Take a walk on the wild side.

di teenagerunaway13
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo uno. ***
Capitolo 2: *** Capitolo due. ***
Capitolo 3: *** Capitolo tre ***



Capitolo 1
*** Capitolo uno. ***


L'ultimo giorno di scuola. Così comunemente chiamato, ma no, non per Wren. Quel giorno per lei, significava l'inizio di una nuova, bellissima, strabiliante avventura con sua cugina che sarebbe venuta nella sua 'casa' per un'Estate intera. La 'casa' di Wren, non poteva esser definita tale, semplicemente, perchè era molto di più per lei. Era il posto in cui è stata portata per essere protetta, era il posto in cui, dieci anni fa, si rifugiava, quando veniva picchiata dai suoi genitori, era il posto in cui aveva trascorso tutti i bei momenti, seduta sul grande ed ambio davanzale della finestra che dava sul pontile del lago, con la sua migliore amica: Juliet. Era un posto speciale per lei, Juliet e suo nonno. Suo nonno era l'unico parente che Wren avesse, l'unico che si era preso cura di lei dopo che i genitori furono arrestati per sfruttamento minorile, e lei si era dovuta trasferire lì con lui, nella casa in campagna, a lavorare nella pesca sul lago: il suo compito era di dare da mangiare ai pesci, per poi pescarli e venderli al mercato del suo paesino sperduto in mezzo alle campagne dell'America.
Wren si alzò a causa del continuo suonare della sua sveglia, si mise seduta sul suo letto da una piazza e mezza ancora con gli occhi chiusi, se li stropicciò e si tolse i capelli dalla faccia.
Davanti al suo letto si trovava un'ampia finestra, che si affacciava sul lago e Wren vide suo nonno chee stava dando da mangiare ai pesci. Quella scena la fece sorridere come una bambina, era così fiera di suo nonno Derek.

Con la sua maglietta a maniche corte rosa, con dei pantaloncini di cotone neri e con le sue ciabatte a forma di coniglietto, si diresse al piano superiore, meta: la cucina. Come ogni mattina, il nonno, non aveva preparato la colazione ma la povera Wren ci era ormai abituata: beveva il latte dal cartone e se proprio aveva voglia prendeva una manciata di cereali dal contenitore situato nella credenza più in alto per far si che suo fratello di sette anni non si alzasse alla notte per mangiarlseli tutti, e se li 'lanciava' in bocca; nei modi di fare Wren era proprio un maschiaccio , come la definiva il suo ragazzo, Michael.
Finita la breve colazione Wren si preparò per affrontare il suo ultimo giorno di scuola, si guardò allo specchio prima di uscire e pensò che, infondo non era poi così tanto brutta, capelli castani chiaro, occhi profondi e marroni, nasino all'insù e labbra...normali. Non era niente di speciale, era una ragazza 'monotona' , 'comune'. 
Finite le sue riflessioni la ragazza prese la sua borsa a tracolla color verde militare contenente i libri e uscì di casa, andò al pontile per salutare suo nonno con un bacio sulla guancia e un abbraccio. Dopo circa cinque minuti Wren, sentì il clacson del bus suonare ed entrare nella fangosa stradina di casa sua, a quel punto si alzò si mise le scarpe, salutò suo nonno un'ultima volta e si diresse verso l'autobus che aveva come destinazione il manicomio, ovvero la scuola.

- Ciao Catherine! - salutò la ragazza, l'automobilsta. Ormai si conoscevano da anni ed era diventata un po' la sua migliore amica; Wren si guardò intorno cercando un posto libero per poter sedersi, e l'occhio cadde sul suo ragazzo, Michael che la guardò ossessivamente. Si diresse verso di lui, ma nel breve tragitto ricevette una sberla sul sedere. La ragazza si girò divertita sapendo già chi fosse: Ashton Irwin, il suo migliore amico.
-Sempre più sodo Hogan- le disse ridendo.
-Prima o poi te la taglio quella mano, Irwin- rispose ridendo.
 -Sempre gentile Hogan, vero?- disse Ashton ridendo a sua volta.

Wren si sedette al proprio posto e si guardò intorno: c'era il disordine totale in quel bus, c'erano ragazzi e ragazze, e in quel momento pensò: 'Cosa stavo pensando prima?Non ero poi così male?Non ero poi così brutta?Wren, ti si è fuso il cervello!'


Finite le cinque ore di scuola Wren si diresse, a piedi, tutta sola verso casa e pensò a sua cugina che veniva da Sidney, aveva un'amore incondizionato per quella città, ma non so per quale motivo gli australiani non le andavano a genio. La ragazza, così immersa nei suoi pensieri che non si accorse nemmeno che era già arrivata a destinazione. Mille domande le frullarono nella mente vedendo che suo nonno era ancora a casa: perchè non era a prendere sua cugina all'aereoporto?Perchè nonno era ancora a casa?
Wren entrò più veloce della luce in casa e trovò suo nonno in compagnia, ma quella compagnia non era sua cugina, poco ma sicuro.

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Capitolo 2
*** Capitolo due. ***


*scusatemi non ho un banner uff*


-Nonno?Sam?E' già arrivata?E' qui?Insomma, dov'è?- disse evitando lo sguardo ghiaccio del ragazzo di fianco a suo nonno. Wren era confusa. Sam doveva già essere arrivata, Sam non doveva essere a Sidney. 
Suo nonno la scrutò bene, con un'espressione di disappunto. 
-Ciao anche a te mia cara nipotina- rispose Derek, la ragazza roteò gli occhi al cielo esasperata, voleva sapere tutto, la curiosità la stava mangiando dentro -e no, Sam non è in America e mai ci arriverà.- 
No aspettate, questo è uno scherzo pensò Wren. Non poteva farle questo sua zia, non poteva e basta, quella era la loro estate da sogno, quell'estate era loro e basta di nessun altro. Aveva già in mente due milioni di cose da fare con Samantha, dovevano spassarsela, dovevano vivere, dovevano cambiare insieme. 
Wren non si sentì molto bene in quel momento.
-Perchè?- chiese Wren diserata. La fronte le cominciava a sudare e le si formò un nodo in gola. 
-Non è stata promossa, e sai com'è sua madre- già, mia zia, ovvero la madre di Sam, era severissima, non le concedeva mai niente, nessuna libertà, niente di niente: proprio per questo quella doveva essere l'occasione, quest'estate, di essere giovani, belle e libere.
Wren sentì la rabbia ribollire dentro di lei.
-Vaffanculo a te- indicò suo nonno, con una rabbia che nemmeno sapeva di avere - e vaffanculo anche a te- questa volta indicò quel ragazzo con i capelli biondi e gli azzurri che stava di fianco a suo nonno. Wren si girò, sbattè i piedi sulla veranda e scese i tre gradini.
-Dove pensi di andare, Wren?!- urlò suo nonno. Basta, voleva solo essere lasciata in pace, voleva solo, per una volta, non essere la sfigata di turno che passava l'estate in compagnia di suo nonno, per una volta voleva essere una ragazza bella, libera, che va alle feste ubriacandosi per poi tornare al mattino, voleva vivere come facevano i ragazzi della sua età, voleva vita.
-Da Michael- rispose con sguardo di sfida. In realtà non voleva andare da lui, era troppo possessivo, era più simpatico quando erano solo amici.
-Resti qui, dobbiamo pescare, domani c'è il mercato- no, no, no e poi no - e poi non ti ho ancora presentato questo giovanotto!- disse entusiasta Derek.
Wren proprio non ci teneva a conoscere nessuno. Era triste. Voleva Sam. Solo lei. 

Aveva sui diciasette anni, il ragazzo, aveva i capelli biondi fissati in una cresta, occhi azzurri, alto e abbastanza robusto. Il nonno di Derek diede una spallata al giovane che se ne stava impalato dietro al tavolo della cucina, senza dire una parola.
-Piacere, sono Luke, Luke Hemmings vengo da Sidney, e non so perchè mi ritrovo in questo posto di merda- detto questo, fece un sorrisino ironico.
-Oh andiamo smettila- disse Derek
Il ragazzo era australiano, già questo era abbastanza per Wren. Gli australiani erano antipatici e con la puzza sotto il naso. Aveva ragione. 
Luke aveva solo un anno in meno di lei e già se ne andava in giro per il mondo, maledizione. Lo desiderava anche lei, desiderava scappare, per quanto amasse suo nonno non ce la faceva a stare qua.
-Ho chiesto io la presenza di Luke qua, così potrebbe aiutarti con la pesca- il ragazzo fece una faccia disgustata e ricevetta un'occhiataccia dal vecchio che riprese -sua madre ed io eravamo d'accordo, solo che Luke non lo sapeva- ridacchiò il nonno. 
Lo trucidava con lo sguardo, Luke voleva affogarlo, era un vecchietto senza cuore, pensò. E come aveva potuto sua madre ingannarlo così?Lui doveva andare a Los Angeles con i suoi amici per un'estate da sogno. E invece no. A Luke veniva solo a prendere a parole chiunque. Quel posto era sporco, era in camagna, e non conosceva nessuna apparte quella ragazza, Wren e il vecchio, Derek. Non gli stava molto a genio nè la ragazza nè il nonno, non gli andava a genio niente e nessuno.

-Il piacere è tutto tuo, Luke- sorrise Wren. La sua estate era rovinata, era tutto rovinato. Doveva aspettare ancora un anno per la sua estate, per il suo momento. 
Scese dalla veranda e si ritrovò la macchina delle sue compagne di classe, quelle oche, stupide insulse senza cuore. Fecero partire la macchina facendo schizzare tutto il fango addosso a Wren. Vaffanculo

-Hey, ragazza esca!Chi si rivede!- risero entrambe. Veniva chiamata ragazza esca solo perchè lavorava al lago, ogni volta che sentiva quel nomignolo, lo stomaco le si rivoltava. Si chiedeva sempre come la gente poteva essere così cattiva.
-Stai attenta all'acqua, o farai la fine di Hood- risero, maligne, ancora.
Non reagì, lei non fece niente. Wren fissava le enormi piante davanti a lei senza dire una parola, con lo sguardo nel vuoto, non aveva la forza di reagire. 
-Tutto bene?- chiese cautamente Luke, che si posizionò alle sue spalle.
-Non va bene per un cazzo, non va bene niente. E poi chi cazzo sei, di certo non vengo da te a raccontare i miei problemi, levati- 
Andò verso Luke dandogli una spallata, non molto delicata, correndo in casa al piano di sotto: camera sua. Non voleva vedere nessuno, quel giorno che era incominciato nel migliore dei modi era finito nei peggiori. Prese il suo cellulare , da ghetto, e chiamò Juliet. Solo lei potreva capirla in quel momento.

Arrivò sera e Wren non toccò cibo, non ne aveva la minima voglia, non aveva pensieri, la sua mente cercava ancora un modo per dire che tutto quello che era successo poche ore fa era solo uno scherzo che aveva ideato Sam e che ora entrava dalla sua porta baciandola e abbracciandola, ma l'unico essere umano ad entrare in quella porta fu un australiano. Wren fece finta di niente e continuò ad osservare il lago fuori dalla sua finestra.
-Ciao- cercò si socializzare il biondo. La ragazza fece un mogugno fregandosene ancora della sua presenza.
-Quindi tu hai finito a la scuola oggi eh?A me aspetta ancora un anno prima di andare al college- fece un risolino nervoso, forse perchè Luke era nervoso ma continuò lo stesso -comunque quello è il mio letto?- indicò un vecchio letto tutto polveroso di fianco a quello pulito di Wren. 
-Si- rispose semplicemente lei. Non aveva voglia di sorridere e far la carina con colui che le aveva rovinato la vacanza -però ora dormiamo domani abbiamo il mercato- disse Wren.
Luke fece un risolino. Non aveva alcuna intenzione di andare al mercato, lì ce il pesce e il pesce puzza e di conseguenza anche lui puzzerebbe e bleah; gli vennero i brividi al solo pensiero.
-Non ci vengo- disse Luke con una tranquillità tale che a Wren fece girare le palle.
-Senti, caro il mio australiano, non mi stai per niente simpatico, quindi o fai come diciamo io o mio nonno oppure dormi nello sgabuzzino con i vermi, okay?Okay.-
Le luci si spensero in casa Hogan, e Wren continuò a pensare a come passerà l'estate.





Ciao ragazzzzzzzuole.
E' il primo capitolo della mia prima ff e io ricevo 5 recensioni.
PORCA PUTTANA 5 RECENSIONI
VI AMO ODDIO.

Volevo scusarmi per l'enorme ritardo non succederà più (forse) lol.
Faccio ritardo e mi presento con un capitolo fondamentale ma altamente schifoso e scritto male. 
Non sono molto soddisfatta, l'ho riscritto più volte e questo è il meglio che mi è venuto, scusate.
Volevo ringraziare tutte le ragazze che hanno messo tra i preferiti, seguite e ricordate e chi ha recensito!
Grazie.
Ci vediamo al prossimo capitolo, non abbandonatemi eh!<3


ps: scusatemi per eventuali errori nel capitolo ma non ho tempo per rileggerlo.



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Capitolo 3
*** Capitolo tre ***


Grandi nuvole si vedevano in lontananza: era Estate, ma sembrava proprio che da lì a poco si sarebbe scatenata una vera e propria tempesra e Wren aveva paura della pioggia, dei lapi, dai tuoni e in questo caso aveva paura anche per suo nonno che aveva deciso di andare al mercato da solo e non era ancora rientrato.
Nell'attesa Wren era sdraiata sul suo comodo letto ad una piazza e mezza, da sola con i suoi pensieri. Da quasi un anno, non aveva una grande varietà di pensieri ed emozioni, era arrabbiata con tutti, era stanca, era fredda, distaccata e non ce la faceva più perchè più i giorni passavano e più lei soffriva per la sua mancanza al suo fianco. Non perchè lui non volesse stare con lei, lui non poteva. Se solo quel giorno lei non avesse avuto quel capriccio, se solo lei non lo avesse distratto, tutto questo non sarebbe successo e Wren si odiava per questo. La colpa era solo sua se lui stava in quelle condizioni, aveva privato di vita una persona e si considerava un mostro. Sentiva un groppo alla gola, ogni volta che ci pensava sudava freddo e le veniva da piangere, tutto questo da un anno.
Wren tornò in sè quando vide qualcosa illuminarsi con la coda dell'occhio: stava ricevendo una chiamata. L'ansia le salì credendo che si trattasse di suo nonno magari gli era successo qualcosa e non se lo sarebbe mai perdonato. Dalla troppa agitazione non guardò nemmeno il nome che apparse sullo schermo e rispose.
-Pronto?- disse con un tono di preoccupazione.
-Tesoro, sono tuo nonno- uh, poteva tirare un sospiro di sollievo - volevo solo avvisarti che ho avuto una chiamata molto importante, ti spiegherò in seguito, da un mio amico, vado a casa sua in california, porto il tuo fratellino con me: dici che tu e l'australiano siete capaci di badare a voi stessi?- esclamò Derek tutto felice.
Di solito faceva questi viaggi inaspettati o per questioni di lavoro, essendo anche un avvocato, o semplicemente perchè era stato invitato per una semplice vacanza da un suo amico o collega. 
Wren però non era molto contenta di questa sua scelta: lei non rientrava nei piani del nonno e poi diciamocelo chiaramente, non aveva per niente voglia di stare con quel...quell'essere in giro per casa, non aveva voglia di condividere niente con nessuno specialmente con Luke. 
-Va bene nonno, ma i vestiti e le tue cose?Qunato starai via?- sbuffò.
-Starò via una settimana credo. Ah e comunque tutte le mie cose ce le ho anche in California tu stai tranquilla.- Wren roteò gli occhi, tipico di suo nonno: lasciava sempre vestiti o cose personali in giro per ogni evenienza.
-Va bene, stai attento però- strinse le labbra e corrugò la fronte in una smorfia simpatica. Certo, Wren era felice per suo nonno, ma aveva paura che succedesse qualcosa sia a lui sia a Joe, il suo piccolo fratellino.
Derek rise e le raccomandò di badare a se stessa e al biondino poi chiuse la telefonata.
Bene, ora era da sola in casa, si perchè di certo non poteva contare sulla compagnia di Luke. A proposito di questo Wren si alzò dal suo letto, si diede una pettinata ai capelli tutti arruffati e andò a cercare Luke per informarlo di questa notizia: andò a cercarlo nella piccola pineta, guardando su ogni panchina ma niente, andò sul pontile e di Luke nessuna traccia. Infine andò a vedere nel gazebo, dove tenevano i vermi e a Wren venne un connato di vomito vedendo quella scena orribile.
La sua migliore amica, Juliet avvinghiata con passione alle labbra di Luke.
-Juliet!- urlò scioccata Wren. Le venne nache un po' da ridere sinceramente, non se lo sarebbe mai aspettato, lei, la dolce e tenera Juliet con uno sconosciuto.
I due con faccia altrettanto scioccata si staccarono subito e un colorito rosso si formò sulle guance di entrambi.
-Oddio che orrore!Mi farò gli incubi la notte ora grazie a voi due!- esclamò Wren coprendosi completamente il viso con le mani. Che situazione imbarazzante pensò.
-Si...io...beh, si era fatto male alla mano e io, insomma stavo cercando di aiutarlo e, io si...ecco ero venuta a trovarti...oddio!- disse Juliet imbarazzatissima. In fondo lei era venuta per Wren, poi però aveva sentito un urlo arrivare dal gazebo e vide Luke con una mano sanguinante e il resto lo sappiamo tutti.-Che 
-Ciao Wren- salutò lui con un sorriso che gli arrivava da un orecchio all'altro e con aria innocente. L'occhio di Wren cadde sulla mano di lui sanguinante: idiota, pensò.
-Che ti sei fatto?- esclamò lei, insomma era un pochetto preoccupata, in fondo lui era sotto la sua protezione, era più piccolo e poi Derek si fidava di loro e se avesse visto cosa aveva combinato Luke sarebbe scoppiata una tragedia.
Con titubanza Luke si guardò la mano dolorante, con una smorfia.
-Oh beh, io...si insomma stavo cercando di...- lasciò la frase a metà con un sospiro: Luke era davvero dispiaciuto, non voleva far preoccupare nessuno.
-Ma si può sapere cosa ti dice quella testa bacata?Nessuno ti aveva chiesto di fare niente, sei sotto la mia responsabilità!- esausta, Wren era esausta di sentirsi in colpa per tutto.
Luke alzò il sopracciglio contrariato: da quando era sotto la sua repsonsabilità?Aveva diciassette anni ed era abbastanza grande per badare a se stesso e di certo non aveva bisogno di nessuno soprattutto di quella smorfiosetta, pensò.
-Da quando sono sotto la tua responsabilità?Eh?- si alterò lui.
Juliet, sentendosi decisamente di troppo preferì intervenire per il bene di entrambi.
-Non vorrei interropervi eh- disse sarcastica -ma abbiamo un ferito è meglio se lo porti all'ospedale, Wren. Ci vorranno dei punti- ovviamente, pensò Wren.
-Non...non c'è bisogno di andare in ospedale- Wren era nel panico: era mesi che non ci metteva più piede dentro e l'ospedale non le portava alla mente di certo dei bei ricordi,  lì dentro c'era lui e poi l'ospedale più sicuro nei d'intorni si trovava a 3 ore dalla sua casa. 
Juliet capì tutto e pensò che fosse meglio andarsene prima che scoppiasse una guerra tra Wren e Luke che continuavano a lanciarsi occhiate non molto carine, così salutò e se ne andò.
-Vieni in casa, ho fatto un corso di pronto soccorso so come mettere i punti- 
Un'espressione terrorizzata prese il sopravvente sul volto di Luke: non si sarebbe mai lasciato toccare da Wren nessuno gli assicurava niente.




-Non avvicinarti- urlò Luke vedendo Wren avvicinarsi con l'ago. Bambino, pensò Wren, insomma lei era davvero capace di mettere i punti perchè non si fidava?
-Oh andiamo fai l'uomo!- urlò a sua volta lei esasperata.
Dopo una buona mezz'ora che Wren cercava di convincere Luke a farsi mettere quei benedetti punti, Wren cedette: com'era possibile che un ragazzo grande e grosso come lui avesse paura di uno stupido ago?E' proprio vero che l'apparenza inganna pensò lei.
-Allora aspetta che ti lego con uno straccio la mano per evitare che perda ancora sangue e poi andiamo all'ospedale, tanto mio nonno non tornerà prima di una settimana- urlò dal salotto per farsi sentire da Luke che si era chiuso in bagno.


Non fece domande su Derek e salì in macchina con Wren alla guida, accese il motore e mentre stava per partire Luke protestò: che antipatico pensò lei.
-Posso guidare io?- 
Wren lo guardò male: si può sapere che gli salta in mente?Con il pollice fuori uso?Wren non gli avrebbe mai lasciato guidare, infatto fece segno negativo con la testa e Luke mise il broncio.
-E dai Wren!Ho solo il pollice fuori uso!- Luke fece il labbruccio, sapeva benissimo che avrebbe guidato lui, aveva capito che lei era una testa dura, che quando prendeva una decisione era difficile toglierla dalla testa.
Wren fece un'espressione di sofferenza e saltò giù dalla macchina brontolando degli insulti verso di lui che non fece altro che farlo scoppiare a ridere.
-Non è insultandomi che arriviamo più in fretta all'ospedale- borbottò Luke mettendosi comodo alla guida con uno spendido sorriso che avrebbe fatto innamorare chiunque.
-Nemmeno ci volevo andare all'ospedale è tutta colpa tua, ti odio- disse Wren con disprezzo puntando gli occhi davanti a e piantando in faccia un'espressione decisa.
-Ma che hai contro gli ospedali?- esclamò Luke esasperato mettendo in moto la Range Rover  e partendo, schizzando il fango con le ruote. Wren si girò furiosa, schioccando la lingua.
-Fatti i cazzi tuoi e guida, australiano-


 
Ehm...ciao?
Si lo so il mio ritardo è vergognoso!
Ritorno dopo due mesi con un capitolo insignificante.
Non avevo ispirazione, non sapevo che scrivere, vi assicuro che questo capitolo è stato una specie di parto.
Anyway, paliamo di voi e di quanto vi amo: insomma 10 recensioni allo scorso capitolo.
10 recensioni.
10 RECENSIONI PORCA PUTTANA VI AMO.
Sono contentissima che vi piaccia la storia, poi ovviamente ringrazio chi ha messo tra i preferiti, seguite, ricordate.
Ringrazio le lettrice silenziose, vi vedo eheheh no okay.
Spero di non arrivare in ritardo con il quarto capitolo!
E niente, spero che il capitolo vi sia piaciuto, in tal caso fatemelo sapere!
Vi amo.
-teenagerunaway13

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