Rock holiday

di Angy_Sunny
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 (parte 1) ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 (parte 2) ***



Capitolo 1
*** Capitolo 2 ***


2.
 

16 giugno
 
Erano appena le sei e mezza de mattino, ma Laney, più o meno sveglia, era già in viaggio.
Di solito svegliarsi prima delle undici è un reato d’estate, ma quel giorno si poteva fare una piccola eccezione dato che quel lungo tragitto che stava percorrendo in macchina era il mezzo per far sì che iniziassero le sue vacanze.
Già, finalmente il giorno tanto atteso era arrivato!
Un meraviglioso mese di libertà era iniziato e la rossa non poteva essere che felicissima.
Peccato però che la voglia di dormire stesse continuamente mettendo in pericolo la sua vita.
Dopo aver faticato per prendere la patente, Laney aveva insistito con i suoi genitori affinché la lasciassero intraprendere il viaggio da sola permettendole così di fare anche un po’ di esperienza di guida.
Se ne pentì amaramente.
Non solo ogni due minuti rischiava di collassare sul volante, ma doveva anche fare i conti con animali che per puro caso le tagliavano all’improvviso la strada, con camionisti rozzi e famigliole con figli isterici che le urlavano contro sporgendosi dal finestrino.
Probabilmente in quel momento doveva assomigliare ad una specie di zombie: i capelli spettinati, il trucco sbavato, le occhiaie sotto gli occhi e la carnagione cadaverica.
Ciliegina sulla torta, mancavano ancora due ore per arrivare a destinazione e il traffico si stava intensificando.
 
Sarebbe stata una lunga, lunghissima mattinata…

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Corey, Kin e Kon, quella mattina, avevano perso il loro mezzo di trasporto (l’autobus) e per questo ora stavano tentando- sotto suggerimento dei soliti infallibili piani del blu- di convincere qualche automobilista a dar loro un passaggio.
Per il momento erano lì da mezz’ora e nessuno li aveva degnati nemmeno di uno sguardo di compassione.
-Corey mi sa che facciamo prima a chiamare qualcuno- disse rassegnato Kin.
-Andiamo amico, non essere così pessimista!- proprio in quel momento un auto sfrecciò a tutta velocità su una pozza d’acqua infradiciando il trio.
I gemelli misero su uno sguardo accigliato rivolto al ragazzo, che mostrò loro un sorriso nervoso.
Ad un certo punto, quasi per miracolo, una jeep affiancò il gruppetto e un uomo sulla quarantina si affacciò al finestrino e chiese dove dovevano arrivare.
-Vicino Sunset City (*)- risposero in coro, con una nota di speranza nella voce.
L’automobilista sembrò pensarci su un attimo, poi sorrise invitandoli a salire a bordo.
I tre non se lo fecero ripetere due volte e, pieni di entusiasmo, presero posto sul veicolo.
Notarono che, sedute sui sedili posteriori mentre parlottavano fra loro, c’erano due ragazzine piuttosto familiari…
-Corey, Kin, Kon!- quando li videro smisero di chiacchierare e saltarono letteralmente addosso ai ragazzi.
-Non vi ricordate di noi? Siamo Allie e Kate!- urlarono continuando ad abbracciarli.
Allie e Kate? Le loro fan numero uno?
Incredibile, erano davvero cambiate nel corso di quei quattro anni!
Allie era più alta, aveva i capelli sciolti e mossi, con le punte tinte di rosa, e gli occhi erano contornati di mascara e matita blu.
Kate invece aveva i capelli rasati da un lato, non portava più gli occhiali e aveva le palpebre truccate con un velo di ombretto arancione.
L’unica cosa che non era cambiata in loro- a parte l’entusiasmo- era il fatto che indossassero la maglia della Grojband.
-Su ragazze, lasciateli respirare quei poveretti- le ammonì in tono giocoso l’uomo.
Loro obbedirono e ritornarono ai loro posti, continuando a fissare Corey, Kin e Kon e lasciandosi scappare dei risolini di emozione.
Dopo quella riconciliazione, il viaggio riprese.
Sul volto del ragazzo dai capelli blu calò un velo di tristezza mentre ricordava i bei momenti della propria ex-band, revocati da Allie e Kate.
Quelle due ragazzine, a quanto pareva, erano ancora loro fan, anche se Corey non capiva il perché.
Mentre lui s’immergeva nei propri pensieri, un sussurro da parte delle due tredicenni gli arrivò alle orecchie facendolo sorridere.
 
-Noi nella Grojband ci crediamo ancora-
 
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Carrie e le due gemelle Kagami erano sedute ai loro posti sul treno che le avrebbe portate a Sunset City e, anche se un po’ assonnate, erano emozionate del fatto che la loro estate insieme stesse per cominciare.
Kim e Konnie parlavano e ridevano fra loro, mentre la blu se ne stava con la fronte poggiata sul finestrino e sbirciava la moltitudine di persone che salivano e scendevano dai treni.
Il suo sguardo si fermò però su un ragazzo e una ragazza, fermi davanti al vagone, in lacrime.
Lui teneva la testa bassa, lei la prese fra le mani, si sforzò di sorridere e lo baciò.
Poi fece per salire sul treno, ma lui la afferrò e la tirò a sé, per abbracciarla forte.
La ragazza, dopo interminabili attimi, gli sussurrò qualcosa all’orecchio, gli sorride ancora e poi si avviò verso le porte del mezzo.
Il ragazzo le rivolse un ultimo sguardo e poi se ne andò, continuando a piangere.
Quella scena riportò alla mente di Carrie un istante preciso.
Quel pomeriggio di fine agosto, tutti erano lì per salutare per l’ultima volta Larry.
Lei disse che non sarebbe venuta,che non voleva mai più rivederlo, ma in realtà anche lei gli diede un addio con lo sguardo, nascosta dietro un cespuglio.
Quattro anni.
Quattro anni a rimpiangere di non averlo abbracciato quando partì, quattro anni a chiedersi come sarebbe andata se non avesse reagito in quel modo, quattro anni per capire che, in fondo, lo amava.
-Ehi Carrie, ci sei?- la voce di Konnie interruppero le riflessioni della ragazza.
-Sì, tutto ok- mentì strofinandosi gli occhi.
-Ragazze, come credete saranno i coinquilini?- chiese Kim mentre masticava un chewing-gum.
-Speriamo non siano degli idioti e che amino il rock come sveglia al mattino- rispose Carrie sorridendo.
Tutte e tre scoppiarono in una fragorosa risata.
-Non so perché, ma ho la sensazione che sarà una vacanza estremamente interessante- Konnie ghignò lanciando uno sguardo d’intesa alle amiche.
 La blu non ebbe il tempo di riflettere sull’affermazione della bionda che il suono di un pianto attirò la sua attenzione.
Era la ragazza di prima.
 
Forse quel giorno anche Carrie sarebbe dovuta scoppiare in lacrime.

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Larry era in viaggio da molto, fin troppo tempo.
Beh, in fondo c’erano molti kilometri che lo separavano da Sunset City (senza contare che stava viaggiando in autobus).
Quella tanto desiderata vacanza finalmente era arrivata per salvarlo dalla trappola della vita quotidiana!
Sole, spiaggia, sveglia a mezzogiorno (o, meglio ancora, niente sveglia) e libertà per ben un mese.
Ah, quanto adorava l’estate!
L’ennesima sbandata del bus lo fece sobbalzare, risvegliandolo dai propri sogni.
All’improvviso il rosso si ricordò dei coinquilini.
La sua visione di trenta giorni perfetti si disintegrò in meno di un secondo.
Con chi avrebbe condiviso il suo Paradiso?
Questo quesito lo spaventava a morte.
Intanto, una bambina dai lunghi capelli castani gli si avvicinò scrutandolo con i suoi curiosi occhi verdi.
-Secondo me tu quest’estate ti innamori!- sentenziò annuendo la testa convinta.
Sul volto di Larry si dipinse un espressione stranita.
Da dove diavolo spuntava fuori quella?
La piccola lo fissò più intensamente per poi sorridere soddisfatta.
-Sì, tu ti innamori- ripeté per poi tornare al suo posto.
Nella mente del ragazzo si materializzò l’immagine di Carrie.
 
“Il fatto è che io sono già innamorato”

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Gli otto adolescenti arrivarono al luogo dell’incontro per l’ora di pranzo.
Si trattava di una casa molto rustica a due piani, costruita in legno.
Era circondata da un boschetto, ma si poteva facilmente arrivare in città attraverso un sentiero lì vicino. A pochi passi dall’abitazione,invece, c’erano le sponde del Sunset Lake(**).
In piedi sotto la soglia dell’ingresso principale, c’era Miss Roosevelt.
Indossava un tailleur rosa corallo, i capelli cotonatissimi erano ben ordinati e un sorriso contornato di rossetto compariva sul suo volto.
Intanto i ragazzi e le ragazze si erano raggruppati in un punto del cortile e, talmente sconvolti da non riuscire a muoversi, si fissavano increduli fra di loro.


-Benvenuti!- disse la donna rompendo il silenzio.
La sua voce risvegliò dalla trance il gruppo, il quale- con una sincronizzazione incredibile- si girò di scatto verso la proprietaria per poi urlare in coro: -Loro cosa ci fanno qui?!-
  
 
(*) Sunset City è una città da me inventata ed è il luogo in cui si trova la casa delle vacanze.
(**) Sunset Lake è il lago- sempre da me inventato- che si trova a Sunset City (sì, ho una fantasia incredibile)
 
 
Angolo Angy
Ed ecco il secondo capitolo!
*schiva un libro di antologia*
Questa volta il finale è incompleto, ho voluto tenervi sulle spine ;)
Come affronteranno lo shock i nostri beniamini?
Lo scoprirete solo se seguirete la storia!
*schiva una cattedra compresa di prof*
Scherzi a parte, se questo capitolo vi è piaciuto, ditelo con una recensione c:
(Anche le critiche a scopo costruttivo sono ben accette)
Ora meglio che mi dilegui
Ciao ^^
Angy

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


1.

Alcuni flebili raggi di sole filtrarono dalle tende della finestra andando a colpirlo proprio sul viso.
“Un altro giorno…” pensò il rosso senza troppo entusiasmo.
Si mise a sedere stiracchiandosi, poi il suo sguardo assonnato cadde sull’angolo di una fotografia che sbucava da sotto il suo letto.
Larry corrugò la fronte e, incuriosito, si alzò e raccattò da terra l’oggetto.
Un sorriso amaro gli si dipinse in volto.
Era lei.
Era passato tanto, troppo tempo dall’ultima volta che l’aveva vista.
Quattro anni, quattro anni esatti.
Il ragazzo ripensò al suo sorriso, al suo modo di fare, alla sua voglia di prevalere sempre e comunque sul nemico…
Però fra tutti questi pensieri per lui piacevoli campeggiava un ricordo estremamente negativo, il ricordo di quella lite, di quando i Newmans si divisero per sempre.
Fu quello a bruciare via un po’ della spensieratezza che dovrebbe esserci nella vita di un adolescente.
Fissò intensamente gli occhi della ragazzina acida e scontrosa- ma per lui semplicemente perfetta- della foto, che sembrava volerlo sfidare, mettere alla prova.
I pensieri di Larry vennero bruscamente interrotti dallo squillo di un cellulare.
Chi diavolo poteva essere a quell’ora del mattino?
Il rosso prese il telefono e diede un’occhiata veloce allo schermo per vedere chi lo stava chiamando.
Per un momento sperò vivamente di leggere “Carrie” e per ciò rimase deluso nel vedere solo una sequenza di numeri sconosciuti.
-Pronto?- disse con voce impastata dal sonno.
-Pronto, Larry Nepp?- rispose dall’altro lato una donna.
-Sì, sono io, con chi parlo?-
-Sono Miss Roosevelt, la proprietaria della casa al lago- tutto d’un tratto il ragazzo si ricordò che aspettava una risposta per poter affittare quella casa durante le vacanze.
-Ah, sì! Mi dica pure-
-Volevo solo informarla che la casa sarebbe disponibile ma date le numerose richieste d’affitto nel periodo da lei scelto, le volevo chiedere se sarebbe disposto a condividerla con altri sette coinquilini-
Addirittura sette coinquilini?
Voleva davvero rischiare di rovinarsi l’estate?
Se non altro un lato positivo c’era: avrebbe speso molto di meno.

-Beh…non saprei…- iniziò indeciso Larry per poi essere subito interrotto dalla signora.
-Non si preoccupi! Io non affitto casa a degli squilibrati, quindi non rischierà di trovarsi con persone scomode…- cercò di convincerlo con voce squillante.
Il rosso pensò a ciò che avrebbe perso se avesse rifiutato.
Niente vacanze, niente divertimento, ma solo i suoi genitori fra le scatole.
Di sicuro non voleva passare tre mesi chiuso in casa sui libri.
-Accetto- sentenziò alla fine.
-Benissimo, allora la aspetto il 16 giugno alla casa per la consegna delle chiavi. A breve le invierò i dati del conto su cui versare i soldi- concluse la donna, entusiasta per l’affare.
-Ok, al 16 giugno- detto questo, il ragazzo riattaccò.
Era fatta!
Solo qualche altro giorno e poi dritto a godersi il sole sulla riva del lago.
La storia dei coinquilini un po’ lo spaventava, insomma, essendo figlio unico non era abituato a condividere nulla con altri.
Eppure qualcosa gli diceva che c’erano delle piacevoli sorprese ad aspettarlo.
Larry rivolse l’ultimo sguardo alla foto di Carrie, per poi riporla nel cassetto.

 
Addio dolorosi ricordi, benvenuta estate!

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I beg to dream and differ from the hollow lies
This is the dawning of the rest of our lives
On Holiday! 
(*)
 
La musica echeggiava nella stanza facendo tremare I vetri e spaccando I timpani a tutto il vicinato.
Ma a Corey non importava più di tanto, quando ascoltava le sue canzoni preferite tutto il resto scompariva.
Se ne stava spaparanzato sul letto e seguiva il ritmo muovendo su e giù la testa mentre i capelli blu fluttuavano nell’aria.
Ad un certo punto la canzone si spense e venne rimpiazzata da un’altra che il ragazzo non riconobbe subito.
Riuscì ad identificarla- con suo dispiacere- solo quando arrivò il ritornello.
 
Now we’re gonna rock
And we’re gonna roll
We are Grojband Ooooh (**)

 
Corey si alzò di scatto e stoppò la canzone.
Un senso di rabbia mista a dolore crebbe in lui.
Perché aveva ancora quella stupida roba salvata sul computer?
In fondo la Grojband non esisteva più…
Già, era stata sciolta in quel lontano giorno di quattro anni prima, quando Laney aveva mollato tutto.
Anche senza lei avrebbero potuto farcela perché, insomma, non è poi così difficile trovare un bassista. Lui però aveva deciso di farla finita, basta testi rubati e show improvvisati, basta band.
Per fortuna aveva ancora buoni rapporti con Kin e Kon, anche se non era più come un tempo.
L’unica che non aveva più risentito da quel giorno era proprio Laney, quella ragazzina dai capelli rossi con i modi poco femminili a cui aveva dato il primo bacio.
Un sorriso nacque spontaneo sul volto di Corey.

No aspetta, cosa stai facendo?!

La vocina dentro la sua testa lo riportò alla realtà, lontano da quei ricordi felici.
Il blu si mise a sedere alla scrivania dove si trovava il pc e, preso possesso del mouse, eliminò dalla playlist la canzone ascoltata poco prima.
Subito dopo aprì la casella postale e notò che gli era stata inviata una nuova e-mail.
Con un paio di clic la aprì e ne lesse velocemente il contenuto.
 
Mittente: rooseveltmary@hotmail.it
Destinatario:coreyrock@hotmail.it
Oggetto: Casa vacanze

Salve Corey,
invio questa e-mail per confermare la disponibilità della casa nel periodo da lei scelto.
L’unico intoppo è, per eccedenza di richieste, dovrà condividere l’abitazione con altri sette coinquilini.
Nel caso le vada bene comunque, ci vedremo il 16 giugno alla casa per la consegna delle chiavi. I dati del conto bancario su cui dovrà versare l’importo prestabilito le verranno in seguito inviati.
Attento una sua risposta
-Miss Roosevelt

 
Doveva condividere la casa con sette coinquilini?
Questa era di sicuro una scelta su cui rifletterci su, ma dato il suo animo impulsivo e avventuriero, Corey non ci pensò due volte prima di accettare.
Scrisse una veloce e-mail di risposta e la inviò.
Subito dopo prese il cellulare e mandò un messaggio a Kin e a Kon.


Ehi ragazzi :)
La tipa della casa ha contattato anche voi?

 
I gemelli risposero nell’arco di pochi secondi.
 
Sì, dice che dovremo condividerla con altri sette coinquilini.
 
Corey esultò di gioia: ciò significava che avrebbe passato una vacanza con i suoi migliori amici!
 
Allora preparatevi, mi avrete in casa per un mese intero ;)

Inviato il messaggio, il blu, pieno di adrenalina, corse a preparare le valigie.


Peccato che mancasse ancora una settimana alla partenza…
 
_____________________________________________________________________________________________________________________________
 
 
Una ragazza dai capelli rossi se ne stava seduta sul letto a braccia incrociate e con un espressione corrugata in volto. Fissava intensamente il disordinatissimo armadio aperto di fronte a sé.
Peggio ancora era tutto il resto della camera: vestiti, fogli, libri (e chi più ne ha più ne metta) erano sparpagliati per tutto il pavimento, che assomigliava più ad un campo di battaglia.               
Sospirò e borbottò qualcosa contro sua madre, la quale l’aveva costretta al duro e massacrante lavoro di pulizia della camera.
Cominciò raccattando gli abiti sparsi sul pavimento e cercando di infilarli al loro posto.
Adesso capiva perché non metteva mai i vestiti nell’armadio:non ci stavano.
Sbuffò per l’ennesima volta e decise che era il momento di sbarazzarsi di qualcosa di vecchio e inutile.
Cominciò a tirar fuori dal guardaroba laccato di nero maglie, pantaloncini, cappelli, calze buttando ogni tanto qualcosa in un angolo.
Ad un certo punto, sepolta sotto un’altra miriade di cose, trovò una maglia a maniche corte bianca e nera particolarmente familiare.
Guardando meglio lo stemma stampato al centro, si ricordò:era una sua vecchia T-shirt della Grojband.
Gliel’ avevano regalata Kin, Kon e Corey per il suo quattordicesimo compleanno, poco prima della fine di tutto.

(Flashback)
-Buon compleanno Laney!- tre ragazzini sbucarono fuori dal nulla mentre lei entrava nel garage.
Tenevano in mano un pacco decorato alla bella e meglio da un nastro rosso e i loro occhi erano lucidi di entusiasmo.
La rossa sorrise e li abbracciò ringraziandoli. Subito dopo prese il proprio regalo e lo scartò rivelandone il contenuto. Era una maglietta con su stampato il logo della loro band.
-Ragazzi è bellissima, grazie!- disse sinceramente felice.
-Dai, mettila!- insistettero i due gemelli.
Laney la infilò direttamente sopra i propri vestiti e notò che era “leggermente” grande.
I suoi amici soffocarono una risatina, probabilmente doveva sembrare una barbona.
-Beh, almeno ti durerà un po’ di anni- Corey le cinse la vita con il braccio, facendola arrossire.
Subito dopo iniziarono i veri e propri festeggiamenti.
Fu il compleanno più bello in assoluto.

(Fine flashback)
 
Laney la indosso d’impulso e andò a specchiarsi.
Adesso che aveva diciotto anni le calzava a pennello, ma ormai aveva perso il suo significato dato che la Grojband non era più nulla.
Ripensando a ciò si sfilò l’indumento e lo gettò con rabbia nell’angolo delle cose da mettere nell’immondizia.
Erano passati quattro anni, eppure non era riuscita ancora a dimenticare del tutto.
Un sonoro bip proveniente dal cellulare della rossa ruppe il silenzio.
Lei vi si avvicinò lentamente e lesse il messaggio proveniente da un numero che non aveva salvato in rubrica.


Salve Laney Penn,
le volevo comunicare che la casa da lei prenotata è disponibile, ma per le troppo richieste le chiedo se potrebbe condividerla con altri sette coinquilini.
In caso di risposta affermativa, ci vedremo lì il 16 giugno per la consegna delle chiavi.
I dati del conto su cui inviare i soldi le verranno comunicato a breve.
-Miss Roosevelt


La ragazza rimase un po’ perplessa.
Insomma, avrebbe potuto rischiare di ritrovarsi con dei pazzi psicopatici o, peggio ancora, con delle insopportabili ochette senza cervello.
D’altro canto, non voleva perdere l’opportunità di passare un mese lontana dalla monotona vita di Peaceville.
Improvvisamente ripensò a quando aveva tredici anni e al fatto che il suo ex -migliore amico la rimproverasse sempre per il suo troppo buon senso.
Un sentimento di rabbia la pervase spingendola ad accettare la proposta.
Lei non era più la ragazzina ingenua di quattro anni prima, lei era cambiata adesso.
E voleva dimostrarlo, soprattutto a se stessa.
Ancora una volta i suoi pensieri vennero interrotti da qualcosa.
Era sua madre che la fissava a braccia incrociate, ferma sotto lo stipite della porta aperta.
-Possibile che tu non abbia ancora rimesso in ordine?- la riprese.
Il seguito fu la solita ramanzina tipica dei genitori e in quella situazione Laney fu perfettamente fedele alla regola del “sorridi e annuisci”.
Quando sua madre se ne andò, si mise seduta nuovamente sul letto e osservò tutto quel caos.
 
Nonostante il coraggio di accettare l’offerta di Miss Roosevelt, non sarebbe andata molto lontano se non avesse trasformato la sua in una camera ordinata e pulita.

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Una diciottenne se ne stava ferma davanti al cancelletto di casa, i mossi capelli blu le coprivano parte del viso e gli occhi pesantemente truccati e contornati da lunghe ciglia erano fissi sulle due coetanee di fronte a lei.
-Sette coinquilini?-chiese con espressione interrogativa.
-Sì, a telefono ci hanno detto così- rispose una ragazza con i capelli neri e gli occhiali.                    
-A te non ti ha fatto sapere niente, Carrie?- domandò una biondina sistemandosi i capelli.
-Non lo so Konnie, devo controllare- la blu prese il proprio cellulare e andò sulla casella postale.
Subito le arrivò la notifica di una nuova e-mail ricevuta, che lesse ad alta voce.
 
Mittente:rooseveltmary@hotmail.it
Destinatario:carriebeff@hotmail.it
Oggetto: Casa vacanze

La informo che la casa da lei prenotata è disponibile nel periodo scelto.
Putroppo però, per eccesso di richieste, dovrebbe condividerla con altri sette coinquilini.
In caso le vada bene, ci vedremo il 16 giugno per la consegna delle chiavi. I dati del conto su cui versare i soldi le verranno comunicati a breve.
Attendo una risposta
Miss Roosevelt

 
-E’ esattamente ciò che a scritto a noi- disse infine Kim.
-Ciò significa che se accetti, passeremo le vacanze insieme- un sorriso si dipinse sul volto di Konnie.
-Beh, perché no- Carrie sorrise a sua volta per poi scrivere in fretta la risposta all’e-mail.
Poco dopo le tre si dovettero separare, dato il coprifuoco imposto loro dai rispettivi genitori.
La blu però non aveva alcuna voglia di tornare a casa, quindi decise di fare un giro, tanto per passare il tempo.
Si accese l’ultima sigaretta che le era rimasta e ispirò a fondo.
Kim continuava a ripeterle in modo ossessivo che fumare le faceva solo del male, ma lei, menefreghista com’era, non l’ascoltava mai.
Intanto stava scendendo la sera e l’aria diventava sempre più fresca facendo rabbrividire Carrie.
La ragazza decise di tornare a casa, nonostante fosse consapevole che si sarebbe dovuta sorbire i rimproveri di sua madre per il ritardo.
Gettò a terra il mozzicone della sigaretta e imboccò la via del ritorno.
Sulla strada, mentre teneva le mani nelle tasche dei pantaloncini per stare più al caldo, si accorse di avere con sé un pezzo di carta.
Lo tirò fuori e lo esaminò con attenzione, non capendo di cosa si trattasse.
La calligrafia era infantile e le lettere tremolanti, non c’era firma.
La blu lesse le poche parole scritte in matita.

Scusa Carrie, sappi che ti ricorderò per sempre.

La ragazza sentì le lacrime pizzicarle gli angoli degli occhi.
Sapeva fin troppo bene di chi si trattasse.
Nonostante fosse passato tutto quel tempo, non riusciva ancora a darsi pace per ciò che era successo.
Da quanto tempo aveva quel biglietto?
Forse lo aveva nascosto lì Larry in attesa che lei lo trovasse?
O forse glielo aveva consegnato di persona e lei non se lo ricordava?
Carrie sospirò e la sua espressione divenne un misto di rimpianto e collera.
Prese l’accendino dalla tasca e, con la mano incerta, diede fuoco al pezzo di carta.
Quando vide che anche l’ultima lettera era stata divorata dalle fiamme, lo gettò a terra e lo calpestò al fine di evitare un incendio.
Non voleva che dei ricordi della sua vita da tredicenne uccidessero il suo presente.
Voleva cancellarli per sempre, bruciarli.
Per questo coglieva sempre ogni occasione per star lontana dai propri pensieri, dalla vocina fastidiosa che la tormentava.
Quella vacanza sarebbe stata un’opportunità perfetta.
Niente routine, niente scuola, niente che potesse dar voce alla parte più nascosta di se stessa.
 
Avrebbe pensato solo a divertirsi, invece di tormentarsi con il passato.
 
 
Ognuno degli otto adolescenti credeva che sarebbe stata un estate memorabile, invece per loro sarebbe stato il peggior incubo con il migliore dei  lieto fine.


 
(*) Si tratta del ritornello della canzone “Holiday” dei Green Day
(**) Si tratta della sigla originale di Grojband
 
 
 
Angolo Angy
Evviva! Finalmente ho pubblicato il primo capitolo di questa long ^^
Meditavo da tempo di fare qualcosa del genere e quando è arrivata l’ispirazione, l’ho subito tradotta in testo c:
Non posso stabilire già da ora la data del prossimo aggiornamento (che spero sia al più breve), ma vi chiedo di tener conto del fatto che la scuola mi sta uccidendo e che i capitoli si preannunciano impegnativi da scrivere…
Comunque io cercherò di fare del mio meglio ^^
Dedico la storia a tutti quelli che recensiscono le mie fic in questo fandom e anche a tutti quelli che le leggono semplicemente c:
Beh, spero che questo capitolo vi sia piaciuto e vi abbia incuriosito!
Se vi va, lasciate una recensione, non importa se negativa c:
Ciao a tutti ^^
Angy


 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


3.
 
Gli otto adolescenti erano seduti a terra nel salotto della casa.
Un silenzio tombale era calato fra loro e nessuno osava spezzarlo.
Con la coda dell’occhio, ognuno fissava l’altro con sguardo truce.
Purtroppo non potevano rifiutare i loro coinquilini, era troppo tardi per i ripensamenti, ormai era fatta.
Carrie era sull’orlo di una crisi isterica e lo si poteva tranquillamente dedurre dalle occhiate taglienti che rivolgeva a Larry e dal modo in cui picchiettava le unghie smaltate sul parquet chiaro.
In risposta, il ragazzo, abbassava gli occhi sinceramente ferito dall’ostilità della sua ex - migliore amica, ma in parte anche lui preservava rancore nei suoi confronti.
In fondo lei lo aveva trattato come uno straccio e abbandonato solo per un trasferimento in cui lui non aveva avuto la possibilità di dire niente.
Cosa credeva? Che fosse andato a 700 kilometri da Peaceville di sua spontanea volontà?
Beh, se era così, avrebbe dovuto permettergli di spiegare quando aveva cercato di dare la notizia alla band, invece di urlare e spaccare oggetti.
Avrebbe dovuto odiarla per tutto ciò, ma il suo cuore non ne voleva sapere, batteva ancora per lei e nessuno poteva farci niente.

Corey invece continuava a fissare Laney, seduta alla sua sinistra.
Era ancora più bella di quanto ricordasse.
Tutto ad un tratto capì che le era mancata moltissimo in quei quattro anni e che ciò che voleva adesso era rimediare.
Si spostò di qualche centimetro verso la rossa e provò a parlarle.
-Ehi, Lanes, come va?- disse cercando di sembrare il più naturale possibile.
In tutta risposta, lei girò la testa dall’altro lato ignorandolo totalmente.
In fondo, come biasimarla per quel suo comportamento?
Dopo quella lite furiosa, lui credeva davvero che si sarebbe potuto far finta di niente?
Il blu tentò di ripescare nella memoria quel momento, quel concerto, in cui tutto venne distrutto.

Era una fresca sera di marzo e la Grojband era stata ingaggiata per un concerto nel parco di Peaceville in occasione della festa della Primavera.
Serviva un testo gioioso, felice, che rievocasse la dolcezza e l’energia della stagione.
Il problema era che il diario di Trina era fuori uso dato che lei era fuori città per far shopping.
Cos’avrebbero fatto allora?
Corey era disperato e, come un ossessionato, cercava una qualsiasi fonte.
Ad un certo punto, dietro le quinte del palco allestito per la band, il ragazzo notò un quadernino su cui, quella mattina, Laney stava scrivendo.
Vi si avvicinò e, sfogliandolo velocemente, scoprì che era il suo diario.
In un’altra situazione sarebbe rimasto sconcertato, ma quella volta era talmente bisognoso di un testo che non diede ascolto alle proprie perplessità.
Prese una pagina a caso e subito notò che, a lato, erano disegnati centinaia di cuoricini e fiorellini.
Sarebbe stata quella la sua ispirazione.
Qualche minuto dopo, i quattro erano pronti.
Iniziarono a suonare mentre il pubblico esultava e Corey prese a cantare il suo nuovo testo sbirciando le parole scritte sul quaderno.
Non ci volle molto per capire il significato di quelle parole.
In quella pagina del diario di Laney erano stati scritti i sentimenti della ragazza per il blu.
La musica si spense e Corey assunse un espressione scioccata.
Laney aveva il volto rosso, in parte per la vergogna e in parte per rabbia, e le lacrime agli occhi.
Il ragazzo si rese conto di ciò che aveva combinato e, tentando inutilmente di rimediare, rise come se qualcuno avesse appena raccontato la battuta più divertente di sempre.
La rossa, delusa e ferita, scaraventò per terra il suo basso e corse via.
Ecco come finì per sempre la storia della Grojband.


Una voce riportò Corey alla realtà.
Si trattava di Kon che, con un misto di disperazione e terrore, stava annunciando al gruppo che nel frigo non c’era nulla per il pranzo.
Un coro di brontolii provenienti dalle pance degli adolescenti riempì l’aria.
Forse era il momento di andare a fare un po’ di spesa.

Quando i ragazzi entrarono nel piccolo supermercato del centro di Sunset City, tutti si girarono a guardarli come se fossero degli alieni appena atterrati da Marte.
Laney cercò di ignorarli e prese un carrello arrugginito.
Gli otto iniziarono a gironzolare per i corridoi senza avere la minima idea di cosa fare.
Nessuno di loro era pratico di queste cose e quindi, non sapendo cosa fosse necessario comprare e cosa no, finirono per prendere prodotti a caso.
In particolare, Kon e Konnie continuavano a riempire il carrello di caramelle, vaschette di gelato, sacchetti di patatine e tutto ciò con un involucro sgargiante e un alto contenuto di grassi.
Kin e Kim, invece, continuavano a discutere di qualcosa in merito al funzionamento dei dispositivi di sicurezza del supermercato.
Carrie, Corey, Laney e Larry erano in assoluto silenzio.
Ad un certo punto si sentì il pianto di un bambino che si disperava perché Kon aveva afferrato un lecca-lecca dallo scaffale poco prima di lui.
Tutti cercavano di zittirlo- dato che qualcuno avrebbe potuto pensare male- quando un’anziana signora fece capolino accanto al mocciosetto che probabilmente era suo nipote.
-Cosa stavi facendo, ragazzaccio?- urlò bramando la sua borsetta.
Corey tentò di spiegare la situazione, ma venne subito interrotto dalle prediche della nonna.
Dopo due minuti buoni, Carrie si stufò e si avvicinò alla vecchietta con fare minaccioso.
-Senti carcassa vivente, noi siamo venuti qui per comprare cibo come tutte le persone normali e se quel marmocchio è così viziato da non accettare di non aver avuto il suo schifoso lecca-lecca sono fatti tuoi, non nostri- disse alzando sempre di più il tono di voce.
L’anziana donna ridusse gli occhi a due fessure e impugnò meglio la sua borsetta, poi diede il via alla caccia.
Laney e Larry corsero più che potevano trascinando i carrelli a cui si erano aggrappati anche Kin e Kim e seguiti a ruota da Carrie e Corey.
Intanto la nonnina si era messa ad inseguirli dimostrando una sovrannaturale agilità nei movimenti.
-Giriamo di qua!- il gruppo si spostò nel reparto surgelati, sempre brulicante di vita.
I due adolescenti dai capelli rossi facevano del loro meglio per evitare le persone, ma non riuscivano a non schiantarsi contro uno scatolone pieno di pizze congelate e quindi queste si sparpagliarono sul pavimento.
Veloce come un ninja, la vecchietta ne prese una manciata e iniziò a lanciarle contro gli adolescenti come fossero frisbee.
Intanto Carrie e Corey erano saltati nel carrello e avevano iniziato a scagliare pacchetti di liquirizie contro la loro inseguitrice.
Il lungo corridoio stava per finire e la cassa numero 10 era a pochi metri dai carrelli ormai incontrollabili.
Un urlo disperato accompagnò il loro schianto.
Bahm!
Il cibo era sparpagliato ovunque e gli involucri degli snack erano aperti (per la gioia dei bambini che passavano di lì) mentre Kin,Kon,Corey,Larry,Laney,Carrie e Kim erano ammucchiati sui carrelli rovesciati.
Poco dopo dovettero fare i conti con il direttore del supermercato.

Grazie a qualche supplica e alla magnanimità del direttore, gli otto ragazzi riuscirono a cavarsela mettendo in ordine ed essendo banditi a vita dal negozio.
Ovviamente non poterono portare a casa tutta la loro spesa, che per la maggior parte era distrutta, quindi si limitarono a comprare qualche sandwich preconfezionato e una manciata di lattine di aranciata.
Si accamparono di fronte l’ingresso della casa per consumare il loro misero pasto e dopo rimasero lì a ridere e a scherzare finché non calò la sera.
A quel punto il gruppo rientrò.
Dopo quel pomeriggio talmente strano, la tensione era svanita lasciando il posto alla serenità.
Quel momento di pace finì però molto presto, ovvero esattamente quando Kin si rese conto che erano in otto ma che le camere erano solo quattro.
Assorbita l’informazione, tutti sgranarono gli occhi e cominciarono a litigare su chi dovesse stare in camera con chi.
A placare quel caos fu Kim che propose la sua idea.
-Ognuno di noi scriva il proprio nome su un pezzo di carta, poi formiamo un mucchio da cui noi ragazze estrarremo a caso -
Obbedirono e in poco tempo si formò sul tavolo della cucina una piccola montagna di foglietti.
Poi, partendo da Carrie, ognuna delle adolescenti prese un nominativo.
Quando ebbero finito, si passò alla lettura dei pezzetti di carta.
A Carrie era toccato Corey.
Su quello di Laney c’era scritto “Larry”:
A Konnie era capitato Kon.
Infine, Kim doveva stare con Kin.
E’ incredibile come il caso possa essere così sistematico.
Subito si levarono urla di protesta per gli abbinamenti, ma in breve vennero soppiantate dalla consapevolezza che comunque non ci sarebbe mai stata una combinazione perfetta.
Stanchi, i ragazzi e le ragazze si ritirarono nelle rispettive stanze.
Carrie e Corey iniziarono fin da subito a litigare per chi dovesse stare accanto ala finestra impedendo così a tutti gli altri di dormire.

Sarebbe stata una lunga nottata.



Angolo Angy
Ehi gente ^^
Scusate per il ritardo nell’aggiornare, ma ultimamente sono impegnata e quindi non ho tempo di dedicarmi alla scrittura.
Passando al capitolo, spero vivamente vi sia piaciuto ^^
Finalmente si sono scoperti i motivi della rottura delle due band di cui poi si parlerà anche più avanti c:
Se vi va lasciate una recensione (anche negativa) c:
Grazie a tutti quelli che per caso hanno aperto la pagina e sono arrivati fin qui a leggere c:
Ciaoo
Angy

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


4.


Il sole era alto in cielo quando una musica assordante minacciò di far perdere quel poco di pazienza  che era rimasta a Corey, già stanco dopo meno di ventiquattro ore di quella convivenza forzata con Carrie.
La ragazza infatti, come sveglia personale, aveva scelto una canzone metal spacca - timpani che lo aveva fatto sobbalzare.
E nessuna persona sana di mente sveglierebbe mai Corey prima dell’una in un giorno di vacanza.
-Carrie! Spegni subito quell’affare- urlò il blu in preda ad una crisi isterica.
Lei, però, ancora accovacciata fra le coperte, si mostrava calma, come se nessuno avesse parlato e ciò non faceva altro che peggiorare la situazione.
Il ragazzo si alzò di scatto e, avvicinatosi al letto della sua compagna di stanza, la buttò a terra rovesciando il materasso.
-Come ti permetti, Riffin?!- Carrie, furiosa come non mai, prese una lampada dal vicino comodino e la scagliò contro Corey senza però riuscire a colpirlo.
L’oggetto si sfracellò in mille pezzi al suolo con un gran fracasso che attirò l’attenzione di Laney, intenta a far colazione al piano di sotto.
-Che diavolo succede qui?- una figura in pantaloncini e t-shirt fece capolino nella stanza.
L’attenzione dei due litiganti si concentrò su di lei e per un attimo le acque si calmarono.
Raccolti i cocci della lampada, il trio si diresse in cucina dove si trovava il resto del gruppo.
Alla vista di Larry, il viso del blu divenne cupo.
L’idea che quello lì avesse passato tutta la notte con la sua Laney lo irritava moltissimo.
Cercò di scacciare quel pensiero per non rovinarsi la giornata.
Era prevista una gita al Sunset Lake, quindi tutti si affrettavano a mettersi il costume, a comprare qualcosa da mangiare (possibilmente senza causare danni) e a preparare tutto il necessario.
Durante il breve tratto di strada fra la casa e le sponde del lago, Larry e Laney continuarono a scherzare e a ridere fra di loro.
Corey era visibilmente nervoso e nella sua mente continuava a progettare piani per uccidere il rosso.
Il culmine della sua rabbia venne raggiunto quando, forse per sbaglio, i due ragazzi si sfiorarono la mano.
Un gesto insignificante per la maggior parte delle persone, ma non per un diciassettenne pazzo di gelosia.
Il blu, nel modo più furtivo possibile, tirò Larry in fondo al gruppo e, dopo essersi accertato di non avere testimoni, lo immobilizzò contro un albero.
-Ascoltami bene, se provi ancora a toccare Laney anche solo con l’immaginazione, giuro che ti spezzo l’osso del collo- qualcosa nel suo tono di voce faceva intuire che faceva sul serio.
Il rosso, terrorizzato, si limitò ad annuire.
Corey lo lasciò andare e si diresse a passi svelti verso gli altri.

Il lago era di un azzurro intenso e rifletteva i raggi caldi del sole.
La piccola spiaggia di sabbia fine era quasi deserta ed era collegata all’acqua da un molo mezzo distrutto e ormai destinato ad essere usato solo come trampolino.
Larry, ancora scosso dalla minaccia del blu, se ne stava lì seduto a fissare la ragazza dei suoi sogni, Carrie, intenta ad ascoltare la musica sdraiata al sole.
Avrebbe voluto parlarle, chiarire le cose, metter fine a quella storia ormai passata, ma non ne aveva il coraggio.
Sospirò amareggiato e iniziò a disegnare le loro iniziali sulla sabbia umida con un bastoncino.
A interrompere il suo stato di trance fu la voce di Kim, leggermente maliziosa.
-Ti brucerai gli occhi a forza di guardare e basta- disse calcando le ultime parole.
Poi si voltò e se ne andò.
Larry rimase colpito dalle parole dell’amica, ma non ebbe il tempo di rifletterci su perché i gemelli Kinjura lo avevano preso e scaraventato in acqua.
Quando riemerse in superficie, al rosso parve di vedere Corey che, con aria soddisfatta, tirava fuori un paio di banconote e le consegnava ai due.

Al termine della giornata, il gruppo decise di preparare un falò come quelli che si vedono nei film.
Certo, il loro era molto meno scenografico e non avevano chitarre per la musica di sottofondo, ma comunque creava atmosfera.
Tutto filava liscio, finché a qualcuno di nome di Kin, per motivi ignoti, non venne in mente di aggiungere una buona dose di rum alla coca cola che tutti stavano bevendo.
Il risultato fu una schiera di adolescenti ubriachi fradici che si trascinavano nel buio verso casa.
Quelle messe peggio erano Carrie e Laney che non riuscivano nemmeno a stare in piedi e che continuavano a inciampare e a cadere.
Comunque,in un modo o nell’altro, tutti riuscirono a raggiungere la porta d’entrata della villetta.
A quel punto, la blu e la rossa si accasciarono contro il muro, incapaci di continuare.
Corey, quasi istintivamente, prese in braccio Laney e la portò in camera mentre Larry faceva la stessa cosa.
Quando arrivò, il blu poggiò delicatamente la rossa sul letto e le tirò su le coperte fino alla vita.
La guardò dormire in preda al torpore dell’alcool e non resistette all’impulso di accarezzarle la guancia.
-Sta tranquilla, fra poco arriverà Larry- sussurrò come per assicurarla che non sarebbe stata sola. Poi fece per andarsene, ma un mormorio sommesso lo fermò.
-No, non andare. Stai qui con me!- protestava debolmente Laney.
-Ma non posso occupare il letto di Larry, lui dove dormirà?- cercò di farla ragionare.
-E allora vieni qui con me, no?- la ragazza si scostò leggermente per fargli spazio.
Corey obbedì e, timidamente, si distese accanto alla ragazza.
Lei lo strinse in un abbraccio e sorrise.
-Buonanotte, Pulce- disse lui, felice di riutilizzare quel soprannome.
-Buonanotte, Core-
 
 
 
 
Angolo Angy
Ma buonasera ^^
*schiva una cassa di frutta*
Ok, sono in ritardo, lo so e mi dispiace moltissimo ma purtroppo alcuni vampiri malefici (comunemente chiamati professori) hanno deciso che la mia vita deve finire all’istante.
Comunque, grazie a queste vacanze di Pasqua, eccomi con il quarto capitolo!
Spero vivamente che vi sia piaciuto c:
Ricordate che le recensioni sono sempre ben accette ^-^
Grazie a tutti quelli che hanno letto fino a qui :)
Ciaoo
Angy

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


5.
Quella mattina la sveglia di Carrie era impostata su “Welcome to the jungle” dei Guns ‘n Roses, ma la canzone non accompagnò un risveglio molto lieto…
-Che ci fai tu qui?!- le urla della blu echeggiarono nella casa dando il “buongiorno” anche a tutti gli altri.
Larry, letteralmente terrorizzato, era caduto a terra dallo spavento e adesso cercava disperatamente di strisciare fuori dalla stanza.
-No, tu non vai da nessuna parte- continuò la ragazza raggiungendo e bloccando il rosso.
-Spiegami subito perché eri nel mio letto-
Lui deglutì un paio di volte e poi trovò il coraggio per rispondere.
-Vedi, ieri sera ti sei ubriacata e, dato che non ti reggevi in piedi, ti ho dovuto accompagnare fino a qui. A quel punto io stavo per andarmene, ma tu mi hai chiesto di restare per farti compagnia.-
Il volto di Carrie si rilassò, ma negli occhi ardeva ancora la stessa rabbia.
-Per questa volta decido di crederti, ma giuro che, se scopro che la verità è diversa, ti ammazzo.- detto questo, uscì dalla camera a gran passi.
Larry tirò un sospiro di sollievo e, rimasto solo, si gettò sul letto.
Un sorrisetto gli si dipinse in volto.
Oh, se avesse scoperto la verità…
Quel giorno pioveva a dirotto, il classico acquazzone estivo.
I ragazzi e le ragazze erano riuniti in salotto e non avevano nulla da fare.
Nell’aria però c’era qualcosa di strano…
Laney e Corey continuavano a fissarsi e a scambiarsi sorrisi impacciati mentre cercavano di nascondere il rossore sui loro visi.
Kim e Kin sembrava che cercassero un contatto fisico ogni qualvolta ne avessero l’occasione: una gomitata, una mano sulle spalla, una carezza sulle braccia.
Kon e Konnie si comportavano come due amici di vecchia data mentre ridevano a crepapelle e scherzavano fra di loro.
Larry e Carrie, invece, nonostante l’incidente di quella mattina, sembravano aver fatto una tregua: non si comportavano come gli altri, ma almeno non litigavano.
Inoltre, entrambi fissavano di nascosto l’altro, scostando lo sguardo ogni volta che stavano per essere scoperti.
Insomma, c’era un atmosfera d’amore quel giorno.
-Laney, senti, io ho un’idea- disse Corey, rivolto alla sua amica.
-E cioè?- rispose lei inarcando un sopracciglio.
Un ghigno si dipinse sul volto del blu.
-Vieni con me- le prese un braccio e la trascinò con sé.
Salirono le scale fino alla mansarda, luogo non ancora esplorato da Laney.
La polvere ricopriva ogni cosa e sul pavimento erano ammucchiate pile e pile di oggetti di ogni tipo.
Corey condusse la rossa vicino alla piccola finestra dai vetri sudici e le mostrò qualcosa ricoperto da un grosso lenzuolo bianco.
-Cos’è?- domandò la ragazza afferrando un lembo del telo.
-Aspetta!- la fermò lui –Chiudi gli occhi e riaprili al mio tre-
Laney sorrise e obbedì.
Non era cambiato per niente.
-Uno…due…tre!-
Insieme tolsero il lenzuolo rilevando degli strumenti musicali: un paio di chitarre, dei basso, una batteria e una tastiera.
I ricordi riaffiorarono nella mente della rossa facendole venire le lacrime agli occhi.
Grojband.
-C’è un po’ di polvere, ma per il resto non sono così malconci- Corey sorrise alla sua amica e prese una chitarra e un basso.
-Che ne dici?- disse avvicinandosi –Vuoi suonare qualcosa?-
Laney rimase sorpresa da quella domanda.
Era da tempo che non toccava uno strumento musicale, figuriamoci suonare!
Ma chissà, magari tanti anni di prove in un garage le avevano iniettato le capacità direttamente nel sangue.
Titubante, prese il basso e provò a strimpellare un paio di note.
In un lampo, vide davanti a sé una scena.
Lei innamorata di Corey.
Lui che invece la ignorava.
Lui che era scoppiato a ridere davanti alla sua dichiarazione.
Una lacrima solcò la guancia della rossa.
-Scusami Core, ma non mi va- restituì lo strumento al ragazzo e si voltò dall’altra parte per asciugarsi la faccia.
Il blu fece una smorfia, ma decise di sorvolare su quella strana reazione.
-Hai mai visto il tramonto dal tetto di una casa?- chiese Corey rompendo il silenzio.
Laney, per la seconda volta, lo guardò interrogativa mentre faceva segno di no con la testa.
Lui sorrise e aprì la finestra lì accanto.
Tenendosi ai bordi, si tirò su fino a sedersi sul tetto inclinato, poi aiutò la rossa a imitarlo.
Fuori aveva smesso di piovere e le nuvole si erano dissipate in fretta.
L’aria era fresca e sapeva di umido.
Il cielo era di un rosso che poi sfumava pian piano verso l’arancione e rifletteva i suoi colori sullo specchio d’acqua del Sunset Lake.
Ecco perché la chiamavano “la città del tramonto”: era uno spettacolo incredibile.
-Hai freddo?- chiese Corey guardando la sua amica stringersi nelle spalle.
-Un po’, ma tranquillo, ora mi passa…- rispose lei poco convinta.
Il blu si avvicinò di più a Laney e le circondò le spalle con il braccio, lei poggiò la testa sul suo petto.
Non servivano parole, bastava il battito dei loro cuori.
Ad un certo punto, senza mettersi d’accordo, entrambi alzarono la testa, si fissarono negli occhi e, pian piano, azzerarono la distanza che li separava.
Carrie non riusciva a darsi pace.
Sentiva che nella versione raccontata da Larry quella mattina c’era qualcosa di strano.
Mancava qualcosa, qualcosa che lei aveva nella memoria ma che l’alcool aveva offuscato.
Si sedette sul davanzale della finestra e si accese una sigaretta.
Aspirò il fumo per poi buttarlo fuori qualche secondo dopo.
C’era qualcosa che mancava…
Ad un tratto, mentre il sole tramontava dietro l’orizzonte del lago, un flashback le attraversò la mente come un fulmine.
Erano immagini confuse e distorte, ma bastavano per rimettere insieme i pezzi.
Lei e Larry erano nella stanza, lui l’aveva portata fino a lì in braccio.
Stavano avendo una breve conversazione, ma le parole non erano chiare.
Poi successe qualcosa, ci fu un bacio fra di loro.
Quello che successe dopo…il buio.
 
 
 
Angolo Angy
Salve gente! ^^
*schiva un unicorno*
Ok, so di essere leggermente in ritardo…

Ok, sono molto in ritardo.
Mi dispiace moltissimo ma purtroppo fra due settimane ho gli esami e ho molto da studiare T.T
Ho deciso comunque che non potevo abbandonare la mia long e chi la segue (se è rimasto ancora qualcuno).
Quindi ecco il quinto capitolo!
Spero vivamente che vi sia piaciuto ^^
Adesso vado
Lasciate una recensione, se vi va c:
Ciao =)
Angy

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


6.

(POV Laney)

 
La stanza di Corey e Carrie sapeva di fumo e sudore, una combinazione che non risultava molto gradevole.
Ero venuta lì per cercare lui, dal momento che non riuscivo a trovarlo da nessuna parte, ma  non sembrava che ci fosse nessuno.
Quando però i miei occhi si abituarono alla penombra della camera, vidi una figura rannicchiata nell’angolo, Carrie.
Lei alzò la testa e mi fissò con sguardo assente, riuscii a vedere una lacrima che solcava la sua guancia lasciandosi dietro una scia nera.
-Cosa ti è successo?- chiesi preoccupata.
La ragazza scosse la testa, come se avesse voluto scacciare qualche pensiero, e si affrettò ad asciugarsi la faccia con l’orlo della maglia.
-Niente, niente, sto bene- rispose un po’ troppo frettolosamente.
Fece per alzarsi ma io le bloccai il passaggio.
-E adesso cosa vuoi?- sbottò in tono irritato, ma debole.
Notai una bottiglia di vodka vuota nell’angolo dove prima era seduta e feci un mezzo sorriso.
-Credevo che dopo l’ultima volta avessi rinunciato ad ubriacarti- dissi in tono ironico mentre mi sedevo sul bordo del letto disfatto.
Carrie imitò il mio ghigno e si sedette accanto a me.
-Non si rinuncia mai quando hai sentimenti da affogare-
-Beh, i sentimenti sanno nuotare, lo sai?- lei rise, anche un po’ troppo forte per la mia battuta pessima.
Cercai di fare lo stesso, ma la risata mi si strozzò in gola…c’era qualcosa che non andava.
Vidi Carrie che, nel suo stato di ebbrezza,  si piegava in due e continua a sghignazzare, ma poi la sua allegria si trasformò in qualcosa di malinconico e tetre e lei scoppiò in lacrime.
Non l’avevo mai vista in questo stato e mai avrei voluto vedercela, anche se un tempo eravamo rivali.
-Laney…- sussurrò fra i singhiozzi – perché sono così sbagliata?-
Non sapevo che fare, non sono mai stata brava a consolare le persone e quindi mi limitai a posare una mano sulla sua spalla.
-Insomma, tu ami Corey giusto?- queste parole mi fecero spalancare gli occhi, ma non ebbi il tempo di ribattere che lei continuò –E adesso che sai che anche lui ti ma, sei felice, vero? Non cerchi di rovinare tutto. In fondo chi è che lo farebbe? Solo una stupida. Solo io. Ho passato quattro anni a chiedermi se Larry mi odiasse per averlo praticamente abbandonato e adesso che so che non è così, cerco di allontanarlo il più possibile…-
Carrie riprese a piangere e io mi sentii inutile.
-Andrà tutto bene-. Questa è l’unica cosa che riuscii a dire, poi uscii dalla stanza.
Non potevo di sicuro rimanere con le mani in mano a guardare Carrie che si autodistruggeva.
Anche se l’idea mi faceva rabbrividire, era arrivato il momento di giocare a fare Cupido.




 
 
(POV Corey)

 
Come on, come on
Turn a little faster
Come on, come on
The world will follow after
Come on, come on
‘Cause everybody after loves (*)


Quel giorno mi sentivo la persona più felice del mondo!
Come diavolo avevo fatto a vivere senza l’amore per diciotto anni?
E soprattutto, come avevo fatto a non accorgermi che il mio amore era proprio la mia migliore amica?
Anche se ero al settimo cielo, qualcosa dentro di me mi turbava.
Avevo ignorato, anzi ridicolizzato, i sentimenti di Laney per ben tre anni.
Se prima del bacio mi sentivo in colpa, in quel momento mi sentivo un vero schifo.
Ora che avevo capito di amarla, avevo anche capito quanto aveva sofferto.
Dovevo rimediare, ma non sapevo come.
Quindi avevo passato tutta la notte in riva al lago, con le mie amate cuffie, a progettare un piano per scusarmi.
Mentre albeggiava, mi era venuta l’illuminazione.
Avrei ricreato quel concerto di quattro anni prima, ma questa volta sarei stato io a confessare i miei sentimenti.
Con l’aiuto di Kin e Kon sarebbe stato tutto perfetto.
Oh, sì, era un piano geniale.
Dopo aver risolto il dilemma, mi accorsi che avevo una gran fame.
E voglia delle sue labbra.
Insieme ad un tramezzino magari…
Va beh, in entrambi i casi dovevo tornare in casa.
Varcai la soglia d’ingresso e sentii degli strani rumori.
Mi voltai e vidi che, seduti sulle scale, Kin e Kim pomiciavano tranquillamente.
-Kin ma che…- venni zittito dal mio amico, che subito dopo mi pregò di non dire niente a Kon, tutti sapevamo che lui era estremamente geloso di suo fratello.
Rimasi a bocca aperta, ma decisi che a quello ci avrei pensato più tardi, in quel momento la priorità era il cibo…ehm, cioè Laney…
Entrai in cucina e, nella luce fioca del mattino, intravidi lei.
Il cuore prese a battermi più velocemente e cominciai a sentire molto caldo…
Stavo per richiamare la sua attenzione, quando vidi un secondo ciuffo di capelli rossi.
Larry e Laney stavano parlando e, a giudicare dal loro tono di voce, sembrava importante.
Mi appiattii contro il muro e cercai di origliare, ma riuscii a sentire solo una parte del loro discorso.
-Tranquillo, faremo tutto in segreto, non ci scoprirà mai…- stava dicendo lei.
Non ci potevo credere…la mia Pulce stava complottando con Larry senza di me.
O forse ero io quello che doveva rimanere all’oscuro di tutto?
E se quei due stessero insieme?
Mi dissi che quel pensiero era ridicolo, che io e Laney ci amavamo e che non era possibile una cosa del genere…
Poi però vidi che quei due si stavano abbracciando con un po’ troppa foga per essere un abbraccio da amici.
Sentii ribollire la rabbia dentro di me, strinsi i pugni talmente forte da far sbiancare le nocche e corsi su per le scale, evitando Kin e Kim.
Altro che piano di scuse, lì ci voleva un piano di vendetta.
 
 
 
 
(*) Tratto dalla canzone Accidentally in love dei Counting Crows
 
 
 
 
 
 
Angolo Angy
Salve bella gente! ^^
Finalmente sono riuscita ad aggiornare!
* tutti applaudono*
Questo capitolo è piuttosto sentimentale, ma prometto che il prossimo sarà molto più comico c:
In fondo non voglio che questa long si trasformi in una specie di soap opera per casalinghe zitelle.
Bene, spero che questo aggiornamento sia stato di vostro gradimento :)
Se vi va, recensite! ^.^
Ciao
Angy

 

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


7.
 
Il mattino dopo, mentre i ragazzi erano riuniti in cucina a fare colazione, regnava un silenzio totale.
Kin e Kim continuavano a scambiarsi occhiate furtive, Corey invece divorava i suoi cereali e fissava con odio Laney e Larry, che se ne stavano seduti l'uno accanto l'altro al lato opposto del tavolo. 
La mente del blu stava ancora architettando il famoso piano malefico per vendicarsi. Era un dilemma che lo aveva tenuto sveglio tutta la notte.
Non poteva chiedere a Kin e Kon, avrebbero preso le parti di Laney.
E poi con Kin che non aveva altro per la testa se non Kim e con Kon che passava quasi tutto il giorno con Konnie (a fare assurde gare culinarie), farli concentrare su qualcosa era impossibile.
Serviva qualcuno che capisse a pieno la sua situaizone.
Il suo sguardo si spostò lentamente su Carrie, che stava  lanciando occhiate idi fuoco alla "tenera coppietta dei traditori".
Il ragazzo pensò che forse anche lei voleva una vendetta, in fondo si parlava anche di Larry. 
Un ghigno gli si dipinse in volto.
Prese il cellulare dalla tasca e mandò un messaggio alla blu.
 
Dobbiamo parlare.
 
La vide leggere il messaggio e digitare una serie di lettere sulla tastiera, la risposta arrivò in pochi secondi.

Se parli del distruggere Laney e Larry, io ci sto.
 
Ecco l'alleata perfetta.
 

 
Laney e Larry erano seduti sul tetto, le gambe che penzolavano oltre il bordo.
-Allora, parliamo del piano per riconquistare Carrie- disse la rossa.
Il ragazzo sospirò.
-Tu sei brava a progettare piani?- chiese un po' incerto.
-Ehm...in realtà quello che fa, anzi che faceva, i piani è Corey, ma questo non significa che io sia totalmente incapace-
Il silenzio calò fra i due.
-Allora, secondo me, la cosa migliore da fare è dimostrarle che la ami, anche se non è sempre stata gentile con te- proseguì Laney.
-Sì, ma come?-Larry sembrava totalmente disperato.
La ragazza ci pensò qualche secondo, poi le venne l'illuminazione.
-La vostra band trovava l'ispirazione da sè per i testi giusto?- 
Il rosso aveva un'espressione confusa.
-Certo, scusa, la vostra band come faceva?-
Gli occhi di Laney si spalancarono e, ripensando alle mille avventure per rubare il diario di Trina e farne dei testi, cercò di sviare la domanda.
-Ehm, non è importante. Quello che voglio sapere è se sai scrivere una canzone-
Larry sorrise imbarazzato, poi rispose: - Beh, di solito le scriveva Carrie, ma ciò non significa che io sia totalmente incapace-
Entrambi risero di gusto, ma presto la priorità (cioè il piano) li fece ritornare seri.
-E se scrivessi una canzone per lei?-
Il rosso sembrò sorpreso dalla proprosta della ragazza, ma- spinto dalla voglia di riconquistare Carrie- accettò senza troppe storie.
-Io ti aiuterò sicuramente. Ci vediamo stasera in mansarda, okay?- disse la rossa.
Non sapeva perchè era così gentile con Larry, ma forse tutto ciò che voleva era organizzare una di quelle cose romantiche che, nonostante le facessero venire il voltastomaco, avrebbe voluto che Corey dedicasse a lei.
-Laney, io ci sto, ma non credi che vedendoci sempre insieme Carrie e Corey sospetteranno qualcosa?- chiese dubbioso il rosso.
-No, rilassati...non sono così stupidi!-
 

 
-Qual'è il piano?- Carrie era seduta al tavolino da pic-nic mezzo distrutto che giaceva nella cantina della casa.
-Dobbiamo umiliarli- Corey camminava avanti e indietro fra la polvere che ricopriva il pavimento e intanto pensava.
-Dovremmo fargliela pagare- aggiunse la blu.
Il ragazzo si fermò all'improvviso, come preso da un lampo di genio.
-Dovremmi ripagarli con la stessa moneta- guardò Carrie in attesa di una reazione.
-Quindi io e te dovremmo...-
-Fare finta di stare insieme? Esatto- Corey ghignò mentre Carrie esibiva una smorfia disgustata.
-Non se ne parla nemmeno- sentenziò la ragazza.
Il blu sbuffò e fece roteare gli occhi.
-Non è che io sia proprio entusiasta dell'idea, ma è l'unica cosa che li colpirebbe per davvero- disse.
Carrie di alzò in piedi e tese la mano verso il ragazzo.
-Siamo d'accordo allora?-
Lui strinse la sua mano.
-Certo, amore
Carrie ritrasse il braccio di scatto.
-Calma, la simulazione non è ancora iniziata- disse con aria di superiorità.
-E questo chi te lo dice?- Corey fece un sorrisetto e prese la ragazza per mano.
Lei ghignò, ma non mollò la presa.
-Spero per te che il tuo piano riesca-
 
 
Angolo Angy
FINALMENTE HO FINITO GLI ESAMI!!!
*parte la musica da festa*
Ora posso dedicarmi totalmente alle fanfic :D
Per condividere la ma gioia, ecco il settimo capitolo ^^
Mi scuso per eventuali errori, ma ho dovuto pubblicarlo in fratta =)
Adesso scappo
Grazie a tutte le persone che mi sostengono e che leggono le mie storie <3
Al prossimo aggiornamento ^^
Angy

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


8.

-Ecco fatto!- esclamò Kon, raggiante nonostante si fosse svegliato da poco.
Davanti a sé c’erano due enormi bicchieri pieni di frappé alla banana con scaglie di cioccolato, noccioline caramellate, ciliegie zuccherate e, per concludere in bellezza, una montagna di panna e pezzetti di fragola.
Konnie, con i capelli legati in una coda disordinata, sorrideva compiaciuta.
-La sfida è questa: dobbiamo finire il mega-zuccheroso-frappè in meno di sessanta secondi. Chi perde deve rivelare un segreto all’altro- spiegò il ragazzo mentre, con il suo metro e ottantacinque di altezza, prendeva posto.
La ragazza acconsentì e si sedette su una sedia spostando verso di sé il proprio bicchiere di frappé.
Un cronometro era è posizionato sul tavolo, pronto per partire.
Armati di cucchiai, i due si scambiarono uno sguardo di rivalità.
-Tre…due…uno…via!-
Kon e Konnie cominciarono a divorare quell’intruglio pieno di calorie con una velocità impressionate.
Il tempo che scorreva sembrava però ancora più veloce di loro in quell’assurda gara finalizzata semplicemente al loro divertimento.
Ormai mancavano venti secondi alla fine, la tensione saliva.
Kon ne aveva fatto fuori già molto più della metà mentre Konnie era un po’ indietro.
Cinque secondi.
Il ragazzo si apprestava a ingurgitare le ultime cucchiaiate mentre lei cercava disperatamente di raggiungerlo.
Cinque…quattro…tre…due…uno…stop!
-Sì, ho vinto! Ti sta bene!- urlò Kon dimostrando ben poco spirito sportivo.
Beh, per quanto potesse essere considerata sportiva quella gara.
Konnie incrociò le braccia al petto e, con un sopracciglio sollevato e un’espressione divertita, disse:-Devo rinfacciarti la mia vittoria nella gara dei muffin ai mirtilli, ancora?-
Questo bastò per zittire il moro.
-Mi devi comunque una confessione- ribatté.
-Non ho nessun segreto da nascondere, credo ormai tu abbia capito che non sono una bionda naturale- una risata scoppiò fra i due.
-Okay, allora dimmi qualcosa che sai ma che non dovresti dire in giro-
La ragazza abbassò lo sguardo e arrossì.
-Ehm..-iniziò a farfugliare.
-Continua- la incitò Kon con curiosità nella voce.
-Ecco…riguarda…- Konnie cercò di tenere la bocca chiusa, ma lei non era mai stata brava a mantenere i segreti, quindi raccontò tutto d’un fiato.
-Riguarda Kin e Kim. Stanno insieme. Kin non te l’ha detto perché non voleva che credessi che ti avrebbe abbandonato. Da quanto ho capito, lui crede che tu sia un po’ geloso-
Mentre ascoltava quelle parole, il ragazzo sbiancò.
Subito dopo però, il suo volto divenne rosso di rabbia e gli venne un tic nervoso all’occhio sinistro.
-Kon, stai bene?- chiese la ragazza con voce incerta.
-No, non sto bene! Non ci posso credere che non me abbia detto! Non l’ha detto a me che sono suo fratello. Se non avessimo fatto questa stupida gara molto probabilmente non l’avrei mai saputo. Per quanto intendeva nascondermelo? Crede davvero che io sia così insensibile da impedirgli di inseguire il suo amore? Non ho più tredici anni, porca troia-
Dopo il suo lungo monologo di rabbia, si lasciò cadere in malo modo sulla sedia.
Era mattina presto, tutti erano a dormire, quindi nessuno poteva ascoltare quella conversazione.
-Kon, mi dispiace- Konnie si chino su di lui per abbracciarlo.
Il silenzio calò, come un velo di tristezza che si posa leggero sulle cose.
-Non è colpa tua. E’ il momento di affrontare la situazione- Kon si alzò di scatto e, seguito a ruota da una Konnie perplessa, salì le scale fino alla porta della camera di Kin e Kim.
Senza bussare, entrò.
I due “piccioncini” erano teneramente uniti in un abbraccio e si baciavano con foga.
All’arrivo del fratello, Kin sussultò e spinse la sua ragazza facendola cadere dal letto.
-Posso spiegarti- biascicò mortificato il mingherlino.
-Non c’è bisogno. So tutto- rispose Kon con voce dura.
-Ascolta Kon, io…volevo solo...insomma, non volevo ferirti- cercò di spiegare Kin.
Il ragazzone lo scrutò con sguardo accusatore.
-Sai, credevo che fossi un genio, invece sei un emerito idiota- Kon si voltò e lasciò la stanza.
Un soffio di vento freddo fece volar via una fotografia poggiata in modo precario alla lampada sul comodino.
Quando si posò a terra, Kin la prese stringendo i bordi con le dita tremanti.
Era la foto dei due gemelli, uniti e sorridenti come non mai.
 
-Ma cosa è successo?- Laney uscì dalla sua stanza, svegliata dalla lite fra i fratelli Kujira, e si affacciò al corridoio.
Kon si dirigeva in bagno a testa bassa e con le mani chiuse a pugno.
Le due sorelle Kagami, con aria sconfitta, erano sedute a terra.
Kin invece sembrava sull’orlo di scoppiare in lacrime e forse era proprio quello che stava per accadere.
La rossa era preoccupata, ma non sapeva come aiutarli.
Si diresse verso la camera di Corey, sicura che lui avesse delle spiegazioni.
La porta era socchiusa, quindi aprì senza bussare.
-Core- lo chiamò con voce flebile, per paura di svegliarlo nel caso stesse dormendo.
Ma il blu era sveglio, seduto sul bordo del letto con aria assente.
-Core- ripeté avvicinandosi.
-Cosa c’è?- rispose finalmente lui con tono esasperato.
Laney aggrottò la fronte confusa.
Lo sguardo del ragazzo si posò su di lei.
Doveva ammettere che era davvero bellissima.
I capelli corti e spettinati che le contornavano il viso pallido, dominato dai due enormi occhi profondi e luminosi che, anche senza il trucco, rimanevano magnetici.
Notò che indossava la maglia con il logo della Grojband, quella che lui e i gemelli le avevano regalato per il suo quattordicesimo compleanno.
Sorrise al ricordo di quella festa.
Ad un tratto il pensiero del piano lo riportò alla realtà, quella in cui quella ragazza lo tradiva.
Il sorrise si spense sul suo volto.
-Sai cosa è successo fra Kin e Kon?- chiese Laney ignorando il comportamento del blu.
-No- lui si alzò in piedi e superò la rossa diretto verso la porta.
-Sicuro di star bene?- la ragazza gli poso una mano sulla spalla.
Un brivido percorse il corpo di Corey, ma la sua mente era ancora focalizzata sulla parola “tradimento”.
Scostò con un gesto brusco la sua mano e lasciò la camera.
Andò in bagno e decise di farsi una doccia.
Mentre l’acqua tiepida gli cadeva sulla pelle, un pensiero lo fulminò.
Come faceva la sua Laney, quella che aveva avuto modo di vedere pochi attimi prima, a essere una traditrice?
Le possibilità erano due: o sapeva fingere molto bene oppure c’era stato un malinteso.
Corey valutò la seconda opzione come plausibile, ma poi una serie di scene che ritraevano Laney e Larry in atteggiamenti molto confidenziali gli attraversarono la mente.
Come faceva quello ad essere un malinteso?
Bollente di rabbia, il blu uscì dalla doccia, si asciugò, si vestì e scese giù in cucina per la colazione.
I ragazzi erano tutti riuniti intorno al tavolo, ma non si parlavano nemmeno.
La tensione era alle stelle.
L’unica persona che era apparentemente normale era Carrie.
Un sorrisetto compiaciuto le era dipinto il volto mentre fissava il blu.
Corey imitò il ghigno e si sedette accanto a lei.
Laney e Larry sembravano preoccupati per quegli sguardi d’intesa.


Era pomeriggio inoltrato quando il ragazzo e la ragazza dai capelli rossi si ritrovarono in mansarda per mettere a punto il loro piano.
-Allora, il testo lo abbiamo, quindi organizziamo il resto- iniziò Laney.
-Devi suonare la canzone sotto la sua finestra, così sarà tutto molto romantico- continuò con aria sognante, poi però si riprese.
-Non che a me piacciano le cose romantiche, ma sai com’è…- aggiunse imbarazzata.
-Laney, scusa se ti interrompo, ma non credi che fra Carrie e Corey ci sia qualcosa?- disse Larry incerto.
La ragazza fece una smorfia.
-Non essere sciocco. Insomma…Carrie e Corey…è impossibile!- rispose nascondendo un po’ di titubanza.
In effetti quei due sono stati appiccicati l’uno all’altro tutto il giorno scambiandosi sorrisetti e parlottando fra loro con tono dolce.
Ma questo non significava nulla…Vero?
-Stasera, sotto la sua finestra. Ce la farai, è un bel testo- cambiò argomento per evitare di pensarci.
Larry sorrise, poi ringraziò l’amica.
I due lasciarono la mansarda e scesero le scale ripide che conducevano al piano di sotto.
Sugli ultimi gradini, però, la rossa inciampò e cadde addosso al ragazzo.
Finirono a terra, uno sopra l’altro e l’aria si riempì di imbarazzo.
In quel momento, da dietro l’angolo, sbucarono Corey e Carrie.
Entrambi si bloccarono di colpo di fronte alla scena.
Ecco, i loro sospetti erano confermati.
Il blu sentiva una rabbia crescente che lo divorava.
Gli angoli degli occhi di Carrie erano pizzicati dalle lacrime.
In quel momento surreale, la mente di nessuno dei due era del tutto lucida.
Dentro di loro c’era solo voglia di vendetta.
Una vendetta molto dolce.
Corey prese fra le mani il viso della blu e premette le proprie labbra contro le sue.





 

Angolo Angy
Salve ^^
Ho finalmente aggiornato, yeah!
*tutti applaudono*
Grazie grazie, sono commossa :’)
Parlando della storia, siamo arrivati quasi alla fine.
Tranquilli, prima farò risistemare le cose c:
Ammetto che mi sono divertita a sfasciare tutto, ma amo troppo i lieto fine per chiudere la long in questa situazione.
Beh, spero che il capitolo vi sia piaciuto.
Ringrazio tutti quelli che seguono la long :)
Alla prossima ^^
Angy

 

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


9.

I due lasciarono la mansarda e scesero le scale ripide che conducevano al piano di sotto.
Sugli ultimi gradini, però, la rossa inciampò e cadde addosso al ragazzo.
Finirono a terra, uno sopra l’altro e l’aria si riempì di imbarazzo.
In quel momento, da dietro l’angolo, sbucarono Corey e Carrie.
Entrambi si bloccarono di colpo di fronte alla scena.
Ecco, i loro sospetti erano confermati.
Il blu sentiva una rabbia crescente che lo divorava.
Gli angoli degli occhi di Carrie erano pizzicati dalle lacrime.
In quel momento surreale, la mente di nessuno dei due era del tutto lucida.
Dentro di loro c’era solo voglia di vendetta.
Una vendetta molto dolce.
Corey prese fra le mani il viso della blu e premette le proprie labbra contro le sue.

 
(POV Corey)
Baciare Carrie non era un'esperienza così brutta dopo tutto.
Anche se pensarlo feriva il mio orgoglio, dovevo ammettere che era una ragazza davvero carina e che le sue labbra avevano un buon sapore di pesca.
La cosa che in quel momento era davvero sgradevole era il senso di colpa che mi schiacciava come un macigno.
Ma in fondo Laney mi aveva pur sempre tradito con Larry...giusto?
Quando io e Carrie ci staccammo l'uno dall'altro, ci girammo contemporaneamente verso i due rossi.
Entrambi erano in piedi, immobili come se  fossero pietrificati.
Sulle guance di Larry scorrevano lacrime silenziose, mentre su quello di Laney riuscivo solo a leggere odio e rancore.
Cos'erano quelle reazioni?
Gli stava bene.
Ora capivano cosa si provava.
A dar voce ai miei pensieri fu Carrie.
-Cosa vi aspettavate? Che voi continuaste a fare i teneri amanti e noi rimanessimo in silenzio a guardare?- sibilò con voce malferma.
Laney inarcò un sopracciglio, mentre Larry aggrottò la fronte.
-Si può sapere di cosa state parlando?- chiesero all'unisono.
Aprii la bocca per rispondere, ma la ragazza dai capelli blu accanto a me mi precedette.
-Credete che siamo ciechi? Voi due ve ne state sempre insieme, proprio come una tenera coppietta di innamorati-
Un lungo silenzio riempì l'aria.
Ad un certo punto, dalle labbra di Lanes fuoriuscì una risatina amara.
-Credevate che noi due stessimo insieme?- chiese.
Io e Carrie annuimmo.
-Credevate che complottassimo contro di voi?-
Annuimmo ancora.
-Siete così stupidi?-
Mi bloccai e in quel momento capii quale madornale errore avevo commesso.
Avevo dubitato della ragazza più fantastica del mondo.
Avevo perso per sempre la mia Pulce.
Carrie non sembrava ancora così convinta.
-Allora perché avete così tanto bisogno di stare da soli?- la sua voce era titubante.
Quella volta a rispondere fu Larry.
-Se proprio lo vuoi sapere Carrie, volevo farti capire quanto ti amassi. Per riuscirci però avevo bisogno di aiuto. Ti avevo persino scritto una canzone- a quel punto il rosso tirò fuori dalla tasca dei pantaloni un foglio di carta piegato.
Lo aprì e, dopo avercelo mostrato, lo ridusse in brandelli.
-A quanto pare preferisci credere ai tuoi infantili sospetti- continuò riducendo gli occhi a due fessure.
Larry si girò e se ne andò.
Laney mi fissò con gli occhi lucidi.
-Non me lo aspettavo da te, Corey- detto questo corse via e io la seguii.
Arrivammo fino al giardino sul retro dove riuscii ad afferrarla per un braccio.
-Laney, mi dispiace, io...non volevo...- cercai invano di scusarmi, ma lei non mi ascoltò nemmeno.
-Corey, io sono stanca, chiaro?! Sono stanca di amarti incondizionatamente e di essere ripagata con questo- urlò.
Mi sentii malissimo.
-Ma anche io ti amo, Laney- borbottai, ormai non avevo forze.
-Dovevi dimostrarmelo- lei si liberò dalla mia presa e corse via.
Che coglione che ero stato.
Mi trascinai fino alla scalinata che portava all'ingresso della casa e mi sedetti sui gradini.
Poco dopo, Carrie sbucò dal nulla e si sedette accanto a me.
-Abbiamo combinato un bel casino, vero?- disse fissandosi le scarpe.
-Vero- mi limitai a rispondere.
-Ora cosa facciamo?-
La domanda mi lasciò perplesso.
Cosa potevo fare per rimediare a quel casino?
Pensai a ciò che sapevo fare meglio e ad un tratto la risposta mi sembrò ovvia.
-Suoniamo-
-Cosa?- Carrie scostò lo sguardo dai gradini a me.
Notai un volantino che giaceva abbandonato sul vialetto di fronte a noi.
Lo raccolsi e, dopo averlo letto, sorrisi.
-Mi spieghi qual è il piano?- la ragazza sembrava un po' spazientita.
Per risponderle le lessi le prime righe del volantino.
-"Festa di Sunset Lake: meravigliosa serata di divertimento e di balli. Per l'intrattenimento musicale, chiunque lo voglia potrà salire sul palco e cantare/suonare  una canzone"-
-E dove credi di trovare un testo? Non credo che nessuno dei due sia abbastanza in forma per scriverne uno-
Ghignai.
-Tranquilla, questo sarà compito mio. Prima però devo chiamare una persona- presi il mio cellulare e digitai il numero di Trina.


   

 
 
Angolo Angy
Prima del previsto (e questo è una specie di miracolo) ecco l’aggiornamento di Rock Holiday!
Ora vorrei un applauso u.u
Persona (P): *batte le mani in modo scoordinato e annoiato*
Sei sempre così amorevole P -.-
Okay, ora torniamo a dove ero rimasta…
Il prossimo capitolo sarà l’ultimo (al di fuori dell’epilogo) e per questo credo che ci metterò un po’ a scriverlo ^^
P: O forse ci metterai un po’ a causa della tua pigrizia cronica.
Potrei linciarti!
*sguardo assassino*
Ehm, bene, ora vado…
Alla prossima
Angy
                                                                            

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 (parte 1) ***


10 (parte 1).

Sulle strade ancora soleggiate quanto deserte di Peaceville camminava una figura dal passo sicuro e con lunghi capelli rosa.
Sul suo viso ben truccato era stampato un sorriso che si allargava sempre di più mentre parlava a telefono con Corey.
-Nick Mallory sarà lì?- urlò con un’enorme dose di entusiasmo infantile nella voce.
-Esatto e credo che tu abbia ottime possibilità di ballare con lui-
La ventunenne (eh già, il tempo era passato anche per lei) esplose di gioia e si precipitò a casa per cambiarsi.
Non le importava degli impegni che le occupavano l’agenda o di quanto fosse lontana Sunset City da lì.
Per Nick Mallory, la persona che aveva amato per quattro anni (incredibile che anche Trina Riffin fosse capace di amare), avrebbe fatto davvero di tutto.
E con “di tutto” la ragazza intendeva persino andare ad una squallida festa di paese dove ci sarebbe stato anche suo fratello.
Sì, Trina aveva davvero dato prova del suo amore.
Una buona mezz’ora dopo, la ragazza e il suo scintillante abito da sera rosa erano già in macchina e stavano per partire verso la Città del Tramonto.

 
Corey riattaccò evitando così che le urla di sua sorella gli spaccassero i timpani.
Il testo era riuscito a recuperarlo, ora mancava tutto il resto.
Per prima cosa, dovevano trovare il modo di convincere Laney e Larry ad andare a quella festa.
Avevano bisogno dell’aiuto dei gemelli Kujira e delle gemelle Kagami.
Ma se Kin e Kon continuavano a non parlarsi, diventava praticamente impossibile organizzare qualcosa.
Il blu decise che era il momento di fare una piccola riunione.
Si alzò dal divano in salotto e corse su per le scale per cercare i due amici.
Quando li trovò, Corey li trascinò in soffitta dove nessuno avrebbe potuto ascoltare il loro discorso.
-Allora Core, perché io e il traditore siamo qui?- disse Kon lanciando sguardi assassini al fratello.
Il blu sospirò e si coprì il volto con una mano, disperato.
-Sentite, so che in questo momento voi due vi odiate letteralmente, ma ho bisogno che collaboriate se mi volete aiutare- cominciò a spiegare mentre le espressioni dei due gemelli si facevano sempre più confuse.
-Aiutarti a far cosa?- chiese Kin.
-Beh, ho combinato un casino con Laney e lo stesso è successo a Carrie con Larry. Quindi dobbiamo rimediare e per farlo canteremo una canzone alla festa del Sunset Lake domani sera. Abbiamo bisogno però che qualcuno li convinca a venire e voi due siete la nostra unica speranza. Konnie e Kim invece ci aiuteranno ad allestire il palco- disse tutto d’un fiato il ragazzo.
-Scusa Corey, ma credo che Kin preferisca pomiciare con la sua fidanzatina che aiutare gli amici- Kon incrociò le braccia, come un bambino irritato.
-La smetti con questa storia?- urlò in risposta l’altro gemello.
-Basta! Ho bisogno di voi, altrimenti Laney e io non…beh...non ve ne ho mai parlato, ma…-
-Ma tu la ami. Lo sappiamo- lo interruppero all’unisono i due fratelli.
Corey arrossì.
Kin e Kon si scambiarono uno sguardo d’intesa e, dopo un lungo attimo, sorrisero.
-Ti aiuteremo, contaci- sentenziarono.
Gli occhi del blu s’illuminarono di gioia.
-Grazie ragazzi, siete incredibili!-
Un abbraccio di gruppo completò la scena.
-Comunque siete una gran bella coppia- sussurrò Kon, come se fosse un segreto.
Corey aggrottò le sopracciglia, confuso.
-Tu e Laney. Davvero, state bene insieme- completò la frase Kin.
Il blu mostrò un timido sorrisetto.
I due gemelli risero e, canticchiando un motivetto da nozze, lasciarono la soffitta.


00:15
Trina era in viaggio ormai da sei ore.
In realtà il tragitto Peaceville-Sunset Lake era di circa tre ore, ma quella sera ogni tipo di ostacolo possibile sembrava volerle impedire di raggiungere Nick.
Ma lei era determinata, niente poteva fermarla.
Avrebbe viaggiato anche tutta la notte pur di arrivare, questo era certo.
Beh, visto l’ennesimo ingorgo che si stava formando sulla strada, la possibilità di passare la notte in bianco per Trina si faceva sempre meno remota.
A quel punto era meglio fare una scorta di caffè all’Autogrill…
 

I remember the day you told
me you were leaving
I remember the makeup running
down your face
And the dreams you left behind
you didn’t need them
Like every single wish we ever made
I wish I could wake up with amnesia
Forget about the stupid little things
Like the way it felt to fall
asleep next to you
And the memories I never can escape
‘Cause I’m not fine at all
(*)

 
Carrie canticchiava quella canzone sottovoce mentre pensava al piano di Corey.
Mille dubbi le invadevano la mente.
E se non avesse funzionato?
E se si fosse rivelato un fallimento totale?
E se avesse ottenuto l’effetto opposto?
E se avesse perso tutto definitivamente?
-Adesso basta deprimerti- a interrompere quel caos di domande fu la voce di Konnie.
Dietro di lei, Kim spense lo stereo.
Le due gemelle si sedettero sul bordo del letto della blu.
Di solito quando due persone a te care si riuniscono nella tua stanza, significa che ci sono brutte notizie oppure che vogliono psicanalizzarti.
In quel momento, per la blu, si trattava di una situazione del secondo tipo.
-Carrie, siamo preoccupate per te- ecco, appunto.
La ragazza non ebbe alcuna reazione, ma quel silenzio diceva tutto alle due amiche.
-Non devi sentirti in colpa, sistemerai tutto domani. Ti aiuteremo, chiaro?- Kim cinse le spalle dell’amica con fare affettuoso.
-Ehy, dov’è finita la Carrie che urla contro le vecchiette?- disse in modo ironico Konnie facendo così ridere anche le altre due.
-Grazie ragazze, siete grandi!-
-Grandi, stai scherzando? Noi siamo assolutamente incredibili- le tre scoppiarono a ridere.
Rimasero lì continuando a scherzare, come ai vecchi tempi.
Sarebbe stato tutto migliore da quel momento in poi.
 

(*) Ritornello di Amnesia dei 5 seconds of summer



Angolo Angy
Finalmente ho aggiornato questa long!
Ho deciso di dividere il capitolo in due parti, altrimenti sarebbe venuto troppo lungo…
Al più presto arriverà anche la seconda parte ;)
Beh, spero che vi sia piaciuto ^^
Se vi va, lasciate una recensione (anche negativa, me ne farò una ragione) c:
Ciao
Angy 

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Capitolo 11
*** Capitolo 10 (parte 2) ***


10 (parte 2).
 

Giorno del giudizio, ore 19, camera di Kon e Konnie
-Qualcuno mi rispiega perché mi sto facendo torturare da voi due?-
Laney, costretta dai due gemelli, era su quella maledetta poltroncina da un’ora e mezza ormai.
-Perché vogliamo che tu sia al meglio stasera- rispose Kin mentre passava l’ennesimo strato di fard sulle guance della rossa.
-Ma dobbiamo andare ad una stupida festa, non a cena da Barack Obama- sibilò irritata la ragazza mentre Kon le strappava sistemava i capelli.
-Non stare sempre a lamentarti- i gemelli sbuffarono all’unisono.
Qualche colpo di rossetto dopo, Laney era pronta.
L’unica cosa che mancava era il vestito.
Kin mostrò all’amica un abito rosa pieno di pizzi e merletti ottenendo così smorfie a dir poco disgustate.
-No, io quel coso non me lo metto- disse la ragazza allontanandosi.
Il moro sospirò e, borbottando qualche insulto, tirò fuori una scatola blu notte.
-Forse questo ti piacerà di più-
La rossa aprì la scatola titubante, ma appena vide il vestito la sua smorfia si trasformò in un sorriso a trentadue denti.
Si trattava di un abito senza spalline con il corpetto in pelle nera e una gonna fatta di tulle scuro che le arrivava fino alle ginocchia.
Era esattamente il vestito che avrebbe sempre voluto indossare, ma aveva sempre pensato che fosse un po’ eccessivo per lei.
Cercando di nascondere il suo entusiasmo, Laney corse in bagno per provarselo.
Quando ne uscì, pochi minuti dopo, i due gemelli rimasero letteralmente a bocca aperta.
-Sei favolosa- i loro occhi brillavano di orgoglio.
La ragazza sorrise, ma era ancora incerta.
-Siete sicuri che non sia un po’ troppo…- non ebbe il tempo di finire la frase a causa di Kin e Kon.
-Zitta, è perfetto così- dissero spingendola via dallo specchio.
Nel corridoio c’era Larry, anche lui tirato a lucido nel suo smoking bianco.
-Mi sento idiota- sussurrò a denti stretti il rosso.
-A chi lo dici-
-Ma dove sono tutti gli altri?-
-Kin e Kon mi hanno detto che ci aspettano lì-
-E perché non siamo andati tutti insieme?-
-Non lo so, ma sono più felice così. Meno lo vedo quello stronzo e meglio è-
Per un attimo, l’espressione di Laney divenne più cupa, ma dopo poco ritornò normale.
-Okay, è il momento di andare- Kin e Kon, vestiti con pantaloni neri e camicia, sbucarono da dietro l’angolo.
I quattro uscirono di casa diretti verso la festa del Sunset Lake.


 

Giorno del giudizio, ore 19:20, festa del Sunset Lake
-Okay, la batteria va lì e la tastiera lì…No, quelle luci vanno messe più in alto- mentre Carrie dirigeva  Kim e Konnie, Corey si chiedeva quando diavolo sarebbe arrivata Trina.
La festa sarebbe iniziata a momenti, nella sala stavano arrivando le prime persone.
Ce l’avrebbe fatta a portare a termine anche questa impresa?
Tutto ciò che poteva fare era sperare.
Ad un certo punto a varcare la soglia della porta fu Nick Mallory accompagnato, incredibile ma vero, da Mina.
Quando Corey li vide, avvinghiati l’uno all’altro, rimase a bocca aperta.
Chi l’avrebbe mai detto che quei due stessero insieme?
Il blu sorrise di fronte alla dolcezza della scena.
Chissà se anche lui e Laney sarebbero potuti essere così un giorno.
In mezzo a tutte quelle speranze, un dubbio attraversò la mente del ragazzo.
E seTrina si fosse infuriata e avesse scritto un testo con un messaggio diverso da quello voluto?
Una persona più matura magari avrebbe accettato la situazione e sarebbe stata felice per la sua amica.
Il problema però era che Trina Riffin non era affatto una persona matura, anzi, poteva essere tranquillamente paragonata ad una bambina di cinque anni.
Mentre il panico s’impadroniva di Corey, la festa iniziò.
In quel momento il blu vide Laney e Larry, accompagnati dai due gemelli, avvicinarsi al palco.
Ecco, adesso non poteva fare niente per sistemare il problema.
Tutto ciò che gli rimaneva era pregare che la sorella usasse un minimo di buonsenso.
Corey tornò a concentrarsi sulla ragazza dai capelli rossi che, ignorandolo, si era diretta verso il tavolo del buffet.
Pensava fosse ancora più bella del solito quella sera anche se lui non era abituato a vederla in abiti più...come dire…femminili.
-Bella Addormentata, è ora di andare- Carrie lo prese per un braccio e lo trascinò dietro le quinte del palco.
Lì, appesi su delle grucce,li attendevano uno smoking azzurro e un tubino di raso nero con le maniche lunghe trasparenti e tempestate di piccoli cristalli scuri.
-Ma dove siamo qui, ad America’s Next Top Model?- chiese ironico Corey.
-Tu chiudi la bocca e vestiti!- disse irritata la blu per poi lanciargli lo smoking.
Il ragazzo sbuffò e andò in un angolo per cambiarsi.



Intanto in sala arrivò Trina che, nonostante le infinite ore di viaggio subite, appariva fresca come una rosa.
Appena la ragazza scorse Laney fece una smorfia e le si avvicinò.
-Mio fratello non mi aveva detto che c’era anche la sua fidanzata-
La rossa, che per poco non cadeva dallo spavento, assunse subito un’espressione infastidita.
-Non sono la sua fidanzata- sbottò.
-Vi siete lasciati? Oh, ma che peccato- Trina scoppiò a ridere.
-Già. E invece a te come va con Nick?- ribatté Laney con una punta di malignità nella voce.
Trina smise di ridere all’istante.
-Gli corri ancora dietro o hai capito che nessuno starebbe mai con una serpe come te?- continuò la rossa scatenando l’ira dell’altra.
-Come osi? Io…-
Laney interruppe Trina rovesciandole addosso il contenuto del bicchiere che aveva in mano.
La ragazza dai capelli rosa esplose e si lanciò addosso all’altra.
Iniziò una vera e propria rissa ed entrambe sembravano voler avere la meglio.
-Ehi, cosa succede qui?- Nick s’intromise fra le due litiganti separandole.
Alla vista del ragazzo, Trina dimenticò totalmente l’esistenza della rossa e si precipitò ad abbracciarlo.
-Ehm, anche io sono felice di rivederti...- Nick cercò di ricordarsi il suo nome, ma non ci riuscì.
-Trina, tesoro, si chiama Trina- gli suggerì Mina sbucando fuori dal nulla.
La ragazza dai capelli rosa si staccò da lui e fissò sbalordita la sua ex-migliore amica.
-Come lo hai chiamato?- chiese in un sussurro.
-Già, dimenticavo che tu non sai niente. Io e Mina siamo fidanzati- spiegò Nick.
La parola “fidanzati” rimbombò nella testa di Trina come un eco.
La ragazza sentì qualcosa dentro di sé rompersi e, se non si considerasse così cattiva, avrebbe giurato che fosse il suo cuore che andava in mille pezzi.
-Fidanzati- ripeté con sguardo assente mentre si lasciava cadere sulla sedia dietro di sé.
-Da due anni ormai- Mina sorrise.
Trina sentì la rabbia ribollire dentro di lei.
-Fidanzati!- urlò.
-Io passo metà della mia vita a cercare di piacere a Nick Mallory e poi scopro che quella nullità di Mina Beff mi ha soffiato il posto in un attimo- continuò la ragazza parlando come se Mina e Nick non fossero presenti.
-Non è giusto! Non è giusto!- si lamentò battendo i piedi a terra come una bimba.
Il ragazzo aprì bocca per dire qualcosa, ma venne interrotto dalla sua fidanzata.
-Sai una cosa, Trina?- disse con tono calmo e freddo.
-Se tu non avessi passato la vita a trattare gli altri così male sentendoti superiore, adesso non saresti sola. Adesso forse saresti fidanzata con Nick, avresti degli amici, magari sarei ancora la tua migliore amica e in questo momento saresti in vacanza in un bel posto a ridere a scherzare circondata di persone che ti vogliono bene…-
Trina non poté ribattere.
Era vero, lei era sola.
Forse lo sarebbe rimasta per sempre.
Tutto perché voleva sentirsi migliore di tutti gli altri, voleva sentirsi speciale.
Nick e Mina si allontanarono da lei.
Gli occhi della ragazza divennero umidi e una lacrima solcò la sua guancia rosata.
In quel momento fece ciò che sapeva fare meglio dopo ferire le persone: scrisse sul suo diario.
In un fiume di lacrime e tristezza, la ragazza scrisse (senza saperlo) il testo per la canzone di Corey e Carrie.
Il diario, come da copione, finì nelle mani del blu.
Era tutto pronto.
Si poteva iniziare.
-Signore e signori, vi presento l’intrattenimento musicale della serata...fate un bell’applauso a Corey Riffin e Carrie Beff accompagnati da Kin Kujira e Kim Kagami alla tastiera e da Kon Kujira e Konnie Kagami alla batteria-
Quando sentirono quei nomi, Laney e Larry si voltarono di scatto verso il palco.
Erano sbalorditi.
Perché loro erano lì?
-Vogliamo dedicare questa canzone a due persone molto speciali che stasera sono presenti. Le abbiamo amate molto e le amiamo tuttora, ma siamo stati così stupidi da ferirle e lasciarle andare via. Prendete questa esibizione come un modo per chiedervi scusa-
Dopo la piccola introduzione di Corey le luci divennero soffuse, un riflettore si accese puntando su di lui e su Carrie e partì la musica.

(Nota autrice: a questo punto vi consiglio di ascoltare la canzone, ovvero “I miss you” dei Blink 182)
 
Hello there, the angel from
my nightmare
The shadow in the background of the morgue
The unsuspecting victim
of darkness in the valley
We can live like Jack and Sally
if we want
Where you can always find me
And we’ll have Halloween and Christmas
And in the night we’ll wish
this never ends
We’ll wish this never ends

(I miss you, I miss you)
(I miss you, I miss you)



Dopo quella strofa cantata insieme, Corey s’impadronì del microfono.
 
Where are you?
And I’m so sorry
I cannot sleep
I cannot dream tonight
I need somebody and always
This sick strange darkness
comes creeping on
so haunting every time

 
Poi fu il turno di Carrie.
 
And as I started I counted
the webs from all the spiders
catching things and eating
their insides
Like indecision to call you
and hear your voice of treason
Will you come home and stop
this pain tonight
Stop this pain tonight



Ricominciarono poi a cantare insieme.
 
Don’t waste your time on me
you’re already
the voice inside my head
(I miss you, miss you)

Don’t waste your time on me
you’re already
the voice inside my head
(I miss you, miss you)

Don’t waste your time on me
you’re already
the voice inside my head
(I miss you, miss you)

Don’t waste your time on me
you’re already
the voice inside my head
(I miss you, miss you)

Don’t waste your time on me
you’re already
the voice inside my head
(I miss you, miss you)

I miss you (miss you, miss you)
I miss you (miss you, miss you)
I miss you (miss you, miss you)
I miss you (miss you, miss you)


(I miss you, miss you)
 
Quando le ultime note della canzone si spensero, la folla impazzì.
A sovrastare gli applausi e le grida fu la voce di Carrie al microfono.
-Ora, vorremmo che le persone a cui è dedicata questa canzone salissero sul palco. Laney e Larry, venite-
I due, che stavano per piangere dalla gioia, si precipitarono rispettivamente da Corey e Carrie.
-Non ci posso credere, Corey. Hai fatto tutto questo per me?-
-Ehi, Pulce, io farei di tutto per te, anche rinunciare ai toast al formaggio-
La rossa rise facendo spuntare un sorrisetto sul volto di lui.
-Ecco perché ti amo-
Il blu prese il viso della ragazza fra le mani e azzerò la distanza fra di loro.
Intanto Carrie e Larry, tanto per non cambiare, stavano discutendo.
-Hai preparato tutto questo tenendomi all’oscuro?- disse lui a metà fra il sorpreso e l’irritato.
-E se no che sorpresa sarebbe stata?- rispose la blu.
-Sai che bastava chiedermi scusa, vero?- il suo tono si ammorbidì.
-No, mi piace di più fare le cose in grande- Carrie sorrise e avvicinò il suo viso a quello del rosso.
-Carrie, aspetta un attimo..io non credo che…- balbettò lui sudando freddo.
La ragazza si spazientì.
-Senti, zitto e fatti baciare-
Le loro labbra si unirono completando una scenetta da fiaba.
A quel punto, approfittando del momento, anche Kim e Kin si baciarono.
Invece Kon e Konnie si abbracciarono in segno di amicizia.
La gente nella sala applaudiva a quelle coppiette felici.
Ma, per i nostri beniamini, l’atmosfera si stava facendo troppo melensa.
Era arrivato il momento di rispolverare le loro origini.
-Gente di Sunset City, siete pronti per il rock?- urlò Corey nel microfono.
La folla si scatenò in segno di assenso.
I musicisti, preso possesso degli strumenti, si scambiarono uno sguardo d’intesa.
-Uno, due, tre, quattro-
 
We got a band in my garage
and our own little entourage
but my words aren’t coming out quite right

Who knew?

My basket-case sis
was a lyrical genius
but only when her life’s a complete mess
Gotta keep her mood on a rockin’ roller coaster
while we’re chasing gigs all around this town
When we drive her so nuts that she can’t control
her feelings, she’s wicked profound!
Now, we’re gonna rock
and we’re gonna roll

We are Grojband
Woah, now

We’re gonna rock
and we’re gonna roll

We are Grojband
Whoooa!

(*)
 
Un grande applauso concluse la performance dei ragazzi.
Tutti e otto, ritornarono in pista per godersi il resto della serata.
Il resto della serata migliore della loro vita.
 

Alla fine della festa
La sala era ormai vuota.
A parte gli inservienti che si accingevano a pulire i pavimenti, era rimasta un’unica persona.
Si trattava di Trina, seduta ad un tavolino che giocherellava con un sottobicchiere.
Sembrava stanca e triste, non era la Trina di sempre.
Sola.
Quella parola era stampata a caratteri cubitali nella sua mente.
Non ci aveva mai pensato prima di allora, ma ora che se era resa conto era troppo tardi.
Insomma, la sua reputazione era ormai impossibile da modificare e gli amici non cadono certo dal cielo.
-Ehi- una flebile voce attirò l’attenzione della ragazza.
Si girò e vide Mina accanto in piedi accanto a lei.
-Se sei venuta per dirmi che sono una persona orribile, puoi anche risparmiare il fiato perché lo so già-
La ragazza non si perse d’animo e si sedette di fronte alla sua ex-migliore amica.
-Trina, stavo pensando che…beh…visto che hai capito cosa hai fatto in tutti questi anni, noi potremmo…ecco…essere ancora amiche, se ti va- la sua voce era incerta, voleva essere il più delicata possibile.
Trina alzò gli occhi verso Mina, la vide sorridere.
-Saresti davvero disposta ad essere amica di una come me?- chiese incredula.
-Ma certo-
Sul volto della ragazza dai capelli rosa si dipinse un ampio sorriso.
Le due si abbracciarono, fu uno di quegli abbracci sinceri da migliori amiche.
-Io e Nick andiamo a mangiare la pizza nel locale di fronte, vuoi venire?-
Trina non se lo fece dire due volte, si alzò e si diresse con l’altra verso l’uscita.
Forse nel mondo esistono persone abbastanza buone da accettare anche qualcuno come Trina, se quel qualcuno vuole davvero cambiare le cose.
 

16 luglio
Ci sono quelle esperienze che sono capaci di aprirti un mondo totalmente diverso.
Sono capaci di farti capire, perdonare, rimediare.
Possono scrivere nuove storie o dare una fine a quelle vecchie.
Possono creare nuovi rapporti e metterne a dura prova altri.
Ci sono esperienze che ti fanno paura, ti spaventano con i loro misteri.
Ma non bisogna temerle.
Bisogna buttarsi a capofitto in queste nuove avventure.
Magari starai male, soffrirai.
Alla fine però otterrai sempre qualcosa.
Magari degli amici, come è successo a Trina.
Oppure avrai la possibilità di chiarire le questioni in sospeso, come Carrie e Larry.
O potrai dire quello che non hai mai detto, come Corey e Laney.
Magari troverai un nuovo amore, come è successo a Kim e Kin.
Oppure qualcuno con cui poter ingurgitarsi di gelato, come quei pazzi di Kon e Konnie.
O ancora potrai rafforzare un legame, come i fratelli Kujira.
Queste esperienze ti rimarranno sempre nel cuore, anche quando finiranno.
Già, perché anche le cose più belle devono finire.
Rimarranno però le risate, le follie, le promesse, gli indirizzi, i numeri di telefono, i baci, gli abbracci, le fotografie.
Qualcosa resta sempre.
Tutto ciò che chiede è di essere custodito.
Così avrai il tuo bagagliaio di ricordi sempre dentro di te.
E poi?
E poi dritti verso un nuovo viaggio.




(*) E’ la sigla originale di Grojband (versione estesa)
 




 
Angolo Angy
E così siamo giunti al termine di questa long *sigh*
Questo è decisamente il capitolo più lungo che abbia mai scritto (2682 parole!) e mi sono impegnata moltissimo.
Spero solo che sia venuto bene e che questo finale vi piaccia ^^
A proposito, la piccola “riflessione” finale non so da dove sia uscita ma sentivo che ci voleva qualcosa di poetico.
Ditemi se credete abbia fatto bene o se credete abbia rovinato tutto.
Ringrazio vivamente tutte le persone che hanno recensito questa long, ovvero:
Laney Penn
marti_penn
Farfalla_Lilla
Ovis_Chan

Senza di voi non ce l’avrei fatta ad arrivare fino alla fine c:
Ringrazio anche tutti quelli che hanno letto senza recensire ^^
Beh, che vi posso dire?
Se siete arrivati fino a qui, lasciate per favore una recensione =)
Alla prossima
Angy

P.S. Grojband rocks!

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