NON LI(TI)GHI(AMO)

di Auslly e raura love
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La tempesta ***
Capitolo 2: *** Ogni notte, ad aspettare. ***
Capitolo 3: *** Eri il mio sorriso tra le lacrime ***
Capitolo 4: *** Non puoi riparare un cuore. ***



Capitolo 1
*** La tempesta ***


NON LI(TI)GHI(AMO)
Laura POV
Buio. Solo buio.
Riuscivo a intravedere una figura nell’ombra di cui vedevo solo gli occhi color nocciola-verde che ogni volta che li fissavo sembrava che mi mangiassero l’anima e la paura mi assaltava sempre di più. Dopo un paio di minuti di silenzio. Un silenzio inquietante, iniziai a correre senza rotta. Avevo le lacrime agli occhi,non capivo più niente. Mi girai. Rividi quella figura.
-Laura….- disse, io spaventata restai a guardarla nell’ombra. Avevo il respiro affannato, i capelli scompigliati, il sudore sulla pelle, il cuore che a ogni battito si struggeva.
-Salvami- ripetei più volte, ma non a quella figura, avevo gli occhi fissi in cielo. –SALVAMI!-  ridissi.
-Laura, non avere paura di me- continuò l’ombra. –Che vuoi da me?- chiesi –Nulla, non voglio farti del male, Laura- disse avvicinandosi a me.
-VATTENE!- urlai prima di aprire gli occhi. Era un incubo. La cosa strana è che ogni notte trovavo sempre quella figura oscura,ma non capii mai chi era. Era forse un segno?
Tolsi le lenzuola che coprivano il mio corpo bagnato di sudore e lacrime. Andai in bagno per rinfrescarmi un po’, ma mi ritornava in mente sempre quella sagoma spaventosa e quegli occhi che parevano ghiaccio laminato.
Sono Laura Marie Marano. Per tutti Laura. Ho 27 anni e sono sposata con una figlia. Mio marito è Ross Lynch un cantante molto famoso come me, ma di più. E mia figlia di 5 anni: Rosy.
Il mio più grande segreto è  che mi distruggo da sola. Mi taglio. Non volevo dirlo cosi, ma è la verità, mi taglio. Mi tengo tutto dentro, senza esclusioni, sempre. Partendo dalle lacrime, finendo alle risate. Partendo dagli incubi,  finendo ai sogni. Quello che provo dentro non lo sa nessuno, realmente. Ho sempre un sorriso stampato sulle labbra, ma è un misto di emozioni. Durante la notte, invece,risaliva tutto. Tutte le mie più grandi paure e illusioni.
-Buon giorno amore- entra nella stanza Ross. –Sono in bagno- dissi io terrorizzata dal fatto che lui potesse entrare.
Mi abbassai le maniche della maglietta e uscii.
-Ehi- dissi trovandomi lui praticamente attaccato a me. –Ehi, dormito bene?- chiese.-
Di certo non potevo dirgli dell’incubo, mi avrebbe portata da uno psicologo.
-Certo, come sempre- mentii. –Mi fa piacere- disse avvicinandosi a me e dandomi un bacio. Io non lo respinsi nonostante la paura che lui scoprisse tutto, fino a che sentii che le sue mani si erano spostate dalla vita all’orlo della maglietta. Io gli misi la mano sul petto e lo spinsi dando fine al bacio. Lui mi stette a guardare incredulo del gesto compiuto pochi secondi prima, mentre io cercavo una scusa valida.
-D-devo, s-svegliare R-Rosy- dissi allontanandomi da lui e avvicinandomi alla porta per poi uscire.
Mi avvicinai alla porta della camera di Rosy e l’aprii pian piano.
-Rosy- dissi avvicinandomi al suo letto –Mamma- disse svegliandosi
-Hai dormito bene?- chiesi –Si, dove è papà?- chiese lei –E’ giù- dissi prima di vederla correre per le scale.
-Buon giorno papà- disse Rosy con un sorrisino –Giorno cucciola- disse Ross prima di dargli un bacio. Io stetti a guardarli dalle scale, sono cosi felici, come potrei rovinargli la vita dicendo tutto?
-Amore che fai li? Scendi su!- mi incoraggia Ross vedendomi incantata sulla figura “padre e figlia” che assumono. –No Ross, vado in camera- dissi.
Mi rinchiusi in camera e presi il mio quaderno. Iniziai a scrivere. Io scrivo perche nessuno mi ascolta. Iniziai a scrivere una poesia.
Mi sento un po’ come il mare:
Qualcuno mi tenga al sicuro,
queste tempeste mi stanno uccidendo dentro,
e tutte le ferite si stanno rimarginando
Ombre,buio è come vivere nelle tenebre
E tutto si fa scuro nella mia mente
come un vuoto di memoria,
come un tuono:
veloce nel fare, difficile da schivare
i ricordi offuscano la mia danneggiata mente
mentre sto a fissare il bagliore del cielo nella notte
Ecco, l’unica immagine che mi viene adesso è il dolore, la tristezza, la tempesta che è in me. Perche io certe volte mi rifugio anche in una parola, in una frase. Perche io mi innamoro delle parole delle persone, quelle che ti colpiscono il cuore e che restano. Perche io voglio essere poesia.
E io voglio essere poesia
tra la gente comune,
tra gli amori perduti.
E io voglio essere poesia,
tra un abbraccio,
tra un bacio,
e ogni carezza che allontana il dolore.
E io voglio essere poesia,
tra l’acqua cristallina,
tra il soffio del vento
e il cinguettio degli uccelli.
E io voglio essere l’amore
tra la gente,
tra il cielo infinito,
tra le stelle.
E io voglio essere la conoscenza,
la conoscenza dell’essere ,
Dell’essere Poesia
-Laura sei qui-  disse Ross entrando nella stanza. Io chiusi il quaderno. –Si- risposi per poi dargli un bacio.
Ancora i dolori cerano, e la tempesta era diventata un uragano.
 
SPAZIO AUTRICE:
Ehi! Lo so, lo so. Devo aggiornare anche l'altra. Beh, due contemporaneamente non fanno male a nessuno.
Mi sono ispirata per questa storia alla mia situazione di adesso. La tempesta. 
Volevo metterla ieri, ma ho assistito ha un matrimonio in chat. Alquanto strano eh? Forse alcuni di efp lo sanno. :)
Grazie ragazzi vi voglio un mondo di bene. 
Alla prossima.
 

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Capitolo 2
*** Ogni notte, ad aspettare. ***


Ogni notte, ad aspettare.

Sempre la stessa cosa. Ogni notte.
Ogni notte a mangiarsi le unghie prima di addormentarsi per paura di rivederlo. A bere litri e litri di camomilla che non serviva a niente.
Ogni notte, ad aspettare che quell’ombra gli mangiasse l’anima.
Laura pov
Mi ritrovavo sempre nello stesso punto, per terra, circondata da alberi che incorniciavano la selva buia e spaventosa. L’unico essere umano ero io. Si udiva chiaramente l’ardore del fuoco non visibile, però. Ed ecco che l’ombra ricompare davanti alla mia figura a dir poco terrorizzata dall’atmosfera creata.
L’ombra si avvicinava sempre più a me. Riuscivo a intravedere i suoi occhi. Bellissimi occhi.
-C-che vuoi da me?-  dissi indietreggiando da lui.
-Laura, esprimi il tuo ultimo desiderio, perché questo non diventerà realtà- disse in un ghigno.
La voce era irriconoscibile, il cielo diventava ancora più scuro di come era già.
-Aiuto!- Urlai
-Cara Laura, nessuno di aiuterà. Sei sola. Nessuno ti vuole.- rispose quell’orripilante ombra.
-Aiuto! Aiuto!- continuai
Sapevo che ormai nessuno poteva aiutarmi, mi accasciai del tutto per terra implorando aiuto nella mia mente. Quando sentii un brivido percorrere il mio basso ventre.
Non riuscii a vedere cosa mi stesse succedendo perché l’ora della morte mi avvolse portandosi con sé l’anima forte e giovane che avevo.
-A-aiuto- riuscii a dire con un sibilo mentre una lacrima percosse il mio viso pallido.
-NO!- urlai prima di trovarmi con  gli occhi aperti e la testa sul cuscino.
-Laura, amore, sei sudata che hai?- disse Ross mentre si girava dalla mia parte del letto.
-Che?- non riuscii a capire niente –Stai bene?- mi chiese
-Si, certo certo- dissi. Lui mi prese e fece appoggiare la mia testa nell’incavo del suo collo e mi dette un bacio sulla fronte.
-Non saprei cosa fare se ti perdessi- mi disse.
-Questo non succederà- risposi.
Sapevo bene che avevo mentito. Non so perché,ma sento che un giorno di questi  potrebbe cambiare qualcosa. In me. Ma cosa?
-A che pensi?- mi risveglia Ross
-No, niente- dissi per poi lasciare la presa di Ross e alzarmi. Quest’ultimo ci restò male dal mio modo di fare, ma restò comunque a fissarmi.
-Laura, ti è successo qualcosa. Sei spenta. Se non me lo vuoi dire starò alla tua decisione- disse Ross
-No davvero Ross, io non ho niente- risposi indifferente
-Ok, meglio- disse avvicinandosi a me per poi baciarmi e percorrere tutto il collo. Ricambiai. Poi mi staccai .
-Puoi svegliare tu Rosy? Io vado in bagno- dissi
-Certo- rispose avvicinandosi dinuovo a me, ma io schivai il bacio.
Entrai in bagno e mi chiusi a chiave. Mi misi a piangere immediatamente.
Perche? Perche i suoi baci non mi provocavano più niente?
Perche non riuscivo a sentire la stessa passione che sentivo un anno fa?  Perche schivavo ogni suo bacio pur di entrare in bagno?
-Perche?- urlai prima di accasciarmi con la schiena contro la porta.
Restai li. Mi alzai la manica del pigiama e li vidi. Restai a fissarli per un po’ quando una lacrima mi cadde sul braccio. Un brivido percosse tutto il corpo. Bruciava. Faceva male.
Un altro urlo. Poi, silenzio. Mi avvicinai all’armadietto e presi la lametta.
Lo rifeci. Restai a fissare il sangue sgorgare per cinque minuti.
Ogni taglio ha la sua storia.
Dolore, compensato da un’acidità incredibile nello stomaco. Perche lo facevo ancora?
Farlo era come conficcarsi una lama e stare a fissare il risultato senza dire niente o fare niente. Era come morire non con il corpo, ma con la mente.
Un altro urlo squarcia il silenzio. La ferita si rimargina. Non smette, il rossore non smette.
-Laura, Laura stai bene?- sento Ross dall’altra parte della porta bussarmi.
Non riuscivo a rispondere dal dolore e dalle lacrime.
-Laura! Laura!- continuava
-R-ross- sussurrai. Mentre mi riaccasciavo per terra.
-Laura! Rispondi! Laura!- mentre si disperava Ross, cercavo di non addormentarmi, ma il dolore vinse e svenni.
*Narratore*
-Laura- disse Ross mentre piangeva. Temeva di averla persa per sempre quando si decise di forzare la porta che pian piano si apri.
Ross rimase a fissare Laura, la sua figura era per terra. Non vide niente, né lametta, né i tagli e nessuna traccia di sangue. Vide solo lei svenuta.
La prese in braccio e la portò sul letto.
-Laura, cosa è successo?- parlava tra sé e sé visto che la ragazza non lo poteva sentire. Le accarezzò i capelli e le diede un bacio sulla fronte.
-Papà, cosa è successo a mamma?- fece irruzione in stanza Rosy preoccupata.
-La mamma, vedi….lei…dorme- menti.
-E svegliala, no?!- sdrammatizzò
-No, cioè..lasciamola dormire- disse Ross prendendo per mano Rosy e portandola fuori la stanza.
Dopo svariati minuti a osservare Laura , Ross decise di portarla all’ospedale visto che la ragazza non dava segni di vita. Chiamò Rosy per dirle che andava dalla nonna mentre lui portava la mamma all’ospedale.
-No, io voglio stare con mamma!- oppose Rosy che era venuta a sapere della notizia
-Rosy per favore! Non fare storie, tu andrai dalla nonna punto!- Urlò Ross, non aveva mai fatto cosi. Forse quella situazione lo aveva messo a disagio.
-Ok, ma non ti arrabbiare- disse mortificata la bambina –Ok, scusa- disse per poi mettersi in macchina.
Dopo cinque minuti lasciò Rosy dalla nonna e si mise in viaggio verso l’ospedale che distava solo venti minuti.
Alla radio, intanto, cera una canzone di Ross, molto vecchia che faceva rifiorire molti ricordi nella sua mente.

“Ti sto cercando stanotte
Ma non riesco a vederti

Una sera d’estate, in spiaggia. Intorno a un falò. Tutti i ragazzi del paese erano li, con chitarre. Cantavano, ballavano. Vivevano. Rocky, Ellington, Rydel, Riker e Ross cantavano. Erano molto amici. Cosi come Ross, Laura, Raini e Calum. Cantavano “Loud” una canzone composta dai cinque amici. Mentre gli sguardi interrotti tra Ross e Laura non cessavano.

Perche sono abbagliato da tutte le luci,ohh
Non ho mai ragione, ho bisogno di una pausa

Continuavano fino a tarda sera. Alcune notti restavano li, fino alle cinque del mattino. O tutti, o solo Ross e Laura.

Perche sei cosi difficile da trovare?
Ti ho cercato ogni notte, non mollerò mai

Ma non erano solo amici. Erano qualcosa di più. Quel bagliore. Quella lucentezza che per farla brillare servivano due persone.

Perche non troverò il mio angelo,diamanti grezzi
Cerco un segnale

Passeggiavano, ridevano.

Baby, alza il volume stanotte
Forza divertiamoci!

Quando arrivò quella notte. L’ultima notte d’estate, chiamata notte bianca da loro. Avevano montato un palco in spiaggia. Le casse, gli strumenti le luci. Era perfetto, anche l’atmosfera. Tutti erano li, per assistere al talent show summer. Quell’anno partecipavano in tanti. Compreso Ross con i suoi cinque amici, avrebbero cantato

Loud.

Gridalo dai tetti
Forza, divertiamoci finchè non ci fermano
Forza divetiamoci!

La musica rimbombava. –Ehi, vieni con me?- sussurrò Ross a Laura
-Dove?- chiese –Ti fidi?- disse speranzoso di un si come risposta.
Ross la prese per mano, mentre si allontanavano la musica sembrava allontanarsi e il buio farsi più cupo.
-Ehi Ross, perche mi hai portata qui?- chiese Laura sedendosi su una sdraio di una spiaggia anonima.
-Beh, la cera troppo casino- rispose
-Ci si diverte la-
-Lo so, ma questo è l’ultimo giorno, fammelo vivere con la persona più cara-
Ew, che dolce-

Mostrami tutto quello che hai
Divertiamoci, ne ho bisogno ora

-Sai, mi mancherà- disse Ross
-Già, Miami è il posto migliore per l’estate- continuò Laura
-Ma io non parlavo di… Miami- disse Ross
-E … Di cosa parlavi?-
-Di te- rispose con molta delicatezza sfiorando i capelli della ragazza

Baby, lasciamelo gridare!
Cerco la luce per brillare,inizio a prender fuoco

-Ross- sibilò la ragazza.
-Laura, io …-
-No, non rovinare niente, era perfetto-
Di rimando il ragazzo si avvicinò

Ragazza,sarò il primo in fila
Baby, quando le stelle si allineeranno
Non potranno superarci

La ragazza sorrise contagiando anche Ross. Sfiorò i lunghi capelli in un gesto molto delicato. Senti la paura e l’agitazione della ragazza ma non si fermò perche rendeva il tutto ancora più passionale di come lo era già. Sentiva il respiro contro quello della persona davanti. Sfiorò il naso, per poi sfiorare le labbra in modo delicato procedendo più passionalmente.

Dammi solo un segnale
Forza divertiamoci!
Gridalo dai tetti!
Divertiamoci finchè non ci fermano
Ne ho bisogno ora!
Baby, lasciamelo gridare
Ti sto cercando stanotte.

Toccò il fondo. La strinse a sé e la ragazza mise le mani intorno al suo collo. Godevano di quell’ultimo momento.
Forza divertiamoci!

Mostrami tutto quello che hai!
Ti sto cercando

I fuochi d’artificio segnarono la mezzanotte e la vita che cominciava tra i due. La notte ebbe inizio in quell’attimo insieme al talent show che vinse Ross. Stava finendo tutto, ma per lui era appena cominciato quel tutto.

Ti sto cercando
Ti sto cercando, stanotte

Era iniziato un giorno. Un nuovo giorno.
Un nuovo giorno di vita.
La loro vita.
Ma non riesco a vederti.”

Ross parcheggiò all’ospedale. Portò Laura nella prima stanza libera e ordinò a un medico di andarla a vedere.
Dopo un’ora nel corridoio si senti rimbombare un “No!” urlato.
Era lei.
 
 
 
 
 

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Capitolo 3
*** Eri il mio sorriso tra le lacrime ***


'Eri il mio sorriso tra le lacrime’


-Laura!- urlai prima di correre attraverso tutto il corridoio.
-Non si corre- mi fermò un dottore –Mi scusi, solo che…- iniziai per poi venire interrotto
-Niente scuse, ora vada- disse prima di andarsene.
Io corsi fino ad arrivare alla reception dove chiesi di Laura.
-Laura Marano- dissi col fiatone
-Mi dispiace, non può vederla- rispose la signora dietro il bancone,già mi stava antipatica.
-E’ urgente!- dissi sbattendo i pugni contro la scrivania. Lei non mollò.
-Almeno mi dica in che stanza si trova- chiesi
-Stanza 117- me ne andai via senza nemmeno ringraziare, tanto quella era scorbutica già di suo.
Mi ritrovai davanti la stanza 117, non riuscivo a vedere niente per via delle tende oscuranti messe sopra il vetro trasparente. Le sarà successo qualcosa?
-Aprite!!- urlai bussando alla porta d’ingresso alla stanza
-Aprite!!! Vi prego!!- continuai fino a che non vidi uscire un dottore
Io lo guardai speranzoso, lui aggrottò le sopracciglia in senso di compiacimento.
-Mi dispiace, la sua amica non si sveglia. Posso far entrare solo suoi parenti-  disse
-Ma io sono suoi marito!- risposi –Sono Ross Lynch!- continuai cercandolo di convincere.
-E va bene entra- disse aprendomi la porta e chiuderla alle mie spalle.
Vidi Laura, stesa sul lettino a dormire. Mi avvicinai le accarezzai i capelli e le presi la mano.
-Laura, chi ti ha fatto questo? Forse io? O la tua volontà…Quelle urla la notte,il sudore, le lacrime, il nervosismo, per che causa erano o sono? Quando mi sento giù, lo sai a che penso? A noi, a come ci siamo conosciuti e a come non ci separeremo mai. Mi ricordo quel giorno in cui ti ho confessato tutto, mi pare fosse ieri. Eri cosi emozionata che mi accarezzasti la guancia e io ti diedi un bacio. Ricordi?
*Inizio Flashback*
Ross e Laura erano nella sala della musica a provare l’ennesima volta la stessa canzone …
-I’m stuck with you- fini di cantare Ross mentre Laura suonava al piano.
Erano le 23:33 e quella notte cera un temporale mai visto. Lauraaveva paura infatti a ogni rimbombo si attaccava a Ross.
-Boooommmm- eccone un altro che fece sobbalzare i due,soprattutto Laura che si aggrappò al ragazzo senza alcun preavviso.
-Laura, tranquilla. E’ solo un tuono- disse Ross ridendo
-Scusa Ross, solo che mi fanno terrore quei tuoni- disse la ragazza giustificandosi
Rossi abbassò la testa per vedere Laura erano a pochi centimetri.
-Tu puoi vederli come semplici e catastrofici distruttori, oppure puoi far spazio alla tua fantasia e vederli sotto forma di cicatrici del cielo. Oppure il bagliore dell’orgoglio del cielo- Disse Ross stringendola più a se.
-Grazie Ross- disse sorridendo
Ross strofinò il suo naso contro quello di Laura,provocandole dei brividi assoluti. Laura in risposta gli accarezzò la guancia con molta dolcezza. Ross sorrise e in risposta appoggiò la sua mano su quella di Laura che era appoggiata sulla sua guancia.
Sorrisero entrambi.
La ragazza si accucciò del tutto nell’incavo del collo di Ross, quest’ultimo approvò il gesto stringendola ancora più a sé.
-Ross, noi da quanto ci conosciamo?- chiese d’un tratto la ragazza
-Non lo so, da molto- rispose
-Perché?- continuò il ragazzo
-Perché non abbiamo mai confessato i nostri sentimenti, Ross?- disse
-Per paura,Laura- rispose
-Perche dobbiamo avere paura? Senti Ross…- la ragazza venne interrotta da un sapore umido sulle sue labbra, eh si…Ross l’aveva baciata. Mise le sue due mani sulle guance di Laura e quest’ultima fece lo stesso. Poi il resto è storia…
*Fine Flashback*
-Laura, se devo…ti lascerò andare. Ti lascerò tre cose su di me: le mie parole, il bene immenso che ti voglio, e il mio nome. Sta a te deciderlo. Ma almeno non dimenticarmi, mai.
Che poi se ti ricordi, mi avevi promesso che non te ne saresti mai andata via da me. E invece adesso dove sei? Dove ti trovi? Cosa hai fatto alla bella persona che eri? Non abbiamo più momenti per noi, e quando mi dicesti che ero tutto, poi tutto passa-
Gli occhi di Laura si aprirono, la luce del sole la abbagliò letteralmente. Sfoggiò uno dei suoi magnifici sorrisi e poi voltò la testa verso me. Sorrise.
-Non ti lascerò. Chiaro?- disse Laura, aveva sentito tutto.
-Tu hai…-
-Si ho sentito, amore mio vieni qui- disse stringendomi forte in un abbraccio.
D’un tratto entrò il dottore che permise a Laura di andare via dall’ospedale. Quando fu pronta andammo in macchina, io andai a casa Laura andò a prendere Rosy a scuola visto che la nonna l’aveva accompagnata li.
*Laura pov*
Oddio,ci mancava un soffio che Ross lo scoprisse. Ora non pensiamoci più. Andai a prendere Rosy che, come sempre, mi aspettava accanto alla maestra. Corse incontro a me e io le diedi la mano.
-Mamma! Stai meglio?- chiese
-Si tesoro- risposi per poi avviarci verso casa
-Non ti hanno fatto niente vero?- chiese
-No,piccola-
-E papà?-
-Papà è a casa- dissi.
Dopo un quarto d’ora arrivammo a casa, Rosy andò in camera sua e io andai da Ross che si trovava nella nostra camera da letto.
-Ehi- dissi
-Ehi, ti ricordi che domani ce la prima del mio nuovo album?- disse alzando il capo
-Certo, infatti so già cosa mettermi- dissi
-Ah si? E vediamo un po’- disse curioso, sorridendo.
-Ora lo prendo- dissi per avviarmi all’armadio mentre Ross mi seguiva con lo sguardo.
Presi i vestiti dall’armadio e glieli feci vedere.
-Guarda che io te li volevo vedere indosso- disse
-Ah, ora vado in bagno a metterli- dissi
-No, mettili qui-  insiste
-No, preferisco il bagno-
-Laura non ce niente di cui vergognarsi, siamo sposati. Dai su, mettili- disse.
Ecco. La mia fine stava per arrivare.
Sfilai i pantaloni con cautela, ma prima tolsi le scarpe.
Era un vestito lungo fino alle caviglie più lungo di dietro, però. La gonna era a velo nero e molto leggera e poi cera il corpetto rosso con un accenno di brillanti. Con sopra una giacca corta e bianca.
Iniziai togliermi la maglia, avevo tantissima paura, mi stava mangiando. Ross stava per scoprire tutta la verità e io non sapevo che fare.
-Laura, hai paura?- chiese
-No- risposi, anzi mentii.
Levai la maglia, ormai rassegnata.
Ross, rimase a bocca aperta. Non sapeva che dire, a me scappò una lacrima.
*Ross pov*
Stavo per morire.

SPAZIO AUTRICE
Scusate scusate per il ritardo madornale, ma ho avuto molti impegni con la nuova storia collettiva “Teen beach movie 2” che spero abbiate letto tutti. Allora, spero che il capitolo vi sia piaciuto.
Si iniziano a vedere un po’ di problemi tra Ross e Laura, soprattutto nell’ultima parte, cosa succederà? Beh, io lo so, ma voi no.
*piccolo anticipo sul prossimo*
 Nel prossimo Laura inizierà a scoprire chi è l’ombra dagli occhi bellissimi nei suoi incubi.
Vi ho lasciato a bocca aperta eh? Meno male!
Volevo dirvi anche che ho cancellato la storia "I'm your Hero" che non mi piaceva per niente :(
Beh, mi sembra di aver detto tutto quindi alla prossima! E leggete la storia collettiva eh!
 
 
 

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Capitolo 4
*** Non puoi riparare un cuore. ***


NON PUOI RIPARARE UN CUORE
Vorrei, innanzitutto, scusarmi per eventuali parole volgari che troverete nel capitolo. Volevo esprimere la rabbia dei personaggi,ma solo in quel modo si evidenziava. Potete anche darmi critiche su certe parole presenti, ma il capitolo ci sarà lo stesso, e non verrà cancellato per questo. Mi scuso ancora, se non volete leggerlo, capirò. Scusate.

-Laura, perché?-

Chiese Ross facendo finire quell’imbarazzante silenzio che li stava divorando.
La paura percosse tutto il corpo di Laura,non sapeva cosa rispondere, semmai avrebbe raccontato una balla, avrebbe detto “E’ stato il gatto” ma ormai chi la credeva più?
Scelse la soluzione migliore, stette zitta.

-Laura …-

Ripetè Ross con insistenza aspettando almeno una parola che lo faccia capire. Ma non serviva solo una parola per far capere alla gente il dolore che le persone provano in specifici momenti.

“Ho imparato che sta peggio chi non piange”

Ed è vero.
Chi non piange fa di tutto per non farlo, si sente i mostri dentro, l’anima che la divora, e il cuore affranto, distrutto.
Eppure l’unica soluzione era il taglio, quella piccola lineetta che si incideva sulla pelle pallida delle persone.
T’inganna.
Può sembrare davvero una banalità, un graffio.
“Eh no, è stato il gatto”
“Sono scivolata”
“Mi sono graffiata per sbaglio”
“Ho strisciato il polso su un albero, per sbaglio”
Ma no.
Magari la gente ci crede pure, ma quel piccolo taglio. Quell’incisione fatale, provoca più problemi dentro di quanto si possa immaginare e vedere esteriormente.
Laura lo sapeva, eppure lo faceva.

“L’obbiettivo è farsi del male, fino a non provare più dolore”

Si può fare una volta, o due massimo.
Ma poi, devi sapere che diventa come una droga.
Non ne esci più. E’ come se vieni risucchiata in un buco nero, non sai dov’è l’uscita, anzi , non sai a cosa serve l’uscita.

“Ma hanno la loro storia”

Non te ne puoi liberare, anzi non VUOI liberartene.
Appena li guardi, quell’attimino, magico, doloroso. Ti raffiorano molti ricordi in mente.
E’ come se in un braccio ci fosse scritto “past” e in un altro “future”. Perché sai che, anche in futuro, magari ce ne saranno di più o di meno, ne dubito.

“E’ vero, gli unici mostri siamo noi”

Laura era incantata, non sapeva cosa rispondere.
Una risposta secca. Non riusciva a darla.

-Laura … Ti prego-

Disse, avvicinandosi a lei per toccargli il braccio

-Vattene, Ross. Non toccarmi! Ho detto che non ho bisogno di niente!  Vai via. Lasciami in pace.-
Urlò.

- Laura io ….-
-No! Non smetterò, Ross. Non per il tuo bene-
Rispose piangendo

-Perche? Perche lo hai fatto? Sono io la causa? Rispondi Laura! Cosa ti è successo? Perche non vuoi stare più con me? Cosa ti ho fatto? Non sei più la ragazza che amavo…-

Disse piangendo, anch’esso.

-Amavi?-
Chiese la ragazza asciugandosi le lacrime con l’orlo della maglia.

-Si, amavo. Eravamo cosi felici, invece ora sei diventata chiusa, zitta,triste…non ti ho mai vista sorridere da quando abbiamo avuto Rosy, solo un accenno. E’ lei il problema? E’ la nostra famiglia? Sono io il problema? Rispondi-
Il ragazzo la strattonò, voleva una risposta, ma l’unica risposta che la ragazza seppe dargli era la parola dolorosa che non si sarebbero aspettati nessuno dei due.
Laura era offesa, stanca da Ross. L’ha trattata come uno zerbino. E la risposta, ci stava, ma non in quel modo.

-Vaffanculo, Ross-

Con questo la ragazza usci dalla porta sbattendola alle sue spalle.
Ross si accasciò con la schiena contro il muro, a piangere.

-Sii felice, Laura- sussurrò

D’un tratto la bambina identificata come Rosy entrò nella stanza in cui si trovava il padre.

-Papà, perché piangi?-

-Non sono lacrime-

-Ah si? E cosa sono?-
Il ragazzo non le rispose, si limitò ad abbracciarla, forte, forte.

-Sai papà, ne vale la pena piangere per qualcosa che non avrai mai-

La bambina.
Saggia. Non si poteva credere. Racchiudeva in se l’amore e la saggezza, ma anche lo spirito di una bambina.
Ross, era stupito. Il suo sguardo triste si illuminò. Luccicava.
-Mamma, dov’è?-

-Se ne andata, piccola-

-Ma non ha mai detto “Addio”-

-L’ha fatto, in un altro modo però-

-Ritornerà, lei ti ama-

Ross lo sperava, ma non ne era sicuro.
Non più, ormai.
Era stato preso in giro, mentito. Ma sebbene sapeva queste cose, lei gli mancava come il respiro sott’acqua.
Non la doveva lasciare andare, doveva lottare. E cosi, lottando, magari lei si sarebbe resa conto, sarebbe tornata.
Che dici? Quella lo odiava, gli ha detto Addio con una parola più dolorosa.
-Non ci spero, più di tanto-

-Vai a parlarci, no?!-

-Dubito che mi voglia ascoltare-

-Allora, scrivile-

Scrivile. Voce del verbo scrivere.

Bello. Scrivere, amare, sognare,ricordare,volare, sperare, perdere,ritrovare.
Scrivere racchiudeva tutte queste parole.

Scrivere, un concetto facile da pensare, ma solo in pochi lo sanno applicare.
Ehhhh come se sapesse scrivere, le uniche cose che ha scritto, cera Laura con lui, non credo sia possibile, ma nemmeno irrealizzabile.

“Anche se può sembrare solo un pezzo di carta, ti tagli. Il cuore. E non fa bene”
Carta e penna?
Si chiese, Ross. Ma come è possibile?
Insomma, con tutti questi scrittori, proprio lui.
                                                   
                                                       * * *

Passarono giorni, e ancora il foglio di Ross era bianco candido.
Ancora una volta.
Si sedette.
La penna batteva sul tavolo, il foglio era bianco.
L’orologio correva, le labbra asciutte, senza ispirazione.
Com’è possibile?
Avrebbe potuto scrivere una canzone.
Nah, non c’avrebbe capito nulla
Le potrebbe fare una serenata
Mio dio, gli avrebbe buttato un secchio d’acqua
Parlarle.
Ehhh, pretendi troppo. L’unica soluzione era questa.

Ma scrivere è come parlare, solo che dici cose vere.

Ecco, la penna iniziò a muoversi sul foglio lasciando l’inchiostro indelebile e le lacrime delicate del ragazzo.
Mai visto un ragazzo che, mentre scriveva, piangeva.

Ehi,
Non so come iniziare questa lettera, di solito non ne scrivo, questa volta ho voluto provarci.
Ogni mattina, ormai mi sveglio con la tua dannata immagine nei miei pensieri, te che ridi, te che mi sorridi, te che vieni da me, te che mi baci, te che te ne vai.
Le tue parole, quei pugnali. Le tue parole, le mie lacrime. Le tue parole, i miei pianti soffocati. Le tue parole, il mio cuore che si spacca, ancora una volta.
Creando, però una crepa più grande delle altre, crepe sempre più estese ad ogni delusione.
Quella passione, quel fuoco dentro che non riesce a spegnersi. E tu faresti di tutto per ritornare e riguardarmi in faccio, un’ultima volta  e dirmi “ho mentito, ho sempre mentito”. E dpotutto vorresti baciarmi, ancora un’ultima volta, quanto lo voglio io. Con le lacrime che cadono come pioggia in tempesta.
Coi singhiozzi che fanno rumore.
E lasciarmi il sapore delle tue labbra, per sempre.
E poi dirmi Addio.
E poi non rivedermi mai più, non rivederti mai più, non rivederci mai più.
Noi, che eravamo una cosa sola.
Noi, la spiaggia e il mare.
Noi, le pagine e l’inchiostro,
 noi, il cornetto e la nutella, il latte e il caffè, il cielo e le nuvole.
L’amore e la menzogna.
 Voglio scusarmi, scusa rimurgino questa situazione ma non riesco ad andare avanti, o a “farmela passare”  Ora, mentre leggi ti prego non pensare che io sia ridicolo…
Comunque, ho voluto scriverti perchè è l’unico modo per sentirti,ma poi non ce davvero un motivo, semplicemente volevo provare l’ebbrezza di scrivere IO una volta.
Ok, scherzavo, ce un motivo…
Volevo dirti un po’ di cose che poi non potrei più dirti.
Per esempio e che tutte le volte che mi abbracciavi mi sentivo un po’ un eroe e il suo scricciolo fra le braccia.
Mi sentivo a casa.
Con un solo abbraccio riuscivi a darmi tanta sicurezza.
Vorrei riuscire a farti sorridere, ora. Vorrei essere il motivo del tuo sorriso.
Vorrei essere la tua unica spiegazione.
Sai per me è brutto immaginare queste cose, pensare che sarà sempre un “si” o un “magari” .
Mi sento un idiota.
Ma, sai … gli idioti sono sempre quelli che amano di più. Come io ho amato te, e ti amo ancora. Solo che non lo capisci! Hai preferito dirmi addio, con un’altra parola, ma sai…
Fa male lo stesso.
Anzi, fa ancora più male.
A te, che io ti ho visto piangere sulla mia mano
Fragile che potevo ucciderti, stringendoti un po’
E poi ti ho visto con la forza di un aeroplano
Prendere in mano la tua vita
E trascinarla in salvo.
Se magari fosse stato vero, mi hai fatto credere che stavi bene quando stavi morendo dentro.
Laura, dimmi tu addio, perché a me non riesce.
Salutarti è facile, perderti è difficile.
-Sono una lettera senza destinatario
Per Laura Marie Marano…


Posò la penna.
Si sentiva, realizzato.
Mentiva, non credeteci, era distrutto.
Un po’, tanto distrutto.
Usci di casa con la lettera in mano.
Non sapeva dove andare. O cosa farsene di quel pezzo di carta.
Il telefono di Ross squillò, segno di incoscienza.
Ma no, era un messaggio. Da lei.

Carissimo.
Sono certa che sto impazzendo di nuovo. Sono certa che non possiamo affrontare un altro di quei terribili momenti. Comincio a sentire voci e non riesco a concentrarmi. Quindi faccio quella che mi sembra la cosa migliore da fare.
Tu mi hai dato la più grande felicità possibile. Sei stato in ogni senso quello che un uomo poteva essere. So che ti sto rovinando la vita.
So che senza di me potresti lavorare e lo farai, lo so. Vedi, non riesco neanche a scrivere degnamente queste righe.
Voglio dirti che devo a te tutta la felicità della mia vita. Sei stato incredibilmente buono.
Tutti quei bei momenti insieme ora, sono solo un ricordo. Un bellissimo ricordo, ma vedi: la vita cambia, le persone cambiano e noi abbiamo deciso di cambiare da soli, insomma, crescere lontani se si può dire.
Anche i bei momenti passano, ma sono quelli brutti a non passar mai.
Non credo che due persone avrebbero potuto essere più felici di quanto lo siamo stati noi.
. –Per dirti ciao, L.M.

Salvò il messaggio, pianse. Urlò. Ruppe. Ruppe il suo cuore per sempre. Non si sarebbe mai aspettato questo da lei, mai. Eppure è successo, due secondi fa.
Decise di lasciare la lettera al proprio destino.
La fece volare in groppa al vento, lasciando asciugare le lacrime, ma il sangue non si rimuove, resta.

E io tra i tuoi resti, resto.
                                             *  *  *
La mattina seguente, Laura era da Raini.
Le aveva raccontato tutto, ma io non sto qui a ridirvelo tanto, lo sapete già, non avrebbe senso.
Bussarono alla porta.

-Vado io, Raini-

Disse Laura visto che la sua amica era ancora a ronfare sul suo beato letto.

-Salve-
Un uomo anziano, con la barba bianca, magrolino e vestito molto elegante si presentò davanti alla porta.

-Salve, le posso essere utile?-

-No, semmai io potrei essere utile a lei-

-Emh..-

-Ha un minuto?-

-Più di uno-

Rispose uscendo e accostando la porta alle sue spalle.

-Lei è Laura Marano?-

-Si, perché?-

-Beh, credo che questa le appartenga-

-Cos’è?-

-Una lettera, per lei, l’ho trovata sulla spiaggia mentre camminavo-

Gliela porse, Laura la prese e la apri, la lesse.

-L’ha letta signore?-

Chiese.

-No, mi chiami pure Signor Carewell-

-Ok-

-Come si sente?-

-Non bene-
Le lacrime cercavano di uscire ma lei lo impediva


-Mi dica, sa cos’è l’amicizia?-

Non le diede il tempo di rispondere che riprese

-Io avevo un migliore amico dall’88, andavamo sempre al bar, prendevamo un bianchino e lui mi leggeva il giornale visto che non sapevo leggere.
Un giorno abbiamo litigato e non ci siamo più sentiti. Ma ancora oggi, vado sempre al bar e ce sempre lui, prendiamo tutti e due u bianchino e lui legge il giornale ad alta voce.
La gente lo prende per pazzo, ma lo fa per me dell’88-

-Oh … mi scusi signor Carewell, ma perché me lo ha detto?-
-Perché se sai cos’è l’amicizia puoi andar ovunque-

-Io so cos’è l’amicizia-

-Ma, non l’amore-

-Mi scusi, ma se non sa leggere, come ha fatto a sapere che questa lettera è d’amore-

-Lo capisco-

-Oh…-

-Dimmi un po’, perché ti tagli?-

-Ma lei …-

-Rispondi-

-Per sfogare i mio dolore…tutto scivola via col sangue-

-E non hai paura?-

-No, dopo un po’ non fa neanche più male-

-Io non intendevo questo, parlavo dei ricordi-

-Cosa vuol dire?-

-Dopo tutto quello che succede di brutto tu fai dei tagli per dimenticare, eppure dopo che il dolore scorre via con il sangue la ferita si rimargina lasciando il segno,  guardando quel segno non hai paura di ricordare il dolore che ti ha portato a tagliarti?-

-Tu hai …. Paura dei ricordi?-

-Si, io mi tagliavo, so riconoscere le persone che lo fanno-

-Perché? Se i ricordi sono belli?-

-Ho paura dei ricordi belli e dei ricordi brutti, dei ricordi belli perche ormai sono passati per sempre , provo nostalgia fa male,  e non posso usarli come metodo per sopportare il dolore, rendono tutto più brutto.-

La ragazza lo interruppe, ormai piangeva, era la stessa descrizione di se stessa, ma anche se provava dolore decise di continuare

-Quelli brutti perche speri di non riaverli mai più, speri che sia finito tutto, che anche quelli sono passati per sempre ma dentro di te non passeranno mai. Ma puntualmente ti giri, e sono ancora li, ti aspettano, e ti sorridono anche. Perche sanno che piangerai di nuovo.  Ritornano come una ruota e non ti lasceranno mai-

La ragazza voleva continuare…infatti stopò il signor Carewell e continuò

-Tu hai paura del tuo futuro, io ho paura del mio presente,non credo nel mio futuro e sono perseguitata dal mio passato-

Detto questo la ragazza rientrò, lasciano il Signor Carewell là di stucco e pensò

Una ragazzina troppo fragile per vivere e troppo viva per morire”

Se ne andò, lasciando una scia di rumore dei suoi passi.

Laura piangeva, e tanto. Strinse la lettera sul suo petto pensando ai momenti più belli passati con Ross, non poteva crederci, con lui era finito tutto.

Iniziò ad avere sospetti in lui, a vederlo come una minaccia dolce come una splendida morte.
Forse i suoi incubi le rivelavano qualcosa, ma cosa precisamente?
Forse l’incontro del Signor Carewell era destino, le aveva fatto aprire gli occhi solo con una parola:
brutti.
E non è una cosa di sempre.
Forse questo le sarebbe aiutato a capire chi era l’ombra e cosa voleva da lei, ma soprattutto se esisteva davvero.


SPAZIO AUTRICE
Scusate il ritardo, questo capitolo è un po’ diverso dagli altri, mi sono basato soprattutto sulle emozioni e parole dei nostri protagonisti. Mi scuso ancora per la parola usata in volgare.
Come avrete capito in questo capitolo ho parlato io per conto dei protagonisti, spero che la lettera vi sia piaciuta e anche le citazioni (sono mie) insomma lasciate una recensione?
Intanto sto lavorando a una nuova fan fiction
 Portami dove non bisogna sognare- Oceano Mare
Non vi anticipo nulla, posso solo dirvi che sarà una ff lunga, e molto poetica e insolita direi. Del resto più niente. Ma ancora di lavoro ci vuole per questa ff.
Beh, basta adesso. Ciao!
 
 
 
 
 
 

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