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“Cari ragazzi, a causa
del mio impegno matrimoniale, mi vedo costretto a cancellare la lezione di oggi
e ad augurarvi le migliori vacanze estive. Divertite ed esercitatevi tutti i
giorni: come ben sapete le arti marziali sono discipline da curare e nutrire
ogni giorno, costantemente. Se avete bisogno di consigli o aiuti sarò
reperibile su questo numero, anche se temo ci saranno complicazioni, dovute
alle interferenze, dal momento che la mia mogliettina vuole trascinarmi a Roma,
per passare queste vacanze in una delle più famose città
italiane. Vi auguro gioia, felicità e fate i bravi, mi
raccomando…A settembre ragazzi! Un saluto dal vostro
maestro Kakashi”
Temari si stropicciò
gli occhi e prese in mano il cellulare che continuò a vibrare per diversi
secondi, poi smise. La ragazza lesse attentamente il messaggio del suo maestro
e si limitò a fare una piccola smorfia e a posare il telefonino sul
comodino, per poi lasciarsi cadere sul letto con lo sguardo fisso sul soffitto e
le braccia divaricate sul morbido cuscino rosa.
Si alzò in piedi e
accese la televisione con un’espressione apatica, stando certa che avrebbe
spento quella dannata scatola dopo uno zapping veloce e, di fatto, così
fece. Pensò allora che non valesse la pena poltrire in casa per tutti i
tre mesi d’estate e decise di seguire il vivace consiglio del suo maestro,
indossando un paio di calzoncini corti rosa, che era solita usare pergli allenamenti
in palestra e una canottierina bianca.
Non aveva un corpo da
ballerina, ma un corpo tonico e le curve al posto giusto; un bel viso, due
grandi occhi acquamarina e dei ricci biondi che era solita tenere a bada con
quattro codine che le davano un’aria piuttosto sbarazzina, ma dimostrava
pienamente i suoi 18 anni.
Uscì di casa ancora
un po’ assonnata e si diresse verso il campetto.
Camminava pensierosa, sgranocchiando
la sua barretta alla soia comprata in un chiosco pochi istanti prima.
Non aveva ancora compreso
che la scuola era finita davvero e che le tanto attese
vacanze estive erano finalmente arrivate.
Camminava a testa bassa,
lungo il corso pedonale al centro della città, fissando l’asfalto
consumato che ogni tanto si mischiava a ghiaia e sassolini, senza accorgersi
degli urti contro i gomiti dei passanti o delle biciclette impazzite che le
suonavano.
Era tutta persa nel suo
mondo e non riusciva a capire che diavolo le fosse preso.
Solitamente, quando la
malinconia s’invaghiva di lei, era solita andare dal suo maestro per un
allenamento individuale, così da potersi sfogare e tornare a casa
rilassata e tranquilla.
Ma adesso il maestro era in
viaggio con sua moglie in Italia e lei avrebbe fatto carte false per
raggiungerlo.
Era molto legata al suo
insegnante che la conosceva da più di cinque anni, l’unico che si
fosse sempre reso disponibile ad ascoltare i suoi momenti di crisi alternati a
quelli più gioiosi o di pazzia.
Kakashi era come uno zio per
lei, era sempre stato il suo unico punto di riferimento e il pensiero che non
ci sarebbe più stato per lei per quei tre lunghissimi mesi le faceva
stringere un nodo allo stomaco.
Non provava alcuna attrazione
nei confronti di Kakashi, se non tanta ammirazione e un bene paterno, un bene
che purtroppo non aveva mai nutrito nei confronti di suo padre, sempre assente
e preso dalle sue faccende di lavoro.
***
Temari arrivò, quasi
senza accorgesene, al campetto di calcio e con sua gran sorpresa vide che non
era stata l’unica ad aver avuto quell’idea.
Naruto era seduto
sull’altalena, ormai fuori uso,a bofonchiare
qualche regola in vista dell’esame teorico di arti marziali, che si
sarebbe svolto al rientro dalle vacanze e Hinata lo aiutava a imparare le
formule a memoria.
Si poteva notare con quanta
facilità la piccola Hinata arrossiva ogni qual volta il ragazzo la
guardava negli occhi, speranzoso di aver azzeccato la regola.
Naruto aveva sempre
dimostrato di essere un ragazzetto coraggioso e molto intelligente, sebbene
spesso e volentieri la sua stupidità prendesse il sopravvento.
Hinata era ancora una bambina,
sebbene avesse solo due anni in meno di Temari, ma aveva un grande cuore e
tanta di quella generosità da far invidia a tutti.
Temari non capiva
perché Naruto non si accorgesse delle attenzioni della piccola Hyuga, ma quella strana “coppietta”, non ancora
sbocciata, la faceva tanto ridere e allo stesso tempo provava tenerezza nel
vederli insieme.
Neji tentava, invano, di
spaccare in due, con la sola forza del lato della mano destra, una tegola, posizionata
sopra due mattoni messi in verticale, con Ten-Ten che lo guardava attenta e si
compiaceva dei miglioramenti conseguiti dal suo ragazzo; miglioramenti che, probabilmente,
solo lei vedeva.
Era incredibile come quella
coppia durasse ancora dopo così tanto tempo.
Il giorno stesso in cui
l’amica le aveva confessato con tanta euforia che Neji Hyuga le avevo
chiesto di mettersi con lui e che lei aveva accettato senza indugio, Temari era
convinta che la storiella amorosa sarebbe durata al massimo
tre settimane e siccome si sentiva buona, aveva dato come scadenza definitiva
un mese. Invece, a discapito delle voci che giravano riguardo al dato di fatto
che quei due non fossero assolutamente compatibili, Neji e Ten-Ten stavano
insieme da ben due anni ormai e Temari si dovette ricredere su di loro, poiché
anche se le rodeva ammetterlo, notava in Neji una grande tenerezza e
premurosità nei confronti della sua amica.
Ten-Ten era in assoluto la
sua confidente numero due, dopo Kakashi e per questo era davvero felice per
loro.
La ragazza dai quattro
codini biondi attraversò il campetto per raggiungere i suoi fratelli e
gli amici Choji e Kiba.
I quattro stavano seduti su
di una panchina in fondo al campo, ingozzandosi di patatine con Akamaru di
fronte a loro, accovacciato e scodinzolante, che non smetteva di fissare il
pacchetto di quelle invitanti crik-crock, quasi a volersele mangiare con la
forza del pensiero.
- Ehi Tem! - urlò
Kiba sfoderando uno dei suoi sorrisi a 32 denti.
- Buongiorno Kiba, ciao
Choji…Gaara, Kankuro,,, - rispose la biondina
facendo per sedersi vicino a suo fratello minore, Gaara.
- Hai ricevuto il messaggio
del maestro Kakashi?- chiese Choji, mentre stava per ingurgitare una manciata
di patatine.
- Ovvio che sì, altrimenti
non sarei qui, ti pare? - rispose sarcastica la ragazza.
Temari non aveva nulla
contro Choji, ma doveva ammettere che a volte quel suo fare poco-fine,
specialmente quando mangiucchiava, le dava un po’ sui nervi.
Era anche un bel ragazzo a
vederlo bene: sensibile e molto dolce, quando voleva, ma decisamente fuori
forma.
I suoi passatempi erano
mangiare, bere, pettegolezzi e ancora mangiare.
- Perché non mi avete
svegliata? Sarei venuta con voi…-
- Scusa sorellina, ma se ti
avessimo svegliata era certo che ti saresti messa a sbraitare e a rimproverarci,
come al solito…Sappiamo tutti che sei intrattabile la mattina - replicò
il fratello maggiore Kankuro, con una certa cadenza ironica e cantilenante.
- Intrattabile, io? - chiese
accigliata la ragazza sgranando gli occhi.
- Sì Temari…mi
dispiace, ma la tua acidità raggiunge l’apice appena ti svegli - sorrise
divertito Gaara.
- Siete consapevoli del
fatto che stasera io vi riporterò a casa a calci in culo, vero?- ribattè
con ironia la sorella.
I fratelli si misero a
ridere e lo stesso fecero i due amici seduti di fianco.
In lontananza si facevano
sempre più vicine due sagome non ancora ben identificate, quando Temari
comprese chi fossero e non si trattenne dal roteare gli occhi al cielo.
- Oh gesù! No! Vi prego! Non fate
avvicinare a questa panchina quelle due! … - commentò la ragazza
con le mani sugli occhi.
Troppo tardi.
- Ciao ragazzi! Come va? - chiese una
delle due ragazze.
Era la più alta e aveva
dei lunghi capelli biondi, raccolti in una coda alta e legati con un nastro
colorato. I suoi occhi erano di un azzurro cielo incantevole e le ciglia
sbattevano sensuali, mostrando dei piccoli luccichini dovuti al rimmel.
- Buongiorno Ino! Volete sedervi? –
disse Kiba esataltato e già pronto per cederle il posto.
- No, grazie Kiba, sei gentilissimo, ma
siamo solo di passaggio. Tra poco andiamo al centro commerciale - risposte
l’altra ragazza dai capelli corti rosa e gli occhi verde smeraldo.
- Avete mica
visto Sasuke? – chiese quest’ultima.
- No Sakura mi
dispiace…- rispose Choji.
Gli occhi di Sakura si
riempirono di delusione.
- Ma come?!
E Shikamaru? - domandò Ino.
- Nara l’ho visto stamattina,
quando sono uscito di casa per portare Akamaru a fare due passi, ma non so dove
stesse andando sinceramente...- rispose prontamente
Kiba
- Ma è possibile che
quei due non si trovino mai in giro? – sbottò la biondina.
- Oh poverine…Come
faranno leBratz
della situazione senza i loro Bratz Boys?! - commentò sarcastica Temari,
soffocando una risata.
- Nessuno
ha chiesto la tua opinione, burina che non sei altro! - squittì Sakura.
-
Come m’hai chiamata scusa?- ruggì Temari alzandosi in piedi, con i
pugni stretti lungo i fianchi.
- Ti ha chiamata burina! O se preferisci, “buzzurra” va bene lo stesso? –
rispose con sicurezza Ino, sfoderando un sorriso falso.
- Ma
io ti ammazzo brutta troietta che non sei altro! Te e l’altra puttanella!
- Temari aveva già le mani che tremavano ma, per fortuna, aveva un certo
autocontrollo per certe situazioni e decise che non valeva la pena fare figure
in un luogo pubblico, così si
trattenne
dal mollarle uno schiaffo.
- Bè
quest’aria è troppo pesante per i miei gusti…meglio andare Sakura,
lo shopping ci attende! – esultò la biondina.
- Andiamo Ino…Ciao
ciao! – disse schioccando un bacetto con la mano, da vera gatta morta, a
tutti quanti.
- Bye bye boys…- la
seguì Ino agitando la sua lunga coda di cavallo e sculettando quasi
stesse camminando su una trave.
Le bocche dei maschietti
rimasero semichiuse, boccheggianti, come pesci.
Quelle due vipere Temari non
le aveva mai sopportate, fin dal primo giorno in cui le aveva incontrate al
parco di quella cittadella, in periferia di Tokyo.
All’inizio il loro
rapporto era un semplice saluto e un banale “come va”, giusto per
mantenere dei rapporti civili, ma da quando anche loro si erano iscritte al
corso di arti marziali, ovvero 4 anni fa, la sua sopportazione nei loro
confronti era completamente degenerata.
Di per sé Sakura era
la migliore tra le due.
Sakura, presa in disparte
senza Ino, non era poi così tanto una gallina,a
nzi, era dotata di una grande sensibilità e intelligenza.
In fondo cercava solo di
imitare la leader, Ino, ma spesso si scopriva come una ragazza timida e
insicura.
Dalla sua parte, Ino, quando
ci si metteva, sapeva essere una persona “normale”, ma ciò
accadeva davvero di rado.
Ma Sakura Haruno e Ino
Yamanka, insieme, erano un’arma letale perfetta per tutti i ragazzi di
una fascia d’eta compresa tra i 9 e 27 anni.
Vantavano una duplice fama:
o da ripugnanti avversarie o da brillanti beniamine da
seguire (secondo i gusti) per tutte le ragazzi sbandate.
Le loro tecniche di
seduzione e la loro stupidità femminile era un miscuglio afrodisiaco per
tutti i rampolli che non aveva un minimo di buon senso e spesso, anche per quelli
che il cervello lo avevano.
Purtoppo bastava poco per
renderli cretini tutto un tratto.
A guardarle bene non erano
poi delle grandi bellezze: Sakura aveva dei bellissimi occhi e un fisico
perfetto, ma aveva poco seno e una fronte decisamente troppo spaziosa; Ino era
più alta, snella e poteva vantarsi di un seno più che
soddisfacente, ma la sua bocca perennemente arricciata le dava un’aria da
vamp che, per molti aspetti, di sexy o sensuale non aveva nulla.
Forse quello che faceva
strabuzzare gli occhi ai ragazzi era il loro atteggiamento, sempre così
sicure di se stesse e altezzose, amanti dello shopping e delle serate brave in compagnia
del “meglio” della zona e dalla facilità con cui si approcciavano
al sesso maschile.
Ultimamente erano riuscite a
convincere i due sex-symbol del paese a uscire con
loro e, in effetti, c’erano già uscite svariate volte, ma senza
combinare alcunché a quanto riportava Choji (messaggero e portinaia del
villaggio: sapeva tutto di tutti e su tutti, sempre e da sempre. Il
“come” venisse a sapere e fosse aggiornato di tutti i gossip ogni
giorno rimaneva ancora un mistero irrisolto).
Sakura aveva sempre avuto un
debole per Sasuke Uchiha e dietro quell’aria da gatta morta, si
nascondeva una Sakura fragile e innamorata, ma non ricambiata.
Ino aveva sempre affermato
di voler far cadere ai suoi piedi Shikamaru Nara, per
poi lasciarlo pubblicamente nella maniera più patetica e meschina possibile,
proprio come aveva fatto lui qualche anno fa. La ragazza non aveva dimenticato
il giorno in cui lui la rifiutò davanti a tutti perché le disse
che a lui le ragazze non interessavano e soprattutto, non le interessavano le
ragazze brutte come lei.
Quella volta aveva giurato a
se stessa che un giorno gliel’avrebbe fatta pagare a caro prezzo.
- Guarda chi si vede!
Stanchi? – intimò Kiba ai due aggregati.
- Ciao Kiba…- rispose
Ten-Ten asciutta.
- Ce l’hai fatta Neji
a rompere quel benedetto pezzo di coccio o no? -
- Purtroppo non
ancora… – rispose il ragazzo asciugandosi la fronte con un
asciugamano.
- Ma ci è andato
molto vicino! E’ stato comunque bravissimo e domani sono
sicura che ce la farà! - lo difese Ten-Ten, contemplando il suo ragazzo.
- Ten-Ten…- cominciò
Kankuro - Non ho dubbi che il tuo ragazzo sia molto determinato e che un giorno,
forse non lontano, ce la farà davvero a rompere in due quel mattone, ma
vorrei farti notare che il poveretto qui …- disse indicando il giovane -
…Sono mesi che si ostina a tentare e ritentare e l’unica cosa
sicura che ottiene e qualche nuova fasciatura sulla mano…- concluse sarcastico il ragazzo.
- Grazie Kankuro, sei un
amico - rispose ironicamente Neji e schioccò un bacio a stampo alla sua
ragazza, la quale si accoccolò al suo braccio, sussurrandogli una frase
tremendamente dolce all’orecchio.
- Ma come siete carini! - civettò
l’inconfondibile voce di Naruto da dietro i due.
- Ciao Hinata! – la salutò
con calore Temari.
- C-ciao Temari, non ti
avevo vista arrivare - e per qualche strano motivo arrossì tutt’un
tratto: Naruto si era disteso a petto nudo sul prato per prendere il sole.
- Bell’idea Uzumaki! -
urlò entusiasta Kiba, il quale lo imitò e così fecero
anche gli altri.
La mattinata proseguì
tranquilla e i ragazzi si divertirono a scherzare e a infradiciarsi con le
bottigliette d’acqua, quando un getto colpì Sasuke che stava
avanzando con Sakura, mano nella mano.
- Scusami Sasuke! - urlò
solare Choji, a differenza della vittima che pareva alquanto irritato.
- Ma…cos’è
sta novità? Nuove scintille in paese? Tatatatata! - strillò
Naruto, cominciando a canticchiare una penosa melodia amorosa.
Per fortuna bastò una
manata in testa da parte di Temari per farlo zittire.
-Raccontate un po’, voi….Che succede? - chiese incuriosito
Kiba.
- Siamoinsieme, fine della storia - liquidò
Sasuke, mentre Sakura si faceva piccola piccola dietro di lui.
Temari sorrise per quella
scena perché era evidente che Sakura era davvero felice e il fatto che
dimostrasse la sua timidezza era la prova che ogni tanto era in grado di lasciare
da parte quel suo lato così sfacciato che aveva sempre in compagnia di
Ino.
- Ma Ino dove l’hai
lasciata? – domandò Kakuro incuriosito.
- Veramente credevo vi
avesse già raggiunti…Ci siamo salutate qualche ora fa
perché..ehm…Sasuke mi ha raggiunta al
centro commerciale e lei ha preferito lasciarci…da soli…-. la voce
di Sakura si fece quasi roca nel pronunciare queste ultime parole, mentre il
suo compagno stringeva forte la sua mano.
- Qui non è
più tornata…L’ultima volta che l’abbiamo vista
è stata poche ore fa con te - disse Kiba..
- Strano…- rispose
Sakura che già stava iniziando a preoccuparsi per l’amica.
- Bè di certo non
è morta, sarà in giro da qualche parte a spendere e spandere,
vedrai…magari anche in compagnia di Shikamaru – rassicurò
Sasuke, accarezzando dolcemente la guancia di Sakura.
“…Magari anche in compagnia di
Shikamaru”…Temari
rabbrividì all’udire questa frase.
Shikamaru era uno di quei
pochi ragazzi che trovava incredibilmente intelligente e astuto.
Aveva un rapporto discreto,
se pur la maggior parte conflittuale, poiché frequentavano il corso di
arti marziali insieme, ma da qualche mese si erano un po’ allontanati per
il fatto che lui uscisse sempre con Sakura, Ino e Sasuke.
- Ma si vedrai che
sarà così - soggiunse la vivace voce di Naruto.
Sakura fece un sorrisino e
appoggiò la testa sul torace del suo ragazzo.
- Bene…è
già ora di pranzo, mia madre mi starà aspettando trepidante, ci
vediamo oggi pomeriggio ragazzi…Ciao! - salutò Kiba,
incamminandosi con il fedele Akamaru.
- Ciao Kiba! - dissero quasi
in coro i ragazzi vedendo l’amico allontanarsi.
- Mi incammino anch’io
ragazzi…-
- Si Choji….Aspetta che allora veniamo con te, così facciamo la
strada insieme e accompagniamo Ten-Ten a casa…-
- Va bene, però muoviamoci
che ho una fame pazzesca! -
- Choooooji! Sempre il
solito….- brontolò Ten-Ten, sbattendosi la mano sulla fronte.
- Ragazzi…a dopo, ciao!
- salutò Neji, prendendo per mano la sua ragazza.
- Ciao ragazzi...- disse Naruto sempre con quella sua solita
vitalità.
- Ciao Ten-Ten, ci vediamo
dopo…-
- Si Temari, a dopo! Ciao
Hinata! -
- C-ciao, ciao! -
sussurrò la piccola Hinata.
Poco dopo a Naruto venne
un’improvvisa voglia di ramen e chiese gentilmente e Hinata se lo volesse
accompagnare a pranzo, assicurandola che, dopo, avrebbe fatto la strada con
lei, per non lasciarla tornare a casa da sola.
La faccia di Hinata
scomparve per cedere il posto a un pomodoro rosso maturo, ma
Naruto prese quelle guance vermiglie come un sì e se la trascinò
dietro salutando gli altri distrattamente.
***
Temari fissava Sasuke e
Sakura parlarsi dolcemente sulla panchina e nascondeva una certa gelosia mista
a rabbia e invida nel vederli così complici.
Fino a poco tempo fa, Sakura
era una povera ochetta che imitava la sua compare e che correva dietro a uno
dei più bei ragazzi della città, praticamente irraggiungibile.
Eppure adesso era lì,
stretta a lui, dopo anni di attesa e provocazioni, lui, Sasuke, era suo e lei,
Sakura era sua.
Temari trovava tutto questo
tremendamente ingiusto e seccante, ma badò bene a non darlo a vedere ai
suoi fratelli, occupati a ustionarsi al sole, così decise che era ora di
tornare a casa.
- Hey…Kankuro,
Gaara…io vado a casa, vi aspetto per pranzo?- chiese
premurosa.
- No, vai tranquilla, ci
arrangiamo …Ciao! - disse Kankuro mezzo addormentato, mentre Gaara era
completamente assopito sull’erba.
Temari camminava piano e
completamente incapace di capire in che preciso punto della strada si trovasse.
Pensava a come stava
passando il tempo, forse troppo velocemente per i suoi gusti. L’anno
prossimo sarebbe stato l’ultimo anno di liceo e si chiedeva se dopo
avrebbe rivisto tutti i suoi amici, come una volta.
Pensava al maestro Kakashi e
a quanto avesse bisogno di lui in quel momento e a quanto avesse voglia di
combattere per sfogare tutta la rabbiosa tristezza che sentiva nel petto.
Non capiva perché, come
ad un tratto, un’ondata di odio nei confronti di Ino pervase tutto il suo
corpo, come un tremito e serrò i pugni, mordendosi le labbra mentre
affrettava il passo,
Temari passò da un
sentimento di odio profondo a invidia per Ino, e per questo iniziò a
correre più che poteva odiandosi profondamente per aver anche solo
pensato di diventare come lei.
Pensava che dopotutto, lei era sempre
stata considerata la ragazza un po’ maschiaccio, che anziché
giocare con le barbie, preferiva giocare al pallone coi suoi fratelli e allo
shopping e alle mini gonne, privilegiava le arti marziali e pantaloni.
Si chiedeva se non era forse
arrivata l’ora di cambiare, di tirare fuori quella femminilità che,
in fondo, anche lei aveva, ma al solo pensiero di indossare una gonnellina
floreale con le zeppe bianche (pensando a Sakura) trasalì.
Temari girò l’angolo che imboccava nella sua via e per poco
non imprecò quando sentì di aver urtato qualcuno e di trovarsi
col sedere per terra
Temari girò
l’angolo che imboccava nella sua via e per poco non imprecò quando
sentì di aver urtato qualcuno e di trovarsi col sedere per terra.
- Ma porca…Shikamaru!?-
Temari era completamente nel pallone.
- Temari? -
- Ma che diavolo…-
- Sei tu che mi sei venuta
addosso, non si guarda avanti quando si è così di fretta? -
domandò ironico il ragazzo porgendole la mano per aiutarla ad alzarsi.
- Ero sovrapensiero…- si
giustificò la ragazza tirandosi in piedi e pulendosi i pantaloni con le
mani.
- Dove stai andando così
di corsa? -
- Guarda io
stavo andando a casa, dal momento che questa è la mia via, la domanda
è che ci fai tu qui? - chiese indispettita.
- Stavo facendo quattro
passi, prima di andare da Ino -
Temari si senti soffocare e
aveva solo voglia di vomitare nel sentire quelle parole.
- Da Ino? - chiese la
ragazza, cercando di camuffare l’evidente interesse nel voler sapere i
dettagli.
- Ti stupisce che vada da
Ino a mangiare? -
- Ma no, figurati…mi
chiedevo solo come mai, ecco tutto -.
- L’ho incontrata
stamattina in centro e siccome è a casa da sola, m’ha chiesto se
volevo tenerle compagnia - spiegò Shikamaru, quasi fosse la cosa
più naturale del mondo.
- Vai a mangiare da quella
troietta? - Temari non si seppe trattenere, ma evitò di aggiungere altri
aggettivi alquanto sgradevoli.
- Non è male se la
conosci bene. E poi è sempre un mangiare gratis -.
- Ah sì certo –
replicò la ragazza in tono troppo ironico…
- Bè, io vado, ci
vediamo in giro…Ciao - e con tutta la sua calma di sempre, si accese una
sigaretta e riprese a camminare superandola.
Temari rimase per qualche
secondo con gli occhi sbarrati a fissare il fondo della strada. Avrebbe tanto
voluto fare retro-front per raggiungere la casa di Ino e darle tante di quelle
padellate in testa che, magari, l’avrebbero convinta a non uscire
più di casa.
Ancora una volta si
trattenne e cercò di debellare l’istinto omicida che le pervase il
sistema nervoso per dirigersi definitivamente verso casa.
Rientrata, si
trangugiò una vaschetta di gelato di soia poi, contenta di essersi
abbuffata come un vero maschio, si rintanò in camera sua a meditare
attentamente sulla situazione che si era creata nell’arco di due ore.
I pensieri vagavano nella
sua mente alla velocità della luce, tanto che decise di addormentarsi di
nuovo, sperando sinceramente che al suo risveglio i pensieri affollatisi
fossero spariti.
***
- Temari, dormi? –
chiamò Gaara, cercando di smuovere la sorella supina sul letto.
-…Mmmmm…GAARAAA!
– sbottò Temari, respingendo il braccio del fratello che la
scrollava.
- Stavi dormendo? –
chiese con fare innocente il fratellino.
Temari alzò il busto
e rimase seduta sul letto con le palpebre socchiuse e pesanti.
- Gaara, se vedi tua sorella
sdraiata sul letto con gli occhi chiusi, inerte, che non risponde alle tue
chiamate…secondo te, stava dormendo o guardando un porno? - chiese
piuttosto accigliata Temari.
- Ok, stavi dormendo, scusa. Non c’era comunque bisogno di fare
tutta sta scena per dirmelo! Bastava dirmi “sì stavo
dormendo”… - rispose schietto il fratellino.
- Vai a farti fottere Gaara!
Ti ho detto mille volte che non mi devi svegliare, cazzo!
– sbraitò la ragazza.
- E stai calma! Stamattina
te la sei presa perché non ti abbiamo svegliata, adesso te la prendi
perché ti svegliamo, per favore! - ribatté con fermezza il
fratellino.
Gaara aveva due anni meno di
sua sorella, ma come maturità ne dimostrava almeno uno in più di
lei.
- Si va bè, tanto
ormai a dormire non ci torno…- rispose, emettendo un sonoro sbadiglio.
- Comunque ti ho svegliata
perché, se ti interessa, io vado là dagli altri al campetto, tu
che fai? -
- Dov’è Kankuro?
-
- E’ già
là…-
- Ma che diamine di ore
sono? – chiese stropicciandosi gli occhi e sbadigliando, stiracchiandosi
le braccia.
- Sono quasi le 4…Hai
dormito 5 ore tutte! -
- Bene, bene…fa bene
dormire tanto fratellino! Impara! - e con un sorriso balzò giù
dal letto, entrando in bagno a darsi una sistemata.
- Allora ti aspetto o
incomincio ad andare? - urlò Gaara dall’altra parte della porta
del bagno.
- Due minuti e arrivo!
Aspettami, dai! -
Temari si lavò i
denti e la faccia in fretta e fermò il viso riflesso allo specchio,
analizzandosi attentamente.
I suoi occhi erano un
po’ stanchi e affaticati dalla dormita ma, partendo dal fatto che lei non
si truccava, si riteneva fortunata ad avere una bella pelle senza adoperare trucchettini
vari.
Sorrise, ma le sue labbra si
stazionarono imbronciate subito dopo.
Si fissava nello specchio e
si chiedeva perché mai le fosse venuto in mente l’incontro
improvvisato di quella mattina con Shikamaru.
Si limitò a fare
spallucce e ad aggiustarsi un codino ribelle.
- Gaara! Arrivo! -.
Temari uscì dal
bagno, indossò le sue solite scarpe da ginnastica e raggiunse il
fratello fuori di casa, davanti al cancello.
***
Arrivati al campetto, Temari
e Gaara andarono a sedersi sulla solita panchina, sorseggiando una gustosa
granita (lui al limone, lei rigorosamente alla fragola) e chiacchierando da
buoni fratelli.
- Oh! Eccola qui la nostra
Temari! – gridò ruspante Choji, avvicinandosi alla panchina.
- Ciao Choji, cosa vuoi?
– chiese brutalmente la biondina, osservando gli occhi dell’amico
puntati sulla SUA granita.
- Solo salutarti… -
rispose vago e poco convincente il ragazzoccio.
Temari sollevo un
sopracciglio, poco convinta.
- Non giocate a calcio oggi?
- domandò la ragazza.
- Manca Shikamaru e senza di
lui la nostra squadra ha già perso in partenza. Per oggi ci concediamo
una pausa – rispose l’amico, tentando di rubarle il cucchiaino con
cui stava mangiando.
- L-E-V-A-T-I!
– tuonò la biondina.
- Perché non
c’è Shika ? - chiese Gaara, leccando geloso la punta del suo
cucchiaino di plastica.
- Non lo so…- rispose
innocente Choji, balzando indietro.
- Andiamo Choji, non fare il
furbo che lo sai il perché! - lo intimidì Temari, puntandoli addosso il cucchiaino in segno d’accusa.
- Ok, ok…Ino ha invitato
il nostro Shika a casa sua questo pomeriggio e non ne sono ancora sicuro, ma,
fonti semi-certe, dicono che Ino voglia provarci con lui! Se Shika non ci sta
è proprio un cretino! - esultò Choji.
Gaara rimase scettico al
riguardo, mentre Temari non si pronunciò neanche, schifata al solo
pensiero di immaginarli assieme in un letto.
Detto questo finì la
sua granita, buttando per terra, non curante, il bicchierino.
***
- PALLAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!
-
STUMPH!
- Porca puttana Kiba! Ma sei
scemo? - urlò Gaara, gettando all’aria la sua granita e chinandosi
verso sua sorella stesa al suolo.
- Oh cacchio! Temari?
E’ tutto ok? Dio scusa…- si scusò il Kiba, raggiungendo la
ragazza.
Temari si alzò da
terra barcollando. Poteva sentire il sangue scenderle dal naso, dolorante, quasi
certa di esserselo rotto.
- Kiba porca troia scappa!
Scappa perché ti uccido...Piccola, come stai? –
sbraitò Kakuro, che avanzava di corsa in soccorso della sorella.
- Dio! scusa
Tem… - disse Kiba tremante.
- Kiba, dai
retta a mio fratello: scappa, perché non appena riuscirò a
reggermi in piedi, ti tiro uno di quei calci che te lo ricorderai fino al resto
dei tuoi giorni! - strillò
la ragazza, tenendosi il naso con le mani e con le lacrime agli occhi.
- Fammi vedere…- disse
Kankuro, affrettandosi a tamponare delicatamente il sangue con dei fazzoletti.
- Ahi…ahi ahi…- si lamentò Temari, supina sulla
panchina.
- Scusa Tem… -
….- Tzè, ma si può essere più cretini di quello dico
io? - borbottò tra sé e sé Kankuro, preoccupandosi della
sorellina con sdolcinata premurosità e delicatezza.
Ten-Ten, Neji, Naruto e gli altri
accorsero per vedere la loro amica.
- Oddio! Temari, ti fa
male?- chiese angosciata Ten-Ten, costretta a
sorreggere Hinata che per poco non barcollava a terra alla vista del viso
insanguinato dell’amica.
- Ma non è il caso di
chiamare qualcuno? La portiamo al pronto soccorso? - chiese agitato Gaara.
- Ma dico vuoi scherzare? Io
sto bene, davvero…Guarda, non c’è già più
sangue! – affermò sicura Temari, indicandosi la punta del naso e
sorridendo tra i denti.
- In
effetti non esce più sangue, ma è meglio che qualcuno di
competente ti dia una controllatina. Vieni, ti porto al Pronto Soccorso…-
disse autoritario Kankuro, allungando la mano per aiutarla ad alzarsi.
- No Kankuro, davvero. Sto
bene. Non mi fa male! – rispose Temari tentando di convincere pure
sé stessa che il naso non le doleva.
- Non dire stronzate! Ti
è arrivata una pallonata in faccia, non puoi stare bene con un naso che
è un lago di sangue! – sbraitò Gaara.
Kiba assisteva alla scena da
lontano, muto, immobile, rigido e disorientato. Si sentiva terribilmente in
colpa e il solito sfigato e patetico della situazione.
***
- Hey…che succede qui?
-.
Kiba sentì una voce
famigliare provenire da dietro le sue spalle:- Shikamaru! Siamo salvi!! Ehi, ci sarebbe proprio bisogno di te laggiù!
– disse entusiasta Kiba, indicando la panchina dove giaceva Temari.
- Di che diavolo stai
parlando? - chiese scettico il ragazzo, aggiustandosi il codino.
- Eh...accidentalmente
ho tirato una pallonata a Temari e l’ ho beccata in piena faccia… -
rispose un malinconico Kiba - Ora
è là con Kankuro e gli altri … -
- E io che cosa
c’entro? – chiese disinteressato Shikamaru.
- Vai a vederle il naso, sembra
che si sia rotto… -
- Se è ancora viva e
ride , vuol dire che non è nulla di
grave… - disse annoiato Shikamaru.
- Shika sei un morto in
piedi! Muoviti! – lo intimò Kiba, abbastanza alterato.
- E va bene, va bene, ci
vado…Tu non vieni là a vedere? – rispose sbuffando il
ragazzo.
- Troppa vergogna Shika…
- rispose l’amico con lo sguardo basso.
- Tsk! Sei uno sfigato
Inuzuka…- contestò secco Shikamaru, dirigendosi con molta calma
verso la panchina affolata.
Kiba rimase con lo sguardo
fisso sul terreno, pensando che, forse Shikamaru, aveva ragione: era uno
sfigato. Anzi, lo sfigato per eccellenza.
Shikamaru fece
un’entrata trionfante tra i ragazzi, poiché era l’unico che avrebbe
potuto fare qualcosa di concreto per Temari, dal momento che faceva
volontariato alla Croce Rossa di Tokyo.
- Fammi vedere,
seccatura… - disse Shikamaru, facendo spazio tra i ragazzi e mantenendo
un’aria tremendamente scocciata.
- Nara nessuno ti ha
chiamato se ti pesa così tanto! E comuque mio fratello mi ha già
tamponato il naso un pochino. Lo sento di più adesso, non mi fa
più male…- disse Temari abbozzando un ghigno ironico.
- Non capisco perché
tu debba giustificarti. Ammettilo che ti fa male e basta…- disse scettico
Shikamaru, osservandole attentamente il gonfiore.
***
Temari era costretta a stare
a pochi centimetri dal viso del ragazzo e ogni volta che incontrava per sbaglio
i suoi occhi si faceva inspiegabilmente tutta rigida e tentava di distrarsi in
svariati modi: dal guardare in basso al guardare in cielo, dal guardare di lato
al guardare i suoi fratelli, come in cerca di un’ancora di salvataggio da
quella straziante situazione.
Non era abituata ad avere un
rapporto così “intimo” con lui.
Lei e Shikamaru si
conoscevano da tempo ormai, ma il loro rapporto era sempre stato molto ambiguo,
soprattutto agli occhi degli altri. Lavoravano spesso in coppia, si isolavano e
combattevano insieme, ma pur stando così tanto insieme, chiunque avrebbe
potuto giurare che quei due non si sopportavano per niente. Lei era la
“peggior seccatura mai incontrata”, lui semplicemente “il
peggior scansafatiche mai conosciuto”.
Temari si sentiva tutti
addosso e quella situazione stava decisamente superando il limite della sua
sopportazione.
Shikamaru non le toglieva
gli occhi di dosso e continuava a tastarle coi polpastrelli il naso, poi soffiava
e tamponava.
In lontananza si videro
arrivare Sasuke e Sakura abbracciati e Ino, alquanto indispettita
di fare da terzo incomodo.
Quando i tre si avvicinarono
al gruppetto attorno a Temari, Sakura chiese preoccupata cosa fosse successo.
- Una pallonata in faccia,
com’è evidente…- spiegò Kakuro, indicando il naso
gonfio della sorella.
- Mio dio! Che botta! Chi
è stato il furbo? - chiese Ino con un’aria schifata.
- Io - rispose con
vittimismo Kiba che si stava avvicinando al gruppo.
- Complimenti per la
mira…- affermò Sakura con fare sarcastico.
Sasuke le diede una gomitata
leggera nel fianco, comprendendo la situazione delicata per l’amico e Sakura,
per tutta risposta, si allontanò dall’amato, indispettita, tanto
che il ragazzo dovette ricorrere alle solite coccole di circostanza per creare
un’espressione compiaciuta e soddisfatta sul volto della sua ragazza.
- Ok…- cominciò
Shikamaru - L’emorragia è finita, ma c’è bisogno di
ghiaccio. Chi va a recuperarlo? -.
- Vado io! - si offrì
entusiasta Ten-Ten, balzando in avanti e facendo quasi cadere indietro il
povero Neji che le stava di fianco.
- Vado con lei - esordì
la timida Hinata, facendosi spazio tra il gruppo e avvicinandosi a Ten-Ten.
Quando le due
s’incamminarono alla ricerca del ghiaccio, Shikamaru proseguì con
la diagnosi:
- Non credo sia rotto
niente, penso si tratti solo di un leggero gonfiore per la botta. Un po’
di ghiaccio e non ci dovrebbero essere problemi -.
- Non sarebbe meglio
portarla comunque al Pronto Soccorso? – suggerì Kankuro, preoccupato.
- Come vuoi…Io ti dico
che non c’è nulla di rotto, a mio parere, ma un accertamento da un
esperto sarebbe meglio, forse - chiarì Shikamaru, ancora intento ad
osservare il naso della ragazza, con le mani in tasca e corrugando la fronte.
Hinata e Ten-Ten arrivarono
col ghiaccio poco dopo.
- Bastava qualche cubetto
Ten-Ten - disse sarcastico Shikamaru vedendo l’enorme contenitore di
plastica che stavano portando le due ragazze,
- Ho preferito andare sul
sicuro…- sorrise compiaciuta Ten-Ten, mentre Hinata si nascondeva dietro
l’amica dalla vergogna.
- Ora però serve uno
straccio…-.
- Tieni Shika, prendi pure
la mia bandana…- si offrì Sakura.
- Grazie Sakura, ma non
c’era bisogno di usare la tua bandana - disse Temari
- L’ho fatto senza impegno.
Tanto mi fa schifo quel pezzo di stoffa…- la liquidò la ragazza.
Temari non proferì
parola, dal momento che stava già lottando abbastanza per non alterare
il suo equilibrio d’isterismo nel vedere tutto quel movimento davanti
alla sua faccia.
Dopo che Shikamaru le aveva
tamponato con cura la botta, col ghiaccio, Temari si sentiva decisamente meglio
e anche il naso s’era sgonfiato.
- Grazie Nara, ma non
c’era bisogno di fare tutto questo per una piccola botta…- disse
Temari senza dare a vedere il suo imbarazzo.
- Non c’è
problema – rispose il ragazzo.
- Allora facciamo un salto
al Pronto Soccorso Temari, ok? –
- Sto benissimo Kankuro,
davvero! Nara ha fatto un ottimo lavoro! - fece Temari, sforzandosi di
sorridere più che poteva, sebbene il naso le dolesse ancora un
po’.
- Grazie della fiducia Temari, ma tuo fratello ha ragione. Non sono un esperto, ti
ho solo alleviato il gonfiore, ma potrebbe esserci, comunque, una microfrattura
- obiettò Shikamaru.
- Ragazzi, non mi pare il
caso di farvi perdere altro tempo per una cavolata del genere. Sto bene adesso.
Grazie della preoccupazione, ma ora dav…-.
- Vai a farti vedere Temari.Il naso ti fa ancora male ed è bene che tu lo faccia
visitare da qualcuno più competente di me - replicò schietto e
autoritario Shikamaru.
Temari non potè far
altro che annuire e alzarsi dalla panchina con l’aiuto dei suoi fratelli
che l’accompagnarono fino alla macchina di Shiakamaru.
- Nara, mi fido a
lasciartela in custodia? - chiese preoccupato il fratello maggiore.
- Se non ti fidi, ti lascio
le chiavi e l’accompagni te. Non muoio dalla voglia di guidare e
soprattutto di stare là ad aspettare che la visitino - rispose il ragazzo,
grattandosi la testa ed emettendo un piccolo sbadiglio.
Temari non nascose la faccia
amareggiata che le procurarono quelle parole.
A volte il menefreghismo di
quel ragazzo faceva rimanere davvero di sasso.
- Lo sai che non posso! Devo
andare a casa con Gaara -.
- Allora non è che ti
fidi, è che non hai scelta…- lo stuzzicò il moro.
- Fa lo
stesso Nara, basta che me la riaccompagni a casa! - replicò
bruscamente Kankuro.
- Ok, ok… - rispose
Shikamaru con tranquillità e si voltò per aprire la portiera a
Temari.
La ragazza salì in
macchina in silenzio, pietrificata da quel viso determinato e indifferente al
tempo stesso.
Conosceva com’era
fatto Shikamaru, lui era così: distaccato ma presente, deciso ma pigro,
umoristico ma agghiacciante. Poteva vantare di un’intelligenza brillante,
ma aveva sempre qualche difficoltà a rapportarsi con gli altri,
specialmente con le ragazze.
Aveva molta fama nel mondo
femminile per questo suo modo di fare così “misterioso”,
molto simile a Sasuke, ma a parere suo, Temari, trovava quest’ultimo come
il classico “figo” della situazione, mentre Shikamaru lo
considerava più come il ragazzo “sveglio” del momento.
La ragazza si chiedeva come
facevano quei due a spopolare così tanto tra le ragazze.
Erano due gran bei ragazzi, ma
lei non aveva mai preso in considerazione l’idea di “un qualcosa di
più oltre che l’amicizia” con Sasuke e soprattutto, mai e
poi mai, con Shikamaru.
Shikamaru Nara era ammirato
anche per la sua totale estraniazione dal mondo circostante. Se ne stava spesso
da solo, a sonnecchiare sotto un albero, guardando le nuvole e le loro strane
forme. Oppure a leggere qualche strano libro, sempre troppo “serio”
per Temari. Pur avendo tantissime ammiratrici, lui non aveva mai combinato con
nessuna nulla di serio perché riteneva le donne “un’inutile
seccatura”.
***
Il ragazzo accese il motore
e per tutto il viaggio, che durò non meno di venti munti, non fiatarono,
se non per chiedersi “Tutto bene” e rispondersi “Sì, grazie”.
Arrivati di fronte
all’ospedale, Shikamaru parcheggiò la macchina (in divieto di
sosta) e scese dalla vettura, con aria scocciata, per aprire la portiera a
Temari (da vero gentil uomo, in fondo).
Entrarono
nell’edificio camminando l’uno di fianco all’altra e per poco
la ragazza non inciampava, ma Shikamru la sorresse prontamente.
- Grazie, ma ce la faccio da
sola…- disse altezzosa, scostandosi dal suo petto.
- Allora la prossima volta
ti lascio cadere, ok? – sbottò lui, abbastanza irritato.
A quella dannata ragazza non
le andava mai bene niente.
Fortunatamente, in breve,
riuscirono a farsi strada fino all’ambulatorio e l’equipe riuscì
a visitare Temari piuttosto in fretta.
Il responso fu tale e quale
a quello di Shikamaru, così la visita si concluse con una breve
medicazione al naso, applicando un cerottino e prescrivendo una pomata.
I due ripartirono, ancora in
silenzio.
Come promesso, Shikamaru
accostò davanti al portone di casa di Temari e spense il motore. Stava per
scendere dalla macchina per aiutarla mettersi in piedi, quando li fece cenno di
star seduto, dicendo che poteva farcela tranquillamente.
- Grazie di tutto Nara…- disse Temari, regalandoli un mezzo
sorriso.
- Ah, figurati…-
rispose un poco imbarazzato il moro, puntando lo sguardo in alto.
- Bè, devo ammette
che ogni tanto sai anche essere estremamente d’aiuto! - le sorrise, ammiccando
e voltandosi verso la porta d’ingresso.
- Gentile come al solito, stronzetta
- rispose quasi serio il ragazzo.
Temari scoppiò in una
risata forzata: - Ci vediamo, morto in piedi! -.
- Vedi di riprenderti, seccatura…-
salutò il ragazzo e ripartì a tutto gas.
La mattina dopo Temari era completamente intontita, anche se, per
fortuna, il naso non le doleva più molto e ringraziò il cielo che
non le si le fosse gonfiato di nuovo
La mattina dopo Temari era completamente intontita, anche se, per fortuna,
il naso non le doleva più molto e ringraziò il cielo che non le si le fosse gonfiato di nuovo.
Saltò giù dal
letto e si diresse verso la cucina istintivamente.
- Buongiorno sorellina, come
va il naso? -
- Oh Kankuro,
buondì! Va molto meglio, grazie - rispose pimpante la ragazza, prendendo
una sedia.
Kakuro le sorrise e si sedette di fronte a lei, tenendo in
mano una ciotolina di legno, coperta da un panno.
- Che c’è di
buono per colazione? - domandò curiosa la sorella, sdraiandosi sul
tavolo per curiosare nella ciotola.
- E poi vienimi a dire che
non ci penso a te…- disse dolcemente Kakuro,
scoprendo il contenuto del contenitore.
Gli occhi di Temari si accesero come una scintilla e quasi lacrimarono. Rubò
dalle mani del fratello quelle prelibatezze e subito si impossessò di
due piccoli moci.
- Kakuro,
te l’ho mai detto che sei sempre tu il migliore? - disse Temari, addentando un dolcetto e sorridendo di gusto.
- Me lo dici tutti i giorni Temari… - rispose sarcastico, ma sorridendo.
Sorella e fratello sogghignarono
beatamente e insieme terminarono la colazione.
Temari amava davvero suo fratello. Avevano un anno di
differenza, ma lui non smetteva mai di viziarla e proteggerla e per questo lo
riteneva davvero il “migliore” tra tutti.
- Io esco, vado a fare un
giro…- urlò Temari dalla sua stanza,
mentre finiva di masticare ancora un dolcetto in bocca.
- Fai come vuoi… - rispose
Kankuro, intento a buttare giù dal letto Gaara.
Temari indossò al volo dei pantaloncini extralarge rossi (di Kakuro ) e
una magliettina senza maniche dai colori indefiniti, presa a caso dal cassetto.
Non le era mai importato
molto dell’aspetto estetico; il suo motto era sempre stato”Io sono
così: prendere o lasciare”. Preferiva di gran lunga divertirsi con
Kiba, Choji e gli altri
maschi del gruppo a prendere in giro le ridicole routine tipicamente femminili,
piuttosto che passare ore davanti allo specchio.
La ragazza passò
dalla cucina per rubare l’ennesimo dolcetto e salutò i fratelli
con un bacio sulla guancia, prima di trotterellare fuori casa allegramente.
***
Temari arrivò al campetto quasi correndo, ma ci
mancò poco che fosse travolta da Choji, il
quale le corse in contro gridando la news del giorno:
- Nara
non gliel’ha dato! Sarà per il prossimo sabato! -.
La ragazzina ci mise un
attimo a capire il senso logico della frase del suo amichetto, poi
scoppiò in una sonora risata.
- Ti prego Chjoji, raccontami sto gossip per bene! - disse Temari, continuando a ridere di gusto.
- Bè,
alla fine Nara è andato da Ino
a pranzare, ma poi gli hanno raggiunti Sasuke e
l’Haruno. Le tipe si sono messe a sparlare di
questo e di quello e come sai alNaraste cazzate non piacciono e…ma nulla,
sai… - spiegò Choji, facendo il vago.
- Sai…che cosa? -
domandò incuriosita Temari, sbalordendosi da
sola per tutto questo suo inatteso interesse nel gossip.
- Ma nulla, morale della
favola che lui se n’è andato con la scusa che aveva un impegno e la povera Ino se n’è
rimasta lì con i due piccioncini, da sola.. - liquidò in fretta
il discorso Choji.
- Mio dio Choji, prima o poi devi dirmi da dove cavolo tiri fuori
tutte queste chicche, ma te le inventi? - chiese seriamente interessata Temari.
- We,
bionda! Queste “chicche” sono cose appurate e certificate! Io sono
un professionista! So tutto sempre e comunque, perciò bada a come parli…perché
ne ho anche per te! -.
- Ma che vuoi dire? - chiese
in tono di sfida Temari.
- Non giocare con me,
perché lo so, tanto, che ieri ti è piaciuta la gitarella in macchina colNara…-.
Temari sgranò gli occhi. Ma chi diavolo era
quell’omino? Un sensitivo? Un extraterrestre? Un superuomo? O
semplicemente tirava a indovinare e aveva sempre un gran culo?.
- Choji,
ma che ti sei fumato? - disse Temari, superando l’amico
e dirigendosi verso gli altri, dalla parte opposta del campo.
- Si usa sempre sta scusa
del fumo quando si dice la verità! - le urlò Choji
da dietro, ma lei preferì far finta di non aver sentito.
***
Seduti sul muretto, che
circondava il campo, c’erano Neji, Naruto, Kiba e Choji (che nel frattempo gli aveva raggiunti), coinvolti in
una discussione animata riguardo ad una certa festa che si sarebbe tenuta il sabato
che veniva sulla spiaggia.
Shikamaru se ne stava al suo solito sdraiato sull’erba, serrando
tra i denti la solita sigaretta spenta e meditando su chissà quale
teoria universale.
Sasuke guardava Sakura allenarsi duramente con Ino e le altre e cercava di dare loro delle dritte riguardo
alcune tecniche particolari di difesa.
Temari stava per raggiungere i ragazzi sul muretto, quando
venne intercettata dalla voce di Shikamaru.
- Hey,
come va il naso? -
- Ciao Nara,
il naso va molto meglio, grazie…- disse continuando a camminare.
Shikamaru si alzò da terra per raggiungerla.
- Fa vedere…- disse il
ragazzo afferrandole il mento e costringendola ad arrestare il passo.
- Guarda che ho detto che
sto bene - replicò piuttosto acida Temari.
- Come vuoi…- rispose
il ragazzo. Mollò la presa e ritornò a sdraiarsi sul prato.
Temari si massaggiò la mascella e si sedette vicino
a Neji.
- Ciao ragazzi…-
- Ciao Temari…tutto
bene? - chiese Neji.
- Alla grande! – le
sorrise la biondina.
Kiba si alzò e andò a sedersi vicino a Temari per scusarsi.
- Kiba,
se mi avessi rotto il setto, avrei fatto del tuo cane cibo per uccelli e di te,
cibo per gatti. Ma per tua fortuna sto bene, quindi vedi di non preoccuparti e
smettila con queste paranoie, ok? - le disse sorridendo la ragazza.
L’amico le sorrise e
le diede un innocente bacetto sul naso - Scusa ancora Temari…-
e tornò a sedere soddisfatto vicino a Choji.
- Piantala di scusarti,Kiba - rispose Temari, un po’ imbarazzata per quel piccolo gesto
così dolce, ma di grande effetto.
- Ehi, Tem…tu
ci sei sabato alla grigliata, vero? - domandò Naruto
eccitato.
- Sì sì, sabato ci sono. Viene anche Kakuro,
mentre Gaara non ci sarà -
- Come mai? - chiese
incuriosito Choji.
- Perché va a trovare
mamma e papà a Suna. Starà da loro per
qualche settimana - spiegò Temari.
Shikamaru si avvicinò al gruppo e prese
posto vicino a Temari.
La ragazza
s’irrigidì e cercò di mantenere il sangue freddo, prima che
gli ormoni le giocassero un brutto scherzo.
Ancora si domandava
perché mai Shikamaru cominciava a farle quello
strano effetto.
Era un amico, era un
po’ irritante e tremendamente odioso a volte, ma era suo amico e basta.
Perché si sentiva il
cuore in gola? Forse per la premurosità che aveva avuto ieri con lei?
Per la sua calma e la sua sicurezza?.
Temari non trovava risposta e proprio non capiva che
diavolo il suo cervello stesse farfugliando.
Shikamaru accese tranquillo la sigaretta
e con la stessa calma le rivolse la parola.
- Ehi, tu vai sabato alla
festa? – chiese quasi sbadigliando in faccia alla ragazza, cogliendola di
sorpresa.
- Oh cacchio Nara! Cos’è che spunti fuori sempre
così? Comunque sì, ci vado…tu?- chiese Temari
cercando di governare la situazione.
- Non ho voglia di andarci.
Le feste mi annoiano - disse il ragazzo, facendo un tiro dalla sua Marlboro.
- Sei proprio un morto in
piedi, come puoi non divertirti ad una festa, diamine?- chiese Temari, ormai abituata alle solite
risposte monotone dell’amico.
- Troppa gente, troppa
musica, troppo caos…- rispose, sempre con quel tono pacato e naturale.
- Mamma mia Nara! Sembri un pensionato! - esordì la ragazza,
accendendosi anche lei una sigaretta.
- E voi donne siete sempre
delle grandi scocciature! - sbottò il ragazzo, grattandosi goffamente la
testa.
- Nara,
sei noioso…- lo rimproverò la biondina, avvicinando la sigaretta
alla bocca.
- Non è un mio
problema - rispose secco lui, spegnendo la sigaretta per terra.
Questo era uno di quei
momenti in cui Temari odiava profondamente quel
ragazzo.
Quella sua arroganza a
strafottenza le facevano evaporare tutta l’acqua che aveva in corpo, ma
alla fine gliela dava sempre vinta, ridendoci sopra.
***
Per tutto il pomeriggio e il
giorno successivo, Temari si chiedeva se Nara sarebbe venuto o meno alla
festa.
Era come ossessionata da
questo tormento, tant’è che arrivò al punto in cui
capì che la sua decisione di partecipare al party sarebbe dipesa da lui.
Temari non lo poteva sopportare tutto questo: stava dipendendo
da Shikamaru, stava pensando a lui quasi ogni giorno,
stava addirittura fantasticando su di lui. No, era troppo.
Compreso ciò, si
chiuse in camera a chiave e cominciò a tirare pugni a casaccio contro
l’armadio e a stritolare cuscini, felpe e calze per tutto il giorno.
Kakuro poteva ben udire i tonfi e i rumori della sorella,
ma alla domanda “è tutto ok” c’era sempre la riposta pronta
“Vai a farti fottere”, chiaro sintomo intimidatorio di essere
lasciata stare.
A tutto ciò Kankuro
era ormai abituato, perciò decise di lasciarle sbollentare i pensieri in
pace e di non toccarla per tutto il giorno.
Alla sera Temari uscì dalla stanza con uno sguardo apatico e
automaticamente si chiuse in bagno, com’era suo solito fare.
Il fratello poteva sentire i
singhiozzi della ragazza, confusi con lo scroscio dell’acqua, ma
preferì non intralciare lo sfogo della sorella.
***
L’idea di fare un
falò in spiaggia era partita da un’idea di Ten-Ten, uscita per
caso qualche settimana prima durante un’uggiosa giornata di sole.
“Io ho caldo! Quanto
vorrei farmi un bel bagno, cacchio...” si
lamentò Naruto .
“Lo sai che in questo periodo l’acqua
è ancora troppo fredda per poterci fare il bagno…” puntualizzò Kankuro.
“Lo so, però…Che palle!” sbottò
il biondino.
“Nessuno ti vieta di andare in piscina, sai…”
suggerì ironicamente Ino, incrociando le
braccia.
“Ma la piscina non è il
mare…” replicò Naruto triste.
“Però, una giornata in spiaggia la si
potrebbe organizzare comunque, no?” commentò Sakura.
“Ragazzi! Una grigliata! Una
bella grigliata di pesce sulla spiaggia!” starnazzò Ten-Ten
rompendo quasi il timpano al suo povero Neji che le
stava accanto.
“Grandissima Ten! Tu sì che sei geniale!” urlò Kiaba abbracciandola amichevolmente.
Tutti si trovarono subito d’accordo
sull’idea del falò e decidettero che il
primo sabato, dopo la fine della scuola, sarebbe stato l’ideale.
Si decise, così, per una serata da passare in
spiaggia con musica, alcool e un bella griglia su cui
cucinare del buon pesce fresco. Inoltre, se il tempo l’avesse concesso, si
sarebbe optato, eventualmente, di fermasi anche a dormire, procurandosi tende e
sacco a peli
La mattina del fatidico e tanto atteso sabato, Neji, Ten-Ten, Kakuro e
Naruto si preoccuparono di fare la spesa
La mattina del fatidico e
tanto atteso sabato, Neji, Ten-Ten, Kakuro e Naruto si preoccuparono
di fare la spesa. Acquistarono gustose verdure, riso a volontà, salsa di
soia, sushi e del pesce fresco da fare alla griglia.
Naruto era il più esaltato di tutti e questo suo
entusiasmo contagiava anche Neji e Kakuro.
Se non fosse stato per il
buon senso di Ten-Ten, avrebbero trovato una bella sorpresa, una volta scoperto il conto alla cassa.
Shikamaru, Sakura, Sasuke e Temari si incaricarono di badare alla pulizia dell’area
di spiaggia che avrebbe usato, mentre Choji, Hinata, Kibae Ino
si sarebbe occupati dell’organizzazione delle tende e del falò.
Temarì venne a scoprire che il suo amicone ci sarebbe stato
alla festa e ciò da una parte le colmò di gioia il cuore,
dall’altra d’odio per sé stessa e per quel che provava per
lui.
Dopo aver passato tutta la
mattina a ripulire la spiaggia dai mozziconi, pezzettini di legno e sassolini
vari e senza degnare di uno sguardo Shikamaru, Temari si sdraiò sul suo letto e le sue paturnie
ricominciarono.
Drastici e complicati
ragionamenti portarono la poverina una conclusione semplice e logicamente
corretta: si era presa una cotta per ShikamaruNara.
Ebbene sì, anche lei
era caduta vittima del suo incantesimo, stregata da quei due meravigliosi occhi
scuri e profondi, da quella voce tremendamente calda, da quel suo portamento
trasandato e sexy e da quel suo vago mistero che lo avvolgeva.
Temari capì d’essersi fregata e soprattutto,
dovette affrontare la cruda realtà, cioè che a quel ragazzo non
gliene sarebbe mai importato niente di lei per due semplici motivi:
motivo numero uno: non è mai stato con qualcuna se
non per puro svago e soddisfazione ormonale, dal momento che la sua opinione
sul sesso femminile era sempre la stessa: inutili seccature;
motivo numero due: se Shikamaru
avesse proprio dovuto scegliere di stare con una ragazza, avrebbe probabilmente
scelto un tipo come Ino (alta, magra, sexy, vestiti
provocanti, capelli pettinati e sguardo da ”prendimi sono tua”) e
non certo un modello Temari (bassa, con BMI superiore
ai 20, totale non curanza dell’aspetto esteriore e sguardo da “ti
ammazzo a sangue se ti avvicini”, abbastanza volgare).
Tutto ciò seguiva un
filo razionale, il che le bastò per insultarsi allo specchio.
L’unica storia seria
con un ragazzo risaliva ai tempi della seconda superiore, quando portava ancora
l’apparecchio e venne smollata durante una gita di classe perché,
a parer del suo coetaneo, la relazione stava diventando “troppo
impegnativa”.
A parte questo, aveva sempre
preferito stare coi maschi, ma nessuno l’aveva forse mai considerata come
una femmina, a parte i suoi fratelli e qualche rara volta Kiba
e Shikamaru.
Per gli altri lei era
“Temari” uguale
“maschiaccio”.
Uno dei suoi punti deboli
era la sensibilità, ma di questa nessuno portava mai rispetto
perché lei sapeva bene come camuffare la sua fragilità: rispondendo
a tono, insultando e provocando. Spesso la sua aggressività nascondeva
le sue debolezze e in fondo, la sua femminilità.
Aveva sempre ripudiato le
sue coetanee, ma per la seconda volta, si chiese come sarebbe stato essere come
unaIno o una Sakura, almeno
per un giorno.
Il ticchettio
dell’orologio cullò Temari per tutto il
pomeriggio.
Stava distesa a pancia in
giù sul suo letto, ascoltando, di tanto in tanto, il borbottio di suo
fratello riguardo la sua reclusione in camera.
Ad un certo punto la biondina
chiuse gli occhi e si addormentò pensando a lui.
***
I ragazzi aveva deciso di
trovarsi nel tardo pomeriggio per gli ultimi preparativi per la festa e
l’accensione del falò.
Kankuro, non avendo visto la sorella per tutto il pomeriggio,
decise di provare a bussare alla sua porta, pregando che non li arrivasse
nessuna scarpa in faccia.
Aprì piano la porta
della ragazza e vedendola così stesa sul suo letto, decise di non
disturbarla.
Stava per richiudere la
porta, quando lei si svegliò.
- Kankuro,
che ore sono? - chiese debolmente Temari,
stropicciandosi gli occhi ancora lucidi.
- E’ ora di prepararsi
per la festa sorellina! Stavo giusto aspettando Sasuke
per andare là insieme.Tu
ci raggiungi più tardi? – chiese il fratello sfoggiando un grande
sorriso.
- No, io non vengo stasera -
disse la ragazza rigirandosi sul fianco.
- Come sarebbe a dire che
non vieni? – Il viso del ragazzo si distese in un’espressione ebetita.
- Testuali parole: io-non-vengo, afferrato?- sbottò
Temari, girandosi su un fianco.
- Poche palle Tem, tu vieni! Sono settimane che si è organizzata
questa festa per stare tutti insieme! Tutto a un tratto
non te ne frega più niente? – rispose a tono Kakuro.
- Può darsi sia
così…non me ne frega niente - rimbeccò acida la sorella.
- Si può sapere
perché non vieni? -
- Sto poco bene…-
mentì.
- Non sei mai stata brava a
raccontare storie, soprattutto a me. Sono giorni che ti chiudi in camera,
sembri uno zombie. Dai, vieni che ti tiri un po’ su col morale…-
insistette il ragazzo.
- Davvero Kankuro, io non vengo, divertiti…- concluse la
ragazza, infilandosi le cuffie dell’mp3 nelle orecchie.
***
Il campanello suonò e
Kankuro si diresse verso la porta d’ingresso
per aprire.
- Ciao Sasuke!-
sorrise l’amico.
- Wella...-
rispose Sasuke abbozzando un sorrisetto.
- Ciao Kakuro!
- ulrò una vocina da dietro Sasuke.
- Ah, ciao Sakura! Vieni in
là con noi? - chiese sorpreso Kakuro.
- Pensavo di venire con voi
e Temari - rispose tranquilla.
- Mi dispiace Saku, ma
mia sorella ha deciso di non venire…- spiegò il ragazzo.
- Non ci credo! Perchè ci abbandona così? - chiese sbalordita
la ragazza.
- Eh, a
saperlo…E’ là,in camera sua e non
esce di lì da questo pomeriggio…- rispose abbattuto Kakuro.
- Ma no, dai! Non può
mancare, ci sarà troppo da divertirsi! Mangiare, bere,
musica, ragaz..” .
Sasuke la trapassò con lo sguardo, ma lei sorrise
divertita, poi continuò – Insomma, passeremo di sicuro una bella
nottata! – .
- Su questo puoi starne certa, ma non devi dirlo a me, ma a lei! –
disse Kankuro.
- Ragazzi, sono già
le 6, meglio avviarci, vedrete che poi ci raggiungerà Temari, non può mica starsene a
casa tutta sola mentre noi ci divertiamo, no?” – si affrettò
a dire Sauke.
- Se volete incominciare ad
andare, andate pure. Io convinco Temari e vi
raggiungiamo – si offrì Sakura.
- Ok, noi andiamo, ma tu
vedi di convincerla, ok? Mi fido…- la incitò Kakuro.
- Amore, ti aspetto
là allora…- aggiunse Sasuke,
strappandole un bacio.
- Ok…A dopo! -.
Sakura salutò i due e
si diresse verso Temari, che ancora stava sdraiata
sul letto.
- Ehi… - disse Sakura
sottovoce, sedendosi in fondo al letto, vicino alla biondina.
- Che ci fai qui te?-
domando esterrefatta Temari.
- Ti porto di peso alla
festa – ripose secca Sakura.
- Non ci pensare proprio. Ho
detto che non sto bene, punto.- ribattè
accigliata.
Temari si alzò sui gomiti dal letto, prese dal
comodino il pacchetto di Marlboro rosse e ne accese una.
- Si può sapere che
hai? – chiese dolcemente Sakura.
- Da quand’è
che ti interessi del mio stato di salute? – chiese asciutta Temari, aspirando dalla sigaretta.
- Non sono abituata a
vederti così e mi dispiace –
- Sì, come no…-
rispose sarcastica Temari.
Sakura si alzò in
piedi, prese una sigaretta dal pacchetto che stava sul comodino di Temari e l’accese.
- Non dire niente a Sasuke, d’accordo? – supplicò la
ragazza, accendendola ed emettendo poco fumo dalla bocca rosea.
Temari era senza parole. Il docile agnellino, oltre che
essere una ex pantera, adesso era anche una tossica.
L’immagine di Sakura Haruno che si era fatta,
si stava sgretolando decisamene.
- Perché vuoi che
venga se non sto bene… - chiese seria Temari.
- Perché non voglio
che te ne stia qui da sola quando c’è una birra e degli amici che
ti aspettano – rispose secca la ragazza che le stava di fronte, non
essendo totalmente sicura che quella fosse davvero la Sakura che credeva di
conoscere.
- Smamma sakura,
non sono in vena di “birra e amici”…– sbuffò Temari,
-Non funziona con me Temari. Credimi, non ne vale la pena rovinarsi la
gioventù per gli uomini. Vieni e divertiti, senza pensare troppo,
fidati! –
Temari non credeva alle sue orecchie. Ma era proprio
Sakura? Totalmente assurdo credere il vero…
-Ma di che stai parlando?
Uomini? Tu sei fuori…– si giustificò Temari.
- Non sono scema, Tem…non c’è bisogno di nascondere nulla
con me – le sorrise quella strana ragazza.
- Non riesco ad
alzarmi….Sono in simbiosi col letto…- rispose la biondina,
aggrappandosi alle coperte.
- Oh sì che ce la
fai! Che ne dici di alzarti da quel cazzo di letto, farti una doccia
rinfrescante e venire a casa mia? –
Più che una proposta,
sembrava un obbligo.
- Casa tua, perchè’ mai? – chiese scettica la
biondina.
- Perché stasera non
credere che ti lasci uscire di casa in pantaloni e maglietta! – la provocò Sakura.
***
Temari serrò le labbra. Impossibile. S’era
fatta abbindolare da Sakura, da “quella” Sakura..
Temari pensò seriamente che, mentre dormiva,
qualcuno doveva averla drogata, perché dopo
neanche un’ora, si ritrovò in camera di Sakura Haruno
(alias: il braccio a destro della troietta di turno e
ragazza di uno dei ragazzi più popolari del paese).
Sakura insistette per farla a
sfilare davanti a lei con indosso un vestitino marrone, lungo fino alle
ginocchia e con delle spalline ricamate, proprio come avrebbero fatto due
migliori amiche prima di una festa in spiaggia.
Temari si sentiva semplicemente ridicola e completamente
fuori posto.
Si rifiutò
categoricamente di fare la giravolta come tanto avrebbe voluto Sakura, ma
l’accontentò quando le chiese di provare una minigonna di jeans e
una magliettina bianca a maniche corte, molto semplice.
Anche quest’ultima
sfilata fece arricciare il naso a Sakura, la quale entrò nella cabina
armadio e ne uscì con una pigna di vestiti tra le braccia.
- Ok…Provati questo,
vediamo come ti sta - disse sorridendo, trafugando tra i vestiti che portava in
grembo e buttando sul letto un miniabito color miele.
- Stai scherzando? –
rispose Temari alquanto allibita, fissando quel
vestito che di vestito aveva ben poco, dal momento che per
“vestito” aveva sempre inteso un abito che arrivasse, per lo meno,
fino al ginocchio.
- Temari,
qui le regole le decido io. Vai in bagno, provati quel vestito e torna
qui…Naturalmente con indosso quello – chiarì schietta
Sakura.
Temari prese il vestito sbuffando e si chiuse la porta del
bagno alle spalle.
- Guarda che ti voglio fuori
tra 35 secondi! - le urlò Sakura, posizionando degli ipotetici
accoppiamenti di vestiti sul letto
.-
Mi sento un’idiota…- sbottò Temari
uscendo dal bagno.
- Sei carina invece! –
si esaltò Sakura, battendo le mani - Però non mi convinci
ancora…- proseguì la ragazza .
- Guarda questo
invece…Che ne dici? – disse porgendo a Temari
un vestitino nero corto, a semi-balze, senza spalline e con un fiocchetto
bianco sul bordo sinistro che fasciava il petto.
Sembrava anche fin troppo elegante, ma Sakura penso che col giusto accessorio sarebbe
stato il vestitio ideale per l’amica.
- No! Questo no! - tuonòTemari.
- Provalo...-
insistette Sakura, porgendole il vestito.
- Sakura, come può
andarmi bene? Sei la metà di me! – si giustificò la
biondina.
- Ma fammi il favore, siamo
uguali…Forza, mettitelo – continuò la ragazza.
- Ma dai! Ma mi ci vedi?
– arrossì Temari.
- Pro-va-te-lo
–la
intimò Sakura.
Temari si arrese, strappò di mano il vestito e strascicò
i piedi fino al bagno.
Ne uscì completamente
in imbarazzo e fissava distrattamente il soffitto con un’aria vaga.
Sakura cominciò a
ridere e Temari dovette staccare gli occhi dal cielo
per trafiggere l’amica con lo sguardo.
- Che hai da ridere? Ora me
lo tolgo, sai…- sbottò Temari gelida.
- No, no Tem,
rido per la faccia che hai fatto! Il vestito ti sta a
pennello, come immaginavo! Stasera è deciso: metti quello! – affermò
Sakura, facendole l’occhiolino.
La faccia di Temari si pietrificò e inarcò scettica un
sopracciglio.
- Dovrei stare in spiaggia
con addosso questo“coso” ? – chiese
cinica Temari, fissandosi allo specchio.
- Quel “coso”,
per tua informazione, m’è costato una barca di soldi e per quanto
mi roda ammetterlo, sta meglio a te che a me, per cui andrai in spiaggia con addosso quello, che ti piacciao no! – rispose brusca Sakura
Temari restò davanti alo specchio con ancora
un’espressione spiazzata, poi si voltò verso Sakura.
- Si può sapere
perché vuoi che mi conci in questo modo, stasera? Tutti sanno qual’è il mio stile, non vedo
perché…- Sakura la interruppe prima che potesse finire la frase,
- Perché almeno per
una sera, farai vedere di che pasta sei fatta. Tem,
guardati…Hai un bellissimo seno, due gambe snelle, una vita perfetta,
questi meravigliosi capelli biondi e due occhi color acqua marina.
Perché non lo capisci? – disse dolcemente, pettinandole i capelli.
Temari cercò di mantenere un certo ritegno, ma gli
occhi le brillavano commossi.
Nessuno le aveva mai detto
quelle cose, nessuno le aveva mai spazzolato i capelli, nessuno aveva mai
insistito tanto per farle indossare una stupida gonna.
Per la prima volta, Temari, aveva una gran voglia di abbracciare Sakura Haruno, senza provare vergogna o ribrezzo e la cinse in un
affettuoso abbraccio, lasciandola senza parole, ma con un gran calore nel cuore
e un sorriso sulla labbra.
Quando Temari e Sakura raggiunsero gli altri alla spiaggia, era
già stato dato il via alla musica e al fuoco per la griglia
Quando Temari e Sakura
raggiunsero gli altri alla spiaggia, era già stato dato il via alla
musica e al fuoco per la griglia.
Temari si sentì
sollevata nel notare gli abitini che indossavano le altre ragazze, simili al
suo, ma non potè fare a meno di sentirsi tutti gli occhi puntati sulla
sua scollatura.
- Ben arrivate voi due!
Caspita Tem…bel vestito! – commentò Kiba senza levare gli
occhi di dosso dal seno della biondina.
- Ma ciao Kiba! Vedi di
fissarmi ancora le tette e ti cavo gli occhi per farci due biglie, chiaro?
– disse decisa Temari, mentre Sakura se la ghignava di gusto.
- Alla faccia del “vi
raggiungo tra poco” amore, ma quanto ci avete messo? – disse
Sasuke, avvicinandosi alla sua ragazza e schioccandole un dolcissimo bacio.
- Ci siamo fatte belle per
voi tesoro! – precisò Sakura, stringendo forte il suo compagno.
Temari cominciava a sentirsi
di troppo, così decise di raggiungere Naruto, che già stava
apparecchiando la tavola con Hinata.
- Ma come siamo organizzati!
Abbiamo anche un tavolo! - commentò con simpatia Temari.
- Ciao Tem,,,ammazza che
strafiga! - esclamò Naruto, lasciando cadere una forchetta sulla sabbia.
Hinata abbassò lo
sguardo triste, poiché avrebbe dato qualsiasi cosa pur di ricevere un
complimento del genere da Naruto.
- Eh eh, grazie
Naruto…- rispose Temari arrossendo e spostando lo sguardo su Ino che
cercava disperatamente di strappar via dalle mani di Choji un pacchetto di
patatine.
- Choji non fare il bambino!
Quelle patatine sono per tutti! Muoviti a ridarmele! – le urlò
Ino.
- Ne mangio ancora una, ti
prego! L’ultima! – la supplicò Chiji.
- Ma non se ne parla
neanche! Dammi il sacchetto, razza di porco! – tuonò Ino.
- Temari! Oh, Tem, dì
a questa qui di lasciarmi il pacchetto! – disse il ragazzo vedendo la
biondina avanzare.
- Choji…consegna le
patatine a Ino, muoviti. Oppure preferisci che sia io a riprenderle? – lo
intimò Temari con uno sguardo furtivo e le mani sui fianchi.
- Ehi Tem! Non mi ero accorto
di che sventola fossi stasera! Wow! – commentò sfacciatamente il
ragazzo.
- Inutile Choji, non attacca
fare il lecchino – rispose secca lei.
- Esatto Choji, basta con le
scuse. Dammi quelle dannate patatine! – lo rimproverò Ino.
- Due donne contro
uno…Povero me! Ecco, tenete,,, - si arrese il ragazzo.
- Ci voleva tanto? –
ribattè acida Ino.
- Mamma mia, adesso
sì che capisco il povero Nara quando dice che le donne sono solo delle
grandi scocciature… - bisbigliò Choji, dirigendosi verso
l’angolo griglia.
- Che cretino…-
commentò Ino, una volta allontanato il ragazzo.
- Pensa solo a
mangiare… - aggiunse Temari.
- Comunque, bel vestito…
– disse Ino con un tono di superiorità, squadrando la ragazza di
fronte da cima a fondo.
- Grazie Ino, anche tu stai
quasi-bene con quella sottospecie di sottoveste…- rispose fredda Temari,
girando i tacchi verso suo fratello, addetto alla griglia e lasciando la
ragazza da sola.
- Ciao Tem, sapevo che
saresti venuta alla fine! Sei bellissima! – le sorrise il fratello.
- Grazie Kankuro, ma non ti
ci abituare troppo…è solo per stasera…- si difese prontamente
Temari.
- Peccato perché sei
proprio incantevole sorellina! – disse il ragazzo strizzandole
l’occhio.
Temari, per tutta risposta,
li mostrò la lingua e andò a sedersi accanto a Ten-Ten, intenta a
cercare un cd tra la pigna di dischi siti su una stuoia.
- Ehi Ten, ti serve una
mano? – chiese gentilmente Temari.
- Oh, ciao Temari, non ti
avevo vista arrivare. Caspita se ci siamo infighettate stasera! Stai benissimo!
– le sorrise l’amica.
- Grazie Ten, anche tu mica
male con quella gonnellina di jeans…– disse Temari facendole l’occhiolino.
- Eh eh, grazie! Hai vista
mica Neji? – chiese la ragazza, impegnata a frugare ancora tra la pigna.
- No, mi dispiace… -.
- Oh bè, fa niente,
che s’arrangi quello là, io qui il cd non lo trovo… -
borbottò irritata Ten-Ten.
- Che stai cercando? –
- Un cd che abbiamo fatto io
e lui questo pomeriggio ma, dannazione, si è volatilizzato! –
rispose delusa la ragazza.
- Sarà mica questo? –
domandò Temari, tirando fuori, da sotto la stuoia, un cd senza
copertina.
- Oh cacchio! Sì,
è proprio questo! Grandissima Tem! - la ringraziò calorosamente
l’amica.
- Di niente Ten! …Ehi,
guarda che è là il tuo ragazzo… – disse Temari, indicando
il ragazzo vicino a Naruto.
- Eccolo là quel
deficiente! Adesso mi sente a lasciare i cd in mezzo alla sabbia! –
eruppe Ten-Ten, raggiungendolo.
Temari s’alzò
da terra e si diresse verso il bagnasciuga per fare due passi in santa pace.
Abbandonò i sandali
sulla sabbia e immerse piedi nell’oceano, fissando il roseo tramonto da
che si prostrava all’orizzonte.
Il riflesso del sole
sull’acqua faceva brillare la superficie dell’oceano, tanto che
pareva fosse ricoperto da piccoli cristalli colorati.
Temari si lasciò
cullare dal profumo d’estate e dal dolce mormorio delle onde che si
infrangevano a riva, fissando il confine irraggiungibile di quell’immensa
distesa d’acqua.
- Un bel panorama, vero?
– domandò una voce fin troppo scontata.
Temari si volse indietro di
scatto e i suoi occhi increduli restarono imprigionati in quelli del ragazzo
che le si stava avvicinando.
- Oh Nara, sei tu… -
rispose Temari, simulando indifferenza e volgendo lo sguardo altrove.
- Com’è che
prima dai del “noioso” a me, perché non volevo venire, e
stasera sei stata tu, quella che ha fatto i mugugni sul letto per starsene in
casa? – chiese Shikamaru, cantilenando.
- E tu
com’è che sei venuto, invece? – ribattè altezzosa
Temari.
- Mi ci hanno trascinato a
forza. Allora, perché non volevi venire?– chiese nuovamente il
ragazzo con semplicità, sedendosi a gambe incrociate sulla tenera sabbia
e appizzando la sua sigaretta.
- Toglimi una
curiosità, hai parlato con Sakura? – chiese la ragazza, alzando un
sopracciglio.
- Cosa c’entra Sakura?
– domandò perplesso Shikamaru.
- Ah bè, niente
allora…Comunque sia non sono affari tuoi se prima non volevo venire!
– sentenziò la biondina, recuperando i sandali e raggiungendo il
resto del gruppo.
Ma prima che Temari potesse
voltargli le spalle, il ragazzo si alzò di scatto e le avvolse il polso,
bloccandola.
- Nara, ma che diavolo vuoi?
Lasciami! – lo schernì Temari, alquanto preoccupata della
situazione fin troppo intima per lei.
Il ragazzo fissò quei
due grandi occhi verdi, poi il suo sguardo cadde sul bordo superiore del vestito,
il quale metteva in risalto il seno non propriamente piccino di Temari.
Si impose di levarle gli
occhi di dosso.
- Eh, scusa…Hai
dimenticato questo, spanata! – disse frettolosamente, porgendole il
fiocchetto bianco del vestito che aveva perso.
Temari incenerì il
ragazzo con lo sguardo, strappandogli di mano il fiocco.
- Grazie! –
borbottò, liberandosi brutalmente dalla salda presa del moro.
- Ma quanti limoni mangi per
essere sempre così acida? – la stuzzicò Shikamaru,
vedendola allontanarsi dalla riva.
La riposta di Temari fu un
dito medio alzato in alto, girandosi verso di lui con lo stesso sguardo
fulmineo.
Il ragazzo mostrò un
sorriso beffardo, ma di soddisfazione, mentre la biondina continuò a
camminare goffamente per la sua strada.
***
- Oh! Eccoti Tem! Noi qui
siamo pronti con la griglia, vai pure a sederti…- la incoraggiò
Kiba, deviandola verso il tavolo.
- Ma non avete bisogno di
una mano? – insistette la ragazza.
- Vai tranquilla… - le
sorrise gentile il ragazzo.
Temari prese posto in fondo
al tavolo, pregando che Choji non si mettesse vicino a lei.
Non avrebbe sopportato
l’idea di mangiare qualcosa con affianco un troglodita assatanato.
Ten-Ten e Neji si sedettero
dalla parte opposta di Temari e affianco loro, prese posto Naruto.
- Hinata! Vieni qui! -
gridò Naruto , indicando il posto libero alla sua destra.
La ragazzina si
avvicinò imbarazzata e vi si sedette di fianco, rossa come il gambero
che stava nel suo piatto.
In lontananza, stavano arrivando
Ino e Choji, trasportando, entrambi, un vassoio ricolmo di riso bianco.
Temari notò con
piacere che Choji si era stanziato vicino alla griglia, dall’altro capo
del tavolo, ben lontano da lei.
Di fianco al ragazzo si
sedette Ino.
Quest’ultima aveva la
sua solita posa da Miss: gambe accavallate che lasciavano intravedere le sue
bianche e lisce cosce da sotto quella specie di vestito (che in realtà
era solo una canottiera un po’ lunga)e il solito sguardo da bambina cattiva
che chiedeva di essere punita.
- E’ libero? - .
Ancora quella voce
inconfondibile le stava sfiorando l’orecchio.
Temari si sentì le
gambe cedere, ma per fortuna era seduta.
-Vedi qualcuno seduto?
– domandò schietta, tentando di mantenere la situazione
sottocontrollo.
- No – rispose
Shikamaru, secco.
- Allora è
libero…- esordì la ragazza.
- Allora mi siedo…-
concluse il ragazzo con un’espressione risoluta.
- Fai come ti pare…-
sbuffò Temari, facendo finta di non badarci molto.
- Ma che
ti sei messa addosso?…- scherzò sbirciando tra le gambe della
ragazza.
In effetti quel vestito era
davvero corto.
SBAM!
Una sonora sberla
colpì in pieno volto il povero Shikamaru.
Davanti a lui c’era una
Temari, nera dalla rabbia, con un pugno chiuso, tremante dalla collera.
Shikamaru ebbe seriamente paura.
- Brutto pervertito che non
sei altro! Ma che cazzo fai? – sbottò la ragazza, dando in
escandescenza.
- Ma non ho fatto niente!
Dio…voi donne siete tutte uguali! – si lamentò il ragazzo,
massaggiandosi la guancia gonfia. Quella seccatura sapeva sganciare benissimo i
destri.
- Riprovaci, anche solo per
scherzo, e tu non esisti più! – lo minacciò Temari.
Shikamaru sbuffò per
quella tremenda seccatura, ma non rispose e si limitò ad accendere una
sigaretta.
Temari fece lo stesso,
rubandone una dal pacchetto che stava sul tavolo, senza staccarli di dosso quello
sguardo assassino.
***
La cena continuò con
tranquillità, tra una battuta e l’altra, come se la piccola
incomprensione non fosse mai successa.
Una volta che la pancia dei
ragazzi fu riempita a dovere, Kankuro propose di sparecchiare e di dare inizio
al vero party.
In realtà
sparecchiarono solo le ragazze, perché i maschi cominciarono a stappare
le birre e ad accendere lo stereo portatile di Neji, collegato a due grandi
casse in modo tale da rendere il sound più carico.
Kankuro posizionò le
bevande sopra un’asse di legno, posta su due piedistalli precari.
La musica da disco tuonava
per tutta la spiaggia e Ino comincio ad aprire le danze, ballando su una sedia
di plastica.
Il vestito le arrivava poco
sotto i fianchi e quasi sembrava facesse apposta a muoversi dannatamente, lasciando
scorgere le sue mutandine rosa e rosse.
Kiba e Kankuro la
osservavano muoversi come due allocchi, seguendo i suoi movimenti sensuali e
provocanti con lo sguardo.
Temari resistette 20
secondi, dopo di che, dovette spostare lo sguardo su Sakura e Sasuke per non
vomitare.
Sakura ballava attorno al
suo uomo, ma pareva che questi non avesse la minima voglia di scendere in
pista.
-Che palle Sasuke…Dai,
vieni a ballare! – lo sollecitò Sakura, tirandolo per un braccio.
Il ragazzo non si mosse,
alchè Sakura raggiunse Ino e la imitò, ballando sul tavolo.
Sasuke corse a recuperarla,
trascinandola giù dal tavolo per un braccio, stringendola dolcemente tra
le sue braccia e sussurrandole qualcosa all’orecchio.
Pochi istanti dopo, i due si
allontanarono da soli, tenendosi per mano e sorridendo come due giovani
innamorati (che erano).
Temari potè ben
intuire dove volessero andare e sorrise per il loro amore così complice.
Naruto si stava scatenando sulle
note di Sean Paul, piroettando e facendo acrobazie fantastiche sulla sabbia,
assieme a Choji che si dilettava in passi di danza, purtoppo, abbastanza
patetici.
Hinata guardava incuriosita Naruto,
nascosta dietro le bottiglie di birra. I suoi occhi brillavano ed erano pieni
di gioia e amore, così, come sarebbero quelli di un fan che si trova di
fronte al suo cantante preferito.
Temari doveva ammetterlo:
Naruto aveva un certo stile che, se non fosse stato per la sua fisionomia
ancora troppo da bambino, avrebbe conquistato molti più cuori.
Ma la sua fan numero uno
restava Hinata, completamente rapita da quella passione che Naruto metteva ogni
volta che ballava l’hip-hop.
Nel frattempo Ten-Ten e Neji
erano troppo impegnati a badare allo stereo, scegliendo la sequenza dei cd e
regolando il volume.
Temari decise che era il
caso di movimentare la serata, così prese una birra, s’accese una
sigaretta e raggiunse Kankuro e Kiba che stavano ballando con Ino e altri
ragazzi (del loro gruppo) sulla sabbia.
Shikamaru osservava apatico
la scena, sdraiato su una stuoia, mentre si scolava l’ennesima birra
della serata.
Presto altri ragazzi del
loro gruppo s’aggiunsero alla festa.
- Ehi Tem! Vieni a ballare!
– urlò Sai, scatenandosi al ritmo della musica.
Temari si unì al
gruppo, tenendo la birra, ormai già mezza vuota, in mano.
La biondina, all’inizio
un po’ rigida per il disagio di ballare di fronte a tutti con quel vestito,
si lasciò presto andare
presto agli effetti delle luci, delle birre e della musica che le rimbombava
nelle orecchie.
- Ammazza! Se muovi bene
quel culo, Tem! – azzardò Shino, tentando di tastare con mano quel
ben di dio, ma lei aveva già pronta un gancio destro da sferrargli.
Temari era arrivata a quota
sei birre e due vodke.
Si sentiva tremendamente
girare la testa, ma allo stesso tempo aveva in corpo tanta di
quell’adrenalina, che si sarebbe fatta una corsetta fino a casa e
ritorno, giusto per sbollentare il calore che aveva addosso.
Era entrata nella
fase-sbronza in cui tutto intorno a lei sembrava finto e molto lontano.
Continuava a ballare e a ridere
alle proposte indecenti di Kiba, il quale tentò più di una volta
di allugare la mano per toccarle il seno, ma senza successo.
Sentiva di essere,
finalmente, l’oggetto del desiderio di tutti, molto più di Ino che
se ne stava a ballare col povero Choji, ormai ubriaco perso.
Kankuro collassò poco
dopo le undici, ovvero dopo quasi due ore di ballo e bere.
Neji, che non era molto
più sano, trasportò in tenda l’amico, sorreggendolo con un
braccio attorno al collo ed aiutandolo a sdraiarsi sul sacco a pelo.
Ten-Ten era completamente
brilla, ma ancora riusciva a tenere a bada la situazione.
Soprattutto, ebbe tantissimo
sangue freddo quando dovette sorreggere la testa di Neji, il quale si
sentì male poco dopo essere uscito dalla tenda dell’amico.
Temari non si era neanche
accorta del collasso del fratello e continuò a strusciarsi con Kiba e a
giocare maliziosamente coi capelli dell’amico.
Era quasi mezzanotte, quando
la maggior parte degli invitati-extra decisero di salutare la piccola combriccola,
poiché un’altra festa li attendeva.
.
In quell’ istante Shikamaru
decise, finalmente, di alzarsi e si unì a Ino e a Choji, mala pena
reggendosi in piedi.
Una volta tolto di mezzo
Choji (completamente addormentato in mezzo alla sabbia), Ino non ci
pensò due volte a provocare Shikamaru, ballandoli appiccicata quasi
fosse una seconda pelle, baciandolo sul collo, sulla guancia e strusciando il
suo piccolo seno sul suo petto, quasi accidentalmente.
Il ragazzo, di certo, non se
ne stava passivo davanti a quelle curve perfette ed eccitanti e dopo varie provocazioni
e gesti di maliziosa seduzione, i due si unirono in un violento bacio.
Temari provò una
fitta al torace nel vederli assieme.
Immediatamente i suoi occhi
si riempirono di mille lacrime, ma non lasciò sgorgare neanche una goccia
per principio.
Si staccò bruscamente
dalla presa di Kiba e corse via, da sola, verso la riva.
Si sdraiò sulla
sabbia.
I suoi occhi, persi nel
cielo stellato, le mostravano ancora quella scena, ripetutamente, e la sua
mente era affollata da mille pensieri.
Dopo poco l’alcool che
aveva in corpo stava cessando il suo effetto e Temari socchiuse le palpebre,
troppo pesanti per reggere la luce della luna e la musica assordante che
echeggiava nell’aria.
Due piccole lacrime le
rigarono la faccia, ma, prontamente, le asciugò. Non poteva e non doveva
permettersi di piangere per un tale cretino.
La ragazza aprì gli occhi, svegliata da un pesante mal di testa
La ragazza aprì gli
occhi, svegliata da un pesante mal di testa.
La luna aveva già
lasciato da poco il posto al sole che stava sorgendo lento all’orizzonte,
ma nel cielo chiaro s’intravedevano ancora alcune stelle, ormai prive
della loro lucentezza notturna.
Istintivamente si
voltò e notò una figura, distesa, alla sua sinistra.
Shikamaru dormiva a pancia
in giù e la faccia immersa nella felpa che li faceva da cuscino.
Non si spiegava quando e
perché l’avesse raggiunta, ma badò bene di non fare rumore
per non svegliarlo.
Della sera precedente
ricordava poco, ma quel poco le bastò per sentire un enorme peso allo
stomaco.
Temari l’ osservava dormire.
Seguiva il suo respiro e il
movimento della sua schiena che s’alzava e abbassava con estrema
continuità.
I capelli si erano sciolti
sul suo volto e a fianco a lui giaceva ancora una birra mezza vuota.
Quel viso così dolce
e completamente assente bastò per strapparle un piccolo sorriso.
Sembrava un bambino, perso tra i suoi sogni e i suoi giochi innocenti, con
nessuna voglia di crescere.
Temari alternava lo sguardo
tra il suo viso e il movimento del suo respirò.
Lo guardava rapita, col
cuore colmo di compassione per quell’ ”angioletto”.
Non potè trattenersi
dall’avvicinarsi a lui e sdraiarsi a fianco, faccia a faccia col suo
viso.
Da così vicino la
ragazza notò la sua bocca semiaperta e le scappò un altro
sorriso.
Le gambe del ragazzo ebbero
un fremito e i suoi occhi si aprirono lentamente.
- Ben svegliato…- disse
con un filo di voce Temari.
Shikamaru restò
dov’era, sbattendo ripetutamente le palpebre e stirandosi le braccia.
- Ah, seccatura…- le
sorrise, mostrando tutti i segni di una post - sbronza
coi fiocchi.
I due si fissarono per
qualche istante, in silenzio, accompagnati dal solo suono delle onde che
avanzavano e si ritraevano a riva e da qualche verso di gabbiano.
Shikamaru osservava la
ragazza di fronte con occhi sognanti.
Il vestito corto aderiva
perfettamente alle sue curve e il seno, schiacciato dal peso del corpo, le
conferiva un’aria principesca.
I suoi grandi occhi verdi
brillavano alla luce di quell’alba e il ragazzo poteva assaporare il
profumo dei capelli che giacevano scompigliati sul quel viso delicato.
Temari squadrava Shikamaru
con aria strana, quelle attenzioni non potevano essere vere.
Tutto a un tratto il ragazzo
si avvicinò ancora di poco a lei, senza distogliere lo sguardo da quegli
occhi che lo fissavano quasi impauriti.
Era bella e per una volta
tanto, sembrava avvolta da un’aurea di dolcezza vera simile.
Quella seccatura stava per
mandargli in corto circuito il cervello.
Temari sentì il cuore
batterle all’impazzata e se da una parte avrebbe voluto mollargli una
sonora sberla, dall’altra era come immobilizzata.
- Te l’ho già
detto che sei bellissima con quel vestito? – le sussurrò
dolcemente il ragazzo, accarezzandole una guancia.
- No, questa è la
prima volta che te lo sento dire…- rispose lei, con una punta di
acidità sulla lingua.
Shikamaru le sorrise, un
sorriso che Temari non aveva mai visto.
Era un sorriso diverso dai
soliti che era abituata a vederli in faccia.
Era un sorriso dolce,
morbido, spontaneo, semplice…
Un sorriso angelico che le fece
definitivamente perdere la concezione del tempo.
Non capiva se stesse ancora
dormendo o fosse ancora sotto gli effetti delle birre o se addirittura fosse
tutto frutto della sua immaginazione e del suo subconscio. lui.
- Che ti prende? - chiese
Shikamaru, alzandosi e restando coi gomiti appoggiati sulla sabbia.
- Niente… - rispose
vaga Temari, mettendosi seduta e sistemandosi il vestito.
- Stavi tremando… -
- Mi è solo salito un
brivido. La mattina in spiaggia fa freschino… - replicò con
naturalità.
Shikamaru girò la
testa e fissò l’immensa distesa d’acqua di fronte a loro.
- Ieri sera non ti ho
più vista…Ti stavo venendo a cercare, erano un po’ tutti
preoccupati. Poi ti ho trovata qui, addormentata e ho preferito non
svegliarti…- disse con voce bassa il ragazzo.
- Ti ho visto impegnato, quando
me ne sono andata, non volevo disturbare – rispose secca Temari, poi
continuò - Kiba non si reggeva in piedi, come tutti del resto. Sono
venuta qui per star lontana dalla musica che mi stava
spaccando i timpani, ma avevo troppo sonno, così mi sono abbioccata
sulla sabbia…- spiegò, tentando di mantenere le distanze col tono
di voce.
- Ah…capisco…-
rispose cupo il ragazzo. Quella situazione non li piaceva per niente.
- Sarà meglio che
torni dagli altri…- disse Temari, alzandosi in piedi e levandosi della sabbia
di dosso.
- Dove vai? Sono le 6 di
mattina, staranno dormendo ancora tutti… - ribattè Shikamaru,
tentandola invano di farla restare ancora un pò.
- Devo sgranchirmi un
po’ le gambe. E poi ho mal di testa – chiarì fredda la
ragazza.
Temari voltò le spalle
al ragazzo e s’avviò verso l’”accampamento”.
E sì, quella
seccatura le avrebbe creato non pochi problemi, ma per il momento non
c’era bisogno di giungere ad affrettate
conclusione.
***
Intorno a lei c’era
solo silenzio. Bottiglie di vetro sparse in mezzo alla sabbia, il tavolo
ricoperto di carte, piatti e bicchieri di plastica.
Non c’era una sedia in
piedi, ma erano tutte sbattute a terra casualmente.
La griglia emanava ancora un
piccolo tepore e il sacchetto nero coi rifiuti mal odorava tremendamente di
cibo.
Il lettore di Neji stava in
bilico su una sedia e molti cd erano affondati nella sabbia, senza custodia.
Temari arricciò il
naso e con cautela, cominciò a camminare tra i vetri, stando bene
attenta a dove metteva i piedi.
Recuperò un grosso sacco
nero e cominciò a raccogliere la spazzatura dal tavolo.
- Ehi Cenerentola, vuoi una
mano? – chiese sarcastico Shikamaru, raggiungendola senza fretta.
- Ma direi anche di
sì, morto in piedi! Visto che sei lì, a vagare, come un anima in pena -rispose cinica Temari.
- Speravo già in un
“no, grazie”…Che devo fare? –
chiese il ragazzo, sbadigliando rozzamente.
- Raccogli e butta dentro…-
rispose, indicando il sacco nero appoggiato su una sedia.
- Che palle…- si
lamentò Shikamaru, chinandosi per prendere una bottiglia rotta.
- Nara, fammi il favore di
stare attento a non tagliarti…- puntualizzò la ragazza, fissandolo
con due occhi rassegnati.
- Tranquilla, non sono un
ritardato come te…- la provocò Shikamaru.
- Fottiti Nara! –
sbottò la biondina, aggrottando le sopracciglia.
- Anch’io ti voglio
bene… – puntualizzò il ragazzo, ridendo da sotto i baffi.
Temari sbuffò e
tornò con pazienza al lavoro, sorridendo di nascosto.
Dopo mezz’oretta, gran
parte dell’immondizia era stata rimossa e i due si dedicarono alla
pulizia del tavolo.
***
Il sole ormai era sorto e il
caldo mattutino riscaldava la costa giapponese.
Naruto uscì dalla
tenda, seguito da Hinata.
- Ma buongiorno! –
disse Temari allegra.
- ‘Giorno
ragazzi…- rispose Naruto, arrancando la sedia più vicina e
cadendoci sopra.
Hinata, timida,
s’avvicinò a Temari per darle una mano a pulire.
- Non è come
credi…N-non abbiamo fatto niente! – l’anticipò la ragazzina,
guardandosi imbarazzata la punta dei piedi.
- Sì sì, e io
non ero ubriaca…- rispose Temari fissandola da molto vicino.
- E’…è
successo per sbaglio, non mi aspetto mi dica niente Naruto… -
confessò triste Hinata.
- Non dire così!
Quando si è un po’ brilli si compiono azioni che normalmente non
si farebbero mai. Ma non necessariamente queste devono essere “cose
passeggere”. Spesso si fanno o dicono cose che sono vere, solo che quando
si è ubriachi si ha il coraggio di dirle, mentre quando si è sani
no… - le sorrise maturamente Temari.
- Grazie Tem, ma a Naruto
non interesso di certo. Ieri sera è stato molto dolce, ma non stava
bene. Non sono così ingenua come sembra, sai? – obiettò
Hinata, abbassando lo sguardo.
- Dammi qua e vai da lui!
– disse di scatto Temari, strappando via di mano uno straccio a Hinata.
- Ma cosa dovrei fare?
– chiese entrando in panico la ragazzina.
- Quello che avresti o hai
fatto ieri sera… - disse con semplicità Temari, strizzandole
l’occhio.
Hinata si avvicinò
timida al ragazzo seduto sulla sedia, intento a fissare la sabbia bianca sotto
i suoi piedi.
Narutò sentì
dei deboli passi dietro di lui e si voltò con la coda dell’occhio sorridendole.
- Ehi, Hinata! Vieni qui… - le disse, facendole cenno con le mani di
sedersi sopra le sue ginocchia.
Hinata diventò
paonazza. Fece un profondo respiro e andò a sedersi sopra di lui.
Naruto la teneva saldamente
con le braccia e la testa appoggiata alla sua morbida schiena, sorridendo come
un bambino.
Lei se ne accorse e,
finalmente, mandò al diavolo la timidezza, imprimendo un dolcissimo
bacio sulla guancia del biondino. Per la prima volta fu Naruto ad arrossire,
mentre Hinata osservava divertita la sua buffa espressione, piena di amorevole
stupore.
- Ma come fanno tutti a star
bene con voi donne…Siete peggio delle sanguisughe! - commentò la
voce di Shikamaru, sbucando da dietro una tenda, con le solite mani in tasca e
l’aria disinteressata.
- E’ evidente che tu
non ne attiri molte, perciò non porti problemi inutili Nara…–
rispose con soddisfazione Temari.
- Non credo che Ino la pensi
come te…- la sfidò il ragazzo.
Gli occhi di Temari si
dilatarono di colpo. Una stretta allo stomaco la colpì e il cuore
cessò di battere per una frazione di secondo. Già. Si era quasi
dimenticata di quella scena. .
Shikamaru sembrò sentirsi
appagato dalla reazione della ragazza, perciò tornò a raccogliere
le ultime birre nascoste tra la sabbia: aveva sperato in una reazione del
genere.
Ben presto quasi tutti
uscirono dalle proprie tende.
Choji era quello messo peggio,
dal momento che risentiva ancora degli effetti dell’alcool.
Kiba non aveva ancora
fiatato da quando aveva messo piedi fuori dal sacco a pelo.
Si era limitato a stare sdraiato
sul suo asciugamano, con le braccia dietro la nuca, fumandosi una sigaretta
dopo l’altra. Completamente devastato
Ino e Sakura sembravano in
perfetta forma, fresche come rose profumate e se la godevano a prendere il
sole, sdraiate sui loro asciugamani colorati.
Temari, invece, si sentiva
puzzare d’alcool e di fumo e si chiedeva come diavolo avessero fatto
quelle due a rimanere tanto immacolate.
Sasuke restò in
completa catalessi per tutta la mattina, facendo compagnia a Kiba e concedendo
solo qualche bacio frettoloso a Sakura.
Neji e Ten-Ten parevano i
più svegli del gruppo, dal momento che stavano avendo un’accesa
discussione riguardo l’impianto stereo di Neji, che
era stato lasciato incustodito in mezzo alla sabbia, per tutta la notte.
- Cazzo amore! Ma non potevi
starci attenta e portarlo, per lo meno, in tenda? – cominciò Neji,
trattenendo l’irritazione.
- Si
dal caso che quel lettore sia tuo, non mio. La responsabilità di averlo
lasciato incustodito è tua, tesoro…- sbottò, sarcastica, Ten-Ten.
- Sì, ok…Ma
visto che non mi reggevo in piedi, non potevi pensarci tu e farmi un dannato
favore? –
- Tsk! Adesso viene fuori
che la colpa è mia! Ti informo che non sono io quella che è
collassata per dieci birre! –
- Appunto! Capendo che non
ero nel pieno delle mie facoltà di agire e intendere, potevi farti furba
e pensare allo stereo! –
- Farmi furba? Ma dico vuoi
scherzare? Ho avuto ben altro a cui pensare, altro che lo stereo! Per esempio,
ho dovuto reggere la testa di quel coglione del mio ragazzo, sbronzo, che per
poco non mi vomitava addosso! – lo zittì aspra.
- Ten, sei una palla quando
vuoi sempre aver ragione, cazzo! – sbottò Neji.
- Ah, perché non ho
ragione?! Invece di ringraziarmi per essere stata con
te tutto il tempo, mi rompi le palle per il tuo cazzo di stereo?! –
- Ma non è
questo…E’ che…lo sapevi che ci tenevo a questo impianto,
porca puttana! – si giustificò il ragazzo, abbastanza adirato.
- Benissimo, allora. Tolgo
subito il disturbo …– grugnì la ragazza, prendendo la sua
borsa e incamminandosi a passo spedito verso l’entrata della spiaggia.
- Ma dove vuoi andare? Dai, scema,
torna qui… - disse il ragazzo, rincorrendola e afferandole un braccio per
trattenerla.
- No, stronzo! Hai rotto
abbastanza oggi! Vado a casa!...E mollami sto braccio!–
urlò, scivolando via dalla presa di Neji.
- Dai, scusa…Hai
ragione tu, dovevo pensarci io al lettore, dai vieni qui…-
la supplicò il ragazzo, allungando nuovamente la mano per afferrarle la
maglietta.
- No! Fottiti! E non provare
a chiamarmi né a casa né sul cellulare, perché ti appendo
in faccia, chiaro? – sintetizzò crudelmente la ragazza,
allontanandosi speditamente.
Neji rimase immobile davanti
alla sagoma che a poco a poco svaniva.
Era raro vedere Neji e
Ten-Ten litigare in pubblico.
Solitamente erano molto
complici e scherzavano anche, tra una battutina e l’altra.
Ma questa volta, Ten-Ten,
non stava scherzando.
Era davvero incazzata e
anche Neji se n’era accorto.
Il ragazzo ritornò al
campo con lo sguardo a terra, quasi portasse la croce sulle spalle.
- Incazzata la ragazza, eh
Neji? – squittì Ino da sotto gli occhiali da sole che le
ricoprivano metà faccia.
- Direi anche di brutto… Sta volta non la scampo… - rispose mogio
l’amico.
- Suvvia! Presentati in
camera sua con solo un accappatoio bianco addosso e vedi come ti perdona!
– li suggerì, maliziosa, la ragazza.
- Non tutti scelgono quel
tipo di moneta, Ino… - s’introdusse la voce schietta e acida di
Shikamaru - Ma sentiamo da che pulpito viene questa perla di saggezza… -
ghignò furba lei.
Il collo di Shikamaru
s’irrigidì, mentre gli occhi di Temari si ridussero a due fessure
impenetrabili. Avrebbe volentieri incenerito quella sanguisuga vogliosa.
- A proposito,
Shika…Dobbiamo ancora parlare… - continuò la vipera,
alzandosi dalla sua posizione statuaria per sfilare davanti a Shikamaru.
- Di che cosa dovremmo
parlare? – chiese ingenuamente il ragazzo, corrugando la fronte.
Ino intrecciò la sua
mano con quella di Shikamaru e lo condusse a distanza adeguata dagli altri.
Temari li seguì con
lo sguardo, continuando a strofinare, con più violenza, sullo stesso
punto del tavolo, su cui insisteva da circa dieci minuti.
Li vide parlare troppo
vicini e poteva sentire le risatine idiote di quella cretina.
Shikamaru era decisamente
imbarazzato e Ino sembrava averlo colpito nel segno, sbattendoli in faccia quel
seno piccolo ma tanto eccitante e quei due grandi occhi di un blu sfavillante.
Temari non poteva sopportare
quella situazione, ma, soprattutto, odiava non sopportarla, perché
l’odio voleva dire gelosia e gelosia, invidia. Invidia per Ino.
Temari capì.
Capì che quella mattina Shikamaru non doveva essere al pieno delle sue
facoltà mentali.
Era stata così
ingenua a credere a quei piccoli gesti, così teneri.
Sarebbe stato troppo bello,
in effetti, aspettarsi qualcosa.
Shikamaru, probabilmente,
manco s’ era accorto di averle regalato emozioni così forti e non
aveva neanche immaginato di averle fatto credere “ qualcosa di
più”.
- Io vado ragazzi… -
avvisò Temari, raccogliendo il suo zaino.
- Ehi, Tem…Vai
già a casa? Sono solo le 11! – insistette Sakura.
- Sì, ma io sono
sveglia dalle 6 di questa mattina e ho dovuto pulire tutta sta merda… -
rispose vorace, indicando la zona della grigliata.
La faccia di Sakura divenne
viola di vergogna. In effetti, il gran lavoro, l’avevano fatto tutto
Temari e Shikamaru.
- Hai ragione,
scusa. Ti meriti una bella dormita! – le sorrise l’amica.
- Ciao Sakura…a dopo!
- rispose.
- Ehi, Tem! Ci si vede
questo pomeriggio! Ciao! – la salutò allegro Naruto.
Le voci assonnate e lugubri
di Sasuke e Kiba sussurarono un debole “ciao”.
- Ci vediamo a casa
sorellina... –
- C-ciao Temari…e
grazie ancora per l’aiuto di stamattina! – si fece coraggio Hinata,
ancora abbracciata a Naruto.
- Ciao a tutti… -
disse frettolosamente Temari, incamminnandosi.
Passò davanti a
Shikamaru e a Ino, accelerando il passo e tentando di salutare nel modo
più normale e indifferente possibile i due ragazzi, mentre le mani di
Ino cercavano quelle del ragazzo col codino.
Shikamaru si voltò
per guardare Temari allontanarsi, restando impassibile al vento che li
scompigliava i capelli e agli occhi di Ino fissi su di lui.
Ino s’accorse che
l’espressione dell’amico era strana, non gliel’aveva mia
vista: avevo due occhi luccicanti, ma allo stesso tempo tristi e la bocca
anziché imbronciata come il solito, era semi aperta,
quasi a voler sussurrare qualcosa.
Ino poteva anche essere “una
facile”, ma certe cose non le sfuggivano: Shikamaru era perso della
biondina.
La ragazza non potè
trattenere una certa irritazione nel vedere l’amico contemplare Temari
che, a poco a poco, svaniva dietro la duna di sabbia.
Sebbene volesse “vendicarsi”
dell’amico, a lei, Shikamaru, piaceva davvero.
- Ehi, pronto?? Nara?? – disse Ino
battendo il polpastrello del suo dito indice sulla fronte del ragazzo
- Ah, sì…scusa
Ino… - rispose distratto Shikamaru. Era decisamente su un altro pianeta.
- Allora, hai capito,
quindi, che intendo? – chiese la ragazza.
- Ehm…ma certo Ino...
–
- Oh, bene! Che ne dici,
dunque? – disse entusiasta la ragazza, avvicinadosi al suo viso con fare
disinvolto.
- Ehm…riguardo cosa?
– Shikamaru era completamente in aria. Non aveva ascoltato una parola del
discorso di Ino.
- Shika! Ma mi hai ascoltata?
– si lamentò Ino, sbuffando.
- Ino, ascolta...Ho un sonno pazzesco, me ne vado a casa adesso. Ne
riparliamo un’altra volta, ok?Ciao…– disse ancora distratto, voltando le spalle a Ino.
- Ma non puoi andar via
così! Shikamaru! Torna qua! Un attimo! – le urlò la
ragazza, ma ormai lui era già alla fine della spiaggia.
***
Shikamaru camminava a passo
lento, come al suo solito, fissando il cielo sopra di lui e aspirando quel
dolce veleno dalla sigaretta che teneva stretta tra i denti.
Ripensava a Temari, convincendosi
che fosse solo una seccatura, come tutte le sue coetanee.
Eppure quella seccatura era
sempre stata un’eccezione per lui, ma era troppo pigro per ammettere
anche solo a se stesso che quella Temari aveva qualcosa che le altre non
avevano.
Quella mattina, sulla
spiaggia, avrebbe baciato volentieri Temari. Oh, sì. Eccome, se
l’avrebbe baciata!
Baciare le scocciature non
era mai stato un problema per lui, poteva avere chi voleva, ma non gliene era
mai importato davvero qualcosa di nessuna delle sue amanti.
Baciare la sua peggior
seccatura avrebbe richiesto un grande sforzo mentale e tanto coraggio, ma
questo era chiedere troppo per Shikamaru Nara.
***
- Ehi, ehi…Hinata! Hai
visto il mio sacco a pelo? – chiese Naruto, intento a ribaltare da cima a
fondo la sua tenda.
- No, Naruto…mi
dispiace… - replicò la tenera Hinata, riavvolgendo il suo nella
propria custodia, ordinatamente.
- Cacchio…Ehi,
Sasuke…Non è che per caso hai preso il mio sacco a pelo per
sbaglio?-
- Naruto, non vedi che sono
occupato? – domandò retorico all’amico, impegnato a
“coccolare” Sakura.
- Che palle! …Neji, tu
per caso non… -
- No mi dispiace….-
rispose secco, senza neanche lasciarlo finire di parlare.
- Ma porca di quella put…- Naruto si bloccò di colpo.
Hinata lo fissava con uno
sguardo preoccupato e quasi scandalizzata.
- Eh….eheh…Accidenti!
Chissà dov’è andato a finire! – si corresse il
biondino imbarazzato.
Il viso di Hinata si fece
più colorito e abbozzò un sorrisino a quel matto del suo ragazzo.
- Ehi, stranamore! Tieni il
tuo sacco di pulci…Era sotto il mio…- disse satirico Kakuro,
consegnandogli il suo prezioso oggetto di ricerca.
- Grandissimo Kaku! –
esordì entusiasta il ragazzino.
- Ehi, non chiamarmi mai
più Kanku! Intesi? – lo minacciò il ragazzo, drizzando le
orecchie all’udire quel nomignolo.
Innazitutto, spero che non vi stia annoiando troppo...
E' una long long long fic a quanto pare ahahahah! Bè, ce ne vorrà di tempo prima che i fan ShikaTema vedano qualcosa di...concreto, ma non così tanto, tranquilli.
Questa è stata la mia vera, prima fic su Naruto.
Ammetto che ce ne ho messo di tempo per scriverla, ma boh..speriamo...^^
Continua....^____^ e grazie a tutti quelli che stanno leggendo, con la sacrosanta pazienza, questa palla ;).
Ten-Ten se ne stava in camera sua, rannicchiata sul letto
Ten-Ten se ne stava in
camera sua, rannicchiata sul letto.
Non piangeva ancora, ma
avrebbe voluto farlo. Avevano fatte litigate ben peggiori di
quest’ultima, eppure non si era mai sentita così frustrata e
completamente distrutta.
Aveva gli occhi rossi, ma
ancora non piangeva.
Era ovvio che il problema
non era stato solo lo stereo, ma c’era qualcosa di più profondo da
affrontare. Qualcosa che la ragazza teneva dentro di sé quando stava con
lui.
Durante i primi mesi con
lui, pensava che Neji fosse il ragazzo perfetto: dolce, leale, gentile e
premurosissimo. Eppure, col tempo, aveva dimostrato spesso di saper essere
anche egoista, arrogante e testardo come pochi.
Ten si sentiva morire
dentro. Quella litigata le aveva fatto scattare una scintilla dentro e sentiva
che mancava qualcosa nel loro legame.
Il suo amore per il compagno
si stava affievolendo, ormai già da qualche mese, ormai.
- Ten-Ten, posso entrare?
C’è una visita per te… - chiese discretamente sua madre,
bussando alla porta della camera della figlia.
- Mandalo via mamma. Gli
avevo detto di non farsi vedere!!! – rispose in modo pungente la ragazza.
- Ma non è Neji,
tesoro…C’è qui Temari – rispose con naturalezza la
madre.
- Ah…Falla entrare
allora –
- Vieni cara,
entra…Ragazze, vi lascio sole… - disse, facendo accomodare Temari
in camera e chiudendosi la porta alle spalle.
- Ehi, Ten… - disse
Temari, sedendosi sul fondo del letto.
- Ehi Tem…- rispose
l’amica, alzandosi e sedendosi vicina.
- Come stai? – chiese
dolce, accarezzando la guancia di Ten.
-
Così…così…- rispose lugubre la ragazza.
- Sei uno straccio
Ten…Ascolta, sono sicura che Neji non voleva prendersela tanto. Sai
com’è fatto, è impulsivo e irritatola mattina, specialmente
dopo una sbronza coi fiocchi…Probabilmente anche lui sta male per te
adesso… - cercò di rassicurarla l’amica.
- Non lo amo più
Tem… - la interruppe Ten-Ten.
- C-come, scusa?!?! –
chiese sgranando gli occhi la biondina.
- Cioè…Credo di
non amarlo più. O per lo meno, non lo amo più come prima… -
- Non dirmi che gli hai
fatto le corna!? –
- Ma và,
no…E’ solo che… -
- Lo vuoi lasciare? –
- No! Appunto…non
voglio lasciare Neji! Però, insomma…sento che tra di noi è
cambiato qualcosa. Non siamo più presi come l’anno scorso e mi
sembra quasi un peso, ogni giorno che passo con lui…- confidò
Ten-Ten.
- Ten, siete insieme da due
anni ormai. Due anni sono tanti, è normale piano piano la passione dei
primi mesi scompaia, però bisogna nutrirla, se no tanto vale…-
- Non è quello,
è che…è tutto così noioso con lui. Facciamo sempre
le stesse cose e ormai riesco a capire ogni sua mossa. Non c’è mai
qualche novità tra noi…è tutto scontato…-
- Ho capito. Il sesso non
soddisfa più, vero? – domandò ironica e maliziosa Temari.
- Non scherzare, scema! Lo
sai che…non lo abbiamo mai fatto…- si giustificò timidamente
l’amica.
- Ecco Ten! E’ qui che
ti voglio! Vedi…voi non vi lasciate mai andare. Soprattutto te! –
eruppe Temari.
- Che diavolo vuoi dire?
– chiese incerta Ten-Ten.
- Voglio dire che non avete
più quindici anni, Ten! Devi lasciarti andare e fare ciò che so
che vuoi fare, ma che per qualche strana ragione blocchi! Vi vedo quando vi
“appartate” e tu sei sempre così…rigida con lui! Ma
buttati! Ravvivate il rapporto! Ten, tu lo ami…e lui ama te, tantissimo.
Due persone che si amano, prima o poi, finiscono per stare a letto insieme,
è normale. Non devi avere paura….- disse con affettuosità
Temari.
- Tsk…Ma per chi mi
hai preso? Io non ho paura di fare l’amore col mio ragazzo. Ho solo paura
di quel che può succedere dopo… - confessò Ten.
- E cosa vuoi che succeda?!
– chiese allibita la biondina, sbottando sul letto.
- Ho paura che io non li
basti più…E poi non ne abbiamo mai parlato davvero. Si imbarazza
parecchio quando affrontiamo questo discorso…-
- Ten! Due anni che vi
baciate a destra e a manca…e non so che altro facciate…Eppure vi
vergognate a parlare di sesso?! – chiese allibita Temari.
- E la fai facile tu….
– rispose imbarazzata Ten.
- Parlatene! Fagli capire
che…è ora di fare quel passo! Se no è ovvio che poi anche
l’amore sfiorisce se non è “alimentatato” a dovere!
– la incalzò Tem.
- Hai ragione…-
rispose sicura Ten-Ten.
- Grande la mia Ten! Basta
che poi non esageriate come Sasuke e Sakura…loro sì che hanno
bruciato le tappe in fretta!! – disse con simpatia Temari.
- Sì, in
effetti…però c’è da dire che stanno davvero bene
insieme! –
- Come te stai bene con
Neji! – le sorrise l’amica.
Dagli occhi di Ten-Ten
cominciarono a scendere delle piccole lacrime cristalline, ma aveva anche un
mezzo sorriso sulle labbra, ripensando all’ultima frase di Temari.
Sì. Lei si sentiva
bene solo col suo Neji e per quanto non amasse del tutto i suoi difetti, lo
amava con tutto il cuore.
Temari abbracciò
l’amica con tanta dolcezza e quest’ultima si lasciò cullare
dalla mano della sua compagna che le accarezzava dolcemente la testa.
- Grazie, Tem!
….Sei…una ….vera amica!.... Ti voglio bene! – disse la
sottile voce di Ten tra un singhiozzo e l’altro.
- Ma ti pare? Ti voglio bene
anch’io Ten! – rispose, porgendo un fazzoletto all’amica.
Ten-Ten si soffiò il
naso, asciugò l’ultima lacrima di felicità e mostrò
un grande sorriso a Temari.
- Coraggio Ten! Oggi
pomeriggio, quando lo vedi, ti avvicini e ci parli, ok? –
- Sì,
sì…Poi ti farò sapere…-
- Ovvio! E voglio i
dettagli… - disse ammiccando alla ragazza.
- Sei grande Temari!- urlò Ten, saltandole in braccio.
- Ehm…Ok
Ten…Adesso è meglio che vada, se no chi lo sente Kankuro! –
disse alzandosi dal letto e dirigendosi verso l’uscita della stanza.
- Ok, ci vediamo questo
pomeriggio allora…- rispose la mora accompagnandola alla por
ta d’ingresso.
- Ci vediamo Ten…e
tirati su di morale, ok? – disse salutandola con la mano.
- Sto già decisamente
meglio grazie a te! Ciao! – la salutò definitivamente.
***
- Accidenti! Sto morendo di
fame! Voglio il mio ramen!!!! – sbottò Naruto al bancone della
tavola calda Momigi .
- Naruto, calmati, per
favore…- sbuffò Kakuro ritenendolo un caso perso, al solito.
- Ehi! signore! Sono venti
minuti che aspetto il mio ramen! Potreste darvi una mossa? - urlò Naruto,
sdraiandosi sul bancone e additando un cameriere.
- N-naruto, ti
prego…mi fai paura! – disse una timida Hinata, tentando di tirare
giù dal bancone il suo compagno.
- Naruto tappati quella
bocca o al posto del ramen riceverai solo un calcio dove dico io! – disse
Kiba, colpendo il biondino sul capo con una manata.
- Io voglio il mio
ramen!!!!! – ribadì Naruto quasi piangendo.
- Ecco i vostri piatti
ragazzi. Ed ecco qua il tuo ramen, Naruto…- disse una voce famigliare,
porgendo le pietanze sul tavolo.
- Ehi! Ma lei è il
padre di Choji! Grandissimo! Pancia mia fatti capanna! Buon appetito a tutti!
– gridò il biondo contento, cominciando a divorare il suo adorato
ramen.
Hinata assaporava il suo
riso con calma e delicatezza, in netto contrasto col biondino che le stava
accanto.
- Naruto, contegno, ti
prego! – lo rimproverò Neji, osservando l’amico trangugiare
quella deliziosa pasta in brodo.
- Ma pensa per te che ti
metti a urlare di prima mattina per uno stereo! –
Neji si sentì il
cuore in gola e il suo stomaco stritolarsi.
Giusto, lo stereo….e
Ten-Ten.
-
Tutto a un tratto non ho più fame….Torno a casa ragazzi –
annunciò Neji posando le bacchette di fianco al suo tofu fritto ed
alzandosi dalla sedia.
-
Ehi, ci vediamo questo pomeriggio al campetto? –
-
Forse,,,Ciao ragazzi – disse allontanandosi.
-
Ciao Neji… - rispose il gruppo.
Ben presto Naruto, Hinata,
Kiba, Choji, Ino, Sasuke e Sakura finirono il loro pranzo, pronti per tornare a
casa e godersi una buona pennichella dopo il degenero della sera precedente.
- A più tardi gente!
–
- Ciao Naruto! Ciao Hinata!
-
- A dopo Sasuke!-
- Ci si vede Kiba…Ciao
Choji! –
- Ciao ragazzi…Ciao
Ino…-
- Ciao Sakura…A dopo!
–
Ino s’incamminò
verso casa. All’incrocio svoltò a destra e si trovò nella
sua via. Camminava a testa alta, quasi fosse una dea, sicura come sempre e coi
capelli lunghi che oscillavano a destra e a sinistra sulla schiena.
Tuttavia era molto
pensierosa e avvicinatasi al suo cancello, notò un ragazzo che
l’aspettava. Era Shikamaru.
- Pensavo non te ne
fregasse…- squittì la ragazza, facendo l’offesa con le
braccia incrociate.
- Se sono qui è
perché ho voglia di ascoltarti…Non ho voglia di perdere di tempo, vedi
di fare alla svelta…- disse freddo il ragazzo.
- Ecco…Sarò
brutalmente sincera con te Nara. Ti ricordi tre anni fa, sotto casa
tua…quando ti dissi che mi interessavi e che mi sarebbe piaciuto essere
la tua ragazza? – chiese seria Ino.
Il ragazzo guardò
fisso quei due grandi occhi blu, poi rispose:
- Sì,
vagamente… -
- Ricordi anche cosa mi
avevi risposto? -
- Vagamente
sì…- rispose pigramente il ragazzo.
- Molto bene. Sappi che quel
giorno giurai che ti avrei fatto rimpiangere l’umiliazine che mi avevi recato.
Pensavo che “quel giorno” sarebbe stato oggi, approfittando di
ciò che è success ieri sera tra noi, ma…le cose adesso sono
cambiate. E sono cambiate da parecchio tempo, a dirla tutta. Mi sei sempre piaciuto
Nara, sebbene abbia sempre cercato di fare solo la gatta morta con te…Perciò,
provo a chiederti di nuovo, se…posso essere la tua ragazza… - concluse
Ino con un filo di voce, cercando di indovinare la risposta, specchiandosi
negli occhi del ragazzo.
- Ino, lo sai che io con le
ragazze non voglio averci niente a che fare - rispose Shikamaru, sbuffando e
accendendosi la dodicesima sigaretta.
- Ti conosco Shika,
però…mi chiedevo se potevo essere un’eccezione, per
te… - la buttò lì debolmente la biondina, giocando
nervosamente con un anellino che si passava tra le dita affusolate.
- Mi dispiace Ino, ma per
quanto ti ritenga una bellissima ragazza e tutto il resto, non sei mai stata
un’eccezione per me…- rispose sincero e un poco imbarazzato il
moro.
- Io non ti capisco
Shika…- sussurrò Ino.
Le lacrime cominciarono a
scendere senza che se ne rendesse conto, ma fu svelta nel voltarsi per
asciugarsele con un fazzolettino, fingendo di soffiarsi il naso. Non poteva
cadere tanto in basso per lui. Respirò profondamente e tornò
seria a guardare il ragazzo che le stava di fronte.
- Ino, non c’è
molto capire…Io non voglio avere ragazze tra i piedi, non voglio
seccature, ok? - questa volta il tono di Shikamaru si fece più amaro e
pungente.
- Che palla al piede che
sei, Nara! Ti lamenti tanto di noi “seccature”, ma se al mio posto
ci fosse stata, cessò, una certa “Temari”, scommetto che sta
scusa non l’avresti usata…– lo sfidò Ino decisa.
- Avrei risposto allo stesso
modo. Anche lei è una seccatura – rispose tranquillo il ragazzo,
cercando di mantenere un tono di voce stabile, senza lasciar intender alcun che.
- Invece non credo proprio …
- ribattè decisa Ino.
- E che cosa credi, allora?
– rispose insicuro il ragazzo, terrorizzato dall’imminente risposta.
- Io credo…Credo che
ti piaccia Temari, ma sei troppo pigro e ottuso. Cerchi di convincerti in tutti
i modi che tu non abbia bisogno di una seccatura al tuo fianco… - irruppe
Ino seria.
- Tsk! Mi piace Temari? Smettila
di sparare stronzate… - rispose spiccio Shikamaru, facendo un tiro di
sigaretta piuttosto lungo.
Il moro iniziava già
a sudare freddo, Temari era decisamente un argomento taboo per lui.
- Se non vuoi ammetterlo, fa
come vuoi…Sari tu a pentirtene un giorno… -.
La biondina lo fissava con
uno sguardo agghiacciante. Era seria e sicura di sé, ma allo stesso
tempo, dietro quelle lunghe ciglia nere di rimmel, nascondeva un’aurea di
tristezza e delusione.
L’amico non era
abituato a guardare Ino anche dal punto di vista
“umano-sentimentale”, ma era evidente che dietro quelle minigonne
provocanti e i reggiseni di pizzo, anche lei aveva dei veri sentimenti e dei
dolori che teneva ben nascosti, anche a se stessa.
- Ino, piantala con questa
storia di Temari… - tentò di difendersi il ragazzo, facendo un ultimo
tiro di sigaretta e gettandola a terra con non curanza.
- Dici così solo
perché sai che ho ragione… - rispose con ovvietà Ino,
abbassando lo sguardo.
- No, Non hai ragione. Ho
solo ragione io a dire che voi tutte siete solo delle grandi seccature –
esordì Shikamaru, alzando la voce scocciato.
- Sei solo uno stupido
Nara… - sbottò Ino, sbattendo un piede per terra.
- Bè, se hai finito,
io me ne andrei anche a casa a dormire…Sono distrutto – rispose lui,
stiracchiandosi le braccia.
- Allora vai, non ho
più nulla da dirti – replicò acida Ino che non smetteva di penetrarlo
con lo sguardo.
- Ci vediamo, allora… -
la salutò il ragazzo, allontanandosi dal cancello.
Ino resto immobile sulla
soglia di casa, due piccoli pugni serrati e lo sguardo fisso sul suo amico che
se ne andava a passo lento e trasandato, accendendo l’ennesima sigaretta.
L’aveva rifiutata per
la seconda volta.
Ino sapeva bene che altri
ragazzi avrebbe fatto carte false per essere al posto di Nara, l’unico
ragazzo di cui fosse davvero innamorata e l’unico che non poteva avere.
Ciò che più le
faceva male, era il fatto che a Shikamaru piacesse davvero tanto Temari e che
lei sarebbe stata solo un terzo incomodo tra di loro, ancora una volta.
Era sempre stato
così. Aveva sempre fatto la parte della sfascia coppie,
dell’amante, dell’avventura estiva, della storia da una botta e
via, della cottarella….Nessuno le aveva mai detto un “ti amo”
sincero e nessuno l’ aveva mai amata davvero per quello che era, a parte
che per le sue curve.
Tutto a un tratto Ino
sentì la sua autostima calare vertiginosamente e tutta la sua sicurezza
stava svanendo, per lasciar posto a quella insicurezza che aveva tenuto
nascosta per troppo tempo.
Per la prima volta
capì di essere completamente sola. Capì che a nessuno gliene
importava davvero qualcosa di lei. Lei era solo un’attrazione sessuale
per i maschi e un’ispirazione per le femmine ma, in fondo, non godeva
della stima di nessuno, nemmeno più di se stessa.
Il cielo s’era fatto cupo e di un grigio fumo piuttosto tenebroso
Il cielo s’era fatto cupo
e di un grigio fumo piuttosto tenebroso.Nuvole
minacciose preannunciavano pioggia e di conseguenza un noiso
pomeriggio da passare in casa.
Una Temari
tremendamente annoiata stava impassibile sul letto di camera sua, con le gamebe incrociate e lo sguardo perso al di là del
vetro della finestra. Fissava le goccioline d’acqua che scendevano lente
sul vetro, sbuffando di tanto in tanto.
Kakuro stava seduto alla scrivania della sorella, intento a
leggere un libro prestatoli da Shikamaru.
-Mmmm…Kanky, dici che
pioverà continuerà a piovere anche stasera? – chiese Temari, stendendosi sul letto con la faccia impressa nel
cuscino.
- Non lo so Tem, mi auguro solo di no! Domani c’è la
partita! Se il terreno resta bagnato, saremo costretti
a rimandarla per la seconda volta! – rispose il fratello senza staccare
gli occhi dalla pagina aperta sulla scrivania.
- Che palle…-
mugugnò la ragazza.
- Invece che sbuffare,
perché non studi un po’? – la buttò lì il
fratello, chiudendo il libro e voltandosi con la sedia girevole verso la
sorella.
- Ma sei scemo? Siamo a
metà giugno e già parli di studio! – urlò Temari, mettendosi in ginocchio sul letto e sbattendo le
mani sul materasso.
- Dai che scherzavo… -
rispose il ragazzo, lanciandole il cuscino della sedia addosso colpendola in
piena faccia.
- Ah!....-
urlò la biondina, scoppiando in una risatina divertita, rilanciandoli il
cuscino.
-Ehi! …Ma allora vuoi
la guerra? – disse furbo Kakuro, alzandosi in
piedi e gettandosi sopra la sorella.
Temari, svelta, scansò il fratello e riuscì a
sedersi a cavalcioni sopra la sua schiena, lasciandolo
con la faccia schiacciata sul materasso.
- Pazza! –si
sentì’ la voce soffocata di Kakuro..
La ragazza scoppiò a
ridere, lasciando libero il poveretto e sedendosi nuovamente sul letto in
posizione di meditazione.
Kankuro riprese la lotta, lanciandole una felpa che stava
sul comodino. I due si divertirono ancora per un po’, lottando con
cuscini e indumenti, in ricordo dei vecchi tempi.
-Pausa, Tem!
Non ce la faccio più… - esordì Kankuro
col fiatone, gettandosi sul letto a gambe e braccia spalancate.
- Pausa, pausa… -
rispose stanca la biondina, accucciandosi di fianco al fratello, il quale le
fece posto volentieri.
- Hai sentito Gaara? –chiese Temari
d’un tratto.
- Sì. Ha chiamato
ieri… - rispose ancora affaticato il ragazzo.
- Che dice? – chiese
curiosa la sorella.
- Ha detto che va tutto bene.
Papà e mamma stanno bene, il gatto sta bene e che s’è fatto
già degli amici. Ha anche aggiunto che non li dispiacerebbe abitare
là con loro…-
- Tsk!
Che faccia tosta! Gli hai almeno risposto che qui si sta una favola senza di
lui? – sbottò offesa Temari.
- Povero, lo sai che dice
così solo per fare il grande…- si addolcì Kankuro.
- Sì, lo so…- rispose Temari, sorridendo premurosamente.
DRIIIIIIIIIINI DRIIIIIIIIIIIIIIIIN
Il telefono squillò
in quell’istante.
- Vado io! –
gridò la ragazza perforando il timpano al povero Kankuro
e saltando giù dal letto con non chalance.
- Pronto? Famiglia Sabaku No –
- Ehm, Sono Shikamaru… - risposeuna voce dall’altro capo
del telefono.
- Oh, ciao Nara,,, -
- Posso parlare con Kankuro? –
- Sì, certo…Te
lo chiamo subito…- rispose la voce incerta di Temari.
- Kankuro!
E’ per te! – urlò la ragazza.
- Eccomi, eccomi….
– disse raggiungendola e rubandole di mano la cornetta, facendola
indietreggiare.
- Ehi! …Fai
piano!– grugnì indispettita la ragazza.
- Ehi, pronto? Nara? – Kakuro fece segno a
Temari di sloggiare in camera sua.
La ragazza tornò in
camera, un po’ irritata, ma stranamente eccitata per la voce di Shikamaru. Non aveva mai chiamato a casa sua, prima
d’ora.
Dopo qualche minuto Kakuro la raggiunse di nuovo.
- Ehi, Tem!
Stasera, visto che piove, siamo tutti invitati a casa di Choji,
anche perché i suoi non ci sono…Che dici, ci andiamo? -
- Sì, certo!
Ma…che voleva da te Shikamaru? – chiese
vaga la biondina.
- Ma niente, avvisarci di
stasera…Solo non capisco perché non m’abbia chiamato
direttamente Choji… - rispose dubbioso il
ragazzo.
Temari fece spallucce.
- Bè,
io vado a farmi una doccia e poi dormo un po’…- annunciò Kakuro, recuperando il suo libro e scomparendo in fondo al
corridoio.
Temari si stese sul letto, lo sguardo rivolto sul soffitto
e le mani dietro la nuca, fantasticando divertita sul ragazzo col codino.
***
Un ragazzo dai capelli scuri
e gli occhi chiari camminava mogio sotto il suo ombrello.
Arrivato sotto casa di
Ten-Ten, suonò il campanello con la mano tremolante.
Aprì la porta la
madre della ragazza, vestita di tutto punto per andare a fare la spesa.
- Oh, Neji!
Entra pure caro, lascia pure l’ombrello davanti all’entrata…-
- Grazie signora… -
disse educato Neji, togliendosi le scarpe e avanzando
titubante in casa.
- E’ in camera sua.
Sali pure. Dille che io esco…. Divertitevi e fate i bravi ragazzi!
– disse velocementela donna, uscendo di casa.
- Arrivederci signora…
- .
NBeji salì un gradino dopo l’altro quasi
dovesse salire al patibolo. Stava per andare incontro alla sua sentenza. Ogni
tanto deglutiva e sentiva la pressione salire alle stelle.
Si arrestò davanti
alla porta di legno con sopra incisa una scritta “Ten-Ten”.
Stava per bussare, quando la
ragazza lo anticipò, aprendo la porta di scatto dall’interno.
- Oh…ehm..Ciao Ten…Tua mamma è appena… -
- Lo so, l’ho sentita
uscire…Vieni, entra… - .Ten-Ten
andò a sedersi sul letto, gambe incrociate e rivista
alla mano. Cominciò a sfogliarla con attenzione.
Neji, rigido, si sedette di fianco alla ragazza,
riuscendo a stento a mantenere l’agitazione.
- Posso offrirti qualcosa?
– chiese gentilmente la morettina, alzando lo sguardo dal giornale.
- No, grazie…Sono a
posto… - rispose nervoso.
La ragazza sperava di
riuscire a mantenere il sangue freddo, distraendosi con quella stupida rivista
di moda, ma, confrontando quella gelida atmosfera a tutte le altre volte che il
suo ragazzo era andata a trovarla, un magone cominciò a salirle.
Cercò di coprirsi il viso col giornale, maNeji conosceva fin troppo bene le reazioni della sua
morosa.
- Ehi, piccola…Che ti
prende? – chiese dolce il ragazzo, levandole dalle mani la rivista.
- Niente… - rispose
imbronciata.
- Non ci credo… - la
guardò, avvicinandosi, Neji.
- Ma…E’ solo
che…. – cominciò a biascicare confusa.
- Ten…Ten,
ascoltami… - cominciò Neji, prendendole
le mani – Sono stato un perfetto idiota stamattina. Quella litigata me la
poteva risparmiare…Scusami amore, non volevi farti così
male…Ero tutto preso da quel cazzo di lettore e me la sono presa con te.
Hai ragione, è solo colpa mia che non c’ho badato… - si
scusò profondamente il ragazzo, baciando una mano della compagna.
- Non fa niente Neji…- lo perdonò lei.
- No Ten, non dire
così! Sta volta non farmela passare liscia, come fai sempre…Un
paio di sberle me le merito! Sono solo un cret…
-
Ten-Ten lo zittì con
un profondo bacio.
Neji si rilassò, finalmente, e continuò a
giocare dolcemente con le labbra di della ragazza.
I due si lasciarono
travolgere dalla passione e le loro lingue danzanti non smettevano di cercarsi.
Improvvisamente Ten-Ten si
ritrovò sotto il suo compagno.
Neji continuò a baciarla con tremenda dolcezza e
piano piano spostò le sue labbra sul suo
collo. La sua mano le accarezzava i morbidi capelli corvini e lentamente la
lasciò scivolare fino al suo ventre, massaggiandole la pancia piatta.
La ragazza giocava divertita
coi capelli del compagno,quando vide la mano destra
fermasi sul suo basso ventre. Neji cercò
dolcemente di sbottonarle il jeans e con una mossa furba intrufolò la
sua mano tra le sue gambe.
Ten-ten- lo
lasciò fare divertita, rafforzando la presa dell’abbraccio e
divaricando leggermente la gambe per permetterli di toccarla.
Satura d’amore, la
ragazza sfilò la maglietta del compagno e cominciò a sbottonarli
i jeans, gettando i vestiti da qualche parte sul pavimento.
Con estrema tenerezza, lo
stesso fece Neji.
Si ritrovarono, finalmente,
nudi l’uno sopra l’altro.
Lei non aveva né
paura né vergogna, ma non riusciva a contenere la voglia esagerata di
fare suo, davvero, quel ragazzo.
Neji, d’altra parte, osservava, rapito, gli occhi
della ragazza che sorrideva maliziosa sotto di lui.
Si lasciò invadere
dalla passione d’amore che provava e sentiva di desiderarla come non mai.
Delicato, provò a
farla sua, muovendosi lentamente per non farle male.
Ten-Ten emise dei piccoli
gemiti di dolore d’amore, ma erano decisamente nulla in confronto alla
felicità che provava in quel momento.
- Se non te la senti, mi
fermo… Non ti voglio forzare… - le sussurrò col fiato
mozzato il ragazzo.
Lei si limitò ad
annuire, sorridendo e decise di stringersi ancora di più al suo uomo, comprimendo
il seno al suo petto muscoloso.
Fecero l’amore
dolcemente, come sempre avevano sperato di fare.
Pochi minuti dopo quella
prova d’amore, Ten-Ten stava abbracciata al suo Neji,
gli occhi chiusi assaporavano ancora quei momenti di magia e felice si lasciava
cullare dai mille baci del suo compagno.
La pioggia s’era fatta via via più sottile e dei piccoli
raggi di luce attraversavano le nuvole ancora grigie ma non più
minacciose
La pioggia s’era fatta
via via più sottile e dei piccoli raggi di luce attraversavano le nuvole
ancora grigie ma non più minacciose.
Presto il sole sbucò
da sotto una nube e dei piccoli spazi di cielo azzurro si fecero spazio nel
cielo.
Omai era tardo pomeriggio e
l’appuntamento a casa di Choji era previsto per l’ora di cena.
Shikamaru se ne stava seduto
in macchina, in procinto di girare la chiave e andare dall’amico, ma,
come al solito, non aveva la ben che minima voglia di festeggiare.
Teneva stretto il volante
tra le mani, la marcia inserita e lo sguardo fisso sulla radio spenta, con le
palpebre semichiuse.
Una sola ragione lo spinse,
dopo pochi minuti, a mettere in moto e partire per andare alla festa: Temari.
Non era assolutamente certo
che ci fosse stata anche lei, ma voleva vederla.
Chissà come mai, poi.
Una volta arrivato a
destinazione, Kiba, Sakura, Sasuke e Ino erano già in salotto, occupati
in varie faccende.
Lui si appropriò
subito del divano, buttandosi a peso morto per schiacciare il tanto atteso
riposino.
Ino lo guardava da lontano,
Era sdraiato sul ventre con le braccia conserte che li facevano da cuscino. La
bocca era semiaperta e il suo respiro era calmo e regolare.
Incredibile quanto bello
fosse quello scansafatiche.
-Ino, ci fai una foto?
– La voce di Sakura interruppe la contemplazione di Ino.
- Sì Saku, mettetevi
in posa… - rispose tranquilla, cercando di non ripensare ai pochi istanti
prima.
La ragazza si mise in mezzo
tra Kiba e Choji e lo scatto accecò anche il povero Sasuke.
- Ora ne voglio una con voi!
– disse la rosa abbracciando l’amica e il suo ragazzo.
Il campanello suonò
all’improvviso e Choji corse ad aprire la porta con in
bocca un panino al latte.
-Ehilà ragazzi!
Prego, entrate pure…Fate come se foste a casa vostra! – li
invitò Choji con la bocca piena.
- Ehm…Grazie
Cho… - rispose gentile Kankuro.
Temari squadrò il
ragazzo paffutello.
- Choji! Sempre dietro a mangiare!
– sbuffò la biondina, sorridendo.
Choji non fece in tempo a
chiudere la porta che Neji e Ten-Ten si presentarono sulla soglia.
- Buonasera! – cantilenò
Ten, abbracciata al suo compagno e porgendo dei biscotti di riso al padrone di
casa.
- Grande Ten! Ti amo!
– rispose felice l’amico.
- Ehi… - lo
guardò malissimo, mentre Ten-Ten assisteva alla scena a
divertita.
- Ah bè, si
certo…Ti voglio bene… - si corresse ridendo l’amico.
I tre raggiunsero gli altri
in salotto.
- Avete fatto pace? –
chiese Kiba di sotto’occhi.
- Certo…che credevi?
– rispose Ten, saldando la stretta a Neji.
Il ragazzo si limitò
a darle un bacino innocente sulla fronte.
Presto i maschi si isolarono
in un angolo del salotto per giocare alla palystation (tutti, tranne Shikamaru
che stava ancora dormendo sul divano).
Ten-Ten andò alla
ricerca di Temari, che ancora non aveva visto.
- Oh! Ciao Tem! Finalmente
ti ho trovata… - disse la ragazza sedendosi su uno sgabello della cucina.
Temari le stava seduta di
fronte.
- Ehi, Ten! – le
sorrise, guardandola negli occhi.
Ten-ten arrossì un
poco e sfoggiò anche lei un sorriso smagliante.
- No, aspetta…Non ci
credo, l’avete fatto? – chiese esterrefatta l’amica.
- Sì! Ed è
stato perfettamente stupendo! Meglio ancora delle mie fantasticherie di questi
due anni! – rispose con quasi le lacrime agli occhi la ragazza.
- Sono felice Ten… -
rispose abbracciando l’amica con affetto.
Successivamente le due
amiche tornarono dagli altri.
- Ehi, Neji…Ma Hinata?
– chiese d’un tratto Sasuke.
- Ehm, mia cugina è
uscita con Naruto. Volevano passare una seratina da soli…- rispose
titubante Neji.
- Che dio guardi giù
per la poveretta! – esclamò Kiba, facendo il segno della croce.
- Ma piantala…- lo
colpì Temara sulla spalla, seguita da Sakura.
- Naruto è stato
tanto carino! E’ preso bene allora… - disse con voce sognante Ten-Ten,
accucciandosi sul tappeto, vicino a Neji.
- A quanto pare è
stato colpo di fulmine…- concluse Kankuro..
- Più che altro, gli
ha fatto bene la notte passata insieme in tenda…- rispose con una
risatina stupida Ino.
Tutti la guardarono
piuttosto in malo modo, ma le bastò fare l’innocentina che fu
tutto risolto.
Finalmente risorse il povero
Shikamaru dal sonnellino.
- Ladies and
gentleman…Shikamaru Nara! – urlò Kiba con un accento
esagerato.
- Kiba, per favore, evita…
- rispose scocciato il ragazzo col codino.
Temari istintivamente si
voltò per incontrare anche un suo piccolo sorriso, ma stranamente fu lui
che s’avvicinò a lei per primo.
- Ehi…- fu il suo
saluto.
- Ciao… - rispose
distante lei.
- Allora, come va? –
chiese naturale Shikamaru.
- Tutto alla grande,
grazie… - rispose sicura, ma neanche tanto.
Cominciarono così a
chiacchierare del più e del meno e la serata passò per tutti
molto tranquilla, tra musica e danza.
Ormai non pioveva più
e presto i genitori di Choji sarebbero rientrati, così fu costretto a
malincuore e mandare via i suoi amici.
- Grazie della festa,
Cho…E’ stata un vero spasso! – lo salutò Ino con la
sua solita voce provocatoria.
- Grazie a voi ragazzi! Ci vediamo domani! –
- Buonanotte a tutti!
–
Presto tutti salutarono e
uscirono dal quartiere dell’amico.
- Kankuro, mi
accompagneresti a casa? – chiese Ino con occhi sfavillanti.
- Certo Ino! –disse
entusiasta – Oh, cacchio! No, non posso lasciar tornare a casa mia
sorella da sola… - aggiunse subito dopo il ragazzo.
- Kakuro ma per chi mi hai
preso? Non ho bisogno della balia…Accompagna la Miss qui…-
ribattè sarcastica e determinata la biondina.
- Sicura Tem? –
- Vai tranquillo…- le
sorrise la sorella.
- Tsk…Vieni seccatura,
ti accompagno io… - la voce assonnata di Shikamaru irruppe
d’improvviso, creando un certo scambio di sguardi tra i ragazzi.
- Ma che stai dicendo Nara? Sono
qui a 4 passi… - pigolò asciutta Temari.
- Grazie Nara,,,Assicurati che arrivi a casa sana e salva! – lo
incitò Kakuro.
- Non voglio essere
scortata, grazie… - ribattè la ragazza, cingendo le braccia al
petto.
- Muoviti, andiamo… -
la zittì il ragazzo col codino.
Temari cedette sbuffando e
lo seguì.
Ino li guardò
avviarsi verso la macchina con occhi tristi, ma decise che non ci avrebbe
pensato, così prese sottobraccio Kiba e Kankuro e si incamminò
nella direzione opposta ai due.
- Sali… -fece il moro
aprendo la portiera alla biondina.
- Che galanteria, Nara…-
disse maliziosa la ragazza.
Shikamaru la guardò
roteando gli occhi. Le chiuse la portiera e andò a sedersi al volante.
- Per quanto me ne possa
fregare poco delle seccature come te, non mi piace che una ragazza se ne vada
in giro, di notte, da sola… - cominciò Shikamaru.
- Cavolo Nara, da te una
frase di questo genere non me lo sarei mai aspettata… - disse sarcastica
la ragazza.
Shikamaru sembrò non
badarci troppo epochi
minuti dopo erano già davanti a casa Sabaku.
- Bè, grazie
Shika…Ci vediamo domani… - disse Temari,
facendo per uscire dalla macchina.
- Aspetta…- la
fermò Shikamaru.
Il braccio di Temari si
bloccò di colpo sulla maniglia della portiera.
Lei si voltò.
Lui le si avvicinò
con cautela.
Il suo viso era a un palmo
di naso dal suo, ma lei non arretrò né mosse alcun muscolo,
pietrificata dai quei dai suoi occhi, da quello sguardo…Decisamente
troppo vicino.
Poi, fu un attimo.
Una vampata di ira le
pervase il corpo, tanto da portarla a tirare una sonora sberla al ragazzo.
- Ahi! Ma che cazzo ho
fatto?– sbottò il ragazzo, massaggiandosi la guancia rossa.
- Ma chi ti credi di essere,
razza di pervertito? Pensi di potermi usare come hai fatto con quella troia della Yamanka? – ruggì Temari.
Il ragazzo la guardò
allibita.
- Ma tu non sei normale! Non
ti ho fatto niente! – rispose placato il ragazzo, portandosi le braccia
dietro la nuca.
- Ti sei avvicinato troppo
per i miei gusti…. – lo squadrò con due fessure al posto
degli occhi la biondina.
Shikamaru scoppiò
semplicemente a ridere.
- Che hai da ridere? –
sbottò accigliata, le braccia conserte e lo sguardo assassino.
- Credevi che avessi voluto
fare chissà che cosa con te? – la provocò beffardo lui.
- Ma vaffanculo, Nara!
– lo zittì la ragazza, scendendo dalla vettura e varcando la porta
di casa indispettita.
Il ragazzo rimase in
macchina a guardare la porta d’ingresso sbattere violentemente e non
potè trattenere un piccolo ghigno di soddisfazione.
In camera, Temari, stava con
gli occhi fissi sul soffitto e ripensava ai pochi istanti prima con lui.
“Quel grandissimo idiota! Domani se prova ad avvicinarsi, io….”
Di getto sprofondò la
testa nel cuscino e prese a sbattere i piedi sul letto. Si sentiva semplicemente
soffocare dalla felicità per un nulla, ma era comunque un passo avanti.
A Konoha il clima non era decisamente dei migliori
A Konoha
il clima non era decisamente dei migliori. Erano ormai parecchie settimane che
il tempo sembrava non volersi stabilizzare: due giorni di pioggia, uno di sole
e poi ancora pioggia.
A causa del maltempo, i
ragazzi erano costretti a ritrovarsi a casa di qualcuno, perché il
campetto restava sempre allagato e l’idea di vagare per il paese sotto la
pioggia non era molto allettante.
Quel giorno le ragazze vollero
trovarsi a casa di Ten-Ten, per passare un pomeriggio tra sole donne.
- Non è possibile!
Siamo a luglio, per dio! Ci vuole il sole, il caldo, la spiaggia, gli
autoabbronzanti, le gonnelline, i sandali, il succo d’ananas col
ghiaccio! Non riesco a credere di essere qui in casa, con fuori 10° e con addosso jeans e maglione! – sbottò Ino, seduta sul letto, intenta a non sbavare lo smalto blu
cobalto sull’alluce.
- Già, in effetti,
ormai, non si sa più neanche cosa fare. Si passano i pomeriggi chiusi in
casa a giocare a carte o a shoji, come
pensionati… - commentò Kin, alle prese
con le pellicine.
- L’unico che pare
divertirsi è Shikamaru. Ieri ha giocato 9
partite di shoji! Per lui divano e shoiji sono il pane quotidiano…- rise Ten-Ten.
Temari sorrise annuendo all’amica, che stava sdraiata
sul tappeto a sfogliare una rivista.
- Ehi, Tem…ti
piace?- domandò Tayuya mostrando fieramente il suo smalto rosso sulle mani.
- Carino… - rispose
disinteressata la ragazza, occupata a giocare al computer con Hinata.
- Cazzo!- si sentì la voce di Sakura
rimbombare per tutta la stanza.
- Che è successo?
– chiese semi-preoccupata Kin.
- Niente di grave, solo un
po’ di acetone sulla mia camicetta rosa… -rispose sarcastica
Sakura, osservando disgustata la macchia rosa chiaro
in contrasto col colore neutro della maglietta.
- E va bè,
la tingi tutta di blu elettrico ed è tutto risolto… -
azzardò Tayuya.
- Giusto! E poi il blu
elettrico è di tendenza questa estate… - sorrise Ino, sempre alle prese col suo smalto.
Sakura sbuffò,
mandando a quel paese quel dannato barattolo.
- Ragazze, vi
prego…Troviamo qualcosa da fare, non ne posso più di sta monotonia! – disse straziata Ten-Ten, sdraiandosi
a pancia all’insù sul tappeto.
- Ci vorrebbe una bella
vacanza… - sbuffò annoiata Kin.
- Kin,
ma noi siamo in vacanza! – l’informò Hinata
emettendo una debole risatina.
- Lo so, ma io intendevo
vacanza nel senso fuori-da-Konoha…Qualcosa
tipo una settimana in montagna o che ne so… – si corresse la mora,
sistemandosi la fascia per capelli allo specchio.
- A luglio in montagna?
Magari speri pure di trovarci la neve…- esordì con tono sapiente Ino.
- Scherzi? Guarda che i
paesaggi di montagna d’estate tolgono il fiato! – si difese Kin.
- Verissimo! Ci sono delle
camminate spettacolari nei pressi del monte Fuji…- annuì Sakura.
- Sì, grazie…Ma
avete idea di quanto costa affittare una baita a
luglio? E’ una cosa impensabile…- aggiunse saggia Temari.
- Non se i miei mi lasciano
la baita… - se ne uscì Tayuya fiera.
Le ragazza presero a fissarla sbalordite.
- Tu hai una baita in
montagna? – chiese scettica Sakura.
- Proprio così!
– le sorrise compiaciuta la ragazza.
- Ma da quando? –
chiese ancora sconcertata Ino.
- I miei l’hanno da
parecchio tempo, ma fino a l’anno scorso nessuno
ci andava più. Abbiamo da poco rifatto il tetto, rendendola vivibile al
cento per cento. Mio fratello c’è appena stato e i miei gli hanno
lasciato le chiavi senza problemi… - spiegò l’amica.
- Si,
ma c’è da dire che tuo fratello ha anche 25 anni, Tayu…Non credi potrebbero un attimino opporsi?
– le fece notare Temari.
- Andiamo, ho 18 anni! E
come ben sapete sono una studentessa modello e una
figlia invidiabile! Si fideranno a lasciarmi la casa per una settimana
tranquilla, vedrete…- assicurò la rossa mostrando una
“V” di vittoria con due dita.
- Che eccitante! Una
settimana in mezzo ai boschi da soli! – gli occhi di Ten-Ten
sprigionavano una luce accecante.
- Però
bisognerà organizzarsi anche coi maschi…Dite che accetteranno?
– chiese pensierosa Hinata.
- Ma è ovvio che
verranno…Figuriamoci se si lasciano scappare l’opportunità
di stare una settimana, da soli, con noi femmine, quei pervertiti! –
schioccò con la lingua Ino.
- Ehi, sia chiaro…Che
nessuna faccia la gattina con Neji! –
chiarì subito Ten-Ten.
- Idem con Sasuke… - allertò Sakura, guardando
soprattutto in direzione di Kin, la quale
arrossì un poco.
- Bè,
togliendo anche Naruto che è di
proprietà Hinata, restano ben pochi allocchi
liberi… - borbottò Tayuya.
- Se vengono anche Shino e Sai, restano loro con Kiba,
Choji, suo fratello (indicando Temari)
e Shikamaru…- prese a contare sulle dita Ino.
- Hinata,
sicura che Naruto non sia libero? – chiese con
naturalezza Kin.
- V-veramente…-
balbettò la povera ragazzina.
- Hinata
sta con Naruto e che nessuno s’azzardi a fare
la cretina con lui, chiaro? – la difese prontamente Temari,
squadrando le ragazze.
Hinata arrossì, ringranziando
con un sussurro labiale l’amica.
- Ok, ora non resta che
organizzare il tutto… - esordì Ten-Ten, cercando di placare la
tensione che s’era creata,
- Per prima cosa, direi di
occuparcene noi ragazze, come si sa i maschi sono abbastanza carenti in fatto
di organizzazione… - replicò con fare palese Ino.
- Ma ancor prima,
sarà meglio chiedere il permesso ai genitori…- ricordò
sensatamente Sakura.
- Particolare da non
sottovalutare… - concluse saccente Tayuya.
Le ragazze presero
così a fantasticare sulla possibile vacanza, entusiasticamente.
Intanto, i ragazzi,
s’erano ritrovati a casa di Kankuro, approfittando
del pomeriggio libero, senza ragazze.
Kiba se ne stava sdraiato sul letto di Kankuro a giocherellare con una pallina da tennis.
Sai era seduto su una sedia
con la musica a palla nelle orecchie, mentre Shikamaru
e Choji stavano stravaccati sul divano.
- Chissà di che
staranno parlando le ragazze…- esordì Naruto
che vagava nel vuoto della camera, in cerca di qualcosa da fare.
- Di cosa vuoi che
parlino?Scarpe, vestiti,
profumi…Solite puttanate..- sbuffò Sasuke, concentrato sulla partita alla play contro Neji.
- Ma vaffanculo!
Sto coso non funziona! Non doveva andar di là la palla! –
sbottò Neji, scuotendo violentemente il joystick.
- Se non sei capace di usare
i comandi non è colpa di nessuno… - rispose tranquillo Shikamaru che osservava divertito quella scena.
- Zitto, Nara!
- lo seccò il ragazzo.
Shikamaru per tutta risposta emise un sonoro sbadiglio e si
accoccolò sul manicotto laterale del divano.
Sai prese a canticchiare
qualcosa sottovoce, seguendo il ritmo della musica con degli strani movimenti
con la testa,
- Ehi, Sai, che ascolti?
– chiese curioso Naruto.
Sai non rispose, continuando
a gongolare la testa.
- Sai?-ripetè
il biondino avvicinandosi all’amico.
- Sai! – urlò Naruto, levandoli le cuffie.
- Che diavolo vuoi? –
chiese estraniato il ragazzo.
- Diamine ma non ti si fonde
il cervello ad ascoltare questa robaccia? – chiese allibito
l’amico.
- Come, scusa? –
chiese distratto Sai.
- Tsk,
lasciamo perdere… - si abbattè il
biondino, lasciandosi cadere col sedere per terra.
- Ho fame…- la voce di
Choji spuntò quasi dal nulla.
- Serviti in cucina, non ho
voglia di alzarmi…- rispose assonnato il padrone di casa, spaparanzato
sopra un cuscino gigante.
- Kankuro,
hai mai visto Temari nuda? – ne uscì
d’un tratto Neji.
- Che domande, certo!
– rispose pacato Kankuro.
Shikamaru sussultò, poi emise un colpetto di tosse
disinteressato, trovandosi in seria difficoltà nel camuffare il
principio di guance vermiglie sul suo volto.
- Ehi, amico, tutto a posto?
– chiese Choji, tornando dalla cucina tenendo
in mano due onigiri.
- Si,
solo un colpo di tosse…- rispose disattento.
- Solo un colpo di tosse, eh…
- lo guardò di soppiatto Kiba.
- Che hai da guardare in
quel modo? – chiese Shikamaru leggermente sotto
pressione.
- Ti sei scandalizzato
perché ho detto che ho visto mia sorella nuda? – chiese tranquillo
Kankuro.
- Ovvio che no, razza di
idioti. Che andate a pensare?- rispose il ragazzo, cercando mentalmente una via
di fuga.
- Non è che, invece…-
gli occhi di Naruto si fecero maliziosi e
spiegò il suo pensiero tramite gesti abbastanza imbarazzanti.
Shikamaru li tirò un sonoro pugno in testa.
- Io odio le seccature, se
non vi ricordate…- commentò obiettivo.
- Sé sé…Prima o poi, caro Nara, anche tu cadrai vittima di una
“seccatura” e allora le cose cambieranno, vedrai…- disse in
un tono paternale Sasuke.
- Ragazzi, ste cose mi annoiano, cambiamo argomento, và…-
cercò di divincolarsi il ragazzo col codino.
Quando c’era di mezzo Temari, il suo cervello prendeva a non ragionare più
e ciò lo turbava pesantemente. Razza di seccatura
- Ehi, ehi…Guardate
qui! Ten mi ha appena mandato un messaggio chiedendo se ci va di passare una
settimana nella baita in montagna di Tayuya…-
spiegò Neji frettolosamente.
- Non pensavo che Tayuya avesse una baita…- si stupì Kankuro.
- Che facciamo? –
chiese dubbioso Naruto,
- Ma direi che ci andiamo
sicuro! Scherzi? Una settimana senza genitori! Sai che sballate che ci
prendiamo?! – esordì entusiasta Kiba, col consenso di Sai che, finalmente, iniziava a
partecipare alla conversazione.
- Quando si parte? –
chiese ansioso Choji, masticando goffamente il suo onigiri.
- Ten dice settimana
prossima, a noi la scelta del giorno…- rispose subito Neji.
- Allora decidiamo e poi le
faremo sapere…- trasse le somme Kankuro.
- Giusto! Bella! - esultò
Kiba, assieme a Naruto.
Shimamaru si limitò a fare spallucce, in tono di
rassegnazione.
Una settimana con in giro quella seccatura 24h su 24…Doveva essere
pazzo per desiderare così tanto di averla tra i piedi.
Dopo qualche discussione, i
ragazzi decidettero per il giovedì che veniva.
Si organizzarono con 4
macchine, alla guida di Tayuya, l’unica che
conosceva la strada, Shikamaru, per suo malgrado, Shino (cugino di Sai) e Neji.
Il mercoledì che
precedeva il fatidico giorno, Temari e Ten-Ten si
trovarono per preparare la valigia insieme.
Temari aveva la borsa aperta sul letto e in un primo momento
ci cacciò dentro l’intimo, qualche maglietta e due paia di pantaloni.Si osservò intorno e pensò che
avrebbe potuto benissimo chiuderla, pronta per la partenza.
Ma la sua migliore amica non
le permise di partire con 4 stracci, così la indusse a portarsi dietro
anche una gonna che neanche lei ricordava di possedere e qualche mogliettina
carina, in più, per la sera.
Quanto mai aveva chiesto a
Ten di aiutarla, si ripeteva.
La partenza era stata
prevsita alle 7, in
modo tale di giungere a destinazione nella tarda mattinata. Ovviamente,
l’idea di partire all’alba era nata dal quella
gran testolina di Sakura.
Capitolo 12 *** gita! e sorpresina notturna... ***
Shikamaru sentì la sveglia suonare
Shikamaru sentì la sveglia suonare.
Non poteva credere di
essersi lasciato abbindolare da Kibapechè guidasse lui e per lo più, alle 7 di
mattina.
Si girò e rigirò
nel letto, tentando, invano, di spegnere quel dannato orologio con la forza del
pensiero.
Passati 10 minuti buoni, si
alzò, con molta calma.
Guardò fuori dalla
finestra, tirando un sospiro di sollievo nel vedere che non pioveva.
Si diresse dritto in cucina
per far colazione.
Fece per versare il liquido
nella tazzina, ma scoprì, per la sua gioia, che il caffè era
finito.
“La giornata inizia bene….”
Si mise a brontolare
qualcosa sottovoce, dopodiché tirò su il suo zaino e si diresse
verso la macchina, salutando con un cenno della mano la madre che si era da
poco alzata.
Mise in moto la vettura e
con aria assonnata accese la radio.
Arrivò in pochi
minuti al campetto, dove già lo stavano aspettando tutti i suoi
compagni.
- Alla buon’ora, Nara! –
- Kiba…Ti
lascio a piedi! – lo minacciò, sadicamente, Shikamaru.
I posti in macchina furono
già assegnati e guarda caso, in macchina con Shikamaru,
finirono Kankuro, Kiba e Temari.
- Io sto davanti! –
urlò Temari, sorpassando di corsa il fratello
e Kiba.
- Scordatelo, non voglio
seccature alla mia destra…-
Troppo tardi. La biondina
s’era già agguantata sul sedile vicino al suo.
Shikamaru sospirò, arrendendosi davanti a quel
sorrisetto peperino.
Il viaggio durò circa
3 ore e in quell’asso di tempo, Shikamaru e Temari non aveva smesso un secondo di stuzzicarsi,
punzecchiarsi e, ovviamente, litigare, usando, spesso, come scusa, il cambio
della stazione radio.
Dietro di loro, Kiba e Kankuro, avevano dormito
come ghiri per la maggior parte del tempo.
- Eccoci arrivati…-
disse compiaciuta Tayuya, scendendo dalla macchina.
- Wow, Tayu!
Ma è enorme! – replicò Sakura entusiasta, ammirando la
grandezza e la bellezza di quella baita fatta di mattoni e di legno.
- I soldi non le mancano di
certo…- sussurò tra i denti Ten-Ten,
intenta a tirar giù la sua valigia dalla macchina di Neji.
- Ehi, Shino!
Potresti darmi una mano con questa borsa? – chiese gentilmente Ino, lasciando svolazzare la mano per richiamarlo.
Più che una borsa,
era una cabina portatile e per tirarlo giù ci vollero le braccia di Shino e Shikamaru , insieme.
- Ino,
è solo per una settimana…- obiettò ironica Kin,mostrandole la propria valigia
che era decisamente un quarto della sua.
- Sono una ragazza
previdente…- si giustificò la ragazza, scostando con
sensualità il ciuffo biondo laterale che le ricopriva metà
faccia.
- No, sei una ragazza
viziata e tremendamente superficiale…- le completò la frase Temari, cinica.
- Pensa per te Sabaku…- squittì la vocina isterica della
biondina.
Temari non potè far altro
che soffocare una risata, come del resto fecero Hinata
e Naruto al suo fianco.
Tayuya aprì la porta d’entrata e davanti agli
occhi di tutti si aprì un enorme salone, fatto esclusivamente di legno
pregiato, che ospitava dei divanetti e dei mobili antichi.
Sulla destra si trovavano la
sala da pranzo, due bagni e il salotto. Sulla sinistra una sottospecie di
soggiorno col camino e il biliardo.
- Al piano superiore ci sono
le camere e ogni camera ha il suo bagno. Sembra grande, ma credetemi…non
ha poi tutta sta accoglienza. Vi prego solo di non scendere al pieno sotto. Non
è ancora del tutto finito e per lo più non c’è
luce…- spiegò Tayuya, mostrando la casa
agli amici.
- Scegliamo noi le camere?
– chiese curiosa Kin.
- Sì, certo.
Però, mi sa che c’è un problema…- cominciò Tayuya,
- Sarebbe a dire? –
commentò Ino.
- Bè,
ci sono solo 7 camere e precisamente, 5 doppie (con letti matrimoniali) e due
triple. Non so se vi può andare bene…- continuò Tayuya titubante.
- Non credo ci siano
problemi per le doppie col matrimoniale…– ci scherzò sopra Kiba, alludendo alle svariate coppiette.
- Ok, saliamo che vele
mostro…– .
Tayuya si fece strada sulle scale, per sbucare, al di
sopra, in un lungo corridoio.
- Prima porta a destra,
prima camera doppia, chi va? – chiese la guida.
- Andiamo noi, dai…-
disse Neji, tirandosi dietro Ten-Ten che arrancava
con la borsa sulle spalle.
- Queste altre due porte
sono altre doppie…- le indicò la rossa.
Le camere furono, dunque,
occupate rispettivamente da Sakura e Sasuke e da Hinata a Naruto.
- Qui, ci sono altre due
camere doppie che, però, sono comunicanti…- disse indicando due
porte sulla sinistra, in fondo al corridoio.
- Comunicanti? –
chiese Ino
incuriosita.
- Sì, nel senso che
sono due camere doppie distinte, ma sono anche unite da una porta, all’interno,
che le mette in comunicazione, cioè che…- Tayuya
fu interrotta dall’esaltazione di Kiba che si
precipitò subito nella camera, seguito da Kankuro
e quindi da Temari.
- Ehi, Shika,
ci vai te a dormire con Kiba? – chiese Choji all’amico.
- Io con Kiba
in un matrimoniale? – sgranò gli occhi Shikamaru.
- Io mi sono già
messo d’accordo con Sai e Shino che stiamo
nella tripla… - spiegò con fare innocente il ragazzo.
- Dio, mio…- si arrese
il moro, raggiungendo Kiba che già straparlava
per l’entusiasmo.
In ultimo, le triple furono
occupate da Ino, Kin e Tayuya e Choji, Shino e Sai.
I ragazzi stavano nelle
rispettive camere per sistemare i bagagli e già si sentivano le urla di
Sakura riguardo il “suo spazio” che era
stato occupato dai vestiti di Sasuke.
In camera di Temari, intanto…
- Certo che sta baita
è una favola… - disse spensierata Temari,
gettandosi sul morbido materasso.
- Già…Non
capisco perchè ci siamo venuti solo ora, se ha
detto che i suoi genitori l’hanno da parecchio tempo…-
constatò Kankuro, osservando il prezioso legno
intagliato dei comodini.
Temari fece spallucce, tornando nuovamente a fissare il
soffitto di legno chiaro.
- AAAAAAAAAAAAH! Porca
puttana! Kiba! –
L’urlo di Shikamaru si sentì rimbombare tra le pareti.
Kankuro scattò ad aprire la porta comunicante, per
assicurarsi che non fosse successo nulla di grave.
- Ehi, ma che diavolo
è successo qui? – chiese allibito il ragazzo.
- Chiedilo a sto cretino! Mi ha fatto arrivare in testa una mensola!
– si lamentò Shikamaru, tenendosi la
testa dolorante.
Kankuro si dilettò in una sonora risata, vedendo la piccola
mensola di legno a terra e Kiba piegato in due dalle
risate.
- Oddio! Ehi, Tem, vieni qui, ti prego! Che
scena! – urlò ridacchiando
- Ma che cazzo….- Temari si bloccò sulla soglia nel vedere Shikamaru che si rotolava sul letto, premendosi la fronte,
con indosso solo un paio di boxer neri, per di più, leggermente
aderenti.
Il corpo di Temari avvampò, ma cercò di mantenere il
sangue freddo.
- Tsk,
che due sfigati…- si limitò a commentare, sgusciando via da quella
visione sublime per non dare nell’occhio.
Sarà stato anche un
nulla facente, ma quegli addominali, quei pettorali e quelle due gambe toniche
e muscolose al punto giusto non lo avrebbero mai dato a immaginare che era un
sedentario di prima categoria. Era magro, ma piazzato
veramente niente male. Temari arrossì per i
suoi pensieri poco decorosi che le stavano affiorando in mente e decise di
dedicarsi ad altro, come disfare finalmente le 4 cose in croce che aveva
portato.
Verso l’ora di pranzo,
Tayuya richiamò “gli uomini”
perché cucinassero per tutti, mentre il turno delle ragazze sarebbe
stato per la cena.
Fortunatamente Choji era un ottimo cuoco, oltre che buon gustaio.
A tavola, Ino, faceva ben attenzione a scartare i pezzi di salmone
che Choji aveva affettato con tanta cura per fare il
sugo della pasta.
Alla fine mangiò
metà della metà della pasta che aveva nel piatto e ne uscì
con una frase tipo “Che mangiata”, richiamando l’attenzione sbalordita
di tutti.
Shikamaru impugnava la forchetta più per inerzia che
per fame, dal momento che gli occhi gli si continuavano a chiudere; aveva
assolutamente bisogno di dormire.
Finito di pranzare, Hinata ,Kin,
TemarieTayuya si fecero
volontarie per sparecchiaree
lavare, mentre i maschi si spaparanzarono in salotto a giocare a shoji.
Sakura e Ino
furono le più temerarie, poiché si piazzarono in giardino in
costume a prendere il sole tanto atteso.
Non faceva freddo, ma
neanche questo gran caldo. Dopo poco più di mezz’ora le ragazze
rientrarono, abbastanza infreddolite.
Sakura si avvolse tra le
braccia di Sasuke, il quale sonnecchiava intontito
sul divano, mentre Ino filò in camera a
imbottirsi di flimucil e quant’altro, onde
evitare di beccarsi il raffreddore.
Shikamaru, com’era ovvio, si rintanò in camera a
suo volta, addormentandosi beatamente sul letto.
Shino e Kankuro
furono alle prese con la televisione per tutto il pomeriggio, cercando di
trafficare con l’antenna, perché in quella zona i canali non
prendevano.
Era giunta ormai l’ora
di cena e le ragazze si dilettarono tra i fornelli, ognuna con la sua
specialità, fornendo ai ragazzi antipasto, primo, secondo, contorno e
dolce.
Il dolce lo aveva preparato Temari, la quale rimase piuttosto scioccata dai deliziosi
complimenti che i ragazzi, in particolare Kiba e Naruto, le fecero.
Shikamaru non si pronunciò, ma la biondina potè ben notare con che espressione si
inghiottì di gusto l’ennesimo biscotto di riso.
Fattasi ormai tarda sera, i
ragazzi preferirono andare a letto presto, così, chi per sonno, chi per
farsi le coccole, verso le 10 le luci della baita si spensero.
Temari, tuttavia, non riuscì ad addormentarsi subito.
La sua mente stava al di
là di quella porta, dove Shikamaru dormiva.
Praticamente erano nella
stessa camera.
Sentiva i respiri affannosi
di Kiba confondersi con quelli del fratello e gli
“shhhh” e le scarpate che Shikamaru tirava al compare di fianco,senza
ottenere risultati.
Ad un certo punto, nel cuore
della notte, la porta si aprì.
- Seccatura, dormi? –
Temari, che ormai si era semi-addormentata, alzò
lievemente le palpebre e venne colta da un improvviso giramento di testa: Shikamaru stava in piedi davanti al suo letto.
- Nara?! Che diavolo ci fai qui? - chiese stroppiciandosi impacciata
gli occhi.
- Ehi, io non riesco a
chiudere occhio con Kiba di fianco. Russa come un
dannato. Gli ho tirato scarpe e ruzzi, ma niente…- si lamentò Shikamaru.
Temari lo osservò attentamente.
Aveva indosso ancora una
volta solo i boxer, mentre lei solo una maglietta troppo lunga. Un’altra
vampata.
- E con questo, cosa
vorresti dire,Nara? –
chiese scettica la biondina, cercando di fare la disinteressata.
- Che adesso ti fai
più in là e mi lasci un po’ di spazio nel letto
perché io, con quel trombone di fianco, non ci dormo…- la
finì lì il ragazzo, saltando carponi sul materasso, costringendola
ad arretrare verso la parte di Kankuro, il quale
dormiva rannicchiato su un fianco in un minuscolo angolino.
- Nara,
esci di qui! Subito! – sbraitò sottovoce Temari,
spingendolo coi piedi per farlo cadere.
- Stai buona…- la
incalzò lui, afferrandole le caviglie
Temari si girò dalla parte opposta sbuffando
scocciata.
- Buona notte
seccatura…- sussurrò il ragazzo, accomodando la testa sullo stesso
cuscino della ragazza.
- Crepa nel sonno, Nara…- furono le ultime parole di lei.
- Una favola, guarda…-
rispose sarcastica la sorella.
- Illuminami un attimo, perché
Shikamaru ha dormito con te? – chiese schietto Kankuro.
Degli sguardi interrogativi
si diffusero nella stanza.
Temari non si lasciò cogliere dall’emozione.
- Perché Kiba russava ed è venuto a scassarmi nel cuore della
notte…- rispose asciutta, cercando di parire
più tranquilla possibile.
- In effetti, l’ho
sentito anch’io Kiba russare…-
obiettò Kankuro, sedendosi accanto a Ten-Ten.
Temari sospirò sollevata, dal momento che la questione-Shikamaru venne liquidata in fretta.
- Buongiorno…- la voce
assonnata di Naruto riuscì a svegliare Hinata, la quale s’alzò di scatto dal tavolo.
- Buongiorno
piccola…- le sussurrò Naruto,
schioccandole un bacio che sapeva di latte e cacao.
Poco dopo scesero un Sasuke barcollante dal sonno e una Sakura e Ino che, invece, parevano fresche come una rosa.
E ancora Temari
si chiedeva come diavolo facessero a essere perfette anche alle 9 di mattina.
Entro le 10 tutti fecero la
loro comparsa in cucina, tutti tranne Shikamaru che, evidentemente,
ronfava ancora, beato, nel letto.
- Per l’amor del cielo,
qualcuno lo vada a chiamare o non ci muoviamo più di casa! -
protestò Tayuya, già con lo zaino sulle
spalle.
- Vado io, così
recupero il mio zaino…- si offrì Temari,
correndo su per le scale.
Arrivata di sopra, percorse
il corridoio a passo svelto e aprì piano la porta della stanza.
Lui era ancora nella stessa
posizione in cui l’aveva lasciato, rivolto a pancia in sù come un bambino e le braccia distese sul cuscino.
Li si avvicinò lentamente e cercò di
svegliarlo con una scrollatina di spalle.
- Nara…Nara, svegliati… -
Niente. L’unica
risposta che ebbe fu un borbottio indistinto, per poi rigirarsi nel letto, a
pancia in giù.
Con pazienza, Temari provò nuovamente a smuoverlo, ma ancora
invano.
Al terzo tentativo fece un
bel respiro e…
- SHIKAMARU NARA! –
gridò, e al diavolo la dolcezza.
Il ragazzo saltò sul
letto con gli occhi sbarrati.
- Ma vaffanculo,
scocciatura dei miei stivali!Sei peggio di mia madre! –
sbottò mugugnando il ragazzo, tentando di ributtarsi sotto le coperte, maTemari non glielo
permise.
Fu svelta a prenderlo per
una gamba e a trascinarlo giù dal letto.
- Manchi solo tu, pigrone!
Muoviti! - lo rimproverò la biondina.
Shikamaru scostò alcune ciocche di capelli, che si
erano disfati dal codino, dal viso e prese a fissare quella seccatura.
Bella anche di prima
mattina, dannazione.
Si alzò dondolante in
piedi e si rifece la strana coda a forma di ananas, ma non li riuscì
molto bene.
- Ah, dammi qua,
scansafatiche…Non riesci neanche a farti una coda decente… -
borbottò la ragazza, facendolo sedere sul letto e legandoli dolcemente i
capelli.
- Ci voleva tanto? - chiese
sarcastica, dandoli una leggera pacca sulla testa con la mano.
Shikamaru rimase in catalessi a fissare il pavimento, ma con
le guance leggermente vermiglie.
Temari se ne accorse e sorrise dolcemente, per poi tornare
in sé.
- Bè,
io scendo, raggiungici appena ti sei vestito…- disse varcando la porta
– E non provare a ributtarti sul letto, perché la prossima volta userò
le maniere forti! - urlò, scomparendo dietro la porta.
- Tsk,
e quelle che ha usato stamattina cos’erano? Maniere dolci?… -
borbottò tra sé e sé il ragazzo, inforcando dei jeans scuri
e una maglietta a casaccio.
Poco dopo i ragazzi,
finalmente partiti, cominciarono a camminare lungo un piccolo sentiero
leggermente in salita, come supponeva Temari.
Ci volle quasi un’ora
per raggiungere la vetta, tra una sosta e l’altra e tra una lamentela e
l’altra di Ino, ma quando raggiunsero la punta,
lo spettacolo che si mostrava ai loro occhi era semplicemente meraviglioso.
Una distesaimmensa di
colline e pendii si apriva dinnanzi a loro.
Un silenzio spirituale li
avvolgeva e nessuno osava interromperlo.
Rimasero fermi, muti per
quasi mezz’ora, godendo di ogni attimo del tempo che scorreva.
- Sublime…- la soffice
voce di Sakura interruppe, per prima, quell’aurea di magia.
- Fantastico, vero? Ve
l’avevo detto che ne sarebbe valsa la pensa fare questa salita…- proferì
Tayuya, anche lei rapita, per l’ennesima volta,
da quel panorama.
Shikamaru non ci pensò due volte a stendersi
sull’erba e a contemplare quel cielo, oltre che al paesaggio.
Due nuvole si rincorrevano,
mosse dal vento, mentre altre si avvicinavano curiose, prendendo la forma prima
di un coniglio, poi di un libro aperto.
Inspirò a pieni
polmoni quell’aria fresca e, per la prima volta, non ebbe il coraggio di
accendere alcuna sigaretta.
- Bellissimo, vero?- chiese
Sai, prendendo posto accanto al moro.
- Già…-
- Non trovi sia pittoresco?
– chiese l’amico, tirando fuori dallo zaino un album da disegno e
un carboncino.
- Ma tu, da quando disegni?
– chiese esterrefatto Shikamaru,
- Da sempre…- rispose
lui, cominciando a tracciare una sottile linea sul foglio bianco.
- Sei parecchio
bravo…- disse, sfogliando l’album che gli aveva passato
l’amico.
- Grazie. Disegnare è
la mia seconda passione, dopo la musica…- rispose con aria gentile lui.
- Tsk,
4 anni che ti conosco e mi rendi conto di non sapere un bel niente di te…-
commentò sarcastico Shikamaru, portando le
braccia sotto la nuca.
- Neanch’io
ti conosco molto, ma per quel poco che ho potuto notare, sei un vero
scansafatiche e antifemminista convinto….-
- Allora mi conosci
perfettamente…- ghignò,Shikamaru.
- Posso farti una domanda?
– chiese avventato Sai, continuando a tracciare morbide linee col
carboncino.
- Dipende…- rispose il
moro, rigirandosi un lungo filo d’erba tra i denti.
- Perché tutto questo
odio, nei confronti delle ragazze? – chiese a dirimpetto
Sai.
Shikamaru restò un attimo sconcertato, poi cominciò:
- Io non odio le ragazze, E’ solo non mi piacciono…-
confessò.
- Scusa, ma non mi pare
proprio viste tutte le bravate con loro…- rispose, alludendo al fatto che
quel ragazzo era considerato un vero rubacuori.
- Si,
ma…Volgio dire che non riuscirei mai ad avere
un rapporto stabile come lo ha Neji o Naruto, per esempio. Non lo so, ma forse stare con le
ragazze mi fa sentire come quando sto con mia madre. Le ragazze rompono, ti
dicono cosa fare, ti giudicano, ti vestono, ti tradiscono…Io voglio
essere libero, come le nuvole. Ho bisogno dei miei spazi, della mia routine,
del mio cielo dove potermi muovere, come quella nuvola lassù…-
spiegò con malinconia, indicando una piccola nuvoletta in mezzo al cielo
azzurro, isolata dalle altre.
- Le nuvole, però,
hanno sempre bisogno di un vento che le spinga…-
- Può darsi, ma per
ora sono felice da solo, come una nuvola solitaria…- scherzò il
moro.
- Le nuvole non sono mai
felici senza il loro vento che le spinge…- ribattè
cupo Sai.
Queste ultime parole
colpirono dritto al cuore Shikamaru.
Sai, soddisfatto della
frecciatina che era riuscito a lanciarli, si alzò per raggiungere Shino e Kankuro, lasciando cadere
il foglio sull’erba, accanto all’amico.
Shikamaru lo raccolse e i suoi occhi si pietrificarono nel
vedere il disegno.
C’era raffigurato il
cielo con al centro una folata di vento che muoveva
delle nuvole verso destra, mentre a sinistra, dietro il vento e dietro le altre
nuvole, era stata scarabocchiata un’altra nuvola, più piccola
delle altre e isolata, senza vento, che pareva statica.
Sotto, una scritta:
“Nessuna nuvola è felice senza il suo vento”.
Istintivamente, Shikamaru pensò a lei. Pensò a Temari e quello che le aveva detto
un giorno, qualche mese prima.
“- Ehi, scansafatiche numero 1, che guardi? –
chiese la biondina sedendosi accanto all’amico, sdraiato su un prato.
- Guardo il cielo…- rispose lui, sognante.
- Ma è pieno di nuvole! –
- Appunto. Mi piace osservare le nuvole, sono
così…libere! Peccato per il vento che le manda via…-
- A me piace il vento! – esclamò Temari.
- Perché?- domandò scettico il moro.
- Perché cambia, purifica,
smuove….è attivo! E
poi senza il vento, le tue care nuvole sarebbero costrette a restare ferme,
statiche senza muoversi mai…- le sorrise Temari.
I suoi occhi acquamarina, illumanti
dal sole, risplendevano come cristalli colorati.
All’improvviso, una folata di vento
scompigliò i capelli ai ragazzi.
- Sentito? - chiese entusitata
la ragazza.
- Che cosa? – domandò confuso Shikamaru.
- Il vento…- rispose, emettendo un profondo
respiro e gettando la testa indietro, chiudendo gli occhi.
Shikamaru scosse la testa per tornare al presente.
D’istinto, si voltò per cercarla con gli occhi, e la vide.
Era là, seduta su un
sasso che parlava allegramente con Ten-Ten e Kin.
Sarebbe stato bello se fosse
stata lei, il suo vento.
Ma ancora non ne voleva
sentire parlare di avere qualcuno a cui legarsi sentimentalmente, perciò
scacciò forzatamente quel ricordo e si unì a Choji
e Shino, intenti a scattare foto a casaccio al
panorama.
I ragazzi tornarono alla baita dopo un breve pick-nick, esausti
I ragazzi tornarono alla
baita dopo un breve pick-nick, esausti.
Per tutto il pomeriggio
vagarono come zombie in cerca di qualcosa d’interessante da fare, ma,
alla fine, finirono tutti con l’addormentarsi sul divano o sul letto.
La cena fu preparata, con
cura, dalle ragazze, mentre toccò ai ragazzi sparecchiare e lavare le
stoviglie.
Nel dopocena, si trovarono
tutti in salotto, spaparanzati sui divani.
- Non c’è manco
un briciolo d’alcool in questa casa…- commentò Kiba,
sprofondando nella poltrona di pelle.
- Ehi, non voglio baraonda
in casa mia…- lo minacciò Tayuya.
- E che palle…- si
lamentò Kiba, rigirandosi nella comoda poltrona.
- Facciamo un gioco? –
propose d’un tratto Ino, che stava sdraiata sul divano con le gambe
appoggiate su quelle di Kankuro.
- Un gioco? – chiese
scettico il fratello di Temari.
- Ma sì, uno di quei
bei giochi che si fanno in montagna! – esultò eccitata Ino.
- Monopoli? –
azzardò Temari.
- Ma va! Pensavo a qualcosa
tipo…nascondino o guardia e ladri! –
- Oh buon dio, Ino! Hai 18
anni! – commentò Sakura, battendosi una mano in fronte, rassegnata
all’infantilità dell’amica.
- Però, giocare in questa
casa, a nascondino, deve essere una figata…- esordì Kin,
guardandosi attorno.
- Infatti! E’
divertente! E poi nascondino è il tipico gioco che stimola il cervello e
l’intuito…- spiegò saggiamente Ten-Ten.
Temari fissò le
ragazze, sbigottita, mentre Sakura faceva finta di non prestarci attenzione.
- Ma sì,
dai…Almeno ci facciamo quattro risate! – si alzò in piedi
Naruto, divertito, mentre Hinata tentava di farsi piccola piccola per la
vergogna.
- Io non gioco…-
obiettò secco Shikamaru, seduto sul divano accanto a Neji e Choji.
- Ma dai,
Shika…E’ solo per fare qualcosa…- lo incitò Neji,
mollandoli un colpetto col gomito nel fianco.
- Se proprio devo fare
qualcosa, allora vado a letto…- rispose stiracchiandosi esageratamente.
- Mamma mia! Che pensionato
che sei, Nara…- lo rimproverò Temari, gettandoli un simpatico occhiolino.
- Taci, seccatura…-
mugugnò il moro, sorridendo sotto i baffi.
- Dai ragazzi, si gioca
tutti, punto e basta…- concluse, in fretta, Ten-Ten.
Dopo, finalmente, aver
convinto-costretto Shikamaru a partecipare al gioco, Choji cominciò a
contare, mentre gli altri partirono in una sfrenata ricerca per il “posto
migliore” in cui nascondersi.
- Ma guarda che mi tocca
fare…- borbottò Shikamaru, cercando un qualche buco in cui
nascondersi.
- Ehi, non ti mimetizzi col
tuo habitat? – scherzò Shino, indicando il divano.
- Idiota…-
sentenziò il moro, dirigendosi verso l’entrata.
- Ragazzi, sono un figo!
– urlò sottovoce Kiba, raggomitolandosi sotto il lavabo della
cucina e chiudendo la tendina gialla davanti.
- Tsk, quello è
scemo…- disse Neji, intento ad arrampicarsi sul corrimano delle scale.
- Tesoro, ma che diavolo
stai facendo? – chiese Ten-Ten che stava per raggiungere la cucina.
- Devo salire in camera, ma
quelle scale scricchiolano troppo e attirerebbero l’attenzione di
Choji…-spiegò affannosamente
il ragazzo.
Ten-Ten lo guardò
rassegnata, scomparendo in cucina.
- Guarda che salirà
comunque alle camere. I posti dove nascondersi sono poi questi, sai? - li
ricordò Sakura, coprendosi il viso dietro la lunga tenda nel sottoscala.
.Temari vagava per la casa,
ma non trovava un posto decente dove rifugiarsi.
Ormai Choji stava per finire
di contare e lei era ancora in giro.
Si guardò intorno e
il suo sguardo cadde sulle scale che portavano al piano di sotto.
Ci pensò un attimo,
ma subito prese a scenderle perchè l’”Arrivo!” di
Choji s’era già fatto sentire.
Arrivata in fondo alle
scale, s’ immersa nel buio più totale.
Avanzava, titubante, lungo
una specie di corridoio, tastando le pareti per orientarsi.
Quel posto metteva i
brividi.
Decise, così, per la
sua incolumità, di non spingersi oltre e si sedette al buio, con la
testa appoggiata al muro, in attesa.
Passati diversi minuti nel
silenzio più totale, si alzò, pensando che fosse arrivata
l’ora di farsi viva.
Ripercorse un piccolo
tratto, quando la sua mano, anziché il muro, tastò qualcosa di
diversa consistenza.
Un urlo le uscì di
bocca, spontaneamente.
- Ehi! – si
lamentò una voce.
- Shikamaru, sei tu? –
chiese la voce incerta di Temari.
- Oh no, ancora tu
seccatura! – sbuffò il ragazzo.
Incredibile. Più non
la voleva vedere e più lei c’era.
- Ehi, ma dove sei? Non ti
vedo…- disse la ragazza, tastando l’aria.
- Sai com’è,
è buio…- le rispose sarcastico.
- Bella trovata nasconderti
qui sotto…- obiettò, ovviamente, con ironia la ragazza.
- Ci sono finito per
caso…- sbuffò.
- Sé, come no...Che
fai? Sali? – chiese in fretta Temari.
- Sì, tanto Choji non
arriverebbe mai fino a qui, è un tale cagasotto…-
- Ma si può sapere
perc…- la sua bocca venne tappata dalla mano del ragazzo.
- Zitta un attimo…-
sussurrò, tendendo l’orecchio e mollando la presa.
- Cazzo! Dici che sta
venendo qui Choji? – chiese ansiosa.
- Spero di no…Dai,
vieni…-.
Shikamaru afferrò per
un braccio la ragazza, conducendola lungo l’oscuro corridoio.
Per sbaglio, incontrò
una porta e d’’istinto l’aprì.
- Qui, di certo, non
entrerà…- commentò il ragazzo, facendo scattare la
serratura.
- Ma dove siamo?
–chiese preoccupata Temari, trovandosi nel più completo buio.
- E che ne so io...-
- Merda, non si vede niente…-
disse ragazza con un tono di ansia.
- Hai paura? – chiese
scettico il ragazzo.
- Non ho paura! –
rispose acida.
- Ok, ok. Stiamocene qui buoni
2 minuti e poi torniamo di sopra, altrimenti và a finire che ci danno
per dispersi…-
- Ok, buona idea…-
rispose la voce tremante della ragazza.
Dopo qualche secondo di
silenzio…
- Saliamo? – chiese
impaurita Temari.
- Allora hai paura
davvero…- se la rise Shikamaru.
- Non dire stronzate, Nara!
– sbottò irritata, cercando di colpirlo con dei calci nel vuoto.
- Va bene, va bene, saliamo…-
replicò il moro, bloccandole le mani.
- Lasciami aprire…-
sbottò, liberandosi dalla presa con uno strattone.
Silenzio.
- Oh merda! -
- Che succede? –
chiese stranito il ragazzo.
- Non si apre la
porta…- comunicò quasi ridendo Temari.
- Non sei capace di aprirla…-
rispose tranquillo.
- No, Shika, non si apre
davvero! – squittì, tentando, invano, di rigirare la chiave nella
serratura.
- Levati, và…-
borbottò il moro, facendosi spazio per tastare il punto della serratura.
Click, click.
- Niente, se non vedo non riesco
a capire cosa si sia incastrato…- disse serio.
- Oddio! E adesso che facciamo?
– Temari cominciava ad agitarsi seriamente.
- Chiamiamo qualcuno, no?
–
- Ma figuriamoci se ci
sentono gridare! Cazzo! –
- Ehi, Tem, non agitarti.
Adesso trovo una soluzione…- rispose pacato Shikamaru.
- Giusto, perché tu
pulluli di soluzioni! – lo schernì Temari.
- Se mi lasci qualche minuto
per pensare, ti tiro fuori di qui…- ribattè in tono cantilenante
il moro.
- Ma sì. Stiamocene
rinchiusi in questo sottospecie di sgabuzzino, senz’aria , al
buio…- eruppe con sarcasmo Temari.
- Seccatura, calmati…-
- Sai, in casi come questi
è impensabile l’idea di stare calmi! Anche se si dovrebbe…-
proruppe Temari, col magone che le saliva.
- Ehi, non ti metterai a
piangere adesso…- mormorò Shikamaru.
- Fot-titi, Nara!-
singhiozzò spaventata.
- Dai! Vieni qui,
scemottola…- le disse con dolcezza, attirandola verso di lui e tenendola
stretta tra le braccia.
Non si sarebbe mai aspettato
di abbracciare una Temari in lacrime.
Lei, così forte,
sicura e diretta, per la prima volta, la sentì fragile, tremante e
spaventata.
Ma Temari, tra le sue
braccia sicure e protettive, pareva non badare più di quel tanto al buio
che l’avvolgeva e già un sorriso cominciava a spuntarle.
- Va meglio?- le sussurrò
all’orecchio Shikamaru, sfiorandole la guancia con una carezza leggera.
- S-sì..- rispose la
sua debole voce, mentre un brivido le percorse la schiena.
Ad un certo punto, il
ragazzo, estrasse dai pantaloni un cellulare, col quale illuminò lo
stanzino.
Temari si scostò,
lentamente, da quel calore, riprendendo coscienza di sé.
- Allora sei deficiente! Non
potevi tirarlo fuori prima? Chiamare qualcuno? – urlò, per
l’appunto, adirata Temari.
- Mi ero dimenticato
d’averlo in tasca…- rispose con aria innocente il ragazzo.
- Ma io ti ammazzo! –
sbottò.
- Calmati, seccatura. Tanto
non prende qui sotto e per di più non ho più un centesimo per
chiamare. Volevo solo perlustrare la stanza…- disse, tentando di
illuminare il piccolo sgabuzzino.
Intorno a loro, solo
attrezzature degli operai.
Il ragazzo illuminò
la serratura e notò la chiave incastrata, così prese a girarla
con la speranza di riuscire a disincastrarla.
- Non ce la farai mai in
quel modo, fa provare me…- disse sfacciata Temari, tirandolo per la maglietta.
- Ce la faccio…-
rispose calmo, continuando a trafficare con la chiave.
- Stai solo peggiorando la
situazione! – sbottò la ragazza.
- Ma ti ammutolisci un
attimo? - la zittì di colpo Shikamaru.
Il viso di Temari si
irrigidì, le labbra serrate e i pugni stretti.
Quanto avrebbe voluto
mollarli un pugno in testa lo sapeva solo lei, ma, stranamente, non potè
far altro che restare in silenzio.
Poco dopo un rumore
metallico ruppe quella quiete.
Click.
Erano salvi.
- Dicevi, seccatura?–
ghignò Shikamaru con aria da vincente, aprendo la porta con
semplicità e facendosi strada verso le scale.
- Per questa volta ti
è andata bene, Nara…- rispose sprezzante Temari, sorridendo di
nascosto.
- Ammettilo che sono un
genio incompreso…- si diede arie il ragazzo.
- Mi spiace abbassarti la
cresta “genio”, ma solo uno stupido si sarebbe chiuso a chiave in una
cantina…- rispose avveduta la ragazza.
- Tsk, seccatura…-
digrignò tra i denti.
La parolina giunse alle
orecchie di Temari che, prontamente, sferrò un calcio netto nello stinco
del poveretto, il quale dovette ingoiare un imprecazione, accasciandosi a
terra.
Un risolino maligno prese
vita dalle labbra della biondina.
Pochi gradini ancora e videro la luce del
salotto.
- Eccovi, finalmente!
– gridò una Ten –Ten, alquanto agitata.
- Ma dove diavolo vi eravate
cacciati? E’ mezz’ora che vi cerchiamo…- inveì Neji.
Il resto della combriccola
accorse vicino alle scale.
- E’ colpa di questo
cretino! Ci ha chiusi dentro uno sgabuzzino! – lagnò Temari.
Shikamaru assunse
un’espressione indifferente, infilandosi le mani in tasca, com’era
suo solito fare in tali situazioni.
- Sgabuzzino? – la
fissò stranita Sakura.
Gli occhi di Naruto si
ridussero a due fessure e fissava i due dispersi con un’aria ambigua, non
tanto convinto della spiegazione di Temari.
- Ehi, cosa c’è
da guardare? Siamo rimasti chiusi dentro per sbaglio, davvero! - mise le mani
avanti Shikamaru, immaginando i commenti allusivi.
- Hai capito il nostro
Shikamaru! Zitto, zitto, se la fa con Temari…- sogghignò Naruto.
- Sì, molto
divertente…- replicò cinica Temari.
Shikamaru sarebbe voluto
sprofondare dalla vergogna, ma si limitò a sospirare pesantemente.
- L’importante
è che stiate bene! Io vi avevo avvertito di non scendere,
però…- sentenziò Tayuya, incrociando le braccia come
simulare un rimprovero.
- Scusate se vi abbiamo
fatto preoccupare…- confessò con voce roca Temari, lanciando
un’occhiataccia di ratifica a Shikamaru, il quale annuì
prontamente.
- Bè, ridendo e
scherzando è mezzanotte passata ragazzi, sarà meglio andare in
branda…- annunciò Shino, stiracchiando le braccia intontite.
- Ottima
osservazione…- sbadigliò Naruto, cingendo la vita di Hinata con un
braccio.
- Buonanotte a tutti!
– sorrise Kin, salendo le scale, reggendosi debolmente al corrimano per
il sonno.
Presto, ognuno andò nella
rispettiva stanza.
Nella sua camera, Kiba,
lottava con la cintura dei suoi jeans che non ne voleva sapere di slacciarsi.
- Ma, cazzo! -
borbottò quasi tra sé e sé.
- Ehi, Kiba, stanotte voglio
dormire in pace…- lo avvertì Shikamaru, prendendo posto sotto le
coperte.
- Ok, fammi un fischio se
russo…- rispose distratto, studiando a fondo la sua cintura.
- Non ti faccio un fischio,
ti butto giù dal letto direttamente…- lo minacciò il
ragazzo.
- Evvai! Ce l’ho
fatta! – strillò euforico Kiba, gettando a terra, finalmente, i
jeans e infilandosi i pantaloni del pigiama.
- Kiba, sei senza
speranze…- bofonchiò Shikamaru, sprofondando la faccia nel
cuscino.
- Ehi, Shika…- lo
chiamò l’amico, gettandosi sotto le coperte e spegnendo la luce.
- Dimmi…- rispose con
voce soffocata Shikamaru.
- Ma te e Temari,
allora…- Shikamaru neanche lo fece finire che s’alzò sui
gomiti fissandolo minacciosamente.
- Come non detto…- si
difese Kiba.
Pochi minuti dopo.
- Shika…-
- Cosa diavolo vuoi, ancora?
– sbuffò irritato il ragazzo.
- Ma ti piace Temari?
–
Il cuore di Shikamaru si
fermò per un istante, salendoli in gola.
- Tsk, quella seccatura.
Figuriamoci... - borbottò sarcastico il moro, facendo finta di niente.
- Secondo me, non la conti
giusta a nessuno…- la butto lì Kiba.
- Kiba, dormi…-
cercò di zittirlo Shikamaru, decisamente imbarazzato.
- Ah! Il nostro caro
misogino s’è fatto abbindolare da una seccatura…-
ridacchiò sotto le coperte il ragazzo, ma, inaspettatamente, un calcio
netto dell’amico colpì i suoi gioielli.
- Dio che male! –
abbaiò il poveretto, gemendo dal dolore.
- Te l’avevo detto di
dormire…- schiumò il moro, rigirandosi nel letto.
L’indomani il tempo peggiorò nettamente e la pioggia
sembrava non voler smettere di cadere
L’indomani il tempo
peggiorò nettamente e la pioggia sembrava non voler smettere di cadere.
Sakura, nella sua stanza, si
concedeva una doccia rilassante, mentre Sasuke
tentava, impacciato, di rifare, in qualche modo, il letto.
- Amore! Mi passeresti
l’asciugamano rosa? – chiese Sakura, urlando dal bagno.
Sasuke si guardò intorno e notò tre
asciugamani rosa sulla sedia, assolutamente identici.
- Ehm…Sakura…-
- Ah, giusto, scusa.
E’ quello rosa con una piccola “S” cucita in basso a
destra…- spiegò la ragazza.
- Tieni…- disse il
ragazzo, entrando in bagno incurante di bussare o chidere
il permesso.
- Grazie…- rispose
tranquilla Sakura, fasciandosi il corpo con l’asciugamano un po’
troppo corto, lasciando intravedere le cosce magre.
Con un altro asciugamano,
più piccolo, prese a tamponarsi i capelli con delicatezza.
- Perché mi fissi?
– chiese stranita al suo ragazzo, che stava ancora impalato sulla porta
del bagno.
- Perché sei
bellissima quando esci dalla doccia…- rispose con semplicità lui.
Sakura si sciolse come il
miele e prese a baciare il suo compagno.
- Aspetta…solo quando
esco dalla doccia? – chiese all’improvviso, scostandosi leggermente
dalle labbra del ragazzo, inscenando un piccolo broncio.
- Certo che no,
tesoro…Tu sei sempre bellissima! – rispose convinto lui,
annusandole i capelli bagnati che sapevano di camomilla, per poi scendere a
baciarle il collo, anch’esso profumato, ma di vaniglia. La risposta
pareva averla soddisfatta.
Sasuke riprese a baciare la sua ragazza con passione,
lasciando scorrere le mani sulla sua schiena vellutata.
Sakura, lasciò cadere
per terra l’asciugamano che la copriva, aggrappandosi saldamente al suo
compagno.
Il ragazzo esplorava il suo
corpo nudo imperterrito, indietreggiando per la forza di quel bacio, fino a
ritrovarsi entrambi distesi sul letto.
- Ma io ho appena fatto la doccia!
– si lamentò, scherzando, Sakura, cercando
di divincolarsi dalla presa del ragazzo.
- Vorrà dire che ne
rifaremo un’altra, dopo, insieme…- ghignò malizioso Sasuke.
Sakura sorrise
divertita, iniziando a togliere
con amore la maglietta del ragazzo che le stava sopra a cavalcioni.
Finirono col fare
l’amore, ancora una volta, ma anche quella volta fu speciale come la
prima.
Dall’altra parte del
corridoio, intanto, Ino se ne stava a gambe incrociate sul letto, sfogliando la solitarivista di moda mensile.
Kin osservava le fronde degli alberi sbattere contro la
finestra, sgranocchiando, lemme lemme, delle
noccioline ricoperte di cioccolato, mentre Tayuya era
un’elettricista improvvisata alle prese con la lampadina di una piccola baujour.
- Secondo me, finisci col rimanere fulminata…- gufò, ridendo, Ino.
- So esattamente quello che
faccio…rispose a tono la rossa, restando concentrata sulla baujour.
- Perché non chiedi
aiuto a Kankuro? – propose Kin,
vedendo l’amica in difficoltà.
- Giusto, lui sì che
ci sa fare con l’avvitamento delle lampadine e cose del genere…-
annuì Ino, alludendo certamente a qualcosa
poco consone all’elettricità.
- Mi dispiace, ma ormai
l’ho presa come una sfida personale. Ce la devo fare…- rispose con
scioltezza Tayuya, senza badare all’allusione
dell’amica.
- A tavola! – Si sentì la
voce squillante di Naruto, chiamare dalla cucina.
- Giusto cielo!
Chissà che hanno preparato oggi i maschietti…- di soammdòIno, uscendo nel
corridoio.
- Naruto
ha cucinato il ramen…- rispose fiera Hinata che stava aspettando le tre ragazze all’inizio
delle scale.
- Il ramen
ce lo si poteva aspettare solo da lui…- sospirò, con simpatia, Kin, scendendo le scale frettolosamente.
A tavola, mancavano
all’appello solo Sasuke e Sakura, esenti per
ovvi motivi.
- Shino,
mi passi la salsa di soia, per favore? – chiese educatamente Ino,
- Certo, tieni…-
- Grazi, tesoruccio…-
rispose una seducente Ino,
schioccando un bacino sulla guancia a Shino.
- Oh buon dio! –
borbottò il ragazzo, alzando gli occhi al cielo.
Ino scoppiò in una risata cristallina: - Ah! Avresti
dovuto vedere la faccia che hai fatto! - .
All’udire quella
risata, Shikamaru, per poco, non si soffocò
con un filo di pasta.
Ino aveva riso, ma non era la sua solita risata da oca o
malefica, era una risata spontanea, una risata che avrebbe potuto fare una
tranquilla Sakura o Kin.
Che stesse cambiando il suo
atteggiamento da supermodel? No, impossibile.
- Neji!
Sei peggio di un bambino! – lo rimproverò Ten-Ten, pulendo la
bocca al ragazzo come avrebbe fatto una mamma premurosa.
- Ten, ti prego…Lasciami
almeno un briciolo di dignità! – la supplicò lui, cercando
scansarti dal tovagliolo che teneva in mano Ten-Ten.
Kankuro e Choji risero divertiti per
quella scena, guadagnandosi un’occhiata maligna da parte del ragazzo.
- Naruto,
questo ramen era squisito! – disse Kiba con entusiasmo, prosciugando la ciotola con rumori
molesti.
- Grazie, amico! –
rispose contento Naruto, strizzando l’occhio
alla sua Hinata.
- Ehi, Tem!
Ti va di venire alle terme, oggi pomeriggio? – chiese Tayuya.
- Terme? –
domandò spaesata Temari.
- Sì. Ci sono delle
terme a circa mezz’oretta da qui. Ci sono già stata e sono davvero
incantevoli! Ottimo per rilassarsi, specialmente in giornate come
queste…- sottolineò la ragazza, guardando fuori dalla finestra la
pioggia che non diminuiva, ancora.
- OK, andiamo alle terme!
– esultò Temari, battendo le mani in
segno di approvazione.
- Ehi, ho sentito parlare di
terme? – s’introdusse la voce curiosa di Kiba.
- esatto…-
affermò, restando a bocca asciutta,quasi.
Quella ragazza non si
stancava mai di coglierlo di sorprese.
- Grazie per ieri…-
cominciò Temari, quasi timidamente.
Un altro sbalzo
d’umore, come vuolsi dimostrare.
- Non ho fatto niente di
che…- rispose lui, modesto.
- Comunque, ribadisco che se
fossi stata da sola, probabilmente non mi sarebbe mia e poi mai venuta in mente
l’idiozia di chiudermi in uno sgabuzzino! –
s’improvvisò scocciata la biondina, lanciandoli uno sguardo
irritato.
Non era possibile. Ancora.
Un altro colpo. Ogni volta che quella ragazza si addolciva un minimo, il suo
maledettissimo orgoglio femminile prevaleva sempre.
- Possibile che tu debba
sempre darmi contro? Non sei capace di fare la “gentile”, non dico
per sempre, ma almeno per una volta? – domandò pacato il ragazzo,
continuando a fumarsi la sua sigaretta.
Temari per poco non s’intossicava con del fumo, andatoli
di traverso.
Lo guardò sorpresa di
quell’affermazione.
. Sei tu che
provochi…- sbottò incoerentemente.
- No, sei tu che sei acida
…- rispose, sempre tranquillo.
- Tsk,
fottiti Nara…-
- Sai dire solo questo?
– la stuzzicò divertito.
- No, so anche mandarti a fanculo…- sibilò, buttando la sigaretta a
terra e rientrando, sbattendo la porta.
Quella scenata li lascio un
dolce sorriso sulle labbra. Già se lo sentiva. Quella ragazza lo avrebbe
fatto impazzire.
Seppellì la sigaretta
sotto la terra bagnata, gettando un’ultima occhiata al cielo cupo.
Poi, sempre con la sua
solita calma, salì in camera.
Temari bussò alla porta che separava le due camere.
- Kiba,
sei pronto? – chiese la ragazza, entrando con sicurezza.
Shikamaru se ne stava impalato appoggiato al muro, con le
braccia conserte.
- Kiba
è già sceso…-
- Ah, ok…-
Silenzio
imbarazzante.
- Tu non vieni? –
domandò vaga Temari.
Lui doveva venire.
- Non mi attira molto
l’idea di sguazzare sotto la pioggia…-
- Che checca che sei!
Preferisci Star qui a fare da terzo incomodo a Neji e
Ten-Ten? – chiese con tono quasi convincente.
- Rimangono anche Kankuro e Sasuke…-
- Ma tanto
dormiranno…- rispose arricciando il naso.
- E poi non mi va di
guidare…-
- Guida Shino,
tranquillo…-
- Ehi! Lassù! Tem! Scendi che partiamo! – si sentì urlare la
voce di Choji.
- Bè,
allora ci vediamo dopo…-
- Divertitevi…-
- Senza di te, ovvio che
sarà molto più divertente! – lo provocò lei.
- Che carina che sei,
seccatura…- mormorò in tono decisamente sarcastico.
Temari si limitò a farne il verso e scese le scale
di corsa, raggiungendo Kiba e Kankuro
che la stavano aspettando vicino alla macchina.
- Dov’è Nara? - chiese Shino , poco prima di salire sulla vettura.
- Non viene…- rispose
la debole voce di Temari.
- Eh, no Shika!
Sta volta…- Kiba schizzò dentro casa
alla velocità della luce.
Salì le scale 4 a 4 e giunse in camera
dell’amico.
- Si può sapere che
cazzo ti prende? - sbottò Kiba, fermandosi sul
ciglio della porta.
- Eh? – domandò
il ragazzo, disteso sul letto.
- Perché non vieni?
–
- Troppo faticoso…-
rispose sbadigliando pigramente il moro,
- Nara,
svegliati! Terme, bagno, relax, Temari…Va a
finire che con quella non ci combini nulla sta settimana! – lo
rimproverò il ragazzo.
- Ancora con sta storia? Ma se ci tieni tanto, provaci tu, no? –
- Davvero? – chiese
sbalordito.
- Certo, sai cosa me ne
frega…- rispose nel modo più naturale possibile.
- OK, allora buon
pomeriggio! Ho una missione da compiere…- ridacchiò Kiba, scendendo le scale.
Un momento. Kiba ci avrebbe provato con Temari.
Con la “sua” Temari.
Dopo qualche secondo di
ricomposizione dei pezzi, Shimakamru balzò giù
dal letto, cacciò alla rinfusa un asciugamano e il cambio nello zaino e
si precipitò fuori casa.
- Shikamaru?! – disse sbigottita Temari,
vedendo il ragazzo salire in macchina e prendendo posto accanto a Kiba.
- Ho un conto in sospeso con
questo qui…- disse indicando il vicino.
Kiba ridacchiò sotto i baffi. Aveva messo alla
prova l’amico che s’era fatto splendidamente abbindolare dalla sua
messa in scena: Shikamaru aveva un debole per Temari, adesso ne era certo.
Mezz’ora dopo, le
macchine furono parcheggiate in un’area riservata alle famose
“Terme Misturi”.
Giunti all’ingresso, Tayuta indicò ai ragazzi gli spogliatoi maschili.
- Ci vediamo dopo…- sussuròNaruto
all’orecchio della sua ragazza, cingendola tra le braccia e schioccandoli
un piccolo bacio sulla bocca.
- A dopo…- salutarono le ragazza, dirigendosi negli spogliatoi femminili.
- Com’è dolce Naruto…- commentò sognate Kin,
cominciando a sbottonarsi la camicetta.
- Lo so…- rispose Hinata che stava ancora su un altro pianeta.
- Come mai, invece, non
è venuto Ssauke? – chiese curiosa Ino, sfoggiando le sue forme perfette, avvolte in un
candido asciugamano.
- Era stanco…- rispose
naturale Sakura, avvolgendosi in un accappatoio.
- Ehi Tem,
non ti cmabi? – domandò sorpresa Tayuya, nel vedere tutte pronte tranne lei.
- Ehm…Iniziate pure ad
entrare nella avsca, io vi
raggiungo…- rispose un poco imbarazzata.
Decisamente imbarazzata.
A furia di passare 24h su 24 con le coetanee tutte magre, snelle e perfette le
stavano salendo non pochi complessi.
- Ok, raggiungici…-
salutò con la mano Sakura, avviandosi con le altre verso l’entrata
della vasca.
Temari si lasciò cadere sulla panchina di legno,
ancora con indosso jeans e maglietta.
Pochi minuti dopo, con molta
calma, prese a spogliarsi.
Si fasciò le morbide
curve in un asciugamano, s’infilò le infradito e uscì dallo
spogliatoio per raggiungere le altre, e in culo alle sue forme.
Intanto, i ragazzi si erano
già tuffati nell’acqua bollente e si godevano pienamente quel
totale relax.
- Ehi, ehi Kiba…Vieni qua…- ghignò Naruto, avvicinandosi al separé di carta che
divideva le vasche maschili da quelle femminili.
- Oh, no Naruto!
Se quelle se ne accorgono siamo morti! – lo guardò spaventato
l’amico.
- Io ho la mia ragazza,
là dentro. Sono giustificato! – ribadì il biondino,
cominciando a sporgersi dal separé senza dare nell’occhio.
- Tsk,
che idioti…- commentò lapidario Shikamaru,
lasciandosi
- Ragazzi, se la mettete
così…- dissi furbo Shino, avvicinandosi
alla parete di carta.
- Oh madre santa! Naruto, non pensavo che Hinata
fosse piazzata così bene! – se la ghignò kiba, osservando il seno generoso della ragazza, intenta a
parlare con Kin e Tayuya.
- Kiba,
Smettila! Guarda qualcun altro, grazie…- e subito l’amico lo prese
alla lettera, mangiandosi con gli occhi il fisico niente male di Kin.
- Ok, ma vogliamo parlare di
Ino e Sakura? – obiettò Sai, stuzzicando
Shikamaru col gomito.
- Siete penosi…- fu
l’ennesimo commento del moro.
- Dai,Shika, vieni qua! – lo incalzò Chogi.
Kiba e Naruto si voltarono,
prendendo per un braccio l’amico.
Lo trascinarono, a forza,
contro la parete, girandoli la faccia in direzione del mezzo corpo nudo di Temari.
Poterono sentire
l’amico sussultare e videro il suo volto infuocarsi timidamente.
Choji rise, seguito dalle risatine silenziose di Sai e Shino e dalle ghignate, invece fracassose,
di Kiba e Naruto.
Shimamaru voleva solo sprofondare nell’acqua. Dannati Naruto e Kiba.
Le risate attirarono
l’attenzione di Sakura che alzò lo sguardo e vide le facce
sporgenti dei suoi amichetti, al di là del separeè.
Riunì le ragazze con
disinvoltura e si acquattarono sotto la parete.
- Ehi, sono sparite! –
ne uscì la voce delusa di Kiba.
- Non possono già
essere rientrate…- si accertò Choji,
alternando lo sguardo nella vasca vuota.
- Comunque…Ino è davvero una figa! – urlò Kiba, calandosi nell’acqua fino al mento.
- Eh sì, peccato che
Sakura sia già di Sasuke se no un pensierino ce
l’avrei fatto volentieri…- la buttò lì Shino, sospirando.
- Ehi, Shika!
Hai visto Temari? – chiese ansioso Naruto.
Per tutta risposta, Shikamaru li tirò un pugno in testa e il biondino si
mise quasi a piangere dal dolore.
In quel momento gli occhi di
Kiba si dilatarono a dimensioni spropositate e la
bocca rimase semi-aperta.
- R-ragazzi…-
riuscì solo a balbettare.
- Che c’è?
– chiese Choji, osservando l’amico evidentemente
anormale.
Kiba fece un cenno con la mano di guardare in direzione
della parete.
Le facce minacciose di
Sakura, Ino e le altre affioravano dal separé,
fissando i ragazzi con occhi colmi di sapore omicida.
- Eh-Ehi, Hinata! Amore! …- tentò di cavarsela Naruto, mentre Shikamaru e gli
altri se la svignavano alla velocità della luce.
- N-Naruto…facciamo
i conti dopo…- le disse calma Hinata, con un
tono leggermente irritato.
Il ragazzo deglutì e filò, anche lui, nello spogliatoio.
Dopo aver risolto il
“piccolo” malinteso coi maschietti, a suon di pugni, calci e giusto
qualche tirata d’orecchie, i ragazzi fecero ritorno alla baita.
Capitolo 16 *** solletico e...coccole ^^ - THE END ^^ ***
Per il dopo cena, i ragazzi decedettero di riunirsi in soggiorno per
guardare, tutti insieme, un bel film
Per il
dopo cena, i ragazzi decedettero di riunirsi in soggiorno per guardare, tutti
insieme, un bel film.
Putroppo si dovettero accontentare di ciò che offriva
il convento, ovvero…cartoni animati.
Tayuya era mortificata, ma non aggiornava la lista di
videocassette da quando aveva 7 anni.
Decedettero per una serata divertente,
scegliendo per il classico “La
Bella e La bestia”. Il preferito, tra l’altro, di
Tayuya.
Ino si getto sul divano tra i ragazzi, facendosi spazio
tra le patatine di Choji e Shikamaru.
- Leva quella testa che non
vedo – commentò asciutto Shikamar,
rivolgendosi alla bella biondina.
- Oh, zitti che
inizia…- bisbigliò Naruto, mentre Shino spegneva la luce.
Ino s’indispettì, alzandosi e andandosi a
sedere sull’altro divano, accanto a Sakura.
Temari era seduta su una sedia posta accanto al
divano.Shikamaru
si era posizionato, premeditatamente, all’angolo del sofà, accanto
a lei.
Il ragazzo stava con un
braccio dietro la testa e una mano davanti alla bocca, emettendo un epocale
sbadiglio.
- Che figa la vecchia!
– esordì Kiba, ridendo per la scena inziale.
- Zitto, idiota…-
urlò Kin, facendo volare un pugno sulla testa
dell’amico.
Ten-Ten si lasciò
sfuggire una risata, seguita da Hinata
che si tappava la bocca per non esplodere.
Neji ammutolì la sua ragazza con uno sguardo
severo, mentre Naruto non riuscì a trattenersi
e scoppiò in una clamorosa sghignazzata, facendo cedere anche la povera Hinata.
- Oh ragazzi, basta! –
li intimò Ino, con la sua solita voce
stridula.
- Che palle…-
borbottò Shikamaru, grattandosi pigramente la
testa ed emettendo un altro sbadiglio.
- Mamma mia, Nara…Che vegetale, che sei! – lo
rimproverò Temari, incrociando le braccia.
Il ragazzo alzò un
sopracciglio e la fissò in modo sarcastico.
- Che hai da guardare?
– chiese scocciata.
- Soffri il solletico?
– domandò neutro il ragazzo.
- Cosa?!
- chiese sbalordita la ragazza.
- Lo soffri o no? –
richiese.
- Tsk…No,
non lo soffro…- rispose secca, rivolgendo la sua attenzione al cartone.
- Ok ,
lo soffre…- suggerì Choji
all’amico, sottovoce.
Shikamaru fece un sorrisino che non prometteva affatto bene,
ma di questo Temari non ne era al corrente.
Dopo un breve tempo di
silenzio, la voce stridula di Ino piombò nella
sala.
- Dio, che schifo! –
urlò, tappandosi quasi gli occhi per la scena di Gastone.
- Guarda che è
fango…- la tranquillizzò Kankuro in tono
sarcastico.
- Bleah…-
se ne uscì la ragazza, sistemandosi la coda bionda.
Intanto Sakura e Sasuke parevano presi bene con
altro che non fosse il film, perciò, poco prima di metà della
progettazione decisero di salire in camera.
Poco dopo, Neji e Ten-Ten li imitarono, assieme a Choji
e Shino.
- Posso venire lì? .- chiese debolmente Temari,
vedendo il divano occupato solo da shikamaru.
- Certo…- rispose
tranquillo, senza scomodarsi di un centimetro.
La ragazza prese posto
all’altro angolo, accucciandosi comodamente.
Erano tutti attenti alla
successione del film, quando un urlo di Temari ruppe
il silenzio.
-AH AH AH!
No, ti prego, piantala! –
Naruto e Hinata guardavano con
stupore Temari che si divincolava da Shikamaru, divertito.
- Avevi detto che non
soffrivi il solletico…- la provocò il moro, che le solleticava i
fianchi abilmente.
- Ok, scherzavo, lo soffro e
anche tanto...Lasciami, ti prego! AHAHAHA! –
- Neanche per sogno! Con
tutti gli insulti che mi sono beccato, questa è la mia rivincita cara la
mia seccatura! –
- Oddio, Kankuro,
ti prego! Aiutami! –
- Shhhhh!
Sto guardando il film…- rispose distratto il fratello.
- Che patetici…-
borbottò Ino sottovoce, anche se il commento
non sfuggì alle attente orecchie di Sai.
- Sei gelosa, Ino? – le domandò curioso.
- Ma dove vivi,
Sai? – chiese piuttosto indispettita la biondina.
- Chiedevo…- si difese
mogio, tornando a guardare sullo schermo.
Shikamaru non smettava di tartassare
Temari, la quale dovette ricorrere alle cuscinate e
ai morsi per scrollarselo di dosso.
- Pausa…- fece lei.
- Pausa…- rispose lui
col fiatone, tenendole saldamente le mani ferme per evitare altri colpi.
Con calma, Shikamaru, allentò la presa, ma lasciò che
una mano restasse intrecciata con la sua, osservando la reazione della ragazza.
Lei tentò, in un
primo momento, di staccarsi, ma non sentendo la complicità di quel
gesto, gli sorrise, lasciando la mano dov’era.
Per il resto del film,
giocarono con le loro mani, intrecciandole e sciogliendole, accarezzandole e
stritolandole.
Tutto questo, sotto gli
occhi vendicativi di Ino, che vigilava la situazione
con estrema attenzione e invidia.
Terminata la pellicola, Naruto portò Hinata in
camera, tenendola in braccio, dal momento che s’era addormentata
pesantemente sopra di lui.
Sai spense la tv, mentre Tayuta e Kin augurarono la
buonanotte e salirono.
Nel frattempo, Temari s’era addormentata definitvamente,
con la testa a ciondoloni sulla spalla di Shikamaru.
- Ehi, Shika…Portamela
su, va…Io vado a dormire con Kiba stanotte
perché dobbiamo parlare. Ti spiace dormire con mia sorella? –
chiese Kankuro.
- Ehm, veramente…-
rispose alquanto imbarazzato.
- Mi raccomando, niente
porcherie o ti vengo amputo qualcosa, siamo intesi?- lo minacciò il
ragazzo, salendo con unKiba ormai in catalessi e una Ino col broncio.
- Ma perché sta
seccatura?! – si lamentò, cercando
qualche sguardo complice di Kin o Tayuya.
- Bè,
buonanotte Shika! – lo salutarono le due,
salendo anche loro assieme a Sai.
Erano soli, loro due.
Per di più, quella
seccatura non pesava certo come una piuma, ma non voleva neanche svegliarla.
- Dio…- sbuffò
alzando gli occhi al cielo.
Quella mezza imprecazione
fece aprire un occhio a Temari, la quale si
svegliò quasi di soprassalto.
-Menomale che ti sei
svegliata, perché di certo non mi sarei scomodato a portarti in camera
…-
- Saliamo? –
domandò Shikamru, cambiando la tonalità
di voce in qualcosa di più premuroso e dolce.
- Si,
sto morendo di sonno! – biascicò la biondina, accoccolandosi con
la testa sul petto del ragazzo.
- Ehi, ehi, non qua! Saliamo
che dormi nel letto, sù…- disse,
aiutandola ad alzarsi e sorreggendola per una spalla.
- Ho tanto sonno…- ripetè con un filo di voce, lasciando cadere la
testa in avanti, a penzoloni.
- Oh merda…- sbuffò
il ragazzo, caricandosi la biondina sulla schiena.
Finalmente arrivato in
camera, adagiò Temari sul letto e resto a
contemplarla per qualche lunghissimo secondo, prima che lei aprisse nuovamente
gli occhi.
- Che hai da guardare?
– borbottò, sfilandosi i pantaloni da sotto le coperte e
gettandoli per terra.
Shikamru deglutì.
- Neanche un grazie per averti
trascinata fino a qui…-
- Mph,
grazie…- borbottò in qualche modo, soffocando la faccia nel
cuscino.
-Tsk, tutte uguali…- sbuffò sottovoce,
levandosi jeans e maglietta e infilandosi nel letto.
- MA SEI TUTTO SCEMO??? CHE CI FAI QUI, TU?? – si
alzò in piedi sul letto una Temari decisamente
più sveglia di prima.
- Ehi seccatura,
calmati…Non è colpa mia, tuo fratello mi ha dato il cambio per
stasera…- spiegò rilassato, rannicchiandosi tra le coperte.
- Ma tu guarda…-
sbottò la ragazza, rimettendosi sotto il lenzuolo.
- Ma non potresti restare in
perenne dormi-veglia? E’ così bello non sentire quella tua vocina
da gallina strozzata…- farfugliò il ragazzo, girandosi a guardare
la ragazza.
Temari chiuse i suoi dolci occhi acquamarina in due piccole
fessure, caricò un pugno con la mano destra e sferrò il suo
attacco sulla capoccia del ragazzo.
Shikamaru cominciò a divincolarsi sul letto come
un’anguilla, mugugnando mezze bestemmie e insultandola con tutte le
parolacce possibili ed inimmaginabili (probabilmente inventate da lui stesso).
La ragazza prese a ridere
nel cuscino come una pazza, troppo divertita nel vedere unNara ridotto in quello stato.
- Cosa cazzo ti ridi,
idiota? Mi hai fatto un male assurdo! – sbraitò il ragazzo,
buttandosi sul letto a pancia in giù.
- Non esagerare…-
sbuffò lei, avvicinandosi al moro per assicurarsi che stesse davvero
bene.
Lui stava fermo, immobile,
disteso sul materasso con la faccia compressa nel cuscino e le mani sulla
testa.
Non rispondeva alle sue
provocazioni verbali, né tanto meno ai punzecchiamenti sulla schiena.
Per un momento ebbe paura
che stesse male seriamente.
- Shika…Ehi,
Shika, tutto bene? – disse sottovoce,
sfiorandoli l’orecchio con le labbra.
D’un tratto il ragazzo
si voltò a fissare quei due grandi occhi verde acqua e vi si perse.
Le si avvicinò di
poco col viso, quel tanto che bastò che appoggiare le sue labbra sulle
sue.
Temarì sentì un brivido percorrerle tutta la
schiena.
Avrebbe dovuto respingerlo,
ma non ci riuscì e forse, non volle proprio.
Prese a spingere con
più forza le sue labbra contro le sue, lasciando giocare le loro bocche
e poi le loro lingue, che non smettevano di divincolarsi l’una
dall’altra.
Le piaceva quel movimento e
soprattutto le piacevano le sensazioni che quel che bacio le stava dando.
Si lasciava accarezzare, senza
rispondere con pugni o sberle, ma con altrettante carezze e baci.
Si giravano e rigiravano nel
letto, sempre più complici e sempre più con passione.
Fu lui il primo a staccarsi
dolcemente dalle sue labbra, sorridendo sotto di lei.
- E adesso? – chiese Temari, osservando dall’alto quel ragazzo a torso
nudo con occhi sognanti.
- E adesso, dì le tue
ultime preghiere, seccatura…- la sfidò lui, scattando in ginocchio
e cominciando a farle nuovamente il solletico.
- No, Shika…Piantalaaaaa! –
Ma lui non smetteva e
continuava a farglielo, divertito.
Quando le loro mani
s’intrecciarono, lei si avvicinò nuovamente al suo viso.
- Pausa…- disse,
schiudendo a mala pena le labbra e senza neanche dargli modo di rispondere
riprese a baciarlo, come mai avrebbe creduto di poter fare.
Una volta placata la lotta
amorosa, Temari s’addormentò tra le
braccia Shikamaru, mentre quest’ultimo non
riuscì a prendere sonno così facilmente.
Ancora non poteva creder di
sentir stretto a sé quella dolcissima seccatura.
Sentiva il suo affannoso
respiro e la sua guancia morbida sul suo torso nudo.
Per accertarsi che non fosse
solo immaginazione, continuava a tenerla stretta tra le sue braccia,
schioccandole qualche bacio sulla fronte, di tanto in tanto.
Non sapeva ancora cosa
aspettarsi alla mattina seguente.
Pensò che se Temari avesse chiesto spiegazioni e che queste avessero
implicato un passo avanti per loro, sarebbe stato un problema.
S’era sempre,
categoricamente, rifiutato di avere una ragazza fissa, perché lui non
era come gli latri e non si sarebbe lasciato incastrare così facilmente.
Ma in fondo, sorrise,
pensando che, forse, un’eccezione per quella biondina l’avrebbe
anche potuta fare.
E così pensando,
scostò un ciuffo biondo dalla fronte di lei, avvicinandosi nuovamente
alle sue labbra e imprimendoli un dolcissimo bacio.
Lei aprì gli occhi,
felice, lasciandosi cullare da quel risveglio.
- Sei solo mia,
seccatura…- si era sentita sussurrare all’orecchio.
- Sei solo mio,
pigrone…- le aveva risposto lei, rafforzando con più amore quella
presa e ributtandosi in quel vortice di labbra, che da sempre aveva sperato di
poter sfiorare.