Memory of a night - Sequel

di ilpiercingdiluke
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***
Capitolo 5: *** 5 ***
Capitolo 6: *** 6 ***
Capitolo 7: *** 7 ***
Capitolo 8: *** 8 ***
Capitolo 9: *** 9 ***
Capitolo 10: *** 10 ***
Capitolo 11: *** Epilogo. ***



Capitolo 1
*** 1 ***





1.


 

 

Genèvieve guardò il nome del negozio e successivamente la sua miglior amica che gesticolando stava indicando di entrare.
«Entra e non fiatare, mia dolce miglior amica.» furono quelle le parole che Ishibeel Weeng pronunciò trascinandola dentro ad uno dei negozi più costosi di Londra.
«Oh guarda che carina questa tutina!» esclamò Ish, mettendo di fronte alla mora una tutina di Gucci azzurra, con una scritta in nero proprio al centro del petto.
«Ish, davvero lo apprezzo, ma non puoi spendere duecento sterline per una tutina che dopo appena due mesi già non gli entrerà più.» cercò di farla ragionare Genèvieve, accarezzandosi il pancione di ormai cinque mesi.
«Ascoltami, mi faccio un culo grande così tutti i giorni in redazione e di conseguenza guadagno così tanto che posso comprarne almeno cinque ogni mese di questi vestitini.» affermò soddisfatta Ishibeel. Era capo redattrice di un'importante giornale di gossip. «Quindi, se voglio comprare una cosa da duecento o più sterline per il mio futuro nipotino, niente me lo impedirà!» concluse sorridendo soddisfatta al vedere la sua migliore amica scuotere la testa contrariata ma con un leggero sorriso sulle labbra. 'Aveva vinto lei, come sempre' pensò tra se e se Gen.
Ish batté le sue mani contenta e poggiò sul suo braccio il piccolo indumento continuando a prendere le cose più disparate sia per il bambino che per l'amica che continuava a fissare un bellissimo abito nero lungo fino ai piedi. Aveva dei piccoli ornamenti in oro sul colletto e le spalline, mentre morbido pareva cadere sul bacino del manichino che lo stava indossando all'interno del negozio. La raggiunse alle spalle e sorrise
«Ti piace?» domandò e Gen annuì per poi alzare le mani e gli occhi al cielo
«Ma non ti fidare a prendere null'altro. Hai le braccia strabordanti di roba.» disse lei mormorando per poi sedersi. Aveva mal di schiena quella mattina e il suo bambino non faceva altro che muoversi. Ishibeel scosse la testa e portò ciò che aveva preso alla cassa dicendo loro di mettere da parte poiché lo shopping non era ancora finito. Ritornò dall'amica e successivamente la tirò per un braccio e dicendo alla commessa di voler provare quel vestito.
«Non mi entrerà.»
«Taci.» la minacciò Ish lasciando che la commessa porgesse lei il vestito.
E mentre Genèvieve stava provando, o meglio tentava di non strappare un abito da quattromila sterline, un camerino dopo il suo una squillante ed allegra voce risuonò.
«Allora come mi sta?» Una biondina che Ishibeel riconobbe subito, Perrie Edwards ed il suo promesso sposo Zayn Malik. Pane per i suoi denti insomma. La mora si affacciò dentro il camerino e mormorò un
«Non ci crederai chi c'è.» Gen si ritrovò ad alzare lo sguardo, lasciando che Ish le alzasse la cerniera, infondo quell'abito le stava a pennello, con lo sguardo curioso.
«Chi?»
«Zayn Malik e la sua futura moglie.» disse semplicemente. A Gen raggelò il sangue e si ritrovò a voler uscire da quel negozio in quello stesso istante. Zayn era lì, nel suo stesso negozio.
Era stata davvero una pessima idea lasciarsi convincere dalla sua miglior amica nel non andare ad acquistare nel suo negozio di fiducia: Primark. Si cambiò di tutta fretta e a passo spedito con la gruccia e il vestito tra le mani, si incamminò verso l'uscita del camerino seguita da Ish che non capiva tutta la sua premura.
«Gen atte-» non fece in tempo a finire la frase che la ritrovò tra le braccia di Zayn che cercava di non farla cadere. Quegl'occhi nocciola, la barba incolta e.. «Genèvieve, tutto bene?» domandò Ishibeel soccorrendola. La ragazza annuì e si sentì fin troppi occhi puntati su di se.
«Andiamo a casa, ti prego.» Zayn a sentire quel nome rabbrividì. Non conosceva poi troppe ragazze inglesi che avessero quel nome. Solo una, quella francesina che gli aveva mandando in fiamme il corpo. Ed era lei, tra le sue braccia. Con il volto più dolce e pieno, la pancia abbastanza gonfia da capire che fosse in dolce attesa. Quella cosa lo spiazzò.
«Gen.» mormorò lui e sorrise, cosa che non fece lei. Si limito ad un'alzata timida di mento e successivamente si sistemò imbarazzata la maglia.
«Oddio, tesoro.» la voce di prima si fece risentire. Perrie spaventata la stava soccorrendo.
«Sto bene.» sussurrò «Credo che sia davvero ora di tornare a casa.» disse infine ad Ishibeel che annuì. Sorrise appena a Zayn e a Perrie sentendo una fitta alla pancia.
«Vado a pagare e poi ti recupero.» disse l'amica lasciandola lì.
«Di quanto sei tesoro?» domandò la bionda.
«Cinque mesi.». Zayn si sentì strano e sorrise appena sbattendo le palpebre, era bella più di quando ricordasse.
«Oh che bello! E sai già se è un maschietto o una femminuccia?» continuò con le domande Perrie. Facendo finta di non vedere lo scambio di sguardi che si stava tenendo tra il suo futuro marito e quella ragazza.
«Sarà un maschietto, Joshua.» mormorò abbassando lo sguardo da quei due pozzi color caramello. Zayn le stava fissando la pancia in un modo strano mentre a lei veniva sempre più da vomitare. Sia per la nausea normale sia per l'agitazione che provava in quel momento.
Corse fuori dal negozio girando dietro un vicolo isolato e fece appena in tempo ad appoggiarsi al muro che rimise fuori tutto il pranzo di quel giorno. Si sentì subito prendere i capelli e portarli all'indietro, mentre con l'altra mano gli accarezzavano la schiena. La ragazza si girò per vedere chi fosse la persona che la stava aiutando.
Ciò che vide, però, non se lo aspettava minimamente. Zayn con sguardo preoccupato la stava osservando, mentre cercava di tenerle tutti i capelli in una mano, evitando di farli sporcare.
«Stai bene?» chiese il moro, fermando il massaggio che le stava facendo dietro la schiena ma senza azzardarsi a toglierla di lì. Quel semplice contatto lo faceva star bene e, anche se non lo avrebbe mai ammesso, anche Gen non voleva si allontanasse. Il bambino sembrava quasi avesse riconosciuto suo padre, stava scalciando come un pazzo e la mora aveva quasi le lacrime agli occhi pensando che probabilmente suo figlio l'avrebbe odiata per non avergli permesso di avere un papà. «Genèvieve stai bene?» ripeté Zayn non avendo ottenuto risposta.
«Si, si sto bene.» sussurrò lei.
«Genèvieve!» l'urlo della sua migliore amica la fece voltare di scatto. «Oddio! Stai bene? Perrie mi ha detto eri diventata bianca come un lenzuolo prima di uscire dal negozio.» disse in preda all'ansia Ishibeel. La futura mamma sorrise teneramente, mettendo in mostra quelle tenere fossette ai lati della bocca.
«Era solo nausea, lo sai che questo scricciolo qui dentro non mi da mai un attimo di tregua. Adesso andiamo a casa, sono stanca.» si accarezzò il pancione.
Zayn rimase imbambolato a guardarla allontanarsi da quel vicolo, da lui. Non seppe spiegarsi il motivo, ma quando Perrie lo raggiunse per prendergli la mano lui si allontanò di scatto, ricevendo uno sguardo confuso da parte della bionda.
«Che c'è amore?» gli chiese quest'ultima.
«Niente, ti dispiace se passo a casa di Liam un attimo? Dovevamo parlare di una cosa.» mentii, cercando di fare più in fretta possibile.
«Certo, ci vediamo a casa.» disse tranquillamente Perrie, lasciando un bacio sulle labbra al suo fidanzato. «A dopo.»
Il moro corse più veloce che poté, cercando di arrivare davanti a quella mini cooper rossa prima che le due amiche potessero mettere in moto.
Bussò al finestrino dalla parte del passeggero, dove era seduta Genèvieve, mentre cercava di recuperare fiato.
Quest'ultima spalancò gli occhi alla vista del moro di fronte a se e, aprendo lo sportello, scese per poi girarsi verso Ish.
«Aspettami qui ci mett-.» provò a dirle prima di essere interrotta da Zayn.
«Ishibeel giusto?» chiese lui, aspettando che la ragazza alla guida annuisse. «Va pure a casa, la riaccompagno io.» concluse, usando quel sorriso meraviglioso che metteva in mostra solamente quando voleva intenerire qualcuno. Ish guardò la sua amica e «Chiamami quando arrivi a casa.» le disse, prima di accendere la macchina e partire.
Genèvieve lo guardò corrugando le sopracciglia, chiedendosi per quale motivo Zayn Malik volesse passare del tempo con lei dopo cinque mesi che non si vedevano.
«Che c'è?» chiese allora, cercando risposte ai suoi dubbi.
«Parlare.» rispose con tranquillità il moro, aprendole lo sportello della sua costosissima macchina.
Genèvieve subito si accomodò dentro l’auto e si strinse nelle sue spalle. Le faceva un po’ strano, era in imbarazzo essere lì accanto a lui ed aveva paura che qualcuno potesse fotografarli. Lei non voleva, per nulla al mondo, far parte di quel mondo e con lei anche il suo bambino.
«Parlare di cosa?» gli domandò allacciando la cintura cercando di non far gravare la tensione di quella protezione sulla pancia. Zayn mise in moto e la imitò.
«Un po’ di qualsiasi cosa.» Gen sospirò e sperò proprio che i discorsi che voleva intrattenere il moro con lei non fossero incentrati sulla sua gravidanza. Non aveva assolutamente voglia di piazzargli una scusa, non voleva nemmeno pensarne una: tanto non lo avrebbe più rivisto, quello era stato un caso. La Bentley nera del ragazzo si fermò in una piccola caffetteria appena fuori Londra gestita da una coppia di anziani, sicuramente lì nessuno li avrebbe scovati. Le aprì la portiera, l’aiutò a scendere e successivamente entrarono nel desolato locale. Tanto meglio, pensò lui. Si accomodarono ad un tavolo e Gen afferrò il menù che vi era sopra di esso iniziando a sfogliarlo.
«Prendi ciò che vuoi, offro io.» disse il ragazzo senza controllare il foglio di carta reso rigido da della plastica, lui avrebbe preso sempre il suo caffè. La ragazza annuì.
«Grazie.» mormorò per poi chiudere il menù pronta per ordinare.
«Cosa posso portare a lei e alla sua bella signora?» disse l’uomo sulla sessantina con una sorriso smagliante e gli occhi di un verde accecante. Zayn ridacchiò e poi la guardò arrossire.
«Oh, io.. non..» balbettò lei «Della cioccolata calda e un brownie.» L’uomo arrossì scusandosi per la gaffe e passò a Zayn che ordinò il suo caffè nero come la pece, nero come i suoi capelli perfettamente modellati. Quando l’anziano se ne andò, sparendo dietro il bancone, il moro iniziò a fissarla in modo insistente, cercando forse di far incrociare i loro occhi.
«Allora..» iniziò il ragazzo «Che mi racconti?» Lei si strinse nelle sue spalle e si morse il labbro.
«Ciò che vedi, dovrebbe bastare.»
«Lavori ancora lì?» Gen scosse la testa e si morse il labbro cercando di non far notare che fosse nel panico più totale.
«Ho trovato qualcosa di meglio, e poi non posso più permettermi di fare ciò che facevo fino qualche tempo fa.» Zayn lasciò che l’uomo posizionasse le loro ordinazioni sul tavolino in legno e successivamente portò alle sue labbra carnose la sua tazza piena di caffè.
«Tipo venire a letto con me?» disse con schiettezza tale che Genèvieve si trovò spiazzata ma annuì.
«Anche quello.»
«Quindi ti sei pentita.» la guardò portare la forchetta alla bocca che teneva un pezzo di brownie caldo.
«Non mi pento mai di quello che faccio, in realtà.» Zayn sorrise appena e continuò in silenzio a bere il suo caffè fin quando la voce della ragazza non ruppe quel momento con la sua voce bassa «Tu, invece?» cercò di cambiare discorso, sperando di non ritornarci mai più.
«Sono tornato per una settimana dal tour. Sabato riparto per l’America.»
«Ho sentito che ti sposi.» finì di bere la sua cioccolata lei. «E’ davvero bellissima, la tua ragazza.» Zayn annuì e annunciò un sorriso.
«Davvero molto. Ed è anche una splendida persona che non credo di meritare pienamente.»
«Se ancora non è andata via, magari la meriti davvero.» lo guardò. Lui scrollò le spalle e si morse il labbro.
«Non è giusto ciò che le faccio.»
«Tutti sbagliamo.»
«Già.» portò nuovamente la sua tazza di caffè alle labbra per poi mandare giù alcune sorsate «Con il padre del bambino? – fece una pausa – Da quanto lo conosci?» Gen entrò nel panico, mentre un brivido freddo le percorse la spina dorsale.
«Pochissimo.»
«Davvero?» Lei annuì e cercò di nascondere il suo volto nel tovagliolo che stava usando per asciugare le sue labbra.
«Non stiamo nemmeno insieme. Viaggia spesso, ecco tutto.» Zayn corrucciò la fronte e sentì qualcosa nel suo stomaco, ma non badò a quella sensazione. Gli era, stranamente, passato per la mente che lui potesse essere quella persona.
«Non gliel’hai detto, vero?» Lei scosse la testa.
«Me la caverò da sola. Ce l’ho sempre fatta, dopo tutto.» Zayn tacque per qualche minuto, pensando se fosse o meno il caso di porle quella domanda che da qualche minuto gli stava passando per la mente. La sola idea che quella fosse l'ultima volta che la vedeva lo innervosì.
«Mi chiedevo se volevi venire alla mia festa di fidanzamento.» sputò quelle parole tutto d'un fiato. «Ovviamente è invitata anche la tua amica.» aggiunse, sperando in una risposta positiva.
Gen non poté crederci. La stava davvero invitando alla festa del suo fidanzamento?






 



Dopo aver visto questa gif non so cosa potrei scrivere qui sotto.

No okay, beh non ho molto da dire.
Spero siate felici di questo sequel che sto scrivendo in collaborazione con la mia Lilac.
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Ricordatevi di farci sapere cosa ne pensate.
A presto,
Sheeva. xx
(inizierei a chiamarmi così che EFP si decidesse a cambiarmi il nick)


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Capitolo 2
*** 2 ***


 


2.

 

 

Genèvieve non credeva che quella festa di fidanzamento arrivasse così velocemente. Ishibeel l’aveva costretta ad infilarsi in quel lungo vestito nero che le aveva preso qualche giorno prima e che non ricordava le stesse un po’ troppo attillato sulla pancia. Stava decisamente lievitando a vista d’occhio e non se ne accorgeva nemmeno.
«Non ho intenzione di mettere dei tacchi così alti.» blaterò quando l’amica tornò con in mano un paio di sandali un po’ troppo alti. Ish la guardò male
«Non vorrai mettere gli UGG sotto il vestito?»
«Non sarebbe davvero male come idea!» la prese in giro per poi andare verso la sua scarpiera e prendere un paio di décolleté della giusta altezza, ma comunque avrebbe portato con se delle scarpe di riserva, sicuramente non avrebbe retto per tutta la serata con quelle diavolerie ai piedi. Ishibeel non fece altro che annuire e non appena la ragazza finì di truccarsi furono pronte per presenziare a quella dannata festa di fidanzamento. L’unica, comunque, a sentirsi abbastanza a disagio e fuori luogo era Genèvieve. C’era un mucchio di gente famosa, tutti i componenti della band al completo e ogni singolo componente aveva portato qualche parente o qualche altro amico comunque di un certo spessore. Lei, al massimo aveva portato la sua enorme pancia. Alla festa del fidanzamento di Zayn. Non ci voleva nemmeno pensare e mentre sorseggiava il suo drink analcolico che l’amica le aveva premurosamente portato, prima di sparire a parlare con qualche sua amica celebrità, si guardava attorno sperando che quella festa finisse al più presto. Sì maledisse per non essere riuscita a rifiutare.
Aveva intravisto Perrie quella sera, ed era davvero bellissima. I suoi capelli biondi legati in una coda alta e sbarazzina, il vestito blu che le arrivava al ginocchio e si chiudeva sul seno in una ben definita forma a cuore. L’aveva salutata con un cenno di mano e lei non parve per nulla sorpresa di vederla lì, anzi le sorrise molto contenta. Mentre di Zayn non aveva avuto nessuna notizia, non lo aveva visto minimamente e si chiese se davvero quella fosse la festa per il suo fidanzamento.
Il moro, era praticamente dall’altra parte della casa con i ragazzi davanti al bar che aveva fatto installare, nel salotto più piccolo ed era già al terzo bicchiere di Whisky. Harry poggiò il suo bicchiere vuoto sul bordo del biliardo e si poggiò anche con le mani ad esso.
«Chi è quella ragazza? Non l’ho mai vista.» disse il riccio indicandola con il mento dall’enorme finestra che dava sul terrazzo in comune. Zayn bevve tutto d’un sorso e si voltò lasciando che il liquido scendesse lungo la sua gola.
«Genèvieve.» mormorò un po’ brillo «Ci sono stato insieme, quando abbiamo avuto la serata al Mayfair cinque mesi fa.» concluse.
«Era già incinta quando ci sei andato a letto?» gli chiese allora Harry, non riuscendo a staccare gli occhi da quella ragazza così minuta che sembrava non reggere neppure il peso del proprio pancione. Gli faceva tenerezza.
«Non lo so.» ci pensò il moro, per poi scuotere la testa. Per quel poco che la conosceva sapeva che non lo avrebbe mai fatto, Genèvieve non era quel tipo. «No, non lo era.» concluse allora.
«E a quanti mesi di gravidanza è?» intervenne Liam, scambiandosi un veloce sguardo con il riccio.
«Cinque mesi.» i due ragazzi gelarono sul posto, avendo la stessa brutta sensazione alla bocca dello stomaco. Si guardarono di nuovo, parlandosi con lo sguardo, cercando di capire se far presente o meno quel dettaglio all'amico a fianco a loro.
«Che c'è? Cosa sono quelle espressioni?» domandò allora Zayn guardandoli confuso.
«Hai detto che è incinta di cinque mesi e che tu quando ci sei andato a letto, cinque mesi fa appunto, non era incinta.» iniziò Liam cercando il modo meno diretto per dirglielo.
«Zayn, sei sicuro che non sia tuo il bambino?» disse Harry stufo di tutto quel girarci intorno, guadagnandosi uno sguardo di fuoco da parte di Payne.
Niall a quella domanda quasi non si affogò con il drink che aveva appena bevuto. Louis si portò un mano sulla fronte, mentre Zayn guardava completamente immobile Harry e Liam davanti a se.
No, non era decisamente possibile.
«Oh, andiamo.» mormorò «Perché avrebbe dovuto nascondermelo?» Harry scosse la testa, Liam si portò una mano sulle tempie massaggiandole.
«Non ti facevo così stupido, Malik.» mormorò Louis.
«Sei un ventunenne molto fortunato. Magari non vuole passare per l'arrampicatrice sociale.» disse Harry continuando a guardarla. «Ma secondo me, un po' di chiarezza ci vuole no?» si rivolse poi all'amico.
Zayn si alzò lentamente dal bancone del bar, dirigendosi poi verso la sala principale. Non era possibile che fosse suo, Genèvieve glielo avrebbe detto e lui non l'avrebbe mai scambiata per un'arrampicatrice sociale come diceva Harry. La colpa, se colpa vogliamo chiamarla, sarebbe stata di tutti e due. Troppo presi dall'eccitazione del momento per accorgersi che non avevano usato la protezione.
«Amore.» Perrie lo fermò abbracciandolo da dietro. «Tra poco mangiamo.» concluse la bionda lasciandoli un leggero bacio sul collo. Zayn annuì distrattamente, allontanandosi dalla sua futura moglie e dirigendosi da quella ragazza, tra pochi mesi madre, che ancora continuava a fargli venire i brividi a ogni sorriso che gli rivolgeva, come cinque mesi prima. Sorrise leggermente a tutti gli altri invitati che lo fermavano per fargli le congratulazioni per il suo, ormai vicinissimo, matrimonio.
«Gen posso parlarti un secondo?» domandò arrivando finalmente alla ragazza.
Gen sussultò nel sentire la sua voce e si voltò di scatto, non pronta a vederlo più bello che mai nei suoi vestiti griffati. Gli sorrise appena e con la mano sulla pancia annuì guardandolo un po’ confuso.
«Certo.» acconsentì «Ci sono problemi con Ishibeel?» disse sapendo quanto la sua amica potesse essere abbastanza impicciona. Zayn scosse la testa e le fece cenno di accomodarsi. Lì fuori c’erano due poltroncine in vimini.
«Parlami del padre del bambino, Gen.» La ragazza si trovò abbastanza scossa e spiazzata da quella domanda che prontamente strinse tra le sue dita quel calice di succo d’arancia. Non poteva farle una domanda del genere.
«Non mi pare il caso, Zayn.» disse la mora prendendo un sorso.
«Perché?»
«Siamo alla tua festa di fidanzamento. Dovresti stare dentro con la tua ragazza.» disse indicando con la mano la sala che dava sul terrazzino dove entrambi erano seduti «Ed io non dovrei nemmeno essere qui.» mormorò poi senza farsi sentire. Zayn la guardava, la scrutava ed era fin troppo bella.
«Me lo diresti se il bambino fosse mio, non è vero?» domandò il moro gesticolando nervoso nella sua direzione, facendo improvvisamente stringere lo stomaco della ragazza. Gen sospirò con pesantezza e abbassò lo sguardo «Zayn..» Il ragazzo parve inizialmente non capire e la guardò confusa. La ragazza rialzò lo sguardo e si morse il labbro «Non potrei.» Zayn percepì un brivido lungo la spina dorsale e la sua bocca un po’ si spalancò.
«Perché?»
«Perché stai per sposare una donna magnifica.» disse semplicemente lei, lasciandolo lì con un timido sorriso pieno di rammarico. Si alzò, lasciandolo da solo con ancora la bocca aperta, andando poi alla ricerca della sua giacca. Quando fu sull'uscio della porta un braccio muscoloso la tirò verso il suo petto, evitandole uno scontro con un ragazzo che correva da quella parte. La ragazza si girò velocemente, spalancando appena gli occhi quando si rese conto che quella persona era Harry Styles.
«Grazie.» sussurrò allora, arrossendo leggermente.
«Figurati.» sorrise lui, guardando intenerito quella ragazzina con quel pancione stupendo. «Perché stavi andando via così presto?» chiese allora il riccio, sapendo già il motivo. Aveva ascoltato la loro conversazione, fuori dalla terrazza.
«Perché non mi sembra il caso di restare dell'altro qui.» scrollò leggermente le spalle, abbassando lo sguardo da quello indagatore di Harry.
«Ti va di restare a farmi compagnia qui fuori? Facciamo due chiacchiere. Là dentro, tranne le nostre famiglie, sono tutti dei vip snob.» disse il ragazzo, facendo una smorfia annoiata. Genèvieve rise divertita, facendo sorridere di conseguenza anche il riccio. «Allora, Genèvieve giusto?» aspettò che la ragazza annuisse. «Di quanti mesi sei?» continuò, facendo intendere che voleva sapere qualcosa in più su di lei.
«Ma perché tutti volete parlare della mia gravidanza?» domandò ironicamente Gen. Non che non ne andasse fiera, anzi. Ma parlarne con i migliori amici e componenti della stessa band del padre del bambino non le sembrava proprio una situazione rilassante.
Harry ridacchiò, intuendo che non doveva essere facile parlarne proprio con lui, amico del padre. Non aveva prove, ma lui ne era sicuro che quel bambino fosse di Zayn. Se lo sentiva.
«Beh, c'è da dire che non passa inosservato.» rispose il ragazzo, indicandole il pancione e facendo arrossire la ragazza. «Posso, emh.. toccarlo?»
Genèvieve sorrise apertamente mentre annuiva. Il riccio poggiò la sua enorme mano sopra la pancia di Gen, che lo guardava sempre sorridendo. Lui aveva sempre dato una buona impressione alla mora e anche adesso si sentiva al sicuro con lui accanto, ma non sapeva spiegarsi il motivo. Evidentemente la pensava così pure il piccolo Joshua che, al contatto con la mano di Harry, iniziò a scalciare come un matto.
«Si muove!» urlò eccitato come un bambino, sorridendo estasiato. Genèvieve rise fragorosamente, alzando le spalle.
«Gli piaci.» gli disse lei facendogli illuminare gli occhi. Harry già lo amava quel bambino, prima ancora di vederlo. Passarono qualche minuto in silenzio, mentre Harry continuava ad accarezzare il pancione.
«È di Zayn, vero?» le chiese lui improvvisamente, facendo perdere un battito alla ragazza.
Genèvieve sospirò e «Si.» disse, mordendosi il labbro. Sapeva che Harry aveva già capito tutto, era inutile negarlo a lui e per di più si fidava, stranamente.
«E perché non glielo hai detto? Anzi, perché non glielo dici adesso? Prima che commetta l'errore di sposare Perrie senza sapere che tra quattro mesi avrà un figlio da un'altra donna.» le domandò, cercando di capire cosa passava nella mente della mora.
«Perché, appunto, sta sposando un'altra donna, che ama e che è perfetta per lui. Non voglio immischiarmi Harry.» disse amareggiata. «Adesso vado, sono stanca, grazie per la chiacchierata. Sono stata bene.» sorrise lasciandogli un tenero bacio sulla guancia.
«Figurati. Ti serve un passaggio?» domando il riccio, aiutandola ad alzarsi lentamente dalla poltroncina.
«No, grazie.»

 

 

***

 

 

Genèvieve era ritornata a casa con la sua amica ormai da una buona mezz'ora ed Harry stava cercando il suo amico da altrettanto tempo.
«Zayn!» urlò, vedendolo infondo al giardino a fumarsi la sua sigaretta. Il moro si girò a guardarlo con le sopracciglia aggrottate, chiedendosi il perché di tanta agitazione.
«Che c'è?»
«Che c'è? C'è che sei un'idiota!» urlò in risposta il ricciolino, tirandoli uno scappellotto in fronte. «Perché hai lasciato che Gen se ne andasse?» Zayn alzò un sopracciglio, guardandolo male.
«Gen? E da quanto hai tutta questa confidenza con lei?» chiese irritato da quel soprannome pronunciato da un altro uomo.
«Da quando abbiamo parlato circa mezz'ora fa e mi ha detto che sta aspettando tuo figlio, coglione!» sussurrò l'ultima parte, evitando di fare qualche battutina sulla gelosia di Malik nei confronti di Genèvieve.
«Eh?» domandò l'anglo-pakistano con uno sguardo perso nel vuoto.
«Genèvieve è incinta di tuo figlio. Non voleva dirtelo perchè pensa che ti rovinerebbe la vita dato che tu stai per sposarti la donna “fatta apposta per te”.» fece le virgolette con le mani dicendo l'ultimo pezzo. «E te sei un coglione per non esserci arrivato subito!»
Silenzio. Tremendi minuti di silenzio invasero quel giardino, fino a che Perrie, preoccupata per la sparizione di Zayn, venne a cercarlo.
«Ehi, ecco dov'eri.» gli disse la bionda sorridendo. Zayn guardò nella sua direzione, chiedendole scusa di tutto mentalmente, e dopo un «Dannazione!» sussurrato prese a correre verso la sua macchina, lasciando ad Harry il compito di spiegare a Perrie il tutto.

 

 

***

 

 

Era da qualche minuto che Zayn bussava ininterrottamente all'appartamento della mora. Quando finalmente quest'ultima aprì la porta, il ragazzo si trovò di fronte una Genèvieve in pigiama, con i calzettoni alti fino al ginocchio, gli occhi assonnati e una mano sulla pancia.
Fissò il suo ventre rigonfiato, allungando una mano fino ad accarezzarlo leggermente.
«Dovevi dirmelo Gen.» lei non fu per niente stupita da quella frase, sapeva che Harry sarebbe andato a riferirglielo. Lo aveva fatto apposta, per la prima volta Genèvieve Massòn era stata una codarda.
«Tu hai la tua vita Zayn. I concerti, le fan, il tour e, cosa più importante, stai per sposarti. Non potevo dirti una cosa del genere e rovinarti tutto.» abbassò lo sguardo, non riuscendo a reggere quello di Zayn.
«Hai in grembo nostro figlio Genèvieve!» urlò, facendo sobbalzare la mora. «Lui fa parte della mia vita! È mio figlio, è il mio bambino dannazione!» urlò di nuovo, tirandosi nervosamente i capelli all'indietro.
«Zayn stai per sposarti con una donna meravigliosa, con una donna che ami. Lascia perdere.» sussurrò ancora lei, mordendosi un labbro per il nervoso.
«Non sai un cazzo di me, io non la amo!» gridò ancora, per poi far calare qualche minuto di silenzio. Dove Genèvieve pensava a cosa dire. «E non lascio perdere. Non lascio perdere nostro figlio.» Gen perse un battito a sentire quelle parole dette da lui. 'Nostro figlio, nostro figlio, nostro figlio'. Dio, quante volte aveva soltanto immaginato che le sue labbra dicessero quelle parole. Quante notti lo aveva sognato.
«V-vuoi entrare?» chiese lei balbettando.
Zayn annuì con un sospiro frustato e «Dobbiamo parlarne.» disse prima di accomodarsi su uno sgabello della cucina mentre Genèvieve preparava un tea per lui e una cioccolata calda per se stessa.






 
Secondo capitolo, tutto vostro!
Volevo avvisarvi che aggiornerò questa storia una volta a settimana; il Mercoledì.
Comunque, vi piace? 
So che alcune di voi pensano e/o penseranno che sta scorrendo troppo velocemente, ma deve andare così!
Abbiate fiducia in me e Lilac! :D
Anyway, me lo lasciate un vostro parere? Sarei più che entusiasta di leggere qualsiasi vostro pensiero, positivo o critico che sia.
Come sempre un ringraziamento enorme a Lilac_ per questa collaborazione :)
Facebook
 
Un'abbraccione a tutte.
Con amore,
Sheeva .xx

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Capitolo 3
*** 3 ***




 

3.

 

 

Ishibeel mise un punto finale all'ultimo articolo che aveva dovuto revisionare quel pomeriggio e dopo aver tolto i suoi occhiali da vista che usava per il computer guardò la sua amica che stravaccata sul divano stava mangiando a grandi cucchiaiate un barattolo di gelato affogato all'amarena.
«E quindi?» le domandò chiedendo il succo della situazione per poi chiudere lo sportellino del suo Macbook. Genèvieve ingurgitò un altro po' di gelato e le rispose con un semplice 
«Gli ho detto di far finta di nulla.» Ish sbuffò e scosse la testa.
«Sei un'idiota.»
«No. Sono semplicemente per le cose giuste: lui la sua vita agiata con la sua splendida principessa dai luminosi occhi azzurri in quell'immensa casa a nord di Londra, io con il mio bambino, che probabilmente gli somiglierà, nel nostro modesto appartamento.» rispose con nonchalance e abbastanza agguerrita Genèvieve, mettendo sin da subito i puntini sulle I in quella situazione che non avrebbe nemmeno dovuto uscire fuori. Ishibeel scosse la testa ancora una volta e prese una cucchiaiata di gelato per poi portare il cucchiaio alla bocca.
«Non hai tenuto in considerazione che molto probabilmente Perrie lo lascerà, che non sarai tu a decidere sulla volontà di Zayn e che il tuo bambino ha il diritto di sapere chi è suo padre.» la guardò dritta negli occhi «Te lo dico in tutta sincerità, Gen, non privare tuo figlio di una figura così tanto importante, e te lo dice una che molto probabilmente avrebbe voluto più raccomandazioni da parte di un padre piuttosto che un uomo assente che ripagava la sua mancanza con costosi regali inutili.» Ishibeel era così, schietta e le porgeva su un piatto d'argento la cruda verità che l'avesse accattata o meno. La capiva sotto un certo punto di vista: la notorietà di Zayn non aiutava, e ancora di più se si veniva a scoprire che Gen era stata una scappatella del moro e che adesso aspettava il loro bambino, lei sarebbe stata piena di giornalisti alle calcagna. Gen sospirò e si passò una mano sulla pancia.
«No.»
«E' il momento giusto per mostrare la tua maturità. Hai solo quattro mesi, Gen. Poi la tua priorità passerà a questo esserino qua dentro.» disse indicando il suo pancione accarezzandolo per poi afferrare il suo iPhone e passandolo all'amica. «Chiamalo e vedi di combinare qualcosa di buono questa volta.» e a Gen non rimase che accettare.

 

 

***

 

 

Zayn stava sdraiato sul divano di casa sua con il viso rivolto verso il soffitto dipinto di un grigio tenue. Era Venerdì pomeriggio e il giorno dopo lui e i ragazzi avrebbero ripreso la seconda parte del tour portandolo in giro per il mondo per altri tre mesi. La sua vita aveva preso un piega davvero diversa da come se l'aspettava. Era diventato famoso, aveva tutto ciò che desiderava solo schioccando le dita della sua mano e accanto a se aveva una donna davvero deliziosa che nonostante tutto quello che era successo nell'ultimi giorni si era decisa a restare. L'aveva tradita, aveva messo incinta una ragazza che conosceva davvero poco e Perrie aveva incassato il colpo senza dire una parola. Sentì la porta di casa sua aprirsi e successivamente richiudersi alle sue spalle. Rumore di buste poggiarsi per terra e le chiavi che venivano lasciate sul mobiletto all'entrata. Scattò appena seduto sul divano e successivamente si alzò andando ad aiutare la sua donna, sì perchè anche se non l'amava le voleva fin troppo bene.
«Hey.» si limitò a dire lei sorridendogli per poi dargli le spalle ed iniziare a sistemare gli snack nella dispensa.
«Potevi chiamarmi, sarei venuto a prenderti.» Lei scrollò le spalle
«Fa nulla, Zayn. Avevo bisogno di qualche ora solo per me.»
«Mi dispiace.» mormorò ancora una volta lui grattandosi imbarazzato la nuca. «Ho fatto una cazzata e lo so, ma a te ci tengo sul serio.» Perrie accennò appena il suo sorriso e poi divenne seria.
«E' tutto okay.» si limitò a dire la bionda mentre dentro stava morendo.

 

 

***

 

 

Il tour era iniziato da quasi un mese ed i ragazzi, assieme al management, avevano fatto di tutto pur di non fare esplodere quella notizia ma senza successo. In poco tempo i media avevano assalito Zayn, Genèvieve e anche Perrie.

Durante la pausa del loro ennesimo concerto Harry, che da quella sera si era legato tantissimo a Genèvieve, la chiamo al cellulare.
«Hazza!» la voce dolce della ragazza risuonò nell'apparecchio telefonico.
«Gen, come stai?» disse euforico Harry, con ancora l'adrenalina a mille per il post-concerto.
«Ho sonno. Ti ricordo che qua a Londra sono appena le quattro di notte.» si lamentò lei, sbadigliando rumorosamente. «Volevi dirmi qualcosa?» continuò, alzandosi per andare alla ricerca di qualche snack da mangiare. Era incinta e poteva approfittarsene, nessuno le avrebbe detto che era grassa.
«Si, come sta il mio adorabile futuro nipotino preferito?» domandò il riccio, facendo spuntare le sue adorabili fossette. Non vedeva l'ora di vederlo, si era già affezionato a quello scricciolo che aveva visto soltanto una volta in un'ecografia.
«Sta bene, mentre la mamma sta seriamente pensando ad un modo per uccidere il suo futuro zio in maniera molto dolorosa per aver disturbato il suo sonno.» si alzò in punta di piedi per arrivare a prendere un pacchetto dei suoi biscotti preferiti. Iniziando poi ad ingoiarli uno alla volta.
«Ti voglio bene anche io Gen» ironizzò Harry. «Seriamente come stai?» domandò infine, sapendo quello che doveva passare da quando quella notizia si era diffusa in tutto il mondo.
«Come mi aspettavo che andasse, è per questo che mi sono sempre voluta tirare fuori.» sospirò frustata. «Voglio stare tranquilla quando Joshua nascerà, non voglio avere la costante paura che possa andare su qualche giornale o che io non possa andare a fare una passeggiata con mio figlio senza che qualche ragazzina o fotografo mi fermino. Non sono fatta per stare sotto i riflettori.» Concluse, alzandosi dalla sedia dove si era seduta e dirigendosi di nuovo nella sua camera da letto.
«Mi dispiace per tutto questo casino piccola.» sussurrò dispiaciuto per la sua amica. Ricevendo un'occhiataccia da parte di Zayn che era entrato nel suo camerino giusto in tempo per sentire il soprannome con la quale l'aveva chiamata. Il moro diede una cinquina dietro al collo di Harry, facendolo ridacchiare.
«Che c'è? Perché ridi tipo checca isterica?» domandò ghignando, sapendo che il piccolo del gruppo si sarebbe offeso.
«Ehy! Non rido a checca isterica!» urlò oltraggiato nella sua mascolinità. «E comunque ridevo perché il neo-papà si è ingelosito per averti chiamato 'piccola'.» Genèvieve ci mise qualche secondo prima di capire di chi stesse parlando, per poi diventare rossa come una scolaretta alla prima cotta.
«È lì?»
«Si, te lo passo. Ciao piccola» disse, sottolineando il nomignolo ridendo.
«Ehy..» la voce di Zayn era nervosa, non sembrava neanche lontanamente vicino allo Zayn spudorato di cinque mesi fa. 'Beh certo, cinque mesi fa non stava parlando con la madre del suo futuro figlio' si disse fra se e se la ragazza.
«Ehy» sussurrò di rimando lei. «Come sta andando il concerto?» aggiunse, sperando che quell'imbarazzo scomparisse.
«Tutto bene, le fans sono veramente tantissime qua a Los Angeles. Ma a proposito, perché sei sveglia a quest'ora? A Londra non sono le quattro di notte? Ti sei sentita male? Il bambino?» chiese il moro diventando ansioso tutto insieme.
«Zayn, Zayn calmati!» disse ad alta voce, cercando di sovrastare quella del ragazzo. «Io sto bene e il bambino pure. È stato quell'idiota di Harry a svegliarmi non pensando al fuso orario.»
«Giuro che lo ammazzo!» sussurrò Zayn credendo di non essere sentito, provocando così un sorriso dolce a Gen. «Torna a dormire adesso. Ci sentiamo domani?» concluse lui.
«Si, certo.» sorrise. «Notte Zayn.»
«Buonanotte Genèvieve.» sussurrò in risposta il moro.

 

 

***

 

 

Il concerto era andato alla grande. La folla sotto al palco e attorno a loro urlava strepitante più che mai e nessuno di loro aveva visto una cosa del genere. Avevano cantato ogni canzone con loro, avevano riso alle loro idiozie e avevano anche visto qualcuno piangere. Appena finito tutto si erano subito cambiati, avevano fatto una doccia veloce sul tour bus e una volta arrivati in hotel avevano deciso di farsi scortare per andare a bere qualcosa.
I ragazzi stavano ballando, quando ad un certo punto Niall si accorse che Zayn, quasi completamente ubriaco, si stava dirigendo al piano superiore del locale con una morettina. E si sa, i piani superiori di quei locali erano per la maggior parte camere da letto. Corrucciando le sopracciglia si avvicino velocemente al moro strattonandolo dal braccio.
«Che cazzo stai facendo?» urlò il biondo per farsi sentire da quell'idiota di Malik.
«Niall, non credo di dovertelo spiegare. No?!» biascicò, l'alito gli puzzava di vodka.
«Malik ti stai per sposare con Perrie e stai per avere un bambino da Gen! Che c'è? Vorresti pure un fratellino per Joshua da questa?» gli domandò l'irlandese, ormai stufo delle sue cazzate continue.
Zayn guardò l'amico a bocca aperta e non appena sentì il nome di Gen, la sua sbronza parve sparire del tutto. Si voltò verso la mora e si morse il labbro. Aveva ragione Niall, ma perché doveva comportarsi in quel modo non lo sapeva nemmeno lui. Zayn non era mai stato così. Lui non aveva mai usato le donne prima di diventare famoso. Era cresciuto in una casa circondato da donne e quello sarebbe stato l'ennesimo schiaffo morale agli insegnamenti dei suoi genitori.
«No.» mormorò «Mi dispiace, non posso.» sussurrò poi alla ragazza lasciandosi trascinare poi verso l'uscita del locale dove sapeva che Harry lo avrebbe aspettato incazzato nero per fargli la ramanzina. Un po' lo scocciava, ma sapeva che aveva tutta la ragione del mondo.
«Sei un fottuto coglione!» ed eccolo lì. Harry sbraitava con le braccia allargate rivolte verso il cielo. «Dio, ma cos'hai al posto del cervello?» continuò ad urlare.
«Stavo per sbagliare di nuovo ok? Smettila.» urlò di rimando il moro.
«Ragazzi smettete di urlare qui fuori, ci sono i paparazzi.» disse intromettendosi fra i due Louis.
«Non me ne frega niente Lou! Che scrivano quello che vogliono, voglio solamente smettere di fare finta di nulla.» abbassò la voce adesso. «Sto per diventare il papà di un bambino concepito con una ragazza che non conosco per niente e che, porca puttana, mi sta fottendo il cervello!» ammise infine, con quasi le lacrime agli occhi.
«Zayn forse dovresti lasciar perdere Perrie e il matrimonio.» furono queste le parole che Harry gli rivolse, freddamente, prima di entrare in macchina e scomparire. Lasciando cadere fra gli altri quattro un silenzio di tomba.




 

Chiedo venia per il ritardo di un giorno, spero di essermi fatta perdonare dai!
Come sempre ringrazio la mia Lils per questa nostra collaborazione e per aiutarmi sempre.
Me lo lasciate un piccolo parere su questo terzo capitolo? Secondo voi cosa succederà? uu

Vi lascio amori, un bacione e tutti.
Sheeva.

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Capitolo 4
*** 4 ***


 



 

4.

 

 

Erano passati due mesi e Ishibeel vedeva la sua amica lievitare sempre di più. Mangiava davvero fin troppo e il ginecologo le aveva detto di darsi una regolata o il bambino sarebbe nato pacioccoso. Genèvieve rise e scosse la testa dicendo al dottore che non era possibile, Zayn era magrissimo di costituzione ed anche lei. Di certo, non si sarebbero aspettati che a soli sette mesi, quel pomeriggio di Giugno il piccolo Joshua aveva iniziato a fare i capricci. Le si erano improvvisamente rotte le acquea mentre guardavano Gossip Girl.

«Mi pareva di essermela fatta addosso!» disse Gen sdraiata sul letto dell'ospedale dove subito l'avevano ricoverata. Era ancora poco dilatata, ma entro ventiquattro ore sarebbe diventata mamma. Ishibeel scoppiò a ridere e scosse la testa tenendo un bicchiere di Starbucks che avevano riempito con del ghiaccio per rinfrescarla dato che non poteva mangiare e ne tanto meno bere qualcosa.

«Secondo me ti sei anche pisciata sotto.» la sbeffeggiò e successivamente guardò il cellulare dell'amica. Aveva chiamato Zayn mezz'ora prima ed aveva l'aria di essere parecchio assonnato. Era tornato quella stessa mattina e di certo non si aspettavano una notizia del genere.

«Vaffanculo, Ish.» disse la mora portandosi una mano sulla pancia sentendo una fortissima contrazione. Quei dolori la stavano facendo morire. L'altra ragazza scoppiò a ridere e quando fece per parlare, la porta della camera si aprì. Zayn, in accordo con Gen, aveva deciso che avrebbe pagato la clinica privata dove il loro bambino sarebbe nato. Ma lo scoglio più grande erano i paparazzi che evidentemente non aveva sconfitto con facilità. Harry lo aveva accompagnato dato che lui aveva la macchina dal meccanico.

«Siete distrutti.» disse Gen dopo che i ragazzi lasciarono un bacio sulla guancia a Ishibeel. Harry si avvicinò e la salutò accarezzandole il pancione

«Siamo tornati a casa stamattina alle dieci.» disse il riccio lasciando che Zayn salutasse imbarazzato la ragazza.

«Come ti senti?» domandò l'anglo-pakistano ricevendo in risposta un sopracciglio inarcato da parte di Genèvieve.

«Secondo te, Zayn?»

«Già, domanda stupida.» affermò, rimanendo a guardare da lontano Gen che aveva gli occhi lucidi dal dolore. Harry gli diede una gomitata, facendogli intendere che doveva avvicinarsi, fare qualcosa. E mentre ragionava su qualcosa di intelligente da dire un urlo non umano lo fece sbarrare gli occhi e iniziare a sudare freddo.

«Signorina quando glielo dirò deve spingere okay?» la ragazza annuì, non riuscendo a parlare. «Fuori tutti, tranne il padre.» Harry e Ish uscirono dalla stanza, pallidi. Avevano paura che qualcosa potesse andare storto.

«Spinga!» tra urla e pianti di Gen e i baci dolci che il moro lasciava sulla fronte sudaticcia della ragazza, sentirono il pianto di un bambino.

 

Era seduto sul lettino della mora che, stremata, guardava come Zayn teneva quel fagottino tra le braccia. Sorrideva flebilmente mentre con l'indice della mano sinistra accarezzava le guance paffute di Joshua. Suo figlio. Non riusciva ancora a crederci che da una cosa “sbagliata” potesse venir fuori un capolavoro così perfetto. Come una banda di bufali, gli altri quattro ragazzi e Ishibeel entrarono nella stanza. Ish, dopo aver guardato con tutto l'amore possibile il piccolo bimbo coperto da una leggera copertina blu, corse verso la sua migliore amica abbracciandola stretta.

«Stai bene?» domandò, non osando staccarsi dal suo collo.

«Stanca, ma sì. Sto bene.» Genèvieve annuì.

«Posso prenderlo in braccio?» dopo un consenso della neo-mamma, Harry si avvicinò a Zayn, prendendolo tra le sue gigantesche mani il bambino.

«Ciao Joshua.» sussurrò guardandolo con gli occhi a cuoricino. «Ha le mie fossette!» urlò eccitato quando il piccolo Malik gli sorrise.

«Sono le fossette di Gen!» esclamò in tono duro Zayn, già gelosissimo di quella meraviglia che sorrideva al ricciolino. Tutti sorrisero a quella risposta data dal moro, tranne una persona. Perrie. «Dio Zayn, è spiccicato a te.» continuò Harry, sorvolando sull'affermazione precedente. Zayn annuì, riprendendosi suo figlio per portarlo alla mamma. Quando i due neo genitori si trovarono a poca distanza uno dall'altro, con in mezzo a loro Joshua, si sorrisero dolcemente. Poco dopo si sentì la porta chiudersi. Ci misero un po' a capire chi se ne fosse andato e con un sospiro Zayn si girò verso Genèvieve.

«Torno subito.» disse, dando un bacio delicato al suo bambino.

Il moro vide Perrie ferma all'ingresso della clinica, bevendo un caffè appena preso dalla macchinetta di fronte.

«Perrie.» sussurrò lui una volta di fronte alla bionda.

«Zayn basta, finiamola qua. Ci ho provato a far finta di niente, davvero, ma non ce la faccio. Non ti do colpe per aver messo incinta un'altra ragazza, anche perchè avete creato una meraviglia insieme.» sospirò lei quando lo vide sorridere ripensando a quella meravigliosa creatura. «Non voglio che quel bambino cresca in una situazione complicata come questa, voglio che tu gli stia a fianco.»

«Posso stargli al fianco anche stando insieme a te, Perrie.» provò lui.

«No Zayn, non puoi. O meglio, non potresti farlo completamente.» disse allora lei. «Ma non è l'unico motivo, tu non hai idea di come l'hai guardata o di come tu gli abbia sorriso quando ti sei avvicinato a lei. Non hai mai sorriso in quel modo con me.» sorrise amaramente alzando le spalle. «Lo so che mi vuoi bene Zay, ma non ami me. Quindi direi di annullare il matrimonio e tutto il resto.» concluse la bionda, avvicinandosi a lasciare un dolce bacio sulla guancia del ragazzo. «Non chiedermi di restare amici però, magari più avanti ma non adesso.» ridacchiarono insieme mentre Zayn annuiva, guardandola poi uscire da quell'ospedale. Sospirando tornò lungo il corridoio cercando la camera di Genèvieve. 

 


JOSHUA E' NAAAATOOOOO!

Questo è veramente corto come capitolo, ma dovevo fermarlo qui.
Mi farò perdonare giuro!
Anyway, ci sono rimasta un po' male per il calo di recensione nel capitolo precedente ma non importa,
io e Lils amiamo questa storia lo stesso :D
Se ne avete voglia che ne dite di lasciarci un vostro parere? Ci farebbe piacere, sul serio.
Devo lasciarvi subito, spero vi piaccia
Un abbraccio ragazze!
Tanto Love.
Sheeva .xx

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Capitolo 5
*** 5 ***




 

5.




 

 

Nemmeno due giorni di vita che già il piccolo Malik era stato sbattuto in prima pagina. Ovviamente Zayn aveva fatto di tutto per coprirlo all'uscita della clinica cosicché non si vedesse nemmeno un po' di pelle. Era diventato estremamente geloso di chiunque lo toccasse. Adesso la parte più dura sarebbe stata affrontare i suoi genitori che lo avrebbero aspettato a casa, dove anche Gen e il bambino avrebbero passato qualche settimana. Genèvieve era in totale imbarazzo mentre cercava di farsi passare inosservata da quella mandria di fotografi che le stavano facendo accecare gli occhi.
«Andate via.» disse Paul, che Zayn aveva convinto ad andare con lui «State sempre alle calcagna, dannazione.» finì l'uomo per poi entrare al posto del guidatore, assicurandosi che tutti fossero in auto. Zayn guardò Gen e accarezzò la manina del bambino.
«Mi dispiace.» mormorò lui aggiustandosi il cappello nero sulla testa. Lei si limitò a scrollare le spalle e sorridere appena.
«Mi hai regalato la cosa più bella che potessi desiderare, dopo tutto.» gli disse accarezzando la guancia di quella piccola creatura che dormiva pacifico tra le sue braccia.

Quando i due neo genitori arrivarono a casa del moro trovarono la sua famiglia ad attenderli in cucina.
«Oh finalmente, buongiorno.» Disse Trisha, la madre del ragazzo, freddamente. Non rivolse neanche uno sguardo ne a Genèvieve ne al piccolo che teneva in braccio. E la mora si domandò perché non fosse neppure curiosa di osservare suo nipote. Insomma, poteva capire che odiasse lei ma quella piccola fotocopia di Zayn non c'entrava nulla. Aveva diritto ad avere dei nonni dato che i suoi, di genitori, erano in Francia e non li sentiva da almeno tre anni. Era scappata appena aveva compiuto i diciotto anni, senza dire nulla o lasciargli scritto un bigliettino, aveva semplicemente preso le sue cose e con i pochi risparmi che conservava aveva preso un aereo e si era diretta a Londra. I suoi tanto non l'avrebbero mai cercata, e infatti..
«Mamma, papà, lei è Genèvieve.» disse sorridendo imbarazzato Zayn. Allungando poi le braccia per prendere il suo bambino in braccio, mentre quest'ultimo con i suoi occhioni scuri scrutava ogni cosa. «E questo spettacolo è Joshua.» Affermò con tono fiero e il cuore di Gen ebbe un piccolo sussulto.
«Umh, carino.» disse la donna con un tono forzato. «Zayn, posso parlarti un attimo?» Dopo che il moro annuì andarono a sedersi nella sala affianco.
«Dimmi.»
«Sei uno stupido! Hai fatto annullare un matrimonio Zayn. Un matrimonio con una ragazza che ti amava davvero! Per colpa di cosa poi? Una ragazzetta che si è fatta mettere incinta giusto per avere il posto in prima pagina in tutti i giornali e palate di soldi da te!» disse alzando il tono della voce.
«Ma io non amavo Perrie, mamma! E devo ringraziarla solamente quella “ragazzetta” per avermelo fatto capire in tempo e per avermi dato il bambino più bello del mondo!» urlò di rimando Zayn, non credendo veramente a quello che sua madre gli stava dicendo. Anzi, urlando.
«Io non ti ho cresciuto così, Zayn.» Trisha scosse la testa desolata. «Io non ho insegnato a mio figlio ad andare a letto con una puttanella qualsiasi!» gridò ancora, superando il limite di pazienza di Zayn.
«Non ti azzardare mamma.» sussurrò glacialmente, riuscendo a far venire i brividi alla sua stessa madre. «Non ti azzardare a dire di nuovo una cosa del genere su Genèvieve o avrai chiuso qualsiasi rapporto con me.» continuò, mantenendo sempre quel tono freddo e distaccato.
«Bene! Tanto questo che ho difronte adesso non sembra neanche più mio figlio!» Urlò così tanto da far piangere il piccolo Joshua nell'altra stanza. Zayn corse in cucina, guardando Genèvieve piangere silenziosamente e scusandosi con lo sguardo prese Joshua in braccio.
«Vattene.» disse verso sua madre, per poi dedicarsi completamente alla ragazza in lacrime e al bambino che si era calmato subito tra le sue braccia piene di tatuaggi. Quando sentì sbattere la porta d'ingresso Zayn prese la mano della mora trascinandola sul divano, accanto a lui. Con la mano libera iniziò ad asciugarle le lacrime. «Shh, è tutto apposto Gen. È tutto apposto.» sussurrò baciandole la fronte e facendola appoggiare sulla sua spalla.

Zayn aveva detto a Genèvieve di riposare e che a tutto avrebbe pensato lui. Il bambino dormiva tranquillo dentro il suo passeggino azzurro e grigio che Harry aveva regalato insieme ad altre cose. Il moro aveva chiamato Harry e gli aveva chiesto se quella sera avesse potuto badare un po' al bambino, poiché voleva tranquillamente parlare con la ragazza sul da farsi per crescere insieme quella splendida creatura a cui aveva trasmesso tutto, dal colore della pelle al piccolo sorriso.
«Hey, posso entrare?» domandò il ragazzo bussando alla porta della camera che aveva destinato alla ragazza e al loro piccolo scricciolo. Gen si voltò appena e si morse il labbro annuendo. Zayn entrò con il bambino tra le braccia e successivamente lo diede a lei: era l'ora di allattarlo.
«Si, certo.» disse lei scoprendosi il seno con un po' di imbarazzo.
«Ho chiesto ad Harry se può tenere Joshua qualche ora stasera, ho bisogno di parlare con te di un po' di cose.» Gen lo guardò ancora e sorrise.
«Non credo sia una buona idea, sai?»
«Uscire?» Genèvieve annuì e si morse il labbro ancora una volta.
«È.. Che non voglio passare per quella che ti sta usando, Zayn.» scosse le spalle lei per poi accarezzare con dolcezza la guancia pienotta del bambino. Zayn le afferrò la mano libera e si avvicinò.
«Allora, posso portare Joshua da Harry e preparare qualcosa e mangiamo qua a casa.» disse con estrema dolcezza.

Erano già da qualche ora seduti su quel tavolo di cucina. Zayn aveva dato il meglio di sé quella sera preparando delle prelibatezze italiane invidiabili anche da un italiano stesso. Quel corso di cucina che aveva frequentato quando era in tour nel paese della moda gli era tornato utile. Aveva tirato fuori dalla dispensa un ottimo vino rosso, che avevano finito nel giro di qualche minuto. E adesso, stesi sul divano in pelle del moro, ridacchiavano senza un motivo preciso, entrambi un po' alticci.
Gen scalciò delicatamente le sue scarpe dai piedi, non era più abituata a portare i tacchi che non sapeva nemmeno perchè li aveva messi per stare in casa.
«Finalmente.» disse lei in un gemito liberatorio e sistemandosi meglio sul divano.
«Ti fanno male i piedi?» Gen annuì e chiuse gli occhi lasciando che Zayn le massaggiasse le piante dei piedi. La testa le pulsava per via del vino che non era più abituata a bere.
«Avevo dimenticato quanto fosse liscia la tua pelle.» disse lui sussurrando deglutendo e cercando di controllare quello che si trovava dentro i suoi pantaloni. Quando Genèvieve mugolò per il piacere che stava provando in quel momento però non resistette e, abbassandosi al livello della caviglia della ragazza, iniziò a lasciarle baci umidi su tutta la lunghezza della gamba, non distogliendo mai gli occhi da quelli della mora che adesso lo stavano osservando con ardore. «E così profumata.» continuò il moro, annusando la sua pelle che sapeva di lavanda, avvicinandosi alle labbra a cuore che aveva Gen.
«Z-zayn, stiamo sbag-»
«Stai zitta» le sussurrò lui interrompendola e, finalmente, entrambi potettero assaggiare di nuovo il sapore dell'altro. Zayn le sfilò velocemente la maglia dei Rolling Stone che indossava, rimanendo estasiato nel vedere che il piccolo seno della ragazza era triplicato dall'ultima volta. «Dio, amo il fatto che tu sia rimasta incinta.» disse lui accarezzandole un seno tondo.
«Sei un coglione.» gli sussurrò Gen di rimando.
«Mh-mh.» annuì, prendendola poi a cavalcioni e portandola nella sua camera. E lì, quella notte, in quello stesso letto, rivissero le stesse emozioni di qualche mese prima.

 

***

 

In un'altra zona di Londra, Harry di certo non si aspettava visite quella sera. Essendo il futuro padrino del bambino, aveva accettato di buon grado di prenderlo con se per far sistemare le cose con calma tra i due e sperava tra se e se che potessero anche iniziare a frequentarsi per dare a Joshua una famiglia normale. Il riccio si incamminò, a piedi scalzi, verso la porta con un calice di vino bianco tra le mani e il petto scoperto. Quando l'aprì, non si aspettava di certo Ishibeel avvolta nel suo giubbettino di pelle rossa.
«Com'è che hanno affidato a te mio nipote?» disse la mora entrando in casa del riccio facendo come se fosse a casa sua.
«Signorina Weeg, che piacere averla in casa mia.» disse sarcastico il riccio chiudendo la porta alle sue spalle per poi raggiungerla in salotto. La conosceva benissimo Ishibeel, lei aveva firmato più volte articoli che lo vedevano protagonista.
«Mmh, Mister Styles posso vedere il piccolino?» disse sarcastica lei togliendo la giacca. «Non ho tempo da perdere.» si avvicinò al piatto che stava sul tavolino del salotto dove Harry stava probabilmente guardando un DVD.
«Sta in camera mia, dorme e tu stai facendo troppo baccano.» disse lui indicando con il dito la direzione della camera da letto.
«Potrebbe prendere qualche malattia il bambino, lì dentro.» Harry fece una smorfia e poi scosse la testa.
«Sei venuta per insultarmi per caso?» Ishibeel scosse la testa e si recò nella camera del riccio a salutare il piccolino che dormiva beato. Aveva un piccolo ciuffetto di capelli neri che ricordava vagamente la cresta che Zayn faceva ultimamente con i suoi di capelli.
Harry la guardava dall'uscio della porta e dopo averle fatto segno si raggiungerlo, le offrì la cena.
«Non mi stai simpatico.» disse lei portando alla bocca un po' di cous cous. Harry finì tutto d'un sorso il suo calice di vino e sorrise facendo spuntare le sue fossette ai lati delle guance.
«Solo perchè sono stato con qualche ragazza, Miss Weeg?» Ishibeel quasi non si affogò con ciò che stava mangiando.
«Qualche, Styles?»
«Sei gelosa?» La ragazza lo guardò e rise di gusto.
«Delle tue malattie? Oh non credo.» disse lei asciugandosi le labbra unte di un po' d'olio. «Credo che sia ora di andare.» disse poi. Harry la fermò quando fece per alzarsi. Harry la voleva lì quella notte, insieme a lui, sotto di lui probabilmente.
«Ti va' di.. restare? Mi dai una mano col bambino.» le disse lui con la sua voce roca attirandola a se.
«Mi stai chiedendo di fare sesso?» Harry alzò le spalle e sorrise nuovamente.
«Ti va'?» E quando pensava di stare rifiutando, le sue labbra pronunciarono un più che consenziente «Perché no?»
Ishibeel guardò il riccio di fronte a se e sistemò gli ultimi bicchierini nei quadrati bianchi e neri che componevano la scacchiera per la dama. Non si aspettava di certo che Harry avesse tale gioco in casa, e invece di rendergli la vita facile spogliandosi semplicemente, aveva deciso che la sua nottata con la caporedattrice se la sarebbe dovuta vincere.
«Quanto sarà bello sputtanarti. Già leggo i titoli sul mio giornale 'Harry Styles ubriaco marcio stramazza al suo di casa sua mentre bada al figlio di Zayn Malik.'» disse soddisfatta iniziando a versare il liquido trasparente nei bicchieri.
«Sei così convinta Weeg?» sollevò un sopracciglio Harry. Il ragazzo non sapeva che Ishibeel era una spugna. Con il suo fratellastro, Neil, prima che quest'ultimo si trasferisse ad Amsterdam, uscivano per i pub ogni giorno, riuscendo così a bere fiumi di alcool con la sicurezza che non si sarebbe ubriacata molto presto.
«Zitto e gioca.» gli disse con un ghigno divertito lei.
Harry fece la prima mossa e aspettò che anche Ishibeel la facesse. Era astuta e concentrata, mentre lui fin troppo distratto da quelle labbra che avrebbe voluto a tutti costi a contatto con le sue, che avrebbe voluto sul suo corpo. Avevano bevuto già abbastanza prima scolandosi una bottiglia di Chianti, avevano controllato che il bambino stesse alla grande, gli avevano dato il biberon con i latte e successivamente avevano iniziato a giocare. Prima mano, e Harry aveva già perso. Il gioco lo stava conducendo lei e Harry, per la prima volta avrebbe permesso ad una ragazza di farlo.
«Giù le mani, Styles.» disse la ragazza bevendo l'ennesimo cicchetto tutto d'un sorso e guardando gli occhi fin troppo lucidi di Harry che sorrideva come un ebete. Era ubriaco marcio.
«Non ti sei stancata di giocare?» strascicò le parole Harry, guardandola.
«No.» disse lei soddisfatta. Stava cedendo. «Mi è preso caldo, a te no?» chiese retoricamente sfilandosi il maglioncino bianco, rimanendo solamente con i jeans e il reggiseno in pizzo. Il riccio deglutì lentamente, guardandola con gli occhi a cuoricino. 'Fanculo non mi faccio sottomettere così'. Si disse fra se e se alzandosi dal tavolino in cui stavano giocando e tirandosi Ishibeel a cavalcioni, facendole intrecciare le gambe dietro al suo bacino.
«La partita non è finita, Styles.» sussurrò lei, già sapendo che non avrebbero più concluso quel gioco.
«Vaffanculo Ish. Sta zitta.» iniziò a lasciarle dolorosi, allo stesso tempo eccitanti, morsi sul collo, per poi tuffarsi su quelle labbra morbide tanto bramate.
Ish si morse il labbro e lasciò che le mani esperte di Harry le carezzassero i fianchi. Sapeva di alcol, vino e delle fragole che avevano mangiato dopo cena.
«Non essere arrogante.» lo rimproverò lei per quel 'vaffanculo', mentre Harry a passo veloce si recava verso la sua camera da letto. Conosceva alla perfezione la strada che avrebbe potuto farla anche ad occhi chiusi. Harry le spostò il reggiseno iniziando a morderle i capezzoli.
«Credevo ti piacesse rude.» la prese in giro per poi chiudere piano la porta alle sue spalle mettendo la parola inizio a quella nottata. 






 
Non mi dilungo tanto che devo uscire di corsa :D
Spero che vi sia piaciuto il capitolo, lascio a voi i commenti! 
Da qui in poi inizierà la vera storia! ;))

PS . Fangirlate con me Ish ed Harry? Sono meravigliosi, sono i bambini miei e di Lilac *w*
A mercoledì prossimo ragazzuoooole! 
LOVE YA. <3

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Capitolo 6
*** 6 ***




 

6.




 

 

Il campanello quella mattina pareva essersi incantato. Erano tipo dieci minuti buoni che stava suonando ed Ishibeel sperava che Harry alzasse il suo bel culo dal letto e corresse ad aprire prima che il bambino iniziasse a piangere per il troppo baccano. Ma non fu così. La testa le pulsava, aveva il riccio sotto di se che le cingeva la vita con entrambe le braccia e dopo tutto stava pensando che nonostante avesse fatto una cazzata ad andare a letto con un appena ventenne, era stato bello. Il bambino aveva dormito tutta la notte, ogni tanto si svegliava per mangiare, ma nonostante la grandissima sbronza erano riusciti a cavarsela.
Ishibeel sbuffò sonoramente e si tolse le braccia di Harry da dosso scendendo dal suo corpo. Mise le mutandine e quando fece per rivestirsi il campanello riprese a suonare insistentemente, così afferrò la maglia nera di Harry e l'appoggiò sul suo seno correndo ad aprire.
«Ma ti pare il modo?» disse Ish sapendo che Zayn sarebbe passato la mattina a prenderlo, ma non si aspettava di certo Gen che la guardava stupita. Zayn ridacchiò.
«Di aprire la porta così? No, non mi sembra proprio il modo Signorina Weeg.» disse il moro entrando come se fosse in casa sua. La casa era completamente sottosopra, la dama era ancora sul tavolino del salotto.
«Credo che questo sia tuo.» fece una smorfia Genèvieve, trattenendosi dal ridere passandole il reggiseno in pizzo sopra al divano. D'istinto coprì gli occhi a Zayn quando, senza alcun pudore, Ishibeel lasciò cadere la maglietta del riccio per infilarselo. Il moro sorrise impercettibilmente, intuendo che l'azione della ragazza era tutta frutto della gelosia che probabilmente provava per lui.
Zayn lasciò le ragazze nel salotto del riccio, dicendo a Genèvieve di aspettarlo lì che, viste le condizioni della casa, Harry non si sarebbe di certo vergognato di camminare con tutto al vento. Il moro entrò nella camera dell'amico e trovò il letto disfatto, Harry che si copriva gli occhi, che erano stati colpiti dalla luce del sole già alto in cielo, con un braccio e poi il bambino che dormiva avvolto nella sua copertina. Era estremamente bello quel pargoletto. Gli lasciò un bacio sulla guanciotta e controllò che nella borsa ci fosse tutto ciò che aveva messo la sera prima, poi il riccio parlò.
«Se n'è andata?» mormorò con la sua voce roca e trascinata che il mattino era ancora più accentuata. Zayn ridacchiò e successivamente si sedette sul comodino del riccio e gli tolse il braccio dai suoi occhi verdi.
«Sta di là con Gen. - mormorò Zayn - Ti sei scopato la nostra peggior nemica con mio figlio in casa!» disse scoppiando a ridere. Harry lo seguì a ruota, ridacchiando di rimando.
«Cristo santo, è una bomba a letto, Zayn! Tu non hai idea di cosa significhi fare sesso con... con una furia. Non può essere umana!» esclamò poi il riccio entusiasta come poche volte nella vita.
«Oh si che lo so cosa vuol dire.» sussurrò Zayn sperando di non esser sentito.
«Hai fatto sesso con Ishibeel?!»
«Certo che no, imbecille! Ma ti pare?» spalancò gli occhi scioccato. «Era per dire che sì, so cosa vuol dire andare a letto con una furia di donna.» continuò, sorridendo felicemente pensando alla notte di fuoco passata con la madre di suo figlio al piano inferiore. Dopo pochi secondi passati in silenzio e qualche sguardo tra i due, Harry capì. Illuminandosi in un sorriso radioso.
«Spero questa volta abbiate preso le giuste precauzioni. Comunque, e adesso? Cioè voglio dire.. proverete una convivenza giusto? Avete un figlio di pochi giorni Zayn, non potete passarvelo un giorno per uno come se fosse un pacco.» chiese serio, corrucciando le sopracciglia.
Zayn si morse il labbro e abbassò lo sguardo verso la carrozzina poco lontano dal letto del riccio che si era alzato senza problemi per cercare il suo intimo.
«Beh, a dire il vero abbiamo fatto sesso tutta la notte. Avevamo bisogno di sfogarci entrambi e..» scrollò le spalle bloccandosi quando Ishibeel entrò imbarazzata nella camera del riccio che la squadrò da cima a piedi.
«Zayn, Gen aspetta te e il bambino per andare! Dice che deve fare scorta di pannolini e.. Cose per il bambino!» disse imbarazzata per poi camminare nel suo intimo lungo la camera sotto lo sguardo di entrambi che se la stavano mangiando con gli occhi mentre recuperava il suo jeans sotto al letto.


Zayn e Gen erano andati a comprare le cose per il bambino, Joshua era costantemente in braccio al papà e non si staccava neppure un secondo.
«Ma insomma!» esclamò Gen improvvisamente, facendo sobbalzare il moro al suo fianco che si girò verso di lei. «Io l'ho tenuto in pancia per otto mesi, io ho patito le pene dell'inferno per partorirlo e adesso quando vuole stare con me ci sta solo per queste!» continuò portando tutte e due le mani sui suoi seni. Quando Zayn scoppiò a ridere per quella scena così esilarante, Genèvieve si imbronciò, incrociando le braccia sotto al seno. Il ragazzo sorrise divertito, passandole poi il suo braccio tatuato sulle spalle.
«Eh, che ci vuoi fare, Gen. Faccio innamorare anche i bambini.» e, all'ennesimo sbuffo da parte di lei, scoppiò di nuovo a ridere prendendole poi la mano da sopra la spalla.
Fortunatamente era ancora presto, le fan a quell'ora erano a scuola e i paparazzi di certo non erano in giro per Oxford Street alle otto del mattino.
Zayn poggiò il bambino dentro la sua carrozzina e lo coprì per bene, lasciò che fosse lui a guidare il passeggino mentre Gen lo affiancava con il volto coperto nella sua sciarpona. Si morse il labbro e iniziarono a fare il loro shopping per il bambino, comprarono tutto il necessario ed anche qualcosa di superfluo e successivamente tornarono a casa.
«Senti Gen..» iniziò il moro «Stavo pensando che.. Potremmo provarci? Avere una relazione intendo.» disse balbettando imbarazzato Zayn.
«Oh..» esclamò sorpresa Gen. «Si, cioè potremmo provarci, infondo abbiamo un bambino insieme, solo... solo possiamo cercare di tenerlo fra di noi? Voglio dire, evitare la stampa?»
«Non posso assicurarti che ci riuscirò Gen..» sussurrò il moro. «Ma ti prometto che cercherò con tutto me stesso di tenervi il più lontano e a lungo possibile dai paparazzi» sorrise mentre allungava una mano per accarezzare la guancia della ragazza che si era fatta adesso di un colorito più roseo. Genèvieve sorrise, lasciandosi poi baciare dolcemente da Malik che, con una calma quasi dolorosa, l'aveva avvicinata a se. Con delicatezza, quasi con paura di poterle fare male infilò una mano sotto la maglia della ragazza, cercando il contatto con quella sua pelle liscia che lo aveva sempre fatto impazzire sin dalla prima volta che s'incontrarono. Non era la ragazza più bella che avesse mai visto ma era l'unica che con un solo tocco riusciva a infiammargli tutto il corpo. Neanche Perrie ci era mai riuscita in quel modo.
Fortunatamente -o sfortunatamente- un Joshua affamato interruppe quel bacio che, probabilmente, sarebbe diventato qualcosa di più.


Nel pomeriggio, dopo che Gen era andata a prendere le sue cose e quelle del bambino nel suo piccolo appartamento accompagnata dalla sua fedele amica Ishibeel, con cui sicuramente avrebbe chiacchierato e spettegolato per tutta la durata della preparazione dei bagagli. Zayn era a casa, spaparanzato sul divano mentre sul suo petto fasciato solo dalla canotta nera teneva il suo piccolo fagiolo. Era innamorato di quel piccino, e guai a chi lo toccava. Joshua dormiva appoggiato al suo cuore e non poteva essere più felice della piega che aveva preso la sua vita. Sorrise il moro, afferrò il cellulare e gli stampò un bacio sulla piccola testolina e scattò la foto mandandola a Gen. "We miss you."
Quando a Genèvieve arrivò il messaggio sorrise così apertamente che costrinse la sua migliore amica a guardarla in modo strano, alzando un sopracciglio.
«Il principe azzurro ti ha scritto?» esclamò Ish ironicamente. Lei era così da sempre, ironizzava su tutto. In realtà era veramente felice per Gen, sapeva dalla prima volta che ci era stata insieme che la sua amica era già cotta di quel ragazzo dalla pelle mulatta di cui, mille e mille volte, aveva scritto sul suo giornale.
«Mi ha mandato una foto di lui e Jo.» le rispose lei, piegando l'ennesima tutina del bambino per poi posarla dentro la valigia. «Comunque non riuscirai a distrarmi.» continuò guardandola con un sorrisino inquietante. «Allora, com'è che sei andata a letto con Styles? Risparmiati la scusa del vino, reggi l'alcool quanto un uomo grande Weeg!» Ish rise tranquillamente per poi buttarsi di schiena sul letto della mora.
«È veramente un Dio! Cazzo, sarà pure un mocciosetto di vent'anni ma fa delle cose con quella ling-»
«ZITTA!» urlò Gen interrompendola. «Dio, sei sicura di non essere uno scaricatore di porto?»
«Sei tu che sei schizzinosa, anche se poi a letto farai le peggio cose.» rise di nuovo Ishibeel vendendo Genèvieve colorarsi di rosso.
Gen scosse più volte la testa e si morse il labbro quasi a sentire il gusto del sangue sulla lingua. Guardò Ish che sognante sicuramente stava ripensando alla nottata passata in compagnia di Harry Styles, la persona di cui sapeva così tanti pettegolezzi, il ragazzo di appena vent'anni che faceva stragi di cuore.
«Beh, mettila così: l'ho fatto solo per lavoro. E poi non dire che non sono professionale.» disse scoppiando a ridere. Poteva davvero parere male se qualcuno che non conoscesse le circostante avesse potuto sentire.
«Dio mio, Ishibeel Weeg.» disse la francese arrossendo tantissimo. Forse erano ancora gli ormoni in subbuglio ma adesso certi argomenti le mettevano imbarazzo. Ish la spinse appena.
«Ma ti vedi? Sei più rossa dei capelli della mia sorellastra. -sbuffò- Ti ricordo che qualcosa hai dovuto fare per farti ingravidare dal tipo pakistano.» la stuzzicò la giovane irlandese sapendo che la sua soglia di sopportazione era davvero basta.
«Ma non ho spalancato le mie gambe per farci intrufolare la lingua!» sputò per poi arrossire ancora di più. Ishibeel scoppiò a ridere e si portò la mano alla pancia sbellicandosi davvero. Poi la strinse a se e l'abbracciò fortissimo.
«Miss Finesse ti voglio bene!»

Quando finirono di sistemare tutto e portando ogni cosa in macchina, Gen non si aspettava minimamente di vedere casa di Zayn invasa da altri quattro ragazzi con gli ormoni in subbuglio che facevano strani versetti al bambino che comunque rimaneva sul petto di Zayn che non aveva intenzione di darlo a nessuno. Harry scosse la testa e finalmente riuscì a prenderlo e lo strinse a se.
«Lo posso conoscere anche io il mio nipotino?» esclamò Niall buttandosi sul divano accanto al moro per poi alzare la mano a mo' di saluto mentre Louis e Liam aiutavano le due ragazze a portare dentro i bagagli. Ish si guardò attorno e scosse la testa.
«Pakistano, non è che adesso te ne stai con le mani in mano. Aiuta Gen o ti smerdo.» disse facendo l'occhiolino ironicamente.
«Se trovo un capello fuori posto a Joshua vi uccido.» disse il moro lanciando un'occhiataccia di fuoco a tutti i ragazzi. «Vengo con te in camera.» disse poi guardando Genèvieve.
«Magari però sta volta non venire dentro, eh!» gridò Louis dal divano in pelle nera ricevendo un cuscino in piena faccia dal moro e qualche offesa borbottata da parte di Gen.

Quando i due salirono nella camera del moro, Harry iniziò a fare il solletico al piccolino che se la rideva bellamente steso sulle sue cosce, quest'ultimo aveva gli occhi a cuoricino mentre osservava il piccolo Malik.
«Hazza ma questi graffi?» chiese Niall sghignazzando quando Ish quasi si affogò con il bicchiere di coca-cola che stava bevendo. Harry alzò lo sguardo verso Ish che stava cercando in tutti i modi di non scoppiare a ridere. Si chiedeva come fosse possibile che si imbarazzasse lui mentre lei era tranquilla come se in realtà stessero parlando di cosa avrebbero mangiato quella sera.
Ish finì di bere il suo bicchiere e si morse il labbro per poi prendere tra le braccia il piccolo nipotino. Sorrise accarezzandogli i capelli neri ritti sulla testa, sicuramente Zayn li aveva acconciati in quel modo dopo avergli fatto il bagnetto.
«Sarà che al vostro amichetto piace il sesso selvaggio, ragazzi.» disse tranquillamente dando il ciucciotto al bambino che stava sbadigliando.
«Signorina Weeg, non immaginavamo potesse essere così focosa tra le lenzuola.» disse Liam passandosi una mano tra i capelli rasati ai lati. Ish alzò le spalle e sorrise sorniona.
«Mi dispiace, Mr. Payne di averle fatto cadere la mia immagine da pura e casta.» Harry ridacchiò e spalancò le braccia scuotendo successivamente la testa, non poteva credere quanto fosse tranquilla.
«Tu? Casta? Quasi non te lo mangiavi.» disse il riccio un po' rosso facendo ridere sguaiatamente Niall che iniziò a battere le mani divertito, come anche Liam e Louis.
«Non mi pare tu ti sia risparmiato, Harry Styles. E mi pare che l'idea di rimanere da te per fare sesso sia stata la tua, no?» lo freddò.
Genèvieve, che nel frattempo si era messa con Zayn ad ascoltare quel punzecchiarsi dei due, uscì da dietro il muro che li stava nascondendo.
«Ordiniamo la pizza?» chiese facendo finta di nulla in modo da far terminare quel battibecco in corso, andando poi da Ishibeel facendosi passare Joshua per poterlo allattare.

 



 

Okay, scappo a fare la valigia belle ragazzuuole!
Ditemi cosa ne pensate :)
Love ya!
Sheeva .xx

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Capitolo 7
*** 7 ***



 

7.


 

 

Era l'ultimo giorno di riposo per Zayn. Il giorno dopo avrebbe dovuto lasciare il suo letto, le braccia di Genèvieve e allontanarsi dal piccolo scricciolo che non smetteva di coccolare per registrare un nuovo video musicale, cosi quella giornata l'avrebbe portata al ristorante. Erano le sette di sera quando uscirono di casa, Zayn caricò il passeggino e Joshua in macchina e, una volta seduto al posto di guida, partirono.
«Come hanno fatto a sapere che dovevamo venire qua?» chiese Gen una volta uscita dall'auto vendendo almeno una decina di ragazzine scattare foto e lanciare gridolini ad ogni spostamento del ragazzo al suo fianco.
«Non ne ho idea Gen, mi dispiace. Se vuoi ce ne andiamo, siamo ancora in tempo.» le prese la mano lui.
«No, non importa. -Genèvieve si passo stancamente l'altra mano sul viso.- Tanto prima o poi avrebbero scoperto il nostro stare insieme, giusto? Ho solo paura per Joshua, se tutto quel casino lo spaventa e lo svegliano giuro che divento una iena Zayn!» esclamò alzando leggermente la voce sulla frase finale.
«Avresti tutto il mio appoggio» le sussurrò il moro, avvicinandosi poi a baciarle dolcemente quelle labbra. Durante il bacio -anche se avevano gli occhi chiusi- riuscirono comunque a vedere i flash delle macchinette fotografiche triplicarsi, facendo così sbuffare Gen.
«Sono già stufa prima ancora di fare un passo nella loro direzione.» si lamentò come una bambina piccola. «E per la cronaca, credo di esser appena diventata cieca!» ironizzò facendo scoppiare a ridere di cuore Malik.
Dopo una lunga lotta per poter entrare nel ristorante senza far svegliare Joshua, impresa fallita completamente, si sistemarono al loro tavolo. Genèvieve prese il piccolo in braccio per poterlo allattare e notando come Zayn girava la testa a destra e a sinistra con le sopracciglia corrucciate, si domandò cosa stesse succedendo.
«Che c'è?» gli chiese dando voce ai suoi pensieri.
«Credo che finché dovrai allattarlo al seno ti terrò barricata in casa.» rispose seccato il moro, lanciando l'ennesima occhiata di fuoco ad un uomo che stava guardando la ragazza di fronte a lui. Gen trattenne una risata solo per non dar fastidio al piccolino che stava bevendo il latte. «Gen sono serio, non c'è tipo.. che so, una stanza apposta per allattare i bambini?» domandò serio. Non resistette più e si lasciò scappare un risolino spensierato.
«Stai tranquillo, si è già addormentato idiota.» disse lei aggiustandosi la maglietta e appoggiando delicatamente Joshua nella carrozzina di fianco a loro. Coprendolo poi con la copertina verde di pile che Niall le aveva regalato la sera precedente; 'il verde è il colore primario dell'Irlanda, deve avere qualcosa che mi rappresenti così da non dimenticare il suo zio preferito.

Zayn versò del vino alla ragazza e successivamente lo versò anche nel suo bicchiere accompagnandolo al cibo che aveva davanti al naso. Non parlava, si limitava a guardarsi intorno nella speranza che nessun paparazzo fosse riuscito ad entrare. Erano passati circa quattro mesi e lui si era davvero abituato ad avere il bambino tra le braccia, a sentirlo piangere la notte e prendersi cura di lui quando Gen non aveva la forza di alzarsi dal letto. Non voleva lasciarlo, non voleva lasciarli. La ragazza poggiò la mano su quella di Zayn e successivamente la carezzò appena.
«Non parli molto questa sera.»
«Non ne ho voglia.» si limitò a dire il ragazzo «Domani devo partire con i ragazzi e vi lascio soli e.. Non mi va'.»


 

***


 

I ragazzi erano partiti da qualche settimana e, tutti e cinque, erano seduti nella sala dove si stava concludendo l'intervista radiofonica per pubblicizzare il loro secondo film. Zayn, dopo che l'uomo aveva finito le sue mille domande sulla sua vita privata, si alzò da quello scomoda poltroncina e, seccato per aver visto una foto di Joshua e Gen su un giornale in prima pagina, uscì dall'edificio per fumarsi la sua benedetta sigaretta. Sicuramente non si aspettava che una Perrie Edwards, abbastanza imbarazzata, stesse appunto cercando di entrare dentro lo stesso edificio finendo poi per scontrarsi con Zayn.
«Ehy, scusa non ti avevo visto» disse lei, continuando a guardare gli occhi di quel ragazzo che qualche mese prima guardavano solo lei.
«Perrie» disse sorpreso e imbarazzato allo stesso tempo il moro. «Tranquilla, sono io che non stavo guardando.»
«Come stai?» domandò lui spezzando quel fastidioso silenzio che si era venuto a creare.
«Tutto bene, sai.. penso solo al lavoro adesso.» scrollò le spalle, cercando di fare un sorriso che sembrasse vero. «Tu?»
«Bene, mi sono innamorato di mio figlio e ci stiamo provando io e Genèvieve.» disse per poi spalancare gli occhi. «Cioè, oddio scusami. Forse non dovrei venire a dirle a te queste cose. Mi disp-»
«Tranquillo!» lo bloccò Perrie ridacchiando. «Sono felice che voi ci stiate provando, davvero. Quel bimbo merita una famiglia vera.» sorrise amaramente lei.
Un flash li accecò, facendo di conseguenza sbuffare il moro che, prendendo la mano della bionda, la spinse dentro il palazzo, evitando così di essere paparazzati insieme.
«Dio che palle! Non ho più un attimo di tranquillità, sono sempre ovunque!» si lamentò di nuovo Zayn facendo ridere Perrie.
«Zayn, ti va di andare a prendere un caffè insieme. Mi racconti un po' la vita da papà.» sorrise.
«Certo, avverto gli altri e andiamo.»


 

***



Ishibeel aveva il suo telefono appoggiato tra la spalla e l'orecchio e stava finendo di rileggere l'articolo che il nuovo apprendista aveva lei lasciato sulla scrivania. Avevano assunto nuovo personale, avevano rinnovato le rubriche del periodico e anche la grafica che aveva curato personalmente insieme agli addetti del design.
«Non m'importa se hai altro da fare. Ho bis-» si bloccò quando vide una foto comparire al lato dell'articolo. Zayn e Perrie che si tenevano la mano in un luogo poco frequentato, quasi intimo. La domanda era: perchè Zayn era con quella che sarebbe dovuta essere sua moglie? «Ti chiamo dopo.» liquidò la persona al telefono in un batter d'occhio e si dedicò alla lettura dell'articolo di un'altra testata giornalistica. Genèvieve non avrebbe dovuto sapere nulla di tutto quello, sarebbe andata fuori di testa, per questo se ne sarebbe occupata lei personalmente. Alzò nuovamente la cornetta e digitò il numero per chiamare la sua segretarie.
«Ho urgente bisogno per un biglietto aereo per Boston, entro stasera Meg.» disse senza dare modo alla donna dall'altra parte del telefono per poi uscire dal suo ufficio in tutta fretta. Era incazzata con quel deficiente pakistano e se avesse fatto del male a Gen, l'avrebbe pagata cara. Prese il suo cellulare e senza pensarci fece partire la chiamata verso l'ultimo numero che aveva tra le chiamate ricevute.
«Hai idea di che ore siano qua?» la sua voce roca ed assonnata le squillò nell'orecchio.
«Hai idea di quanto male potrà sentire il tuo amico pakistano appena arriverò lì da voi?» sbottò la ragazza salendo sul taxi che l'avrebbe riportata a casa per preparare al volo,la sua valigia. Lesse la mail della prenotazione del biglietto nell'altro cellulare che teneva solo per il lavoro, mandò un sms a Gen dicendo che aveva avuto un viaggio di lavoro.
«Credevo che fossi violenta solo per me.»
«Mr. St-» si bloccò notando l'uomo rizzare le orecchie «Ragazzino, dì a Malik che è un uomo morto.» disse per poi staccare e prepararsi per il viaggio improvviso.

Zayn era davvero spaventato da Ishibeel. Era entrata come una furia, lasciando cadere anche Paul e Preston che avevano cercato di trattenerla, ma Harry aveva detto che la conosceva e che era tutto a posto.
«Che diavolo ci fa qua la Weeg?» disse Liam passeggiando per l'enorme suite con una ciotola di cereali tra le mani mentre mangiava, ma la ragazza non vedeva nessun altro in quella stanza se non Zayn. Era arrivata da nemmeno due ore, non aveva fatto una doccia, era stanca e si era piazzata davanti al moro puntandolo col dito.
«Ti uccido.» disse per poi piantargli senza pensarci due volte una cinquina sul volto. Zayn indietreggiò appena finendo contro la parete dietro la sua schiena
«Ishibeel, che.. Che hai?» chiese tenendosi una guancia.
«Perrie? Di nuovo? Sai come la prenderà Gen appena vede quelle foto?»
«Posso spiegar-»
«Oh sta zitto!» urlò Ish rossa di rabbia. «Sei un pezzo di merda, hai un figlio Cristo!» continuò ad alta voce avvicinandosi di nuovo a Zayn, pronta per dare il secondo schiaffo in pochi secondi, quando Harry la prese in spalla allontanandola da lì.
«Styles mettimi giù, adesso!» gridò istericamente mentre scalciava.
«Shh, piccola. Adesso ti calmi» gli disse lui sghignazzando, mentre con nonchalance gli batté la mano sul sedere. Ridendo fragorosamente mentre la sentiva grugnire infuriata. Harry la guardava mentre Ishibeel aveva acceso una sigaretta dentro la stanza del riccio che subito gliela sfilò dalle dita e la spense dentro il portacenere.
«Se quel bastardo crede di passarla liscia, si sbaglia di grosso.
— disse lei indicando con il dito la stanza accanto- Appena Gen verrà a conoscenza di quelle foto gli farà un culo grande quanto tutta Boston.» disse lei scuotendo la testa e gettandosi a peso morto sul letto del riccio che la guardava con un sorrisetto da far smuovere i nervi. Sbuffò lei e chiuse gli occhi.
«Ti sei calmata?»
«No.» Harry scoppiò a ridere e la raggiunse sul letto, salendo dalla parte opposta a quella della ragazza. Si mise in ginocchi e successivamente le massaggiò le spalle cercando di farla rilassare.
«Potrei fare qualcosa per farti distendere i nervi?» sussurrò appena al suo orecchio.
«Andare a fanculo, per esempio. Styles ti ho sempre detto che la tua presenza mi urta?» domandò lei con tono retorico per poi aprire gli occhi. Si alzò dal letto e diede una ravvivata ai suoi capelli.
«Dove vai?» Ishibeel lo guardò con la mano sopra la maniglia della porta.
«In camera mia a fare una doccia.» Harry sorrise e si more il labbro facendola decisamente impazzire.
«Vieni stasera con noi in un locale?» Ishibeel annuì, infondo bere un po' non avrebbe fatto male.


 

***



Genèvieve sbuffò appena lesse il messaggio della sua amica. Dovevano uscire insieme quel giorno, ma dovettero rimandare per un viaggio improvviso di Ishibeel. Una volta messo un cappottino un po' più pesante a Joshua e messo sulla carrozzina, uscì da sola per una passeggiata, sperando di non imbattersi in fotografi o ragazzine urlanti pronte a strapparsi i capelli per avere una qualsiasi informazione sui ragazzi. Assicuratasi di non essere seguita da quest'ultimi, andò direttamente in un piccolo bar, di fronte casa dove facevano -a suo parere- il cappuccino più buono al mondo.
Si mise seduta sull'unico tavolino libero. Mentre stava aspettando la sua ordinazione, presa dalla noia, afferrò una rivista di gossip poggiata lì vicino lei e iniziò a sfogliarla piano e svogliatamente. Tanto, c'erano scritte sempre le stesse cose: calciatori che si stavano per sposare, qualche news sulla Royal Family e un rumor sulla possibile seconda gravidanza di Kate Middleton, consigli su come rendere l'intimità più piccante ed anche cose che Gen avrebbe preferito non leggere.
"Ritorno di fiamma per il neo papà Zayn Malik degli One Direction e Perrie Edwards delle Little Mix?". Al di sotto di questo titolo c'era una foto di lui che le teneva la mano, spingendola verso l'ingresso di un edificio. A Gen mancò il fiato per qualche secondo, iniziarono a tremarle e sudarle le mani con le quali, adesso, stava accartocciando quel giornale e, senza nemmeno aspettare di bere tutto il cappuccino, lasciò qualche sterlina per il conto sul tavolo e tornò velocemente a casa sua. Si stese sul letto, accanto al piccolo che giocava con il suo piedino mentre guardava la sua mamma che lacrimava sorridendo amaramente. Odiava il fatto che Joshua gli assomigliasse così tanto in quei momenti. La suoneria del suo cellulare la fece sobbalzare, facendole poi allungare il braccio destro per prenderlo. Sul display lampeggiava ripetutamente il nome di Zayn e, prendendo un respiro profondo, gli rispose.
«Pronto?» fredda, gelida come il ghiaccio.
«Ehy, perché a casa non rispondi?» chiese lui tranquillamente, facendo finta di non aver fatto caso al suo tono scocciato.
«Perché sono tornata al mio appartamento.» gli rispose facendo crollare il silenzio per almeno un minuto.
«Hai visto la foto sul giornale vero?» sospirò scuotendo la testa. «Non devi credere a quello che leggi Gen, non è quello che stai pensando.»
«Ah no?» rise «E com'è? Perché io penso che tu stavi tenendo per mano la tua ex quasi moglie e la stavi portando dentro un edificio.. che so' almeno era un albergo?»
«Eravamo in radio, non era un albergo ne nient'altro.»
«Ah vi piacciono i posti strani? E che avete fatto sentiamo, vi siete chiusi in uno sgabuzzino? Oppure su una di quelle poltroncine nella sala delle interviste?» continuò scherzando, ma sentendo un dolore allucinante al petto. «Zayn non ti ho mai chiesto nulla, sei stato tu a decidere di volerci provare ma almeno non prendermi per il culo!» alzò la voce, controllando che Joshua non si fosse spaventato.
«Non ho fatto un cazzo Genèvieve, smettila di dire stronzate!» urlò di rimando lui. «Ero uscito per fumare una dannata sigaretta e lei si è fermata a salutarmi abbiamo parlato finché lei non ha chiesto di andare a prendere un caffè insieme e abbiamo parlato solo di Joshua! Di te e di nostro figlio!» continuò ad urlare.
«E perché le tenevi la mano?» chiese ancora Genèvieve, con il tono di voce un po' più basso adesso.
«Perché c'erano i fotografi» parlò piano anche lui. «E la stavo spingendo là dentro per evitare questa discussione inutile, appunto.» crollò nuovamente il silenzio per altri minuti, dando modo alla ragazza di riflettere qualche minuto. «Fidati di me Gen, per favore. Lo so che è difficile farlo, considerando che quando io ho incontrato te per la prima volta stavo tradendo Perrie, ma ti giuro, te lo giuro sulla mia vita, non farei mai del male a te e non farei assolutamente qualcosa che possa far soffrire minimamente Joshua.» continuò lui, sussurrando quelle frasi dolcemente. Genèvieve sospirò, per poi sorridere appena accarezzando una guancia paffutella del fagottino steso accanto a lei che si era arrotolato nella maglia di Zayn, probabilmente sentendo il profumo del suo papà.
«Manchi a JJ e.. anche alla mamma.» sussurrò. E Zayn capì che gli credeva, si era fidata della sua parola. «Sta abbracciando la tua maglietta, sente il tuo odore.» ridacchiò teneramente. A Zayn gli si inumidirono gli occhi.
«Mancate tutti e due anche a me, dagli un bacio da parte mia.»


 

***




Ishibeel era da sempre stata un animale da festa. I locali erano sempre stati il suo rifugio e l'alcool un valido compagno per passare allegramente le serate senza esagerare fin troppo. Aveva preso un bicchiere di tequila e lo aveva buttato giù di un sorso, facendo sorprendere Niall che non era completamente a conoscenza delle sue origini irlandesi. Louis ballicchiava assieme a Liam vicino al divanetto ed ogni tanto i tre facevano fotografie con qualche fan che li aveva riconosciuti. I tre perchè Zayn era rimasto in hotel mentre Harry si era perso nella pista da ballo assieme ad una sua amica fin molto conosciuta da Ishibeel: Kendall Jenner. Quasi diciannovenne, magra quanto un grissino e così insipida da far invidia agli spaghetti di soia del cinese. Niall le colpì delicatamente il costato avvolto da un vestitino bordeaux e le offrì un bicchiere con del liquido rosso.
«Vodka fragola e lemon soda, qualcosa di leggero ci vuole, non crede Miss Weeg?» disse l'irlandese con le scocchette rosse sulle sue guance. Ishibeel rise e lo guardò mandandone giù un sorso.
«Puoi chiamarmi anche Ishibeel.» si passò la lingua tra le labbra per poi notare come Harry si strusciava e baciava quella ragazzina.
«Lo sai che te lo sta facendo apposta?» disse Niall assaporando il suo drink. Ishibeel arrossì e continuò a bere in silenzio.
«I-Io credo di andare, sono abbastanza stanca.» disse «Grazie Niall.» finì dandogli un bacio in guancia per poi prendere la sua pochette di pelle nera e farsi spazio nella mischia. Per sbaglio diede una spallata alla ragazza in compagnia del riccio che la fermò chiedendole spiegazioni.
«Che problemi hai?» domandò Kendall mentre Harry le guardava. Notò come gli occhi di Ish si incendiarono e ancora una volta era pronta a dare di matto come qualche ora prima.
«Che problemi hai tu, ragazzina?» disse l'irlandese.
«Ishibeel, andiamo.» mormorò Louis trattenendola le il braccio dato che si era avvicinata fin troppo alla Jenner.
«Allora, ti ha mangiato la lingua Harry Styles?» Kendall si avvicinò abbastanza al petto di Harry e Ish cercò di trattenersi. Improvvisamente si sentiva in fiamme, rodere decisamente per quel ragazzino.
«Vattene che è meglio. Puttana frustrata che per sentirsi realizzata scrive merdate sul suo giornaletto da quattro soldi.» disse Kendall, e in quel momento Ishibeel non riuscì a trattenersi e tanto meno Louis, Liam e Niall riuscirono a tenerla dal prendere la Jenner per i capelli. Era tutta colpa di Harry Styles se era ritornata in hotel con un livido in un occhio.

Stesa a letto a pancia sotto, un busta di ghiaccio sull'occhio e la luce dell'abatjour ad illuminare la stanza mentre la tv le faceva compagnia. MTV era da sempre il suo canale preferito. Sentì qualcuno bussare alla sua porta ma non si alzò sapendo che sicuramente era quel riccio deficiente perfetto nella sua camicia grigia a pois neri, giacca nera e skinny jeans del medesimo colore.
«So che sei sveglia, Ish. Apri questa porta.» disse dall'altra parte la voce abbastanza alticcia del riccio che era sicuramente tornato in quel momento da qualsiasi parte fosse poco prima. Ish si alzò, dato che stava quasi per sfondare la porta e l'aprì rimanendo sull'uscio di essa.
«Hai sbagliato stanza, quella di Kendall è al Four Season.» disse lei facendo per chiudere la porta, ma Harry lo impedì riuscendo anche ad entrare.
«Beh, ma la persona che m'interessa alloggia al Plaza, esattamente in questa camera.»
«Vaffanculo, Harry.» disse lei ritornando a letto e coprendosi fin sopra il naso, rimise la busta di ghiaccio e sentì un po' di sollievo.
«Perché l'hai colpita?» domandò lui.
«Perché non permetto ad una mocciosa di darmi della fallita, non m'importa di quello che ha detto. Lei è meno dello zero per me.» spiegò la ragazza chiudendo il televisore. «Quindi, adesso vai in camera tua che devo riposare.»
«Voglio riposare con te.» disse Harry togliendo le scarpe, e spogliandosi del tutto «Mi fai un po' di spazio?»
«Non fidarti.»
«Sei sexy comunque, anche con un occhio viola.» disse lui infischiandosene di ciò che la ragazza aveva detto e stendendosi su di lei, facendole compagnia tutta la notte.

 


 

OCCHI A ME!
Questo è un capitolo IMMENSO, quindi spero di esser riuscita a farmi perdonare per quello che vi dirò!
Tra due giorni parto per Londra, quindi il prossimo capitolo non sarà pubblicato Mercoledì ma Giovedì sera o Venerdì!
Anyway, come sempre ditemi che cosa ne pensate :3
Alla prossima bellezze!
Un bacione,
Sheeva .xx

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Capitolo 8
*** 8 ***


 


 

8.

 

 

«Harold.» gemette Ishibeel cercando di non urlare, mentre lentamente le sue mani si erano intromesse tra i suoi capelli mossi. Il riccio non parve curarsene e continuò a baciarle il seno lasciato libero dalla camicetta che Harry le aveva strappato da dosso, Le aveva alzato la gonna fino al bacino e con le sue mani esperte e coperte da qualche anello aveva iniziato a sfiorarle la pelle liscia a profumata. Ishibeel lo strinse ancora più a se, nonostante fosse consapevole che loro due non avrebbero dovuto essere insieme quella sera, nello studio di registrazione completamente isolato. Loro, non avrebbero dovuto continuare a fare sesso, dopo quella loro prima volta, ma tutto stava prendendo decisamente una piega differente. Lei sganciò la cintura nera del ragazzo e lo fece alzare appena per farli scendere lungo le sue gambe scolpite, stessa cosa fece con l'intimo.
«Dovremmo smetterla.» disse lei lasciando che Harry si facesse spazio in lei non curandosi ancora una volta di ciò che la ragazza stesse dicendo. Ish inarcò la schiena e si aggrappò ad Harry, lasciandogli condurre per una volta le danze per qualche minuto. Con una mossa veloce fece sedere Harry sul divano e lei a cavalcioni su di lui, non riusciva a staccargli le labbra dalle sue. Le assaporava pian piano, lentamente. Harry sorrideva soddisfatto per poi pizzicarle la natica, facendola protestare.
«Allora avevo ragione, sei sexy nei tuoi abiti d'ufficio Miss Weeg.» sussurrò lui con voce roca. Le tolse i capelli da davanti gli occhi e successivamente le lasciò un bacio sulle labbra. Forse quello era il momento adatto per dirle quella cosa. Stavano entrambi per arrivare al culmine quando dalle labbra di Harry uscì un soffocato «Sto con Kendall.»
Ishibeel si fermò e in pochi attimi scese dalle gambe del ragazzo. Credeva di non aver capito, molto probabilmente le stava dicendo qualche altra cosa, ma lei aveva la mente annebbiata dal piacere. Deglutì guardando Harry che aveva abbassato lo sguardo, si era rivestito nonostante il suo stato fisico. Lei fece lo stesso, frettolosamente sentendosi schifosamente usata. Ma infondo cosa si aspettava da Harry Styles? Ci era cascata con tutte le scarpe a quelle lusinghe.
«Ish.»
«Devo andare.» mormorò lei sistemandosi la gonna e la camicetta, cercò una forcina dentro la borsa e legò i suoi capelli, infilò le scarpe col tacco nonostante le gambe continuassero a tremarle per l'eccitazione e successivamente afferrò la sua giacca facendo per andare via, ma Harry la bloccò.
«Ish, non fare la stupida.»
«La stupida, Harry? Sul serio?» disse lei abbassando lo sguardo totalmente scazzata «E' stata una stronzata sin dall'inizio. Non dovevamo iniziare una cosa così.» finì.
«Non voglio smettere di fare sesso con te.» disse lui avvicinandosi a lei per sfiorarle il volto. La stava prendendo in giro e lei non lo accettava.
«Lasciami andare.»
«No, volevo solo essere onesto con te.» fu lì che Ish non riuscì a trattenersi e gli lasciò un ceffone sul volto.
«Sei stato meschino, io non sono la tua puttana.» scosse la testa «A mai più, Mr. Styles.» disse uscendo di fretta e furia dall'edificio lasciandosi sfuggire una lacrima.


 

***




«Genèvieve, non rompere okay?» la mora sentì dall'altro capo del telefono la sua miglior amica urlarle contro al suo ennesimo tentativo di convincerla ad andare alla cena che avevano organizzato da loro. Gen sbuffò, mentre guardava Harry e Zayn dall'altra parte del vetro che stavano giocando e ridendo invece che cantare. Stavano allo studio di registrazione per il nuovo album.
«Sei la madrina, è il primo mese del bambino, dovresti aiutarmi anzi a fare la cena.» disse lei sospirando appena per poi dare una controllata al piccolino.
«Te l'ho detto, non mi va. Non sono dell'umore giusto.»
«Tranquilla che Harry per il tuo articolo non ha detto assolutamente nulla. Cioè si è un po' incazzato, ma nulla.» disse Gen. Ish sospirò pesantemente e chiuse lo sportellino del suo portatile.
«Senti Gen, davvero mi piacerebbe venire. Sono sommersa di lavoro, non ho voglia di stare con degli pseudo-uomini per quanto mi piaccia stare con te e il bambino.» cercò di trattenersi dal dire cose brutte nei confronti del riccio che nonostante tutto continuava ad essere nei suoi pensieri.
«Se cambi idea, sai dove trovarci. Ti voglio bene Ishy Ish!» disse Gen per poi staccare la chiamata. Sapeva che nascondeva qualcosa, e lo avrebbe scoperto. Riportò lo sguardo aldilà del vetro vedendo che finalmente sia Harry che Zayn avevano ripreso a cantare seriamente mentre lei li guardava imbronciata. Malik la guardò con le sopracciglia corrucciate, posando il microfono sulla sua sedia e uscendo nel balcone da lei. L'abbracciò da dietro, posandole un bacio sul collo e sorridendo soddisfatto quando sentì la pelle d'oca sotto le sue labbra.
«Che succede?» sussurrò lui continuando a baciarle il collo e la spalla.
«Ishibeel non verrà alla festa per Joshua – si imbronciò ancora di più, voltandosi davanti a Zayn e appoggiando la fronte sulla sua spalla mentre lui la teneva stretta a sé. - È la sua madrina e la mia migliore amica, non può non venire a festeggiare il primo mese di JJ.» concluse sbuffando.
«Probabilmente non vuole vedere Harry dopo quello che è successo» provò lui, scrollando le spalle.
«Perché che cosa è successo?»
«Non te lo ha detto?» chiese confuso lui. «Dopo che Ish e Harry sono stati insieme lui gli ha confessato di star frequentando Kendall ma contemporaneamente non voleva smettere di fare sesso con lei. È un idiota.»
«Sbagliato. Non è un idiota.. è proprio uno stronzo!» esclamo partendo in quarta per andare a prendere a calci in culo quel demente di Styles.
«Aspetta, prima stai con me. – la riprese delicatamente per un braccio. - poi lo puoi anche uccidere.» concluse, lasciandole un bacio che di casto aveva ben poco, iniziando poi mordicchiare il collo fine di lei, che già stava trattenendo qualche piccolo ansimo.
«Z-Zayn, siamo in un balcone, sotto ci sono più di mille fans a guardarti e di là dal vetro ci sono i ragazzi che ci possono vedere.»
«Hai ragione» annuì lui, lasciandole un leggero bacio a stampo prendendola per mano e iniziando a correre all'interno dell'edificio, passando davanti ai ragazzi che guardavano la scena divertiti.
«Ma dove correte?» gridò Liam guardandoli confuso, mentre i due maratoneti ridevano divertiti diretti nel camerino del pakistano.
«Liam lascia perdere, quando sarai più grande capirai.» disse Niall facendo ridere gli altri e abbracciando il povero Payne che si era imbronciato dalla presa in giro.


 

***




C'era poca gente quella sera nella casa di Zayn. I genitori di lui, le sue sorelle e poi i ragazzi. Nessuno si più. Niente celebrità, niente amici, solo loro. Gen era a disagio, Trisha continuava a guardarla nonostante avesse ammorbidito il suo astio nei suoi confronti.
«Allora bella donna, sei in ansia per la futura suocera?» Gen sobbalzò, non aspettandosi di avere il riccio dietro di sé.
«Fanculo Styles. Vieni con me.» lo trascinò nel giardino chiudendosi la porta alle spalle. «Sei un pezzo di merda!»
«Che ho fatto?» chiese allora Harry, sbarrando gli occhi dopo lo schiaffo dato da Genèvieve.
«Il coglione! Cosa ti passa per quel cervello menomato di stare in una relazione con Kendall Jenner per poi pretendere di continuare ad andare a letto con Ish?» cercò di non urlare lei.
«È complicato, non sapevo cosa fare e ho accettato di provarci con Kendall. Ma non voglio smettere di vedere Ish» borbottò il riccio ricevendo subito dopo un'altra cinquina da parte della mora. «La smetti di tirarmi le manate?» alzò leggermente i toni.
«Oh Styles, ringrazia che ti tiro solo quelle! Chiama Ishibeel, chiedile scusa per il tuo essere così cazzone e falla venire qua, subito! È per te se lei adesso non è qui a festeggiare Joshua!» urlò di rimando Gen, entrando in casa e sbattendo la porta, andando a sedersi vicino Zayn che stava giocando con JJ e sua sorella minore, Safaa.

Harry si morse il labbro girando il calice di vino che aveva tra le mani. Niall parlava con la sorella di Zayn, Yaser stava con il moro mentre Louis e Liam stavano arrivando con le loro ragazze. Forse aveva ragione Gen, doveva chiedere scusa ad Ishibeel per come l'aveva fatta sentire. Prese il suo cellulare e le scrisse un sms.
Get ready. I'm coming to pick you up, darling.” Le scrisse per poi entrare in casa, poggiare il bicchiere sul tavolo e far capire a Gen con un'occhiata loquace che sarebbe andato a prenderla seduta stante. Sperava rispondesse, ma non lo fece. Mise il suo cappotto verde di Burberry, aggiustò i suoi capelli e disse semplicemente che sarebbe tornato prima della cena. Si fece dare le chiavi della sua Porche nera e successivamente montò in auto, dirigendosi verso casa si Ishibeel. Quasi fremeva, e quando il suo cellulare vibrò sentì il suo cuore sussultare, ma ne rimase deluso quando il nome che comparve dal mittente del messaggio non era lei. Kendall gli aveva mandato il buon giorno. Forse era in Giappone o Australia, non lo sapeva. Arrivò sotto il palazzo dove lei abitava e lanciò le chiavi al ragazzo che stava alla portineria, prese l'ascensore, schiacciò il 15 e si ritrovò successivamente davanti la porta dell'appartamento della ragazza. Suonò. Una, due, tre volte. Stava entrando in paranoia perchè voleva vederla. Suonò di nuovo e quando fece per chiamarla al telefono, la porta si aprì. Dire che ci rimase davvero male era dir poco. Si stava coprendo il seno con una giacca maschile, le labbra rosse e gonfie e i lunghi capelli castani un po' arruffati. Silenzio. Harry assunse subito una faccia abbastanza corrucciata, era fottutamente geloso che qualcun altro stesse toccando il suo corpo.
«Ha sbagliato appartamento, Mr. Styles.» disse lei cercando di chiudere la porta, ma non ci riuscì.
«Chi ti stai scopando?» disse lui cercando di non aggredirla, ma non ci riuscì.
«Non credo che questo sia affar suo. Adesso vorrei poter vivere la mia vita senza stronzi tra i piedi. Arrivederci.» disse lei chiudendo la porta rimanendo però con le spalle contro. Lo sentì urlare, sbattere un pugno contro la porta stessa che la fece quasi sussultare, lo senti imprecare contro se stesso prima che il rumore dell'ascensore le facesse capire che era andato. Ishibeel tornò in camera con gli occhi lucidi e guardò Rick.
«P-Posso restare sola?» disse al suo ex ragazzo per poi entrare in bagno, si svestì completamente e lasciò che l'acqua le colpisse la pelle. Possibile che si fosse innamorata di lui?


 

 

Okay, scusatemi il ritardo ma sono tornata ieri da Londra ed ero veramente distrutta! 
Anyway, ci sono rimasta un po' male per le poche recensioni dello scorso capitolo, non vi piace più la storia? Vi sta annoiando? Veramente ditemi quello che pensate :)
Harry è un vero stronzo mentre Zayn e Genèvieve sono così, così... ashidhcniwd4y!!
Vi lascio che vado a farmi la doccia!
Ringrazio tantissimo tutte quelle che seguono questa storia, vi amo tanto :3

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Capitolo 9
*** 9 ***


 


 

9.

 

 

Ishibeel svogliatamente masticava la sua chewngum e dopo aver chiuso la chiamata con la sua segretaria si lasciò andare sulla sua poltrona bordeaux di pelle. Erano passati sei mesi da quando i ragazzi erano andati in tour portandosi appresso Gen e il piccolo JJ. Sei mesi in cui sentiva la sua amica solo con qualche SMS e la vedeva attraverso gli scatti dei paparazzi che le arrivavano in redazione.
«Miss Weeg, ha visite»
«Non voglio vedere nessuno.» disse rigirandosi verso la porta e notando accanto alla sua segretaria la sua miglior amica decisamente più magra, più abbronzata e i capelli decisamente più lunghi.
«Neanche il tuo figlioccio?» disse la ragazza che teneva tra le braccia il piccolino. Ish sorrise appena e si alzò decisamente felice.
«Vi siete ricordati di Ishibeel?» disse prendendolo tra le braccia. Era bellissimo quel bambino, e sembrava decisamente più grande dei suoi otto mesi, la fotocopia di Zayn.
«Non ti abbiamo scordata, Ish.» disse Gen salutando la ragazza che era uscita dall'ufficio dove lavorava la sua miglior amica.
«Abbastanza. Ti sei girata tutto il mondo si può dire.» disse l'irlandese giocando con la manina del bambino che si guardava attorno stupito. Gen sbuffò e si legò i capelli in una treccia.
«Non sei voluta venire tu per il compleanno della ragazza di Louis.»
«Mh, e ritrovarmi con gente che vorrebbe vedermi con la testa mozzata. No grazie!» Gen sbuffò di nuovo, più rumorosamente.
«Stai simpatica a tutti, non sei venuta a causa degl'Hendall.» disse la francesina mimando le virgolette e quella volta fu Ishibeel a sbuffare.
«Non mi interessa proprio di loro a dire il vero.»
«Non mentirmi, sei la mia miglior amica e ti conosco.» la puntò Gen «Quindi stasera non inventerai scuse e verrai a cena da Niall perchè i ragazzi vogliono vederti.» riprese il bambino tra le braccia e le lasciò un bacio sulle guance
«Alle venti e trenta, e sii sexy.» le fece l'occhiolino e la vide uscire. Quella non era la sua miglior amica e ne era sicura, stare con Zayn l'aveva completamente cambiata.

Ish non aveva avuto altrimenti. Anche cinque minuti prima che salisse sul taxi per andare verso casa di Niall aveva ricevuto un messaggio abbastanza esplicito dalla sua migliore amica: lei non poteva mancare. Avevano tanto, troppo da raccontarsi per quei mesi che erano state così lontane. Non appena si trovò all'indirizzo dato, pagò il tassista e lo ringraziò, scese dall'auto sistemando il suo vestito color corallo che le cadeva perfettamente sulle sue forme e prese un profondo respiro. Era nervosa, davvero fin troppo e questo le dava tanto fastidio perchè lei non era tipo da sentire questo genere di pressioni. Lei era un tipo fin troppo sicuro di se, del suo corpo e del fatto di sapere che gli uomini le sbavavano appresso come lumache. Ma lui sarebbe stato lì quella sera, avrebbe rivisto i suoi ricci scombinati, i suoi occhi verdi e quelle fossette che gli spuntavano quando era soddisfatto. Non era pronta a rivederlo, non dopo il modo drammatico in cui la loro pseudo-relazione era finita. Si fece coraggio e sulle sue Manolo rosse avanzò verso il portone, suonò il campanello e quando sentì la voce dell'irlandese si sentì forse un po' più sollevata. Almeno ci sarebbero stati anche gli altri ragazzi a distrarla, o almeno lo sperava lo avrebbero fatto. La porta era semi-aperta e così entrò mormorando un leggero
«E' permesso?» stringendo le due bottiglie di vino che si era portata appresso per sembrare almeno un po' più gentile di quanto non sembrasse con i suoi articoli. Louis l'accolse in abbraccio facendo le veci del padrone di casa e presentandole finalmente la sua storica ragazza, Eleonor.
«Vieni, stanno tutti in giardino. Liam e Niall stanno bruciacchiando le salsicce.» disse il ragazzo dagli occhi cielo facendo segno di seguirla con le due bottiglie in mano. Ish si pentì già di essere a quella rimpatriata desiderando solo di poter scappare da lì. Quando raggiunse il giardino li vide tutti lì, come il ragazzo aveva prima annunciato, seduti attorno al tavolino in ferro battuto che sgranocchiavano patatine e bevevano del ginger. Ish sorrise e mosse una mano in segno di saluto, raggiungendo poi Genèvieve che stava muovendo il passeggino nella speranza di addormentare Joshua. Zayn si alzò dalla sedia e salutò Ishibeel con un bacio in guancia per poi affiancare Gen.
«Fai mettere Ish a suo agio, a lui ci pensa papà!» le sussurrò all'orecchio per poi lasciarle un sonoro bacio sul collo. Gen afferrò l'amica per un braccio e si recarono nella zona bar del giardino dove l'irlandese aveva anche un frigo per mettere le bottiglie. Ishibeel non si era mai sentita così a disagio, e lui era lì splendido e sorridente. Abbronzato e felice, cosa che le fece scappare un timido sorriso.
«Sapevo saresti venuta.»
«L'ho fatto solo perchè volevo stare un po' con te.» disse Ish guardando l'amica versare il vino nei due calici. Gen portò alla bocca il suo e la guardò.
«E per vedere Harry.» Ish scosse la testa.
«Avevo dimenticato fosse anche nella band, guarda.» Genèvieve si ritrovò a ridere di gusto.
«Ma che bugiarda! -esclamò- Per tutto il tour lo hai tenuto sotto torchio nella tua rivista denominandolo anche Harry cel'hopiccolo Styles, e adesso lo avresti anche dimenticato?»
«Davvero?» disse facendo finta di non ricordare gli articoli che aveva fatto scrivere su di lui e affogando il suo volto nel calice di vino quando una terza voce si aggiunse alla discussione.
«Già, Miss Weeg.» una voce roca e trascinata, quella incredibilmente sensuale che le faceva venire i brividi. Gen guardò prima Harry e poi Ish, decidendo poi di lasciarli soli con la classica scusa.
«Zayn ha bisogno di me. Il bambino... Vado.». Harry le sorrise e prese il suo posto dietro il bancone sul quale Ish era seduta a gambe accavallate lasciando scoperto dal vestito un pezzo di tatuaggio sulla coscia. Il riccio si versò anche lui del vino dentro un bicchiere e ne sorseggiò un po', le si avvicinò e le lasciò un bacio sulla guancia ritornando ad appoggiarsi contro il muro rivestito da pietre. Ish rimase impietrita, in silenzio.
«Come va'?» le domandò incrociando le braccia al petto, mostrando i suoi muscoli più scolpiti.
«Bene.» rispose lei telegrafica cercando di non essere sgradevole in quella conversazione che avrebbe voluto finisse in quello stesso istante.
«Sì, anche io sto molto bene.» disse lui sarcastico, lei alzò le spalle e si morse l'interno del labbro.
«Okay.»
«Resterai tutta la serata qua, da sola?»
«Non credo sia questione che la tocchi in prima persona, Mister Styles.» rispose lei guardandolo in faccia, evitando però di scontrare i loro occhi. Harry roteò gli occhi e poggiò il bicchiere vuoto sul ripiano sbuffando sonoramente.
«Sono affari di quello da cui ti stavi facendo scopare quella sera, allora?» Questa volta fu lei a roteare gli occhi e chiuderli successivamente, strinse il collo del calice tra le sue dita e si trattenne dallo stampargli uno schiaffo in pieno volto.
«Che cazzo vuoi, Harry?»
«Voglio sapere perchè mi hai smerdato per tutta la durata del tour.» disse lui schietto.
«Ho scritto solo la verità, quello che mi arrivava in redazione. Sai come funziona nel nostro mondo.» rispose lei scontrando adesso le sue iridi così verdi e così infuocate. Vide il volto di Harry avvicinarsi sempre più al suo, le mani del ragazzo si posizionarono sul bancone, ai lati dei suoi fianchi e lei non aveva desiderato mai tanto che qualcuno la baciasse, che lui la baciasse in quel momento.
«La verità non è quella e tu lo sai meglio di me.» disse lui sussurrando a pochi millimetri dalle sue labbra «E saperti nuda su di un altro, quella sera, mi ha fottuto il cervello.» Ish strinse i denti cercando di rimanere lucida nonostante quel riccio la stesse provocando sfacciatamente. Poggiò una mano sul suo petto perfettamente delineato e fece una leggera pressione per allontanarlo o non si sarebbe di certo fermata. Una donna come lei attratta da un ragazzino, era inconcepibile ma dannatamente accattivante.
«Peccato che il tuo corpo sia stato fottuto da qualche altra persona.» disse lei per poi scendere elegantemente dal bancone e raggiungendo gli altri che li avevano richiamati per la cena.


La cena era trascorsa per lo meno tranquilla, nonostante le varie occhiatacce eloquenti da parte di Harry, le battute sconce di Niall e Louis, i richiami di Liam e l'amoreggiare continuo di Zayn e Gen. Adesso si trovavano sui divanetti di casa Horan, mentre un piccolo fuocherello al centro riscaldava le loro gambe un po' fredde per via delle fresche serate settembrine. Gen stava allattando il piccolo JJ che non voleva saperne davvero di dormire quella sera e piuttosto voleva continuare a giocare con i suoi zii. Erano tutti già abbastanza alticci e Louis non faceva altro che continuare a voler bere.
«Chissà che gusto ha.» disse guardando Gen per poi spostare il suo sguardo verso Zayn. «Hai mai provato, tu Zayn?» gli domandò poi portando il moro a tirargli un cuscino in faccia facendo scoppiare a ridere il resto dei ragazzi.
«Che diavolo dici, Lou?» lo ripresero Eleonor e Liam scuotendo la testa mentre Gen sorrideva imbarazzata.
«Oh son curioso, secondo me non deve essere male. Cioè, andiamo... E' pur sempre una tetta. E noi uomini amiamo le tette.» Quella volta, El gli tirò un ceffone sul braccio completamente imbarazzata scusandosi con Genèvieve e Ish che forse non era abituata a loro. «Facciamo una gara, chi riesce a bere più shottini al latte corretto con l'alcool?» continuò non curandosi delle occhiate divertite dei suoi amici.
Joshua si era appena addormentato e Zayn, che era l'unico insieme a Ish a reggere di più, lo portò sul passeggino nella camera di Niall.
Le ragazze stavano sistemando i bicchieri per gli shot sul tavolo di cucina mentre il proprietario della casa mescolava il latte con la vodka liscia. Una volta preparato il tutto si schierarono maschi contro femmine.
«Il gioco consiste nel dover bere il maggior numero di bicchieri prendendoli direttamente dalla bocca, senza usare le mani.» mise in chiaro Louis.
«Beh allora possiamo considerare la partita già vinta dalle ragazze. Miss Weeg è una maestra nei giochi di bocca.» sghignazzò Harry, guardando il soggetto della sua frecciatina.
«Oh Mr Styles lei lo sa bene vero? Non è durato più di cinque minuti.» sorrise in risposta Ish. I ragazzi si zittirono guardando verso Harry che aveva improvvisamente mutato la sua espressione da soddisfatto per la sua battuta a tremendamente imbarazzato. Portò alle labbra il suo bicchiere di Negroni e mormorò qualcosa che fece poi scoppiare tutti a ridere.
«Ops, scusa.» disse lei per poi sedersi al tavolo e lasciare che Liam riempisse i bicchierini dando così il via al gioco. Inutile dire che nemmeno a due shot i ragazzi avevano già ceduto. Latte e Vodka non era il mix perfetto per un drink paradisiaco, ma nonostante tutto quello che era riuscito a trangugiarne un po' fu Zayn per i maschi e Ish per le ragazze, ormai tutte troppo stordite dall'alcool. Harry si teneva la testa che pulsava e l'unica cosa che voleva era la bocca della ragazza ovunque sul suo corpo.
Genèvieve aveva la fronte appoggiata al tavolo e strascicava frasi incomprensibili. Zayn vedendola in quello stato la prese in braccio portandola poi nella camera degli ospiti, dove il piccolo Joshua dormiva, e lasciandola scivolare delicatamente sul letto.
«Zayn» biascicò, allungando il braccio per abbracciarlo.
«Dimmi piccola» sorrise lui, spostandole un ciuffo castano dietro l'orecchio.
«Voglio fare sesso con te» ammise, iniziando ad alzargli la maglia nera che stava indossando. Ad ogni lembo di pelle che scopriva lasciava una scia di umidi baci. Zayn sospirò pesantemente quando con l'indice della mano destra giocò con l'elastico dei boxer, abbassandoglieli leggermente insieme ai pantaloni. Le bloccò i polsi, tirandosela sul petto e iniziando ad accarezzarle dolcemente la schiena.
«Sei ubriaca Gen» le baciò la fronte.
«Non sono ubriaca. – borbottò. - Ho un ritardo, di nuovo.» rise sguaiatamente, non rendendosi conto per via del troppo alcool di quello che aveva appena ammesso. Zayn sbiancò irrigidendo tutto il corpo.
«S-Sei incinta? Cioè hai fatto un test?»
«Non lo so, ma t'immagini un nuovo piccolo Malik? Oddio Louis ci sfotterà a vita» rise ancora, mentre il pakistano era sempre più vicino a svenire.
«Gen dormi, per favore. Domani parliamo.» deglutì un paio di volte, cercando di convincersi che magari un altro bambino adesso non sarebbe stata una cosa così brutta.


 

***




Ish salutò Niall ed i ragazzi e disse loro di aver passato una bellissima serata. Uscì dalla casa del biondo e successivamente si mise ad aspettare sul portoncino il taxi che aveva chiamato e che l'avrebbe riportata a casa. Sentì il cancello del garage del ragazzo aprirsi e vide uscire una Range Rover che forse conosceva fin troppo bene.
«Vuoi un passaggio?»
«Non sei in grado di guidare. Non voglio rischiare di morire.» sputò lei acida ritornando a guardare davanti a se. Harry si guardò attorno e spense il motore aprendo la portiera del suo suv, girò le gambe lasciandole penzolare per poi afferrare la mano della ragazza ed attirarla a se. Non le diede nemmeno il tempo di parlare che subito le loro labbra si erano incontrare, si erano incollate e stavano facendo sbocciare un bacio che rappresentava il loro bisogno di toccarsi. Ish, dapprima titubante, lasciò le braccia lungo i suoi fianchi poi Harry fece in modo che li legasse dietro la sua nuca approfondendo ancora di più quel bacio che entrambi aspettavano da mesi, quell'attesa di cui ne era valsa la pena. Quando Harry si staccò, le passò la sua lingua tra le labbra poggiando le loro fronti.
«Quindi, posso darti un passaggio o no?» disse lui scostandole appena i capelli dal collo per poi lasciarle una piccola scia di baci.
«Solo se poi rimani da me.» sussurrò lei, sapendo che ormai era decisamente stracotta.



 
Okay.. Mh.
Io e la mia adorabile Lilac proprio ieri sera abbiamo finito di scrivere questa storia.
Cioè FINITO, capite?
Sono emozionata, triste, disperata e felice al tempo stesso. Cioè dal nulla abbiamo creato questi personaggi a cui ci siamo affezionate così tanto che non so spiegarvi. 
Non so come farò senza la dolcezza di Gen e Zayn.
La pazzia di Ish e la perversione di Harry.
Senza le battute scadenti di Louis e tutto il resto. 
Potrei seriamente sentirmi male.

Ad ogni modo non è ancora finita qui, quindi lascerò i miei sentimentalismi all'ultimo capitolo, che dovrebbe essere l'undicesimo.
Ringrazio di cuore tutte quelle che stanno seguendo la storia, sia silenziosamente che recensendo ogni capitolo dandoci la loro opinione.
Ringrazio soprattutto la mia collaboratrice di questa storia, che è praticamente solo grazie a lei se questa storia piace perché, sinceramente, io faccio schifo a scrivere HHAHA
Anyway, vi lascio il banner -con il link- della sua storia, passateci veramente. Merita tanto tanto.


PS . Risponderò alle recensione stasera o domani, perdonatemi ma devo andare a lavarmi che puzzo come un caprone e poi devo andare a lavoro!
Vi amo da impazzire! xx

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Capitolo 10
*** 10 ***



 

10.

 

 

Zayn diede un'ultima occhiata a Joshua che, di appena dieci mesi, era crollato dentro la sua culletta decisamente sfinito dal volo. Dopo il tour aveva deciso di portare la sua famiglia in vacanza per rilassarsi un po'. Uscì nel terrazzino della camera della casa che aveva affittato e la trovò stesa sul lettino a godersi lo splendido tramonto che rendeva suggestivo il panorama.
«E' crollato. – le sussurrò baciandole il labbro. Genèvieve sorrise, mettendogli le braccia intorno al collo e baciandogli il mento. - Gen, l'altra sera quando eravamo da Niall mi avevi detto di avere un ritardo..» continuò accarezzando con i polpastrelli la schiena di lei. Gen sospirò, tornando seria e «Ho fatto il test.» disse rimanendo poi in silenzio e trattenendo a stento una risata nel vedere la faccia del moro passare dal suo colore normale ad un bianco pallido.
«E..» lasciò la frase in sospeso, attendendo una dannata risposta dalla ragazza di fronte a lui. Stava per morire d'ansia.
«E.. – sospirò nuovamente - E era negativo!» gridò scoppiando a ridere. Zayn respirò nuovamente, rendendosi conto solamente in quel momento di aver trattenuto il fiato per troppo tempo.
«Oddio – sussurrò sconvolto. - Oddio!» ripeté, unendosi, adesso più rilassato, alla risata della sua donna.


Genèvieve era seduta a bordo piscina con i piedi a mollo. Di fronte a sé c'era uno Zayn immerso fino ai fianchi nell'acqua con il piccolo JJ in braccio, che si divertiva come un matto a battere le manine e schizzare tutti. Il moro era da tempo che gli passava per la testa una proposta, forse un po' azzardata e sicuramente avrebbe fatto uscire di testa sia i suoi genitori che le sue fans, ma a lui non interessava, era sicuro di volerlo fare.
«Piccola – la chiamò cercando la sua più totale attenzione. Mise Joshua nella ciambella che gli aveva comprato pochi minuti prima reggendolo comunque. - Dovrei... chiederti una cosa.» disse grattandosi l'attaccatura nei capelli, era imbarazzato, non sapeva come fare. Con Perrie non era stato difficile, loro si conoscevano da più tempo e stavano insieme da altrettanti anni, era come se fosse scontato che si sarebbero dovuti sposare.
«Io.. Io ti amo, ti amo come non ho mai amato in vita mia e credo di amarti da quella notte in cui mi offristi il Lilac, da quella notte che non smetterò mai di ricordare perché oltre ad averti avuta completamente mia per la prima volta, abbiamo creato anche questa meraviglia qua. – disse indicando con il mento JJ. - E ormai se ne sono accorti tutti che ti amo, pure i miei genitori si sono arresi a questa cosa, e con questo discorso contorto sto solo cercando di dirti che io ti voglio, vi voglio per tutta la vita. Non ho un anello adesso, quindi ti prego, accontentati di questo – le disse, legandole al polso il suo bracciale preferito. Sorrise sentendo la risatina di Gen mentre tirava su con il naso. - Mi sposi?» concluse, asciugandole quelle piccole lacrime che le scorrevano sulle guance.



 

***



 

Ishibeel non aveva parole. Non ci aveva dormito tutta la notte ed era dovuta uscire nemmeno dopo due ore che era arrivata in ufficio. Non si sentiva bene e l'ansia le aveva fatto venire le peggiori paranoie alla mente. Aveva abbandonato presto il letto di Harry lasciandogli un bigliettino ed era passata dalla prima farmacia che aveva trovato aperta ancora reduce dal turno di notte. Chiuse gli occhi e seduta sul pavimento del suo bagno con le gambe incrociate semplicemente non sapeva cosa fare. Non credeva potesse accadere anche a lei, ecco. Li aveva in fila davanti a se, ben sei test di gravidanza che davanti tutti lo stesso risultato estremamente positivo. Era incinta di Harry, ne era sicura. Ma lui aveva appena vent'anni e lei quasi ventiquattro, e quello era forse abbastanza sbagliato ma non riusciva a controllarsi quando lui era nei paraggi. «Congratulazioni, Ish.» disse a se stessa colpendosi la fronte per poi sospirare, aveva gli occhi lucidi ed era quasi sul punto di piangere. Aveva bisogno di Gen, ma non ricordava nemmeno a che ora sarebbe atterrata e ad ogni modo non voleva disturbarla con un problema suo. Ci si era cacciata lei in quel guaio e adesso doveva risolverlo da se. Sentì il suo cellulare squillare, poi il telefono di casa più e più volte quella mattinata, ma la voglia di parlare non ne aveva per nulla.
Incinta.
Di Harry Styles.
Era tutto ciò che aveva sempre voluto evitare e tutto gli si era ritorto contro. Come avrebbe fatto con lui? Come avrebbe fatto con il lavoro? Cosa avrebbe raccontato alla sua famiglia che nonostante tutto credeva ancora fosse la vecchia Ishibeel che frequentava la parrocchia, che usava solo felpe e jeans perchè la sua famiglia era una delle più pudiche di tutta l'Irlanda. Sua madre non sarebbe stata fiera di lei e nemmeno il suo patrigno. Sospirò, e i suoi pensieri vennero interrotti dal campanello che suonava insistente. Si alzò svogliatamente e sapeva benissimo chi fosse dall'altro lato della porta.
«Hey. – le diede un bacio - Hai dimenticato il pranzo?» disse lui entrando in casa e raggiungendola sul divano dove si era buttata coprendo i suoi occhi. Voleva solo piangere.
«Scusa.» riuscì solo a dire pianissimo lasciando Harry abbastanza perplesso. Tolse il cappello che aveva in testa e si sedette sulla punta del divano.
«Successo qualcosa?» Ish sospirò e cercò di trattenere le lacrime, lo guardò e si morse il labbro nel vano tentativo di non far uscire alcun singhiozzo
«Mi dispiace, Harry.» una lacrima rigò il suo volto. Harry la guardò confuso, le prese la mano incrociando le loro dita, le baciò il dorso della mano non capendo cosa volesse significare.
«Per cosa, Ish?»
«Sono incinta.» gli disse slegando le loro mani per poi alzarsi dal divano e raggiungere la finestra. Harry rimase decisamente impietrito davanti a quella confessione. Era incinta. Aspettava un bambino che con tutte le probabilità di questo mondo potesse essere suo. Si alzò, la raggiunse e le cinse la vita con le sue braccia stampandole un bacio poi sul capo che sapeva di albicocca.
«Non ti lascerò sola Ish..» sussurrò appena lui ma lei si girò scuotendo la testa. Incatenò i suoi occhi a quelli di Harry, quelle gemme verdi che l'avevano fatta totalmente invaghire di lui. Non meritava una cosa del genere, lui aveva davanti a se ancora una carriera, lui doveva ancora realizzare a pieno il suo sogno e lei non poteva tarpargli le ali. Deglutì decidendo di mentirgli, solo per il suo bene.
«Non è tuo, Harry.» mentì lei cercando di essere convincente e sperando che le sue lacrime e i singhiozzi non la tradissero. Subito vide il suo sguardo rabbuiarsi, la sua espressione indurirsi e le sue braccia staccarsi dal suo corpo, sentì subito freddo. Era deluso, glielo poteva leggere nel volto.
«Beh, allora.. Congratulazioni Miss Weeg?» disse sarcastico facendo marcia indietro per uscire da quell'appartamento dove l'aria iniziava a mancargli.
«Harry, aspetta!» esclamò lei scoppiando a piangere e prendendogli la mano per evitare che se ne andasse. Non voleva che se ne andasse, non voleva restare sola. Harry brutalmente scostò la presa della ragazza.
«Cosa dovrei aspettare, Ish?»
«Non te ne andare.» sussurrò lei «Ho bisogno di te.» tremò.
«Hai bisogno di me?» urlò lui completamente furioso «Vaffanculo Ish. Stavamo insieme. Eri la mia ragazza e tu ti sei fatta mettere incinta dal primo stronzo che capita, non è così?» continuò lui deglutendo con gli occhi lucidi.
«E-Eri con Kendall..» cercò di giustificare, ingigantendo ancora di più quella menzogna.
«Sai benissimo che Kendall è solo una trovata pubblicitaria dannazione. – scosse la testa - io amo te.» disse lui lasciandosi andare alla delusione adesso.
«Mi dispiace.» ripeté lei.
«Anche a me.» rispose lui riafferrando il suo soprabito per poi uscire da quella casa con le lacrime agli occhi. Eppure per quella piccola frazione di secondo lui si era sentito in Paradiso all'idea di diventare padre.



Ish si guardò attorno, cercava sulla sua scrivania quel dannato telefono che stava squillando all'interno del suo più che silenzioso ufficio quella mattina. Stare a casa non aveva senso, negare l'evidenza non sarebbe servito di certo a mettere a tacere le malelingue che lavoravano alla sua redazione. Svogliatamente schiacciò il tasto verde suo cellulare notando il numero della sua miglior amica e le lacrime gli vennero agli occhi.
«Mi sposo, Ish!»
«Sono incinta, Gen.» dissero all'unisono. Gen rimase un attimo interdetta e le uscì solo un timido sospiro, mentre Ishibeel lasció cadere le sue lacrime fredde che teneva dentro di se da fin troppo tempo.
«Oh Ish..» disse l'amica desiderando con tutta se stessa di essere lì per darle sostegno come Ishibeel aveva fatto con lei.
«Sono sola. Non posso tornare in Irlanda, non.. Non so che fare io Gen. – singhiozzò - Cosa faccio?» pianse al telefono con l'amica. Gen guardò se Zayn al suo fianco stesse dormendo e si spostò un po' verso la grande finestra della camera da letto.
«È di Harry? Se vuoi ci posso parlare io.»
«NO! -urlò quasi- Lui non deve sapere nulla. Gli ho detto che non è suo..» disse sussurrando appena. Tirò su con il naso, cercando di darsi un contegno.
«A quando le nozze?» disse cercando di fare una voce entusiasta. No che non fosse veramente felice per la sua migliore amica ma, in quella situazione, non riusciva veramente a sorridere.
«Non lo sappiamo, dobbiamo ancora deciderlo. – le rispose Gen, intuendo che la mora volesse cambiare argomento. - ovviamente ti voglio come damigella!» disse sperando di farla sorridere almeno un po'.
«Mi sembrava scontato futura Malik! Se non fosse stato così sarebbe finita la nostra amicizia» disse ridacchiando appena. Facendo sorridere Gen, contenta di aver alleggerito l'aria tesa che sentiva anche essendo in un Paese lontano chilometri.

Aveva appena chiuso la telefonata quando si sentì sollevata e portata sul letto. Zayn le si stese a fianco, stringendola a sé e iniziando a lasciarle umidi baci sulla spalla.
«Chi era?» le chiese continuando quella dolce tortura fino ad arrivarle al collo.
«Ishibeel» disse in un sospiro preoccupato che non passò di certo inosservato al moro. Si staccò da lei e la guardò negli occhi.
«Che ti ha detto? È successo qualcosa?» vedeva la preoccupazione negli occhi della sua futura moglie - amava chiamarla così – e voleva sapere cosa la preoccupasse così tanto.
«È incinta – disse in un sussurro, iniziando ad accarezzare l'accenno di barba di Zayn. - È di Harry» concluse. L'anglo-pakistano sbarrò gli occhi, mettendosi a sedere sul letto, continuando a tenerle la mano.
«E lui è uscito di testa vero? Dio che imbecille, pensavo l'amasse e invece scappa dalla-»
«Gli ha detto che è di un altro. – lo interruppe. - Gli ha mentito, non vuole che lo sappia.» sbuffò, scuotendo la testa. Eppure era sempre stata lei a discuterci perché inizialmente non aveva detto a Zayn di Joshua.
«Ish non è stupida, piccola. – disse dandole un leggero bacio a stampo, alzandosi per prendere il piccolo nella culla che stava piangendo. - Capirà che ha sbagliato e alla fine andrò tutto bene» le sorrise rassicurante, iniziando a dondolare JJ.



 

***



 

Quell'appartamento iniziava a darle sui nervi. In quell'anno lo aveva frequentato così tante volte che adesso le faceva venire la nausea. Quel vestito color rame non le andava più, l'elastico le premeva sotto al seno e la pancia ormai fin troppo evidente le spuntava come un piccolo palloncino.
«L'ultima volta avevo tolto il bicchiere dalle mani di Gen, sai?» la voce di Zayn tuonò alle sue spalle mentre stava seduta nel solito divanetto di vimini sul terrazzo del loro appartamento trasbordante di gente.
«Non tocco alcool da cinque mesi, Malik. Ti prego concedimi almeno un bicchiere di champagne.» disse lei sorridendo appena per poi poggiare la sua mano sul pancione, la bambina continuava a muoversi costantemente.
«Perché non gli dici la verità?» Ishibeel lo guardò e si morse il labbro scuotendo la testa.
«Avete cambiato i ruoli?»
«Preferisci che cresca senza un padre, Ish? – il moro si sedette accanto a lei - Gen non ti dice nulla perchè sa che caratteraccio hai, ma io di certo non ho peli sulla lingua. Non sei tu quella che dice che tutti i bambini devono avere una figura paterna?»
«Harry ha ancora una vita davanti, e ha Kendall.» Zayn scosse la testa e chiuse gli occhi.
«Lui ama solo te, Ish.» Qualcuno tossicchiò alle loro spalle, e i soliti ricci e gli occhi verdi erano meravigliosamente vicino a loro. Ish sentì il cuore tremare. Zayn si alzò e lasciò i due da soli.
«Come va'?» domandò il ragazzo piano sedendosi accanto a lei e incrociando le mani.
«Molto incinta.» si limitò a dire lei sorridendo appena con le guanciotte piene per via della gravidanza.
«Sei bellissima.» le sussurrò prendendole la mano per poi incrociare le loro dita, sentendo Ishibeel irrigidirsi sotto il tocco delicato e vellutato del ragazzo. Quanto le mancavano quelle mani nemmeno lei lo sapeva.
«G-Grazie.» disse sussurrando lei mordendosi il labbro.
«Mi manchi. Da impazzire, i-io.. Sei sempre nella mia testa e..» Ishibeel non ci pensò due volte, e forse presa dai suoi furenti ormoni, gli afferrò il volto stampandogli un bacio sulle labbra. Harry le sfiorò la guancia per poi approfondire quel bacio, sentire nuovamente le sue labbra lo faceva andare in paradiso. Ish si staccò improvvisamente con gli occhi colmi di lacrime e le guance accaldate. Si alzò di scatto dal divanetto facendo attenzione a non cadere per via dei tacchi.
«Ish, ti prego. Non puoi fare finta di nulla. – le bloccò le mani - Non puoi nascondere i tuoi sentimenti.» La ragazza roteò gli occhi facendo in modo che le lacrime tornassero indietro, ma non ci riuscì e le scivolarono sulle gote.
«Sono abituata a fingere, sai? – iniziò lei - Ho sempre finto sorrisi in vita mia. Ho sempre recitato la parte della ragazza forte, di quella menefreghista e spavalda. Ho persino mentito di non avere una cotta stratosferica per te. Credi che quella sera mentre tenevi JJ io sarei venuta a letto con te se non mi interessavi?» singhiozzò d Harry le si avvicinò asciugandole le lacrime con le dita e poggiando le loro fronti.
«Io sono sempre stato tuo e lo sai.» le sussurrò le labbra.
«Ho mentito anche a te Harry. Perché ti amo fin troppo per farti una cosa del genere.» sussurrò lei facendo per andare via quando la voce del riccio la fece pietrificare.
«È mio?»
«È tuo.» mormorò lei, prima di vederlo saettare infuriato verso la porta d'ingresso dell'appartamento.



 


Scusatemi devo scappare, spero vi piaccia!
Risponderò domani alle recensioni del capitolo precedente! <3

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Capitolo 11
*** Epilogo. ***



 

Epilogo.

 

 

Quell'altro mese era volato in maniera allucinante tanto che nessuno si era reso conto di essere seduti e di stare gustando la cena che Zayn e Gen avevano offerto per festeggiare il loro matrimonio. Erano tutti intorno al tavolo e ridere e scherzare come fratelli e Genèvieve aveva iniziato seriamente a considerarli tali.
«Sembri un palloncino Ish» scoppiò a ridere Niall che, dopo l'ennesima battuta da parte di Louis sul pancione di Ishibeel, non resistette più e si piegò in due.
«Vaffanculo Tomlinson. Ricordati che posso sputtanarti quando e come voglio.» rispose piccata la mora, accarezzandosi la pancia di ormai sei mesi. Era una femminuccia e, nonostante la paura iniziale, l'amava già più di se stessa. Ancora nessuno sapeva il sesso di quella pulce che stava crescendo dentro di se, Harry non le parlava più da un mese e Gen era sempre stata troppo presa con la preparazione del matrimonio che non aveva tempo neppure di respirare.
«Piccolo pakistano posso rubarti la sposa?» chiese Ish alzandosi piano dalla sedia e lasciando il piccolo JJ, che aveva avuto in braccio fino a quel momento, a Liam.
«Basta che me la riporti tra poco»
«Dio che palle! Avete una vita per stare insieme. – disse alzando gli occhi al cielo. - Forza Gen, devo dirti una cosa.» si lamentò come una bambina piccola vedendo la sua migliore amica sorridere dolcemente a Zayn.
Una volta lontane da tutti Ishibeel le sorrise felicemente e «È una femmina» disse ampliando ancora di più il sorriso.
«Oddio! – gridò Gen emozionata. - Da quanto lo sai? Come la vuoi chiamare? E Harry? Sa nulla?» chiese a raffica la nuova sposina, curiosa di sapere ogni minimo dettaglio.
«Calmati donna. Lo so da circa due settimane, non ho idea ancora di come chiamarla e no Harry non sa nulla e non so neanche se vorrà saperne qualcosa.» le rispose abbassando lo sguardo durante l'ultima frase. Ish strizzò gli occhi sentendo quel dolce mostriciattolo che aveva dentro la sua pancia sentendo un piccolo fastidio. Non era una persona paziente, una persona che sopportava il dolore o qualsiasi tipo di fastidio. Gen fece per parlare quando qualcuno tossicchiò sicuramente sentendosi tirato in causa.
«Non sono io che mi sono escluso dalla vita di...nostra figlia.» la guardò sorseggiando il flût di vino bianco. La sposa sorrise scuotendo la testa e si voltò verso Zayn che stava ballicchiando con una delle sue giovani zie e le stava facendo di raggiungerlo. Ish fece per seguire Gen quando la mano di Harry la bloccò intento a mettere in chiaro alcune cose, ma quello non era il momento ne il luogo per parlarne e Neil si era accorto che quel ricciolino la stava mettendo a disagio da quando era arrivati.
«Sempre tra i piedi, Styles.»
«Sempre sulla tua bocca, Weeg.»
«Ti piacerebbe.» disse lei guardando verso il fratellastro facendogli intendere che era tutto a posto. Harry ridacchiò e le prese la mano trascinandola verso una parte libera e praticamente non frequentata dagl'invitati di quella grande festa.
«Perché fai la stronza, Ish?»
«Ormoni.»
«Sì, me li smuovi parecchio anche splendidamente incinta della nostra bambina.» disse lui ad alta voce portando Ishibeel a tappargli la bocca con le sue mani, sentì la lingua di Harry contro il suo palmo e i suoi occhi verdi brillavano.
«Smettila idiota.»
«Mi manchi, ti amo e sono terribilmente geloso di quel tizio che ti sei portata appresso.» disse lui avvicinandosi a lei e poggiando le sue grandissime mani sulla sua pancia dove sentì per la prima volta in quei sei mesi quel qualcosa che aveva contribuito a creare. La loro bambina.
«Non dovrei mancarti, non dovresti amarmi e quel tipo non dovrebbe essere un problema per te.» sussurrò lei. Harry si avvicinò ancora di più e le sfiorò le guance con il naso fino a far sfiorare le loro labbra.
«Non lo capisci che ormai voglio solo te?» Ish rimase con gli occhi chiusi in cerca di nuovo di quel bacio di qualche istante prima.
«Non lo capisci che l'ho fatto, lo faccio per te? – si morse il labbro lei - Hai vent'anni appena.» Harry sbuffò e si allontanò scocciato da lei sbattendo la mano contro il muro.
«Ma porca puttana, Ishibeel. Non mi hai nemmeno interpellato, hai deciso per me come se fossi mia madre, come se io avessi due anni.» urlò. Ish abbassò lo sguardo e si sedette sulla panchina di cemento e mosaico li accanto a loro, per poi rialzare lo sguardo verso il ragazzo.
«Voglio solo il meglio per te.»
«Voglio deciderlo da solo cosa è il meglio per me.» si mise in ginocchi davanti a lei per poi sfiorarle le nocche delle mani un po' gonfie «E il mio meglio si chiama Ishibeel Weeg e Darcy Anne Styles.» Ish inarcò un sopracciglio e curiosa, con un dolce sorriso sulle labbra, lo guardò.
«Darcy Anne?»
«La nostra bambina.» rispose con ovvietà lui per poi riprendere a baciarla con tutta la dolce passione che aveva dentro di se.

Il matrimonio si era concluso nel migliore dei modi. Tutti si erano divertiti, avevano bevuto molto e non avevano smesso di ridere nemmeno un istante. Ishibeel aveva preso in disparte Harry e Neil facendo fare loro le conoscenze, e il riccio tirò un sospiro di sollievo nel sapere che quel ragazzo era semplicemente il fratellastro. Neil era ritornato a casa di Ishibeel mentre quest'ultima aveva esaudito il desiderio di Harry di fargli compagnia quella notte.
«Vuoi una maglia?» le domandò il riccio con gli occhi rossi per la stanchezza e l'alcool. Ish annuì e si morse il labbro per poi sfilarsi quel vestito che le stava facendo comprimere la pancia. Harry ne rimase totalmente immobile, paralizzato perchè era estremamente bellissima. Le curve accentuate delicatamente, il rossore delle sue guance e la pelle che pareva velluto. Deglutì e ci mise davvero poco a raggiungerla, le sfiorò il volto, il collo. Si dedicò al seno condividendo tutto quel ben di dio con le sue labbra bramose.
«Ti va'?» le sussurrò lui cauto, una volta poggiata sul letto facendo attenzione a non gravarle col peso. Ishibeel arrossì ancora si più e si perse in quelle iridi stupende.
«Dovremo spiegare ai tuoi tutto questo.» sussurrò lei mentre Harry la stava coccolando, si stava prendendo cura di lei, la stava riempendo di baci e carezze prima di passare tutta la notte a fare l'amore con lei. Le sganciò il reggiseno, le sfilò l'intimo e lasciò che lei contribuisse a rendere di nuovo loro quel momento. Harry si stese sul letto, sistemò il cuscino dietro la sua schiena e le sorrise baciandole la schiena.
«L'unica cosa che voglio adesso è stare con te.» le sussurrò prima di iniziare ad amarla alla luce del Sole.



Zayn era steso sul letto mentre osservava la ragazza stesa di fianco a lui dormire. Aveva una mano sul suo petto muscoloso mentre l'altra era sotto al cuscino. Più la guardava e più non si rendeva conto che adesso era veramente sua, non che prima non lo fosse, ma adesso lo era davvero c'erano addirittura documenti che lo dimostravano. Allungò una mano sulle sue labbra, sfiorandole appena per paura di svegliarla, e continuò a far scorrere le dita su tutta la lunghezza della mandibola. Sorrise, quando a Gen venne la pelle d'oca, rendendosi conto dell'effetto che aveva su di lei anche nel sonno. Era innamorato, innamorato davvero, come mai prima. Sinceramente non se lo sarebbe mai immaginato di essere sposato con la donna che amava e con un figlio a carico a soli vent'anni ma, cazzo, non avrebbe veramente desiderato di meglio.
Si alzò di scatto, sentendo il piccolo Joshua piangere nella stanza di fronte. Corse a prenderlo in braccio, sperando di non aver svegliato Genèvieve. Appoggiò le sue labbra su quelle di JJ che adesso se la rideva bellamente vedendo le facce buffe che gli faceva suo padre.
«Allora mostriciattolo, devo cambiarti il pannolino. Giusto?» domandò ironicamente. Era la prima volta in realtà che provava a cambiarlo lui, l'aveva sempre fatto sua moglie fino a quel momento, ma sapeva che era veramente stanca in quell'ultimo periodo e lui non voleva di certo andarla a svegliare per questo piccolo inconveniente.
«Allora, facciamo un gioco di squadra okay? – disse al bambino, non aspettandosi una risposta, e iniziando a cambiarlo. - No, no. JJ su le mani, avanti tesoro.» continuò a dirgli fino a quando -dopo circa dieci minuti- riuscì a chiudergli il pannolino. Sorrise soddisfatto, pronto a vantarsene il giorno dopo con la sua mora.
«Ben fatto campione!» gli diede un bacio sulle piccole labbra a cuoricino, mettendolo poi nel lettone, in mezzo a lui e alla mamma. «Buonanotte amori miei.»


 

***




E quegli anni erano passati come un battito di ciglia. Era tutto stato così veloce e repentino che nemmeno avevano fatto caso ai tre anni che erano passati. Si erano costruire nuove relazioni e distrutte altre vecchie. Zayn e Gen erano, forse, in attesa del loro secondo bambino mentre Ish e Harry non avevano ancora intenzione di dare un fratellino alla piccola Darcy che somigliava in tutto e per tutto alla ragazza tranne per i suoi luminosi occhi verdi che aveva ripreso dal padre. I ragazzi erano più uniti che mai ed avevano fatto uscire altri due album di cui uno stavano promuovendo l'ultimo in tour. Si trovavano in Paraguay in quel momento e Ishibeel pregava tutti i santi del Paradiso che Darcy e JJ non si facessero male sopra quel cart da golf che i ragazzi guidavano come spericolati al di fuori dello stadio in cui si sarebbero esibiti il giorno dopo.
«Styles, se tua figlia si fa male, giuro che ti prendo a colpi di Jeffrey Campbell. Quelle borchiate per intenderci.» urlò lei mentre si teneva la bocca terribilmente spaventata. Louis rideva assieme a Liam mentre Harry Zayn e Niall erano con i bambini sopra quel cart idiota. Il riccio disse qualcosa all'orecchio della sua bambina che ridacchiò divertita e salutò la sua mamma con la manina.
«We love you mommy!» si sentì ridacchiare facendo sorridere Ish che raggiunse la signora Malik seduta sulla ringhiera egualmente preoccupata per JJ.
Finalmente finirono quel maledetto giro e le due mamme poterono rilasciare un sospiro di sollievo. Una volta scesi da quelle macchinine infernali, le due piccole pesti si attaccarono subito alle gambe di Niall che, prendendoli entrambi in braccio, se la rideva tranquillamente.
«Zio ma come faccio a dire a un bambino che mi piace?» chiese la più piccola al biondo, che si tinse di rosso per non scoppiare a ridere davanti la faccia impallidita di Styles.
«Amore non si dice e basta. – sbottò quest'ultimo prendendola in braccio. - Hai già il tuo papà a cui pensare» continuò, gelosissimo della sua bambina.
«Ma a me piace JJ.» sussurrò, non abbastanza piano per non essere sentita. Zayn scoppiò a ridere, dando il cinque al suo primogenito.
«E anche il piccolo Malik ha fatto colpo. – disse divertito da morire. - Battimi il cinque, ometto!» continuò. Darcy nascose il viso nel collo di Harry, diventando tutta rossa dall'imbarazzo. Il riccio iniziò ad accarezzarle i morbidi capelli mori e la strinse a sé.
«Lei ama solo me! – urlò imbronciandosi. - E tu, Zayn, tieni lontano tuo figlio dalla mia!» continuò a gridare, facendo scoppiare a ridere tutto il resto del gruppo. Gen si avvicinò con la sua migliore amica ai ragazzi, prendendo poi in braccio Joshua che si era addormentato, troppo stanco da quella giornata.
«Harry mettiti l'anima in pace. – disse lei appoggiandosi al petto di suo marito. Mentre quest'ultimo li abbracciava entrambi. - Io ed Ish abbiamo già pensato alle future nozze. Diventeremo consuoceri!» esclamò sorridente.


THE END.


CI SIAMO!
Oddio è finita sul serio. Innanzitutto volevo scusarmi per il ritardo ma sono stata male quindi ho potuto postare l'epigolo solo oggi.
Seconda cosa; vorrei veramente ringraziarvi una per una, per quelle che si sono sempre state con una recensione, per quelle che hanno letto e basta e per tutte quelle che hanno messo questa storia tra le preferite, seguite e ricordate. Grazie davvero, siete state meravigliose.
Un grazie ENORME a Lilac che, insieme a me, ha scritto questa storia. Per aver riso così tanto con me scrivendo le parti di Ish e Harry, per esser diventate quasi diabetiche per Gen e Zayn. 
E, oddio.. Non so come ringraziarvi tutte, sul serio. :3
Quindi vi abbandono davvero adesso e cliccherò su completa. (Non ci credo, mi mancherà da morire questa storia çç)
Anyway, lasciatemi un'ultimo commentino se avete voglia!
Vi adoro topine, un bacione enorme!
Sheeva and Lilac. (:

Piccola sorpresina: Ish e Harry. [non ho trovato un fotomontaggio decente per Genèvieve e Zayn :'(]

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