Kili e Tauriel

di Anna Tentori
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Elfi, Nani e Ragni ***
Capitolo 2: *** Il Nano Alto ***
Capitolo 3: *** I Nani ***
Capitolo 4: *** Kili ***
Capitolo 5: *** L'assalto degli Orchi ***
Capitolo 6: *** La freccia avvelenata ***
Capitolo 7: *** La città di legno ***
Capitolo 8: *** Credi che avrebbe potuto amarmi? ***
Capitolo 9: *** Bard l'Arciere ***
Capitolo 10: *** l'Inferno ***
Capitolo 11: *** La caduta di Smaug ***
Capitolo 12: *** -Ora lo so- ***
Capitolo 13: *** L'arrivo di Thranduil ***
Capitolo 14: *** La dolce e triste melodia ***
Capitolo 15: *** L'Arkengemma ***
Capitolo 16: *** La rabbia di Legolas ***
Capitolo 17: *** Gandalf ***
Capitolo 18: *** La malattia del tesoro ***
Capitolo 19: *** Dale ***
Capitolo 20: *** La Desolazione di Smaug ***
Capitolo 21: *** Thorin Scudodiquercia ***
Capitolo 22: *** Torna in te e ascoltami! ***
Capitolo 23: *** Il ritorno del Re sotto la Montagna ***
Capitolo 24: *** Paure ***
Capitolo 25: *** La Battaglia ***
Capitolo 26: *** Il dolore di Kili ***
Capitolo 27: *** La battaglia finale ***
Capitolo 28: *** - Non dimenticarti mai di me - ***
Capitolo 29: *** Stelle ***



Capitolo 1
*** Elfi, Nani e Ragni ***


Kili E Tauriel

Capitolo 1: Elfi, Nani E Ragni







Tutto è silenzioso.

Stiamo correndo alla ricerca di quelle creature mostruose. Legolas è accanto a me e come al solito cerca di battermi in velocità....è una battaglia persa!
Sa che sono più veloce di lui ma non vuole ammetterlo e tutte le volte che lo batto si inventa una scusa.
Siamo grandi amici da quando suo padre, re Thranduil, mi ha preso con se curandomi e accudendomi come se fossi sua figlia.
Legolas prova qualcosa per me, lo so.
Dei rumori interrompono i miei pensieri, sono lontani ma so da dove provengono.
Acceleriamo.
Versi acuti, fastidiosi, rumore di spade. Urla.
Ci avviciniamo sempre più.
Finalmente li vediamo. Neri, grossi e disgustosi: Ragni.
Prendo l'arco e scocco la prima feccia, colpisco una di quelle creature che cade a terra morta.
Ci sono ragnatele dappertutto.
Abbatto altri due ragni e finalmente vedo le sfortunate creature cadute nella trappola dei ragni.
Nani.
Vive un'antica rivalità tra Elfi e Nani di cui non so bene l'origine.
Io personalmente ne sono indifferente. Non odio i nani e tantomeno li amo.
Per me quell'antica rivalità non conta niente.
Sono bassi, rozzi e non molto belli. Hanno barbe lunghe e berretti dai diversi colori. Sono 13, pieni di ragnatele e affaticati.
Cercano di respingere i ragni ma quelle disgustose creature li assalgono continuamente.

Tre, quattro, cinque, sei, sette....abbatto altri ragni le cui carcasse si uniscono a quelli abbattuto da Legolas e i nostri Elfi compagni.
Otto, nove, dieci, undici...devo ucciderne più di Legolas, facciamo sempre a gara, ma in questo caso Legolas vince sempre!
Poco a poco i ragni diminuiscono.
Ne vedo uno arrampicarsi tra gli alberi per scappare ma  lo raggiungo subito e lo uccido con un'altra delle mie frecce.
Mentre estraggo la freccia dalla carcassa sento un urlo provenire dietro di me.
Vedo un enorme ragno sopra a un corpo agitato che cerca di divincolarsi dalla presa ferrea del ragno.
Con l'arco lancio la freccia appena estratta che colpisce in pieno la schiena del ragno, ma non basta.
Allora estraggo il pugnale e lo colpisco nuovamente sulla schiena.
 Il mostro si agita e emette versi di dolore, muore.

Sotto di lui c'è un giovane nano, non proprio brutto che mi guarda stupito.
Il suo sguardo mi mette a disagio e così mi volto di scatto.

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Capitolo 2
*** Il Nano Alto ***


Kili E Tauriel


Capitolo 2: Il Nano Alto










Arrivano altri ragni.
Continuo a combattere, il Nano alto è dietro di me. Mi volto. È in difficoltà.

Subito si gira verso di me, e con voce forte mi grida  "Lanciami un pugnale, presto!"
La sua voce risuona nella foresta, forte, piena di paura e fatica...
"Se pensi che ti dia un'arma,Nano, ti sbagli di grosso!"

Ho parlato senza pensare, senza volerlo...ho sbagliato....ha bisogno di aiuto.


-No, non ho sbagliato! È un Nano, può cavarsela da solo!-


" Aiuto, aiutooooo!"

Grida, il ragno gli è piombato addosso nuovamente...non ce la farà....
Di scatto mi volto e colpisco in pieno il ragno con una freccia.

-Ho fatto la cosa giusta...-


Il Nano alto dopo pochi sforzi  toglie la carcassa della creatura da sopra il suo corpo.
Si alza ansimante. Solleva il bel viso e mi guarda, intensamente. I nostri occhi si incrociano.
Ha occhi marroni, come la terra, profondi.

Tolgo subito lo sguardo. Ancora disagio.
"Grazie..." sussurra.
Lo guardo e accenno a un sorriso. Ricambia.

È alto per essere un nano...è bello per essere un nano...

-No! È solo una Nano...-


A poca distanza da noi risuona la voce di Legolas.

"Chi è questo? Tuo fratello?"
Le sue parole rompono il silenzio della foresta, sono aspre, piene di disprezzo. Non lo riconosco.
"Quella è mia moglie!" questa volta la voce proviene da uno dei Nani.
"E cos'è quest'orrida creatura? Un orco mutante?"
"Quello è il mio piccolino! Gimli!"
Li raggiungiamo.
Legolas e il Nano  sono uno difronte all'altro, si guardano in cagnesco.
Lo sguardo di Legolas è pieno di disprezzo, ha un'aria altezzosa; anche lo sguardo del Nano è pieno di disprezzo ma anche pieno di rabbia e offesa.

Non riesco ancora a crederci. Legolas non può aver detto quelle parole, non è da lui.

Anche lui, come tutti noi Elfi, disprezza i nani, ma non pensavo a tal punto.

Si volta verso di me per guardarmi ma io levo subito lo sguardo.
Iniziamo a perquisire i nani per impossessarci delle loro armi. Successivamente li leghiamo per portarli nel nostro regno.
Cerco attentamente di evitare il Nano alto.

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Capitolo 3
*** I Nani ***


Kili e Tauriel


Capitolo 3: I Nani








Iniziamo a camminare, Legolas davanti con  cinque Elfi, io dietro con altri 3 compagni, e i Nani al centro legati e disarmati.

Non vola una mosca, si riesce a percepire la tensione.
I Nani camminano diritti, il viso alzato e lo sguardo puntato davanti a  loro.
 Non vogliono dare l'idea di essere sottomessi, sono troppo orgogliosi.

Li guardo attentamente.
Non avevo mai visto un Nano prima d'ora, di loro avevo letto e visto le immagini nei libri della Grande Biblioteca:
 
"Sono una razza per lo più robusta e resistente, segreta, laboriosa, fedele ai ricordi del male
(e del bene) ricevuto, amante della roccia, delle gemme, delle cose che prendono forma nelle mani degli artigiani più che di ciò che vive di una vita propria.
Ma non sono di natura Malvagia..."


So poco sul loro conto e non mi sono mai interessata ad essi, non ne sentivo il bisogno.

Tutto quello che so della loro antica storia è che furono  creati in segreto da Aulë (uno dei grandi Valar, creatori della Terra di Mezzo e di Arda)  nell'oscurità della terra perché egli non riusciva più a sopportare l'attesa dell'avvento dei Figli  di Ilùvatar (noi Elfi).

Sono esattamente identici alle descrizioni dei grandi libri: bassi, rozzi, forti, abbastanza brutti e con folte barbe. Sono orgogliosi, caparbi, amanti dei tesori e soprattutto di tutto ciò che viene prodotto dal loro popolo.

Più li guardo più cresce in me il desiderio di saperne di più sul loro conto.
Ai miei occhi ora appaiono come un popolo misterioso e affascinante di cui desidero sapere ogni cosa che li riguarda.

Alzo lo sguardo dai Nani e scopro che siamo già arrivati davanti  all'entrata.

Un fiume scorre davanti ai grandi portali di pietra della maestosa caverna, il regno degli Elfi Silvani e del nostro re, Thranduil.

La caverna si inoltra sottoterra e presenta innumerevoli passaggi e sale illuminate e bellissime.

Varchiamo la soglia e percorriamo il lungo corridoio che ci porta nel cuore della caverna.
È ampio e illuminato da numerose torce dorate.

Poi scendiamo la scala a chiocciola che porta ai sotterranei dove vi sono le grandi e inespugnabili prigioni degli Elfi Silvani.
Rinchiudiamo tutti i Nani nelle celle tranne uno 
di cui re Thranduil ha richiesto la convocazione.
Ciò significa che deve essere il capo della compagnia.

Mentre scorto il capo dei Nani con Legolas passo davanti alla cella dove é rinchiuso il Nano Alto. Nuovamente i nostri sguardi si incrociano ma questa volta è lui a distogliere lo sguardo.
"Perché quel Nano ti guarda Tauriel?" mi chiede Legolas, " Qual dici?" rispondo, "Il Nano che abbiamo appena sorpassato!" ribatte lui.
Mi volto indietro, mi sta guardando nuovamente.
"È alto per essere una Nano non credi?"
"Più alto di alcuni, ma ugualmente brutto!" risponde Legolas con freddezza.
Scortiamo in silenzio il Nano per il resto del percorso.
Arrivati alla sala del trono mi fermo e Legolas prosegue con il Nano. Non sono stata convocata.

Così decido di andare alla Grande Biblioteca per saziare il desiderio di saperne di più sui Nani.

La Grande Biblioteca è una sala ampissima con enormi scaffali pieni di libri. Al centro vi sono grandi tavoli dove gli Elfi siedono durante la lettura dei manuali.
Mi affretto a cercare la sezione dedicata alla razza dei Nani ( infatti la biblioteca è divisa in sezioni che contengono diversi argomenti).

Prendo più libri possibili e mi siedo a uno dei grandi tavoli. Apro uno dei libri e inizio a leggere.

Non riesco a smettere, leggo pagina dopo pagina avida di informazioni.

Perdo la concezione del tempo.
Sono ormai al quinto libro quando una mano si poggia sulla mia spalla.
"È il tuo turno di guardia Tauriel"
Mi volto e vedo Itar, uno dei miei compagni, che mi guarda un po' incuriosito.
"Oh,  si giusto. Grazi Itar per avermelo ricordato"
"Figurati Tauriel. Ma vorrei sapere una cosa, cosa stai facendo con tutti questi libri?" mi chiede divertito.
"Emm...non avevo nulla da fare così sono venuta qui per passare il tempo" rispondo un po'incerta.
"Ah va bene. Allora muoviti,Breth ti sta aspettando, metto via io i libri"
Lo guardo un po' dubbiosa e poi mi decido a uscire dalla Grande Biblioteca.

Percorro nuovamente il corridoio fino alla scala a chiocciola. Scesa nelle prigioni incontro Breth a cui do il cambio.

Mi siedo e inizio a pensare a tutto quello che ho appena letto.
I miei pensieri sono interrotti dal suono di una pietra che cade a terra. Alzo lo sguardo e vedo nell'ombra uno dei prigionieri che raccoglie la pietra e ricomincia a lanciarla con la mano sopra di se per poi riafferrarla.
Mi alzo e mi avvicino lentamente.
Piano piano inizio a scorgere la figura del prigioniero. È il Nano Alto.

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Capitolo 4
*** Kili ***


Kili e Tauriel


Capitolo 4: Kili



"La pietra che hai in mano, che cos'è?" chiedo.

Il Nano Alto mi guarda stupito, ma poi mi risponde.
"È un talismano. Un potente incantesimo lo avvolge. Se qualcuno oltre ai Nani legge queste rune sarebbe eternamente dannato!"


-Talismano? Dannato? Dice sul serio? Forse è meglio andarmene prima di leggerle per sbaglio, non si sa mai-


Cosi mi volto ma non faccio in tempo a fare il terzo passo che il Nano dice con voce divertita 
"O No!"

Mi volto e continua a parlare.
"Dipende se credi in quel tipo di cose! È solo un ricordo, è una pietra runica. Me l'ha data mia madre perché ricordassi la mia promessa"

Lo guardo attentamente: è divertito dal fatto che io abbia creduto alla storia della pietra maledetta ma allo stesso tempo nei suoi occhi vedo la tristezza e il tenero ricordo della madre.
Accenno a un sorriso e lui ricambia.
"Quale promessa?" chiedo, Guarda la pietra dolcemente
"Che sarei tornato da lei. Si preoccupa! Mi ritiene spericolato!" continua sorridendo.
"E lo sei?" chiedo incuriosita,
"No!" mi risponde ma qualcosa mi dice che non è la verità.


Rimaniamo in silenzio per un po', ognuno immerso nei suoi pensieri.

È diverso da come mi ero immaginata. Non è burbero e scontroso ma simpatico e interessante, forse anche un po' dolce.
Lo guardo. Ha capelli bruni che toccano delicatamente le spalle, la barba non è lunga e folta ma solo accennata, il volto ha una forma ovale con tratti delicati.
Dev'essere molto giovane.


In sottofondo si sente la musica proveniente dalla grande sala delle feste. È immensa e molto luminosa, il tetto può aprirsi per mostrare le antiche e luminose stelle.

"Cos'è tutta questa musica?" mi chiede il Nano.
"È la festa dedicata alle stelle, la luce che noi adoriamo" rispondo pensando al cielo stellato.
"Ho sempre pensato alla luce delle stelle come una luce fredda e distante, diversa da quella del sole che invece è calda e confortante" mi confessa.
"Ti sbagli. Esse racchiudono la memoria del mondo, da quando esso è nato grazie a Iluvatar e ai Valar fino a oggi, hanno una memoria maggiore rispetto a quella di noi Elfi"

Il Nano mi ascolta interessato e affascinato mentre gli racconto tutto ciò che so sulle stelle e sul loro potere.

Mentre parlo mi guarda intensamente e io guardo lui nello stesso modo. Ci guardiano diritti negli occhi ma questa volta nessuno dei due è a disagio.
Stiamo bene insieme.

Poi lui inizia a parlarmi della sua casa, della sua famiglia e della sua razza.
Io faccio domande e lui risponde saziando ancora di più la mia fame di conoscenza.
Il tempo passa mentre parliamo ma noi non ce ne accorgiamo, è l'arrivo di Legolas  per darmi il cambio che ci riporta alla realtà.

"Comunque piacere, io sono Kili"

Mi dice sorridendo. Ricambio il sorriso.
''Piacere, io sono Tauriel"

                                                                              

                                                                       *

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Capitolo 5
*** L'assalto degli Orchi ***


Kili e Tauriel


Capitolo 5: L'Assalto degli Orchi



     *
Corriamo il più velocemente possibili verso l'uscita anteriore della grande caverna, è il passaggio principale del commercio tra noi Elfi e gli abitanti di Lagolungo.

I Nani sono riusciti a scappare.


-Com'è possibile? Le nostre prigioni sono inespugnabili, o lo sono state fino ad ora-


Improvvisamente sento suonare il Corno del Pericolo, il corno che ci avvisa dell'avvicinamento dei nostri nemici.


-Cos altro sarà successo!?-

Dietro di me sento Legolas, Itar e Breth che accelerano, li imito.
Finalmente giungiamo al grande portone, si sta aprendo proprio adesso.
Velocissimi usciamo e la scena che compare davanti ai nostri occhi ci spiazza.


Un gruppo di raccapriccianti Orchi sta piombando sui 13 fuggiaschi rintanati in alcuni barili di vino, stanno cercando di percorrere il fiume che sfocia nel LagoLungo.

Inizio a contarli
: uno, due, tre, quattro, cinque.......dieci, undici, dodici, tredici, quattordici.


-Aspetta un momento, 14? Ma non  erano 13? Qualcosa non quadra, c'è un Nano in più? No non è un Nano! Cos'è allora quella creatura?... Adesso non posso star qui a pensarci, dobbiamo intervenire! Dobbiamo cacciare gli Orchi!-


Tiro fuori l'arco e inizio a scoccare le frecce contro alcuni Orchi, cadono morti nel fiume.

Improvvisamente uno dei Nani esce dal suo barile e si arrampica sulla sponda del fiume. Alto, capelli bruni...
è Kili.

Cerca di avvicinarsi alla leva.
La leva!
I Nani non riescono ad andare avanti per colpa del cancello.

Kili non fa in tempo a raggiungerla che subito due Orchi lo assalgono ma  riesce abilmente a metterli fuori gioco.
Sale su, fino alla leva...ce l'ha quasi fatta...
All'improvviso una freccia lo colpisce, nella coscia.

-Da dove è stata scoccata?-

Mi guardo intorno e vedo un enorme e disgustoso Orco con in mano un arco.

Non faccio in tempo ad attaccarlo che subito un'altro Orco  piomba addosso a Kili.
Senza pensarci scatto in avanti e con la freccia colpisco in pieno l'Orco.

-Sono arrivata giusto in tempo!-

Kili si volta verso di me e mi guarda, nuovamente stupito.
"Kili!"
una voce lo obbliga a distogliere lo sguardo da me.

Si alza con fatica e afferra la leva.
È debole ma riesce comunque ad abbassarla, poi si ributta ne barile.

-Ce l'ha fatta!-

Adesso i barili con i Nani riescono ad oltrepassare il cancello ma gli Orchi non mollano, vogliono prenderli a tutti i costi.

-Ma perché?-


Legolas mi chiama e insieme iniziamo a inseguire gli Orchi.
Lui in una sponda e io nell'altra.

Scocco frecce a raffica senza  fermarmi. Uno dopo l'altro riusciamo a uccidere più della metà degli Orchi.
La corrente del fiume aumenta, i Nani si allontanano sempre più.
Ormai gli Orchi hanno abbandonato l'inseguimento dei Nani e cercano di scappare a causa nostra.
Cerco di uccidere più Orchi possibili, dobbiamo impedire la loro fuga!
Scocco l'ultima freccia, non ne ho più. Afferro la mia spada e piombo addosso all'unico Orco che non è riuscito a fuggire, la mia spada sfiora il suo orrido collo...

"No Tauriel!", Legolas si avvicina a me, "Questo lo teniamo come prigioniero!".

                                                                                *

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Capitolo 6
*** La freccia avvelenata ***


Kili e Tauriel


Capitolo 6: La Freccia Avvelenata



         *  
"State seguendo una compagnia di tredici Nani, perché?"

Siamo nella sala di re Thranduil, Legolas sta cercando di estorcere qualche informazione al nostro prigioniero: un orrendo piccolo Orco.

La sala è grande e bellissima, al centro è posto il maestoso trono dove siede Thranduil.
È un elfo bellissimo e molto alto, ha capelli lunghi e biondi proprio come quelli del figlio.
È orgoglioso, altezzoso e autoritario.

"Non tredici, non più! Quello giovane, l'arciere dai capelli bruni, l'abbiamo infilzato con una freccia avvelenata! Il veleno ce l'ha nel sangue! Presto soffocherà!"
La voce aspra e disgustosa dell'Orco mi penetra  dentro come una spada nel petto.

-No! Non è possibile, mente!-

La scena mi compare davanti agli occhi: Kili colpito da quella freccia, la sua improvvisa debolezza...

-Mi era sembrato strano che solo una freccia l'avesse reso così debole, allora....allora é vero...-

Sono paralizzata, non riesco a muovermi, quella immagine non mi abbandona....la vedo ripetersi davanti a me...
C'è un silenzio di tomba nella sala, mi stanno guardando.

-Mantieni la calma-

Con fatica apro la bocca e con voce autoritaria mi rivolgo all'Orco
"Rispondi alla domanda!"
Quell'orrida creatura mi guarda con i suoi piccoli occhi maligni, un sorriso disgustoso é impressa nel suo volto.
Inizia a urlare parole che non riesco a comprendere, parole acute, aspre piene di male.

-La Lingua Nera, la Lingua di Mordor!-

Perdo il controllo e l'odio per quella creatura mi assale, penso a Kili e alla freccia....senza ragionare mi butto contro l'Orco con il coltello...
"Tauriel basta!"
Thranduil è in piedi davanti al trono, mi guarda con aria severa
"Sei congedata".
Guardo Thranduil e poi l'Orco, senza esitare attraverso la stanza ed esco dall'immenso portone.
Inizio a tremare, per qualche istante mi fermo ripensando alle parole dell'Orco...

"Quello giovane, l'arciere dai capelli bruni... Soffocherà..."

La sua voce mi rimbomba ancora nella testa, fastidiosa e maligna...

"L'abbiamo infilzato con una freccia avvelenata! ...."

Morirà, morirà senza cure e non credo che i Nani sappiano guarire una ferita provocata da una freccia avvelenata, e non una qualunque...

-No, non possono, hanno bisogno di aiuto!-

Corro nella mia stanza, prendo l'arco e mi dirigo con velocità al portone da dove i nani sono riusciti a scappare.
"Tauriel dove vai?" la vice di Itar risuona nel grande corridoio ma lo ignoro e aumento la velocità.
Percorro il fiume fino a quando vedo sulla sponda destra i barili vuoti utilizzati dai Nani.
Ispeziono la zona e vedo tracce di sangue...sangue di Kili.

È molto, sparso sulle rocce. Il rosso del sangue è mischiato al veleno nero, ormai è quasi secco.
Una strana sensazione mi assale, non l'avevo mai provata prima d'ora, forse si ma non con questa intensità.
Dolore.
Dolore al solo pensiero di cosa potrebbe succedere a Kili se non arrivassi in tempo.
Morirebbe.
Ripenso alla nostra conversazione nelle prigioni, a tutto quello che mi aveva detto sui Nani e a tutto quello che io gli avevo detto sulle stelle.  
Improvvisamente il suo volto appare davanti a me, nitido, come se fossimo realmente uno difronte all'altro.
Quei capelli bruni, il viso giovane, i suoi bellissimi occhi...
I suoi occhi, sono la cosa che preferisco di lui. Marroni come la terra, profondi, intensi.

Un rumore dietro di me mi obbliga a tornare alla realtà e con molta agilità mi volto estraendo l'arco e una freccia.
Davanti a me c'è Legolas, anche lui con l'arco pronto.
"Pensavo fossi un orco" dico sollevata
" Se fossi stato un orco ti avrei già colpita".

Sorridiamo, entrambi divertiti.

"Tauriel non puoi dare la caccia a trenta Orchi da sola!"
Il suo volto è diventato più serio.
"Ma io non sono da sola!" rispondo.
"Sapevi che sarei venuto!", un sorriso affiora sulle sue labbra e i suoi occhi mi guardano dolcemente.
Dopo qualche secondo la sua espressione torna seria e un po' supplichevole.
"Tauriel torna a casa con me, il re è arrabbiato e preoccupato, mio padre ti rivuole a casa, e anche io!"
Lo guardo.
Il suo bel volto incorniciato dai lunghi capelli biondi. I suoi stupendo occhi fissi su di me.

"Il re non ha mai lasciato che gli Orchi vagassero per le nostre terre".
 Continua a fissarmi con aria supplichevole.
"Questo branco potrebbe uccidere i prigionieri!".
Di colpo il suo sguardo e i suoi tratti diventano duri.
"Tauriel non è la nostra battaglia!"
La sua voce adesso è dura proprio come la sua espressione.

-Non posso crederci, come fa a dire questo!-

"Legolas è la nostra battaglia! E non finirà qui! Con ogni vittoria questo male si rafforzerà. Non possiamo nasconderci tra le nostre mura! Vivremo una vita lontana dalla luce e lasceremo che l'oscurità cali.
Non siamo anche noi parte di questo mondo!?
Dimmi Mellon, quando abbiamo lasciato che il male ci sopraffacesse?"
"Dimmi Tauriel, non è solo per questo che vuoi aiutare i Nani, giusto?"
Nuovamente il volto di Kili affiora nei miei pensieri.

-No, non è solo per questo e lui lo sa bene-
                                                                             *

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Capitolo 7
*** La città di legno ***


Kili e Tauriel


Capitolo 7: La Città di Legno



   *
Senza fare rumore ci avviciniamo alla città sopra una piccola barca avvolti nei nostri mantelli elfici e con la testa coperta dai grandi cappucci.
Remiamo verso la città.
È molto buio e quindi è improbabile che qualcuno ci veda.
Non siamo sicuri che i Nani siano ancora qui ma per sicurezza dobbiamo controllarla ma senza farci vedere.


La città è costruita sopra una grande palafitta e un ponte la collega alla riva, è tutta in legno.
Qui vi abitano Uomini che hanno ancora il coraggio di vivere vicino al grande drago e che commerciano con noi Elfi.


Ci avviciniamo sempre più e passiamo sotto la grande palafitta. Qui abbandoniamo la nostra imbarcazione e con grande agilità ci arrampichiamo sulla palafitta  inoltrandoci nella maestosa città di legno.

Saliamo sul tetto di una casa e ispezioniamo con i nostri occhi elfici tutta la città.
Non c'è traccia dei Nani.

Il cielo è di un bellissimo blu notte trapuntato da stelle luminose, mi ricordano Kili.
Sopra le nostre teste splende una luna piena che illumina i tetti delle case.
Ad Ovest invece si erge maestosa e isolata la Montagna Solitaria. 
La sua vetta è coperta di neve e il roccioso lato difronte a noi è illuminato dalla luce della Luna.


È li che i Nani vogliono andare, è li che lo spaventoso e terrmibile drago Smaug dimora.


"Tauriel guarda la".
Legolas mi indica delle sagome all'estremità opposta della città.

Orchi.
Si spostano velocemente sui tetti. Sono curvi e per camminare si aiutano con le lunge braccia.
Con loro c'è una sagoma più alta e imponente.


-Dev'essere l'Orco che ha ferito Kili con la freccia avvelenata!-


La rabbia mi assale.

"Tauriel calma, non è il momento ora"
Legolas mi ha afferrato il braccio. Senza che me ne accorgessi sono scattata in avanti, puntando dritto sul grande mostro.
Continuiamo a osservare gli Orchi.
Ad un certo punto scendono veloci dai tetti e spariscono tra le vie della città.

-Se non ci muoviamo uccideranno delle persone innocenti -


Legolas mi fa un cenno con il braccio e iniziamo ad avvicinarci al punto in cui gli Orchi sono spariti.

Un grido rompe il silenzio della notte.
Un grido di terrore.

Il più velocemente possibile io e Legolas ci dirigiamo verso il luogo da dove il grido è partito.
In una delle casa sentiamo urla, rumore di armi e versi disgustosi.
Ci catapultiamo subito nell'abitazione dove troviamo cinque Orchi.
Sotto il tavolo ci sono tre bambini impauriti difesi con fatica da due Nani.
Dietro il tavolo, su un divanetto, è steso Kili.
È pallido.
Si contorce dal dolore.
Sulla sua coscia è arrotolato un panno zuppo di sangue e veleno.

Alla sua vista il cuore mi si blocca.
Sul suo volto è stampato il dolore, la sofferenza.
Il dolore mi assale nuovamente.
Uno degli Orchi si scaglia contro di me ma senza difficoltà lo uccido.
Con Legolas corro in aiuto dei Nani e dei tre bambini.
Uccido altri due Orchi.
Ad un certo punto uno degli Orchi rimasti si scaglia su Kili ma riesco ad ucciderlo in tempo.
Kili mi guarda e poi sviene.

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Capitolo 8
*** Credi che avrebbe potuto amarmi? ***


Kili e Tauriel


Capitolo 8: Credi che avrebbe potuto Amarmi



Mentre Legolas uccide l'ultimo Orco mi precipito da Kili e con l'aiuto di un'altro Nano, anche lui molto giovane, lo posiziono sul tavolo.
Tolgo la benda sporca e vedo uno squarcio enorme sulla possente coscia.
È profonda e putrefatta, esce ancora un po' di sangue rosso e veleno nero.
La nausea mi assale, non avevo mai visto nulla del genere prima d'ora.
"Tauriel"
Legolas mi chiama, vuole che vada con lui a cacciare gli altri Orchi.
Non so cosa fare, andare con Legolas o salvare Kili?.
Segue qualche istante di silenzio. Legolas e i due Nani mi guardano silenziosamente.
"Tauriel" ripete Legolas.

-No, non posso abbandonare Kili, Legolas capirà, deve capire-

Mi volto verso di lui con sguardo supplichevole.
Mi fissa per qualche istante, con il capo accenna un "Si" e poi esce estraendo la sua spada.
Mi volto verso i Nani
"Potreste procurarmi l'Athelas?"
I due Nani si scambiano uno sguardo incerto e poi tornano a fissarmi con sguardo interrogativo.
"La chiamano anche Foglia di Re" continuo sbrigativa.
"Ah si!" risponde il Nano più vecchio, "Bard ci ha detto che la usano per nutrire i maiali!" e si precipita subito fuori dalla porta.
"Per nutrire i maiali? Ma come? È un medicinale molto efficiente!" rispondo scandalizzata.
Mi giro nuovamente verso Kili e mi siedo da parte a lui.

"Riuscirai a guarirlo?", il Nano Giovane mi guarda preoccupato.
Assomiglia a Kili ma ha differenza di lui ha lunghi capelli biondi e una folta barba. È più basso e più massiccio.
Mi soffermo sugli occhi. Sono uguali a quelli di Kili, marroni come la terra, profondi.
"Farò tutto il possibile" rispondo con un accennato sorriso.
Mi guarda ancora preoccupato ma poi ricambia il sorriso.
"È mio fratello. È più piccolo di me e ho promesso a mia madre che l'avrei protetto a tutti i costi.
È un ragazzo spericolato che si caccia sempre nei guai.
Nostra madre prima della nostra partenza ci ha donato una pietra runica, pensa che se l'avremo sempre con noi non potrà accaderci niente. Ma a quanto pare si sbagliava, Kili rischia di morire."
Mentre parla una lacrima gli riga la guancia. Volta il capo per nasconderlo.
"Farò tutto il possibile per salvarlo, te lo prometto"
Proprio in quel momento il Nano vecchio varca la soglia della porta porgendomi la Foglia di Re.
"Grazie".
Subito prendo una ciotola e la riempi d'acqua, ci immergo la pianta e cerco di tritarla.
Mi rivolgo ai Nani, "Per favore voi pulite il più possibile la ferita!"
Subito afferrano degli stracci bagnati e iniziano a tamponare la ferita di Kili.
"Va bene, spostatevi ora".
Prendo la Foglia di Re tritata e la metto sulla ferita.

"Oh Athelas Beria nesta neth Nogoth, naer naergon gwanna, nesta neth Nogoth, naer naergon gwanna"

Inizio a pronunciare le parole elfiche per la guarigione.
Chiudo gli occhi e penso all'orribile ferita.

"Oh Athelas Beria nesta neth Nogoth, naer naergon gwanna, nesta neth Nogoth, naer naergon gwanna"

Attorno a me inizia a sprigionarsi la luce dorata della Foglia di Re.

"Avevo sentito delle prodigiose cure degli Elfi, ma non pensavo fossero tali"
In lontananza sento la voce stupita di uno dei Nani.
Poco a poco la luce diminuisce, segno che l'effetto della pianta si sta esaurendo.
Apro lentamente gli occhi e li abbasso sulla ferita. Ora é pulita e cicatrizzata.
La Foglia di Re è zuppa del veleno che ha estratto dal corpo di Kili.
Esco dalla casa e la butto in uno dei canali che attraversano la città.
Rientro dentro e torno da Kili. I Nani continuano a guardarmi con aria stupita e meravigliata.
Prendo una benda e avvolgo la coscia di Kili

"Tauriel".
Una voce debole e bassa pronuncia il mio nome.
Mi volto verso il volto di Kili.
Ha gli occhi aperti, stanchi dalla lunga sofferenza. È molto pallido e ha la bocca semiaperta.
Fa per alzarsi ma lo blocco subito.
"Sta fermo" gli dico con voce tremante.
Non riesco a non sorridere. È salvo, non è più in pericolo!
"Tu non puoi essere lei" continua debolmente, "Lei è molto, molto lontana da me. Lei cammina nella luce delle stelle del mondo. È stato un sogno e basta".
La sua voce si fa sempre più fievole, i suoi occhi fissano le stelle che si intravedono attraverso la finestra.
Torna a guardarmi. I nostri sguardi si incrociano e per qualche istante regna il silenzio.
I miei occhi sono immersi nei suoi e i suoi nei miei.
Con fatica Kili apre la bocca

" Credi che avrebbe potuto amarmi?"

La sua voce è ancora più debole, piena di speranza e dolcezza.
Quelle parole mi arrivano dritte al cuore, mi hanno paralizzata e sorpresa. Apro e chiudo la bocca senza emettere alcun suono.
Subito nella mia mente affiorano tutti i ricordi di Kili: la lotta contro i ragni, i discorsi nelle grandi prigioni elfiche, la fuga attraverso il fiume, i suoi occhi, il suo sorriso....
Lo guardo intensamente e in me sento più forte e chiaro ciò che avevo provato per tutto questo tempo...

"Si, avrebbe potuto"

In lontananza sentiamo un verso potente e fortissimo.

Il Drago.

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Capitolo 9
*** Bard l'Arciere ***


Kili e Tauriel


Capitolo 9: Bard l'Arciere



Allarmata mi precipito fuori dalla porta.

-No, non è possibile...-

Davanti ai miei occhi, nel cielo, vedo un'enorme creatura alata.
Un drago color oro rosso con grandi ali da pipistrello si dirige verso la città.

Dong, dong, dong.

La campana della città inizia a suonare...
"Il Drago, Il Dragoooo."
Voci terrorizzate annunciano l'arrivo della mostruosa creatura.
Rientro subito in casa.

"Sta arrivando il drago!
Ascoltate dovete scappare e portare con voi Kili! Sotto la palafitta, vicino al grande ponte c'è la barca che io e Legolas abbiano utilizzato per venire qui! Prendete Kili e i tre bambini e allontanatevi dalla città! Presto!"
Un altro potente verso rimbomba nella notte.
"Su, presto" urlo presa dal terrore.
"Tauriel".
Kili mi guarda preoccupato, "Io vengo con te..." la voce ancora debole.
"No, devi guarire sei ancora debole" rispondo dolcemente.
Mi avvicino a lui e abbassandomi bacio la sua fronte.
"Ora andate!".
Esco dalla porta.
La città è nel panico, gente che urla e corre in ogni direzione.
Vedo Legolas che si dirige verso di me, è ferito.
"Cosa ti è successo?" chiedo preoccupata, " Non ti preoccupare Tauriel, ora abbiamo un problema più grande!".

"Io sono Fuoco, io sono Morte".

Una voce terribile e spaventosa riempie la notte.
Mi rivolgo a Legolas piena di terrore
"Cosa facciamo? Per uccidere un drago serve una Freccia Nera! Non credo che qui le abbiano!".
"No, infatti. L'unica cosa che possiamo fare è salvare più gente possibile. Questa città diventerà presto di fuoco."
Ci precipitiamo al centro della città urlando alla povera gente di dirigersi verso il grande ponte.

"Io sono Fuoco, io sono Morte!"

La spaventosa voce riempie ancora la notte.
Un'altro verso tremendo e poi le fiamme. Una parte della città ha preso fuoco.

"Io sono Fuoco, io sono Morte"

Vedo vicino a una barca un ragazzino, mi avvicino e riconosco uno dei tre bambini che erano nella casa con Kili.
"Cosa ci fai qui? Perché non hai seguito i Nani?" gli chiedo.
"No, non posso. Mio padre mi ha chiesto di costudire una cosa importante e non ho intenzione di disubbidire!" risponde piangendo.
"Non capisci che se stai qui morirai? Il Drago sta bruciando tutta la città!" interviene Legolas.
"No, non posso!".
"Cosa stai costudendo? Ti puoi fidare di noi, siamo tuoi amici" chiedo lentamente.
Il ragazzino ci guarda esitando poi lentamente alza la coperta che copre la barca.

La luce della Luna illumina un oggetto nero, lungo e appuntito.
La guardo stupita e sorpresa "Ma quella é......."
"Si una Freccia Nera....". Continua Legolas, "L'unica in grado di penetrare la durissima pelle dei draghi".
Un bagliore di speranza nasce dentro di me.

-C'è un possibilità di vincere....-

Ancora fiamme.

 "Io sono Fuoco, io sono Morte!"

"Bain!".
Un uomo si precipita verso il ragazzo.
"Papà! Cosa è successo? Perché ci hai messo tanto a venire?" chiede il ragazzino preoccupato.
"Ho avuto qualche problema, ma ora sono qui!" risponde confortandolo.
Si volta verso di noi.
"Ma voi siete Elfi!".
È un uomo abbastanza alto, con una corporatura possente e un viso molto bello. Ha lunghi capelli bruni e baffi.
"Si" risponde Legolas, "Siamo venuti qui per cercare una compagnia di tredici Nani ma ci siamo imbattuti in un gruppo di Orchi."
Ancora fiamme.
"Orchi?" chiede sorpreso.
"Si Orchi, sono entrati silenziosamente nella città e hanno attaccato tre Nani e tre bambini"
"È vero papà! Sono entrati in casa nostra, erano spaventosi! Ma poi sono arrivati loro che li hanno uccisi!"

"Io sono Fuoco, io sono Morte"

Ancora quella voce, ancora fiamme.

"Quella freccia nera! Dove l'hai presa?" chiedo all'uomo.
"Io sono Bard, discendente di Girion Signore di Dale! Questa Freccia Nera è stata tramandata di generazione in generazione. !"
"Girion....colui che fallì! Colui che non riuscì a distruggere il drago..."
Legolas guarda il bel uomo.
"Si proprio lui..." Bard risponde guardando un punto fisso dietro di noi, la sua voce piena di vergogna.
"Ma ora voglio rimediare!
Quando Girion colpì il drago con l'ultima Freccia Nera riuscì a creare un buco nella corazza di Smaug nel ventre! Devo salire lassù se voglio colpirlo con questa freccia e ucciderlo una volta per tutte!"
Si volta e indica con la mano la torre più alta della citta.
"Lassù si trova la Lancia del vento Nanica!"

Ancora fiamme.

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Capitolo 10
*** l'Inferno ***


Kili e Tauriel


Capitolo 10: L'Inferno



Intorno a noi c'é l'inferno.
Urla, fiamme.
La città è nel panico e metà di essa ha preso fuoco.
Se non riusciamo a fermare in tempo il drago la città brucerà e insieme a lei bruceranno anche i suoi abitanti.

"Io sono Fuoco, io sono Morte."

La voce terrificante di Smaug riempie ancora la notte.
È spaventosa, infonde terrore dentro a coloro che l'ascoltano.

"Va bene ti aiuteremo a raggiungere la torre. Non dobbiamo farci vedere dal drago e soprattutto fargli capire le nostre intenzioni. Smaug è intelligente come tutti i draghi e sa riconoscere benissimo una Frecci Nera!"
Continua Legolas. Anche lui è terrorizzato, lo capisco dalla sua espressione, dai suoi occhi.
"Grazie! Muoviamoci, la città sta cadendo a pezzi!" risponde Bard, poi si rivolge al figlio con aria preoccupata " Bain, ascoltami. Devi scappare e metterti in salvo!"
"Ma papà io...."
"No! Non puoi venire con me é pericoloso e ostacoleresti solo il piano!"
"Papà..." lacrime iniziano a rigare il giovane volto.
"Ascoltami Bain, ascoltami! Se per caso non dovessi tornare..."
"No, tu devi tornare..." la sua voce si fa debole e tremante.
"Si tornerò, ma se per caso non dovessi farlo mi prometti che ti prenderai cura delle tue sorelle? Promettimelo..."
"Te-telo promett-tt-o pa-papà"

Bain inizia a singhiozzare ininterrottamente. Bard si china e lo stringe fra le sue braccia.
"Ti voglio bene piccolo". Pronunci questa frase con dolcezza e poi bacia il figlio.
"Adesso buttati nel lago Bain, sei un grande nuotatore e sono sicuro che riuscirai a raggiungere la riva"
Bain si stacca dal corpo del padre e si precipita al limite della città dove si butta nel grande lago.
"Bene ora muoviamoci!".
Ci dirigiamo il più velocemente possibile alla torre.
Attorno a noi dominano le fiamme e le urla di dolore e terrore dei cittadini.

"Io sono Fuoco, io sono Morte"

Ancora la voce di Smaug.

I miei pensieri si rivolgono a Kili.

-Ce l'avranno fatta a raggiungere la riva?-
Mi tornano alla mente gli ultimi istanti in cui l'ho visto. Ancora pallido ma salvo, salvo grazie a me.

"Credi che avrebbe potuto amarmi?"

Questa frase continua a riaffiorare nei miei ricordi e non mi lascia pace.

Un'ondata di calore mi investe, cado a terra dolorante, il corpo mi brucia.
Mi rialzo con fatica e vedo che anche Legolas e Bard sono stati colpito dalle fiamme del drago, ma come me si rialzano subito.
Riprendiamo la nostra corsa e finalmente arriviamo ai piedi della grande torre.

Come la città anch'essa e fatta di legno. È abbastanza alta e sulla cima è posta una grande balestra in ferro, la Lancia del vento Nanica.
La torre è avvolta da una scalinata a chiocciola che arriva alla sommità.
Iniziamo a salire le scale il più velocemente possibile.

Urla, fiamme, corpi carbonizzati.
Più saliamo più riusciamo a vedere la città in fiamme.
Lacrime iniziano a riempire i miei occhi, non ho mai visto nulla del genere.
Urla, terrore, distruzione, morte...
Legolas si rivolge a me "Tauriel la Freccia Nera".
Subito estraggo la fatale freccia dala mia faretra dove l'ho conservata, protetta e celata agli occhi del drago.
Legolas la prende e la consegna velocemente a Bard.
L'uomo la sistema dentro la grande balestra.
Il drago incombe sopra di noi sputando fuoco da tutte le parti.

"Io sono Fuoco, Io sono Morte!"

"Presto venite ad aiutarmi!"
Subito io e Legolas afferriamo la balestra.
"Tauriel con i tuoi occhi individua il buco nella corazza del drago."
Eseguo gli ordini che però si rivelano complicati.
Smaug si muove in continuazione ed è difficile individuare il punto fatale.

-Concentrati ce la puoi fare!-

Finalmente individuo il buco.
"L'hai individuato?" mi chiedono contemporaneamente.
"Si! Al mio segnale scoccare la Freccia Nera!".

Adesso tutto dipende da me, l'ansia mi assale.

-Non ancora, non ancora...-

"ORA!"

"Io sono Fuoco, io sono.....AAAAARGH!"


Il verso straziante del drago rimbomba nella notte.

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Capitolo 11
*** La caduta di Smaug ***


Kili e Tauriel


Capitolo 11: La Caduta di Smaug



possente Smaug precipita nell'acqua dando origine a un'onda altissima che si infrange contro la grande città spegnendola dal fuoco e sommergendola.

Fortunatamente non è abbastanza alta e forte da abbattere la torre dove ci troviamo.


"Brava Tauriel" Bard si avvicina a me e tende la sua mano.
Esito un po' ma poi la stringo, ha una presa ferma e forte, la sua mano è ruvida, tipica di una persona che lavora incessantemente.

Legolas invece si avvicina e mi abbraccia. Il suo corpo è caldo e le sue braccia, che mi avvolgono, sono possenti.
Mi da sicurezza.

Si stacca da me e guardandomi mi chiede " Allora quei secondi in cui hai esitato non era perché non avevi individuato il punto fatale del drago, giusto?"

No, non è stato per quello. Non potevo permettere che Smaug cadesse sopra la città, ho aspettato che si allontanasse un po' per farlo cadere nel lago.


"No, non poteva precipitare sulla città!" Rispondo.

"Adesso però dobbiamo scendere da qui e raggiungere la sponda" continua Bard, " vedo una barca in lontananza ma non riesco a distinguere il conducente".
Si sporge e stringendo gli occhi cerca di vedere meglio l'imbarcazione.
Volgo lo sguardo verso la riva e individuo la barca.
Sopra di essa ci sono un ragazzino e un Nano, li riconosco, sono il figlio di Bard e il Nano fratello di Kili.

" Li vedo" dico, " Sono Bain e uno dei due Nani!".

Poco dopo la barca raggiunge i resti della città.

Scendiamo dalla torre e la raggiungiamo.
"Papà!" Bain si butta tra le braccia del padre, " Sapevo che saresti tornato, sapevo che avresti ucciso il drago!"
"Kili come sta?" chiedo rivolgendomi al Nano.
"Si sta riprendendo, adesso riesce a stare seduto" mi risponde con un sorriso.
Saliamo sull'imbarcazione e ci dirigiamo verso la spiaggia.

Tre quarti della popolazione è riuscita a mettersi in salvo.

Li scruto dalla barca e vedo disperazione, sofferenza, non hanno più una casa.
Per colpa del drago hanno perso i loro beni e molte vite.


Nel momento in cui la barca tocca la spiaggia e Bard mette fuori un piede la popolazione scoppia in urla e applausi.


"Viva Bard, l'uccisore del drago! Viva Bard re di Esgaroth! Viva Bard!"


La folla si avvicina, prende Bard e lo portano al limite del bosco.

La voce dell'uccisore del drago sovrasta tutte le altre, possente e chiara.
"Grazie miei cari concittadini! Finalmente Smaug è morto ma non solo grazie a me!
Due coraggiosi Elfi hanno contribuito alla vittoria!
Tauriel, Legolas venite avanti!"

Ci avviciniamo a lui facendoci spazio tra la folla.
Tutti ci guardano silenziosamente con aria stupita.

"Viva Legolas! Viva Tauriel!" la voce di Bard risuona sulla spiaggia e subito dopo viene seguita dalla folla con applausi, lodi e grida.

Tra la folla si fa avanti un uomo basso e tarchiato, il Governatore.

 "Girion era Signore di Dale e non di Esgaroth! Abbiano sempre eletto i Governatori tra la gente del nostro popolo! Che "Re Bard" torni al suo regno, tra le rovine di Dale!"

"Vogliamo Bard come nostro re!"


La folla ricominci a urlare e ad acclamare Bard.

" Perché volete sospendere me dal'incarico? Vi ho fatto qualche torto?"
Un uomo si fa avanti tra la folla e rivolgendosi al governatore urla affinché tutti possano sentirlo.
" Voi avete sempre pensato al vostro benessere e trascurato il popolo. Nel momento del vero bisogno siete fuggito senza soccorrerci! Bard invece ci ha salvato mettendo a rischio la sua stessa vita!"

La folla si scalda nuovamente.
"È mia la colpa se quei dannati Nani hanno risvegliato il drago? Ditemi, è mia la colpa?"
Continua il Governatore.
Silenzio, nessuno sa cosa dire.
"È inutile ora dare la colpa a qualcuno per ciò che è successo! Ormai non possiamo tornare indietro, l'unica cosa che dobbiamo fare è metterci di impegno per ricostruire la città, per ricostruire le nostre vite!"  
Bard ora urla al popolo.
Tra la folla si leva una voce " È di questo che abbiamo bisogno! Di un Re che pensi al bene del proprio popolo! Viva re Bard!"

Ancora urla e applausi.


Io e Legolas riusciamo a sfuggire alla grande folla e ci avviciniamo alla riva, lo sguardo fisso sulla Montagna Solitaria.

"Credi che i Nani siano morti?" chiedo preoccupata.
"Non ne ho idea, è probabile. Qualcosa però mi dice che sono ancora in vita, il loro capo, Thorin può anche essere caparbio, ostinato e orgoglioso ma ha in se una grande volontà!"
Continuiamo ad ammirare la grande Montagna ormai libera dal drago. La mia fantasia si dirige verso i tesori custoditi nelle sue grandi caverne, montagne di gioielli e oro

"Tauriel"
Una voce alle spalle mi obbliga a distogliere i pensieri dalla Montagna.
Davanti a me c'è Kili, riesce a camminare anche se è ancora debole, il bel visto non è più pallido ma i suoi occhi presentano ancora tracce della grande sofferenza.


"Kili"

In un sussurro pronuncio il suo nome e mi precipito tra le sue braccia

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Capitolo 12
*** -Ora lo so- ***


Kili e Tauriel


Capitolo 12: -Ora lo so-



La sua stretta è debole, non ha ancora riacquistato le ferze, ma è confortante.

La sua statura mi ha costretto ad inginocchiarmi nella morbida e calda sabbia della riva, la sento sulle ginocchia.
Affondo la faccia nei suoi capelli bruni e lui nei miei rosso fuoco.

Rimaniamo lì, in quella posizione per non so quanto tempo, pochi secondo, minuti, ore....non lo so, so solo che non voglio lasciarlo....

Piano piano sento che la sua stretta aumenta fino a quando le sue forze glielo permettono.
Tutto attorno a noi sparisce: il lago, la Montagna, la folla, la spiaggia...
Ci siamo solo noi, stretti in un abbraccio infinito.

So che Legolas ci sta guardando...

Un senso di colpa mi assale, improvvisamente mi sento a disagio.
Io a terra avvinghiata a Kili e Legolas in piedi che ci guarda.

Prova qualcosa per me, lo so, e da molto tempo, ma io non sono mai stata in grado di ricambiare.
Si, lo amo, ma come un fratello.
L'ho sempre visto come un modello da imitare e seguire proprio come una bambina cerca di assomigliare al fratello o alla sorella maggiore.
Siamo sempre uno accanto all'altra, pronti a sostenerci e aiutarci a vicenda.
Ridiamo, scherziamo, parliamo insieme ma non l'ho mai amato in quel modo.
Forse Thranduil ha ragione, l'ho illuso, gli ho dato speranza proprio lì dove non c'era.
Ho cercato molte volte di farglielo capire, ma non con le parole...
Ma credo che adesso finalmente si sia reso conto della realtà.
Non voglio che stia male per me e non voglio che il nostro rapporto crolli.
Mi sento in colpa, profondamente...

-Ma che colpa ho io? Non siamo noi a decidere ciò che il nostro cuore può provare....le emozioni che sentiamo non sono una nostre scelte. Non ho imposto al mio cuore di provare sentimenti profondi per Legolas ma di non amarlo. Non ho imposto al mio cuore di....di...di....amare Kili-

Ora lo so.
I sentimenti che provo in sua presenza ma anche quello che provo quando sono distante da lui sono veri, sinceri e profondi, profondi come i suoi occhi.

È amore.
Amore non per un Nano, amore per una persona gentile, amichevole, divertente, spericolata, sincera, allegra, coraggiosa, bellissima...
Una persona che presenta anche difetti che però incrementano i  sentimenti...

Dopo un tempo indeterminato ci sciogliamo dal lungo abbraccio.
I nostri visi sono vicini, le nostre calde fronti si toccano dolcemente e i nostri occhi si perdono gli uni negli altri.

Ora lo so, non sono innamorata del Nano, sono innamorata di Kili.

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Capitolo 13
*** L'arrivo di Thranduil ***


Kili e Tauriel


Capitolo 13: L'Arrivo di Thranduil



Un bellissimo e intenso suono riempie l'aria e ci riporta al presente.

È un suono cristallino che infonde sicurezza, il suono proveniente dal Corno Elfico.

Probabilmente qualcuno, un messaggero tra gli uomini, ha richiesto l'aiuto agli Elfi Silvani e subito loro sono corsi in aiuto degli sventurati abitanti di Esgaroth.

Mi alzo e volgo lo sguardo verso il grande fiume che sfocia nel LagoLungo.

Il Corno continua a suonare e poco a poco riesco a scorgere una ordinata processione di Elfi.
Alcuni sono armati con lance, spade, archi e scudi, altri invece portano sacchi e scatole in legno massiccio. Alcuni avanzano in piccole ma bellissime barche mentre altri marciano sulle sponde del fiume.
Gli Elfi raggiungono la spiaggia.
La loro andatura è elegante e i loro movimenti sono in sincrono, ordinati.
Ho sempre odiato tutto ciò.
Alla fine del lungo corteo cammina altezzosamente re Thranduil accerchiato da dieci guardie Elfiche.

Gli uomini guardano stupito il lungo corteo.
Nei loro occhi ormai la paura e la tristezza sono spariti lasciando il posto alla meraviglia e alla speranza.
Improvvisamente il corteo, formato ora da due ordinate file poste una difronte all'altra, si apre per lasciare spazio al re.  

Thranduil cammina lentamente fino al centro del grande spazio.

"Salve abitanti di Esgarorh, siamo venuti qui per soccorrervi dopo l'inferno che avete passato la scorsa notte!
Qui con noi abbiamo cibo, acqua, medicinali, tutto il necessario per aiutarvi e confortarvi.
Finalmente Smaug il drago ha lasciato la Terra di Mezzo e con lui la paura che ci affliggeva a causa della sua presenza!
Ora si faccia avanti colui o coloro che ci hanno liberato dal terribile drago!
Riceveranno la grazia e la benedizione degli Elfi Silvani!".

La sua voce risuona limpida e autoritaria nel silenzio della spiaggia.
Legolas ed io ci scambiamo uno sguardo poi vediamo Bard che si fa avanti dalla folla.

"Allora è Bard discendente di Girion Signore di Dale l'uccisore del drago!"
Thranduil lo guarda con un misto di curiosità e riconoscenza.
"Si, ma non solo io..."
Bard parla con voce ferma e chiara, poi si volta verso di noi.
Lentamente io e Legolas ci avviciniamo a lui.
Thranduil tiene gli occhi colmi di sorpresa puntati su di noi.
"Bene, bene, bene....ora gli uccisori del drago sono diventati tre.
Due Elfi e un Uomo. E così il legame tra i nostri due popoli si fa profondo. Non più uniti solo dal commercio, ma ora uniti dal coraggio dei nostri eroi e dalla libertà dalla mostruosa creatura!"

Le parole di Thranduil suscitano speranza e gioia nei cuori degli uomini che, assieme agli Elfi, iniziano ad acclamare gli Eroi del drago e il re elfico.

Nel trambusto io e Legolas ci giriamo verso Thranduil che guardandoci inclina leggermente il capo e lo muove una sola volta in segno di riconoscenza.
Bard alza una mano e subito il silenzio torna a dominare la spiaggia.
"Grazie re Thranduil, re del reame boscoso!
Ti saremo eternamente grati per il tuo aiuto e la tua bontà. Oggi abbiano perso le nostre case ma in compenso abbiamo ricevuto l'alleanza e la bontà degli Elfi Silvani.
Molti versi verranno cantati su questo importante giorno e sulla generosità dei nostri vicini Elfi!
Molti canti verranno composti soprattutto su due Elfi che hanno avuto il coraggio di aiutarmi nella mia impresa.
Legolas, Tauriel vi saremo eternamente grati".
Dicendo questo si volta verso di noi facendo un breve inchino.
La folla scoppia ancora in urla e applausi.
Dopo brevi festeggiamenti in nostro onore e in onore di Bard iniziano  i preparativi delle tende per accogliere gli sfollati, la distribuzione di acqua e cibo e le medicazioni dei feriti.
Io e Kili distribuiamo insieme il cibo alla gente riconoscente che non smette di ringraziarci e piangere di gioia.

Mentre soccorriamo la povera gente non parliamo, ci basta sapere di essere vicini e di provare gli stessi sentimenti.
                                                                            *

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Capitolo 14
*** La dolce e triste melodia ***


Kili e Tauriel


Capitolo 14: La Dolce e Triste Melodia



  *

Ormai è notte fonda, la gente di Esgaroth dorme tranquilla nelle tende elfiche.
I feriti sono disposti in una grande tendone sorvegliati e assistiti dai nostri guaritori.
Thranduil riposa nella sua tenda mentre Bard cerca di far addormentare i tre figli ancora eccitati dall'arrivo degli Elfi.
Qua e la sulla spiaggia vi sono falò attorniati da Elfi riuniti per cantare o raccontare storie.


Anche io sono seduta intorno ad un fuoco assieme a Legolas, Kili e gli altri due Nani.

Fissiamo il fuoco in silenzio, assaporando il dolce calore che emana, ognuno immerso nei suoi pensieri.

"Fili"
Kili si rivolge al fratello con aria triste e preoccupata
" Credi... Credi che Thorin e gli altri siano...siano...morti?"

 Pronuncia l'ultima parola in un sussurro, i bei occhi diventano lucidi.
 Una pausa di silenzio.
 I tre Nani si guardano e grosse lacrime inondano i loro visi barbuti.

 "Non lo so, non lo so Kili. Non possiamo avere loro notizie, ma ci rimane la speranza"
 La voce di Fili é simile a quella del fratello, ma più profonda.
 Ancora silenzio.
 "Mi sembra ieri il giorno in cui siamo arrivati alla casa di Bilbo, nella meravigliosa Contea.
Tutto quel cibo! L'entusiasmo per l'imminente viaggio, le canzoni."

 Ora è il Nano più anziano che parla, dopo pochi secondi intona una bellissima canzone, lenta e triste.
 Subito viene seguito da Fili e Kili.



"Lontano su nebbiosi monti gelati
 in antri oscuri e desolati.
 Partir dobbiamo, l'alba scordiamo
 per ritrovare gli ori incantati.
 Ruggenti pini sulle vette
 dei venti il pianto nella notte.
 Il fuoco ardeva fiamme spargeva
alberi accesi torce di luce. "


 Mentre i Nani cantano l'intera spiaggia diventa nuovamente silenziosa.
 Gli Elfi smettono di cantare e parlare e rivolgono lo sguardo ai Nani.
Qualche persona esce per ascoltare la canzone.

 Bard esce dalla sua tenda e si siede da parte ai nani.
 
I loro occhi sono rivolti verso la Montagna e la guardano pensierosi.

Lacrime rigano i loro volti ma le loro voci rimangono ferme e chiare.
Sono voci  belle e profonde.

Ripetono i versi ma questa volta vengono accompagnati da strumenti portati dagli Elfi.
Kili e Fili suonano due meravigliosi violini argentati mentre l'altro Nano un un'enorme viola dorata.
 
La dolce melodia invade la spiaggia e la voce dei Nani risuona più chiara e forte nell'aria.

Adesso tutti ascoltano la Canzone dei Nani, perfino Thranduil esce dalla sua tenda.

Mentre Kili canta e suona non riesco a staccare gli occhi da lui.

La tristezza invade il suo bel viso come le lacrime che sgorgano dai suoi occhi.
La sua voce è meno profonda di quelle dei suoi compagni, è dolce e limpida.

La melodia mi invade infondendo in me tristezza.


È una melodia meravigliosa che mi coinvolge riportandomi indietro negli anni, quando Smaug attaccò Erebor.
Fiamme, fuoco e disperazione compaiono davanti ai miei occhi.


I Nani continuano a cantare e suonare all'infinito non consci di tutte quelle persone che li ascoltano catturati dalle loro voci.

I loro pensieri sono rivolti alla Montagna e ai loro compagni dispersi.
 
Non voglio che la melodia finisca e non voglio che Kili smetta di cantare.
Mi piace ascoltare la sua voce e guardarlo mentre canta.

Quella bella voce mi avvolge e  mi culla.

Chiudo gli occhi e mi faccio trasportare dalle dolci note e dalle profonde voci, tutto intorno a me sparisce.

 
Non so per quanto tempo la canzone sia durata.

I Nani smettono di cantare e le note degli strumenti poco a poco diminuiscono e si affievolisconoo fino a sparire.
 
Ora il silenzio domina la spiaggia

                                                                                                             
                                                                                 *

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Capitolo 15
*** L'Arkengemma ***


Kili e Tauriel


Capitolo 15: L'Arkengemma



*

“Mio padre non è qui solo per aiutare la gente di Esgaroth”.


Ormai Nani e Uomini dormono mentre gli Elfi siedono nelle loro tende.


Io e Legolas siamo ancora seduti vicino ai resti del nostro falò, la canzone dei nani che risuona ancora nei nostri ricordi.


“Lo conosco. I messaggeri inviati da Bard mi hanno detto che mente andavano alla Grande Caverna hanno incontrato sul fiume Thranduil con l’esercito elfico.
Loro l’hanno supplicato di aiutarli e lui impietosito ha mandato alcuni Elfi a prendere cibo, acqua, medicinali e tende.
Ha in mente qualcosa.”

Legolas parla fissando la tenda dove il padre riposa.
“E’ il tesoro dei nani che vuole” dico in un sussurro, “Ormai sono passati due giorni dalla fine di Smaug e la notizia si sarà propagata per quasi tutta la Terra di Mezzo. Tuo padre non rinuncerà a un tesoro così immenso.”
“No infatti. Ha sempre disprezzato l’ossessione di Thror, re sotto la Montagna, per l’oro e i gioielli, ma lui non è tanto diverso.”

Legolas non parla con disprezzo del padre ma con una certa delusione.


“Non è stato sempre così sai? Quando ero ancora un piccolo Elfo l’unica cosa che gli importava era il suo popolo e il suo figlioletto. Passava intere giornate fuori a giocare con me.
Iniziò poi a commerciare con il re sotto la Montagna.
Gioielli, oro, armi iniziarono a riempire la Grande Caverna e la mente di mio padre.
Iniziò a volere sempre di più, sempre di più.

In un certo senso la conquista della Montagna da parte di Smaug è stato un bene per lui, niente più tesori, niente più ossessione.
Però il desiderio dell’oro è rimasto in lui.”

L’aria fresca mi accarezza il viso, fresca e rilassante.
Legolas ora guarda il terreno con occhi assenti, forse immerso nei ricordi dell’infanzia.


“Lo so cosa vuole. Non tutto l’oro della Montagna, no.
Vuole un’unica cosa, piccola ma preziosissima.
Una cosa che non ha mai ottenuto.

Una cosa che tutti i Nani bramano.
Una cosa che fece impazzire Thror.
Una cosa ritrovata nelle profondità della Montagna Solitaria.
L’Arkengemma”



L’Arkengemma… questo nome non mi è familiare. Sono sicura di averlo letto da qualche parte.

-Arkengemma…Arkengemma….ma si! Nei libri dedicati ai Nani che qualche giorno fa ho letto nella Grande Biblioteca-


Sfogliando i libri mi sono imbattuta in quello strano nome e incuriosita ho iniziato a leggere le poche informazioni riportate nel libro:

“L’arkengemma, o archepietra di Thrain, è la più grande gemma mai scoperta nella Montagna Solitaria. Fu trovata da Thrain I nel 1999, anno in cui fondò il Regno Sotto la Montagna dopo che era scappato con altri nani da Moria a causa del risveglio del Balrog.”


Nel libro era riportata anche un’immagine, un disegno che mostrava le caratteristiche di quella preziosissima pietra.


“E perché tuo padre la brama molto?” chiedo incuriosita a Legolas.

“Non lo so, non mi ha mai detto che valore ha per lui.”

Ora il vento è più forte e freddo. I nostri capelli fluttuano morbidi nell’aria .
Chiudo gli occhi per assaporare al meglio la forte brezza.
Ripenso al disegno di quella strana pietra.

Un’enorme pietra somigliante a un diamante

 "Splendeva come argento alla luce del fuoco, come l'acqua al sole, come la neve sotto le stelle, e come la pioggia sotto la luna".


Penso a come potrebbe utilizzarla il re se ne venisse in possesso.
Sicuramente la incastonerebbe sul suo trono, visibile a tutti, invidiabile da tutti.


Un lieve rumore di passi mi distoglie dai miei pensieri.


Apro gli occhi e davanti a me compare la sagoma di un Elfo, alto e straordinariamente bello, passo elegante e altezzoso, una magnifica corona cinge il suo capo.


Thranduil cammina lentamente verso di noi.

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Capitolo 16
*** La rabbia di Legolas ***


Kili e Tauriel


Capitolo 16: La rabbia di Legolas



Legolas, Tauriel"

Entrambi ci alziamo lentamente, gli occhi fissi sul re.

"Volevo solo complimentarmi personalmente con voi per le vostre eroiche gesta, avete portato onore al popolo degli Elfi Silvani"

Continuiamo a guardarlo silenziosamente senza pronunciare parola.

"Ora Smaug è morto e la Montagna Solitaria è finalmente libera e incustodita e con essa anche i tesori che nasconde."

Pronunciando la parola "tesori" i suoi occhi si illuminano e si spostano avidi sulla Montagna.

Nella breve pausa che segue, il re contempla bramosamente l'imponente Monte silenzioso.

Guardo attentamente il suo bel viso.
Gli occhi di uno straordinario azzurro fissi sulla rocciosa Montagna, i tratti del volto dolci e rilassati, le labbra dominate da un sorriso arrogante e egoista.

Non ho mai scorto in lui quell'espressione.

Finalmente, dopo lunghi anni d'attesa, Thranduil ha la possibilità di mettere le mani sui meravigliosi tesoro dei Nani che da sempre ha bramato, finalmente può ottenere la desiderata pietra.

"Padre", Legolas si avvicina al re, finalmente deciso a parlare.
"So che non siete venuto qui solo per aiutare la gente di Esgaroth".
Thranduil distoglie lo sguardo dalla Montagna e fissa il figlio con aria accigliata inclinando leggermente la testa.
"Cosa intendi dire figlio mio?"

Parla al figlio ma i suoi pensieri sono rivolti ancora alle grandi caverne della Montagna.

"Sai benissimo cosa intendo!"
I due Elfi si guardano silenziosamente, Thranduil con aria ancora sognante mentre Legolas con uno sguardo duro.
Si assomigliano molto: i lunghi capelli biondi sparsi al vento, i bei visi  uno difronte all'altro, bianchi e perfetto, i bellissimi occhi azzurri che si scrutano attentamente.

Il viso di Thranduil ora si fa serio e il suo sguardo più duro.
"Ho atteso per lunghi anni questo momento.
Smaug è morto e la Montagna non ha più un re.
Quegli stolti e presuntuosi Nani sono morti non ho dubbi!
Thorin Scudodiquercia è deceduto cercando di riconquistare la Montagna Solitaria.
Stupido!
Davvero pensava di uccidere il possente drago da solo? Davvero pensava di riottenere il suo regno?"

Le sue parole e i suoi occhi sono piene di disprezzo, il viso dominato da un'espressione di odio, i bei tratti induriti, sembra invecchiato di colpo.

"Ora ho la possibilità di ottenere ciò che ho sempre desiderato. Quei tesori sono miei e non sarai tu a fermarmi!"
"Quei tesori appartengono ai Nani e a loro soltanto! Non hai il diritto di prenderli, nessuno lo ha!"
Legolas alza il tono di voce e urla contro il padre.
"Da quando appoggi i Nani figlio? Da quando non porti più rispetto a tuo padre e al tuo re?"
"Non è questione di rispetto o di appoggio verso i Nani! Quei tesori non ti appartengono.
Anche se Thorin è morto, e con lui i compagni che l'hanno seguito nella Montagna, ci sono ancora tre Nani vivi di cui due sono discendenti del Re sotto la Montagna e quindi legittimi  eredi del tesoro!"
La voce di Legolas risuona furiosa nella notte.

-Non riesco a crederci, contraddice il padre e appoggia i Nani. Questo non è l'Elfo che conosco-

La tensione tra i due Elfi è alta e riesco a percepirla.
Guardo Legolas.
Ora è più distante dal padre e lo guarda adirato, nel suo sguardo percepisco anche tristezza.

-Non può essere arrabbiato perché Thranduil vole negare ai Nani ciò che è loro di diritto.
No.
Lo conosco troppo bene, non difenderebbe mai  dei Nani.
È stanco dell'arroganza del padre, rivuole indietro l'Elfo saggio e ragionevole che era un tempo.
Si, è per questo, non ho dubbi. Vuole solo aiutarlo-.

Un rumore di passi rompe il silenzio.
Ci voltiamo e vediamo delle piccole sagome che si avvicinano.
Kili, Fili e l'altro Nano ci raggiungono, gli occhi puntati su Thranduil.
"Non hai il diritto di reclamare per te i tesori della Montagna, l'unico che può e Thorin, lui è il Re sotto la Montagna tu no!"
Fili parla tranquillamente ma con una nota di disprezzo nella voce.

"Hahahah! " La risata di Thranduil risuona sulla spiaggia limpida e arrogante.
"Non mi interessa diventare Re sotto la Montagna, il mio regno l'ho già! Io voglio una cosa soltanto!"
"Non avrai mai l'Arkengemma! La pietra è dei Nani ed è il simbolo del grande Thror.
Non ti permetteremo mai di ottenerla."
Kili fa un passo verso il re parlando con voce tremante, piena d'ira.
"Hahah! E credete di potermi fermare? Tre Nani contro un intero esercito elfico? Sciocchi!"
"Non siamo soli! Thorin e i nostri compagni ci aspettano nella Montagna!"
Ora Kili è vicinissimo al re.
"Stupido Nano! Non lo capisci? Thorin non c'è più!"
"No, tu menti!"
"Ripeto, credete di potermi fermare ? Tre Nani di cui uno è stato colpito da una freccia avvelenata e fatica a stare in piedi?"
"Io sto benissimo" le parole escono dalla bocca di Kili come un ringhio.
Si avvicina l'altro Nano.
"Non ci importa se siamo tre contro un esercito, noi difenderemo i nostro tesori a costo della vita!"

"E non saranno soli!"

Le parole escono dalla mia bocca involontariamente.
Dopo un attimo di silenzio ripeto la frase, ora più decisa e sicura.
"Non saranno soli, tu non hai il diritto di impossessarsi della Montagna!"
"Tauriel, mi hai deluso!".
Una nota di finta delusione invade le sue parole.
"No padre, tu ci hai deluso. Nemmeno io ti permetterò di impossessarti dell'Arkengemma."
                          
                                                                         *

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Capitolo 17
*** Gandalf ***


Kili e Tauriel


Capitolo 17: Gandalf



combatterà"

Una voce mai sentita prima rope la tensione che invade la spiaggia.
È profonda e autoritaria.


Ci voltiamo e nell'ombra scorgiamo una figura alta e magra.
L'inaspettata persona si fa avanti e la luce del fuoco illumina un volto stanco e dolorante.
Profonde rughe solcano il vecchio volto sporco, occhi di un grigio chiaro ci fissano rimproveranti. Metà volto è oscurato da un grande cappello a punta blu, il vecchi corpo avvolto in una abito e un mantello grigio e sostenuto da un grande bastone di legno massiccio.


"Mithrandir..." il re sussurra sorpreso il nome del vecchio misterioso.


"Gandalf" i tre nani urlano contemporaneamente.


-Ma certo! Lui è Gandalf il Grigio detto dagli Elfi Mithrandir, uno dei cinque stregoni della Terra di Mezzo...-

Ho sentito molto parlare di lui e delle sue grandi gesta, ma non l'avevo mai conosciuto.

Gandalf si avvicina a noi con aria severa.

"Ma guardatevi! Siete qui a litigare su chi avrà il diritto di ottenere i tesori della Montagna Solitaria mentre un esercito di Orchi si sta radunando per attaccarla!"

Le parole dello Stregone ci investono come una secchiata d'acqua che ci riporta con i piedi per terra.


-Dovevamo aspettarcelo....tutta la Terra di Mezzo ormai sa della morte di Smaug...-


Nessuno osa parlare, il silenzio invade nuovamente la spiaggia.

"Non potete permettervi di stare qui a litigare! Quei tesori non sono di nessuno di voi, appartengono a Thorin e a lui soltanto!"

"Ma Thorin è morto".
Thranduil si avvicina a Gandalf con aria sorpresa.

"No, Thorin e i suoi compagni non sono morti."
"E tu come fai a saperlo?" anche Kili si avvicina seguito dagli altri due Nani.
Alla vista dei tre volti pieni di speranza il viso di Gandalf si addolcisce e con un piccolo sorriso si rivolge a loro.
"Prima di arrivare qui ho voluto ispezionare la Montagna per vedere se eravate ancora lì, volevo vedere se eravate ancora vivi.
La notizia della caduta di Smaug si è diffusa velocemente.
Silenziosamente mi sono inoltrato nelle grandi caverne della Montagna.
Ho visto Bilbo aggirarsi tra i grandi tesori e con lui c'era Thorin.
Non so dirvi degli altri, ma non credo che qualcuno ci abbia lasciati."


Il sorriso riempie i volti dei Nani e i loro occhi iniziano a brillare.

"Soni vivi...sono vivi!"

Automaticamente un sorriso affiora sulle mie labbra e una dolce sensazione di sollievo mi invade. Anche Legolas non riesce a nascondere del tutto la piccola felicità.
Alla vista del suo volto la felicità in me aumenta.


-Ecco, è lui l'Elfo che conosco e non vedevo da tempo...-


L'unico immune alla felicità delle parole di Gandalf e Thranduil che fissa lo Stregone con occhi duri e pieni di rabbia.

Gandalf si volta verso il re con aria severa.
"Thranduil, sai benissimo che il tesoro non è tuo e che Thorin non cederà mai l'Arkengemma agli Elfi.
Non credo che tu sia così sciocco da iniziare una guerra contro tredici Nani mentre alle tue spalle arriva un esercito di Orchi"
Thranduil guarda silenziosamente Gandalf, la sua espressione ora è indecifrabile.
In un certo senso sembra che Gandalf eserciti involontariamente un'autorità sul re che non osa contraddirlo.

"Dobbiamo recarci da Thorin e convincerlo ad unirsi a noi per combattere gli Orchi e a cedere parte del tesoro per aiutare la gente di Esgaroth a ricostruire la città."


"Quel  Nano non cederà mai parte del suo tesoro! È come Thror, avido e ossessionato dal suo tesoro!"

Thranduil ora parla pieno di ira allo Stregone che lo osserva attentamente.

"Thorin Scudodiquerci deve dare agli abitanti di Esgatih una parte del tesoro!"


Da una tenda esce Bard si avvicina a Gandalf.


"Parte di quel tesoro apparteneva a Dale, è mio di diritto e lo userò per ricostruire Esgaroth"

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Capitolo 18
*** La malattia del tesoro ***


Kili e Tauriel


Capitolo 18: La Malattia del Tesoro



Ma come faremo a convincere Thorin?"
Chiedo rivolgendomi a Gandalf.

"Non lo so, dobbiamo cercare un modo!
Una grande malattia grava su quell'oro e avrà già invaso la mente e il cuore di Thorin Scudodiquercia.
Non cederà volentieri il suo tesoro anche se lo ha promesso ai cittadini di Esgaroth, e sicuramente interpreterà la nostra richiesta di alleanza contro gli Orchi come un tentativo di impossessarci del suo tesoro.
Thorin è un Nano valoroso ma allo stesso tempo orgoglioso e cocciuto.
Se quella malattia, che colpì suo Nonno prima di lui, l'ha già incatenato al suo oro sarà molto difficile farlo ragionare!"

Lo Stregone rivolge uno sguardo preoccupato alla Montagna.


"Gandalf, non può essere. Thorin non farebbe mai una cosa del genere, aiuterà chi ha bisogno e manterrà la sua promessa!Vero?"

Kili si rivolge a Gandalf e poi ai suoi compagni Nani.
"Si, ha ragione Kili! Lo conosciamo meglio di chiunque altro, siano cresciuti con lui!"
Fili parla deciso e un po' seccato a Gandalf.

"Ascoltate amici miei! Non dubito di ciò che dite su Thorin e del suo cuore, è un grande Nano e sarà un grande Re! Ma il problema non è lui, è il tesoro della Montagna.
Come ho già detto grava una grande malattia su di esso che si impossessa di tutti coloro che nutrono un certo amore per l'oro.

Thorin non è più lo stesso, e con le buone o le cattive maniere lo convinceremo ad unirsi a noi!"

"Proverò a parlarci io!"
Bard si avvicina allo Stregone.
"Ascolterà chi ha ucciso il suo dannato drago!"

"Non ne sono sicuro, Bard discendente di Girion. Ma potrebbe essere un'idea. Però dobbiamo prima trovare le parole giuste che riferirai a Thorin!
Dobbiamo sbrigarci ogni minuto che passa è prezioso, l'esercito degli Orchi si avvicina velocemente!"
Gandalf si volta guardano fisso un punto lontano da noi.

"Tu come fai a sapere tutto ciò?" chiede Legolas lentamente.

Lo Stregone si volta verso l'Elfo e lo fissa intensamente.
"Ho visto molte cose in questi tempi Legolas figlio di Thranduil.
Su ordine del Consiglio Bianco ho svolto varie ricerche che mi hanno portato ad apprendere quello che vi ho riferito.
Non vi dirò altro.
Vieni Bard, dobbiamo discutere sul da farsi, necessito anche della tua presenza Thranduil"


Così dicendo Gandalf si dirige verso una tenda vuota seguito da Bard e da Thranduil.


Rimaniamo in silenzio fissando la tenda dentro alla quale i tre sono scomparsi.

Le cose apprese in questi minuti mi invadono la mente.

Orchi, Thorin, Oro, malattia, battaglia...


Battaglia.
Presto arriverà e ci sommergerà.
Non ho mai assistito a una vera e propria battaglia e neanche vi ho partecipato.
Sono sempre stati per me eventi lontani e estranei che conosco solo nelle storie antiche che mi raccontavano, non avrei mai pensato di finirci dentro un giorno.


Morte, fatica, dolore, sconfitta...
Queste parole affiorano nella mia mente e infondono in me terrore.


"No, Gandalf si sbaglia. Thorin non può fare questo...."


Kili si volta verso la Mobtagna, fissandola preoccupato.

Mi avvicino a lui e poggio la mano sulla sua spalla.
" Gandalf è uno Stregone e ne sa molto di più di noi. Se dice così ci sarà un motivo, non si inventerebbe mai una cosa del genere.
L'unica cosa che possiamo fare è fidarci di lui e sperare che Thorin torni in se.

Domani andremo anche noi con Bard e potremo vedere con i nostri occhi se Gandalf dice il vero."
Kili si volta silenziosamente verso di me.
Mi guarda e poi rivolge lo sguardo nuovamente verso la Montagna immerso nei suoi pensieri.


"Anche io non riesco a credere alle parole di Gandalf. Ma l'Elfa ha ragione."

L'altro Nano, di cui non so il nome, si avvicina a noi.
"Verrò anche io con voi, dobbiamo fare di tutto per convincere Thorin"

Anche Legolas, seguito da Fili, si avvicina a noi.

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Capitolo 19
*** Dale ***


Kili e Tauriel


Capitolo 19: Dale



    *
Il sole sorge a est luminoso e caldo, i suoi raggi illuminano il cielo rosato del mattino, qualche stella splende ancora.
Una leggera brezza ci accarezza il viso mentre muove l'acqua limpida sotto di noi.

Ci spostiamo lentamente su due bellissime barche elfiche.
Io, i Nani e Legolas su una, Gandalf, Bard e Thranduil sull'altra.


Davanti a noi si erge la maestosa Montagna Solitaria ancora in ombra, solo la cima innevata é illuminata dai raggi dorati del sole...


Il silenzio ci avvolge interrotto solo dal rumore dell'acqua che si infrange contro le bianche barche.

Poco a poco ci avviciniamo alla grigia riva.
Le barche urtano contro la ghiaia e scendiamo.
Il terreno scricchiola sotto di noi interrompendo il silenzio che domina la Montagna.

Risaliamo una salita abbastanza ripida e scivolosa, raggiungiamo la cima affannati e accaldati.

Alzo lo sguardo.
Davanti ai miei occhi appare un tetro e triste paesaggio.


Ai piedi della Montagna si estendono enormi rovine di quella che un tempo era una ricca e fiorente città, ora è un ammasso di pietre bruciate e rovinate tra cui domina il ricordo di una tremendo e triste destino.


"Dale"
Bard sussurra e ricomincia a camminare, lentamente.
Mi fermo ancora a contemplare quel malinconico paesaggio.

Provo a immaginare come dovesse essere un tempo...non ci riesco, è impossibile immaginarlo.
Mi accorgo di essere rimasta indietro e così raggiungo gli altri.
Bard è davanti e punta dritto verso Dale, nessuno accenna a dissuaderlo dal suo desiderio.

A pochi metri dalle prime rovine si ferma e scruta attentamente la città senza proferire parola.

Passano alcuni minuti e alla fine si decide ad entrare.
Senza esitare Gandalf segue l'Uomo e così anche Legolas.
Mi volto e incrocio lo sguardo di Kili, nei suoi occhi leggo la mia stessa esitazione nel seguire i compagni.


Torno a scrutare la città.
Tra le rovine crescono erbacce di un verde grigiastro, le pietre, che una volta erano le mura delle case, sono annerite e rovinate.


Provo a ripensare a Dale prima dell'attacco di Smaug, ma ancora niente.


Non so cosa mi spinge a rimanere ferma, forse la paura di ciò che dovrò vedere o il rispetto per quelle persone che morirono tra le fiamme.


Mi riaffiorano alla mente i ricordi di qualche notte fa, quando Smaug attaccò Esgaroth.
Il fuoco, il calore, la distruzione, la morte, il terrore...

Tutto questo anche gli abitanti di Dale subirono, ma a differenza di me loro non riuscirono a scappare e bruciarono tra le fiamme del drago.

"Il fuoco ardeva, fiamme spargeva. Alberi accesi, torce di luce..."


Nella mia testa risuonano le parole della bellissima canzone cantata dai nani.

Fuoco, alberi in fiamme...
Ecco cosa mi appare davanti agli occhi.

Quel giorno invade la mia mente come se fossi realmente stata lì.
Urla di dolore, di terrore, la paura che avvolgeva la città.

Inaspettatamente una lacrima riga la mia guancia.


"Tauriel..."
Kili mi guarda preoccupato.

Mi volto per nascondere il viso e mi asciugo dalle lacrime.

-Cosa mi sta succedendo?...


"Dai, entriamo" dico rivolgendomi a Kili.

Piano piano muovo i piedi verso le rovine seguite dai Nani, Thranduil rimane fermo davanti alla città.
Ci inoltriamo nell'oscurità, l'angoscia mi assale.
Pietre annerite ed erbacce ci circondano, nonostante i lunghi anni passati si può percepire ancora il calore delle fiamme.

Non lontano da noi Bard, Gandalf e Legolas contemplano le rovine, anche nei loro volti si manifesta la desolazione per quella disgrazia.


Dai miei occhi riappaiono le fiamme e urla di dolore tornano a invadermi.

I miei occhi si riempiono di lacrime e mi volto per non farmi vedere dagli altri.

Cammino guardandomi attorno e inalando la polvere che si alza al mio passaggio.

Un pensiero terribile mi invade impedendomi di andare avanti...
tra questa polvere potrebbero esserci le ceneri di chi morì tra le fiamme.

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Capitolo 20
*** La Desolazione di Smaug ***


Kili e Tauriel


Capitolo 20: La Desolazione di Smaug





lenti si avvicinano a me, mi volto e vedo Legolas.

La tristezza domina il suo bel viso mentre i suo limpidi occhi azzurri scrutano il desolato paesaggio.


"Avevo sentito della Desolazione di Smaug ma non immaginavo fosse tale..." dice raggiungendomi.

"Neanche io...solo il pensiero di ciò che capitò qui molti hanno fa mi agghiaccia e mi riporta indietro agli eventi di qualche giorno fa.
Siamo stati investiti dalla stessa disgrazie ma noi  vaghiamo ancora sulla Terra di Mezzo.
Loro invece..."

La mia voce si spezza e non riesco ad andare avanti, un nodo alla gola mi blocca e le lacrime mi inondano nuovamente gli occhi.

Legolas non risponde, neanche lui riesce a parlare.

Non si può parlare indifferentemente di tutto ciò.


Avanzo lentamente guardando il terreno nero.

Legna carbonizzata, sassi e resti di quelli che un tempo erano oggetti quotidiani sono sparsi sulla strada.
Tra le macerie scorgo un oggetto annerito con una strana forma, mi abbasso e lo raccolgo.

Tra le mani tengo i resti di una bambola di stoffa, ora annerita e carbonizzata.

Una bambola che un tempo apparteneva a una innocente bambina, una piccola creatura ignara di quello che il destino gli avrebbe riservato.

-Perché certe cose accadono? Perché?-


Mi immagino quella piccola creatura per strada con la bambola stretta al petto, il sorriso dolce sul suo volto.
Poi il fuoco e più niente, solo una bambola annerita.

Adagio nuovamente la bambola a terra e avanzo, la tristezza ancora più forte.
Cammino immersa nei pensieri più tristi guardandomi attorno.

Raggiungo un enorme cumolo di macerie e dietro di esso scorgo una piccola figura. Mi avvicino e vedo Kili seduto su un masso che guarda un punto davanti a lui con sguardo perso.


"Ehi..." sussurro  avvicinandomi a lui.


Si gira e mi saluta con un debole sorriso.

Silenziosamente mi siedo e passiamo qualche minuto guardandoci attorno, ognuno immerso nei propri pensieri.

"Molte storie e  canzoni ho sentito fin da bambino su questa disgrazia..." sussurra girandosi verso di me.

"Ma quello che immaginavo sentendole non si avvicina minimamente a quello che vediamo ora..."
Torna a fissare un punto lontano davanti a lui, lo guardo senza dire niente.
"Guardando tutto ciò dopo quello che abbiamo vissuto a Esgaroth mi fa capire cosa realmente accadde.
Le fiamme, il calore, il dolore, il terrore...cose che prima non riuscivo a immaginare"

Provo a parlare ma dalla mia bocca non esce alcun suono, il nodo in gola sembra ancora più grande.
Poggio la mano sulla sua spalla, si gira verso si me e i nostro sguardi si legano l'uno all'altro.

Nei suoi occhi vedo rispecchiarsi le fiamme, il viso dominato dalla tristezza.


Rimaniamo a guardarci per non so quanto tempo immersi l'uno negli occhi dell'altra.

Un rumore dietro di noi ci fa sobbalzare.
Ci giriamo e vediamo l'alta e sottile figura di Thranduil che percorre il sentiero.

Gli occhi azzurri si muovono lentamente tra le macerie, sul viso leggo un certo disagio misto a tristezza.

Il re si ferma e dando un'ultima occhiata triste davanti a se si gira e torna sui suoi passi sparendo alla nostra vista.


"Sai, non è così duro come credi"


Dico dolcemente a Kili che guarda il punto in cui il re è sparito.

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Capitolo 21
*** Thorin Scudodiquercia ***


Kili e Tauriel


Capitolo 21: Thorin Scudodiquercia




                                                                              *
Ormai il sole è alto sulle nostre teste e illumina l'imponente Montagna, la neve sulla cima risplende sotto i raggi dorato e il vento ora è più debole e caldo.

Uno dopo l'altro ci avviamo lungo la grande strada che porta all'entrata principale del regno di Erebor accaldati e ancora scioccati dalla vista di Dale.

Nessuno osa proferir parola, il silenzio è interrotto solo dal rumore dei nostro passi e dallo cinguettare degli uccelli.

Dopo la morte di Smaug gli animali sono tornati a riempire il cielo e il terreno attorno alla montagna, anche la natura si sta risvegliando, sono visibili i primi fili d'erba color smeraldo.

 La Desolazione di Smaug è finita.


Un tordo e un vecchio corvo volano attorno a noi senza sosta, pare che ci osservino.


Finalmente giungiamo all'ingresso principale..


Un portone immenso blocca l'entrata alla Montagna, è legno massiccio di un colore verde spento con intarsi in oro.
È molto rovinato a causa del tempo e del drago, é solcato da profonde crepe e alcuni punti sono anneriti a causa delle fiamme, un enorme anello d'oro è posto a un metro da terra.


"Casa..."

Itre Nani sussurrano insieme la parola, la loro voce è piena di meraviglia, amore e stupore. Si avvicinano e toccano il verde legno con la punta delle massicce dita.

Bard si avvicina e cerca di aprire la porta, ma senza successo, Legolas e i Nani lo aiutano ma ancora il legno è irremovibile.

"Non riuscirete ad aprire il portone"

Gandalf li guarda divertito.
 " Questo era l'ingresso principale al regno e quindi impossibile da aprire dall'esterno, l'unica cosa che possiamo fare è sperare che Thorin ci apra."

Lo Stregone Grigio si avvicina al portone, poggia la mano libera dal bastone sul grande anello d'oro e con esso picchia forte sul massiccio legno.
Un forte rumore  rimbomba nell'aria per qualche secondo e il portone inizia a vibrare.   
Gandalf ripete l'azione per tre volte e il forte rumore risuona per altrettante volte.
Poi con voce forte e chiara Gandalf parla.

" Thorin figlio di Thrain Re sotto la Montagna apri il portone del regno che finalmente sei riuscito a ottenere, apri a colui che ti invogliò a riprendere ciò che é tuo di diritto, apri a quel vecchio Stregone che ti ha aiutato in questa impresa.

Ma ti avviso non sono solo, con me ci sono tre dei tuoi valorosi Nani.
Apri la porta anche a coloro che hanno ucciso il terribile Smaug permettendoti di riavere la tua casa, Bard discendente di Girion Signore di Dale, Legolas e Tauriel Elfi del reame boscoso.
Inoltre al mio fianco è presente re Thranduil.
Dimentica i conflitti e il risentimento e esci dalla tua fortezza perché é giunto il tempo di parlare di cose molto importanti che riguardano il futuro della Montagna e delle terre che la circondano"

Un profondo e lungo silenzio segue le parole di Gandalf.


-Aprirà mai il suo regno a noi?-


Proprio nel momento in cui ho perso la speranza una profonda voce rimbomba dietro il massiccio portone.


"Perché dovrei aprire a voi? So quali sono le vostre intenzioni, volete impossessarvi del mio oro, del mio regno! Non permetterò che Elfi entrino nella Montagna!"

"Non fare lo sciocco Thorin Scudodiquercia!" ora il viso di Gandalf è dominato da una serietà assoluta che evidenzia maggiormente le sue ruge.
"Siamo venuti in pace, senza armi ne eserciti.
L'unica nostra richiesta è che tu apra e ascolti ciò che dobbiamo dirti.
Un grande pericolo incombe su di noi e sul tuo tesoro!"


"L'unico pericolo che vedo è il superbo e arrogante re Elfo! Non permetterò che si impossessi del mio tesoro e dell'Arkengemma!"


Thranduil nel sentire gli appellativi usati da Thorin contro di lui si irrigidisce, disprezzo e ira invadono i suoi bei lineamenti.


"Thorin!" ora è Kili che cerca di far ragionare il Nano.


" Ti sbagli! Ho passato gli ultimi giorni assieme a loro e ti posso giurare che i loro intenti non sono malvagi, a loro non interessa ne io tuo oro ne il tuo regno! L'unica cosa che ti chiedono è quella di ascoltarci."


Di nuovo il silenzio scende su di noi, riesco a percepire una forte tensione.


"Ascoltami Thorin figlio di Thrain sono Bard,  qualche giorno fa ti ho concesso un enorme favore, ti ho ospitato nella mia casa e nascosto agli occhi del Governatore, inoltre ti ho liberato dal tuo maledetto drago, è giunta l'ora che tu mi restituisca il favore.

Perciò ti chiedo di aprire il portone e ascoltare ciò che abbiamo da dirti."

Dal'interno della Montagna non giunge alcuna risposta, solo silenzio.


Dopo qualche minuto un forte rumore rimbomba nell'aria e il portone si apre.

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Capitolo 22
*** Torna in te e ascoltami! ***


Kili e Tauriel


Capitolo 22: Torna in te e ascoltami!



portone si apre di poco, il necessario perchè Thorin riesca a uscire all'aria aperta.
Riesco a intravedere l'interno della Montagna di sfuggita: è tutto buio e solo poche torce illuminano l'ingresso.
Il portone si richiude velocemente dietro al Re sotto la Montagna, nessun'altro lo segue.
Lo guardo attentamente, fino ad adesso non ne avevo avuto l'occasione.

Ha lunghi capelli bruni tra i quali si possono intravedere ciocche argentate, anche la barba è bruna mentre gli occhi sono di uno stupefacente azzurro cielo.
E' basso e nonostante le vesti si possono intravedere i possenti muscoli delle braccia e delle gambe.
In un certo senso assomiglia a Kili: i capelli, il viso, il naso, ma non gli occhi.
Quelli di Kili, scuri e profondi, sono caldi e dolci, quelli di Thorin invece sono chiari e freddi come il ghiaccio.

Ha un'aria altezzosa e superba, ci guarda come se fossimo ripugnanti Orchi...
...Gandalf aveva ragione, il tesoro si è impossessato del suo cuore.


"Bene, finalmente hai deciso di usare la testa Thorin Scudodiquercia! "
Gandalf si avvicina al Nano con un accennato sorriso.
"Sono uscito solo per portare nella Montagna i miei Nani e porgere i miei ringraziamenti a Bard, non illudetevi! Non voglio sentire niente da te Gandalf, ci hai tradito alleandoti con quella feccia del re Elfico!"

"Non osare chiamarmi in quel modo Nano!"
Thranduil si avvicina a Thorin pieno d'ira posando una mano sull'impugnatura della spada.

"Tu non dici a me cosa fare Elfo!"
Anche Thorin avanza verso Thranduil pronto ad estrarre la spada.
I due ormai sono vicinissimi.
Si guardano in cagnesco, i volti induriti dall'odio, gli occhi fissi e colmi di rabbia, pronti a estrarre le spade e uccidersi a vicenda.

Un lampo di luce mi abbaglia e sono costretta a coprirmi gli occhi fino a quando tutto torna alla normalità.
Riapro gli occhi e tra una macchia e l'altra scorgo le figure di Thranduil e Thorin a terra mentre l'alto e vecchio corpo di Gandalf li divide, nei suoi occhi domina la rabbia.

"Basta!"

La voce dello Stregone risuona nell'aria, improvvisamente sembra più alto e un'ombra scende su di lui.
Il pacifico e buonoGandalf sembra essere svanito, al suo posto vedo un potente e adirato Stregone.

Infonde paura.

"Ma sentitevi, siete ridicoli! Non siamo qui per vedere due arroganti re sgozzarsi a vicenda, ci sono questioni ben più importanti di qui discutere! Ora alzatevi e state zitti!"

Thorin e Thranduil si alzano con fatica e dopo essersi rivolti a vicenda uno sguardo carico di odio si voltano verso Gandalf con uno sguardo pieno di umiliazione


"Bene, ora che siete tornati in voi possiamo iniziare!"

Lo Stregone torna ad essere il pacifico Gandalf e facendo segno di seguirlo si avvia verso uno spiazzo poco lontano.

Raggiungiamo il luogo indicato e ci sediamo sulle pietre sparse qua e là.
Continuo a fissare il Nano.
Sul suo volto sono visibili ancora l'arroganza e la rabbia.

"Thorin", continua Gandalf, " Durante il periodo in cui vi ho lasciato su ordine del Consiglio Bianco ho scoperto che Azog ha radunato un esercito di Orchi e ora sta marciando verso la Montagna"

"Azog?"

Un'espressione di sorpresa affiora sul viso del Nano.
"Si proprio lui, Azog il Profanatore!"

Nello spiazzo cala il silenzio.

-Azog. Non ho mai sentito questo nome-

"Ormai saranno qui tra tre giorni e attaccheranno la Montagna uccidendo chiunque si trovi dentro e fuori"

Thorin si alza e inizia a camminare intorno alla pietra dove era seduto.
"Non riuscirai a combatterlo da solo, è per questo che siamo venuti qui, per porgerti il nostro aiuto".

Thranduil sbuffa arrabbiato.

"E cosa mi assicura che Azog stia veramente venendo da me con un esercito e non che questo è un vostro sporco trucco per impossessarvi del mio tesoro!?!" risponde Thorin adirato.

"Per tutti i Valar! Thorin tu sei impazzito! Non sei più il Nano valoroso e onesto che ho conosciuto!
Come ti permetti di darmi del bugiardo!
Se davvero avrei voluto impossessarmi del tuo oro ti avrei già ucciso e derubato!

Torna in te e ascoltami!

Se ti rifiuterai del nostro aiuto morirai e tutti gli sforzi pe riconquistare la Montagna saranno stati vani!

Temevo che la malattia del tesoro potesse travolgerti ma non pensavo al punto di non fidarti più di me!

Ascolta attentamente le mie parole:

Hai un cuore onesto, valoroso, puro.

Non permettere che l'oro ti renda ottuso e arrogante, non diventare come tuo nonno, non tradire la fiducia dei tuoi compagni!."

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Capitolo 23
*** Il ritorno del Re sotto la Montagna ***


Kili e Tauriel


Capitolo 23: Il Ritorno del Re Sotto la Montagna



Thorin fissa i grigi occhi dello Stregone con espressione indecifrabile.

“Torna in te Thorin, torna ad essere quel valoroso Nano che ha fatto di tutto per riconquistare la sua casa, quel Nano che ha sfidato mille pericoli senza vacillare neanche un momento.

Ripensa a quello che hai passato in questi anni, a come hai condotto i tuoi fedeli compagni alla Montagna.

Pensa a coloro che ti hanno accompagnato in questa impresa fino alla fine, a quei fedeli amici che non ti hanno abbandonato e mai ti abbandoneranno.

Pensa al dolore che ai subito durante questi lunghi anni lontano dal tuo regno.”

Thorin continua a fissare gli occhi di Gandalf come se fossero l’unica cosa esistente.

“Non permettere all’oro di impossessarti di te, non permettere al tesoro di corromperti e allontanarti dalla retta via.

Libera il tuo cuore da tutto ciò che è vile.

 

Torna a essere il valoroso, coraggioso e nobile Re sotto la Montagna.”

 

Un silenzio magico domina.

Thorin continua a guardare Gandalf senza proferir parola.

I suoi azzurri occhi si chiudono lentamente, Thorin ispira l’aria fresca e gettandola fuori li riapre.

Noto un cambiamento nel suo sguardo, non è più freddo e arrogante, ora il suo sguardo azzurrino è più limpido e dolce ma allo stesso tempo autoritario e saggio.

La somiglianza con Kili si fa più evidente.

“Bentornato Thorin Scudodiquercia”

Gandalf sorride al Nano e avvicinandosi a lui stringe la sua possente mano.

“Sono contento di riaverti fra noi."

Il Nano sorride allo Stregone.

" Mi dispiace Gandalf. L'oro mi ha portato alla pazzia come fece molto tempo fa con mio nonno, ma lui sfortunatamente non possedeva al suo fianco una amico come lo sei tu per me. Grazie"


"Non esiterei mai un attimo ad aiutarti, sei destinato a fare grandi cose Thorin Scudodiquercia.

Bene, adesso che sei tornato in te possiamo discutere seriamente.

Come sai Smaug è morto distruggendo Esgaroth e a quella povera gente serve denaro per ricostruire la città.

Se ti ricordi avevi promesso loro oro e ora è tempo che tu mantenga la promessa fatta.”

“Non dimentico mai una promessa”

 Nella sua voce non c’è più un tono arrogante ma uno più cordiale e autoritario.

“Bard ti ringrazio per tutto ciò che hai fatto per noi e per aver ucciso Smaug il drago.

Nella montagna non ci sono solo tesori Nanici ma anche oro appartenente un tempo a Dale e non ho intenzione di privarti di ciò che spetta a te di diritto.”

Thorin avanza verso l’Uomo e porge una mano, Bard sorridendo la afferra sancendo così una nuova alleanza.

“Bene” continua Gandalf , “Ora che questa faccenda è stata sistemata dobbiamo parlare degli oscuri avvenimenti che presto ci investiranno!”

“Azog…” sussurra Thorin con rabbia.

“Si, proprio lui! Tra non molto sarà qui e noi dovremmo essere pronti allo scontro!

Re Thranduil metterà a disposizione le sue truppe, Bard tutti gli uomini disposti a combattere.

Ma non riusciremo a vincere, non siamo ancora abbastanza numerosi.

Thorin devi mandare un messaggio di aiuto alla tua gente, sono sicura che ti aiuterà!

Non dobbiamo perdere tempo!

L’esercito di Azog è molto numeroso e non si fermerà davanti a niente e nessuno”

“Sono pronto a combattere per difendere la Montagna! Azog rimpiangerà il giorno in cui sfidò la nobile stirpe Nanica!”

“Noi saremo al tuo fianco Zio!”

Kili si avvicina al Re seguito dai due suoi compagni.

“Fino alla fine”.


 

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Capitolo 24
*** Paure ***


Kili e Tauriel


Capitolo 24: Paure



*

Il cielo è tinto di colori caldi, il rosso, l'arancione e il giallo si uniscono creando colori spettacolari.

Il sole ormai basso sull'orizzonte illumina con i suoi ultimi raggi la Montagna Solitaria, la neve risplende.

Davanti ad essa migliaia di soldati elfici e umani aspettano l'orrore che presto ci investirà.

Mi trovo fuori dall'imponente portone della Montagna assieme a Legolas, Bard, Gandalf, Thranduil e Thorin.

Discutono delle tattiche da utilizzare durante la battaglia e dell'arrivo a sorpresa dell'esercito Nanico che attaccherà l'esercito di Azog alle spalle.

Cerco di prestare attenzione ma non ci riesco, troppi pensieri mi riempiono la mente.

Tra poco l'esercito di orchi arriverà sotto la Montagna e così la battaglia avrà inizio, una battaglia crudele e spietata.

Tento di apparire disinvolta e serena agli occhi di tutto ma in realtà dentro urlo di paura.

La battaglia incombe su di me come un'enorme muro di pietre affilate che mi impedisce di guardare avanti, mi impedisce di guardare al mio futuro.

Il cuore mi batte a mille martellandomi il petto, non mi lascia tregua.

In lontananza sono già visibili le luci delle torce di quelle maligne creature che avanzano decise verso di noi.

Non riesco a distogliere lo sguardo dall'orrendo esercito, i miei occhi lo fissano pieni di terrore.

-La mia prima battaglia...-

Ho sempre portato a termine missioni affidatemi dal re con coraggio e sicurezza ma mai avevo preso parte a guerre.

Molte storie mi venivano raccontate riguardanti grandi battaglie avvenute nel corso delle Ere, da quando gli Eldar arrivarono nella Terra di Mezzo fino ad oggi.

Quei racconti mi avevano sempre affascinato, storie di eroi che sconfissero il male nonostante molte difficoltà, eroi che morirono per ciò in chi credevano.

Molte volte avevo fantasticato di prendere parte a quelle epiche battaglie e di mostrare il mio valore, ma adesso che tutto ciò sta per compiersi un'innaturale insicurezza e paura mi dominano.

"Tauriel, andiamo..."

Legolas si avvicina a me posandomi una mano sulla spalla, mi volto.

"Raggiungiamo la nostra postazione"

Con la testa accenno un Si e mi incammino dietro di lui.

Sento le gambe pesanti come se fossero di piombo ma riesco comunque a tenere il passo di Legolas.

 

Iniziamo a inoltrarci nell'esercito, Uomini ed Elfi guardano dritto davanti a loro.

Nei loro volti, quasi del tutto coperti dagli elmi, leggo paura come la mia.

Io e Legolas avanziamo fino a raggiungere l'estremità dell'esercito.

Davanti a noi si estende Lagolungo immerso nell'oscurità, le orrende barche si avvicinano sempre più, il terrore mi investe come una folata di vento gelido.

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Capitolo 25
*** La Battaglia ***


Kili e Tauriel


Capitolo 25: La Battaglia

Rumori di spade, versi disgustosi e urla risuonano, sembra l'inferno.


La battaglia è ormai iniziata da tempo e continuiamo senza sosta a difendere la Montagna.

Siamo circondati da orrendi orchi deformi che ci colpiscono senza pietà, sul terreno già molti corpi pallido e inzuppati di sangue giacciono privi di vita assieme a orrende carcasse deformi e grigiastri.
La loro vista mi fa rabbrividire, ogni volta che ne calpesto uno inorridisco. Ai corpi si aggiungono le teste, i vari arti e le viscere strappate dal corpo.

Continuo a lottare e a uccidere più Orchi possibile, faccio fatica a usare l'arco in questa confusione e perciò mi difendo con due spade.

Uno a uno uccido quelle creature senza pietà.

-Come staranno loro?-

Quell'interrogativo mi martella nella testa continuamente senza lasciarmi pace, come staranno Bard, Kili, Thorin, i Nani, Legolas, Thranduil e Gandalf?

Dall'inizio della battaglia ho perso di vista Legolas e mi sono ritrovata da solo in mezzo a soldati amici e orchi.
Appena posso mi guardo attorno cercando di scorgere le figure dei miei compagni, ma senza risultato.

Cerco di spostarmi verso la Montagna facendomi spazio con le spade ma riesco ad avanzare poco tra la confusione della battaglia.
Contino ad abbattere Orchi senza sosta, la stanchezza che poco a poco si fa sentire.

All'improvviso inciampo in un corpo senza testa e cado a terra, un orco si precipita su di me brandendo una enorme ascia.
Poco prima dell'impatto una spada trapassa l'orrendo corpo che cade immobile e morto vicino a me.
Alzo lo sguardo e vedo Legolas che mi tende la mano.
Anche lui è stanco, lo leggo nei suoi bei tratti contratti dallo sforzo di combattere e nei suoi occhi azzurri.

"Tauriel stai bene?" mi chiede preoccupato ( uccide altri due orchi)

"Si si grazie" rispondo.

Dopo uno sguardo pieno di significato ricominciamo a combattere l'uno al fianco dell'altra abbattendo numerosi Orchi.
Mi sento più sicura con lui vicino, il mio coraggio aumenta e la fatica sembra abbandonarmi.

Ma gli Orchi aumentano senza sosta riversandosi sul nostro esercito, l'aiuto dai Nani non è ancora arrivato, non potremo resistere a lungo in questo modo.

All'improvviso una nuova ansia mi assale.

-Dove sarà? Starà bene?

Si, è un combattente valoroso, sono sicura che si sta battendo con onore!-

Cerco di rassicurarmi ma la paura non mi abbandona, paura di rivedere il suo viso pallido tormentato dal dolore, il corpo prossimo alla morte.

I miei pensieri sono rivolti a Kili

Scuoto il capo per cacciare l'immagine e con più violenza abbatto i miei avversari.

-Non posso perderlo...-

Ricordi affiorano nella mia mente, ricordi riguardanti un abile e valoroso Nano dagli occhi marroni e profondi come la terra.

Cerco di farmi spazio nuovamente e mi avvicino alla Montagna in cerca del Nano Alto ma ancora non riesco a scorgerlo.

Ho perso nuovamente Legolas e la paura torna a dominarmi assieme alla stanchezza.

Continuo a dirigermi verso la Montagna fino a quando scorgo un'enorme figura dalla pelle bianca e da un braccio amputato, Azog combatte con ferocia.

Attorno a lui vedo finalmente Kili assieme a Thorin e Fili che combattono coraggiosamente l'Orco Pallido.

Kili è sudato e i lunghi capelli bruni sono scompigliato e incollati al volto a causa del sudore.
Il viso è contratto dalla rabbia e dalla fatica, abbatte numerosi orchi e contemporaneamente cerca di colpire Azog.

All'improvviso nell'aria risuona un suono possente e basso, i Nani sono finalmente giunti.

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Capitolo 26
*** Il dolore di Kili ***


Kili e Tauriel


Capitolo 25: Il dolore di Kili

Il basso e possente suono del corno nanico riempie l'aria, per qualche secondo la battaglia si blocca e i mortali nemici si voltano per individuare il posto da cui il suono proviene.

 Miriadi di barche si avvicinano velocemente alla Montagna, su di esse altrettanti coraggiosi Nani urlano a pieni polmoni il grido di guerra.

 Le imbarcazioni toccano terra e la sanguinosa battaglia riprende.

 L'arrivo dei Nani segna la svolta degli eventi, Uomini ed Elfi riprendono vita combattendo ferocemente, ogni segno di stanchezza scivola via dai loro volti.

 La sicurezza e la speranza mi invadono e combatto con più ferocia.

 Orco dopo Orco mi faccio spazio in quel macabro caos cercando di avvicinarmi a Kili.

 Ormai tutto sta finendo, l'intervento dei Nani è stato decisivo nella battaglia.

 Ora siamo più numerosi rispetto ai nostri orrendi nemici e poco a poco riusciamo a schiacciarli con la nostra forza e voglia di trionfare.

 A terra ormai si vedono solo carcasse di orchi senza testa, braccia, gambe e coperti del loro disgustoso saghe nero.

 Il nero esercito si riduce drasticamente, molti cercano di scappare ma senza successo.

 I tre discendenti di Durin continuano a combattere ferocemente il Profanatore che però tiene loro testa.

 Colpo dopo colpo Azog si indebolisce ma la sua sete di sangue nanico non diminuisce.

 All'improvviso Kili cade a terra disarmato, l'Orco Pallido si fionda su di lui.

 Il tempo sembra fermarsi, Kili disarmato, Azog che sta per infliggere il colpo fatale.

 Tutto succede in una frazione di secondi.

 Un corpo si butta tra i due, la spada lo trafigge.

 Il giovane Fili cade a terra insanguinati tra le braccia del fratello.

 Non riesco a credere a ciò che i miei occhi vedono e hanno visto.

 "Nooooooo!"

 Thorin si precipita urlando verso l'Orco Assassino dando inizio a uno scontro brutale pieno di di dolore e odio.

 Kili tiene tra le braccia il fratello morente, l'espressione del suo viso è come un pugno nello stomaco per me.

 I suoi profondi occhi marroni sono sgranati completamente, la bocca è semiaperta, lo sporco e pallido viso indecifrabile.

 "Fili..."

 Riesco a percepire il sussurro del Nano Alto, una sola parola carica di emozioni.

 Dolore, sorpresa, incredulità...

 "Frat-el-lo..."

 Con estrema fatica Fili ri rivolge a Kili con un mezzo sorriso.

 "Fili! Resta con me, non mi lasciare.

 Stupido Nano ma cosa ti è saltato in mente, potevo cavarmela da solo"

 Ora assieme al dolore percepisco una punta d'ira.

 "È-È mio do-do-vere proteggerti Frat-frat-ellino..."

 Fili esala l'ultimo respiro, l'anima abbandona il suo corpo devastato.

 "Fili!FILI! NO! NO! NON PUOI ABBANDONARMI, HO ANCORA BISOGNO DI TE! FILI!"

 Kili urla al corpo del fratello, ma niente, ormai ogni speranza è vana.

 Lacrime solcano le mie guance, la vista di Kili mi strazia.

 Il suo bel viso è deformato dal dolore e dall'ira.

 Da un ultimo bacio sulla fronte del fratello e alzandosi si fionda su Azog con ferocia.

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Capitolo 27
*** La battaglia finale ***


Kili e Tauriel



Capitolo 26: La battaglia finale

Ormai la battaglia sta terminando, abbatto con facilità i pochi Orchi che mi circondano.

A pochi metri da me Kili e Thorin combattono ferocemente contro Azog, i loro volti sporchi, incrostati di sangue e illuminati dal nuovo sole sono dominati dalla rabbia e da un dolore profondo, i loro bellissimi ma opposti occhi sembrano riflettere la stessa immensa pazzia.

I colpi delle spade naniche contro quella dell’orco risuonano nell’aria sovrastando qualunque altro rumore e creando una sinfonia carica di odio e potenza.

Sono visibili i possenti muscoli dei Nani sotto le armature, sono tesi e gonfi dallo sforzo e dal dolore, i loro capelli intrisi di sudore.

La lotta continua ferocemente senza che i tre combattenti cedano alla forza del proprio avversario; Azog sferra colpi potenti e lenti a Kili e Thorin che agilmente li evitano e a loro volta sferrano colpi possenti.

Tutto intorno a loro sembra essersi fermato: ogni soldato, il vento, gli animali, perfino il sole sembra aver sospeso la sua ascesa nel cielo per ammirale quello scontro brutale.

Guardo attentamente quel cozzare di spade senza battere ciglio per paura di perdere qualche mossa e rivedere poi i due Nani a terra; sento il cuore battere forte contro il petto come se lo stesse per sfondare.

Nessuno interviene in aiuto dei Nani come se sapessero di non poter far nulla; nessuno può fare qualcosa, quella è la loro battaglia.

Le mosse sembrano susseguirsi a rallentatore, sembrano durare un’eternità.

Colpo dopo colpo i tre nemici si spostano formando una danza rozza ma affascinante; girano su loro stessi, si abbassano, muovono agilmente le gambe e le braccia.

Mi soffermo su Kili, è così giovane ma adesso appare invecchiato di qualche anno: il bel volto deformato dallo sforzo e dal dolore, i muscoli più grossi e i profondi occhi accecati dall’ira.

Si muove agilmente tra i colpi inflitti e quelli ricevuti dimostrando grandi doti nel combattimento e agevolezza con la spada.

E’ diverso dal Nano che ho conosciuto, un Nano sempre allegro e scherzoso pronto a farmi sorridere in ogni momento, un Nano intelligente e profondo.

Ora tutto ciò è coperto da una rabbia inimmaginabile e da una voglia sfrenata di vendetta.

La battaglia continua imperterrita incantando ogni essere viventi attorno ad essa, il silenzio domina interrotto solo dal rumore delle lame in contatto.

In Nani incominciano a perdere terreno e la fatica compare sui loro lividi volti; Azog invece avanza instancabile.

Improvvisamente l'Orco si inferocisce solo su Thorn facendolo arretrare e perdere la spada, Kili si precipita in aiuto del suo re e intraprende una furiosa lotta contro il Profanatore mettendolo inizialmente in grossa difficoltà.

Il Nano Alto riesce a far allontanare l’Orco Pallido da Thorin che recupera la spada e correre in aiuto del nipote.

La lotta riprende ancora più crudelmente di prima, i tre nemici si feriscono in continuazione indebolendo i corpi già stremati dalla fatica.

Azog improvvisamente si scaglia nuovamente su Thorin ma Kili, proprio come il fratello prima di lui, in interpone tra i due corpi, il resto accade in una frazione di secondi.

La sporca lama dell’orco trapassa lo stomaco del bel Nano, il sangue rosso inizia a sgorgare all’infinito.

Il nobile viso di Kili e quello dannato del Profanatore si trovano a un centimetro di distanza; gli occhi sgranati del nano fissano con coraggio quelli mligni e neri dell’Orco; sul volto dell’Orco un ghigno malefico, sul volto del Nano un’espressione di dolore.

Il Profanatore assassino estrae la spade dal corpo straziato di Kili facendolo cadere a terra percosso da forti scossoni.

Thorin prima straziato dal dolore guarda il nipote morente e poi si scaglia conto l’assassino iniziando la lotta più feroce che avesse mai intrapreso.

Sono immobile, non riesco a muovermi; lo stupore e l’incredulità impediscono alle mie gambe di avanzare verso il corpo di Kili.

-No, No! Non è possibile, non voglio crederci, questo è un incubo!-

Dentro di me scoppiano miriadi di sentimenti: incredulità, sorpresa, dolore, odio, paura …

Sullo sfondo sento i rumori della battaglia in corsa, ma ormai più niente sembra avere importanza, tutto sparisce e rimaniamo solo io e Kili distanti pochi metri l’uno dall’altra.

Cerco di avanzare ma non ci riesco, sento le gambe pesanti e prive di ogni muscolo.

Continua a fissare quel corpo straziato e morente con occhi sgranati, bocca semiaperta, non riesco nemmeno a versare lacrime.

Il viso sorridente del Nano mi appare davanti agli occhi causando ancora più dolore, finalmente le lacrime abbandonano i miei occhi per bagnarmi le rosee guance.

Le gambe riacquistano sensibilità e di scatto mi precipito verso Kili.

ANGOLO DELL' AUTRICE:

Buona sera a tutti, da qui in avanti iniziano i capitoli più difficili da me, il finale sta giungendo e come tutti sapete non è dei più felici.

Vi chiedo quindi pietà perchè non sono sicura di riuscire a esprimere del tutto quello che provo e soprattutto quello che prova Tauriel.

Aspetto quindi vostri commenti per capire se sto scrivendo in modo giusto e comprensibile e magari per qualche consiglio.

Grazie a tutti! :)

Anna

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Capitolo 28
*** - Non dimenticarti mai di me - ***


Kili e Tauriel



Capitolo 28: - Non dimenticarti mai di me -

Le lacrime offuscano la mia vista e bagnano il petto straziati del bel Nano.


In lontananza sento i rumori della furiosa lotta tra il Re sotto la Montagna e il Profanatore, sono ormai distanti dai miei pensieri come se appartenessero a un'altra realtà.

Nulla ha più importanza; non sento più il rumore delle onde che si infrangono sulla riva, il cinguettare degli uccelli, i passi sulla ghiaia insanguinata, la voce dei soldati...

Perfino il mio corpo ha perso sensibilità, non percepisco più la terra sotto le ginocchia, i dolori provocati dalle ferite, il vento che accarezza il mio volto, il calore del sole...

Esiste solo lui; percepisco, tocco, piango, vedo solo lui.

Ciò che provo è indescrivibile, un insieme di sentimenti che ne generano uno solo straziante: dolore e paura, incredulità e stupore, disperazione e tristezza.

Continuo a sussurrare il suo nome, lui risponde con deboli sorrisi.

I nostri sguardi sono intrecciati, uniti da un legame forte e indissolubile; i miei occhi pieni di lacrime e disperazione i suoi colmi di dolore ma allo stesso tempo calmi.

Poco a poco avvicino il mio viso al suo fino a toccare la sua fredda fronte, il contatto lo fa sussultare ma non si allontana, preme ancor di più.

Non riesco a dire altro che il suo nome, il dolore mi annebbia la mente e mi blocca la gola.

Continuo a guardarlo intensamente, voglio sfruttare ogni singolo istante degli ultimi che mi restano per vedere Kili, prima che mi lasci per sempre.
Si, sono consapevole di non poter fare nulla per lui, nessuno sarebbe in grado di salvarlo, la ferita è troppo profonda.
Questo pensiero mi distrugge ancora di più, lo sollevo leggermente e lo stringo a me con tutte le mie forze.

Non voglio dividermi da lui, non voglio interrompere quel contatto così carico di emozioni e di calore.

Kili avvicina le belle labbra al mio orecchio sussurrando debolmente due semplici ma significanti parole:

"Non lasciarmi"

"Non lo farò" rispondo stringendolo più forte al mio corpo.

Lentamente solleva le braccia e le avvolge sulla mia schiena con tutta la forza concessa dal suo corpo morente.
"Non lo farò" ripeto con un sussurro, le lacrime bagnano i suoi capelli e le mie braccia avvolgono il suo corpo.

- Perché proprio adesso? Perché proprio lui? Non può lasciarmi, non può abbandonarmi in quel mondo pieno di dolore e male.
Perché proprio quando i miei sentimenti si sono fatti più chiari e intensi?
Perché, perché, perché!?-

Il mio corpo inizia a tremare, il bel Nano cerca di stringermi ancora di più.

Lentamente si stacca dal mio corpo e avvicina il volto al mio.
È sporco e incrostato di sangue, il dolore deforma i suoi tratti senza profanare la sua bellezza.

I nostri sguardi si riallacciano in un dialogo silenzioso, intenso, carico di emozioni.

Ormai l'odio e la sete di vendetta l'hanno abbandonato ridando serenità al suo viso; posso vedere nuovamente il Nano che è in realtà, il Nano che ho conosciuto nei sotterranei del Reame Boscoso.

Con fatica Kili alza una mano lentamente e con dolcezza mi asciuga le lacrime che continuano a rigarmi le guance.

Piano piano avvicina la sua bocca alla mia fino ad arrivare a pochi millimetri di distanza.
Sposta lo sguardo sulle mie labbra e poi torna a fissare i miei occhi.

"Ti amo" sussurra debolmente e preme le sue freddi labbra sulle mie.

Una miriade di emozioni esplodono dentro di me e dopo qualche istante di incertezza ricambio il dolce bacio.
Piano piano le nostre labbra iniziano a muoversi in sincrono saldandosi perfettamente e scivolando in armonia le une sulle altre.

Sento la sua mano immergersi tra i miei morbidi capelli e premere maggiormente il suo viso al mio.
Il dolce bacio ora diventa più intenso e veloce, le nostre labbra si muovono avidamente le une sulle altre e i nostri visi si muovono più velocemente.

Cerco di assaporare al meglio quei momenti sapendo che saranno gli ultimi.

Il suo bacio non mi sazia, fa nascere in me il desiderio di averne di più.
Premo con tutte le forze sulla sua bocca desiderosa delle sue labbra.

Piano piano il bacio rallenta e si ammorbidisce nuovamente.
Con tristezza allontano il mio viso dal suo sussurrano un ti amo.

Kili mi guarda e il sorriso affiora sulle sue labbra.

"Le potrò incontrare" sussurra.

"Potrò incontrare le stelle, già le vedo. Avevi ragione, la loro luce non è fredda e distante, sento il loro calore.
Sono così vicine e confortanti, sono piene di ricordi."

Kili alza lo sguardo e scruta il limpido cielo celeste guardando stelle che solo lui può vedere.

Lacrime ricominciano a rigarmi il viso ma questa volta bagnano le mie labbra dominate da un lieve sorriso.

"Si, le potrai vedere" sussurro.

"Non dimenticarti mai di me, promettimelo"

"Te lo prometto..." sussurro piangendo.

"Non piangere, io sarò sempre con te, sarò sempre nel tuo cuore e mai ti abbandonerò.
Potrai vedermi anche nelle stelle, quando ti sentirai solo alza lo sguardo e ammira la bellezza degli astri perché è li che potrai rivedermi.
Ricorda, questo non è un addio"

Dicendo così Kili mi guarda per l'ultima volta, poi lentamente le sue braccia abbandonano il mio corpo adagiandosi a terra e la vita abbandona i suoi profondi occhi.

ANGOLO DELL' AUTRICE:

E alla fine sono arrivata a scrivere il capitolo che più aspettavo e che più temevo.
Non è stato facile scriverlo e spero di averlo fatto al meglio.
Come sempre aspetto vostre considerazioni!

baci Anna :)

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Capitolo 29
*** Stelle ***


Kili e Tauriel



Capitolo 29: Stelle

Il dolore è tanto.

Il mio cuore sembra essersi caricato di ogni peso presente nel mondo.

Un dolore mai provato prima e che pensavo di non poter sentire.

Fino ad ora non sapevo cosa si provasse nel perdere una persona che si ama, ero sempre stata sicura di non poter star male in quel modo perché tutte le persone a cui ero legata sarebbero sempre state al mio fianco.

Mi sbagliavo.

Tutto quello che mai avevo pensato mi accadesse si era riversato su di me come una secchiata di acqua gelida e pungente.

La cruda realtà era apparsa ai miei occhi improvvisamente ferendomi mortalmente al cuore.

La mia mente è del tutto vuota, nessun pensiero l'attraversa.

Mi sembra di stare in un limbo tra la realtà e il sogno, incapace di inoltrarmi nell'uno o nell'altro.

Mi sento isolata dal resto del mondo, imprigionata in una sfera trasparente composta unicamente da dolore.

Sento distante ogni cosa: 

il vento

l'acqua

le creature viventi

la terra

il fuoco

il sole

la luna

le stelle...

Stelle.

Astri che avevo sempre adorato e rispettato, quelle stelle che mi avevano accompagnato in tutta la mia lunga esistenza.

Ora le odio.

Hanno portato via da me la persona che più amavo lasciandomi sola e piena di dolore.

Stelle che ora sento distanti e fredde, proprio come aveva detto Kili:

"Ho sempre pensato alla luce delle stelle come una luce fredda e distante..."

Così aveva detto.

Ora capisco cosa intendeva.

I ruoli sembrano essersi invertiti: Kili sul punto di mote aveva capito e sentito il calore delle stelle; invece io ora non sento più quel calore.

                                                                                                  *

Rigida guardo dinanzi a me.

Tre bare di puro oro sono poste ai piedi del grande trono nanico.
Il prezioso metallo è intarsiato perfettamente e straordinarie pietre dai vari colori sono incastonate in esso.

Le splendide bare sono aperte e dentro di esse sono visibili i corpi privi di vista dei discendenti di Durin.

Al centro è posto Thorin vestito con il tradizionale abito del Re sotto la Montagna, la spada posta su di lui e sfiorata dalle gelide mani adornate con anelli; ai lati vi sono Kili e Fili vestiti con abiti regali e accompagnati anche loro dalle spade.

I loro volti sono sereni, finalmente privati di ogni sofferenza mortale.

Il viso di Kili è il più bello ma anche il più pallido, incorniciato dai lunghi capelli bruni.

Le palpebre abbassate delicatamente.

L'idea di non poter più vedere i suoi profondi occhi marroni mi strazia.
Non avrei più potuto incrociare il suo sguardo, un contatto che sempre mi aveva emozionato.

Guardo la bara del Nano Alto senza battere ciglio, concentrata solo su di essa.

I lunghi discorsi in onore dei tre caduti sembrano essere pronunciati a migliaia di chilometri da me.

Pensavo che vedere il suo corpo nella bara mi avrebbe convito che la sua morte era accaduta veramente, ma mi sbagliavo.

Non riesco ancora ad accettare quello che è successo, non riesco a convincermi che non lo rivedrò mai più.

Come può essere tutto vero?

Come può essere vero che mai più potrò vedere il suo viso, il suo sorriso ?

Come può essere vero che mai più potrò sentire il suo calore?

Spero sia un incubo.

Spero che da un momento all'altro possa svegliarmi e apprendere che quello era solo un brutto sogno, ma il tempo continua a scorrere e non riesco a svegliarmi.

                                                                                                *

L'atmosfera dopo la conquista della Montagna Solitaria doveva essere festosa e trionfante, invece è malinconica e triste.

I volti dei compagno dei tre valorosi Nani sono spenti e solcati da lacrime di dolore, dovevano essere felici e orgogliosi.

Le grandi sale naniche sono buie e fredde, dovevano essere calde, luminose e accoglienti.

Non riesco a rimanere rinchiusa tra le mura della grande dimora, esco a prendere aria.

Il profondo cielo notturno è trapuntato di numerose stelle, una leggera brezza muove le chiome degli alberi.

Guardo il lago illuminato dalla luna e finalmente la mia mente ricomincia ad accogliere ricordi.

Penso a Kili e a tutti i momenti passati con lui fino alla sua dipartita.

Gli ultimi momenti di vita del Nano prevalgono sugli altri: il suo viso straziato dal dolore, le sue ultime parole, le fredde labbra sulle mie...

A quei ricordi i miei occhi tornano finalmente a riempirsi di lacrime.

"Non dimenticarti mai di me."

Come avrei potuto dimenticarmi di lui?

Mai.

Rimarrà sempre nei miei ricordi, lo continuerò ad amare minuto dopo minuto, anno dopo anno, secolo dopo secolo.

Per l'eternità.

"Non dimenticarti mai di me.
Non piangere, io sarò sempre con te, sarò sempre nel tuo cuore e mai ti abbandonerò.
Potrai vedermi anche nelle stelle, quando ti sentirai solo alza lo sguardo e ammira la bellezza degli astri perché è li che potrai rivedermi.
Ricorda, questo non è un addio"

Alzo lo sguardo sul cielo.

Guardo attentamente le stelle.

Con stupore comprendo che in loro posso realmente vedere Kili, su di esse è incisa tutta la sua vita.

Il calore inizia a riscaldare il mio corpo, finalmente posso sentirle ancora.

Chiudo gli occhi, sento la sua voce.

"Potrai vedermi anche nelle stelle"

Finalmente comprendo ciò che voleva dire.

Lui non mi ha abbandonato, sarà sempre presente nella mia vita attraverso i pensieri e le stelle.

Ogni volta che guarderò i splendenti astri vedrò il suoi profondi occhi e il suo bel sorriso.

                                                                           

 

Questa non è la fine. E' l'inizio.
 Non è possibile vacillare.
         Se non ti fidi di ciò, non aver fiducia in nient'altro.


Abbi fiducia in questo, abbi fiducia in questo, abbi fiducia,

Abbi fiducia in questo, fidati dell'amore.

Questa non è la fine, è l'inizio.
Non devi farlo.
Se non hai fiducia in niente, fidati di questo.

( Dal canto "Stella del Vespro")





































Con grande tristezza vi annuncio che la FF è ormai finita.
Scusate la lunga attesa ma non riuscivo a scrivere per paura di finire questa bella esperienza.
Sono contenta che la storia sia stata apprezzata da così tante persone e vi ringrazio tutti.
Ringrazio soprattutto coloro che hanno perso il loro tempo a recensionare la stori:
Zodiac, Shiner LannisterTauriel93, hphgtwisdalhHalfblood_Slytherin,Bonni_District4, Ma_AiLing, ewan91, LadyNightmareNirai1235, Sandra1990Ricciolina99,
NicelyLinda,
Mikysax

INVITO TUTTI I LETTORI SILENZIOSI A RECENSIONARE ED ESPRIMERE IL LORO PARERE SULL'INTERA FF!:9

Grazie a tutti <3

Anna

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