Finalmente vacanza!

di Elly Chan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Vacanze?! - Ho un brutto presentimento... ***
Capitolo 2: *** Stylist psicopatici! - Che tortura! Mi verrà un'esaurimento nervoso! ***
Capitolo 3: *** Brutto risveglio! - Inizia la giornata! Sigh... ***
Capitolo 4: *** Barbie-girls, vestiti, bus e damerini! - Devo ammettere che il fratellone è utile quando non serve e posso cavarmela benissimo da sola... ***
Capitolo 5: *** Pioggia! - Si ritorna a casa! Che sfiga, eh...? ***
Capitolo 6: *** Sfuriata telefonica! - E adesso chi è che vaneggia? Eh?! ***
Capitolo 7: *** L'Inno alla Gioia che non condivido! - Torta... e non potevi dirmelo prima?! ***
Capitolo 8: *** L'autobus, il bambino, e no, non è una favola! - Nooo, il centro commerciale nooooo... ***



Capitolo 1
*** Vacanze?! - Ho un brutto presentimento... ***


vacanza

- Vale, ti prego!! – mi inginocchio davanti alla Vale con le mani giunte.

- O Cla,… - dice lei sconsolata.

- Senza di te, io… non so cosa fare!! – sfoggio i miei occhi sberluccicosi.

- Oh… mpf – sbuffa la Vale rassegnata – e va bene…

- Grazie, grazie!!

Io mi butto letteralmente ai suoi piedi e mi inchino. La Vale rotea gli occhi al cielo con le mani conserte.

Questo miserabile e alquanto patetico spettacolo si sta consumando nella mia mansarda, sotto gli occhi che ormai non si stupiscono più di nulla di mio fratello.

Ebbene sì, è finalmente vacanza.

Ringraziando il cielo a scuola non ci hanno voluto dare molti compiti, così che possiamo realmente rilassarci. Come no.

Salve a tutti, sono Clara, anni 15, assolutamente nessun progetto per le vacanze.

Io, di solito molto organizzata per fattore genetico (mia madre è una menager), non so dove andare.

Così adesso sto pregando la Vale di venire con me un una di quelle vacanze organizzate in giro per l’Europa finanziate dalla società di mia madre.

Perché io da sola non ci vado. Non è nel mio stile andare da sola lontano da casa.

E, siccome i genitori della Vale e miei si conoscono da quando siamo alle medie, di sicuro una vacanza insieme non ce la negheranno. Anche perché io ho assolutamente la testa sulle spalle, mentre Valentina salta da una festa all’altra. E da un guaio all’altro, ai quali, tra parentesi, devo sempre rimediare io.

- Ok, adesso chiamo i miei per chiederglielo.

Vale tira fuori dalla tasca il cellulare e con una velocità impressionante che non riuscirei mai a eguagliare digita un numero e si porta il telefono all’orecchio.

Parla due minuti al massimo, il tempo di ottenere il permesso e di salutare.

Chiude il cell e mi guarda trionfante.

- Posso venire. – commenta secca e felice allo stesso tempo.

Ci afferriamo le mani e iniziamo a saltellare qua e là per la stanza.

- Chiedo scusa per l’interruzione, ma non dovresti avvertire mamma di metterla nella lista dei partecipanti?

La creatura che ha osservato questo particolare non è altro che mio fratello, essere inutile quanto indispensabile. Io lo scruto per due secondi con aria indifferente, poi afferro agilmente il Motorola rosa e cerco il numero di mami nella rubrica. Lo trovo e digito il tasto di chiamata.

“Pronto, tesoro?” risponde la voce di mamma con un tono leggermente stupito. In effetti, non si è mai visto che sia io a chiamare lei.

- Mami – iniziò con l’affettuoso nomignolo, per addolcirla un po’ – può venire anche Valentina in vacanza con me in quei viaggi organizzati che fate sempre voi?

“Certo tesoro!” mi risponde felice la mia genitrice. E’ contenta che vada in posti nuovi con qualcuno, mi definisce un’ “anti sociale”.

“Ah, oggi potresti venire in ufficio con Valentina? Mi dovrebbe dare alcuni dati”

- Sì, così già che ci siamo ti aiutiamo, forse.

“Grazie mille, tesoro! Ci vediamo oggi!”

- Ciao ma’…

Chiusi la chiamata.

- Adesso che ci penso, hanno bisogno anche di ragazzi più grandi che tengano a bada i ragazzini, no? Che ne dici de venissi anch’io, sorellina?

Mio fratello, che tra parentesi si chiama Stefano, mi afferra la testa tra le braccia e mi scompiglia i capelli, facendomi mettere su il broncio.

- Su, ci divertiremo! Allora è deciso, vengo anch’io!

Si punta il dito addosso, trionfante e sorridendo spavaldo.

Sospiro un po’. In effetti è l’unico che mi fa divertire. Potrebbe essere bello.

- Ordiniamoci una pizza. Ho fame – e loro sanno che quando ho fame, sono ancora più irritabile di quando mi sveglio presto.

Ci facciamo portare da un fattorino due margherite giganti, e in mezz’ora le abbiamo finite tutte.

Mentre digerisco, è meglio che vi presenti questi due scalmanati.

Una è la mia migliore amica dalle medie, Valentina, figlia di un’impiegata nello stesso ufficio di mamma. Capelli neri lunghi e occhi scuri. Pelle più scura del solito per la sua abitudine di gironzolare in strada nelle ore più calde. E’ un po’ più bassa di me, ma attira tutti i ragazzi che incontra. E’ molto estroversa e casinista, ma è anche una buona amica. E’ fissata con l’aspetto esteriore, e appena può mi fa una revisione completa dell’immagine.

Stefano ha 17 anni, va nel nostro stesso liceo, è popolare, intelligente, simpatico, dolce e bello. Ha i capelli scuri e due occhi castano-verdi. E’ l’altro mio migliore amico, e insieme a Vale fanno proprio una bella coppia di dementi. Nel senso buono, però. E’ iper-protettivo con me, ed è, oltre a Vale, la persona a cui voglio più bene in assoluto.

Io? Io sono Clara, quella intelligente, matura, solitaria e pigra. Sono alta per la mia età, non troppo magra e ho i capelli castani e gli occhi verde scuro, avete presente il muschio? Ecco, i miei occhi sono così. Non mi lamento, e poi i ragazzi non mi interessano più di tanto. Non voglio certo diventare come Valentina, che sbava dietro ad ogni ragazzo che vede…

Passò un po’ di tempo e la pizza arrivò. Me ne mangiai tre quarti scolandomi insieme una lattina e mezza di Coca.

Riordinammo il gran casino che avevamo fatto nel mentre e io e Vale ci chiudemmo in bagno per sistemarci.

Mentre lei si rifaceva il trucco, io mi pettinavo i capelli.

-   Vengo solo a una condizione – dice ad un tratto la Vale. Io la guardo allarmata.

-   Devi rinnovarti! Tutto: trucco, capelli, vestiti… sarò la tua stylist per le vacanze!! – esclama la Vale eccitata. Lei dice sempre che sono un’ottima base per il trucco e tutto: capelli modellabili, sto bene con tutto quello che mi si mette addosso, sono abbastanza alta da permettermi le scarpe senza tacco e quelle altissime… insomma, a sentire lei sono una modella perfetta. Inutile dire che tutte queste attenzioni mi sfiancano, anche perché spesso preferirei stramene in casa a leggere un libro piuttosto che prosciugare le mie finanze…

- Ok, ok… potrai fare di me tutto quello che vorrai… ma adesso andiamo, per favore… - mi sono arresa. Con la Vale potrebbe dire affrontar l’inferno per una come me.

Usciamo di casa e prendiamo l’autobus, che per fortuna arriva subito, sennò Vale avrebbe incominciato a dare un giudizio su tutti i ragazzi che passavano.

Saliamo sul bus e, siccome l’ I-pod è scarico, le sue chiacchiere me le devo subire comunque.

Arriviamo in centro, dove lavora mamma, e citofoniamo al suo ufficio. Ci conoscono bene praticamente tutti quelli che ci lavorano, perciò non abbiamo problemi a farci aprire. L’ ufficio dove lavorano gli impiegati e uno spazio aperto grande con le pareti bianche, molto luminoso. C’è sempre molto movimento e rumore per via i tutti i telefoni che squillano.

Attraversiamo la stanza salutando qua e là degli amici di mamma, e arriviamo alla porta che da verso un piccolo ed elegante corridoio che si trova prima dell’ufficio di mamma.

La Vale aveva ingaggiato un’interessante conversazione sui negozi dove scontavano i vestiti, e io l’ascoltavo distrattamente.

Apro la porta grande e bianca con la testa girata verso Valentina, così che non vedo assolutamente contro chi vado a sbattere. E poi, ovviamente, rischio di cadere.

Quindi mi ritrovo a tirare la manica della maglia ad un ragazzo con la pelle bianca e i capelli biondo chiaro. Non sono razzista, è l’unica sua caratteristica che posso vedere prima di scivolare all’indietro.

Fortunatamente il tizio ha i riflessi pronti, e mi afferra il braccio prima che possa sbattere la testa per terra.

Mi tira su e ci guardiamo. Solo una parola. Figo.

Il mio salvatore ha i capelli biondo chiaro, due occhi di ghiaccio e un certo charme francese. La pelle è molto chiara, quasi diafana, ma questo non rovina certo la sua bellezza. E’ alto e il fisico non è niente, niente male.

- Ah… - boccheggio io, imbarazzata.

- Scusami, ho aperto la porta all’improvviso e non sapevo chi c’era dietro… come stai? – replica lui, più veloce. Mi sento sciogliere di fronte alla sua voce calma, decisa e cantilenante.

- Bene, grazie… grazie per avermi presa al volo… - riesco a dire io, leggermente rosa. E c’è da dire che io sono piuttosto pallida.

- Adesso devo andare… piacere di averti conosciuto! – mi dice con la voce da angelo. Anche con la faccia, sinceramente.

Io lo guardo che esce dalla porta incantata, biascicando un “ciao…”, mentre Vale, dietro di me, non si trattiene più dalle risate.

Mi giro e la guardo di sbieco, mentre finalmente si lascia andare ad una bella e grassa risata liberatoria.

-Ma cos’hai da ridere?! – le ringhio addosso.

- Niente,… è solo che… dovevi vederti!! – e scoppia di nuovo a ridere.

La guardo interrogativa.

- Avevi… un’espressione incantata, così…-  e la Vale si mette a fare l’imitazione di una scimmia che ha davanti dieci caschi di banane, con tanto di acquolina in bocca e sguardo sberluccicoso.

- Ero davvero così?! – domando sconvolta dal ribrezzo di quella visione.

- Eri anche peggio, credimi!

- Avrò fatto la figura della cretina… - commento con la solita positività che mi contraddistingue.

Ci avviamo verso lo studio di mamma mentre la Vale cerca di trattenere le risa e le lacrime.

Apriamo la porta e vediamo Anna, mia madre, anni 50, bella, capelli castani lunghi tirati su e occhi nocciola, attaccata a due telefoni. E’ evidente che è nel panico, a cercare di capire entrambi i suoi interlocutori. Ma mia madre, si sa, e specializzata nell’incasinare la vita a tutte le persone che le stanno intorno. Un po’ come Vale.

Ci vede e ci fa segno di sederci sulle due poltrone in pelle davanti a lei.

Finalmente mette giù i due telefoni con un sospiro e ci guarda.

- Anna, lei ha per caso visto un ragazzo biondo passare? – chiede senza perdere tempo Vale.

- Se è passato dal corridoio mi sembra ovvio… - rispondo io un po’ inacidita.

- Sì, l’ho visto… è passato di qui due secondi fa… è un ragazzo molto gentile, sapete… verrà con voi in viaggio! – risponde mamma.

Ma che bello! Il ragazzo con cui ho appena fatto la figura da idiota, verrà con noi in vacanza.

- Che occasione d’oro… - sussurra la Vale, malefica.

- Cosa? – chiede mamma distratta, mentre riordina altrettanto distrattamente alcuni fogli sulla scrivania.

- Niente, niente! – faccio io.

- Dicevo… che sarebbe bello se facessimo amicizia con lui! – riprende la Vale.

- Sì! Sarebbe interessante, non trovi, Clara? – chiede mia madre a me.

Chissà perché, ma queste due pazze sono convinte che io debba trovarmi un ragazzo. Ed ogni occasione è buona per organizzare qualcosa alle mie spalle.

E, chissà ancora perché, ho la stranissima sensazione che questa vacanza non me la scorderò abbastanza facilmente. E io non sbaglio mai.

 

 

Ok! Eccomi tornata, per la vostra gioia!

Questa mia seconda fan fiction mi è venuta in mente all’inizio delle vacanze, al ritorno da scuola quando fantasticavo su dove andare insieme alla mia amica.

E adesso, eccola trasferita su PC! Contenti, eh? Commentate per dirmi se vi piace, e mi scuso per gli errori di ortografia che, inevitabilmente, mi vengono fuori… ^^’’

Ringrazio moltissimo tutti quelli che hanno aggiunto ai preferiti la mia ficcy precedente, “Pensieri”! Un bacione e al prossimo cappy!

 

 

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Capitolo 2
*** Stylist psicopatici! - Che tortura! Mi verrà un'esaurimento nervoso! ***


vacanza!! 2
Dopo un pomeriggio entusiasmante nell'ufficio di mamma a riordinare scartoffie, ascoltando la Vale elogiare l'aspetto del misterioso ragazzo biondo di prima, ce ne siamo finalmente tornate a casa.
Anna ha voluto tuttissimi i dati possibili e inimmaginabili su Vale, per cui abbiamo fatto un po'  tardi.
La vacanza sarà in una bella cittadina in Costa Azzurra, con soggiorno in una specie di casa di riposo, completa di giardino e spiaggia a due metri dall'ingresso.
Prendendo l'ascensore, la Vale mi dice i suoi programmi per le ultime settimane, visto che partiamo tra due settimane.
- Sai, dovresti cambiare pettinatura... - incomincia la Vale.
- Oh no... - dico io. Ogni volta che inizia il discorso "capelli", vorrei buttarmi giù dalla finestra. Io li ho sempre portati a caschetto e adesso questa mi dirà sicuramente che devo lasiarmeli crescere! Questione di secondi... 5...4...
- Oh sì! Ti tocca, me lo hai promesso! E poi, con quel bel biondino presente... - mi dice con tono malizioso...3 ...
- Quindi tu... - 2... - ti terrai i capelli lunghi!! - mi dice tutta pimpante la Vale. 1! Buon Capodanno! No, ok, basta...
- Ok... Vale, basta che sia qualcosa di decente, niente di cotonato, assolutamente proibito il riccio, e se i capelli mi danno fastidio ti giuro che me li taglio io!
Sono sempre così, senza mezze misure. No, non per i capelli... toh, ho fatto la battuta!
Comunque con una mamma che ti organizza la vita, un fratello scemo e un'amica psicopatica, avere carattere ci vuole...
- Yahooooo!! - esclama la Vale tutta contenta. Adesso si mette pure a fare pubblicità occulta...
Apro la porta di casa, pensando a quali torture dovrò subire in queste due settimane.
Casa mia, nonchè di Stefano, mia madre, mio padre e seconda casa della mia amica (sta più da me che a casa sua!...), e molto grande, è all'ultimo piano e ha una mansarda, che io e mio fratello condividiamo per fare quello che ci pare.
E' grande e, alla fine della scala, presenta un piccolo disimpegno, se così si può chiamare, tutto dipinto di bianco e arancione chiaro.
Da lì si aprono due porte, una da verso la mia stanza, tutta bianca, rosa e lilla, l'altra invece porta alla camera di mio fratello azzurra, blu e verde.
Noi stiamo sempre nel disimpegno quando i nostri non ci sono, così che possiamo fare un gran casino in uno spazio illimitato. C'è la Tv, la play station, uno stereo gigante, un divanetto basso con due poltrone altrettanto basse e un tavolo di vetro trasparente per appoggiare coca-cole e schifezze varie.
Ecco, noi stiamo sempre lì, e siccome Stefano, la sottoscritta e la Vale siamo molto amici, non c'è problema di non andare d'accordo.
Adesso Stefano sta giocando alla PS (ma no, che novità!), e io e Vale ci sediamo a  chiacchierare per terra, dove praticamente è tutto ricoperto di tappeti bianchi.
Perchè non ci mettiamo comode sulle poltrone, dite? Non lo sappiamo, ecco.
- Bene Clara, non ci resta che organizzare la ta valigia! - decreta Valentina tutta raggiante.
- Cosa dobbiamo fare? - chiedo sconsolata.
- Allora... questa settimana si dedica allo shopping! Vestiti a non finire! Ma anche costumi da bagno! Poi si inizierà con la raccolta degli accessori: occhiali da sole, scarpe, parei...
- Bene, portiamoci avanti... fratellone, mi fai un prestito? - Stefano sa che una battuta, ma si gira lo stesso verso di me e mi guarda con compassione, mentre Vale va avanti con la lista di cose da comprare.
- Poi, l'ultima settimana, prenderemo solo prodotti di bellezza!
- Solo prodotti di bellezza per una settimana intera?! - chiedo sconvolta: ma come si fa?!
- Ma no, sciocchina! - mi dice Vale come se lei fosse la gran dama dell'occasione e io la bambina alle prime armi, dimenticando che questa è casa mia e potrei benissimo cacciarla in qualsiasi momento. Solo che è amica mia, e son troppo buona.
- Per 3 giorni gireremo in lungo e in largo per trovare creme solari, shampi protettivi, balsami specifici, dopo sole, pofumi... mentre giovedì e venerdì li dedicheremo a un pigiama party! Sabato mattina ti porterò dal parrucchiere, per la messa in piega, visto che partiamo nel pomeriggio non ci dovrebbero essere problemi!
Eeeh!! Frena amica, non ci dovrebbero essere problemi?! Togli il forse, deve andare tutto a meraviglia se non vogliamo casini! Ma perchè tutti devono fare tutto sul filo del rasoio quando hanno un sacco di tempo?! Perchè??!
Vabbè, adesso sto diventando isterica, ma d'altronde, con questa pazza...
Io annuisco e guardo l'orologio.
- Senti Vale, non dovresti andare a casa? Sono già le sette! E domani non dovremmo iniziare il giro per negozi?
La Vale guarda me, poi l'orologio, infine afferrà la borsa e si precipita letteralmente al piano di sotto.
- Ciao Claaaa!! - la sento urlare dal pianerottolo. Sospiro e guardo Stefano, che ricambia con un'alzata di spalle, come a dire: "Che ci vuoi fare, è fatta così! Sono fortunato a non averla io, come amica..."
Insomma, se ne sbatte le palle. Scusate il termine.
Poi mi offre il goystick in segno di pace e ci facciamo una gara con le macchine.
Neanche a farlo apposta, vado a sbattere da ogni parte che presenti un minimo di consistenza, come al solito, mentre lui fila liscio come l'olio. Alla fine io sono settima con un mucchio di ammaccature, due finestrini spaccati, una gomma a terra, un fanale rotto e il bagagliaio scoperto, mentre il mio adorabile fratello arriva come sempre primo, senza un graffio. Lo guardo con rabbia.
Niente di meglio per cominciare le mie ultime settimane prima della catastrofe.

Salve a tutti, raga! Ecco aggionato il secondo capitolo! Spero vivamente vi sia piaciuto!! E' corto, lo so, ma dal prossimo giuro che mi impegnerò di più! Volete sapere come andranno queste due settimane shopping-non-stop per Clara? XD

Infine ringrazio chi ha letto il precedente capitolo, e Aika_chan per avere messo la storia nei preferiti!! Un bacio, alla prossima!

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Capitolo 3
*** Brutto risveglio! - Inizia la giornata! Sigh... ***


vacanze!! 3
Sto dormendo beatamente. Il morbido materasso, il cuscino candido e fresco... una leggera brezza mi arriva sul viso. Aah, così si sta benissimo... che bellezza...
- Claaa, svegliatiii!!
Una voce conosciuta mi da questo ordine, e io (stranamente) le obbedisco. Infatti alla seconda "i" ho già gli occhi spalancati e una mano sotto il cuscino per colpire il disgraziato che ha osato svegliarmi di prima mattina. Mio fratello non si sveglia prima di mezzogiorno, anche se adesso sicuramente si sarà svegliato grazie a quest'urlo, i miei lavorano, quindi andando ad esclusione dovrebbe essere...
- Valeee!! Ma sei completamente rimbambita?! - dico gentilmente alla mia migliore amica, poi guardo l'orologio.
- Le... n-nove...? - balbetto io.
Lei annuisce.
- Tu sei pazza! - decreto prima di ficcare la testa sotto il cuscino e tentare di riaddormentarmi.
Ma Vale mi toglie il cuscino dalle mani.
- No-no-no signorinella! - dice agitandomi il dito davanti al naso, quasi fossimo in un collegio e fossero le undici passate.
Io la guardo male, con ancora le mani alzate dal gesto di prima.
Sospiro e mi alzo.
Non sono proprio una bella visione la mattina. Occhiaie che si vedono molto sulla pelle chiara, capelli lontani anni luce da una piega decente, schiena storta nel tentativo di non cadere per terra, e il mio mitico pigiama. Costituito da: cannotiera corta a righe lilla, rosa chiaro e bianche e pantaloncini striminziti bianchi.
- O mio Dio! Ma come ti sei conciata? - mi chiede la Vale con tono teatrale, le mani in testa tipo urlo di Munch, in tutta la sua perfezione anche alle nove di mattina.
- Guarda che non è mica colpa mi- non riesco a finire la frase che la Vale mi trascina letteralmente in bagno, facendomi strusciare contro il pavimento, tanto che tra un po' prendevo fuoco.
Mi fa sedere su una sedia, perchè si sa, ogni persona normale tiene una sedia in bagno, e comincia a prendere dei vestiti a caso dal mio armadio.
Mentre lei mi toglie la cannottiera e cerca di infilarmi una t-shirt viola a fiori, raccolgo le mie poche forze per parlare.
- Vale, che bisogno c'è di svegliarmi a quest'ora...? - le chiedo con voce debole mentre mi fa infilare una mini gonna di jeans.
- Niente ma, Clara! Mi avevi promesso che saremmo andati a fare shopping insieme in queste due settimane! E' un lavoro lungo, credimi! - piagniucola la Vale, come se fosse stata costretta a farlo.
Io vorrei risponderle che: uno, nessuno mi zittisce; due, io non ti avevo promesso un bel niente; e tre shopping si può fare benissimo di pomeriggio.
Ma preferisco stare zitta, ben sapendo che con lei è tutto inutile, e poi, ehi, non sono così masochista! Non voglio sorbirmi mezz'ora di discorsi su quanto sono affollati i negozi di pomeriggio, su quanto sia meglio non affannarsi prima che i negozi chiudano... e questo la dice lunga su quanto dobbiamo comprare. Non ci voglio neanche pensare, mi vengono i brividi a sapere il mio portafoglio nelle mani della Vale...
Nel frattempo, la Vale mi aveva alzata di peso e mi stava pettinando scrupolosamente davanti allo specchio. La trasformazione è incredibile!
Prima in testa avevo una specie di casco di banane con qualche riccio qua e là, adesso ho gli stessi capelli di sempre, di un colore uniforme, lisci, anche se un po' più lunghi del solito perchè me li devo tenere così. Tutto merito della Vale, comunque.
Guardo sorridente allo specchio, in preda a chissà quale soddisfazione interiore.
Vale mi guarda un attimo, stranita, poi sorride anche lei. Ecco, questa è una cosa che non ho mai capito: quando io rido o sorrido, tutto il mondo ride o sorride con me. Ma sul serio! Mi capita sempre: sorrido e quello accanto a me sorride, a volte ride anche! Bah.
Comunque usciamo dal bagno e trovo una sagoma contro luce, che potrebbe essere Dio disceso in terra col seguito del coro angelico, completo di luce abbagliante che non ne fa vedere il volto.
Lo guardo per un po', poi lo riconosco.
- Stefano?!
Ebbene sì, il ghiro senza macchia e senza paura, il fratello che dorme come un masso si era alzato prima di me. Incredibile, ma vero.
Lo guardo scnvolta ancora un po', poi mi giro verso Valentina dietro di me, quasi del tutto sicura di poter trovare una soluzione nei suoi occhi.
Infatti ho ragione, e la mia curiosità viene soddisfatta.
- Ho chiesto a Stefano di alzarsi prima e di venire a fare compere con noi!
E per quale ignota ragione questo dovrebbe accadere?
- Sai, potremmo aver bisogno di un giudizio maschile...
Ah. E perchè mai?
- Nel caso si facesse vivo il biondino... - ammicca Vale, maliziosa, mentre vedo Stefano inarcare un soppraciglio nella sua direzione, da bravo fratellone geloso.
In ogni caso, ho trovato risposte alle mie domande, una a una, come se la mia migliore amica potesse leggermi nel pensiero. In effetti ci conosciamo da abbastanza tempo perchè questo possa accadere...
- Ovvio che si farà vivo, e in viaggio con noi, ricordi? - commento secca io, mentre riprendo il controllo dei miei pensieri.
- E chi sarebe "il biondino"? - chiede Stefano con voce minacciosa, stringendo inconsciamente un pugno. Mi fa paura... povero biondino, mi viene da dire...
- Solo un gran figo che potrebbe interessare a Cla - lo informa risoluta Valentina, facendolo innervosire ancora di più.
- E chi te lo dice che mi potrebbe interessare?! - ribatto io.
- Ecco, giusto! Chi te lo dice?! - mi segue a ruota mio fratello, probabilmente sconvolto dal fatto che la sua piccola, dolce e innocente sorellina possa farsi un fidanzato. E lo dice anche con una certa preoccupazione isterica nella voce...
La Vale in risposta alza le braccia, come dire: "Deciderà il destino!..."
- Ma adesso dobbiamo andare! Vero, ragazzi? - chiede la Vale felice e pimpante. Ve l'ho mai detto che è sempre troppo pimpante?
Stefano e io ci guardiamo un attimo negli occhi con l'espressione molto scettica, prima di seguire stancamente Vale giù per le scale, la quale emana letteralmente un' entusiasmo e una contentezza a noi sconosciuti. Pigri come siamo, non riusciremo sicuramente a tenere il ritmo della mia amica...
Prima di uscire prendo il portafolgio e lo riempio per bene: ho idea che questa sarà una giornata lunga e faticosa, mooolto lunga e mooolto faticosa...



Mi scuso ancora per la cortezza del capitolo, ma era necessario spezzarlo per non farlo diventare lunghissimo... quindi dal prossimo cappy si entra nel pieno dello shopping!! XD

Come al solito ringrazio tantissimo tutti quelli che leggono!! Bye!
 






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Capitolo 4
*** Barbie-girls, vestiti, bus e damerini! - Devo ammettere che il fratellone è utile quando non serve e posso cavarmela benissimo da sola... ***


vacanze!! 4
Appena usciti di casa io, Clara, mio fratello, Stefano, e la mia migliore amica, Valentina, scoprimmo, incredibilmente, che non c'era molta gente per strada. Ovviamente per la Vale non fu questa grande sorpresa, perchè lei è aituata a uscire di casa la mattina presto per fare shopping.
Vale trascinò letteralmente me e Stefano verso la fermata del bus, visto che praticamente dormivano in piedi, e ci mise seduti sulla panchina, ad aspettare.
- Il bus dovrebbe passare esattamente tra... 3 minuti al massimo! - disse Valentina con entusiasmo.
- Mi spieghi ancora una volta perchè hai voluto venire con noi? Mi si spezza il cuore a vaderti alzato alle 9 di mattina per colpa mia - dissi a mio fratello, appoggiata alla sua spalla in stato di dormiveglia, e impietosita dalla sua cera.
- Guarda, non lo so neanch'io... mi ricordo solo Vale che è venuta in camera mia e mi ha ordinato urlando di alzarmi... a proposito, non ti sei alzata, con tutto il rumore che ha fatto? - chiese di rimando Stefano, appoggiando la testa contro la mia, con la voce impastata dal sonno e non del tutto cosciente delle proprie capacità fisiche e mentali.
- E io che mi preoccupavo di non aver svegliato te, con l'urlo della Vale...
Proprio quando stavamo per addomentarci beatamente, approfittando dell'ombra e del silenzio, arriva il bus che, con tutto il suo rumore, riesce a farmi innervosire ancora di più.
La Vale, per paura di perderlo, ci trascina entrambi a bordo, e ci fa sedere su due posti vicini, mentre lei si accomoda davanti a noi, girandosi.
Sbircio un po' in giro, e mi rendo conto che non c'è quasi nessuno, tranne un rapper con dei vestiti di due taglie più grandi ed mp3 al massimo volume nelle orecchie, due ochette bionde vestite di rosa che parlano con voce stridula di un ragazzo e l'autista che non sembra proprio il massimo della gentilezza e della pulizia.
Siccome le due Barbie-girls in fondo al bus continuano con voce stridula a parlare di qualcuno, probabilmente di Stefano (che fa sempre la sua bella figura, tra le pulzelle), decido di schiaffarmi musica a tutto volume nelle orecchie dall' I-pod, meritandomi un'occhiata rispettosa del rapper, che, chissà come, ha sentito la musica rock che ascolto e si è stupito.
Arriviamo fino in centro, e i prezzi che vedo nelle vetrine mi spaventano assai.
Scendiamo a una fermata e ci rendiamo conto che non è molto affollato come ce lo immaginavamo. Ci sono delle nonne incartapecorite qua e là, qualche ragazza intaprendente in giro per negozi...
Vale individua un negozio dall'insegna viola lampeggiante, e il suo sesto senso le dice che là dentro troverà qualcosa di interessante, quindi ci porta lì.
Entriamo e ci troviamo davanti uno spazio pulito col pavimento viola come l'insegna, e un sacco di costumi e parei appesi in giro per il negozio, e assolutamente nessuna anima viva tranne la commessa, che mastica un chew-gum rumorosamente e ci guarda con due occhi scuri e un piercing al labbro.
Meglio così, non mi vedrà troppa gente con addosso un'improbabile bikini a fiori giganti blu consigliato dalla sempre troppo esagerata Vale.
La mia migliore amica mi prende per un polso e mi porta davanti a una serie di costumi a due pezzi di tutti i colori.
- Scegli quelli che ti piacciono di più - mi dice con un gran sorriso la Vale, con una gentilezza e permissività che non mostra mai quando si parla di moda e devo scelgiere io.
- Poi vedrò se vanno bene - conclude sempre sorridendo, mentre io fermo il braccio improvvisamente. Mai che Vale sia permissiva...
Incomincio a frugare e alla fine scelgo tre costumi da bagno. Me li porto in camerino a me li provo.
Quando ho finito esco fuori e vedo Stefano che si guarda insistentemente in giro e Vale che mi aspetta, tutta eccitata.
Io mi guardo allo specchio e, tutto sommato, mi sento abbastanza bella: ho scelto un due pezzi, con il reggiseno a triangolo blu con delle pailettes dorate e argentate e il pezzo sotto con lo stesso motivo, solo senza pailettes, sostituie da delle linee colorate.
Stefano mi guarda ed arrossisce un po', dopo tutto non ti si presenta tutti i giorni tua sorella in costume, no? Vale invece sembra stia per mettersi a urlare: "Oh, ma come sei carina con quel costume, Cla! La mia piccola sta crescendo!", stritolandomi in un abbraccio.
Etro di nuovo dentro al camerino e scelgo il secondo: stessa storia di prima.
Mio fratello mi guarda ammirata, forse scosso da pensieri non proprio puliti, dettaglio che lascio volontariamente da parte (dopo tutto è un maschio, no?), e Vale che mi alza il pollice in segno di vittoria.
Questa volta ho una fascia sopra il seno verde chiaro senza spalline e delle semplici mutande del medesimo colore, che si intona benissimo al castano chiaro dei miei capelli.
Io sono imbarazzatissima e mi ritiro subito dentro a ricambiarmi.
L'ultimo costume che ho scelto devo dire che probabilmente è il migliore: dei pantalonicini rosa scuro con dei disegni di fiori hawaiani in un rosa più chiaro, e un reggiseno rosa chiaro con gli stessi motivi ma rosa scuro che si lega dietro al collo.
Eh già, devo ammettere che con questo costume sono semplicemente divina! Mi giro e rigiro davanti allo secchio ammirandomi, Valentina mi guarda commossa che io abbia ritrovato la mia vanità, e Stefano probabilmente sta tentando di non abbracciarmi forte dicendo, come Vale, che la sua sorellina ècresciuta ed è un bocciolo in fiore, o qualcosa di simile.
Mi cambio e torniamo dalla commessa, che ci fa lo scontrino con un'aria annoiata.
Usciamo dal negozio con mio fratello che stritola me, rossa in viso, abbracciandomi, sorpreso dalla bellezza della sua sorellina, e Vale con un sorriso trionfante in faccia.
- La prossima tappa è un negozio a tre piani completamente rosa, esclusivamente abbigliamento femmnile, dove si trova di tutto e di più! - ci informa la Vale prima di lanciare un gridolino eccitato da far invidia alle ragazze del bus.
Finalmente arriviamo in un posto che sembra la casa di Barbie formato gigante, dalle cui vetrine si vedono decine di Barbie-girls intente a comprare questo e quello. Il posto che fa per me. Ok, mi piace il rosa, ma non così tanto!
- Clara, ti devo avvertire - la Vale si fa improvvisamente seria - dentro ci saranno un sacco di ragazze belle che ti faranno migliaia di commenti acidi, ma sono solo invidiose, stai tranquilla.
A rovinare il raro momento di serietà c'è il mio commento acido.
- Vale, non me ne frega un fico secco di cosa ne pensano quelle Barbie-girls - dico perfettamente calma e per nulla spaventata, tranne dal fatto che tutto quel rosa potrebbe rovinarmi la vista.
- Ma Clara! - fa Valentina stringendomi le mani con le lacrime agli occhi - Hai appena ritrovato adesso la tua vanità nascosta, non posso lasciare che deturpino la tua autostima così! - conclude molto tatralmente.
Entriamo con un bel respiro con Vale in testa, che, siccome ci va spesso, viene salutata con rispetto dalle commesse, le uniche del posto che sembrano gentili, forse per via del sorriso mille denti.
Valentina ci guida in un posto dove ci sono milioni di abiti di tutti i colori possibili e immaginabili, dal lavanda alla pesca, e dal turchese al grigio cemento (che razza di colore...).
Vale si mette da fianco a me guardando un po' in giro qualcosa di adatto alla mia persona, quando una voce la chiama.
- Valentina, cara, che piacere rivederti! - esclama con una voce in falsetto e un sorriso altrettanto falso una ragazza alta, bionda, vestita di rosa (ma dai!...), che si regge a malapena in piedi su due tacchi alti così. La seguono la sua banda di ragazze, per di più vestite allo stesso modo. E io che credevo che certe cose si vedessero solo nei film...
- Melissa cara! - la saluta la mia amica con poco calore.
Adesso, visto che io il nome Melissa lo associo alle ragazze poco di buono, ho la più assoluta conferma che questa Melissa è una ragazza da evitare, anche per via del sorriso, che sembra una smorfia, della Vale.
- Cara, anche tu a fare compere? Ah, hai portato un'amica... - dice Melissa con un sorriso diabolico, facendo intendere che mi aveva vista già da prima e che stava cercando di spaventarmi. Che causa persa...
- Già! Lei è Clara, è la migliore. - Vale sottolinea l'ultima parola drighignando i denti. So che si riferisce al fatto che siamo migliori amiche, ma non vorrei che Melissa la prendessa male... anche se, con tutta probabilità, se l'è presa eccome, a giudicare dalla sua faccia.
- Oh, dubito che troverà qualcosa di adatto a lei... - dice Melissa indicandomi, come se non ci fossi. Mi è venuto il tic all'occhio, Melissa dovrebbe iniziare a fare il testamento...
- Non fa una bella figura, col corpo che si ritrova... - continua con voce maledettamente mielosa, mentre io ho un adorabile broncio che tocca il pavimento.
La Vale non dice niente e la guarda con aria di superiorità, mentre io mi sento afferrare la testa da qualcuno.
- La mia sorellina è bellissima, ed è perfetta così! - esclama Stefano, cingendomi le spalle con un abbraccio e guardando Melissa con aria di sfida.
Lei e le sue Barbie-girls lo guardano stupite, poi arrossiscono alla vista della magnificenza del mio fratellone. Che, lo ammetto, a volte è proprio utile...
Visto che Stefano non accenna nè a lasciarmi andare, nè a smettere di guardare minnaciosamente le Barbie-girls, queste decidono di alzare i loro altissimi tacchi.
Vale e mio fratello continuano a guardarle male finchè non spariscono dietro un'angolo del negozio.
A quel punto, cerco di sgusciare via dalle braccia forti di Stefano, ma lui mi trattiene, facendomi quasi strozzare.
- Guarda che adesso mi puoi anche lasciare andare... - gli dico un po' stizzita, anche perchè ho davvero caldo.
- No! Non voglio che ti facciano del male... - dice come un bambino, strusciandosi contro di me, che sono arrossita furiosamente.
Valentina ci guida in un'altra parte del mega-negozio, mentre il mio caro fratello non la smette di abracciarmi, suscitando gli sguardi invidiosi delle altre Barbie-girls, che avevano assistito meravigliate alla scena di poco fa.
Quando usciamo dal negozio siamo tutti e tre con due borse ciascuno.
Ci abbiamo impiegato un po' di tempo, anche perchè la Vale si era trovata molte volte davanti al dubbio cruciale del colore da scegliere.
Ma a parte i colori, ogni cosa che ci piaceva del negozio è stata presa. Avevo fatto bene a portarmi appresso 2oo euro... anche perchè adesso abbiamo speso quasi 50 euro.
E' mezzogiorno e mezza, quindi decidiamo di pranzare in un bar.
Ci sediamo fuori e appoggiamo le borse a terra, vicino alle nostre sedie, stremati.
Io e Stefano reclamiamo qualcosa da bere, e la Vale tenta di sorridere anche se so che è provata pure lei.
Un cameriere, che sembra proprio un damerino, ci da il menù con un sorriso, che Vale, gentilmente, ricambia.
- Lo conosci? - le chiedo sospettosa.
- Ma certo! Vengo sempre qui! - mi risponde maliziosa.
- Chissà perchè... - sussurro io. Poi sento un rumore poco rassicurante provenire dalla mia destra.
Tiro un pugno in testa a Stefano, per svegliarlo dal suo improvviso abbiocco. Solo che non aveva ancora mangiato. Iniziamo bene...
- Baka! - gli dico solamente, tornando al mio posto a braccia conserte.
- Allora, cosa ordinate? - ci chide Valentina.
- Tost, coca-cola e gelato. - rispondo decisa io. Mi sveglio improvvisamente quando si parla di cibo, e, specialmente, di tost.
- Io, mmh... anch'io tost e poi, boh... una birra... - le dice mio fratello reattivo come un gatto morto.
- Ook! Cameriere! - dice la Vale in gran stile, richiamando il damerino di prima con uno schiocco di dita.
- Vorremmo 3 tost, 2 coche e 1 birra! - dice la mia amica con le gambe accavallate e un'espressione da diva sulla faccia.
Io approfitto dell'attimo di pace e del silenzio per appoggiare la testa allo schienale della sedia di paglia, assaporando l'ombra e quell'attimo di pace.


Ecco il quarto capitolo! Vorrei ringraziare come sempre quelli che leggono! Allora, il primo giorno di shopping è quasi finito, chissà che succederà poi? ^^










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Capitolo 5
*** Pioggia! - Si ritorna a casa! Che sfiga, eh...? ***


vacanze!
Dopo questo sostanzioso pranzetto ce ne stiamo tornando a casa. Anche perchè il tempo non promette niente bene... ci sono dei nuvoloni neri da far paura, e nell'aria posso percepire chiaramente il profumo dell'acqua, della pioggia... prendetemi pure per pazza, sì, ma io la pioggia la sento chiaramente quando arriva.
Arriviamo alla fermata del bus e lo prendiamo per un pelo, e notiamo che è più affollato di prima.
Sembra che tutte le tribù della città si siano riunite in questo autobus: ci sono emo, punk, gothic, Barbie-girls...
Guardo l'ultimo gruppo di ragazzine con un disprezzo non da me, mentre una smorfia si dipinge sul mio viso.
- Claaa!! - urla la Vale, mentre per qualche oscura ragione mi sta abbracciando.
- Che c'è? - le chiedo stralunata, mentre mi siedo meglio sul sedile, visto che fino a poco tempo fa me ne stavo beata a guardare i bizzarri passeggeri del mezzo a cui ci siamo affidati per tornare a casa.
- Niente! - mi dice lei sorridente. Ma è scema?!
Io alzo un sopracciglio poi sospiro.
Per fortuna che il bus è arrivato ed ho una scusa per muovermi. A volta mi chiedo perchè la gente fa le cose senza pensarci... e Stefano e Vale sembrano l'impulsività fatta persona.
Raggiungiamo il mio palazzo in fretta, perchè sta cominciando a gocciolare... e arriviamo a casa sani e salvi.
Molliamo le buste in camera mia, e io mi precipito a guardare la pioggia. Mi ha sempre affascinato, ed io l'adoro, Non disedegno neanche il sole, s'intende, però la pioggia è qualcosa di più... magico!
Neanche a dirlo, Valentina la odia, perchè con la pioggia non si può uscire. A Stefano non faceva nè caldo nè freddo.
La pioggia batte così forte che ho paura spacchi i vetri. Ha cominciato pure a grandinare, ciliegina sulla torta... ma come fa a piovere così a luglio?! Non è ad agosto che di solito c'è un tempo da schifo?!
Sospiro e mi siedo sul divano.
Prendo un libro a caso da per terra e mi tuffo nelle pagine.
Finche qualcuno non mi scuote.
- Clara, svegliaaaa! - mi urla in faccia quella pazza sclerotica di Vale! Prima o poi l'ammazzo, questo è poco ma sicuro.
- Sono sveglia! Se vedi una persona con gli occhi abbassati, non necessariamente ce li ha chiusi! Probabilmente ce li ha solo abbassati! Abbassati, capito?! - sono un po' nervosetta.
- Oddio... ho capito, calma, stai calma... - ribatte la Vale impaurita.
- Mmh... buon per te - annuncio serafica, tornando a leggere.
Ridendo e scherzando (?) sono passate ben due ore, e io ho quasi finito il libro di 400 pagine. Quando si dice un topo da biblioteca...!
La pioggia si è fatta più sottile, ma le strade sarebbero inagibili per i tacchi alti della Vale.
- Vale... - la chiamo svogliatamente.
- Sì? - spunta da dietro il divano, con un sorrisone in faccia.
- Quando vuoi andare a casa... - lascio la frase in sospeso.
- Per me va bene a qualunque ora! - esclama allegra.
- Ma non hai visto come sono conciate le strade?! Affonderesti in una pozzanghera ancora prima di poter dire 'Ah'!
Quanto può essere stupida sta' ragazza solo io lo so... santa pazienza...
- Vale, ma se domani piove di nuovo così che facciamo? - chiedo speranzosa, temendo che mi dica che ci andiamo comunque a fare compere, che ci sia la neve o l'uragano Katrina che ha sbagliato rotta.
- Bè... se piove così è un'altra storia... - dice pensierosa, mentre guarda fuori dalla finestra.
- Ma c'è sempre il centro commerciale, che è al chiuso! - si riallegra subito dopo. Accidenti, non ci avevo pensato!
- Senti Vale, ma... non ti sembra un po' troppo, due settimane a fare shopping? E' impensabile... - dico preoccupata.
- Bè, innanzitutto dobbiamo vedere se troviamo qualcosa di decente... e poi me lo avevi promesso! - mi punta l'indice addosso.
- Ok, ok... - mi rassegno io.
- Vedrai che ci divertiremo! - mi abbraccia - Con il biondino... - sussurra poi, maliziosa.
- Cosa?! - irrompe nella stanza la sedia di Stefano col propietario sopra, che ha imparato a drizzare le orecchie ogni qual volta che in casa nostra si parla di un qualsiasi esemplare di sesso maschile. Pure il custode.
- Niente, niente... - sospiro, per poi sciogliermi dall'abbraccio soporifero della Vale.
- La pioggia è cessata, perchè non vai a casa? - le chiedo gentilmente, per mascherare il nervoso che mi prende ogni volta che la Vale resta a casa nostra per troppo tempo: non si sa mai cosa possa decidere di fare, così, da un momento all'altro...
- Certo! - trilla felice, e scende al piano di sotto, saltellando.
Mi massaggio un po' le tempie, stremata: avere una vita tranquilla con Valentina è, purtroppo, impossibile!
- Comunque, chi è sto' biondo?! - mi chiede contrariato Stefano.
- Uno... - rispondo vagamente a mio fratello, ben sapendo che le risposte vaghe lo fanno infuriare. Infatti lui alza un sopracciglio, infastidito, e io sogghigno, cattiva.
- Come uno?!
- Uno. - ripeto, più decisa.
Lui sbuffa e se ne torna in camera.
Quanto mi piace farlo arrabbiare!

Mi credevate morta, eh? Piacerebbe...! L'ispirazione se n'era andata in vacanza, ma poi è miracolosamente tornata. Questo capitolo è corto, e me ne dispiaccio io per prima.
MiRi:  l'ispirazione è tornata solo per te, audace commentatrice! *__* Mi hai dato la spinta giusta! Grazei per il commento!
Ringrazio chi ha letto e MiRi, Ren_91 e Tisia per vaer messo la storia tra i preferiti!

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Capitolo 6
*** Sfuriata telefonica! - E adesso chi è che vaneggia? Eh?! ***


vacanze! cap1
Che bellezza! Piove da due giorni ininterrottamente e si è fatto venerdì! Ma allora c'è davvero qualcuno che mi ascolta, lassù!
La Vale, quando mi ha telefonato, era imbestialita come poche volte nella sua vita.
Imprecava contro Nettuno, chiunque le capitasse a tiro, Dio, la portinaia, gli angeli, il cane della sua vicina... era proprio arrabbiata, insomma.
Uno spettacolo delizioso per me e mio fratello: ci stavamo annoiando a starcene qui a fare niente.
Oggi è venerdì, appunto, e la pioggia un po' è diminuita, per fortuna. Non si riusciva a domire, e sembrava che la grandine volesse spaccare i vetri.
E' pomeriggio, e me ne sto beata a fare i compiti seduta sul divano. Stefano traduceva latino su latino, seduta per terra. Più di una volta era diventato completamente pazzo per espressioni che non volevano farsi trovare. Com'è possibile, mi chiedo, se il dizionario di latino è un tomo peggio delle pagine gialle?
All'improvviso suona il cellulare.
- Pronto?
"Ciao, Cla!" risponde la Vale con un allegria da far invidia al triste mietitore.
- Ehi. Ti hanno ammazzato il gatto?
"No! E' questa cavolo di pioggia che mi da fastidio!"
E te pareva.
- Ma dai, non devi arrabbiarti così... è solo un po' di pioggia...
"Ma si è mai visto il diluvio universale a luglio?!"
Effettivamente no.
"Ci mancava solo più questa! I miei piani sono andati in fumo!" piagniucola disperata Valentina.
Sarebbe più corretto dire che si sono ammuffiti... data la quantità d'acqua... ok, non faceva ridere.
- Dai, che abbiamo tutto il tempo per recuperare... guarda, sono anche disposta a non lamentarmi più!
Me ne pentirò amaramente.
La frase ha il suo effetto.
"Sul serio?" mi chiede speranzosa. Mi sembra di vedere i suoi occhi brillare e gli angeli cantare.
- Certo. Basta che la smetti di piangere. Lo sai che piango facilmente. Questa terra non ha bisogno di ulteriore acqua.
- Fredda come sempre, eh? Bel modo di consolare un'amica... - mi rimprovera Stefano. La voce di Valentina è così alta che anche lui riesce a sentirla.
- Ma torna ai tuoi proverbi, va... carpe diem, già che ci sei... - gli rispondo distrattamente. Ma tu guarda questo...
- Comunque, Vale, la pioggia è cessata... magari domani riusciamo ad andare da qualche parte...
"Ma certamente! Lo sai che ci andrei anche con una bufera di neve!" cinguetta la Vale felice, come se fosse la cosa più allegra e normale del mondo.
- Lo so fin troppo bene...
Sospiro.
- Allora, domani ancora una levataccia?
"Secondo te?"
Sta ghignando. Lo sento anche troppo chiaramente.
- Mi sa di sì.
Un'altro sospiro.
"Bene! Allora a domani!"
- A domani... - chiudo il cellulare con il terzo sospiro.
- Mi sa che stasera dobbiamo andare a nanna presto... - dice Stefano, scrivendo freneticamnete su un biglietto.
Lo guardo male, poi sprofondo nella poltrona. Eccoli qui: Mister e Miss Pigrizia, due volte campioni mondiali di sonno pesante e colazione più abbondante dell'anno, tranquillamente seduti nelle loro posizioni tipiche. Nella prossima puntata: come sfiancare questi strani individui, con la gentile partecipazione della Vale!
...
Ecco, lo sapevo: la Vale mi mette l'ansia addosso, così comincio a vaneggiare stupidamente. Oh no! Questi due idioti mi hanno contagiato!
Mi alzo ed apro la finestra, per cambiare un po' l'aria.
Una folata gelida mi investe.
- Vuoi chiudere quella finestra? - Stefano mi guarda alzando un sopracciglio, mentre i capelli di entrambi vengono scossi dal vento.
Cerco di chiuderla, ma non ce la faccio: il vento continua a spingere nella mia direzione! Provo e riprovo, ma niente da fare.
Mi vedo già i titoli di giornale: 'Ragazzi morti assiderati: non riuscivano a chiudere la finestra!' oppure 'Finestra-killer! Tragedia estiva in città!'... troppo presa a pensare a cose inutili e fondamentalmente cretine, non mi accorgo che Stefano è vicino a me e sta chiudendo la finestra.
Appena sentiamo il rumore dello scatto, mi giro lentamente verso di lui. I suoi occhi sembrano dirmi 'Sei caduta proprio in basso...'... accidenti, sono caduta proprio in basso!

Salve a voi lettori che mi seguite, aspettando pazientemente una decina d'anni per ogni capitolo! Vorrei ringraziare Bella4, MiRi, Promise e DarkViolet92 per le recensioni e chi ha messo fanfiction tra i preferiti! Bye!



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Capitolo 7
*** L'Inno alla Gioia che non condivido! - Torta... e non potevi dirmelo prima?! ***


vacanze cap2
Mmh? Ma chi è che suona il flauto, qui in casa nostra?
Alzò faticosamente la testa dal cuscino, e vedo la Vale intonare l'Inno alla Gioia col flauto. Quando vede che sono sveglia, lancia un ultimo fischio acuto e appoggia l'oggetto infernale sul letto.
- Fianlmente ti sei svegliata! - mi sorride raggiante.
- Ma ti sembra il caso di suonare il flauto a quest'ora del mattino, cacchio?! E poi, quando cavolo hai imparato l'Inno alla Gioia, ma soprattutto a suonare il flauto?! - le chiedo urlando.
- Ma non ti ricordi? Ce l'hanno insegnato alle medie! - sorride candidamente, mentre si avvicina al mio letto.
Alle medie? Ah, sì... di mattina devo essere un po' fusa.
- Lo sai che odio suonare. Preferisco sentir suonare.
Le rivolgo un'occhiataccia, mentre mi alzo dal letto.
- Su, dormigliona! Il sole è già alto, ed una bella giornata ci aspetta! - esclama allegra, spostando le tende della finestra, rivelando la luce del sole.
Inutile dirle che le persone normali non si svegliano a quest'ora, in estate.
Mi trascino fuori dalla camera, facendo un grosso sbadiglio. Stefano è seduto sul divanetto, e sta mangiando una brioche.
- Com'è che ti svegli prima tu? - chiedo sospettosa. Non si è mai vista una cosa del genere, mai.
- Mah. - mi risponde serafico.
- Su, Cla, fa colazione! Hai bisogno di energie.
Se non fosse stato per la Vale, a quest'ora probabilmente avremmo ingaggiato una lotta all'ultimo solletico.
Sbuffo mentre la mia amica mi fa scendere le scale come una bambina piccola. E ci sono le stesse probabilità di cadere, tra l'altro. Ho già detto che di mattina sono fusa?
Mentre prendo una merendina dalla dispensa, Valentina parla non-stop.
- ... E così finiremo la giornata con una bella merenda al caffè che ho appena scovato! - conclude soddisfatta.
- Clara, mi hai ascoltato? - alza un sopracciglio, mentre io, colta in flagrante, quasi mi soffoco col thè.
- C-certo... - rispondo incerta, pulendomi la bocca con il tovagliolo.
Valentina sospira.
- Dicevo... stamattina andiamo in un centro commerciale che hanno appena aperto, poi facciamo un bel pranzetto lì, giriamo ancora un po', torniamo qui e andiamo in quel caffè che ho appena scovato. - ripete pazientemente.
- Ah. Capito. - continuo a bere il mio thè tranquillamente.
Non è che mi importi così tanto del caffè...
- Lì fanno delle cioccolate buonissime, mi hanno detto. E le torte sono deliziose. - Vale assotiglia gli occhi, aspettando la mia reazione.
Come non detto.
- Farò questo sforzo... - fingo indifferenza, ma con la mente sto già pensando ad una torta gigantesca al cioccolato.
La Vale ghigna.
Metto la tazza nel lavandino.
- Su, andiamo? - chiedo, con le mani sui fianchi.
- Dove vuoi andare, vestita così? - chiede Vale alzando un sopracciglio.
Io mi guardo: sono ancora in pigiama. E no, scendere in strada in biancheria non è esattamente bello.
- Potevi farmelo notare prima, eh... - sospiro risalendo le scale di malavoglia.
Recupero una maglietta a maniche corte blu e una gonna nera a pieghe.
Mi pettino velocemente, poi scendo in salotto e trovo Stefano addormentato su un libro. Stefano che legge un libro?!
Glielo tolgo dal naso, svegliandolo.
- Lo devi leggere per scuola?
- Sì... è una scocciatura tremenda... - sospira tristemente. Non è mai stato un grande lettore, più che altro gioca a calcio pavoneggiandosi di continuo.
- Ma devi ancora leggerlo? E quanti ne hai? - continuo l'interrogatorio.
- Ancora due, più uno d'inglese...
- Sul serio? Sfaticato. Io li ho già letti tutti...
Quanto mi piace rinfacciarglielo!

Eccomi di nuovo qui! Grazie mille a DarkViolet92 per il commento! ^^

 

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Capitolo 8
*** L'autobus, il bambino, e no, non è una favola! - Nooo, il centro commerciale nooooo... ***


vacanze! cap3
La Vale ci porta fino alla ormai conosciuta fermata dell'autobus. 'Mazza quanta gente...
Fa abbastanza caldo, e, ovviamente, la gente esce quando fa caldo.
Stiamo ad aspettare più o meno cinque minuti, quando finalmente il bus arriva.
La gente che deve prenderlo per andare chissà dove comincia a spintonare, cercando di superare gli altri.
Si è formato un gruppetto in mezzo alla strada, e di certo non si sprecano insulti, botte e calci.
Però, ai lati, c'è la strada libera, anzi, liberissima.
- Dio, quanto è stupida sta' gente... - commento, passandomi una mano sulla faccia.
- Ehi! Ci siamo anche noi, fateci passare! - esclama la Vale, andandosi a unire a quegli idioti.
- Come non detto... - bisbiglio, e la afferro per la maglia. Con l'altra mano libera stringo il braccio di mio fratello, e me li trascino via fino all'entrata del bus.
Saliamo la scaletta senza problemi, ma il vero problema si presenta sul bus: è tutto pieno, a parte alcuni sedili occupati da scarpe e piedi di tizi di cui non voglio indagare l'identità.
Sospiro tristemente, chiudendo gli occhi: dovremmo stare in piedi.
- Tranquilla, Cla! Trovo io la soluzione! - mi sussurra Valentina tutta eccitata.
Apro un occhio: cosa vuole fare? Strillare che c'è una bomba a bordo dell'autobus e mandare via tutti?
Spalanco gli occhi di scatto: con la Vale, tutto è possibile.
Sto per andare a recuperarla, quando vedo che si è avvicinata a due ragazzi carini nei sedili in fondo, che da soli occupano quattro posti.
La Vale si mette a parlare del più e del meno, molto tranquillamente, mentre li convince a farla sedere vicino a loro, lasciando me e Stefano in piedi come due baccalà.
Non ci resta che vagare senza meta per il mezzo pubblico, alla ricerca di anche solo un posto, possibilmente libero.
Stiamo passando vicino alla Vale, troppo intenta nei suoi discorsi per notarci, quando sento una mano tirarmi per la gonna, e poco ci manca perchè me la tiri giù.
Mi volto e mi trovo davanti un bambino carinissimo, tutto pacioccoso! Che, appunto, mi sta tirando la gonna.
Mi guarda incuriosito, così mi piego verso di lui.
- Cosa c'è? - chiedo gentilmente.
- Se non hai un posto, puoi sederti qui. - indica un posto pieno di giocattoli, vicino a lui, con una vocina piccola piccola da cartone animato che mi fa sorridere.
- Ah... grazie! - non so che dire.
Il bambino mi rivolge un grande sorriso e sgombera il sedile dai vari robot e bambolotti.
Mi siedo con cautela.
- Ehm ehm! E io dove mi siedo? - mi chiede Stefano, imbronciato.
Il bambino sorride anche a lui e sposta i giocattoli in una borsa appoggiata sul pavimento del bus, ai piedi di una signora che gli somiglia tantissimo, presumibilmente la madre.
Stefano si siede vicino a me, guardandosi in giro.
- Signorina... - incomincia il piccolo, con un dito alla bocca.
- Sì?
- Posso sederti sulle tue gambe? - mi sorride e non riesco a dirgli di no.
- Ok. - assentisco e lo prendo da sotto le ascelle.
Lo poso con delicatezza sulle mie ginocchia, anche perchè lui ha ceduto il suo posto per mio fratello.
Lui inizia a dondolarsi avanti e indietro, guardando di qua e di là, mentre io fisso il paesaggio attraverso il finestrino.
E' da tanto tempo che non tocco più un bambino. Hanno la pelle così morbida, vellutata... e poi sono così carini!
Durante tutto il tragitto presto un'orecchio distratto alla conversazione della Vale che filtra spietatamente con quei due poveri Cristi (che però non sembrano scontenti), mentre con tutto il resto del corpo mi dedico al bambino che porto sulle ginocchia. Meno male che non lo porto in gembro...
Guardo fuori dal finestrino e mi perdo nei palazzi che sfrecciano veloci (ma non troppo, il bus mica può fare miracoli).
All'improvviso sento che l'autobus frena bruscamente.
Stringo di più la presa attorno al bambino, per evitare che si spacchi la testa cadendo in avanti.
Sento una mano sulla mia spalla e mi volto, sospettosa e già pronta a ficcare un pugno a quell'impudente che si è permesso di toccarmi.
Ah! Devo rimandare l'incontro di box: è la Vale.
- Vale! Grazie mille per averci tenuto dei posti. - sibilo a denti stretti, facendo ben attenzione a non farmi sentire da nessuno oltre che da lei.
Valentina, per tutta risposta, mi fa una linguaccia.
- Comunque, è la nostra fermata... - afferma svogliatamente Stefano, alzandosi e camminando per il corridoio del bus, mentre si gratta la testa con molta poca eleganza.
- Come lo sai?! - bisbiglio acida, ma non mi sente.
- Ciao piccolo, e grazie mille! - dico dolcemente al bambino, accarezzandogli la testa con una mano.
- Prego! - dice educato, facendo uno splendido sorriso.
Ci affrettiamo a scendere anche noi. Valentina saluta con la mano i due tipi in fondo al bus e io sospiro, esasperata.
Appena scese, il sole mi batte in faccia prepotente e io sono costretta a tirare fuori i Ray-Ban.
Mi volto e sussulto: la Vale, di fianco a me, fa una posa da star sfoggiando i suoi occhiali da sole che recitano, a grandi lettere d'oro, 'Dior'.
Sembra sprizzare feroromoni, non è un caso se un gruppo di ragazzi con l'aria poco raccomandabile si fermano a guardarla, dall'altra parte della strada.
Solo in quel momento mi accorgo che non c'è un cane. There is nobody, per dirla all'inglese...
Insomma, non c'è nessuno.
Sarà colpa del caldo soffocante (a causa del quale, vorrei aggiungere, sto facendo il bagno del sudore)? Oppure hanno tutti paura di un'altra ondata di maltempo improvviso? Che poi non sarebbe proprio improvviso dato che è da un secolo che piove...
Ponderando una a una tutte le possibilità, mi incammino verso un grande edificio posto in mezzo alla natura: il centro commerciale.
Sembra che tutta la città si sia riversata in massa in questo posto, anzichè andare a lavorare.
Bè, perlomeno adesso è spiegato il motivo dello svuotamento cittadino a cui avevo assistito prima.
- Aaaah... - mi volto e vedo la Vale che sta praticamente sbavando di felicità, ferma davanti a me sul marciapiede.
Spero che ci stia tanto, così guadagno tempo prima di entrare all'inferno...
- Su! Sbrighiamoci! - esclama Stefano, prendendoci entrambe per un braccio per portarci dentro al centro commerciale.
Perchè tanto entusiasmo? Ha visto una bella ragazza? No, forse è solo impaziente di entrare in un posto con l'aria condizionata.
La Vale si riscuote e insieme mi prendono ognuno per un braccio trascinandomi verso l'entrata.
- Noooo... - piagniucolo molto teatralmente, strisciando i piedi per terra nel tantativo di fermarmi.
- Siiì! - dice di rimando la Vale, un pugno alzato al cielo in segno di vittoria.
Ma perchè vittoria? Boh.
Tutto quello che mi ricordo del momento in cui sono entrata nel centro commerciale sono poche parole.
Gente.
Caldo.
Saldi. Quest'ultima parola urlata dalla Vale nell'esatto momento in cui sono svenuta per la disperazione.

Sapete che sto iniziando a detestarmi anch'io, per i miei ritardi? Ma bado alle cancie che non interessano a nessuno...
Grazie a DarkViolet92! ^^



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