Caroline the rebel

di Diana924
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 parte ***
Capitolo 2: *** 2 parte ***
Capitolo 3: *** 3 parte ***
Capitolo 4: *** Conclusioni ***



Capitolo 1
*** 1 parte ***


Tutto finito, è ormai inutile illudersi, è tutto finito e io sono regina solo nel nome, e tutto per colpa sua. Cosa gli costava permettermi di assistere alla sua incoronazione, io sono la regina d’Inghilterra e sua moglie, non una delle sue sgualdrine che mi hanno umiliato per anni?  Era ovvio che sarebbe finita in questa maniera e che nessuno sarebbe stato dalla mia parte, i suoi fratelli e sua madre mi hanno sempre odiato, specialmente la sua piccola sorellina incestuosa.

Il popolo mi ama adesso ma so che qui in Inghilterra il popolo è volubile, l’ho sperimentato sulla mia pelle.

Sono nata in Germania, figlia del feldmaresciallo Carlo Guglielmo che tanto onore ha reso alla nostra casata durante la guerra contro la Francia quando emanò il proclama in cui si dichiarava protettore della sfortunata famiglia reale.

Mia madre invece era di un lignaggio di gran lunga superiore al suo essendo la sorella maggiore di colui che poi sarebbe divenuto mio suocero, re Giorgio d’Inghilterra ma che allora per me era solo uno zio lontano ed evanescente.

Il nostro non era un ducato importante, eravamo solo uno dei tanti nell’Impero, e non avrei mai creduto a quello che mi sarebbe occorso se qualcuno me ne avesse narrato quando ero bambina, io l’avrei scambiata per una fiaba, una fiaba tragica e allo stesso tempo ridicola. E invece è stata la mia vita, di cui rimpiango tanto ma che non rinnego, non lo farò mai, mai gli darò una simile soddisfazione. Avevo passato l’età più adeguata per sposarmi e già pensavo che avrei sposato un nobile di secondo ordine, di quelli che ne esistono a migliaia nel nostro Paese, o sarei rimasta nubile, l’idea di mia madre di fermi sposare mio cugino Giorgio di Galles, motivo per cui avevo appreso l’inglese fin da bambina, mi appariva come una chimera, ancora non sapevo che quella decisione avrebbe cambiato così drasticamente la mia vita .

Ballo, mi aspettano per ballare e li raggiungo, so che devo farlo, non mi è rimasto nulla e non mi sento molto bene ultimamente, pensavo di tornare in Italia, da lui, ma l’Italia è lontana e ho paura di non arrivarci, lui non mi consentirebbe di tornare, nemmeno da morta, per questo devo rimanere qui e continuare a lottare.

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Capitolo 2
*** 2 parte ***


Ho saputo solo dopo la catena di eventi che mi ha portata al matrimonio con lui, e come tutto sia stato folle e sconsiderato. Mi scelse da una miniatura, anche se sua cugina era un partito migliore, ma a lui non importava, il patto con suo padre era semplice: una moglie e in cambio il parlamento avrebbe pagato i suoi enormi debiti. 

Lui era già sposato, anche se io non lo sapevo ancora, era sposato con una cattolica, la povera Mrs Maria Fitzherbert e quando accettò di sposare me la ripudiò senza pensarci due volte, Giorgio è sempre stato un uomo emschino. Amante dell’arte, raffinato ma meschino. Povera Maria, non so chi di noi due ha più sofferto a causa sua, siamo due martiri con al differenza che lui l’amò, con me non fece nemmeno il minimo sforzo, mi odiò e basta.

Io questo non lo sapevo, intuì qualcosa quando lord Melsbury venne a prendermi in consegna, sapevo che non era soddisfatto di me ma non avevo abbastanza denaro per un corredo soddisfacente per la corte inglese e inoltre ero vestita in maniera dignitosa, per Brunswick almeno.

Quando ci incontrammo per la prima volta non fu amore a prima vista, o simpatia, ci fu solo disgusto, da tutti e due, questo lo ricordo bene, se avessi saputo quanto avrei sofferto sarei immediatamente tornata in Germania.

Lui si voltò verso il suo scudiero e senza nascondersi o fingere chiese ad alta voce del brandy perché altrimenti sarebbe svenuto e io non lo trovai così attraente come nel ritratto.

Non mi sento molto bene ma devo festeggiare, tutti si aspettano che festeggi e lo farò, ora non mi resta che questo.

Matrimonio, ci fu una messa, uno scambio di anelli e la nostra firma su un registro, ma quello non fu un matrimonio, non fu niente; ricordo ancora le sue lacrime di vergogna emntre eravamo di fronte al povero arcivescovo di Canterbury che era così imbarazzato.

E la notte, vorrei poterla dimenticare, ma l’umiliazione brucia ancora a distanza di vent’anni: io che lo aspetto a letto tutta la notte e lui che stramazza ubriaco sul tappeto dopo essersi ubriacato. Che vergogna quel giorno, quanto mi sono vergognata, per me perché non ero come Mrs Fitzherbert che allora non conoscevo e per lui perché era un ipocrita e un falso.

Accadde solo la mattina successiva, e la prima e unica volta, poi non volle più avere nulla a che fare con me. Non ero bella, non ero graziosa come le dame di Londra e non ero intelligente come loro, ma ero sua moglie e avrebbe dovuto mostrarmi un minimo di rispetto, rispetto che non ho mai avuto da lui.

Charlotte, la mia piccola Charlotte, la mia bambina, fu concepita quella mattina, e mi hanno portato via anche lei, tutto mi hanno portato via. Sua madre mi trovava detestabile, re Giorgio era folle e le sue sorelle e i suoi fratelli mi trovano stupida e rozza, lo so bene, tutta la famiglia reale mi disprezza tutt’ora mentre preferivano Mrs Fitzherbert, ma è lei la vera moglie del re, non io, lei.

Mi ha portato via prima i miei gioielli, per regalarli a quella sua amante, la figlia del vescovo irlandese, e poi mi ha confinata lontana da Londra, perché non voleva più vedermi.

Forse ho esagerato, ma era l’unica soluzione, se lui mi isolava dalla corte io ero libera di divertirmi, almeno così credevo. Nulla di scandaloso, ballavo, indossavo abiti particolari e mi piaceva flirtare ma era qualcosa che facevano tutti e mi divertivo, lui aveva al suo fianco Mrs Fitzherbert e l’altra, eppure non gli bastava avermi allontanata, voleva anche distruggermi.

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Capitolo 3
*** 3 parte ***


Ha promosso due inchieste contro di me ma il re folle non gli hai creduto, è stato l’unico a credere in me ma sapevo bene che non potevo continuare in quella maniera, per questo ho accettato quell’appannaggio e me ne sono andata. Ho viaggiato così tanto per l’Europa, poi l’Egitto e infine la Palestina, finalmente libera. Ho amato, dopo anni frustranti ho finalmente amato, il mio caro Pergami che mi sta spettando in Italia, il solo pensiero che non lo rivedrò più mi stringe il cuore ma la verità è questa: io non lascerò Londra, ora lo so.

Vivevamo felici in Italia, ero libera e innamorata di lui, nella nostra bella villa prima sul lago di Como e poi a Pesaro, ma poi il re folle è morte e lui è salito al trono, non mi ha nemmeno avvisato della morte della mia piccola Charlotte morta di parto, non sono stata una buona madre ma avevo il diritto di sapere, spero che sia stata felice durante il suo matrimonio come io non sono mai stata.

Da qui sono cominciate le mie disgrazie, avrei fatto meglio a rimanere in Italia ma non immaginavo che lui sarebbe stato così meschino e vendicativo.

All’inizio i londinesi che lo detestavano mi hanno accolta festanti, dopo tanto tempo la regina d’Inghilterra tornava in patria, e la cosa non gli è piaciuta affatto. Un ennesimo processo e nuovamente innocente, per fortuna non ho permesso a pergami di seguirmi qui a Londra, dovevo essere una buona regina mi ero detta, e lo sarei stata, ne ero così sicura.

E infine l’estremo insulto quando mi sono presentata per l’incoronazione a Westminister. Mi avevano già negato la mia incoronazione e poi anche un biglietto ma ero decisa ad entrare. Il mio povero scudiero si è tanto battuto per me ma ci è stata offerta una sola alternativa: o entrava da sola senza seguito o non entravo affatto.

Non mi sono mai sentita così insultata in vita mia, per questo me ne sono andata mentre i londinesi che fino ad una settimana prima mi amavano ora mi deridevano e mi insultavano. Giorgio potrà pure aver avuto la sua corona ma non gli porterà fortuna, è stato un buon principe di Galles ma sarà un pessimo re, io lo so, tutti i suoi fratelli saranno dei pessimi re, a partire da quel volgare soldato di Clarence per non parlare dell’incestuoso omicida Cumberland, e le sue sorelle sono anche peggio, ma loro sono inglesi, a loro è tutto concesso.

So che sto per morire, lo sento, ma se potrò fargli del male continuando a comportarmi così, ballando e flirtando allora lo farò, non per nulla solo la sua più grande nemica, lo ha detto lui.

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Capitolo 4
*** Conclusioni ***


Carolina di Brunswick, regina d’Inghilterra e moglie di re Giorgio IV morì a Londra il 7 agosto 1821 a causa di un cancro, anche se all’epoca si parlo del dolore e della delusione causatole da quel che avvenne il giorno dell’incoronazione.

La regina fu seppellita in patria a Brunswick, non prima che il corteo funebre a Londra fosse oggetto di polemiche e di lotte al fine di costringere il carro ad attraversare la City per l’omaggio, in atto di spregio verso re Giorgio che aveva vietato un gesto simile.

Le tante eccentricità della regina non l’avevano fatta ben volere dal popolo e dalla corte, tranne quando si trattò del secondo processo ma solamente perché gli inglesi che avevano amato Giorgio come principe di Galles lo detestarono come monarca. È probabile che alla base dei comportamenti della regina ci fosse la porfiria, male ereditario della dinastia Hannover da cui discendeva per via materna e Stuart e che condusse alla follia il suocero Giorgio III.

Carolina era inadatta al ruolo di sovrana ma va anche detto che non ebbe vita facile a corte, la regina Carlotta, le cognate e i cortigiani le preferivano di gran lunga Maria Fitzherbert; e in seguito alimentò pettegolezzi sulla vita privata che finirono per danneggiarla quando si trattò di rivendicare il suo titolo di regina consorte d’Inghilterra.

Giorgio IV di Hannover morì il 26 giugno 1830, ormai odiato da tutta l’Inghilterra che non gli perdonava gli sperperi e le numerosi amanti di cui si era circondato per tutta la vita. Da giovane era stato l’alfiere del buon gusto e dell’eleganza ma con gli anni appariva sempre più anacronistico e odioso.

Maria Fitzhebert, la cattolica prima moglie di Giorgio IV, morì invece nel 1837 fedele all’amore romantico del principe che pure l’aveva abbandonata e con il permesso accordatole dal cognato Guglielmo IV di indossare il lutto vedovile

 

 

Bibliografia

Amanda Foreman: la Duchessa

Antonio Caprarica: il romanzo dei Windsor

Flora Fraser: la regina ribelle

Roberto Giardina: Complotto reale

 

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