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Lista capitoli: Capitolo 1: *** Prologo - Matrimoni e divorzi *** Capitolo 2: *** I primi problemi *** Capitolo 3: *** Mai più uomini! *** Capitolo 4: *** First Kiss, First Love *** Capitolo 5: *** Fughe e proposte *** Capitolo 6: *** Una fine ed un inizio *** Capitolo 7: *** Non posso avere tutti e due? ***
“Lo
voglio”, disse la ragazza riccia con semplicità.
Non
era difficile, ormai per lei era una frase di routine.
Il
matrimonio terminò, rapido, elei si
preparò al seguito del suo piano.
“Miroku, amore?”, domandò avvicinandosi seducente all’uomo.
Il moro, vestito con lo smoking ma con il suo solito codino, si voltò raggiante
verso la moglie.
“Haruna, sei bellissima”, disse abbracciandola. Lei gli
schioccò un rapido bacio sulle labbra, facendosi desiderare.
Eh
già, era stato un gran problema farsi sposare da Miroku,
il donnaiolo più famoso del Giappone. Ma, essendo un donnaiolo, la seconda fase
sarebbe stata semplice da eseguire.
“Miro,
ho sonno, andiamo in camera?”, domandò suadente. L’uomo non se lo fece ripetere
sue volte. Si congedò con tutti gli ospiti e portò via la sua sposa.
Lei
era estremamente difficile, e non si era mai concessa a lui, dicendogli che
sarebbe andata a letto solo con suo marito.
Miroku,
dopo numerosissimi tentativi per dissuaderla da quel proposito, si era arreso.
Quella donna era unica, e l’avrebbe spostata! Tutto pur di averla.
Aprì
la porta della camera con lei in braccio, sdraiata sul suo petto. La distese
delicatamente sul letto e la baciò.
Lei
gli slacciò la camicia, passando le braccia sulla sua schiena e sul suo petto
muscoloso. Doveva ammettere che stavolta si era scelta un marito veramente
bello.
Peccato
sarebbe durato poco.
Bussarono
alla porta: perfetto, così non doveva inventarsi qualche scusa.
“Vado
e torno”, disse lui, alzandosi e avviandosi alla porta.
La
ragazza sorrise, soddisfatta.
“Ecco
lo champagne”, disse il cameriere, facendo entrare il carrello nella stanza. Miroku gli diede una lauta mancia per farlo andare via in
fretta, e quasi gli sbatté la porta in faccia.
Tornò
nella camera della moglie, ma…
“Haruna?”, chiamò confuso. Lei non rispose. Stava sdraiata
con gli occhi chiusi, e il petto si muoveva ritmico ad ogni respiro.
Si
era addormentata?
Miroku
fissò il portaghiaccio, con la seria intenzione di rovesciarglielo addosso per
svegliarla. Ma poi, vedendo quel volto angelico, con una smorfia, decise di
lasciar perdere.
La
donna aprì lentamente gli occhi, e la luce delicata del mattino non la infastidì
per nulla.
Si
alzò di scatto.
“Miroku?”, chiamò, fingendosi preoccupata. Lui era lì,
seduto accanto al letto.
“‘Giorno
amore”, disse sorridendogli. In realtà, stava rosicando come non mai.
“Oddio,
non ci credo!”, disperò lei, osservandolo dispiaciuta.
“Non
ti preoccupare, eri stanca…”, cercò di giustificarla
lui.
“No
no, è imperdonabile! Vieni, mi faccio perdonare”, disse, gattonando sul letto.
“No,
davvero! E poi ora devo andare al lavoro”, disse lui, alzandosi.
“Allora”,
mormorò lei provocante, “vorrà dire che aspetterò il tuo ritorno”.
Lui
sorrise, stavolta raggiante. Baciò la donna, per poi uscire dalla stanza tutto
felice.
Arrivò
al lavoro, deciso a far passare rapido quelle ore, aprì la porta del suo studio
e…
“Buongiorno
signor Houshi”, disse allegra la sua segretaria,
rossa e con dei bellissimi occhi color cioccolata. Come suo solito era vestita
al minimo.
“Ciao
Rei”, la salutò lui, osservandola. Quel giorno sembrava ancora più provocante
del solito.
La
ragazza si incamminò verso la scrivania con dei fogli, inciampò e caddero tutti
a terra.
“Oh,
che disastro!”, si lamentò, chinandosi per raccoglierli. Gli occhi di Miroku si piantarono sul suo fondoschiena.
‘No,
sei un uomo sposato adesso!’, pensò lui, accorrendo per aiutare la segretaria a
raccoglierli.
Solo
che i loro volti si trovarono così vicini e…
Lei
lo baciò.
Miroku
rimase interdetto, senza capire subito cosa era successo.
In
quel momento, la porta si aprì.
“Tesoro,
hai dimenticato a casa il telefo…”. La donna fissò la
scena incredula.
Miroku
si staccò dalla ragazza, osservando la moglie incredulo.
“Haruna, non è come sembra!”, si affrettò a dire. La donna
boccheggiò, osservando ora la rossa ora l’uomo.
“Dopo… dopo solo un giorno, ma che dico, una notte di
matrimonio!”, urlò lei, togliendosi la fede e scagliandola a terra, “Miroku, mi fai schifo!”.
Detto
ciò, si dileguò oltre la porta.
Una
ragazza con i capelli neri e gli occhi color cioccolata aspettava in macchina.
Sui sedili posteriori c’era una parrucca rossa.
“Uffa,
quanto ci mette Sango?”, mormorò tra sé e sé,
tamburellando sul volante della berlina.
Poi,
si riscosse, osservando una donna riccia scendere le scale del tribunale.
“Era
ora, ci hai messo ore!”, disse la ragazza, mettendo in moto e partendo subito.
“Scusa
sorellina, Miroku non voleva proprio cedere! Ce n’é voluto
prima di ottenere i soldi”, disse l’altra, sfilandosi la parrucca e rivelando
del lisci capelli scuri, che si affrettò a legare in una coda di cavallo.
“Uff, odio queste truffe, lo sai!”, si lamentò la ragazza
alla guida.
“Dai
Kagome! O forse dovrei dire Rei?”, la stuzzicò la
sorella maggiore.
“E
va bene! Ma adesso direi che abbiamo abbastanza soldi no? Possiamo andare in
California, giusto?”, domandò osservandola.
“Non
camperemmo a lungo con i soldi che abbiamo, dobbiamo fare un altro colpo”.
Kagome
sbuffò, premendo l’acceleratore.
“Stavolta
mi sposo io! Devo sempre fare il terzo incomodo, mi sono stufata”, si lamentò,
frenando bruscamente ad un semaforo.
“Facciamo
allo stesso modo?”, domandò Sango.
Kagome
deglutì: dovevano fare a gara alla prima a cui avrebbero offerto al bar. E
vinceva sempre la sorella.
Incrociò
le dita, osservando un bar poco lontano e un posto libero di fronte.
Incredibilmente,
vinse.
Salve,
siamo Roro e Aryuna!
Questa
storia è ispirata all’omonimo film, il prologo è quasi identico, ma da ora in
poi cambierà, promesso! >.>
E,
dato che ho poco tempo e non riesco a scrivere di più di questo, lascio la
storia a Roro-chan!
Salve
a tutti! Per chi mi conosce, per chi non mi conosce, io sono roro, e
scriverò questa fan con Aryuna-chan!
C'è una cosa che devo premettere, e forse ci resterete di
stucco... io, questo film, non l'ho visto. Su, su, potete pure
criticare! Potete anche chiedermi "Come credi di scrivere una fan su un
film che non hai visto?". Ve lo spiego. Punto primo, Aryuna me l'ha in
breve raccontato. Punto secondo... io ed Aryuna ci siamo ispirate
all'inizio del film. Come potrete notare dal mio capitolo, quello che
accade è diverso
da quello che avviene nel film. Quindi la nostra fan può
essere senza problemi letta sia da chi il film lo conosce sia da chi
non l'ha visto. Spero, comunque, di essere all'altezza di Aryuna ^^. Un
bacio, i ringraziamenti a dopo!
Capitolo
1 - I primi problemi
Kagome
si guardò con attenzione nello specchio, indecisa. Quale
parrucca usare?
Osservò
con professionalità ogni singola pettinatura: cosa poteva
interpretare, per conquistarlo? Koga era sembrato attratto da lei senza
bisogno di alcun trucco, ma...
Sbuffò,
carezzando le sua amata parrucca rossa - la usava spesso, e le
conquiste che aveva fatto con quella parrucca le erano valse delle
cifre piuttosto consistenti.
Aveva
deciso di sedurre un demone lupo, il figlio del dirigente della Okami
Corporation.
Amante delle belle donne, sportivo... figlio di papà...
Per
conquistarlo, aveva spedito Sango alla ricerca di un look sofisticato,
ma al contempo casto... qualcosa di speciale, che lo facesse innamorare.
Un ultimo sguardo alle parrucche, e poi si alzò: per
l'ultimo colpo, avrebbe usato la sua faccia.
...
Era uscita da neppure mezz'ora, e già si era annoiata a
morte.
Lo shopping non era la sua passione, ma a Kagome servivano nuovi
vestiti, e avrebbe dovuto acquistarne il più possibile. Koga
non
era facile.
Sospirò. Una preda complicata, anche per due professioniste
come loro.
"Le piace questa maglia?" una commessa, con zelo, indicò la
t-shirt rosa che Sango stava guardando.
"Si, è carina." concesse, sfiorando il tessuto morbido e
fresco - carina, ma non l'avrebbe mai comprata.
"E' in saldo, un vero affare!" continuò la giovane
imperterrita.
Sango la osservò: una biondina - con ogni
probabilità
tinta - con due grandi occhi verdi. Il tipo che vuole sfondare nel
mondo nella moda, sicuramente. Non le piaceva per nulla.
"Mi dispiace, non ritengo soddisfi gli standard di mia sorella -
è un regalo per lei." detto questo, Sango girò i
tacchi. Notò la commessa riporre la maglia
tristemente. Doveva aver davvero sperato comprasse la t-shirt.
Rideva
di gusto... Si bloccò di colpo, lo bocca aperta e gli occhi
spalancati.
Seduto ad un tavolino, Miroku Houshi sorseggiava un caffè.
Aveva lo sguardo perso nel vuoto, e sospirava afflitto. Sango
sentì una stretta al cuore, notando gli occhi blu dell'ex
marito
privi della loro solità vivacità.
"Durerà poco." borbottò tra sè e
sè "Il
tempo di trovare un'altra sgualdrinella, e gli passerà."
Strinse forte la borsetta, e abbassò il capo, tentando di
mimetizzare gli occhi castani con la frangia.
Inutile, dato che Miroku alzò di scatto il capo e la
inchiodò.
"Non ci posso credere..." sospirò, alzandosi. Sango
continuò a camminare, fingendo che quella frase non fosse
per
lei. "Haruna!" urlò l'uomo, iniziando a camminare nella sua
direzione. "HARUNA!"
La mora strinse maggiormente la borsa, continuando il suo cammino
più spedita, mentre le ginocchia non ne volevano sapere di
smettere di tremare.
"Come ha fatto a
riconoscermi senza parrucca?" si domandò
sconsolata, infilandosi nel primo negozio alla sua destra.
Per fortuna, si trattava di un negozio di intimo, forse Miroku avrebbe
desistito. E lei non sarebbe uscita per un bel po'.
Si guardò in giro, tentando di regolarizzare il suo respiro.
Almeno, la fortuna era stata dalla sua parte: quel negozio era molto
fornito, avrebbe sicuramente trovato qualcosa per il
look di
Kagome: dovevano chiudere in grande stile la loro avventura!
...
"S-Sango... mi sento ridicola!" sbuffò, indicando la maglia
senza maniche rosa e la gonna nera.
"Macchè! Kagome, sei uno schianto! Koga sbaverà,
appena arriveremo al locale!"
"M-Ma che dici! Non voglio, mi annoio. Koga è
carino, ma noioso!"
"Si, è vero." concordò la mora, sorridendo.
Kagome
giocava con la gonna nera, fissandola. "Ma non dimenticare che
è
pieno di soldi, e che questo è il nostro ultimo colpo. E
poi,
dai, l'hai scelto tu. Non prendertela con me."
Kagome sbuffò, lasciandosi sprofondare sul sedile. "Hai
ragione,
ma mi chiedo... Sango, ho uno strano senso di inquietudine, come se
dovesse avvenire qualcosa di... di... di diverso."
"Non ti innamorerai." la avvisò Sango in tono di rimprovero,
turbata. L'amore! Loro non dovevano innamorarsi, gli uomini dovevano
essere solo uno strumento per guadagnarsi i soldi necessari per
raggiungere la California.
"Sango! Questa mattina, ti sei trovata Miroku davanti. Non puoi non
dirmi che non ti sei sentita qualcosa... cioè, non dirmi che
non
hai avuto una stretta al cuore! Miroku è stato il primo per
cui
hai provato qualcosa, no?"
Sango annuì, inchiodando Kagome con un'occhiata di fuoco
"Non
innamorarti di Koga." esalò, prima di pigiare il piede
sull'accelleratore.
"Penso sia impossibile, Haruna.
Koga non è proprio il mio tipo. Troppo tranquillo."
"Oh, mia cara Rei,
ma io non includo solo Koga. Ha detto che portava un amico, no? E se
fosse lui quello giusto?"
Kagome soffocò in gola una risata. "Non mi
innamorerò, giuro! E poi, quante probabilità ci
sono, che mi presenti un fusto dagli occhi penetranti?"
"Brava la mia Kagome." commentò Sango, mentre parcheggiava
la berlina.
Il locale era vivacemente illuminato da una fila di luci multicolori,
che tendevano a far del male agli occhi degli sfortunati avventori. Ma
i numerosi giovani che partecipavano alla vita notturna di quel locale
ben sopportavano i fasci luminosi, i rumori assordanti e le bevande
disgustose... tutto, pur di trovare compagnia per la notte.
Le
due sorelle fecero il
loro ingresso nel locale accompagnate dagli sguardi di fuoco dei
clienti. Passarono per la pista con grazia, al pari di due figure
eteree, e iniziarono a ridere divertite, quando i fischi
d'apprezzamento giunsero alle loro orecchie.
"Oh,
mia dolce Rei... sei infine giunta!" esclamò una voce dietro
di loro, agguantando la più giovane per la vita.
Kagome
cercò di sorridere, mentre si voltava verso Koga - le
uscì una smorfia.
Koga
era alto, muscoloso, e
con un conto in banca da paura - Kagome se l'era ripetuto per tutta la
giornata, come se il fatto che fosse pieno di soldi potesse cambiare in
affetto il ribrezzo che provava al suo fianco. Aveva i capelli neri,
lunghi e tenuti in una coda alta. Gli occhi erano di un celeste
piuttosto chiaro, mentre la carnagione era più scura del
normale.
"Ciao,
Haruna. Non avevo
notato ci fossi anche tu." disse poi, salutando distrattamente Sango -
la maggiore sorrise compiaciuta, Koga stava decisamente perdendo la
testa.
"Ah...
vi voglio presentare
il mio amico. Si chiama Inu-Yasha. E' quello laggiù." Con un
dito, indicò un hanyou poco distante.
Kagome
sentì solo
distrattamente Koga che lo chiamava, così come
notò solo
in seguito che il ragazzo era accompagnato da un nutrito gruppo di
gente.
Restò
a fissare
inebetita gli occhi d'oro di Inu-Yasha risplendere sotto la luce, i
capelli d'argento riflettere i mille colori che inondavano la stanza...
Doveva
rimangiarsi l'affermazione che aveva fatto in macchina: Koga le aveva
proprio presentato il suo tipo...
Fissò
l'ovale
perfetto del volto del ragazzo piegarsi in un ghigno, mentre Koga la
trascinava da lui... e il cuore le esplose, quando si trovò
a
stringere la mano dell'hanyou.
Si
voltò paonazza
verso Sango, scoprendo che la stava guardando inespressiva. Ma, in
fondo agli occhi, leggeva un monito piuttosto esplicito "Allontanati al
più presto da quello lì". Senza ulteriori indugi,
si
divincolò dall'abbraccio di Koga e mormorò che
aveva
bisogno del bagno.
"Kagome!"
fu la prima cosa
che Sango disse mentre si chiudeva la porta dietro di sè.
"No,
no e poi no. Lo sguardo che avevi non mi è piaciuto. Lo
fissavi
come sotto ipnosi, anche Koga l'ha notato."
"Ah
si?" domandò Kagome, lasciandosi cadere sulla tavoletta del
water.
"Si.
Non hai senti mentre
diceva che eri rimasta folgorata dalla bellezza di Inu-Yasha?" Kagome
scosse con forza il capo, i capelli le sbattevano violenti sul volto.
"Beh, io si. E Koga non mi sembrava felice. Ti devo forse ricordare che
sarà il nostro biglietto per la California?"
"Sango,
non mi
innamorerò, giuro. Semplicemente, l'ho trovato molto bello,
e
non riuscivo a staccare i miei occhi dai suoi."
"Ma
non ti era mai
successo! E, mi tocca ricordartelo, hai avuto molti mariti. Non hai mai
provato interesse per nessuno di loro, non puoi interessarti a
Inu-Yasha. La tua preda è Koga."
La
mora annuì,
piazzandosi davanti allo specchio e rimettendosi il trucco - il
rossetto si era tolto, a furia di mordersi il labbro inferiore, e,
sebbene non se ne fosse accorta, aveva anche iniziato a piangere,
così che la matita, il mascara e tutto il resto si era
sbavato,
lasciandole macchie sul volto.
"Guarda
come ti sei
combinata!" Sango prese il volto della sorella e le tolse tutto con una
salvietta. "Non dirmi che stai davvero piangendo per un uomo che
neppure conosci!" Poi, paziente, le rimise tutto con cura.
Quando
uscirono, l'effetto fu come quello di quand'erano entrate.
"Piacere
di conoscervi." disse Inu-Yasha alle due, guardando Kagome.
"Piacere
nostro."
"Io
e Koga stavamo giusto dicendo che c'è troppo rumore, e
sarebbe meglio cercare un posto migliore."
Sango
pizzicò un
fianco a Kagome, che sobbalzò, portandosi una mano sul capo
- le aveva appena lasciato intendere che non doveva, per
nessun motivo, permettere che Inu-Yasha restasse con lei. L'avrebbe
distratta dal suo proposito di conquistare Koga. "Ho
mal di testa, caro Koga. Forse è meglio che io ritorni a
casa
con Sango. Ma domani ci sarai, vero?" mentì, chiudendo gli
occhi.
"Ma
certo, tesoro mio! Allora, a domani sera?"
Kagome
annuì.
"Spero
di rivederti." sussurrò roco Inu-Yasha mentre le passava
accanto. La ragazza si voltò di scatto, ma lui non era
già più al suo fianco.
"Brutto bastardo."
pensò, uscendo con le braccia conserte e l'espressione
furiosa dal locale. "Non
ho alcuna intenzione di pensarti un istante di più, sciocco.
Io punto a Koga."
Ma,
nonostante i suoi buoni propositi, quella frase le rimbalzò
per la mente tutta la notte, privandola del sonno.
"...Spero di rivederti..."
[CONTINUA...]
Allora??? Che ne dite di
questo capitolo?
Spero vi sia piaciuto, ho fatto del mio meglio (Roro è una
fan delle InuXKaggy, scrivere una MiroXSango per lei è
difficile! ndAryuna). Non è che mi è difficile...
ma tendo a dare molto più spazio a Inu-Yasha e Kagome, e a
trascurare Sango e Miroku. Ho fatto del mio meglio per inserirli,
comunque.
RINGRAZIO: Bchan
Mi fa piacere che il film ti piaccia, io purtroppo non l'ho visto...
ma, in ogni caso, non penso che avremmo ripreso molto, non sarebbe
stata una fan fiction ^^, bensì, una storia in cui
cambiavano solo i nomi dei protagonisti XD. Spero che il capitolo ti
sia piaciuto!!! Meg
Meg, ziau! Spero che questo capitolo ti sia piaciuto, visto che non ne
sono molto sicura... ^^ Va beh, sono felice che l'idea ti piaccia! E
spero di non aver rovinato il film (che non ho visto...)! Baci!!! Giulia
Neppure io ho visto il film (solo Ary l'ha visto sisi), quindi ti
capisco... e poi si, scriviamo un capitolo a testa! Come hai trovato il
mio? Un bacione!!! Dolce Sango91
Ehm... non so a chi tu ti stia riferendo (suppongo Aryuna, quindi mi
regolo così ^^), ma apprezzo che la fic ti piace! Spero che
anche in questo capitolo abbia fatto una figura dignitosa (d'accordo
che Miro-chan, come compare compare, fa la sua bella figura...). Hai
ragione, lo stile di Aryuna è bellissimo, spero che il mio
non abbia rovinato la storia... in quel caso, chiedo venia! Ho
aggiornato il prima possibile, un bacione, continua a seguirci! Ary
Spero che il mio capitolo ti sia piaciuto! Io non ne sono molto certa
(Quando mai sei certa di un capitolo??? ndtutti)... ma spero vada bene!
Un bacione, ci sentiamo!!! mikamey
Come ho già scritto, io il film non l'ho visto... ma
farò del mio meglio per aiutare Ary-chan a scrivere una
bella fan fiction! Per tutti gli altri... allora, da quello cha abbiamo
deciso, le coppie chiave saranno MiroXSango e, soprattutto, la mia
amata InuXKaggy. Ma non escludo altre entrate in scena! ^^ Un bacione! Kagome_chan89 Spero
che il seguito sia stato all'altezza dello scorso capitolo! Un bacione! ka chan
Si, in effetti Miroku fa un po' pena... ma sarà solo una
sensazione temporanea, a mio avviso! La storia continuerà, e
si prospetta un lieto fine! Baci!!!
Un bacione a quanti leggono e mettono la fic tra le preferite!
Aryuna, ora tocca a te!!!
“Kagome”, sussurrò Sango nel suo
letto. La sorella rispose con un mugolio.
“Non
stai pensando a ciò che penso, vero?”, la ammonì lei. Kagome
deglutì.
“Certo
che no”, mentì, mentre quegli occhi dorati e penetranti continuavano a
passargli davanti agli occhi. Aveva provato a pensare ad altro, ma era stato
inutile.
‘Insomma
Kagome, riprenditi! Non puoi innamorarti di un tizio
senza averlo mai visto prima, ma solo in base al fatto che ha degli occhi
stupendi e una voce meravigliosa e un fisico da schianto e…’.
“Non
di nuovo!”, mormorò, avvolgendosi la testa con il cuscino. Sango
la fissò interdetta.
“Kagome, abbiamo rinunciato agli uomini, ricordi bene cosa
ci è successo!”, disse severa, ma Kagome stavolta la
guardò male.
“Vorrai
dire cosa TI è successo”, sottolineò, rabbiosa. Ecco, aveva decisamente
esagerato. L’espressione di Sango si fece sofferente,
e si morse un labbro.
“Scusa,
non volevo”, disse subito dispiaciuta. Era stata lei a decidere di seguire il
proposito di Sango, nessuno l’aveva obbligata. Ma
aveva promesso di non tirarsi indietro a suo tempo, e lei manteneva sempre le
promesse.
Oltretutto
doveva ammettere che, dopo quello che era capitato alla sorella, anche lei
aveva paura di innamorarsi.
Un
bacio, profondo e passionale. Lei non ebbe la forza di reagire, e venne
immediatamente sottomessa. Le andava bene così, era innamorata, non le
importava.
Lui
non voleva protezioni? Non era un problema, anche quello era superficiale in
fondo.
Eppure
era sempre così freddo, finché non rimanevano assieme e la possedeva.
La
scena cambiò rapida. Le sue guance erano tinte di un colore purpureo mentre
pronunciava quella frase.
“Aspetto
un bambino”.
La
scena cambiò di nuovo, piangeva su un letto, accanto alla sorella affranta.
Non
la voleva più, il divertimento era finito.
Ospedale.
Non c’era più vita in lei, sedeva su una delle scomode sedie grigie della
corsia. Una rivista dimenticata sul tavolo, tante scritte inutili e confuse che
parlavano di vacanze e di gente felice.
Lei
voleva solo andare lontano, voleva solo fuggire.
Fuggire
da Naraku.
‘…
prenotate ora le vostre vacanze in California!’, lesse su una rivista.
Poi,
tutto divenne buio. Delle braccia forti da cui non poteva fuggire la
circondarono, mentre degli occhi rossi la fissavano possessiva. E lei non
riusciva a scappare. Non riusciva a raggiungere la sua meta. Cominciò ad urlare
di lasciarla andare, ma n ulla, veniva risucchiata
nel buio.
“Sango!”, urlò Kagome scuotendola.
La ragazza scattò in piedi, con le lacrime agli occhi, e si ruppe in singhiozzi
tra le braccia protettive della sorella minore.
Kagome
la strinse a sé; sapeva bene che incubo aveva fatto, una volta a settimana
succedeva sempre.
“Andremo
in California, e non ci sarà più nemmeno il rischio di incontrare la sua brutta
faccia”, sussurrò nell’orecchio di Sango, che, ancora
singhiozzante, stringeva tormentata il pigiama della sorella.
Kagome
indossò l’ennesimo completo scelto da Sango, una
corta gonna di jeans a pieghe e una giacca nera sportiva a maniche corte, con
una fibbia che le stringeva la magra vita. Doveva ammettere che stavolta si
piaceva, l’effetto era ottimo e le dava un’aria da cattiva sexy dei telefilm.
Koga
l’aveva invitata ad andare con lui sul suo yacht, ovviamente Kagome si era informata, e sapeva che con lui c’erano
alcuni amici, tra cui, per sua sfortuna, Inuyasha.
‘Poco
importa’, pensò, ‘finché sto con Sango so che non
perderò il controllo’.
Presero
la loro berlina, e guidarono spedite verso il molo.
Sango
la tempestò di consigli su come comportarsi, tutti inutili dato che ormai Kagome conosceva a memoria i trucchi del mestiere. Ma
sapeva che la sorella temeva che la presenza di Inuyasha
la sbilanciasse.
“Rei,
luce dei miei occhi, stella che brilla al mattino per rendere liete le mie gior…”.
“Sì,
Koga, ho capito il concetto”, lo interruppe lei,
scatenando le risate degli amici del ragazzo. Ecco, già era appiccicosa. Fece
un respiro profondo, preparandosi ad una pessima giornata.
Intravide
gli occhi di Inuyasha, ma rapidamente li evitò. Non
voleva imbambolarsi come il giorno prima. Poi, un’idea le attraversò rapida la
mente. E se avesse fatto ingelosire Koga? Forse,
prima, era il caso di discuterne con Sango.
“Ciao
Rei”, la salutò Inuyasha quando le passò accanto.
“Ciao”,
rispose lei, ostentando indifferenza. Ma non ci riuscì più di tanto, difatti Sango le diede l’ennesimo pizzico in due giorni.
“Haruna, vieni qui con noi!”, la chiamarono dei ragazzi. Sango sorrise, con un piano nella mente. Acchiappò il
braccio di Inuyasha e gli sorrise.
“Su,
andiamo, lasciamoli soli”, gli disse, con un occhiolino. L’hanyou
le lanciò uno sguardo fulminante che diceva tutto, ma non poteva certo opporsi davanti
a Koga.
Kagome
maledì mentalmente la sorella. Non voleva rimanere da sola con quel
rompiscatole.
“Rei,
vieni, ti faccio vedere dentro!”, disse Koga,
tirandosela dietro. Sango, soddisfatta, si unì al
gruppo di amici del riccone, mentre Inuyasha, stranamente
cupo, continuava a fissare le cabine. Poi, il ragazzo si alzò.
“Dove
vai?”, domandò subito Sango.
“Devo
andare al bagno”, liquidò lui, andando sottocoperta. Sango
gli lanciò un’occhiataccia, per poi concentrarsi sui ragazzi.
“Allora,
Rei, che ti sembra?”, domandò Koga facendogli vedere
ogni stanza.
“Davvero
bello, ti sarà costato un occhio!”, disse lei, osservando il mobilio, troppo
curato per una barca, secondo i suoi gusti.
“E
infine, questa è la camera da letto”, disse, aprendo l’ultima porta. Kagome lo fissò, perplessa. Forse era solo una sua
impressione, o quell’ultima frase era troppo maliziosa?
Ma
no, Koga era troppo ingenuo. Entrò nella stanza,
perfetta anche quella.
Koga
le si avvicinò da dietro, quando un rumore li fece sobbalzare entrambi. Si
voltarono, e trovarono Inuyasha che risollevava una
lampada.
“Scusate,
stavo cercando il bagno”, si giustificò lui, inchiodando gli occhi cioccolata
di Kagome con i suoi. Lei, esattamente come la prima
volta, ci si perse.
Non
si accorse che Koga la osservò, dispiaciuto, prima di
rispondere gelido all’amico:
“La
prima porta a destra, Inuyasha”.
“Grazie”,
disse l’hanyou con semplicità, dileguandosi.
“C’è
un altro bagno, Koga?”, domandò subito lei.
“Si,
qui dietro”, disse lui indicando una porta annessa alla camera. Lei ci si
fiondò.
Ecco,
piangeva di nuovo. Ma perché cavolo?
Non
aveva senso piangere solo per un’occhiata!
Sango
la raggiunse non appena vide Koga uscire con Inuyasha dalle cabine per dirigersi a prua.
“Kagome, di nuovo?”, sussurrò arrabbiata, sistemandogli il
trucco per l’ennesima volta. Lei sbuffò, dopo essersi ripresa.
“Non
lo faccio apposta, è automatico”, si lamentò, rimanendo immobile mentre la
sorella gli sistemava l’eye-liner. Ma temeva di sapere il perché piangeva.
Sapeva di non poterselo permettere.
“Inuyasha cosa hai in mente?”, domandò Koga
all’amico.
“Nulla”,
liquidò lui.
“Non
mentire! Sei stato mille volte su questo yacht, sai a memoria dove si trova il
bagno”. Inuyasha tacque, prima di tornare al tavolo
dove erano seduti gli altri.
Vi
trovò anche Kagome e Sango.
“Haruna, ma tu prima eri riccia?”, domandò un ragazzo dalla
lunga treccia nera. La ragazza valutò bene la risposta.
“No,
perché?”, disse fingendosi confusa.
“C’è
un uomo che dice di cercare una ragazza che si chiama come te! Ti assomigliava
davvero, solo era riccia”, concluse lui.
“Ah,
capisco a chi ti riferisci”, rispose lei pronta, “è uno che mi assilla da anni!
Una volta una mia amica mi aveva sistemato i capelli in quel modo e lui mi ha
fatto una foto. Se lo rincontri, fingi di non avermi incontrato”.
“Ah,
non ti preoccupare, sarò muto come un pesce”, rispose lui, sorridendo.
Da
quel momento, Sango si fece silenziosa.
Possibile
che Miroku la stesse cercando? Perché poi? Quel
dongiovanni poteva rimorchiare un’altra in cinque minuti.
Allora
perché la stava ancora cercando?
Rieccomi,
ci ho messo incredibilmente poco, vero? XD
Roro,
ma per caso soffri di manie di inferiorità? O.O
Vergogna, lo sai benissimo che sei brava! (no, non è vero! ndRoro)
*fissaRoro con sguardo
inquietante e un coltello dietro la schiena* Come
dici? (si, si, sono brava! O.O *terrorizzata* ndRoro) Bene, brava ù.ù
E
adesso, ti lascio il capitolo!
Ringraziamenti:
Meg___X3:
FigoInu eh? ^^ Devo
ammettere che però Roro lo rende meglio (non è vero ndRoro) *tira
fuori il suo amato coltello* (si, si, è vero! O.O’’ ndRoro),
io rendo meglio l’Inu timido e scontroso, assomiglia
un po’ a me ^^ Che dici del cap? Ancora convinta sia
meglio del film? Me onorata *.* *si inchina profondamente*
Ary22:
Bella domanda, anche io mi chiedo come faccia ad avere simili complessi di
inferiorità -_- Mah, vorrà dire che continueremo a minacciarla…ehm… volevo dire incoraggiarla >.> a vita ù.ù (… ndRoro*hanacora paura di Aryuna*)
Kaggi_Inu91:
Mi occuperò io di Miro e Sango, non ti preoccupare
che ne avranno ancora prima di risolvere qualcosa! Che ne pensi di Sango? Poverina vero? (narakuuuu!
è.é *odio*) Di inu e Kaggi si occuperà soprattutto roro,
io non so fare inu così figo
*depressa*
Ryanforever:
Spero di aver alimentato la tua curiosità con questo capitolo, storia sempre
più intricata e i nostri sono sempre più confusi…
chissà come finirà >.> (ma come, non lo sai? O.ONd te) … ehm… ammetto di
no, non ci abbiamo pensato XD
Kagome_chan89:
Ma come gufi? XD *anche io gufo >.>* ehm, cioè,
no, non è vero ù.ùMiroku
avrà la sua riscossa, prometto!
Jessy101:
Ho aggiornato il prima possibile, spero ti sia piaciuto anche questo cap ^^ Continuo a dire, io non so fare inu
così figoç.ç *depressa* Grazie per il commento ^^
"Kagome, non possiamo andare
avanti così." Sospirò Sango, lasciandosi cadere
sul
divano. La sorella la guardava di sottecchi. "Tu ami Inu-Yasha."
disse ami con una smorfia sul volto, e le sopracciglia incurvate.
"S-Sango... non è così! Io posso controllarmi!"
"Ma come? Kagome, non voglio tu soffra - mi sono informata su
Inu-Yasha. E' ricco, molto ricco. Se vuoi sposare lui, puoi, va bene?
Non sei costretta a stare con Koga." sospirò, alzando di
poco il
capo. Kagome aveva l'aria accigliata, e gli occhi lucidi.
"Perchè tu sei convinta che io potrei lasciarlo! Sango"
Kagome
si sedette al suo fianco ", se io lo sposassi, non lo lascerei
più. O, almeno, non resterei... ehm... casta, la prima notte
di
nozze. Rovinerei i tuoi piani."
Sango si acciambellò, posando la testa della sorella sulle
sue
gambe e giocando con i lunghi capelli. Osservò il volto
niveo, e
le labbra piene... Kagome - alias Rei
- era l'assistente perfetta, la tentatrice suprema. Bella e
intelligente. L'aveva cresciuta bene, l'aveva educata e addestrata.
Dopo la sua sofferenza, Kagome era stata il suo unico appiglio - le era
rimasta accanto, e, come lei, aveva iniziato a nutrire un'ampia
sfiducia nell'amore.
Sango le aveva promesso che non le avrebbe mai permesso di innamorarsi,
e invece...
"Sango?" bofonchiò Kagome, osservandola "Manterrò
i miei
propositi, oggi uscirò con Koga. E mi divertirò.
Farò l'oca giuliva, lo farò cadere ai miei piedi,
e mi
dimenticherò Inu-Yasha. Non posso amare una persona con cui
non
ho scambiato più di due parole, no? Magari non è
il mio
tipo, mi sto solo facendo problemi per nulla."
"Tesoro... ti do il permesso di provare, Kagome. Provaci. Oggi
è
l'unica chance che ti do. Se non riuscirai a strappare un bacio a Koga,
mi riterrò libera di puntare io una preda."
Kagome sbuffò, alzandosi di scatto, e camminando a passo
deciso verso la sua camera.
Aprì con un gesto stizzito l'armadio, tirando furi una mini
di
jeans nera e un top celeste. Afferrò un paio di ballerine
del
colore delle gonna e sparpagiò sul letto tutti i trucchi e
gli
accessori che aveva. Ancora furiosa, tentò di mettersi il
rossetto per bene, ma finì col tracciare una linea incerta
sul
mento.
"Sango, aiutami." urlò allo stremo delle forze.
Sango aprì la porta, segno evidente che era stata
lì
fuori per tutto il tempo. Come avveniva già da un po', le
tose
pazientemente il rossetto e glielo rimise.
"Così va meglio." esclamò soddisfatta.
"Sicura?" disse Kagome, notando il suo rifelesso nello specchio
"Piuttosto, direi che sono molto... ehm ... vistosa."
"Piantala. Koga non è alla ricerca di una santa."
"No, guarda, uno stinco di santo come lui cerca una battona."
mormorò ironica la minore. Sango soffocò in gola
una
risata.
"Ora è meglio se vai. Avete appuntamente tra nemmeno
mezz'ora. Prendi la metro, io vi seguirò con la berlina."
Kagome sorrise, legando i capelli mentre teneva la borsetta tra i
denti. "A dopo" bisbigliò, mentre l'uscio in noce si
chiudeva di
scatto alle sue spalle.
...
Era
seduta al tavolino di un bar da dieci minuti, attendendo pazientemente
che si facessero le 4.45. Doveva fare almeno un quarto d'ora di
ritardo, doveva rendersi attraente e impossibile.
Quando, silenziosamente (erano le 4.20), si era infilata nel bar, Koga
era già fermo davanti al cinema con la sua macchina
italiana.
Aveva ghignato, e si era nascosta, ordinando un caffè.
"Signorina, vuole qualcos'altro?" chiese il cameriere, indugiando a
lungo sulla scollatura della ragazza. Lei scosse il capo, posando sul
tavolo una banconota.
"Il resto è mancia." sussurrò, con tono
carezzevole. Poi
uscì dal locale, avvicinandosi spedita alla macchina e
battendo
con le nocche sul finestrino.
"Rei, tesoro. Finalmente sei arrivata!" mise molta enfasi sul
finalmente, e Kagome sorrise compiaciuta.
"Scusa, Koga." gli avvicinò una mano al colletto della
camicia e
iniziò a disegnare linee immaginarie sul vestito. Era
conscia di
quanto eccitasse gli uomini quel suo semplice gesto. E la cosa la
divertiva.
"D-Di ni-niente... Allora, andiamo?"
Kagome annuì, entrando in macchina - ora non era
più Kagome. Ora era Rei.
...
Sango era seduta
nella berlina, e guardava annoiata il locale in cui Kagome e Koga
stavano mangiando - il lupo faceva qualche battuta spiritosa,
perchè aveva notato Kagome sforzarsi di ridere.
"Kagome, io intanto mi cerco un'altra preda." mormorò tra
sè e sè, sospirando. Non c'era alcun modo in cui
lei potesse togliersi l'hanyou dalla testa.
Si voltò di lato, e notò una cosa che le fece
accapponare la pelle. Miroku Houshi. E' mai possibile che me
lo trovo sempre davanti? pensò frustrata,
portando le mani sul volante e lasciandosi scivolare sul sedile.
Miroku era seduto sulla fontana al centro della piazza, e batteva
ritmicamente un piede per terra - guardava l'ingresso del cinema con
uno sguardo strano.
Strano per tutti, meno che per Sango: era il suo sguardo da maniaco.
Miroku stava cercando una vittima! Non era passato neppure un mese, e
già l'aveva dimenticata!
"Brutto infame." sibilò, facendo per aprire la portiera -
era decisa a dargli la borsetta in faccia, e urlargli contro di non
essere infedele. Ma non lo fece - l'aveva lasciato, ora era solo il suo
ex marito, non doveva infuriarsi, non doveva parlargli...
Sbuffò, togliendo la destra dalla portiera e bloccandola
sotto di sè, mentre con la sinistra stringeva il cellulare,
in attesa che Rei
la chiamasse per aggiornarla sugli ultimi avvenimenti.
Con la coda dell'occhio, continuò a osservare Miroku -
Kagome sembrava annoiarsi, quindi smise di guardarla quasi subito per
dedicarsi al suo ex.
Miroku guardava tutte le ragazze che, coperte da miseri indumenti,
uscivano dal cinema... Sango sentì un qualcosa rompersi, e
il desiderio di ucciderlo cresceva di minuto in minuto.
Prese una borsa da terra, e ne trasse una lattina, che aprì
con rabbia. Non appena finì, si voltò di nuovo
verso Miroku, e lo notò intento a flirtare con una biondina.
Scoprì i denti, stringendo la lattina. Questo è
troppo!!!
"MIROKU!" urlò, lanciandgli la lattina, che lo
colpì in testa.
Il ragazzo si voltò di scatto, e Sango arrossì,
accendendo il motore e pigiando il piede sull'accelleratore - la
macchina partì di botto, sbalzandola contro il sedile.
Notò dallo specchietto retrovisore che Miroku aveva iniziato
a correrle dietro, così aumentò la
velocità.
"Allarme rosso." sbuffò, prendendo il cellulare e componendo
il numero della sorella - passò accanto ad un vigile, ma
questi neppure la notò.
"Pronto?" disse la voce della sorella. Sango sospirò.
"Sei vicino a Koga?"
"No, sono in bagno, Sango."
"Kagome... ho rivisto Miroku."
"Non è la prima volta, no?" borbottò la minore.
Sango sentì uno strano rumore, e intuì che la
sorella doveva essersi seduta sul water.
"Kagome... stava flirtando con una ragazza!"
"Meglio, no? Così magari la smette di cercarti!"
"No! Gli ho tirato una lattina contro, e temo mi abbia riconosciuta."
Sango posteggiò la macchina davanti alla metropolitana, e si
passò una mano tra i capelli, cercando di riordinarli.
"Sango... penso che sarebbe meglio smetterla definitivamente. Ora.
Possiamo trovare un lavoro in California, abbiamo abbastanza soldi per
affittare un appartamento. Siamo coperte." sbottò la
sorella: Sango sentiva la voce di Kagome tremare - stava pensando ad
Inu-Yasha.
"No, torna al tuo appuntamento. Io mi calmo e torno a casa."
Senza neppure attendere una risposta, Sango chiuse la chiamata, e se ne
andò per la sua strada.
...
"Tuuu... tuuu... tuuu..."
Kagome riattaccò con rappia, furiosa, e uscì dal
bagno. Nella fretta, spinse di lato una donna corpulenta, che le
lanciò un'occhiata di puro odio.
"Rei, tesoro, che ti succede?" chiese preoccupato Koga, quando Kagome
tornò al tavolo.
"Nulla, Koga. Sango non si sente molto bene, e sono preoccupata - ma
non è grave, non farti film inutili." sentenziò
lapidaria, sedendosi.
Koga la guardo sorpreso e preoccupato. Tentò di intavolare
un discorso, ma Kagome si limitava a monosillabi, e a rumori gutturali
che lui interpretò come segni di frustrazione.
Finito di pranzare, Kagome sembrava sollevata - la cosa non
sfuggì a Koga.
"Ti va di venire con me al club?" le chiese, cercando di apparire
spontaneo: in realtà, era furioso, perchè non
capiva come Kagome potesse ignorarlo.
"Ma sono solo le 17!" rispose la mora.
"Eh? Si, ma la vita, in quella discoteca, inizia presto."
"Come vuoi." concesse a bassa voce, guardandolo di sottecchi - aveva
capito che era indispettito, e non voleva peggiorare la situazione.
"Bene." il demone lupo iniziò a camminare a larghi passi
verso la macchina, mentre Kagome lo seguiva a capo chino.
Il viaggio fu silenzioso, con Koga che tentava da attaccare bottone e
Kagome che alzava il volume della radio, canticchiando a bocca chiusa.
"Arrivati!" disse Koga, scendendo ad aprire la portiera della giovane.
"Mia dolce Rei, zuccherino, iniziati ad avviare, luce dei miei occhi..."
"Tu dove vai?"
"A prendere un mio amico. Mi ha squillato mentre eri in bagno, la
macchina si è rotta e vuole uno strappo." concluse, quasi
disgustato.
Per un secondo, Kagome sperò si trattasse di una donna - una
bella donna, possibilmente la sua fidanzata. Ma dall'espressione di
Koga capì che si stava solo illudendo.
Entrò a passo deciso nel locale, mentre le luci troppo forti
le davano il capogiro, e si diresse verso un angolo, il più
isolato e scuro, cercando di schiarirsi le idee...
"Ti va di ballare?"
Kagome sentì i battiti del suo cuore aumentare, mentre
riconsceva quella voce roca e profonda - una voce, dentro di lei, la
spingeva a correre via... un'altre, le diceva di buttarsi tra le
braccia del ragazzo e infischiarsene dei suoi propositi.
"I-Inu-Yasha?" mormorò a bassa voce, incontrando le iridi
lucenti del giovane. Inevitabilmente, le gote le si imporporavano,
mentre sentiva gli occhi pizzicarle.
"Naturale." Inu-Yasha si sporse in avanti, intrappolandola contro la
parete. "Sei in trappola." sussurrò, sorridendo malizioso.
"Hai bisogno di qualcosa?" chiese, fingendo ingenuità - il
ragazzo non la bevve, iniziando a ridere di gusto.
"La cosa più bella delle ragazze che ci provano con Koga
è il fatto che sono delle attrici nate!" mormorò
ironico. Kagome mise il broncio, incrociando le braccia al petto e
fissandolo. "Comunque si, ho bisogno di qualcosa. Di ballare, per la
precisione."
"Non vedo... come possa... aiutarti..." ogni poche parole, Kagome aveva
il bisogno fisico di riprende fiato - si stava surriscaldando, e non
sapeva quanto avrebbe resistito, con lui così vicino.
"Ballando con me."
Inu-Yasha le prese un polso - a quel contatto la pelle di Kagome
iniziò a bruciare maledettamente - e la trascinò
in pista.
Erano entrambi bravi, e attiravano su di sè gli sguardi
invidiosi di tutti i presenti: presto iniziarono a ridere e scherzare
come una coppietta.
Arrivò il lento, infine... Kagome passò le
braccia intorno al collo di Inu-Yasha e posò il capo sul
petto del ragazzo, mentre Inu-Yasha la stringeva contro di
sè, possessivo...
"Rei" mormorò a un tratto lui, avvicinando la sua bocca
all'orecchio della ragazza ", se Rei è il tuo nome..." Però...
è sveglio! pensò, la mente ancora
annebbiata dal contatto con la sua pelle.
"C'è un piccolo problemino."
Kagome si allontanò un poco "E' arrivato Koga?"
domandò.
"No, non è questo. Si tratta di me" Inu-Yasha la strinse
più forte "e di te. Mi stai facendo perdere la testa." lo
disse con voce bassa, roca... le sembrò quasi un ringhio, e
la pelle le si accapponò.
"Non predermi in giro." sbuffò, fissandolo con i suoi occhi
nocciola. Inu-Yasha le prese il viso con una mano.
"Non mento." mormorò, mentre si avvicinava e chiudeva la
distanza tra di loro...
"Non mento."
Kagome chiuse gli occhi,
mentre la lingua di Inu-Yasha le entrava prepotente in bocca...
"Non
mento."
Rispose al bacio con rabbia -
ce l'aveva con sè stessa, perchè era troppo
debole per opporsi... e perchè non voleva opporsi.
"Non mento."
La testa le pulsava, mentre
sentiva le mani di Inu-Yasha accarezzarle le gambe. I gemiti le
uscivano in continuazione, non riusciva a placarsi.
Ma doveva fermarsi, o Sango l'avrebbe odiata...
"Fermo." sussurrò, flebile.
"Non mento."
Inu-Yasha non dava cenni di
volersi fermare.
"Fermo!" ripetè con più convinzione,
allontanandosi. Era rossa come un pomodoro, gli occhi erano lucidi e le
labbra gonfie: Sango l'avrebbe uccisa, sicuro.
"Rei?" mormorò l'hanyou, preoccupato - Kagome sembrava sul
punto di una crisi di nervi.
"Non mento."
Non disse
nulla, voltò le spalle ad Inu-Yasha e corse fuori dal
locale, diretta verso casa sua. Non bussò, prese le chiavi
dalla borsa - il contenuto si riversò sul pianerottolo,
mentre le sue mani ansiose ricercavano le chiavi - e si
infilò nell'appartamento, ricadendo sul pavimento.
"Kagome..." Sango le si accucciò accanto. "Cos'è
successo?"
"Mi sono innamorata di Inu-Yasha." sussurrò lei, poggiando
il capo sulla spalla di Sango e lasciandosi andare ad un pianto
liberatorio.
"Non mento."
Hola gente! Come
tengo a farvi notare, aggiorniamo piuttosto rapidamente... speriamo che
la cosa vi faccia piacere!
Siamo molto felici che la fic vi piace! Lo scorso capitolo l'ha scritto
la mia Ary-chan (Che se dice anche solo un'altra volta "Inu figo viene
solo a roro" la strozzo...) e siamo liete vi sia piaciuto! Come ci
tengo a farvi ricordare... siamo in due a scrivere, quindi gradiremmo
specificaste chi delle due è quella cui sono rivolti i
complimenti ^^. Detto questo, passo a ringraziarvi!!! Kagome_chan89
Si, Inu-Yasha non era per nulla indifferente a Kagome... penso si
intuisca perfettamente anche dal finale, no? Sono felice cha fic ti
piaccia, e spero che questo capitolo sia stato di tuo gradimento! Un
bacione!!! Meg___X3
Ziau Meg!!! *_* Io attendo il tuo aggiornamento, non dimenticarlo!!!
Comunque, tornando alla fic... mi rende orgogliosa che la reputi meglio
del film, è un onore! Koga non fa nulla per fermarlo
perchè non sa quali siano le sue intenzioni (chiarissime in
questo capitolo, però!). Sango è braccata dal
supremo maniaco, ma penso non le dispiaccia, in fondo... XD Spero che
il mio capitolo ti sia piaciuto! Un bacione!!! Tvttttb! Emiko92
Emikucciola! Non preoccuparti se non hai commentato gli scorsi
capitoli, sai che ti perdonerò sempre tutto, no? Penso che
un capitolo così, da me, non te lo saresti mai sognata...
inizio a somigliare a lily!!! XD Si, Kagome piange quanto incontra lo
sguardo di Inu-Yasha... lo ama, no? Si rimetteranno insieme Sango e
Miroku??? Mmm... tu che dici? ^^ Spero che Inu mi sia uscito abbastanza
figo! Bacioni!!! Tvtttttb! mikamey Grazie,
siamo felici che la fan ti piaccia ^^. Già, Kagome avrebbe
bisogno di una vacanza, avere Inu così vicino...
*Interruzione, roro sta sbavando sulla tastiera* Spero di aver
aggiornato abbastanza in fretta, e che il capitolo ti sia piciuto! Baci! ary22
Uffy... Aryuna è bravissima, non brava! Mentre io non sono
poi così --- (Una pistola viene simultaneamente puntata
contro il capo di roro da Aryuna e Ary). Di che parlavamo? Eheh... Si,
che il capitolo di Aryunuccia è bello ^^. Spero che il mio
ti sia piaciuto! Baci!!! ryanforever
Grazie per i complimenti (roro arrossisce spaventosamente). Comunque,
è vero: Kagome non può fare a meno di Inu-Yasha.
Ne è innamorata, dopotutto!!! Spero che il capitolo ti sia
piaciuto! Kiss! jessy101 Di
nulla! Io e Aryuna ci stiamo impegnando per scrivere velocemente i
capitoli ^^. Ci fa piacere che Inu-Yasha sta risultando abbastanza
"figo", è un impegno piuttosto gravoso, perchè
dobbiamo cercare di non stravolgerlo troppo ^^. Un bacio, spero che il
capitolo ti sia piaciuto! Kaggy_Inu91
Hola Giulia!!! E' vero, il capitolo di Ary era bellissimo! *_*
Comunque, non sono brava come dite! E tu sei molto, molto
più brava, basto io con i miei complessi!!!
è__é E' vero, Kagome non era messa meglio di
Sango... ma ora? Che dici??? Un bacio, tvtttb!
Ringraziamo anche chi solo legge, e chi mette la fic tra le preferite!
*Inchino*
Aryunuccia, tesoro, ora tocca di nuovo a te!!!
Kagome
fissava nervosa il soffitto, gli occhi ancora rossi. Si mordeva il labbro
inferiore, torturandolo, così come le sue dita si rincorrevano nervose,
incrociandosi e graffiandosi con le lunghe unghie.
Sango
l’aveva obbligata ad andare a dormire, ma quello era il risultato. Inoltre, la
sorella era rimasta silenziosa, e questo la inquietava. Avrebbe preferito se le
avesse urlato contro, detto che aveva promesso di andare con lei, che non
doveva innamorarsi. Invece era rimasta zitta, muta come un pesce.
La
verità, era che Sango si sentiva in colpa, perché
anche lei si era innamorata di Miroku, ma, a
differenza di Kagome, non riusciva a sentirsi in
colpa.
Aveva
solo paura, paura di amare e di essere tradita.
“Sango, non ce la faccio più!”, disse infine Kagome, “io vado da lui e…”. Si
morse il labbro. Doveva dire solo 5 semplici parole, ‘gli dico di lasciarmi
perdere’, ma non ci riusciva.
E
se non riusciva a dirle a Sango, come poteva sperare
di riuscire a dirle a lui?
“Kagome, tu non andrai da nessuna parte! Sai come finirà se
vai da lui? Eh? Lo sai?”, cominciò ad urlare Sango,
scattando in piedi, “finisce che quello ti si tr…
oddio, guarda che mi fai dire!”.
Kagome
la fissò, spaventata. La sorella non si era mai comportata così. Non poteva
sapere che stava sfogando su di lei anche le sue preoccupazioni. Sentì gli
occhi pizzicargli, e prima di poterlo impedire stava di nuovo in lacrime,
singhiozzante.
Sango
la guardò, colpevole, mordendosi il labbro.
“Kagome…io… mi dispiace, ma tu
devi capirmi!”, cercò di giustificarsi. La minore alzò lo sguardo, furente.
“LASCIAMI
SOLA!”, urlò, spaventandola. Dopodiché scoppiò in lacrime disperate sul suo
cuscino.
Sango
la osservò, e decise che era meglio lasciarla in pace per un po’. Era nervosa,
e avrebbe solo peggiorato la situazione, come aveva appena fatto.
Chiuse
la porta della camera da letto, e si sedette su una poltrona della stanza.
Perché si sentiva così? Eppure, quando aveva lasciato Miroku
non aveva sentito il minimo rimorso, esattamente come gli altri colpi. Perché
ora si sentiva stringere il cuore tanto da fargli male?
Forse
quello che stava succedendo era una punizione per aver spezzato così tanti
cuori.
Kagome
sentì vibrare il fianco, e si alzò sobbalzando, con gli occhi umidi e gonfi. Si
ricordò poco dopo che era il Vibracall del suo cellulare. Lo tirò fuori a
fatica dalla tasca dei pantaloni che aveva messo tornata in albergo, e osservò
il numero sul monitor.
Sconosciuto.
Rispose
con la voce più calma che riuscisse a fare.
“Pronto?”.
“Ehilà”,
disse una voce roca e ironica dall’altra parte. Kagome
sentì lo stomaco chiudersi e la bocca secca.
“C… ciao”, balbettò a voce bassa, per non farsi sentire da Sango. Strano, per la prima volta non sentiva il bisogno di
piangere. Sentiva il bisogno di quella voce.
“Non
so il perché prima sei fuggita, sappi che ho preso di nascosto il tuo numero
dal cellulare di Koga”, disse Inuyasha.
Anche lui stava bisbigliando.
Kagome
tacque, non sapeva cosa dire, come esprimersi.
“Non
sei scappata per colpa tua vero? C’è qualcuno che ti influenza. Senti, se è per
Kogaio…”, continuò lui.
“Non
è lui”, disse la ragazza, in difficoltà. Si morse un labbro, e strinse con la
mano libera il lenzuolo, talmente tanto che quasi lo tagliò con le unghie.
“Allora
è tua sorella”. Non era una domanda.
Kagome
deglutì, colpevole. Non riusciva a negarlo, non riusciva a mentirgli. Ma sapeva
bene che stava tradendo Sango.
“Puoi
uscire?”, chiese la voce, spezzando il silenzio. Lei non rispose.
“Sei
ancora in linea?”, domandò quindi.
“Sì”,
rispose lei semplicemente.
“Sì
sei in linea o…”.
“Sì
posso uscire”, lo interruppe, “ma… potrei metterci
tempo”.
“Ti
aspetto davanti ai grandi magazzini”, disse Inuyasha,
più tranquillo, “a qualunque ora”.
Kagome
arrossì, e attaccò. Perché lo strava facendo? Stava disubbidendo a sua sorella,
a colei che si era presa cura di lei da quando era nata. I loro genitori erano
morti in un incidente, e adesso… Insomma, era come se
stesse disubbidendo a sua madre, solo che si sentiva terribilmente male e in
colpa.
Il
volto di Inuyasha le apparve davanti, mentre in testa
rimbombava ancora quella frase:
“Non
mento”.
Scattò
in piedi e si diresse verso l’armadio.
Prese
un paio di shortsdi raso neri,
ballerine, dello stesso colore e tessuto, e una maglietta azzurro ciano dalle
spalle scoperte, percorsa da fine linee dorate orizzontali e che si legava
dietro al collo con due nastri che partivano dal centro.
Prese
al volo una tracolla rivestita di raso nero e ci infilò il tutto. Al decimo
tentativo ci riuscì, e si affacciò dalla porta. Sango
stava guardando la TV. Si morse un labbro, piena di rimorsi per quello che
stava facendo, osservando nervosa un pacchetto di post-it sul tavolino. Prese una
penna, buttò giù poche righe e, silenziosa, tenendo la borsa nascosta, uscì
dalla stanza e si affiancò alla poltrona della sorella.
“Vado
a cenare”, disse. Sango alzò lo sguardo, sobbalzando,
e si limitò ad annuire. L’abbigliamento di Kagome non
poteva farle sospettare nulla, e si girò subito verso la TV. Perfetto, così non
c’era il rischio che vedesse la borsa.
La
ragazza uscì sul pianerottolo e subito imboccò l’ascensore, che era al piano.
Fece qualche respiro profondo, stringendo convulsamente la tracolla.
‘Perdonami,
Sango’.
Inuyasha
aspettava poggiato alla sua decappottabile rossa. Kagome
non si vedeva, ma lui avrebbe aspettato. Quella ragazza era…
speciale, lo sentiva. Sentiva che con lei non poteva comportarsi come con le
altre, anche se sapeva bene che era alla ricerca di un pollo da spennare. Ma,
pur di stare con lei, era pronto a farsi tirare il collo.
Una
figura esile, che spiccava tra le altre, attirò la sua attenzione. Una ragazza
stava attraversando la strada, verso lo spiazzo e, soprattutto, verso di lui.
“Inuyasha”, mormorò Kagome
vedendolo, e correndogli incontro. In realtà, non sapeva cosa dirgli. Arrivò
davanti a lui, in difficoltà. Non riusciva a sorreggere il suo sguardo. Era
incredibile come, fino un attimo prima, aveva sentito il bisogno di corrergli
incontro.
Adesso,
invece, voleva solo scappare.
Lui
aprì la bocca per parlare e lei, sobbalzando, si voltò per realizzare il suo
pensiero.
“Aspetta!”,
si affrettò a dire lui, prendendola per un braccio.
Kagome
si voltò, in parte indignata per quel gesto che le impediva di fare come
voleva, in parte sollevata che qualcuno stesse decidendo per lei.
“Voglio
parlarti, questa situazione è insostenibile”, disse lui con voce roca e
suadente, osservandola. Eh no, era svalido così, come
poteva opporsi a quella voce e a quegli occhi? Deglutì, osservandolo, senza
riuscire a staccare i suoi occhi da quelli di lui. Inuyasha
sorrise, sghembo, soddisfatto per aver raggiunto il suo scopo.
Bellissimo.
Kagome quasi si sentiva girare la testa davanti tutta
quella perfezione.
“Hai
cenato?”, domandò allora lui, premuroso.
“No”,
riuscì a dire la ragazza, incredibilmente senza balbettare e senza piangere; un
record.
Entrarono
nel centro commerciale, e lui la portò ad un ristorante italiano.
Anche
se inizialmente le era difficile parlare, con il passare del tempo riuscì ad
aprirsi. Con lui si sentiva a suo agio, sembrava fare di tutto per rendere
perfetto ogni istante. In poco l’ansia, le preoccupazioni, tutto volò via,
lasciando posto solo al tempo da passare insieme.
“Guarda,
un negozio di peluche!”, disse allegra Kagome,
osservando il Toystore.
“Ancora
a pensare ai peluche?”, domandò Inuyasha ridendo.
“Certo,
il bambino dentro di noi va coltivato!”, rispose lei con una faccia tutta seria,
prima di scoppiare a ridere a sua volta. Gli prese la mano, senza pensarci
troppo, e se lo tirò dietro.
Si
rese conto del gesto che aveva appena fatto solo nel momento in cui sentì il
calore della sua mano. A quel punto arrossì, e con la prima scusa possibile lo
lasciò, per correre ad ammirare un peluche di un drago a grandezza naturale.
“Ti
piace?”, domandò lui, osservando il dragone sorridente, con la lingua rossa
biforcuta che pendeva simpaticamente.
“Sicuro,
da piccola sognavo di diventare un cavaliere per volare sui draghi!”, disse Kagome allegra, già libera dai pensieri di prima.
“Allora
salici sopra, che aspetti? Un drago capita una volta sola nella vita!”, propose
Inuyasha ridacchiando.
“Che?
Ma che dici! Se ci vede qualcuno…”.
“Ahi
ahi, non sono frasi da te!”, la interruppe lui subito con il suo sorriso
sghembo, “Non dicevi che bisognava coltivare il bambino che è dentro di noi?”.
“È
una sfida?”, chiese la ragazza con fare intraprendente.
“Perché
no?”. Kagome si guardò attorno, e prese il morbido pelo
del drago all’altezza del collo, per tirarsi su. Non era poi così semplice,
date le dimensioni del peluche, per cui Inuyasha la
aiutò.
“Oh,
com’è morbido!”, sospirò lei abbracciandogli il collo e stendendovi la schiena
sopra.
“Ehi
ragazzina, che stai facendo?”. Kagome sobbalzò,
alzandosi di scatto. La sorveglianza l’aveva vista, e stava correndo verso di
lei.
“Ops”, disse sbiancando. Poi si sentì tirare su da due forti
braccia, e alzò lo sguardo verso Inuyasha. Quando era
salito in piedi sul drago? E alle sue spalle, oltretutto…
“Che
proponi? Fuga?”, domandò divertito.
“Ehmbè!”, rispose lei acida, già nervosa. Come faceva ad
essere così tranquillo?
Rapido,
talmente tanto che non lo vide, la prese in braccio, e spiccò un balzo verso
l’uscita. Kagome urlò, stringendogli le braccia al
collo, e lo stesso fecero gli uomini della sorveglianza, ma l’hanyou e la ragazza erano già spariti.
“Tutto
ok?”, domandò Inuyasha, ancora tenendo in braccio Kagome. Lei era pallida.
“Mi
serve una panchina”, riuscì a dire. Lui rise, avvicinandosi ad una panchina
dello spiazzo. Kagome non si era neppure accorta che
erano usciti dai grandi magazzini.
Si
sedette, sempre tenendola in braccio.
Kagome
sapeva cosa doveva fare: doveva spostarsi e sedersi per conto suo.
‘Hai
pensato bene, cosa devi, non cosa vuoi’, disse una vocina nella testa di Kagome. La verità era che il calore di Inuyasha
era così accogliente, e il suo respiro regolare sembrava cullarla. Prima,
quando gli aveva lasciato la mano, l’aveva sentita bruciare per l’assenza di
quel contatto.
“Ehi,
ti va di venire da me?”,chiese il
ragazzo di punto in bianco. Kagome sobbalzò. Non
aveva la forza di dirgli di no, ma sapeva cosa sarebbe successo. Quella parola,
quella piccola sillaba, le uscì spontanea:
“Sì”.
Sango
controllò l’ora. Va bene che Kagome voleva rimanere
sola, ma adesso cominciava ad esagerare! Si alzò per andare a cambiarsi in
camera. La sarebbe andata a prendere, era l’unica. Entrata nella stanza, trovò
la lampada sul tavolo accesa.
“Kagome, possibile che lasci sempre tutte le luci accese?”,
brontolò prendendo il pulsante per spegnerla. In quel momento un foglietto
giallo attirò la sua attenzione.
La
grafia, sciolta ed elegante, era chiaramente di Kagome.
Sango,
so che ti arrabbierai per questo.
Sono uscita di nascosto con Inuyasha,
se leggerai questo biglietto vuol dire che ti stai
preoccupando,
e non voglio sentirmi più in colpa di quanto già non sia.
Siamo ai Grandi Magazzini.
Perdonami
Kagome
Sango
aprì e richiuse la bocca, incredula. Come… come diavolo…
Un
urlo riecheggiò per tutto l’albergo:
“CHE
COSA?!”
Kagome
entrò nell’appartamento. Da quel che sapeva Inuyasha
aveva più di una casa.
“Volevo
parlarti, ma alla fine…”, il ragazzo lasciò la frase
in sospeso, teatralmente. Kagome deglutì.
“Come
ti chiami?”, domandò, sedendosi sul divano e facendogli cenno di fare
altrettanto.
Lei
boccheggiò, confusa sul da farsi. Poi, per sua sfortuna, si ritrovò incatenata
ai suoi occhi dorati.
“Kagome”, disse senza riuscire a mentire, e sedendosi
accanto a lui. Ormai si era arresa, no? Che senso aveva fare resistenza?
“Vuoi
fregare Koga”. Questa non era una domanda. Era una
conclusione. Kagome si limitò a sprofondare nello
schienale del divano.
“Perché?”,
chiese lui. Era tornata silenziosa, come nel momento in cui l’aveva
rincontrata. “Non glielo dirò”.
“Non
è per questo”, cercò di giustificarsi lei, “è per mia sorella”.
“Sei
succube di tua sorella?”, chiese incredulo. Lei lo fulminò.
“Non
sai niente di quello che ha passato! Io ho promesso…”,
si interruppe, osservandolo. Non aveva senso quello che stava dicendo, la
promessa la stava già rompendo in quel momento.
“Tua
sorella dovrebbe rompere la promessa vedendo che stai male”, disse lui, serio.
Terribilmente serio.
“Chi
ti dice che sto male?”, chiese Kagome sulla
difensiva.
“Tutto
di te lo dice. Come ti comporti, come ti sforzi di piacere a Koga… se davvero fosse il tuo proposito, non staresti così
male. Oggi ho potuto appurarlo”.
“Che
intendi?”, domandò lei. Li sorrise.
“Oggi
sembravi libera, Kagome. E sono stato…
felice di vederti così. Non riesco a vederti così sofferente e così… vicino a Koga”. Era in
difficoltà. Era la prima volta che Kagome lo vedeva
così.
“Sei
geloso?”, domandò maliziosa, per spezzare la tensione. Ci riuscì, perché lui la
guardò, altrettanto malizioso.
“Oh
sì, non lo sopporto quando ti abbraccia”, disse passandole un braccio sulle
spalle, “e quando ti si avvicina”. Kagome sorrise,
vedendolo avvicinarsi. Gli mise una mano sul petto, per tenerlo a una certa
distanza, e lui si fermò.
“E
che mi dici di quando mi bacia?”, domandò impertinente. Lui si rabbuiò.
“L’ha
fatto?”, chiese con il tono di voce di un bambino quando scopre che qualcuno ha
toccato il suo tesoro. Kagome rise, nuovamente
distante dal suo mondo buio.
“Ma
no, stupidone!”.
“Bene,
volevo restasse un mio privilegio”, disse lui sorridendo, e chiudendo rapido la
distanza tra loro. Kagome non lo impedì, desiderava
quel bacio tanto quanto lui.
Ma
stavolta fu più dolce. Dischiuse con delicatezza le labbra di lei, stimolandole
con il movimento delle sue, e assaporò il suo sapore unico, prima di
approfondire il bacio. Kagome gemette, allacciandogli
le braccia al collo, desiderosa di lui, arcuò la schiena, aderendo al petto
marmoreo del ragazzo, mentre lui le carezzava i capelli.
Il
suo respiro si fece affannoso, e lui la lasciò, accorgendosene.
Kagome
rimase sorpresa. Era convintissima che non si sarebbe fermato. Inoltre, senza
nemmeno accorgersene, Inuyasha l’aveva distesa sul
divano. Ora sapeva chiaramente che non sarebbe stata capace di opporsi, perdeva
completamente il controllo di sé.
Lui
si stese accanto a lei, posando il mento sulla sua clavicola e abbracciandola
da dietro. E rimase così, senza farle nulla.
Kagome,
confusa, rimase sola nel silenzio con i suoi pensieri.
Inuyasha
non era come gli altri.
Inuyasha
non era come Naraku. L’aveva appena dimostrato, a lui
non importava il suo corpo, a lui importava lei. Il resto era solo una parte di
Kagome, una parte che non aveva lo stesso peso né la
stessa importanza.
Senza
rendersene conto cominciò a piangere, si voltò verso Inuyasha
e si ruppe in singhiozzi sul suo petto. E lui, silenzioso, la strinse a sé,
lasciandola sfogare.
Sango
corse sulla piazza dei Grandi Magazzini, affannata. Ci aveva messo ore a
trovare posto con la macchina, e adesso doveva pure cercare la sorella prima
che quell’hanyou se la intendesse con lei.
Sbuffò,
rabbiosa e disperata. Si scontrò contro un uomo, me nemmeno ci fece caso,
continuando dritta per la sua strada.
“Haruna?”, domandò una voce familiare. Lei era talmente
sconvolta che commise l’errore di non riconoscerla, e si voltò per vedere a chi
appartenesse.
Sbiancò.
“Haruna, sei tu! Allora non erano allucinazioni quelle degli
ultimi giorni!”, quasi urlò Miroku, incredulo. Lei
boccheggiò, decisa a fuggire, quando lui mise una mano nella giacca, con fare
minaccioso.
“Non
urlare e stai zitta! E da quando mi hai lasciato che aspetto questo momento, e
mi porto dietro questo peso”, disse lui, quasi in un ringhiò. Sango era sempre più pallida, sentiva che da un momento
all’altro sarebbe svenuta.
Lui
fece qualche altro passo nella sua direzione, dopodiché, si inginocchiò.
‘Rende
la mira della pistola più stabile, me lo sento!’, pensò la donna nel panico.
Ma
l’uomo…
…tirò
fuori una scatoletta avvolta nel raso nero, e aprendola di scatto, assunse
un’espressione implorante.
“Haruna, ti prego, risposami!”.
Allora,
ci ho messo di più perché questo cap è lungo, e i
miei mi sfrattavano dal pc ogni cinque minuti (sono
testimone ù.ùndRoro) e
oltretutto non avevo molto tempo per starci, dato che bro
sta preparando un esame universitario ^^’
Allora,
che mi diti di questo cap? Vi piace? Sango e Miroku sono di nuovo sul
ciglio di una decisione importante, mentre Kagome
comincia a mettere un po’ di ordine nei suoi pensieri. Inuyasha…
credo mi sia venuto figo, non come quello di Roro, ovvio, ma sufficientemente ù.ù*Roro minaccia con una motosega*
Eh,
che stavo dicendo? >.>’’ Ah sì, il pezzo del Toystore
mi è venuto così, dal nulla XD E poi, io adoro i peluche ù.ù
Passiamo
alle risposte!
Ringraziamenti:
-Emiko92:
Cap lungo, non trovi ^^ Qui si capiscono molte cose,
ma che mi dici della fine? Tu che tanto adori Miroku
e Sango… eh? *fa gomito gomito* Anche per Kagome e Inuyasha le cose vanno avanti, ho adorato il pezzo dei
peluche! XD
-Mikamey:
Ho aggiornato con un giorno di ritardo, ma il perché lo hai già letto >.>
Inu è venuto bene anche a me, che dici? *roro minaccia, Aryunaignora*Miroku che sembra abbia
una pistola, questo l’ho ripreso dal film, ma ci stava benissimo in quel
momento! Fammi sapere che ne pensi ^^
-Bchan:
Che carina che sei, ti adoro *.* Allora, per la storia dei mariti di Kagome…ecco… diciamo che anche
lei si è spostata ogni tanto ù.ù Ok, diciamo che è
stata una nostra piccola gaffe XD E non ti so dire com’è, in fondo, cioè se lei
si p sposata o meno, direi che rimarrà un mistero per tutta la storia >.>
Sposata o non sposata? *spella una margherita*
-Maryku:
Visto che il “non mento” di Roro ha avuto molto
successo lo inserito anche qui, almeno una volta! Mi spiace non potrai leggere,
ma per noi è sempre un piacere vedere che la gente si aggiunge a leggere le
nostre storie ^^ Per quanto riguarda Koga…uhm… non ci abbiamo pensato >.>’’
-Meg___X3:
Meg! Oddio, tra un po’ parti, non riesco a sopportarlo ç.ç
Come farò senza la tua ficci! E pensare che avevo appena
recuperato gli arretrati, buuuu! Cmq, io voto per il
rosso! (pervertita! Maniaca! O.OndRoro),
lo so, lo so, sono molto maniaca ù.ù
-Kaggi_Inu91:
è vero, risolverebbero tutto portandoli in california,
ma sarebbe comunque scappare! Kagome, come hai visto,
si è stufata, chissà come agirà Sangoadesso…ehhh, mistero ^^ W la suspence! XD
-Jessy101:
Oh, una fan di inu e kaggy,
quindi presumo questo cap ti sia piaciuto ^^ Gli ho
dato la precedenza, stavolta, rispetto Sango e Miroku ^^ Roro, sarai obbligata a
scrivere una bella scena con loro due ora, muhahahah!
XD
E
adesso la parola alla mia cuginetta, vai Roro-chan!!!
Sango
continuò a fissare Miroku con un'espressione scioccata.
"Risposarti?" domandò, boccheggiando. Buona parte dei
consumatori presenti nei Grandi Magazzini si era voltata verso di lei,
e la fissava ansiosa - "Su, signorina, gli dica di si!" "Non ceda!"
"Ragazzo, sei il nostro eroe!".
Arrossì, sfregandosi le mani - Miroku non si muoveva,
attendendo
silente. Tra le mani del ragazzo, scintillante, un piccolo anello d'oro
bianco, sormontato da un diamante... Risposarlo... risposare
Miroku.
Chiuse gli occhi, valutando i pro e i contro di una decisione
avventata... Miroku, innegabilmente, esercitava un fortissimo fascino
su di lei - un fascino terribile, di cui la bella moretta neppure si
capacitava - e, come aveva più volte intuito, le piaceva.
Ma risposarlo avrebbe cambiato la carte in tavola - non avrebbe
più potuto partire per la California, almeno non solo con
Kagome. Avrebbe dovuto portare anche Miroku, e Kagome si sarebbe
lamentata, l'avrebbe criticata ricordandole che non le aveva permesso
di stare con Inu-Yasha...
Sospirò: avrebbe sempre potuto... provarci.
Prese un profondo respiro, riaprendo gli occhi - le pozze celesti degli
occhi di Miroku continuavano a fissarla.
"Miroku, io"
"Ecco dov'eri!"
Sango si voltò, seguita da Miroku - una mocciosa dai capelli
rossi e gli occhi viola - youkai di sicuro - si buttò tra le
braccia di Miroku.
"Mi avevi fatta preoccupare, Mirokucciolo! Mi avevi detto di ritrovarci
qui..." lo strinse, mentre Miroku manteneva con tutte le sue forze la
piccola scatoletta in raso nero e tentava di non cadere.
Sango strinse i pugni, trattenendo a stento le lacrime, e si
voltò. "Miroku, oggi abbiamo chiuso tutto, tra noi. Non ho
più intenzione di rivederti! Spero che questa qui
sarà
una compagnia sufficiente!"
I clienti iniziarono ad applaudire, a farle cenni di apprezzamento -
gli uomini tentavano di darle il loro numero di telefono, le donne
urlavano contro Miroku, dandogli del traditore.
"Ha-Haruna!" urlò il ragazzo con un filo di voce, mentre la
mora scompariva in un negozio.
...
Sango si
poggiò alla
parete, asciugandosi con furia gli occhi. L'aveva presa in giro, nulla
di più. Non doveva importarle, lui si stava rifacendo una
vita
con quella rossa, e lei doveva ritrovare Kagome - presa dai suoi
pensieri, iniziò a girovagare per il ToyStore... passando
accanto ad un drago gigante, su cui mancava una piccola zona di pelo,
come se qualcuno l'avesse tirata via nel tentativo
di cavalcarlo...
...
Kagome
aprì un occhio,
scoprendo di essere abbracciata ad Inu-Yasha - si era addormentata
così, tra le sue braccia.
Sorrise, affidando meglio il suo capo al petto del giovane, che si
muoveva ritmicamente. Ogni tanto, l'hanyou biascicava qualcosa -
più di una volta, il nome Kagome comparve sulle sue labbra.
La ragazza sospirò, mentre sentiva Inu-Yasha stringerla di
più "Sei sveglio?" balbettò.
"Si..." la voce di Inu-Yasha appena sveglio era anche più
roca e
sensuale delle altre volte - Kagome arrossì di botto.
"Ti preparo la colazione?"
Lui scosse il capo, tirandosi a sedere e posandosela sulle gambe "Non
c'è bisogno. Non è di cibo che sono affamato..."
mormorò, baciandola - la bocca dura, prepotente del giovane
si posò sulle morbide labbra della ragazza.
Kagome sospirò nella bocca del ragazzo, mentre schiudeva le
labbra, dandogli il permesso di far accedere la sua lingua nella bocca
di lei...
Iniziarono una divertita lotta, mentre le lingue si incontravano e
dividevano...
Inu-Yasha le carezzo la guancia con una mano, mentre con l'altra si
appoggiava al divano, sforzandosi di non cadere... il bacio
durò
ancora un po', poi Kagome sorrise sulle labbra dell'hanyou "Scusa se
ieri sera ti ho annoiato con i miei problemi."
"Non mi hai annoiato, io voglio sapere tutto di te. E del
perchè
ti comporti come se tua sorella fosse tua mamma - Kagome, dovresti
avere più spirito d'iniziativa, e non farti soggiogare da
ogni
suo volere."
La ragazza annuì, stringendo forte la camicia del ragazzo
"Sango
non ha avuto una vita facile. Il... ehm... il suo ragazzo la mise
incinta, e scappò, lasciandola sola. Anche i nostri amici le
voltarono le spalle, e così i nostri parenti. Le rimasi solo
io... Sango decise di abortire, ma il danno era fatto. Hanno iniziato a
vederla come una facile. Sango, però, non ha mai accettato
questo, e ha iniziato a provare un odio profondo per gli uomini,
ritenendoli tutti alla stregua di quel bastardo. Così, ha
messo
su questa farsa: ci sposiamo - di solito è sempre lei, ma
delle
volte anch'io ho avuto un marito
-, e poi facciamo in modo che il nostro neo-marito ci tradisca, senza
aver... err... consumato. A quel punto, ci facciamo dare un
risarcimento. Stiamo risparmiando per raggiungere la California, e
vogliamo guadagnare abbastanza per non avere bisogno di nessuno."
Inu-Yasha annuì, posandole una mano sul capo "Hai intenzione
di sfruttare anche me?" domandò con un sorriso.
Lei arrossì "Stupido! Non ne ho alcuna intenzione! Quanto
sei scemo!"
L'hanyou la fece stendere sul divano nero, mentre le faceva il
solletico.
"Smettila!"
"No che non la smetto!" disse il giovane ridendo, schiacciandola sotto
il suo peso.
Risero per un bel po', poi si arrestarono, con il fiatone, i volti
vicini...
Inu-Yasha abbassò il capo, baciandola - la trovava anche
più bella, con le gote rosse e i capelli in disordine.
Una musica bassa, da discoteca, inondò la stanza.
"Diavolo... è il mio cellulare." ringhiò
Inu-Yasha, staccandosi un po', per nulla intenzionato a rispondere.
"Non... non rispondi?" mormorò la ragazza, riprendendo fiato.
"Dovrei?"
Kagome si tirò a sedere, rimettendosi a posto la gonna e la
maglietta. "Penso di si. O continuerà a scocciare ancora a
lungo."
Inu-Yasha grugnì, prendendo il telefono.
La ragazza, seduta sul divano, si guardò un poco intorno -
le
pareti erano bianche. C'era un'ampia vetrata, che inondava la stanza di
luce, e una bella scrivania in legno, su cui era situato un computer di
ultima generazione e una pila di libri - Mmm... si da alla lettura,
probabilmente - e qualche quaderno.
Un paio di sedie qua e là e, davanti al divano, un
televisore al plasma. Appartamento da ricchi,
non potè non pensare Kagome, sbuffando.
Sentì la voce di Inu-Yasha urlare sempre più
forte -
più che urlare, ringhiare - e rabbrividì, non
appena
intuì che, dall'altro capo della cornetta, c'era Koga.
"No, non mi importa! Koga, non sono cavoli tuoi... NO! Stupido
lupaccio, lasciala in pace! E' mia,
e ti rode. Smettila!"
La conversazione mantenne questi toni ancora a lungo, finchè
l'hanyou, scocciato, non chiuse l'apparecchio.
"Perdonami, a causa mia stai litigando con il tuo migliore amico...
io..."
Inu-Yasha la strinse contro di sè "Se tu sei il premio,
litigherei con il mondo..."
Le sollevò il capo, pronto a baciarla ma...
"KAGOME HIGURASHI! SO CHE SEI LI' DENTRO! ESCI SUBITO!"
Sango!
Hola
a tutti!
Ci abbiamo messo un po' (Aryuna non si connetteva più, e da
sola
non potevo aggiornare), ma ecco il nuovo capitolo di HeartBreakers. ^^
Come vedete, le cose si stanno complicando un pochino... Sango non
vuole più vedere Miroku (Miroku, sei un mostro! ndSango)...
tra
Kagome e Inu-Yasha la situazione sempre più semplice, ma non
è così.
L'urlo finale: Sango è arrivata. Ed è molto,
molto irritata.
Allora, ringrazio: maryku Mi fa
piacere che tu sia
riuscita a leggere lo scorso capitolo... ma temo che tu non ce l'abbia
fatta per il mio XD. Mi fa enormemente piacere che trovi la storia
sempre più coinvolgente, ci stiamo impegnando, e siamo liete
che
ti piaccia! ^^ Un bacione, spero che, quando leggerai il capitolo, ti
piacerà! Ciau!!! Giulia Sango
ha sofferto, ma
Kagome è troppo innamorata. Non poteva in alcun modo
lasciare
Inu-Yasha (e chi potrebbe? *ç*). Kagome odia fregare i
ragazzi,
lo faceva solo per Sango, quindi è tornata volentieri sui
suoi
passi, per stare con Inu! ^^ Spero che il capitolo ti sia piaciuto, ho
cercato di fare del mio meglio ^^. Un bacione enorme!!! mikamey Si,
la scena col drago
era così dolce... *_* Quando l'ho letta, mi stavo
letteralmente
sciogliendo, Aryuna è un tesoro! ^^ Spero che
anche in
questo capitolo siano parsi almeno un po' teneri... non è il
mio
forte, renderli troppo dolci ^^. La scena di Sango e Miroku, Ary me
l'ha descritta brevemente, ed ho optato per questa situazione: non era
adatta a Sango e Miroku. Mi piaceva di più
così...
tanto, avranno tempo per rifarsi! Spero che il capitolo ti sia
piaciuto! Bacioni! Bchan
Eheh... come vedi, Sango,
sul punto di accettare, si è tirata indietro per uno
spiacevole
dettaglio (Sango e roro fulminano con lo sguardo Miroku). Poi...
Inu-Yasha e Kagome sono molto dolci, è vero. Ma farli
concludere
così ci sembrava troppo... rapido. E così, questo
è lo sviluppo! ^^ Spero che ti sia piaciuto. Un bacione! Meg Meg...
ç_ç
Sono ancora in depressione per il fatto che sei partita! Va beh,
passiamo alla risposta al commento, è meglio. Sango ha molto
sofferto, hai ragione. Ci è stata male, e ha visto in Kagome
il
suo unico appiglio. Si è totalmente appoggiata a lei... Come
vedi, Inu-Yasha non ha alcuna intenzione di lasciarsi sfuggire Kagome,
e neppure lei ha voglia di abbandonarlo! Ma chissà,
chissà... XD La scena di Miroku che si inginocchia
è
bellissima! Se non erro, Aryuna ha detto che, dopo quella scena, Sango
e Miroku (cioè... quelli che Sango e Miroku interpretano),
nel
film, si risposano. Ma a me sembrava troppo semplicistico... ho
preferito complicare un po' le cose! XD Spero che questo capitolo
(ovviamente, quando lo leggerai) ti piacerà ^^. Un bacione! jessy101
Ciao Jessy! Si, Sango
appare un po' come la mamma di Kagome, ma la spiegazione è
comparsa in questo capitolo, no? Sango vorrebbe difenderla
così
tanto, che finisce per apparire cattiva. Il povero Miroku... si, in
effetti sempre un poveretto... Ma ha comunque combinato i suoi guai!
(roro lancia un'occhiata furiosa a Miroku, che rabbrividisce). Spero
che Inu-Yasha e Kagome, in questo capitolo, ti siano piaciuti ^^. Un
bacione!
Kagome
sobbalzò, stringendo istintivamente Inuyasha a sé.
Non voleva affrontare l’ira di Sango, ma neppure
fuggire all’infinito.
“Andrà
tutto bene, vedrai”, le sussurrò all’orecchio l’hanyou,
ma la ragazza poté percepire anche in lui poca convinzione. Forse anche lui
aveva paura di Sango? No, non aveva mai conosciuto la
vera Sango. Sango era
molto, molto peggio di quanto sembrasse all’apparenza.
“KAGOME,
SCEGLI! SE NON APRI TU, SFONDO LA PORTA!”.
“Non
lo farà”, mormorò Inuyasha, convinto.
“Oh,
sì che lo farà”, rispose Kagome terrorizzata,
scattando in piedi. Sango era talmente sconvolta che
si era scordata di chiamarla Rei. Era davvero nei guai. Inuyasha,
con un movimento veloce, la precedette alla porta, forse per cercare di far
sbollire la sorella prima di arrivare a lei. Falsa speranza.
Sentì
la serratura scattare, un cigolio veloce e…
“AHI,
ma sei impazzita?”, urlò Inuyasha, coprendo quasi del
tutto con la sua voce il rumorosissimo schiaffo che Sango
gli aveva appena dato.
“Zitto!”,
ordinò Sango gelida, e Inuyasha
ammutolì. Kagome si pentì di non aver fatto sfondare
la porta a Sango; magari si sarebbe rotta qualcosa
nell’operazione e non avrebbe più pensato al disastro combinato da lei. Stava
di nuovo sperando: Sango non si era mai fatta un graffio in tutta sua vita.
Una
serie di rapidi passi la riscosse, e si pentì – di nuovo – di non essersi
nascosta da qualche parte. Sango entrò nel salone
come una furia, fissandola come il bersaglio di una fucilazione. Meno male che
nella casa non c’erano armi… o forse sì? Quanto erano
appuntiti i coltelli della cucina?
“Sango, ti posso spieg…”.
“Zitta!”,
la interruppe, esattamente come aveva fatto prima con Inuyasha.
Kagome deglutì, in evidente difficoltà. Inuyasha raggiunse le due massaggiandosi la guancia, rossa
e gonfia, e restando in silenzio.
“Sei
felice adesso? Non mi hai dato retta, no! Dovevi farti scopare prima!”, strillò
Sango, acchiappandola per la maglietta. Kagome boccheggiò, incredula di quello che la sorella le
stava dicendo. Credeva davvero… Si rabbuiò, per la
poca fiducia che Sango aveva in lei.
“Non
l’ho toccata”, disse la voce roca di Inuyasha, serio
e immobile alla porta.
“Sì,
come no”, rispose Sango inviperita, “nessuno al mondo
non si farebbe mia sorella”.
“Questo
è vero”, ammise Inuyasha, prendendo entrambe alla
sprovvista, “ma che uomo sarei se mi fossi approfittato di lei? Si vede lontano
un miglio che Kagome ha paura degli uomini”. Sango boccheggiò, incredula. Quel ragazzo…
Come si permetteva di prenderla in giro?
“Sango, è la verità”, mormorò Kagome,
cercando di far lasciare alla sorella la presa della maglietta, senza successo.
“Ma
per piacere!”, sbottò nuovamente, stavolta decisa a tirarsi dietro Kagome. Inuyasha si parò tra di
loro.
“Così
la renderai infelice”, sibilò, assottigliando gli occhi nel guardarla. Sango sbuffò.
“Che
ne sai, tu, della felicità di noi donne?”.
“Di
voi donne ben poco, ma Kagome… credi che possa essere
felice di come vive? Sei tu a decidere tutto per lei”, ringhiò Inuyasha, prendendole il braccio e obbligandola a lasciare
la maglietta della minore. Sango rimase sorpresa da
quel gesto, quanto colpita da quelle parole. Colpita nell’orgoglio.
“Come
ti permetti”, sbraitò, “di dire a me cosa è bene per mia sorella quando le hai
appena portato via…”.
“Non.
L’ho. Toccata”, scandì Inuyasha urlando, “E se non mi
credi portala in ospedale a visitare! Non solo ti diranno che non ha avuto
rapporti oggi, ma mai!”.
Kagome
non sapeva che fare. Era totalmente passiva agli avvenimenti, le scorrevano
davanti agli occhi senza darle il tempo di reagire. Le due persone che più… amava – credeva di poterlo dire apertamente ormai – stavano
combattendo tra di loro per lei, e ognuno era convinto di battersi per il suo
bene.
Lei
voleva solo che smettessero di litigare. Voleva solo che sua sorella avesse più
fiducia in lei. Voleva poter vedere Inuyasha quando
voleva, senza dover scappare di nascosto.
Non
voleva andare in California.
“Basta
adesso!”, urlò Sango, prendendola per il braccio, “Kagome, andiamo”. La ragazza si ritrasse dalla presa,
stupendo anche sé stessa. Sango la fissò, incredula.
Delusa.
“Sango, io…”, cercò di scusarsi Kagome, senza capire cosa le fosse preso. L’espressione
affranta della sorella la colpì, le fece venire da piangere.
“Capisco… sono io la cattiva della situazione”, mormorò,
lasciando ricadere il braccio teso lungo il fianco, gli occhi nocciola spenti.
Sconfitta.
“No,
non è così, non l’ho fatto apposta! Io…”, disse Kagome, prendendo una mano della sorella tra le sue, “… io…”.
“Se
è come dici, allora scegli”, disse Sango con tono
distaccato, osservandola seria, “o resti qui, o vieni con me”.
Kagome
sobbalzò, e Inuyasha fulminò Sango
per quella mossa sleale. Cosa doveva scegliere la minore? Se avesse scelto il
ragazzo, la sorella non le avrebbe più rivolto la parola. Viceversa, non lo
avrebbe più potuto vedere.
Perché
non poteva scegliere entrambi? Perché dovevano essere così…
divisi. Troppo divisi, due mondi separati.
Inuyasha
la guardò, accennando con un movimento alla sorella. Kagome,
fingendo di non aver visto, si rivolse a Sango.
“Andiamo
a casa”, mormorò, precedendola alla porta. La maggiore, soddisfatta, la seguì
ignorando Inuyasha. Ma lui, tutt’altro che contento
della situazione che Sango aveva causato, la fermò
per il braccio.
“Sappi
che non rinuncerò a Kagome”, sibilò, con voce roca e
dura. Il sorriso vittorioso di Sango si spense. A
quanto pare, non aveva ancora vinto.
Kagome
montò in macchina, silenziosa, e Sango fece
altrettanto.
Normalmente
avrebbe dovuto sgridare Kagome, ma non se la sentiva.
Non le piaceva come si stava comportando, non sembrava più lei. Dove erano
finite le due sorelle complici, le Higurashi, sempre d’accordo
su tutto e con una sintonia perfetta? Allora era proprio vero che gli uomini
erano una piaga.
Ma
non era Kagome ad essere cambiata, e Sango lo sapeva fin troppo bene. Era lei che era diventata
fredda nei suoi confronti, decisa solo a raggiungere il suo obbiettivo. E a
proteggerla, certo. Ma, in quel momento, l’espressione vuota di Kagome sembrava dimostrare il contrario. Sembrava accusarla
urlargli contro ‘mi stai ferendo’.
Sospiròfacendo per un attimo voltare
impercettibilmente la sorella. Doveva parlare con Inuyasha,
non aveva altra scelta. Doveva parlarci e sperare bene.
“SANGO!”,
urlò di colpo Kagome, e la sorella, istintivamente,
premette il pedale del freno. I fari illuminarono in pieno volto un ragazzo con
occhi blu e codino, e Sango si sentì male. No, non di
nuovo!
Il
ragazzo cadde a terra, spaventato, e, pur di malavoglia, Sango
scese dalla macchina.
“Tutto
ok?”, domandò, sicura di non averlo preso per un soffio. Tirò un respiro di
sollievo quando si accorse che non era Miroku. Era
decisamente più giovane, i capelli più spettinati e più lunghi.
“Pazza!
Ci sono le strisce pedonali, il tuo semaforo è rosso!”, sbraitò il ragazzo,
decisamente rozzo.
“Lo
so, scusami davvero”, ammise Sango, conscia di avere
tutta la colpa, “sicuro di stare bene? Ti accompagno in ospedale se vuoi”.
“Stammi
alla larga”, rispose quello, alzandosi in piedi e lasciandola immobile a
fissarlo. Rozzo e maleducato. Sango gonfiò le guance,
scocciata, e tornò nell’abitacolo. Kagome era
ancorata al sedile, terrorizzata, ma fin troppo silenziosa. Sembrava quasi che…bò, che qualcuno avesse
occupato il sedile posteriore e la stesse minacciando con una pistola, o
simili.
Sango
sbirciò, giusto per sicurezza. Niente pistole, ma incrociò un sguardo cobalto e
profondo.
“Ehilà,
Haruna!”, salutò Miroku,
mentre sulle labbra di una complice Kagome – la quale
lo aveva fatto salire sui sedili posteriori senza proteste – compariva un
debole sorriso.
Sango
urlò.
Coffcoff, non mi falciate >.> Ho scritto il cap in fretta e furia, presa da un momento di ispirazione! ù.ù Due aggiornamenti in un giorno, il mio record! Speriamo
solo che non cali improvvisamente >.>’
Allora
riguardo al capitolo *letto dalla mia Roro-chan in anteprima, ovviamente*
Le cose si complicano, chissà che faranno le nostre protagoniste, e i nostri
ragazzi ^^ Miroku continua ad assillare Sango*lo so, è irreale
incrociarlo sempre ovunque, ma è una ficci no? XD
Fatemi sbizzarrire! XD*, con la complicità di Kagome, che vedendolo bussare al finestrino, dopo aver
visto Sango in strada, lo ha fatto entrare senza
problemi!
E
adesso, conoscendo le fisse mie e di Roro, un
indovinello! Chi è il ragazzo che Sango ha quasi
investito?
E
adesso, Roro-chan, lascio a te ^^
Aryuna
Ringraziamenti:
-Emiko92:
Bè, per l’aggiornamento presto…
come dire…. Ehm >.>’ *sguardi
assassini circondano Aryuna* Cmq, sono felice ti sia
piaciuta la scena al ToyStore! ^^ La frase di Roro…bè, sappiamo quanto sia
brava con le frasi ad effetto ^^ *ricordiamoci il ‘Non
mento’ che ha avuto un grande successo!* … Vedi, mi da ragione, non dice nulla ù.ù (ma se mi hai imbavagliata! O.OndRoro) Oh, davvero l’ho fatto >.> Non l’avevo
notato, no noù.ù
-Mikamey:
Sango e Miroku, che piaga ù.ù (ehi! è.éndI
diretti interessati) Le donne di Miroku sono un
mistero anche per noi scrittrici, ogni tanto ne salta fuori una e la inseriamo
per l’occasione ù.ù Staranno insieme? Sì? No? Rimarrà
un mistero che solo Miroku potrà svelare ù.ù XD A parte tutto, non stanno assieme, è una delle tante
rimorchiate dal nostro libertino ^^ Ripeto: le frasi ad effetto di Ro-chan sono Wonderfull! E l’urlo
di Sango alla fine rientra tra queste ^^ Che dici di
questo capitolo? Spero ti sia piaciuto, Miroku
ricomincia a muoversi *non smette mai, in realtà
>.>* Un bacio! ^^
-Bchan:
Kagome ha la bocca un po’ larga, dato che per tanti
anni si è tenuto tutto dentro. In effetti la capisco, anche io spiattello tutto
o quasi quando sto con qualcuno con cui mi sento a mio agio >.> Questione
di carattere, credo, poi non so, anche questo è un mistero ù.ù
(e basta! è.éndKagome e Miroku) E bello leggere le opinioni diverse, anche qualche
piccola critica o pensiero, sono sempre bene accette ^^ Aiutano a migliorare,
in fondo ^^ (perché in fondo? O.ondRoro)(perché
sono orgogliosa in realtà >.> ndMe) Bè, l’orgoglio non è sempre un difetto, se non ti impunti,
no? Un bacione, continua a seguirci! ^^
-Maryku:
eheh, il mio drago è imbattibile! XD *me vanto mode on – termine coniato da Meg >.>* La
ragazza è stata odiata parecchio, non a torto purtroppo, considerato che poi,
come hai giustamente detto, Sango si sarebbe sfogata
sui nostri poveri Inu e Kag
XD Bella sfuriata, non trovi? Un bacione anche a te, mi piace il fatto che
indovini sempre il seguito! XD *non solo in questa,
ma anche in altre storie!* Bye! ^^
-Meg___X3:
Ehm…sìììì, ho aggiornato presto…certo…infatti… >.>’’’ Coffcoff >.>’’ Su, che so che mi perdoni, vero Meg? ^^’
Vero? *silenzio* Noooo!!! ç.ç
(ti perdono, ok, d’accordo! O.OndMeg)
Glassieç.ç Tu sì che lo
ricordi bene il film, io un po’ l’ho scordato XD *e
meno male che sono l’unica delle due a saperlo XD*Bè, non è un problema in fondo, dato che la ficci è completamente diversa dall’originale! Credo che da
questo capitolo prenderà una piega che non ha nulla a che fare con il film *vedi l’incidente, assente nell’originale, e anche la
sfuriata di Sango con Kagome
e Inu*. A proposito di Ayame,
dobbiamo inserirla in qualche modo, o il povero Koga
rimarrà scompagnato! O.O*e
mi sta troppo simpatico per fargli questo torto ù.ù* Oltretutto, io adoro Ayame! *__* Un bacione, grazie per l’aiuto con la mancanza
d’ispirazione! ^^ *che rima, muhahahXD*
-Kaggi_Inu91:
Giulia!!! *___* La mia omonima! *o viceversa, io sono
la tua omonima? che rompicapo @.@* Le cose si vanno complicando, ho incasinato
un po’ la situazione, non trovi! XD Povera Roro, e
pensare che sarà lei a doverla sbrogliare! Inoltre, gli ultimi capitoli
finiscono tutti con urli O.oRoro,
dobbiamo riprenderci, o diventeremo ‘il duo di scrittrici che ama terminare i
capitoli in urli’ ù.ù Continua a seguirci, un bacio!
^^
-Jessy101:
No Jess, non mi decedere per colpa di Sango! XD Poi come faremmo senza i tuoi commenti e il tuo
supporto? ^^ Miroku è inguaribile (ma insomma,
lasciatemi in pace! ndMiroku) e Sango
ha ragione, come la folla attorno *tranne quelli che
cercano di dare il loro numero a sango…ehm… imbarazzante! XD*Sango e di Miroku, non cercate di
accalappiarvela! è.é*la
massa di uomini si ritrae terrorizzata in un angolino*
ecco, ora si ragiona ù.ù Aspetto il tuo commento, un
bacio! ^^
-Ary22:
Già, proprio vero, Sango si è arrabbiata parecchio
>.>’ Certo che Miroku che va in giro con l’anello
e una ragazza dietro… è proprio una vergogna ù.ù (già ù.ùndRoro)(Ehi,
sei tu che mi hai descritto così! è.éndMiroku)(Ma io ho riflesso la realtà dei fatti ù.ùndRoro) Sì, ha ragione Miroku, non scaricare le tue colpe sugli altri, sei
perfettamente IC in quell’immagine ù.ù (ç.çndMiroku). Grazie per i complimenti,
sei sempre carinissima! ^^ Bye!