7 giorni per far innamorare Nathan Sykes

di IFoundABrandNewYou
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1°Day: Io nel bagno dei ragazzi non ci entro! ***
Capitolo 2: *** 2° Day: Ho una voglia matta di piangere ***
Capitolo 3: *** 3° Day: Andrà tutto da sé ***
Capitolo 4: *** 4°Day: Per favore, non nominarlo ***
Capitolo 5: *** 5° Day: Sicura che avete solo dormito? ***



Capitolo 1
*** 1°Day: Io nel bagno dei ragazzi non ci entro! ***


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Domenica 3 giugno 2018

Sono accanto alla finestra e sto guardando l'oceano, lo stesso oceano che adesso ci sta tenendo lontani.

Adesso ho 25 anni, una donna ormai, ci conosciamo da 9 anni e in tutto questo tempo non sono mai riuscita a dirti che mi sono innamorata di Nathan Sykes dal primo giorno che l'ho visto.

So che avrei dovuto dirtelo prima, ma ogni volta che ti guardo, i tuoi occhi mi fanno dimenticare il resto del mondo e non riesco a parlarti!

Seppure vorrei che tu fossi qui ora, sono felice perché avrò la possibilità di scriverti, ogni sera, per 7 giorni per poterti raccontare quello che non sono mai riuscita a dirti.

Ebbene si, sono uscita con Nathan esattamente 7 giorni... cos'è successo dopo lo sappiamo tutti.

Iniziamo, ovviamente, dal primo giorno: Il nostro primo incontro!

Ci conoscemmo nel modo più idiota e imbarazzante possibile, almeno per me!

Credo fosse un lunedì mattina quando vidi per la prima volta i suoi occhi o, per meglio dire, il suo pranzo della mensa scolastica sulla mia faccia. Per mia grande sfortuna a mensa c'era purè di qualcosa che cercavano di convincerci fossero delle patate. I suoi amici, accompagnati da tutta la scuola, iniziarono a ridere ma lui fu così gentile da dire

-Oh mio Dio, scusa!- cercando di trattenere una risata

-Vieni con me ti aiuto e voi fate silenzio, noi siamo fortunati a non dover mangiare questo schifo mentre voi dovrete farlo.

Uscimmo dalla mensa dirigendoci verso i bagni. Una volta arrivati Nate mi disse

-Allora andiamo, ti aiuto a toglierti questo schifo dai capelli

-No, fermo...uhm...uhm...

-Nathan

-Nathan, giusto. Tu non puoi entrare!

-Perchè no?

-Perchè questo è il bagno... delle ragazze!

-Oh, giusto! - disse come per scusarsi -Bè allora andiamo in quest'altro

-Io nel bagno dei ragazzi non ci entro!- dissi disgustata

-Uno di noi dovrà sacrificarsi, altrimenti come facciamo?

-Faccio da sola, non preoccuparti

-Ok, allora io vado a prendere una maglietta dal mio armadietto, ne devo avere una di riserva se non sbaglio

-E' pulita... vero? - chiesi preoccupata per la risposta che avrebbe potuto darmi

-Ovvio, per chi mi hai preso?

Dopo quella risposta ringraziai il cielo ed iniziai a lavarmi i capelli (quella roba era ovunque)

Poco dopo arrivò Nathan con la maglietta

-Grazie

-Sono io che dovrei ringraziarti per non avermi colpito nei “paesi bassi” dopo quello che ho fatto

Ridemmo insieme prima che i suoi amici dovessero venire a romperci le palle

-Ok, adesso devo andare...uhm...uhm

-Miranda

-Già, non ti avevo mai visto prima.

-Oh, sono arrivata da qualche giorno, vengo da Los Angeles

-Bello! Magari ci vediamo qualche volta, magari domani

-Magari

-Ci stai?

-Certo che ci sto!... cioè... volevo dire... mi farebbe piacere, ma non andiamo a cenare a nessuna mensa ok? - rise

-Ti chiamo ok?

-Ok

-Ciao, miss purè - dissero i suoi amici

-Shh, lei è la MIA miss purè – mi difese Nathan

I miei occhi brillarono ed è inutile dire che ci credetti dal primo momento.

Adesso devo andare perché devo mettere i bambini a letto ma prometto che domani ti scriverò.

Con affetto,

Miranda

(e i bambini)

Salve The Wanted Fanmily!!

Questo è il mio primo capitolo della mi fanfiction che durerà poco (7 capitoli + epilogo)

Non voglio svelarvi a chi scrive Miranda fino all'ultima puntata muahhahahahh perchè sono scrudele (?) potrebbe essere Nathan, un amico, il suo ragazzo... non lo saprete mai se non leggerete

Quest'ultima parte è abbastanza imbarazzante (più dell'orribile capitolo che avete appena letto) perché non so cosa scrivere quindi... CIAO e alla prossima spero (?)

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Capitolo 2
*** 2° Day: Ho una voglia matta di piangere ***


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Lunedì 4 giugno 2018
 

Ho letto con piacere la tua lettera e sono contenta che tu non mi abbia giudicata per aver deciso di raccontarti questo dopo tutti questi anni.

Salutami i ragazzi, è bello sapere che siete ancora amici nonostante siate stati separati per tanto tempo.

Tornando al racconto...

Il giorno dopo l'incontro mi svegliai sulle note di “Iris” la cara odiata canzone che era solita svegliarmi nel mezzo dei miei bei sogni per ricordarmi che dovevo andare a scuola. Di solito avrei cliccato il pulsante “rimanda”, avrei ricominciato a dormire e avrei aspettato che risuonasse, ma quella mattina fu diverso.

Appena la sentii, mi svegliai stranamente di buon umore rimanendo ad ascoltarla.

- And I don't want the world to see me, 'Cause I don't think that they'd understand...- iniziai a cantare – When everything's meant to be broken I just want you to know who I am...

- Sta zitta stonata - sentii una voce familiare e assonnata provenire dalla camera accanto alla mia: mio fratello!

-Va bene!- urlai - Io sto zitta, ma tu ascolta i Goo Goo Dolls - ed alzai al massimo il volume del mio cellulare.

Steven si arrabbiò ovviamente e venne con un cuscino in mano urlando – Mi hai svegliato, bene, ma adesso subirai la furia del mio sonno – ed iniziò a colpirmi con il cuscino fino a quando non cademmo stremati sul pavimento!

-Che ore sono?- chiesi

-Le 7:30

-Oh... COSA? CAVOLI E' TARDISSIMO! - urlai e corsi verso il mio armadio alla ricerca di qualcosa da mettere.

Inutile dire che arrivai a scuola con mezz'ora di ritardo.

Il professore però non mi accettò in classe e mi ritrovai a girovagare per la scuola per perdere tempo.

Mi trovavo nel corridoio che portava all'aula di musica quando sentii

-Piccola non puoi farmi questo, lo sai che ti amo!

-Nate è inutile, so tutto, me lo hanno detto i tuoi amici

-Chi?Chi di preciso?

-Jason e Daniel!- disse la ragazza cercando di andarsene ma Nate lo fermò

-Sai che loro scherzano...

-No, Nate, erano sinceri e comunque ti visto anche io con quella lì – disse riuscendo a liberarsi dalla sua presa e andando via

-Quella lì ha un nome e tu non avrai mai la classe che ha lei! - le urlò dietro Nathan

-Tutto bene?- gli chiesi da dietro

-Oh, Miranda giusto?- annuii – Si, certo tutto ok... Solo un'altra stupida che mi ha lasciato – disse sedendosi a terra con gli occhi lucidi – Ma tanto ci sono abituato, non preoccuparti -

Mi sedetti accanto a lui e feci quello che non mi sarei mai aspettata di fare: il primo passo – Sai, dovremmo uscire qualche volta, a bere un frullato magari, o qualcosa del genere...- dissi arrossendo.

-Adesso ti ci metti anche tu? Non vedi che ho appena litigato con Jazmin? Uscire con te non mi farà stare meglio se è questo che credi e poi tu non mi piaci quindi vai via!- quelle parole mi ferirono più di quanto potessero fare mille coltelli. Mi alzai e andai via, questa volta anche io con gli occhi umidi. La campanella suonò in quell'istante e mi voltai verso Nate guardandolo asciugarsi le lacrime prima che la marea di studenti lo coprisse e che i suoi due amici andassero a salutarlo.

Lasciai la scuola e tornai a casa sapendo che non ci sarebbe stato nessuno. Mi stesi sul letto e continuai a piangere fino ad addormentarmi.

Cosa mi era venuto in mente? Nathan Sykes non si sarebbe mai e poi mai innamorato di me! E' stato stupido credere che tra noi potesse nascere qualcosa ed è stato stupido pensare che avrebbe notato quel vestito che avevo indossato, del suo colore preferito.

Mi svegliai appena sentii il rumore della chiave nella serratura di casa: mia madre era tornata.

E se mi avesse trovata a casa? Sarei dovuta essere a scuola in questo momento. Forse glielo avrei detto che me ne ero andata prima, ma non adesso, non ero in vena di una sgridata dopo aver pianto. Così sgattaiolai fuori dalla finestra.

Ero solita farlo anche da piccola, mi arrampicavo sull'albero e riuscivo ad uscire. Prima succedeva per piccole cose come quando pioveva e mia madre non voleva farmi uscire a giocare e se mia madre mi scopriva non aveva importanza, ma negli ultimi tempi scappavo sempre per ogni minimo divieto anche quando, per esempio, mi toglievano internet perchè avevo preso un brutto voto ad un test.

Questo succedeva quando ero a Los Angeles però, la casa a

Gloucester era diversa, non c'era nessun albero su cui arrampicarsi così fui costretta a tornare indietro e subirmi la scenata di mia madre.

Mi sedetti sul letto con le gambe contro il petto e le braccia attorno ad esse aspettando.

-Miranda cosa ci fai tu qui?- disse mia madre con i pugni sui fianchi – Hai saltato la scuola di nuovo? Ci siamo trasferiti qui per farti cambiare aria, conoscere nuovi amici, persone migliori di quelle che conoscevi prima e tu continui a comportarti male? - la stavo ascoltando ma il mio sguardo era perso nel vuoto – Guardami quando ti parlo!

-Mamma ti prego, oggi non riesco a sopportare nulla, non riesco a capire neanche se ho sbagliato a fare quello che ho fatto perchè mi è sembrata e continua a sembrarmi la cosa più giusta che io abbia potuto fare. Ho una voglia matta di piangere ma i miei occhi hanno finito tutte le lacrime e più provo a piangere più mi fa male il petto e il mio cuore non prova più niente e il mio cervello si è arreso e continua a ripetermi di non reagire e lasciare che il mio dolore mi uccida, ma mamma, io non voglio che lui lo faccia – dissi abbracciando mia madre che nel frattempo si era seduta sul letto con me e mi aveva ascoltata.

-Ti va di dirmi cosa è successo oggi? - mi chiese dolcemente

-No, non ora! Voglio solo che tu mi stringa e faccia in modo che io mi addormenti come facevi quando ero piccola perchè non posso sopportare di dover rivivere quell'istante, anche solo nella mia mente.-le dissi tra le lacrime che mi bruciavano le guance. Così mi addormentai fra le sue braccia e mi sembrò di dormire per anni. Mi aveva sempre fatto questo effetto il suo profumo: mi calmava e mi rassicurava.

Sono stanca adesso, domani è un altro giorno e spero di poterti scriverti la mattina dato che non dovrò lavorare.

Mi manchi tanto

Baci

 

Miranda

Salve Twfanmily,

ad una di voi avevo detto che avrei caricato a breve il capito ma non ho avuto tempo perchè è iniziata la scuola e i compiti mi hanno distrutta ma ecco il secondo capitolo, meglio tardi che mai, no?
Nate è stato cattivo in questo capitolo ma ci sono ancora 5 giorni per provare a farlo innamorare e vedremo se la povera Miranda ci riuscirà dato che ora le ha praticamente detto che non è interessato a lei e poi chi potrebbe essere la ragazza di cui stava parlando Nate con Jazmin?
Volevo inoltre dire che io so che il colore preferito di Nathan è il rosso però non ne sono sicura quindi se sbaglio qualcuno me lo dica per favore!!!!!
Infine volevo ringraziare tutte quelle che hanno recensito, quelle che hanno messo nei preferiti e cose varie, quelle che hanno letto semplicemente e anche quelle che hanno iniziato a leggere e poi si sono scocciate, per me va bene lo stesso ahahahhahahahahah (?) 

Alla prossima!

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Capitolo 3
*** 3° Day: Andrà tutto da sé ***


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Martedì 5 giugno 2018

 

Il telefono continua a squillare, me è inutile, non ti risponderò. Voglio finire di raccontarti la storia altrimenti questo periodo di lontananza non servirebbe a niente. Se cederò e risponderò sappi che non continuerò più a scriverti perché mi sentirò sicuramente in colpa per non avertene parlato prima.

Qualunque cosa tu voglia dirmi puoi dirmela attraverso un' e-mail, ma se non è importante, evita di dirmela, tra 5 giorni sarai qui, quindi potrai raccontarmi tutto quello che desideri, ma per adesso lascia che sia io a parlare...

Dopo essermi addormentata tra le braccia di mia madre, ricordo solo di aver cenato e poi di essere subito andata a dormire.

Il giorno seguente mi svegliai, guardai l'orologio e vidi che segnava le 12:35. Mi alzai di scatto chiedendomi perché la sveglia non fosse suonata. Evidentemente feci molto rumore perché in pochi minuti mi ritrovai mia madre in camera che mi chiese – Miranda, cos'è tutta questa confusione?

-Scusa mamma, oggi volevo andarci a scuola, davvero! Non so perché la sveglia non sia suonata, in realtà non so nemmeno perché il mio cellulare è qui – dissi velocemente, in preda al panico.

-Tranquilla, tranquilla, ieri ti ho vista distrutta così ho deciso di lasciarti dormire per oggi, così ho preso il tuo cellulare e l'ho portato in cucina perché non sapevo come si togliesse la sveglia.

-Oh, grazie mamma! Ti giuro che domani ci vado a scuola.

-Di nulla tesoro, ma adesso ti andrebbe di raccontarmi cosa è successo? - volevo farlo, davvero, ma il cellulare squillò proprio in quel momento

-Oh, il cellulare, beh sarà per un'altra volta – forse, in realtà non volevo proprio farlo!

-Un giorno me lo dirai, vero? - mi chiese mentre scendevo le scale

-Forse

-Davvero?

-Si

-Me lo prometti?

-No!

Mi precipitai in cucina, presi il cellulare, mi sedetti sul divano e risposi senza neanche vedere il numero

-Pronto?

-Indovina chi c'è dall'altra parte del telefono...- mi chiese una voce fin troppo familiare

-Kath?!

-Risposta esatta! - disse quella pazza della mia migliore amica

-Cavolo Kath, non ci posso credere, è da una vita che non ci sentiamo, mi manchi tantissimo, mi sono successe un sacco di cose che ti devo raccontare... - dissi con entusiasmo prima che lei mi interrompesse – Hey, frena, frena! Non mi chiedi neanche qual è il tuo premio per aver indovinato chi sono?

-Oh, giusto, giusto! Ehm... qual è il mio premio?

-Opzione numero uno: un gelato al cioccolato e menta

-Uh lo adoro

-Opzione numero due: un assegno da 200 euro per fare shopping

-Questa è migliore

-Oppure...

-Oppure cosa? - chiesi sulle spine. Io e Kath adoravamo fare questi giochi, li facevamo fin da piccole. Una volta, tra le opzioni che le avevo proposto c'era un giorno gratis al centro benessere e lei scelse proprio quello e io fui costretta a prendere di nascosto i soldi dei miei genitori per pagare il centro. Solo che dopo, loro mi scoprirono e quindi Kath passò nella lista delle “brutte amicizie di nostra figlia”. Odiavo quella lista, mio fratello non ne aveva una,nonostante i suoi amici fumassero e bevessero.

-Opzione numero tre: un biglietto aereo gratuito per far venire la tua migliore amica a Gloucester – disse entusiasta

-Cosa? Davvero verrai qui?

-No, se tu non vuoi

-Ovvio che voglio e quando... hey, aspetta, ho un' altra chiamata – accettai l'altra telefonata e risposi

-Pronto?

-Oh, Miranda grazie al cielo! Ieri non ti ho vista più alle lezioni successive e oggi non c'eri e...

-Nathan – lo interruppi – Cosa vuoi?

-Nulla, volevo solo sapere come stavi, tutto qui – disse con tono colpevole

-Beh, sto bene, grazie per aver chiamato – risposi acida. Feci per attaccare quando lo sentii dire sottovoce – Scusa...

-Come? Credo di non aver sentito bene...

-Scusa ok? S-C-U-S-A! Ero distrutto ieri e non sapevo cosa dire e...

-E quindi hai dovuto per forza farmi stare male, lo capisco...

-No, non è quello che intendevo, è che... ti va ancora di uscire con me?

I miei occhi si illuminarono ma non potevo dimenticare come mi aveva fatto star male il giorno precedente

-Forse... ma seppure accettassi non sarebbe la stessa cosa e comunque mi hai chiaramente detto che non ti piaccio

-Ma noi non ci conosciamo nemmeno, ho sempre detto che non credo nell'amore a prima vista e vorrei uscire per farmi perdonare, tutto qui. Poi se deve succedere qualcosa, succederà, ma andrà tutto da sé

-Quindi... vuoi uscire come amici, giusto?

-Giusto! - rispose

-Ma noi non siamo amici! - ribadii

-Si, lo so, ma voglio che lo diventiamo! Ci stai?

-Ci sto!

-Ti mando un messaggio

-Ok, hey Nate come hai fatto ad avere il mio numer... - ma lui aveva già attaccato così ripresi a parlare con Kath.

-Hey, sei ancora lì?

-Si, chi era?

-L'uomo dei miei sogni...

-Uuuuh... “The mistery man” Sei sicura che sia lui?

-Al 100%? NO! Comunque credo che sceglierò l'opzione numero tre! Vado a chiamare Sarah così le dico che può venire a trovarmi qui gratuitamente – dissi

-Cosa?- chiese Kath dispiaciuta

-Hey, ci sei davvero cascata? Sei tu la mia migliore amica quindi: Vuoi tu, Katherine Taylor Collins, venire nella mia attuale città?

-Certo che voglio e ti perdono... - parlammo del più e del meno e gli raccontai di Nathan e lei non fu molto d'accordo sul fatto che sarei uscita con lui ma disse che io dovevo decidere cosa fare.

Attaccai il telefono a malincuore e appena dissi a mia madre che Kath sarebbe venuta qui lei semplicemente disse:- Per quanto quella ragazza sia una pazza ribelle, devo ammettere che forse averla qui ti farà bene!

-La ospitiamo a casa, vero?

-Certo! - rispose mia madre

-Chi ospitiamo qui? - chiese mio fratello ritornato a casa in quell'istante

-Kath! - risposi emozionata

-Chi? Kath il mostriciattolo?

-Hey, lei non è un mostriciattolo! Tu la chiami così solo perché è riuscita a batterti a braccio di ferro – dissi facendogli la linguaccia

-E' una scusa più che plausibile! - disse lui

-Miranda il tuo cellulare squilla – disse mia madre

Lessi velocemente il messaggio:

"Ci vediamo alle 20:00 davanti al Giuseppe's Restaurant, stasera ti porto a cena fuori! =D"


Sorrisi e rimasi a guardare il telefono per dei minuti

-Tutto bene? - chiese mia madre

-Uhm? Si, certo. Oh stasera esco e non torno per cena!

 

 

Alle 19:45 ero già pronta: capelli fatti, trucco leggero e un vestito bordeaux che speravo l'avrebbe fatto impazzire. Con il rosso avevo fatto fiasco quindi meglio cambiare colore!

 

 

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Scesi le scale di casa fino ad arrivare in salone. La casa era vuota o almeno credevo: i miei genitori erano a lavoro e non sarebbero tornati prima delle

20:30 e mio fratello usciva praticamente ogni sera. Anche se era nuovo si era subito ambientato e aveva già molti amici a differenza mia.

-Dove vai così conciata?

-Steven? Cosa ci fai tu qui? Non dovevi uscire oggi?

-Si, infatti devo. I miei amici mi vengono a prendere alle nove. Ma non hai ancora risposto alla mia domanda

-Oh beh... esco con un' amica!

-Esci con un'amica e ti vesti così?

-Beh... diciamo che esco con un amico... Davvero sto male?

-No, sei bellissima, davvero. Solo... non è un po' troppo corto per uscire con un “amico”? - mi chiese imitando le virgolette con le dita

-Hey, è davvero un amico! E poi non è molto corto... sei peggio di papà

-Lo so, ma sono geloso! - sorrise e lo stesso feci anch'io – A che ora ti viene a prendere?

-Oh no, ci vediamo davanti al ristorante alle otto

-Vuoi che ti accompagni?

-Lo faresti per me?

-Questo e altro!- disse sorridendomi

C'incamminammo verso la sua auto

-Sicura che riesci a reggerti su quei trampoli?

-Sono tacchi non trampoli!

-E' uguale – disse sedendosi in macchina – Allora... dove ti porto?

-Al “Giuseppe's Restaurant”!

-E dov'è?

-Non lo so ma tu hai il navigatore giusto?

-Ah, come faresti senza di me?

-Rimarrei a piedi! - gli sorrisi mentre lui metteva in moto la macchina. La radio riproduceva una vecchia canzone di Mika, ricordo che adoravo quella canzone ma fui costretta ad abbassare il volume per chiedere a mio fratello: - Non ti ha dato fastidio? Intendo non ti ha dato fastidio abbandonare la nostra vecchia casa, i tuoi amici, la tua ragazza e i luoghi che eravamo soliti visitare, solo per causa mia? - mio fratello mi guardò per un istante

-All'inizio si, ma adesso non più. Insomma, abbiamo architettato tutto apposta no?

-Si, lo so, ma non credevo che ci saremmo trasferiti così lontano

-Già, la sigaretta che gli abbiamo fatto trovare in stanza li ha fatti davvero arrabbiare! - ridemmo

-Da non dimenticare tutte le volte che sono scappata di casa

-Credevano davvero che tu fossi una cattiva ragazza

-Tu non glielo dirai vero?

-Che eri vittima di bullismo? - annuii -Certo che non lo farò. So come sono i nostri genitori, in meno di mezza giornata lo saprebbe tutta la città

-Non ho mai capito cosa avevano contro di me

-Gelosia

-Dai, non scherzare

-Non sto scherzando, solo un pazzo non si accorgerebbe di quanto sei bella – disse con sincerità

-Grazie, ma a quanto pare il mio “amico” non se n'è accorto, dice che non s'innamora della bellezza esteriore

-Beh allora fagli conoscere la tua bellezza interiore – gli sorrisi – Eccoci arrivati: Giuseppe's restaurant! - mi guardai intorno alla ricerca di Nathan fino a quando non lo avvistai mentre guardava l'ora sul cellulare.

-Chi è “lui”?

-Quello più carino – dissi indicandolo

-E' un ragazzo fortunato – gli scoccai un bacio sulla guancia ed uscii dalla macchina diretta verso Nate.

-Ciao... - dissi alle spalle di Nathan

-Cia...oh wow – disse appena mi vide

-Cosa c'è...? - chiesi confusa

-Nulla, nulla è che... sei davvero bellissima stasera – sorrisi e arrossii – Ti va se entriamo?

-Certo

Entrammo nel ristorante,Nathan aveva prenotato un tavolo appartato.

Dopo pochi minuti arrivò un cameriere io ordinai una pizza e Nate ordinò spaghetti alla bolognese, il suo piatto preferito

-Volevo ancora chiederti scusa per ieri io... ricominciamo ok? - rimasi in silenzio per qualche secondo

-Piacere mi chiamo Miranda, vengo da Los Angeles e mi sono trasferita qui da poco

-Il mio nome Nathan, sono di Gloucester, vivo qui da quando sono piccolo e molti mi conoscono come quello che non ha mai lasciato una ragazza ma tutte le ragazze lasciano lui!- scoppiammo in una sonora risata – Come mai ti sei trasferita qui?

-I miei genitori credono che io non sia una ragazza con la testa sulle spalle.

-Ed è così?

-Forse!

Parlammo, mangiammo e ridemmo tutta la serata, una delle serate più belle della mia vita.

 

 

-Ho mangiato benissimo oggi – gli dissi sorridendo.

-Già anche io, ma... ho ancora un vuoto nel mio stomaco... ti va un gelato?

-Pizza e gelato? Ovvio che mi va! - mi sorrise e decise di portarmi dal gelataio migliore della città secondo lui.

-Allora, che gusto vuoi?

-Non, so... scegli tu per me, accetto tutto!

-Ok, se non ti piace lo mangi lo stesso però... uhm... vediamo... due coni cioccolato e menta

-Hey, aspetta!

-Cosa? Non ti piace?

-No, la adoro,ma c'è qualcosa che non quadra:

  1. mi porti in un ristorante italiano,e io adoro la cucina italiana

  2. mi proponi la combinazione pizza-gelato, di cui sono innamorata

  3. mi offri un gelato menta e cioccolato che sono i miei gusti preferiti...

adesso dimmi... chi è la tua spia?

-N-non ho nessuna spia: anche a me piace la cucina italiana, avevo fame e volevo un gelato e poi dato che avevo voglia di gelato al cioccolato e non avevo mai provato quello a menta ho deciso di unirli, tutto qui... è un caso ok?

-Ok...- forse era vero, Nathan non aveva bisogno di nessuna spia, noi eravamo collegati, in qualche modo che non riuscivo ancora a capire

 

 

-Avevi ragione, il gelato a menta è fantastico

-Lo so. Cavolo, è tardi, devo tornare a casa.

-Ti accompagno?

-Sarebbe stupendo.

 

 

Arrivammo sotto casa mia, stavo per aprire la porta di casa quando lui mi fermò il braccio

-Prima che tu vada... è tutto ok tra noi,vero? Intendo, ci dimentichiamo del passato e adiamo avanti?

-No Nate, non è tutto ok! Per quanto odi ammetterlo, sono ancora innamorata di te e non credo che questo sentimento possa cambiare in una sera, mi dispiace ma è così!

-Dammi cinque giorni

-Cinque giorni?

-Si, in cinque giorni ti farò passare questa cotta

-Cosa? Non puoi manipolare i miei sentimenti così

-Non voglio manipolarti in alcun modo, è solo che...

-C'è un'altra vero? - abbassò lo sguardo annuendo – Potevi dirmelo fin dall'inizio. Lei... chi è?

-Non è di qui. L'ho conosciuta durante un viaggio in Italia

-Non voglio sapere altro – dissi aprendo la porta e velocemente richiudendola una volta entrata.

 

Si è fatto tardi, Sasha sta per uscire da scuola e devo andare a prenderla. Sono felice che tu abbia rinunciato a chiamarmi.

Sempre tua

Miranda

Buona sera prisoners!!!

Allora vi ho subito chiarito le idee: la ragazza di cui Nathan stava parlando, non è assolutamente Miranda e non pensate che vi stia illudendo, perché è davvero così.

Non saprete subito chi è la ragazza però muhahaha muhahaha (?)
In più vorrei dire che non so perchè a un certo punto della storia, la scrittura cambia perchè sul computer la scrittura è uguale e quando la passo qui, la scrittura cambia!!

Grazie per aver letto

Baci!

(Non so cosa scrivere casomai non ve ne foste accorte)

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Capitolo 4
*** 4°Day: Per favore, non nominarlo ***


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Mercoledì 6 giugno 2018

 

Tre giorni, esattamente tre giorni e ci rivedremo, non vedo l'ora. Dato che nella precedente lettera mi hai detto che eri triste del fatto che Nate mi avesse trattato così male, adesso ti racconto il resto, così capirai davvero come mi sentivo.

Andai a letto appena tornata, i miei genitori stavano dormendo, non avevo la minima idea se Steven fosse tornato, ma non volevo incontrarlo. Mi aveva dato tanta fiducia, credeva che Nath mi sarebbe cascato ai piedi ma non era stato così e non volevo parlargliene.

Il giorno dopo la sveglia suonò puntuale come sempre. Iniziavo ad odiare “Iris” più di prima perché quando l'avevo sentita l'ultima volta, la giornata era andata a rotoli quindi decisi di spegnerla appena sentii le prime note promettendomi che appena sarei tornata avrei cambiato suoneria.

Dopo essere stata derisa, mortificata, presa in giro dai miei vecchi compagni di scuola e dopo aver sentito dal ragazzo che mi piace le parole “tu non mi piaci”, decisi che era tempo di cambiare. Non dovevo essere più la povera piccola Miranda vittima di bullismo o “quella nuova”! No, dovevo essere la fantastica nuova arrivata!

Presi dei jeans che non mi piacevano più, li strappai qua e là e li indossai. Poi indossai una maglietta rosa semi-trasparente, una di quelle che mio padre mi aveva proibito di indossare, tacchi alti, occhiali da sole, lucidalabbra e m'incamminai verso la porta d'uscita.

-Com'è andata con “il più carino”? Lo hai conquistato?

-No, anzi... ha un'altra – dissi voltandomi verso mio fratello che si trovava in salone

-Dove credi di andare conciata così?

-A scuola – dissi

-Miranda, questa non sei tu! Solo perchè a lui piace un'altra non significa che tu non possa avere altri ragazzi. Se ti vesti così sembrerai una facile e tu non lo sei, vero? - feci no con la testa con gli occhi lucidi – E poi oggi pomeriggio arriva il mostriciattolo, ricordi?

-Kath?! Lo avevo completamente dimenticato!

-Ora vai a cambiarti!

-Ok...ma...

-Ma cosa?

-Solo se mi presti la tua maglietta con l'orsetto e la scritta “Game Over” - dissi sorridendo.

-E' troppo larga per te

-E allora? Vanno di moda le maglie larghe – mio fratello sbuffò ma poi acconsentì. Così indossai altri jeans e quella maglietta ed uscii.

 

 

Entrai in classe puntuale, alla prima ora avevo storia ma non m'importava, l'unico pensiero che avevo era l'arrivo di Kath. Sarebbe arrivata subito dopo scuola, ero contentissima fino a quando non vidi Nathan entrare in aula sedendosi nell'unico posto vuoto accanto a me.

-Ciao – mi salutò sottovoce per non interrompere la lezione. Notando che non lo rispondevo continuò – Sai stavo pensando... io e te, stasera a casa mia a vedere un film, ci stai?

-Nate, fai sul serio? - gli chiesi scocciata

-In che senso?

-Nel senso che mi hai spezzato il cuore, per la seconda volta, e vuoi ancora uscire?

-E proprio per questo che voglio che tu venga

-Per chiedermi di nuovo scusa e poi spezzarmi di nuovo il cuore?

-No, per il nostro patto! Lo hai già dimenticato? 5 giorni e non mi amerai più.

-Per me guardare un film è una cosa romantica

-No, se lo guardi con Nathan Sykes – disse con un sorriso stampato sulle labbra.

-Comunque no!

-Come no?

-Oggi viene la mia amica da Los Angeles

-E allora? Oggi viene anche la ragazza che mi piace, ma questa faccenda è più importante per me. La tua amica sarà stanca per il viaggio, lasciala riposare.

-Davvero credi che questo sia più importante della ragazza?

-Si, assolutamente. Non voglio pentirmi un giorno di aver lasciato che il cuore di una ragazza rimanesse spezzato per causa mia, capisci? - annuii.

La campanella suonò

-Allora ci vediamo a casa mia alle 20:30, ti mando un sms con l'indirizzo! Oh, bella tua maglietta – disse facendomi un sorriso enorme mentre io arrossivo.

Lui avrebbe provato a farmi “disinnamorare” di lui? Bene, ma io lo avrei fatto innamorare di ogni piccola parte di me.

 

La scuola era finita finalmente, così corsi a casa e mio fratello si offrì di accompagnarmi all' aereoporto.

L'aereo atterrò puntuale e appena vidi Kath le corsi incontro per abbracciarla. Anche Stev lo fece, dicendole che i suoi muscoli erano cresciuti e che quindi non avrebbe più potuto batterlo a braccio di ferro.

-Miry mi sei mancata un sacco

-Odio quando mi chiami così ma dato che sei appena arrivata ti perdono

-Stasera mi devi portare nei luoghi più belli di tutta la città...

-Kath...

-Ho sempre adorato l'Inghilterra, ma questo lo sai...

-KATH!!

-Cosa?

-Stasera non posso...

-Ma... ma sono appena arrivata...

-Lo so ma... vado a casa di Nate...

-Oddio, allora vi siete messi insieme! - urlò Kath emozionata

-No, no, in realtà sta cercando di farmi passare questa cotta perchè ha un'altra...

-Oh, mi dispiace Mir – disse abbracciandomi

-E come se non bastasse oggi arriva in città

-Oh, piccola.

-Ma adesso basta parlare di me, stasera potresti andare a trovare James... uuuuh

-No, oggi esce con i suoi amici, ma spero di poterlo vedere a breve

-Beh, allora questo significa che stasera uscirai con me e i miei amici – propose Steven

-Davvero posso?

-Certo

-Per quanto ti fermi? - le chiesi

-Fino alle prossime vacanze estive

-Come scusa? - chiesi incredula

-Il biglietto era per l'andata, non per il ritorno. Mia madre mi ha dato il permesso per vivere qui un intero anno! Qui vive un vecchio amico di mio padre che mi ospiterà.

-E' una notizia strepitosa!

-E in più starò nella tua stessa scuola!

-Oddio... - disse Steven

-Cosa? - chiese Kath

-Promettimi che non dirai mai a nessuno, a n-e-s-s-u-n-o che mi hai battuto ok?

-Parola di scout!! - disse lei sorridendo

La presi sotto braccio mentre uscivamo dall'aereoporto

-Mi dispiace distuggere i tuoi sogni Kath ma... tu non sei mai stata uno scout

-Già, ma questo lui non lo sa... - disse facendomi ridere

 

Appena tornammo a casa raccontai tutto a mia madre che ne fu stranamente contenta.

 

La notte arrivò presto e Kath mi aiutò a scegliere cosa indossare per la serata, dopo aver visto la maglia che indossavo e dicendo che non mi sapevo vestire. Se era vero che volevo conquistarlo, i consigli di Kath mi servivano eccome.

Mi fece provare vestiti di ogni genere, perfino i suoi, che non lasciava indossare a nessuno.

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Ma alla fine decidemmo che per vedere un film era meglio indossare maglietta e pantalone.

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Arrivai da Nate puntuale come un orologio. Lui mi venne ad aprire dicendomi che i suoi genitori sarebbero rimasti fuori tutto la notte.

-Che film vediamo? - chiesi curiosa

-Puoi scegliere tra

  1. The Ring

  2. It

  3. L'esorcista

-Wow, ti piacciono i film horror! Allora, “The Ring” l'ho già visto, ho troppa paura dell' “Esorcista” quindi direi “It” perchè non l'ho mai visto

-Dicono che non faccia paura però – disse lui

-Lo so, ma per le ragioni che ti ho spiegato, preferisco vedere quello

-Ok, come vuoi

Credere che a Nathan piacessero i film horror fu la cosa più stupida che abbia mai fatto.

Dopo solo circa dieci minuti dall'inizio del film iniziò ad urlare:

-No, Gorgie scappa via ti prego. Non ascoltare il pagliaccio, non mettere la mano nel tombino cacchio, che te ne frega della barchetta?

Io ero lì, accanto a lui, con le braccia incrociate al petto che sbuffavo.

Non appena il piccolo Georgie mise la mano nel tombino, il pagliaccio aprì l'enorme bocca mostrando i suoi grandi denti a punta. A quella scena Nath iniziò ad urlare come un bambino spaventato e si coprì il viso abbracciandosi a me.

-Nate, la scena è finita

-Oh – disse alzando la testa e guardandomi con i suoi enormi occhi verdi.

-Nathan...

-Cosa?

-Credo che siamo un po' troppo vicini

-Perché pensi questo? - mi chiese. Era chiaro: i nostri nasi quasi si toccavano

-Perché ho una voglia matta di baciarti e questo non è un bene – gli dissi cercando di non guardare le sue labbra

-Oh – disse allontanandosi

-Penso che dovremmo cambiare film

-Perché?

-Perché ne sei terrorizzato – dissi

-Cosa te lo fa pensare?

-Forse il fatto che stai urlando da quando è iniziato...

-Bene allora vediamo qualcosa in tv

Vedemmo il primo film che trovammo, Nate prese delle birre dal frigo e bevve fino ad ubriacarsi.

-Miranda, devo dirti una cosa – disse sbronzo

-Dimmi Nath

-Io...Io... - balbettava tra i risolini-...Io ti amo, ti amo lo sai?

-Dici davvero?- gli chiesi sorridendo– Nate, Nate, hey ci sei? - dissi inutilmente, lui si era addormentato. Non ha mai retto l'alcol.

Misi il suo braccio attorno alle mie spalle e lo portai in camera sua e lo feci stendere sul letto.

Stavo per tornarmene a casa quando lui mi prese per un braccio e mi disse: -Puoi rimanere qui fino a quando non mi addormento?

-Certo! Sei ancora spaventato per il pagliaccio?

-Per favore, non nominarlo – disse prima di addormentarsi.

Sorrisi e rimasi a guardarlo per dei minuti fino a quando non crollai in un sonno profondo.

 

I bambini mi chiedono di salutarti e ti mandano tanti baci e lo stesso faccio io

Ci manchi

Miranda

 

 

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Capitolo 5
*** 5° Day: Sicura che avete solo dormito? ***


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                                                                                                                                                                                                                  Giovedì 7 giugno 2018

 

Gloucester mi sembra triste da quando sei partito, e la nostra casa sembra vuota. Non saprei cosa fare se non ci fossero i bambini con me, quelle due piccole pesti che amo più della mia stessa vita.

Odio aprire i miei occhi e non trovarti nel letto accanto a me e cerco di immaginarti, bello come sempre che mi sorridi, mi dici “buongiorno” e poi mi vai a preparare la colazione. Eri sempre tu quello che si alzava la notte se uno dei bambini piangeva, non volevi che mi affaticassi troppo perché la mattina dopo avrei dovuto cucinare, mi sarei dovuta prendere cura dei bambini e pulire la casa perché tu dovevi essere a lavoro e non potendomi aiutare la mattina, volevi farlo comunque la notte. E quando tornavi a casa, cercavi di non far vedere a noi, la tua famiglia, che eri esausto e, se i bambini volevano, giocavi perfino con loro.

Sono contenta di aver continuato questa storia con te.

Come ti ho scritto nella precedente lettera, mi addormentai a casa di Nate e quando mi risvegliai mi ritrovai nel suo letto, accanto a lui. Nath dormiva beatamente e io mi alzai senza farlo svegliare. L'orologio segnava le 6:05, troppo presto per provare a svegliarlo e dirgli che dovevamo andare a scuola.

Mi diressi verso la cucina per bere un bicchiere d'acqua quando mi accorsi della madre che stava facendo colazione. Quindi, senza farmi notare, tornai di nuovo in camera. Provai a ritornare a letto ma non volendo svegliare Nathan, ci rinunciai.

Mi sedetti sulla poltrona accanto al letto e rimasi a fissarlo per un po' di tempo fino a quando non mi suonò in testa una melodia. Quindi mi alzai e mi diressi verso la scrivania, presi un foglio e una penna ed iniziai a scrivere alcune frasi come:

“Someone else has let you down” (Qualcun' altro ti ha deluso) pensando a quando Jazmine lo aveva lasciato

“Tell me that you love me and maybe if you take one more, than I would know for sure” (Dimmi che mi ami e forse se lo dirai un'altra volta, ne sarò sicura). Nathan aveva davvero detto di amarmi la sera precedente o era stato tutto un sogno? Aggiunsi il titolo della mia canzone “Tell me that you love me” (Dimmi che mi ami) prima di sentire una voce alle mie spalle dire: - Cosa stai scrivendo? - Nate si era svegliato! Coprii velocemente il foglio e dissi: - Nulla, nulla!

-Era una canzone?

-No, cosa te lo fa pensare? - dissi in ansia

-Non lo so, ho buttato a caso, oggi ho un grande mal di testa.

-Già, ieri ti sei ubriacato

-Cosa? Hai tolto le prove, vero? Se i miei lo scoprono mi ammazzano

-Si, tranquillo

-Allora... me la fai sentire questa canzone oppure ti devo pregare in ginocchio?

-No no e no! Forse un giorno la sentirai, ma ora non è il momento

-Quindi stai ammettendo che è una canzone! - disse. Mi aveva fregata...

-Si... ma comunque non te la faccio ascoltare!

-Va bene, vuol dire che aspetterò. - sorrisi felice del fatto che non aveva insistito – Anche io scrivo sai?

-Davvero? - chiesi sorpresa

-Già, me la cavo

-E... io posso sentirla questa canzone? - mi guardò per qualche secondo poi disse: - Solo perché sei tu.

Si avvicino ad una piccola pianola che si trovava in camera e iniziò a cantare: “This is not gonna last forever, It's that time when you must hold on. And I won't let you surrender, And I'll heal you if you're brokern

We can stand so tall together. We can make it through the stormy weather. We can go through it all together, do it all together, do it all...”

-E'... è meravigliosa, davvero – dissi con le lacrime agli occhi. Mi sorrise.

-Grazie, ma perché piangi?

-Perché mi ricorda la mia migliore amica. Sai, lei continuava a ripetermi che ce l'avremmo fatto insieme ma io ho mollato... Non ti ho detto proprio tutta la verità, non l'ho detta neanche ai miei genitori... - lui era accanto a me, seduto sul letto, che mi accarezzava la schiena – Io ero vittima di bullismo e noi sai quanto mi costi dirtelo perché me ne vergogno tantissimo così ho finto di essere una cattiva ragazza per fare in modo di trasferirmi, ma io non sono cattiva Nate, non lo sono per niente.

-Lo so, lo so – disse abbracciandomi

-Oh cavolo – dissi all'improvviso – Oggi c'è scuola, devo andare.

-Aspetta! I miei genitori non mi permettono di invitare ragazze a casa per farle rimanere a dormire. Se ti vedono, io sono morto, come cavolo faccio?

Rimanemmo in silenzio per qualche minuto finché non mi venne un'idea

-Nath, c'è un albero accanto alla tua finestra?

-Si, perché? - sorrisi, aprii la finestra e mi arrampicai sull'albero – Sei sicura che non ti farai male?

-Certo, lo faccio fin da quando ero bambina.

-Ok, allora ci vediamo a scuola – stavo per scendere dall'albero quando mi fermai e dissi: -Oh, Nate?!

-Si?

-Ti amo anch'io!

 

 

Tornai a casa, mi feci una doccia veloce e mi diressi verso scuola, avevo appuntamento lì fuori con Kath.

-Salve bellezza – le dissi appena la vidi

-Ciao, vedo che qualcuno è di buon umore oggi – mi disse dandomi un bacio sulla guancia

-Già, Nate ieri mi ha detto che mi ama! - dissi emozionata

-Ma non aveva un'altra? E non voleva fare in modo da non farvi stare insieme?

-Si, ma forse ha cambiato idea... Ma torniamo a noi, fammi vedere il tuo orario – lei me lo mostrò - Storia, fisica... Cavolo non abbiamo nessuna materia in comune oggi. Ma domani abbiano scienze insieme. Vieni, prima che suoni la campanella ti mostro la classe di storia e quando finisce l'ora aspettami lì fuori, intesi?

-Si, signor capitano – mi prese in giro lei

 

 

Dopo aver accompagnato Kath, mi diressi verso l'aula di matematica.

Mi sedetti al mio posto e vidi Nath entrare in classe e accomodarsi accanto a me. Gli sorrisi.

-Come diavolo ti è venuto in mente di dirmi che mi ami? - disse lui arrabbiato

-Come scusa? - chiesi confusa

-Così rovini tutto!

-Guarda che il primo a dirmi che mi amava sei stato tu

-Cosa? No, non è vero!

-Si che è vero! Ieri sera! Ora vuoi rimangiarti tutto?

-Ieri sera ero ubriaco!

-Già ma in vino veritas

-Non parlare in lingue che non conosco

-E' latino, significa che quando sei ubriaco dici sempre la verità

-Questo non è vero!

-Guarda che non l'ho deciso io!

-Comunque io non ti amo, che sia ben chiaro!

Non m'importava quello che diceva, io credevo nel “vino veritas” quindi significava che l'avevo conquistato anche se provava a negarlo.

Alla fine dell'ora disse:- Domani sera i miei danno una festa e vorrei che tu ci fossi. Inoltre vorrei presentarti la mia ragazza

-Bene, ci sarò! - stava provando a farmi ingelosire?

 

 

Raggiunsi Kath e la condussi nell'aula di fisica.

-Ok, io vado nell'aula d'inglese ci rivediamo tra un'ora. Per adesso come ti trovi?

-Bene direi, già mi sono fatta un sacco di amici – lei era fortunata!

 

 

-Non ci crederai mai – mi disse Kath appena la raggiunsi

-Cosa? - le chiesi

-James frequenta questa scuola!!!

-Davvero?

-Già era nella mia stessa classe di fisica

-Domani esco con lui, non ti dispiace, vero?

-No, certo che no e poi io vado ad una festa

-Con Nathan, giusto?

-Già, vuole presentarmi la sua ragazza

-Auch, questa si che fa male!

-Me la caverò

 

 

Tornammo a casa esauste per la giornata a scuola. Kath venne a pranzo da me, l'aiutai con i compiti e poi uscimmo a fare shopping.

Lei doveva scegliere qualcosa da indossare all'appuntamento e io qualcosa da indossare alla festa.

Lei scelse un abito jeansato con una cintura marrone.

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Mentre io ne scelsi più di uno, dicendo che avrei scelto alla fine il più bello.

Quando tornammo a casa, il telefono di Kath squillò

-Scusa è James, devo rispondere!

-Non preoccuparti, io vado di sopra a chiamare Nathan – dissi sorridendole

-James, ciao tesoro come va?... - iniziò a dire Kath. Preferivo andare in camera mia invece di ascoltare le cose sdolcinate che si dicevano quei due. Kath diceva che non erano ancora proprio fidanzati, ma io sapevo che faceva così solo perché voleva sentirselo dire da lui cosa erano in realtà.

Presi il mio cellulare: 10 chiamate perse e 3 messaggi tutti da parte di mio fratello.

Ieri non ero tornata a casa, evidentemente era preoccupato. Cercai velocemente il suo nome nella rubrica, non ho mai imparato il suo numero a memoria, e lo chiamai

-Pronto, Miranda?

-Hey Stev – gli dissi

-Dove diavolo sei stata tutta la notte? Sono rimasto sveglio ad aspettarti ma non sei tornata – disse arrabbiato

-Si, scusa. Mi sono addormentata da Nate e mi sono risvegliata solo stamattina.

-Sicura che avete solo dormito?

-Sicurissima – dissi ridendo

-Comunque non mi piace che vai a dormire a casa di un ragazzo

-Va bene, non lo farò più ok? Adesso devo fare una telefonata, ci vediamo quando torni a casa.

-Ok e comportati bene

-Non preoccuparti, hun.

Attaccai il telefono ed urlai: - Kath, sei ancora a telefono?

-Si, piccola!

-Va bene – dissi sorridendo. Avrebbe passato così tutta la giornata!

Così composi il numero di Nathan per chiedergli che tipo di festa sarebbe stata, ma il telefono risultava sempre occupato. Ci provai per un mezz'ora fino a quando non mi addormentai.

-Hey Mir! Miry ci sei? - mi svegliò Kath

-Oh, che ore sono? - le chiesi assonnata

-E' tardi, dovrei tornare a casa, ti ho svegliata per questo

-Ok, chiamo Steven così ti faccio riaccompagnare ok?

-Ok – mi rispose con un sorriso.

-Stev accompagni Kath a casa?

-Certo? Andiamo?

-Andiamo! Ci vediamo domani, ti voglio bene – mi disse prima di andare via

-Anch'io piccola.

Riprovai a chiamare Nathan e finalmente mi rispose

-Hey, è da più di un'ora che provo a chiamarti

-Scusa...

-Oh... no, scusa tu. Volevo solo chiederti: devo vestirmi elegante?

-Sarebbe meglio, perché è una cena di lavoro, sarà noiosissima perciò ho bisogno di voi due

-Capisco... va bene, ci vediamo domani allora

-Ok a domani

Sorrisi non appena attaccai il telefono: aveva bisogno di noi?

-Ok, basta, mi sto facendo i film mentali – dissi prima di scendere a cenare e poi tornare a dormire

Dirti che sono stanca sarebbe dire poco. Per oggi è tutto ma domani ti spiegherò il resto

Baci

 

Miranda


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Oddio TWfanmily non so come ringrazziarmi per i complimenti posti nelle recensioni. E' da un po che non entro nel sito e vedere tutte quelle dolci parole mi hanno fatto sciogliere.
Volevo inoltre dirvi che sto scrivendo un'altra storia e mi farebbe piacere se la leggeste, in questa ho deciso di mettere tutti i membri del gruppo; volevo inoltre aggiungere che è sul genere fantasy, a differeneza di questa. Un bacio a tutti e grazie ancora.
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2096209&i=1

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