Ichigo

di EvrenAll
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Beccato! ***
Capitolo 2: *** Presentazioni ***
Capitolo 3: *** Ryuga ***
Capitolo 4: *** Incontri ravvicinati ***
Capitolo 5: *** Pensieri ***
Capitolo 6: *** Una pessima giornata ***
Capitolo 7: *** Doppia personalità?! ***
Capitolo 8: *** Chiarimenti? ***
Capitolo 9: *** Passato ***
Capitolo 10: *** Prove ***
Capitolo 11: *** Diario ***
Capitolo 12: *** Maglietta nera ***
Capitolo 13: *** Appuntamento ***



Capitolo 1
*** Beccato! ***


10 gennaio

Come sempre la stanza in cui i due si trovavano era buia. Lo era così tanto che, se non fosse stato per la luce proveniente dagli schermi addossati al muro, non si sarebbero riusciti a distinguere al suo interno un tavolino, su cui spiccavano i profili di cartine di caramelle vuote e di un paio di tazzine, e un piccolo divanetto. I due personaggi, seduti, erano in religioso silenzio: la loro attenzione del tutto rivolta all'ascoltare ed osservare le riprese.

Oltre uno degli schermi si vedeva chiaramente un ragazzo intento a scrivere qualcosa, su un altro una ragazza stava bussando ad una porta.

-Hey, Light. E' permesso?- Il ragazzo nello schermò si alzò e aprì la porta che era stata precedentemente chiusa a chiave. Sospirò -Cosa vuoi?-

Lei sorrise -Solo vedere se eri vivo... e romperti un po' le scatole- Si sedette davanti alla scrivania e si mise a rovistare tra le carte del ragazzo. Quest'ultimo sembrava piuttosto contrariato -Se devi continuare a fare così ti butto fuori, e non scherzo-

-Dalla porta o dalla finestra? Se fosse dalla seconda dovrei iniziare a preoccuparmi- La ragazza si voltò per un attimo e, dopo aver capito che suo fratello non aveva intenzioni serie, continuò a leggere con un sorriso stampato in faccia. Light si appoggiò al tavolo rimanendole di fianco.

Improvvisamente i suoi occhi si spalancarono -Ma tu sei completamente pazzo!- esclamò lei alzandosi ed allontanandosi da lui con un foglio in mano.

Si portò una mano alla bocca -Tutto ciò è completamente assurdo!-

I due spettatori raddrizzarono le orecchie, allertati. Light si raddrizzò, teso. Cosa aveva visto sua sorella? Che forse...

-Light Yagami!! Come hai osato...- Lui sapeva di non potere dire nulla, sapeva che qualcuno lo stava guardando e non poteva reagire in alcun modo.

-Ora mi spieghi come hai avuto il coraggio di farlo! Non è possibile!-

-Sorellina..- Avanzò di qualche passo, titubante.

-Tutto quel lavoro, tutta quella fatica da parte tua. Sprecati per nulla! Cosa dirà papà, ora, al suo amato figlioletto?-

Le ombre nella stanza intanto, senza rendersene conto si erano avvicinate allo schermo: che quello potesse essere ciò che attendevano? La definitiva conferma?

-E cosa dirà a me.... dopo aver saputo che finalmente ho preso un voto migliore di te in matematica?!?!- Sventolò in aria il compito, ridendo come una scema, estremamente soddisfatta della sua scoperta.

-Ahi, ahi, saranno guai grossi per te, Raito-kun. Che è successo perché ti facessi battere dalla tua sorellina, eh?- Dopo aver detto ciò uscì di corsa dalla stanza e poi giù per le scale lasciando la porta spalancata mentre urlava -Mamma!-

Light tornò a sedersi dopo qualche attimo, sconvolto.

-Quella ragazza non è normale- dissero insieme lui e una delle due persone che assistevano, la più anziana. L'altra, sul divano, portò il pollice di una delle mani verso la bocca ed iniziò a tormentarsi le labbra che, dopo la spettacolo, si erano curvate leggermente all'insù.

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Capitolo 2
*** Presentazioni ***


2- Presentazioni

5 aprile

Il sole era alto nel cielo e la sua luce, che riusciva ad oltrepassare le chiome degli alberi ed a raggiungere il terreno, intiepidiva finalmente un poco la pelle ed i vestiti della gente dopo che questi erano stati freddi a lungo a causa del brutto tempo e dell'inverno. Quell'anno la gelida stagione era sembrata non voler terminare più, ma si era infine arresa alla primavera ed ora i fiori iniziavano a germogliare su prati e piante.
Il calore non si fermava solo all'esterno, ma quella sensazione, quasi come quella di un tocco leggero e tangibile, una carezza fatta dai raggi di sole, entrava dentro, nel profondo, e riusciva in qualche modo a scaldare e a rallegrare anche gli animi.
O almeno così accadeva a me mentre tornavo all'esterno dopo una mattinata trascorsa tra discorsi e presentazioni ufficiali.
Mi avvicinai a lui e lo presi sottobraccio -Light! Complimenti veramente! Oltre ad essere arrivato primo hai fatto un discorsetto niente male... papà e mamma saranno contentissimi!-
Si voltò verso di me sorridendomi e aumentando la stretta -Già sorellina, però forse lo sarebbero stati ancora di più se fossi arrivata tu a pari merito con me..-
Sbuffai -Non è mica colpa mia se tu sei un secchione e io no.. In questo periodo poi mi pare che tu stia uscendo ancora meno di casa..-
-Yagami-
Ci girammo contemporaneamente.
-E' stato un vero piacere-
A parlare era stato il ragazzo che aveva pronunciato il discorso con Light e che, come lui, era arrivato primo nella graduatoria. Sembrava piuttosto trasandato: pur essendo il giorno della cerimonia d'entrata all'università indossava semplicemente una maglietta bianca e un paio di jeans. Storsi la bocca quando notai che ai piedi indossava, come fossero un paio di ciabatte, delle scarpe completamente sgualcite. Stonava terribilmente con l'ambiente lì attorno, pieno di studenti vestiti in maniera elegante o almeno decente ed adatta ad un occasione del genere.
Strano. Di certo alternativo. Sicuramente con un'alta autostima. Forse genio incompreso? Ridacchiai mentre rialzavo lo sguardo da terra.
-Lo è stato anche per me- disse Light. L'altro, mi sembrava che poco prima l'avessero presentato come Hideki, mi lanciò un'occhiata e, dopo aver salutato Light, si diresse verso la sua auto, una limousine nera tirata a lucido, del tutto opposta alla trascuratezza con cui si era presentato.
-Che tipo particolare...- sussurrai, mentre inclinavo la testa e incrociavo le braccia perplessa. Mi erano rimasti impressi quegli occhi neri, freddi ed estremamente profondi o.. impenetrabili.
-Puoi dirlo forte- Light seguiva con lo sguardo l'auto che proseguiva lungo la strada, evidentemente pensoso.
Poi si voltò -Ora è meglio se ci sbrighiamo o rischiamo di perdere il treno-
-Ok...-

Light fin da piccolo era sempre stato uno studente brillante, pieno di ambizione e determinazione: mentre io continuavo a chiedermi cosa avrei fatto del mio futuro, tentennando da una decisione all'altra ed iscrivendomi intanto alla sua stessa università, lui era già convinto di seguire le orme di suo padre e diventare poliziotto. Personalmente l'avrei visto meglio nei panni di uno della scientifica o come detective privato.. alla Sherlock Holmes per intenderci.
Oltre al suo formidabile cervello c'era anche da dire che quei suoi capelli castano chiari, quegli occhi ambrati e quel fisico che aveva erano stati, durante la scuola e anche fuori, ottime componenti per formare il corpo adatto a plagiare. Gran parte del genere femminile veniva facilmente abbagliato alla prima vista, ed erano rare le ragazze che resistevano dopo i primi minuti di conversazione senza essere completamente prese da lui e dai suoi discorsi. E dove non arrivavano l'aspetto da bravo ragazzo o la parola, diventava semplicemente questione di carisma, e lui ne aveva da vendere.
Ripensandoci avrebbe dovuto fare il politico.
A dispetto del suo modo di apparire, ero però certa di poter affermare che erano poche le cose che Light faceva senza avere uno scopo. E' gentile? Non ti preoccupare: se non ti chiede un favore subito, lo farà appena e solo se ne avrà bisogno, forse manipolandoti senza che tu te ne renda conto, ma mai creandoti dei guai.
Un poco egoista, non ti pare? Ma non mi importa quanto prenda in giro gli altri, anche se ciò non è proprio corretto dal punto di vista morale. L'importante è che so che non è sempre così. Non è così con me e sono orgogliosa di poter affermare ciò con assoluta certezza.
Come potrebbe non andare in questo modo dopo una vita passata insieme. Dopo litigi, pacificazioni, giochi, divertimento, e poi sempre più studio, discorsi seri, segreti balbettati a mezza voce, lacrime, piani ed accordi per riuscire meglio insieme.
Il problema più toccato adesso era preoccupazione per tutta la famiglia: il sovrintendente Yagami era stato assegnato come capo delle indagini sul caso Kira e rischiava quindi la sua vita in ogni momento.
Al secondo posto stava la nostra vita sociale o presunta tale. No beh, in effetti ero più io che mi facevo problemi per questo, lui se ne fregava. E più che della mia vita sociale mi preoccupava il mio gruppetto rock, con cui avrei dovuto provare il giorno seguente, dopo una pausa di 2 settimane e strane voci da alcune amiche.

6 aprile

In sala per me era stato un disastro. Per quanto riguardava il cantare era filato tutto liscio, ma era rimasta una tensione per tutte le due ore, da quando ero entrata a quando me n'ero andata, ed il filo si era quasi rotto nel momento in cui il bassista mi aveva dato la novità: sostituzione.

-Light sono io..-
Sentii la chiave che girava nella toppa e mio fratello borbottare mentre apriva la porta. -Cosa c'è, ti serve una mano con qualcosa o sei solo venuta a disturbarmi?- disse annoiato.
-Lo sai che qualche tempo fa eri meno scorbutico?- Mi buttai sul suo letto, seccata, mentre lui mi guardava, prima male, poi preoccupato: ormai sapeva riconoscere le occasioni in cui, quando andavo da lui, c'era un motivo. -Cosa succede?- chiese avvicinandosi.
-Light, mi sta andando tutto un po' da schifo-
-Parla..-
-Mi buttano fuori- aveva capito subito a cosa mi riferivo ed era evidentemente sorpreso.
-Ma com'è possibile, non vi siete esibiti anche di recente? E poi cacciare una ragazza con una voce come la tua...-
-Penso che il problema stia proprio nel fatto che io sono una femmina..-
-Maschilisti del cavolo...-
-E perché tu saresti femminista invece?!- Esclamai perplessa.
-No, ti sbagli sono per la parità dei sessi, è diverso-
Dopo tutte le tipe che aveva criticato davanti ai miei occhi? Lo guardai male. Conoscevo bene il suo modo di considerare le ragazze: la maggior parte era trattata da lui come manichini da manipolare o con cui divertirsi in rare occasioni; avevo trovato però da poco qual era la sua eccezione. Sospirai -Ok, ok lasciamo perdere. Ho scoperto che hanno già provato con un altro. Ti ricordi il ragazzo che aveva cantato quella canzone dei Ramones alla festa di Kahori, che non era neanche tanto bravo...?-
Lui annuì -Che scemi, ma scusa quando l'hai scoperto?-
-Ieri, da Momoko, me l'ha detto lei, non loro. Loro me l'avrebbero detto oggi, ed in effetti l'hanno fatto, ma probabilmente solo perché sanno che lo sono venuta a sapere...il che vuol dire che me l'avrebbero detto solo il giorno stesso in cui mi avrebbero cacciata...-
-Sì, penso tu abbia ragione. Si saranno visti l'altro giorno, no? Forse quando non sei andata a prove perché stavi male...-
-Come hai fatto a indovinare?...- sospirai, amareggiata.
-Bastardi-
-Sì...-
-Beh, ma non è detto che ti facciano uscire solo perché hanno provato con lui...-
Si interruppe dopo poco vedendo la mia faccia per nulla convinta della sua affermazione.
-Sono sicura, non è così. Tu non c'eri oggi, c'era già un clima diverso. Cavolo, però, stava andando tutto così bene, e invece.. cazzo.. e ora? cosa devo fare? Tanto vale che li lasci subito io senza subire un'altra umiliazione, senza che mi prendano per il culo ancora a lungo- Avevo voglia di piangere. Quello era il mio primo gruppo, mi ero ormai affezionata ai ragazzi e consideravo ciò che era accaduto come un tradimento.
-Si vede lontano un miglio che non ti piacerebbe lasciare quel gruppo- Si avvicinò a me, ora rannicchiata sul letto, con le ginocchia raccolte al petto, e mi mise un braccio attorno alle spalle.
-Beh ma tu faresti così, no? Tu e il tuo stupido orgoglio-
-Sì, uscirei io dal gruppo e li farei pentire di avermi lasciato scappare. Senti facciamo così: alle prossime prove tu ci vai così metti le cose in chiaro ma ora non ci pensare, non mi va di vederti giù, soprattutto ora che è iniziata l'università.. non vorrai che la gente ti prenda per una depressa fin dal primo momento..- Feci una smorfia.
-Ma ci devo andare da sola a prove? Non ce la farò mai, soprattutto se mi devono anche buttare fuori!- Lo guardai, supplicandolo.
-Nono non ci pensare nemmeno..-
-Dai Raito-kun... per favore...-
-Vabbene, ti accompagno... mi devi un favore...-
-Grazie!- lo abbracciai.

Era l'unica persona con cui mi permettevo certe cose, era la mia sorellina e l'adoravo, vederla così giù per colpa di quegli stupidi deficienti mi faceva venire voglia di usare il Death Note non più solo per giustiziare i criminali.
-E se vuoi domani andiamo anche a fare un giro, ok? Così ti distrai..-
-Da quando in qua sei così premuroso?- Ridacchiò Ryuk.
Alzai gli occhi al cielo.

-Certo! Grazie, veramente...- lo riabbracciai e lo strinsi forte.
Il mio nome? Ichigo Yagami, sorella gemella dello studente più in gamba del Giappone, Light Yagami.

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Capitolo 3
*** Ryuga ***


3- Ryuga

7 aprile
Ero all'università con mio fratello quando si avvicinò a noi il ragazzo di due giorni prima. Avevo avuto da Light la conferma che il suo nome fosse Ryuga Hideki e che fosse un nostro compagno di facoltà.
-Hey, Yagami, ti andrebbe di fare una partita a tennis? Ho sentito dire che te la cavi-
-Perché no?- Raito mi guardò come se mi volesse chiedere il permesso. Annuii sospirando: anche se gli avessi detto di no avrebbe fatto lo stesso di testa sua.
-Si si è ok, basta che finiate per un'ora decente, che dobbiamo uscire. E poi ti avviso, Hideki-san, Light-kun è piuttosto forte..-
Ryuga spostò il suo sguardo da me a Light e inclinò leggermente la testa di lato -Oh è così, sono proprio curioso...-
...Quegli occhi...

Ryuga e Light si avviarono verso il campo, io ero appena dietro di loro.
-Resto qui a guardare... buona partita! Fatti onore Light!-
Iniziarono subito a giocare sul serio. Non ero mai stata particolarmente brava negli sport ma mi sembrava che entrambi se la cavassero più che egregiamente.
La pallina rimbalzava da una parte all'altra della rete ad un ritmo estenuante ed i ragazzi si muovevano, scattanti. Pian piano intorno al campo iniziò a fermarsi un sacco di gente, fino al punto che qualcuno si improvvisò arbitro.
Mio fratello fece punto -Vai cosi! Raito-kun!- urlai.
Giocavano velocemente, in maniera piuttosto nervosa, soprattutto Light. Erano entrambi determinati anche se la partita, da quello che avevo capito, doveva essere semplicemente un'amichevole.
I soliti curiosi iniziarono a chiacchierare e a dare pareri sul modo di giocare dei due.
La cosa che mi dava più su i nervi erano le oche che continuavano a commentare alternativamente il fisico di Light e di Ryuga, soffermandosi in particolare sul loro lato B. Arrivò anche un componente del club di tennis -Capitano! Mi sembrava di aver già sentito il nome di Yagami, ho controllato e ho scoperto che alle medie ha vinto un torneo nazionale però dopo la terza non ha più giocato!-
Eh già, era proprio mio fratello. Pensandoci bene avrei dovuto essere un po' complessata essendo la sorella incapace del migliore studente del Giappone, una specie di genio che oltre ad avere testa era anche un bel fio.
Però dopotutto anche io non me la cavavo male a scuola e non mi pesava poi molto la differenza tra noi...
Mi capitò più volte di sorprendermi con lo sguardo puntato addosso alla figura di Ryuga, così decisi di alzarmi, assecondando quella mia momentanea curiosità.
Camminai attorno al campo, per poi sedermi dando la schiena alla rete che lo recintava. Posai la borsa a terra, di fianco a me, e mi rannicchiai, circondando le gambe con le braccia ed appoggiando la testa alle ginocchia, inclinandola appena. Ora ero ancora più vicina a lui. Mi misi a fissarlo senza ritegno: era troppo preso dal gioco per badare a me. All'apparenza non avrei mai immaginato che fosse così.. atletico. A dispetto della sua posa, annoiata e curva, il suo corpo si muoveva rapidamente, in modo fluido. Ma era il suo sguardo, attento, scattante, ciò che mi aveva colpito di più. Sembrava avere qualcosa di diverso dagli altri, e quel qualcosa mi incoraggiava ad avvicinarmi di più.
-Si aggiudica l'incontro Light Yagami!-
Dovetti aspettare qualche attimo affinchè la folla, ancora eccitata dalla partita e con la voglia di congratularsi di persona con gli atleti si smaltisse, poi finalmente mi misi in piedi e mi diressi verso i due.

-Complimenti Yagami, tua sorella aveva ragione. Mi hai battuto-
-Complimenti a te, era da parecchio che non giocavo sul serio. Senti, che ne dici di venire a prendere qualcosa con noi -indicai Ichigo, ancora nascosta dalla folla- da qualche parte? ..Inoltre dovrei chiederti una cosa.-
-Certo, hai vinto tu quindi puoi chiedermi qualunque cosa, però prima ti devo avvisare che in realtà io sospetto che tu sia Kira-
Imprecai mentalmente maledicendolo perchè nonostante lo avessi incontrato da poco già iniziava ad ostacolarmi.
Misurai le mie reazioni: non potevo assolutamente mostrarmi allarmato, o almeno non troppo. 'Come si comporterebbe un ragazzo di diciotto anni, studente modello, che viene accusato di essere un assassino?' Lasciai trasparire un po' della mia tensione insieme a dell'incertezza, facendo in modo che la mia reazione avvenisse secondo tempi ragionevoli.
Se avessi aspettato troppo o troppo poco, avrebbe infatti capito che fingevo, sempre che Hideki fosse colui che diceva di essere.
Quanto amavo il teatro.

Mi avvicinai e sentii mio fratello ridacchiare in maniera un po' incerta -E così tu pensi che io sia Kira?-
-In realtà ho pochi sospetti però intendo dimostrare che tu non lo sei in modo da avere un nuovo collaboratore nelle indagini-
Kira? Collaboratore? Indagini?
-Hey ragazzi di che parlate?- Cercai di entrare nel discorso senza mostrarmi allarmata.
-Niente di importante. È ok se Ryuga si unisce a noi?-
'Perfetto' Alzai le spalle -Nessun problema. Allora dove ci porti?-
Light sorrise -Nel tuo locale preferito-
Esultai, a volte lo adoravo proprio, mio fratello.

-Eccoci! Sediamoci lì!-
Indicai la postazione vicina al muro da cui si poteva vedere bene il bancone.
Il locale era situato lungo una strada affollata, piena di gente troppo impegnata nella sua frettolosa routine per notarlo. Era piccolo e inaspettatamente tranquillo. Al suo interno erano sistemati quattro o cinque tavolini e il poco spazio rimanente era riservato al bancone. Dietro di esso, in bella vista, erano sistemati i dolci: paste, torte, cioccolatini, caramelle.
Il mio paradiso.
-Non male come posto, grazie per avermi invitato- commentò Hideki guardandosi attorno.
Ci accomodammo attorno ad uno dei tavoli addossati alla parete: Light e Ryuga seduti l'uno davanti all'altro, io sull'ultimo lato libero. Arrivò subito una cameriera.
-Volete ordinare?-
-Per me un caffè- disse Light.
-Io prendo una frittella ripiena alla crema- già mi immaginavo quanto sarebbe stata buona.
-Anche per me un caffè-
Bene, avevo fatto la figura dell'obesa.
-..e una fetta di torta alla fragola-
Spostai lo sguardo dal menu a Ryuga, sorpresa. Piacevolmente sorpresa per la sua scelta, un po' meno per la posizione che aveva assunto nel sedersi: accucciato sulla sedia ...Una sorta di gufo.
-Bene, arrivo subito- La ragazza si allontanò, perplessa, senza però fare domande o lamentele.
-...Allora Light, che volevi chiedermi?- Cominciò Hideki.
-Niente, lo farò più avanti quando sarai sicuro che non sono io. Inizia tu.-
-Bene, allora ti dispiace se ti faccio fare qualche test per verificare le tue capacità deduttive?-
E questa novità cos'era? Ora lo testavano?
-Perché no? Sembra divertente-
Arrivarono i caffè e i dolci.
Anche se dovevo essere abituata ormai al fatto che Light venisse spesso coinvolto in alcune indagini, questa volta c'era qualcosa di diverso: nella polizia non avevano mai testato Light. Ai poliziotti bastava il fatto che lui fosse il figlio di Soichiro Yagami e il primo studente del Giappone.
-Dai un'occhiata a queste immagini. Sono le foto di 3 messaggi lasciati da altrettante vittime di Kira prima di morire. Vorrei sapere cosa ne pensi-
Guardai Light, poi Ryuga, poi di nuovo Light. Mio fratello guardava le carte e Ryuga lo fissava in modo inquietante mentre addentava un pezzo della torta. Mi avvicinai a Light ed iniziai a fare domande.
-Non mi dirai che hai intenzione di tornare ad impasticciarti con la polizia in qualche caso strano, eh? E cosa centra Kira? Ti testano perché è quello il caso? Non mi dire che hai intenzione di entrare nella squadra di papà! È...-
-In realtà, ora come ora, non potrebbe.- colui che aveva parlato aveva usato un tono che pareva molto seccato, ma che si addolcì leggermente nel continuare la frase -Mi potresti far assaggiare quella frittella?-
Guardai prima Ryuga, che aveva osato interrompermi, cercando di assassinarlo con lo sguardo, poi il suo piatto, già quasi vuoto e feci per aprire bocca.
-Non sono cose che ti riguardano- disse Light, senza neanche guardarmi.
Tentennai, mordendomi la lingua per riuscire a stare zitta -...Beh, la pelle è tua. Vado in bagno. Hideki-san non toccare la frittella- aggiunsi puntando il mio sguardo nel suo, poi mi alzai. Cercavo di essere incurante, ma questa faccenda mi preoccupava non poco.


Dissi quello che pensavo delle immagini al cosiddetto Elle, approfittando del fatto che mia sorella fosse andata in bagno. Lui riuscì a fregarmi in qualche modo, anche se cercai di fare finta di nulla per non alimentare i miei sospetti. Dopodiché mi fece altre domande, finendo per concludere che le mie capacità di ragionamento erano formidabili, ma questo io lo sapevo già. Mi interessavano molto di più le sue di capacità, anche se nessuno mi poteva confermare che lui fosse il vero Elle.

Avevo poca voglia di tornare indietro ad ascoltare i loro ragionamenti che di sicuro che sarebbero andati avanti per le lunghe. Finalmente ci sarebbe stata una vera prova per Light.
Quando tornai infatti stavano ancora discutendo. Provai però a seguire i loro discorsi mentre mi risedevo.
-...comunque finchè non verrà provato che non sono Kira non potrò collaborare.
Feci per addentare la mia frittella, ancora incolume nonostante le occhiate di Hideki che nel frattempo aveva iniziato a versare dello zucchero, molto zucchero, nel caffè.
-..allora acconsentiresti a lavorare con noi-
Improvvisamente squillò il telefono di Ryuga, poi quello di Light, che dopo aver risposto mi guardò preoccupato -Papà ha avuto un infarto-
Ci fiondammo subito in ospedale, lasciando sul tavolo diverse tazzine, una vuota, un'altra leggermente incrostata di zucchero sul fondo e circondata di una moltitudine di bustine vuote e, su un piattino, il resto di una pasta appena assaggiata e decisamente poco gustata dalla quale usciva desolatamente un po' di crema.
Mia madre ci stava già aspettando lì.

-Sei sicura di voler rimanere qui?-
-Sì, mamma. Vengo a casa dopo con Light, voglio fare un po' di compagnia a papà, deve essersi preso un bello spavento.-
Eravamo nel corridoio dell'ospedale, fuori dalla camera di mio padre, al cui interno erano rimasti Light e Ryuga.
-Allora a dopo, tesoro-
-Ci vediamo a casa, mamma- la abbracciai con forza cercando di darle un po' di conforto e sperando di trovarne in lei. Dopotutto papà era fuori pericolo al momento.
La guardai camminare lungo il corridoio lentamente e di mala voglia: sapevo che avrebbe voluto rimanere di fianco a mio padre per tutta la notte e tutto il giorno, ma i medici avevano espressamente consigliato per lui l'assoluto riposo per cui, ora che l'orario delle visite stava per finire, avremo dovuto andarcene tutti. Si voltò prima di entrare nell'ascensore, salutandomi per l'ultima volta con la mano.
Ricambiai forzando un sorriso che sparì non appena lei non fu più nella mia visuale. Abbassai la mano sospirando.
Tutti noi eravamo rimasti sconvolti ricevendo la notizia dell'attacco cardiaco del signor Yagami: tutti, dal primo all'ultimo, avevamo pensato immediatamente a Kira.
Kira che aveva raggiunto il quartier generale, che avrebbe potuto uccidere tutti gli altri agenti coinvolti nell'investigazione. Kira che non aveva voluto risparmiare un buon padre di famiglia per mantenersi incolume... però non era stato lui perchè papà era sopravvissuto.
Mi stropicciai gli occhi e mi girai verso la camera dov'era ospitato, cercando di prepararmi a rivederlo di nuovo così pallido e debole.
Mi avvicinai alla porta, rimasta socchiusa quando mia madre e io ci eravamo allontanate dalla stanza.
-....quello che pensavo, e gli ho anche detto che io sono Elle-
-Sì è vero, quello che hai accanto è Elle...-
Mi bloccai, scioccata, appena prima di toccare la maniglia. Di sfuggita, dalla sottile fessura tra porta e muro, guardai i ragazzi e mi soffermai sul moro... era lui? Come poteva essere.. e mio padre.. mio padre aveva confermato la sua affermazione. Iniziai ad ansimare. Gli occhi neri iniziarono a girovagare per la stanza e si fermarono improvvisamente su di me. Feci un passo indietro andando a sbattere su un'infermiera che mi guardò con aria severa. Dopo essermi scusata più volte mi sedetti su una sedia in corridoio ed iniziai a fissare il muro verdiccio. Doveva servire a calmare, quel colore? Feci una smorfia e misi le mani nei capelli: la cose attorno a me erano più serie di ciò che immaginavo.

-Oh, sei qui anche tu. Hey, Ichi?-
Qualcuno mi scosse la spalla. Com'era possibile che mi fossi assopita?
-Sì... ci sono, mi alzo subito ...saluto papà ...Voi andate giù intanto- dissi con voce assonnata e non troppo convinta, mentre tenevo ancora gli occhi chiusi.
-Va bene..- sentii rispondere.
Non avevo alcuna voglia di seguirli subito per sentire altre assurdità, né di vederli.

Arrivai al piano terra che Ryuga era già partito e Light aspettava guardando la strada, seduto su una panchina.
-Ichigo, andiamo a casa- disse alzandosi. Io mi limitai ad annuire.
Eravamo a piedi: casa nostra non distava molto dall'ospedale.
Dopo qualche minuto, lui aprì la bocca. -Perché così taciturna? E' strano da parte tua-
Scossi semplicemente la testa rimanendo in silenzio.
-Sorellina.. dai.. cosa c'è??...-
-Non pensi di essere tu quello troppo loquace per i suoi standard?- Risposi scocciata.
Lui alzò le mani, in segno di resa -Hey, tranquilla, tranquilla!-
Sbuffai -Lascia perdere, non è niente-

 




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Salve!
Vorrei ringraziare coloro che hanno letto, che leggono e sono arrivati fino a qui, in particolare _Vanilla che ha messo la storia tra le preferite e JapanAddicted che ha recensito e l'ha messa tra le seguite... grazie di cuore a tutti^^

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Capitolo 4
*** Incontri ravvicinati ***


4- Incontri ravvicinati

Bianco. Bianco da ogni parte. Inizio a correre, cerco qualcuno, qualcosa: qualsiasi oggetto pur di non perdermi in questo 'non-colore'.
Corro ancora, ansimo, e poi le sento.

Delle voci conosciute mi chiamano per nome e girandomi vedo Light e papà.
Attorno intanto tutto inizia pian piano a prendere colore e riconosco il piazzale presente davanti all'entrata dell'ospedale.
Sorrido e mi avvicino, cercando di muovermi in fretta perchè ho paura che possano sparire da un momento all'altro.
Vedo da lontano papà vacillare. Light si limita a guardarlo mentre io inizio a correre e lo cerco di afferrare prima che cada per terra. Mi crolla addosso, pesante, e l'unica cosa che riesco a fare è poggiarlo sul terreno, chiamandolo e implorando mio fratello di aiutarmi.
Poi anche lui cade. Il mio Light, sempre così forte si accascia a terra senza che io riesca a fare niente. L'angoscia mi prende e urlo e piango e continuo a chiamarli e a scuoterli anche se non ottengo nessuna risposta.
Sento nel petto il cuore pompare con più forza, a ritmo sostenuto. Sempre lì e nella gola mi si forma un nodo d'ansia, un brivido, che mi impedisce di respirare bene.
Il ritmo aumenta ancora e mi porto una mano al torace, staccandola dal corpo immobile di mio padre.
Tum-tum-tum: sembra che voglia uscire, sembra che voglia scappare.
Vedo per un attimo due occhi neri. Li guardo solo per un istante che però sembra voler durare anni.
Scoppio.


8 aprile

Mi svegliai con il cuore che batteva a mille.
Era la prima volta che sognavo di morire.
Erano appena le quattro di mattina. Mi alzai e andai in cucina, ansimando ancora.
-Che ci fai qui?-
Non potevo crederci, anche Light era già sveglio.
-Ho avuto un incubo- Presi un bicchiere, lo riempii d'acqua e lo svuotai avidamente.
-Ah-
-Tu perché sei sveglio?-

Non potevo di certo dirle che era perché un certo shinigami mi aveva svegliato con i suoi lamenti causa mancanza di mele.

-Non sono riuscito a dormire stanotte-
-Preoccupato per papà? O c'è altro che ti turba?- ipotizzai.
-Beh- si grattò la testa -Entrambe le cose-
-Immagino che tu non mi possa dire niente- Mi distesi sul divano e accesi la tv.
-Comunque ricordati che le prove sono prossima settimana- aggiunsi per colmare il silenzio creatosi tra noi.

Si sedette vicino a me mentre io iniziavo a fare zapping, ma per quanto cambiassi canale, apparivano solo immagini, programmi, documentari, telegiornali che parlavano di Kira. Di lui e della sua nemesi, Elle. La notte, prima di addormentarmi, avevo ripensato a ciò che avevo sentito in ospedale ed agli altri frammenti di conversazione colti durante la giornata. Ryuga era Elle, il che mi sembrava improbabile; la persona di fianco a me, cioè Light, mio fratello, era sospettato da Ryuga, cioè Elle, di essere Kira, altrettanto improbabile, e Light stava per essere coinvolto nelle indagini del caso.
Spensi la tv.
Continuava a tornarmi in mente l'incubo. Ma quegli occhi.. dopotutto Elle era dalla parte dei buoni, no? Forse era perché Ryuga mi aveva fatto una paura immane la sera prima? Ma poi ero sicura mi avesse vista davvero?
-Tu cosa pensi di tutto questo casino?- Chiese Light. Anche lui sembrava leggermente seccato dall'insistenza di quell'argomento nei media.
-Io? Non so cosa pensare- Scossi la testa, cercando di scacciare i pensieri che avevo in testa e guardai mio fratello.
-Francamente il fatto che con la sua presenza, Kira, abbia abbassato il tasso della criminalità mi rassicura.. però, ammazzare così tanta gente... si tratta comunque di vite umane... di questo passo si ridurrà come quelli che egli stesso punisce... forse sarebbe meglio che venisse fermato... anche per lui... tutti quei morti sulla coscienza- rimasi in silenzio a lungo.
-Però devo dire che da un certo punto di vista Kira è da apprezzare- Light mi guardò in maniera strana.
-Avendo il potere di uccidere la gente, almeno non è stato così pazzo da mettersi a eliminare i primi che vedeva per strada: finora ha ucciso solo criminali...e gente che voleva scoprirlo, i 12 agenti dell'FBI..-
-Sei informata, vedo-
Gli risposi mentre andavo in cucina a preparare un tè, certa che mi avrebbe seguito.
Nella mia testa tornavano le immagini dell'incubo, per quanto tentassi di cancellarle. Com'è che i sogni peggiori si ricordano sempre, mentre quelli più belli vengono dimenticati in un battito di ciglia? Sospirai.
-Beh, non si può essere non informati su una cosa del genere: dopo che papà ci ha detto degli agenti ho continuato a tenermi aggiornata su ciò che succedeva. Voglio sapere quello su cui investiga e i rischi che corre. Ieri ho preso un bello spavento quando ho saputo che era svenuto ...pensavo fosse opera di Kira-
Dopo aver acceso il fuoco mi voltai -E tu, Raito, vedi di non iniziare a far cazzate del tipo entrare nella squadra. Non sono sorda, vi ho sentiti ieri. Non voglio assolutamente che il sogno che ho fatto stanotte si realizzi. Non voglio che moriamo tutti per mano sua- ..sua o delle indagini..
-Starò attento, sorellina, non ti preoccupare-
-Mi preoccupo, sì, invece-
Si avvicinò prendendomi le spalle e guardandomi negli occhi -Andrà tutto bene, te lo prometto-
Lo strinsi forte appoggiando la mia testa al suo petto mentre le sue braccia mi circondavano in modo protettivo. Nonostante le suo parole continuavo ad avere una paura immane.



11 aprile

Da quanto tempo era che non andavo lì? 4...5 anni? Decisamente troppo. La cosa straordinaria era che quel parco era esattamente come lo ricordavo: verde e tranquillo. Ero solo io ad essere cambiata, non più la tredicenne impaurita, ma la diciottenne leggermente più coraggiosa, ma sempre con un grande bisogno d'aiuto. Era anche per quello che avevo portato con me la chitarra: in casa non potevo suonare perché quel testone di mio fratello era più nervoso del solito e non avevo voglia di litigarci. Varcai il cancello d'entrata, emozionata ed iniziai a camminare, circondata dalla natura. Se ricordavo bene doveva essere di là.. sì.. a sinistra, la salita... a destra... Finalmente! C'era ancora! Il mio ciliegio! E la mia panchina! Accelerai il passo e, tolto lo strumento dalle spalle mi sedetti su di essa pesantemente ed inspirai soddisfatta a pieni polmoni prendendo una boccata di aria fresca. Dopo un paio di minuti, quando fui sicura che non ci fosse nessuno in giro, tirai fuori la chitarra dalla custodia e iniziai a suonare, canticchiando dapprima a bassa voce, poi alzando il volume. Eseguii tre o quattro brani prima di passare al mio preferito del momento.

What day is it? And in what month?
This clock never seemed so alive
I can't keep up and I can't back down
I've been losing so much time

'Cause it's you and me and all of the people with nothing to do
Nothing to lose
And it's you and me and all other people
And I don't know why, I can't keep my eyes off of you

Non mi ricordavo bene la seconda strofa... mannaggia... vabbè..

..Na na na..
'Cause it's you and me and all of the people with nothing to do
Nothing to prove
And it's you and me and all other people
And I don't know why, I can't keep my eyes off of you

There's something about you now
I can't quite figure out
Everything she does is beauti-

Sentii un rumore alle mie spalle e mi girai di scatto. Ciò che vidi, all'altezza della mia testa, fu il colore bianco, di una ...maglietta bianca. Alzai gli occhi ed incrociai uno sguardo scuro. Ryuga.
-Hideki- Elle? Rabbrividii. No, per me era solo Ruyga.

-Yagami- Non sapevo cosa dire, per cui rimasi in silenzio.
-Non sapevo suonassi-
-Non sapevo conoscessi questo posto- Lui rimaneva lì, in piedi, mani in tasca, dietro di me.
-Senti.. vuoi sederti? Non mi piace vederti lì impalato.- Spostai la custodia e la ficcai sotto la panchina. Senza dire una parola fece il giro e si.. appollaiò.. alla mia destra. Era veramente strano il suo modo di 'sedere'. Tornai a posare lo sguardo sulla chitarra, sfiorandone le corde. Ero certa di avere quegli occhi puntati addosso. Non sapevo se sentirmi tesa o tranquilla.. di sicuro ero un po' imbarazzata. Erano poche le persone che mi avevano sentita così, chitarra e voce.
-Eri lì da molto?-
-Dall'inizio-
-Ah.. Dall'inizio..- Dall'inizio?!? e non me n'ero accorta! Avrebbe potuto esserci qualunque maniaco pervertito al suo posto! Mi girai per sbirciare l'espressione sul suo volto e lo trovai a fissarmi.
-Non suoni più?-
-Mi sono fermata perché mi hai colto di sorpresa: credevo di essere sola.. e.. beh vedi di solito non canto davanti alla gente-
-Ma non fai la vocalist nel tempo libero?-
-Sì, ma è..- mi interruppi -aspetta, chi te l'ha detto?- non ne avevo mai parlato davanti a lui, dopotutto ci eravamo visti solo un paio di volte e parlati praticamente mai!
-In realtà nessuno. Ti ho sentita cantare una volta, circa un mese fa, al locale XY, però non sapevo della chitarra-
Ah: la prima e probabilmente ultima serata con i miei...
-Quindi eri anche tu lì... comunque così è diverso- tornai al discorso di prima. Non sapevo se era solo una mia fissazione o se anche altri la pensassero così: -Così, solo chitarra e voce.. da sola. Sono io senza schermi e- Mi fermò.
-Hai paura di esporti, anzi più esattamente del giudizio altrui- sottolineò lui, mentre faceva vagare lo sguardo tutt'intorno a noi.
-Sì- ammisi, sorpresa che mi avesse capita solamente da quelle poche parole e ripensando a quelle volte in cui mi era capitato di piangere e sfogarmi mentre suonavo o scrivevo canzoni che nessun altro oltre a me avrebbe mai sentito. Se fosse successo davanti ad altri, se le avessero ascoltate... avrei solo fatto la figura dell'idiota.
-Tu invece no- gli feci notare, mentre guardavo la sua posizione e il suo modo di vestire.
-So quello che sono e so quanto valgo. E' inutile che altri provino a definirmi o a farmi rientrare in una categoria: non ho intenzione di cambiare per fare loro un piacere. Dovresti pensarla così anche tu.-
Beh, se sei lui in effetti vali molto. Se sei lui devi assolutamente rimanere così.
Si girò a guadarmi di nuovo.
-Lo so ..solo.. non è facile- di nuovo silenzio. La cosa strana, almeno per me, era che non era teso. Mi spiego: non era uno di quei silenzi di cui percepisci il peso sulla pelle, durante i quali senti l'ansia crescere e diresti qualsiasi cosa pur di farla finita. Semplicemente non si sentiva il bisogno di aggiungere altro.
Senza pensare iniziai ad abbozzare gli accordi di 'Flightless Bird American Mouth' anche se l'avevo imparata da poco.

-Perché non la canti questa?- Oh, che palle..
-Te l'ho già detto perché non canto, e poi non so neanche il testo.- Detestavo ripetermi: voleva dire che non aveva ascoltato o che non aveva voluto sentire.
-Allora mi toccherà tapparmi le orecchie o andarmene via, peccato-
Spalancai gli occhi: mi stava prendendo in giro??
-Ma sei scemo o cosa?! Bah.. solo il ritornello, ok?- Non aspettai la risposta e cominciai a canticchiare prima di potermene pentire. Lo avevo fatto vincere per quella volta.
-Contento?- dissi alla fine, ironica. Non disse nulla e continuò a guardare le mie dita muoversi sulla tastiera. Alzai le spalle e feci un'altra domanda.
-Tu non canti?- Quando parlava aveva una bella voce, calda e un po' roca. Mi sarebbe piaciuto sentirlo, così, per curiosità.
-No- la sua risposta e il tono con cui l'aveva data non lasciava spazio a nessuna contrattazione per cui mi arresi subito. Passò qualche minuto, giusto il tempo necessario
per iniziare a suonare una canzone, ricordare che l'avevo imparata per il mio gruppo e deprimermi.

-Hai smesso di nuovo- Non me n'ero nemmeno resa conto.
-Yagami, hey, sei ancora tra noi?- Mi agitò una mano davanti e mi riscossi. Mi guardai intorno spaesata fino a quando mi scontrai con i suoi occhi.
-Scusa- dissi -...è che... pensavo- Quindi mi alzai per mettere via la chitarra.
Mi stavo per risedere quando notai le scritte sullo schienale della panchina.
Allungai la mano fino a sfiorarle -Non ci posso credere... sono arrivati fino a qui-.
Hideki si girò e, per nulla colpito, disse i nomi dei soggetti di quelle frasi scritte con bianchetti e pennarelli indelebili neri -Kira ed Elle-
Quando sentii pronunciare quel nome da lui avvertii un brivido lungo la schiena. Mi voltai sedendomi di nuovo, guardando l'albero davanti a me.
-Che ne pensi?- chiese portandosi una mano davanti alla bocca. Sospirai. Certo che tra lui e mio fratello...
-Tralasciando il fatto che la criminalità sia scesa e che stia continuando a giustiziare malfattori, posso solo dire che Kira è un assassino.. prova a immaginare se gli venisse un colpo di matto e iniziasse ad uccidere gente a caso... è apprezzabile perchè non l'ha ancora fatto. E per quanto riguarda Elle- feci una pausa per pensare bene a cosa dire.
-L'ho ammirato molto quando ha sfidato Kira in televisione, è stato semplicemente straordinario. Due persone, due nomi che si provocano in questo modo. Un detective e un criminale, entrambi con abilità sorprendenti da tutti i punti di vista... chi vincerà? Ritengo che la giustizia debba trionfare e, visto che, da quello che ho capito, tu fai parte delle indagini, suppongo che anche tu la pensi in questo modo. Potresti essere ...mmm ...poliziotto? Lavori con mio padre? O, chi lo sa, potresti perfino essere Elle stesso!- come hai detto in ospedale pensai.
Lo guardai ridacchiando, forse avevo fatto male a lanciargli questa provocazione.
Lui sorrise, i suoi occhi scuri puntati nei miei -Anche se sono arrivato primo all'esame, non sono all'altezza di quel tipo..- Che bugiardo.
-Che ne dici di andare a prendere qualcosa?- propose poi, alzandosi.
-Si, per me va bene! Solo.. ti dispiace se passiamo prima a casa mia così lascio la chitarra?-
-Nessun problema- Iniziò a camminare, leggermente curvo, portandosi le mani nelle tasche dei jeans.


Scostai leggermente la tenda della finestra della mia camera e li vidi in strada.
-Light, posso chiederti cosa ci fa tua sorella in compagnia di quello lì?-
Fulminai Ryuk con lo sguardo. Certo che se avessi potuto uccidere solo con la vista sarebbe stato tutto più semplice...
-Ryuga Hideki... Elle- mormorai. Cosa voleva da lei?

 

– – – – –

Le canzoni citate sono “You and me” dei Lifehouse e Flightless Bird American Mouth” di Iron & Wine^^

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Capitolo 5
*** Pensieri ***


5- Pensieri

15 aprile

Sospirai immergendo la testa nel cuscino mentre davanti a me, sull'angolino destro del mio rottame di computer portatile, l'icona di Skype continuava a girare e girare, cercando una connessione alla rete internet. Perchè doveva essere così estremamente lento?!
Un suono improvviso proveniente dagli altoparlanti mi fece rialzare in un attimo: ce l'aveva fatta!
Allora, on-line: Ayumi, Momoko, Seiji, Leo.. lei non c'era, di nuovo.
-Allora, ci sono novità?-
Sobbalzai quando sentii la sua voce provenire da esattamente dietro le mie spalle e mi girai di scatto -Light! Com'è che io per entrare in camera tua devo bussare, mentre questa stanza sembra ormai essere di dominio pubblico?!- Sogghignò scompigliandomi i capelli e sbirciando lo schermo del pc -Non si può disturbare uno studente immerso nel suo lavoro, lo sai- Lo guardai perplessa -Come se tu fossi l'unico che studia qui dentro- risposi. Vidi il suo volto spegnersi per un attimo quando si accorse che tra le persone in linea non c'era anche la nostra preferita.
Sbuffai accasciandomi di nuovo sul letto mentre lui si sedeva al mio fianco -Comunque nessuna notizia, come puoi benissimo notare da te-.
-Sarà impegnata- constatò lui. -Se si vuole il tempo per scrivere lo si trova- commentai acida.
-Magari lì dov'è non ha internet- propose.
-Light, seriamente... È in Inghilterra, non in qualche posto sperduto e lontano dalla civiltà! Sei troppo buono quando si tratta di lei-. Buttai lì una piccola frase, frutto di un po' di settimane di osservazione, giusto per vedere la sua reazione.
-Perfino quello scorbutico di un insegnante di inglese la adorava l'anno scorso: non si può non volerle bene- ribatté piano. Sorrisi guardandolo maliziosa -Eggià, è un istinto così forte che anche tu, principe di ghiaccio, ora sei bello sciolto...- mi fulminò. -La mia era un'osservazione di carattere generale- specificò.
Decisi di ignorarlo -...Deve avere qualcosa di strano quella ragazza per essere riuscita in un'impresa di tali proporzioni- constatai sovrappensiero, continuando imperterrita a parlare -Anche mamma e papà la adorano! Vedi: bella, intelligente, sveglia e i futuri suoceri la amano! Ora devi solo dichiarar-
-So dove vuoi arrivare Ichigo, ma non puoi continuare a vedere rosa dappertutto anche se in realtà di quel colore non c'è proprio un bel niente- mi interruppe, rialzandosi ed assumendo al contempo un'aria pensierosa e ...assassina?
-Però la sua assenza non ti piace... ed ora stai fuggendo per evitare l'argomento- gli feci notare mettendomi a pancia in su mentre mi rivolgeva l'ennesima occhiataccia -Bravo fratellone: negare sempre tutto, anche l'evidenza-.
-Come vuoi- concluse lui, ormai vicino alla porta, alzando gli occhi al cielo.
Uscì chiudendosela dietro le spalle con non troppa delicatezza. Com'era bello farlo arrabbiare!
Però almeno così avrebbe iniziato a pensare a quella possibilità ...a volte bastava così poco: un piccolo battibecco era il metodo giusto per infilargli un po' di idee in quella testa fin troppo razionale e poco abituata a ragionare di sentimenti genuini.

 

18 aprile

I giorni continuavano a passare tutti uguali, monotoni, forse anche più lentamente del solito. Certo, di cose da fare ne avevo, dallo studio alla musica a tutte e due messe insieme. Inaspettatamente infatti ero riuscita a trovare proprio all'università un gruppetto di ragazze che condivideva le mie stesse passioni e, visto che la mia band era ormai prossima allo sfacelo, anzi, al disfarsi di me, stavamo già iniziando a pensare di rendere concreti i nostri progetti: avremo iniziato con un po' di cover ed esibizioni per far crescere la nostra popolarità per poi passare subito a canzoni nostre.
Insieme ad Hana, Yumi e Risa ero riuscita inoltre a coinvolgere un paio di ragazzi a partecipare al gruppo: Shinichi e Nowaki, rispettivamente bassista e batterista. Era la prima volta che mi lanciavo in un'impresa del genere, con così tante persone, con idee già più o meno chiare per il futuro ed era tutto meraviglioso, però...
Era da una settimana ormai che non vedevo Ryuga.
Sì certo, all'università quando non ero con il mio gruppo avevo sempre la compagnia di Light e di quella simpaticona di Takada, però quel personaggio mi aveva incuriosita.
Quel giorno durante il pranzo nella mensa dell'università, uno dei pochi momenti in cui io e mio fratello potevamo trascorrere un po' di tempo da soli, prima dell'arrivo di altri incomodi, alzai la faccia dal piatto chiedendo -Light, ma tu l'hai più visto quel Ryuga Hideki che è in corso con noi?-
Mi guardò con un'espressione stupita in faccia -A dir la verità non lo conosco molto.. e comunque no-
-Ah- tornai a mangiare.
-Perchè?- domandò inclinando la testa con gli occhi leggermente socchiusi, sospettoso e pieno di sottintesi. Lo detestavo quando faceva così.
-Mi incuriosisce, è particolare-. Decisi di rispondere senza lasciargli altre informazioni.
Ripensavo a quella zazzera nera che evidenziava ancora di più il pallore della sua pelle ed a quelle scarpe sgangherate, a quel pomeriggio in ospedale, a quello in cui eravamo usciti. Avevamo chiacchierato di tutto e di più, soprattutto di musica e di dolci ed il tempo era volato in fretta perfino quando eravamo stati costretti a ripararci sotto una fermata dell'autobus per non bagnarci a causa di un acquazzone, iniziato all'improvviso.
Stavo cercando di convincermi, con scarsi risultati, che quello che avevo sentito alla visita da mio padre fosse frutto di suggestione: infondo c'erano Kira ed Elle dappertutto ed avevo paura che ai miei succedesse qualcosa di male perché coinvolti nello scontro. Ormai sentivo i loro nomi anche quando non volevo e pure di notte, in sogno, continuavano a apparire tratti di telegiornale, schermi bianchi e le immagini dell'omicidio accaduto in diretta. Era passato molto ma mi dava i brividi, ogni volta che ci pensavo.
-Ma, Ichi, non dovresti essere tu a dirmi qualcosa? Se non sbagli era lui quello che è uscito da casa nostra l'altro giorno...- Arrossii sotto il suo sguardo accusatore ed il ghigno che pian piano gli si stava formando in faccia.
-Si.. Abbiamo fatto un giretto... Me l'ha chiesto lui...-
Light sorrise più dolcemente per la mia immediata resa poi assunse un'aria un po' più maliziosa ed aggiunse -È meglio che tu gli stia lontano.. Ma in ogni caso, se vuoi conquistarlo, dovresti stargli più sotto- Gli diedi una pacca dietro la testa mentre cambiavo ancora un po' sfumatura -Ma cosa vai a pensare?!? Fratello degenere!!-


Quel pomeriggio, alla Sakura TV, venne trasmesso un video di Kira.
Assistetti ad altre morti in diretta.

 

Mi rigirai nel letto per l'ennesima volta, poi, stanca, sbuffai.
Sollevai il busto battendo gli occhi al buio. Non c'era nessuna differenza: avrebbero potuto essere aperti o chiusi e avrei comunque continuato a vedere nero attorno a me. E stranamente quel colore mi infastidiva.
Un brivido mi corse lungo il corpo mentre iniziavo a distinguere i particolari della stanza abituandomi pian piano all'assenza di luce. Mi portai le mani agli occhi, sentendoli un po' bagnati e gonfi. Che disastro. Com'era possibile che per causa loro e di quegli stupidi servizi... Ecco, di nuovo. Senza accorgermene e senza volerlo continuavo a dirigere i miei pensieri in quella direzione. In quella di Kyra, di Ryuga.
Decisi di alzarmi.
Un passo alla volta, piano, a tentoni, senza accendere nulla e continuando a procedere alla cieca lungo il corridoio riuscii finalmente ad arrivare da lui.
-Light-
Lo chiamai sottovoce e bussai piano alla porta della sua camera, tenendo gli occhi bassi.
Dopo poco sentii una voce dall'interno -E' aperto, vieni pure- Per fortuna che aveva il sonno leggero.
Entrai nella stanza lentamente e richiusi la porta alle mie spalle in silenzio. -Ichigo sono le tre di notte- osservò lui, sbadigliando.
-Non riesco a dormire-
Senza che aggiungessi altro mi fece spazio sul letto caldo ed io mi distesi al suo fianco, sotto le coperte.
Provai a rigirarmi un paio di volte nel silenzio cercando una posizione comoda, ma non era il quella il problema: ciò che era scomodo, ciò che mi turbava, continuava a rimbalzare senza sosta nella mia testa.
Le immagini viste quel pomeriggio, mio padre dopo l'infarto, scene di omicidi viste in precedenza sempre in tv...
Light iniziò ad accarezzarmi i capelli delicatamente.
Bisbigliavo, stanca, in cerca di risposte che non esistevano -Che senso ha quello che è successo oggi?... È divertente giocare con la vita delle persone? Farle morire quando si vuole, senza rancore, tristezza o qualsiasi senso di colpa?-
-Lo cattureranno Ichigo, non ti preoccupare-
-Ma Light, questo è un altro. Il primo non avrebbe mai ucciso persone che non centravano... Elle avrà del lavoro in più da fare...- mi lamentai esponendogli la conclusione a cui ero arrivata nel bel mezzo della notte.
-Ora dormi, pensa ad altro, dai. Non sei sola- Mi abbracciò, come faceva sempre quando eravamo piccoli e non riuscivo a prendere sonno perchè avevo fatto un brutto sogno.
Ed in quella presa familiare riuscii finalmente ad addormentarmi.

 

Il 22 aprile la polizia, come richiesto, mandò in onda la risposta al video di Kira. Fu ovviamente un no, ma rimasi sconvolta quando venne trasmessa la seguente risposta del criminale. Egli chiedeva che Elle o il direttore della polizia apparissero in tv con lo scopo di uccidere o l'uno o l'altro. O uno di loro, aveva detto, o avrebbe iniziato ad ammazzare la gente comune.

 

24 aprile

Quando mi svegliai, quel giorno, dopo l'ennesimo degli incubi che continuavo a fare dall'apparsa del cosiddetto Kira in TV, trovai sul comodino un biglietto da parte di Light

“Oggi non posso venire con te, sarò occupato tutto il giorno in altre faccende. Buona fortuna comunque e fatti valere. Chiamami quando hai finito. Scusa.”

Fantastico: non sapevo dov'era, né con chi, né e fare cosa, e sarei dovuta andare a prove completamente da sola.
Fantastico.










--- --- ---
Hey, c'è qualcuno che è arrivato fino a qui?
Ringrazio quelli che l'hanno fatto anche semplicemente leggendo... Ovviamente però mi farebbe piacere sapere che ne pensate della storia^^
Nel prossimo capitolo inizieremo ad avvicinarci un po' di più alle indagini... Le cose si faranno un po' più interessanti.
Beh, alla prossima!

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Capitolo 6
*** Una pessima giornata ***


6- Una pessima giornata

..
Tu tuu..
..tu tuu..
..tu tuu..
Ma quanto ci metteva a rispondere.
Erano le 16 e 5 minuti ed ero appena uscita dalla sala.
Tu tu-si?
-Light?
Sentii delle voci -E' tua sorella, tieni pure-
e poi Light -E chi ti aveva autorizzato a rispondere? ...Eccomi-
-Quello che ha risposto era Hideki-san? Che diamine stai facendo di cosi importante da abbando-
-Lascia perdere, è meglio. Piuttosto, com'è andata?-
-Uno schifo. C'eravamo entrambi. Abbiamo cantato sia io sia lui poi anche insieme, una cosa obrobriosa, non riusciva a starmi dietro-
-E..?-
-Hanno lasciato intendere che si tenevano lui, ho cantato Can't stop e me ne sono andata.-
-Sembri alquanto incazzata-
-Oh si, sai cosa ha avuto il coraggio di dirmi il chitarrista?? che quando sono incazzata canto meglio!-

-Ichigo stai urlando-
Il fatto non mi avrebbe pesato poi molto se non fossi stato nel quartier generale delle indagini su Kira, insieme ad una massa di gente che improvvisamente aveva rivolto tutta la sua attenzione alla mia conversazione telefonica.
-Senti, cerca di calmarti. Io vedo se riesco a liberarmi, ok? Ti mando un messaggio, a dopo.- Chiusi la conversazione. Mi dispiaceva per lei, ma il caso aveva la precedenza: le sarebbe dispiaciuto molto se io fossi stato ucciso perchè riconosciuto come Kira, poco ma sicuro.
-Cos'è successo?- Mio padre sembrava abbastanza scosso dalla potenza vocale di sua figlia.
-L'hanno appena fatta uscire dal gruppo, e in modo poco gentile, aggiungerei.-
Guardai Ryuzaki. -Va bene se esco per 10 minuti? Tempo di accompagnarla a casa: è capace di cacciarsi nei guai, quando è nervosa..-
-E perchè non la porti qui?- disse con nonchalance.
-Cosa? Ryuzaki sei impazzito??- Alzai gli occhi al cielo: mio padre e le sue solite esclamazioni.
-Io penso che entrambi sottovalutiate le sue capacità.- Affatto. Lo fulminai. Elle si girò verso di me -Da come abbiamo parlato davanti a lei cosa pensi abbia capito? E' possibile che sappia più di quello che deve sapere: l'intuito è dote comune in famiglia-
Puntai i miei occhi nei suoi.
-Dì la verità Ryuzaki, da quand'è che hai pensato di dover coinvolgere anche lei?-
-Da quando non mi ha permesso di assaggiare la sua frittella..-
-?????
-Sono venuto a sapere, inoltre, che anche lei ha già partecipato ad un paio di indagini in passato. Poi potrebbe essere un modo utile per avere altre
opinioni su di te.-
Oppure sospetti anche di lei, dillo Elle. Lo guardai con astio.

Lo detestavo quando mi sbatteva il telefono in faccia.
Ero in piena crisi emotivo-psicologica e quella era l'unica cosa che sapeva fare! Ma quando arrivava a casa mi avrebbe sentito, oh si, eccome se mi
avrebbe sentito!
Inoltre ero quasi sicura che avesse avuto la giornata piena perchè coinvolto in qualcosa di losco: di solito mi diceva che faceva quando usciva e in più pochi giorni prima era anche stato trasmesso quell'orribile filmato. Certo era che se mio fratello fosse stato Kira, pur volendo uccidere Elle, non avrebbe mai fatto una cosa del genere, avrebbe giocato di testa, piuttosto. Non avrebbe ucciso gente in diretta. No, assolutamente.
Squillò il telefono. Non conoscevo il numero.
-Ichigo, sono io, Light. Vieni verso la questura io arrivo subito.-
Riappese senza lasciarmi il tempo di rispondere.. Grrr

Quando arrivai Light era già lì e mi trascinò subito verso uno degli hotel nei dintorni senza darmi spiegazioni nonostante le domande che continuavo a
fargli.
-Vuoi fare il riagganciare il telefono in faccia alle persone il tuo nuovo hobby?-
-E ora dove diamine mi stai portando?-
Egli rimaneva nel suo silenzio ostinato.
-Guarda che sono in grado di camminare anche da sola! Mi stai facendo male!-
A quel punto lasciò il mio polso e si mise a camminare davanti a me.
Non l'avevo mai visto così scorbutico.
-Mi devi della spiegazioni signorino..-
-Le avrai tra poco, sappi solo che non ce l'ho con te.- Mi zittii, sembrava alquanto alterato.
Prendemmo l'ascensore e, al ventesimo piano ci fermammo davanti ad una stanza.
Quando Light bussò, la porta si aprì e così entrammo.

Mi ritrovai davanti 5 persone tra cui mio padre e Ryuga.
E in quel momento realizzai di essere stata letteralmente trascinata anch'io dentro quel qualcosa di losco.
-E questo cosa vorrebbe dire?-
Nessuno diceva niente.
-Non ho intenzione di venire coinvolta anch-
-Ma tu sei già coinvolta.- Mi zittì Ryuga con tutta la calma possibile e immaginabile, anzi, quasi come se stesse parlando ad un muro, senza sentimenti.
Era diverso da come l'avevo visto al parco, ma allo stesso tempo simile. Si girò lentamente verso di me.
-Potresti dirmi quello che hai sentito l'altra sera in ospedale?- disse, sempre in tono apatico.
Allora mi aveva proprio beccata.. Lo osservai: era in piedi, una mano in tasca, l'altra vicino alla bocca. Mi guardava, anzi no, mi fissava. La sensazione che stavo provando era quella di venire violata. Come se avesse letto il mio diario segreto da cima a fondo e stesse spiattellando a tutti i miei segreti più importanti, portando tutti, compresa me stessa a sbattere contro al muro dell'evidenza. Solo che, in questo caso il diario segreto era semplicemente la mia anima. Non mi era mai successo di sentirmi così.
Atterrita da quello sguardo nero io mi sentivo nuda. E spaventata.
Non mi piaceva per niente. Dov'era finito il ragazzo con cui avevo parlato pochi giorni prima? Non riuscivo a guardarlo o a capirlo. Mentre abbassavo lo sguardo per non soccombere al suo, vidi Light avvicinarsi e fermarsi tra me e Ryuga.
-Senti: lasciala stare.- Il tono di Light era tagliente, non ci ero abituata.
Squillò un telefono.
-Watari... E' pronto?... Perfetto.-
Alzai lo sguardo: Ryuga si era spostato verso la porta tenendo in mano un cellulare, sempre fissandomi, indagatore.
-Agenti, andiamo di là. Light, resta pure qui a svolgere il tuo compito.-
Poi uscì, semplicemente. Gli altri, tutti meno mio fratello, lo seguirono. Mio padre continuava a spostare lo sguardo da me a Ryuga con la bocca aperta, come volesse dire qualcosa, ma non ne avesse la forza.
Quindi era questo il vero Ryuga, anzi, Ryuga non esisteva, era semplicemente una maschera che ora era stata tolta, lasciandomi vedere Elle. Mi sentivo ingannata.
Guardai Light che mi dava ancora la schiena ad allungai la mano verso il suo pugno contratto. Ero certa che non ce l'avesse con me, o almeno non lo voleva dare a vedere perchè aprì la sua e la strinse alla mia, ma sapevo bene che mio fratello era un ottimo attore.
-E questo? Ichigo potresti spiegarmi la ragione della sua domanda?- aveva ancora quella voce, che aveva anche assunto una sfumatura di disprezzo. Si girò di scatto e mi afferrò le spalle poco delicatamente, puntando i suoi occhi ambra nei miei, così simili.
-Perchè?!?- aumentò la presa ed io sussultai.

Sospetta di lei, merda! Ed ora che lei è qui e che sa la userà, poco ma sicuro..
..per le indagini.. o, ancora meglio per lui, per incastrarmi...
Merda... avrei dovuto ucciderla quando...maledizione...
Ed io, stupido, che l'ho lasciato parlare quel giorno in pasticceria!
Ma come mai lui le ha fatto sapere?
Puntai gli occhi sulla porta dalla quale era uscito, dietro la testa di mia sorella, come se potessi vedere lui al di là del legno.

-..Light...- Non sembrava particolarmente concentrato su di me perchè non mi prestò attenzione e continuò a guardare un punto dietro la mia testa .
-..Light..mi fai male...- Parlavo a bassa voce, mi stava sentendo per forza, ero vicina a lui.

Forse però la situazione può volgere ancora a mio vantaggio.. devo solo giocare bene le mie carte....

-..Light..- Dopo qualche secondo si riscosse e mi mollò. Mi massaggiai le spalle e feci qualche passo indietro, mentre lo guardavo rimanere immobile.

Ichigo.
L'avevo stretta troppo, senza accorgermene.

-Light, calmati.. ora.. ora ti spiego.- Individuai un divano, vicino a me, e mi sedetti. Si avvicinò anche lui, già più calmo.
-Ok.. scusami- disse mentre appoggiava la sua schiena al divano, pesantemente.
Ero incerta mentre parlavo..-O-ok...di solito quando fai così vuol dire che sei proprio esaurito, come quella volta con quelle ragazzine petulanti..- commentai ad alta voce. Cambiare argomento subito: mi succedeva quand'ero stanca.
-Si si, va bene- mi interruppe -Non dovevi essere messa in mezzo anche tu, cazzo!-
-Light, ma io.. penso di aver effettivamente sentito qualcosa che non dovevo sentire-
Aveva chiuso gli occhi e aveva poggiato la sua mano sul mio ginocchio, aspettava che continuassi. -In ospedale.. io.. mi ero fermata, per papà..-
Alla fine doveva anche essere vero, ciò che avevo sentito. Rimasi in silenzio per un attimo... lo ricordavo più che bene quel momento.
-Ho sentito solo parlare Ryuga e papà... però Light sembra tutto così assurdo: anzi è assurdo... è impossibile.. avrò sentito si e no 2 secondi del discorso e ho beccato proprio.... -
Sospirai, a volte ero davvero sfigata.
-..proprio la parte in cui diceva di essere Elle. Ho sentito di sfuggita confermare da papà..-Non era mia intenzione sentirlo, ero lì solo per sapere come stava mio padre.
-Mi sono allontanata subito dopo e mi sono seduta nel posto in cui mi avete trovata quando siete usciti..-
-Ma magari era solo uno scherzo della mia immaginazione, sai come sono fatta: potrei non essere più in grado di distinguere sogno da realtà..- Ridacchiai pensando a tutte le pseudo fanfiction che avevo provato a scrivere o a quando andavo in giro per casa saltellando per qualche stupidata su anime o manga.
Mi guardò serio -No, non sei pazza e lo sai bene.- Sospirai, arrendendomi.
-Perchè mi hai trascinata qui?- chiesi. Light spostò lo sguardo sulla porta -Dovresti chiederlo a lui-
Ah, non ce la facevo a pensare...
Ridacchiai -Haha... è il massimo... cacciata dal mio gru-.. dal mio ex-gruppo, portata davanti al detective più famoso del mondo per chissà quale ragione...e anche tu sei qui, no? E allora ciò vuol dire che ci vuole far lavorare o, no aspetta, quella volta..-
Appena ricordai spalancai gli occhi.
-..aveva detto che sospettava di te-
La mia voce si bloccò. Mentre la mia mente continuava a riempirsi di immagini ed ipotesi chiusi gli occhi. Mi accorsi delle lacrime che scivolavano sulle mie guance solo quando Light cercò di portarle via con la mano. -..Ichigo..- Mi abbracciò e tutto ciò che riuscii a fare fu appoggiarmi a lui.
In quel momento la porta si spalancò. Era Ryu... era Elle.
-Yagami, sarebbe fantastico se riuscissi a terminare in modo da mandare in onda il video per il tg di stasera. Dovresti finire più o meno per le 17.15.-
Parlava in una maniera a dir poco atona. Appoggiò sul tavolino di fronte a noi un paio di fogli e una penna.
-Mi metto all'opera allora- disse Light.
Io mi limitavo a seguire il detective con lo sguardo, assente e confusa, sperando che si accorgesse di tutte le domande che mi stavano passando per la mente.
Si appollaiò su una poltrona libera, girato nella mia direzione.
-Sto ancora aspettando una risposta- avevo i brividi. Come poteva essere così..
-Hai detto di essere Elle- Parlai quasi senza accorgermene.
Light mi guardava preoccupato. Di sicuro lui non non mi aveva notata dietro alla porta quella sera.
-Dovrai tenere la bocca chiusa- sottolineò.
Mi alzai di scatto -Secondo te sono così demente da uscire in strada e mettermi ad urlare che so chi è Elle e che so che alloggia in questo palazzo?! Dai, Non sono ritardata!-
-Calmati Ichig-
-Light- lo fulminai mentre continuavo -ho avuto una giornata di merda, ho tutto il diritto di essere così- Mi arrivò un messaggio così mi risedetti e fui costretta a tornare in me per leggerlo. -Dopo spegnilo, mi danno fastidio i cellulari- Non badai a Elle e continuai a leggere: era Layla.

Dovrò trasferirmi a Winchester alla fine dell'estate

Spensi il telefono, lo posai sul tavolino davanti a me con la mano che tremava.
Mi rannicchiai ad un capo del divano, lontana da tutti. Ci mancava solo questo pensai.
Ero in silenzio, ma dentro di me urlavo.
-Mi farebbe veramente piacere se anche tu, come Light, accettassi di prendere parte alle indagini.- Lo guardai, rispondendo alla sua occhiata, senza aver veramente capito quello che aveva detto e anzi valutando se ci fosse una possibilità concreta che la mia testa potesse esplodere a causa dei troppi pensieri.
Però mi persi.
Incredibile quanto lo sguardo di quella persona fosse capace di mettermi in soggezione, era come se con quegli occhi scuri, stesse cercando di scavare dentro di me, per carpire le mie intenzioni, le mie idee.... Abbassai gli occhi, stanchi e offuscati da improvvise lacrime, portandoli sul pavimento.
-Bene, chi tace acconsente. Oggi però non puoi essere utile: l'emotività ti fa sragionare. Se hai bisogno di una chitarra per piangerti addosso la trovi di là-
Rialzai la testa scioccata ma lui aveva già cominciato a parlare agli altri agenti, rientrati da poco, come se non fossi nemmeno entrata nella stanza. Come si permetteva!?!
Dopo essermi messa gli auricolari alle orecchie ed aver impostato il volume al massimo, sempre rimanendo in quella stanza, rimasi ferma con Light seduto di fianco a me. Mi teneva mano, stringendola, unico modo con cui, in quel momento, poteva manifestarmi la sua vicinanza.
Non volevo ricordare di essere stata cacciata, di essere appena entrata in un caso senza esserne d'accordo, di come Elle mi avesse praticamente presa per il culo di fronte a tutti e non volevo far credere a me stessa quello che avevo letto nel messaggio.
Mi guardavo attorno cercando di non pensare a nulla che non fossero le voci e gli strumenti che rimbombavano nella mia testa.
L'appartamento non era particolarmente tecnologico, a parte il computer sulla scrivania. Papà e i suoi colleghi erano completamente concentrati e assorti nell'ascoltare Ryuga. Quest'ultimo parlava lanciando occhiate continue a Light, che stava scrivendo qualcosa su un foglio appoggiandosi sul tavolo davanti a me. Da quello che ero riuscita a scorgere avevo capito che si trattava di una specie di risposta al Kira della tv da parte del vero Kira... Elle era furbo, aveva affidato l'incarico di scriverla a Light, in modo che, se non fosse stato attento e fosse stato Kira, avrebbe potuto fregarsi da solo..
Alzai lo sguardo verso di lui. Chi avrebbe mai detto che dietro a quell'aspetto di un giovane così scialbo che proprio in quell'istante si stava riempiendo lo stomaco di zollette di zucchero con caffè, ci fosse una mente così contorta e straordinaria.. la mente di Elle.
In quel momento mi guardò. Doveva essersi accorto di essere osservato, ma stavolta sembrava non avere nessuna pretesa, semplicemente sembrava incuriosito. Sollevai un sopracciglio, perplessa.
Mio fratello si alzò, interrompendo il contatto.
Abbassai il volume: mi era venuta voglia di ascoltare ciò che dicevano.
-Ecco qui, mi sono immedesimato il più possibile in Kira-
-Ben fatto- Disse Elle dopo aver letto -però se non togliamo la frase 'uccidi pure Elle'... beh, credo proprio che morirò-
Mi si strinse lo stomaco: davvero Light aveva scritto una cosa del genere?
Beh, se doveva immedesimarsi...... Raito rise ed io rialzai il volume, cercando di non pensare.









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Eccoci qua, fatemi sapere che ne pensate!
Intanto vi auguro una buona settimana e, a tutti, un bellissimo Natale^^
Non sapete che sollievo sapere che, per due settimane, si starà belli belli tranquilli tranquilli senza dover studiare per compiti in classe o interrogazioni^^ o forse sì, se siete studenti lo sapete di sicuro xD
Godetevi le vacanze :D
MoodySol
 

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Capitolo 7
*** Doppia personalità?! ***


7- Doppia personalità?!

Una tacca, ancora solo una tacca di batteria e l'mp3 sarebbe morto. Sospirai chiudendo gli occhi ed affidandomi alla musica, pregando che la riunione durasse ancora per poco tempo.
Dalla musica metal ero andata pian piano verso generi più tranquilli ed ora mi ritrovavo ad ascoltare Avalanches di IAMX. Era malinconica al punto giusto. Riaprii le palpebre guardandomi attorno: l'ambiente era caldo ed accogliente, ma paradossalmente la persona che ci viveva sembrava non voler lasciar trasmettere nulla di se stesso. Oltre a quella strana occhiata, intensa e breve insieme, Elle non aveva più dato segni di riconoscere la mia presenza, continuando ad occuparsi del lavoro.
..Però quel momento era stato così... Scossi la testa: va bene pensare ad altro per distrarsi dal fatto che Layla se ne sarebbe andata, però arrivare a considerare Elle come... No. X. Nein. Le assurdità lasciamole da parte.
Mi rabbuiai di nuovo al pensiero della mia amica. Non sembrava vero.
Mentre gli agenti ed Elle parlavano, Light mi si avvicinò deciso e mi costrinse ad ascoltarlo strappandomi gli auricolari delle orecchie.
-Cos'altro c'è?- Chiese, piano. Ma perchè mio fratello doveva capirmi così bene?!
-Nulla. Com'è che Elle ti lascia vagare per la stanza liberamente?-
Alzò le spalle -Tanto lo sento anche da qui. E la tua salute psichica è una delle mie priorità in questo momento. Non ti dispiacerà allora se controllo il tuo cell, vero?- aggiunse mentre lo prendeva in mano.
-Tanto è spento- gli feci una linguaccia. Si limitò a sorridere malignamente mentre si alzava e digitava qualcosa.
Ci misi qualche secondo per realizzare che forse, se si comportava così, era perchè conosceva pin e codice di sblocco.
-Fermo lì, stupido!- dissi, forte, alzandomi. Mossi i primi passi in fretta verso di lui quando
-Yagami-san- mi girai verso Elle -ti dispiacerebbe non disturbare?- Realizzai dov'ero e cosa stavo facendo e vidi alcune facce di agenti particolarmente indispettite che mi fissavano male. Mio fratello allargò il sorriso osservando la scena e ricominciò a leggere i messaggi mentre io tornavo a testa bassa verso il mio angolino.
Sembrava strano perfino a me l'essere rimasta in quella stanza d'albergo ma mio padre mi aveva praticamente supplicata di non andare a casa da sola, quindi non avevo avuto altra scelta e stavo aspettando che Light fosse libero per accompagnarmi.
Guardai quest'ultimo: aveva cambiato espressione e, incupito, continuava a fissare lo schermo del cellulare. Dopo poco mi lanciò un'occhiata preoccupata dal posto vicino al detective che aveva raggiunto di nuovo, infilandosi il mio telefono in tasca.


 

25 aprile

Ovviamente, dopo la riunione, Light e io eravamo finiti a vagare in giro per il quartiere parlando di quello che era successo. Di tutto quello che era successo.
Light mi fece vedere l'”offerta” di Ryuga sotto un altro punto di vista.
-Dopotutto- aggiunse sedendosi su una panchina -Non si presenta tutti i giorni l'opportunità di lavorare con una persona del genere. Dovresti essere furba e approfittarne.-
-La fai facile tu, mio caro 'futuro poliziotto'... però hai ragione, come sempre del resto-
Rimanemmo un attimo in silenzio poi Light riprese -..E il messaggio?..-
-Non lo so Light... Vorrei solo che non fosse veramente così, però visti i movimenti che ha avuto ultimamente, andando e tornando da Winchester due volte in 4 mesi... Avremo potuto prevederlo-
Sospirai... rassegnata. Non avevo deciso io che lei sarebbe dovuta partire per trasferirsi in Inghilterra. Mi sarebbe mancata terribilmente.
-Eppure doveva solo andare a trovare parenti- dissi piano guardando il mio accompagnatore.
Light rivolse lo sguardo altrove, evitando il mio, palesemente sovrappensiero, di sicuro con la paura di avere troppo poco tempo per stare con lei.
Era incredibile come la presenza o l'assenza di quella ragazza lo influenzasse, consapevolmente o no. Solitamente controllato, impeccabile, serio, con lei si lasciava andare. Parlava, si confrontava.
Probabilmente la considerava degna, una sua pari.
Eppure com'era nato tutto questo?
Layla, a differenza mia e di mio fratello, che avevamo occhi ambrati e capelli di color castano chiaro, aveva dei ribelli capelli neri e gli occhi... beh, non avrei saputo esattamente come definirli. Una strana sfumatura di azzurro, quasi viola.
L'anno in cui era arrivata dall'Inghilterra eravamo capitati tutti in classe insieme: io, Light e lei.
Non era stata ben accolta all'inizio: era strana, sembrava troppo diversa da noi, che la guardavamo con un po' di sospetto da lontano. Però, anche se in un primo periodo aveva seguito il nostro modo di fare, si era improvvisamente avvicinata, anzi, si era girata e si era presentata a me, che in quel periodo ero seduta al banco dietro al suo. Aveva un accento strano che però ispirava simpatia. Mi chiese aiuto con la lingua, lamentandosi per l'enorme quantità di kanji che doveva ancora memorizzare, e finimmo ben presto per diventare amiche. Light fu inevitabilmente coinvolto: la trovava in giro per casa quasi giornalmente e aveva pian piano rinunciato all'idea di evitarla, cominciando a considerarla non più come una rivale che riusciva a tenergli testa a scuola, ma qualcuno con cui condividere esperienze ed hobby.
Layla ed io parlavamo del più e del meno, dai ragazzi ad argomenti “filosofici”, dal cibo all'arte per la quale entrambe avevamo una passione sfrenata: lei carta e penna (o pennarelli, o pastelli, o anche matita per occhi.. in generale qualsiasi cosa avesse a portata di mano), io musica.
A dir la verità, però, non sapevo praticamente nulla riguardo al suo passato, alla sua storia.
L'unica cosa che conoscevo? Quando le avevo fatto notare che chiamava suo padre e sua madre per nome, con tono piatto aveva detto che non erano i suoi genitori naturali.
Eppure non m'importava granché: contava quello che era adesso, la sua amicizia che si svelava nei piccoli particolari, nei piccoli gesti. Dalla gratitudine che dimostrava per il semplice fatto che trascorressimo del tempo insieme, da semplici messaggi che portavano le parole giuste nei momenti giusti ai disegni che regalava, specialmente ai compleanni.
-Non se ne andrà- disse improvvisamente Light a bassa voce ma con determinazione. Lo guardai perplessa per un attimo, ma non stava parlando con me. Continuava a fissare un punto davanti a sé stringendo le labbra in una linea chiusa e sottile. Probabilmente quelle parole erano riuscite a scappare dalla sua mente ed uscire dalla sua bocca senza che lui se ne rendesse conto.


Nel pomeriggio tornai al parco portando con me solo un manga. Quanto mi piaceva! Leggevo abbastanza in fretta di solito, ma questa volta volevo andare leggermente più piano per godermelo.
Quando sentii un rumore e mi guardai attorno (ebbi una terribile sensazione di dejavu) vidi alla mia destra quel tipo che si stava accomodando accanto a me.
Feci finta di niente, come se lui non ci fosse. Non me ne andai solo per non dargliela vinta ...e perchè dovevo ancora finire il fumetto.
Ma non resistetti a lungo: risultava leggermente impossibile stare attenti a ciò che si leggeva avendo quell'insolito individuo di fianco per cui chiusi il manga e chiesi scocciata -Cosa ci fai qui, Ryuzaki?
Lui si girò solo dopo un po' -Nulla. Passeggiavo solamente, Yagami Ichigo-
-Puoi permetterti di mostrare il tuo volto in giro?-
-Non molti associano questo volto al nome che tu conosci-
-Già, nemmeno Kira potrebbe. La tua logica è impeccabile.- feci notare, seccata.
Finimmo per stare in silenzio, e questa volta mi dava fastidio.
-Come va col gruppo?-
Ah, se gli sguardi potessero uccidere... mantenendo la voce in un tono normale, dissi -Ma tu c'eri in quell'appartamento ieri? O non ci senti?-
Mi squadrò per un attimo -Scusa- disse.
Francamente ero sorpresa, non mi aspettavo che quel detective fosse capace di ammettere di aver sbagliato qualcosa.
-Per farmi perdonare ti porto a mangiare qualcosa- aggiunse.
Com'è che quando usciva dal suo antro diventava improvvisamente gentile, si comportava bene nei miei confronti e non era gelido?
-..Ok- Ci sarei ricaduta, lo sapevo.

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Capitolo 8
*** Chiarimenti? ***


8 - Chiarimenti?
 

26 aprile

Nel bel mezzo del pomeriggio Light entrò nella mia stanza, serio -E' arrivato un messaggio del secondo Kira. Dobbiamo andare.-
Ci misi poco a prepararmi: indossai giusto dei vestiti un po' più decenti, misi un po' di matita nera e gli orecchini pendenti che preferivo. Uscimmo e ci dirigemmo verso un albergo, diverso da quello dove mi aveva trascinato la volta precedente.

-Pensavo ti saresti lamentata di più, dopo quello che era successo l'altro giorno...-commentò mio fratello.
-Lo pensavo anch'io- risposi.

La stanza era pressoché identica a quella di due giorni prima: tavolino, computer, tv, divani e poltrone. E, ovviamente lui. Aveva cambiato maglietta dal giorno precedente, ora ne indossava una bianca.
-Salve, gemelli Yagami- disse, salutando entrambi.
-Vi abbiamo aspettato per visualizzare il video- continuò, posizionandosi su una sedia davanti allo schermo. Andai vicino a lui mentre mio fratello rimaneva leggermente più indietro.
Il filmato partì con un breve brusio, dal quale improvvisamente, apparve una voce pesantemente modificata.
-Kira, grazie della risposta. Farò come mi hai chiesto-
Gli agenti iniziarono a bisbigliare tra loro ed io mi avvicinai allo schermo, infastidita dalle loro voci.
-Vorrei incontrarti. Non credo che tu abbia gli occhi, ma non devi preoccuparti: io non ti ucciderò.Fammi sapere come possiamo incontrarci senza che la polizia lo venga a sapere. Una volta che ci saremo incontrati i nostri shinigami riveleranno le nostre identità-
Ryuzaki cadde dalla sedia, e dovetti fare un paio di passi indietro per non essere travolta.


È pazzo! Dare informazioni di questo genere in un filmato che verrà trasmesso in televisione.. e visionato da Elle. Puntai gli occhi su di lui, scoprendolo sconvolto per l'accenno al soprannaturale.


-..E io forse dovrei credere che esistono simili creature?- era scioccato, ma si riprese subito.
Cominciò immediatamente a parlare con Light, entrambi giungevano ad illuminanti conclusioni e... beh.. io mi sentivo un'idiota.
Continuai ad ascoltare mentre mi abbassavo per aiutare Ryuzaki ad alzarsi. Gli porsi una mano, ma lui la ignorò. Mi rialzai sospirando e riportai l'attenzione sul computer: il video si era già fermato.
-Occhi. Shinigami. È già la seconda volta che Kira utilizza questa parola, ma gli shinigami non esistono- disse Elle.
L'unica casa che tentai di fare fu contraddire mio padre quando lui disse che, poiché usavano gli stessi termini, i due Kira erano la stessa persona. Tentai ma non riuscii perchè la spiegazione di ciò fu data sempre da Light che, anticipandomi, interruppe subito nostro padre smorzando il suo entusiasmo mentre Elle continuava a non staccargli gli occhi di dosso.
L'incontro terminò dicendo che non avremo dato risposta a questo video, aspettando che gli eventi prendessero piega da soli e che si sarebbero dovute effettuare delle analisi sui pacchi contenenti i messaggi del secondo Kira.
Quando fui sicura che non aveva altro da aggiungere, mi avvicinai al detective
-Scusa, Ryuzaki- dissi. Lui girò la testa per osservarmi.
-Beh.. ecco.. volevo farti qualche domanda-
-Sai già che non risponderò a tutte, vero?-
Annuì, avevo già pensato a quest'eventualità.
-Bene, seguimi- si alzò con un movimento fluido e insieme raggiungemmo l'altra stanza.


Scoccai uno sguardo alla figura che si allontanava da noi in maglietta bianca, seguita, di nuovo, da lei.
-Hey, Raito-kun! Mi potresti dare il numero di tua sorella?-
Ignorai Matsuda che finì per essere ripreso in coro da tutti gli altri.
La cosa che mi faceva più incazzare era il fatto che quei due mi avessero lasciato solo con quei ritardati di agenti.

 

Stavo per iniziare a parlare quando
-Watari- disse semplicemente e immediatamente un signorotto anziano dall'aria arzilla comparve come dal nulla portando con se una carrellata di dolci: torta alla fragola, al cioccolata, pasticcini, bignè, caramelle e da bere del caffè.

-Bene, ora puoi iniziare l'interrogatorio- disse appollaiandosi sul divano. Presi posto di fianco a lui, alquanto perplessa, mentre si allungava per prendere una fetta di torta alle fragole.
-Ook- presi una boccata d'aria e cominciai
-Non ho ancora capito cosa ci faccio qui...-
-Sei qui per aiutare con le indagini-
-Ma, da quello che ho potuto vedere, alla fine siete solo tu e Light a portarle avanti: esponete ipotesi, avete subito le intuizioni giuste... Devo ammettere di sentirmi abbastanza inutile-
-Non hai una giusta considerazione di te stessa- fece notare lui ficcandosi in bocca una fragola. Aveva uno strano modo di tenere gli oggetti, li prendeva utilizzando solamente pollice ed indice, toccandoli il meno possibile. Appena ebbe ingoiato, giocando con la forchetta disse
-Sei la sorella del maggior sospettato. Ho bisogno di te per controllarlo: tu conosci i suoi comportamenti e il modo con cui manifesta i suoi stati d'animo. E questo mi serve. Un minimo cedimento da parte sua potrebbe rivelarsi fondamentale- poi aggiunse -Sospetto anche di te, ma a differenza di Light non sei perfetta, sei spontanea.-
...Sospettare di me che avevo i sensi di colpa quando uccidevo una mosca?
-Le indagini hanno portato verso di lui e verso di te, ma tranquilla: ci sono solo il 5% di possibilità che effettivamente sia lui. E direi molte meno che lo sia tu. Vuoi un po' di caffè?-
-...sì, grazie- risposi sorpresa dalla domanda.
-zucchero?-
-2..3 zollette-
Mi porse la tazzina. Lo guardai negli occhi.
-In qualsiasi caso sono tranquilla: io non sono Kira. Mio fratello neppure.-
-Solo che ci sono più prove che conducono a voi e al momento siete gli unici indiziati-
'Già..' pensai.
-C'è anche la possibilità che lo siate entrambi- continuò, quasi parlando da solo, mentre immergeva, una ad una, le zollette nella sua tazza.
-E non sarebbe una gran cosa per me- si fermò.
-Non ti devi preoccupare.. almeno per quanto mi riguarda ti posso assicurare che non sono un'assassina e sono qui con il solo scopo di aiutare.. e controllare che Light non si ficchi in qualche guaio, anche se ho l'impressione che ormai..- alzai le spalle.
-Ci tieni molto-
-Siamo gemelli Elle, nati e cresciuti assieme, il legame che si viene a creare così non è facile da cancellare-
Rimanemmo in silenzio per qualche istante.
Sorseggiavo il caffè e intanto lo guardavo, era più forte di me.
Era completamente concentrato sul dolce: forchetta trattenuta con pollice ed indice fissava quello che ne rimaneva, come cercasse il punto migliore per ..attaccare. Quindi infilzò la fetta e la ficcò in bocca, tutta. Era divertente osservare la sua espressione, guance piene e occhi sul piatto per cercare le ultime briciole.
-Già finite le domande?- disse, ancora masticando.
Mi riscossi -In realtà.. le ho dimenticate-
Mi guardò alzando le sopracciglia -Va bene, quindi per oggi abbiamo finito-
Si alzò fluidamente -Yagami-
Alzai la testa, ma lui non guardava me.
-Non dovresti entrare senza bussare-
Light mi si affiancò posandomi un braccio sulla spalla.
-Scusami Ryuzaki, pensavo non ci fosse nessuno...-
Che razza di bugiardo era mio fratello, lo guardai.. si capiva bene che era curioso come una vecchia comare e voleva sapere di cosa avessimo parlato io ed Elle.
-Light...- lo rimproverai.
-Ok, ok, in realtà cercavo un posto dove ripararmi da Matsuda.. sai, penso che tu gli piaccia, sorellina- disse ridacchiando.
-Ma dai, non prendermi in giro- Lo guardai male.
-No, no, parlo sul serio!! Te lo giuro!-
-E perchè cavolo continui a ridere, allora?- iniziava a seccarmi.
-Niente...- cercò di controllarsi, poi, incrociando il mio sguardo scoppiò di nuova.
-Light Yagami! Dimmi quello che ti frulla nella testa!-
Si girò dall'altra parte portandosi le braccia dietro la testa, poi cominciò.
-E'.. l'idea.. tu e Matsuda.. insieme.. Ecco, diciamo che.. mi dispiacerebbe per lui...-
-...In che senso Raito-kun?-
-Beh dai I-chan non è così difficile arrivarci..-
Gli tirai una sventola sulla nuca.
-Hey, mi hai fatto male!-
-Bene, era esattamente il mio scopo-
-Sai, era a questo che mi riferivo, prima-
-Ma tu te le cerchi!-
-Lo sapete-
Il mio tentativo di ferire in maniera grave o mutilare mio fratello, venne interrotto dalla voce di Ryuzaki. Lo guardammo entrambi.
-Dopo questa dimostrazione di “amore fraterno”- fece il gesto delle virgolette con le mani- risulterebbe facile pensare che voi siate..-
-Noi non siamo Kira!- esclamammo all'unisono e lui sorrise, sparendo dietro la porta.








 

(Autrice: In realtà L voleva dire -che voi siate.. dei perfetti idioti- o in alternativa -che voi vi vogliate bene- però non importa, intanto lasciamo che torni a sbafarsi di dolcetti nel suo angolino della vergogna.. *Elle, sentendo le parole dell'autrice si gira e la fulmina con lo sguardo* Io: ok, nella sua suite, non nell'angolino.. ^^

L: meglio così (segno dell'”I'm watching you”) Autrice risponde con un occhiolino e lui dopo un facepalm si ritira nei suoi appartamenti. Autrice: Fa così, però sotto sotto mi vuole bene.. *sospira*)



Scusate il commentino sotto, però ormai l'avevo scritto e allora... ^^
Grazie a tutti quelli che continuano a leggere in particolare a JapanAddicted che ha recensito anche l'ultimo capitolo e ha messo la storia tra le preferite:)
Alla prossima!
MoodySol

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Capitolo 9
*** Passato ***


9- Passato


28 aprile

-Vieni pure- spalancai la porta ed entrai, seguendo le indicazioni della voce, dopodichè la richiusi alle mie spalle e mi guardai attorno. Come sempre la stanza era nel caos: manga, cd, disegni, schizzi, matite, vestiti erano disseminati sul letto e sul tappeto, l'unico posto salvo era la scrivania. La scrivania e la sedia su cui era seduta la mia migliore amica, impegnata in quel momento a disegnare. -Cosa fai?- chiesi. Per tutta risposta lei coprì il disegno con il braccio e senza togliergli gli occhi di dosso sussurrò -Dammi un secondo-. Prese in fretta un pastello, rosso, e dopo aver tracciato pochi e brevi tratti, si girò finalmente verso di me, mettendo l'opera nel suo album di fogli. Aveva l'aria stanca, come se avesse dormito poco. Si mise a sedere accanto a me, sul letto e mi abbracciò.
Layla. La strinsi di più come per comunicarle che le ero vicina. Poi la lasciai e mi trasferii sulla sedia per raccontarle cos'era successo nei giorni precedenti.. ovviamente non potevo dirle tutto.
Era da tempo che non ci sentivamo, quasi un mese ormai, tutto perchè era andata a trovare i suoi parenti in Inghilterra e non aveva potuto connettersi ad internet per problemi tecnici. E l'unico messaggio che avevo ricevuto era stato quello durante l'incontro con L e gli agenti, spedito mentre lei usciva dall'aeroporto.
Mentre le parlavo del gruppo, del mio nuovo compagno di università Hideki Ryuga e dell'incontro avuto al parco, lei come sempre ascoltava, attenta.
-Continui a parlare di questo tipo..- sorrise, con negli occhi un espressione luminosa e incuriosita. -Com'è?-
Ero incerta sul come rispondere, però una descrizione vaga non poteva fare male a nessuno, no?
-Beh.. è un tipo strano, senza dubbio intelligente visto che è arrivato primo all'esame...-
-No dai, alla pari con Light?- era sorpresa.
-Sì, hanno fatto il discorso insieme. Ma non è come mio fratello, anzi! Sono uno il contrario dell'altro! Lui è.. non si cura come Light, non gliene frega di apparire... però, mamma mia.. è un genio-
Ryuzaki.. -Tu invece hai conosciuto qualcuno lì?-
-No, però sono andata a trovare dei vecchi amici...- abbassò lo sguardo.
-E' successo qualcosa di male?- Si riscosse.
-No, no, anzi... solo che... non mi ha fatto proprio bene tornare a Winchester-
La guardai per un attimo, niente affatto soddisfatta della sua spiegazione.

-Vecchi ricordi-
-Si, beh, ora si che ho capito tutto- sottolineai, ironica.
-Ho fatto visita a dei conoscenti e mi sono tornate in mente diverse cose-
-Come essere stati riportati indietro nel tempo? Guarda che so che sei una sentimentalona infondo infondo, con me puoi permetterti le tue descrizioni pseudo filosofiche- le feci una linguaccia.
-Dai, è un argomento delicato! Non prendermi in giro così!-
-A me piacciono sul serio!-
Tornò seria -Erano delle vecchie conoscenze-
-Amici?- Sembrava quasi di doverle cavare a forza le parole di bocca.
-Sì, anche...- Non me ne aveva mai parlato. Iniziai a fare domande, curiosa -Che fine hanno fatto?-
-Vuoi saperlo davvero?- rispose poco convinta alzando le sopracciglia.
-Certo!- Puntò gli occhi nei miei.
-Il mio migliore amico è morto quando ancora abitavo lì, invece mio fratello sembra essere sparito dalla circolazione-. Niente descrizioni: solo puri fatti.
-Hai un fratello?!-
-Yes, è un po' più grande di me... ormai non lo sento da anni-
-Layla..- La abbracciai. Alzò le spalle -Infondo è passato un sacco di tempo-

Poteva negarlo, ma la sua espressione, i suoi occhi, racchiudevano tutto il dolore che non voleva dimostrare di provare.
-Hey, hey, guarda che l'ho superata!- Rise -Non sono né depressa né complessata, ok? O almeno non ancora-
-Capito- Sorrisi e mi alzai, tornando verso la scrivania.
-Hey, è nuova questa foto?- In una cornice mai vista prima c'era un'immagine che ritraeva Layla con tre ragazzi non molto più piccoli di lei.
-Sì, l'ho sviluppata da poco.. sono altri ragazzi che ho incontrato, loro sono rimasti e decisamente cresciuti!-
-...Niente posa, eh? Certo che almeno alzare lo sguardo...- Indicai uno di loro. Il ragazzino in questione era tutto preso nell'arricciarsi una ciocca di capelli bianchissimi guardando un punto alla sua destra in basso mentre un biondino cercava di richiamare la sua attenzione tirandogli con non molta delicatezza la manica della maglietta. Layla si trovava tra l'albino ed un ragazzo che sembrava essere sulla quindicina che portava degli strani occhiali, seduta ai piedi di un divano.
Sorrise -Beh, sono fatti così. E pensa che questa è la foto che è venuta meglio-
-Ne hai altre?-
-Mmm.. sì?-
-Posso vederle??- Sbuffò accasciandosi sul letto, conoscendomi sapeva che provare a dissuadermi sarebbe stata un'impresa del tutto inutile.
-Primo cassetto a destra, lì ci sono le ultime-
Mi ci fiondai e in un attimo iniziai a sfogliarle.
-Carina questa!! Chi è lui??-

Sembrava una foto più vecchia delle altre, era in fondo alla fila e aveva gli angoli leggermente smussati. L'avevo adocchiata per la presenza di un ragazzo carino, occhi blu e capelli biondi, che si stava spupazzando una piccola Layla. Quest'ultima si avvicinò e rispose con calma -Te ne ho parlato prima. Lui è il mio migliore amico, hai visto che bello?- Rimasi per un attimo scioccata.
-Sì. Era veramente bello... sembra quasi un angelo-
-Non sembra, lo è-

 

Vista la bella giornata avevamo poi optato per andare a fare una passeggiata nel quartiere, con il programma di dare un'occhiata alle vetrine che si trovavano sulla via principale ed entrare in un qualche bar a mangiucchiare qualcosa.
-Ichigo..?-
-Dimmi-
-E' tuo fratello quello lì in fondo?-
Affilai lo sguardo fissando la figura in fondo alla via e prima che riuscissi e dire qualsiasi cosa lei urlò e gli corse incontro. Sospirai, dovevo aspettarmelo.
-Light-kun!!- Lui fece appena in tempo ad alzare la testa e venne travolto finendo quasi per terra.
-Ciao Light- dissi con più calma mentre lui mi riconosceva ed osservava perplesso la persona che lo stava abbracciando. -..Layla?- azzardò.
-Indovinato!- si staccò. Lui sorrise, più rilassato -Quando sei tornata? Avresti dovuto avvisarmi subito!-
-Da poco, neanche una settimana! Com'è l'università, o secchione dei miei stivali?-
-Un ambiente molto interessante, mia cara pittrice da strapazzo-
Oh, no, stavano iniziando. All'inizio, quando quei due si erano conosciuti, non c'era stato verso di farli parlare, ma poi... avevano iniziato a punzecchiarsi ed erano diventati logorroici.
-E che mi dici di questo Hideki? Ichigo mi ha detto che riesce a competere.. Hai finalmente trovato un altro degno avversario?-
Mi lanciò un'occhiataccia senza farsi notare da lei ed io, come tutta risposta, mi limitai ad ignorarlo, per quanto mi era possibile.
-Beh, direi di sì. Scommetto che mia sorella ti ha detto anche che è arrivato a pari merito con me alla prova d'ammissione-
-Eggià, Light. E devo dire che mi ha sorpresa questa cosa. Anche perchè, insomma, avrei voluto essere io a superarti alla fine! E invece no, sempre
seconda, uff-
Si, beh, ecco... Diciamo che anche Layla aveva una testa niente male. E.. Beh, sì, era meglio di me... Non ve l'avevo detto? No? Eh, ma dopotutto è solo un dettaglio insignificante... giusto?
Circondata da geni... bah.

Lui ridacchiò scompigliandole i capelli e poi circondando le sue spalle con un braccio. -Sono o non sono il miglior studente del Giappone?-
-Sei anche il più modesto, per quello- commentai.
-Anch'io ti voglio bene Ichigo-
-Light, hai più sentito la compagnia?- chiese Layla stringendosi un po' di più a mio fratello.
-Stai dicendo che ancora non hai visto il copione?-
-Ehm... sono appena tornata?- disse lei iniziando a fare gli occhioni a Light che la guardava con sufficienza. -E poi non l'ho neanche ricevuto- aggiunse
gonfiando le guance come offesa.
Lui sospirò -Domani passo a prenderlo io e te lo porto, che se aspettiamo te...-
-Lo sai che ti adoro, vero?- lei gli prese un braccio per abbassarlo e gli scoccò un bacio sulla guancia.
Dopo un primo momento di sorpresa la guardò torvo, stringendo per un attimo la mascella, poi, sospirando, sorrise.
-Certo Layla-
-Andiamo a prendere un gelato?- Li interruppi. Povero Light. Scossi la testa, arresa: io i miei consigli glieli avevo già dati per cui la mia coscienza era apposto.
-Buona idea Ichigo!-





 

2 maggio

Poggiavo sulla terra un piede dopo l'altro, beandomi della consistenza che percepivo e dei colori che ormai erano lucidi e accesi. Avevo le cuffie alle orecchie ed ero concentrata sulle idee che si susseguivano nella mia mente come l'acqua di un ruscello che scorre e va avanti senza mai fermarsi. Era affascinante come un pensiero si legasse ad un altro, come dalla realtà si riuscisse a passare a dimensioni fantastiche dove vagare liberi per un po' e distrarsi dalla routine per poi ritornare al suolo, ai problemi, alla gente.
Layla e Light erano stati molto vicini l'ultima volta che ci eravamo incontrati, più del solito.
Si erano stuzzicati e guardati per gran parte del tempo, lanciandosi occhiate d'intesa e capendosi senza quasi dire una parola. La notizia del trasferimento li aveva forse svegliati entrambi?
A me non era mai capitato nulla del genere, anche se qualche esperienza l'avevo avuta: compagni del liceo soprattutto. E in particolare Kaoru.
Ripensando a quella storia, la più “seria” che avessi avuto, durata poco più di sei mesi, mi sedetti alla solita panchina e, dopo qualche minuto, arrivò Ryuzaki, come era successo nei giorni precedenti.
-Yagami-san-
-Ryuga- gli feci spazio.
-Tutto bene? Sei pensierosa-
-Sì... -
Mi guardò con aria curiosa e non potei fare a meno di ridacchiare.
-Penso ai sentimenti, Ryuga. Perchè a volte capita di vedere persone che si trovano e si finisce col pensare al passato, con tutte le sue delusione e forse qualche rimpianto, e ad interrogarsi sul futuro. La vita può riservare molte sorprese dopotutto.-

-L'amore non fa per me- era una constatazione la sua. Le parole gli uscirono fredde e dure dalla bocca, lasciandomi interdetta e gelata a mia volta.
-Tutto è estremamente labile, non credi?- disse guardandosi attorno, facendo riferimento in primo luogo alla natura che stava sbocciando, ma nascondendo dietro a quella breve frase una marea di sottintesi.
-Lo è, ma perchè non apprezzarlo finchè dura?-
-È il futuro che metto in discussione: il presente è tangibile, si può vivere, ma di certezza su quello che succederà ne abbiamo solo una. Tutto finisce-
-Basta saperla affrontare, come qualsiasi distacco o rottura. E gli altri possono aiutare: insieme si riesce in molte cose che non sono realizzabili da soli-
-Il problema invece, Ichigo-san, sta proprio in quell'”insieme”. Si muore da soli, non importa di quale grandezza o immensità siano i sentimenti provati-
-Si muore da soli e si rimane sempre soli- aggiunse.

Osservai i suoi occhi scuri: sembravano avere dei riflessi di strani colori e brillare di una luce diversa dalla solita. Anche la sua espressione era cambiata diventando più affilata, più dura. Come se fosse qualcun altro e non il solito Elle. Come se avessi toccato un argomento scomodo. Come se fosse tormentato da qualcosa.
Rimanemmo in silenzio per qualche attimo poi sussurrai -Scusa-
Mi guardò attonito e poi rise come mai l'avevo visto fare prima -Yagami non devi scusarti! Come hai detto prima ci sono momenti in cui i ricordi prendono il sopravvento, tu hai solo usato le parole giuste ed io mi sono lasciato trasportare. Credi di aver dimenticato, e poi...- lasciò la frase in sospeso, controllando per un attimo lo schermo del cellulare.
-Devo andare ora-
-Va bene-
-Ci vediamo Ichigo Yagami-san-
-Ciao Ryuga-
Lo osservai allontanarsi, forse ancora più curvo del solito, quasi pesante in quei suoi vestiti scuri, mentre elaboravo ciò che avevo sentito.
Ero piuttosto convinta che lui non avesse mai provato alcun tipo di sentimento, senza considerare quello di riconoscenza che probabilmente nutriva nei confronti di Watari, ma anche stavolta mi aveva sorpreso.
Per affermare cose del genere doveva aver vissuto delle situazioni a dir poco difficili ed essere giunto fino al confrontarsi con la morte stessa, non la sua, ma quella di qualcuno per lui molto importante il che forse era stato ancora peggio.
Morendo si ha la certezza che il dolore termini, le ansie, le preoccupazione, il male fisico evaporano e svaniscono come l'anima che le ha contenute. I vivi però continuano a soffrire.
E soffrono non solo per la loro condizione, ma anche per la mancanza che sentono al loro interno, un vuoto incolmabile lasciato dalle persone scomparse, che mai potranno essere sostituite.
Aveva avuto veramente una relazione così profonda?
E quella sensazione che sentivo montarmi dentro era invidia per il fatto che avesse vissuto più cose di me? Legami che avevo solo sognato di costruire? Oppure era gelosia? Gelosia per il fatto che qualcuno fosse arrivato a conoscerlo a tal punto?
Mi morsi il labbro, alzandomi, mentre speravo che quel momentaneo piccolo dolore cancellasse le domante che sempre più frequentemente avevano iniziato a girarmi per la testa e che volevo ignorare a tutti i costi.
Avevo decisamente bisogno di camminare.





 

4 maggio

Light scrive: Cambio di programma: riesci a passare tu per il copione? Domani arrivo verso le 18, non riesco a venire da te

Layla scrive: Che pigrone! Comunque va bene :)

Light scrive: non è pigrizia, sono università e studio

Layla scrive: lo so bene, volevo solo prenderti un po' in giro :P Una faccina neanche a pagarla, eh?

Light scrive: -.- va bene così? Dai, lo sai cosa penso su questa roba

Layla scrive: ...sìsì, meglio parlare di persona, sono d'accordo :)

Light scrive: allora io stacco, ci si vede. Puntuale, mi raccomando

Layla scrive: Arriverò prima di te, vedrai :) Buona giornata^^

Light scrive: anche a te :)

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Capitolo 10
*** Prove ***


10 - Prove




5 maggio

-Sono a casa!- finalmente sentii la sua voce annunciare il suo rientro. Era in ritardo.

-Mamma, tra poco dovrebbe arrivare Layla-chan per cui- si affacciò alla sala da pranzo e mi vide. Arrossì -Sei già qui- notò.

-Sì, capitan ovvio ritardatario. Tua madre mi ha fatta entrare ed è uscita poco fa: ha detto che sarebbe andata a fare la spesa per prepararci qualcosa di buono per dopo-

-...Ok- Mi aveva veramente chiamata Layla-chan? Sorrisi, sentendo un lieve calore salire sulle mie guance.

Sventolò in aria qualcosa, si accomodò sulla sedia davanti alla mia e lo appoggiò sul tavolo.

-Tàdàn, ecco a lei il copione-

Lo afferrai ed iniziai a sfogliarlo, incuriosita.

-Una commedia romantica-

Lui era appoggiato allo schienale della sedia e sembrava completamente rilassato, anche se gli occhi rimanevano vigili e puntati su di me. Si rendeva conto di quanti messaggi, quali sottintesi lasciavano trasparire?

Ormai l'avevo notato da un po', ma non avevo fatto niente. Niente di niente. Anche se ci sentivamo di continuo, anche se ci vedevamo di continuo e non solo perchè era il fratello di Ichigo.

Parlavamo. Stavamo insieme. Stavamo bene insieme. Ma erano veramente quelle le sensazioni che si provavano quando si era innamorati? Quando ti piaceva qualcuno?

Bisogno di sentirlo, bisogno di sentirsi importante per lui, voglia che lui non avesse nulla a che fare con altre... Mi piaceva?

-E noi siamo i protagonisti, tanto per cambiare-

Sì, probabilmente sì, anche se mi sforzavo da sempre di nasconderlo a me stessa. Per non rovinare l'amicizia, perchè avevo paura che la nostra alchimia si distruggesse. Paura stupida, lo so, ma non volevo perderlo.

Questi erano i miei propositi, però essi finivano per diventare fumo ogni singola volta che ero di fianco a lui: mi sorprendevo a chiedere a me stessa che male ci fosse nell'approfondire il rapporto con qualcuno, dove fosse il problema nel provare il rischio ma anche il piacere di una relazione con lui. E i sentimenti prendevano sempre il sopravvento, sebbene leggermente temperati da un minimo di razionalità che non voleva saperne di abbandonare la mia testa, quella stessa che mi tratteneva e portava a contraddirmi.

Se solo avesse fatto qualcosa di più esplicito... Allora forse solo in quel momento io...

-Direi di provare a leggerlo per prima cosa- disse interrompendo il mio flusso di pensieri.

-Ok!- esclamai sfregandomi le mani e guardandolo per un attimo negli occhi, pozzi ambrati dai quali in quel momento trasparivano voglia di fare, curiosità ed un'assoluta complicità – Atto primo, scena uno, azione!-

Chissà cosa vedeva lui nei miei.




 

Sua madre era arrivata circa un'ora dopo, quindi per lasciarle cucina libera e riuscire a concentrarci meglio sulla parte, avevamo deciso di spostarci al piano superiore, in camera di Light.

Ogni volta che entravo in quella stanza mi chiedevo come facesse a mantenerla sempre così in ordine. Il letto era fatto, libri e riviste erano perfettamente disposti sugli scaffali; sulla scrivania, oltre al computer, vi erano solo un paio di fogli ed una penna, le altre ovviamente erano tutte infilate in un astuccio ancora aperto.

-Scusa per il disordine-

Lo guardai sorpresa -Si vede che non sei mai entrato in camera mia, lì, mio caro mister pulizia, so per certo che sclereresti-.

-Non esageriamo- disse, rimanendo in piedi di fianco al letto. Io presi posto sulla sedia davanti al pc, continuando a guardarlo. -Che c'è?- chiese, vedendomi sorridere.

-Nulla, è solo che... ti rispecchia-

-Mi piace l'ordine... e allora?- si avvicinò ed io ignorai placidamente la parte del mio cervello che aveva improvvisamente deciso di attribuire all'avanzare di Light gli aggettivi di avvenente, intrigante e via discorrendo, e quella del mio stomaco che sembrava essersi improvvisamente ristretto.

-Allora non avrai mai il problema di perdere le cose- mi osservai ancora in giro, forse anche per distrarmi da lui.

-Sicuramente sai cosa c'è in ciascuno di questi cassetti ad esempio- dissi, indicando la scrivania al mio fianco.

-Ovviamente- rispose, facendo il saccente -A proposito, questo ciuffo proprio non ne vuole sapere di stare nei ranghi, eh?- Afferrò con le sue dita lunghe e delicate una ciocca dei miei capelli che continuava a scendermi davanti agli occhi e la spostò dietro l'orecchio insieme agli altri, mentre il mio cuore, che quel giorno sembrava aver assunto non so bene quale sostanza, faceva una capriola all'indietro. ...E anche un salto mortale in avanti quando i miei occhi incrociarono i suoi, per la millesima volta in quel pomeriggio.

-Sembrerebbe di no- sussurrai, mentre quello, ignorandoci, scivolava di nuovo giù.

Light sorrise e, giusto per infierire un po', mi scompigliò anche il resto della capigliatura.

-Hey! Non aiuti così!- Gli feci notare.

-Lo so- mi lanciò una sguardo malizioso.

Per cercare di portare un po' disciplina sopra mia testa, non dentro perché lì c'era perfino più casino del solito, raccolsi i capelli con l'elastico arancione che portavo sempre sul polso destro. Intanto il biondino si era seduto sul letto, dandomi appena le spalle. Aveva un'aria pensierosa... cioè, più del solito.

-Sono le sette e venti- dissi ad alta voce. -Hai ancora voglia di provare?-

-Non molta, l'ammetto- borbottò.

-E allora che si fa?- domandai dopo un attimo di silenzio, ma quello, dopo la mia breve interruzione, rimase imperturbato.

-Light?- lo chiamai. Non rispose.

Mi alzai e mi avvicinai a lui, sfiorandogli una spalla.

-Light, ho fatto qualcosa che non va?-

Lo sentii sospirare.

Si girò, guardandomi finalmente in faccia.

-No, non ti preoccupare. Sono io ad essere un po' fuori di testa in questo periodo- Si lasciò sedere sul letto ed io mi sistemai al suo fianco appoggiandomi a lui.

-Sembri un po' sovrappensiero in effetti. Sicuro vada tutto bene?-

Non arrivò risposta. -Sei comodo- dissi accoccolandomi ancora un po' e prendendogli il braccio. Aveva un buon odore ed era caldo. Meglio di un peluche.

-Layla- Mi chiamò. Alzai la testa e lui... mi baciò.

Non feci resistenza, anzi, ricambiai, scossa da un brivido e realizzando che era da un po' che desideravo farlo.

Light.

Si staccò. -Mi piaci davvero. Ti informo che la recita è ufficialmente terminata-

La recita che aveva sempre fatto, quella che aveva portato avanti da qualche mese fino a quel momento. La recita per la quale noi eravamo solo colleghi, solo conoscenti, solo amici.

Ecco l'esplicitazione che aspettavo. Fu come se qualcosa fosse stato abbattuto nella mia testa: mi trovai improvvisamente la mente vuota di pensieri ma piena di nuove forti sensazioni.

Non riuscii a dire nulla e lui si avvicinò di nuovo. Per la seconda volta le nostre bocche si incontrarono, iniziando piano ad approfondire la conoscenza.

Sembrava mi stesse facendo una domanda ed io, inconsapevolmente, mi trovavo a rispondere in maniera positiva e lui se ne accorse: le sue labbra s'incurvarono durante il nostro bacio, dando una sensazione strana, ma per nulla spiacevole.

Sorrideva su di me.

-Lo prendo per un 'anche tu'- bisbigliò al mio orecchio dopo che ci fummo separati, lasciando un altro bacio, stavolta sulla fronte, prima di allontanarsi un po' per osservare la mia espressione.

-Vedo che c'intendiamo- dissi, quasi parlando a me stessa e zittendo una volta per tutte quella voce impiantatami da chissà chi che continuava a ripetermi di lasciare perdere i sentimenti.

Cercai la sua mano e la strinsi, dandogli un'ulteriore conferma.

Si lasciò cadere sul materasso ricambiando la stretta, forte, e sospirando.

-Light?- lo guardai perplessa.

-Tu non sai che sollievo- sussurrò fissando il soffitto. Iniziai a ridere -Sollievo che? Lo sai che quando Ichigo lo verrà a sapere incomincerà a rompere le palle con i suoi “ve l'avevo detto!” oppure “l'ho sempre saputo!” e “di che colore i confetti?”... ci prenderà per il culo all'infinito!-

Mi avvicinai a lui distendendomi al suo fianco a pancia in giù e continuando a guardare il suo viso da vicino. Poi iniziai a giocare con i suoi capelli, afferrando ciocche ed accarezzandoli.

-Non voglio che tu ti comporti diversamente da come sei sempre stata-

-Non ho intenzione di farlo- risposi.

-Però immagino che certamente tu non disprezzeresti un mio farmi più... vicina- e questa, signore e signori, era la vocina perversa e repressa fino a quel momento nel suo magnifico esordio. Arrossi fino alla punta dei capelli realizzando appieno ciò che avevo detto solo dopo averlo espresso ad alta voce.

-No, non lo disprezzerei per nulla- commentò, lievemente sorpreso, sollevando il busto nella mia direzione ed appoggiandosi al materasso con i gomiti. -Hai capito che furbetto il nostro Light- sussurrai sempre su suggerimento della sopra citata vocina alzando gli occhi al cielo mentre mi raggiungeva di nuovo, bloccandomi il respiro ed accelerandomi il cuore.

Sentimmo bussare alla porta e subito dopo udimmo il rumore dalla maniglia che si abbassava. Ci separammo ed immediatamente Ichigo entrò pian piano nella stanza, quasi timidamente, osservandoci come faceva quando si imbatteva in cose particolarmente dolci e carine mentre noi due continuavamo a stare uno di fianco all'altra sul letto.

-Ditemi che ho interrotto qualcosa, vi prego-

-Contaci sorellina- disse Light sprezzante, con tono più arcigno del solito e per una volta per nulla ironico. Iniziai a ridere senza trattenermi.

-Io ci spero sempre- rispose lei alzando le spalle e guardandomi stranita.

-Che avete combinato per tutto il pomeriggio?- chiese curiosa, forse alludendo anche alla mia incontrollata espressione.

-Provato e provato I-chan- disse Light sbattendole in faccia il copione. Non fece neanche tempo ad aprire la bocca che

-Sì, Ichigo, è tutta una copertura per nascondere tutto il tempo passato a fare zozzerie. Ricordati che so cosa c'è in quella tua mente perversa- declamai una parola alla volta come fosse un discorso già ripetuto e ben collaudato. Ed in effetti un po' lo era. Aveva sempre fatto insinuazioni su di noi. Beh, non proprio sempre sempre. Forse aveva iniziato dopo che eravamo usciti quella volta da soli... o dalla recita in cui il copione prevedeva un bacio a stampo...

Fece una linguaccia. -Non sono io la pervertita! È Light!-

-E che c'entro io ora?- sbottò alzando la testa dal libro che aveva iniziato a sfogliare.

-Eccolo, vedi? Sembra innocente, però...-

-Ichigo- la interruppe.

-Layla dovresti stare attenta- continuò.

-La fai finita?- chiese, esasperato.

-Dai Ichi, lascialo stare, non ha fatto nulla di male dopotutto-. Vidi il suo sguardo passare tra le nostre due figure.

-Voi due state complottando contro di me, ammettetelo! TU!- indicò me, sfiorando con l'indice teso la mia fronte -Tradire un'amica è un reato grave, punibile con la non partecipazione all'intervista di un certo mangaka per cui io e sottolineo io ho i permessi- colpita e affondata.

-E tu!- Si girò verso Light -tu sei il mio gemello, devi stare dalla mia a prescindere!-

Sembrò pensarci un po' su e si corresse in brevissimo tempo -Anzi, che sto dicendo, è ovvio che sei di parte- lanciò un'occhiata maliziosa verso di me.

-Comunque è pronto in tavola- concluse uscendo e richiudendo la porta.

-Sbaglio o è più fuori del solito?- domandai perplessa.

-Avrà appena finito di leggere una delle sue fanfiction, probabilmente piena di angst-

-Non sapevo fossi pratico di questi termini-

-Se vivi in casa con quella- fece un cenno verso la porta -tocca imparare di tutto- disse tornando a guardare me.

-Quando glielo diciamo?- chiesi.

-Mmm... le facciamo prendere un colpo dopo cena?-

-Durante la maratona di NGE*?-

-Fatta- ci battemmo un cinque, però le nostre mani rimasero incatenate.

-Non penso sia normale programmare una cosa del genere, sai?- commentai.

-Al momento penso che la razionalità possa essere lasciata da parte. Sono felice Layla-

E si vedeva. Dal suo sguardo, dal suo corpo proteso verso di me. E si sentiva. Dall'abbraccio con cui mi strinse cullandomi, dal bacio che con dolcezza mi posò sul naso quasi per gioco, da quello che finì come per sbaglio sulle mie labbra.

Scendemmo le scale piano, un po' incerti su come comportarci. Non sapevamo se lasciare che le nostre mani si sfiorassero, non sapevamo se da fuori saremo sembrati diversi. Dovevamo riabituarci a noi, darci nuovi spazi ed invaderci pian piano. Tutto sarebbe arrivato con il tempo.

E già speravo che il tempo a nostra disposizione fosse tanto.












*NGE: Neon Genesis Evangelion, serie animata di Hideaki Anno. Merita :D



Ringrazio le persone che continuano a leggere e in particolare quelle che hanno inserito la storia tra le preferite o le seguite :)
Alla prossima ^^
MoodySol

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Capitolo 11
*** Diario ***


11- Diario


 

12 maggio

Quel giorno fummo chiamati di nuovo al Quartier Generale delle indagini.

Stava diventando come un'assurda routine.

Entrammo nella stanza e gli agenti ci salutarono in coro. Elle ci fissava in silenzio con un'agenda in mano.

Si alzò aprendola e la avvicinò alle nostre facce trattenendola con due sole dita.

-È arrivato questo oggi con la posta. È un regalino del secondo Kira. Guardate pure, l'abbiamo già fatto analizzare-

-Ciao anche a te Ryuzaki- sospirai afferrando il diario che mi fu subito strappato dalle mani da Light.

-Secondo le sue direttive dovremmo mandarlo in onda- continuò il detective ignorando il mio fragile tentativo di saluto.

Light alzò un sopracciglio -Giusto per non far impanicare nessuno, eh?- bisbigliò, mentre mi riappropriavo del reperto, gettandoci una veloce occhiata.

-Che te ne pare, Li-

-Ma questo tipo è completamente andato! Oltre al panico inevitabile e l'annullamento della partita ...scrivere "mostrare gli Shinigami"?- Scossi la testa -Non si troverà lì, poco ma sicuro-

Appena sollevai lo sguardo dalla pagina trovai qualche paia di occhi a fissarmi ed abbozzai un sorriso, imbarazzata.

-Sì, lo penso anch'io Yagami- commentò Elle guardandomi divertito.

-E visto che penso che anche tuo fratello sia giunto alla stessa conclusione- lo guardò puntandogli gli occhi addosso –e che quindi abbiamo dedotto che questo Kira sembra decisamente stupido e devoto, non so bene che pesci pigliare- si fermò un attimo, poi continuò a parlare.

-Se mandiamo in onda l'immagine la partita sarà probabilmente cancellata; se non lo faremo i Kira non faranno nessun passo-

-E chissà come reagirebbe male il secondo Kira, visto ciò che ha fatto alla Sakura TV!-

-Matsuda-san, non penso che si comporterebbe ancora così- mi rivolsi a lui direttamente. Lui arrossì -Ichigo-san- perchè poi mi chiamava per nome?! -Posso chiederti il perchè?-

Mi sembrava di parlare con un bambino.

-Ricordi quello che il falso Kira gli ha chiesto e che lui ha acconsentito a fare? Il secondo Kira non ucciderà nessun innocente perchè questo è l'ordine che gli è arrivato da quello che crede essere il vero Kira, cioè da noi. E lui adora il vero Kira-

-Esatto Yagami-san- osservò Elle avvicinandosi al tavolino ed afferrando con due dita un piccolo dolcetto alla ciliegia.

-Direi di mandare in onda l'immagine del diario e l'avviso della sospensione della partita con la comunicazione che il 30 la zona attorno allo stadio sarà tenuta sotto controllo e pattugliata dalla polizia. Inoltre invieremo un altro falso messaggio da parte di Kira, che dirà di essere disponibile all'incontro-

Mio padre guardò il detective con aria perplessa -Ryuzaki, sei convinto che verrà lo stesso?-

-Dubito che il vero Kira si mostrerà, ma non posso essere sicuro su ciò che farà il secondo dato che non sappiamo ancora quanto sia stupido. Poniamo per esempio l'ipotesi che non lo sia così tanto e che abbia nascosto un altro messaggio nella pagina del diario: se ci fossero delle parole in codice o dei nomi a cui solo loro possono dare rilevanza non potremo mai saperlo.

-Penso che dovremo considerare tutti i luoghi specifici citati sulla pagina: il 22 ad Aoyama, il 24 a Shibuya. Dovremo fare attenzione a tutti quelli che ad Aoyama tengono in mano un quaderno e che a Shibuya indossano un abito particolare, anche se forse sarà inutile-

-Riuscire a catturare il secondo, più ingenuo, per arrivare al primo, più astuto, e per conoscere la modalità con cui sono attuati gli omicidi- Annuii piano con la testa, mentre ricapitolavo ad alta voce il piano di Elle e le conseguenze a cui avrebbe portato. Ryuzaki sollevò gli occhi dal pavimento fissandomi per un attimo.

-Piazzeremo il maggior numero di telecamere possibile nei quartieri di Aoyama e Shibuya ed il giorno stabilito invieremo quanti più poliziotti in borghese potremo-

-Potrei andarci io! Mi ci vedo bene!- esclamò Matsuda, con il suo solito entusiasmo esagerato.

-Vengo anch'io- disse Light, calmo ed Elle affilò lo sguardo verso di lui.

-Light?!- Esclamò mio padre. Che nervi.

-Come se a me e Light non capitasse mai di andare a fare un giro in quei quartieri, vero papà?- Alzai gli occhi al cielo. -E poi, francamente io e Light daremo molto meno nell'occhio in giro con Matsuda, rispetto a voi-

-Hai intenzione di andarci anche tu?!-

-Papà. Sono grande e vaccinata- ed esasperata dalla tua iperprotettività ma ciò non è bello da dire.

-Non devi preoccuparti- intervenne Light prendendomi sotto braccio -Ci sarò io a controllarla e per quanto riguarda il secondo Kira... lui è interessato ad una sola persona-

Al vero Kira, già. E noi non lo eravamo.

Sbirciai ancora la figura di Ryuzaki, sembrava perso nei suoi pensieri come sempre mentre faceva vagare lo sguardo tra le nostre figure. Speravo non avesse visto nulla di male nell'iniziativa del mio gemello.

-Prima che ve ne andiate...- Elle si alzò e camminò verso la porta, poi si girò verso di noi. Puntò gli occhi nei miei. -...raccomando a tutti di prestare la massima attenzione quando siete fuori, in qualsiasi circostanza. Anche in quelle più rassicuranti- Deglutii. Si stava rivolgendo a tutti, ma sembrava stesse parlando a me soltanto.

Abbassai lo sguardo mordendomi il labbro e lui uscì dalla stanza, in silenzio.





 

-Per Aoyama e Shibuya allora ci organizziamo domani- concluse Light rivolgendosi a Matsuda.

Eravamo ormai scesi dall'appartamento del detective e gli altri erano già andati a casa.

-Certo, va bene Light- confermò il poliziotto sorridendo raggiante.

-Potremo portare anche Layla, che ne dici fratellino?- proposi maliziosa facendogli l'occhiolino. Quei furbetti infine si erano messi insieme, accrescendo le mie manie di onnipotenza e la fiducia nelle mie capacità divinatorie. Lui arrossì -Ne parliamo domani, ok?!- che cucciolo, era in imbarazzo! Ridacchiai.

Matsuda ci guardava spaesato, allora mi avvicinai al suo orecchio e dissi -Layla è la sua ragazza- premurandomi di farmi sentire chiaramente anche dal diretto interessato.

-Ah beh, ora si spiega tutto- commentò l'agente, ora mio complice.

-Ma vuoi stare zitta Ichigo?!-

-Gomen, fratellone- sorrisi, alzando le spalle e stampandogli un bacio sulla guancia.

-Ruffiana-

-Gne gne- gli feci la linguaccia mentre lui iniziava a dirigersi verso l'auto dove ci aspettava nostro padre.

-A domani!- esclamai rivolta a Matsuda.

-Stammi bene Ichigo! A domani!-

Entrata in macchina chiusi la portiera con un gesto deciso e mi girai verso Light, seduto di fianco a me su uno dei sedili posteriori.

-Mi sento tanto un taxista in questo momento- commentò nostro padre, sbirciandoci attraverso lo specchietto. -Però non lo sei- constatò mio fratello mentre ridacchiavo. Ci fu qualche minuto di silenzio, in cui la musica del cd dei Guns'n'Roses fece da sovrana all'interno della macchina assieme alla mio canticchiare ed alle occhiate esasperate degli altri due, poi papà parlò.

-Light-

Oh no. Questo era il tono ti-sto-facendo-la-predica-bada-bene-di-stare-attento-altrimenti-sono-guai-grossi di mio padre.

-Sì?- rispose lui dubbioso.

-Quello che ho appena sentito è vero?-

Io e Light ci guardammo interrogativi, senza capire a cosa lui si riferisse.

-Tu e ...Layla?-

Light alzò gli occhi al cielo poi guardò me, irritato, tirandomi un pizzicotto sul braccio. -Ahi!- soffocai un lamento mentre lui sospirava ed apriva la bocca per rispondere.

-Sì, papà. Ci siamo messi insieme circa una settimana fa, però anche se non sei stato a casa molto spesso pensavo che mamma te l'avesse detto-

-Me l'aveva accennato ...forse- disse grattandosi la nuca mentre con l'altra mano teneva il volante ben fisso. -Però pensavo si fosse sbagliata, sai com'è, a lei piace vedere in rosa e tu, così concentrato sullo studio e sui tuoi obbiettivi, non sei mai sembrato molto... interessato-

Soffocai una risata. Dieci punti a papà.

Light spalancò gli occhi poi scosse la testa -Beh, ora stiamo insieme, ok? Quindi la troverai più spesso per casa-

-Non c'è problema, sai che mi piace quella ragazza...-

Sembrò rimanere per un attimo sovrappensiero e infatti, dopo pochi secondi di silenzio, continuò il suo discorso -...anche se spesso sembra un po' malinconica, anche se si veste di scuro e ha quell'anello al naso...-

-Light, hai già visto il tatuaggio che ha sulla spalla sinistra?- interruppi la filippica di mio padre, giusto per infierire un altro po'.

-Sì, quest'estate quando siamo andati in piscina...-

-...E quello alla base della schiena?- chiesi maliziosa. Anche nel buio dell'abitacolo potei vedere le sue guance prendere colore. -Ichigo- dissero insieme lui e mio padre.

-Come non detto- sussurrai, mentre parcheggiavamo nel giardino di casa. Scendemmo dalla macchina e papà ci precedette camminando verso la porta.

-Quindi Ichi vorresti un appuntamento a quattro sul serio, un doppio appuntamento?- iniziò a bisbigliare Light, tenendomi in disparte e riprendendo la conversazione di prima.

-Sì! Tu e Layla, tra parentesi guai a voi se vi sbaciucchiate davanti a me, un po' di decenza insomma, e io e…- mi bloccai e lo fulminai -...stronzo- conclusi.

-Te la sei cercata- decretò alzando le spalle.

-Penso che Matsuda tenga molto a te... ed immagina come sarebbe contento papà! Fidanzata con il suo collega-

Al vedere la mia faccia imbronciata scoppiò a ridere e poi tirandomi in avanti per le braccia per farmi entrare in casa mi lanciò un bacio. -Ti voglio bene Ichigo-

-Sì, sì, come no- lo presi in giro superandolo e chiudendogli la porta in faccia.

Mi avviai all'attaccapanni, appesi la giacca, entrai in cucina. Solo in quel momento dal campanello proruppe un trillo acuto e prolungato. Fastidioso ma soddisfacente.

Salutai mia madre sorridendo mentre mio padre scuoteva la testa e commentava -...Era necessario chiudere tuo fratello fuori di casa, Ichigo?-

Lo guardai mordicchiandomi il pollice e rimanendo in silenzio.

-Non cambierete mai- tornò a sospirare, dirigendosi veloce verso la porta.

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Capitolo 12
*** Maglietta nera ***


12 - Maglietta nera



 

13 maggio


 

Ryuzaki ed io stavamo per andarcene dopo uno dei nostri incontri pomeridiani al parco quando arrivò Watari.

-Ryuzaki, signorina Yagami, avremo bisogno di voi al quartier generale. Vi prego di seguirmi, vi darò un passaggio in macchina-

-Va bene, grazie- Iniziai a seguirlo mentre Elle camminava dietro di noi.

Montammo nella limousine nera, lui sempre accovacciato quasi si confondeva con il colore scuro degli interni. E diversamente dal solito, sorrideva.

-Ryuzaki, oggi sembri stranamente entusiasta- gli feci notare.

-Sì, Yagami Ichigo-san, lo sono-

No, non sorrideva, il suo sembrava un enorme ghigno pieno di soddisfazione, che rimase sul suo viso fino a quando arrivammo a destinazione: davanti all'appartamento.

Watari aprì la porta e a quel punto credetti di vederci doppio. C'erano due Elle: uno era già nella stanza, l'altro era appena entrato. L'unica differenza stava nel colore della maglia, l'una era bianca, l'altra nera.

-Elle- cominciò quello in nero ridacchiando.

-B- rispose l'altro mantenendo un'espressione neutra, poi continuò -vedo che sei riuscito a scappare, dal carcere e da Kira-

-Sai com'è, quando sei un criminale ed è in gioco la tua vita anche il vero nome diventa un optional... Quegli stupidi di giornalisti mi avevano accusato come Rue Ryuzaki quindi mi è bastato fare un bel lavoretto da hacker per eliminare il nome vero dalla rete- Sogghignò.

-Complimenti-

-Scusate...- li interruppi -Qualcuno potrebbe spiegarmi che succede?-

-Yagami Ichigo-san- cominciò quello che era stato chiamato B avvicinandosi a me e mettendomi un braccio attorno alle spalle -Vedi, io e Elle siamo dei vecchi conoscenti che un po' più di un anno fa hanno avuto un diverbio, anzi direi più una sorta di gara...- lo guardai ancora più confusa di prima. Lui si passò una mano sulla guancia e poi sul mento, come stesse considerando quali fossero le parole giuste da dire -Sì, una gara, più o meno è andata così- concluse sorridendo e guadagnandosi un'occhiata torva da Elle.

-Yagami, quello che hai di fianco è un pluriomicida che fino a qualche tempo fa era in carcere.- Feci un passo indietro -Sapevo che mi saresti venuto a cercare. Tu e le tue manie-

Manie? Per Elle? Aspetta un attimo... B parlò.

-È stato semplice: dopo aver fatto una tappa nella care vecchia Inghilterra ed essermi accertato che tu non stessi gestendo il caso da lì, sono arrivato fino a qui ed ho pedinato un po' di gente, ovviamente quella giusta- continuava ad avere sulla faccia una sorta di sorriso da joker, fino a che, dopo un momento di silenzio iniziò a sussurrare.

-Alla fine riuscirò a vincere, Elle-

Fece qualche passo avanti, verso il detective, in modo minaccioso, ma a quanto pare non abbastanza. Elle infatti rimaneva impassibile.

-Sai B, ti dirò un segreto.. l'ho imparata anch'io... la capoeira, quindi è meglio che non ti fai prendere da uno dei tuoi attacchi in mia presenza- affermò.

B si bloccò portando le mani alla testa in un gesto di stizza -Ah, maledetta capoeira!!!- esclamò visibilmente frustrato quasi strappandosi i capelli e tornando vicino a me.

...con mania era indicata anche una sorta di malattia mentale o pazzia, giusto?

-Watari, controlla che non abbia armi-

-Hey, hey, mio caro sta tranquillo, non ho intenzione di ucciderti, altrimenti come farei ad avere la mia rivincita?- disse mentre il vecchietto lo perquisiva.

-È apposto-

-Visto?- sorrise.

-In qualsiasi caso, ora sono abbastanza impegnato quindi la tua rivincita dovrà aspettare. E dato che sei qui, invece di rispedirti nella tua cella a Los Angeles, ti terremo sotto controllo noi.- Elle mi guardò e aggiunse -Nessuno dovrà sapere che è qui-

-Certo- lo assicurai, anche se non ero per nulla sicura ed in quel momento pensavo ad altro.

-Quindi sei sempre tu quello con la maglietta nera- constatai, cambiando argomento e tornando a guardare B, che non rispose.

Dopo un po' continuai -Sei davvero un assassino?-

Mi guardò, come fosse incerto su cosa dire, poi, mentre parlava, rivolse gli occhi verso la finestra -Beh, stavolta il caro Elluccio ha detto la verità, ma ha omesso il fatto che ho pure tentato il suicidio- ne parlava come fosse una cosa da nulla. Iniziai a masticarmi l'unghia del pollice.

-Perch- mi interruppe -Stavo creando il caso irrisolvibile per batterlo- accennò a Elle.

-Alquanto folle come idea- commentai

-Già, però se non fossi qui oggi sarebbe lui il secondo-

-Un giorno ti racconterò del caso- disse Elle prendendo la parola -o lo farà lui stesso, visto che quando io sarò impegnato con il quartier generale tu gli farai da babysitter-

Quando mi aveva detto di partecipare al caso Kira, non pensavo che ciò comprendesse il controllare un pluriomicida. Lo guardai scioccata.

-Mi dispiace di averti presa in giro, a mi serviva il tuo aiuto per arrivare a lui. Sai quando vi ho visti passeggiare ho capito subito che grazie a te ce l'avrei fatta e...- intervenne B, poi smise di guardarmi e abbassò la testa -Scusa-

-Inutile serbare rancore dato che, a sentire il capo, dovremo vederci spesso-

dissi. Una vocina nella mia testa urlava “assassino, pluriomicida, dal comportamento direi pure pazzoide, tu non farai da balia a questo coso”. Le diedi ragione mentalmente ed iniziai -... solo che...-

Elle mi interruppe subito, guardandomi.

-Yagami -san ora dovremo tornare di là a parlare del caso. Watari rimani tu qui con lui-

Cambiammo stanza ed Elle, dopo aver chiuso la porta, ancora di spalle disse -Non devi essere preoccupata- Puntai lo sguardo sulla sua schiena.

-Ma, Ryuzaki, devo dire che non mi entusiasma molto il pensiero di stare con lui sapendo quello che ha fatto-

-Era un assassino anche quando fingeva di essere me e non ti ha fatto nulla-

-Eh, certo, non sarebbe arrivato a te-

-Su questo avrei qualcosa da ridire.. Pensi davvero che non avrei indagato se uno dei componenti della mia squadra fosse stato ucciso? L'avrei trovato lo stesso, anzi forse più facilmente- rimasi di sasso. Lui sembrava distante mentre parlava, come se intanto stesse pensando ad altro.

-Ora comunque non ha alcun motivo per farti del male, ancora meno per ammazzarti. Se lo facesse lo rispedirei indietro, anzi, siamo in Giappone quindi...- rabbrividii.

-Ok, ok, ho capito-

Tentai ancora -Quindi devo proprio...-

-Sì-

Inutile provare a desistere, avrei dovuto farlo volente o nolente.

-Non correrai alcun pericolo- lo sentii dire uscendo dalla stanza.

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Capitolo 13
*** Appuntamento ***


13 - Appuntamento



 

14 maggio


Era parecchio alto, Light.

Forse era per il fatto che non l'avevo visto spesso da quando ero tornata, forse perchè non avevamo mai camminato l'uno affianco all'altra in questo modo, forse perchè il mio metro e sessanta raggiunto a malapena non aiutava molto rispetto al suo metro e ottanta. Mi sentivo strana, come se non l'avessi mai notato.

Lanciai un'occhiata alla mia sinistra.

Metteva ansia, quasi.

Mi strinsi nella mia felpa nera.

-Hai freddo?- chiese.

-Un po'-

-Avresti dovuto prenderti una sciarpa, almeno- sbuffò alzando gli occhi al cielo. Pur lamentandosi, però, tirò fuori una mano dalla tasca e me la porse. -Fa sentire-

...quando uno doveva per forza fare il finto distaccato. Sorrisi tra me e me mordicchiandomi piano l'interno della guancia.

La afferrai.

-Sei gelata!- protestò tra il sorpreso e il preoccupato lanciandomi un'occhiataccia.

-Non ci posso fare niente se ho le mani fredde per natura- gli risposi, cercando una giustificazione. Lui alzò un sopracciglio, perplesso, poi, guardando la strada parlò ancora.

-Per fortuna che ci sono io allora- Strinse piano la presa.

-Che megalomania- commentai stuzzicandolo, puntando anch'io lo sguardo davanti a me mentre rabbrividivo.

-Dovresti ringraziarmi Layla, non deridermi. Pensa, senza di me oggi saresti dovuta andare in libreria da sola e..-

-Grazie Light per essere diventato la mia stufetta portatile- dissi, trattenendo il riso ed avvicinandomi ancora a lui che ne approfittò per lasciarmi la mano e mettermi un braccio attorno alle spalle. Un gesto che sentii pieno di significato: decretava il suo possesso su di me. Ero sua ora. Punto.

-Gne gne. A parte gli scherzi come fai ad avere freddo? Siamo a metà maggio!-

-Non lo so... Sarà che forse un po' lo voglio, stare aggrappata ad una stufetta portatile come te intendo-

Mi scoccò un bacio sui capelli, leggero.

Probabilmente eravamo tutti e due un po' rosati in faccia in quel momento, ma non ci interessava molto.

-Eccoci arrivati- aprì la porta e mi fece entrare per prima.

-Devi prendere qualcosa in particolare?- chiese facendo qualche passo all'interno del locale.

-A parte 'DragonBall' e 'Say I Love You' dici?- feci di rimando. -Non dovrei metterci troppo, se vuoi comunque puoi andare a curiosare tra i libri, poi ci troviamo in cassa- dissi sorridendo, era un'offerta che difficilmente avrebbe rifiutato da secchione e letterato com'era. Mi guardò per un attimo, scettico, poi sembrò arrendersi. -Va bene, a tra pochissimo-

Sfiorò volutamente le mie spalle prima di sparire tra gli immensi scaffali del posto. Io mi diressi subito verso il reparto dedicato ai fumetti ed in un attimo individuai i volumi che mi interessavano. Tornai verso la cassa, ma tra i clienti e dipendenti sconosciuti non riconobbi Light. Iniziai a camminare nella direzione scelta dal mio ragazzo poco prima.

Era ancora strano per me parlare di lui come 'mio'. Non che mi dispiacesse, ovvio, ma avere un legame così faceva sentire veramente legati da un doppio filo, tirato da entrambi gli estremi. C'era una forza che agiva su di esso e si ripercuoteva su di noi di conseguenza. E nessuno doveva mollare la presa. E nessuno doveva tirare troppo.

Il rischio era che si spezzasse.

Lui era mio ed io ero sua.

Vederlo in quel momento, mentre sfogliava un libro completamente assorto nei suoi pensieri, colpito dalla luce del sole, ormai ben svegliato dalla primavera, che gli illuminava il viso ed i capelli facendoli sembrare ancora più chiari...

Vederlo così, concentrato e bello e sapere che era mio... Procurava in me una piacevole arrendevolezza, una soddisfazione segreta, un orgoglio infinito.

Gli andai alle spalle e anche se sembrava immensamente alto mi alzai sulle punte: mi aveva sempre affascinato quella parte del corpo, quella zona di pelle che andava dalla base del collo alla spalla.

Forse leggere libri sui vampiri mi aveva fatto male. Mi trovai a ridacchiare tra me e me e soffiai piano proprio lì, sul suo collo scoperto, tornando poi a terra.

Vi avrei lasciato un bacio, ma avrei veramente rischiato di cadergli addosso. Lui rabbrividì e si girò sorpreso a guardarmi.

Sorrisi, malandrina -Che leggi?- Richiuse il volume, osservandone ancora la copertina mentre lo stringeva tra le mani.

-È un libro di storia-

Alzai in sopracciglio -Storia?-

-Storia- Sbuffai.

-Odio la storia-

-...Perchè era l'unica materia in cui non riuscivi a prendere più di sette?- ridacchiò, dandomi una leggera pacca sulla testa con il libro. Risposi con una linguaccia -Non prendevo più di sette appunto perchè non mi piaceva- dissi convinta.

Lui mi osservò per un attimo con sufficienza, poi scosse la testa, soppesò ancora il tomo ed iniziò a camminare verso la cassa -Intanto questo lo prendo-. Lo seguii zigzagando tre gli scaffali -Contento te-

Si fermò all'improvviso e come una scema finii per sbattere contro la sua schiena.

-Ohi!- Sbottai sottovoce. Notai un bimbo fuggire correndo lungo il corridoio: doveva avere tagliato la strada a Light.

-Piccolo teppista- mormorai a voce appena più alta, mentre uno dei genitori stizzito ed esasperato passava davanti a noi richiamandolo e seguendolo a passo veloce. Mi fulminò, un'occhiata durata appena un secondo, poi continuò per la sua strada. Alzai le mani spazientita mentre Light ridacchiava sotto i baffi che non portava -Pretendono sempre di avere ragione! E i genitori li difendono pure!-

-Layla non hanno fatto niente- disse lui, appoggiandomi una mano sulla testa.

-Sei tu che sembri una piccola teppista così imbronciata, vestita e truccata di nero e con questo- mi picchiettò un dito sul naso facendo riferimento al mio anello.

-Questo è bellissimo- sottolineai alzando il mento in una posa che avrebbe dovuto essere nobile e piena di contegno e che invece lo fece solo sorridere di più, mozzando il fiato a me che lo osservavo con occhi socchiusi.

Si avvicinò.

-Infatti tu sei una bellissima piccola teppista- disse piano, e prima che io potessi avere qualsiasi reazione lui era già in marcia verso la cassa. Mi morsi il labbro scuotendo la testa ancora sorpresa e confusa: come poteva lui avere veramente scelto una come me?

Pagammo e come tappa successiva optammo per un piccolo caffè dove il tempo passò veloce tra gli aromi dolce-amari

delle bevande, risate, complici occhiate e, di nuovo, il racconto di noi stessi che ci svelavamo un poco alla volta, passo dopo passo.

Sembrava essere passato pochissimo quando ci ritrovammo nel luogo da dover eravamo partiti qualche ora prima: davanti alla porta di casa mia. Suonai il campanello e prima che Asuka arrivasse ad aprire Light si abbassò e quasi con urgenza azzerò lo spazio tra le nostre labbra.

Un momento per annegare in silenzio ogni cosa che non fossero lui, nostre bocche vicine, le mie mani che si allacciavano al suo collo sfiorandogli i capelli, le sue che mi circondavano la schiena.

-Buonasera anche a voi ragazzi- commentò Asuka maliziosamente, appoggiata allo stipite.

Light si tirò subito indietro imbarazzato, io invece mi limitai a ridacchiare, ringraziando mille volte che mia madre fosse ancora giovane. -Salve signora-

-Light, sbaglio o ti ho già detto di darmi del tu?-

Portò una mano alla nuca -...no, Asuka-san, non sbagli- sorrise.

-Vuoi rimanere per cena, Light? Penso che qualcuno ne sarebbe particolarmente contento-

Riferimenti completamente casuali a me, esatto.

-Non ne dubito, però stasera non posso proprio restare: per una volta che mio padre non è al lavoro...-

-Va bene, non preoccuparti, sarà per la prossima. Torno in casa, salutatevi pure come vi pare. Ciao Light!-

Salutatevi pure come vi pare: diamine non aveva proprio nessun senso del pudore quella donna!

Sentii le guance infiammarsi di rosso e dopo aver accompagnato con lo sguardo mia madre mentre canticchiando si allontanava tranquillamente lungo il corridoio alzai lo sguardo su di lui scoprendolo già vicino a me. Molto vicino.

Lasciò un soffice bacio sulla mia fronte -Ti basta questo?- soffiò languidamente senza quasi staccarsi dalla mia pelle.

Mi alzai in punta di piedi e raggiunsi le sue labbra. Non fu nulla di impetuoso, ma una lieve carezza che raccontava tutto ciò che sentivamo. Sorrisi.

-Saluta a casa Light-

-Certo... Buona serata principessa-

-Sai, non ci avevo mai fatto molto caso ma il mio nome suona estremamente simile a Leila...- ridacchiai –Principessa Layla ...e tu chi saresti? Ian Solo?- gli feci una linguaccia e lui scosse la testa, arreso.

Sospirò un ciao e chiuse il cancelletto senza darmi le spalle. Fece un ultimo cenno con la mano dopodichè si allontanò lungo il viale. Rimasi a guardarlo fino a quando ebbe girato l'angolo poi chiusi la porta e di corsa mi fiondai in camera mia salutando appena i miei genitori.

Appoggiai il telefono sul comodino e mi buttai sul letto a pancia in su, fissando il soffitto con un sorriso ebete in faccia.

-Oh Light che mi stai facendo alla testa?- Guardai Cocco, il mio coccodrillo di peluches dal banalissimo nome, ancora con me da prima che venissi adottata -Sì caro, puoi essere geloso: il biondino mi ha decisamente conquistato-

Mi ha conquistato e anche se stiamo insieme solo da qualche giorno so che se mi lascerà ne rimarrò distrutta.

Da un secondo all'altro mi sentii scoperta.

Erano poche le persone che si erano avvicinate a me, soprattutto da quando ero uscita dall'orfanotrofio, ed erano ancora meno quelle a cui permettevo di farlo. Era strano come avvenivano le cose: solitamente avevano una buona impressione di me, però tutto si fermava in un attimo e non rimaneva nulla oltre alle semplici e futili chiacchierate fatte quasi per dovere. E nessuno mai chiamava, nessuno mai cercava... e io ne avevo bisogno. Avevo bisogno di sentirmi importante per qualcuno dopo essere stata abbandonata da tutti. ...Il mio angelo e mio fratello.

E ora quasi sembrava che le cose stessero prendendo la piega giusta: c'era Ichigo, c'era Light.

...lui non mi avrebbe lasciata sola, giusto?

Era giusto affidarmi a lui e mettergli in mano il mio cuore?

Stavo realizzando che ci voleva quasi più forza a lasciarsi andare agli altri rispetto a chiudersi in se stessi.

Il rumore della vibrazione sul legno mi fece voltare la testa di scatto. Allungai la mano e guardai lo schermo.

Di nuovo Winchester.

Merda.

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