hara

di profyEM
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Risveglio ***
Capitolo 2: *** CAPITOLO 1:Bruma=Speranza ***



Capitolo 1
*** Risveglio ***


Acqua, acqua gelida.
Una luce accecante e un silenzio innaturale.
Occhi verdi si aprirono senza preavviso in un mare infinito, senza consistenza.
Il corpo si svegliò poco dopo, avrebbe pensato di non avere un corpo, di essere solo un fantasma, uno spirito, o semplicemente di non esistere.
Un freddo pungente gli immobilizzava i muscoli ed irrigidiva gli ossi; pian piano i nervi si svegliarono, il cuore incominciò a battere, l'indice si mosse di colpo e la coscenza ritornò in poco tempo.
Dov' era? Chi era? Cosa era? Cosa doveva fare?
All' improvviso una preoccupazione che veniva direttamente dal cuore gli pervase le membra, e un nome, un nome sconosciuto, un nome senza origini gli balenò alla mente.
Hara... Hara? Era lui Hara? Chi era Hara? Dove si trovava questa Hara?
Una confusione immensa, gli sembrava che la testa gli stesse esplodendo.
Così tentò di muoversi; un dito, poi una mano, un braccio, e dopo svariati tentativi riuscì anche a muovere le gambe.
Non capiva se stesse volando, non trovava il terreno, si muoveva finalmente,ma i suoi movimenti andavano a vuoto, fu preso dal panico ma subito capì di trovarsi in acqua e, pur non sapendo come fare, iniziò a nuotare, un azione instintiva, riaffiorata da chissà quale parte del cervello.
Nuotò più veloce che poteva, non sapeva il perchè ma doveva andare, doveva cercare questa o questo hara, o qualsiasi cosa fosse.
Era un uomo,l' aveva capito dai potenti muscoli delle braccia, aveva dei lunghi capelli castani che scorgeva tra una boccata d'aria e l'altra, ed era nudo.
Era forse nato dal mare? Cosa ci faceva lì? Perchè non ricordava nulla?

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Capitolo 2
*** CAPITOLO 1:Bruma=Speranza ***


CAPITOLO 1 Terra finalmente. "E' così che si chiama ... terra" pensò il ragazzo cercando per l' ennesima volta di ricordare qualcosa. Uscì dall' acqua sfinito, si sdraiò sul terreno e ammirò il cielo. Era una bella giornata di sole, faceva caldo ma a rinfrescare c' era una brezza leggera. Recuperate le forze necessarie il ragazzo si alzò e guardandosi attorno scoprì di essere in una spiaggia puntellata qua e là da qualche grazioso alberello. Alla sua sinistra la spiaggia continuava per chissà quanti chilometri, alla sua destra c'era un promontorio alto e imponente ed invece davanti a lui c'era un bosco che si arrampicava lungo il promontorio. ''Dove sarà Hara?" pensò il ragazzo. La spiaggia sarebbe stata la strada più comoda e facile, ma per qualche motivo il bosco lo attirava a se, guardandolo provava tranquillità, casa sua. Non appena mise piede sotto le fronde degli alti alberi, il senso di confusione sparì, non si chiedeva più chi fosse o cosa dovesse fare, semplicemente camminò alla cieca. Mentre marciava cominciò a sentire una strana sensazione proveniente dalla pancia, all'inizio era solo un lieve fastidio, poi si trasformò in un vero e proprio dolore. Aveva fame ma lui non poteva saperlo. Fortunatamente mentre camminava sul fine strato di foglie secche, scorse qualcosa di colorato tra gli alberi. "Cosa sono?". Tanti frutti di un colore rosso acceso pendevano dai rami di albero più basso degli altri. Erano rotonde come delle bacche solo molto più grandi, ma sembravano fatte di acqua. Il ragazzo si avvicinò e tentò di prenderne una in mano, ma appena la sfiorò, questa esplose ricoprendogli la mano di un liquido gelatinoso dall'odore pungente ma piacevole. Istintivamente il ragazzo avvicinò la mano alla bocca e tentò di assaggiarlo con la punta della lingua ma << Akilu miti! >>. Una voce stridula ma potente proveniva dalla fronda di un albero. Il ragazzo si girò di scatto e pose i pugni in avanti pronto a difendersi a mani nude. Qualcosa saltò giù da un albero. Era piccolo ed ossuto, aveva la pelle di uno strano marrone chiaro che dava sull' ocra, le braccia erano quasi lunghe quanto tutto il corpo e i piedi minuti erano dotati di affilati artigli. << Mio mio essere velenoso. >> disse la creatura con uno strano accento acuto. Il ragazzo era scioccato e guardava la creatura con occhi spalancati. << Mio mio? >>. << Si mio mio. >> rispose indicando il liquido gelatinoso. << Io Bruma, io non volere fare male. >> aggiunse. Poi tirò fuori da una piccola borsa che portava a tracolla un pezzo di carne essiccata. Il ragazzo prima indietreggiò, ma poi dopo aver preso la carne in mano fu sopraffatto dalla fame e mangiò. << Grazie >>. L'essere sorrise. << Tu chi essere? >>. Lui chi era? Bella domanda. << Io... bhè ... non lo so. >> rispose lui abbassando la testa. << Non importare a me... io posso aiutare te se vuoi Mikur. >> Mikur, sconosciuto. Come faceva a conoscere il significato di quella parola? Il ragazzo, indeciso sul da farsi, annuì lievemente con la testa. << Cominciamo con qualcosa per coprire. >> disse indicando il corpo nudo del ragazzo. Lui si coprì in imbarazzo e seguì Bruma che già si era messo in marcia a passo deciso. Mentre camminavano lo osservò meglio, era calvo e vestiva delle mutande fatte di foglie secche. Si chiedeva come facesse Bruma a conoscere la sua lingua e anche come lui facesse a conoscere la parola Mikur. Magari Bruma era la chiave per far ritornare la memoria.

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