Loca por Ti

di jotiamor
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo Uno ***
Capitolo 2: *** Capitolo Due ***
Capitolo 3: *** Capitolo Tre ***
Capitolo 4: *** Capitolo Quattro ***
Capitolo 5: *** Capitolo Cinque ***



Capitolo 1
*** Capitolo Uno ***


-Martina: Se mi chiami di nuovo ringalluzzita, giuro che ti rompo tutte le ossa del piede. - Seduti in un tavolo del Resto Bar, con un ciglio alzato, Jorge Blanco osservò il ciglio increspato di Martina Stoessel. E gli parve che parlava sul serio. La sua amica era sul punto di cacciare fuoco.
 
Jorge non aveva mai potuto resistere alla tentazione di farle degli scherzi, e per puro cocciutaggine decise di continuare a scherzare, ma prima doveva mettersi in salvo. Quindi nascose le gambe sotto la vecchia panca di plastica rossa per impedire che la signorina Stoessel, sul punto di esplodere, non gli rompesse le ossa del piede con l'aguzza stecca del suo studio di disegno.

-Jorge: Sei in quei giorni del mese, non è così, dolcezza? - chiese, fingendo compassione. Quando lei emise un grugnito di protesta, lui guizzò, tutto innocente – Ho detto qualcosa di male?
-Martina: Per un uomo di tanta esperienza con le donne, dici proprio il peggio per impressionare una donna.
-Jorge: Quindi adesso sei una donna, non è così?

Non era molto tempo che la piccola Martina Stoessel, la sorella minore del suo migliore amico Ruggero Stoessel, aveva dichiarato che sarebbe stata una cow-girl e che sarebbe morta prima che qualcuno la vedesse con altri panni che non fossero i suoi pantaloni, i suoi stivali ed il tipico cappello da Texas.

Bene, poteva dare testimonianza che ancora stava viva, e molto viva, anche se pochi anni prima aveva cambiato il tessuto da cow-girl per quello di seta ed i suoi vecchi stivali per dei leggeri stivali italiani. Grazie ad un fondo che Ruggero aveva stabilito per lei, Martina non doveva lavorare, anche se la ragazza viziata de Royal, Texas, sempre era occupata in qualcosa. Quando non faceva la volontaria all'ospedale o alla biblioteca, dedicava molte ore settimanali a prendersi cura degli anziani della casa di riposo che non resistevano al suo sorriso.

E, si. Definitivamente era viva, tornò a pensare Jorge prima di lanciare un breve sguardo di apprezzamento ai seni ben formati che premevano contro la seta avorio della camicia.

Ma si supponeva che non doveva notarlo. Si supponeva che non doveva avvertire niente di lontanamente sensuale o femminile in Martina.

Jorge si abbassò la visiera del cappello fino alle ciglia. Il problema era che lei aveva ragione in una cosa. Ormai non era una ragazza ringalluzzita. Era un donna bellissima... stupenda con quegli espressivi occhi color nocciola, il corpo perfettamente proporzionato ed una bocca che faceva che un uomo di chiedesse come sarebbe sentire la pressione di quelle labbra sopra la sua pelle nuda.

Di certo lui non doveva farsi quelle domande. Non poteva pensare a lei in quel modo. Si sforzava enormemente per non farlo.

Con il ciglio alzato, tornò a guardare il viso della giovane, gli occhi color nocciola e si obbligò a riprendere i suoi panni di fratello adottivo.
-Jorge: Perché sei così infastidita, orsetto Tini? - lei gli lanciò uno sguardo furioso.
-Martina: Sei peggio di mio fratello. - farfugliò mentre beveva un sorso di caffè pieno di crema – Non mi prendete sul serio. - Jorge si piegò nella panca mentre resisteva all'urgenza di confessarle quanto sul serio la prendeva, e quanto sul serio lei poteva fargli impazzire il cervello se non lo controllava con fermezza.
-Jorge: Che fa Ruggè?
-Martina: Il solito. Mi tratta come una bambina.
-Jorge: Ti vuole molto bene. - disse lentamente.
-Martina: E tu? Che fai qui? - chiese bruscamente.
-Jorge: Bene, che io ricordi, ti ho chiamato per sapere come stavi. Allora hai detto che avevi un giorno molto lungo davanti e mi hai chiesto di vederci qui per bere un caffè. - disse con cautela perché non voleva che lei sapesse che, a richiesta di Ruggero, da due settimane non le toglieva occhio di dosso.
Martina mosse la testa da un lato all'altro.

-Martina: No, non mi riferisco al fatto che stiamo bevendo un caffè al Resto Bar. Quello che voglio dire è che diamine facciamo io e te qui. Per l'amor di Dio! È sabato e quasi sera. Perchè non siamo fuori città insieme ai nostri rispettivi amici bevendo qualcosa, con aspettative di una notte ardente, appassionata?
-Jorge: Ferma lì! - disse bruscamente – Non voglio discutere della mia vita sentimentale con te.
-Martina: Per non dire che non vuoi discutere nemmeno della mia.
-Jorge: Farò come se non avessi ascoltato quello che hai appena detto. - rispose con fermezza – Perché se lo avessi ascoltato, dovrei informare tuo fratello, e plausibilmente lui si sentirebbe obbligato ad ammazzare il messaggero, che sarei io, prima di venire a cercarti. Ed il Signore si avveda dell'uomo che avrebbe avuto il coraggio di toccare la sorella minore di Ruggero Stoessel.

Martina negò con la testa mentre lasciava scappare una risata carente di umore.

-Martina: Puoi respirare tranquillo, fifone. Attualmente non esiste la minima possibilità che mio fratello uccida qualcuno. Vuoi sapere perché? Perché non ho una vita sentimentale. – Jorge sentì che la conversazione le scappava velocemente dalle mani.


Nota Autore: Buon giorno! Sono tornata con una nuova storia. Spero davvero che vi piaccia, quindi fatemi sapere cosa ne pensate con delle recensioni. Spero di poter continuare appena possibile nonostante i vari impegni scolastici. A presto :*

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Capitolo 2
*** Capitolo Due ***


-Jorge: Credo che non voglio sentir parlare nemmeno di questo.
-Martina: Hai la più lontana idea di quello che significa per una donna di 23 anni essere ancora vergine?
-Jorge: Geniale! Perché non lo dici un po’ più ad alta voce così tutto il mondo lo sa? Che modo di parlare è questo per una donna come te?
-Martina: Questo è il problema. Forse non sono una donna. Forse sono una pericolosa ragazza affezionata al sesso che fa impazzire gli uomini con la mia provocazione e seduzione...
-Jorge: No! - scuotendo la testa – Oh no, sicuramente non stai dicendo niente di tutto questo.
-Martina: Che succede, Yoyi? Ti sto rendendo nervoso... forse un po’ eccitando?

Si. Era riuscito ad eccitarlo.

-Jorge: Vedrai, sono sufficientemente nervoso per metterti in ginocchio e darti un paio di scullaccioni. – la avvisò mentre lottava per recuperare la ragione. Tini lo guardò con gli occhi semi-aperti ed un perverso sorriso da ragazza cattiva.
-Martina: Oh, questo sa di... perversione sessuale. - Il cuore fece un salto nel petto di Jorge.
-Jorge: Tini, ti avviso. Se continui così io...
-Martina: Che? Lo racconterai a mio fratello? Mi porterai a casa e mi legherai ai piedi del letto? Anche se io preferirei fare altre cose nel letto... - disse con la voce troppo alta.

Jorge la implorò con lo sguardo che parlasse in voce più bassa prima che gli altri clienti si rendessero conto della conversazione.

-Jorge: Ce ne andiamo. - grugnò all'improvviso.
-Martina: Non ne ho voglia. - replicò con uno sguardo furioso – Vattene tu, perché io resto qui e mi presenterò al nuovo arrivato in città. Forse vedrà in me qualcos'altro che io sono la sorellina di Ruggero Stoessel, e forse non dovrà scappare per salvare la sua vita.

Jorge la fulminò con lo sguardo, anche se lei non gli prestò la minima attenzione. Con lo sguardo fisso nell'angolo del locale, prese una matita per le labbra e si applicò un brillante rosso ciliegia. Lui guardava ancora fisso quella bocca, bloccato nella fantasia del segno di quelle labbra rosse sopra il suo ventre nudo, quando lei andò verso l'esterno della panca e si mise in piedi dirigendosi al nuovo arrivato.

Di fatto, il dottor Thiago Bedoya era la ragione per la quale Ruggero gli aveva chiesto che non perdesse di vista Martina.
“Non potrei dire niente di concreto” gli aveva detto Ruggero pensieroso con il ciglio inarcato la prima volta che aveva parlato con Jorge “ma c'è qualcosa in quel tipo che non mi piace. Forse è un po’ troppo astuto e troppo sdolcinato per i miei gusti. Ma, per qualche motivo, sembra che Martina abbia messo i suoi occhi su di lui”.

Bene, Ruggero e lui almeno erano d'accordo rispetto al dottore, pensò Jorge con severità.

Vedendo che Martina dava un passo in direzione di Bedoya, Jorge le prese il braccio e la obbligò e sedersi.
-Jorge: Thiago Bedoya? - chiese ignorando la sua protesta perché le lasciasse il polso mentre cercava di convincersi che quella sensazione nella pancia non era una punta di gelosia – Vuoi andare a sedurre il dottor Bedoya?
-Martina: Bene, non lo avevo pensato esattamente così, ma grazie, Jorge. È una grande idea. E se ho fortuna, può essere che domani io non sia più l'ultima vergine di 23 anni che rimane in Texas.
-Jorge: Vai a casa. Questa sera non sei in te.

Dopo aver cercato nella tasca, prese delle banconote e le mise sopra il tavolo. Dopo la condusse verso la porta tenendole il gomito con fermezza mentre ignorava le sue proteste.

La furiosa signorina Stoessel lo insultava ancora quando Jorge le mise una mano dietro la nuca e la scortava fino alla macchina.
-Jorge: Vai a casa. - ordinò mentre apriva la porta del conducente.
-Martina: Vai all'inferno. - sparò lei con uno sguardo velenoso.
-Jorge: Resta sempre questa possibilità, ma nel frattempo ti seguirò per assicurarmi che tu guidi nella direzione corretta.
-Martina: Sei un primitivo! - esclamò furiosa prima di chiudere sbattendo lo sportello.
-Jorge: E non dimenticare di rispettare i limiti di velocità. - Lei mise in moto la macchina bruscamente. Jorge prese una gran boccata di aria e si diresse verso il suo veicolo. Dopo, di fretta si aprì la strada tra le macchine per non perderla di vista. Il giorno seguente avrebbe parlato con Ruggero. Il suo amico poteva trovare un altro cane da guardia per vigilare sua sorella. <>, pensò senza finire di ricordare il modo nel quale Martina lo aveva eccitato e si supponeva che lui doveva guardarla come ad una sorella minore.

I genitori di Jorge si erano presi cura di Ruggero e Martina quando i loro morirono in un incidente stradate da ormai 13 anni. Ricordava ancora l'immagine di Martina, una bambina di soli 10 anni, triste e desolata, piangendo fra le sue braccia. Ma ultimamente e troppo spesso, gli costava un grande sforzo pensare a lei come quella dolce ragazzina che era quasi una sorella per lui.

Una cosa, era la relazione fra di loro quando aveva 10 anni e lui 16. Ma in quel momento, bene, era una storia diversa. Le ragioni che lo portavano a non perdere di vista Martina si allontanavano molto dall'essere fraterne, per molto che lui provasse.

Ruggero lo avrebbe ucciso se avesse sospettato che Jorge pensava a Martina come una donna attraente.

Jorge vide come Martina saltava la luce rossa del semaforo. Lo lasciò aspettando che il semaforo diventasse verde.
-Jorge: Maledetta donna. - mormorò scuotendo lentamente la testa, ma senza finire di sorridere vedendo che i fari del retro della macchina sparivano in mezzo al traffico – Mi ammazzerà.

Una setosa capigliatura castana. Sensuali labbra piene. Seni fermi e pieni. Jorge dovette aggiustarsi la zip dei pantaloni come doveva farlo ogni volta che la vedeva ultimamente.

A qualche passo più lontano, finalmente potette raggiungere la macchina di Martina. Cinque minuti più tardi, la vide uscire dal veicolo come una tempesta ed entrare a casa sua. Dopo qualche secondo, vide che si accesero le luci all'interno dell'abitazione.

-Jorge: Mi renderai pazzo. - mormorò mentre si dirigeva al Club de Ganaderos – Anche se lo trovo molto bello.

Aveva bisogno di un drink. Il giorno dopo avrebbe visto Ruggero. Aveva bisogno di guardarlo direttamente negli occhi e ricordare che la donna che originava le sue fantasie sessuali era la sorella minore del suo migliore amico.

La sorella minore vergine.

Il sangue di raccolse nelle sue guance e in altre parti del corpo che non dovevano avere nessuna relazione con Martina.

Jorge sapeva che dopo la morte dei genitori, Ruggero si era preso la responsabilità di proteggere sua sorella. Erano passati molti anni ma non aveva modificato il suo comportamento, ed era chiaro che se fosse stato per Ruggero, Martina sarebbe morta zitella.

D'accordo, dove finire di pensare a lei in quel modo. Ed il giorno seguente dove preparare una scusa per convincere Ruggero che ormai non poteva continuare ad asfissiare sua sorella.
 
Nota Autrice: Buona Sera, ci sono riuscita! Dopo solo due giorni sono riuscita ad aggiornare, ringraziate il fatto che il sabato a scuola non si faccia granché :’)
Bene, in questo capitolo possiamo capire che la nostra Martina ha un bel caratterino e il nostro Jorge, sotto gli ordini del fratellone Ruggero, la protegge e la tiene lontana da dei possibili spasimanti come il dottor Thiago Bedoya (Nome di uno dei protagonisti di Casi Angeles, nessuno lo sa ma sono una vecchia Teenatica). Infine possiamo notare come il nostro Yoyi sia attratto dalla innocente Martina eheheh. In questa storia i personaggi sono un po’ più grandi rispetto alla realtà ma hanno comunque i loro sei anni di differenza ;). Ora cosa pensiate che succeda? Abbiamo letto quello che pensava il ragazzo sulla ragazza, ma Martina? Cosa prova per Jorge? Questo è un misteeero, fino al prossimo capitolo! Ahahah alla prossima chicos, mi raccomando, RECENSITEEE gracias <3
Dedico questo capitolo alla mia gemella separata dalla nascita ovvero “I suoi occhi verdi”, ci ho messo un po’ di Teen Angels ahah baci :*

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Capitolo 3
*** Capitolo Tre ***


“Anche se io preferirei fare altre cose nel letto...” Martina si ripeté mentalmente le sue parole mentre usciva dalla doccia e prendeva un asciugamano rosa pallido dall'armadio.

Davvero aveva detto quello? Proprio a Jorge Blanco? Con un gemito, seppellì il viso nella morbidezza dell'asciugamano. Se solo avesse avuto l’intelligenza di fermarsi in tempo. Ma no, dovette anche parlare di un letto largo e tentatore con la speranza di vedere una scintilla di interesse nei suoi occhi.

Interesse per lei?, pensò sbuffando. Se fosse stata un cavallo, forse. O uno di quelle moto da cross al quale era tanto affezionato. No, Jorge Blanco mai avrebbe dimostrato interesse nè per lei nè per un letto, almeno che non fosse per chiederle che glielo facesse, visto che lui era stato troppo occupato con le sue moto, o cacciando ragazze in città.

Dopo essersi asciugata i capelli con l'asciugamano, Martina si guardò con disapprovazione.

-Martina: Imparare alcune lezioni è più difficile che impararne altre.- mormorò mentre sentiva che la sua rabbia si calmava lasciando passo alla stanchezza e alla malinconia.

Sì, era vero. E Jorge era una delle peggiori lezioni.

Con un sospiro, finì di asciugarsi e dopo si mise una crema che odorava di salvia, limone e di un profumo leggermente sensuale e profondamente femminile. Lo aveva comprato pensando a lui.

Sì, era patetica, pensò sbuffando di nuovo. A dire il vero, cosa faceva senza pensare Jorge? Guardò di nuovo il suo afflitto volto nello specchio. “Una volta per tutte, cosa farai con lui?”. Sinceramente, non lo sapeva. Lo amava da sempre. Lo idolatrava; ma lui non l'aveva mai vista in altro modo che come la sorellina minore, ed era chiaro che dopo quella notte nemmeno lo avrebbe fatto, visto che non si era nemmeno affrettato ad accettare nessuna degli inviti poco sottili che aveva lasciato cadere durante l'incontro al Risto Bar. Si, era chiaro che non l'avrebbe mai vista in un altro modo.

Martina si morse il labbro pensierosa ed affrontò l'inesorabile verità. “Forse è arrivata l'ora di rinunciare”.
Dopo di essersi messa una comoda con un pantaloncino e una canotta, andò nel soggiorno con il phon asciugando i capelli umidi e si sedette sul sofà con i piedi su di esso. Dopo essersi coperta con una coperta di stoffa azzurra cercò il telecomando della TV. Durante i seguenti 5 minuti cercò di farsi all'idea che era necessario rinunciare alla fantasia di lui e lei insieme per sempre. Schiacciando i pulsanti del telecomando, cercò di pensare nel suo lavoro nell' “Unità dei Bruciati”, ai bambini del “Centro del Giorno”, qualunque cosa per allontanare Jorge dalla sua mente. Finalmente, rinunciò a cercare un programma interessante ed il suo sguardo si fermò nell'album di fotografia posto su uno scaffale.

Una fotografia di Ruggero e lei insieme ai suoi genitore le strappò un sorriso agro-dolce mentre toccava con l'indice sui visi sorridenti di German e Maria Stoessel. Aveva 9 anni e Ruggero 15 quando li fecero la foto a Fort Worth. Fu una delle ultime fotografie della famiglia prima dell'incidente che si prese le giovani vite dei loro genitori.

Martina desiderò con tutto il suo cuore che fosse così difficile dotare di animazione quelle figure immobili. Aveva sempre voluto ricordarli in tre dimensioni e pieni di vita... ma dopo 13 anni, quella connessione vitale si era spenta insieme al colore della fotografia.

Con un ultimo sguardo, girò la pagina.... ed era lì. Jorge. Spettinato, spilungone, dalle spalle larghe ed occhi verdi. Allora aveva 16 anni e lei 10. Il suo cuore fece un salto come sempre quando appariva davanti a lei, quando pensava a lui, quando si permetteva di credere che poteva essere qualcos'altro che un fratello adottivo dopo che i suoi genitori iniziarono a prendersi cura di lei dopo il fatale incidente che la lasciò attonita, confusa, chiusa in se stessa.

A peggiorare le cose, Ruggero si era iscritto al Corpo dei Marines degli Stati Uniti mesi prima dell'incidente e dovette andarsene poco tempo dopo. Non si era mai sentita così sola. Anche il quegli istanti, i suoi occhi si inumidirono al ricordo di quella solitaria notte in cui Jorge la trovò nell'abitazione di Angie la madre di lui, aveva decorato per lei con speciale attenzione per compiacere la bambina che era allora. Era sulla soglia della porta; un ragazzo dalle spalle larghe, con uno sguardo pensosa ed un'espressione desolata che annebbiò per alcuni istanti il suo viso così raffinato. 
Dopo entrò nella stanza con un brillante sorrise. Rumorosamente cercò di strapparle una risata con i suoi scherzi e, senza volere, svegliò la futura donna che cresceva nella sua anima di bambina di 10 anni. E fu allora che si innamorò di lui.

Martina chiuse l'album lentamente e lo appoggiò contro il suo cuore. Quell'album rappresentava il suo passato. Come la fantasia che un giorno Jorge potesse amarla; una fantasia che albergava nel suo cuore dall'infanzia. Senza dubbio, quella notte aveva dovuto finalmente accettato che non poteva esistere. Martina sentì che una lacrima si insinuava sulla sua guancia. No, Jorge Blanco non era destinato ad essere il suo principe azzurro.

Pertanto, era arrivata l'ora di mettersi in movimento.

Nota Autrice: Buona sera! Non so come ma oggi sono riuscita a pubblicare il capitolo, in questi giorni sto avendo tantissime interrogazioni. Domani mi aspetta il compito di Economia Aziendale e l'interrogazione di Diritto. Muuuuuucho bien. Comunque, in questo capitolo abbiamo la nostra Martina che ci rivela i suoi sentimenti per Jorge, è cotta. Ma vuole dimenticarlo.Vuole andare avanti e vuole trovare il suo principe azzurro. Inoltre fa un salto tragico nel suo passato. Mi sono rattristata nel scrivere questa parte..... ma okey. Che altro? Niente. Spero che il capitolo vi sia piaciuto. Spero di poter aggiornare il capitolo, ma come sempre fatemi sapere cosa ne pensate con una recensione. Alla prossima chicos! :**

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Capitolo 4
*** Capitolo Quattro ***


Pertanto, era arrivata l'ora di mettersi in movimento. Martina voleva avere una relazione sentimentale. Desiderava un marito e dei figli dalle guance paffute. E visto che finalmente aveva accettato il fatto che Jorge mai avrebbe fatto parte di quel sogno, decise che era ora di trovare un uomo che lo avrebbe fatto. E doveva farlo al più presto.
La giovane sussultò al sentire che suonavano alla porta. Dopo essersi asciugata le guance, andò nell'atrio e subito scoccò uno sguardo all'orologio. Era quasi mezzanotte. Dopo aver guardato dallo spioncino, il cuore le fece un salto.
-Martina: Jorge. - disse mentre apriva la porta.
-Jorge: Ciao, orsetta. - salutò con un sorriso sbieco – Posso entrare un secondo, o questa notte sono diventato in una persona non gradita?

Lei guardò il suo viso elegante ed espressivo, i sorridenti occhi verdi che tante volte avevano riscaldato la sua anima. Aveva una sottile cicatrice sullo zigomo, sotto l'occhio sinistro, forse un ricordo dei suoi giorni di accademia. C'erano anche altre cicatrici. Martina non ignorava che era stato protagonista di alcune risse a quei tempi. Gli anni dell'accademia erano stati duri e a volte i pugni abbondavano. Jorge era stato molto vicino al realizzare il suo sogno. E anche lei a realizzare il suo di essere amata da lui. Almeno era stata molto vicino al conquistarlo... ma nella sua mente.

-Jorge: Ehi! Dove sei andata, orsetta? - sbattendo le palpebre, lei si rese conto che era tornata alla realtà.
-Martina: Mi dispiace. - disse mentre lo faceva entrare – Mi hai sorpreso. Che succede? - lui scrollò le spalle mentre le dirigeva un timido sguardo.
-Jorge: Volevo solo assicurarmi che tutto andasse bene dopo di... tu sai. - Lei inclinò la testa.
-Martina: Di portarmi via dal ristorante come se fossi una bestia senza marca...?
-Jorge: Ah... sì... dopo di questo. – rispose con una smorfia.
-Martina: Non ti affliggere. - disse, decisa a voltare pagina ed ignorare che se le scioglieva il cuore – Ma che non succeda di nuovo, d'accordo?
-Jorge: Questo vuol dire che ancora pensi...?
-Martina: Sedurre il dottor Bedoya? Sai cosa, Jorge? Credo che Ruggero e tu, e se mi consenti, il resto degli uomini del Club dei Mandriani, funzionano con l'idea errata che tutte le donne del mondo hanno bisogno di essere salvate da un pericolo. - disse. Lui la guardò un po’ sorpreso – Che? Pensi che non so quello che succede in quel luogo a porte chiuse? Per l'amore di Dio, Ruggero è mio fratello. A volte sparisce per giorni. E tu e gli altri. E non è una coincidenza che a poco tempo dal suo inaspettato ritorno ai mezzi di comunicazione informino che si è impedito la deputazione di un crimine atroce?
-Jorge: Ma...

Martina scoppiò a ridere al vedere l'espressione di panico sul viso di Jorge.

-Martina: Non mi guardare con quella faccia, Jorge. I tuoi segreti sono in salvo. Mi riferisco a Lodovica. So che in questi momenti stanno cercando di scoprire cos'è quello che l'ha portata in Texas. Spero che abbiate successo. Le voglio bene come ad una sorella, e la piccola Camilla, bene, mi ha rubato il cuore. Voglio che stiano in salvo.

-Jorge: Martina... - pronunciò il suo nome con tanta cautela che la giovane si impietosì.
-Martina: D'accordo. Va bene. Voi non vi dedicate a salvare damigelle spaventate. Non investigate in segreto sulle cose orribili che sono successe a Lodo. D'accordo, è la vostra storia e potete raccontarla come vi va. Nel frattempo – Martina alzò una mano vedendo che voleva interromperla – non ho niente a che vedere con il problema di Lodo.... il che significa che non ho bisogno di protezione. E, visto che non ne ho bisogno, quello che io faccio e con chi lo faccio non è affar tuo.

La giovane osservò che la espressione agitata di Jorge aveva lasciato il posto ad una certa tristezza. Ma non aveva importanza. Lei ormai non poteva più permettersi il lusso di preoccuparsi per lui.

-Jorge: Sarai sempre un mio affare, dolcezza. - mormorò accarezzandole la guancia con la mano. Dopo la lasciò cadere ad un fianco, come se all'improvviso fosse cosciente di quello che faceva – Solo ti chiedo di stare attenta, d'accordo? - mormorò.

Allora, come se non potesse evitarlo, le accarezzò la nuca e la attrasse a sé. Lei poté percepire l'odore della sua colonia quando si inclinò per baciarla sulla fronte.
-Jorge: Buona notte, orsetta Tini. Non dimenticare di mettere il chiavistello alla porta.

Più tardi, con i piedi radicati al suolo, la giovane sentì il rumore dell’auto che si allontanava.
-Martina: Arrivederci, Jorge. - mormorò alla strada, sapendo che in quel istante si congedava da un sogno che aveva accarezzato per 13 anni.

Poco dopo, andò a letto pensando ai possibili candidati a convertirsi nel suo uomo perfetto. La lista era molto corta. E tutto perché Ruggero si incaricava di terrorizzare qualunque fidanzato in prospettiva. Anche se lo faceva con buone intenzioni, riusciva sempre a farli scappare. Ruggero era il principale colpevole del fatto che ancora fosse single e vergine a 23 anni.

-Martina: Bene, per lunghi anni hai preso molto sul serio il ruolo di protettore, fratello mio. - mormorò mentre appoggiava la testa sul cuscino.

Ormai non era la bambina di 10 anni, persa e confusa alla quale mancavano mamma e papà. Attualmente era una donna, almeno in età, perché in quanto all'esperienza era ancora molto acerba. Anche se non sarebbe stato per molto tempo. Doveva esserci un uomo che non si sentisse intimidito da suo fratello. Doveva esserci qualcuno appena arrivato alla località, che non conoscesse Ruggero ed il suo modo di far scappare i suoi pretendenti.

Qualcuno come il dottor Thiago Bedoya.

Sì, era vero che le piaceva il suo lavoro alla biblioteca con la sua amica Mecedes, ed anche il suo lavoro in clinica, e raccogliere fondi per cause benefiche. Ma quello che più le piaceva erano le ore che passava insieme ai bambini nel “Centro de Dìa”. Martina amava i bambini e voleva avere figli proprio con l'uomo che avesse scelto per condividere il resto dei suoi giorni.

C'era pendente anche un altro problema. Quello della sua verginità.

Era stanca del celibato, voleva sapere di cosa si trattava tutto quella confusione delle relazioni sessuali. E se Thiago Bedoya era destinato ad insegnarle, forse poteva essere l'uomo con il quale avrebbe formato una famiglia.

E al diavolo quello che avrebbero detto Ruggero e Jorge.
.

 
Nota Autrice: Buonsalve! Scusatemi per l’attesa, ma lo studio mi sta un po’ occupando. La settimana scorsa ho finito l’interrogazione di recupero in Letteratura, stupidi Tasso Marino e Parini pft, e questa settimana inizio le interrogazioni del secondo quadrimestre. Quuuuindi ho pensato bene di farle tutte al più presto possibile, in modo che abbiamo più tempo libero e poter dedicarmi a voi e alla primavera lol. Ma passiamo alla storia, non so voi ma io sono morta quando Jorge ha detto “Tu sarai sempre un mio affare” oddio. La nostra Martina si è messa in testa di voler conquistare il dottor Bedoya per dimenticare Jorge, secondo voi ci riuscirà? E Jorge glielo permetterà? In questo capitolo vengono nominati tre nuovi personaggi. Mercedes (Mechi) migliore amica di Martina. Lodovica, moglie di Ruggero, che porta dietro se e dietro la piccola Camilla che verrà svelato in seguito. Un bacione alle prossima! :*  

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Capitolo 5
*** Capitolo Cinque ***


-Ruggero: Pensavo che fossimo arrivati ad un accordo. - disse, deluso, con una mano sulla spalla di Jorge mentre si dirigevano al bar del Club – Non mi lasciare da solo adesso.
-Peter: Bene, io... - fece una smorfia e si grattò l'orecchio. La conversazione non andava per il piano che così attentamente aveva pianificato. Si trattava di chiedergli che lo sostituisse con uno qualunque degli altri tipi implicati nella situazione. Chiunque di loro poteva vigilare Martina finché il mistero che avvolgeva Lodovica Comello e sua figlia si fosse chiarito. 
-Ruggero: Tu sei i mio uomo. - continuò, con un sorriso – Lo sei sempre stato. Diamine, Jorge, sai che non posso rischiare che un'opportunista senza vergogna si approfitti di lei. Sei l'unico di cui mi posso fidare e non posso stare attento a mia sorella. Non finché questo non finisce.

Diviso tra la necessità di cercare un'uscita per evitare il disastro e la sua lealtà verso Ruggero, Jorge lasciò scappare un lungo sospiro.
-Jorge: Ma, Rugge...
-Ruggero: Sono padre, un padre. - ripeté l'amico senza dargli retta, come se ancora non potesse credere nella sua fortuna – E con una donna nella mia vita. Jorge, sai bene che Lodo e la bambina sono ancora in pericolo.

Sì, Jorge lo sapeva, ed anche Martina. Si sentiva ancora sorpreso dalla congetture di lei. E la ragazza aveva indovinato in molte cose. Era vero che i membri del Club dei Mandriani del Texar si implicavano in missioni segrete. Quelle missioni formavano parte del loro codice d'onore. Giustizia, pace, leadership... quello che facevano sempre a favore dei migliori ideali.

Da poco tempo, diversi membri del Club cercavano di risolvere il mistero che era cominciato una fredda notte di Novembre e che ogni volta diventava più strano. Sì, non c'era dubbio che sapevano molto di più rispetto a quella notte in cui una donna anonima era entrata svenendo nel Risto Bar con una bambina appena nata e mezzo milione di dollari messi nella borsa dei pannolini; ma ancora rimanevano domande senza risposte.

La donna in questione, dopo essere svenuta ed in seguito essere caduta in coma, si era rimessa ed aveva recuperato la memoria. Era Lodovica Comello, fidanzata attuale di Ruggero. La bambina era di Ruggero, l'inaspettato anche se bellissimo frutto di un'avventura che loro stessi avevano deciso di terminare quasi un anno prima.

I due uomini rimasero in silenzio mentre bevevano una birra al bar.
-Jorge: Come sta Lodo? E la piccola Camilla? - chiese, finalmente.
-Ruggero: Stanno bene. Amico, non posso credere di essermi allontanato da Lodo una volta e che fossi sul punto di perderle. Quel bastardo di  Lanzani... avrebbe potuto ammazzare Lodo o aver venduto la nostra piccola.

Jorge esalò una gran boccata di aria. La gravità della situazione gli pesava sulle spalle ogni volta che ricordava i dettagli. Quella notte di Novembre, non si trovava nel ristorante quando Lodo apparve con una carta di credito del Club dei Mandriani in mano.

Se Ruggero fosse stato in città quando Lodo apparve in scena, le cose si sarebbero chiarite con più rapidità. Ma non fu così, e Lodo iniziò a recuperare la memoria quando scoprì Ruggero alla festa di Capodanno dopo il suo ritorno dall'Europa.

Finalmente aveva ricordato Ruggero e la sua breve ma intensa relazione amorosa il cui frutto era la piccola Camilla. Settimane più tardi, aveva ricordato come era finita al Risto Bar con tutto quel denaro nella borsa dei pannolini. La storia era così strana che, anche in quei momenti, a Jorge costava capire quello che era successo e le sue conseguenze.

Lodo aveva lavorato in un reparto maternità che dirigeva il dottor Peter Lanzani. Dopo qualche mese dal suo arrivo alla clinica, iniziò a notare che una quantità sorprendente di ragazze madri perdevano i figli nel parto. Allarmata, decise di investigare discretamente negli archivi del computer. Fu così che scoprì che i bambini non erano morti, ma che li avevano venduti. Ciò nonostante, prima di affrontare il dottor Lanzani o chiamare la polizia, entrò in travaglio. E lì cominciarono i veri problemi. Il buon dottore aveva gli stessi piani per la bambina di Lodo di quelli degli altri bambini. L'aveva drogata. La mattina dopo, dopo aver dato alla luce e ancora sotto gli effetti delle droghe, appena riuscì a capire che il medico la informava della morte di sua figlia. In qualche modo, Lodo riuscì a scappare dalla clinica e seguire fino all'aeroporto il dottor Lanzani e l'infermiera complice dove cercavano di prendere un aereo per portare la bambina ai futuri compratori.

Quando l'infermiera andò al bagno per cambiarle i pannolini, con una spinta Lodo la stese a terra e scappò con la bambina e la borsa dei pannolini che risultò essere piena di denaro. Un denaro che dopo i membri del Club avrebbero nascosto nella cassa forte dello stabilimento.

Dopo corse alla stazione degli autobus, ma Lanzani e l'infermiera la raggiunsero ad Amarillo. E da lì in avanti, Lodovica non ricordava niente dell'accaduto. Per questo Ruggero ed il resto dei compagni ancora si mantenevano in guardia.
-Jorge: Ha ricordato altro? - chiese.

Ruggero negò con la testa.

-Ruggero: No. Tutto l'accaduto dopo Amarillo è molto confuso. L'unica cosa che Lodo ricorda è che c'è stato una lotta e lei aveva battuto con la testa. Non sa come è riuscita a scappare. - spiegò desolato – Ieri notte mi ha detto che l'unica cosa che l'ha mantenuta cosciente è stata la necessita di trovarmi. - Jorge deglutì – Ed io non ero lì per aiutarla.
-Jorge: Ehi. Adesso sei qui con lei. Sei qui per proteggere entrambe.

Jorge sapeva che anche gli amici di Ruggero facevano lo stesso. Da allora, nessun uomo aveva abbassato la guardia né finito di investigare il misterioso caso di Lodo.

-Ruggero: Lanzani vaga ancora libero da queste parti. - disse in tono gelido – Finché non riusciremo a metterlo dietro le sbarre, né Lodo né Camilla saranno salve. Per questo ho bisogno di te. Martina…
-Jorge: E' grande ormai. - insistette, deciso a non arrendersi ancora – Veramente non so perché pensi che necessita di protezione. Non ha niente a che fare con questo...
-Ruggero: Ma io si. - lo interruppe – E Lanzani lo sa. Sei totalmente sicuro che quel bastardo che si dedica a drogare le donne e a dire che i loro figli sono morti con lo scopo di venderli non cercherebbe di arrivare fino a Lodo attraverso me o quelli che amo?

Jorge chiuse gli occhi e dovette riconoscere che era vero. Il fatto che Martina formasse parte del mondo di Jorge gli dava tutta la ragione.
-Jorge: Hai ragione. C'è bisogno di una mente malata e contorta per fare quello che ha fatto quel medico.
-Ruggero: E c'è bisogno di un uomo di mia completa fiducia per proteggere mia sorella finché non riusciremo a trovarlo e porre fine a questa situazione.

Finalmente, Jorge annuì con la testa.

-Jorge: D'accordo. Lo farò. Ma ancora non comprendo cosa c'entra Teo Gorki con tutto questo. - Nico scrollò le spalle.
-Ruggero: Probabilmente, niente.
-Jorge: Allora, perché devo vigilarlo?
-Ruggero: Perché quell'uomo non mi piace. - lo guardò con soavità – C'è bisogno di altre ragioni?

 
Nota Autrice: Tadaaa sono tornata! Come vi avevo detto nel capitolo precedente sono un po’ occupata con la scuola e la mia Fraternità (faccio parte della Gioventù Francescana), e come se non bastasse tra poco è il compleanno di un mio amico e io mi sto dividendo in 755653 per organizzare un regalone. Ma passiamo alla storia. Nessuna scena Jortini, maaa viene svelato il segreto di Lodovica, la fidanzata di Ruggero. Che ve ne sembra? Ta da daaan ahahah, Jorge ha cercato di scappare da Martina ma niente, non può. Che altro? Lascio la parola a voi ragazzi! Ora scappo, stasera ho un compleanno, a presto.. spero.. :**
 

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