Dream

di DiEli
(/viewuser.php?uid=643771)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** il tuo incubo peggiore ***
Capitolo 2: *** Sarai di nuovo mia. ***
Capitolo 3: *** Il ragazzo nuovo ***
Capitolo 4: *** nella tana del lupo ***
Capitolo 5: *** Non ho bisogno di protezione. ***
Capitolo 6: *** Si Intona ai tuoi occhi ***
Capitolo 7: *** Sono un ottimo nuotatore ***



Capitolo 1
*** il tuo incubo peggiore ***


Questa notte ho fatto un sogno strano. C’era un ragazzo, bello da far male. Moro occhi verdi, sorriso con due fossette dolcissime e mi tendeva la mano.
Non l’ho mai visto in vita mia, però mi ha pervasa la strana sensazione di conoscerlo. Non ero intimorita da lui, anzi ero felice di vederlo. Mi tendeva la mano e continuava a ripetere:
“Ci hai messo tanto ad arrivare. Come mai?”
e io lo guardavo confusa. Lo ripeteva con una voce roca e sensuale che da un ragazzo così non ci si aspetterebbe. Alto longilineo e con delle braccia muscolose anche se snelle. Aveva una maglia a maniche corte nera, con uno collo a V e un paio di jeans a vita bassa.
“ Chi sei?” continuavo a ripetere e lui non rispondeva mai. A ogni mia parola lui faceva un passo aventi fino ad arrivare al mio orecchio. 
“Il tuo incubo peggiore” ha sussurrato per poi baciarmi il collo. Mi sono svegliata con una strana sensazione addosso. Inquietudine, paura quasi.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Sarai di nuovo mia. ***


Oh mio Dio! Mi alzo, mi preparo in fretta, è tradissimo Effy sarà qui a momenti. Corro in bagno, spazzolo i miei capelli castani e li lego in una crocchia alta, passo un filo di matita nera per far esaltare gli occhi azzurri fard e mascara e corro giù, mi catapulto nella Micra azzurra di Effy.
“Buongiorno raggio di sole” mi saluta allegra
“Buongiorno Effy” le sorrido di rimando
“Dormito bene?” domanda
“Ho fatto un sogno stranissimo…” le racconto del ragazzo del sogno e parlando arriviamo nel parcheggio della scuola.Vediamo qualcosa, anzi no qulcuno di molto sgradito sul nostro parcheggio. Alex, il mio ex. Non ci parliamo da mesi e adesso lui si presena fuori da scuola! Ma come si permette.
E’ qui per te ed è sul mio parcheggio. Quindi adesso scendi e lo fai spostare.” Mi dice Effy.
“Puo andare a farsi fottere” sorrido chiudendo gli occhi e restando seduta in macchina.
“Avanti Mia non puoi ignorarlo per sempre”
“ Si che posso ed è quello che intendo fare!” rispondo''non voglio sentire ragioni,mi dispiace"
“Mia!” urla Alex sventolando una mano di fronte al finestrino chiuso
“Avanti Mia! Voglio solo salutarti! non fare la stronza!” scendo dall’auto controvoglia e lo guardo con disprezzo. “
Come sati?” domanda sorridendomi dolcemente.
“Da Dio” rispondo io freddamente. Effy continua a sussurrare di ricambiare la domanda e alla fine cedo, e domando
“Te?” però non gli lascio il tempo di rispondere
“Che peccato è suonata la campanella! Ciao Alex.” Fingo un sorrisetto, alzo le spalle e faccio per andarmene, per lui mi afferra per un braccio e mi tira a se scoccandomi un veloce e impercettibile bacio sulle labbra, che schifo!
“Sarai di nuovo mia. Ricordatelo. Buona giornata Mia. Effy” si gira e le fa un cenno con la mano. Sale sulla sua moto e se ne va. Scuoto la testa e mi incammino verso scuola.Odio la mia vita.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Il ragazzo nuovo ***


Entro in classe e mi sedo al mio posto tirandomi su il cappuccio. Mi sono sempre domandata se sia una prerogativa delle professoresse di matematica essere delle stronze colossali o se solo la Smith sia così.Prime due ore di Lunedì, consegna le verifiche di algebra, esulto è una A. Però decide di fare verifica di Scienze. Cazzo, non ho nemmeno aperto il libro e come ovvio prendo una bella F. Inizia l'ora successiva, storia. Interrogazione. Ma che cazzo hanno oggi le prof? Che giornata di merda. Grazie a dio non sono interrogata, così faccio passare le cuffie sotto il cappuccio della felpa e attacco con la musica. Ho appena finito di ascoltare Castel of Glass dei Linkin Park quando entra la preside e mi tocca far scivolare via le cuffie con uno strattone. Alle sue spalle c'è un ragazzo. Sfortunatamente non lo identifico subito perche ne  intravedo solo la folta chioma mora . 
"Scusi prof Cooman, questo è un suo nuovo alunno, classe vi presento Derek" ho un attacco di panico. Mi cade l'ipod e sparro gli occhi fissando il tipo dieto la preside. Non è possibile! Forse mi sono addormentata in csse e sto avendo un incubo.È lui! Lui. Lui. Lui! Il ragazzo del sogno. Stesse spalle larghe, stessi capelli mori che gli ricadono sulle spalle e stessi magnifici occhi verdi come smeraldi, che mi catturano e mi lasciano lì, con lo sguardo da idiota, a fissare il ragazzo nuovo. 
"Terra chiama Mia. Smettila, subito! Stai facendo una figuara di merda" solo allora mi sveglio dalla trance con la voce di Effy e mi rendo conto di avere gli occhi di tutta la classe puntati addosso. "E' lui quello del sogno" E' tutto quello che risco a sussurrare a a Effy con voce roca prima che lui si avvicini e si chini a raccogliere il mio iPod e se lo infili in tasca. Faccio per protestare ma la prof mi richiama e mi chiede di di dargli il mio libro e di seguire con Effy. Annuisco e gli passo l libro di storia. Finisce l'ora e lo vedo avviarsi verso l'uscita della scuola. Gli corro dietro. 
" Hey! Hai il mio iPod!" urlo ma lui è già salito sulla sua moto e sta partendo. Così resto li. In mezzo al parcheggio con una mano a mezz'aria che lascio, rumorosamente, ricadere sul fianco. Pensa Mia , Pensa. Corro in segreteria da Claus, il bidello. 
" Salve Claus, devo chiederle l'inidrizzo del nuovo alunno. Un certo Derek... me lo può dare?" 
"A che ti serve?" domanda lui pensieroso 
"Serve alla prof Cooman..." certo, ovvio balle su balle. Complimenti Mia. Prende un foglietto e scarabocchia l'indirizzo dopo averlo cercato sul registro. Appena ho in mano il foglietto corro via ringraziando. Raggiungo Effy in corridoio. 
"Dammi le chiavi della macchina! Subito!" le dico con il fiatone. "Certo" me le porge " A che ti s.." non le lascio finire la frase e corro alla macchina. Salgo in auto e dopo dieci minuti di strada, fermatami di fronte casa sua, mi rendo conto di una cosa, ho fatto la stessa strada che faccio tutte e mattine. E ho parcheggiato di fronte casa mia. Derek è il mio nuovo vicino di casa.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** nella tana del lupo ***


Il mio nuovo vicino di casa. Quasto pensiero continua a rimbalzare nella mia testa fino a riempirmi completamente il subcosnscio di spaventose immagini di io e Derek che andiamo a fare spese insieme o beviamo il the in veranda. Scacciai subito il pensiero. Perche? Non ci potevo credere. Ricontrollai più volte l'indirizzo confrontandolo con il grande cartello bianco che indicava l'inizio della via. Niente da fare. Era proprio questa la casa. La riconosco da quella moto grande e grottesca parcheggiata davanti all'entrata. Mi faccio coraggio. 1-2-3 respiri profondi. Insipira-Espira, calma Mia, ma perchè sei cosi agitata? è solo un ragazzo. Eppure era come se quella casa emanasse un energia misteriosa e pericolosa che le torturava dolcemente le membra. Uscoo dalla macchina e arrivo alla porta di casa. Busso più volte, dopo quello che mi parve un tempo interminabile mi apparve davanti quello che oserei definire un ampio petto muscoloso. Ma perchè non indossa una maglietta cazzo?? I capelli sono leggermente umidi come se fosse appena stato sotto la doccia e si fosse passato una mano tra i capelli senza più toccarli. I suoi occhi erano familiari cosi verdi che mi sembravano provenire da un altro pianeta. Adesso muoio. 
"emh -i- io" ma perchè non riesco a parlare? che figura di merda! 
"che c'è dolcezza? Il gatto ti ha mangiato la lingua?"  disse appoggiandosi allo stipite della porta - Il lupo piuttosto- pensai.
"Hai il mio iPod" dico con voce traballante "lo rivoglio indietro"
"Mi dispiace dolcezza non so di che parli" risponde lui con un ghigno.
"Dell' ipod nero di cui ti sei appropriato" Alzo le sopracciglia come a sfidarlo - Oddio, non ci credo m sto flirtando con lui? - Mia, smettila subito- mi rimprovero.
" Mh.. non saprei... Però se vuoi puoi entrare a perquisirmi scommetto che non ti dispiacerebbe per niente mettermi le mani addosso" disse facendomi l'occhiolino e spostandosi appena come per farmi entrare. Ciò mi fece arrossire violentemente.
"Nah.. non mi interessa"
"Allora perchè sei arrossita?" 
"Comunque non mi interessa l'iPod tanto era di mia sorella" Gli sorrido e mi volto.
"Raggio di sole" mi dice lui
"Appropriato come nomignolo per una che si veste solo di nero" Ride appena. Non accenno a tornare indietro e lui mi prende il polso.
"Belle canzoni comunque" dice appoggiandomi l'ipod sul palmo della mano, poi la richiude e mi lascia un dolce e inaspettato bacio sulle nocche. 
"Ciao raggio di sole." Rientra in casa facendomi l'occhiolino lasciandomi lì piazzata con una faccia da ebete a fissare la porta chiusa. Continuo a sbattere le palpebre confusa finchè il cellulare non mi riporta alla realtà. Effy. 
"Raggio di Sole mi serve la macchina, sai com'è devo tornare a casa.... " dice ironica.
" Si scusa Eff. Cinque minuti e arrivo" metto giù il telefono e ritorno in auto. 
Arrivata di fronte a scuola mi fermo e scendo.
"Effy scusami" dico dondolando le chiavi.
"Dai scema sali, andiamo da Saul e mi racconti tutto"


Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Non ho bisogno di protezione. ***


Ci è sempre piaciuto andare da Sal. Un piccolo bar in centro che fa gli hamburger vegetariani migliori del mondo.
Entriamo e ci sediamo al nostro solito tavolo, dopo meno di un minuto arriva Ian.
“Buongiorno meraviglie!” ci saluta allegro stampando un bacio a fior di labbra a Effy e uno rumorosissimo sulla guancia a me.
“Ciao Ian” bofonchio strofinandomi schifata la guancia.
Ian è il ragazzo di Effy da quasi tre anni. 
“Come state” domanda.
“Io bene, lei… scossa quindi porta il solito e torna in cucina, dobbiamo parlare di cose da ragazze”. Afferma Effy sorridendogli e agitando una mano per mandarlo via.
Lui scuote la testa e torna in cucina a ordinare un doppio cheesburger per Effy e un vegetariano per me.
“Allora. Raccconta.” Mi sprona Effy.
“Che devo dirti. Lo odio. È solo uno sbruffone. Mi ha anche preso….” Tiro fuori l’iPod e mi accorgo che c’è un foglietto.
“Non disperarti ci rivedremo Raggio di Sole” “Ecco appunto Dio che fastidio!” sbotto stizzita poi vedo che Effy ha sbarrato gli occhi. “Che diavolo stai guardando sembra che tu abbia visto un fantasma” domando girandomi a guardare cos’ha attirato la sua attenzione. E’ proprio vero che se parli del diavolo spuntano le corna. Solo che non sono due corna da diavolo, sono uno stangone di 1.80 mt. Derek. In piedi dietro di me con il suo solito ghigno dannatamente sexy. “Ti sono caduti questi prima, dev’essere un vizio a quanto vedo.  Ride con una risata profonda e roca porgendomi gli occhiali da sole. 
“Grazie.” 
Afferro gli occhiali molto sgarbatamente e mi alzo per andare ad aiutare Ian. Torno con i due piatti, mi siedo e afferro una patatina tutto senza calcolarlo. Non riuscirei a reggere il suo sguardo.
“E’ ancora qui?” domando a Effy e a Ian.
“Sono ancora qui, potresti parlare direttamente con me” dice lui piazzandomisi davanti.
“Ian andiamo a mangiare in cucina? Qui ho freddo” balbetta Effy alzandosi con il piatto in mano. “Certo amore” risponde Ian. Li guardo alzarsi e andarsene. “Che vuoi da me?” sbuffo stizzita.
“Sicura che vuoi saperlo adesso?” domanda lui malizioso.
“Non lo so” dico continuando a giocare con le patatine senza mangiarle. -Ho un blocco allo stomaco ma non so perché, sarà la sua presenza?- “Dai usciamo così parliamo meglio, qui anche i tavoli hanno le orecchie” dice alzandosi e tendendomi la mano.
“Io non vado da nessuna parte con te e non ho niente da dirti”.
“Alzati o ti porto io” dice spazientito.
Scuoto la testa e incrocio le braccia come una bambina.
“Pff…OK” si accuccia, mi mette una mano sotto le gambe e mi solleva dalla sedia caricandomi su una spalla tipo un sacco di patate portandomi in braccio fino a fuori. “Mettimi. Giù. Subito.” Urlo e mi dimeno scalciando come una matta. Ma sua presa è forte e solida. Solo quando siamo fuori dietro il locale mi mette giù. Non lo avevo mai notato! Dietro a Sal c’è un bosco.
Lui si incammina lasciandomi lì. “Seguimi.” Vedendo che non mi muovo si volta “Non costringermi a riprenderti in braccio, Raggio di Sole”
“Ho un nome” dico fredda. “Lo so Mia ma Raggio di Sole è più appropriato.” Ricomincia a camminare e lo seguo.
Quando finalmente si ferma, intorno a noi c’è una leggera boscaglia, bassi arbusti e una quercia, si sente però il profumo di bosco e il fruscio delle foglie anche se non c’è molto vento. Mi soffermo a guardare un cespuglio basso. E’ ricurvo verso il basso e ha delle curiose bacche rosse che lo fanno piegare per il grande peso. Hanno uno strano colore, non il rosso vivo degli altri cespugli, un rosso spento. Morto quasi. Però il cespuglio appare il più rigoglioso di tutti e anche, forse, il più carico di frutti.
Vedendomi distratta Derek si sposta di un passo e mi copre la visuale girandosi poi a guardare il cespuglio.
“Allora Raggio di Sole, mi sembra di capire che hai paura di me” mi canzona.
“No!” mento anche se solo in parte.
“Sei solo uno sbruffone perché dovresti farmi paura?” Alzo entrambe le sopracciglia per sfidarlo. Comincia ad avvicinarsi ed io ad indietreggiare. Dopo pochi passi sento il tronco della quercia ruvido che mi graffia leggermente la schiena.
“Non avresti indietreggiato se non avessi paura” mi stuzzica. “Non voglio respirare la tua stessa aria, è diverso.” “Non devi aver paura di me Raggio di Sole” dice appoggiando la mano sul tronco dietro di me. Continua ad avvicinarsi e i nostri corpi si incastrano. “No. Ti prego.”
“Io sono qui per proteggerti”
“Non ho bisogno di protezione” riesco a malapena a dire.
“Sicura?”
Due centimetri ci separano.
Devo scegliere o annullare la distanza o sottrarmi a quei magnifici occhi color smeraldo.- Oramai sono così vicina da sentire il suo odore da fumo e muschio bianco. -Avvicinati. Forza- 
“Mia? Dove sei? Mia? Ah! eccoti qua…oh…”  ed eccola qua, Effy, grazie al cielo. Mi sottraggo da quegli occhi, prendo Effy per mano e scappo.
“Grazie Effy sei arrivata giusto in tempo” dico annaspando verso l’alto. –sbaglio o c’è un punto di dispiacere nella mia voce?- Mi volto per vedere se Derek è ancora lì, ma era sparito. Sinceramente non mi ero mai sentita così vicino al paradiso per poi essere scagliata all’inferno





Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Si Intona ai tuoi occhi ***


Tornata a casa andai in camera, mi cambiai e poi scesi in cucina.

“Buongiorno madre” dissi sedendomi sul bancone della cucina e mordendo una mela rossa. La guardai, stava cucinando, tanta roba, troppa roba. Alzai un sopracciglio

“Che stai facendo?”

“Questa sera vengono a cena gli Hook.”

“I chi?” domando chiedendomi chi fossero

“I nuovi vicini che ho conosciuto oggi. Lucy e suo fratello Derek si sono trasferiti la settimana scorsa. I genitori sono in Nevada, loro si sono trasferiti perché Lucy frequenta la San Patricks University. È cosi educata come ragazza, dovreste diventare amiche”

la guardai sconvolta, come? Loro a casa nostra? Non esiste.

“ Io sta sera esco. Ho già un impegno”

“Allora lo disdici questa sera resti a casa.” Il suo tono non ammetteva obbiezioni. Sbuffai tornando in camera mia e chiusi la porta sbattendola con forza. Mi buttai sul letto.

“Ah, dimenticavo, Lucy ha insistito per salire in camera tua a lasciarti un pacchetto. Anche da parte di Derek.” sentì gridare mia madre da sotto.

Mi guardai intorno e sulla scrivania cera un pacchetto, con due biglietti.

Ciao Mia,

Non vedo l’ora di conoscerti!

Ci vediamo questa sera!

Lucy”

 

Sorrisi e aprii l’altro biglietto. Era scritto con una calligrafuia elegante anche se più marcata rispetto a quella svolazzante di Lucy

ciao raggio di sole.

Sono io. Nella scatola c’è un vestito. Trovo che si intoni ai tuoi occhi. Questa sera ti porto in un posto, tua madre sa già tutto. Metti il vestito, poi Lucy ti porta delle scarpe da abbinarci. Mi fido più di lei in quanto a abbinamenti. NON ACCETTO OBBIEZIONI.

D.”

Apro la scatola e rimango senza fiato. il vestito e di una stoffa leggerissima, morbida al tatto e è stretta in vita e sul petto ha la scollatura contornata di pizzo bianco. Rifletto se metterlo o meno. Ho deciso, non lo indosso, lui è uno stronzo. E per quanto possa essere bello questo vestito andrò a cena in felpa e jeans.

“Mettilo o te lo faccio indossare con la forza e sarà proprio un bel spettacolo.”

Faccio un salto e mi giro.

“Come-cazzo-hai-fatto-ad-entrare?!” sbraito.

“Te metti il vestito e io te lo spiego. Non vedi quanto sono elegante io?”

solo adesso mi prendo la briga di osservarlo. Indossa una maglia nera a maniche corte con lo scollo a V e dei jeans neri. Era tutto vestito di nero. il che dava al suo sguardo qulcosa di misterioso. Si aggira per la mia stanza guardando i poster alle pareti, le foto con Effy e i libri. Poi si avvicina al letto e prende la foto che ho fatto con Effy e Ian questa estete, comincia ad esaminarla sedendosi sul letto. Poi poggia la foto, si distende e incrocia le braccia al petto.

“Allora ti vesti?”

“Me te ne vai?!” sbotto. Lui mi guarda alzando le sopracciglia

“No, muoviti. Non abbiamo tutto il giorno.”
“Non mi vesto con te qui ce mi guardi, scordatelo!” lui si gira a pancia in giù seppellendo il volto sul cuscino.

“Contenta?”

“Tanto non lo metto lo stesso.” Detto questo mi siedo sul puf ai piedi del letto e prendo in mano un blocco da disegno e una matita. Lo osservo e faccio uno schizzo, una bozza leggera e appena accennata. Quando sollevo la matita lui è al mio fianco e mi toglie il blocco dalle mani,

“Mi hai costretto te.” dice prima di alzarmi di peso e sedermi sul letto. Fa per togliermi la felpa ma io gli tiro una sberla

“Ohh, questo non dovevi farlo!” dice prima di comibnciare a pizzicarmi la pancia e a farmi il solletico. Io rido come una matta finchè la voce di mia madre dal piano di sotto non mi interrompe

“Mia? Tutto ok?”

“Si mamma è Effy!” urlo di rimando

“Ok, mi vesto ma devi rigirarti.” Lui si stende sul letto e sprofonda la testa sul cuscino. Comincio a sfilarmi i jeans e mi assicuro che non mi stia guardando.

“Bello l’intimo di pizzo rosa, fa venire strane idee!” dice lui quando mi volto e gli tiro una cuscinata. Mi infilo velocemente il vestito azzurro cielo che mi calza a pennello. Poi mi guardo allo specchio. Lui appare alle mie spalle e mi poggia le mani sui fianchi.

“Ho scelto proprio bene, ti sta da Dio”

“Grazie” sussurro

“Comunque non è rosa, è magenta cretino.” Lo stuzzico. Mi si avvicina e sposta una spallina del vestito

“Potrei ricontrollare” sussurra malizioso al mio orecchio. Passando poi le labbra sul mio collo. Sposta sempre più giu la spallina ma io lo fermo e gli sussurro a mia volta

“Non ci provare” gli levo la mano e lui sembra deluso.

“Ti piacerebbe però, ne sono sicuro” mi giro e lo guardo negli occhi.

“Piuttosto sai che..” sussurra lui ma viene interrotto da mia madre “Mia! vieni giù è arrivata Lucy!”

“Arrivo mamma!” dico alzando gli occhi al cielo.

“Come hai intenzione di uscire” domando

“Salto” dice lui e io non faccio in tempo a fermarlo che lui è gia saltato giu dalla finestre e è atterrato di fianco alla sorella che gli tira uno scappellotto.

“Cretino” la sento sussurrare. Su quello mia madre apre la porta. Lucy sorride smaliante e Derek guarda su.

“Mia! muoviti!” urla mia madre

“Scendo subito!”

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Sono un ottimo nuotatore ***


scendo le scale e in un batter d'occhio sono al fianco di mia madre.

Lucy é proprio bella. Alta, magra, slanciata, con dei boccoli castani che le ricadono sulle spalle. La pelle é chiara m, con delle piccole lentiggini sul naso minuto. Ha gli stessi occhi verdi di Derek e le stesse incredibili fossette. Indossa una gonna a vita alta di pelle nera a balze verticali che le te risaltare il fisico a clessidra, una camicia di sera infilata nella con a é una collana con uno strano simposi scende fino alla vita. Ha delle francesine molto graziose e probabilmente per rendere più sbarazzino il tutto delle scarpe col tacco borchiate. Oarla con mia madre con disinvoltura e quando mi nota mi sorride porgendomi un sacchetto.

“Derek dice che ti servono” mi fa l’occhiolino

“Comunque piacere Lucinda. Però devi chiamarmi Lucy” ride e ci dirigiamo in salotto.

Derek non ha ancora aperto bocca e ha uno sguardo che non riesco a decifrare. Apro il sacchetto e trovo delle scarpe col tacco color acqua marina che indosso subito.

“grazie mille, sono stupende” dico a Lucy.

“Tienil pure, te le regalo.”dice sorridendomi e facendo vedere le fossette.

“Ora andiamo a mangiare, vi prego! Sto morendo di fame!”

ci sediamo a tavola. Deek continua a non spiaccicare parola e evita il mio sguardo. Che gli prende? La cena è servita e Lucy ci intrattiene e parla allegramene con la mamma, al contrario di suo fratello che non spiaccica parola.

“Non sarai una di quelle fissata con la linea, vero?” Domanda Lucy vedendo che non mangio ma giocherello solo con il cibo.

“No, è un vizio vero Raggio di Sole?” risponde al posto mio Derek.

“allora sei vivo! Pensavo fossi morto o diventato muto.” Alzo le sopracciglia sfidandolo

“sono vivo, non disperare” sbuffo scuotendo la testa

“Ma non è Effy che ti chiama Raggio di Sole?” Domanda mia mamma.

“È che a Derek piace torturarmi. Vero mister presunzione?”

“come potrei mai torturarti?” domanda ridendo. Intanto mia madre serve il dolce e dopo averlo finito Derek si alza e dicendo

“Sbaglio o abbiamo dei programmi questa sera? Ci dispiace molto lasciarla signora Emilton.”

“Oh chiamatemi pure Marianne e andate pure” sorride lei.

Derek mi porge la mano ma io la respingo.

“allora buona serata signora, ci vediamo a casa Lucy” saluta la sorella con un bacio sulla testa e lei annuisce.

“Andiamo” dico impaziente. Usciamo di casa e lui estrae dalla tasca un paio di chiavi avvicinandosi ad una Volvo metalizzata bianca nuova di zecca.

“Dove Andiamo”.

“Ti ho già ripetuto che non devi avere paura di me raggio di sole” ghigna.

“E io ti ripeto che non ho paura di te” sbuffo.

Salgo in macchina, lui accende il motore e parte.

Mi sveglio dopo quello che mi sembra un tempo interminabile.

Non ci credo! Mi sono addormentata.

“Sei dolce mentre dormi, ma siamo arrivati ed è ora che tu scenda”

“perché dovrei farlo? Si sta bene qua”

“Dai scema scendi!”

“Sendo e rimango sconcertata da quello che vedo. Siamo nei pressi di una splendida spiaggia circondata da un bosco. L’acqua riflette la luce dei raggi del sole formando sfumature color arcobaleno in tutto il paesaggio. Mi giro cercando Derek e lo trovo immerso fino alla vita in acqua.

“Vieni?” mi urla lui.

“Te lo scordi non voglio rovinare il vestito in più ho freddo”

“C’è una canotta di Lucy in bagagliaio, mettitela e raggiungimi. Muoviti. Ride.

“Non costringermi a venirti a prendere perché lo faccio”.

Sbuffo e mi dirigo dietro l’auto. Apro il bagagliaio e c’è una borsa.

Questi dovrebbero andarti, divertitevi e fate i bravi.

L.”

Dice un biglietti appena dentro la borsa.

Dentro la borsa ci sono un paio di jeans, una maglia a maniche corte e una felpa. Sorrido e mi assicuro che Derek sia girato per potermi cambiare. Lo vedo guardare il mare e comincio a sfilarmi i vestiti.

“Sei più bella senza vestito” Lo trovo al mio fianco e caccio un urlo coprendomi con le mani.

“Ma…c-come.. s-sei arrrrrivato? Eri lì un attimo fa! E poi…. O mio Dio sto impazzendo. E comunque è come essere in costume idiota”.

“E allora perchè non vieni a nuotare così?” Ride lui sarcastico.

“Perché ho freddo”.

“Se se.. tutte scuse”.

“Cosa ti devo dire perché tu non abbia paura di me Raggio di Sole?” mi prende la mano e mi trascina verso il mare.

“Aspetta!” urlo. Mi metto almeno la maglietta. Lasciami”

“Phh…. Che noiosa che sei!”.

Mi carica in spalla come al solito e mi porta verso il mare.

“Mollami! Derek! Mettimi giù!” urlo e comincio a scalciare. Mi butta in acqua ridendo. Riemergo poco dopo urlandogli dietro.

“Cretino!” Respiro affannata.

“Avanti Mia puoi fare di meglio!” mi stuzzica lui. Poi si tuffa in acqua e riemerge al mio fianco poco dopo.

“Avevo appena lavato i capelli. Stupido.” Gli tiro un pugno sulla spalla.

“A questo punto facciamo una gara chi arriva primo alla boa decide cosa deve fare l’altro. Ci stai?” Domando alzando le sopracciglia e sfidandolo.

“Hai già perso Raggio di Sole” dice lui e conta fino a tre; partiamo insieme e poco dopo arrivo alla boa. Lui è appoggiato a questa con la faccia annoiata.

“Ci hai meso tanto” “Come diavolo hai fatto?! Eri di fianco a me fino alla fine”

“Sono un ottimo nuotatore”. D’istinto gli spingo le spalle per farlo andare sott’acqua. Lui però fa lo stesso con me e mi trascina con lui. Muovo freneticamente le braccia sott’acqua per cercare di risalire in superficie ma lui è più grande e forte di me. Nuota in apnea fino alla boa successiva trascinandomi con lui.

“Aggrappati a me” In queto momento non mi importa più tanto dell’orgoglio e gli circondo il collo con le braccia perché mi manca il fiato e lui sembra abbastanza soddisfatto di questa improvvisa mancanza d’aria.

“Dai andiamo a casa” dice.

Annuisco e mi lascio portare in braccio fino alla macchina. Ho i brividi per il freddo. “Sei un vero cretino” dico mentre mi abbandono con la testa al finestrino e l’ultima cosa che sento è la sua risata mentre guida e la frase “Ti voglio bene anche io Mia”. Ma ora non so più se è la realtà o sto sognando.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2482994