L'ultimo dominatore dell'aria di Wise girl (/viewuser.php?uid=648361)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Il nuovo avatar dell'acqua ***
Capitolo 3: *** Imparo a usare i miei poteri ***
Capitolo 4: *** Amica o nemica ***
Capitolo 5: *** Ricordi ***
Capitolo 6: *** Cambia qualcosa ***
Capitolo 7: *** Decisione definitiva ***
Capitolo 8: *** Tre punti di vista ***
Capitolo 9: *** E ora iniziano i problemi ***
Capitolo 10: *** Lo scontro è inevitabile ***
Capitolo 11: *** Unione ***
Capitolo 1 *** Prologo ***
Prologo
Prologo
La terra è
divisa in quattro nazioni in lotta fra di loro. In lotta non è
esattamente il termine più adatto: diciamo che tra questi
quattro popoli non corre buon sangue.
I poteri
sono associati ai quattro elementi: aria, terra, acqua e fuoco.
In
ciascuno di essi gli abitanti sono molti, ma solo uno ha il dominio
sull’elemento: “l’avatar”.
Ciascuna
nazione non interagisce con le altre: ognuna viene considerata
dall’altra inferiore, tuttavia si è giunti ad un
trattato di pace, così complesso che non l’ho ancora
compreso nemmeno io.
Secondo il
mio parere potremmo vivere tutti pacificamente insieme, ma il mio
parere non conta.
Il dono di
padroneggiare l’elemento viene trasmesso alla morte dell’avatar
ad un cittadino qualunque che abbia almeno 16 anni.
Chi sono
io, vi starete chiedendo. Sono Percy Jackson, vivo con mia madre
Sally nel distretto che domina l’acqua. Ho 17 anni, occhi verdi
e capelli neri e mossi.
L’avatar
adesso è Poseidone, che non ha nessun ruolo di parentela con
me. E’ molto anziano: molti nel villaggio attendono la sua
morte per scoprire se saranno loro i prossimi avatar.
Io invece
spero solo di non essere il prossimo: essere l’avatar è
una grande responsabilità, ti devi prendere cura di tutto il
popolo, sei il leader e io non voglio assolutamente assumermi questo
compito.
Mia madre
mi definisce un ragazzo complicato. Non sono molto bravo con le armi
quindi non sono utile come soldato. Non sono bravo neppure nei lavori
manuali, come fabbricare armi o trasportare oggetti, perché
non ho un gran fisico.
L’unica
volta che ho provato a tirare con l’arco ho rischiato di
colpire Travis (un mio caro amico); l’unica cosa che mi riesce
bene è la pesca.
Nonostante
tutto siamo sempre rimasti in “pace” con le altre
nazioni, ma era da un po’ di giorni che soffiava una brutta
aria.
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Capitolo 2 *** Il nuovo avatar dell'acqua ***
il nuovo avatar dell’acqua
il
nuovo avatar dell’acqua
Quella
mattina mi svegliai nella mia tenda, preoccupato perché era il
giorno dei giochi, in pratica il giorno in cui si sceglievano gli
abitanti più forti dai 16 ai 25 anni per proteggere l’avatar.
Delle guardie del corpo insomma.
“Ma
perché ci devo andare? Tanto come tutti sanno sono un
imbranato!” commentai mentre stavamo facendo colazione.
“Percy
tu non sei un imbranato sei solo…”
“Un
ragazzo difficile, si lo so” conclusi io.
“Sono
proprio le persone che si differenziano dalle altre che sono
destinate a grandi cose, sai” tentò di rassicurarmi mia
madre.
“Grazie
dell’incoraggiamento mamma” dissi, prima di abbracciarla.
Finito di
mangiare ci dirigemmo verso il luogo dove si sarebbe tenuta la prova,
si sentiva palpabile l’interesse di tutta la nazione.
Arrivammo
nella piazza dove si teneva la prova: si trattava di una struttura da
scalare. Lo scopo era raggiungere la cima, segnalata da una bandiera
azzurra con un tridente verde al centro, che era il simbolo della
nazione. Man mano che si saliva c'erano ostacoli più o meno
complessi.
“Perfetto!
Proprio quello che fa per me” commentò ironicamente una
voce nella mia testa.
A
quella prova c'erano tutti, compresi i miei amici, anche loro come me
lì per lo stesso motivo: esser scelti per proteggere il nuovo
avatar.
C’erano
Connor e Travis Stool , due fratelli talmente simili da poter essere
gemelli, con occhi marroni e capelli rossicci. C’erano Silena
Beudegard, ragazza gentile e aggraziata, con capelli lunghi, neri e
occhi azzurri e Rachel Dare, creativa e bizzarra con cappelli ricci,
rossi e occhi verdi.
I
miei amici erano tutti all'incirca della mia età; poi
chiaramente c’erano anche un sacco d altre persone, sia
spettatori che partecipanti.
"Ansioso,
Jackson?" Mi chiese una voce che non potevo non riconoscere.
Clarisse,
una ragazza della mia nazione, ce l’ha a morte con me da...da
sempre, non so il perché.
Ha
i capelli lisci e castani, gli occhi a dir la verità non ci ho
mai fatto caso, però sul marrone, penso. Ha un anno più
di me.
"Clarisse?
No, per niente" mentì.
"Mmmm
ti si legge la paura negli occhi, ma non preoccuparti perché
sarò io a vincere e quindi a proteggere l'avatar, sempre che
non lo sia io ovvio" disse.
Io
stavo per ribattere, ma la voce di Poseidone risuonò.
"Bene
cittadini, come ogni 10 anni è giunto il momento di scegliere
attraverso una dura prova il protettore ufficiale dell’avatar.
La prova abbia inizio!" dichiarò.
All’annuncio
ci fu un boato generale …. poi però tutto divenne
silenzioso, troppo silenzioso,
Tutto
d'un tratto una freccia infuocata si impiantò nel terreno e ne
seguirono altre.
"La
nazione del fuoco!" urlarono in molti, agitati.
"Dai
Percy, vieni dobbiamo scap..." disse mia madre. Non fece in
tempo a finire la frase che una freccia infuocata la colpì in
pieno petto e lei cadde a terra.
"Nooo!"
Urlai, mi chinai per non lasciarla cadere. Un uomo della nazione del
fuoco mi stava per colpire con la spada, quando sentì il suono
metallico di un’altra lama e alzai lo sguardo.
"Clarisse!"
dissi sorpreso.
"Ciao
pivello" riuscì a dire mantenendosi concentrata sul
rivale "che fai li impalato: corri fa qualcosa!" Gridò,
tirando un fendente che mandò al tappeto il tipo.
Io
indietreggiai per poi alzarmi goffamente e correre verso la mia
capanna: mia madre teneva nascoste alcune armi in un bidone nel caso
d'attacchi.
Mentre
correvo sentì un rumore d'acqua che scorreva, mi girai e vidi
Poseidone in azione, maneggiava l'acqua come un bimbo con la
plastilina che modella ciò che vuole.
Schiantò
un’onda d'acqua contro tre guerrieri del fuoco e fece lo stesso
con altri tre: stava facendo ritirare la nazione del fuoco,
abbattendo i soldati con centinaia di litri d'acqua che scagliava
loro contro. Ad un certo punto, però, una lama gli trapassò
lo stomaco.
Cadde
a terra e vidi il suo assassino, un ragazzo si e no della stessa mia
età.
"Ma
sei scemo! L'avatar non andava ucciso" lo rimproverò un
suo compatriota li vicino.
In
quel momento mi sentì pieno di rabbia per tutto: la morte di
mia madre, la nazione del fuoco che aveva violato il trattato,
l'assassinio di Poseidone.
Di
colpo dalle mie mani nacque acqua che crebbe sempre di più:
subito la spinsi verso il ragazzo che aveva assassinato Poseidone,
poi su molti altri.
Dopo
poco tempo sentì qualcuno della nazione rivale urlare
RITIRATA! e la nazione in poco tempo si dileguò.
Alla
fine dello scontro i morti erano solo 2. Però sfortunatamente
quei 2 erano mia madre e Poseidone, l'avatar.
Mi
guardai le mani sconvolto: “no, non posso essere io”
ripetei sotto voce.
"Jackson
l'avatar!" Strillò esterrefatta Clarisse.
Aveva
la maglietta strappata e dei graffi che le coprivano tutte le
braccia.
"Si
Clarisse, che ti piaccia o no è lui il nuovo avatar"
annunciò Rachel con approvazione.
Io
mi sentì un forte peso allo stomaco.
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Capitolo 3 *** Imparo a usare i miei poteri ***
Imparo a usare i miei poteri
Imparo
a usare i miei poteri
Sentivo
tutti gli occhi puntati su di me: sguardi speranzosi, invidiosi o
rabbiosi per il fatto che la loro nazione era in mano a un ragazzo di
17 anni.
La
testa mi incominciò a girare, mille voci si sovrapposero nella
mente: "Sono proprio
le persone che si differenziano dalle altre che sono destinate a
grandi cose"
"che ti piaccia o no è lui il nuovo avatar" "la
prova abbia inizio!" "Ansioso Jackson?"
"Ehm...Percy"
la voce di Rachel mi fece tornare alla realtà.
"Si"
dissi dopo aver scosso la testa.
"Aspettiamo
tutti un tuo parere, cosa dobbiamo fare" mi domandò lei
con un luccichio negli occhi.
"Io...è...iniziate
a riassestare la nazione" balbettai. Poi le persone si misero a
camminare in lungo e in largo e a discutere, io ne approfittai per
andarmene.
Stavo
per entrare nel bosco che segnala il confine della nazione, per lo
meno come nazione naturale.
"Ehi
aspetta!" Grido una voce femminile in avvicinamento.
"Dove
vai?" Mi chiese Rachel, dopo avermi raggiunto.
"Rachel,
io non sono pronto per fare l'avatar! Non sono neanche adatto! Gli
dei hanno scelto male l'erede del dominatore dell'acqua"
dichiarai deciso.
"Percy
ti rendi conto di quello che stai dicendo? Stai incolpando gli Dei"
mi fece notare.
"Si,
okay è vero li sto incolpando, dammi una buona ragione per non
farlo, che mi spieghi perché hanno scelto me?".
"Perché...
Sei un ragazzo no un uomo fantastico che si sottovaluta sempre e
anche di molto" confermò lei, arrossendo leggermente.
Io
mi girai per continuare a camminare verso i confini della nazione, ma
qualcosa o meglio qualcuno (Rachel) mi tirò con le due mani
verso di lei e mi baciò, un bacio impacciato e ricco di
incertezza.
"Ti
prego resta, non te ne andare, tutti hanno bisogno di te, io ho
bisogno di te"
Confessò
una volta terminato il bacio.
"No,
io non posso".
"Okay...
Prenditi un giorno ma non di più; dirò che ti sei preso
un giorno di riflessione" disse.
"So
che lo farai" risposi sorridendo e mi incamminai.
Ormai
era mezz’ora che stavo camminando nel bosco. Non dovevo
addentrarmi troppo perché rischiavo di perdermi, ma forse era
meglio così: la nazione aveva bisogno di un avatar forte e
saggio e io non ero niente di queste due cose.
Mentre
ero assorto nei miei pensieri senti un rumore metallico li vicino
come quello di una battaglia e corsi a vedere.
In
effetti non mi sbagliavo: 4 persone stavano combattendo vicino ad un
lago, a guardare meglio erano in 3 contro una ragazza, identificai
subito i 3 ragazzi, membri della nazione del fuoco, mentre la ragazza
non capivo di che nazione fosse.
"Ehi
voi" gridai e i 3 si girarono.
"Perché
non ve la prendete con uno della vostra altezza?" gli suggerì.
"È
il nuovo avatar dell'acqua, prendiamolo!" Disse uno e si
scagliarono tutti contro di me.
Dei,
che guaio avevo combinato? Non potevo far finta di niente e
continuare per la mia strada?
Sfruttai
il fatto che mi trovavo vicino all'acqua e la evocai: all'inizio era
pesante e difficile da manovrare, ma poi man mano divenne meno
difficile e la buttai conto uno dei tre.
La
ragazza mi guardò a bocca aperta, ora che la vedevo da più
vicino era veramente bella: capelli ondulati e biondi, carnagione
chiara ma come abbronzata.
"Attento"
mi avvisò, poi qualcosa mi colpì sulla testa e svenni.
Mi
risvegliai in una grotta non troppo profonda, illuminata dalla luce
del sole: avevo un braccio fasciato e la testa mi girava.
"Sai
che quando dormi sbavi?" mi annunciò una voce.
Io
mi misi a sedere, mi guardai intorno e notai la presenza della
ragazza che avevo "soccorso".
"Dove
mi trovo?" chiesi massaggiandomi la testa, la ragazza
indietreggiò.
"Tranquilla
non ti farò niente" la rassicurai.
Lei
si riavvicinò cautamente.
"Mi
hai messo tu questa benda e portato qui?" Le chiesi nuovamente.
"Si"
disse incerta "sei... Davvero l'avatar dell'acqua?" mi
domandò.
"Purtroppo
si" risposi sospirando.
"Perché
purtroppo? Essere l'avatar è un dono: vuol dire che gli dei ti
hanno scelto, nella mia nazione tutti lo sognano " disse lei.
"Non
lo so, secondo me non dovrebbe nemmeno esserci la divisione in
nazioni, tutti secondo me dovrebbero far parte della stessa
nazione".
"Potrebbe
essere una buona idea. Non potresti proporlo? Scusa sei l'avatar no?"
"Da
circa quattro ore, stamattina la nazione del fuoco ci ha attaccati e
assassinato il nostro avatar" spiegai.
"Ho...
mi dispiace" commento.
"Si
anche a me" risposi.
“Quindi
hanno violato il contratto” aggiunse.
Io
la guardai, ora che la vedevo da più vicino notai che aveva
gli occhi grigi, un grigio tempesta.
Rimanemmo
un attimo in silenzio fino a quando non decisi di chiederle chi
fosse, non potevo fidarmi poi più di tanto di lei, mi pareva
una ragazza astuta e non volevo ritrovarmi in qualche trappola.
"Io
mi chiamo Percy, la nazione penso tu l’abbia intuita. Tu sei?"
le chiesi.
"Annabeth,
nazione dell'aria" rispose con un lieve sorriso.
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Capitolo 4 *** Amica o nemica ***
Da questo capitolo la storia verrà narrata anche dal punto di vista di altri personaggi, spero non vi dispiaccia
Da
questo capitolo la storia verrà narrata anche dal punto di
vista di altri personaggi, spero non vi dispiaccia.
Amica
o nemica
Percy’s
pov
Solo
in quel momento mi accorsi che il braccio fasciato mi bruciava come
non mai, mi tolsi la benda e capì il perché.
"Cadendo
dopo il colpo in testa ti sei procurato una bella ferita" mi
spiegò.
"Quindi
stai dicendo che..."gli chiesi.
"Dovrai
restare qui fino a quando non guarirai, ma non sei costretto: se vuoi
puoi tornare" disse "...la tua nazione ha bisogno di te"
sospirò poi.
"No,
aspetta, sono andato via dalla mia nazione per qualche giorno di
pausa...resto qui" ribattei "sempre che tu voglia curarmi"
aggiunsi.
Lei
abbassò la testa per cercare di non farmi notare il suo
sorriso furbo.
"Certo
che ti curerò, mio fratello mi hai insegnato che esistono
foglie con poteri curativi, esco a cercarne qualcuna, tu intanto
riposa" mi raccomandò e uscì dalla grotta.
Bello
è avere la certezza che al mondo c'è un altro che la
pensa come te. Annabeth non è neanche della mia nazione e pur
sapendo che io sono l'avatar non cerca nemmeno di ostacolarmi, mi
aveva salvato da quei tre ragazzi. Poi che bella ragazza, mi pare
sveglia e con la testa sulle spalle.
Il
braccio mi prudeva come non mai, ma mi ricordai che quando mi
tagliavo mia madre mi diceva sempre che se la ferita prudeva era un
bene perché voleva dire che il tuo corpo stava reagendo nel
modo giusto.
Ripensando
a mia madre mi rattristai molto, non doveva morire, non in quel modo,
non così in fretta.
Sentì
gli occhi umidi, ma riuscì a trattenermi: non volevo mostrarmi
vulnerabile nel caso che la ragazza tornasse.
Così
mi sdraiai nuovamente sul pavimento roccioso della caverna ad
aspettare il ritorno di Annabeth.
Annabeth's
pov
Che
credulone quel ragazzo: ha perfino creduto alla stupidata delle
foglie curative" pensai a come sarebbe cambiata la mia vita e
quella di mio fratello Malcom se avessi consegnato quel ragazzo al
potente Zeus, l'avatar dell'aria.
Tutte
le quattro nazioni sapevano che il potere si trasmette in modo del
tutto casuale tra i membri della nazione, ma se l'avatar non resta lo
stesso per un minimo di dieci anni i poteri non si ritrasmettono più
all'interno della nazione e quest'ultima è destinata a cadere.
Mi
restava solo di trovare un modo per avvisare la mia nazione, ma come?
I confini della nazione dell'aria erano lontani almeno una giornata e
mezza di cammino ... poi mi venne un'idea.
Thalia,
una mia cara amica della mia nazione, mi aveva spiegato che se
offrivamo un dono agli dei riuscivamo ad entrare in comunicazione con
una persona a nostra scelta, ogni nazione sfruttando il proprio
elemento.
Quindi
dovevo sfruttare l'aria. Okay, non aveva alcun senso ma decisi di
tentare: mi tolsi il bracciale donatomi da mio fratello e lo gettai
davanti a me, questo scomparve. Continuavo a ripetermi nella mente
che l'idea era stupida.
"Vorrei
parlare con mio fratello Malcom, sono Annabeth" dissi.
Improvvisamente
in un punto davanti a me l'aria si addensò e apparve mio
fratello con una faccia decisamente non troppo felice.
"Annabeth
dove sei finita? Sai che ti ho cercata in tutta la nazione!"
Disse con tono autoritario.
"In
effetti non sono nei confini della nazione" confermai
timidamente.
"Questo
l'ho potuto valutare" disse irritato.
"Lo
so che sei arrabbiato e ti posso capire, ma se sapessi che tengo
prigioniero il neo avatar dell'acqua...cambierebbe qualcosa?"
domandai speranzosa.
"Cosa
vuoi dire?" incalzò lui.
"Sai
di quanto cambierebbe la nostra vita se fossimo noi a consegnare a
Zeus l'avatar? E siccome lo è da poco, uccidendolo poi
porremmo fine alla nazione dell'acqua che sarà costretta ad
allearsi a noi" chiarì. Malcom parve convinto.
"Dove
ti trovi?" mi chiese.
"Vicino
al fiume Stige c'è una grotta, ci troverete li"
dichiarai, prima che l'immagine si dileguasse nell'aria. Tornai
soddisfatta alla grotta.
Rachel's
pov
Dei!
E ora come facevo a dire a tutta la nazione che Percy si rifiutava di
essere l'avatar?! Come minimo mi scuoieranno per averlo lasciato
scappare.
Oh,
Rachel, perché amavo quel ragazzo al punto di mettere in
pericolo tutta la nazione pur d'esaudire un suo desiderio? Mi
rimproverai da sola.
Arrivata
all'inizio del bosco molta gente mi corse in contro chiedendomi di
Percy e io dovetti pensare ad una frase che spiegasse, ma non a
fondo, la situazione.
"Il...il
giovane avatar ha deciso di prendersi un giorno di ehm...pausa,
potremmo dire" spiegai.
"Che
sciocchezza! Non ha il coraggio ve lo dico io" urlò
Clarisse distinguendosi dalla folla.
"Penso
che voi tutti possiate comprendere la difficoltà di poter
diventare avatar, in più ha una così giovane età"
continuai io ignorando l'affermazione di Clarisse.
Tra
la gente si creò un brusio di sottofondo per discutere sulle
mie parole.
"Io
sono d'accordo e appoggio il mio amico" disse Connor sorridendo,
poi alzò la mano come per mettere la scelta ai voti.
Seguirono
le mani alzate di suo fratello Travis, di Silena e di tutti gli
altri, per ultima quella di Clarisse che l'alzò con
riluttanza: io sorrisi, fiera d'aver convito la nazione con le mie
parole.
"Bene,
allora aspetteremo l'indomani il ritorno dell'avatar. Nel frattempo
chi si offre di fare il primo turno di guardia per la notte?"
chiesi.
Percy's
pov
"Ah,
eccoti qua sei tornata, non ci speravo più" dissi vedendo
riapparire Annabeth nella grotta.
"Tu
mi sottovaluti" ribatté lei avvicinandosi "scusa,
non ho trovato le foglie curative, ma intanto ti sciacquo la ferita"
mi informò, poi mi strappò un pezzetto di maglietta per
scomparire e tornare poco dopo con il mio pezzo d'ex maglietta
bagnato e me lo poggiò sulla ferita.
"Non
mi hai detto quanti anni hai, posso saperlo?" le chiesi
dolcemente.
"Diciassette"
rispose.
"Che
coincidenza, anche io" confessai.
"E
così vivi nella nazione dell'aria?"
"Si
con mio fratello Malcom, superiore a me di tre anni"
"E
i tuoi genitori?"
Lei
si irrigidì e si rattristò allo stesso tempo.
"Mi
spiace non volevo..."
"Parli
troppo" mi disse con voce ferma, poi si allontanò di un
metro e si mise su un fianco.
Decisi
che prendere in considerazione l'idea di dormire non era male, così
chiusi gli occhi e mi addormentai.
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Capitolo 5 *** Ricordi ***
Ricordi
Scusate
per l’immenso ritardo nell’aggiornare. Prometto di
impegnarmi nel farlo più spesso (se la storia interessa)
comunque ecco il capitolo
Ricordi
Malcom's
pov
Spero
che mia sorella non dica il falso. Da quando i nostri genitori sono
morti nella grande battaglia di 10 anni fa non siamo ben visti
dall'Avatar e quindi siamo un tantino emarginati.
Annabeth
sostiene che sia stata la moglie Era, attraverso uno stratagemma, a
convincere il marito di ciò e quindi è da un po' di
anni che cerca disperatamente un modo per farci notare nella nazione.
Con questo non voglio dire che non le credo, mi fido di mia sorella,
ma dichiarare una cosa così impegnativa...d'altronde aveva un
così bel barlume di speranza negli occhi che deluderla mi
avrebbe provocato una fitta al cuore tale da ricoprire buona parte
dell'oceano. Così mi diressi al castello dell'Avatar Zeus per
riferirgli ciò che affermava mia sorella. Nel cammino
continuavo a pensare alle frasi più consone da dire:
signore...mia sorella afferma una cosa che ha dell'incredibile... No
non va' non è mica una notizia che si confidano tra loro due
amici… Signore come reagirebbe se le dicessi che mia
sorella... Smisi per un minuto di pensare e mi ricordai per un attimo
il terribile momento di dieci anni fa.
la
guerra era in atto e le condizioni per tutti erano molto gravi:
feriti, morti. Nostro padre era fuori chi sa dove tra la folla a
combattere, io mamma e Annabeth nella nostra tenda.
"voi
nascondetevi" disse Athena mia madre in preda al panico.
"ma...
voglio aiutare" ribattei io, mentre Annabeth che aveva 7 anni si
stringeva alle mie gambe spaventata cercando protezione da uno che
aveva solo 3 anni in più.
"No
Malcom ascoltami nasconditi, ho bisogno che protegga tua sorella"
protestò riuscendo a mettere un tono fermo nella voce
nonostante tutto.
Io
allora obbedì, presi mia sorella in braccio e corsi a
nascondermi sotto al tavolo;
subito
dopo apparvero due individui vestiti con indumenti scarlatti che
riconobbi come due della nazione del fuoco.
"No
vi prego...qui non c'e niente" singhiozzò mia madre.
"Sta
zitta!" urlò uno; subito dopo un terzo individuo apparve
nella tenda: aveva una veste verde acqua, si mise ad affrontare i due
uomini della nazione del fuoco e poi si rivolse a mia madre con la
spada ancora sporca di sangue.
Mamma
lo guardava con occhi che non saprei decifrare, poi lui con un gesto
veloce le trapassò il corpo e corse via.
Dovetti
fare uno sforzo norme per non urlare e per trattenere mia sorella che
si dimenava in lacrime...
"Fermo
Chase dove pensi di andare?" Mi domandò Ottaviano
puntandomi la spada alla gola.
"Devo
riferire un messaggio all'avatar" chiari.
"Un
messaggio? E da chi? Da quella scroccata di tua sorella?"
Ribatté lui.
"Anche
se fosse, cosa ti importa" risposi stringendo i pugni. Ottaviano
era un ragazzo di 20 anni come me, ma alto, piuttosto magro, con i
capelli color sabbia e gli occhi azzurri tendenti al grigio. Non mi
era mai stato particolarmente simpatico, ma da quando era stato
scelto come protettore...beh questo non aveva fatto altro che
aumentare la sua arroganza.
"Come
osi rispondermi in questo modo!"
"Visto
che hai vinto questa carica con l'inganno…"
"Ottaviano,
che succede qui?" Intervenne una vice femminile, impedendo a
Ottaviano di infilzarmi con la spada.
Mi
comparve un sorriso in viso. Thalia, la figlia di Zeus, rappresentava
perfettamente l'aria con quei suoi occhi blu elettrico e le meches
azzurre su i capelli corvini, corti e delle lentiggini poco accennate
sul viso che sembravano le stelle trapunte nel cielo.
"Signorina
questo..." Ottaviano si fermò come per cercare una parola
adeguata ma sgradevole allo stesso tempo per descrivermi "...suddito
vorrebbe parlare con suo padre" terminò.
"Bene
lascialo entrare" acconsentì Thalia.
"Ma,
va prima perquisito, potrebbe avere cattive intenzioni o..."
La
ragazza lo azzittì con un cenno di mano e mi invitò a
seguirla nella sala del...em...trono.
Nel
breve tragitto ero pietrificato, non sapevo se parlare o conservar le
parole per formare una volta davanti a Zeus un discorso decente;
purtroppo mi trovai ben presto ad affrontare questa situazione.
"Signore...em,
mia sorella...afferma di, tener prigioniero l'Avatar dell'acqua che a
quanto pare si è stabilito da pochi giorni e...lei sa meglio
di me che se l'Avatar è..."
"Comprendo
comprendo" disse lui non facendomi finire di parlare.
"Questo
vicino ai confini della nazione dell'acqua sul fiume Stige,
all'incirca due giorni di cammino da qui o anche meno" aggiunsi.
"Sai
bene che può essere pericoloso, ma..."
"Appoggio!"
Interruppe Jason, fratello di Thalia, ragazzo alto biondo, occhi
azzurri e una strana cicatrice sul lato destro del labbro superiore.
"Figlio"
rimproverò Zeus.
"Se
questo potrebbe portare la nazione dell'acqua...io mi offro
volontario, però non conosco il luogo, mi dovrà
accompagnare il ragazzo" disse Jason indicandomi.
"Bene
allora è deciso, Ottaviano ti incarico di accompagnarli".
"Io
cosa…" annunciò Ottaviano che stava ridendo sotto
i baffi per chi sa' cosa.
"Sei
incaricato di accompagnare mio figlio e..." "Malcom"
gli suggerì "...mio figlio e Malcom a catturare l'Avatar
dell'acqua" terminò Zeus.
Fu
il mio turno di ridere, ma durò giusto il tempo che mi servì
per capire che stavo per partire con un perfetto sconosciuto e un
ragazzo che mi stava parecchio antipatico.
Percy's
pov
Quella
notte sognai l'attacco alla nazione: rivissi tutti i particolari e mi
sentii molto male.
Quando
apri gli occhi, feci per alzarmi ma qualcosa dalla parte sinistra del
corpo mi teneva giù, guardai ed era la ragazza ancora
addormentata che usava il mio petto come cuscino.
"Comoda?"
Chiesi.
Lei
si svegliò e si affrettò a allontanarsi, sembrava molto
imbarazzata.
"Dai
tranquilla...cosa dici dottoressa del mio braccio: come procede la
cura?" Domandai in tono scherzoso.
Annabeth
mi aggirò squadrandomi "è in via di guarigione".
"Oh
bene, così posso tornare alla mia nazione: sai stanotte ho
riflettuto e...".
"Ma...è
un processo molto lento ti consiglio di stare qui almeno tutto oggi"
aggiunse lei allarmata.
"Okay!"
Dissi risedendomi lentamente.
"Vuoi
qualcosa da mangiare? Posso prendere dei pesci" mi chiese
alzandosi.
"Ma
si, dai che fame ne ho, vuoi aiuto?".
"E
perché vorresti aiutarmi? Pensi che non ci riesca da sola?"
Disse lei lievemente infastidita, incamminandosi verso l'uscita della
grotta.
"Assolutamente
no! E che pensavo...visto che sono..."
"Maschio!"
Suggerì lei con tono fermo senza girarsi.
"No..."
stavo per dire l'Avatar dell'acqua ma non volevo elogiarmi "...più
o meno in buona salute volevo aiutati, sai tu mi hai fatto un grande
favore portandomi qui e...so che questo non può ricambiare
ma...un’amica si aiuta sempre giusto?".
Lei
si fermò un attimo pensierosa "ce la faccio anche da
sola...grazie" disse prima di continuare a camminare.
Quando
fu uscita dalla grotta ripensai con nostalgia a quello che mi diceva
sempre mia madre.
Ricorda
Percy: le nazioni sono in eterno conflitto, se mai ti capitasse di
incontrare un membro di una nazione differente dalla nostra non
permettergli mai di coglierti di sorpresa.
No,
tutto questo poteva anche essere vero, ma se lo era perché
Annabeth mi avrebbe portato qui? Mi avrebbe potuto lasciare svenuto
li, in mano ai membri della nazione del fuoco che mi pare strano che
se ne siano andati così, accontentandosi di aver tramortito
l'Avatar dell'acqua e senza catturare sia me che lei.
Non
penso che abbia cattive intenzioni: mi ha anche curato la ferita al
braccio, insomma se avesse cattive intenzioni perché fare
tutto questo?.
Rimasi
li in attesa che la ragazza tornasse con i pesci.
Annabeth's
pov
Quel
ragazzo troppo gentile non rientrava per niente nelle descrizioni che
mio fratello dava continuamente ai membri delle altre nazioni: non
era né arrogante né antipatico e neppure scorretto.
Anzi a dire il vero sembrava un po' ingenuo: "amica" mi
aveva chiamato. Mi conosceva appena eppure si fidava di me. Il
problema era che stava facendo l'errore più grande della sua
vita: io stavo contribuendo alla sua cattura e molto probabilmente
alla sua morte.
Mi
venne un briciolo di rimorso e lottai per un secondo, indecisa se
tornare indietro e avvisarlo di ciò che stava per accadere:
forse potevamo trovare una soluzione diplomatica.
Mi
tornò in mente la scena brutale di dieci anni fa: Poseidone
che uccideva mia madre e successivamente molto probabilmente anche
mio padre, lasciando me e mio fratello da soli.
Strinsi
i pugni: no quello che stavo facendo avrebbe fatto riavvicinare me e
mio fratello alla nazione. Era la cosa migliore da fare.
Durante
il tragitto per tornare alla grotta continuai a ripetere ANNABETH
CONCENTRATI SUL TUO OBBIETTIVO, ANNABETH È LA COSA GIUSTA.
Arrivai
al fiume e presi un lungo bastone che trovai li vicino e ci legai in
cima il mio pugnale. Aspettai dei pesci: non ci volle molto per far
si che due trote passassero e le infilzai con la punta del pugnale.
Tornai
alla grotta e quel Testa d'Alghe....si gli si addiceva come nome, non
si era mosso nemmeno di un millimetro.
"Oh
bene sei tornata. Morivo di fame" annunciò il ragazzo
appena mi vide comparire con i due pesci.
Io
annui e gli passai il suo pesce, lui lo guardò stranito.
"Che
hai?" Gli domandai.
"È
che di solito...non so come si pulisce un pesce" confermò
arrossendo.
"Mi
stai prendendo in giro?!" dissi divertita.
Percy
chinò la testa e capì che non stava scherzando,
trattenni una risata e gli porsi il mio già vigorosamente
pulito.
"Grazie"
disse lui "sai di solito al cibo ci pensava mia madre"
aggiunse.
"Io
invece sono cresciuta assieme a mio fratello, i miei genitori sono
morti nella grande battaglia di dieci anni fa'" confidai io
sospirando.
"Oh...mi
dispiace" disse, poi si avvicinò pericolosamente a me e
mi abbracciò.
Io
rimasi sconvolta, era da molto tempo che qualcuno non mi abbracciava,
ma la sensazione era piacevole, mi sentivo protetta.
"Mia
madre diceva sempre che un abbraccio è la migliore cura per
quando sei triste" confermò.
A
quelle parole mi lascia coinvolgere nel caloroso abbraccio e
sussurrai un grazie.
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Capitolo 6 *** Cambia qualcosa ***
Cambia qualcosa
Cambia
qualcosa
Malcom's
pov
Arrivammo
alla scuderia dove ci aspettavano quattro magnifici cavalli. Quattro
perché? Mi domandai mentalmente.
"Nel
caso tua sorella avesse ragione il cavallo sarà per lei"
affermò Jason salendo sul suo cavallo grigio.
Mi
ci volle un attimo per fare i conti : 4 cavalli: siccome uno per
Jason, uno ipoteticamente per mia sorella e uno per Ottaviano. Il
quarto era per me, ma io non avevo la minima idea di come si andasse
a cavallo. Inoltre avevo un po' di paura, anche se non lo avrei mai
ammesso.
"Stai
aspettando la manna dal cielo?" mi domandò irritato
Ottaviano, già sul suo cavallo.
"Cosa?
No" dissi e salì con un po' di difficoltà sul mio
cavallo, poi i cavalli iniziarono a galoppare verso il fiume Stige.
Percy's
pov
Annabeth
si sciolse dall'abbraccio. Negli occhi della ragazza si notava un
velo di incertezza ma non ci badai poi così tanto.
"Che
ne dici se per cercare il pranzo invece mi aiutassi?" concesse
lei.
Io
sorrisi, probabilmente per lei chiedere un aiuto per qualcosa
richiedeva uno sforzo enorme.
"Ne
sarei onorato" risposi.
Uscimmo
dalla grotta e ci mettemmo in cerca di qualche bacca o frutto. Non
riuscivo ancora bene a identificare Annabeth: a volte dura e rigida,
altre fragile e dolce. Non capivo proprio a cosa erano dovuti questi
così frequenti cambi di umore.
Arrivammo
in una radura completamente spoglia, eccetto qualche basso arbusto e
alcuni cespugli.
"Percy
vieni presto, penso di aver trovato delle more!" gridò la
ragazza mentre correva verso ai cespugli.
Mi
incamminai verso di lei quando a un certo punto mi sentì
osservato, mi guardai attorno e notai dietro ai cespugli un ragazzo
che incoccava una freccia in direzione di Annabeth.
"Attenta!"
Gridai correndo verso di lei. La spostai dalla traiettoria della
freccia appena in tempo, fortunatamente non colpì neanche me.
Subito
dopo un ragazzo vestito in un completo verde, simbolo che diceva che
faceva parte della nazione della terra, si fece avanti con un altra
freccia incoccata sull'arco.
"Che
ci fate voi qui?" Domandò tenendo a stento fermo
l'arco."Vattene" gridai deciso facendo apparire una sfera
d'acqua nella mano.
Il
ragazzo sgranò gli occhi " ma tu sei..."
"Si
lo sono e ti uccido subito se non te ne vai" risposi senza
neanche farlo finire.
Il
ragazzo indietreggiò spaventato e poi corse via, lasciandoci
soli.
Annabeth's
pov
Non
riuscivo a crederci: Percy aveva assunto un atteggiamento cosi
protettivo nei miei confronti…. il suo tono quando minacciava
il ragazzo era cosi protettivo!
"Mi
hai salvata...perché?" riuscì a domandargli con un
fil di voce.
"Tu
hai salvato me, non te lo ricordi più? E inoltre si fa' così
tra amici...ci si aiuta a vicenda" mi rispose avvicinandosi.
Ecco
che quella sensazione allo stomaco cominciava a rifarsi sentire.
"Si
ma io non sono...della tua stessa nazione" ribattei.
"Basta
con questa storia delle nazioni, io penso che se le 4 nazioni
collaborassero il mondo sarebbe più bello no? Basta
tradimenti. Discriminazioni tra le nazioni, non pensi?".
Adesso
la sensazione di nausea ormai stanzia nel mio stomaco.
“Penso
che dovresti tornare dalla tua gente” dissi abbassando lo
sguardo “...sarebbe una disgrazia se ti perdessero, sono
fortunati ad averti".
Tornammo
alla grotta e mi accasciai per terra. Il pensiero di quello che stavo
contribuendo a fare mi fece sentire debole e una sensazione di freddo
mi investì a tal punto che mi raggomitolai su me stessa.
"Hai
freddo? mi chiese premuroso.
"Un
po'" lo informai.
"Aspetta..."
Disse, poi si sdraiò accanto a me e mi fece appoggiare la
testa sul suo petto.
"Va
meglio?" Mi chiese.
Io
risposi con un sorriso e dopo poco mi addormentai sentendomi al
sicuro e mi dimenticai di metterlo al corrente di cosa stava per
accadere.
Mi
risvegliai nel pomeriggio, perlomeno questo sembrava dalla luce che
entrava nella caverna. Mi tirai in piedi e mi guardai attorno: ormai
non c’era più molto tempo per avvisare Percy.
“Percy…ehi,
sveglia” dissi dandogli un lieve calcio per svegliarlo.
“Ciao”
rispose battendo gli occhi prima di tirarsi in piedi.
Vederlo
così tranquillo mi infastidiva ancora di più.
“Percy
senti…” presi un respiro profondo “…devi
andare”.
“Perché?”
chiese.
“La
tua gente ha bisogno di te e io…io…sono una cattiva
persona”
“Non
chiamarla la mia gente e poi…tu non sei cattiva!”
sbraitò quasi arrabbiato per la mia dichiarazione.
Io
indietreggiai.
“Scusa
ma…tu non sei cattiva, una persona cattiva non mi avrebbe
salvato l’altro giorno e mantenuto in vita” spiegò
calmandosi.
“Si
ma l’ho fatto perché…” non finì di
ribattere che tre ombre affusolate apparvero sul pavimento della
grotta.
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Capitolo 7 *** Decisione definitiva ***
Decisione definitiva
Eccomi qua
*si nasconde* come avrete potuto vedere non sono una grande
mantenitrice di promesse e mi scuso anche in anticipo perché
non sono sicura che aggiornerò spesso.
Ringrazio
tutti quelli che stanno seguendo e che hanno messo tra le preferite,
ricordate questa fiction.
Ecco il 7
capitolo, spero vi piaccia e che riuscirò a incuriosirvi fino
alla fine della storia.
Decisione
definitiva
Annabeth’s
pov
"Ottimo
lavoro ragazzina!" Tuonò la voce del ragazzo sul lato
destro dei tre con voce ferma.
Li
misi a fuoco: il ragazzo in mezzo era mio fratello, quello che aveva
appena parlato (come non riconoscerlo o ricordarlo) era Ottaviano e
quello a sinistra mi sembrava il fratello di Thalia, Jared...no,
Jason.
Ottaviano
puntò la spada in direzione di Percy.
"No
aspettate...non c'è bisogno di arrivare a tanto" gridai.
"Li
conosci?" Mi chiese sconvolto Percy.
"Oh
giovane Avatar, non solo ci conosce: è lei che ci ha informato
di dove ti trovavi, l'artefice della tua cattura" spiegò
Ottaviano.
"Tu!"
annunciò guardandomi con un espressione che era un misto di
delusione, rabbia e disprezzo, trattenevo a stento le lacrime. Cosa
avevo combinato?
Percy
avrebbe potuto benissimo darmi uno schiaffo, insultarmi o qualsiasi
altra cosa ma non la fece, nemmeno durante il tragitto per arrivare
alla nazione e questo mi fece sentire ancora più in colpa.
"Ben
fatto Annie, ora vedrai che vita: ci sederemo di fianco a Zeus grazie
al tuo gesto" mi disse affiancandomi Malcom.
Io
sorrisi lievemente.
"E
ora che hai?" Domandò mio fratello.
Feci
l'errore di guardare un attimo nella direzione di Percy, camminava a
testa china con i polsi segnati dalla corda che li legava ed era
trascinato dal cavallo montato da Jason. Ottaviano guidava il gruppo.
"Non
ti sarai mica affezionata a lui?" Chiese con un mezzo scherno.
Io
scossi la testa.
"Allora
me lo fai un sorriso?".
Io
alzai la testa e mi sforzai di fare un sorriso discretamente
credibile.
"Oh!...Questa
è mia sorella" disse dandomi un buffetto sulla guancia
prima di tirare le redini al cavallo che galoppò in avanti.
Percy's
pov
Avrei
potuto benissimo liberarmi, ma non lo feci, per due motivi : il primo
era che quel ragazzo, alto e magro, non penso avrebbe avuto problemi
ad inseguirmi fino alla mia nazione e secondo, ma forse più
importante, mi sentivo deluso, sconcertato etrafitto, si quest'ultima
parola rende l'idea, trafitto dal dolore per il tradimento di
Annabeth. Certo la conoscevo solo da due giorni a malapena, eppure mi
sembrava una persona così sincera che bramava il mio stesso
sogno di pace fra le nazioni.
A
un certo punto il cavallo che mi trainava si fermò, ponendo
parzialmente fine al dolere della corda che mi incideva i polsi.
"Accampiamoci
qui" decretò il ragazzo in testa scendendo da cavallo,
alto magro biondo e occhi azzurri come gli altri due. O meglio uno
aveva gli occhi grigi, come quelli di Annabeth.
"Fra
poco sarà buio e inoltre i cavalli devono riposare, lasciamo
godere il paesaggio all'Avatar ancora una notte..." si fermò
lasciando la dichiarazione in sospeso, non so bene se per lasciarmelo
immaginare o perché si rese conto che non valeva la pena
stuzzicarmi, ero pur sempre l'Avatar dell'acqua giusto?
Il
mio sguardo incrociò per un attimo quello di Annabeth che
sembrava dire dallo sguardo un “mi dispiace”, poi il
ragazzo proprietario del cavallo che mi trainava mi legò a un
albero li vicino.
Il
ragazzo smilzo però aveva ragione, nel giro di non molto si
fece buio e mentre i miei assaltatori si godevano un pasto intorno al
fuoco io stavo legato e tenuto a turno sotto sorveglianza. Il ragazzo
che mi stava sorvegliando sembrava il meno rigido dei tre. Aveva una
spazzola di capelli biondi e gli occhi azzurri, l’unica cosa
che metteva in dubbio la sua calma era la cicatrice sulla parte
destra del labbro superiore. Orai era notte, tutti dormivano tranne
ovviamente il ragazzo, anche se mostrava dei piccoli cenni di
stanchezza.
Io
non avevo sonno: all’improvviso tutta la mia delusione nei
confronti di Annabeth si tramutò in rabbia. Come avevo potuto
fidarmi di lei? Mia madre aveva ragione: mai fidarsi di chi non è
della tua stessa nazione. Non dovevo neanche aiutarla due giorni
prima, anzi era meglio se fossi restato nella mia nazione che ora è
rimasta scoperta agli attacchi dei nemici e ignara di quello che mi
stava accadendo.
“Jason
ti do il cambio, vai pure a riposarti” disse la voce della
ragazza.
Il ragazzo
non disse nulla, si limitò a dirigersi verso il falò,
ma si capiva dal suo corpo che era contento di riposare.
Io
assottigliai gli occhi nel vedere Annabeth accanto a me ma non dissi
nulla e nell’aria si sentiva solo lo scoppiettio del fuoco
acceso.
“Ti
prego dimmi qualcosa…insultami, picchiami…qualunque
cosa”
“Cosa
voi che ti dica? …Che sei stata disonesta, meschina, egoista,
bugiarda e menefreghista?”
“Si”
rispose con un fil di voce “ma…ero arrabbiata perché…”
“Io
non ti ho fatte niente!” dissi alzando la voce.
“Non
urlare” mi pregò.
“Adesso
ti senti in colpa eh? E pensa che per un attimo o creduto che…”
“Percy,
il vostro Avatar ha ucciso i miei genitori”
“So
come ci si sente” dissi acido.
“No
non lo sai. Non immagini nemmeno cosa voglia dire perdere la tua
famiglia a 7 anni e restare sola con tuo fratello che ne ha solo 3 in
più…non sai cosa ho passato e come vivo da allora e se
ti avessi consegnato io, la vita mia e di mio fratello sarebbe
cambiata” spiegò “ma ora mi rendo conto che..”
poi estrasse dal fodero un pugnale.
In quel
secondo pensai che volesse uccidermi, chiusi gli occhi e mi preparai
al colpo, che ci fu ma per tagliare la corda che mi teneva legato.
“Scappa,
torna dalla tua…nella tua nazione, loro hanno bisogno di te
più di quanta ne abbia io”
“Come
farai con loro” indicando il trio che dormiva vicino al fuoco.
“Ottaviano
mi odia già troppo per aumentare ancora di più il suo
odio…dirò che sei scappato e che non sono riuscita a
fare resistenza”.
“Si
ma sono lontanissimo dalla mia nazione”
“Infatti
intelligentone prendi il mio cavallo”
Si
diresse al tronco caduto li vicino per sciogliere le briglie di uno
stallone completamente nero dal manto lucente.
"Tieni!
E ora vai" disse dandomi le briglie.
Io
mi fermai per un attimo: lo stava facendo davvero, Annabeth mi stava
lasciando scappare.
"Muoviti
prima che cambi idea" sibilò.
Diedi
un leggero colpetto nella pancia dell'animale che partì al
galoppo.
Fu
un viaggio molto faticoso sia per il fatto che dovevo cavalcare senza
fermarmi e perché non avevo mai cavalcato prima di allora. In
secondo luogo continuavo a pensare al gesto di Annabeth e alla
confessione che mi aveva fatto poco prima. Chi aveva ucciso i suoi
genitori? Poseidone poteva essere stato così crudele? Forse
centrava il fatto di aver acquisito così tanto potere. Sarei
diventato così anche io? Non volevo nemmeno pensarlo.
Mi
concentrai sul fatto che tra poco avrei rivisto i miei amici, forse
era solo quello il pensiero che mi portava avanti.
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Capitolo 8 *** Tre punti di vista ***
Rachel's pov
Tre
punti di vista
Rachel's
pov
Ormai
era già da tre giorni che contavo le ore che passavano, quanto
tempo ci sarebbe ancora voluto per il ritorno di Percy, soprattutto
dopo quel bacio? Per lui avrà significato qualcosa? Ormai
l'alba del terzo giorno dopo la "pausa di riflessione" che
si era preso l'Avatar, stava sorgendo.
Sentì
delle grida da fuori della mia tenda e uscì precipitosamente.
Vidi
in lontananza un cavallo completamente nero: galoppava verso di noi,
più si avvicinava più intuivo chi lo cavalcava.
"Ah,
finalmente è tornato...si sarà chiarito le idee o
gliele chiarisco io?!" disse Clarisse preparando le mani a pugno
e posizionandosi di fronte a me.
"Calma
Clarisse...beh Rachel, avevi ragione, è tornato" commentò
Silena affiancando la ragazza.
"Lo
so" ribattei con un sorriso.
Percy
scese dal cavallo, come e dove avesse trovato un cavallo non lo so,
ma appena sceso tutti gli si fiondarono addosso.
"Dove
sei stato?" "perché ci hai messo così tanto?"
"cosa pensi di fare?" e un sacco di altre domande uscivano
da ogni bocca della nazione.
Riuscì
finalmente a farmi spazio fra la folla, ma proprio mentre stavo per
aprir bocca Percy parlò.
"Ho
avuto tempo per riflettere e posso assicurarvi che...che..."
Percy fece un respiro profondo "...ci ho messo così tanto
perché, sono stato catturato da...una ragazza della nazione
dell'aria, ma..."
"È
riuscito a scappare" incalzò una voce tra la folla.
"No!
Mi ha liberato lei stessa dopo qualche tempo" corresse lui.
Il
modo in cui Percy nominò "una ragazza della nazione
dell'aria e mi ha liberato lei stessa" mi suscitò rabbia
ma anche un po' di gelosia: l'aveva detto con un tono di grande
stima.
"Menzogne!
L'avrà fatto per farci abbassare la guardia e poi attaccarci
assieme alla sua nazione e privarci delle poche cose che ci restano"
urlò la voce di Clarisse tra la gente.
"Vero,
è pur sempre di un altro distretto!" approvavano altre
voci.
"Basta!"
gridò Percy "…vi ho detto questo per dimostrarvi
che anche le altre nazioni iniziano ad essere stufe dei conflitti…per
lo meno alcune e questa è la prova: quel gesto non può
essere stato solo di compassione".
A
quel punto non ci vidi più: come poteva difendere una ragazza
che conosceva appena e per di più di un altra nazione.
"Secondo
me L'Avatar potrebbe avere ragione" fu Silena a parlare.
"Si,
certo, parla una ragazzina!" Annunciò un uomo.
"Perc...l'Avatar
ha narrato questa storia e se è qui per raccontarcelo vuol
dire che quello che dice è la verità" disse
mettendo d'accordo la nazione.
Percy
sorrise a Silena come per ringraziarla e lei chinò la testa.
Poi
Percy aggiunse “Però basta con il lei, ora usiamo il tu
anche per l’Avatar, siamo tutti uguali”.
Annabeth's
pov
Ero
ancora incerta di quello che avevo fatto: stava per sorgere il sole,
Ottaviano si sarebbe svegliato e mi avrebbe chiesto dell'Avatar
prigioniero.
Io
che gli avrei detto? Semplicemente “mi spiace è
scappato?”. Perché l'avevo fatto? Perché avevo
incontrato quel ragazzo? Perché 3 giorni fa non mi trovavo nei
confini della nazione invece che sulle sponde dello Stige? Si, perché
io penso sempre di portare avanti le cose senza l'aiuto di nessuno,
ma di solito non agisco mai prima di pensare? Questa volta però
ho liberato Percy senza pensare neanche un minuto alle conseguenze.
Tutto
quel discorso che aveva fatto sulle varie nazioni e il fatto che mi
aveva salvata, sicuramente era stato quello.
I
miei pensieri furono interrotti da mio fratello che mi mise una mano
sulla spalla.
"Malcom,
vuoi farmi prendere un infarto!" strillai.
"Shh
non urlare, dov'è l'Avatar?".
Io
lo guardai, ma prima di aprir bocca la voce di Ottaviano prevalse,
porgendo a me e a mio fratello la stessa identica domanda che mi era
stata posta poco prima.
"Ottaviano,
ero io di guardia, ma ad un certo punto è riuscito a usare i
suoi poteri per liberarsi " disse Malcom, prima che potessi dire
la verità.
"Tu
hai fatto cosa!?" Urlò furente quest'ultimo avvicinandosi
sempre di più a mio fratello.
"No
fermo" lo pregai mettendomi in mezzo "…è
colpa mia: ero io di guardia" continuai spaventata.
Passò
neanche un secondo che mi ritrovai 5 dita rosso fuoco sulla guancia.
"Tu
ragazzina insolente! Prima ci dici di aver catturato l'Avatar
dell'acqua e poi lo lasci scappare così?! Che razza di di...ma
del resto c'era da aspettarselo da una donna" dichiarò
disgustato, poi rivolse la parola a Malcom "specialmente da tua
sorella Chase".
Poi
si diresse verso i cavalli per slegarli mentre io trattenevo mio
fratello che bramava uno scontro con Ottaviano.
"Muovetevi"
disse poi porgendoci le briglie del cavallo di Malcom.
"Torniamo
nella nazione?" Azzardò a chiedere mio fratello.
"No
andiamo a riprenderci il prigioniero che tua sorella ha fatto
scappare" rispose acido.
"Ma
è mattina; sarà già arrivato alla nazione"
mi intromisi io.
"Taci!"
mi rimproverò Ottaviano.
"No
Ottaviano taci tu, la ragazza ha ragione e se si trova li noi siamo
in netta minoranza rispetto alla nazione...torniamo a casa"
disse Jason parlando per la prima volta.
"Non
si ottiene niente senza combattere!" Replicò Ottaviano.
"Su
questo deciderà mio padre, non hai ancora questo potere"
ribatté Jason facendo partire il cavallo.
Ottaviano
emise un ringhio di disapprovazione, ma lo seguì facendoci un
cenno per stargli dietro.
Mi
sistemai sull'unico cavallo rimasto dietro a mio fratello e
continuammo il tragitto.
Malcom’s
pov
Non potete
immaginare quanto fossi confuso in quel momento, il mio cervello non
sapeva se trasmettere in tutto il corpo la vergogna che provavo per
mia sorella, la rabbia che avevo nei confronti di Ottaviano o la
paura che preservavo nell’immaginare cosa sarebbe successo a me
e ad Annabeth, una volta tornati a mani vuote alla nazione.
“Sei
arrabbiato ?” mi sussurrò la voce di mia sorella da
dietro.
“Forse…un
po’” risposi.
“Grazie
per avermi difeso”.
“Si
però alla fine ci hai rimesso tu, perché ti sei messa
in mezzo?”.
Ci fu un
minuto di silenzio in cui si sentì solo il rumore degli
zoccoli dei cavalli sul terreno.
“Mi
sembrava giusto dire la verità” disse poi con un tono
che non mi convinceva fino in fondo.
Poi i
cavalli si fermarono di colpo e delle frecce si impiantarono nel
terreno, il cavallo di Jason si impennò e l’arciere
colse il momento per scoccare una freccia che si conficcò
nella spalla del ragazzo che cadde da cavallo.
“Sbrigatevi,
affrettiamo il passo!” urlò Ottaviano, aumentando la
velocità.
Io agì
di istinto, diedi a mia sorella le redini, afferrai Jason e lo aiutai
a salire sul suo cavallo.
Ormai gli
assalitori erano vicini: diedi un colpo al cavallo che partì
al galoppo seguito da quello di mia sorella; per nostra fortuna gli
assalitori erano a piedi.
Ma l’aver
seminato i nostri nemici non aiutava a rendermi più tranquillo
e la paura di cosa ci sarebbe accaduto aumentava costantemente, man
mano che ci avvicinavamo ai confini della nazione.
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Capitolo 9 *** E ora iniziano i problemi ***
E ora iniziano i probblemi
Allora
ormai sarò conosciuta come “La pazza che aggiorna solo
quando ne ha voglia”, no a parte gli scherzi scusatemi per
l'immenso ritardo nel aggiornare ma sono stata veramente presa dalla
fine della scuola e da altre cose.
Ecco il
terzultimo capitolo, si avete capito bene: il terzultimo e gli ultimi
due sono già in via di sviluppo, quindi chi segue la storia
avrà il sollievo di non aspettare altri quasi 2 mesi per
sapere come finisce.
E
ora iniziano i problemi
Malcom’s
pov
Appena
arrivati alla nazione la gente si ammassò davanti a noi e
aiutò Jason, ormai verdognolo per colpa della ferita a
scendere da cavallo. Lo potarono chissà dove. Arrivammo nella
piazza dove ci aspettava l'Avatar Zeus che ci domandò in primo
luogo dov'era suo figlio e successivamente dell’Avatar.
"Suo
figlio è stato ferito, ma è in buone condizioni e sono
certo che lo stanno già curando..." Trovai il coraggio di
dire, non so bene come, una volta sceso da cavallo. "E l'Avatar
è scappato signore..." aggiunse timidamente mia sorella
stringendomi la mano.
A
quel punto mi preparai ad essere infilzato assieme a mia sorella
dalla lama della sua stessa spada.
"Ottaviano
e tu hai permesso tutto questo! Sono profondamente deluso. Io ti
affido un compito e tu non solo fallisci nell'impresa, ma permetti
anche che mio figlio venga ferito: non me l'ho aspettavo da te".
"Ma
signore..." Protestò battendo il piede sul pavimento come
un bambino che vuole altre caramelle.
Solo
per quel momento mi trasmise un briciolo di pena, che sparì
subito quando Ottaviano propose di invadere la nazione dell’acqua.
"E
a che scopo?" Chiese Zeus "una guerra è l'ultima
cosa che ci serve".
"Scappando
ha messo alla prova le capacità della nazione, se non
attacchiamo farà apparire la nazione debole" ribatté
Ottaviano.
"Che
lo faccia, inoltre …" l'Avatar si avvicinò di più
a Ottaviano come per non far sentire "… non rischio i
miei uomini solo per placare la tua rabbia" provocò
l'Avatar.
A
Ottaviano scintillarono gli occhi dalla rabbia, sfoderò la
spada e corse verso Zeus che gli dava la schiena.
"Padre
attento!" Gridò Thalia.
Zeus
non fece in tempo a girarsi che si ritrovò la spada di
Ottaviano conficcata nello stomaco e cadde a terra.
Ci
furono degli urli di terrore, la moglie e la figli dell'Avatar
gridarono con gli occhi pieni di lacrime, Thalia cercò anche
di avanzare verso l'assassino, ma fu trattenuta da Jason, che
arrivava in quel momento, rinato dopo la cura dell'infermeria.
"Ah
Ah! Ora non mi puoi più dare ordini!" Gridò al
corpo ormai senza vita come per sfida.
"Ottaviano
sei un mostro!" Gridò Era.
Prima
che chiunque potesse far qualcosa si udì un gran boato e un
fulmine colpì Ottaviano.Per un attimo pensai che fosse l'anima
dell'Avatar che voleva punirlo, ma poi mi tornò in mente come
il potere nella nazione dell’aria veniva trasmesso e mi venne
un tonfo al cuore.
Annabeth’s
pov
Intuii che
stava succedendo, ma non a pieno. Odiavo quando succedeva, quello che
era sicuro era che l’Avatar era morto ucciso da Ottaviano.
Tutta la nazione era letteralmente entrata nel panico e il brutto era
che tutti si trattenevano, bene o male, dal mostrarlo.
C’era
chi si tappava la bocca con le mani per evitare di urlare, chi
trotterellava nervosamente sul posto per smaltire l’agitazione
e chi, come me, cercava di trattenere il fratello da un eventuale
scontro con Ottaviano.
Si lo so,
è la seconda volta che lo trattengo da uno scontro con lui,
caspita Ottaviano doveva proprio stargli sulle scatole.
All’improvviso
mi sentii avvolgere da una lamina di vento fredda come se una mano mi
volesse stritolare: “Adesso che sono il nuovo Avatar inizierei
la mia carriera eliminando tutta la feccia presente nella
nazione…perché non iniziamo dalla ragazza che a reso
possibile tutto questo…come ringraziamento ovvio!”
ringhiò dopo aver avvicinato il pugno d’aria a se
stesso.
“Non
la toccare!” lo minaccio Malcom correndo accanto a me.
“No,
non preoccuparti, non la ucciderò…subito” ribatte
Ottaviano, poi rivolse lo sguardo a me “mi servi ancora per un
lavoretto”.
Io mi
dimenai cercando di liberarmi dalla “stretta di mano” ma
inutilmente.
Ottaviano
riuscì attraverso il terrore a convincere la nazione ad andare
in guerra contro lo nazione dell’acqua.
Mi sentivo
ancora peggio di 10 anni fa subito dopo la morte dei nostri genitori,
quando sembrava che fosse rimasto solo Malcom al mondo.
In quel
momento mi sentivo come se il peso del mondo ricadesse su di me.
Tutte le scelte che avevo fatto negli ultimi giorni mi si erano
rivolte contro: le conseguenze non ricadevano solo su di me, ma su
tutte le persone che mi si trovavano attorno.
Accetta
la realtà Annabeth quello che hai fatto ormai lo hai fatto e
tutto quello che sta’ accadendo è solo colpa tua colpa
tua colpa tua!
Le ultime
parole mi risuonavano in mente,ma non era la priva volta, la frase
veniva spolverata dalla mia mente in modo periodico nel corso della
vita.
Mi sentii
qualcosa di freddo sulla gola, abbassai di poco lo sguardo e mi
ritrovai la lama di una spada pronta a sgozzarmi.
“Nel
caso ti venissero strane idee” mi sussurrò all’orecchio
Ottaviano.
Già!
Mi ricordai che stavo su di un cavallo, tenuta in ostaggio dal neo
Avatar, per assaltare la nazione dell’acqua, con solo due
parole che mi risuonavano nella mente:
colpa tua
colpa tua colpa tua.
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Capitolo 10 *** Lo scontro è inevitabile ***
Lo scontro è inevitabile
Lo
scontro è inevitabile
Percy’s
pov
Sentii
il rumore di cavalli in avvicinamento e guardai verso l'orizzonte.
Non
ci volle molto per vedere sputare un insieme di persone guidate da un
ragazzo su un cavallo con una toga azzurra. Davanti a lui tratteneva
una persona, pareva una ragazza.
Quando
fu abbastanza vicino non potei fare a meno di riconoscere sia lui che
la persona in ostaggio.
"Sono
Ottaviano, da poco tempo nuovo Avatar dell'aria!" tuonò
con voce maligna.
"Cosa
vuoi?!" Urlai di rimando.
"Tutto
quello che ormai vi è rimasto, inclusi voi stessi!"
Rispose.
"E
se rifiutassimo?" Domandai cercando di mantenere un tono di voce
autoritario. "La terra si tingerà di sangue a iniziare
dal suo" minacciò premendo con più forza il
coltello contro il collo di... “Annabeth!" gridai con
preoccupazione avanzando di qualche passo.
"Oh,
ma guarda? L'Avatar dell'acqua che si interessa alla vita di un
insulsa ragazza per di più di una nazione differente…oh
si: l’ho notato subito che c’era qualcosa tra voi".
Poi un
ragazzo che era trattenuto da altri 2 riuscì a liberarsi e
sferrò un pungo a Ottaviano abbastanza forte da fargli
allentare la presa su Annabeth che riuscì a liberarsi.
“Come
osi!” ringhiò L’Avatar riprendendosi.
“Ora
basta Ottaviano!” gridò una ragazza che si distingueva
dagli altri perche aveva delle meches azzurre sui capelli neri e
corti “La tirannia che ormai imponi da anni sui cittadini deve
finire!” aggiunse con un tono fermo.“Ti sbagli Thalia!”
ribatté il biondo “è appena cominciata!”
aggiunse poi alzando la spada in direzione di Annabeth e del ragazzo.
Annabeth’s
pov
Okay stavo
per morire .
Beh, per
lo meno avrei rivisto mia madre e mio padre, non li vedevo da così
tanto tempo che nemmeno mi ricordavo come fossero. Mi preparai a
unirmi a loro e chiusi gli occhi.
Poco dopo
sentii un rumore metallico: CLANG! Ma non ero morta: riaprii gli
occhi e vidi la spada di Ottaviano a terra in un punto ben lontano
dal suo cavallo.
I due
Avatar si lanciarono all’attacco l’uno dell’altro.
Ottaviano
lanciò una raffica di vento contro Percy che rispose con un
getto d'acqua che la fermò momentaneamente. Continuarono così
per un po’ fino a quando Ottaviano recuperò la sua spada
in un momento di distrazione di Percy e si lanciò nuovamente
all'attacco.
Per
fortuna Percy evitò quei fendenti ed a un certo punto riuscì
perfino a disarmarlo, non so bene come, visto che non aveva armi,
forse con un altro "trucco" sfruttando il fatto che era
l'Avatar della sua nazione.
Il
combattimento divenne un corpo a corpo. Era incredibile come nessun
altro delle due nazioni facesse qualcosa. Restavamo tutti immobili
come spettatori che guardano un film (non ho idea di cosa ho appena
detto: spettatori che guardano un film… e che cos'è poi
un film?).
Tra
i due ci furono calci e pugni, solo pochi però centrarono i
rispettivi bersagli. Il tutto durò un po’ di minuti,
fino a quando Ottaviano riuscì a tramortire l’altro
colpendolo con un bastone, una specie di clava da un lato facilmente
impugnabile e dal altro piatta. Poi si preparò a dare il colpo
definitivo, visto che l’avversario si trovava a terra.
Mio
fratello mi tappò gli occhi con la mano, come si fa con un
bambino per non fargli vedere una cosa. Ero abituata a questi
atteggiamenti di mio fratello: per lui restavo sempre quella bambina
insicura di 7 anni fa, da proteggere perché gli era stato
ordinato da mia madre.
Un
secondo dopo la terra tremò e sui due Avatar si creò
una sorta di tornado che sollevò in aria Ottaviano. Tutti
guardammo stupiti e impauriti: chi mai poteva provocare un tornado se
non l'avatar stesso? Anche Percy pareva esterrefatto.
Giurerei
di aver visto una faccia dallo sguardo serio dentro il tornado. Una
faccia dagli occhi seri, capelli neri abbastanza lunghi e una barba
brizzolata. Sembrava proprio Zeus, che puniva in quel modo il suo
assassino, ma era passato troppo poco tempo da quando una spada aveva
minacciato di tagliarmi la gola o di farmi a pezzi, quindi decisi che
era frutto della mia immaginazione.
Il
tornado terminò e Ottaviano venne scaraventato pesantemente
contro un masso
"Arrenditi:
è finita!" disse Percy rialzandosi a fatica.
Ottaviano
si rialzò traballando ma con sempre stampato in volto lo
stesso ghigno malefico e si buttò di peso contro Percy.
Entrambi rotolarono giù per lo strapiombo che si trovava li
vicino e finirono nello Stige.
Ci
precipitammo tutti verso il precipizio a guardare: la corrente era
forte, il fiume in piena e non ci furono segni di vita di li a 15
minuti. Il mio cuore si fermò. No! Non poteva finire così
lui: era l'avatar del acqua... per Ottaviano avevo seri dubbi che
fosse riuscito a cavarsela, ma Percy no, doveva essere vivo.
Ecco
che una figura riemerse finalmente dall'acqua e si diresse goffamente
verso riva.
Anche
se la figura era lontana riuscì a identificare che non si
trattava di Ottaviano e istintivamente scattai verso il fiume, non
curandomi degli altri che mi seguirono senza dire alcuna parola.
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Capitolo 11 *** Unione ***
Unione
Unione
Annabet’s
pov
Abbracciai
Percy, penso che iniziai a piangere perché lui mi diede delle
pacche sulla schiena per rassicurarmi, sussurrandomi che era tutto
finito.
"Si
Percy è davvero tutto finito...la nazione dell'aria non ha più
un Avatar.”
Lui
si sciolse dall'abbraccio e mi guardò confuso.
"Percy,,
un Avatar deve restare in carica almeno un anno per far si che le sue
doti si trasmettano" spiegai con un tono di ovvietà. "Non
abbiamo più chi ci protegga... anche se io e credo buona parte
della nazione non moriva dalla voglia di farsi proteggere da lui,
siamo rimasti scoperti e le..." Non finì la frase perché
la voce di Percy prevalse: "Finché ci sarò io
niente e nessuno potrà mai toccarti...ti difenderò a
costo della mia stessa vita!". Terminata questa frase posò
le sue labbra sulle mie.
Dal
"pubblico" partirono degli urletti, non so bene se di
incoraggiamento o di disapprovazione, ma comunque questo bastò
per spingere lievemente all'indietro Percy. Pregai che nessuno
notasse quanto diventai rossa sia per l'emozione che per l'imbarazzo.
"Direi che questo voglia dire che possiamo contare su di
te...sarai tu a proteggerci"
Mi
girai verso i membri della mia nazione nel cercare sostegno.
Mio
fratello si fece strada fra gli altri e si avvicinò a me,
pregai che non mi prendesse a schiaffi per quello che avevo fatto
poco prima, almeno non li davanti a tutti. "Quindi ci stai
proponendo una unione fra nazioni?" Domandò Malcom a
Percy. "Esatto!" Affermo l'Avatar.
Tutti
rivolsero lo sguardo verso Thalia come se fosse lei a comandare dopo
l'assassinio del padre. "Accetto l'unione" confermò
quest'ultima. Tutti esultarono felici e iniziarono a fraternizzare
con i membri dell'acqua.
Percy
mi portò all’inizio del bosco, più o meno dove ci
eravamo visti per la prima volta.
Percy’s
pov
"Bene
il tuo sogno si sta realizzando Percy...aria e acque si sono unite"
"Tutto
questo grazie a te, se non mi avessi liberato due giorni fa non
sarebbe successo" le feci notare.
Lei
sorrise “in effetti è vero”.
Incominciammo
a riavvicinarci uno all’altra per continuare quel bacio
interrotto.
“E
così tu sei la famosa Annabeth?" domandò una voce
femminile con un tono non tanto felice.
Guardai
nella direzione della voce: Rachel.
“Si
beh…famosa non direi, comunque si sono io, piacere”
rispose Annabeth.
“Ti
sottovaluti, non è da tutti quello che hai fatto” disse
con un tono acido.
“Sarebbe
un grazie?” chiese la bionda incrociando le mani.
“Forse,
se lo prendi come tale” ribatté Rachel indispettita.
“Rachel,
perché non vai a tenere d’occhio Clarisse, sai non
vorrei che…sai com’è” intervenni, notando
la poca simpatia che si era creata fra le due.
“D’accordo
Percy” Rispose un po’ delusa e andò via.
“Si
ecco lei è Rachel…di solito è più…simpatica”
affermai.
Poi ci
riavvicinammo, ma mentre ci stavamo per baciare…
“Ehi
tu…” disse una voce, che da quello che avevo capito era
il fratello di Annabeth.
“Percy”
suggerì la ragazza allontanandosi velocemente da me,
imbarazzata.
“Okay
Percy… volevo congratularmi con te…non è da
tutti affrontare Ottaviano, io è da anni che cercavo di
trovare il coraggio per farlo” mi disse porgendomi una mano.
“Grazie!”
ringraziai stringendola.
Poi si
rivolse alla sorella: non disse nulla, le porse solo le braccia
aperte,per invitarla in un abbraccio.
“Grazie
Malcom!” commento Annabeth accettando l’invito.
“Ti
voglio talmente bene, farei di tutto pur che non ti accada qualcosa”
disse mentre abbracciava la sorella. Ma lo sguardo era rivolto a me,
si leggeva chiaramente che in realtà diceva: “falle del
male, di qualunque tipo e io ti uccido”.
Deglutii,
cercando di non farmi notare dalla ragazza che si sciolse poco dopo
dall’abbraccio col fratello.
“Bene,
vi lascio soli” disse correndo verso gli altri, dopo avermi
rivolto un'altra occhiata d’avvertimento.
“Si,
ecco, lui è mio fratello” disse poi lei confermando la
mia ipotesi.
“Lo
avevo intuito” risposi guardando nella direzione dove si era
avviato Malcom.
“Dove
eravamo rimasti?” enunciò Annabeth facendomi rivolgere
lo sguardo verso di lei e facendomi sorridere.
Le
accarezzai una guancia con la mano, era morbida e delicata, le presi
il mento con due dita e…
“Guardali
qui i due piccioncini più famosi del momento!” strillo
una voce mettendosi in mezzo: era Silena.
“Non
è possibile” sbuffai esasperato.
Ad
Annabeth scappò una risata.
“Silena!”.
“Si?”.
“Una
volta questo era un posto tranquillo!” dissi alzando le mani.
“Oh…
scusate. Ho interrotto il vostro momento romantico?”.
“E’
solo la terza volta che capita, tranquilla” aggiunse Annabeth
ridendo.
“Oh
allora me ne vado” replicò allontanandosi .
“C’è
ancora qualcuno che vuole interromperci?” domandai più
in modo retorico che altro.
“Tranquillo
abbiamo tanto tempo davanti” replicò Annabeth
ridacchiando.
“Mh…hai
ragione” appoggiai.
Poi
tornammo mano nella mano verso le due nazioni ormai unite.
Angolo
autrice
Ed
ecco oh finito anche questa storia *si
sente solo il rumore dei grilli in tutta la stanza*
Okay
il fatto che l'ho finita non importa molto...ma sappiate che ora ho
la mente libera per creare nuove storie!
Comunque
ringrazio tutti quelli che hanno sopportato letto questa storia e
aggiunto nelle ricordate, preferite o seguite.
Bene
qua io ho finito alla prossima!
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