Unbreakable

di lollipop 2013
(/viewuser.php?uid=382413)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Premessa: Ho due storie in corso attualmente e non mi sembrava il caso di pubblicare anche questa, ma avevo questa idea e non sono riuscita a resistere, anche se ammetto che ho ricevuto qualche spintarella...
Il capitolo è breve e in fin dei conti non fa capire ancora molto della storia ma è questo ciò che volevo, stuzziare le vostre menti, spero di riuscirvi.
Detto questo godetevi la lettura ed io spero di riuscire ad aggiornare presto con un nuovo capitolo più corposo.


 

Capitolo 1

 
Pov’s Narratore:

« L’hai già vista? » a capo chinato Liam percorre il lungo corridoio che conduce alla classe di matematica. Scuote il capo, in risposta alla domanda dell’amica. « E tu? » Melody fa segno di no con la testa, facendo ondeggiare i suoi boccoli neri. 
La campanella suona, le lezioni hanno inizio. Liam e Melody prendono posto nel loro banco, il secondo della fila a sinistra, di fianco alla finestra.
Melody poggia il gomito sul davanzale, osservando il cortile verde che precede il cancello di ingresso e di uscita della Brookside School. Il signor Coleman, l’insegnante di matematica entra in aula. E’ un uomo sulla quarantina, alto almeno 1.80, ha una leggera peluria nera con qualche spruzzo di bianco, che gli colora il viso. I capelli brizzolati, portati corti… Chi non sapesse la sua età, potrebbe scambiarlo facilmente per un trent’enne. « Buongiorno ragazzi, prima di iniziare la lezione volevo annunciarvi che questa classe aumenterà, con la presenza di una nuova studentessa… Per oggi lei salterà questa lezione poiché è impegnata in presidenza con le pratiche burocratiche, ma già da domani l’avremo tra noi. Spero che voi sappiate come ci si debba comportare, mi aspetto che la accogliate al meglio. » Liam si volta di scatto, puntando gli occhi in quelli distratti di Melody.
La lezione prosegue in silenzio, i due amici non parlano, mentre gli altri studenti bisbigliano tra di loro del “nuovo arrivo”, venendo costantemente richiamati al silenzio dal signor Coleman.

Pov’s Liam:

Le parole del signor Coleman mi arrivano come una pugnalata nella schiena, non bastava che la vedessi tutti i giorni nell’edificio, o che me la ritrovassi tra le via di Chittenden, dovrò vedere il suo volto anche durante le lezioni. “Comportarci come di dovere… Accoglierla al meglio…” come potremmo? Quella famiglia a rovinato i nuclei familiari dell’intera contea… Come farò a starle accanto???
Guardo Melody che ha lo sguardo perso nel vuoto, mi chiedo a cosa stia pensando, forse al tempo, al compito di storia, a lei o a niente.
Scuoto il capo e chiudo gli occhi nel tentativo di dimenticare ciò che sta per accadere ma serve a poco, i miei pensieri si poggiano su mio padre o su ciò che resta di lui.
Anche se a distanza riesco a sentire la puzza di vodka mista a sigari che impregna ogni angolo della casa, ingoio il boccone amaro che dimora nella mia bocca quando, con una gomitata Melody richiama la mia attenzione. « Il professore ti ha fatto una domanda… » poggio lo sguardo sul signor Coleman che stringe in una mano un pezzetto di gesso bianco… «Signor Kane, mi fa piacere sapere che è tornato tra noi, vuole condividere i suoi pensieri con la classe? » scuoto il capo accennando un sorriso. Nella mia bocca dimora veleno, le parole che ne uscirebbero, temo, che non sarebbero apprezzate dal mio insegnante. «Venga alla lavagna e risolva questo esercizio. »

Pov’s Melody:

Guardo Liam incamminarsi oltre la cattedra e riesco a riconoscere l’ espressione che ha dipinta in volto…
I miei sentimenti sono confusi, non so se gioire o essere furiosa per il suo ritorno. Mi manca, mi è sempre mancata. Io, lei e Liam abbiamo sempre avuto un rapporto fantastico, un amicizia unbreakable, come usava chiamarla lei… Infrangibile. Ma a quanto pare il nostro idillio si è infranto.
Sapere che sarebbe tornata ha accesso dentro di me una speranza, non posso negarlo, ma guardo Liam e mi rendo conto di quanto ancora la sua ferita sia aperta.
Noi non abbiamo colpa delle scelte sbagliate e avventate che prendono i nostri genitori, non dobbiamo crogiolarci nel dolore per errori commessi da chi, dovrebbe insegnarci i valori della vita. Per me forse è diverso, sono praticamente dovuta crescere da sola, ma Liam, lui ha visto la sua famiglia sgretolarsi e non può fare altro che dare la colpa a tutti.
Non voglio dividermi tra due fuochi ma non voglio rinunciare ai miei migliori amici.
Poso di nuovo lo sguardo sul cortile, il bidello Ralph sta falciando il prato, indossa le sue enormi cuffie rosse… Mi piacerebbe tanto sapere che tipo di musica può ascoltare un bifolco come lui!
Mi perdo tra quei colori, evitando almeno per un po’, di pensare come fare per risanare una vecchia amicizia.

Pov’s Narratore:

Una foto ritrae la maestosa villa dei Geyer immersa nel verde di un area primaverile.
Sono trascorsi cinque anni dall’ultima volta che l’ ha vista così, nonostante tutto, un leggero sorriso riesce ad impreziosire le sue guancia pallide, con quelle fossette che tanto le donano. «Hey, hai intenzione di disfare le tue valige o le userai come soprammobili? » ghigna Summer, ammirando la figura esile ma muscolosa di suo fratello che poggia sullo stipite della porta.
Sum si alza, si avvicina ad essa per poi fare una linguaccia a suo fratello e chiudergli la porta sul naso.
Si tuffa sul letto e continua a guardare quella foto che stringe tra le mani, per poi gettarla sul pavimento con disprezzo.
Domani inizierà il suo primo giorno di scuola, tornare a Chittenden per lei è stato un duro colpo… Non ci sono molti stimatori della famiglia Geyer nella contea, nessuno è felice di sapere che sono tornati, dopo ciò che ha fatto suo padre.
Si comprime le tempie Summer, il mal di testa le pulsa come se avesse un trapano nel cervello.
« Sum, disfa i bagagli… resteremo qui, fattene una ragione! » sua madre entra in camera sbattendo la porta contro il muro. Guarda con aria di sfida sua figlia, la decisione di ritornare a Chittenden è stata sua, a suo dire era arrivato il momento per la famiglia di tornare a casa, affrontando il passato.
Sbuffa Summer mentre tira fuori dagli scatoloni le sue cose. Sul fondo dimora una scatola, sulla quale vi sono appiccicati adesivi di fiori e animali, la prende tra le mani Sum, aprendola…

Pov’s Summer:

Apro la scatola pur sapendo cosa c’è al suo interno, a volte credo di essere un autolesionista.
Tolto il coperchio balza fuori un peluche nero, un gattino dai lunghi baffi, ricordo che era di Mel, la supplicai per farmelo regalare… è ridicolo ciò che può piacere ad una bambina di 11 anni.
Tiro fuori dalla scatola varie cianfrusaglie sino ad arrivare sul fondo, su di esso c’è una cornice capovolta, la prendo tra le mani e la giro verso di me, la foto al suo interno ritrae tre bambini, è stata scattata sulle altalene di legno nel cortile di casa mia, guardo fuori dalla finestra e le vedo quelle altalene, riuscendo quasi a ricordare il momento esatto di quell’istantanea.
La foto ritrae me, i capelli biondi ricci e lunghi, gli occhi color mare e il sorriso splendente.
Sul lato sinistro un’altra bambina, boccoli neri corti, carnagione scura e profondi occhi neri. Il neo sul mento, che le donava un aria quasi regale e signorile. Melody è sempre stata bellissima!
Tra di noi c’è un ragazzino basso e dalle spalle grosse, capelli neri tagliati molto corti e occhi verdi. Lo sguardo serio ed il sorriso contagioso. Stringe con le sue braccia le nostre spalle, sembriamo felici, eravamo felici, prima che accadesse tutto.
Summer, Liam e Melody i tre moschettieri, così ci chiamavano gli anziani della contea… Peccato che non siamo riusciti a tenerci stretta questa alleanza, questa amicizia.
Una lacrima mi bagna il viso, ripongo velocemente la foto nella scatola per poi gettarla sotto al letto, lontano dai miei occhi… Non so come sarà affrontare la scuola e tutto il resto, sicuramente avere Mel e Liam con me renderebbe le cose molto più semplici, ma so che questo non accadrà mai, loro mi odiano e non posso biasimarli.


 



Liam Kane
 

Melody Quinn


Summer Geyer





Pov's Autrice:

Saaalve rieccomi con una nuova storia, dai sapori drammatici e romantici.
Quì si parla di un'amicizia sgretolatasi per dei motivi... Voi avete già capito quali sono?
Il capitolo come vi preannunciavo all'inizio è breve, ma spero sia comunque servito ad incuriosirvi.
Attendo quealche vostro commento, sono curiosa di sapere cosa ne pensate di questo mio nuovo progetto...
Ci si vedeeee  ;)


P-S= che ne pensate della copertina l'ho fatta io... sono fiera di me! (ego al massimo)  XD


xo lollipopo 2013




 


 
 
 

 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


  Follow me onFacebook

Capitolo 2


 
Pov’s Narratore:

Il sole su Chittenden risplende, è febbraio ma se pur le stagioni parlano di pieno inverno, il fioco caldo bacia i volti della gente, riscaldandoli.
« E’ una splendida giornata vero? » Melody corre incontro a Liam, spingendo con una mano la sua spalla. Il ragazzo alza il capo, sfilandosi gli auricolari dalle orecchie e poggiando il suo sguardo sorridente sull’amica. « Già, verrebbe quasi voglia di marinare la scuola… » Mel sorride scuotendo il capo. « Non contare sul mio appoggio, oggi ho la prova di inglese e sai quanto ho dovuto studiare per arrivare preparata a questo compito. » Liam fa cenno di si col capo senza rimuovere dalle labbra il suo sorriso. Cinge il collo di Melody con un braccio per poi incamminarsi con lei nella scuola.
Messi i piedi nella hall della scuola, i due si dividono, raggiungendo i loro gruppi di amici. Liam si aggrega alla squadra di football della quale è il quarterback. Melody avanza verso la sua aula con le sue compagne del coro.
Qualcun altro invece avanza cercando di passare inosservato. Qualcuno che avrebbe bisogno di un gruppo di amici… ma anche solo di un amico.

Pov’s Summer:

La macchina frena dinanzi al cancello della Brookside School, la guardo per un attimo per poi voltarmi verso il guidatore…  « Cosa c’è sorellina hai paura? » nelle sue parole c’è sarcasmo, ma nello sguardo di Vikram riesco ad intravedere un velo di compassione. « Vuoi che ti accompagni? » spiritosano, se c’è una persona nella contea di Chittenden odiata quasi quanto mio padre, quello è mio fratello, con tutte le marachelle che ha combinato… « Mi odiano già, per quello che ha fatto nostro padre, figuriamoci se mi vedessero varcare la soglia della scuola con il mio “adorato” fratello… No grazie, vado da sola. » Vik ride, per poi passarmi una mano sulla testa, scostando il mio capello. « Vengo a prenderti all’uscita, cerca di non combinare casini Sum. » da che pulpito viene la predica… « Fino a prova contraria sei tu quello che si fa arrestare per delle bravate. A più tardi. » salto giù dall’auto e a capo chino entro nella scuola.
Infilo le mani nelle tasche del mio impermeabile e continuo a guardare i lacci rossi delle mie scarpe da ginnastica.
Cerco di tenere un profilo basso, farmi prendere di mira il primo giorno non rientra nei miei piani!
La giornata scorre velocemente. Le lezioni sono noiose, come in tutte le scuole… L’inglese resta la mia materia favorita, la mia nuova insegnante si lascia chiamare col suo nome di battesimo, Joyce. Cerca così di istaurare un rapporto di amicizia con noi studenti, è un comportamento che non avevo visto assumere da nessun docente. Mi piace!
La campanella suona, dando inizio all’intervallo. Uscendo dall’aula continuo ad essere ignorata dai miei compagni che, se potessero mi camminerebbero sulla testa.
Quando, ad un tratto, un gruppo di cinque tra ragazzi e ragazze mi circonda…
« Hey Geyer, come se la passa tuo padre al Northwest Correctional?» uno spintone e poi un insulto. Ed ecco che iniziano a nominare mio padre.
Jackson Geyer era un importante banchiere qui a Chittenden, tutti i cittadini confidavano in lui, affidandogli i propri risparmi, così che lui potesse investirli in borsa e accrescere i loro portafogli… Era mio padre, è mio padre, ma ormai non è più uno stimato direttore bancario ma è solo un delinquente, un criminale che ha ridotto intere famiglie di Chittenden sul lastrico.
« Lasciatemi passare… » tento di evitarli scansando i loro sguardi duri. Comprendo il loro rancore, mio padre li ha feriti nel profondo, ma cosa c’entro io…

Pov’s Narratore:

Il corridoio della Brookside School si gremisce di studenti. Mel e Liam lo percorrono, tenendosi a braccetto, dirigendosi verso i loro armadietti. Una folla impedisce loro di arrivare a destinazione.
« Che sta accadendo? » chiede Mel a Denny, uno dei compagni di squadra di Liam. « Alcuni ragazzi si stanno vendicando. » Mel corruga la fronte non comprendendo quelle parole. Allunga il collo, facendosi leva sulla spalla di Liam e slanciandosi selle punte dei piedi, fino a vederla Sum, circondata da un gruppo di studenti che le sputano addosso veleno. Anche Liam sembra aver visto la sua vecchia amica… « E’ Summer. » mormora Melody ingoiando l’ansia che le blocca la gola.
« Dobbiamo aiutarla… » digrigna tra i denti, nella speranza che Liam non senta quelle parole. Il ragazzo tace, Mel lo guarda e dal suo rude sguardo comprende che il suo amico non muoverà un passo per aiutare Sum. « Vado ad aiutarla. » china la testa Mel e punta i piedi a terra facendo per dirigersi verso Summer, ma Liam la ferma, bloccandola per un braccio.
Freme Mel, guardando un ragazzo impossessarsi del cappello di Sum e pestarlo come se stesse andando a fuoco, poi una ragazza, stringe tra le mani un bicchiere dello starbucks contenente del caffè, si avvicina a Sum e lo versa tutto sulla sua t-shirt e sul viso. Urla Summer, il caffè deve scottare parecchio.
Mel si morde un labbro e poi, infervorata, sfila via il suo braccio dalla morsa di Liam e si incammina facendosi spazio tra quella folla infima… « Mel dove vai? » « Ad aiutarla, tu puoi anche startene qui tra le mani nella mani. » ringhia contro Liam e poi raggiunge Sum. « Ora basta, andatevene! » Melody raggiunge Summer, le cinge il braccio e la trascina verso il bagno…
« Vattene, raggiungi tuo padre al Northwest Correctional. E’ quello il tuo posto!» l’ultimo sputo di veleno e poi Mel chiude le porta del bagno alle sue spalle, bloccando la maniglia con una sedia.
« Perché lo fai? » chiede Sum con gli occhi lucidi e ricolmi di lacrime. « Quello che ti stanno facendo è ingiusto. Tu non hai commesso errori, non hai tradito la fiducia dei cittadini della nostra città, tuo padre è l’unico colpevole, non devi pagare tu per i suoi errori. » Sum china il capo mentre Melody, con non poca difficoltà, cerca di rimuovere un chewingum appiccicato da uno degli studenti, tra i capelli di Sum. « Ahi! » mugugna Sum… « Posso chiederti una cosa Summer? » l’acqua scorre sulle mani di Sum che strofina via le macchie di caffè dalla sua t-shirt. Guarda Mel e gli fa cenno di si col capo in modo incerto. « Quando sei partita, cinque anni fa, sei andata via senza salutarmi, ho cercato di contattarti per mesi senza ricevere un tuo segnale, una tua risposta. Perché mi hai sempre ignorata? » Sum ascolta in silenzio, senza parlare… « So di averti allontanata dopo quello che ha fatto tuo padre, ma credimi non l’ho fatto perché c’è l’avevo con te ma in quel momento c’era qualcuno che aveva più bisogno della mia presenza… Liam. Lo sai, tu lo conosci, forse meglio di me, lui è debole, fragile molto più di te. Sentivo che lui sarebbe crollato, mentre tu, in un modo o nell’altro c’è l’avresti fatta… Non volevo abbandonarti Summer. » le due si guardano profondamente negli occhi, senza proferir parola. Quel silenzio viene interrotto dal suono della campanella. L’ultima ora è saltata, è tempo di tornare a casa.
Mel e Sum escono dal bagno e si dirigono verso l’uscita della scuola… Di fronte a loro c’è ferma un enorme auto nera, poggiato, di fianco ad essa c’è un ragazzo, corporatura lineare, capelli castano chiari, ed una leggera barba che gli dona un aria più matura, vissuta. Jeans scuri e giacca di pelle nera che lasciano intravedere la rudezza del suo carattere. « Hey sorellina, il caffè va bevuto non lo si deve versare sui vestiti… » ride, rivolgendosi a Sum… « E’ tuo fratello, Vikram? » chiede Mel alzando un sopracciglio, rivolgendosi alla ragazza bionda che ha di fianco. « Si… Il simpatico Vik. »

Pov’s Melody.

Ci avviciniamo all’auto, a pochi metri da Vikram. E’ diverso, rispetto a come lo ricordavo. Sono trascorsi cinque anni dall’ultima volta che l’ho visto e, ovviamente lui è cresciuto, come me.
 « Melody Quinn? La piccola Melody? » mi chiede accennando un sorriso. Faccio cenno di si col capo, arrossendo lievemente… « Sei cresciuta e anche bene dire… » ammicca mentre il mio volto diventa sempre più paonazzo. « Piantala Vik. Torniamo a casa che ne ho avuto già abbastanza della scuola per oggi. » Sum tira a se Vikram per un braccio, trascinandolo verso l’interno dell’auto. « Hey Quinn, serve un passaggio? » mi chiede Vikram tenendo la portiera aperta con una mano. Ad un tratto sento delle voci a me familiari, mi volto e vedo Liam, allontanarsi con la squadra di football. « No grazie, mi aspettano. » « Spero di rivederti presto piccola Melody. » gli sorrido per poi dirigermi verso Liam e il suo gruppo. « Hey torniamo a casa insieme? » gli corro incontro saltandogli sulla schiena. « No, torno a casa con la squadra. » la sua risposta è dura e fredda. I suoi occhi non trovano i miei. Sibilo un ok malinconico, per poi guardarlo allontanarsi. Torno a casa da sola, con la malinconia a farmi compagnia.
I libri aperti sul letto non riescono comunque a farmi concentrare, continuo a chiamare Liam ma, il suo telefono squilla invano… L’aver aiutato Sum ha forse pregiudicato il nostro rapporto?
Sono stanca, getto, irritata, i libri giù dal letto per poi affondare la testa nel cuscino e addormentarmi.
Vengo svegliata dalle urla di Marja, la nostra governante, che mi invita a scendere in cucina per la cena. Gli urlo un ‘ subito ’, per poi ricontrollare il telefono, nella speranza che durante il mio sonno, Liam abbia provato a contattarmi. Nulla da fare, sul display lampeggia uno zero… Zero chiamate perse e zero messaggi.
Faccio spallucce e con aria affranta faccio per scendere in cucina per la cena, poi ci ripenso e decido di fare un ultima mossa. Mando a Liam un ultimo messaggio dicendogli tutto ciò che provo in questo momento, magari potrebbe servire a scuoterlo e a farlo aprire con me…

“ Stai ignorando le mie telefonate e credo di sapere il perché… Devi smetterla Liam di comportarti in questo modo, so che sei ferito e ti comprendo, ti sono vicina, ma ciò che stavano facendo a Sum era ingiusto e lo sai bene anche tu. L’unico colpevole del tuo dolore, del rammarico dell’intera città, è rinchiuso in una prigione, lontano da tutti noi. Non potrà più fare del male a nessuno. Incolpare Summer per ciò che ha fatto suo padre è da villani. Lei ha bisogno di aiuto come ne hai avuto bisogno tu. Io per te ci sono stata in questi cinque anni, Summer invece ha dovuto affrontare tutto da sola. Non è giusto! Se comportandoti in questo modo credi di indurmi ad una scelta, te o lei, ti sbagli di grosso. Voglio bene ad entrambi e avervi qui, insieme, mi fa sperare in un ricongiungimento, ma giorno dopo giorno mi sembra solo un sogno lontano. Tu hai sofferto e continui a soffrire ed io, nel mio piccolo, ho sempre cercato di alleviare le tue pene e lo faccio ancora oggi. Ora Liam, sono io a soffrire e parte di questa mia sofferenza sei tu ed il tuo atteggiamento. Merito questo? ”

Lascio il cellulare sulla scrivania e raggiungo la mia famiglia per la cena.
Ritorno in camera e mi getto sul letto per poi essere richiamata dal beep del cellulare, mi avvicino alla scrivania e lo prendo. Sul display una letterina lampeggia, mi è arrivato un messaggio…

 Vederti aiutare Summer mi ha ferito ma, se pur tardi, ho capito perché lo hai fatto. Non so se riuscirò mai a pensare a Sum come la bambina con cui ridevo e giocavo qualche anno addietro, sono consapevole che lei non ha la colpa di ciò che è successo alla mia famiglia, ma per ora non riesco ad avvicinarmici. Questo però non ha nulla a che vedere con te, so quanto hai sofferto quando Summer è andata via, quanto hai pianto per le ingiurie delle altre bambine nei suoi confronti. L’hai difesa sempre quindi non dovrei stupirmi nel vedertelo fare ancora oggi. Mi sono comportato da idiota oggi con te e ti chiedo scusa. Non volevo ferirti. Noi due dovremmo difenderci a vicenda, c’è lo siamo promessi ed io non voglio essere il primo ad infrangere questa promessa. Quindi, se per te va bene, vorrei dimenticare tutto ciò che è successo oggi e ricominciare da ieri, come se nulla fosse accaduto. Ti voglio bene Mel! 
 
Sorrido leggendo il messaggio ed il peso che mi opprimeva il cuore, finalmente svanisce come per magia.
Voglio aiutare Summer, cercando di starle accanto anche se lei sembra respingermi, ma al col tempo, non voglio perdere Liam.
Per cinque anni siamo stati solo noi due e ne abbiamo passate tante, mi è stato accanto quando i miei genitori hanno divorziato, mi teneva la testa mentre vomitavo per il nervosismo e asciugava le mie lacrime quando lo sconforto veniva a farmi visita.
Ho una famiglia sgangherata ed il mio porto sicuro è lui, Liam, ma vorrei che anche Sum tornasse a far parte della mia vita…
Rispondo al messaggio di Liam augurandogli la buonanotte e con un ti voglio bene semplice, ma sentito, per poi addormentarmi stringendo tra le mani il mio cuscino preferito, quello sul quale c’è stampata una foto che ritrae me, Liam e Summer, cinque anni fa.


 



Vikram Geyer
  

Liam Kane & Melody Quinn




Pov's Autrice:

Rieccomi con il secondo capitolo di Unbreakable, più lungo e corposo, 
spero sia di vostro gradimento.
Siete riusciti a capire qualcosa in più sui motivi della fine di questa amicizia?
Lasciatemi qualche commento e fatemi sapere le vostre opinioni.
Ci si vedeeee  ;)



xo lollipopo 2013 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


  Follow me onFacebook

Capitolo 3


 
Pov’s Narratore:

Il sole filtra dalla vetrata dell’aula di storia. Summer prende posto al suo banco, il terzo della fila centrale. Dietro di lei vi è seduto un tizio grassoccio e brufoloso. Tutti lo evitano e lo stesso fanno con Sum.
L’insegnante Griffin entra in aula, vestita con i suoi soliti abiti scuri, impolverati col bianco del gesso, strumento tipico da lavoro per gli insegnanti. Gli occhiali piccoli posti sulla punta del naso ed una cipolla dietro la nuca che raccoglie i suoi capelli neri.  « Buongiorno studenti. » Un coro si alza, ricambiando il saluto della donna.
Summer si disfa del suo solito berretto di lana, infilandolo nel ripiano di ferro posto sotto al suo banco. Prende l’occorrente per la lezione e punta gli occhi sulla docente. « Oggi vorrei ascoltare qualcuna delle vostre ricerche… » la signora Griffin sbircia dal registro di classe i nomi dei possibili da interrogare… « Si preparino il signor Johnson e le signorine Posey e Geyer. » Sum fa cenno di si con la testa, china il capo nello zaino e cerca la cartellina ad anelli rossa che contiene la sua ricerca… « Oh no… » bisbiglia quasi a se stessa.
Vikram consuma il suo caffè al bar di fianco alla Brookside School. Sfila le chiavi dell’auto dalla giacca di pelle nera e col comando a distanza apre le sicure dell’auto. Salito a bordo si accorge di qualcosa poggiato sul sedile posteriore… « Cos’è? » Vikram prende tra le mani quella cartellina di colore rosso, la apre e controlla cosa ci sia al suo interno. « E’ la ricerca di Sum, quella che stava leggendo quando l’ho accompagnata… »
Summer si dispera, sta per arrivare il momento di esporre la sua ricerca dinanzi alla classe ma, l’ha dimenticata. Cerca di pensare velocemente ad una scusa da propinare alla signora Griffin, ma nessuna sembra convincerla, non può semplicemente dirle di averla dimenticata.
Nell’aula persiste un vociferare. Nei banchi alla destra di Summer vi sono sedute delle cheerleader, tra di loro vi è anche il capitano… Regina Parker. Una ragazza dalla lunga chioma bionda e liscia. Gli occhi di un intenso verde scuro e i tratti signorili ed estremamente femminili.
Summer si distrae per un attimo dalla sua ricerca smarrita e poggia lo sguardo su quelle ragazze impegnate in un irriverente chiacchiericcio. « Ho praticamente invitato mezza scuola al mio party. Sarà fantastico ragazze! » parlano di una festa, Regina, la capo cheerleader ne ha organizzata una a casa sua e, a quanto pare, tutta la scuola prenderà parte ai festeggiamenti.
Summer china il capo, posando gli occhi sul suo banco. Vorrebbe partecipare anche lei alla festa ma sembra essere l’unica, insieme al ragazzo brufoloso alle sue spalle, a non essere stata invitata.
« Bene signorina Posey ritorni al suo posto. » Tocca a Summer presentare la sua relazione ma, purtroppo non c’è l’ha con se. Fa per alzarsi e recarsi dall’insegnante per comunicargli la sua disavventura con il compito assegnatole quando, qualcuno bussa alla porta dell’aula. « Avanti. » acconsente l’insegnante. Il bidello Ralph fa il suo ingresso nell’aula annunciando alla signora Griffin che c’è un ragazzo che è venuto a consegnare qualcosa ad un suo familiare presente nell’aula.
« Fallo pure accomodare Ralph. » Vikram Geyer fa il suo ingresso nell’aula, stringe tra le mani la cartellina rossa di Sum. « Oh menomale! » sospira Summer andando incontro al fratello. « Mi scusi professoressa ma mia sorella ha dimenticato in auto i suoi compito, mi sentivo in dovere di portarglieli. » sorride Vik, infrangendo i cuori delle studentesse sedute tra i banchi. « Whao » mormorano le cheerleader intende a sistemarsi vestiti e capelli…
Vik porge la cartellina a Sum, che lo ringrazia con un caloroso sorriso. « Ora vado. Scusi il disturbo professoressa. » persino l’insegnante Griffin sembra essere affascinata dal sorriso beffardo di Vikram.
Chiusasi la porta, la Griffin è pronta a riprendere la sua lezione, è il turno di Sum di andare alla cattedra. « Signora Griffin posso andare in bagno? » Regina si alza dalla sua postazione, non appena Vikram si chiude la porta alle spalle.
La Griffin con un segno della mano da il permesso a Regina di abbandonare l’aula.
La figura di Vikram si nota nella penombra dei corridoi della Brookside School… « Hey tu… » una voce femminile fa voltare Vik. « Ciao, io sono Regina. » la bionda ragazza si avvicina a Vikram tendendogli una mano. Con sguardo e sorriso beffardo, Vikram stringe la mano della ragazza.
La giovane porge al ragazzo un volantino… « Cos’è? » Vik fissa la ragazza con sguardo languido…
« C’è scritto il mio indirizzo sopra. » « E cosa dovrei farci? » Regina si avvicina all’orecchio di Vikram, poggiando la mano sinistra sul petto del ragazzo… « Stasera darò una festa, se vieni magari possiamo divertirci… » Vikram sorride compiaciuto, quella è una chiara proposta per una “divertente” serata, e lui non ha intenzione di rifiutare l’offerta di Regina.


Pov’s Summer:

Lancio lo zaino sul letto, sento lo stomaco brontolare e corro in cucina nel disperato tentativo di trovare qualcosa da mangiare… ma come sempre mia madre ai fornelli è un disastro, insomma, diserta proprio la zona cucina. « Hey Vik, ordiniamo una pizza per cena? » entro in camera di mio fratello e lo vedo pavoneggiarsi dinanzi allo specchio mentre si disfa di una t-shirt per poi infilarne un'altra… « Mi dispiace sorellina ma stasera dovrai cenare da sola. » « Esci? » fa capolino di si, sorridendomi. « Vado ad una festa. » festa?!?
Corrugo la fronte poi l’occhio mi cade sulla scrivania, dove mi è posto un volantino di colore rosa. Lo prendo e leggo il contenuto… « Coosa, andrai al party di Regina Parker? » sgrano gli occhi e, esterrefatta guardo mio fratello che annuisce. « Non puoi! » « Si invece, sono stato invitato… » scuoto il capo, incredula delle parole che sto sentendo. « Ora esci, devo finire di prepararmi. » mi spinge fuori dalla stanza, chiudendomi la porta sulla faccia.
Cammino nervosamente consumando le suole delle mie scarpe. Se continuo in questo modo si aprirà un solco sotto i miei piedi, sul parquet.
Non posso lasciare che Vikram vada a quella festa da solo, si caccerebbe di sicuro nei guai.
Apro l’armadio e tiro fuori da esso dei leggings marroni ed una blusa bianca svolazzante. Infilo una giacca e sistemo i capelli alla meno peggio.
« Che fai? » guardo Vik che scende le scale mentre io gli tengo la porta aperta. « Vengo con te alla festa. » Vikram inarca un sopracciglio… « Tu cosa? » faccio capolino per poi trascinarlo fuori di casa.
Guardo Vikram guidare e mi ritornano in mente i momenti passati, quelli qui a Chittenden dopo l’arresto di nostro padre.
Quando la polizia venne a bussare alla nostra porta cinque anni fa, per prendere nostro padre, Vikram sembrò sorpreso ed arrabbiato allo stesso tempo. Si prese cura di me, consolò nostra madre, faceva l’uomo di casa.
Nei giorni seguenti fuori dalla nostra casa, decine e decine di famiglie truffate da Jackson Geyer vennero a mostrarci tutto il loro disprezzo verso la nostra famiglia.
A capo della protesta vi era Demon Kane, il padre di Liam, proprietario dell’officina più funzionale della cittadina, nella quale Vik faceva praticantato dopo la scuola.
Vedere Demon inveire contro di me e la mamma per una colpa non nostra, fece infuriare Vikram.
Di notte si intrufolò nell’officina, usando le chiavi di riserva e danneggiò tutto quello che si ritrovò d’avanti. Strumenti del lavoro, vetrine e anche auto dei clienti. Milioni di danni economici che andavano ad accumularsi a quelli che già mio padre aveva causato alla famiglia Kane.
Due erano le possibilità per Vikram, finire in riformatorio o pagare i danni causati al signor Kane.
L’avvocato di famiglia riuscì ad ottenere un accordo. Poiché non disponevamo di una cospicua somma, adatta a risarcire Demon Kane, a causa dei beni congelati alla nostra famiglia, Vikram dovette trascorrere tre mesi in un istituto correttivo per poi uscire su cauzione.
Lasciammo Chittenden perché ci rendemmo conto che la nostra vita, senza mio padre e dopo la sua infelice uscita di scena, non sarebbe più potuta essere tranquilla e serena come una volta.
Mi viene spontaneo avere paura per Vik, ha sempre avuto un caratteraccio e il riformatorio lo ha solo peggiorato. Il mio fratellone ha la tendenza a cacciarsi nei guai…

Pov’s Narratore:

« Liam hai intenzione di andare alla festa quando ormai è finita? » Melody siede su un puff nel mezzo della stanza di Liam e attende che l’amico esca dal bagno. « Sono pronto! » Mel esulta per poi trascinare velocemente Liam fuori di casa, la festa di Regina Parker sta per iniziare.
Una Melody dai capelli perfettamente lisciati, prende possesso della zona bar alla festa.
« Brindiamo? » chiede Liam porgendogli un bicchiere. « A noi! » sorride Mel, mandando giù il contenuto alcolico nel bicchiere di carta rosso.
I due ridono, scherzano e chiacchierano con i loro compagni di scuola.
L’auto di Vikram posteggia fuori dalla maestosa villa vittoriana della famiglia Parker.
I due fratelli Geyer fanno il loro ingresso sotto gli sguardi scrutatori dei festaioli.
Regina nota Vikram e non perde tempo a lanciarsi su di lui. Melody da lontano nota Summer, la piccola biondina sembra un pesce fuor d’acqua.
Melody guarda Liam, che sembra distratto e coinvolto in una discussione con dei suoi compagni di squadra.
« Ciao, non mi aspettavo di vederti qui. » Mel si avvicina a Sum, sorridendole. « Sono venuta solo per tenere d’occhio Vikram. » tra le due sembra essersi intavolata una piacevole chiacchierata ma, gli anni passati in silenzio si sentono, tra di loro non c’è affetto, ogni parole risulta sterile. « La piccola Melody Quinn, è un piacere rivederti. » Vikram, liberatosi della morsa di Regina, si avvicina alle due ragazze. « Ciao Vikram. » sorride Melody, arrossendo lievemente.
Una ragazza visibilmente sbronza, inciampa nei suoi tacchi sbattendo il bicchiere contenente un drink a terra, qualche goccia però schizza sui pantaloni marroni di Sum. « Cavolo! » « Dovresti sciacquarlo, altrimenti ti resterà l’alone. » ghigna Vikram. Sbuffa Sum per poi guardarsi intorno, fino a comprendere quale, tra le numerose porte della casa, nasconde il bagno. « Vado in bagno. »
« Se vuoi ti accompagno. » Melody si sporge verso Sum ma la giovane la frena. « No grazie, non è necessario. »
Melody e Vikram restano da soli. I due chiacchierano del più e del meno, del passato ma anche del presente. « Ti ricordi di quando facevamo il bagno nudi in piscina? Dovremmo rifarlo… » sorride ammiccando Vikram. « Lo abbiamo fatto solo una volta ed eravamo bambini, scordati che oggi possa accadere una cosa del genere. » i due ridono complici, attirando parecchia attenzione.
Liam, ebbro, è infastidito nel vedere la sua amica Mel chiacchierare amichevolmente con Vikram Geyer. Si avvicina ai due furioso. « Perché non te ne vai da qui… » da uno spintone a Vikram, allontanandolo da Mel. « Liam. » lo sgrida la ragazza. « Sei ubriaco Kane perché non te ne torni a casa? » « Voi Geyer non dovevate tornare a Chittenden, qui nessuno vi vuole. Siete dei ladri, dei criminali… » Vikram fa roteare i suoi occhi nocciola. « Tu sei un ubriacone, proprio come tuo padre. » Vikram ha colpito nel segno e i tentativi di Melody di placare gli animi non sortiscono effetto.
Liam salta al corro di Vikram, sferrandogli un pugno in pieno viso, ovviamente il giovane Geyer non può non rispondere. I due si pestano sotto gli sguardi divertiti dei vari studenti della Brookside School presenti alla festa.
Summer esce dal bagno e viene coinvolta in quel vortice che circonda Liam e Vik che, sono intenti a rotolarsi sul pavimento. « Vikram. » urla Sum. Lei e Mel si guardano impotenti e preoccupate.
La giovane Quinn prende in mano le redini della situazione e ordina alla squadra di football di separare i due. Dopo qualche istante di esitazione i ragazzi le danno ascolto, consegnando Liam nelle mani di Mel e Vikram in quelle di Sum.
Le due ragazze trascinano i rispettivi partner a casa, non senza averli rimproverati. « Sapevo che avresti fatto qualche casino. » sentenzia Sum, schiaffeggiando Vikram sulla nuca.

Pov’s Summer:

« Non sono stato io ad iniziare… » mi ripete Vikrama mentre gli medico il taglio sulla fronte.
«  Avresti dovuto semplicemente andare via. » « Perché mai, ero stato invitato a quella festa proprio come il tuo caro amico Liam.  » amico… io e Liam non potremo mai più ritenerci tali.
Gli applico il cerotto e poi lo lascio infilarsi sotto la doccia. Metto il bollitore sul fuoco e attendo che l’acqua bolli, un thè caldo mi aiuterà a calmarmi.
Stringo tra le mani la mia tazza ricolma di thè e vado a berla in giardino su l’altalena.
Mi godo il fresco vento e dondolo, gustando la mia bevanda calda… E’ stata una serata difficile ed imbarazzante.
Poggio la tazza vuota sull’erba e solo all’ora mi accorgo di avere indosso ancora gli abiti sporchi di alcool. Faccio per abbandonare il mio gioco d’infanzia quando una voce richiama la mia attenzione. « Ciao… » mi volto e mi appare dinanzi la figura di Melody. Le sorrido per ricambiare il suo saluto… « Posso? » mi chiede indicando l’altalena alla mia destra, accanto a quella dove vi sono seduta io. Le faccio cenno di si col capo facendola accomodare…
Dondoliamo in silenzio per qualche minuti, ricordo quanto adoravamo starcene su questa giostra, con Liam che, infuriato, inveiva contro di noi perché non lo lasciavamo mai giocare…
Un sorriso spontaneo appare sulle mie labbra.  «  Sembra come se fossimo tornate bambine vero? » Mel sorride e per un attimo i nostri occhi si incrociano. Ci guardiamo intensamente, ritrovando quelle bambine che eravamo … « Come sta Vikram? » mi chiede lei iniziando la conversazione.
« Sta bene. E Liam? » « Anche lui sta bene, ha solo bevuto troppo… Ho dovuto metterlo a letto. » Distolgo lo sguardo da lei e lo poso sul cielo stellato, c’è sempre stata una visuale bellissima dal mio giardino, io e mio padre campeggiavamo spesso su questo prato ammirando il cielo notturno… « Non vuoi sapere perché sono qui? » mi volto nuovamente verso di lei e annuisco.
« So che per te è difficile Sum e credimi, lo è anche per me. Ricominciare un’amicizia interrotta cinque anni fa non è facile. Siamo cresciute, cambiate e il nostro passato non è semplice ma possiamo ancora rimediare… » le altalene dondolano mentre cerchiamo di tenere gli occhi puntati gli uni negl’altri. «  Mi manchi Sum. Mi manca la mia amica, quella con cui giocavo con le bambole, compravo vestiti e guardavo film romantici strappalacrime. Non abbiamo mai avuto modo di parlare di amori impossibili, ragazzi sbagliati o amicizie invidiose… »  La guardo mentre mi mordicchio l’interno del labbro, lo faccio sempre quando sono nervosa. Tutto ciò che Melody dice è vero e mai più di ora, mi rendo conto di quanto mi sia mancata anche lei. « Mi dispiace per come sono finite le cose tra di noi. » dico in un soffio… « La scorsa settimana a scuola, non hai risposto ad una mia domanda. » la guardo accigliata, cercando di ricordare quale fosse la domanda…
« Perché non hai mai risposto alle mie email o ai messaggi? » oh, ora ricordo. « Ero arrabbiata ed imbarazzata per quello che mio padre aveva fatto… Nelle lettere mi chiedevi come stavo ed io avevo vergogna a dirti che stavo uno schifo. » il viso di Mel si rattrista, è sempre stata la più forte ma anche la più emotiva del gruppo, ha sempre cercato di prendersi cura di me e Liam. Noi tre abbiamo la stessa età Melody però è di qualche mese più grande di noi, da bambini diceva di essere la maggiore, la più grande del gruppo e di conseguenza quella con più responsabilità. Si sentiva in dovere di aiutarci e proteggerci e credo che anche oggi pensi lo stesso.
«  Io voglio ricominciare tutto da capo con te Summer, iniziamo ad essere amiche da ora, come se non ci fossimo mai conosciute ti và? » corrugo la fronte mentre lei mi tende la mano… «  Che fai? » le chiedo curiosa. « Bhè non ti conosco e mi piacerebbe farlo, quindi mi presento… Su, stringimi la mano.  » con non pochi dubbi faccio ciò che mi dice, afferro la sua scura mano destra con la mia pallida, stringendola. « Ciao, piacere di conoscerti, io sono Melody Quinn. » sorrido e sto al suo gioco… «  Io sono Summer Geyer, piacere mio. » 






 



Liam Kane

Vikram Geyer

Summer Geyer 
& Melody Quinn




Pov's Autrice:

Eccoci bella gente siamo già giunti al terzo capitolo.
Vi ho fatto attendere un pò per leggerlo ma un pò per gli impegni,
un pò per le poche visite e recensioni che avevo avuto a questa storia,
ho evitato di pubblicare prima... 
Questa storia per me è molto importante poichè mi riporta ai miei due migliori amici,
un maschio ed una femmina per l'appunto e ci terrei davvero a conoscere qualche opinioni di chi,
legge costantemente in silenzio.
Spero con questo chapter di indurvi a battere le vostre belle dita sulla tastiera e a lasciarmi un parere.
Detto questo ci sentiamo presto e brindo con voi al riappacificamento delle due girls, Sum & Mel.



xo lollipopo 2013 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


  Follow me onFacebook

Capitolo 4

 
Pov’s Summer:

« Ok, tranquilla… Vengo a farti compagnia io. » stacco il telefono con Mel e mi fiondo al piano inferiore, la mia amica è malata, costretta quindi a saltare la scuola. Suo padre è fuori città e lei è da sola in casa, mi dispiace saperla sola in balia dell’influenza, quindi salto anch’io la scuola e passerò la giornata ad accudire una moribonda Melody.
« Sum dov’è il tuo zaino. » sull’uscio della porta vengo fermata da mia madre. « Melody non sta bene quindi salterà la scuola oggi, ho deciso di andare da lei per farle compagnia sai suo padre è fuori città per lavoro e lei è sola. » mamma si dimena in una fragorosa risata. « Scordatelo! » la guardo allibita, come può impedirmi di andare a fare visita ad una amica malata… « Il tuo rendimento scolastico è pessimo Summer ed essendoti iscritta ad anno scolastico inoltrato, hai un bel po’ di arretrati quindi non puoi permetterti di saltare neanche un solo giorno di scuola. Andrai a trovare la tua amica alla fine delle lezioni. » sbuffo sonoramente e tento di controbattere ma mia madre sembra essere ferma sulla sua decisione.
Risalgo nel piano superiore e controvoglia prendo il mio zaino dal letto. Uscendo dalla stanza mando un messaggio a Melody dicendogli che la raggiungerò alla fine delle lezioni.
Mi rammarica dover lasciare Mel da sola e se dovesse aver bisogno di qualcosa?
Scuoto il capo nel maldestro tentativo di provare a non preoccuparmi per lei ma la cosa mi risulta difficile.
Cammino nel corridoio e prima di imboccare la rampa delle scale che conduce al primo piano, passo di fianco alla stanza di Vikram, la porta è semiaperta, lo vedo disteso sul letto che gioca con una pallina da tennis. Busso a malapena per poi entrare senza attendere neanche il suo consenso. « Devo chiederti un favore… » « Buongiorno anche a te sorellina. » mi siedo ai piedi del suo letto e rubo la pallina che stringe tra le mani. « Mamma mi ha imposto di andare a scuola ma Melody non sta bene e la poveretta è sola in casa. Non posso attendere il pomeriggio per andare da lei, mi dispiace troppo doverla lasciare sola. Quindi incarico te… » « Incarichi me di cosa? » lo tiro giù dal letto, allacciandogli la camicia. « Andrai da Mel e gli farai compagnia fino al mio arrivo. » « Ok. » Vikram non se lo lascia ripetere due volte e dopo avermi lasciata sulla soglia della Brookside School, raggiunge la casa di Melody.

Pov’s Liam:

Stringo tra le mani il mio vassoio dirigendomi nella mensa. Dopo pranzo faccio una chiamata veloce a Mel, chissà come si sente…
« Hey Kane, hai visto laggiù… » Denny Rodriguez il mio capelluto amico e compagno di squadra mi si avvicina dandomi una leggera spinta e indicandomi un tavolo nel centro della mensa. Vicino ad esso vi è seduta da sola e silenziosa Summer Geyer. « Quei maniaci disadattati l’hanno presa di mira… » un gruppetto di ragazzi, dei bulli ignoranti, stanno infastidendo Summer. Tirano calci alla sua sedia, gli lanciano chewingum nella ciotola con la minestra e continuano ad insultarla. « Devo ammettere che un po’ mi dispiace per lei. » poggio lo sguardo su Denny che non distoglie i suoi occhi da Summer. « E’ molto carina, mi verrebbe quasi di correre da lei per aiutarla. » spingo la mia spalla contro la sua e lo invito a sedersi. L’ora di pranzo non dura molto e le sue cavolate iniziano ad infastidirmi.
Consumiamo il nostro pasto ma chissà perché non riesco a distogliere il mio sguardo da Sum.
Qualcosa attira la mia attenzione. I ragazzi alle sue spalle stanno giocherellando con un accendino a pochi centimetri dai suoi boccoli biondi. « Che diavolo fanno… » mi alzo in piedi seguito da Denny che per tutto il tempo aveva tenuto d’occhio Sum. « Dobbiamo aiutarla. » borbotta, ed io gli do ascolto.
« Hey idioti, lasciatela in pace. Andate via. » i giocatori della squadra di football della scuola hanno una certa importanza qui alla Brookside e tutti ci portano rispetto. I ragazzi filano via senza fiatare mentre Sum stupita, punta i suoi occhi nei miei.
La sirena posta sul tetto del comune di Chittenden suona, lo fa ogni volta che feroci temporali o tornado stanno per abbattersi sulla città.
Gli insegnanti ci raggruppano tutti in biblioteca, dividendoci in classi.
I cancelli di ferro elettrici calano lungo tutte le finestre, la scuola è diventata un bunker.
« Studenti mantenete la calma e non fatevi prendere dal panico. Una tempesta si sta avvicinando alla nostra contea, il sindaco Mall ha ordinato di non uscire per strada, quindi resteremo qui finché l’allarme non sarà cessato. » il signor Coleman cerca di rasserenare gli animi degli studenti più timorosi.
La tempesta mi costringe a stare insieme a tutti gli altri ma in realtà ho voglia di stare da solo e di non parlare con nessuno…. Mi rintano in un angolino cercando di portarmi avanti con i compiti fin quando non mi ritrovo dinanzi la figura di Summer. « Ciao Liam, posso parlarti. » gli faccio cenno di si con la testa senza però distogliere lo sguardo dal libro di storia. « Volevo ringraziarti per avermi aiutata prima con quei ragazzi. » taccio attendendo il proseguo del suo discorso. « Da quando sono tornata noi due non abbiamo avuto modo di parlare… » « Non abbiamo nulla da dirci. » chiudo il libro e lo ripongo nello zaino. « Invece abbiamo molto di cui parlare. Per cinque anni non ci siamo ne visti ne parlati… Mi sei mancato. » sospiro, sorridendo nervosamente. Raccolgo le mie cose e faccio per andarmene… « Smettila di comportarti come un bambino e resta qui a parlare con me o anche solo ad urlarmi contro. » « Cosa vuoi che ti dica Summer… che mi sei mancata? Bhè ti sbagli, in questi cinque anni i miei pensieri più che a te erano rivolti alla tua famiglia e ti assicuro che non erano pensieri teneri. » lascio cadere lo zaino sul pavimento e i libri che lo contengono causano un gran tonfo. Summer china il capo e riprende a parlare… « Non ti biasimo. Ciò che mio padre ha fatto alla tua famiglia e a quelle di molti altri è orribile. Lui è un imbroglione, un criminale ma io non sono come lui e non sono colpevole per i suoi errori. Per diverso tempo mi sono sentita in colpa per quello che era capitato a te e agli altri nostri amici per poi arrivare alla conclusione che io non sono mio padre. Il mio cognome non fa di me una cattiva persona. Jackson Geyer ha sbagliato e sta scontando la sua pena e continuerà a scontarla per tutta la vita. Anche io da innocente ho dovuto pagare per i suoi errori… Sono stata esiliata per cinque anni, allontanata dalla mia casa, dalla mia città, dai miei amici. » mi si avvicina a passo lento, poggiando una sua mano sulla mia spalla… « Tu hai sofferto e hai pagato ma credimi l’ho fatto anch’io. Credo che ora però sia giunto il momento di voltare pagina Liam. » le sue parole riescono a toccarmi, me ne accorgo dai miei occhi che iniziano ad inumidirsi. « Hai ragione ma non so se riuscirò mai a considerarti ancora un amica. Ti ho odiata per così tanto tempo… » « Facciamo un passo alla volta ok? Per ora iniziamo col non odiarci e magari di tanto in tanto salutarci, poi magari le cose verranno da se. » acconsento con un leggero segno della testa.
Sono davvero pronto a voltare pagina? Ora che ci penso… Non è vero che Summer non mi è mancata anzi, credo di aver iniziato ad odiarla dopo aver saputo che era fuggita da Chittenden senza neanche venire prima a parlare con me…

Pov’s Melody:

Mi giro e rigiro nel letto, odio avere la febbre! Ho un aspetto orribile, in tv non passa nulla di interessante e Summer non ha potuto saltare la scuola e venirmi a fare compagnia. Mi annoio…
Rispondo all’ennesimo messaggio di Liam che mi chiede come mi sento… « Male. Ho la febbre… come vuole che mi senta. » ottimo, ora parlo anche da sola, chiaro segno di demenza senile.
Il suono del campanello mi fa sobbalzare. « Chi sarà? » mi copro con un golfino e scendo ad aprire la porta… « Tu, che ci fai qui? » chino il capo cercando di nascondere il naso rosso e screpolato a causa del raffreddore. « Ti ho portato un po’ di provviste e la mia fantastica compagnia. » da vero spavaldo Vikram Geyer si fionda in casa, poggiando cibo, riviste varie e dvd sul tavolino del soggiorno. Lo guardo perplessa non riuscendo a spiegare il motivo della sua presenza in casa mia.
Vik si sfila la giacca poggiandola su una poltrona poi si accomoda sul divano, posto sotto alle enormi vetrate. « Summer mi ha ordinato di farti compagnia fino al suo arrivo… » « Oh. » sibilo arrossendo lievemente. Sono nervosa me ne accorgo dal magone che mi attanaglia la gola e dalle mani sudate. « Non c’è bisogno, io sto molto meglio. » « Non si direbbe, sei tutta rossa in viso… » gia, ma non è per la febbre. Perché la presenza di Vikram mi rende così nervosa?
Dun tratto la sirena d’allarme che annuncia imminenti temporali, suona. « Tempesta in arrivo… » ghigna beffardo Vikram. « Mi sa che dovremmo restare insieme per un bel po’. »
Evito di tenere il suo sguardo e mi prodigo nel sigillare porte e finestre mentre Vikram tiene puntati gli occhi su di me. Odio quella sua aria da sfacciato ma non posso negare che averlo vicino non mi dispiace del tutto…

Pov’s Vikram:

Chiacchiero con Melody per un po’, mi piace il suo sorriso è una ragazza simpatica ed intelligente, per non parlare della sua bellezza. Mi frena un po’ sapere che ha la stessa età della mia sorellina ma in fondo io non sono di molto più grande di lei, cosa mi impedisce di provarci?
« Summer mi ha detto che hai l’abilità a metterti nei guai… » si siede di fianco a me. I suoi occhi trasudano dolcezza e sincerità, riesce a mettermi a mio agio. « Dopo l’arresto di mio padre ho combinato un po’ di casini, non solo qui a Chittenden. Mi sono messo spesso nei guai, sono entrato e uscito di prigione così tante volte da perderne il conto. » « Per cosa venivi arrestato? »
« Mhà, cazzate varie. Qualche rapina, risse e ubriachezza molesta. » Melody mi guarda con insistenza, questa volta però il suo sguardo mi mette a disagio, sembra che riesca a leggermi dentro. « Perché lo facevi? » sorrido, in realtà non conosco i motivi del mio comportamento…
« Quando mio padre è stato arrestato tutta l’attenzione era catalizzata su di lui, credo di essermi sentito messo da parte poi dun tratto sentivo sulle mie spalle il peso della mia famiglia. Dovevo occuparmi di mia madre e di Summer ma ero solo un ragazzino e non riuscivo a gestire tale responsabilità. Quindi comportandomi da stupido ho spinto mia madre a rimboccarsi le maniche e ad occuparsi lei di noi. » sorride dolcemente Mel illuminando il suo viso pallido e malaticcio. « Lo hai detto tu, eri un ragazzino e non eri ancora pronto a fare l’uomo di casa. Non devi vergognartene. Ora hai una seconda possibilità, puoi iniziare da capo e far vedere a tutti chi è in realtà Vikram Geyer… un bravo ragazzo. » sorrido avvicinando il mio viso al suo. « Nessuno assume un aspirante bravo ragazzo con una fedina penale piena di macchie come la mia… » Mel china il capo per un istante per poi rialzarlo subito e sorridere. Le si è accesa una lampadina, riesco a vederla lampeggiare sulla sua testa… « Mio padre sta cercando un ragazzo che smisti la posta nel suo studio. Non è un granché ma la paga è buona e per iniziare direi che non è male come lavoro. » scuoto il capo divertito dalla sua proposta. « Non acconsentirà mai di assumermi. » « Si invece, se a chiederglielo è la sua adorata figlia malata. » mi strizza l’occhio ridendo provocando anche la mia di risata.
Siamo vicini e nonostante la febbre abbia scolorito il suo volto ambrato, Melody è davvero bella.
Mi avvicino a lei lentamente guardando le sua labbra rosee. Lei non indietreggia e capisco che forse l’interesse non è solo unilaterale. Faccio per sfiorarle le labbra quando il suono della sirena ci fa sobbalzare… « Oh mio Dio. » sibila Mel toccandosi il petto. Il pericolo è cessato ed il sole è tramontato sarà meglio per me tornare a casa. « Grazie per le provviste e per la compagnia. »
« E’ stato un vero piacere signorina Quinn. »

« Ehi Vik, scusa ma la tempesta mi ha impedito di passare da Mel. Come sta? » « Nessun problema sorellina, la tua amica sta molto meglio. » le faccio l’occhiolino e mi rintano nella mia stanza.
Il mio atteggiamento deve aver insospettito Sum perché dopo pochi minuti me la ritrovo a braccia conserte sull’uscio della porta della mia camera. « E’ successo qualcosa? Non avrai mica infastidito Mel? » « Infastidito… no, non credo, ha sorriso per tutto il tempo. » mi dipingo il volto con una risata che mostra tutta la mia bianca dentatura. « C’è qualcosa che devi dirmi fratellone? » mi distendo sul letto cingendomi la nuca con le mani. « In effetti si. Credo che Melody mi piaccia. » vedo gli occhi di Summer sgranarsi. « Cosa? » faccio capolino di si in modo convinto. « Scordatelo! » mi piego, tornando ad essere seduto. « Melody è una brava ragazza, tu hai la testa calda, ti piace cacciarti nei guai e non mi va che la mia amica venga coinvolta nei tuoi casini, quindi sta lontano da lei Vikram. » Sum esce dalla stanza sbattendo la porta alle sue spalle.
Summer ha ragione, Melody è una brava ragazza mentre io sono un tipo piuttosto problematico ma non credo mi importi. Mel mi piace e non come le altre ragazze con le quali mi sono divertito portandomele a letto, lei è diversa mi ascolta, riuscendo a vedere il lato migliore di me.
Quindi come al solito, conservo il consiglio della mia sorellina… Ma farò comunque di testa mia!





 


Summer Geyer

Liam Kane

Melody Quinn

Vikram Geyer





Pov's Autrice:

Vi ho fatto attendere un pò ma alla fine ci sono riuscita... Ecco a voi il 4° capitolo.
Sembra che Liam e Summer si siano chiariti, o quasi...
Vikram ha ammesso di essere interessato a Melody ma sua sorella è contraria.
Come si comporterà l'affascinante Vik?
Attendo i vostri pareri anche in piccole recensioni.
A presto! 



xo lollipopo 2013 


 
 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


 
  Follow me onFacebook
Capitolo 5
 

Pov’s Narratore:

« Tranquillo James riavrai i tuoi soldi… » Vikram da una pacca sulla spalla all’uomo calvo e grosso che è di fronte a lui. « Ascoltami bene ragazzino, ti ho già concesso molto tempo per farti recuperare quei soldi. Ti do tempo fino a stasera poi verrò a cercarti e non sarò molto felice… » Vik fa capolino con la testa alquanto intimorito dall’uomo. « Ora va e portami i miei soldi… Ma prima, tu hai bisogno di un leggero avvertimento ragazzo. » James poggia le mani sulle spalle di Vikram poi lo volta dandolo in pasto a due dei suoi scagnozzi.
Uno dei due bifolchi atterra Vik con un gancio destro per poi continuare a pesarlo insieme al suo socio… Il ragazzo è ridotto davvero male.
« Ed ora cosa mi invento? » ripete tra se e se Vik, nel tentativo di trovare una soluzione ai suoi problemi. E’ mal concio, i suoi abiti sono sporchi di sangue ed il suo viso è ferito. Non può tornare a casa, a sua madre verrebbe un colpo vedendola così e di certo non può evitare di affrontare il problema, se James lo becca senza i suoi soldi, questa volta non si limiterà ad un semplice pestaggio.
Il sole cala e la sera si avvicina, Vikram si trascina per le strade di Chittenden non sa dove andare e neanche come risolvere il suo problema con quello strozzino di James.
Cammina senza meta, i suoi piedi lo conducono di fronte all’abitazione di Melody… « Forse lei può aiutarmi… »

Pov’s Melody:

Scendo le scale di corsa, il campanello non cessa di suonare. « Arrivo, arrivo… » urlo a squarciagola per farmi sentire dal troglodita che non stacca il dito dal pulsante. « Diamine ma chi è a--- » le parole mi muoiono sulle labbra quando aprendo la porta, mi ritrovo dinanzi Vikram.
Alzo il cappuccio della felpa che indosso, sul capo, nel disperato tentativo di coprire quest’orrore di capelli gonfi e spettinati. « Vikram, cosa ci fai qui? » il ragazzo alza il capo e solo all’ora mi rendo conto che ha il volto ferito. « Mio Dio cosa ti è successo? » gli passo le dita con delicatezza lungo il profilo del suo viso, sfiorandogli le ferite. Vik sorride leggermente al mio tatto. « Posso entrare? » gli faccio segno di si col capo, liberandogli il passaggio.
« Allora… Vuoi dirmi cosa ti è successo? » lui scuote la testa, sembra cercare il modo o il coraggio per dirmi ciò che gli è capitato. « Non sarei dovuto venire qui… Che opinione avrai di me quando saprai quello che ho fatto… » lo guardo perplessa, cosa avrà mai potuto combinare di tanto grave?!?
« Oramai sei qui, quindi parlami… te ne prego. » Ci accomodiamo in soggiorno e mentre gli disinfetto i graffi che ha su gran parte del viso, Vik si decide a parlare…
« Quando ero nella mia vecchia città, ho scommesso durante una gara clandestina d’auto e ho perso parecchi soldi… soldi che non ho. Il tizio a cui li devo è riuscito a trovarmi e mi ha dato un paio di mesi per racimolare la somma. Contavo di chiederli a mia madre e l’ho anche fatto ma lei si rifiuta di darmeli. Oggi quel criminale è venuto a riscuotere e mi ha dato di tempo sino a stasera per portargli il denaro. Questo che vedi sul mio viso è solo una piccola parte di ciò che mi faranno lui e i suoi uomini se non gli consegno i loro soldi stasera. »
Ascolto le parole di Vikram e mi viene la pelle d’oca. Ma perché questo ragazzo deve sempre cacciarsi nei guai?
« Quanti soldi gli devi? » « 20 mila dollari » « Cooosa??? » strabuzzo gli occhi nell’udire tale somma… « Col trascorrere dei mesi gli interessi sono aumentati ed ora quei bifolchi non si accontenteranno di avere solo i 5 mila dollari che avevo perso… » « Io vorrei aiutarti Vikram davvero, ma non possiedo una tale somma e non posso neanche chiedere tutto questo denaro a mio padre perché mi domanderebbe spiegazioni ed io non credo di potergliele dare. Mi dispiace. » mi sorride accarezzandomi una guancia… « Non sono venuto qui per chiederti i 20mila dollari ma perché mi serve il tuo aiuto. Mel io voglio scappare, fuggire da Chittenden entro sera. » « Tu cosa? »

Pov’s Narratore:

Al pub Steak House tutti gli studenti della Brookside School si ritrovano per cenare insieme e godersi musica e giochi vari in compagnia.
Liam, Summer e Melody si sarebbero dovuti incontrare lì per dimostrare al mondo la loro ritrovata amicizia ma quest’ultima ritarda ad arrivare… « Ma dove sarà finita Mel?  » Liam fa roteare il cellulare tra le dita, mentre Sum picchietta le unghie sul tavolo. « Ragazzi volete ordinare? » Sum e Liam si guardano per un attimo… « Stiamo aspettando una persona. » La cameriera fa dietrofront e Liam e Sum continuano a fissarsi in silenzio. « Nessuna risposta da parte di Mel? » il ragazzo scuote il capo. « Inizio a preoccuparmi, di solito è puntuale agli appuntamenti o quantomeno avverte un suo ritardo. » « Se sei così preoccupato forse dovremmo andare a casa sua per controllare che stia bene… »
I due lasciano il pub e si dirigono all’abitazione di Melody… Svariati sono gli squilli al suo campanello ma di Mel, non vi è alcuna traccia.  « Non c’è. » Summer fa le spallucce e si allontana dalla porta rassegnata. « Non può sparire in questo modo… Non me ne vado da qui finché non torna! » Liam si accomoda sui gradoni di marmo che lo separano dall’enorme porta di legno.
« Ok. » sbuffa Sum sedendosi di fianco a lui.
Il tempo trascorre velocemente, tra i due c’è del gelo… Gli occhi di entrambi sono puntati al cielo e le loro labbra emettono solo continui sbuffi.  « Visto che siamo qui, potremmo almeno parlare. » Sum sposta lo sguardo dal cielo agli occhi di Liam.
Dal giorno del blackout tra i due la situazione sembra essere migliorata ma ciò nonostante non vi è molta conversazione.
« Di cosa vorresti parlare? » « Di qualsiasi cosa, anche del clima se vuoi, basta che tra di noi ci sia un minimo di conversazione… » Liam sorride per poi puntare i suoi occhi blu in quelli verdi di Summer. « So che ci siamo chiariti ma mi sembra che ci sia sempre qualcosa di sospeso tra noi… » Liam allunga le mani ed afferra quelle di Summer… « Mi dispiace, è solo che sei stata lontana dalla mia vita per tanto tempo ed è difficile per me riabituarmi alla tua presenza, ma voglio provarci Sum, voglio davvero che tra noi rinasca quel rapporto che avevamo da bambini. » i due si abbracciano accarezzati da un leggero e discreto vento.
« E’ mezza notte, devo rientrare a casa. » Liam guarda la porta di casa Quinn alle sue spalle poi ri-posa lo sguardo su Sum. « Ok, ti accompagno. » è preoccupato per Melody e vorrebbe restare lì ad aspettarla ma non può lasciar tornare Summer da sola a casa.

Pov’s Melody:

« Forse ho un idea per risolvere il tuo problema senza che tu sia costretto a lasciare questa città. » Vik mi guarda perplesso… « Hai dei gioielli da vendere? » « Gioielli?!? » faccio capolino di si con la testa. « Quando i miei hanno divorziato mia madre per ripicca è andata in questo negozio di periferia che valuta bene i pezzi d’oro… Vendendo la sua fede si è rifatta il guardaroba invernale e mia madre indossa solo capi firmati… » Vikram sorride, sembra essersi accesa una lampadina nella sua testa. « Credi che con i gioielli e gli orologi firmati di mio padre riuscirei a racimolare 20mila dollari? » faccio spallucce mostrandogli le dita incrociate delle mie mani.
In pochi minuti siamo fuori casa, ho persino dimenticato di prendere il mio cellulare.
Arriviamo a casa Geyer e di soppiatto arriviamo al vecchio ufficio di Jackson Geyer il padre di Sum.
Vedo Vikram spulciare nei vari cassetti presenti nella stanza in cerca di qualcosa… « Cosa stai cercando? » « Le chiavi della cassaforte. » mi guardo intorno… Di quale cassaforte sta parlando, qui non c’è nulla!
« Trovate! » Vikram sposta un enorme vaso posto vicino al camino per poi infilare l’indice in un piccolo foro sull’asse di legno posta sulla parete. Fa scorrere l’asse e nascosta dietro di essa appare una cassaforte di ferro nera... « Certo, Jackson Geyer non poteva avere una cassaforte nascosta dietro ad un quadro come tutti i comuni mortali. » digrigno tra i denti.
Vikram infila le chiavi nella toppa della cassaforte e la apre. Al suo interno tra vari documenti spuntano le scatole di diverse gioiellerie. Vikram le prende tutte e le infila nel suo zaino poi rimette tutto a posto e velocemente afferra la mia mano e mi trascina in auto.
« Eccolo è quel negozietto nell’angolo, sulla sinistra. Vuoi che ti accompagno? » Vikram scuote il capo, scende dall’auto e si dirige nel negozio. Nell’attesa tamburello le dita sul cruscotto, siamo in un quartiere periferico, qui ci sono solo delinquenti, spacciatori e molto altro. Chiudo le sicure dell’auto e mi lascio scivolare sul sedile… Passano circa venti minuti quando Vik rientra in auto. 
« Allora? » gli chiedo impaziente. « Ho dovuto contrattare allungo, ma alla fine c’è l’ho fatta, ho i soldi! » sorridiamo insieme prima di partire e lasciare la periferia.
« Grazie per l’aiuto Mel, ora ti accompagno a casa. » a casa? Cosa dice… « No, io voglio venire con te. » « Non se ne parla, James è pericoloso. » mi guarda con sguardo rude e serio e capisco di non poter controbattere, devo rassegnarmi ad attenderlo in casa.

Cammino su e giù lungo l’ingresso stringendo tra le mani il mio cellulare. Liam e Summer mi hanno cercata, ci sono svariate chiamate non risposte e diversi messaggi. Invio ad entrambi lo stesso semplice messaggio di scuse per rasserenarli, non posso spiegargli nulla e al momento non avrei neanche voglia.
Mi mangiucchio le unghie, non avere notizie di Vikram mi rende nervosa, e se gli avessero fatto qualcosa?
Scuoto il capo inorridita dai miei pensieri mentre pian piano il sole sorge. Provo a chiamare Vikram ma nulla, nessuna risposta.
Bevo una tisana per calmare la mia agitazione e, il cellulare posto sul tavolo al mio fianco inizia a squillare… è Vikram!
Tiro un respiro di sollievo leggendo quel nome…  « Pronto, Vik dove sei? » « Qui fuori. » qui fuori e perché non bussa?
Infilo una giacca ed un foulard che possano coprirmi dall’aria fresca del mattino e corro fuori.
Vedo Vikram in giardino, poco lontano dai gradoni che lo separano dalla mia porta.
Incrocio le braccia al petto e mi incammino verso di lui… « Come è andata? » ha il viso serio e quasi mi spavento ma la mia ansia svanisce quando sul suo volto compare un sorriso. « E’ finita, James non mi cercherà più. » gli salto al collo abbracciandolo, sono davvero felice che tutto si sia risolto nel migliore dei modi. « Cosa dirai a tua madre quando scoprirà che i gioielli di tuo padre sono spariti? » « Sinceramente… Non me ne potrebbe fregare di meno. Avevo chiesto a lei di aiutarmi ma si è rifiutata quindi… Poi non sono neanche sicuro che mio padre gli abbia parlato della sua cassaforte. » sorrido divertita, non mi stupisce scoprire che Jackson Geyer avesse segreti anche con la sua famiglia.
« Grazie Mel per avermi aiutato… » arrossisco leggermente. « Non ho fatto molto. » « Mi sei stata accanto e questo ha contato molto per me. Tu mi piaci Mel… » strabuzzo gli occhi ed ora arrossisco in modo evidente.
Vikram mi cinge il viso con le mani e avvicina la sua faccia alla mia per poi baciarmi col sorriso ancora stampato sulle labbra.
Ricambio il bacio stringendolo tra le mie braccia. Sembra che il tempo intorno a noi si sia fermato.
« Anche tu mi piaci Vikram. » ghigna scuotendo la testa.  « Oh Summer odierà tutto questo… » mi sorride per poi abbracciarmi. « Ti va di provare a stare insieme? » faccio cenno di si con la testa, sorridendogli. « Però teniamo la cosa per noi… Se questa storia diventa seria lo diremo a Sum e al resto del mondo. Sei d’accordo? » Sto per cacciarmi in un complesso, rischioso, eccitante e bellissimo guaio… « Ci sto! »
 




 


Melody Quinn & Vikram Geyer






Pov's Autrice:

Ok, ok ci ho messo un mese per partorire questo chapter, chiedo venia.
Spero che questo lungo mese di silenzio non abbia scemato il vostro interesse.
Per farmi perdonare ho inserito una scena d'ammore, mi auguro che vi sia piaciuta. xD
Ho avuto un pesante blocco dello scrittore in questo periodo,
ora mi è tornata l'ispirazione ma non ho molto tempo a mia disposizione.
Proverò ad aggiornare entro e non oltre due settimane...
Pregate con me amici ahahahahahah
Spero di ricevere qualche vostro parere in piccole recensioni.
A presto! 



xo lollipopo 2013 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


  Follow me onFacebook

Capitolo 6

 
Pov’s Summer:

Mi sveglio con le urla isteriche di mia madre che farnetica frasi sconnesse.. « Mamma cosa succede, perché urli? » la vedo fare su e giù nel vecchio studio di mio padre, sembra in preda al panico. « Sono entrati i ladri e noi non ci siamo accorti di nulla. » ladri? Ma di che parla..
« A me non sembra che manchi nulla. » « Guarda.. Vieni a vedere. » mi afferra per un braccio trascinandomi in un angolo dalle stanza, sulla parete vi è una cassaforte aperta e messa in subbuglio. « Non avevo idea che ci fosse una cassaforte in questo studio. » mio padre ha sempre qualche segreto.. « Si, c’è, ed era piena di preziosi gioielli di tuo padre ed ora guarda.. non c’è più nulla! » per i restanti venti minuti mia madre scorrazza su e giù per la casa strappandosi letteralmente i capelli. « Forse papà li ha spostati. » « La scorsa settimana erano lì Sum ed ora non ci sono più, non credo che tuo padre sia scappato di prigione per spostare i suoi gioielli e farmi diventare matta! » mi urla contro. « Scusa. » sibilo con timore mentre lei finalmente ferma i suoi passi crollando su di una poltrona.
Mi siedo di fianco a lei tenendomi a debita distanza, quando è tanto infuriata è meglio starle lontano.. « Cosa facciamo, andiamo al distretto di polizia a sporgere denuncia? » « Denuncia per cosa? » chiede Vikram che con calma e tranquillità scende le scale dirigendosi verso di noi.
« Mamma si è appena accorta che siamo stati derubati. » mi guarda con espressione perplessa in attesa che di una mia spiegazione.. « Papà aveva una cassaforte “segreta” nel suo ufficio e all’interno vi erano diversi pezzi d’oro che ora sono magicamente scomparsi. » vedo il viso di Vik mutare. « Tu sapevi della cassaforte? » si accomoda di fianco a noi e fa cenno di si con la testa alla mia domanda.
« Andiamo al distretto.. devo riavere quei gioielli! » la mamma che era stata silenziosa fino a quel momento, scatta in piedi con in viso un espressione agguerrita. « Impossibile!!! » ribatte Vik convinto e con la sua solita faccia da spavaldo.
Non so perché ma ho la strana sensazione di trovarmi tra due fuochi in questo momento…
« Che vuoi dire? » a mò di esorcista mia madre gira il capo verso Vikram ed io mi sento una di quelle comparse dei film dell’ horror che muore nella prima scena.
« Li ho venduti. » le parole di Vikram risuonano come il tonfo di un tuono. « Tu cosa? Perché? »
« Mi servivano soldi, li avevo chiesti a te ma ti sei rifiutata di darmeli, quindi me li sono procurati in un altro modo… » « Sei un idiota.. Ed ora cosa facciamo? » la disperazione di mia madre mi sembra un tantino eccessiva.. « Erano solo dei gioielli mamma, non erano poi così importanti. » « Lo sono quando hai in banca uno scoperto di 100 mila dollari. » sgrano gli occhi e li punto in quelli di Vik che sembra sconvolto quanto me. « Siamo indebitati? » le chiede Vikram lasciando la sua postazione. « Secondo voi perché siamo ritornati qui? Vostro padre ci ha lasciati nella merda. Questa casa è tutto ciò che ci rimane, l’unica cosa che non possono toglierci perché è intestata a me. Ma se non inizio a coprire il debito che ho con la banca resteremo senza nulla. Ecco perché volevo disperatamente quei gioielli per poterli vendere e iniziare a risanare lo squarcio lasciato da Jackson. » mi getto esanime sul divano di fianco a Vik, poi dopo qualche istante anche nostra madre si siede tra noi. « Ora cosa facciamo? » mi stringo le gambe con le braccia, diventando un piccolo cubo. « Ci inventeremo qualcosa non preoccupatevi. » ci rassicura Vikram, accarezzando il mio capo e stringendo le mani della mamma.

Pov’s Narratore:

« Dove sei stata ieri sera, ti ho chiamata a casa ma non c’eri.. »  « Ehm.. ho fatto un giro. Hai visto Sum? » Melody cerca di sviare le ripetute domande di Liam, ultimamente trascorre gran parte del suo tempo con Vikram ma il tutto deve restare segreto e per lei, che non sa mentire, mantenere un segreto è piuttosto complicato.
« Oh ecco Summer. » Liam intravede la sua bionda amica varcare la soglia dell’istituto. I due corrono verso di lei.. « Buongiorno Sum. » « Ciao ragazzi.. » la voce di Summer è smorta e la sua mente sembra essere altrove.
Le lezioni scorrono veloci ma gli occhi di Mel sono sempre puntati sulla sua amica, la vede strana, pensierosa..

« Hey grazie per avermi tenuto il posto ragazze. » Liam arriva alla mensa e si accomoda al silenzioso tavolo delle sue amiche. « Che succede, perché siete così taciturne? » Mel scuote il capo poi indica una assorta Sum.
Liam spinge l’indice contro il capo di Summer « Hey, sei tra noi? » la stuzzica sorridendo.
« Scusate è che ho qualche pensiero per la testa.. » « Ti va di parlarne? » Mel la incita con i modi gentili che le appartengono.
Summer tira un lungo respiro e poi espone ai suoi amici il suo problema. Racconta loro di ciò che stamattina ha spezzato il suo sonno. Della cassaforte vuota, degli ipotetici ladri, di Vikram che come al suo solito si infila in qualche guaio, fino ad arrivare a raccontare dei problemi economici della sua famiglia e del fatto che forse, potrebbe perdere la sua casa.
« Mi dispiace Sum. » le parole di comprensione di Liam sembrano assurde ma sono vere e sentite.
« Sapete cosa mi fa più male di tutta questa storia? » i due la ascoltano in silenzio, curiosi di sapere.. « Le bugie. Quelle di mio padre che ha sempre negato di avere cose preziose in casa, men che meno una cassaforte, di Vikram che ha venduto quei gioielli perché aveva bisogno di soldi per fare non so cosa. E quelle di mia madre che ci ha trascinati qui dicendoci che questo era il nostro posto, quello dove la nostra famiglia doveva vivere. Ci stava mentendo perché siamo in bancarotta e non ci rimane altro che questa città. Io odio le bugie, sono state esse a rovinarmi la vita! »
Liam china il capo, dispiaciuto per il brutto momento che sta attraversando la sua amica.
Melody invece se ne sta lì in silenzio, si sente come un ladro costretta a nascondersi.. Anche lei sta mentendo a Sum.

E’ sera, Sum sorseggia il suo caffè sui gradoni di casa, si lascia accarezzare dal fresco della notte e si perde nei suoi pensieri.. « Ciao. » Melody è dinanzi a lei è nascosta dalla sua felpa grigia e dai lunghi e lisci che le coprono il viso. « Mel, cosa ci fai qui? » « Devo dirti una cosa.. » si siede accanto a lei e la sua espressione da pulcino impaurito, preoccupa Sum. « Stai bene? Ti è successo qualcosa? » Mel sorride dolcemente, rasserenando l’animo dell’amica. « Qualcosa è successo ma sto bene perché è una cosa bella.. » « Ehm.. Mel, lo sai io non sono mai stata brava con i rebus.. di conseguenza non credo di capire cosa vuoi dirmi. » Melody si tira i capelli dietro le orecchie scoprendosi così il viso.
Si scrolla di dosso l’ansia ed inizia a parlare.. « Oggi sentirti dire che odi chi mente mi ha fatto pensare, anche io odio le bugie e chi ne fa uso ed in questo momento mi odio da sola! » Sum scuote il capo, non comprende le parole dell’amica. Poggia la tazza col caffè su un gradino e si volta completamente verso Mel. « Sono giorni che ti mento Sum. » « Cosa? » gli occhi di Melody si incupiscono, ed iniziano a lacrimare.. « Mi vedo con Vikram o meglio.. noi due stiamo insieme. »
« Oh mio Dio Melody.. perché? » un principio di risata le si strozza sulle labbra, Mel si asciuga le lacrime e risponde a quella bizzarra domanda.. « Perché lui è così.. così.. » « Stupido, un troglodita pagliaccio e buffone.. un - - - » « Dolce, lui è dolce con me. Mi fa ridere e trova sempre le parole giuste da dirmi. » gli insulti di Summer sono interrotti dalle parole romantiche di Melody.
« E’ da quando ci siamo visti la prima volta che è scoccato qualcosa tra noi. » « Quindi questa settimana quando dicevi a me e a Liam di dover studiare o di avere un impegno con tuo padre, in realtà ti incontravi di nascosto con mio fratello.. » Melody fa capolino di si con la testa.. « Mi dispiace. Non volevo tenerti all’oscuro ma non sapevo come avresti reagito. » Summer sbuffa sonoramente. « Sinceramente Mel credo che tu meriti di meglio. Sei bellissima, intelligente e hai gran classe. Mio fratello è rozzo, piuttosto ignorante e neanche poi tanto carino.. » « Sull’ultima parte avrei da ridire.. » le due si guardano intensamente per poi scoppiare in una fragorosa risata.
« Lui mi piace veramente Sum ma non voglio che questa storia possa intromettersi nella nostra amicizia. » china il capo Melody, triste per la situazione creatasi. « Non posso mentirti dicendoti che sono d’accordo con questa relazione ma, posso garantirti che questo non si frapporrà tra noi. Ti voglio bene, sei la mia migliore amica e voglio solo il meglio per te, non credo che mio fratello lo sia ma se tu sei felice lo sono anch’io per te. » Melody felice si getta al collo di Summer « Non dirti nulla mi stava distruggendo.. » « Lo so.. Ora c’è qualcun altro a cui dovrai dirlo.. »





 


Summer Geyer


Summer Geyer & Melody Quinn





Pov's Autrice:

Per la prima volta sono puntuale con la pubblicazione di un capitolo di questa storia..
Vi avevo detto di attendere 2 settimane e così è stato! Sono fiera di me stessa!!! :D
Lasciatemi qualche vostro parere su questo capitolo tanto dolce..
No trovate tenerissime Sum e Mel? Io si, da morire *-*
A presto! 



xo lollipopo 2013 
 
 
 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2510619