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di YouStoleMyLips
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** «Piacere tutto mio» ***
Capitolo 2: *** «Devi essere forte» ***
Capitolo 3: *** «E’ arrivato il momento» ***
Capitolo 4: *** « Vedrai, ci divertiremo» ***



Capitolo 1
*** «Piacere tutto mio» ***


                                    Prologo
«Piacere tutto mio»
 
 La pioggia batteva sul viso pallido di una ragazza ferma, immobile davanti una tomba.  Le sue iridi dello stesso grigio di cui in quel momento era dipinto il cielo. I capelli biondo scuro attaccati alle spalle bagnati da quel temporale che, nonostante il sole delle ore precedenti, non accennava a scampare.
 «Signorina si sente bene?» domanda con voce preoccupata un uomo, un signore sulla cinquantina con dei baffi neri e due occhi verde smeraldo. La ragazza scuote la testa, la vista si appanna ed una forte fitta al petto la invade e poi buio. Buio.
 
 
«Guarda che pelle bianca! Come quella di Fizz!»
«Ehi! Fa’ vedere anche a me.»
«Shhh!  Fate silenzio Matthew ha detto che deve riposare, andate a finire i compiti.» Una voce dolce e suadente rimproverava le bambine che, fino a qualche momento fa, stavano litigando su chi delle due doveva ammirare quell’angelo caduto dal cielo.
«Sembra proprio un angelo» esclamò la più piccola guardando incantata la ragazza che giaceva sul letto e, dopo aver preso la sorella per mano, uscì dalla stanza.
La ragazza dalla pelle bianca come il latte aprì gli occhi grigi e, mettendosi a sedere, guardò  accuratamente la camera in cui si trovava. Delle candide pareti color avorio adornate con dei fiocchetti dorati, un ampio armadio su toni del celeste,  una scrivania di legno bianco piena di fogli, una grande finestra con al suo fianco un’elegante poltrona color arancio. Uno splendido tappeto di pelli diverse ricopriva il parquet pregiato ed delle calde coperte viola rivestivano il grande letto matrimoniale su cui aveva riposato. Dalla porta entrò un ragazzo, dalla pelle mulatta e i capelli corvini alzati in un ciuffo, con in mano un grande vassoio contenente mille prelibatezze ed alcune pillole. Il ragazzo avanzava con passo lento ma deciso stando attento a non rovesciare il contenuto del vassoio senza accorgersi che la ragazza fosse sveglia.
«Ehm…-si schiarì la gola con un colpo di tosse-…dove mi trovo?» domandò la giovine con un leggero timore, il ragazzo dalla pelle mulatta sussultò e si girò di scatto facendo oscillare ciò che aveva in mano.
«Non devi temere, Matthew ti ha trovata ferma al cimitero e sei svenuta tra le sue braccia…e ti ha portato qui.» disse il ragazzo poggiando la colazione su un tavolino ai piedi del letto e grattandosi la nuca imbarazzato. La ragazza si sentì molto sollevata al fatto che quell’uomo non l’avesse rimasta a morire sotto la pioggia.
«G-grazie mille…io…io devo andare» balbettò la ragazza cercando le sue cose ed alzandosi si accorse di indossare un pigiama femminile sui toni del verde. Alzò lo sguardo verso il giovane che fece spallucce, gli prese la mano fredda tra la sua grande e calda e la trascinò giù per una rampa di scale a chiocciola. Arrivarono in un grande salone dai divani in pelle bianchi, un televisore al plasma, un grande caminetto con un gattino bianco al lato e le pareti zeppe di mensole con libri e DVD.
Da quella che sembrava essere la cucina spuntò un ragazzo dai ricci capelli castani e occhi color smeraldo che si avvicinò alla ragazza tendendole la mano.
«Piacere di conoscerla  signorina. Harry Styles» Pronunciò con voce roca e suadente per poi far comparire due adorabili fossette ai lati del suo raggiante sorriso.
«Ka-Katrine Diomàn Gilles» balbettò la ragazza dai lunghi capelli biondo scuro ed un passato da far rabbrividire i peggior serial killer.
«Piacere tutto mio» sghignazzò il ragazzo squadrandola da capo a piedi, dalla cucina comparve un ragazzo dai capelli biondi e gli occhi azzurri.
‘’Sembrano tinti’’ pensò Katrine.
«Hai origini irlandesi?» domandò il ragazzo strabuzzando gli occhi azzurri per la sorpresa, la ragazza lo guardò confusa.
«No…perché?»
«I-Il tuo secondo nome- deglutì- sai che significa, vero?» Balbettò a disagio il raga zzo non riuscendo a guardarla in viso, si mise le mani in tasca e fissò le sue scarpe color giallo canarino.
«Si…certo! Significa luce in slavo» esclamò orgogliosa la ragazza sorridendo sorniona, il ragazzo in risposta abbassò la testa afflitto.
«Katrine, giusto?- la ragazza annuì- Diomàn in irlandese antico significa demone» Sospirò il ragazzo. Il viso della ragazza impallidì di colpo, sua madre gli aveva sempre raccontato che significasse luce.
«D-devo tornare…a casa» disse la ragazza con tono che non ammetteva repliche. Zayn annuì.
«Ti accompagnerà Louis, d’accordo?»
«Posso riavere i miei vestiti?» Chiese gentilmente Katrine rivolgendo ad Harry uno sguardo imbarazzato.
«Ti preferirei senza…» ammiccò il ragazzo facendo arrossire Katrine che di tutta risposta gli pestò il piede, Harry gemette di dolore mentre per la stanza riecheggiò la risata cristallina di Zayn.
«Queste battutine con me non sono ammesse, ragazzo» sputò acida e minacciosa Katrine prendendo per il colletto della polo il riccio, il ragazzo la guardò con aria di sfida ma prima che uno dei due potesse parlare un ragazzo castano si mise fra i due separandoli.
«Haz non credo che sia una buona idea mettersi contro la figlia… del capo» disse autoritario il castano guardando con i suoi occhi blu mare il riccio che, insieme la ragazza, lo guardarono straniti.
«E’- è lei?» balbettò il biondo verso il castano, che annuì.
«Piacere Louis, Louis Tomlinson» disse il castano mentre si girò verso Katrine e le sorrise. La ragazza si sentì lo stomaco in subbuglio le gambe molli e le mani tremanti.
‘’Il sorriso di questo Louis mi fa uno strano effetto’’ pensò.
«Piacere tutto mio»

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Capitolo 2
*** «Devi essere forte» ***


Chapter one:
«Devi essere forte»
 
 
«Posso fare una telefonata?» domandò Kat timida ad Harry che stava cucinando del pollo. Il ragazzo ruotò lentamente la testa verso la ragazza e le sorrise facendo comparire due dolci fossette.
«Certo…-si guardò in giro cercando qualcosa con gli occhi- Uh eccolo, tieni!»
Gli porse un iphone bianco, la ragazza si allontanò e digitò il numero di casa. Dopo un paio di squilli una voce infantile rispose al telefono, la ragazza ebbe un sussulto.
«Pronto?»
«Charlie? Oh tesoro, tutto a posto? Avete mangiato?» La ragazza cominciò a parlare velocemente, preoccupata per le due sorelline rimaste da sole a casa. Prese un lungo respiro e ricominciò a parlare.
«Charlie scusa è che non mi sento bene…»
«Non devi preoccuparti, noi abbiamo mangiato. Papà ha cucinato. E’ tornato, sai?» sussurrò la bambina con voce mielosa che fece intenerire la ragazza. Suo padre era tornato, e dopo quello che aveva detto Louis prima doveva parlargli urgentemente.
«Char…mi passi Papà?»
«Certo! Ciao.»  esclamò gioiosa la bambina, dopo poco si sentirono delle urla che chiamavano il padre, William Gilles che stava leggendo alcune sue scartoffie nel suo studio, accorse appena sentì la frase pronunciata dalla piccina  ‘’Papà c’è Kat a telefono ’’
«Katrine, dove sei?» chiese fredda e severa la voce del padre, che nonostante tutto  si ostinava a mantenere la voce fredda e dura, da vero militare.
«Loro sanno, padre. Tomlinson, non ti dice niente?»
«E’ uno dei nostri, mandalo a prendere le gemelline. Starete con loro» ordinò il padre alla ragazza che si ritrovò a contorcere le labbra in segno di disapprovazione
Sapeva che era inutile provare a controbattere suo padre aveva un carattere difficile e non amava essere contraddetto. Da quando sua madre era morta suo padre era come la pietra: freddo e severo con lei, solo con Charlie e Gregoria era un padre amorevole e gentile. Le gemelle avevano sei anni ed erano una delle ultime cose che facevano ricordare a Katrine di sua madre, Nina, che dopo aver partorito le bimbe morì. La ragazza ormai era come una madre per le gemelle.
«Devo partire, loro mi stanno cercando» sussurrò il padre, Kat si sentì salire le lacrime agli occhi e le pizzicava il naso, si lasciò  scappare uno singhiozzo.
«Katrine, devi  essere forte. Non piangere, sei una donna, la mia piccola donna. Non devi preoccuparti, Kat. Io ti voglio un mondo di bene, non dimenticarlo. Mai, mai figliola. Ti scongiuro di prenderti cura delle tue sorelline, a presto.»  disse il padre con voce tremante, fu la cosa più dolce che Katrine ricordò detta dal padre.  La ragazza chiuse la e ridiede il telefono al ragazzo, ringraziandolo. Riferì  a Louis di andar a prendere le gemelline. Il ragazzo portò con sé una delle sue sorelle minori, Phoebe, e dopo aver preso le sorelline di Katrine passarono al supermercato a comprare qualcosa per la cena.
«Lou!! Prendiamo queste?»  chiese Phoebe indicando un pacchetto di caramelle gommose, il ragazzo annuì. Ma Gregoria dopo aver contemplato a lungo una Barbie si avvicinò a Louis.
 
«No! Posale, Katrine dice che fanno venire il mal di pancia.» esclamò con voce da saputella, Louis scosse il capo divertito.
«Nahh, tua sorella bada troppo alle regole.»  disse il ragazzo divertito, la bimba mise il broncio.
«Ma Charlie?» Chiese Phoebe al fratello con una nota di preoccupazione nella voce, il ragazzo si guardò intorno e con lo sguardò cercò la bambina, che era al banco frigo. Il ragazzo con le bambine si avvicinò a Charlie, che con sguardo da intenditore, scrutava attentamente tutti gli yogurt presenti. Si allungò per prendere un vasetto di yogurt alla vaniglia.
«Louis, potremo comprarlo?- chiese garbatamente la bambina- Piace molto a Kat»
Il ragazzo annuì posandolo delicatamente nel carrello, e dopo aver pagato si andarono a casa. Le gemelline dopo avere insistito a prendere ognuna il proprio borsone entrarono a casa e si gettarono tra le braccia della sorella Katrine.
Arrivò l’ora di cena e tutti gli abitanti della villa erano riuniti in sala da pranzo mangiando l’ottimo pollo cucinato da Harry.
«E’ buono! Ma non sarai mai bravo quanto Kat» esclamò Gregoria facendo la linguaccia al riccio, che di risposta, scoppiò a ridere.
«Gregoria Rose, non essere maleducata» la riprese in modo severo la sorellina Charlie, di risposta Gregoria la guardò con sufficienza beccandosi un’ occhiataccia dalla sorella Katrine. Dopo aver pranzato e aver mandato le bambine a far il bagno, Kat aiutò Zayn a sparecchiare la tavola e a lavare le stoviglie.  Katrine augurò una notte serena a tutti i ragazzi, seduti in salotto a guardare la tv, per poi andare a dare la buona notte alle sorelle.
«Katrine?»
«Sì?» rispose la sorella alzando gli occhi dal libro che stava leggendo.
«Mi potresti…raccontare della mamma?» domandò timida Charlie che nonostante l’età era molto più severa e matura della sorella Gregoria.
«Non credo che sia una buona idea»
«Ti prego»
La ragazza sospirò affranta e leccandosi le labbra prese a parlare.
«Si chiamava Nina» cominciò
«Aveva lunghi capelli neri e i suoi occhi, oh i suoi occhi, erano così grigi…da far paura.  Era bellissima.» disse con rancore la ragazza ricordando la madre, ormai morta.
«Ma era come papà?» domandò la bimba alludendo al carattere del padre, la ragazza scosse il capo divertita.
«Ohh no, lei era dolcissima. Cantava per me, in russo, tutte le sere o mi leggeva storie sulle principesse di terre lontane» disse dolcemente accarezzando la testolina con folti capelli neri della bambina. Quest’ultima si girò sorpresa  verso la ragazza.
«Proprio come fai tu?»
«Si, finirò di raccontarti domani. Ma adesso dormi, okay?»
«Okay, ma mi canti qualcosa?» chiese la bambina accucciandosi al petto della sorella che annuì posando il libro sul comodino.
«Sleep, good boy, my beautiful, bayushki bayu, quietly the moon is looking into your cradle. I will tell you fairy tales and sing you little songs, but you must slumber, with your little eyes closed, bayushki bayu. How many secrete bitter tears will I shed that night! Sleep, my angel, calmly, sweetly, bayushki bayu…» cantò la ragazza addormentandosi.
 

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Capitolo 3
*** «E’ arrivato il momento» ***


«E’ arrivato il momento»
 
Zayn e Louis erano seduti sul divano a parlare della nuova arrivata, Katrine, e delle sue sorelle.
«Ho parlato con William ieri…è addestrata meglio di noi» ammise Louis con ammirazione, Zayn sbarrò gli occhi.
«Mentre il padre è riuscito ad insegnare qualcosa solo a Charlie» continuò Louis sorridendo ironicamente, il ragazzo dalla pelle mulatta alzò un sopracciglio per poi scoppiare a ridere.
«E la madre? Era d’accordo?»
«E’ morta» confessò Louis ricordando l’amica della madre, che era morta dopo aver dato alla luce le gemelle. Il viso di Zayn si rabbuiò, schiuse le labbra e cercò di cambiare argomento.
«Allora? Novità?»
«Sa parlare il russo, l’ho sentita cantare prima» disse Louis con lo sguardo perso chissà dove, sorridendo sornione.
«La sua voce, angelica, era qualcosa di spettacolare. Ed i suoi occhi…- il ragazzo si leccò le labbra secche- sono un cielo in tempesta» disse alzandosi  dal divano bianco. Zayn lo guardò sorridendo, conosceva troppo bene il suo migliore amico.
 
 
Niall guardò attentamente ogni singolo dettaglio della bambina, Charlie, e li comparava a quelli della sorella maggiore.
«Che hai da guardare?» domandò inviperita la bambina dagli occhi grigi e i folti capelli neri guardando il biondo che arrossì violentemente.
«Io…Io…ti va di andare in giardino a giocare a palla?» domandò come un bambino. La bimba annuì scendendo dallo sgabello, per poi infilarsi un cardigan.
‘’Già mi sta simpatico’’ pensò
«Sai parlare il francese?» domandò la bambina al biondo, mentre stavano giocando con un gattino bianco, senza nome.
«Oui» rispose Niall facendo ridere la bambina che si stese sull’erba fresca.
«Sai combattere, vero? » domandò la bambina guardando Niall negli occhi, temendo che potesse rispondere di sì. Nonostante tutto era pur sempre una bambina, non un agente CIA.
«Sì» ammise. Charlie abbassò lo sguardo delusa, emise un sospiro.
«Charlie, alzati andiamo a fare allenamento…Niall vieni anche tu?» Chiese Katrine affacciandosi dal portone principale. I due annuirono alzandosi e  la ragazza sparì in casa.
«Kat mi ha insegnato a parlare l’italiano, il tedesco e il francese. Ma shhh, è un segreto!» sussurrò la bambina poggiando l’indice sulle labbra carnose.
«Allora, fatemi vedere ciò che sapete fare» esclamò Katrine afferrando un bastone di legno in mano, i cinque ragazzi si guardarono e annuirono. Louis avanzò velocemente tenendo il bastone basso cercando di colpirla ai piedi, ma la ragazza che stava combattendo con Zayn, fece un piccolo salto evitando il bastone. Allora Charlie vedendo la sorella maggiore in difficoltà gli lanciò un altro bastone.
«Kat, prendi!»
La ragazza con entrambi i bastoni stese Louis a terra, ma Liam gli tirò una bastonata sulla schiena riuscendo a stenderla al tappeto.  La ragazza emise un verso animalesco e con un colpo di reni si alzò, colpendo Niall al fianco che barcollò all’indietro cadendo su Liam.
Zayn approfittando del momento di debolezza della ragazza afferrò una beretta e la puntò alla giovane donna. La sorrise ironica, quasi rise, con uno scatto fulmineo si avvicinò a Zayn e lo disarmò per poi fingere di sparargli un colpo, il ragazzo stando al gioco cadde a terra. Gregoria che entrò nella stanza con un cupcake tra le mani lanciò un grido.
«Ommiodio Katrine, che cosa hai fatto? L’hai ucciso!» gridò inorridita la bimba, Charlie rise come anche Zayn, il ragazzo si alzò da terra e strinse la mano a Kat.
«Elementare, Watson.»  disse strizzando l’occhio destro. La ragazza sorrise mostrando dei denti bianchissimi che risaltavano sulle labbra  di un rosa scuro,  chinò la testa verso il basso e vide la piccola Charlie con un sorriso furbo dipinto sulle labbra.
«Andiamo a cucinare? Ho fame!» chiese la bambina innocentemente , tutti i ragazzi scoppiarono a ridere.
Katrine cucinò per tutti, ed Harry fu il primo a complimentarsi.
«E’ buonissimo!» disse sorridendo.
«Mmmh ci sai fare!» si complimentò Niall, Louis sorrise mentre Zayn si beccò una gomitata nelle costole da Liam che lo vide fare una smorfia disgustata.
«Oh non fare a Zayn…ha gusti…Bhè, ecco… come dire?»
«Particolari?» suggerì Gregoria, Liam si girò verso la bambina sorpreso.
«Esatto!»
«Tzè ti capisco!» confessò Gregoria a Zayn, che sorrise ricordando sua sorella Safaa e dolcemente gli scompigliò i capelli.
«Phoebe, Daisy… andiamo a giocare?» propose Gregoria notando gli intensi sguardi che si scambiavano gli adulti.
«Okay» parlò  Phoebe per entrambe , si alzarono e andarono in camera, al piano di sopra.
«I russi hanno trovato mio padre, voi cosa ne sapete?» chiese schietta cambiando  argomento, così velocemente che Niall non capendo la situazione si impappinò e cominciò a balbettare.
«Io...Io..Non capisco…di..che..che dite?» chiese balbettando verso la ragazza, che innervosita sbatte un pugno sul tavolo.
«Ora statemi a sentire, devo salvare la mia famiglia come voi la vostra. E’ arrivato il momento» sbottò arrabbiata.
Ciao! sono l'autrice della ff. Sono entusiasta delle due recensione ricevute nello scorso capitolo! Mi scuso per il capitolo corto, ma devo partire Venerdì e non ho tempo! Recensite, vorrei davvero capire se vi piace! xx

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Capitolo 4
*** « Vedrai, ci divertiremo» ***


 
                               « Vedrai, ci divertiremo»

Nella grande casa buia regna il silenzio, Katrine assetata scende lentamente la scalinata di freddo marmo a piedi nudi. Si dirige verso la cucina in legno, nota una sagoma scura illuminata dalla pallida luce della luna. Esamina la figura, spalle larghe e braccia possenti, pelle chiara e…oh era Louis!
«Louis» salutò la ragazza accendendo la luce, il ragazzo si girò lentamente e le sorrise. Katrine sentì un brivido attraversargli la schiena sorrise istintivamente e si girò ad aprire il frigorifero, afferrata una bottiglietta d’acqua si dirige verso la credenza e versò dell’acqua nel bicchiere. Un respiro caldo sul suo collo, questo sentiva. Delle labbra tracciavano i suoi tratti mascellari e un profumo le inebriava le narici. Si sentiva scossa, lo stomaco in subbuglio. Si girò lentamente poggiando le mani sul torso nudo del ragazzo, tracciò con l’indice i vari tatuaggi che ricoprivano la calda pelle. Alzò lo sguardo e fissò quei profondi occhi blu, schiuse le labbra.
«Baciami» sussurrò la ragazza, Louis non se lo fece ripetere due volte e poggiò delicatamente le sue labbra su quelle di Kat. Vaniglia e Tabacco assaporò il ragazzo. Pesca e menta la ragazza. La lingua del castano picchiettò sulle labbra della ragazza chiedendole l ‘accesso, lei schiuse leggermente le labbra. Lentamente il dolce bacio si trasformò in tutt’altro. Le loro labbra si rincorrevano con foga, Katrine affondò le mani nei morbidi capelli del ragazzo mentre lui la prese tra le braccia. La ragazza poggiò la sua testa sul petto di Louis e ascoltò il battito del suo cuore, si sentiva tremendamente sola.




Il mattino seguente le gemelline, vestite come due bamboline, sedevano sugli sgabelli che si trovavano in cucina. Tutti e cinque i ragazzi le imitavano, attendendo che Katrine finisse di preparare la colazione.
«Mi piacciono le tue trecce, Gree.» si complimentò Liam guardando la piccola bambina che gli sorrise consapevole di essere bella.
«Vedi Liam, ho copiato la signora delle trecce che ieri era in giardino!» esclamò pavoneggiandosi la piccola, dalla cucina risuonò un tonfo.
La bocca di Liam rimase bloccata in una grande O. Louis si irrigidì, Zayn strabuzzò gli occhi, Niall per poco non si affogava con del caffe, mentre Harry si mise le grandi mani tra i folti capelli ricciuti.

«Merda! Ragazze, oggi niente scuola. Salite su e preparate le borse, andiamo in vacanza. Gree se vedi la signora…Urla, okay?» disse Katrine con una calma stupefacente, le bambine annuirono e salirono di corsa al piano di sopra. «Partiamo, si va in Italia.»
«Cosa?» strabuzzò gli occhi Louis, la ragazza sorrise e gli fece l’occhiolino.
«Venezia»


Angolo autrice:
Scusatemi tantissimo, questo capitolo fa schifosamente schifo!
ma Louis e Kat si si sono baciati, e c'è l misteriosa signora delle trecce.
siete pro o contro Katuis(?) HAHAHAHA.
Fatemi sapere, recensite. Accetto critiche e mi scuso per il minicapitolo.
A domani, promesso!
YSML xx

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