Solo mio, solo mia

di Saju
(/viewuser.php?uid=49912)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** vita ordinaria... ***
Capitolo 2: *** piccolo incidente ***
Capitolo 3: *** novità al campo ***
Capitolo 4: *** amiche-nemiche? ***
Capitolo 5: *** il falò ***
Capitolo 6: *** illusioni, litigate e amori ***
Capitolo 7: *** -UN ATTIMO DI PAUSA ^^ - ***
Capitolo 8: *** ahi, ahi, ahi... ***
Capitolo 9: *** pace e squillo... ***
Capitolo 10: *** fregata...fregato ***
Capitolo 11: *** idea idea idea! ***
Capitolo 12: *** gita! e sorpresina notturna... ***
Capitolo 13: *** vento, nuvole... ***
Capitolo 14: *** nascondino! ***
Capitolo 15: *** terme XD ***
Capitolo 16: *** solletico e...coccole ^^ - THE END ^^ ***



Capitolo 1
*** vita ordinaria... ***


SOLO MIO, SOLO MIA

SOLO MIO, SOLO MIA

 

“Cari ragazzi, a causa del mio impegno matrimoniale, mi vedo costretto a cancellare la lezione di oggi e ad augurarvi le migliori vacanze estive. Divertite ed esercitatevi tutti i giorni: come ben sapete le arti marziali sono discipline da curare e nutrire ogni giorno, costantemente. Se avete bisogno di consigli o aiuti sarò reperibile su questo numero, anche se temo ci saranno complicazioni, dovute alle interferenze, dal momento che la mia mogliettina vuole trascinarmi a Roma, per passare queste vacanze in una delle più famose città italiane. Vi auguro gioia, felicità e fate i bravi, mi raccomando…A settembre ragazzi! Un saluto dal vostro maestro Kakashi”

Temari si stropicciò gli occhi e prese in mano il cellulare che continuò a vibrare per diversi secondi, poi smise. La ragazza lesse attentamente il messaggio del suo maestro e si limitò a fare una piccola smorfia e a posare il telefonino sul comodino, per poi lasciarsi cadere sul letto con lo sguardo fisso sul soffitto e le braccia divaricate sul morbido cuscino rosa.

Si alzò in piedi e accese la televisione con un’espressione apatica, stando certa che avrebbe spento quella dannata scatola dopo uno zapping veloce e, di fatto, così fece. Pensò allora che non valesse la pena poltrire in casa per tutti i tre mesi d’estate e decise di seguire il vivace consiglio del suo maestro, indossando un paio di calzoncini corti rosa, che era solita usare per  gli allenamenti in palestra e una canottierina bianca.

Non aveva un corpo da ballerina, ma un corpo tonico e le curve al posto giusto; un bel viso, due grandi occhi acquamarina e dei ricci biondi che era solita tenere a bada con quattro codine che le davano un’aria piuttosto sbarazzina, ma dimostrava pienamente i suoi 18 anni.

Uscì di casa ancora un po’ assonnata e si diresse verso il campetto.

Camminava pensierosa, sgranocchiando la sua barretta alla soia comprata in un chiosco pochi istanti prima.

Non aveva ancora compreso che la scuola era finita davvero e che le tanto attese vacanze estive erano finalmente arrivate.

Camminava a testa bassa, lungo il corso pedonale al centro della città, fissando l’asfalto consumato che ogni tanto si mischiava a ghiaia e sassolini, senza accorgersi degli urti contro i gomiti dei passanti o delle biciclette impazzite che le suonavano.

Era tutta persa nel suo mondo e non riusciva a capire che diavolo le fosse preso.

Solitamente, quando la malinconia s’invaghiva di lei, era solita andare dal suo maestro per un allenamento individuale, così da potersi sfogare e tornare a casa rilassata e tranquilla.

Ma adesso il maestro era in viaggio con sua moglie in Italia e lei avrebbe fatto carte false per raggiungerlo.

Era molto legata al suo insegnante che la conosceva da più di cinque anni, l’unico che si fosse sempre reso disponibile ad ascoltare i suoi momenti di crisi alternati a quelli più gioiosi o di pazzia.

Kakashi era come uno zio per lei, era sempre stato il suo unico punto di riferimento e il pensiero che non ci sarebbe più stato per lei per quei tre lunghissimi mesi le faceva stringere un nodo allo stomaco.

Non provava alcuna attrazione nei confronti di Kakashi, se non tanta ammirazione e un bene paterno, un bene che purtroppo non aveva mai nutrito nei confronti di suo padre, sempre assente e preso dalle sue faccende di lavoro.

 

***

Temari arrivò, quasi senza accorgesene, al campetto di calcio e con sua gran sorpresa vide che non era stata l’unica ad aver avuto quell’idea.

Naruto era seduto sull’altalena, ormai fuori uso,a bofonchiare qualche regola in vista dell’esame teorico di arti marziali, che si sarebbe svolto al rientro dalle vacanze e Hinata lo aiutava a imparare le formule a memoria.

Si poteva notare con quanta facilità la piccola Hinata arrossiva ogni qual volta il ragazzo la guardava negli occhi, speranzoso di aver azzeccato la regola.

Naruto aveva sempre dimostrato di essere un ragazzetto coraggioso e molto intelligente, sebbene spesso e volentieri la sua stupidità prendesse il sopravvento.

Hinata era ancora una bambina, sebbene avesse solo due anni in meno di Temari, ma aveva un grande cuore e tanta di quella generosità da far invidia a tutti.

Temari non capiva perché Naruto non si accorgesse delle attenzioni della piccola Hyuga, ma quella strana “coppietta”, non ancora sbocciata, la faceva tanto ridere e allo stesso tempo provava tenerezza nel vederli insieme.

Neji tentava, invano, di spaccare in due, con la sola forza del lato della mano destra, una tegola, posizionata sopra due mattoni messi in verticale, con Ten-Ten che lo guardava attenta e si compiaceva dei miglioramenti conseguiti dal suo ragazzo; miglioramenti che, probabilmente, solo lei vedeva.

Era incredibile come quella coppia durasse ancora dopo così tanto tempo.

Il giorno stesso in cui l’amica le aveva confessato con tanta euforia che Neji Hyuga le avevo chiesto di mettersi con lui e che lei aveva accettato senza indugio, Temari era convinta che la storiella amorosa sarebbe durata al massimo tre settimane e siccome si sentiva buona, aveva dato come scadenza definitiva un mese. Invece, a discapito delle voci che giravano riguardo al dato di fatto che quei due non fossero assolutamente compatibili, Neji e Ten-Ten stavano insieme da ben due anni ormai e Temari si dovette ricredere su di loro, poiché anche se le rodeva ammetterlo, notava in Neji una grande tenerezza e premurosità nei confronti della sua amica.

Ten-Ten era in assoluto la sua confidente numero due, dopo Kakashi e per questo era davvero felice per loro.

La ragazza dai quattro codini biondi attraversò il campetto per raggiungere i suoi fratelli e gli amici Choji e Kiba.

I quattro stavano seduti su di una panchina in fondo al campo, ingozzandosi di patatine con Akamaru di fronte a loro, accovacciato e scodinzolante, che non smetteva di fissare il pacchetto di quelle invitanti crik-crock, quasi a volersele mangiare con la forza del pensiero.

- Ehi Tem! - urlò Kiba sfoderando uno dei suoi sorrisi a 32 denti.

- Buongiorno Kiba, ciao Choji…Gaara, Kankuro,,, - rispose la biondina facendo per sedersi vicino a suo fratello minore, Gaara.

- Hai ricevuto il messaggio del maestro Kakashi?- chiese Choji, mentre stava per ingurgitare una manciata di patatine.

- Ovvio che sì, altrimenti non sarei qui, ti pare? - rispose sarcastica la ragazza.

Temari non aveva nulla contro Choji, ma doveva ammettere che a volte quel suo fare poco-fine, specialmente quando mangiucchiava, le dava un po’ sui nervi.

Era anche un bel ragazzo a vederlo bene: sensibile e molto dolce, quando voleva, ma decisamente fuori forma.

I suoi passatempi erano mangiare, bere, pettegolezzi e ancora mangiare.

- Perché non mi avete svegliata? Sarei venuta con voi…-

- Scusa sorellina, ma se ti avessimo svegliata era certo che ti saresti messa a sbraitare e a rimproverarci, come al solito…Sappiamo tutti che sei intrattabile la mattina - replicò il fratello maggiore Kankuro, con una certa cadenza ironica e cantilenante.

- Intrattabile, io? - chiese accigliata la ragazza sgranando gli occhi.

- Sì Temari…mi dispiace, ma la tua acidità raggiunge l’apice appena ti svegli - sorrise divertito Gaara.

- Siete consapevoli del fatto che stasera io vi riporterò a casa a calci in culo, vero?- ribattè con ironia la sorella.

I fratelli si misero a ridere e lo stesso fecero i due amici seduti di fianco.

In lontananza si facevano sempre più vicine due sagome non ancora ben identificate, quando Temari comprese chi fossero e non si trattenne dal roteare gli occhi al cielo.

 - Oh gesù! No! Vi prego! Non fate avvicinare a questa panchina quelle due! … - commentò la ragazza con le mani sugli occhi.

Troppo tardi.

 - Ciao ragazzi! Come va? - chiese una delle due ragazze.

Era la più alta e aveva dei lunghi capelli biondi, raccolti in una coda alta e legati con un nastro colorato. I suoi occhi erano di un azzurro cielo incantevole e le ciglia sbattevano sensuali, mostrando dei piccoli luccichini dovuti al rimmel.

 - Buongiorno Ino! Volete sedervi? – disse Kiba esataltato e già pronto per cederle il posto.

 - No, grazie Kiba, sei gentilissimo, ma siamo solo di passaggio. Tra poco andiamo al centro commerciale - risposte l’altra ragazza dai capelli corti rosa e gli occhi verde smeraldo.

- Avete mica visto Sasuke? – chiese quest’ultima.

- No Sakura mi dispiace…- rispose Choji.

Gli occhi di Sakura si riempirono di delusione.

- Ma come?! E Shikamaru? - domandò Ino.

- Nara l’ho visto stamattina, quando sono uscito di casa per portare Akamaru a fare due passi, ma non so dove stesse andando sinceramente...- rispose prontamente Kiba

- Ma è possibile che quei due non si trovino mai in giro? – sbottò la biondina.

- Oh poverine…Come faranno le  Bratz della situazione senza i loro Bratz Boys?! - commentò sarcastica Temari, soffocando una risata.

- Nessuno ha chiesto la tua opinione, burina che non sei altro! - squittì Sakura.

- Come m’hai chiamata scusa?- ruggì Temari alzandosi in piedi, con i pugni stretti lungo i fianchi.

 - Ti ha chiamata burina! O se preferisci, “buzzurra” va bene lo stesso? – rispose con sicurezza Ino, sfoderando un sorriso falso.

- Ma io ti ammazzo brutta troietta che non sei altro! Te e l’altra puttanella! - Temari aveva già le mani che tremavano ma, per fortuna, aveva un certo autocontrollo per certe situazioni e decise che non valeva la pena fare figure in un luogo pubblico, così si

trattenne dal mollarle uno schiaffo.

- Bè quest’aria è troppo pesante per i miei gusti…meglio andare Sakura, lo shopping ci attende! – esultò la biondina.

- Andiamo Ino…Ciao ciao! – disse schioccando un bacetto con la mano, da vera gatta morta, a tutti quanti.

- Bye bye boys…- la seguì Ino agitando la sua lunga coda di cavallo e sculettando quasi stesse camminando su una trave.

Le bocche dei maschietti rimasero semichiuse, boccheggianti, come pesci.

Quelle due vipere Temari non le aveva mai sopportate, fin dal primo giorno in cui le aveva incontrate al parco di quella cittadella, in periferia di Tokyo.

All’inizio il loro rapporto era un semplice saluto e un banale “come va”, giusto per mantenere dei rapporti civili, ma da quando anche loro si erano iscritte al corso di arti marziali, ovvero 4 anni fa, la sua sopportazione nei loro confronti era completamente degenerata.

Di per sé Sakura era la migliore tra le due.

Sakura, presa in disparte senza Ino, non era poi così tanto una gallina,a nzi, era dotata di una grande sensibilità e intelligenza.

In fondo cercava solo di imitare la leader, Ino, ma spesso si scopriva come una ragazza timida e insicura.

Dalla sua parte, Ino, quando ci si metteva, sapeva essere una persona “normale”, ma ciò accadeva davvero di rado.

Ma Sakura Haruno e Ino Yamanka, insieme, erano un’arma letale perfetta per tutti i ragazzi di una fascia d’eta compresa tra i 9 e 27 anni.

Vantavano una duplice fama: o da ripugnanti avversarie o da brillanti beniamine da seguire (secondo i gusti) per tutte le ragazzi sbandate.

Le loro tecniche di seduzione e la loro stupidità femminile era un miscuglio afrodisiaco per tutti i rampolli che non aveva un minimo di buon senso e spesso, anche per quelli che il cervello lo avevano.

Purtoppo bastava poco per renderli cretini tutto un tratto.

A guardarle bene non erano poi delle grandi bellezze: Sakura aveva dei bellissimi occhi e un fisico perfetto, ma aveva poco seno e una fronte decisamente troppo spaziosa; Ino era più alta, snella e poteva vantarsi di un seno più che soddisfacente, ma la sua bocca perennemente arricciata le dava un’aria da vamp che, per molti aspetti, di sexy o sensuale non aveva nulla.

Forse quello che faceva strabuzzare gli occhi ai ragazzi era il loro atteggiamento, sempre così sicure di se stesse e altezzose, amanti dello shopping e delle serate brave in compagnia del “meglio” della zona e dalla facilità con cui si approcciavano al sesso maschile.

Ultimamente erano riuscite a convincere i due sex-symbol del paese a uscire con loro e, in effetti, c’erano già uscite svariate volte, ma senza combinare alcunché a quanto riportava Choji (messaggero e portinaia del villaggio: sapeva tutto di tutti e su tutti, sempre e da sempre. Il “come” venisse a sapere e fosse aggiornato di tutti i gossip ogni giorno rimaneva ancora un mistero irrisolto).

Sakura aveva sempre avuto un debole per Sasuke Uchiha e dietro quell’aria da gatta morta, si nascondeva una Sakura fragile e innamorata, ma non ricambiata.

Ino aveva sempre affermato di voler far cadere ai suoi piedi Shikamaru Nara, per poi lasciarlo pubblicamente nella maniera più patetica e meschina possibile, proprio come aveva fatto lui qualche anno fa. La ragazza non aveva dimenticato il giorno in cui lui la rifiutò davanti a tutti perché le disse che a lui le ragazze non interessavano e soprattutto, non le interessavano le ragazze brutte come lei.

Quella volta aveva giurato a se stessa che un giorno gliel’avrebbe fatta pagare a caro prezzo.

- Guarda chi si vede! Stanchi? – intimò Kiba ai due aggregati.

- Ciao Kiba…- rispose Ten-Ten asciutta.

- Ce l’hai fatta Neji a rompere quel benedetto pezzo di coccio o no? -

- Purtroppo non ancora… – rispose il ragazzo asciugandosi la fronte con un asciugamano.

- Ma ci è andato molto vicino! E’ stato comunque bravissimo e domani sono sicura che ce la farà! - lo difese Ten-Ten, contemplando il suo ragazzo.

- Ten-Ten…- cominciò Kankuro - Non ho dubbi che il tuo ragazzo sia molto determinato e che un giorno, forse non lontano, ce la farà davvero a rompere in due quel mattone, ma vorrei farti notare che il poveretto qui …- disse indicando il giovane - …Sono mesi che si ostina a tentare e ritentare e l’unica cosa sicura che ottiene e qualche nuova fasciatura sulla mano…- concluse sarcastico il ragazzo.

- Grazie Kankuro, sei un amico - rispose ironicamente Neji e schioccò un bacio a stampo alla sua ragazza, la quale si accoccolò al suo braccio, sussurrandogli una frase tremendamente dolce all’orecchio.

- Ma come siete carini! - civettò l’inconfondibile voce di Naruto da dietro i due.

- Ciao Hinata! – la salutò con calore Temari.

- C-ciao Temari, non ti avevo vista arrivare - e per qualche strano motivo arrossì tutt’un tratto: Naruto si era disteso a petto nudo sul prato per prendere il sole.

- Bell’idea Uzumaki! - urlò entusiasta Kiba, il quale lo imitò e così fecero anche gli altri.

La mattinata proseguì tranquilla e i ragazzi si divertirono a scherzare e a infradiciarsi con le bottigliette d’acqua, quando un getto colpì Sasuke che stava avanzando con Sakura, mano nella mano.

- Scusami Sasuke! - urlò solare Choji, a differenza della vittima che pareva alquanto irritato.

- Ma…cos’è sta novità? Nuove scintille in paese? Tatatatata! - strillò Naruto, cominciando a canticchiare una penosa melodia amorosa.

Per fortuna bastò una manata in testa da parte di Temari per farlo zittire.

-Raccontate un po’, voi….Che succede? - chiese incuriosito Kiba.

- Siamo  insieme, fine della storia - liquidò Sasuke, mentre Sakura si faceva piccola piccola dietro di lui.

Temari sorrise per quella scena perché era evidente che Sakura era davvero felice e il fatto che dimostrasse la sua timidezza era la prova che ogni tanto era in grado di lasciare da parte quel suo lato così sfacciato che aveva sempre in compagnia di Ino.

- Ma Ino dove l’hai lasciata? – domandò Kakuro incuriosito.

- Veramente credevo vi avesse già raggiunti…Ci siamo salutate qualche ora fa perché..ehm…Sasuke mi ha raggiunta al centro commerciale e lei ha preferito lasciarci…da soli…-. la voce di Sakura si fece quasi roca nel pronunciare queste ultime parole, mentre il suo compagno stringeva forte la sua mano.

- Qui non è più tornata…L’ultima volta che l’abbiamo vista è stata poche ore fa con te - disse Kiba..

- Strano…- rispose Sakura che già stava iniziando a preoccuparsi per l’amica.

- Bè di certo non è morta, sarà in giro da qualche parte a spendere e spandere, vedrai…magari anche in compagnia di Shikamaru – rassicurò Sasuke, accarezzando dolcemente la guancia di Sakura.

“…Magari anche in compagnia di Shikamaru”…Temari rabbrividì all’udire questa frase.

Shikamaru era uno di quei pochi ragazzi che trovava incredibilmente intelligente e astuto.

Aveva un rapporto discreto, se pur la maggior parte conflittuale, poiché frequentavano il corso di arti marziali insieme, ma da qualche mese si erano un po’ allontanati per il fatto che lui uscisse sempre con Sakura, Ino e Sasuke.

- Ma si vedrai che sarà così - soggiunse la vivace voce di Naruto.

Sakura fece un sorrisino e appoggiò la testa sul torace del suo ragazzo.

- Bene…è già ora di pranzo, mia madre mi starà aspettando trepidante, ci vediamo oggi pomeriggio ragazzi…Ciao! - salutò Kiba, incamminandosi con il fedele Akamaru.

- Ciao Kiba! - dissero quasi in coro i ragazzi vedendo l’amico allontanarsi.

- Mi incammino anch’io ragazzi…-

- Si Choji….Aspetta che allora veniamo con te, così facciamo la strada insieme e accompagniamo Ten-Ten a casa…-

- Va bene, però muoviamoci che ho una fame pazzesca! -

- Choooooji! Sempre il solito….- brontolò Ten-Ten, sbattendosi la mano sulla fronte.

- Ragazzi…a dopo, ciao! - salutò Neji, prendendo per mano la sua ragazza.

- Ciao ragazzi...- disse Naruto sempre con quella sua solita vitalità.

- Ciao Ten-Ten, ci vediamo dopo…-

- Si Temari, a dopo! Ciao Hinata! -

- C-ciao, ciao! - sussurrò la piccola Hinata.

Poco dopo a Naruto venne un’improvvisa voglia di ramen e chiese gentilmente e Hinata se lo volesse accompagnare a pranzo, assicurandola che, dopo, avrebbe fatto la strada con lei, per non lasciarla tornare a casa da sola.

La faccia di Hinata scomparve per cedere il posto a un pomodoro rosso maturo, ma Naruto prese quelle guance vermiglie come un sì e se la trascinò dietro salutando gli altri distrattamente.

 

***

Temari fissava Sasuke e Sakura parlarsi dolcemente sulla panchina e nascondeva una certa gelosia mista a rabbia e invida nel vederli così complici.

Fino a poco tempo fa, Sakura era una povera ochetta che imitava la sua compare e che correva dietro a uno dei più bei ragazzi della città, praticamente irraggiungibile.

Eppure adesso era lì, stretta a lui, dopo anni di attesa e provocazioni, lui, Sasuke, era suo e lei, Sakura era sua.

Temari trovava tutto questo tremendamente ingiusto e seccante, ma badò bene a non darlo a vedere ai suoi fratelli, occupati a ustionarsi al sole, così decise che era ora di tornare a casa.

- Hey…Kankuro, Gaara…io vado a casa, vi aspetto per pranzo?- chiese premurosa.

- No, vai tranquilla, ci arrangiamo …Ciao! - disse Kankuro mezzo addormentato, mentre Gaara era completamente assopito sull’erba.

Temari camminava piano e completamente incapace di capire in che preciso punto della strada si trovasse.

Pensava a come stava passando il tempo, forse troppo velocemente per i suoi gusti. L’anno prossimo sarebbe stato l’ultimo anno di liceo e si chiedeva se dopo avrebbe rivisto tutti i suoi amici, come una volta.

Pensava al maestro Kakashi e a quanto avesse bisogno di lui in quel momento e a quanto avesse voglia di combattere per sfogare tutta la rabbiosa tristezza che sentiva nel petto.

Non capiva perché, come ad un tratto, un’ondata di odio nei confronti di Ino pervase tutto il suo corpo, come un tremito e serrò i pugni, mordendosi le labbra mentre affrettava il passo,

Temari passò da un sentimento di odio profondo a invidia per Ino, e per questo iniziò a correre più che poteva odiandosi profondamente per aver anche solo pensato di diventare come lei.

 Pensava che dopotutto, lei era sempre stata considerata la ragazza un po’ maschiaccio, che anziché giocare con le barbie, preferiva giocare al pallone coi suoi fratelli e allo shopping e alle mini gonne, privilegiava le arti marziali e pantaloni.

Si chiedeva se non era forse arrivata l’ora di cambiare, di tirare fuori quella femminilità che, in fondo, anche lei aveva, ma al solo pensiero di indossare una gonnellina floreale con le zeppe bianche (pensando a Sakura) trasalì.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** piccolo incidente ***


Temari girò l’angolo che imboccava nella sua via e per poco non imprecò quando sentì di aver urtato qualcuno e di trovarsi col sedere per terra

Temari girò l’angolo che imboccava nella sua via e per poco non imprecò quando sentì di aver urtato qualcuno e di trovarsi col sedere per terra.

- Ma porca…Shikamaru!?-

 Temari era completamente nel pallone.

- Temari? -

- Ma che diavolo…-

- Sei tu che mi sei venuta addosso, non si guarda avanti quando si è così di fretta? - domandò ironico il ragazzo porgendole la mano per aiutarla ad alzarsi.

- Ero sovrapensiero…- si giustificò la ragazza tirandosi in piedi e pulendosi i pantaloni con le mani.

- Dove stai andando così di corsa? -

- Guarda io stavo andando a casa, dal momento che questa è la mia via, la domanda è che ci fai tu qui? - chiese indispettita.

- Stavo facendo quattro passi, prima di andare da Ino -

Temari si senti soffocare e aveva solo voglia di vomitare nel sentire quelle parole.

- Da Ino? - chiese la ragazza, cercando di camuffare l’evidente interesse nel voler sapere i dettagli.

- Ti stupisce che vada da Ino a mangiare? -

- Ma no, figurati…mi chiedevo solo come mai, ecco tutto -.

- L’ho incontrata stamattina in centro e siccome è a casa da sola, m’ha chiesto se volevo tenerle compagnia - spiegò Shikamaru, quasi fosse la cosa più naturale del mondo.

- Vai a mangiare da quella troietta? - Temari non si seppe trattenere, ma evitò di aggiungere altri aggettivi alquanto sgradevoli.

- Non è male se la conosci bene. E poi è sempre un mangiare gratis -.

- Ah sì certo – replicò la ragazza in tono troppo ironico…

- Bè, io vado, ci vediamo in giro…Ciao - e con tutta la sua calma di sempre, si accese una sigaretta e riprese a camminare superandola.

Temari rimase per qualche secondo con gli occhi sbarrati a fissare il fondo della strada. Avrebbe tanto voluto fare retro-front per raggiungere la casa di Ino e darle tante di quelle padellate in testa che, magari, l’avrebbero convinta a non uscire più di casa.

Ancora una volta si trattenne e cercò di debellare l’istinto omicida che le pervase il sistema nervoso per dirigersi definitivamente verso casa.

Rientrata, si trangugiò una vaschetta di gelato di soia poi, contenta di essersi abbuffata come un vero maschio, si rintanò in camera sua a meditare attentamente sulla situazione che si era creata nell’arco di due ore.

I pensieri vagavano nella sua mente alla velocità della luce, tanto che decise di addormentarsi di nuovo, sperando sinceramente che al suo risveglio i pensieri affollatisi fossero spariti.

***

 

- Temari, dormi? – chiamò Gaara, cercando di smuovere la sorella supina sul letto.

-…Mmmmm…GAARAAA! – sbottò Temari, respingendo il braccio del fratello che la scrollava.

- Stavi dormendo? – chiese con fare innocente il fratellino.

Temari alzò il busto e rimase seduta sul letto con le palpebre socchiuse e pesanti.

- Gaara, se vedi tua sorella sdraiata sul letto con gli occhi chiusi, inerte, che non risponde alle tue chiamate…secondo te, stava dormendo o guardando un porno? - chiese piuttosto accigliata Temari.

- Ok, stavi dormendo, scusa. Non c’era comunque bisogno di fare tutta sta scena per dirmelo! Bastava dirmi “sì stavo dormendo”… - rispose schietto il fratellino.

- Vai a farti fottere Gaara! Ti ho detto mille volte che non mi devi svegliare, cazzo! – sbraitò la ragazza.

- E stai calma! Stamattina te la sei presa perché non ti abbiamo svegliata, adesso te la prendi perché ti svegliamo, per favore! - ribatté con fermezza il fratellino.

Gaara aveva due anni meno di sua sorella, ma come maturità ne dimostrava almeno uno in più di lei.

- Si va bè, tanto ormai a dormire non ci torno…- rispose, emettendo un sonoro sbadiglio.

- Comunque ti ho svegliata perché, se ti interessa, io vado là dagli altri al campetto, tu che fai? -

- Dov’è Kankuro? -

- E’ già là…-

- Ma che diamine di ore sono? – chiese stropicciandosi gli occhi e sbadigliando, stiracchiandosi le braccia.

- Sono quasi le 4…Hai dormito 5 ore tutte! -

- Bene, bene…fa bene dormire tanto fratellino! Impara! - e con un sorriso balzò giù dal letto, entrando in bagno a darsi una sistemata.

- Allora ti aspetto o incomincio ad andare? - urlò Gaara dall’altra parte della porta del bagno.

- Due minuti e arrivo! Aspettami, dai! -

Temari si lavò i denti e la faccia in fretta e fermò il viso riflesso allo specchio, analizzandosi attentamente.

I suoi occhi erano un po’ stanchi e affaticati dalla dormita ma, partendo dal fatto che lei non si truccava, si riteneva fortunata ad avere una bella pelle senza adoperare trucchettini vari.

Sorrise, ma le sue labbra si stazionarono imbronciate subito dopo.

Si fissava nello specchio e si chiedeva perché mai le fosse venuto in mente l’incontro improvvisato di quella mattina con Shikamaru.

Si limitò a fare spallucce e ad aggiustarsi un codino ribelle.

- Gaara! Arrivo! -.

Temari uscì dal bagno, indossò le sue solite scarpe da ginnastica e raggiunse il fratello fuori di casa, davanti al cancello.

 

***

 

Arrivati al campetto, Temari e Gaara andarono a sedersi sulla solita panchina, sorseggiando una gustosa granita (lui al limone, lei rigorosamente alla fragola) e chiacchierando da buoni fratelli.

- Oh! Eccola qui la nostra Temari! – gridò ruspante Choji, avvicinandosi alla panchina.

- Ciao Choji, cosa vuoi? – chiese brutalmente la biondina, osservando gli occhi dell’amico puntati sulla SUA granita.

- Solo salutarti… - rispose vago e poco convincente il ragazzoccio.

Temari sollevo un sopracciglio, poco convinta.

- Non giocate a calcio oggi? - domandò la ragazza.

- Manca Shikamaru e senza di lui la nostra squadra ha già perso in partenza. Per oggi ci concediamo una pausa – rispose l’amico, tentando di rubarle il cucchiaino con cui stava mangiando.

- L-E-V-A-T-I! – tuonò la biondina.

- Perché non c’è Shika ? - chiese Gaara, leccando geloso la punta del suo cucchiaino di plastica.

- Non lo so…- rispose innocente Choji, balzando indietro.

- Andiamo Choji, non fare il furbo che lo sai il perché! - lo intimidì Temari, puntandoli addosso il cucchiaino in segno d’accusa.

- Ok, ok…Ino ha invitato il nostro Shika a casa sua questo pomeriggio e non ne sono ancora sicuro, ma, fonti semi-certe, dicono che Ino voglia provarci con lui! Se Shika non ci sta è proprio un cretino! - esultò Choji.

Gaara rimase scettico al riguardo, mentre Temari non si pronunciò neanche, schifata al solo pensiero di immaginarli assieme in un letto.

Detto questo finì la sua granita, buttando per terra, non curante, il bicchierino.

 

***

 

- PALLAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA! -

 

STUMPH!

 

- Porca puttana Kiba! Ma sei scemo? - urlò Gaara, gettando all’aria la sua granita e chinandosi verso sua sorella stesa al suolo.

- Oh cacchio! Temari? E’ tutto ok? Dio scusa…- si scusò il Kiba, raggiungendo la ragazza.

Temari si alzò da terra barcollando. Poteva sentire il sangue scenderle dal naso, dolorante, quasi certa di esserselo rotto.

- Kiba porca troia scappa! Scappa perché ti uccido...Piccola, come stai? – sbraitò Kakuro, che avanzava di corsa in soccorso della sorella.

- Dio! scusa Tem… - disse Kiba tremante.

- Kiba, dai retta a mio fratello: scappa, perché non appena riuscirò a reggermi in piedi, ti tiro uno di quei calci che te lo ricorderai fino al resto dei tuoi giorni!  - strillò la ragazza, tenendosi il naso con le mani e con le lacrime agli occhi.

- Fammi vedere…- disse Kankuro, affrettandosi a tamponare delicatamente il sangue con dei fazzoletti.

- Ahi…ahi ahi…- si lamentò Temari, supina sulla panchina.

- Scusa Tem… - ….- Tzè, ma si può essere più cretini di quello dico io? - borbottò tra sé e sé Kankuro, preoccupandosi della sorellina con sdolcinata premurosità e delicatezza.

Ten-Ten, Neji, Naruto e gli altri accorsero per vedere la loro amica.

- Oddio! Temari, ti fa male?- chiese angosciata Ten-Ten, costretta a sorreggere Hinata che per poco non barcollava a terra alla vista del viso insanguinato dell’amica.

- Ma non è il caso di chiamare qualcuno? La portiamo al pronto soccorso? - chiese agitato Gaara.

- Ma dico vuoi scherzare? Io sto bene, davvero…Guarda, non c’è già più sangue! – affermò sicura Temari, indicandosi la punta del naso e sorridendo tra i denti.

- In effetti non esce più sangue, ma è meglio che qualcuno di competente ti dia una controllatina. Vieni, ti porto al Pronto Soccorso…- disse autoritario Kankuro, allungando la mano per aiutarla ad alzarsi.

- No Kankuro, davvero. Sto bene. Non mi fa male! – rispose Temari tentando di convincere pure sé stessa che il naso non le doleva.

- Non dire stronzate! Ti è arrivata una pallonata in faccia, non puoi stare bene con un naso che è un lago di sangue! – sbraitò Gaara.

Kiba assisteva alla scena da lontano, muto, immobile, rigido e disorientato. Si sentiva terribilmente in colpa e il solito sfigato e patetico della situazione.

 

 

***

 

- Hey…che succede qui? -.

Kiba sentì una voce famigliare provenire da dietro le sue spalle:- Shikamaru! Siamo salvi!! Ehi, ci sarebbe proprio bisogno di te laggiù! – disse entusiasta Kiba, indicando la panchina dove giaceva Temari.

- Di che diavolo stai parlando? - chiese scettico il ragazzo, aggiustandosi il codino.

- Eh...accidentalmente ho tirato una pallonata a Temari e l’ ho beccata in piena faccia… - rispose un malinconico Kiba  - Ora è là con Kankuro e gli altri … -

- E io che cosa c’entro? – chiese disinteressato Shikamaru.

- Vai a vederle il naso, sembra che si sia rotto… -

- Se è ancora viva e ride , vuol dire che non è nulla di grave… - disse annoiato Shikamaru.

- Shika sei un morto in piedi! Muoviti! – lo intimò Kiba, abbastanza alterato.

- E va bene, va bene, ci vado…Tu non vieni là a vedere? – rispose sbuffando il ragazzo.

- Troppa vergogna Shika… - rispose l’amico con lo sguardo basso.

- Tsk! Sei uno sfigato Inuzuka…- contestò secco Shikamaru, dirigendosi con molta calma verso la panchina affolata.

Kiba rimase con lo sguardo fisso sul terreno, pensando che, forse Shikamaru, aveva ragione: era uno sfigato. Anzi, lo sfigato per eccellenza.

Shikamaru fece un’entrata trionfante tra i ragazzi, poiché era l’unico che avrebbe potuto fare qualcosa di concreto per Temari, dal momento che faceva volontariato alla Croce Rossa di Tokyo.

- Fammi vedere, seccatura… - disse Shikamaru, facendo spazio tra i ragazzi e mantenendo un’aria tremendamente scocciata.

- Nara nessuno ti ha chiamato se ti pesa così tanto! E comuque mio fratello mi ha già tamponato il naso un pochino. Lo sento di più adesso, non mi fa più male…- disse Temari abbozzando un ghigno ironico.

- Non capisco perché tu debba giustificarti. Ammettilo che ti fa male e basta…- disse scettico Shikamaru, osservandole attentamente il gonfiore.

 

***

Temari era costretta a stare a pochi centimetri dal viso del ragazzo e ogni volta che incontrava per sbaglio i suoi occhi si faceva inspiegabilmente tutta rigida e tentava di distrarsi in svariati modi: dal guardare in basso al guardare in cielo, dal guardare di lato al guardare i suoi fratelli, come in cerca di un’ancora di salvataggio da quella straziante situazione.

Non era abituata ad avere un rapporto così “intimo” con lui.

Lei e Shikamaru si conoscevano da tempo ormai, ma il loro rapporto era sempre stato molto ambiguo, soprattutto agli occhi degli altri. Lavoravano spesso in coppia, si isolavano e combattevano insieme, ma pur stando così tanto insieme, chiunque avrebbe potuto giurare che quei due non si sopportavano per niente. Lei era la “peggior seccatura mai incontrata”, lui semplicemente “il peggior scansafatiche mai conosciuto”.

Temari si sentiva tutti addosso e quella situazione stava decisamente superando il limite della sua sopportazione.

Shikamaru non le toglieva gli occhi di dosso e continuava a tastarle coi polpastrelli il naso, poi soffiava e tamponava.

In lontananza si videro arrivare Sasuke e Sakura abbracciati e Ino, alquanto indispettita di fare da terzo incomodo.

Quando i tre si avvicinarono al gruppetto attorno a Temari, Sakura chiese preoccupata cosa fosse successo.

- Una pallonata in faccia, com’è evidente…- spiegò Kakuro, indicando il naso gonfio della sorella.

- Mio dio! Che botta! Chi è stato il furbo? - chiese Ino con un’aria schifata.

- Io - rispose con vittimismo Kiba che si stava avvicinando al gruppo.

- Complimenti per la mira…- affermò Sakura con fare sarcastico.

Sasuke le diede una gomitata leggera nel fianco, comprendendo la situazione delicata per l’amico e Sakura, per tutta risposta, si allontanò dall’amato, indispettita, tanto che il ragazzo dovette ricorrere alle solite coccole di circostanza per creare un’espressione compiaciuta e soddisfatta sul volto della sua ragazza.

- Ok…- cominciò Shikamaru - L’emorragia è finita, ma c’è bisogno di ghiaccio. Chi va a recuperarlo? -.

- Vado io! - si offrì entusiasta Ten-Ten, balzando in avanti e facendo quasi cadere indietro il povero Neji che le stava di fianco.

- Vado con lei - esordì la timida Hinata, facendosi spazio tra il gruppo e avvicinandosi a Ten-Ten.

Quando le due s’incamminarono alla ricerca del ghiaccio, Shikamaru proseguì con la diagnosi:

- Non credo sia rotto niente, penso si tratti solo di un leggero gonfiore per la botta. Un po’ di ghiaccio e non ci dovrebbero essere problemi -.

- Non sarebbe meglio portarla comunque al Pronto Soccorso? – suggerì Kankuro, preoccupato.

- Come vuoi…Io ti dico che non c’è nulla di rotto, a mio parere, ma un accertamento da un esperto sarebbe meglio, forse - chiarì Shikamaru, ancora intento ad osservare il naso della ragazza, con le mani in tasca e corrugando la fronte.

Hinata e Ten-Ten arrivarono col ghiaccio poco dopo.

- Bastava qualche cubetto Ten-Ten - disse sarcastico Shikamaru vedendo l’enorme contenitore di plastica che stavano portando le due ragazze,

- Ho preferito andare sul sicuro…- sorrise compiaciuta Ten-Ten, mentre Hinata si nascondeva dietro l’amica dalla vergogna.

- Ora però serve uno straccio…-.

- Tieni Shika, prendi pure la mia bandana…- si offrì Sakura.

- Grazie Sakura, ma non c’era bisogno di usare la tua bandana - disse Temari

- L’ho fatto senza impegno. Tanto mi fa schifo quel pezzo di stoffa…- la liquidò la ragazza.

Temari non proferì parola, dal momento che stava già lottando abbastanza per non alterare il suo equilibrio d’isterismo nel vedere tutto quel movimento davanti alla sua faccia.

Dopo che Shikamaru le aveva tamponato con cura la botta, col ghiaccio, Temari si sentiva decisamente meglio e anche il naso s’era sgonfiato.

- Grazie Nara, ma non c’era bisogno di fare tutto questo per una piccola botta…- disse Temari senza dare a vedere il suo imbarazzo.

- Non c’è problema – rispose il ragazzo.

- Allora facciamo un salto al Pronto Soccorso Temari, ok? –

- Sto benissimo Kankuro, davvero! Nara ha fatto un ottimo lavoro! - fece Temari, sforzandosi di sorridere più che poteva, sebbene il naso le dolesse ancora un po’.

- Grazie della fiducia Temari, ma tuo fratello ha ragione. Non sono un esperto, ti ho solo alleviato il gonfiore, ma potrebbe esserci, comunque, una microfrattura - obiettò Shikamaru.

- Ragazzi, non mi pare il caso di farvi perdere altro tempo per una cavolata del genere. Sto bene adesso. Grazie della preoccupazione, ma ora dav…-.

- Vai a farti vedere Temari.Il naso ti fa ancora male ed è bene che tu lo faccia visitare da qualcuno più competente di me - replicò schietto e autoritario Shikamaru.

Temari non potè far altro che annuire e alzarsi dalla panchina con l’aiuto dei suoi fratelli che l’accompagnarono fino alla macchina di Shiakamaru.

- Nara, mi fido a lasciartela in custodia? - chiese preoccupato il fratello maggiore.

- Se non ti fidi, ti lascio le chiavi e l’accompagni te. Non muoio dalla voglia di guidare e soprattutto di stare là ad aspettare che la visitino - rispose il ragazzo, grattandosi la testa ed emettendo un piccolo sbadiglio.

Temari non nascose la faccia amareggiata che le procurarono quelle parole.

A volte il menefreghismo di quel ragazzo faceva rimanere davvero di sasso.

- Lo sai che non posso! Devo andare a casa con Gaara -.

- Allora non è che ti fidi, è che non hai scelta…- lo stuzzicò il moro.

- Fa lo stesso Nara, basta che me la riaccompagni a casa! - replicò bruscamente Kankuro.

- Ok, ok… - rispose Shikamaru con tranquillità e si voltò per aprire la portiera a Temari.

La ragazza salì in macchina in silenzio, pietrificata da quel viso determinato e indifferente al tempo stesso.

Conosceva com’era fatto Shikamaru, lui era così: distaccato ma presente, deciso ma pigro, umoristico ma agghiacciante. Poteva vantare di un’intelligenza brillante, ma aveva sempre qualche difficoltà a rapportarsi con gli altri, specialmente con le ragazze.

Aveva molta fama nel mondo femminile per questo suo modo di fare così “misterioso”, molto simile a Sasuke, ma a parere suo, Temari, trovava quest’ultimo come il classico “figo” della situazione, mentre Shikamaru lo considerava più come il ragazzo “sveglio” del momento.

La ragazza si chiedeva come facevano quei due a spopolare così tanto tra le ragazze.

Erano due gran bei ragazzi, ma lei non aveva mai preso in considerazione l’idea di “un qualcosa di più oltre che l’amicizia” con Sasuke e soprattutto, mai e poi mai, con Shikamaru.

Shikamaru Nara era ammirato anche per la sua totale estraniazione dal mondo circostante. Se ne stava spesso da solo, a sonnecchiare sotto un albero, guardando le nuvole e le loro strane forme. Oppure a leggere qualche strano libro, sempre troppo “serio” per Temari. Pur avendo tantissime ammiratrici, lui non aveva mai combinato con nessuna nulla di serio perché riteneva le donne “un’inutile seccatura”.

 

***

 

Il ragazzo accese il motore e per tutto il viaggio, che durò non meno di venti munti, non fiatarono, se non per chiedersi “Tutto bene” e rispondersi “Sì, grazie”.

Arrivati di fronte all’ospedale, Shikamaru parcheggiò la macchina (in divieto di sosta) e scese dalla vettura, con aria scocciata, per aprire la portiera a Temari (da vero gentil uomo, in fondo).

Entrarono nell’edificio camminando l’uno di fianco all’altra e per poco la ragazza non inciampava, ma Shikamru la sorresse prontamente.

- Grazie, ma ce la faccio da sola…- disse altezzosa, scostandosi dal suo petto.

- Allora la prossima volta ti lascio cadere, ok? – sbottò lui, abbastanza irritato.

A quella dannata ragazza non le andava mai bene niente.

Fortunatamente, in breve, riuscirono a farsi strada fino all’ambulatorio e l’equipe riuscì a visitare Temari piuttosto in fretta.

Il responso fu tale e quale a quello di Shikamaru, così la visita si concluse con una breve medicazione al naso, applicando un cerottino e prescrivendo una pomata.

I due ripartirono, ancora in silenzio.

Come promesso, Shikamaru accostò davanti al portone di casa di Temari e spense il motore. Stava per scendere dalla macchina per aiutarla mettersi in piedi, quando li fece cenno di star seduto, dicendo che poteva farcela tranquillamente.

- Grazie di tutto Nara…- disse Temari, regalandoli un mezzo sorriso.

- Ah, figurati…- rispose un poco imbarazzato il moro, puntando lo sguardo in alto.                     

- Bè, devo ammette che ogni tanto sai anche essere estremamente d’aiuto! - le sorrise, ammiccando e voltandosi verso la porta d’ingresso.

- Gentile come al solito, stronzetta - rispose quasi serio il ragazzo.

Temari scoppiò in una risata forzata: - Ci vediamo, morto in piedi! -.

- Vedi di riprenderti, seccatura…- salutò il ragazzo e ripartì a tutto gas.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** novità al campo ***


La mattina dopo Temari era completamente intontita, anche se, per fortuna, il naso non le doleva più molto e ringraziò il cielo che non le si le fosse gonfiato di nuovo

La mattina dopo Temari era completamente intontita, anche se, per fortuna, il naso non le doleva più molto e ringraziò il cielo che non le si le fosse gonfiato di nuovo.

Saltò giù dal letto e si diresse verso la cucina istintivamente.

- Buongiorno sorellina, come va il naso? -

- Oh Kankuro, buondì! Va molto meglio, grazie - rispose pimpante la ragazza, prendendo una sedia.

Kakuro le sorrise e si sedette di fronte a lei, tenendo in mano una ciotolina di legno, coperta da un panno.

- Che c’è di buono per colazione? - domandò curiosa la sorella, sdraiandosi sul tavolo per curiosare nella ciotola.

- E poi vienimi a dire che non ci penso a te…- disse dolcemente Kakuro, scoprendo il contenuto del contenitore.

Gli occhi di Temari si accesero come una scintilla e quasi lacrimarono. Rubò dalle mani del fratello quelle prelibatezze e subito si impossessò di due piccoli moci.

- Kakuro, te l’ho mai detto che sei sempre tu il migliore? - disse Temari, addentando un dolcetto e sorridendo di gusto.

- Me lo dici tutti i giorni Temari… - rispose sarcastico, ma sorridendo.

Sorella e fratello sogghignarono beatamente e insieme terminarono la colazione.

Temari amava davvero suo fratello. Avevano un anno di differenza, ma lui non smetteva mai di viziarla e proteggerla e per questo lo riteneva davvero il “migliore” tra tutti.

- Io esco, vado a fare un giro…- urlò Temari dalla sua stanza, mentre finiva di masticare ancora un dolcetto in bocca.

- Fai come vuoi… - rispose Kankuro, intento a buttare giù dal letto Gaara.

Temari indossò al volo dei pantaloncini extralarge rossi (di Kakuro ) e una magliettina senza maniche dai colori indefiniti, presa a caso dal cassetto.

Non le era mai importato molto dell’aspetto estetico; il suo motto era sempre stato”Io sono così: prendere o lasciare”. Preferiva di gran lunga divertirsi con Kiba, Choji e gli altri maschi del gruppo a prendere in giro le ridicole routine tipicamente femminili, piuttosto che passare ore davanti allo specchio.

La ragazza passò dalla cucina per rubare l’ennesimo dolcetto e salutò i fratelli con un bacio sulla guancia, prima di trotterellare fuori casa allegramente.

 

***

Temari arrivò al campetto quasi correndo, ma ci mancò poco che fosse travolta da Choji, il quale le corse in contro gridando la news del giorno:

- Nara non gliel’ha dato! Sarà per il prossimo sabato! -.

La ragazzina ci mise un attimo a capire il senso logico della frase del suo amichetto, poi scoppiò in una sonora risata.

- Ti prego Chjoji, raccontami sto gossip per bene! - disse Temari, continuando a ridere di gusto.

- , alla fine Nara è andato da Ino a pranzare, ma poi gli hanno raggiunti Sasuke e l’Haruno. Le tipe si sono messe a sparlare di questo e di quello e come sai al Nara ste cazzate non piacciono e…ma nulla, sai… - spiegò Choji, facendo il vago.

- Sai…che cosa? - domandò incuriosita Temari, sbalordendosi da sola per tutto questo suo inatteso interesse nel gossip.

- Ma nulla, morale della favola che lui se n’è andato con la scusa che aveva un impegno e la povera Ino se n’è rimasta lì con i due piccioncini, da sola.. - liquidò in fretta il discorso Choji.

- Mio dio Choji, prima o poi devi dirmi da dove cavolo tiri fuori tutte queste chicche, ma te le inventi? - chiese seriamente interessata Temari.

- We, bionda! Queste “chicche” sono cose appurate e certificate! Io sono un professionista! So tutto sempre e comunque, perciò bada a come parli…perché ne ho anche per te! -.

- Ma che vuoi dire? - chiese in tono di sfida Temari.

- Non giocare con me, perché lo so, tanto, che ieri ti è piaciuta la gitarella in macchina col Nara…-.

Temari sgranò gli occhi. Ma chi diavolo era quell’omino? Un sensitivo? Un extraterrestre? Un superuomo? O semplicemente tirava a indovinare e aveva sempre un gran culo?.

- Choji, ma che ti sei fumato? - disse Temari, superando l’amico e dirigendosi verso gli altri, dalla parte opposta del campo.

- Si usa sempre sta scusa del fumo quando si dice la verità! - le urlò Choji da dietro, ma lei preferì far finta di non aver sentito.

 

***

Seduti sul muretto, che circondava il campo, c’erano Neji, Naruto, Kiba e Choji (che nel frattempo gli aveva raggiunti), coinvolti in una discussione animata riguardo ad una certa festa che si sarebbe tenuta il sabato che veniva sulla spiaggia.

Shikamaru se ne stava al suo solito sdraiato sull’erba, serrando tra i denti la solita sigaretta spenta e meditando su chissà quale teoria universale.

Sasuke guardava Sakura allenarsi duramente con Ino e le altre e cercava di dare loro delle dritte riguardo alcune tecniche particolari di difesa.

Temari stava per raggiungere i ragazzi sul muretto, quando venne intercettata dalla voce di Shikamaru.

- Hey, come va il naso? -

- Ciao Nara, il naso va molto meglio, grazie…- disse continuando a camminare.

Shikamaru si alzò da terra per raggiungerla.

- Fa vedere…- disse il ragazzo afferrandole il mento e costringendola ad arrestare il passo.

- Guarda che ho detto che sto bene - replicò piuttosto acida Temari.

- Come vuoi…- rispose il ragazzo. Mollò la presa e ritornò a sdraiarsi sul prato.

Temari si massaggiò la mascella e si sedette vicino a Neji.

- Ciao ragazzi…-

- Ciao Temari…tutto bene? - chiese Neji.

- Alla grande! – le sorrise la biondina.

Kiba si alzò e andò a sedersi vicino a Temari per scusarsi.

- Kiba, se mi avessi rotto il setto, avrei fatto del tuo cane cibo per uccelli e di te, cibo per gatti. Ma per tua fortuna sto bene, quindi vedi di non preoccuparti e smettila con queste paranoie, ok? - le disse sorridendo la ragazza.

L’amico le sorrise e le diede un innocente bacetto sul naso - Scusa ancora Temari…- e tornò a sedere soddisfatto vicino a Choji.

- Piantala di scusarti, Kiba - rispose Temari, un po’ imbarazzata per quel piccolo gesto così dolce, ma di grande effetto.

- Ehi, Tem…tu ci sei sabato alla grigliata, vero? - domandò Naruto eccitato.

- Sì , sabato ci sono. Viene anche Kakuro, mentre Gaara non ci sarà -

- Come mai? - chiese incuriosito Choji.

- Perché va a trovare mamma e papà a Suna. Starà da loro per qualche settimana - spiegò Temari.

Shikamaru si avvicinò al gruppo e prese posto vicino a Temari.

La ragazza s’irrigidì e cercò di mantenere il sangue freddo, prima che gli ormoni le giocassero un brutto scherzo.

Ancora si domandava perché mai Shikamaru cominciava a farle quello strano effetto.

Era un amico, era un po’ irritante e tremendamente odioso a volte, ma era suo amico e basta.

Perché si sentiva il cuore in gola? Forse per la premurosità che aveva avuto ieri con lei? Per la sua calma e la sua sicurezza?.

Temari non trovava risposta e proprio non capiva che diavolo il suo cervello stesse farfugliando.

Shikamaru accese tranquillo la sigaretta e con la stessa calma le rivolse la parola.

- Ehi, tu vai sabato alla festa? – chiese quasi sbadigliando in faccia alla ragazza, cogliendola di sorpresa.

- Oh cacchio Nara! Cos’è che spunti fuori sempre così? Comunque sì, ci vado…tu?- chiese Temari cercando di governare la situazione.

- Non ho voglia di andarci. Le feste mi annoiano - disse il ragazzo, facendo un tiro dalla sua Marlboro.

- Sei proprio un morto in piedi, come puoi non divertirti ad una festa, diamine?- chiese Temari, ormai abituata alle solite risposte monotone dell’amico.

- Troppa gente, troppa musica, troppo caos…- rispose, sempre con quel tono pacato e naturale.

- Mamma mia Nara! Sembri un pensionato! - esordì la ragazza, accendendosi anche lei una sigaretta.

- E voi donne siete sempre delle grandi scocciature! - sbottò il ragazzo, grattandosi goffamente la testa.

- Nara, sei noioso…- lo rimproverò la biondina, avvicinando la sigaretta alla bocca.

- Non è un mio problema - rispose secco lui, spegnendo la sigaretta per terra.

Questo era uno di quei momenti in cui Temari odiava profondamente quel ragazzo.

Quella sua arroganza a strafottenza le facevano evaporare tutta l’acqua che aveva in corpo, ma alla fine gliela dava sempre vinta, ridendoci sopra.

 

***

Per tutto il pomeriggio e il giorno successivo, Temari si chiedeva se Nara sarebbe venuto o meno alla festa.

Era come ossessionata da questo tormento, tant’è che arrivò al punto in cui capì che la sua decisione di partecipare al party sarebbe dipesa da lui.

Temari non lo poteva sopportare tutto questo: stava dipendendo da Shikamaru, stava pensando a lui quasi ogni giorno, stava addirittura fantasticando su di lui. No, era troppo.

Compreso ciò, si chiuse in camera a chiave e cominciò a tirare pugni a casaccio contro l’armadio e a stritolare cuscini, felpe e calze per tutto il giorno.

Kakuro poteva ben udire i tonfi e i rumori della sorella, ma alla domanda “è tutto ok” c’era sempre la riposta pronta “Vai a farti fottere”, chiaro sintomo intimidatorio di essere lasciata stare.

 A tutto ciò Kankuro era ormai abituato, perciò decise di lasciarle sbollentare i pensieri in pace e di non toccarla per tutto il giorno.

Alla sera Temari uscì dalla stanza con uno sguardo apatico e automaticamente si chiuse in bagno, com’era suo solito fare.

Il fratello poteva sentire i singhiozzi della ragazza, confusi con lo scroscio dell’acqua, ma preferì non intralciare lo sfogo della sorella.

 

***

 

L’idea di fare un falò in spiaggia era partita da un’idea di Ten-Ten, uscita per caso qualche settimana prima durante un’uggiosa giornata di sole.

“Io ho caldo! Quanto vorrei farmi un bel bagno, cacchio...” si lamentò Naruto .

“Lo sai che in questo periodo l’acqua è ancora troppo fredda per poterci fare il  bagno…” puntualizzò Kankuro.

“Lo so, però…Che palle!” sbottò il biondino.

“Nessuno ti vieta di andare in piscina, sai…” suggerì ironicamente Ino, incrociando le braccia.

“Ma la piscina non è il mare…” replicò Naruto triste.

“Però, una giornata in spiaggia la si potrebbe organizzare comunque, no?” commentò Sakura.

“Ragazzi! Una grigliata! Una bella grigliata di pesce sulla spiaggia!” starnazzò Ten-Ten rompendo quasi il timpano al suo povero Neji che le stava accanto.

“Grandissima Ten! Tu sì che sei geniale!” urlò Kiaba abbracciandola amichevolmente.

Tutti si trovarono subito d’accordo sull’idea del falò e decidettero che il primo sabato, dopo la fine della scuola, sarebbe stato l’ideale.

Si decise, così, per una serata da passare in spiaggia con musica, alcool e un bella griglia su cui cucinare del buon pesce fresco. Inoltre, se il tempo l’avesse concesso, si sarebbe optato, eventualmente, di fermasi anche a dormire, procurandosi tende e sacco a peli

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** amiche-nemiche? ***


La mattina del fatidico e tanto atteso sabato, Neji, Ten-Ten, Kakuro e Naruto si preoccuparono di fare la spesa

La mattina del fatidico e tanto atteso sabato, Neji, Ten-Ten, Kakuro e Naruto si preoccuparono di fare la spesa. Acquistarono gustose verdure, riso a volontà, salsa di soia, sushi e del pesce fresco da fare alla griglia.

Naruto era il più esaltato di tutti e questo suo entusiasmo contagiava anche Neji e Kakuro.

Se non fosse stato per il buon senso di Ten-Ten, avrebbero trovato una bella sorpresa, una volta scoperto il conto alla cassa.

Shikamaru, Sakura, Sasuke e Temari si incaricarono di badare alla pulizia dell’area di spiaggia che avrebbe usato, mentre Choji, Hinata, Kiba  e Ino si sarebbe occupati dell’organizzazione delle tende e del falò.

Temarì venne a scoprire che il suo amicone ci sarebbe stato alla festa e ciò da una parte le colmò di gioia il cuore, dall’altra d’odio per sé stessa e per quel che provava per lui.  

Dopo aver passato tutta la mattina a ripulire la spiaggia dai mozziconi, pezzettini di legno e sassolini vari e senza degnare di uno sguardo Shikamaru, Temari si sdraiò sul suo letto e le sue paturnie ricominciarono.

Drastici e complicati ragionamenti portarono la poverina una conclusione semplice e logicamente corretta: si era presa una cotta per Shikamaru Nara.

Ebbene sì, anche lei era caduta vittima del suo incantesimo, stregata da quei due meravigliosi occhi scuri e profondi, da quella voce tremendamente calda, da quel suo portamento trasandato e sexy e da quel suo vago mistero che lo avvolgeva.

Temari capì d’essersi fregata e soprattutto, dovette affrontare la cruda realtà, cioè che a quel ragazzo non gliene sarebbe mai importato niente di lei per due semplici motivi:

motivo numero uno: non è mai stato con qualcuna se non per puro svago e soddisfazione ormonale, dal momento che la sua opinione sul sesso femminile era sempre la stessa: inutili seccature;

motivo numero due: se Shikamaru avesse proprio dovuto scegliere di stare con una ragazza, avrebbe probabilmente scelto un tipo come Ino (alta, magra, sexy, vestiti provocanti, capelli pettinati e sguardo da ”prendimi sono tua”) e non certo un modello Temari (bassa, con BMI superiore ai 20, totale non curanza dell’aspetto esteriore e sguardo da “ti ammazzo a sangue se ti avvicini”, abbastanza volgare).

Tutto ciò seguiva un filo razionale, il che le bastò per insultarsi allo specchio.

L’unica storia seria con un ragazzo risaliva ai tempi della seconda superiore, quando portava ancora l’apparecchio e venne smollata durante una gita di classe perché, a parer del suo coetaneo, la relazione stava diventando “troppo impegnativa”.

A parte questo, aveva sempre preferito stare coi maschi, ma nessuno l’aveva forse mai considerata come una femmina, a parte i suoi fratelli e qualche rara volta Kiba e Shikamaru.

Per gli altri lei era “Temari” uguale “maschiaccio”.

Uno dei suoi punti deboli era la sensibilità, ma di questa nessuno portava mai rispetto perché lei sapeva bene come camuffare la sua fragilità: rispondendo a tono, insultando e provocando. Spesso la sua aggressività nascondeva le sue debolezze e in fondo, la sua femminilità.

Aveva sempre ripudiato le sue coetanee, ma per la seconda volta, si chiese come sarebbe stato essere come una Ino o una Sakura, almeno per un giorno.

Il ticchettio dell’orologio cullò Temari per tutto il pomeriggio.

Stava distesa a pancia in giù sul suo letto, ascoltando, di tanto in tanto, il borbottio di suo fratello riguardo la sua reclusione in camera.

Ad un certo punto la biondina chiuse gli occhi e si addormentò pensando a lui.

 ***

I ragazzi aveva deciso di trovarsi nel tardo pomeriggio per gli ultimi preparativi per la festa e l’accensione del falò.

Kankuro, non avendo visto la sorella per tutto il pomeriggio, decise di provare a bussare alla sua porta, pregando che non li arrivasse nessuna scarpa in faccia.

Aprì piano la porta della ragazza e vedendola così stesa sul suo letto, decise di non disturbarla.

Stava per richiudere la porta, quando lei si svegliò.

- Kankuro, che ore sono? - chiese debolmente Temari, stropicciandosi gli occhi ancora lucidi.

- E’ ora di prepararsi per la festa sorellina! Stavo giusto aspettando Sasuke per andare là insieme.Tu ci raggiungi più tardi? – chiese il fratello sfoggiando un grande sorriso.

- No, io non vengo stasera - disse la ragazza rigirandosi sul fianco.

- Come sarebbe a dire che non vieni? – Il viso del ragazzo si distese in un’espressione ebetita.

- Testuali parole: io-non-vengo, afferrato?- sbottò Temari, girandosi su un fianco.

- Poche palle Tem, tu vieni! Sono settimane che si è organizzata questa festa per stare tutti insieme! Tutto a un tratto non te ne frega più niente? – rispose a tono Kakuro.

- Può darsi sia così…non me ne frega niente - rimbeccò acida la sorella.

- Si può sapere perché non vieni? -

- Sto poco bene…- mentì.

- Non sei mai stata brava a raccontare storie, soprattutto a me. Sono giorni che ti chiudi in camera, sembri uno zombie. Dai, vieni che ti tiri un po’ su col morale…- insistette il ragazzo.

- Davvero Kankuro, io non vengo, divertiti…- concluse la ragazza, infilandosi le cuffie dell’mp3 nelle orecchie.

 

***

 

Il campanello suonò e Kankuro si diresse verso la porta d’ingresso per aprire.

- Ciao Sasuke!- sorrise l’amico.

- Wella...- rispose Sasuke abbozzando un sorrisetto.

- Ciao Kakuro! - ulrò una vocina da dietro Sasuke.

- Ah, ciao Sakura! Vieni in là con noi? - chiese sorpreso Kakuro.

- Pensavo di venire con voi e Temari - rispose tranquilla.

- Mi dispiace Saku, ma mia sorella ha deciso di non venire…- spiegò il ragazzo.

- Non ci credo! Perchè ci abbandona così? - chiese sbalordita la ragazza.

- Eh, a saperlo…E’ là,in camera sua e non esce di lì da questo pomeriggio…- rispose abbattuto Kakuro.

- Ma no, dai! Non può mancare, ci sarà troppo da divertirsi! Mangiare, bere, musica, ragaz..” .

Sasuke la trapassò con lo sguardo, ma lei sorrise divertita, poi continuò – Insomma, passeremo di sicuro una bella nottata! – .

- Su questo puoi starne certa, ma non devi dirlo a me, ma a lei! – disse Kankuro.

- Ragazzi, sono già le 6, meglio avviarci, vedrete che poi ci raggiungerà Temari, non può mica starsene a casa tutta sola mentre noi ci divertiamo, no?” – si affrettò a dire Sauke.

- Se volete incominciare ad andare, andate pure. Io convinco Temari e vi raggiungiamo – si offrì Sakura.

- Ok, noi andiamo, ma tu vedi di convincerla, ok? Mi fido…- la incitò Kakuro.

- Amore, ti aspetto là allora…- aggiunse Sasuke, strappandole un bacio.

- Ok…A dopo! -.

Sakura salutò i due e si diresse verso Temari, che ancora stava sdraiata sul letto.

- Ehi… - disse Sakura sottovoce, sedendosi in fondo al letto, vicino alla biondina.

- Che ci fai qui te?- domando esterrefatta Temari.

- Ti porto di peso alla festa – ripose secca Sakura.

- Non ci pensare proprio. Ho detto che non sto bene, punto.- ribattè accigliata.

Temari si alzò sui gomiti dal letto, prese dal comodino il pacchetto di Marlboro rosse e ne accese una.

- Si può sapere che hai? – chiese dolcemente Sakura.

- Da quand’è che ti interessi del mio stato di salute? – chiese asciutta Temari, aspirando dalla sigaretta.

- Non sono abituata a vederti così e mi dispiace –

- Sì, come no…- rispose sarcastica Temari.

Sakura si alzò in piedi, prese una sigaretta dal pacchetto che stava sul comodino di Temari e l’accese.

- Non dire niente a Sasuke, d’accordo? – supplicò la ragazza, accendendola ed emettendo poco fumo dalla bocca rosea.

Temari era senza parole. Il docile agnellino, oltre che essere una ex pantera, adesso era anche una tossica. L’immagine di Sakura Haruno che si era fatta, si stava sgretolando decisamene.

- Perché vuoi che venga se non sto bene… - chiese seria Temari.

- Perché non voglio che te ne stia qui da sola quando c’è una birra e degli amici che ti aspettano – rispose secca la ragazza che le stava di fronte, non essendo totalmente sicura che quella fosse davvero la Sakura che credeva di conoscere.

- Smamma sakura, non sono in vena di “birra e amici”…– sbuffò Temari,

-Non funziona con me Temari. Credimi, non ne vale la pena rovinarsi la gioventù per gli uomini. Vieni e divertiti, senza pensare troppo, fidati! –

Temari non credeva alle sue orecchie. Ma era proprio Sakura? Totalmente assurdo credere il vero…

-Ma di che stai parlando? Uomini? Tu sei fuori…– si giustificò Temari.

- Non sono scema, Tem…non c’è bisogno di nascondere nulla con me – le sorrise quella strana ragazza.

- Non riesco ad alzarmi….Sono in simbiosi col letto…- rispose la biondina, aggrappandosi alle coperte.

- Oh sì che ce la fai! Che ne dici di alzarti da quel cazzo di letto, farti una doccia rinfrescante e venire a casa mia? –

Più che una proposta, sembrava un obbligo.

- Casa tua, perchè’ mai? – chiese scettica la biondina.

- Perché stasera non credere che ti lasci uscire di casa in pantaloni e maglietta!  – la provocò Sakura.

***

 

Temari serrò le labbra. Impossibile. S’era fatta abbindolare da Sakura, da “quella” Sakura..

Temari pensò seriamente che, mentre dormiva, qualcuno doveva averla drogata, perché dopo neanche un’ora, si ritrovò in camera di Sakura Haruno (alias: il braccio a destro della troietta di turno e ragazza di uno dei ragazzi più popolari del paese).

Sakura insistette per farla a sfilare davanti a lei con indosso un vestitino marrone, lungo fino alle ginocchia e con delle spalline ricamate, proprio come avrebbero fatto due migliori amiche prima di una festa in spiaggia.

Temari si sentiva semplicemente ridicola e completamente fuori posto.

Si rifiutò categoricamente di fare la giravolta come tanto avrebbe voluto Sakura, ma l’accontentò quando le chiese di provare una minigonna di jeans e una magliettina bianca a maniche corte, molto semplice.

Anche quest’ultima sfilata fece arricciare il naso a Sakura, la quale entrò nella cabina armadio e ne uscì con una pigna di vestiti tra le braccia.

- Ok…Provati questo, vediamo come ti sta - disse sorridendo, trafugando tra i vestiti che portava in grembo e buttando sul letto un miniabito color miele.

- Stai scherzando? – rispose Temari alquanto allibita, fissando quel vestito che di vestito aveva ben poco, dal momento che per “vestito” aveva sempre inteso un abito che arrivasse, per lo meno, fino al ginocchio.

- Temari, qui le regole le decido io. Vai in bagno, provati quel vestito e torna qui…Naturalmente con indosso quello – chiarì schietta Sakura.

Temari prese il vestito sbuffando e si chiuse la porta del bagno alle spalle.

- Guarda che ti voglio fuori tra 35 secondi! - le urlò Sakura, posizionando degli ipotetici accoppiamenti di vestiti sul letto

.- Mi sento un’idiota…- sbottò Temari uscendo dal bagno.

- Sei carina invece! – si esaltò Sakura, battendo le mani - Però non mi convinci ancora…- proseguì la ragazza .

- Guarda questo invece…Che ne dici? – disse porgendo a Temari un vestitino nero corto, a semi-balze, senza spalline e con un fiocchetto bianco sul bordo sinistro che fasciava il petto.

Sembrava anche fin troppo elegante, ma Sakura penso che col giusto accessorio sarebbe stato il vestitio ideale per l’amica.

- No! Questo no! - tuonò  Temari.

- Provalo...- insistette Sakura, porgendole il vestito.

- Sakura, come può andarmi bene? Sei la metà di me! – si giustificò la biondina.

- Ma fammi il favore, siamo uguali…Forza, mettitelo – continuò la ragazza.

- Ma dai! Ma mi ci vedi? – arrossì Temari.

- Pro-va-te-lo  la intimò Sakura.

Temari si arrese, strappò di mano il vestito e strascicò i piedi fino al bagno.

Ne uscì completamente in imbarazzo e fissava distrattamente il soffitto con un’aria vaga.

Sakura cominciò a ridere e Temari dovette staccare gli occhi dal cielo per trafiggere l’amica con lo sguardo.

- Che hai da ridere? Ora me lo tolgo, sai…- sbottò Temari gelida.

- No, no Tem, rido per la faccia che hai fatto! Il vestito ti sta a pennello, come immaginavo! Stasera è deciso: metti quello! – affermò Sakura, facendole l’occhiolino.

La faccia di Temari si pietrificò e inarcò scettica un sopracciglio.

- Dovrei stare in spiaggia con addosso questo  “coso” ? – chiese cinica Temari, fissandosi allo specchio.

- Quel “coso”, per tua informazione, m’è costato una barca di soldi e per quanto mi roda ammetterlo, sta meglio a te che a me, per cui andrai in spiaggia con addosso quello, che ti piaccia  o no! – rispose brusca Sakura

Temari restò davanti alo specchio con ancora un’espressione spiazzata, poi si voltò verso Sakura.

- Si può sapere perché vuoi che mi conci in questo modo, stasera? Tutti sanno qual’è il mio stile, non vedo perché…- Sakura la interruppe prima che potesse finire la frase,

- Perché almeno per una sera, farai vedere di che pasta sei fatta. Tem, guardati…Hai un bellissimo seno, due gambe snelle, una vita perfetta, questi meravigliosi capelli biondi e due occhi color acqua marina. Perché non lo capisci? – disse dolcemente, pettinandole i capelli.

Temari cercò di mantenere un certo ritegno, ma gli occhi le brillavano commossi.

Nessuno le aveva mai detto quelle cose, nessuno le aveva mai spazzolato i capelli, nessuno aveva mai insistito tanto per farle indossare una stupida gonna.

Per la prima volta, Temari, aveva una gran voglia di abbracciare Sakura Haruno, senza provare vergogna o ribrezzo e la cinse in un affettuoso abbraccio, lasciandola senza parole, ma con un gran calore nel cuore e un sorriso sulla labbra.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** il falò ***


Quando Temari e Sakura raggiunsero gli altri alla spiaggia, era già stato dato il via alla musica e al fuoco per la griglia

Quando Temari e Sakura raggiunsero gli altri alla spiaggia, era già stato dato il via alla musica e al fuoco per la griglia.

Temari si sentì sollevata nel notare gli abitini che indossavano le altre ragazze, simili al suo, ma non potè fare a meno di sentirsi tutti gli occhi puntati sulla sua scollatura.

- Ben arrivate voi due! Caspita Tem…bel vestito! – commentò Kiba senza levare gli occhi di dosso dal seno della biondina.

- Ma ciao Kiba! Vedi di fissarmi ancora le tette e ti cavo gli occhi per farci due biglie, chiaro? – disse decisa Temari, mentre Sakura se la ghignava di gusto.

- Alla faccia del “vi raggiungo tra poco” amore, ma quanto ci avete messo? – disse Sasuke, avvicinandosi alla sua ragazza e schioccandole un dolcissimo bacio.

- Ci siamo fatte belle per voi tesoro! – precisò Sakura, stringendo forte il suo compagno.

Temari cominciava a sentirsi di troppo, così decise di raggiungere Naruto, che già stava apparecchiando la tavola con Hinata.

- Ma come siamo organizzati! Abbiamo anche un tavolo! - commentò con simpatia Temari.

- Ciao Tem,,,ammazza che strafiga! - esclamò Naruto, lasciando cadere una forchetta sulla sabbia.

Hinata abbassò lo sguardo triste, poiché avrebbe dato qualsiasi cosa pur di ricevere un complimento del genere da Naruto.

- Eh eh, grazie Naruto…- rispose Temari arrossendo e spostando lo sguardo su Ino che cercava disperatamente di strappar via dalle mani di Choji un pacchetto di patatine.

- Choji non fare il bambino! Quelle patatine sono per tutti! Muoviti a ridarmele! – le urlò Ino.

- Ne mangio ancora una, ti prego! L’ultima! – la supplicò Chiji.

- Ma non se ne parla neanche! Dammi il sacchetto, razza di porco! – tuonò Ino.

- Temari! Oh, Tem, dì a questa qui di lasciarmi il pacchetto! – disse il ragazzo vedendo la biondina avanzare.

- Choji…consegna le patatine a Ino, muoviti. Oppure preferisci che sia io a riprenderle? – lo intimò Temari con uno sguardo furtivo e le mani sui fianchi.

- Ehi Tem! Non mi ero accorto di che sventola fossi stasera! Wow! – commentò sfacciatamente il ragazzo.

- Inutile Choji, non attacca fare il lecchino – rispose secca lei.

- Esatto Choji, basta con le scuse. Dammi quelle dannate patatine! – lo rimproverò Ino.

- Due donne contro uno…Povero me! Ecco, tenete,,, - si arrese il ragazzo.

- Ci voleva tanto? – ribattè acida Ino.

- Mamma mia, adesso sì che capisco il povero Nara quando dice che le donne sono solo delle grandi scocciature… - bisbigliò Choji, dirigendosi verso l’angolo griglia.

- Che cretino…- commentò Ino, una volta allontanato il ragazzo.

- Pensa solo a mangiare… - aggiunse Temari.

- Comunque, bel vestito… – disse Ino con un tono di superiorità, squadrando la ragazza di fronte da cima a fondo.

- Grazie Ino, anche tu stai quasi-bene con quella sottospecie di sottoveste…- rispose fredda Temari, girando i tacchi verso suo fratello, addetto alla griglia e lasciando la ragazza da sola.

- Ciao Tem, sapevo che saresti venuta alla fine! Sei bellissima! – le sorrise il fratello.

- Grazie Kankuro, ma non ti ci abituare troppo…è solo per stasera…- si difese prontamente Temari.

- Peccato perché sei proprio incantevole sorellina! – disse il ragazzo strizzandole l’occhio.

Temari, per tutta risposta, li mostrò la lingua e andò a sedersi accanto a Ten-Ten, intenta a cercare un cd tra la pigna di dischi siti su una stuoia.

- Ehi Ten, ti serve una mano? – chiese gentilmente Temari.

- Oh, ciao Temari, non ti avevo vista arrivare. Caspita se ci siamo infighettate stasera! Stai benissimo! – le sorrise l’amica.

- Grazie Ten, anche tu mica male con quella gonnellina di jeans…– disse Temari facendole l’occhiolino.

- Eh eh, grazie! Hai vista mica Neji? – chiese la ragazza, impegnata a frugare ancora tra la pigna.

- No, mi dispiace… -.

- Oh bè, fa niente, che s’arrangi quello là, io qui il cd non lo trovo… - borbottò irritata Ten-Ten.

- Che stai cercando? –

- Un cd che abbiamo fatto io e lui questo pomeriggio ma, dannazione, si è volatilizzato! – rispose delusa la ragazza.

- Sarà mica questo? – domandò Temari, tirando fuori, da sotto la stuoia, un cd senza copertina.

- Oh cacchio! Sì, è proprio questo! Grandissima Tem! - la ringraziò calorosamente l’amica.

- Di niente Ten! …Ehi, guarda che è là il tuo ragazzo… – disse Temari, indicando il ragazzo vicino a Naruto.

- Eccolo là quel deficiente! Adesso mi sente a lasciare i cd in mezzo alla sabbia! – eruppe Ten-Ten, raggiungendolo.

Temari s’alzò da terra e si diresse verso il bagnasciuga per fare due passi in santa pace.

Abbandonò i sandali sulla sabbia e immerse piedi nell’oceano, fissando il roseo tramonto da che si prostrava all’orizzonte.

Il riflesso del sole sull’acqua faceva brillare la superficie dell’oceano, tanto che pareva fosse ricoperto da piccoli cristalli colorati.

Temari si lasciò cullare dal profumo d’estate e dal dolce mormorio delle onde che si infrangevano a riva, fissando il confine irraggiungibile di quell’immensa distesa d’acqua.

- Un bel panorama, vero? – domandò una voce fin troppo scontata.

Temari si volse indietro di scatto e i suoi occhi increduli restarono imprigionati in quelli del ragazzo che le si stava avvicinando.

- Oh Nara, sei tu… - rispose Temari, simulando indifferenza e volgendo lo sguardo altrove.

- Com’è che prima dai del “noioso” a me, perché non volevo venire, e stasera sei stata tu, quella che ha fatto i mugugni sul letto per starsene in casa? – chiese Shikamaru, cantilenando.

- E tu com’è che sei venuto, invece? – ribattè altezzosa Temari.

- Mi ci hanno trascinato a forza. Allora, perché non volevi venire?– chiese nuovamente il ragazzo con semplicità, sedendosi a gambe incrociate sulla tenera sabbia e appizzando la sua sigaretta.

- Toglimi una curiosità, hai parlato con Sakura? – chiese la ragazza, alzando un sopracciglio.

- Cosa c’entra Sakura? – domandò perplesso Shikamaru.

- Ah bè, niente allora…Comunque sia non sono affari tuoi se prima non volevo venire! – sentenziò la biondina, recuperando i sandali e raggiungendo il resto del gruppo.

Ma prima che Temari potesse voltargli le spalle, il ragazzo si alzò di scatto e le avvolse il polso, bloccandola.

- Nara, ma che diavolo vuoi? Lasciami! – lo schernì Temari, alquanto preoccupata della situazione fin troppo intima per lei.

Il ragazzo fissò quei due grandi occhi verdi, poi il suo sguardo cadde sul bordo superiore del vestito, il quale metteva in risalto il seno non propriamente piccino di Temari.

Si impose di levarle gli occhi di dosso.

- Eh, scusa…Hai dimenticato questo, spanata! – disse frettolosamente, porgendole il fiocchetto bianco del vestito che aveva perso.

Temari incenerì il ragazzo con lo sguardo, strappandogli di mano il fiocco.

- Grazie! – borbottò, liberandosi brutalmente dalla salda presa del moro.

- Ma quanti limoni mangi per essere sempre così acida? – la stuzzicò Shikamaru, vedendola allontanarsi dalla riva.

La riposta di Temari fu un dito medio alzato in alto, girandosi verso di lui con lo stesso sguardo fulmineo.

Il ragazzo mostrò un sorriso beffardo, ma di soddisfazione, mentre la biondina continuò a camminare goffamente per la sua strada.

 

***

- Oh! Eccoti Tem! Noi qui siamo pronti con la griglia, vai pure a sederti…- la incoraggiò Kiba, deviandola verso il tavolo.

- Ma non avete bisogno di una mano? – insistette la ragazza.

- Vai tranquilla… - le sorrise gentile il ragazzo.

Temari prese posto in fondo al tavolo, pregando che Choji non si mettesse vicino a lei.

Non avrebbe sopportato l’idea di mangiare qualcosa con affianco un troglodita assatanato.

Ten-Ten e Neji si sedettero dalla parte opposta di Temari e affianco loro, prese posto Naruto.

- Hinata! Vieni qui! - gridò Naruto , indicando il posto libero alla sua destra.

La ragazzina si avvicinò imbarazzata e vi si sedette di fianco, rossa come il gambero che stava nel suo piatto.

In lontananza, stavano arrivando Ino e Choji, trasportando, entrambi, un vassoio ricolmo di riso bianco.

Temari notò con piacere che Choji si era stanziato vicino alla griglia, dall’altro capo del tavolo, ben lontano da lei.

Di fianco al ragazzo si sedette Ino.

Quest’ultima aveva la sua solita posa da Miss: gambe accavallate che lasciavano intravedere le sue bianche e lisce cosce da sotto quella specie di vestito (che in realtà era solo una canottiera un po’ lunga)  e il solito sguardo da bambina cattiva che chiedeva di essere punita.

- E’ libero? - .

Ancora quella voce inconfondibile le stava sfiorando l’orecchio.

Temari si sentì le gambe cedere, ma per fortuna era seduta.

-Vedi qualcuno seduto? – domandò schietta, tentando di mantenere la situazione sottocontrollo.

- No – rispose Shikamaru, secco.

- Allora è libero…- esordì la ragazza.

- Allora mi siedo…- concluse il ragazzo con un’espressione risoluta.

- Fai come ti pare…- sbuffò Temari, facendo finta di non badarci molto.

- Ma che ti sei messa addosso?…- scherzò sbirciando tra le gambe della ragazza.

In effetti quel vestito era davvero corto.

SBAM!

Una sonora sberla colpì in pieno volto il povero Shikamaru.

Davanti a lui c’era una Temari, nera dalla rabbia, con un pugno chiuso, tremante dalla collera. Shikamaru ebbe seriamente paura.

- Brutto pervertito che non sei altro! Ma che cazzo fai? – sbottò la ragazza, dando in escandescenza.

- Ma non ho fatto niente! Dio…voi donne siete tutte uguali! – si lamentò il ragazzo, massaggiandosi la guancia gonfia. Quella seccatura sapeva sganciare benissimo i destri.

- Riprovaci, anche solo per scherzo, e tu non esisti più! – lo minacciò Temari.

Shikamaru sbuffò per quella tremenda seccatura, ma non rispose e si limitò ad accendere una sigaretta.

Temari fece lo stesso, rubandone una dal pacchetto che stava sul tavolo, senza staccarli di dosso quello sguardo assassino.

 

***

La cena continuò con tranquillità, tra una battuta e l’altra, come se la piccola incomprensione non fosse mai successa.

Una volta che la pancia dei ragazzi fu riempita a dovere, Kankuro propose di sparecchiare e di dare inizio al vero party.

In realtà sparecchiarono solo le ragazze, perché i maschi cominciarono a stappare le birre e ad accendere lo stereo portatile di Neji, collegato a due grandi casse in modo tale da rendere il sound più carico.

Kankuro posizionò le bevande sopra un’asse di legno, posta su due piedistalli precari.

La musica da disco tuonava per tutta la spiaggia e Ino comincio ad aprire le danze, ballando su una sedia di plastica.

Il vestito le arrivava poco sotto i fianchi e quasi sembrava facesse apposta a muoversi dannatamente, lasciando scorgere le sue mutandine rosa e rosse.

Kiba e Kankuro la osservavano muoversi come due allocchi, seguendo i suoi movimenti sensuali e provocanti con lo sguardo.

Temari resistette 20 secondi, dopo di che, dovette spostare lo sguardo su Sakura e Sasuke per non vomitare.

Sakura ballava attorno al suo uomo, ma pareva che questi non avesse la minima voglia di scendere in pista.

-Che palle Sasuke…Dai, vieni a ballare! – lo sollecitò Sakura, tirandolo per un braccio.

Il ragazzo non si mosse, alchè Sakura raggiunse Ino e la imitò, ballando sul tavolo.

Sasuke corse a recuperarla, trascinandola giù dal tavolo per un braccio, stringendola dolcemente tra le sue braccia e sussurrandole qualcosa all’orecchio.

Pochi istanti dopo, i due si allontanarono da soli, tenendosi per mano e sorridendo come due giovani innamorati (che erano).

Temari potè ben intuire dove volessero andare e sorrise per il loro amore così complice.

Naruto si stava scatenando sulle note di Sean Paul, piroettando e facendo acrobazie fantastiche sulla sabbia, assieme a Choji che si dilettava in passi di danza, purtoppo, abbastanza patetici.

Hinata guardava incuriosita Naruto, nascosta dietro le bottiglie di birra. I suoi occhi brillavano ed erano pieni di gioia e amore, così, come sarebbero quelli di un fan che si trova di fronte al suo cantante preferito.

Temari doveva ammetterlo: Naruto aveva un certo stile che, se non fosse stato per la sua fisionomia ancora troppo da bambino, avrebbe conquistato molti più cuori.

Ma la sua fan numero uno restava Hinata, completamente rapita da quella passione che Naruto metteva ogni volta che ballava l’hip-hop.

Nel frattempo Ten-Ten e Neji erano troppo impegnati a badare allo stereo, scegliendo la sequenza dei cd e regolando il volume.

Temari decise che era il caso di movimentare la serata, così prese una birra, s’accese una sigaretta e raggiunse Kankuro e Kiba che stavano ballando con Ino e altri ragazzi (del loro gruppo) sulla sabbia.

Shikamaru osservava apatico la scena, sdraiato su una stuoia, mentre si scolava l’ennesima birra della serata.

Presto altri ragazzi del loro gruppo s’aggiunsero alla festa.

- Ehi Tem! Vieni a ballare! – urlò Sai, scatenandosi al ritmo della musica.

Temari si unì al gruppo, tenendo la birra, ormai già mezza vuota, in mano.

La biondina, all’inizio un po’ rigida per il disagio di ballare di fronte a tutti con quel vestito,  si lasciò presto andare presto agli effetti delle luci, delle birre e della musica che le rimbombava nelle orecchie.

- Ammazza! Se muovi bene quel culo, Tem! – azzardò Shino, tentando di tastare con mano quel ben di dio, ma lei aveva già pronta un gancio destro da sferrargli.

Temari era arrivata a quota sei birre e due vodke.

Si sentiva tremendamente girare la testa, ma allo stesso tempo aveva in corpo tanta di quell’adrenalina, che si sarebbe fatta una corsetta fino a casa e ritorno, giusto per sbollentare il calore che aveva addosso.

Era entrata nella fase-sbronza in cui tutto intorno a lei sembrava finto e molto lontano.

Continuava a ballare e a ridere alle proposte indecenti di Kiba, il quale tentò più di una volta di allugare la mano per toccarle il seno, ma senza successo.

Sentiva di essere, finalmente, l’oggetto del desiderio di tutti, molto più di Ino che se ne stava a ballare col povero Choji, ormai ubriaco perso.

Kankuro collassò poco dopo le undici, ovvero dopo quasi due ore di ballo e bere.

Neji, che non era molto più sano, trasportò in tenda l’amico, sorreggendolo con un braccio attorno al collo ed aiutandolo a sdraiarsi sul sacco a pelo.

Ten-Ten era completamente brilla, ma ancora riusciva a tenere a bada la situazione.

Soprattutto, ebbe tantissimo sangue freddo quando dovette sorreggere la testa di Neji, il quale si sentì male poco dopo essere uscito dalla tenda dell’amico.

Temari non si era neanche accorta del collasso del fratello e continuò a strusciarsi con Kiba e a giocare maliziosamente coi capelli dell’amico.

Era quasi mezzanotte, quando la maggior parte degli invitati-extra decisero di salutare la piccola combriccola, poiché un’altra festa li attendeva.

.

In quell’ istante Shikamaru decise, finalmente, di alzarsi e si unì a Ino e a Choji, mala pena reggendosi in piedi.

Una volta tolto di mezzo Choji (completamente addormentato in mezzo alla sabbia), Ino non ci pensò due volte a provocare Shikamaru, ballandoli appiccicata quasi fosse una seconda pelle, baciandolo sul collo, sulla guancia e strusciando il suo piccolo seno sul suo petto, quasi accidentalmente.

Il ragazzo, di certo, non se ne stava passivo davanti a quelle curve perfette ed eccitanti e dopo varie provocazioni e gesti di maliziosa seduzione, i due si unirono in un violento bacio.

Temari provò una fitta al torace nel vederli assieme.

Immediatamente i suoi occhi si riempirono di mille lacrime, ma non lasciò sgorgare neanche una goccia per principio.

Si staccò bruscamente dalla presa di Kiba e corse via, da sola, verso la riva.

Si sdraiò sulla sabbia.

I suoi occhi, persi nel cielo stellato, le mostravano ancora quella scena, ripetutamente, e la sua mente era affollata da mille pensieri.

Dopo poco l’alcool che aveva in corpo stava cessando il suo effetto e Temari socchiuse le palpebre, troppo pesanti per reggere la luce della luna e la musica assordante che echeggiava nell’aria.

Due piccole lacrime le rigarono la faccia, ma, prontamente, le asciugò. Non poteva e non doveva permettersi di piangere per un tale cretino.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** illusioni, litigate e amori ***


La ragazza aprì gli occhi, svegliata da un pesante mal di testa

La ragazza aprì gli occhi, svegliata da un pesante mal di testa.

La luna aveva già lasciato da poco il posto al sole che stava sorgendo lento all’orizzonte, ma nel cielo chiaro s’intravedevano ancora alcune stelle, ormai prive della loro lucentezza notturna.

Istintivamente si voltò e notò una figura, distesa, alla sua sinistra.

Shikamaru dormiva a pancia in giù e la faccia immersa nella felpa che li faceva da cuscino.

Non si spiegava quando e perché l’avesse raggiunta, ma badò bene di non fare rumore per non svegliarlo.

Della sera precedente ricordava poco, ma quel poco le bastò per sentire un enorme peso allo stomaco.

Temari l’ osservava dormire.

Seguiva il suo respiro e il movimento della sua schiena che s’alzava e abbassava con estrema continuità.

I capelli si erano sciolti sul suo volto e a fianco a lui giaceva ancora una birra mezza vuota.

Quel viso così dolce e completamente assente bastò per strapparle un piccolo sorriso. Sembrava un bambino, perso tra i suoi sogni e i suoi giochi innocenti, con nessuna voglia di crescere.

Temari alternava lo sguardo tra il suo viso e il movimento del suo respirò.

Lo guardava rapita, col cuore colmo di compassione per quell’ ”angioletto”.

Non potè trattenersi dall’avvicinarsi a lui e sdraiarsi a fianco, faccia a faccia col suo viso.

Da così vicino la ragazza notò la sua bocca semiaperta e le scappò un altro sorriso.

Le gambe del ragazzo ebbero un fremito e i suoi occhi si aprirono lentamente.

- Ben svegliato…- disse con un filo di voce Temari.

Shikamaru restò dov’era, sbattendo ripetutamente le palpebre e stirandosi le braccia.

- Ah, seccatura…- le sorrise, mostrando tutti i segni di una post - sbronza coi fiocchi.

I due si fissarono per qualche istante, in silenzio, accompagnati dal solo suono delle onde che avanzavano e si ritraevano a riva e da qualche verso di gabbiano.

Shikamaru osservava la ragazza di fronte con occhi sognanti.

Il vestito corto aderiva perfettamente alle sue curve e il seno, schiacciato dal peso del corpo, le conferiva un’aria principesca.

I suoi grandi occhi verdi brillavano alla luce di quell’alba e il ragazzo poteva assaporare il profumo dei capelli che giacevano scompigliati sul quel viso delicato.

Temari squadrava Shikamaru con aria strana, quelle attenzioni non potevano essere vere.

Tutto a un tratto il ragazzo si avvicinò ancora di poco a lei, senza distogliere lo sguardo da quegli occhi che lo fissavano quasi impauriti.

Era bella e per una volta tanto, sembrava avvolta da un’aurea di dolcezza vera simile.

Quella seccatura stava per mandargli in corto circuito il cervello.

Temari sentì il cuore batterle all’impazzata e se da una parte avrebbe voluto mollargli una sonora sberla, dall’altra era come immobilizzata.

- Te l’ho già detto che sei bellissima con quel vestito? – le sussurrò dolcemente il ragazzo, accarezzandole una guancia.

- No, questa è la prima volta che te lo sento dire…- rispose lei, con una punta di acidità sulla lingua.

Shikamaru le sorrise, un sorriso che Temari non aveva mai visto.

Era un sorriso diverso dai soliti che era abituata a vederli in faccia.

Era un sorriso dolce, morbido, spontaneo, semplice…

Un sorriso angelico che le fece definitivamente perdere la concezione del tempo.

Non capiva se stesse ancora dormendo o fosse ancora sotto gli effetti delle birre o se addirittura fosse tutto frutto della sua immaginazione e del suo subconscio. lui.

- Che ti prende? - chiese Shikamaru, alzandosi e restando coi gomiti appoggiati sulla sabbia.

- Niente… - rispose vaga Temari, mettendosi seduta e sistemandosi il vestito.

- Stavi tremando… -

- Mi è solo salito un brivido. La mattina in spiaggia fa freschino… - replicò con naturalità.

Shikamaru girò la testa e fissò l’immensa distesa d’acqua di fronte a loro.

- Ieri sera non ti ho più vista…Ti stavo venendo a cercare, erano un po’ tutti preoccupati. Poi ti ho trovata qui, addormentata e ho preferito non svegliarti…- disse con voce bassa il ragazzo.

- Ti ho visto impegnato, quando me ne sono andata, non volevo disturbare – rispose secca Temari, poi continuò - Kiba non si reggeva in piedi, come tutti del resto. Sono venuta qui per star lontana dalla musica che mi stava spaccando i timpani, ma avevo troppo sonno, così mi sono abbioccata sulla sabbia…- spiegò, tentando di mantenere le distanze col tono di voce.

- Ah…capisco…- rispose cupo il ragazzo. Quella situazione non li piaceva per niente.

- Sarà meglio che torni dagli altri…- disse Temari, alzandosi in piedi e levandosi della sabbia di dosso.

- Dove vai? Sono le 6 di mattina, staranno dormendo ancora tutti… - ribattè Shikamaru, tentandola invano di farla restare ancora un pò.

- Devo sgranchirmi un po’ le gambe. E poi ho mal di testa – chiarì fredda la ragazza.

Temari voltò le spalle al ragazzo e s’avviò verso l’”accampamento”.

E sì, quella seccatura le avrebbe creato non pochi problemi, ma per il momento non c’era bisogno di giungere ad affrettate conclusione.

 

***

Intorno a lei c’era solo silenzio. Bottiglie di vetro sparse in mezzo alla sabbia, il tavolo ricoperto di carte, piatti e bicchieri di plastica.

Non c’era una sedia in piedi, ma erano tutte sbattute a terra casualmente.

La griglia emanava ancora un piccolo tepore e il sacchetto nero coi rifiuti mal odorava tremendamente di cibo.

Il lettore di Neji stava in bilico su una sedia e molti cd erano affondati nella sabbia, senza custodia.

Temari arricciò il naso e con cautela, cominciò a camminare tra i vetri, stando bene attenta a dove metteva i piedi.

Recuperò un grosso sacco nero e cominciò a raccogliere la spazzatura dal tavolo.

- Ehi Cenerentola, vuoi una mano? – chiese sarcastico Shikamaru, raggiungendola senza fretta.

- Ma direi anche di sì, morto in piedi! Visto che sei lì, a vagare, come un anima in pena -  rispose cinica Temari.

- Speravo già in un “no, grazie”…Che devo fare? – chiese il ragazzo, sbadigliando rozzamente.

- Raccogli e butta dentro…- rispose, indicando il sacco nero appoggiato su una sedia.

- Che palle…- si lamentò Shikamaru, chinandosi per prendere una bottiglia rotta.

- Nara, fammi il favore di stare attento a non tagliarti…- puntualizzò la ragazza, fissandolo con due occhi rassegnati.

- Tranquilla, non sono un ritardato come te…- la provocò Shikamaru.

- Fottiti Nara! – sbottò la biondina, aggrottando le sopracciglia.

- Anch’io ti voglio bene… – puntualizzò il ragazzo, ridendo da sotto i baffi.

Temari sbuffò e tornò con pazienza al lavoro, sorridendo di nascosto.

Dopo mezz’oretta, gran parte dell’immondizia era stata rimossa e i due si dedicarono alla pulizia del tavolo.

***

Il sole ormai era sorto e il caldo mattutino riscaldava la costa giapponese.

Naruto uscì dalla tenda, seguito da Hinata.

- Ma buongiorno! – disse Temari allegra.

-Giorno ragazzi…- rispose Naruto, arrancando la sedia più vicina e cadendoci sopra.

Hinata, timida, s’avvicinò a Temari per darle una mano a pulire.

- Allora, dormito bene? – chiese Temari, punzecchiando l’amica con l’occholino.

Temari arrosì all’istante.

- Non è come credi…N-non abbiamo fatto niente! – l’anticipò la ragazzina, guardandosi imbarazzata la punta dei piedi.

- Sì sì, e io non ero ubriaca…- rispose Temari fissandola da molto vicino.

- E’…è successo per sbaglio, non mi aspetto mi dica niente Naruto… - confessò triste Hinata.

- Non dire così! Quando si è un po’ brilli si compiono azioni che normalmente non si farebbero mai. Ma non necessariamente queste devono essere “cose passeggere”. Spesso si fanno o dicono cose che sono vere, solo che quando si è ubriachi si ha il coraggio di dirle, mentre quando si è sani no… - le sorrise maturamente Temari.

- Grazie Tem, ma a Naruto non interesso di certo. Ieri sera è stato molto dolce, ma non stava bene. Non sono così ingenua come sembra, sai? – obiettò Hinata, abbassando lo sguardo.

- Dammi qua e vai da lui! – disse di scatto Temari, strappando via di mano uno straccio a Hinata.

- Ma cosa dovrei fare? – chiese entrando in panico la ragazzina.

- Quello che avresti o hai fatto ieri sera… - disse con semplicità Temari, strizzandole l’occhio.

Hinata si avvicinò timida al ragazzo seduto sulla sedia, intento a fissare la sabbia bianca sotto i suoi piedi.

Narutò sentì dei deboli passi dietro di lui e si voltò con la coda dell’occhio sorridendole.

- Ehi, Hinata! Vieni qui… - le disse, facendole cenno con le mani di sedersi sopra le sue ginocchia.

Hinata diventò paonazza. Fece un profondo respiro e andò a sedersi sopra di lui.

Naruto la teneva saldamente con le braccia e la testa appoggiata alla sua morbida schiena, sorridendo come un bambino.

Lei se ne accorse e, finalmente, mandò al diavolo la timidezza, imprimendo un dolcissimo bacio sulla guancia del biondino. Per la prima volta fu Naruto ad arrossire, mentre Hinata osservava divertita la sua buffa espressione, piena di amorevole stupore.

- Ma come fanno tutti a star bene con voi donne…Siete peggio delle sanguisughe! - commentò la voce di Shikamaru, sbucando da dietro una tenda, con le solite mani in tasca e l’aria disinteressata.

- E’ evidente che tu non ne attiri molte, perciò non porti problemi inutili Nara…– rispose con soddisfazione Temari.

- Non credo che Ino la pensi come te…- la sfidò il ragazzo.

Gli occhi di Temari si dilatarono di colpo. Una stretta allo stomaco la colpì e il cuore cessò di battere per una frazione di secondo. Già. Si era quasi dimenticata di quella scena. .

Shikamaru sembrò sentirsi appagato dalla reazione della ragazza, perciò tornò a raccogliere le ultime birre nascoste tra la sabbia: aveva sperato in una reazione del genere.

Ben presto quasi tutti uscirono dalle proprie tende.

Choji era quello messo peggio, dal momento che risentiva ancora degli effetti dell’alcool.

Kiba non aveva ancora fiatato da quando aveva messo piedi fuori dal sacco a pelo.

Si era limitato a stare sdraiato sul suo asciugamano, con le braccia dietro la nuca, fumandosi una sigaretta dopo l’altra. Completamente devastato

Ino e Sakura sembravano in perfetta forma, fresche come rose profumate e se la godevano a prendere il sole, sdraiate sui loro asciugamani colorati.

Temari, invece, si sentiva puzzare d’alcool e di fumo e si chiedeva come diavolo avessero fatto quelle due a rimanere tanto immacolate.

Sasuke restò in completa catalessi per tutta la mattina, facendo compagnia a Kiba e concedendo solo qualche bacio frettoloso a Sakura.

Neji e Ten-Ten parevano i più svegli del gruppo, dal momento che stavano avendo un’accesa discussione riguardo l’impianto stereo di Neji, che era stato lasciato incustodito in mezzo alla sabbia, per tutta la notte.

- Cazzo amore! Ma non potevi starci attenta e portarlo, per lo meno, in tenda? – cominciò Neji, trattenendo l’irritazione.

- Si dal caso che quel lettore sia tuo, non mio. La responsabilità di averlo lasciato incustodito è tua, tesoro…- sbottò, sarcastica, Ten-Ten.

- Sì, ok…Ma visto che non mi reggevo in piedi, non potevi pensarci tu e farmi un dannato favore? –

- Tsk! Adesso viene fuori che la colpa è mia! Ti informo che non sono io quella che è collassata per dieci birre! –

- Appunto! Capendo che non ero nel pieno delle mie facoltà di agire e intendere, potevi farti furba e pensare allo stereo!  

- Farmi furba? Ma dico vuoi scherzare? Ho avuto ben altro a cui pensare, altro che lo stereo! Per esempio, ho dovuto reggere la testa di quel coglione del mio ragazzo, sbronzo, che per poco non mi vomitava addosso! – lo zittì aspra.

- Ten, sei una palla quando vuoi sempre aver ragione, cazzo! – sbottò Neji.

- Ah, perché non ho ragione?! Invece di ringraziarmi per essere stata con te tutto il tempo, mi rompi le palle per il tuo cazzo di stereo?!

- Ma non è questo…E’ che…lo sapevi che ci tenevo a questo impianto, porca puttana! – si giustificò il ragazzo, abbastanza adirato.

- Benissimo, allora. Tolgo subito il disturbo …– grugnì la ragazza, prendendo la sua borsa e incamminandosi a passo spedito verso l’entrata della spiaggia.

- Ma dove vuoi andare? Dai, scema, torna qui… - disse il ragazzo, rincorrendola e afferandole un braccio per trattenerla.

- No, stronzo! Hai rotto abbastanza oggi! Vado a casa!...E mollami sto braccio!– urlò, scivolando via dalla presa di Neji.

- Dai, scusa…Hai ragione tu, dovevo pensarci io al lettore, dai vieni qui…- la supplicò il ragazzo, allungando nuovamente la mano per afferrarle la maglietta.

- No! Fottiti! E non provare a chiamarmi né a casa né sul cellulare, perché ti appendo in faccia, chiaro? – sintetizzò crudelmente la ragazza, allontanandosi speditamente.

Neji rimase immobile davanti alla sagoma che a poco a poco svaniva.

Era raro vedere Neji e Ten-Ten litigare in pubblico.

Solitamente erano molto complici e scherzavano anche, tra una battutina e l’altra.

Ma questa volta, Ten-Ten, non stava scherzando.

Era davvero incazzata e anche Neji se n’era accorto.

Il ragazzo ritornò al campo con lo sguardo a terra, quasi portasse la croce sulle spalle.

- Incazzata la ragazza, eh Neji? – squittì Ino da sotto gli occhiali da sole che le ricoprivano metà faccia.

- Direi anche di brutto… Sta volta non la scampo… - rispose mogio l’amico.

- Suvvia! Presentati in camera sua con solo un accappatoio bianco addosso e vedi come ti perdona! – li suggerì, maliziosa, la ragazza.

- Non tutti scelgono quel tipo di moneta, Ino… - s’introdusse la voce schietta e acida di Shikamaru - Ma sentiamo da che pulpito viene questa perla di saggezza… - ghignò furba lei.

Il collo di Shikamaru s’irrigidì, mentre gli occhi di Temari si ridussero a due fessure impenetrabili. Avrebbe volentieri incenerito quella sanguisuga vogliosa.

- A proposito, Shika…Dobbiamo ancora parlare… - continuò la vipera, alzandosi dalla sua posizione statuaria per sfilare davanti a Shikamaru.

- Di che cosa dovremmo parlare? – chiese ingenuamente il ragazzo, corrugando la fronte.

Ino intrecciò la sua mano con quella di Shikamaru e lo condusse a distanza adeguata dagli altri.

Temari li seguì con lo sguardo, continuando a strofinare, con più violenza, sullo stesso punto del tavolo, su cui insisteva da circa dieci minuti.

Li vide parlare troppo vicini e poteva sentire le risatine idiote di quella cretina.

Shikamaru era decisamente imbarazzato e Ino sembrava averlo colpito nel segno, sbattendoli in faccia quel seno piccolo ma tanto eccitante e quei due grandi occhi di un blu sfavillante.

Temari non poteva sopportare quella situazione, ma, soprattutto, odiava non sopportarla, perché l’odio voleva dire gelosia e gelosia, invidia. Invidia per Ino.

Temari capì. Capì che quella mattina Shikamaru non doveva essere al pieno delle sue facoltà mentali.

Era stata così ingenua a credere a quei piccoli gesti, così teneri.

Sarebbe stato troppo bello, in effetti, aspettarsi qualcosa.

Shikamaru, probabilmente, manco s’ era accorto di averle regalato emozioni così forti e non aveva neanche immaginato di averle fatto credere “ qualcosa di più”.

- Io vado ragazzi… - avvisò Temari, raccogliendo il suo zaino.

- Ehi, Tem…Vai già a casa? Sono solo le 11! – insistette Sakura.

- Sì, ma io sono sveglia dalle 6 di questa mattina e ho dovuto pulire tutta sta merda… - rispose vorace, indicando la zona della grigliata.

La faccia di Sakura divenne viola di vergogna. In effetti, il gran lavoro, l’avevano fatto tutto Temari e Shikamaru.

- Hai ragione, scusa. Ti meriti una bella dormita! – le sorrise l’amica.

- Ciao Sakura…a dopo! - rispose.

- Ehi, Tem! Ci si vede questo pomeriggio! Ciao! – la salutò allegro Naruto.

Le voci assonnate e lugubri di Sasuke e Kiba sussurarono un debole “ciao”.

- Ci vediamo a casa sorellina... –

- C-ciao Temari…e grazie ancora per l’aiuto di stamattina! – si fece coraggio Hinata, ancora abbracciata a Naruto.

- Ciao a tutti… - disse frettolosamente Temari, incamminnandosi.

Passò davanti a Shikamaru e a Ino, accelerando il passo e tentando di salutare nel modo più normale e indifferente possibile i due ragazzi, mentre le mani di Ino cercavano quelle del ragazzo col codino.

Shikamaru si voltò per guardare Temari allontanarsi, restando impassibile al vento che li scompigliava i capelli e agli occhi di Ino fissi su di lui.

Ino s’accorse che l’espressione dell’amico era strana, non gliel’aveva mia vista: avevo due occhi luccicanti, ma allo stesso tempo tristi e la bocca anziché imbronciata come il solito, era semi aperta, quasi a voler sussurrare qualcosa.

Ino poteva anche essere “una facile”, ma certe cose non le sfuggivano: Shikamaru era perso della biondina.

La ragazza non potè trattenere una certa irritazione nel vedere l’amico contemplare Temari che, a poco a poco, svaniva dietro la duna di sabbia.

Sebbene volesse “vendicarsi” dell’amico, a lei, Shikamaru, piaceva davvero.

- Ehi, pronto?? Nara?? – disse Ino battendo il polpastrello del suo dito indice sulla fronte del ragazzo

- Ah, sì…scusa Ino… - rispose distratto Shikamaru. Era decisamente su un altro pianeta.

- Allora, hai capito, quindi, che intendo? – chiese la ragazza.

- Ehm…ma certo Ino... –

- Oh, bene! Che ne dici, dunque? – disse entusiasta la ragazza, avvicinadosi al suo viso con fare disinvolto.

- Ehm…riguardo cosa? – Shikamaru era completamente in aria. Non aveva ascoltato una parola del discorso di Ino.

- Shika! Ma mi hai ascoltata? – si lamentò Ino, sbuffando.

- Ino, ascolta...Ho un sonno pazzesco, me ne vado a casa adesso. Ne riparliamo un’altra volta, ok?  Ciao…– disse ancora distratto, voltando le spalle a Ino.

- Ma non puoi andar via così! Shikamaru! Torna qua! Un attimo! – le urlò la ragazza, ma ormai lui era già alla fine della spiaggia.

 

***

 

Shikamaru camminava a passo lento, come al suo solito, fissando il cielo sopra di lui e aspirando quel dolce veleno dalla sigaretta che teneva stretta tra i denti.

Ripensava a Temari, convincendosi che fosse solo una seccatura, come tutte le sue coetanee.

Eppure quella seccatura era sempre stata un’eccezione per lui, ma era troppo pigro per ammettere anche solo a se stesso che quella Temari aveva qualcosa che le altre non avevano.

Quella mattina, sulla spiaggia, avrebbe baciato volentieri Temari. Oh, sì. Eccome, se l’avrebbe baciata!

Baciare le scocciature non era mai stato un problema per lui, poteva avere chi voleva, ma non gliene era mai importato davvero qualcosa di nessuna delle sue amanti.

Baciare la sua peggior seccatura avrebbe richiesto un grande sforzo mentale e tanto coraggio, ma questo era chiedere troppo per Shikamaru Nara.

 

***

- Ehi, ehi…Hinata! Hai visto il mio sacco a pelo? – chiese Naruto, intento a ribaltare da cima a fondo la sua tenda.

- No, Naruto…mi dispiace… - replicò la tenera Hinata, riavvolgendo il suo nella propria custodia, ordinatamente.

- Cacchio…Ehi, Sasuke…Non è che per caso hai preso il mio sacco a pelo per sbaglio?  -

- Naruto, non vedi che sono occupato? – domandò retorico all’amico, impegnato a “coccolare” Sakura.

- Che palle! …Neji, tu per caso non… -

- No mi dispiace….- rispose secco, senza neanche lasciarlo finire di parlare.

- Ma porca di quella put…- Naruto si bloccò di colpo.

Hinata lo fissava con uno sguardo preoccupato e quasi scandalizzata.

- Eh….eheh…Accidenti! Chissà dov’è andato a finire! – si corresse il biondino imbarazzato.

Il viso di Hinata si fece più colorito e abbozzò un sorrisino a quel matto del suo ragazzo.

- Ehi, stranamore! Tieni il tuo sacco di pulci…Era sotto il mio…- disse satirico Kakuro, consegnandogli il suo prezioso oggetto di ricerca.

- Grandissimo Kaku! – esordì entusiasta il ragazzino.

- Ehi, non chiamarmi mai più Kanku! Intesi? – lo minacciò il ragazzo, drizzando le orecchie all’udire quel nomignolo.

 - Sissignore! – rispose allegro Naruto, facendoli l’occhiolino.

- Bè, qui è tutto a posto, mi pare…Che dite, ce ne torniamo a casa? – esordì Choji.

- Forza, festa finita… - disse a malincuore Sakura, raccogliendo il suo zainetto e un sacchettino coi picchetti della tenda.

- Ma di già a casa? – lagnò Kiba che, ancora, stava disteso sull’asciugamano.

- Naaa! Io propongo tappa Momigi per una buona ciotola di ramen! Che ne dite? – propose esaltato Naruto.

- Dico che ci sta ! – lo seguì Choji, sgranocchiando un pacchetto di salatini.

- Rameeeeeeeeen! – gridò Naruto abbracciando la sua ragazza, o meglio, stritolandola.

- Ehm, Naruto…mi stai uccidendo…- disse la voce strozzata della povera Hinata.

- Ops, scusa piccola...- rispose dolcemente, allentando la presa.

- Una scena commovente, davvero…Vogliamo andare al Momigi, allora? – suggerì Ino, sbucando dal nulla.

- Ehi, Ino…Dove hai lasciato il povero Nara? – chiese curioso Kiba, sempre restando sdraiato, con la mano sulla fronte.

- E’ andato via pochi istanti fa… - rispose con aria stranamente cupa la bionda.

- Allora ragazzi…Momigi? – Naruto non stava più nella pelle.

- E Momigi sia… - si rassegnò Neji.

 

***

 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** -UN ATTIMO DI PAUSA ^^ - ***


Innazitutto, spero che non vi stia annoiando troppo... E' una long long long fic a quanto pare ahahahah! Bè, ce ne vorrà di tempo prima che i fan ShikaTema vedano qualcosa di...concreto, ma non così tanto, tranquilli. Questa è stata la mia vera, prima fic su Naruto. Ammetto che ce ne ho messo di tempo per scriverla, ma boh..speriamo...^^ Continua....^____^ e grazie a tutti quelli che stanno leggendo, con la sacrosanta pazienza, questa palla ;).

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** ahi, ahi, ahi... ***


Ten-Ten se ne stava in camera sua, rannicchiata sul letto

Ten-Ten se ne stava in camera sua, rannicchiata sul letto.

Non piangeva ancora, ma avrebbe voluto farlo. Avevano fatte litigate ben peggiori di quest’ultima, eppure non si era mai sentita così frustrata e completamente distrutta.

Aveva gli occhi rossi, ma ancora non piangeva.

Era ovvio che il problema non era stato solo lo stereo, ma c’era qualcosa di più profondo da affrontare. Qualcosa che la ragazza teneva dentro di sé quando stava con lui.

Durante i primi mesi con lui, pensava che Neji fosse il ragazzo perfetto: dolce, leale, gentile e premurosissimo. Eppure, col tempo, aveva dimostrato spesso di saper essere anche egoista, arrogante e testardo come pochi.

Ten si sentiva morire dentro. Quella litigata le aveva fatto scattare una scintilla dentro e sentiva che mancava qualcosa nel loro legame.

Il suo amore per il compagno si stava affievolendo, ormai già da qualche mese, ormai.

- Ten-Ten, posso entrare? C’è una visita per te… - chiese discretamente sua madre, bussando alla porta della camera della figlia.

- Mandalo via mamma. Gli avevo detto di non farsi vedere!!! – rispose in modo pungente la ragazza.

- Ma non è Neji, tesoro…C’è qui Temari – rispose con naturalezza la madre.

- Ah…Falla entrare allora –

- Vieni cara, entra…Ragazze, vi lascio sole… - disse, facendo accomodare Temari in camera e chiudendosi la porta alle spalle.

- Ehi, Ten… - disse Temari, sedendosi sul fondo del letto.

- Ehi Tem…- rispose l’amica, alzandosi e sedendosi vicina.

- Come stai? – chiese dolce, accarezzando la guancia di Ten.

- Così…così…- rispose lugubre la ragazza.

- Sei uno straccio Ten…Ascolta, sono sicura che Neji non voleva prendersela tanto. Sai com’è fatto, è impulsivo e irritatola mattina, specialmente dopo una sbronza coi fiocchi…Probabilmente anche lui sta male per te adesso… - cercò di rassicurarla l’amica.

- Non lo amo più Tem… - la interruppe Ten-Ten.

- C-come, scusa?!?! – chiese sgranando gli occhi la biondina.

- Cioè…Credo di non amarlo più. O per lo meno, non lo amo più come prima… -

- Non dirmi che gli hai fatto le corna!? –

- Ma và, no…E’ solo che… -

- Lo vuoi lasciare? –

- No! Appunto…non voglio lasciare Neji! Però, insomma…sento che tra di noi è cambiato qualcosa. Non siamo più presi come l’anno scorso e mi sembra quasi un peso, ogni giorno che passo con lui…- confidò Ten-Ten.

- Ten, siete insieme da due anni ormai. Due anni sono tanti, è normale piano piano la passione dei primi mesi scompaia, però bisogna nutrirla, se no tanto vale…-

- Non è quello, è che…è tutto così noioso con lui. Facciamo sempre le stesse cose e ormai riesco a capire ogni sua mossa. Non c’è mai qualche novità tra noi…è tutto scontato…-

- Ho capito. Il sesso non soddisfa più, vero? – domandò ironica e maliziosa Temari.

- Non scherzare, scema! Lo sai che…non lo abbiamo mai fatto…- si giustificò timidamente l’amica.

- Ecco Ten! E’ qui che ti voglio! Vedi…voi non vi lasciate mai andare. Soprattutto te! – eruppe Temari.

- Che diavolo vuoi dire? – chiese incerta Ten-Ten.

- Voglio dire che non avete più quindici anni, Ten! Devi lasciarti andare e fare ciò che so che vuoi fare, ma che per qualche strana ragione blocchi! Vi vedo quando vi “appartate” e tu sei sempre così…rigida con lui! Ma buttati! Ravvivate il rapporto! Ten, tu lo ami…e lui ama te, tantissimo. Due persone che si amano, prima o poi, finiscono per stare a letto insieme, è normale. Non devi avere paura….- disse con affettuosità Temari.

- Tsk…Ma per chi mi hai preso? Io non ho paura di fare l’amore col mio ragazzo. Ho solo paura di quel che può succedere dopo… - confessò Ten.

- E cosa vuoi che succeda?! – chiese allibita la biondina, sbottando sul letto.

- Ho paura che io non li basti più…E poi non ne abbiamo mai parlato davvero. Si imbarazza parecchio quando affrontiamo questo discorso…-

- Ten! Due anni che vi baciate a destra e a manca…e non so che altro facciate…Eppure vi vergognate a parlare di sesso?! – chiese allibita Temari.

- E la fai facile tu…. – rispose imbarazzata Ten.

- Parlatene! Fagli capire che…è ora di fare quel passo! Se no è ovvio che poi anche l’amore sfiorisce se non è “alimentatato” a dovere! – la incalzò Tem.

- Hai ragione…- rispose sicura Ten-Ten.

- Grande la mia Ten! Basta che poi non esageriate come Sasuke e Sakura…loro sì che hanno bruciato le tappe in fretta!! – disse con simpatia Temari.

- Sì, in effetti…però c’è da dire che stanno davvero bene insieme! –

- Come te stai bene con Neji! – le sorrise l’amica.

Dagli occhi di Ten-Ten cominciarono a scendere delle piccole lacrime cristalline, ma aveva anche un mezzo sorriso sulle labbra, ripensando all’ultima frase di Temari.

Sì. Lei si sentiva bene solo col suo Neji e per quanto non amasse del tutto i suoi difetti, lo amava con tutto il cuore.

Temari abbracciò l’amica con tanta dolcezza e quest’ultima si lasciò cullare dalla mano della sua compagna che le accarezzava dolcemente la testa.

- Grazie, Tem! ….Sei…una ….vera amica!.... Ti voglio bene! – disse la sottile voce di Ten tra un singhiozzo e l’altro.

- Ma ti pare? Ti voglio bene anch’io Ten! – rispose, porgendo un fazzoletto all’amica.

Ten-Ten si soffiò il naso, asciugò l’ultima lacrima di felicità e mostrò un grande sorriso a Temari.

- Coraggio Ten! Oggi pomeriggio, quando lo vedi, ti avvicini e ci parli, ok? –

- Sì, sì…Poi ti farò sapere…-

- Ovvio! E voglio i dettagli… - disse ammiccando alla ragazza.

- Sei grande Temari!  - urlò Ten, saltandole in braccio.

- Ehm…Ok Ten…Adesso è meglio che vada, se no chi lo sente Kankuro! – disse alzandosi dal letto e dirigendosi verso l’uscita della stanza.

- Ok, ci vediamo questo pomeriggio allora…- rispose la mora accompagnandola alla por

ta d’ingresso.

- Ci vediamo Ten…e tirati su di morale, ok? – disse salutandola con la mano.

- Sto già decisamente meglio grazie a te! Ciao! – la salutò definitivamente.

 

***

- Accidenti! Sto morendo di fame! Voglio il mio ramen!!!! – sbottò Naruto al bancone della tavola calda Momigi .

- Naruto, calmati, per favore…- sbuffò Kakuro ritenendolo un caso perso, al solito.

- Ehi! signore! Sono venti minuti che aspetto il mio ramen! Potreste darvi una mossa? - urlò Naruto, sdraiandosi sul bancone e additando un cameriere.

- N-naruto, ti prego…mi fai paura! – disse una timida Hinata, tentando di tirare giù dal bancone il suo compagno.

- Naruto tappati quella bocca o al posto del ramen riceverai solo un calcio dove dico io! – disse Kiba, colpendo il biondino sul capo con una manata.

- Io voglio il mio ramen!!!!! – ribadì Naruto quasi piangendo.

- Ecco i vostri piatti ragazzi. Ed ecco qua il tuo ramen, Naruto…- disse una voce famigliare, porgendo le pietanze sul tavolo.

- Ehi! Ma lei è il padre di Choji! Grandissimo! Pancia mia fatti capanna! Buon appetito a tutti! – gridò il biondo contento, cominciando a divorare il suo adorato ramen.

Hinata assaporava il suo riso con calma e delicatezza, in netto contrasto col biondino che le stava accanto.

- Naruto, contegno, ti prego! – lo rimproverò Neji, osservando l’amico trangugiare quella deliziosa pasta in brodo.

- Ma pensa per te che ti metti a urlare di prima mattina per uno stereo! –

Neji si sentì il cuore in gola e il suo stomaco stritolarsi.

Giusto, lo stereo….e Ten-Ten.

- Tutto a un tratto non ho più fame….Torno a casa ragazzi – annunciò Neji posando le bacchette di fianco al suo tofu fritto ed alzandosi dalla sedia.

- Ehi, ci vediamo questo pomeriggio al campetto? –

- Forse,,,Ciao ragazzi – disse allontanandosi.

- Ciao Neji… - rispose il gruppo.

Ben presto Naruto, Hinata, Kiba, Choji, Ino, Sasuke e Sakura finirono il loro pranzo, pronti per tornare a casa e godersi una buona pennichella dopo il degenero della sera precedente.

- A più tardi gente! –

- Ciao Naruto! Ciao Hinata! -

- A dopo Sasuke!-

- Ci si vede Kiba…Ciao Choji! –

- Ciao ragazzi…Ciao Ino…-

- Ciao Sakura…A dopo! –

Ino s’incamminò verso casa. All’incrocio svoltò a destra e si trovò nella sua via. Camminava a testa alta, quasi fosse una dea, sicura come sempre e coi capelli lunghi che oscillavano a destra e a sinistra sulla schiena.

Tuttavia era molto pensierosa e avvicinatasi al suo cancello, notò un ragazzo che l’aspettava. Era Shikamaru.

- Che ci fai qui a casa mia? – chiese

- Dovevi parlarmi, giusto? – rispose chiaro Shikamaru.

- Pensavo non te ne fregasse…- squittì la ragazza, facendo l’offesa con le braccia incrociate.

- Se sono qui è perché ho voglia di ascoltarti…Non ho voglia di perdere di tempo, vedi di fare alla svelta…- disse freddo il ragazzo.

- Ecco…Sarò brutalmente sincera con te Nara. Ti ricordi tre anni fa, sotto casa tua…quando ti dissi che mi interessavi e che mi sarebbe piaciuto essere la tua ragazza? – chiese seria Ino.

Il ragazzo guardò fisso quei due grandi occhi blu, poi rispose:

- Sì, vagamente… -

- Ricordi anche cosa mi avevi risposto? -

- Vagamente sì…- rispose pigramente il ragazzo.

- Molto bene. Sappi che quel giorno giurai che ti avrei fatto rimpiangere l’umiliazine che mi avevi recato. Pensavo che “quel giorno” sarebbe stato oggi, approfittando di ciò che è success ieri sera tra noi, ma…le cose adesso sono cambiate. E sono cambiate da parecchio tempo, a dirla tutta. Mi sei sempre piaciuto Nara, sebbene abbia sempre cercato di fare solo la gatta morta con te…Perciò, provo a chiederti di nuovo, se…posso essere la tua ragazza… - concluse Ino con un filo di voce, cercando di indovinare la risposta, specchiandosi negli occhi del ragazzo.

- Ino, lo sai che io con le ragazze non voglio averci niente a che fare - rispose Shikamaru, sbuffando e accendendosi la dodicesima sigaretta.

- Ti conosco Shika, però…mi chiedevo se potevo essere un’eccezione, per te… - la buttò lì debolmente la biondina, giocando nervosamente con un anellino che si passava tra le dita affusolate.

- Mi dispiace Ino, ma per quanto ti ritenga una bellissima ragazza e tutto il resto, non sei mai stata un’eccezione per me…- rispose sincero e un poco imbarazzato il moro.

- Io non ti capisco Shika…- sussurrò Ino.

Le lacrime cominciarono a scendere senza che se ne rendesse conto, ma fu svelta nel voltarsi per asciugarsele con un fazzolettino, fingendo di soffiarsi il naso. Non poteva cadere tanto in basso per lui. Respirò profondamente e tornò seria a guardare il ragazzo che le stava di fronte.

- Ino, non c’è molto capire…Io non voglio avere ragazze tra i piedi, non voglio seccature, ok? - questa volta il tono di Shikamaru si fece più amaro e pungente.

- Che palla al piede che sei, Nara! Ti lamenti tanto di noi “seccature”, ma se al mio posto ci fosse stata, cessò, una certa “Temari”, scommetto che sta scusa non l’avresti usata…– lo sfidò Ino decisa.

- Avrei risposto allo stesso modo. Anche lei è una seccatura – rispose tranquillo il ragazzo, cercando di mantenere un tono di voce stabile, senza lasciar intender alcun che. 

- Invece non credo proprio … - ribattè decisa Ino.

- E che cosa credi, allora? – rispose insicuro il ragazzo, terrorizzato dall’imminente risposta.

- Io credo…Credo che ti piaccia Temari, ma sei troppo pigro e ottuso. Cerchi di convincerti in tutti i modi che tu non abbia bisogno di una seccatura al tuo fianco… - irruppe Ino seria.

- Tsk! Mi piace Temari? Smettila di sparare stronzate… - rispose spiccio Shikamaru, facendo un tiro di sigaretta piuttosto lungo.

Il moro iniziava già a sudare freddo, Temari era decisamente un argomento taboo per lui.

- Se non vuoi ammetterlo, fa come vuoi…Sari tu a pentirtene un giorno… -.

La biondina lo fissava con uno sguardo agghiacciante. Era seria e sicura di sé, ma allo stesso tempo, dietro quelle lunghe ciglia nere di rimmel, nascondeva un’aurea di tristezza e delusione.

L’amico non era abituato a guardare Ino anche dal punto di vista “umano-sentimentale”, ma era evidente che dietro quelle minigonne provocanti e i reggiseni di pizzo, anche lei aveva dei veri sentimenti e dei dolori che teneva ben nascosti, anche a se stessa.

- Ino, piantala con questa storia di Temari… - tentò di difendersi il ragazzo, facendo un ultimo tiro di sigaretta e gettandola a terra con non curanza.

- Dici così solo perché sai che ho ragione… - rispose con ovvietà Ino, abbassando lo sguardo.

- No, Non hai ragione. Ho solo ragione io a dire che voi tutte siete solo delle grandi seccature – esordì Shikamaru, alzando la voce scocciato.

- Sei solo uno stupido Nara… - sbottò Ino, sbattendo un piede per terra.

- Bè, se hai finito, io me ne andrei anche a casa a dormire…Sono distrutto – rispose lui, stiracchiandosi le braccia.

- Allora vai, non ho più nulla da dirti – replicò acida Ino che non smetteva di penetrarlo con lo sguardo.

- Ci vediamo, allora… - la salutò il ragazzo, allontanandosi dal cancello.

Ino resto immobile sulla soglia di casa, due piccoli pugni serrati e lo sguardo fisso sul suo amico che se ne andava a passo lento e trasandato, accendendo l’ennesima sigaretta.

L’aveva rifiutata per la seconda volta.

Ino sapeva bene che altri ragazzi avrebbe fatto carte false per essere al posto di Nara, l’unico ragazzo di cui fosse davvero innamorata e l’unico che non poteva avere.

Ciò che più le faceva male, era il fatto che a Shikamaru piacesse davvero tanto Temari e che lei sarebbe stata solo un terzo incomodo tra di loro, ancora una volta.

Era sempre stato così. Aveva sempre fatto la parte della sfascia coppie, dell’amante, dell’avventura estiva, della storia da una botta e via, della cottarella….Nessuno le aveva mai detto un “ti amo” sincero e nessuno l’ aveva mai amata davvero per quello che era, a parte che per le sue curve.

Tutto a un tratto Ino sentì la sua autostima calare vertiginosamente e tutta la sua sicurezza stava svanendo, per lasciar posto a quella insicurezza che aveva tenuto nascosta per troppo tempo.

Per la prima volta capì di essere completamente sola. Capì che a nessuno gliene importava davvero qualcosa di lei. Lei era solo un’attrazione sessuale per i maschi e un’ispirazione per le femmine ma, in fondo, non godeva della stima di nessuno, nemmeno più di se stessa.

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** pace e squillo... ***


Il cielo s’era fatto cupo e di un grigio fumo piuttosto tenebroso

Il cielo s’era fatto cupo e di un grigio fumo piuttosto tenebroso.Nuvole minacciose preannunciavano pioggia e di conseguenza un noiso pomeriggio da passare in casa.

Una Temari tremendamente annoiata stava impassibile sul letto di camera sua, con le gamebe incrociate e lo sguardo perso al di là del vetro della finestra. Fissava le goccioline d’acqua che scendevano lente sul vetro, sbuffando di tanto in tanto.

Kakuro stava seduto alla scrivania della sorella, intento a leggere un libro prestatoli da Shikamaru.

-MmmmKanky, dici che pioverà continuerà a piovere anche stasera? – chiese Temari, stendendosi sul letto con la faccia impressa nel cuscino.

- Non lo so Tem, mi auguro solo di no! Domani c’è la partita! Se il terreno resta bagnato, saremo costretti a rimandarla per la seconda volta! – rispose il fratello senza staccare gli occhi dalla pagina aperta sulla scrivania.

- Che palle…- mugugnò la ragazza.

- Invece che sbuffare, perché non studi un po’? – la buttò lì il fratello, chiudendo il libro e voltandosi con la sedia girevole verso la sorella.

- Ma sei scemo? Siamo a metà giugno e già parli di studio! – urlò Temari, mettendosi in ginocchio sul letto e sbattendo le mani sul materasso.

- Dai che scherzavo… - rispose il ragazzo, lanciandole il cuscino della sedia addosso colpendola in piena faccia.

- Ah!....- urlò la biondina, scoppiando in una risatina divertita, rilanciandoli il cuscino.

-Ehi! …Ma allora vuoi la guerra? – disse furbo Kakuro, alzandosi in piedi e gettandosi sopra la sorella.

Temari, svelta, scansò il fratello e riuscì a sedersi a cavalcioni sopra la sua schiena, lasciandolo con la faccia schiacciata sul materasso.

- Pazza! –si sentì’ la voce soffocata di Kakuro..

La ragazza scoppiò a ridere, lasciando libero il poveretto e sedendosi nuovamente sul letto in posizione di meditazione.

Kankuro riprese la lotta, lanciandole una felpa che stava sul comodino. I due si divertirono ancora per un po’, lottando con cuscini e indumenti, in ricordo dei vecchi tempi.

-Pausa, Tem! Non ce la faccio più… - esordì Kankuro col fiatone, gettandosi sul letto a gambe e braccia spalancate.

- Pausa, pausa… - rispose stanca la biondina, accucciandosi di fianco al fratello, il quale le fece posto volentieri.

- Hai sentito Gaara? –  chiese Temari d’un tratto.

- Sì. Ha chiamato ieri… - rispose ancora affaticato il ragazzo.

- Che dice? – chiese curiosa la sorella.

- Ha detto che va tutto bene. Papà e mamma stanno bene, il gatto sta bene e che s’è fatto già degli amici. Ha anche aggiunto che non li dispiacerebbe abitare là con loro…-

- Tsk! Che faccia tosta! Gli hai almeno risposto che qui si sta una favola senza di lui? – sbottò offesa Temari.

- Povero, lo sai che dice così solo per fare il grande…- si addolcì Kankuro.

 - Sì, lo so…- rispose Temari, sorridendo premurosamente.

DRIIIIIIIIIINI DRIIIIIIIIIIIIIIIIN

Il telefono squillò in quell’istante.

- Vado io! – gridò la ragazza perforando il timpano al povero Kankuro e saltando giù dal letto con non chalance.

- Pronto? Famiglia Sabaku No –

- Ehm, Sono Shikamaru… - rispose  una voce dall’altro capo del telefono.

- Oh, ciao Nara,,, -

- Posso parlare con Kankuro? –

- Sì, certo…Te lo chiamo subito…- rispose la voce incerta di Temari.

- Kankuro! E’ per te! – urlò la ragazza.

- Eccomi, eccomi…. – disse raggiungendola e rubandole di mano la cornetta, facendola indietreggiare.

- Ehi! …Fai piano!– grugnì indispettita la ragazza.

- Ehi, pronto? Nara? – Kakuro fece segno a Temari di sloggiare in camera sua.

La ragazza tornò in camera, un po’ irritata, ma stranamente eccitata per la voce di Shikamaru. Non aveva mai chiamato a casa sua, prima d’ora.

Dopo qualche minuto Kakuro la raggiunse di nuovo.

- Ehi, Tem! Stasera, visto che piove, siamo tutti invitati a casa di Choji, anche perché i suoi non ci sono…Che dici, ci andiamo? - 

- Sì, certo! Ma…che voleva da te Shikamaru? – chiese vaga la biondina.

- Ma niente, avvisarci di stasera…Solo non capisco perché non m’abbia chiamato direttamente Choji… - rispose dubbioso il ragazzo.

Temari fece spallucce.

- , io vado a farmi una doccia e poi dormo un po’…- annunciò Kakuro, recuperando il suo libro e scomparendo in fondo al corridoio.

Temari si stese sul letto, lo sguardo rivolto sul soffitto e le mani dietro la nuca, fantasticando divertita sul ragazzo col codino.

 

***

Un ragazzo dai capelli scuri e gli occhi chiari camminava mogio sotto il suo ombrello.

Arrivato sotto casa di Ten-Ten, suonò il campanello con la mano tremolante.

Aprì la porta la madre della ragazza, vestita di tutto punto per andare a fare la spesa.

- Oh, Neji! Entra pure caro, lascia pure l’ombrello davanti all’entrata…-

- Grazie signora… - disse educato Neji, togliendosi le scarpe e avanzando titubante in casa.

- E’ in camera sua. Sali pure. Dille che io esco…. Divertitevi e fate i bravi ragazzi! – disse velocemente  la donna, uscendo di casa.

- Arrivederci signora… - .

NBeji salì un gradino dopo l’altro quasi dovesse salire al patibolo. Stava per andare incontro alla sua sentenza. Ogni tanto deglutiva e sentiva la pressione salire alle stelle.

Si arrestò davanti alla porta di legno con sopra incisa una scritta “Ten-Ten”.

Stava per bussare, quando la ragazza lo anticipò, aprendo la porta di scatto dall’interno.

- Oh…ehm..Ciao Ten…Tua mamma è appena… -

- Lo so, l’ho sentita uscire…Vieni, entra… - .Ten-Ten andò a sedersi sul letto, gambe incrociate e rivista alla mano. Cominciò a sfogliarla con attenzione.

Neji, rigido, si sedette di fianco alla ragazza, riuscendo a stento a mantenere l’agitazione.

- Posso offrirti qualcosa? – chiese gentilmente la morettina, alzando lo sguardo dal giornale.

- No, grazie…Sono a posto… - rispose nervoso.

La ragazza sperava di riuscire a mantenere il sangue freddo, distraendosi con quella stupida rivista di moda, ma, confrontando quella gelida atmosfera a tutte le altre volte che il suo ragazzo era andata a trovarla, un magone cominciò a salirle. Cercò di coprirsi il viso col giornale, ma Neji conosceva fin troppo bene le reazioni della sua morosa.

- Ehi, piccola…Che ti prende? – chiese dolce il ragazzo, levandole dalle mani la rivista.

- Niente… - rispose imbronciata.

- Non ci credo… - la guardò, avvicinandosi, Neji.

- Ma…E’ solo che…. – cominciò a biascicare confusa.

- Ten…Ten, ascoltami… - cominciò Neji, prendendole le mani – Sono stato un perfetto idiota stamattina. Quella litigata me la poteva risparmiare…Scusami amore, non volevi farti così male…Ero tutto preso da quel cazzo di lettore e me la sono presa con te. Hai ragione, è solo colpa mia che non c’ho badato… - si scusò profondamente il ragazzo, baciando una mano della compagna.

- Non fa niente Neji…- lo perdonò lei.

- No Ten, non dire così! Sta volta non farmela passare liscia, come fai sempre…Un paio di sberle me le merito! Sono solo un cret… -

Ten-Ten lo zittì con un profondo bacio.

Neji si rilassò, finalmente, e continuò a giocare dolcemente con le labbra di della ragazza.

I due si lasciarono travolgere dalla passione e le loro lingue danzanti non smettevano di cercarsi.

Improvvisamente Ten-Ten si ritrovò sotto il suo compagno.

Neji continuò a baciarla con tremenda dolcezza e piano piano spostò le sue labbra sul suo collo. La sua mano le accarezzava i morbidi capelli corvini e lentamente la lasciò scivolare fino al suo ventre, massaggiandole la pancia piatta.

La ragazza giocava divertita coi capelli del compagno,quando vide la mano destra fermasi sul suo basso ventre. Neji cercò dolcemente di sbottonarle il jeans e con una mossa furba intrufolò la sua mano tra le sue gambe.

 Ten-ten- lo lasciò fare divertita, rafforzando la presa dell’abbraccio e divaricando leggermente la gambe per permetterli di toccarla.

Satura d’amore, la ragazza sfilò la maglietta del compagno e cominciò a sbottonarli i jeans, gettando i vestiti da qualche parte sul pavimento.

Con estrema tenerezza, lo stesso fece Neji.

Si ritrovarono, finalmente, nudi l’uno sopra l’altro.

Lei non aveva né paura né vergogna, ma non riusciva a contenere la voglia esagerata di fare suo, davvero, quel ragazzo.

Neji, d’altra parte, osservava, rapito, gli occhi della ragazza che sorrideva maliziosa sotto di lui.

Si lasciò invadere dalla passione d’amore che provava e sentiva di desiderarla come non mai.

Delicato, provò a farla sua, muovendosi lentamente per non farle male.

Ten-Ten emise dei piccoli gemiti di dolore d’amore, ma erano decisamente nulla in confronto alla felicità che provava in quel momento.

- Se non te la senti, mi fermo… Non ti voglio forzare… - le sussurrò col fiato mozzato il ragazzo.

Lei si limitò ad annuire, sorridendo e decise di stringersi ancora di più al suo uomo, comprimendo il seno al suo petto muscoloso.

Fecero l’amore dolcemente, come sempre avevano sperato di fare.

Pochi minuti dopo quella prova d’amore, Ten-Ten stava abbracciata al suo Neji, gli occhi chiusi assaporavano ancora quei momenti di magia e felice si lasciava cullare dai mille baci del suo compagno.

- Ti amo da morire, Ten…-

Un bacio morbido e caldo fu la risposta di lei.

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** fregata...fregato ***


La pioggia s’era fatta via via più sottile e dei piccoli raggi di luce attraversavano le nuvole ancora grigie ma non più minacciose

La pioggia s’era fatta via via più sottile e dei piccoli raggi di luce attraversavano le nuvole ancora grigie ma non più minacciose.

Presto il sole sbucò da sotto una nube e dei piccoli spazi di cielo azzurro si fecero spazio nel cielo.

Omai era tardo pomeriggio e l’appuntamento a casa di Choji era previsto per l’ora di cena.

Shikamaru se ne stava seduto in macchina, in procinto di girare la chiave e andare dall’amico, ma, come al solito, non aveva la ben che minima voglia di festeggiare.

Teneva stretto il volante tra le mani, la marcia inserita e lo sguardo fisso sulla radio spenta, con le palpebre semichiuse.

Una sola ragione lo spinse, dopo pochi minuti, a mettere in moto e partire per andare alla festa: Temari.

Non era assolutamente certo che ci fosse stata anche lei, ma voleva vederla.

Chissà come mai, poi.

Una volta arrivato a destinazione, Kiba, Sakura, Sasuke e Ino erano già in salotto, occupati in varie faccende.

Lui si appropriò subito del divano, buttandosi a peso morto per schiacciare il tanto atteso riposino.

Ino lo guardava da lontano, Era sdraiato sul ventre con le braccia conserte che li facevano da cuscino. La bocca era semiaperta e il suo respiro era calmo e regolare.

Incredibile quanto bello fosse quello scansafatiche.

-Ino, ci fai una foto? – La voce di Sakura interruppe la contemplazione di Ino.

- Sì Saku, mettetevi in posa… - rispose tranquilla, cercando di non ripensare ai pochi istanti prima.

La ragazza si mise in mezzo tra Kiba e Choji e lo scatto accecò anche il povero Sasuke.

- Ora ne voglio una con voi! – disse la rosa abbracciando l’amica e il suo ragazzo.

Il campanello suonò all’improvviso e Choji corse ad aprire la porta con in bocca un panino al latte.

-Ehilà ragazzi! Prego, entrate pure…Fate come se foste a casa vostra! – li invitò Choji con la bocca piena.

- Ehm…Grazie Cho… - rispose gentile Kankuro.

Temari squadrò il ragazzo paffutello.

- Choji! Sempre dietro a mangiare! – sbuffò la biondina, sorridendo.

Choji non fece in tempo a chiudere la porta che Neji e Ten-Ten si presentarono sulla soglia.

- Buonasera! – cantilenò Ten, abbracciata al suo compagno e porgendo dei biscotti di riso al padrone di casa.

- Grande Ten! Ti amo! – rispose felice l’amico.

- Ehi… - lo guardò malissimo, mentre Ten-Ten assisteva alla scena a divertita.

- Ah bè, si certo…Ti voglio bene… - si corresse ridendo l’amico.

I tre raggiunsero gli altri in salotto.

- Avete fatto pace? – chiese Kiba di sotto’occhi.

- Certo…che credevi? – rispose Ten, saldando la stretta a Neji.

Il ragazzo si limitò a darle un bacino innocente sulla fronte.

Presto i maschi si isolarono in un angolo del salotto per giocare alla palystation (tutti, tranne Shikamaru che stava ancora dormendo sul divano).

Ten-Ten andò alla ricerca di Temari, che ancora non aveva visto.

- Oh! Ciao Tem! Finalmente ti ho trovata… - disse la ragazza sedendosi su uno sgabello della cucina.

Temari le stava seduta di fronte.

- Ehi, Ten! – le sorrise, guardandola negli occhi.

Ten-ten arrossì un poco e sfoggiò anche lei un sorriso smagliante.

- No, aspetta…Non ci credo, l’avete fatto? – chiese esterrefatta l’amica.

- Sì! Ed è stato perfettamente stupendo! Meglio ancora delle mie fantasticherie di questi due anni! – rispose con quasi le lacrime agli occhi la ragazza.

- Sono felice Ten… - rispose abbracciando l’amica con affetto.

Successivamente le due amiche tornarono dagli altri.

- Ehi, Neji…Ma Hinata? – chiese d’un tratto Sasuke.

- Ehm, mia cugina è uscita con Naruto. Volevano passare una seratina da soli…- rispose titubante Neji.

- Che dio guardi giù per la poveretta! – esclamò Kiba, facendo il segno della croce.

- Ma piantala…- lo colpì Temara sulla spalla, seguita da Sakura.

- Naruto è stato tanto carino! E’ preso bene allora… - disse con voce sognante Ten-Ten, accucciandosi sul tappeto, vicino a Neji.

- A quanto pare è stato colpo di fulmine…- concluse Kankuro..

- Più che altro, gli ha fatto bene la notte passata insieme in tenda…- rispose con una risatina stupida Ino.

Tutti la guardarono piuttosto in malo modo, ma le bastò fare l’innocentina che fu tutto risolto.

Finalmente risorse il povero Shikamaru dal sonnellino.

- Ladies and gentleman…Shikamaru Nara! – urlò Kiba con un accento esagerato.

- Kiba, per favore, evita… - rispose scocciato il ragazzo col codino.

Temari istintivamente si voltò per incontrare anche un suo piccolo sorriso, ma stranamente fu lui che s’avvicinò a lei per primo.

- Ehi…- fu il suo saluto.

- Ciao… - rispose distante lei.

- Allora, come va? – chiese naturale Shikamaru.

- Tutto alla grande, grazie… - rispose sicura, ma neanche tanto.

Cominciarono così a chiacchierare del più e del meno e la serata passò per tutti molto tranquilla, tra musica e danza.

Ormai non pioveva più e presto i genitori di Choji sarebbero rientrati, così fu costretto a malincuore e mandare via i suoi amici.

- Grazie della festa, Cho…E’ stata un vero spasso! – lo salutò Ino con la sua solita voce provocatoria.

- Grazie a voi ragazzi! Ci vediamo domani! –

- Buonanotte a tutti! –

Presto tutti salutarono e uscirono dal quartiere dell’amico.

- Kankuro, mi accompagneresti a casa? – chiese Ino con occhi sfavillanti.

- Certo Ino! –disse entusiasta – Oh, cacchio! No, non posso lasciar tornare a casa mia sorella da sola… - aggiunse subito dopo il ragazzo.

- Kakuro ma per chi mi hai preso? Non ho bisogno della balia…Accompagna la Miss qui…- ribattè sarcastica e determinata la biondina.

- Sicura Tem? –

- Vai tranquillo…- le sorrise la sorella.

- Tsk…Vieni seccatura, ti accompagno io… - la voce assonnata di Shikamaru irruppe d’improvviso, creando un certo scambio di sguardi tra i ragazzi.

- Ma che stai dicendo Nara? Sono qui a 4 passi… - pigolò asciutta Temari.

- Grazie Nara,,,Assicurati che arrivi a casa sana e salva! – lo incitò Kakuro.

- Non voglio essere scortata, grazie… - ribattè la ragazza, cingendo le braccia al petto.

- Muoviti, andiamo… - la zittì il ragazzo col codino.

Temari cedette sbuffando e lo seguì.

Ino li guardò avviarsi verso la macchina con occhi tristi, ma decise che non ci avrebbe pensato, così prese sottobraccio Kiba e Kankuro e si incamminò nella direzione opposta ai due.

- Sali… -fece il moro aprendo la portiera alla biondina.

- Che galanteria, Nara…- disse maliziosa la ragazza.

Shikamaru la guardò roteando gli occhi. Le chiuse la portiera e andò a sedersi al volante.

- Per quanto me ne possa fregare poco delle seccature come te, non mi piace che una ragazza se ne vada in giro, di notte, da sola… - cominciò Shikamaru.

- Cavolo Nara, da te una frase di questo genere non me lo sarei mai aspettata… - disse sarcastica la ragazza.

Shikamaru sembrò non badarci troppo e  pochi minuti dopo erano già davanti a casa Sabaku.

- Bè, grazie Shika…Ci vediamo domani… - disse Temari, facendo per uscire dalla macchina.

- Aspetta…- la fermò Shikamaru.

Il braccio di Temari si bloccò di colpo sulla maniglia della portiera.

Lei si voltò.

Lui le si avvicinò con cautela.

Il suo viso era a un palmo di naso dal suo, ma lei non arretrò né mosse alcun muscolo, pietrificata dai quei dai suoi occhi, da quello sguardo…Decisamente troppo vicino.

Poi, fu un attimo.

Una vampata di ira le pervase il corpo, tanto da portarla a tirare una sonora sberla al ragazzo.

- Ahi! Ma che cazzo ho fatto?– sbottò il ragazzo, massaggiandosi la guancia rossa.

- Ma chi ti credi di essere, razza di pervertito? Pensi di potermi usare come hai fatto con quella troia della Yamanka? – ruggì Temari.

Il ragazzo la guardò allibita.

- Ma tu non sei normale! Non ti ho fatto niente! – rispose placato il ragazzo, portandosi le braccia dietro la nuca.

- Ti sei avvicinato troppo per i miei gusti…. – lo squadrò con due fessure al posto degli occhi la biondina.

Shikamaru scoppiò semplicemente a ridere.

- Che hai da ridere? – sbottò accigliata, le braccia conserte e lo sguardo assassino.

- Credevi che avessi voluto fare chissà che cosa con te?  – la provocò beffardo lui.

- Ma vaffanculo, Nara! – lo zittì la ragazza, scendendo dalla vettura e varcando la porta di casa indispettita.

Il ragazzo rimase in macchina a guardare la porta d’ingresso sbattere violentemente e non potè trattenere un piccolo ghigno di soddisfazione.

In camera, Temari, stava con gli occhi fissi sul soffitto e ripensava ai pochi istanti prima con lui.

“Quel grandissimo idiota! Domani se prova ad avvicinarsi, io….”

Di getto sprofondò la testa nel cuscino e prese a sbattere i piedi sul letto. Si sentiva semplicemente soffocare dalla felicità per un nulla, ma era comunque un passo avanti.

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** idea idea idea! ***


A Konoha il clima non era decisamente dei migliori

A Konoha il clima non era decisamente dei migliori. Erano ormai parecchie settimane che il tempo sembrava non volersi stabilizzare: due giorni di pioggia, uno di sole e poi ancora pioggia.

A causa del maltempo, i ragazzi erano costretti a ritrovarsi a casa di qualcuno, perché il campetto restava sempre allagato e l’idea di vagare per il paese sotto la pioggia non era molto allettante.

Quel giorno le ragazze vollero trovarsi a casa di Ten-Ten, per passare un pomeriggio tra sole donne.

- Non è possibile! Siamo a luglio, per dio! Ci vuole il sole, il caldo, la spiaggia, gli autoabbronzanti, le gonnelline, i sandali, il succo d’ananas col ghiaccio! Non riesco a credere di essere qui in casa, con fuori 10° e con addosso jeans e maglione! – sbottò Ino, seduta sul letto, intenta a non sbavare lo smalto blu cobalto sull’alluce.

- Già, in effetti, ormai, non si sa più neanche cosa fare. Si passano i pomeriggi chiusi in casa a giocare a carte o a shoji, come pensionati… - commentò Kin, alle prese con le pellicine.

- L’unico che pare divertirsi è Shikamaru. Ieri ha giocato 9 partite di shoji! Per lui divano e shoiji sono il pane quotidiano…- rise Ten-Ten.

Temari sorrise annuendo all’amica, che stava sdraiata sul tappeto a sfogliare una rivista.

- Ehi, Tem…ti piace?  - domandò Tayuya mostrando fieramente il suo smalto rosso sulle mani.

- Carino… - rispose disinteressata la ragazza, occupata a giocare al computer con Hinata.

- Cazzo!  - si sentì la voce di Sakura rimbombare per tutta la stanza.

- Che è successo? – chiese semi-preoccupata Kin.

- Niente di grave, solo un po’ di acetone sulla mia camicetta rosa… -rispose sarcastica Sakura, osservando disgustata la macchia rosa chiaro in contrasto col colore neutro della maglietta.

- E va , la tingi tutta di blu elettrico ed è tutto risolto… - azzardò Tayuya.

- Giusto! E poi il blu elettrico è di tendenza questa estate… - sorrise Ino, sempre alle prese col suo smalto.

Sakura sbuffò, mandando a quel paese quel dannato barattolo.

- Ragazze, vi prego…Troviamo qualcosa da fare, non ne posso più di sta monotonia! – disse straziata Ten-Ten, sdraiandosi a pancia all’insù sul tappeto.

- Ci vorrebbe una bella vacanza… - sbuffò annoiata Kin.

- Kin, ma noi siamo in vacanza! – l’informò Hinata emettendo una debole risatina.

- Lo so, ma io intendevo vacanza nel senso fuori-da-Konoha…Qualcosa tipo una settimana in montagna o che ne so… – si corresse la mora, sistemandosi la fascia per capelli allo specchio.

- A luglio in montagna? Magari speri pure di trovarci la neve…- esordì con tono sapiente Ino.

- Scherzi? Guarda che i paesaggi di montagna d’estate tolgono il fiato! – si difese Kin.

- Verissimo! Ci sono delle camminate spettacolari nei pressi del monte Fuji…- annuì Sakura.

- Sì, grazie…Ma avete idea di quanto costa affittare una baita a luglio? E’ una cosa impensabile…- aggiunse saggia Temari.

- Non se i miei mi lasciano la baita… - se ne uscì Tayuya fiera.

Le ragazza presero a fissarla sbalordite.

- Tu hai una baita in montagna? – chiese scettica Sakura.

- Proprio così! – le sorrise compiaciuta la ragazza.

- Ma da quando? – chiese ancora sconcertata Ino.

- I miei l’hanno da parecchio tempo, ma fino a l’anno scorso nessuno ci andava più. Abbiamo da poco rifatto il tetto, rendendola vivibile al cento per cento. Mio fratello c’è appena stato e i miei gli hanno lasciato le chiavi senza problemi… - spiegò l’amica.

- Si, ma c’è da dire che tuo fratello ha anche 25 anni, Tayu…Non credi potrebbero un attimino opporsi? – le fece notare Temari.

- Andiamo, ho 18 anni! E come ben sapete sono una studentessa modello e una figlia invidiabile! Si fideranno a lasciarmi la casa per una settimana tranquilla, vedrete…- assicurò la rossa mostrando una “V” di vittoria con due dita.

- Che eccitante! Una settimana in mezzo ai boschi da soli! – gli occhi di Ten-Ten sprigionavano una luce accecante.

- Però bisognerà organizzarsi anche coi maschi…Dite che accetteranno? – chiese pensierosa Hinata.

- Ma è ovvio che verranno…Figuriamoci se si lasciano scappare l’opportunità di stare una settimana, da soli, con noi femmine, quei pervertiti! – schioccò con la lingua Ino.

- Ehi, sia chiaro…Che nessuna faccia la gattina con Neji! – chiarì subito Ten-Ten.

- Idem con Sasuke… - allertò Sakura, guardando soprattutto in direzione di Kin, la quale arrossì un poco.

- , togliendo anche Naruto che è di proprietà Hinata, restano ben pochi allocchi liberi… - borbottò Tayuya.

- Se vengono anche Shino e Sai, restano loro con Kiba, Choji, suo fratello (indicando Temari) e Shikamaru…- prese a contare sulle dita Ino.

- Hinata, sicura che Naruto non sia libero? – chiese con naturalezza Kin.

- V-veramente…- balbettò la povera ragazzina.

- Hinata sta con Naruto e che nessuno s’azzardi a fare la cretina con lui, chiaro? – la difese prontamente Temari, squadrando le ragazze.

Hinata arrossì, ringranziando con un sussurro labiale l’amica.

- Ok, ora non resta che organizzare il tutto… - esordì Ten-Ten, cercando di placare la tensione che s’era creata,

- Per prima cosa, direi di occuparcene noi ragazze, come si sa i maschi sono abbastanza carenti in fatto di organizzazione… - replicò con fare palese Ino.

- Ma ancor prima, sarà meglio chiedere il permesso ai genitori…- ricordò sensatamente Sakura.

- Particolare da non sottovalutare… - concluse saccente Tayuya.

Le ragazze presero così a fantasticare sulla possibile vacanza, entusiasticamente.

Intanto, i ragazzi, s’erano ritrovati a casa di Kankuro, approfittando del pomeriggio libero, senza ragazze.

Kiba se ne stava sdraiato sul letto di Kankuro a giocherellare con una pallina da tennis.

Sai era seduto su una sedia con la musica a palla nelle orecchie, mentre Shikamaru e Choji stavano stravaccati sul divano.

- Chissà di che staranno parlando le ragazze…- esordì Naruto che vagava nel vuoto della camera, in cerca di qualcosa da fare.

- Di cosa vuoi che parlino?  Scarpe, vestiti, profumi…Solite puttanate..- sbuffò Sasuke, concentrato sulla partita alla play contro Neji.

- Ma vaffanculo! Sto coso non funziona! Non doveva andar di là la palla! – sbottò Neji, scuotendo violentemente il joystick.

- Se non sei capace di usare i comandi non è colpa di nessuno… - rispose tranquillo Shikamaru che osservava divertito quella scena.

- Zitto, Nara! - lo seccò il ragazzo.

Shikamaru per tutta risposta emise un sonoro sbadiglio e si accoccolò sul manicotto laterale del divano.

Sai prese a canticchiare qualcosa sottovoce, seguendo il ritmo della musica con degli strani movimenti con la testa,

- Ehi, Sai, che ascolti? – chiese curioso Naruto.

Sai non rispose, continuando a gongolare la testa.

- Sai?-  ripetè il biondino avvicinandosi all’amico.

- Sai! – urlò Naruto, levandoli le cuffie.

- Che diavolo vuoi? – chiese estraniato il ragazzo.

- Diamine ma non ti si fonde il cervello ad ascoltare questa robaccia? – chiese allibito l’amico.

- Come, scusa? – chiese distratto Sai.

- Tsk, lasciamo perdere… - si abbattè il biondino, lasciandosi cadere col sedere per terra.

- Ho fame…- la voce di Choji spuntò quasi dal nulla.

- Serviti in cucina, non ho voglia di alzarmi…- rispose assonnato il padrone di casa, spaparanzato sopra un cuscino gigante.

- Kankuro, hai mai visto Temari nuda? – ne uscì d’un tratto Neji.

- Che domande, certo! – rispose pacato Kankuro.

Shikamaru sussultò, poi emise un colpetto di tosse disinteressato, trovandosi in seria difficoltà nel camuffare il principio di guance vermiglie sul suo volto.

- Ehi, amico, tutto a posto? – chiese Choji, tornando dalla cucina tenendo in mano due onigiri.

- Si, solo un colpo di tosse…- rispose disattento.

- Solo un colpo di tosse, eh… - lo guardò di soppiatto Kiba.

- Che hai da guardare in quel modo? – chiese Shikamaru leggermente sotto pressione.

- Ti sei scandalizzato perché ho detto che ho visto mia sorella nuda? – chiese tranquillo Kankuro.

- Ovvio che no, razza di idioti. Che andate a pensare?- rispose il ragazzo, cercando mentalmente una via di fuga.

- Non è che, invece…- gli occhi di Naruto si fecero maliziosi e spiegò il suo pensiero tramite gesti abbastanza imbarazzanti.

Shikamaru li tirò un sonoro pugno in testa.

- Io odio le seccature, se non vi ricordate…- commentò obiettivo.

- Sé …Prima o poi, caro Nara, anche tu cadrai vittima di una “seccatura” e allora le cose cambieranno, vedrai…- disse in un tono paternale Sasuke.

- Ragazzi, ste cose mi annoiano, cambiamo argomento, và…- cercò di divincolarsi il ragazzo col codino.

Quando c’era di mezzo Temari, il suo cervello prendeva a non ragionare più e ciò lo turbava pesantemente. Razza di seccatura

- Ehi, ehi…Guardate qui! Ten mi ha appena mandato un messaggio chiedendo se ci va di passare una settimana nella baita in montagna di Tayuya…- spiegò Neji frettolosamente.

- Non pensavo che Tayuya avesse una baita…- si stupì Kankuro.

- Che facciamo? – chiese dubbioso Naruto,

- Ma direi che ci andiamo sicuro! Scherzi? Una settimana senza genitori! Sai che sballate che ci prendiamo?! – esordì entusiasta Kiba, col consenso di Sai che, finalmente, iniziava a partecipare alla conversazione.

- Quando si parte? – chiese ansioso Choji, masticando goffamente il suo onigiri.

- Ten dice settimana prossima, a noi la scelta del giorno…- rispose subito Neji.

- Allora decidiamo e poi le faremo sapere…- trasse le somme Kankuro.

- Giusto! Bella! - esultò Kiba, assieme a Naruto.

Shimamaru si limitò a fare spallucce, in tono di rassegnazione.

Una settimana con in giro quella seccatura 24h su 24…Doveva essere pazzo per desiderare così tanto di averla tra i piedi.

Dopo qualche discussione, i ragazzi decidettero per il giovedì che veniva.

Si organizzarono con 4 macchine, alla guida di Tayuya, l’unica che conosceva la strada, Shikamaru, per suo malgrado, Shino (cugino di Sai) e Neji.

Il mercoledì che precedeva il fatidico giorno, Temari e Ten-Ten si trovarono per preparare la valigia insieme.

Temari aveva la borsa aperta sul letto e in un primo momento ci cacciò dentro l’intimo, qualche maglietta e due paia di pantaloni.Si osservò intorno e pensò che avrebbe potuto benissimo chiuderla, pronta per la partenza.

Ma la sua migliore amica non le permise di partire con 4 stracci, così la indusse a portarsi dietro anche una gonna che neanche lei ricordava di possedere e qualche mogliettina carina, in più, per la sera.

Quanto mai aveva chiesto a Ten di aiutarla, si ripeteva.

La partenza era stata prevsita alle 7, in modo tale di giungere a destinazione nella tarda mattinata. Ovviamente, l’idea di partire all’alba era nata dal quella gran testolina di Sakura.

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** gita! e sorpresina notturna... ***


Shikamaru sentì la sveglia suonare

Shikamaru sentì la sveglia suonare.

Non poteva credere di essersi lasciato abbindolare da Kiba pechè guidasse lui e per lo più, alle 7 di mattina.

Si girò e rigirò nel letto, tentando, invano, di spegnere quel dannato orologio con la forza del pensiero.

Passati 10 minuti buoni, si alzò, con molta calma.

Guardò fuori dalla finestra, tirando un sospiro di sollievo nel vedere che non pioveva.

Si diresse dritto in cucina per far colazione.

Fece per versare il liquido nella tazzina, ma scoprì, per la sua gioia, che il caffè era finito.

“La giornata inizia bene….”

Si mise a brontolare qualcosa sottovoce, dopodiché tirò su il suo zaino e si diresse verso la macchina, salutando con un cenno della mano la madre che si era da poco alzata.

Mise in moto la vettura e con aria assonnata accese la radio.

Arrivò in pochi minuti al campetto, dove già lo stavano aspettando tutti i suoi compagni.

- Alla buon’ora, Nara! –

- Kiba…Ti lascio a piedi! – lo minacciò, sadicamente, Shikamaru.

I posti in macchina furono già assegnati e guarda caso, in macchina con Shikamaru, finirono Kankuro, Kiba e Temari.

- Io sto davanti! – urlò Temari, sorpassando di corsa il fratello e Kiba.

- Scordatelo, non voglio seccature alla mia destra…-

Troppo tardi. La biondina s’era già agguantata sul sedile vicino al suo.

Shikamaru sospirò, arrendendosi davanti a quel sorrisetto peperino.

Il viaggio durò circa 3 ore e in quell’asso di tempo, Shikamaru e Temari non aveva smesso un secondo di stuzzicarsi, punzecchiarsi e, ovviamente, litigare, usando, spesso, come scusa, il cambio della stazione radio.

Dietro di loro, Kiba e Kankuro, avevano dormito come ghiri per la maggior parte del tempo.

- Eccoci arrivati…- disse compiaciuta Tayuya, scendendo dalla macchina.

- Wow, Tayu! Ma è enorme! – replicò Sakura entusiasta, ammirando la grandezza e la bellezza di quella baita fatta di mattoni e di legno.

- I soldi non le mancano di certo…- sussurò tra i denti Ten-Ten, intenta a tirar giù la sua valigia dalla macchina di Neji.

- Ehi, Shino! Potresti darmi una mano con questa borsa? – chiese gentilmente Ino, lasciando svolazzare la mano per richiamarlo.

Più che una borsa, era una cabina portatile e per tirarlo giù ci vollero le braccia di Shino e Shikamaru , insieme.

- Ino, è solo per una settimana…- obiettò ironica Kin,mostrandole la propria valigia che era decisamente un quarto della sua.

- Sono una ragazza previdente…- si giustificò la ragazza, scostando con sensualità il ciuffo biondo laterale che le ricopriva metà faccia.

- No, sei una ragazza viziata e tremendamente superficiale…- le completò la frase Temari, cinica.

- Pensa per te Sabaku…- squittì la vocina isterica della biondina.

Temari non potè far altro che soffocare una risata, come del resto fecero Hinata e Naruto al suo fianco.

Tayuya aprì la porta d’entrata e davanti agli occhi di tutti si aprì un enorme salone, fatto esclusivamente di legno pregiato, che ospitava dei divanetti e dei mobili antichi.

Sulla destra si trovavano la sala da pranzo, due bagni e il salotto. Sulla sinistra una sottospecie di soggiorno col camino e il biliardo.

- Al piano superiore ci sono le camere e ogni camera ha il suo bagno. Sembra grande, ma credetemi…non ha poi tutta sta accoglienza. Vi prego solo di non scendere al pieno sotto. Non è ancora del tutto finito e per lo più non c’è luce…- spiegò Tayuya, mostrando la casa agli amici.

- Scegliamo noi le camere? – chiese curiosa Kin.

- Sì, certo. Però, mi sa che c’è un problema…- cominciò Tayuya,

- Sarebbe a dire? – commentò Ino.

- , ci sono solo 7 camere e precisamente, 5 doppie (con letti matrimoniali) e due triple. Non so se vi può andare bene…- continuò Tayuya titubante.

- Non credo ci siano problemi per le doppie col matrimoniale…– ci scherzò sopra Kiba, alludendo alle svariate coppiette.

- Ok, saliamo che vele mostro…– .

Tayuya si fece strada sulle scale, per sbucare, al di sopra, in un lungo corridoio.

- Prima porta a destra, prima camera doppia, chi va? – chiese la guida.

- Andiamo noi, dai…- disse Neji, tirandosi dietro Ten-Ten che arrancava con la borsa sulle spalle.

- Queste altre due porte sono altre doppie…- le indicò la rossa.

Le camere furono, dunque, occupate rispettivamente da Sakura e Sasuke e da Hinata a Naruto.

- Qui, ci sono altre due camere doppie che, però, sono comunicanti…- disse indicando due porte sulla sinistra, in fondo al corridoio.

- Comunicanti? – chiese Ino incuriosita.

- Sì, nel senso che sono due camere doppie distinte, ma sono anche unite da una porta, all’interno, che le mette in comunicazione, cioè che…- Tayuya fu interrotta dall’esaltazione di Kiba che si precipitò subito nella camera, seguito da Kankuro e quindi da Temari.

- Ehi, Shika, ci vai te a dormire con Kiba? – chiese Choji all’amico.

- Io con Kiba in un matrimoniale? – sgranò gli occhi Shikamaru.

- Io mi sono già messo d’accordo con Sai e Shino che stiamo nella tripla… - spiegò con fare innocente il ragazzo.

- Dio, mio…- si arrese il moro, raggiungendo Kiba che già straparlava per l’entusiasmo.

In ultimo, le triple furono occupate da Ino, Kin e Tayuya e Choji, Shino e Sai.

I ragazzi stavano nelle rispettive camere per sistemare i bagagli e già si sentivano le urla di Sakura riguardo il “suo spazio” che era stato occupato dai vestiti di Sasuke.

In camera di Temari, intanto…

- Certo che sta baita è una favola… - disse spensierata Temari, gettandosi sul morbido materasso.

- Già…Non capisco perchè ci siamo venuti solo ora, se ha detto che i suoi genitori l’hanno da parecchio tempo…- constatò Kankuro, osservando il prezioso legno intagliato dei comodini.

Temari fece spallucce, tornando nuovamente a fissare il soffitto di legno chiaro.

- AAAAAAAAAAAAH! Porca puttana! Kiba! –

L’urlo di Shikamaru si sentì rimbombare tra le pareti.

Kankuro scattò ad aprire la porta comunicante, per assicurarsi che non fosse successo nulla di grave.

- Ehi, ma che diavolo è successo qui? – chiese allibito il ragazzo.

- Chiedilo a sto cretino! Mi ha fatto arrivare in testa una mensola! – si lamentò Shikamaru, tenendosi la testa dolorante.

Kankuro si dilettò in una sonora risata, vedendo la piccola mensola di legno a terra e Kiba piegato in due dalle risate.

- Oddio! Ehi, Tem, vieni qui, ti prego! Che scena! – urlò ridacchiando

- Ma che cazzo….- Temari si bloccò sulla soglia nel vedere Shikamaru che si rotolava sul letto, premendosi la fronte, con indosso solo un paio di boxer neri, per di più, leggermente aderenti.

Il corpo di Temari avvampò, ma cercò di mantenere il sangue freddo.

- Tsk, che due sfigati…- si limitò a commentare, sgusciando via da quella visione sublime per non dare nell’occhio.

Sarà stato anche un nulla facente, ma quegli addominali, quei pettorali e quelle due gambe toniche e muscolose al punto giusto non lo avrebbero mai dato a immaginare che era un sedentario di prima categoria. Era magro, ma piazzato veramente niente male. Temari arrossì per i suoi pensieri poco decorosi che le stavano affiorando in mente e decise di dedicarsi ad altro, come disfare finalmente le 4 cose in croce che aveva portato.

Verso l’ora di pranzo, Tayuya richiamò “gli uomini” perché cucinassero per tutti, mentre il turno delle ragazze sarebbe stato per la cena.

Fortunatamente Choji era un ottimo cuoco, oltre che buon gustaio.

A tavola, Ino, faceva ben attenzione a scartare i pezzi di salmone che Choji aveva affettato con tanta cura per fare il sugo della pasta.

Alla fine mangiò metà della metà della pasta che aveva nel piatto e ne uscì con una frase tipo “Che mangiata”, richiamando l’attenzione sbalordita di tutti.

Shikamaru impugnava la forchetta più per inerzia che per fame, dal momento che gli occhi gli si continuavano a chiudere; aveva assolutamente bisogno di dormire.

Finito di pranzare, Hinata , Kin, Temari eTayuya si fecero volontarie per sparecchiare  e lavare, mentre i maschi si spaparanzarono in salotto a giocare a shoji.

Sakura e Ino furono le più temerarie, poiché si piazzarono in giardino in costume a prendere il sole tanto atteso.

Non faceva freddo, ma neanche questo gran caldo. Dopo poco più di mezz’ora le ragazze rientrarono, abbastanza infreddolite.

Sakura si avvolse tra le braccia di Sasuke, il quale sonnecchiava intontito sul divano, mentre Ino filò in camera a imbottirsi di flimucil e quant’altro, onde evitare di beccarsi il raffreddore.

Shikamaru, com’era ovvio, si rintanò in camera a suo volta, addormentandosi beatamente sul letto.

Shino e Kankuro furono alle prese con la televisione per tutto il pomeriggio, cercando di trafficare con l’antenna, perché in quella zona i canali non prendevano.

Era giunta ormai l’ora di cena e le ragazze si dilettarono tra i fornelli, ognuna con la sua specialità, fornendo ai ragazzi antipasto, primo, secondo, contorno e dolce.

Il dolce lo aveva preparato Temari, la quale rimase piuttosto scioccata dai deliziosi complimenti che i ragazzi, in particolare Kiba e Naruto, le fecero.

Shikamaru non si pronunciò, ma la biondina potè ben notare con che espressione si inghiottì di gusto l’ennesimo biscotto di riso.

Fattasi ormai tarda sera, i ragazzi preferirono andare a letto presto, così, chi per sonno, chi per farsi le coccole, verso le 10 le luci della baita si spensero.

Temari, tuttavia, non riuscì ad addormentarsi subito.

La sua mente stava al di là di quella porta, dove Shikamaru dormiva.

Praticamente erano nella stessa camera.

Sentiva i respiri affannosi di Kiba confondersi con quelli del fratello e gli “shhhh” e le scarpate che Shikamaru tirava al compare di fianco,senza ottenere risultati.

Ad un certo punto, nel cuore della notte, la porta si aprì.

- Seccatura, dormi? –

Temari, che ormai si era semi-addormentata, alzò lievemente le palpebre e venne colta da un improvviso giramento di testa: Shikamaru stava in piedi davanti al suo letto.

- Nara?! Che diavolo ci fai qui? - chiese stroppiciandosi impacciata gli occhi.

- Ehi, io non riesco a chiudere occhio con Kiba di fianco. Russa come un dannato. Gli ho tirato scarpe e ruzzi, ma niente…- si lamentò Shikamaru.

Temari lo osservò attentamente.

Aveva indosso ancora una volta solo i boxer, mentre lei solo una maglietta troppo lunga. Un’altra vampata.

- E con questo, cosa vorresti dire, Nara? – chiese scettica la biondina, cercando di fare la disinteressata.

- Che adesso ti fai più in là e mi lasci un po’ di spazio nel letto perché io, con quel trombone di fianco, non ci dormo…- la finì lì il ragazzo, saltando carponi sul materasso, costringendola ad arretrare verso la parte di Kankuro, il quale dormiva rannicchiato su un fianco in un minuscolo angolino.

- Nara, esci di qui! Subito! – sbraitò sottovoce Temari, spingendolo coi piedi per farlo cadere.

- Stai buona…- la incalzò lui, afferrandole le caviglie

Temari si girò dalla parte opposta sbuffando scocciata.

- Buona notte seccatura…- sussurrò il ragazzo, accomodando la testa sullo stesso cuscino della ragazza.

- Crepa nel sonno, Nara…- furono le ultime parole di lei.

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** vento, nuvole... ***


Il sole era già sorto da un paio d’ore, quando un raggio dispettoso trapassò il vetro della camera di Temari, che si svegliò di malavoglia

Il sole era già sorto da un paio d’ore, quando un raggio dispettoso trapassò il vetro della camera di Temari, che si svegliò di malavoglia.

Aprì prima uno poi l’altro occhio. Si eresse a sedere sul letto e si mise ad osservare intorno a sé la stanza.

Si sentivano delle voci provenienti dal piano terra, tra le quali una era quasi certa fosse stata quella di Ten-Ten.

Al suo fianco, Shikamaru dormiva ancora, totalmente assopito tra cuscino e coperta.

Kankuro, invece, doveva già essersi svegliato.

In punta di piedi scese dal letto, si infilò un paio di pantaloni della tuta e scese a raggiungere gli altri.

- Ehi, Tem! Fai colazione con noi? – chiese una pimpante Ten- Ten.

Allora non si era sbagliata, prima.

- Ehm, magari…Che ore sono? - chiese prendendo posto su una sedia.

- Circa le nove…- rispose Hinata, accoccolata sul tavolo della cucina.

Naruto non l’aveva proprio fatta dormire quella sera.

-Programma di stamattina? - chiese Temari sorseggiando il suo caffè.

- Sole e vetta…-  rispose entusiasta Tayuya.

- Vetta? – chiese come chiarimento la biondina.

- Sì, vetta. La vetta del monte. E’ poco distante da qui, è una passeggiatina, nulla di che…-.

Temari rabbrividì. Sapeva bene che intendeva Tayuya per “passeggiatine”, minimo sarebbe stata una camminata in salita di un’ora.

- Chi dorme ancora? – chiese Kankuro che arrivava dal salotto, con aria tremendamente riposata.

- Ino, Kin, Sakura, Sasuke, Kiba, Naruto, Shikamaru, Choji..insomma, quasi tutti… - replicò Tayuya intenta a spremere la sua arancia.

- Capisco…Wella, sorellina! Dormito bene? – chiese simpatico .

- Una favola, guarda…- rispose sarcastica la sorella.

- Illuminami un attimo, perché Shikamaru ha dormito con te? – chiese schietto Kankuro.

Degli sguardi interrogativi si diffusero nella stanza.

Temari non si lasciò cogliere dall’emozione.

- Perché Kiba russava ed è venuto a scassarmi nel cuore della notte…- rispose asciutta, cercando di parire più tranquilla possibile.

- In effetti, l’ho sentito anch’io Kiba russare…- obiettò Kankuro, sedendosi accanto a Ten-Ten.

Temari sospirò sollevata, dal momento che la questione-Shikamaru venne liquidata in fretta.

- Buongiorno…- la voce assonnata di Naruto riuscì a svegliare Hinata, la quale s’alzò di scatto dal tavolo.

- Buongiorno piccola…- le sussurrò Naruto, schioccandole un bacio che sapeva di latte e cacao.

Poco dopo scesero un Sasuke barcollante dal sonno e una Sakura e Ino che, invece, parevano fresche come una rosa.

E ancora Temari si chiedeva come diavolo facessero a essere perfette anche alle 9 di mattina.

Entro le 10 tutti fecero la loro comparsa in cucina, tutti tranne Shikamaru che, evidentemente, ronfava ancora, beato, nel letto.

- Per l’amor del cielo, qualcuno lo vada a chiamare o non ci muoviamo più di casa! - protestò Tayuya, già con lo zaino sulle spalle.

- Vado io, così recupero il mio zaino…- si offrì Temari, correndo su per le scale.

Arrivata di sopra, percorse il corridoio a passo svelto e aprì piano la porta della stanza.

Lui era ancora nella stessa posizione in cui l’aveva lasciato, rivolto a pancia in come un bambino e le braccia distese sul cuscino.

Li si avvicinò lentamente e cercò di svegliarlo con una scrollatina di spalle.

- NaraNara, svegliati… -

Niente. L’unica risposta che ebbe fu un borbottio indistinto, per poi rigirarsi nel letto, a pancia in giù.

Con pazienza, Temari provò nuovamente a smuoverlo, ma ancora invano.

Al terzo tentativo fece un bel respiro e…

- SHIKAMARU NARA! – gridò, e al diavolo la dolcezza.

Il ragazzo saltò sul letto con gli occhi sbarrati.

- Ma vaffanculo, scocciatura dei miei stivali!  Sei peggio di mia madre! – sbottò mugugnando il ragazzo, tentando di ributtarsi sotto le coperte, ma Temari non glielo permise.

Fu svelta a prenderlo per una gamba e a trascinarlo giù dal letto.

- Manchi solo tu, pigrone! Muoviti! - lo rimproverò la biondina.

Shikamaru scostò alcune ciocche di capelli, che si erano disfati dal codino, dal viso e prese a fissare quella seccatura.

Bella anche di prima mattina, dannazione.

Si alzò dondolante in piedi e si rifece la strana coda a forma di ananas, ma non li riuscì molto bene.

- Ah, dammi qua, scansafatiche…Non riesci neanche a farti una coda decente… - borbottò la ragazza, facendolo sedere sul letto e legandoli dolcemente i capelli.

- Ci voleva tanto? - chiese sarcastica, dandoli una leggera pacca sulla testa con la mano.

Shikamaru rimase in catalessi a fissare il pavimento, ma con le guance leggermente vermiglie.

Temari se ne accorse e sorrise dolcemente, per poi tornare in sé.

- , io scendo, raggiungici appena ti sei vestito…- disse varcando la porta – E non provare a ributtarti sul letto, perché la prossima volta userò le maniere forti! - urlò, scomparendo dietro la porta.

- Tsk, e quelle che ha usato stamattina cos’erano? Maniere dolci?… - borbottò tra sé e sé il ragazzo, inforcando dei jeans scuri e una maglietta a casaccio.

Poco dopo i ragazzi, finalmente partiti, cominciarono a camminare lungo un piccolo sentiero leggermente in salita, come supponeva Temari.

Ci volle quasi un’ora per raggiungere la vetta, tra una sosta e l’altra e tra una lamentela e l’altra di Ino, ma quando raggiunsero la punta, lo spettacolo che si mostrava ai loro occhi era semplicemente meraviglioso.

Una distesa  immensa di colline e pendii si apriva dinnanzi a loro.

Un silenzio spirituale li avvolgeva e nessuno osava interromperlo.

Rimasero fermi, muti per quasi mezz’ora, godendo di ogni attimo del tempo che scorreva.

- Sublime…- la soffice voce di Sakura interruppe, per prima, quell’aurea di magia.

- Fantastico, vero? Ve l’avevo detto che ne sarebbe valsa la pensa fare questa salita…- proferì Tayuya, anche lei rapita, per l’ennesima volta, da quel panorama.

Shikamaru non ci pensò due volte a stendersi sull’erba e a contemplare quel cielo, oltre che al paesaggio.

Due nuvole si rincorrevano, mosse dal vento, mentre altre si avvicinavano curiose, prendendo la forma prima di un coniglio, poi di un libro aperto.

Inspirò a pieni polmoni quell’aria fresca e, per la prima volta, non ebbe il coraggio di accendere alcuna sigaretta.

- Bellissimo, vero?- chiese Sai, prendendo posto accanto al moro.

- Già…-

- Non trovi sia pittoresco? – chiese l’amico, tirando fuori dallo zaino un album da disegno e un carboncino.

- Ma tu, da quando disegni? – chiese esterrefatto Shikamaru,

- Da sempre…- rispose lui, cominciando a tracciare una sottile linea sul foglio bianco.

- Sei parecchio bravo…- disse, sfogliando l’album che gli aveva passato l’amico.

- Grazie. Disegnare è la mia seconda passione, dopo la musica…- rispose con aria gentile lui.

- Tsk, 4 anni che ti conosco e mi rendi conto di non sapere un bel niente di te…- commentò sarcastico Shikamaru, portando le braccia sotto la nuca.

- Neanch’io ti conosco molto, ma per quel poco che ho potuto notare, sei un vero scansafatiche e antifemminista convinto….-

- Allora mi conosci perfettamente…- ghignò, Shikamaru.

- Posso farti una domanda? – chiese avventato Sai, continuando a tracciare morbide linee col carboncino.

- Dipende…- rispose il moro, rigirandosi un lungo filo d’erba tra i denti.

- Perché tutto questo odio, nei confronti delle ragazze? – chiese a dirimpetto Sai.

Shikamaru restò un attimo sconcertato, poi cominciò: - Io non odio le ragazze, E’ solo non mi piacciono…- confessò.

- Scusa, ma non mi pare proprio viste tutte le bravate con loro…- rispose, alludendo al fatto che quel ragazzo era considerato un vero rubacuori.

- Si, ma…Volgio dire che non riuscirei mai ad avere un rapporto stabile come lo ha Neji o Naruto, per esempio. Non lo so, ma forse stare con le ragazze mi fa sentire come quando sto con mia madre. Le ragazze rompono, ti dicono cosa fare, ti giudicano, ti vestono, ti tradiscono…Io voglio essere libero, come le nuvole. Ho bisogno dei miei spazi, della mia routine, del mio cielo dove potermi muovere, come quella nuvola lassù…- spiegò con malinconia, indicando una piccola nuvoletta in mezzo al cielo azzurro, isolata dalle altre.

- Le nuvole, però, hanno sempre bisogno di un vento che le spinga…-

- Può darsi, ma per ora sono felice da solo, come una nuvola solitaria…- scherzò il moro.

- Le nuvole non sono mai felici senza il loro vento che le spinge…- ribattè cupo Sai.

Queste ultime parole colpirono dritto al cuore Shikamaru.

Sai, soddisfatto della frecciatina che era riuscito a lanciarli, si alzò per raggiungere Shino e Kankuro, lasciando cadere il foglio sull’erba, accanto all’amico.

Shikamaru lo raccolse e i suoi occhi si pietrificarono nel vedere il disegno.

C’era raffigurato il cielo con al centro una folata di vento che muoveva delle nuvole verso destra, mentre a sinistra, dietro il vento e dietro le altre nuvole, era stata scarabocchiata  un’altra nuvola, più piccola delle altre e isolata, senza vento, che pareva statica.

Sotto, una scritta: “Nessuna nuvola è felice senza il suo vento”.

Istintivamente, Shikamaru pensò a lei. Pensò a Temari e quello che le aveva detto un giorno, qualche mese prima.

“- Ehi, scansafatiche numero 1, che guardi? – chiese la biondina sedendosi accanto all’amico, sdraiato su un prato.

- Guardo il cielo…- rispose lui, sognante.

- Ma è pieno di nuvole! –

- Appunto. Mi piace osservare le nuvole, sono così…libere! Peccato per il vento che le manda via…-

- A me piace il vento! – esclamò Temari.

- Perché?- domandò scettico il moro.

- Perché cambia, purifica, smuove….è attivo!  E poi senza il vento, le tue care nuvole sarebbero costrette a restare ferme, statiche senza muoversi mai…- le sorrise Temari.

I suoi occhi acquamarina, illumanti dal sole, risplendevano come cristalli colorati.

All’improvviso, una folata di vento scompigliò i capelli ai ragazzi.

- Sentito? - chiese entusitata la ragazza.

- Che cosa? – domandò confuso Shikamaru.

- Il vento…- rispose, emettendo un profondo respiro e gettando la testa indietro, chiudendo gli occhi.

Shikamaru scosse la testa per tornare al presente. D’istinto, si voltò per cercarla con gli occhi, e la vide.

Era là, seduta su un sasso che parlava allegramente con Ten-Ten e Kin.

Sarebbe stato bello se fosse stata lei, il suo vento.

Ma ancora non ne voleva sentire parlare di avere qualcuno a cui legarsi sentimentalmente, perciò scacciò forzatamente quel ricordo e si unì a Choji e Shino, intenti a scattare foto a casaccio al panorama.

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** nascondino! ***


I ragazzi tornarono alla baita dopo un breve pick-nick, esausti

I ragazzi tornarono alla baita dopo un breve pick-nick, esausti.

Per tutto il pomeriggio vagarono come zombie in cerca di qualcosa d’interessante da fare, ma, alla fine, finirono tutti con l’addormentarsi sul divano o sul letto.

La cena fu preparata, con cura, dalle ragazze, mentre toccò ai ragazzi sparecchiare e lavare le stoviglie.

Nel dopocena, si trovarono tutti in salotto, spaparanzati sui divani.

- Non c’è manco un briciolo d’alcool in questa casa…- commentò Kiba, sprofondando nella poltrona di pelle.

- Ehi, non voglio baraonda in casa mia…- lo minacciò Tayuya.

- E che palle…- si lamentò Kiba, rigirandosi nella comoda poltrona.

- Facciamo un gioco? – propose d’un tratto Ino, che stava sdraiata sul divano con le gambe appoggiate su quelle di Kankuro.

- Un gioco? – chiese scettico il fratello di Temari.

- Ma sì, uno di quei bei giochi che si fanno in montagna! – esultò eccitata Ino.

- Monopoli? – azzardò Temari.

- Ma va! Pensavo a qualcosa tipo…nascondino o guardia e ladri! –

- Oh buon dio, Ino! Hai 18 anni! – commentò Sakura, battendosi una mano in fronte, rassegnata all’infantilità dell’amica.

- Però, giocare in questa casa, a nascondino, deve essere una figata…- esordì Kin, guardandosi attorno.

- Infatti! E’ divertente! E poi nascondino è il tipico gioco che stimola il cervello e l’intuito…- spiegò saggiamente Ten-Ten.

Temari fissò le ragazze, sbigottita, mentre Sakura faceva finta di non prestarci attenzione.

- Ma sì, dai…Almeno ci facciamo quattro risate! – si alzò in piedi Naruto, divertito, mentre Hinata tentava di farsi piccola piccola per la vergogna.

- Io non gioco…- obiettò secco Shikamaru, seduto sul divano accanto a Neji e Choji.

- Ma dai, Shika…E’ solo per fare qualcosa…- lo incitò Neji, mollandoli un colpetto col gomito nel fianco.

- Se proprio devo fare qualcosa, allora vado a letto…- rispose stiracchiandosi esageratamente.

- Mamma mia! Che pensionato che sei, Nara…- lo rimproverò Temari, gettandoli un simpatico occhiolino.

- Taci, seccatura…- mugugnò il moro, sorridendo sotto i baffi.

- Dai ragazzi, si gioca tutti, punto e basta…- concluse, in fretta, Ten-Ten.

Dopo, finalmente, aver convinto-costretto Shikamaru a partecipare al gioco, Choji cominciò a contare, mentre gli altri partirono in una sfrenata ricerca per il “posto migliore” in cui nascondersi.

- Ma guarda che mi tocca fare…- borbottò Shikamaru, cercando un qualche buco in cui nascondersi.

- Ehi, non ti mimetizzi col tuo habitat? – scherzò Shino, indicando il divano.

- Idiota…- sentenziò il moro, dirigendosi verso l’entrata.

- Ragazzi, sono un figo! – urlò sottovoce Kiba, raggomitolandosi sotto il lavabo della cucina e chiudendo la tendina gialla davanti.

- Tsk, quello è scemo…- disse Neji, intento ad arrampicarsi sul corrimano delle scale.

- Tesoro, ma che diavolo stai facendo? – chiese Ten-Ten che stava per raggiungere la cucina.

- Devo salire in camera, ma quelle scale scricchiolano troppo e attirerebbero l’attenzione di Choji…-  spiegò affannosamente il ragazzo.

Ten-Ten lo guardò rassegnata, scomparendo in cucina.

- Guarda che salirà comunque alle camere. I posti dove nascondersi sono poi questi, sai? - li ricordò Sakura, coprendosi il viso dietro la lunga tenda nel sottoscala.

.Temari vagava per la casa, ma non trovava un posto decente dove rifugiarsi.

Ormai Choji stava per finire di contare e lei era ancora in giro.

Si guardò intorno e il suo sguardo cadde sulle scale che portavano al piano di sotto.

Ci pensò un attimo, ma subito prese a scenderle perchè l’”Arrivo!” di Choji s’era già fatto sentire.

Arrivata in fondo alle scale, s’ immersa nel buio più totale.

Avanzava, titubante, lungo una specie di corridoio, tastando le pareti per orientarsi.

Quel posto metteva i brividi.

Decise, così, per la sua incolumità, di non spingersi oltre e si sedette al buio, con la testa appoggiata al muro, in attesa.

Passati diversi minuti nel silenzio più totale, si alzò, pensando che fosse arrivata l’ora di farsi viva.

Ripercorse un piccolo tratto, quando la sua mano, anziché il muro, tastò qualcosa di diversa consistenza.

Un urlo le uscì di bocca, spontaneamente.

- Ehi! – si lamentò una voce.

- Shikamaru, sei tu? – chiese la voce incerta di Temari.

- Oh no, ancora tu seccatura! – sbuffò il ragazzo.

Incredibile. Più non la voleva vedere e più lei c’era.

- Ehi, ma dove sei? Non ti vedo…- disse la ragazza, tastando l’aria.

- Sai com’è, è buio…- le rispose sarcastico.

- Bella trovata nasconderti qui sotto…- obiettò, ovviamente, con ironia la ragazza.

- Ci sono finito per caso…- sbuffò.

- Sé, come no...Che fai? Sali? – chiese in fretta Temari.

- Sì, tanto Choji non arriverebbe mai fino a qui, è un tale cagasotto…-

- Ma si può sapere perc…- la sua bocca venne tappata dalla mano del ragazzo.

- Zitta un attimo…- sussurrò, tendendo l’orecchio e mollando la presa.

- Cazzo! Dici che sta venendo qui Choji? – chiese ansiosa.

- Spero di no…Dai, vieni…-.

Shikamaru afferrò per un braccio la ragazza, conducendola lungo l’oscuro corridoio.

Per sbaglio, incontrò una porta e d’’istinto l’aprì.

- Qui, di certo, non entrerà…- commentò il ragazzo, facendo scattare la serratura.

- Ma dove siamo? –chiese preoccupata Temari, trovandosi nel più completo buio.

- E che ne so io...-

- Merda, non si vede niente…- disse ragazza con un tono di ansia.

- Hai paura? – chiese scettico il ragazzo.

- Non ho paura! – rispose acida.

- Ok, ok. Stiamocene qui buoni 2 minuti e poi torniamo di sopra, altrimenti và a finire che ci danno per dispersi…-

- Ok, buona idea…- rispose la voce tremante della ragazza.

Dopo qualche secondo di silenzio…

- Saliamo? – chiese impaurita Temari.

- Allora hai paura davvero…- se la rise Shikamaru.

- Non dire stronzate, Nara! – sbottò irritata, cercando di colpirlo con dei calci nel vuoto.

- Va bene, va bene, saliamo…- replicò il moro, bloccandole le mani.

- Lasciami aprire…- sbottò, liberandosi dalla presa con uno strattone.

Silenzio.

- Oh merda! -

- Che succede? – chiese stranito il ragazzo.

- Non si apre la porta…- comunicò quasi ridendo Temari.

- Non sei capace di aprirla…- rispose tranquillo.

- No, Shika, non si apre davvero! – squittì, tentando, invano, di rigirare la chiave nella serratura.

- Levati, và…- borbottò il moro, facendosi spazio per tastare il punto della serratura.

Click, click.

- Niente, se non vedo non riesco a capire cosa si sia incastrato…- disse serio.

- Oddio! E adesso che facciamo? – Temari cominciava ad agitarsi seriamente.

- Chiamiamo qualcuno, no? –

- Ma figuriamoci se ci sentono gridare! Cazzo! –

- Ehi, Tem, non agitarti. Adesso trovo una soluzione…- rispose pacato Shikamaru.

- Giusto, perché tu pulluli di soluzioni! – lo schernì Temari.

- Se mi lasci qualche minuto per pensare, ti tiro fuori di qui…- ribattè in tono cantilenante il moro.

- Ma sì. Stiamocene rinchiusi in questo sottospecie di sgabuzzino, senz’aria , al buio…- eruppe con sarcasmo Temari.

- Seccatura, calmati…-

- Sai, in casi come questi è impensabile l’idea di stare calmi! Anche se si dovrebbe…- proruppe Temari, col magone che le saliva.

- Ehi, non ti metterai a piangere adesso…- mormorò Shikamaru.

- Fot-titi, Nara!- singhiozzò spaventata.

- Dai! Vieni qui, scemottola…- le disse con dolcezza, attirandola verso di lui e tenendola stretta tra le braccia.

Non si sarebbe mai aspettato di abbracciare una Temari in lacrime.

Lei, così forte, sicura e diretta, per la prima volta, la sentì fragile, tremante e spaventata.

Ma Temari, tra le sue braccia sicure e protettive, pareva non badare più di quel tanto al buio che l’avvolgeva e già un sorriso cominciava a spuntarle.

- Va meglio?- le sussurrò all’orecchio Shikamaru, sfiorandole la guancia con una carezza leggera.

- S-sì..- rispose la sua debole voce, mentre un brivido le percorse la schiena.

Ad un certo punto, il ragazzo, estrasse dai pantaloni un cellulare, col quale illuminò lo stanzino.

Temari si scostò, lentamente, da quel calore, riprendendo coscienza di sé.

- Allora sei deficiente! Non potevi tirarlo fuori prima? Chiamare qualcuno? – urlò, per l’appunto, adirata Temari.

- Mi ero dimenticato d’averlo in tasca…- rispose con aria innocente il ragazzo.

- Ma io ti ammazzo! – sbottò.

- Calmati, seccatura. Tanto non prende qui sotto e per di più non ho più un centesimo per chiamare. Volevo solo perlustrare la stanza…- disse, tentando di illuminare il piccolo sgabuzzino.

Intorno a loro, solo attrezzature degli operai.

Il ragazzo illuminò la serratura e notò la chiave incastrata, così prese a girarla con la speranza di riuscire a disincastrarla.

- Non ce la farai mai in quel modo, fa provare me…- disse sfacciata Temari, tirandolo per la maglietta.

- Ce la faccio…- rispose calmo, continuando a trafficare con la chiave.

- Stai solo peggiorando la situazione! – sbottò la ragazza.

- Ma ti ammutolisci un attimo? - la zittì di colpo Shikamaru.

Il viso di Temari si irrigidì, le labbra serrate e i pugni stretti.

Quanto avrebbe voluto mollarli un pugno in testa lo sapeva solo lei, ma, stranamente, non potè far altro che restare in silenzio.

Poco dopo un rumore metallico ruppe quella quiete.

Click.

Erano salvi.

- Dicevi, seccatura?– ghignò Shikamaru con aria da vincente, aprendo la porta con semplicità e facendosi strada verso le scale.

- Per questa volta ti è andata bene, Nara…- rispose sprezzante Temari, sorridendo di nascosto.

- Ammettilo che sono un genio incompreso…- si diede arie il ragazzo.

- Mi spiace abbassarti la cresta “genio”, ma solo uno stupido si sarebbe chiuso a chiave in una cantina…- rispose avveduta la ragazza.

- Tsk, seccatura…- digrignò tra i denti.

La parolina giunse alle orecchie di Temari che, prontamente, sferrò un calcio netto nello stinco del poveretto, il quale dovette ingoiare un imprecazione, accasciandosi a terra.

Un risolino maligno prese vita dalle labbra della biondina.

 Pochi gradini ancora e videro la luce del salotto.

- Eccovi, finalmente! – gridò una Ten –Ten, alquanto agitata.

- Ma dove diavolo vi eravate cacciati? E’ mezz’ora che vi cerchiamo…- inveì Neji.

Il resto della combriccola accorse vicino alle scale.

- E’ colpa di questo cretino! Ci ha chiusi dentro uno sgabuzzino! – lagnò Temari.

Shikamaru assunse un’espressione indifferente, infilandosi le mani in tasca, com’era suo solito fare in tali situazioni.

- Sgabuzzino? – la fissò stranita Sakura.

Gli occhi di Naruto si ridussero a due fessure e fissava i due dispersi con un’aria ambigua, non tanto convinto della spiegazione di Temari.

- Ehi, cosa c’è da guardare? Siamo rimasti chiusi dentro per sbaglio, davvero! - mise le mani avanti Shikamaru, immaginando i commenti allusivi.

- Hai capito il nostro Shikamaru! Zitto, zitto, se la fa con Temari…- sogghignò Naruto.

- Sì, molto divertente…- replicò cinica Temari.

Shikamaru sarebbe voluto sprofondare dalla vergogna, ma si limitò a sospirare pesantemente.

- L’importante è che stiate bene! Io vi avevo avvertito di non scendere, però…- sentenziò Tayuya, incrociando le braccia come simulare un rimprovero.

- Scusate se vi abbiamo fatto preoccupare…- confessò con voce roca Temari, lanciando un’occhiataccia di ratifica a Shikamaru, il quale annuì prontamente.

- Bè, ridendo e scherzando è mezzanotte passata ragazzi, sarà meglio andare in branda…- annunciò Shino, stiracchiando le braccia intontite.

- Ottima osservazione…- sbadigliò Naruto, cingendo la vita di Hinata con un braccio.

- Buonanotte a tutti! – sorrise Kin, salendo le scale, reggendosi debolmente al corrimano per il sonno.

Presto, ognuno andò nella rispettiva stanza.

Nella sua camera, Kiba, lottava con la cintura dei suoi jeans che non ne voleva sapere di slacciarsi.

- Ma, cazzo! - borbottò quasi tra sé e sé.

- Ehi, Kiba, stanotte voglio dormire in pace…- lo avvertì Shikamaru, prendendo posto sotto le coperte.

- Ok, fammi un fischio se russo…- rispose distratto, studiando a fondo la sua cintura.

- Non ti faccio un fischio, ti butto giù dal letto direttamente…- lo minacciò il ragazzo.

- Evvai! Ce l’ho fatta! – strillò euforico Kiba, gettando a terra, finalmente, i jeans e infilandosi i pantaloni del pigiama.

- Kiba, sei senza speranze…- bofonchiò Shikamaru, sprofondando la faccia nel cuscino.

- Ehi, Shika…- lo chiamò l’amico, gettandosi sotto le coperte e spegnendo la luce.

- Dimmi…- rispose con voce soffocata Shikamaru.

- Ma te e Temari, allora…- Shikamaru neanche lo fece finire che s’alzò sui gomiti fissandolo minacciosamente.

- Come non detto…- si difese Kiba.

Pochi minuti dopo.

- Shika…-

- Cosa diavolo vuoi, ancora? – sbuffò irritato il ragazzo.

- Ma ti piace Temari? –

Il cuore di Shikamaru si fermò per un istante, salendoli in gola.

- Tsk, quella seccatura. Figuriamoci... - borbottò sarcastico il moro, facendo finta di niente.

- Secondo me, non la conti giusta a nessuno…- la butto lì Kiba.

- Kiba, dormi…- cercò di zittirlo Shikamaru, decisamente imbarazzato.

- Ah! Il nostro caro misogino s’è fatto abbindolare da una seccatura…- ridacchiò sotto le coperte il ragazzo, ma, inaspettatamente, un calcio netto dell’amico colpì i suoi gioielli.

- Dio che male! – abbaiò il poveretto, gemendo dal dolore.

- Te l’avevo detto di dormire…- schiumò il moro, rigirandosi nel letto.

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** terme XD ***


L’indomani il tempo peggiorò nettamente e la pioggia sembrava non voler smettere di cadere

L’indomani il tempo peggiorò nettamente e la pioggia sembrava non voler smettere di cadere.

Sakura, nella sua stanza, si concedeva una doccia rilassante, mentre Sasuke tentava, impacciato, di rifare, in qualche modo, il letto.

- Amore! Mi passeresti l’asciugamano rosa? – chiese Sakura, urlando dal bagno.

Sasuke si guardò intorno e notò tre asciugamani rosa sulla sedia, assolutamente identici.

- Ehm…Sakura…-

- Ah, giusto, scusa. E’ quello rosa con una piccola “S” cucita in basso a destra…- spiegò la ragazza.

- Tieni…- disse il ragazzo, entrando in bagno incurante di bussare o chidere il permesso.

- Grazie…- rispose tranquilla Sakura, fasciandosi il corpo con l’asciugamano un po’ troppo corto, lasciando intravedere le cosce magre.

Con un altro asciugamano, più piccolo, prese a tamponarsi i capelli con delicatezza.

- Perché mi fissi? – chiese stranita al suo ragazzo, che stava ancora impalato sulla porta del bagno.

- Perché sei bellissima quando esci dalla doccia…- rispose con semplicità lui.

Sakura si sciolse come il miele e prese a baciare il suo compagno.

- Aspetta…solo quando esco dalla doccia? – chiese all’improvviso, scostandosi leggermente dalle labbra del ragazzo, inscenando un piccolo broncio.

- Certo che no, tesoro…Tu sei sempre bellissima! – rispose convinto lui, annusandole i capelli bagnati che sapevano di camomilla, per poi scendere a baciarle il collo, anch’esso profumato, ma di vaniglia. La risposta pareva averla soddisfatta.

Sasuke riprese a baciare la sua ragazza con passione, lasciando scorrere le mani sulla sua schiena vellutata.

Sakura, lasciò cadere per terra l’asciugamano che la copriva, aggrappandosi saldamente al suo compagno.

Il ragazzo esplorava il suo corpo nudo imperterrito, indietreggiando per la forza di quel bacio, fino a ritrovarsi entrambi distesi sul letto.

- Ma io ho appena fatto la doccia! – si lamentò, scherzando, Sakura, cercando di divincolarsi dalla presa del ragazzo.

- Vorrà dire che ne rifaremo un’altra, dopo, insieme…- ghignò malizioso Sasuke.

Sakura sorrise divertita, iniziando a togliere con amore la maglietta del ragazzo che le stava sopra a cavalcioni.

Finirono col fare l’amore, ancora una volta, ma anche quella volta fu speciale come la prima.

Dall’altra parte del corridoio, intanto, Ino se ne stava a gambe incrociate sul letto, sfogliando la solita  rivista di moda mensile.

Kin osservava le fronde degli alberi sbattere contro la finestra, sgranocchiando, lemme lemme, delle noccioline ricoperte di cioccolato, mentre Tayuya era un’elettricista improvvisata alle prese con la lampadina di una piccola baujour. 

- Secondo me, finisci col rimanere fulminata…- gufò, ridendo, Ino.

- So esattamente quello che faccio…rispose a tono la rossa, restando concentrata sulla baujour.

- Perché non chiedi aiuto a Kankuro? – propose Kin, vedendo l’amica in difficoltà.

- Giusto, lui sì che ci sa fare con l’avvitamento delle lampadine e cose del genere…- annuì Ino, alludendo certamente a qualcosa poco consone all’elettricità.

- Mi dispiace, ma ormai l’ho presa come una sfida personale. Ce la devo fare…- rispose con scioltezza Tayuya, senza badare all’allusione dell’amica.

 - A tavola! – Si sentì la voce squillante di Naruto, chiamare dalla cucina.

- Giusto cielo! Chissà che hanno preparato oggi i maschietti…- di soammdò Ino, uscendo nel corridoio.

- Naruto ha cucinato il ramen…- rispose fiera Hinata che stava aspettando le tre ragazze all’inizio delle scale.

- Il ramen ce lo si poteva aspettare solo da lui…- sospirò, con simpatia, Kin, scendendo le scale frettolosamente.

A tavola, mancavano all’appello solo Sasuke e Sakura, esenti per ovvi motivi.

- Shino, mi passi la salsa di soia, per favore? – chiese educatamente Ino,

- Certo, tieni…-

- Grazi, tesoruccio…- rispose una seducente Ino, schioccando un bacino sulla guancia a Shino.

- Oh buon dio! – borbottò il ragazzo, alzando gli occhi al cielo.

Ino scoppiò in una risata cristallina: - Ah! Avresti dovuto vedere la faccia che hai fatto! - .

All’udire quella risata, Shikamaru, per poco, non si soffocò con un filo di pasta.

Ino aveva riso, ma non era la sua solita risata da oca o malefica, era una risata spontanea, una risata che avrebbe potuto fare una tranquilla Sakura o Kin.

Che stesse cambiando il suo atteggiamento da supermodel? No, impossibile.

- Neji! Sei peggio di un bambino! – lo rimproverò Ten-Ten, pulendo la bocca al ragazzo come avrebbe fatto una mamma premurosa.

- Ten, ti prego…Lasciami almeno un briciolo di dignità! – la supplicò lui, cercando scansarti dal tovagliolo che teneva in mano Ten-Ten.

Kankuro e Choji risero divertiti per quella scena, guadagnandosi un’occhiata maligna da parte del ragazzo.

- Naruto, questo ramen era squisito! – disse Kiba con entusiasmo, prosciugando la ciotola con rumori molesti.

- Grazie, amico! – rispose contento Naruto, strizzando l’occhio alla sua Hinata.

- Ehi, Tem! Ti va di venire alle terme, oggi pomeriggio? – chiese Tayuya.

- Terme? – domandò spaesata Temari.

- Sì. Ci sono delle terme a circa mezz’oretta da qui. Ci sono già stata e sono davvero incantevoli! Ottimo per rilassarsi, specialmente in giornate come queste…- sottolineò la ragazza, guardando fuori dalla finestra la pioggia che non diminuiva, ancora.

- OK, andiamo alle terme! – esultò Temari, battendo le mani in segno di approvazione.

- Ehi, ho sentito parlare di terme? – s’introdusse la voce curiosa di Kiba.

- Esatto, terme…Vuoi venire? – chiese prontamente Kin.

- E chi se la fa scappare sta occasione! – acclamò il ragazzo con vigore.

Kin ricambiò l’entusiasmo di Kiba con un dolce sorriso che fece quasi arrossire il ragazzo.

- Shika, ci farai compagnia anche tu questo pomeriggio? – chiese Ino avvicinandosi al ragazzo.

- Non ci penso neanche…- replicò secco, accendendosi una sigaretta.

- Ehi! Non si fuma in casa! – lo rimproverò Tayuya.

- Tsk, che seccatura…- sbottò, alzandosi e uscendo dalla casa, fermandosi sotto al portico.

- Quel ragazzo non cambierà mai…- sentenziò tra sé e sé Sai, che aveva assistito alla scena.

Temari seguì i suoi movimenti con gli occhi, imbambolata.

Lo trovava paurosamente sexy con in bocca la sigaretta e lo sguardo menefregjìhista.

E già Ecco cos’è che piaceva a tutte le sue donne.

Ma a lei non piaceva solo lo Shikamru sexy o lo Shikamaru imprevedibile o quello arrogante. A lei piaceva Shikamaru, non poteva farci niente.

E più cercava di non incaricare i suoi sguardi, di evitarlo, di trattarlo male, più lui le stregava il cuore.

Odiava ammetterlo, ma il sentimento che provava per lui era decisamente troppo forte, come, del resto, lo era anche l’orgoglio.

Temari si alzò, tossicchiando, dal tavolo. Serrò una sigaretta tra le labbra e raggiunse il ragazzo fuori.

- Ehi…-

- Cosa fai, mi pedini? – chiese brusco il ragazzo

- Non montarti la testa, Nara, Sono qui per fumare…- rispose altezzosa, rilasciando una nuvoletta di fumo dalla bocca.

- Tsk, sec…-

-…seccatura…- completò lei, sorridendo maliziosamente.

- esatto…- affermò, restando a bocca asciutta,quasi.

Quella ragazza non si stancava mai di coglierlo di sorprese.

- Grazie per ieri…- cominciò Temari, quasi timidamente.

Un altro sbalzo d’umore, come vuolsi dimostrare.

- Non ho fatto niente di che…- rispose lui, modesto.

- Comunque, ribadisco che se fossi stata da sola, probabilmente non mi sarebbe mia e poi mai venuta in mente l’idiozia di chiudermi in uno sgabuzzino! – s’improvvisò scocciata la biondina, lanciandoli uno sguardo irritato.

Non era possibile. Ancora. Un altro colpo. Ogni volta che quella ragazza si addolciva un minimo, il suo maledettissimo orgoglio femminile prevaleva sempre.

- Possibile che tu debba sempre darmi contro? Non sei capace di fare la “gentile”, non dico per sempre, ma almeno per una volta? – domandò pacato il ragazzo, continuando a fumarsi la sua sigaretta.

Temari per poco non s’intossicava con del fumo, andatoli di traverso.

Lo guardò sorpresa di quell’affermazione.

. Sei tu che provochi…- sbottò incoerentemente.

- No, sei tu che sei acida …- rispose, sempre tranquillo.

- Tsk, fottiti Nara…-

- Sai dire solo questo? – la stuzzicò divertito.

- No, so anche mandarti a fanculo…- sibilò, buttando la sigaretta a terra e rientrando, sbattendo la porta.

Quella scenata li lascio un dolce sorriso sulle labbra. Già se lo sentiva. Quella ragazza lo avrebbe fatto impazzire.

Seppellì la sigaretta sotto la terra bagnata, gettando un’ultima occhiata al cielo cupo.

Poi, sempre con la sua solita calma, salì in camera.

Temari bussò alla porta che separava le due camere.

- Kiba, sei pronto? – chiese la ragazza, entrando con sicurezza.

Shikamaru se ne stava impalato appoggiato al muro, con le braccia conserte.

- Kiba è già sceso…-

- Ah, ok…-

Silenzio

 imbarazzante.

- Tu non vieni? – domandò vaga Temari.

Lui doveva venire.

- Non mi attira molto l’idea di sguazzare sotto la pioggia…-

- Che checca che sei! Preferisci Star qui a fare da terzo incomodo a Neji e Ten-Ten? – chiese con tono quasi convincente.

- Rimangono anche Kankuro e Sasuke…-

- Ma tanto dormiranno…- rispose arricciando il naso.

- E poi non mi va di guidare…-

- Guida Shino, tranquillo…-

- Ehi! Lassù! Tem! Scendi che partiamo! – si sentì urlare la voce di Choji.

- , allora ci vediamo dopo…-

- Divertitevi…-

- Senza di te, ovvio che sarà molto più divertente! – lo provocò lei.

- Che carina che sei, seccatura…- mormorò in tono decisamente sarcastico.

Temari si limitò a farne il verso e scese le scale di corsa, raggiungendo Kiba e Kankuro che la stavano aspettando vicino alla macchina.

- Dov’è Nara? - chiese Shino , poco prima di salire sulla vettura.

- Non viene…- rispose la debole voce di Temari.

- Eh, no Shika! Sta volta…- Kiba schizzò dentro casa alla velocità della luce.

Salì le scale 4 a 4 e giunse in camera dell’amico.

- Si può sapere che cazzo ti prende? - sbottò Kiba, fermandosi sul ciglio della porta.

- Eh? – domandò il ragazzo, disteso sul letto.

- Perché non vieni? –

- Troppo faticoso…- rispose sbadigliando pigramente il moro,

- Nara, svegliati! Terme, bagno, relax, Temari…Va a finire che con quella non ci combini nulla sta settimana! – lo rimproverò il ragazzo.

- Ancora con sta storia? Ma se ci tieni tanto, provaci tu, no? –

- Davvero? – chiese sbalordito.

- Certo, sai cosa me ne frega…- rispose nel modo più naturale possibile.

- OK, allora buon pomeriggio! Ho una missione da compiere…- ridacchiò Kiba, scendendo le scale.

Un momento. Kiba ci avrebbe provato con Temari. Con la “sua” Temari.

Dopo qualche secondo di ricomposizione dei pezzi, Shimakamru balzò giù dal letto, cacciò alla rinfusa un asciugamano e il cambio nello zaino e si precipitò fuori casa.

- Shikamaru?! – disse sbigottita Temari, vedendo il ragazzo salire in macchina e prendendo posto accanto a Kiba.

- Ho un conto in sospeso con questo qui…- disse indicando il vicino.

Kiba ridacchiò sotto i baffi. Aveva messo alla prova l’amico che s’era fatto splendidamente abbindolare dalla sua messa in scena: Shikamaru aveva un debole per Temari, adesso ne era certo.

Mezz’ora dopo, le macchine furono parcheggiate in un’area riservata alle famose “Terme Misturi”.

Giunti all’ingresso, Tayuta indicò ai ragazzi gli spogliatoi maschili.

- Ci vediamo dopo…- sussurò Naruto all’orecchio della sua ragazza, cingendola tra le braccia e schioccandoli un piccolo bacio sulla bocca.

- A dopo…- salutarono le ragazza, dirigendosi negli spogliatoi femminili.

- Com’è dolce Naruto…- commentò sognate Kin, cominciando a sbottonarsi la camicetta.

- Lo so…- rispose Hinata che stava ancora su un altro pianeta.

- Come mai, invece, non è venuto Ssauke? – chiese curiosa Ino, sfoggiando le sue forme perfette, avvolte in un candido asciugamano.

- Era stanco…- rispose naturale Sakura, avvolgendosi in un accappatoio.

- Ehi Tem, non ti cmabi? – domandò sorpresa Tayuya, nel vedere tutte pronte tranne lei.

- Ehm…Iniziate pure ad entrare nella avsca, io vi raggiungo…- rispose un poco imbarazzata.

Decisamente imbarazzata.

A furia di passare 24h su 24 con le coetanee tutte magre, snelle e perfette le stavano salendo non pochi complessi.

- Ok, raggiungici…- salutò con la mano Sakura, avviandosi con le altre verso l’entrata della vasca.

Temari si lasciò cadere sulla panchina di legno, ancora con indosso jeans e maglietta.

Pochi minuti dopo, con molta calma, prese a spogliarsi.

Si fasciò le morbide curve in un asciugamano, s’infilò le infradito e uscì dallo spogliatoio per raggiungere le altre, e in culo alle sue forme.

Intanto, i ragazzi si erano già tuffati nell’acqua bollente e si godevano pienamente quel totale relax.

- Ehi, ehi Kiba…Vieni qua…- ghignò Naruto, avvicinandosi al separé di carta che divideva le vasche maschili da quelle femminili.

- Oh, no Naruto! Se quelle se ne accorgono siamo morti! – lo guardò spaventato l’amico.

- Io ho la mia ragazza, là dentro. Sono giustificato! – ribadì il biondino, cominciando a sporgersi dal separé senza dare nell’occhio.

- Tsk, che idioti…- commentò lapidario Shikamaru, lasciandosi

- Ragazzi, se la mettete così…- dissi furbo Shino, avvicinandosi alla parete di carta.

- Oh madre santa! Naruto, non pensavo che Hinata fosse piazzata così bene! – se la ghignò kiba, osservando il seno generoso della ragazza, intenta a parlare con Kin e Tayuya.

- Kiba, Smettila! Guarda qualcun altro, grazie…- e subito l’amico lo prese alla lettera, mangiandosi con gli occhi il fisico niente male di Kin.

- Ok, ma vogliamo parlare di Ino e Sakura? – obiettò Sai, stuzzicando Shikamaru col gomito.

- Siete penosi…- fu l’ennesimo commento del moro.

- Dai, Shika, vieni qua! – lo incalzò Chogi.

Kiba e Naruto si voltarono, prendendo per un braccio l’amico.

Lo trascinarono, a forza, contro la parete, girandoli la faccia in direzione del mezzo corpo nudo di Temari.

Poterono sentire l’amico sussultare e videro il suo volto infuocarsi timidamente.

Choji rise, seguito dalle risatine silenziose di Sai e Shino e dalle ghignate, invece fracassose, di Kiba e Naruto.

Shimamaru voleva solo sprofondare nell’acqua. Dannati Naruto e Kiba.

Le risate attirarono l’attenzione di Sakura che alzò lo sguardo e vide le facce sporgenti dei suoi amichetti, al di là del separeè.

Riunì le ragazze con disinvoltura e si acquattarono sotto la parete.

- Ehi, sono sparite! – ne uscì la voce delusa di Kiba.

- Non possono già essere rientrate…- si accertò Choji, alternando lo sguardo nella vasca vuota.

- Comunque…Ino è davvero una figa! – urlò Kiba, calandosi nell’acqua fino al mento.

- Eh sì, peccato che Sakura sia già di Sasuke se no un pensierino ce l’avrei fatto volentieri…- la buttò lì Shino, sospirando.

- Ehi, Shika! Hai visto Temari? – chiese ansioso Naruto.

Per tutta risposta, Shikamaru li tirò un pugno in testa e il biondino si mise quasi a piangere dal dolore.

In quel momento gli occhi di Kiba si dilatarono a dimensioni spropositate e la bocca rimase semi-aperta.

- R-ragazzi…- riuscì solo a balbettare.

- Che c’è? – chiese Choji, osservando l’amico evidentemente anormale.

Kiba fece un cenno con la mano di guardare in direzione della parete.

Le facce minacciose di Sakura, Ino e le altre affioravano dal separé, fissando i ragazzi con occhi colmi di sapore omicida.

- Eh-Ehi, Hinata! Amore! …- tentò di cavarsela Naruto, mentre Shikamaru e gli altri se la svignavano alla velocità della luce.

- N-Naruto…facciamo i conti dopo…- le disse calma Hinata, con un tono leggermente irritato.

Il ragazzo deglutì e filò, anche lui, nello spogliatoio.

Dopo aver risolto il “piccolo” malinteso coi maschietti, a suon di pugni, calci e giusto qualche tirata d’orecchie, i ragazzi fecero ritorno alla baita.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** solletico e...coccole ^^ - THE END ^^ ***


Per il dopo cena, i ragazzi decedettero di riunirsi in soggiorno per guardare, tutti insieme, un bel film

Per il dopo cena, i ragazzi decedettero di riunirsi in soggiorno per guardare, tutti insieme, un bel film.

Putroppo si dovettero accontentare di ciò che offriva il convento, ovvero…cartoni animati.

Tayuya era mortificata, ma non aggiornava la lista di videocassette da quando aveva 7 anni.

Decedettero per una serata divertente, scegliendo per il classico “La Bella e La bestia”. Il preferito, tra l’altro, di Tayuya.

Ino si getto sul divano tra i ragazzi, facendosi spazio tra le patatine di Choji e Shikamaru.

- Leva quella testa che non vedo – commentò asciutto Shikamar, rivolgendosi alla bella biondina.

- Oh, zitti che inizia…- bisbigliò Naruto, mentre Shino spegneva la luce.

Ino s’indispettì, alzandosi e andandosi a sedere sull’altro divano, accanto a Sakura.

Temari era seduta su una sedia posta accanto al divano.  Shikamaru si era posizionato, premeditatamente, all’angolo del sofà, accanto a lei.

Il ragazzo stava con un braccio dietro la testa e una mano davanti alla bocca, emettendo un epocale sbadiglio.

- Che figa la vecchia! – esordì Kiba, ridendo per la scena inziale.

- Zitto, idiota…- urlò Kin, facendo volare un pugno sulla testa dell’amico.

Ten-Ten si lasciò sfuggire una risata, seguita da Hinata che si tappava la bocca per non esplodere.

Neji ammutolì la sua ragazza con uno sguardo severo, mentre Naruto non riuscì a trattenersi e scoppiò in una clamorosa sghignazzata, facendo cedere anche la povera Hinata.

- Oh ragazzi, basta! – li intimò Ino, con la sua solita voce stridula.

- Che palle…- borbottò Shikamaru, grattandosi pigramente la testa ed emettendo un altro sbadiglio.

- Mamma mia, Nara…Che vegetale, che sei! – lo rimproverò Temari, incrociando le braccia.

Il ragazzo alzò un sopracciglio e la fissò in modo sarcastico.

- Che hai da guardare? – chiese scocciata.

- Soffri il solletico? – domandò neutro il ragazzo.

- Cosa?! - chiese sbalordita la ragazza.

- Lo soffri o no? – richiese.

- Tsk…No, non lo soffro…- rispose secca, rivolgendo la sua attenzione al cartone.

- Ok , lo soffre…- suggerì Choji all’amico, sottovoce.

Shikamaru fece un sorrisino che non prometteva affatto bene, ma di questo Temari non ne era al corrente.

Dopo un breve tempo di silenzio, la voce stridula di Ino piombò nella sala.

- Dio, che schifo! – urlò, tappandosi quasi gli occhi per la scena di Gastone.

- Guarda che è fango…- la tranquillizzò Kankuro in tono sarcastico.

- Bleah…- se ne uscì la ragazza, sistemandosi la coda bionda.

Intanto Sakura e Sasuke parevano presi bene con altro che non fosse il film, perciò, poco prima di metà della progettazione decisero di salire in camera.

Poco dopo, Neji e Ten-Ten li imitarono, assieme a Choji e Shino.

- Posso venire lì? .- chiese debolmente Temari, vedendo il divano occupato solo da shikamaru.

- Certo…- rispose tranquillo, senza scomodarsi di un centimetro.

La ragazza prese posto all’altro angolo, accucciandosi comodamente.

Erano tutti attenti alla successione del film, quando un urlo di Temari ruppe il silenzio.

-AH AH AH! No, ti prego, piantala! –

Naruto e Hinata guardavano con stupore Temari che si divincolava da Shikamaru, divertito.

- Avevi detto che non soffrivi il solletico…- la provocò il moro, che le solleticava i fianchi abilmente.

- Ok, scherzavo, lo soffro e anche tanto...Lasciami, ti prego! AHAHAHA! –

- Neanche per sogno! Con tutti gli insulti che mi sono beccato, questa è la mia rivincita cara la mia seccatura! –

- Oddio, Kankuro, ti prego! Aiutami! –

- Shhhhh! Sto guardando il film…- rispose distratto il fratello.

- Che patetici…- borbottò Ino sottovoce, anche se il commento non sfuggì alle attente orecchie di Sai.

- Sei gelosa, Ino? – le domandò curioso.

- Ma dove vivi, Sai? – chiese piuttosto indispettita la biondina.

- Chiedevo…- si difese mogio, tornando a guardare sullo schermo.

Shikamaru non smettava di tartassare Temari, la quale dovette ricorrere alle cuscinate e ai morsi per scrollarselo di dosso.

- Pausa…- fece lei.

- Pausa…- rispose lui col fiatone, tenendole saldamente le mani ferme per evitare altri colpi.

Con calma, Shikamaru, allentò la presa, ma lasciò che una mano restasse intrecciata con la sua, osservando la reazione della ragazza.

Lei tentò, in un primo momento, di staccarsi, ma non sentendo la complicità di quel gesto, gli sorrise, lasciando la mano dov’era.

Per il resto del film, giocarono con le loro mani, intrecciandole e sciogliendole, accarezzandole e stritolandole.

Tutto questo, sotto gli occhi vendicativi di Ino, che vigilava la situazione con estrema attenzione e invidia.

Terminata la pellicola, Naruto portò Hinata in camera, tenendola in braccio, dal momento che s’era addormentata pesantemente sopra di lui.

Sai spense la tv, mentre Tayuta e Kin augurarono la buonanotte e salirono.

Nel frattempo, Temari s’era addormentata definitvamente, con la testa a ciondoloni sulla spalla di Shikamaru.

- Ehi, Shika…Portamela su, va…Io vado a dormire con Kiba stanotte perché dobbiamo parlare. Ti spiace dormire con mia sorella? – chiese Kankuro.

- Ehm, veramente…- rispose alquanto imbarazzato.

- Mi raccomando, niente porcherie o ti vengo amputo qualcosa, siamo intesi?- lo minacciò il ragazzo, salendo con un  Kiba ormai in catalessi e una Ino col broncio.

- Ma perché sta seccatura?! – si lamentò, cercando qualche sguardo complice di Kin o Tayuya.

- , buonanotte Shika! – lo salutarono le due, salendo anche loro assieme a Sai.

Erano soli, loro due.

Per di più, quella seccatura non pesava certo come una piuma, ma non voleva neanche svegliarla.

- Dio…- sbuffò alzando gli occhi al cielo.

Quella mezza imprecazione fece aprire un occhio a Temari, la quale si svegliò quasi di soprassalto.

-Menomale che ti sei svegliata, perché di certo non mi sarei scomodato a portarti in camera …-

- Davvero carino…- borbottò assonata, sbadigliando bruscamente.

- Saliamo? – domandò Shikamru, cambiando la tonalità di voce in qualcosa di più premuroso e dolce.

- Si, sto morendo di sonno! – biascicò la biondina, accoccolandosi con la testa sul petto del ragazzo.

- Ehi, ehi, non qua! Saliamo che dormi nel letto, …- disse, aiutandola ad alzarsi e sorreggendola per una spalla.

- Ho tanto sonno…- ripetè con un filo di voce, lasciando cadere la testa in avanti, a penzoloni.

- Oh merda…- sbuffò il ragazzo, caricandosi la biondina sulla schiena.

Finalmente arrivato in camera, adagiò Temari sul letto e resto a contemplarla per qualche lunghissimo secondo, prima che lei aprisse nuovamente gli occhi.

- Che hai da guardare? – borbottò, sfilandosi i pantaloni da sotto le coperte e gettandoli per terra.

Shikamru deglutì.

- Neanche un grazie per averti trascinata fino a qui…-

- Mph, grazie…- borbottò in qualche modo, soffocando la faccia nel cuscino.

-Tsk, tutte uguali…- sbuffò sottovoce, levandosi jeans e maglietta e infilandosi nel letto.

- MA SEI TUTTO SCEMO??? CHE CI FAI QUI, TU?? – si alzò in piedi sul letto una Temari decisamente più sveglia di prima.

- Ehi seccatura, calmati…Non è colpa mia, tuo fratello mi ha dato il cambio per stasera…- spiegò rilassato, rannicchiandosi tra le coperte.

- Ma tu guarda…- sbottò la ragazza, rimettendosi sotto il lenzuolo.

- Ma non potresti restare in perenne dormi-veglia? E’ così bello non sentire quella tua vocina da gallina strozzata…- farfugliò il ragazzo, girandosi a guardare la ragazza.

Temari chiuse i suoi dolci occhi acquamarina in due piccole fessure, caricò un pugno con la mano destra e sferrò il suo attacco sulla capoccia del ragazzo.

Shikamaru cominciò a divincolarsi sul letto come un’anguilla, mugugnando mezze bestemmie e insultandola con tutte le parolacce possibili ed inimmaginabili (probabilmente inventate da lui stesso).

La ragazza prese a ridere nel cuscino come una pazza, troppo divertita nel vedere un Nara ridotto in quello stato.

- Cosa cazzo ti ridi, idiota? Mi hai fatto un male assurdo! – sbraitò il ragazzo, buttandosi sul letto a pancia in giù.

- Non esagerare…- sbuffò lei, avvicinandosi al moro per assicurarsi che stesse davvero bene.

Lui stava fermo, immobile, disteso sul materasso con la faccia compressa nel cuscino e le mani sulla testa.

Non rispondeva alle sue provocazioni verbali, né tanto meno ai punzecchiamenti sulla schiena.

Per un momento ebbe paura che stesse male seriamente.

- Shika…Ehi, Shika, tutto bene? – disse sottovoce, sfiorandoli l’orecchio con le labbra.

D’un tratto il ragazzo si voltò a fissare quei due grandi occhi verde acqua e vi si perse.

Le si avvicinò di poco col viso, quel tanto che bastò che appoggiare le sue labbra sulle sue.

Temarì sentì un brivido percorrerle tutta la schiena.

Avrebbe dovuto respingerlo, ma non ci riuscì e forse, non volle proprio.

Prese a spingere con più forza le sue labbra contro le sue, lasciando giocare le loro bocche e poi le loro lingue, che non smettevano di divincolarsi l’una dall’altra.

Le piaceva quel movimento e soprattutto le piacevano le sensazioni che quel che bacio le stava dando.

Si lasciava accarezzare, senza rispondere con pugni o sberle, ma con altrettante carezze e baci.

Si giravano e rigiravano nel letto, sempre più complici e sempre più con passione.

Fu lui il primo a staccarsi dolcemente dalle sue labbra, sorridendo sotto di lei.

- E adesso? – chiese Temari, osservando dall’alto quel ragazzo a torso nudo con occhi sognanti.

- E adesso, dì le tue ultime preghiere, seccatura…- la sfidò lui, scattando in ginocchio e cominciando a farle nuovamente il solletico.

- No, ShikaPiantalaaaaa! –

Ma lui non smetteva e continuava a farglielo, divertito.

Quando le loro mani s’intrecciarono, lei si avvicinò nuovamente al suo viso.

- Pausa…- disse, schiudendo a mala pena le labbra e senza neanche dargli modo di rispondere riprese a baciarlo, come mai avrebbe creduto di poter fare.

Una volta placata la lotta amorosa, Temari s’addormentò tra le braccia Shikamaru, mentre quest’ultimo non riuscì a prendere sonno così facilmente.

Ancora non poteva creder di sentir stretto a sé quella dolcissima seccatura.

Sentiva il suo affannoso respiro e la sua guancia morbida sul suo torso nudo.

Per accertarsi che non fosse solo immaginazione, continuava a tenerla stretta tra le sue braccia, schioccandole qualche bacio sulla fronte, di tanto in tanto.

Non sapeva ancora cosa aspettarsi alla mattina seguente.

Pensò che se Temari avesse chiesto spiegazioni e che queste avessero implicato un passo avanti per loro, sarebbe stato un problema.

S’era sempre, categoricamente, rifiutato di avere una ragazza fissa, perché lui non era come gli latri e non si sarebbe lasciato incastrare così facilmente.

Ma in fondo, sorrise, pensando che, forse, un’eccezione per quella biondina l’avrebbe anche potuta fare.

E così pensando, scostò un ciuffo biondo dalla fronte di lei, avvicinandosi nuovamente alle sue labbra e imprimendoli un dolcissimo bacio.

Lei aprì gli occhi, felice, lasciandosi cullare da quel risveglio.

- Sei solo mia, seccatura…- si era sentita sussurrare all’orecchio.

- Sei solo mio, pigrone…- le aveva risposto lei, rafforzando con più amore quella presa e ributtandosi in quel vortice di labbra, che da sempre aveva sperato di poter sfiorare.

 

- THE END -

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=252154