Cuore di pietra 1

di Zampa di lupo
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 grandi sorprese ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2: e grandi cambiamenti ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3: Un problema dopo l'altro ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 grandi sorprese ***


1 Grandi sorprese...
Fin dalla mattina Zaffira capì che quella giornata sarebbe stata una strana giornata. Il sole era splendente nel cielo limpido e lei...era in un pazzesco ritardo. Fece tutto di corsa compresa la strada fino a scuola. Arrivò appena in tempo. Il pullman non era ancora partito. Quel giorno c'era la gita al museo. Fu una giornata rapida e lei ne fu felice. Quando,al ritorno, scese dal pullman alcuni si avviarono verso casa,lei invece aspettò,aveva la strana sensazione che stesse per succedere qualcosa. Un uomo che non aveva mai visto le si avvicinò. Era alto,con i capelli neri e gli occhi azzurri,indossava una camicia bianca e dei pantaloni neri le chiese «Sei tu Zaffira?» Non sapeva cosa rispondere. «Sì,sono io,perché?»
«Io sono Pietro,piacere di conoscerti. Ti stavo cercando. Vieni,devo farti vedere una cosa». Zaffira lo seguì senza fare domande,in un certo senso sapeva che non sarebbe stato pericoloso. Pietro le disse di essere uno scienziato e che lei doveva seguirlo perché era stata vittima di un esperimento. La condusse nel suo laboratorio,uno studio pieno di ampolle,poi le passò addosso uno strano aggeggio che brillava di una strana luce. «Zaffira,ultimamente ti sono successe cose strane?»
«A parte questo incontro no. Perché?». Ripensò alle strane sensazioni che aveva avuto per tutto il giorno,ma non parlò. «È una storia molto lunga. Molti anni fa gli umani non erano gli unici a occupare la terra. Assieme a loro vivevano i Pietranimali. Animali dotati di poteri stravaganti. Essi avevano un cuore particolare». Zaffira si spaventò. Si chiese cosa avesse a che fare con lei,e questo la portò a chiedere: «E questo cosa c'entra con me?»
«Il loro cuore era fatto di pietra. Pietre molto particolari. Erano pietre preziose.» Continuava a non capire. "Cosa ha a che fare con me?",si chiedeva. Gli pise la domanda,ma non ricevette indizi. «Alla fine del racconto capirai.  Erano cinque le specie di Pietranimali:il Leopardo Zaffiro, lo zaffiro che permette di comunicare,intuire di tutto e  vedere il futuro,il Leonrubino,il rubino che donava grande fortuna,il Topoazio, il topazio che schiarisce la mentre dona fiducia in se stessi, Luporaldo,lo smeraldo che migliora la vista e la forza e aiuta a raggiungere uno stato di pazienza ed equilibrio,e la Volperdiot, il perdiot che dona un totale controllo delle emozioni. Ognuno di essi aveva una pietra diversa» Zaffira era scioccata,ma continuava a non capire. «Ok, ma questo cosa centra con me?»
«Questi animali erano molto preziosi e gli uomini iniziarono a dare loro la caccia. Cinque scienziati decisero di conservare questi animali. Presero ognuno il cuore di un Pietranimale e lo appoggiarono sul loro. Esso penetrò nel petto dotandoli degli stessi poteri posseduti dagli animali. Un cacciatore lo venne a sapere e fu arrabbiato. Lui voleva la fine dei Pietranimali.» 
«E come ha a che fare con me?»
«Tu discendi in linea diretta da uno di essi. Colui che aveva il cuore di zaffiro del Leopardo Zaffiro». Zaffira non ci poteva credere. Ma continuava a non capire perché Pietro ne avesse parlato. Le spiegò che per molto tempo i cuori erano stati come spenti,trasmettevano i poteri ma i Pietranimali non li percepivano,ma che ora era successo qualcosa che li aveva risvegliati. Pietro presumeva fosse un problema che aveva a che fare con i Pietranimali ancora in vita. Gli scienziati ne avevano salvato uno per ogni specie,e che forse erano morti. «La cosa che non capisco è come mai proprio ora». Zaffira ebbe un'intuizione e chiese:«Il cacciatore non ha discendenti? Se così fosse potrebbe essere che li abbia trovati e uccisi,no?». Pietro annuì senza troppa convinzione. Parlarono ancora un po', rilassandosi. Zaffira si ricordò che avrebbe dovuto già essere a casa così salutò Pietro e se ne andò. A casa sua madre era furibonda e non fece che urlare che era una bambina senza cervello. "Ma per prima cosa io non sono senza cervello, seconda,non è mica colpa mia se ho incontrato Pietro. Ma la mia vita ora è cambiata in meglio,quindi meglio non protestare,per niente",continuava a pensare Zaffira. Non ascoltò neppure. Andò in camera sua e fece per chiamare la sua migliore amica per dirle ciò che le era successo,quando si ricordò le parole che le aveva detto Pietro a mo' di saluto:«Non devi dire nulla a nessuno di tutto questo,chiaro?» Lasciò perdere e decise che il domani sarebbe andata da Pietro. "I Pietranimali sono davvero una cosa unica". Si addormentò con questi pensieri in testa. Fortunatamente era sabato e poté andare subito da Pietro. Appena arrivò suono ma purtroppo non venne Pietro ad aprirle,bensì un ragazzo di massimo un anno più grande di lei,alto e biondo. La squadrò,poi disse:«Che vuoi?»
«Vorrei parlare con...». Pietro corse alla porta e la salutò. La fece entrare e sedere. Le chiese subito come mai era lì e lei rispose:«Sono curiosa. Ieri mi ha raccontato cose che non si sentono tutti i giorni e mi chiedevo...chi sono gli altri Pietranimali?»
«Non hai pensato due volte di parlarne davanti a una persona che non conosci nemmeno.»
«Ho intuito che ne sapesse già qualcosa. È più forte di me.» Sapeva che non era arrabbiato e che conosceva già la risposta alla domanda. Le spiegò che quello era suo figlio e si chiamava Ivan. Era sorpresa. Non si somigliavano per niente,Pietro aveva i capelli neri mentre Ivan biondi. L'unica cosa che avevano in comune erano gli occhi celesti. Curiosa,Zaffira chiese:«Lui cosa sa dei Pietranimali?»
«Sa esattamente quello che sai tu. Tranne che non sa che Pietranimale sei.» Ivan intervenne:«Alt,io ho capito quale sei. Sei il Leopardo Zaffiro. Il tuo potere è quello di intuire e a volte prevedere il futuro. Molti darebbero l'anima per avere il tuo potere.» Questa frase spaventò molto Zaffira,che si chiese se non fosse quello l'intento di Ivan. All'improvviso tutto si fece scuro e Zaffira svenne. Per lei fu come sognare. Tutto però si concentrava sui toni del blu. C'era lei assieme a Ivan e c'era qualcun altro,non una persona,quattro. Tutti avevano in mano dei coltelli di diamante e la fissavano. Si svegliò. Era sdraiata sul divano,vicino a lei era seduto Ivan. Si mise seduta e chiese:«Cos'è successo?»
«Sei svenuta. Pensiamo sia stata una visione,cosa ricordi?»risponse Ivan. «Io diamante di quattro eravamo te persone coltelli con e con.» La sua intenzione era dire"Eravamo io e te con quattro persone con coltelli di diamante." La fissavano sbalorditi. Li capiva. Chiese«Ho detto qualcosa di incomprensibile,giusto?» Annuirono. Chiese che rispondano alla prima domanda che aveva fatto,chi erano gli altri Pietranimali. Nessuno dei due lo sapeva. Zaffira era sconsolata. Le dissero che avrebbe dovuto trovarli lei. Zaffira era curiosa di sapere come fare. Decise di iniziare subito le ricerche ma Pietro disse che era meglio aspettare che avesse imparato a usare i poteri. Per quanto non capisse il senso non protestò. Pietro disse:«Immagino tu ti sia chiesta cosa intendo con controllare i poteri. Una delle vostre abilità è quella di trasformarvi in Pietranimali.» Il problema rimase:come si trasformava? Nessuno lo sapeva ma presumevamo fosse istintivo. Ma una cosa le era ben chiara e chiese:«Scusate ma dovrei andare in giro cercando di mettermi nei guai?»
«Si,ma non ti devi preoccupare. Ho deciso che starai sempre con Ivan,così ti sarà più facile trasformarti.»
Purtroppo per lui sia Ivan che Zaffira protestarono. Nessuno dei due voleva saperne. Si lamentarono entrambi di non essere per niente amici,ma Pietro aveva la soluzione a tutto e alla fine accettarono, seppur controvoglia. Il giorno seguente Zaffira si ritrovò ad andare in giro per la città in cerca di cose pericolose. Ma nulla funzionò. Arrivò lunedì e lei dovette sopportarlo per tutta la giornata. "Io non me ne sono mai accorta ma andiamo nella stessa scuola. Siamo in due classi diverse ma quando esco lo trovo sempre,chissà come fa?". A fine giornata sgattaiolò via prima che la raggiungesse. Per seminarlo dovette passare in innumerevoli vicoli. All'improvviso si ritrovò in un vicolo cieco. Si girò per tornare indietro quando dall'entrata sbucarono quattro tizi con in mano dei pugnali di diamante. Da un tetto sbucò Ivan. Poi fu blu. L'istinto prese il sopravvento e in pochi secondi Zaffira si ritrovò a ruggire. Si era trasformata in un leopardo dal pelo...viola. Non si preoccupò del pelo perché quei tizi li sembravano troppo soddisfatti. Intuì cosa fosse successo. "Stavano cercando me,ma io non lo avevo capito",pensò Zaffira. L'espressione di Ivan era calma,lucida,come se non aspettasse altro. Zaffira si accorse di essere molto più alta di un comune leopardo così fece segno a Ivan di salire sulla groppa. Quando fu su,Zaffira,spiccò un balzo e raggiunse la sommità del muro che sbarrava il vicolo poi saltò dall'altra parte,evitando appena in tempo i pugnali volati sul muro. Si ritrasformò e si guardarono intorno. Insieme si incamminarono verso la casa di Ivan. Appena arrivati Pietro arrivò ad aprire la porta,e loro gli raccontarono tutto l'accaduto. Per quanto zaffira fosse in ansia,Pietro sembrava al settimo cielo. Non la smetteva di urlare dalla gioia. Anche lei e Ivan erano felici,ma non quanto Pietro,che le offrì di restare a mangiare da loro. Lei cercò di rifiutare ma alla fine intervenne Ivan che disse:«Secondo me dovresti restare,in fin dei conti offrirti da mangiare è il minimo,mi hai salvato la vita.» Zaffira non sapeva cosa dire. Loro erano molto gentili e alla fine dovette chiamare sua madre per dirle che non sarebbe tornata a mangiare. Le fecero una specie di interrogatorio in cui le chiesero ciò che c'era da mangiare,cosa avrebbero fatto di li a poco. Quando finirono di mangiare Pietro disse:«Domani torna,così cercheremo di capire che tipo di zaffiro è. Buona notte». Zaffira chiese:«In che senso il tipo?». Le risposero che le pietre avevano vari colori.  Se ne andò tranquillamente a casa,e lì si fiondò nel letto. Il giorno seguente era martedì. Andò a scuola e dopo le lezioni andò via con Ivan. A casa di Pietro fu molto divertente. Appena entrò Pietro la bloccò. Le chiese«Di che colore era il pelo quando ti sei trasformata?»
«Viola»
«Ok. Allora,hai i capelli viola,gli occhi anche. Lisci all'inizio e ricci all'improvviso in fondo. Ok. Ora mi serve il pietra-scopritore.» Ivan gli portò uno strano attrezzo con sulla punta un diamante. Le spiegarono che serviva a capire di che colore fosse la pietra che aveva. Il diamante divenne viola. A quanto pareva Zaffira possedeva un cuore di zaffiro viola. 
"Ma cosa vuol dire?",questo pensiero disturbò la mente sempre calma di Ivan per tutta la notte. 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2: e grandi cambiamenti ***


2 e grandi cambiamenti. 
La settimana passò tranquilla. Zaffira non si trasformò più. Pietro era triste per questa cosa ma lei e Ivan erano molto tranquilli,non erano molto interessati alla cosa. Però la raazza si sentiva spesso strana,quando  chiudeva gli occhi vedeva dei lampi blu,gialli,rosa,verdi o viola,per non parlare di quelli bianchi. Erano fastidiosi,ma non si lamentava. Le giornate passarono rapide per tutto il mese. Arrivò ottobre e nella sua classe arrivò un nuovo ragazzo di nome Leo. Aveva un aspetto bizzarro,capelli e occhi rossi.La sua famiglia si era trasferita da poco in città,Zaffira e Ivan decisero di farci amicizia,ma alla fine tra i tre vi fu solo qualche piccolo scambio di saluti. Dopo un paio di giorni nella notte Zaffira ebbe una visione come quella che aveva avuto a casa di Pietro. C'erano lei,Ivan e Leo. Poi all'improvviso erano lei in versione leopardo viola,Ivan e un leone col pelo rosso. Poi i svegliò. Era notte fonda ma non esitò un secondo. Compose il numero di casa di Pietro. Lo dovette chiamare ben tre volte prima che rispondesse,e quando lui le rispose con voce assonnata, Zaffira disse:«Leone Ivan bianco io Leo leopardo trasformo eravamo poi rosso e mi compare e». Pietro aveva scritto tutto su un foglio. Ivan le aveva detto che ogni volta che avesse avuto delle visioni avrebbe dovuto chiamarli così avrebbero trascritto le parole che diceva per creare frasi con un senso poi lei avrebbe dovuto scegliere quella più giusta. Finito di parlare con Pietro si riaddormentò. Era sabato così andò da Pietro che la salutò rapidamente. Chiese a Ivan cosa stesse succedendo e lui le spiegò che Pietro aveva deciso di aprire un museo sulle pietre. Per quanto strano,Zaffira,capì subito il perché:per rintracciare gli altri Pietranimali. La cosa più incredibile era che lei avrebbe dovuto lavorarci. Provò a protestare ma non vollero darle retta. Lei lo avrebbe capito subito se nei paraggi ce ne era qualcuno. Non sapeva se fosse vero,ma alla fine accettò. Quando il museo fu pronto era ormai novembre. Era in realtà solo grazie a Zaffira se nel museo erano presenti gemme e pietre preziose. Lei faceva da guida assieme a Ivan e ad alcuni dipendenti. Per quanto lavorassero molto,degli altri Pietranimali non ve ne fu traccia per tre giorni. Una domenica Zaffira avvertì la presenza di un altro Pietranimale ma tra la folla non riuscii a individuarlo. In compenso salutò leo che si aggirava e guardava le innnumerevoli pietre. Le giornate passavano lente tra scuola casa e lavoro. Sia Zaffira che Ivan erano in terza media quindi non avrebbero potuto lavorare, ma dato che Ivan era figlio di Pietro e lei un'amica nessuno diceva nulla. Loro non erano registrati tra i dipendenti,ma Pietro gli dava una mancia. Arrivò presto dicembre e con esso la neve. Era il primo e già nevicava tantissimo. Zaffira era da Pietro e stava bevendo una cioccolata calda fondente. Quel giorno ebbe tempo di osservare il salotto della casa. Era spazioso,con un grosso divano di velluto rosso al centro della stanza,due poltrone in velluto blu e un tavolino in ebano. Sul pavimento era steso un tappeto bellissimo:era azzurro con al centro un bellissimo arcobaleno sul quale correvano cinque animali:un leopardo blu, un leone rosso,un topo giallo,un lupo verde e una volpe color lime. Davanti al divano,a circa due metri di distanza si trovava un mobile su cui era appoggiata una immensa TV a schermo piatto. Uno stereo in un'altra stanza stava trasmettendo musica natalizia a tutto volume. Zaffira era seduta su una poltrona mentre Pietro e Ivan erano sul divano. All'improvviso chiese:«Ma cos'ha di importante il colore del cuore? Insomma,ok tutto,ma qualcosa vorrà pur dire,no?»
«In effetti sì»disse Pietro,«si riferisce all'animo delle persone. Il tuo è viola perché sei immatura ma riflessiva. Ma se fosse stato blu avrebbe significato che sei una persona calma.» Zaffira era  soddisfatta della risposta così propose a Ivan una partita a palle di neve. Ivan accettò e Pietro decise di unirsi a loro. Giocarono a lungo fino a quando non venne troppo freddo e rientrarono. Erano felici e bagnati,così Zaffira decise di tornare a casa per mettersi qualcosa di asciutto. Mentre tornava a casa,avvertii una strana sensazione mentre salutava Leo, ma passò subito. Arrivò finalmente a casa. Una volta lì fece una doccia e mise il pigiama. Mangiato andò in camera sua e si mise al computer per cercare delle informazioni sulle novità degli ultimi giorni. La cosa che le interessava era sapere se fosse stato visto un leopardo viola nei pressi di vicoli nascosti. Ma,per fortuna,non trovò nulla. Poco dopo qualcuno bussò alla porta. Era sua madre con in mano un vassoio di biscotti allo zenzero che emanavano un buonissimo profumo. Glieli porse e lei li prese. Sua madre la conosceva bene. Zaffira adorava i biscotti allo zenzero,poi quelli di sua madre erano proprio buoni. Li divorò poi andò a dormire. Adorava stare nella sua stanza. Era ampia e ariosa,con i muri di tutte le tonalità oceaniche immaginabili. Il letto era grande,con le lenzuola rosa chiaro. Sul pavimento era steso un tappeto morbido e particolare. Era azzurro con delle macchie bianche simili a nuvole,le sembrava di camminare sul cielo. Si addormentò rapidamente. Alle sette e mezzo sua madre la chiamò. Era già mattina. Era sabato e Zaffira si alzò rapidamente perché aveva appuntamento con delle amiche in una pasticceria per fare una scorpacciata di cioccolata,biscotti, panna, brioche e altre dolcezze varie. La sua sarebbe stata una colazione pesante. Quando arrivarono là si sedettero e ordinarono tutte la cioccolata,aggiungendo biscotti e brioche. Dopo un po' che eravano lì a mangiare il posto iniziò a riempirsi. Arrivarono anche Pietro e Ivan,accompagnati da una donna che Zaffira non aveva mai visto. Appena la videro Pietro e Ivan le fecero un cenno di saluto che ricambiò. Le sue amiche si misero a bisbigliare,così chiese:«Che succede?» Loro si guardarono poi Merriot prese la parola«Dovresti spiegarcelo tu. Ultimamente passi tutto il tempo con loro.»
«Per il semplice fatto che Pietro è uno scienziato e io...voglio fare la scienziata.» La scusa era un po'campata per aria,ma bastò a soddisfarle. Tutte assieme ripreserona mangiare e chiacchierare. A colazione finita si diressero verso il centro per fare shopping. Mentre camminavano Zaffira vide in lontananza gli uomini che l'avevano attaccata nel vicolo. Rabbrividì e accelerò il passo prima che le venisse una voglia matta di ucciderli. Le altre la seguirono dato che si stava dirigendo verso un negozietto di vestiti all'ultima moda. Per quanto avrebbe preferito essere in una libreria,entrò. Zaffira comprò un paio di jeans blu e una maglia viola. Quando uscirono non c'erano più tipi loschi. Si lasciarono la città alle spalle per dirigersi al parco. Chiacchierarono per un po'. Arrivò mezzogiorno e si salutarono. Zaffira si incamminò. Camminò per un po',ma non apena sentì suonare le campane che segnavano l'una si preoccupò. Riuscì a raggiungere casa sua in tempo. Nel pomeriggio andò da Pietro. Una volta lì bussò. Sentì dei passi affrettati,poi Ivan aprì la porta. Non appena la vide disse:«Non potevi arrivare in momento migliore...e peggiore.»
«In che senso?»
«Oggi,in pasticceria con noi c'era la nuova collaboratrice di Pietro. In questo preciso istante si stanno interrogando su dove sia meglio spostare il divano seguendo il feng-shui. Ti prego portami via di qui.»
«Va bene,dove vuoi andare? Io non ho la minima idea di cosa fare o dove andare.» Scelsero di fare un giro al parco. Una volta lì iniziarono a passeggiare. Dopo un po' sentirono alle loro spalle un urlo sconvolto. «Ivan,che ci fai qui con...questa?» Sia Zaffira che Ivan la guardavano stupiti e in coro le chiesero:«E tu saresti...»
«Chi sono io?» Annuirono e lei riprese a urlare«Ivan,non posso credere che tu ti sia dimenticato della tua fidanzata! E in quanto a te ragazzina,vedi di stargli lontano altrimenti...»
«Altrimenti cosa? Pensi di farmi paura?» Ivan si mise a ridere. Zaffira lo guardò e si accorse che stava guardando la ragazza che avevano difronte. La guardò anche Zaffira e...si mise a ridere. Sulla testa le si era posato un enorme moscone. Ora quella era così stupita che...si arrabbiò e si mise a sbraitare cose del tipo"Ma cosa avete?" oppure "Cosa hai fatti al mio b.f.?". Ma loro non riuscivano più a smettere di ridere finché quella non se ne andò urlando contro a Zaffira che aveva cambiato il ragazzo perfetto e che l'avrebbe pagata cara. Alla fine riuscirono a smettere di ridere. Ivan le disse:«Quella era una pazza! Secondo me le manca qualche cosa.»
«Sono pienamente d'accordo con te. Piuttosto,sei sicuro di non averla mai vista? Cioè a me sembrava sicura di quello che diceva.» Rise e disse che forse avrebbero dovuto uscire al parco più spesso. Alla fine se ne andarono. Raggiunsero casa di Zaffira in un battibaleno. Suonarono e venne ad aprire la madre di Zaffira. Guardò per un attimo Ivan poi fece volare il suo sguardo su di lei e disse:«Era ora tornassi a casa,io e tuo padre eravamo in pensiero!» Immediatamente le rispose:«Mamma sono le cinque e mezzo!» Dovette darle ragione. Zaffira entrò e Ivan se ne andò. Entrambi sapevano che il giorno seguente si sarebbero rincontrati a casa di Pietro. Entrò e fu letteralmente assaltata da suo padre che era preoccupato perché aveva chiamato Pietro che gli aveva detto che lei non era con lui ma in giro con Ivan. Poi venne la volta delle sorprese. Fu sua madre che disse:«Tesoro,la prima volta che sei stata in giro con lui sei stata attaccata da quattro uomini armati! Non è proprio un ragazzo affidabile.» Zaffira era così sorpresa che sua madre sapesse che era stata attaccata da quattro uomini. Chiese immediatamente delle spiegazioni e sua madre le rivelò che sin dalla nascita un satellite controllava ogni suo spostamento. Le disse anche che però non avevano idea di come avessero fatto a scappare perché qualcosa aveva interferito con il segnale. Zaffira era sollevata. Non sapevano nulla dei Pietranimali. L'indomani si alzò prestissimo e uscì di casa senza fare il minimo rumore. Raggiunse casa di Pietro in un tempo record e lì non smise di suonare finche non le vennero ad aprire. Ad andarle incontro fu la collaboratrice di Pietro. Zaffira non aveva mai visto nessuno così arrabbiato. Probabilmente avrebbe tirato giù il  mondo se Ivan non fosse corso alla porta e non avesse tirato dentro Zaffira. A Zaffira parve sollevato dal vederla. Zaffira gli chiese se stesse bene e lui disse:«Sono solo sollevato nel vedere che non ti hanno ucciso.» Risero e la donna li guardò malissimo. Ben presto si svegliò anche Pietro. Dalla sua furia non la salvò nessuno. Stava per tirare giù un'altra motivazione per cacciarla di casa quando Zaffira disse:«Siamo nei guai. I miei genitori mi tengono d'occhio con un satellite. Ci hanno visto nel vicolo ma durante la fuga qualcosa ha interferito e non hanno assistito alla trasformazione Il problema è che pensano sia colpa di Ivan,che ci abbiano attaccati per via di qualche non so cosa.» Il problema colpì nel segno. Entrambi erano preoccupati. Un'intuizione fece alzare silenziosamente Zaffira. Raggiunse la porta e in un nanosecondo la aprì. Con un tonfo la collaboratrice di Pietro cadde a terra. Zaffira sorrise e si girò,anche Ivan sorrideva mentre Pietro aveva una faccia... Le fecero un interrogatorio. Scoprirono quello che Zaffira aveva ormai intuito. Lavorava per quegli uomini. Il problema arrivò appena dopo. Si alzò di scatto e si buttò verso la finestra. Zaffira la bloccò in tempo,«Placcaggio da campionessa di rugby»disse Ivan,«non hai mai pensato a una carriera nello sport?» Risero entrambi. Appena un secondo dopo Zaffira smise. Pietro stava piangendo. Zaffira sbuffò e con l'aiuto di Ivan lo fece alzare. Sentirono uno strano rumore fuori e Zaffira si lanciò. Non raggiunse nemmeno la porta prima di essere completamente leopardo. Si lanciò fuori e ruggì. Davanti a lei c'erano gli uomini del vicolo. Purtroppo non ottenne l'effetto voluto,anzi ottenne l'opposto. Provò un'altra tattica. Si lanciò contro di loro. Si fermò appena in tempo per non finire infilzata dai coltelli di diamante. Sentiva l'adrenalina pompare nel sangue. Le si scagliarono contro e Zaffira si affidò all'istinto. Ruggì e davanti a lei si formò uno scudo di zaffiro di un blu scintillante. In pochi secondi riprese il controllo. Il suo pelo divenne bianco. Non le interessava il perché,si sentiva forte come non mai. Quelli,spaventati corsero via. Gli altri la raggiunsero e lei si ritrasformò ma appena assunta la sua forma umana svenne. Quando si risvegliò li vide così spaventati che si apventò a sua volta. Appena chiese cosa li stesse innervosendo Ivan si mise a giocare con una ciocca dei capelli bianchi di Zaffira. "Bianchi!",pensò Zaffira. Ecco svelato il problema,aveva i capelli bianchi. Si mise a urlare che era diventata vecchia e corse per la stanza. Dopo un po' che correva Ivan la prese per le braccia da dietro,la girò e puntò i suoi occhi in quelli di lei. Pietro la rassicurò «Non ti preoccupare c'è solo stato un cambio nel colore dello zaffiro che si è ripercosso su tutto il corpo.» Capì al volo il senso:tutto ciò che prima era viola ora era bianco,e questo significava solo guai. «Pietro»chiese Zaffira,«ma non mi avevi detto che lo zaffiro rispecchiava l'anima?» Lui ci pensò un attimo poi disse«Credo che indichi un livello di forza,quando ha cambiato colore sei diventa più forte,o sbaglio?» Zaffira annuì e disse«Giusto.» Pensarono a lungo a una soluzione. Saltarono fuori varie cose:per gli occhi la più logica erano le lenti a contatto colorate viola,il vero problema erano i capelli. Le parrucche erano corte e,per di più,se si fosse tirata su di scatto sarebbe caduta;la tinta era troppo costosa. Tutto fu scartato. Alla fine,quando non avevano più idee,Pietro assunse un'aria solenne e si mise a blaterare sul fatto che fosse troppo presto. Pietro stava per parlare,quando Ivan disse«No,no e poi no. Non ti permetterò di fingere già.» Zaffira chiese cosa e Ivan le si avvicinò,le si sedette affianco e fece una cosa che Zaffira non si aspettava:la abbracciò. Le spiegarono che per quando fosse stato necessario farli sparire avevano elaborato un piano: fingere la,in questo caso sua,morte. Zaffira esplose in lacrime e Ivan la strinse più forte mentre Pietro se ne andava. Le accarezzò la schiena con le mani e quando Zaffira si calmò le asciugò le lacrime. Ivan la rassicurò per un po' di tempo poi Zaffira si addormentò serena. Quando si svegliò era pomeriggio. Aveva saltato la scuola! Le salirono le lacrime al pensiero che probabilmente avrebbe dovuto fingere di morire. Tempo cinque secondi e le lacrime uscirono. Non passò molto che qualcuno la abbracciò. Zaffira strinse quella persona. Le era chiaro chi fosse. Per un accertamento alzò gli occhi. Era proprio Ivan. Le piaceva sentire le sue braccia che la stringevano,che le portavano calore e calma nel cuore. Non sapeva come fosse possibile ma stava bene. Ivan la lasciò e Zaffira si rattristò. Le venne in mente una domanda:con chi avrebbe dovuto vivere? Chiese a Ivan che rispose che avrebbe ovviamente vissuto con lui in una casa in montagna. L'idea non le dispiaceva per niente ma erano minorenni. Per scherzare,ma riuscendo ad avere un tono convinto,disse«Per me può andare,adoro stare vicino al camino.» Risero,ma entrambi sapevano la verità:sarebbe stato bello. Arrivò Pietro che disse«Sappiate che avevo in mente una cosa simile. Andrete a vivere con la zia di Ivan in una immensa casa in montagna.» Sia Zaffira che Ivan ne furono stranamente felici.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3: Un problema dopo l'altro ***


3 Un problema dopo l'altro. 
Il problema era che non potevano dare inizio alla finta. A Zaffira venne in mente che i suoi la tenevano d'occhio. Decise una cosa:avrebbe detto tutto ai suoi. Ivan e Pietro non erano del tutto d'accordo ma,dopo una sua attenta argomentazione,si convinsero che fosse la soluzione migliore. Tutti in realtà sapevano la pericolosità della cosa. Se i Quattro,come li avevano nominati,lo fossero venuti a sapere avrebbero fatto del male ai suoi genitori. Zaffira era  preoccupata solo per questo particolare. Ivan decise di accompagnarla. Una volta davanti a casa Zaffira sospirò. Era il momento. Stava per suonare quando sentì delle voci a lei sconosciute provenire dalla casa. Stavano dicendo: «Non sappiamo cosa sia successo,ha creato uno scudo poi il pelo è diventato bianco. Non sapevamo cosa fare.» Le altre voci gli diedero ragione. Zaffira ebbe un'intuizione:i suoi genitori lavoravano con i Quattro. Lo disse a Ivan che le disse che era meglio se si allontanava. Lo obbligò a seguirla capendo al volo che voleva vendicarla. Tornarono da Pietro e lei si sdraiò sul divano. Lui le si sedette vicino e le accarezzò i capelli. Zaffira si mise a piangere. Si sedette e lui la abbracciò. La consolò come solo lui avrebbe potuto fare in quel momento. Pietro li raggiunse e chiese cosa fosse successo ma Ivan gli fece segno di rimandare. Si sedette anche lui con loro. Poi si alzò e tornò dopo alcuni minuti con della cioccolata calda in due tazze. Le dispiaceva aver rovinato loro la giornata per via di una sciocca intuizione. Quando si calmò spiegarono la situazione a Pietro che disse: «Credo di aver capito cosa sia successo. I tuoi erano in combutta con i Quattro per questo sapevano del vicolo. Volevano che fossi tu a confessare per fare in modo di ottenere il risultato. Che fossi tu a consegnarti a loro.» Riprese a piangere,non poteva sentire altre brutte notizie così si mise le mani sulle orecchie. Ivan le tolse le mani e le disse all'orecchio: «Vieni,voglio farti vedere un posto che ho scoperto da poco.» La prese per mano e la condusse alla porta. La accompagnò fuori. Camminarono a lungo e infine arrivarono su una specie di promontorio dal quale si vedeva tutta la città. Ivan fece sedere Zaffira su un masso. «Bello vero?»
«Certo!» Lo disse con stupore«È la cosa più bella che abbia mai visto,e si sente tutto. La sirena di un'ambulanza,sento tutti i rumori e vedo tutte le luci.» Zaffira sospirò,era bellissimo. Poi cadde il silenzio. Ivan le si sedette vicino e la strinse a sé. Restarono così per un po' di tempo poi si alzarono. Tornarono a casa,perché ormai quella era anche casa di Zaffira. Decise che il giorno dopo sarebbe andata a scuola,poi si ricordò che non poteva. Vennero presto le vacanze di Natale. Zaffira adorava stare seduta sul divano con Pietro e Ivan a guardare la TV. Si divertiva molto a parlare e a cantare con loro. A passare il tempo con loro in generale. Arrivò la Vigilia. Era circa mezzogiorno quando sentirono il rumore delle sirene fuori di casa. Ci fu uno scatto da parte di tutti. Non poterono fare nulla perché la polizia irruppe con violenza e sfondando la porta. Si avvicinarono a Zaffira. che capì esattamente cosa fosse successo. I "suoi" avevano denunciato la scomparsa e poi avevano detto che passava molto tempo da Pietro. Loro avevano sospettato la sua presenza lì e poi avevano fatto irruzione. Il loro problema fu che la confrontarono con una foto dove il suo zaffiro era ancora viola. Un dottore le si avvicinò. Analizzò occhi e capelli e disse che erano naturali per cui non era Zaffira. Se ne andarono e rimontarono la porta. Tutti assieme decretarono l'accorciamento dei suoi capelli. Era un'ottima soluzione. L'avrebbe resa irriconoscibile. Le li tagliò Pietro. Li accorciò molto,davanti a fine collo e dietro appena sotto la testa. Era irriconoscibile. Appena la vide Ivan rimase a bocca aperta e disse: «Mi scusi ha visto una ragazzina che sarebbe dovuta uscire da qui perché...» Interruppe la frase. «Stai benissimo.» Zaffira arrossì violentemente. Le piaceva il fatto che pensasse che stava bene. Decisero di fare una passeggiata al parco. Una volta arrivati si sedettero su una panchina. Dopo poco che erano seduti Pietro li raggiunse. Sembrava felice di averli trovati così gli chiesero perché e lui rispose che era una storia lunga. Dopo un po' che insistevano disse: «Allora,quando vi ho detto che avreste dovuto passare tutto il giorno assieme avete fatto cadere il mondo e ora che non è più necessario non fate altro che chiacchierare da buoni amici. Cosa dite?» Era vero. Aveva toccato un tasto dolonte. Li lasciò a riflettere. Ora Zaffira non sapeva più cosa pensare perché era vero. Le venne in mente quello che aveva detto Ivan per scherzare e che a lei sarebbe piaciuto fare davvero. Alla fine se ne andarono in totale silenzio,un silenzio carico di domande senza risposta. Arrivarono a casa senza scambiarsi parole. Zaffira pensò alla prima volta che era andata al parco con Ivan,era stato molto divertente. Quella ragazza era una pazza. A casa trovarono una sorpresa che li costrinse a smettere di riflettere. La casa era in fiamme. I pompieri erano accorsi e in giro c'era una gran folla di curiosi. La neve nera bruciava negli occhi mista alle lacrime di paura. Si avvicinarono a un pompiere e chiesero se c'erano feriti o morti. Rispose che non sapeva ma sembrava che nella casa ci fosse qualcuno. Ivan la guardò e lei capì cosa volesse che facesse e...lo fece. Si allontanò e si trasformò in leopardo. Come se non ci fosse nessuno entrò nella casa. Cercò a lungo ma non trovò altro che cenere. Stava per uscire e comunicare a Ivan di non aver trovato nulla quando vide l'orologio che Pietro indossava sempre. Lo raccolse e si mise a cercare in giro. Passò alcuni minuti a cercare ma non trovò altro che cenere. Alla fine uscì. Aveva ancora l'orologio di Pietro in bocca. Si avvicinò a Ivan, ancora vicino ai pompieri e lasciò cadere l'orologio ai suoi piedi. Vide che lui si chinava e lo raccoglieva. Si sentì male come non mai. Corse via. In pochi minuti raggiunse il posto che le aveva mostrato Ivan. Riprese la sua forma umana e si accorse di avere i capelli imbrattati di cenere. Pianse e le lacrime che mi rigavano il volto erano nere. Passò molto prima che qualcuno la raggiungesse. Era Ivan. Zaffira era seduta sul masso che le aveva fatto da panchina anche la prima volta. Lui le si sedette vicino. Zaffira gli chiese se avessero trovato Pietro. Lui la guardò. «Non ho aspettato finissero le ricerche,se tu non lo hai trovato non lo troveranno di certo.» Le dispiaque,era tristissima. Ivan aveva riposto tutte le sue speranze in lei. Pensò alle cose che erano state bruciate dal fuoco,la TV,i divani e le poltrone,il pietra-scopritore... "Un attimo,non può essere bruciato tutto,di sicuro non è bruciata la punta in diamante." Lo disse a Ivan che le raccontò di aver effettivamente sentito dire che l'incendio era stato appiccato da qualcuno. Entrambi capirono chi era stato:i Quattro. Quella scoperta fece venire loro i brividi. Vedendo tremare Zaffira,Ivan,la strinse a se come la prima volta che erano stati lì. A un certo punto Zaffira disse: «Sai,ho pensato a lungo a quello che ci ha detto Pietro al parco.» Intuì che era lo stesso per lui. Restarono in silenzio a lungo. Nessuno si sentiva di toccare l'argomento. Zaffira cambiò discorso. «E ora cosa facciamo?» Non rispose. Come aveva potuto toccare due tasti sbagliati in una volta sola? Alla fine Ivan si riprese e disse che sarebbe stato bello attuare il piano di Pietro. Zaffira si ricordava che Pietro aveva parlato di andare dalla zia di Ivan. Fu d'accordo. Ivan propose subito il problema dell'arrivarci. Zaffira ebbe un'idea e disse: «Partiamo subito. Io mi trasformo in Leopardo Zaffiro e tu sali in groppa,poi andiamo.» Non sembrava convinto,ma non Zaffira non seppe se della sua resistenza o se per il pericolo di essere scoperti. 
Lei si trasformò e cominciò a correre mentre lui stava ancora salendo. Ivan la guardò storto e si aggrappò con troppa forza al pelo dalla ragazza. Lei ringhiò e lui allentò la presa. Ci vollero ben sette ore per arrivare a casa di sua zia. Zaffira era forte,ma quella era la prima volta che correva,e restava trasformata,così a lungo. La casa non le piacque. Emanava un'aura misteriosa. C'era puzza di zolfo,ma non erano in prossimità di vulcani o gayser. Il cervello di Zaffira corrva nel tentare di intuire la fonte dell'odore. Ivan intanto bussava alla porta. Aprì una signora sulla cinquantina,con degli occhiali tondi sul naso e l'aria arcigna. Per fortuna Zaffira era ancora un leopardo e il suo pelo bianco si confondeva,facendola sembrare un semplice leopardo troppo cresciuto. Dopo poco che la donna si era messa sulla soglia arrivò un uomo con in mano un fucile. Lo puntò verso Zaffira che in risposta battè una zampa a terra e si alzò uno scudo di zaffiro bianco. Si preparò all'impatto del proiettile che non arrivò. Ivan le si avvicinò e le sussurrò: «Zaf,credo che tu abbia sbagliato strada.» Appena Ivan finì la frase la donna disse: «Ivan da quanto tempo,sembra passata un'eternità!»

Zaffiro: Per lungo tempo associato alla pace e alla felicità, si credeva aiutasse nella comunicazione, nella introspezione, nell`intuizione, nell`ispirazione e nelle preghiere. Gli antichi gli attribuivano poteri secondo i quali lo Zaffiro li aiutava nella predizione del futuro. (Dal saggio di George Frederick Kunz)

Mio mini angolo
Questo è il mio primo angolo,lo uso solo per dirvi questo. Tengo molto alla storia,mi piacerebbe avere un parere,anche negativo o con un messaggio privato. Non so se metterò altri angoli,al prossimo capitolo. 

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