The missing diamond ~Who stole it?~

di Biondy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** “F”, ti prenderò, puoi contarci! ***
Capitolo 2: *** The auctioneer ***
Capitolo 3: *** It wasn't me ***
Capitolo 4: *** La giornata degli incontri ***



Capitolo 1
*** “F”, ti prenderò, puoi contarci! ***


1-“F”, ti prenderò, puoi contarci!

«Ruberò il diamante della felicità questa notte all’asta, che si terrà nella stavagante S.S Royal.
Vienici. Ti farò vedere un bellissimo dramma.
~F»

Con la lettera del famosissimo ladro fantasma “F” mi dirissi verso la crociera del banditore d’aste Gack Kammer. Perché quella crociera? Perché lì sarebbe stato venduto di nascosto all’asta il famoso “diamante della felicità”, un rarissimo diamante il valore del quale si pensa superi i 10 miliardi di dollari. “F” lo avrebbe rubato ed io dovevo essere lì per prenderlo e scriverci sù un bellissimo scoop.

Ah, dimenticavo di presentarmi. Mi chiamo Micky Howard e sono una giornalista alle prime armi. Il mio sogno è di poter lavorare nel più famoso giornale di New York. Non so come e non so perché ma il famoso ladro di diamanti “F” sembra che mi conosca, visto che mi ha mandato questa lettera. Questa è un occasione che non posso perdere.
Il biglietto della crociera costava un occhio della testa. Ho dovuto buttare via tutti i miei risparmi e chiedere un favore ad una mia amica il padre della quale lavora nella nave. Spero che “F” si faccia vivo o tutto questo sarà stato inutile.

Ero al porto. Stavo facendo un po’ di fotografie qua e là mentre aspettavo che la nave fosse pronta al viaggio. All’improvviso notai un uomo dai lunghi capelli viola che stava correndo verso la nave dicendo: “Cavolo sono in ritardo! Sono in tremendo ritardo!” Lo riconobbi subito.  Era il banditore che avrebbe venduto il diamante, il signor Gack. Alla mia destra notai una ragazza vestita con la classica uniforme da meccanico. Non sapevo che anche noi ragazze potevamo fare quel tipo di lavoro. Aveva lunghi capelli biondo chiaro con le punte multicolore. Era molto carina. Aveva una faccia molto stanca, forse per via del lavoro.
Poi notai un uomo che sembrava malato. Dall’aspetto sembrava un uomo d’affari. Era accompagnato da una poliziotta. Dopo lei si girò e disse:
 
-Fermati lì! Ti devo perquisire per assicurarmi che tu non abbia niente di pericoloso!
-Dai Rin adesso stai esagerando. Non ti ricordi più chi sono?
-Certo che mi ricordo. Sei il figlio di un mafioso della Yakuza. Devo per forza perquisirti!
-Come sei severa!
-Ai miei occhi tu sei solo un Don Giovanni che ci prova con tutte. Quindi le tue parole non mi colpiscono per niente.
-Un Don Giovanni?! Chi te l’ha detto?
-Il tuo amico Rintee.
-Un giorno lo ammazzerò!Ti giuro sono tutte bugie!
-Ho finito puoi andare. E attento a come parli, potrei prendere sul serio la tua minaccia e chiuderti in carcere.
-Non me ne vado. Preferisco rimanere qui e guardarti lavorare.-disse il ragazzo sorridendo.
 
Le due persone che stavano parlando dietro di me erano una poliziotta e Len Kenneth, il figlio di un famoso mafioso. Non ha mai commesso un crimine fin’ ora, il che è una specie di miracolo. La poliziotta invece sembra si chiamasse Rin. Aveva l’aria di una persona molto seria e severa. Sembrava che loro due si conoscessero molto bene, anche se Rin trattava Len come il più pericoloso dei criminali. Lui invece stava sempre a ridere. Era una persona molto “rumorosa”, il tipo di ragazzo che io detesto.

Finalmente ero dentro la nave. L’interno era letteralmente gigantesco! Scattavo foto da tutte le parti. Una maga stava intrattenendo gli ospiti. Aveva i capelli corti verdi ed indossava un costumino nero e arancione con un capello da qui uscivano tantissime colombe. Era molto brava e i clienti ne rimasero affascinati.
-Carinissimi signori! Questo era lo spettacolo della nostra adorata Ginnie! Dopo l’asta farà di nuovo il trucco delle colombe. Non perdetevelo!-Disse il signor Gack
-Quindi il suo nome è Ginnie. Che nome carino!
Guardandomi attorno notai altre due persone famose. Il politico Kade Shiloh e l’attrice Meriel. Nessuno sa il suo cognome e lei non l’ha mai voluto rivelare.
Il politico stava parlando con una donna dai lunghi capelli rosa che teneva delle medicine in mano dicendo “Non hai ancora preso le medicine?”. Forse era la sua dottoressa personale. Intanto il signor Kade sembrava sentirsi male e all’improvviso rovesciò un po’ il suo bichiere di vino.
-Signora Meriel gradisce un po’ di vino con del champagne?-un adorabile cameriera stava offrendo da bere all’attrice.
-No grazie. Ho già il mio amato whisky.
Intanto la poliziotta sembrava molto tesa e stava tutto il tempo a guardare Len. Forse era preoccupata che lui rubasse il diamante.
-Cari signori, l’asta sta per cominciare!

Ricapitolando la situazione. Oggi ho incontrato il venditore, il signor Gack Kammer, una meccanica di qui non conosco il nome, una poliziotta di nome Rin, il figlio di un famoso mafioso Len Kenneth, una maga di nome Ginnie, il politico Kade Shiloh, quella strana donna che era con lui, l’attice Meriel ed un adorabile cameriera. A parte queste persone non conosco nessun altro su questa nave.

-Eccovi il diamante della felicità! Il prezzo di partenza è di 10 mila dollari. Chi offre 10 mila dollari? Lei signorino Len? Len Kenneth offre 10 mila dollari! Chi offre di più? La signora Meeriel offre 11 mila dollari! Chi ne offre di più? Il signor Sholih offre 12 mila dollari! Chi ne offre di più?
Il prezzo del diamante cominciava a salire rapidamente. Le tre persone che offrivano di più erano Len, la signora Meriel ed il signor Kaade. Tra loro era iniziata una specie di guerra. Ho sentito prezzi, che mai sentirò di nuovo in vita mia.
Poi all’improvviso, un blackout! In mezzo all’oscurita sentii il rumore di uno sparo.
-Aaaah!

Dopo 10 secondi la luce tornò di nuovo. Non credevo alla scena che c’era davanti a me. Il signor Kade era a terra macchiato di rosso, sembrava svenuto. Accanto a lui c’era la dottoressa. La persona che aveva urlato era l’attrice che fece cadere il suo bicchiere. La cameriera corse immediatamente a pulire. I piccioni della maga volarono via da una finestra rotta grande abbastanza per un uomo.
-I miei piccioni!-disse la maga.
Mi avvicinai alla finestra rotta e in acqua notai un cappello nero.
-Len cosa diavolo hai combinato?!!
-Guarda Rin che non ho fatto niente.-quei due...sempre a litigare.
-Scusatemi se mi intrometto ma qualcuno aveva manomesso il generatore. Ecco il raporto.L’ho riparato spero che ora sia tutto a posto.
-Non credo.-dissi io. Guardandola notai che in faccia aveva un cerotto. Poi notai che sotto i miei piedi c’era una palottola

-Oh, davvero?-disse il signor Gack. Aveva la faccia traumatizzata. In mano teneva lo scrigno vuoto del diamante. In quel’momento l’intera sala andò in panico.
 
Alla fine “F” fece la sua mossa. Davvero astuto. Dopo arrivarono i poliziotti che fecero calmare la gente in sala. Ora è il momento! Vado ad intervistare qualcuno per saperne di più.
“F”, ti prenderò, puoi contarci!

Secondo il raporto della polizia dal conteggio manca una persona. Non si sa chi sia....   
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Angolo di Biondy
Allora ragazzi cosa ne pensate? Questa Fanfiction è stata ispirata dalla canzone appena uscita della bravissima Hitoshizuku-P. Eccovi il link per chi volesse ascoltarla: http://www.youtube.com/watch?v=jTQKv55Sfn8 Appena l’ho sentita, prima sono svenuta ogni volta che guardavo Len vestito da mafioso (era un amore!) poi ho subito deciso di scriverci su qualcosa e questo è il risultato. Purtroppo non so chi sia il ladro...quindi questa Fanfic sarà con un ladro secondo la mia idea(?) ...sono rimasta tutta la notte ad analizzare ogni singola parola e movimento. Perchè Meiko ha preso del whisky e non vino come tutti gli altri? Perchè Len stava tutto il tempo ad attirare l’attenzione di Rin?(In questa Fanfic sarà perché lei le piace ma nella canzone vera e propia non lo so nemmeno io) Perché i piccioni di Gumi volarono via? Avevano il diamante? Come mai la meccanica è riuscita a scrivere un raporto in meno di 10 secondi? E poi chi era quel’uomo d’affari che era accompagnato da Rin?*Nota:Aveva i capelli marroni. Ma basta con le mie stupide supposizioni.
Non dimenticate di recensire e di dirmi cosa ne pensate.
Ps:Nella canzone originale Gakupo diceva "Oh really" ma ho pensato fosse meglio così come l'ho scritta io. EDIT 15/11/2013 Ho cambiato i nomi e la valuta. Ora la storia sembra molto più credibile. Dopo cambiaro' anche un po' il testo.
 

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Capitolo 2
*** The auctioneer ***


2-The auctioner
-Signor Kammer! Signor Kammer! Vorrei farle delle domande.
La prima persona che decisi di intervistare era il banditore, colui che era più vicino al diamante di tutti gli altri. La polizia stava interrogando le persone presenti nella sala e dopo aver finito il signor Kammer se ne stava andando.

-E lei chi è signorina?
-Mi chiamo Micky Howard. Sono una giornalista alle prime armi, credo l’unica in questa nave. Quindi voglio usare questa occasione per scriverci su un bellissimo scoop. E poi io ho questa!
Mostrai la lettera di “F”. La sua faccia assunse un espessione preoccupata.
-Sapevo che il diamante avrebbe attirato i ladri ma persino il grande “F”... Ora sono sicuro che non verrà più ritrovato. Comunque non rilascio interviste. E poi come hai fatto ad entrare qui?
-Ho i miei metodi. Ma lei deve assolutamente concedermi quest’intervista! Voglio scoprire chi è il misterioso F.
Per un momento si mise a ridere. Poi si fermò e mi disse.
-Una risata ogni tanto non fa mai male. Mi piace il tuo carattere piccoletta! Le persone ambiziose non fanno mai male a nessuno.-sfoggio di nuovo una lieve risata
 -Ti concedo quest’intervista. Seguimi. Perleremo nel mio ufficio. Da quando il diamante è scomparso non sono a mio agio in nessun altro posto ormai.

Durante la camminata per i corridoi della nave notai di nuovo quei due, la poliziotta e il mafioso. Questa volta non stavano litigando, per fortuna. Per la prima volda vidi Rin ridere.
Entrammo nel suo “ufficio”. Era piccolo e pieno di ogetti rari e antichi. Vasi, ritratti vari, sculture, piccole scatole decorate e altre cose simili mi circondavano. Alla mia destra, sopra una piccola sedia notai un capello simile a quello della maga Ginnie. Il sognor Kammer si sedette sulla sua sedia e disse:

-Allora come vuole iniziare quest’intervista?
-Quello è per caso il capello della maga Ginnie?
-Ah, quello? Sì. Deve averlo dimenticato l’ultima volta che era venuta qui.
-Ginnie viene spesso a farle visita?
-Ecco, lei lavora per me quindi...ehm, è più che normale che venga spesso nel mio ufficio.-era agitato.
-Cambiando argomento, lei sapeva che il diamante sarebbe stato rubato?
-Un certo sospetto ce l’avevo sì.
-Allora perché ha permesso al figlio di un mafioso di entrare nella nave? E per di più lo chiamava pure “Signorino Len”. C’è qualche legame per caso tra lei e la mafia?
-Non sono cose che la riguardano signorina!
-Invece sì! Visto che la mafia è sempre il maggior sospettato devo trovare tutti i possibili legami che potrebbe avere con il diamante.
-Le assicuro che non è stata la mafia a rubare il diamante.
-Perché ne è così sicuro?
-Ho anch’io le mie fonti cosa crede? Non voglio più parlare della mafia ora!

Sapevo che se avessi continuato si sarebbe arrabiato troppo e non mi avrebbe più permesso di fargli l’intervista. Ma comunque riuscii a capire che c’era un legame tra il signor Kammer e la mafia, anche se lui non lo voleva amettere. Vorrà dire che faro un paio di domande al nostro mafioso.

-Fonti? Comunque, lei ha qualche sospetto per ora?
-Direi tutti. Quel diamante valeva una fortuna.
-Chi era più vicino al diamante oltre a lei?
-Nessuno. Lo tenevo sempre chiuso nella mia cassaforte. E nessuno conosce la combinazione.
-Magari F è un nuovo dipendente della nave. Chi sono i nuovi arrivati?
-Non ci sono stati cambiamenti nello staff di recente. Aspetta! Se non ricordo male due mesi fa è arrivata quella giovane meccanica. Credo si chiami Marilyn.
-Marilyn? Non sarà quella ragazza che aveva riparato il generatore?
-Sì proprio lei. Mostrava incredibili abilità in quel lavoro quindi decisi subito di assumerla. Credi che possa essere stata lei?
-È possibile. Come ha detto lei tutti possono averlo rubato. Passando ad altro, il signor Kade Shiloh sta bene? Oppure è morto?

Gli avevano sparato. Ma c’era troppa confusione per capire se era morto oppure no.

-Non lo so nemmeno io. La sua dottoressa Lucy lo ha portato nella sua stanza e non è ancora uscito nessuno da lì.
-Cosa sa di quella dottoressa?
-Quasi niente. A me non importa chi sono i dipendenti dei compratori. Mi basta che pagino bene nelle mie aste. Qualche altra domanda?
-Cosa ne pensa della cameriera. Una certa Lia mi sembra.
-Ah, la piccola Lia. Suo padre ed io abbiamo ottimi raporti da quando lei era una bambina. È come se fosse parte della mia famiglia. Lavora qui da sempre. Non sospetterai di lei per caso? Lei non farebbe mai una cosa del genere.
-I suoi drink comunque sono i più strani. Prima stava ofrendo alla signora Meriel vino con champagne. Non ho ancora bevuto alcolici ma non mi sembra un drink “commestibile”. E poi il signor Shiloh si sentiva male dopo aver bevuto il vino quindi è logico che mi nasca un sospetto.
-Suo padre è un barista e anche lei vorrebbe seguire quella strada quindi credo che sia più che normale che lei suggerisca drink del genere. Poi il signor Shiloh non sopporta molto gli alcolici. Credo sia per questo che si sentiva male.
-Per ora non ho più domande da farle. Ma potrei farle altre domande in futuro quindi si tenga pronto.
-Certamente.

Mi alzai e uscii fuori dalla stanza. Non avevo ancora il quadro completo della situazione ma avevo comunque preso delle informazioni interessanti. La meccanica era la dipendente più nuova della nave. Forse F si era preparato in anticipo entrando nella nave sotto falso nome. Ma non credo che il grande F sia così giovane. Terrò comunque d’occhio quella Marilyn.

Poi c’è il legame del signor Kammer con la mafia. Ma sono sicura che nemmeno Len Kenneth mi dirà niente. Devo trovare il suo punto debole e aprofittarne per fargli uscire fuori tutta la verità. Credo che farò un po’ di domande alla poliziotta Rin.

Con questi pensieri in testa stavo tornando nella mia camera. Avevo la testa tra le nuvole e per sbaglio incampai e feci cadere un uomo che c’era davanti a me. Mi alzai immediatamente. L’uomo aveva occhi e capelli marroni. Indossava gli occhiali.

-Ah, mi scusi mi scusi tantissimo! Non l’avevo vista signore. Mi dispiace molto. Si è fatto male?
-No no scusami tu. Mi girava un po’ la testa per questo sono caduto. Non si preoccupi non è colpa sua.  La sua camera fotografica...
Abbassai la testa e vidi la mia fotocamera a terra. Immediatamente la presi e cominciai a guardarla per vedere se era rotta. Per fortuna no.
-Io ora devo andare. Sono di fretta. Ci si rivede signorina...?
-Micky Howard. Lei signore come si chiama?
-Hiton Klaymore. E scusa ancora per l’incidente.

L’uomo se ne andò e io tornai nella mia stanza. In quel momento capii che quello era lo stesso uomo che era accompagnato da Rin al porto.

-Che scema avrei dovuto capirlo subito! Avrei potuto fargli delle domande su Rin e capire perchè sta sempre con Len. Ho sprecato un occasione d’oro!

Ero furiosa con me stessa. Come giornalista avrei dovuto ricordare perfettamente ogni dettaglio.
 Si era fatto tardi e tutti erano a dormire. Si capiva dalla calma che regnava nella nave. Posai la fotocamera sul tavolo.

-Domani parlerò con quella poliziotta per cercare il punto debole di Len. E non...dimentichiamoci...del signor...Shiloh-ero troppo stanca per parlare. Chiusi gli occhi e mi misi a dormire.


Angolo di Biondy
Yo! Ecco il secondo capitolo. Spero di avervi incuriosito abbastanza. E spero anche che il capitolo non sia troppo corto. Tra Gakupo e Len(il signor Kammer e Len Kenneth) c’è un legame.(come aveva intuito Mistryss) Ma quale???
Ed ora è apparso un nuovo personaggio, Hiton Klaymore, altrimenti conosciuto da tutti noi come Hiyama Kyoteru(della serie “Aggiungiamo Vocaloid a più non posso”)
E poi, mia piccola Miku, il punto debole di Len si vede a chilometri di distanza...non è molto difficile da capire...
Bene, per ora è tutto. Mi racomando recensite e ditemi cosa ne pensate.

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Capitolo 3
*** It wasn't me ***


3-It wasn't me

Mi svegliai di mattina presto. Erano le otto e la sveglia stava suonando facendomi venire un forte mal di testa. Non avevo dormito per niente bene. Mi alzai dal letto e cominciai a vestirmi. Intanto guardavo la mia Suite. Anche se non era tra le migliori era comunque molto grande. Le pareti di color marrone chiaro avevano dei disegni floreali e la stanza era molto ben arredata.

La struttura della crociera era piuttosto semplice. Era divisa in tre piani. Il primo piano, chiamato “Presentation”, dove si era svolta l'asta, era un piano che conteneva una grande sala, dove ognuno si sedeva e cominciava a parlare con gli amici. Era proprio un piano ideale per presentarsi agli altri. Il secondo invece, chiamato “Low”, era il piano dove si trovavano le stanze dei dipendenti e dei clienti che, come me, potevano permettersi questo viaggio solo una volta nella vita. Il terzo piano invece, si chiamava “Double” perché era diviso in due sezioni. Quella aperta a tutti, dove si andava per prendere una “boccata d'aria fresca” o abbronzarsi un po' al sole, e quella chiamata “VIP”, dove stavano i clienti più ricchi e potenti. Sapevo che quasi tutte le persone presenti al asta dormivano lì.

Uscii dalla mia stanza. Purtroppo avevo talmente tante idee in mente che non sapevo da dove cominciare. Il corridoio era stranamente silenzioso e questo mi fece un po' paura. Feci lentamente un passo avanti e mi guardai intorno. Poi il silenzio venne spezzato dal rumore di una porta che si apriva dietro di me. Mi girai di scatto e vidi una ragazza della mia stessa età che indossava una gonna arancione e un gilet nero. Le mancava qualcosa, il suo capello. Davanti a me c'era la maga Ginnie.

-Oh, buongiorno! Perché si è svegliata così presto?- disse lei sorridendo.
-Eh? Presto? Ma non sono le otto?
-Le otto? Ha ha mia cara il tuo orologio deve avere qualche problema. Sono le sei del mattino!- rispose lei ridendo e facendo finta di disegnare un grosso sei nell'aria. Mi misi a ridere pure io.
-E io che credevo di essere in ritardo per la colazione...

Continuammo a parlare ancora un po' e lei mi disse che stava andando dai suoi amici. Mi chiese se volevo venire con lei. Ovviamente accettai. E fui anche molto felice di essere riuscita a parlarle così in fretta. Ci dirigemmo nel corridoio a destra. Alla fine del corridoio c'era una porta con scritto “Riservato allo staff”. Lei usò una chiave per aprirla. Quando entrammo non riuscii a credere ai miei occhi. Tutte le persone dello staff si erano raggruppate in questa grande sala. Parlavano, ridevano, e si divertivano. Sembravano una grande famiglia. C'erano diversi tavoli in tutta la stanza dove la gente si era seduta. Camerieri, cuochi, e persino persone che lavoravano nei motori della nave. Quasi tutto lo staff si era raggruppato lì. E dico quasi perché Marilyn, la meccanica, non c'era. Ed anche Kammer mancava al appello.

-Hey ragazzi abbiamo un ospite!- disse Ginnie alzando la mano per attirare l'attenzione di tutti. -Trattatela bene!
-Benvenuta!- dissero tutti in coro girandosi verso di me. Poi tornarono alle loro solite chiacchiere.
-Ehm, Ginnie...dove ci troviamo?- chiesi
-Questo!- disse lei allargando le braccia- Questo è il paradiso dello Staff! I clienti ricchi sono i più permalosi e difficili e tutti noi abbiamo bisogno di un momento di svago. Quindi, ci riuniamo qui ogni mattina per parlare e divertirci. Ti conosciamo sai? Sei quella del intervista, qui sei più che benvenuta! Non tutti hanno il coraggio di dire al signor Gack “Quali rapporti ha con la mafia?” così normalmente.

Rimasi molto sorpresa di vedere che qualcuno sapeva del esistenza della mia intervista. Dopotutto era passata solo una notte. Cominciai seriamente a pensare che queste persone stavano lì tutta la notte, invece di stare solo la mattina.

La sala non era molto grande. Davanti a me c'erano delle finestre grandi quanto la parete, che facevano entrare dentro la poca luce del mattino. Alla mia destra notai un bar dov'era seduta Rin. La cameriera Lia stava dietro al bancone cercando di creare diversi cocktail che aveva messo in bella vista. Erano in tutto dodici e ogni bicchiere aveva un colore diverso. Sembravano più delle bellissime decorazione che dei cocktail. Mi avvicinai al banco per trovare una scusa per parlare con Rin.

-Che belli questi cocktail! Sembrano quasi delle decorazioni.
-Sono felice che ti piacciano. Ma a me non convincono per niente.
-Perché?
-Perché è ancora troppo lontana dal livello di suo padre.- rispose Rin, la quale si trovava vicino a me. - Lia mi daresti un cocktail per favore?
-Arriva subito Rin! - si girò a prendere delle bottiglie e a “giocarci” con loro. Le lanciava in aria per poi prenderle e versarle in una specie di bicchiere di alluminio. Dopo aver versato circa cinque bottiglie, chiuse con un tappo il bicchiere e cominciò a giocare anche con quello. Sembrava una vera barista. Poi aprì il bicchiere e versò il liquido in un altro bicchiere, questa volta di vetro. Il liquido che ne uscì era rosso scuro intenso, come quello del vino. Dopo lo diede a Rin che con un sorso lo finì tutto.
-Lia, i tuoi mix sono incredibili come sempre!
-G-Grazie!- rispose lei sorridendo
-Ehi, voglio provarlo anch'io!- e così cominciò una lunga chiacchierata tra noi tre.

Questo incredibile cocktail era semplicemente succo di frutta. Semplicemente un mix di tanti succhi di frutta che rendeva il cocktail tremendamente gustoso.

Parlando riuscii a scoprire che il padre di Lia era molto conosciuto nel suo campo grazie al suo cocktail “magico”. Un particolare cocktail che non ti faceva ubriacare nemmeno dopo venti bicchieri. Lia voleva riuscire a scoprire da sola come farlo e diventare così la prima barista femmina della storia.

-Ehh?! Ma questo è fantastico! Quando aprirai un tuo bar personale verrò sicuramente a farti visita puoi contarci!

Anche Rin puntava molto in alto. Diceva di voler diventare il capo di una divisione del'FBI. Aveva una cosa in comune con me, anche lei voleva prendere F per salire di grado. In quel momento cominciai a pensare che forse la mafia centrava per davvero in tutto questo.

-Quindi tu stai tutto il giorno a controllare Kenneth per capire se ha un collegamento con F?

-Si nota così tanto?! No, in realtà è stato il mio capo a ordinarmi di farlo. La famiglia di Len subì un furto da F due anni fa'. Due milioni di dollari spariti nel nulla. Io ero appena entrata in polizia e il mio capo mi disse che mi cercavano quelli del'FBI. Molto sorpresa andai da loro. A quanto pare la famiglia di Len aveva fatto un patto con loro: l'FBI avrebbe trovato F e in cambio potevano mandare un loro agente a fare da “controllore” ad un membro della famiglia, il quale, non avrebbe mai commesso nessun crimine. Quindi mandarono me a fare da “controllore” a Len, anche se la cosa non mi entusiasma per niente. Da allora il mio compito principale è assicurarmi che il piccoletto non si metta nei guai.

Nello stesso istante che Rin pronunciò la parola “piccoletto” Lia si mise a ridere a bassa voce dicendo che Len aveva un anno più di lei, ma Rin lo chiamava comunque piccoletto.

Rin ci spiegò che il suo compito era molto importante. Impedendo a Kenneth di commettere crimini si toglieva un importante elemento nella sua famiglia. Dopo tutto lui avrebbe dovuto ereditare il posto del padre. Ma con Len “fuori servizio” il gruppo mafioso della famiglia Kenneth sarebbe molto disorganizzato, visto che il padre di Len era morto un anno fa' e lui costretto a fare il Buon Samaritano. Kenneth le chiedeva ogni volta come andavano le indagini. Una volta aveva persino detto che l'FBI sembrava stranamente lenta nel risolverlo.

-Perché hanno scelto te? Non eri appena entrata in polizia?
-Perché? Ovviamente perché sono stata la migliore allieva del accademia!- si notava chiaramente quanto Rin fosse fiera di quella cosa. Dopo Rin si voltò dall'altra parte con un bicchiere di succo di frutta per vedere il mare. Lia approfittò di quel momento e, avvicinandosi a me sussurrò:
- Sai Micky, mio padre ha un amico in polizia, e gli hanno detto che non l'hanno scelta solo per i bei voti, ma anche per via di una debolezza di Len.- sentendo la parola “debolezza” la mia attenzione salì alle stelle. Finalmente avrei avuto la chiave per tirare fuori il legame tra la mafia e Kammer.
-Quale debolezza?- nonostante io fossi seria Lia a malapena tratteneva le risate
-Ecco...Len Kenneth ha un debole per le ragazze...- fermò le risate per un momento e poi aggiunse -... “Piatte”
-Cosa?! - Non sapevo come reagire alla notizia, ma le risate di Lia contagiarono anche me. Tutte e due, ridendo a più-non-posso, attirammo l'attenzione di Rin, che si girò verso di noi. Ci chiese perché stavamo ridendo. Lia le rispose che mi stava raccontando una barzelletta. Era una scusa banale ma che funzionò.

La chiacchierata durò per un po'. Dopo un po' di tempo a noi si unì anche Ginnie. Chiese a Lia un succo di frutta e come Rin, lo finì anche lei con un unico sorso.

- Avete per caso visto il mio cappello? È da ieri sera che non lo trovo più.
- Sarà sicuramente nella grande sala. Con tutta la confusione che c'era l'avrai sicuramente scordato lì. - rispose Lia tranquillamente. In quel momento decisi di parlare anch'io.
- Io l'ho visto! Era nello studio del signor Kammer quando andai a intervistarlo.
- Ah...veramente? - Ginnie assunse un aria seria anche se per pochi secondi. Dopo riprese a sorridere come faceva sempre.
- Devo averlo dimenticato l'ultima volta che ci sono andata. Eh, che sbadata che sono! - Si stava sforzando a sorridere, anche se si vedeva subito che non stava bene.
- Perché sei andata da Kammer? - Anche Rin, come me, aveva notato che qualcosa non andava bene.
- Mi ha licenziata. - disse a voce bassa. Sorpresa dalla notizia Lia fece cadere la bottiglia per terra. Il rumore attirò l'attenzione degli altri, che si girarono verso di noi.
- Va tutto bene tornate alle vostre solite chiacchierate. - disse Rin. Poi si girò verso Ginnie e le chiese il perché. Anche Lia aveva totalmente dimenticato la bottiglia frantumata a terra e guardava attentamente Ginnie.
- Ho perso le mie colombe. Sono volate via ieri durante l'asta, dopo lo sparo. Da allora non sono più tornate. Senza...non posso più fare il mio numero. E se non posso fare il mio numero, a cosa potrei servire? Però, dopo che la crociera avrà raggiunto la destinazione, il signor Gack mi troverà un lavoro come aiutante di un prestigiatore suo amico. Non male no? Poteva andarmi peggio...

La faccia di Lia invece diceva tutt'altra cosa. Era persino più triste di Ginnie, come se le fosse morto qualcuno davanti. Potevo capirla. Dopo tutto, lei e Ginnie lavoravano nello stesso posto da chissà quanto tempo. Era come perdere una sorella per lei. La gente cominciò ad andarsene una ad una. Rin si girò, guardò il suo orologio e disse:

- Sono le sette e mezza. Dobbiamo andare! Ciao Micky è stato divertente parlare con te.

Anche Lia e Ginnie lasciarono la sala. Io invece mi diressi nella mia stanza dove tenevo il taccuino. Dovevo scrivere tutto ciò che avevo scoperto. Aprii la porta ed entrai. Le luci erano spente e le tende abbassate. Mi ricordavo perfettamente di non averle mai abbassate. Entrai con cautela nella stanza senza fare rumore. Poi improvvisamente la porta si chiuse dietro di me e qualcuno mi fermo tappandomi la bocca.

- Prova solo ad urlare e il tuo collo farà un giro di novanta gradi. E ti dico che non è una piacevole esperienza. Mi hai capito?

Non ci voleva un genio per capire che quel tizio poteva uccidermi. Mossi la testa su e giù per dire che avevo capito. Lui tolse le mani e mi disse di non girarmi. Approfittai del momento per accendere un registratore che tenevo in tasca. Speravo con tutto il cuore che lui non lo notasse.

-Chi sei?

Dai rumori dei suoi passi capii che stava facendo il giro di tutta la stanza.

-Ma come? Stai andando su e giù per la nave dicendo che vuoi catturarmi e non sai chi sono? Sono F!
-Cosa?! - di scatto mi girai ma lui si era nascosto nel ombra.
-Come faccio a crederti? Potresti benissimo essere qualcun altro che cerca di mettermi su una falsa pista.
-Fai come vuoi, ma io sono venuto qui per chiederti come facevi a sapere che avrei rubato il diamante. Solo la polizia doveva esserne a conoscenza.
-Mi sembra strano che tu lo dica, visto che sei stato proprio tu a mandarmi l'invito.
-Quale invito?
-E tu dici di essere F... questa lettera! - presi dalla tasca la lettera di F e cominciai a leggerla:
- “Ruberò il diamante della felicità questa notte all’asta, che si terrà nella stravagante S.S Royal...” - non riuscii a finire la lettera perché F mi interruppe.
- “Vienici. Ti farò vedere un bellissimo dramma.” Come l'hai avuta? -
-Non me l'hai mandata tu? - sospirò, e poi disse:
-No. Questa lettera era indirizzata al direttore del FBI...non ad una giornalista qualunque.
-Non capisco.
-Diciamo che, gli uffici postali fanno schifo. È sempre meglio mandarle di persona.
-Quindi...è uno sbaglio?
-Sei una giornalista alle prime armi, non ho mai letto nessun tuo articolo, non ho mai sentito parlare di te e poi, non sai nemmeno nascondere per bene un registratore. Secondo te?

Le sue parole mi colpivano come un pugnale. Fa troppo male sentirsi dire quelle cose.

-Ma visto che sei arrivata fino a qui come premio ti dirò una cosa molto interessante. Non sono stato io a rubare il diamante.
-Cosa?!
-Era un falso. Altro che milioni di dollari! Quello lì valeva meno della tua macchina fotografica! Ma ho visto chi l'ha preso...

Per l'ennesima volta rimasi talmente sorpresa che non riuscii a dire niente. Stavo in piedi paralizzata cercando di rimettere insieme i miei pensieri. Il diamante della felicità era un falso, e non è stato F a rubarlo. Ormai non capivo più niente.

Angolo di Biondy(la ritardataria):

Hey! Da quanti secoli non pubblicavo niente? Ormai non me lo ricordo nemmeno io. Chiedo immensamente scusa per il ritardo. La prossima volta cercherò di essere più veloce.(se ci riuscirò...)

Micky fa amicizia con Lia e Rin. Si capisce finalmente la storia del cappello. E appare F! In realtà pensavo di farlo apparire la sera ma poi decisi che era meglio la mattina quando tutti erano svegli e lui facilmente catturabile. Ma tanto F non si farà mai catturare e “giocherà” un po' con Micky...finché la poveretta non avrà scoperto il vero ladro del diamante falso.

Mi raccomando recensite e ditemi cosa ne pensate come sempre!

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Capitolo 4
*** La giornata degli incontri ***


4-La giornata degli incontri


Lui era lì, davanti a me, ed io stavo immobile come un pupazzo. La notizia che il diamante era un falso mi aveva lasciato senza parole. Lui invece sembrava divertirsi di questa mia condizione. Incrociò le braccia e si appoggiò al muro. Prese qualcosa dalla tasca e se la mise sul viso; una maschera.

-Odio metterla. Mi fa' sempre venire un fastidioso prurito al naso. Ma ormai ti sei girata, quindi sono costretto.

La mascherina nera, copriva occhi e naso lasciando visibile solo la bocca. Poi cominciò di nuovo a muoversi attorno alla stanza.

-P-Prima hai detto che la lettera era indirizzata alla polizia. Perché lo fai? Non rischi molto cosi?

-Non lo so...forse perché mi annoio? - poi stranamente cominciò a saltellare e a guardarsi di nuovo intorno. Si tolse il capello e in quella poca luce riuscii a vedere il colore dei suoi capelli. Erano di un color argento molto particolare che si notava subito. Cercai di memorizzare bene l'acconciatura. Un colore così non era normale, e se l'avessi visto una seconda volta sono sicura che l'avrei riconosciuto immediatamente.

-Mandare lettere alla polizia è uno spasso. Gli dico dove colpirò e loro mandano tutti gli agenti. Sono troppo buffi! E poi il direttore è molto bravo. Una volta è quasi riuscito a catturami devo ammetterlo, ma per fortuna avevo questo! - Si avvicino a me e mi mostrò un anello, un semplicissimo anello dorato. Gli risposi con un espressione confusa e perplessa. Cosa centrava l'anello? Lui vide la mia espressione e si mise a ridere, poi mi diede una pacca sulla spalla e ricominciò di nuovo a fare piroette in giro per la stanza. Sentii una puntura sulla spalla e dopo pochi secondi i miei piedi cominciarono a tremare. Finalmente caddi a terra in ginocchio. Non mi sentivo più le gambe. Era come se le avessero spezzate.

-Vedi? Questo anellino ha un pungiglione, piccolo come quello di una vespa, ma ricoperto di una sostanza paralizzante. Avresti dovuto vedere la faccia di Klaymore quando l'ho punto quella volta. Aveva un espressione talmente furibonda che anche adesso, se la ricordo, mi metto a ridere. Comunque, qualche altra domanda?

-Quanto dura l'effetto?
-Dieci minuti. Giusto il tempo per prenderti in giro ed andarmene calmo calmo.
-L'educazione non è il tuo forte a quanto pare. - incrociai le mani in segno di disapprovazione.
-Nella vita bisogna ridere, e le mie battute fanno ridere.
-Non a me. Ma cambiando discorso, hai detto che il diamante era falso. Come l'hai capito?
-Durante il blackout, mi avvicinai per prenderlo, ma il diamante aveva un “graffio”. Dico, non potevano usare un vetro “non graffiato”. Lo lasciai perdere, e intanto qualcun altro ci aveva già messo le mani sopra. Devo ammettere che il modo in qui lo fece sparire era davvero molto originale.
-Sai chi è questa persona? - Si fermò, poi sbuffò per un momento e si sedesse sul divano che c'era in fondo alla stanza.
-Certo che lo so, ma non voglio dirtelo. Vediamo quanto sei brava a risolvere questo mistero. - Poi si alzò e andò verso la porta. Mi fece un saluto con la mano e la aprì, ma prima di andarsene gli dissi:

-Aspetta! E Shiloh? Perché gli ha sparato? - si fermò di scatto e guardando pensieroso il soffitto disse:

-Mh? Tanto per fare scena. E non dimenticarti di andare dal direttore. Voglio vedere se riuscirà a catturarmi qui. - Poi sfoggiò di nuovo il suo odioso sorriso e se ne andò.

Dopo pochi minuti l'effetto della puntura sparì e poco a poco riuscii di nuovo a muovere le gambe. Mi alzai e feci i salti di gioia. Non riuscivo a crederci. Ero riuscita a parlare con il più famoso ladro di tutti i tempi, e per di più avevo persino registrato la conversazione. Per non parlare poi delle informazioni “scottanti” che mi aveva dato. La storia dell'anello, quella con il direttore del'FBI, il diamante falso, e persino il fatto che lui aveva visto la persona che l'aveva preso. Una marea di emozioni me pervase tutto il corpo, finché, sfinita, non mi sdraiai sul letto. Notai che sul cuscino c'era una lettera. La presi e la lessi:

«Bella la tua intervista con Kammer, forse un po' troppo corta. Se avessi fatto molte più domande su un certo argomento avresti scoperto qualcosa di molto interessante.»

Quale argomento? Il legame con la mafia? Quello con la maga? La scomparsa del anello? Poi mi ricordai del ultima frase che mi disse, ovvero “andare dal direttore”. Ma c'era un problema, io non lo conoscevo questo “direttore”. L'unica soluzione che mi venne in mente era andare da Rin e dirle tutto. Lei mi avrebbe sicuramente portata da lui. Mi alzai di scatto e uscii dalla stanza alla velocità della luce. Chiusi la porta a chiave e girando per i corridoi cominciai a “saltellare” come una bambina il giorno di natale. Poca gente passava, e per lo più erano camerieri o donne delle pulizie. Tutti si giravano a guardarmi ma a me non importava. Dopo averla cercata in tutto il piano, e non averla trovata, mi appoggiai sul muro per riposarmi. Da una porta alla mia destra uscivano delle urla e io mi avvicinai per sentire meglio.

-Che diavolo ci fai qui?! Perché mi hai seguito?!
-Calma Lennino, sono venuto per divertirmi. Non si trattano così gli amici.
-Tu non sei mio amico! Ora, fuori di qui prima che ti prenda a pugni, bastardo! Come diavolo hai osato dire a Rin che sono un Don Giovanni quando il playboy qui sei tu, e solo tu! Francesino dei miei stivali!
-Non prendertela. Sai che flirtare fa bene alla salute? Dovresti provarci anche tu. - Anche se non conoscevo questa persona già la odiavo.
-Rintee...Fuori!

La porta si aprì di scatto trovandomi impreparata. Caddi a terra ed il registratore, la macchina fotografica e il taccuino si sparpagliarono per terra. Davanti a me apparve una ragazzo alto e molto carino. Aveva corti capelli color oro e occhi di un azzurro molto profondo. Era vestito molto semplice, con una camicia rossa a maniche corte e dei pantaloni marrone chiaro. Mi vide e stese la mano per aiutarmi ad alzarmi.

-Madmoiselle, sa che origliare è una cattiva abitudine? Però, la perdono, visto che è cosi maqnifique. In cambio lei mi promette che non dirà niente a nessuno, va bene? - continuava a tenermi per mano e guardarmi negli occhi.
-Mi dispiace, ma a me “flirtare” fa venire il raffreddore. - tolsi la mano e mi abbassai per prendere le mie cose. Dietro a Rintee c'era Len Kenneth, che era scoppiato a ridere. L'altro invece non aveva ancora capito la mia risposta.
-Lei per caso e un mafioso francese? - Scacco matto! Il playboy mi guardava come se fossi un aliena o per meglio dire, una cosa non normale. Ero già caduta vittima di un donnaiolo del genere, e questa volta era come se mi fossi vendicata due volte. Finalmente riuscii a capire un po' come si sentiva F quando faceva le sue battute.
-Due a zero per codini verdi! Tu ed il tuo raffreddore avete il mio pieno appoggio!
-Tu sei Kenneth vero? Ho parlato questa mattina con Rin. È una ragazza davvero simpatica e...mi dispiace molto che tu sia interessato solo alla sua “mancanza di curve”.- Questa volta, senza che io lo volessi, anche Len cominciò a guardarmi male. Rintee invece, era come se si fosse svegliato da un coma, e più vivo che mai mi mise il braccio intorno al collo e mi disse:
- Ora ti racconto una frase detta da una certa persona... “Essere piatte, è un arte.” Hai capito madmoiselle?

Gli tolsi il braccio dal mio collo e lo ignorai completamente. Capii che parlare con lui era uno spreco di tempo. Girai lo sguardo verso Len e gli chiesi dove potevo trovare Rin. Lui mi disse che era andata nello studio del suo capo a fare rapporto, e disse persino che mi avrebbe accompagnata fino allo studio pur di stare lontano da Rintee. Approfittai per fargli alcune domande, ma a tutte rispondeva con un freddo “no comment”. Persino quando gli chiesi chi era Rintee mi rispose con “Un demone mandato dagli inferi per torturami.” La mia pazienza raggiunse il suo limite. Ero una giornalista, ed una persona che non rispondesse alle mie domande mi faceva infuriare, sopratutto perché mi ricordava come fossi ancora troppo inesperta. Gli passai davanti e gli dissi di fermarsi.

-Ora basta! Se non rispondi alle mie domande giuro che vado a dire a Rin che volevi mettermi le mani addosso! - spalancò gli occhi e dopo qualche altra “minaccia” finalmente decise di rispondermi a dovere.
-Allora, chi è questo Rintee?
-Un mafioso francese che vuole mettersi in affari con me.
-Perché?
Si mise a pensare per un momento e poi disse:
-Per stare accanto a Rin.
Questa volta quella sorpresa ero io.
-Un tuo “rivale”?
-No, è il fratello di Rin.
-Rin ha sangue francese? No, aspetta! Rin è la sorella di un mafioso?!
-Sorellastra! Hanno lo stesso padre, ma due madri diverse. Quindi come unico fratello Rin lo tratta molto bene, anche troppo direi. Qualsiasi falsità lui dica su di me lei gli crede, e io finisco per essere odiato ancora di più.
-Questa la devo segnare. - presi il taccuino e mi misi a scrivere. Ma scrivere e camminare allo stesso tempo era una pessima idea. Mi scontrai con qualcuno e il registratore, cadendo a terra, si accese. La voce di F, come un fulmine a ciel' sereno, lasciò la persona davanti a me, Marylin, a bocca aperta.
-Q-Questa...è la voce...è la voce del maestro! Il maestro F! Santo cielo! È la sua voce! - prese di scatto il registratore e mi guardò dritta negli occhi.
-Tu! Questo registratore è tuo? - Scossi la testa per dire sì.
-C-c-c-c-come l'hai avuto? Hai parlato con lui?! Dove?! Come?! Quando?! Chi sei tu? Il maestro F non parlerebbe mai con una sconosciuta. Cosa sei per lui? Come fai a conoscerlo? - girai la testa come per sfuggire alle sue domande, ma l'espressione di Len era persino peggio. Sembrava furioso, e mi fissava come se volesse uccidermi.
-Ecco perché volevi vedere Rin... Sai cosa sto provando ora, sentendo questa voce?
-N-no.
-Mi disgusta. Questa è la voce di quel ladro. Per colpa sua mio padre... - prese il registratore dalle mani di Marylin, e afferrandomi il braccio si mise a correre. Cercai di fermarlo, ma era inutile. Volevo parlare con la meccanica, tutte le sue domande mi avevano incuriosito. Poi, il modo in qui chiamava F “maestro F”...volevo dei chiarimenti. 

In un batter d'occhio eravamo già arrivati allo studio. Nella stanza regnava il più completo silenzio. Le pareti color cioccolato e la debole luce mi facevano venire sonno, che però se ne andava per colpa del dolore al braccio. Rin era seduta su un divano alla mia destra, l'unico mobile nella stanza. Il direttore invece era seduto sulla sua scrivania e stava leggendo una lettera.

-Klaymore! Ora tu prendi F o io scateno un putiferio!

Klaymore alzò la testa ed io lo riconobbi immediatamente. Era l'uomo accompagnato da Rin al porto e quello con qui mi scontrai la sera prima, dopo l'intervista. Indossava uno smoking e dei occhiali. Si alzò e, come se stesse volando, diede la lettera a Len. Lui la lesse, sbuffò e disse che una cosa del genere se lo aspettava. Ero molto curiosa di sapere cosa c'era scritto e, dimenticando ogni regola di buona educazione, gliela strappai dalle mani.

«Gentile signor Klaymore,

Sono la maestra di sua figlia Charoline e le scrivo per un problema che ha causato a scuola. Ieri, durante la ricreazione, ha tirato fuori delle manette e le ha messe ad un suo compagno. Poi cominciò ad accusarlo di reati che nemmeno sapevo esistessero, tra i quali “maltrattamento”, “violazione di proprietà privata” e “atti vandalici nei confronti di un agente della polizia”. Mi aspetto che lei venga il più presto possibile per chiarire questo “incidente” con i genitori del ragazzo.

Con rispetto,
Liliane Montblanc. »

-Quella è la mia bambina! Ha già imparato tutta la procedura per un arresto. Sono così fiero di lei!

Rimasi delusa di non aver scoperto qualcosa di interessante, ma credo dio mi avesse dato abbastanza notizie per oggi, e tutte in mattinata.
Klaymore disse di sederci e chiese a Len cosa stesse succedendo. Lui accese il registratore e la voce di F risuonò nella stanza lasciando di stucco Rin. Klaymore invece si era già seduto e con la mano si toccava continuamente il mento. Dopo che la registrazione fosse finta lui mi guardò con aria molto curiosa, come se mi stesse analizzando attraverso gli occhiali.

-Noi due ci siamo già incontrati, o per meglio dire scontrati, ieri giusto? Mi pare ti chiamassi Micky... - cercava di ricordare il mio cognome ma non ci riusciva.
-Sono Micky Howard.
-Howard? Sei per caso la figlia di Locker?! - aveva leggermente alzato le sopracciglia. Cominciai a sentirmi male. Era sempre così, ogni volta che dicevo il mio cognome gli altri mi chiedevano di mio padre. Il salvatore. Lui, e quella stupida epidemia che lo rese famoso. Se non fosse stato per il suo vaccino tutta New York sarebbe finita in ospedale. Per questo decisi di diventare una giornalista. Volevo uscire dall'ombra di mio padre e farmi conoscere non come “la figlia di Locker”, ma come Micky la giornalista. Strinsi i pugni, abbassai la testa e gli risposi:

-Sì.
-Ti ringrazio molto di essere venuta da me. Questa è chiaramente una sfida che F ha lanciato a tutti e due. Io non mi tiro indietro davanti ad un invito così allettante. Te la senti di aiutarmi a prenderlo per farci dire chi è il vero ladro?

Alzai lo sguardo. Capii che continuare a pensare a mio padre non servisse a niente. Ora la cosa più importante era catturare F, ed il direttore del'FBI stava chiedendo il mio aiuto. Con uno sguardo sicuro e deciso gli risposi:

-Ci può contare!
-Questo è lo spirito!


Angolino di Biondy(in alcuni casi “angolone”):

Osu! Buona sera miei cari lettori! Sono le mezzanotte passate ed io sono più sveglia e attiva che mai. Mi chiedo perché finisco sempre per postare un capitolo la tarda sera. Tutta colpa di quei stupidi compiti, che io faccio stupidamente, ogni stupido giorno della mia stupida vita. La notte e l'unico momento in qui sono libera, o quasi, di scrivere. E penso che scrivere con la paura di essere scoperta dai miei è divertente.

Ma passando alla storia, mi dispiace se questo capitolo non sia stato interessante come il precedente. Niente colpi di scena o roba del genere. Solamente tanti incontri casuali e l'apparizione(per bene) del nostro caro Kyoteru e della sua “adorabile” bambina. E per quanto riguarda la storia delle manette: True Story successa qualche anno fa nella classe di mio fratello. Volevo metterla.

Rintee è Rinto, Charoline è Kaai Yuki e Liliane è Lily. E prima che qualcuno si metta ad urlare “Piko Piko” per via del colore dei capelli vi dico solo di avere pazienza e prima o poi l'identità del mio burlone preferito verrà mostrata.

So benissimo di aver fatto un macello con i tempi verbali e che le descrizioni non siano dettagliate o per meglio dire, chiare.
Mi raccomando recensite come sempre e ditemi cosa ne pensata.

Alla prossima!

Ps: Oddio ho appena scoperto che questo capitolo contiene 2338 parole, invece quello precedente ne contiene 2336. O.O


 

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