UnFriends

di My Narwhal Loves Satan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** C - 1 ***
Capitolo 2: *** J-1 ***



Capitolo 1
*** C - 1 ***


Salve a tutti, e benvenuti nella nostra prima fan fiction! "Nostra" perché siamo in due a scriverla, Chiara e Jen e scriveremo un capitolo a testa. 
Vi chiediamo scusa se nella storia ci saranno errori grammaticali, ma molte volte, pur rileggendo il capitolo ci scappa sempre qualcosa. 
I capitoli saranno numerati due alla volta, quindi due capitoli ne formano uno.
Speriamo che la storia vi piaccia, buona lettura! :)







Marzo 2014


Ho sempre voluto entrare nel gioco di Assassin’s Creed, ma purtroppo è impossibile. Peccato che, con la fantasia, si possa fare tutto!
Mi chiamo Chiara, ho 17 anni e vengo da un piccolo paesino in provincia di Como.
Mi reputo abbastanza simpatica e divertente, non sono molto alta, per questo vengo presa in giro praticamente da tutti; e ho i capelli corvini lunghi fin sotto alle spalle.
Come ho detto in precedenza, penso di essere simpatica, però sono anche timida. TANTO timida.
Sono una appassionata della saga di Assassin’s Creed e ogni giorno, fantastico su cosa possa accadere se io finissi all’interno del gioco. Sicuramente molti mi prenderanno per pazza, se penso a queste cose, e… Hanno ragione.
 
Erano si e no le tre di notte di un giovedì mattina ed ero, come sempre, davanti al portatile a fare nulla su facebook. Sospirai e chiusi la pagina, per poi spegnere il pc e mettermi a letto, visto che fra meno di tre ore avrei avuto la sveglia.
Mi misi il pigiama e mi infilai sotto il piumone caldo, cadendo subito in un sonno profondo.
 


17 Maggio 1502

Mi sveglio di colpo per via di un forte mal di testa e resto shockata.
Non ero in camera mia, e non nero nemmeno all’interno di una casa, ma mi ritrovai in un vicolo puzzolente e antico. La strada era completamente sterrata e le persone che vi erano, erano vestite in un modo molto diverso dal mio, con uno stile quasi rinascimentale.
Mi alzai lentamente in piedi, e con le mani, pulii i vestiti sporchi di terra. Sì, indossavo i miei normalissimi vestiti, leggins neri, all star bordeaux e la maglia dei Children of Bodom e non il pigiama. Anche questo era molto strano.
Uscii dalla via e mi guardai intorno. Tutte le vie erano sterrate, non cerano segni di macchine o altri oggetti del ventunesimo secolo.
Ancora scossa, camminai alla ricerca di una piazza, sotto gli sguardi curiosi e delle persone, che sicuramente stavano guardando i miei vestiti completamente diversi dai loro e non me; e molti di loro mi urlavano contro di essere la figlia del demonio e ridacchiai.
Continuai a camminare per circa una ventina di minuti e mi ritrovai davanti ad un grandissimo ponte, dove la strada era sbarrata da cinque guardie armate fino al collo. Guardai dietro di loro e vidi Castel Sant’Angelo e capii di essere finita a Roma, nel periodo rinascimentale.
Come diavolo era possibile?
Ad un tratto, due delle guardie che difendevano l’entrata del ponte, caddero a terra in una pozza di sangue, mentre le guardie restanti si guardavano in torno, alla ricerca dell’assassino.
Mi voltai, e in mezzo alla folla, a poca distanza da me, vidi un ragazzo incappucciato, vestito di bianco e armato fino al collo pure lui.
Restai a fissarlo per qualche minuto, nonostante ci fossero persone che scappavano impaurite, pregando dio di non essere uccise.
Quel ragazzo lo avevo già visto…
Le guardie, dopo averlo individuato si scagliarono su di lui, che prontamente si difese, mentre combatteva si voltò verso di me, mostrò parte del suo viso, e mi ordinò di scappare, cosa che feci subito.
Iniziai a correre verso una delle numerose vie che davano sulla piazza, ma mi fermai poco dopo, per via del fiatone, visto che non sono mai stata amante dello sport, specialmente della corsa, mi sedetti su una panchina per riprendere fiato e realizzai che l’uomo vestito in bianco era Ezio Auditore, e posso confermalo per via della cicatrice sul labbro vista in precedenza.

 

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Capitolo 2
*** J-1 ***


Per questioni di privacy il vero nome della seconda non sarà trascritto.
Daremo tanti biscotti a chi leggerà la ff con tanto ammore (e tanto aodio verso i templari dimmerdah)
Bacibaci~





Vi siete mai chiesti che cosa potrebbe accadere se /tutto ad un tratto/ vi ritrovaste catapultati all'interno di un vostro libro o videogame preferito?
Oh, io me lo sono chiesta eccome!
Le luci della mia camera erano spente e le uniche fonti luminose erano la mia tv un po' malconcia e quella di un lampione che illuminava la strada deserta.
Vista la mia pigrizia, scartai subito l'idea di alzarmi dal letto e controllare l'ora,  anche se qualcosa mi diceva che dovevano essere già le due del mattino o giù di lì. Sentivo gli occhi pesanti e faticavo a reggere il mio joystick e a tenere lo sguardo fisso sullo schermo.

"Ancora un ricordo e poi spengo, dai."

La frase di una vita. Ogni volta che rilasciano un nuovo capitolo di Assassin's Creed io non mi limito a giocarci, no.
Lo divoro.
Purtroppo per me la mia buona volontà non bastava di certo a tenermi sveglia, tanto che crollai a causa della stanchezza con il joystick ancora tra le mani e dei canti pirateschi in sottofondo, accompagnati dal suono delle onde del mare e Edward che incitava la sua ciurma. Correvo il rischio di sognare nuovamente qualcosa di strambo e legato ai pirati, ma nulla di tutto questo accadde. Fu come riemergere dall'acqua, come quando l'aria inizia a scarseggiare e fatichi a continuare a trattenere il respiro e i tuoi polmoni mandano un segnale d'allarme. Respirai a pieni polmoni, tanto da sbarrare gli occhi ed emettere un verso strozzato seguito da qualche colpo di tosse. Mi portai una mano alla bocca, sbattendo le palpebre, e sentii un brivido lungo la schiena.
Per un secondo pensai di essere caduta giù dal mio letto durante la notte ed essermi risvegliata sul pavimento, ma appena mi guardai attorno quello che vidi mi lasciò senza parole. Non mi trovavo all'interno di nessuna stanza e stavo seduta su un'immensa distesa verde e poco lontano riuscivo a vedere delle case e delle costruzioni  insolite per la mia Città, ma che allo stesso tempo avevano qualcosa di familiare. Mi alzai in piedi, decisa ad indagare, e quando abbassai lo sguardo su di me notai con sorpresa di avere addosso dei jeans e una felpa nera anziché il mio pigiama. Probabilmente quello era il minore dei miei problemi.
Iniziai a camminare silenziosamente, attirata da delle luci e delle voci in lontananza. Da quella distanza non riuscivo a definire bene cosa stesse succedendo, ma più mi avvicinano e più riuscivo a distinguere delle sagome che si muovevano e correvano in preda al panico.

"È MORTO! LO HANNO UCCISO!"

"ASSASSINO!"

Quelle urla mi fecero affrettare il passo, tanto che sentii subito il fiato venir meno e il mio respiro farsi affannoso. Non sono mai stata una cima negli sport, tanto meno nelle corse. Mi fermai a una decina di metri di distanza  e osservai quella scena nascosta dietro alle rovine di una vecchia costruzione. Quello che vidi mi fece gelare il sangue: a terra, qualche metro più avanti, c'era il corpo senza vita di un uomo. Un taglio profondo solcava la sua gola e una pozza di sangue si era formata a terra, creando un miscuglio di terra e sangue.
Iniziai subito a sentire un forte odore ferroso-probabilmente la mia mente era stata condizionata da quello che avevo appena visto- e prontamente mi portai una mano alla bocca, coprendomi il naso e sperando che quell'odore svanisse al più presto. Era tutto talmente reale da non sembrare più nemmeno divertente come pensavo. Se quello era un sogno, probabilmente era il sogno più realistico che avessi mai fatto.
Un rumore, come un fruscio tra i cespugli, mi fece sobbalzare. Decisi di appiattirmi contro la parete ed aspettare. La mia pazienza venne ripagata: una sagoma bianca, quasi come quella di un fantasma, uscì da un nascondiglio vicino a quello che avevo scelto io stessa in precedenza e svanì dopo qualche istante.
Per un attimo pensai di aver visto una persona familiare, ma scartai subito l'idea.
Quella era la cappa di un discepolo, ne ero più che certa.

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