Wake Me Up And Save Me

di IFoundABrandNewYou
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Come farò a rivederti? ***
Capitolo 2: *** Questo devi proprio vederlo! ***



Capitolo 1
*** Come farò a rivederti? ***


 Avanzava tenendo gli occhi chiusi ma riusciva a sentire i piedi premere contro il pavimento ruvido. Perchè era senza scarpe? Aprí lentamente gli occhi e un paesaggio meraviglioso si presentò davanti ai suoi occhi. Un giardino ricco di fiori era quello che vedeva, tanto bello da sembrare fatato o forse lo era davvero?! Un gruppo di farfalle le passò davanti agli occhi, le seguí con lo sguardo fino a quando arrivarono davanti ad una figura maschile. Era alto, capelli neri, sulla ventina. Anche lui sembrò accorgersi solo al momento della ragazza. Con occhi sorpresi e voce tremante le chiese: "Riesci a vedermi?" 
 
 
Si svegliò di soprassalto, stava sudando.Controllò l'orario, erano le sette meno venti, troppo presto per alzarsi e troppo tardi per riaddormentarsi. Si stese nuovamente sul letto ripensando al ragazzo del sogno, come poteva averlo sognato quando le era sembrato cosí reale? Cosí vicino da toccarlo? Era convinta che lui esistesse da qualche parte nel mondo e iniziò a chiedersi se quel ragazzo non avesse sognato lei. Forse si tattava di "sogno condiviso", ovvero uno stesso sogno fatto da due o piú persone insieme che possono interagire tra di loro. Ne aveva sentito parlare in un film, com' è che si chiamava? "Inception" sentí pronunciare da una voce sibilante. Si alzò di scatto: - C-chi ha parlato?
 -Jennifer è ora di alzarsi! - sentí uralre dal corridoio. Fece un sospiro di sollievo. Si alzò e si preparò per andare a scuola dimenticandosi del ragazzo. 
Mentre faceva colazione il suono di un clakson la fece sobbalzare - Ha sempre dei modi gentili quella tua amica eh? - disse suo padre mentre cercava di togliere la macchia di caffè dalla camicia che si era fatto spavantandosi. Gli sorrise, cosa poteva fare? Rebekah era fatta cosí. Prese la borsa dal tavolo ed uscí. L'amica era nella sua macchina che le faceva un cenno di saluto con la mano, sorridente come al solito. Jennifer adorava quella macchina, era tutt'altro che semplice. Aveva sempre pensato che Rebekah fosse più fortunata di lei e la lamborghini parcheggiata davanti a casa sua ne era la prova. Perchè a lei era toccato solo quello stupido SUV? Non lo aveva mai detto ai suoi ma si faceva accompagnare dalla sua amica perchè si vergognava: tutti in cittá avevano una macchina piú costosa.
 -Hey Jen, cosa ti è successo stanotte? Non hai dormito? - le chiese la ragazza preoccupata per il suo orribile aspetto Jennifer scosse la testa, il sogno era stupido e poi se le avesse raccontato della "voce" probabilmente la sua amica avrebbe potuto pensare che fosse pazza. 
-Sei emozionata per domani eh? Jen le sorrise. 
-Immaggino, domani è il grande giorno no? 
- Guarda che Max è solo un amico, il mio migliore amico 
- Giá, è per questo infatti che i tuoi occhi si sono illuminati, vero? Dai smettila di mentire e chiamalo con il suo vero nome: il tuo migliore amico di cui sei innamorata! 
-Sta zitta e metti in moto questo gioiellino
 
 
 Il rumore delle onde del mare che si infrangono sulla riva le era sempre piaciuto, l'aveva sempre ritenuto romantico, ma lo era davvero? 
-Sei tornata! Si voltò, il ragazzo era di nuovo lì, davanti a lei. 
-Tornata dove esattamente? - gli chiese lasciando la timidezza da parte. Lui sorrise:- Bè... qui. Come ti chiami? 
- Jennifer, tu?
 -Siva. Come fai a sapere quale paesaggio ti troverai davanti?
 -In realtá non lo so, perché pensi che lo sappia? 
-Perchè siamo al mare e sei praticamente in costume - disse indicandola Lei si guardò: indossava una canottiera e le mutandine. Subito cercò di coprirsi con le braccia. 
-Q-questo è il mio pigiama 
-Devo dire che vai a dormire fin troppo vestita - rise ma lei non riuscí a dire o fare nulla, troppo imbarazzata. 
-Mi dispiace, come ti è successo? - disse poi serio
 -Successo cosa? Non capisco 
-Scusa ma come fai ad arrivare qui?- chiese lui confuso, come se quello che aveva detto fosse piú che ovvio 
-M-mi addormento, credo... Perchè, tu come fai? 
-Allo stesso modo... - disse distogliendo lo sguardo. 
-C-cosa mi sta succedendo? - chiese lei guardando il suo corpo svanire lentamente.
 - Ti stai svegliando credo...
 -Aspetta, come farò a rivederti? 
-Continua a sognare...  
 
TWFanmily <3 Allora il primo capitolo ho deciso di farlo molto breve, ho scritto l'essenziale per introdurre la storia, spero vi sia piaciuta che lasciate una recensaione. In questo capitolo c'erano solo Siva, il ragazzo dei sogmi e Max, il migliore amico di Jen. Nel prossimo capitolo ne arriverà un altro ma non voglio svelarvi chi. Baci e alla prossima
 
 

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Capitolo 2
*** Questo devi proprio vederlo! ***


Si svegliò nel bel mezzo della notte senza riuscire nemmeno a ricordare quando fosse andata a dormire.

Pensò che se si fosse addormentata di nuovo avrebbe rivisto quel ragazzo, ma era davvero quello che voleva? E se stava immaginando tutto? Se era così rischiava di impazzire. Eppure il desiderio di rivederlo era grande.

“Ti stai innamorando di una fantasia, cosa penserà Max di questo?”

Di nuovo quella voce. Un bagliore di luce illuminò la stanza fino a concentrarsi in un angolo di questa. Jennifer si sollevò lentamente sui gomiti, guardò ai piedi del suo letto e vide quella luce: proveniva da un ragazzo, era lui che la emanava.

-E-e tu chi sei? - disse intimorita

-Piacere Nathan – rispose lui sorridendo

-Ok, riformulo la domanda: COSA sei tu?

-Oh, sono un angelo, l'angelo dei sogni, dei tuoi sogni

Jen iniziò a ridere:- Certo che sono diventata matta davvero, e a cosa servirebbe un angelo dei sogni? Posso benissimo sognare senza il tuo aiuto

-Bè ci sono due tipi di sogni: quelli che fai quando dormi e quelli che sono depositati nel tuo cuore, io servo per aiutare le persone a realizzare questi ultimi

-Cosa sono i sogni del cuore?

-Aspetta, devo averlo scritto da qualche parte

Tirò fuori un bigliettino dalla tasca posteriore dei jeans, si schiarì la voce ed iniziò a leggere:- I sogni son desideri scritti in fondo al cuor... No, aspetta – Jen piegò la testa di lato confusa. L'angelo tirò fuori un altro bigliettino, certo che fosse quello giusto e ricominciò:- Aspirazione... Cosa? Una sola parola? Non riesco a ricordare una semplice e sola parola?

-Non ho mai avuto una cosa del genere quindi mi dispiace ma non servi – disse alzandosi

-E' qui che ti sbagli: tu lo hai un sogno nel cuore, solo che non hai ancora scoperto qual è

-Tu lo sai invece?

-Ci sto lavorando. Ho bisogno che tu continui a sognare però

-Intendi quelli che si hanno quando si dorme? Si può fare – si stese di nuovo e chiuse gli occhi ma li riaprì subito:- Sai dove arriverò ora?

-No

-Devo dire che sei molto utile – disse ironicamente lei

-Non lo so perchè non dipende da te ma da Lui, dalla sua situazione, se è felice o triste, se sta bene o male... ma ora torna a dormire – disse lui, le posò le dita sugli occhi e glieli chiuse.

 

Aprì gli occhi e si ritrovò in un auto dove Siva era al volante.

-Bentornata – la salutò – Sei tornata presto

-Bè la notte è giovane. Il mio angelo ha detto che i luoghi dove finiamo dipendono da come ti senti, dal tuo umore: se sei felice o stai bene i luoghi sono belli, altrimenti no. Quindi... questo è un luogo bello o uno brutto?

-Il tuo angelo? - chiese lui alzando un sopracciglio

-E' complicato da spiegare e poi non l'ho capito nemmeno io, tu rispondi alla domanda

-Bè non lo so, è una... macchina

-Abbastanza brutta direi...

-Hey – la rimproverò lui – questa è la mia macchina!

-Certo che devi aver fatto incazzare davvero tanto i tuoi se ti hanno fatto un catorcio del genere

-E' tutto quello che potevano permettersi

-Certo, ma non farmi ridere

-Aspetta, tu sei una ragazza dell'est?

-Una cosa? - chiese lei confusa. Lui fece un sorriso frustrato.

-Ma certo, a voi non dicono nulla, vi tengono all'oscuro.

-Di cosa stai parlando? E dove stiamo andando? Non conosco questa strada

-Ovvio che non la conosci, siamo ad ovest

-Potresti spiegarmi questa faccenda dell'ovest e dell'est? Adesso sembri più pazzo tu che io che vedo gli angeli

-Non sono mai stato così sano. La nostra storia risale a migliaia di anni fa: il re Filippo V fondò Dreamopoli. Era un re buono e pacifico. Suo fratello, Noah, geloso, decise di dichiarargli guerra e convinse una parte della popolazione di Dreamopoli a collaborare con lui. La guerra fu vinta da Noah che uccise suo fratello e si proclamò re. Divise poi il popolo in due parti: quelli che lo avevano aiutato a est mentre gli altri ad ovest. Agli abitanti dell'est offrì tutti i privilegi e abbandonò a se stessi quelli dell'ovest. Questa politica è stata mantenuta fino ai giorni nostri e non c'è nessuna profezia su qualcuno che verrà a salvarci.

Dopo essere rimasta in silenzio per pochi secondi Jennifer disse:- Questo è impossibile, io conosco la mia città e non è divisa per niente.

-Non ti sei spinta mai troppo ad ovest, vero? E poi vi tengono all' oscuro mentre a noi dicono la verità, mentre a voi raccontano la favola della buona notte a noi raccontano l'incubo della nostra vita. Ho odiato i miei antenati che si sono schierati con la persona sbagliata, ma ora che sono grande so che hanno fatto la scelta giusta a schierarsi con il bene, il male non porta a niente di buono, fidati – Siva iniziò a sudare freddo ed allarmato disse:- Ho capito dove stiamo andando, o meglio dove NON stiamo andando. Jen devi svegliarti!

-Perchè?

-Perchè non siamo in un luogo, siamo in un mio ricordo, devi andartene, ORA!

-E come dovrei fare?

-Sbatti le palpebre – lei eseguì l'ordine

-Non funziona!

Lui sembrò andare nel panico, poi allungò la mano destra verso di lei e le pizzicò il braccio.

 

 

-Ahi! - urlò svegliandosi – Mi hai fatto male

-Adesso parli anche da sola? - sua sorella era sull'uscio a guardarla – Sbrigati che è tardi.

Jennifer si preparò velocemente e si sedette a fare colazione con i suoi.

-Sei silenziosa, è tutto ok? - chiese sua madre. Lei annuì.

-Mamma, posso farti una domanda?

Lei annuì addentando un biscotto.

-Chi è Filippo V?

Suo padre si rovesciò il caffè addosso e sua madre quasi si affogò con il biscotto, in quello stesso momento Rebekah suonò il clackson

-Vai o farai tardi

Jen roteò gli occhi, prese la borsa e si diresse dall'amica.

Entrata in macchina prese il suo cellulare e vide dieci messaggio persi da parte di Max. Li aveva scritti alle quattro del pomeriggio precedente di cui lei non ricordava assolutamente nulla.

“Sono appena arrivato, la città è esattamente come la ricordavo, ci vediamo?”

“Hey?! Studiare troppo ti dà alla testa, dai ti aspetto a rocket street tra cinque minuti”

“Ti sto aspettando da più di un'ora, ci rinuncio”

-Cavolo!

-Cosa?

-Max! Non ho letto i suoi messaggi, voleva vedermi.

-Bè lo vedrai oggi

-Bekah? Tu la sai la storia di Filippo V?

-Jen, lo sai che, a meno che non si tratti di uno stilista, non conosco la storia di nessuno. Arrivati, ecco Max!

Era davvero lì, più bello di sempre, avvolto dal suo gruppo di amici. Non appena la vide si fece spazio tra di essi e le si avvicinò. Nonostante Jen fosse una ragazza, Max preferiva stare con lei che con mille amici maschi.

La strinse a se più forte che poté, in silenzio, quell'abbraccio valeva più di mille parole, comunicava tutto.

-Dovrei ucciderti sai?

-Scusa, mi sono addormentata sul divano per la stanchezza e non ho sentito il cellulare – mentì lei

-Sei perdonata, solo perché non ci vediamo da tanto – le mise un braccio intorno alle spalle ed entrarono a scuola.

-Ti va di andare ad esplorare oggi?

-Dove?

-Se lo sapessi non ci sarebbe niente da esplorare, non credi? - lui le regalò uno dei suoi più grandi sorrisi accettando l'offerta.

 

 

La campanella suonò e tutti i ragazzi uscirono in fretta, contenti di poter tornare a casa.

-Hey ci hai ripensato? - chiese Max raggiungendo Jennifer all'uscita

-Cosa? No, ti stavo aspettando – rispose lei distrattamente

-Bene, pensavo che potremmo dirigerci verso Kennedy Street e poi potremmo...

-Kennedy Street? Aspetta, no, è a nord giusto?

-Bè si non ci siamo mai stati e pensavo che...

-Sai dov'è che vorrei andare io? Verso ovest, lì si che non ci sono mai stata

-Aspetta, ferma – disse lui fermandola – Ad ovest? Non sappiamo nulla su quel posto, nessuno si è mai spinto così lontano

-Appunto, non vuoi sapere cosa c'è lì? - Max abbassò la testa

-Per quanto ne sappiamo potrebbe anche non esserci nulla

-Cosa?Hai paura? Lo sapevo, lo sapevo che non saresti dovuto partire, quel viaggio ti ha cambiato...

-No, hey! Va bene, facciamolo! - disse arrendendosi

Lei non fece nessuna espressione non sapendo se essere felice o sentirsi in colpa per aver convinto il suo migliore amico agendo da vittima.

Salirono sulla metro e si spinsero più a ovest possibile fino ad arrivare a Foster Road.

-Sai cosa? - chiese Max – Ci saremmo dovuti fermare a mangiare qualcosa

-Lo faremo, non appena troveremo un posto dove mangiare

-Già... SE lo troveremo... - disse lui guardando scoraggiato il bosco verso il quale si stavano dirigendo

Camminarono per ore senza trovare nulla, nessun segno di vita

-Basta continuare, non c'è nulla qui

-Si che c'è

-Come fai ad esserne così sicura? - chiese lui fermandosi

-Non... Non lo sono

-Allora perchè non fermarci?

-Perchè voglio dire di essere arrivata fino in fondo, di non essere matta e che la sia vera

-Matta? La storia? Ma di cosa parli?

-Nulla, ho trovato un vecchio libro...-mentì rimettendosi in marcia

-Che libro? Dove?

-Oh, un vecchio libro... l'ho trovato in biblioteca

-Tu che vai in biblioteca? Dai, non scherzare, dimmi la verità

-Cosa significa questo? Perché non posso andare in biblioteca?

-Beh perché non sei il tipo

-E che tipo sarei?

-Cavolo Jen, che ti prende? Hai il ciclo per caso? E' solo che ti conosco da tanto e non ti ho mai visto andare in biblioteca, tutto qui.

Jennifer si calmò e gli chiese scusa. Arrivarono ai piedi di una collinetta che Max non era disposto a scalare ma Jen lo convinse o meglio lo trascinò. Erano a pochi passi dalla cima quando Max si arrese e si sedette sfinito a terra.

-Andiamo femminuccia, muovi quelle gambe – lo incitò lei raggiungendo da sola la cima – Questo devi proprio vederlo! - urlò alla fine

Max sfinito e a tentoni raggiunse anche lui la cima – Ma che cavolo...?

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