Bandidas
Era la solita sera
calda e con un cielo stupendo, tipico di quella stagione: azzurro e rosso si
scontravano come in una battaglia senza tempo dove le nuvole erano schizzate del
sangue porpora dei soldati.
Sulle praterie, su
cui si affacciava la villa bianca, spirava la solita brezza che in quelle sere,
rinfrescava dal calore afoso del giorno; era la cosa più piacevole al mondo,
soprattutto se si poteva godere di questa frescura dalla veranda dell’immensa
abitazione, dove, quella sera si festeggiava un piccolo party privato, un attimo
di ritrovo per due delle famiglie più importanti del Messico: i Delaroja e gli
Evans.
-mamma, mamma!!!- domandò la bambina dai
boccoli rossi alla propria madre seduta su una seggiola a dondolo tenendosi il
pancione –possiamo andare a vedere la
stanza del lavoro di papà?-
-posso anch’io mamma?- chiese una seconda
bambina dai capelli lunghi fino alla schiena color petrolio.
La seconda donna,
anche lei incinta e seduta sulla sedia a dondolo, chiese con fare retorico
all’amica -e queste due bimbe se lo
meritano il giro turistico nello studio?-
Le due piccoline
risposero affermativamente, scuotendo la testa per mostrare la loro felicità ad
una possibile risposta affermativa.
-caro…- chiamò dolcemente la donna la
madre della rossina –porta gentilmente
Miguela e Samantha nella tua stanza…-
-insomma mamma!- la interruppe la
figlioletta –non puoi chiamarmi Miga come
tutti i miei amici?! –
-no…tu per me rimarrai sempre la mia piccola
Miguela…- asserì la madre prima di baciare la testolina della primogenita,
che schifata si ritrasse per seguire il padre.
- Samantha? Che cosa si dice?-riprese il
padre della mora.
-oh si…gracias sen?or DelaRoja - disse la
piccola Evans prima di raggiungere l’amichetta di fronte allo studio del suo
papà.
Il signor Angel
DelaRoja era un banchiere spagnolo che insieme al signor William Evans, famoso
notaio inglese, aveva concluso da pochi giorni un ottimo affare che valeva
milioni di pesos.
-ecco qua signorine…- esordì il padrone
di casa aprendo, con una piccola chiave d’oro, la porta in vetro opaco della
propria “stanza del lavoro”.
-mi raccomando…- iniziò il capofamiglia
degli Evans rivolto alla propria figlia.
-tranquillo papà- lo rinfrancò la bambina
dai capelli corvini - non romperemo
nulla…promesso!- e prima di entrare nella stanza schioccò un bacio sulla
guancia al padre.
La stanza era enorme
dal punto di vista delle bambine: le pareti tinteggiate di arancione erano
cariche di fucili, pistole, trofei di caccia e quadri.
Nella libreria,
vicino alla scrivania carica di fogli, lettere e contratti di lavoro, erano
stipati volumi molto corposi, alcuni dei quali sembravano anche
antichi.
-wow- esclamò Sammy - lo studio del tuo papà è super fantastico!!
–
- lo so - si vantò l’amichetta – quello del tuo papà com’è? –
- è molto chiaro, sempre in ordine, pulito e
alle pareti non ci sono tutte queste cose bellissime -
- che noia…-
- però mi lascia entrare quando
voglio…-
La porta alle spalle
delle bambine venne chiusa con tre mandate, talmente all’improvviso, che
Samantha e Miguela si rifugiarono sotto la scrivania di mogano del signor
DelaRoja per lo spavento.
Con gli occhi chiusi
dalla paura e abbracciata l’una all’altra, le piccoline, sentirono alcuni spari
e urla provenire dalla veranda dove si trovavano i genitori, seguiti dal rumore
di passi che si avvicinavano sempre più e qualcuno che tentava di forzare la
porta.
- che succede?- chiese improvvisamente
una voce fuori dal serramento.
-la porta non si apre sen?or-
-imbecilli!! Non avete capito che serve la
chiave?! Andate immediatamente a prenderla!! – sbottò quello che doveva
essere il capo degli “imbecilli”.
-e dove?-
- idiota!!!!- riprese il capo con tono
furioso – la chiave è addosso al “caro”
Angel… CERCATELA!!!-
Si udirono altri
passi che si allontanavano, mentre altri si facevano sempre più
vicini.
-oh eccoli qui i miei
figlioli-
- papà - chiamò una vocina sicuramente
appartenente ad un bambino di otto anni massimo - perchè l’hai fatto?-
- vedi Tom, gli affari sono affari…capirai,
quando sarai più grande…-
-allora li hai uccisi per affari?- chiese
una seconda voce di un secondo bambino.
La risposta questa
volta non venne data, poiché uno degli “idioti” aveva trovato la chiave e ora
stava aprendo la porta al suo capo.
- e ora che facciamo?- chiesa Samantha,
sussurrando all’orecchio dell’amica.
- aspettiamo – suggerì quest’ultima
trattenendo le lacrime.
Il capo entrò nella
stanza seguito dai figli, i quali. A differenza del padre che si diresse verso
la scrivania con passo deciso, iniziarono a curiosare nella stanza, provando un
sussulto alle bambine ancora nascoste sotto la scrivania, che piangendo in
silenzio, ripetevano a loro stesse di stare ferme, calme, ma soprattutto
zitte.
- ehi! – esclamò improvvisamente uno dei
due bambini, notando che un pezzo di vestito sporgeva al di sotto dello
scrittoio – c’è qualcuno lì sotto,
papà –
Il capo si accucciò
scoprendo così le due amichette che ancora abbracciate, tremavano da capo a
piedi e piangevano silenziose.
- Bill, Tom, venite qui – ordinò – portatele alla carrozza, per questa notte
dormiranno da noi -
I figli obbedirono
al padre senza fiatare: si avvicinarono al tavolo e una volta accucciatisi a
loro olta tesero una mano a Samantha e a Miguela. Come poterono notare le
femminucce i due maschietti erano due gocce d’acqua, facilmente indistinguibili,
se non per i capelli: uno li aveva
e scompigliati, con un piccolo ciuffo ricadente sulla fronte a mo’ di frangetta;
l’altro, invece, aveva i capelli color del grano maturo, tutti accuratamente
pettinati all’indietro.
La piccola Evans e
la piccola DelaRoja, scioltesi dall’abbraccio, presero le manine dei gemellini e
si lasciarono guidare attraverso la casa, passando anche per la veranda, dove
poche ore prima c’era stata la festa.
- mamma – sussurrò la mora guardando la
sedia a dondolo dove, quella sera, si dondolava Elizabeth Evans gravida di sette
mesi come l’amica e madre di Miga; inevitabilmente gli occhi smeraldini si
riempirono di lacrime che questa volta non provò a trattenere lasciandosi andare
in pianto straziante.
- dai su…- le disse dolcemente il bambino
dai capelli scuri, circondandole le spalle con un braccio e conducendola verso
la carrozza nera che attendeva nel viale della villa e dove Miga era già
seduta.
- vieni Samy – singhiozzò la rossina
tendendo le braccia verso l’amica che stava salendo.
Entrambe trascorsero
il viaggio abbracciate sussurrandosi parole di conforto che, anche se unite ai
sorrisi di Bill e Tom, non servirono a migliorare l’atmosfera triste e pesante
che aleggiava sui quattro piccolini.
- così tu sei Samy?! – chiese il gemello
dai capelli chiari, rompendo finalmente il silenzio.
Samantha, detta
Samy, annui debolmente ottenendo così un sorriso compiaciuto dei due
maschietti.
- allora…io sono Bill- si presento il
bambino dai capelli mori che, fino a quel momento, si era preso cura di
lei.
- e io Tom- aggiunse subito il
biondino.
- io sono Miguela, ma tutti mi chiamano Miga-
iniziò la rossina – e come già detto
lei è Samantha o Samy-
- dove sono mamma e papà?- chiese la mora
spiazzando tutti per la domanda posta senza il minimo preavviso – e dov’è Thomas? –
- chi è Thomas?- chiesero all’unisono i
fratellini credendo che, nascosto in qualche angolo, ci fosse ancora un
bambino
- Thomas è come Alejandro- rispose Miga
sorpresa che i due non li conoscevano – sono i nostri fratellini che nasceranno tra
poco –
Un senso di colpa
attanagliò i cuori dei gemelli, lasciando loro in bocca uno strano sapore, quasi
amaro: certo, era stato il loro papà a sparare a sangue freddo a quelle persone,
ma di fronte a quelle due bambine si sentivano involontariamente
responsabili.
- scusateci-
- e di cosa?-
I due maschietti non
sapevano che dire, ma per fortuna non ci fu bisogno di aprire bocca, poiché la
carrozza si fermò, segno che erano arrivati a destinazione.
- beh…eccoci a casa – glissò Tom aprendo
lo sportello del mezzo su cui avevano viaggiato.
I padroni di casa,
una volta scesi, aiutarono le loro “ospiti” a scendere a loro volta e le
guidarono attraverso la villa fino a raggiungere la camera degli ospiti dove
avrebbero dormito.
La notte fu un
inferno per tutti e quattro:
Samantha e Miguela
non chiusero occhio, continuando a piangere sedute di fronte al caminetto
acceso, finché non arrivarono Bill e il fratello.
- su a nanne…- sussurrò dolcemente il
moro, prendendo poi la manina di Samy e conducendola nella propria camera dove
avrebbe dormito almeno un poco.
- ma io voglio la mia mamma- piagnucolò
lei – inoltre la mia mamma stava con me
finché non mi addormentavo e mi cantava la canzone delle stelle- concluse di
nuovo con le lacrime agli occhi.
- se vuoi sto io con te- si offrì lui
gentile
- ma Miga…-
- lei starà con mio fratello-
Infatti, Tom di era
appena seduto accanto alla rossina, che guardava il vuoto oltre il
fuoco.
- nostalgia?-
- sì tantissima-
-lo sai che è notte
fonda?-
Come risposta
ricevette solo una misera scrollata di spalle, segno che il tempo per la bambina
si era fermato alle ultime ore trascorse con i genitori.
- ti congelerai se rimani così- assentì
il biondino notando che la nuova amichetta stava in camicia da notte seduta sul
pavimento freddo – ecco tieni…-
concluse, mettendole sulle spalle tremanti una coperta leggera, ricevendo un
flebile grazie da parte di Miguela
- vuoi un abbraccio?- chiese poi
candidamente il bambino che, prima ancora di ricevere una qualsiasi risposta
circondò la figura della bambina con le braccia e posò il viso tra i suoi
capelli ricci e scarlatti.
Verso l’alba tutti
riuscirono ad addormentarsi: Bill e Samantha, nello stesso lettino, erano
abbracciati l’uno all’altra con le mani del bambino abbandonate nell’azione di
coccolarle i capelli color pece; Tom e Miguela, invece, dormivano ancora seduti
sul pavimento, con Miga appoggiata sulle gambe del biondino.
La mattina era
vicina, mancavano poche ore e ciò significava che, il piccolo gruppetto,
creatosi nel cuore della notte, si sarebbe dovuto già separare per
poi…
…poi non rivedersi
mai più?
O forse tra
anni?
Spero sia piaciuta a
tutti…
Questa è la mia prima ff a quatto mani che
stò scrivendo con mewmina_91; l’idea ci è venuta una sera mentre guardavamo
“Bandidas” il film con Penelope Cruz e Salma ( non mi ricordo il cognome ^_^” )
spero vi piaccia come idea e che perciò continuiate a
segurci…
Bacio a tutti