L'ultimo dominatore dell'aria

di Wise girl
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Il nuovo avatar dell'acqua ***
Capitolo 3: *** Imparo a usare i miei poteri ***
Capitolo 4: *** Amica o nemica ***
Capitolo 5: *** Ricordi ***
Capitolo 6: *** Cambia qualcosa ***
Capitolo 7: *** Decisione definitiva ***
Capitolo 8: *** Tre punti di vista ***
Capitolo 9: *** E ora iniziano i problemi ***
Capitolo 10: *** Lo scontro è inevitabile ***
Capitolo 11: *** Unione ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo

Prologo


La terra è divisa in quattro nazioni in lotta fra di loro. In lotta non è esattamente il termine più adatto: diciamo che tra questi quattro popoli non corre buon sangue.


I poteri sono associati ai quattro elementi: aria, terra, acqua e fuoco.

In ciascuno di essi gli abitanti sono molti, ma solo uno ha il dominio sull’elemento: “l’avatar”.


Ciascuna nazione non interagisce con le altre: ognuna viene considerata dall’altra inferiore, tuttavia si è giunti ad un trattato di pace, così complesso che non l’ho ancora compreso nemmeno io.


Secondo il mio parere potremmo vivere tutti pacificamente insieme, ma il mio parere non conta.


Il dono di padroneggiare l’elemento viene trasmesso alla morte dell’avatar ad un cittadino qualunque che abbia almeno 16 anni.


Chi sono io, vi starete chiedendo. Sono Percy Jackson, vivo con mia madre Sally nel distretto che domina l’acqua. Ho 17 anni, occhi verdi e capelli neri e mossi.


L’avatar adesso è Poseidone, che non ha nessun ruolo di parentela con me. E’ molto anziano: molti nel villaggio attendono la sua morte per scoprire se saranno loro i prossimi avatar.


Io invece spero solo di non essere il prossimo: essere l’avatar è una grande responsabilità, ti devi prendere cura di tutto il popolo, sei il leader e io non voglio assolutamente assumermi questo compito.


Mia madre mi definisce un ragazzo complicato. Non sono molto bravo con le armi quindi non sono utile come soldato. Non sono bravo neppure nei lavori manuali, come fabbricare armi o trasportare oggetti, perché non ho un gran fisico.

L’unica volta che ho provato a tirare con l’arco ho rischiato di colpire Travis (un mio caro amico); l’unica cosa che mi riesce bene è la pesca.


Nonostante tutto siamo sempre rimasti in “pace” con le altre nazioni, ma era da un po’ di giorni che soffiava una brutta aria.


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Capitolo 2
*** Il nuovo avatar dell'acqua ***


il nuovo avatar dell’acqua

il nuovo avatar dell’acqua


Quella mattina mi svegliai nella mia tenda, preoccupato perché era il giorno dei giochi, in pratica il giorno in cui si sceglievano gli abitanti più forti dai 16 ai 25 anni per proteggere l’avatar. Delle guardie del corpo insomma.


Ma perché ci devo andare? Tanto come tutti sanno sono un imbranato!” commentai mentre stavamo facendo colazione.


Percy tu non sei un imbranato sei solo…”


Un ragazzo difficile, si lo so” conclusi io.


Sono proprio le persone che si differenziano dalle altre che sono destinate a grandi cose, sai” tentò di rassicurarmi mia madre.


Grazie dell’incoraggiamento mamma” dissi, prima di abbracciarla.


Finito di mangiare ci dirigemmo verso il luogo dove si sarebbe tenuta la prova, si sentiva palpabile l’interesse di tutta la nazione.


Arrivammo nella piazza dove si teneva la prova: si trattava di una struttura da scalare. Lo scopo era raggiungere la cima, segnalata da una bandiera azzurra con un tridente verde al centro, che era il simbolo della nazione. Man mano che si saliva c'erano ostacoli più o meno complessi.


Perfetto! Proprio quello che fa per me” commentò ironicamente una voce nella mia testa.


A quella prova c'erano tutti, compresi i miei amici, anche loro come me lì per lo stesso motivo: esser scelti per proteggere il nuovo avatar.


C’erano Connor e Travis Stool , due fratelli talmente simili da poter essere gemelli, con occhi marroni e capelli rossicci. C’erano Silena Beudegard, ragazza gentile e aggraziata, con capelli lunghi, neri e occhi azzurri e Rachel Dare, creativa e bizzarra con cappelli ricci, rossi e occhi verdi.


I miei amici erano tutti all'incirca della mia età; poi chiaramente c’erano anche un sacco d altre persone, sia spettatori che partecipanti.


"Ansioso, Jackson?" Mi chiese una voce che non potevo non riconoscere.


Clarisse, una ragazza della mia nazione, ce l’ha a morte con me da...da sempre, non so il perché.


Ha i capelli lisci e castani, gli occhi a dir la verità non ci ho mai fatto caso, però sul marrone, penso. Ha un anno più di me.


"Clarisse? No, per niente" mentì.


"Mmmm ti si legge la paura negli occhi, ma non preoccuparti perché sarò io a vincere e quindi a proteggere l'avatar, sempre che non lo sia io ovvio" disse.


Io stavo per ribattere, ma la voce di Poseidone risuonò.


"Bene cittadini, come ogni 10 anni è giunto il momento di scegliere attraverso una dura prova il protettore ufficiale dell’avatar. La prova abbia inizio!" dichiarò.


All’annuncio ci fu un boato generale …. poi però tutto divenne silenzioso, troppo silenzioso,


Tutto d'un tratto una freccia infuocata si impiantò nel terreno e ne seguirono altre.


"La nazione del fuoco!" urlarono in molti, agitati.


"Dai Percy, vieni dobbiamo scap..." disse mia madre. Non fece in tempo a finire la frase che una freccia infuocata la colpì in pieno petto e lei cadde a terra.


"Nooo!" Urlai, mi chinai per non lasciarla cadere. Un uomo della nazione del fuoco mi stava per colpire con la spada, quando sentì il suono metallico di un’altra lama e alzai lo sguardo.


"Clarisse!" dissi sorpreso.


"Ciao pivello" riuscì a dire mantenendosi concentrata sul rivale "che fai li impalato: corri fa qualcosa!" Gridò, tirando un fendente che mandò al tappeto il tipo.


Io indietreggiai per poi alzarmi goffamente e correre verso la mia capanna: mia madre teneva nascoste alcune armi in un bidone nel caso d'attacchi.


Mentre correvo sentì un rumore d'acqua che scorreva, mi girai e vidi Poseidone in azione, maneggiava l'acqua come un bimbo con la plastilina che modella ciò che vuole.


Schiantò un’onda d'acqua contro tre guerrieri del fuoco e fece lo stesso con altri tre: stava facendo ritirare la nazione del fuoco, abbattendo i soldati con centinaia di litri d'acqua che scagliava loro contro. Ad un certo punto, però, una lama gli trapassò lo stomaco.

Cadde a terra e vidi il suo assassino, un ragazzo si e no della stessa mia età.


"Ma sei scemo! L'avatar non andava ucciso" lo rimproverò un suo compatriota li vicino.


In quel momento mi sentì pieno di rabbia per tutto: la morte di mia madre, la nazione del fuoco che aveva violato il trattato, l'assassinio di Poseidone.


Di colpo dalle mie mani nacque acqua che crebbe sempre di più: subito la spinsi verso il ragazzo che aveva assassinato Poseidone, poi su molti altri.


Dopo poco tempo sentì qualcuno della nazione rivale urlare RITIRATA! e la nazione in poco tempo si dileguò.


Alla fine dello scontro i morti erano solo 2. Però sfortunatamente quei 2 erano mia madre e Poseidone, l'avatar.


Mi guardai le mani sconvolto: “no, non posso essere io” ripetei sotto voce.


"Jackson l'avatar!" Strillò esterrefatta Clarisse.


Aveva la maglietta strappata e dei graffi che le coprivano tutte le braccia.


"Si Clarisse, che ti piaccia o no è lui il nuovo avatar" annunciò Rachel con approvazione.


Io mi sentì un forte peso allo stomaco.



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Capitolo 3
*** Imparo a usare i miei poteri ***


Imparo a usare i miei poteri

Imparo a usare i miei poteri


Sentivo tutti gli occhi puntati su di me: sguardi speranzosi, invidiosi o rabbiosi per il fatto che la loro nazione era in mano a un ragazzo di 17 anni.


La testa mi incominciò a girare, mille voci si sovrapposero nella mente: "Sono proprio le persone che si differenziano dalle altre che sono destinate a grandi cose" "che ti piaccia o no è lui il nuovo avatar" "la prova abbia inizio!" "Ansioso Jackson?"


"Ehm...Percy" la voce di Rachel mi fece tornare alla realtà.

"Si" dissi dopo aver scosso la testa.


"Aspettiamo tutti un tuo parere, cosa dobbiamo fare" mi domandò lei con un luccichio negli occhi.

"Io...è...iniziate a riassestare la nazione" balbettai. Poi le persone si misero a camminare in lungo e in largo e a discutere, io ne approfittai per andarmene.


Stavo per entrare nel bosco che segnala il confine della nazione, per lo meno come nazione naturale.


"Ehi aspetta!" Grido una voce femminile in avvicinamento.

"Dove vai?" Mi chiese Rachel, dopo avermi raggiunto.


"Rachel, io non sono pronto per fare l'avatar! Non sono neanche adatto! Gli dei hanno scelto male l'erede del dominatore dell'acqua" dichiarai deciso.


"Percy ti rendi conto di quello che stai dicendo? Stai incolpando gli Dei" mi fece notare.


"Si, okay è vero li sto incolpando, dammi una buona ragione per non farlo, che mi spieghi perché hanno scelto me?".


"Perché... Sei un ragazzo no un uomo fantastico che si sottovaluta sempre e anche di molto" confermò lei, arrossendo leggermente.


Io mi girai per continuare a camminare verso i confini della nazione, ma qualcosa o meglio qualcuno (Rachel) mi tirò con le due mani verso di lei e mi baciò, un bacio impacciato e ricco di incertezza.


"Ti prego resta, non te ne andare, tutti hanno bisogno di te, io ho bisogno di te"

Confessò una volta terminato il bacio.


"No, io non posso".


"Okay... Prenditi un giorno ma non di più; dirò che ti sei preso un giorno di riflessione" disse.


"So che lo farai" risposi sorridendo e mi incamminai.


Ormai era mezz’ora che stavo camminando nel bosco. Non dovevo addentrarmi troppo perché rischiavo di perdermi, ma forse era meglio così: la nazione aveva bisogno di un avatar forte e saggio e io non ero niente di queste due cose.


Mentre ero assorto nei miei pensieri senti un rumore metallico li vicino come quello di una battaglia e corsi a vedere.


In effetti non mi sbagliavo: 4 persone stavano combattendo vicino ad un lago, a guardare meglio erano in 3 contro una ragazza, identificai subito i 3 ragazzi, membri della nazione del fuoco, mentre la ragazza non capivo di che nazione fosse.


"Ehi voi" gridai e i 3 si girarono.

"Perché non ve la prendete con uno della vostra altezza?" gli suggerì.


"È il nuovo avatar dell'acqua, prendiamolo!" Disse uno e si scagliarono tutti contro di me.

Dei, che guaio avevo combinato? Non potevo far finta di niente e continuare per la mia strada?


Sfruttai il fatto che mi trovavo vicino all'acqua e la evocai: all'inizio era pesante e difficile da manovrare, ma poi man mano divenne meno difficile e la buttai conto uno dei tre.


La ragazza mi guardò a bocca aperta, ora che la vedevo da più vicino era veramente bella: capelli ondulati e biondi, carnagione chiara ma come abbronzata.


"Attento" mi avvisò, poi qualcosa mi colpì sulla testa e svenni.


Mi risvegliai in una grotta non troppo profonda, illuminata dalla luce del sole: avevo un braccio fasciato e la testa mi girava.


"Sai che quando dormi sbavi?" mi annunciò una voce.

Io mi misi a sedere, mi guardai intorno e notai la presenza della ragazza che avevo "soccorso".


"Dove mi trovo?" chiesi massaggiandomi la testa, la ragazza indietreggiò.

"Tranquilla non ti farò niente" la rassicurai.


Lei si riavvicinò cautamente.

"Mi hai messo tu questa benda e portato qui?" Le chiesi nuovamente.


"Si" disse incerta "sei... Davvero l'avatar dell'acqua?" mi domandò.

"Purtroppo si" risposi sospirando.


"Perché purtroppo? Essere l'avatar è un dono: vuol dire che gli dei ti hanno scelto, nella mia nazione tutti lo sognano " disse lei.


"Non lo so, secondo me non dovrebbe nemmeno esserci la divisione in nazioni, tutti secondo me dovrebbero far parte della stessa nazione".


"Potrebbe essere una buona idea. Non potresti proporlo? Scusa sei l'avatar no?"

"Da circa quattro ore, stamattina la nazione del fuoco ci ha attaccati e assassinato il nostro avatar" spiegai.


"Ho... mi dispiace" commento.

"Si anche a me" risposi.

Quindi hanno violato il contratto” aggiunse.

Io la guardai, ora che la vedevo da più vicino notai che aveva gli occhi grigi, un grigio tempesta.


Rimanemmo un attimo in silenzio fino a quando non decisi di chiederle chi fosse, non potevo fidarmi poi più di tanto di lei, mi pareva una ragazza astuta e non volevo ritrovarmi in qualche trappola.


"Io mi chiamo Percy, la nazione penso tu l’abbia intuita. Tu sei?" le chiesi.

"Annabeth, nazione dell'aria" rispose con un lieve sorriso.


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Capitolo 4
*** Amica o nemica ***


Da questo capitolo la storia verrà narrata anche dal punto di vista di altri personaggi, spero non vi dispiaccia

Da questo capitolo la storia verrà narrata anche dal punto di vista di altri personaggi, spero non vi dispiaccia.


Amica o nemica


Percy’s pov


Solo in quel momento mi accorsi che il braccio fasciato mi bruciava come non mai, mi tolsi la benda e capì il perché.


"Cadendo dopo il colpo in testa ti sei procurato una bella ferita" mi spiegò.

"Quindi stai dicendo che..."gli chiesi.

"Dovrai restare qui fino a quando non guarirai, ma non sei costretto: se vuoi puoi tornare" disse "...la tua nazione ha bisogno di te" sospirò poi.

"No, aspetta, sono andato via dalla mia nazione per qualche giorno di pausa...resto qui" ribattei "sempre che tu voglia curarmi" aggiunsi.


Lei abbassò la testa per cercare di non farmi notare il suo sorriso furbo.


"Certo che ti curerò, mio fratello mi hai insegnato che esistono foglie con poteri curativi, esco a cercarne qualcuna, tu intanto riposa" mi raccomandò e uscì dalla grotta.


Bello è avere la certezza che al mondo c'è un altro che la pensa come te. Annabeth non è neanche della mia nazione e pur sapendo che io sono l'avatar non cerca nemmeno di ostacolarmi, mi aveva salvato da quei tre ragazzi. Poi che bella ragazza, mi pare sveglia e con la testa sulle spalle.


Il braccio mi prudeva come non mai, ma mi ricordai che quando mi tagliavo mia madre mi diceva sempre che se la ferita prudeva era un bene perché voleva dire che il tuo corpo stava reagendo nel modo giusto.


Ripensando a mia madre mi rattristai molto, non doveva morire, non in quel modo, non così in fretta.


Sentì gli occhi umidi, ma riuscì a trattenermi: non volevo mostrarmi vulnerabile nel caso che la ragazza tornasse.


Così mi sdraiai nuovamente sul pavimento roccioso della caverna ad aspettare il ritorno di Annabeth.


Annabeth's pov

Che credulone quel ragazzo: ha perfino creduto alla stupidata delle foglie curative" pensai a come sarebbe cambiata la mia vita e quella di mio fratello Malcom se avessi consegnato quel ragazzo al potente Zeus, l'avatar dell'aria.


Tutte le quattro nazioni sapevano che il potere si trasmette in modo del tutto casuale tra i membri della nazione, ma se l'avatar non resta lo stesso per un minimo di dieci anni i poteri non si ritrasmettono più all'interno della nazione e quest'ultima è destinata a cadere.


Mi restava solo di trovare un modo per avvisare la mia nazione, ma come? I confini della nazione dell'aria erano lontani almeno una giornata e mezza di cammino ... poi mi venne un'idea.


Thalia, una mia cara amica della mia nazione, mi aveva spiegato che se offrivamo un dono agli dei riuscivamo ad entrare in comunicazione con una persona a nostra scelta, ogni nazione sfruttando il proprio elemento.


Quindi dovevo sfruttare l'aria. Okay, non aveva alcun senso ma decisi di tentare: mi tolsi il bracciale donatomi da mio fratello e lo gettai davanti a me, questo scomparve. Continuavo a ripetermi nella mente che l'idea era stupida.


"Vorrei parlare con mio fratello Malcom, sono Annabeth" dissi.


Improvvisamente in un punto davanti a me l'aria si addensò e apparve mio fratello con una faccia decisamente non troppo felice.


"Annabeth dove sei finita? Sai che ti ho cercata in tutta la nazione!" Disse con tono autoritario.

"In effetti non sono nei confini della nazione" confermai timidamente.

"Questo l'ho potuto valutare" disse irritato.


"Lo so che sei arrabbiato e ti posso capire, ma se sapessi che tengo prigioniero il neo avatar dell'acqua...cambierebbe qualcosa?" domandai speranzosa.

"Cosa vuoi dire?" incalzò lui.


"Sai di quanto cambierebbe la nostra vita se fossimo noi a consegnare a Zeus l'avatar? E siccome lo è da poco, uccidendolo poi porremmo fine alla nazione dell'acqua che sarà costretta ad allearsi a noi" chiarì. Malcom parve convinto.


"Dove ti trovi?" mi chiese.


"Vicino al fiume Stige c'è una grotta, ci troverete li" dichiarai, prima che l'immagine si dileguasse nell'aria. Tornai soddisfatta alla grotta.


Rachel's pov


Dei! E ora come facevo a dire a tutta la nazione che Percy si rifiutava di essere l'avatar?! Come minimo mi scuoieranno per averlo lasciato scappare.


Oh, Rachel, perché amavo quel ragazzo al punto di mettere in pericolo tutta la nazione pur d'esaudire un suo desiderio? Mi rimproverai da sola.


Arrivata all'inizio del bosco molta gente mi corse in contro chiedendomi di Percy e io dovetti pensare ad una frase che spiegasse, ma non a fondo, la situazione.


"Il...il giovane avatar ha deciso di prendersi un giorno di ehm...pausa, potremmo dire" spiegai.

"Che sciocchezza! Non ha il coraggio ve lo dico io" urlò Clarisse distinguendosi dalla folla.

"Penso che voi tutti possiate comprendere la difficoltà di poter diventare avatar, in più ha una così giovane età" continuai io ignorando l'affermazione di Clarisse.


Tra la gente si creò un brusio di sottofondo per discutere sulle mie parole.


"Io sono d'accordo e appoggio il mio amico" disse Connor sorridendo, poi alzò la mano come per mettere la scelta ai voti.


Seguirono le mani alzate di suo fratello Travis, di Silena e di tutti gli altri, per ultima quella di Clarisse che l'alzò con riluttanza: io sorrisi, fiera d'aver convito la nazione con le mie parole.


"Bene, allora aspetteremo l'indomani il ritorno dell'avatar. Nel frattempo chi si offre di fare il primo turno di guardia per la notte?" chiesi.


Percy's pov


"Ah, eccoti qua sei tornata, non ci speravo più" dissi vedendo riapparire Annabeth nella grotta.

"Tu mi sottovaluti" ribatté lei avvicinandosi "scusa, non ho trovato le foglie curative, ma intanto ti sciacquo la ferita" mi informò, poi mi strappò un pezzetto di maglietta per scomparire e tornare poco dopo con il mio pezzo d'ex maglietta bagnato e me lo poggiò sulla ferita.


"Non mi hai detto quanti anni hai, posso saperlo?" le chiesi dolcemente.

"Diciassette" rispose.

"Che coincidenza, anche io" confessai.


"E così vivi nella nazione dell'aria?"

"Si con mio fratello Malcom, superiore a me di tre anni"

"E i tuoi genitori?"


Lei si irrigidì e si rattristò allo stesso tempo.


"Mi spiace non volevo..."

"Parli troppo" mi disse con voce ferma, poi si allontanò di un metro e si mise su un fianco.


Decisi che prendere in considerazione l'idea di dormire non era male, così chiusi gli occhi e mi addormentai.

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Capitolo 5
*** Ricordi ***


Ricordi


Scusate per l’immenso ritardo nell’aggiornare. Prometto di impegnarmi nel farlo più spesso (se la storia interessa) comunque ecco il capitolo

Ricordi



Malcom's pov


Spero che mia sorella non dica il falso. Da quando i nostri genitori sono morti nella grande battaglia di 10 anni fa non siamo ben visti dall'Avatar e quindi siamo un tantino emarginati.

Annabeth sostiene che sia stata la moglie Era, attraverso uno stratagemma, a convincere il marito di ciò e quindi è da un po' di anni che cerca disperatamente un modo per farci notare nella nazione. Con questo non voglio dire che non le credo, mi fido di mia sorella, ma dichiarare una cosa così impegnativa...d'altronde aveva un così bel barlume di speranza negli occhi che deluderla mi avrebbe provocato una fitta al cuore tale da ricoprire buona parte dell'oceano. Così mi diressi al castello dell'Avatar Zeus per riferirgli ciò che affermava mia sorella. Nel cammino continuavo a pensare alle frasi più consone da dire: signore...mia sorella afferma una cosa che ha dell'incredibile... No non va' non è mica una notizia che si confidano tra loro due amici… Signore come reagirebbe se le dicessi che mia sorella... Smisi per un minuto di pensare e mi ricordai per un attimo il terribile momento di dieci anni fa.


la guerra era in atto e le condizioni per tutti erano molto gravi: feriti, morti. Nostro padre era fuori chi sa dove tra la folla a combattere, io mamma e Annabeth nella nostra tenda.

"voi nascondetevi" disse Athena mia madre in preda al panico.

"ma... voglio aiutare" ribattei io, mentre Annabeth che aveva 7 anni si stringeva alle mie gambe spaventata cercando protezione da uno che aveva solo 3 anni in più.

"No Malcom ascoltami nasconditi, ho bisogno che protegga tua sorella" protestò riuscendo a mettere un tono fermo nella voce nonostante tutto.

Io allora obbedì, presi mia sorella in braccio e corsi a nascondermi sotto al tavolo;

subito dopo apparvero due individui vestiti con indumenti scarlatti che riconobbi come due della nazione del fuoco.

"No vi prego...qui non c'e niente" singhiozzò mia madre.

"Sta zitta!" urlò uno; subito dopo un terzo individuo apparve nella tenda: aveva una veste verde acqua, si mise ad affrontare i due uomini della nazione del fuoco e poi si rivolse a mia madre con la spada ancora sporca di sangue.

Mamma lo guardava con occhi che non saprei decifrare, poi lui con un gesto veloce le trapassò il corpo e corse via.

Dovetti fare uno sforzo norme per non urlare e per trattenere mia sorella che si dimenava in lacrime...


"Fermo Chase dove pensi di andare?" Mi domandò Ottaviano puntandomi la spada alla gola.

"Devo riferire un messaggio all'avatar" chiari.

"Un messaggio? E da chi? Da quella scroccata di tua sorella?" Ribatté lui.

"Anche se fosse, cosa ti importa" risposi stringendo i pugni. Ottaviano era un ragazzo di 20 anni come me, ma alto, piuttosto magro, con i capelli color sabbia e gli occhi azzurri tendenti al grigio. Non mi era mai stato particolarmente simpatico, ma da quando era stato scelto come protettore...beh questo non aveva fatto altro che aumentare la sua arroganza.

"Come osi rispondermi in questo modo!"

"Visto che hai vinto questa carica con l'inganno…"

"Ottaviano, che succede qui?" Intervenne una vice femminile, impedendo a Ottaviano di infilzarmi con la spada.

Mi comparve un sorriso in viso. Thalia, la figlia di Zeus, rappresentava perfettamente l'aria con quei suoi occhi blu elettrico e le meches azzurre su i capelli corvini, corti e delle lentiggini poco accennate sul viso che sembravano le stelle trapunte nel cielo.

"Signorina questo..." Ottaviano si fermò come per cercare una parola adeguata ma sgradevole allo stesso tempo per descrivermi "...suddito vorrebbe parlare con suo padre" terminò.

"Bene lascialo entrare" acconsentì Thalia.

"Ma, va prima perquisito, potrebbe avere cattive intenzioni o..."

La ragazza lo azzittì con un cenno di mano e mi invitò a seguirla nella sala del...em...trono.

Nel breve tragitto ero pietrificato, non sapevo se parlare o conservar le parole per formare una volta davanti a Zeus un discorso decente; purtroppo mi trovai ben presto ad affrontare questa situazione.


"Signore...em, mia sorella...afferma di, tener prigioniero l'Avatar dell'acqua che a quanto pare si è stabilito da pochi giorni e...lei sa meglio di me che se l'Avatar è..."

"Comprendo comprendo" disse lui non facendomi finire di parlare.

"Questo vicino ai confini della nazione dell'acqua sul fiume Stige, all'incirca due giorni di cammino da qui o anche meno" aggiunsi.

"Sai bene che può essere pericoloso, ma..."

"Appoggio!" Interruppe Jason, fratello di Thalia, ragazzo alto biondo, occhi azzurri e una strana cicatrice sul lato destro del labbro superiore.

"Figlio" rimproverò Zeus.

"Se questo potrebbe portare la nazione dell'acqua...io mi offro volontario, però non conosco il luogo, mi dovrà accompagnare il ragazzo" disse Jason indicandomi.

"Bene allora è deciso, Ottaviano ti incarico di accompagnarli".

"Io cosa…" annunciò Ottaviano che stava ridendo sotto i baffi per chi sa' cosa.

"Sei incaricato di accompagnare mio figlio e..." "Malcom" gli suggerì "...mio figlio e Malcom a catturare l'Avatar dell'acqua" terminò Zeus.


Fu il mio turno di ridere, ma durò giusto il tempo che mi servì per capire che stavo per partire con un perfetto sconosciuto e un ragazzo che mi stava parecchio antipatico.


Percy's pov


Quella notte sognai l'attacco alla nazione: rivissi tutti i particolari e mi sentii molto male.

Quando apri gli occhi, feci per alzarmi ma qualcosa dalla parte sinistra del corpo mi teneva giù, guardai ed era la ragazza ancora addormentata che usava il mio petto come cuscino.


"Comoda?" Chiesi.

Lei si svegliò e si affrettò a allontanarsi, sembrava molto imbarazzata.

"Dai tranquilla...cosa dici dottoressa del mio braccio: come procede la cura?" Domandai in tono scherzoso.

Annabeth mi aggirò squadrandomi "è in via di guarigione".

"Oh bene, così posso tornare alla mia nazione: sai stanotte ho riflettuto e...".

"Ma...è un processo molto lento ti consiglio di stare qui almeno tutto oggi" aggiunse lei allarmata.

"Okay!" Dissi risedendomi lentamente.

"Vuoi qualcosa da mangiare? Posso prendere dei pesci" mi chiese alzandosi.

"Ma si, dai che fame ne ho, vuoi aiuto?".

"E perché vorresti aiutarmi? Pensi che non ci riesca da sola?" Disse lei lievemente infastidita, incamminandosi verso l'uscita della grotta.


"Assolutamente no! E che pensavo...visto che sono..."

"Maschio!" Suggerì lei con tono fermo senza girarsi.

"No..." stavo per dire l'Avatar dell'acqua ma non volevo elogiarmi "...più o meno in buona salute volevo aiutati, sai tu mi hai fatto un grande favore portandomi qui e...so che questo non può ricambiare ma...un’amica si aiuta sempre giusto?".

Lei si fermò un attimo pensierosa "ce la faccio anche da sola...grazie" disse prima di continuare a camminare.

Quando fu uscita dalla grotta ripensai con nostalgia a quello che mi diceva sempre mia madre.


Ricorda Percy: le nazioni sono in eterno conflitto, se mai ti capitasse di incontrare un membro di una nazione differente dalla nostra non permettergli mai di coglierti di sorpresa.


No, tutto questo poteva anche essere vero, ma se lo era perché Annabeth mi avrebbe portato qui? Mi avrebbe potuto lasciare svenuto li, in mano ai membri della nazione del fuoco che mi pare strano che se ne siano andati così, accontentandosi di aver tramortito l'Avatar dell'acqua e senza catturare sia me che lei.

Non penso che abbia cattive intenzioni: mi ha anche curato la ferita al braccio, insomma se avesse cattive intenzioni perché fare tutto questo?.

Rimasi li in attesa che la ragazza tornasse con i pesci.

Annabeth's pov


Quel ragazzo troppo gentile non rientrava per niente nelle descrizioni che mio fratello dava continuamente ai membri delle altre nazioni: non era né arrogante né antipatico e neppure scorretto. Anzi a dire il vero sembrava un po' ingenuo: "amica" mi aveva chiamato. Mi conosceva appena eppure si fidava di me. Il problema era che stava facendo l'errore più grande della sua vita: io stavo contribuendo alla sua cattura e molto probabilmente alla sua morte.

Mi venne un briciolo di rimorso e lottai per un secondo, indecisa se tornare indietro e avvisarlo di ciò che stava per accadere: forse potevamo trovare una soluzione diplomatica.

Mi tornò in mente la scena brutale di dieci anni fa: Poseidone che uccideva mia madre e successivamente molto probabilmente anche mio padre, lasciando me e mio fratello da soli.


Strinsi i pugni: no quello che stavo facendo avrebbe fatto riavvicinare me e mio fratello alla nazione. Era la cosa migliore da fare.

Durante il tragitto per tornare alla grotta continuai a ripetere ANNABETH CONCENTRATI SUL TUO OBBIETTIVO, ANNABETH È LA COSA GIUSTA.

Arrivai al fiume e presi un lungo bastone che trovai li vicino e ci legai in cima il mio pugnale. Aspettai dei pesci: non ci volle molto per far si che due trote passassero e le infilzai con la punta del pugnale.

Tornai alla grotta e quel Testa d'Alghe....si gli si addiceva come nome, non si era mosso nemmeno di un millimetro.


"Oh bene sei tornata. Morivo di fame" annunciò il ragazzo appena mi vide comparire con i due pesci.

Io annui e gli passai il suo pesce, lui lo guardò stranito.

"Che hai?" Gli domandai.

"È che di solito...non so come si pulisce un pesce" confermò arrossendo.

"Mi stai prendendo in giro?!" dissi divertita.

Percy chinò la testa e capì che non stava scherzando, trattenni una risata e gli porsi il mio già vigorosamente pulito.

"Grazie" disse lui "sai di solito al cibo ci pensava mia madre" aggiunse.

"Io invece sono cresciuta assieme a mio fratello, i miei genitori sono morti nella grande battaglia di dieci anni fa'" confidai io sospirando.


"Oh...mi dispiace" disse, poi si avvicinò pericolosamente a me e mi abbracciò.

Io rimasi sconvolta, era da molto tempo che qualcuno non mi abbracciava, ma la sensazione era piacevole, mi sentivo protetta.

"Mia madre diceva sempre che un abbraccio è la migliore cura per quando sei triste" confermò.

A quelle parole mi lascia coinvolgere nel caloroso abbraccio e sussurrai un grazie.


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Capitolo 6
*** Cambia qualcosa ***


Cambia qualcosa

Cambia qualcosa


Malcom's pov


Arrivammo alla scuderia dove ci aspettavano quattro magnifici cavalli. Quattro perché? Mi domandai mentalmente.


"Nel caso tua sorella avesse ragione il cavallo sarà per lei" affermò Jason salendo sul suo cavallo grigio.

Mi ci volle un attimo per fare i conti : 4 cavalli: siccome uno per Jason, uno ipoteticamente per mia sorella e uno per Ottaviano. Il quarto era per me, ma io non avevo la minima idea di come si andasse a cavallo. Inoltre avevo un po' di paura, anche se non lo avrei mai ammesso.


"Stai aspettando la manna dal cielo?" mi domandò irritato Ottaviano, già sul suo cavallo.


"Cosa? No" dissi e salì con un po' di difficoltà sul mio cavallo, poi i cavalli iniziarono a galoppare verso il fiume Stige.


Percy's pov


Annabeth si sciolse dall'abbraccio. Negli occhi della ragazza si notava un velo di incertezza ma non ci badai poi così tanto.

"Che ne dici se per cercare il pranzo invece mi aiutassi?" concesse lei.

Io sorrisi, probabilmente per lei chiedere un aiuto per qualcosa richiedeva uno sforzo enorme.

"Ne sarei onorato" risposi.

Uscimmo dalla grotta e ci mettemmo in cerca di qualche bacca o frutto. Non riuscivo ancora bene a identificare Annabeth: a volte dura e rigida, altre fragile e dolce. Non capivo proprio a cosa erano dovuti questi così frequenti cambi di umore.


Arrivammo in una radura completamente spoglia, eccetto qualche basso arbusto e alcuni cespugli.

"Percy vieni presto, penso di aver trovato delle more!" gridò la ragazza mentre correva verso ai cespugli.

Mi incamminai verso di lei quando a un certo punto mi sentì osservato, mi guardai attorno e notai dietro ai cespugli un ragazzo che incoccava una freccia in direzione di Annabeth.

"Attenta!" Gridai correndo verso di lei. La spostai dalla traiettoria della freccia appena in tempo, fortunatamente non colpì neanche me.

Subito dopo un ragazzo vestito in un completo verde, simbolo che diceva che faceva parte della nazione della terra, si fece avanti con un altra freccia incoccata sull'arco.


"Che ci fate voi qui?" Domandò tenendo a stento fermo l'arco."Vattene" gridai deciso facendo apparire una sfera d'acqua nella mano.

Il ragazzo sgranò gli occhi " ma tu sei..."

"Si lo sono e ti uccido subito se non te ne vai" risposi senza neanche farlo finire.

Il ragazzo indietreggiò spaventato e poi corse via, lasciandoci soli.


Annabeth's pov


Non riuscivo a crederci: Percy aveva assunto un atteggiamento cosi protettivo nei miei confronti…. il suo tono quando minacciava il ragazzo era cosi protettivo!

"Mi hai salvata...perché?" riuscì a domandargli con un fil di voce.

"Tu hai salvato me, non te lo ricordi più? E inoltre si fa' così tra amici...ci si aiuta a vicenda" mi rispose avvicinandosi.

Ecco che quella sensazione allo stomaco cominciava a rifarsi sentire.

"Si ma io non sono...della tua stessa nazione" ribattei.

"Basta con questa storia delle nazioni, io penso che se le 4 nazioni collaborassero il mondo sarebbe più bello no? Basta tradimenti. Discriminazioni tra le nazioni, non pensi?".

Adesso la sensazione di nausea ormai stanzia nel mio stomaco.

Penso che dovresti tornare dalla tua gente” dissi abbassando lo sguardo “...sarebbe una disgrazia se ti perdessero, sono fortunati ad averti".

Tornammo alla grotta e mi accasciai per terra. Il pensiero di quello che stavo contribuendo a fare mi fece sentire debole e una sensazione di freddo mi investì a tal punto che mi raggomitolai su me stessa.

"Hai freddo? mi chiese premuroso.

"Un po'" lo informai.

"Aspetta..." Disse, poi si sdraiò accanto a me e mi fece appoggiare la testa sul suo petto.

"Va meglio?" Mi chiese.

Io risposi con un sorriso e dopo poco mi addormentai sentendomi al sicuro e mi dimenticai di metterlo al corrente di cosa stava per accadere.


Mi risvegliai nel pomeriggio, perlomeno questo sembrava dalla luce che entrava nella caverna. Mi tirai in piedi e mi guardai attorno: ormai non c’era più molto tempo per avvisare Percy.


Percy…ehi, sveglia” dissi dandogli un lieve calcio per svegliarlo.

Ciao” rispose battendo gli occhi prima di tirarsi in piedi.

Vederlo così tranquillo mi infastidiva ancora di più.

Percy senti…” presi un respiro profondo “…devi andare”.

Perché?” chiese.

La tua gente ha bisogno di te e io…io…sono una cattiva persona”

Non chiamarla la mia gente e poi…tu non sei cattiva!” sbraitò quasi arrabbiato per la mia dichiarazione.

Io indietreggiai.

Scusa ma…tu non sei cattiva, una persona cattiva non mi avrebbe salvato l’altro giorno e mantenuto in vita” spiegò calmandosi.

Si ma l’ho fatto perché…” non finì di ribattere che tre ombre affusolate apparvero sul pavimento della grotta.




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Capitolo 7
*** Decisione definitiva ***


Decisione definitiva

Eccomi qua *si nasconde* come avrete potuto vedere non sono una grande mantenitrice di promesse e mi scuso anche in anticipo perché non sono sicura che aggiornerò spesso.

Ringrazio tutti quelli che stanno seguendo e che hanno messo tra le preferite, ricordate questa fiction.

Ecco il 7 capitolo, spero vi piaccia e che riuscirò a incuriosirvi fino alla fine della storia.


Decisione definitiva


Annabeth’s pov

"Ottimo lavoro ragazzina!" Tuonò la voce del ragazzo sul lato destro dei tre con voce ferma.

Li misi a fuoco: il ragazzo in mezzo era mio fratello, quello che aveva appena parlato (come non riconoscerlo o ricordarlo) era Ottaviano e quello a sinistra mi sembrava il fratello di Thalia, Jared...no, Jason.

Ottaviano puntò la spada in direzione di Percy.

"No aspettate...non c'è bisogno di arrivare a tanto" gridai.

"Li conosci?" Mi chiese sconvolto Percy.


"Oh giovane Avatar, non solo ci conosce: è lei che ci ha informato di dove ti trovavi, l'artefice della tua cattura" spiegò Ottaviano.

"Tu!" annunciò guardandomi con un espressione che era un misto di delusione, rabbia e disprezzo, trattenevo a stento le lacrime. Cosa avevo combinato?


Percy avrebbe potuto benissimo darmi uno schiaffo, insultarmi o qualsiasi altra cosa ma non la fece, nemmeno durante il tragitto per arrivare alla nazione e questo mi fece sentire ancora più in colpa.

"Ben fatto Annie, ora vedrai che vita: ci sederemo di fianco a Zeus grazie al tuo gesto" mi disse affiancandomi Malcom.

Io sorrisi lievemente.

"E ora che hai?" Domandò mio fratello.

Feci l'errore di guardare un attimo nella direzione di Percy, camminava a testa china con i polsi segnati dalla corda che li legava ed era trascinato dal cavallo montato da Jason. Ottaviano guidava il gruppo.

"Non ti sarai mica affezionata a lui?" Chiese con un mezzo scherno.

Io scossi la testa.

"Allora me lo fai un sorriso?".

Io alzai la testa e mi sforzai di fare un sorriso discretamente credibile.

"Oh!...Questa è mia sorella" disse dandomi un buffetto sulla guancia prima di tirare le redini al cavallo che galoppò in avanti.


Percy's pov


Avrei potuto benissimo liberarmi, ma non lo feci, per due motivi : il primo era che quel ragazzo, alto e magro, non penso avrebbe avuto problemi ad inseguirmi fino alla mia nazione e secondo, ma forse più importante, mi sentivo deluso, sconcertato etrafitto, si quest'ultima parola rende l'idea, trafitto dal dolore per il tradimento di Annabeth. Certo la conoscevo solo da due giorni a malapena, eppure mi sembrava una persona così sincera che bramava il mio stesso sogno di pace fra le nazioni.


A un certo punto il cavallo che mi trainava si fermò, ponendo parzialmente fine al dolere della corda che mi incideva i polsi.


"Accampiamoci qui" decretò il ragazzo in testa scendendo da cavallo, alto magro biondo e occhi azzurri come gli altri due. O meglio uno aveva gli occhi grigi, come quelli di Annabeth.

"Fra poco sarà buio e inoltre i cavalli devono riposare, lasciamo godere il paesaggio all'Avatar ancora una notte..." si fermò lasciando la dichiarazione in sospeso, non so bene se per lasciarmelo immaginare o perché si rese conto che non valeva la pena stuzzicarmi, ero pur sempre l'Avatar dell'acqua giusto?

Il mio sguardo incrociò per un attimo quello di Annabeth che sembrava dire dallo sguardo un “mi dispiace”, poi il ragazzo proprietario del cavallo che mi trainava mi legò a un albero li vicino.


Il ragazzo smilzo però aveva ragione, nel giro di non molto si fece buio e mentre i miei assaltatori si godevano un pasto intorno al fuoco io stavo legato e tenuto a turno sotto sorveglianza. Il ragazzo che mi stava sorvegliando sembrava il meno rigido dei tre. Aveva una spazzola di capelli biondi e gli occhi azzurri, l’unica cosa che metteva in dubbio la sua calma era la cicatrice sulla parte destra del labbro superiore. Orai era notte, tutti dormivano tranne ovviamente il ragazzo, anche se mostrava dei piccoli cenni di stanchezza.

Io non avevo sonno: all’improvviso tutta la mia delusione nei confronti di Annabeth si tramutò in rabbia. Come avevo potuto fidarmi di lei? Mia madre aveva ragione: mai fidarsi di chi non è della tua stessa nazione. Non dovevo neanche aiutarla due giorni prima, anzi era meglio se fossi restato nella mia nazione che ora è rimasta scoperta agli attacchi dei nemici e ignara di quello che mi stava accadendo.

Jason ti do il cambio, vai pure a riposarti” disse la voce della ragazza.

Il ragazzo non disse nulla, si limitò a dirigersi verso il falò, ma si capiva dal suo corpo che era contento di riposare.

Io assottigliai gli occhi nel vedere Annabeth accanto a me ma non dissi nulla e nell’aria si sentiva solo lo scoppiettio del fuoco acceso.


Ti prego dimmi qualcosa…insultami, picchiami…qualunque cosa”

Cosa voi che ti dica? …Che sei stata disonesta, meschina, egoista, bugiarda e menefreghista?”

Si” rispose con un fil di voce “ma…ero arrabbiata perché…”

Io non ti ho fatte niente!” dissi alzando la voce.

Non urlare” mi pregò.

Adesso ti senti in colpa eh? E pensa che per un attimo o creduto che…”

Percy, il vostro Avatar ha ucciso i miei genitori”

So come ci si sente” dissi acido.



No non lo sai. Non immagini nemmeno cosa voglia dire perdere la tua famiglia a 7 anni e restare sola con tuo fratello che ne ha solo 3 in più…non sai cosa ho passato e come vivo da allora e se ti avessi consegnato io, la vita mia e di mio fratello sarebbe cambiata” spiegò “ma ora mi rendo conto che..” poi estrasse dal fodero un pugnale.

In quel secondo pensai che volesse uccidermi, chiusi gli occhi e mi preparai al colpo, che ci fu ma per tagliare la corda che mi teneva legato.


Scappa, torna dalla tua…nella tua nazione, loro hanno bisogno di te più di quanta ne abbia io”

Come farai con loro” indicando il trio che dormiva vicino al fuoco.

Ottaviano mi odia già troppo per aumentare ancora di più il suo odio…dirò che sei scappato e che non sono riuscita a fare resistenza”.

Si ma sono lontanissimo dalla mia nazione”

Infatti intelligentone prendi il mio cavallo”

Si diresse al tronco caduto li vicino per sciogliere le briglie di uno stallone completamente nero dal manto lucente.


"Tieni! E ora vai" disse dandomi le briglie.

Io mi fermai per un attimo: lo stava facendo davvero, Annabeth mi stava lasciando scappare.


"Muoviti prima che cambi idea" sibilò.

Diedi un leggero colpetto nella pancia dell'animale che partì al galoppo.

Fu un viaggio molto faticoso sia per il fatto che dovevo cavalcare senza fermarmi e perché non avevo mai cavalcato prima di allora. In secondo luogo continuavo a pensare al gesto di Annabeth e alla confessione che mi aveva fatto poco prima. Chi aveva ucciso i suoi genitori? Poseidone poteva essere stato così crudele? Forse centrava il fatto di aver acquisito così tanto potere. Sarei diventato così anche io? Non volevo nemmeno pensarlo.

Mi concentrai sul fatto che tra poco avrei rivisto i miei amici, forse era solo quello il pensiero che mi portava avanti.



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Capitolo 8
*** Tre punti di vista ***


Rachel's pov

Tre punti di vista


Rachel's pov


Ormai era già da tre giorni che contavo le ore che passavano, quanto tempo ci sarebbe ancora voluto per il ritorno di Percy, soprattutto dopo quel bacio? Per lui avrà significato qualcosa? Ormai l'alba del terzo giorno dopo la "pausa di riflessione" che si era preso l'Avatar, stava sorgendo.

Sentì delle grida da fuori della mia tenda e uscì precipitosamente.

Vidi in lontananza un cavallo completamente nero: galoppava verso di noi, più si avvicinava più intuivo chi lo cavalcava.


"Ah, finalmente è tornato...si sarà chiarito le idee o gliele chiarisco io?!" disse Clarisse preparando le mani a pugno e posizionandosi di fronte a me.

"Calma Clarisse...beh Rachel, avevi ragione, è tornato" commentò Silena affiancando la ragazza.

"Lo so" ribattei con un sorriso.


Percy scese dal cavallo, come e dove avesse trovato un cavallo non lo so, ma appena sceso tutti gli si fiondarono addosso.

"Dove sei stato?" "perché ci hai messo così tanto?" "cosa pensi di fare?" e un sacco di altre domande uscivano da ogni bocca della nazione.

Riuscì finalmente a farmi spazio fra la folla, ma proprio mentre stavo per aprir bocca Percy parlò.


"Ho avuto tempo per riflettere e posso assicurarvi che...che..." Percy fece un respiro profondo "...ci ho messo così tanto perché, sono stato catturato da...una ragazza della nazione dell'aria, ma..."

"È riuscito a scappare" incalzò una voce tra la folla.

"No! Mi ha liberato lei stessa dopo qualche tempo" corresse lui.

Il modo in cui Percy nominò "una ragazza della nazione dell'aria e mi ha liberato lei stessa" mi suscitò rabbia ma anche un po' di gelosia: l'aveva detto con un tono di grande stima.


"Menzogne! L'avrà fatto per farci abbassare la guardia e poi attaccarci assieme alla sua nazione e privarci delle poche cose che ci restano" urlò la voce di Clarisse tra la gente.

"Vero, è pur sempre di un altro distretto!" approvavano altre voci.

"Basta!" gridò Percy "…vi ho detto questo per dimostrarvi che anche le altre nazioni iniziano ad essere stufe dei conflitti…per lo meno alcune e questa è la prova: quel gesto non può essere stato solo di compassione".


A quel punto non ci vidi più: come poteva difendere una ragazza che conosceva appena e per di più di un altra nazione.

"Secondo me L'Avatar potrebbe avere ragione" fu Silena a parlare.

"Si, certo, parla una ragazzina!" Annunciò un uomo.

"Perc...l'Avatar ha narrato questa storia e se è qui per raccontarcelo vuol dire che quello che dice è la verità" disse mettendo d'accordo la nazione.


Percy sorrise a Silena come per ringraziarla e lei chinò la testa.


Poi Percy aggiunse “Però basta con il lei, ora usiamo il tu anche per l’Avatar, siamo tutti uguali”.


Annabeth's pov


Ero ancora incerta di quello che avevo fatto: stava per sorgere il sole, Ottaviano si sarebbe svegliato e mi avrebbe chiesto dell'Avatar prigioniero.

Io che gli avrei detto? Semplicemente “mi spiace è scappato?”. Perché l'avevo fatto? Perché avevo incontrato quel ragazzo? Perché 3 giorni fa non mi trovavo nei confini della nazione invece che sulle sponde dello Stige? Si, perché io penso sempre di portare avanti le cose senza l'aiuto di nessuno, ma di solito non agisco mai prima di pensare? Questa volta però ho liberato Percy senza pensare neanche un minuto alle conseguenze.

Tutto quel discorso che aveva fatto sulle varie nazioni e il fatto che mi aveva salvata, sicuramente era stato quello.


I miei pensieri furono interrotti da mio fratello che mi mise una mano sulla spalla.

"Malcom, vuoi farmi prendere un infarto!" strillai.

"Shh non urlare, dov'è l'Avatar?".

Io lo guardai, ma prima di aprir bocca la voce di Ottaviano prevalse, porgendo a me e a mio fratello la stessa identica domanda che mi era stata posta poco prima.


"Ottaviano, ero io di guardia, ma ad un certo punto è riuscito a usare i suoi poteri per liberarsi " disse Malcom, prima che potessi dire la verità.

"Tu hai fatto cosa!?" Urlò furente quest'ultimo avvicinandosi sempre di più a mio fratello.

"No fermo" lo pregai mettendomi in mezzo "…è colpa mia: ero io di guardia" continuai spaventata.

Passò neanche un secondo che mi ritrovai 5 dita rosso fuoco sulla guancia.

"Tu ragazzina insolente! Prima ci dici di aver catturato l'Avatar dell'acqua e poi lo lasci scappare così?! Che razza di di...ma del resto c'era da aspettarselo da una donna" dichiarò disgustato, poi rivolse la parola a Malcom "specialmente da tua sorella Chase".


Poi si diresse verso i cavalli per slegarli mentre io trattenevo mio fratello che bramava uno scontro con Ottaviano.

"Muovetevi" disse poi porgendoci le briglie del cavallo di Malcom.

"Torniamo nella nazione?" Azzardò a chiedere mio fratello.

"No andiamo a riprenderci il prigioniero che tua sorella ha fatto scappare" rispose acido.

"Ma è mattina; sarà già arrivato alla nazione" mi intromisi io.

"Taci!" mi rimproverò Ottaviano.

"No Ottaviano taci tu, la ragazza ha ragione e se si trova li noi siamo in netta minoranza rispetto alla nazione...torniamo a casa" disse Jason parlando per la prima volta.


"Non si ottiene niente senza combattere!" Replicò Ottaviano.

"Su questo deciderà mio padre, non hai ancora questo potere" ribatté Jason facendo partire il cavallo.

Ottaviano emise un ringhio di disapprovazione, ma lo seguì facendoci un cenno per stargli dietro.

Mi sistemai sull'unico cavallo rimasto dietro a mio fratello e continuammo il tragitto.


Malcom’s pov


Non potete immaginare quanto fossi confuso in quel momento, il mio cervello non sapeva se trasmettere in tutto il corpo la vergogna che provavo per mia sorella, la rabbia che avevo nei confronti di Ottaviano o la paura che preservavo nell’immaginare cosa sarebbe successo a me e ad Annabeth, una volta tornati a mani vuote alla nazione.


Sei arrabbiato ?” mi sussurrò la voce di mia sorella da dietro.

Forse…un po’” risposi.

Grazie per avermi difeso”.

Si però alla fine ci hai rimesso tu, perché ti sei messa in mezzo?”.

Ci fu un minuto di silenzio in cui si sentì solo il rumore degli zoccoli dei cavalli sul terreno.

Mi sembrava giusto dire la verità” disse poi con un tono che non mi convinceva fino in fondo.


Poi i cavalli si fermarono di colpo e delle frecce si impiantarono nel terreno, il cavallo di Jason si impennò e l’arciere colse il momento per scoccare una freccia che si conficcò nella spalla del ragazzo che cadde da cavallo.

Sbrigatevi, affrettiamo il passo!” urlò Ottaviano, aumentando la velocità.

Io agì di istinto, diedi a mia sorella le redini, afferrai Jason e lo aiutai a salire sul suo cavallo.


Ormai gli assalitori erano vicini: diedi un colpo al cavallo che partì al galoppo seguito da quello di mia sorella; per nostra fortuna gli assalitori erano a piedi.

Ma l’aver seminato i nostri nemici non aiutava a rendermi più tranquillo e la paura di cosa ci sarebbe accaduto aumentava costantemente, man mano che ci avvicinavamo ai confini della nazione.


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Capitolo 9
*** E ora iniziano i problemi ***


E ora iniziano i probblemi

Allora ormai sarò conosciuta come “La pazza che aggiorna solo quando ne ha voglia”, no a parte gli scherzi scusatemi per l'immenso ritardo nel aggiornare ma sono stata veramente presa dalla fine della scuola e da altre cose.

Ecco il terzultimo capitolo, si avete capito bene: il terzultimo e gli ultimi due sono già in via di sviluppo, quindi chi segue la storia avrà il sollievo di non aspettare altri quasi 2 mesi per sapere come finisce.



E ora iniziano i problemi


Malcom’s pov


Appena arrivati alla nazione la gente si ammassò davanti a noi e aiutò Jason, ormai verdognolo per colpa della ferita a scendere da cavallo. Lo potarono chissà dove. Arrivammo nella piazza dove ci aspettava l'Avatar Zeus che ci domandò in primo luogo dov'era suo figlio e successivamente dell’Avatar.


"Suo figlio è stato ferito, ma è in buone condizioni e sono certo che lo stanno già curando..." Trovai il coraggio di dire, non so bene come, una volta sceso da cavallo. "E l'Avatar è scappato signore..." aggiunse timidamente mia sorella stringendomi la mano.

A quel punto mi preparai ad essere infilzato assieme a mia sorella dalla lama della sua stessa spada.


"Ottaviano e tu hai permesso tutto questo! Sono profondamente deluso. Io ti affido un compito e tu non solo fallisci nell'impresa, ma permetti anche che mio figlio venga ferito: non me l'ho aspettavo da te".

"Ma signore..." Protestò battendo il piede sul pavimento come un bambino che vuole altre caramelle.

Solo per quel momento mi trasmise un briciolo di pena, che sparì subito quando Ottaviano propose di invadere la nazione dell’acqua.


"E a che scopo?" Chiese Zeus "una guerra è l'ultima cosa che ci serve".

"Scappando ha messo alla prova le capacità della nazione, se non attacchiamo farà apparire la nazione debole" ribatté Ottaviano.

"Che lo faccia, inoltre …" l'Avatar si avvicinò di più a Ottaviano come per non far sentire "… non rischio i miei uomini solo per placare la tua rabbia" provocò l'Avatar.

A Ottaviano scintillarono gli occhi dalla rabbia, sfoderò la spada e corse verso Zeus che gli dava la schiena.

"Padre attento!" Gridò Thalia.


Zeus non fece in tempo a girarsi che si ritrovò la spada di Ottaviano conficcata nello stomaco e cadde a terra.

Ci furono degli urli di terrore, la moglie e la figli dell'Avatar gridarono con gli occhi pieni di lacrime, Thalia cercò anche di avanzare verso l'assassino, ma fu trattenuta da Jason, che arrivava in quel momento, rinato dopo la cura dell'infermeria.

"Ah Ah! Ora non mi puoi più dare ordini!" Gridò al corpo ormai senza vita come per sfida.

"Ottaviano sei un mostro!" Gridò Era.

Prima che chiunque potesse far qualcosa si udì un gran boato e un fulmine colpì Ottaviano.Per un attimo pensai che fosse l'anima dell'Avatar che voleva punirlo, ma poi mi tornò in mente come il potere nella nazione dell’aria veniva trasmesso e mi venne un tonfo al cuore.

Annabeth’s pov


Intuii che stava succedendo, ma non a pieno. Odiavo quando succedeva, quello che era sicuro era che l’Avatar era morto ucciso da Ottaviano. Tutta la nazione era letteralmente entrata nel panico e il brutto era che tutti si trattenevano, bene o male, dal mostrarlo.


C’era chi si tappava la bocca con le mani per evitare di urlare, chi trotterellava nervosamente sul posto per smaltire l’agitazione e chi, come me, cercava di trattenere il fratello da un eventuale scontro con Ottaviano.

Si lo so, è la seconda volta che lo trattengo da uno scontro con lui, caspita Ottaviano doveva proprio stargli sulle scatole.


All’improvviso mi sentii avvolgere da una lamina di vento fredda come se una mano mi volesse stritolare: “Adesso che sono il nuovo Avatar inizierei la mia carriera eliminando tutta la feccia presente nella nazione…perché non iniziamo dalla ragazza che a reso possibile tutto questo…come ringraziamento ovvio!” ringhiò dopo aver avvicinato il pugno d’aria a se stesso.


Non la toccare!” lo minaccio Malcom correndo accanto a me.

No, non preoccuparti, non la ucciderò…subito” ribatte Ottaviano, poi rivolse lo sguardo a me “mi servi ancora per un lavoretto”.

Io mi dimenai cercando di liberarmi dalla “stretta di mano” ma inutilmente.


Ottaviano riuscì attraverso il terrore a convincere la nazione ad andare in guerra contro lo nazione dell’acqua.


Mi sentivo ancora peggio di 10 anni fa subito dopo la morte dei nostri genitori, quando sembrava che fosse rimasto solo Malcom al mondo.

In quel momento mi sentivo come se il peso del mondo ricadesse su di me. Tutte le scelte che avevo fatto negli ultimi giorni mi si erano rivolte contro: le conseguenze non ricadevano solo su di me, ma su tutte le persone che mi si trovavano attorno.


Accetta la realtà Annabeth quello che hai fatto ormai lo hai fatto e tutto quello che sta’ accadendo è solo colpa tua colpa tua colpa tua!


Le ultime parole mi risuonavano in mente,ma non era la priva volta, la frase veniva spolverata dalla mia mente in modo periodico nel corso della vita.


Mi sentii qualcosa di freddo sulla gola, abbassai di poco lo sguardo e mi ritrovai la lama di una spada pronta a sgozzarmi.

Nel caso ti venissero strane idee” mi sussurrò all’orecchio Ottaviano.

Già! Mi ricordai che stavo su di un cavallo, tenuta in ostaggio dal neo Avatar, per assaltare la nazione dell’acqua, con solo due parole che mi risuonavano nella mente:

colpa tua colpa tua colpa tua.

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Capitolo 10
*** Lo scontro è inevitabile ***


Lo scontro è inevitabile

Lo scontro è inevitabile


Percy’s pov


Sentii il rumore di cavalli in avvicinamento e guardai verso l'orizzonte.

Non ci volle molto per vedere sputare un insieme di persone guidate da un ragazzo su un cavallo con una toga azzurra. Davanti a lui tratteneva una persona, pareva una ragazza.

Quando fu abbastanza vicino non potei fare a meno di riconoscere sia lui che la persona in ostaggio.


"Sono Ottaviano, da poco tempo nuovo Avatar dell'aria!" tuonò con voce maligna.

"Cosa vuoi?!" Urlai di rimando.

"Tutto quello che ormai vi è rimasto, inclusi voi stessi!" Rispose.

"E se rifiutassimo?" Domandai cercando di mantenere un tono di voce autoritario. "La terra si tingerà di sangue a iniziare dal suo" minacciò premendo con più forza il coltello contro il collo di... “Annabeth!" gridai con preoccupazione avanzando di qualche passo.

"Oh, ma guarda? L'Avatar dell'acqua che si interessa alla vita di un insulsa ragazza per di più di una nazione differente…oh si: l’ho notato subito che c’era qualcosa tra voi".


Poi un ragazzo che era trattenuto da altri 2 riuscì a liberarsi e sferrò un pungo a Ottaviano abbastanza forte da fargli allentare la presa su Annabeth che riuscì a liberarsi.

Come osi!” ringhiò L’Avatar riprendendosi.

Ora basta Ottaviano!” gridò una ragazza che si distingueva dagli altri perche aveva delle meches azzurre sui capelli neri e corti “La tirannia che ormai imponi da anni sui cittadini deve finire!” aggiunse con un tono fermo.“Ti sbagli Thalia!” ribatté il biondo “è appena cominciata!” aggiunse poi alzando la spada in direzione di Annabeth e del ragazzo.


Annabeth’s pov


Okay stavo per morire .

Beh, per lo meno avrei rivisto mia madre e mio padre, non li vedevo da così tanto tempo che nemmeno mi ricordavo come fossero. Mi preparai a unirmi a loro e chiusi gli occhi.

Poco dopo sentii un rumore metallico: CLANG! Ma non ero morta: riaprii gli occhi e vidi la spada di Ottaviano a terra in un punto ben lontano dal suo cavallo.

I due Avatar si lanciarono all’attacco l’uno dell’altro.

Ottaviano lanciò una raffica di vento contro Percy che rispose con un getto d'acqua che la fermò momentaneamente. Continuarono così per un po’ fino a quando Ottaviano recuperò la sua spada in un momento di distrazione di Percy e si lanciò nuovamente all'attacco.

Per fortuna Percy evitò quei fendenti ed a un certo punto riuscì perfino a disarmarlo, non so bene come, visto che non aveva armi, forse con un altro "trucco" sfruttando il fatto che era l'Avatar della sua nazione.


Il combattimento divenne un corpo a corpo. Era incredibile come nessun altro delle due nazioni facesse qualcosa. Restavamo tutti immobili come spettatori che guardano un film (non ho idea di cosa ho appena detto: spettatori che guardano un film… e che cos'è poi un film?).

Tra i due ci furono calci e pugni, solo pochi però centrarono i rispettivi bersagli. Il tutto durò un po’ di minuti, fino a quando Ottaviano riuscì a tramortire l’altro colpendolo con un bastone, una specie di clava da un lato facilmente impugnabile e dal altro piatta. Poi si preparò a dare il colpo definitivo, visto che l’avversario si trovava a terra.


Mio fratello mi tappò gli occhi con la mano, come si fa con un bambino per non fargli vedere una cosa. Ero abituata a questi atteggiamenti di mio fratello: per lui restavo sempre quella bambina insicura di 7 anni fa, da proteggere perché gli era stato ordinato da mia madre.

Un secondo dopo la terra tremò e sui due Avatar si creò una sorta di tornado che sollevò in aria Ottaviano. Tutti guardammo stupiti e impauriti: chi mai poteva provocare un tornado se non l'avatar stesso? Anche Percy pareva esterrefatto.


Giurerei di aver visto una faccia dallo sguardo serio dentro il tornado. Una faccia dagli occhi seri, capelli neri abbastanza lunghi e una barba brizzolata. Sembrava proprio Zeus, che puniva in quel modo il suo assassino, ma era passato troppo poco tempo da quando una spada aveva minacciato di tagliarmi la gola o di farmi a pezzi, quindi decisi che era frutto della mia immaginazione.


Il tornado terminò e Ottaviano venne scaraventato pesantemente contro un masso

"Arrenditi: è finita!" disse Percy rialzandosi a fatica.

Ottaviano si rialzò traballando ma con sempre stampato in volto lo stesso ghigno malefico e si buttò di peso contro Percy. Entrambi rotolarono giù per lo strapiombo che si trovava li vicino e finirono nello Stige.


Ci precipitammo tutti verso il precipizio a guardare: la corrente era forte, il fiume in piena e non ci furono segni di vita di li a 15 minuti. Il mio cuore si fermò. No! Non poteva finire così lui: era l'avatar del acqua... per Ottaviano avevo seri dubbi che fosse riuscito a cavarsela, ma Percy no, doveva essere vivo.

Ecco che una figura riemerse finalmente dall'acqua e si diresse goffamente verso riva.

Anche se la figura era lontana riuscì a identificare che non si trattava di Ottaviano e istintivamente scattai verso il fiume, non curandomi degli altri che mi seguirono senza dire alcuna parola.


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Capitolo 11
*** Unione ***


Unione


Unione


Annabet’s pov


Abbracciai Percy, penso che iniziai a piangere perché lui mi diede delle pacche sulla schiena per rassicurarmi, sussurrandomi che era tutto finito.

"Si Percy è davvero tutto finito...la nazione dell'aria non ha più un Avatar.”

Lui si sciolse dall'abbraccio e mi guardò confuso.


"Percy,, un Avatar deve restare in carica almeno un anno per far si che le sue doti si trasmettano" spiegai con un tono di ovvietà. "Non abbiamo più chi ci protegga... anche se io e credo buona parte della nazione non moriva dalla voglia di farsi proteggere da lui, siamo rimasti scoperti e le..." Non finì la frase perché la voce di Percy prevalse: "Finché ci sarò io niente e nessuno potrà mai toccarti...ti difenderò a costo della mia stessa vita!". Terminata questa frase posò le sue labbra sulle mie.


Dal "pubblico" partirono degli urletti, non so bene se di incoraggiamento o di disapprovazione, ma comunque questo bastò per spingere lievemente all'indietro Percy. Pregai che nessuno notasse quanto diventai rossa sia per l'emozione che per l'imbarazzo. "Direi che questo voglia dire che possiamo contare su di te...sarai tu a proteggerci"


Mi girai verso i membri della mia nazione nel cercare sostegno.


Mio fratello si fece strada fra gli altri e si avvicinò a me, pregai che non mi prendesse a schiaffi per quello che avevo fatto poco prima, almeno non li davanti a tutti. "Quindi ci stai proponendo una unione fra nazioni?" Domandò Malcom a Percy. "Esatto!" Affermo l'Avatar.


Tutti rivolsero lo sguardo verso Thalia come se fosse lei a comandare dopo l'assassinio del padre. "Accetto l'unione" confermò quest'ultima. Tutti esultarono felici e iniziarono a fraternizzare con i membri dell'acqua.


Percy mi portò all’inizio del bosco, più o meno dove ci eravamo visti per la prima volta.

Percy’s pov


"Bene il tuo sogno si sta realizzando Percy...aria e acque si sono unite"

"Tutto questo grazie a te, se non mi avessi liberato due giorni fa non sarebbe successo" le feci notare.

Lei sorrise “in effetti è vero”.

Incominciammo a riavvicinarci uno all’altra per continuare quel bacio interrotto.


E così tu sei la famosa Annabeth?" domandò una voce femminile con un tono non tanto felice.

Guardai nella direzione della voce: Rachel.

Si beh…famosa non direi, comunque si sono io, piacere” rispose Annabeth.

Ti sottovaluti, non è da tutti quello che hai fatto” disse con un tono acido.

Sarebbe un grazie?” chiese la bionda incrociando le mani.

Forse, se lo prendi come tale” ribatté Rachel indispettita.

Rachel, perché non vai a tenere d’occhio Clarisse, sai non vorrei che…sai com’è” intervenni, notando la poca simpatia che si era creata fra le due.

D’accordo Percy” Rispose un po’ delusa e andò via.


Si ecco lei è Rachel…di solito è più…simpatica” affermai.

Poi ci riavvicinammo, ma mentre ci stavamo per baciare…

Ehi tu…” disse una voce, che da quello che avevo capito era il fratello di Annabeth.

Percy” suggerì la ragazza allontanandosi velocemente da me, imbarazzata.

Okay Percy… volevo congratularmi con te…non è da tutti affrontare Ottaviano, io è da anni che cercavo di trovare il coraggio per farlo” mi disse porgendomi una mano.

Grazie!” ringraziai stringendola.

Poi si rivolse alla sorella: non disse nulla, le porse solo le braccia aperte,per invitarla in un abbraccio.

Grazie Malcom!” commento Annabeth accettando l’invito.

Ti voglio talmente bene, farei di tutto pur che non ti accada qualcosa” disse mentre abbracciava la sorella. Ma lo sguardo era rivolto a me, si leggeva chiaramente che in realtà diceva: “falle del male, di qualunque tipo e io ti uccido”.


Deglutii, cercando di non farmi notare dalla ragazza che si sciolse poco dopo dall’abbraccio col fratello.

Bene, vi lascio soli” disse correndo verso gli altri, dopo avermi rivolto un'altra occhiata d’avvertimento.

Si, ecco, lui è mio fratello” disse poi lei confermando la mia ipotesi.

Lo avevo intuito” risposi guardando nella direzione dove si era avviato Malcom.

Dove eravamo rimasti?” enunciò Annabeth facendomi rivolgere lo sguardo verso di lei e facendomi sorridere.

Le accarezzai una guancia con la mano, era morbida e delicata, le presi il mento con due dita e…

Guardali qui i due piccioncini più famosi del momento!” strillo una voce mettendosi in mezzo: era Silena.


Non è possibile” sbuffai esasperato.

Ad Annabeth scappò una risata.

Silena!”.

Si?”.

Una volta questo era un posto tranquillo!” dissi alzando le mani.

Oh… scusate. Ho interrotto il vostro momento romantico?”.

E’ solo la terza volta che capita, tranquilla” aggiunse Annabeth ridendo.

Oh allora me ne vado” replicò allontanandosi .


C’è ancora qualcuno che vuole interromperci?” domandai più in modo retorico che altro.

Tranquillo abbiamo tanto tempo davanti” replicò Annabeth ridacchiando.

Mh…hai ragione” appoggiai.

Poi tornammo mano nella mano verso le due nazioni ormai unite.


Angolo autrice


Ed ecco oh finito anche questa storia *si sente solo il rumore dei grilli in tutta la stanza*

Okay il fatto che l'ho finita non importa molto...ma sappiate che ora ho la mente libera per creare nuove storie!

Comunque ringrazio tutti quelli che hanno sopportato letto questa storia e aggiunto nelle ricordate, preferite o seguite.

Bene qua io ho finito alla prossima!



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