La storia di un' assassina storia di una madre

di Clitemnestra
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Selena ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** Selena ***


Selena
Selena aprì la finestra.
Una folata di vento la investì, lasciandole una sensazione di gelo sulla schiena.
L'odore dell'erba appena tagliata le riempì le narici.                        
Alzò gli occhi: una timida luna faceva capolino dal cielo privo di stellle rischiarando con la sua luce fioca il giardino.      Sospirò, ricordi confusi della sua infanzia le riafforavano nella mente come foglie morte in un lago ghiacciato.
Si passò una mano davanti agli occhi come a volerli scacciare                                                   
Sentì una mano posarsi sulla spalla.
Rabbrividì a quel tocco ma  si voltò : il viso di Morzan era a pochi palmi di distanza da lei.
Sorrideva, gli occhi, uno nero e uno blu, la fissavano ironici -Su cara bisogna partire.- le mormorò all'orecchio.           Selena annuì, e prendendo la mano che l'uomo le porgeva mormorò -Si mio signore e marito.-
Morzan le rispose con un largo sorriso.
Gli occhi di diverso colore si posarono sulla camicia da notte della moglie e il sorriso si spense.
-Tu lurida ,schifosa creatura.... ancora non ti sei preparata- sollevò minaccioso il braccio -Pensi che abbiamo tutta la notte?!!!-
-No marito... perdonatemi.- squittì Selena coprendosi la testa con le mani -Vi prego non mi fate male.-
Morzan la guardò, un sorriso soddisfatto comparve sul suo volto, ma i suoi occhi brillavano ancora di collera        
-Preparati.- le ordinò, poi socchiudendo gli occhi aggiunse -E ringrazia la mia misericordia.- 
La donna annuì spaventata, poi dopo che il marito fosse uscito si raggomitolò su sè stessa.-                          
Le lacrime le bagnarono il viso prima che potesse controllarle. 
Le dita sottili si posarono sul fianco, dove una cicatrice bianca le correva per tutta la coscia.                        
Scosse la testa e si alzò.
Cercò nella cesta , posta vicino al letto : i suoi vestiti di pelle erano lì pronti come sempre prima di una missione,odoranti di sangue e di morte.
Si sfilò la camicia da notte e indossò gli abiti. 
Con passo deciso si diresse verso la toletta, e pigiando un pulsante quest'ultima si aprì e rivelò all'interno una fila di pungnali di varie dimensioni.
Prese i primi due che le capitarono a tiro se li infilò nella cintura
.Prese anche una striscia di pelle per tenersi legati i capelli.
Era pronta.
Aprì la porta,Morzan la stava aspettando appoggiatoi al muro, teneva tra  le braccia Zar'roc e ne accarezzava la lama come delicatezza. 
- Finalmente.- mormorò poi  scendendo le scale rimise la spada nel fodero.
Selena guardò la schiena del marito con odio e dentro di sè provò il desiderio di scaraventarlo giù dalle scale; ma un'orribile visione le fece strada nella mente:Morzan che teneva in braccio Murtagh guardando il suo corpo a terra coperto di sangue.
"Mai e poi mai lascerò mio figlio nelle grinfie di quel mostro" pensò, poi con aria da animale bastonato seguì il marito scendendo le scale tenendo gli occhi bassi per evitare che lui potesse scorgere quel lampo di ribellione accesosi in lei.

Brom

Brom osservò il suo volto nello specchio d'acqua.
I capelli brizzolati erano più lunghi, una barbetta inspida gli creseva sul mento, gli occhi rossi e gonfi lo facevano assomigliare di più a un nomade  che a un ex Cavaliere.
Si voltò: il corpo del Rinnegao giaceva a pochi passi da lui,mentre il drago di questo era steso accanto al corpo del comagno con aria disperata.
Brom si avvicinò tenendo ben stretta l'elsa di Undbitr .
Il drago sollevò la testa, gli occhi verdi si posarono sulla spada poi torcendo il collo lo invitò a ucciderlo come aveva fatto con il suo Cavaliere.
L'uomo fece roteare la spada sulla testa, poi con maestria incise un unico taglio sulla gola del drago. 
Il sangue caldo zampilò mischiandosi a quello del Cavaliere.
Brom sospirò, odiava uccidere in quel modo, ma doveva farlo, quegli uomini avevano ucciso Saphira, la sua Saphira!.
Si sedette e prendendosi il volto tra le mani 
Le squame della dragonessa rilucevano alla luce del sole.
I suoi occhi color zaffiro, le sue zanne d'avorio, il fumo caldo che usciva dalla sue narici...
Poi un uomo che sollevava una spada rossa come il sangue, la sollevava contro il cielo e la conficcava nel ventre della dragonessa.
Le sue urla, il suo correre verso di lei e sentire le sue ultime parole risuonargli nella mante 
Addio piccolo mio .
L'aveva guardata morire, spegnersi come il sole dopo una giornata
Aveva sollevao lo sguardo, l'uomo lo guardava ghignando poi spostandosi una ciocca di capelli dal viso mormorò -Ciao Brom.-
-Maledetto !- urlò l'altro, il viso bagnato dalle lacrime.
Fece per avventarsi contro di lui ma Morzan urlò -Letta!- e Brom si ritrovò fermo incapace di muoversi.
-Ci ricontreremo - sibilò Brom
-Senz'altro- rispose Morzan poi con arroganza risalì sul suo drago e partìe  solo quando il  Cavaliere Rosso fu distante Brom potè finalmente muoversi.
Sentì le sue gambe cedere e cadde vicino al corpo di Saphira.
Lei non c'era più
Era morta
Lei non avrebbe più volato con lui
Era morta 
Il mondo attorno a sè prese a vorticare.
Sentì qualcosa atterargli vicino e poi dopo qualche minuto una mano poggiarsi sulla sua spalla
-Mi dispiace Brom - senì la voce calda del suo maestro sussurargli.
L'uomo non rispose, rimase fermo.
All'improvviso si alzò e alzando Undbitr al cielo urlò -Sul sangue di Saphira io giurò che non avrò pace finchè Morzan e tutti i Rinnegati non saranno uccisi .- poi ripeè la stessa cosa nell'Antica Lingua
Quando i suoi occhi  tornarono a guardare il maestro, quest'ultimo osservò una follia accendersi  nei bulbi oculari
Brom tornò al presente.
Guardò il gedwey ignasia ormai del tutto sbiadito sul palmo della mano destra.
-Lo sto facendo Saphira, sto adempindo alla mia promessa.- 




Nota dell'Autrice
Salve a tutti, questo è il mio primo racconto su questo sito e spero che vi piaccia (so che non è un granchè ma questo è quello che sono riuscita a fare dopo una giornata di DURO LAVORO) 
Ho voluto trattare una delle coppie che secondo me è stata troppo sorvolata durante la saga( e poi diciamocelo tutti noi sapevamo che il padre di Eragon non poteva essere Morzan!!) ovvero quella di Selena e Brom i genitori del nostro amato Cavaliere.
Aspetto le vostre e recensioni e i vostri consigli

Atra du evarìnya ono varda 
                                                            
                                                                                                                                                                                 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Selena Selena si guardò le mani sporche di sangue. Sentì un conato di vomito salirgli per la gola. Si premette le dita sulle labbra, il sapore ferroso del sangue le procurò una fitta alla testa. Si sedette. Torturare la spia dei Varden non aveva fruttato niente. Nonostante lo avesse colpito ripetutamente sull’addome quello non aveva ceduto, gli aveva tagliato un dito, frugato nella mente alla ricerca di preziose informazioni ma le sue barriere l’avevano respinta . Un secondino le si avvicinò, aveva un’espressione terrorizzata –Mia Signora… con la spia…- Selena scosse la testa e rispose secca –Uccidilo.- -Ma Lady Mano Nera io penso…- -Ho chiesto il tuo parere?- domandò inferocita alzandosi di scatto –Mi pare di no! Oppure vuoi che dica al Cavaliere Rosso che hai disobbedito ai miei ordini?.- Appena sentì pronunciare quel nome il secondino s’impietrì –No mia signora io…-tentò di scusarsi La donna fece cenno con la mano –Ora fai come ti ho chiesto miserabile!- L’uomo ubbidì abbassando la testa. Quando scomparve la sua visuale Selena si rannicchiò per terra. Premette la guancia contro il marmo freddo e chiuse gli occhi. Attorno a lei il mondo prese a vorticare finché non riaprì gli occhi. Non si trovava più nella stanza del palazzo di Lord Buornait, era all’aperto, stesa sull’erba verde. Un ragazzino sui tredici anni veniva verso di lei, agitando un mestolo da cucina. –Selena, ecco dov’eri!- esclamò appena le fu vicino –Ecco dove ti eri cacciata!- -Garrow- mormorò Il ragazzino annuì poi le porse la mano. La donna la prese e si alzò, ma una fitta la testa la costrinse ad aggrapparsi. Garrow barcollò, ma si riprese subito piantando i piedi per terra. –Selena ti senti bene ?- le chiese preoccupato. –Si si – rispose . Tuttavia il ragazzino continuava a guardarla ansioso. Raggiunsero la casa, la più isolata di tutte, costruita sulla collina. Selena si fermò a guardare la città di Carvahall, appariva come tutte le città che aveva visitato, piccola, piatta, piena di casette ammucchiate una contro l’altra. Eppure era la sua casa. Casa. Quella parola le pareva così dolce ma allo stesso tempo amara, come se lei non avesse il diritto di pronunciarla. –Come osi venire qui?- urlò qualcuno alle sue spalle. Si voltò, suo padre avanzava minaccioso brandendo un sasso come arma -Come osi venire qua, Assassina?- ripeté pronunciando l’ultima parola come un insulto. Selena reclinò la testa verso sinistra, gli occhi pieni di rimpianto. –Non hai il diritto di disturbare la nostra quiete!- L’uomo le si avvicinò stringendo il sasso. Ma la sua immaginò a sbiadire finchè non scomparve. Selena si ritrovò a premere ancora la guancia contro il marmo. –Salve moglie cara.- mormorò una voce. La donna alzò lo sguardo, la figura minacciosa di Morzan si stagliava davanti a lei, impedendole di vedere oltre. –Scusate vi ho svegliata.- mormorò poi le sferrò un calcio sulla tempia. Il mondo divenne nero come la pece e l’ultima cosa che Selena sentì fu la risata amara di Morzan. Brom Brom si massaggiò le tempie con vigore. Cercò di concentrarsi il mio possibile sugli animali per ascoltare i loro pensieri ma in quella locanda non sentiva altro che il brusio della gente. L’uomo borbottò sconfitto lasciando cadere le mani lungo il corpo. Sentì qualcuno battere due colpi sulla porta di legno e riconobbe nel nuovo arrivato un agente dei Varden. –Avanti.- disse. Un uomo comparve sulla soglia. Portava un mantello logoro e il fodero vuoto, negli occhi brillava una luce di preoccupazione e ansia . –Mio signore- mormorò facendo un buffo inchino Brom rispose con un cenno della mano infastidito –Cosa c’è?- chiese secco. L’altro rimase sbigottito per il comportamento del Cavaliere poi rialzando il capo rispose –Mio signore… si tratta della Mano Nera…- Brom lo guardò curioso –Avanti?- -Ha preso uno dei nostri…Dumojour signore.- L’ex Cavaliere iniziò a grattarsi la barba –E questa…Mano Nera sappiamo a chi ubbidisce?- L’uomo scosse la testa –Pensavamo a Galbatorix ma abbiamo ora ragione di credere che la sua lealtà è rivolta a Morzan.- Un brivido percosse la schiena di Brom appena sentì pronunciare il nome del Rinnegato e socchiudendo gli occhi ripeté –Morzan.- L’agente annuì. –Ora vai.-lo congedò e l’uomo se ne andò lasciando Brom da solo. L’ex Cavaliere sfiorò con un dito l’elsa di Undbitr. Un’idea gli balenò in mente. Sorrise a se stesso, si l’avrebbe realizzata, avrebbe fatto fuori in un colpo solo Morzan e la Mano Nera.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Selena Selena osservò il proprio volto allo specchio. Gli occhi erano cerchiati di nero, un livido violaceo spiccava sullo zigomo e sopra il sopracciglio un piccolo taglio, inferto le da Morzan la notte precedente. Si passò una mano sulla ferita e mormorò un incantesimo di guarigione avvertì un formicolio sulla fronte , poi tutto passò. Era rimasta solo una sottile striscia bianca. Grugnì soddisfatta. In quel momento la porta si spalancò e Morzan entrò sempre con quel ghigno stampato sulla faccia. –Amore andiamo.- le ordinò sprezzante Selena annuì e ondeggiando il bacino gli andò incontro. Appena la vide vicino il Cavaliere ghignò –Sei brutta.- La donna annuì remissiva e l’uomo la prese sotto il braccio, conducendola fuori. Sul porticato il drago rosso di li aspettava tenendo il testone vigile. Quando vide il suo Cavaliere arrivare emise un brontolio e sbuffò fumo dalle narici. Selena rabbrividì quando vide il grosso occhio giallo del drago guardarla con aria inquisitoria. Morzan fece salire la consorte sul dorso della creatura e poi s’arrampicò anche lui. La donna accarezzò il collo del drago, le squame rilucevano in una luce purpurea. Il drago spiccò il volo senza che il suo Cavaliere dicesse qualcosa ma Selena capì che i due si erano contattati telepaticamente. A volte invidiava Morzan per quel legame, anche lei avrebbe desiderato avere qualcuno con cui confidarsi, sfogarsi e condividere le sue emozioni. Si voltò per osservare il marito, i capelli lunghi neri gli svolazzavano intorno al viso, gli occhi di diverso colore scrutavano il cielo come a coglierne tutte le sottigliezze che di solito sfuggivano, la bocca distorta in una smorfia, lo trovava ancora affascinante. Nonostante la facesse soffrire adorava quei momenti in cui stava da sola con lui, quei momenti di intimità che lui le concedeva raramente. Morzan abbassò lo sguardo e le sorrise. Selena rabbrividì e si sentì ancora come la ragazzina svampita di cinque anni prima che lo aveva seguito ammaliata dal suo fascino. Il Cavaliere le mise una mano dietro alla testa e la spinse con forza sulla sua, le loro labbra si unirono violentemente. Lui insinuò la lingua tra i suoi denti, e lei gli prese il volto tra le mani. Restarono in quella posizione , finchè il drago non emise un brontolio infastidito. Morzan proruppe in una risata e disse rivolto all’essere –Si vecchio mio , quando anche incontrerai anche tu una dragonessa voglio proprio vedere come rifiuterai i suoi baci…- continuò a ridere. La moglie lo guardò disgustata, poi evitare che il marito incrociasse il suo sguardo, si girò per guardare le nuvole che sfilavano intorno a loro. Quando il Cavaliere smise di ridere le sfiorò una spalle e iniziò a giocherellare con una ciocca di capelli castani. –Su Selena cara, voltati a guardarmi – mormorò poi le tirò talmente forte la ciocca da farle venire le lacrime agli occhi. La donna torse il collo e gli rivolse uno sguardo di perplessità. –Non guardarmi così!- urlò Morzan alzando il braccio minaccioso. –Scusate marito caro- mormorò lei abbassando gli occhi frettolosamente. Il Cavaliere calò il braccio, sulle labbra un ghigno compiaciuto Le accarezzò la testa e avvicinando la bocca al suo orecchio mormorò –Lo sai che sei bellissima.- Selena rialzò gli occhi riconoscente e sussurrò –Ti amo.- Brom Brom si passò una mano davanti al viso e lo specchio gli rifletté l’immagine di un vecchio. Sorrise soddisfatto ,l’incantesimo gli riusciva bene. Mormorò le parole della magia e assunse le sembianze di un uomo sulla mezz’età. Bussarono alla porta, il suo viso assunse una smorfia poi ritornò quello di prima. –Avanti.- disse rauco. La faccia di una ragazzina si affacciò dalla porta -Signore mio padre.- iniziò ,torcendosi le mani –Mio padre.. chiede…quando avete intenzione di saldare il conto –finì nascondendo la faccia nel colletto della camicia per nascondere le guance arrossite. Brom sospirò alzando gli occhi al cielo, poi prendendo delle monete dalla saccoccia le porse alla ragazzina. Quella nel frattempo lo osservava incuriosita, poi i suoi occhi si posarono sull’elsa di Undbitr e trattenne un gridolino. L’uomo le si avvicinò, e si premette un dito sulle labbra supplichevole. La ragazzina annuì timorosa poi chiese –Siete un Cavaliere?- Brom la guardò cupo –Lo ero.- rispose. La ragazzina si coprì la bocca con una mano –Mi dispiace .- mormorò L’uomo annuì malinconico –Lei ,il mio drago è ….- si strinse le spalle –E’ stata uccisa.- trattenne a stento le lacrime –Uccisa.- ripeté La ragazzina lo guardava preoccupata poi scosse la testa e i capelli rossi le svolazzarono intorno –Spero che uccidiate quel bastardo. Chiunque uccida draghi non ha il diritto di vivere.- Brom le sorrise debolmente –Come Galbatorix.- -Specialmente GALBATORIX! –urlò - Quel bastardo, figlio di una…- imprecò a denti stretti L’uomo la osservò meravigliato, non poteva credere che simili parole fossero pronunciate da una persona così graziosa –Ti piacerebbe unirti ai Varden?- azzardò a domandarle. Gli occhi della ragazza brillarono –Con piacere!- -Lo sai, che se accetterai perderai la tua famiglia, i tuoi amici?- Quella annuì convinta. –Bene .- mormorò Brom –Partiremo domani all’alba !- La ragazzina batté le mani felice, fece per andarsene quando l’uomo la fermò –Aspetta, come ti chiami?- le chiese -Juna- rispose. –Juna posso sapere perché odi Galbatorix?- La ragazzina ci pensò su poi rispose –Mio zio…ha abbandonato la sua famiglia per unirsi al re…da quando lui se ne è andato mia madre è caduta in uno stato…- si asciugò le lacrime con il dorso della mano. –Come si chiama?- chiese Brom con dolcezza -Morzan .- rispose secca Juna chiudendo la porta. Nota dell’Autrice Salve, innanzitutto mi scuso per gli errori che ci saranno(nonostante che io rilegga il testo mille volte, questi compaiono solo dopo che l’ho pubblicato) ,poi per come ho chiamato il drago di Morzan(non avendo un nome…) . Scommetto che vi ha stupito sapere che il Cavaliere Rosso avesse una sorella ma come dico sempre io nel male c’è sempre del bene. Bacioni

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