpo gli occhi.


I due si fissarono un attimo negli occhi quando Edward disse -Per quanto mi piacerebbe ucciderti ora...dobbiamo rimandare.- e Juujica annuì, dopodiché scattarono entrambi verso l'avamposto dove avevano lasciato Alex, Giada e Kurari.


Avevano entrambi ricevuto una notizia importante ma se fosse bella o brutta nessuno lo sapeva.


* * *


Il combattimento con Alex non stava andando come Giada aveva previsto. Malgrado loro fossero in due, il giovane Dragon Slayer riusciva a combattere egregiamente, senza alcuna esitazione. Grazie alla sua innata velocità, potenziata dalla sua magia della luce, Alex non aveva nessun problema a combattere sia con l’armatura controllata da Kurari sia con Giada che utilizzava attacchi sonori.


Non appena Juujica e Edward si erano allontanati per poter combattere in “tranquillità”, i tre avevano iniziato il loro scontro davanti a quell’ormai vuoto avamposto.


Giada aveva cercato fin da subito di colpire Alex con i suoi attacchi sonori ma il ragazzo l’aveva anticipata con un raggio di luce, prontamente bloccato dalla corazza di Kurari.


Da quel momento in poi, era iniziato un lungo ciclo dove Alex attaccava ininterrottamente mentre Giada e Kurari erano costrette a difendersi.


In quel momento, Alex arrivò alle spalle di Kurari e urlò -LIGHT’S DRAGON ROAR!!!-


Un raggio di luce colpì in pieno Kurari sulla schiena bruciandole la pelle e scaraventandola contro la sua stessa armatura e poi contro una roccia.


Giada girò su se stessa urlando -SMASH SOUND!!!- e un forte rumore di tamburi fuoriuscì dal suo corpo. Il punto dove si trovava Alex subì un'improvvisa deformazione verso il basso, come se fosse appena precipitato un meteorite e Alex si ritrovò a terra, al centro di quel cratere.


Giada non gli diede un secondo di tempo e, dopo essere saltata in alto, usò un'altra delle sue tecniche -ROCK N ROLL SMASH!!!- e stavolta Alex fu preso in pieno da un forte assolo di chitarra elettrica che, oltre a provocargli vari tagli sul corpo, lo intontì per bene.


Il giovane mago si alzò un po' barcollante ma riuscì, con un salto, ad uscire dal cratere, per poi focalizzarsi subito su Giada quando avvertì un movimento alle sue spalle, ma era troppo tardi: l'armatura controllata da Kurari lo colpì con la sua mazza al braccio sinistro, aprendogli una grossa ferita poco sotto la spalla.


Per fortuna Kurari era ancora confusa per l'attacco di prima e il suo controllo sull'armatura non era perfetto ma questo non le impedì di iniziare una serie di attacchi veloci con la sua armatura che misero un attimo in difficoltà Alex.


Il ragazzo però si riprese subito e, allontanandosi con un balzo all'indietro, si posizionò con le due mani unite avanti a se, come a voler pregare, dopodiché portò entrambe le braccia sul lato destro e una forte luce iniziò a risplendere dalle sue mani.


-LIGHT DRAGON'S HOLY RAY!!!- in quel momento, la luce aumentò d'intensità e Alex riportò all'istante le aani avanti a se, aprendole. Un'enorme sfera di luce apparve davanti a lui e, da essa, scaturirono un centinaio di raggi di luce che andarono tutti a colpire l'armatura, distruggendola in mille pezzi.


Kurari imprecò a bassa voce mentre con i suoi fili riusciva a recuperare almeno lo scudo dell'armatura, non era molto ma almeno l'avrebbe protetta da qualche attacco. Intanto Giada si era portata vicino alla compagna.


-La vedo dura.- disse Giada senza però nessuna traccia di paura nella voce


-Già ma in fondo se non lo fosse non sarebbe divertente.- commentò Kurari sorridendo.


-Già.- ammise Giada per poi guardare la compagna e chiederle -Ti va una combo?-


Kurari si fece subito attenta -Quale combo?-


-Quella che tu e Edward state provando da un mese...di nascosto.- spiegò Giada con un ghigno sulle labbra


Kurari arrossì leggermente e disse -N...non è come pensi! E'...è una combo come tante, non ho problemi a farla con te.-


-D'accordo, allora facciamola!- disse Giada sorridendo


Alex era rimasto fermo a pochi metri da loro, in attesa del loro attacco, quando finalmente le due parvero decise ad affrontarlo. Il ragazzo notò che Kurari aveva fatto uscire diversi fili dalle sue mani ma, quando stava per scattare di alto per evitarli, l'albina li utilizzò su Giada, prendendo il controllo della sua compagna, dopodiché Kurari saltò su un ramo in alto e disse -Che lo show abbia inizio.-


Alex sembrò non capire ma poi Giada mostrò un altro dei suoi attacchi che, stranamente, non era indirizzato a lui.


-GONG SOLID BOX!!!- urlò la bionda e, dopo un rumore assordante di gong, una strana scatola dorata semitrasparente, apparve attorno a Kurari ma i fili sembravano liberi di passare attraverso essa.


Alex alzò un sopracciglio e, nello stesso istante, Giada era sotto di lui per poi cercare di colpirlo con un montante destro al mento ma il ragazzo, scattando di lato, evitò senza problemi.


Il ragazzo riportò la sua attenzione su Kurari e pensò “Quella ragazza non ha più l'armatura perciò sta usando la sua compagna come marionetta...” dopodichè scattò verso di lei e, caricando un pugno con il suo potere magico, colpì la barriera dorata ma, con una grande sorpresa, all'impatto con essa, si creò una grossa esplosione che lo avvolse per qualche istante facendolo cadere a terra.


Con il corpo pieno di ferite e bruciature, alzò lo sguardo restando a bocca aperta nello scoprire che la barriera era ancora integra senza alcuna crepa.


-Ma che diavolo...- disse il ragazzo rialzandosi


-Spiacente ma quella barriera è indistruttibile e rispedisce al mittente tutti i colpi ricevuti. In cambio, io non posso muovermi ma come puoi vedere abbiamo aggirato il problema.- spiegò Giada con un sorriso trionfante sul volto.


Il ragazzo sorrise e, guardando il sole, iniziò a inspirare profondamente. La luce attorno a lui parve affievolirsi sempre più finché non ebbe finito e la luminosità tornò normale.


-Ok, ora che ho mangiato sono pronto.- disse il ragazzo scomparendo all'improvviso.


Giada guardò attorno a se con Kurari che, dall'alto, cercava di cogliere il minimo movimento, in modo da poter muovere la sua compagna di conseguenza.


All'improvviso, sentì i fili tirare e, posando lo sguardo su Giada, la vide volare dentro al cratere. Senza esitare, la tirò su con i fili, facendola appoggiare alla base dell'albero.


-Tutto a posto?- chiese Kurari tornando a scrutare l'area.


-Sì. Mi ha colpito con una velocità mostruosa.- disse Giada


Davanti a lei, dal nulla, parti una sfera di luce ma Kurari fu abbastanza lesta da far spostare Giada dalla sua traiettoria. Il bombardamento però continuò e Kurari fu costretta a far muovere Giada di continuo senza mai potersi concentrare sula posizione di Alex.


Giada, invece, riuscì a notare un particolare: le sfere di luce non nascevano dal nulla ma dall'alto e poi, a pochi centimetri dal suolo, cambiavano traiettoria e puntavano contro di lei.


-Kurari!!! In alto!!!- urlò la bionda e l'albina, sentendola, alzò lo sguardo sfruttando la maschera per evitare di restare accecata e lo vide: Alex era a diversi metri di altezza che continuava a scagliare sfere di luce dai palmi delle mani.


-Maledetto!- disse Kurari per poi scagliare Giada verso l'alto grazie ai suoi fili.


-Ora sei nostro!- urlarono le due ragazze in contemporanea ma nessuna delle due, a causa della luce, potè vedere il ghigno sulle labbra di Alex che disse -DRAGON SLAYER'S SECRET ART...-


Giada che era ormai a un soffio da lui, sbiancò ma ormai era troppo tardi. Alex, dopo aver creato un'enorme sfera di luce sopra di lui, urlò -...EXPLOSION OF SUNLIGHT!!!- e la scagliò contro Giada che venne presa in pieno ma la sfera, benchè fosse di luce, era solida e seguì Giada fino al suolo, colpendo anche Kurari che si trovava sulla stessa linea d'aria. Non appena la sfera ebbe toccato il suolo, esplose in un flash imponente che spazzò via tutti gli alberi, le rocce e l'avamposto.


Un'enorme colonna di fumo si sollevò dall'enorme cratere e, non appena Alex toccò il terreno, per poco non si accasciò al suolo, mentre la vista iniziava ad annebbiarsi. Barcollando si avvicinò al margine del cratere e, da lì, vide Giada e Kurari ferite e prive di sensi al centro di esso. Erano ancora vive ma le ferite non erano superficiali e a quanto pare Giada, che era stata presa a distanza zero, doveva avere diverse ferite profonde dato che, intorno a lei, si stava pian piano formando una pozzanghera di sangue.


Alex aveva quasi esaurito il suo potere magico ma ne concentrò comunque una buona parte nella mano destra. Non gli andava proprio giù di uccidere due ragazze ma loro erano il nemico e il nemico andava eliminato. Stava ormai per scagliare un altro colpo ma all'improvviso, una sensazione tanto sgradevole quanto fredda lo avvolse, era come se la morte stessa lo stesse abbracciando.


I suoi istinti di Dragon Slayer lo salvarono all'ultimo, facendolo scartare di lato, prima che una katana dal filo rovinato gli tagliasse la testa di netto. Purtroppo la lama riuscì a raggiungerlo, procurandogli un taglio sul lato destro del collo.


Guardò subito vicino a se ma non vide nessuno e un rumore proveniente dal cratere attirò la sua attenzione. Per poco non gli prese un colpo nel vedere Edward davanti alle due ragazze, pieno di ferite e con l'arma in mano, con la punta sporca del suo sangue.


Un dubbio atroce gli afferrò il cuore. Edward era andato a combattere con Juujica...ma dov'era Juujica. Alex riusciva a sentire distintamente l'odore del sangue della ragazza sulla lama di Edward.


Per fortuna, i suoi dubbi vennero dissipati dalla voce di Juujica che gli arrivò alle spalle -Alex!-


Il ragazzo si girò all'istante e accorse subito da Juujica non appena vide l'enorme ferita sul petto della ragazza.


-Juujica stai bene? Questa ferita è profonda!- si allarmò Alex sostenendola con un braccio.


-Tranquillo, sto bene ma dobbiamo andarcene da qui. Lykos e Chryssa...-


Alex ascoltò attentamente le parole di Juujica che gli fecero sgranare gli occhi dallo stupore


-C...cosa? Non è possibile!- disse Alex


-Dobbiamo muoverci. Ora!- disse Juujica tossendo un po' di sangue. Alex la prese in braccio e usò tutto il suo potere magico per potenziare la velocità, dopodichè scomparvero in un flash bianco.


Edward si inginocchio vicino a Kurari che riprese conoscenza dopo qualche secondo.


-Stai bene?- chiese Edward


-Sì...sto bene...- disse Kurari rialzandosi barcollante per poi precipitarsi da Giada -Maledizione è messa male! Edward aiutami a girarla.-


Benchè non amasse ricevere ordini, Edward eseguì e entrambi poterono constatare che Giada era messa davvero male. Kurari fece uscire diversi fili dalle sue mani con la quale cucì le ferite di Giada poi disse -Non è un granché come medicazione ma almeno non morirà. Ora stai fermo che chiudo le tue.-


-Non è ho bisogno.- rispose secco Edward rialzandosi ma Kurari fu irremovibile e chiuse anche quelle del ragazzo che, non appena Kurari fu tornata da Giada, biascicò un -Grazie...- sottovoce.


Giada riaprì gli occhi e chiese -Abbiamo perso vero?-


-Beh...nessuno di noi è morto e poi quei due si sono ritirati quindi non abbiamo perso completamente.- disse Kurari.


Giada non riuscì a trattenere una risatina che le procurò delle fitte di dolore nelle zone delle cuciture e Kurari l'avvertì subito di non fare movimenti bruschi.


-Ragazze dobbiamo muoverci.- disse Edward lapidario -Quegli idioti di Ashuros e Hisoka...-


Le ragazze sgranarono gli occhi di colpo mentre Giada si portava una mano alla bocca. Senza esitare si rialzò aiutata da Kurari e tutti e tre iniziarono a dirigersi verso la Roccaforte di Alestias.


* * *


Se i soldati assegnati alla protezione della carovana fossero tornati indietro per aiutare Christopher, probabilmente avrebbero avuto un attimo di confusione nel vedere che il canyon, da quando lo avevano lasciato, era cambiato e non di poco: le pareti erano crepate in più punti e c'erano diversi pezzi che erano franati, creando dei grossi ammassi di roccia che ostruivano il passaggio, mentre il suolo era cosparso di piccoli crateri e crepe che variavano di grandezza.


In quel momento si sentì uno sparo e una grossa ombra, dotata di due enormi ali, evitò i proiettili del fucile che andarono a danneggiare la parete rocciosa, creando nuove crepe.


L'ombra si mosse rapidamente e, con una serie di rapidi scatti a zig zag, fu subito davanti al ragazzo che gli aveva sparato il quale cercò di colpirla di nuovo, ma stavolta con un grosso spadone. Il colpo andò a vuoto di nuovo e l'ombra si mise in guardia a qualche metro di distanza.


Christopher sorrise al suo avversario e disse -Sei davvero veloce ad evitare i colpi.-


Amlach lo guardò con sguardo truce e disse -Scommetto che se tu avessi le palle di combattere usando solo la spada lo scontro andrebbe diversamente.-


Il castano ampliò il sorriso e disse -Se proprio vuoi, utilizzerò una sola arma Malach.- e, detto quello, lanciò le sue due armi in aria che, dopo essersi trasformate in due sfere di luce, si unirono in una sfera ancora più grande, per poi tornare nelle mani di Christopher e riottenere una forma solida.


Adesso l'arma del ragazzo era un fucile a pompa ma con alcune modifiche: l'impugnatura ora era uguale a quella di una spada con l'aggiunta del grilletto e di una guardia mentre, fusa alla canna del fucile, c'era la lama del suo spadone che sembrava diventata la baionetta dell'arma da fuoco, senza però perdere la sua lama che partiva dalla guardia e terminava diversi centimetri dopo la canna del fucile.


-Vogliamo riprendere?- chiese Christopher per poi scattare contro Amlach e cercare di colpirlo con un attacco dall'alto. Il moro, reagì automaticamente spostandosi all'indietro e fu proprio questo movimento automatico a fregarlo dato che, anziché portare fino in fondo l'attacco, Christopher aveva bloccato la sua arma in modo che fosse perfettamente orizzontale con la canna puntata contro Amlach. Prima che il mago dell'ombra potesse fare qualcosa, Christopher premette il grilletto colpendolo alla spalla destra, bucandogliela. Il sangue iniziò ad uscire copioso dalla ferita ma Amlach non se ne curò minimamente.


-Tsk, un fucile-spada? Non sai proprio fare di meglio?- chiese Amlach ghignando


-Perchè dovrei mostrarti tutto il mio repertorio se mi basta questo per sconfiggerti?- chiese a sua vola Christopher.


Amlach non potè fare a meno di ridere ma era una risata malvagia -In tal caso ti romperò un osso alla volta finché non me lo mostrerai!- e, all'istante scomparve alla vista di Christopher che sgranò gli occhi, per poi portare immediatamente la sua arma sul lato destro ed usarla come scudo per il pugno che Amlach gli tirò in quel momento.


All'inizio, quel pugno non sembrò niente di che ma Christopher avvertì una forza sovrumana e, prima che potesse mettere le gambe in una posizione adatta a controbattere quella forza, fu scaraventato contro la parete rocciosa.


Il ragazzo cadde in ginocchio tossicchiando. Quel colpo l'aveva sentito tutto e, malgrado avesse usato la sua gunblade (è il tipo di arma) come scudo, il suo braccio ne aveva risentito parecchio e ora sentiva una fitta all'avambraccio.


“Una micro-frattura...non è grave ma se questo combattimento continuerà a lungo, sarò nei guai.” pensò il ragazzo tenendo comunque l'arma con il braccio destro. Se avesse iniziato ad usarla con il braccio sinistro, Amlach avrebbe capito subito che il braccio destro non era al cento per cento.


Davanti a lui, Amlach lo stava fissando con le braccia incrociate davanti al petto e con un ghigno strafottente sul viso -Dunque? Devo romperti un altro osso?-


“Quindi lo sa...” pensò Christopher prima di cambiare mano e iniziare ad usare la sinistra -Devo dire che sei veramente forte. Riuscire a farmi volare in quel modo.-


-Non ci ho messo molta forza...forse sono le tue gambe ad essere deboli.- disse Amlach ghignando prima di lanciarsi contro Christopher che, senza esitazione, gli sparò diversi colpi ma il moro li evitò tutti senza problemi e riuscì a rifilargli un montante sulla bocca dello stomaco.


Christopher incassò il colpo senza problemi e, col il braccio destro, gli cinse la vita -Ora non te ne vai più!- e, con la mano sinistra cercò di colpirlo di lato ma era troppo vicino e non aveva avuto tempo per caricare il colpo, così Amlach bloccò senza problemi la lama della gunblade con entrambe le mani.


Christopher sorrise e, senza preavviso, gli tirò una ginocchiata allo stomaco. Amlach si piegò in avanti per il colpo ma questo non gli impedì di rispondere con lo stesso tipo di attacco e, a sua volta, tirò una ginocchiata allo stomaco di Christopher sbattendolo contro la parete.


Christopher non potè fare a meno di imprecare. Aveva affrontato una moltitudine di avversari nella sua vita ma questa era la prima volta che affrontava un avversario simile: il dolore non lo scalfiva minimamente e sembrava solo intenzionato a combattere fino alla morte, in più la sua forza fisica era qualcosa di assurdo.


Amlach non gli lasciò il tempo di respirare e si avventò subito su di lui. Il castano, vedendolo arrivare, fu velocissimo a rispondere con un affondo e Amlach, con somma sorpresa di Christopher, non cercò di evitarlo completamente. Il colpo lo raggiunse al fianco ma il moro continuò ad avanzare senza problemi fino ad arrivare oltre la guardia di Christopher, dopodichè gli afferrò con entrambe le braccia il braccio sinistro ed era lì lì per strapparglielo ma Christopher non era di questo avviso e con il braccio destro gli tirò un gancio al viso, seguito a ruota da una gomitata con la quale riuscì ad aprire un piccolo taglio sopra il sopracciglio sinistro di Amlach il quale non apprezzo il gesto e rispose con una testata alla quale il castano non potè sottrarsi.


Il colpo lo rispedì a contatto con la parete, crepandola di nuovo e, grazie alle corna di Amlach, anche lui si era tagliato sulla fronte. Prima che il moro potesse portare a segno un altro attacco, Christopher gli tirò un calcio al mento, prendendolo in pieno e facendolo indietreggiare di qualche metro.


Amlach si tenne il mento dolorante e sputò un dente insieme ad un po' di sangue ma quei pochi secondi persi erano stati più che sufficienti per permettere a Christopher di cambiare arma e questo, Amlach, lo capì non appena si ritrovò diversi taglietti sulle braccia e sul petto. Immediatamente portò lo sguardo su Christopher che, in quel momento, teneva nella mano sinistra una frusta metallica azzurrina composta da diverse scaglie di ferro e con la punta simile a quella di un pugnale.


Christopher sorrise al suo avversario e iniziò a muovere la frusta ad una velocità mostruosa che costrinse Amlach ad allontanarsi in fretta per evitare di essere fatto a pezzi. Il raggio d'azione della frusta era di dieci metri ma il modo con cui la muoveva Christopher gli permetteva una copertura totale attorno a lui impedendo così ad Amlach di avvicinarsi.


Il moro sorrise non appena scoprì un modo per superare quella difesa, apparentemente, inattaccabile. Con un pio di battiti d'ala, si portò a diversi metri d'altezza e dispiegò le sue grosse ali, in modo da poter creare una grossa ombra su Christopher, dato che il sole era proprio alle spalle di Amlach. Senza un apparente motivo, Amlach tirò un pugno vero l'alto e Christopher, purtroppo, si accorse troppo tardi del trucchetto del moro.


Dall'ombra di Christopher fuoriuscì un braccio d'ombra che lo colpì con un montante al mento, interrompendo il movimento con la frusta e spedendo Christopher in aria ma ci restò ben poco perché Amlach era già sceso in picchiata e lo colpì con un doppio calcio al torace, facendolo schiantare a terra.


Senza dargli tregua, Amlach afferrò Christopher per i capelli e, dopo averlo sollevato, lo schiantò contro la prete rocciosa facendo, letteralmente, entrare la testa dentro alla roccia, in seguito si rialzò in volo e salì sempre di più, trascinando Christopher con se e facendogli scavare un solco nella roccia con la testa.


Dopo pochi secondi raggiunsero la cima del canyon e la parte destra del viso di Christopher era ormai ricoperta di sangue ma, non appena Amlach vide il suo sorriso, non potè non preoccuparsi.


-Se cadi da quassù ti farai male no?- chiese Christopher per poi immobilizzare le ali di Amlach con la sua frusta.


I due iniziarono una caduta libera verso il suolo ma all'ultimo, Christopher riuscì a mettere Amlach sotto di lui in modo da attutire la caduta. Si schiantarono dopo pochissimi secondi, sollevando un polverone.


Christopher uscì da esso barcollante e senza più la frusta. Fece qualche passò dopodichè si sedette a terra con il fiatone.


-Era da un po' che non faticavo così.- disse Christopher sorridendo ma un improvviso gemito lo rimise sull'attenti. Dal polverone vide uscire Amlach, era malconcio e ferito ma riusciva comunque a reggersi in piedi e l'unico segno evidente della caduta era il atto che il suo corno destro si era spaccato e ora ne aveva solo metà.


-Davvero niente male...- disse Amlach massaggiandosi il collo -...una mossa niente male, non me la sarei mai aspettata.-


-Lo prenderò come un complimento.- disse Christopher, mentre un nuovo set da combattimento appariva su di lui: erano due guanti rossi lunghi fino al gomito e un paio di stivali rossi lunghi fino al ginocchio, il tutto adornato da diverse rune.


Lentamente si rialzò, pensando “Non posso far durare questo scontro ancora a lungo...dovrò finirlo con un solo colpo.”


Senza muoversi da quel punto, Christopher piegò le braccia, portando i gomiti all'indietro con i pugni serrati vicino alle anche e rimase fermo in quella posizione, come se fosse in attesa di qualcosa.


Amlach non ci pensò due volte e iniziò a tempestarlo di pugni al costato, allo stomaco, al volto ma Christopher non si muoveva di un millimetro, incassava colpi su colpi. Dopo qualche secondo, si accorse di una cosa: faceva caldo. Improvvisamente, i guanti e gli stivali di Christopher iniziarono a risplendere per poi essere completamente avvolti da delle fiamme scarlatte.


-Ora sei mio!- urlò Christopher per poi tirare due pugni direttamente al costato di Amlach il quale non potè evitarli in alcun modo.


-TWIN SCARLET EXPLOSIONS!!!- urlò Christopher prima che che i suoi due pugni, a contatto con Amlach generassero due enormi esplosioni e un'enorme fiammata che investì in pieno il moro facendolo scomparire in mezzo a quelle fiamme.


Un enorme fumo nero si alzò verso il cielo dal punto in cui Christopher aveva colpito Amlach.


“E' finita...mi dispiace averlo ucciso ma..”


Tutto avvenne a rallentatore.


Christopher vide Amlach uscire di prepotenza dal fumo davanti a lui. Il torace era scarnificato e poteva distintamente vedergli due o tre costole in più stava perdendo litri di sangue ma questo non gli impedì di tirargli un calcio laterale sul braccio sinistro.


Lo prese in pieno...Christopher non potè fare neanche un passo. Era stato troppo veloce.


Il colpo lo spedì contro la parete del canyon, dopodichè cadde a terra di faccia. Aveva il fiatone e sentiva distintamente il sapore ferroso del suo sangue in bocca.


Puntò il pugno destro a terra e cercò di rialzarsi. Ormai la micro-frattura doveva essere peggiorata perché il dolore era lancinante ma non era tanto il braccio che sentiva quello che lo preoccupava, tanto quello che non sentiva...


Lentamente si guardò il braccio sinistro e la prima cosa che vide fu il suo omero spezzato che fuoriusciva dalla parte interna del braccio. Era completamente spezzato, senza possibilità di recupero e il sangue fuoriusciva copioso da quella ferita. Improvvisamente, sentì la testa pesante mentre la vista gli si annebbiava: aveva perso troppo sangue e le sue energie erano agli sgoccioli.


Non poteva più combattere...aveva perso. Alzò lo sguardo sul suo avversario che si stava avvicinando barcollante, cercando, inutilmente, di fermare il sangue che fuoriusciva dalla ferita sul torace.


“Nove...no...dieci costole rotte...” pensò Amlach “...sono al limite...devo eliminarlo ora che posso.”


Un improvviso rumore proveniente dalla tasca dei suoi pantaloni lo fece distrarre dal suo obbiettivo. Pigramente prese la piccola sfera, leggermente crepata, e se la infilò nell'orecchio non appena essa si fu trasformata in un auricolare.


Ricevette poche parole a causa delle interferenze e per il fatto che era danneggiato ma quello che aveva sentito lo fece ghignare.


-Uh uh uh capisco...- disse Amlach per poi fissare Christopher -...spiacente ma ho appena ricevuto una chiamata importante. TI ucciderò la prossima volta.- dopodichè si alzò in volo e sparì alla vista di Christopher il quale non si mosse di un millimetro. Aveva ricevuto anche lui la chiamata ma con le braccia che si ritrovava non era stato minimamente in grado di rispondere.


Un improvviso rumore attirò la sua attenzione e, volgendo lo sguardo a sinistra, vide un gruppo di soldati di Rhihin a cavallo, quelli che prima aveva fatto andare avanti.


-Vicecomandante Rean!- urlò il primo dei soldati avvicinandosi al ragazzo, seguito a ruota dagli altri.


-Perchè...siete tornati...?- chiese Christopher mentre due soldati lo aiutavano ad alzarsi.


-Ci avete permesso di portare in salvo i nostri compagni, dovevamo ricambiare il favore.- disse l'uomo sorridendo e aiutandolo a sistemarsi sul suo cavallo -Signore...avete sentito delle novità?-


-Quali?- chiese Christopher


Il soldato gli spiegò la situazione e il ragazzo ritrovò un po' di vitalità -Che cosa hai detto?!? Presto andiamo a quella roccaforte!-


-Ma siete ferito gravemente!- protestò il soldato


-Non me ne frega un cazzo!!! Muoviamoci!- urlò Christopher e il soldato, sbuffando, diede l'ordine di dirigersi verso la Roccaforte di Alestias.


“Maledizione...la situazione non potrebbe essere più critica di così!” pensò il ragazzo mentre i cavalli procedevano verso l'obbiettivo “CI vorrà circa un'ora...spero di fare in tempo.”





Angolo degli autori:


Ed eccoci alla conclusione di questi due scontri (tre in realtà). Speriamo che vi siano piaciuti così come sono piaciuti a noi :) nel prossimo capitolo ci saranno gli altri due scontri e nel capitolo dopo lo scontro tra gli eserciti dove, finalmente, vedremo morire un OC!


Speriamo vivamente che recensirete e che continuerete a seguirci!


Alla prossima, chaos!!!

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Capitolo 8
*** Il pezzo forte va tenuto per ultimo no? ***


Ehilà come ve la passate? Spero tutto bene :) lo sappiamo, vi avevamo promesso dei capitoli più brevi ma degli aggiornamenti più veloci...ma le vacanze non ci hanno aiutato per niente XD quindi abbiamo deciso di attendere l'inizio della scuola per riprendere, inoltre abbiamo avuto diversi problemi personali...

In questo nuovo capitolo potremo assistere agli altri due scontri che avevamo accennato due capitoli fa e speriamo vivamente che siano di vostro gradimento ^.^ non vi tratteniamo oltre e vi auguriamo una piacevole lettura.

Capitolo 8: Il pezzo forte va tenuto per ultimo no?

Il villaggio di Fanystur, era un fiorente villaggio nell'estremo sud di Greenland. Per tutti quegli anni, era riuscito a restare fuori dal conflitto ma, incredibilmente, erano bastate poche ore e tre maghi di Taren-Kar per devastare quel piccolo villaggio di appena mille abitanti, di cui la maggior parte erano ormai morti.

Due di quei maghi, in quel momento, erano impegnati in una serrata lotta con una maga di Rhihin e, benchè fossero in due contro uno, la maga li stava facendo sudare più del previsto.

Un improvvisa scarica elettrica costrinse i due alleati a scartare di fianco e uno di essi, una ragazza dai lunghi capelli capelli bianchi, creò un grosso fucile bianco con la quale sparò una lunga raffica di proiettili in direzione dell'avversaria che però era già scomparsa.

-Maledizione!- imprecò l'albina per poi appoggiarsi ad una parete semi distrutta -Ehi Daniel, dammi una mano!-

Il ragazzo, appostatosi dall'altra parte della strada, annuì e uscì allo scoperto. Da uno dei tetti circostanti partì un raggio elettrico che fu subito assorbito dalla sua grossa falce, la cui lama era avvolta dall'elettricità, che teneva nella mano destra. Ruotando su se stesso, fece scomparire la sua arma da taglio e, nel contempo, creò una balestra nella mano sinistra.

Non appena ebbe finito questo movimento, aveva già l'arma puntata contro il tetto dalla quale era partito l'attacco. Era già al corrente del fatto che la sua avversaria non era più lì, ma premete ugualmente il grilletto e una grossa freccia fatta di vento schizzò verso il tetto.

Da dietro un camino, Mitsuki fissò confusa l'attacco pensando “Ma dove diavolo mira? Eppure non è così ingenuo.”

Purtroppo per lei, Daniel non era affatto ingenuo, infatti, dopo pochi metri, la freccia cambiò istantaneamente direzione dirigendosi vero Mitsuki che riuscì ad evitarla al pelo. L'attacco, tuttavia, non era composto solo da quell'effetto sorpresa. In pochi secondi si ritrovò Shail davanti a se con un fucile a pompa in mano.

Il colpo fu rapido ma non indolore. Per cercare di proteggersi, Mitsuki aveva avvolto il suo pugno con dei fulmini e aveva tirato un colpo alla bocca della canna del fucile, incontrando i proiettili sparati un decimo di secondo prima.

Il risultato? Un'onda d'urto che scaraventò giù dall'edificio Shail e scarnificò la mano a Mitsuki, sbattendola a terra, ma almeno si era difesa.

Per fortuna, grazie all'incantesimo di Ryoko, le ferite peggiori vennero subito chiuse, lasciando però aperti i graffi e le ferite lievi ma a lei non importava di quelli. Volgendo lo sguardo verso la chiesa pregò che la sua amica stesse bene.

Un secondo dopo era di nuovo in piedi, coperta da uno strato di elettricità “Devo concludere in fetta lo scontro. La magia di potenziamento non durerà a lungo.”

Senza esitare si scagliò contro Daniel e cercò di sopraffarlo in un corpo a corpo ma le risultò incredibilmente difficile dato che il ragazzo aveva creato una spada di roccia e terra. La sua elettricità non poteva essere condotta attraverso la terra e quindi doveva mirare direttamente a Daniel il quale era ovviamente restio da far sì che ciò accadesse.

A peggiorare la situazione fu Shail che, con una falce bianca, iniziò ad incalzare Mitsuki la quale fu costretta ad un combattimento su due lati. Per poter conservare abbastanza energie, Mitsuki si limitava a deviare i fendenti di Daniel senza cercare di attaccarlo mentre i colpi di Shail cercava di volgerli a suo vantaggio ma l'albina aveva ormai imparato la lezione e, non appena mollava un fendente, ritraeva subito l'arma in modo da impedire a Mitsuki di colpirla con le sue scariche elettriche.

Purtroppo, in quel momento, accadde una cosa che fece disperare Mitsuki: l'incantesimo di potenziamento finì il suo effetto e lei venne subito colpita alla spalla destra da Daniel e alla coscia sinistra da Shail la quale ghignò soddisfatta prima di ritrarre la sua falce causando un altro taglio vicino al precedente.

Con le spalle al muro, Mitsuki raccolse una gran quantità di energia e la scaricò all'esterno sotto forma di barriera che costrinse i due soldati di Taren-Kar ad allontanarsi di qualche metro. Dentro quella barriera di fulmini, Mitsuki cadde in ginocchio ormai allo stremo delle forze.

“Ho energia sufficiente per un ultimo attacco...” pensò la castana “Se fallisco con quello...perderò e quei due raggiungeranno Ryoko!”

Pian piano iniziò a rialzarsi e iniziò a guardarsi attorno, individuando Daniel sopra ad un tetto che la teneva sotto tirò con la balestra mentre Shail, stranamente, era appostata al fondo della strada, dalla parte opposta alla chiesa.

Il cuore di Mitsuki si fermò per qualche secondo non appena mise a fuoco l'arma di Shail: erano due grossi cannoni bianchi lunghi almeno tre metri con diverse luci rosse che lampeggiavano. Erano fissati a terra tramite dei bi-piedi e dalle due canne fuoriuscivano diversi tubi, sempre bianchi, che andavano a collegarsi con una specie di generatore posto sulle spalle di Shail i cui occhi erano coperti da uno strano visore bianco, anch'esso collegato ai due cannoni. Uno strano rumore iniziò a sentirsi nell'aria e dalle bocche dei due cannoni iniziò a fuoriuscire un debole bagliore rosso che andò via via aumentando.

Daniel si allontanò rapidamente dalla strada raggiungendo Shail alle spalle la quale sorridendo malignamente urlò -Questo è un addio Mitsuki!- dopodichè premette i grilletti e due enormi raggi di energia rossa scaturirono dalle sue due armi distruggendo tutto ciò che trovavano sulla loro strada.

-JUDGMENT OF THE GOD OF WAR!!!-

Mitsuki vide la luce rossa farsi sempre più vicina. Se si fosse spostata, l'attacco avrebbe raggiunto la chiesa e lei non poteva permetterlo. C'era un solo attacco in grado di fermare quella potenza distruttiva.

Veloce come il fulmine, Mitsuki raccolse tutto il suo potere magico nel cuore e semplicemente aspettò l'impatto il quale arrivò un secondo dopo, causando un'esplosione enorme che spazzò via tutte le case nei dintorni.

Shail fece scomparire le sue armi e si lasciò cadere in avanti ma venne subito sorretta da Daniel che la fissò sorridendo -Hai esagerato lo sai?-

-Ah sta zitto...ho vinto e questo è quello che conta!- disse Shail quando però vide qualcosa di brillante nel mezzo del polverone venuto a sollevarsi dopo il suo attacco. In pochi secondi riuscì a vedere chiaramente l'oggetto luminoso: un grosso uovo avvolto dai fulmini.

L'uovo iniziò a schiudersi velocemente e, non appena si fu schiuso del tutto, un enorme flash accecò i due per qualche secondo e quando furono in grado di vedere di nuovo, rimasero a bocca aperta.

Mitsuki era davanti a loro con i vestiti rovinati ma senza neanche un graffio un livido sulla pelle e, cosa più importante, una gigantesca fenice avvolta dai fulmini era alle sue spalle. La castana fissò Shail e le disse -In effetti hai ragione Shail...addio.- dopodichè schioccò le dita e la fenice si scaraventò contro Daniel e Shail causando un'altra esplosione, stavolta interamente di fulmini.

Barcollando, la castana si avvicinò al luogo dell'impatto e vide che Daniel aveva protetto Shail con il suo corpo e, nella mano destra, vide ciò che restava della sua spada di roccia. Evidentemente era riuscito a creare una barriera o qualcosa di simile ma non era bastato.

Senza proferire parola, Mitsuki si girò verso la chiese e scattò in quella direzione, inciampando dopo pochi passi e restando a terra.

“Maledizione...la REBIRTH OF THE PHONEIX OF THUNDER mi salva dalla morte...ma le mie energie arrivano a dei livelli critici...” pensò Mitsuki rialzandosi e barcollando verso la chiesa dove la sua amica la stava aspettando.

Nel mentre, Shail e Daniel si erano ripresi con l'albina che si era subito lanciata sull'amico, notando che tutta la schiena era coperta da gravi ustioni e ferite varie.

-Ehi Daniel stai bene? Ti prego rispondi!-

-Sì...tutto a...posto...- biascicò Daniel mettendosi a sedere con l'aiuto di Shail -Abbiamo perso eh?-

-Già...quel colpo ci ha presi alla sprovvista...- commentò Shail

-TI ha preso alla sprovvista dato che io sono riuscito a proteggerti mentre tu sei rimasta ferma come uno stoccafisso.- precisò Daniel facendo infervorare Shail che gli assestò un pugno in testa.

-Su muoviamoci a tornare al QG, devi essere curato.- ordinò Shail e, dopo averlo aiutato a rimettersi in piedi, si diressero verso una piccola base di Taren-Kar poco lontana. Purtroppo, con l'ultimo attacco, i loro trasmettitori erano stati fritti e questo gli impedì di venire a conoscenza dei fatti che stavano avvenendo poco lontano da loro.

* * *

Ryoko evitò al pelo l'ennesimo pugnale di ghiaccio che si conficcò nella parete dietro di lei. La situazione non era delle migliori. Per diversi minuti si erano affrontate nel corpo a corpo e Ryoko era riuscita a tenere testa a Brianna in maniera esemplare, sfruttando le varie aperture che la maga del ghiaccio aveva.

Però, col passare del tempo, Brianna aveva tappato tutte le sue falle ed era passata ad uno scontro a distanza, cosa che per Ryoko era un bel problema.

Decisa a tutto, Ryoko afferrò dei sassi da per terra e li scagliò verso Brianna il quale di deviò tutti con una spada di ghiaccio. Nel farlo, però, aveva dovuto distogliere lo sguardo da Ryoko per due secondi e questo aveva dato il tempo alla maga di Rhihin di accorciare le distanze e colpirla con un calcio allo stomaco facendola indietreggiare di diversi passi.

Ryoko sembrò soddisfatta del suo colpo ma un ghigno sulle labbra dell'avversaria le fecero capire che non era andata bene come sperava. Fece per muovere qualche passo ma scoprì che il piede destro, quello con la quale aveva colpito Brianna, era bloccato nel ghiaccio.

-Ma quando...?- iniziò Ryoko quando un pugnale di ghiaccio le si conficcò nella spalla destra facendola urlare per il dolore. L'arma iniziò a sciogliersi, ghiacciando nel contempo l'articolazione della maga, impedendole i movimenti.

-Presa!- disse Brianna per poi creare una lancia di ghiaccio e scagliarla contro Ryoko la quale, incredibilmente, la bloccò con entrambe le mani. La maga del ghiaccio rimase sorpresa. Eppure la sua spalla era ghiacciata quindi come faceva a muovere il braccio?

Solo allora si accorse del fatto che il suo ghiaccio si era sciolto e che la pelle di Ryoko stava emettendo delle piccole colonne di fumo.

-Ho aumentato la temperatura del mio corpo in modo da sciogliere il ghiaccio.- spiegò Ryoko per poi curarsi la ferita alla spalla -Bel trucchetto comunque.-

Brianna assottigliò lo sguardo e creò degli artigli di ghiaccio per poi lanciarsi contro Ryoko che deviò i suoi colpi con pugni e calci resi più potenti dalla sua magia. Ovviamente non era una combattente esperta e molti colpi andavano a segno, causandole ferite di lieve entità ma erano pur sempre delle ferite.

Dopo pochi secondi, Ryoko era già piena di ferite mentre Brianna aveva appena due lividi sulle braccia, causati da dei contrattacchi della castana. Lo scontro stava iniziando a prendere un solo corso e Ryoko, per quanto fosse abile nel curare le ferite, non poteva usare tutto il suo potere magico solo nelle cure, doveva conservarne un po' anche per i feriti dentro alla chiesa.

Mentre rifletteva sul da farsi, Brianna non perse tempo e ghiacciò il pavimento con un movimento del braccio evitando di proposito un piccolo pezzetto sulla quale stava Ryoko, circondandola col ghiaccio.

-Ora...balliamo!- disse Brianna e dal terreno fuoriuscirono diversi spuntoni di ghiaccio da diverse angolazioni. Ryoko li distrusse tutti con i suoi pugni ma iniziava a sentire freddo e il suo potenziamento del calore sarebbe durato ancora pochi minuti. Doveva concludere il tutto in quel breve lasso di tempo.

All'improvviso un enorme bagliore rosso illuminò il cielo seguito a ruota da un boato assordante che fece distrarre le due combattenti. Per qualche secondo fissarono il cielo che venne illuminato da un altro flash, stavolta giallo e, anche a questo, seguì una forte esplosione, poi il silenzio.

-Sembra che abbiano finito.- disse Brianna creando una falce di ghiaccio -Sembra che dovrò muovermi anche io.- e tornò a concentrarsi su Ryoko, notando subito che c'era qualcosa di diverso in lei. Stava tremando fissando il cielo.

-Quello era...l'attacco di Mitsuki...ormai sarà al limite...io...io...devo aiutarla...-

Le parole di Ryoko fecero da contorno a una strana aura nera che la avvolse come un mantello per poi scomparire come era venuta. Quando alzò lo sguardo su Brianna, la maga del ghiaccio avvertì un brivido gelido nel constatare che gli occhi di Ryoko erano diventati due pozze bianche.

In un secondo Ryoko era scomparsa. La maga di Taren-Kar non potè neanche chiedersi dove fosse finita che la castana era già sotto di lei e la colpì con un montante al mento, scaraventandola in aria e facendole perdere l'arma.

A mezz'aria, Brianna sputò un po' di sangue ma Ryoko le era già sopra e con un calcio la spedì a terra, distruggendo una casetta. Senza esitare, Ryoko si lanciò nelle macerie e tirò fuori Brianna ormai semi cosciente, iniziando a tempestarle la cassa toracica di pugni.

Un'improvvisa fitta al petto le fece abbassare lo sguardo, scoprendo che Brianna le aveva conficcato due pugnali nel fianco. Fregandosene altamente, le afferrò le braccia e la schiantò a terra, crepando il pavimento per poi estrarre i due pugnali ma ecco che degli spuntoni fuoriuscirono dal terreno, bucandole i piedi e bloccandola sul posto.

Brianna si rialzò in quel momento e, con dei rapidissimi movimenti, le scagliò degli shuriken di ghiaccio che si conficcarono nelle gambe poi, per rincarare la dose, le poggiò le mani sulle braccia e le bloccò nel ghiaccio, dopodichè iniziò a colpirla con dei tirapugni alla faccia.

Quando ormai credeva di averla messa K.O., Ryoko addentò uno dei due tirapugni, spaccandolo e, nel mentre, liberò con la sola forza il braccio destro dal ghiaccio che usò subito per assestarle un gancio al viso.

Con molta forza, riuscì a liberarsi completamente dal ghiaccio ma Brianna era già tornata in strada e Ryoko la seguì senza esitare. Combatterono per qualche secondo senza mai colpirsi. Ryoko era diventata incredibilmente forte ma i suoi colpi erano solo forza e velocità, completamente privi di tecnica e questo agevolava molto Brianna che riuscì ad evitare tutti i suoi colpi.

Mossa dalla rabbia, Ryoko tirò n pugno al terreno, distruggendolo e facendo destabilizzare Brianna. Grazie a quella distrazione, Ryoko fu in grado di avvicinarsi a sufficienza per colpirla a mano aperta sullo sterno. CRACK. Quel suono giunse alle orecchie delle due e, mentre per Brianna era una cosa assolutamente negativa, per Ryoko era sinonimo di vittoria.

La maga del ghiaccio volò a qualche metro di distanza e quando Ryoko stava per darle il colpo di grazia, una voce la fermò.

-Fermati Ryoko!!!-

La castana si girò verso l'origine della voce e, in quel momento, un'altra ragazza le si lanciò addosso, abbracciandola e piangendo.

-Ti prego Ryoko...fermati...-

-Mi...Mitsuki...?- biascicò Ryoko mentre i suoi occhi tornavano normali e l'effetto del potenziamento svaniva nel nulla.

-Sì sono io. Va tutto bene, ora calmati.- la rassicurò Mitsuki volgendo poi lo sguardo verso Brianna -E' finita, i tuoi compagni hanno perso. Dovresti andartene.-

La maga del ghiaccio riusciva a malapena a respirare ma questo non le impedì di rialzarsi e sogghignare -Uh uh uh...e così hanno perso? Meglio. La mia vittoria varrà ancora di più!- ma all'improvviso, dei proiettili si conficcarono tra lei e le due maghe.

Davanti a lei apparve Shail che se la caricò sulle spalle senza dar retta alle sue proteste.

-Non guardare me...è stato Daniel a chiedermi di venirti a prendere.- spiegò Shail prima di rivolgersi a Ryoko e Mitsuki -Oggi la vittoria va a voi.- dopodichè si allontanò con Brianna mentre le altre due, sorridendo, si rialzarono ed entrarono nella chiesa. Erano venute per aiutare i feriti no?

* * *

Combattere contro una persona in grado di teletrasportarsi non era il massimo. Soprattutto se il combattimento andava avanti da circa dieci minuti. Ormai gli occhi di Shi stavano per impazzire e un forte mal di testa stava bussando con violenza nella sua mente.

Come da programma, Shiye apparve vicino a lui con un bastone di ferro in mano e cercò di colpirlo alla gamba ma il mago delle armi fu abbastanza rapido per deviare il colpo con le sue due sciabole, senza però riuscire a spezzargli il bastone.

L'inventore era molto bravo ad utilizzare il suo potere ed era anche un fenomeno nella capoeira e i suoi attacchi iniziali avevano confuso parecchio Shi ma lui non era tipo da farsi mettere nel sacco per troppo tempo e in pochi colpi sapeva già contrastare i suoi attacchi e, visto che non voleva perdere un braccio o peggio, Shiye si era fatto creare da Chen un bastone con la quale poter attaccare da debita distanza il blu, senza però riuscire a fargli dei danni elevati.

-Mi piacerebbe molto se tu la smettessi di scomparire e comparire.- disse Shi mettendosi in guardia osservando il suo avversario.

-Beh sai com'è...a Natale non ricevo mai quello che voglio.- disse Shiye sorridendo per poi teletrasportarsi sopra di Shi e mollare un affondo col suo bastone che si conficcò nel terreno. Shi fece un passo all'indietro ma Shiye aveva già iniziato a ruotare sul bastone e riuscì a colpirlo con un calcio al volto spedendolo contro un carrello pieno di ferro che non si mosse di un millimetro.

Shi si rialzò massaggiandosi la mascella e facendo scomparire le sue due armi. Shiye, anziché incalzarlo, si fermò a riprendere fiato e guardò da un'altra parte: Rahl e El erano ancora seduti sui sacchi e mentre il privo se la rideva di gusto, la seconda stava leggendo un libro; poco lontano, Chen stava dando del filo da torcere a Hopei la quale si trasformava di continuo in animali diversi, cercando di confondere la ragazza senza però riuscirci.

Con l'ennesima trasformazione, la bionda si trasformò in un grosso pitone e immobilizzò Chen ma aveva commesso l'errore di bloccarle le braccia attaccate e questo permise a Chen di usare la sua magia per creare un grosso blocco di ferro sopra di loro che precipitò al suolo. Hopei, presa alla sprovvista, allentò la presa e Chen, rapidamente ne sgusciò fuori gettandosi di lato. Il blocco toccò il terreno schiacciando Hopei.

Shi fissò la scena allarmato e urlò -HOPEI!!!- ma all'improvviso, vicino al suo piede, notò il terreno deformarsi e, da un piccolo buco, uscì una talpa che assunse le sembianza di Hopei.

-Sto bene, tranquillo.- lo tranquillizzò la ragazza rialzandosi mentre Chen affiancava Shiye.

-Sembra che dovremo impegnarci un po' di più...- disse Shi prima di togliersi i due anelli e sostituirli con altri due anelli, stavolta blu e raffiguranti delle strane fruste. Con uno strano ghigno, materializzò le due armi.

Si trattava davvero di due fruste ma non erano delle classiche fruste. Erano composte da delle placche di ferro blu collegate tra di loro da delle fiamme azzurre e la loro impugnatura era come quella di una katana.

-E' da un po' che non le uso, spero di saperci ancora fare.- disse Shi poi guardando Hopei le chiese -Potresti caricare a testa bassa? Letteralmente.-

La bionda sembrò non capire subito ma decise, incredibilmente, di fidarsi del suo compagno e, in un istante, si trasformò in un rinoceronte per poi caricare a testa bassa Chen e Shiye i quali erano già pronti a riceverla.

La maga del ferro stava già per creare un muro di ferro ma in un istante si ritrovò tre tagli sul braccio destro. Stessa cosa per Shiye che vide due grossi tagli sulla coscia sinistra. Hopei, vista la loro distrazione, non fu in grado di prenderli in pieno, ma con la sua mole, li prese di striscio, buttandoli a terra.

I due si rialzarono all'istante mentre Hopei riassumeva la sua forma umana. Shiye guardò Shi dritto negli occhi e, visto il ghigno di quest'ultimo, l'inventore capì subito che i tagli erano opera sua. Doveva attirarlo lontano da Chen così da permetterle di affrontare Hopei senza distrazioni.

In un istante si teletrasportò dietro a Shi ma fu subito costretto a saltare all'indietro. Un pezzo dei suoi rasta venne tagliato di netto mentre una sottile linea rossa si disegnava sulla sua guancia. Shiye fissò attentamente l'avversario che gli dava ancora le spalle e decise di provare qualcos'altro. Da terra prese dei frammenti di ferro e li lanciò addosso a Shi ma tutti i frammenti vennero respinti da qualcosa.

L'inventore sorrise soddisfatto -Certo che le muovi davvero rapidamente quelle fruste.-

-Complimenti per averlo notato subito anche se non bisognava essere dei geni per capirlo.- disse Shi girandosi verso di lui.

-Buono a sapersi! Ora scopriamo se bisogna essere dei geni per riuscire a superare la tua difesa!- disse Shiye prima di lanciarsi addosso a Shi il quale lo accolse senza perdere il suo ghigno.

Nel contempo, Chen evitò al pelo una zampata di Hopei, ora trasformata in grizzly. La maga muta-forma doveva avere un sacco di energie per poter continuare a trasformarsi in tutti quegli animali ma purtroppo per lei non c'erano animali in grado di spaccare il ferro.

La maga del ferro creò subito un'armatura e si lanciò addosso a Hopei che la colpì senza troppe cerimonie, ferendosi però a sua volta in quanto l'armatura era piena di lame e non era neanche riuscita a spostarla. Chen approfittò di quel momento per roteare intorno a Hopei procurandole varie ferite alle gambe e al torace.

Da orso, Hopei divenne una tigre e riuscì ad evitare i colpi dell'avversaria senza però riuscire a portare a segno neanche un misero graffio. La situazione iniziava a farsi pesante così optò per una scelta alquanto rischiosa. Lei poteva trasformarsi in qualsiasi tipo di animale anche animali estinti ma non ci aveva mai provato non avendone avuto mai necessità.

Con un balzo si allontanò dall'avversaria e chiuse gli occhi focalizzando l'animale in cui voleva trasformarsi. Chen sgranò gli occhi nell'osservare la sua avversaria trasformarsi in un rettile alto tre metri e lungo nove dal grosso collare osseo e due corna appuntite sulla fronte. Di certo era la prima volta che vedeva un triceratopo dal vivo.

Con un possente ruggito, Hopei caricò all'istante Chen la quale, colta alla sprovvista, non potè evitarla ma provò comunque a fermarla. Purtroppo per lei, una bestia pesante una decina di tonnellate non era così facile da fermare. Il corno destro di Hopei trapassò l'armatura di Chen all'altezza del seno destro arrivando a perforarle un polmone, dopodichè si alzò sulle zampe posteriori lanciando in aria la maga del ferro la quale si schiantò contro una roccia in malo modo.

Shiye osservò l'intera scena col fiato sospeso fregandosene completamente dei tagli multipli che Shi gli stava procurando. Il battito del suo cuore accelerò a dismisura non appena vide Hopei prepararsi ad un'altra carica e allora decise di tentare il tutto per tutto. Non aveva mai provato i suoi guanti su altre persone ma gli sembrava il momento perfetto per provare.

Urlando a squarcia gola, si lanciò contro Shi che continuò il suo attacco procurandogli sempre più ferite ma non riuscì al giovane di mettergli una mano sulla spalla.

-Buon viaggio!- disse Shiye prima di teletrasportarlo davanti a Hopei che ormai aveva già iniziato la carica. Accadde tutto troppo in fretta. Hopei non riuscì a fermarsi in tempo e Shi non potè evitarla. Il giovane venne cilindrato in pieno dall'enorme animale e scaraventato contro un carrello pieno di ferro che questa volta si ribaltò sotto la potenza del colpo.

Perdendo interesse per gli avversari, Hopei tornò in forma umana e raggiunse Shi, sollevandogli al testa -Ehi Shi! Tutto bene?- ma non ricevette risposta dal ragazzo ormai svenuto.

Nel mentre Shiye si era sistemato in una posizione stabile e stava per attaccare Hopei ma un secco CLACK attirò la sua attenzione. Lui non era un grande esperto di armi altrimenti avrebbe riconosciuto subito il rumore di una katana che viene rinfoderata.

-Sembra che tocchi a me.- disse gelida El alle spalle di Shiye mentre sul torace del ragazzo andava formandosi una grossa X dalla quale fuoriuscirono litri di sangue. Il giovane cadde in ginocchio mentre con la coda dell'occhio riuscì a vedere Rahl avvicinarsi a Chen ormai riversa in un lago di sangue. Con il corpo ormai pieno di ferite, Shiye strinse i denti e si teletrasportò sopra a Chen dopodichè le mise una mano sul petto e pensò “Ti prego! Fa che funzioni!”

I due svanirono in un lampo verde mentre Rahl fissava la scena sorpreso -Wow, questa non me l'aspettavo!-

Intanto El si era avvicinata a Shi e Hopei e aveva potuto constatare che la cassa toracica del ragazzo era messa molto male.

-Portalo al Quartier generale.- ordinò El e Hopei, dopo essersi caricata in spalla Shi, si trasformò in un cavallo e partì al galoppo diretta alla base più vicina.

-E noi che facciamo nel frattempo?- chiese Rahl pulendosi le scarpe dal sangue di Chen.

In quel momento, il loro trasmettitore si attivò e i due risposero alla chiamata. Quando ebbero finito, Rahl stava sorridendo -Bene bene, sembra che Ashuros e Hisoka avranno delle visite! Imbuchiamoci anche noi!-

El non rispose e si limitò a camminare in direzione della roccaforte dove i due eserciti si stavano scontrando. Ormai la loro missione l'avevano completata perciò potevano distrarsi con qualcos'altro.

Contemporaneamente, nella sala del trono, il re vide comparire Shiye pieno di ferite mentre stringeva a se Chen grondante di sangue.

-Vi prego!- urlò Shiye -Aiutatela!-

La regina ebbe un mancamento alla vista di tutto quel sangue mentre il marito, dal carattere più fermo e deciso, urlò a delle guardie -Veloci! Fate venire qui dei medici!!!-

Shiye venne sorretto da due guardie mentre con lo sguardo vide Chen che veniva messa su una barella e portata in ospedale.

“Ti prego...non morire Chen...” pregò Shiye mentre l'oscurità lo avvolgeva piano piano.















Angolo degli autori:

Ed eccoci finalmente alla fine di questo capitolo!!! Come detto all'inizio, ci scusiamo per l'incredibile ritardo ma cercheremo di velocizzarci un po'! CERCHEREMO quindi niente di ufficiale XD

Nel prossimo capitolo vedremo finalmente la prima morte e scopriremo chi sono i guastafeste che si stanno imbucando alla festa di Ashuros e Hisoka!!! I carissimi Ed e Rahl che in questo capitolo non hanno combattuto lo faranno sempre nel prossimo ;)

Ora vi salutiamo e ci vediamo alla prossima!

BUONA SERATA!!!

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Capitolo 9
*** Quanto può pesare una vita? ***


Ehilà! Come ve la passate? Speriamo che vada tutto bene ^.^ siamo finalmente giunti all'ultimo capitolo in cui si svolgeranno gli scontri iniziati due capitoli fa e, per la gioia di molti, ci sarà la prima morte tra gli OC! Secondo noi, non stavate aspettando altro XD

 

Bando alle ciance e ci vediamo al fondo! Buona lettura!

 

Capitolo 9: Quanto può pesare una vita?

 

Caos. Ecco una semplice parola con la quale si poteva descrivere quanto stava accadendo di fronte alla roccaforte di Alestias.

 

Ci sono un sacco di persone che definiscono la guerra un inferno in terra ma si sbagliano di grosso, l'inferno è un villaggio vacanze in confronto alla guerra dove sei costretto a combattere fianco a fianco con i tuoi compagni che potrebbero morire da un momento all'altro, nessuna via di fuga a parte la morte e quella è sempre una delle opzioni per un soldato.

 

In uno scontro corpo a corpo tra eserciti non puoi prenderti il lusso di studiare le mosse dell'avversario. Devi solo attaccare e sperare che il tuo colpo vada a segno perché potrebbe fare la differenza tra la vita e la morte.

 

Lo scontro tra cavalieri poteva sembrare il più cruento per via della velocità con la quale i due schieramenti si scontravano ma in realtà era solo il più veloce. Nella maggior parte dei casi, se le lance non andavano a segno in un punto vitale, il cavaliere avversario cadeva a terra e continuava a combattere a piedi, fregandosene altamente del cavallo.

 

Ormai, dopo diversi minuti di combattimento, la maggior parte dei soldati stava combattendo in un serrato corpo a corpo senza esclusione di colpi. Il terreno era ormai ricoperto di corpi martoriati e il sangue impregnava la terra creando un odore nauseante che avrebbe fatto storcere il naso a molti ma nel bel mezzo della mischia non c'era tempo per badare a certe piccolezze.

 

Le voci dei soldati si mischiavano nella ressa rendendosi udibili e inudibili allo stesso tempo. Qualcuno chiedeva disperatamente aiuto, qualcun'altro faceva segno ai suoi compagni di ritirarsi mentre altri ancora dicevano di avanzare. Ovviamente quelle voci venivano ignorati dagli altri e, mentre i feriti venivano lasciati a morire, lo scontro continuava.

 

In prima linea spiccava una minuscola macchia bianca, una chioma bianca per l'esattezza, che si muoveva velocemente a destra e sinistra eliminando vari nemici grazie a diverse catene. I soldati di Taren-Kar gioivano nel vedere Ashuros mentre uccideva l'ennesimo nemico.

 

L'albino, d'altro canto, era in un mondo tutto suo. Non sentiva niente. Non percepiva niente. Tutto ciò che faceva era: individuare un bersaglio ed eliminarlo. Dalla schiena gli spuntarono una decina di catene che saettarono in avanti, trafiggendo altrettanti nemici e, dopo averli sollevati da terra, li scaraventò sui loro compagni, facendoli cadere a terra e rendendoli facili prede per gli altri soldati che non ci misero molto ad eliminarli.

 

Notando che ormai stavano avanzando abbastanza velocemente, l'albino si concesse un attimo di respiro mentre diversi soldati armati di scudi a torre si posizionavano davanti a lui per proteggerlo. Sulla destra notò uno dei Tanker, i soldati pesanti dell'esercito di Taren-Kar. Armati con una lunga lancia a croce e uno scudo a torre, uniti alla loro armatura incredibilmente resistente li rendeva degli avversari temibili.

 

Per entrare in quel reparto, bisognava superare diversi test ed essere dotati di una forza fuori dal comune perciò Ashuros non si sorprese minimamente nel vedere il Tanker intento a tagliare a metà un nemico con un solo colpo. Le interiora del nemico caddero a terra mentre le due parti del suo corpo si accasciavano a terra e due dei suoi compagni, spade alla mano, cercavano di vendicarlo.

 

Il soldato corazzato, con una precisione chirurgica, conficcò la lancia nella testa del soldato più vicino, uccidendolo sul colpo e spaventando l'altro. Ciò diede tempo al Tanker si alzare la sua lancia, staccando la testa dal corpo del soldato che cadde a terra spargendo sangue ovunque in preda a diversi spasmi violenti.

 

Il soldato di Rhihin cercò di rimettersi in guardia ma era troppo tardi. Il Tanker lo trapassò all'altezza del cuore con la punta della sua lancia dove era ancora conficcata la testa dell'altro soldato. Vomitando sangue, l'avversario si accasciò al suolo e il Tanker si lanciò di nuovo nella mischia.

 

Ashuros stava per lanciarsi a sua volta nella mischia quando una voce alle sue spalle attirò la sua attenzione “Non sono più in cima alle mura.”

 

Non dovette neanche girarsi per riconoscere la voce di Hisoka. A dargli conferma ci pensarono alcune carte scagliate verso dei soldati nemici che li centrarono tutti in piena fronte, uccidendoli.

 

“Riesci a capire dove sono andati?” chiese l'albino scrutando la roccaforte

 

“Sì, sono nelle antiche rovine sotto la roccaforte. Possiamo raggiungerli da un passaggio situato alla base di quella montagna.” disse il biondo affiancandosi al compagno e indicando la base della montagna nella quale era costruita la roccaforte “Io e te possiamo arrivarci in pochi secondi se vuoi.”

 

Ashuros annuì silenziosamente e Hisoka lanciò in aria un fazzoletto che crebbe in pochi attimi diventando abbastanza grande da poterli coprire interamente ma, anziché appoggiarsi su di loro, il telo si appiattì al suolo. I due maghi erano scomparsi nel nulla e nessuno aveva notato la loro scomparsa.

 

* * *

 

Lykos e Chryssa camminavano in silenzio lungo un tunnel interamente scavato nella roccia. Nessuno dei due fiatava ma la ragazza sapeva che il suo compagno, dietro quel sorriso spensierato, era preoccupato. Ormai lo conosceva fin troppo bene e aveva anche una mezza idea di quello che gli frullava in testa in quel momento.

 

“La settimana prossima si sposerà la principessa.” esordì Lykos

 

“Oh non lo sapevo. Te lo ha detto lei durante una pausa dai vostri giochini?” chiese Chryssa benchè conoscesse già la risposta

 

“Sì ma abbiamo già concordato che io sarò il suo amante. In fondo chi potrebbe mai rinunciare a uno come me?” disse Lykos ampliando il sorriso e facendo ridere la ragazza. Dopo pochi minuti, raggiunsero un bivio. La strada di destra scendeva mentre quella sinistra procedeva dritto senza alcun inclinazione.

 

“Io andrò a destra.” disse Chryssa “Penso che a sinistra ti troverai un campo più congeniale.”

 

“D'accordo.” disse Lykos poi, tendendole la mano, aggiunse “Buona fortuna, Chryssa.”

 

“Anche a te.” disse la giovane stringendogli la mano per poi avviarsi lungo la strada da lei scelta.

 

* * *

 

Buio. Solo ed esclusivamente: buio. Di certo non era la situazione idea per combattere e Hisoka lo sapeva bene. Dopo essere arrivati alla base della montagna, lui e Ashuros avevano trovato due passaggi: uno che scendeva in profondità e uno che procedeva dritto.

 

Avvertendo una presenza familiare, il biondo aveva scelto la strada che scendeva ma si era dato subito dello stupido in quanto combattere al buio non era proprio la sua specialità ma almeno l'aria non era pesante, evidentemente c'erano delle fessure nella roccia che permettevano all'aria di circolare.

 

Improvvisamente, vide avanti a se un bagliore. Con cautela avanzò rasente al muro e in pochi secondi raggiunse la fine del tunnel che terminava in una mastodontica caverna. Era pressoché infinita, di sicuro il castello del re ci sarebbe stato senza problemi. La cosa strana, però, era la fonte del bagliore e cioè migliaia di cristalli azzurri e verdi che illuminavano quello spazio oscuro. Un bel posto per portarci la ragazza insomma.

 

Gli ci vollero diversi secondi per vederla ma alla fine la individuò. Chryssa. La maga di Rhihin era seduta su un piccolo muretto di roccia e lo fissava con uno sguardo talmente serio che avrebbe potuto incenerirlo se solo avesse potuto.

 

“Ma che cosa incredibile! Non mi sarei mai aspettato di trovarti in un posto come questo!” esordì Hisoka sorridendo “Dev'esserci lo zampino del destino, non credi?”

 

Chryssa non gli rispose. Con calma si alzò in piedi e iniziò a camminargli incontro. Quando furono a una metri di metri di distanza, finalmente gli rivolse la parola “Hisoka, oggi ti sconfiggerò così da poter vendicare mio marito.”

“Musica per le mie orecchie, ho giusto bisogno di sgranchirmi un po'!” commentò Hisoka ghignando

 

“Preparati, non ci andrò leggera.” concluse Chryssa per poi richiamare a se il suo potere. Un'accecante luce dorata illuminò la caverna costringendo Hisoka a coprirsi gli occhi con un braccio. Durò un secondo appena ma fu più che sufficiente per trasformare Chryssa.

 

Ora la ragazza aveva i capelli più lunghi che le arrivavano a metà della schiena, due grosse corna dorate uguali a quelle di un cervo le ornavano la testa, il viso ora era più allungato mentre la cornea degli occhi si era tinta di un acceso giallo, le braccia e il volto erano coperti da del verde e del marrone quasi fosse del trucco, le gambe erano diventate uguali a quelle di un cervo, zoccoli compresi, il busto invece era coperto da una peluria marrone e una debole aura dorata la circondava.

 

“Oh ecco il motivo per cui i soldati ti chiamano La Cerva D'oro.” commentò Hisoka estraendo le sue fidate carte “Mi dispiace ma ci vorrà ben più di un paio di corna per battermi!”

 

Con una velocità allarmante, il biondo scagliò diverse carte in direzione di Chryssa la quale sparì all'improvviso lasciando Hisoka di stucco. Le carte si conficcarono nella roccia, nell'esatto momento in cui Chryssa appariva di fianco all'avversario, assestandogli un calcio laterale al ginocchio destro. Hisoka strinse i denti per il dolore ma la gamba cedette subito e, prima ancora che toccasse il terreno, Chryssa si era già portata sul fianco sinistro, assestandogli un altro calcio, stavolta al ginocchio sinistro.

 

Le ginocchia di Hisoka toccarono la superficie fredda del terreno e, non appena alzò lo sguardo, vide davanti a se Chryssa in equilibrio sulla gamba sinistra mentre la destra era piegata verso il suo petto. Lo sguardo serio della ragazza non era minimamente cambiato e, mettendoci tutta la forza di cui era capace, colpì Hisoka al costato con un poderoso calcio che, oltre a fracassargli diverse costole, lo spedì dritto dritto contro la parete della grotta, crepandola pesantemente e frantumando diversi cristalli.

 

Il biondo cadde a terra vomitando parecchio sangue mentre Chryssa colpiva ritmicamente il terreno con i suoi zoccoli: stava preparando un nuovo attacco. Con violenza, colpì il terreno un'ultima volta, creando diverse fratture, e scattò in avanti alla sua massiva velocità a testa bassa. Una grossa aura dorata la avvolse quasi fosse una meteora e il suo bersaglio era ben chiaro.

 

“FURIOS BULL ROAD!!!” urlò la ragazza prima di centrare in pieno l'avversario che si era appena rialzato. Le crepe nel muro aumentarono e una leggera scossa di terremoto scosse la caverna facendo cadere diversi sassolini dall'alto.

 

Chryssa si stabilizzò ancora rintontita per la botta. Quell'attacco aveva anche un discreto contraccolpo ma non le importava molto. Davanti a lei, accasciato a terra, riconobbe Hisoka che in quel momento era immobile. Senza dargli tempo di riprendere fiato, la ragazza avvicinò una mano per afferrarlo ma un raggio di luce le bucò la mano proprio al cento facendola urlare per il dolore e costringendola a indietreggiare.

 

“Uh uh uh...davvero niente male. E' la prima volta, dopo tanti anni, che qualcuno mi riduce in questo stato.” sibilò Hisoka rialzandosi.

 

Chryssa lo fissò allibita. Dopo tutti quei colpi riusciva ancora a rialzarsi? Ma la cosa che la preoccupò di più fu uno strano fumo viola che stava fuoriuscendo dalla bocca di Hisoka, avvolgendogli il torace. Nel silenzio più totale si udirono le ossa di Hisoka mente venivano risaldate dall'interno generando un rumore raccapricciante.

 

“Bene, è il mio turno giusto?” chiese poi il biondo mentre una camicia di forza chiusa da diversi lucchetti si sostituiva alla sua giacca nera. Sullo sterno era presente un teschio con la bocca chiusa e le orbite vuote ma, non appena Hisoka ebbe parlato, le orbite presero vita illuminandosi con uno spettrale bagliore rosso.

 

“Sigillo dei Cinque. Spezzati.” recitò Hisoka e la bocca del teschio si aprì, distruggendo il teschio stesso e la camicia di forza. Il silenzio tornò sovrano nella caverna mentre uno strano sorriso faceva capolino sulle labbra di Hisoka che, con un volume di voce bassissimo, disse “It's show time...”

 

Una luce rossa abbagliante si sprigiono dal corpo di Hisoka e stavolta fu Chryssa a doversi coprire gli occhi per evitare di restare accecata. Quando potè tornare a guardare senza problemi, uno strano brivido le percorse la schiena. Quello non era più Hisoka.

 

Al posto del biondo ora c'era una strana creatura alta due metri interamente coperta da una corazza marroncina. Le gambe terminavano alla caviglie con due spuntoni e la parte superiore del busto aveva assunto una forma simile a quella di una razza. Le scapole erano cresciute diventando due protuberanze mentre le dita delle mani erano diventate degli artigli. La testa invece aveva assunto una forma allungata e gli occhi erano diventati sei, tre sopra e tre sotto, completamente rossi con una piccola pupilla nera, inoltre, su tutto il corpo erano presenti dei bulbi dorati che risplendevano anche se di poco.

 

“Sei molto veloce Chryssa...ma pensi di essere veloce come la mia luce?” chiese Hisoka e la giovane capì che la situazione era appena peggiorata e non di poco.

 

* * *

 

Ashuros era sorpreso. Era certo di trovarsi Lykos come avversario e così era stato ma il fatto che il suo avversario avesse attivato subito il suo vero Take Over lo aveva disorientato per qualche secondo. In quel momento, l'albino si trovava in un'enorme “spaccatura” della montagna dove erano presenti i resti di alcune colonne a vari edifici di pietra mentre in alto era visibile il cielo grazie ad un'enorme spaccatura nella roccia, probabilmente il frutto di secoli di piogge che avevano scavato nella roccia quell'enorme posto.

 

Un'ombra lo oscurò per un secondo appena e il ragazzo alzò lo sguardo individuando senza problemi il suo avversario. Lykos aveva un aspetto completamente diverso: ora aveva due grandi ali d'angelo bianche, gli occhi erano vitrei e anche i vestiti erano cambiati completamente. Era a petto nudo e portava dei guanti bianchi mentre, nella parte inferiore del corpo, indossava degli stivali alti bianchi e un paio di pantaloni lunghi bianchi che però avevano una particolarità e cioè che gli coprivano le gambe solo da metà coscia in poi mentre la parte alta delle gambe era coperta da un leggero strato di piume bianche.

 

Ashuros lo fissò per qualche secondo mentre si librava in volo sopra la sua testa e, dopo aver deciso che era ora di fare sul serio, fece uscire delle catene dal suo corpo con la quale cercò di catturare Lykos il quale però le evitò tutte con agilità e senza il benché minimo sforzo, anzi, con un movimento rapido del braccio destro, afferrò una catena al volo e la usò per sollevare Ashuros di peso dal terreno.

 

In pochi attimi l'albino era ormai a diversi metri di altezza e Lykos sembrava intenzionato a farlo scendere, alla sua maniera. Lasciando andare la catena, diede un forte battito d'ali urlando “FLUX OF THE HEAVEN!!!” e una potente folata di vento dorato investì in pieno Ashuros schiantandolo contro una parete di roccia per poi farlo cadere al suolo.

 

L'albino si rialzò dolorante e, fregandosene del danno subito, cercò di nuovo di catturare Lykos ma usando delle catene infuocate così da impedirgli di poterle afferrare e il piano funzionò. L'avversario si limitò ad evitare le catene riuscendo, nel contempo, a fargli delle battute sulla sua mira scadente o sulla sua monotonia negli attacchi.

 

Lykos però, vedendo il ghigno di Ashuros, dovette ricredersi subito e, prima di poter fare qualsiasi cosa, si sentì le braccia costrette al corpo e vide i segni di alcune catene sulla sua pelle: catene invisibili. Non gli ci volle molto per liberarsi spezzando quelle catene ma ormai Ashuros aveva fatto la sua mossa e, prima che Lykos potesse allontanarsi, delle catene elettriche lo avevano già afferrato, folgorandolo e facendolo precipitare a terra.

 

Ashuros era convinto di avergli inferto diversi danni ma lo vide rialzarsi senza problemi e spolverarsi le spalle con un sorriso.

 

“Capisco...quindi con questo livello di potenza non posso batterti.” disse Ashuros mentre delle strane catene nere iniziavano ad uscire ed entrare dal suo corpo, fondendosi con la carne. All'altezza dello sterno vi era un teschio nero con la bocca chiusa “Sigillo dei Cinque. Spezzati.” la voce di Ashuros fece aprire la bocca al teschio che esplose diventando polvere nera così come le catene.

 

“Finalmente anche tu mostrerai il tuo vero potere eh?” disse Lykos mentre un forte bagliore bianco avvolgeva Ashuros.

 

Dopo pochi secondi, il bagliore svanì permettendo a Lykos di osservare il nuovo Ashuros. I capelli ora erano tirati indietro ed erano perfettamente ordinati, gli occhi erano completamente neri con un bagliore dorato come pupilla e le vene vicino agli occhi erano diventate nere e ben visibili. Come per Lykos, anche i vestiti di Ashuros erano cambiati infatti ora indossava una camicia bianca aperta sul davanti, dei guanti corazzati dorati, dei pantaloni bianchi con ricamati sopra dei fulmini dorati e delle scarpe bianche coperte da delle piccole placche dorate. Nella mano destra teneva dei nunchaku di acciaio bianco.

 

“Il mio orgoglio mi impedisce di perdere contro di te oggi!” disse Ashuros fissando con serietà l'avversario il quale si mise a ridere per poi ribattere con “Di tutte le tue forme, proprio quella dell'Orgoglio hai scelto? Anzi...forse dovrei definirla superbia.”

 

Non appena ebbe pronunciato quelle parole, Ashuros era già di fronte a lui e lo colpì sulla guancia destra con un pugno, spedendolo contro una colonna e facendola crollare.

 

“Non permetterò che le tue parole feriscano il mio orgoglio.” sentenziò Ashuros mentre diverse scariche elettriche iniziavano a ricoprirgli il corpo.

 

“Libero di pensare quello che vuoi.” disse Lykos sorridendo e mettendosi in posizione di combattimento. Se prima le sue possibilità di successo erano superiori al novanta per cento, ora erano scese all'ottanta e lui lo sapeva fin troppo bene. Doveva concludere lo scontro prima che le possibilità scendessero a zero.

 

* * *

 

Una grossa esplosione scosse le pareti della grotta creando un denso polverone nero dalla quale uscì una Chryssa parecchio affaticata. La giovane andò velocemente a nascondersi dietro ad una colonna per riprendere fiato ma, in meno di un secondo, una ventina di raggi le passarono accanto, cambiando improvvisamente traiettoria e puntando verso di lei che riuscì ad evitarli con un salto laterale mentre la colonna veniva distrutta dall'attacco.

 

A mezz'aria la ragazza riuscì a stabilizzarsi ed atterrare in piedi con il volto rivolto verso il suo avversario il quale non la smetteva di sparare raggi di luce dai bulbi dorati posti sul suo corpo. Un'ennesima scarica partì dall'oscurità e lei fu costretta di nuovo a schivare senza poter correre alla sua massima velocità a causa delle innumerevoli ferite che aveva sulle gambe.

 

Un improvviso flash dorato la fece irrigidire sul posto e, saltando, si coprì il volto con le braccia e portò le gambe al petto. Un decimo di secondo dopo, Hisoka era davanti a lei e la colpì con un pugno abbastanza forte a farla volare a una cinquantina di metri di distanza.

 

La maga di Rhihin si rialzò dolorante. In pochi attimi capì la sua situazione: femore destro rotto, polso sinistro slogato e spalla destra lussata. Di certo non poteva fare molto in quelle condizioni...non in quella forma. Avanti a se vide Hisoka mentre levitava verso di lei a grande velocità e allora decise di passare ad un livello di combattimento basato sulla potenza e non sulla velocità. La sua aura dorata la avvolse e diventò grigia aumentando di intensità.

 

Hisoka, notando il flash, capì che stava cambiando forma e non poteva permetterglielo così aumento a dismisura la sua velocità e cercò di colpirla con un pugno. Ci riuscì. La sua mano destra si spappolò schizzando sangue blu ovunque e facendolo urlare dal dolore. Indietreggiò con malagrazia tenendosi il moncherino con l'unica mano che gli era rimasta ma una strada coda fatta di pietra, la cui estremità era seghettata, lo afferrò alla gola e, dopo averlo sollevato, lo scagliò contro una grossa roccia.

 

Il ragazzo si rialzò dolorante e intontito. Dopo aver scosso la testa per riprendersi, alzò lo sguardo e potè ammirare la nuova forma di Chryssa. Ora la ragazza aveva un corpo dalla forma umana con l'aggiunta della coda che lo aveva afferrato e due grosse ali dall'aspetto grottesco con degli uncini alle estremità. La pelle sembrava marmo grigio e la parte degli avambracci e delle tibie erano leggermente più grossi a causa di un'armatura più spessa.

 

“Una nuova forma eh?” disse Hisoka prima di sparare una ventina di raggi di luce verso l'avversaria che, a mo di scudo, chiuse le ali avanti a se e i raggi non sortirono il più ben che minimo effetto, generando solo delle piccole colonne di fumo.

 

Chryssa non attese un secondo attacco e cercò di colpire Hisoka scagliandogli addosso una grossa roccia ma l'avversario scartò di lato senza problemi fermandosi però subito e cadendo in ginocchio. La giovane vide che la ferita al braccio era ancora aperta e stava perdendo fin troppo sangue così ne approfittò subito e gli si scagliò addosso, afferrandolo per le spalle e sollevandolo di peso. Con un paio di battiti d'ala, raggiunse il soffitto della caverna dopodichè si lanciò in picchiata verso il basso, roteando in senso orario e urlando “FALLEN PROTRAIT”.

 

Quando fu ad appena un metro dal terreno, lasciò andare Hisoka che si schiantò al terreno mentre lei riuscì ad atterrare in piedi.

 

Sui bordi del cratere che era venuto a formarsi vi erano diversi schizzi di sangue blu e Chryssa ne dedusse che l'impatto doveva essere stato davvero potente così si avvicinò al cratere ma, dopo neanche un passo, si allontanò con un balzo nello stesso momento in cui una gas viola iniziava a diffondersi nell'aria.

 

“Ah ah ah!!! Te lo concedo, quell'attacco mi ha davvero fatto male!” disse Hisoka, tornato in forma umana e privo di alcuna ferita, mentre usciva dal cratere.

 

“Impossibile...quell'attacco avrebbe dovuto spaccarti il cranio.” disse Chryssa fissandolo male

 

“Vero, infatti ci sei andata molto vicina ma per fortuna ho una buona capacità di rigenerazione.” spiegò il biondo sorridendo

 

“Beh devo dartene atto, sei un avversario difficile da battere.” ammise Chryssa

 

“Ti ringrazio, anche tu non sei affatto male. Sei la prima che sia mai riuscita a ridurmi in quello stato pietoso. Penso che tu meriti di vedere la forma più potente del mio Hero Soul e, credimi, nessuna forma del tuo Epic Soul potrà fermarla.” disse Hisoka mantenendo il sorriso per poi iniziare a risplendere di un intenso bagliore blu.

 

Proprio come prima, gli ci vollero pochi secondi per trasformarsi e, quando la trasformazione fu completa, Chryssa percepì all'istante una mostruosa quantità di potere magico proveniente dal suo avversario che ora si presentava come una creatura umanoide alta due metri dalla pelle grigia coperta da un'armatura blu. Ora aveva anche i piedi muniti di spessi artigli bianchi così come le mani. La testa, simile a quella di uno squalo, aveva la bocca irta di denti affilati e gli occhi gialli. Al centro del torace, sulle spalle e sulle ginocchia erano presenti delle strane protezioni azzurre a forma di sfera che si fondevano con l'armatura blu mentre dalle spalle crescevano due grossi spuntoni che andavano all'indietro.

 

Per qualche secondo nessuno dei due fiatò ma poi Hisoka ruggì a pieni polmoni, crepando il terreno intorno a lui e facendo cadere diversi pezzi di roccia dalla volta della caverna. Chryssa lo fissò mantenendo una posizione di guardia, cercando anche di capire che razza di potere avesse ma non ci riuscì. Qualcosa le impediva di concentrarsi appieno e la causa di quel disturbo era proprio Hisoka.

 

Lentamente, il suo avversario caricò il pugno destro fissando nel mentre Chryssa la quale, avvertendo un pericolo enorme, si gettò di lato e fu una mossa più che azzeccata dato che Hisoka, non appena ebbe tirato un pugno all'aria avanti a se, generò un'onda d'urto in linea retta che spazzò via tutto ciò che si trovò davanti, scavando un tunnel nella montagna e bucandola dalla parte opposta.

 

La ragazza guardò dietro di lei allibita. Hisoka aveva appena scavato un tunnel, del raggio di due metri, dentro alla montagna senza il minimo sforzo! Velocemente tornò a concentrarsi sul suo avversario che non si era ancora mosso dopo aver tirato il pugno così ne approfittò all'istante e scattò verso di lui, caricando un pugno a sua volta.

 

Non appena fu sotto di lui, lo colpì con tutta la sua forza sulla guancia destra. Il terreno sotto di lei si crepò pesantemente e una breve scossa di terremoto venne generata dall'impatto ma, con sua somma sorpresa, Hisoka non si mosse di un millimetro ne la sua armatura subì dei danni. Semplicemente incassò il colpo continuando ad osservarla con lo stesso sguardo con la quale si osserva un semplice sasso.

 

Fu in quel momento che Chryssa si accorse di un particolare: Hisoka aveva il braccio destro disteso in avanti ma il sinistro era ancora piegato...ancora pronto a colpire. Purtroppo per lei se ne accorse un attimo troppo tardi e il pugno di Hisoka la colpì dritta al ventre facendola vomitare sangue misto a saliva. La sua pelle si ruppe mettendo a nudo la sua vera pelle e lei si fece un bel volo di una trentina di metri, cadendo di schiena e rimbalzando più volte.

 

Tossendo sangue, la ragazza si rialzò e le ci vollero diversi secondi per stabilizzarsi. Si portò una mano al ventre e, non appena ebbe fatto un po' di pressione, una fitta incredibile di dolore la fece piegare in due. Probabilmente aveva una o due emorragie interne.

 

Un leggero tremolio del terreno la fece sussultare e solo allora notò che Hisoka si stava avvicinando ma ad una lentezza impressionante. Tra un passo e l'altro passavano tre o quattro secondi. Questo le diede tempo di riprendere fiato e pensare ad una strategia.

 

-La mia Gargoul Soul ha un potere d'attacco altissimo eppure non l'ho neanche scalfito con quel pugno...forse è vulnerabile ad attacchi magici e non fisici.- pensò la ragazza mentre tornava alla sua forma umana, piena di graffi e lividi -Non a caso è la sua forma più potente...penso che farò come lui e mostrerò il meglio del mio Take Over.-

 

In un istante venne avvolta da delle fiamme sbucate dal nulla e iniziò a trasformarsi sotto gli occhi di Hisoka che, intanto, continuava ad avvicinarsi. La sua nuova forma era simile alla Gargoul Soul ma con delle differenze: la pelle ora era coperta da delle squame ardenti, fatta eccezione per faccia, seni e il ventre che erano ancora nudi, le ali erano molto più grandi e membranose così come la coda era più lunga ed affusolata mentre i capelli ora erano più lunghi.

 

Non appena le fiamme si furono estinte, Chryssa si scrocchiò il collo con pochi e secchi movimenti, dopodichè ruggì alla stessa maniera di Hisoka e, proprio come lui, anche lei fece tremare il terreno facendo fermare il suo avversario che iniziò, finalmente, ad osservarla con uno sguardo interessato.

 

La ragazza però non era minimamente interessata alle sue attenzioni e, dopo aver inarcato la schiena e incrociato le braccia davanti alla bocca, iniziò ad accumulare un'enorme quantità di potere magico. Le ci vollero solo pochi secondi per completare l'accumulo e, proiettando in avanti la testa, un'enorme cono di fiamme rosse scaturì dalle sue fauci distruggendo i cristalli e le rocce che si trovavano tra lei e Hisoka arrivando poi al suo avversario che non fece nulla per evitare il colpo e le fiamme lo investirono senza problemi.

 

La ragazza osservò il risultato del suo attacco che si esprimeva come un enorme polverone nero con alcuni frammenti di cristallo che andavano sciogliendosi per il calore. Dopo pochi secondi, però, notò un movimento: lento e meccanico, mentre il terreno tremava a distanza di pochi secondi.

 

Uno strano ghigno apparì sulle sue labbra mentre la giovane pensava -Interessante.-

 

* * *

 

Sangue. Tanto sangue. Ecco quello che vedeva Ashuros, accasciato a terra con il fiatone e con molti dolori che lo attanagliavano in diverse parti del corpo. La testa gli doleva enormemente ma riuscì comunque a mettersi in ginocchio. Di certo non era messo molto bene: aveva dei grossi tagli sulle gambe e sul busto, il braccio destro era ustionato e aveva un ampio taglio sulla fronte dalla quale continuava ad uscire una grossa quantità di sangue che lo costringeva a tenere l'occhio destro chiuso...oh e il braccio sinistro, dal gomito in giù, era assente e, a giudicare dal moncherino piatto senza alcuna imperfezione, era stato probabilmente reciso da un'arma bianca.

 

Com'era possibile che fosse stato ridotto in quello stato? L'incontro andava bene, entrambi riuscivano a portare a segno diversi attacchi e a difendersi ma poi Lykos aveva attivato di nuovo il suo potere, passando ad una forma ancora più potente e da quel momento in poi Ashuros non aveva fatto altro che difendersi e prenderle.

 

In quel momento Lykos atterrò davanti a lui. La sua nuova forma era pressoché uguale alla precedente solo che ora aveva sei ali, i capelli erano più lunghi e vorticavano nell'aria, l'iride verde dei suoi occhi era di nuovo visibile e un leggero piumaggio gli copriva anche le spalle. Nella mano destra impugnava una spada dalla guardia dorata e l'elsa bianca. La lama sporca di sangue sembrava fatta di semplice acciaio e degli strani simboli dorati erano incisi su di essa, avvolgendola con una flebile aura dorata.

 

“Quindi? Niente frasi sul tuo orgoglio o sul fatto che mi sconfiggerai?” chiese Lykos mantenendo il suo solito sorriso “Coraggio Ash, so che puoi fare meglio di così.”

 

L'albino avrebbe voluto spaccargli il naso ma sapeva di non poterlo fare nelle sue attuali condizioni. I suoi nunchaku erano stati distrutti e non riusciva nemmeno a generare una piccola scossa, figuriamoci folgorare una persona. Dal profondo della sua mente iniziarono ad urlare tante voci. Decine, centinaia, migliaia di voci ma lui le fece tacere scuotendo la testa.

 

-Non posso usare quella forma...non posso perdere di nuovo il senno.- pensò il ragazzo

 

“Le figlie di Torik...le avete portate via con voi, giusto?” chiese all'improvviso Lykos riportando Ashuros alla realtà.

 

“Perchè...me lo chiedi?” biascicò l'albino

 

“Sua moglie è ancora viva. Si è svegliata giusto ieri dal coma nella quale l'avevate spedita e per poco non ci è tornata dopo aver scoperto che suo marito è morto e le sue figli scomparse.” spiegò Lykos “Se siete stati voi...beh ce ne vuole di coraggio per portare via delle bambine dalla loro famiglia.”

 

“Keh...puoi credere quello che vuoi Lykos, ma noi gli abbiamo trovato una casa migliore.” disse Ashuros ghignando e rialzandosi in piedi, seppur con uno sforzo enorme.

 

“Io non conoscevo molto bene Torik. Lo avevo incontrato ad alcune riunioni ma niente di più...e l'unica volta che l'ho visto insieme alle figlie, mi è sembrato il padre migliore del mondo.”

 

Ashuros sgranò di colpo gli occhi e la sua voce cambiò, anche se di poco “Che cosa hai detto?”

 

“Probabilmente le trattava con i guanti. Se ben ricordo indossavano dei bei vestiti di seta scuri e lui non si allontanava da loro neanche per un secondo.” continuò Lykos, tornando con la mente al giorno in cui aveva visto per la prima volta Amy e Katia.

 

“Smettila con queste stronzate...”

 

“Non mi importa di quello che dirai Ashuros. Io ho avuto la sfortuna di vivere senza genitori e non permetterò a quelle bambine di vivere la mia stessa esperienza!”

 

Il pugnò arrivò veloce e inatteso. Lykos si piegò in due con il fiato spezzato ritrovandosi a pochi centimetri dal volto di Ashuros i cui occhi erano tornati al solito color cremisi con la differenza che ora erano iniettati di sangue.

 

“Ti ho detto di smetterla con queste stronzate.” Ripeté Ashuros prima di afferrare Lykos per la gola e scagliarlo a  diversi metri di distanza con la sola forza fisica. Ovviamente l'avversario non ne risentì minimamente del colpo e si rialzò subito mentre Ashuros utilizzava di nuovo il suo potere.

 

Dal moncherino fuoriuscì del magma che si solidificò parzialmente in modo tale da sostituirgli la parte di arto mancante. I capelli presero a muoversi come fiamme e diventarono di un acceso rosso sangue mentre i canini si allungavano anche se di poco. Il braccio destro cambiò colore andando dal bianco delle dita fino al rosso scuro del gomito e delle piccole colonnine di fumo si alzarono dalla sua pelle che doveva aver raggiunto una temperatura elevatissima. Ora indossava soltanto un paio di larghi pantaloni neri con sopra disegnati dei teschi rossi e due spallacci di ferro raffiguranti dei teschi umani dall'espressione furente nelle cui orbite ardevano delle fiamme.

 

“Ti spezzerò ogni osso del corpo finché non morirai!!!” urlò Ashuros scagliandosi contro l'avversario a testa bassa. Lykos, d'altro canto lo intercettò con un fendente della sua spada che venne deviato da un pugno dell'avversario. Prima che potesse mettersi di nuovo in guardia, il mago di Taren-Kar lo colpì al mente con un montante e Lykos digrignò i denti per il dolore.

 

Librandosi in volo, tastò il mento con una mano e convenne che aveva la pelle ustionata. Il suo solito sorriso tornò sulle sue labbra.

 

“E così ora sei passato alla Rabbia? Non c'è che dire Ashuros, il tuo Sin Soul è di certo più ampio del mio Angelical Soul ma questo non ti garantirà la vittoria!” disse il ragazzo prima di fendere l'aria davanti a se con la sua spada e creare, con quel semplice movimento, molteplici lame di luce che saettarono verso Ashuros procurandogli diversi tagli sul corpo ma questa cosa non fece che far aumentare il potere di dell'avversario il quale urlò generando un tornado di fiamme attorno a se stesso e spazzando via le ultime lame di luce.

 

Con un solo balzo, Ashuros raggiunse Lykos e lo colpì con una ginocchiata proprio sul naso facendolo indietreggiare dopodichè creò una sfera di magma e fiamme nella mano destra che scagliò contro l'avversario il quale la tagliò con un solo colpo di spada.

 

Dato che Ashuros non poteva volare, Lykos ne approfittò subito e lo colpì con un calcio spedendolo al suolo. Prima che potesse alzarsi, il giovane angelo atterrò e alzò il braccio destro verso il cielo. Lentamente disegnò nell'aria un cerchio, muovendo il braccio in senso orario. Non appena il movimento fu completato, un cerchio di luce apparve davanti a Lykos.

 

“MADNESS OF THE WOLF!!!” urlò Lykos e, un secondo dopo, diversi lupi di luce uscirono dal cerchio dirigendosi verso Ashuros che si fece trovare pronto. Infatti il mago di Taren-Kar aveva già posizionato le mani a mo di coppa con le dita puntate verso Lykos. Tra i due palmi andò formandosi una piccola sfera di magma che crebbe in pochi istanti e, con un poderoso, ruggito, da essa uscì un drago serpentiforme che andò ad intercettare i lupi, crescendo di taglia per ogni lupo che lo colpiva.

 

Lykos non capì subito il perché di quel continuo cambiamento ma gli fu subito chiaro.

 

-E' il tuo potere non  vero, Ashuros?- si domandò il ragazzo e il ghigno sulle labbra dell'avversario gli diede una conferma più che valida.

 

“RAGE OF THE DRAGON. Per ogni colpo subito, la sua potenza aumenterà!” spiegò il ragazzo prima di dare un'ultima spinta di potere al suo attacco che si abbatté su Lykos ferendolo alle gambe e al busto ma non riuscendo a portargli via le ali che, giustamente, usò per alzarsi in volo ed evitare il grosso dell'attacco.

 

L'angelo sorrise soddisfatto. Quel combattimento lo stava entusiasmando e non poco. Con facilità fece roteare la spada nelle sua mani e la bloccò quando la lama si trovava dalla parte del mignolo, dopodichè scese in picchiata e la conficcò nel terreno, tenendola con entrambe le mani.

 

“Preparati a ricevere ad assaggiare la giustizia divina.” disse Lykos prima che il cielo si oscurasse. Proprio sopra a Ashuros le nuvole si aprirono, illuminandolo, e Lykos recitò una strana formula magica.

 

Dall'alto spiraglio nelle nuvole precipitò un'enorme spada di luce che si schiantò al suolo fracassandolo e generando una grossa esplosione di luce e fiamme dorate. Diversi pezzi di roccia crollarono e Lykos dovette fare attenzione per non farsi colpire dai detriti.

 

Il giovane, chiudendo gli occhi, rinfoderò la sua spada e disse “Quella era DIVINE JUSTICE, l'attacco più potente di questa forma...ma scommetto che a te serve altro per buttarti giù. Non è così...Ashuros?”

 

Solo dopo qualche secondo riaprì gli occhi, individuando l'avversario in piedi a pochi metri da lui che lo fissava con sguardo serio. Il corpo era coperto da ferrite di varie entità ma, incredibilmente, il suo potere straripava fuori da tali ferite sotto forma di fiamme.

 

“E' ora di passare all'ultimo livello.” sentenziò Ashuros e Lykos annuì sereno come se quella fosse solo una scaramuccia di poco conto. Simultaneamente, i due vennero avvolti da un'intensa luce: bianca per Lykos e nera per Ashuros. Ci vollero esattamente dieci secondi per raggiungere la loro ultima forma, quella più potente.

 

Lykos ora appariva leggermente diverso. Il numero di ali era salito a dodici, i canini si erano allungati un poco e tutti i suoi abiti erano diventati neri mentre le piume ora coprivano copiosamente la sua pelle, fatta eccezione per la zona degli addominali. Due catene fuoriuscivano dalla tasca destra dei pantaloni e rientravano in quella sinistra passando da dietro. Come ultima modifica, sui guanti, sulle ginocchia e sulle cosce erano presenti delle borchie. Di certo non era l'aspetto più consono per un angelo.

 

Ashuros, invece, era cambiato parecchio. La sua nuova forma aveva sempre una forma umanoide ma di “umano” non aveva proprio niente. Gli occhi erano due orbite bianche e sottili mentre i denti si erano trasformati tutti in affilate zanne bianche. La “pelle” era composta da delle sottospecie di fiamme rosso cremisi e nere ma le parti nere non erano propriamente fiamme. No. Erano volti di persone. Persone sofferenti i cui dolori avevano talmente martoriato i loro volti da renderli tutti uguali tra loro. I capelli che si fondevano con queste strane fiamme si erano allungati di almeno due metri e vorticavano nell'aria come se fossero un unico tentacolo. Gli unici vestiti che indossava erano degli stracci neri che gli coprivano la zona dell'inguine.

 

Lykos per un attimo inorridì nel sentire i lamenti provenienti dai colti che comparivano in mezzo a quelle fiamme. Tutte quelle voci volevano qualcosa ma non era ben chiaro cosa.

 

“Datemene ancora!” “Non sono ancora sazio!” “Ancora! Ancora!” “Ne voglio di più! DI PIU'!!!” “Perchè non ne posso avere ancora!!! PERCHE'?!?”

 

Le voci si mischiavano tra di loro diventando via via più intense e rumorose. Sembrava quasi una finestra per l'inferno.

 

“Quindi è questa la tua forma più potente...la Gola.” disse Lykos disgustato. Lui sorrideva sempre e anche in combattimento non perdeva mai la sua serenità ma quello spettacolo andava oltre ogni limite.

 

“Indovinato.” rispose Ashuros alla cui voce fecero eco altre voci diverse. “Vuoi sapere una cosa interessante? Queste persone...sono tutte le persone che ho divorato con questo potere.”

 

Lykos sgranò gli occhi scioccato per poi chiedere “Quindi...fosti tu, tre anni fa...”

 

“Sì. Città di Fasyas. Circa duemila abitanti scomparsi in una sola notte senza lasciare alcuna traccia. Devo dire che è stato un bacchetto da re.” disse Ashuros ghignando quando all'improvviso la sua spalla si deformò prendendo le sembianze di un anziano signore che disse “Fasyas...la mia città...è così bella...il suo buon vino...ne voglio ancora!!! ANCORA!!! DATEMENE ANCORAAAAA!!!”

 

Dopo pochi secondi la testa si deformò, tornando a far parte del corpo di Ashuros che fissò compiaciuto Lykos.

 

“Finiamola qui.”

 

“Mi hai letto nel pensiero.” convenne Lykos priva di librarsi in volo e scagliarsi verso il loro ultimo scontro.

 

* * *

 

Scontro a senso unico. Ecco qual'era una semplice espressione per definire l'andamento dello scontro tra Hisoka e Chryssa. Anche un idiota avrebbe capito che la giovane ormai non poteva vincere ma i più dubbiosi avrebbero scommesso su un suo possibile recupero. Avrebbero perso la scommessa.

 

La ragazza aveva il volto tumefatto e diversi lividi erano visibili perfino sulle sue scaglie di drago. Il polso sinistro era probabilmente rotto e doveva avere diverse emorragie interne perché non la smetteva di sputare sangue.

 

Hisoka, invece, non aveva neanche un graffio o livido. Era esattamente come quando si era trasformato pochi minuti prima e la cosa non poteva essere più assurda. Lentamente avanzò verso la sua avversaria che decise di dare il tutto per tutto.

 

Con un movimento del braccio, fece fondere il terreno sotto i piedi di Hisoka che scivolò dentro quella pozza di magma fino al busto e, prima che potesse muoversi, dal terreno fuoriuscirono diversi spuntoni di cristallo, roccia e acciaio che lo colpirono in tutti i punti vitali possibili. Nello stesso istante, Chryssa aveva avvolto il suo braccio destro con dei fulmini e creato una sfera d'acqua nella mano sinistra. Stringendo i denti per il dolore scagliò i due attacchi in contemporanea colpendo Hisoka con l'acqua e folgorandolo con l'elettricità. L'ultimo colpo arrivo sotto forma di cono di fiamme che causò un'esplosione abbagliante.

 

Chryssa osservò l'enorme cortina di fumo che era venuta a crearsi e non sentì il ben che minimo rumore se non quello dei detriti che cadevano a terra. Si lasciò cadere seduta al suolo respirando faticosamente ma con un sorriso sulle labbra.

 

-E' finita. Finalmente è...- THUMP

 

Il cuore le si fermò di colpo. Nell'aria si sentì il rumore della roccia che veniva frantumata con lentezza.

 

-Non è...possibile...-

 

Un rumore secco e metallico arrivò dal polverone e lei lo aveva già sentito quel rumore...quando Hisoka aveva bucato la montagna con un pugno.

 

Non potè fare nulla. Un'onda d'urto lineare dalla potenza devastante la prese in pieno, portandole via il braccio sinistro, l'ala sinistra e gran parte della coda. Per diversi secondi non fuoriuscì neanche una goccia di sangue ma poi dalle sue ferite scaturirono litri di sangue accompagnati dalle sue urla atroci mentre si contorceva dal dolore.

 

Ormai era chiaro come il sole. Hisoka aveva vinto. Il ragazzo uscì dal cratere generato dall'attacco di Chryssa e si avvicinò all'avversaria. Neanche una ferita sul suo corpo.

 

Non appena le fu sopra, la afferrò per i capelli e la sollevò di peso. Con la mano libera, le prese il braccio destro e lo spezzò tra il polso e il gomito poi ripetè il procedimento con le gambe, spezzandogliele tra le ginocchia e le caviglie. Ormai le urla di Chryssa erano diventati dei tenui lamenti. Come ultima mossa, Hisoka la posò contro un muretto dopodichè tornò alla sua forma umana, mostrando un sorriso smagliante.

 

“Sembra che sia arrivata la fine, eh Chryssa?” chiese il biondo mentre si allontanava dal corpo della ragazza fermandosi ad una decina di metri. Nella mano destra fece apparire una benda nera che si posizionò sugli occhi per poi creare cinque coltelli nella mano sinistra. Lentamente si girò di centottanta gradi e scagliò i cinque coltelli, uno alla volta, dicendo poche parole per ognuno di essi.

 

Il primo la colpì nella parte bassa del ventre. “Tanto non avresti avuto nessun figlio.”

 

Il secondo all'ombelico. “Non riesco proprio ad immaginarmi tua madre, sai?”

 

Il terzo allo sterno, in mezzo ai due seni. “Tuo marito è stato proprio fortunato a poterli toccare.”

 

Il quarto alla gola. “La tua voce furente nei miei confronti mi mancherà parecchio.”

 

Il quinto esattamente in mezzo agli occhi ma ormai la giovane era già morta prima che Hisoka parlasse. “Affrontarmi da sola è stata la più grande idiozia della tua vita.”

 

Il corpo senza vita di Chryssa si accasciò al suolo con un tonfo sommesso e Hisoka sospirò pesantemente prima di togliere una specie di telo che gli ricopriva il corpo e mostrare il suo vero aspetto: un uomo prossimo alla morte.

 

Il braccio sinistro era rotto in più punti. Almeno dodici costole erano rotte. Tagli e lividi tappezzavano il suo corpo. L'occhio destro era gravemente danneggiato e piangeva sangue. Le gambe erano piene di tagli e, probabilmente, i tendini delle caviglie erano ormai andati. Il ragazzo aveva il fiato corto e continuava a vomitare sangue in continuazione. Crollò in ginocchio senza difficoltà e la vista iniziò ad annebbiarsi.

 

-Maledizione...ho usato troppo potere...non riesco neanche ad usare la mia rigenerazione...maledizione...-

 

Nel silenzio più totale udì dei passi. Non poteva sbagliarsi, erano proprio dei passi. Di una persona e doveva essere una ragazza dal modo in cui camminava. Il biondo si immaginò di vedersi Shail incazzata come una biscia che veniva ad aiutarlo ma le sue fantasie vennero subito annientate da una lunga chioma azzurra.

 

Davanti a lui c'era davvero una ragazza. Alta un metro e sessantacinque circa dai lunghi capelli azzurri che le arrivavo al fondo schiena. Aveva un seno più piccolo di Chryssa ma la carnagione era più chiara. I suoi due grandi occhi color perla lo fissavano con odio.

 

Non indossava la divisa come Chryssa ma degli abiti più semplici: una maglietta a maniche corte bianca con dei bottoncini aperti sotto il collo, una gonna a pieghe nera, dei collant blu e degli stivaletti bassi neri. Era di sicuro molto giovane e Hisoka non poté trattenersi dal farle una battutina “Cosa ci fa...una bella ragazza...come te...da queste parti?”

 

L'azzurra lo fissò con disgusto dopodiché si avvicino a Chryssa, trattenendo le lacrime. Si inginocchio vicino alla sua ex compagna e le carezzò dolcemente i capelli. Le tolse il pugnale che le spuntava dalla fronte e lo gettò il più lontano possibile per poi chiuderle gli occhi con una mano.

 

Hisoka intanto osservava la scena in silenzio e, stranamente, gli sembrava che la luce della caverna stesse via via affievolendosi. La ragazza dai capelli azzurri si alzò in piedi e si girò verso di lui, fissandolo con odio. Hisoka notò subito che gli occhi della ragazza erano diventati nero pece.

 

“Mi chiamo Michiko Phaidon. Sono un Comandante dell'esercito di Rhihin. Ho sentito molto parlare di te, Hisoka. Per lo più erano notizie riguardanti il tuo lato da don Giovanni ma comunque ero riuscita a farmi un'immagine chiara di te...ora però...mi accorgo di non aver calcolato una cosa del tuo essere: la spietatezza.” disse la ragazza indicando poi il corpo di Chryssa “Lei era una mia amica e tu me l'hai portata via...ora morirai.”


Nella mano destra creò una sciabola fatta interamente di luce e in seguito scattò verso il biondo, saltando non appena fu abbastanza vicina per colpirlo dall'alto con tutta la sua forza.

 

Hisoka non potè fare altro che osservarla mentre preparava il colpo ma alla fine chiuse gli occhi preferendo immaginare una nana dai lunghi capelli bianchi. Sorrise mesto e sussurrò “Addio Shail...” poi aspettò semplicemente il colpo.

 

Un forte rumore metallico fu l'unica cosa che sentì. Lentamente, riaprì gli occhi e vide un'altra ragazza, intenta a dargli le spalle, che aveva appena bloccato il colpo di Michiko con una katana. I lunghi capelli biondo platino tenuti in una coda alta gli fecero subito capire chi fosse la sua salvatrice.

 

“Beh...è un piacere vederti...El...” biascicò Hisoka tossendo un po' di sangue

 

La bionda non si degnò nemmeno di rispondergli, limitandosi ad allontanare Michiko con un fendente. L'azzurra la fissò storta, cercando delle aperture nella sua guardia e, constatando che non ce ne erano, decise di passare all'attacco a distanza.

 

In neanche un secondo, creò diverse sfere di luce intorno a se e, con un movimento della mano, le scagliò tutte quante contro El la quale non si mosse di un millimetro.

 

-Bene! Una è andat...!- Michiko non fece in tempo a finire il suo pensiero che tutte le sue sfere di luce vennero tagliate a metà, svanendo nell'aria. L'azzurra fissò sbalordita l'avversaria che aveva perfino gli occhi chiusi quasi a volerle dire che i suoi attacchi erano troppo prevedibili.

 

Con la stessa rapidità dell'avversaria, El portò una mano avanti a se, con il palmo rivolto verso Michiko, e creò un cerchio magico nero dal quale scaturì una strana energia viola diretta contro l'azzurra.

 

Michiko, avvertendo il pericolo, scattò di lato evitando l'attacco e constatandone il potere. Tutte le rocce e i cristalli che erano stati colpiti da quell'energia erano diventati cenere e si erano dispersi nell'aria.

 

-Una magia oscura...- pensò Michiko osservando la sua avversaria. Il silenzio tornò sovrano in quella grotta mentre le due avversarie si osservavano dritte negli occhi.

 

In un secondo scomparvero tutte e due, scontrandosi al centro della grotta: Michiko con due spade di luce mentre El continuava ad usare solo la sua fida katana nera. La cosa incredibile era che, malgrado la straordinaria velocità di Michiko, El riusciva a tenerle testa senza problemi arrivando addirittura a portare a segno dei contrattacchi.

 

Le due continuavano a scambiarsi colpi su colpi quando a Michiko venne un'idea. Velocemente, cercò di colpire EL dall'alto con entrambe le spade ma l'avversaria riuscì a proteggersi alzando la katana e tenendola orizzontalmente rispetto alle armi di Michiko. Ci fu un breve suono metallico quando le armi cozzarono tra di loro e fu in quel momento che le punte delle due spade di Michiko di allungarono, curvando in avanti, e ferendo El alle spalle.

 

Era riuscita a ferirla e questo le mise in corpo una speranza nuova così continuò ad incalzarla continuando a mutare l'aspetto delle sue armi e procurando diversi tagli alla bionda che iniziò a combattere usando sia la katana che la sua magia oscura, creando diversi cerchi magici per far “morire” la magia di Michiko la quale fu costretta più volte a ricreare le proprie armi.

 

Con un ultimo scambio di colpi, le due si distanziarono di qualche metro e El si mise di nuovo di fronte a Hisoka, con la katana puntata contro Michiko.

 

-E' una tipa tosta...- pensò l'azzurra -...devo cercare di finire tutto in fretta! Il nostro esercito non durerà a lungo.- e con la mente tornò alle immagini che aveva visto pochi minuti prima di raggiungere Hisoka dove l'esercito alleato stava venendo respinto dentro la fortezza dagli uomini di Taren-Kar.

 

Due grosse ali di luce le spuntarono sulla schiena e si alzò in volo. Avrebbe concluso lo scontro con quell'attacco.

 

Nel contempo, El rinfoderò la sua arma, mantenendo la mano destra sull'impugnatura che venne avvolta da una fredda aura nera e viola. I sassolini intorno a lei iniziarono a tremare per poi sollevarsi e ruotare intorno a lei. Michiko avvertì un brivido gelido lungo la schiena e sorrise -Sembra proprio che dovrò impegnarmi. Molto bene. Ti mostrerò il mio potere!-

 

* * *

 

“Lo sai? Non ricordo nemmeno quante volte ci siamo scontrati.” disse Lykos tirando un calcio in faccia a Ashuros e spedendolo contro una parete di roccia.

 

“Almeno una ventina!” rispose Ashuros trasformando il suo braccio destro in un tentacolo con la quale afferrò l'avversario per una caviglia, attirandolo a se, per poi colpirlo con una gomitata sul naso.

 

L'angelo ribattè prontamente colpendolo con un pugno alla bocca dello stomaco ma ritirò il braccio subito dopo il collo per poi allontanarsi di qualche metro. Non appena fu a distanza di sicurezza, posò lo sguardo sulle nocche della mano con cui aveva appena tirato il pugno e notò che stava sanguinando da innumerevoli ferite grosse quante uno spillo. Non erano particolarmente dolorose ma era il modo in cui se le era procurate che lo preoccupava.

 

-Capisco...ogni attacco fisico o magico viene divorato dalle sue fiamme o qualunque cosa siano.- pensò il giovane riferendosi alle strane fiamme che componevano il corpo di Ashuros.

 

“Sembra che tu abbia capito.” commentò Ashuros avvicinandosi a lui “Io divoro qualunque cosa entri in contato con me, non importa che cosa.”

 

Uno strano sorriso illuminò il volto di Lykos che si affrettò a controbattere “Buono a sapersi. Vorrà dire che non farò nulla per fermarti...perchè ci penserai tu a fermarti da solo.”

 

Ashuros sembrò non capire le sue parole ma intuì subito il pericolo non appena vide l'aura che circondava Lykos diventare rossa per un istante così come i suoi occhi.

 

“SOUL...DESTINY...” sibilò Lykos ma non accadde nulla di particolare. Aveva semplicemente pronunciato quelle due parole e Ashuros si aspettava un'esplosione, un attacco luminoso o qualche strano attacco ma non avvertiva niente di diverso.

 

“Ora...” iniziò Lykos alzando un dito verso di lui “...trapassati il cuore con un pugno.”

 

Ashuros sgranò gli occhi senza parole. Credeva davvero che avrebbe ubbidito ai suoi ordini? Forse lo aveva colpito troppo forte in testa...ma quanto avvenne dopo gli fece capire di aver sottovalutato l'avversario.

 

Il suo stesso braccio destro iniziò a muoversi contro la sua volontà, piegandosi e caricando un pugno. Ashuros lo afferrò tempestivamente con la mano sinistra ma Lykos gli disse “Non devi fermarti.” e, nello stesso momento, il braccio sinistro lasciò andare il destro, scioccando il mago di Taren-Kar che fissò con disprezzo l'avversario.

 

“Maledetto bastardo!!!”

 

Un secondo dopo aver urlato quelle parole, il suo braccio destro lo colpì al torace spaccandogli la cassa toracica e trapassandolo da parte a parte. Non vomitò neanche una goccia di sangue e non ne uscì neppure una goccia dalla ferita. Semplicemente si accasciò al suolo senza emettere un suono.

 

Lykos sospirò pesantemente, tossendo un po' di sangue, per poi recuperare il sorriso di sempre. Quell'attacco era una mossa orribile e crudele ma era l'unica opzione per poter fermare Ashuros. Iniziò ad avvicinarsi al corpo dell'avversario e fu in quel momento che si accorse di un particolare: i capelli di Ashuros erano conficcati nel terreno.

 

Capì quanto stava accadendo troppo tardi. Dal terreno sbucò il tentacolo che gli bloccò le ali, avvolgendogli anche gambe, braccia e busto, lasciando libera solo la testa. Le fiamme iniziarono a divorarlo con voracità, facendogli digrignare i denti per il dolore ma sotto di lui non cadde neanche una goccia di sangue dato che quelle entità affamate bevevano ogni singola goccia di quel prezioso liquido rosso, gioendo vivaci nel poter finalmente mangiare qualcosa.

 

Malgrado il dolore, Lykos riuscì a vedere Ashuros mentre si rialzava ghignando. Il buco nel petto si era già rimarginato e ora l'avversario era davanti a lui.

 

“Ma come...?”

 

“Uh uh uh non te l'aspettavi eh? Beh è anche colpa mia che non ho descritto a pieno il potere di questa forma. Devi sapere che ogni persona che divoro diventa una vita extra, quindi in parole povere, io ho tante vite quante sono le vittime di questa forma e al momento ne ho più di settemila, accumulate negli anni.” spiegò Ashuros, avvolgendo anche la testa del mago di Rhihin.

 

“Che il banchetto cominci.” sibilò Ashuros ma le sue parole erano troppo fiduciose. Con sua somma sorpresa, Lykos riuscì a liberare il braccio destro con la quale si liberò anche la testa, benchè la pelle fosse stata già divorata per la maggior parte. Ora Lykos, più che un angelo, assomigliava ad uno zombie ma non gliene poteva importare di meno in quel momento.

 

Nella mano destra materializzò la spada che aveva usato nella sua forma precedente e con essa cercò di tagliare la testa ad Ashuros che però riuscì ad afferrargli il polso e bloccare così l'attacco. Lykos sorrise mesto mentre il suo intero corpo iniziava a brillare di una forte luce bianca.

 

“Non ti dispiace se mi porto all'inferno qualche centinaio delle tue vite vero?!?” urlò Lykos

 

“Sei davvero testardo, lo sai?” urlò a sua volta Ashuros prima di conficcargli l'indice della mano destra nell'occhio destro e il medio nell'occhio sinistro, scavando per bene nelle orbite. Lykos urlò per il dolore atroce e Ashuros ne approfittò subito, conficcandogli il pollice nel palato e, con una forza inumana, gli strappò via la parte anteriore del cranio, facendo schizzare sangue ovunque.

 

“Questo è un addio Lykos.” sentenziò Ashuros prima di tirargli un pugno nella scatola cranica, distruggendo brutalmente il cervello e il cranio. Una grossa fontana di sangue scaturì dall'esofago e dalla trachea del mago angelico la cui lingua cadde a terra per poi essere divorata subito da alcune fiamme. Non ancora soddisfatto, Ashuros gli ficcò il braccio proprio nell'esofago, scavando nella sua cassa toracica fino a trovare il cuore che strappò via con un solo gesto, alzandolo al cielo come se fosse un dono.

 

Le fiamme divoratrici presenti sulla sua mano iniziarono a divorare l'organo ma il ragazzo non voleva lasciarglielo. Per una volta avrebbe accolto apertamente quel peccato così morse il cuore del suo avversario e ne strappò un pezzo, masticandolo lentamente e con gusto per poi ingoiarlo, lasciando il resto alle sue fiamme che ormai avevano finito anche con il copro di Lykos, di cui ora non restavano che poche gocce di sangue sparse nei dintorni.

 

Ashuros tornò lentamente alla sua forma umana. Aveva ferite di diverse entità che gli coprivano tutto il corpo tranne l'avambraccio sinistro che si era rimarginato completamente. Si lasciò cadere in ginocchio respirando con fatica mentre intorno a lui si andava formando una pozza di sangue. Il suo sangue.

 

Lentamente tirò fuori dalla tasca dei pantaloni un auricolare ormai rotto. Lo gettò via maledicendo quelle diavolerie elettroniche. Ora non poteva neanche contattare Hisoka o chi altri fosse e quello era il problema meno grave in quel momento.

 

“Ashuros Bleeder, non è vero?” chiese una voce maschile sopra di lui. L'albino alzò lo sguardo e vide un ragazzo, pressoché della sua età, in piedi su una roccia qualche metro sopra di lui. Era alto più o meno quanto lui ed aveva un fisico allenato con i muscoli al posto giusto e ben formati. Aveva dei corti capelli neri tenuti sparati verso l'alto e due glaciali occhi dorati.

 

Indossava delle scarpe bianche, dei pantaloni neri con delle strisce bianche sui lati, una maglietta nera e una giacchetta bianca aperta davanti. Con un solo salto raggiunse Ashuros e lo colpì al viso con un pugno avvolto da delle fiamme ardenti e vivaci.

 

“Sembra che io sia arrivato troppo tardi.” disse il moro fissando il punto in cui Lykos era stato divorato per poi tonare a concentrarsi su Ashuros “Vorrà dire che lo vendicherò.”

 

“Ti piace vincere facile eh?” chiese una gelida voce maschile alle sue spalle. Il moro sgranò gli occhi per la sorpresa e ruotò su se stesso cercando di colpire la persona alla sue spalle con un pugno ma colpì soltanto l'aria. Dietro di lui udì dei passi e, tornando a guardare Ashuros, vide un ragazzo vestito elegantemente davanti all'albino.

 

“Uh uh uh! Comandante Ashuros, sei davvero ridotto ad uno straccio.” disse il ragazzo vestito di rosso.

 

“Tsk. Rahl, cosa ci fai tu qui?” chiese l'albino

 

Rahl sorrise compiaciuto e gli rispose “Beh, se non sbaglio c'è una frase di voi umani adatta alla situazione: ti salvo il culo.” poi si girò verso il mago delle fiamme e gli chiese “Qual'è il tuo nome? Non mi sembra di averti mai visto.”

 

“Shun Suzuki...e ad un primo sguardo direi che tu sei un demone.” disse il moro

 

“Beh ci sei andato molto vicino. Complimenti.” disse Rahl sorridendo

 

“Bene, sembra che potrò tornare all'opera!” disse Shun ghignando per poi attaccare subito i due con un potente cono di fiamme. Rahl fece fuoriuscire dal suo corpo una ventina di sfere rosse avvolte da delle fiamme di un rosso più lieve di quello del nucleo. Tutte quelle fiammelle si condensarono davanti a lui creando uno scudo contro la quale il cono di fiamme impattò.

 

Ashuros osservò la scena da dietro a Rahl e capì che l'avversario era il dragon slayer del fuoco, di sicuro un avversario temibile ma anche Rahl sapeva il fatto suo. Shun terminò l'attacco e vide che lo scudo creato da Rahl aveva resistito al suo soffio senza troppi problemi.

 

“Uhm...è molto resistente.” commentò Shun

 

“Beh ovvio, le anime non possono essere annichilite con così poco.” commentò Rahl dietro di lui facendolo spaventare di nuovo.

 

-Ma quando...?- pensò Shun girandosi di colpo e cercando di colpirlo con un calcio, colpendo invece di nuovo l'aria.

 

“Spiacente cacciatore di demoni, ma tu non puoi sconfiggermi.” disse Rahl alle sue spalle e, non appena Shun si fu voltato di nuovo, dal corpo di Rahl fuoriuscirono cinque sfere che colpirono il dragon slayer al petto, impattando sul suo torace e spedendolo a diversi metri di distanza. Al momento dell'impatto le sfere si erano trasformate in polvere rossa luminosa che era tornata verso Rahl, fondendosi di nuovo con il suo corpo.

 

-Cosa diavolo sono quelle cose?- si domandò Shun alzandosi in piedi e spolverandosi la giacca con il dorso delle mani per poi portare la sua attenzione su Rahl che lo fissava sorridendo.

 

“Scommetto che ti stai chiedendo cosa sono queste, dico bene?” chiese Rahl materializzando una di quelle sfere “Beh, sono anime, molto semplicemente.”

 

Shun ghignò soddisfatto “Un demone delle anime, eh? Interessante!”

 

Il ragazzo si lanciò contro l'avversario il quale gli scagliò contro la sfera che aveva appena materializzato. Shun si fermò di colpo e si avvolse completamente nelle sue fiamme. L'anima impattò contro quelle fiamme e, prima di riuscire a raggiungere il corpo di Shun, si dissolse nell'aria, venendo subito riassorbita da Rahl che, per la prima volta, aveva uno sguardo sorpreso.

 

“Molto interessante. Quindi esistono degli umani in grado di resistere ai miei attacchi.” commentò Rahl accorgendosi solo in quel momento del cambiamento di Shun: i canini si erano allungati, le pupille ora erano simili a quelle di un rettile e aveva la faccia e le mani coperte da scaglie.

 

“Se vuoi anche la mia anima...” iniziò Shun infiammandosi “...dovrai prima distruggere le scaglie che la proteggono!” dopodiché si lanciò contro l'avversario ma all'ultimo una spada si conficcò tra i due e dall'alto atterrò una ragazza in armatura dai lunghi capelli bianchi con due ciocche che ricordavano le orecchie di un gatto.

 

“Dobbiamo ritirarci.” sentenziò lapidaria rivolgendosi a Shun che la fissò a bocca aperta

 

“Cosa? Perchè? Stavo proprio per dare una lezione a questo damerino!” protestò il moro ma le parole di Juujica furono decisive “La fortezza è caduta. Taren-Kar ha vinto.”

 

“Per quanto sia una notizia rilevante, non mi sembra corretto ritirarsi da un ballo prima del gran finale.” disse Rahl sparando una decina di anime verso i due. Shun si preparò a bruciarle come prima ma Juujica lo precedette colpendo tutte le anime con la sua spada che si crepò ma riuscì comunque a deviarne la traiettoria.

 

“Ah già, le tue armi e armature sono fatte con parti della tua anima.” ammise Rahl grattandosi il mento “Beh, che dire...due umani in grado di contrastare il mio potere...oggi è davvero una giornata straordinaria!”

 

Juujica tornò a guardare Shun e gli ripetè l'ordine, dopodichè i due si allontanarono saltando sulle varie rocce e uscendo dalla spaccatura nella roccia. Rahl li osservò sorridendo ma decise di non inseguirli, non era quello il suo compito dopotutto. Tornò da Ashuros che aveva perso troppo sangue ed era svenuto.

 

-Che seccatura. Voi umani siete troppo fragili.- pensò il moro caricandosi Ashuros su una spalla per poi dirigersi verso l'uscita.

 

Il demone non sembrava pienamente soddisfatto della vittoria riportata dall'esercito. Aveva incontrato un'altra persona in grado di fronteggiare il suo potere e questo lo rendeva...ansioso? Si stupì lui stesso di quella sensazione. Di quel desiderio. Lui voleva combattere con loro e non poteva negarlo ma avrebbe portato pazienza, aspettando l'occasione giusta.

 

“Ah quasi dimenticavo!” esclamò di colpo girandosi verso il punto dove Lykos era morto. Alzò una mano in quella direzione e, dal terreno, fuoriuscì un'anima azzurra che levitò fino alla sua mano “Ah, un'anima pura. Sono molto rare oggigiorno.”

 

In debole flash rosso, l'anima cambiò colore diventando rossa e venne assorbita dal ragazzo che sorrise soddisfatto. Un'altra anima era stata raccolta o per meglio dire...recuperata. In fondo...lui era tutte le anime ed era il suo compito recuperarle tutte.

 

* * *

 

Michiko ormai era pronta. Aveva accumulato abbastanza potere nelle sue ali per il suo attacco e ora lo avrebbe portato a termine. Poco le importava della magia di El, davanti al suo attacco niente poteva resistere e il sorrisetto sulle sue labbra trasmetteva bene quell'idea all'avversaria e Hisoka.

 

La bionda ormai era concentratissima sul suo attacco e, se al posto della sua katana, avesse stretto il braccio di una persona...probabilmente l'avrebbe spezzato con facilità.

 

L'azzurra aprì le braccia e urlò “Questo colpo è straripante di potere magico!!! Buon appetito!!!” dopodichè puntò le braccia in avanti e le sue due ali si trasformarono in due grosse lame circolari dirette verso El e Hisoka. La spadaccina era pronta al contrattacco ma all'ultimo, le due lame persero la loro forma e la luce andò verso sinistra, dritta dritta nelle fauci di un ragazzo che la mangiò tutta.

 

Il ragazzo sorrise a Michiko e gli disse “Grazie per il pasto.”

 

El e Hisoka lo fissarono disorientati per qualche secondo mentre lui stava già preparando il suo soffio.

 

“LIGHT'S DRAGON ROAR!!!” stavolta però il raggio di luce era immensamente più grande e distrusse tutto ciò che si trovava tra lui e i suoi bersagli. El cercò di deviarlo con la sua katana ma sapeva che non ce l'avrebbe fatta. Per la prima volta l'avevano colta alla sprovvista.

 

L'impatto che ne seguì generò una forte scossa sismica e più rocce caddero dalla volta della grotta, generando piccole frane. Michiko si avvicinò al ragazzo che l'aveva aiutata e gli tese la mano “Tu devi essere Alex, giusto?”

 

“Sì, piacere di conoscerti...ehm...”

 

“Ah, mi chiamo Michiko. Michiko Phaidon. Sono un comandante dell'esercito.” si presentò l'azzurra e solo allora si ricordò di Chryssa. I due si girarono lentamente verso il corpo della loro ex-compagna e si avviarono verso di lei.

 

“Beh...l'abbiamo vendicata...” commentò Alex

 

“Ma per vendicare qualcuno non bisognerebbe uccidere colui che lo ha eliminato?” chiese una gelida voce alle loro spalle. Alex e Michiko si girarono di scatto e il ragazzo sapeva bene a chi apparteneva quella voce.

 

A pochi metri da loro videro un ragazzo dalle grandi ali nere che teneva Hisoka sotto il braccio destro come un sacco e El in piedi di fianco a lui.

 

“Amlach.” disse Alex fissandolo con astio.

 

Il moro ghignò malignamente e lasciò cadere a terra Hisoka che gemette dal dolore “Voi due dovreste andarvene. La fortezza ormai è nostra.”

 

I due maghi di Rhihin strinsero i pugni. Entrambi sapevano che sarebbe accaduto e sapevano anche che di li a poco sarebbero arrivati altri maghi perciò per loro era meglio andarsene. Alex prese in braccio il corpo di Chryssa e si diresse verso l'uscita con Michiko che continuava a lanciare occhiatacce a Hisoka e Amlach.

 

Non appena se ne furono andati, Hisoka disse “Keh...di tutte le persone...tu sei l'ultimo che mi sarebbe venuto in mente come mio salvatore.”

 

Amlach ampliò il suo ghigno e, dopo averlo sollevato, lo stese con un pugno allo stomaco per poi sistemarselo su una spalla e dirigersi verso l'uscita opposta a quella che avevano preso Michiko e Alex con El che lo seguì in silenzio.

 

Non appena furono all'aria aperta videro Rahl insieme ad Ashuros e una squadra medica fu subito da loro. Fatta eccezione per Rahl e El, erano tutti feriti gravemente e pochi minuti dopo arrivarono anche Edward, Kurari e Giada che si avviò subito da Ashuros restando un attimo impressionata dalle sue condizioni ma, proprio come lui, anche lei venne fatta accomodare e i medici pensarono subito a curarla al meglio delle loro possibilità.

 

Rahl si avvicinò a El ghignando e le disse “Credevo che tu fossi praticamente intoccabile.” ricevendo come risposta un'occhiataccia da parte della bionda che tornò poi ad osservare la fortezza. Erano abbastanza in alto e si poteva godere di una vista appagante perciò la battutina del compagno finì subito nel dimenticatoio.

 

“Ecco, me l'ha data uno dei dottori.” disse Rahl mettendole un piccolo vasetto pieno di una densa crema verde vicino ai piedi “Ha detto che serve per i tagli e le ustioni così da impedire che si infettino anche se non vedo perché dovrebbero farlo. Perfino i batteri tremerebbero di fronte al tuo sguardo.” dopodiché se ne andò canticchiando.

 

El fissò per qualche secondo il vasetto, indecisa sul da farsi poi lo prese e si spalmò un po' di quella crema sui tagli infertigli da Michiko. Bruciava ma almeno non avrebbe sofferto in futuro per eventuali infezioni. Con la coda dell'occhio vide Rahl scomparire dietro una roccia

 

“Idiota impiccione...”

 

Le sue parole erano fredde come al solito eppure, se qualcuno fosse stato presente, avrebbe giurato di aver visto un piccolo sorriso sulle sue labbra.

 

* * *

 

La notte calò rapida, avvolgendo quel regno con la sua tranquillità che tanto si discostava dal caos che si era manifestato sotto la luce del sole. La città di Egisol, che durante le varie notti si animava con gli schiamazzi della gente nelle taverne, era sprofondata in un silenzio tombale.

 

L'esercito di Rhihin aveva subito una dura lezione. La roccaforte di Alestias era caduta in mano a Taren-Kar e ora il nemico aveva un forte punto d'appoggio per continuare la sua avanzata. E come a voler rincarare la dose, due dei loro comandanti più valorosi erano periti in battaglia nel tentativo di difendere proprio quella roccaforte. Erano solo due soldati, niente di più agli occhi di molti ma per quelli che li conoscevano, le loro vite valevano più dell'oro.

 

Il funerale di Lykos e Chryssa si era tenuto nel tardo pomeriggio. Oltre a loro, era stato reso omaggio anche a tutti i soldati di Rhihin e Greenland caduti in battaglia. Stranamente, poche persone avevano presieduto alla cerimonia dell'ultimo saluto. I membri della squadra speciale erano ridotti male e i dottori avevano ordinato il più totale riposo mentre la principessa si era rifiutata di uscire dalla sua stanza e il re aveva ordinato di lasciarla da sola in quanto anche lui aveva scoperto della sua relazione con Lykos ma non aveva voluto dar voce in capitolo. Dopo la sepoltura dell'unico corpo recuperato, la piccola folla si era dispersa in silenzio e il cielo si era rannuvolato in pochi istanti.

 

Nell'edificio adibito alla squadra speciale non volava una mosca. Mitsuki camminava tranquilla per i corridoi con lo sguardo basso. Lei e Ryoko erano tra quelli che se l'erano cavata con poco in confronto agli altri maghi.

 

Passò davanti alla porta dell'infermeria e, con un groppo in gola, la aprì. Quello che vide le fece inumidire gli occhi. Non era la prima volta che entrava li dentro ma mai l'aveva vista così piena. Sul primo lettino c'era Chen addormentata. Indossava una mascherina collegata ad una macchina per permetterle di respirare meglio e diversi apparecchi tenevano sotto controllo le sue condizioni.

 

Di fianco a lei, seduto su una sedia, vide Shiye pieno di bende e cerotti. Il mago del teletrasporto stava dormendo tranquillamente ma una mano era costantemente appoggiata su quella di Chen. Mitsuki provò un attimo di pena per lui. Amava Chen con tutto il cuore, ormai lo sapevano praticamente tutti, ed era la prima volta, da quando lo conosceva, che si era affezionato così tanto ad una persona. Se Chen non si fosse svegliata dal coma, probabilmente lui non avrebbe retto al dolore.

 

Dall'altra parte della stanza c'era Christopher con entrambe le braccia ingessate e diversi bendaggi su tutto il corpo. Al fondo del lettino Ryoko dormiva con al testa appoggiata sulle braccia. Anche lei  aveva diverse ferite ma non voleva allontanarsi da lui, almeno finché non si sarebbe rimesso in piedi.

 

Mitsuki prese una coperta da uno dei lettini vuoti e la sistemò sulle spalle di Ryoko poi ripetere il procedimento con Shiye. Voleva aiutare anche se con piccoli gesti. Lentamente uscì dalla stanza e si diresse verso la sua stanza. Nel tragitto passo davanti alla stanza dei ragazzi dove, attraverso un piccolo spiraglio vide Juujica e Alex.

 

La ragazza era intenta ad affilare una delle sue spade e aveva uno sguardo particolarmente determinato, mentre Alex stava leggendo un libro. All'improvviso, una smorfia di dolore appari sul volto dell'albina e la spada le scivolò dalle mani.

 

Prima che toccasse il terreno, Alex la prese al volo e la posò sul letto.

 

“La tua ferita potrebbe riaprirsi. Devi riposare.” disse il moro sorridendo e Mitsuki rimase a bocca aperta nel vedere Juujica arrossire. Sì proprio lei, la stessa Juujica che tre mesi prima aveva cercato di affettarla ora stava arrossendo e...beh anche Alex ci metteva del suo con il rossore. I due si fissarono per diversi secondi, nel più completo silenzio e la castana intuì quello che sarebbe potuto accadere di li a poco così preferì lasciargli la dovuta privacy.

 

Raggiunse la sua stanza e, quando entrò, rimase sorpresa nel trovarci Shun e Michiko intenti a parlare tra di loro.

 

“Ehi, Mitsuki, come vanno le ferite?” chiese Michiko

 

“Sto meglio...qualche giorno di riposo e potrò tornare in azione.” disse Mitsuki sorridendo.

 

Shun si alzò dalla sedia su cui era seduto e se ne uscì dalla stanza, salutando la maga del fulmine con un cenno del capo.

 

“Ma che ha quello? Un altro personaggio freddo e senza emozioni?” chiese Mitsuki facendo sorridere l'azzurra “No tranquilla, ha solo bisogno di un po' di tempo. Tra un po' diventerà socievole con tutti.”

 

“Mi dispiace...” disse di colpo Mitsuki confondendo Michiko “...se durante il mio scontro non avessi rotto l'auricolare forse avrei potuto salvare Chryssa e Lykos...”

 

L'azzurra si alzò e la abbracciò “Tranquilla va tutto bene. Non è stata colpa tua. Sono stati quei maledetti...Ashuros e Hisoka ad ucciderli.”

 

Mitsuki si lasciò andare alle lacrime. Non voleva sembrare debole, tutt'altro ma anche lei aveva i suoi limiti e perdere due compagni era un dolore troppo forte. Pianse per diversi minuti poi alla fine smise e sembrò tornare un po' in se.

 

“Credevo che tu odiassi i ragazzi. Oggi hai praticamente fulminato con lo sguardo tutti i medici che volevano guardare le tue ferite.” disse Mitsuki

 

“Sì è così...ma Shun è diverso. In un certo senso siamo come Lykos e Chryssa, ci conosciamo da anni e all'inizio eravamo in continuo conflitto tra di noi ma col tempo mi sono abituata alla sua presenza e lui ha fatto lo stesso con me.” spiegò Michiko e Mitsuki annuì lentamente per poi andare a sdraiarsi sul suo letto. Aveva sonno e ormai le energie scarseggiavano anche per lei.

 

“Dimenticavo...chi è stato ad avvisare tutti delle condizioni di Lykos e Chryssa?” chiese Mitsuki

 

“La principessa.” rispose Michiko sdraiandosi su un altro letto

 

“La principessa? Come?” chiese ancora Mitsuki visibilmente sorpresa

 

“Lei è una maga. Può vedere nel futuro ma solo il futuro in un intervallo di dieci minuti e solo per una persona. Per usare quell'incantesimo deve concentrarsi intensamente su una persona e probabilmente si è concentrata su Lykos...per questo è riuscita ad avvisarci della situazione.” spiegò Michiko

 

“Ma allora...come hanno quelli di Taren-Kar a...?”

 

“Lei non è la sola a possedere quel potere. Anche la principessa di Taren-Kar possiede il suo stesso potere e deve averlo utilizzato alla stessa maniera.” ipotizzò l'azzurra chiudendo gli occhi.

 

Mitsuki chiuse gli occhi a sua volta e scivolò in un sonno profondo, privo di sogni e di incubi. Era appena terminato uno dei giorni più difficili della sua vita e sapeva che non sarebbe stato di certo l'ultimo...e nemmeno il più difficile.

 

* * *

 

Diversamente dai loro avversari, nel castello di re Arghetos, si stava tenendo un sontuoso banchetto. Il re aveva invitato tutti i maggiori esponenti della borghesia e gli esponenti più importanti della nobiltà oltre, ovviamente, ai vari generali dell'esercito che avevano contribuito in quella campagna militare.

 

Il principe Nayuta si dilettava nel narrare le sue gesta alle varie donne presenti nella sala che lo osservavano con gli occhi a forma di cuore e annuivano per qualsiasi cosa dicesse. Anche la principessa girava tranquilla tra i vari tavoli imbanditi, scambiando qualche parola con un soldato piuttosto che con un nobile mentre suo padre era impegnato in una discussione d'affari con due uomini nel suo tavolo privato.

 

Solo pochi membri della squadra speciale erano presenti quella sera ma nessuno sembrava particolarmente sorpreso dalla cosa. In fondo molti di loro erano tornati alla capitale con diverse ossa rotte e ferite gravi, più che festeggiare per la vittoria, loro dovevano festeggiare per essere riusciti a sopravvivere.

 

Giada si muoveva tranquillamente tra i tavoli tenendo in mano un piatto pieno di diverse prelibatezze ma, con suo sommo dispiacere, non era riuscita a trovare delle pesche. Per poco non aveva picchiato il cameriere che le aveva dato la tragica notizia.

 

Con lo sguardo che vagava per la sala vide Daniel e Brianna intenti a mangiare qualcosa seduti ad un tavolo con Hopei. La giovane era rimasta diverse ore in infermeria fino a quando non le avevano assicurato che Shi era fuori pericolo.

 

La poveretta si sentiva in colpa per averlo ridotto in quello stato ma per fortuna erano riusciti a convincerla ad andare al banchetto e, da come divorava le ciambelle recuperate da un accampamento di Rhihin, sembrava proprio che si stesse godendo la serata.

 

La bionda si avviò verso uno dei balconcini della sala domandandosi dove fosse finito Amlach. Non appena erano ritornati, il moro si era fatto medicare l'orribile ferita, o per meglio dire squarcio, al costato e poi se ne era andato chissà dove senza dire niente a nessuno.

 

Appoggiò il piatto, ormai vuoto, su un tavolino sistemato li fuori e, fissando la luna iniziò a far uscire dal suo corpo una melodia lenta e orecchiabile, canticchiando nel contempo.

 

“When I find myself in times of trouble, Mother Mary comes to me. Speaking words of wisdom, let it be...”

 

La sua canzone venne interrotta da un piccolo oggetto che le cadde in testa per poi atterrare vicino ai suoi piedi. Massaggiandosi la testa, la bionda abbassò lo sguardo e si stupì nel vedere una pesca gialla. Veloce come un fulmine, la raccolse da terra e la divorò senza troppe cerimonie per poi posare il nocciolo sul piattino.

 

Domandandosi sul come fosse arrivata alzò lo sguardo individuando Ashuros appollaiato su un piccolo balconcino a diversi metri sopra di lei intento a mangiare. L'albino la fissava con uno sguardo seccato e Giada, reggendo lo sguardo, gli chiese “Sei stato tu a tirarmela?”

 

“Sì, la tua lagna mi stava disturbando.” rispose Ashuros riferendosi alla canzone che lei stava cantando pochi secondi prima.

 

“Come. L'hai. Chiamata?!?” sbottò Giada ora incazzata nera. Con un paio di salti riuscì a superare in altezza la postazione di Ashuros e si apprestò a colpirlo con un pugno ma all'ultimo si accorse di tutte le bende che ricoprivano il suo corpo e, magnanima com'era, decise di non infierire oltre.

 

Atterrò dolcemente di fianco al ragazzo e potè osservare meglio com'era ridotto il suo corpo. Fatta eccezione per l'avambraccio sinistro, l'albino assomigliava ad una mummia e aveva solo l'occhio destro e i capelli visibili.

 

“Ferito come sei dovresti startene a letto.” disse Giada afferrando un'altra pesca da una ciotola posizionata su un piccolo sgabello.

 

“Ma non rompere. Sono più resistente di te e se una nanetta petulante come te se ne va in giro tranquillamente posso farlo anche io.” ribattè Ashuros mangiucchiando dei lamponi.

 

“Brutto idiota!” “AHIO!”

 

I due si fissarono per qualche secondo in silenzio. Entrambi si erano già immaginati la scena dove Giada perdeva la pazienza e colpiva Ashuros che poi si sarebbe lamentato per il dolore...ma le voci che avevano appena sentito non erano le loro.

 

Lentamente si sporsero dal lato opposto a quello dalla quale era arrivata Giada e, su un balcone diversi metri sotto di loro, videro Shail in piedi, incazzata nera, e Hisoka inginocchiato davanti a dolore, con un'espressione di dolore sul viso.

 

“Sei un idiota all'ennesima potenza! Guarda un po' come sei ridotto! Saresti potuto morire lo sai vero?!?” urlò Shail colpendo Hisoka in testa con un pugno

 

“Ahio! Andiamo ormai dovresti saperlo che ho la pelle dura! Siamo nella stessa squadra da tre mesi e non sei ancora riuscita ad uccidermi.” si difese Hisoka facendo incazzare ancora di più Shail che rincarò la dose di pugni.

 

“Proprio non capisci eh? Cosa credi, che se tu morissi ne sarebbero tutti felici? Beh ti sbagli, tu non puoi morire perché io...io...” iniziò Shail arrossendo via via con le parole e Hisoka si accorse subito della sua espressione ma prima che potesse completare la frase per lei, l'albina si affrettò a concluderla “...io sono l'unica che può ucciderti, è chiaro? Nessun altro deve avere questo onore!”

 

-Non ce la fa proprio a dirglielo...- pensò Giada ridendosela sotto i baffi

 

“Beh ora che lo so stai pur certa che non morirò se non per mano tua. Te lo prometto.” disse Hisoka sorridendo

 

“Sarà meglio e ora vai a letto che hai il corpo a pezzi.” ordinò Shail indicando la stanza dietro al biondo

 

“Non ho molta voglia...ma forse con un incentivo potrei andarci seduta stante.” disse Hisoka ghignando e fissandola con uno sguardo che suggeriva una sola soluzione.

 

Shail avvampò per qualche secondo cercando di riacquistare un po' di contegno con quale colpo di tosse “Se vai a letto ora io...d...d...dormirò insieme a te.”

 

Per poco Ashuros e Giada non scoppiarono a ridere mentre lo sguardo di Hisoka si infiammò all'istante e, senza alcuno sforzo, sollevò l'albina mettendole gli avambracci sotto il sedere e sollevandola in modo che fosse più alta di lui.

 

“Ma!!!” urlò Shail alzando una mano “Dovrai raggiungere il tetto senza colpire niente e senza inciampare...e ovviamente non potrai guardare la strada.”

 

Hisoka ghignò e portò lo sguardo sull'abbondante seno di Shail che si trovava a pochi centimetri dal suo naso “Stai tranquilla, con queste due bellezze davanti agli occhi non guarderei la strada neanche se volessi.” e, puntuale come un orologio, Shail lo colpì in testa con una gomitata.

 

Giada fissò la scena e commentò “Non ce la farà mai neanche a raggiungere la porta finestra...”

 

“Io invece credo che ce la farà.” disse Ashuros con un ghigno per poi indicare un punto sopra a Hisoka e Shail. Solo in quel momento Giada si accorse di Kurari che si stava sporgendo da una finestra. La vide muovere le dita delle mani e, nel contempo, Hisoka si diresse verso la stanza, senza sbagliare neanche un passo.

 

“Lo sta muovendo lei?” chiese la bionda e Ashuros annuì

 

Quando furono ormai dentro alla stanza, Hisoka portò una mano nella tasca dei pantaloni e ne estrasse un piccolo sacchettino di tela che lanciò in alto alle spalle di Shail. Kurari prese al volo il sacchetto e rientrò, chiudendo la finestra con un sorriso.

 

Ora Hisoka era davanti al letto sulla quale adagiò delicatamente Shail che lo fissava sorpresa. Prima che lei potesse parlare, Hisoka le fu sopra e le chiese “Sei proprio sicura di voler andare a dormire?”

 

Shail ormai era rossa come un pomodoro e non riusciva a pensare ad una frase decente per mandarlo a quel paese. Dopo pochi secondi però si decise a lasciarsi trasportare, almeno per quella volta.

 

“Oh vai al diavolo!” sibilò l'albina prima di afferrargli la faccia e posare le sue labbra su quelle del ragazzo il quale, dopo un attimo di improvviso smarrimento causato dall'iniziativa di Shail, ricambiò più che volentieri quel bacio.

 

Nel giro di un minuto, la giacca di Hisoka e la felpa di Shail finirono sul pavimento e l'albina, per la prima volta, provò un enorme imbarazzo nel vedere il fisico di Hisoka coperto da nient'altro che qualche benda.

 

Il biondo le sorrise e, incredibilmente, le parlò con dolcezza “Tranquilla, non ti farò più soffrire.” dopodichè la baciò ancora.

 

Dietro alla porta della stanza, Rahl trattenne una risatina e disse “Ora dovrebbero passare ai cosiddetti preliminari, giusto?” ma, anziché una risposta verbale, ricevette un pugno a martello da El che lo tramortì. L'albina lo afferrò per un braccio e se lo portò via continuando, intanto, a leggere un libro.

 

Lungo il corridoio incrociarono Kurari che stringeva tra le mani una specie di bambola dalle fattezze familiari. El non ci badò troppo e preferì passare oltre trascinandosi dietro Rahl. Kurari, invece, proseguì lungo il corridoio e vide uscire da una stanza Edward, anche lui pieno di bende e cerotti. Il ragazzo notò subito la bambola e le chiese “Cos'è quella?”

 

“Niente!” rispose prontamente Kurari nascondendo la bambola dietro alla schiena e superando di corsa il castano che si mise ad inseguirla.

 

“Chissà perché ma faccio fatica a crederti.” commentò il ragazzo ghignando, raggiungendola poi in pochi passi e prendendole la bambola dalle mani. La fissò impietrito per qualche secondo dato che era una bambola con le sue sembianze.

 

“Avevi detto che la storia dell'Ed bambolotto era finita...”

 

“Infatti non ti ho più chiesto di essere il mio bambolotto ma questo non impedisce di giocare con quella bambola a forma di Ed.” spiegò Kurari con un ghigno, recuperando la bambola con dei fili e dandosela a gambe.

 

Il castano la vide correre via e, grattandosi la testa, si disse tra se e se “E poi dicono che il pazzo sono io...”

 

Nel frattempo, Ashuros e Giada stavano chiacchierando sul piccolo balconcino quando arrivò niente di meno che la principessa la quale chiese un attimo di privacy con l'albino. Giada, dopo un attimo di rabbia celata, chinò il capo e se ne andò, lasciandoli da soli.

 

“Sono contenta di vedere che stai bene Ash.” disse la principessa

 

“Sono onorato del fatto che pensi alle mie ferite, altezza.” disse Ashuros con un tono di voce misurato, chinando a sua volta il capo.

 

“Oh per favore, lo sai che in privato puoi chiamarmi Emily.” disse la principessa sorridendo per poi assumere un tono di voce serio “Ashuros, oggi sono riuscita ad avvisare gli altri in tempo ma sono riuscita anche a vedere un'altra cosa. Molto più lontana di dieci minuti.”

 

Ashuros la fissò con uno sguardo altrettanto serio e le chiese “Che cosa hai visto?”

 

“Non lo so neanche io ma una cosa è certa. Lui sta tornando.”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo degli autori:

 

Ed eccoci ritrovati con un altro capitolo!!! Siete contenti? Finalmente sono morti degli OC!!! Ma dove li trovate due autori come noi che ammazzano due oc in un solo capitolo e ne aggiungono altri due nel medesimo capitolo?!?

 

Ovviamente non potete trovarli u.u noi siamo unici!(viva la modestia)

 

Ok, scherzi a parte. Abbiamo dovuto (voluto) far fuori Lykos e Chryssa per alcuni motivi che non staremo qui a dirvi per non farvi annoiare e che ora Michiko e Shun faranno parte della storia come loro rimpiazzi fissi (almeno finché non muoiono anche loro :P )

 

Da adesso potremo finalmente fare uso delle nostre benedette urne! YEEEEEEH!!!! XD Noi siamo felicissimi e voi?

 

La prima estrazione avverrà tra una settimana! Quindi potrete comunque recensire dopo ma mercoledì prossimo, che abbiate recensito o no, noi estrarremo il bigliettino della morte uhuhuhuhuhuhuhuhu!!!!

 

Speriamo che questo capitolo vi sia piaciuto e ci vediamo alla prossima!!!

 

Chaos!!!

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