Un fantasma del mio passato di LadyGaunt (/viewuser.php?uid=37876)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cominciano i guai ***
Capitolo 2: *** Il rapimento ***
Capitolo 3: *** L'indizio ***
Capitolo 4: *** Andromeda ***
Capitolo 5: *** Una nuova minaccia ***
Capitolo 6: *** La partenza ***
Capitolo 1 *** Cominciano i guai ***
COMINCIANO
I GUAI
Era una splendida
giornarta d'estate, il sole ricopriva la città dell'Ovest con
i suoi caldi raggi, gli uccellini cinguettavano e un piacevole
venticello scompigliava i rami degli alberi.
La Terra era proprio un
bellissimo pianeta, se lo avesse distrutto veramente, come tante
volte aveva minacciato di fare, sarebbe stato un vero peccato. Lui
aveva viaggiato tanto per lo spazio e di pianeti ne aveva visti a
centinaia, ma mai, mai nessuno di questi era incantevole come la
Terra.
Prese la lattina di birra
dal tavolino vicino alla sdraio e ne assaporò un lungo sorso,
per poi tornare a rilassarsi sotto il sole.
Ormai la pace era tornata
sulla terra da almeno dieci anni e nonostante non tralasciasse mai
gli allenamenti, lui era pur sempre un principe e non disgustava il
lusso e la comodità che offriva la Capsule Corporation. Era
tutto perfetto quando...
“Coraggio ragazzi,
l'ultimo che arriva in acqua è un rammollito!!”
Vegeta ebbe solo il tempo
di aprire gli occhi che una mandria di adolescenti prese d'assalto il
giardino di casa sua per poi avventarsi sulla grande piscina.
Il nostro saiyan era tanto
sconcertato quanto furioso da non muovere un muscolo, fatto che gli
provocò un bel bagno causato dagli spruzzi dei ragazzi che si
erano in massa tuffati in acqua.
Dopo essersi ripreso dallo
shock e senza il bisogno di chiedere spiegazioni, Vegeta aveva deciso
che la vita di quei giovani era giunta al termine, motivo per cui era
nata spontanea sul palmo della sua mano una deliziosa sfera di
energia. Era sul punto di lanciarla per avere la sua vendetta quando
un paio di morbide e candide braccia gli avvolsero il collo.
“Ti prego papà,
non uccidere i miei amici! Sono sicura che non era loro intenzione
farti questo affronto”.
“E così
questi vandali sarebbero amici tuoi? Bra, li voglio fuori da casa
mia, subito!”
“E dai, fa così
caldo oggi che mi è sembrato giusto organizzare un party in
piscina. La casa è grande e sono certa che non daranno alcun
fastidio.”
“Bra, ti ho detto di
mandarli via, è un ordine!”
“Coraggio Vegeta,
non essere così acido, sono solo ragazzi, lascia che si
divertano.” Bulma si era appena avvicinata a loro indossando
uno splendido bichini bianco e blu che le donava tantissimo.
“Non schierarti
dalla sua parte, lo sai che...” la frase del saiyan fu
interrotta da un giovane muscoloso dagli splendidi occhi verdi che si
era avvicinato a Bra.
“Ehi Bra, ma che fai
ancora qui? Manchi solo tu!” poco dopo il ragazzo si rivolse a
Bulma “Oh, buongiorno signora Brief, ma lo sa che così
non l'avevo riconosciuta, l'avevo scambiata per una compagna di
scuola”.
“Ciao Kennor, grazie
sei molto gentile”
“Non deve
ringraziarmi signora, ho detto semplicemente la verità”.
Bulma stava per continuare
la conversazione, in fondo non le era mai dispiaciuto ricevere dei
complimenti, ma lo sguardo assassino con cui il marito fissava il
giovane le fu sufficiente per mettere fine alla discussione.
“Bene ragazzi,
andate a divertirvi, non perdete tempo con noi” disse
sbrigativa Bulma, fortunatamente anche Bra aveva capito le intenzioni
omicide del padre e aveva trascinato l'amico il più lontano
possibile.
Quando i due se ne furono
andati, la scienziata si rivolse al saiyan:
“Perchè fai
quella faccia? Non sarai mica geloso?”
“Come sarebbe a dire
geloso? Perchè mai dovrei essere geloso di un poppante
rammollito come quello?” Sbraitò.
Bulma rise e
abbracciandolo gli disse:
“Tranquillo, lo sai
che per me esisti solo tu” e posò le labbra sulle sue.
Quel gesto fece calmare
l'ira funesta del saiyan che addolcito rientrò in casa, per
quel giorno aveva deciso di risparmiare quei mocciosi terrestri.
Giunse nella sua camera da
letto dove, una volta sdraiatosi sul morbido talamo nuziale, si
addormentò.
Vegeta si guardò in
torno, non si trovava sulla Terra, ma quel posto gli era comunque
familiare. Continuò a fissare l'ambiente circostante, finchè
con sorpresa si rese conto di trovarsi sul suo pianeta d'origine. Per
essere precisi si trovava sul campo d'addestramento reale.
Amari ricordi lo legavano
a quel posto, ma anche la soddisfazione del padre nel riconoscere la
forza di suo figlio. Mentre si perdeva in questi ricordi, delle voci
attirarono la sua attenzione. Si avvicinò e poco lontano vide
tre figure. Due stavano combattendo mentre una rimaneva ferma a
guardare.
Vegeta si avvicinò
e quando fu abbastanza vicino, riuscì a riconoscere la prima
persona che se ne stava immobile.
Era una bellissima donna
dai lunghi capelli neri, aveva una postura regale e uno sguardo fiero
e triste che conosceva tanto bene con il quale fissava le altre due
persone, in braccio stringeva un neonato. A Vegeta non fu difficile
riconoscere la donna e il bambino, quella era sua madre e il neonato
era lui. Il saiyan rimase a fissarla per qualche interminabile
secondo, sapeva che tra qualche anno lo avrebbe abbandonato, neppure
lei si sarebbe salvata dalla furia omicida di Freezer.
Spostò la sua
attenzione sui due che si stavano allenando.
“Forza, alzati o non
sarai mai degno del ruolo che ti spetta” disse suo padre al
ragazzino che tremante cercava di rimettersi in piedi.
Il giovane tentò di
rialzarsi per poi ricadere sfinito al suolo.
“Mi vergogno di te,
mi vergogno di...”
Vegeta si svegliò
di botto, rimase per qualche secondo sconcertato da quel sogno, poi
delle urla e una potentissima aura provenieti dall'esterno
dell'abitazione lo riportarono alla realtà.
Continua...
Lady Gaunt
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Capitolo 2 *** Il rapimento ***
IL
RAPIMENTO
Correva per i corridoi
cercando di capire chi mai potesse essere il proprietario di quella
gigantesca aura. Non gli piaceva per niente, emanava malvagità
da tutti i pori e in più gli sembrava anche familiare.
Appena uscì in
giardino potè constatare la gravità della situazione,
una buona parte di esso era esploso e alcuni corpi senza vita
giacevano tra le macerie.
Sconvolto cominciò
a cercare le persone a lui care, temendo il peggio, poi con sollievo
la sua donna gli corse in contro tra le lacrime.
“L'ha portata via!
Ha preso la mia piccola Bra! Oh Vegeta fa qualcosa!”
Il saiyan era stravolto,
non aveva mai visto il viso della moglie così devastato dal
dolore e in più non riusciva a perdonarsi di non essere stato
li a proteggere la sua famiglia.
“Di che cosa stai
parlando, Bulma? Dov'è Bra? Chi l'ha portata via?”
Dopo qualche singhiozzo la
donna riuscì a parlare.
“Non lo so, il suo
volto era coperto, ma...”
“Ma cosa? Parla
dannazione!” Le urlò scuotendola dalle spalle.
“Ho riconosciuto i
suoi abiti”
“Che vuoi dire,
spiegati?”
Prima di parlare cacciò
via le lacrime.
“Aveva una battle
suit simile alla tua, una di quelle che indossavi quando eri agli
ordini di Freezer.”
Vegeta rimase spiazzato da
quell'informazione, l'attacco alla Capsule Corporation non era
rivolto alla Terra in generale, ma era mirato a lui, inoltre la
questione della battle suit confermava la sua teoria.
“A cosa stai
pensando? Hai capito chi ha rapito nostra figlia?”
“No, ma se l'ha
rapita non le farà del male, credo che sia me che vuole,
chiunque egli sia”.
“Aveva una
navicella, e ormai credo che abbia abbandonato l'atmosfera”
aggiunse Bulma e finita la frase, la donna riprese a piangere.
Vegeta strinse i pugni e
trasformandosi in super saiyan diede sfogo a tutta la sua ira.
“Me la
pagherààààà!!!” urlò.
Era furioso, in quel
momento stava provando la stessa sensazione d'impotenza che aveva
sentito quando tanti anni prima Mirai Trunks era morto sotto i suoi
occhi, ma questa volta le cose sarebbero andate diversamente.
“Presto Bulma,
prepara una delle tue astronavi” le ordinò.
Le parole del marito
riuscirono a scuoterla e la scienziata corse all'interno
dell'abitazione sperando che nessuno dei suoi macchinari si fosse
danneggiato.
Appena Bulma se ne fu
andata, il principe percepì delle aure in avvicinamento, si
voltò e Goku, Gohan, Goten e Trunks gli atterrarono accanto.
“Papàà!
Che è successo? Chi è stato? Bra e la mamma stanno
bene?” il giovane preoccupatissimo stava riempiendo il padre di
domande.
“Tua madre sta bene,
è in laboratorio a preparare l'astronave, va a darle una mano
dobbiamo salvare tua sorella!”
A Trunks non servirono
altre informazioni che già si stava dirigendo verso il
laboratorio.
“Che vuoi dire
Vegeta?” preoccupato Goten si era avvicinato al principe.
“L'hanno rapita,
razza di idiota! Secondo te che cosa vuol dire?”
“Calma Vegeta, siamo
venuti qui per darti una mano, anzi hai idea di chi possa essere
stato?” chiese Goku mettendosi tra il principe e il figlio per
evitare che questo ultimo venisse ucciso.
“Se lo sapessi
sarebbe già morto, ma quel farabutto e partito per lo spazio”
rispose furioso.
“Per lo spazio hai
detto? Bene allora che aspettiamo a partire? Se non ci sbrighiamo
potremmo perdere le sue tracce!” annunciò Gohan.
“Non se ne parla,
voi non andate da nessuna parte! Questa faccenda riguarda solo me,
voi restatene fuori!”
L'orgoglio del fiero
principe dei saiyan era abbastanza ferito, non si sarebbe mei
perdonato la sua disattenzione.
Come aveva potuto
permettere che sua filgia venisse rapita sotto i suoi occhi? L'unico
modo che aveva per riscattarsi era quello di risolvere questa
faccenda da solo.
Gohan gli si avvicinò
e lo fissò negli occhi, occhi che adesso bramavano vendetta.
“Vegeta, ascolta.
Posso capire benissimo cosa stai provando, ho anche io una figlia e
morirei se qualcuno me la portasse viao le facesse del male, ma
ricordati che non sei solo, noi ti aiuteremo”.
“Gohan ha ragione
Vegeta, tutti noi faremo il possibile per salvare Bra” disse
Goku accennando un sorriso.
“Esatto! E per
quanto mi riguarda sono disposto a sacrificare la mia vita per
riuscirci!” aggiunse Goten.
Dopo aver fissato i tre
per qualche secondo, Vegeta chiuse gli occhi e disse:
“Come volete, ma
adesso sbrighiamoci” e detto ciò i quattro saiyan si
diressero verso il laboratorio.
Bra si stava riprendendo,
non aveva idea di dove si trovasse e aveva un gran mal di testa,
provò a muoversi, ma appena cercò di distruggere le
maglie di metallo che le immobilizzavano le mani e i piedi alla sedia
in cui era seduta, una potente scarica elettrica invase il suo corpo.
“Si vede che nelle
tue vene scorre sangue saiyan, ma non del sangue qualsiasi del sangue
reale, non ti ci è voluto molto tempo per riprenderti”.
La saiyan alzò lo
sguardo e li difronte a lei se ne stava il suo rapitore. Cercò
di capire di chi si trattasse, ma il suo volto era coperto da una
maschera.
“Si può
sapere chi diavolo sei e che cosa vuoi da me?”
“A suo tempo lo
scoprirai, ti consiglio di non muoverti, ma penso che tu l'abbia
capito a tue spese”.
“Te lo dò io
un consiglio, lasciami andare o te la dovrai vedere con mio padre,
lui è il più forte dell'universo e sono sicura che sarà
già in viaggio per cercarmi”. Gli gridò.
Dopo qualche secondo di
silenzio le si avvicinò e le disse:
“Lo spero proprio
ragazzina, lo spero proprio.”.
Continua...
Ciao
a tutti, spero che questa mia nuova ff vi piaccia, bhe fatemi sapere,
altrimenti la cancello!
Grazie
a chi ha letto e in particolare ad Angelo Azzurro!
A presto
Lady Gaunt
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Capitolo 3 *** L'indizio ***
L'INDIZIO
“Adesso, stattene lì
buona, il viaggio sarà molto lungo ed io non ho intenzione di
chiaccherare con una mocciosa come te” le disse dandole le
spalle e dirigendosi verso la sala comandi.
“Tsk, ti credi
forte, vero? A me invece sembri solo un vigliacco, uno che rapisce
una povera ragazza indifesa e nasconde il proprio volto con una
maschera non può essere definito altrimenti” gli urlò.
Si fermò e
voltandosi tornò sui suoi passi.
“È
incredibile, nonostante tu sappia che potrei ucciderti in qualunque
momento mi provochi e mantieni un atteggiamento arrogante” . Si
avvicinò ancora di più alla saiyan e le accarezzò
i capelli con una mano guantata “ Inoltre, non credo proprio
che tu sia “indifesa” mi sembra che tu abbia opposto una
lodevole resistenza al tuo rapimento e riguardo alla maschera, sai...
non vorrei sconvolgere i tuoi occhioni azzurri”.
“Non toccarmi! Ti
assicuro che presto ti pentirai d'avermi rapito” disse
disgustata e scuotendo la testa.
L'uomò la fissò
in silenzio per qualche secondo.
“Sai, nonostante
l'aspetto gli somigli tantissimo e sono sicuro che deve volerti anche
molto bene.” prima che lei potesse capire le sue intenzioni, le
strinse il collo rendendole difficile la respirazione e malignamente
aggiunse “ Potrei spezzare in questo momento la tua
insignificante vita e avere la mia vendetta” poco dopo la
lasciò andare “ ma sai, preferisco farlo sotto i suoi
occhi, altrimenti dove sarebbe tutto il divertimento? Ahahah! ”
rise con tutto il fiato che aveva in gola e chiudendosi la porta alle
spalle, lasciò la povera Bra dolorante.
Raggiunse il posto di
controllo e digitò sulla tastiera, dopo diede uno sguardo al
monitor, in una settimana avrebbero raggiunto la loro destinazione.
Si alzò e si diresse verso il gigantesco oblò fissando
l'immensità dello spazio. Si tolse la maschera e si passò
una mano sul volto per poi ritrarla e chiudendola in un pugno disse:
“Presto mi vendicherò, Vegeta”.
“Allora? Ci vuole
ancora molto?” sbraitò Vegeta entrando nell'immensa
stanza con gli altri saiyan.
“Porta pazienza,
papà! Dobbiamo aspettare che il serbatoio si riempi e
rifornirci di provviste. Non sappiamo quanto dovremmo stare via e in
più, mamma non ha ancora finito di modificare i motori, sta
cercando di renderli più potenti” rispose il ragazzo
dall'alto di una delle impalcature.
“Trunks, quanto
credi che dovremmo aspettare?” chiese Goten facendosi avanti.
“Non vorrei
sbagliarmi, ma al massimo si tratta di un paio d'ore”
Il principe dei saiyan
diede un pugno sulla pareta a cui era vicino, provocandone delle
crepe.
“Un paio d'ore? noi
non abbiamo un paio d'ore!!!”
Dopo qualche secondo di
riflessione il viso di Gohan si illuminò, forse aveva trovato
la soluzione, si sitemò gli occhiali e disse:
“Senti papà,
usando la tecnica del teletrasporto, saresti in grado di raggiungere
quell'astronave?”
Goku lo guardò
perplesso “Umm... non ne sono sicuro, non ho mai provato con
una lontananza del genere, ma tentar non nuoce, giusto?”
rispose accennando un sorriso.
“Il teletrasporto?
Certo, come abbiamo fatto a non pensarci prima? La mamma ha sempre
avuto ragione, fratellone, sei un genio!” esclamò Goten.
Il volto di Vegeta parve
accendersi di una speranza tutta nuova.
“Allora che stai
aspettando, Kaaroth? Datti una mossa!”
“Si, subito”.
Il piccolo Goku chiuse gli
occhi e si concentrò al massimo per espandere la propria aura.
La sua forza spirituale crebbe smisuratamente e nel giro di qualche
secondo, il posto del bambino fu preso dalla possente figura del
supersaiyan di 4° livello.
“Bene, sono pronto”
disse e concentrandosi chiuse gli occhi e portò due dita alla
fronte, come era solito fare durante questa tecnica. A questo gesto
seguì qualche minuto di silenzio, un silenzio che al principe
dei saiyan parve eterno, “Allora? L'hai trovato?” sbottò
impaziente e spaventato di ricevere una risposta negativa. Nessuno a
parte lui osò fiatare, poi Goku abbandonò lo stato del
supersaiyan di 4° livello per riprendere le sue infantili
sembianze.
“Mi dispiace,
ragazzi. Purtroppo non riesco a percepirlo, deve avere azzerato la
sua aura.” rispose chinando la testa.
“Hai provato con
Bra?” chiese Goten.
“Si, per un attimo
l'ho percepita, ma subito dopo è diminuita drasticamente,
comunque sono riuscito a individuare la loro direzione, credo che
siano diretti verso la galassia del Sud” rispose.
Il volto di Vegeta si fece
pallido.
“H-hai detto... la
galassia del Sud... sei sicuro?” balbettò.
“Si, penso proprio
che si stiano dirigendo lì, Vegeta che ti prende? Perchè
fai quella faccia?”
non rispose e dandogli le
spalle si appoggiò alla ringhiera.
Forse si sbagliava, magari
stava esagerando, lo aveva creduto morto per tutti questi anni, ma
cominciava a temere seriamente per la vita di sua figlia.
Continua...
Ecco
qui per voi il seguito di questa mia nuova ff, fatemi sapere cosa ne
pensate!
Ringrazio
chi ha letto, ma soprattutto:
Angelo
Azzurro: ti ringrazio tantissimo per il tuo appoggio e spero che
questo capitolo ti sia piaciuto!
folg_89:
grazie, mi fa piacere che la mia storia ti appassioni!
Spero
di riuscire ad aggiornare anche domani!
Ciao, ciao
Lady
Gaunt
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Capitolo 4 *** Andromeda ***
ANDROMEDA
Bulma stava maneggiando
energicamente una fiamma ossidrica.
Il desiderio di salvare
sua figlia era l'unica cosa che le dava la forza di andare avanti,
l'unica cosa che le impedisse di lasciarsi andare ad un pianto
disperato. Le scintille provocate dallo strumento erano in netto
contrasto con le lacrime che, da dietro gli occhiali protettivi,
scendavano come un fiume sulle sue guance.
L'aveva vista
corraggiosamente battersi, per poi cedere ad un potere più
grande. Degna del titolo di principessa che aveva ereditato, aveva
raccolto tutte le sue forze e quelle poche tecniche combattive che
per puro istinto conosceva. Bra non aveva combattuto solo per la sua
vita, non si era tirata indietro per difendere sua madre e i suoi
amici.
Bulma non riuscì a
trattenere un singhiozzo al pensiero di tutte quelle giovani vite che
quel mostro aveva spezzato sotto i suoi impotenti occhi cobalto.
Chi era? Che cosa voleva
dalla sua bambina? Perchè gliela aveva portata via?
Si fermò.
Chiara e nitida le apparve
in mente il corpo ferito e inerme di sua figlia che veniva afferrato
da quel nuovo nemico venuto dallo spazio, per condurla all'interno di
quella grottesca astronave.
Si tolse gli occhiali
riprendendo a piangere, bisbigliando il suo nome ... Bra...
Una mano le si poggiò
sulla spalla, cercando di trasmetterle conforto.
“Mamma...”
Alle sue spalle Trunks la
fissava con sguardo amorevole.
“Mamma, vuoi che
continui io?”
Con una mano si asciugò
gli occhi, cacciando le lacrime.
“No tesoro, sto
bene, c'è bisogno anche del mio aiuto se vogliamo sbrigarci”
Sorrise e dopo averla
guardata in quegli occhi così simili ai suoi disse:
“Come vuoi tu”
si allontanò di qualche passo per poi voltarsi ed aggiungere
“non disperare, lo sai che papà la salverà”.
Chiuse per un istante gli
occhi per poi guardare, accennando un sorriso, il suo primogenito.
“Si, hai ragione...”
Detto ciò, si
rimise a lavoro.
Era lui... doveva essere
lui... l'unico in grado di odiarlo fino al punto di cercarlo per
tutta la galassia con l'unico scopo di saziare la sua bramosia di
vendetta. Non ne aveva la certezza, ma più ci pensava e più
si convinceva.
Ancora con le mani
poggiate sulla ringhiera, come se non riuscisse più a reggersi
da solo, e con il volto pallido, stava in silenzio, avvolto dai suoi
pensieri.
“Vegeta? Che cosa
hai? ho detto qualcosa che non va?” chiese Goku fissando
preoccupato Vegeta, era la prima volta che lo vedeva così
stravolto.
Il principe dei saiyan non
rispose alle domande dell'eterno rivale, troppo occupato a rivivere
scene di un passato che ormai aveva considerato eclissato e di cui
non si preoccupa di vedere riemergere.
Sotto lo sguardo dubbioso
degli altri guerrieri, si librò in volo, fino a raggiungere
lentamente l'impalcatura dove la moglie stava lavorando.
Bra aprì lentamente
gli occhi.
Inizialmente credette di
sognare o d'avere un'allucinazione. Sotto il suo sguardo confuso, una
donna dalla pelle ramata e dai capelli verdi era lì, china sul
suo corpo e intenta a medicarle le ferite che il suo rapitore gli
aveva procurato. Dopo ancora qualche secondo, si rese conto di non
trovarsi più in quella tetra stanza, legata a quella maledetta
sedia. Era sdraiata in un lettino, in quella che le sembrò
un'infermeria.
“Come ti senti?”
Quella strana donna la
stava fissando con i suoi occhi color smeraldo, facendole un sorriso.
Bra non rispose e le
rivolse uno sguardo altezzoso. Con lei non attaccava, era inutile
essere gentile, per trovarsi in quell'astronave doveva essere
complice di quel mostro mascherato e quindi mostro quanto lui. Provò
ad alzarsi, ma quel semplice movimento le provocò un dolore
acuto alla testa costringendola a ritornare nella posizione
iniziale.
“Non sforzarti, devi
riposare” le disse avvicinando una mano verso un taglio
presente sulla fronte della saiyan con l'intenzione di curarglielo.
Bra le cacciò via
la mano, per poi fissarla con odio.
“Non fare così,
devo finire di medicarti”
“Non mi serve il tuo
aiuto! Lasciami stare!” le disse.
Prima di risponderle la
donna la fissò per qualche secondo.
“Se vuoi rimetterti
in fretta devi lasciare che io ti aiuti e che ti...”
“Ti ho già
detto che non mi serve nessun aiuto, soprattutto il tuo!”
“Come puoi dire una
cosa del genere senza neppure conoscermi?”
“Sei al servizio di
quell'uomo e questo mi basta per capire che tipo di persona sei”
più la rabbia di Bra cresceva, più quella donna
assumeva un atteggiamento calmo e pacato.
“Chi ti ha detto che
io sia al suo servizio?”
Le sue parole suscitarono
sorpresa nella giovane saiyan che rimase in silenzio.
Approfittando di quel
momento di calma, la donna ritentò di medicare Bra, che questa
volta non si ribellò, ma che contiunò a fissarla con
occhi diffidenti.
“Si può
sapere che cosa volete da me?”
Non le rispose
immediatamente. Poggiò una mano sulla sua testa turchina sulla
quale apparve un lieve alone verde.
“Non parlare, hai
bisogno di riposo”
Improvvisamente Bra sentì
le palpebre pesanti e un innaturale bisogno di dormire che la fece,
contro voglia, cadere in un sonno profondo.
Prima di uscire dalla
stanza, i suoi occhi si posarono ancora sulla saiyan.
Bizzarro, è così
diversa dalla loro crudeltà, eppure nelle sue vene scorre il
sangue della stirpe di guerrieri più spietata dell'intero
universo, pensò.
Non appena sentì la
porta alle sue spalle aprirsi, si affrettò e rimettersi la
maschera di freddo metallo che in tutti quegli anni gli era diventato
familiare.
“Dovresti sapere che
con me quella maschera non serve” disse una voce alle sue
spalle.
Si voltò per vedere
la donna avvicinarsi a lui.
“Nonostante
l'aspetto ha lo stesso caratterino della tua razza” gli disse
portando una lunga ciocca verde dietro un orecchio.
“Non paragonare più
quella mocciosa insignificante alla mia stirpe! Il suo sangue è
sporco...”
“Sarà, ma...”
fece una pausa per poi riportare su di lui i suoi intensi occhi verdi
“credi davvero che sia necessario?”
“Lo è,
Andromeda, lo è...”
Continua...
Ringraziamenti:
Angelo
Azzurro: grazie, spero che questo capitolo sia di tuo gradimento! Cmq
non sarà facile raggiungere Bra!
brilu:
grazie, sono contenta che ti piaccia! Presto si scoprirà
l'identità del rapitore!
folg_89:
grazie e si, il nostro Vegeta non è ancora in grado di
raggiungere il quarto livello, per ora...! Ho seguito il tuo
consiglio e ho aggiunto il tag AU!
Swwtcicia:
grazie e spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto!
Ringrazio
chi ha solo letto e continua a seguire questa storia.
Ciao
Lady Gaunt
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Capitolo 5 *** Una nuova minaccia ***
UNA
NUOVA MINACCIA
“Bulma...”
Vegeta chiamò per
nome la compagna, la quale si voltò immediatamente verso la
sua figura possente sollevandosi gli occhiali protettivi, dietro cui
apparvero due arrossati occhi azzurri.
Prima di continuare, il
saiyan la fissò per un lungo istante, per poi chinare il capo.
“Mi dispiace...”
Confusa, la donna si
accostò al marito stringendolo in un tenero abbraccio.
“Non essere sciocco,
non è stata colpa tua”
Respingendola dolcemente,
il principe si perse in quei magnifici zaffiri per poi aggiungere:
“Lo è, o
almeno credo...”
“Non capisco, che
significa?”
“Ti spiegherò
dopo, ora ho bisogno che tu faccia una cosa, seguimi”
Bulma fissò
dubbiosa il saiyan, non aveva capito cosa avesse in mente, ma non
poteva lasciare i motori della navicella incompiuti.
Vegeta immaginò
subito i pensieri della moglie e voltandosi chiamò a gran voce
il figlio.
“Trunks!”
Una testa glicine apparve
dalle numerose apparecchiature.
“Vieni qui e finisci
questi dannati motori”
“Si, ma devo
ancora...”
“Obbedisci!”
“Va bene, ma...”
“Trunks, vuoi che ti
dia una mano?” da sotto le alte impalcature, la voce di Gohan
arrivò in aiuto del giovane.
“Si, Gohan grazie!”
“Se volete do una
mano anche io” disse Goku.
“No, no papà.
È meglio che tu non tocchi nulla qui, anzi tu e Goten perchè
non andate a casa ad avvisare la mamma di cosa è accaduto e
prendete qualcosa per il viaggio?”
“Ok, anche se credo
che Chichi non sarà contenta di questo nuovo viaggio per lo
spazio” rispose assumendo un'espressione preoccupata e
avviandosi verso l'uscita con Goten.
“Non preoccuparti
papà, sono certo che mamma capirà”
“No Goten, penso che
questa volta mi ammazza”
Quei meraviglisi smeraldi
continuavano a fissarlo con sguardo accusatorio.
“Perchè mi
guardi così? Non avrai qualche ripensamento?”
“Sai bene quanto io
non sia incline alla violenza, ma tutta questa storia è solo
una tua scelta”
“Allora perchè
diavolo hai quello sguardo?”
“Non pensi d'aver
esagerato con quella ragazza? Per curarla sono dovuta ricorrere ai
miei poteri!”
“Tsk, sai quanto me
ne importa di quella mocciosa”
“Ma...”
“Non aggiungere
altro!” tuonò l'uomo per poi continuare “Se ti
preoccupi tanto, occupatene tu. Adesso vattene, ho molto da fare”
“Come desideri”
Andromeda fece un inchino
appena accennato ed uscì dalla sala comandi.
Non appena la porta si
chiuse alle sue spalle, la donna si concesse un sorriso.
Aveva ottenuto quello che
voleva.
Aveva ottenuto quello che
voleva, si disse osservandola uscire. A lui la mezzosangue non
interessava un bel niente, la considerava solo un esca e Andromeda
poteva farci quello che voleva.
“Generale?!”
un soldato era entrato poco dopo l'uscita di Andromeda.
“Che c'è?”
“Siamo in
collegamento, il capitano Bietor aspetta le vostre istruzioni”
“Bene...”
ridpose con un ghigno malefico.
Il soldato si inchinò
e dopo che il suo generale lo raggiunse,i due si avviarono verso un
lungo corridoio che portava ad un ampia sala gremita di soldati. Al
centro di essa, in un gigantesco monitor, era apparsa l'immagine di
un giovane dai capelli corvini e gli occhi verdi.
Alla sua vista il giovane
si mise sull'attenti e disse:
“Generale, le truppe
sono disposte fuori dal sistema solare e attendono un vostro ordine
per procedere con l'invasione”
“Eccellente, non
credo che ci vorrà molto, ma non prendete iniziative senza un
mio segnale”
Il ragazzo chinò il
capo.
“Mi raccomando
Bietor, mi fido di te”
“Non vi deluderò”
Il monitor si spense e
l'uomo si rivolse al soldato più vicino a lui.
“Non appena una
navicella appare sul radar voglio essere avvisato”
“Si, generale”.
Si voltò, tornando
nella sala comandi e sedendosi sull'ampia sedia al centro di essa.
Tutto satava andando
secondo i suoi piani.
Evitando intralci ed
imprevisti alla fine di quella storia avrebbe avuto la sua
vendetta...e un nuovo pianeta.
Vegeta si rivolse
nuavamente a Bulma.
“Puoi stare
tranquilla, Trunks e Gohan si occuperanno dell'astronave e Kaaroth
non sarà in giro a creare problemi, quindi adesso seguimi,
abbiamo poco tempo.”
“Si può
sapere di cosa stai parlando?”
“Se vuoi riavere
Bra, fidati di me e fa quello che ti dico” le diede le spalle,
cominciando a scendere la lunga rampa di scale.
Arrivarono difronte una
porta che conduceva ad un ampio laboratorio pieno di invenzioni
guaste o incompiute e avvolte da teli bianchi per evitare che
prendessero polvere.
La scienziata cominciò
ad intuire l'idea del marito.
“Non vorrai mica...”
chiese fermandosi di botto mentre Vegeta continuava a camminare verso
la più grande di tutte quelle invenzioni.
“Si invece,
completala, perchè temo che questa volta un solo supersaiyan
di 4° livello non sarà sufficiente”.
Continua...
Ciao
a tutti! Scusate per il ritardo, ma gli esami dell'università
si fanno sempre più vicini e io ho sempre meno tempo da
dedicare alle ff, quindi ancora scusa e grazie a chi ha letto e
lasciato un commento:
Angelo
Azzurro
folg_89
vivvina
8WeirdSisters8
Lady Gaunt
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Capitolo 6 *** La partenza ***
LA
PARTENZA
“Che cosa???”
gridò tra le lacrime.
“Ti prego, Chichi,
non fare così...”
“Ho tutte le
motivazioni del mondo per reagire in questo modo” singhiozzò
“Tu e i miei adorati figli state per partire per lo spazio e
dovrete affrontare un nuovo potente nemico, secondo te dovrei essere
tranquilla! Oh, povera me...” continuò appoggiando la
testa sulla spalla della nuora.
“Mamma, ti assicuro
che non ci accadrà nulla di male, siamo pur sempre dei
supersaiyan” disse Goten facendo il suo ingresso con in mano
tre borsoni e accompagnato da Pan.
“È tutta
colpa di quel Vegeta! Sapevo che avrebbe portato solo guai!”
affermò con grinta.
“Mi dispiace che la
pensi così, tesoro, ma Bra è in pericolo ed è
nostro dovere aiutare Vegeta a salvarla”
“Goku ha ragione,
non possiamo restare impassibili” aggiunse Videl.
Chichi fissò la
giovane nuora con le scure iridi inondate di lacrime, sapeva
benissimo quanto suo marito avesse ragione, l'unica cosa che non
riuscisse a capire era perchè, perchè proprio a loro
veniva negata una vita di pace e serenità.
Chiuse gli occhi
lasciandosi andare ad un pianto disperato.
Videl la strinse in un
abbraccio consolatorio, sapeva bene quello che provava, era la
condanna che toccava a loro, mogli e madri di saiyan.
Andromeda era rimasta
fuori dalla porta ad ascoltare il collegamento con il capitano
Bietor.
Braccia conserte e sguardo
basso su cui veniva celato un alone di tristezza.
Il generale le passò
accanto senza neppure accorgersi della sua presenza, troppo
compiaciuto per come stessero andando gli eventi.
Lo seguì con lo
sguardo finchè le fu possibile poi, staccando la schiena dalla
parete a cui era appoggiata, si diresse verso la stanza in cui aveva
fatto spostare la loro “ospite”.
Era un suicidio... il suo
desiderio di vendetta li avrebbe condotti ad una fine certa, ma ormai
avevano preso la loro scelta e non era più possibile tornare
indietro...
“Potete andare”
Ordinò ai due
soldati che stavano di guardia alla camera.
Aprì la porta ed
entrò nella stanza andandosi a sedere sul letto in cui Bra
dormiva.
Si sporse verso di lei
adagiandole una mano sulla fronte che venne illuminata da
un'impercettibile luce verde.
Trascorsero pochi secondi
e la giovane aprì gli occhi.
Cominciando a mettere a
fuoco, si guardò attorno confusa.
“Dove mi trovo?”
chiese dopo essersi accorta della presenza di Andromeda.
“In uno dei nostri
alloggi, era il minimo che potessi fare per una principessa saiyan”
rispose abbozzando un sorriso che fece irritare Bra.
“Odio questo tuo
atteggiamento! È inutile che...”
“Ti prego, non
agitarti... non ti sei ancora ripresa” la interruppe con voce
materna.
Bra sussultò.
Sua madre, i suoi amici,
la sua famiglia... stavano bene?
Aveva perso conoscenza
troppo presto per accertarsene e quasi se ne vergognò.
Che stupida...
In tutta la sua vita aveva
vissuto come una comunissima terrestre, priva di quel desiderio
bellico che i suoi geni le imponevano, conscia del fatto che il suo
amato padre e il suo affettuoso fratello l'avrebbero sempre protetta.
Strinse le lenzuola
rimproverando se stessa di non essere stata in grado di proteggere le
persone a cui voleva bene.
Si vantava tanto delle sue
origini saiyan di cui in quel momento sentiva di non esserne
all'altezza.
“Ascoltami, devi
promettermi che non ti muoverai da questa stanza, principessa, e ti
assicuro che non ti accadrà nulla”
“Perchè sei
gentile con me! Non sopporto questo tuo comportamento ipocrita!”
Il volto di Andromeda si
fece serio e alzandosi dal letto disse:
“Mi dispiace che tu
la pensi così, ma se vuoi vivere farai bene a fidarti di me,
saiyan”
Era una follia!
Come le aveva potuto
chiedere una cosa del genere!
Aveva iniziato a lavorare
a quel progetto perchè era rimasta affascinata dagli effetti
che le onde bluzz avevano sui saiyan, ma il punto era che il suo era
rimasto solo un progetto! Quella macchina non solo era incompiuta, ma
non era mai stata collaudata e Vegeta sembrava avere tutte le
intenzione di usarla.
Era rischioso, ma lui non
aveva voluto sentire ragioni.
Le serviva tempo, l'unica
cosa che in quel momento non potevano permettersi il lusso di avere.
Dovevano essere trascorse
parecchie ora da quando suo marito le aveva imposto di completare
quell'invenzione. Ormai aveva quasi finito e sapeva che sicuramente
Trunks e Gohan avevano completato gli ultimi preparativi
dell'astronave.
Non poteva far a meno di
pensare a quanto Vegeta potesse essere preoccupato per questa nuova
minaccia. Se le aveva imposto di ultimare quella macchina allora la
situazione era seriamente grave.
Diede un ultima
controllata ai circuiti e quando fu soddisfatta del lavoro, aprì
l'angar in modo da poter caricare l'invenzione sulla navicella.
“Trunks, apri il
portellone, presto”
“Ma che cosa è
quell'affare?” chiese mentre eseguiva la richiesta della madre.
“Vedila come la
nostra arma segreta e spera di non arrivare al punto di usarla”
Gohan e Trunks si
scambiarono uno sguardo dubbioso.
“Allora? È
tutto pronto?” domandò impaziente il principe dei
saiyan.
“Si, papà,
stiamo aspettando solo Goku e Goten”
“Urg, dannato
Kaaroth, non serve a un bel niente!”
“Ehi Vegeta, siamo
qui!” squillò una voce infantile alle spalle del saiyan.
“Scusate per il
ritardo, abbiamo avuto un pò di problemi con la mamma...”
aggiunse Goten.
“Su forza adesso
basta perdersi in chiacchiere, salite a bordo prima che cambi idea!”
ordinò.
Mentre Gohan osservava la
scena con una punta di divertitmento, un pensiero gli balenò
in mente.
“Dove vai Gohan?”
“Aspetta Trunks,
devo solo controllare una cosa...” rispose serio entrando nella
navicella.
Dopo solo qualche minuto
delle urla riempirono l'ambiente.
“Noo! Lasciami!
Voglio venire anche io!”
“Non se ne parla,
signorina, sei riuscita già una volta con questo tuo
trucchetto a intrufolarti, ma questa è una missione
pericolosa”
Gohan era uscito
dall'astronave con Pan caricata sulle spalle che si dimenava come una
pazza.
“Lo so che è
pericolosa, ma ti assicuro che sarò all'altezza della
situazione, papà”
“Pan, ho detto che
tu non verrai, fine della discussione!” le disse mettendola a
terra.
“Uffa, ma perchè?!”
“Ahaha... ti è
andata male tesoro”
“Urg, non ti ci
mettere pure tu nonno Goku, altrimenti me la prendo con te!”
urlò furiosa.
“Pan, voglio che tu
vada subito a casa, sono stato chiaro?”
“E va bene, va bene,
me ne vado, ma sono certa che vi pentirete di non avermi portato con
voi” esclamò e sotto lo sguardo severo del padre prese
il volo verso casa.
“E' proprio una
piccola peste!” aggiunse Goten.
“Già è
tutta colpa dei geni che ha ereditato da suo nonno” disse
Trunks.
“Aahaha, può
essere...” disse sorridente Goku per poi aggiungere “
adesso andiamo, non dobbiamo perdere altro tempo”
Il gruppo salì
sull'astronave e dopo che tutti e 6 presero posto, Bulma premette il
pulsante di aviazione pensando:
“Non temere piccola
mia, stiamo venendo a salvarti”
Continua...
Ciao!!
finalmente sono riuscita a d aggiornare anche questa ff! Spero che la
storia continui ad appassionarvi! Un grazie speciale a chi ha
commentato:
8WeirdSisters8
Angelo
Azzurro
Grazie
a miettajessica e sonietta87 per aver messo la ff tra i preferiti!
Ossequi
Lady Gaunt
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