As my memory rests - but never forgets what I lost

di Euridice100
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 029. Birth ***
Capitolo 2: *** 003. Enraptured ***
Capitolo 3: *** 073. Light ***
Capitolo 4: *** 074. Dark ***
Capitolo 5: *** 043. Vision ***
Capitolo 6: *** 066. Rain ***
Capitolo 7: *** 060. Forever ***
Capitolo 8: *** 091. Birthday ***
Capitolo 9: *** 023. Lovers ***
Capitolo 10: *** 015. Blue ***
Capitolo 11: *** 021. Friends ***
Capitolo 12: *** 028. Children ***
Capitolo 13: *** 017. Brown ***
Capitolo 14: *** 092. Christmas ***
Capitolo 15: *** 042. Emptiness ***
Capitolo 16: *** 008. Spinning ***
Capitolo 17: *** 086. Choices ***
Capitolo 18: *** 002. Interlude ***
Capitolo 19: *** 056. Eternity ***
Capitolo 20: *** 040. Sight ***
Capitolo 21: *** 025. Strangers ***
Capitolo 22: *** 039. Taste ***
Capitolo 23: *** 076. Who? ***
Capitolo 24: *** 071. Broken ***
Capitolo 25: *** 096. Devotion ***
Capitolo 26: *** 082. If ***
Capitolo 27: *** 084. Mirror ***
Capitolo 28: *** 028. Beginnings ***



Capitolo 1
*** 029. Birth ***


Eravamo diversi anche nelle piccole cose. Anche nella scelta di un nome.
A me sono sempre piaciuti i nomi semplici e musicali, come quelli dei fiori, che hanno quasi il potere di farti sentirne il profumo e immaginare di essere in un campo in primavera.
Lui preferiva i nomi ricchi, opulenti, che riempiono la bocca e la mente e quasi intimoriscono.
Daisy, Lily, Rose, penso guardando i tanti mazzi di fiori poggiati un po’ovunque nella stanza.
I fiori per il sindaco.
Lucretia, Selena, Cassandra, penso guardando la bambina che si è appena addormentata stretta al mio seno.
La nostra bambina.
Non sono trascorse neanche ventiquattro ore da quando abbiamo iniziato le nostre vite separate.
Chi dice che i neonati sono tutti simili? Lei è identica solo a sé, unica e speciale.
In lei rivedo noi.
I miei lineamenti.
Il castano caldo dei suoi occhi.
Emilie Rose, penso in un lampo, sarà questo il tuo nome.
Dolce e prezioso, come una rosa rossa fiorita nell’inverno più cupo.
Dolce e prezioso, come l’oro antico di un anello foriero di ricordi.
Dolce e prezioso, come te.
 
 
 
Da quella missione sono tornati solo Emma e Henry.
 
 
 
 
 
N. d. A.: Ebbene sì, il caldo mi ha dato alla testa e mi sono imbarcata in questo grande progetto: una raccolta di drabbles, flashfics e one-shots sui RumBelle – sono monotona, lo so!
Racconterò la loro storia in ventotto fanfictions la cui collocazione spazio-temporale varierà: a volte saranno ambientate durante la maledizione, altre volte prima, altre ancora saranno FutureFics – come questa flashfic di 194 parole. Vi è piaciuta? Sono stata cattiva, lo so, soprattutto nella parte finale… Ma oggi sono pessimista su tutto! ù.ù In futuro tornerò l’Euridice fluffosa che conoscete, lo prometto :D
Quasi dimenticavo, adotterò il punto di vista di entrambi i personaggi!
Ho preso la lista di prompt dal sito http://roloshouseportfolio.forumfree.it/?t=55803430 .
Il titolo della raccolta viene da “Wake me up when September ends” dei Green Day.
Cercherò di aggiornare quanto prima!
Ringrazio quanti mi seguiranno in questo folle progetto, leggeranno e recensiranno! :) :*
F. e B. , ora dovrete essere ancora più pazienti con me! :D
 

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Capitolo 2
*** 003. Enraptured ***


003. Enraptured
 


È seduta sul tappeto, legge un libro come sempre. Questa volta, però, la lettura la sta coinvolgendo ancor più del solito: l’orologio ha battuto già cinque rintocchi, l’ora del tè è passata da un pezzo, ma Belle non dà segno di essersene accorta, gli occhi che si muovono veloci divorando parole, righe, sogni.
Né tu, Rumpelstiltskin, vuoi destarla dalle sue fantasticherie, perché – non lo ammetteresti mai, ma è così – da interminabili minuti la stai osservando estasiato.
L’arcolaio continua a cigolare, le mani esperte ripetono movimenti che conoscono da secoli, ma il tuo sguardo è fisso su di lei.
Hai mai notato il modo in cui si morde il labbro inferiore quando è tesa?
Ti sei mai accorto dei movimenti agili e delicati assieme che le sue dita sottili compiono per voltare pagina?
Lei riesce a rendere leggiadro anche un gesto così semplice e usitato.
Le sue unghie non sono mandorle perfette, no: portano impresso il segno dei denti, e quasi sorridi pensando a questa principessa solo in apparenza eterea, in continuo subbuglio interiore, come testimonia questo piccolo vizio.
La luce che entra proprio dalla finestra riaperta dopo anni la investe in pieno e, per un istante, ti sembra ancora di tenerla tra le braccia, come il giorno in cui le hai salvato la vita.
Fili d’oro e rame i suoi capelli.
Un’aureola di fiamme incornicia quegli assorti occhi di mare.
Sembra quasi che vada a fuoco.
Come il tuo cuore.
 
 
 
 
Hello, Dearies! Sono tornata con un altro prompt: questa volta ho voluto descrivere in 240 parole un missing moment, Rumpel che osserva Belle incantato dalla sua bellezza! Dopo tutta la tristezza della scorsa volta, serviva qualcosa di più “tranquillo” :D
Spero che il mio lavoretto vi sia piaciuto; in ogni caso, commentate, commentate e commentate!
Ringrazio anticipatamente tutti i lettori; un ringraziamento speciale va
a – l’ordine è casuale - KikiWhiteFly, Kika, DreamWriten, Lilly93, Jarmione, licet, a crazycotton, NoemiBoh eNevilleLuna, che hanno recensito / aggiunto la precedente storia alle preferite, alle ricordate o alle seguite!
E grazie agli immancabili B. e F., compagni d’avventure!

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Capitolo 3
*** 073. Light ***


073. Light
 
 
 
Ti racconta di un certo Andrew, che ha provato a baciarla e a cui ha tirato una ginocchiata.
- È rimasto senza fiato, oh, avresti dovuto vederlo! Per me è ancora lì a boccheggiare… - ride sguaiata.
Come lei non avrebbe mai fatto.
Ignori le fitte di gelosia, sorridi e annuisci.
La tensione tra voi potrebbe tagliarsi col coltello.
Ha lo smalto scheggiato e continua a scrostarlo distrattamente con l’unghia del pollice.
Altra stretta al cuore.
Lei faceva la stessa cosa quando era annoiata.
Quanto sei caduto in basso se rimpiangi anche vizi e manie?
Io di lei amo tutto, anche vizi e manie.
Scola fino all’ultima goccia il suo boccale di birra e si alza di scatto.
- Vieni, - ti ordina incamminandosi verso l’uscita senza aspettarti.
La segui a fatica in quel vicolo buio.
Non si volta mai per controllare se ci sei: sa che non te ne andresti lasciandola lì sola.
Sa che nessuno lo farebbe.
Solo quando sente che l’hai raggiunta si gira e sorride.
Non bestemmiare, Rumpelstiltskin, questo non è il suo sorriso.
È una smorfia, un ghigno, somigliante al suo sorriso quanto una pozzanghera può somigliare all’oceano.
È sensuale, magnetico, intrigante, … Ma non è il suo.
Non ti illumina il cuore più del sole.
Che fine hai fatto, Belle? ti domandi mentre lei ti attira a sé, ti cerca, piantandoti addosso quegli occhi come lame.
Sei un codardo, pensi per l’ennesima volta mentre le tue mani rispondono alle sue.
È questione di un istante, il tempo di un battito di ciglia.
Non puoi, non puoi stare qui con lei che non è lei, toccarla e sfregiarle l’anima.
Non puoi risvegliarti domani mattina come se nulla fosse quando invece l’hai tradita due volte, col corpo e la mente.
Lei non è lei, ripeti a un corpo che non vuole darti ascolto e si allontana a fatica dalla meraviglia che ha davanti.
- Mi dispiace, - mormori con voce strozzata, Dio quanto devo sembrarle ridicolo, ma poco importa, così no, - Mi dispiace… Non posso. Non sei in te, Belle.
Il volto della ragazza s’indurisce di colpo, le labbra scompaiono in una linea sottile.
- Ancora con questa Belle? – sbotta – Ma vuoi capire che non sono lei? Ora mi hai davvero scocciato, me ne torno dentro!
La segui con lo sguardo, respiri solo quando la vedi rientrare nel locale.
L’aspetterai di nuovo fuori fino a notte fonda, per accompagnarla a casa ed evitare che faccia brutti incontri,  ma - tristezza a parte, perché lei ha perso se stessa e come puoi gioire se lei non è felice? – non sei deluso.
Forse avevi ragione tu, Belle, ti dici pensando a quello che – non – hai fatto prima.
Forse in me c’è davvero ancora un bagliore di luce.
E anche se tu non sei davvero qui, con te accanto emerge sempre.
 
 
 
 
N.d.A.: flashfic di 476 parole – praticamente quasi una oneshot, ma quando inizio a scrivere non mi fermo più!
Le ripetizioni di “lei” sono volute!
Ora correte a leggere il prossimo capitolo, al termine del quale vi tedierò con le mie solite meganote finali :)

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Capitolo 4
*** 074. Dark ***


 ( Avete letto il capitolo precedente, “073. Light” ? No? E allora correte a farlo, prima di leggere questa storia! :) )
 
 


Ad A. ,
che va matta per le mie storie su Lacey
e rende divertenti anche le lezioni più noiose.

 

 
 074. Dark
 
 
 
No, non ci posso credere.
Eccolo di nuovo sotto casa.
Ma fa la ronda per vedere se sono tornata sana e salva? Anche stasera ti sono sfuggita, ma tranquillo, Dearie, non ho incontrato Jack lo Squartatore.
E se l’avessi fatto, avrebbe dovuto aver paura lui, non io.
Sono molto più furba di quanto si possa pensare, sai?
E più pericolosa.
Parliamo di te, piuttosto: mi lasci sul più bello?
Mi piacevi tanto e mi hai deluso ancora di più.
All’inizio mi hai scocciata come non mai; poi, quando ha picchiato Keith, mi sono ricreduta: magari saremmo potuti andare d’accordo…
E invece no, proprio ora che cerco di fare un passo avanti, tu che fai?
Riparti con la manfrina di Belle!
Altro che “Darker, Dearie. Much darker”.
Che poi, chi sarà questa Belle?
A me sembra una gran sfigata, una santarellina tutta dedita ai libri.
Oddio, a dire il vero leggere piace anche a me... Ma mai quanto divertirmi.
E tu, bello mio, non me lo impedirai.
Non mi hai voluta? Tanto peggio per te!
Un uomo va, un altro viene, e io non sto dietro a nessuno, è questa la mia massima.
Ed è inutile che mi guardi con quegli occhi da cane bastonato, è colpa tua se sono arrivata a questo punto.
Io non ti cerco più.
 
 
 
Forse.
 



 
 
N. d. A.: Ed ecco che torno con un doppio aggiornamento di questa raccolta! Vi è piaciuta la mia idea? La combinazione Luce-Belle e Buio-Rumpel è immediata, perciò ho deciso di mescolare un po’ le carte! Spero di non essere uscita OOC col prompt “Light”… In tal caso, segnalatemelo, per favore!
Come sempre, recensite, recensite e recensite, non siate timidi! :D
La lista di prompt viene dal sito http://roloshouseportfolio.forumfree.it/?t=55803430 .
Grazie a tutti i lettori e le persone che hanno deciso di seguire le sorti di questo progetto e di “Books can be our best friends”… Il vostro supporto è magico, Dearies!
Grazie a B., F., D. e A. , che mi vogliono bene nonostante sia una gran scocciatrice :D
E anche se la giornata volge a termine, buon Ferragosto!

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Capitolo 5
*** 043. Vision ***


043. Vision
 
 
 
Apri gli occhi e il mondo di sempre ti dà il buongiorno.
Ti stiracchi mentre un timido raggio di Sole a malapena ti illumina il volto.
Neanche la luce ha il permesso di baciarti in questa cella.
La tua giornata è appena iniziata, ma è già finita: forse oggi verrà quella donna dagli occhi neri e freddi che tanto ti inquieta, di sicuro tra poco l’uomo dai capelli lunghi ti porterà del cibo e un secchio d’acqua.
La superficie liquida rifletterà il viso di una ragazza dai capelli ramati e scarmigliati e dagli occhi grandi, azzurri e confusi.
Non sai nulla di lei.
Non sai nulla di te.
Ricordi solo il tuo nome, Lacey, e poco altro.
Per quanto ti possa impegnare, non capisci dove ti trovi e, soprattutto, il perchè della tua prigionia.
Intuisci che fuori c’è un mondo, che gli altri possono uscire, ridere, vivere, ma tu ne sei esclusa.
Che tu sia stata isolata perché pericolosa? Hai forse fatto del male a qualcuno?
Non lo sai.
Semplicemente, una mattina ti sei svegliata e ti sei trovata in questa cella, grande abbastanza per un lettino e poco altro. Trascorri le tue giornate guardando verso la finestrella che permette appena all’aria di entrare e non farti soffocare.
Se non fossi stata pazza sin dall’inizio, qui dentro lo saresti sicuramente diventata.
Spesso fai pensieri strani: balene che fanno affondare navi, innamorati nati sotto una cattiva stella che vivono mille vicissitudini, vampiri che ghermiscono inermi fanciulle…
Che tu sia stata chiusa qui proprio per le tue idee? Magari sono queste il tuo problema.
Sai benissimo che non è così. Perché di un’altra sola cosa sei certa: quelle sono le trame dei tuoi amati libri.
Ecco, se c’è qualcosa che ti manca terribilmente, è proprio questo: sfiorare le copertine decorate, inspirare il profumo della carta e dell’inchiostro e sapere di avere tra le mani la chiave per fuggire, per perderti in un mondo che non è più il regno della banalità, dell’ipocrisia e della solitudine.
Hai chiesto mille volte un libro e una spiegazione ai tuoi carcerieri.
Non ti è stato concesso né l’uno né l’altra.
E allora non ti resta che la fantasia, sfruttare le mille avventure vissute sulla carta per evadere, se non con il corpo, almeno con la mente e il cuore.
Perché la tua anima non è imprigionata qui, non langue tra quattro mura scrostate, non si lascia sopraffare dall’ansia di non rivedere il cielo.
Tu voli, osservi il mondo dall'alto e fuggi verso la felicità.
Ed è in questi momenti che per un istante, un istante solo, ti sembra di rivivere una scena che sai non essere tratta da alcun libro: vedi te stessa, più forte, più vivace, più viva, baciare un uomo che tiene gli occhi aperti e si stacca bruscamente da te.
Ed ogni volta, prima di ricadere nella grigia realtà, è un piacere e un dolore estremo.
 
 
 
 
 
Dall’altro capo della città, in un banco dei pegni, un uomo zoppo si ferma.
Inspiegabilmente, ha provato le tue stesse sensazioni.
 
 
 
 


 
N. d. A.: Salve dearies! ;) Torno con una oneshot – 507 parole - sulla prigionia di Belle! Se devo essere sincera, questa volta non sono particolarmente soddisfatta del risultato, c’è qualcosa che non mi convince, perciò vi prego di recensire davvero senza pietà!
Per la maledizione tutti i personaggi di OUAT hanno un nuovo nome, ma non mi sono scervellata più di tanto e ho ribattezzato Belle “Lacey”… Purtroppo sono convinta che, se la nostra eroina non fosse stata prigioniera di Regina, a Storybrooke sarebbe stata proprio la bad girl di cui tanto amo scrivere! xD
Nonostante questo, ho voluto – per l’ennesima volta – far salva una delle caratteristiche di Belle: la passione per i libri. Ho fatto riferimento a “Moby Dick” di Herman Melville,  “Romeo e Giulietta” di Shakespeare – ho citato direttamente i celebri ”star-crossed lovers” del prologo - e “Dracula” di Bram Stocker, tre classici che amo!
Prima di salutarvi, un breve calendario degli aggiornamenti: il primo Settembre pubblicherò l’ultimo capitolo di “Books can be our best friends” e Lunedì 9 tornerò con questa raccolta… Brace yourselves, fluff is coming! :D
Grazie ai lettori, ai recensori e a chi ha aggiunto le mie storie tra le preferite o le ricordate! :)
E grazie a B. , A. , F. e D. , sempre pazienti con me.

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Capitolo 6
*** 066. Rain ***


066. Rain
 
 
 
- E con questo abbiamo finito! Certo che ne hai di oggetti qui, eh?!
- Dearie, lo sai che sono particolarmente gettonato coi miei accordi!
- Rumpel!
- Che c’è? – domandi in tono fintamente sorpreso, un sorriso sornione a incresparti le labbra - Ho detto la verità, qui ho di tutto! Non è colpa mia se la gente ha l’infausta tendenza a invocarmi in caso di bisogno…
Belle ti guarda cupa per un istante, prima di tornare a sorridere.
- Basta, dai, andiamo a cenare…
Ti avvicini alla porta, ma ti blocchi quasi subito.
- Sta iniziando a piovere e stamattina sono venuto qui a piedi.
- Che problema c’è? – chiede Belle stupita – Prendiamo un ombrello e andiamo in biblioteca, siamo più vicini e aspetteremo lì che smetta!
- … Sweetheart, mi duole comunicarti che non abbiamo ombrelli.
- Menomale che abbiamo appena detto di avere di tutto qui dentro! – esclama la ragazza - Dai, se sono solo poche gocce, usciamo lo stesso!
- No, aspettiamo, potrebbe piovere più forte da un momento all’altro!
- E allora ci bagneremo!
- Non ho alcuna intenzione di farti ammalare, né tanto meno di buscarmi un raffreddore, - dichiari con un tono che non ammette repliche.
Tono che, prevedibilmente, non ferma la tua interlocutrice.
- Uhhh, vorrei proprio vedere un Rumpelstiltskin raffreddato! Immagina la scena: “Di brobongo un accoddo! ”- ride Belle.
- Non sei divertente, Dearie, cambia battute o la tua carriera di comica non decollerà mai.
- Ma dai, se ti ammali poi potrò farti da infermiera! Va tutto a tuo vantaggio, vedi? – ribatte lei, afferrando la borsa e uscendo per strada.
La segui senza nemmeno chiudere a chiave la porta.
- Ho sempre voluto camminare sotto la pioggia! – confessa entusiasta facendo una giravolta.
I capelli le svolazzano attorno e il suo sorriso brilla più di tutto l’oro del mondo.
È lei la luce di questa vita grigia, pensi guardandola ridere e aprire la bocca per assaggiare quelle gocce trasparenti e fredde.
La sua felicità è palpabile e ti riprometti che nessuno, nessuno, potrà mai portargliela via.
Soprattutto ora che ti ha concesso l’ennesima possibilità.
All’improvviso Belle si ferma e si volta verso di te.
- Vieni, balliamo? – ti chiede dolcemente.
Lapislazzuli per occhi.
- Dearie, non so farlo, - ammetti - e comunque c’è sempre una gamba capricciosa che me lo impedisce.
Ti guarda un istante prima di raggiungerti e abbracciarti.
Inizia a muoversi lenta, costringendoti a dondolarti con lei.
- Però ora stiamo ballando…
Restate così per quelle che possono essere minuti o anche ore intere, lasciandovi cullare dalla pioggia che vi bagna sempre più i vestiti.
Ma con lei non sento freddo.
All’improvviso ti accorgi che una macchina sta passando.
- Sorella, che stai combinand… Oh! – Leroy si interrompe bruscamente appena vede di chi è in compagnia Belle. Il volto rude è distorto da una smorfia a metà tra la sconvolto, il disgustato e il rassegnato. – Scusate, non me n’ero accorto, me ne vado.
Per un istante ragioni sul fatto che trovare il signor Gold, l’usuraio della città, la Bestia, lo spauracchio di due mondi in sì romantici atteggiamenti deve essere un autentico shock, capace di minare la sanità mentale di chiunque.
Ma sì, al diamine tutti. Stasera io ballo con lei sotto la pioggia, pensi prima di baciarla.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
N. d. A. : “All you need is love… Love is all you need!” xD
Ammettetelo, questa canzone è perfetta per le mie 531 parole – ormai ci ho preso gusto con le oneshot! Ma, capitemi, anch’io ho bisogno di un po’ di fluff, non posso essere sempre lamentosa, cupa e drammatica… Variare è bello! Spero solo di non essere andata OOC…
Come avrete intuito, la fanfiction va collocata post 2x4 e pre 2x11! Ho voluto regalare ai RumBelle un – ahimé, raro – momento sereno e tenero! *_*
In questo periodo velocizzerò un po’ il ritmo della raccolta: aggiornerò domenica/lunedì e poi a metà della prossima settimana!
Piccoli spoiler: saranno una future!fic e una storia ambientata in parte in FTL! :D
Come sempre, il vostro parere è benvenuto! Grazie a tutti i lettori, recensori, a chi segue questo mio progetto e a chi lo ha aggiunto ai preferiti/ricordati! :)
Grazie a F. , compagna di complotti, e a B. – che smonta tutti miei racconti!
E continuando a cantare – anzi, a stonare, viste le mie (in)capacità canore -  i Beatles, vi saluto!
Baci :):*
 
Euridice100

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Capitolo 7
*** 060. Forever ***


060. Forever
 
 
 
Il Sole brilla nel cielo sopra Storybrooke, illuminando dolcemente ogni cosa in questo timido anticipo di primavera. Un gentile zefiro porta con sé l’odore dell’oceano.
Sui gradini di una casa rosa siede una bambina, età cinque o sei anni, il visetto pallido illuminato da due profondi occhi nocciola e da una cascata di serici riccioli castani. Ha un gattino in grembo, gli carezza la testolina e sorride, sentendone le fusa.
Poco lontano è poggiato un grande libro dalla copertina color cuoio.
All’improvviso, un’ombra oscura il Sole.
Alza lo sguardo: un uomo è davanti a lei, la guarda meravigliato e sconvolto; ma quando incontra gli occhi della bimba, sorride.
Memore di tante raccomandazioni materne, la piccola sa che dovrebbe alzarsi e correre in casa senza dare confidenza allo sconosciuto; ma c’è qualcosa in quello sguardo, in quelle iridi scure e tristi, che le ispira un’istintiva, atavica fiducia.
Sa che non le farà del male.
- Ciao, - dice la bambina, guardandolo dritto in volto, quasi a sfidarlo.
- Ciao, Dearie, - ripete lui, un po’ stupito, sempre con quell’enigmatico sorriso, - Che bel micino. Come si chiama?
- Athos, - risponde la piccola, - Viene da “I tre moschettieri”, sai? È il nome del mio personaggio preferito! Hai mai letto quel libro?
- Sfortunatamente non ne ho mai avuto occasione, cara.
- Davvero?! – la bimba è incredula. Quel signore è adulto, come può non aver mai letto “I tre moschettieri”? - Mia mamma dice che è un classico, che tutti nella vita lo hanno letto almeno una volta! Se vuoi te lo do in prestito!
- Sarà per un’altra volta, Dearie, grazie.
- Va bene! Ma se vuoi vado a prenderlo, controllo se è disponibile e te lo porto subito. Sai, io e la mamma abbiamo la biblioteca, che è un posto con tantissimi libri!
- E tu aiuti tua madre? Sai già leggere? – domanda l’uomo incuriosito.
- Certo che l’aiuto e certo che so leggere! – ma per chi l’ha presa, questo qui? – La mamma me l’ha insegnato quasi un anno fa, e poi, a Settembre compio sei anni, io sono grande!
- Non ne dubito, Dearie.
La risata trattenuta a stento non sfugge alla bambina, che capisce di essere presa in giro e s’infuria. Cosa vuole quel signore da lei e perché le sorride in modo così strano? Basta, decide di ignorare la sensazione di simpatia che prova e di tornare a casa.
Afferra il libro e si alza, voltandosi senza salutare.
- Cosa stai facendo?
- Me ne sto andando! Io non ti conosco e non devo parlare con te, che mi stai anche prendendo in giro!
- No, aspetta, - la voce dell’uomo è improvvisamente diventata seria, quasi implorante – Non volevo offenderti, davvero.
La piccola si ferma per un istante e lo guarda di sottecchi. È allora che nota un particolare: quel signore ha gli occhi del suo stesso colore, della stessa calda tonalità di castano dorato.
Ha uno sguardo proprio triste, pensa, ma non sembra cattivo.
Decide di concedergli una seconda possibilità.
- Sai, - inizia – tutti dicono che sono testarda e devo riflettere di più prima di agire. Forse non ho riflettuto abbastanza, questa volta.
Si siede nuovamente sugli scalini. L’uomo la segue a fatica, trascinando la gamba destra e reprimendo una smorfia di dolore.
- Sono mortificato, Dearie. Sono un gentiluomo, di solito tratto bene le signorine come te.
La bimba si lascia sfuggire un sorriso di vittoria.
Alla fine ha capito che sono grande, eh?
- Sono perdonato?
- Solo per questa volta, - replica lei, in tono falsamente distaccato. Poi, guardando la gamba del suo nuovo amico, gli chiede : - Ti fa molto male?
- Un po’, - ammette lui.
- Cosa ti sei fatto?
- Una ferita al ginocchio, molti anni fa. Ma non preoccuparti, Dearie, - aggiunge subito, notando la smorfia di empatia sul volto della sua interlocutrice - è successo tanto tempo fa e, in realtà, non fa poi così male, tranquilla! Piuttosto, dimmi, come ti chiami?
- Emilie Rose French, - esclama la bambina orgogliosa.
- Emilie Rose French, - ripete l’uomo lentamente, mentre un sorriso gli si allarga sul volto. Sembra che assapori quelle parole, che pronunci ogni lettera con riverenza, quasi fosse un tesoro da custodire per sempre sulle labbra e nel cuore. – Mi piace. "Emilie" è un nome bellissimo, sai? Deriva da una lingua antica, il latino, e significa “gentile”.
- Grazie! Lo ha scelto mia mamma!
- L’hai nominata spesso. Le vuoi molto bene?
- Tantissimo! – esclama la piccola – La adoro! Mi tratta sempre da grande, lei, - Emilie rivolge uno sguardo severo all’uomo, che alza le mani in segno di resa – Mi permette di aiutarla quando lavora e quando prepara i biscotti e la sera mi racconta sempre una storia!
- In casa siete solo tu e lei? – domanda il signore, interessato.
- Nooo! C’è anche Athos!
- Giusto, Dearie, - sorride l’uomo - scusa, Athos, per averti dimenticato, - Allunga la mano per accarezzare il gatto, che però fugge in direzione del libro. – Quello è un libro di fiabe?
- Sì, tieni: te lo faccio vedere.
Il signore sfiora la copertina scura, scorre le dita sulle lettere impresse.
- Chi te l’ha dato?
- È un regalo di Henry per il mio ultimo compleanno! – esclama Emilie entusiasta - Lui ha quasi diciassette anni ed è il ragazzo più bello e buono che ci sia! Ancora non lo sa, ma siamo fidanzati e ho deciso che da grande lo sposo, anche se la mamma dice che non si può perché è mio nipote!
- Tuo nipote, Dearie?
- Sì, sì! Io avevo un fratello più grande, sai? Si chiamava… Be… Bea…
- Bealfire, - la soccorre l’uomo gentilmente.
- Sì, esatto, Bealfire, grazie! Lo conoscevi?
- Ne ho sentito parlare.
- Invece io non l’ho mai conosciuto. La mamma ha detto che è morto prima che nascessi, come mio padre.
Per qualche istante tra i due cala un silenzio denso di parole non dette e di un passato ancora troppo vicino .
- Cosa sai di tuo padre?
- Oh, un sacco di cose! Mamma dice sempre che gli somiglio, ho i suoi stessi occhi, il suo stesso carattere e sono più testarda di lui, in un modo o nell’altro ottengo sempre ciò che voglio! È stato lui a regalare la biblioteca alla mamma, sai? Lui aveva un negozio con tante cose antiche, bellissime, anche a casa ne abbiamo un sacco! Poi, però, è partito per salvare Henry e non è più tornato. Conoscevi anche lui?
- Sì, - risponde, stringendo con forza il bastone - conoscevo anche lui.
- E conosci anche mia madre? Lei è la Bella de “La Bella e la Bestia”!
Il signore la guarda sbalordito.
- Come, scusa?
- Ohh, non te l’ho ancora detto! – Emilie abbassa la voce, come per svelare un segreto, gli occhi le brillano per l’emozione – questo è un libro magico: Henry mi ha detto che i personaggi delle storie esistono veramente e vivono qui, a Storybrooke!
- Davvero, Dearie? E tu chi saresti?
- No, no, io non ci sono perché non ero ancora nata quando il libro è stato scritto, ma Henry mi ha aiutata a trovare tutti i personaggi: abbiamo Cappuccetto Rosso che è Ruby, la migliore amica della mamma, Leroy è il nano Grumpy, poi c’è Suor Astrid, che in realtà è una fata…
L’uomo sfoglia le pagine del libro fino ad arrivare a “La Bella e la Bestia”. Si sofferma a guardare l’illustrazione e traccia con le dita il contorno della giovane donna che indossa un abito d’oro.
Sospira.
- Hai ragione, tua madre è bellissima. Conosco bene anche lei.
- Ohh, ma allora le porto i tuoi saluti, se vuoi! Però non mi hai ancora detto come ti chiami…
- Emilie. Rose. French! – urla una voce femminile – Cosa stai combinando? Quante volte ti ho detto di non parlare con gli sconosciuti?
Una donna esce da casa trafelata. È giovane, poco più di trent’anni, i capelli raccolti a coda sono dello stesso colore di quelli della bambina e, sebbene il volto sia distorto dall' ansia, la somiglianza dei lineamenti è palese.
Solo gli occhi sono diversi: iridi di cielo contro cioccolato.
- Con chi stavi parlando? – chiede preoccupata, prendendo per mano la bimba e trascinandola in casa.
- Mamma, non lo vedi anche tu? C’è questo signore che… - Emilie si interrompe bruscamente.
L’uomo gentile è scomparso.
- Non c’è nessuno, Ems, - la riprende dolcemente la madre – Avresti potuto dirmi che stavi giocando, non mi sarei preoccupata tanto…
- Ma mamma, te lo giuro, quel signore era proprio qui fino a un attimo fa, gli ho chiesto il nome, poi mi hai chiamata e lui è sparito!
- Ah, sì? – ride la donna – E com’era, simile a Henry, ma con un’armatura e viaggiava in groppa a un drago?
- No, no, andava a piedi! Ha detto di conoscerti! Era magro, aveva i capelli un po’ castani e un po’ grigi e gli occhi proprio uguali ai miei, camminava con un bastone e mi ha chiamata tante volte “Dearie”!
Belle si ferma impietrita.
Le sembra che il sangue abbia smesso di scorrerle nelle vene.
Una strana sensazione di gelo e, al tempo stesso, di calore le pervade il corpo e la mente.
Ha detto di conoscerti! Era magro, aveva i capelli un po’ castani e un po’ grigi e gli occhi proprio uguali ai miei, portava un bastone e mi ha chiamata tante volte “Dearie”!
C’è solo una persona che corrisponde a questa descrizione, una persona che tanti anni fa le è entrata nel cuore e non ne è più uscita.
Una persona che sogna ogni notte.
E che è morta sei anni fa.
Emilie capisce che qualcosa non va, avverte la mano della madre che improvvisamente serra la sua non più con delicatezza, ma con forza, causandole un lieve fastidio.
- Mamma… - mormora appena.
Belle si volta.
In fondo agli scalini c’è Rumpelstiltskin.
Il suo sorriso è appena accennato, ma c’è; stringe tra le mani una rosa rossa.
Può vedere le sue labbra schiudersi e mormorare una semplice frase.
Ti amo, Dearie.
Belle non vuole distogliere lo sguardo, ma gli occhi le bruciano, per un istante è costretta a chiuderli.
Quando li riapre, lui è scomparso.
 
 
 
La rosa è poggiata lì, sulla scala.
 
 
 
Always, no sometimes, think it’s me,
but you know I know when it’s a dream.
I think I know I mean a “yes”
but it’s all wrong, that is I think I disagree.
“Strawberry Fields Forever” - Beatles
 
 
 
 
 
N. d. A. : … Ok, ci ho pensato e ripensato, ma alla fine ho pubblicato questa OS. Il danno è fatto, miei cari! xD
Amatemi, odiatemi, ma fatemi sapere cosa ne pensate – personalmente temo di aver toppato alla grande il finale! Mi raccomando, non siate timidi, esponete tutti i vostri pareri e rimostranze!
Alcuni chiarimenti sono d’obbligo: è un sogno? No, si tratta di una sorta di “apparizione”: come ho scritto nel primo racconto, per me Rumpel è morto – spero che non accada davvero nella serie – quindi qui è come se fosse tornato per pochi minuti dall’Aldilà per conoscere la figlia e rivedere Belle… Ok, la mia mente ha seri problemi, sono la prima ad ammetterlo :D
Alcune ripetizioni nelle battute di Emilie sono volute: ha cinque anni, non può parlare in modo particolarmente forbito…
Sì, so che avremmo desiderato un altro cognome per la bambina, ma i genitori non sono sposati e il padre - essendo morto - non può riconoscerla, perciò prende il cognome materno: come avviene in Italia, insomma! Comunque tenete conto anche del fatto che negli U.S.A. si complicano la vita con la possibilità di cambiare cognome da maggiorenni… Anche da noi si può, ma con regole molto più severe! Un gran casino, insomma, ma sono puntigliosa! xD
Belle chiama la figlia “Ems”… Mio personale tributo a Emily Fitch di “Skins” - come ho fatto a scoprire solo ora quel gioiellino di serie? <3
Ho cercato il significato del nome su Wikipedia!
Grazie mille a chi avrà la pazienza di leggere questo racconto e a tutte le persone che recensiscono, seguono, aggiungono alle storie preferite / ricordate questa raccolta… Love u, Dearies! *_*
In bocca al lupo a chi in questi giorni comincia la scuola e a chi ha test o esami all'università!
A presto! :)
Euridice100

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Capitolo 8
*** 091. Birthday ***


091. Birthday
 
 
 
- Perché oggi siete così triste?
- Niente, Belle, va tutto bene, - risponde laconico Rumpelstiltskin.
- Non vi credo, dovreste vedere la vostra espressione! E poi, mi avete chiamata per nome… Lo fate solo quando siete arrabbiato, e oggi non ne avete motivo, visto che ancora non ho né bruciato il pranzo né rotto qualcosa! Però siete così serio, - continua la ragazza, guardandolo dritto negli occhi – Qualche accordo vi è andato male? Su, a me potete confessarlo!
- È il compleanno di mio figlio.
- Oh… - la voce della ragazza si spezza. L’Oscuro lo ha previsto, ma non avrebbe senso cercare ancora di mentire: ormai conosce questa giovane, l’unico modo per farla tacere è dirle la verità. – Mi dispiace…
- Non preoccuparti, Dearie, non potevi saperlo. E mio figlio starà sicuramente meglio ora rispetto a quando stava con me.
Belle scatta, un’ombra d’ira le incupisce il viso delicato.
- Non ditelo neanche per scherzo! Voi siete suo padre, lo avete amato e lo amate ancora! Gli anni che vostro figlio ha trascorso con voi saranno sicuramente stati meravigliosi!
- Dearie, forse non ti è ancora chiaro, quel ragazzo ha avuto per padre un codardo e una bestia.
- Questo lo dite voi, che siete convinto di non meritare nulla e di essere il Male!
- Perché, non lo sono? Non sono forse l’Oscuro?
- Potreste anche sembrarlo, ma dentro siete ancora un uomo.
Rumpelstiltskin la guarda. Negli occhi della fanciulla legge una determinazione che quasi lo intimorisce.
Lei è convinta di quel che dice.
Se solo conoscesse tutti gli orrori di cui si è macchiato…
- Ora basta chiacchiere, va’ e renditi utile, - la congeda il folletto con un sospiro.
Belle non è ancora uscita dalla sala quando Rumpelstiltskin la richiama.
- Tu quando festeggi il compleanno, Dearie?
La giovane si volta appena, ma lui non può fare a meno di notare che sorride.
- Il due dicembre, - risponde dolcemente prima di allontanarsi.
 
 
 
Avresti preparato la più bella sorpresa per lei, se fosse stata con te quel giorno.
Tu l’hai cacciata mesi prima.
 
 
 
Ecco cos’era quel vuoto, quell’angosciante senso di irrisolto che ti sei portato dentro per ventotto anni.
Avevi dimenticato lei.
Ma quest’anno, il due dicembre, appena aperti gli occhi, hai pronunciato tre parole.
Buon compleanno, Belle.
E puoi giurare di aver udito la sua voce ringraziarti.
 
 
 
N. d. A. : salve, raggi di sole, come va? Sono tornata con queste 385 parole parzialmente ambientate in FTL, come promesso! Allora, cosa ne pensate? Ricordate che critiche e consigli sono sempre ben accetti, perciò non temete ed esprimete il vostro parere!
Perché il due dicembre come data di nascita di Belle? Come sa chi ha letto la mia mini-long “Books can be our best friends” – pubblicità occulta terminata, scusate xD – quello è il giorno del mio compleanno… Perdonate la mia scarsa fantasia e le mie manie di protagonismo xD
Visto che ormai gli impegni scolastici/universitari sono – o stanno per - ricominciati a pieno ritmo, ho pensato di aggiornare la raccolta ogni weekend, momento in cui si è un po’ più liberi… Siete d’accordo?
Ringrazio Stria93, Lety Shine 92, Kika, DreamWriten, KikiWhiteFly, Jarmione, Lilly_93, annachiara27 e Julie_Julia, che hanno recensito il precedente capitolo;annachiara27, DreamWriten, Giu_99, Julie_Julia, Lety Shine 92, licet, Lilly_93, loveis4ever, LovelyAndy, ctdg Kika che hanno aggiunto la raccolta alle storie preferite/ricordate e a crazycottonEmily Gold, Giu_99, Haiku, KikiWhiteFly, Lilly_93, NevilleLuna, NoemiBoh, PiccolaRumple, SaRa_93 Stria93 che la seguono... E, ovviamente, tutti i lettori silenziosi!
Grazie di cuore, Dearies! *.*
F. , tu sei la mia Salvatrice personale! Prometto di non traumatizzarti più con i miei (in-decenti) gusti in fatto di uomini :D
A presto, con una storia un po’ meno triste, promesso! ;)
Euridice100

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Capitolo 9
*** 023. Lovers ***


023. Lovers
 
 
 
Lui impazzisce se non la stringe a sé, se non può guardarla in quei grandi occhi di fiordaliso mentre la sfiora; teme ancora che tutto sia solo un sogno e che lei svanisca, condannandolo di nuovo alla solitudine.
Lei, amante tenera e curiosa, lei che non ha paura del piacere, lei che ora si muove con lui, dolce e appassionata, lei che gli percorre il corpo di baci che lasciano il segno, amorevoli marchi piccoli e rossi come le sue labbra, impronte d’amore da portare con orgoglio.
Ogni notte, Belle e il signor Gold nascono e muoiono assieme.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 N. d. A. : Euridice ha scritto una drabble, la fine del mondo è vicina!
Ebbene sì, questa volta non vi ho tediato con uno dei miei soliti romanzoni russi, limitandomi a sole 98 paroline: io incontro notevoli difficoltà con le drabbles, ma sono dell’idea che i problemi vadano affrontati e risolti; pertanto, ho deciso di cimentarmi comunque nell’impresa. Fatemi sapere cosa ne pensate, per favore: se non vi piace lo stile, come ho trattato l’argomento o qualsiasi altra cosa, ditelo pure, si può solo migliorare!
Personalmente, mi sento male a pubblicare solo poche righe, ben più brevi delle note... Scusatemi!
Ho analizzato il prompt in modo leggero, questa volta, anche perché – SPOILER! - la prossima settimana – oltre a iniziare la terza stagione *_* - quasi sicuramente pubblicherò una one-shot decisamente drammatica, a causa della quale verrete a trucidarmi… Stay tuned e temete! xD
Grazie a Stria93, Lety Shine 92, Julie_Julia, Jarmione, DreamWriten, Kika, KikiWhiteFly, annachiara27, Lilly_93 e ctdg, le cui parole sono un toccasana; a annachiara27, DreamWriten, Giu_99, Julie_Julia, Lety Shine 92, licet, Lilly_93, loveis4ever, LovelyAndy, martaxx, ctdg, Kika, a crazycotton, Emily Gold, Haiku, KikiWhiteFly, NevilleLuna, NoemiBoh, PiccolaRumple, SaRa93, Stria93 e WhoCareGirl, che hanno aggiunto la raccolta alle storie preferite/ricordate/seguite; e, ovviamente, a tutti i lettori! :)
A sabato prossimo! :*
Euridice100
 

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Capitolo 10
*** 015. Blue ***


015. Blue
 
 
 
Mi guardo attorno.
L’aria è calda e placida, quasi soffocante. La foschia avvolge ogni cosa, un velo grigio che mi impedisce di scorgere gli altri. La pioggia cade battente, rendendo il terreno ancora più scivoloso; ogni passo è incerto e cerco di bilanciarmi come posso col bastone e la spada.
In lontananza si odono rombi di tuono e, di tanto in tanto, il cielo scuro è rotto da una saetta.
Lo scenario perfetto per la resa dei conti, penso ironico.
Da questa battaglia uscirà il vincitore; per lo sconfitto ci sarà solo la morte.
Le probabilità di riuscita sono nulle: Peter Pan può cose che anche al culmine delle miei capacità io avrei solo potuto sognare.
E io non ho più poteri.
Tutta la mia magia è stata risucchiata da quest’isola maledetta nell’istante in cui siamo approdati; e lo stesso è valso per Emma e Regina.
Ogni nostra capacità è passata al nemico.
Finora abbiamo lottato d’astuzia, aiutati da Tinker Bell.
La piccola, testarda Tinker Bell, non posso fare a pensare. Col suo caratterino e quegli occhi chiari mi faceva sempre tornare in mente lei.
Non riesco nemmeno a pronunciare il suo nome: ogni tentativo è una stilettata al cuore.
Non la vedrò mai più, ora lo so per certo; se fino a poche ore fa avevo ancora una misera speranza di tornare, all’alba di oggi tutto è andato perduto.
L’Ombra ha ucciso Tinker Bell, e con lei la nostra ultima possibilità di vittoria.
È riuscita a trascinarsi da noi, a donare alle nostre armi le ultime stille di magia, per poi chiudere gli occhi per sempre.
È stato allora che abbiamo capito.
È giunta la nostra ora.
E questa volta nessuno si tirerà indietro.
 
 
 

Stringo più forte la spada.
L’elsa sembra emanare pallidi riflessi blu.
Lo fa da quando ha ricevuto la magia di Tinker Bell e non credo sia un caso che i bagliori siano proprio di quella tonalità.
Il colore dei suoi occhi.
Se solo potessi rivederla.
Se solo potessi abbracciarla un’ultima volta.
No.
Non devo pensarci.
Ma come posso non pensare a lei?
Non devo distrarmi.
Non sono mai sceso in battaglia prima d’ora. Nella mia vita ho sempre lottato con inganni, artifizi e accordi, mai stringendo un’arma in pugno e condividendo ogni istante con dei compagni.
Sono stato definito codardo per questo.
Quando la Veggente ha rivelato il mio Destino, è vero, ho temuto.
Ora che Esso sta per compiersi non provo nulla, se non quieta rassegnazione e taciti rimpianti.
Penso a mio figlio, perduto due volte.
Penso a mio nipote, che salveremo, dovesse essere l’ultima cosa che facciamo.
Per un istante penso a Milah e Cora, a perché temiamo tanto i nostri sentimenti.
E poi penso a lei e ho ogni risposta.
Perché lei ha sempre avuto ragione, l’Amore è più forte di qualsiasi magia, di qualsiasi desiderio di potere e di vendetta.
È l’Amore la vera rivalsa.
E quando si trova qualcuno per cui lottare, non ci si può arrendere.
Mai.
E io l’ho capito troppo tardi.
È allora che sento il grido soffocato di David, l’urlo di Snow e una spada che mi trafigge il petto.
Il sapore metallico del sangue mi pervade la bocca.
Uno, due, tre altri colpi.
Negli occhi un lampo d’azzurro.
La sua risata.
Il suo sguardo.
Belle.
Belle.
 
 
 
The silence isn’t so bad,
Till I look at my hand and feel sad,
Cause the spaces between my fingers
Are right where yours fit perfectly.
“Vanilla Twilight” – Owl City



 
 
 
 
 
 
 
 
 
N. d. A. : Ho ucciso l’Oscuro… E ora mi preparo a essere uccisa io da tutti voi! Tra l’altro, mentre pubblicavo, il pc si è anche impallato, chiaro avvertimento del Fato… XD
Scherzi a parte, ecco la storia triste che vi avevo promesso: alla fine, dobbiamo pur esorcizzare certi timori, vero? E qual è il modo migliore, se non una fanfiction? Fatemi sapere se vi è piaciuta, accetto volentieri critiche e consigli!
Sono consapevole di essere andata OOC sul finale, e me ne dolgo: in questa mia interpretazione, però, ho pensato all’avventura a Neverland come a una sorta di viaggio - anche - interiore che ha portato a un’ evoluzione del personaggio; è come se negli ultimi istanti di vita Rumpel si ravvedesse degli errori compiuti! Anche in questo caso, comunque, esprimetevi liberamente, prendetemi pure a pomodori e uova marce!
Dai, che la prossima settimana non vi farò soffrire tanto e, soprattutto, domani è il gran giorno: “brace yourself, 3x01 is coming!” Non so voi, ma io sono stra-eccitata al pensiero! *-*
Grazie a Stria93, Lety Shine 92, Julie_Julia, Jarmione, DreamWriten, Kika KikiWhiteFly, annachiara27, Lilly_93 e ctdg per le bellissime recensioni che mi scaldano sempre il cuore; ad annachiara27, Boris88, DreamWriten, Giu_99, La Lady, Julie_Julia, Lety Shine 92, licet, Lilly_93, loveis4ever, LovelyAndy, martaxx, ctdg, Kika, a crazycotton, buffy4ever, Emily Gold, FiammaAvis17801, Haiku, KikiWhiteFly, Kuro_rin, NevilleLuna, NoemiBoh, PiccolaRumple, SaRa93, Stria93 e WhoCaresGirl, che hanno – coraggiosamente, direi xD - aggiunto la raccolta alle storie preferite/ricordate/seguite; e, ovviamente, a tutti i lettori! :)
A sabato, raggi di sole, grazie ancora! :) :*
Euridice100
 
 
 

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Capitolo 11
*** 021. Friends ***


A B. , F. , D. , A. e L. ,
Perché sì.



021. Friends
 
 
 
Ruby è una ritardataria cronica. Da quando la conosco non è mai, mai arrivata puntuale a un appuntamento, neanche per sbaglio.
Se ci si deve incontrare alle 20, lei arriverà almeno mezz’ora dopo.
- Sono puntuale nei miei ritardi! – ha replicato quando gliel’ho fatto notare, con una serietà talmente esagerata da farla scoppiare a ridere.
Non ho potuto fare a meno di unirmi a lei: quella ragazza è davvero irresistibile.
Nonostante i drammi del suo passato e le incertezze del suo presente, ovunque vada porta con sé la luce. Sotto la maschera di trucco e vestiti provocanti, si nasconde un animo nobile, sincero e schietto.
In una parola, puro.
Anche Victor Whale l’ha capito, tant’è vero che negli ultimi tempi quei due fanno coppia fissa: lei è innamorata, si vede, e io sono contenta che dopo tanti anni abbia ricominciato ad aver fiducia in sé e nell’amore.
- Ma se la fai soffrire poi te la vedrai con me! – ho minacciato Victor, che ha scosso la testa ridendo.
- No, mai, - ha promesso, e spero per lui che tenga fede a quanto detto.
Voglio bene a Ruby, bene dal profondo del cuore. Non ho mai avuto un’amica così: da quando la conosco, mi è sempre stata accanto, sostenendomi e consigliandomi come una sorella.
In questo mese e mezzo di campagna elettorale ha trascorso più tempo con me che alla tavola calda – questa volta col consenso di Granny, che ha rifocillato l’intero quartier generale con hamburger e torte – distribuito volantini e organizzato incontri con una tenacia insospettabile.
E, soprattutto, Ruby mi è stata accanto ogni volta che l’ansia mi ha stretto la gola.
Quante volte l’ho chiamata, a qualsiasi ora del giorno e della notte, perché le lacrime non si fermavano e il mondo sopra di me sembrava chiudersi?
 
 
Paradossalmente, i primi giorni non c’è stato neanche il tempo di accorgersi di quell’assenza troppo evidente, assorta com’ero nel compito affidatomi. Tornavo a casa a orari improponibili, mi gettavo sul letto e cadevo in un mondo senza sogni dal quale riemergevo sempre troppo presto.
E poi, una notte, è stato sufficiente allungare un braccio e trovare il vuoto accanto per sprofondare in un baratro.
Mi imponevo di non piangere, di essere forte e prendere in mano le redini della mia vita; ma quando scendeva sera, quando il silenzio in cui era avvolta quella casa troppo grande diventava tangibile, gli incubi tornavano ad affollare la mia mente.
Lui.
Lui non c’era.
Lui non ci sarebbe stato più.
 
 
Ruby non ha aspettato: non mi facevo viva da neppure due giorni quando me la sono ritrovata in casa, arrabbiata come mai l’avevo vista prima.
- Ora tu ti alzi da quel dannatissimo divano e ricominci a darti da fare, ok?mi ha ringhiato contro – Non è da te star lì a vegetare, e io non te lo permetterò. Il tuo lavoro qui non è ancora iniziato e continuerà finché loro non torneranno!
- Lui non tornerà.
- Sciocchezze, fino all’altro ieri eri tu la prima a ripetere che vi sareste rivisti! Se credi che Rumpelstiltskin si lasci sconfiggere da un bambino che non vuole crescere non hai capito niente, lui tornerà, e quando vedrà un’ameba al posto della guerriera che ama, sai che farà? Trasformerà me in lumaca! E io non ne ho alcuna intenzione!
                 
 
Da allora, quando mi sento male, chiamo quella ragazza mora che tutto è tranne la bambina arrendevole della tradizione. E lei è sempre – sempre – accorsa, lasciando in sospeso qualunque cosa stesse facendo.
Amiche come Ruby non se ne incontrano tutti i giorni. È stata lei a proporre la mia candidatura alle elezioni comunali – e, sebbene in quel momento avessi voluto strozzarla, devo ammettere che la questione mi ha coinvolta parecchio.
È inutile nascondere l’entusiasmo: dopodomani si voterà e io non vedo l’ora, per quanto sia certa di uscire sconfitta dal confronto con Re George. Io posso aver contribuito a gettare l’incantesimo che protegge nuovamente Storybrooke, ma chi voterebbe una ragazza che, in ogni caso, ha trascorso quasi trent’anni in manicomio e ha una relazione con la Bestia di due mondi?
Nessuno, neanche suo padre, che si dà da fare come portavoce dell’avversario. Ma comunque…
Trascorreremo i prossimi giorni al quartier generale, perciò oggi ho deciso di organizzare una serata solo per me e Ruby, per ringraziarla per tutto quel che ha fatto.
E per dirle quella cosa, ricorda una vocina nella mia testa.
No, no, no, non ce la posso fare.
Sì che ce la puoi fare, è la tua migliore amica, a lei puoi dire tutto, e poi, questo non è un segreto che si può mantenere a lungo.
Vero, ma quando le dici le cose diventano reali, e io ho già problemi ad ammetterlo a me stessa.
Questa volta ho paura.
Una paura folle, che mi fa tremare le ginocchia ogni volta che ci penso.
E meno male che hai sempre sognato essere coraggiosa.
 
 
Sono ancora immersa nei miei pensieri quando sento suonare il campanello.
- Ho portato la torta al cioccolato, tutti i miei ritardi sono automaticamente perdonati! – Ruby mi schiocca un bacio sulla guancia ed entra in casa – Che sguardo cupo che hai!
- È per rimproverarti meglio!
- Ok, questa me la sono cercata! – ride – Scherzi a parte, tutto bene?
Annuisco.
- Hai una faccia…
- No, davvero, va tutto bene, - la rassicuro -  piuttosto, vieni in cucina, tra poco è pronta la pizza!
Ruby mi guarda dubbiosa ancora per un istante, prima di seguirmi.
- Non sapevo volessi preparare la pizza, o sarei venuta prima ad aiutarti.
- Tranquilla, non è andata male! Non l’ho mai assaggiata, ho trovato la ricetta in un libro e mi ha incuriosita!
- Non hai mai assaggiato la pizza?
- Ero in manicomio, non in un hotel di lusso.
- Scusa, - mormora mortificata.
Incorreggibile Ruby. Dall’apparenza tanto forte e poi timida come una bambina.
- Ehi, il tuo stupore è più che legittimo! – sorrido – E risparmia il rammarico: quando proverai la schifezza che ho in forno, allora sì che ti pentirai di esser venuta!
- Dubito sia una schifezza, - ribatte la mia amica – Tu non sei un fallimento totale in cucina… Al contrario di me. Sai, dovresti venire a lavorare da mia nonna!
- Bibliotecaria, cuoca, …
- E anche futuro sindaco! – rimarca lei.
- “Salve, sono Belle French e sono multitasking!”
Scoppiare a ridere è inevitabile.
È strano come un’amica possa risollevare tanto l’umore con poche, semplici frasi.
La Vera Amicizia non ha nulla da invidiare al Vero Amore.
 
 
Parliamo del più e del meno e -  per quanto mi ripeta di approfittare del primo istante di silenzio per confessare il mio segreto - quel momento arriva e sfugge.
Mi torturo la pelle attorno alle unghie senza riuscire a formulare quelle semplicissime paroline.
La mia agitazione non sfugge alla mia interlocutrice – del resto, cosa passa inosservato all’istinto da lupo? – che mi lancia occhiatacce tra una chiacchiera e l’altra.
Il timer del forno mi fa sobbalzare.
Mi alzo, ma Ruby mi precede.
- Vado io, - dice – e dopo mi racconterai perché sei così agitata. E non dirmi che sei in ansia per le elezioni, so che non è vero!
Faccio un respiro profondo.
È arrivato il momento.
Dillo, ora o mai più.
- Ruby… - esordisco timidamente.
La vedo armeggiare con le presine e aprire lo sportello.
Forse ora è il caso di aspettare un altro minuto.
Le parole escono da bocca da sole.
Badabam.
- TU SEI COSA?
 
 
 
Peccato.
La pizza doveva essere proprio buona.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
N. d. A. : Salve! La vostra assassina letteraria, allieva di George Martin – nonché nuova Signora Oscura, come mi hanno opportunamente fatto notare XD – è tornata e, almeno questa volta, non vi ha fatti soffrire!
Allora, cosa pensate di questa one-shot? Volevo scrivere dell’amicizia tra Belle e Ruby da tempo, e questo prompt – sebbene non strettamente RumBelle - mi è sembrato un’occasione imperdibile … Come ogni volta, il vostro parere è benvenuto, perciò giudicate senza pietà!
SPOILER TERZA STAGIONE : avete visto la 3x01? Io ho AMATO questa puntata, mi ha tenuta incollata allo schermo per tutta la sua durata… Ci sono tutte le premesse per una stagione fantastica!
E poi, scusate, ragazzuoli… È solo una mia impressione o trovate anche voi che quel benedetto Robert Carlyle - tralasciando la ben nota e micidiale bravura: la scena con Tamara docet! - migliori ogni anno che passa? Cioè… Non è affascinante, di più! *-*
E nella 3x02 ci sarà una scena RB… Già muoio di feelings! :D
Vaneggiamenti a parte, è l’ora di ringraziare DreamWriten, Julie_Julia, Stria93, Lety Shine 92, Jarmione e Kika, per le stupende recensioni lasciate all’ultimo capitolo; annachiara27, Boris88, DreamWriten, Giu_99, La Lady, Julie_Julia, Lety Shine 92, licet, Lilly_93, loveis4ever, LovelyAndy, martaxx, ctdg, Kika, a crazycotton, buffy4ever, Emily Gold, FiammaAvis17801, Haiku, KikiWhiteFly, Kuro_rin, NevilleLuna, NoemiBoh, PiccolaRumple, SaRa93, Stria93 e WhoCaresGirl, che hanno – a loro rischio e pericolo :D - aggiunto la raccolta alle storie preferite/ricordate/seguite; e, ovviamente, a tutti i lettori! :)
Alla prossima settimana, Dearies! :) :*
Euridice100
 
 

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Capitolo 12
*** 028. Children ***


“It’s just…
On this island, I don’t feel like a hero or a saviour…
I just feel like what I’ve always been.
An orphan.”
 
 
 
028. Children
 
 
 
Il ragazzino torna a casa. Ha la casacca sporca di fango, i pantaloni strappati e una costellazione di graffi e lividi sulle gambe. Un brutto taglio non smette di sanguinare, ma digrigna i denti, resistendo a malapena all’impulso di lamentarsi.
Sono i pensieri, però, a fare più male.
I bulli che l’hanno picchiato gli hanno portato via i soldi datigli dal filatore presso cui lavora come apprendista; denaro che avrebbe consegnato alle zie, pedaggio per subire le loro, di angherie.
Perché lui è il figlio del codardo, come tutti lo apostrofano: suo padre ha disertato e abbandonato la famiglia, e deve aver trasmesso all’erede la sua vigliaccheria, perché – come ripetono le zie – non è possibile che un tredicenne sia così pusillanime, si faccia battere ogni giorno dai coetanei senza reagire.
Rumpelstiltskin vorrebbe replicare che i suoi persecutori non hanno la sua età – c’è quel Ramsay che di anni ne ha sedici – e che, comunque, non vede come un ragazzetto smilzo e gracile possa tener testa a quei bestioni senza andar incontro a morte certa.
No, lui preferisce seguire un altro metodo: non dà corda alle loro provocazioni, quando può cerca di farli ragionare e, se vede che tutto è inutile, cede e consegna loro il denaro che vogliono, sperando che si accontentino e non lo picchino.
Purtroppo, nella maggior parte dei casi, questa è una vana speranza e Rumpelstiltskin ha come unica possibilità correre a nascondersi da qualche parte. Se riesce a essere veloce la fa franca; ma oggi quell’idiota di Walder l’ha scoperto nel fienile.
- Che ci fai qua, codardo? – gli ha ghignato contro.
Per un istante il ragazzino si è visto perduto, ma un’idea gli è balenata in mente: una parte di soldi in cambio del silenzio.
Gli occhi porcini del sempliciotto si sono illuminati di cupidigia quando ha stretto le misere monete.
Sempliciotto mica tanto, visto che ha subito spiattellato il segreto alla cricca di Ramsay, che ha raggiunto e picchiato a sangue Rumpelstiltskin.
Non è stato corretto, non ha tenuto fede alla parola data.
Io sarò anche un codardo, ma onoro sempre gli accordi.
Quando apre la porta di casa, il solito puzzo di chiuso e fumo gli ferisce le narici. Due donne di mezza età filano alla fioca luce di una candela, incuranti del ritorno del nipote.
Il ragazzino si avvicina alla branda, sperando di passare inosservato; ma la gracchiante voce di una delle zie lo coglie di sorpresa e lo fa rabbrividire.
- Dove sono i soldi?
- Non… Non li ho, Signore Zie. Sono stata picchiato e derubato da Ramsay e dagli altri. S-scusatemi.
- Allora puoi anche dormire coi maiali.
Rumpelstiltskin non ribatte, sa che sarebbe vano. Si volta e si trascina verso la porta, rimpiangendo solo di non aver fatto nemmeno in tempo a prendere quella bambolina.
Brandelli di discorso gli giungono alle orecchie.
- L’hanno picchiato e non si è difeso? Di nuovo?
- Del resto, cosa aspettarsi dal figlio di Colin? Dal figlio del codardo?
- Tale padre tale figlio, povera Elia…
Rumpelstiltskin sospira, uscendo da casa.
Quelle parole, tante volte udite, hanno ancora il potere di andare a scavare dentro ferite mai cicatrizzatesi.
Per un istante alza gli occhi al cielo, illudendosi di trovare almeno lì quella consolazione che sa non avrà nel villaggio.
Perché non c’è possibilità di riscatto per i codardi.
E per lui le cose non cambieranno mai.
 
 
 
 
“Ho sempre avuto fame di affetto, io. E mi sarebbe bastato riceverne a piene mani anche solo una volta. Abbastanza da dire: grazie, sono piena, più di così non ce la faccio.
Sarebbe bastato una volta, una sola unica volta.”
 
 
 
 
La ragazzina si tiene al grande specchio. Ne stringe la cornice con tanta forza che le nocche delle dita diventano pallide dallo sforzo.
Il respiro le si mozza in gola, urlerebbe, se solo potesse.
Si fa forza per non lasciar vincere quelle lacrime che, silenziose, vorrebbero sfuggire dagli occhi chiari.
- Basta, per favore, così soffoco, - è la sua unica, flebile preghiera.
- Principessa, non sta bene che una donna di sangue reale si lamenti! Per quanto fastidiosi possano risultare certi indumenti, è vostro dovere essere coraggiosa e mantenere sempre un determinato contegno! – La voce della nuova governante è roca, sgraziata, ferisce le orecchie della fanciulla, abituata ad accenti più dolci, più gentili.
- Non è questo il contegno. Non è questo il coraggio, - mormora Belle tra i denti.
La donna non dà segno di aver udito, ma stringe ancor più forte i lacci del corsetto.
Se Laertia fosse qui…
È trascorso più di un anno dalla partenza della balia e tante cose sono cambiate nella vita della Principessa.
Si è trovata senza la sua confidente, colei che l’ha cresciuta, la sua unica vera amica, proprio quando più ne avrebbe avuto bisogno.
È cambiata, Belle. Cresciuta, nel corpo e nell’animo. Nuove realtà si sono fatte strada nella sua vita, nuove consapevolezze e nuove domande.
E ha assaggiato il sapore amaro della solitudine.
Qualche mese fa Re Maurice ha organizzato una festa in onore della figlia; è stato lì, tra valzer e cavalieri, che Belle si è sentita per la prima volta un oggetto, una bambolina esibita, applaudita, ammirata e non amata.
Non ha pianto, no; si è fatta forza, come al solito, e ha mascherato il dolore sotto sorrisi di diamante, tanto angelici quanto determinati.
Quello che ha dentro, Belle lo confida alle pagine ingiallite di un vecchio diario: è lui il solo a conoscere da quanto tempo la ragazzina non riceve un abbraccio sincero - quattrocentoventuno giorni, li ha contati uno a uno – quanto soffre quando il padre ignora le sue domande e quanto grande sia il desiderio di fuggire da un mondo che non la può – non la vuole – comprendere.
Vive tra le parole, Belle, in un universo di eroi e terre lontane, di avventure di cui sogna di essere protagonista e non più semplice spettatrice.
Le sue coetanee sospirano per principi e fastosi matrimoni; lei, finora, ha dedicato all’Amore solo pochi, scarni pensieri. Se deve arrivare, arriverà, è la sua idea in merito; ma di una cosa è certa: quei nobili bellocci e tracotanti non fanno per lei.
Non ha alcuna intenzione di trascorrere la vita con un uomo borioso per il quale una donna è un trofeo da mostrare; il titolo e la casata le appaiono particolari privi di significato, come l’aspetto fisico e ogni altra cosa.
Sogna solo una persona nei cui occhi specchiarsi e riconoscersi.
Belle non vuole il Principe, vuole l’Amore.
E quando Lo troverà combatterà in Suo nome con tutta se stessa.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
N. d. A. : Ciao Dearies! Torno con una one-shot cui tengo particolarmente: dopo aver immaginato l’infanzia di Belle nella mini long “Books can be our best friends” –  la qui citata Laertia è un personaggio da me introdotto in quella storia –  è arrivato il turno di Rumpel, e il prompt mi è sembrato più che adatto! Come sempre, non vedo l’ora di conoscere il vostro parere su questa fanfiction “a due voci”, perciò non siate timidi e, nel caso, criticate pure! :)
Sebbene il racconto fosse pronto già la scorsa settimana, l’influenza della 3x02 si sente: non ho potuto fare a meno di inserire un paio di particolari – non tutti riferiti a Rumpel - che mi hanno colpita. Non dirò altro per non spoilerare, ma su quell’isola TUTTI, per un motivo o l’altro, sono bambini sperduti.
La citazione centrale è tratta da “Norwegian Wood” di Haruki Murakami: libro splendido, che consiglio vivamente.
I nomi dei persecutori e della madre di Rumpel sono tratti da “Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco” di George Martin: nello specifico, si tratta di Ramsay Bolton, Walder Frey e della – sfortunata -  Elia Martell. Quando ho scritto la storia ancora non sapevo della puntata sul passato dell’Oscuro e suo padre, che avevo pensato di chiamare “Theon” – sempre da “Le Cronache”; l’ho ribattezzato “Colin” dopo aver letto gli spoiler!
Nella 3x01 Baelfire cita sua nonna, che quindi deve aver conosciuto; ma io sono pur sempre Euridice, la mia passione – non tanto - segreta è far soffrire i personaggi e, pertanto, ho immaginato un povero piccolo Rumpel orfanello, cresciuto da due ziacce che lo odiano. Sono perfida, lo so XD
F. , la statua in tuo onore è in corso d’opera… Grazie mille!
Ringrazio dal profondo del cuore Julie_Julia, Jarmione, La Lady, Stria93, Lety Shine 92, DreamWriten, cdgt e Kika per aver recensito”Friends”; annachiara27, Boris88, Caribe, DreamWriten, Giu_99, La Lady, Julie_Julia, Lety Shine 92, licet, Lilly_93, loveis4ever, LovelyAndy, martaxx, ctdg, GiulyMUSE, Kika, a crazycotton, buffy4ever, Emily Gold, FiammaAvis17801, Haiku, KikiWhiteFly, Kuro_rin, NevilleLuna, NoemiBoh, PiccolaRumple, SaRa93, Stria93 e WhoCaresGirl per aver aggiunto la raccolta alle storie preferite/ricordate/seguite; e, ovviamente, tutti i lettori! :)
A sabato prossimo, gocce di splendore! :) :*
Euridice100

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Capitolo 13
*** 017. Brown ***


017. Brown
 
                                                                   
 
Belle è la ragazza curiosa e piena di gioia di vivere che ricordavi.
Nonostante i suoi sonni siano sempre agitati -­­ lei non dice niente, ma tu non puoi ignorare le sue lacrime notturne e non puoi far altro che stringerla a te più forte, meditando propositi di vendetta che hai giurato di non realizzare – di giorno ha una gran voglia di scoprire, indagare e capire il mondo di cui ora fa parte.
Guarda incantata gli elettrodomestici più comuni, si emoziona come una bambina davanti alle fotografie – “Oh, Rumpel, ci pensi? È possibile fermare la realtà! Devo assolutamente imparare a farlo!” - e nutre ancora qualche dubbio nei confronti delle automobili; ma quel che Belle preferisce è uscire per Storybrooke. Fosse per lei, starebbe sempre in giro per la città, immersa nelle sue vie, tra la sua gente; e per fortuna non si tratta di una metropoli, perché la giovane è instancabile ed è capace di camminare anche per una giornata intera, ponendo domande e commentando tutto.
Eppure questo inedito ruolo da guida turistica non ti dà fastidio, anzi; ti riempie di una gioia tanto intensa da farti dubitare che il tuo cuore possa contenerla.
E un sorriso di Belle ripaga tutta la stanchezza.
Anche oggi percorrete palmo a palmo la cittadina – ti ripeti che è necessario, lei deve imparare a orientarsi per essere autonoma, non vuoi certo tenerla prigioniera di nuovo – e, non si sa come, siete finiti al parco giochi vicino all’oceano.
Il tempo incerto non scoraggia alcuni bambini, che approfittano del sabato pomeriggio per correre da uno scivolo all’altro.
La loro vitalità ti fa tornare in mente un ragazzino dagli occhi scuri e saggi che la codardia ti ha impedito di veder crescere.
Ti sfugge un sospiro.
- Oh, le giostre! – esclama Belle – Da piccola portavo all’esasperazione le governanti a forza di giocare nei giardini del Palazzo Reale!
- Scommetto che vorresti farlo tuttora, - la stuzzichi, divertito dalla piccola confessione.
- Guardate, Messer Rumpelstiltskin, - replica lei con aria di saccenza -  che io sono un’autentica Lady di Avonlea, ho grazia, eleganza e autocontrollo e non mi diletterei mai a salire sulle altalene, - Ti guarda seria per un altro istante prima di scoppiare a ridere – Davvero, Rumpel, non tentarmi, sai che non sono più una bambina.
- Ma so che sei golosa come se lo fossi ancora. Ti va di mangiare un gelato?
- Gelato? – ripete incuriosita – Cos’è?
- È un dolce, - le spieghi pazientemente – fatto col latte e con altri ingredienti lasciati raffreddare.
- Com’è?
- È… Buono. Freddo, ma buono. Può avere tanti gusti diversi…
- Ma allora lo voglio assaggiare!
- Chissà come mai, non ne avevo dubbi, Dearie!
- Se tu mi dici che il gelato è buono, io mi fido e voglio provarlo! Non è colpa mia se continui a tentarmi… Sono una donna, non una Santa! – ribatte prendendoti a braccetto e dirigendosi verso il vicino chioschetto dei gelati.
 
Il commesso ti rivolge uno sguardo spaventato, che ricambi con uno dei tuoi inquietanti sorrisi. Non ricordi di aver avuto a che fare con lui nel vostro vero mondo, ma almeno intuisce che è il caso di trattarvi con riguardo, se non vuole vedere triplicato l’affitto.
- Due coni, grazie. Quali gusti preferisci, Belle?
- Cioccolato, - risponde lei, guardandoti di sottecchi.
Ha percepito la tensione nell’aria e compreso la situazione, come al solito.
La vedi stringere tra le dita esili il gelato e ringraziare educatamente il commerciante.
Almeno uno dei due sa trattare col prossimo, pensi.
 
Ricominciate a passeggiare, questa volta senza parlare.
- Sweetheart, devi sbrigarti a mangiare questo dolce, o si scioglierà e ti sporcherai, - la scuoti gentilmente.
- Rumpel, - inizia lei, seria – promettimi che non spaventerai più la gente.
- Io non spavento la gente, - ribatti – anzi, mi sono sempre comportato in modo decisamente cortese con questi bifolchi. Né ho mai imposto accordi… Per come la vedo io, “accordarsi” e “obbligare” sono ossimori.
- Non puoi chiamare le persone “bifolchi”, quando tu per primo sei stato un umile filatore. E comunque, hai capito benissimo quel che intendevo dire: quando non si ha altra scelta si è pronti a tutto, anche a concludere il contratto più riprovevole. “Accordarsi” e “obbligare” non sono opposti. Non giocare con le parole, per favore.
Annuisci.
- Posso provarci.
- No, proverai e ci riuscirai.
L’ennesima promessa.
Quanto vorresti non fosse l’ennesima delusione…
Belle assaggia cauta il dolce.
- È molto buono, - prova a sorridere – grazie per avermelo offerto.
- Figurati, Dearie, sai che puoi chiedermi qualsiasi cosa.
Siete immersi nei vostri pensieri quando, all’improvviso, lei ti stringe la mano libera. Alzi la testa e non riesci a trattenere un lieve ghigno, vedendo che ha le labbra sporche di cioccolato.
- Ti do il fazzoletto.
- Ma poi te lo rovinerò…
- È solo un pezzo di stoffa.
Vi scambiate uno sguardo d’intesa, memori di una frase più o meno simile che sembra relegata in un passato lontanissimo.
Non fai in tempo a porgerle l’oggetto che lei ti bacia.
Per un attimo resti immobile: sei così poco abituato alle manifestazioni d’affetto che anche una piccola effusione ti sconvolge; ma non la respingi – non la respingeresti più.
È strano, rifletti, come un gesto così semplice possa renderti tanto felice; la meccanica dei baci è ben poca cosa rispetto alle sensazioni che regala. Avere le labbra di Belle sulle tue ti sembra ancora follia, solo il ricordo di un breve barlume di luce in un oceano di oscurità; eppure lei è qui, coi suoi gesti delicati, la sua bocca che sa di cioccolato e le sue dita intrecciate alle tue, dolci e decise assieme.
Lei arrossisce ancora ogni volta che la guardi, come un’adolescente alla prima cotta, e senti l’anima traboccare di tenerezza per questa donna così innocente e innamorata, l’unica – lo sai per certo – che ti abbia davvero amato.
Quando vi separate, lei ridacchia.
- Ho sporcato anche te.
Mai macchia fu più gradita.



 
 
 
 
 
 
N. d. A. : … E fluff fu! 932 parole di pura dolcezza, perché in fondo – molto in fondo – anche Euridice è una romanticona e non vuole far soffrire sempre i poveri RumBelle – già ci pensano gli sceneggiatori! L'idea di un momento di serenità pre 2x04, di una Belle che deve adattarsi al nuovo mondo in cui vive e di un Rumpel che le spiega tutto era una tentazione troppo forte perché non cedessi, ed ecco a voi il risultato; come ogni volta, vi invito a recensire e a farmi conoscere la vostra opinione, anche critica, sulla storia :)
“Breve barlume di luce in un oceano di oscurità” è, chiaramente, una citazione della 1x22!
F. , memore del nostro discorso, ti dedico il sorriso inquietante dell’Oscuro! Odiami pure, io ti voglio taaanto bene lo stesso! <3
COMMENTO SPOILER 3x03: a me Tinkerbell piace! Ho apprezzato il modo in cui ha cercato di aiutare la giovane Regina e voglio vedere come sosterrà il resto del gruppo… Verso la Blue Fairy, invece, nutro un odio che aumenta ogni volta che la vedo! Spero che a Neverland Neal ritrovi presto Emma – e che Hook si faccia da parte, ma da quel che ho letto e visto, dubito…
Non vedo l’ora di scoprire come si conosceranno Regina e Robin Hood – a proposito, quanto è tenero il piccolo Roland? “I believe!” *-* - e Mulan… Mi ha commossa. Sospettavo da tempo un suo interesse nei confronti di Aurora – sarebbe stato troppo ovvio se fosse stata innamorata di Philip – ma vedere la guerriera farsi forza per confessare il suo amore alla Bella Addormentata e poi ricevere quella rivelazione… I miei poveri feelings! ;_;
Unica pecca della puntata: poco, pochissimo Rumpel – anche se la battuta sul cigno è stata davvero carina! Vabbè, ci rifaremo con la 3x04… Con la speranza di rivedere – l’ormai desaparecida – Belle!
Grazie a Jarmione, Julie_Julia, La Lady, Jessica21, Stria93, Lety Shine 92, DreamWriten,  per aver recensito il precedente capitolo; ad annachiara27, Boris88, Caribe, DreamWriten, Giu_99, La Lady, Jessica21, Julie_Julia, Lety Shine 92, licet, Lilly_93, loveis4ever, LovelyAndy, martaxx, Stria93, ctdg, GiulyMUSE, Kika, a crazycotton, buffy4ever, coccinella75, Emily Gold, FiammaAvis17801, Haiku, KikiWhiteFly, Kuro_rin, NevilleLuna, NoemiBoh, PiccolaRumple, SaRa93 e WhoCaresGirl per aver aggiunto la raccolta alle storie preferite/ricordate/seguite; e, ovviamente, tutti i lettori! :)
Alla prossima settimana, Dearies! :) :*
Euridice100

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Capitolo 14
*** 092. Christmas ***


092. Christmas
 
 
 
- Papà, vieni! La neve!
Nella notte quei freddi fiocchi bianchi si sono accumulati per terra e ora, induriti, scricchiolano sotto i piedi dell’uomo, rendendone ancora più difficoltoso il cammino.
Si ferma e si sostiene con entrambe le mani al rozzo bastone, mentre guarda suo figlio correre sul manto candido.
- Attento a non scivolare! – gli urla, ottenendo un’allegra risata infantile come risposta.
Ma è Natale, tutti hanno diritto a un assaggio di felicità.
Ha stretto la cinghia per settimane e settimane, per poter regalare al bambino una parvenza di normalità, almeno oggi.
È riuscito a permettersi un po’di carne, ha comprato la cioccolata e, a casa, un giocattolo aspetta di essere scartato.
Ma quando ripensa a quella stanza troppo vuota, Rumpelstiltskin capisce che tutto ciò che Baelfire merita è l’amore di sua madre.
 
 
 
 
 
- Oh, Gaston, guardate! Nevica!
Belle guarda incantata la coltre bianca che ricopre ogni angolo dei Giardini Reali.
- Amo la neve, rende tutto così… Magico! Vi va di fare una passeggiata?
Il giovane la guarda come se fosse ammattita.
- Isabelle, no, fa troppo freddo! Tra una settimana dovremo presenziare al Ballo di Natale, non potete permettervi un malanno!
- Suvvia, si tratta solo di pochi minuti, ci copriremo! E poi, ho letto che il freddo fa bene alla pelle… Voi che siete così vanitoso dovreste approfittarne!
- Non se ne parla! E comunque, voi leggete troppi libri… Vi fanno venire in testa strane idee, non sta bene per una donna! Perché non restiamo qui nel Palazzo, invece? Vi racconterò dell’ultima battuta di caccia…
La ragazza gli scocca un’occhiataccia.
- Sapete cosa vi dico? - sbotta avvolgendosi nel mantello – Io esco. Non ho alcuna intenzione di restare davanti al camino a ricamare e parlare di crudeltà con voi. Se cambiate idea, sapete dove trovarmi.
Il giorno dopo, Belle è a letto con la febbre, ma non è mai stata tanto felice.
Nessuno può decidere il mio destino.
 
 
 
 
 
Quella ragazza è un mistero.
È trascorso meno di un mese da quando Rumpelstiltskin è tornato da Avonlea con la nuova governante ed è rimasto sconvolto più in questa manciata di giorni che negli ultimi duecento anni.
Qualche notte Belle piange ancora, ma di giorno, dopo l’incidente della tazzina, non ha la benché minima paura. Non finge, no: quando il folletto la minaccia, lei gli pianta addosso le lame cerulee che ha al posto degli occhi e lo guarda con un tale atteggiamento di sfida da spingerlo a chiedersi perché mai la lasci ancora in vita.
Il fatto è che, in così poco tempo, l’Oscuro ha riscoperto la bellezza dell’avere una persona accanto, anche se si tratta di una stupida ragazzina impicciona.
Ecco, è questo il motivo per cui Belle non è - ancora - una lumaca spiaccicata: nonostante le risponda male, la scacci e affermi di non sopportarla, Rumpelstiltskin ha già bisogno di quella macchia di colore in un paesaggio troppo bianco di neve e troppo nero di dolore.
Il bianco è purezza, ma è anche solitudine ovattata in cui tutto si riflette e anche la più piccola macchia si riverbera all’infinito; il nero racchiude in sé ogni cosa, ma nel suo mondo c’è solo il male, il suo nero è solo male.
Il blu di Belle, invece, è tono in cui il bianco e il nero si possono confondere, trasfigurare e purificare nei gesti di una Principessa che, una mattina apparentemente ordinaria, si avvicina alla tavola del suo padrone e poggia un vassoio di biscotti pronunciando due parole che fanno restare il Signore Oscuro – no, non può averlo fatto davvero! - di stucco.
“Buon Natale, Rumpelstiltskin.”
 
 
 
 
 
“Questo è il mio primo Natale dopo tanto tempo, voglio festeggiarlo come si deve!”, ha esclamato Belle tutta contenta, quando si è accorta che il 25 dicembre si avvicinava sempre più. Ha posto a Rumpelstiltskin almeno mille domande sulle tradizioni di questo mondo e da giorni lui la vede correre per tutta Storybrooke, immersa nel vortice di preparativi.
Neanche la neve e le temperature gelide sono riuscite a fermare quest’uragano dall’aria solo apparentemente innocua.
Ora ha deciso di addobbare la biblioteca e l’appartamento attiguo e, sebbene voglia fare tutto da sola, lui non può non accorrere in suo aiuto.
Anche solo per trascorrere un’ora in più con lei.
- Ma tu non decori casa, Rumpel? – gli chiede stupita mentre, in cima alla scala, appende l’ennesimo festone.
- No, Sweetheart, - risponde lui alzando le spalle – In questi anni sono sempre stato solo, non avrebbe avuto senso festeggiare. E poi, le luci, le ghirlande, … Queste cose non mi piacciono, lo sai. Ma se lo desideri quest’anno lo facciamo, - aggiunge subito, notando un lampo di delusione nello sguardo di Belle.
- No, no, - sorride la ragazza guardandolo negli occhi – Non sono le luci e le ghirlande a fare una festa. Festa è stare con le persone che ami. E se sto con te, è sempre Natale.
È una confessione così spontanea, così sincera, così inattesa che per un istante Rumpelstiltskin ne resta atterrito.
Il giorno dopo, quando entra nella casa rosa, Belle resta a bocca aperta dinanzi a un grande abete illuminato.
 
 
 
 
 
- Ems, vediamo cosa ci ha portato Babbo Natale?
- Tììì! – la voce della bambina è ancora impastata di sonno, ma il suo sguardo si illumina quando incontra la montagnetta di regali ai piedi dell’albero di Natale.
- Vuoi iniziare da questo con la carta rossa? Va bene! Scartalo tu… Ecco, così, brava… Oh! Che bello! Cos’è questo, Emilie?
- Cane! Bau! – ride la bimba, abbracciando un peluche più grande di lei.
- No, è un lupo… Che è un grosso cane, più o meno. Ripeti con me: lu – po. Esatto, brava!
Incorreggibile Ruby, pensa Belle, che già aveva avuto qualche sospetto vedendo il colore della carta regalo.
Madre e figlia continuano a scartare i pacchetti: una casa per le bambole da Henry ed Emma, un cavalluccio a dondolo da Leroy, un vestitino cucito a mano da suor Astrid, … Mezza Storybrooke si è raccolta attorno alla sua beniamina, quella bambina di due anni che tutti, in un primo momento, hanno guardato con sospetto.
Perché la magia scorre nel sangue, e cosa ci si sarebbe potuti aspettare dalla figlia di una pazza e dell’Oscuro? Le persone che l’hanno amata dal primo istante si possono contare sulle dita di una mano e, se Belle può sforzarsi per perdonare, una madre non dimentica.
Non può dimenticare, guardando quegli occhi scuri che già sanno essere teneri e implacabili assieme.
Ha il suo sguardo.
Chissà come sarebbe stato il Natale, se ci fosse stato. Avrebbe saputo essere un padre meraviglioso, Belle ne è certa. Lui si sottovalutava sempre, si considerava il mostro, la Bestia; ma lei è stata l’unica ad aver conosciuto la verità, ad aver scalfito la corazza e toccato il dolore che nascondeva.
Sarebbe impazzito di gioia con Emilie, le avrebbe saputo dare tutto l’amore del mondo.
Avrebbe regalato anche a lei i suoi rari sorrisi.
Saresti stato un padre meraviglioso, ripete Belle stringendo a sé la sua ragione di vita e guardando i primi fiocchi di neve scendere dal cielo.
Buon Natale, Rumpelstiltskin.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
N. d. A. : Ma sì, a metà progetto festeggiamo il Natale con quasi due mesi d’anticipo! XD
Cosa ne pensate di questa “raccolta nella raccolta”? L’idea per questo prompt mi è balzata in mente  all’improvviso: non potevo non scriverla, sebbene avessi in mente ben altro per il quattordicesimo capitolo!
Avrebbero dovuto essere dei brevi flash, ma in alcuni casi la grafomania ha avuto il sopravvento, come al solito…
Spero di non essere andata OOC nell’ultimo paragrafo: nello specifico, mi riferisco alla frase “una madre non dimentica”. Ho pensato che Belle sa andare oltre le apparenze e perdonare, ma sentirsi “aggredita” nel suo punto debole come madre, sua figlia, non può non scatenare una reazione – tanto più in un personaggio combattivo come lei!
Comunque sia, esprimetevi e criticate liberamente: si può solo migliorare! :)
Per Gaston, mi sono ispirata alla versione Disney del personaggio!
B. , grazie per avermi fatta desistere dal donare alla povera Ems la testa mummificata di Peter Pan: un’idea che, in un momento di follia, ha davvero attraversato la mia mente… Avrei reso la bambina una novella Arya Stark, insomma *_*
COMMENTO SPOILER 3x04:  Bealfire è una mente criminale sopraffina: come pretende di scappare da Neverland così, allegramente, senza uno straccio di piano? Sdrammatizziamo che è meglio, vista l’elevatissima dose di angst nella puntata… Ho odiato Bae: posso capire che non si fidi del padre dopo quel che è successo e i dubbi insinuatigli da Peter Pan, ma avrebbe potuto allearsi con lui almeno per fuggire dall’isola, affrontando in un secondo momento le questioni irrisolte!
Quanto ai RB: il lieto fine di Rumpel non può essere solo Belle, è chiaro. Tutti i suoi gesti, dalla diserzione in poi, hanno avuto Bae come ragione giustificatrice; lui non sarà mai sereno se non quando si sarà riappacificato col figlio. È naturale e, personalmente, non vedo in quelle parole “la fine dei RumBelle”, come pure ho letto in recensioni - decisamente - catastrofiste.
Rallegriamoci pensando all’Oscuro versione Rambo, visione molto apprezzata ;)
È l’ora di ringraziare Jarmione, Kika, Julie_Julia, Stria93, DreamWriten e Jessica21 per le bellissime recensioni lasciate al precedente capitolo; annachiara27, Boris88, Caribe, DreamWriten, Giu_99, Jessica21, Julie_Julia, La Lady, Lety Shine 92, licet, Lilly_93, loveis4ever, LovelyAndy, martaxx, Stria93, ctdg, GiulyMUSE, Kika, a crazycotton, Bellaurora, buffy4ever, coccinella75, Emily Gold, FiammaAvis17801, Haiku, KikiWhiteFly, Kuro_rin, NevilleLuna, NoemiBoh, PiccolaRumple, SaRa93, TheQ e WhoCaresGirl per aver aggiunto la raccolta alle storie preferite/ricordate/seguite; e, ovviamente, tutti i lettori! :)
Ci sentiamo tra sette giorni, mes amours! :) :*
Euridice100

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Capitolo 15
*** 042. Emptiness ***


042. Emptiness
 
 
 

“Il mondo intero è una spaventosa collezione di ricordi,
e ognuno di essi grida che lei è esistita,
e io l'ho perduta!”
“Cime Tempestose” – Emily Brontë

 
 
 
 
 
De te fabula narratur.
 
 
C’era una volta una Principessa.
Come in ogni fiaba che si rispetti.
E una Bestia.
E anche questo è un cliché.
Ma le favole terminano con “e vissero tutti felici e contenti” e questa non finisce così.
Questa non è una favola.
 
 
Era bella, lei, oh, sì. Era bella come il primo raggio di sole dopo un temporale, bella come la stella che illumina la notte più cupa.
Bella come solo lei poteva essere, col suo sorriso di gioventù e speranza.
Non fu costretta a seguire la Bestia, no; fu sua la scelta, scelta di coraggio.
Perché lei era coraggiosa, oltre che bella: dal suo sguardo ceruleo traspariva tutta la determinazione di questo mondo.
Sacrificò la libertà per salvare il suo popolo.
Non volevi aver pietà di lei, una ragazzina tanto insignificante quanto inutile ai tuoi occhi abituati a troppi magnifici orrori per apprezzare la purezza delle piccole cose; ma quante volte, con lei, il cuore si è ribellato alla mente?
Quante volte quell’organo che hai finto di non avere ha imposto la sua silenziosa, vittoriosa presenza, quando lei ti stava accanto?
Troppe volte, troppe volte.
Era solo questione di tempo.
Un processo iniziato, che non si poteva interrompere.
Era solo questione di tempo, una folle corsa verso la rovina.
 
 
Frammenti di memorie ti affollano la mente quando premi le labbra sulla tazzina dal bordo scheggiato.
Quella ragazza ha portato il profumo dei fiori e la luce della primavera in questo Castello troppo Oscuro.
Belle era un’apparizione in celeste, un sorriso non più strappato ma offerto, spontaneamente, come un dono.
Come lei ti ha offerto il suo cuore.
Era solo questione di tempo, una folle corsa verso la rovina.
 
 
L’hai lasciata andare sperando di essere ancora in tempo per salvarla; ma quando l’hai vista tornare – oh, Rumpelstiltskin, esistono parole per descrivere la tua felicità? Sapevi di non dover gioire, perché a quel punto la fine sarebbe davvero sopraggiunta; eppure, le gambe hanno iniziato a muoversi da sé, ti sei lasciato dietro quelle scale in pochi passi – era il cuore a comandarti, non negarlo, non negarlo più, sai che è così, sai che avresti dovuto ascoltarlo.
Sai che aveva ragione.
 
 
Le sue labbra hanno incontrato le tue per il tempo infinito di un istante, in cui il mondo ha smesso di esistere e l’uomo che eri ricominciato a vivere.
 
 
Fa male, vero, Rumpelstiltskin?
La verità fa sempre male.
Se non fosse stato Vero Amore non avrebbe funzionato.
Eppure tu l’hai spinta via, accusandola di essere in combutta con la tua nemica.
Non era vero, non poteva esserlo; eppure, la smania di Potere, l’avidità del Male avevano gettato in te radici tanto profonde da non lasciarsi estirpare così facilmente. Si sono avviluppate attorno a quel fragile fiore di speranza, soffocando ogni sua possibilità di crescere, di vivere.
Hai scacciato la Principessa, ignorato le sue parole.
“Vi rimarranno solo un cuore vuoto e una tazzina scheggiata.”
L’unica che la tua cieca furia ha risparmiato.
L’unica prova tangibile di non aver solo sognato.
 
 
Le sue labbra tremavano mentre ripetevi parole d’odio, parole di codardo.
Ma non ha pianto andandosene, no.
Lei non l’avrebbe mai fatto.
 
 
Ora Belle è morta, e da quando lo sai sei morto anche tu, per l’ennesima volta in questa vita immortale.
La immagini, sfiancata dal dolore che le è stato inflitto, guardare il precipizio sotto ai suoi piedi e affidarsi a esso, sorridendo come si sorride solo a un’amica che può capire.
L’amica che prima o poi tutti incontreranno, l’amica Morte.
Ti violenti la mente con queste scene e ti bei della sofferenza, sapendo di meritarla.
È stata una folle corsa verso la rovina.
Ma ha colpito solo lei.
Premi la tazzina alle labbra e ti ripeti che lei aveva ragione.
 
 
“Vi rimarranno solo un cuore vuoto e una tazzina scheggiata.”
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
N. d. A. : Angst, angst, angstosissimo angst!
Ho ben poco da dire riguardo a questo capitolo, diverso dagli altri anche stilisticamente: per quanto triste, reputavo necessaria una riflessione sulla reazione di Rumpel quando viene a sapere della “morte” di Belle, e la frase tratta da “Cime Tempestose” – uno dei miei romanzi preferiti – mi è sembrata quanto mai calzante. So di aver scritto un prompt triste, ma vi prometto che in futuro ci sarà del fluff: pertanto non disperate e, se riuscite a non squartarmi, fatemi conoscere il vostro parere su questo mio lavoro!
Le ripetizioni e le maiuscole sono volontarie!
“De te fabula narratur” è una citazione delle “Satire” di Orazio : si usa spesso in senso ironico, con lo stesso significato di “lupus in fabula”, ma qui è da intendere letteralmente, come “questa favola parla di te”. :)
SPOILER 3x05: per dirla tutta, questa è stata la puntata che, finora, mi è piaciuta meno. Sarà perché non impazzisco per Hook, sarà perché tifo SwanFire, ma il passaggio di Killian “al lato oscuro”, per quanto giustificato dalla morte del fratello, mi è sembrato troppo repentino rispetto ad altri cambiamenti visti in OUAT: oggi ragazzo integerrimo, domani pirata, mah!
Regina salva l’episodio – adoro le sue battutine! *-* - e ho apprezzato il fatto che Emma abbia definito Henry “our son”: finalmente la bionda ha capito che un’alleanza con la regina “cattiva” è necessaria per salvare il bambino, contro Peter Pan la strategia buonista di Snow è inevitabilmente destinata a fallire!
Ora, chi è il/la compagno/a di prigionia di Baelfire? Io credo sia Wendy; in ogni caso, non vedo l’ora che arrivi lunedì, voglio conoscere Ariel! *-*
Grazie a Kika, Julie_Julia, Stria93, Jarmione, La Lady e annachiara27 per aver espresso la loro opinione su “Christmas”; annachiara27, Beabizz, Boris88, Caribe, DreamWriten, Giu_99, Jessica21, Julie_Julia, La Lady, Lety Shine 92, licet, Lilly_93, loveis4ever, LovelyAndy, martaxx, Stria93, ctdg, GiulyMUSE, Kika, a crazycotton, Bellaurora, buffy4ever, coccinella75, Emily Gold, FiammaAvis17801, Haiku, kagura, KikiWhiteFly, Kuro_rin, NevilleLuna, NoemiBoh, PiccolaRumple, SaRa93, TheQ e WhoCaresGirl per aver aggiunto la raccolta alle storie preferite/ricordate/seguite; e, ovviamente, tutti i lettori! :)
A sabato prossimo! :) :*
Euridice100
 

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Capitolo 16
*** 008. Spinning ***


008. Spinning
 
 
 
- Mi insegnate a filare?
La voce di Belle fa quasi sobbalzare l’Oscuro: sapeva che la giovane era lì, la stava tenendo d’occhio, come sempre; piuttosto, è l’oggetto della domanda a stupirlo, a fargli credere per un istante di non aver udito bene.
- Come hai detto, Dearie?
- Vi ho chiesto se poteste insegnarmi a filare.
Rumpelstiltskin scoppia in una risata folle.
- Mia cara, forse non ti è ancora ben chiaro che questo non è un comune arcolaio. Io non filo la lana per farci vezzosi abitini per le tue bamboline, no, no, no, - per un istante la ruota cigola più velocemente, quasi con rabbia - Quest’arcolaio è… Magico. Per quale motivo dovrei insegnarvi a usarlo? Per permettervi di controllare la magia?
Belle lo guarda di sottecchi. È inutile, per quanto possa sforzarsi il suo – dovrebbe chiamarlo “padrone”, ma quella definizione non sempre le appare adatta – non si fida di lei.
Ripercorre con la mente ogni passo, ogni parola, ogni gesto e non trova alcun errore; eppure, non le sembra di desiderare nulla di particolare: semplicemente, se davvero è destinata a trascorrere il resto dei suoi giorni in quel castello così tetro, con quell’essere così bestiale e talmente umano da far male, allora vorrebbe almeno conoscerlo meglio, capire chi è, comprendere la ragione dei suoi gesti, cosa l’ha portato fin lì.
Ecco a cosa mirano i suoi tentativi di far conversazione; tentativi che, se una volta vengono premiati, altre cento terminano con frasi malevole e risposte altrettanto taglienti.
Rumpelstiltskin non è un mostro, ne è certa: da quando ha risparmiato Robin Hood, la ragazza ha iniziato a soffermarsi su di lui fino a scoprire una figura complessa e contraddittoria, custode di dolori inconfessabili mascherati da crudeltà.
Ecco, se c’è qualcosa di cui Belle pecca, forse è l’ingenuità.
Stupida, si rimprovera mordendosi le labbra, come pensavi di indurlo a parlare con te partendo proprio da quel punto debole, la magia?
Non mi importa. Questa volta avrò anche sbagliato, ma non mi arrendo.
- Volevo solo essere gentile. Ve l’ho già detto, vorrei solo capire meglio chi siete e, visto che trascorrete ore e ore all’arcolaio, mi sembrava una buona idea parlarne. Sapete, - continua, fissandolo negli occhi, prima di voltarsi per uscire dal salone – A me non interessa la magia. È colpa sua se avete dimenticato la vostra umanità.
Rumpelstiltskin non risponde. Indifferente, continua a filare; eppure, quella frase non è passata inosservata.
In tanti secoli di silenzio, solitudine e meschinità, nessuno ha mai avuto l’ardire di avvicinarsi al folletto, se non per stringere aberranti patti che lui è sempre riuscito a volgere a proprio favore; e mai l’Oscuro se n’è crucciato, perché nulla avrebbe potuto rimpiazzare quel vuoto che solo un genitore può comprendere.
E poi, all’improvviso, si è ritrovato tra i piedi una ragazza che ha portato con sé un bagaglio di interrogativi e nuovi dubbi.
L’ha presa per umiliarla, per gettare quella principessina dall’aria viziata nel fango e bearsi della sua caduta; eppure, per la prima volta dopo cento e cento anni, colui che fu un filatore è costretto ad ammettere tra sé e sé una parvenza di sconfitta.
Perché Belle, in tutti quei mesi, non è mai caduta, mai: ha reagito a ogni vessazione, dimostrando in più di un’occasione una tenacia insospettabile per una creatura dall’aspetto tanto delicato. Non ha mai chinato il capo, non ha mai avuto paura, anzi; spesso è lui ad avere l’impressione di essere trafitto da quei lampi azzurri che sanno scavare nel profondo.
Ha svelato di possedere un’anima di acciaio in un corpo di cristallo e miele ed è questo il motivo per cui – deve ammetterlo – segretamente ne è affascinato.
- Belle.
La vede proseguire per la sua strada, incurante del richiamo.
- Belle. È un ordine.
La ragazza si ferma per un solo istante.
- Cosa volete?
È strano come la sua voce riesca a essere lieve anche quando è arrabbiata, riflette Rumpelstiltskin.
- Torna qui.
Non alza lo sguardo dall’arcolaio quando sente il ticchettio dei passi della giovane avvicinarsi.
- Ebbene? Ordinate pure, padrone.
- Questi sono il rocchetto e le alette. Sono il cuore dell’arcolaio, il resto serve solo per far funzionare questi due elementi. Il filo va fissato sul rocchetto; ma prima, dovrai imparare a pedalare in modo lento e continuo…
 
 
Dinanzi al sorriso che si allarga sul volto della ragazza, il folletto trattiene a stento un sospiro.
 
 
Quella Belle è peggio di una bambina.
 
 
E Rumpelstiltskin si chiede perché finisca sempre per accontentarla.
 
 
 
 
 
 
 
 
N. d. A. : come annunciato, un momento più dolce: i RumBelle all’arcolaio insieme! *_* Dopo l’angst della scorsa settimana, ci voleva un po’ di tenerezza!
Che ve ne pare? Come sempre, il vostro parere, anche critico, è graditissimo, perciò fatevi sentire! :)
Essendo un’ignorante in materia di filatura, ho cercato qualche informazione sul web; ecco il link del sito consultato: http://www.gondrano.it/fare/lab/filatura/filatura.htm .
SPOILER 3x06: puntata fantastica! Ho trovato Ariel deliziosa e ho apprezzato i piccoli riferimenti Disney sparsi qua e là! Regina ormai è la più sensata del gruppo e Rumpel le deve un favore: “You are not gonna die at anyone’s hand but my own”, cit. ! Seriamente, il discorso di Belle, troppo simile a quello di Peter Pan, mi aveva insospettito… E avevo ragione! Comunque, ricordiamo il fatto che anche Pan shippa RumBelle e tutti vogliono il RumBellino! XD
Sebbene tifi SwanFire, la confessione di Hook mi ha sinceramente commossa: del resto, il pirata si sta cercando di cambiare, di diventare un uomo migliore solo per Emma!
E ora voglio veder quanto prima la 3x07… Belle is back! *-*
Julie_Julia, Stria93 e Jarmione, grazie per aver recensito il precedente capitolo; annachiara27, Beabizz, Boris88, Caribe, DreamWriten, Giu_99, isabelle10, Jessica21, Julie_Julia, La Lady, Lety Shine 92, licet, Lilly_93, loveis4ever, LovelyAndy, martaxx, Stria93, ctdg, GiulyMUSE, Kika, a crazycotton, Bellaurora, buffy4ever, coccinella75, Emily Gold, FiammaAvis17801, Haiku, kagura, KikiWhiteFly, Kuro_rin, NevilleLuna, NoemiBoh, PiccolaRumple, SaRa93, TheQ e WhoCaresGirl, vi ringrazio per aver aggiunto la raccolta alle storie preferite/ricordate/seguite; e, ovviamente, grazie a chi è arrivato sin qui! :)
A presto! :) :*
Euridice100

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Capitolo 17
*** 086. Choices ***


086. Choices
 
 
 
“Sono le scelte che facciamo a dimostrare chi siamo veramente,
molto più delle nostre capacità.”
Joanne Kathleen Rowling

 

 
 
Che ironia della sorte.
Nel preciso istante in cui avevo deciso cosa fare della mia vita, proprio quando avevo fatto la mia scelta, sono stata presa prigioniera.
Di nuovo.
Questa volta contro la mia volontà.
Il destino è beffardo, non c’è che dire: mi ha fatta avvicinare a un’avventura, assaggiare briciole di libertà, per poi chiudermi ancora una volta in una cella.
Trascorro le mie giornate qui, tra queste mura che si stringono attorno a me facendomi quasi perdere il respiro.
Nessun interrogatorio, nessuna domanda, nessun contatto: il tempo scorre e io resto qui, immobile, dimenticata dal mondo.
Dimenticata da lui.
 
 
All’improvviso odo dei rumori in lontananza, come degli stridii.
Strano, quest’ala della torre di solito è così silenziosa.
Cerco di non farci caso, ma dopo pochi istanti quei suoni diventano inequivocabili: sono clangori di spada, e sono sempre più vicini.
Mi siedo sul letto, mille pensieri in testa.
Che lui abbia saputo e sia venuto a liberarmi?
No, lui non combatterebbe con una spada, userebbe la magia.
Eppure, la speranza ha gettato solide radici nel mio animo; mi permetto di credere che lui sia a pochi passi da me e sia riuscito là dove io ho fallito.
Mi illudo che abbia capito.
Quando la porta si spalanca violentemente trattengo il respiro.
No, non è lui, e anche i miei pensieri hanno il sapore del rammarico.
Ho davanti un giovane uomo, alto e moro; ha un uncino al posto di una mano e due occhi blu tanto intensi quanto gelidi.
Qualcosa in lui mi fa rabbrividire.
Il modo in cui stringe la spada non dà adito a dubbi: sa maneggiarla, e bene.
- Voi dovete essere Belle, - dice convinto, lasciando scivolare il suo sguardo sul mio corpo.
- Vi ha mandato la Regina, vero? Siete qui per uccidermi, - replico cercando di non far tremare la voce.
Sapevo sarebbe finita così.
Non devo mostrare paura.
Non devo avere paura.
Mi sorprende vederlo armeggiare con le catene che mi tengono legata.
- Non sono venuto per uccidervi, ma per salvarvi.
- Salvarmi?! Chi siete voi?
- Un amico, - continua - Non abbiamo molto tempo, la vita di vostro padre è in pericolo: è stato attaccato dallo stesso mostro che vi ha sottratta alla vostra famiglia.
- Ma… State parlando di Rumpelstiltskin?
No, no. Non può essere vero. Perché mai avrebbe fatto una cosa simile? Il nostro accordo era chiaro: la mia libertà in cambio della salvezza del mio regno e dei miei cari.
Io l’avrei seguito sempre e ovunque se non mi avesse cacciata; perché ora avrebbe attaccato mio padre?
Sciocca, lui crede che la Regina ti abbia mandata per eliminarlo. Sei nulla per lui, non reputa più valido il vostro patto.
No, mi ripeto, allontanando dalla mente quella frase.
“In verità, Dearie, il potere mi interessa molto più di te.”
Rumpelstiltskin non è mai venuto meno alla parola data.
Ha compiuto la sua scelta con me, ma rispetterà l’accordo.
- L’Oscuro deve essere fermato; voi avete passato molto tempo con lui, si dice esista un’arma magica con la quale sia possibile ucciderlo.
- No, no. Consentitemi di parlare con lui.
- Belle, la vita di vostro padre è appesa a un filo
- Non è un mostro, - sibilo decisa, guardando l’uomo.
Cosa pretende di sapere del tanto temuto mago, se non le solite voci che non corrispondono al vero?
Pensa davvero che l’aiuterò a uccidere Rumpelstiltskin?
Non se ne parla.
Non ho mai sentito parlare di questa fantomatica arma, e se ne sapessi qualcosa, non gliela direi.
Mai.
Non sarò complice della morte dell’uomo che amo.
Non pronuncio queste parole, ma vedo le pupille dell’uomo dilatarsi, come se all’improvviso avesse compreso tutto.
Nelle sue iridi di ghiaccio leggo tutto il disprezzo del mondo.
La puttana della Bestia.
Un moto di rabbia mi pervade.
- In tal caso… Non sono qui per salvarvi.
La vita è fatta di scelte.
Restare fedeli alle proprie idee o cedere.
Aggrapparsi con forza alle proprie convinzioni, con la determinazione di un naufrago che nuota verso la salvezza, o lasciarsi trascinare dalla corrente.
La scelta difficile e la scelta semplice, sempre.
Cosa mi costerebbe aiutare questo sconosciuto a cercare quel che vuole?
Costerebbe me stessa.
Pagherei col mio cuore.
Vedi, Rumpelstiltskin, tutti hanno una scelta. E anch’io onoro sempre i miei accordi.
 
 
Un dolore sordo.
 
 
- Così carina, eppure così inutile…
 
 
Il buio.
 
 
 



 
 
 
N. d. A. : Hookers, don’t kill me, please!
Dovevo scrivere qualcosa su questo momento, è stato più forte di me: ora sto rivalutando Killian, ma nel corso della seconda stagione non l’ho mai tollerato - e questa scena è una delle tante ragioni alla base della mia avversione per il pirata!
Ho cercato di riportare fedelmente il dialogo che i due personaggi hanno avuto nella 2x10; mi scuso per la parolaccia, ma era quanto mai incisiva e, pertanto, adatta alla situazione: in ogni caso, se vi dà fastidio la elimino.
“Lui (…) sia riuscito là dove io ho fallito”: questa frase ha un doppio significato. Belle certamente spera che Rumpelstiltskin abbia compreso la sincerità del suo amore, ma - secondo me - non sarebbe stato da lei arrendersi subito alla cattura da parte di Regina… Ho immaginato che abbia cercato invano di evadere e quindi, se in quei momenti l’Oscuro fosse davvero stato dall’altra parte della cella, almeno lui sarebbe riuscito a liberarla!
Come sempre, sono curiosissima di conoscere il vostro parere, anche critico, sulla fanfiction; perciò fatevi avanti, mi raccomando! :)
SPOILER 3x07 : no, dico, c’è davvero bisogno di commentare questa puntata? L’ho amata, punto, e non avrebbe potuto essere diversamente. Finalmente Real!Belle che dimostra per l’ennesima volta tutta la sua tenacia, nonostante il primo – naturale - momento di smarrimento post addio… Il dialogo che ha accompagnato il rientro in scena di Chip mi ha portata sull’orlo del pianto, per non parlare dell’ “I’ll see her again” finale di Rumpel… Ahhh, sono ancora su di giri!
Propongo la ship Bae - Hook - Accendino  ( <3 ) e, c. v. d. – perché io ho sempre ragione, vero, B. , VERO?! – nella gabbia c’era Wendy… Sono curiosa di sapere come andrà a finire con Henry e Peter alla Grotta del Teschio!
Ringrazio infinitamente Stria93, Jarmione, Julie_Julia e S05lj per aver recensito il precedente capitolo; annachiara27, Beabizz, Boris88, Caribe, DreamWriten, Giu_99, isabelle10, Jessica21, Julie_Julia, La Lady, Lety Shine 92, licet, Lilly_93, loveis4ever, LovelyAndy, martaxx, Stria93, ctdg, GiulyMUSE, Kika, a crazycotton, Bellaurora, buffy4ever, coccinella75, Emily Gold, FiammaAvis17801, Haiku, itspulcina, kagura, KikiWhiteFly, Kuro_rin, Nari92, NevilleLuna, NoemiBoh, PiccolaRumple, S05lj, SaRa93, Silver Loreley, TheQ e WhoCaresGirl, che hanno aggiunto la raccolta alle storie preferite/ricordate/seguite; e, ovviamente, ogni lettore silenzioso! :)
A presto… Peace, Love and RumBelle! XD
Euridice100
 

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Capitolo 18
*** 002. Interlude ***


002. Interlude
 
 
 
È la quotidianità, il piacere delle piccole cose, quello che Rumpelstiltskin sta riscoprendo con Belle; sono i mille riti di ogni giorno che, condivisi con un’altra persona, acquistano tutto un altro sapore.
Rifare il letto, riordinare casa, preparare il pranzo: azioni che non sembrano poi così banali, se si compiono con accanto una ragazza che non ha mai perso la voglia di vivere e ha il terribile, magnifico potere di saperla trasmettere agli altri.
 
La mattina, nonostante la sveglia suoni puntuale alle 7, Belle sbuffa e nasconde la testa sotto il cuscino, biascicando un sommesso: - No, no, ancora un pochino!
- Dearie, sveglia, - le sussurra lui uscendo dalla doccia.
- Altri cinque minuti, solo altri cinque minuti!
- Sweetheart, su, è ora di alzarsi, - le ripete calzando le scarpe.
- Due minuti, chiamami tra due minuti, Rumpel, ti prego!
Rumpelstiltskin finisce di preparare la colazione prima di affacciarsi di nuovo in camera.
- Belle, non sapevo che oggi la biblioteca aprisse da sola.
Sono le parole magiche: la ragazza apre gli occhi di scatto e un ciclone travolge casa. Un ciclone dagli occhi azzurri ancora assonnati e dai capelli scuri che, ribelli, sfuggono dalla treccia in cui la proprietaria vorrebbe costringerli.
- Ma perché non mi hai svegliata prima? – si lamenta, cercando di mettere gli orecchini, abbottonarsi la camicetta e bere il caffé contemporaneamente. Gli schiocca un bacio sulle labbra senza dargli il tempo di rispondere e Rumpelstiltskin scuote la testa divertito, guardando quella piccola grande donna correre da una stanza all’altra.
Pensava di aver conosciuto la ragazza durante quei lunghi mesi al Castello Oscuro; eppure, ogni giorno l’uomo scopre nuovi aspetti di lei che, inesorabilmente, lo stupiscono e lo affascinano.
 
Non sapeva che le piacessero le ciliegie: una volta le ha comprate così, quasi per caso, e appena lei le ha viste ha sgranato gli occhi entusiasta. “Non le mangio da tantissimo tempo! ” ha esclamato, prima di prenderne due ancora unite dal picciolo e appenderle alle orecchie, ridendo come una ragazzina.
In quell’istante lui ha pensato che le sue labbra avessero lo stesso colore di quei frutti – erano rosse, piccole, e altrettanto dolci, o forse ancor di più.
 
A forza di stare con Ruby, Belle ha scoperto gli smalti; e da allora non passa settimana che le dita della ragazza non cambino aspetto: dai colori più seri a quelli vivaci, dalle tinte classiche alle più allegre, Rumpelstiltskin la vede divertirsi e non le rivela che a lui le sue unghie piacciono così come sono, naturali, di quel rosa lievemente madreperlaceo che gli fa tornare in mente una conchiglia – anche se nessuna conchiglia potrebbe essere tanto preziosa quanto Belle, nessun gioiello, nessun tesoro - nessuno.
 
Un pomeriggio l’uomo l’ha persa di vista nel retro del banco dei pegni; era immerso nella contabilità quando, all’improvviso, un rumore l’ha fatto sobbalzare. Gli ci è voluto un istante per realizzare che no, non era un rumore, e non era successo nulla di grave: Belle aveva solo scoperto la musica di questo mondo.
E Janis Joplin.
Da allora, è la voce roca e potente di quella cantante ad accompagnare la ragazza: da mattina a sera, c’è sempre un brano adatto al momento. “Trust me”, “Farewell song”, “Piece of my heart”: parole che sembravano dimenticate in un passato sconosciuto, fatto di vecchi vinili e ribellione, tornano a vivere, a far sognare, a far cantare.
 
Belle non è sempre allegra. Ci sono momenti in cui, nonostante tutto, si chiude in se stessa. L’uomo la vede stringersi le ginocchia tra le braccia e guardare il mondo dalla finestra; e lui sa che quei ventotto anni lontani dalla vita stanno bussando alle porte della sua mente.
La prima volta che ha rivisto Regina, la giovane si è irrigidita e la luce del suo sguardo si è offuscata; e l’Oscuro le ha afferrato la mano, per farle sapere che lui c’era, che sarebbe bastata una parola e avrebbe scatenato l’inferno, di nuovo, per lei.
Ma Belle ha mormorato solo: - Andiamo? – e si è voltata.
Quella notte ha pianto, cercando di non farsi sentire; ma quei singhiozzi soffocati di bambina ferita risuonavano nelle orecchie di Rumpelstiltskin più forti di cento cannoni, e lui ha avuto la certezza di impazzire. L’ha abbracciata, perché lei doveva capire, nessuno avrebbe più osato sfregiarle la vita.
- Piangi? - le ha chiesto, affondando il naso tra i suoi capelli – Vuoi piangere? Va bene, va bene, va bene... - carezzandole la base del collo, le labbra si muovevano sulla tempia, per rimarcarle il suo esserci.
Ora.
Sempre.
La mattina seguente il cuscino era bagnato, sulle sue guance si scorgevano i segni delle lacrime, ma sulle labbra di Belle aleggiava un sorriso che illuminava più del sole.
 
Conosceva bene l’amore della ragazza per la lettura; del resto, non era stato lui a regalarle una biblioteca non una, ma ben due volte? Evidentemente, anche sotto questo punto di vista ha sempre sottovalutato Belle: dal primo giorno in cui ha messo piede in casa sua, la giovane ha iniziato a guardarsi attorno, alla ricerca di nuovi volumi da scoprire.
Rumpelstiltskin, ahimé, deve ammetterlo: i libri non sono il suo forte e quei tomi sparsi per casa hanno fatto altro che prendere polvere per anni e anni – come dimenticare la smorfia d’orrore dipinta sul volto di Belle dinanzi a quella confessione? Ma, da qualche tempo a questa parte, quelle pagine hanno trovato la loro paladina: quando torna dal banco dei pegni, puntualmente, lo stregone trova la compagna sulla poltrona, con in mano un libro e nell’altra un’immancabile tazza di tè.
- Trascorri tutto il giorno tra i libri, non ti stanchi mai di leggere, Dearie? – non può fare a meno di chiederle, pur sapendo che alla domanda seguirà una risposta logorroica sulla magia della carta stampata, sul messaggio dell’ultimo romanzo letto e sul fatto che in questo mondo ci sono davvero tantissimi autori e un numero infinito di storie da recuperare.
- Ho capito l’antifona, mia cara, saprò sempre cosa regalarti per qualsiasi occasione, - conclude Rumpelstiltskin, cercando di porre fine a quel fiume di parole - No, seriamente: cosa vorresti per Natale? Non vorrei ritrovarmi a dover rovistare tutti i libri della biblioteca per trovare la risposta!
 
Dopo il tramonto, la ragazza ha sempre freddo. Per quanto la sera possa essere mite, se escono lei si porta dietro un maglione che finisce inevitabilmente per indossare; e se restano a casa, la vestagliona di pile è d’obbligo.
Rumpelstiltskin la prende in giro, dicendole che nemmeno Mary Margaret col raffreddore si concerebbe in quel barbaro modo; lei replica con una linguaccia e, dopo poche ore, sa come vendicarsi.
Perché, in un modo o l’altro, Belle riesce sempre a rubargli le coperte; il che sarebbe anche tollerabile, se non fosse che poi gli poggia addosso quei piedini che definire “gelati” sarebbe un eufemismo.
- Giurerei di essere fidanzato con la Regina dei Ghiacci, - commenta lui con un ghigno.
Ma non si sposta.
Mai.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
N. d. A. : Salve, miei cari! :D Non ho molto da dire riguardo a questo prompt: ho solo voluto immaginare qualche tranquillo missing moments della quotidianità dei RumBelle, qualche attimo di pace di cui, ahimé, nella serie non godono sovente… A dirla tutta, il finale e alcuni punti non mi fa impazzire e spero di non essere andata OOC; in tal caso, segnalatemelo, per favore! E, come ogni volta, vi invito a recensire: voglio conoscere il vostro parere sulla storia, perciò non siate timidi e criticate pure! :)
SPOILER 3X08: Il premio “Padre dell’Anno” va a colui che abbandona il figlio perché preferisce volare: signore e signori, un applauso al papà di Rumpelstiltskin, a.k.a. Peter Pan!
Ammettetelo, è stata una sorpresa… O almeno, per me lo è stata: al più avevo pensato che i due fossero fratelli, ma mai padre e figlio;  gli autori sono stati in grado di stupirmi davvero positivamente!
Io ho immaginato l’infanzia di Rumpel in “Children”, che paragonata alla puntata sembra quasi una barzelletta: povero piccolo, tenero, futuro Oscuro, dico solo questo. Almeno, le filatrici non erano delle vecchiacce bisbetiche; ma solo a me hanno dato l’impressione di essere due delle tre Parche? Ora però mi facciano il piacere di liberare subito The Dark One dallo scrigno di Pandora, eh!
Henry, colui che ha il cuore del Vero Credulone, si è bevuto il cervello, anche se i segni di una rottura con la famiglia c’erano già da tempo: durante la prima stagione è stato “tradito” da Regina, durante la seconda da Emma che non gli ha detto nulla di Bae…
In conclusione, puntatona splendida, a mio modesto parere! *-*
È l’ora di ringraziare le fantastiche Jarmione, Stria93, Julie_Julia e Jessica21 per aver recensito il precedente capitolo; annachiara27, Beabizz, Boris88, Caribe, DreamWriten, Giu_99, isabelle10, Jessica21, Julie_Julia, La Lady, Lety Shine 92, licet, Lilly_93, loveis4ever, LovelyAndy, martaxx, Stria93, ctdg, GiulyMUSE, Kika, a crazycotton, Bellaurora, buffy4ever, coccinella75, Emily Gold, FiammaAvis17801, Haiku, itspulcina, kagura, KikiWhiteFly, Kuro_rin, nari92, NevilleLuna, NoemiBoh, PiccolaRumple, S05lj, SaRa93, Silver Loreley, TheQ e WhoCaresGirl, che hanno aggiunto la raccolta alle storie preferite/ricordate/seguite; e, ovviamente, ogni lettore silenzioso! :)
B. , oggi tutti i grazie del mondo sarebbero insufficienti per te! 
Alla prossima settimana, bellezze! :)
Euridice100
 
 
 
 

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Capitolo 19
*** 056. Eternity ***


N. B. : raccolta di AU!Rumbelle! Buona lettura!
 
 
 
056. Eternity
 
 
 
A L. ,
per i mille romanzi iniziati assieme,
per le avventure vissute
e per i 1149 chilometri che non ci separano.
Auguri!
 
 
 

“Ho attraversato gli oceani del tempo per trovarti”
“Dracula di Bram Stoker”, 1992

 
 
 
 
Londra, 1888
 
- Al giorno d’oggi non è semplice incontrare una giovane arguta come voi, Miss French.
- Siete il solo a pensare che io sia brillante, Mister Gold. Mio padre e il mio fidanzato mi ripetono che dovrei lasciar perder i libri e dedicarmi alla casa e alla società.
- E voi non ascoltateli. Siete sprecata per la piccola vita mondana delle vostre coetanee.
Deglutisci, mentre danzi con quest’uomo tanto più grande di te che stasera ha portato il caos nella tua mente.
Sei prossima al matrimonio, ma questo è il quarto valzer che gli concedi; gli altri ballerini vi guardano con disappunto e le accompagnatrici mormorano che di questo passo sarai presto perduta, ma a te poco importa, avvolta come sei da una ridda di pensieri che non ti dà requie.
Sarebbe dovuto essere il tuo ballo, l’ennesima occasione per far sfoggio delle tue grazie e della tua bellezza – come se ci fosse qualcosa di cui andar fieri, nel bell’aspetto, come se non fosse altro che un dono di natura.
Ma questo è il mio ballo, pensi, e lo condurrò a modo mio.
Continui a volteggiare e per un istante ti senti finalmente felice, padrona della tua vita, libera di scegliere il tuo destino.
Sorridi e Gold ricambia appena; eppure, quando lui ti stringe ancor più forte, hai la terrorizzante, eccitante sensazione che lui abbia intuito i tuoi pensieri.
Il suo tocco, per quanto attenuato dai guanti, brucia più del fuoco.
 
 
 
 
 
Stato Pontificio, 1495
 
Dicono esistano pietre preziose di un azzurro tanto intenso da sembrare irreale. Tu non le hai mai viste – del resto, come avresti potuto? – ma sei sicuro che Belle porti quei gioielli al posto degli occhi.
Il padre della ragazza sa di avere un tesoro tra le mani e ha intenzione di sfruttarlo appieno; vuole allontanarla dal villaggio, portarla a Roma, metterla nel letto di qualche nobile, farla arrivare al Papa magari – pare che quel Borgia non si faccia scrupoli ad andare a letto coi suoi stessi figli, figurarsi se si lascerebbe sfuggire un così bel bocconcino – e al pensiero di veder sporcata la purezza di quel sorriso il cuore ti trema per la rabbia.
Ma tu sei un filatore fortunato se lavora tre mesi l’anno; hai un figlio ancora bambino cui badare e tua moglie è scappata con un vagabondo, perché anche una vita di stenti è preferibile a un altro giorno col codardo del villaggio.
Come puoi anche solo pensare alla ragazza col cielo nel volto?
Le vostre dita si sono incontrate solo una volta al mercato, il tempo necessario affinché quelle monete cambiassero proprietario.
E da allora ogni notte sobbalzi, perché quel contatto ti ha fatto innamorare.
 
 
 
 
 
Roma, 380 a. C.
 
L’hai seguito in silenzio attraverso dedali di strade, vie che mai avevi percorso e che ti hanno lasciata stupita per la loro ampiezza, abituata come sei a luridi vicoli claustrofobici. Quando ti sei ritrovata davanti a quell’immensa domus hai spalancato gli occhi, incantata dal lusso e dalla magnificenza che trasudava.
- D’ora in poi vivrai qui, - sono state le uniche parole che il dominus ti ha rivolto – Lavorerai fino a ripagare il debito di tuo padre.
Hai annuito, trattenendo a stento l’impulso di alzare lo sguardo da terra per fissarlo negli occhi.
Ora sei una schiava, ti ripeti, non puoi osare tanto.
Ogni libertà ti è proibita, adesso; e anche se questo pensiero rimbomba nella tua mente gli lanci un’occhiata di sottecchi - anche se si è già voltato per andarsene.
In quei giorni lavori senza sosta per dimostrargli che vali davvero, che non ha commesso un errore accettando di prendere te come serva per rifarsi di anni e anni di denaro dato in prestito e mai restituito.
E se questo deve significare lavoro sfiancante e poche ore di riposo, ben venga.
È questione di poco, rifletti: una ragazza assonnata in precario equilibrio su una scala, un piede in fallo e un impatto col suolo che non arriva.
Due braccia, pronte e decise, ti sostengono.
Il padrone ti ha salvata, realizzi.
Ha gli occhi di ossidiana, è questo lo strano pensiero che ti attraversa la mente più rapido di un lampo, mentre il silenzio vi avvolge.
Poi, tutto termina.
Lui ti rimette bruscamente per terra e si allontana, tu ti allisci la tunica e ricominci a lavorare.
Non ci sono parole, non ci sono pensieri; solo, quel contatto che ancora percepisci sul corpo.
 
 
 
 
 
Francia, 1914
 
Nei tuoi deliri vedi sempre un volto di donna.
Non è tua moglie, non è nemmeno quella Cora con cui sei finito a letto qualche volta prima della guerra: è poco più che una ragazzina, dal volto diafano e dagli occhi chiari che ti guardano preoccupati.
Ti dà da bere, ti medica le ferite con mezzi di fortuna e veglia al tuo capezzale giorno e notte.
La febbre quasi ti impedisce di tenere gli occhi aperti, ma ti bei del suo tocco, delle sue mani sulla tua fronte – dopo gli orrori delle battaglie, avresti mai pensato potesse esistere ancora qualcosa di così lieve, così delicato?
Cerchi più volte di alzarti e fuggire – di nuovo – ma sei troppo debole per riuscirci; quando ricadi sul letto ti lasci sfuggire un’imprecazione che ogni volta fa accorrere la giovane.
Ti sorride, intuendo il tuo tentativo di rimetterti in piedi, e mormora qualcosa che non capisci.
Ovvio che non tu la capisca, non parli francese.
Ti pone domande a cui non puoi e non vuoi rispondere.
Meno cose sa, meglio è.
Quando ti riprenderanno, fucileranno anche chi sarà sospettato d’aver aiutato il disertore.
Non vuoi avere lei, così gentile e bella, sulla coscienza.
Gentile, bella e coraggiosa, visto che vive sola e ha accolto in casa un soldato moribondo dalla provenienza incerta.
Ti rimetti in forze solo dopo tre settimane, ma resti un’ultima notte in quell’umile casa tra i campi, con la giovane che ti parla coi sorrisi.
La mattina seguente riparti prima dell’alba, mentre lei sta ancora dormendo.
Tuo figlio è lontano, due eserciti ti braccano, ma nel cuore serberai sempre il ricordo della francese dagli occhi di speranza.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
N. d. A.: Ok, Euridice è ufficialmente impazzita e questa mini-raccolta ne è la prova.
Ma amo troppo la storia e gli Alternative Universe per non dedicare loro qualcosa: mi sono impegnata per rendere giustizia a questi temi delicati e spero che il risultato sia di vostro gradimento; esprimetevi liberamente, voglio conoscere il vostro parere! Ho cercato di mantenere i personaggi quanto più fedeli possibili agli originali… Giudicate voi!
Le flashfics sono nate in quest’ordine, che ho preferito non modificare; i periodi storici affrontati sono i miei preferiti:
- l’epoca vittoriana: nutro una passione smisurata per l’Ottocento inglese, così ricco di fascino e contraddizioni. Ai tempi in cui si coprivano le gambe dei tavoli per non suscitare pensieri impudichi, la reputazione di una giovane non sposata che concedeva quattro balli allo stesso uomo era definitivamente compromessa;
il Rinascimento italiano: ho ambientato la storia pochi anni dopo l’ascesa al soglio pontificio di Alessandro VI – Rodrigo Borgia, appunto – altro periodo che trovo interessantissimo. Avevo tradotto il nome della protagonista in italiano, ma “Bella” mi suonava troppo strano e l’ho lasciato invariato… Perdonate quest’imprecisione!
- l’Antica Roma: io sono solo un tantino ossessionata dalla storia e dal diritto romano; pertanto, dedicare un frammento a quest’epoca era doveroso! Ho ambientato il racconto in un momento tanto risalente perché allora vigeva un istituto, il “nexum”, in virtù del quale si forniva come garanzia di un prestito l’asservimento di se stessi a favore del creditore. Per maggiori informazioni, vi rimando qui http://www.simone.it/newdiz/?action=view&id=2073&dizionario=3 ;
- la Prima Guerra Mondiale: in realtà amo tutto il Novecento, ma ho preferito concentrare l’attenzione su questo momento. Ho immaginato un Rumpel soldato che fugge ferito dal fronte e viene “soccorso” da Belle…
C’è sempre un riferimento al tatto perché la fanfiction è nata come sviluppo del prompt “Touch”… Ho poi preferito soffermarmi maggiormente sull’aspetto temporale!
F. , grazie di cuore! <3
Questa settimana niente commento OUAT, ma la settimana prossima ci rifaremo – dalle immagini promozionali si prospetta una puntatona! ;)
Grazie infinite a Stria93, Julie_Julia, Jarmione, Jessica21 e S05lj, che hanno detto la loro sul precedente capitolo; ad annachiara27, Beabizz, Boris88, Caribe, DreamWriten, Giu_99, isabelle10, Jessica21, Julie_Julia, La Lady, Lety Shine 92, licet, Lilly_93, loveis4ever, LovelyAndy, martaxx, Stria93, ctdg, GiulyMUSE, Kika, a crazycotton, Bellaurora, buffy4ever, coccinella75, Emily Gold, fatinaviola, FiammaAvis17801, Haiku, itspulcina, kagura, KikiWhiteFly, Kuro_rin, nari92, NevilleLuna, NoemiBoh, PiccolaRumple, S05lj, SaRa93, Silver Loreley, TheQ e WhoCaresGirl, che hanno aggiunto la raccolta alle storie preferite/ricordate/seguite; e, ovviamente, a ogni lettore silenzioso! :)
 

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Capitolo 20
*** 040. Sight ***


040. Sight
 
 
 
“Heart beats fast,
colours and promises, how to be brave,
how can I love
when I’m afraid to fall?”
 
 
 
 
 
È seduta su un prato, il sole la ammanta di luce rendendola ancora più bella.
Eterea e al contempo così reale, spirito e carne in un mare di giada.
Stringe rose canine tra le dita e le intreccia, intonando tra sé e sé melodie che solo lei può udire e che risuonano mille e mille volte nella tua mente.
Poggia la corona sul capo e ride, dolce come una bambina e consapevole di sé come una donna.
Le si illuminano gli occhi quando ti scorge: la vedi pronunciare il tuo nome, e poi, poi più nulla, perché quando ti avvicini alle sue labbra non desideri vedere altro.
Hai davanti il mondo.
Quando riapri gli occhi non c’è spazio per l’illusione: sai di aver sognato ancora una volta. I Signori Oscuri non dovrebbero farlo; eppure, dopo Belle, spesso chiudi gli occhi e ti si aprono mondi in cui puoi ancora essere felice.
Dopo Belle.
Non è una coincidenza, lo sai. Fissi il soffitto e pensi che troppe cose sono cambiate dall’istante in cui hai posato lo sguardo su lei per la prima volta.
E altrettante ne sono cambiate dopo la sua morte.
È strano come un anno sia già scivolato via, col suo incessante susseguirsi di giorni sempre uguali e sempre diversi tra loro. Non ti lasci andare a sentimentalismi, a “se” e “forse”: sono parole fragili, incerte, e sperare fa sempre male.
Per l’ennesima volta l’hai rivista nei sogni e ora per l’ennesima volta rivedi il momento in cui la codardia ha reso difficile pronunciare la frase che avrebbe spezzato le catene della tua Oscurità.
Questa notte la sussurri piano, ma ormai è tardi.
Troppo tardi per tutto.
 
 
 
 
 
“I have died everyday waiting for you,
Darling, don’t be afraid,
I have loved you
for a thousand years,
I’ll love you for a thousand more.”
 
 
 
 
 
No. Non può essere vero.
Il terremoto che hai tanto atteso sta finalmente per scatenarsi; ma non è questa la causa della ridda di pensieri che si agita nella tua mente.
Il subbuglio interiore ha un’altra motivazione: lei, questa ragazza dallo sguardo perso nel vuoto e dai capelli scarmigliati che credevi di aver perso per sempre.
È infagottata in abiti di fortuna e la luce dei suoi occhi sembra essersi spenta; eppure, non ti è mai sembrata tanto bella.
Non l’ho vista davvero. Sto solo sognando.
L’hai toccata e sai che è viva, è reale; eppure ancora non riesci ad accettare quel che i tuoi sensi hanno urlato.
Vorresti voltarti, controllare che lei ci sia ancora e ti stia seguendo; ma tremi quando provi a farlo, per paura che lei possa sparire, tornare nel regno dei Morti cui è appartenuta per ventotto anni.
Il mito di Orfeo ed Euridice, pensi amaro, e non ti volti mai, lasciandoti cullare dalla sommessa eco dei suoi passi. Cammina scomposta, quasi trascina i piedi, come se li stesse usando per la prima volta dopo tanto tempo; e per un attimo ripensi all’andatura fiera di quella principessa che, decenni e mondi fa, entrò nel tuo Castello senza paura.
Ma lei è di nuovo qui, e questo è tutto ciò che conta.
Ci sarà tempo.
Tempo per capire.
Tempo per riflettere.
Tempo per vendicarsi.
“Rumpelstiltskin, aspetta.”
Tremi sperimentando il potere che due semplici parole possono avere.
Ti ha chiamato per nome.
“Io ricordo.”
Lei ricorda.
Ricorda se stessa, te, voi, il male che le hai inflitto.
Ti volti appena.
La ragazza che meno di un istante fa sembrava una povera folle ti riappare nella furia splendente dei tuoi sogni.
 
 
 
 
 
“Time stands still,
Beauty in all she is,
I will be brave,
I will not let anything take away
what’s standing in front of me,
every breath, every hour has come to this.”
 
 
 
 
 
Vedi Belle entrare nella biblioteca.
Si guarda attorno meravigliata, sgrana gli occhi dinanzi agli scaffali colmi di volumi da scoprire e sai bene che – nonostante tutto - muore dalla voglia di aprirli e vivere le mille avventure lì narrate.
È nel suo elemento, pensi sorridendo appena, come quando io filo all’arcolaio.
Ma poi incontri il suo sguardo e il peso di mille segreti ti riassale.
Eccoti ancora qui, reduce da errori che nulla ti hanno insegnato. Più di duecento anni di vita non ti sono valsi da lezione per capire a fondo l’animo umano, i sentimenti che albergano nel profondo di chi ti circonda. Ti sei illuso di sapere, immergendoti nel male, bevendone sorsi di fiele fino a inebriartene; ma non hai mai capito l’amore.
E questo ti ha portato a perdere chi avevi ritrovato.
Belle.
Sei tu l’artefice del suo dolore: ogni sua sofferenza, ogni sua lacrima porta impressa su di sé il tuo marchio. Onori sempre i tuoi accordi; eppure non riesci a tener fede all’unico veramente importante.
Non sei in grado di proteggerla.
Sweetheart, come posso chiederti scusa? E come potresti perdonarmi?
Esiste un modo per non perderla per sempre, lo sai; e sai bene qual è.
La scelta è tua, ora: fuggire ancora una volta dalla verità e da lei, trincerarti dietro all’ennesima maschera di meschinità o avvicinarti, aprire il tuo cuore a questa ragazza dall’apparenza così fragile e dall’anima antica e forte quanto il mondo.
Stringi con forza il pomello del bastone e ti sostieni a esso – ma è lei il tuo unico vero sostegno, ora e sempre, realizzi.
Ti avvicini lentamente.
Stai guardando la tua scelta.


 
 
 
 
“All along I believed I will find you,
Time has brought your heart to me,
I have loved you
for a thousand years, 
I’ll love you for a thousand more.”
 
 
 
 
 
 
 
N. d. A. : … A volte ritornano!
Come va, miei cari? Scusate la lunga assenza, ma la sessione d’esami è sempre un tour de force -.-‘’ Ma ora sono libera e si ricomincia con gli aggiornamenti settimanali! :D Come avete notato, questa volta ho deciso di sperimentare una song-fic: è la seconda volta che ne scrivo una, perciò i vostri suggerimenti e commenti sono più che graditi - come sempre, del resto! La canzone usata si intitola “A Thousand Years” ed è di Christina Perri: l’ho scoperta poco tempo fa e, sebbene non sia il mio genere, me ne sono innamorata subito.
Belle intreccia rose canine perché nel linguaggio dei fiori esse simboleggiano bellezza e dolore… Direi che si adattano pe_rfettamente al nostro caso!
Le ripetizioni sono volontarie! ;)
Metà stagione di OUAT è andata: come resisteremo fino a marzo – soprattutto dopo quel finale? :( Nel frattempo, mini commento delle ultime puntate.
SPOILER 3x09: ho adorato i flashback che hanno fatto luce sull’adozione di Henry da parte di Regina… In generale, l’intera puntata è stata di una dolcezza disarmante e lo scambio dei corpi mi ha sorpresa – anche se avrei dovuto aspettarmi qualche complicazione, le cose in OUAT non si risolvono mai così facilmente;
SPOILER 3x10: RUMBELLE. Scrivo solo questo. Per quanto i momenti dedicati alla mia coppia preferita siano pochissimi, li trovo meravigliosi. E non mi è dispiaciuto per la Blue Fairy – non la sopporto dai tempi di Dreamy e Nova, e ciò che ha fatto a Tinkerbell le ha dato il colpo di grazia;
SPOILER 3x11: … E infatti non è stata la fata a morire. NO. Ragazzi, io ho pianto come una matta per colpa di questa puntata, Kitsis e Horowitz dovranno pagarmi lo psicologo. Scherzi a parte, razionalmente credo che Rumpel non sia morto – i produttori non sono tanto stupidi da eliminare la punta di diamante del cast, nonché personaggio super-amato, in più il contratto di Robert Carlyle dura ancora un paio d’anni e da spoiler ufficiali si sa che nella seconda metà della stagione Belle e Rumpel trascorreranno molto tempo nello stesso mondo – ma da quelle scene in poi mi sono trasformata in una fontana vivente e l’addio dei vari personaggi non ha certo migliorato la situazione, anzi. Insomma, la 3x11 è stata stupenda, ma straziante: un degno midseason finale!
Grazie mille a Stria93, annachiara27, nari92 e Jessica21 per le fantastiche recensioni; a L. che legge da lontano e mi fa commuovere; ad annachiara27, Beabizz, Boris88, Caribe, DreamWriten, Giu_99, isabelle10, Jessica21, Julie_Julia, La Lady, Lety Shine 92, licet, Lilly_93, loveis4ever, LovelyAndy, martaxx, Stria93, _Pietra Di Luna_, valeego, ctdg, GiulyMUSE, Kika, a crazycotton, Bellaurora, buffy4ever, coccinella75, Emily Gold, fatinaviola, FiammaAvis17801, Haiku, itspulcina, kagura, KikiWhiteFly, Kuro_rin, nari92, NevilleLuna, NoemiBoh, PiccolaRumple, S05lj, SaRa93, Silver Loreley, TheQ e WhoCaresGirl, che hanno aggiunto la raccolta alle storie preferite/ricordate/seguite; e, ovviamente, a ogni lettore silenzioso! :)
A sabato prossimo, raggi di sole; e nel frattempo, vi auguro di trascorrere un magnifico Natale! :) :*
Euridice100

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Capitolo 21
*** 025. Strangers ***


025. Strangers
 
 
 
La Salvatrice è una donna decisamente rozza, rifletti osservandola camminare per Storybrooke col figlio.
Non ha alcuna eleganza innata, anzi; dal modo in cui trascina i piedoni che si ritrova sembra che voglia prendere a calci il mondo.
Altrove le donne avevano molta più grazia. Persino Milah e Cora, che erano nate contadine, avevano un modo tutto loro di coniugare forza e delicatezza.
A lei non vuoi pensare, fa troppo male.
È uno sforzo inutile, lo sai bene: nell’istante in cui hai sentito pronunciare quel nome così breve e così importante, quell’ “Emma” che ha sovvertito ogni apparenza, un’ondata furiosa di memorie ti ha sommerso, mozzandoti il respiro.
Hai ricordato il tuo, di nome, cosa eri e quel che avevi fatto; ti sono tornati in mente eventi e volti e, tra tutti, il suo.
Anche Gold aveva un figlio e l’aveva perduto; tornare a conoscere i particolari ti ha ferito ancora una volta, ti ha fatto tornare la forza di lottare per riaverlo, ma non è stata una vera novità.
Ricordare Belle, invece, è stato diverso.
L’avevi cancellata completamente, come se non avesse mai fatto parte della tua vita; di lei ti restava – ti resta - solo quella tazzina sbeccata cui eri stranamente affezionato – e ora ne capisci il perché.
Mediti sul fatto che la tua vera identità e la sua ti siano sovvenute nello stesso istante, come se fossero una cosa sola.
Siete stati troppo vicini per separarvi davvero.
 
 
 
Quel che non puoi far a meno di notare, quando cammini per quella che ora è la tua città, è che nessun altro ricorda la sua vera identità. È ovvio, è quello il fine dell’incantesimo; eppure ogni volta che ci pensi ne resti turbato.
Sei vissuto nel vuoto per talmente tanti anni da non riuscire a capacitartene.
La magia ha cambiato le persone?
Ti rispondi di no quando osi guardarti allo specchio; ti dici di sì quando vedi Snow White – no, ora si chiama Mary Margaret Blanchard. Chissà quanto avrà riso Regina vedendo quella Principessa così combattiva e fiera trasformata in una bambolina arrendevole, una maestrina dallo sguardo di un coniglietto spaventato.
Chissà chi sarebbe stata lei, qui.
Non ti avrebbe riconosciuto, lo sai; sareste stati due estranei.
Ecco, è questo ciò che ti fa sanguinare ancor di più il cuore: se lei fosse vissuta abbastanza a lungo da ritrovarsi qui a Storybrooke – il senso dell’umorismo di Regina oscilla tra l’ovvio e il notevole – lei ora ti sarebbe passata accanto ignara di quel che avete condiviso.
Un po’ come Mary Margaret e Charming – no, David Nolan; ora si conoscono, ma prima?
Ventotto anni di coma lui, l’oblio completo lei. Due vite che, se non fosse arrivata la Salvatrice – o dovresti dire “la loro figlioletta” ? – sarebbero proseguite come rette parallele, scorrendo all’infinito l’una accanto all’altra, senza toccarsi mai.
Anche tu e Belle sareste stati rette parallele?
O per voi non sarebbero valse nemmeno le più elementari regole della geometria?
Lei ti ha amato di un amore che sovvertiva ogni norma, ogni principio; e anche tu l’hai amata, sì, ma l’hai capito troppo tardi per accettarlo.
Eravate custodi di un sentimento capace di cambiare il mondo.
Ma così non è stato.
L’hai cercata, quando hai ricordato. Nonostante tutto, ti sei aggirato per la città, spaventato ed emozionato quando il tuo sguardo ha incrociato quello di una giovane dagli occhi chiari e i capelli ramati.
Hai trattenuto il fiato per poi ricominciare a respirare, deluso ma non stupito.
Non era lei.
Lei è morta.
Sospiri.
La riconosceresti tra mille, ma lei non ha mai messo piede in questa città.
Per lei non sei mai stato uno sconosciuto, lei se n’è andata ricordando fin troppo bene i momenti trascorsi con te.
È inutile negarlo, addossare la responsabilità ad altri.
Lei se n‘è andata ed è solo colpa tua.
 
 
 
 
 
“Se non mi trovi subito non scoraggiarti,
Se non mi trovi in un posto cercami in un altro,
In qualche posto mi sono fermato e t’attendo.”
“Canto di me stesso” – Walt Whitman
 
 
 
 
 
 
 
 
 
N .d. A. : Salve, Dearies! Allora, avete trascorso un buon Natale? Avete mangiato il panettone/pandoro/quel che preferite? Spero proprio di sì! :D
Come promesso, sono stata puntuale nel mio aggiornamento, anche se inizialmente avevo intenzione di sviluppare una storia meno triste: purtroppo il risultato non mi soddisfaceva e ho deciso di lavorarci su ancora un po’, posticipandone la pubblicazione. Scusate la mia solita tendenza alla tragedia, che probabilmente sta iniziando a stancarvi; prometto che mi impegnerò e presto scriverò qualcosa di più allegro.
In ogni caso, vi chiedo di esprimere il vostro parere senza alcuna pietà, mi farebbe davvero piacere! :)
Stria93, nari92, Araba Stark, Jessica21 e Jarmione, vi ringrazio per le stupende recensioni; grazie ad annachiara27, Beabizz, Boris88, Caribe, DreamWriten, Giu_99, isabelle10, Jessica21, Julie_Julia, La Lady, Lety Shine 92, licet, Lilly_93, loveis4ever, LovelyAndy, martaxx, Stria93, valeego, _Pietra Di Luna_, valeego, ctdg, GiulyMUSE, Kika, a crazycotton, Anya85, Bellaurora, buffy4ever, coccinella75, Emily Gold, fatinaviola, FiammaAvis17801, Haiku, itspulcina, kagura, KikiWhiteFly, Kuro_rin, nari92, NevilleLuna, NoemiBoh, PiccolaRumple, S05lj, SaRa93, Silver Loreley, TheQ e WhoCaresGirl, che hanno aggiunto la raccolta alle storie preferite/ricordate/seguite; e, ovviamente, a ogni lettore silenzioso – che invito a recensire! :)
Ci leggeremo nel 2014, bellezze; a voi l’augurio per un nuovo anno ricco di salute, amore, successo e… Ispirazione! ;)
A presto! :) :*
Euridice100

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Capitolo 22
*** 039. Taste ***


039. Taste
 
 
 
"Oh, you're all I taste
At night, inside of my mouth"
“In my veins” – Andrew Belle
 
 
 
Rosa, arancia, pioggia, menta, gioia, pergamena, panna, libertà, cannella, certezza, more, pulito, miele, cielo, determinazione, amarena, terra, speranza, casa, lavanda, fiamma, inchiostro, lacrime, coraggio, pentimento, mare, gioia, rosmarino, salvezza.
Amore.
È la seconda volta che la baci, ma non hai mai dimenticato questi sapori: ti sono rimasti sulle labbra e nel cuore sempre, anche durante la notte dell’oblio.
Perché è di questo che sa Belle. Di tutto quel che c’è di bello al mondo e che la tua follia aveva cancellato; di quel che forse una volta nella vita avevi provato, ma oramai pensavi di non poter più conoscere.
Le labbra di Belle bruciano, ora come allora, perché lei è fuoco purificatore, l’ultima possibilità di riscatto inviata dal Destino.
E anche se sai che il Potere ti serve, anche se sai che ti tenterà sempre, anche se già sai che verrai meno alla tua promessa, ora l’unica cosa che occupa la tua mente è il sapore di Belle.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
N. d. A. : Ok, ci ho provato. Questo prompt, che all’inizio mi sembrava così semplice, così immediato, mi ha fatto penare come pochi altri. Come annunciato la scorsa volta, ci sto lavorando da tempo, ma 158 parole di pseudo - fluff sono il massimo risultato di questo periodo in cui sembra riuscirmi solo l’angst… Giudicate voi, perché personalmente non posso ritenermi molto soddisfatta.
Avendo iniziato la long RumBelle “Cleaning all that I’ve become”, ho deciso di alternare gli aggiornamenti: una settimana la raccolta, una settimana il mio nuovo progetto. Quindi, sabato 11 toccherà alla storia in più capitoli, sabato 20 sarà la volta di “As my memory rests - but never forgets what I lost” e così via :)
Ne approfitto per ringraziare anche qui quanti mi stanno seguendo nel mio nuovo delirio!
Grazie a DreamWriten, Jarmione, Araba Stark e Stria93 per aver recensito il precedente capitolo;ad annachiara27, Beabizz, Boris88, Caribe, DreamWriten, Giu_99, Hey J, isabelle10, Jessica21, Julie_Julia, La Lady, Lety Shine 92, licet, Lilly_93, loveis4ever, LovelyAndy, martaxx, Stria93, valeego, _Pietra Di Luna_, valeego, ctdg, Facciadamonella, GiulyMUSE, Kika, a crazycotton, Anya85, Bellaurora, buffy4ever, coccinella75, Emily Gold, fatinaviola, FiammaAvis17801, Haiku, itspulcina, kagura, KikiWhiteFly, Kuro_rin, LadyViolet91, nari92, NevilleLuna, NoemiBoh, PiccolaRumple, S05lj, SaRa93, Silver Loreley, TheQ e WhoCaresGirl, che hanno aggiunto la raccolta alle storie preferite/ricordate/seguite; e, ovviamente, a ogni lettore silenzioso – che invito a recensire! :)
Ci si legge tra due settimane, Dearies! :) :*
Euridice100
 
 

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Capitolo 23
*** 076. Who? ***


076. Who?
 
 
 
“O che i sogni siano sintomi,
siano armi nucleari.”
“Anidride carbonica” – Le Luci della Centrale Elettrica
 
 
 
“La vigilia di sant’Agnese va’ a dormire con un bucaneve tra le mani e il volto al cielo, e sognerai il tuo Vero Amore”.
La voce di Laertia, la mia vecchia balia, mi risuona nelle orecchie mentre scendo le scale per raggiungere la cella in cui trascorro le notti. Come ho potuto dimenticarlo? Oggi è il 20 gennaio, vigilia della Santa protettrice delle fanciulle e delle innamorate cui la mia nutrice era devota. Tra i suoi racconti di miti e leggende questo era uno dei più frequenti – forse perché la faceva sentire più vicina a casa.
Laertia se n’è andata quando avevo dodici anni, eppure le sue storie mi accompagnano ancora, eco di ciò che è stato e che il tempo ha cancellato per sempre; ma se chiudo gli occhi rivedo una me bambina che ogni anno come oggi si addormenta col cuore gonfio di trepidante attesa e la gioiosa euforia delle sorprese dipinta sul volto ancora morbido.
 
 
La notte tra il 20 e il 21 gennaio non ho mai sognato.
 
 
La prima volta ho nove anni. Laertia mi ha spiegato cosa fare e io sono attentissima nel seguire quelle indicazioni: stringo il fiore tra le dita proprio come mi ha suggerito lei e guardo verso il soffitto della mia stanza senza mai chinare il capo, perché se sbagliassi un gesto, anche uno solo, la Santa non mi permetterebbe di vedere il volto del mio futuro sposo. Faccio fatica ad addormentarmi, eccitata come sono; ma alla fine Morfeo ha la meglio sulla mia emozione di bambina curiosa.
La mattina seguente apro gli occhi sorridendo, ma la gioia dura poco, subito sostituita da un’amara constatazione: non ho sognato alcunché.
Per quanto mi sforzi, nessuna immagine giunge in mio soccorso.
Laertia mi trova così, col visetto corrucciato, mentre mi mordo le labbra cercando disperatamente di cogliere un barlume di luce in quelle buie ore notturne.
Eppure ne sono sicura: ho fatto proprio quel che mi ha consigliato la balia, né più né meno! Perché non ho visto nulla? Significa che non conoscerò mai il mio Vero Amore?
Domande che mi martellano la testa per lunghi istanti, finché non trovo il coraggio di porle alla nutrice con un filo di voce. La donna mi sorride intenerita e per un istante smette di spazzolarmi i capelli.
- Belle, piccola mia, non temere, - è strano come il tempo scorra e la voce di chi abbiamo amato ci paia ancora così vicina – Sei una bambina, non hai sognato perché è ancora presto per te. Non preoccuparti, - prosegue – Un giorno incontrerai una persona che ti farà battere il cuore e vedrai, non vorrai più sognare altro.
L’abbraccio, rassicurata dalle sue parole, e quei pensieri svaniscono dalla mia mente mentre mi preparo per una nuova giornata di giochi, di studio, di vita.
 
 
 
Quando torno nel salone Rumpelstiltskin è ancora all’arcolaio; non alza gli occhi dal fuso, ma so che si è accorto di me.
- Dimenticato qualcosa, Dearie? – sogghigna col suo solito tono canzonatorio.
- No, - rispondo allegra – Vorrei solo chiedervi una cosa.
Mi guarda per un istante prima di prorompere in una risatina acuta.
- Quale diritto hai intenzione di rivendicare questa volta, quello di dormire fino a tardi? La risposta è negativa, mia cara, perciò tornatene in camera e approfitta delle ore di sonno che ho la grazia di concederti!
Sempre il solito, penso divertita.
- In realtà vorrei solo un bucaneve.
Finalmente lo stregone si alza.
- Un bucaneve, eh? – ripete avvicinandosi. Non mi ritraggo: so che non mi farà del male. – Oggi è la vigilia di sant’Agnese, vero. Hai ragione, Dearie, scusa l’imperdonabile maleducazione: avrei dovuto immaginare che una fanciulla sdolcinata e credulona come te non si sarebbe lasciata sfuggire quest’occasione! – Ridacchia ancora – Chi vorresti sognare, quel pezzo di legno che ti ha strenuamente difesa da me?
- Non è affar vostro chi voglio sognare, - replico - E comunque non sarebbe un pezzo di legno che vi somiglia, se è quel che temete!
Il folletto resta in silenzio per un istante prima di far apparire il fiore tra le mie mani.
- E sia! – dichiara voltandosi per tornare all’arcolaio – Non si dica che maltratto la mia governante negandole il piacere dell’illusione! Mi raccomando, buonanotte!
- Grazie, e sogni d’oro anche a voi! – accenno una riverenza e sorrido, inspirando il profumo delicato del bucaneve.
 
 
 
Dai miei nove anni in poi ripeto sempre questo piccolo rituale: non sogno mai, ma addormentarmi con accanto quel fiore candido mi infonde sicurezza, una sorta di atavica serenità che è la mia costante mentre tutto, me compresa, cambia.
 
E poi arriva il tempo in cui sono lieta di non sognare.
Il tempo del mio matrimonio.

So che prima o poi quel momento giungerà, ma non ci penso, certa che riuscirò a incontrare la persona giusta per me e vivere l’Amore di cui i trovatori cantano e di cui tanto leggo nei libri; ma poi un giorno mio padre mi manda a chiamare.
Lo rivedo darmi la notizia senza guardarmi negli occhi, quasi vergognandosene, ben sapendo che la sua unica e ribelle figlia non si piegherà facilmente; sento ancora una volta il sangue defluire dal viso quando apprendo la verità.
Brutte annate, carestia, orchi, debiti, bancarotta, capisci?
Partecipo ai Consigli, so che la situazione non è delle più rosee, ma non immaginavo fossimo sull’orlo del baratro.
Questo matrimonio è l’ultima possibilità, capisci?
Sì, capisco.
La famiglia di Gaston è la più ricca del regno: la nostra unione rimpinguerà le casse reali e, forse, i venti di guerra soffieranno più distanti.
Come potrei sacrificare migliaia di persone per il mio egoismo?
Potrei trascorrere il resto della mia vita con la consapevolezza di aver portato alla morte la mia gente?
No, non potrei.
Sono una principessa e diventerò regina; ho delle responsabilità ed è arrivata l’ora di assumerle, anche se questo significherà dire addio ai miei desideri.
- Sposerò Gaston, - mormoro, mentre la corte tira un sospiro di sollievo.
Seguono balli e presentazioni ufficiali, mentre tento di convincere me stessa: il mio promesso sposo non è cattivo, mi tratterà bene, mi difenderà sempre come si addice a un cavaliere. Col tempo imparerò a volergli bene e saremo felici assieme, sì.
E poi… Poi poggio lo sguardo sull’anello che mi orna l’anulare sinistro e il cui peso sembra un fardello indicibile.
Ho accettato e mai, mai mi tirerò indietro; ma non posso essere felice.
Gaston è gentile, vero, attento e premuroso, ma non ha nulla in comune con me; per quanto mi sforzi non riusciamo a entrare in contatto, a capirci. Per lui sono qualcosa di prezioso, da sfoggiare, esibire e proteggere; non comprende che io non ho bisogno di ciò, che sono in grado di decidere da me e difendermi da sola. Non capisce come possa trascorrere ore e ore nella Biblioteca Reale, perché preferisca i libri alle feste e come mai quei bei vestiti, quei gioielli che tanto piacciono alle sue sorelle non abbiano alcuna presa su di me.
Dov’è la Belle che voleva viaggiare, scoprire il mondo, vivere mille avventure? Che fine ha fatto la ragazza che sognava di compiere mirabolanti gesta? Si può essere eroi anche senza sconfiggere un drago, anche con un matrimonio che salverà il reame, mi ripeto; ma come posso non contraddirmi, accettando poi un anello il cui costo sfamerebbe interi villaggi per mesi?
La Belle che sono stata è la stessa che ora, su un piedistallo, si fa ricoprire di pizzo candido e oro, distante da tutto e tutti nonostante il vociare delle cameriere?
Per quanto mi sforzi per trattenere le lacrime, gli occhi della ragazza riflessa nello specchio sono lucidi.
- Guardate, la sposa si commuove già alla prima prova! – sussurra eccitata la servitù.
No.
La sposa piange perché quell’abito bianco è il sudario dei suoi sogni.
 
 
 
Mi stendo sulla branda mentre continuo a giocherellare col fiore, passandolo da una mano all’altra, e guardo verso l’alto come vuole la tradizione; ma quando incontro le grandi macchie di umidità della cella, mi ritrovo a riflettere su quanto sia cambiata la mia vita in appena una manciata di mesi.
 
 
 
Il matrimonio non si è mai celebrato.
Gli Orchi hanno attaccato il regno.
Un’offensiva spietata e vigliacca: dopo mesi di apparente quiete e tacite speranze, i villaggi al confine sono stati improvvisamente rasi al suolo e tutti i loro abitanti passati alle armi. Uomini e donne, anziani e bambini: nessuno è scampato a quella violenza cieca.
La rabbia è tanta, il dolore indicibile, ma non c’è tempo per l’indignazione: dobbiamo organizzare un esercito, disporre strategie, combattere. Non ci arrenderemo alla barbarie di quei mostri, resisteremo sempre, fino allo stremo;  perché le speranze di vittoria sono scarse, ma ci sono e dobbiamo aggrapparci a esse con furia, senza lasciarci vincere dallo sconforto.
È questo ciò cui pensiamo, mentre le nostre truppe vengono annientate, le diserzioni aumentano e le nostre città, fino a poche settimane fa prospere e fiorenti, sono ridotte al fantasma di se stesse.
È allora, dopo l’ennesima disfatta, che mio padre lo invoca tra le lacrime.
La mia preghiera è inutile: il Re sussurra quel nome tre volte, come vuole la tradizione.
Oscuro Signore, vieni a me.
Oscuro Signore, vieni a me.
Oscuro Signore, vieni a me.
Quel nome, al centro di tante dicerie e leggende, è per la prima volta oggetto di suppliche davanti a me; ogni sillaba, ogni lettera che lo compone è un cupo rintocco di campane, un presagio di dolore che pervade la bocca lasciandola amara e secca.
Oscuro Signore, vieni a me.
Oscuro Signore, vieni a me.
Oscuro Signore, vieni a me.
Aspettiamo in silenzio per quelle che ci paiono ore; nessuno giunge in nostro soccorso.
È solo un racconto per spaventare i bambini, mi dico, non esiste alcun Signore Oscuro.
Il giorno seguente, Avonlea cade.
 
 
 
Il sole è accecante, ma il suo bacio è dolce sulla pelle.
- Dearie, dearie, sei la solita fannullona. Fosse per te, poltriresti tutto il giorno con un libro in mano.
- Beh, non sono certo l’unica a star distesa qui al sole, non trovate?
- Prima o poi ti trasformerò in lumaca per la tua impudenza.
- E poi chi resterebbe a farvi compagnia?
- Meglio soli che male accompagnati, mia cara.
- E chi trova un amico trova un tesoro, ve l’hanno mai detto?
Quella che sento all’improvviso non è la solita risata demoniaca e inquietante, che si insinua sotto la pelle e fa rabbrividire, no. È una risata molto più…Umana, sì,“umana” è la parola giusta. Come se Rumpelstiltskin avesse tutto d’ un tratto ricordato quello che in fondo al cuore è sempre stato.
Un uomo.
E io non posso non ridere con lui.
 
 
 
Mi rigiro sul pagliericcio, schiacciando il volto sul cuscino, gli occhi che non vogliono aprirsi.
Devo alzarmi, mi ripeto per l’ennesima volta, e anche i pensieri sono ancora impastati di sonno; non so che ore siano, ma sicuramente sarà tardi e non ho voglia di sentire già di mattina i rimproveri isterici di Rumpelstiltskin che…
Aspetta.

Rumpelstiltskin.
 
Nella notte il bucaneve mi è scivolato dalle dita finendo sul pavimento di terra battuta. Le ore senz’acqua lo hanno un po’ sciupato, ma conserva ancora quella fresca bellezza di speranza tra il gelo.
La raccolgo e lo fisso in silenzio, mentre un sorriso nasce sul mio volto.

Stanotte ho sognato Rumpelstiltskin.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
N. d. A. : Tesori! :)
Come va? Allora, che ne pensate di questa one-shot, un po' diversa dalle altre anche graficamente? Devo spendere due paroline in merito all’idea alla base del racconto… Ho scoperto l’usanza di cui ho parlato leggendo “Effie – Storia di uno scandalo” – che consiglio a tutti e soprattutto agli appassionati di pittura preraffaellita – ed è subito scoccata la scintilla: ho fatto delle ricerche, scoprendo così che la leggenda è stata oggetto, oltre che di quadri, di poesie, e che ne esistono più versioni – quella letta nel libro, quelle qui riportate http://en.wikipedia.org/wiki/The_Eve_of_St._Agnes, altre ancora. Alla fine ho deciso di unirle ed ecco il risultato! Spero di non essere uscita OOC in alcun punto… Comunque sia, recensite, esprimetevi e, se opportuno, lanciatemi pomodori! XD
Laertia è un personaggio della mia minilong “Books can be our best friends”; per Gaston non mi sono ispirata all’omonimo del cartoon Disney, perché sinceramente il cavaliere apparso nella serie tv non mi è sembra particolarmente cattivo o pericoloso….
Grazie a Hey J, DreamWriten, KikiWhiteFly, Jessica21, Stria93, Araba Stark, Nari92, valeego e jarmione per aver recensito il precedente capitolo;ad annachiara27, Beabizz, Boris88, Caribe, DreamWriten, Giu_99, Hey J, isabelle10, Jessica21, Julie_Julia, La Lady, Lety Shine 92, licet, Lilly_93, loveis4ever, LovelyAndy, martaxx, Stria93, valeego, _Pietra Di Luna_, valeego, a crazycotton, ctdg, Facciadamonella, GiulyMUSE, Kika, Anya85, Bellaurora, buffy4ever, coccinella75, Emily Gold, fatinaviola, FiammaAvis17801, Haiku, itspulcina, kagura, KikiWhiteFly, Kuro_rin, LadyViolet91, nari92, NevilleLuna, NoemiBoh, PiccolaRumple, Rosaspina7 S05lj, SaRa93, Silver Loreley, TheQ e WhoCaresGirl, che hanno aggiunto la raccolta alle storie preferite/ricordate/seguite; e, ovviamente, a ogni lettore silenzioso – che invito a recensire! :)
Ci leggiamo tra due settimane, Dearies! Baci! <3
Euridice100
 

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Capitolo 24
*** 071. Broken ***


071. Broken
 
 
 

“Kiss me hard before you go, 
Summertime sadness, 
I just wanted you to know

That, baby, you're the best.”
“Summertime sadness” – Lana del Rey

 
 
 
È strano come un istante possa cambiare la vita.
Ora sei convinta che il mondo stia per finire e, in battito di ciglia, stringi tra le dita frammenti di speranza.
Sei pronta a dire addio a tutto quel che hai di più caro e che hai appena ritrovato, quando succede qualcosa che ti porta ad avere ancora fiducia in una possibilità, per quanto remota possa apparire.
Adesso pensi che sia una giornata perfetta: è giugno, l’estate è ormai alle porte col suo carico di sole e vita. È uno di quei pomeriggi di splendida pigrizia in cui i maglioni sembrano appartenere a un altro mondo e inforcare gli occhiali da sole e stare con un’amica paiono le uniche cose giuste da fare.
Del resto, chi te lo vieta? La biblioteca è chiusa, non hai alcun impegno, e poi, cosa vuoi che succeda proprio oggi?
È una giornata così bella nella sua banalità.
Una giornata perfetta.
 
 
In un istante il mondo ti crolla addosso.
 
 
Ciò che rompe la magia è un manipolo di persone che ti guarda con aria smarrita.
Eppure per un momento non noti nulla di strano: le fai accomodare, offri loro da bere, gentile come sempre.
All’improvviso la caraffa di tè freddo si fa pesante tra le tue mani.
L’attimo in cui il terrore ti artiglia il petto ti cambia la vita.
Sussurri una domanda la cui risposta non vuoi sentire.
La conosci già.
C’è chi urla quando apprende una brutta notizia; tu, invece, taci.
Taci, perché ogni respiro è morto sul nascere e il tuo cuore è troppo impegnato  – no, non è solo il cuore, è l’anima – a frantumarsi.
Taci, perché nessun urlo potrebbe mai colmare quel vuoto che – lui, lui te l’aveva giurato! - non avresti più dovuto provare.
Hai lottato sempre, anche quando sapevi di non poter vincere.
Ora la ragazza mora con cui questo pomeriggio avresti voluto fare una passeggiata ti stringe a sé.
Le parole che biascica arrivano attutite alle tue orecchie mentre ti perdi in te stessa, colpevole solo di aver creduto nel futuro.
Tazze sbeccate.
Cuori spezzati.
Incantesimi infranti.
Nella vostra storia c’è sempre stato qualcosa di rotto.


Questo pomeriggio è arrivato il tuo turno.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
N. d. A. : Prima di trucidarmi con un giorno d’anticipo rispetto al solito, permettetemi di spiegare.
Sapevate, sapevate che prima o poi avrei scritto qualcosa del genere: del resto, in questa raccolta Rumpelstiltskin è morto, Belle doveva venirlo a sapere in qualche modo… E ne ho approfittato per scrivere un po’di angst! Qual è il vostro parere sulla flashfic – 364 parole? Fatevi sentire, forza! ;)
Grazie a KikiWhiteFly, Hey J, jarmione, Rosaspina7, Jessica21 e Stria93 per aver recensito “Who?”; ad annachiara27, Beabizz, Boris88, Caribe, DreamWriten, Giu_99, Hey J, isabelle10, Jessica21, Julie_Julia, La Lady, Lety Shine 92, licet, Lilly_93, loveis4ever, LovelyAndy, martaxx, PoisonRain, Stria93, valeego, _Pietra Di Luna_, valeego, a crazycotton, ctdg, Facciadamonella, GiulyMUSE, Kika, Anya85, Bellaurora, buffy4ever, coccinella75, Emily Gold, fatinaviola, FiammaAvis17801, Haiku, itspulcina, kagura, KikiWhiteFly, Kuro_rin, LadyViolet91, nari92, NevilleLuna, NoemiBoh, PiccolaRumple, Rosaspina7 S05lj, SaRa93, Silver Loreley, TheQ e WhoCaresGirl, che hanno aggiunto la raccolta alle storie preferite/ricordate/seguite; e, ovviamente, a ogni lettore silenzioso – che invito a recensire!
Ci sentiamo tra due settimane, raggi di sole! :)
Baci! :***
Euridice100

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Capitolo 25
*** 096. Devotion ***


096. Devotion
 
 
 
“Io li proteggo ancora i ricordi che ho di te.
Io ti proteggo ancora.
E non importa cosa fai tu,
io ti penso sempre.”
- Susanna “Suz” Casciani -
 
 
 
Il signor Gold non riesce a capire perché mai conservi ancora quello strano oggetto.
Lo tiene lì, nel suo armadietto personale, dove nasconde quel che ha di più prezioso; e tra oro e cimeli rari, quella vecchia tazzina stona non poco.
Una tazzina quasi inutilizzabile, tra l’altro: una profonda sbeccatura, impossibile da occultare o riparare, corrompe la purezza nivea della porcellana, rovinandola irrimediabilmente.
È inservibile, riflette l’uomo; dovrebbe gettarla via e far spazio a qualcosa di più nobile, di più ricco.
Ma non ci riesce mai.
Ogni volta che il signor Gold pensa a quell’oggetto così umile, gli sovviene uno strano senso d’irrisolto, a metà tra un rimpianto e un rimorso.
La tazzina è decorata con delicati motivi azzurri. A Gold piace il blu: potrebbe affermare che si tratta del suo colore preferito, e non starebbe mentendo.
Ma non lo ama da sempre.
Sa bene che c’è stato qualcosa nella sua vita, un evento tanto importante da segnare un “prima” e un “dopo” anche in una questione tanto effimera quale la scelta di un colore. Non saprebbe dire se si sia trattato di un incontro, di una disgrazia o di una benedizione; però sa che da allora il celeste – quella particolare sfumatura di celeste – ha assunto per lui un significato completamente diverso, specialissimo.
Potrebbe distinguerlo da qualsiasi altra tonalità del mondo anche a occhi chiusi, perché gli pare – che strano paragone per un tono freddo – uno sprazzo di luce in un oceano di oscurità.
Cos’è successo di tanto importante da spingermi ad amare un colore così dimesso e a conservare una tazza mezza rotta?
Si morde con furia l’interno della guancia, rimproverandosi per quel pensiero. È un gesto istintivo e per questo ancora più doloroso; ma quell’azzurro non è dimesso, e quella tazza non è banale.
Nessuno, nemmeno lui stesso, può permettersi di offenderli, perché sono… Sono…
Sono le uniche cose che mi restano di lei.
Ma “lei” chi?
Il signor Gold non sa rispondersi.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
N. d. A. : Tesori cari! Come va? :)
Che ne dite di questa flashfic? In una raccolta RumBelle non può certo mancare una storia su Chip, e allora quale prompt migliore di “Devotion”, inteso come “dedizione”? Avevo in mente un capitolo ben diverso, un po’ più allegro – visto anche “Broken”… - ma alla fine l’angst ha preso, per l’ennesima volta, il sopravvento. Prometto che farò del mio meglio per rendere il prossimo capitolo un tantino meno cupo! :*
Le ripetizioni sono volute; come sempre, la vostra opinione – anche critica!– è benvenuta, perciò fatevi sentire!
Grazie a fantasy93, DreamWriten, Mania, Araba Stark, S05lj, Stria93, jarmione, PoisonRain, Jessica21 e Rosaspina per aver recensito il precedente capitolo a twikio, Mania e Kika per il maxirecupero; ad annachiara27, Beabizz, Boris88, Caribe, DreamWriten, fantasy93, Giu_99, Hey J, isabelle10, Jessica21, Julie_Julia, La Lady, Lety Shine 92, licet, Lilly_93, loveis4ever, LovelyAndy, martaxx, mooarless, Stria93, twikio, valeego, _Pietra Di Luna_, a crazycotton, ctdg, Facciadamonella, GiulyMUSE, Kika, Mania, PoisonRain, Anya85, Bellaurora, buffy4ever, coccinella75, Emily Gold, fatinaviola, FiammaAvis17801, Haiku, itspulcina, kagura, KikiWhiteFly, Kuro_rin, LadyViolet91, nari92, NevilleLuna, NoemiBoh, PiccolaRumple, Rosaspina7 S05lj, SaRa93, Silver Loreley, TheQ e WhoCaresGirl, che hanno aggiunto la raccolta alle storie preferite/ricordate/seguite; e, ovviamente, a ogni lettore silenzioso – che invito a recensire!
Ci si legge tra due settimane, dearies! :)
Baci! :***
Euridice100

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Capitolo 26
*** 082. If ***


082. If
 
 
 
Se lei fosse nata prima… Cosa sarebbe successo se Belle fosse nata secoli prima?
E non principessa, non figlia di Re coccolata tra arazzi e perle, ma contadina, la più umile tra gli umili?
Te ne saresti innamorato?
È inutile porsi la domanda: conosci già la risposta.
Regina o contadina, avresti amato Belle in qualsiasi frangente.
L’avresti amata perché sarebbe stata Belle.
Lei dovrebbe avertelo insegnato, ormai: l’amore non si sceglie. L’amore nasce così, all’improvviso, e non esiste alcuna possibilità di sfuggirgli. Non lo si può fronteggiare: è più infido del potere, più insidioso di ogni lusinga, più emozionale della magia.
Puoi lottare, ma non puoi sfuggire.
L’amore ha ucciso più di ogni guerra, e tu lo sai bene.
Se fosse nata prima, avresti avuto la possibilità di condividere con lei ogni istante di questa maledetta, maledettissima vita; una vita non immortale, una vita in cui “potere” sarebbe stata solo una parola tra le tante, priva di significato; ma una vita completa. Duecento anni non ne reggerebbero il confronto.
Se lei fosse nata prima saresti stato felice.
 
 
 
Ma così non è stato.
Belle è apparsa tardi, troppo tardi, quando la speranza non danzava nel tuo cielo ormai da tempo.
È apparsa senza preavviso, perché le cose belle non avvertono mai del loro arrivo: si presentano alla porta ed entrano nella quotidianità, ben liete di sconvolgere tutto.
Nella foschia nebulosa del futuro, là dove dominano i “se” e i “forse”, lei non ti è mai venuta incontro.
Belle è venuta incontro nella tua vita.
Oh, Rumpelstiltskin, è proprio qui che i rimpianti si affollano, impastando i tuoi pensieri di rabbia e malinconia.
Se non l’avessi respinta.
Se fossi stato coraggioso.
Se avessi continuato a baciarla.
Se lei fosse rimasta.
Se aveste potuto costruire assieme il vostro futuro, partendo dalle fondamenta, avendo l’uno gli occhi dell’altra come unico sostegno.
Avresti comunque trovato un modo per raggiungere Baelfire, ne sei certo.
Non sarebbe stato facile, ma non ti saresti arreso.
Perché nulla potrebbe far demordere un padre che cerca il figlio.
Perché nulla potrebbe far demordere chi ha Belle al proprio fianco.
Se lei fosse stata con te saresti stato felice.
 
 
 
Ma così non è stato.
Il Castello Oscuro è tornato teatro di patti e rimpianti, di polvere e immagini che avresti desiderato divenissero sempre più evanescenti.
Un testimone silenzioso che la Maledizione ha strappato da te.
Com’era la vita senza ricordi, Rumpelstiltskin?
Stranamente piacevole, devi ammetterlo.
Una pausa durata ventotto anni, in cui una malinconica quiete ha dominato il tuo animo.
Un fuoco covava sotto le ceneri, coi suoi istanti di dubbio e il sapore amaro di quel che non potevi rimembrare; ma ci sarebbe voluto altro per far divampare l’incendio del passato.
Ci sarebbe voluta la Salvatrice.
Con lei è tornato ciò che è stato; con lei è tornata lei, e con lei è tornato il dolore.
Se lei non fosse morta a causa tua.
Se lei fosse stata da qualche parte in questa città, senza memoria ma viva, con quei suoi occhi di cielo a colorare il mondo di bellezza.
Se avessi potuto incontrarla ancora una volta, scorgere quel sorriso di gioia stampato sulle labbra che hai appena sfiorato.
Se avessi potuto stringerla a te con lo sguardo, da lontano, anche senza mai rivolgerle la parola.
Solo sapere che non è stata un sogno durato troppo poco, ma la splendida realtà di un istante.
Se lei fosse apparsa saresti stato felice.
 
 
 
Lo scampanellio della porta ti fa sollevare lo sguardo.
Una giovane dai lunghi capelli ramati che sfuggono da un buffo cappello giallo è appena entrata nel tuo negozio.
- Brrr… Per strada si congela! Fammi stare un po’qui al calduccio, o avrai un blocco di ghiaccio per fidanzata!
- In tal caso, Sweetheart, mi offriresti una scusa per usare la magia!
Ride, e sai per certo che quel suono è la musica del Paradiso.
Si avvicina e ti bacia.

Ora che lei è qui sei felice.
 
 
 
Apri quegli occhi azzurri
che cambiano colore,
il tuo sorriso è la coda della cometa
che mi ha salvato.
- Biagio Lucchese -
 
 
 
 
 


N. d. A. : Salve, carissimi! :)
Poche parole su questa storia che, ahimé, non mi fa impazzire. L’ho scritta e riscritta, ma qualcosa continua a non quadrare…  Purtroppo non tutte le ciambelle escono col buco: ho iniziato bene per poi perdermi lungo la via, avvicinandomi troppo pericolosamente al temibile OOC.
Stante queste premesse, mai come ora ho bisogno di pareri, consigli e, ribadisco, critiche: se pubblico lo faccio anche per migliorare, perciò non fatevi alcuno scrupolo! :)
(Tra l’altro, vi avevo promesso del fluff, che però sono riuscita a inserire solo nelle ultimissime righe della fanfiction... Altro che critiche, questa volta merito che mi lanciate ortaggi!)
Grazie a fantasy93, Araba Stark, LadyViolet91, Mania, PoisonRain, KikiWhiteFly, Jessica21, S05lj, Stria93 e mooarless per aver recensito il precedente capitolo; ad annachiara27, Araba Stark, Beabizz, Boris88, Caribe, DreamWriten, fantasy93, Giu_99, Hey J, isabelle10, Jessica21, Julie_Julia, La Lady, Lety Shine 92, licet, Lilly_93, loveis4ever, LovelyAndy, martaxx, mooarless, Padme83, PoisonRain, Stria93, twikio, valeego, _Pietra Di Luna_, a crazycotton, ctdg, Facciadamonella, funny1723, GiulyMUSE, Kika, Mania, Anya85, Bellaurora, buffy4ever, coccinella75, Emily Gold, fatinaviola, FiammaAvis17801, Haiku, itspulcina, kagura, KikiWhiteFly, Kuro_rin, LadyViolet91, nari92, NevilleLuna, NoemiBoh, PiccolaRumple, Rosaspina7, S05lj, SaRa93, seasonsoflove, Silver Loreley, TheQ e WhoCaresGirl, che hanno aggiunto la raccolta alle storie preferite/ricordate/seguite; e, ovviamente, a ogni lettore silenzioso – che invito a recensire!
Aggiornerò tra due settimane – e tra una ci sarà il tanto atteso ritorno di OUAT, waaa! *.*
A presto, e grazie ancora, miei splendidi splendenti Dearies! :) :*
Euridice100

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Capitolo 27
*** 084. Mirror ***


084. Mirror
 
 
 
A B. ,
perché ogni promessa è debito,
e alla carissima G. ,
una sorpresina per il tuo compleanno, Dearie! ^_^
 
 
 
“Secondo certi negromanti,
gli specchi sarebbero delle voragini senza fondo
 che inghiottono,
per non consumarle mai,
le luci del passato
(e forse anche del futuro).”
 “Aracoeli” – Elsa Morante
 
 
 
L’ennesima stanza da pulire!, pensa Belle entrando nella grande sala armata di scope e strofinacci.
Ormai è una governante, lo sa bene; e se cercasse di dimenticarlo, il suo padrone glielo ricorderebbe con una delle sue battutine sussurrate con la solita vocetta acuta – “Dearie, vuoi essere trasformata in un topo di biblioteca? Sarebbe un miglioramento, devi convenire!”
La ragazza può quasi sentire i rimproveri di Rumpelstiltskin, sebbene ora sia uscito per uno dei suoi accordi e l’abbia lasciata ancora una volta sola in quel castello immenso, tra pavimenti da lavare e soprammobili da spolverare.
Belle si stringe nelle spalle rendendosi conto della mole di lavoro che l’aspetta: negli ultimi duecento anni Rumpelstiltskin è stato un pessimo padrone di casa, e lo spettacolo che le si presenta davanti ne è la prova. Ogni cosa è coperta da uno strato di polvere e i mobili e gli oggetti più disparati sono sparpagliati un po’ovunque: una credenza di mogano sventrata lascia intravedere un servizio di stoviglie, arazzi dall’aria pregiata giacciono scomposti sul pavimento, il cui marmo color notte ha ormai perso la lucentezza originaria.
Basta chiacchiere, tutto questo non si metterà in ordine da solo, sospira Belle mettendosi all’opera. Prima inizio, prima potrò tornare a leggere.
La giovane sta lavorando da pochi minuti quando avverte una strana sensazione. Si ferma un istante e si guarda attorno: come prevedibile, non c’è nessuno. Ricomincia a lavorare, ma quel bizzarro presentimento non l’abbandona: è una sorta di agitazione, una vaga inquietudine che quasi sente aleggiare attorno a sé e la mette a disagio, pur senza intimorirla.
Per quanto possa cercare di distrarsi concentrandosi nelle faccende, Belle avverte che qualcosa non va.
Alza la testa per un istante e un’illuminazione, repentina e fulminante, la paralizza: questa stanza prima d’ora non c’era!
Lascia vagare lo sguardo su quelle mura che le sembrano sconosciute, sentendosi una sciocca per avere anche solo formulato il pensiero. La voce di re Maurice le riecheggia nelle orecchie: “Figlia mia, tu leggi troppi libri”; e per un attimo la fanciulla è tentata di dar credito al monito paterno: ha appena terminato un libro di misteri, la sua immaginazione ne sarà rimasta colpita a tal punto da giocarle questo scherzo!
E poi, quella sarà anche la dimora del Signore Oscuro, ma le stanze non appaiono e scompaiono, no di certo!
È vero, in questi ultimi mesi Belle ha assistito a ben strani fenomeni – la prima volta che l’armadio le ha parlato, è corsa urlando in camera di uno stupefatto Rumpelstiltskin, e potrebbe giurare che il candelabro continui a farle l’occhiolino – ma da qui ad affermare che le stanze si muovono a loro piacimento ce ne vuole!
Sicuramente la giovane sarà già stata lì dentro, ma non se ne sarà accorta; del resto, negli ultimi tempi ha così tanti pensieri in testa che a volte deve rimproverarsi per portare a termine le sue incombenze. E quando il padrone le sta attorno, è ancora peggio: la sua mente non fa altro che distrarsi e balzare senza requie da una cosa all’altra, provocandole sempre un turbamento cui non sa dar nome.
Eppure, più guarda attorno, più Belle ne è convinta: lei non ha mai messo piede in quell’immenso salone, e l’esorbitante quantità di ragnatele e polvere lo prova. Come ha potuto pensare di essere rimasta impressionata dalle sue ultime letture? Un’amante dei libri e una ragazza coraggiosa come lei non si lascia certo turbare da qualche racconto dell’orrore!
Sì, ne è certa: la stanza è apparsa solo ora, e al ritorno Rumpelstiltskin dovrà darle delle spiegazioni: il numero dei locali del Castello potrà anche aumentare all’infinito, ma lei non ha alcuna intenzione di lavorare incessantemente!
La camera - la principessa deve ammetterlo - la incuriosisce; e non solo per la sua origine, ma anche per il suo contenuto bizzarro e quanto mai variegato. Raccoglie uno degli arazzi: sotto ai suoi occhi si dipana la storia di un’orsa e di una fanciulla dai riccioli rossi. Belle sorride, accingendosi a leggerla, quando la sua attenzione è catturata – come ho fatto a non accorgermene prima? – da un imponente oggetto all’angolo.
La ragazza si avvicina a quella superficie rettangolare alta fino al soffitto coperta da un drappo di velluto color vino che, gettato scompostamente, lascia intravedere due zampe di leone reggenti la struttura. Belle scosta appena il panno, per poi lasciarlo subito ricadere: lì dietro altro non si nasconde se non uno specchio!
I moniti del folletto le riecheggiano nella mente: quante volte le ha ricordato di non scoprire mai gli specchi, gli oggetti più magici al mondo, se non vuol essere spiata dai nemici? Glielo avrà ribadito almeno cento volte e, finora, la giovane si è sempre attenuta a quest’indicazione dell’Oscuro.
- Questa volta Rumpel si arrabbierà sul serio, - si rimprovera a mezza voce.
Ma che diamine!, urla una voce ribelle in lei. Non ho fatto nulla di male: lui mi ha ordinato di pulire, io ho obbedito! Stavo solo facendo il mio dovere: sotto il panno avrebbe potuto esserci un quadro, un bassorilievo, che so, una qualsiasi altra cosa alta e rettangolare, non per forza uno specchio! In fin dei conti, che colpa ho io se le stanze qui si moltiplicano? A forza di stare con Rumpel sto diventando più paranoica di lui!
E comunque, ormai il danno è fatto; mi limiterò a una sbirciatina…, si ripromette le fanciulla, e con un solo gesto scosta il manto trattenendo il respiro.
Ora che può ammirarlo in tutta la sua magnificenza, quell’oggetto appare ancora più splendido: la cornice d’oro che lo avvolge è interamente intarsiata di preziose decorazioni barocche e la superficie riflettente sembra argento liquido, offuscata appena da una bruma di vecchiaia che le conferisce l’aspetto seducente di ciò che è antico, custode di fascino e segreti.
Belle quasi non riesce a staccare lo sguardo dal mobile e ne osserva rapita la sommità su cui, dopo l’ennesimo ghirigoro, è incisa un’iscrizione:
 
erised stra ehru oyt ube cafru oyt on wohsi
 
- “Erised stra ehru oyt ube cafru oyt on wohsi”? – ripete perplessa Belle – Che significa?
Torna con la mente ai suoi studi, ma nessuna nozione le accorre in aiuto: tre lingue moderne e due antiche non l’aiutano a decifrare quel guazzabuglio di lettere, che non riesce a ricondurre ad alcunché! O forse è la sua memoria a essersi un po’arrugginita? Del resto, non praticando la conoscenza, essa finisce inesorabilmente per svigorirsi…
La ragazza si sofferma per un istante sul proprio riflesso e sbuffa, notando che la crocchia in cui è solita costringere i capelli sta, come al solito, cedendo: per una volta che ha uno specchio, ne approfitterà per sistemare meglio quella massa di boccoli che non vuole stare in ordine.
È proprio allora che si accorge che lo specchio non sta più riflettendo lei.
Belle si lascia sfuggire un urlo allontanandosi di scatto; cosa sta succedendo?, è questo l’unico pensiero che riesce a formulare prima di rendersi conto che, in realtà, l’immagine sulla superficie lucida è la sua.
No, non è del tutto esatto: quella giovane dagli occhi chiari e dai capelli ramati è lei, non ci sono dubbi; ma, al tempo stesso, ha qualcosa che la distingue, che la caratterizza tanto da renderla – se non un’estranea – per lo meno una sconosciuta.
- Chi sei? – domanda la principessa senza ricevere alcuna risposta – Sei… Me?
L’immagine annuisce e accenna una riverenza. Quella… - se stessa? Belle non sa come definirla – ha un’espressione serena dipinta sul volto, ma al contempo dimostra quella determinazione che la giovane vorrebbe possedere. Indossa l’abito d’oro che portava quando ha conosciuto Rumpelstiltskin e si trova sul promontorio su cui sorgeva il Palazzo Reale di Avonlea; ma sullo sfondo può scorgere le montagne che circondano il Castello Oscuro.
La fanciulla è completamente incredula: che stregoneria è mai questa? Perché il suo padrone ha incantato lo specchio in modo tale da farle rivedere la terra natia?
È in quel momento che nello specchio compare anche il folletto.
- Rumpelstiltskin! – esplode Belle, sollevata – Rumpel, che sta succedendo? Non capisco!
Ma lui non sembra averla udita, impegnato com’è a dirigersi verso la Belle del riflesso.
Quel Rumpelstiltskin – la giovane non può fare a meno di notare – non è l’Oscuro che conosce ormai da mesi: sebbene indossi i suoi soliti abiti, la pelle ha perso lo strano colorito verdastro, e qualcosa nei suoi passi frenetici svela un’umanità che va oltre il mero sembiante.
Belle vede la sua gemella – se stessa – illuminarsi quando lo stregone le si avvicina, corrergli incontro, stringerlo a sé, ridendo e piangendo a un tempo, mormorargli qualcosa prima di baciarlo.
E in tutto questo, Belle diventa di ghiaccio e fuoco.
 
 
 
- Dearie, devo ammettere che stai migliorando in cucina. Tra un secolo o due forse potrò addirittura mangiare senza temere di finire avvelenato!
La provocazione di Rumpelstiltskin non riceve alcuna replica.
Per l’intera durata della cena Belle è rimasta silenziosa, come assente; ha a malapena piluccato la zuppa, giocherellando col cucchiaio per tutto il tempo. Ha lo stomaco chiuso e mille pensieri che non le danno pace.
Non ha senso, si ripete, come mai lo specchio mi ha mostrato quelle cose?
E perché Rumpelstiltskin avrebbe fatto questo?
- Devo parlarvi.
- Il voto del silenzio è già finito? Sei senza cuore, mia cara, questa volta mi hai davvero illuso.
- Nel pomeriggio stavo facendo le pulizie…
- Altresì dette “il tuo dovere”…
- Sì, sì, ma lasciatemi parlare, per favore, non interrompetemi!
Il folletto le lancia un’occhiata di sbieco.
- Calmati. Cos’hai combinato per essere tanto agitata?
La ragazza sospira. Avanti, Belle, s’incoraggia, tanto lo verrà a sapere comunque.
E se si tratta di uno scherzo stupido, lo sa già.
- Mi sono ritrovata in una stanza in cui non ero mai entrata. E lì dentro c’era uno specchio. Io… Io ci ho guardato dentro.
È un attimo. Rumpelstiltskin scatta in piedi, facendola sobbalzare dallo spavento.
- Cos’hai fatto, idiota di una ragazzina? – la strattona – Cosa ti ho detto cento volte? Non.devi.guardare.negli.specchi! Mai! Capisci quello che hai fatto?
- ! – gli sibila contro Belle, senza abbassare lo sguardo. Tutto il timore che provava fino a pochi istanti fa è svanito, lasciando il posto a un’ondata di furia che le attraversa il corpo come una scarica di energia. Lo scosta via con decisione, pronta a difendersi. – So benissimo cosa non avrei dovuto fare. Ma l’ho fatto e me ne pento. Non ho intenzione di sfuggire alle mie responsabilità, ma voi dovete assumervi le vostre. Pensavate di divertirvi alle mie spalle con quelle immagini? Perché l’avete fatto?
- Cos’avevi in mente, disgraziata! Ora Regina potrà spiarmi, hai rovinato tutto! – Rumpelstiltskin cammina senza sosta per la sala, stringendo spasmodicamente i pugni e battendone uno al muro. Come ha potuto essere così stupido? Farsi incantare da quella lì, lasciarla girovagare da sola per il Castello, libera di scoprire i suoi segreti più occulti! È una prigioniera, non può fidarsi di lei!
- Smettetela con la vostra scenetta teatrale! – la voce chiara di Belle interrompe il filo dei suoi pensieri – Sapete benissimo che quello specchio non è come gli altri!
- Nessuno specchio è come gli altri!
- Questo non rifletteva solo me!
- Perché rifletteva anche la regina!
- No, perché mostrava me in un altro luogo!
Il mago si blocca.
- Cosa?
- Nello specchio c’ero io, ma… Ma ero ad Avonlea, - mente la ragazza, sperando di non essere tradita dal rossore che sente imporporarle le guance.
Lo stregone si riavvicina con circospezione alla giovane. Cos’ha scoperto? Che sia finita… ?- Perché non me l’hai detto subito?
- Ho provato a farlo, ma voi non me l’avete permesso, impegnato com’eravate a comportarvi come un folle! – risponde piccata Belle, imponendosi di respirare a fondo per non urlargli contro tutta la sua rabbia.
Rumpelstiltskin non l’ascolta nemmeno. Fissa un punto sulla parete, solo in apparenza distratto; si arrovella la mente, nel tentativo di capire se la cameriera sia andata proprio là dove pensava nessuno avrebbe più messo piede.
Ma come avrebbe fatto? Quella stanza era stregata, come avrebbe potuto raggiungere?
Lei l’ha trovata perché non la stava cercando, è questa l’illuminazione che, rapida e inesorabile, si insinua tra i suoi pensieri. Non voleva trovarla, e per questo ci è riuscita.
- Raccontami tutto per bene.
- Ve l’ho già detto, stavo pulendo i sotterranei, ho aperto una porta e mi sono ritrovata in una stanza disordinata in cui non avevo mai messo piede prima. Lì ho trovato lo specchio.
- E ci hai guardato dentro.
Belle non può far altro che annuire colpevole, prima di mormorare: - Di cosa si tratta, in realtà?
Il folletto tace, mentre i suoi occhi scuri paiono incendiarsi per un sentimento che – Belle lo può intuire – non è ira o cupidigia, no; è un’ondata furiosa di ricordi a star sommergendo l’Oscuro, a strapparlo via dalla realtà ricca e ordinata di quella sala per riportarlo in un mondo scomparso da anni, sbriciolatosi sotto le sue dita senza che se ne rendesse conto.
-Cerca di riportarmi lì, - ordina perentorio alla sua domestica – Dopo avrai tutte le risposte.
 
 
 
Belle lo guida per gli oscuri corridoi del maniero, resi ancora più tetri dall’atmosfera che grava su loro. La giovane teme che il mago possa avvertire l’ansia che le si insinua sotto la pelle, gelida e viscida a un tempo; dopo la lite concitata, quella scena è tornata prepotente nella sua mente, tanto forte da far morire sul nascere ogni altra idea.
Come reagirà quando la vedrà anche lui?, si domanda la ragazza, mordendosi le labbra nervosa. Quel percorso le pare interminabile e, se una parte di lei non può che gioirne, un’altra è… Impaziente, sì, impaziente è la definizione corretta. Non è da lei restare tanto scossa per uno scherzo, suvvia; e anche se non lo fosse, quel timore non troverebbe comunque giustificazione in una persona che, a forza di sognare di essere coraggiosa, forse lo è diventata.
Ma allora perché questa morsa allo stomaco, perché il cuore le batte all’impazzata e perché ha la bocca tanto secca?
Una risposta c’è e non può fingere di ignorarla; la scansa, ma alla fine deve ammetterlo a se stessa – Belle ha paura.
 
 
 
L’immagine c’è ancora, come se non si fosse mai mossa.
Belle si rivede in quella superficie lucida mentre bacia Rumpelstiltskin, mentre lo stringe con l’urgenza di chi ha ritrovato il pezzo mancante di sé e ora non permetterà a niente e nessuno di strapparglielo via di nuovo. Distoglie lo sguardo, temendo che lo stregone possa intuire quel che sta succedendo; ma è questione di un istante prima di rendersi conto che, in fondo al cuore, è proprio questo ciò che lei desidera.
Vuole che Rumpelstiltskin abbia la sua stessa visione, che assista a quella scena che ha dell’assurdo e del meraviglioso assieme.
Ma fino a che punto dell’assurdo?, si chiede Belle. Ha ancora senso mentire a me stessa?
In quell’immagine c’è più verità di quanto desideri ammettere perché, tra l’incredulità e lo stupore, si sono fatti strada altri sentimenti.
È sconvolgente come questi pensieri le attraversino la mente in un istante, lasciando un segno destinato a riverberarsi per sempre; eppure è proprio quel sta succedendo a Belle, perché – non ha senso, non ha senso, ha senso – lei invidia quella se stessa: vorrebbe essere la ragazza dall’abito dorato, avere il coraggio di voltarsi e parlare a colui che le sta accanto e che fissa lo specchio con espressione indecifrabile, e dirgli di fidarsi di lei.
Perché il mondo è cattivo, ma è l’uomo stesso a renderlo tale cercando di soffocare quel bene che come, come una candela in una tempesta, continua a baluginare instancabile, lottando per imporsi.
Vorrebbe dirgli che non è chi crede di essere, che gli hanno ripetuto troppe volte di essere una bestia e di non meritare l’amore, talmente tante volte che lui stesso se n’è ormai convinto; ma deve ritrovare in sé la forza di ribellarsi, di urlare contro chi non sa andare oltre le apparenze, contro chi non vuole farlo.
Belle stringe i pugni, sa che sta per voltarsi e dirgli – se non tutta – almeno una parte della verità che stasera ha sentito nascere dentro di sé. Ha capito cos’è inciso sullo specchio: “I show not your face, but your heart's desire”, “Non rifletto il volto, ma il cuore”.
, è nel cuore che porta quei desideri, e lei vorrebbe urlarglielo, perché potrebbe amarlo, e forse non c’è nulla a frenarla, o forse il mondo intero, ma a lei poco importa degli altri, e lotterà, , lotterà oggi e sempre per quel che ama.
Per chi ama.
Per Rumpelstiltskin.
- Cosa vedete? – ode la propria voce chiedere flebilmente e tace, in attesa di una risposta che, lo sa, potrà muovere le montagne.
 
 
 
Sapeva. Sapeva cosa avrebbe visto.
No, non è vero.
Lo immaginava e sperava di non vederlo.
Rumpelstiltskin ha già conosciuto le dolcezze dello Specchio delle Brame, specchio che fa perdere se stessi, mostrando ciò che si porta nel profondo del cuore.
Desideri inconfessabili, segreti reconditi, immagini che la realtà non può conoscere; possibilità che trascendono l’Oscuro stesso.
Un ricordo vecchio due secoli si materializza sotto il suo sguardo: una Bestia da poco tale rivede nello Specchio il volto del figlio perduto. Ecco cos’ha temuto di vedere quando si è trovato dinanzi a quella lastra; ecco cos’ha sperato di vedere riaprendo gli occhi e trovandosi di fronte alla verità.
Perché lo Specchio non mente – non mente mai; lo sa bene e, oggi più che mai, questo gli appare inaccettabile.
Eccolo, è lì riflesso, ma non è da solo; non sta stringendo solo Baelfire, ma anche Belle.
Sgrana gli occhi, incredulo e al tempo stesso conscio: vorrebbe star avendo un’allucinazione, ma sa che non è così.
Ecco cosa vede nello Specchio: se stesso, troppo vicino alla ragazza che tiene troppo lontana da sé.
Lei non deve sapere, lui non mostrerà mai quel che prova. Non sa nemmeno cosa prova, sempre se prova qualcosa: ha trascorso troppi anni da solo per essere ancora capace di distinguere i sentimenti dal mero desiderio. Perché se una volta pensa che la sua sia solo lussuria, semplice e pressante desiderio di saggiare quella pelle di velluto e farne suo il candore, cento altre volte si rimprovera, perché sa che non gli basterebbe annegare una volta nell’azzurro di quegli occhi saggi – perdersi lì mille volte sarebbe ancora troppo poco; potrebbe prenderla ora, senza smancerie, ma poi non potrebbe mai perdonarsi per aver sporcato l’innocenza col fango di mille peccati.
È umano, troppo umano il brivido che gli percorre la schiena mentre si vede accanto a quella ragazza, mentre scorge la fiducia con cui lei si abbandona alla sua stretta; è il brivido di chi non s’illude, di chi sa che mai accadrà una simile cosa.
La Bella non potrà mai amare la Bestia, urla una vocetta isterica dentro di lui, e Rumpelstiltskin le dà ragione: la principessa sarà sempre troppo per lui.
Troppo bella, troppo giovane, troppo buona; e lui brucerà se non se la strapperà via dalla mente.
Non esiste la speranza nel mondo di Rumpelstiltskin; eppure, da quando lei è entrata a farne parte, imponendosi con coraggio e fermezza, quando pensa a quella parola l’Oscuro pensa alla sua governante.
La vede nello specchio e pensa al nome che porta; “Dio è perfezione”, è questo il significato di Isabelle, e mai nome potrebbe essere più veritiero.
Vorrebbe, vorrebbe e non può; non può volere.
Non può cercare di essere diverso da quel che è, perché nello Specchio c’è anche quel ragazzino dagli occhi scuri troppo simili e troppo diversi dai suoi.
- Cosa vedete?
La voce di Belle è appena un sussurro, ma è forte abbastanza da ridestarlo dai suoi pensieri.
È la cosa giusta da fare, Belle.
Un giorno lo capirai, è meglio così.
- È lo Specchio delle Brame. Mostra ciò che più desideriamo. E io, – afferma con voce atona – Io non vedo nulla.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
N. d. A. : Dearies! <3
Allora, vi è piaciuto questo piccolo cross-over? Unire Harry Potter a OUAT era una tentazione troppo forte e io, come Oscar Wilde, resisto a tutto meno che alle tentazioni; ecco a voi il risultato! Sono curiosa di conoscere il vostro parere su questa lunga one-shot: come sempre osservazioni, consigli ed eventuali ortaggi sono benvenuti, perciò non siate timidi, suvvia! :D
Ringrazio mooarless per avermi permesso di usare l’idea da lei sviluppata in “Specchi”!
Per la descrizione dello Specchio delle Brame e l’iscrizione vi rimando a J. K. Rowling, “Harry Potter e la Pietra Filosofale”, cap. 12; per il significato di “Isabella” ho consultato Wikipedia; l’arazzo con l’orsa e la fanciulla dai riccioli rossi è un riferimento a “Brave”, mentre l’armadio parlante e il candelabro “piacione” sono omaggi alla versione Disney de “La Bella e la Bestia! ;)
SPOILER 3x12: mi è mancato recensire con voi le puntate XD Quest’episodio mi è piaciuto molto, nonostante l’assenza di un certo stregone di nostra conoscenza: ho adorato Regina, la sua ironia e al contempo il suo grandissimo dolore, e per una volta Snow si è rivelata utile, convincendola a rimettersi il cuore in petto! E l’incontro con Robin? Perfetto! Prevedo scintille tra i due!
Belle è apparsa poco, ma ho adorato il suo intervento: così si fa, non bisogna mai perdere la speranza, “we will see him again”! *.*
L’apparizione finale della Wicked Witch è stata mozzafiato… Non vedo l’ora di scoprirne di più!
E intanto, a New York – nuova patria d’elezione di tutte le CaptainSwan shippers! ;) – ci viene data ulteriore prova di “una verità universalmente riconosciuta” da tutte le fanciulle: alcuni uomini sono scimmie. XD
Grazie a twikio, Mania, PoisonRain, Stria93, fantasy93, Rosaspina7, Little_Cricket, mooarless, LadyViolet91, Jessica21, padme83 e S05lj per aver recensito il precedente capitolo; ad annachiara27, Araba Stark, Beabizz, Boris88, Caribe, DreamWriten, fantasy93, Giu_99, Hey J, isabelle10, Jessica21, Julie_Julia, La Lady, Lety Shine 92, licet, Lilly_93, loveis4ever, LovelyAndy, martaxx, mooarless, Padme83, PoisonRain, S05lj Stria93, twikio, valeego, _Pietra Di Luna_, a crazycotton, ctdg, Facciadamonella, funny1723, GiulyMUSE, Kika, Mania, Anya85, Bellaurora, buffy4ever, coccinella75, Emily Gold, fatinaviola, FiammaAvis17801, Haiku, itspulcina, kagura, KikiWhiteFly, Kuro_rin, LadyViolet91, nari92, NevilleLuna, NoemiBoh, PiccolaRumple, Rosaspina7, SaRa93, seasonsoflove, Silver Loreley, TheQ e WhoCaresGirl, che hanno aggiunto la raccolta alle storie preferite/ricordate/seguite; e, ovviamente, a ogni lettore silenzioso – che invito a recensire!
Tra due settimane pubblicherò il capitolo conclusivo della raccolta - panico! Grazie ancora per aver letto sin qui, carissimi! :) :*
Euridice100
 

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Capitolo 28
*** 028. Beginnings ***


01. Beginnings
 
 
 
“Non so quanto tempo ci sia concesso vivere,
ma di sicuro in molti non vediamo l'ora di cominciare.” 
 
 
 
In una stanza di marmi e arazzi, degli uomini discutono. La preoccupazione dipinta sui loro volti, si scambiano parole di sconfitta e rabbia, frasi in cui numeri e “se” si susseguono rapidi e nervosi.
Nessuno si accorge della ragazza vestita d’oro alla finestra.
Guarda il paesaggio che circonda il castello, quel piccolo mondo di acqua e terra che ama dalla più tenera età; e quando scorge i fuochi dei nemici sussulta, incapace di ignorare il dolore che, come un masso, si è depositato nel suo petto tanto, tantissimo tempo fa.
Si volta verso il tavolo di legno scuro: suo padre e il suo promesso parlano di villaggi rasi al suolo, di truppe sbaragliate, di strategie inefficaci.
Fiammelle di speranza che si fanno sempre più fioche nella notte di terrore, che si elevano timide all’alba, all’entrata di un messo, e svaniscono, svaniscono per sempre, spente da un torrente di ghiaccio che ha assunto la forma di quattro parole.
Sire, Avonlea è caduta.
La ragazza accorre verso il Re suo padre, lo sostiene, ma avverte il brivido che sta attraversando il mondo intero. Stringe al petto il libro che aveva portato con sé: un’armatura di carta e cuoio contro una realtà troppo pesante per gravare sulle spalle di chiunque.
Si morde le labbra, imponendosi di non lasciar vincere le lacrime che, traditrici, le pungono gli occhi: lei è forte, lei è coraggiosa - anche troppo per essere una Principessa, le dicono tutti –, lei resisterà.
Sceglie di lottar ancora, di dar voce a quella sensazione che sente nel petto e che le infonde calore, nonostante il dramma che la circonda.
È questo ciò che sceglie, quando appare l’Oscuro. Guarda quell’essere che suo padre ha invocato poche ore prima, il protagonista dei suoi incubi di bambina, colui che credeva fosse solo leggenda; ascolta le sue pretese, ascolta lei come pretesa.
Ha paura, solo uno sciocco non l’avrebbe; i suoi cari la difendono a spada tratta, ma lo stregone non cede. Vuole lei, e li aiuterà solamente quando l’avrà come ricompensa.
Null’altro disseterà la sua cupidigia.
Belle si volta di nuovo verso al finestra: il sole è ormai sorto, facendosi beffe del dolore che domina questa mattina. I raggi caldi illuminano lievi Avonlea, terra di fate e musica, di prosperità e d’incanto; terra ferita, che da oggi potrebbe non esistere più.
È una tua scelta.
Solo tua.
Andrà con lui, e nulla – né le preghiere di suo padre, né gli sguardi preoccupati dei cortigiani che l’hanno vista crescere – potrà fermarla.
Ha la parola dell’Oscuro: gli Orchi saranno spazzati via, la guerra sarà solo un brutto ricordo, la vita potrà ricominciare a scorrere serena per la su gente.
Se dal suo sacrificio farà scaturire nuova linfa per i suoi cari, l’accetterà senza rimpianti.
- Andiamo, Dearie, - ridacchia il folletto, passandole un braccio attorno alla vita per attirarla a sé.
Un gesto di possesso, che non dà adito a dubbi; ma stranamente, il tocco di colui che tutti definiscono bestia non è violento, non è pressante.
Trasmette timore, ma sa essere delicato.
Belle non si volta indietro per un estremo saluto, no: procede a testa alta lungo la strada che si dipana davanti a sé. Non sa dove la condurrà, ma una cosa è certa: la percorrerà fino in fondo.
È un inizio. L’inizio di un nuovo capitolo, di un’avventura, del suo futuro.
Della sua nuova vita.
 
 
 
 
 
In un castello immerso tra le nebbie e i monti, un demone ancora umano segue il vorticare ipnotico di un arcolaio.
L’umile lana si trasforma sotto le sue dita, perde ogni mediocrità, ogni imperfezione, riemergendo sotto forma di oro, il più puro e lucente che occhio umano abbia mai ammirato.
Una fanciulla con un libro in grembo siede poco distante da lui e osserva pensierosa i gesti di quelle dita esperte.
- Sapete, - esclama, rompendo il silenzio che, soffice come un manto di velluto, avvolgeva la sala – Riflettevo sul fatto che non siete come dicono. Voglio dire, vi descrivono come una bestia, ma vivo qui da più di un mese e voi non mi avete mai fatto del male, sebbene vi abbia fatto arrabbiare almeno cento volte…
Rumpelstiltskin solleva lo sguardo dal fuso: la sua espressione potrebbe definirsi di sincero stupore,
se solo non fosse scolpita sul volto dell’Oscuro. Stupore nel sentire quel commento così inatteso e bislacco, stupore nello scoprire che la sua governante non si è ancora ritirata nelle sue stanze, stupore nel realizzare che, dopo quanto successo nella foresta di Nottingham, Belle trascorre tutte le sere accanto a lui, anziché fuggire lontano non appena le si concede l’occasione.
Rumpelstiltskin vorrebbe sorridere, ma dopo tanto tempo ha dimenticato come si fa; per quanto possa imporre alle proprie labbra di curvarsi, tutto ciò che ottiene è un ghignetto assai poco rassicurante.
- Mai dire mai, Dearie. Se continuerai a ciarlare tanto, presto tornerò sui miei passi…
La risata di Belle è un suono argentino, mille campane che festeggiano la vita.
È la prima volta che la giovane ride in sua presenza, e quando lui se ne rende conto l’eco di quella musica ancora gli risuona in testa – e ha l’impressione, no, la certezza che non riuscirà a scordarla tanto facilmente.
La guarda, e quegli occhi così azzurri, così puri gli infondono uno strano calore lì dove un tempo batteva il cuore.
- Non sto scherzando, mia cara, - prova a ricordarle, ma il tono smentisce il monito.
Ed entrambi capiscono che questo, questo può essere un inizio.
 
 
 
 
 
Non l’ha più cercato.
Dopo le frasi che gli ha urlato nelle miniere, dopo quello spiraglio di possibilità offerto in biblioteca, non l’ha più cercato.
L’orario di chiusura del banco di pegni è passato da un pezzo, ma Rumpelstiltskin è ancora lì, a cercare, studiare, capire se esiste – perché deve esistere – un metodo un metodo per andarsene dalla città senza perdere se stessi; e tra ingredienti dai nomi esotici, incantesimi e pozioni proibite, un pensiero torna a fargli visita in ogni istante.
Sei giorni.
Sei giorni senza lei.
Sei giorni sono scivolati via uno dopo l’altro, lenti come mai prima d’ora; e il loro affastellarsi monotono non ha portato alcuna novità.
Ha ripercorso con la mente ogni attimo di quel brevissimo tempo di gioia che il Fato ha concesso loro, e i suoi ennesimi sbagli gli hanno ogni volta oppresso l’anima con un dolore mai sopito, mai dimenticato davvero.
Ora come allora, tutto si è ripetuto: gesti sbagliati, parole fraintese, forze più potenti che si sono intromesse tra loro e hanno strappato via la speranza. È stato bello svegliarsi accanto a lei per dieci mattine, rispondere alle sue domande, farle scoprire il mondo in cui si è ritrovata a sua insaputa; è stato meraviglioso fare l’amore con lei, è stato meraviglioso sentirla ridere di nuovo, è stato meraviglioso iniziare a costruire una quotidianità che sapeva di pace.
No, è stato di più, è stata una fiaba; ma si sa, le fiabe prima o poi finiscono e – chissà come mai – quelle di cui loro due sono protagonisti finiscono sempre troppo presto.
Rumpelstiltskin lotta da giorni contro la tentazione di passare dalla libreria: mai come ora ha desiderato tanto leggere un libro e mai come ora se lo sta proibendo tanto categoricamente, conscio delle possibili implicazioni del suo gesto.
Lei è libera, tornerà quando e se si sentirà pronta a farlo; e lui l’aspetterà, sì, l’aspetterà dovesse impiegarci un giorno o mille anni.
Non ha fretta, se non quella di saperla al sicuro, serena, felice.
Ci sarà tempo per ogni altra cosa.
L’incessante attività del mago è bruscamente interrotta da qualcuno che bussa con insistenza alla porta, incurante del cartello che annuncia la chiusura. Per qualche istante la tentazione di ignorare il disturbatore ha la meglio: i tentativi della Swan o del suo paparino di salvare il mondo possono ben attendere domani… Ma c’è qualcosa di talmente pressante in quel bussare senza sosta, una tale urgenza che decide di scoprire chi osa disturbarlo - e di mandarlo al diavolo una volta per tutte.
- Cos’è successo di nuov…
Ogni parola gli muore in gola non appena i suoi occhi incontrano la figura snella di una giovane donna dagli occhi chiari che, avvolta in un cappottino blu, lo fissa con un sorriso che arriva dritto all’anima. Deve sostenersi alla porta: all’improvviso non è più tanto sicuro che le gambe o il bastone possano reggere il peso delle emozioni; all’improvviso non è più tanto sicuro di voler maledire colei che lo ha distolto dalle sue occupazioni.
- Ehi… Disturbo?
Solo quando sente la sua voce capisce quanto gli sia davvero mancata.
- Non disturbi mai, Sweet… Belle. Sai che puoi venire qui quando più lo desideri.
- Scusa se non mi sono fatta viva in questi giorni, - mormora entrando nel negozio – C’è stata qualche complicazione…
-Stai bene? – lo stregone non si trattiene dal domandare inquieto. Se qualcuno avesse anche solo pensato di torcerle nuovamente un capello, questa volta la clemenza non sarebbe che una misera parola tra le tante, non certo una connotazione del suo agire.
- Sì, - lo tranquillizza subito con un cenno della mano – Ho dovuto riordinare il caos in biblioteca, guardarmi attorno, e… E avevo bisogno di un po’di tempo per pensare.
Rumpelstiltskin annuisce deglutendo appena. Da qualche parte nella sua memoria è sepolta la certezza che queste parole non siano foriere di buoni auspici; ma qualsiasi cosa Belle abbia deciso, si ripete, l’accetterò. Si farà forza e l’accetterà, dovesse aver deciso di…
Non lo sa neanche lui.
O lo sa e non vuole pensarci.
Dovesse aver deciso qualsiasi cosa che non implichi noi nella sua vita.
- Domani ti va di provare questi tanto famosi hamburger di Granny?
L’uomo sbatte le palpebre più volte, incapace di capire se Belle abbia davvero avanzato questa proposta o se si sia trattato di uno scherzo beffardo della sua mente ormai fuori controllo.
Decide di rischiare il tutto per tutto, mormorando un timido: - Io… Ne sarei onorato.
Il sorriso di Belle è un’esperienza mistica, in questo momento Rumpelstiltskin potrebbe giurarlo. Il modo in cui le sue labbra si curvano, le fossette che compaiono sulle sue guance, i piccoli denti che, come perle, fanno capolino… Potrebbe esistere qualcosa di più sublime?
No, è certo di no.
- Perfetto! – la ragazza esclama allegra – Allora ci vediamo lì a mezzogiorno? O preferisci un altro orario?
- Mezzogiorno va benissimo, - la fissa in silenzio per qualche istante, con mille parole da dirle e mille timori a frenarlo – Sei venuta qui a piedi?
- No, Ruby mi aspetta in macchina, ora mi riaccompagna a casa. Ma, sai, ­- continua con un piccolo ghigno - Non mi va di scroccarle sempre passaggi. Ho deciso di prendere la patente!
- Mi sembra un’ottima idea, - conviene con un sorriso – Se hai bisogno di consigli, chiedi pure.
La mia Belle.
Belle che vive ogni novità come un’avventura, Belle che non si arrende mai.
Belle che è tornata ancora.
- Tranquillo, te ne chiederò talmente tanti che alla fine non ne potrai più! – la sua risata si perde presto, ma non svanisce dal volto - Ci vediamo, allora…
Belle si avvicina e gli sfiora la guancia, un bacio lieve che brucia più del fuoco; è come se una stella fosse improvvisamente nata sul volto di Rumpelstiltskin, inondandolo di luce, calore, amore. Resta interdetto per un attimo, prima di tornare in sé.
- A domani, - mormora la ragazza, prima di uscire.
- A domani, - ripete lui, ancora incredulo di quanto appena successo.
Ma perché se ne sta stupendo?
Lei sa farmi ridere, farmi pensare due volte, farmi ammettere di essere umano e di commettere errori. 1
È un inizio. L’ennesimo e – lo sa – quello decisivo.
E stavolta non ti deluderò, Belle.
 
 
 
 
 
1 “How to love a woman” – Bob Marley
 
 
 
 
 
N. d. A. : Eccoci. Siamo arrivati alla conclusione di questa raccolta RumBelle.
Quando ho scritto il primo prompt era un afoso pomeriggio di fine luglio e non sapevo dove sarei arrivata, se ce l’avrei fatta a portare a termine questo progetto; e ora eccomi qui, a scrivere queste note che hanno il sapore della malinconia. Questo lavoro già mi manca, andiamo bene! 
Ma tranquilli, non vi lascerò orfani dei miei deliri: ho in corso la long RumBelle “Cleaning all that I’ve become”, e se l’ispirazione mi sarà alleata non mancheranno altri lavori, chissà! ♥
Quanto a quest’ultima one-shot, non ho granché da dirvi: spero solo che vi sia piaciuta la mia idea di descrivere vari “inizi” di questa coppia e di non essere uscita OOC… Per una volta non ho abusato di angst! ;)
Tutti i prompt sono stati tratti da http://roloshouseportfolio.forumfree.it/?t=55803430.
SPOILER 3x14: Questa Rapunzel diversa dal solito mi è piaciuta, ma la sua storia mi è sembrata inutile… Avrebbero potuto analizzare i timori di Charming senza “bruciare” una fiaba dal grande potenziale! Comunque… La scena della rasatura. No, parliamone. La strega deve assolutamente togliere le mani di dosso a Pazzostiltskin! Avrei volentieri trucidato Zelena a causa del suo “Mrs Gold” - povera, povera Belle - e ho adorato il sorrisetto di Regina quando ha scoperto che Rumpel è vivo! Come avrà fatto a fuggire? Non vedo l’ora di scoprirlo! *.*
Grazie di cuore a chi mi ha fatto arrivare a quota 223 recensioni – e superare questo numero, se diranno la loro anche sull’ultimo capitolo; alle 27 persone che hanno aggiunto la raccolta alle storie preferite, alle 8 che l’hanno voluta ricordare e alle 34 che l’hanno seguita. Un ringraziamento particolare va a B. e F., che mi hanno spinta a pubblicare i miei deliri; ad A., perché “Stai scrivendo di quello col nome assurdo? SCRIVI!” e a tutti voi che con le vostre splendide parole mi siete stati vicini in questo lungo viaggio, sostenendomi, facendomi sorridere e rincuorare e rassicurandomi nei momenti no.
a crazycotton, Annachiara27, Anya85, Araba Stark, Beabizz, Bellaurora, Boris88, buffy4ever, Caribe, coccinella75, ctdg, DreamWriten, Emily Gold,  Facciadamonella, fantasy93, fatinaviola, FiammaAvis17801, funny1723, Giu_99, GiulyMUSE, Haiku, Hey J, isabelle10, itspulcina, Jessica21, Julie_Julia, kagura, Kika, KikiWhiteFly, Kuro_rin, La Lady, LadyViolet91, Lety Shine 92, licet, Lilly_93, loveis4ever, LovelyAndy, Mania, martaxx, mooarless, nari92, NevilleLuna, NoemiBoh, Padme83, PiccolaRumple,  PoisonRain, Rosaspina7, S05lj, SaRa93, seasonsoflove, Silver Loreley, Stria93, TheQ, twikio, valeego, WhoCaresGirl, zipi89, _Pietra Di Luna_ e lettori tutti: scrivere per voi è stato un onore. ♥
A presto, spero! :* :)
Euridice100
 
 

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