Jesus of Suburbia

di Black Cherry
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1


Non riesco proprio a capire perchè lo hai fatto, perchè ti sei preso gioco di me in quel modo.
Guardo l'anello che mi hai regalato una settimana fa chiedendomi di sposarti: lo odio. Rappresenta tutte le bugie che mi hai raccontato, tutti i falsi "ti amo" che mi hai detto e tutte le promesse che non hai mantenuto.
Sono chiusa in macchina a piangere da mezz'ora, non voglio uscire, entrare in casa mia e vedervi. Di nuovo. Sul mio letto. O meglio, sul nostro letto. Non voglio vederti baciarla con passione, stringerla nelle tue braccia e accarezzare le sue guance bianco latte. (1)
Su, basta piangere Courtney! Ora accendi la macchina e vattene, abbandona tutto e tutti e raggiungi quel posto; raggiungi il posto che sogni ogni notte, dove hai trascorso il tuo passato, dove hai lasciato ricordi belli e brutti. Dai, parti!





Sono in macchina da un bel pezzo, ho una sigaretta in mano e non posso fare a meno di pensare a noi.
Mi ricordo che durante il reality nessuno pensava che tra noi due potesse nascere qualcosa. Io ero la perfettina che rispetta le regole mentre tu eri quello cattivo e doppiogiochista; come abbiamo fatto a innamorarci? Almeno credo che eravamo innamorati, io lo ero mentre non so se tu ricambiavi i miei sentimenti.
Eri l'unico che mi capiva, che riusciva a tenermi testa e che riusciva a sopportarmi per il mio carattere. Sei stato uno dei pochi ragazzi di cui mi sono innamorata, ti ho messo il cuore in mano e tu mi tratti così, tradendomi? Vaffanculo. Sei solo uno stronzo. Sei come tutti gli altri; sei uguale a lui.
Ora tornerò nella mia vecchia casa, al mio vecchio lavoro e alla mia vecchia vita nella periferia di Oakland. Tornerò nella mia periferia.
Vorrei vedere la tua faccia quando leggerai la lettera che ho messo nella posta e scoprirai che me ne sono andata.
Divertiti con lei.
Addio, Scott.









Angolo Autrice:
Buongiono/Buonasera a tutti!
Allora, che dire, dopo tanto tanto tanto tanto tempo che non scrivo eccomi con questa fic ^^
Beh, Courtney è OOC all'ennesima potenza e nei prossimi capitoli lo sarà ancora di più, non è realmente così, ho solo voluto crearle un passato (e un futuro) nel mio stile..
Come prologo è un po' corto ma a me piace così
Comunque, spero di non aver commesso errori, altrimenti potete dirmeli che li correggo, spero che vi sia piaciuto e ciao c:
Black Cherry



(1) la ragazza che Scott sta baciando è Dawn (anche lei, oltre a Gwen, ha la pelle bianco latte)

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2
Ero appena arrivata nel mio vecchio appartamento, avevo tenuto le chiavi. Era come lo avevo lasciato quando ero scappata, solo più sporco. Attraversai il salotto, composto solo da un divano-letto, un televisore, un tavolino e un lettore CD collegato a delle casse, e raggiunsi la mia camera da letto. Dopo aver aperto la porta decorata con delle strisce della polizia con scritto “Don’t Cross”, un’esplosione di colori mi si parò davanti; mi ero dimenticata delle pareti della mia camera tutte colorate: macchie di vernice ovunque, era stupenda. Lasciai la valigia vicino all’armadio e mi avvicinai alla finestra, affianco a questa c’era un mobile con tutti i miei CD e la parete era coperta di foto che ritraevano me e i miei vecchi amici; una attirò la mia attenzione, era diversa dalle altre perché in quell’immagine c’eravamo solo io e lui. Nessun altro. Solo io e Mike, il mio migliore amico di quei tempi. Cioè, ora siamo ancora migliori amici perché non abbiamo mai litigato, solo che io quando me ne sono andata non ho più avuto contatti di lui perché non dovevo avere più notizie di lui. E lui non doveva più averne di me, come nessun altro.
Staccai la foto dal muro e la girai, la piccola dedica che mi aveva scritto c’era ancora, era ancora leggibile:
 
“Sei una ragazza fantastica, ricordatelo.
Io per te ci sarò sempre, qualsiasi cosa succeda non me ne andrò mai.
Tieni in mente questa cosa Principessa. “

 
Riguardai la foto: stavamo sorridendo, lui mi abbracciava, sembravamo così felici… questa è l’unica foto che ho con lui perché lui odiava farsi fotografare, lo aveva fatto solo per me. A quel tempo avevo una grandissima cotta per lui, ma non se ne è mai accorto. Mi ricordo tutte le volte che ci rimanevo male e bruciavo dentro dalla gelosia quando mi raccontava le sue avventure, mi ricordo anche il giorno che si è fidanzato con la mia ex migliore amica…
 

 
Flashback
Stavo tranquillamente ascoltando un CD dei Green Day quando mi suonò il cellulare, così abbassai il volume delle casse e risposi.
-Pronto? Mike?-
-Principessa! Oggi usciamo?- c’era qualcosa di strano nella sua voce, una nota di emozione e felicità…
-Ehm certamente... ci sono anche gli altri? – chiesi, normalmente non uscivamo io e lui da soli, tranne in occasioni speciali. Cioè mai.
-Nono…-
-Ah quindi siamo solo io e te?- Oddio, io e lui assieme? Da soli? Qualcuno mi dica che è un sogno!
-Ti pare? Siamo io, te e la mia nuova ragazza: Vicky. Ti ricordi di lei? Mi pare che sia stata la tua migliore amica. Guarda, è uguale a te.- E perché se siamo uguali hai scelto lei e non me?
-Ah.-
-Principessa tutto bene?- mi chiese preoccupato. No che non va bene. Non riesci proprio a capire che ti amo?
-Si è che non sto molto bene… comunque va bene, vengo-
-Se ti è successo qualcosa devi dirmelo. Sai che io per te ci sarò sempre-
-Davvero?-
-Ovvio, come non potrei esserci? Tu sei la mia principessa.- No, se tu non puoi essere mio, io non posso essere tua.
-Ti voglio bene Mike- Bugia. Io non ti voglio bene, io ti amo.
-Anche io principessa, tu non sai quanto. A dopo.-
-A dopo- chiusi la chiamata e strinsi le ginocchia al petto. Non devo piangere. Le ragazze come me non piangono. Io sono forte, non sono una debole.
E anche sta volta ricacciai dentro le lacrime e andai a prepararmi per uscire. Mike sarebbe passato a prendermi a momenti e poi saremo andati dalla sua Vicky. Okay, se prima non la sopportavo, ora le detesto completamente.
Fine Flashback

 

 
 
Principessa.
Anche lui mi chiamava così. Come Duncan.
Odio questo soprannome, ma lo amo allo stesso tempo.
Comunque su con la vita Courtney!
Alle valigie ci avrei pensato dopo, ora dovevo solo divertirmi e dimenticare Scott, Duncan e tutti i miei problemi.
Presi il mio I-pod e uscii di casa. Sapevo già dove andare: al 7-11. In genere ci ritrovavamo lì io e la mia compagnia. Il 7-11 era supermercato con affianco un capannone, il punto di ritrovo di tutti i dannati che vivono nella periferia. Siamo tutti dei dannati qui. D'altronde, per essere in questo posto di merda non si può essere un santo. Nella tua vita precedente devi aver commesso qualcosa di davvero orribile per stare qua, tra la mia gente. Nella mia periferia. Io sono una specie di profeta per questa gente, dicono che il mio antenato St. Jimmy era come me.
Finalmente arrivai.
Entrai in quel capannone sudicio, c'era un caos talmente grande che non si riusciva a sentire il proprio pensiero. Quando c'ero io non era così.
Ad un certo punto tutti smisero di fare quel che facevano e  iniziarono a fissarmi sbalorditi... ma perchè? Ah già, credevano che fossi morta.
Beh, invece sono tornata.
 





Angolo Me:
Ciaaao
Beh, questo secondo capitolo è composto solamente dal ritorno di Courtney nella sua vecchia città.
Ripeto che Courtney è molto OOC.
Per chi non lo sapesse St. Jimmy è un personaggio che si trova in un album dei Green Day: American Idiot e che quindi non mi appartiene.
Se c'è qualche errore o non è chiaro qualcosa ditemelo che provvederò a correggere ^^

-Black c:

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Avviso: in questo capitolo c'è droga, sesso e alcool. Vedrete una Courney completamente diversa da quella del programma televisivo.
 
Capitolo 3
-I'm the son of rage and love, the Jesus of Suburbia-
Prima di arrivare nella periferia ero tornata me stessa, ovviamente. C'era voluta qualche ora ma almeno non indossavo più quella specie di vestito per santi e non avevo più i capelli marroni. Ora indossavo delle All Stars rosse, dei pantaloncini di jeans, una maglietta dei Nirvana che lasciava intravedere i miei tatuaggi sulle braccia e sui miei capelli, tinti di nero, si notava una ciocca verde.
Nel capannone tutti mi guardavano da dieci minuti circa e questa cosa mi stava scocciando. -Beh? Che c'avete da guardare? Non è la prima volta che vengo qui.- dissi spazientita.
-Courtney?- mi disse una voce che riconobbi subito
-Mike?- balbettai incredula -sei davvero tu?- gli corsi incontro e lo abbracciai, dio come mi era mancato.
-Quanto mi sei mancata, non era più lo stesso senza il Gesù della Periferia- disse stringentomi ancora più forte -ma non eri morta?- aggiunse staccandosi da me e guardandomi negli occhi. Aveva gli occhi azzurri come il cielo, cazzo se erano belli.
-No, ti ricordi di Edison, lo stalker? Ecco, dopo che ha cercato di uccidermi sono dovuta scappare e, consigliata dalla polizia, ho dovuto "cambiare identità". Ma ora so che è morto, quel cinquantenne maniaco non darà più problemi.- gli dissi tranquillamente.
-L'importante è che tu ora sia qua con noi- sorrise, aveva un sorriso perfetto.
Raggiungemmo gli altri che vennero subito a salutarmi, mi erano mancati , tutti. Mi era mancata Mary Jane con il suo strano modo di parlare, mi era mancato Jake con le sue fantastiche pasticche, Samuel con le sue cazzate, Dereck con le sue piantine e la sua "polvere magica" o come la definiva lui; era bello stare con loro, non erano la classica e perfetta compagnia in stile americano, noi eravamo dei fattoni. E a me piaceva così.
Mi avvicinai alla mia poltrona, quella che nessuno oltre me doveva usare e cosa trovo? Un fottutissimo ragazzino.
-Ragazzo, quello è il mio posto.- dissi guardando male quel tipo, era nuovo di qui, non l'avevo mai visto.
-Pff, e chi saresti per dirmelo?- sbuffò. Con chi credeva di parlare? Io ero una specie di dio. Quello che dicevo era legge. Tutti qua si definivano dei punk che non rispettavano le regole, ma nel frattempo seguivano tutto quello che dicevo. Bah, meglio per me. Comunque, quella nullità doveva alzarsi. Ora. Perchè lui era nessuno, io ero paragonabile a dio. Volevo dell'alcool? Lo ottenevo, volevo droga? Ce l'avevo. Volevo del sano sesso? Bastava dirlo. Io potevo fare quello che mi pareva, daltronde io avevo creato sto posto. Io avevo fondato questo "covo", dove qualunque persona come noi poteva venire a rifugiarsi qua, dove chiunque avesse voluto poteva unirsi a me e alla mia religione.
-Chi sono per dirtelo? Io sono "the Jesus of Suburbia", il Gesù della Periferia. E quello è il mio posto.- Gli dissi a qualche millimetro dalla bocca -piuttosto, chi sei tu?-
Si alzò imbarazzato, facevo così paura? -Jimmy, io sono Jimmy.-
-Court, è nuovo di qui. Sta con noi da una settimana, è uno apposto- mi disse Mike staccandosi un attimo da una ragazzina che, probabilmente, non conosceva per poi riprendere a baciarla, rimettendo le mani sotto la sua maglietta. Bevvi una decina di birre e dopo un po' mi accesi una canna e guardai Jimmy, mi fissava. Che aveva da guardare questo?
-Bene Jimmy, andiamo, ti porto a fare un giro- gli dissi alzandomi, non volevo rimanere lì a fissare quei due che si stavano mangiando. No, non sono gelosa, non sopporto solo il fatto che si faccia usare così... non voglio che soffra come ho sofferto io. Credo di essermi abituata a essere usata dall'amore. Infatti ora non mi innamorerò più, solo sesso.
-E' una domanda?- mi fissò dritto negli occhi, ma perchè tutti mi fissavano?
-No.- risposi distogliendo lo sguardo da i suoi occhi color pece contornati dal segno della matita nera.
Uscimmo dal capannone, iniziammo a camminare e a parlare di musica, mi accesi una sigaretta e Jimmy fece altrettanto.
Jimmy, che strano ragazzo.
Se lo guardo è... wow, stupendo.
I capelli neri scompigliati, sorriso perfetto, alto, magro ma non anoressico, pelle rosea, non come la mia. Da quello che mi ha detto ha 18 anni, come me. Ha una madre drogata che lo odia, esattamente non so perchè mi ha raccontato della sua vita perchè a me non interessa.
Parlando ci siamo trovati davanti al palazzo di casa mia e dato che ero un po' brilla lo feci salire nel mio appartamento.
Ci sedemmo sul divano e Jimmy estrasse dalla tasca una bustina con dentro due rettangolini blu: LSD.
Sorrisi, lui mi guardò e sulle sue labbra apparve un ghigno... che voleva fare?
Si mise entrambe le pasticche in bocca e io sbuffai -uffa, me ne potevi dare almeno una- dissi fingendo di essere offesa.
-Se devo proprio...- Non mi diede neanche il tempo di rispondere che mi baciò ficcandomi la lingua in bocca e passandomi la pasticca.
Provai qualcosa che non mi era mai successo, un brivido mi percorse la schiena: ero felice. Perchè reagivo in questo modo? Che mi piacesse Jimmy? Queste emozioni le avevo provate solo con Mike... merda. Non potevo essermi presa una cotta per Jimmy.
Continuò a baciarmi, io gli misi le mani nei capelli, sdraiandomi sul divano in modo che lui si mettesse su di me. I suoi baci diventavano sempre più spinti e passionali, sentivo la sua mano salire sempre di più, fino a finire sotto la mia maglietta che ben presto finì per terra accompagnata dal reggiseno. Le sue mani erano sui miei seni e sentivo la sua patta dei jeans premere contro i miei slip...aspetta, ma i miei pantaloncini?
Invertii la posizione, ora toccava a me.
Gli tolsi la maglietta, aveva un po' di pancetta ma era comunque bellissimo.
Gli abbassai la zip, gli tolsi i pantaloni e giocai con l'elastico dei suoi boxer: sapevo che stava impazzendo, ma mi piaceva vederlo morsicarsi il labbro dall'eccitazione.
Prima di toglierli anche i boxer, mi fermai e lo guardai in modo da capire se era sicuro di volerlo fare; nei suoi occhi si poteva chiaramente leggere la lussuria e l'eccitazione. Mi girava la testa, vedevo delle macchie colorate, fottuta LSD. Non diedi peso alle allucinazioni e tornai a baciare quelle morbide labbra: quella era la mia droga.
Gli tolsi i boxer e lui con un movimento esperto mi tolse gli slip.
Fu una delle notti migliori della mia vita.


***
Era passato un mese da quella notte, io e Jimmy ogni tanto ci lanciavamo delle occhiate. Ogni volta che mi guardava, o sentivo solamente sussurrare il suo nome, sorridevo mentre un brivido mi percorreva la schiena. Si, mi ero innamorata. Purtroppo, per lui io ero solo uno sfogo sessuale.
Ogni notte era a casa mia, ci ubriacavamo oppure ci facevamo di canne e scopavamo. Ma a me andava bene così.
Lui era la mia droga, la mia Novacaine. Toh, penso a lui e quale canzone parte dal mio lettore CD? Give Me A Novacaine, dei Green Day. Perchè ogni loro canzone mi rappresenta?

***
Sono le 11.00, entro nel capannone e mi butto sulla mia poltrona, Mary Jane sta dormendo sul divando, Jake sarà a scuola dato che i suoi genitori lo costringono, Mike starà dormendo, Dereck idem, Samuel starà facendo qualche graffito e Jimmy? Questa notte non era con me...
Feci un tiro allo spinello che avevo in mano, domani mattina dovevo iniziare a lavorare al bar.
Ah, ecco Jimmy, sta venendo verso di me.
Gli sorrido e lui ricambia.
Si siede su un divano vicino a me, siamo finalmente soli. Io e lui.
Mi siedo vicino a lui, il quale mi mette un braccio intorno alla spalla.
Era tutto perfetto fino a quando arriva una ragazzina dai capelli biondi che gli sale a cavalcioni e lo bacia.
Inizialmente lui cerca di togliersela di dosso ma quando lei gli infila le mani nei boxer lui la lascia fare.
-Jimmy mi sei mancato- squittisce lei
-Anche tu tesoro- dice lui passandogli le mani sotto la maglietta. Tesoro? Che cazzo sta facendo?
-In queste due settimane senza di te mi sentivo perso, le notti non dormivo- aggiunge Jimmy. Eh, ci credo che la notte non dormivi...
 Il dolore e la rabbia regnano dentro di me.
 La bionda si stacca e gli chiede, sempre con le mani nei suoi pantaloni:- Qualche ragazza ci ha provato?-
-No, qua sono tutte puttane. Sono inutili ragazzine- le rispose.
Okay che non mi cagava di striscio.
Okay che se la sta spassando con una bionda con me seduta a qualche centimetro di distanza.
Okay che mi sono illusa per un mese.
Ma non può darmi della puttana.
Mi alzo ed esco dal capannone, cerco nelle mie tasche dei jeans fino a che non trovo quello che cercavo: una bustina di coca. La misi sulla mano e cercai di fare le strisce meglio che potevo, ne uscirono quattro. La prima e la seconda fu facile, ma nella terza e nella quarta mi fece un po' male. Ma non mi imporava.
Non mi importava del dolore perchè non era come quello che stavo provando per colpa di Jimmy.
Entrai nel 7-11 e mi presi una confezione di birre da sei.
Me le scolai tutte.
Volevo morire. Mi aveva solo illusa.
Sentii vibrare il telefono, guardai il display: era Jimmy, risposi.
-Cosa cazzo vuoi bastardo?- gli urlai contro, ero ubriaca e piangevo.
-Court dove sei? Ti ho vista uscire quando ero con...ehm..Clarie- disse calmo, ormai era abituato a vedermi ubriaca.
Ma questa volta era diverso. Era molto ma molto peggio delle altro volte.
Stavo soffrendo, avevo bevuto e mi ero fatta di cocaina, un mix perfetto no?
-Tornatene dalla tua puttana stronzo, ah no. Secondo te la puttana sono io. Io sono solo una ragazzina inutile. Peccato che dove ti sei scopato la tua puttanella l'ho creato io, io sono il capo di quella grande famiglia là dentro. E nessuno è inutile nella mia famiglia. -mi fermai un secondo, mi girava la testa
-Posso spiegare- cercò di giustificarsi -io ho dovuto dire quello perchè...- lo interruppi gridandogli al telefono: - se sapevo che per te ero inutile non sarei mai venuta a letto con te e non mi sarei mai innamorata di te- e detto questo gli chiusi in faccia il telefono.
Ero fuori dal 7-11.
Stavo male.
Caddi in ginocchio.
Vomitai e dopo essermi tirata in piedi ricaddi a terra; la testa mi girava, mi toccai il naso che bruciava: sangue. Mi si doveva esser rotto un capillare.
-Jimmy!- gridai prima di svenire a terra.

POV Jimmy
Merda, merda, merda, merda.
Claire del cazzo. Courtney se ne era andata per colpa tua.
Spero che ora tu abbia capito che tra noi è finita. Ovviamente il lavoretto me lo sono fatto fare, chi direbbe di no? Io però non volevo far credere a Court che era inutile per me. E' impossibile che lo sia, lei è un pensiero fisso. Non riesco a pensare cosa farei senza di lei. Io ho bisogno di lei. Sono un idiota. L'ho fatta scappare. Nella telefonata mi ha detto che mi ama... ma se prima avevo una minima possibilità di piacerle ora è andato tutto a puttane.
-Jimmy!- sento urlare fuori dal capannone. E' Cosurney, la riconosco dalla voce.
Corro fuori a vedere cosa le è successo...
Merda.
E' svenuta.



 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4
-It says: "Home is where your heart is"
but what a shame,
'cause everyone's heart doesn't beat the same.-

Mi svegliai su un letto che decisamente non era il mio, mi guardai intorno: la camera era abbastanza piccola, le pareti erano blu quasi totalmente coperte da posters, c'era una chitarra nera con sopra un teschio rosso, una finestra non molto grande, una scrivania coperta da CD e fogli, delle casse con sopra un lettore CD un po' malridotto e la moquette era un grigio sporco. Trattenni un conato di vomito e una domanda mi sorse spontanea: Dov'ero? Mi controllai un attimo: okay, ero vestita. Quindi nessuno maniaco mi aveva presa dalla strada, quand'ero svenuta, e struprata
Si spalancò la porta interrompendo i miei pensieri e con mia grande sorpresa apparve Jimmy.
-Grazie a dio ti sei svegliata!- corse ad abbracciarmi -pensavo che fossi morta, non sai quanto stavo male in questi due giorni vedendoti in queste condizioni. Non farlo mai più. Non mischiare mai più alcool e cocaina. Ti prego.- Stava...stava piangendo?
Sciolsi l'abbraccio, quanto era tenero...No. Lui mi aveva ferita.
-Se vuoi che non lo rifaccia mai più, vattene. Vattene dalla mia vita.- dissi, non lo volevo dire. Ma stando vicino a lui sapevo che sarei stata male. Non sopporto di avere vicino una persona che vorrei avere e sapere che non potrà mai essere mia.
-Perchè?- disse asciugandosi le lacrime.
-Perchè è per colpa tua che mi sono ridotta così. Non ce la faccio a vederti scopare con puttanelle davanti ai miei occhi.- gli dissi onestamente, ormai gli avevo confessato che lo amavo, più in basso di così non potevo cadere.
-Io...Io no. Non posso dimenticarti. Prima di te io non ho mai amato nessuno, ma da quando ti conosco non riesco più a toglierti dalla testa.- mi fissava in cerca di qualcosa, di un'emozione, ma io ero impassibile.
-Allora perchè mi hai fatto questo?- sussurai rimanendo immobile, ancora stupita della sua risposta
-Non...non lo so. Claire l'avevo conosciuta tempo fa, era solo un passatempo. Ho chiuso con lei, giuro. Poi, non so perchè ho detto quelle cose, tu non sei inutile e nemmeno puttana. Non posso non vederti più tutti i giorni, non passare più quelle notti con te, non sentirti ridere. Sei la prima ragazza che mi fa provare queste emozioni, non sai quant'era la mia voglia di baciarti davanti a tutti. E non sai quanto vorrei poterlo fare ora. Lo so che tu mi odi, ma no. Non sparirò mai dalla tua vita.- era sincero, glie lo si poteva leggere negli occhi. E per qualche strana raglione, gli credetti. Mi fidai di lui.
-Fallo.-
-Fare cosa?- mi chiese stupito.
-Baciarmi. Fallo ora.-
Detto questo si mise su di me e mi baciò.
Continuammo a baciarci a lungo, fino a che sentii le sue mani avventurarsi nei miei slip mentre mi lasciava una scia di baci sul collo.
-Ji..- dissi gemendo
-Dillo Court, dii il mio nome. Dimmelo.- Mi chiese lui scendendo sempre di più con i baci.
Non glie l'avrei data vinta, così ansimai come un'asmatica del cazzo, dio se era bravo.
Si fermò, tolse le mani dai miei pantaloncini e mi fissò.
Doveva smettere con quest'abitutine del fissarmi.
-Non vuoi dire il mio nome?-
Ghignai e feci no con la testa.
-Bene, ti farò godere così tanto fino ad urlare il mio nome- mi disse iniziano a slacciarsi i pantaloni.
Dopo essersi spogliato e aver spogliato anche me, riprese a baciarmi, sempre più passionalmente.
La mia mano era concentrata nel suo bassoventre mentre l'altra era tra i suoi capelli; lui mi stava stringendo il seni lasciandosi sfuggire qualche gemito.

Aveva ragione, gridai il suo nome così tante volte che alla fine non avevo più voce.





*****

Io e Jimmy stavamo ufficialmente insieme da due settimane, avevo iniziato a lavorare in un bar e tutto andava a gonfie vele.
Ero nel capannone, stavo fumando una sigaretta quando Mike mi si avvicinò e mi chiese se potevo parlare con lui un attimo, ovviamente dissi di si.
-Dimmi-
-Courtney senti, io... io volevo sistemere con te- mi disse tutto d'un fiato.
-Ma non abbiamo mai litigato.-
-Lo so, ma io intendevo... come posso dire.. allora okay. Riinizio tutto da capo.  Io so tutto. So che tempo fa mi amavi, so che eri gelosa di Vicky, so che mi odi perchè non ti abbraccio spesso nonostante sei la mia migliore amica e perchè certe volte sono freddo, io ci sto provando in tutti i modi, lo so che sono una persona orribile perchè sono distaccato, ma io ti voglio davvero bene. Ti ricordi quando siamo usciti e io ti ho abbracciato per la prima volta dopo cinque anni che ci conoscevamo? Ecco io voglio tornare a passare giornate come quelle. Voglio che tu faccia davvero parte nella mia vita, voglio che tu sia al mio fianco quando mi sposerò, voglio che tu ci sia quando nasceranno i miei figli, voglio che tu sia presente.-
-Mike, io non ti odio. Io ci sarò sempre per te.- gli dissi abbracciandolo.
-Davvero?-
-Si-
-Quindi siamo migliori amici?- mi chiese speranzoso guardandomi negli occhi; per un attimo mi ci persi dentro e poi sorrisi dandogli un buffetto sulla guancia -certo, una meglio di me che riesce a sopportarti non la trovi- lui ridacchiò a questa mia affermazione.
Finalmente ero felice.



***

Ero a una festa punk in città, di solito non ci venivo mai: io odio la città, ma Jimmy mi ha minacciato dicendomi che non avremmo più fatto sesso se non lo accompagnavo. Doveva fare delle "commissioni", ovvero doveva vendere qualche busta di erba e di coca.
Stavo tornando da Jimmy dopo aver preso una birra quando uno mi fermò:
-Ehi bellezza-
-Cosa cazzo vuoi coglio...Duncan?- gridai
-Aspetta...Courney?- chiese sbalordito
-Si in persona, ora levati dai coglioni e lasciami in pace- dissi bevendo un sorso dalla birra
-Da quando sei una punk?- oh ma non voleva proprio andarsene
-mmm diciamo nove anni circa-
-Cosa? Tu eri una perfettina!-
-No guarda, quella era una copertura perchè c'era uno che mi perseguitava dopo aver cercato di uccidemi.- dissi tranquillamente
-Pff e secondo te io ci credo? Tu sei pazza, avrai escogitato un piano in modo che ti vestivi così per tornare con me, ma mi spiace. Non accadrà mai-
-Senti caro, non ho inventato nessun piano del cazzo, la conosci la periferia?-
-Si-
-Ecco, hai mai sentito parlare di "Jesus of Suburbia"?-
-Si, la punk che ha creato il capannone vicino al 7-11, dove si ritrovano tutti i punk e ascoltano quello che predica. Tutti la conoscono, è un mito quella ragazza! Solo che non l'ho mai vista...-
-Beh, eccotela qua davanti ragazzo- ghignai.
-E' impossibile!-
"My name is Jimmy and you better not wear it out
Suicide commando that your momma talked about
King of the forty thieves
And I'm here to represent
That needle in the vein of the establishment

I'm the patron saint of the denial
With an angel face and a taste for suicidal
"

-Oh si, io sono il Gesù della Periferia, io sono una dannata, sono una drogata, alcolista, figlia di una puttana morta per overdose e di uno scrittore che si è suicidato, sono l'essere peggiore al modo che grida le sue idee agli anarchici, rappresento l'ago nella vena di uno spacciatore, sono la regina dei quaranta ladroni, ho la faccia da angelo ma amo quello che ti può uccidere, sono il Gesù della Periferia ma ti conviene non nominarmi, sono colei che crea del divertimento nella vita del crimine, sono il capo degli oggetti smarriti, sono la figlia della rabbia e dell'amore. Sono Courtney, il Gesù della Periferia. Ora chiudi quella cazzo di bocca e non dubitare più di me- gli dissi con una smorfia.
"St. Jimmy" la canzone dei Green Day, mi rappresentava in pieno.
-Okay...ti credo. Beh, dato che sei così sexy, e noto che non hai quel carattere di merda di quand'eri nel Reality, che ne dici di riprovarci? Perchè potrei provare ancora qualcosa per la principessa...- disse avvicinandosi per baciarmi.
No. Lo scansai.
Guardai Jimmy, ma quanto cazzo ci metteva a vendere la roba a quel tizio?
-No Duncan, io non ti amo. Mi sono fatta una vita senza di te. Hai avuto l'opportunità di stare con me e l'hai buttata via, usandomi e umiliandomi. Io ora amo un altro, è quello giusto. E non lo lascerò per stare con uno come te; finalmente sono felice e non abbandonerò tutto per te.-
-No ora tu vieni con me. Voglio fare del sano sesso per l'ultima volta con te, stupida puttanella- disse con tono aggressivo mentre mi strattonava verso di se.
In quel momento non ci vidi più e gli tirai un pugno in faccia talmente forte che cadde a terra.
Si rialzò.
-Wow, ribelle la ragazzina, sarà più divertente.- Lo guarda i negli occhi, non era più quello di una volta, era cambiato, in peggio.
Mi si avvicinò pericolosamente ma, grazie a dio, Jimmy venne in mio aiuto.
-Ehi bello, stai lontano dalla mia ragazza- Gli tirò anche lui un pugno e questa volta Duncan cadde a terra svenuto, a quanto pare non resisteva molto alle botte.
-Addio Duncan.- sussurrai uscendo dal locale mano nella mano con Jimmy.




Entrammo in casa mia; oddio, solo in questo momento me ne stavo rendendo conto: Jimmy mi aveva chiamato per la prima volta "la mia ragazza", di solito non lo faceva mai.
-Jimmy?-
-Si?- si voltò a guardarmi. Lo baciai.
-Perchè questo bacio improvviso?- rise
-Nel locale, mi hai chiamata per la prima volta "la mia ragazza" dopo quasi tre settimane che stiamo assime e... beh, è stato bello sentirtelo dire- gli confessai arrossendo, dio com'ero ridicola
-E' ovvio che dico così, io ti amo- mi disse come se fosse la cosa più ovvia al mondo
-Tu...tu mi ami?- balbettai incredula di quello che avevo appena sentito.
-Si, io ti amo.-
-Anche io ti amo Jimmy.- detto questo lo baciai.

Passammo tutta la notte abbracciati, niente sesso, eravamo solamente addormentati uno tra le braccia dell'altro.

"She's a rebel,

Vigilante,

Missing link on the brink,

Of destruction

From Chicago,

To Toronto,

She's the one that they,

Call old whatsername,

She's a symbol,

Of resistance,

And she's holding on my,

Heart like a hand grenade"



Jimmy, lo amo.
Lui è un santo.
E' un ribelle.
E' l'anello mancante sull'orlo della distruzione.
Lui è il simbolo della resistenza e stringe il mio cuore come una granata.



Non non siamo una normale coppia, siamo autodistruttivi ma insieme ci aiutiamo a non disintegrarci, io sono una dannata metre lui è l'angelo che mi ha salvato la vita.






Lui è St. Jimmy, un'angelo sceso in terra.
E io sono Jesus of Suburbia, figlia della rabbia e dell'amore.
Siamo due mine vaganti pronte ad esplodere da un momento all'altro.
E questa era la storia del nostro amore.





Angolo Autrice:
Bene bene, beh Courtney non torna con Duncan, inizialmente pensavo di fare così ma poi sono entrata in fissa con Jimmy, il personaggio di American Idiot, ho deciso di farla finire così.
Non si non che mi piacciono i Green Day eh?
Va beh, spero che vi sia piaciuta e ringrazio moltissimo i recensori, scusandomi di non aver risposto alle recensioni, ma il computer non mi apre la pagina per rispondere :c
Beh, Rage&Love a tutti
-Cherry

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