Oltre il mare del mio cuore

di Ibelieve93
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un nuovo giorno ***
Capitolo 2: *** Continuare ad amare ***
Capitolo 3: *** Per lui ***
Capitolo 4: *** Avere coraggio ***
Capitolo 5: *** Oltre gli ostacoli ***
Capitolo 6: *** Gioia inaspettata ***
Capitolo 7: *** Dolci verità ***
Capitolo 8: *** Insieme ***
Capitolo 9: *** Ogni cosa alla luce del sole ***
Capitolo 10: *** Isola di Salvezza ***
Capitolo 11: *** Al di là delle paure esiste il coraggio ***
Capitolo 12: *** Perché in fondo nessuno è solo ***
Capitolo 13: *** Grazie d'esistere ***
Capitolo 14: *** La speranza nel cuore ***
Capitolo 15: *** Mai perdere la speranza ***
Capitolo 16: *** Morire o Vivere ***
Capitolo 17: *** Protezione ***
Capitolo 18: *** Sono qui, amore ***
Capitolo 19: *** Al sicuro fra le tue braccia ***
Capitolo 20: *** Chiarimenti ***
Capitolo 21: *** Parlami amore, parlami ancora. Parlami sempre, amore ***
Capitolo 22: *** Portami dovunque, con chiunque...basta che io rimanga al tuo fianco ***
Capitolo 23: *** Compleanno ***
Capitolo 24: *** Tra sogno e realtà ***
Capitolo 25: *** Stelle cadenti ***
Capitolo 26: *** Bebè canterino ***
Capitolo 27: *** Fidarsi ***
Capitolo 28: *** Un bacio, un abbraccio, ed una verità ***
Capitolo 29: *** Coccole inaspettate ***
Capitolo 30: *** Senza paura ***
Capitolo 31: *** L'Amore vero rende liberi ***



Capitolo 1
*** Un nuovo giorno ***


Oltre il mare del mio cuore

 

         L'amore non vuole avere , vuole soltanto amare 
                                                    Hermann Hesse                                    






Capitolo1. Un nuovo giorno




Gabriel

 

"Papà" tuonò mia figlia Aileen " questa stanza è uno schifo."

Mugugnai qualcosa d'incomprensibile , e mi portai il cuscino sul viso voltandole le spalle di proposito .

Avrei fatto di tutto pur di non sentirla blaterare .

"Papà" ripeté lei con più furia e convinzione .

Sentii i suoi passi minacciosi riecheggiare nel salone : era pronta a tirarmi giù dal divano .

Come ogni mattina d'altronde.

Sbuffai e le lanciai contro il cuscino : " Aileen ho capito ! Non devi andare a scuola ?"

La sentii agguantare l'oggetto con prontezza e percepivo perfettamente la sua presenza torreggiare su di me .

Avrei scommesso sul fatto che mi stesse guardando in cagnesco .

Sembrava mia madre , in quei momenti .

Mia figlia aveva la capacità di farmi sentir un ragazzino , quando invece ormai ero abbastanza adulto da gestire la mia vita .

Aveva preso decisamente troppo da sua nonna .

" Certo papà , dovrei andare a scuola" rispose in tono aspro " ma qualcuno ieri pomeriggio non mi aveva detto che sarebbe stato disponibile ad accompagnarmi questa mattina ? "

Aprii gli occhi di scatto e mi tirai su a sedere: "Oddio! Scusa è vero, me ne sono completamente dimenticato . Il punto è che sono stato di turno fino alle due e mezza di notte e..."

La mia undicenne sospirò non lasciandomi neanche terminare la frase : " non importa. Andrò in pullman, passerà a momenti . Piuttosto ricordati che oggi arriverà mia madre dall'Italia , quindi sii puntuale nel venirmi a prendere , per favore. "

Sospirai e abbassai il capo per massaggiarmi meglio il collo dolorante .

Non si dormiva affatto bene sul divano , ma il fatto era che non riuscivo più a dormire in camera mia da quando Stella non era più al mio fianco .

La donna che amavo aveva deciso di lasciarmi , ed ancora non riuscivo a trovare un buon equilibrio per tirare avanti .

E come avrei potuto ?

Da aggiungere alla lista della mia situazione già incredibilmente precaria , c'era anche l'arrivo imminente di Victoria , che si sarebbe aggirata per casa mia almeno fino a quando non sarebbe riuscita a trovarsi un buon lavoro ed un nuovo alloggio .

In questi cinque anni , fatti in buona condotta , ahimé , era riuscita a subìre uno sconto della pena.

Ed adesso era di nuovo a piede libero .

Spesso avevo portato Aileen in Italia per farle instaurare un buon rapporto con sua madre.

Dopotutto non potevo mentirle sul fatto che la madre l'avesse abbandonata di sua spontanea volontà , semmai l'aveva fatto per le sue azioni non gradite dalla legge!

Aileen non era rimasta affatto turbata nel veder sua madre in carcere , anzi .

Aveva perdonato Victoria, ed adesso le voleva un gran bene.

Ovviamente i motivi per i quali sua madre era finita in carcere però le risultavano un mistero.

Tali dovevano rimanere.

Come avrebbe reagito se avesse saputo che sua madre aveva tentato di uccidere suo padre per ben due volte ?

Ospitavo quella criminale in casa mia solo e soltanto per lei , a mio rischio e pericolo .

Ero già in ansia .

" Stella non ti ha chiamato più , vero?" mi domandò Aileen addolcendo il tono .

Si mise a sedere accanto a me richiedendo un abbraccio .

"No" risposi , ma poi le sorrisi cingendole le spalle e tirandola verso di me : " ma immagino che tu la stia sentendo" aggiunsi , per poi scoccarle un bacio fra i capelli dorati .

Aileen annuì contenta : " Sì , mi chiama almeno una volta al giorno . Sai, ci incontreremo al parco qui vicino , in questa settimana . Tu...beh, ti andrebbe di venire ? "

Allargai il sorriso.

Sarei tanto voluto andare con lei , ma non ero sicuro del fatto che a Stella avesse fatto piacere la mia presenza .

Sospirai , questo era uno dei tanti tentativi di Aileen di far incontrare me e mia moglie .

L' amava nello stesso modo in cui amava la sua vera madre.

Ed era normale, dopotutto era stata Stella a starle sempre accanto, a crescerla assieme a me in questi cinque anni .

Aileen desiderava riavere la sua famiglia , ed anch'io .

Amavo ancora mia moglie, con tutto me stesso...

Lei invece aveva preferito ferirmi , lasciarmi .

Era bastato un piccolo litigio per mandare tutto all'aria.

Non riuscivo a crederci.

Mi amava così poco da permettere ad una stupida questione di mandar tutto a rotoli ?

Mai mi avrebbe lasciato , mai mi avrebbe fatto soffrire...erano solo parole , che mi aveva sussurrato ogni qual volta facevamo l'amore .

Non era rimasto nulla di quelle promesse , neppure una briciola.

Ero di nuovo punto e a capo.

Ma non volevo più soffrire come era successo dopo la fine della storia con Victoria.

No.

Adesso basta.

Non avevo alcun intenzione di autocommiserarmi.

L'amavo? Amavo Stella ? Perfetto l'avrei riconquistata .

Ancora non aveva chiesto il divorzio , suonava alquanto strano - in effetti la cosa mi puzzava - ma almeno questo mi dava speranza , e la possibilità di riavvicinarmi e di riprovarci ancora con lei .

Non tutto era perduto.

Magari era soltanto un pò confusa , aveva bisogno di un pò di tempo per riflettere.

"Papà io vado" mi comunicò Aileen : " è tardi" spiegò , recuperando lo zaino da terra .

Mi alzai dal divano anch'io e mi avvicinai a lei : " Vai , e stai attenta mi raccomando"

Lei mi sorrise : " Sempre il solito papà super protettivo" commentò roteando gli occhi , ed uscì .

Rimasto solo , battei le mani e diedi un'occhiata al salone

" Questa stanza è realmente uno schifo" dissi con una smorfia , ricordando le parole di mia figlia .

Il divano era un disastro , il tavolino di legno quasi non si vedeva più . Era sommerso da scartoffie , ciotole con ancora del cibo all'interno mangiucchiato qua e là e sparso un pò dappertutto , due bottiglie di birra vacanti , che avevo scolato senza alcun problema...wow!

"Meglio mettere a posto , prima che mia madre chiami l'unità di disinfestazione"

Mamma passava spesso da queste parti per star con Aileen - dato che io non potevo occuparmi di lei tutto il giorno - e per aiutarmi a sistemar un pò la casa .

Qualcuno bussò alla porta proprio in quel momento , sbuffando e chiudendo la porta scorrevole del salone per non far vedere quel macello , andai ad aprire trattenendo l'ennesimo sbadiglio .

"Ehi. Ciao" salutò Stefy , era pimpante quella mattina...e con lei c'era anche il piccolo Mattew.

"Ehi." la salutai

Ero realmente contento di vederla , non ci vedevamo da un pò .

Il piccolo mi saltò letteralmente addosso ed io l'abbracciai forte: "Ometto, cresciamo sempre di più , eh?"

Rise : " Sì , zio Gab. Voglio diventare come te quando sarò grande !"

Sua madre scosse la testa : " Ti adora" m'informò , ed io sorrisi per poi lasciarla entrare in casa .

Il sorriso del piccolo Mattew era contagioso .

Una caratteristica che aveva ereditato da suo padre , James .

Il mio migliore amico , che avevo perso per colpa di un poliziotto-traditore .

Suo figlio era nato senza avere la possibilità di conoscerlo , ed io avevo fatto di tutto per non fargli sentir la mancanza di una figura paterna .

Inoltre l'avevo promesso a suo padre , ed io amavo mantenere le mie promesse.

" Sono passata di qui per dirti che sei ufficialmente invitato al mio matrimonio" annunciò Stefy senza tanti preamboli .

Sgranai gli occhi: " Ti sposi?"

Lei annuì al settimo cielo: " Sì . Io e Lucas abbiamo deciso di sposarci . Basta aspettare"

"E' meraviglioso" ammisi mentre Mattew continuava a stringermi forte a sé .

Stefy si stava lentamente ricostruendo un vita, una famiglia, ed io ero veramente contento per lei.

Meritava di ritornare a sorridere .

" Perfetto. Allora sappi che non accetto risposte negative" concluse puntandomi un dito contro.

"D'accordo , ci sarò" confermai , e lei parve soddisfatta.

"Ci sarà anche Stella?" domandai poi , con curiosità .

Lei annuì: "ovviamente. La mia migliore amica non può mancare"

Giusto. Stella e Stefy avevano legato così tanto da diventar inseparabili.

" Non fare quella faccia Gabriel , da cane bastonato . Possibile che non riuscite più a trovare un punto d'incontro ? Mi raccomando , al mio matrimonio non voglio grane. "

"Farò del mio meglio " decretai mettendomi le mani sui fianchi.

Lei scosse la testa con un sospiro : " Siete testardi "

"Lei molto più di me " osservai , e mi guadagnai una bella occhiataccia da parte sua

                                                                                                      *****

Arrivato al dipartimento di polizia di Los Angeles ( o meglio conosciuto anche come LAPD ) , parcheggiai la mia auto in uno dei posteggi riservati al sottoscritto e scesi il più in fretta possibile .

Ero in ritardo, come al solito .

E non avevo nessunissima intenzione di essere ripreso dal "grande" capo.

"Buon pomeriggio Detective " mi salutò Michel di guardia all'ingresso , stretto nella sua uniforme .

Era ingrassato ancor di più ? Come era possibile ?

Va beh, con tutti i panini che si divorava al giorno altroché se non era possibile allargarsi a vista d'occhio giorno dopo giorno !

"Buon pomeriggio anche a te " risposi in fretta oltrepassando le porte in vetro .

Ebbene sì . La mia promozione dopo anni di sacrifici era arrivata .

Finalmente ero un detective , per il dispiacere di mia moglie.

" Sempre in ritardo? "

John ed Oliver avevano parlato in coro , sempre contro di me quei due !

Fortunatamente stavano andando via , quindi non c'era bisogno che io aprissi bocca per invitar loro a tacere .

Arrivato davanti l'ascensore , aspettai per cinque secondi impaziente .

Mi fiondai dentro non appena si aprirono le porte , e come al solito fui costretto a star schiacciato come una sardina tra i colleghi .

Non potevano mettere qualche ascensore in più in questo dipartimento?

Quelli che c'erano non bastavano secondo me .

Arrivato finalmente al settimo piano incontrai Jack , che se ne stava al telefono con i piedi poggiati sulla sua scrivania .

Non appena mi vide schizzò a sedere in maniera corretta e riagganciò il telefono .

Era fico essere il suo superiore .

Mi salutò con un cenno della mano , ed io ricambiai distrattamente .

C'era un vociare continuo , irritante , in ogni zona del dipartimento , che urtava i nervi .

Snervante.

Senza dire una sola parola , raggiunsi la mia scrivania nella penultima stanza in fondo al corridoio principale e mi chiusi la porta alle spalle .

L'ultima stanza era quella del capo , ovviamente .

Sospirai.

Silenzio , finalmente.

Provai gran sollievo quando mi lasciai cadere sulla mia bellissima poltroncina .

Rimasi cinque minuti con la testa poggiata allo schienale , poi provai a mettermi a lavoro .

Dovevo stilare un bel rapporto su una rapina a mano armata avvenuta in pieno centro ai danni di una gioielleria .

Il telefono squillò .

Sbuffando mi decisi a rispondere .

" Gray nel mio ufficio immediatamente. Ora , intesi ? "

Punto.

Il mio capo era un tipo diretto.

Niente giri di parole.

Mi alzai controvoglia e mi fermai soltanto quando raggiunsi la sua porta .

Bussai.

"Avanti" disse sempre con quel suo tono autoritario, burbero .

Il mio capo, un tipo bassino , calvo e decisamente il doppio di me , amava andar vestito sempre in maniera impeccabile .

Era un uomo di classe, senza dubbio.

Ed amava farsi rispettare .

Ciò che detestava era il non vedere i suoi uomini scattare immediatamente ai suoi comandi .

Ah , odiava anche i ritardatari...quindi anch'io ero incluso nella sua lista "nera".

"Detective Gray, sempre in ritardo lei . Vero ?" gracchiò " ha qualche giustificazione questa volta?"

"Mi perdoni." non sapevo cos'altro dire .

" Ho deciso di affidar alle sue cure un agente appena entrato in servizio . Sono sicuro che sarà in grado di farlo integrare al meglio , almeno spero. " esordì con un risolino stampato sul volto.

Inarcai un sopracciglio.

Era irritabile .

Ed io non volevo novellini tra i piedi.

Bella punizione per i miei ritardi, tante grazie.

"L'agente in questione sarebbe?" provai a chiedere

E soltanto in quel momento mi resi conto che eravamo in tre in quella stanza .

Mi voltai verso "l'intruso" , e sgranai gli occhi e la bocca, incapace di spiaccicare una sola parola .

"Ciao Gabriel" salutò...Kevin , con un ampio sorriso sulle labbra sottili.

" Cosa?" chiesi quando riacquistai il dono della parola

" Sono un poliziotto, ed ora sembra proprio che passeremo un pò di tempo insieme"

Mio cognato come agente d'accudire , sarà meraviglioso

 



Angolo Autrice 


Ciaooooo ragazzi ^^ Ebbene sì , questa è la mia nuova storia  ^^  
Cosa ne pensate di questo primissimo capitolo ? ^^ 
Per chi ha letto la precedente storia le novità sono tante :)
Kevin agente di polizia, Stella e Gabriel in un punto di crisi, Aileen ormai undicenne ed il ritorno di Victoria ^^ 
E spero siano gradite queste novità ^^
Come spero sia gradito l'inizio a chi leggerà per la prima volta di Stella , Gabriel e Kevin ^^ 
Benvenuti ^^
Parti divertenti non mancheranno , come anche nuovi personaggi davvero particolari , compreso il cattivo di turno .  
Perciò non resta che dirvi buona lettura :) 
Aggiungerò un capitolo a settimana , appena ne avrò la possibilità ^^
Al prossimo capitolo ;) 
Un bacione a presto ;)   
 

 

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Capitolo 2
*** Continuare ad amare ***


Oltre il mare del mio cuore

 
L'amore vero, è il cammino in due verso la luce di un ideale comune.
                                                       J. d'Hormoy



Capitolo2. Continuare ad amare 



Gabriel

 

 

" Gab , tesoro di mamma ma perché non vieni ad abitare da me ? Amore , il tuo appartamento è una topaia . I topi possono ballare la macarena sotto al divano e nella cucina . C'è un trionfo di briciole e sporcizia da tutte le parti da far invidia ad una discarica ! Aileen ha bisogno di vivere in una casa più pulita . Potrebbe prendersi infezioni o non so...l'aria potrebbe rovinarle la pelle facendola invecchiare in maniera precoce . "

Inarcai un sopracciglio mentre facevo ticchettare le dita sullo sterzo , impaziente .

Ero fermo ad un semaforo , in prossimità dell'aereoporto internazionale della nostra grande città , in compagnia di Aileen , che era seduta al mio fianco sul sedile del passeggero .

Mia madre era al telefono , potevo comunicare con lei attraverso gli auricolari collegati al mio nuovissimo iPhone , l 'ultimo regalo di mia moglie prima di pensar di lasciarmi solo , come se non ci fossimo mai amati .

Faceva un caldo allucinante , ormai non mancava molto all'Estate .

Ed avevo una sete tremenda.

Abbassai il finestrino con un semplice click e diedi un'occhiata alle spiagge già cariche di persone .

Turisti si aggiravano per la città con zainetti in spalla , panini in mano e cappellini per ripararsi dal sole cocente . Ridevano contenti di essere lì con la loro famiglia, con i loro amici .

Ridevano, come io non facevo da tempo . E nonostante sentissi un gran bisogno di una bella risata...continuavo ad andare avanti senza .

Da quando lei se ne era andata via dal nostro appartamento avevo dimenticato cosa significasse ridere.

"Gab? Gab ma mi senti ?!" tuonò mia madre alzando il tono di voce .

"Mamma io e mia figlia stiamo benissimo da soli . Ed in casa nostra non esiste nessun topo che ama ballar la macarena ,te l'assicuro "

Aileen al mio fianco aprì le labbra in un dolce sorriso .

La mia piccola donna.

"La nonna sarà anche pesantuccia qualche volta , ma in casa nostra se non daremo un'aggiustatina non ci saranno i topi a ballare la macarena , ma addirittura i tori in coppia a ballare il tango " sussurrò ridacchiando .

" Se vieni ti cucinerò le lasagne, ma anche la parmigiana e la carbonara come piacciono a te e alla mia graziosa nipotina "

Mia madre era scesa a ricatti , come al solito .

Ma con me non attaccava lo sapeva bene .

Anche se mi faceva venir l'acquolina in bocca , ogni qual volta nominava le sue arti culinarie , sapevo resistere bene , pur essendo anche molto persuasiva in quei momenti .

Mia madre era di origini italiane , e per lei la cucina era un grande passione...l'aveva nel sangue .

Ed i cibi italiani che cucinava erano squisiti per me .

Una gioia per il mio palato che non ne poteva più di surgelati e panini.

" Se ti ha detto che farà le lasagne possiamo anche pensar di andar lì . Magari solo per qualche giorno " mi suggerì Aileen , si leccava già gli angoli della bocca .

La mia piccola era golosa quanto me ma , sempre come il sottoscritto , non aveva alcuna intenzione di lasciar il nostro appartamento dove era cresciuta da quando aveva solo cinque anni .

Sorrisi: "Mamma ne riparleremo, ok?"

" Gab. Non pensare di passarla liscia" minacciò in tono duro

"No mamma, rilassati" cercai di rabbonirla , e riagganciai la chiamata .

Poco dopo trassi un profondo respiro .

Io e mia figlia eravamo ufficialmente arrivati a destinazione.

Parcheggiai l'auto e scesi lentamente , più o meno pronto a rivedere Victoria alias mia-ex-ragazza-assassina .

Aileen si guadava attorno alla disperata ricerca di sua madre , spesso alzandosi sulle punte per vedere meglio .

Quanto era cresciuta in questi ultimi anni ?

I capelli dorati le arrivavano fin sotto le spalle e risplendevano sotto la luce del giorno, i suoi occhi verdi erano più grandi ed avevano racchiusa una luce meravigliosa.

"mamma" chiamò con gioia.

Era contenta.

Con Victoria avevamo appuntamento proprio in questa zona dell'aereoporto , e doveva già essere arrivata da qualche minuto .

Dove era finita ?

Un dito punzecchiò la mia schiena all'improvviso , e una voce calda e seducente sussurrò al mio orecchio sinistro : "BUM"

Come a voler imitare un colpo di pistola.

Mi voltai di scatto .

Era lì .

Victoria era proprio davanti a me , e non era cambiata affatto .

Stessi capelli rossi, stesso piercing al naso .

Stessi occhi furbetti .

Chissà se invece il suo carattere aveva subìto variazioni gradite al sottoscritto .

Dalla "presentazione" appena avvenuta avevo i miei dubbi , ma la speranza era sempre ultima a morire .

"Gabriel" mi salutò lei piegando le labbra in un sorriso forzato.

Mi detestava.

La cosa era reciproca. Ovvio.

" Victoria" ricambiai con un cenno del capo

Aileen corse fra le sue braccia e per la prima volta notai Victoria sorridere sinceramente .

"Ehi , ma sei proprio cresciuta eh ? Non ci vediamo da mesi e guarda come sei diventata. Una bellissima signorina . Il fidanzatino come sta ?"

Strabuzzai gli occhi allarmato .

Chi ?

Come?

Quando?

Perché?

Cosa ?

"Quale fidanzatino ? Di cosa parli ? " e quasi urlai

Non mi ero accorto di nulla ?

Mia figlia si era innamorata chissà di chi , ed io non mi ero reso conto di niente ?

Visti i precedenti nella nostra famiglia dovevo far attenzione .

Lei doveva fare molta attenzione.

I suoi nonni si erano conosciuti durante una rapina in banca .

Io e sua madre...beh, Victoria mi aveva soltanto usato per trarre alcune informazioni che la polizia avevano ottenuto sul suo conto, mentre il povero fesso qui presente si era realmente innamorato di lei , e con Stella...lei l'avevo conosciuta su un aereo in mezzo all'oceano Atlantico .

Un viaggio davvero movimentato in cui ero stato scelto come "baby-sitter" di Kevin , che a quei tempi era uno dei testimoni più importanti in circolazione .

"Nessuno in particolare papà" sminuì la mia bambina

"Ne parleremo più tardi signorina " l'avvisai io, preoccupato .

Lei sbuffò e aiutò sua madre a sistemare le valigie in auto .

" Grazie per esserti deciso ad ospitarmi . Andrò via dal tuo appartamento il prima possibile. Neanch'io trovo piacevole abitar con te sbirro . " mi disse la rossa , non appena Aileen si mise a sedere sui sedili posteriori.

Annuii guardandola dritto negli occhi : " L'ho fatto per nostra figlia. Ora hai una seconda possibilità Victoria...non sprecarla"

Lei roteò gli occhi : " E' lo sbirro in te che parla o semplicemente il ragazzo che mi amava?"

"Entrambi." tagliai corto

" Sono cambiata in meglio Gabriel, con il tempo noterai fino a che punto" puntualizzò lei , seria

"Lo spero"

"Non proverò ad ucciderti se è questo ciò che temi. L'avevo promessa a me stessa anni fa ma...non posso uccidere il padre di mia figlia , no ? Anche se mi ha arrestata per ben due volte ." ridacchiò all'improvviso.

Voleva scherzare , eh ?

Eppure io non ci trovavo nulla di divertente nelle sue parole .

Riducendo gli occhi a due fessure avvicinai il mio volto al suo con fare minaccioso : " Bene. Perché non ci metterei più di un secondo a rispedirti in galera per la terza volta . " le dissi sfoderando il mio sorrisetto odioso.

Oh , da quanto tempo non mostravo un sorriso del genere.

Mi era mancato un pò a dir il vero .

"Dovrei avere paura?" chiese lei con tono di sfida , mettendosi le mani sui fianchi.

La gomma da masticare che aveva in bocca si fece notar sempre di più , fino ad assumere le sembianze di una bolla gigantesca , che scoppiò ad un soffio dalla mia faccia .

"No. Volevo solo essere chiaro" risposi a tono , leggermente infastidito dal suo atteggiamento.

*****

Ancora una volta disteso su quel divano scomodo e stretto .

Immerso nel buio di quella fredda stanza non molto distante dall'ingresso .

Non riuscivo a dormire .

Troppi pensieri circolavano nella mia mente , e mettere ordine non era affatto cosa semplice .

Ma la cosa che mi pesava di più era la consapevolezza di non aver più il calore della donna che amavo al mio fianco .

Le sue dita fra i miei capelli , il suo respiro sul mio collo, i suoi teneri baci sulle mie labbra .

Victoria era venuta a conoscenza della "pausa di riflessione" innescata da Stella , ed aveva riso per un bel pò a crepapelle alle mie spalle .

Che simpaticona!

Speravo vivamente per lei che fosse cambiata in meglio , altrimenti...

Trassi un profondo respiro ed incrociai le mani dietro la testa .

Stella cosa ti ho fatto per meritare tutto questo?

Se tu fossi qui non starei così .

Se fossi qui mi sentirei più forte.

Ti amo...e darei tutto me stesso per riaverti ancora qui, anche soltanto per una sola ed ultima volta.

Ho bisogno di te .

Questa casa è vuota senza i tuoi sorrisi , senza te che ti aggiravi per le stanze in pantaloncini ed i capelli stravolti dopo aver fatto il bagno .

Eri sempre pronta a riordinare i miei casini , a lucidare ogni centimetro della nostra casa con scrupolosità e allegria .

Questa casa non risplenderà mai più in tua assenza.

Mia madre potrà pulirla quanto vuole , ma per me rimarrà sempre più vuota e sporca senza te .

Torna qui.

E continuando a pensare ancora alla donna che mi aveva conquistato anima e corpo da anni ormai , tirai fuori la mia pistola dalla fondina , e la misi sotto il cuscino accompagnata dalla mano destra , pronto a tutto .

Victoria era imprevedibile .

"La prudenza non è mai troppa " dissi fra me e me .

 

                                              *****

Come al solito avevo dormito male.

Avevo il collo e la schiena a pezzi .

Avevo intorno agli occhi delle occhiaie profonde e viola da far paura persino ad un vampiro se per caso ne avessi incontrato uno per strada .

Non avevo voglia di andar a lavoro quella mattina , eppure non avevo scelta .

Il mio nuovo "collega" aveva bisogno di me .

Avrei scommesso sul fatto che sua sorella non sapesse di lui , della sua scelta...altrimenti sai che urla ? L'avrebbero sentita i miei nonni in Italia .

Sorrisi a quel pensiero , per poi scuotere la testa .

Mi mancavano anche i suoi difetti.

Una moto sfrecciò alla mia destra a gran velocità e per poco non distrusse il mio specchietto laterale .

Ringhiai infuriato, ero già pronto a ritirargli la patente.

Accelerando lo raggiunsi e gli tagliai la strada, costringendo così il motociclista ad accostare lungo la carreggiata .

Spensi il motore dell'auto e scesi velocemente per avvicinarmi all'individuo avvolto in un giubbotto di pelle nera .

"Ehi. Hai superato il limite di velocità e per poco non hai rischiato un incidente , e sai con chi? Con me . Potrei ritirarti la patente sai ? Hai fatto male a far lo spericolato , per tua sfortuna sulla tua strada hai incontrato un poliziotto " esordii mettendo le mani sui fianchi mentre il conducente della moto di grossa cilindrata si apprestava a sfilarsi il casco per farsi ben veder in volto .

Rimasi scioccato quando scoprii di conoscere il soggetto .

"Kevin?" domandai strabuzzando gli occhi

Era lui ?

" Ero in ritardo , scusa..." si giustificò con un risolino sulle labbra sottili

"Ma tu sei scemo o cosa? Ti hanno insegnato che i primi a rispettare le regole dobbiamo essere noi ? "

Sbuffò spazientito : " Gabriel ho capito che fra qualche mese farai trent'anni , però non diventar pesante come i miei nonni , eh. "

Se le mie orecchie avessero potuto fischiare come un treno a vapore l'avrebbero fatto.

Diventai rosso di collera .

"Fila in auto con me , chiaro?" ordinai immediatamente " prima che ti distrugga la moto"

"E' un ordine?" domandò quasi divertito .

"Sì, proprio così "

"Fico!" esclamò lui , gasato.

Sospirai.

Ma come era saltato in mente a quel ragazzo di voler fare il poliziotto ?

Qualcuno avrebbe potuto dire che il buon giorno si vede dal mattino , ed infatti...

mio cognato non si sarebbe dimenticato di quel giorno molto facilmente.

"MARSANO , anche lei è ufficialmente entrato a far parte della mia lista nera. Complimenti per il suo stratosferico ritardo . " tuonò il capo in tono aspro.

"E lei Gray , si prepari...dobbiamo parlare ."

*****

" Allora , qualche mese dopo il matrimonio di Stefy farai trent'anni . Come festeggiamo ? Una birra in un pub, discoteca ? " propose Kevin seduto dietro la sua scrivania, proprio di fianco alla mia.

Sospirai. Non avevo intenzione di pensar al mio compleanno dato avrei dovuto festeggiarlo senza di lei , non sarebbe stato lo stesso.

E poi quel ragazzo...insomma non aveva nient'altro da fare che pensare a feste e festini ?

Ero appena rientrato nella mia stanza , dopo un estenuante incontro con il mio superiore e non era curioso di sapere cosa c'eravamo detti ?

"Parliamo di cose serie . Il tuo primo incarico è arrivato . " annunciai

Il ragazzo s'illuminò all'istante.

Si alzò e quasi corse per raggiungermi: " Parla , cosa aspetti ?"

Alzai lo sguardo divertito : " Tornerai al liceo"

"Cosa?" esplose all'improvviso poggiando i palmi sulla mia scrivania .

" Ho fatto tanto per andar via da quel posto , anni e anni di sacrifici ed adesso ? No, non puoi chiedermi di andar lì ...perché ? "

Era proprio disperato.

Ed ancora non conosceva il mio piano al completo .

Trattenni una risata a stento.

"Ti occuperai con me di questo caso , assieme a Jack , Oliver e qualche altro collega . Si tratta di Ian Barnas , un' azionista di un importante società qui a Los Angeles , sta subendo numerose minacce di morte rivolte alla sua persona ed alla sua famiglia , da parte di chi...ancora non si sa . E' nostro dovere assicurar loro una dovuta protezione e scoprire il perché di queste minacce, ma sopratutto voglio conoscere il volto del mandante . Ah , nel caso tu voglia dirmi di mollare... è fuori discussione"

Kevin sgranò gli occhi: " Ok, d'accordo...ma cosa c'entra il liceo ?"

" Il mio piano è molto semplice . Tu ti occuperai di tener d'occhio sua figlia , Jessica Barnas , una ragazza di diciotto anni appena compiuti . Frequenta l'ultimo anno , quindi è prossima al diploma . Sarai nella sua stessa classe , ma lei non dovrà saper chi sei Kevin. Suo padre non vuole che sua figlia sia coinvolta in questa faccenda . Vuole una vita normale il più possibile per lei, capisci ? Ma io voglio saper tutto su di lei , i suoi spostamenti , le sue amicizie. Mi dovrai riferire ogni cosa , anche la più banale . Da adesso tutto ciò che farai sarà sotto la mia piena responsabilità , quindi vedi di non fare sciocchezze, altrimenti il capo se la prenderà con me "

"Ho afferrato." rispose serio. Tutto mi sarei aspettato tranne quelle parole " sarà dura per me ma...ok, agli ordini capo"

Lo guardai per un pò . Il ragazzo era maturato , non era più quel sedicenne amante dei videogames , sorrisi : " Forza , allora a lavoro . "


 


 

Stella


 

"Sono libera . E come puoi ben notare sono finalmente venuta a trovarti " esordii con un sorriso .

Ero salita all'undicesimo piano del grattacielo della società per cui lavoravo , ed era lì dove aveva trovato lavoro anche Stefy , la mia migliore amica .

Il suo grande bar extra lusso faceva furore tra i dipendenti e i loro superiori . Il caffé era buonissimo e le torte erano ottime, squisite , specie quelle alla frutta e cioccolato .

Il mio capo era fuori sede al momento , e non mi era stato assegnato altro da fare...quindi potevo finalmente parlare un pò lei , ne avevo bisogno .

Era un periodo un pò complicato per me.

Lasciar Gabriel era stato orribile . Una delle scelte più difficile che avessi mai fatto in tutta la mia vita, ma era stato necessario per entrambi. Ed anche se lui non aveva ben capito il motivo per il quale l'avessi lasciato , abbandonato, ero contenta così .

Stefy rise : " Che onore. Ti aspettavo da questa mattina"

Trovai posto su uno sgabello in prossimità del bancone e sospirai : " Fammi una camomilla per favore"

Lei annuì: " Subito signora" scherzò , poi non appena la camomilla fu pronta, si chinò su di me e parlò : " Come mai questa faccia da funerale?"

Il suo tono era dolce , preoccupato.

Dovevo aver proprio un pessimo aspetto.

"Devi dire a Gabriel quel che gli stai nascondendo" aggiunse seria " non puoi stare così. Tu l'ami e lui ha bisogno di risposte"

Un sorriso amaro conquistò le mie labbra, ma non riuscii a sostenere il suo sguardo : " no, non posso" risposi semplicemente , come ogni qual volta mi chiedeva di parlar con mio marito.

Stefy sapeva molte cose sul mio conto. Cose che erano sconosciute persino a Gabriel ed ai miei genitori.

Ma non ne sapeva tante altre che continuavo a tener solo per me .

"Smettila. Lui deve sapere che..."

Non le permisi di concludere : "Lui ama il suo lavoro , più di quanto ami me " tagliai corto.

Ma in cuor mio sapevo che non era vero .

Ero soltanto preoccupata per il lavoro che faceva tutto qui . Non era questo il problema.

Anche se mio marito credeva che l'avessi lasciato per il suo lavoro o per chissà quale altra strana fantasia che gli era sorta in mente.

In questi anni per amor mio e di sua figlia , Gabriel aveva lavorato dietro una scrivania, ma da quando l'avevo lasciato era ritornato in "azione" , e con mio profondo dispiacere era perfino detective ora .

Ma io non potevo tornare indietro , ormai avevo preso una decisione...anche se dolorosa .

Mi mancava da morire, terribilmente...ma dovevo farlo per noi.

"non è vero...lo sai" riprese Stefy afferrandomi una mano , poco distante dalla tazza fumante, dove la camomilla all'interno tremolava appena sotto il mio sguardo .

" Gabriel verrà al mio matrimonio, chiaritevi . Voglio che sia contenta anche tu quel giorno"

No. Non volevo rivederlo, sarebbe stato troppo doloroso...no. Stefy non poteva capire

Sospirai : " Non...io, ci proverò" le dissi comunque per rassicurarla

Sorrise: " Bene. Inoltre prova a parlargli del bambino, fallo per me . E' suo padre non può non sapere , è suo diritto . Quando Gabriel ti vedrà per caso fra qualche mese poi , come pensi reagirà davanti a te formato balena ?"

Corrugai la fronte ed afferrai il manico della tazza: " Ne parlerò con lui quanto prima"

Bugia. Ma una bugia a fin di bene.

Nessuno in quel momento poteva capirmi, ma avevo le mie buone ragioni.

Ed anche se le bugie a fin di bene per me rimanevano sempre bugie, quindi non verità...in quel momento mi sentivo ancor più col morale sotto i piedi .

Gabriel, io ti amo. Ma ho paura di troppe cose in questo momento, paure che ben presto riuscirò a spazzar via come foglie al vento, ne sono sicura . E ritornerò da te amore mio, promesso...  




Angolo Autrice 


Ciaoooo ragazzi ^^ il secondo capitolo è arrivato :) 
Alloooora Gabriel è alle prese con Kevin e Victoria ( ed anche un pò con il fidanzatino di Aileen XD )  mentre Stella nasconde parecchie cose a suo marito .
La domanda è ...perché ? La risposta arriverà presto ;) 
Inoltre c'è un bebé in arrivo :) <3 sarà un mini Gabri o una mini Stella ? ^^
Dal prossimo capitolo succederanno cose interessanti ^^
Prime fra tutte...Stella e Gabriel si incontreranno ;)  
Ringrazio Fabisweetheart , noemi_ST e Novalis per aver recensito il primo capitolo ^^ 
e ringrazio di cuore tutti voi che avete inserito la storia tra le preferite , le seguite e le ricordate . 
Mi fa molto piacere veder che molti che seguivano la prima storia seguiranno anche questa ^^ ,come mi fa immenso piacere veder qualche nuovo utente ^^  
Ringrazio di cuore anche coloro che mi hanno aggiunto tra gli autori preferiti <3 
Non so cosa dire , siete meravigliosi ^^ 
Al prossimo capitolo ;) 
Un bacione a presto ;)  

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Capitolo 3
*** Per lui ***


Oltre il mare del mio cuore


La paura ti rende prigioniero, la speranza può renderti libero. 

                                            Le ali della libertà 



 
Capitolo3. Per lui 



Gabriel

 

Seduto comodamente sul mio divano attendevo la fine del film d'animazione intitolato Frozen-il regno di ghiaccio , nonostante fosse appena iniziato .
Bizzarro , vero ? Attendere il finale di un film appena iniziato .

Victoria non era in casa , ma ancora in giro alla ricerca di un buon lavoro , mentre io come al solito avevo il tavolino sotto al naso sommerso da fascicoli , carte e penne .

Ma al posto della pizza e delle birre , come d'abitudine , adesso c'erano bacinelle stra-colme di pop corn e bottiglie di coca cola .

Stavo cercando di lavorare IO...al contrario del mio nuovissimo ed amatissimo collega, che invece preferiva continuare a danzare davanti la tv a schermo piatto , che avevo fissato alla parete di fronte al divano qualche mese addietro .

Mia figlia amava quel film della Disney , ed era per questo motivo che le avevo comprato il dvd per il suo compleanno,  sapevo di andare a colpo sicuro .

La faccia che aveva fatto quando aveva strappato la carta regalo intorno al dvd era ancora impressa nella mia memoria .

Era così contenta .

E da quel giorno , ogni qual volta c'era suo zio Kevin che si aggirava per casa , tirava fuori il cd dalla custodia e l'inseriva nel lettore dvd .

Amava cantar la canzone di Elsa , una delle due protagoniste, assieme a lui .

Erano un duetto perfetto , ed ormai avevo imparato quella canzone a memoria anch'io a causa loro .

" Ho conservato ogni bugia, per il mondo la colpa è solo mia.

Così non va , non sentirò un altro no." esordì Kevin , già immedesimato nella parte.

"D' ora in poi lascerò che il cuore mi guidi un pò , scorderò quel che so e da oggi cambierò ...

Resto qui non andrò più via..." aggiunse con fare teatrale , spalancando le braccia

Risi fra me e me.

Resti qui e non andrai più via? Ah-ah-ah , sicuramente .

Guarda, fra mezz'ora sarai fuori di casa se non mi aiuterai a finire il lavoro.

" A volte è un bene poter scappare un pò , può sembrare un salto enorme ma io l'affronterò."

Sicuro che questo film sia educativo ? Non vorrei che mia figlia provasse a scappar via di casa .

Ma no.
Ah, quanti complessi che mi faccio.
E' eduativo.
Parla di due sorelle , che continuano a volersi bene al di là dei poteri di ghiaccio che possiede la maggiore.

"Non è un difetto è una virtù e non la fermerò mai più...d'ora in poi troverò la mia vera identità e vivrò , si vivrò per sempre in libertà." urlò quello svitato di mio cognato , ora era stonato.

Decisamente troppo stonato.

" Il resto è storia che passa e se ne va .

Io lo so , si lo so come il sole tramonterò perché poi... perché poi all'alba sorgerò"

Aaaaah Aileen sì , sapeva cantare . La sua voce era così dolce, sublime . Cristallina. 

Ma arrivò il momento che mi arrabbiai sul serio contro l'amato zio .

Afferrai i fascicoli che avevo davanti , e gridai :

" Ecco qua il rapporto che...tu scriverai .

Da oggi farai quel che ti ordino senza fare storie . " conclusi furioso.
Quando era troppo era davvero troppo. 
Basta, eh.  

Aileen scoppiò a ridere mentre Kevin ritornò alla realtà.

" Che pizza che sei " se ne uscì fuori sbuffando " ci stavamo divertendo"

"Oh, davvero ? Scusami tanto . "

"Era sarcasmo quello?"

"La tua era una domanda retorica per caso?" ribattei accigliato

" Domani sarà il mio primo giorno al liceo dopo anni , e vuoi rendermi la vita impossibile già da questa sera ? Il mio ultimo giorno per chissà quanto tempo lontano da libri, compiti in classe ed interrogazioni non può comprendere fascicoli da compilare e rapporti da stilare . "

"Può comprender ogni cosa Kevin. Ogni cosa che ti chiederò di fare , ed adesso fila qui" ordinai serio

Kevin sospirò: " Chiamami quando c'è la parte finale" disse a mia figlia, che annuì prontamente mentre continuava a guardare il cartone seduta a gambe incrociate per terra.

                                                                                                 *****

"La vedi? Jessica Barnas è proprio lì, accanto all'ingresso."

Indicai la ragazza a Kevin , che subito sembrò individuarla.

Sulle sue labbra prese forma un sorriso malizioso , poi si sfregò le mani : " Che...WOW . Ha tutto al punto giusto. Niente fuori posto , neanche un capello. Sarà uno spasso starle dietro. "

Inarcai un sopracciglio quando mi accorsi che stava guardando da tutt'altra parte : " E' lei " ripetei, afferrandogli i lati della testa per farlo guardare nella direzione giusta .

" Non la ragazza che avevi visto tu " puntualizzai , ed il sorriso di mio cognato si spense all'istante .

" No! Perché non poteva essere quella là ? Perché devo fare da cane da guardia a quella ragazza lì ?" mugugnò contrariato, quasi piagnucolante. 

"Perché è lei che è in pericolo" risposi prontamente , senza problemi .

Mi guardò in malo modo: " Ti diverti, eh?"

Ridacchiai: " Un pò sì. Ma vorrei aggiungere anche che la bellezza è soggettiva. Jessica sarà sicuramente bella a modo suo." ed ero serio . Credevo davvero a quel che gli avevo detto . 

La ragazza, Jessica Barnas appunto, portava gli occhiali , aveva qualche lentiggine sparsa qua e là sul viso , il mento un pò pronunciato.

Ma aveva anche bei capelli ramati raccolti in una coda bassa e grandi occhi castani .
Non era molto alta , ed era di corporatura media . 
Il suo modo di vestire non era impegnativo.
Era semplice, nonostante potesse permettersi di più...essendo la sua famiglia anche molto ricca.

Questo mi portava a riflettere.
Quella ragazza doveva essere particolare .

" Quella è il genere di donna che non piace a me , allora" precisò il ragazzo al mio fianco con una smorfia.

Abbassai il freno a mano , dato eravamo in auto, ed avviai il motore inserendo la prima marcia: " Vedi di andare oppure farai tardi. La campanella di inizio lezioni si è appena fatta sentire  "

" Come siamo dolci , papà" scherzò lui , seccato .

Sbuffò.
Aileen sui sedili posteriori rise di gusto : " Zio non dimenticarti lo zaino, eh ." gli ricordò lei mentre lui si apprestava a scendere dall'auto.

" Aileen non ti ci mettere anche tu" tuonò Kevin in risposta .

Aileen era ancora piccola per andare al liceo , ma la sua scuola era proprio accanto a quella in cui sarebbe andato a lavorare mio cognato .

Perfetto. Ero più sicuro , diciamo pure così .

Kevin mi avrebbe informato anche su un certo fidanzatino, quindi...

Aileen doveva aspettarselo dopotutto .

Suo padre era un poliziotto, e come ogni buon poliziotto aveva i suoi informatori


 

Stella


Il corpo era disteso sul pavimento di marmo dell'atrio, situato proprio all'ingresso .

Era in una posizione innaturale , aveva gli occhi grandi sgranati , sangue alla bocca , al naso ed intorno alla testa .

Era stato spinto giù dal parapetto del quarto piano , ben visibile agli occhi di tutti .

La struttura del grattacielo in cui lavoravo era complessa, ma al tempo stesso molto elegante .

Dall'ingresso si potevano notare tutti i piani costruiti al di sopra del piano terra , bastava semplicemente alzare lo sguardo verso l'alto .

L'ultima cosa da vedere in cima era una cupola di vetro dove i raggi del sole penetravano contribuendo a far luce all'interno .

La reception era situata in fondo all'ampio atrio rotondo , che era circondato da imponenti pilastri e statue dall'aria decisamente "depressa" .

Qualche pianta era sparsa di qua e di là per rallegrare un pò l'ambiente , e scale a chiocciola , che conducevano ai piani superiori , avevano un corrimano in oro ed erano state costruite esattamente tutte intorno a tre ascensori in vetro .

Nella mia vita avevo già avuto occasione di vedere un cadavere ma...non era una cosa a cui un essere umano qualunque poteva abituarsi.

Un conato di vomito mi assalì e minacciai di rimettere.

Mi portai una mano davanti alla bocca e decisi di sedermi su uno dei divanetti in pelle nera , situati accanto alla reception.
Non dovevo più guardare il mio collega morto , semplice.  

La società per cui lavoravo si occupava di software e mi sembrava assurdo che qualcuno avesse potuto trovar la morte proprio qui dentro per chissà quale ragione .

Conoscevo bene il mio collega .

Julian era stato uno dei primi a parlarmi da quando ero entrata qui dentro.

Ancora non riuscivo a crederci.

Trassi un profondo respiro, dentro di me avevo un tumulto d'emozioni capaci di sopraffarmi.

Dovevo in ogni modo mantenere la calma per il mio piccolo ed innocente bambino, che stava crescendo dentro di me .

Mi portai così una mano sul ventre e provai a farmi forza .
Piccolino , noi due siamo forti, possiamo farcela.  

La polizia era appena arrivata, aveva delimitato la zona intorno al cadavere con nastri gialli per non far accedere coloro i quali non fossero stati autorizzati da qualche autorità e per far lavorare in tutta tranquillità la scientifica che stava effettuando dei rilievi con minuziosità , per non tralasciare prove . La scientifica era composta da uomini che indossavano strani camici bianchi e ciabattine per non inquinare in qualche modo chissà quali impronte .

In mezzo a quei poliziotti doveva sicuramente esserci anche il mio Gabriel .

Era passato troppo tempo dall'ultima volta che l'avevo visto .

Ed era inutile negarlo...in quel momento avevo bisogno di lui .
Mi mancava moltissimo.  

Mi mancavano i suoi abbracci, le sue dolci carezze .

Sentivo la necessità di respirare quel suo meraviglioso profumo, e di riempirmi di lui in ogni modo umanamente possibile .

Avevo il desiderio di sentirlo accanto a me, tutto qui.

Eppure quel tutto qui non si sarebbe potuto realizzare .

Dovevo stare alla larga da lui .

Robert era stato chiaro con me .

Da quando ero entrata a far parte incosapevolmente dei suoi "affari" niente era stato più come prima nella mia vita .

E dovevo imparare a convivere con questa nuova realtà .

Ero in trappola.

Come un topolino da laboratorio chiuso nella sua gabbietta .

Non potevo muovermi, non potevo parlare con nessuno .

Quel folle mi aveva incastrata .

Ero la segretaria della persona che più odiava al mondo: Ian Barnas .
Ed attraverso di me voleva venire a conoscenza di ogni informazione , ogni novità riguardo il mio capo e la sua famiglia . 
Altrimenti avrebbe fatto del male a me e non solo . 

Il perché Robert odiasse Ian rimaneva un mistero . La cosa ancor più strana era che sapeva tutto su Gabriel , e non solo per ferire me .  
Dovevo scoprire tutti questi misteri alla svelta se volevo liberarmi di lui  .   
 

E se fosse anche opera sua questo omicidio ? 

Ero come una marionetta nelle sue mani , ma "i fili" necessari per gestire la mia vita prima o poi avrei trovato il modo di tagliarli e di toglierli dalle sue sudice mani.

Mio figlio doveva nascere in libertà. Punto. 

" Ciao" salutò qualcuno , comparso magicamente al mio fianco.

Sussultai sopresa e balzai in piedi non appena identificai il nuovo arrivato .

"Gabriel" dissi sottovoce , guardandomi attorno con fare frenetico.

Ero in allarme. E se Robert l'avesse visto con me ? 

"Cosa vuoi?" domandai brusca mettendomi le mani sui fianchi .

Non doveva stare lì , qualcuno avrebbe potuto riferirlo a Robert che...

"Gabriel ti ho chiesto cosa ci fai qui?" ripetei con più rabbia .

Amore mio devi andare via . 
Il battito cardiaco di sicuro era accelerato , lo sentivo chiaramente ora, perfino nelle orecchie.

La nausea mi assalì ancora ma questa volta non per la macabra visione del cadavere, bensì per il piccolino che portavo in grembo.

Trattenni il respiro. Gabriel non doveva accorgersi di nulla .

Se avesse saputo la verità sul suo bambino allontanarlo da me sarebbe stato ancor più difficile .

" Credevo che dopo aver visto un cadavere ti servisse un pò di sostegno . Ma a quanto vedo ormai non hai bisogno di me " rispose

No, io ho bisogno di te più di quanto tu possa immaginare.

Ma non ora, amore mio, non qui.
Non sai quanto io sia contenta di averti qui, in questo momento...al mio fianco, ma...

" Adesso che lo sai puoi anche andare, ti pare?" domandai , e ricacciai indietro le lacrime che minacciavano di rotolarmi giù lungo guance.
Perché dovevo dire l'esatto opposto di quel che pensavo?  

I lineamenti del suo bellissimo viso si irrigidirono , ed i suoi occhi verdi mi osservarono con durezza : " Che cosa ti ho fatto Stella? Eh? Si può sapere cosa ti prende ? Cerco solo di essere gentile con te , nonostante le nostre divergenze "

Deglutii a fatica.

Percepivo chiaramente la sua sofferenza attraverso le sue parole , ma non potevo far nulla per aiutarlo .

Stavo soffrendo anch'io , possibile che non notava nulla in me ?
Ehi, Gabriel guardami. Anch'io soffro, ma devi fidarti di me.  

" Ne abbiamo già parlato. Tu pensi solo al tuo lavoro. Ti basta quello...ormai tutti ne sono a conoscenza . Non hai bisogno di me , ed io ho preferito uscire di scena . Tu torni ed esci da casa quando vuoi . Hai idea di quante notti ti ho aspettato sveglia e da sola nel nostro letto, con la speranza che tu tornassi tutto intero ? Adesso basta, è meglio così per tutti e due. "

Si passò una mano fra i capelli dorati e scosse la testa: " Meglio così per chi ? Per me ? Per te , forse .  Non puoi pensare davvero una cosa del genere, Stella . Sai perfettamente che ho rinunciato a molte cose per il nostro amore , tornavo tardi a casa solo per finire il lavoro in ufficio , lo sai . Ora sono un detective , perché tu mi hai costretto a prendere questa decisione. Essere ciò che sono ora è l'unica cosa in grado di tenermi ancora in vita dopo che l'unica persona che amavo di più al mondo ha preferito escludermi dalla sua esistenza . Sai bene quanto io ami il mio lavoro , ma ho sempre amato te più di qualsiasi altra cosa al mondo anche più di me stesso."

Era vero.

" So io qual è il problema . E' quel tuo caro amichetto Robert con cui vai sempre a spasso . Dì una volta per tutte che ti piace e finiamola qui . Tu volevi solo un pretesto per spassartela con il tuo nuovo giocattolino e sbarazzarti di me . Smettila di mettere in mezzo il mio lavoro ed assumiti le tue responsabilità una buona volta . "

Davvero pensava questo di me ?

Credeva davvero che facessi tutto questo per amore di quel folle che mi teneva in pugno ?

Non vedeva che fingevo di sorridere ogni qual volta ero costretta a camminare al suo fianco ?

Io innamorata di quell' uomo rozzo e infame ?

" Dimmi la verità . Quante volte sei andata a letto con lui ? Eh ? Immagino quanto tu ti sia divertita. Sei la degna nipote di tuo zio Walter "

Era troppo . Dir che ero la degna nipote di mio zio , un criminale che aveva fatto del male a tante persone, perfino a noi due, era troppo . 

Gli tirai uno schiaffo in pieno viso, così forte da fargli voltare la faccia.

" Non dire mai più cose del genere" sbraitai fuori controllo mentre qualcuno poco distante da noi si voltò per capir cosa stesse succedendo .

La mia vista offuscata ormai dalle lacrime non riusciva più a definire bene cosa volesse comunicarmi lo sguardo dell'uomo che amavo .

"Scusami" bisbigliai con rimorso. 

Non mi sarei mai sognata di dargli uno schiaffo in passato . Cosa stava succedendo?

Cosa stavo facendo ?

La situazione mi stava sfuggendo di mano.

Come se non bastasse vidi una figura in avvicinamento.

Robert, proprio lui .

Asciugai in tutta fretta gli occhi e cercai di ricompormi .

"C'è qualche problema qui?" domandò con nonchalance , aggiustandosi meglio il nodo della cravatta rossa. 

Gabriel spostò lo sguardo su di lui , infastidito .

La guancia destra arrossata per colpa mia.

" Nessun problema." esordì duro, prima di allontanarsi da noi.

Vederlo andar via , fu devastante .

Robert sorrise al mio fianco. 

"Brava. Hai fatto bene. Altrimenti sai cosa potrebbe succedere, vero?" bisbigliò ad un soffio dalla mia bocca 

Annuii lentamente.

Illuditi pure di avermi in pugno ma un giorno ti farò pentire per tutto il male che hai fatto .
E quel giorno arriverà quanto prima





Angolo Autrice 


Ciaoooo ragazzi ^^
Finalmente il sole *_____* 
Amo il sole <3 
Ebbene sì, questo è il terzo capitolo...piaciuto ? ^^
Ho inserito oggi il terzo capitolo invece di farlo durante la prossima settimana in quanto dovrò studiare nei prossimi giorni ;)
( o almeno ci proverò XD )    
La prima parte di questo capitolo...ahahahaha è inutile che vi dica che mi piace Frozen , nonostante io sia abbastanza grandicella :)   
Ma sappiamo tutti che anche i film d'animazione , specie se della disney,  non hanno età XD
Ascoltare la canzone di Elsa..."All'alba sorgerò" poi...è stata fonte d'ispirazione XD
Nella seconda parte invece l'atmosfera è decisamente più triste... vedremo pian piano come tutta questa faccenda andrà avanti e come si risolverà  ;)  
Abbiamo inoltre incontrato Jessica .
Kevin non è contento di far da guardia ad una ragazza che reputa "brutta" , ma vedremo ;) 
Come dice anche Gabriel la bellezza è soggettiva ;) 
Ringrazio tantissimo Novalis _lalla27_ e noemi_ST per aver recensito il capitolo precedente ;) 
Ringrazio tutti voi che preferite , seguite e ricordate questa storia ;)
E ringrazio tutti coloro che mi hanno inserito chi precedentemente e chi recentemente come loro autrice preferita <3
GRAZIE di cuore ragazzi <3 sono senza parole <3 
Al prossimo capitolo ;) 
Un bacione a presto ;)  

 


 


 

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Capitolo 4
*** Avere coraggio ***


Oltre il mare del mio cuore



Non devi perdermi, non voglio perderti . Non voglio perderti, non devi perdermi mai. 
La forza che userò nella vita che vorrei...e per non perderti , non devi perdermi mai
                                                               Alessandra Amoroso- Non voglio perderti






Capitolo4. Avere coraggio
 

Jessica
 
La verità era che ero il nulla.
Il nulla più assoluto.
Non contavo niente, non avevo niente.
Poteva sembrare strano...eppure era così.
Nonostante i miei genitori avessero un patrimonio inestimabile .
Perché ?
Perché dentro di me non c'era traccia di ricchezza.
Non ero carina, non ero in grado di sistemarmi come una qualsiasi ragazza della mia età.
Mi sentivo inferiore in tutto e per tutto e davanti a tutti .
Non riuscivo a sostener lo sguardo di nessuno, nemmeno il mio stesso sguardo quando la mia figura si rifletteva in qualche vetrina di un negozio o non so...finestrini delle auto che sfrecciavano al mio fianco mentre camminavo verso scuola . 
Io non ero in grado di guardarmi molto spesso allo specchio .
In poche parole , nonostante lo volessi con tutte le mie forze...io non ero in grado di vivere la mia età .
Semplice . Eppur tremendamente patetico , assurdo .
Il solo guardar le mie compagne di classe mi metteva a disagio .
Sì , esatto.
E la consapevolezza di non essere come loro mi rompeva l'anima e il cuore .
Non che io volessi appartenere al branco , ed aver il cervello di una gallina .
Sia chiaro .
Volevo solo possedere la loro sicurezza , il loro essere capaci di guardar la vita con superficialità , ma soltanto su alcuni aspetti della vita .  
Sapete perché ?
Perché spesso mi facevo troppi problemi.
Pensavo e pensavo cose che se non avessi pensato sarei stata meglio.
Ero debole . Sensile . Troppo sensibile .
Senza coraggio.
Codarda.
Eppure acida e scontrosa quando volevo...e riuscivo. 
Chiusi le mani a pugno e provai a trattenere le lacrime stringendo forte le palpebre.
" Jess la cessa anche oggi con le ciabattine della nonna?" domandò Sean But , passandomi accanto assieme ai suoi compari .
Era il ragazzo per cui avevo una cotta da sempre .
Secondo me ero una masochista.
Mi guardai le ballerine ai piedi , e cercai di capire il perché mi avesse detto quelle parole.
Ferirmi.
Naturalmente non potevo neanche lontanamente sognare di poter essere guardata da uno come lui in tutt'altro modo.
Nessuno mi avrebbe mai guardata con amore . Mi avrebbe voluto con sé. 
Ed era proprio in quei momenti che volevo la tanto ed agognata superficialità.
Mandar a quel paese tutto e tutti .
Ma non amavo neanche mandar le persone a quel paese.
Cos'ero?
Odiavo piangermi addosso ,  pensare a quelle parole che mi ronzavano nella testa...pronunciate da quel...
Abbassai il capo .
Basta, basta.
Mi strinsi nelle spalle e mi avviai verso l'aula di matematica.
Coppiette felici si sbaciucchiavano accanto agli armadietti , ed io provai ad ignorar loro in ogni modo possibile . Sfrecciando come un treno a testa basta e le mani nelle tasche dei jeans chiari . 
Un ragazzo cadde letteralmente ai miei piedi dopo qualche minuto di corsa .
Sussultai sorpresa e mi bloccai per non cadere proprio addosso a quel tipo .
Con curiosità l'osservai rialzarsi con una smorfia di disappunto dipinta sul volto mentre la folla intorno a noi scoppiava a ridere e applaudiva estasiata da quella bizzarra visione .
Il nuovo e la sfigata .
Veniva da sorridere anche a me.
Il tipo non aveva iniziato proprio bene . 
Perché quello , era senza ombra di dubbio il ragazzo che si era appena trasferito nella nostra scuola chissà da quale scuola dell'Arizona .
Eppure non era per niente abbronzato . 
Come avesse fatto a cambiare scuola proprio alla fine dell'anno scolastico per me era un mistero , e comunque non interessava a nessuno  . 
" Il nuovo è caduto ai piedi della nostra Barnas . Sfigato più Sfigata . Ahahahaha abbiamo una coppia di sfigati ora ! "
Il ragazzo si erse in tutta la sua statura, forse era alto intorno al metro e settantacinque , e guardò in cagnesco colui che aveva osato aprir bocca .
La sua altezza , il suo fisico atletico sovrastarono il ragazzetto che indietreggiò un pò sorpreso e intimorito .
Beh , almeno lui sapeva farsi rispettare .
"Cosa hai detto mezza cartuccia ?" domandò con un sorriso beffardo sulle labbra sottili, facendo schioccare le dita delle mani con fare minaccioso .
Gli occhi scuri puntati solo ed esclusivamente sul colpevole, che si apprestava a fuggire .
"Nulla" biascicò l'altro già tagliando la corda .
Altra risata generale , e poi tutti ritornarono al loro posto .
Il nuovo si passò una mano fra i capelli corvini e sospirò con aria soddisfatta : " Molto bene. Altrimenti sarebbero stati guai per te ." sibilò a denti stretti , e concluse dando un pugno ad un innocente armadietto che gli capitò a tiro.
" Guarda cosa sono costretto a fare per una ragazzina" sussurrò seccato .
Poi si girò verso di me e si sforzò di sorridermi .
Io non ricambiai , e ripresi il mio cammino verso l'aula scuotendo la testa .
" Io mi chiamo Kevin" insisté il ragazzo , aumentando il passo per raggiungermi e allungando una mano verso di me con fare amichevole .
Voleva che io gliela stringessi come una buona amica o conoscente avrebbe fatto ?  
Sbuffai sonoramente alzando gli occhi al cielo : "Cosa vuoi Kevin ? "
" Niente , solo esserti amico" iniziò lui grattandosi la nuca .
" Perchè mi vorresti come amica ?" ribattei io, inarcando un sopracciglio .
" Perché mi sei simpatica?" spiegò lui corrugando la fronte , era impacciato o sbaglio ?
" Ma se non mi conosci ? Sparisci . Non è aria ." risposi infuriata.
Lui rise piano : " Sei tosta, eh ? Non ti immaginavo così guerriera. "
Un sorriso amaro apparve sulle mie labbra.
No , era solo apparenza quella forza .
Eppure...dovevo essere forte per davvero .
Perché il sole prima o poi sorge...sempre...anche nella mia vita
 

Gabriel
 
Mi crogiolavo nel mio dolore.
Ero stanco di non assecondarlo .
Era sempre lì , a premere contro l'anima pronto a distruggermi . 
Sorrisi amaramente .
Alla fine, mi stavo riducendo proprio nel mondo in cui mi ero ridotto dieci anni prima per quella scema di Victoria.
Guardai l'ennesimo bicchierino colmo di un particolare liquore dal sapore acro , e lo mandai giù a fondino senza pensarci ulteriormente .
Non ero in servizio . Potevo bere .
Trassi un profondo respiro quando mi accorsi del tremore delle mie mani , e scossi la testa quando capii che la mia vista non era più in grado di percepire le profondità .
Era tutto piatto .
Vuoto .
Senza senso.
E mi facevo anche schifo.
Mi vergognavo per come mi stavo riducendo. 
Vedevo il mio iPhone illuminarsi e rotolare sul tavolino sul quale mi ero poggiato , a causa della vibrazione.
Socchiusi gli occhi .
Aileen stava provando a chiamarmi per la diciottesima volta .
Buffo.
La figlia che si preoccupava per il ritardo del proprio papà.
Di solito non succedeva il contrario ?
Eppure erano solo le...
adocchiai l'orologio attaccato alla parete di fronte , e dopo non qualche difficoltà per la mia vista offuscata , lessi le ventitré e trenta .
Cavolo.
Era tardi . Specie per lei , che il mattino seguente sarebbe dovuta andare a scuola .
Ma non potevo rispondere alla chiamata .
Non volevo che si accorgesse di me , come stavo in quel momento . 
Accartocciai il foglio che avevo accanto a tutti i bicchierini ormai vuoti , dato che avevo mandato giù il contenuto senza far tante storie , e digrignai i denti .
Quel pezzo di carta era la famosa richiesta di divorzio , che non avrei mai voluto vedere concretamente .
Alla fine mi stava lasciando per davvero . 
Per quel...quel...idiota
Diedi ancora una volta un'occhiata intorno a me per chiamare il cameriere.
C'era una moltitudine di gente in quel bar.
Parlottavano, bevevano, ridacchiavano...che fastidio.
"Posso sedermi al suo tavolo signor Gray?" domandò una voce provocante ed al tempo stesso familiare.
Alzai lo sguardo verso la nuova arrivata e roteai gli occhi : " Sparisci Victoria. Lo dico per te, davvero"
Lei si passò la lingua sulle labbra e si mise a sedere proprio di fronte a me.
Poggiò i gomiti sul tavolino e puntò con lo sguardo il mio iPhone.
" Qualcuno ti cerca. L'avrai notato vero?"
Mi passai una mano sul volto: " Tornerò a casa presto"
Lei annuì ridacchiando: " Sì , sicuramente vivo ." commentò sarcastica
" Non è la prima volta" sibilai io.
" Immagino. Suppongo che tu abbia questa sorta di ribellione contro le ingiustizie che subisci in amore . Ma...vedi...hai una figlia. Nostra figlia. Non posso pensare che tu sia ridotto in questo stato e lei sola a casa. "
" Ci sei anche tu , è anche tua figlia" ribattei furioso . "lasciami in pace. Ti prego, vattene"
Ridusse gli occhi a due fessure: " A me non importa niente di te. Niente. Ma Aileen non può soffrire per le tue debolezze. Quando troverò un lavoro ed un appartamento lei verrà con me"
"Non ti azzardare a portarmela via" minacciai guardandola dritto negli occhi
Lei mostrò un sorrisetto soddisfatto sulle labbra: " Allora. Basta. Comportati da uomo. Mi fai una gran pena" parlò con nonchalance, poggiando i piedi sul tavolino.
" Cosa vuoi che faccia? Io l'amo. Tu non puoi capire " spiegai ormai sull'orlo di una crisi di nervi .
"Bel modo di dimostrarglielo " se ne uscì fuori lei " comunque...sembra strano che lei ti stia  abbandonato così . Voglio dire...vi amavate così tanto . Tanto da farmi venir il diabete .
Deve essere successo chissà cosa . "
" E' innamorata di un altro" l'informai .
Ed una fitta di dolore al cuore mi devastò .
Torturandomi ancora e ancora .
Lei scosse la testa: " Non è il tipo . E' una santarellina lei , una personcina per bene . Aileen l'ama e non fa che parlarmi di lei . Sei un poliziotto...indaga . Se vuoi posso darti una mano"
Alla sua ultima affermazione scoppiai a ridere, fino a farmi venire le lacrime agli occhi: " Tu aiutare me ?"
Mi guardò infastidita da quel mio atteggiamento : " Senti . Io non voglio aiutare te, ma mia figlia. Veder suo padre in questo stato...sai che colpo? "   
" Da quando sei diventata una madre così apprensiva?" chiesi particolarmente sorpreso
Sbuffò: " Mi pare di averti detto che sono cambiata. E adesso , smettila. " si alzò e si avvicinò a me afferrandomi per le spalle: " tirati su , sbirro del cavolo"
Protestai . 
Ma lei mi costrinse a seguirla .
Fui perfino costretto a sostenermi alla sua persona per non cadere a terra .
Non riuscivo a mantenere l'equilibrio .
Ed io...mi diedi dello stupido.
Come ero potuto cadere così in basso ?
Cosa volevo fare esattamente ?
Dimenticare ?
Un bicchiere di troppo non aiutava a dimenticare.
Errore che molti commettono, me compreso.
Ed il giorno dopo stai uno schifo, ancor più di prima.
Perché stai male non solo a livello psicologico, ma anche a livello fisico.
Mi morsi le labbra e chiusi le mani a pugno.
Robert. Ora ti faccio vedere come mi riprenderò mia moglie.
"Domani non si sposa la tua amica Stefy ?" mi domandò Victoria all'improvviso, non appena si mise seduta nella mia aiuto , al posto di guida .
Annuii prendendo posto al suo fianco e offrendole le chiavi .
" Domani quindi ci sarà anche Stella" dedusse con un semplice ragionamento , avviando il motore. 
" Quindi?" chiesi io , confuso ancor di più dalle sue parole.
" Niente" tagliò lei .
" Come hai fatto a trovarmi ?" le chiesi poi , curioso.
Sospirò: " Conosco il mio pollo"
Cercai di ignorare il modo in cui mi aveva definito , concentrando lo sguardo sul paesaggio che sfrecciava fuori dal finestrino .
Stella, sarai mia.
E' una promessa...niente più dolore, niente più incomprensioni.
Presto saremo più forti di prima. 
                                                                   
 
Stella
 
Avanzavo con fare incerto verso Stefy, avvolta nel suo lungo abito color panna.
Era incantevole.
Una sposa meravigliosa e naturale .
Per lei nessun trucco eccessivo o chissà quale tipo di acconciatura.
Lei era per la semplicità.
E la semplicità le stava d'incanto .
Il suo sposo non era da meno.
Erano proprio una gran bella coppia .
Osservando loro , insieme , la mia mente non fece altro che ricordare i momenti più dolci e significativi del mio "matrimonio alternativo" .
Io e Gabriel avevamo deciso di sposarci così , all'improvviso .
Con un paio di jeans e camicia bianca , niente di più...se non il nostro smisurato amore .
Sorrisi , nonostante la fitta al cuore che dopo un pò riuscì a farmi ritornare al presente .
Traballando ancora sui tacchi , e tenendomi un lembo del vestito lungo e color pesca che indossavo , per non inciampare davanti a tutti i duecento ospiti presenti alla cerimonia , raggiunsi finalmente la mia migliore amica, intenta a far foto davanti all'immenso buffet realizzato in uno splendido giardino fiorito.
" Ah! Finalmente la mia testimone si è degnata di raggiungermi" esordì lei con un ampio sorriso.
Sospirai sonoramente: " Beh, con questo vestito non mi è certo facile starti dietro"
" Sei un incanto , davvero" si complimentò con me
" Mi sbaglio oppure hai gli occhi lucidi?" domandai quando notai i suoi occhi grigio scuro divenir umidi , all'improvviso.
Aprì le braccia per indicare tutto ciò che la circondava: " Non potrei essere più felice, Stella. E vorrei condividere la mia gioia anche con te . Ringrazio Dio per avermi dato ancora una volta la possibilità di essere così contenta . "
Non riuscii a fare altro che abbracciarla.
Fu un gesto spontaneo , che comunque apprezzò moltissimo.
" Perché non vai da Gabriel? Guarda è proprio lì . Per favore. Fai questo per me e lascia perdere quell'idiota di Robert . Non ti farà licenziare da Barnas se deciderai di lasciarlo , forza"
Trassi un profondo respiro.
Se soltanto sapesse quanto desiderio c'era in me di riabbracciare mio marito.  
Ma non potevo, non al momento almeno.
Guardai nella direzione che Stefy mi aveva gentilmente indicato con un cenno del capo , e lo vidi per la prima volta , dopo quel brutto giorno a lavoro in cui il mio collega Julian aveva perso la vita .
Gabriel indossava giacca , cravatta , una camicia bianca e dei pantaloni classici .
Stava più che bene . Osservava Aileen giocherellare con altri bambini con una mano in tasca .
Era bellissimo .
I suoi corti capelli dorati portati indietro, i suoi occhi verdi ...quanto mi mancava amarlo ?
Alla vista delle sue labbra rosa perlato poi , la voglia di baciarlo triplicava...ma non potevo .
Sembrava stanco , provato...forse aveva lavorato fino a tardi . 
Fu un vero disastro quando per sbaglio incrociai il suo sguardo .
Fu come sbattere contro un muro .
Impenetrabili.
I suoi occhi diventavano così quando stava male, quando soffriva...e non volevano darlo a vedere .
Il mio amore amava fare il duro in quei momenti . 
Voleva mostrarsi forte a tutti i costi , anche davanti alla donna che amava ma che nonostante tutto aveva imparato a conoscere le sue debolezze.

I nostri sguardi rimasero incatenati per un pò , ma ben presto il filo invisibile che continuava a tener loro uniti si spezzò per l'arrivo imminente di Victoria al mio fianco.
Sapevo che la rossa era ritornata a Los Angeles , che era ospite in casa di Gabriel...e il vederla anche alla cerimonia nuziale di Stefy era un qualcosa che proprio non riuscivo a mandar giù tanto facilmente .
Il suo corpo invidiabile era fasciato da un elegante vestito rosso sangue .
Aveva un incredibile scollo sul petto , che lasciava veramente poco all'immaginazione ed    un sorrisetto irritante sulle labbra carnose. 
Mi osservava mentre s'infilava in bocca una ciliegia con fare sensuale .
Che donna volgare! Non riuscivo proprio a sopportarla.
Come aveva fatto Gabriel ad innamorarsi di lei dieci anni fa, era un mistero.
" Sai, se non ti conoscessi abbastanza direi che la mia presenza ti faccia piacere" iniziò , parandosi davanti a me e facendomi perdere Gabriel del tutto di vista .
" Che vuoi ?" chiesi brusca, afferrando un bicchiere di champagne da un tavolo , che comunque non avrei mai bevuto .
Il mio bambino non poteva di certo assumere alcolici.
Stefy era andata a salutare altri parenti , e mi aveva lasciata sola .
Non me ne ero neanche resa conto quando se ne era andata .
Troppo presa a fissare mio marito, o meglio quello che per volere di Robert presto sarebbe diventato mio ex-marito .
Chissà Gabriel come aveva reagito.
" Sono contenta che tu abbia lasciato Gabriel ." rispose guardandomi dritto negli occhi.
Sgranai gli occhi e la guarda in cagnesco: " Non sono affari tuoi "
"A no?" inveì lei , i corti capelli rossi le incorniciavano il piccolo viso pallido .
"Prova soltanto una volta a sfiorarlo , e te ne farò pentire . Non farlo soffrire Victoria. Ha sofferto già abbastanza per te . "
Sapevo dove volesse andare a parare.
Il solo pensiero di immaginar lei e Gabriel in un determinato momento mi fece male . Rivoltare lo stomaco per l'esattezza. 
Scoppiò a ridere lanciando al testa all'indietro : " Io non devo farlo soffrire? E tu cosa stai facendo , esattamente? L'hai lasciato . Un motivo deve pur esserci . Non ti piace più ? E' un uomo libero , abbiamo una figlia in comune e..."
"Smettila" sbottai cercando di trattenermi nel prenderla a schiaffi.
"Sei gelosa" non era una domanda ma una affermazione.
Cosa voleva da me , eh?
" Se sei gelosa l'ami ancora..." mi disse tranquillamente
Deglutii : " Io...io non l'amo più" e dir quelle parole mi costò una fatica immensa
Lei roteò gli occhi: " Classica frase . Cosa ti ha fatto si può sapere?"
" Ma che cavolo vuoi da me?" sbraitai fuori controllo.
" Vedrai " rispose , e se ne andò.
Qualcuno sfiorò la mia spalla e sussultai spaventata.
" Non volevo spaventarti , cara" sussurrò Robert alle mie spalle.
Era proprio lui.
Mi voltai a malincuore : " Sei ancora qui?"
" Sai bene che non potrei lasciarti, e voglio che tu veda una cosa con me. Seguimi" mi disse , sforzandosi di usare un tono dolce dato eravamo alla presenza di più persone.
Robert non era affatto dolce altrimenti.
Prendendomi per mano mi condusse fin sopra il tetto di un palazzo dal quale si poteva  notare l'ampio giardino , e la parte in cui si stava svolgendo la cerimonia.
"Avvicinati con me, ancora" m'invitò .
Accostarmi al cornicione non fu semplice per me.
Nonostante non soffrissi di vertigini faceva un certo effetto trovarsi lì, bastava perdere un pò l'equilibrio era la fine.
La cosa che mi fece ancor più preoccupare fu veder Will , uno dei compari di quel folle che mi teneva in pugno .
Will era per tutti un porta-borsa , qualche volta autista, sempre agli ordini di Robert , ma in realtà era molto di più.
Ed in quel momento aveva un'arma in mano , una di quelle che ti permettono di prendere bene la mira , specie se in una buona posizione .
"Sai chi tiene d'occhio Will?" domandò con nonchalance.
Scossi la testa e lui sorrise.
" Costruisci una possibile traiettoria"
Mi mancò il fiato quando compresi ogni cosa.
Gabriel ed Aileen erano nel mirino.
" Quella ragazza dai capelli rossi con cui parlavi prima...vi ho sentite. Aveva l'aria di chi era venuta a conoscenza di qualcosa di prezioso , da poter comunicare al tuo maritino. Parla ancora una volta con lei e non ci penserò due volte a dire a Will di premere il grilletto. Tu adesso devi fare solo ciò che ti dico . Attraverso di te fino ad adesso ho ricevuto molte  informazioni riguardo Barnas e non solo ."
"Lasciami in pace" dissi sforzandomi di non piangere. " non fare del male alla mia famiglia"
All'improvviso delle sirene risuonarono nell'aria .
Delle auto della polizia si fermarono nel parcheggio poco distante all'ingresso del giardino.
Numerosi poliziotti scesero dalle automobile e si diressero verso la cerimonia a passo svelto . 
Cosa stava succedendo?
Gabriel sapeva che ci sarebbe stata questa spiacevole interruzione? Credo proprio di no.
Robert sorrise raggiante e mi condusse di nuovo giù.
Lo seguii come imbambolata.
Che cavolo stava succedendo ? Potevo saperlo ?
I poliziotti appena mi videro corsero proprio verso di me e gridarono: " Signora Stella Rossi lei è in arresto per l'omicidio di Julian Smith"
No. No. NO. Io ? IO ?
" No. Io non c'entro niente , siete impazziti ?" urlai con le lacrime agli occhi, sconvolta mentre mi ammanettavano .
Guardai Robert che sorrideva.
Era stato lui ad uccidere il mio collega, adesso ne avevo avuto la conferma...ed io stavo per pagare al posto suo ?
NO. NO.
Avrei voluto urlare il nome della persona che amavo.
Volevo lui , solo e soltanto Gabriel.
E lo vidi correre verso di me , sconvolto .
Neanche lui sapeva cosa stava succedendo.
Stefy era impallidita , poco distante da me.
" Che succede?" domandò Gabriel ad un agente in divisa, non appena mi raggiunse .
Quello scosse la testa: " Non possiamo rivelarle niente"
Gabriel lo fulminò con una occhiataccia e tirò fuori il suo distintivo , che teneva sempre con sé : " Detective Gray , ed adesso lei mi dice che cavolo sta succedendo. E' un ordine agente"
L'agente che non poteva avere più di quarant'anni davanti al distintivo diede le sue scuse : " Mi scusi detective non l'avevo riconosciuta. La qui presente è stata accusata di omicidio"
Gabriel spostò lo sguardo su di me . I suoi occhi erano sgranati , le pupille gli tremolavano .
Era confuso.
"Gabriel io non ho fatto niente" gli mimai con la bocca . 
"Ci deve essere un errore" rispose , ritornando a fissare l'agente
" Questi sono ordini del capo, noi stiamo solo facendo il nostro dovere"
Annuì : " D'accordo. Allora , vengo con voi."
Nonostante tutto non mi aveva abbandonato.
Mi amava. Io l'amavo.
Gabriel , ti amo .
Non voglio perderti .
Non devi perdermi .
Non dobbiamo perderci.
La situazione sta degenerando . Gabriel devi essere avvertito .
Non so ancora come farò , sarà rischioso per me e per tutti coloro che amo . Ma è l'unica soluzione ed io ho fede




Angolo Autrice 

Ciaoooo ragazzi ^^ il quarto capitolo è appena concluso .
La storia è ufficialmente iniziata :) e nel prossimo ci saranno un bel pò di cose interessanti ;) 
L'azione arriverà ^^
Ho pensato di scrivere un pò dal punto di vista di Jessica per far conoscere meglio il suo personaggio, cosa ne pensate? ^^
Ebbene , Robert sembra proprio che sia al sicuro...ma Stella non ha intenzione di mollare :) 
Gabriel si è lasciato un tantino andare ma...si è ripreso alla grande , credetemi ;) 
Ringrazio fabisweetheart, noemi_ST, Novalis, giada94 e _lalla27_ per le loro meravigliose recensioni ^^ 
Ringrazio inoltre chi preferisce , segue e ricorda questa storia che non andrebbe avanti senza tutti voi ^^ 
Al prossimo capitolo ;) 
Un bacione a presto ;) 



 

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Capitolo 5
*** Oltre gli ostacoli ***



Oltre il mare del mio cuore



La gente spesso definisce impossibili 
cose che semplicemente non ha mai visto. 
                        Al di là dei sogni 



 
Capitolo5. Oltre gli ostacoli 


 

Stella

 

Mi trascinavano per i corridoi del dipartimento di polizia, come fossi una criminale .

Ma non ero niente del genere .

Io ero innocente.

INNOCENTE .

Continuavo a ripeterlo, eppure nessuno voleva ascoltarmi.

Come se non esistessi, come se non contassi nulla .

Le lacrime avevano smesso di torturarmi il viso , ma l'incredulità di quella situazione aveva preso il sopravvento .

Non potevo crederci.

Mi sentivo mancare...ma non dovevo mollare.

Robert mi aveva incastrata.

Ma io ero stanca dei suoi giochetti, di essere la sua pedina da poter muovere in caso di bisogno.

No, basta.

Adesso basta.

Era il momento di rischiare e di non aver paura.

Era il momento del coraggio e di agire .

Quei due poliziotti , che mi stavano scortando chissà dove , stringevano forte le mani intorno alle mie braccia , ed ero quasi sicura di poter vedere le loro dita stampate sulla mia pelle se ne avessi avuta occasione .

Le manette intorno ai polsi pesavano e bruciavano terribilmente .

Non sapevo cosa avevano intenzione di fare .

Non sapevo cosa ne sarebbe stato di me nel caso in cui avessero deciso di arrestarmi per davvero .

In prigione.

Era il momento di parlare.

Dovevo farlo.

Gabriel era un buon poliziotto , sarebbe riuscito a difendersi.

Doveva difendersi e salvarsi da qualsiasi pericolo .

Trassi un profondo respiro quando mi fecero accomodare in una strana ed inquietante stanza dalle pareti nere e grigie .

Era la stanza in cui si tenevano gli interrogatori , ne ero certa.

Avevo avuto la possibilità di vederne qualcuna grazie ad alcuni film gialli che avevo visto , ma dal vivo faceva tutt'altra impressione .

Ed ero io quella che sarebbe stata interrogata, a momenti .

Rabbrividii al solo pensiero delle domande che mi avrebbero fatto .

Verità .

Amavo dir la verità da sempre.

Ma per proteggere le persone che amavo non mi era stato difficile dir bugie ultimamente .

Bugie , che pur nonostante tutto, mi avevano comunque allontanato dall'uomo che amavo.

Inspirai lentamente .

Dovevo trovar il modo di avvisare Gabriel , ma non potevo parlar così...senza pensare alle conseguenze.

Robert era un uomo senza scrupoli, dovevo stare attenta, cauta.

Valutare le possibili soluzioni.

" Stella Rossi. Suo zio è stato da prendere da esempio per lei ? " buttò giù un uomo dai capelli cortissimi , appena entrato nella stanza . Doveva essere un coetaneo di Gabriel .

Chiuse la porta alle sue spalle , e ridacchiò: " Mmm...mi dica , da testimone a criminale a distanza di cinque anni...perché ? Non le piaceva essere una normale cittadina californiana ? "

Scossi la testa affondando le unghie nei palmi delle mani per la rabbia cocente che mi stava scorrendo nelle vene : " Io non sono una criminale"

Sul volto dell'uomo apparve un finto sorriso : " Da ciò, intuisco che non riuscirà ad ammettere facilmente il suo operato. "

"Quale operato ? Di cosa parla? Avete preso la persona sbagliata" risposi a tono, guardandolo dritto negli occhi senza timore .

E questo doveva pur essere una prova della mia innocenza: il guardarlo senza timore .

Lui fece una smorfia e si chinò su di me , con i palmi poggiati sulla scrivania dietro la quale ero seduta: " La smetta di dire stupidaggini. Perché non ammette e basta? Abbiamo prove schiaccianti su di lei. E' stata la prima impiegata ad entrare nell'edificio, precisamente alle cinque e quarantacinque del mattino . Se lo ricorda?

Le guardie all'ingresso e le telecamere in servizio lo dimostrano .

Purtroppo il punto da cui il corpo del suo collega è venuto giù , non era a portata di telecamera . E' stata brava a far il lavoro sporco , ma non del tutto. Abbiamo trovato dei capelli sulla giacca del cadavere . Sa di chi sono? Suoi. E non ho ancora finito..."

Ero incredula. Basita. Ma presi parola , per difendermi:

" Sì, ero andata in ufficio per quell'ora...ma solo per risolvere alcune pratiche al signor Barnas . Può chiedere direttamente al mio capo. Avevamo un lavoro importante da sbrigare, non ancora terminato . Quando ho sentito un urlo , mentre mi trovavo al sesto piano , sono scesa giù e ho trovato...il...mio collega...in quelle condizioni. Sono stata io a trovarlo per prima. Può chiedere alle guardie , che prontamente hanno chiamato la polizia non appena ho gridato aiuto . Non pensa che se fossi stata io , me ne sarei andata...non so, magari via dalla città? Invece di rimanere lì ? "

Quello scosse la testa incrociando le braccia al petto : " Ah sì ? E come mi spiega il fatto che i suoi capelli erano sulla giacca della vittima? Mi è giunta voce che avevate litigato nella scorsa settimana. "

Strabuzzai gli occhi: " Litigato? Avevamo avuto solo un piccolo scambio di opinioni...nessun litigio."

Robert aveva fatto proprio bene i suoi calcoli.

Le prove contro di me erano schiaccianti.

Non avevo scampo.

I capelli sulla giacca di Julian...Robert aveva pensato anche a quello .

" Io sono innocente" sussurrai , e lo urlai anche dentro di me.

Qualcuno mi avrebbe ascoltata?

L'uomo davanti a me rise di gusto : " Ammetterlo le risparmierà anni di prigione , lo sa?"

" Ma io sono innocente" ripetei con più rabbia , chinandomi verso l'uomo ed arrivando ad una spanna dal suo viso .

All'improvviso qualcuno entrò nella stanza .

Gabriel.

Sospirai di sollievo.

Non indossava più gli abiti che aveva scelto per il matrimonio di Stefy .

Era ritornato ai vestiti di sempre .

Jeans neri, camicia bianca .

La pistola nella fondina ed il distintivo, entrambi alla cintura.

Aveva l'aria stanca , sconvolta...ma era lì per aiutarmi.

" Ah, detective Gray" lo salutò il suo collega, fingendosi sorpreso di vederlo .

" Oliver , lasciami solo con lei ." tuonò in tono deciso

" Il capo ha detto..." riprese quello , ma Gabriel non gli permise di finire: " Sono appena stato dal capo . Ho il permesso. Adesso tu esci da questa stanza immediatamente e non farai entrare nessuno. E' un ordine , e mi aspetto che tu lo esegua senza fare storie. A meno che tu non voglia che ti faccia rapporto."

Quello lo fulminò con un'occhiataccia .

Si allontanò da me e con fare teatrale disse : " Prego Gray, è tutta tua. E complimenti. La seconda donna che hai scelto di amare è anch'essa una criminale . Hai proprio bei gusti."

Rise.

E Gabriel gli afferrò il colletto della camicia strattonandolo : "Io non voglio ripetere sempre le stesse cose Oliver . Esci e liberami della tua squallida presenza. "

Mi rilassai completamente quando quel cretino sparì dalla mia vista e da quella di mio...marito, se così potevo ancora chiamarlo dato l'imminente divorzio .

Gabriel si avvicinò a me a grandi passi e mi scrutò con occhi attenti .

" Sono contenta che tu sia qui" ammisi , anche per rompere il ghiaccio tra noi .

Lui annuì .

Mi afferrò i polsi e mi libero della manette , per poi gettarle sul tavolo .

Sospirai di sollievo massaggiandomi i polsi doloranti : " Grazie"

" Le prove contro di te sono...sono veramente troppe" esordì lui , mettendosi a sedere sul tavolo, proprio davanti a me . " Poco fa , il capo voleva togliermi questo caso...a causa tua .

Aveva il timore che io fossi troppo coinvolto in tutta questa faccenda . Sono riuscito a convincerlo del contrario, ma devo agire con cautela .

Troverò il vero colpevole te lo prometto , e sarai libera . "

Una lacrima rotolò sul mio viso.

Lui credeva alla mia innocenza .

Lui credeva ancora in me .

Che sollievo.

Vidi il suo pomo d'Adamo fare su e giù, poi mi passò il pollice sulla guancia tartassata da quella lacrima sfuggita al mio auto-controllo : " Non piangere. Non serve"

Lo so. Non era il momento per comportarmi da debole.

La sua mano continuò ad accarezzarmi , ed io iniziai a premere ancor di più la guancia contro la sua mano .

Chiusi gli occhi.

Il suo tocco era così confortante , piacevole .

Nonostante la freddezza nella voce .

Si allontanò da me di colpo e mi voltò le spalle: " Devi dirmi qualcosa?"

Sgranai gli occhi.

Come aveva fatto a capirlo ?

Si voltò verso di me con le mani sui fianchi.

" Cosa vuoi che ti dica?" domandai cercando di far rallentare i battiti violenti del mio cuore

Inarcò le sopracciglia: " Victoria , prima che succedesse tutto questo...mi ha detto che avevi bisogno di parlarmi"

Io cosa? Cosa le avevo detto?

Victoria era uscita di senno?

" Io..."

Scossi la testa.

Non era il momento.

Dovevo pensarci di più , dovevo riflettere.

" Tu?" incitò lui , speranzoso di capir un pò di più da tutta quella situazione .

" Io...niente" risposi , e lui sospirò .

" Andrò in galera?" domandai con voce tremante

Lui mi guardò dritto negli occhi: " Sì"

" Ho paura" ammisi

Lui scosse la testa: " Non averne, mai "

" Gabriel...non mi abbadonare , ok ? " chiesi con il cuore in mano .

Rise piano: " Buffo , che tu mi chieda una cosa del genere."

" Lo so." non sapevo cos'altro dirgli. "ma ho bisogno di te, nonostante tutto."

Lui rimase a fissarmi da lontano per un pò , poi aggiunse: " Ti aiuterò. Mi basterà trovare l'arma del delitto dato che Julian è stato prima colpito alla testa e poi spedito giù . E quando tutto sarà finito...le nostre strade si divideranno proprio come volevi tu . "

Colpo al cuore . No, io non voglio questo.

No, non avevo nessuna intenzione di lasciarlo andare .

" Gabriel...stai attento" riuscii a dire.

Il saper che sarebbe andato ad indagare su tutta questa faccenda aumentava la mia ansia.

Mi guardò con attenzione, confuso : " Perché?"

" Non posso dirtelo . Ma se vorrai andare fino in fondo a questa storia...stai attento" non potevo non dirglielo .

Si avvicinò a me ancora una volta e mi afferrò le spalle con dolcezza: " Tu sai qualcosa" intuì

Sospirai e lui aumentò la presa: " Dimmi cosa sai , Stella"

Scossi la testa con forza : " Non posso, non così...non adesso"

Sbuffò battendo un pugno sul tavolo facendomi trasalire : " Capisci che non posso aiutarti facilmente se non mi dai almeno qualche indizio?! Perché non parli con me?"

Mi morsi le labbra con fare incerto.

Robert mi aveva gettata nei guai, sapeva che sarei arrivata fino a quel punto.

E se avessi fatto il suo nome?

I piani di quel folle cosa comprendevano ?

" Stella , guardami" mi ordinò l'uomo che amavo , sollevandomi il mento con due dita per costringermi ad incrociare i suoi occhi verdi .

" C'entra qualcosa quel Robert? Lavorate nella stessa società tu ed il tuo amichetto...e non mi sorprenderebbe..." non terminò la frase.

Mi morsi ancor di più le labbra , con più forza fino a farle sanguinare.

Abbassai lo sguardo.

"Guardami, guardarmi" continuava a ripetermi , duro, categorico .

Il mio mento trattenuto dalle sue dita .

Rialzai lo sguardo a fatica .

I suoi occhi verdi...era come se mi stessero leggendo l'anima .

Sfogliando ogni angolino della mia mente, che proteggevo in un cassettino della mia memoria .

Rabbrividii al contatto della sua pelle contro la mia quando con l'altra mano mi allontanò dolcemente una ciocca di capelli dal collo, per poi percorrere la mia mascella con la punta del suo naso, senza mai allontanare lo sguardo dal mio .

Avrei dovuto allontanarlo, ma non ci riuscivo.

Un contatto fisico con lui era capace di rendermi calma e serena.

Lui annuì tutto ad un tratto, come se avesse capito ogni cosa : " Tu vuoi proteggerlo da qualcosa, non è vero? "

Proteggere lui ? NO, mai.

Ma proteggere TE, Sì .

" Hai paura di lui " notò quando vide le mie mani iniziare a tremare .

Sì, avevo paura di Robert. E lui l'aveva capito .

Cercai di bloccare il tremore afferrando il tessuto del vestito color pesca , che ancora indossavo .

" Cosa ti ha detto ? Cosa cavolo ti ha fatto quello lì , eh? Si può sapere ? "

Scossi la testa con violenza : " Niente" mentii , ma non riuscii a fermare le lacrime che prepotenti scesero giù senza preavviso .

I suoi occhi si riempirono di una rabbia incontrollabile .

" D'accordo. Tu non vuoi parlare? Benissimo. Andrò da lui e dovrà dirmi ogni cosa"

"Gabriel NO" urlai spaventata afferrandogli una mano .

Ero terrorizzata all'idea che l'uomo che amavo andasse da quella serpe velenosa.

Ma con questo urlo disperato , non avevo fatto altro che aumentare i suoi sospetti.

Mi pentii subito dopo di quel che avevo fatto e detto .

Gabriel uscì di corsa da quella stanza , ed io...non potei che iniziare a pregare .

 


Gabriel


Quel porco.

Quel maiale.

Lui, c'entrava sicuramente in tutta quella storia.

Dovevo scoprire perché, ma soprattutto perché mia moglie si ostinava a proteggerlo.

L'amava?

No, non dovevo pensarci .

Non in quel momento.

Quel dettaglio non era fondamentale per risolvere quel caso.

Sentii la bile salirmi in gola , e feci una smorfia.

Robert .

Un solo nome , eppur capace di rendermi così nervoso .

Kevin mi raggiunse di corsa mentre mi apprestavo ad uscire dal dipartimento .

Era appena sceso dalla sua moto , aveva ancora il casco tra le mani ed i capelli corvini arruffati : " Che cavolo vuol dire che Stella è accusata di omicidio?"

Non mi fermai , e lui continuò a seguirmi a passo sostenuto : " Quel che hai capito dal messaggio che ti ho inviato"

" Cacchio" esclamò lui sconvolto .

" Ragazzo piano con il linguaggio . Piuttosto ritorna a fare il tuo lavoro, non dovresti essere qui."

" Jessica è arrivata a casa sua sana e salva. Ora ci penserà la scorta fuori casa sua a sorvegliarla assieme a sua madre . Ma tu , dimmi tutto"

Mi fermai di botto: " Tua sorella mi nasconde qualcosa. Qualcosa che ha come protagonista il suo nuovo fidanzatino da strapazzo . Lei è innocente , ed io troverò il modo di dimostrarlo...nonostante tutto. "

Mi guardò in modo strano: "Calmati un momento, frena . Chi? Parli di quel Robert?"

Annuii mentre mi decisi a salire in macchina.

" Dove stai andando?" mi domandò curioso

" A prendere a calci quell'idiota, fino a fargli sputare tutta la verità dalla bocca"

"Ok, vengo con te" decise alla svelta , prendendo posto accanto a me .

*****

Camminavo per i corridoi del tredicesimo piano di quel grattacielo senza guardare in faccia a nessuno .

Kevin al mio fianco faceva lo stesso.

Bussai alla porta che mi avevano indicato alcune ragazze alla reception , e quando entrai Robert era proprio lì , tutto un sorriso.

Ci stava aspettando.

Avanzai ancora e trassi un profondo respiro per invitarmi alla calma.

" In cosa posso esserle d'aiuto detective?" chiese in tono amichevole, con le mani intrecciate sull'addome e i piedi sulla scrivania.

Era così ben disteso sulla sua poltroncina.

" Lei c'entra qualcosa con l'omicidio commesso in questo edificio qualche giorno fa?"

Inarcò un sopracciglio: " Il colpevole non è già stato preso?"

Mi avvicinai a lui con fare minaccioso sotto lo sguardo vigile di Kevin

" Mi stia a sentire caro Robert. La persona che è stata arrestata non era in sua compagnia poco prima dell'arresto?"

" Sono rimasto infatti spiacevolmente sorpreso . Non credevo che fosse lei la responsabile. Era una ragazza così per bene , l'ammiravo ed era un'ottima amica nonché un passatempo molto gradito . No ? Ah già, dimenticavo che era sua moglie...mi scusi . "

"Si alzi " non riuscii a dire altro.

Lui obbedì , ed io non riuscii a resistere all'impulso di tirargli un pugno in piena faccia.

Mi guardò furioso non appena si riprese dal colpo ricevuto : " Ma lei è pazzo?Esca immediatamente da questo ufficio. Sa che potrei denunciarla ? "

Kevin mi afferrò un braccio e mi trascinò lontano da lui.

" Sei uscito di senno ?" mi sussurrò a denti stretti.

" Denunciarmi ? No, non farai una cosa del genere . E no, non me ne andrò...quindi? Che farai ? Chiamerai la polizia?" domandai con tono di scherno, ignorando le parole di mio cognato " da oggi sarò il tuo incubo peggiore . Ti terrò d'occhio Robert, voglio che tu lo sappia "

Lui rise : " Per fare cosa?" chiese , massaggiandosi la mascella dolorante " non avrai mai prove contro di me. E' stata lei , no? "

Davanti a quelle parole Kevin sgranò gli occhi e sbiancò .

" Brutto cane , bastardo . Tu vuoi farmi credere che mia sorella sia una criminale ? " l'apostrofò il ragazzo " Ti assicurò che le prove le troveremo, contaci. E se sarai tu il responsabile di tutto questo...io ti prometto che sarai il primo criminale che il sottoscritto sbatterà in galera. "

" Fate pure. Ma state attenti." avvisò lui riducendo gli occhi a due fessure.

"E' una minaccia?" dissi io a denti stretti , i pugni ancora pronti a colpire.

Rise: " Arrivederci signori. "

Lo guardai ancora , indeciso se dargli un altro colpo o risparmiarlo per il momento .

"Gabriel andiamo" m'invitò Kevin.

Ed io lo seguii, seppur continuando a tenere d'occhio quell'idiota.


 

Stella


Ero in cella.

Faceva freddo , l'aria era un pò umida .

Ero con le ginocchia strette al petto, il viso fra le mani e coperte dai lunghi capelli sciolti , rannicchiata in un angolo .

Era un incubo quel che stavo vivendo.

Le mie compagne di cella erano sdraiate sui loro letti a castello, dormivano .

Erano le cinque del mattino , ormai.

Ed io mi sentivo così impaurita, sola .

Deglutii. No, non dovevo cedere.

Gabriel avrebbe trovato il modo di tirarmi fuori da lì , il più in fretta possibile .

Una guardia bussò sulla porta di ferro all'improvviso , ed attraverso una piccola finestrella nel mezzo che aprì di scatto , infilò una lettera : " Rossi , è per te" disse in tono burbero.

Mi alzai ed andai a prenderla con passi leggeri per non svegliare nessuno , poi ritornai a sedere nel mio angolino , sotto una snervante luce al neon che sfavillava continuamente .

L'aprii con dita tremanti .

Gabriel, Aileen e perfino Kevin – che mi aveva nascosto il fatto di essere diventato un poliziotto - erano i soggetti di alcune foto scattate in vari posti della città .

Davanti scuola di Aileen, in prossimità del dipartimento di polizia .

Sotto casa di Gabriel.

C'era un bigliettino con una inquietante scritta: "Ricordati. "

Deglutii .

Gabriel era già andato a parlare con Robert , che l'avesse infastidito?

Alzai gli occhi verso il cielo .

Uscirò da questo schifo... 



Angolo Autrice 

Ciaooooo ragazzi ^^ Ebbene , Gabriel ha capito chi è il responsabile di tutto , anche se non conosce il perchè del suo modo di agire...e non pensa che tutto ciò sia connesso anche alla famiglia Barnas , che sta proteggendo .
Insomma , Gabriel è venuto a conoscenza del fatto che Robert non è un agnellino , ma tutt'altro. 
E Stella...lei non si arrende ;) 
Ringrazio Sophie_Saphira_Secretly , Novalis , fabisweetheart , _lalla27_ per le loro meravigliose recensioni <3 
Grazie per farmi conoscere i vostri pareri , è importante per me ^^ 
E ringrazio tutti voi che preferite, seguite e ricordate questa storia <3 
Al prossimo capitolo ;) 
Un bacione a presto ;) 

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Capitolo 6
*** Gioia inaspettata ***


 Oltre il mare del mio cuore


Ogni minuto che passa è un'occasione per rivoluzionare tutto completamente. 
                                                                           Vanilla Sky 
 
                             


Capitolo6. Gioia inaspettata


Kevin
 
Cacchio.
Per tutte le Vans del mondo !
Quella ragazza era sexy da fare paura .
Belle rotondità , non c'era niente da dire, da criticare...anzi.
Tutt'altro .
Una sculettata di qua e di là , qualche movimento sinuoso , fluido...molto , molto fluido .
Bello.
Proporzionata.
Truccata , sistemata .
Perfetta.
Sembrava una barbie in forma umana.
Ed era una Cheerleaders , naturalmente.
Se un tempo odiavo le ochette quaquaraquà adesso...adesso...gli ormoni erano...
Ok, ok. Kevin frena, un pò di contegno suvvia.
Non è un atteggiamento da uomo maturo, no signore.
Gabriel mi avrebbe ammazzato se avesse saputo la direzione del mio sguardo.
Invece di tener d'occhio la nostra testimone , che pur tuttavia continuava a restar seduta al mio fianco – precisiamo- io non avevo occhi che per Beatrice.
Bea.
Ti faceva proprio beare.
La ragazza più ambita della scuola da quel che mi era parso di capire.
Mentre la prof di matematica spiegava gli integrali – che tra parentesi per me non potevano essere altro che quei famosi cereali, per l'appunto integrali , che mangiavo la mattina per colazione  - Beatrice ed io continuavamo a fissarci .
Lei sorrideva, io ricambiavo.
Io sorridevo , lei ricambiava.
Poi c'era il tanto bel gioco di sguardi.
Wow.
Sospirai ammaliato .
Quella era la ragazza perfetta per me .
Sì, da un pò di tempo avevo capito che ritornare al liceo non era stata poi una cattiva idea del mio grande capo alias cognato incavolato-adessotispaccolafacciarobert meglio conosciuto con il semplice nome di Gabriel . 
Jess mi diede una gomitata alle costole interrompendo la mia straordinaria visione.
" Siete ridicoli " mormorò a bassa voce , con una smorfia di disgusto stampata sulle labbra
Sbuffai . I fatti suoi ? Non ero suo amico. Ok ? Ero lì solo e soltanto per il mio lavoro che ahimé riguardava la sua vita .  
Jess mi fissò con occhi attenti : " Hai gli occhi di pesce lesso , ultimo-arrivato"
Odiavo quando mi chiamava ultimo-arrivato a quel modo.
" Cosa c'è di male se guardo un pò una nostra amica?"
Rise sommessamente : " Nostra ? Quella non è mia amica"
" Figurati se tu hai amiche " ribattei , e subito dopo me ne pentii amaramente tappandomi la bocca con una mano.
Sono un'idiota.
Idiota. IDIOTA.
Il mio obiettivo non era allontanarla il più possibile da me, ma il contrario .
"Scusa" farfugliai alla svelta , quando vidi il suo sguardo vacillare.
Lei fece spallucce mostrandosi forte : " E' la verità . E sai perché ? Perché io non voglio ritrovarmi il loro piccolo cervellino di gallina impastato di sesso senza amore e rock en roll ."
" Come siamo drastiche" puntualizzai . Non aveva un tantino esagerato ?
" Senti. Se vuoi essere il settantunesimo di Beatrice vai pure da lei , no? Tanto voi ragazzi di oggi non avete nemmeno un cuore per amare . Vi interessa soltanto fare..."
"Calmiamo i toni ragazzina" le consigliai interrompendola
" Non chiamarmi ragazzina. Abbiamo la stessa età , cretino. Senti, perché non ti cerchi un altro posto invece di star seduto accanto a me ? Fino ad ora da sola stavo benissimo"
Ridussi gli occhi a due fessure : " Primo. Non abbiamo la stessa età. Secondo. Mi piace stare in terza fila, ok ? Terzo. Voglio essere anche tuo amico. Quarto. Smettila di usare quel tono aspro ed acido quanto uno yogurt senza grassi scaduto da un secolo . Quinto..."
Non mi lasciò finire: " Non c'è bisogno che mi fai la lista della spesa delle cose che vorresti da me, chiaro ? Ma...un momento. Se non abbiamo la stessa età vuol dire che sei stato bocciato?"
Oh no. Cavolo. Cavolo. Era troppo tardi per rimediare al danno.
Dovevo solo e semplicemente ammettere una cosa non vera per non farla insospettire.
" Ehm...sì"
Mi guardò con uno sguardo furbetto : " Bene , bene immagino ci sarà da divertirsi al compito di matematica"
" Vedi di passarmi il compito , poche storie" ordinai senza farmi alcun problema.
Le proteggevo la vita ed in cambio cos'era un compito ?
Rise ancora sotto i baffi : " Sogna bello , sogna"
Giusto, le non sapeva che le proteggevo le chiappe e non solo .
" Bene ragazzi, per oggi abbiamo finito" concluse la prof di mate che tra l'altro per me era come se non avesse mai aperto bocca.
Che me ne importava dei suoi cerea...volevo dire integrali ?
Avevo già passato quella fase della vita .
Quando Beatrice prese ad ancheggiare verso di me , trassi un profondo respiro e lasciai che un sorriso spontaneo mi conquistasse le labbra.
Respirai uno strabiliante profumo di vaniglia .
" Allora, ti andrebbe di venire ad una festa?"
Era partita in quarta.
Molto, molto bene.
Intrecciai le dita dietro la testa: " Ma certo , cucciola"
Lei rise per il modo in cui l'avevo chiamata : " Mi sei simpatico sai ? Tieni"
E da una delle tasche dei suoi pantaloni super attillati sfoderò un invito
" Villa con piscina, fiumi di birra e divertimento assicurato" disse per poi farmi un occhiolino molto sexy "puoi portare chi vuoi...esclusi ovviamente gli sfigati" concluse .
Poi diede un'occhiata derisoria a Jessica , che aveva riportato con un dito gli occhiali più su  sul suo naso . 
" Non esagerare , adesso" la ripresi con tono duro .
Il mio compito non comprendeva proteggere Jess anche dalla crudeltà che spesso qualcuno o qualcuna come lei poteva vivere a scuola , ma...qualcosa mi aveva punzecchiato lo stomaco .
Le parole di Beatrice mi avevano dato un certo fastidio , ecco .
Inoltre quella era la prima vera festa liceale anche per me .
Non ero mai stato invitato prima .
Ero un tipo asociale ai miei tempi .
Preferivo i videogames alle ragazze , birre e seratine passate a ballare chissà dove .
Ed anche se non sembrava ero...ehm , come dire...integro.
Ancora una ragazza non era riuscita a conquistarmi fino a quel punto , mettiamola così .
Su quell'aspetto stavo maturando un pò più tardi , l'ammetto . 
Sono sempre stato molto complicato anche nella scelta di qualcosa..
I miei gusti erano fin troppo complicati .
Beatrice si allontanò da me , come se non avesse ascoltato neanche una sillaba di quel che le avevo detto, mentre Jess cercava di sistemare meglio i suoi libri nella sua borsa a tracolla.
Guardai l'invito e...la mia bocca parlò prima che il cervello riuscisse a formulare un pensiero coerente . 
" Ti andrebbe di venire?" sparai così
Alzò gli occhi su di me , la bocca spalancata a forma di O . 
Poi inarcò un sopracciglio : " Stai scherzando?"
" Come devo interpretare questa tua reazione?" domandai sinceramente confuso .
Ok , l'avevo invitata perché...non lo so , ma...
" Io non vengo a quelle feste ridicole . E poi sono una sfigata quindi non posso neppur volendo ."
Parlava di se come sfigata con una naturalezza da far paura.
Ma qualcosa mi diceva che in realtà voleva andarci a quella festa, e che non voleva più essere definita ciò che in realtà non era  .
Anche solo per andar a vedere, insomma .
Era una donna. Quindi era curiosa.
Perché tutte le donne sono curiose.
Era la prima cosa che mio padre Alessandro mi aveva insegnato.
" Dai , non fare l'asociale . Ti passo a prendere a casa tua , sabato alle diciotto in punto . Fatti trovare pronta, d'accordo ? Non sono un tipo che ama aspettare .
E dai il meglio di te , ok ? So che ne sei capace , sei carina . Quindi devi semplicemente amarti per come sei... con qualche aggiustatina in più , tutto qui . Mi raccomando , dovrai essere una tra le sfigate più belle al mondo quella sera . Così le quaquaraquà non potranno dir nulla . "
Riuscii a farla sorridere.
Cos'era? Una sorta di miracolo . 
Credevo che avrebbe tirato fuori gli artigli dopo quel che le avevo detto .
Ed invece , che bel sorriso che aveva .
Quella ragazza doveva sorridere di più.
Ma lentamente il suo sorriso si spense e si schiarì la voce per dir queste parole:
" Non mi stai dicendo tutto questo perché se non cercassi di farmi più...beh, carina,  potresti vergognarti di me , vero ? Non è uno scherzo , vero ? Perché una volta un ragazzo mi ha fatto la tua stessa proposta...e sai cosa è successo? Quella sera sono rimasta da sola a casa."
Per la prima volta compresi quanto dolore cercasse di nascondere agli occhi di tutti .
Dentro di lei soffriva.
Una lotta contro se stessa.
Sul non piacersi e far in modo comunque di amarsi per andare avanti. 
" Io non sono come quell'idiota. Ma tanto per sapere , come si chiamava quel gran bravo ragazzo ?"
Forza, giusto per sapere.
Per spaccargli la faccia , comprendi ?  In stile Jack Sparrow .
D'accordo che non ti piaccia una ragazza , ma trattarla a quel modo.
Lei mi guardò dalla testa ai piedi: " Perché ti interessa?"
Feci spallucce : " Perchè amo riconoscere gli idioti quando li incontro "
"Sean " rispose con un mezzo sorriso.
Memorizzai quel nome e sorrisi soddisfatto. 
                                                   
Jessica
 
Ok, ero pronta.
Davvero.
Mi guardai allo specchio per l'ennesima volta e sospirai .
Era da tanto che volevo indossare quel vestito che mia madre mi aveva regalato per il mio diciottesimo compleanno.
" Un vestito da donna, finalmente" aveva detto
Sorrisi.
Sì, l'occasione per indossarlo era arrivata .
Quel morbido tessuto blu elettrico lungo fin sopra il ginocchio mi donava alla carnagione pallida del viso, che comunque avevo ricoperto di cipria .
Le lentiggini erano diventate perfino graziose sul mio viso.
Non ricordavo neanche come ci si sentisse ad essere carine, nel vero senso della parola .
Era un emozione che mi faceva stare bene.
Io stavo bene, wow .
Quel che stavo pensando sembrava assurdo perfino ai miei stessi pensieri.
Cosa mancava ancora ?
Il rossetto sulle labbra , che scoprii piacevolmente carnose. 
Infilai con fatica immane anche le lentine , e mi armai di ombretti , mascara ed eye-liner.
Sciolsi i capelli ramati dalla coda , che cascarono sulle spalle mostrandomi le loro onde morbide e ben delineate .
Ultima cosa furono le scarpe .
Mai avevo indossato i tacchi , ma era arrivato il momento di farlo .
Kevin mi aveva dato una speranza .
Era stato così gentile con me , nonostante tutto .
E poi non mi guardava con compassione , non mi faceva sentire una debole .
Anzi , i suoi modi di fare mi caricavano.
Ma...il solo pensare di lui mi metteva a disagio , qualcosa nello stomaco si agitava e...mi morsi le labbra con il rischio di colorare i denti con il rossetto .
Cavolo, cavolo. Pensai dandomi una manata in faccia.
Mi sono presa una cotta per lui ?
Stupida. Stupida. Così soffrirai.
Mi guardai ancora una volta allo specchio e trassi un profondo respiro: " è un tuo amico, semplice no?"
Ma perché non credevo neanche un pò a quelle parole ?
Scossi la testa .
Sempre meglio che continuare ad avere una cotta per Sean .
Uscii dalla mia camera e mi fiondai giù per le scale per raggiungere il soggiorno .
Diedi un'occhiata all'orologio a pendolo , e cercai di far rallentare i battiti del cuore, che stavano minacciando di farmi uscire l'organo fuori dal petto .
Mi portai una mano alla gola. Perché sudavo fredda ?
Perfino le mani erano bagnate .
" Tesoro sei un incanto" si congratulò mio padre raggiante " stasera esci?" chiese speranzoso.
Non uscivo mai , ed il saper che avrei messo un piede fuori la porta doveva essere una buona notizia per lui .
"Sì, un mio amico mi ha invitata ad una festa" dissi in tono soddisfatto
Ma la paura di essere abbandonata per la seconda volta era dietro l'angolo , e cercavo in tutti i modi di nasconderla .
No. Kevin era diverso da Sean.
Non dovevo temere.
Come al solito io avevo paura d'essere felice .
" Molto bene " mi disse papà  , ed il campanello suonò .
Oddio. Era venuto veramente.
Mi fiondai alla porta e quando l'aprii provai a fare appello a tutte le mie forze pur di non 
saltargli addosso per la gioia .
Kevin era...era...
Lui era Kevin. Punto.
Era davvero...bello .
Ok, teniamo sotto controllo l'emozione.
Jeans chiari e strappati un pò sulle ginocchia , camicia celeste - perfettamente infilata nei Jeans-  coperta in parte da una giacca nera sbottonata davvero graziosa ed abbinata alla cintura .
Sportivo- Elegante . Come andava di moda di questi tempi.
I capelli corvini erano arruffati .
Che aveva fatto?
Sorrisi appoggiandomi con un fianco allo stipite della porta : " Che hai fatto ai capelli ? "
Eh no, non potevo non chiederglielo.
Sfoderò un sorriso davvero delizioso , e si passò una mano fra i capelli nel disperato tentativo di riordinarli : " il casco"
" Il casco?" ripetei strabuzzando gli occhi , per poi incatenare lo sguardo con il suo . 
I suoi occhi erano un pò a mandorla,  scuri...ma racchiudevano una luce meravigliosa .
No, non t'incantare imbranata .
Lui si spostò per farmi notare una moto di grossa cilindrata posteggiata nel vialetto .
"Non ti aspetterai che io salga su quella moto conciata così , vero?"
Rise : " Paura ?"
"No" sbottai , infastidita un poco dalla sua risatina
"Allora, andiamo" ordinò  
Mio padre comparve improvvisamente dietro le mie spalle .
Curioso di conoscere il mio amico ?
" Ah, Kevin lascia che ti presenti mio padre" dissi un pò in imbarazzo.
Kevin scambiò una rapida occhiata con mio padre , poi si strinsero la mano .
"Piacere" disse Kevin , serio
Mio padre annuì , ma in quel suo sguardo voleva comunicare al ragazzo qualcosa di più.
Che mio padre fosse geloso?
Naaaa, doveva esserci dell'altro.
Che si conoscessero già ?
Ma come era possibile?
Sospirai : " Andiamo"
" Avrò cura di sua figlia non si preoccupi" aggiunse Kevin
Mio padre sorrise: " Ne sono sicuro"
Ok, quei due erano davvero strani.
Prendendo il coraggio a due mani infilai il casco non appena il mio amico me ne offrì uno .
Lui mise il suo , poi montò in sella .
Un rapido colpo di mano e la moto si accese con un rombo assordante.
"Sali e tieniti forte a me" ordinò facendomi un occhiolino attraverso la visiera .
Tieniti forte a me , aveva detto
Deglutii e salii dietro di lui a fatica.
I tacchi ed il vestito che avevo non erano di certo comodi per andare in moto.
Fu davvero dura convincere le mie braccia a circondare i suoi fianchi , ed il resto del corpo a rimanere seduto e perfettamente immobile dietro di lui .
Sotto le dita potevo percepire il calore della sua pelle nonostante la stoffa della camicia. 
Sorrisi fra me e me.
Gioia inaspettata
Era meraviglioso


Angolo Autrice 

Ciaoooooo ragazzi ^^ questo è un capitolo di passaggio...ma molto importante per la coppia Kevin-Jessica ^^
Venuta a conoscenza del fatto che il giovane ventenne non piaccia soltanto alla sottoscritta...dedico questo capitolo a Novalis ( una delle prime persone che ho conosciuto su Efp , meravigliosa ^^ ) , fabisweetheart ( spero che il punto di vista di Kevin ti sia piaciuto e di non aver quindi deluso le tue aspettative ^^ )  , Sophie_Saphira_Secretly ( spero che Kevin in questo capitolo ti sia piaciuto ancora di più ^^  ) , noemi_ST ( che mi segue sin dalla prima storia che ho pubblicato ^^ ) , _lalla27_ ( amante dei lieto fine come me ;) ) , tonia90 e giada94 (  leggere anche il vostro entusiasmo mi ha aiutata a scrivere meglio ^^ ) in altre parole... 
questo è un piccolo regalo per tutti coloro che come me amano Kevin e Jessica ( seppur entrata da poco nel cast XD ) 
Quindi anche a tutti coloro che preferiscono , seguono e ricordano questa storia , ed anche a chi legge in silenzio senza lasciar traccia  ^^
Nel prossimo capitolo ritorneremo anche dalla parti di Stella e Gabriel ;)
No problem ;)  
Grazie di cuore ragazzi ^^
Al prossimo capitolo ;) 
Un bacione a presto ;) 

 

 

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Capitolo 7
*** Dolci verità ***


 Oltre il mare del mio cuore


                   Tomorrow is another day
                   And you won’t have to hide away
                   You'll be a man , boy  
                   Woodkid  -  Run boy Run


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Capitolo7. Dolci verità 

Gabriel
 
 
"Allora , mi dici almeno come si chiama questo misterioso fidanzatino ? "
Aileen mi fissò con occhi attenti : " No "
Chiara. Semplice. Diretta.
" Tommy ? Sebastian ? William ? Jack ? Ryan ?"
Non volevo arrendermi . Ero testardo , doveva saperlo .
L'idiota di mio cognato non era riuscito a scoprire nulla sul mio attuale genero...ed io dovevo proteggere mia figlia in qualche modo , no ?
Dovevo sapere nome e cognome di quel ragazzino per informarmi sulla sua famiglia .
Suo padre aveva qualche precedente penale ? Sua madre ?
"Papà ho detto di no" sbottò mettendo il broncio ed incrociando le braccia al petto . 
" Tesoro, ma non sarai un pò piccola per questo fidanzatino?"
Non voleva dirmi il nome ? Il piano A aveva fallito .
Bene.
Era il momento di passare al piano B .
Puntare sul fatto che era troppo piccola per aver una relazione.
In altre parole manipolarla a tal punto da farle lasciare il ragazzino spontaneamente, almeno fino a quando non avesse avuto un'età adatta . Sui trent'anni probabilmente.
Mi fulminò con lo sguardo: " Piccola? Papà non sono più una bambina . "
" Quando avrai trent'anni potrai fare tutto quello che vorrai, ma adesso proprio no"
Sgranò gli occhi sconvolta: " Trent'anni ? TRENT'ANNI ? Papà ma tu ti sei sposato a venticinque, e sei diventato padre a venti ."
Roteai gli occhi: " Tu sei una signorina , io sono un maschietto"
Inarcò un sopracciglio: " Cosa è questa disparità tra uomo e donna, papà?"
Mi passai una mano fra i capelli : " Ok, ok...mi arrendo"
Almeno fino a quando non avrei avuto un piano C .
" Ma almeno mi permetterai di vederlo da lontano?"
Aileen ci pensò su un attimo: " Forse" rispose, per poi sganciarsi la cintura di sicurezza.
Eravamo arrivati a casa ,pronti per la cena .
Avevo appena parcheggiato l'auto accanto al cancello d'ingresso .
" Forse?" ripetei scuotendo la testa.
Lei si chinò su di me e mi scoccò un bacio sulla guancia: " Ti voglio bene, papà"
Sapeva come prendermi, non c'era dubbio.
Le scompigliai i capelli: " Fila via, che è meglio"
Lei scese dall'auto ridendo.
L'inseguii su per le scale del palazzo, per raggiungere il nostro appartamento. 
Ma appena arrivò davanti la porta d'ingresso non suonò il campanello , non chiamò la mamma a squarciagola come faceva di solito .
Rimase lì , ferma, immobile.
"Amore cosa c'è?" domandai un pò preoccupato.
Lei alzò lo sguardo verso di me , ed indicò la porta: " Perché è socchiusa ? La mamma chiude sempre a chiave le porta , sia quando è dentro , sia quando esce."
Spostai lo sguardo sulla serratura.
Era stata forzata.
Deglutii, qualcuno era entrato senza essere stato invitato.
Victoria? Lei ?
Spostai leggermente la porta in avanti , ed un forte odore di gas mi assalì in pieno .
Spinsi Aileen dietro di me , qualsiasi cosa c'era da vedere lei non doveva assolutamente averne parte .
"papà cosa succede ? La mamma?" mi domandò con voce tremante.
Era sul punto di piangere.
Mi voltai verso di lei e le afferrai le spalle, piegandomi leggermente sulle ginocchia per guardarla dritto  negli occhi: " Ascolta tesoro , tu ora devi stare qui . Va bene ?"
Aveva gli occhi lucidi e il solo guardarla in quello stato mi faceva star male.
" Ok, ma poi torni?"
Le accarezzai una guancia e le sorrisi : " Sì, certo . Vedrai che non sarà successo niente. Saranno stati dei ladri ."
Lei annuì: " Mi fido di te, papà"
Le scoccai un bacio sulla fronte , e mi rialzai per andare a vedere dentro.
Non appena entrai mi fiondai alle prime finestre che incontrai , mentre con una mano davanti la bocca cercavo di respirare il meno possibile .
L'odore di gas che avevo respirato poco prima mi aveva già fatto venir un enorme mal di testa .
Poi corsi in cucina a spegnere il gas ed a spalancare il piccolo balcone che si affacciava sulla strada .
In casa regnava il caos.
Mobili ribaltati, cassetti svuotati, il pavimento sfregiato.
Ma Victoria dov'era?
Nella sua camera ed in quella di Aileen non c'era .
Neanche in bagno .
Poi...la vidi distesa sul pavimento dietro al divano , nel salone .
"Ehi?" provai a chiamarla scuotendola un poco , chinandomi su di lei .
Le diedi qualche schiaffo , ma non dava alcun segno di vita .
"Victoria non puoi morire così" ringhiai infuriato .
Dopo un pò tossicchiò , ed io mi rilassai sedendomi sui talloni .
Aprì gli occhi lentamente e puntò lo sguardo su di me: " Ah, sei tu"
" Cosa è successo qui ? Come stai ?" domandai senza pensarci due volte, mentre l'aiutavo a rialzarsi , per poi farla sedere sul divano .
Si toccò la nuca con una smorfia, forse era stata colpita proprio in quel punto : " Credo che tu ti sia fatto un nuovo nemico . Cercavano te...ed il motivo se stai per chiedermelo, chiedilo a te stesso . In più appena ho provato a dargliene quattro , uno di loro mi ha colpita alle spalle . Erano in due . "
" Vuoi un bicchiere d'acqua...qualcosa, vuoi che ti porti in ospedale? " chiesi con premura. Dopotutto era pur sempre la madre di mia figlia, la donna che in passato avevo amato tanto e che lentamente stavo perdonando per tutto il male che mi aveva fatto .
Scosse la testa: " No, non ho bisogno di nulla. Ma il tuo nemico si è appena fatto un altro nemico. Dopo quello che mi hanno fatto i suoi due sgherri ti assicuro che non la passerà liscia"
" Trattieni il tuo spirito combattivo. Sei appena uscita di prigione non voglio che tu commetta qualche altra sciocchezza"
Rise : " La cosa più buffa? Le ho prese per te. Puff " esclamò sconvolta.
Risi a mia volta .
"Mamma" urlò Aileen , entrando di slancio dalla porta non appena sentì le nostre risate.
"Mamma" ripeté con occhi lucidi ma pieni di gioia " stai bene?"
"Benissimo tesoro. Vieni qui" le disse dolce Victoria, facendo spazio sul divano per far sedere nostra figlia accanto a lei.
La cullò dolcemente , e sinceramente non avevo mai conosciuto Victoria con questo suo lato materno. Era irriconoscibile.
Quando staccai gli occhi dalla mia famiglia, non mi sfuggì la scritta lasciata con uno spray di colore rosso sulla parete di fronte a me :  Ti tengo d'occhio anch'io. Stai attento.
 
Robert. Era stato sicuramente lui.
Chiusi le mani a pugno: " Quel gran...folle "
"Papà? Cosa vuol dire?" chiese mia figlia d'improvviso .
Anche lei aveva appena letto quell'odioso avvertimento .
Scossi la testa e mi misi le mani sui fianchi: " Aileen, Victoria. Fate le valigie. Andrete a dormire da mia madre"
"papà , no" iniziò Aileen , ma io non le permisi di finire.
"Tesoro, non puoi stare qui ok? Ci sono persone cattive in giro .
Persone che non ci penserebbero due volte a farti del male. Andrete dalla nonna. Sarete al sicuro lì"
Victoria si passò la lingua sulle labbra: " Io non mi nascondo. Io voglio spaccare la faccia a quella belva. Adesso è diventata una questione personale . "
"Smettila. Ti hanno quasi uccisa. Se non fossi arrivato in tempo a quest'ora saresti morta" le ricordai , ed Aileen sbiancò .
Mi prese per mano : " Tu verrai con noi , vero papà?"
Le scoccai un bacio tra i capelli: " Non posso , amore . Ma prometto che verrò presto a trovarti ."
" Non voglio che ti facciano del male"
Una lacrima le sfuggì ed io sentii una pugnalata al petto: " Non mi succederà niente" le promisi.
" E Stella ?" domandò ansiosa .
" Lei starà bene" la rassicurai con un sorriso.
Non sapeva che Stella fosse finita in carcere .
Ma almeno lì , mia moglie era realmente al sicuro da quel folle che l'aveva incastrata.
Era guerra aperta. Robert vuoi giocare?
Le regole le detto io.
Il mio iPhone squillò , lo recuperai da una tasca dei jeans e risposi senza neanche veder chi fosse a cercarmi .
" Detective Gray?" domandò una voce femminile
" Sì , sono io" risposi con tono un pò alterato.
" Sono l'agente Rosalie Cloud. Hanno appena chiamato dal carcere. Sua moglie ha subito un' aggressione."
Smisi di respirare.
Perfino il mio cuore smise di battere.
Cosa?
No, non poteva essere vero.
No, si erano sicuramente sbagliati.
Stella stava bene, doveva stare bene  
 
 
 
Kevin
 
La musica era a palla .
Porca pippetta faceva davvero male ai timpani .
Non ero più giovane come una volta . 
Puff.
Ero davvero diventato noioso come mio cognato ?
La seconda opzione mi sembrava più consona ai miei attuali comportamenti.
No. Che tristezza.
Sospirai ed uscii fuori per prendere una boccata d'aria.
In quella villa extra-lusso di Bea quasi non riuscivo a respirare più , ed era diventato perfino difficile muoversi per raggiungere qualsiasi angolo della casa tanto era brulicante di individui .
Eravamo in troppi. Davvero troppi.
Quando raggiunsi la meravigliosa piscina esterna , illuminata da bei faretti colorati , sospirai e tirai fuori una sigaretta dalla tasca dei Jeans .
Coppiette si sbaciucchiavano sdraiate sull'erbetta, oppure sulle sdraio in plastica.
Bottiglie di birra erano sparse un pò dappertutto .
Qualcuna galleggiava anche sull'acqua ormai diventata torbida .
Bla.
I ragazzi  quando volevano sapevano bene come sporcare un'intera villa.
Mi sorprendeva il fatto che i vicini non richiamassero un pò di attenzione per aver silenzio.
Bah, forse ormai erano abituati alle feste di Bea.
Alzai gli occhi verso il cielo, era una bellissima ed incantevole serata.
La luna era crescente e la sua fioca luce non impediva al bagliore di qualche stella di farsi notare.
Faceva caldo.
Ovviamente .
Ormai la Primavera era finita.
L'Estate era alle porte. Presto avrei lasciato definitivamente e per sempre il liceo .
Sempre se a mio cognato non gli fosse venuta qualche altra strana idea in mente .  
Portai la sigaretta alla bocca e l'accessi con un micro-accendino rosa che mi aveva gentilmente prestato la migliore amica della padrona di casa.
Jess , speravo che si stesse divertendo.
Era riuscita a fare qualche amicizia , ed avevo preferito lasciarla andare piuttosto che starle addosso .
La festa sembrava tranquilla.
O meglio sembrava tranquilla per quanto riguardava la non presenza di qualche criminale nei paraggi .
Non volevo starle con il fiato sul collo , per il semplice fatto di non farle fraintendere le attenzioni che le rivolgevo .
Non volevo che pensasse che provassi qualcosa per lei .
Anche se dovevo ammettere che era diventata completamente un'altra persona quella sera .
Aveva acquistato un certo fascino , davvero .
Quando mi aveva aperto la porta di casa sua avevo fatto persino fatica a riconoscerla, tanto era stata repentina la sua trasformazione .
Ero rimasto piacevolmente sorpreso.
Doveva curarsi più spesso, perché aveva belle gambe , belle labbra e un bello sguardo a cui mai prima avevo prestato molto attenzione , forse per via degli occhiali . Stava bene senza .  Glielo avevo anche detto mentre si stringeva forte a me durante il tragitto in moto per arrivare a questa festa  .
L'abito blu elettrico le donava , sul serio .
Perfino i lunghi capelli ramati avevano acquistato quella lucentezza in più, che a scuola non avevano .
Una mano mi sfiorò la spalla e sussultai sorpreso .
" Ciao" mi disse una femmina .
Un momento . Ma questa non doveva essere in compagnia di Jess ?
Sì , era una delle ragazze con cui l'avevo lasciata .
" Jess?" domandai senza ricambiare il saluto .
Lei fece una smorfia : " Aveva iniziato a parlare di libri. Di cavolate senza senso ed ho preferito andarmene. Ti va di divertirci un pò ? Io sono sola...tu sei solo e..."
"Ma lei è ancora dentro? " domandai con il cuore in gola .
Ignorando i suoi atteggiamenti da donna facile .
" Vogliamo divertirci un pò , oppure parlare di lei ? Non capisco . " ribatté annoiata.
Le afferrai un polso non appena provò a toccarmi il viso: " Non ho intenzione di stare con te . Ed adesso rispondi alla mia domanda . "
Sbuffò spazientita roteando gli occhi e mettendosi le mani sui fianchi : "prima l'ho vista scappare via , chissà da chi . Non so dove sia andata in questo momento , ma a me non importa e non dovrebbe neanche interessare a te . Insomma lei non è poi così bella. "
Deglutii : "In che direzione è andata?"
Non avrei dovuto lasciarla sola.
" Sarà andata a prendere una boccata d'aria sul tetto della villa." ipotizzò con nonchalance.  
Era andata di corsa. Tetto.
E se qualcuno stesse provando ad ucciderla ?
Oddio, no.
Ma che idiota , come avevo potuto lasciarla sola ?
Mi fiondai accanto ad un tavolino di ferro battuto poco distante , e spensi la sigaretta nel posacenere in ceramica . 
Poi mi portai una mano dietro la schiena , sotto la giacca, alla ricerca della mia pistola .
No . Cavolo. Cacchio. Cacchio. Non l'avevo!
Come era possibile ?
Ero diventato un poliziotto.
Come era possibile che mi fossi dimenticato la pistola mentre – tra virgolette- ero in servizio ?
Digrignai i denti . " Sono un'idiota"
" Ti va di bere?" continuò quella lì arricciandosi una ciocca di capelli intorno ad un indice.
" Non posso. Sono in servizio . Fa silenzio" sbottai contrariato.
Lei inarcò un sopracciglio e rise : " In servizio? Di cosa?"
Sgranai gli occhi: " Ehm...alla ricerca di una buona ragazza con cui trascorrere la serata. E vorrei essere possibilmente sobrio"
Scoppiò a ridere : " Sei figo. Mi piaci. Posso essere io questa donna, allora ?"
L'allontanai da me con una lieve spinta , non appena provò ad avvinghiarsi come una cozza .
" Senti. Vado a cercare Jess e non seguirmi. Non sei la donna che fa per me " troncai così la veloce conversazione. 
Ritornai dentro.
Salii due rampe di scale di corsa , ed un'altra decisamente più stretta e piccola che portava alla mansarda . 
Che nervi.
Per accedere ai piani più alti della villa avevo dovuto sgomitare, gridare e non solo...avevo dovuto perfino scacciare via una coppia dalla mansarda mentre si stava divertendo in maniera davvero molto disgustosa.
Ecco perché rifiutavo di andare a queste feste in passato .
Prima non ricordavo precisamente il motivo delle mia assenze a questi eventi , ma ora mi era tutto più chiaro .
Non sopportavo chi si ubriacava e poi vomitava da qualche parte ridacchiando come un'idiota davanti ai suoi amici .
E non sopportavo chi conosceva qualcuno e quella stessa notte dava sfogo ai suoi istinti focosi .
No , avevo fatto bene a preferire i miei videogiochi .
Ero immaturo in passato , forse ancora tutt'ora , ma era sempre meglio far l'immaturo davanti ad un videogioco che in questo modo .
"Jess" la chiamai con il cuore in gola.
"Jess?" domandai , quando sentii qualcuno singhiozzare.
In poco tempo , scavalcando il davanzale della finestra della mansarda mi ritrovai sul tetto di tegole rosse .
Lei era lì .
Sul punto di buttarsi ?
Cosa ?
Guardava giù continuando a singhiozzare.
"Che fai?" le urlai contro, il cuore a mille. 
Lei si voltò verso di me in lacrime : "Vattene Kevin, cosa ci fai qui ?  "
Mi allarmai. 
Che aveva intenzione di fare ?
Cosa era successo tanto da portarla fino a quel punto ?
A tutto c'era una soluzione , perché lei era ricorsa a quell'unica soluzione da cui poi non sarebbe potuta più tornare indietro? 
" Calmati. Spiegami cosa è successo" le dissi , avanzando verso di lei con cautela.
" Non ti avvicinare Kevin." minacciò lei brusca
Io misi le mani avanti, ma continuai comunque ad avanzare verso di lei : "Stai calma."
Come era possibile ? Io la stavo proteggendo da chi voleva ucciderla , e lei voleva togliersi la vita da sola ? Dovevo salvarla anche da se stessa?
" Non ne vale la pena" le dissi, non sapevo che altro dire o fare per convincerla a non commettere sciocchezze .
Lei rise in tono amaro: " Bea dice che non sono nessuno. Non valgo a molto. Il mondo sarebbe migliore senza una sfigata come me. E non pensa tutto questo soltanto lei. La verità è che non ha senso la mia vita. "
Sgranai gli occhi:" E tu credi a quella ?"
Era scossa da fremiti , ed io dovevo aiutarla e portarla via da lì.
" Ha ragione. Non servo poi a molto . Sono soltanto un peso. " ripeté
"Cosa? Ma che cavolo dici? Non sei un peso Jess. Non lo sei per la tua famiglia, per i tuoi amici...per tutte le persone che ti amano . "
"Non ho amici" rispose furiosa
"Ed io chi sarei ?" le domandai indicando la mia persona " andiamo non fare la debole. "
"Sono una debole , Kevin" rispose tirando su col naso. " Tu non mi conosci. "
Scossi la testa: "Allora dammi la possibilità di farlo.  Non credere a tutte le bugie che ti dicono , ai pensieri malvagi che ti tartassano la mente . Il mondo è pieno di cattiveria, ma spetta a noi scegliere alla fine se ascoltare tutte quelle negatività oppure no . Non lasciare che ti influenzino la vita , non permettere che gli altri ti dicano cosa sei , cosa puoi fare o non puoi fare...tu sei speciale , sei preziosa , unica e hai tutto il diritto di vivere la tua vita per come sei . La gente parla contro di te , o contro le ragazze e i ragazzi come te, per difendere se stessa . Per paura di essere giudicata , attaccata , anche loro sentono di aver problemi con il mondo intero , cercano di nascondersi ma non ci riescono . Io ho visto tanta forza e coraggio dentro di te Jess , queste forze sono in ognuno di noi grazie a Dio , ma hai paura di tirar fuori tutto questo...perché ? I deboli sono coloro i quali hanno bisogno di far star male gli altri con gesti , parole , per sopravvivere .   "
"Perché allora io non riesco...io...no..." balbettava , confusa
Ormai ero soltanto ad un passo di distanza da lei.
Vedevo chiaramente le lacrime continuarle a rigare il viso .
Aveva gli occhi cerchiati di nero , per il trucco sfatto ed ormai sciolto dalle lacrime .
Allungai una mano verso di lei : " Questa non è l'unica soluzione . Non lo è mai , ricorda , e fidati di me . Faresti del male alle persone che ami , porteresti tanto male...e tu? Tu non potrai più vivere la tua vita . Jess la vita è un dono...un dono di Dio , e non puoi gettarla così , come se fosse qualcosa di poco prezioso , senza valore .
Non odiare questo grande dono , perché con esso tu sei destinata a fare grandi cose . Nessuno qui nasce invano , io credo in questo . Ognuno di noi deve avere uno scopo nella vita. Il tuo non so ancora quale sia , ma non spetta a me saperlo. Quindi non credere che la tua sia una vita inutile , perché non è affatto così .
Non dare una mano a chi vuole vederti cadere . Chi ti ama non vuole vedere questo. Tu non sei un peso , chiaro ? Tu hai il diritto di vivere ed il dovere di proteggere la tua vita "
Mi guardò per lunghi istanti.
Ed io prontamente ricambiai il suo sguardo, nel cercar di trasmetterle tutta quella forza di cui aveva bisogno. 
Fece per stringere la mia mano .
E dentro di me esultai.
Ma improvvisamente scivolò e gridò .
L'unica cosa che riuscii a fare per non farla cadere giù dal tetto , fu afferrarla per il polso destro e stringere i denti per non mollare la presa affondando i piedi tra alcune tegole , che scricchiolarono non poco ormai sul punto di rompersi sotto il mio peso .
" Kevin, non mi lasciare" urlava spaventata senza guardare sotto di sé .
Aveva il viso contratto per lo sforzo di non lasciar la presa della mia mano .
I piccoli piedi che cercavano un appiglio , ma senza successo . 
Prima aveva fatto tutto quel casino ed adesso voleva che io la salvassi  .
Lanciai la testa indietro e con tutte le mie forze cercai di tirarla su afferrandola con entrambe le mani .
Riuscii a metterle al sicuro le spalle, poi il petto, i fianchi .
Quando riuscii del tutto a tirarla su mi cadde addosso con tutto il peso , schiacciandomi contro le tegole che sentii una ad una dietro la schiena .
Forse due o tre si spezzarono del tutto.   
"Ahi" ululai di dolore .
"Oddio, scusa" disse mortificata .
Sentivo il suo respiro accelerato sul viso .
Le sue mani strette a pugno sul mio petto .
Le sue labbra carnose e dischiuse ad un centimetro dalle mie : " Prima ti definisci una debole e poi mi salti addosso ?" scherzai per smorzare un pò la tensione.
Lei mostrò un piccolo ed incerto sorriso : " Kevin...ma sei un angelo?" mi domandò seriamente
" Sì , le ali non le vedi ?"
Mi diede uno schiaffetto su una guancia : " sei un angelo .  Qualcuno mi avrà mandato te per farmi capire che in qualche modo valgo anch'io , altrimenti non saresti comparso così...dal nulla . Molto spesso non facciamo caso a chi ci sta intorno , ma spesso proprio le persone che ci stanno accanto ci aiutano nella vita di ogni giorno . Grazie nuovo-arrivato . " 
Le portai una ciocca di capelli dietro un orecchio , ma non risposi.
Tuttavia le mie labbra decisero di incontrare le sue .
In quel momento avevo il desiderio di baciarla , punto .
La luce argentea della luna poi le illuminava i capelli ramati che le incorniciavano il viso pallido , ed evidenziavano quel suo piccolo sorriso come fosse una preziosa perla appena scoperta in fondo all'oceano .
Era stato un richiamo irresistibile a cui io non ero riuscito a resistere . 
Le baciai con dolcezza , e quando mi allontanai un pò da lei le sorrisi sorpreso dal mio stesso gesto : " Hai delle belle labbra" mi complimentai con lei.
Morbide. Calde. 
Perché una ragazza come lei aveva pensato solo minimamente a non pensar più d'esistere ?
Non si rendeva conto di quanto fosse stupido e carico d'egoismo quel solo pensiero .
Deglutì in imbarazzo , e se ci fosse stata più luce forse avrei potuto notar persino le sue guance diventar rosse per la prima volta : " G...grazie"
Jess non era un tipo che arrossiva facilmente.
All'improvviso fece una smorfia: " Puzzi di fumo"
" Sarà stata la sigaretta che ho fumato prima" spiegai con una scrollata di spalla , non appena riuscii a mettermi a sedere .
Le mostrai perfino il pacchetto: " Ne vuoi una?"
Lei mi sorrise , prese il pacchetto e...
" CHE CAVOLO HAI FATTO ?"
Aveva lanciato il pacchetto oltre il tetto . Ma era impazzita ?
" Facciamo suicidare le sigarette . Fanno male . Il fumo fa male. Da oggi tu smetterai di fumare . E' deciso.  " dichiarò in tono duro.
"Cosa?" non mi lasciò neanche il tempo di ribattere.
Aveva già posato le sue labbra sulle mie . 
 
Jessica
 
Idiota.
Pensavo davvero che l'unico modo per risolvere i miei problemi fosse quello di non esistere più ?
Scoppiai a ridere .
Che idiota. 
Che scema. 
No, il mondo era stato fatto anche per me .
Era anche MIO , ed io dovevo capirlo . 
Per le mie idee , per il mio modo di vivere .
Se fossi morta tutto sarebbe finito così ,  avrebbero vinto quelle bugie che non facevano altro che aver l'intenzione di distruggermi la vita ma...adesso basta.
Basta.  Io avevo una vita.
Non ero un peso , e nessuno doveva aver la mia morte sulla coscienza.
Le poche persone che mi amavano veramente non potevano soffrire per me.
Per un momento ero stata egoista non soltanto con gli altri, ma anche con me stessa.
Incredibile.
No, basta. Era ora di farsi avanti, di vivere.

n quel momento respirare l'aria fresca , a pieni polmoni, in sella alla moto di Kevin era un qualcosa di spettacolare , e mi riempiva ancor di più di voglia di vivere e di affrontare qualsiasi tipo di problema .
Il vento fra i capelli , sulla faccia , lo sentivo scorrere fra le mie dita ed insinuarsi dentro il vestito .
Mi sentivo libera.
Libera .

Ero riuscita ad aver il consenso di non mettermi il casco .
Ma solo per quella sera , Kevin era stato chiaro .
Spalancai le braccia e urlai al vento alzando lo sguardo verso il cielo stellato .
Sì, ero ancora viva.
Viva.
Kevin si voltò verso di me per un breve istante .
Forse credendomi impazzita, oppure semplicemente contento di vedermi ritornare alla vita. 
L'abbracciai da dietro , poggiando la fronte sulla sua schiena e respirando il suo profumo allo zenzero .
Mi aveva baciata.
Mi...aveva...oddio...baciata.
Io ero stata baciata .

Quando arrivammo davanti casa mia, Kevin fermò la moto con una leggera sgommata ed io scesi a fatica , per via del vestito .
Lui rimase seduto in sella: " Ci vediamo domani a scuola"
Annuii con un sorriso : "A domani" lo salutai a mia volta.
Incredibile, non avrei mai pensato di dire un giorno  : "Wow , domani a scuola" 
 
Gabriel
 
Andavo avanti ed indietro in uno dei corridoi dell'ospedale .
Lungo, spoglio, freddo.
Non ricordavo neanche fino a quale piano fossi salito .
Due ore.
Aspettavo da un'eternità  , e nessuna notizia .
Ricordavo solo la corsa in auto che avevo fatto per venir qui , il salire le scale a due gradini alla volta . 
L'attesa era snervante .
Ti logorava dentro.
Un minuto.
Due minuti.
Tre minuti.
Quattro minuti.
Ed il cuore batteva frenetico nel petto.
Scivolai su una sedia , poggiata al muro . 
Io...non potevo...non pensare al fatto che se fosse morta...NO .
Stella non sarebbe morta.
Stella non mi farà questo.
Stella non è morta. 
Non può , non deve.
Perché non mi davano nemmeno una notizia ?
Io non posso vivere senza di lei.
 Io...non potevo .
Non voglio perderla. Dio, no ti prego.
Perderla così, senza chiarirci , senza dirle che ancora l'amavo più della mia stessa vita...no.
Ti prego, ti prego .
Iniziai a battere un piede per terra per scandire i secondi mentre mi portavo entrambe le mani sul viso , poi fra i capelli .
Ma perché l'avevano aggredita ? Perché ?
La cosa che mi faceva star più male era che tutta questa storia era sorta perché voleva essere lei a proteggere me . 
Proteggere me da quel vigliacco assassino .
Dopo qualche altro minuto, tirai fuori da una tasca quelle foto.
Quelle odiose foto.
Erano state consegnate a mia moglie, in una busta da un mittente anonimo mentre si trovava in carcere .
C'eravamo io , mia figlia , Kevin.
Le nostre teste cerchiate di rosso , eravamo possibili obiettivi.
Era un odioso e squallido ricatto.  
Ed un bigliettino con una minaccia ancor più che evidente : ricordati.
Doveva ricordarsi di star zitta , di subire una colpa che non era sua...per noi, per il nostro bene.  
Robert io ti faccio fuori.
Aveva sicuramente pagato la guardia carceraria per far giungere tutto questo schifo a mia moglie
Io ti arresto, ma prima ti faccio tanto male assassino.
Mi alzai e diedi un pugno ad una parete . 
Mi sbucciai le nocche e mi salirono le lacrime agli occhi .
Perché non mi aveva detto niente? Avremmo trovato il modo di risolvere insieme tutta questa situazione.
" Il signor Gray?" domandò qualcuno alle mie spalle.
Mi voltai di scatto .
Un medico mi stava osservando con attenzione .
Le mani nascoste nelle larghe tasche del camice .
Abbozzò un sorriso sul volto stanco : " Sua moglie si riprenderà , non si preoccupi . Grazie a Dio tutto è andato per il verso giusto . Ma sarebbe stato meglio se l'aggressione non fosse mai avvenuta , soprattutto per le condizioni in cui versa sua moglie .  Ha seriamente..."
Non gli lasciai neanche il tempo di finire: " Quali condizioni?"
Ero contentissimo che Stella stesse bene ma...quali condizioni?
Cosa...insomma, volevo sapere...
Non mi aveva detto niente . Cosa nascondeva ancora ?
Il medico , un cinquantenne, si schiarì la voce per poi comunicarmi : " La signora aspetta un bambino . In maniera più precisa è ormai giunta al terzo mese di gravidanza . Non ne sapeva niente ?" domandò incuriosito . 
Un nodo mi serrò la gola .
Incinta. 
Stella era incinta . 
"Come? Un figlio ? " balbettai sorpreso .
Il medico annuì : " Sì , pensavo sapesse questa notizia, comunque potrà andare da lei quanto prima " e si congedò dandomi una pacca su una spalla .
Un figlio .
Tre mesi fa Stella aveva deciso di lasciarmi, quindi stavamo ancora insieme quando...   
Era mio.
Mio figlio.

Stella sono qui e dobbiamo parlare


Angolo Autrice 


Ciaoooo ragazzi ^^ prima di tutto ringrazio ancora Novalis per il banner che ha realizzato per questa storia ^^ 
Poi...cosa ne pensate di questo capitolo carico , carico di avvenimenti importanti ? ^^
Gabriel e Robert sono in guerra ormai :/   
E finalmente il nostro sbirro è venuto a conoscenza della verità ;) ma ci sono ancora dei punti da chiarire ;) 
Kevin e Jessica sempre più vicini...e Jess sta uscendo da quel forte senso di inferiorità che non le permetteva di vivere pienamente la vita ^^
Ed inoltre...il loro primo bacio è arrivato *______* non sono teneri ? *_______* 
Ringrazio fabisweetheart , tonia90 , Novalis, Sophie e noemi_ST per aver recensito il capitolo precedente :) 
E ringrazio come sempre tutti voi che preferite, seguite e ricordate questa storia ;) 
Al prossimo capitolo ;)
Un bacione a presto ;) 

 

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Capitolo 8
*** Insieme ***


Oltre il mare del mio cuore


Garantisco che ci saranno tempi duri… 
garantisco che ad un certo punto uno dei due, o tutti e due, 
vorremmo farla finita…ma garantisco anche che 
se non ti chiedo di essere mia lo rimpiangerò per tutta la mia vita, 
perché sento nel mio cuore che sei l’unica per me. 
                                                  "Se scappi ti sposo" 
                                                      

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Capitolo8. Insieme
 

Stella

 

Ero intorpidita .

Ogni parte del mio corpo doleva come non mai .

Come se fossi ricoperta di lividi dalla testa ai piedi .

Ad ogni respiro puntualmente era come se mi arrivasse una pugnalata in pieno petto, seguita da altrettante fitte inspiegabili allo stomaco...anzi non del tutto inspiegabili, avevo fame e sete .

Mi era passato sopra un camion o non so...un intero treno ad alta velocità ?

Mi sorprendeva il fatto che fossi ancora viva .

I muscoli rispondevano , ma a fatica .

Fino a quel momento erano rimasti un pò irrigiditi , e chissà per quanto tempo .

Provai a muovere dapprima le dita , poi i piedi...

Riuscii a sbattere le palpebre che mi proibivano di veder dove fossi finita dopo...

dopo...dopo cosa ?

Oddio , dove mi trovavo ?

Ero consapevole di essere distesa su un letto dalle lenzuola ruvide ma...

un lampo squarciò nella mia mente ogni altro pensiero non utile in quel frangente .

I ricordi dell'aggressione da parte delle mie compagne di cella, ritornarono vividi nella mia mente ,come se stessi vedendo ciò che era accaduto per la prima volta .

Mi avevano presa di slancio , all'improvviso, mentre ero distesa sul mio letto , senza avere all'apparenza un motivo ben preciso .

Ricordai i loro pugni sulla mia faccia , la mia testa sbattere contro il muro , i loro calci sui miei fianchi, i miei capelli tirati con forza e le mie urla che non furono ascoltate da nessuno. Numerosi schiaffi mi avevano torturato le mani mentre cercavo di proteggere il mio bambino , che cresceva dentro di me .

Il mio bambino...oddio come stava il mio bambino?

Sentii gli occhi iniziare a pizzicarmi , forse per via delle lacrime già pronte a venir giù .

Aprii un occhio di scatto , l'altro rimase come incollato al suo posto .

Non riuscii ad aprirlo , segno che doveva essere sicuramente stato colpito in pieno da un pugno .

Perfetto. Avevo un occhio nero .

Ma in quel momento non m' importava.

Il mio bambino, il mio piccolo come stava?

Portai una mano sull'addome come per accertarmi che fosse ancora lì , ed in quel momento mi accorsi che quel calore , che avevo percepito stranamente proprio su quella parte sin da quando mi ero svegliata , era stato generato da una mano che sfiorai con la punta delle dita .

Deglutii a fatica mentre notavo i numerosi lividi sui miei avambracci e quella sorta di camice a mezze maniche che mi avevano infilato al posto dei miei vestiti .

Spostai lo sguardo , per quanto mi consentisse l'occhio sano , per identificare di chi fosse quella mano su di me , ed il mio cuore sussultò quando scoprii che si trattava di Gabriel .

Il mio dolce Gabriel .

Se una delle sue mani era sul mio addome , l'altra era posata sul materasso sul quale ero distesa , e fungeva da cuscino per la sua testa .

Stava dormendo .

Il ritmo del suo respiro era regolare , possibile da veder grazie al movimento delle sue spalle , ed era rassicurante .

Era seduto su una scomodissima sedia , da quanto era lì ?

Per me.

Forse cinque o sei ore circa , dato ormai era mattina ...ed io ero stata aggredita durante la notte .

Dalla finestra alla mia destra infatti, penetravano forti raggi solari , che oltre ad illuminare l'ambiente erano anche in grado di riscaldarlo un poco .

Portai una mano fra i suoi corti capelli dorati .

Li sentii scorrere fra le dita , lisci , setosi , profumati .

Poi feci scivolare le dita su una sua guancia , fino a raggiungere il suo collo , per poi risalire sulle sue labbra e tracciarne i contorni .

Fu in quel momento che storse il naso e aprì gli occhi .

Appena comprese che ero sveglia scattò a sedere in maniera composta , ma senza levar la mano dal mio addome .

" Ehi" mi salutò con voce ancora impastata dal sonno , ma era contento di vedermi da come potevo notare da quella meravigliosa luce racchiusa nei suoi occhi verdi .

Amavo i suoi occhi , anzi a dire il vero amavo ogni cosa di lui .

"Ehi" ricambiai con un mezzo sorriso , mi era difficile perfino muovere le labbra quella mattina .

Chissà che aspetto orribile avevo .

" Come stai?" chiese passandosi una mano fra i capelli per metterli un pò in ordine.

" Bene...adesso" risposi poco convinta.

Spostai ancora una volta lo sguardo sul mio addome , e lui prese ad accarezzarlo.

" Perché non mi hai detto nulla?"

Sgranai l'unico occhio di cui potevo disporre in quel momento : " Tu... sai ?"

" E' stato il medico ad informarmi. Ma avrei tanto voluto che fossi tu a darmi la notizia . "

Deglutii a fatica e trassi un profondo respiro: " Sta bene?"

Annuì con un gesto rapido del capo : " Sta bene. Ma dimmi un pò , non mi hai detto di lui perché sapevi che sarebbe stato più difficile allontanarmi da te , non è così ?" Il suo tono era improvvisamente cambiato, adesso era freddo, duro, serio.

" Avrei voluto dirti ogni cosa ma..." non riuscii a proseguire.

Perché Robert stava facendo così tanto male ?

Perché tentare perfino di ammazzarmi ?

Perché doveva essere stato sicuramente lui a farmi questo , altrimenti che motivo avrebbero avuto le mie compagne di cella ad aggredirmi ?

Perché farmi fuori se questo avrebbe riaperto le indagini appena concluse sull'omicidio di Julian ? Era stata la sottoscritta ad essere dichiarata colpevole, purtroppo. Anche se io ero innocente .

C'era qualcosa che non quadrava .

Guardai Gabriel sforzandomi di non piangere e scossi la testa: " Io..."

Lui non mi lasciò finire, si alzò dalla sedia e rimase a braccia conserte mentre mi diceva : " Sei stata una sciocca a non dirmi nulla. Ti rendi conto di cosa hai rischiato? Robert ti ricattava, e guarda dove ti hanno portato le tue bugie. "

Si sforzava di mantenere un certo controllo , ma si vedeva che era sul punto di scoppiare.

" Stella non ho bisogno di protezione. Sono un poliziotto, non avresti proprio dovuto aver paura. Così hai peggiorato solo le cose, te ne rendi conto? Per di più...ha rischiato la vita persino nostro figlio, del quale io avevo il diritto di sapere"

" Robert non è un tipo con cui scherzare . Ti teneva sotto tiro perfino al matrimonio di Stefy"

Serrò la mascella , i muscoli tesi : " Io l'ammazzo con le mie mani" minacciò guardandomi dritto negli occhi.

" Perché ha cercato di ammazzarmi ? Non ha senso " ripresi io , per togliergli in qualche modo dalla mente quel sentimento di vendetta che cinque anni fa aveva già provato , e mi aveva terribilmente spaventata , nei confronti di quel folle poliziotto traditore di Johnny che era quasi riuscito ad ucciderlo facendomelo credere morto per due mesi .

Rabbrividii .

Gabriel fece scrocchiare le nocche : " Scoprirò ogni cosa , vedrai. La pagherà. "

Scossi la testa con occhi lucidi: " Magari potrei far finta di nulla e..."

" Tu non ritornerai in carcere , chiaro ? Le indagini sono di nuovo in corso . Potrai stare a casa da oggi in poi , e non uscirai da quelle quattro mura perché dovrai rimanere a disposizione per lo sviluppo delle indagini . Ho già parlato con tuo padre , starai da lui, si prenderà cura di te... e a questo proposito ti informo che lui è qui, insieme a Kevin, erano molto preoccupati per te ."

Sospirai : " Sanno ogni cosa?"

"Ogni cosa. Come è giusto che sia" chiarì lui .

Mi morsi le labbra: " Gabriel, devo dirti una cosa"

Si avvicinò a me curioso: " Dimmi, sono qui"

" Ti amo"

Sì. L'amavo e finalmente potevo dirglielo, gridarlo al mondo intero  . Mi sentivo così leggera adesso, come una piuma.

Non sapevo cosa avrebbe fatto Robert d' ora in poi , ma ormai Gabriel aveva scoperto tutto , ogni cosa era alla luce del sole e il mio amore doveva sapere quel che avevo sempre pensato sul suo conto . " Ti amo e non ho mai smesso di amarti"

Lui deglutì, vidi perfettamente il suo pomo d'Adamo andar su e giù.

" Speravo che mi dicessi questo " rispose con voce roca

Si avvicinò ancor di più a me , si sedette sul materasso- ed in quel momento il mio petto protestò deliberatamente, ma non ci badai – mi prese la nuca con una mano e mi attirò a se.

Sentii una guancia premere contro una sua clavicola .

Respirare il suo profumo, sentire il suo calore, ed il suo respiro lungo il mio collo mi fece venir i brividi e raddrizzare i peli sulle braccia.

Avevo il desiderio di star con lui .

Da quanto tempo non eravamo stretti a quel modo , in un tenero abbraccio .

Quanto mi era mancato .

" Sapevi recitare bene" mi sussurrò dolce, e lo sentii sorridere fra i miei capelli.

Sorrisi a mia volta : " Mi dispiace averti fatto soffrire"

Si allontanò e mi prese il volto fra le mani: " Non ti permettere mai più a far una cosa del genere. Non sono uno stupido, sono capace di difendermi sai?"

Afferrai entrambe le sue mani per intrappolarle ancora un pò intorno al mio viso: " Ho rischiato di perderti per ben due volte in passato . Non voglio più vederti star male . Non puoi sapere cosa provo ogni volta che guardo le tue cicatrici , nate per colpa di quei due proiettili e..."

"Sshh" mi ordinò lui, posando la sua fronte sulla mia e facendo sfiorare i nostri nasi : " va tutto bene" e mi baciò .

Ricambiai il bacio con passione , con forza. Volevo dargli tutta me stessa.

"Ahi" mi sfuggì comunque , quando mi strinse a sé con più forza.

" Scusa" disse lui , poi mi sorrise " Aspetterò che tu ti riprenda un pò prima di baciarti a questo modo . E...ti amo tanto anch'io amore mio , più di me stesso . "

Sospirai di sollievo. Era bello sentir che mi amava anche lui. Faceva bene.

"Possiamo , possiamo?" urlò una voce stridula , ma ben riconoscibile.

Kevin, il mio tenero ed incostante fratellino.

Chiedeva il permesso di entrare in compagnia di nostro padre quando invece era già entrato senza dar alcun preavviso.

Gabriel si allontanò da me di scatto, tossendo per sminuire l'imbarazzo.

Mio padre prese a scrutarlo con attenzione .

Gelosia da genitore , naturale .

Nonostante i due si amassero e si rispettassero , mio padre faceva sempre un pò fatica a veder i nostri baci .

Kevin si avvicinò e mi stritolò in un ruvido abbraccio : "Ahi" urlai ancora una volta.

"Ops, credo di aver sentito la tua costola incrinata tornare come nuova" scherzò

Ah, il dolore al petto doveva essere questo . Avevo una costola incrinata, fantastico .

" Idiota" borbottai io per poi affondargli un dito nello stomaco " sei un poliziotto ora, eh? Complimenti, volete vedermi morta . "

" Sì , signora " disse scattando sull'attenti, per poi aggiungere : " ma...no signora non voglio vederla morta , mai"

" Come lavorate insieme ?" domandai curiosa." litigate spesso ?" 
Se avessero litigato qualcuno dei due prima o poi avrebbe scelto di mollare , no ? Un punto a mio favore.  

Mio marito e mio fratello insieme anche a lavoro. Chissà perché mi veniva da ridere.

" Mio cognato è un superiore odioso ma...può andare comunque"

Vidi Gabriel afferrargli un orecchio: " Non dovresti essere a scuola a quest'ora ? E' tardi "

Kevin roteò gli occhi seccato : " Non uscivi da questa stanza, ed io volevo accertarmi che mia sorella stesse bene . "

" Scuola?" chiesi curiosa, mentre mio padre mi salutava scoccandomi un bacio sulla fronte

" Beh, lascia stare. E' una lunga storia" spiegò mio fratello divincolandosi dalla presa di Gabriel , che lo fulminava con lo sguardo.

" Piuttosto. Perché non hai detto nulla a Gabriel su quanto ti stava costringendo a fare quel Robert ? Tra l'altro per sua vendetta personale nei confronti del tuo datore di lavoro ? Avremmo potuto aiutarti . " esordì mio padre.

"Papà...ora va tutto bene. Non parliamo più del passato" tagliai corto.

Alessandro annuì : " Come vuoi tu, tesoro. Da oggi però , mi prenderò io cura di te. Tutta questa situazione si risolverà . Se Dio vuole , Gabriel troverà il modo . "

"Puoi contarci" confermò Gabriel , per poi dare un colpo all'addome di Kevin , che sussultò sorpreso.

"Andiamo, abbiamo da fare." ordinò categorico .

Kevin inarcò un sopracciglio: " Ossia ? Ma io non devo andare a scuola ?"

Gabriel fece una smorfia : " Per questa mattina salti , tanto non avevi neanche studiato per il compito di matematica . Verrai con me da una persona...una persona vicino Robert, potrebbe aiutarci a capire cosa ha che non va."

" Vuoi andare a trovare i suoi genitori?" intuì il ragazzo.

" Sua madre. Suo padre è morto qualche anno fa. " precisò lui

Kevin annuì : " Ok, come vuoi . Andiamo a dare un'occhiata "

Poi mio fratello si chinò su di me per salutarmi , ed io provai ad abbracciarlo seppur in maniera goffa.

Toccai per sbaglio qualcosa di freddo, duro...attaccata alla sua cintura.

Mi allontanai in fretta.

" Tu " sbraitai " tieni quella pistola lontana da me e...da te. Ma sei impazzito ? Tu una pistola ? Kevin è pericoloso , è folle , è tremendo. "

Scioccato alzò le mani come in segno di resa : " Rilassati. Keep calm sister .  Ma scusa,  non sei abituata a vederne almeno una in giro per casa ? Hai un marito sbirro , come è possibile che ancora non riesci a tollerare una pistola ? Sono un poliziotto anch'io ormai . Poliziotto uguale avere una pistola in mano, comprendi?  "

Lo guardai sconvolta: " Kevin puoi farti male"

Corrugò la fronte , confuso : " Prima, quando mi avevi detto che sapevi che ero un poliziotto , non avevi fatto i conti sul fatto che fossi diventato come mio cognato in tutto e per tutto , vero ? "

"Fly down cognato" si intromise Gabriel , risentito" io sono un detective, tu un semplice agente"

Mio fratello ridusse gli occhi a due fessure: " non eri un detective quando ci siamo conosciuti cinque anni fa "

"Dettagli" disse lui facendo spallucce.

Serrai le labbra. Due dei tre uomini che amavo di più al mondo erano poliziotti .

Il mio incubo peggiore.

"Papà...hai intenzione di diventare poliziotto anche tu ?" dissi isterica

Mio padre ridacchiò passandomi un braccio intorno le spalle: " No tesoro, io no. Ma ero un militare in passato, ti parlo di tanti anni fa "

Sospirai rassegnata : " Mi sembrava strano che anche tu non avessi impugnato un'arma . "

I tre uomini che amavo scoppiarono a ridere all'unisono.

Poi Gabriel afferrò Kevin per un braccio e prese a trascinarlo verso la porta: " Noi andiamo"

"Gabriel , promettimi che starai attento"

Mio marito mi guardò a lungo: " E' una promessa"

Annuii : " Ci vediamo"

Ricambiò con un sorriso.

" E' in gamba. Saprà cavarsela e sbatterà in galera quel pazzo, vedrai" m'incoraggiò mio padre
" Sì, sarà così" risposi prontamente, decisa. 

Sì, ne sono sicura. Robert non riuscirà a farci del male, non più .

Adesso saremo noi ad attaccare e vinceremo , insieme.


 

Angolo Autrice

Ciaoooo ragazzi ^^ come state ? Auguri di Buona Pasqua a ciascuno di voi anche se in ritardo ;) Sto mangiando troppo cioccolata in questi giorni come farò a smettere ?

Kinder <3 amo la kinder...ma anche la cioccolata fondente e bianca e alle nocciole...ok, avete capito che amo la cioccolata XD

Questo è stato un mini-capitolo dolce e calmo .

Dal prossimo ci sarà un pò d'azione e taaaanto altro.

Tra cui una parte molto interessante tra Kevin e Jess...state in allerta ;)

Ringrazio di cuore Aly_cic, Sophie, Novalis , noemi_ST e _ lalla27 _ per aver recensito il capitolo precedente :)

E' bello saper cosa ne pensate di ogni capitolo *______*

E ringrazio tanto tutti coloro che preferiscono , seguono e ricordano questa storia <3 ^^

Al prossimo capitolo ;)

Un bacione a presto ;)

 


 

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Capitolo 9
*** Ogni cosa alla luce del sole ***


Oltre il mare del mio cuore


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Capitolo9. Ogni cosa alla luce del sole 


Gabriel

 

La verità giaceva nascosta da qualche parte .

Doveva soltanto essere ripresa ed esposta alla luce .

L'unica pista da seguire , potenzialmente capace di aiutarmi a risolvere il caso , non consisteva altro che nel risalire alle orgini della vendetta di Robert nei confronti di Ian Barnas .

Sua madre, la signora Mils , sarebbe stata in grado di mettere un tassello in più a tutta questa faccenda ?

Ero preoccupato per Stella...e per mio figlio, anzi nostro figlio , ma sapevo che Alessandro si sarebbe preso cura di entrambi in mia assenza .

Dovevo stare calmo, sereno .

Trassi un profondo respiro .

Aileen e Victoria , anche loro sembravano essere al sicuro a casa di mia madre .

Ok, era tutto sotto controllo , ma non negavo che avevo paura anche per me stesso , per la mia vita .

Se fossi morto per opera di Robert in qualche modo ?

Aileen ?

Stella?

Mio figlio ?

No, non dovevo pensare a questo . Non sarebbe successo .

Io avevo il desiderio di veder mio figlio nascere , vederlo crescere , sentirlo parlare , gioire davanti i suoi primi passi e sbaciucchiarlo ogni sera sapendolo a casa pronto ad aspettarmi.

Erano attimi della sua vita che non potevo perdere.

Con Aileen era successo, ma questo perché sua madre aveva avuto la brillante idea di non dirmi nulla .

No , Robert non distruggerai la mia famiglia .

Kevin al mio fianco era pensieroso , suonava alquanto strano descrivere mio cognato a quel modo , ma non trovavo altro termine adatto .

Guardava fuori dal finestrino , con aria assorta , le mani che tamburellavano sulle ginocchia .

"Maschio o femmina?" domandò all'improvviso in tono dubbioso .

Lo guardai per una frazione di secondo , prima di riportare gli occhi sulla strada, dato stavo guidando per le larghe strade della città : " Come ?" chiesi confuso inserendo la terza marcia.

" Mio nipote sarà maschio o femmina ? Cavolo, diventerò zio per la seconda volta...ma adesso dentro di lui o lei scorrerà anche il mio stesso sangue . Ci pensi ? "

Sospirai : " Ancora nessuno conosce il sesso del bambino...ma la prossima volta che Stella andrà a visita sapremo ogni cosa ."

"Spero sia maschio . Un bel maschietto dai capelli scuri come il carbone come lo zio e gli occhi color caramello di sua madre "

Corrugai la fronte: " Ed io ? Non dovrà prendere niente da me ? Ti ricordo che nelle sue vene scorrerà anche il mio di sangue ."

" Aileen è praticamente la tua fotocopia . Di Victoria non ha preso neanche un capello, quindi se permetti il secondo dovrà prendere da noi " puntualizzò sbattendo le palpebre più volte . Come se quello che stesse dicendo fosse una cosa ovvia.

"E' mio figlio, Kevin" gli ricordai con una punta di rabbia nella voce

Fece un gesto con la mano come a voler sminuire la cosa : " prenderà da me e mia sorella . Lo sento."

" E se fosse una femminuccia?" lo sfidai

Ci pensò su un attimo : " potrebbe prendere anche da tuo suocero ora che ci penso . Capelli ed occhi castano chiaro . Ah , non vedo l'ora di veder questo bambino o bambina venir alla luce. Il padre lascia un pò a desiderare ma..."

Gli diedi una forte gomitata tra le costole: " Non sono in vena di scherzare"

In effetti non riuscivo a sorridere, divertirmi. Ero teso come una corda di violino. Ero pronto a scattare al primo segnale di pericolo.

" Cosa c'è?" mi domandò non appena capì il mio stato.

Scossi la testa: " Ho il timore che la situazione possa sfuggirmi di mano in qualche modo"

Annuì, serio : " E' la pista giusta da seguire. Scopriremo qualcosa e daremo calci nel sedere a quel serpente a sonagli che si è messo sulla nostra strada"

" Vorrei che fosse così semplice , ma sono anche preoccupato per la mia famiglia. Tanti anni fa non avevo da perdere nulla, da quando ho conosciuto tua sorella , e sono venuto a conoscenza di Aileen invece...mi sento più vulnerabile . Se toccano loro, toccano anche me."

"Mio padre è stato un militare in passato. Se dovessero attaccare la nostra famiglia saprà cosa fare , vedrai. In quanto ad Aileen , beh sua madre non è di certo una persona indifesa. Sa perfettamente quel che fa"

Parcheggiai l'auto in uno dei posteggi che notai liberi e tirai il freno a mano.

" Siamo arrivati" comunicai

"Gabriel?" mi domandò Kevin all'improvviso, non appena mi apprestai a scendere dall'auto.

" Dimmi tutto" risposi incuriosito dal modo in cui mi aveva chiamato .

" I primi tempi come reagivi nel puntare una pistola contro dei criminali ? Ancora non ho incontrato delinquenti sul mio cammino , ma temo di non riuscire a sparare quando sarà necessario e...il solo pensiero di venir preso da un proiettile...io..." abbassò lo sguardo " volevo essere un poliziotto, ma ora che sono diventato ciò che volevo , non posso nascondere che queste cose mi spaventino non poco . "

Gli mostrai un mezzo sorriso: " Non ho avuto reazioni precise. Ogni scontro è stato diverso , ma ad ogni pericolo sapevo e so esattamente cosa fare . Arrestare il criminale e sopravvivere . Sangue freddo e lucidità sono due caratteristiche che un poliziotto deve avere costantemente , in ogni occasione . Perché se non sei lucido...puoi commettere sciocchezze, ed a me è capitato più di una volta di perdere la lucidità , per l'appunto, e non è stato per niente gradevole. Questo è uno dei miei tanti difetti. "

"Ti sei mai pentito di quel che hai fatto cinque anni fa ? Ti sei messo in mezzo tra Stella ed uno degli uomini di Victoria che stava per spararle . Come...come hai fatto ? In quel momento sapevi quel che stavi facendo ? "

Mi chiedeva ogni cosa , come se volesse avere un'idea chiara su come agire in determinate occasioni in base alla mia esperienza.

Sorrisi , stringendo lo sterzo : " Dar la vita alle persone che ami , quello si chiama sacrificio. Un atto d'amore, Kevin...in quel momento capisci che vale la pena far vivere una persona al posto tuo . Tua sorella mi aveva conquistato sin da subito. Non amavo una donna da tempo ormai, e lei era riuscita ad arrivare dove nessun'altra dopo Victoria era mai arrivata. Il suo sorriso, i suoi modi di fare. Non potevo vederla morire. "

Mi guardò a lungo: " Ho sempre fatto il tifo per te e Stella...ti ricordi ?" rise " ed avevo ragione a volervi veder insieme . Nessun altro doveva restare al fianco di mia sorella oltre te. Tu e Stella siete perfetti, fatti l'uno per l'altra. Beh, a pensarci bene mia nipote potrebbe prendere anche un pò da te"

Gli scompigliai i capelli : " Andiamo zuccone. Ricorda...la signora Mils non ama che si rimembri la morte del marito ."

" Tutto chiaro" affermò lui prima di scendere ed avviarsi verso il portone del palazzo a tredici piani , che svettava verso il cielo proprio davanti a noi .

Salimmo le scale di quel palazzo a due a due per raggiungere il nono piano.

L'ascensore fuori uso...come al solito d'altronde.

Io e gli ascensori non andavamo d'accordo.

Era in riparazione.

Con me erano o pieni o in riparazione, non c'era verso.

Avevo la lingua di fuori quando arrivai davanti la porta d'ingresso della signora Mils.

Sembravo un cagnolino .

Mio cognato mi diede una pacca sulle spalle: " La vecchiaia incombe"

"Sta zitto. Il fiatone l'hai anche tu"

Rise , prima di suonare il campanello.

Ci aprì una signora dai capelli scarmigliati , gli occhi assomigliavano a quelli di un cerbiatto , indossava un simpatico grembiulino da cucina dove in quel momento si stava asciugando le mani . Forse stava cucinando .

A mezzo giorno?

Beata lei, io chissà quando avrei infilato qualcosa tra i denti

"la signora Mils?" chiesi per essere del tutto certo che fosse la madre di Robert

" Sì, sono io" rispose un pò preoccupata

" Detective Gray, piacere. Lui è un mio collega , l'agente Marsano. Possiamo rivolgerle qualche domanda riguardo suo figlio Robert ?"

La signora annuì : " Certo, entrate pure. Robert ha fatto qualcosa di male. Gli è successo qualcosa ? Non mi tenga sulle spine Detective. "

"Suo figlio sta bene" risposi prontamente , prima di dar un'occhiata in giro.

L'appartamento era davvero grazioso, arioso e luminoso.

Pochi mobili ma una serie di quadri infiniti.

Ci guidò nel salone .

"Accomodatevi. Vi porto qualcosa? Gradite una tazza di caffé ?"

Scossi la testa: " La ringrazio signora, siamo qui solo per rivolgerle qualche domanda"

Kevin si mise a sedere sul divano bianco in pelle.

La signora s'incupì e si mise a sedere sulla poltrona di fronte al divano: " Capisco. Mi dica"

Rimasi in piedi: " Suo figlio le ha mai parlato di aver problemi con un certo Ian Barnas?"

La donna annuì : " Purtroppo sì. E' ossessionato da quell'uomo."

Kevin inarcò un sopracciglio: " in che senso?"

La donna intrecciò le mani: " Secondo Robert è il responsabile della morte di suo fratello"

"Anche di suo marito?"

No. Kevin , cosa ti avevo detto prima?

Avevi detto tutto chiaro. Sì, certo.

La donna scoppiò in lacrime e lanciò in aria un urlo agghiacciante capace di far raddrizzare i peli sulla nuca.

Kevin si riparò nel divano, affondando la schiena nello schienale, con una smorfia di orrore sulle labbra. Mi lanciò un'occhiata di scuse subito dopo.

" La prego non pianga" esordì esasperato dalle urla della donna, offrendole anche un fazzoletto nel quale affondò il naso e soffiò con forza inaudita tanto da scompigliare i capelli al ragazzo di fronte.

Mentre aspettavo che la signora si riprendesse "dal colpo" inferto da Kevin, il mio sguardo si posò su una foto posta in una cornice d'argento su un mobiletto in stile napoleonico non molto distante dall'ingresso della "zona notte" .

Non è possibile, sussurrai a fior di labbra.

In quella foto erano presenti la signora Mils, Robert, un uomo che non doveva essere altro che il marito della signora ed un altro ragazzo. Un ragazzo che non era altro che il mio migliore amico, James.

Robert e James erano fratelli ?

James non mi aveva mai parlato di suo fratello .

A dir il vero, io ed il mio amico non avevamo mai parlato del nostro passato. Ci piaceva veder il presente, senza provar rancore per le cose fatte o non fatte in precedenza . Il ricordar il passato andava anche bene , ma nessuno voleva che diventasse una ossessione tale da influenzare quel che eravamo diventati .

Quando ero piccolo avevo fatto cose di cui non andar fiero...ed evidentemente anche lui.

" Mi scusi. Che rapporti aveva Robert con suo fratello ?"

La donna sospirò affranta: " Litigavano spesso . James era il fratello maggiore , e spesso rimproverava Robert quando commetteva qualcosa di sbagliato . Sa, James era un poliziotto , amava far rispettare la legge, difendere gli innocenti. E' morto in Italia cinque anni fa, secondo Robert per colpa del suo partner e per colpa di Barnas , che non ritiene altro che un altro complice, sfuggito alla legge, negli affari loschi di Walter Rossi e amici .

Barnas ,complice dello zio di Stella, sfuggito alla legge ?

No, non poteva essere. Non c'erano mai state prove contro Barnas.

Robert accusava anche me della morte di James.

Abbassai lo sguardo. In cuor mio avevo sempre pensato al fatto che un pò di responsabilità per la sua morte potessi averla anch'io . Era corso in Italia per salvarmi e darmi una mano a proteggere Kevin , a quei tempi nostro testimone, seguito poi da Stella , diventata anche lei testimone , non appena era venuta a conoscenza dei piani assurdi di suo zio .

Sospirai.

Kevin mi guardò con occhi sgranati , aveva capito tutto.

" Robert , nonostante i continui litigi, era molto legato a suo fratello." continuò Mils.

Deglutii e mi morsi le labbra.

Per Robert era stato come prendere due assi nella manica non appena Stella era entrata a far parte dello staff di Barnas . Lavorando per conto di quella società, ed acquistando azioni per diventarne socio ed arrivare ad una posizione di rilievo per sfidare Barnas , riusciva anche a venir a conoscenza di tutto ciò di cui aveva bisogno per la sua vendetta ricattando Stella, mia moglie, che non era altro che anche la segretaria dell'altro uomo, che oltre me, reputava responsabile della morte di suo fratello .

Ora era tutto chiaro . Oddio , non proprio. Stavamo davvero proteggendo un criminale ?

Robert era davvero solo un innocente , che non ascoltato dalla legge perchè senza prove , voleva farla pagare a quell'uomo ?

No, Robert non era un innocente.

Julian ?

Robert era un criminale per certo, ma Barnas ?

"Suo figlio vive con lei?" domandai curioso

La donna scosse la testa: " Si è sposato undici anni fa . Vive non molto lontano da qui . Ed ha un figlio che ama . Passano molte tempo insieme.

Robert ha un figlio ?

"Posso dare un'occhiata a quella che un tempo era la sua camera ?"

"Certo" rispose e mi sorrise " se prenderete Barnas come colpevole , Robert ne sarà contento."

Kevin mi guardò per un pò , confuso. Poi senza dire una parola mi seguì nella stanza di Robert.

Era ordinata, ovviamente. Ormai non dormiva più qui, ma se avesse comunque lasciato qualche indizio sui suoi piani non sarebbe stato male . Dopotutto andava a trovare anche sua madre ogni tanto , no?"

Frugai in qualche cassetto del comò, in quelli del comodino.

Kevin diede un'occhiata nell'armadio e sotto il letto.

Poi un urlo. Vetri andati in frantumi ed un rumore sordo .

Infine il rumore di un corpo che cade .

Strabuzzando gli occhi corsi nel salone , e quel che vidi mi lasciò sconvolto .

Mils era stata uccisa .

Era riversa sul tappeto tra il divano e la poltrona, in una pozza di sangue e vetri .

Puntai lo sguardo oltre il balcone , ormai dalle ante dai vetri rotti.

Un cecchino aveva sparato dal tetto del palazzo di fronte.

Non appena mi vide scatenò l'inferno, ed io mi lanciai a terra , dietro al divano.

Una miriade di proiettili schizzarono in aria e colpirono il divano innumerevoli volte.

Digrignai i denti per il frastuono . Stava distruggendo ogni cosa in quella stanza.

Vasi, quadri, mobili .

"Giù" urlai a Kevin non appena mi raggiunse.

Il ragazzo si rannicchiò al mio fianco tappandosi le orecchie con le mani

" Che cavolo succede?" urlò per sovrastare il rumore assordante dei colpi.

Non risposi. Afferrai il mio iPhone e chiamai il dipartimento per ordinare rinforzi.

Poi il rumore cessò.

Alzai la testa per dare un'occhiata da sopra il divano .

Il cecchino era scomparso.

Uscii così allo scoperto e senza perdere tempo mi apprestai a raggiungere la porta, dovevo acciuffare quell'assassino a tutti i costi.

Chi l'aveva mandato? Robert per mettere a tacere sua madre ?

No, lui era legato alla sua famiglia quindi...Barnas?

Due famiglie si stavano minacciando di morte a vicenda?

Kevin non mi seguì , ed io tornai sui miei passi.

Lo trovai in ginocchio accanto al corpo di Mils.

Respirava a fatica a bocca aperta .

" Kevin?" chiamai allarmato .

Si tirò su, ed io sospirai di sollievo, non era ferito.

Continuava a fissare il corpo di Mils , come se non fosse più capace di muoversi da lì .

" E' morta a due passi da noi. L'hanno uccisa...perché?" gridò in preda ad una collera accecante.

Poi si portò una mano davanti la bocca per non vomitare davanti a ciò che si stava mostrando ai suoi occhi .

Gli afferrai una spalla , e lo costrinsi a guardare soltanto me : " In questo momento so quanto per te sia dura , difficile , è orribile saper di non essere stato in grado di far qualcosa per salvarla nonostante la poca distanza che ci divideva . Non è di certo una cosa a cui sei abituato , escludendo qualche vittima che hai visto cinque anni fa , Mils è...il tuo primo cadavere da poliziotto , dovrai abituarti a tutto questo se vorrai continuare il nostro lavoro . Guardami bene Kevin, adesso tocca a noi acciuffare chi ha ucciso Mils , perché può fare ancora del male ad altre persone innocenti . Forza, possiamo ancora prenderlo. "

"Prendiamo quel..." non terminò la frase e schizzò fuori stringendo i pugni.

Corsi per le scale , il cuore a mille , mi lanciai sui corrimano di ogni rampa per guadagnare tempo, scivolando giù ad una velocità stratosferica.

L'adrenalina in circolo nel mio corpo era già incontenibile.

Mi sentivo più vivo che mai in quei momenti.

Kevin mi imitò senza dire una sola parola.

Una volta fuori dal palazzo mi guardai attorno per individuare la nostra preda.

"E' là" urlò Kevin iniziando nuovamente a correre .

Il cecchino era a venti metri di distanza da noi. Riuscivamo appena ad individuarlo, ma non potevamo perderlo.

Accelerai il passo e raggiunsi Kevin, per poi superarlo .

" muoviti " lo incitai .

Ad ogni passo mi sembrava di raggiungere quell'assassino sempre di più . Stava sicuramente rallentando la sua corsa per via di tutte le attrezzature del caso , che voleva togliere di mezzo per non tralasciare a noi poliziotti alcuna prova .

Presto però si rese conto che non poteva più andare avanti a quel modo.

Ogni minuto che passava io ero sempre più vicino al prenderlo .

Eravamo solo a cinque metri di distanza ora .

Potevo acciuffarlo , non dovevo mollare .

Il cecchino dal giubbotto nero lasciò cadere le sue "attrezzature" e sfoderò una pistola dalla tasca posteriore dei pantaloni .

Prese a sparare alla cieca.

Mi abbassai e schivai ogni colpo per miracolo , urlando dalla rabbia .

Sfoderai anch' io la mia pistola dalla fondina mentre quell'idiota saltava un muretto con un agilità impressionante .

Stavamo sfrecciando in chissà quale strada della città , ma non m'importava dove fossi , dovevo semplicemente arrestarlo .

Salii su diversi marciapiedi , schivando pedoni spaventati e ciclisti impressionati.

" Fermati" urlai a quel folle sparando un colpo in aria, dopo aver tolto la sicura alla mia arma .

Esitai un breve istante quando si lanciò sulla strada incurante del fatto che fosse scattato il verde ad un semaforo poco distante .

Un auto schivò il suo corpo per un soffio , ed il conducente protestò urlando con tono concitato: " Idiota, rammollito, ma sei matto?"

Mi lanciai anch'io, ormai la circolazione era paralizzata in quel punto.

Il folle s'infilò in una strada senza uscita , era mio .

"Kevin ci sei ?"

Il ragazzo mi affiancò in risposta .

Quando il nostro assassino si accorse di aver soltanto un muro davanti a sé , si bloccò di colpo e si voltò verso di noi iniziando a premere il grilletto innumerevoli volte .

Mi lanciai a terra trascinando Kevin con me , per salvare entrambi .

Caddi su un fianco e lanciai un urlo di dolore quando Kevin atterrò su di me con tutto il suo peso, per poi scivolarmi accanto .

Eravamo finiti dietro un auto posteggiata lungo un piccolo marciapiede .

Riprendendo fiato aspettai che l'idiota terminasse tutte le sue munizioni , prima di mettergli le manette intorno ai polsi una volta per tutte .

Il cuore batteva all'impazzata , come se volesse uscirmi fuori dal petto.

Kevin era sofferente quanto me.

Si portò una mano al petto mentre con l'altra si asciugava il sudore dalla fronte.

" E' un tipo dal grilletto facile ." mormorò con un filo di voce.

Con una smorfia di dolore mi tastai il polso sinistro, e strinsi i denti per non urlare : "Credo di essermi slogato il polso. "

" Fantastico" commentò Kevin in tono sarcastico.

" Non è colpa mia se mi sei caduto addosso come un cetriolo"

" Cetriolo...ma?" cercò di protestare

"Ssssh" l'ammutolii tappandogli la bocca.

L'idiota aveva smesso di sparare.

Mi lanciai fuori senza perdere altro tempo e puntai la pistola verso l'uomo , che si accingeva a correre verso di noi nel disperato tentativo di recuperare una via d'uscita .

"No, no. Basta correre" ordinai con un mezzo sorriso sulle labbra puntandogli la pistola contro .

L'uomo , un mio coetaneo a giudicare dall'aspetto, alzò le mani all'altezza delle spalle.

" Tanto non dirò una sola parola. " minacciò sorridente

" Kevin arrestalo" ordinai.

Il ragazzo tirò fuori le manette da una tasca dei jeans chiari e si avvicinò all'uomo.

Nel momento in cui fece per portargli le mani dietro la schiena, l'uomo si mosse e tirò fuori un coltellino , per poi cingere il collo di mio cognato con un braccio possente in meno di un secondo .

Kevin provò a liberarsi ma la presa era solida , ed il coltellino era ad un soffio dal suo petto .

" Come la mettiamo adesso , sbirro?" mi derise " che faccio ? Uccido il tuo collega?"

Non abbassai la pistola e puntai lo sguardo negli occhi di Kevin.

Il ragazzo non era per niente spaventato.

In un attimo diede un'energica gomitata nel fianco del suo aggressore , si liberò del braccio intorno al suo collo e tirò un calcio sulla mano armata di coltellino , che cadde producendo un lieve suono metallico sull'asfalto asciutto.

Mi avventai anch'io sul nostro "amico" , facendogli sbattere la schiena al muro alle sue spalle .

Un minuto dopo era ammanettato e seduto sui sedili posteriori di una volante della polizia, che finalmente era venuta in nostro aiuto...seppur a lavoro concluso.

Mi voltai verso Kevin , che si stringeva una guancia con una mano.

"Tutto bene?"

"Solo un taglio" rispose togliendosi la mano dalla faccia.

Una sottile linea rossa gli scorreva su tutta la guancia sinistra, ma il taglio non era profondo .

" Sei stato bravo" mi congratulai con lui

Sorrise soddisfatto di sé : " Già, lo so. In accademia mi sono allenato bene . "

Mi guardai il polso, faceva un male cane e si era gonfiato: " almeno non si è rotto"

Kevin concordò con me.

"Quindi tu saresti un poliziotto?" domandò una voce da ragazzina, chiara...ma infuriata.

Jessica, la figlia di Barnas.

Kevin sbiancò quando la vide. La sua copertura era saltata.

"Jess posso spiegarti" iniziò lui

Lei lo guardò a braccia conserte: " Spiegarti?" ripeté alzando il tono di voce

" Dì la verità...è tutta opera di mio padre non è così? Stavi al mio fianco non come mio vero amico ma come...guardia del corpo ? Mio padre deve avere molti nemici da quando si è arricchito oltre ogni umana comprensione."

Vidi Kevin in difficoltà, ma non mi misi in mezzo alla discussione.

Doveva essere lui a spiegarle ogni cosa.

" Ascoltami...io..."

Lei non gli lasciò neanche il tempo di parlare: " No, basta. Non ti voglio più vedere. Se non volevi farti vedere per ciò che sei , non avresti inseguito un criminale fino ai pressi della scuola. "

Oddio, era vero.

Eravamo proprio nei pressi del liceo.

Sospirai.

Anche Aileen doveva essere in giro da queste parti allora.

Jessica corse via in lacrime e Kevin la guardò andare via.

" Vai da lei" gli consigliai

" Posso?" mi domandò serio

" Ci penserò io a dirlo al capo , vai...spiegati con lei, ne ha tutto il diritto. "

Rimasto solo mi guardai intorno.

Per oggi avevo lavorato abbastanza , basta.

Il tempo di spiegar tutta la faccenda al mio capo , e sarei corso da Stella , non prima però di aver stretto fra le mie braccia la mia bambina .

Avevo bisogno di Aileen e di Stella , ed anche di quel piccolo che sarebbe venuto alla luce molto presto , erano tutto ciò che avevo su questo terra .

I miei grandi doni , a cui dedicherò tutta la mia vita

 

Angolo Autrice

 

Ciaoooo ragazzi ^^ questo non è stato un capitolo facile da scrivere, non so ma questa volta non ero sicura in diversi punti sul cosa scrivere...ma alla fine spero che sia uscito qualcosa di buono ;) se qualcosa non vi fosse chiara fatemi sapere , sono pronta a spiegare ;)

Per chi non ha seguito la storia precedente non è necessario che sappia altro di quel che già ho scritto in questo capitolo ^^

E' un nuovo caso questo di cui deve occuparsi Gabriel , ma con qualche piccolo collegamento a ciò che è successo nella storia precedente , tutto qui ;)
Ok, nel prossimo ci sarà un pò di romanticismo...ci vuole un pò , giusto ? *_______*  

Ringrazio di vero cuore tutti voi che recensite <3

noemi_ST, Sophie, Tonia90, Novalis, grazie per aver recensito il capitolo precedente

E ringrazio tantissimo tutti voi che preferite, seguite e ricordate questa storia ^^

Al prossimo capitolo ;)

Un bacione a presto ;)  

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Capitolo 10
*** Isola di Salvezza ***



Oltre il mare del mio cuore

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Capitolo10. Isola di Salvezza 



Kevin

 

Urlavo da più di un'ora davanti a quella stupidissima porta bianca della sua camera , ovviamente rigorosamente chiusa con tre giri di chiave .

"Vattene via" gridava in risposta, furiosa.

Fortuna in casa sua non c'erano i suoi, altrimenti non avrei avuto nemmeno una minima possibilità di urlarle contro in quel modo , ma specialmente di spiegarle ogni cosa dal mio punto di vista .

"Jess. Apri questa porta oppure ti prometto che la butterò giù e la ridurrò in pezzetti piccoli piccoli fino a renderla polvere. Poi non ti lamentare se dovrai pulire e comprarne una nuova prima che venga tua madre . " gridai sbattendo il palmo della mano destra sulla porta facendola vibrare .

Dall'interno sentivo solo il suo singhiozzare, che sicuramente stava cercando di controllare con una mano davanti la bocca, seduta sul suo letto con le ginocchia strette al petto.

L'immaginavo così , assieme al suo viso rigato da copiose lacrime , che le stavano arrossando i suoi bellissimi occhi e le guance per via del loro sale .

"Jess"

Nulla. Non voleva aprirmi .

In quel momento era come se mi ascoltasse soltanto l'ossigeno , che immettevo nei polmoni per pronunciare quel suo dolcissimo nome .

" Dammi modo di spiegare , ti prego" continuai battendo entrambi i pugni su quella porta che si ostinava a dividermi da lei , che era diventata importante per me.

Da quella sera, in quella che era stata una stranissima festa svoltasi nella villa di Bea, ogni cosa era cambiata.

Era come se un velo mi fosse stato tolto davanti agli occhi.

Non riuscivo più a vederla come prima, con quei suoi occhiali capaci di nasconderle la meravigliosa luce racchiusa in quei suoi occhi scuri ed un pò a mandorla , quell'elastico nero che teneva i suoi voluminosi capelli ramati raccolti in una coda bassa, non riuscivo a vedere neanche la semplicità dei suoi vestiti che la rendevano unica ai miei occhi , per colpa dei quali forse nessun ragazzo riusciva effettivamente ad immaginare cosa ci fosse sotto , in tutti i sensi, ma questo anche perché ormai erano pochi quei ragazzi che preferivano immaginare , scoprire, quel che la maggior parte invece amava notare già perfettamente, senza troppi sforzi .

Ed io prima ero tra questi.

Ma adesso no.

Jess...ora era tutto chiaro, limpido ai miei occhi.

Avevo imparato a conoscerla.

Riuscivo a vedere oltre

Strano, eppure vero

Jess era speciale, era diventata preziosa .

Mi ritrovai a riflettere su noi e compresi che ormai lei per me era diventata molto più di una ragazza semplice, qualsiasi.

Cos'era cambiato?

Sapevo soltanto che da quando avevo avuto il desiderio di baciarla , tra l'altro senza alcun motivo apparente su quel tetto, la guardavo con occhi diversi.

La sua fragilità, ma al tempo stesso la sua forza nascosta, erano un qualcosa che mi affascinavano molto .

Il suo combattere contro sé stessa, il suo rispondere in maniera acida per difendersi.

Amavo i suoi scudi, le sue battute, le sue gelosie, i suoi modi di fare.

Sorrisi fra me e me , ormai rassegnato a quel che il mio cuore stava dettando alla mia anima .

Poggiai la fronte sulla porta e trassi un profondo respiro con i pugni ai lati della mia testa.

"Jess?" la chiamai per l'ennesima volta.

Sentirla singhiozzare ancora e non poter far nulla per consolarla mi distruggeva.

Il mio cuore si stava sgretolando pezzo per pezzo, diventando briciole sotto i miei piedi. Stavo cedendo alla disperazione , volevo stringerla tra le mie braccia, consolarla...ma non potevo.

Io...volevo amarla .

Sgranai gli occhi.

In quel momento perché ero lì, davanti la porta della sua camera?

Un poliziotto con il solo incarico di proteggerla non si sarebbe dovuto interessare così tanto di questa sua scoperta, ed invece io ero lì .

Come se m'importasse di lei più di qualsiasi altra cosa , più di quel che ero diventato e quel che dovevo semplicemente essere per lei .

Io ero lì per lei.

Per noi.

Per l'amicizia che era nata fra noi, per quel qualcosa in più che era nato in noi.

" Jess. All'inizio per me eri una semplice ragazza sfigata da proteggere, l'ammetto . Ero perfino dispiaciuto nel dover sprecare il mio tempo con te , vedi ? Sono sincero . Ma poi giorno dopo giorno standoti accanto in ogni singolo momento della giornata, comprese quelle ore in cui ti spiavo anche semplicemente da una finestra per la tua protezione...io...io ho capito che voglio essere tuo amico per davvero , non soltanto un agente di polizia che ha la semplice funzione di farti da scorta , e forse vorrei essere anche qualcosa in più se tu mi permetterai . Da quella festa nella villa di Bea ho capito che per me sei veramente importante, altrimenti non sarei nemmeno qui in questo momento a chiederti...perdono. Perdonami Jessica. Stare al tuo fianco come un liceale e non come poliziotto era un modo efficace per non farti spaventare ancor di più da quelle numerose minacce di morte che tuo padre continua a ricevere da mesi .

In questi giorni sono venuto a conoscenza di verità incredibili, perfino su tuo padre , ma so benissimo che non mi crederesti quindi..."

Feci un passo indietro e mi grattai la nuca con una smorfia, silenzio : " D'accordo, facciamo come vuoi. Dimmi qualcosa almeno " risposi , mettendomi le mani sui fianchi e fissando la porta con occhi speranzosi.

Ma quella porta non si aprì e lei non disse neanche una sola parola .

" Domani ci vedremo a scuola, non fingerò più di essere un alunno. Sarò lì nel mio ruolo e ti starò accanto anche se non mi vorrai , è mio dovere farlo ma è anche un qualcosa che voglio fare io personalmente . Io non ti lascerò Jess, sarò al tuo fianco fino a quando questa storia non sarà finita , poi prometto che se ancora non mi vorrai più vedere andrò via dalla tua vita. Ma almeno adesso dammi una possibilità, una soltanto"

 

 

Stella

 

La cena era pronta, il tavolo nel soggiorno era apparecchiato .

Battei le mani compiaciuta , finalmente una cena di famiglia come non facevamo da tempo.

Diedi una sbirciatina all'orologio a pendolo poco distante dal tavolo , erano le venti e venti.

Gabriel era in ritardo come al solito .

Feci una smorfia, se non si sarebbe presentato a casa entro le venti e trenta l'avrei assillato di squilli e chiamate .

L'ultima volta che l'avevo sentito erano state le...diciassette ?

E mi aveva detto che era nel suo ufficio , ma che presto sarebbe andato dal suo capo per informarlo su quanto aveva scoperto dalla madre di Robert , la signora Mils .

Sospirai.

"Ho una fame tremenda" annunciò Dafne, la moglie di mio padre, mia matrigna nonché madre del mio amato fratellino Kevin , aveva quasi finito di armeggiare con il suo robot da cucina nel tentativo di preparare anche un dessert per la serata .

Era una donna gentile e disponibile, e non poteva essere proprio paragonata alla spaventosa matrigna di Cenerentola .

" Se tuo marito non sarà qui entro due minuti andrò a prenderlo. Non possiamo permettere che questi spaghetti allo scoglio facciano una brutta fine " avvisò mio padre , seduto sulla sua poltrona ed intento a veder il notiziario.

" Kevin?" domandai curiosa , guardandomi intorno .

Sapevo che era rientrato , ma ancora non ero riuscita a beccarlo : " dove è finito?"

Dafne fece spallucce mentre posava un vassoio colmo di fette di pane sul tavolo.

" Dovrebbe essere in giro per casa , come suo solito. Era piuttosto turbato , ha visto la signora Mils morire sotto i suoi occ..."

" Dafne! Sssh " tuonò mio padre , irato.

Guardai Dafne e mio padre riducendo gli occhi a due fessure: " Vedere morire chi ? Che cosa? Mils è morta ? Gabriel e Kevin hanno preso il colpevole ? Non hanno corso alcun pericolo, vero ? Ora Kevin e Gabriel mi sentiranno...non mi hanno detto niente. " sbraitai fuori controllo .

Mio padre mi afferrò le spalle: " Relax, il medico hai sentito cosa ha detto , no? Troppe emozioni fanno male al bambino "

"Papà, ho il diritto di sapere cosa succede, specie in tutta questa faccenda." precisai in tono duro

Lui mi guardò di sottecchi: " questa faccenda si sarebbe potuta svolgere in un altro modo se qualcuno di mia conoscenza non avesse fatto tutto di testa sua"

Sbuffai sonoramente sollevando il ciuffo di capelli che mi era cascato davanti agli occhi.

Mio fratello, proprio in quel momento fece capolino dalla porta del soggiorno: " Si mangia?" chiese speranzoso , aveva un taglietto su una guancia...mmm.

" Fratellino vieni qui" ordinai con un tono che non ammetteva repliche, sbattendo anche un piede per terra per fargli notare tutta la mia impazienza e rabbia .

Inarcò un sopracciglio ed avanzò nella stanza con le cuffiette del piccolo iPod nelle orecchie "Qualche problema , sorellona?" chiese titubante, strabuzzando gli occhi

" TU. Tu e Gabriel siete il mio problema, quando pensavate di dirmi che avete rischiato grosso oggi ? La signora Mils...tu l'hai vista morire. Chi l'ha uccisa ? Suo figlio ? Ma è impossibile ? Avete preso il colpevole ed avete..."

Alzò le mani :" Ehi...ehi...con calma. Hai gli ormoni impazziti , eh ?" domandò con un sorrisetto sulle labbra .

Ma c'era qualcosa che non andava, era evidente .

Kevin non era lo stesso di sempre.

Il suo sorriso sembrava spento, triste.

Trassi un profondo respiro e gli sfiorai una guancia con una mano, decisamente più calma e dolce : " Perdona i miei cambi d'umore improvvisi , sono dovuti alla gravidanza lo sai , no? " e un lieve sorriso affiorò sulle mie labbra : "Tutto ok?"

Si sforzava di mantenere un certo contegno, non mi piaceva per niente vederlo in quello stato.

"Tutto ok, sto benone" sminuì mordicchiandosi le labbra " domani andrà decisamente meglio vedrai. Oggi sono successe un pò di cose ma...recupererò" spiegò brevemente dandomi una pacca sulle spalle tanto da farmi vibrare il torace, intontita continuai a fissarlo: " D'accordo , ma se hai bisogno...sai che per te ci sarò sempre."

Mi scoccò un bacio sulla guancia e mi sorrise: " Oh, lo so per certo"

Din don . Qualcuno aveva suonato il campanello.

Mio fratello indicò la porta: " Credo che sia arrivata la tua dolce metà"

Il mio sorriso sulle labbra si allargò in maniera automatica , e corsi verso la porta.

Quando l'aprii la prima cosa che mi ritrovai sotto al naso furono undici rose rosse , ben avvolte in un meravigliosa composizione con tanto di nastri in raso rosso e nebbiolina.

"Oh" esclamai sorpresa.

"Perdonami, ti autorizzo a mandarmi via a calci nel sedere se ormai è troppo tardi per la cena" Afferrai le mie rose , e mi ritrovai ad affondare gli occhi in quei due abissi verdi dove non volevo fare altro che continuare a smarrirmi per il resto dei miei giorni , ed amarli a tal punto da insinuarmi attraverso di loro in ogni parte di lui , fino a mirare dritto al suo cuore, ormai già conquistato da tempo dalla sottoscritta .

" Per questa volta passa" risposi " ma la prossima non ti salverà nemmeno un camion di rose rosse a gambo lungo posteggiato sotto casa " e gli feci una linguaccia.

Lui sorrise ed io gli feci spazio per farlo entrare in casa mentre posavo le rose su un mobiletto lì accanto .

" Dafne ha preparato un..." non mi lasciò il tempo di finire.

Con una mano chiuse la porta alle nostre spalle mentre con l'altra mi cinse i fianchi per attirarmi a sé , contro il suo petto .

Mi sforzai di non far uscire dalle labbra un gridolino di sorpresa , per non rendere gli altri partecipi di ciò che stava accadendo .

E le sue labbra lambirono le mie.

Si tuffarono con passione , e la mia bocca l'accolse con gioia .

Gabriel mi baciò con un trasporto tale da farmi sentire ossigeno per i suoi polmoni , e cibo e acqua capaci di nutrirlo e mantenerlo in salute .

" Non ho fatto altro che pensarti oggi" ammise in un sussurro , continuando a mordicchiarmi le labbra.

Respirai il suo intenso profumo per aver parte di lui anche dentro di me , per poi sospirare ed afferrarlo per il colletto della camicia per costringerlo a baciarmi ancora.

" Gabriel sei tu? Stella tutto bene?" domandò mio padre dal soggiorno.

Mi staccai da mio marito controvoglia: " Andiamo, ci stanno aspettando" borbottai

Lui rise e mi sfiorò la punta del naso con l'indice: " Ti stai riprendendo vedo" notò , con un sorrisetto malizioso sulle labbra .

" Sì, sto già molto meglio" risposi , ed era vero.

Nonostante fossi uscita quella mattina dall'ospedale mi sentivo già in forze.

La costola incrinata ogni tanto si faceva sentire , ma per il resto i miei lividi non davano tanto fastidio, perfino il mio occhio nero aveva avuto un netto miglioramento...ero riuscita ad aprirlo...vedevo perfettamente.

Sicuramente ancora non avevo l'aspetto di sempre ma non m'importava.

"Oh , Gabriel era ora" esordì mio padre con un gesto teatrale .

Il mio amato sbirro si grattò il mento in evidente imbarazzo: " Chiedo venia , ma il mio capo non voleva proprio lasciarmi andare"

Dafne iniziò a fare grosse porzioni in tutta allegria mentre noi ci sedevano a tavola.

Kevin si mise proprio di fronte a me , già con la forchetta in pugno.

Scossi la testa con un sorriso: " Pronto per far piazza pulita?"

"Ovvio" disse lui

 

                                                              *****

La cena proseguì con tutta calma ed in completa armonia .

Era proprio quello che ci voleva.

Non mi sentivo così bene da mesi, e finalmente era arrivato anche per me il tempo di sorridere e guardare avanti nonostante le avversità .

Fu splendido e divertente sentir mio padre raccontare le sue marachelle fatte in gioventù, oppure i numerosi spasimanti di Dafne , che la corteggiavano in strani modi del tutto differenti e per lei senza speranze .

Kevin ritornò in sé quasi del tutto , la sua voglia smisurata di far battute era ricomparsa .

Quando mio padre e Dafne filarono in cucina per affettare il buon dolce che era appena stato sfornato proprio da loro, a tavola rimasi soltanto in compagnia di mio marito .

Mio fratello sembrava essere sparito nei meandri del bagno.

Gabriel recuperò un foglio di carta da una tasca dei jeans e mi guardò attentamente: "Stracciamo insieme questo pezzo di carta ormai inutile?"

Guardai quel foglio che avrebbe potuto distruggere il nostro matrimonio e sorrisi: " Distruggilo. Non deve rimanerne visibile neppure un pezzettino. Disintegralo."

"Kevin, l'accendino?" domandò traboccante di gioia e voglioso quanto me di dar fuoco a quel foglio con su scritto a carattere cubitali : divorzio .

Il ragazzo appena ritornato nel soggiorno sospirò sonoramente e scosse la testa allargando le braccia , come fosse rassegnato di qualcosa : " Non ho più accendini con me, Jess mi distrugge ogni pacchetto di sigaretta ed ogni accendino che nota in mio possesso"

Lo guardai attentamente : " Un momento. Non sarete mica diventati amici intimi."

Il ragazzo fece una smorfia e rimase sul vago : " Sì , secondo me siamo diventati qualcosa di più che amici , ma oggi abbiamo litigato di brutto . Spero che le passi questa voglia di tener la bocca chiusa e di non farsi sentire. Odio essere ignorato del tutto. "

"Quanto intimi?" domandai ansiosa, ignorando tutto il resto .

Il saper che mio fratello si era innamorato mi urtava non poco i nervi .

Lui era ancora troppo giovane, era...era...il mio fratellino.

Kevin mi guardò sconvolto: " Posso capire un fratello geloso nei confronti della sorella , ma una sorella gelosa nei confronti del fratello è roba da non credere, è inammissibile. "

M'indispettii : " Ah sì ? Vedremo quando le dirò ogni tuo difetto , tra cui il tuo essere vagabondo nel lasciare la tua biancheria intima sul letto"

"Stella" mi rimproverò " Gabriel dì qualcosa"

Cercava il sostegno di suo cognato , ma mio marito si limitò a sorridere e a dir questo :

" Avresti fatto bene a non legarti a lei . Se quel che ci ha detto Mils fosse vero , anche Barnas potrebbe diventar un nostro problema."

Kevin sbuffò: " Cosa c'entra la figlia con il padre ? Sono due persone completamente diverse. "

Gabriel lo guardò severo , alzandosi in piedi : " Voglio che tu non corra alcun rischio. Questa è una guerra tra due famiglie dobbiamo essere cauti , tra l'altro non so se Robert veda di buon occhio anche te visto quanto accaduto cinque anni fa . "

Guardai entrambi confusa.

" Oh andiamo , cosa potrebbe succedere se io decidessi di aver una relazione con Jess ?"

Gabriel fece una smorfia: " Come pensi che reagirà quando scoprirà che sospetti di suo padre? "

" Potreste spiegarmi?" urlai isterica.

Mi ignorarono, come se non avessi parlato .

Kevin fece spallucce: " Vedremo cosa diranno le prove che troveremo . Può darsi che Barnas non c'entri niente con tutta questa storia, ma che sia solo frutto d'immaginazione di Robert . "

" Ma cosa ? " domandai

" No, non credo che sia innocente" continuò mio marito.

Sentii le tempie iniziare a pulsare e le orecchie fischiare come un vecchio treno a vapore, vedevo già uscire il fumo : " SILENZIO" urlai

I due si ammutolirono all'istante .

" Spiegatemi ogni cosa , senza tralasciare nulla. Neanche una virgola, sono stata chiara?" ordinai furiosa.

Quando ritornarono mio padre e Dafne il loro racconto era quasi giunto al termine , e Gabriel e Kevin furono costretti a tornar indietro per far capire anche a loro la situazione .

Quando compresi che Robert era il fratello minore di James , quello fu un vero e brutto colpo da mandar giù , così come quello di venir a conoscenza del fatto che Robert reputava responsabile della morte di suo fratello anche mio marito . Adesso capivo il perché Robert conoscesse tutto su Gabriel.

Voleva usare me per portare a termine questa sua vendetta , era impazzito ?

Sfiorai una spalla di Gabriel per dargli un pò di conforto .

Doveva essere davvero dura per lui .

James...no, non era stata colpa di Gabriel se era morto per quella bomba esplosa all'improvviso in quel piccolo distretto romano . Era colpa di Johnny che ormai non era neanche più tra noi.

" Non è colpa tua" sussurrai dolcemente ad un orecchio di mio marito .

Lui mi sorrise , ma non mi rispose .

Posai la testa contro il suo petto : " Adesso capisco ogni cosa. Pensi che sia stato Barnas ad ordinare a quell'uomo di uccidere Mils?" chiesi

Gabriel sospirò: " Credo che sia stato anche lui a voler far fuori te in prigione"

Mi staccai da lui e lo guardai attentamente: " Cosa?"

"Robert non avrebbe avuto motivo di farti del male . Tu ormai eri già stata accusata di omicidio al suo posto, era tutto nei suoi piani . Facendo del male a te avrebbe soltanto fatto sorgere dei sospetti , dubbi, e lui voleva essere sicuro di non finire in carcere continuando a minacciarti , cosa che invece voleva Barnas per lui , per sbarazzarsi delle sue minacce e delle sue accuse . "

Il discorso filava, ma adesso la situazione era ancora più complessa.

Come sarebbe andata a finire?

Avevo davvero lavorato per un uomo che non era altro che un socio di mio zio Walter ?

Se sì, Barnas era venuto a conoscenza del fatto che io stessa ero stata una testimone in grado di mandare all'aria i suoi affari ?

Rabbrividii e Gabriel se ne accorse.

Mi strinse a sé scoccandomi un bacio fra i capelli: " Non ti preoccupare andrà tutto bene"

Dopo aver terminato di sparecchiare , Dafne e mio padre filarono a letto gridando buona notte a squarciagola .

Kevin fece altrettanto ritirandosi in camera sua , infilando nelle orecchie le sue cuffie ancora una volta .

Alla sottoscritta toccarono invece i patti .

Stavo insaponando un coltello quando delle dolci labbra si posarono sul mio collo , sorrisi: " Dai, altrimenti non finisco più. "

Lui sorrise e il suo caldo respiro a contatto con la mia pelle mi fece rabbrividire e venir la pelle d'oca : " Amore? "

Fece scorrere un dito sulla mia schiena , tracciando la linea creata dalla mia spina dorsale , e una scarica elettrica mi percorse tutto il corpo .

Poi mi sganciò il grembiulino da cucina che avevo indossato per non bagnarmi, ed io mi voltai verso di lui con ancora il coltello insaponato in mano: " Tesoro sono armata di coltello, non...fare...così...lasciami finire di lavare questa catasta di piatti . "

"Altrimenti?" mi provocò lui con un sorriso irresistibile.

Mi tremarono le ginocchia, quando sorrideva in quel modo era difficile far un pensiero coerente .

Deglutii : " Potrei non rispondere più delle mie azioni"

"Perfetto" rispose lui con voce calda " anche se nelle tue condizioni non dovresti stancarti troppo " aggiunse stringendomi in un dolce abbraccio.

Il mio orecchio sinistro sopra il suo cuore, che sentivo battere chiaramente.

Roteai gli occhi : " Sono incinta non malata" puntualizzai affondandogli un dito nel braccio che mi capitò a tiro.

Lui mi sfiorò il ventre con entrambe le mani , poi si chinò per baciare quella dolce curva che si era venuta a creare grazie all'esistenza del nostro bambino : "Vi amo" sussurrò a fior di labbra, per poi alzare gli occhi per incrociare i miei.

"Lavo io i piatti, e poi ti porterò in un bel posto."

Strabuzzai gli occhi: " A quest'ora?"

Mi fece un occhiolino: " Fidati di me"

*****

Salsedine.

Amavo l'odore di salsedine.

Sentirla pizzicare sulla pelle, stuzzicare gli occhi.

Respirare a pieni polmoni quella meravigliosa aria frizzantina era meraviglioso .

Le onde dell'Oceano si infrangevano con poca forza lungo tutta la costa, lasciando qualche piccolo sprazzo di schiuma sui miei piedi nudi , che si beavano di quell'acqua così fresca ma anche così piacevole .

Non faceva freddo, anzi tutt'altro...ormai il clima era estivo .

Lungo la spiaggia c'era qualche altra coppietta , come noi, intenta a godersi il cielo stellato .

Era una serata meravigliosa , e il paesaggio tutt' intorno non era da meno .

La ruota panoramica era illuminata e girava lentamente , riflettendosi nelle acque cristalline sottostanti e facendo da incredibile sfondo a risate e chiacchiere spensierate .

Molo di Santa Monica .

Io e Gabriel ci trovavamo proprio lì , avvolti teneramente in un telo da mare al chiaro di luna.

" E' un assaggio di paradiso , non trovi?"

Annuii mentre mi aggrappavo ancor di più al suo petto, stringendo forte la sua camicia fra le dita .

" Vorrei che questa notte non finisse mai" aggiunsi io.

Fece scorrere una mano fra i miei capelli e cercò il mio sguardo nonostante fossimo immersi nel buio , schiarito appena dalle luci della ruota panoramica non molto distante , e dalla luna che ci osservava attenta dall'alto : " Lo vorrei tanto anch'io, ma possiamo sempre ritornare qui quando vogliamo" e mi scoccò un bacio sulla fronte.

Mi strinsi ancor di più contro di lui, avvolgendogli le gambe con le mie mentre un'onda più forte ci bagnò fino ai polpacci : " Non credevo di ritornare ad essere così...così..."

" libera " concluse lui per me .

Sorrisi e gli diedi un pizzicotto su una guancia: " Sì, proprio così. Oltre quel mare di dolore che ho vissuto nel mio cuore c'era e c'è ancora il mio amore per te .

In mezzo ed oltre al dolore , l'Amore è sempre stato lì , presente , come un' isola di salvezza .

Il nostro amore non si è mai spento, nemmeno per un attimo mi ha abbandonata , vive in me "

Non rispose, ma sentii il tocco delle sue mani farsi strada fra i miei vestiti.

Rotolai sulla sabbia trascinando anche lui e ridendo liberamente .

Ero colma di gioia .

Mi sembrava di aver toccato per davvero il cielo con un dito.

Perché se quella notte era un angolo di Paradiso , allora il Paradiso era senza alcun ombra di dubbio un bellissimo posto .

*****

Quella notte mi convinse a salire sulla ruota panoramica .

Due giri nei quali io mi avvinghiai a lui per la paura di cadere giù , mentre mio marito per il mio comportamento si sbellicava dalle risate.

Il furbacchione aveva persino prenotato una stanza d'albergo tutta per noi per quella notte.

" Quanto hai speso?" chiesi

Mi stampò un bacio sulla bocca: "Ssssh , non ti preoccupare. Tutto calcolato. Non ci divertiamo come si deve dal nostro viaggio di nozze , ricordi ? " e mi sollevò di peso non lasciandomi neanche il tempo di reagire.

Nella stanza trovai petali di rose rosse sparse un pò dovunque, candele accese in ogni angolo, perfino nel bagno, per rendere l'atmosfera più romantica .

Ed un meraviglioso letto matrimoniale , dalle lenzuola bianche di seta , era poco distante da un ampio balcone dalle imposte spalancate . La ringhiera elegante era in ferro battuto , ed oltre questa era possibile vedere l'Oceano e sentirne le onde infrangersi lungo la costa .

Quando mi lasciò toccare terra con i piedi, corsi verso il letto e mi lasciai cadere fra le lenzuola , con un sorriso. Poco dopo su un cuscino notai una piccola scatolina blu che prima non avevo notato .

"Aprilo" sussurrò mio marito .

Con dovuta calma, ma senza nascondere il tremore delle mani, aprii la scatolina e rimasi senza fiato.

"Sei..."

"Matto...lo so."

Scossi la testa incapace di staccare gli occhi da quel solitario sublime: " Come...io..."

Lui rise e m'infilò l'anello all'anulare destro. Il sinistro era già occupato da ben due anelli, la fede e quel suo anello d'argento di cui mi aveva fatto dono cinque anni prima, su quel bellissimo ponte sul Tevere , a Roma.

Si sdraiò accanto a me sbottonandosi la camicia , rimanendo così a petto nudo .

" Siamo completamente invasi dalla sabbia" comunicai divertita mentre toglievo le scarpe dalle quali uscivano numerosi granellini di sabbia .

"Champagne?" propose prendendo una bottiglia da un secchiello colmo di ghiaccio, comparso chissà da dove.

Annuii .

Dopo aver bevuto soltanto una goccia di Champagne-per il bene del mio bambino- m'infilai sotto le lenzuola e lui fece altrettanto .

Come una bambina , ancora non del tutto stanca per cedere al sonno , presi a giocare e obbligai mio marito a tuffarsi sotto le lenzuola assieme a me .

Prese a farmi il solletico , ed io presi a mordicchiarlo in risposta .

M'imprigionò fra le lenzuola non so nemmeno come ed in tono soddisfatto disse : " Amore...adesso che fai?" mi sfidò

Mi lasciai amare...ecco cosa feci .

In tutto e per tutto , come non facevamo da mesi .

Mi liberò di ogni indumento con estrema calma ed io feci altrettanto con lui .

Le sue mani presero a percorrere ogni centimetro di pelle del mio corpo , ormai non più curiose, vogliose di conoscerlo - lui conosceva già a memoria ogni parte di me - ma desiderose di amarlo ancora una volta e per altre innumerevoli volte . Si soffermavano di più sul mio petto , e spesso tracciavano simpatici percorsi fra i miei capelli , al contrario di me che circondavo la sua schiena ed i suoi fianchi con le mie braccia .

Lo baciai fino a togliergli il respiro, almeno fino a quando la mia costola ed i miei lividi non richiamarono la mia attenzione .

A quel punto Gabriel trasformò il suo tocco .

Diventò più leggero, come una lieve carezza sulla pelle.

" Ti amo" era tutto ciò che riuscii a dirgli in quel momento.

*****

Aprii gli occhi, era già mattina da come potevo notare dalla gran luce che irradiava la stanza attraverso il balcone aperto .

La brezza mattutina mi accarezzava una gamba nuda sfuggita da sotto le lenzuola .

Allungai con un sospiro un braccio alla ricerca del mio amore, ma lui non c'era .

Non era più disteso al mio fianco, perchè?

Mi voltai verso la sua parte , le lenzuola erano ancora tiepide, segno che non doveva essersi alzato da molto .

Al suo posto trovai un vassoio con dentro un cornetto al cioccolato ed un cappuccino , dove sopra vidi disegnato un tenero cuore .

Sorrisi. C'era anche un biglietto.

Amore mio, dormivi così bene che non ti sei nemmeno accorta dei numerosi baci che ti ho scoccato sulla fronte , meglio così...mi sarei sentito un pò in colpa se tu ti fossi svegliata a causa mia . Sarei voluto restare con te ancora un pò , per coccolarti , tenerti stretta fra le mie braccia , ma il dovere mi chiama . Ci sentiamo appena possibile. Buona colazione.

TI AMO

                                               Gabriel

 

Poggiai ancora una volta la testa sul cuscino e sorrisi .

Il nostro legame è , e sarà sempre più forte . Nessuno potrà impedirmi di amarti e di vivere con te al mio fianco





Angolo autrice 


Ciaooooo ragazzi ^^ Spero che questo capitolo vi sia piaciuto con tutto il cuore <3
Ringrazio _lalla27_ , noemi_ST , tonia90 e Novalis per le loro meravigliose recensioni *______* 
E tutti voi che preferite , seguite e ricordate questa storia <3 
Al prossimo capitolo ;) 
Un bacione a presto ;) 

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Capitolo 11
*** Al di là delle paure esiste il coraggio ***


Oltre il mare del mio cuore

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Capitolo11.Al di là delle paure esiste il coraggio 



Stella

 

Mi guardai allo specchio dopo aver fatto colazione a letto .

Mi sfiorai il collo, il volto, le labbra – puff , ancora un pò sporche di cioccolato , del resto come ogni qual volta mangiavo un cornetto- con acqua fresca , mentre nella mente i ricordi della notte d'amore appena trascorsa con mio marito erano ancora freschi , vividi

Il tocco delle sue mani , delle sue labbra, l'odore della sua pelle .

Sospirai.

Era ora di tornare a casa .

Mi vestii velocemente e chiamai un taxy .

Non appena arrivai a casa mandai un messaggio a Stefy , avevo tanto bisogno di parlare con un'amica .

Era da tempo che non la vedevo, non la sentivo...in modo più preciso avevo perso i contatti con lei dal giorno del suo matrimonio , cerimonia in cui fui persino arrestata .

 

" Oh , finalmente ti sei ricordata della tua migliore amica ." borbottò Stefy , non appena varcò la soglia di casa Marsano: " Si può sapere quando sei uscita dal carc..." si bloccò non appena vide i miei lividi sulle braccia ed il mio occhio nero : " Oddio, cosa cavolo hai fatto ? "

Sbatté le palpebre diverse volte e si mise a sedere sul divano nel salotto senza mai perdermi di vista .

" E' una storia lunga" esordii un pò in imbarazzo, massaggiandomi le braccia .

Lei inclinò la testa: " Ho il giorno libero. Voglio sapere ogni cosa"

"Desideri qualcosa?" s'intromise mio padre comparso dal nulla.

Lei scosse la testa: " la ringrazio sto bene così. Adesso ho semplicemente bisogno di una chiacchierata con sua figlia"

Alessandro annuì : " Ok, allora vi lascio sole. Se avete bisogno di me sapete dove trovarmi"

Sorrisi a mio padre e ritornai a guardare Stefy.

Sembrava...

"Sono furiosa. Allora? Cosa succede? Perché sei finita in carcere , e Gabriel?"

Trassi un profondo respiro, mi misi a sedere accanto a lei ed iniziai il mio lungo racconto.

Prese ad ascoltarmi con attenzione , interesse.

Rimase sconvolta quando comprese che suo cognato non era altro che un assassino totalmente assetato di vendetta .

" Robert è sempre stato un tipo un pò ribelle ma...accusare Gabriel per la morte di...James " e notai la fatica che fece nel dire il nome del padre del suo bambino " non è giusto. Gabriel non c'entra nulla con tutta questa storia."

Mi prese una mano e la strinse forte: " Tutto quello che mi hai raccontato è assurdo, deve essere davvero dura per voi affrontare tutta questa situazione"

Feci spallucce: " Per me l'importante è essermi chiarita con Gabriel , il resto lo risolveremo pian piano...ed insieme. "

"Così deve essere" concordò con me , mostrandomi un ampio sorriso .

" Ieri Gabriel è stato meraviglioso . Dopo tanto tempo abbiamo trascorso un bel pò di tempo insieme , sai ? " ripresi , cercando di farle notare il mio solitario al dito.

Lei s'illuminò d'immenso: " Siete stati insieme , insieme? "

Non era proprio questo che volevo farle capire , ma ancor più imbarazzata annuii: " Sì, insieme insieme"

Le iridi grigie le brillarono: " Racconta tutto, non tralasciare neanche un dettaglio"

Quando le finii di raccontare anche la favolosa notte trascorsa assieme a mio marito, sprizzò gioia da tutti i pori.

"SANTA MONICA?" urlò scattando in piedi

"Non la santa , ma la località." precisai ridacchiando

"Ho capito , non sono mica scema . Praticamente sei stata dove hanno girato il telefilm di Baywathc , dove termina la route 66 . Per arrivare lì hai preso una delle autostrade più grandi e più trafficate d'America e...wow" era completamente persa nella sua euforia.

"In effetti sembrava di non arrivar mai a destinazione , ma siamo stati pur sempre qui a Los Angeles a rigor di logica , seppur abbastanza lontani dal centro . "

"...che romantico, non lo facevo così. Hai capito il nostro Gabriel ?"

Risi assieme a lei.

"L'oceano Pacifico anche su quelle coste sembra essere sconfinato , dà l'impressione d'infinito anche semplicemente osservandolo dal balcone dell'albergo in cui abbiamo trascorso la notte , oppure dalla cabina della ruota panoramica su cui siamo saliti ." spiegai ancor affascinata da quel posto, mi sembrava di sentir ancora le onde chiaramente infrangersi sulla battigia .

"Sei invidiata da molte donne lo sai , vero ?" domandò quando notò anche il mio scintillante solitario al dito , che continuavo a sbandierare a destra e a manca.

"Non voglio essere invidiata, e auguro a tutte di trovar un uomo come mio marito " risposi io prontamente.

Lei mi abbracciò: " Non sai quanto io sia contenta per voi " sussurrò con voce calda , profonda . " Mmm...stavo pensando al fatto che se mio marito frequentasse di più il mio migliore amico magari avrebbe qualche possibilità di acquisire parte del suo essere così romantico."

Scoppiai a ridere.

"Beh, allora sappiamo il sesso di questo bel bambino?" chiese poco dopo , sfiorandomi l'addome con dolcezza

Scossi la testa con un sorriso: " No , ma fra qualche giorno scopriremo se è un lui o una lei . "

"Verrò" sbottò di colpo.

"Perfetto. Gabriel ci raggiungerà là "

                                                                                           *****

I miei vestiti non andavano decisamente bene .

Giorno dopo giorno diventavano sempre più stretti , si arrotolavano sui fianchi per via del mio piccolo che cresceva dentro di me .

Storsi il naso quando i miei pantaloni preferiti decisero di abbandonarmi strappandosi sul mio sedere .

Stefy rise così tanto che si piegò in due per il dolore alla milza .

Ma era un'amica meravigliosa per tutto ed in tutto . Mi fece dono dei suoi indumenti , che aveva utilizzato durante la sua gravidanza .

Sì , era il momento di far acquisti premamam e Gabriel doveva iniziare a preparare la carta di credito .

Dovevamo comprare una culla, un passeggino , i vestitini , qualche bavaglino...ah sì, il ciucciotto, il biberon...ops, quanta roba.

Arrivata dalla mia cara ed amata ginecologa scelta proprio dalla sottoscritta- in quanto doveva essere una donna a visitarmi oppure non se ne faceva nulla- sospirai e mi portai le mani dietro la schiena con una smorfia .

"Mal di schiena?" domandò divertita Stefy

Annuii

" Aspetta a quando arriverai al settimo-ottavo mese, per non parlare del nono. Alzarti dal letto sembrerà una cosa quasi impossibile"

"Non esageriamo" risposi io, già terribilmente terrorizzata all'idea di dover partorire.

 

 

"Scusa per il ritardo" disse mortificato il mio maritino non appena mi raggiunse, scoccandomi un bacio sulla fronte e salutando Stefy seduta al mio fianco con un cenno del capo .

Sembrava realmente dispiaciuto, ma non aveva nulla di cui preoccuparsi.

Io ero ancora seduta nella sala d'attesa , e sapete perché?

Perché eravamo tutti in anticipo , compreso lui.

Mio marito questa volta era arrivato puntuale , perché la sottoscritta era stata in grado di spostargli le lancette del suo orologio fino ad una mezz'ora in avanti rispetto all'orario effettivo.

Non se ne era neanche accorto, e con questo avevamo finito con la storia del ritardo , almeno per questo giorno importante, dove avremmo saputo il sesso del nostro bambino.

" Guarda che ho capito che mi hai spostato le lancette dell'orologio mezz'ora in avanti, quindi togliti quel sorrisetto dalla faccia. Non avrei mai potuto fare tardi in un giorno come questo"

Rimasi di sasso.

Per poco la mascella non mi si stacco letteralmente: avevo proprio sposato uno sbirro.

Con un risolino per dissimulare l'imbarazzo gli diedi un gran pizzicotto su una guancia: " ma che papino tenero, tenero" dissi imitando la vocina di una bambina.

Lui posò una mano sul mio addome , e sentii il suo calore riscaldarmi la pelle attraverso il tessuto della camicia.

" Bambina?" domandò lui , sembrava teso ma al tempo stesso euforico.

"Mmm...maschietto?" aggiunsi io , posando una mano sulla sua e sul nostro bambino, che non doveva essere più grande del pugno di suo padre .

Mio Dio, era una creatura così piccola ed innocente, e stava crescendo dentro di me.

Che grande Miracolo era la Vita.

" Nome della nonna materna o paterna se femmina ?" s'intromise Stefy

Il mio sguardo si incrociò con quello di Gabriel , poi le nostre labbra si piegarono in una leggera smorfia.

" Nessun nome di nessun familiare" esordì mio marito , ed io concordai.

Basta riportare e riportare gli stessi nomi da generazione in generazione, ogni individuo , ogni discendente era diverso dal suo predecessore , e doveva portare un nome originale, che fosse suo.

" Vittoria?Ti piacerebbe ? " proposi io

Lui ci pensò su un attimo: " Nome italiano dici ? "

" Beh, io sono italiana D.O.C , sei tu il mezzo sangue italiano qui " scherzai un pò

Lui mi guardò di sottecchi: "Ah, tante grazie. Vorresti chiamare qualche purosangue per farmi fuori ? Ci pensa già tuo padre con le sue frecciatine "

Gli diedi una piccola gomitata al fianco e ridacchiai : " Dai scherzavo . Sei il mio italo-americano preferito . Se preferisci un nome americano per me va bene "

" Gwen ? "

" Mi sbaglio o state pensando soltanto a nomi femminili?" domandò Stefy incuriosita

                                                                                            *****

"La sua gravidanza sta procedendo bene , il bambino sta crescendo come è giusto che sia. E' tutto sotto controllo, potete stare tranquilli " ci comunicò la ginecologa mentre continuava a controllare la situazione .

Era una donna minuta, bassina.

Grazie alle sue indicazioni , nei monitor avevo visto il cuoricino di nostro figlio battere forte , ci permise di sentirlo perfino .

Ero senza parole.

Quel suono, quel battito era la musica più bella del mondo ...la più bella che avessi mai sentito.

Era il suono di una vita in arrivo, anzi ormai del tutto pronta a venir fuori e vivere i suoi giorni .

Gabriel osservava rapito il monitor quanto me , era seduto al mio fianco e mi teneva stretta una mano fra le sue .

Stefy era rimasta fuori , in ansia e impaziente di conoscere il sesso del bambino .

Secondo lei doveva essere una femminuccia , così il suo piccolo Mattew avrebbe già avuto la sua fidanzatina.

" Scusi cos'è ? Una gamba ? Un braccio ? " chiese mio marito , incapace di capire del tutto ogni cosa che stava osservando in quel monitor

La ginecologa ridacchiò con le mani nelle tasche del largo camice bianco : " Ci stavo arrivando...è un maschietto"

Spalancai gli occhi. Un maschietto. Un mini Gabriel.

Mi voltai verso mio marito , aveva abbassato lo sguardo come se stesse provando imbarazzo .

In poche parole quel che aveva chiesto di sapere cos'era era...

Scoppiai a ridere inevitabilmente .

" Amore, un maschio. Ci pensi ? "

Lui rialzò lo sguardo ed aprì le labbra in un meraviglioso ed incantevole sorriso : " Un maschietto che sarà geloso della mamma proprio come il papà"

" Ti amo" gli sussurrai passandogli una mano tra i capelli dorati.

" Ti amo tanto anch'io , mamma" rispose lui, per poi regalarmi un dolce ed intenso bacio.

 

Jessica

 

Quando scesi dall'auto di mio padre mi strinsi bene al petto quei libri , che non ero riuscita a ficcare nello zaino assieme a tutti gli altri , e mi avviai verso l'ingresso del mio tanto amato-odiato Liceo a passo svelto .

Quando arrivai davanti l'ingresso principale trovai un gran numero di studenti ad ammirare qualcosa che mai mi sarei aspettata , sognata, di poter vedere un giorno...per me . C' era un ampio striscione appena sopra il portone della scuola . Con spray rosso era stato scritto : " TI AMO. PERDONAMI. " firmato "il tuo angelo sul tetto"

Il mio angelo sul tetto .

Su quel tetto...dove lui mi aveva salvata , come fosse un angelo mandato apposta per me .

Lo cercai con lo sguardo , mentre intorno a me molti si chiedevano a chi fosse stato dedicato quello striscione , e lo trovai.

Era seduto in sella alla sua moto, il casco fra le mani, i capelli corvini come al solito in completo disordine.

Gli occhi scuri erano celati dietro gli occhiali da sole, che si sfilò non appena si accorse di me.

Rimasi a fissarlo per un pò.

Lui non si mosse , neanch'io .

Trassi un profondo respiro , e con coraggio mi avviai verso l'aula di inglese.

Non dovevo cedere.

Non volevo soffrire ancora, perchè io ?

Mi amava...sentii i miei occhi iniziare a pizzicare.

Amava me.

Ed io amavo lui...era assurdo.

Tutta la nostra storia insieme , vissuta fino a quel momento, era assurda.

Non poteva funzionare, o forse sì ?

La verità era che tutto ciò mi terrorizzava.

Io ero in pericolo di vita per colpa di chissà quali nemici di mio padre e lui il poliziotto che mi sorvegliava a vista.

No, non poteva funzionare.

Presto, quando tutta questa storia sarebbe finita si sarebbe dimenticato di me.

Ed io non volevo soffrire, non più.

Sentii all'improvviso il suo fiato sul collo , le sue mani circondare il mio braccio sinistro e mi strattonò con forza facendo cadere a terra i libri che avevo fra le mani : " Jess, ma vuoi capire che ti amo? Non essere così testarda, non rovinare tutto. Perdonami, non so cos'altro fare. Io non ti ho mai mentito devi credermi."

Lo guardai con attenzione, ma non riuscii del tutto a sostenere il suo sguardo.

Intorno a noi si era formato un gran cerchio di curiosoni .

Individuai anche Sean che se la rideva con i suoi.

M'irrigidii davanti a quella sua risatina: " Che hai da ridere?" domandai furiosa

Sean fece un passetto avanti con fare teatrale: " Voglio dire, hai trovato un fesso che ti ha appena detto che ti ama e tu? Sfigata...ti credi di essere così bella da aver maggiori possibilità di essere amata da un uomo migliore di lui?"

Kevin si voltò di scatto in maniera così veloce verso di lui , che mi fece sussultare.

" Bada a come parli Sean." minacciò in tono duro " chi ti credi di essere, eh ? Ti senti in diritto di giudicare , criticare , distruggere i sogni altrui, scherzare gli altri...i più sensibili solo perché quattro ragazzini , che non hanno neanche una piena consapevolezza di sé stessi , ti seguono come un'ombra ? Questo ti fa sentire più forte? Non sei Dio rilassati, anzi ricordatelo , ficcatelo bene in quella tua piccola testolina da adolescente . Tu , Tu non sei altro che un ragazzetto , un bullo che si sente tanto importante , superiore , a scuola...ma che nella vita vera, nella realtà ha paura di affrontare le difficoltà e le verità , proprio come tutti gli altri ."

Sean rimase a fissarlo per un pò ed indietreggiò quando notò la pistola di Kevin nella fondina.

"Ma chi cavolo sei?" domandò , mentre tutti gli altri intorno a lui indietreggiavano intimoriti .

" Un poliziotto. Sono qui per Jess...non vi deve interessare altro" urlò a tutti i presenti in risposta.

Lo guardai con occhi lucidi .

Si era ricordato di ciò che Sean mi aveva fatto...quel ragazzo aveva distrutto uno dei miei sogni : quello di andar ad una festa in sua compagnia quando ancora avevo una cotta per lui . Era il primo anno di liceo .

Sean mi aveva invitata ad un ballo , ma la sera stessa della festa mi aveva abbandonata.

Ero rimasta davanti casa per più di un'ora ad aspettarlo , ma di lui nessuna traccia.

Mi aveva solo presa in giro.

Kevin...lui no.

Lui era venuto a prendermi con la sua moto per andare alla festa di Bea , aveva fatto di me una principessa quando non ero mai stata altro che una sfigata.

"Andiamo" mi disse, cingendomi le spalle con un braccio mentre tutti gli altri continuavano a fissarci con occhi sbarrati .

*****

Durante la lezione d'inglese rimase poggiato di spalle al muro in fondo all'aula .

Le braccia conserte.

Mi fissava con attenzione.

Sentivo il suo sguardo su di me, ed era inevitabile che qualche volta mi voltassi anch'io verso di lui permettendo ai nostri sguardi d'incrociarsi .

I nostri amici erano venuti a conoscenza di tutto , ed adesso lui mi teneva d'occhio proprio come mi aveva promesso.

Non solo per il suo lavoro , quindi come poliziotto, ma anche per ciò che provava realmente per me.

Mi portai le mani fra i capelli.

L'amavo, mi amava...ma lui per quanto mi avrebbe amata?

Socchiusi gli occhi e provai a scrivere qualche appunto.

*****

Mi seguì come un'ombra per tutta la scuola.

Le mani nelle tasche dei jeans e la testa bassa, le cuffiette nelle orecchie .

Chissà cosa stava ascoltando.

 

Arrivò il momento di tornare a casa.

Si avvicinò a me e mi afferrò una spalla, obbligandomi a voltarmi verso di lui: "posso almeno accompagnarti a casa?"

Chiusi gli occhi e scossi la testa: " Ti prego, non rendere le cose più difficili"

Provò a baciarmi, ma io mi scansai : " Kevin...tu ti dimenticherai di me quando tutta questa storia sarà finita."

Mi guardò colpito dalle mie parole: " ma cosa dici? Perché dovrei? Jess, io sono qui...non ti lascerò, qualsiasi cosa accada."

Mi limitai a guardarlo.

" Mi ami ?" mi chiese all'improvviso.

Gli voltai le spalle e me ne andai di corsa nascondendo le lacrime che copiose presero a rigarmi il viso .

L'amavo,sì.

Avrei voluto gridarlo al mondo intero.

Ma in realtà cosa conoscevo sul suo conto ? Sapevo solo che era un poliziotto, che si chiamava Kevin . Non sapevo neanche la sua vera età .

Provò a fermarmi ancora una volta , correndo più forte di me per raggiungermi .

"Kevin non so nulla di te" gridai dal marciapiede che mi avrebbe condotta a casa .

" Non è vero...lo sai. Io sono la stessa persona che stava al tuo fianco , anche quando tu non sapevi chi fossi realmente . Oltre al mio lavoro...io non ti ho mai mentito ." risposi quando mi raggiunse del tutto.

"Io..." mi bloccai , non mi lasciò il tempo di finire.

Osservò qualcosa oltre le mie spalle che lo convinse ad afferrarmi una mano ed a spingermi giù con tutte le sue forze , proprio dietro un automobile rossa dell'epoca di mio nonno .

Certe macchinette erano ancora in circolazione?

Subito dopo sentii come dei piccoli boati diffondersi nell'aria circostante , tanto da mandar in frantumi i vetri dei finestrini e scuotere l'auto dietro la quale , per voler di Kevin, avevo trovato rifugio .

Lo vidi sedersi sulle ginocchia al mio fianco e offrirmi il suo cellulare: " devi chiamare mio cognato. Devi dirgli di venire subito qui" disse serio.

Lo guardai senza capire, confusa : " Cosa c'entra tuo cognato con questi rumori ? Cosa sta succedendo? "

Molti ragazzi presero ad urlare terrorizzati .

Un uomo cadde proprio accanto all'auto ed anch'io presi ad urlare alla vista del suo sangue .

Era stato ucciso.

Era stato ammazzato.

Cosa stava succedendo?

Quelli che stavo sentendo erano colpi di pistola?

Oddio, oddio no.

Kevin mi tappò la bocca per qualche minuto : "Calma, respira. Mantieni il controllo. Andrà tutto bene. Guarda me. Non temere. " mi sussurrò e si sforzò di sorridermi , ma era pallido in volto .

Tirò fuori la sua pistola dalla fondina e le tolse la sicura , pronto a sparare.

" Chiama mio cognato, alla svelta" disse lui prendendo a sparare da sopra il cofano .

Mi tappai per un momento le orecchie per colpa della detonazione, poi presi a sfogliare la rubrica del suo nokia lumia .

" Come si chiama tuo cognato?" domandai , mentre leggevo ogni sorta di nome

Kevin roteò gli occhi e mi guardò per un breve istante, prima di ritornare a rifugiarsi per bene dietro l'auto assieme a me : " Gabriel...ma nella rubrica lo troverai come grande Capo"

Inarcai un sopracciglio e chiesi ingenuamente : " Ha origini indiane ?"

Scoppiò a ridere nonostante la situazione in cui ci trovavamo: " No, è un detective. E' il mio capo. "

Mi morsi le labbra. Giusto, dovevo pensarci prima di dir una cosa del genere.

"Devi dirgli di sbrigarsi" aggiunse , prima di ritornare a sparare.

Ok, respira piano.
Non devo temere.
Al di là delle paure esiste il coraggio. 
Sono forte e coraggiosa


Angolo autrice 

Ciaooo ragazzi ^^ prima di tutto vorrei dirvi grazie di cuore <3
Capitolo dopo capitolo continuate a dimostrarmi il vostro affetto , questo non può che rendermi contenta ^^
Ringrazio _lalla27_ , Sophie, noemi_ST, tonia90 e Novalis che recensiscono ogni capitolo con un entusiasmo tale da coinvolgermi  ^^
Ringrazio ogni singola persona che preferisce , segue e ricorda questa storia , chi si è aggiunto ultimamente ^^
Spero che anche questo capitolo vi piaccia ^^ 
Nonostante sia molto impegnata in questo periodo non posso non dedicarmi a questa storia ;) 
e non sono riuscita a trattenermi dall'inserire qui su EFP un' altra nuova storia ^^ romantica , distopica, soprannaturale...se qualcuno di voi fosse interessato l'accoglierò con piacere anche lì ^^
Ho già notato che due di voi hanno inserito anche la nuova storia tra le loro preferite...grazie _lalla27_ e giugiulove15 ^^
Al prossimo capitolo ;) 
Un bacione a presto ;) 

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Capitolo 12
*** Perché in fondo nessuno è solo ***


Oltre il mare del mio cuore

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Capitolo12. Perché in fondo nessuno è solo 


Jessica

 

Quando quattro volanti della polizia di Los Angeles arrivarono nei pressi del liceo , l'auto d'epoca rossa fiammante dietro la quale ero rimasta nascosta assieme a Kevin- che nel contempo aveva terminato tutte le sue munizioni- era cosparsa di fori di egual forma e dimensione .

Aveva praticamente assunto le sembianze di uno scolapasta gigante .

Non era rimasta una sola piccola parte in cui non era stata danneggiata da quella cascata di proiettili , che continuavano a riversare verso di noi senza pietà .

Un ragazzo biondo , un poliziotto in borghese , urlò ad alcuni agenti di rispondere al fuoco con la stessa prontezza ed aggressività .

" Finalmente Gabriel è arrivato con i rinforzi " constatò Kevin seduto sui talloni accanto a me , aveva ancora la sua pistola scarica in pugno , ma adesso il suo volto era decisamente più sereno .

" Gabriel è il ragazzo biondo ? E' davvero affascinante , anche la voce per telefono era decisamente bella " risposi io senza pensare , riportando lo sguardo sul detective che continuava a sparare contro quei balordi da sopra la portiera di una volante con i lampeggianti accesi .

" Ehi. " mi richiamò con tono infastidito " Punto primo. E' sposato con mia sorella, quindi è uno uomo già impegnato , levagli gli occhi di dosso . Punto secondo. E' un padre di famiglia , ha un secondo figlio in arrivo , quindi ancor di più evita di farti venire strane fantasie in testa . Punto terzo. Non sarà mai carino quanto me e mai ti amerà quanto ti amo io "

Mi voltai verso di lui e lo guardai dritto negli occhi , erano così profondi e caldi : " Ho detto che è un tipo carino , non che vorrei sposarlo ." precisai , e lui sospirò di sollievo .

Risi piano, nonostante la sparatoria tra poliziotti e criminali fosse ancora in atto , ero decisamente più calma e rilassata : " Mi ami davvero così tanto ? Tieni davvero a me in modo speciale ?"

Lui mi guardò serio e mi prese il mento tra le dita : " Ti amo in modo stupendo . Come non ho mai amato nessuno in terra . Ti basta ?"

Scossi al testa: " Non mi sembra possibile" sussurrai a fiori di labbra

Kevin non ascoltò le mie parole , troppo occupato a capire che tipo di sostanza si stesse allargando sull'asfalto .

"Oddio" esordì deglutendo , era spaventato "benzina" urlò

Mi afferrò una mano in un nanosecondo e mi tirò immediatamente su assieme a lui : " Dobbiamo andare via da qui , questa macchina sta per saltare in aria."

Corsi così a perdifiato al suo fianco , per allontanarmi il più possibile dal posto che mi aveva protetta fino a quel momento .

Fu come se all'improvviso mi avessero tolto uno scudo di dosso . Mi sentivo più vulnerabile , forse lo ero realmente .

Urlai con tutto il fiato che avevo nei polmoni quando una pallottola mi passò ad un soffio da sopra la testa ed un'altra a due centimetri dal mio fianco destro .

Grazie a Dio , entrambi i proiettili erano passati senza procurarmi alcun tipo di ferita .

Poi , ecco che un' altra pallottola fu indirizzata all'auto rossa , ormai parecchi metri distante da noi , e questa schizzò in aria simulando l'esplosione di una bomba .

Rifugiandomi dietro il primo angolo di un palazzo lì accanto , vidi i poliziotti acquattarsi dietro le loro volanti per ripararsi dai numerosi detriti e schegge di vetro che schizzarono per aria ad una velocità esorbitante .

La potenza dello scoppio aveva causato un bel pò di trambusto , ovviamente desiderato dai criminali per garantirsi in qualche modo una via di fuga .

Mi tappai le orecchie quando i pezzi restanti dell'auto crollarono pesantemente sull'asfalto .

Una nuvola di fumo si innalzò verso il cielo, ma quando vidi i corpi di due poliziotti martoriati dall'esplosione , e che purtroppo non erano riusciti a correre al riparo in tempo , il mio cuore si sgretolò in mille pezzi diventando polvere .

Erano morti per soccorrere me .

E le loro famiglie ?

Chi avrebbe pensato alle loro famiglie ?

Sentii gli occhi inumidirsi ed un conato di vomito mi salì fino in gola quando il mio stomaco si contorse per lo spettacolo macabro a cui ero stata costretta ad assistere .

Presi a singhiozzare forte e fui sul punto di rimettere quando Kevin mi strinse fra le sue braccia e pose una guancia fra i miei capelli , per consolarmi .

"Ssssh calmati. Andrà tutto bene " mi sussurava dolcemente , ed io affondai la testa nel suo petto , serrando i pugni sulla sua maglietta grigia nel disperato tentativo di darmi una regolata .

" Kevin portala via di qui" urlò Gabriel, suo cognato.

Kevin annuì ed afferrandomi i polsi mi costrinse a guardarlo negli occhi

"Ok, adesso dobbiamo andare. Ti porto via da qui , in un posto sicuro . Ti fidi di me ? "

"Hai già la mia vita nelle tue mani , io mi fido di te ciecamente " risposi in tono deciso .

Ed era vero.

Da quando l'avevo conosciuto mi sentivo più forte , più bella , avevo imparato ad amare me stessa in tutto , i miei gusti , non mi ero mai sentita così viva prima del suo arrivo nella mia vita .

Sorrise , poi mi guidò verso i parcheggi presenti accanto all'edificio scolastico .

Fino a quel momento sembrava che nessuno ci seguisse o stesse vedendo le nostre intenzioni .

Kevin prese velocemente le chiavi della sua moto e salì in sella , l'imitai prendendo posto dietro di lui senza perdere altro tempo .

Fortunatamente quella mattina avevo deciso di indossare le lenti a contatto , altrimenti sarei dovuta stare tutto il tempo a controllare che gli occhiali non scivolassero via durante il tragitto a tutta velocità per le strade della città .

Circondai i suoi fianchi con le braccia ed appoggiai una guancia contro la sua schiena .

Avviò il motore e mi sembrò di essere già lontana chilometri da quel posto...ed invece...

Presero a sparare ancora una volta verso di noi , fortunatamente da lontano quindi non riuscivano ad aver del tutto una mira ben precisa .

Sentii Kevin borbottare qualcosa per la rabbia mentre io mi stringevo sempre più forte a lui .

Partì sgommando , ma una macchina si mise alla nostra calcagna .

Un minuto.

Due minuti.

Passavano così lentamente da far paura.

Un'auto ci tagliò la strada improvvisamente non appena la moto aumentò di velocità e...non capii più nulla.

Caddi a terra di schianto , e sentii un dolore indicibile ad un ginocchio , al gomito sinistro , rotolai per un pò sull'asfalto rovente , prima di fermarmi su un fianco .

Rimasi immobile , confusa , stordita .

Almeno non avevo battuto la testa , o forse sì ?

Vidi la moto riversa a terra , le ruote che ancora continuavano a girare .

L'auto , una berlina nera -causa dell'incidente - era ferma con un'ammaccatura su un fianco .

Due personaggi scesero dal mezzo con espressioni soddisfatte e divertite .

Tirarono fuori le loro armi , e mi ritrovai a tremare .

Avevo la pelle d'oca sulle braccia .

Kevin? Lui ?

Dov'era ?

Scoprii che era a qualche metro da me .

Si stava lentamente rialzando da terra , ed era stordito quanto me .

Scosse la testa diverse volte.

Mi sfiorai il ginocchio e scoprii che sanguinava .

I miei jeans si erano stracciati proprio in quel punto , che si era tinto di un inquietante rosso vivo .

Nulla di grave , solo una quantità innumerevole di graffi , che bruciavano terribilmente però .

Diedi anche un'occhiata al gomito .

Niente di rotto .

Solo lividi.

Quei due uomini puntarono le pistole contro di me , ed io mi sentii persa , smarrita .

Non riuscivo a credere al fatto che avessero delle vere pistole in pugno .

Era tutto troppo irreale, innaturale , affinché io potessi comprenderlo.

Sono sempre stata una ragazza molto tranquilla , mai avrei pensato di trovarmi in una situazione come questa.

Ben presto scoprii , con enorme sollievo , che l'auto che prima ci stava inseguendo non era guidata da un criminale, bensì da Gabriel in compagnia di un altro giovane agente .

Vidi il biondo tirare fuori la sua pistola e colpire alla gamba uno dei due criminali a pochi passi da me , che con un urlo immane crollò sul ginocchio della gamba sana .

L'altro , voltandomi le spalle , prese a sparare contro gli " intrusi " premendo ripetutamente il grilletto .

Il detective , assieme al suo collega , trovò rifugio dietro l' auto con la quale ci aveva raggiunto .

Avevo ormai imparato che le auto erano un ottimo rifugio , un perfetto nascondiglio , se ti ritrovavi per strada contro qualcuno che aveva intenzione di volerti scaricare addosso tutti i colpi del caricatore di una pistola .

Kevin , intanto , mi aveva quasi raggiunta seppur un pò zoppicando .

Aveva collezionato altri graffi sul viso , oltre a quello che già si era procurato su una guancia.

Mi prese per mano e mi costrinse ad alzarmi : " Forza , forza " m'incitò .

Mi alzai e ripresi a correre assieme a lui , pur non avendo più forze , e con ancor più dolore al ginocchio .

Andavo avanti per istinto di sopravvivenza .

Altri due uomini desiderosi di uccidermi comparvero all'improvviso davanti a noi , tagliandoci ancora una volta la strada .

Il resto...non riuscii ancora una volta a comprenderlo .

Kevin si guardò intorno .

" Gabriel" urlò

Il biondo posizionò lo sguardo su di noi in un attimo .

Qualcuno all'improvviso mi prese per le braccia , e mi costrinse a salire in un automobile mai vista prima , contro la mia volontà .

Mi ritrovai a mordere una mano , ma mi guadagnai soltanto uno schiaffo in pieno viso che mi fece vedere le stelle , gli uccellini, le costellazioni , tutti intorno alla testa in un allegro girotondo .

Una serie di puntini rossi presero a danzarmi davanti agli occhi , come se volessero prendersi gioco di me .

Mi tapparono la bocca con del nastro adesivo e l'opzione di urlare risultò del tutto inutile .

Provai a scappare ancora una volta nonostante il dolore alla testa , ma mi legarono le caviglie e i polsi .

Kevin si stava ribellando con tutte le sue forze , riuscivo a sentirlo , percepirlo, perfettamente.

Mi avevano presa , ed avevano intenzione di prendere anche lui .

Già il fatto che non ci avessero ucciso subito mi faceva sperare in bene , ma adesso dove ci avrebbero portato ?

Quando recuperai del tutto il dono della vista notai il giovane agente cadere a terra , ed alcune gocce del suo sangue schizzare per aria per colpa di quel colpo che era riuscito a raggiungerlo .

Pregai con tutto il cuore affinché si salvasse .

Osservai infine Gabriel correre verso di noi , ma era troppo distante , lontano .

Vidi la sua disperazione impressa in quei suoi occhi verdi non appena comprese che non avrebbe mai fatto in tempo a raggiungerci .

E l'auto partì , con Kevin al mio fianco .

Anche lui costretto a restare zitto .

Incrociai i suoi occhi .

Cercavano di rassicurami, ma in quel momento neanche la sua presenza al mio fianco era capace di rasserenarmi .

Avevo bisogno di qualcosa di più .

Spostai gli occhi verso il cielo, che potevo osservare attraverso il finestrino.
Non sono sola. 

Non sono sola

Alcuni spari raggiunsero parte della carrozzeria , vidi perfino le scintille causate dall'urto zampillare per aria , ma l'auto proseguì la sua corsa senza problemi, imperterrita .

Era a prova di proiettile .

Quei colpi erano stati l'ultimo tentativo di Gabriel di tenerci con sé .

Ancora un minuto e mi spruzzarono qualcosa contro il viso , poi il buio.

                                                                                          *****

Rigida .

Ero accasciata contro qualcosa di duro e terribilmente freddo, ghiacciato.

Una parete rivestita di ghiaccio?

Aprii gli occhi di colpo .

Dove mi trovavo ?

Sbattei le palpebre diverse volte e diedi un'occhiata in giro .

Una cella frigorifera? Mi trovavo in una cella frigorifera ? COSA ?

Avevano preparato per me un morte ancora più terrificante di quella procurata da un colpo di pistola , oddio .

No, non doveva finire così

Cercai di sciogliere i muscoli delle braccia, delle gambe , e riuscii a fare qualche movimento seppur a fatica .

Dovevo scappare , alla svelta .

Quanto sarei potuta resistere in una cella frigorifera ?

Sei ore circa ?

Cercai un display che mi informasse su quanti gradi mi trovassi sotto lo zero .

Niente.

Kevin ?

" Non avevo mai pensato a questa morte , voglio dire morire in mezzo a polli , maiali , bovini divisi a metà è imbarazzante . Carne da macello . Pensa, sono perfino vegetariano. Cosa ci fa quindi un vegetariano in mezzo al paradiso dei carnivori ? " ironizzò non appena si accorse del mio sguardo su di lui .

Cercava di rasserenare il clima ?

Eravamo liberi di parlare e di muoverci , ma di vivere la nostra vita ?

" Non se ne parla di uscire" mi avvisò , furioso , indicando quella sorta d'ingresso alla mia destra .

Fantastico .

" Non voglio morire assiderata " affermai con un groppo in gola , rabbrividendo per il freddo che sentivo penetrarmi sin dentro le ossa .

Lui mi raggiunse e si piegò sulle ginocchia : " Ehi, troverò un modo . Deve esserci . Se c'è anche una sola possibilità di uscire da qui sarà mia" aggiunse in tono dolce , portandomi una ciocca di capelli dietro un orecchio .

Chiusi gli occhi per un'istante a quel dolce contatto .

Poi gli afferrai la mano e ci affondai una guancia : " Sono contenta che tu sia qui, nonostante tutto"

Lui si mise a sedere al mio fianco e mi cinse le spalle con un braccio , stringendomi forte a sé .

Per un attimo rabbrividì anche lui mentre io mi ritrovai con il capo contro il suo petto , lieta di ascoltare i battiti del suo cuore così da vicino .

Mi beai di quell'abbraccio pieno di calore .

Non ero mai stata così vicina ad un ragazzo , prima di lui .

" Secondo te , se non riusciremo prima noi - in qualche modo- ad uscire fuori da qui , tuo cognato sarà in grado di trovarci prima che sia troppo tardi ? "

Annuì : " Lo spero davvero . Gabriel è in gamba "

"Hai molta stima di lui " notai

" Mi ha salvato la vita innumerevoli volte in passato." spiegò con un mezzo sorriso.

Rimasi in silenzio.

" Grazie" dissi io all'improvviso, dopo qualche minuto .

" Per cosa?" soffiò lui fra i miei capelli .

" Per esserci sempre"

Lo sentii sorridere: " Io non ti lascerò mai Jess, non ora che ho scoperto di amarti così tanto"

Mi staccai da lui e lo guardai dritto negli occhi: " Mai ?"

"Mai" ripeté lui

Mi scappò un sorriso e gli accarezzai una guancia: " Ti voglio...tanto bene , Kevin"

" Solo bene ?" chiese lui , guardandomi con la coda dell' occhio destro dall'alto verso il basso , accompagnato da un sorrisetto furbetto sulle labbra sottili .

" Ti amo" dissi di getto , con tutto il cuore

Rimase per un attimo fermo a fissarmi

" L'hai detto per davvero ?"

Era incredulo

Mi strinsi di nuovo a lui alla ricerca di un pò di calore e sorrisi : " Sì "

Ti amo.

Ti amo, e ti amerò sempre .

Voglio uscire da qui e vivere il resto della mia vita assieme a lui



Angolo Autrice 

Ciaoooo ragazzi ^^
* rullo di tamburi * finalmente Jess ha confessato al nostro Kevin di amarlo ^^
ha scelto proprio il luogo adatto...ihihihi ;) 
Ma ora ? Riusciranno ad uscire da lì ? 
Gabriel cosa farà ? ;)
Chiedo venia se troverete qualche errore ogni tanto , ma il fatto è che non ho molto tempo a disposizione per scrivere ;)
Nel prossimo capitolo ci saranno altre novità interessanti :) 
Ringrazio tonia90, fiordicampo, _lalla27_ , Novalis e Sophie per le loro bellissime recensioni <3 ;)
E ringrazio come sempre tutto coloro che preferiscono , seguono e ricordano questa storia ^^
Al prossimo capitolo ;) 
Un bacione a presto ;) 
 


 

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Capitolo 13
*** Grazie d'esistere ***



Oltre il mare del mio cuore
 

Non ci sono "se", non ci sono "ma", né "forse" e né "vedremo", ci sono "si" e "no", se c'è una cosa che può fa male è lasciare una persona col dubbio e la paura che non esista niente di certo, sia in amore che in amicizia è sempre importante essere chiari, altrimenti meglio tacere.                                                                                                                                                                                                                                         Ilaria Pasqualetti 

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Capitolo13.  Grazie d'esistere


Gabriel

 

Nel trambusto Kevin urlò il mio nome .

Sollevai lo sguardo , e una volta venuto a conoscenza delle reali intenzioni di quei balordi,

cercai in ogni modo umanamente possibile di raggiungerlo in tempo .

Ma quella piccola distrazione mi costò cara .

Urlai di dolore quando sentii qualcosa d'incandescente trapassarmi il braccio destro .

Un proiettile vagante .

Non mi era stato concesso neanche una sola possibilità per sfuggirgli .

Mi voltai inferocito , e sparai un colpo contro il possibile responsabile passando la mia pistola nella mano sinistra .

Mi erano salite le lacrime agli occhi per quell'insopportabile bruciore .

E la paura mi attanagliò le membra quando il mio collega cadde a terra , privo di vita.

Ero rimasto solo contro due sgherri di Robert , e Kevin non poteva aiutarmi...semmai dovevo essere io a correre in suo soccorso , e dovevo farlo alla svelta .

Deglutii e mi sforzai di concentrarmi , non c'era altro tempo .

Non dovevo perdere la lucidità .

Sparai altri colpi , e finalmente fui libero di correre verso Kevin e Jessica , quando i due uomini , che ero riuscito a sparare, crollarono a terra tra urla e lamenti strazianti .

I due ragazzi erano già stati caricati di peso in una berlina scura, che si apprestava a lasciare il posto a tutta velocità .

No, non doveva finire così.

Non poteva finire così.

Corsi con tutte le forze che mi erano rimaste , a perdifiato, lasciando alle spalle solo morti e feriti, incurante del fatto che qualche sopravvissuto potesse farmi ancora del male .

Non potevo lasciare che prendessero Kevin , no...non potevo .

Robert non l'avrebbe trattato bene, niente affatto.

Corsi fino a farmi bruciare i muscoli delle gambe dal dolore , ma l'auto partì, lasciandomi indietro .

Vidi lo sguardo preoccupato di Jessica, la breve ribellione di Kevin.

Alzai la pistola e sparai ancora e ancora .

Accarezzai la carrozzeria nera tra scintille di fuoco e il rumore della detonazione , mi concentrai sui finestrini, ma ogni singola parte di quell'auto era a prova di proiettile .

Puntai alle ruote , come ultima possibilità , ma i cerchioni m'impedirono di forarle .

Era stato tutto inutile.

In meno di due minuti l'auto sparì dalla mia vista , ed io crollai in ginocchio.

Sconfitto , mi portai una mano al braccio e strinsi forte i denti per non urlare di frustrazione.

Sentii il sangue scorrermi fra le dita , e lo vidi gocciolare dalle punte verso l'asfalto rovente.

Robert ti arresterò ,è una promessa .

Sfiora soltanto un capello di Kevin , e ti farò pentire di essere entrato nella mia vita .

Troverò le prove vedrai, sarai ricercato dalla LAPD , e non avrai possibilità di fuga.

Io non mi arrendo

 

Stella

 

La polizia sta indagando .

La sparatoria avvenuta in città questa mattina , ha coinvolto molti innocenti e causato parecchi danni .

Numerosi i feriti .

Ed ancora non si hanno notizie certe riguardanti l'agente Kevin Marsano e la liceale Jessica Barnas, figlia di un importante imprenditore di Los Angeles : Ian Barnas , che sono stati presi in ostaggio senza alcun un motivo apparente...

 

Non riuscii ad ascoltare altro.

Spensi con un rapido gesto la radio , e mi avviai in cucina dove mio padre e Dafne cercavano di farsi forza a vicenda stretti in un tenero abbraccio .

" Ancora nulla" informai loro, con voce tremante.

Dafne si staccò da Alessandro e tirò su col naso, annuendo con un rapido gesto del capo.

Mio padre si sforzò di sorridermi , ma non ci riuscì del tutto.

Voleva rassicurarmi ?

Come poteva riuscirci se ero preoccupata quanto lui ?

Tutto quel che stava accadendo non era reale , non poteva esserlo.

Il mio fratellino era stato preso in ostaggio, no...assurdo.

Era in pericolo sul serio ?

La polizia non aveva prove contro Robert a tal punto da incastrarlo e metterlo in prigione .

Mi afferrai i capelli, il battito del cuore accelerato, gli occhi chiusi nel disperato tentativo di calmarmi .

Non sapevo cosa fare .

Come agire.

Ma non volevo stare lì , ferma, con le mani in mano .

Mio padre mi afferrò una spalla e sussultai sorpresa.

Mi ritrovai a guardare nei suoi occhi lucidi , rossi e gonfi.

" Notizie di Gabriel ?" mi chiese speranzoso.

Scossi la testa mordendomi il labbro inferiore .

Gabriel non rispondeva al telefono da diverse ore ormai , ed io stavo cedendo sempre di più all' ansia .

" Nessuna" risposi con un filo di voce.

Barcollai e mi appoggiai alla soglia della porta della cucina.

" Bene . Suppongo che si farà vivo lui . " mormorò , spostandosi nel soggiorno, per poi lasciarsi cadere sul divano dopo aver acceso la tv per ascoltare l'ennesimo notiziario .

"...molti i poliziotti rimasti feriti durante lo scontro"

Avevo udito anche questo .

Kevin era stato ferito?

E Gabriel ?

Mi tuffai ancora una volta alla disperata ricerca del mio cellulare , e quando lo trovai provai a rintracciarlo ancora una volta .

Stringevo l'apparecchio elettronico talmente forte da far diventare bianche le nocche.

Primo squillo.

Secondo squillo.

No, non rispondeva.

Posai una mano sul mio addome , come a voler proteggere il mio bambino e trassi un profondo respiro.

Gabriel , dove sei finito?

Ti prego, chiamami .

Qualcuno suonò il campanello .

Sgranai gli occhi e corsi ad aprire la porta con mio padre e Dafne al seguito .

"Oddio Gabriel" urlai , non appena vidi la sua camicia sporca di sangue.

Gabriel entrò in casa e trasse un profondo respiro, chiudendo la porta alle sue spalle : " Sto bene , non preoccuparti. Perdonami se non ho risposto a tutte le tue chiamate, non potevo"

Diedi un'occhiata al suo braccio, e notai che la ferita che si era procurato era già stata medicata , così rilasciai tutto il fiato che fino a quel momento non mi ero resa conto di aver trattenuto .

" Alessandro, mi dispiace , ho fatto del mio meglio per impedire a quei balordi di prendere Kevin ma...sono stati più veloci di me . " disse rivolto verso mio padre.

Alessandro annuì: " Sì, lo so. Ma adesso? Avete notizie? Qualcosa nelle mani, qualsiasi cosa. Dove saranno finiti?"

Gabriel sospirò : " Siamo sulle loro tracce , stiamo seguendo una pista . Qualcosa salterà sicuramente fuori ed i miei colleghi mi chiameranno , a quel punto sarò pronto per andare a prenderlo e riportarlo qui . "

" D'accordo, ci fidiamo di te Gabriel " rispose Dafne " ma dimmi , mio figlio era ferito ?" chiese con voce roca

Mio marito scosse la testa: " No, stava bene"

" Riposati adesso" consigliò mio padre " sembri parecchio stanco, provato"

" Grazie" rispose lui riconoscente .

Mio padre e Dafne ci lasciarono soli , ed io l'abbracciai con forza gettandogli le braccia al collo .

Un gemito di dolore mi fece immediatamente tornare sui miei passi: "Oddio , scusa"

Scosse la testa con un mezzo sorriso: " va tutto bene, tu ? Come stai?"

Lo guidai verso il divano , e mi misi a sedere accanto a lui , posando il capo sul suo petto: " Male, il solo pensare che Kevin sia chissà dove, nelle mani di Robert, mi spaventa. "

Mi passò il braccio sano intorno le spalle e mi scoccò un bacio fra i capelli : " Mi dispiace per non essere riuscito a fare di più . "

Cercai i suoi occhi verdi: " Hai fatto il possibile , amore . Sei rimasto perfino ferito, e poteva andarti peggio . Ho temuto per te , ma soprattutto per nostro figlio . Gabriel, io non voglio che...che questo nostro bambino nasca e cresca senza di te . Io non credo di riuscire a sopravvivere...non sono forte come Stefy . " rivelai , togliendomi un gran peso dal cuore.

Mi sentivo più leggera nell'avergli detto questo.

Mi strinse ancor più forte a sé: " Ho paura anch'io." ammise " ho paura di non veder nascere mio figlio, di lasciarti sola. Non posso continuare così. Dopo questa storia lascerò la polizia."

Il mio cuore perse un battito .

Cosa? Da quanto tempo aspettavo di sentire quelle parole?

Anni , mesi , giorni .

Eppure...perché non percepivo gioia ?

" E cosa farai?" gli chiesi , in tono curioso .

Fece una smorfia: " Ancora non so . Qualche idea ? "

Respirai il profumo della sua pelle , e gli baciai il collo dolcemente : " No. Questo non sei tu Gabriel " ripresi io, e lui mi guardò colpito , sorpreso.

Gli presi così il mento tra le dita per costringerlo a guardarmi ancor più attentamente : " non puoi rifiutare ciò che sei , per paura . Non saresti più tu , Gabriel . Non sai da quanto tempo speravo che mi dicessi queste parole , ma...ho anche capito che tu sei nato per essere un poliziotto . Non lasciarti dominare dalla paura , amore mio . Io resterò al tuo fianco come sempre , andrà tutto bene . Deve . Se non fosse stato per il tuo voler essere uno sbirro io non avrei mai avuto la possibilità di conoscerti su quell'aereo e...non devi mollare . Se vorrai lasciare il tuo lavoro non dovrai farlo per paura , ma perché ne sarai realmente contento e convinto . " conclusi con un piccolo sorriso , mentre lui mi asciugava con le dita le numerose lacrime che erano scivolate giù, sul mio viso , senza che io potessi fare nulla per fermarle .

" Ti amo" mi sussurrò ad un soffio dalle mie labbra " cosa farei senza di te?"

Mi sfiorò la punta del naso con il suo , ed io sorrisi sulle sue labbra : " Probabilmente nulla " sussurrai

Rise, per poi fare una leggera smorfia di dolore .

" Ehi " mi preoccupai " vado a prenderti qualcosa per il dolore."

Mi alzai e lui mi fermò , afferrandomi il polso destro : " Grazie d'esistere " mi disse " tu sei tutto per me "

Gli scoccai un bacio sulla fronte e gli accarezzai i capelli . Poi spinsi il suo capo contro il mio petto , regalandogli un pò di coccole 

Amore, io sarò sempre pronta a sostenerti .

E sono sicura che quando arriverà il momento farai la scelta giusta...

Lo so

 

Angolo Autrice


Ciaoooo ragazzi ^^ l' ammetto il capitolo è breve ma non sono riuscita a scrivere di più per il momento...l'Università occupa gran parte del mio tempo ed il tempo libero che ho a disposizione non è tanto...immagino che sia così anche a scuola , visto che questo mese è l'ultimo di quest'anno accademico ;)...forza , dobbiamo resistere XD il mare , la montagna...le vancanze ci aspettano *______*  Sì <3 

Tuttavia spero che il capitolo vi sia piaciuto con tutto il cuore :)

Ringrazio tonia90 , Sophie e Novalis per aver recensito il capitolo precedente e tutti coloro che preferiscono, seguono e ricordano questa storia <3 Siete meravigliosi *_____*

Al prossimo capitolo ;)

Un bacione a presto ;)  

 

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Capitolo 14
*** La speranza nel cuore ***


Oltre il mare del mio cuore



Capitolo15.La speranza nel cuore



Kevin


Le avevo racconto ogni cosa.

Di suo padre , Robert .

Ovviamente, non mi aveva creduto .

E come avrebbe potuto ?

Neanch'io avrei dato retta a qualcuno su un tale argomento .

Mio padre un assassino? Un criminale ? No, mai. Impossibile.

Eppure...doveva saperlo , io l'amavo e non le avrei mai detto una cosa del genere per ferirla o allontanarla dalla sua famiglia per chissà quale strana causa , motivo .

Non le avrei mai mentito, detto alcun tipo di bugia. Non avrei mai potuto.

Tuttavia , con mia grande sorpresa, non mi aveva allontanato da sé in malo modo...sarà per la situazione assurda in cui ci trovavamo in quel momento , sarà per il fatto che ormai i nostri sentimenti che provavamo l'uno per l'altra non potevano essere più ignorati .

Io continuavo a restarle accanto, a riscaldarla con il calore del mio corpo per quanto ancora il mio essere mi consentisse di farlo .

La proteggevo da quel freddo micidiale e tagliente che ormai sentivo già fin dentro al midollo , scavare nelle mie vene e avvolgere ogni mio organo .

I nostri corpi tremanti erano avvinghiati , stretti in un solido abbraccio .

Una delle mie guance a contatto con i suoi capelli gelidi.

Il respiro usciva a rantoli sconnessi dalla bocca , ed era veramente faticoso provare a resistere al sonno .

Un sonno mortale, dal quale non mi sarei più potuto risvegliare.

" Io non sono bella...eppure...mi ami" sussurrò lei a stento

Sorrisi soffiendole sul collo .

Il respiro era ancor più caldo della mia pelle, e sperai di darle un pò di sollievo : " Io amo te . Punto . Non fare ragionamenti idioti , assurdi . Sono privi di fondamento, senza senso. Ognuno è bello a modo suo . Tu a me piaci , cosa c'è di tanto strano? Ti assicuro che non ho sbattuto la testa da nessuna parte . Lo sai , no ? Oppure pensi che io sia uscito di senno all'improvviso ?"

Rise piano , stringendo la mia maglietta con le dita : " Oddio. No, è solo che...io..."

Le presi il volto fra le mani: " Ehi. Piccoletta, possibile che non capisci che anche tu puoi essere amata da un uomo ? Hai due braccia, due gambe, Grazie a Dio . Io amo la tua sensibilità , amo il tuo essere acida nei momenti in cui ti senti attaccata , quando sei sulla difensiva, quando sorridi, quando fai quelle tue smorfie buffe mentre scrivi o ti applichi per fare qualcosa, amo i tuoi capelli ribelli e rossicci , i tuoi occhi . Io amo ogni cosa di te . Sei unica . Ogni essere umano è unico e irripetibile...come diceva una mia prof, ai miei tempi del liceo. E tu sei , Tu . Semplicemente. Jess, non so come altr..." non riuscii a terminare quel che volevo farle intendere .

Le sue labbra si scontrarono con le mie.

Erano asciutte , ma tiepide.

Morbide, ed in grado di riscaldarmi il cuore e sciogliere in me ogni traccia di preoccupazione.

Eravamo ancora vivi , e volevamo goderci ogni attimo del nostro amore .

Non era sbagliato.

Era giusto.

Non c'era niente di sbagliato nell'amare fino al proprio ultimo respiro.

" Se usciremo da qui tutti interi...poi mi dovrai spiegare meglio la questione di mio padre...non posso credere che lui sia un criminale. Non posso e non voglio. Mi stai chiedendo di credere che l'uomo che ha deciso di mettermi al mondo non sia quel che ho sempre visto e amato."

Annuii : " So quanto per te sia difficile, ma ti prometto che quando arriverà il momento avrò le prove certe in mano , ed io farò in modo di fartele vedere "

" Quindi non è certo..." disse lei speranzosa.

Scossi la testa: " Per me e Gabriel è cosa certa, ma il dimostrarlo a tutti...beh, non è semplice "

" E tu davvero vorrai trovare prove contro mio padre? Vuoi davvero sbatterlo in galera ? " domandò lei con occhi lucidi .

Abbassai il capo: " Jess..."

Si allontanò da me: " Ok, non voglio sentire altro." disse portandosi le mani fra i capelli, confusa, disperata .

" Io...fidati di me" le dissi " ti chiedo soltanto questo"

Fidarsi di me.

Doveva farlo.

Doveva capire che la giustizia doveva essere applicata, per il bene suo...mio, di tutti

                                                                                             *****

 

Cavolo, cavolo, cavolo.

Che pizza, che pizza, che pizza, che pizza.

Io non sapevo cos'altro fare.

Che fare ?

Quanto tempo era trascorso ?

Quanto ancora sarei dovuto rimanere qui dentro ?

Ore ? Minuti ?

Quella sorta di uomini con segatura al posto del cervello mi avevano privato della pistola- anche se ormai del tutto inutile e priva di colpi - del mio cellulare, del mio orologio.

Scossi la testa mentre passeggiavo avanti ed indietro tra polli , maiali , appesi al soffitto ed ormai congelati .

Sorrisi amaramente.

Che bella...morte?

Oh, sì...già immaginavo le testate dei giornali.

-Ritrovato il corpo di un agente di polizia in un freezer , sarà stato un disperato tentativo nel voler preparare per sé e per la propria ragazza una buona bistecca con carne fresca degna dei loro palati ? -

Cose del genere più o meno . Qualcosa di simpatico .

No, non era un bel modo per dire addio a questo mondo.

Sulla mia bocca comparve una smorfia di disgusto quando vidi del sangue rappreso per terra, ed ovviamente intorno ai corpi dei deceduti, defunti ?

Animali morti , insomma. Caput .

Carne che io non avrei mai e poi mai mangiato... al massimo il pollo magari...ma...ok, basta...perchè pensavo a mangiare ?

Perchè parlare di cibo ora ? Mmm...forse è orario di cena ? Sì, sì .

Che cavolo di ore sono ?

Diedi un calcio ad una parete in metallo e la sentii vibrare .

Eravamo in una sorta di container ?

" Ehiii ? Qualcuno mi sente?" urlai furioso, tirando un pugno a quella stupida porta di quel coso in cui ci trovavamo .

Mi voltai verso Jess...l'avevo persa di vista un solo attimo.

No. No. NO.

Aveva chiuso gli occhi.

Cavolo no.

Mi fiondai da lei e le afferrai il volto, schiaffeggiandolo un pochettino: " Sveglia, sveglia. Devi stare sveglia. Jess, Jess andiamo..."

Lei mi rispose con un lamento, sollevando appena le palpebre.

" NON DEVI DORMIRE" sbraitai fuori controllo .

Lei scosse la testa e cercò di mettersi a sedere in maniera più composta : " Sono stanca, io non..."

Le afferrai le spalle , scuotendola un poco: " Qualcuno arriverà...io..." mi bloccai, avevo appena trovato la nostra unica possibilità di salvezza.

" Tu...cosa?" domandò , mentre mi alzavo per raggiungere un angolino.

Possibile che non mi ero reso conto prima di quel : " Un piede di porco" dissi a fior di labbra

Lei mi guardò inarcando un sopracciglio: " Siamo circondati da piedi di porci" ribatté

Risi : " No, non quel che pensi tu...il piede di porco...questo" le mostrai recuperando da terra l'arnese .

I nostri simpatici amichetti avevano lasciato qualche piccolo pezzo, che avrebbe potuto distruggere tutti i loro piani.

Recuperai l'attrezzo e mi applicai per mettere in pratica tutta la forza di cui disponevo .

Dovevo aprire la porta , quella porta...per la nostra salvezza

 

Stella

 

Dormiva.

Si era addormentato non appena era riuscito a non percepire più il dolore al braccio .

L'antidolorifico aveva fatto il suo effetto .

Mi chinai sul mio lui e gli scoccai un leggero bacio sulla fronte.

Gli avevo anche portato una maglietta a mezze maniche , per fargliela sostituire con la camicia macchiata del suo sangue .

Tremai per un istante .

Nonostante il discorso di poco prima...continuavo ancora, nonostante tutto, a sperare in un suo ripensamento sul suo lavoro .

Sospirai .

Stella...basta . Allontana da te i brutti pensieri , è un ordine.

Ok, d'accordo.

Mi misi le mani sui fianchi, che fare ora ?

Di Kevin ancora nessuna traccia.

I colleghi di Gabriel ancora non si erano fatti sentire .

Nessuna notizia...ed il tempo scorreva.

Scivolava via, senza che io potessi fare qualcosa per fermarlo in qualche modo.

Kevin.

Dove sei fratellino?

L'iPhone di Gabriel prese a vibrare sul tavolino posto accanto al divano .

Speranzosa mi fiondai per andare a vedere.

Notizie in arrivo?

Inutile dire quel che provai quando lessi sul display : Victoria.

Sentii una sorta di fastidio alla bocca dello stomaco, un leggero tremore alle mani, una sorta di vibrazione nel petto che uscì fuori dalla bocca sotto forma di ringhio .

Presi letteralmente a ringhiare .

Che voleva quell'antipatica dal mio Gabriel ?

Non se ne stava a casa di mia suocera in tutta tranquillità, per quel che ne sapevo ?

Notai che aveva provato a chiamare già altre volte .

Mmm...

Svegliare Gabriel oppure ignorare le insistenti chiamate della madre di Aileen ?

Aileen...oddio, e se Victoria stesse chiamando per lei ?

Mi decisi a rispondere soltanto per il gran bene che provavo verso la mia dolce e tenera figlia , perché Aileen da me era considerata come tale .

" Pronto?" dissi non appena sfiorai il touch con un dito

" Oh , la santarellina...come va ? " gracchiò , ovviamente! Era realmente una cornacchia.

Sentii la tempia sinistra iniziare a pulsare: " Benissimo" risposi cercando di moderare il mio tasso di acidità nella voce.

" Mmm...ascolta stellina , per caso sai dov'è quell'idiota di tuo marito ? "

" Non-chiamarmi-stellina . E comunque...Gabriel sta dormendo. Che vuoi ? "

" E' importante. Devo parlargli." disse sbrigativa, sbuffando sonoramente.

" Riguardo cosa?" le chiesi incuriosita

Rimase sul vago: " Riguarda una certa questione...persona...insomma, digli che l'aspetterò al nostro solito bar fra quindici minuti ."

Nostro solito bar ? Ah, pure.

Sentii i nervi salir a fior di pelle , e digrignai i denti dal dolore quando per la rabbia il mio piede si scontrò accidentalmente contro una delle quattro "gambe" del tavolino .

" Ehi ? Non sarai mica gelosa ? Stai tranquilla che non ho alcuna intenzione di portar via lo sbirro dalla tua portata ."

" Victoria...verrò anch'io, altrimenti non gli riferirò nulla" l'avvisai , avevo preso la mia decisione.

Si lamentò: " Che noia che sei . D'accordo, aggregati pure, ma sbrigatevi. Ah, verrà anche Aileen, giusto il tempo per salutarvi. "

" Ok , perfetto. A dopo" dissi , e chiusi la conversazione

"Amore?" sussurrai dolcemente poco dopo , ad un soffio dalle sue labbra .

Gabriel si mosse appena.

" Ehi, non vorrei svegliarti...ma la gallinella dai capelli rossi vuole parlarti" spiegai, sfiorandogli una guancia.

Aprì un occhio : " Chi ? " domandò con voce impastata dal sonno.

Roteai gli occhi mettendomi a sedere al suo fianco: " Victoria." buttai fuori a fatica .

Sbadigliò .

" Che deve dirmi di così importante?"

" A dir il vero non lo so" risposi " è rimasta sul vago . Ha detto che ci incontreremo al vostro solito bar fra quindici minuti" e calcai con forza la parola... vostro .

Lui sorrise : " Sei gelosa di lei ?"

Scossi la testa e distolsi lo sguardo da lui : " No, ma che dici?"

Scoppiò a ridere.

"Andiamo, elefante obeso " mugugnai io.

Lui si bloccò all'istante e mi guardò dritto negli occhi: " Non mi chiamavi così da un bel pò di tempo "

Sospirai : " Ogni tanto mi piace ricordare il primo nomignolo che ti ho affibiato"

" bene, signora elefantessa smorfiosa " mi apostrofò allora lui

Lo guardai in cagnesco : " Come osi ?" domandai , affondandogli un dito nello stomaco.

" Comunque tu non verrai con me...non se ne parla" mi avvertì lui

Inarcai entrambe le sopracciglia: " Perché?"

" Non voglio" rispose semplicemente facendo spallucce " resterai qui buona ed al sicuro"

" Gabriel , è fuori discussione...io verrò con te , non si discute . " puntualizzai

Mi guardò attentamente: " E' davvero quello che vuoi ?"

Annuii: " Ci sarà anche Aileen"

" Ok, molto bene. Ma terrai la bocca chiusa oppure dovrò provvedere io stesso a farti restare in silenzio ?"

" In silenzio? Perché?" tuonai , arrabbiata .

I pugni chiusi e pronti a colpire .

" Tu e Victoria non potete stare ad una distanza inferiore di tre metri, quindi...pensa adesso che sarai lontana da lei solo di qualche centimentro ."

"Esagerato" brontolai

Oddio, forse non aveva tutti i torti.

Andiamo amore, andiamo insieme a prenderci qualche bella notizia che ci riempirà il cuore di speranza


Angolo Autrice 

Ciaooooo ragazzi ^^ come va ? 
Secondo voi Victoria cosa avrà da dire al nostro GG ? ^^ 
Kevin riuscirà ad usare il piede di porco , erroneamente scambiando da Jess per un piede di maiale vero ? XD 
Vi anticipo che nel prossimo capitolo ritornerà l'azione ;) 
Al posto del banner...per questo capitolo, ho inserito l'immagine di Drew Van Acker ...è più o meno , ma molto meno che più...come immagino il nostro amato Kevin  ;)
Ringrazio di cuore Novalis, Sophie, Fiordicampo, tonia90 per le loro meravigliose recensioni ^^
Grazie moltissimo ragazze ^^
Ringrazio come sempre chi preferisce, segue e ricorda questa storia... <3 
Al prossimo capitolo ;) 
Un bacione a presto ;)  

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Capitolo 15
*** Mai perdere la speranza ***


Oltre il mare del mio cuore

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Capitolo15.Mai perdere la speranza 
 

Stella

Il bar era grazioso , almeno per quel che potevo notare dall'esterno .

Simile ai locali della catena Old Wild West , ma formato bar .

Aveva un'ampia zona riservata sul davanti , ciò consentiva al proprietario di poter servire i propri clienti anche al di fuori del locale durante la stagione estiva .

Grazie a dei faretti fissati nel pavimento in legno e ad altre lanterne poste in punti strategici , era possibile bere un drink sotto il cielo di Los Angeles anche nelle ore serali .

Victoria era seduta intorno ad un tavolino rettangolare , in legno , posizionato appena fuori l'ingresso del bar , e non molto distante dall'insegna al neon che ne lampeggiava il nome : Sweet Dream .

I suoi corti capelli rossi erano ben curati .

Il suo piercing al naso sempre presente .

Gli occhi verde scuro intenti ad osservarci da quando eravamo scesi dall'auto .

Aileen se ne stava seduta al suo fianco , intenta a gustarsi un buon hot dog leccandosi di tanto in tanto gli angoli della bocca per ripulirsi dalle briciole .

Altri soggetti intorno a noi se ne stavano tranquilli , seduti intorno ai loro tavoli , intenti a leggere qualcosa o a gustare qualche bibita fresca in compagnia .

" Inutile che ti dica che ho portato con me un pezzo di stoffa." Guardai Gabriel inclinando la testa di lato .

"sai perfettamente a cosa mi riferisco " mi avvisò garbatamente mio marito .

Lo fulminai con un'occhiataccia : " Simpatico . Davvero divertente . Se vuoi ho portato il nastro adesivo , è nella borsa . Mi tapperà meglio la bocca rispetto al tuo pezzetto di stoffa. "

" Amo il tuo sarcasmo " disse facendomi l'occhiolino , con un sorriso mozzafiato .

A volte mi domandavo se lo facesse di proposito per far fare le capriole ai miei poveri ormoni oppure semplicemente destabilizzarmi per ottenere da me ciò che voleva .

Aileen non appena si accorse del nostro arrivo corse a salutarci abbandonando quel che rimaneva del suo hot dog .

" Papà" urlò gioiosa , i boccoli dorati le ondeggiarono lungo la schiena : " Stella"

Si tuffò fra le braccia del padre e lo strinse forte .

Vidi Gabriel fare una leggera , quasi impercettibile , smorfia di dolore .

Ma mai e poi mai avrebbe rinunciato all'abbraccio di sua figlia , nonostante qualche fitta in più al braccio , che avrebbe potuto percepire , ed io da neo mamma potevo comprendere bene quel suo amore infinito, che andava al di là di ogni altra cosa .

" Che hai fatto al braccio ?" notò lei , non appena si separò da lui .

La medicazione era evidente , la maglietta a mezze maniche non l'aveva coperta interamente .

Suo padre fece spallucce e prese ad accarezzarle i capelli con premura : " Sono caduto" mentì con un mezzo sorriso .

L'assecondai , annuendo per non farla preoccupare inutilmente : " Sai com'è tuo padre. Non guarda mai dove mette i piedi . "

Aileen scoppiò a ridere .

Poi prese a fissarmi attentamente , accolse le mie mani fra le sue e fissò la dolce curva del mio ventre con gioia : " Oddio, lì c'è il mio fratellino, giusto ? "

"Sì, Sì " confermai in tono soddisfatto

" Che bello! Che bello ! Finalmente! Potrò decidere il nome...intendo quando nascerà ?" domandò con occhi supplichevoli .

Gabriel sospirò e le scoccò un bacio sulla fronte : " Ok, ma solo se anche Stella sarà d'accordo"

"D'accordissimo" acconsentii

Mi fidavo dei gusti della mia piccola, l'amavo .

Aileen allargò il sorriso sulle sue labbra , e ci guidò al tavolo...da sua madre .

Victoria sfoderò un sorrisetto divertito quando mi vide , ed accavallò le gambe con quel suo fare volgare da farmi montare ancor di più la rabbia che già non riuscivo più a contenere .

Mantieni il controllo.

Mantieni la calma.

Mantieni la calma.

Mantieni il controllo.

Inspira, espira. Calma.

Presi posto al fianco di Gabriel .

Victoria , di fronte , continuava a fissarmi divertita.

Che cavolo aveva da sorridere a quel modo ?

" Beh, io vado." disse Aileen a tutti noi

Gabriel inarcò un sopracciglio: " Dove? "

" Un' amica oggi compie gli anni , festeggia in un piccolo locale qui vicino ." spiegò

" Bene, ti accompagno io " e fece per alzarsi .

Non era una domanda, ma una affermazione.

Vidi Aileen storcere il naso proprio per questo : " Papà , sono abbastanza grande da percorre da sola quel marciapiede- ed indicò con la mano il marciapiede in questione , non molto distante da noi - per cinque minuti . "

Risi : " Ha ragione...rilassati amore . E' una ragazza con la testa sulle spalle, lo sai " dissi in suo favore , e lei approvò con immenso piacere .

Victoria sbuffò : " Ail... vai , stai tranquilla...ti verrò a prendere io e ritorneremo dalla nonna . "

" Non prima delle ventitre però , per favore " chiese speranzosa , con le dita delle mani incrociate tra loro .

" ventidue e trenta signorina, non un minuto di più" decise Gabriel mentre faceva tamburellare le dita sul tavolino.

Aileen sospirò e roteò gli occhi : " Immagino che sia già tanto per voi, uffa" protestò, e se ne andò con il broncio.

Victoria e Gabriel presero a seguire le azioni di Aileen , compresa la sottoscritta , almeno fino a quando la nostra amata figlia non sparì dalla nostra vista .

Subito dopo calò il silenzio , spezzato da un : "Che cosa vuoi?" brusco , di Gabriel .

" Suvvia, con me potresti essere più gentile di così . Dopotutto non sono più la Victoria di un tempo , dai . L'avrai notato anche tu . Che hai fatto al braccio? "

"Affari miei " tagliò corto lui

" Oh, andiamo . Un'altra ferita da arma da fuoco ? Non mi stupirei . Sei come una calamita per le pallottole , appena viene sparato un colpo di pistola nei dintorni , puntualmente il primo a subirne le conseguenze sei tu . Sei arrivato a quota tre-quattro ? Ho perso il conto. Ammetto di avere qualche responsabilità a riguardo ma... "

" Seriamente Victoria" esordì lui interrompendola " cosa vuoi ?"

Victoria si piegò di lato e tirò dalla sua borsa una statuetta posta in un sacchettino di plastica .

La lasciò cadere sul tavolo, ed io sussultai sorpresa per il tonfo che causò .

Gabriel inarcò un sopracciglio: " Cosa ci dovrei fare con questa statuetta a forma di sirenetta ?"

Victoria rise : " Oh, andiamo...ti credevo più sveglio . Ma non lo sei mai stato. " disse con aria annoiata.

" Ti credi migliore ?..." fu più forte di me , stare zitta era impossibile in sua presenza .

La mia lingua non rispondeva più ai miei comandi quando ero con lei .

Era una reazione istantanea, istintiva .

Gabriel mi diede un colpetto su una coscia nascosta sotto al tavolo , per inivitarmi al silenzio .

Uff.

"...dopo questa interruzione inopportuna" riprese la gallinella

Inopportuna ? Ma sentila!

" Ti sei fatto qualche idea ?"

Gabriel ci pensò su un attimo: " E' sporca di sangue su un lato " commentò pensoso e preoccupato .

" Esatto . Mi sono intrufolata in casa del caro Robert Jordan due giorni fa , e ho recuperato...indovina un pò ? Questa statuetta . Quel soggetto l'ha utilizzata per uccidere il collega della tua amata monachella . E' l'arma del delitto, e non è stato facile trovarla . La balenottera è scagionata del tutto ora , contento ? "

Monachella ? Balenottera ? A chi , scusa ?

Tremai di rabbia, sentii un'ondata di caldo partire dal petto e affluire al viso fino ad imporporarmi le guance .

Sentii le orecchie iniziare a fischiare .

Ma prima che potessi dire o fare qualcosa in mia difesa , mio marito mi pestò un piede .

"Ahi" mi lamentai , ma non badò a me .

Aveva lo sguardo fisso su Victoria , ed era incredibilmente teso come una corda di violino .

" Tu...cosa?" e quasi l'urlò , sbattendo un pugno sul tavolo non appena riprese il controllo sulle sue emozioni .

" Hai capito perfettamente." sminuì lei con nonchalance , guardandosi le mani per nulla intimorita dal tono di voce duro e severo di mio marito .

" Ma sei matta ?" sbraitò Gabriel , fuori controllo . Poi moderò il tono di voce per non catturare l'attenzione dei presenti intorno a noi : " è un reato ! Per non parlare del fatto che hai rischiato grosso . Qualcuno dei suoi sgherri avrebbe potuto ammazzarti . "

In effetti...non aveva tutti i torti.

Ma un momento.

Strabuzzai gli occhi...oddio! Soltanto adesso avevo capito cosa aveva fatto la rossa .

E per chi ? Per scagionare me ? Naaaa, era praticamente impossibile.

Lei che stava aiutando me , noi ? Cosa ? Si era bevuta il cervello ? Non era lei, non poteva esserlo.

" Invece di ringraziarmi , mi tratti così ? " sbottò lei offesa

" Si può sapere perché l'hai fatto?" domandò mio marito, scioccato .

" Lo sai benissimo. Robert ha tentato di ammazzarmi a casa tua , ricordi ? Anche se ero stata aggredita dai suoi sgherri solo perché voleva fare un torto a te , questo non mi proibiva di mettere in atto una mia piccola vendetta personale , ecco . Quel Robert merita di andare in galera . Sono venuta a conoscenza di ogni cosa riguardo la questione Barnas-Jordan , ho le mie fonti . Quindi...ho fatto la mia parte. Ho dato una mano anche alla tua cara mogliettina , ed hai anche il coraggio di lamentarti ?"

" La moglie ti ha vista ? Il figlio ? Come spiegherò alla polizia l'esistenza di questa statuetta , ora ? "

Sbuffò allargando le braccia: " mamma mia, Gab sei una cosa impossibile . La moglie dormiva nella sua stanza , il figlio non era in casa e Robert altrettanto . Ho messo K.O qualche suo uomo , non si sono accorti di nulla . Ah, prima che tu possa dire qualcosa, no, non ho ucciso nessuno . Tu , puoi semplicemente dire che hai recuperato questa statuetta da un sacchetto dell'immondizia...non so, inventa qualcosa, tu sei uno sbirro...no ? Stai svolgendo indagini...magari il tuo informatore ti ha aiutato...inventa . Un pò d'immaginazione . "

"Dovrei ringraziarti ?" dissi io confusa , lei spostò lo sguardo su di me e inarcò un sopracciglio: " Come ti pare dolcezza . Ho fatto tutto questo per me, e poi...le cose sono andate bene anche per voi . "

Gabriel scosse la testa: " Vuoi ritornare in galera?"

Era serio.

Victoria rise: " Sono dalla parte dei buoni , biscottino"

No, chiamarlo biscottino no, eh.

"Ah, già che ci siamo . Vedi di spedire quel Robert il prima possibile in galera, sul serio . Guarda un pò " disse sbattendo sul tavolino un quaderno stropicciato .

" Congratulazioni. Sei il secondo della lista. " aggiunse , mentre assieme a lui davo una sbirciatina al contenuto . C'era una lista di nomi all'interno , scritta sulla prima pagina, che non erano altro che i nomi delle persone che Robert pensava di far fuori per portare a termine la sua vendetta .

Al primo posto, ovviamente, c'era Ian Barnas .

Al secondo Gabriel Gray . Mio marito .

Deglutii e spostai gli occhi su di lui preoccupata : " Vuole ucciderti sul serio . " sussurrai , ed ancora stentavo a credere al fatto che il fratello di James volesse uccidere veramente Gabriel .

La cose che ancor più mi terrorizzava era che nella lista c'era anche il nome di Aileen , di Kevin, Jessica Barnas e per ultimo...il mio , che sembrava essere stato cancellato da una linea sottile d'inchiostro .

" Ti ha cancellato . Il suo obiettivo non era ucciderti , ma farti stare in prigione al posto suo " ipotizzò Gabriel

Annuii, era l'unica spiegazione plausibile .

" Non mi piace che Aileen sia su quella lista , anche se scritto al penultimo posto. Non voglio che mia figlia per colpa tua rischi la vita. " evidenziò Victoria

E potevo comprendere quella sua preoccupazione .

Per la prima volta riuscivo a mettermi nei suoi panni.

Gabriel deglutì : " Aileen non deve rimanere mai sola . Se sapevi questo perché non le hai proibito di andare alla festa questa sera ?"

Victoria trasse un profondo respiro: " Ho scoperto chi è il ragazzino di nostra figlia."

" Chi ?" mi scappò dalla bocca

" Max Jordan , figlio di Robert Jordan" rivelò senza tanti preamboli .

Gabriel spalancò la bocca , ed io l'accompagnai.

" Mi stai dicendo che nostra figlia si è presa una cotta per il figlio di Robert ? "

Era una domada retorica , ovviamente.

" Frequentano la stessa classe , e questa sera anche lui sarebbe stato presente alla festa di questa Mirtilla . Io credo che se Robert notasse quanto suo figlio sia affezionato a nostra figlia , magari...potrebbe evitare di farle del male . "

" Ottima idea" constatai , anch'io avrei fatto lo stesso.

Lei piegò la testa di lato , sorpresa dal mio commento : " Oh, grazie"

Gabriel scosse la testa : " non sono tranquillo."

"Stavo pensando di intrufolarmi anche in casa di Barnas. Se davvero è una guerra tra queste due famiglie, non vorrei che Aileen stando vicino a Max rischi ancor di più , e chissà cosa . "

"NO" tuonò Gabriel " Barnas , se è davvero quel che pensiamo, avrà molti più sgherri di Robert e non solo , la polizia è ancora dalla sua parte...correresti il rischio di essere sorpresa ."

" Lo so, ma abbiamo bisogno di prove per incastrare anche lui" cercò di farlo ragionare lei.

" Non puoi, troverò io un altro modo."

" Non ti daranno mai un mandato di perquisizione . Barnas è uno degli uomini più ricchi della città . Prima di andar contro una tale persona ci voglio prove inconfutabili , concrete , lo sai . Prove che non avremo mai se non entreremo in quella casa."

" Tu non hai idea di come sia strutturata quella villa . Ha dei sistemi di sicurezza di ultima generazione . E troppi uomini armati nei dintorni . No, ci dovrà pur essere un altro modo..."

Lei fece spallucce: " Come vuoi. Ma questa situazione si deve risolvere per il bene di Aileen. "

" Ora che abbiamo l'arma del delitto, riguardo l'omicidio di Julian, Robert è davvero nei guai...bisognerà trovare solo il modo di inchiodare anche Barnas per tutto il male che ha fatto . Bene, consegnerò questa statuetta al dipartimento e poi..."

" Un' ultima cosa..." disse , prima di lasciarlo finire di parlare " credo di sapere dove si trova il vostro amichetto "

" Kevin?" domandai con il cuore in gola

Lei annuì: " Sì, in una sorta di deposito. "

In quel momento Victoria stava letteralmente modificando l'opinione che io avevo conservato di lei da molto tempo .

Non mi aspettavo tutto questo da parte sua .

Senza di lei , non avremmo mai avuto prove contro Robert, senza di lei...Kevin forse...

Non ci posso credere, una persona può veramente cambiare fino a questo punto ?

L'osservai attentamente . Per amore di sua figlia era cambiata senza ombra di dubbio

 

Kevin

 

Il piede di porco aveva funzionato .

Appena usciti da quella sorta di freezer-container-rubato , che era stato scaricato da uno sfasciacarrozze senza alcun tipo di premura , diedi un'occhiata in giro alla ricerca di un possibile pericolo continuando a tenere con me quell'arma impropria in mano .

Fu un vero sollievo percepire quel caldo afoso di quella sera sulla pelle , nonostante il cambio di temperatura repentino mi avesse fatto venir un gran mal di testa .

Rabbrividii di piacere , e lo stesso fece Jess alle mie spalle .

La sentii prendere un profondo respiro e sussurrarmi dolce: " Sei stato bravo"

Le rivolsi un rapido sorriso: " Sono uno sbirro "  risposi facendole un occhiolino .

Mi stavo lentamente scongelando , proprio come un pesce surgelato gettato in padella .

Il posto era illuminato da imponenti luci , molto simili a quelle che illuminano a giorno un campo di calcio durante una partita serale .

Erano le ventidue e trentacinque secondo un grande orologio digitale montato su una sorta di cabina , situata poco distante da un insieme di auto distrutte e ridotte a scatolette ormai inutilizzabili . C'era solo un ammasso di ferraglia in giro , nient'altro di utile per la nostra fuga .

Neanche un'anima viva , solo qualche ratto che scorrazzava di qua e di là alla ricerca di chissà cosa , facendo sussultare sia me , sia la mia ragazza .

Avanzai con il cuore in gola , con cautela , stringendo una mano di Jess con la mia libera.

Il respiro pesante.

Come potevamo andare via di lì ?

Il tempo di rifletterci un istante...

 

Gabriel

 

Avanzavo con fare incerto fra le varie auto abbandonate - ed ormai prossime ad essere demolite-  senza avere uno schema ben preciso .

Faceva un gran caldo, ancor di più con il giubotto anti-proiettile addosso .

Il sudore m'imperlava la fronte e l'asciugai con il dorso della mano sinistra.

Avevo portato una squadra con me , e se eravamo nel posto giusto , presto avremmo potuto riportare a casa il nostro Kevin assieme a Jessica Barnas .

" Oliver , vai a destra" ordinai ad un mio collega " prendi due dei nostri e vai a dare un'occhiata al cancello . Se arriverà qualcuno dovrai informarci . "

Lui annuì e si inoltrò tra una fila di auto ed una di camion , seguito a ruota da due agenti scelti .

Non c'era anima viva in quel posto , ma almeno c'era abbastanza luce da permetterci di avere un ampia visuale tutt'intorno . 
Lo sfasciacarrozze
 non era stato avvisato , non ne avevo avuto il tempo.

Ma tanto non avrebbe potuto opporre resistenza a questa nostra iniziativa .

Due vite erano in pericolo e ad un mandato scritto in tempi record , che avevo nelle tasca destra dei jeans , non poteva dire di no .

" Detective , un auto è in avvicinamento" mi comunicò Oliver tramite l'auricolare.

" State in allerta" risposi

Ridussi gli occhi a due fessure. Non appena intravidi l'auto arrivare verso di me , ordinai a tutti quelli che erano rimasti al mio fianco di nascondersi provvisoriamente .

Una berlina nera , fu parcheggiata al centro esatto di un ampio spiazzo .

Sapevo di chi era quell'auto .

Robert ed altri quattro dei suoi presero a guardarsi in tono con un certo sussiego .

" Andate a controllare i ragazzi " ordinò perentorio .

Dovevo soltanto aspettare il momento giusto per acciuffarlo .

Non doveva avere alcuna via di fuga.

Era accusato di omicidio, ormai.

" Avanziamo con cautela" comunicai a tutti .

Sfilai la pistola dalla fondina con la mano sinistra e le tolsi la sicura .

Pronto a sparare. Un colpo era già in canna .

" I ragazzi sono scappati" comunicò uno dei suoi sgherri con occhi sgranati.

" Come sarebbe a dire scappati ?" urlò di rimando Robert , furioso.

In cuor mio sospirai di sollievo. Kevin era riuscito a mettersi in salvo .

, esultai .

Pensai questo con gioia , almeno fino a quando altri due dei suoi tirapiedi , comparsi dal nulla, non spinsero il ragazzo proprio davanti a lui .

Tenevano Kevin per le braccia , per proibirgli di muoversi , di scappare .

"Lasciatemi " urlò di rabbia , dimenandosi .

Jess in lacrime e con le mani dietro la schiena, era tenuta a sua volta da un solo uomo , corpulento, che fischiettava un motivetto allegro .

"Oh, cavolo" commentai a denti stretti dalla mia posizione.

" Detective? Interveniamo?" domandò un agente al mio fianco.

Deglutii. " No, non ancora" mormorai , stringendo più forte il calcio della mia pistola.

Non volevo mettere a rischio la vita di Kevin e Jess, Robert ed i suoi erano troppo vicini a loro due.

" Avviciniamoci di più" ordinai

Avanzai piegato in avanti, cercando in ogni modo di non fare rumore.

Oltrepassai un auto, poi due, tre .

Robert parlava e di tanto in tanto sentivo Kevin rispondere .

Ma ero troppo occupato ad avanzare per capire cosa stessero dicendo .

Tuttavia quando vidi uno degli uomini di Robert puntare una pistola contro mio cognato, ormai pronto a sparare , capii che non avevo altro tempo . Se volevo salvare lui e la ragazza dovevo farlo in quel momento : " Interveniamo" ordinai

Un minuto dopo la mia squadra urlò: "Fermi, polizia."

"Mani in alto" gridò Oliver , puntando la pistola contro due uomini

Erano circondati .

Non avevano via di scampo.

Erano nostri.

Kevin ti porterò a casa, posso farcela...

Posso farcela

Presero a sparare contro di noi per difendersi e costruirsi una via di fuga.

" Rispondete al fuoco" gridai , mettendo in pratica per primo il mio stesso ordine .

Sparai contro chi osò provare a farlo contro di me .

Con la coda dell'occhio destro, nel frattempo ,cercavo di continuare a tenere Kevin sotto controllo.

Dovevo raggiungerlo , dovevo farlo alla svelta.

I due sgherri , che insistevano nel volerlo tenere a bada per le braccia , provarono a trascinarlo via per condurlo chissà dove , ma Kevin diede un' energica gomitata all'addome di uno , e pestò con forza un piede all'altro .

Riuscì a liberarsi .

Un minuto dopo mi ritrovai ad urlare : "Attento, alla tua destra."

E non avevo urlato quelle parole da solo , ma in compagnia di lei , che finalmente era salva grazie ad uno dei miei uomini . Jess, la ragazza di cui Kevin si era innamorato.

Un terzo uomo era comparso al fianco di mio cognato , per bloccargli ogni possibilità di fuga .

Iniziai a correre a perdifiato verso di lui , Kevin non aveva sentito il mio avvertimento.

Il resto di ciò che vidi...non era reale. Non poteva esserlo.

Osservai Kevin cadere in ginocchio sulla ghiaia con un gemito di dolore , mentre l'uomo , che l'aveva ferito senza dargli alcun tempo per reagire , già correva via assieme agli altri due...verso il cancello.

"Prendete quei tre" gridai con tutto il fiato che avevo.

Non era grave. Non era grave. Non poteva esserlo...

Stella mi aveva rassicurato prima di venire qui, in questo posto.

In quei suoi occhi color caramello avevo visto così tanta forza, sicurezza e fede...da non poter ignorare, perchè me ne aveva fatto dono con un dolce e semplice bacio sulle labbra.

" Non perdere mai la speranza. Tornerai a casa sano e salvo. Kevin sarà con te" mi aveva sussurrato sulle labbra.

Sì, Kevin sarà con me...torneremo a casa.

Vivi  


Angolo autrice 

Ciaoooo ragazzi ^^ che dire ? Spero che il capitolo vi sia piaciuto ;) 
Sembra che non ci siano speranze contro Robert e Barnas...ma non è così ;)   
Ringrazio fiordicampo,Novalis, tonia90 e Sophie per le loro meravigliose recensioni <3  
Vi ringrazio di cuore ragazze...le vostre parole mi riempiono di gioia ^^ Ringrazio chi preferisce , segue e ricorda questa storia <3 Al prossimo capitolo :) 
Un bacione a presto ;) 

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Capitolo 16
*** Morire o Vivere ***


Oltre il mare del mio cuore


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Capitolo16.Morire o Vivere

 

Kevin

 

Il dolore mi dilaniava.

Era come se una belva fosse saltata sulla mia spalla e mi stesse sbranando vivo.

Mordeva con una forza tale da mandarmi in tilt il cervello.

Ed affondava e riaffondava le sue zanne candide nelle mia carne per strapparne dei pezzi.

Faceva così male , e presto o tardi sarebbe stato facile per quella ferita rubarmi anche quell'ultimo baluardo di difesa da quelle tenebre che stavano avanzando troppo in fretta.

Quella briciola di lucidità rimasta in me , che con tutte le mie forze cercavo di non farmi potare via , era l'unica cosa ancora in grado di farmi vedere la luce.

Vivere o morire.

Era semplice.

Semplice come bere, mangiare...addormentarsi sul divano mentre si sta guardando un film.

Era semplice poter scegliere , un uomo è dotato di libero arbitrio dopotutto .

Avevo da sempre reputato egoista chi gettava la propria vita , per varie e svariate ragioni, nel water. Non in senso letterale ovviamente.

Una di queste ragioni , era che chi credeva di non riuscire ad affrontare i propri problemi, non capiva che la vita stessa era preziosa, un dono...e che andava al di là di tutti gli aspetti negativi . Loro pensavano al proprio bene ed a quello delle persone che amavano ? Ed i momenti felici, anche se brevi che avevano vissuto ?

Gettare tutto alle ortiche era davvero l'unica soluzione ?

Non sapevo cosa girasse loro in testa in quei momenti e mai avrei voluto saperlo, ma se mai mi fosse capitato di incontrare una persona intenta a suicidarsi...avrei fatto di tutto per aiutarla, regalando il mio affetto, senza pretendere nulla in cambio.

Proprio come avevo fatto con Jess, la mia Jess... su quel tetto , che era stato anche teatro del nostro primo bacio.

Quella notte...eravamo stati come due gattini in amore , l'uno accanto all'altra su un piccolo tetto dalle tegole rosse , illuminati dalla luce argentea della luna , che se ne stava in cielo in compagnia delle stelle ed intenta ad osservarci per far da cornice a quel momento tutto nostro.

Aiutare...era bello, ed era tutto ciò volevo .

Con la mia vita volevo dimostrare qualcosa, perché la mia gioia potevo trovarla anche nel far sorridere gli altri. Questo mi riempiva .

Mi faceva star bene.

Jess...lei, lei era stata in grado di rendermi contento e di riempire ancor di più il mio cuore.

L'amavo, semplicemente...più di qualsiasi altra persona al mondo.

Era un amore diverso rispetto a quel che provavo per i miei cari, ed era unico.

Inoltre amavo le persone , che nonostante non avessero nulla , continuavano a mantenere il sorriso sulle labbra , a lottare per vivere...non sopravvivere.

Perché c'è una grande differenza fra vivere e sopravvivere.

Chi crede di non avere una tale forza dentro di sé , allora non ha mai conosciuto la mia Jess.

Lei era sul punto di uccidersi...adesso avrebbe fatto di tutto pur di vivere la sua vita . Era cambiata. Un miracolo.

E sapere che ero stato io, in parte, ad essere stato causa del suo cambiamento era...era...soprannaturale.

E poi c'erano quelle persone , che come me in questo momento, non potevano più scegliere in maniera indipendente.

Io non avrei mai scelto di morire, io avrei sempre e comunque perseguito la via della vita.

Ma adesso ?

Quell'uomo aveva deciso per me?

Non mi restava che pregare.

Avere fede e credere in un miracolo.

Non volevo abbandonare questa vita.

Non avevo paura della morte , avevo paura di quel che mi sarei perso.

E mai mi sarei voluto perdere la vita della mia Jess, amarla in tutto e per tutto, vedere nascere il mio nipotino, avere un figlio tutto mio.

In momenti come questi , anche se si è giovani , si smette di esserlo.

Si diventa saggi, filosofi. Buffo.

Guardai mio cognato correre verso di me, era spaventato, preoccupato, ed io non potevo fare altro che pensare al vivere o morire.

Vivere...sempre


Gabriel

 

Scivolai al fianco di Kevin il prima possibile , mentre alcuni dei miei uomini inseguivano quei tre balordi che stavano tentando di scappare.

Uno di loro aveva accoltellato mio cognato, e se mi fosse capitato a tiro in quel preciso momento...non credevo che avrei risposto delle mie azioni.

Esaminai la ferita con respiro tremante per tutta l'ansia che stavo accumulando , non avevo conoscenze per quel che riguardava la medicina...ma capivo perfettamente quando una ferita era grave oppure no.

E quella di Kevin...purtroppo lo era.

Trassi un profondo respiro.

No, non poteva essere vero.

Non doveva finire in questo modo.

Quel bastardo aveva affondato il suo pugnale fino al manico , appena qualche centimetro sotto la clavicola sinistra del ragazzo .

Quel manico , era l'unica cosa che spuntava dalla sua maglietta grigia , ed era circondato da una grossa macchia color rosso scuro , che velocemente si stava espandendo sul tessuto della maglietta fino a conquistarne un'intera parte .

Alcune gocce di sangue gocciolavano sull'asfalto e il forte odore per un attimo mi annebbiò i pensieri.

Kevin respirava a fatica , a bocca aperta, aveva la fronte madida di sudore e stringeva forte i pugni lungo i fianchi per il dolore.

"Stai calmo" cercai di rassicurarlo "andrà tutto bene"

Lui si sforzò di sorridermi, ma non ci riuscì del tutto...troppo preso a non urlare dal dolore.

Gli accarezzai i capelli corvini con premura guardandolo dritto negli occhi scuri : " Non è niente, respira con calma"

Kevin ricambiò il mio sguardo , i suoi occhi erano lucidi...le pupille dilatate: " Devi prendere Robert" mi disse con un filo di voce, per poi deglutire a fatica.

Scossi la testa: " è scappato" e per poco non mi strozzai con la mia stessa saliva, che minacciò di andarmi di traverso.

Mio cognato mi afferrò una mano e strinse con forza: " Devi-prenderlo. Deve essere ancora qui. E' andato di là" e con uno sforzo immane m'indicò con un cenno del mento la dirazione in cui era fuggito quel gran cafone.

Tossì e si lasciò scappare un lamento dalla bocca.

" Non ti lascio solo" risposi prontamente , prima di urlare con tutto il fiato : " Chiamate i soccorsi , immediatamente . ORA."

" Ehi...sei sordo?" mi disse lui con voce roca, richiamandomi all'attenzione.

" Ho già detto e ti ripeto che non ti lascerò solo, è chiaro?" ribattei furioso.

Il non sapere cosa fare, il sentirmi inutile , mi stava distruggendo...

" Gab...i tuoi occhi sono lucidi, per me?" mi domandò qualche secondo dopo.

"NO" sbottai , forse...un pò troppo in fretta " ma che dici?"

Un leggero sorriso increspò le sue labbra: " E' tenero da parte tua."

"Hai il coraggio di scherzare anche quando sei in una situazione del genere?" tuonai , tirando su col naso. Era vero cavolo, avevo gli occhi lucidi...la vista non era particolarmente limpida...ma...io non...non ero un tipo che piangeva, anzi non piangevo da anni ormai.

Eppure in quel momento io...cavolo, a quel ragazzo ero troppo affezionato.

" E' stato bello conoscerti , seppur in quelle circostanze non del tutto normali . Sapere che mi hai voluto bene , nonostante le mie continue battute . Sei diventato come un fratello maggiore per me in questi anni , ed un esempio da seguire sin da quando ero solo un semplice testimone e tu lo sbirro che mi guardava le spalle . Sono sicuro che sarai un ottimo padre anche con il piccolo che arriverà , e che la mia famiglia potrà contare sempre su di te . Sei forte come marito , padre e poliziotto Gab. E ti sono riconoscente per tutto quello che hai fatto per me in questi cinque anni. " disse poco dopo , e notai perfettamente una lacrima solcargli una guancia.

Lo guardai riducendo gli occhi a due fessure: " Non morirai. Se stai pensando di svignartela in questo modo...sappi che non morirai."

No, non gli avrei permesso di andarsene via così. " Smettila di fare questi discorsetti inutili."

" Questa volta non credo di potercela fare Gab. Forse sono arrivato al capolinea." rispose , inarcando la schiena per un'improvvisa fitta di dolore.

Sapevo bene cosa significasse essere ad un passo dalla morte ,ma se c'era una cosa che avevo imparato era che non bisognava mai perdere la speranza.

Cinque anni fa ero riuscito a salvarmi da un colpo di pistola per puro miracolo , poteva farcela anche lui. Sì, poteva.

"Senti...non dire scemenze, tieni la bocca chiusa. Non stancarti."

Le sue palpebre calarono sui suoi occhi per qualche istante.

"Ehi" gridai scuotendolo un poco. " non è il momento di dormire"

"Kevin" urlò in quel momento una voce femminile.

Jess.

No, non avrei voluto assistere a quel momento.

Scoccai un bacio sulla fronte di Kevin e gli scompigliai un pò i capelli: " Torno subito. Non fare scherzi." gli sussurrai, prima di alzarmi e correre verso Jack .

" Allora...mi dici fra quanto cavolo arriveranno questi soccorsi?" sbraitai fuori controllo al mio collega.

Jack trasse un profondo respiro: " Qualche minuto"

"Qualche minuto?" ripetei furioso " è troppo."

Ma cos'altro avrei potuto fare?

Se avessi tirato fuori quel pugnale dal suo corpo , di sicuro si sarebbe dissanguato a morte senza le cure adatte.

Digrignai i denti e tirai un calcio ad un auto da demolire, proprio lì...accanto a me.

Poi guardai nella direzione che mi aveva indicato Kevin.

Robert era andato da quella parte.

Inspirai lentamente e recuperando la mia pistola, che avevo riposto nella fondina per raggiungere Kevin, mi avviai a grandi passi verso quella direzione.

Non mi aspettavo di trovarlo ancora , di certo...ma non volevo stare a guardare...

dovevo fare qualcosa


Jessica

 

" Ascoltami, non manca molto all'arrivo dei soccorsi. Ok?" dissi con il cuore in gola.

Vederlo in quello stato mi faceva star male da impazzire.

La ferita, il sangue...per un attimo la nausea mi assalì.

Mi portai una mano alla gola.

Sentii lo stomaco attorcigliarsi su se stesso, i succhi gastrici corrodermi l'esofago.

No, m'imposi .

Nonostante fossi debole di stomaco non dovevo cedere.

Io non avrei ceduto

Strinsi le mani a pugno , scacciando via le lacrime.

Il ragazzo che amavo aveva bisogno di me, del mio sostegno...della mia forza e non era il momento di mostrarsi debole.

" Io...ti amo" mi sussurrò , all'improvviso " ti amo e ti amo...cavolo. Voglio stare con te Jess ." soffiò , ribellandosi a quella situazione crudele che voleva dividerci a tutti i costi.

Le sue parole mi colpirono dritto al cuore , ed il mio sguardo si addolcì ancora di più, inevitabilmente: " Staremo insieme, vedrai...tu starai bene, e non appena ti riprenderai mi dovrai far vedere alcune prove , ricordi ? Mi hai chiesto di fidarmi di te, riguardo la faccenda di mio padre."

Sorrisi fra le mie lacrime, che scorrevano lungo le guance . Fortunatamente la mia voce era ferma, non rotta dal pianto.

Non potevo credere al fatto che i nemici di mio padre fossero tanto violenti da commettere simili azioni.

Per colpa di mio padre, per l'odio di non so chi nutriva nei suoi confronti, io stavo perdendo il mio ragazzo.

Quei criminali avrebbero ucciso anche me se ne avessero avuto l'occasione.

Questo mi portava a riflettere...mio padre non aveva nessuna colpa in merito?

Perché era tanto odiato?

E se Kevin avesse ragione?

Io...io non sapevo cosa pensare.

" Tu non mi lascerai sola" dissi prontamente, recuperando una delle sue mani per portarmela al viso.

Gli scoccai un bacio sulle dita: " Hai capito? "

Lui annuì stancamente continuando a guardarmi , ma non rispose.

"Kevin?" chiamai , i suoi occhi scuri non mi fissavano più con quel misto di paura, preoccupazione, amore...adesso era come se fossero privi d'emozioni, quasi...vuoti.

Oh no. No. No. NO.

Mi chinai su di lui e posai le labbra sulle sue, dolcemente.

Un dolce e tenero bacio era tutto ciò che potevo dargli di me in quel momento.

Doveva continuare a sentire che ero lì con lui...per lui.

Chiusi gli occhi per cercare di trattenere le lacrime, che purtroppo gli andarono a bagnare il viso.

" Amore, ti prego. Tu sei l'unica persona che io abbia mai amato . Tu, mi hai salvata da me stessa, mi hai reso una persona migliore. Mi hai sempre trasmesso forza, coraggio...amore. Come farò senza di te, eh ? No, non puoi lasciarmi adesso. Io voglio amarti . Sì , voglio amarti . Voglio darti tutta me stessa. " sussurrai , poggiando la fronte sul suo petto.

" Anch'io...voglio che tu sia mia. Voglio amarti Jess, voglio farlo fino al mio ultimo respiro." rispose a stento.

Riconquistai le sue labbra, erano fresche e morbide: " Allora , tieni duro. Perché il tuo ultimo respiro non sarà oggi"

Mi sembrò di vedere l'ombra di un sorriso sulle sue labbra.

E starò qui, vicina a te, fino a quando vorrai


 

Angolo Autrice 

Ciaooooo ^^ come va ? 
Il caldo è arrivato <3 ma è partito subito in quarta o sbaglio ?
Sto letteralmente sentendo un gran calore...e studiare diventa ancora più difficile uff :/ 
tuttavia devo continuare...DEVO , cervello concentrati...forza...
cooomunque il bel banner è ad opera di Novalis *______*
Grazie Nova *_______* ha inserito perfino delle frasi dette dai nostri due innamorati <3
La situazione per GG , moglie e...sì, anche figli è pessima :/ 
Capitolo quindi depresso ? No, spero di non aver fatto nascere in voi alcun tipo di tristezza ^^ 
Nel prossimo capitolo la situazione sarà ancor più interessante ;) 
Qualcuno di voi vorrà sicuramente fare fuori Stella per quel che deciderà di fare...perché tutto quel che è successo al nostro Kevin scatenerà una serie di eventi davvero importanti e fondamentali ;) 
Vedo già dei mitra contro di me...no, davvero...fidatevi ;)
Ringrazio come sempre le meravigliose ragazze che recensiscono ogni mio capitolo , Sophie, fiordicampo, tonia90, Novalis , noemi_ST ^^ 
Ringrazio tutti coloro che preferiscono, seguono e ricordano questa storia <3 
Al prossimo capitolo :) 
Un bacione a presto ;) 


 


 

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Capitolo 17
*** Protezione ***


Oltre il mare del mio cuore

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Capitolo17. Protezione


Jessica

 

Era svenuto fra le mie braccia.

Non avevo potuto fare nulla per impedirlo.

Non erano bastati i miei baci , le mie carezze, le mie parole .

Non ero riuscita a tenerlo con me.

Mentre lui scivolava fra le braccia dell' oblio , i soccorsi erano finalmente arrivati.

Avrei voluto dire " appena in tempo " , ma come potevo ?

Forse il tempo neanche c'era più. La sua vita era appesa ad un filo.

Era una foglia in procinto di staccarsi da quell' albero, che l'aveva amata, nutrita e tenuta con sé fino a quel momento , per colpa del vento autunnale.

La sua vita era ancora in bilico , senza sapere se scivolare sul lato della vita o sul lato della morte.

Ed io mi trovavo lì , a pregare , a sperare , che in qualche modo si salvasse e tornasse da me.

Gettata su quella scomoda sedia, in quella mini-sala d'attesa , non potevo fare altro che pensare e ripensare a noi , alla nostra storia .

E il solo pensiero di perderlo mi uccideva, mi destabilizzava.

Se perdevo la mia ancora, chi mi avrebbe impedito di andare alla deriva ?

Scossi la testa e poggiai i gomiti sulle ginocchia.

Le mie dita si fecero strada fra i capelli.

Erano passate due ore, possibile che nessuno ci facesse sapere nulla ?

L'operazione stava andando bene ?

Sì, dai per forza.

Perché qualcosa sarebbe dovuta andare storta ?

" Colpa di tuo padre. Niente di tutto questo sarebbe successo se lui si fosse costituito." sparò il padre di Kevin, in preda alla rabbia .

Le iridi color nocciola erano appena visibili, al contrario delle pupille che tremolavano e trasmettevano un'ansia ed una preoccupazione tale da aggiungersi a quel che già stavo provando io .

Era la prima volta che vedevo la famiglia al completo del mio ragazzo.

Sua madre, Dafne , era troppo presa dal non urlare di disperazione per trattenere suo marito nel fare commenti stupidi , come quello che aveva appena lasciato uscire dalla bocca.

Corrugai la fronte ed alzai lo sguardo infastidita: " Mio padre...lui non può essere colpevole." risposi a denti stretti.

Eppur le mie stesse parole mi risultavano false.

Io cosa ne sapevo in realtà?

Avevo prove concrete, certe ?

Chi mi confermava l'innocenza di mio padre ?

La fiducia che riponevo in lui , nient'altro.

Io conoscevo Ian , mi aveva dato la vita.

Eppure...se mi avesse nascosto qualcosa?

Vidi la sorella maggiore di Kevin non riuscire più a trattenere le lacrime.

Era in piedi, andava avanti ed indietro mentre si accarezzava continuamente e distrattamente la leggera curva del ventre.

Era incinta.

Kevin presto sarebbe diventato zio.

Riportai lo sguardo sul pavimento.

Mi torturai le dita, ormai pulite da quel suo sangue che involontariamente avevo toccato.

Se avessi potuto far qualcosa di più per risolvere almeno in parte tutta quella situazione...l'avrei fatto.

Ma cosa ? Cosa potevo fare in quel momento ?

Un 'idea mi balenò nella mente, dovevo soltanto e semplicemente attuarla.

 

Gabriel

 

Di Robert non avevo trovato neanche una più piccola traccia in quella stradina sterrata.

Sembrava essere scomparso nel nulla.

Chissà dove si era andato nascondere per sfuggire al mandato di cattura, scattato nei suoi confronti già da diverse ore.

Ormai tutta la città era vanuta a conoscenza della questione Jordan-Barnas , seppur non nei minimi dettagli.

Grazie a quella statuetta rubata da Victoria , proprio in casa di Robert , la polizia aveva finalmente una prova più che valida nei confronti del fratello di James.

Era Robert il vero assassino del dipendente Julian Ross . E non solo . Tentato omicidio, sequestro di persona, minacce.

Robert aveva fatto e voleva fare molto altro, quindi doveva essere fermato al più presto.

Su quella statuetta erano state trovate le sue impronte digitali , ed ormai non aveva più speranze, niente era più in dubbio. Non poteva più nascondersi dietro le sue bugie.

Prima o poi avrebbe commesso qualche passo falso, ed a quel punto sarebbe stato facile per me arrestarlo e gettarlo dietro le sbarre una volta per tutte.

Attendevo con ansia quel momento, soprattutto dopo gli ultimi eventi.

Arrivai in ospedale qualche ora più tardi.

Mi ero sbarazzato del giubotto anti-proiettile, dei miei colleghi, del capo, il prima possibile per raggiungere i miei familiari.

Il suono dei miei passi riecheggiava in quei corridoi vuoti , deserti.

Erano le tre di notte, era più che normale che non ci fossero chissà quanti infermieri e medici in giro per la struttura ospedaliera.

Sentii il cuore stringersi in una morsa quando vidi mia moglie in lacrime.

Le mani davanti la bocca, gli occhi chiusi.

Non ero pronto a ricevere la notizia delle morte di Kevin.

Non ero pronto a crederlo morto.

"Sei diventato come un fratello maggiore per me in questi anni , ed un esempio da seguire sin da quando ero solo un semplice testimone e tu lo sbirro che mi guardava le spalle . Sono sicuro che sarai un ottimo padre anche con il piccolo che arriverà , e che la mia famiglia potrà contare sempre su di te . Sei forte come marito , padre e poliziotto Gab..."

No, Kevin. No.

Non sono stato forte come fratello maggiore. Non sono stato in grado di proteggerti.

Mi dispiace, ho fallito.

E' colpa mia.

Stella corse verso di me non appena si accorse della mia presenza.

Dal suo viso notai che era contrariata.

Non sapevo cosa pensare , fare o dire , non riuscivo ad aprire bocca.

I suoi occhi color caramello , rossi e gonfi , era pieni di dolore e rabbia.

La pelle del suo volto era arrossata per colpa del sale di quelle lacrime che stavano scorrendo sulle sue guance , chissà da quanto.

"Perché?" urlò contro di me , puntandomi un dito contro " perché non sei riuscito a proteggerlo, eh?"

Mi diede qualche pugno sul petto , in grado di mandarmi in frantumi il cuore già colmo di crepe.

Rimasi fermo , impalato, per subire tutta quella sua rabbia accecante .

Provando una sorta di strano piacere sotto i suoi colpi.

Era colpa mia , e faceva bene a tirarmi quei pugni, a sfogarsi contro di me.

Il suo corpo era scosso da singhiozzi violenti, non sopportavo di vederla in quello stato .

Era anche colpa mia se stava così.

Poi all'improvviso , le sue braccia mi strinsero in un forte abbraccio.

Quel suo gesto mi causò una fitta al braccio ferito, ma lasciai che fosse la mia perplessità a trasparire dal mio sguardo, non il dolore.

"Scusami" mi disse mortificata , poggiando la fronte su una mia spalla per riprendere fiato.

Sentii la maglietta bagnarsi per le sue lacrime proprio in quel punto: " scusami, non è colpa tua. Io non so cosa mi sia preso."

"No" dissi con voce roca " è colpa mia invece."

Scosse la testa e si allontanò un pò da me per guardarmi dritto negli occhi: " Non è colpa di nessuno , se non di quei criminali." puntualizzò in tono severo.

Mi accarezzò una guancia: "Non meriti la mia rabbia. Non tu. Non è colpa tua, non pensarlo neanche. Scusa. In momenti come questi assumersi o dare la colpa agli altri è la prima cosa che si fa, ma che non si dovrebbe fare . Non è così che si affrontano le cose, sono una sciocca . Gabriel, amore, ripeto...non è colpa tua. Hai capito? Perdonami. Non pensare neanche minimante a quel che ti ho urlato prima. "

Avevo fatto di tutto per proteggere Kevin...dovevo credere alle sue parole.

Era vero , dopotutto. Avevo fatto l'impossibile per raggiungerlo, avvisarlo.

Sì, forse non era colpa mia. Ma allora perché stavo così male ?

In quel momento Alessandro avanzò verso di noi.

Stella mi prese per mano, stringendo forte come a volere sostegno da parte mia : " Allora?" chiese speranzosa

" Aspettare,non dobbiamo fare altro." esordì in tono grave , ma sembrava fiducioso.

Poi spostò lo sguardo su di me e mi mise una mano su una spalla: " Gabriel , porta Stella a casa. Ha bisogno di riposare."

Annuii .

Stella scosse la testa con decisione: " Non voglio tornare a casa." obiettò

Suo padre le prese il volto fra le mani , asciugandole qualche lacrima: " Ti chiamerò non appena saprò qualcosa in più, promesso. Ora è tardi...e nelle tue condizioni non devi stancarti."

Poi si rivolse ancora una volta al sottoscritto : " So perfettemante che hai fatto tutto il possibile per proteggere Kevin. Ma ti chiedo un' altra cosa soltanto ora..."

"dimmi" dissi in tono deciso

" arresta quel Robert." ringhiò a denti stretti

"Lo farò" promisi , e cinsi le spalle di mia moglie con un braccio per portarla via da quel posto

 

Stella


Andare a casa a riposare.

Era una parola grossa, molto grossa.

Come avrei potuto riposare?

Anche soltanto credere di poter chiudere gli occhi, sapendo mio fratello in quello stato? Stava rischiando di morire.

Ed io ?

No, non potevo dormire.

Non potevo stare ferma , con le mani in mano.

Avevamo prove contro Robert , ma lui era scomparso.

La polizia lo stava cercando, e chissà presto l'avrei visto dietro le sbarre.

Ma nessuno aveva ancora prove contro Barnas.

Di quell'uomo che mi aveva dato un lavoro, sì , ma che aveva cooperato anche con mio zio, ucciso la madre di James e Robert , tentato di uccidere me mentre ero in carcere.

Aveva provato a fare di tutto per fermare Robert , che a sua volta non voleva altro che la sua morte ed il raccogliere prove schiaccianti contro di lui per terminare la sua vendetta.

Barnas era forte della sua posizione, della sua innocenza.

La polizia era ancora dalla sua parte.

Ma io sapevo cosa fare per far crollare questa situazione.

Prendendo Barnas di sorpresa, sarebbe rimasto soltanto Robert... e fine dei battibecchi tra queste due famiglie.

Io sapevo dove trovare le prove.

Nell'ufficio di Barnas, a cui avevo accesso soltanto io.

Io avevo le chiavi dei suoi cassetti, ed a meno che non avesse cambiato tutte le serrature... io potevo avere libero accesso a tutto.

In teoria ancora lavoravo per lui, e sarei entrata senza problemi nel palazzo della società per andare a prendere tutte le prove necessarie per incastrarlo.

La polizia invece, non poteva farlo senza prove...senza un mandato.

Guardai il profilo di Gabriel di sottecchi.

Stava guidando verso casa nostra , e teneva lo sterzo con una sola mano.

Come sarei voluta entrare nella sua mente per conoscerne i pensieri.

Dal gomito poggiato alla base finestrino , e le dita sulla tempia sinistra , intuivo che non dovevano essere pensieri leggeri , ma di un certo peso.

Gli sfiorai una spalla per dargli un pò di conforto.

Prima avevo perso il controllo , e ingiustamente ero stata capace di dare la colpa di quel che era accaduto a mio fratello proprio a lui...che aveva fatto di tutto per salvarlo più di chiunque altro.

Lui mi rivolse una breve occhiata, nient'altro.

Quando parcheggiò sotto casa nostra, scesi dall'auto e rimasi a fissare per un pò tutto quel che mi circondava.

Da quanto tempo non tornavo lì ?

Da settimane.

Sarei stata al sicuro al suo fianco, più che da sola in casa di mio padre.

Ma se dovevo fare quel che volevo, non potevo tornare a casa.

Gabriel però, non doveva e non poteva neanche venire con me.

Quindi ?

Se dovevo rischiare , dovevo farlo da sola.

Se avessero trovato me , ero comunque la segretaria di Barnas...ma lui, un poliziotto...no.

Nella mia mente stava prendendo forma un piano.

Un piano che a mio marito non sarebbe piaciuto affatto.

                                                                                         *****

Era seduto sul divano, mi aveva chiesto un bicchiere d'acqua.

Aveva un gomito posato su un bracciolo, la mano sulla fronte. 

L'altra abbandonata al fianco per via del braccio ferito.

Teneva gli occhi chiusi , ma era perfettamente sveglio.

Stava solo cercando di rilassarsi.

Le mie mani tremarono un poco.

Guardai la boccettina in vetro, che avevo nella mano sinistra , e deglutii vistosamente.

Fortunatamente non poteva vedermi, io ero in cucina.

Ma volevo davvero mettere fuori gioco mio marito per andare da sola nell'ufficio di Barnas alla ricerca di prove ?

Forse avrei dovuto dirglielo , parlarne con lui.

No, tutto sarebbe andato secondo i miei piani.

Dovevo andare per Kevin, per noi.

Versai qualche goccia del contenuto della boccettina nel suo bicchiere, giusto quel tanto che bastava per farlo addormentare.

Abusare di quella sostanza sarebbe stata una follia.

Una dose sbagliata...ed avrei anche potuto ucciderlo.

Le lacrime mi offuscavano la vista.

Gabriel voglio solo proteggerti

e ritornerò da te...sempre


Angolo Autrice 

Ciaooooo ^^ coma va ? 
Cosa mi raccontate di bello ? :) 
Io sto proseguendo con i miei studi, che Dio mi aiuti
e quando posso ed ho un pò di tempo libero mi fiondo al pc e scrivo un pò ;)
questo capitolo è nato un pezzetto un giorno, un pò l'altro...ma finalmente siete venuti a conoscenza del "piano" di Stella. 
Chi di voi ha già provato ad ammaccarle la testa? La nostra mogliettina non ha proprio capito che da sola sarebbe meglio non andare da nessuna parte :/ per giunta ha fermato suo marito in un modo che...ahi, ahi difficilmente GG manderà giù :/ 
Stella non ha neanche preso in considerazione il fatto di essere incinta, presa com'è dalla situazione che sta attraversando per via di suo fratello. Cosa succederà? Cercherò di non tenervi troppo sulle spine ;) 
Vi ringrazio per l'affetto che continuate a dimostrarmi , siete meravigliosi <3 
Ringrazio Sophie, tonia, _lalla_27, fiordicampo, Novalis, Leila Herondale, noemi_ST per le loro meravigliose recensioni <3 
Ringrazio tutti coloro che preferiscono, seguono e ricordano questa storia ;) 
Al prossimo capitolo :) 
Un bacione a presto ;)

  

 

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Capitolo 18
*** Sono qui, amore ***


Oltre il mare del mio cuore

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Capitolo18. Sono qui, amore  


Jessica

 

Correvo a perdifiato verso casa.

Le lacrime continuavano a scorrermi lungo le guance , mischiandosi al sudore ed alla sporcizia che avevo sul volto , ma non ci badavo.

Avevo altro a cui pensare.

Era quasi l'alba , la strada che stavo percorrendo era deserta , ed era illuminata da una tenue luce chiara prodotta da alcuni lampioni sparsi lungo i lati della carreggiata .

I miei passi erano l'unica cosa che risuonavano nell'aria per l'intero quartiere , assieme al mio respiro pesante ed irregolare.

La mia miglietta era madida di sudore , e si era attaccata addosso come fosse una seconda pelle.

Dava fastidio.

Avrei voluto farmi una bella doccia, al più presto, ma avevo prima bisogno di certezze , di ritrovare un equilibrio.

Mio padre, Kevin...chi aveva ragione?

Il ragazzo che tanto amavo , e che stava rischiando di morire, oppure l'uomo che mi aveva messa al mondo?

Di una cosa ero del tutto certa : ero l'unica ad avere libero accesso a tutte le stanze di casa Barnas.

Io ero la figlia di Ian Barnas, e nessuno avrebbe potuto impedirmi di entrare come e quando volevo nello studio di mio padre.

Conoscevo la combinazione della cassaforte , nascosta dietro una copia del famoso dipinto di Jacques-Louis David , "Napoleone che travalica il Gran San Bernardo".

Non l'avevo mai aperta, ma adesso era arrivato il momento di farlo.

Avrei trovato qualcosa di utile ? Forse sì o forse no.

Il mio cuore come avrebbe reagito davanti ad una eventuale colpa del mio genitore ?

Non lo sapevo, ma sentivo il bisogno di andare fino in fondo a questa storia.

Quando la porta di casa si aprì davanti i miei occhi , mia madre mi gettò le braccia al collo scoppiando a piangere : " Jess, oh la mia Jess ,sei tornata sana e salva a casa grazie a Dio" poi mi prese il volto tra le mani per assicurarsi che fossi realmente lì con lei : " Cosa ti hanno fatto? Stai bene ? " e mi scrutava con con occhi attenti alla ricerca di ferite.

"Nulla. Sto bene." mentii , tirando su col naso mentre varcavo la soglia.

Il mio sguardo si posò irrimediabilmente su mio padre, che se ne stava in piedi , dritto,impalato, giusto qualche passo dietro la mamma.

Mi guardava come aria colpevole , ma al tempo stesso sollevata.

Era contento di rivedermi, senza dubbio.

Ed in cuor mio anch'io ero contenta di vederlo .

Avanzai verso di lui con passi incerti, barcollando.

Stavo per tradirlo ?

Voler conoscere tutta la verità...era considerato tradimento nei suoi confronti ?

" Sei qui" mi dissi semplicemente aprendo le braccia pronto ad accogliermi.

"anche tu sveglio a quest'ora ?" chiesi, sforzandomi di mantenere un tono pacato.

Lui mi afferrò le spalle d'improvviso e mi tirò a sé , stringendomi in un forte abbraccio: " Non avrei mai potuto dormire sapendoti in pericolo di vita . E' colpa mia Jess . Solo e soltanto colpa mia. Ho rischiato di perderti , tesoro . Una situazione del genere non dovrà accadere mai più."

Mi allontanai un pò da lui, confusa : " In che senso? Papà non riesco a capire . Che cosa hai fatto per meritare tutto quest'odio da parte di quel Robert Jordan ? "

La rabbia era tanta dentro di me, dovevo capire.

"Stavo giusto andando a costituirmi . Basta giochetti. Mi consegnerò alla pattuglia di Polizia presente ancora qui fuori. Sono colpevole di molte cose bambina mia." e mi mostrò un hard disck, che recuperò da un mobiletto del salotto " qui, ci sono una serie di dati che proveranno le mie malefatte. Sono pentito di aver fatto e partecipato ad alcune questioni tutte mosse contro la legge. Devi credermi Jess, sono pentito . Ed il solo pensiero che quel Jordan fosse riuscito a farti del male a causa mia , mi stava facendo impazzire . Non posso perderti , sei la cosa più importante e preziosa della mia vita . Sei la mia unica figlia, la mia unica e vero gioia. Tu non fai e non farai mai parte dei miei sbagli, piccola. Non sono riuscito a proteggerti come avrei voluto, mi dispiace . Forse come padre sono stato pessimo. La situazione mi è sfuggita di mano , e se non fosse stato per la polizia forse adesso...non saresti qui" proseguì con occhi lucidi.

Mai in tutta la mia vita avevo visto mio padre sul punto di piangere.

Una lacrima riuscì persino a sfuggirgli .

Gli rotolò lungo una guancia e lui la cancellò in fretta con il palmo della mano destra.

"I..io non volevo credere a quel che mi dicevano. Invece tu sei veramente colpevole? " gli urlai contro, inferocita.

Ferita.

Era vero.

Era tutto vero.

Kevin aveva ragione.

Mio padre era un criminale.

Il mio cuore...era a pezzi.

" Sai una cosa? Ero ritornata a casa anche per trovare prove che mostravano la tua innocenza...oppure la tua colpevolezza . Volevo dare un senso a tutto quello che sta accadendo. Ed invece adesso...papà come hai potuto ? Tu eri una persona meravigliosa per me , eri il padre più dolce e disponibile del mondo ."

Mi accarezzò una guancia ed i capelli , annuendo più di una volta.

"Sono sempre io , Jess. E sono tanto orgoglioso di te . Perdonarmi tesoro, se puoi"

In seguito si sporse verso la mamma , rimasta allibita dalle parole proferite da mio padre quanto me, o forse di più.

" Chiedo perdono anche a te , amore mio" aggiunse .

"Abbi cura della mamma, mi fido di te" concluse riportando lo sguardo su di me , poi se ne andò.

Lo seguii con lo sguardo mentre si consegnava ai poliziotti , che ancora avevamo sotto casa per la nostra protezione.

Il mondo mi era crollato addosso in una sola notte.

Mio padre arrestato, il mio ragazzo ferito ed in ospedale.

Mia madre crollò in ginocchio scoppiando a piangere.

La raggiunsi e la strinsi forte , cercando di darle un pò di conforto...in qualche modo.

Conforto di cui avevo bisogno anche io.

Chiusi gli occhi e cercai di rallentare i battiti del mio cuore.

No, per me non era il momento di piangere, ma di essere forte.

Kevin mi aveva insegnato a stringere i denti e a tirare avanti, se non volevo farlo per me dovevo farlo almeno per lui

 

 

Stella

 

" Ian Barnas ha assunto come segretaria la nipote di Walter Rossi , che idiota . Ma nonostante tutto da un tipo come lui c'era da aspettarselo. Ha avuto al suo fianco fino ad oggi proprio te , quella ragazza che ha mandato all'aria tutti i suoi affari cinque anni fa assieme ad un ragazzino , che adesso gioca a fare il poliziotto, e non se ne è mai accorto . Forse Ian ha creduto ad un caso di omonimia , che dici ? Eppure per la seconda , ecco Stella Rossi che prova a mandare all'aria tutti i suoi affari a sua insaputa. Ma che coincidenza. Tu che ti trovi sempre nel posto giusto al momento giusto per continuare a distruggere i piani di tuo zio. "

Mi si gelò il sangue nelle vene.

Robert era lì, tutto un sorriso.

Seduto sulla scrivania di Ian Barnas.

Un piede sul pavimento, l'altro sospeso, che non faceva altro che far dondolare avanti ed indietro.

" Ti stavo aspettando , sai ? Sapevo che proprio questa notte avresti fatto qualcosa d'interessante . Ho imparato a conoscerti. Diventi impulsiva quando ti toccano le persone che ami. "

"Ah, davvero?" mi finsi sorpresa, sforzandomi di non mostrare paura.

Dove trovai la forza per rispondergli a quel modo? Non lo sapevo.

Rise : " Immagino che tu non ti sia accorta degli uomini di Barnas distesi sul pavimento dell'atrio , all'ingresso , altrimenti avresti già urlato. In effetti queste luci, che lasciano accese durante la notte , non sono poi così forti...non trovi?"

Corpi.

Distesi sul pavimento.

Ancora. Robert aveva troppe vite sulla coscienza per i miei gusti.

All'ingresso , in effetti , non avevo trovato una guardia notturna o chissà chi , pronto a fermarmi , questo mi era risultato un pò strano.

Lui aveva ammazzato tutti . Uno ad uno.

Lui ed i suoi sgherri , che in questo momento dovevano trovarsi ancora in giro per il palazzo della società a fare chissà cosa .

Alla fine , ad avere il minor numero di sgherri era risultato essere Barnas.

Robert più ricco e potente del mio datore di lavoro , chi l'avrebbe mai pensato ?

" Quando ti chiedevo di farmi avere quante più informazioni sul conto di Barnas, intendevo anche il trovare informazioni più sostanziose , concrete . Come quelle che avresti voluto cercare questa notte . Ed invece non facevi altro che dirmi frottole, e darmi roba di poco conto, che tuttavia non erano poi così male . Perché?"

"Perché sapevo che non volevi fare altro che male." ringhiai furiosa contro di lui.

Sbuffò , roteando gli occhi: " Dolcezza, sei troppo zuccherosa per me ."

" James non avrebbe mai approvato questo tuo comportamento. Lo sai, vero?" mi azzardai a dire.

Lui s'irrigidì al nome di suo fratello.

Scese dalla scrivania e mi raggiunse a grandi passi.

Indietreggiai, ma qualcuno mi constrinse a rimanere ferma dopo solo qualche passo.

Mi furono perfino portate le mani dietro la schiena, e soffocai un lamento.

Uno dei suoi sgherri era arrivato.

Will.

L'uomo che teneva Gabriel e Aileen sotto tiro al matrimonio di Stefy.

" Non nominare mio fratello. E' anche colpa di tuo marito se lui non è più qui."

"NO" tuonai " non è vero. Gabriel non è colpevole. James aveva fatto la sua scelta."

Mi tirò uno schiaffo in pieno viso, capace di farmi voltare la faccia e di farmi vedere le stelle : " Ascoltami bene, mio fratello credeva di arrestare i cattivi con le buone . Io invece credo fermamente il contrario. Chi fa del male deve pagare allo stesso modo, allo stesso prezzo, se non di più, per quello che ha fatto . Occhio per occhio, dente per dente."

Scossi la testa , terrorizzata.

" E guarda che strana coincidenza. Aspetti un figlio, proprio come Stefy aspettava Mattew quando James è morto." si passò la lingua sulle labbra , entusiasta. " perfetto."

Tremai.

In che guaio mi ero cacciata?

Che cosa avevo fatto?

Oddio, Gabriel.

" Vuoi davvero far nascere questo bambino senza un padre proprio come tuo nipote? Pensa a tuo figlio...se fosse cresciuto senza di te? " ribattei, allarmata.

Non rispose alle mie domande.

" Gabriel deve pagare , basta. Così come Barnas. Ho trovato delle prove contro il tuo datore di lavoro , sai? Dopo tanti anni . La polizia non credeva alla sua colpevolezza , adesso potrà farlo avendo roba concreta tra le mani , ma non mi basterà più avere giustizia. Io non voglio più solamente vederlo tra le sbarre , io voglio distruggerlo . Ha ucciso mia madre, in maniera indiretta anche mio fratello. Ha creato un giro nel quale molte persone hanno perso la vita, e la polizia non è riuscita a fare giustizia in maniera completa. Chi riporterà indietro i morti? Nessuno di noi potrà farlo. Quindi ho deciso di fondare una piccola organizzazione , che farà giustizia da sé facendo del male a chi merita...in questo modo , credo che anche loro avranno dei morti su cui piangere."

" Tu sei folle" sussurrai sgranando gli occhi " davvero credi che questo possa farti stare meglio? Robert, James era una persona di buon cuore. Non sarebbe mai sceso a questi livelli come stai facendo tu . Lui credeva nel buono, nel giusto. Nel perdono e nel fatto che le persone potessero cambiare , rifarsi una vita e rimediare ai loro errori. Non avrebbe mai voluto che tu diventassi un assassino, per di più a causa sua." provai a farlo ragionare.

Lui gettò dei fascicoli a terra e prese a sgretolarli sotto i suoi piedi.

" Fai silenzio. Adesso tu verrai con me , gioiellino. Il tuo maritino ci servirà per fare una cosa ."

Scossi la testa con veemenza: " No, cosa? Lasciami andare. Robert, non farlo. No."

Will prese a trascinarmi via , contro la mia volontà.

"Hai me , ti prego. Non fare del male a Gabriel." urlai disperata.

Per la prima volta, da quando avevo lasciato Gabriel da solo a casa, fui davvero contenta di avergli somministrato del sonnifero.

Essendo addormentato non avrebbe potuto rispondere al telefono, venire a conoscenza dei piani di Robert .

Nessuno sapeva effettivamente dove fosse , con chi fosse .

Eccetto la mia famiglia.

Era al sicuro per il momento.

Stavo riuscendo a proteggerlo per davvero, nonostante tutto.

Robert notò sicuramente traccia di sollievo sul mio volto, perché neanche un minuto dopo sentì il bisogno di dirmi: " Mi credi davvero così stupido ? So perfettamente che cosa hai fatto al tuo maritino per venire qui ed agire indisturbata . Ottima idea quella di somministrargli del sonnifero."

Un nodo mi si formò in gola ed il mio cuore perse un battito.

Sgranai gli occhi: " Come fai a saperlo?" dissi con un filo di voce.

Mi rivolse un sorrisetto maligno: " Ho i miei informatori."

Mi ribellai , ma Will continuava a tenermi stretta. "Robert cosa vuoi fare?" urlai in preda al panico.

Sospirò sonoramente: "Mia cara, pazienza."

No, amore mio.

Cosa ho fatto ? Cosa ho fatto?

Invece di proteggerti ho messo ancor di più la tua vita a rischio.

Spero solo che non sia troppo tardi...

Per me

Per te

Per noi

Per tutto

No, non può finire così

 

Gabriel

 

Qualcosa prese a suonare, all'improvviso.

Nell'aria si diffuse ben presto una strana melodia che conoscevo bene.

Eppure in quel momento non faceva altro che darmi un enorme fastidio, tale da incrementare la mia voglia di voler mettere a tacere quella "cosa suonante" all'istante .

Che cavolo stava diffondendo quel suono così acuto e snervante ?

Mi sforzai di scivolare via da quel torpore dentro il quale mi ero lasciato andare.

Aprii gli occhi , e scoprii di essere disteso sul divano.

Mi ero addormentato?

COSA ?

Scossi la testa , stordito.

Portandomi una mano sul viso, confuso.

Non ricordavo neanche di essermi disteso.

Sentii qualcosa agitarsi dentro la tasca sinistra dei miei jeans .

Qualcosa che stava continuando a suonare, urtandomi i nervi.

Cos'era?

Oh cavolo, che idiota.

Infilai la mano nella tasca e tirai fuori il mio iPhone.

"Pronto" biascicai

Provai a schiarirmi la voce con colpetti di tosse.

" Detective, sono Jack."

Mi misi a sedere, seppur mi ritrovai a lottare contro violenti capogiri.

" Dimmi" mormorai passandomi una mano fra i capelli.

" Ian Barnas si è costituito , e non solo...abbiamo ricevuto da poco una segnalazione importante , da parte di un soggetto rimasto anonimo. Ci ha messo al corrente riguardo l' attuale posizione del nostro Robert Jordan."

Mi feci incredibilmente attento.

" Sembra che abbia preso in ostaggio..." si bloccò di colpo.

"Chi?" lo incitai a continuare.

" Stella Rossi, sua moglie" concluse, in tono cupo.

Sgranai gli occhi: " No, non è possibile"

Stella era con me.

Doveva essere con me.

"Stella?" chiamai a gran voce .

Il cuore in gola.

Nessuna risposta.

Mi alzai, seppur ancora un pò stordito , e continuando a tenere l' iPhone all'orecchio, presi a cercarla in ogni stanza del nostro appartamento .

Non c'era.

Era come se fosse sparita nel nulla.

" Detective? E' ancora lì? " domandò il mio collega.

Deglutii : " Sì" risposi a malapena. " abbiamo un indirizzo preciso ?"

" Certo, le ho inviato il tutto in un messaggio."

"Perfetto. Andrò a controllare. Voglio una squadra in quel posto entro quindici minuti, chiaro ? " ordinai con un tono che non ammetteva repliche " ed informa il capo"

Stella, dove cavolo sei ?

Come puoi essere finita nelle mani di Robert ?

Tu eri qui, con me

No, doveva esserci una spiegazione

" Sarà fatto. " rispose Jack prontamente.

Provai ad aggiungere altro , ma le parole mi morirono in bocca non appena i miei occhi si posarono su una boccettina arancione , posta sul tavolo della cucina . Era un sonnifero.

Cosa ci faceva lì ?

Chiusi la conversazione senza aggiungere altro , infilando l' iPhone nuovamente in tasca, e recuperai la boccettina.

Ora, era tutto più chiaro.

Terribilmente, chiaro.

Io non mi ero addormentato di mia spontanea volontà.

Serrai la mascella in preda alla collera.

Stella . Era stata lei.

Ma che cosa aveva in mente ? Eh ?

Stella che cavolo hai fatto ?

Afferrai le chiavi dell'auto in fretta , e corsi giù per le scale del palazzo.

Era mezzogiorno .

Ed io dovevo trovare mia moglie, che aveva avuto la brillante idea di mettermi K.O per fare chissà cosa a mia insaputa.

Ma che cavolo le era venuto in mente ? Potevo saperlo ?

Voleva fare l'eroina?

Per cosa poi ?

Da sola , ed incinta , dove voleva andare ? Cosa voleva risolvere ?

Aveva messo a rischio la sua vita, e quella di nostro figlio , senza chiedere la mia opinione.

Perché ? Perché? Ma era impazzita ?

Le avevo chiesto di non agire più di testa sua senza prima informarmi , ed invece ?

Mi aveva...non potevo ancora crederci.

Mi aveva impedito di agire, di fermarla , di farla ragionare.

Mi aveva praticamente drogato pur di mettere in atto i suoi scopi.

Possibile che avesse ignorato del tutto le mie richieste ?

Stella questa volta hai superato ogni limite.

Se sei davvero finita nelle mani di Robert troverò un modo per tirarti fuori dai guai , ma dopo...dopo io e te dovremo chiarire alcune cose.

Se per te stare insieme significa prendere comunque decisioni di testa propria senza voler conoscere e prendere in considerazione l'opinione dell'altro, allora hai un'idea piuttosto distorta di quel che per me vuole dire essere una coppia

 

Kevin


Cavolo.

Prima parola che pensai.

Dolore.

Seconda.

Idiota.

Terza.

Dove ero finito?

Sfiorai con le dita qualcosa di liscio, morbido, fresco.

Lenzuola.

Ero ancora vivo.

Cavolo.

Sì, ero ancora in vita.

Ed ero in ospedale.

A forza.

Non poteva essere altrimenti.

In casa mia non c'era quel vociare continuo , ed il mio letto non era così scomodo.

Sentivo qualcosa sotto al naso, e come dei tubicini lungo le guance.

Come...come stavo?

Che cosa era successo mentre ero impegnato a...dormire?

Provai ad aprire gli occhi , seppur mi costò una enorme fatica.

Una luce bianca, forte, mi investì in pieno.

Proveniva da una finestra alla mia destra.

Lottai per abituare gli occhi alla luce e ci riuscii.

Quell'idiota non era riuscito ad uccidermi , grazie a Dio .

Una mano strinse forte una delle mie: " Kevin " disse commossa...mia madre.

Era seduta accanto a me, e scoprii ben presto che aveva gli occhi lucidi.

"mamma" riuscii a dire, ero contento di rivederla.

La mia voce faceva pietà , schifo. Ma veramente!

Ma...almeno non ero rimasto muto come un pesciolino rosso.

Mia madre prese ad accarezzarmi i capelli: " Come ti senti?"

Ci pensai su un attimo.

Non riuscivo a capirlo.

I pezzi erano tutti al loro posto, vero?

VERO?

Mi rifiutai di muovere qualsiasi altro muscolo che non fosse del viso , per la paura di riprovare quel dolore che mi aveva stremato fino al farmi perdere i sensi mentre ero in compagnia della mia Jess .

A proposito.

Jess?

"Jess" chiamai a voce.

Ero stanco, ma avevo il desiderio di vedere la mia ragazza . Subito.

Era lì ? Stava bene ?

Il sorriso sulle labbra di mia madre si allargò.

"Sono qui , amore " rispose la mia ragazza .

Voltai lentamente la testa verso di lei , che prontamente mi scoccò un bacio sulla fronte.

" Mi hai fatto preoccupare, cretino." m'informò guardandomi dritto negli occhi.

Sembrava molto stanca, l'intuivo dalle sue profonde occhiaie intorno agli occhi.

Era come se avesse passato una notte in bianco.

Un leggero sorriso increspò le mie labbra: " Che dolce risveglio. Grazie per il complimento, piccola mia ." commentai in tono ironico.

Lei rise: " Scusa, ma dovevo dirtelo"

" Dopotutto non ha tutti i torti" aggiunse mia madre. " avresti fatto bene a sceglierti un altro lavoro. A quest'ora ci avresti fatto preoccupare di meno."

" A quest'ora non avrei incontrato lei " risposi io , senza mai allontanare lo sguardo dalla mia Jess, che continuava a sorridermi.

Avevo corso il rischio di non rivederla più.

Cercai una sua mano e la strinsi forte.

Ero ancora vivo, potevo ancora stare con lei . Al suo fianco

" Beh, vi lascio un pò da soli. Vado da tuo padre, ed avviserò anche Stella e Gabriel. Saranno contenti di sapere che stai meglio" e detto ciò mia madre si alzò , e si avviò verso l'uscita.

Prima di chiudersi la porta alle spalle fece un occhiolino a Jess, che imbarazzata abbassò un pò lo sguardo.

Mia madre l'aveva presa in simpatia, benissimo.

Ero contento



Angolo Autrice 

Ciaoooooo ^^ Sì questo è stato un capitolo a quattro POV *_________* che spero vi sia piaciuto 
Adoro Kevin <3 ed è vivo e vegeto....contente? :)
Ritornerà alle sue solite battutine di sempre già dal prossimo capitolo XD dove avremo tre POV secondo i miei calcoli...Kevin, Stella e Gabriel ;) 
Sarà un capitolo elettrizzante *_______* 
*spoiler* il nostro Robert si troverà faccia a faccia con GG ;) ma non finirà tutto...non ancora ;)  
Sento inoltre il bisogno di scrivere qualcosa di tremendamente smielato...dopotutto questa storia nasce come storia romantica <3
Bene...detto ciò...me torna a svolgere qualche faccenda di casa ed a concentrarsi sui libri :/
Ringrazio Novalis, _lalla27_ , Sophie, tonia e Leila per le loro meravigliose recensioni <3 
Ringrazio di cuore tutti coloro che preferiscono, seguono e ricordano questa storia ;) 
Al prossimo capitolo :) 
Un bacione a presto ;) 

 

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Capitolo 19
*** Al sicuro fra le tue braccia ***


Oltre il mare del mio cuore


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Capitolo19. Al sicuro fra le tue braccia


Kevin

 

" Avevi ragione, sai ? " riprese la mia ragazza , dopo qualche minuto di silenzio.

Corrugai la fronte , e cercai di prestare alle sue parole quanta più attenzione possibile, seppur mi costava una enorme fatica.

Ero stanchissimo, quel briciolo di forza che mi aveva accompagnato fino a quel momento sembrava essere sul punto di esaurirsi, nonostante non volessi chiudere gli occhi.

La ferita stava inoltre iniziando a farsi sentire con leggerissime fitte , che non davano molto fastidio , non ancora almeno .

Un chiaro segnale del fatto che ben presto l'effetto dei farmaci sarebbe svanito ed il dolore sarebbe andato a go go .

Ma io non volevo perdermi un solo attimo di lei , delle sue labbra, dei suoi occhi, dei suoi bei capelli.

Non volevo rivederla più tardi , neppure se avessi dovuto aspettare soltanto qualche ora.

Lei era lì con me in quel momento , ed io volevo stare con lei .

Jess non si accorse della mia stanchezza, ed andava bene così.

Il suono della sua voce mi avrebbe accompagnato ancora un pò per quel giorno,e possibilmente fino al resto dei miei giorni , che ipotizzavo essere ancora molto lunghi .

Cavolo, mi ero salvato da un colpo del genere...

Si mise a sedere al mio fianco, occupando quel posto che poco prima mia madre aveva lasciato libero.

Poi afferrò una mia mano e la strinse fra le sue: " Hai dormito quasi per un intero giorno , e sono successe molte cose. Mio padre si è costituito " mi rivelò, seppur con occhi tristi.

Mi fremette il cuore quando lentamente vidi il suo sguardo vacillare e diventare lucido.

No, non volevo che piangesse.

" Non avrei mai voluto avere ragione , se questo avesse significato vederti soffrire a questo modo " risposi prontamente.

Lei sorrise fra le lacrime : " Non immaginavo che una persona come lui potesse..." si passò la lingua sulle labbra per inumidirle e cercare di trattenere quell'amarezza che aveva dentro. " il punto è che non riesco ad odiarlo, capisci?"

" Lo so, ed è così che deve essere. Dovresti essere fiera di lui. Ha capito di aver sbagliato. Andando dalla polizia di sua spontanea volontà ha messo un punto a suo favore."

Lei scosse la testa: " Kevin, in California esiste ancora la pena di morte." mi fece presente.

Sospirai: " Lo so."

purtroppo , aggiunsi nella mia mente .

Tuttavia mi sforzai per mostrarle un bel sorriso: " Non gli daranno la pena di morte , devi stare tranquilla. Io farò di tutto perché ciò non accada."

Ricambiò il mio sorriso teneramente: " Amore, ma tu sei solo un poliziotto. Non ti ascolteranno se dovesse accadere."

" Io sono un poliziotto che farebbe di tutto per la ragazza che ama. Che arriverebbe ad urlare contro l'intera corte pur di essere ascoltato . Che rinuncerebbe ad anni della sua vita purché lei continui a restargli accanto ed a sorridere alla vita ogni singolo giorno."

Le pupille nei suoi occhi tremolarono, commossa: " Tu sei folle"

" Per te. Potrei essere e fare di tutto, ma non mi chiedere di andare contro legge , eh ?" scherzai , ormai sul punto di crollare da un momento all'altro.

Mi scoccò un bacio sulle labbra senza preavviso.

Era stato un tocco così gradevole!

" Un altro. Ho bisogno di un altro dei tuoi baci per riprendermi" le chiesi con un sorriso stanco.

Il riavere le sue labbra sulle mie fu meraviglioso.

Quella loro morbidezza, freschezza.

Quel bacio era l'essenza della bellezza.

Era "la gioia" che si provava nel sognare ad occhi aperti in riva al mare o durante un tragitto in autobus.

Era il sentirsi "forti" come un fiume in piena sul punto di uscire dagli argini.

Era come un portale per estraniarsi dal mondo , ed approdare su un altro pianeta...dove la forza di gravità non era nient'altro che lei ed il battito del suo cuore.

Lei che in Terra era il mio centro, la mia vita , il mio tutto.

Per la prima volta comprendevo cosa significasse il sacrificio.

Avrei dato tutto pur di tenerla in vita, sempre.

Adesso comprendevo veramente quel che Gabriel aveva fatto per mia sorella qualche anno fa.

In quel momento avrei voluto afferrarla per i fianchi, averla mia , ma sarebbe stata un azione troppo ardita .

" Un altro solo centimetro verso il basso o verso l'alto e saresti morto. I medici hanno parlato di miracolo " mi soffiò sulle labbra " ancora non posso credere al fatto che tu sia stato sul punto di morire."

Rise, scuotendo il capo.

Poi mi sfiorò il punto in cui ero stato ferito, con delicatezza.

I punti erano coperti da numerose garze , messe una sopra l'altra , e tenute fermate da una fasciatura che mi avvolgeva parte del petto e passava per la mia spalla sinistra.

" Che ore sono?" chiesi quando si allontanò da me.

" Le diciannove , ormai il sole sta per tramontare." disse , dando un'occhiata al suo orologio.

"Devo andare" mi disse seria e un pò dispiaciuta " non posso lasciare mia madre sola, non ora che anche lei sta soffrendo per papà."

Annuii : " Domani torni, vero?" chiesi speranzoso.

Mi sorrise, abbassando leggermente il capo.

I capelli mossi e ramati le scivolarono ai lati del viso e...oddio, quanto era bella.

" Sì, ma dopo la scuola. Ormai questi sono gli ultimi giorni ed a differenza tua non posso mancare, anche se sono stata rapita per un giorno. Presto prenderò il diploma e tu verrai a vedermi , obbligatoriamente. Ci conto , eh ? E non preoccuparti comunque...non ti lascerò completamente solo per questa sera . Qualcuno penserà a come farti riposare al meglio delle tue aspettative. " in quel momento si aprì la porta della mia stanza ed entrò...oddio, oddio.

E chi era ?

Guardai con scetticismo l'infermiera che era appena entrata.

" Lei è Dolores Hitler" mi presentò la mia ragazza in tono divertito.

Portava forse la sesta xl quell'infermiera , ma non me ne sarebbe importato niente di niente se non avesse avuto quel nome.

Era il nome, quello , a farmi paura.

Il mio istinto mi suggerì di mettermi a dormire all'istante.

Che fosse una parente del vecchio Adolf verso cui mai e poi mai avrei nutrito simpatia ?

Dolores...che avesse portato dolores anche in fattis ?

Aiuto mammina voglio scappare.

" Questa me la paghi" sussurrai a denti stretti alla mia Jess.

Lei mi fece un occhiolino prima di lasciarmi solo con Dolores.

La guardai con titubanza.

Intorno alle dita robuste della mano destra stringeva proprio una bella siringa , piena di una sostanza azzurrognola , e dalla punta scintillante perfino . Aveva un sorrisetto soddisfatto e malvagetto sulle labbra pompose e messe in risalto da un rossetto rosso scuro, i corti capelli biondi, lunghi fin sopra le spalle robuste e dalle punte rivolte all'insù , una spessissima riga di eye-liner sugli occhi quasi...famelici?

" Allora signorino , veniamo a noi. Qui si dettano le mie regole" esordì in tono... militare

"Stai bello fermo, oppure mi costringerai ad optare per le maniere cattive . Passerà tutto in fretta...dormirai come un ghiretto fino a domani"

Spinse lo stantuffo e qualche gocciolina affiorò dalla punta della siringa mentre avanzava verso di me con fare minaccioso.

No, seriamente mamma dove sei ?

"Prometto che non le farò mai una multa , niente di niente...se lei non mi farà quella iniezione" proposi nel disperato tentativo di allontanarla.

Lei scosse la testa, i suoi denti brillavano sotto le luci al neon che erano appena state accese

" L'invito a cena, non appena uscirò da qui. Guardi che bel ragazzo che sono, eh? "

Ero stanco, non sarei riuscito a difendermi ancora per molto...neanche a parole.

"Il cuccioletto ha paura?" mi derise

" No. Mi dispiace solo per lei...è ancora qui nonostante sia ora di cena. Potrei aiutarla ad avere turni di lavoro meno duri, magari ." mentii spudoratamente

" Non mi corrompi ragazzino" ringhiò feroce

"E' una tipa tosta...eh?"

Rise: "oh, Sì. Non immagini quanto. Ed ora immobile."

"mamma" dissi con voce rotta, strozzata , ad occhi chiusi.

Se avessi potuto diventare più piccolo di pollicino l'avrei fatto.

In quel momento mi sentivo con una gallina che sarebbe stata sgozzata e spennata a breve.

Jess...se ti predo, se ti prendo...niente. Ti riempirò di baci.

Il fesso qui presente non sarebbe nemmeno in grado di fartela pagare, perchè ti ama troppo

 

Stella

 

Chissà come stava il mio fratellino.

Si era svegliato dopo l'operazione? Doveva essere finita da un pezzo ormai.

Non riuscivo a non pensare a lui...ed al mio Gabriel.

Dov'era adesso il mio amore?

Mi stava cercando?

Sperai con tutto il mio cuore di no, altrimenti sarebbe caduto nella trappola di Robert.

Ed io non volevo assolutamente questo.

Ero nelle mani di quel delinquente da un intero giorno, avevo provato a farlo ragionare ma il suo cuore era troppo assetato di vendetta per ascoltarmi.

Non c'era nulla che potessi fare per convincerlo.

Prima ero stata costretta a mandar giù qualche boccone per ordine suo e dei suoi compari , ma a cosa sarebbe servito ? Non voleva farmi saltare in aria ?

Spostai lo sguardo verso la finestra alla mia destra.

Ero sola per il momento , al piano terra di quel piccolo edificio ormai abbandonato, deserto, vuoto , e sul punto di essere demolito.

Era il tramonto.

I colori arancio e rosa antico , che in quel momento stavano indiscutibilmente tingendo il cielo di Los Angeles , si riflettevano sui vetri del palazzo di fronte e mi regalavano un pò di serenità .

Erano colori caldi, estivi...piacevoli.

Quel cielo , chissà se l'avrei rivisto ancora.

Magari sdraiata in riva al mare, abbracciata dall'uomo che amavo e che avrei sempre amato...oltre a mio figlio.

Piccolo mio, mi dispiace.

Sono stata una pessima madre, perdonami.

Tu non avevi nessuna colpa.

Chiedevi solo di poter vivere ed io...io non ti ho concesso di farlo.

Scossi la testa per allontanare le lacrime dal viso, visto che non potevo utilizzare le mani.

Le avevo legate dietro la schiena , ed intorno ad un pilastro. Stavano iniziando anche a farmi un gran male.

Ma non era quello il problema.

Robert mi aveva letteralmente incatenata a quella colonna dopo pranzo , e mi aveva piazzato una bomba addosso.

Sarei saltata in aria.

Sarei morta come James, il fratello di Robert.

Non sapevo quanti minuti avessi ancora da vivere, ma pregai affinché Gabriel non riuscisse a trovarmi in tempo.

Era nei piani di Robert , ed io non volevo che accadesse.

Era stato un mio errore, mio marito non doveva pagare.

Lui non doveva morire.

Se solo fossi rimasta a casa, assieme a lui...tutto questo non sarebbe successo.

Ma ormai piangere sul latte versato sarebbe stato inutile.

Far lacrime di coccodrillo altrettanto.

Coccodrillo, proprio così.

Era un modo di dire . Si diceva che dopo aver mangiato i suoi piccoli...il coccodrillo si ritrovava a soffrire per la loro perdita.

Per colpa mia anche il mio cucciolo avrebbe trovato la morte, ma suo padre no.

Almeno lui no.

Gabriel ti prego, non venire.

I capelli mi scivolarono sulle guance ed alcuni ciuffi si attaccarono sulla pelle per via delle lacrime , che copiose continuavano a scendere giù.

" Smettila di piangere" ordinò Will , infastidito.

" Il capo ha detto che darà un aiutino al tuo maritino , visto che non è ancora stato in grado di trovarti, stai tranquilla." mi disse in tono divertito , un altro suo compare.

Strinsi gli occhi.

Sentii una lacrima gocciolare dalla punta del naso e finire nella polvere.

Perdonami amore mio


Gabriel

 

Ero sfinito.

Era passato ormai quasi un giorno dalla scomparsa di Stella.

Continuavo a cercarla senza sosta ed a mentire ad Alessandro, suo padre, pur di non farlo preoccupare più del dovuto.

Kevin almeno si era svegliato, stava bene.

Una buona notizia finalmente.

Il peggio per lui era passato.

Battei un pugno sul tavolo del mio ufficio facendo schizzare in aria penne e carte.

Erano le cinque del mattino, ed io non sapevo più dove cercare, cosa fare.

Non avevo dormito, non avevo mangiato, neanche toccato un solo bicchiere d'acqua nonostante facesse un caldo terribile.

Pur di poterla trovare e trarla in salvo avrei rinunciato a qualsiasi cosa.

Guardai la sua foto , che avevo in un portaritratti proprio accanto al mio pc portatile.

Risaliva al nostro viaggio di nozze a Parigi.

Era così bella.

Dove sei Stella ? Perché mi hai fatto questo?

L'indirizzo ricevuto da quella segnalazione non era stato altro che un buco nell'acqua. Robert e mia moglie erano passati di là , sì certo , ne avevamo avuto le prove .

Ma quei due avevano già abbandonato da un pò quello stabile , in cui mi ero ritrovato con la sola compagnia dei miei colleghi , soltanto qualche ora dopo.

"Gabriel, forse abbiamo trovato Robert " mi avvisò un collega, di turno.

"Dimmi" ordinai speranzoso

 

Stella

 

Aprii gli occhi .

Era arrivato, ne ero certa.

No, no. NO.

"Fermi polizia" urlarono alcuni agenti, appena fuori l'ingresso di quell'edifico ancora in piedi , ma in equilibrio precario.

Un minuto dopo , iniziò un conflitto a fuoco.

Spari, urla...morti.

Sangue.

Ancora altro sangue versato...innocente e non.

Robert era davanti a me, mi sorrideva mentre faceva tre passi avanti e tre indietro: " Ci siamo" mi disse in tono mellifluo " finalmente Gabriel Gray è qui."

Il mio corpo fu scosso da un fremito incontrollabile mentre il conto alla rovescia proseguiva la sua lenta corsa verso l'inevitabile.

Trattenni il fiato.

Non potevo più muovervi, non potevo più essere salvata in alcun modo. Da nessuno.

Non potevo vedere i numeri rossi e digitali scorrere su quel piccolo display , ma sapevo bene che non potevano essere molti i minuti rimasti.

Mi morsi il labbro inferiore fino a farlo sanguinare, avrei tanto voluto urlare , ma non volevo dare alcuna soddisfazione a quell'uomo che voleva la mia morte.

Non potevo credere a tutto quello che stava accadendo.

" Addio , mia cara" mi salutò , avviandosi verso un'uscita secondaria proprio nello stesso istante in cui i poliziotti fecero irruzione nella struttura.

Il mio cuore andò in frantumi , come le schegge di uno specchio gettato per terra , quando vidi lui.

Il mio amore era lì

La pistola in pugno, il respiro corto ed accelerato, alcuni ciuffi dei capelli biondi incollati sulla fronte , che era imperlata dal sudore.

Ma niente risaltava più dei suoi occhi verdi , sgranati, accessi da una furia incontrollabile e dall'adrenalina.

" Occupatevi di lei" ordinò ai suoi uomini , senza neanche degnarmi di uno sguardo.

Non aveva occhi che per Robert , che era appena riuscito a conquistare la porta d'emergenza.

Corse verso quella direzione incurante del fatto che io avessi una bomba addosso


Gabriel


"Fermati Robert, o sparo" urlai con quanto più fiato avevo in gola, non appena riuscii ad essere solo a qualche metro di distanza da lui.

Il fratello del mio migliore amico a quel punto si fermò all'istante.

"Girati lentamente verso di me" gli intimai a denti stretti

Lui obbedì e mi mostrò un sorrisetto divertito sul volto allungato: " E' troppo tardi ormai. Tu perderai tutto Gabriel" mormorò con calma " la tua donna salterà in aria fra meno di quindici minuti. Non potrai fare più nulla per salvarla, non più. Cosa deciderai? L'abbandonerai come hai fatto con mio fratello oppure morirai con lei ...e tuo figlio?"

Mi tremò la mano con la quale stringevo il calcio della mia pistola: " Io non ho abbandonato James" ribattei in risposta, quasi in tono disperato. " disinnesca quella bomba, oppure non ti darò pace." minacciai senza neanche più saliva in bocca

Scoppiò a ridere: " Oh, no. Non farò nulla per te."

Il mio indice si posizionò con maggiore sicurezza sul grilletto: " Ho detto" ripresi in tono ancora più duro e fermo " disinnesca quella bomba."

"Altrimenti? Che fai? Mi spari?" domandò in tono divertito.

Scossi la testa lentamente: " Non provocarmi"

"Fallo" mi spronò lui aprendo le braccia "avanti, non hai il fegato ? Sto per uccidere tua moglie e tuo figlio."

"IO NON SONO COME TE" gridai schiumante di collera. " io non uccido a sangue freddo, io non voglio togliere la vita a nessuno."

"Detective ? Gray ?" domandò un mio collega , attraverso gli auricolari

" I tuoi colleghi ti cercano" disse , indicando con un cenno del capo la struttura accanto a noi.

Un minuto dopo , proprio nel momento in cui stavo per prendere una decisione, qualcuno mi afferrò per le spalle con forza costringendomi ad indietreggiare.

Uno dei suoi sgherri.

Un braccio robusto si posizionò intorno al mio collo e strinse forte.

Urlai di frustrazione e dolore mentre vedevo Robert riprendere la sua corsa verso una berlina scura , che stava giungendo verso di lui proprio in quell'istante.

Riuscii a sparare comunque , e capii di averlo colpito non appena vidi qualche goccia del suo sangue schizzare in aria , e lui che arrancava verso l'auto. Aprì lo sportello del passeggero con fatica , poi l'auto ripartì a tutta velocità.

NO.

Tossii, il mio campo visivo era costellato da macchiette rosse.

Mi stava soffocando.

Mi mancava ossigeno.

Diedi così un'energica gomitata al mio aggressore , e riuscii a farlo indietreggiare di qualche passo , quel tanto da sbarazzarmi del suo braccio intorno al mio collo.

Poi mi voltai verso di lui.

Urlai , ancora una volta dal dolore, quando mi afferrò per il braccio ferito con furia.

Mi dimenai , e gli tirai un calcio in mezzo alla gambe.

Gemette, si piegò in due , in avanti, e ne approfittai per colpirlo alla nuca con il calcio della pistola.

Cadde carponi , per poi rimanere immobile.

Senza più fiato ritornai sui miei passi.

Appena dentro Jack mi venne incontro, era pallido: " La squadra di artificieri non riuscirà ad arrivare in tempo" mi avvisò preoccupato.

Guardai in direzione di mia moglie, i lunghi capelli castano chiaro e lisci le nascondevano gran parte del piccolo viso .

" Evacuate l'edificio. Non fate avvicinare nessuno, sono stato chiaro?" ordinai senza guardarlo

"E lei?" chiese titubante

" Io rimarrò qui con mia moglie"

" E' una follia" sussurrò

" E' una decisione che spetta a me, ora vattene" dissi in tono brusco guardandolo dritto negli occhi.

Scosse la testa: " Non c'è più nulla da fare" cercò di farmi ragionare

L'ignorai.

"Oliver lascio a te il comando dei nostri" comunicai, prima di avviarmi verso Stella.

Lei piazzò gli occhi color caramello su di me in una frazione di secondo.

Tremava vistosamente, come se avesse la febbre.

"Vattene" esordì dura " devi andare via da qui." aggiunse scandendo bene parola per parola

Lanciai un rapido sguardo al piccolo display piazzato sulla bomba e trassi un profondo respiro.

Mancavano otto minuti circa , ormai.

I miei uomini stavano abbandonando l'edificio e sgombrando l'intera zona.

"Gray, cos'è questa decisione? Vieni immediatamente fuori!" urlò Oliver .

Buffo, era il collega che più mi odiava perché ero stato promosso a detective al contrario di lui , ed ora mi stava chiedendo di mettermi al sicuro.

Mi sbarazzai di ogni mezzo di comunicazione. Non volevo sentire nessuno.

"Gabriel, vai via" urlò Stella contro di me , in lacrime.

Era legata alla bomba, se avessi provato a liberarla sarebbe esplosa prima del tempo.

Scossi la testa: "Non andrò da nessuna parte."

"No. Vai via. VIA" continuava ad urlare " non ti voglio qui"

" Se tu non fossi stata così stupida da pensare di risolvere tutta questa faccenda da sola..."

"NO" singhiozzò lei

Le afferrai il volto con entrambe le mani , asciugandole qualche lacrima, e posai la fronte sulla sua chiudendo gli occhi: " Hai deciso il nostro destino." sussurrai sulle sue labbra

"Avresti dovuto sapere che non avrei mai e poi mai abbandonato te e nostro figlio...che cosa hai fatto Stella?" le domandai aumentando il tono di voce "Che hai fatto?"

Sarei morto con lei...e mio figlio. Ormai avevo preso la mia decisione.

Non volevo continuare a vivere senza di loro.

Sentii il suo caldo respiro sul mio volto: " Pensavo di proteggerti, mi sbagliavo. Perdonami." ammise con voce rotta. " ma adesso ti prego..."

" Proteggermi..." un sorriso amaro approdò sulle mie labbra " ti avevo chiesto di non farlo , di fidarti di me dopo quella volta in ospedale , ricordi ? Come hai potuto scegliere tutto questo per nostro figlio?" le chiesi, mentre sentivo scorrere una lacrima anche sul mio viso.

Avevo paura quanto lei.

Forse persino più di lei.

Ma non avevo nessuna intenzione di lasciarla sola.

Era la mia famiglia

Mi guardò scioccata, confusa.

Confusa dalle mie lacrime.

Lei non mi aveva mai visto piangere a quel modo.

Le lacrime, che fino a quel momento erano rimaste intrappolate fra le ciglia, presero a scorrermi lungo le guance senza dovuto controllo.

Mi chinai a baciare il suo ventre per poi abbandonarci sopra una mano.

Il mio piccolino era lì .

"Nonostante tutto, ti amo" rivelai a sua madre , e lambii le labbra di lei .

Le diedi un bacio profondo, passionale.

Un bacio tutto nostro

Mi morse le labbra con forza dopo qualche secondo , ed io mi allontanai sorpreso.

" Non voglio che tu perda la vita, non così , non adesso, non per un mio errore. Forse moriremo comunque, ma devi provare a disinnescare questa bomba. Mi fido di te , puoi farcela..."

Deglutii : "I...io non so come fare" balbettai

" Puoi farlo , Gabriel " disse lei, sicura.

Mi guardai intorno, non c'era poi molto che potesse aiutarmi.

Individuai un coltellino dal manico in legno , piccolo ma tagliente, in un angolo.

Forse uno dei tirapiedi di Robert se ne era dimenticato.

Lo recuperai e lo soppesai in una mano: " Qual è il tuo colore preferito ?" chiesi a mia moglie tirando su col naso. C'erano una serie di fili colorati intorno alla carica esplosiva.

Nero,Blu,Verde,Giallo e Rosso.

Stella rispose:" Verde, come quello dei tuoi occhi"

Mi piegai sulle ginocchia e rimasi a riflettere per qualche secondo davanti a quel conto alla rovescia.

Cinque minuti e venti secondi all'esplosione.

Dio rimani con me

Chiusi gli occhi.

Respira con calma , Gab. Rilassati.

" Il mio è il blu. E' un colore che mi ha sempre trasmesso serenità, forza" sussurrai , riaprendo gli occhi

"Hai detto che ti fidi di me, l'hai detto spesso ultimamente...ma non è così" ripresi, senza guardarla " se ne usciremo vivi dovremo parlare di molte cose "

"Mi fido di te, ora" mormorò lei , e basta.

Annuii avvicinando il coltellino ai fili.

Il nero...no, il rosso...non mi convinceva.

Il giallo poteva andare , ma era messo troppo in risalto .

Verde o Blu ? Questi due fili erano intrecciati fra loro, come fossero un'unica cosa

Erano come me e Stella...

Optai per il Blu

Smisi di respirare

E con un colpo secco tagliai il filo

*****

Quattro minuti e venticinque secondi.

Il conto alla rovescia si era cristallizzato a quel "tempo"

Rilasciai tutta l'aria che avevo immagazzinato nei polmoni e sbalordito guardai Stella

Aveva un sorriso luminoso e meraviglioso, carico di nuova vita, sulle labbra: " Ci sei riuscito. Siamo salvi" sussurrò euforica.

Con dita tremanti la liberai alla svelta.

Subito dopo si gettò fra le mie braccia ed appoggiò la fronte sul mio petto.

Non sapevo di preciso quanto sarebbe durato quell'abbraccio ,ma poco importava.

Affondai il mio volto fra i suoi capelli , per poi scoccarle un dolce bacio sul collo

Il cuore mi batteva all'impazzata nel petto . 

Eravamo vivi e non c'era gioia più grande

Lei si strinse ancora più forte a me, come se avesse ascoltato il mio pensiero.

" Mi sento al sicuro fra le tue braccia " ammise 

La guardai per un bel pò senza rispondere, poi i miei occhi si posarono sulla carica esplosiva , seppur per sbaglio, e mi resi conto che non era ancora finita .

Il conto alla rovescia era ripreso.

" Oddio, dobbiamo andare" dissi in fretta, afferrandole una mano ed iniziando a correre.

Avevamo tre minuti e cinquantaquattro secondi per uscire da quell'edificio sul punto di saltare in aria

Insieme...

potevamo salvarci , potevamo farcela

 

Angolo Autrice

 

Ciaooooo ^^ ok...spero con tutto il cuore che il capitolo vi sia piaciuto ;)

Nella prossima settimana arriverà il prossimo...così saprete come andrà a fine la faccenda di questa bomba che ha ripreso il suo lento conto alla rovescia e non solo ;)

Questo bel week-end che arriverà sarà di studio intenso come anche i giorni a seguire <3

Wow <3 ma vedremo quello che riuscirò a scrivere ;)

Allora, il nostro Kevin è ritornato più in forma che mai , spero di essere riuscita a strapparvi qualche sorriso ;)

Dolores...sarà presente anche nel prossimo capitolo XD

ahahahaha adoro quella donna XD

Gabriel è riuscito a colpire Robert...ed ha finalmente trovato suo moglie *_____*

Scrivere di lui che piangeva è stato strano.

E' così coccoloso *______*

Per chiunque di voi abbia ancora un esame universitario, esame di Stato o esami di terza media in questi giorni...vi faccio i miei migliori auguri <3 forza, possiamo ancora farcela <3

Ringrazio le meravigliose ragazze che recensiscono , senza di voi...non sarebbe la stessa cosa...il vostro entusiasmo , le vostre parole...sono meravigliose vi ringrazio di cuore <3

Noemi, Novalis, Tonia, Sophie, Leila grazie per aver recensito il capitolo precedente <3

Ah, non l'ho mai scritto ma il mio nome è Elisabetta ;)

Sì, come la regina d'Inghilterra XD

Ringrazio infinitamente tutti coloro che hanno inserito la storia nelle preferite , nelle seguite e nelle ricordate...senza di voi questa storia non andrebbe avanti ;)

Al prossimo capitolo :)

Un bacione a presto ;)   

 

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Capitolo 20
*** Chiarimenti ***


 

Oltre il mare del mio cuore


In questa notte,
baciami forte, baciami anche se piove,
nessun vento o temporale,
disperderci potrà
siamo io e te, in questa notte

Prenderemo il primo aereo chissà dove andrà
dormiremo stretti in tutte le città
e sogneremo di fare l’amore,
ci sveglieremo per farlo davvero.
Ma intanto è questa notte a volare via,
tu non lasciarmi adesso
ti prego resta ancora un pò

RAF, IN QUESTA NOTTE


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Capitolo20. Chiarimenti 


Stella

 

Mano nella mano.

Sentivo il suo respiro accelerato in sincronia con il mio .

Battito del cuore irregolare nel petto: le costole non più capaci di trattenerlo.

I nostri passi riecheggiavano per l'intera struttura.

Occhi puntati sulla meta.

La sua mano corse a spingere un maniglione antipanico.

Libertà.

Aria nuova nei polmoni.

Luce del sole sopra le nostre teste.

Vita.

Le sue mani mi spinsero a terra , non con forza, ma con cura, dolcezza.

Il suo corpo si distese sul mio, e le sue forti braccia avvolsero i miei fianchi.

Il mio scudo

Ed il tempo finì.

Si bloccò, e si riavviò nello stesso istante in cui la bomba esplose.

Urla.

Urlai.

Il calore del suo corpo ancora sul mio, la durezza dell'asfalto sotto la schiena.

Detriti in aria.
Lingue di fuoco agghiaccianti circondarono per un pò la base della struttura.

Poi solo paura.

Paura , destinata ad infrangersi, sgretolarsi .

Polvere nell'aria. 

Mura distrutte , pareti annerite.

Eravamo ancora vivi

"Stai bene?"

La voce del mio amato risultò ovattata alle mie orecchie.

"Sì" risposi, ancora un pò stordita.

Le sue mani corsero ad allontanarmi alcune ciocche di capelli dal viso.

Poi mi guardò con quei suoi due smeraldi , che erano stati capaci di farmi innamorare di lui sin dal primo giorno.

Nelle sue pupille dilatate c'era il riflesso dei miei occhi.

Il suo respiro sulla mia pelle, era confortante.

Le sue labbra ad un soffio dalle mie. Tremavano.

" Siamo vivi" sussurrai , seppur con ancora un nodo in gola.

Lui si alzò, e mi offrì una mano.

Non mi rispose.

Preferì non aprire bocca.

Accettai il suo aiuto, e non appena riuscii a mettermi in piedi , lui si allontanò da me a grandi passi.

Mi aveva lasciata da sola.

Lì. In mezzo a polvere e detriti. 

 

                                                                                                *****

" Vorrei...vorrei poter cancellare tutto quello che ho fatto. Riavvolgere il nastro e ripartire da capo . E' impossibile , lo so. Sono stata una sciocca, una stupida. Egoista. Non ho pensato alle conseguenze minimamente. Mi sono lasciata travolgere dalle circostanze, dalle emozioni . Ne sono pentita, con tutto il mio cuore . Gabriel, mi pento di tutto quello che ho fatto, sul serio. Tu devi credermi, ok? " dissi , indicando interamente la mia persona.

" Puoi dirmi tutto quello che provi , che pensi , perché qualunque cosa tu stia pensando, qualsiasi cosa tu voglia dirmi...hai ragione. Hai perfettamente ragione, Gabriel. Ho messo a rischio doppiamente la mia vita, la tua, e non ho considerato affatto la vita di nostro figlio. Imparerò da questo terribile sbaglio, è una promessa che faccio a me stessa...ma soprattutto a te ed al nostro bambino . Mai più succederà una cosa del genere. Ma ti prego...adesso non rimanere in silenzio. Non posso sopportarlo. Urla, grida... non puoi rimanere immobile , senza fiatare , ti prego." lo supplicai con le parole e con lo sguardo.

Erano ore che provavo a chiarirmi con lui, senza però ottenere alcuna risposta.

Gabriel era seduto sul divano di casa nostra , batteva la punta di un piede per terra e faceva tamburellare le dita sulle sue ginocchia.

Più volte avevo intravisto i suoi denti affondare nel suo labbro inferiore, ma non aveva proferito parola, neanche la più microscopica.

" Gabriel , ti prego"

Insistere, insistere.

Dentro di me, c'era qualcosa che stava morendo.

" E cosa dovrei dirti? Sentiamo" esordì in tono duro.

Scossi la testa, con occhi lucidi: " I...io non lo so, ma..."

" ma cosa?" chiese alzandosi di scatto "COSA?"

Rimasi interdetta.

Lui scosse la testa: " La verità è che tu vuoi fare sempre tutto di testa tua. Non ti importa della mia opinione. Non ti importa di quel che penso. Non ti importa NIENTE di NOI !"

"NO" obiettai " questo non puoi dirlo. Io mi sono fidata di te , Gabriel. SEMPRE . Questa mattina ne è stata una prova. Tu sei tutta la mia vita, io ti amo ."

" Questa mattina ne è stata una prova ?" ripeté furioso , passandosi la lingua sulle labbra per inumidirle : " ti rendi conto che se non avessi tagliato quel filo, ma un altro noi...noi...non sarebbe rimasto niente di NOI ? "

" Ma non è successo grazie a Dio. Dobbiamo esserne contenti " risposi , avvicinandomi a lui.

"...e dimenticare tutto?" aggiunse , puntando il suo sguardo nel mio.

Provai a fargli una carezza, a sfiorarlo...appena.

Ma lui mi afferrò la mano e l'allontanò dal suo viso con una smorfia di disgusto , che mi ferì più di qualsiasi altro gesto o parola.

" Non mi toccare" sibilò a denti stretti.

" Gab. Ti prego. Cerca di capirmi. Anche tu hai provato ad allontanarmi in passato , per proteggermi, o sbaglio?"

" E ti ricordi come è andata a finire ? Luke ti ha rapita e ti ha quasi violentata! Se non fossi arrivato in tempo...lui...lui..." non riuscì a terminare la frase. Si passò una mano fra i capelli , e riprese: " io ho imparato la lezione, ma tu ? Stella , dovevamo essere una coppia noi due ! Cavolo, siamo sposati da cinque lunghissimi anni ! E Tu...TU non mi hai dato altra scelta, se non quella di rischiare il tutto e per tutto per non saltare in aria! Ti avevo già chiesto di non fare più sciocchezze simili , ricordi? ...ed invece ? Puntualmente hai fatto tutto di testa tua" ringhiò battendo un pugno sulla parete accanto a sé, facendomi trasalire.

" Credevo di potercela fare...io..." provai a spiegare , ma per la seconda volta non mi lasciò finire.

" Mi hai dato del SONNIFERO!" urlò , recuperando la boccettina arancione dal tavolo della cucina.

Mi portai le mani davanti la bocca.

Aveva scoperto tutto.

TUTTO.

" Ti rendi conto di avermi messo K.O contro la mia volontà , per i tuoi assurdi piani ? Se Robert avesse avuto altri progetti per te ? Chi sarebbe corso a salvarti ? CHI ? Spiegami , perché io proprio non riesco a capire. " aggiunse , furioso

"Stella, illuminami" proseguì, lanciando la boccettina a terra.

Chiusi gli occhi spaventata per il suo improvviso scatto d'ira.

Quando li riaprii vidi il vetro della boccettina in frantumi, era sparso su buona parte del pavimento intorno a me , assieme al contenuto che era schizzato un pò ovunque , infilandosi persino fra lo spazzietto presente fra una mattonella e l'altra.

" Mi vergogno per quello che ti ho fatto. Non sai quanto. " ammisi , voltandomi verso di lui .

Le lacrime mi scorrevano lungo le guance, senza che io potessi fare qualcosa per trattenerle.

"Ah , ti vergogni? Meno male!" rispose mettendosi le mani sui fianchi

" Ti ho già detto che niente di tutto questo accadrà mai più, che mi dispiace . Cos'altro posso fare?" urlai io , a quel punto. Disperata.

" Non mi fido di te, non più ormai . Come potrei ? La prossima volta magari...non so, cosa potresti mettermi nel cibo? Per poi andare dove ? Magari per tradirmi con il primo che passa. Forse è già successo."

" Gabriel " lo rimproverai " ora stai esagerando. Adesso basta."

Scosse la testa: " A dire basta sono io. Credo che sia meglio non vederci per un pò. "

Sgranai gli occhi, smettendo di respirare: " C...che cosa?" le mie mani presero a tremare violentemente. " Gabriel...che cosa? " ripetei con voce rotta dal pianto.

"Credo che tu mi abbia sentito " concluse

" Gab. ti prego " sussurrai , terrorizzata all'idea di perderlo, di vederlo andar via. " Non andare...via"  

Gabriel mi guardò un'altra sola volta,  prima di sbattere la porta , che dava accesso al nostro appartamento, dietro di sé.

Nel silenzio che seguì m
i appoggiai di schiena alla parete alle mie spalle , incredula.

Poi mi lasciai scivolare giù, sul pavimento, afferrandomi i capelli con entrambe le mani.

Che cosa avevo fatto?

 

Kevin

 

Oh, finalmente.

Niente più tubicini, niente sensori che rilevano il battito cardiaco.

Niente di niente...beh, se escludevo il tutore al braccio sinistro e quel piccolo ago della flebo , infilato nell'incavo del mio gomito destro.

Mi sentivo come un cane al guinzaglio , ma andava bene così.

Gli analgesici mi evitavano il dolore , che altrimenti avrei percepito fin troppo chiaramente, ed erano quindi più che graditi .

Sì, sì meglio di gran lunga il guinzaglio al dolore.

Le goccettine scendevano anche fin troppo lentamente da quella boccettina in vetro, senza fare alcun rumore , quindi non percepivo alcun fastidio.

Provai a mettermi a sedere sul letto , sistemando i due cuscini -che mi avevano dato- dietro la schiena, ma non fu affatto roba semplice.

Non ero ancora nel pieno delle mie forze, ed anche il più piccolo spostamento mi causava comunque un pò di dolore alla ferita.

Erano passate solo tre notti da quando ero finito qui , eppure quante cose erano già successe!

Jess, la mia super-ragazza, non faceva che fare scuola-ospedale-casa , casa-scuola-ospedale di continuo , senza mai fermarsi. Come una trottola.

Mia madre , dal canto suo , si era trasferita qui...in pianta stabile.

Aveva affondato le sue radici in questo ospedale, praticamente.

Era diventata la madre di tutti.

In questo momento stava sicuramente chiaccherando con il mio vicino di stanza, un ottantenne piuttosto sveglio , che le refilava qualche occhiata di troppo sul suo lato B secondo lei.

Mio padre . Lui invece era a casa, con mia sorella.

Stella.

Il giorno prima era venuta a farmi visita.

Era così pallida, sconvolta, confusa.

Mi aveva raccontato tutto quello che le era successo, ed ancora non ero riuscito a comprendere le scelte che aveva intrapreso all'insaputa di tutti.

Quella bomba...

se Gabriel non avesse tagliato il filo giusto , cosa sarebbe successo?

Cosa sarebbe successo, se non si fossero accorti che il conto alla rovescia era ripreso , seppur si era cristallizzato per qualche minuto?

La fine. La fine di tutto.

Mia sorella, Gabriel , il loro bambino...morti.

Defunti.

Tre funerali per una sola vendetta.

Quel Robert era un sadico, un pazzo, un folle.

Doveva finire dietro le sbarre il prima possibile.

Aveva completamente perso il senno.

Le valvole, le rotelline , gli ingranaggi del suo cervello.

Il suo cricetino aveva smesso di andare sulla ruota, era morto forse , e quindi la lampadina della ragione non si accendeva per questo. Oppure , la lampadina stessa era fusa.

Voleva far morire le persone che amavo, proprio nello stesso modo in cui era morto suo fratello.

Quell'esplosione in quel distretto era stata terribile, ricordavo bene quel giorno.

Io e Gabriel per poco non eravamo morti sotto le macerie.

E non era stata colpa di mio cognato se James non era riuscito a cavarsela.

Ma cosa cavolo era saltato in mente a Stella?

Il suo cricetino era andato in letargo ?

Dare a Gabriel del sonnifero per recarsi indisturbata nell'ufficio di Barnas in piena notte ? Da sola?

Robert praticamente la stava aspettando a braccia aperte.

Ma sì, catwoman vai pure!

Puff!

E poi dicevano che ero io ad essere il figlio irresponsabile.

La sua era stata una mossa così stupida, irrespondabile, sciocca, egoista!

Le avevo fatto una lunga e severa ramanzina a riguardo.

La mia, era la seconda ramanzina che subìva .

Dopo quella di mio padre, logico.

Lei aveva ascoltato, in silenzio.

Annuendo di tanto in tanto.

Lo sguardo rivolto verso il pavimento, i capelli lungo i lati del viso.

Era pentita.

Sapeva di meritare quelle nostre reazioni, ma se avesse pensato prima alle conseguenze tutto questo non sarebbe successo.

Barnas si era costituito da solo!

Se avesse aspettato soltanto qualche altra ora in più le cose sarebbe andate diversamente!

Aveva agito perché confusa, spaventata, disperata, per amore...ma se ne avesse parlato prima con suo marito forse...adesso...

Sospirai , fermando così i miei pensieri.

Gabriel...non osavo immaginare la sua reazione.

Se tutto fosse andato diversamente da come si era conclusa la vicenda , ci sarebbero state delle conseguenze a dir poco catastrofiche .

La loro morte avrebbe inciso sulla vita di ciascun componente della nostra famiglia.

Volevamo un gran bene a lei , a Gabriel , ed anche al piccolo Gray non ancora tra noi.

Io...non potevo neanche pensare a come mi sarei sentito...senza di loro.

Stella .

Aveva rischiato perfino il distacco della placenta, che nel mese di gravidanza in cui si trovava , sarebbe stato come dire addio a mio nipote anticipatamente , ancor prima di una possibile scomparsa per via di quella bomba.

Gabriel...come stava affrontando tutta questa situazione ?

L' aveva perdonata?

Era riuscito a gettarsi tutto alle spalle , oppure ancora si sentiva tradito ?

Quel che sapevo era che Stella si era trasferita a casa di nostro padre.

Brutto segno. Pessimo, pessimissimo segno.

Lei non aveva neanche fatto cenno a quel che era successo subito dopo l'esplosione.

Ed io non vedevo Gabriel da quella notte in cui ero rimasto ferito.

Che fine aveva fatto ?

Sbuffai.

Ero una noia mortale stare in quell'ospedale , senza poter far nulla di produttivo.

Era orribile stare qui, nelle mani di Dolores.

Per il momento quell'infermiera Hitleriana sembrava essere sparita nel nulla.

La flebo era stata cambiata, avevo infilato-seppur a fatica e con l'aiuto di mia madre- una maglietta larga e comoda.

Quell'infermiera quindi non aveva motivo di venire qui a torturarmi.

Guardai il mio vicino di letto.

Era un giamaicano. Le lunghe treccine tenute strette da un elastico scuro.

Stava frugando in qualcosa , che aveva nascosto sotto il suo letto.

Sussultai sorpreso quando tirò fuori un pacchetto di sigarette.

Si voltò verso di me , con un gran sorriso sulla faccia allungata e dal mento sporgente.

La chiostra dei suoi denti bianchi e perfetti risaltava sulla sua carnaggione abbronzata.

" Ne vuoi una, fratello?"

Idea parecchio...ma parecchio allettante.

Aprì il pacchetto ed allungò il braccio per avvicinarlo a me.

Mi fece un occhiolino: " Dolores non se ne accorgerà"

Inarcai un sopracciglio.

Ne dubitavo fortemente.

Eppure era un richiamo alla nicotina così irresistibile.

Non fumavo una sigaretta dalla festa svoltasi nella villetta di Beatrice, praticamente da quando avevo salvato Jess su quel tetto.

Ci pensai un attimo.

Guardai il pacchetto con la coda dell'occhio, titubante

" Va bene" dissi frettolosamente.

Ne afferrai una allungandomi un poco verso il pacchetto .

La finestra della stanza, alla mia destra , era spalancata quindi l'odore di fumo se ne sarebbe andato via abbastanza in fretta.

Il giamaicano ridacchiò: " eh eh , ad una sigaretta non si può dire di no, eh?"

Non risposi.

Misi la mia tra l'indice ed il medio della mano destra.

Poi l'accostai alle labbra: "Accendino?"

"Io non fumo e non dovresti farlo neanche tu. Soprattutto ora. "

Non era stato il giamaicano a rispondere.

Sollevai di scatto gli occhi verso la porta.

Gabriel era lì.

Se ne stava con un fianco poggiato alla soglia, le braccia conserte.

Il distintivo e la pistola riposta nella fondina , attaccati alla cintura.

Da un avambraccio gli penzolava un fagottino, che adagiò subito dopo sul tavolino che avevo ai piedi del letto.

Ero contento di rivederlo, ma cambiai decisamente opinione quando mi tirò via dalle labbra la mia sigaretta.

" Gab, ti prego. Ne ho bisogno" provai a fargli capire, ma lui non aveva occhi che per il giamaicano.

Si avvicinò a lui, furtivo .

Dopo pochi minuti tirò fuori ed aprì quel piccolo borsellino , che il ragazzo aveva nascosto sotto al letto con estrema cura.

Il detective fece una smorfia osservandone il contenuto: " Quanta roba! Credo sia meglio allontanarla da tutti e due" disse indicando sia me, sia lui.

Il giamaicano roteò gli occhi, seccato : " ma che cosa sei ? Un cane da guardia ? Come hai fatto a capire che nascondevo tutto sotto al letto, sbirro ?"

Era scioccato.

Spostò gli occhi su di me : " E' un amico tuo ? Non poteva arrivare più tardi?"

Trassi un profondo respiro mentre Gabriel tirava fuori un sorrisetto compiaciuto sulle labbra.

" Pensa a dormire, ora " gli disse in risposta mio cognato.

Quello sbuffando si girò su un fianco , voltandoci le spalle.

Gabriel si infilò il borsellino in una larga tasca dei suoi jeans , poi mi scrutò con occhi attenti: " Come stai? A parte il tuo voler lasciarti dominare dalla nicotina?"

Gli rivolsi un'occhiataccia: " Bene."

"Ok" disse con un sospiro di sollievo, come se si fosse tolto un peso dalle spalle.

Era strano.

" Tu , piuttosto? Questa notte hai dormito in un fossato? In una bara o in qualche cella sotterranea ? Che ti è successo? Hai l'aspetto di un vampiro. " cercai di sdrammatizzare un poco

Non mi erano sfuggite le sue occhiaie profonde intorno agli occhi ed il colorito pallido del suo volto.

" Non dormo da tre notti, credo" rispose, facendo spallucce per sminuire la cosa " e non metto nello stomaco qualcosa di commestibile da ieri , a pranzo."

Deglutii.

" Sicuro di stare bene?" chiesi preoccupato, sembrava sull'orlo di una crisi di nervi.

Annuì: "Sì, alla grande" si sforzò di sorridermi.

"Seriamente" ripresi , con calma " Stella mi ha raccontato tutto."

A quel nome la sua mascella s'irrigidì: " Ah , davvero?"

" Io so quello che ha fatto e..." non mi lasciò finire.

" non provare a giustificarla" minacciò , duro.

Ingoiai ogni singola parola che avrei voluto dire.

" Non voglio vedervi così" ammisi " tutto qui"

Si mise le mani sui fianchi: " Così come? Kevin, non credo ci sia bisogno che ti spieghi cosa ho provato mentre ero ad un passo dalla morte, no? Pensa, quella mattina...non stavo perdendo la vita soltanto io, ma la mia famiglia al completo. "

" Ha sbagliato, totalmente. Questa volta l'ha capito benissimo."

Lui scosse la testa: " Non credo."

"Non lasciare che questa cosa distrugga il vostro amore " consigliai " siete ancora vivi per miracolo . Non sprecate il vostro tempo"

Lui si mise a sedere sulla sedia accanto a me, cambiando totalmente discorso : " Sono riuscito a ferire Robert , ed è questo il momento adatto se voglio scovarlo. Prima che..."

"Prima che...?" l'incitai io

"Prima che trovi un altro metodo altrettanto orribile per uccidermi" disse, guardandomi negli occhi.

" Stella mi ha parlato di una lista" ricordai

" Sono il suo secondo obiettivo." si presentò, come se nulla fosse " Barnas non è più un bersaglio abbastanza facile per lui, essendo finito in prigione. Quindi passerà automaticamente al secondo, che l'ha fatto tanto arrabbiare. Ho una scorta davanti casa di mia madre , l'altra sotto casa di tuo padre. La mia famiglia è sotto scorta praticamente."

" Credo che tu abbia troppi pesi sulle tue spalle " commentai , sembrava a pezzi.

" Non sono riuscito a proteggerti ,Kevin. Come pensi che io mi sia sentito quella notte? E quello che ha fatto Stella...dopo." scosse la testa .

Gli afferrai una spalla: " Io sono grande abbastanza per riuscire a difendermi da solo. Tu e la mia famiglia dovete smetterla di vedermi come un ragazzino non ancora in grado di badare a se stesso. Io ho scelto di fare il poliziotto, mia la responsabilità, mia le conseguenze. Tu hai fatto tutto il possibile. "

Mi sorrise: " Ti voglio bene, idiota" rivelò all'improvviso, e mi scompigliò i capelli .

Protestai.

"Carino il discorsetto che mi hai fatto quella sera, quando credevi di essere arrivato al capolinea . Davvero commuovente" proseguì divertito

" Vogliamo parlare dei tuoi occhietti lucidi?" ribattei, in mia difesa

"Quali occhi lucidi?" chiese, corrugando la fronte " stavo per sbarazzarmi di te, finalmente!"

Risi : " Andiamo Gab. Non fingere di non ricordare. Ho visto perfettamente le tue lacrimucce-ucce "

Roteò gli occhi , si alzò ed andò a recuperare il fagotto, che aveva riposto sul tavolino, per poi ritornare da me.

L'aprì con cura , ed in meno di un minuto mi ritrovai una forchetta in bocca.

"Mangia e non dire stupidaggini" disse mentre ritirava la posata dalla mia bocca.

Masticai con cura.

Cavolo che bontà, cos'era?

"Cos'è?" chiesi , affamato

" Un regalino da parte di mia madre" rispose, porgendomi la porzione di pasta che la signora Gray aveva gentilmente preparato per me.

" Tua madre è una cuoca eccezionale" mi congratulai, ed affondai la forchetta nella pasta per mangiarne ancora un altro pò.

Fu l'ultimo boccone che riuscii a mandare giù.

Dolores era comparsa magicamente al mio fianco.

Per poco non mi strozzai.

La donna recuperò il mio pasto , l'annusò prima con diffidenza , poi mi rubò la posata ed assaggiò : "Mmm..." commentò estasiata mentre masticava a bocca aperta.

"Credo che questo non ti faccia bene, signorino" commentò mentre ingoiava il boccone.

La guardai in malo modo.

Quella era una scusa bella e buona per impossessarsi del mio piatto.

Gabriel scosse la testa divertito.

" L'orario di visite è ufficialmente terminato" informò Dolores con il sugo ai lati della bocca " ma porti i miei rispetti a sua madre" aggiunse facendo un occhiolino a mio cognato.

"Senz'altro" rispose lui .

Dolores ammiccò a qualcosa .

Gabriel la guardò in modo strano.

" Se hai bisogno di me per altro ancora però, sai dove trovarmi, eh?"

La bocca di Gabriel prese le sembianza di una O obesa mentre l'infermiera usciva con un sorrisetto malizioso sulle labbra carnose.

"Hai fatto colpo" sussurrai divertito

" Avevi dubbi? Sono un tipo niente male, sai?"

"Questa donna è capace di tutto. Per me è da arrestare. "

Gabriel fece spallucce: " dovrò difendermi anche da lei allora, che dici? "

Scoppiai a ridere e lui mi seguì poco dopo

Gab , ogni cosa si sistemerà .

Ogni cosa andrà al suo posto



Angolo Autrice 


Ciaoooooo ragazzi ^^ come state ? 
L'Italia...fuori dai mondiali ed io non riesco più a guardare una partita di calcio :/  
In questo periodo sono leggermente fissata con NCIS - Los Angeles e ho una gran voglia di bibite frizzanti <3 
Aggiungo anche " la mia straordinaria voglia di studiare" , che nonostante tutto non è così male XD e...taaaanto altro. 
Comunque ;) tornando alla storia...la reazione di GG è arrivata prima del previsto. 
Non so se ho deluso le vostre aspettative o meno...spero di no. Ho da sempre immaginato la scena in quel modo ;) 
Il detective ha perso totalmente le staffe e la nostra Stella è in crisi :/ 
Tuttavia...il prossimo capitolo è uno dei miei preferiti <3 ...ci sarà un bel momento Kevin-Jess <3 e non solo...
*Spoiler* vi dico solo una parola...aereoporto ;) 
Ringrazio di cuore le straordinarie ragazze _Ehi Mela_ , fiordicampo , Novalis, tonia , Leila , Sophie per aver recensito il capitolo precedente ;) 
Ringrazio come sempre tutti voi che preferite, seguite e ricordate questa storia <3 
Al prossimo capitolo :) 
Un bacione a presto ;)  

 

 

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Capitolo 21
*** Parlami amore, parlami ancora. Parlami sempre, amore ***


Oltre il mare del mio cuore


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Capitolo21. Parlami amore, parlami ancora. Parlami sempre , amore


Kevin


Il gran giorno era arrivato.

Jess era ad un passo, letteralmente , dal diploma.

Se ne stava seduta, fra i suoi compagni di classe, avvolta in quella bizzarra toga verde.

Le mani strette in grembo, le sue ginocchia in continuo movimento per l'ansia , l'agitazione e l'emozione di quel momento.

Le sue labbra, carnose, rosso ciliegia , erano torturate di continuo dai denti, bianchi e perfetti.

Sul capo aveva quel simpatico cappellino dello stesso colore della toga , che faceva risaltare ancora di più quelle sue splendide onde color rame, lunghe fin sotto i suoi seni.

I suoi occhi da cerbiatto, attenti ,sempre vigili , racchiudevano una dolcezza ed una gioia disarmante , e seguivano perfettamente i gesti ed i movimenti del preside della scuola , che stava tenendo il suo consueto discorso di fine anno.

Già.

Il diploma era un bel traguardo.

Erano già passati due anni dal mio, ed ancora non riuscivo a crederci.

Scossi la testa con un sorriso sulle labbra, ed appoggiai un fianco al tronco della prima quercia che mi capitò a tiro , incrociando le braccia al petto.

Eravamo tutti nel cortile della scuola, parenti, amici, studenti.

Per l'occasione , come ogni anno, era stato allestito un palco , alto, ampio , decorato nei più piccoli particolari.

Bandiere americane sventolavano al vento, assieme ad eleganti nastri di raso bianco e rosso , che collegavano una serie di querce sparse tutte intorno al luogo in cui si stava svolgendo la "cerimonia" .

Jess...molto presto sarebbe stata chiamata, avrebbe afferrato la sua pergamena e si sarebbe diretta verso il centro del palco per tenere il suo discorso.

Non vedevo l'ora.

Il vento soffiò tra i rami, sentii il fruscìo delle foglie .

Mi scompigliò ancor di più i capelli, ma era piacevole.

Faceva un caldo tremendo quelle mattina, ed era stato un bene che io avessi trovato un angolino anche per me , sotto l'ombra di quella quercia imponente.

" Jessica Barnas"

Ecco , l'avevano chiamata.

La mia ragazza si alzò dal suo posto , e prese a camminare con passo malfermo verso il palco.

Quanto stavano tremando le sue ginocchia ?

Ed il suo cuore?

Quanto sarei voluto essere lì , al suo fianco, per ascoltarlo palpitare di gioia.

Afferrò la sua pergamena con un sorriso mesto , e si avviò verso il microfano.

Si schiarì la voce con qualche colpetto di tosse, mentre era sceso un silenzio inquietante intorno a noi.

Jess posò lo sguardo sui presenti, per poi soffermarsi sulla mia persona.

Le sorrisi ed annuii come a volerle infondere coraggio .

Prese un ampio respiro , ed aprì bocca : " Io...io non so da dove iniziare, davvero" esordì , abbassando lo sguardo.

I capelli le accarezzarono le guance rosse, per l'imbarazzo.

Jess non arrossiva quasi mai , e fu strano per me vedere le sue gote tingersi del color dell'amore , proprio in quel momento.

" Tornatene a casa Barnas." urlò qualcuno tra la folla.

Mi allarmai, e diedi un'occhiata in giro.

A parlare era stato Sean. L'odioso , il bulletto .

" Tuo padre è un assassino, un criminale...e tui vieni qui a farci il tuo discorsetto del diploma? Noi non ti vogliamo qui. "

Ridussi gli occhi a due fessure, mentre ogni presente prese a parlottare con il proprio vicino.

Sguardi cattivi, derisori, erano puntati su di lei.

Sulla mia lei.

Ero pronto ad intervenire se ce ne fosse stato bisogno.

Nessuno, nessuno doveva trattarla a questo modo.

Nessuno ne aveva diritto. Lei era mia , solo Mia...e chi provava a farla soffrire , doveva vedersela con me .

Jess non si scompose, rimase lì. Ferma.

" So bene quali pensieri stiano girando nella testa di ciascuno di voi, qui presenti.

Jessica Barnas, la figlia di Ian Barnas...un criminale, un assassino. Sì, inutile che vi dica altro. Mentirvi su una cosa di cui già ne avete l'assoluta certezza, sarebbe una follia." fece spallucce " Mio padre ha fatto cose orrende . Anch'io come voi, ne sono venuta a conoscenza soltanto qualche tempo fa , e...ancora non riesco, non posso crederci..."

Vidi i suoi occhi diventar lucidi, ed in quel momento desiderai con tutto il cuore di essere lì, di stringerla forte fra le mie braccia...

" Io chiedo scusa al suo posto , per tutto il male che ha fatto." riprese a testa alta.

La mia Jess.

La mia dolce ed agguerrita Jess.

" Ma se c'è una cosa che dovete anche sapere ...è che Ian Barnas è stato , ed è , un padre favoloso , un marito di cui sentirsi orgogliosi. Mio padre ama la sua famiglia.

Non mi ha mai fatto mancare il suo affetto, è stato sempre presente.

Mi ha dimostrato che grande uomo è . Soprattutto quella notte , in cui si è consegnato alla polizia di sua spontanea volontà. Per il mio bene, per il bene di mia madre, per il bene di tutti.

Ha riconosciuto i suoi sbagli. Ed adesso è pronto a scontare anni ed anni in prigione perché ha capito che è la cosa più giusta per ciò che ha fatto.

Quanti di voi l'avrebbero fatto ? Quanti di noi riconoscono i propri sbagli e sono pronti a pagarne le conseguenze ? Nonostante tutto...io voglio bene a mio padre. Nonostante tutto...ha mostrato che se un uomo vuol cambiare in meglio...cambia, al di là di quel che ha fatto, al di là del suo passato. Sì, sono figlia di un criminale, ma anche di un uomo che si è pentito di quel che ha fatto , che ha accettato le conseguenze dei propri sbagli. Per me questi anni di liceo non sono stati affatto facili. Ma sapete...in quest'ultimo anno ho imparato tante cose..."

Riportò lo sguardo su di me . Una luce meravigliosa negli occhi.

" Ad amare me stessa, a continuare a credere nei miei sogni, a sperare sempre in meglio, ad affrontare la vita a testa alta nonostante le avversità . Qualcuno mi ha messo un angelo accanto , che pian piano , giorno dopo giorno , mi ha insegnato tutto questo. Un ragazzo che ha creduto in me , ha creduto nel nostro amore , ha creduto nell'impossibile . Kevin, io ti amo e ti amerò fino alla fine dei miei giorni, fino alla mia ultima ora, fino al mio ultimo minuto, secondo . Io ti amo e ti amerò fino al mio ultimo respiro."

Tremai davanti a quelle sue parole.

Erano così vere, sentite, potenti .

Erano per me.

La voglia di correre verso di lei , di averla mia, era triplicata così tanto che...che...mi persi nel suo sguardo...

                                                                                        *****

" Sei venuto" gridò di gioia , mentre correva verso di me.

" Ti avevo fatto una promessa, o sbaglio ?"

L'accolsi fra le mie braccia e la sollevai da terra per qualche secondo.

Rise.

Il suo cappellino scivolò dal suo capo, ed i suoi capelli si avventarono sul suo viso, sul suo collo, quando i suoi piccoli piedi toccarono nuovamente terra.

Le allontanai qualche ciocca dal viso , che bloccai dietro le sue graziose orecchie .

Con le dita percorsi il profilo della sua mascella, poi le afferrai il volto con entrambe le mani e mi chinai leggermente su di lei per permettere alla punta del mio naso di sfiorare il suo.

Chiusi gli occhi.

Le nostre labbra erano troppo vicine , non potevo negare loro un bacio.

Posai le mie labbra sulle sue, e le rubai un bacio.

Con avidità.

Mi ero semplicemente tuffato, avventato sulle sue labbra, desideroso di assaporarle, plasmarle, averle mie. Come fossero una sorgente d' acqua in mezzo al deserto.

Ero un assetato.

Assetato del suo amore...per me.

Sentire il suo respiro sulla mia pelle , i suoi capelli pizzicarmi il volto...era un sogno.

Le sue mani afferrarono i miei fianchi con forza, sentii le sue dita affusolate premere con forza sulla mie pelle, come a voler ben mostrare che io fossi suo, di sua proprietà.

Ed era così.

Quanto erano morbide quelle sue labbra!

Le mordicchiai un poco , poi le sorrisi posando la fronte sulla sua: " Ti amo, cucciola"

Lei rise ancora , e si alzò sulle punte per scoccarmi un bacio sulla fronte: " La divisa da poliziotto ti dona, sai ? "

Roteai gli occhi: " Oh sì, certo amore . Non sai quanto la detesti, invece . Il fatto è che oggi mi tocca pattugliare una zona qui vicino , ed il mio capo mi ha espressamente ordinato di indossarla. Sai com'è , ha pensato bene di farmi ripartire alla grande."

" Mmm...oggi gli abitanti di Los Angeles dovranno stare attenti alle multe, allora " osservò lei .

" Multe? Naaah , farò finta di niente. Mi secca prendere nominativi, fare verbali." risposi, facendo spallucce.

"Kevin!" mi rimproverò , sferrando un pugno leggero al mio petto.

" Oh, come sei manesca ." protestai " ti ricordo che sono ancora convalescente"

Scosse la testa con un ampio sorriso: " Bugiardo, non più" ribatté sfiorandomi il naso con la punta di un dito. " non fare il monello"

Le cinsi le spalle con un braccio e presi a camminare insieme a lei : " Fammi capire, quella era tutta la tua forza? Intendo quel pugno..."

Sollevò un sopracciglio: " Vuoi che ti faccia male sul serio ? Guarda , ne sono capace"

" Mmm...ne dubito. Ma comunque sarà il caso di non rischiare." conclusi io, scoccandole un bacio fra i capelli.

Lei annuì compiaciuta: " Bravo"

*****

Se avessi potuto fare qualcosa l'avrei fatto.

Per lei.

Mia sorella non faceva altro che fare divano-letto, letto-divano.

Non parlava, mangiava poco.

A stento beveva un bicchiere d'acqua al giorno.

Si era chiusa in se stessa. Nel suo guscio.

Gli occhi color caramello avevano perso la loro luce di sempre , sembravano spenti adesso.

I suoi capelli, trascurati.

Il suo volto pallido , le occhiaie sempre più profonde, calcate.

Più volte l'avevo sorpresa mentre versava lacrime su lacrime , in silenzio, da sola nella sua stanza, soffocando i singhiozzi nel cuscino.

Vederla stare male a quel modo mi distruggeva.

Dovevo fare qualcosa. Potevo fare qualcosa.

Nostro padre le stava provando di tutte per tirarle un pò su il morale, ma non c'era mai riuscito per più di qualche minuto.

Mia madre non faceva altro che cucinarle soltanto i suoi piatti preferiti.

Ma niente...

Ed io...non sapevo cosa fare, non ancora.

Quella mattina mi avvicinai a lei , e l'abbracciai di slancio.

Lei ricambiò, stringendo forte.

" Kevin"

pronunciò il mio nome con dolcezza infinita , ed un pò di sollievo.

Sciolsi l'abbraccio e le afferrai le spalle: " Io sono qui, eh?"

Annuì. Una lacrima in bilico, intrappolata fra le sue ciglia: " Oh, lo so." abbassò lo sguardo , ed io strinsi con maggiore forza le sue spalle.

" Non voglio vederti in questo stato, non posso sopportarlo. Perché non provi a parlare con lui ?"

Mi guardò attentamente e nuovamente negli occhi: " L'ho fatto, o meglio...ho provato a parlargli , ma Gabriel non risponde alle mie chiamate, non mi vuole più vedere. Non gli importa più niente di me, di noi."

" Questa è una bugia" tuonai , non era vero. Non poteva esserlo.

" L'ho perso. L'ho perso per sempre. " mi disse con un filo di voce.

Rassegnazione. Leggevo questo nei suoi occhi, vedevo questo impresso sul suo volto.

No.

" Stella..." provai a farla ragionare, ma lei si allontanò da me. "Scusami, lasciami sola."

Ritornò nelle sua stanza, fra le sue lacrime.

No, basta.

Questa situazione assurda deve finire.

 

Stella

 

Quanto tempo era passato ?

Un mese.

Due.

Forse tre o quattro.

Agosto.

Era Agosto.

Ottavo mese di gravidanza, ormai.

E lui non c'era.

Non c'era mai.

Non era più qui , con me.

Mi aveva abbandonata.

Non voleva più saperne niente di me , della nostra famiglia.

Avevo sbagliato, non c'erano giustificazioni per quello che avevo fatto...ma avevo bisogno del suo perdono.

Perdono . Adesso più che mai.

Mi mancava così tanto. Terribilmente. Irrimediabilmente.

Parlami amore. Parlami ancora una volta . Parlami sempre amore. Non lasciarmi.

Mi mancava il suo sorriso, i suoi occhi verdi che mi fissavano con amore, il tocco delle sue labbra, delle sue mani.

Il suo amarmi incondizionatamente.

Al mattino.

Nel pomeriggio.

Nella notte.

Nei miei giorni.

Mi mancava.

Sempre.

In ogni attimo.

In ogni mio respiro, in ogni mio battito del cuore...che mi parlavano della sua assenza costantemente .

Tornare indietro.

Quanto avrei voluto farlo, quanto avrei voluto riavvolgere il tempo, ma non potevo.

I granellini di sabbia in una clessidra non risalgono mai verso l'alto, ma continuano a segnare il tempo che passa , a scendere giù...inesorabilmente.

A meno che...la clessidra non venga posta in orizzontale.

Bloccare il tempo.

Dovevo capovolgere il mio mondo ? Forse dovevo inquadrare il tutto in un' altra prospettiva ?

La stanza era così fredda.

Il letto era così vuoto...senza di lui.

Era diventato troppo grande per i miei gusti.

Girarmi e rigirarmi fra le lenzuola senza mai trovarlo , senza mai percepire il calore del suo corpo a contatto con il mio...era terribile.

Allungare una mano verso il suo posto, e toccare con mano la sua assenza...era estenuante.

Il non svegliarmi al suo fianco, il non respirare il suo dolce ed intenso profumo...mi frantumava in cuore, ogni giorno sempre di più.

Non ascoltavo più il suo respiro in sincronia con il mio, il suo cuore battere follemente per me quando stavamo insieme.

La sua voce profonda e calda.

Semplicemente...lui non era con me.

Cosa fare ?

 

Gabriel


Le aveva urlato in faccia che Aileen era mia figlia.

Soltanto MIA figlia e di Victoria , non sua.

Non era mai stata sua.

Lei non aveva alcun diritto su di lei, doveva starle alla larga.

Non doveva chiamarla, non poteva vederla senza il mio consenso, non più.

Sapevo di averla profondamente ferita con quelle parole, ne ero più che certo...ma non mi aveva lasciato altra scelta.

La rabbia dentro me era ancora tanta, troppa.

Stella amava Aileen come una figlia.

Aileen amava Stella come fosse sua madre, la sua migliore amica...ma non era colpa mia tutto quel che era successo.

Lei aveva distrutto la nostra famiglia.

Le sue assurde decisioni, convinzioni.

Quelle parole , riuscii a pronunciarle in quell'unica volta che avevamo avuto occasione di rivederci , dopo la nostra ultima discussione avvenuta in casa nostra, anzi ormai non più nostra...forse.

Era la festa di compleanno di Alessandro, quella sera.

Mi ero presentato in casa Marsano per far i miei auguri , assieme ad Aileen.

Lei aveva preso a scherzare con mia figlia, a darle consigli...ed io...non le avevo detto nient'altro che quelle orribili parole per metterla a tacere.

Non sopportavo la sua voce.

Mi aveva causato sofferenza il restare al suo fianco, soltanto a qualche centimentro di distanza , perché nonostante tutto io l'amavo ancora.

Ma...qualcosa in me, dentro di me, non riusciva a perdonarla.

Forse era stata la paura di perderla.

La paura di vivere senza di lei.

La paura. Punto.

Questo...continuava a terrorizzarmi ogni notte.

Scossi la testa e mi concentrai su Aileen che stava avanzando verso di me.

La scuola era finita da un pezzo essendo Agosto, ma ancora non si era rassegnata all'idea di dover restare dentro casa tutto il giorno, per il suo bene.

La signorina continuava ad uscire, spesso senza neanche chiedere il permesso.

Questo urtava leggermente i miei nervi.

Due poliziotti le stavano sempre intorno, a sua insaputa.

Ma sorvegliarla quando era fuori era decisamente più complicato, rischioso .

Ed oggi si era allontanata più del dovuto da casa di sua nonna.

Avevo perfino litigato con Victoria per questo.

Ero ad un soffio dal chiederle di allungare il passo, quando qualcosa di duro e freddo urtò improvvisamente il mio fianco destro.

Trasalii.

Una pistola.

M'irrigidii all'istante.

Il mio sguardo guizzò verso quei due agenti , che continuavano a tenere d'occhio mia figlia.

Erano troppo distanti da me, per accorgersi del "nuovo arrivato" alle mie spalle.

"Sssh" disse una voce, divertita.

" Fermo. Fai il bravo. Una sola parola e tua figlia assisterà alla morte di suo padre seduta stante" minacciò affondando ancor di più la pistola nel mio fianco.

" Che vuoi? Chi sei?" domandai, in tono duro...senza mai perdere d'occhio mia figlia.

" Un amico di Robert"

Mi si gelò il sangue nelle vene.

Era da mesi che stavo cercando quell'essere insulso, in ogni angolo della città.

Nessuna traccia su di lui era stata mai trovata.

Ero arrivato a credere che fosse morto per il colpo che ero riuscito ad infliggergli , ed invece...evidentemente mi ero sbagliato .

" E' ancora vivo , sai ? Non ti sei dimenticato di lui , vero ? Robert mi ha chiesto di dirti...di gustarti al meglio queste ultime settimane , perché ben presto deciderà di affrontarti Gabriel Gray. E per te, sbirro, non sarà affatto piacevole...credimi."

Deglutii.

" Sorridi , su" aggiunse , con una leggera risatina " tua figlia penserà chissà cosa, altrimenti."

" Tu stai alla larga da lei, oppure ti pentirai di essere nato" minacciai a denti stretti .

Con quelle parole volevo ostentare sicurezza, ma non ne avevo poi molta.

" Non sei nella posizione adatta per dettare delle regole, sbirro. Ripeto, divertiti finché puoi " mi fece presente lui.

Sentii la pistola allontanarsi dal mio fianco, ed Aileen mi raggiunse proprio in quell'istante.

"Papà, cosa ci fai qui?" mi domandò con le mani sui fianchi, seccata.

Le afferrai le spalle : " Non permetterti mai più di allontanarti in questo modo, chiaro ? Sbuffò, roteando gli occhi

"Dove sei stata?" le domandai brusco

" A casa di un'amica" rispose arrabbiata

" Sali in macchina, riprenderemo il discorso a casa...e non ti permettere di fare l'arrabbiata con me." tuonai , prima di dare un'occhiata in giro. Quell'uomo era scomparso nel nulla.

 

                                                                                       *****

"Seriamente, sei un'idiota"

Alzai lo sguardo dal fasciolo che stavo leggendo , e lo posizionai sulla figura di mio cognato , che se ne stava in piedi e davanti la mia scrivania con le braccia conserte.

"Come?" domandai, fingendo di non aver capito.

" Sai benissimo di cosa sto parlando , testa di rapa! Non fingere di non aver capito" ribatté, nervoso, furioso.

Inarcai un sopracciglio, chiusi il fascicolo e mi appoggiai di schiena allo schienale della mia amata poltroncina.

"Possibile che tu non capisca?" sbraitò fuori controllo " te ne stai qui, come se nulla fosse...quando invece c'è qualcuno che sta soffrendo per te! Per i tuoi stupidi, e assurdi , silenzi"

Non l'avevo mai visto così serio, irato.

Roteai gli occhi, parlava di sua sorella.

" Non fingere che non ti importi nulla" ringhiò a denti stretti.

" Non ti riguarda la mia vita privata" risposi io, di getto.

Scosse la testa e si protese sulla mia scrivania: " Si tratta della mia famiglia."

" Io e tua sorella non abbiamo più nulla da dirci, chiaro?"

Ridusse gli occhi a due fessure: " Quindi non te ne frega niente di lei e di tuo figlio, giusto?"

Trassi un profondo respiro: " Kevin...ti ho già detto...che non ti riguarda"

Stavo per perdere la pazienza.

" Sta partendo. Andrà via. Tornerà in Italia, contento?" esplose .

Lo guardai confuso: " Che vuol dire?"

Un sorrisetto amaro balenò sulle sue labbra: " Partirà questa mattina, per colpa tua. Ha deciso di lasciare Los Angeles."

Abbassai lo sguardo, mentre inspiegabilmente il mio cuore prese a battere forte nel petto.

" Gab. In quell'aereoporto cinque anni fa vi siete conosciuti , da lì...è iniziato tutto. E non puoi lasciare, non puoi permettere che oggi, proprio lì , finisca tutto. Non sarebbe giusto. Né per te, né per lei."

Aereoporto.

Lei...che stava andando via. Lontano.

Da me.

" Stai sacrificando il tuo amore , per cosa?"

Deglutii.

Cosa fare? Lottare per riaverla, oppure lasciarla andare?

Cos'ero io senza di lei ?

Da quando l'avevo lasciata non ero più lo stesso.

Non sarei mai stato più lo stesso senza di lei.

Io...non potevo continuare a vivere così . Saperla lontana, magari con un altro uomo che non fossi io.

Mio figlio.

Lei aveva sbagliato, lei aveva capito. Forse.

Ed io ?

Ed ora?

" Stai passando dalla ragione al torto" proseguì Kevin.

Dalla ragione...al torto.

" L'ami? Allora , te ne prego, non lasciare che vada via" aggiunse , con angoscia.

No, non poteva andare via.

Io...no, non poteva.

Mi alzai.

Lo guardai.

" Io non voglio che parta" ammisi

" Allora , andiamo" mi disse lui, offrendomi le chiavi della sua moto. " non perdiamo altro tempo ."

 

Stella

 

" Signora Gray, prego" mi disse un hostess, con fare gentile , mentre mi indicava il mio posto a sedere.

Avevo lavorato su questo aereo , in passato.

Era stato bello.

Ed adesso salire su questo mezzo soltanto come un semplice passeggero invece che da hostess, mi faceva uno strano effetto.

Signora Gray .

Il suo cognome .

Portavo ancora con me il suo cognome, nonostante tutto.

Chi mi conosceva continuava a chiamarmi ancora in quel modo.

Vero.

Scossi la testa con un triste sorriso sulle labbra.

Presto sarei ritornata ad essere semplicemente Stella Rossi.

Ne ero sicura.

Gabriel, ti amo, ti ho amato tanto .

Spero che tu un giorno possa perdonarmi .

Ti chiedo solo una cosa. Non dimenticarti di me , di noi. Di nostro figlio .

 

Gabriel

 

"Sai? E' un pò imbarazzante" esordì Kevin mentre mi infilavo il casco.

" Cosa?" domandai ansioso.

" Il dover stringere i tuoi fianchi da qui a pochi secondi. Come se fossimo...fidanzatini. Ma, sai guidare una moto? Puoi farlo? Hai i documenti ?"

" No" risposi semplicemente facendo spallucce

"No? Cosa ? " domandò lui incredulo. " Gab, che fa qualcosa contro le regole? Ci conosciamo ? Sei tu ?"

"Sali su questa benedetta moto e chiudi la bocca. Ho deciso che guiderò io , e sarò io a farlo. Causa di forza maggiore." risposi senza neanche riflettere su quel che stavo dicendo.

Avevo altre priorità.

Avevo lei come mia priorità, come sempre.

Avviai il motore della moto, Kevin prese posto dietro di me, e accelerai.

                                                                                        *****

C'era traffico.

Le auto erano in fila.

Il caldo era impressionante.

Stavo rischiando di soffocare.

Mi tolsi il casco.

Lo stesso fece Kevin dietro di me.

" Altre regole infrante , eh?"

Non risposi.

Non c'era spazio per passare.

Abbandonai il casco sull'asfalto rovente.

"Che fai?" si allarmò Kevin " che hai intenzione di fare?"

L'aereo di Stella sarebbe partito per le nove e trenta, per quanto ne sapevo.

Erano le nove, ed ero ancora a metà tragitto.

No, non poteva andare in questo modo.

Dovevo trovare uno spazio per passare.

Guardai il marciapiede alla mia sinistra.

Era largo, era abbastanza libero.

Non c'erano molti pedoni a passeggio.

"Kevin" esordii " tieniti forte"

" C...che hai intenzione di fare?" ripeté ancora, un pò preoccupato

Non risposi neanche questa volta.

Conquistai il marciapiede tra le sue urla e quelle di alcune donne che si scansarono al nostro arrivo.

Una vecchietta alzò in alto il suo bastone urlandomi contro chissà quali parole.

" Ma sei matto ? Hai perso del tutto il senno? Il mio gioiellino potrebbe rigarsi!"

" Una volta mi hai detto che stavo iniziando a perdere colpi per la mia età. Oggi ti sto dimostrando che anche a trent'anni si è giovani e pronti a fare di tutto per la donna che si ama"

" Ok, ma una volta qualcuno mi aveva anche detto che i primi a rispettare le regole dovevamo essere noi, poliziotti." ribatté urlando, per farsi sentire.

Sorrisi.

" Spera che i nostri colleghi rimangano al loro posto. Perché se dovessero iniziare a seguirci, sarò costretto a seminarli"

" Tu sei fuori" fu il suo commento

                                                                                *****

Arrivati all'aereoporto internazionale di Los Angeles , neanche parcheggiai per bene la moto, che mi fiondai dentro.

Erano le nove e ventotto.

Nove e ventotto.

Schivai valigie, turisti, dipendenti.

Corsi a perdifiato verso i monitor che mostravano i voli in partenza.

Individuai quello di Stella e ripresi a correre con Kevin al seguito.

Provarono a fermarmi alcune guardie, alcune hostess.

Ignorai tutto e tutti , urlando a gran voce : " Polizia di Los Angeles"

Era comodo l'essere un poliziotto ogni tanto.

Quando arrivai al gate...scoprii che ormai era troppo tardi.

Mi avvicinai ai vetri , che davano la possibilità di veder la pista di atterraggio e decollo.

E lo vidi.

Notai quell'aereo lungo, largo, di lusso, con su scritto Skyland in azzurro , accelerare sempre di più.

Si staccò da terra dopo qualche secondo , con un rumore assordante, portandosi via un pezzo della mia vita senza che io potessi fare qualcosa.

No, no.

Mi mancò il respiro, e mi lasciai cadere in ginocchio mentre graffiavo il vetro con le dita.

Troppo tardi.

Il mio cuore mi fece male nel petto.

Ero arrivato troppo tardi.

No, no...no.

Sentii una mano su una mia spalla.

Kevin.

" Abbiamo fatto il possibile" cercò di consolarmi.

" Ho provato a fermarla , ma non ha voluto" disse una voce.

Mi voltai verso... Jess.

" Le avevo chiesto di accompagnarla e di provare a trattenerla " mi spiegò Kevin.

Annuii e mi rialzai passandomi una mano fra i capelli.

" Mi dispiace" aggiunse Jess mortificata.

Scossi la testa: "N...non importa" balbettai , ancora un pò sconvolto

Mi misi a sedere proprio in quel posto in cui , assieme a Kevin, l'avevo incontrata per la prima volta.

Era come se fosse passato soltanto qualche giorno , non anni.

Il suo tajer rosso, il suo simpatico cappellino da hostess.

I capelli lunghi , castano chiaro, legati a coda di cavallo . Quanti bei ricordi.

Skyland, era il nome della compagnia di aerei per la quale Stella aveva lavorato in passato.

Skyland, era il nome della compagnia alla quale apparteneva quell'aereo , che l'aveva portata via da me in quel momento.

" Gabriel?" domandò qualcuno , all'improvviso " Gabriel Gray?"

" Charlot!" salutai , sorpreso di vederla.

" Cosa ci fai qui ?" mi domandò allegra , con quei suoi piccoli occhi azzurri.

Charlot era un hostess , ed era stata una collega di Stella in passato.

" Stella...è partita" dissi, sforzandomi di non pensare al fatto che fosse tutto vero quel che avevo appena detto.

" Oh, sì. L'ho vista. Ha preso il volo per Roma"

"Roma?" domandai confuso " credevo che avesse preso il volo per Milano. Sua madre abita lì. "

Scosse la testa: " No, il volo delle nove e trenta è per Roma." m'informò

Kevin mi guardò confuso: " Roma? Perché Roma?"

Roma...provai a capire il motivo per il quale avesse scelto la Capitale d'Italia, e non Milano.

Poi , Qualcuno mi illuminò.

Roma.

Era stato lì, dove le avevo chiesto di sposarmi per la prima volta.

Voleva dare un ultimo saluto a noi. Alla nostra storia.

No.

NO.

Mi sollevai si scatto: " Quando parte il prossimo aereo per Roma ?"

Charlot guardò l'orologio: " Circa...verso le tredici."

" Ok, Kevin andiamo. E' stato un piacere rivederti" la salutai

Charlot ricambiò con un sorriso, prima di allontanarsi.

Kevin alzò le mani : " Frena fratello . Frena, calma. Come ? Cosa? Andare dove?"

" Andiamo a riprenderla" decisi .

E mai in tutta la mia vita ero stato così sicuro di qualcosa.

" Un gesto davvero romantico" commentò Jess con un sospiro.

Vidi Kevin guardarla in malo modo.

" Ok, Gab. Se continui così mi rovini la ragazza. Jess, cos'è questo sguardo da sognatrice?"

La ragazza gli diede una gomitata, contrariata :" Dovresti imparare ad essere più romantico, tu. "

" Io sono romantico, a modo mio!" si difese , prima di puntare gli occhi su di me

" Io non salgo su un aereo da cinque anni, devo ricordarti l'ultima partenza da qui...come è stata ? E poi sa bene che ho paura di volare."

" Nessun assassino a bordo, nessun pilota morto o tempesta in arrivo. Andrà tutto bene, vedrai" gli dissi , convinto.

" Andiamo" decise Jess, intrecciando le dita con il suo ragazzo e facendo occhietti dolci.

"Uff. Va bene" si arrese Kevin " andiamo a Roma. Ma solo se tu, Jess, la smetti di fare gli occhietti da bambi. "

Stella , amore mio, vengo a prenderti.

Ritorno da te


Angolo Autrice 


Ciaooooo ragazzi ^^ come state?
GG è rinsavito *__________* yeeeeeah ! 
Riuscirà a recuperare la sua dolce metà ? 
Robert che avrà in mente? Ehehehe ci sarà un bel colpo di scena fra qualche capitolo ;) 
Kevin & Jess...sono adorabili *_____* 
Finalmente anche lei ha preso il diploma, oh! ^^
Ed ora...tutti in partenza per l'Italia :)
Mancano , secondo i miei calcoli, circa cinque o sei capitoli alla fine di questa storia ;) 
Spero con tutto il mio cuore che possa piacervi fino alla fine ;) 
Ringrazio immensamente Novalis e Tonia per aver recensito il capitolo precedente :)  
E' importante per me conoscere l'opinione di tutti voi...
Ringrazio come sempre chi preferisce, segue e ricorda la mia storia ;)
Al prossimo capitolo :) 
Un bacione a presto ;)  

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Capitolo 22
*** Portami dovunque, con chiunque...basta che io rimanga al tuo fianco ***



Oltre il mare del mio cuore





Due sono meglio di uno, perché hanno una buona ricompensa per il loro duro lavoro. Poiché se uno di loro cade, l’altro può rialzare il suo compagno. Ma che ne sarà di chi è solo quando cade , se non c’è nessun altro per rialzarlo? Per di più, se due giacciono insieme, certamente anche si riscaldano; ma come può star caldo uno solo? E se qualcuno può sopraffare uno solo, due insieme gli possono tener testa...
                                                                                                                             Ecclesiaste 4:9-12 



Capitolo22. Portami dovunque, con chiunque...basta che io rimanga al tuo fianco

 

 

Gabriel

 

Volare.

Da quanto tempo non volavo ?

Se non con il corpo , con lo spirito ?

Spostai lo sguardo sul finestrino.

Il mondo dall'alto sembrava così piccolo, fragile.

L'Oceano , una distesa infinita di acqua salata, mi stava dividendo dal mio Amore.

Ed io...non potevo fare nulla, se non continuare ad attraversare quelle nuvole, simili a ciuffi di panna montata, che si ostinavano ad ostruire il mio passaggio.

Stella, che cavolo stiamo facendo?

Mi passai una mano fra i capelli e trassi un profondo respiro.

Robert era stato capace di portarmi sull'orlo di un baratro.

Non ero caduto, non ancora.

Ero in bilico , a far resistenza a quell' impulso violento che voleva mandare all'aria tutto quanto.

Non dovevo cedere, non dovevo cadere.

Scossi la testa e spostai lo sguardo su Kevin.

Jess stava cercando di rassicurarlo , sostenerlo , come poteva .

Ed in parte almeno c'era riuscita.

Possibile che il ragazzo avesse ancora quell'idomabile paura di volare ?

Era pallido , terrorizzato, sul punto di vomitare .

Sorrisi .

Beh, se si fosse addormentato , come era successo cinque anni fa, non avrebbe avuto problemi.

Comunque il volo durò fin troppo per i miei gusti.

Fortunatamente nessun problema , l'atterraggio era stato perfetto, ma comunque snervante .

Scesi la scaletta e mi fiondai verso l'uscita dell'aereoporto.

Sapevo dove andare .

Sapevo dove si trovava il mio amore .

Dovevo andare lì, semplicemente .

Senza se e senza ma .

Dovevo andare davanti a quel castello a riprenderla , ed a farla mia ancora una volta...e per sempre

Chiamai un taxi alzando una mano.

Kevin, invece, aveva una mano sullo stomaco, come se avesse ancora i muscoli in tensione per la paura percepita durante il volo, quando entrò nell'auto color giallo canarino.

Il tragitto fu ancor più lungo di quanto mi aspettassi, nonostante non ci fosse quasi nessuno a quell'ora della notte ancora in giro per le strade.

Quando riuscii a raggiungerla era l'alba di un nuovo giorno.

Era lì , su quel ponte sul Tevere.

A farle da sfondo il Castel Sant'Angelo.

Mostrava tutta la sua incondizionata e disarmante bellezza.

Mio figlio, ben visibile in lei .

Dolce curva del suo ventre .

Il cuore si riempì di una gioia inestimabile .

All'improvviso risentii quella pienezza , completezza , insita in me , che avevo sin da quando la sua vita aveva iniziato a scorrere, a correre in modo parallelo alla mia .

Due rette parallele , destinate a non incrociarsi mai...ma pur sempre destinate ad essere l'una accanto all'altra...per sempre

Kevin e Jess alle mie spalle non fiatarono.

Mi rivolsi a loro: " Grazie per avermi accompagnato fino a qui. Ma credo che ora sia giusto che vada a parlarle da solo"

I due ragazzi, a braccetto, annuirono all'unisono.

Poi Kevin prese parola: " Vai Jack , vai a riprenderti la tua Rose . " scherzò , facendomi un occhiolino.

In seguito si rivolse alla sua ragazza, scoccandole un bacio sulla fronte: " noi andiamo, lasciamo le colombine da sole . Ti offro la colazione...ti va? E' un 'offerta che non puoi rifiutare , siamo nell'Antica Roma. "

Jess annuì con un sorriso, gli occhi le brillavano : " Saremo i primi clienti...e sarà perfetto. Non sono mai stata qui...in Italia "

" Fate i bravi" mi sentii in dovere di dire loro, e mi guadagnai un'occhiataccia da parte di entrambi

 

 

Stella

 

Buffo

Eppure...vero

Spesso non ci rendiamo conto di quel che accade intorno a noi , troppo presi dal nostro lavoro, dalle nostre attività, passioni, pensieri.

La nostra vita si incrocia continuamente con quella di altre persone , sui mezzi di trasporto , per le strade trafficate di una città , in un locale, oppure in riva al mare...

Vite che forse non si incrocieranno mai più con la nostra , oppure che continueranno a farlo, di tanto in tanto, senza però ricevere mai la nostra attenzione.

Occasioni sfumate, andate perdute, che ci sono sfuggite di mano nel momento adatto...e che forse non torneranno più.

Quante volte la nostra vita potrebbe prendere una piega diversa !

Basta una scelta.

Ogni scelta ha una conseguenza

La mia passione per il volo, mi aveva guidata ad incontrare la sua vita.

Ma se non avessi mai assecondato questa mia passione?

Noi sarei mai diventata hostess , e non avrei mai conosciuto lui.

Lui .

Chi altro avrei mai potuto incontrare al suo posto?

Nessuno sarebbe stato alla sua altezza , non adesso che l'avevo conosciuto , ed amato senza riserve con tutta la mia anima e con tutto il mio corpo.

Lui era per me. Solo per me.

Ed ora...l'avevo perso.

Perso.

Quella mattina di cinque anni fa, in quell'aereoporto, non avrei mai pensato che la mia vita si sarebbe unita alla sua...a questo modo.

M'innamorai di lui, senza un perché

Affogare.

Non credevo che si potesse affogare anche al di fuori dell'acqua.

Eppure io stavo affogando.

Letteralmente.

Stavo affogando in quei dolci ricordi , che non avrei mai più potuto rivivere con gioia.

Perché il noi non era più.

Non era con me.

Non sarebbe più tornato da me.

Sentivo un gran vuoto intorno e dentro me , da farmi paura.

Terra bruciata intorno.

Ero smarrita, sola , confusa.

Come se non avessi un posto nel mondo.

Lui, era il mare in cui stavo affogando , con tutta me stessa.

Lui...mi stava uccidendo.

Continuamente.

Ogni giorno , sempre di più .

Con quei suoi silenzi, con quella sua odiosa e fastidiosa assenza.

Eppure...io l'amavo.

Continuavo ad amarlo .

Continuavo ad amare .

Come potevo negare al mio cuore un simile sentimento ?

Come potevo ignorare ed obbligare ad ogni mio organo, ogni mio battito, alla mia anima , al mio corpo -che desiderava un suo tocco- a far finta di nulla ?

Il mio amore non si affievoliva , non cambiava d'intensità .

Neppure se ora eravamo a distanza di tempo , di chilometri .

Oltre oceano.

Oltre il mare del mio cuore .

Non potevo scappare.

Lui era sempre lì.

Come se avesse seguito queste membra ormai stanche.

Ti amo , Gabriel

Diedi un'occhiata intorno.

Ti amerò sempre

Roma .

Qui, avevamo trascorso momenti indimenticabili.

Momenti solo nostri , che nessuno mai avrebbe potuto cancellare.

Ma era anche arrivato il momento di voltare pagina , e scrivere la parola...fine.

Dovevo farlo per il piccolo , che ormai sarebbe nato da qui a qualche settimana.

Sarei andata avanti per lui .

Scalciò piano, lo sentii muoversi dentro di me, per mettersi in chissà qualche posizione.

Sorrisi accarezzando dolcemente il mio pancione, ormai del tutto visibile.

" Sì, staremo bene . Vedrai" promisi in un sussurro, spostando lo sguardo verso l'orizzonte.

Era l'alba .

Sfumature rosa pallido trovarono il loro posto nel cielo , ed in parte conquistarono anche il paesaggio tutt'intorno a me .

La luce prodotta dai lampioni lungo le strade era ancora accesa .

Tutto ciò rendeva ancor più magico quel momento.

Non era ancora giorno, ma nemmeno notte .

Era un momento magico .

Ma il sole presto avrebbe preso con prepotenza il suo posto , ed il comando nel cielo .

Poggiai le mani sul parapetto di quel ponte meraviglioso , al di sotto...il Tevere scorreva lento , senza fretta .

Proprio qui...Gabriel mi aveva fatto dono di quel che io definivo da sempre "l'anello della promessa "

E sempre qui...mi aveva chiesto di ricordargli di sposarmi , quando tutta la faccenda di mio zio si sarebbe risolta al meglio .

Non gli avevo neanche risposto , ma alla fine...il nostro matrimonio era stato celebrato anticipatamente , per cause di forza maggiore .

Sorrisi .

A quei tempi ci conoscevamo solo da qualche mese, eppure eravamo già follemente innamorati l'uno dell'altra

Sfilai via dal mio anulare sinistro l'anello della promessa e...la fede.

Osservai l'oro e l'argento , posati sul palmo della mia mano destra.

La mia storia , quei due anelli

Con me non avevo quel meraviglioso solitario scintillante , di cui mi aveva fatto dono a Santa Monica , l'avevo dimenticato a Los Angeles.

Peccato...altrimenti anche quell'anello avrebbe fatto la stessa identica fine degli altri due.

" No, non gettare via la nostra storia ." disse una voce.

Scossi la testa.

Non poteva essere.

Quella voce era così identica alla...sua.

Lui non poteva essere lì , non fisicamente almeno .

Perché nei miei pensieri era più che presente

Los Angeles...

La caotica ma strabiliante Los Angeles non era a due passi da Roma .

Anche se avesse saputo della mia partenza...lui...lui...

E poi...perché farsi avanti adesso ? Proprio ora che finalmente avevo deciso di provare a gettarmi tutto alle spalle ?

Non aveva senso.

Mi preparai a lanciare quei due anelli nel Tevere.

Una mano strinse con delicatezza il mio polso destro, ed io sussultai sorpresa.

Non ero sola

Ed io...non mi ero accorta di nulla , non fino a quel momento.

Possibile?

Un minuto prima il ponte era completamente deserto, sgombro da qualsiasi forma di vita.

Mi ero lasciata sorprendere così ?!

Cosa voleva questo sconosciuto ?

Ma brava Stella, come sei attenta .

Era l'alba...provai paura.

Che intenzioni poteva avere quell'uomo ?

Spaventata , mi voltai comunque con coraggio verso il mio "aggressore"...e mi persi in un oceano color verde smeraldo.

Oceano verde...racchiuso in quei suoi occhi, che avevano la capacità di farmi perdere la cognizione del tempo...come sempre e da sempre.

Tremai. Vacillai.

Non era assolutamente possibile che fosse lì , con me.

Non poteva essere reale quella situazione.

Stavo sognando?

La mente mi stava giocando brutti scherzi.

Forse...ero solo troppo stanca.

La mia immaginazione...era perfino arrivata a farmi vedere lui ...ovunque, in chiunque...ridicolo!

Strano , perché era da mesi che cercavo il suo volto...così vicino al mio.

" Sono io . Sono qui , con te" mi sussurrò dolce , con voce profonda, calda, velata d'emozioni.

Qualcosa offuscò la mia vista.

Non vedevo bene...perché?

C...cosa?

Lacrime.

Avevo gli occhi lucidi.

Stavo piangendo.

Sentii acqua scorrermi lungo le guance.

Per un attimo barcollai, sul punto di cadere...o svenire.

Non capivo più nulla.

Il cuore batteva lento ma così forte che riuscivo a percepirlo perfettamente nelle orecchie.

"Ehi, ti senti bene?" mi chiese preoccupato, con premura.

Mi cinse i fianchi con un braccio per sostenermi .

"C...che ci fai qui?" balbettai confusa. Ancora incredula.

Era lui ? Era realmente, veramente , indiscutibilmente lui ?

" Sono qui per te " mi rispose , per poi scuotere la testa ed aggiungere: " Perdonami, ok? Sono stato un perfetto idiota in questi mesi. Ho provato a non pensarti, ma alla fine continuavo a farlo sempre più. Assurdo, eh? Eri il mio tormento , ma anche la mia vera ed unica gioia. Non posso vivere senza di te , Stella. E' inutile. Ho provato, dopo tutto quello che hai fatto. Ma è tutto sbagliato, tutto è stato un disastro. La verità è che ho avuto così tanta paura di perderti , che sono totalmente andando in tilt . Nonostante quel che hai fatto...io, ti amo. Ti amo , è questo tutto quello che posso dirti a mia discolpa . Ti ho fatta soffrire, tu mi hai fatto soffrire...ma ora ?Ora sono qui , anzi...siamo qui.

E dobbiamo impedire questa inutile follia. Due metà non possono dividersi, altrimenti non sarebbero più un intero. Ed io non voglio vivere a metà questa vita . Ho atteso un tempo per me parso lungo quasi quanto l' infinito pur di trovarti , ed ora non ho nessuna intenzione di lasciarti andare...non così."

Non ha alcuna intenzione di lasciarmi andare .

Il Noi è ancora qui...

il mio Bene, il Mio Tutto, Il mio Unico Grande Amore...è qui

La mia mano corse istintivamente su una sua guancia , ma non per fargli una carezza , bensì per tirargli uno schiaffo, che gli stampò sulla faccia tutte e cinque le mie dita.

Rimase fermo, non si mosse e non parlò.

" Tu...sei...un' idiota" sibilai io a denti stretti.

Presi a singhiozzare: " Vieni qui , affrontando un viaggio di dodici ore per me , per noi , dopo che non ti sei fatto sentire per mesi ? Credi di risolvere tutto in questo modo? Credi che a me importi di..."

Non mi lasciò finire.

Mi tappò la bocca con un dito, poi afferrò il mio volto con entrambe le mani e si tuffò sulle mie labbra rapendo anche il mio ultimo respiro.

" Non provare ad allontanarmi, a rifiutarmi , perché tanto non ci riuscirai. Lo so , che mi ami anche tu . "

Recuperò la mia fede ed il suo anello argentato dalla mia mano destra...e rimise tutto al proprio posto, inginocchiandosi davanti a me , e tenendo la mia mano sinistra fra le sue.

Lo guardai confusa, sorpresa: " Gabriel...che fai?" sussurrai

" Non ti ho mai fatto una vera e propria proposta di matrimonio." esordì, alzando il mento verso l'alto per incontrare i miei occhi . " ma tutto ciò che ho fatto da quando ti ho conosciuta , l'ho fatto solo per te...perché il mio desiderio è stato ed è sempre quello di averti al mio fianco per tutta la vita . Con quest'anello..." disse , indicando l'anello della promessa " ti avevo chiesto di farmi una promessa qui , in questo posto..."

" Che io non manterrò nel caso in cui sorgesse l'occasione , dovresti saperlo..." specificai interrompendolo , severa .

Sorrise e scosse la testa .

Era consapevole della mia testardaggine

" Con quest'anello..." riprese " io ti prometto che farò di tutto affinché le nostre paure non riescano a dividerci , mai più . Insieme affronteremo tutto . Impareremo dai nostri sbagli ."

" ma noi...continueremo a sbagliare ? " chiesi con un filo di voce

Lui si rialzò ed intrecciò le dita con le mie , le nostre fedi in evidenza: " Siamo umani. Sbagliare è umano, amore . Continueremo a farlo purtroppo , ma questo non dovrà dividerci, semmai dovrà unirci ancora di più . Sbaglieremo, ma impareremo a rimediare ai nostri sbagli insieme" sussurrò sfiorando il mio naso con il suo: " e poi...è bello far pace dopo aver litigato" e sfoderò un sorrisetto malizioso , che mi fece rabbrividire dalla punta dei capelli alla punta dei piedi.

Sentii le sue mani scorrermi lungo la schiena , e sospirai di piacere quando le sue labbra umide si posarono sul mio collo dolcemente , per poi lasciare una lunga scia di piccoli baci fin sotto le mie clavicole.

Mi morsi le labbra quando percepii le sue dita a contatto con la mia pelle.

Si erano intrufolate da sotto la mia maglietta, ed in quel momento stavano accarezzando il mio ventre, fino a conquistare il mio petto - le sentii scorrere e disegnare i contorni del mio reggiseno - per poi riscendere cautamente sul mio ventre .

Barcollai quando il mio piccolino si mosse , e Gabriel si staccò appena da me.

Gli occhi sgranati, le iridi verdi lucenti più che mai : " L'ho sentito. Si è mosso "

Sorrisi, avvertendo un pò di stanchezza . Avevo trascorso tutta la notte in bianco, ed era più che normale : " Già..." risposi "Papà, non sai che fra poco nascerò ? " scherzai, immaginando di parlare al posto di mio figlio.

Gabriel rise e riprese a baciare le mie labbra .

" Amore?" chiamai, un pò a disagio, poco dopo " non qui..."

Si staccò controvoglia e mi prese per mano: " Allora, seguimi "

Portami dovunque, con chiunque...basta che io rimanga al tuo fianco

Sei approdato nel mio cuore in un giorno qualunque , e lì rimarrai

Tu sei l'ancora del mio cuore...che mi proibirà di andare alla deriva


Angolo Autrice

Ciaoooooo ragazzi ^^ ok , ammetto di essere in ritardo , ma in questa settimana sono stata super impegnata .
Tuttavia finalmente un pò di vacanzeeee sono arrivate anche per me *______* Evvivaaaaa <3 
Spero che con questo capitolo sia riuscita a farmi perdonare , almeno un poco ;)
Avrei voluto scrivere ancora di più , ma non mi andava di farvi attendere ulteriormente ;) 
Vi ringrazio per l'immenso affetto che mi dimostrate , senza di voi questa storia non sarebbe la stessa...
Ringrazio Leila , Sophie, Tonia e Novalis per le loro meravigliose recensioni <3 grazie tantissimo ragazze <3 
Ringrazio chi preferisce , segue e ricorda questa storia ;) 
Al prossimo capitolo :) 
Un bacione a presto ;)
 
  

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Capitolo 23
*** Compleanno ***


Oltre il mare del mio cuore

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Capitolo23. Compleanno 


Jessica

 

" Sono così romantici " commentai , con aria sognante , i miei occhi fissi su Stella e Gabriel , che si tenevano teneramente per mano, a pochi passi da me.

Stella rideva .

Rideva di una risata spensierata, riconciliante e genuina.

Carica di un profondo amore .

I suoi lunghi capelli castano chiaro pizzicavano continuamente le labbra del marito , che prese ad abbracciarla forte da dietro , come a voler proteggere il loro amore da tutto il resto.

Il mento posato su una spalla di lei , le loro mani intrecciate sul pancione , dove il loro piccolo cresceva ogni giorno sempre di più .

Erano uno spettacolo .

La miglior cosa da vedere , per far capire a chi crede che la vita non sia bella semplicemente il contrario.

La vita deve essere vissuta , per gesti , sguardi ed attimi come quelli che si stavano mostrando davanti ai miei occhi.

Le labbra del biondo cercarono quelle carnose di lei in un battito di ciglia, trascinandole in un vortice di passione.

Una mano gli corse su una guancia di lei.

Il pollice prese ad accarezzarle la pelle con dolcezza, come se stessero sfiorando la corolla di un fiore.

L'estrema delicatezza , che era racchiusa nei loro gesti , era ipnotizzante.

La mano di Stella , che scorreva lungo la schiena del marito , per poi intrecciarsi con l'altra dietro il collo di Gabriel , poteva far sembrare il gesto... comune , banale...ma per i romantici come me, niente era superficiale , niente scontato.

I loro sguardi parlavano così tanto d'amore , che era impossibile non sospirare.

La luce inconfondibile che trasmettevano insieme...era poesia , una meravigliosa melodia .

Era bello osservare due persone che si amavano a quel modo.

Il mondo sembra più colorato quando immagini come queste ci circondano .

Gabriel cinse le spalle di Stella e riprese a passeggiare lungo il Tevere , ignaro del mio sguardo su di loro .

Per tutta la mia vita , avevo sempre guardato queste persone con una punta di invidia , ma al tempo stesso rubando anche ogni loro attimo romantico , d'amore .

Come se volessi nutrirmi di quel che provavano l'uno per l'altra per andare avanti, come se quello mi potesse bastare e colmare quel vuoto che sentivo.

Ma non poteva farlo.

Aumentava in me quel desiderio di condividere la mia vita con qualcuno, quindi aumentava la mia invidia a dismisura.

No, non poteva farlo.

Odiavo il mondo.

Odiavo tutto e tutti, perfino me stessa.

E poi...

e poi era arrivato il sole .

In un giorno qualunque, in un momento qualsiasi .

Se soltanto avessi avuto un pò più di pazienza e di fiducia in me stessa, nel Creato...non avrei mai trascorso del tempo chiusa nella mia stanza a piangere, a pensare che non avrei mai potuto avere una storia d'amore.

Avevo sbagliato, avevo rovinato del tempo che avrei potuto dedicare alla "preparazione" per quando sarebbe arrivato il momento...o meglio, per quando sarebbe arrivato lui...

Perché adesso ero impreparata , indecisa, insicura.

E se presto o tardi non andrò più bene per lui ?

Se non avesse tutta questa simpatia per me ?

" A cosa stai pensando, cucciola ?"

Scossi la testa e ritornai alla realtà.

I miei occhi incrociarono quelli di Kevin, che ricambiava curioso, attento...ma ancora non annoiato dalla mia presenza, forse.

" ...a se un giorno ti annoierai mai di me" ammisi , per poi abbassare lo sguardo.

" Annoiarmi di te? Ma sei matta , Jess? Come potrei?" rispose , per poi circondare una cannuccia con le sue labbra , e bere altro succo di melograno, il suo preferito.

Eravamo seduti intorno ad un tavolino, all'esterno di un piccolo bar del centro.

Un invitante cornetto alla crema era sotto al mio naso, offerto dal mio ragazzo , che nonostante le mie proteste aveva sfoderato il suo portafogli e pagato

Kevin cercò una mia mano in silenzio , e la trovò .

Intrecciò le nostre dita sul tavolino, mentre io riprendevo a guardarlo negli occhi: " Non potrei mai" ripeté con più convinzione e serietà "...e non devi pensarlo neanche."

Strinsi ancora di più le sue dita, commossa: " Sei veramente il ragazzo che stavo cercando"

Sorrise: " ...e tu , la ragazza che mai avrei pensato di poter amare. Jess, sei perfetta nella tua imperfezione. Una sorpresa continua."

Poi si sporse verso di me, e mi baciò.

Mordicchiai le sue labbra per un pò , mentre il mio sguardo sorrideva riflesso nel suo.

Era il mio angelo .

 

Stella

 

" Per questa notte che ne dici se andiamo dai tuoi nonni materni ?" proposi allegra " è da due anni che manchiamo qui , a casa loro."

Il mio amore scosse la testa con un sorriso mozzafiato: "I miei nonni , non ci crederai mai, ma sono andati in crociera..ed io non ho le loro chiavi di casa"

Mi accigliai: " Mi stai dicendo che non sappiamo dove poter passare la notte ? Amore, è Agosto. Trovare un Hotel disponibile sarà parecchio difficile..."

" Ssssh" sussurrò posando l'indice sulle mie labbra " Tesoro, tranquilla. Una soluzione si trova sempre , no?"

Inarcai un sopracciglio: " Qualcosa mi dice che sarà peggio di quel caro vecchio Hotel a Parigi, dove abbiamo pernottato cinque anni fa"

Scoppiò a ridere :" Oh beh, forse...ma adesso nessuno dei due dormirà su una scomoda poltrona"

                                                                                       *****

Hotel 2 Stelle.

Come al solito.

I cassetti dei comodini si aprivano dando dei semplici colpetti decisi sulla supericie , comodo no ?

" Piccola Roma" era il nome scritto su una simpatica insegna al neon , posta all'ingresso .

Unico hotel romano ad avere ancora a disposizione due camere matrimoniali , chissà perchè .

Eravamo finiti all'ultimo piano , vicino alla mansarda , dove si poteva notare tutto lo splendore di Roma.

Il colosseo non era molto distante.

Di notte, le luci che lo illuminavano lo rendevano ancora più imponente.

Quanta brutalità aveva ospitato in passato quella struttura , ma adesso era una delle cose che più mi affascinavano .

La sua forma, il sapere da quanti secoli era ancora in piedi.

L'Impero Romano.

La storia Romana mi aveva da sempre catturata.

Avevo ottimi voti in storia .

Strinsi più forte la ringhiera arrugginita con le mani , fino a far diventare bianche le nocche.

Quanto era bello assaporare la felicità, guardare il mondo con gli occhi dell'amore

E...

delle labbra morbide e calde si posarono sul mio collo con dolcezza, lasciando il segno del loro passaggio.

Un brivido di piacere mi corse lungo la schiena.

Il suo respiro sulla mia pelle mi procurava un effetto elettrizzante e destabilizzante.

Mi accarezzò i capelli , per poi metterli da parte e continuare a baciare il mio collo , in ogni angolo scoperto.

Le sue mani , scorrevano come seta sulla pelle , ed approdarono sui miei fianchi.

Mi voltai verso di lui lentamente , e gli sfiorai la punta del naso con un dito.

" Ho intenzione di farmi una bella doccia. " avvisai

Annuì , mentre gli passavano una mano fra i suoi corti capelli setosi e color del grano

Rientrai così nella nostra camera , e mi avviai verso il piccolo bagno a piedi nudi.

Cercai di procurarmi un asciugamano , ma era su un mobiletto troppo in alto per me.

Allungai una mano , nulla di fatto.

Provai a mettermi sulle punte , ma il risultato fu sempre lo stesso.

Una mano aperta si piazzò con delicatezza sulla mia schiena , ne sentii il calore , la forza mentre mio marito con l'altra recuperava un asciugamano senza difficoltà per offrirmela.

" Grazie..."

Mi scoccò un bacio tra i capelli: " Prego"

" Vieni con me ?" chiesi con una punta di malizia nella voce.

Mi sorrise, e raccolse un altro asciugamano.

Poi le sue labbra si tuffarono sulle mie, ed io raggiunsi il bagno senza neanche sapere come.

                                                                                                         *****

Fu splendido rimanere abbracciati sotto la doccia , mentre l'acqua scorreva sulla nostra pelle. Alcune goccioline rimasero di tanto in tanto intrappolate su di noi , per poi essere cancellate da un tocco leggero del corpo dell'altro o dal getto d'acqua stesso .

Gabriel massaggiò la mia schiena con quintali di bagno schiuma mentre io mi divertii a torturare i suoi capelli facendo assumere loro strane posizioni e forme.

Finii perfino per fargli andare della schiuma negli occhi quando provò a farmi il solletico.

Una volta finito il nostro bagno, avevo raccolto l'asciugamano e l'avevo legata in vita.

Lui mi aveva seguito.

Ed ora eravamo distesi sul nostro letto.

L'uno accanto all'altra.

Le sue dita intrecciate fra i miei capelli, i nostri corti respiri a contatto .

" Hai ancora gli occhi rossi" notai , mentre si decise ad infilare un braccio sotto la mia testa.

Fece una smorfia: " Colpa tua e del bagno schiuma " rispose , arricciando le labbra

Mi accoccolai ancor di più al suo fianco.

" Oddio!" esclamai all'improvviso , schizzando a sedere.

" Cosa succede?" domandò Gabriel allarmato.

" Abbiamo lasciato Jess e Kevin da soli ?" gli domandai con occhi sgranati

Mio marito fece spallucce: " Sì"

" No, non possiamo!"

" Sono ragazzi maturi, non preoccuparti. " provò a dire lui, ma io scossi la testa.

Gli afferrai un braccio e lo trascinai davanti la porta della nostra camera : " Non immagini quanto io desideri svegliarmi domani mattina al tuo fianco...ma mio fratello non...Vai !"

" Mi stai dicendo che dovrò dormire con tuo fratello ? In un letto matrimoniale?" dedusse con semplici ragionamenti.

" L'hai già fatto una volta, puoi ripetere l'esperienza" dissi , mettendomi le mani sui fianchi

Sbuffò: " Non credi di essere un pò troppo...mamma , nei suoi..."

Non concluse la frase perché lo fulminai con lo sguardo.

" Ok , ok...vado"

 

Kevin

 

" Bastaaa smettila di schizzarmi" urlava la mia Jess.

Non facevo altro che bagnarla continuamente con schizzi d'acqua che recuperavo dal lavandino nel bagno della nostra camera.

Avevo già ben sporcato il pavimento , ma poco importava.

La piccola Roma era un albergo abbastanza pulito, seppur avesse mobili fin troppo poco moderni .

Il letto poteva avere all'incirca l'età del Colosseo , forse anche di più .

Era scricchiolante, pendente da un lato.

Afferrai un polso di Jess , che provava a sfuggirmi ancora, ed il suo petto andò a finire contro al mio.

" Te , sei pazzo!" esclamò con un sorriso , alzando il mento per guardarmi negli occhi.

" Ma questo pazzo ti piace..."

Scoppiò a ridere.

" Dai, vai prima tu . Poi andrò io , le donne vanno per le lunghe quando entrano in bagno."

Annuii , ma prima...la sollevai di peso e la lanciai sul letto.

Non mi stancavo mai di scherzare.

Jess saltellò , senza volerlo , sul materasso per un pò . Sentii le molle del letto protestare .

Poi la mia ragazza si rialzò , e mi raggiunse inferocita.

" Kevin !"

                                                                                *****

Uscii dalla doccia in un lampo.

Infilai dei pantaloncini a scacchi ed una maglietta a mezze maniche alla velocità della luce , poi mi fiondai fuori dal bagno.

Non volevo perdere un solo attimo della presenza di lei.

Non sapevo ancora cosa sarebbe successo in quella notte, ma qualsiasi cosa...sarebbe stata perfetta.

" Jess...puoi andare" le dissi, ma non mi rispose nessuno.

Almeno non...subito.

" No , amore. Ho già fatto il bagno"

Ehi, un attimo...quella non era la voce di Jess.

Allarmato strabuzzai gli occhi , e con mia grande sorpresa vidi mio cognato disteso sul mio letto.

Le mani incrociate dietro la testa, ed i suoi occhi puntati su di me .

Un sorrisetto odioso sulle labbra.

" Carino il pantaloncino" commentò , in tono divertito.

Ridussi gli occhi a due fessure: " Si può sapere che cavolo ci fai qui?"

" Ordini di tua sorella, poche storie" tagliò corto lui

" Non ho alcuna intenzione di dormire con te !" sbottai

" Allora dormirai a terra, buona notte cognatino" concluse girandosi su un fianco.

Recuperai il mio cuscino sbuffando , e glielo lanciai addosso mentre mi distendevo al suo fianco .

" Fatti più in là..." fu la prima cosa che disse , dopo aver spento la luce.


Jessica

 

" Buona la marmellata , non trovi?" domandai a Stella, seduta al mio fianco.

Lei annuì , poi diede un morso alla sua fetta biscottata.

La sorella di Kevin era davvero simpatica.

Eravamo diventate buone amiche.

Avevamo trascorso tutta la notte a parlare di Kevin e Gabriel , ridendo come matte quando raccontavamo le loro terribili figure .

Chissà quei due cosa avevano combinato , invece.

" Grazie per l'idea che hai avuto per questa notte. Non ero ancora pronta a dormire con..." deglutii " amo Kevin ma...ancora non sono pronta a stargli accanto...nello stesso letto ."

Stella mi sorrise: " Non preoccuparti, ti capisco perfettamente. Avresti dovuto esserci quando per sbaglio finii nella camera d'albergo insieme a Gabriel e Kevin , a Parigi.

Finii per dormire sulla poltrona, ed avevo un pigiama orrendo e fosforescente con delle scimmiette che indossavano un tutù ."

Risi: " Oddio! Povera te!"

" Guarda, meglio lasciar perdere" disse , rabbrividendo al ricordo.

Poco dopo, Gabriel fece il suo ingresso nella " sala colazione" .

Sembrava furioso, arrabbiato.

Occhiaie profonde circondavano i suoi occhi verdi, i capelli biondi leggermente spettinati.

Afferrò qualche panino al burro e una bella tazza di caffé al tavolo del buffet , prima di sedersi al nostro tavolo proprio di fronte a sua moglie .

Al contrario , Kevin era il perfetto ritratto della salute

Entrò nella sala sbadigliando sonoramente , e prese posto accanto a suo cognato , che provò ad allontanarlo con una gomitata.

" Stai alla larga da me, chiaro?"

Kevin sbuffò: " Quanto sei noioso..."

" Dormito bene?" chiese Stella, in tono divertito.

Mi rivolse un occhiolino ed io sorrisi.

" Una meraviglia, davvero !" rispose Gabriel , immergendo un coltello in una piccola vaschettina di cioccolata , con troppa forza secondo me.

" Non è colpa mia , d'accordo?" si difese il mio ragazzo.

Sgranai gli occhi quando suo cognato si bloccò con il coltello a mezz'aria.

Girò il capo verso di lui , lentamente , con sguardo omicida : " Non è colpa tua? " sibilò a denti stretti

Kevin fece spallucce: " Forse solo un pò. Ma io non russo ! "

" Ah , no? Hai fatto un vero e proprio concerto di Capodanno ! E non facevi altro che venirmi addosso in continuazione. Mi hai riempito di calci e pugni, ho perfino un livido e mi hai spinto giù dal letto. "

Stella scoppiò a ridere.

" Sei un pericolo pubblico quando dormi " osservai accigliata

Kevin fece una smorfia: " Esagera , come suo solito"

Gabriel lo fulminò con un'occhiataccia e gli tirò un calcio sotto al tavolo.

" Ahia !" protestò il moro

 

Gabriel

 

Era arrivato il momento di partire .

Los Angeles ci attendeva da diversi giorni , ormai .

Stella richiuse la sua valigia con non poche difficoltà , buttandosi sopra di essa con tutto il suo peso per comprimerla al meglio .

Non era quindi...un semplice bagaglio a mano.

Sarebbe finita nella stiva.

Sospirai.

L'aereo delle nove e quaranta non poteva partire senza di noi.

" Ragazzi , forza !" incitai , sbattendo le mani

Kevin caricò sulle sue spalle il suo bagaglio e quello di Jess , senza dire una sola parola , mentre le porte del piccolo ascensore si aprivano davanti a noi .

Non era rotto, non era pieno.

Fantastico.

Entrai con il mio bagaglio e quello di mia moglie , seguito a ruota proprio da Stella e...mio cognato.

"Ops" esclamò Jess " non c'è posto per me"

Kevin fece per offrirle il suo , prima ancora che mi offrissi io , ma Jess scosse la testa: " Faccio le scale, ci vediamo al piano terra" comunicò prima che le porte si chiudessero .

" Oh, no. No" esordì mia moglie, mentre i numeri digitali sulla porta – corrispondenti ai piani che stavamo attraversando - scorrevano con calma impressionante.

Kevin si allarmò: " Cosa c'è?"

Stella mi afferrò un braccio e strinse forte: " Ci siamo Gab. Ci siamo." disse appoggiando la schiena ad una delle pareti , ed iniziando a respirare con un certo ritmo.

" Oddio . Si sono rotte le acque" gridai , andando completamente in tilt.

" Con calma, adesso arriviamo al piano terra e andiamo in ospedale" aggiunsi poco dopo , cercando di riprendere il controllo sulle mie emozioni.

" Gab. Perché non scendiamo oltre il 4° piano ?" chiese mio cognato, con lo sguardo fisso sul display , posto sopra le porte dell'ascensore.

Il numero 4 continuava , dopo minuti , a non essere seguito dal 3 .

" Bloccato" sussurrai , confuso.

La presa intorno al mio braccio diventò sempre più solida ed insistente , ed io mi ritrovai a gridare assieme a Stella.

" Non puoi partorire in ascensore." mormorò Kevin , in preda al panico

" Non voglio farlo ma...io, devo farlo" concluse lei , mentre i capelli le sfioravano i lati del viso sudato a causa delle forti contrazioni.

" Chiama Jess" consigliai a Kevin.

Il ragazzo scosse la testa: " non c'è campo" m'informò tenendo gli occhi sullo schermo illuminato del suo Nokia Lumia.

" ma vorrai scherzare ?"

" No, non c'è . Sul serio . "

Cercai il pulsante d'emergenza nell'ascensore , e l'attivai .

" Gabriel, Leonard deve nascere" urlò lei

" Chi?" urlai assieme a Kevin

" Leonard . Leo. Aileen vuole che si chiami così " spiegò con fare sbrigativo, prima di lanciare un urlo terrificante che mi fece raddrizzare i peli sulla nuca e sulle braccia.

" Oh, Leo Gray . Carino" commentò mio cognato.

" Non è il momento di pensare al nome, qui c'è un bebè in arrivo " dissi richiamandolo all'attenzione.

" Fallo nascere . Amore, fallo nascere" mi sussurrò a denti stretti mia moglie .

Kevin fece spazio, mise i bagagli uno sopra l' altro e cercò di non farne cadere nessuno addosso a sua sorella . Bloccò ogni cosa con il proprio corpo.

Stella scivolò a terra, ed io mi piegai sulle ginocchia.

" Devi farcela , d'accordo?" le dissi accarezzandole i capelli .

Volevo rassicurarla : " andrà tutto bene"

Le scoccai un bacio tra i capelli .

" Andrà tutto bene" ripeté lei convinta, guardandomi con quei suoi bellissimi occhi color caramello.

Leonard Gray.

Mio figlio.

Stava per venire al mondo.

Nonostante la situazione, ero l'uomo più felice del mondo .

La mia famiglia era tutta la mia vita .

Robert e le sue minacce sembravano solo un lontano ricordo , ormai .

Una mano di mia moglie si posò sul mio viso: " Ti amo "

" Ti amo " ricambiai con un sorriso.

Aveva gli occhi lucidi : " Buon Compleanno,amore."

Sgranai gli occhi.

Era vero...il mio compleanno.

" Il regalo più bello che tu potessi farmi , è questo" le confessai sfiorando il suo pancione .

Kevin mi strinse una spalla: " Buon Compleanno , già. Scommetto che l'arrivo di questi trent'anni non si dimenticheranno mai"

"mai " fece eco mia moglie assieme al sottoscritto .

E l'ascensore riprese la sua corsa.

Trassi un profondo respiro di sollievo.

Presto, stringerò fra le braccia mio figlio 


Angolo Autrice 


Ciaoooooo ragazzi ^^ come va ? 
Questa Estate sembra proprio non voler arrivare del tutto :/ mah ! 
Voglio il sole, il caldo... <3 
Cooomunque...tornando a noi, piaciuto il capitolo ? 
Ebbene sì , Stella è pronta per dare alla luce il nostro bel Leonard Gray 
Cosa succederà nel prossimo capitolo ? ;) 
Robert non si farà attendere :/ 
Ringrazio di cuore Novalis, tonia, noemi, Leila per aver recensito <3 
Ringrazio come sempre...chi preferisce, segue e ricorda la storia :)
Grazie ragazzi ^^
Al prossimo capitolo :) 
Un bacione a presto ;)  

 

 

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Capitolo 24
*** Tra sogno e realtà ***


Oltre il mare del mio cuore
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Io non pretendo di sapere cosa sia l’amore per tutti, ma posso dirvi che cosa è per me: l’amore è sapere tutto su qualcuno, e avere la voglia di essere ancora
con lui più che con ogni altra persona. L’amore è la fiducia di dirgli tutto su voi stessi, compreso le cose che ci potrebbero far vergognare. L’amore è sentirsi
a proprio agio e al sicuro con qualcuno, ma ancor di più
è sentirti cedere le gambe quando quel qualcuno entra in una stanza e ti sorride.
Albert Einstein

 

Capitolo24. Tra sogno e realtà 


Gabriel 

Sangue.

Sangue schizzato su una parente, scorreva lungo una superficie liscia, lucida , conquistando il pavimento sottostante , per poi diramarsi con estrema cautela fino a raggiungere le mie scarpe .

Un pavimento freddo, solido...scheggiato, già macchiato.

Indietreggiai spaventato.

Due corpi , gettati nel silenzio di una stanza, osservavano con occhi sgranati il volto del loro aggressore...e l'avrebbero fatto per sempre.

Erano corpi vuoti, ormai privi di vita.

Aileen e Stella , non c'erano più.

Robert torreggiava su di loro con sguardo trionfante.

Stringeva forte il calcio della sua pistola .

Con dolore e rabbia incontrai il suo sguardo, ormai senza più fiato...

" Ora tocca a te" sussurrò in tono mellifluo , alzò la sua arma e premette il grilletto...

 

"No" urlai , schizzando a sedere sul letto.

Avevo il respiro pesante ed accelerato.

Il corpo tremante e sudato.

Aprii gli occhi di scatto e mi osservai le mani , che tremavano vistosamente come mai avevano fatto prima in vita mia.

Cercai di rallentare i battiti del mio cuore, ma quel sogno era stato fin troppo realistico per essere ignorato.

Mi passai una mano fra i capelli fradici , e trassi un profondo respiro.

Calmati Gabriel , la tua famiglia è al sicuro

E' tutto ok. Tutto a posto.

" Ehi . Amore , tutto bene?"

Mi voltai di scatto verso Stella.

I suoi occhi erano su di me e mi scrutavano con attenzione e preoccupazione.

" S...sì" mentii, sforzandomi di sorriderle.

Era poggiata di schiena alla testiera del letto, stava cullando fra le braccia il nostro piccolo Leonard che dormiva beato con una manina vicino alla boccuccia e l'altra adagiata sul petto della madre.

Portai lo sguardo sulla sveglia digitale , posta sul mio comodino .

Le cinque e trentacinque del mattino.

Ok.

La luce filtrava appena dalle tende scure della finestra, ma era già abbastanza presente e forte da illuminare il nostro letto e gran parte del resto della nostra camera .

" Sicuro?"

Le sfiorai il volto con le dita ed annuii: " E' stato solo un brutto sogno. Non devi preoccuparti"

" Vuoi parlarne?" propose , adagiando con estrema cura e delicatezza il nostro pargoletto nella culla .

Ignorai le sue parole , ed indicai il piccoletto: " Dorme da molto?"

Stella scosse la testa, con un dolce e tenero sorriso da mamma stampato sulle labbra: " No, solo da qualche minuto"

" Sembri parecchio stanca" osservai, mentre ritornava a letto.

Non appena si distese al mio fianco, l'accolsi fra le mie braccia.

" Ammetto di essere un pò stanca , sì . Siamo tornati a Los Angeles già da qualche settimana, ma ancora non ho avuto un attimo di tregua. "

" Sai che sono qui. Di qualsiasi cosa tu abbia bisogno chiedi senza farti alcun tipo problema. "

" Oh, lo so. Infatti ne approfitto. Servono pannolini , papà" annunciò , chiudendo gli occhi con un sorrisetto , ed aggrappandosi a me come una scimmietta.

Le scoccai un bacio fra i capelli, poi presi ad accarezzarla.

"Leonard ha pianto molto? Non l'ho sentito questa notte " chiesi poco dopo, stropicciandomi gli occhi e reprimendo un grosso sbadiglio.

Stella mi sfiorò il petto con dolcezza, posando il suo capo su una mia spalla : " Non appena ha iniziato ad agitarsi , l'ho preso al volo per non farti svegliare"

Sorrisi.

" L'allarme fame scatterà ancora fra..."

"Tre ore" mormorò mia moglie , rubandomi le parole di bocca.

" Non riesco ancora a credere al fatto che sia nato, sai? Voglio dire...è così bello da non sembrare vero. L'ho visto nascere, venire al mondo. L'ho stretto fra le braccia per la prima volta nel suo primo giorno di vita. E' così piccolo, fragile. Temo di fargli male ogni qual volta lo sfioro. Io...io non credevo che si provasse un emozione del genere...è al di là di qualsiasi aspettativa. Ti ricordi la faccia di Kevin ? Appena ha visto Leonard fra le mie braccia è stato sul punto di svenire . Jess è corsa al primo bar disponibile per prendergli un caffé . I tuoi ed i miei non smettevano di chiamare . Aileen che non faceva altro che chiamare il fratellino per telefono . Che casino. E' stato il compleanno più bello della mia vita . Tra l'altro Leonard è nato in Italia . Amore , l'avresti mai detto ? Ci pensi ? E' nato a Roma . Pazzesco. Di questo mia madre ne va matta . Oggi credo che passerà a trovarti, sai? "

Stella non mi rispose.

"Amore?"

Allarmato spostai gli occhi su di lei , ed il mio sguardo si addolcì non appena compresi che si era solo e semplicemente addormentata fra le mie braccia.

Le spalle le si alzavano e si abbassavano al ritmo regolare del suo respiro.

" Dormi amore" le sussurrai , scoccandole un bacio su una guancia.

Scivolai via, facendo attenzione a non svegliarla mentre le adagiavo la testa sul mio cuscino.

Poi, raggiunsi la cucina per prendere un bicchiere d'acqua.

Non appena portai il bicchiere a contatto con le labbra , il display del mio iPhone s'illuminò.

Raggiunsi il tavolo della cucina e l'afferrai.

Due nuovi messaggi.

Visualizzai entrambi , e l'acqua non riuscii più mandarla giù, lungo l'esofago.

Mi avvicinai al lavandino e sputai quel piccolo ed unico sorso che si era bloccato in gola.

Robert.

Era un numero sconosciuto, ma non poteva essere che lui.

Buon compleanno Gabriel . Seppur in ritardo. Sai, mi sembrava più che giusto...anzi doveroso, farti anche i miei...di auguri, anche se avremo occasione di incontrarci molto presto. Io mantengo sempre le mie promesse.

 

 

Hai una bellissima famiglia , complimenti . Leonard Gray , è nato . Una gioia immensa , vero ? Ma devo avvisarti, Gab...forse non sentirai mai chiamarti "papà" da tuo figlio. Ah, salutami tua figlia Aileen, è così ribelle e forte la tua undicenne !

 

Brutto bastardo !

Sferrai un pugno al tavolo e mi feci male le nocche.

Digrignai i denti.

" Non ti azzardare a toccare la mia famiglia" sussurai minaccioso alla parete di fronte , come se quel pazzo potesse sentirmi o vedermi.

Lanciai l'iPhone sul divano nel salone, e raggiunsi a piccoli passi la stanza di mia figlia...per essere certo che fosse lì .

Aprii la porta più piano che potei , e mi avvicinai a lei, senza fare alcun tipo di rumore.

Le accarezzai i boccoli dorati , e sospirai.

Dormiva profondamente.

Si sentiva al sicuro, lontano dai guai.

Così doveva essere.

Le aggiustai meglio le lenzuola , che come al solito aveva stropicciato e strappato via dal letto , e mi misi a sedere accanto a lei.

Era cosi simile a me !

Non solo a livello fisico, ma anche di carattere !

Leonard...lui cambiava continuamente , ogni giorno...chissà da chi avrebbe preso .

Era ancora troppo presto per dirlo , ma...aveva già qualcosa di simile a sua sorella.

Mi pareva di veder lo stesso naso, le stesse labbra.

Ma altri tratti totalmente presi da Stella e...stranamente anche dallo zio Kevin.

Che Kevin avesse ragione ?

Mentre riflettevo mia figlia mugugnò qualcosa nel sonno.

Non riuscii a capire , ma mi fece comunque sorridere.

Non era più la bimba fragile che avevo conosciuto cinque anni fa.

Non più .

 

                                                                                          *****

"Pannolini?" domandò Kevin, con tono divertito.

Si sporse in avanti-oltre la mia scrivania- per analizzare meglio il contenuto della busta , che lasciai cadere su una sedia del mio ufficio.

Ero appena arrivato a lavoro.

Sbuffai e roteai gli occhi: " Ah-ah...ti diverte?"

Mise i piedi sulla scrivania , ed intrecciò le mani dietro la testa: " Molto" ammise con un sorriso a trentadue denti.

Inarcai un sopracciglio: "Leva immediatamente quei piedi dal mio tavolo. Siamo a lavoro non a casa, e questo è il mio ufficio. In più...tu hai la tua scrivania, fila via dalla mia " ordinai perentorio , severo.

Kevin obbedì, senza dire nulla in risposta.

Quindi si alzò , e raggiunse la sua postazione.

" C'è posta per te, paparino" disse , poco dopo.

Mi misi a sedere sulla mia amabile poltroncina ed aprii il computer portatile.

Lo stemma della polizia di Los Angeles fu subito ben visibile, cosparso da programmi di ogni sorta .

Cliccai sulla mia posta elettronica.

Ne avevo tanti di nuovi messaggi.

" Chi ti ha dato il permesso di vedere la mia posta?" domandai furioso.

Kevin mi guardò attentamente, questa volta era serio e preoccupato.

" Mi sono dato il permesso da solo. Perché non hai detto a nessuno che Robert non fa altro che inviarti messaggi in posta , ed sms non graditi ?"

Inclinai la testa di lato: " Come hai fatto a capirlo ?"

Scosse la testa: " Da quando siamo tornati a Los Angeles sei cambiato . Sono un poliziotto, ho indagato con i miei metodi e mezzi e..."

Annuii : " Immagino che tu non l'abbia detto a Stella per non farla preoccupare, vero?"

Sotto sotto, la mia era stata una minaccia...più che un voler ricevere conferma.

Infatti, sorrise.

" No, relax Gabry . Non ho fiatato" e si passò un dito sulle labbra , come per dire : ho mantenuto la bocca cucita.

" Come intendi procedere? Vuole spaventarti , per poi sferrare il suo attacco quando meno te lo aspetti . Non mi piace. Credo che siamo meglio parlarne con il capo."

Trassi un profondo respiro: " La verità è che ho già il terrore che possa toccare anche Leonard. Io..." e non riuscii a continuare.

" No, il capo non dovrà essere informato a meno che non sia strettamente necessario. Sarebbe ancora più rischioso metterlo al corrente di tutto .Voglio dire...Robert potrebbe trovare modi altrettanto peggiori per uccidermi se le mie difese dovessero triplicare...non posso rischiare anche la vita dei miei uomini. " 

Deglutii vistosamente mentre mi decidevo a visualizzare la e-mail.

Un immagine.

Robert, perchè non era che lui, mi aveva inviato un immagine? Nient'altro ? 

Guardai lo schermo del pc con perplessità, mentre le mie dita iniziavano a tamburellare sulla mia scrivania.

"Cosa c'è?" chiese Kevin , avvicinandosi a me.

Voltai il pc verso di lui.

" Secondo te?"

"In teoria non dovresti rispondere alle domande con altre domande, sai?" ribatté lui

Sospirai: " Aiutami a capire che cavolo gli passa per la mente"

" Ma sì, non ho niente di meglio da fare che entrare nelle mante di un pazzo squilibrato"

Gli misi una mano sulla sua: " Sono contento che tu sia qui. Nonostante tutto, mi fa piacere che tu sia diventato il mio partner "

Kevin fece finta di commuoversi sbattendo rapidamente le palpebre.

" Ecco, lo sapevo. Mai che prendi le cose sul serio , eh? "

Il mio iPhone squillò , lo recuperai da una tasca dei pantaloni ed osservai sul display il nome di chi stava cercando di contattarmi.

Victoria.

" Ehi. Cosa c'è Victoria?" risposi

Kevin , davanti a me, si fece attento.

" Ti devo parlare" mi disse

" Di cosa?"

" Al solito bar, alle diciotto " aggiunse , ignorando la mia domanda.

" Mi dici cos..."

Chiuse la conversazione prima ancora che io terminassi di parlare.

                                                                                                 *****

Kevin prese Leonard fra le braccia, ed iniziò a giocare con lui accanto alla mia auto.

"Vola, vola , vola" diceva , mentre l'alzava verso l'alto .

Mio figlio rideva.

Dovevo ammetterlo, zio Kevin...era...era...era lo zio Kevin, punto.

Era bravo con Leonard, e non solo.

Anche Aileen l'adorava come zio.

Simpatico, giocherellone, maldestro...come soltanto lui poteva essere.

Era unico nel suo genere.

Victoria mi diede una gomitata al fianco così forte , da farmi gemere e ritornare alla realtà .

" Mi hai sentito?" domandò seria .

Era seduta al mio fianco, su uno di quei comodi divanetti che il bar di tanto in tanto piazzava all'esterno.

Le pupille nere nelle iridi verde scuro le tremolavano come non mai.

" Ho capito. Ma non posso credere alle tue schiocchezze"

Ridusse gli occhi a due fessure: " Non essere ridicolo, sbirro ! Devi crederci, accidenti !"

" Non farebbe mai una cosa del genere !" cercai di spiegarle.

Victoria scosse la testa: " E' più pericolosa di quanto immagini. Chi pensi abbia dato la tua e-mail e il tuo numero di telefono a Robert ? Non devi fidarti "

" Per quanto mi riguarda, non dovrei fidarmi di te. Dopotutto tu hai cercato di uccidermi per ben due volte in passato." le ricordai , sorseggiando il mio caffé

Si passò la lingua sulle labbra: " Sei cieco. Non capisci niente. E' inutile che io continui a restare qui , perdo solo del tempo prezioso . " e detto questo si alzò, e se ne andò a grandi passi.

Invano provai a fermarla.

Rimasi lì, da solo, nel giro di qualche minuto.

Kevin mi raggiunse con mio figlio .

Quel pomeriggio Stella era uscita con Stefy , non si vedevano da tempo, e mi aveva chiesto di tenere Leonard per qualche oretta , dato avrei avuto il pomeriggio libero da qualsiasi impegno di lavoro . Ovviamente lei era uscita con due agenti al seguito, sotto scorta quindi.

Kevin , invece , si era offerto di accompagnarmi all'incontro con la mia ex-ragazza.

Ed ora eccoci lì, seduti davanti all'ingresso di quel famoso bar , dove io e Victoria amavamo incontrarci un tempo .

" Che ti ha detto la gallinella rossa?" mi chiese, mentre faceva saltellare il bambino sulle sue ginocchia tenendolo per le manine.

" Adesso chiami Victoria anche tu in quel modo?"

Fece spallucce.

" Mia sorella affibbia particolari soprannomi alle persone che non gradisce. Ricordi come ti chiamava ? " sorrise al ricordo " Comunque , si può sapere cosa voleva ? "

Sbuffai: " Secondo lei , dovrei guardarmi bene da Stefy"

Scoppiò a ridere: " Sì, certo. La moglie di James , tra l'altro fresca sposa di un altro uomo, s'interessa degli affari di suo cognato, che vuole uccidere te...suo migliore amico. Non ha senso."

"Appunto, è insensato" commentai io , ma non del tutto convinto.

"Stupido, oltre che insensato" aggiunse lui , sicuro.

Poi scosse la testa: " io credo che si sia inventata tutto per chissà quale secondo fine"

Leonard gorgheggiò in quel momento, catturando la mia attenzione.

Allungai le braccia per afferrarlo .

" Io...non lo so. Victoria fino ad adesso è sempre rimasta dalla nostra parte. Se non fosse stato per lei , non ti avrei mai trovato in quel posto sperduto. Senza dubbio, è in gamba. Quando vuole qualcosa , sa sempre come ottenerla. "

Il Nokia Lumia di Kevin prese a squillare , prima ancora che mio cognato riuscisse a continuare la nostra conversazione.

" Ehiiii sorellina. Come ti butta?" rispose in tono allegro.

Silenzio.

Non potevo sentire cosa mia moglie stesse dicendo, ma lo sguardo di Kevin perse ogni traccia di gioia , quasi di colpo.

Mi allarmai.

Il mio cuore si lanciò al galoppo, in una corsa sfrenata.

" Oddio..." commento, con aria cupa. " No, Gab non ha sentito il telefono." aggiunse , passandosi una mano fra i capelli corvini.

Controllai il mio iPhone. Avevo una chiamata persa, in effetti .

Stella aveva provato a chiamarmi.

Non avevo sentito il telefono.

Per parlare in pace con Victoria avevo tolto la suoneria.

" Ok, viene immediatamente. Sì...sì, calma. Io porto Leonard da nostro padre."

Davanti a quelle parole strinsi forte mio figlio contro il mio petto, come se avessi il terrore di perderlo da un momento all'altro.

Kevin chiuse la conversazione e piazzò lo sguardo su di me: "Aileen..." esordì, deglutendo.

E non c'era bisogno che proseguisse.

Aileen era scomparsa.

" Le avevo chiesto di restare a casa ! Le avevo categoricamente ordinato di non uscire dalla sua camera. L'avevo messa in punizione." urlai in preda alla rabbia.

Leonard si agitò fra le mie braccia.

Stava percependo tutto il mio nervosismo , ed ora era sul punto di piangere.

Kevin lo riprese fra le sue braccia , senza che glielo chiedessi, prima che a Leonard spuntassero le prime lacrime.

" Cerca di stare calmo" mi consigliò mentre coccolava mio figlio , che riprese subito il sorriso " non pensiamo al peggio"

Abbassai lo sguardo: " Kevin devi farmi una promessa."

Mio cognato mi guardò confuso.

" Se tutto questo rientra nei piani di Robert , vuol dire che molto presto potrei non essere più qui e..."

Roteò gli occhi: " Non iniziare a fare discorsi filosofici e strappa-lacrime , non sei in punto di morte. Chiaro?"

Sorrisi, ma era un sorriso che racchiudeva tristezza. Lui capì perfettamente.

" Leonard starà bene con te." dissi semplicemente

" Io non sono suo padre" scandì bene, parola per parola " sono suo zio. Lui ha bisogno di te , non di me . Cerca di occuparti di tornare tutto intero e con Aileen al seguito , piuttosto che farti fregare da quell'assassino"

Mi alzai e scoccai un bacio sulla fronte del piccolo Leonard

 " Ok , hai ragione"

Tornerò piccolino , dissi mentalmente a mio figlio con un piccolo sorriso sulle labbra.

Lui ricambiò teneramente. 

" Chiama non appena sai qualcosa" aggiunse mio cognato

" Lo farò" promisi , prima di recuperare le chiavi della mia auto .

Aileen , dove sei finita ?

Ti troverò , piccola .

E' una promessa .

Non aver paura , ti vengo a prendere .

Quel folle non ti toccherà nemmeno con un dito , non gli permetterò di farlo

 

Angolo Autrice

 

Ciaoooo ragazzi ^^ Sì , siamo ritornati all'azione .

Contenti ?

Robert cosa avrà in mente ? Di sicuro Gabriel farà di tutto per non dargliela vinta...

Aileen dove sarà finita ? E Stella cosa deciderà di fare ?

Stefy, la migliore amica di GG e Stella , è davvero coinvolta in tutta questa faccenda ?

Victoria?

Presto conoscerete ogni cosa ;)

Ringrazio infinitamente chi recensisce...

vi ringrazio ragazze per il vostro immancabile sostegno, senza di voi non sarebbe la stessa cosa ;)

Novalis, Leila , Tonia grazie di cuore per aver recensito il capitolo precedente e continuare a recensire :)

Ringrazio tanto tutti coloro che preferiscono , seguono e ricordano questa storia <3

Al prossimo capitolo :)

Un bacione a presto ;)   

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Capitolo 25
*** Stelle cadenti ***



Oltre il mare del mio cuore
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Capitolo25. Stelle cadenti


Gabriel

 
La mano sinistra sullo sterzo, l'altra sul cambio . Guidavo verso casa.
Gli occhi fissi sulla strada , dove auto , moto , camion e tir , sfrecciavano imperterriti verso la propria meta .
Su quella strada...c'erano i miei soli occhi, non la mia mente...non c'era il mio cuore.
I fari scintillavano nella notte, come stelle cadenti in fuga su quel manto nero...che non era altro che asfalto , non cielo.
Stelle cadenti .
Era proprio questo il periodo in cui era più facile scorgerle , mentre attraversavano la nostra atmosfera, illuminando le notti d'estate con le loro meravigliose code scintillanti, spesso infuocate.
A pensarci bene però, quelle stelle non erano come...la mia Stella, già "caduta" nel mio cuore , davanti ai miei occhi, in una mattina di cinque anni fa. Il mio Dono.
Forse non mi serviva guardare altre stelle , dopotutto io la mia l' avevo già vista, presa, conquistata .
La mia Stella era la più bella e luminosa .
Era solo mia , ed io non avevo bisogno d' altro se non di lei...
Sorrisi.
Eppure se niente di tutta questa orribile faccenda fosse mai esistita , a quest'ora non mi sarei trovato alla guida di un auto , no , ma in riva al mare, sulla battigia , assieme alla mia famiglia...intento ad ammirare il cielo stellato , in compagnia di un piccolo falò...magari ormai sul punto di spegnersi , ad ascoltare le onde dell'oceano Pacifico infrangersi lungo la costa a pochi centimetri dai miei piedi , con la brezza e l'odore di salsedine...
Ogni cosa , anche la più semplice e banale, mi mancava terribilmente in quel momento...come la tranquillità nella propria dimora , la consapevolezza che nessuno avrebbe voluto farci del male intenzionalmente da un momento all'altro , una dolce carezza sulla pelle , ed il fruscìo delle lenzuola a contatto con il mio corpo e quello di mia moglie mentre eravamo stretti in un tenero abbraccio oppure intenti a far l'amore .
Aileen
Ero preoccupato per lei. Ero suo padre . Ed era più che normale che mi preoccupassi a questo modo per mia figlia , specie se c'era un tipo come Robert nei paraggi , che smaniava dalla voglia di uccidermi e sterminare il resto della mia famiglia soltanto per farmi altro male, per gioco o...vendetta.
Il suo non poteva essere considerato amore o giustizia nei confronti del fratello, no.
James non avrebbe mai causato tanto scompiglio , male e dolore.
Mi mancava il mio vecchio collega , era inutile negarlo.
Mi mancava il mio migliore amico, colui il quale mi tirava sempre fuori dai guai, che mi rimproverava severamente quando sbagliavo , che mi costringeva a restare chiuso in ufficio quando preferivo agire d'istinto invece che non il senno durante un operazione.
Ero rimasto solo , nessuno sarebbe corso in mio aiuto, pronto ad offrirmi la sua mano più esperta . Non ero più...un ragazzino alle prime armi ormai , ma un uomo...ed un uomo non poteva e non può sfuggire davanti alle proprie responsabilità come un ragazzino.
Avevo una famiglia a cui pensare, la vita di alcuni uomini , che avevano scelto di entrare in polizia e di eseguire i miei ordini , nelle mie mani .
E mi chiedevo...ne ero capace?
Ero realmente capace di affrontare tutto questo?
Essere un capo, una guida , un marito, un padre...
Il piccolo di casa Jordan era rimasto senza un padre, Stefy senza il proprio marito...ed io ? Avrei fatto la stessa fine di James ? Stella la stessa fine di Stefy , e Leonard la stessa fine di Mattew ?
James era il più saggio , il più furbo e attento . Un buon poliziotto.
Io il più incosciente, ingenuo e testardo sbirro in circolazione .
Leonard...si sarebbe mai ricordato di me in caso di una mia eventuale morte ? E Stella ?
Aileen...
Sfiorala con un dito, tirale solo un capello, Robert...e ti ucciderò con le mie mani

Lei non aveva colpe.

Lei era innocente, perché doveva pagare al posto mio?

James .

Da anni non facevo altro che pensare al fatto che forse...la sua morte...era avvenuta anche a causa mia.

Robert aveva ragione?

James non avrebbe mai preso quel volo per raggiungermi se io fossi stato più attento...più...non so.

Non so cosa avrei potuto fare precisamente per evitare il peggio.

Aileen, piccola, non temere...

ma perché non mi hai ascoltato, eh?

Perché sei uscita senza dirmi nulla ?

Forse...avrei dovuto raccontarti tutto, dirti il perché di tutte quelle mie attenzioni soffocanti, esasperanti .

Avresti capito, sì , tu sei una ragazzina intelligente .

Ma come avrei potuto darti preoccupazioni del genere ?

Hai solo undici anni .

Strinsi forte lo sterzo.

Ero ormai vicino casa, Stella mi stava aspettando.

Non doveva essere facile neanche per lei tutta questa situazione.

Cambiai la marcia e proseguii costeggiando il meraviglioso lungomare di Los Angeles.

In questa notte...ti prenderò Robert, è una promessa

 

Stella

 

La verità? La verità era che io e Gabriel non avevamo altro tempo per vivere la nostra vita. Tutto quello che stava accadendo non dipendeva né da me, né dall'uomo che amavo , ma da un solo, unico e semplice essere umano , che stava distruggendo tutto ciò che io e mio marito avevamo costruito con tanti sacrifici e tanto amore in questi anni.

Non avrei mai pensato che informare Gabriel della scomparsa di Aileen , sarebbe stato un errore.

Un grosso errore...a tal punto da rientrare nei piani malvagi di Robert Jordan.

Subito dopo la telefonata fatta a mio fratello per mettere Gabriel al corrente di tutto , in qualche modo - Will , il braccio destro di Robert , assieme a due dei suoi sgherri era piombato in casa mia...e Stefy, seduta al mio fianco, non aveva mosso un solo dito .

Lei conosceva ogni cosa. Lei sapeva tutto.

Tutto.

Stefy, la mia migliore amica , era in realtà la mia peggior nemica...ed io non avevo mai sospettato nulla.

Io mi fidavo di lei.

Amicizia distrutta, perché ? PERCHE' ?

Lei e suo cognato Robert uniti in quella folle vendetta.

Contro di me , contro mio marito...da sempre.

Mattew...povero piccolo.

Senza un padre...e una madre sul punto di perdere il senno.

Max, il fidanzatino di Aileen, costretto a veder il papà intenzionato ad uccidere il padre della sua ragazzina.

Io...non avevo potuto far nulla per fermare l'inevitabile.

Quando sentii le chiavi di Gabriel girare nella serratura della porta d'ingresso del nostro appartamento, spalancai i miei occhi.

Provai ad urlare a muovermi, ad avvertirlo con ogni mezzo, gesto...ma non riuscii a far nulla.

Ero seduta a terra, la schiena contro il divano e le ginocchia strette al petto.

Polsi e caviglie legate da corde ruvide e pesanti.

Un pezzo di stoffa nella bocca , che mi proibiva di parlare e di respirare al meglio.

Deglutii a vuoto.

Non appena mio marito entrò in casa, e mi vide in quelle condizioni, corse verso di me preoccupato, allarmato, senza pensarci due volte .

Provai a scuotere la testa, provai ad urlare , ma tutti i miei sforzi furono soffocati da quella stoffa odiosa , pungente e ruvida , leggermente profumata di lavanda , che mi ritrovavo in bocca ed a contatto con la lingua.

Inevitabilmente scoppiai a piangere, e la mia vista si offuscò

Un attimo dopo, Will premette la canna della sua pistola contro la fronte di Gabriel , un ghigno sul volto.

Mio marito era solo a tre passi da me.

Solo tre passi.

Gabriel si bloccò all'istante.

Ma nonostante avesse una pistola a contatto con la pelle, non abbassò lo sguardo neanche per un istante .

Continuava a guardare dritto negli occhi di Will, dapprima sopreso poi senza alcun timore .

" Ti stavamo aspettando!" comunicò quello in tono allegro " senza di te...la festa non poteva avere inizio. "

" Quale festa?" domandò lui, brusco, per poi posare lo sguardo su di me: " Stai bene?" mi chiese con tono più dolce.

Annuii lentamente.

Uno dei due uomini venuti in compagnia di Will, gli tolse la pistola dalla fondina.

Gabriel lo guardò in cagnesco.

"Gab, rilassati. E' solo una precauzione prima del gran finale" esordì Stefy, all'improvviso .

Non sapevo dove fosse finita, prima di quel momento...

forse era rimasta in cucina in attesa del suo arrivo, o forse no.

Chi poteva sapere cosa stava combinando quella lì in casa mia ?

Gabriel strabuzzò gli occhi quando si ritrovò faccia a faccia con Stefy.

Era spiazzato, confuso, basito, scioccato , incredulo.

Non poteva crederci.

Come me, del resto .

Sembrava assurdo, impossibile.

" Per tutto questo tempo..." disse a lei con un filo di voce.

" Esatto. Sognavo questo momento da sempre , ed ora è arrivato, finalmente . Dopo anni di lunga attesa avrò la mia vendetta. Il mio recente matrimonio è stata solo una copertura. Non ho mai smesso di credere al fatto che se tu fossi morto in quel piccolo hotel a Parigi, cinque anni fa , forse James a quest'ora sarebbe ancora qui e non sotto-terra. Gabriel , eri un buon amico...ma non posso più sopportare questa situazione. Leonard ha un padre, mio figlio no!"

Negli occhi verdi di Gabriel lessi tutto quel dispiacere e quel dolore che si era imposto in quegli anni di tener segreto dentro di sé , nel suo cuore.

Quel senso di colpa...che non poteva appartenergli.

Non era stata colpa sua. No.

James aveva deciso di sua spontanea volontà di seguirlo , perché aveva un cuore buono, perché gli voleva bene .

" James...ti amava. Tanto. E tu...vuoi davvero diventare una criminale ? Vuoi davvero andare contro tutto ciò in cui lui credeva ? Ascolta Stefy , mi dispiace tanto...per tutto. Se avessi potuto fare qualcosa per salvarlo io l'avrei fatto. "

" E' troppo tardi Gab" tagliò corto lei

Gabriel fece per aggredirla , le mani pronte a stringersi intorno al collo della "nostra amica".

Era accecato dalla rabbia, ed era disposto a tutto pur di salvare me ed i suoi figli.

Come sempre.

Will lo fermò, ricordandogli che aveva ancora la canna di una pistola puntata contro.

" Un solo passo e sparo" l'avvisò, abbassando lentamente l'arma per affondargliela nel petto.

Tremai davanti a quella scena.

" Stai attento , sbirro . Robert mi ha chiesto di tenerti in vita fino al suo arrivo , ma potrei non resistere all'impulso di farti fuori seduta stante . Sai, lui si sta occupando di tua figlia...ed altri uomini di tuo figlio. Molto presto la famiglia Gray sarà al completo, contento?"

Leonard...mio figlio.

Aileen...

No, no, no.

Gabriel irrigidì la mascella: " Dovete lasciare in pace la mia famiglia, chiaro?" ringhiò, furioso.

Ed in un attimo successe di tutto.

Gabriel afferrò il polso di Will con la mano sinistra , con tanta forza e prontezza da fargli perdere la presa sulla pistola , prima ancora che l'altro riuscisse a premere il dito sul grilletto.

Con il destro , mio marito gli sferrò un pugno nello stomaco, ed un calcio nel fianco capace di fare indietreggiare quell'idiota , che successivamente si piegò in due dal dolore.

Mi dimenai con tutte le mie forze , volevo aiutarlo.

Dovevo aiutarlo.

Ma quei due scagnozzi , posizionati uno alla destra e l'altro alla sinistra di Stefy , partirono all'attacco e si avventarono su Gabriel, come un gatto su un topo.

L'afferrarono per le braccia .

Gabriel cercò di ribellarsi, di sbarazzarsi di loro, si dimenò .

Tirò una forte gomitata ad uno , ed un destro ad un altro.

Ma erano uno contro due. Uno scontro non alla pari.

In poco tempo riuscirono ad immobilizzarlo .

Stefy recuperò la pistola di Will da terra e la soppesò, ridendo: " Che coraggio."commentò con un sorriso frivolo.

Non l'avevo mai vista così dura, insensibile.

Will si riprese e fissò mio marito con occhi pieni di rabbia.

" Adesso basta."

Si avvicinò a lui con fare minaccioso, ed io chiusi gli occhi.

Non volevo vedere.

NO.

Non volevo vedere.

Ti prego, no.

Non potevo assistere a Will che riempiva Gabriel di calci e pugni, era troppo.

Urlai nel pezzo di stoffa, inutilmente, mentre le mie orecchie ascoltevano gemiti di dolore sommessi contro la mia volontà.

Quando riaprii gli occhi - soltanto dopo quelli che parvero interminabili minuti – trovai Gabriel in ginocchio.

I due sgherri continuavano a tenerlo per le braccia, mentre Stefy torreggiava su di lui in compagnia di Will , che batteva le mani compiaciuto per il proprio operato.

La mia vista si offuscò nuovamente alla vista del sangue.

Gabriel perdeva sangue dal naso, il labbro superiore spaccato.

Tossì per un pò, ed in seguito si passò la lingua sulle labbra.

" Non pensate che sia finita" esordì mio marito , seppur a fatica , levando il mento per fissare ancora una volta quei due senza timore .

La forza nei suoi occhi non era stata scalfita .

" Non vincerete" promise

Non vincerete , ripetei io nella mia mente .

Lui non si era arreso e non l'avrei fatto neanch'io...



Angolo Autrice

 

Ciaooo ragazzi ^^ come avete passato il Ferragosto? Vi siete divertiti ?

Io l'ho passato in famiglia , in montagna <3

Taaaanto cibo , ma anche una... luuunga passeggiata per digerire XD

Mi dispiace avervi fatto attendere un pò per questo nuovo capitolo :/

Tuttavia , cosa ne pensate ?

L'ho diviso in due parti , in quanto altrimenti sarebbe stato troppo lungo.

La prossima parte arriverà nel fine settimana o nel week-end ;)

Saranno presenti anche Kevin e Jess

Ringrazio di cuore Fiordicampo , Leila, Novalis , Tonia , Noemi ... per le vostre meravigliose recensioni <3

Ringrazio inifinitamente chi preferisce, segue e ricorda questa storia <3

Al prossimo capitolo :)

Un bacione a presto ;)

 

 

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Capitolo 26
*** Bebè canterino ***



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Capitolo26. Bebé canterino


Kevin

 
" Oh, finalmente a casa. Casa dolce casa , giusto Leo?"

Mi risposero soltanto le lacrime del piccolo , che non aveva alcuna intenzione di smettere di piangere e di agitare i pugnetti per aria.  Mi voltai verso di lui, sganciando la cintura di sicurezza. Avevo parcheggiato nel vialetto di casa mia e non mi restava che scendere dall'auto con il piccolo ometto . 

" Leonard Gray, vogliamo smetterla di piangere?" implorai, esasperato, mentre continuavo a guardare il piccoletto grazie alle luci in auto , ancora accese .

Il visetto era così rosso e rigato da lacrime che non poteva non farmi tenerezza. 
Certo però , che il mio nipotino aveva un impianto stereo incorporato assurdo ! 
Il suo pianto superava i decibel consentiti!
Il mio mal di testa aveva raggiunto livelli esorbitanti.
I suoi genitori avrebbero dovuto risarcirmi i danni fisici e morali.
Sbuffando , presi il piccolo in braccio, dopo averlo preso dall'ovetto dell' inglesina .

" Oh Leo ! Diamoci una regolata, eh?" gli dissi, cullandolo un poco.

Niente. Nulla di fatto. Non voleva smetterla.

Scesi dall'auto con l' ugneeee ugneeee di mio nipote nelle orecchie, una sorta di  sirena, sul punto di farmi perdere i timpani , e mi avviai all'ingresso di casa Marsano.
Ad accogliermi, oltre la soglia della porta, ci furono mio padre, mia madre e la mia dolce ed incantevole Jess. Mi accerchiarono in un istante.
Ma ovviamente, anzi come sempre d'altronde , quando c'era Leonard nei paraggi...il qui presente Kevin Marsano perdeva d'importanza.
Era come se non fossi neanche entrato in casa.

Mi sarei aspettato almeno un "ciao" , "come stai" , "dove sei stato" ...NULLA!

Perfino Jess mi liquidò con un fugace bacio su una guancia.
I loro occhi erano tutti puntati sul bebé canterino
Leo stava urlando una bella serenata.
Mio padre sfoderò una serie di facce buffe, che mi domandai se avessero potuto traumatizzare il bambino. Ed infatti , per precauzione, decisi di impedire al piccolo di guardarlo.
Mia madre invece, dal canto suo, addolcì i suoi lineamenti ed i suoi occhi diventavano lucidi. Le mani congiunte davanti alla bocca per l'emozione incontenibile.
Jess, lei era...lei era lei
I suoi capelli ramati sempre pronti a contornarle il viso pallido e ovale assieme alle piccole e graziose lentiggini , le sue labbra morbide appena dischiuse e piegate in leggero sorriso.
Si era cosparsa di profumo alla vaniglia. Troppo buono.

" Forza , dai a me...io so cosa vuole" proferì mia madre, all'improvviso ed in tono autoritario , allungando le braccia verso di me per farsi lasciare il piccolo.  "latte, c'è bisogno di latte"

"Hai fame , vero piccolo?" sussurrò a Leonard , addolcendo il tono di voce non appena fu tra le sue braccia,  mentre Jess nel frattempo gli sfiorava la punta del nasino , sussurrandogli parole dolci per farlo calmare.

Mi misi le mani sui fianchi: "Tutto qui? Ha solo fame?"

Jess scoppiò a ridere , poi si avvicinò a me, mi circondò un braccio con le sue mani e posò la testa sulla mia spalla.

Mio padre invece ritornò quello di sempre, non appena Leo sparì dietro la porta della cucina assieme a mia madre.

" Stella? Il piccolo ha bisogno di lei. Il latte che abbiamo va bene per lui, ma non è come quello di sua madre."

"Abbiamo bisogno di un biberon ." urlò mia madre dalla cucina.

"Stella e Gabriel in questo momento non possono occuparsi di lui" chiarii all'istante per entrambi .

Mio padre si fece subito attento: " E' successo qualcosa?"

Annuii, e senza troppi giri di parole lo misi al corrente di tutto: "Aileen è scomparsa"

"COSA?" urlò mia madre, sempre dalla cucina

Alessandro deglutì e corrugò la fronte. Numerose linee sottili gli solcarono la fronte: " Robert?"

Scossi la testa: " Ancora non ne siamo sicuri, tuttavia...Gabriel mi chiamerà non appena saprà qualcosa in più "
 

Stella
 
La riposta di Gabriel non fu affatto ben accolta e gradita da Stefy e Will.

Stefy lo fulminò con un'occhiataccia ed un semplice : " Vedremo" appena accennato , sussurrato , mentre Will , che non desiderava  altro che un pretesto per mettere ancora una volta le mani addosso a mio marito, sferrò un ennesimo calcio malevolo al fianco di Gabriel .
Mio marito strinse i denti per non urlare , e poco dopo sputò sangue. Sul pavimento fu ben visibile qualche macchietta rossa.
Forse si era morso la lingua per non dare alcuna soddisfazione a quei due. Avrebbe fatto di tutto pur di non far ascoltare i suoi gemiti.
Ed il mio cuore non riusciva a rallentare la sua corsa sfrenata.

" Illuditi pure" aggiunse Stefy , chinandosi su di lui " ma non sarà così"

Questa volta mio marito non aprì bocca, si limitò a guardarla.
Del sangue continuava ad uscirgli dal naso, finendo per confondersi con il sangue fuoriuscito dal labbro spaccato.
Il colletto della sua camicia era quasi del tutto tinto di rosso , un rosso vivo .
Will recuperò le manette , che il mio amato sbirro aveva ancora attaccate alla cintura , e ammanettò un polso di Gabriel al piccolo termosifone presente nel salone.

" Così , starai buono buono" avvisò Will

Dentro di me sentii scorrere del fuoco liquido nelle vene quando Stefy osò accarezzare una guancia di mio marito.
Avvampai di rabbia, ero sicura che il mio viso fosse diventato rosso di collera. Mi prudevano le mani dalla voglia di prenderla a schiaffi , se solo avessi potuto.
Non toccarlo, serpe !

Gabriel le mostrò una smorfia di disgusto, e sono sicura che lottò contro l'impulso di morderle le dita : " Cosa dirai a Mattew quando mi cercherà?"

Fece spallucce: " Lo zio Gabriel è morto , semplice. Morto come James, suo padre"

Gabriel strattonò il polso ammanettato , ma non riuscì altro che ottenere solo un suono metallico fastidioso. Il termosifone vibrò, nulla di più.
Intanto quei due , che precedentemente avevano tenuto fermo Gabriel , presero a cospargere benzina per tutta la casa.
Sussultai nervosa, agitata e spaventata.
Cose avevano intenzione di fare, esattamente ?
L'odore era così forte e pungente da sentirlo sulla lingua e farmi girare la testa.

" Una semplice precauzione, Stella" spiegò Stefy, dopo aver visto la mia reazione. "Se qualcosa dovesse andare per il verso
sbagliato...beh, ci sarà una piccola grigliata in casa Gray"

Tremai, ma cercai in tutti i modi di non farlo notare.
Una melodia si diffuse per la stanza.
L' iPhone di Gabriel .
Will lo recuperò da una tasca dei suoi Jeans , mentre minacciava mio marito con la pistola puntata contro , per invitarlo a non muoversi ed a far silenzio.

" Rispondi tu" mi disse Stefy , mentre mi liberava la bocca da quel pezzo di stoffa odioso. " se provi a dire qualcosa su quanto sta accadendo qui , Will sparerà a Gabriel.  Quindi , se tieni a tuo marito non fare sciocchezze"

" Non puoi ucciderlo, non senza Robert. Tuo cognato potrebbe arrabbiarsi molto."
Avevo la bocca asciutta, ma finalmente potevo parlare .
Il mio tono di voce risultò comunque strano perfino a me stessa.
Stefy scosse la testa, ed avvicinò il suo viso al mio, ne percepivo il respiro sulla pelle : " Gli sparerà, stai attenta " minacciò , ribadendo il concetto espresso poco prima

Deglutii e lanciai un'occhiata in direzione di Gabriel .

"Avanti, rispondi" ordinò, accostandomi l' iPhone ad un orecchio , dopo aver sfiorato il touch-screen per avviare la conversazione.

" Ehi Gab. Sto ancora aspettando tue notizie. Allora?"

Mio fratello. Il mio fratellino

"Ehi, Kevin" salutai con voce roca 

" Tutto ok?" Dalla sua voce trasparivano tracce di preoccupazione e sospetto.

" Sì, oddio...più o meno. Ancora nessuna notizia di Aileen"
Cercai di apparir più disinvolta possibile

" Oh, ok...ma perché hai risposto tu al telefono di Gab?"

" Oh, intendi il titolo di quel film..." esordii io , dovevo trovare una scappatoia un qualcosa che mi aiutasse a fargli capire che io e Gabriel eravamo nei guai.

" Sté , ma sei uscita di senno?"

"Sì , quell'attore. No, non quello che pensi tu...sì, hai ragione. No , lui non poteva riabbracciare la figlia..." tremai , e la mia fronte s'imperlò di sudore freddo . La mia voce non doveva inclinarsi, no.

" Quale film? Che c'entra?" domandò con tono di voce stridulo

Mi scappò un lamento quando Will colpì Gabriel ad una tempia con il calcio della pistola.

Stefy allontanò il telefono e chiuse la conversazione: " Che pensavi di fare, eh?" sibilò a denti stretti.

Avevo sbagliato tutto. Tutto. Posai gli occhi su Gabriel, ormai privo di sensi.

"Adesso quello chiamerà la polizia, verranno qui" disse Will , allarmato

"Dobbiamo andarcene. Chiama Robert." decise Stefy, che mi mollò uno schiaffo in pieno viso: " Sei una sciocca"

La fulminai con lo sguardo e strattonai la corda che mi teneva legati i polsi: " Tu sei una bastarda!"

" Cari saluti, Stella" aggiunse lei poco dopo , con un sorriso, gettando un accendino per terra .
Una lingua di fuoco schizzò verso l'alto
" Non finisce qui , mi hai sentita?" urlai con tutte le mie forze, fino a farmi vibrare il petto , mentre lei chiudeva la porta d'ingresso dietro di sé in compagnia di Will e di quei due sgherri.  
Con forza mi dimenai ancora e ancora.
Dovevo liberarmi, alla svelta.
Non morirò , non così...non adesso, non morirò
"Gabriel" gridai, ma lui non poteva rispondermi .
Non finirà così, no...
Troverò un modo per risolvere al meglio tutta la faccenda

 


Spoiler prossimo capitolo

"Prendi quella pistola" ordinò , con un tono che non ammetteva repliche.
Scossi la testa, terrorizzata all'idea di impugnare la sua pistola.

" Ho detto prendi quella pistola, e spara" ripeté , furioso " Sbrigati . Quest'incendio  non aspetterà i nostri comodi . "

Rilasciai tutte le parole , che mi scorrevano come un fiume in piena nella mente : "No, sei matto? Non voglio farlo. Potrei ferirti, peggio ancora...ucciderti. Come puoi solamente pensare di...come puoi pretendere che..."  

" Spara"

Sussultai per l'improvviso imperativo categorico , urlato .
 
"Ok, perfetto. Come vuoi" sbottai 
 
Recuperai l'arma da terra
 
" Tu ti fidi di me? "
 
" Lo sai "...
 
 
Angolo Autrice
 
Ciaooooo ragazzi ^^ lo so , lo so bene...sono in ritardo mostruoso , chiedo venia per questo .  Tuttavia spero con tutto il cuore che il capitolo sia in qualche modo riuscito a ripagare la vostra attesa .
Vi ringrazio immensamente per la vostra pazienza , ma prima di oggi non ho potuto aggiornare questa storia per un motivo principale...ho un pò pensato al finale di questa storia , e di conseguenza volevo essere sicura di tutto prima di andare avanti ;)
Spero che lo spoiler vi sia piaciuto, nel prossimo capitolo succederanno un pò di cose 
Ringrazio tantissimo Novalis, Leila, Noemi e Tonia  per aver recensito il capitolo precedente :) siete meravigliose ragazze <3
Le vostre recensioni mi regalano sempre emozioni ,  e mi aiutano a portare avanti la storia  verso il suo ultimo capitolo...
Ringrazio chi preferisce , segue , ricorda questa storia *_____*
Non ho parole davanti l'affetto che dimostrate...a me e a questa storia <3
Al prossimo capitolo :)
A presto ;)

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Capitolo 27
*** Fidarsi ***


Oltre il mare del mio cuore

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Due cose ci salvano nella vita: amare e ridere.
Se ne avete una va bene. Se le avete tutte e due siete invincibili.
T.Tejpal


Capitolo.27 Fidarsi

 

Stella

 

Fuoco.

Incredibile come da una piccola scintilla, fiammella , generata da un accendino , si possa arrivare ad un incendio vero e proprio , una tempesta di fuoco.

Un inferno.

Casa .

Casa mia .

Tutto , tutto stava andando a fuoco , in rovina .

Ogni cosa era divorata da quelle fiamme micidiali , potenti , robuste , che si espandevano come acqua su un tessuto , diramandosi e raggiungendo ogni stanza ad una velocità impressionante , stratosferica .

In pochi minuti, il fuoco stava rendendo polvere la nostra dimora , sgretolando ogni cosa, facendola attorcigliare su se stessa , a partire dal salone , poi la nostra cucina, la camera da letto , la stanza di Aileen...

Mi salirono le lacrime agli occhi, se per il fumo o per ciò che stavo provando davanti a quell'opera di distruzione non riuscii a capirlo, comprenderlo .

Robert stava distruggendo la mia vita, la mia famiglia, la mia casa...basta, basta !

Doveva smetterla .

Con angoscia mi protesi verso Gabriel, che era accasciato contro la parete , ancora privo di sensi.

Mi guardai attorno, non potevo perdere un minuto di più.

Non volevo morire in questo modo, ustionata, bruciata, soffocata...no, e nemmeno il mio amore doveva fare una fine del genere.

Strattonai le corde che mi tenevano legata come un salame , ed urlai di frustrazione.

Scrutai alcune schegge di vetro per terra, sparse sul tappeto , sotto al tavolino , non ancora in fiamme.

Un bicchiere di vetro , il bicchiere nel quale stavo bevendo prima che Will facesse il suo ingresso teatrale in casa mia sotto lo sguardo compiaciuto di Stefy , era caduto a terra ed era finito in frantumi.

Faceva un caldo impressionante, allucinante, asfissiante.

Sentii i miei vestiti impregnarsi di sudore, che colava su tutto il mio viso, la mia schiena, rendendomi i capelli umidi, e ne sentii perfino il sale sulle labbra.

Pizzicava.

Ed io avevo sete.

Tossii.

Pessimo, pessimissimo segno.

Con uno sforzo immane afferrai una scheggia di vetro grossa quasi quanto il palmo della mia mano destra , e presi a tagliare la corda che mi teneva i polsi in trappola , in qualche modo.

Il vetro ferì la mia carne, percepii chiaramente il sangue scarlatto colarmi giù sui polsi, seppur non potevo vederlo, avendo le mani legate dietro la schiena.

"Gabriel" chiamai di tanto in tanto , e mi stupivo del cambiamento repentino del mio tono di voce.

Non era forte, squillante, ma debole , dolorante , soffiato...soffocato.

Cercai di accelerare il ritmo nel tagliare quella corda fastidiosa , e dopo qualche altro estenuante minuto sentii uno strappo .

Con mio enorme sollievo la corda aveva ceduto , finalmente.

Lasciai cadere per terra il pezzo di vetro con un lamento soffocato , assieme ai resti di quella corda odiosa , e mi osservai le mani.

I polsi erano rossi, gonfi, il palmo della mano destra tagliato dalla base del pollice in su, fino alle dita .

Faceva un male terribile, ma non potevo lasciare che il dolore mi proibisse di muovermi.

Sciolsi immediatamente l'altra corda , che teneva unite le mie caviglie, e strappai un pezzo di stoffa dalla mia maglietta per arrotolarla intorno la ferita della mano , creando così una sorta di fasciatura per arrestare l'emorragia.

Furiosa, accaldata e senza più fiato, raggiunsi Gabriel.

"Amore mio" sussurrai afferrandogli il volto fra le mani. Il respiro corto.

La sua piccola ferita sul labbro superiore aveva smesso di sanguinare , così come il naso.

"Amore mio apri gli occhi" aggiunsi, con una certa urgenza.

Le fiamme , alte e spaventose, stavano per raggiungerci.

Lanciai un'occhiata preoccupata verso di loro.

In più...presto il fumo ci avrebbe intossicato.

Tossii ancora una volta.

I miei polmoni iniziarono a protestare.

" Gabriel , forza" urlai , scuotendolo un poco.

Socchiuse gli occhi ed io trassi un profondo respiro.

Gli afferrai le spalle , e lo strinsi in un forte abbraccio, affondando il mento nell'incavo del suo collo .

Una lacrima di sollievo mi sfuggì all'istante.

Poi sciolsi l'abbraccio e lo vidi sbattere rapido le palpebre, diverse volte, per fare chiarezza intorno a sé .

Quando si rese conto in che situazione eravamo strattonò la manetta che lo teneva ancora ancorato al termosifone.

"Cacchio" esordì , il verde dei suoi occhi si scontrò con il color caramello dei miei , e ne vidi chiaramente le fiamme riflesse , che divampavano come non mai tutt'intorno a noi in un allegro girotondo ?

" Stai bene?" mi accertai, scrutando con minuziosità anche la ferita alla tempia , nata per colpa di quel colpo che Will gli aveva inferto con il calcio della pistola.

Annuì , seppur ancora un pò confuso, stordito : "Sì, ma...devi andare via da qui" sentenziò

"Lo so" confermai io, rapendogli il respiro con un bacio " ma non senza di te"

Lui tossì .

" Non hai tempo per liberarmi" continuò , mentre insisteva nel strattonare quella manetta.

" Non fare lo stupido, io non ti lascio solo . Chiaro?" urlai, sopra quel trambusto di fiamme. L'odore di bruciato era insopportabile.

Mi afferrò il mento con la mano libera per costringermi a guardarlo dritto negli occhi : " Quella bomba, avrebbe ucciso anche il nostro bambino . Questo incendio...non ucciderà il nostro Leonard, non possiamo non pensare a lui . Non possiamo lasciarlo senza un padre e una madre "

" Smettila" avvisai io " Aileen pensi che non abbia bisogno di te ? Ed io ? Ci pensi a me ? E poi...Aileen, anche lei è tua figlia, anzi nostra figlia , e quel giorno tu...ed io..."

" Lei può farcela , è in gamba . E' grande ormai , e poi ci sarai tu e sua madre . " rispose, senza lasciarmi neanche il tempo di concludere quel che avevo da dire.

" Non si è mai grandi abbastanza da perdere i propri genitori . Lei ha bisogno anche di te " proferii io , furiosa "adesso smettila di sparare in aria le solite cretinate , tanto non cambio idea. E cerca con me un modo per liberarti da queste "cose" ! Io da qui senza di te non mi smuovo"

Sbuffò .

Frugai nelle tasche dei suoi pantaloni.

" Vuoi trovare la soluzione , esattamente come?" domandò lui, inarcando un sopracciglio , mostrandomi tutta la sua curiosità e perplessità per quel mio gesto.

" La chiave per aprire queste benedette manette l'hai mangiata?" commentai sarcastica

Scosse la testa: " Will ha pensato bene di gettarla via."

Digrignai i denti

" Ok, ricordami che quando uscirò da qui un calcio al nostro Will nei "paesi bassi" non glielo toglierà nessuno "

Sorrise appena, poggiando il capo alla parete alle sue spalle : " Ho un mal di testa atroce"

" Resisti, presto saremo fuori da qui "

" Devi prendere la pistola " decise , all'improvviso.

Come se mi stesse chiedendo di fare una tranquilla passeggiata nel parco oppure una vacanza ai Caraibi

" Come?" feci finta di non aver capito.

Con un cenno del capo m'indicò la sua pistola, adagiata per terra a qualche passo di distanza da me , che me ne stavo seduta sulle ginocchia, intenta a trovare una soluzione , dopo essere riuscita a spalancare la finestra , posta appena sopra il termosifone in questione...aria pulita , almeno.

" Forza, la pistola" incitò lui

"COSA?" sgranai gli occhi , cadendo di sedere per terra.

Come se qualcuno mi avesse spinto.

Avevo capito bene ? Esattamente, cosa aveva detto?

Cosa mi aveva appena chiesto?

" Prendi quella pistola" ordinò , con un tono che non ammetteva repliche

Scossi la testa, terrorizzata alla sola idea di impugnare la sua pistola per fare chissà cosa.

" Perché?" chiesi comunque, e allarmata , intravidi la pelle d'oca sulle mie braccia.

Strattonò il polso imprigionato ancora una volta : " Per questa" chiarì lui

Scossi la testa: " Oh no. No, no, no , no non puoi chiedermi una cosa del genere"

" Oh sì , invece. Ho detto, prendi quella pistola...e spara" ripeté, furioso " Sbrigati, quest'incendio non aspetterà i nostri comodi "

Rilasciai tutte le parole, che in quel momento mi stavano scorrendo come un fiume in piena nella mente : " NO, sei matto? Non voglio farlo, non ci penso neanche, minimamente, non mi passa neanche per l'anticamera del cervello. Potrei ferirti, peggio ancora...ucciderti. Come puoi solamente pensare di...come puoi pretendere che..."

"Spara"

Sussultai per l'improvviso imperativo categorico urlato rivolto alla mia persona.

"Ok, perfetto.Come vuoi" sbottai , alzandomi da terra.

Recuperai l'arma . " Vuoi un buco in testa? Al petto...? Lo vuoi davvero?"

Mi guardò per qualche istante mentre posavo la mia fronte sulla sua , i nostri respiri a contatto : " Puoi farcela, se non ci riuscirai morirò comunque. "

" Non dire così . Tu non morirai " mormorai, ed indietreggiai . Osservai la pistola nella mia mano destra.

Tremava, vistosamente.

Io .

Io tremavo, dalla testa ai piedi.

Era la prima volta che tenevo in pugno un'arma , una pistola , la sua pistola .

Scossi la testa, quasi sul punto di gettarla via.

La paura era troppa , tanta.

Una lacrima rotolò su una mia guancia.

" Amore? Ehi...guardami" sussurrò dolce, mio marito

" Andrà tutto bene...ok? Devi fidarti di me, di te..."

" Tu...ti fidi di me?" chiesi , con voce piagnucolante

" Lo sai" rispose dolce " forza, devi farlo...non ci rimane altro tempo. Abbiamo solo pochi minuti se non vogliamo morire . Togli la sicura e vai..."

Tossì , io l'imitai...purtroppo.

Il fumo diventava sempre più insistente. Si insinuava tra noi.

I miei occhi erano pieni di lacrime.

Anche gli occhi di Gabriel erano lucidi, il fumo infastidiva anche lui.

Presto presi a tossire con più forza, insistenza.

" Amore" mi chiamò lui, voltando la testa dall'altra parte per proteggersi gli occhi dal colpo, che presto o tardi avrei fatto partire.

" Provo prima due colpi, ok?"

Scosse la testa: " Tesoro non abbiamo tempo"

"Sssh , fai silenzio" dissi brusca

Mirai un punto preciso sulla parete alla mia destra, sparai.

Non centrai il bersaglio che mi ero prefissata , per circa una decina di centimetri.

"Fantastico" commentai

Riportai lo sguardo su Gabriel, che mi stava fissando in silenzio.

" Vado ." decisi, deglutendo seppur senza più saliva in bocca

Puntai quell'affare di metallo...e sparai un colpo per liberarlo , con coraggio e fede . Non avevo altra scelta se volevo salvarlo

Un minuto dopo , Gabriel mi disse : " Devo dirti una cosa "

"Cosa?"

" Ti amo tanto "

Sorrisi : "Anch'io..."

" Per il bene di tutti...almeno fino a quando questa storia non sarà finita , questo resterà il nostro segreto ."

In quella sola frase compresi le sue intenzioni . Non condividevo il suo piano , che mi spiegò in breve subito dopo , ma era l'unica soluzione .

Robert hai le ore contate .

Io e Gabriel eravamo insieme

Insieme supereremo qualsiasi difficoltà nel migliore dei modi 


Angolo Autrice 

Ciaoooo ragazzi ^^ iniziata la scuola ? Lo so , è davvero dura alzarsi la mattina presto , ritornare ai compiti in classe , interrogazioni , ma spero comunque che sia stato per tutti voi un buon inizio . Rivedere i compagni , gli amici , ogni mattina è sempre bello <3  ricordo l'emozione  <3
Cooomunque...fra un pò iniziaranno anche i corsi in Università ed ancora non ho finito di studiare per gli esami :/  
*me batte le mani * moooolto bene , spero con tutto il cuore che vi sia piaciuto anche questo nuovo capitolo :) 
Qui , Stella ha dovuto impugnare la pistola di suo marito e sparare - in qualche modo- per salvargli la vita . 
La fine è un pò confusa, le parole di Gabriel non sono ben comprensibili , il nostro sbirro ha un piano...che sarà ben chiaro nel prossimo capitolo ;) 
Ancora qualche capitolo e questa storia sarà conclusa...
Ringrazio infinitamente Leila, fiordicampo, Novalis, tonia e _lalla27_ <3 Grazieeee milleee :) 
Ringrazio chi preferisce , segue e ricorda questa storia ;)
Al prossimo capitolo :) 
Un bacione a presto ;)
  

  


 

 

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Capitolo 28
*** Un bacio, un abbraccio, ed una verità ***


Oltre il mare del mio cuore


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Amare significa correre il rischio piu’ grande di tutti.
Significa mettere il proprio futuro e la propria felicità nelle mani di un’altro.
Significa consentire a se stessi di fidarsi senza riserve.
Significa accettare la vulnerabilità ed è per questo che ti amo.
David Thomson



Capitolo28. Un bacio, un abbraccio, ed una verità 
 

Kevin

 

Tardi?

Forse troppo, troppo tardi.

O forse no .

Dipende .

Cacchio, cacchio, cacchio

No, no...era inutile prendersela così , farsi il sangue ad acqua...come diceva qualcuno di mia conoscenza.

Ero in delirio , in febbricitante attesa di ricevere qualche notizia , di venirne a capo da quel labirinto di emozioni contrastanti , quel groviglio di emozioni, dentro le quali ero caduto , scivolato con tutte le Vans ai piedi.

La mia mente si arrovellava su se stessa alla ricerca di una soluzione , di una spiegazione plausibile , perché proprio non riusciva a capacitarsene.

Non potevo ancora avere un'assoluta certezza di come sarebbe andata a finire , e ne ero dolorosamente consapevole.

Eppure...cosa fare in questi casi ?

Sbattere i piedi per terra ? Dare un calcio a qualcosa ? Urlare fino a perdere la voce ?

Quando sai che la tua famiglia è in pericolo , ma hai l'ordine ed il dovere di star fermo per ovvi motivi...cosa decidi di fare ?

Dovevo soltanto attendere, sperare, avere pazienza.

Ma come ?

Nessun preavviso, nessun avviso , nessuna certezza su quanto stava accadendo prima di questo preciso momento.

Se solo fossi arrivato prima.

L'appartamento di mia sorella stava bruciando , disintegrandosi sotto i miei occhi .

Delle imponenti colonne di fumo s'innalzavano verso l'alto e fuoriuscivano dalle finestre dai vetri rotti e dalle imposte spalancate.

Fiamme alte , terribili , rosse e gialle , divoravano ogni cosa con una voracità ed un aggressività disarmante, tale da farmi venire i brividi.

Il caldo, quel senso di soffocamento , di mancanza d'ossigeno, la percepivo chiaramente anche su di me, sul mio viso, sulla mia pelle, seppur fossi lontano , distante, parecchi metri verso il basso e con il naso rivolto all'insu' e la bocca sigillata in una muta preghiera.

I vigili del fuoco erano in azione , chi all'interno , chi all'esterno con lunghe e larghe pompe d'acqua tra le mani .

I lampeggianti dei mezzi di soccorso erano stressanti, cercavo di non badarci.

La polizia era presente da un bel pezzo , per tenere la situazione sotto controllo.

Il palazzo era stato evacuato , ma qualcuno all'interno era rimasto...doveva essere ancora portato in salvo .

L'incendio era di natura dolosa?

Dolosa, sicuramente.

Gabriel e Stella erano sempre così attenti , in ogni più piccolo dettaglio nelle loro cose...non potevano essersi distratti a questo modo, non poteva essersi trattato di una semplice fuga di gas o chissà cos' altro.

No, era qualcosa di più...era successo qualcosa che non avevano potuto evitare.

Solo una chiamata, una richiesta di aiuto , che io non ero riuscito a ricavare, estrapolare, decifrare da quelle parole senza senso , pronunciate da un tono di voce alquanto alterato , che mi aveva mandato in tilt , in una semplice confusione .

Un tono spaventato, concitato, bisognoso di aiuto, a cui io avevo risposto sì , ma non abbastanza in fretta.

Avevo capito troppo tardi.

Mi passai una mano tra i capelli fradici di sudore, e raggiunsi mia sorella.

Un vigile del fuoco era riuscito a metterla in salvo , mio cognato invece....nessuna notizia a riguardo. Ero veramente preoccupato.

Stella se ne stava seduta su una barella, all'interno di un'ambulanza, la mascherina d'ossigeno premuta contro la sua bocca .

Aveva respirato del fumo , non molto fortunatamente, ma ancora non era riuscita a dire una sola parola. Era sotto shock.

Non c'era da meravigliarsene.

Le accarezzai i capelli castano chiaro, lisci come seta, e cercai di infonderle un pò di conforto , sicurezza.

Alzò lo sguardo , alla ricerca del mio.

Lessi incredulità, spavento, orrore, per quanto era accaduto in quelle iridi color caramello.

Sembrava un cucciolo smarrito.

La mia sorellina.

Chi le aveva fatto del male doveva pagare.

Strinsi per un attimo le mani a pugno per la rabbia, poi le passai una mano dietro la nuca e l'attirai a me , cullandola un poco mentre continuava a respirare lentamente.

" Vedrai, presto avremo notizie di Gabriel . Starà bene, ne sono sicuro...anzi sicurissimo."

Annuì con un gesto lento del capo.

Era stanca, e tremava.

La strinsi ancor più forte, e le scoccai un bacio fra i capelli: " Rilassati , ok? Sei al sicuro ora. Io non ti lascerò sola"


Stella

 

Avevo un gran bisogno di dormire.

Solo...bisogno...di...dormire, mettere la testa sul cuscino ed abbandonarmi all'incoscienza.

Ero stanca, di tutto.

Perfino per quel che ero stata costretta a fare per salvare Gabriel

Premere un dito sul grilletto di una pistola non è mai roba semplice, ed io non avrei mai voluto farlo.

Quella pistola pesava, fin troppo per i miei gusti . Troppe responsabilità racchiuse in quelle mie mani.

Eppure , contro le aspettative, avevo centrato il mio obiettivo, e l'avevo liberato .

Ma adesso dov'era finito il mio amore? Dove ?

Il non saperlo mi riempiva il cuore d'angoscia.

Il nostro segreto.

Nessuno doveva venirlo a sapere.

Ed io, io dovevo recitare una parte che non mi sarebbe mai piaciuta , ma che tuttavia era necessaria, inevitabile , se volevamo risolvere tutta questa assurda situazione.

Nessuno era venuto ancora a conoscenza di quel che era accaduto in casa mia, ma presto ne avrei dovuto parlare con un collega di Gabriel .

Molto bene.

Tutto stava procedendo secondo i piani, ma mio marito stava bene?

Che testa dura ! Perché era sparito così , nel nulla ?

Kevin mi stava consolando come poteva.

Il mio dolce fratellino, così affettuoso e protettivo non faceva che restarmi accanto.

Stefy invece , quella serpe odiosa...come aveva potuto farmi questo ?

Era mia amica, mia amica.

Mi fidavo di lei, della sua amicizia, del nostro legame.

Odiosa assassina, traditrice.

Qualcuno gridò da lontano qualcosa che non riuscii a cogliere.

Poi tutto accadde velocemente.

Ma di una cosa ero certa, il piano di Gabriel stava procedendo bene...nonostante continuassi a volere almeno un suo abbraccio

Amore mio, abbracciami forte almeno con la mente...nonostante tu sia lontano da me 

                                                                                       *****

" Condoglianze."

Quella parola mi spiazzò, destabilizzò.

Sussultai, quasi sorpresa.

Mi ritrovai davanti Oliver, il tanto amato-odiato collega di Gabriel, che era sinceramente addolorato e commosso mentre mi stringeva la mano per manifestarmi la sua vicinanza in quel momento complicato, difficile.

" Mi dispiace. Io e Gabriel non eravamo molto amici, ma non doveva finire così" mormorò , cupo.

Deglutii vistosamente, poi annuii ed abbassai il capo.

Presi a fissare la punta delle scarpe.

Per quanto avrei dovuto fingere di essere vedova ?

Sarei riuscita a farlo bene e per chissà quanto tempo ? Sarei riuscita a recitare bene la parte della finta vedova , a non far scoprire nulla del piano di Gabriel...a non destare sospetti, specie a Robert ?

Quel mollusco aveva abboccato questa messa in scena ?

Non potevo saperlo.

Reggere tutto quel peso, poi...

La cosa ancor più brutta era il pensare che forse presto o tardi questa situazione si sarebbe anche potuta verificare sul serio, veramente , e non faceva che peggiorare le cose, farmi male.

Passare dal fingere di essere vedova, all'esserlo veramente.

Scossi la testa con veemenza.

No, Gabriel era vivo e rimarrà tale .

Nessun altro sapeva che era vivo , soltanto io, ed il suo capo...soltanto noi ne avevo la certezza , ma fino a quando io l'avrei avuta dato avevo perso qualsiasi sua traccia, o contatto con lui , e tutti lo davano per morto?

Il suo capo , mi avrebbe comunicato qualcosa oppure no?

Dovevo continuare a fingere bene.

Robert doveva credere nella morte di mio marito, soltanto così si sarebbe sentito più sicuro.

Gabriel libererà Aileen, la polizia prenderà quel folle.

Io non dovrò fare altro che stare a casa con Leonard e la mia famiglia in lutto.

Ma io...io...no, per adesso dovevo stare al mio posto.

Non potevo fare sciocchezze, forse dopo...

Nella mia mente quella bara fredda ed in metallo...quella vuota bara in metallo...quella morte che il capo di Gabriel aveva dovuto inscenare , sarebbe servita veramente ?

Stella....fai la tua parte

Dovevo fare solo e semplicemente la mia parte.

                                                                                          *****

La situazione era insostenibile

Chiusa in casa da due giorni , non facevo che piangere.

Passare dal divano al letto, e dal letto al divano in una decina di minuti...per tutte le quarantotto ore.

Piangevo veramente, non per finzione.

Gabriel era sparito letteralmente.

Non una chiamata, un messaggio.

" Ti chiamerò non appena sarà possibile" mi aveva promesso prendendomi per mano.

" Il giorno del mio funerale ti verrò a trovare" aveva aggiunto, con un mezzo sorriso sulle labbra, spalancando la porta del nostro appartamento, dopo aver lottato contro le fiamme che impedivano i nostri passi.

" Avviserò il mio capo di tutto. Il piano funzionerà , vedrai . Ora vai... "

Tossendo come un folle assieme a me, in quella notte , ero consapevole che volesse soltanto rassicurarmi su tutto.

" Sei stata bravissima , amore" concluse

" Sono stata in grado di farlo , grazie a te..." gli avevo risposto.

Amore mio...ti sto aspettando

 

Gabriel

 

" Gab "

Qualcuno mi stava chiamando.

Ma quel qualcuno era così lontano , distante , che a stento riuscivo ad afferrare il suo richiamo.

Quella voce era ovattata, impaziente , ma al tempo stesso anche preoccupata.

Chi era ?

Chi mi stava chiamando?

Dove ero finito?

" Gab, ehi"

Una mano, delle dita mi sfiorarono un braccio.

Non riuscivo ad aprire gli occhi, avevo così tanto freddo....eppure ero avvolto in una coperta e percepivo chiaramente del caldo sul viso.

Nella testa avevo una confusione terribile.

Ricordi di un incendio, di Stefy, Will , stavo rivivendo attimi del mio passato , di quando ero bambino , poi la nascita di Leonard . E Stella...la mia dolce Stella.

Mia moglie....era lei a chiamarmi ?

Era stata lei a sfiorarmi il braccio ?

" Stella" riuscii a dire , volevo lei...desideravo che fosse lei al mio fianco.

Stavo così male.

Il cuore era lanciato al galoppo, sentivo ogni parte del corpo dolorante.

La testa, era sul punto di esplodere.

Qualcuno sbuffò.

" Andiamo, devi riprenderti. Sbirro del cavolo ."

Sentii dei passi, poi un rumore, ed infine percepii qualcosa di bagnato, morbido , rinfrescarmi la fronte.

" Aileen ha bisogno di te " sussurrò ad un soffio dal mio viso, il suo respiro caldo s'infrangeva contro il mio.

Lo so

" Guarda un pò , cosa doveva capitare a me ?"

Che cosa ?

" Ti amo , Gab "

Suonò come una rivelazione, una promessa, dall'intensità di una carezza sulla pelle.

" non riesco a crederci neanch'io ma...assurdo vero? "

Ma...ma...

Era vicina.

Lei era...molto vicina, seduta accanto a me.

Delle labbra, le sue , si posarono sulle mie lentamente , ma con desiderio , avidità.

Erano così tiepide, morbide, umide...così piacevoli , ma diverse dal solito.

Le conoscevo eppure...la dolcezza che di solito Stella m'infondeva con un bacio, non era questa.

" Lo so, è sbagliato quel che ho appena detto , quel che ho appena fatto " disse con un sospiro " e tu saresti disgustato da tutto questo se solo riuscissi a capire , ne avresti tutte le ragioni...biscottino . Dopotutto, in passato non ti ho trattato bene. Ti chiedo perdono, ok ? Perdonami . Tu sei stato l'unico uomo ad amarmi, ed io...stupida. La verità è che apparteniamo a due mondi opposti, chissà come sarebbe stato se tu non fossi diventato uno sbirro ed io...io...la Victoria che conosci. La monachella comunque ti ha reso felice, tu l'ami da impazzire. Siete una bella coppia , una bella famiglia . Sai...in fondo, ma molto in fondo...mi fa piacere anche a non essere riuscita ad ucciderti in passato. Avrei evitato di innamorarmi di te... adesso , ma pazienza, no? "

V...V...Victoria?

Victoria mi amava, Stella mi amava...

ed io?

Io amavo mia moglie , ero soltanto suo...

Avrei comunque voluto dir qualcosa, avrei voluto...


Kevin


Non poteva essere vero.

Gab , morto...così.

Non riuscivo ad afferrare il concetto.

Scherziamo?

Sì , mi stavano prendendo in giro...non poteva essere vero.

Non ci credevo.

Come non poteva essere vero, come non potevo credere al sederino di Oliver piazzato su quella poltroncina dietro la scrivania di Gabriel .

" Che cavolo ci fai qui?" dissi, non appena entrai in quell' ufficio che condividevo con mio cognato da mesi.

Oliver fece spallucce e sospirò: " Lo so , posso capire quanto sia difficile per te. Volevi molto bene a Gabriel"

Digrignai i denti e strinsi i pugni: " No, non lo sai quanto sia difficile . Fila via da lì , Oliver. Quel posto non è tuo!"

Si alzò spazientito: " Kevin, mettiti in testa che da oggi questo posto sarà il mio. Lavoreremo insieme,ok ? Il capo ha deciso così."

Inarcai un sopracciglio: " Io? Con te? Piuttosto lascio la polizia"

Si avvicinò a me e mi afferrò una spalla: " Come sta Stella? Ed il piccolo Leonard ?"

Mi allontanai da lui, dandogli le spalle: " non ti riguarda" sbottai, furioso

" Senti, lo so che...io e Gabriel non andavamo molto d'accordo , ok? Ma so anche che era un gran poliziotto, un buon detective...e tutto questo non sarebbe dovuto succedere. Ma posso prometterti, che troveremo sua figlia e la faremo pagare a quel folle di Robert Jordan. Ha ucciso Gabriel, uno di noi...la pagherà come si deve, vedrai"

Mi voltai verso di lui: " Troviamo quell'assassino"

Oh, Robertino dei miei stivali...ti faccio presente che per te è ufficialmente finita.

Stop.

Da adesso...per te è finita

Vincerò io

 

Angolo Autrice

 

Ciaoooooo ^^ ho finalmente finito di studiare per esami da ieri , seppur i corsi in Università stanno già per iniziare...aiutooooo

Tuttavia...piaciuto il capitolo ?

Cosa ne pensate del piano di Gabriel ?

La nostra Victoria che ha dichiarato il suo amore per lui ? Ve l'aspettavate?

Kevin...povero, sta soffrendo parecchio :/

Cosa succederà secondo voi nel prossimo capitolo ?

Ringrazio fiordicampo, Leila, Tonia e Novalis per le loro recensioni...vi voglio bene, ragazze :)

Ringrazio come sempre chi preferisce , segue e ricorda questa storia <3

Al prossimo capitolo :)

Un bacione... ;)






 

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Capitolo 29
*** Coccole inaspettate ***


Oltre il mare del mio cuore

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Il grande amore ci fa paura perchè ci mette in una situazione di pericolo,
perchè si diventa vulnerabili; si perde la corazza che abbiamo nei confronti del mondo.
Perchè in amore si dà tutto e si può anche perdere,e perdere tutto.
F.Ardant


Capitolo29. Coccole inaspettate 

 

Gabriel

 

Mi svegliai di soprassalto.

E mi ritrovai seduto su un letto matrimoniale dalle lenzuola in seta rossa .

Sentivo la testa leggera , qualche parte del corpo ancora indolenzita...ma per il resto stavo bene .

Mi sentivo decisamente meglio , ma potevo sapere dove mi trovavo...adesso ?

Era una stanza parecchio elegante e luminosa quella in cui ero .

C'era il bagno in camera , una sorta di cabina armadio .

Poteva trattarsi benissimo di una stanza d'albergo...era tutto così arioso , luminoso e lussuoso !

Mi passai una mano tra i capelli e scossi la testa , ancora un pò stordito.

Non ricordavo poi molto, anzi...a dire il vero non ricordavo proprio un bel niente di quel che era successo prima di questo momento.

Come ero finito qui ?

Mossi le gambe ancora nascoste sotto le lenzuola , ed in quel preciso istante mi resi conto di essere nudo.

Nudo , letteralmente.

Qualcuno scoppiò a ridere.

Una risata leggera , spensierata , spontanea.

Puntai lo sguardo verso la porta e scoprii che Victoria era lì . Era appena entrata.

Mi stava scrutando con quei suoi occhi furbetti mentre si arrotolava una ciocca dei suoi corti capelli rossi intorno ad un dito , il fianco poggiato allo stipite della porta.

Alzai ancor di più le lenzuola per coprirmi del tutto , fino al collo.

" Finalmente , credevo che non ti saresti più ripreso ." esordì , avvicinandosi a me " E...stai tranquillo, idiota . Non è successo niente di quel che forse starai pensando ."

Non risposi.

Deglutii a vuoto, semplicemente.

" Suvvia , biscottino non fare quella faccia. Su ! Non dovresti provare alcuna vergogna visto che so perfettamente come sei fatto..."

I suoi modi e la sua malizia non mi mancavano per niente , così come quella sua immancabile gomma da masticare in bocca , che faceva schioccare ogni tre secondi .

Roteai gli occhi: " Dove sono i miei vestiti ? "

" Sul comodino, zuccherino " rispose lei , passandosi la punta della lingua sulle labbra .

" non potevo di certo lasciarti addosso quei vestiti " chiarì , lanciandomi delle occhiate simili a quelle che Mirtilla Mal Contenta refilava ad Harry Potter nel film il Calice di Fuoco.

" Potevi , sì " ribattei io , afferrando i miei nuovi indumenti .

Jeans nero ed una camicia bianca .

Evidentemente ricordava bene come amavo vestirmi .

"comunque grazie" borbottai

Annuì, dondolandosi un pò sui talloni

" Dove siamo? Dimmi un pò cosa sai , e non tralasciare i dettagli . Intesi ? Cosa è successo ? "

Si mise a sedere accanto ai miei piedi .

Scossi la testa: " No, no. Potresti girarti , per favore ? Vorrei vestirmi " l'informai con un mini sorrisetto odioso.

Sbuffò , si alzò , e mi voltò le spalle come richiesto

" Qualcos' altro ? Sua maestà? "

" Avanti...dimmi tutto" dissi io , ignorando le sue proteste mentre iniziavo ad infilarmi i pantaloni.

Lei scrollò le spalle: " Beh, per prima cosa il tuo appartamento è ridotto in cenere . Seconda cosa...saresti dovuto andare via con la tua monachella quella notte , mentre era ancora in fiamme il tuo appartamento , invece di scegliere di separarti da lei per mettere in atto questo tuo folle piano , che ti è venuto in mente chissà come ! Vuoi fingerti morto , che idea ! Almeno così mi hai detto quando sei salito nella mia auto , dopo avermi chiamato per farti venire a prendere . Praticamente Stella è stata raggiunta da uno dei soccorritori , ed è uscita dall'ingresso principale , tu ha preferito fare le scale d'emergenza esterne e pericolanti dietro al palazzo , dato non volevi farti vedere."

" E poi ? Cosa è successo? Perché non ricordo ?" continuai a chiedere, sempre più curioso e voglioso di sapere.

" Poi sei svenuto . Non appena hai finito di parlarmi a larghe linee del tuo piano . In effetti avevi un pessimo aspetto, anzi...mi correggo : hai un pessimo aspetto. Qualcuno deve averti scambiato per un sacco da boxe" spiegò , divertita.

"Ah-ah-ah , molto divertente" commentai in tono acido .

Ma almeno, grazie a quel suo breve racconto iniziai a ricordare qualcosa.

" Lo so , lo so . Ti sembrerà strano , ma avrei voluto portarti in ospedale quella notte . Non stavi bene...hai avuto anche la febbre molto alta . Alla fine , però , ho scelto di non farlo, almeno fino a quando non sarebbe stato strettamente necessario. Ho preferito assecondare il tuo piano fino a quando possibile , è buono nonostante tutto . Può ancora funzionare . Certo è , che ho dovuto pagare una bella cifra per farmi aiutare con te e comprare il silenzio di questi qui..." disse , indicando con un gesto l'intera struttura alberghiera in cui ci trovavamo.

"Non parleranno?" chiesi per aver conferma.

"No" esclamò con sicurezza " non diranno una sola parola. Pago bene, sai?"

" Vorrei proprio sapere dove hai preso questi tanti bei soldini, ma meglio non chiedertelo , vero? "

"Ovvio" tagliò corto lei , mettendosi le mani sui fianchi.

" puoi girarti , comunque. Ho finito " aggiunsi poco dopo

Si voltò , ed alzò un sopracciglio mentre mi scrutava con attenzione dalla testa ai piedi

" Non so, vuoi farmi una radiografia completa ?" tuonai , un pò infastidito.

" Non ho sbagliato la taglia. " si congratulò con sé stessa.

" Stella?"

Non potevo non chiedere di lei

" Sa fingere abbastanza bene" m'informò con un sorrisetto divertito sulle labbra carnose " avresti dovuto vederla al tuo funerale. "

Sgranai gli occhi: " Da quanto tempo sono qui?"

" Circa tre giorni, perché?"

Sbuffai: " Avrei dovuto farle avere qualche mia notizia, ed il mio capo..."

Scossi la testa, furioso con me stesso.

" Dobbiamo occuparci di nostra figlia, ora." mi ricordò lei, seria.

" Lo so, è soprattutto per lei e per le persone che amo se ho deciso di sparire e farmi credere morto. Magari Robert, sentendosi sicuro...potrà commettere un passo falso, forse no...non lo so. Voglio provarci."

Victoria annuì.

Un capogiro mi ricordò che non mangiavo per bene da un pò .

La febbre e tutto il resto mi avevano spossato.

La mia ex-ragazza se ne accorse: " Andiamo giù, abbiamo entrambi bisogno di mettere qualcosa sotto i denti "

" Victoria ?" la chiamai

"Si ?"

"Grazie" le dissi , con un sorriso sincero sulle labbra

" Ah , ok ...ma hai visto cosa hai combinato? Niente di tutto questo sarebbe successo se tu mi avessi dato ascolto fin dall'inizio . Quella Stefy non è una tua amica."

Mi massaggiai il collo con una mano : " Per una volta , hai ragione"

Nei suoi occhi lessi in risposta qualcosa che non mi sfuggì, non in quel momento.

Era quel qualcosa che avevo ignorato, dimenticato...troppo preso dal conoscere i fatti che erano accaduti .

Lei aveva confessato di amarmi, di essersi innamorata di me. Mi aveva chiesto di perdonarla.

Erano ricordi per lo più sbiaditi , ma...erano veri

Lei sapeva che io avevo sentito tutto quel che mi aveva detto ?

Le afferrai un polso, poi mi chinai su di lei e le scoccai un bacio sulla fronte...istintivamente

Lei ne rimase un pò sorpresa: " Che ti prende?" mi chiese, confusa

" Ti voglio bene , Vic . Nonostante tutto quel che è successo tra noi in questi ultimi anni , io ti ho perdonato. Volevo che lo sapessi "

                                                                                          *****

Mangiava in silenzio, con fare pensoso da quando le avevo detto che l'avevo perdonata, e che le volevo bene.

Risultava strano perfino ai miei stessi pensieri quel che le avevo detto , ma...l'avevo fatto sul serio , dentro di me sentivo di aver detto il vero.

Divorai un cornetto alla cioccolata bianca e mandai giù una tazzina di caffé amaro.

Eravamo seduti intorno ad un tavolino , il più nascosto, il più riparato da occhi ed orecchie indiscrete.

" Come hai fatto?" mi chiese all'improvviso, piegando la testa di lato.

" A fare cosa?" chiesi curioso, mentre mi ripulivo gli angoli della bocca

" A perdonarmi " specificò , mentre ingoiava un pezzetto di crostata alla marmellata.

La guardai negli occhi, senza problemi : " Non lo so, l'ho fatto e basta"

"A..." non terminò quel che aveva da dire.

"Posso disturbare?" chiese qualcuno alle sue spalle.

Alzai lo sguardo , ed istintivamente portai la mano destra dietro la schiena, alla ricerca della pistola , che la rossa mi aveva gentilmente recuperato e restituito.

Sentii il freddo dell'arma a contatto con le dita, qualche secondo dopo.

Stefy alzò le mani all'altezza delle spalle : " Non ho intenzione di fare niente , Gab. Ti devo solo parlare" proferì , con una certa urgenza.

I suoi occhi erano lucidi , sembravano sinceri.

Ma non volevo crederle, no.

Non più...non dopo tutto quello che era successo.

La rossa si voltò di scatto verso la mia ex migliore amica , ed infilò una mano sotto la maglietta, era armata anche lei.

" Non qui , vi prego...sarà meglio per me, e per voi. Non è una trappola, non prendete le vostre pistole ." spiegò , mentre si guardava attorno come se temesse di essere vista da qualcuno.

Mi alzai , senza allontanare la mano dalla pistola: " D'accordo, sentiamo cosa hai da dire. Sono proprio curioso " decisi , in tono duro e con un sorriso beffardo sul volto.

Victoria mi seguì , senza intromettersi.

Qualche minuto dopo , chiusi la porta della mia camera alle nostre spalle.

" Avanti, dimmi quel che ti sei inventata e falla finita...anzi no, prima voglio sapere come hai fatto a trovarci " ordinai , avvicinandomi a lei con fare minaccioso.

Indietreggiò , spaventata : " Gab. Ascoltami, ti prego"

Tirai fuori la pistola e tolsi la sicura , il colpo in canna : " Ti ascolto. Ti ascolto con molta attenzione"

Lei posò gli occhi sulla mia pistola e deglutì.

" Non volevo , ok?"

Una risata amara mi sfuggì dalle labbra : " Questa l'ho già sentita"

Victoria, al mio fianco, sorrise.

"Dov'è mia figlia?" le urlai contro , all'improvviso. Puntandole la pistola alla fronte.

" Ho fatto il doppio gioco." spiegò velocemente. Tremava.

" Ho sentito anche questa" sbuffai, nervoso

" Ascolta, sapevo della vendetta di Robert sin dall'inizio. Ho finto di essere sua complice soltanto per trovare un modo utile per aiutare te e Stella al momento opportuno."

" E sentiamo...cosa avresti fatto per aiutarci? Hai distrutto il mio appartamento, hai cercato di uccidere me e la donna che amo...ti sei presa gioco di noi ! Mia figlia è nelle mani di quel pazzo."

" Lo so, lo so. Ma ho fatto tutto questo per avere la piena e totale fiducia di Robert . Mio cognato voleva che gli dimostrassi qualcosa che gli confermasse che fossi dalla sua parte e non dalla vostra . Ho rischiato di perdervi qualche giorno fa , e non sai come ho sofferto . Fortunatamente tu e Stella riuscite sempre a superare ogni cosa , insieme . Siete i miei migliori amici , Gab. Mattew ti adora, come pensi avrei potuto privarlo del tuo affetto , ti ama come un padre ! Ti prego ! Credevo che tu fossi morto davvero quella notte , ma...adesso, adesso so qualcosa che potrebbe aiutare te , sul serio . Adesso, è arrivato il momento di collaborare . Aileen è nascosta in una casetta abbandonata , una sorta di casa sul mare, vicino al porto . Il nascondiglio di Robert è sempre stato lì "

"E' una trappola" esordì Victoria , gli occhi verde scuro ridotti a due fessure

Stefy scosse la testa: " No, Robert non sa che sono qui..."

" Non ti credo" furono le mie parole

" Qualche giorno fa, ho utilizzato la e-mail di Robert ed ho fatto in modo che ti arrivasse un immagine, o meglio una foto . Indicava proprio quel posto che ti ho detto poco fa . Purtroppo non ho potuto metterti al corrente di tutto questo in un altro modo. Robert mi controlla . Oggi, per venire qui...grazie a Dio sono riuscita a seminare due dei suoi uomini che mi stanno sempre addosso. E l'altra notte...ho dovuto inventare una buona scusa per rimanere sotto casa tua... "

" Credevo fosse Robert " ammisi " non riuscivo a capire cosa volesse dirmi...pensavo ad un luogo d'incontro , che avrebbe utilizzato per fare chissà cosa ! "

" Sono stata io a dargli il tuo numero di telefono , io a riferirgli i tuoi spostamenti...perdonami, ma...ho cercato di salvarvi in tutti i modi , e non sai quante altre innumerevoli volte l'ho fatto."

" Ti ho vista fin troppe volte con lui, non mi prenderai in giro così" avvisò la rossa, in tono duro

" Allora non mi hai spiato abbastanza, ladra!" ribatté lei in risposta." Gab." aggiunse, rivolgendosi a me " Come fai a fidarti di questa ? Di una donna che ti ha sparato contro in passato ?" aggiunse, poco dopo

Sospirai.

" Senti , piccoletta" minacciò Victoria, tirando fuori la sua pistola.

L'afferrai con prontezza, abbassando anche la mia.

" No, aspetta" consigliai

Victoria fece una smorfia, ed inarcò un sopracciglio.

" Dimostrami che è vero. Dimostrami che tu sei dalla nostra parte..." dissi a Stefy

Lei annuì: " Ti porterò da Aileen"

Victoria scosse la testa: " No, no. Gabriel , finirai nella trappola di Robert. E' una follia."

Rimasi a fissare Stefy negli occhi. Se lei avesse avuto qualcosa da nascondere...non avrebbe mai sostenuto il mio sguardo , come stava riuscendo a fare in quel momento.

" Robert crede che tu sia morto per davvero..." rivelò

"Non hai ancora risposto alla mia domanda...come mi hai trovato?" domandai ancora una volta.

" Per essere sicura che tu non fossi morto , e Stella altrettanto...quella notte sono rimasta in disparte ad osservare ogni più piccolo dettaglio , come ti ho già detto . Non appena ho visto Stella uscire sana e salva dal palazzo , ma senza di te...ho capito tutto. Lei non si sarebbe mai allontanata senza di te , senza un valido motivo . Ed ho avuto ulteriore conferma quando ho visto arrivare Victoria . Ho seguito voi due e..."

Annuii

" Ed ovviamente, la prima ad avvisare Robert della tua morte , sono stata io." concluse soddisfatta.

" Ti dispiace se Victoria passerà del tempo con Mattew ?" proposi io , all'improvviso

" Cosa? Lasciare Mattew nelle mani di quella lì? " urlò , indicandola " non ci penso neanche."

Scossi la testa: " Se davvero ti dimostrerai dalla mia parte, non dovrai temere nulla"

" Io voglio andare da mia figlia, Gab!" specificò la rossa

" Porterò io a casa Aileen, fidati di me" decisi , invitandola alla calma

" Non me ne starò con le mani in mano...a fare da baby-sitter ad un bambino, mentre mia figlia rischia la vita. " ribatté

" Vic" iniziai , stringendole forte una spalla : " è anche mia figlia, e non permetterò che le accada niente"

" Sarà meglio per te" sbottò "altrimenti...non sfuggirai a questa" mi avvisò , sventolando in aria la sua pistola.

                                                                                        *****

Non desideravo affatto arrampicarmi su un albero a quell'ora di notte.

Qualcuno avrebbe potuto vedermi, riconoscermi, chiamare perfino la polizia...e mandare così all'aria il mio piano.

Dopotutto era passata la mezzanotte, per le strade non c'era anima via...se escludevo Victoria, che contrariata sedeva in auto al posto di guida.

Ma era stato strettamente necessario quel gesto.

Non necessario per la mia ex , ok...ma per me...sì .

Era di vitale importanza .

Sembravo un ragazzino, che s'intrufolava in casa dei genitori della ragazzina che le piaceva tanto , attraverso la finestra della sua stanza .

Edward Cullen che faceva di tutto per vedere la sua Bella .

Io avevo il bisogno di incontrare, vedere, toccare...la mia Stella .

Avevo il desiderio di baciare la donna che amavo .

Non ce la facevo più a starle lontano , anche soltanto per un'altra notte.

Come non riuscivo a stare alla larga da mio figlio .

Era così piccolo , innocente , indifeso .

Raggiunta la finestra , la forzai un poco ed entrai.

Distrarre la pattuglia di polizia, posteggiata davanti casa dei miei suoceri , non era stato semplice.

Ma comunque...finalmente ero dentro.

Diedi un'occhiata in giro.

Stella ancora non era entrata in camera, il letto era intatto.

Nella penombra , tuttavia individuai la culla del piccolo Leonard...e mi avvicinai cautamente , senza fare alcun rumore.

Il mio angioletto dormiva.

Ed il mio cuore aumentò i battiti.

Quanto mi era mancato ?

Leo aveva un pugnetto chiuso sopra la testa, l'altro sul pancino.

Indossava un vestitino azzurro.

Non riuscii a resistere all'impulso di prenderlo e stringerlo un pò fra le mie braccia.

Lo cullai dolcemente , e lui si mosse appena.

Con le labbra gli sfiorai la piccola fronte e gli scoccai un piccolissimo e tenero bacio su una guancia.

Era così piccolo...

" Vita mia , il papà è qui . Non ti lascerà mai solo " gli promisi in un sussurro

 

Stella


La ferita alla mano faceva un pò male , nonostante fosse passato già qualche giorno da quel terribile episodio.

Tuttavia non avevo avuto difficoltà nel tenere in braccio il mio bambino.

Dopo aver succhiato un pò di latte della mamma , Leo si era addormentato quasi subito , con ancora la boccuccia aperta e sporca di latte . Adesso dormiva nella sua culla , in camera mia, al sicuro.

Io invece, ero seduta in salotto assieme a mio padre, mio fratello, Dafne e Jessica .

Non avevo sonno .

Non ancora...

" Devo capire cosa rappresenta questa immagine . Robert , cosa voleva comunicare a Gabriel ?"

Era da ore ormai, che mio fratello cercava di trovare una soluzione a tutta questa storia assurda , seduto davanti al pc portatile di Gabriel.

Robert aveva inviato una foto a Gabriel , giorni fa. Lui non me ne avevo parlato, ma era davvero qualcosa di significativo? Robert che intenzioni aveva ? Cosa voleva far capire a mio marito ?

Scossi la testa. Gabriel era scomparso, ed io stavo malissimo per questo.

" Kevin, adesso basta...sono giorni che non fai altro che cercare , cercare, cercare . Devi riposare . " consigliò la madre del mio fratellino , Dafne.

Mio fratello scosse la testa: " Non ho intenzione di fermarmi, chiaro mamma ? Gabriel è morto, morto capisci? Leo ed Aileen cresceranno senza un padre...tutto questo perché non sono stato abbastanza sveglio da capire che avevano bisogno di me!"

Mi alzai di scatto: " Kevin, non è colpa tua...ok? Io non sono stata in grado di aiutarlo, non tu ! E' successo...così, basta. Ora bisogna soltanto pensare ad Aileen ed a noi . Robert non si fermerà e io non voglio perdere un'altra delle persone che amo. "

Jessica annuì: " E' vero. Ora che Gabriel non è più tra noi , Robert userà Aileen ed il dolore che state provando per farvi cadere in chissà quale trappola. "

" Sarà sicuramente gasato quel...quel..." commentò mio padre, mentre Dafne cercava di calmarlo e consolarlo cingendogli le spalle con un braccio .

" Gabriel non era stupido, non capisco come...come tutto questo..." aggiunse Kevin, afferrandosi i capelli corvini, non riuscendo a terminare la frase.

Jess l'abbraccio da dietro, depositandogli un dolce bacio sul collo.

"Amore , ti prego. Non voglio vederti così" gli sussurrò dolcemente " vedrai...una soluzione a tutto questo si troverà "

Kevin posò una mano su quelle di lei , e le accarezzò : " Andrà tutto bene , lo so...ma tu resta con me , ok ? Ne ho bisogno , cucciola "

Lei sorrise , sciolse l'abbraccio ed andò a sedersi sulle sue gambe: " io sono già qui , accanto a te "

Erano così carini insieme.

Abbassai il capo.

Un attimo dopo, sentii qualcuno stringermi in un forte abbraccio.

"papà" soffiai , stancamente , affondando il volto nel suo petto.

" Vai a riposare, tesoro...almeno tu" mi consigliò con un mezzo sorriso. " quante ne stai passando, eh?"

" Mi manca" ammisi , con occhi lucidi. " mi manca, tantissimo"

Forse non nel modo in cui tutti credevano.

Mi afferrò il volto tra le mani: " Lo so, tesoro mio. Lo so." rispose addolorato.

" Manca a tutti" aggiunse Kevin

                                                                                        *****

Mi avviai verso la mia camera strisciando i piedi sul pavimento.

Era circa l'una di notte , ed avevo un gran bisogno di posare la testa sul cuscino.

Aprii lentamente la porta per non svegliare il mio bambino, poi la richiusi alle mie spalle con un sospiro.

Sentivo gli occhi gonfi, le guance pizzicavano per via del sale delle lacrime.

Una mano si piazzò sulla mia bocca, inaspettatamente.

Sgranai gli occhi, terrorizzata.

Il mio cuore aumentò i battiti.

Cercai un modo per liberarmi, urlare.

Provai a colpire il mio aggressore in ogni modo , ma non riuscii neppur a sfiorarlo.

"Ssssh, sono io . Amore , sono io...Gabriel "

Quella...quella...voce...

Mi lasciò andare e mi voltai di scatto verso di...lui

" Dove cavolo eri finito? Aspettavo tue notizie da giorni ! Hai idea di come mi sono sentita, di come sono stata ? " sussurrai, furiosa

Mise una mano a contatto con una mia guancia: " Perdonami . Sono stato poco bene"

Mi allarmai: " Come? Cosa è successo?" ...raggiunsi il comodino, ed accesi la lampada.

Lui si avvicinò a me e scosse la testa: " Sssh, non importa." bisbigliò , posando un dito sulle mie labbra " E' tutto passato. Come stai?"

Gli afferrai una mano e l'intrecciai con una delle mie: " E' dura, difficile...ma Robert, credo che ci sia cascato"

Annuì.

Finalmente potevo vederlo , sentire la sua voce , toccarlo

La luce della lampada mi permise di notare un grosso livido che aveva appena sopra la mascella, la ferita alla tempia era quasi del tutto guarita , così come quella sul labbro .

" Baciami" ordinai, dopo.

Lui sorrise, e si avventò sulle mie labbra rapendomi il respiro.

 

Le sue mani scivolarono sulla mia schiena, poi sui miei fianchi, così come le mie...che infine trovarono un rifugio sicuro fra i suoi corti capelli dorati.

Scivolai sul letto assieme a lui, mentre i nostri baci e le nostre carezze diventavano sempre più carichi di passione.

" Pensa se qualcuno aprisse quella porta . La nostra famiglia sta soffrendo molto." mormorai, sfiorandogli il naso con la punta di un dito

Lui lo baciò: " Lo so, ma molto presto questa storia finirà . E poi...non riuscivo a stare lontano da te, da nostro figlio...anche soltanto per un altro minuto. "

Sorrisi e scossi la testa : " Sei matto."

" E' colpa tua se sono così follemente innamorato di te " mi rispose , posando la fronte sulla mia . I nostri respiri accelerati.

" Non ho fatto altro che pensare a te , a nostro figlio , giorno e notte . Cosa posso farci ? Mi siete mancati così tanto che credevo d'impazzire. "

Gli diedi un colpetto su una spalla: " Scemo, smettila"

" Tu sei mia , Stella..."

Ed il modo in cui lo disse mi fece sciogliere fra le sue braccia.

" Ti amo" gli dissi , cingendogli la vita con un braccio per avvicinarlo a me...ancor di più, se possibile.

Strinsi forte .

" Mi hai salvato la vita l'altra notte...sei stata bravissima" si congratulò . Me l'aveva già detto quella notte , ma il ricevere quel complimento adesso...era tutt'altra cosa. Sì , ero riuscita a salvare il mio amore .

Sospirai: " Non avrei mai voluto farlo ma...sai cosa penso ?"

" Cosa pensi?" ripeté lui, baciandomi dietro un orecchio

Sorrisi: " Quando tutto sarà finito , mi iscriverò a lezioni di tiro" annunciai

" Scherzi?!" esclamò sorpreso, i suoi occhi verdi immersi nei miei

" Non lo so" affermai , indecisa " ma per difendere le persone che amo farei di tutto...ed aver un marito poliziotto comporta dei rischi maggiori quindi..."

" Chi l'avrebbe detto ? " commentò lui.

Per una decina di minuti rimasi in silenzio, tra le sue braccia, preda dei suoi baci, vittima della sua presenza, rassicurata dai battiti del suo cuore, cullata dal suo respiro.

" Vorrei restare ancora un pò qui...con te . Vorrei amarti , averti mia per tutta la notte...ma devo andare " soffiò , mentre teneva il capo sul mio petto.

" Ti prego , non ancora." protestai, scoccandogli un bacio tra i capelli.

Si tirò su a sedere.

" So dov'è Aileen"

Mi misi in ginocchio sul letto, dietro di lui, e gli gettai le braccia al collo.

Posai una guancia contro la sua : " promettimi che starai attento"

" Come sempre"

" Il tuo capo? L'hai già informato?" chiesi io , curiosa

Annuì: " Sì, se Dio vuole...domani Robert finirà dietro le sbarre ed Aileen tornerà a casa"

"Ok, allora vai amore mio..."

Si alzò, si voltò verso di me e mi afferrò il volto con entrambe le mani.

Mi regalò un bacio sulla fronte, sul naso ed infine sulle labbra .

" Buona notte" mi augurò , con un sorriso...

" Buona notte anche a te , a domani " risposi io

Lui annuì, diede un' occhiata a nostro figlio-che continuava a dormire nella culla - e si avviò verso la finestra.

Scoppiai a ridere , e per non far rumore mi tappai la bocca

Mi guardò confuso: " Che hai da ridere?"

" Sicuro di riuscire a scendere?"

Scosse la testa, divertito: " A dire il vero...no, ma posso farcela"

Non vedevo l'ora di riaverlo con me , in ogni singolo giorno della mia vita...

Avevo bisogno di lui , più di chiunque altro...


Angolo Autrice 

Ciaooo ragazzi ^^ 
Buongiornoooooooo :) 
*me carica , carica * 
Allora , secondo voi Stefy è davvero dalla parte dei nostri oppure no ? 
Preparatevi ad un capitolo carico d'azione *_____*
Ormai siamo davvero alla fine di questa storia , manca pochissimo ;) 
Per chi segue le altre mie storie... 
Stay With Me 
Ho incontrato il tuo sorriso 
Il segreto di un bacio...no problem , aggiornerò anche quelle...non so ancora quando ma i capitoli arriveranno ;)
Ringrazio tantissimo fiordicampo , Novalis e Leila per aver recensito il capitolo precedente <3 
Ringrazio chi preferisce, segue e ricorda <3
Al prossimo capitolo 
Un bacione a presto ;)  

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Capitolo 30
*** Senza paura ***


Oltre il mare del mio cuore

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Capitolo30. Senza paura 


Gabriel

 

Faceva caldo .

Fin troppo ad essere sincero .

Mi asciugai il sudore che m'imperlava la fronte e repressi un grosso sbadiglio .

Non avevo dormito per tutta la notte ed avevo un sonno micidiale .

Avevo mandato giù innumerevoli tazzine di caffé per questo , lavato la faccia con acqua fredda forse già due o tre volte...ma con scarsi esiti .

E poi , nonostante avessi abbassato tutti finestrini dell'auto al massimo delle loro possibilità , per regalarmi almeno un pò di sollievo , continuavo comunque a patìre quei quaranta gradi di troppo .

Il vento creato dalla velocità mi scompigliava i capelli , ed ero sicuro che non avessero più una forma , ma ormai... poco importava.

Ciò che era importante era mia figlia .

Era Aileen , la mia bambina .

Nient'altro.

Quando arrivai a destinazione , fradicio di sudore sì , ma pur sempre arrivato... ero pronto a riprendermi mia figlia con le buone o con le cattive .

Sembrava di essere in piena Estate in questa zona della città , nonostante i calendari si ostinassero a dire il contrario .

Infatti , in realtà eravamo agli inizi di Autunno , ma il sole non voleva mai smettere di stupire . Meglio così .

Non appena parcheggiai l'auto , in un posteggio di fronte ad un Motel , spensi il motore e tirai il freno a mano , recuperando le chiavi che infilai in tasca .

Aprii la portiera ed uscii dall'auto , passandomi velocemente una mano tra i capelli per portarli indietro .

I raggi del sole bruciavano come non mai .

La pelle scottava se restava per un pò esposta alla luce .

Mi arrotolai comunque le maniche della camicia fin sopra i gomiti e chiusi l'auto con il telecomando .

Stefy mi stava già aspettando da un pezzo.

Ridussi gli occhi a due fessure , poiché accecato dalla forte luce solare .

Cercai d'individuare la mia ex migliore amica , non doveva essere molto distante dalla mia attuale posizione .

Io ero a due passi dalla spiaggia .

La sabbia era dorata e fine , molte persone erano lì , distese a prendere il sole oppure pronte a tuffarsi in acqua .

Alcuni bimbi giocavano costruendo simpatici castelli di sabbia .

Qualche ragazzo stava perfino surfando , nonostante le onde dell'Oceano Pacifico non fossero poi molto alte quel giorno , non c'era molto vento .

Era una giornata paradisiaca .

Il cielo era terso .

Neanche una nuvola .

Sembrava tutto perfetto .

Una donna alzò una mano verso l'alto e la sventolò per richiamare la mia attenzione.

Era lei . Era Stefy .

Con la coda dell'occhio destro mi assicurai che la pistola fosse ben riposta nella fondina , attaccata alla cintura , ed avanzai verso di lei a passo svelto .

" Mi spieghi perché Santa Monica? Non dovevamo incontrarci al porto di Los Angeles ? " chiesi , senza neanche salutarla.

Stefy annuì , poi diede un'occhiata in giro per assicurarsi che nessuno ci stesse ascoltando o seguendo .

" Ieri sera Robert ha avuto la brillante idea di trasferire Aileen qui " mi spiegò , riportando gli occhi su di me .

Inarcai un sopracciglio , mettendomi le mani sui fianchi nervoso : " Se mi stai prendendo in giro...per te saranno guai, lo sai . Vero?" minacciai senza alcuno scrupolo .

Trasse un profondo respiro: " Ancora non ti fidi di me?"

" No " ammisi schietto .

"Andiamo bene , Gabriel " si lamentò lei , poi con un cenno mi disse "seguimi" .

In poco tempo mi ritrovai nei pressi del Luna Park.

Le attrazioni erano tutte state costruite su una sorta di struttura solida e massiccia che aveva fondamenta nelle acque dell'Oceano , in quel momento apparentemente calme.

Era una sorta di Luna Park galleggiante , se così si poteva definire .

Ricordavo bene questo posto . Molto bene .

Qui io e Stella avevamo trascorso un'intera serata , al chiaro di luna .

Una serata indimenticabile , tutta nostra .

Solo nostra .

Ricordavo che eravamo stretti in una asciugamano in riva al mare , intenti a respirare il meraviglioso odore di salsedine , che adesso percepivo a stento .

Su quella meravigliosa ruota panoramica , che in quel momento stava girando con estrema lentezza sotto i miei occhi , avevo riso tanto assieme a lei .

Mi ricordavo le sue buffe espressioni, la sua paura di rimanere bloccati sul punto più alto.

Ricordavo che quella notte , in un albergo non molto distante da qui , era stata mia...per l'ennesima volta . Ma neanche amarla in quel modo all'infinito mi sarebbe bastato . Volevo amare continuamente ogni parte di lei , senza mai fermarmi .

Ogni giorno, ogni ora , ogni minuto, in ogni suo singolo battito di cuore , in ogni suo singolo respiro .

Lei...quanto mi mancava .

Nonostante fosse pieno giorno il Luna Park era aperto ed una marea di gente affolava l'intera zona .

C'era una confusione tremenda .

Trovare qualcuno sarebbe stato praticamente impossibile in quel momento .

Eppure...Stefy sapeva muoversi perfettamente in quella confusione .

Sapeva precisamente dove stavamo andando e dove sarebbe stato possibile trovare mia figlia . E forse sapeva anche chi era pronto ad accoglierci.

Oltrepassando bimbi , genitori , ragazzi , commercianti , giostre di ogni tipo e dimensione e perfino qualche agente di polizia , che cercai di evitare con scrupolosità in ogni modo possibile per non essere in qualche modo riconosciuto e non destare sospetti , raggiunsi una piccola baracca in legno .

Era spoglia , quasi decadente...

sembrava essere un deposito , magari dentro al quale si conservavano i pezzi di ricambio per le giostre del Luna Park , assieme a luci , cavi...roba di vario tipo , utile , indispensabile , insomma .

Le imposte delle finestre erano state divelte , comunque.

Diedi una leggera spinta alla porta principale ed entrai cauto , seguito da Stefy .

La porta non era stata chiusa a chiave .

Dovevo prenderlo come un buono o cattivo segno ?

Il cuore iniziò a battermi forte nel petto , l'adrenalina era già entrata in circolo .

Non avevo più alcuna traccia di sonno.

Il pavimento interno della baracca era in legno , così come l'esterno della struttura , e sotto i nostri piedi scricchiolava di continuo .

Ciò urtava non poco i miei nervi.

C'era un disordine incredibile , per non parlare dei quintali di polvere e di ragnatele sparse un pò in ogni dove .

Comunque non mi ero sbagliato...questo era un deposito.

La mia piccola doveva essere qui dentro , da qualche parte , almeno secondo quanto detto da Stefy.

La mia ex migliore amica camminava al mio fianco , adagio , lo sguardo fisso in avanti.

Sembrava non esserci nessuno nei paraggi , se non noi...ed il nostro carico di tensione , dettato dai nostri respiri accelerati , pesanti , come se avessimo corso per chissà quanto tempo senza mai fermarci.

Strinsi forte il calcio della mia pistola e continuai ad avanzare , perlustrando ogni centimento di quella baracca con tutti i sensi in allerta.

Poteva essere benissimo una trappola , sì , ma mia figlia non poteva aspettare ancora per essere liberata.

Dovevo trovarla , portarla via da quel folle.

" Ultima stanza, in fondo a questo corridoio" mi avvisò Stefy , mentre continuava a guardarsi attorno assieme a me.

Robert non c'era , nessuno dei suoi sgherri in circolazione.

Non mi piaceva.

Non mi piaceva per niente .

Raggiunsi comunque l'ultima porta , speranzoso.

Non appena l'aprii trovai un materasso sul pavimento , spoglio, senza alcun tipo di lenzuolo a coprirlo , sporco su ogni lato da macchie vecchie e nuove , rotto in alcuni punti , dato la presenza di alcune molle ben visibili .

Tutt'intorno non c'era nient'altro...solo catene sparse pe terra ed un tavolino in un angolo.

La stanza era comunque luminosa , poiché era dotata di una finestra posta proprio di fronte alla porta .

All'improvviso qualcosa o meglio qualcuno mi diede una forte, energica , gomitata ad un fianco facendomi vedere le stelle.

Non contento mi pestò un piede con tutto il suo peso e tentò di spingermi via .

L'afferrai con prontezza per le spalle , cercando di ignorare il dolore al fianco ed al piede.

Un minuto dopo , abbassai lo sguardo e mi persi in quei suoi occhi verdi , così uguali ai miei , ma al tempo stesso così spaventati ed accesi di rabbia... da confondermi.

Doveva aver pianto molto .

I suoi occhi erano anche un pò gonfi e rossi.

La mia Aileen

Per prima cosa mi assicurai che non fosse ferita .

La scrutai dalla testa ai piedi proprio per questo motivo.

Grazie a Dio non trovai nessuna traccia di sangue e sospirai di sollievo .

La sua maglietta era comunque stropicciata , sporca di polvere in diversi punti , così come i suoi Jeans , stracciati soltanto alle caviglie e sopra un ginocchio.

Aveva il volto sporco di fuliggine , ma per il resto sembrava star bene .

"Papà" urlò di gioia la mia piccola . " papà sei vivo "

La scintilla di sorpresa e contentezza nei suoi occhi si lasciò ben notare , cancellando del tutto la rabbia e la paura .

"Aileen" risposi io , abbassandomi un pò sulle ginocchia .

" Stai bene ?" le chiesi per conferma , ancora un pò preoccupato .

Lei scosse la testa e mi gettò le braccia al collo .

L'abbracciai forte , forte.

Stretta , stretta a me .

Le tolsi quasi il respiro , ma lei non protestò .

Ricambiò con la stessa intensità .

Presi così ad accarezzarle i suoi lunghi capelli biondi , un pò sporchi per i lunghi giorni di prigionia .

Scoppiò a piangere .

" papà, ho avuto così tanta paura" confessò tra un singhiozzo ed un altro.

La voce roca e resa ovattata dalla mia camicia .

Il suo volto era premuto contro il mio petto , nessuno dei due aveva intenzione di sciogliere quell'abbraccio .

Sentivo le sue calde lacrime bagnarmi il tessuto , poi la pelle ed il mio cuore si strinse in una morsa d'angoscia.

Robert , pagherai per tutto il male che hai fatto

Le scoccai un bacio tra i capelli per consolarla in qualche modo : "Ssshh va tutto bene, piccola . Adesso ci sono io qui con te . " le sussurrai dolcemente

" Portami via , portami via" m'implorò

Sciolsi l'abbraccio e le asciugai le lacrime che le stavano rigando il viso : " Ma certo che ti porto via da qui . Tesoro , non permetterò a nessun altro di farti ancora del male , ok ? Adesso sei con me , sei con me . Ti proteggerò io , d'accordo ? "

" D'accordo . " disse , tirando su col naso .

"Sapevo che saresti arrivato prima o poi , il mio papà super protettivo non poteva fallire " aggiunse dolcemente , accarezzandomi una guancia

Annuii , poi le indicai con un cenno del capo le catene sparse per terra , accanto a quel materasso posto al centro della stanza : " Come hai fatto a liberarti dalle catene , amore ?" chiesi curioso .

Un mezzo sorriso carico di soddisfazione affiorò sulle sue labbra sottili : " Sono la figlia di un poliziotto e di una ladra . Chi altro avrebbe potuto fare questo meglio di me ? " spiegò in breve

Ricambiai il suo sorriso : " Sono orgoglioso di te , vita mia "

" Mi dispiace averti disobbedito . Io non credevo che tu mi stessi proteggendo dal padre di Max . Mi dispiace , mi dispiace tantissimo " ammise mortificata , scuotendo la testa .

" Lo so . Avrei dovuto dirti tutto sin dall'inizio . Sei grande ormai , avevi tutto il diritto di sapere come stavano le cose, ma non volevo farti preoccupare...dispiace tanto anche a me . Ma signorina...non meravigliarti se adesso resterai comunque in punizione per il resto della tua vita " avvisai , facendole un occhiolino e sfiorandole la punta del naso con un dito .

Lei sorrise ed annuì .

" Adesso andiamo " decisi , prendendola per mano.

" Stiamo perdendo fin troppo tempo, Gab " avvisò Stefy , rimasta sempre al mio fianco.

"Stai sempre attaccata a me , d'accordo? " consigliai alla mia piccola

" Sì...ma papà?" mi richiamò lei , stringendo forte la mia mano .

" Cosa c'è? "

" Ti voglio bene " bisbigliò

"Anch'io" le risposi , con il cuore più leggero .


Kevin

 

" Abbiamo notizie di Aileen . E' stata avvistata " comunicai all'intera famiglia Marsano , spalancando la porta di casa e gettando per terra il casco della moto .

Mio padre e mia madre mi guardavano stralunati dal divano , come se mi stessero prendendo per pazzo.

Erano tutti in soggiorno, come sempre .

" E' tutto vero . Tutto assolutissimamente vero " confermai con il cuore a mille , il respiro accelerato per la folle corsa .

Gabriel abbiamo trovato la nostra Aileen , ti prometto che la riporterò a casa ...fosse l'ultima cosa che faccio .

" Stavamo seguendo una pista...e poi , BUM . Una coppia l'ha avvistata ieri sera " spiegai in breve , mooolto in breve.

Per Gabriel .

Per lei , che le volevamo un mondo di bene

Per mia sorella .

Io l'avrei riportata a casa .

La mia ragazza schizzò in piedi , facendo cadere la sedia all'indietro : " Dove?" mi chiese raggiante . Quanta luce le donava quel meraviglioso sorriso sulle labbra !

Avrei voluto riempirla di baci in quel momento .

Stella passeggiava per il salone e coccolava Leonard che era stretto fra le sue braccia .

Il piccolino produceva strani e graziosi versetti .

Mi sorprese non poco il fatto che mia sorella non si scompose più di tanto davanti alla notizia .

Strano.

Era come se non mi avesse sentito.

Ignorai la domanda del mio amore e mi concentrai su Stella , caparbio , testardo...come al solito.

Volevo vedere una sua reazione : " Ehi Stella, mi hai sentito ? "

Lei alzò gli occhi color caramello e incrociò il mio sguardo .

Era confusa , pensierosa : " Come , scusa ?"

" Abbiamo notizie di Aileen " ripetei lentamente , molto lentamente .

" Molto bene." rispose seria . Troppo seria.

"A cosa stai pensando?" le domandai sospettoso

Fece spallucce: " A nulla non ti preoccupare " sminuì , regalandomi un mezzo sorriso

Jessica affondò un dito nel mio stomaco , furiosa: " Ho detto...dove ? Non mi ignorare...signorino" minacciò in tono duro .

Risi e le scoccai un bacio su una guancia: " Santa Monica "

" E quando pensate di andare a controllare ?" domandò mio padre , alterato

" Adesso . Sono passato solo per dirvi questo . Oliver e tutti gli altri colleghi sono già lì , mi stanno aspettando "

Mia madre mi scrutò con occhi attenti : " Kevin , allora vai...e riporta qui la nostra Aileen sana e salva "

Annuii più di una volta : " In poche ore saremo a casa . E' una promessa "

" Stai attento , ok? " aggiunse sempre mia madre con occhi lucidi , le mani congiunte davanti la bocca per cercare di smorzare e contenere i suoi timori .

Mi avvicinai a lei , le afferrai le spalle e le scoccai un bacio sulla fronte : " Tranquilla mamma . Andrà tutto bene " la rassicurai

Mi rispose con un sorriso .

" Vai figliolo . Arresta quel criminale. Ha fatto fin troppi danni. " m'incoraggiò mio padre .

Jess si limitò a stringermi forte una mano .

Mi voltai verso di lei e mi persi nei suoi occhi castani.

" Tornerò da te " le promisi .

Lei annuì con un mezzo sorriso .

" Lo so . Tu non mi hai mai delusa , amore . Torna tutto intero , ok ? "

Le afferrai la nuca con una mano e la spinsi contro il mio petto , poi le scoccai un bacio fra i capelli ramati : " Ok" le sussurrai ad un orecchio .

Lei rise ed alzò il mento per far incontrare le nostre labbra .

Le assaporai come sempre , come volevo fare sempre .

" Ti aspetto qui " confermò lei

" Andiamo" esordì invece mia sorella .

E quando spostai gli occhi su di lei per poco non mi prese un colpo.

Mia sorella aveva in mano una pistola .

Mia sorella ha in mano una pistola

Ripeto...mia sorella, Stella Rossi in Gray , ha una pistola fra le mani .

Leo...Leonard dov'era finito ?

" Leo , l'ho portato in camera mia . Si è addormentato . Non preoccuparti " chiarì , come se mi avesse letto nel pensiero .

" Questa..." aggiunse , indicando con un cenno del capo la pistola stretta fra le sue mani " è , o meglio, era di Gabriel . La pistola di riserva , sai... " mise in chiaro , come se non stesse maneggiando un'arma da fuoco.

Come se non stesse maneggiando proprio quel tipo di arma che ogni qual volta intravedeva la faceva andare di matto , rabbrividire oppure urlare , tremare o...non so...morire di paura?

" Sei mia sorella , vero?" chiesi titubante, deglutendo vistosamente

Perfino nostro padre la guardò con gli occhi fuori dalle orbite .

" Ovvio" confermò , controllando il caricatore .

Alessandro si alzò di scatto dal divano , quando vide sua figlia inserire un colpo in canna : " Stella, figlia mia " la...rimproverò? " cosa ti prende?"

" Papà...è tutto ok , d'accordo ? Non sto male , non ho la febbre...è tutto sotto controllo" cercò di rasserenare gli animi.

" Da quando...sai utilizzare una pistola?" balbettai , scioccato, sconvolto.

" Gabriel era un poliziotto . Tu sei un poliziotto . Di queste ne vedo tante...da anni , ogni giorno " spiegò infilandosi quella pistola in cintura " non ho mai fatto pratica , ma so perfettamente come prendere la mira ed utilizzarla . Ho visto Gabriel usarla un milione di volte " concluse con nonchalance .

" Che fine ha fatto mia sorella ? Dove l'hai messa ? " chiesi sempre più sorpreso

Stella fece spallucce : " Il dolore e le situazioni l'hanno cambiata "

" Tu non puoi andare con lui , Stella , è pericoloso!" tuonò mio padre

" Papà , non posso stare qui . Io devo andare " ribatté decisa

Scossi la testa : " Non voglio che ti accada niente . Non riuscirei a sopportare anche la tua perdita . Leo ed Aileen hanno già perso il padre , non permetterò che perdano anche te "

Stella mi fulminò con sguardo duro ed impassibile : " Non riuscirete a tenermi qui . Quindi...mi porti con te , Kevin , oppure devo prendere le chiavi della mia auto ?" minacciò severa

" Come puoi non pensare a Leo?" le urlai in faccia

" Robert è folle, vuole uccidere anche te non dimenticarlo ." aggiunse nostro padre

" Leo starà bene qui con voi . Per me non dovete preoccuparvi . Forza , andiamo...Kevin" ordinò , avviandosi per prima verso la mia moto .

" D'accordo" mi arresi " ma guai a te se non farai quello che ti dico "

                                                                                  *****

Eravamo arrivati.

Scesi agilmente dalla moto -ormai spenta- e lasciai il casco sulla sella .

Mia sorella , al mio fianco, fece lo stesso.

Quel giorno c'era un casino tremendo a Santa Monica , ma riuscii comunque ad individuare i nostri .

Avanzai con passo deciso verso Oliver , che era accanto ad una nostra volante , parcheggiata poco distante dall'ingresso del Luna Park .

Stella mi seguì come un'ombra mentre si guardava intorno come se fosse alla ricerca di qualcuno.

Aileen, forse ?

" Oliver , allora ?" chiesi , ansioso di sapere novità

Il mio collega annuì : " E' qui . Non sappiamo precisamente dove...ma è qui "

" Quindi ? Cosa facciamo? Robert è nei paraggi ? "

Oliver fece spallucce mettendosi le mani sui fianchi: " Forse . Per adesso concentriamoci solo sulla bambina . Può darsi che trovando lei , troveremo anche lui . Dividiamoci , d'accordo ? Se vedi qualcosa non esitare a contattarci , indossa gli auricolari "

Annuii , ormai pronto ad entrare in azione

" Stella , cosa ci fai qui?" domandò poi , il mio superiore

" Sono qui per mia figlia " rispose prontamente

" Non puoi andare in giro con Kevin , può essere pericoloso" cercò di farla ragionare

" Lo so , ma non riusciremo a farla restare fuori dai guai " aggiunsi io , con una smorfia di disappunto dipinta sul volto " è sotto la mia piena responsabilità "

"E' un civile, Kevin !" esclamò furioso " il Capo ci ucciderà se dovesse succederle qualcosa"

" Stiamo parlando di me , Gabriel era mio marito...Oliver" parlò lei , a tono.

Il detective , fresco di promozione , sospirò : " Cerca di non farti ammazzare , d'accordo? Non siamo riusciti a fare nulla per Gabriel , ma tu non devi fare sciocchezze..."

" Grazie " ringraziò , ma non disse al mio collega che aveva una pistola .

Sospirai grattandomi la nuca : " Andiamo "


Angolo Autrice 

Ciao ragazzi :) 
Avrei dovuto aggiornare questa storia prima di oggi :/ 
Tuttavia avrete ormai capito che il prossimo sarà l'ultimo capitolo ;)  
Gabriel ha ritrovato Aileen ,
Stella ha mostrato il suo repentino cambiamento all'intera famiglia...è in modalità guerriera , ormai XD
Stefy....Stefy ancora GG non riesce a capire se...può fidarsi oppure no.
Cosa succederà nell'ultimo capitolo ? Cosa vi aspettate ? 
Ringrazio Leila , Tonia , Novalis e Laura per aver recensito il capitolo precedente <3 grazie di cuore <3 
Ringrazio immensamente chi preferisce , segue e ricorda questa storia ;) 
Al prossimo capitolo 
Un bacione a presto ;)  
 

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Capitolo 31
*** L'Amore vero rende liberi ***


Oltre il mare del mio cuore

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Capitolo31. L' Amore vero rende liberi  

 

Gabriel

 

Un rumore di passi mi fece trasalire ed al tempo stesso scattare sull'attenti .

Qualcuno era entrato nella baracca , e non era da solo.

La prima cosa che pensai e feci fu quella di trovare un possibile rifugio sicuro per tutti noi , dentro il quale nasconderci e pensare ad un buon piano pur di uscire illesi da tutta quella situazione complicata , contorta.

Ci ospitò un piccolo sgabuzzino , buio, umido...ma ottimo per noi e le nostre speranze di sopravvivenza .

Socchiusi la porta in legno , appena , poi spinsi mia figlia dietro di me e strinsi forte il calcio della mia pistola pronto a tutto pur di proteggere le persone che amavo , a cui tenevo più di me stesso.

Stefy al mio fianco fermò il respiro , si appiattì contro una parete , le mani al petto come per sincerarsi che il suo cuore fosse ancora lì , palpitante e dentro...nel suo petto.

" La piccola ? " chiese un uomo robusto , corpulento , che riuscii ad individuare attraverso la fessura creata dallo stipite della porta e la porta stessa .

" è nell'ultima stanza , in fondo a questo corridoio ." rispose un altro , con voce roca .

Sgherri di Robert , senza alcun dubbio.

" Robert mi ha chiesto di controllarla ogni tre ore e questa cosa non mi va per niente bene, prima mi ha morso una mano quella piccoletta! " aggiunse il primo , sbuffando.

" E' una nanerottola , figurati che male ti avrà fatto!" esclamò il secondo di rimando , roteando gli occhi e facendo con le mani un gesto di stizza.

" Ci penso io a loro " mimò Stefy al sottoscritto , d'improvviso " ma tu devi scappare appena puoi " aggiunse seria , con occhi lucidi e labbra tremanti " devi farlo per me " concluse , con un mezzo sorriso triste.

Scossi la testa con decisione: " No, per quello che so potresti anche tradirmi " sussurrai a denti stretti

Lei sgranò gli occhi , incredula: " Possibile che ancora non mi credi?"

Non risposi, mi limitai solo a guardarla negli occhi .

No , non stava mentendo .

Come potevano mentire quei suoi occhi così spaventati ed amichevoli ?

Voleva aiutare me e mia figlia realmente .

Perché allora non riuscivo a fidarmi del tutto di lei ?

Non riuscivo a crederci , Robert mi stava rubando anche questo...la fiducia che riponevo negli altri , ed io non potevo permetterglielo...non più .

Aveva già rubato troppe cose a cui tenevo .

Poi , due spari .

Trasalii ancora una volta , come se dell'acqua gelata mi avesse bagnato dalla testa ai piedi .

Due colpi , uno dietro l'altro , sparati a distanza di qualche secondo riecheggiarono nell'aria pomeridiana.

I due uomini caddero a terra come dei birilli , senza alcun lamento, ma sentii chiaramente il tonfo che provocarono i loro corpi privi di vita sul pavimento.

Chi era stato il responsabile ?

Capelli rossi , occhi verde scuro , un sorrisetto compiaciuto sulle labbra carnose e rosse. Victoria era lì...

Per me...

Per noi...

 

Jessica

 

Ero in casa .

Andavo avanti ed indietro, le mani incrociate al petto alla disperata ricerca di "calma"

Ero tesa come una corda di violino , per tutta quella situazione che si era venuta a creare . Era più forte di me , forse.

Questo senso di soffocamento , di ansia...l'avrei superato ?

Kevin e Stella non erano da soli , certo , la polizia era con loro e potevano farcela , sì . Ma...se comunque fosse successo qualcosa di brutto?

Robert era un tipo senza scrupoli.

Ma...no .

No , entro al fine di questa giornata ogni cosa tornerà al proprio posto , seppur Gabriel...

Gabriel...

Non riuscivo proprio a capire Stella in questi ultimi giorni.

Era persa , confusa , sofferente , triste , arrabbiata ?

Era un mix di emozioni incalcolabile .

Un orologio non orologio...andava avanti come se ormai non avesse più alcuna batteria

Nessuno riusciva a capire il suo stato d'animo , nascondeva il tutto dietro una maschera fredda ed impassibile .

Sembrava uno zombie che camminava.

Sbuffai e mi misi le mani sui fianchi , poi sorrisi...non riuscendo a fare altro , dato il mio sguardo si posò inconsapevolmente e teneramente sul piccolo Leonard , che dormiva beatamente fra le braccia del nonno , Alessandro .

" Vedrai Jess , andrà tutto bene" mi rassicurò il padre del mio ragazzo , mentre cullava il piccolo Gray .

Deglutii vistosamente ed annuii : " Lo so " mormorai convinta .

Dovevo essere convinta .

Dovevo dire ad alta voce ciò che doveva essere tale .

E forse dirlo a voce alta avrebbe aiutato a convicere anche i miei stessi pensieri negativi .

 

Kevin

 

Avanzavamo l'uno accanto all'altra .

Il sudore imperlava i nostri visi , ma continuavamo a camminare...senza mai fermarci .

Sorella e fratello uniti per salvare la nostra piccola e graziosa Aileen dalle grinfie di quell'individuo psicopatico di cui avevamo perso le tracce già da un pò.

Gab , ti prometto che troverò tua figlia...

ti prometto che Robert non la passerà liscia .

Ti prometto che non sarai morto invano .

Quell' uomo marcio senza scrupoli marcirà in galera fino al suo ultimo respiro , fosse l'ultima cosa che faccio.

Mi guardai attorno , scrutando e cercando prove di ogni tipo in mezzo a quella folla gigantesca , immensa , che passeggiava incurante di ciò che stavamo facendo in quella meravigliosa località turistica che era Santa Monica .

Stella stava investigando come me , ogni più piccolo dettaglio poteva essere utile , lei lo sapeva bene .

Nei suoi occhi color caramello c'era una luce che non vedevo in lei dalla scomparsa di Gabriel .

Teneva molto alla piccola , senza alcun dubbio , era evidente .

Era come se fosse un pò sua figlia , dopotutto .

" Vedrai , sarà qui da qualche parte . Troveremo presto le sue tracce " cercai di rassicurarla , confortarla in qualche modo , sfiorandole una spalla .

Sulle sue labbra si delineò un sorriso mesto : " Sì " e strinse forte il calcio della pistola nascosta sotto la sua maglietta .

Stavo osservando l'imponente ruota panoramica quando nell'aria risuonarono due spari...

due spari che provenivano da dentro qualcosa...non riuscivo a capire bene.

Spostai gli occhi per un attimo da una parte all'altra senza mai fermarmi per cogliere anche il più piccolo segnale.

Stella rabbrividì e arrestò i suoi passi all'istante : " Oddio , amore " sussurrò a denti stretti , gli occhi lucidi : " dove sei , ti prego...ti prego , dimmi dove sei..." mormorò addolorata .

Fino a quel momento pensavo che si stesse rivolgendo ad Aileen , ma quando poi urlò a squarciagola il nome , quel nome , il suo nome...quello di mio cognato , ogni certezza che avevo crollò in un istante , come un castello di sabbia travolto dalle onde del mare.

" GABRIEL "

Quel nome...come poteva essere possibile ? Eh ?

Le afferrai le spalle, era uscita di senno ?

" Stella , tutto ok? "

Scosse la testa agitata , le pupille tremolanti.

" Kevin , dobbiamo trovarlo...dobbiamo trovare Aileen " disse agitata .

" Trovare chi ? " chiesi conferma , gli occhi sgranati dalla sorpresa .

Lei sospirò sonoramente: " Trovare Gabriel . E' vivo Kevin...è vivo . L'ho sempre saputo , sempre ."

Indietreggiai come se avessi ricevuto uno schiaffo in pieno viso.

Come ?

Cosa ?

Come era possibile ?

La bara in metallo ? Il funerale ? Le sue lacrime ? Era stata tutta una messa in scena ?

" Il vostro capo conosce ogni cosa...Oliver no . Tutto questo era un piano di Gabriel , poi ti spiego . E' qui , Kevin , dobbiamo trovarlo...può darsi che abbia già trovato Aileen , dopotutto è stato lui ad informare la polizia di muoversi in questa zona , ma in giro c'è anche Robert e..." non riuscì a terminare il suo discorso perché le mancò il fiato , specie quando altri spari...più forti , più nitidi , raggiunsero le nostre orecchie .

Le sue unghie affondarono nella pelle delle mie mani , ed io mi ritrovai ad ululare come un lupo alla luna.

La gente intorno a noi prese a gridare spaventata , alcuni erano sgomenti .

I primi due spari erano stati scambiati per chissà cosa , ma questi...erano inconfondibili, inequivocabili .

Molti presero a correre in ogni direzione alla ricerca di un sicuro riparo , mentre i miei colleghi, presenti in zona , saltavano fuori all'improvviso e invitavano loro alla calma . Oliver assieme alla sua squadra accerchiò il possibile luogo dello scontro .

Il tempo di guidare e scortare un'intera famiglia verso la direzione opposta alla nostra posizione , che mi ritrovai da solo...letteralmente.

Mio sorella non c'era più.

O meglio...non era più al mio fianco.

"Stella" mi ritrovai ad urlare , con le mani ai lati della bocca per intensificare il mio richiamo.

Era in corso una sparatoria violenta in quel momento , dove era andata ?

Uomini comparsi dal nulla presero a sparare alla folla e contro di noi , i poliziotti , i nemici .

Mitra , fucili , pistole...era un caos di proiettili che zigzagavano in ogni dove , uccidendo , ferendo , strisciando corpi di continuo senza preavviso, senza uno schema ben preciso.

L'adrenalina entrò in circolo nelle mie vene , era tempo di agire .

" Kevin , trova la piccola . Ripeto , trova la piccola . Non prendere parte allo scontro , ce ne occupiamo noi , chiaro?" mi comunicò Oliver , con affanno, lo sentii attraverso i miei auricolari .

Ok, d'accordo .

Corsi a perdifiato verso la possibile direzione intrapresa da Stella .

Non appena la vidi ebbi un tuffo al cuore e mi fermai all'istante , allarmato .

Stava correndo verso una baracca abbandonata , poco più avanti dell'ultima giostra del Luna Park .

Una baracca , che in concreto era una sorta di casetta costruita su palafitte .

Le acque dell'Oceano Pacifico erano sotto di essa , calme e inquietanti al tempo stesso.

Un uomo , a qualche metro di distanza da lei , le puntò contro un fucile ed era pronto a spararle alle spalle .

Le mie mani circondarono automaticamente , istintivamente , il calcio della mia pistola che avevo tirato fuori dalla fondina attacata alla cintura .

Tolsi la sicura , caricai e puntai .

Il colpo era in canna in una frazione di secondo.

L'avevo sotto tiro.

Sorrideva beffardo quel tipo che voleva far fuori mia sorella, sangue del mio sangue.

Stella era ignara di tutto , la solita incosciente in queste situazioni.

Questa era la seconda , o la terza , o la quarta , situazione in cui mai mi sarei voluto trovare in tutta la mia vita.

Avrei sparato a quell'uomo correndo il rischio di ucciderlo pur di difendere un innocente , in questo caso mia sorella ?

Erano entrambe persone , ed io non avevo il diritto di decidere della vita dell'uno e dell'altro...anche se ovviamente mia sorella per me valeva molto di più di quel tipo .

Una volta parlai a Gabriel delle mie paure.

Il temere di non riuscire a fermare un criminale , di sparare a qualcuno , di prenderemi un proiettile...e quanto cose erano cambiate da quel giorno .

Avevo già arrestato parecchi ladruncoli e assassini , avevo rischiato di morire per colpa di una pugnalata al petto...avevo sparato , ed oggi l'avrei fatto ancora.

Adesso non avevo più paura , sapevo quello che volevo e dovevo fare .

Sapevo ogni cosa .

Sangue freddo , lucidità

Gabriel mi aveva detto che erano qualità indispensabili per un poliziotto .

Così respirai a fondo , cercai di rallentare la respirazione e di controllare i battiti frenetici del mio cuore .

Sangue freddo .

Fermare il criminale

Lucidità .

Non ucciderlo , ma arrestarlo...e difendere mia sorella . Giustizia , mai vendetta .

Perfezionai la mira più che potei , mirai alla mano armata dell'uomo con l'intento di fargli perdere la presa sul fucile .

Dovevo farlo .

Sparai .

La detonazione mi diede un pò fastidio , ma l'uomo cadde a terra carponi urlando dal dolore . Prima di abbandonare completamente il fucile però , riuscì comunque a sparare un colpo e quel proiettile passò solo ad un centimetro dalla testa della mia sorellina , che si voltò verso di me con occhi sgranati , colmi di gratitudine misti ad incredulità.

Una lacrima le attraversò una guancia.

Trassi un profondo respiro e abbassai l'arma scuotendo la testa per scacciare via ogni mia preoccupazione.

Faceva un caldo terrificante quel giorno , allontanai il sudore dalla fronte con una mano.

Quell'uomo si dimenava ancora per terra , sull'asfalto rovente , e mi costrinse a correre verso di lui , allontanare il fucile dalla sua portata ed ammanettarlo per bene .

" Stai buono se non vuoi fare una brutta fine" minacciai a denti stretti .

" Stai bene?" chiesi poi a Stella

Lei annuì : " Grazie "

Feci una smorfia: " Non mettermi mai più in una situazione del genere , sono quasi morto d'infarto per colpa tua . Non essere precipitosa . " avvisai .

Lei in risposta tirò fuori la sua pistola : " Andiamo . Sono in quella baracca ne sono sicura"

 

Gabriel

 

Dopo aver visto Victoria mettere a tacere quei due uomini , ero uscito allo scoperto contento di vederla , ma al tempo stesso un pò disorientato e furioso .

Si giustificò del suo inaspettato arrivo dicendo che non si fidava di Stefy , che comunque il piccolo Mattew era al sicuro in casa di mia madre assieme a Lucas , attuale marito di Stefy . Disse che sicuramente avrei avuto bisogno di lei...da come si stavano dimostrando i fatti ne era una conferma .

Il suo ragionamento non faceva una piega , ed alla fine mi ritrovai ad abbracciarla e ringraziarla .

Aileen fece altrettanto , beandosi fra le braccia della madre .

Ma il tutto durò poco , molto poco.

Non so ancora quando William arrivò , come ci trovò , come reagì non appena ci vide tutti lì...ma so cosa fece Victoria per proteggere me e nostra figlia .

Spinse via Aileen con così tanta forza da farla cadere a terra , si piazzò davanti a me facendomi da scudo con il proprio corpo ed al tempo stesso sparò al nuovo arrivato per impedirgli di farci del male .

Tutto questo in meno di un minuto .

William , il braccio destro di Robert , nonché colui che mi aveva riempito di calci e pugni e ridotto in cenere casa mia , rispose prontamente a quella sua reazione , fulmineo.

E Victoria mi franò fra le braccia un istante dopo .

Accompagnai la sua caduta e mi ritrovai in ginocchio accanto a lei .

William era riuscito a colpirla , ma lui non era rimasto illeso .

Un proiettile l'aveva colpito al centro della fronte , una macchia rossa lentamente si stava espandendo sul suo viso ed il suo sorriso beffardo sul suo volto era già spento .

" Vic" la chiamai allarmato , afferrandole il volto fra le mani .

Mi stupii di me stesso quando mi scoprii con gli occhi lucidi.

Lei ricambiò quel mio sguardo addolorato con la stessa intensità ed afferrò le mie mani poste sul suo viso : " è tutto ok " sminuì mentre il suo corpo era scosso da fremiti incontrollabili.

Non c'era altro da fare. Stava morendo.

Il proiettile l'aveva colpita in un punto mortale, provai a bloccarle il sangue ma...

" Starai bene, davvero" cercai di rassicurarla comunque, perché io non potevo credere che...che stesse morendo , no.

Lei si morse le labbra e scosse la testa per trattenere le lacrime .

In quel momento era così fragile , così bisognosa d'affetto.

" Sei un buon marito ed un buon padre , un buon uomo in tutto e per tutto..." mi disse con sforzo immane.

" Sssh , cerca di stare calma"

Lei scosse la testa ancora una volta , le lacrime le devastavano il volto . Non l'avevo mai vista piangere.

" Aileen starà bene con te e Stella . Crescerà e diventerà una donna straordinaria "

" Smettila..." intimai severo e lanciai un'occhiata verso Aileen al contempo.

Nostra figlia se ne stava seduta per terra , le ginocchia strette al petto, gli occhi fissi sulla madre . Era incapace di parlare , di avvicinarsi .

" Finalmente ho fatto qualcosa di buono . E sono cambiata anche grazie a te , Gab . Ti amo , vi amo " rivelò , includendo anche nostra figlia nelle sue ultime parole .

Circondai il suo busto con le mie braccia e l'attirai a me , scoccandole un bacio sulla fronte.

Tremava tanto.

" Ti ho amata tanto , e ti vorrò bene...per sempre" le dissi sincero

Lei si spense con un bel sorriso sulle labbra .

Vidi i suoi occhi verde scuro chiudersi lentamente.

Ed Aileen scoppiò in un pianto disperato.

Si gettò sulla madre urlando quando realizzò che non c'era più nulla da fare: " mamma , mamma "

Io la lasciai andare , la lasciai fare.

Ero troppo scosso per fare altro, per portarla via da lì.

Tuttavia strinsi forte il calcio della mia pistola , ed un minuto dopo avanzai minaccioso verso Stefy .

" Tu . TU ." sibillai

" Sei stata tu ad avvisare tutti questi uomini , compreso questo brutale assassino, eh ?" dissi rivolto a lei , indicando William con la pistola .

Stefy scosse la testa , indietreggiò spaventata mettendo le mani avanti : " No , Gab . Non sono stata io...Robert deve aver sospettato anche di me .

" Non volevo che andasse così " si giustificò " senti questi spari fuori ? Io non sapevo che fossero qui."

" Hai preparato una bella trappola" le urlai in faccia , pieno di collera.

" No , Gab . Ti prego..." mi supplicò in lacrime , finendo di schiena contro una parete .

" Gabriel , no " ordinò un'altra voce in tono perentorio.

Mi voltai di scatto , ed il mio sguardo incrociò quei due occhi color caramello che tanto amavo...


Kevin

 

Era vivo .

V I V O .

Cacchio. Cavolo. Cavolo.

Era vivo a tutti gli effetti...in carne ed ossa .

Non stavo sognando , non era un cadavere che camminava , una visione , un fantasma , no...era vivo sul serio .

Stella sapeva tutto , aveva parlato di un piano...oddio , non riuscivo a crederci .

Gabriel era lì , pieno di rabbia , con la pistola rivolta contro Stefy , o meglio quella che un tempo era la sua migliore amica.

Aileen era al suo fianco , il volto rigato dalle lacrime...era scossa , impaurita , aveva addosso vestiti logori , ma stava bene Grazie a Dio .

Quattro corpi invece erano a terra privi di vita , uno di questi...non riuscivo a crederci , era di Victoria .

Victoria era morta , non c'era più.

Ed adesso capivo la rabbia di Gabriel .

Nonostante tutto , erano diventati amici . Victoria inoltre era la madre di sua figlia .

" Non risolverai nulla uccidendo lei " parlò mia sorella , avanzando con cautela verso suo marito , mentre io ero ancora sotto shock per tutto quel gran casino che stavo subendo.

" Gab " chiamò Stella scuotendo la testa lentamente " uccidere lei non ti farà sentire meglio , ok? Lo sai , abbassa quella pistola . Amore , forza . Ascoltami , io sono qui . Ok ? Sono qui . Aileen sta bene . "

" Devi credermi , io non ti ho tradito " disse Stefy in un soffio , in aggiunta , schiacciata contro una parete .

" Papà " s'intromise la piccola Aileen " non voglio che tu uccida zia Stefy . Lei è l'unica ad essere stata buona con me in questi giorni , lei è dalla nostra parte...devi crederla ." aggiunse tirando su col naso " la mamma sospettava , ma non ne era certa . Io lo so , zia è innocente . Ti prego papà , metti via la pistola . Ho paura . Ho già perso la mamma non voglio perdere anche te . Papà..." concluse singhiozzando .

Le sue piccole mani circondarono il braccio armato e proteso in avanti del padre .

Gabriel abbassò l'arma soltanto per lei , poi con un braccio le cinse la piccola vita e l'attirò a sé scoccandole un bacio fra i capelli senza mai perdere di vista Stefy.

" D'accordo . Hai ragione . Non aver paura . " le sussurrò poco dopo , dolcemente .

Stella dal canto suo corse verso di loro e strinse i due fra le sue braccia .

La famiglia Gray era al completo finalmente , o quasi...mancava Leo , che era al sicuro ed in casa con suo nonno , sua nonna e sua zia Jess .

" Stefy ? Vieni con me ?" consigliai alla "nostra amica di famiglia" , vedendo che quei tre non avevano alcun bisogno di me , e nemmeno di lei , in quel momento .

Stefy si ricompose : " Ho le prove della mia innocenza "

Annuii : " Of course "

" Kev , non mi credi?" ribatté allarmata

" Dovrebbe crederti invece , dato hai tradito me...non loro . Hai cercato di prendermi in giro in ogni modo , ma non ci sei riuscita , cognata . Sapevo fin dall'inizio che non potevo fidarmi di te " sottolineò una voce fredda e ...una voce da Robert , anzi...la voce di Robert Jordan.

Il tanto ed atteso momento era arrivato.

Gabriel e Stella scattarono in allarta , sciogliendo il loro abbraccio .

Erano pronti a tutto .

Aileen finì dietro di loro .

" Benvenuti in questa umilissima dimora , vi stavamo aspettando a braccia aperte"

Il posto si riempì di uomini armati fino ai denti .

In un attimo eravamo stati circondati , racchiusi in un anello di persone pericolose e pronte a tutto , o meglio dire , pronte a farci fuori .

" Abbassate le armi " ordinò Robert con nonchalance , osservandosi le unghie delle mani

Guardai Gabriel negli occhi e cercai di capire cosa avesse intenzione di fare .

Non riuscii a capirlo .

Il freddo del metallo di una pistola trafisse la mia schiena quando mi sfiorò .

M' irrigidii all'istante , serrando la mascella .

" Giù " disse l'individuo dietro di me , in un sussurro minaccioso.

Un altro mi strappò gli auricolari e distrusse tutto sotto i suoi piedi da gigante.

" Il posto è pieno di poliziotti , non hai scampo" avvisai Robert con coraggio , tanto non avevo da perdere nulla...stava per uccidermi , in un modo o nell'altro.

Lui sorrise , ma non mi rispose.

Preferì ignorarmi volutamente.

Cavolo , non ricordavo che fosse zoppo , camminava con fatica.

" Hai sette vite come un gatto tu , eh? " esordì faccia a faccia con mio cognato .

Gabriel si limitò a guardarlo semplicemente , stringendo forte una mano di Stella .

Aileen aveva le braccia intorno alla vita del padre , alla ricerca di protezione .

Era intimorita dalla presenza di Robert.

" Visto cosa mi hai fatto ? Mi hai reso zoppo , Gabriel. " aggiunse Robert

Quando ?

Non capivo.

" Tu quel giorno stavi per far saltare in aria la mia famiglia" si giustificò il detective.

Robert rise : " Già , un bel giorno quello...vero ? Ero tanto "così" a farti fuori..." proseguì quello.

Rabbrividivo ogni qual volta parlava in quel modo.

Detto da lui la sua sete di vendetta sembrava una cosa così naturale, da niente.

" Lascia andare mia figlia , mia moglie e mio cognato...hai me , no?"

Robert fece una smorfia: " Non ci prenderei gusto in quel che voglio fare se mandassi tutti via "

" Cosa vorresti fare , sentiamo" disse Stella , brusca , inferocita.

Quello le afferrò la mascella con una mano e strinse forte , sarei voluto scattare in avanti ma se l'avessi fatto...ciao, ciao Kevin .

Mi limitai a rivolgere all'idiota ed ai suoi uomini un'occhiata furente.

Gabriel strinse a sé Aileen ancor di più , non reagì per il suo bene .

Stella non abbandonò il suo sguardo duro e gelido , anche se nelle mani di quell'essere .

" Nessuno ti ha chiesto di parlare . Tu , mi hai stancato fin troppo ." puntualizzò Robert

" Lasciala . Lasciala, capito? Lei no..." intimò Gabriel all'improvviso , quasi ringhiando .

Robert tirò fuori la sua pistola e piazzò la bocca dell'arma proprio contro la fronte di mia sorella.

Lo sguardo di Stella vacillò e Robert sorrise beffardo : " Paura?"

Aileen ingoiò tutte le urla e le lacrime che avrebbe voluto mostrare.

Stefy era immobilizzata come me , non potevamo fare nulla.

Gabriel fu il primo a far cadere la sua pistola per terra .

" Iniziamo a ragionare" constatò quel criminale

Lasciai così anche io la presa sulla mia, Stella fu semplicemente disarmata da chi la teneva in pugno.

" Ora...via" proseguì il signor Jordan , spingendo Stella alle sue spalle .

Due uomini la presero per le braccia e l'allontanarono di peso da Gabriel

" Lasciatemi, no" si lamentò dimenandosi .

Da quel gesto compresi che Robert voleva , per il momento , soltanto Gabriel .

Lo voleva tutto per sé .

S'inginocchiò così davanti ad Aileen : " Sei una bambina graziosa come ti ho sempre detto , ma ora devi lasciarmi solo con tuo padre "

L'undicenne scosse la testa .

Robert le afferrò un braccio con forza , mia nipote si ribellò e Gabriel gridò contro Robert : "Aspetta"

Si chinò su Aileen e le sussurrò qualcosa , le accarezzò una guancia , le sorrise , poi premette le labbra sulla sua fronte .

Mia nipote lo guardò negli occhi . Quei due avevano gli stessi occhi verdi , i capelli biondi . Era incredibile quanto assomigliasse a Gabriel , suo padre . Aileen si allontanò da lui titubante e si rifugiò tra le braccia di Stella .

Almeno questo le fu concesso .

Robert allontanò con un calcio la pistola ai piedi di Gabriel , ripose nella sua fondina quella di Stella e porse a Gabriel la sua.

Che cavolo voleva fare adesso ?

" Ucciditi " ordinò

Mi mancò il fiato per un secondo. Che cosa ? COSA ?

" Ma sei scemo?" urlai

Un pugno inaspettato mi raggiunse lo stomaco e vidi le stelle ruotare allegramente intorno alla mia testa e davanti ai miei occhi.

" Voglio che tu ti uccida con la mia pistola , voglio vedere se sei disposto a dare la tua vita per salvare le persone che ami "

" Perché?" domandò Gab , calmo.

" Perché così vedrò e capirò che James non è morto per colpa tua. Suppongo che essendo un tuo caro amico se avessi potuto salvarlo...l' avresti fatto , giusto ? " dichiarò , infine.

" A che gioco stai giocando?" s'intromise Stella .

Robert la ignorò.

" Con la tua morte mi proveresti questo." concluse facendo spallucce.

" Se decidessi di non farlo?" chiese mio cognato

" La tua famiglia morirà davanti ai tuoi occhi."

"Tanto ci ucciderà comunque, non fare quello che ti dice" consigliò Stella .

Aileen guardò suo padre in silenzio , ma con il respiro accelerato.

" Possiamo partire da Stella ? Che dici?" propose Robert

Un uomo piazzò un fucile ad una tempia di mia sorella e per un attimo mi dimenticai di respirare . Faceva sul serio. Quel pazzo faceva sul serio.

Gabriel trattenne il fiato.

"Allora?" incitò il cretino.

" Devi promettermi che lascerai andare tutti loro..." decise Gab.

Per poco non lo mangiai con lo sguardo. Razza d' idiota , voleva uccidersi per davvero?

Adesso sarebbe morto sul serio ? No, morto per la seconda volta no, eh. Io non avrei più versato una lacrima...credo.

Gabriel afferrò la pistola di Robert dalle mani di quest'ultimo.

Stella tremava , lo vedevo chiaramente.

O lui o lei .

Chi dei due avrei perso ?

" Gabriel , no" mormorò Stella, in una supplica.

" Ti amo . Ti amerò sempre , amore " rispose Gab dal canto suo , guardandola dritto negli occhi .

In quel loro sguardo c'era amore , c'era una richiesta di perdono per quel gesto folle , c'era sofferenza , c'era passione , c'era tutto il mondo racchiuso in quei loro occhi...c'era quel paradiso d'amore che soltanto loro avevano vissuto .

Con non so quale coraggio Gab rivolse la bocca della pistola contro di sé , all'altezza del cuore .

O lui o noi .

Lui scelse lui...per noi .

Chiuse gli occhi e sparò .

Lo vidi cadere a terra , poi...mi smarrii per qualche secondo .

La vista mi si annebbiò all'istante , se per la rabbia o per l'incredulità non riuscii a capirlo , ma appena ritornai a vedere mi misi subito all'opera .

Quella situazione doveva finire , scattai in avanti mettendo k.o chiunque volesse fermarmi . Non c'era tempo per fare altro.

Stella fece altrettanto mentre io già stavo recuperando la mia pistola .

Stefy , invece , inchiodò un piede su quello dell'uomo che la teneva prigioniera per liberarsi dalla sua stretta soffocante.

Iniziò un conflitto a fuoco.

Iniziai a sparare alla cieca anch'io , avrei fatto di tutto pur di salvarmi la vita.

La polizia , i miei colleghi , entrarono proprio in quel momento.

Stella recuperò la pistola di Gabriel , scivolata in un angolo.

Robert stava scappando.

No, no , NO !

Io ero troppo lontano per prendere la mira.

Uno sparo.

Quell'essere cadde a terra di schianto con un urlo micidiale.

Stella aveva sparato con decisione contro di lui , al suo fianco destro .

Guardai la mia sorellina , scossa , tremante , ma al tempo stesso forte e coraggiosa , e cercai un modo per raggiungerla .

Ero sul punto di abbracciarla quando un proiettile passò ad un centimetro dal mio e dal suo naso finendo dritto nel petto di...Robert .

Quell'uomo aveva avuto l'intenzione di coglierci di sorpresa ancora una volta , ma non c'era riuscito grazie a...

Guardai mia sorella con il cuore in gola e lei fece altrettanto .

Gabriel ci aveva salvato la vita .

 

Gabriel

 

Un dolore atroce mi aveva attraversato il petto.

Ma non ero morto , no.

Quella pistola era stata caricata a salvi , l'avevo intuito dalla sua incredibile leggerezza , altrimenti sarebbe risultata sicuramente e decisamente più pesante al mio tocco .

Robert voleva giocare . Voleva vedere con i suoi occhi se fossi stato davvero disposto a dare la mia vita in cambio di quella di mia moglie o di mia figlia , e poi magari chissà cos'altro fare per uccidermi realmente e dolorosamente . Ma aveva sbagliato i suoi calcoli . I miei colleghi erano riusciti a trovarci in tempo , e mia moglie e mio cognato non erano persone facili da gestire come credeva . Erano arditi , coraggiosi .

Tuttavia avevo rischiato grosso , quella pistola poteva anche essere carica , ma non mi sarei mai pentito della mia scelta .

Avrei salvato in qualche modo la mia famiglia , sempre .

La polizia era intervenuta giusto in tempo , e mentre cercavo di riprendermi , disteso su un fianco su quel pavimento gelido , Aileen corse verso di me .

Proiettili presero a schizzare ovunque , senza una direzione precisa , e seppur un pò dolorante mi gettai su di lei per proteggerla , farle da scudo con il mio corpo .

Sentii i suoi singhiozzi contro la mia spalla destra , mentre la trascinavo per terra con me , per avere qualche possibilità di raggiungere una pistola , poco distante da noi .

Non appena la recuperai guardai la mia piccola negli occhi: " Nasconditi , quando tutto sarà finito uscirai allo scoperto ."

" Credevo che fossi morto " ammise lei , ed io le sorrisi : " fidati di me tesoro, andrà tutto bene "

Recuperai la mia pistola e cercai di darmi da fare .

Mi alzai rapidamente costatando che non avevo che una macchia scura sulla camicia per quel falso colpo .

Trassi un profondo respiro e cercai di individuare i miei cari tra quella calca di criminali e poliziotti .

Stella e Kevin erano vicini , l'uno accanto all'altra...stavano per abbracciarsi , ma non si erano accorti che dietro di loro Robert , seppur ferito , si stava preparando per mettere fine a quel loro dolce gesto .

Fui costretto a sparare con il rischio di ferire uno dei due , ma era stato necessario per salvare la vita ad entrambi , per salvare la vita a due persone che amavo , che erano la mia famiglia .

Quel delinquente cadde a terra rovinosamente senza emettere una sola sillaba , l'avevo colpito al petto .

Mi guardò in malo modo prima di cadere a terra , dolorante e ferito per la seconda volta .

Non l'avevo ucciso all'istante volontariamente .

Non potevo ucciderlo , perché a quel punto sarei diventato come lui .

I due fratelli si voltarono verso di me , sgomenti , disorientati , ma al tempo stesso contenti di vedermi vivo e vegeto .

Io non riuscii a fare altro per loro , numerose macchie rosse presero a danzare davanti al mio campo visivo .

Mi sentivo strano...era un dolore ormai così familiare.

La spalla sinistra mi faceva un male cane e qualcosa di caldo e denso stava conquistando il resto della mia camicia partendo proprio da lì.

Stella alzò la sua pistola , un' espressione selvaggia sul suo volto , e sparò qualcuno alle mie ...di spalle .

Uno degli uomini di Robert.

Quel folle era riuscito a colpirmi , ma mia moglie l'aveva messo a tacere con un colpo al basso ventre .

Stella...aveva sparato .

" Non mi avrete mai , MAI " urlò intanto Robert , con occhi rossi , trascinandosi per terra...dietro Kevin .

Kevin corse così a mettergli le mani dietro la schiena , ma quello si ribellò urlando ancora e ancora , gridando con tutta la voce che aveva . Riuscì a respingere il ragazzo perfino con calci e pugni , nonostante fosse stato ferito da due colpi di arma da fuoco .

Poi , con in mano la sua pistola pose fine alla sua vita un istante dopo aver tirato via dalla giacca qualcosa...un qualcosa come una granata.

Una granata stava per esplodere.

Non avevamo un minuto di tempo , dovevamo scappare.

Prontamente afferrai con una mano un braccio di Stella , con l'altra intrecciai le dita con quelle di mia figlia , che era uscita allo scoperto giusto in tempo , ed insieme alla mia famiglia mi costrinsi a correre .

" Kevin, Stefy via...via " ordinai con tutto il fiato che avevo nei polmoni.

Mi gettai contro la prima finestra che mi capitò a tiro , la porta era troppo distante , lontana per essere raggiunta in tempo.

Mandai in frantumi i vetri con un solo colpo di spalla e caddi nel vuoto seguito da mia figlia e mia moglie .

L'impatto con l'acqua fu sgradevole.

Era fredda , profonda, salata.

Sprofondai per qualche metro , persi il contatto con Stella ed Aileen.

Un boato , reso opaco , distante , ovattato dall'acqua, raggiunse le mie orecchie.

All'improvviso mi sentii svuotato di energia , di ossigeno.

Percepivo le membra così pesanti...e un braccio circondò i miei fianchi , e mi spinse su...verso la superficie increspata dell'acqua, illuminata dalla luce del sole...il sole...che sembrava così distante.

Ed invece in un attimo fu proprio la luce del sole a bagnarmi al posto dell'acqua gelida e selvaggia dell'oceano , che spuntai fuori dalla bocca con vari e violenti colpi di tosse.

Eravamo salvi , eravamo vivi .

Pezzi di legno e roba di vario tipo galleggiavano assieme a noi.

Una mano mi cinse il collo ed un respiro caldo mi accarezzò un orecchio : " Amore mio è finita , finalmente "

Poi un sorriso , il più bello e radioso sorriso che avessi mai visto in tutta la mia vita .

" Ti amo " le dissi , ammaliato dal suo fascino , e mi tuffai sulle su morbide labbra bagnate .

Le allontanai qualche ciocca di capelli bagnati dal suo volto , la strinsi forte a me , ma non spezzai quel bacio neanche quando Kevin picchiettò con un dito contro la mia schiena .

Aileen sorrideva un poco assieme a Stefy .

" Ti ho proprio insegnato bene a nuotare , tanto che adesso tu salvi me..." dissi al mio amore sinceramente sorpreso .

" Ho imparato dal migliore..." mi rispose .

Con non poche difficoltà raggiunsi la battigia , per poi lasciarmi cadere in ginocchio sulla sabbia .

Stella mi raggiunse in un attimo e afferrò il mio volto fra le sue mani : " Gabriel , stai bene? Stai sanguinando."

Si strappò un pezzo di stoffa dalla sua maglietta e prese a premerla contro la mia ferita alla spalla .

Mi scappò un lamento , ma anche un sorriso: " Non è grave , ma aveva ragione Victoria, sono una vera e propria calamita per i proiettili "

A quelle parole scappò un sorriso anche a lei , nonostante la situazione : " Scemo. Piuttosto dovresti stare più attento , non voglio ritrovarmi con un marito bucherellato di qua e di là "

" Sei stata bravissima . Mi hai salvato la vita...ancora " mi congratulai con lei , ma mi salì il cuore in gola quando vidi del sangue sul suo ginocchio sinistro circondato dalla sabbia .

Lei mi spiegò subito : " Colpo di striscio, fa male...ma sono stata fortunata come cinque anni fa. Riesco a schivare abbastanza bene i proiettili al contrario di mio marito , che dovrebbe farlo per mestiere , invece "

" Ho definitivamente chiuso con il mio lavoro " confessai a denti stretti per non urlare dal dolore .

Lei scoppiò a ridere : " No amore , non è vero . Sei nato per essere poliziotto , lo sai .

E l'ho capito anch'io , ormai . Tu ami salvare la vita alle persone , ed io non posso e non voglio trattenerti nel farlo . Non voglio tenerti tutto per me . Il mondo intero deve vedere la tua bontà d'animo . Cambierò io il mio lavoro , diventerò un'organizzatrice di matrimoni , ho deciso . Ed il primo matrimonio che organizzerò , sarà quello di mio fratello Kevin , che sposerà la sua incantevole Jess "

Concordai con lei , sì . L'idea era decisamente ottima .

Stefy ci raggiunse , anche lei aveva una piccola ferita , ma sul sopracciglio sinistro , un'altra al collo, qualche livido sulle guance .

Qualcuno doveva aver alzato le mani contro di lei.

Mi guardò con occhi lucidi : " Stai bene? Fammi vedere"

Stella si mise un pò da parte , sapeva che la nostra amica aveva avuto qualche esperienza in campo medico in passato .

Stefy era stata una missionaria...dava assistenza medica gratuita a chiunque ne avesse bisogno in territori ostili . Era stata in alcuni paesi dell'Africa .

" Non è grave" confermò con un sospiro di sollievo

"Scusa " le dissi invece io

Lei abbozzò un mezzo sorriso , ma era decisamente di più una smorfia: " Non è importante . Posso capire quello che hai passato e...non preoccuparti"

"Papà..." mi chiamò mia figlia, correndo verso di me .

" Calma Leen , tuo padre sopravviverà . Prima era un morto non morto , ma ora...è un morto che cammina " esordì Kevin , divertito .

" Ascolta , mi dispiace non averti detto nulla del mio piano..." dissi io , sapendo già cosa mio cognato stesse per dire

" Pensavo di essermi sbarazzato di te , invece ! Oliver ed io eravamo diventati una bella squadra , sai ? " esclamò lui mettendo le mani sui fianchi

" Non è vero . Ed inoltre hai pianto come una femminuccia per me , ti ho visto " annunciai

" Siamo pari " decretò lui , riducendo gli occhi a due fessure

Stella mi scoccò un bacio sul collo , facendomi rabbrividire : " Andiamo a casa " mi sussurrò dolce " Sei vivo e devono saperlo tutti . I miei , i tuoi...e poi c'è il nostro piccolo Leonard , che ha bisogno di noi "

Annuii . Poi puntai gli occhi verso il cielo .

Avevo capito molte cose in questi giorni .

Il male non porta che altro male.

Se fai del male , il male che fai farà del male a te stesso oltre che agli altri.

Involontariamente Robert non si era accorto che la sua sete di vendetta stava uccidendo, consumando anche lui e molto lentamente .

Fino a farlo arrivare a quel terribile gesto.

Togliersi la vita per orgoglio.

E l'orgoglio non è sempre una buona cosa .

Spesso distrugge , sgretola amicizie , speranze , amori che erano destinati a vivere per sempre...

Robert avrebbe benissimo potuto distruggere quell'amarezza in lui , quel senso di colpa che l'attanagliava , nato per colpa delle sue mancanze nei confronti del fratello , che non aveva più potuto salutare , vedere un'ultima volta...con l'amore .

L'Amore , quello Vero , libera .

 

                                                                        Fine 


Angolo Autrice 

 

Ciaooo ragazzi ^^

Sono emozionata , non so neanche da dove cominciare .

Parto con il dire che la storia di Gabriel e Stella , se prendiamo in considerazione anche la prima storia , è durata un anno e qualche mese...e mi dispiacerà moltissimo lasciare questi personaggi ,

mi dispiacerà lasciare Kevin e la sua allegria ,

Jess , che finalmente ha imparato ad accettarsi per la ragazza che è ,

Stella ...diventata un'eroina in carne ed ossa

Gabriel e la sua dolcezza , il suo smisurato amore per la sua famiglia

Tutti , nessuno escluso .

Ma è giusto che vivano il resto della loro vita in pace e lontano dai guai :)

Spero con tutto il cuore che la storia vi sia piaciuta .

Ringrazio chi ancora continua a leggere la prima storia , nonostante sia finita , chi continua ad inserirla nelle proprie preferite , seguite e ricordate...

Le visualizzazioni sono tante...vi ringrazio di vero cuore .

Ringrazio chi ha scelto di leggere anche Oltre il mare del mio cuore , questo seguito , oltre la prima storia .

Ringrazio chi ha letto semplicemente questa .

Ringrazio ogni singola persona che ha recensito questa storia , chi con una sola recensione , chi con qualcuna sparsa , chi con costanza...il vostro sostegno è stato prezioso .

In particolare ringrazio : Novalis , lalla27 , Leila , fiordicampo , tonia90 , noemi_ST

E' stato prezioso anche il sostegno di tutti voi , che avete aggiunto la storia nelle preferite , seguite e ricordate .

Siete meravigliosi e tantissimi .

Io vi aspetto nelle mie altre storie ;)

Stay with me

Ho incontrato il tuo sorriso


Un bacione grande ;) 

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